COOPERAZIONE TRENTINA · “Uno status speciale che ci ha dato ricchezza e benessere – ha detto...

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POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA - CONTIENE I.R. www.cooperazionetrentina.it carta ecologica N°9 OTTOBRE 2018 COOPERAZIONE TRENTINA COOPERAZIONE TRENTINA Energia SCONTI PER LE COOP ASSOCIATE 30 Anni LA RETE PER CREARE INNOVAZIONE SOCIALE Elezioni: i temi che ci stanno a cuore

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POSTE ITALIANE SPA - SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 COMMA 1, DCB TRENTO RIVISTA PER AMMINISTRATORI E DIPENDENTI DELLA COOPERAZIONE TRENTINA - CONTIENE I.R. www.cooperazionetrentina.it carta ecologica

N ° 9 O T T O B R E 2 0 1 8

COOPERAZIONETRENTINACOOPERAZIONETRENTINA

EnergiaSCONTI PER LE COOP ASSOCIATE30 Anni LA RETE PER CREARE INNOVAZIONE SOCIALE

Elezioni: i temi che ci stanno a cuore

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Periodico della Federazione Trentina della Cooperazione

Trento, Via Segantini, 10 - Tel. 0461 [email protected]

Direttore responsabileWalter Liber

CoordinatriceDirce Pradella

Comitato di RedazioneCorrado Corradini, Franco de Battaglia, Silvia De Vogli, Cesare Dossi, Egidio Formilan, Cristina Galassi, Walter Liber, Diego Nart, Sara Perugini, Dirce Pradella, Bernardino Santoni, Vincenzo Visetti.

Hanno collaboratoMarika Damaggio, Franco de Battaglia, Silvia De Vogli

Progettazione graficaCooperativa ARCHIMEDE - www.archimede.nu

Stampa tipograficaCooperativa NUOVE ARTI GRAFICHE

AbbonamentiCosto singola copia: € 3Abbonamento annuale (11 numeri): € 30

Promozione 2018Paga i primi 10 abbonamenti a prezzo pieno (30 euro, fermo da molti anni) e i restanti solo la metà.

Autorizzazione del Tribunale Civile e Penale di Trento n. 26 Registro stampa di data 09.10.1950

indiCEEDITORIALE3 La nostra visione di Trentino del futuro

IN PRIMO PIANO

Verso le elezioni4 Elezioni, i temi che ci stanno a cuore

Federcoop e Ccb8 L’uscita di Cassa Centrale Banca dalla Federazione non ferma il dialogo

NEWScOOP 11 #PARTIinQUINTA con le Casse Rurali Trentine12 Borse di studio Fondazione,

12mila euro per il tuo progetto13 Quattordici funzionari dal Kyrgyzystan

per studiare le coop14 Primo giorno di scuola con la Cassa Val di Non15 Al via il nuovo ristorante Risto3 al Top Center17 Melinda: “Noi ci mettiamo la faccia”18 Mori brinda alla vendemmia record19 Alzheimer Fest, cooperazione sociale presente20 10 anni di sfi de e traguardi nella disabilità visiva21 La pratica dell’alpeggio

migliora il microbiota del latte

cULTURA cOOPERATIVA

Servizi per i soci23 Energia, sconti per le associate

Ritratti24 Walter Facchinelli: “Il socio deve essere la cooperativa”

C’è del nuovo27 È nata “Fuoco”, la prima coop di comunità del Trentino28 La Rete per creare innovazione sociale31 Visita sotterranea virtuale con Melinda32 L’80% delle operazioni bancarie in autonomia33 Dalle donne, un contributo al cambiamento

Buone prassi35 In 120 alle paralimpiadi di Gsh37 Le Formichine non fanno una piega38 Un corso per capire le potenzialità dei DES39 Giovani alla ricerca di nuovi stili di vita

Segnali di fi ducia41 Cavit, Cantina d’oro42 Etika, la storia di Elio45 Consorzio Lovernatico, radici forti e buoni frutti

Libri 46 Ponte tra politica e cooperazione

OPINIONI

Dati alla mano47 Riscoprirsi comunità: un’occasione da cogliere

La porta aperta 48 Lomaso, l’innovazione “Fuoco”

Direttore responsabileWalter Liber

CoordinatriceDirce Pradella

Comitato di RedazioneCorrado Corradini, Franco de Battaglia, Silvia De Vogli, Cesare Dossi, Egidio Formilan, Cristina Galassi, Walter Liber, Diego Nart, Sara Perugini, Dirce Pradella,

indiCE

Comitato di RedazioneCorrado Corradini, Franco de Battaglia, Silvia De Vogli,

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lA noSTRA ViSionE di TREnTino dEl FuTuRoSei organizzazioni di imprese del Trentino, di nuovo riunite sotto il ‘cappello’ del Coordinamento Imprenditori, hanno scritto insieme un documento che esprime una visione unitaria per il Trentino dei prossimi cinque anni: più competitivo, più moderno, più giusto. In realtà il progetto condiviso dal mondo economico ha l’ambizione di guardare anche oltre il confi ne della prossima legislatura, perché lancia idee e proposte per un modello di sviluppo di lunga durata.Non possiamo dire di essere d’accordo su tutto, ma il fatto che sui ‘fondamentali’ si siano trovati sulla stessa linea di pensiero organizzazioni che in passato sono state spesso distanti tra di loro, non mi sembra un elemento di poco conto.Un tema su tutti: la qualità ambientale e paesaggistica del territorio è considerata un elemento di forza del tessuto economico e sociale, che si traduce in fattore di attrattività per le persone e le imprese.Il mondo imprenditoriale trentino riconosce in particolare al mondo agricolo, e quindi soprattutto alla cooperazione agricola, un ruolo determinante per garantire queste condizioni. L’agricoltura di montagna fornisce reddito alle comunità e mantiene ordinato e attraente l’ambiente. L’ambiente ben conservato delle nostre montagne e i prodotti salubri della nostra agricoltura a fi liera controllata e sostenibile contano sempre di più nelle preferenze di chi sceglie il Trentino per un soggiorno o una breve vacanza. La qualità cooperativa è riconosciuta e attira.

Il concetto di sostenibilità – ambientale, economica, sociale – diventa quindi un modo non solo di produrre ma anche di immaginare il futuro di questa terra, e coinvolge tutte le attività economiche, dall’agricoltura all’edilizia al manifatturiero.Sono, questi, concetti molto cari alla cooperazione, che è nata proprio per tutelare il rispetto della persona e fornire risposte ai suoi bisogni e alle sue aspettative.Alla politica che tra pochi giorni si appresta a rinnovare la propria rappresentanza nelle istituzioni, mettiamo a disposizione non tanto – o non solo – un elenco di proposte per far funzionare meglio le imprese (meno tasse, meno burocrazia, più infrastrutture e reti), ma soprattutto un contributo di pensiero per migliorare il benessere delle persone attraverso la coesione sociale e il rispetto per la nostra terra. Immaginiamo un Trentino che esercita la propria autonomia con responsabilità, consapevole della delicatezza ma anche della grande forza che comporta il vivere e produrre in un ambiente montano di straordinaria bellezza come il nostro. Su questi temi offriamo al nuovo governo provinciale la nostra disponibilità alla collaborazione e il nostro impegno responsabile.

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EDITORIALE CooPERAzionE TREnTinA

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Per un territorio più competitivo, più moderno, più giusto. Le proposte degli imprenditori per il governo del Trentino in vista delle elezioni del 21 ottobre.Dieci temi per cinque anni. È questa la sfida lanciata dal Coordinamento Provinciale Imprenditori agli aspiranti amministratori provinciali, illustrando loro il documento che raccoglie le considerazioni e le proposte delle sei Associazioni che vi aderiscono (il testo completo è allegato a questa rivista). In vista dell’appuntamento elettorale del prossimo 21 ottobre, infatti, le rappresentanze delle categorie economiche hanno voluto rappresentare la visione delle imprese per un Trentino più competitivo, più moderno, più giusto.Il Coordinamento si è presentato per l’occasione nella moderna formazione, rafforzata dal recente ingresso

di Confesercenti del Trentino, che siede ora accanto all’Associazione Albergatori ed imprese turistiche della provincia di Trento, all’Associazione Artigiani Trentino, a Confcommercio Imprese per l’Italia Trentino, a Confindustria Trento e alla Cooperazione Trentina.L’appuntamento è stato anche l’occasione per formalizzare il passaggio di consegne tra Gianni Battaiola, presidente Asat e presidente uscente del Cpi, e Enrico Zobele, presidente di Confindustria Trento: l’associazione che assume, per l’anno a venire e in ragione della rotazione delle cariche prevista, la presidenza e la segreteria del Coordinamento.

Il momento di presentazione delle proposte delle Associazioni imprenditoriali agli aspiranti amministratori futuri del Trentino. Da sinistra presidente dell’Associazione Artigiani trentino Marco Segatta, la presidente della Cooperazione Trentina Marina Mattarei, il presidente di Confindustria Trento Enrico Zobele, il presidente Asat Gianni Battaiola, il presidente Confesercenti del Trentino Renato Villotti e il presidente di Confcommercio Trentino Giovanni Bort.

ElEzioni, i temi che ci stanno a cuore

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verso le elezioni

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Mattarei, convergenza di visione positiva

Battaiola e Zobele hanno aperto i loro interventi spiegando le ragioni del rilancio del Coordinamento: “In un momento in cui la politica si divide – hanno detto – le categorie economiche consolidano la loro alleanza per lanciare un messaggio univoco a chi governerà il territorio. Siamo diversi per settore di attività e per la tipologia delle imprese che rappresentiamo, ma abbiamo creduto che confrontarci fosse utile e doveroso per le nostre aziende e per le famiglie che vi lavorano. I nostri destini sono legati a quelli del territorio e della popolazione: siamo perciò convinti che un’azione propositiva da parte nostra possa portare beneficio a tutta la comunità”.

Cosa dice il documento degli imprenditoriSono dieci i punti cardine sui quali gli Imprenditori chiedono il massimo impegno politico. Zobele ha parlato in primo luogo dei temi di ‘Autonomia e Unione Europea’: “Uno status speciale che ci ha dato ricchezza e benessere – ha detto del primo – e che è necessario per la nostra crescita futura. Per potere mantenere l’Autonomia dobbiamo però meritarla. Anche per questo, dobbiamo tenere conto del fatto che Bruxelles resta un punto di riferimento fondamentale”.A proposito di ‘infrastrutture’, Zobele ha evidenziato il valore dell’opera al Brennero e dei collegamenti tra il tunnel e Verona, soprattutto dei

bypass di Trento e Rovereto, ma ha anche parlato della terza corsia dinamica, della Valdastico, della manutenzione delle infrastrutture di valle e dei collegamenti tra centro e periferie del territorio, del potenziamento della rete ferroviaria, del nuovo ospedale di Trento.Ha infine toccato i temi di Innovazione, Università e Ricerca: “Il Trentino è sempre stato ai massimi livelli: deve continuare ad esserlo, per garantire ricadute positive dall’incontro tra i mondi della ricerca, della scuola e dell’impresa”.Battaiola ha parlato di ‘società pubbliche’: “Enti che devono operare a sostegno delle imprese, e non in concorrenza: ancora oggi queste società erogano

Quale messaggio lancia la Cooperazione Trentina insieme alle altre categorie economiche ai futuri amministratori provinciali?“Penso che il lavoro di riflessione portato avanti dalle Associazioni di categoria abbia prodotto una sintesi di pensiero che di fatto misura la nostra assunzione di responsabilità. La prima cosa da rilevare è la consapevolezza condivisa di come ci sia bisogno di una convergenza di visione. Le Associazioni economiche hanno così prodotto un loro pensiero sul futuro da sottoporre al governo provinciale e credo che questo sia un punto fondamentale per riuscire ad approcciare la costruzione di una visione stessa di Trentino. Cosa sta a cuore, in particolare, alla Cooperazione trentina?Assumendosi la piena responsabilità della propria natura e del proprio apporto come categoria economica, la Cooperazione Trentina chiede prioritariamente alla politica di occuparsi di ciò che riteniamo essere fondamentale, ossia di pensare ad un approccio alla dimensione socio economica del Trentino. A cominciare dal welfare, e a tutto ciò che ruota attorno ad esso. Viviamo un importante invecchiamento della popolazione, quindi un aumento della non autosufficienza; abbiamo un tasso di natalità basso e problematiche legate alla riqualificazione del lavoro. È quindi necessario ragionare insieme per riuscire ad individuare strumenti, non ultimo quello della formazione, e modalità per approcciare a queste tematiche”.

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servizi strategici nell’ambito dei quali operano numerose società private. L’attività di queste realtà va ripensata e razionalizzata, per evitare sovrapposizioni e anzi innescare rapporti di collaborazione con le aziende, anche attraverso dinamiche di esternazionalizzazione”.Parlando di ‘territorio e ambiente’ ha detto: “Non abbiamo un Trentino di riserva: dovremmo potere diventare un’eccellenza a livello internazionale, ma questo sarà possibile grazie a una vera alleanza tra tutti i settori, nell’ottica di una responsabilità che è insieme ambientale, economica e sociale: con un turismo che sia veramente sostenibile, con l’adozione di un’impronta biologica spinta sul fronte delle produzioni agricole, con il ricorso alle buone pratiche del risparmio energetico sul versante delle costruzioni, e all’economia circolare nelle

Elezioni, 710 candidatiSono più di 700 i candidati che si contenderanno i voti dei trentini domenica 21 ottobre, suddivisi in 22 liste a sostegno di 11 aspiranti presidenti della Provincia. Nove liste punteranno su Maurizio Fugatti (centrodestra): Forza Italia, Lega, Udc, Fassa, Agire per il Trentino, Civica Trentina, Fratelli d’Italia, Autonomisti Popolari e Progetto Trentino. Giorgio Tonini (centrosinistra) godrà dell’appoggio di Pd, Upt e Futura 2018. Due liste per Antonella Valer (Liberi e Uguali e L’altro Trentino)Una lista per gli altri: Filippo Castaldini (Casapound), Ferruccio Chenetti (Moviment Ladin de Fascia), Filippo Degasperi (Movimento 5 Stelle), Roberto De Laurentis (Territorialità responsabilità Economia), Federico Monegaglia (Riconquistare l’Italia), Mauro Ottobre (Autonomia dinamica), Paolo Primon (Popoli liberi) e il presidente uscente Ugo Rossi (Patt).

lavorazioni manifatturiere”. I temi di Welfare, Coesione sociale e Agricoltura/sostenibilità sono stati affidati alla riflessione di Marina Mattarei, presidente della Cooperazione Trentina: “La popolazione invecchia, si nasce di meno, e le risorse pubbliche si contraggono. Occorre partire da qui per individuare strumenti innovativi di welfare che possano dare una risposta ai bisogni e nello stesso tempo garantire la coesione sociale. È necessaria una maggiore sinergia tra le politiche del lavoro e la formazione, che deve essere permanente. Ruolo centrale nella regìa spetta all’Agenzia del lavoro, che va profondamente aggiornata, perché pensata quando i problemi del lavoro erano diversi da oggi. Sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, il Trentino può giocare una partita importante

per lo sviluppo anche in chiave di innovazione. L’agricoltura ha un ruolo fondamentale e diventa una leva anche per il turismo, sempre più consapevole e attento a questi temi”.Renato Villotti, presidente Confesercenti del Trentino, è intervenuto a proposito del tema ‘credito e incentivi’: “Ad oggi, le nostre aziende sono nelle condizioni di doversi rivolgere direttamente alle banche. Chiediamo che le Associazioni possano contare su una forte rappresentanza ai tavoli del credito. Importante è l’evoluzione in atto nel sistema delle Bcc: con la costituzione del gruppo unico che fa capo a Cassa Centrale Banca e il suo importante radicamento in Trentino, speriamo possa riattivare il circuito locale del credito alle aziende. Chiediamo pertanto il mantenimento, anche per il futuro, del doppio canale dei fondi della Lp 6/99 e delle risorse di derivazione europea (focalizzati sulle quattro Smart Specialisation del Trentino) al fine di consentire l’accesso ai finanziamenti alle diverse tipologie di aziende e start up che caratterizzano il nostro tessuto imprenditoriale. Condividiamo inoltre l’auspicio che Mediocredito diventi una banca corporate e che aiuti le aziende trentine nei loro processi di crescita, con sostegni finanziari adeguati e una consulenza dedicata”.Il presidente dell’Associazione Artigiani trentino Marco Segatta ha trattato il punto riferito a ‘fiscalità e spesa pubblica’: “Il carico fiscale è al 68%: 25 punti in più rispetto alla media europea. Chiediamo alla Provincia di limitare le imposte di propria competenza come l’Imis,

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piuttosto che l’aliquota base Irap, come pure altre tasse locali, come quella sui rifiuti, sulla pubblicità, sulle imposte di soggiorno. La spesa corrente è sempre più elevata e mantiene un apparato burocratico troppo esteso: è necessario quantomeno provare ad invertire il trend. La Provincia dovrebbe investire maggiormente in interventi diretti a stimolare le imprese e le attività produttive, penso ad esempio all’istruzione, alla formazione e alla ricerca”. E a proposito di appalti Segatta ha aggiunto: “Bisogna riconoscere che sono state destinate risorse pubbliche importanti. La parte pubblica dovrebbe però approfittare maggiormente di tutti gli spazi di intervento concessi dalle normative di carattere europeo, privilegiando chiaramente le imprese del nostro territorio. In questo senso sarebbe logico superare anche il vincolo di rotazione. Infine bisogna mettere mano alla piattaforma Mepat”.Di semplificazione e sicurezza ha parlato Giovanni Bort, presidente di Confcommercio Trentino: “È stato stimato che il costo della burocrazia in Italia sia pari a circa il 4,6% del prodotto interno lordo. Basterebbe questo dato a rendersi conto quanto sia urgente attuare politiche di semplificazione rivolte sia alle imprese che ai cittadini. La sburocratizzazione e lo snellimento normativo devono divenire un impegno quotidiano e costante di chi governa, di chi legifera e soprattutto di chi quotidianamente applica le norme. Inoltre, la crescente digitalizzazione dell’economia, anche nel rapporto con la pubblica

amministrazione, dovrebbe essere accompagnata da una semplificazione delle procedure. Un altro tema che ci riguarda sia come imprenditori sia come cittadini è quello della sicurezza, intesa in senso ampio, come contrasto alla

criminalità, ma anche nella sua accezione di cura della vivibilità delle nostre città. Da anni, malgrado le statistiche, il clima (e la relativa percezione) di insicurezza anche nella nostra provincia è cresciuto in maniera evidente”.

Il manifesto dell’iniziativa

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l’uscita di Cassa Centrale Banca dalla Federazione non ferma il dialogo

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La costituenda capogruppo delibera il recesso da socio dalla Federazione “per motivazioni tecniche” legate alla legge regionale sulla Vigilanza.

La presidente di Federcoop Marina Mattarei: in un contesto nazionale, è comprensibile che Ccb voglia ridisegnare anche la mappa di adesioni alla rete cooperativa. Ma ora guardiamo avanti, all’interesse generale del credito cooperativo trentino. Le Casse Rurali trentine sono parte costitutiva del sistema territoriale della cooperazione trentina.

Se si spezza un legame storico tra i due lati di via Segantini, non si fermano il dialogo e la collaborazione istituzionale. Cassa Centrale Banca e Federazione Trentina della Cooperazione rappresentano assieme al resto del sistema cooperativo locale un pezzo importante della storia economica e sociale del Trentino. È un lungo percorso di sinergia, di condivisione e di lavoro. La decisione assunta dal consiglio di amministrazione di Cassa Centrale Banca in merito al recesso da socio della Federazione è stata dettata dal mutato quadro dentro il quale si trova ad operare la costituenda capogruppo.

Questione di VigilanzaL’articolo 48 della legge regionale n.5 del 2008 dispone che “la revisione legale del bilancio consolidato di un ente capogruppo di un gruppo cooperativo, anche bancario, è effettuata dall’associazione di rappresentanza cui l’ente medesimo aderisce, se la maggioranza del patrimonio netto è da ricondurre a riserve indivisibili ai sensi dell’art. 2514 del Codice civile riferibili agli enti appartenenti al gruppo”.L’articolo impone pertanto che la revisione legale del bilancio consolidato del gruppo bancario cooperativo Cassa Centrale Banca venga effettuata dalla Federazione Trentina della Cooperazione. La ratio che sta dietro la norma di legge è quindi quella di tutelare le riserve indivisibili delle Casse Rurali che confluiscono nel patrimonio della capogruppo.Un obbligo che Cassa Centrale Banca ha ritenuto di non accettare, e per questo ha deciso di uscire dalla compagine sociale della Federazione.“L’attività di certificazione del bilancio di Cassa Centrale Banca – ha affermato il suo presidente Giorgio Fracalossi nel comunicato stampa congiunto tra i due enti – viene da sempre effettuata da primarie società (oggi KPMG). La partenza del Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca – gruppo di dimensioni e rilevanza nazionali, con oltre

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federazione

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90 BCC-CR e Raiffeisen aderenti, più di 70 miliardi di attivi ed oltre 1500 sportelli - impone la scelta di un certificatore di bilancio che dovrà essere individuato nel novero delle principali società di riferimento nazionali e internazionali.Confermo anche il pieno apprezzamento dell’attività svolta dalla Divisione Vigilanza della Federazione, che non viene certo messa in discussione in questa sede”.

Il futuro delle Casse Rurali e il ruolo della FederazioneC’è un ruolo istituzionale di tutela e rappresentanza delle cooperative trentine da salvaguardare e rilanciare, per il bene dell’intero sistema, di cui le Casse Rurali continueranno a far parte anche se affiliate ad una capogruppo nazionale. “La Federazione – ha dichiarato la presidente Marina Mattarei – conferma la volontà di proseguire nel percorso di collaborazione avviato da tempo con Cassa Centrale Banca sui molti argomenti di interesse comune. Con il cambiamento ‘genetico’ del sistema di credito cooperativo dovremo ridefinire la nostra mission in relazione al nuovo scenario, e rimodulare i rapporti con le Casse Rurali, che se da un lato saranno coordinate dalla capogruppo per l’attività bancaria, dall’altro potranno continuare ad affidarsi alla Federazione per la tutela e rappresentanza istituzionale”.“Non si tratta di mettere in discussione una riforma che si avvia senza intoppi ad essere realizzata – ha proseguito la presidente –, ma piuttosto di aggiornare un modello di relazione che lega la Federazione alle Casse Rurali fin dalla loro costituzione. Pensiamo ad esempio alla tutela

del Fondo Comune, nato come fondo di solidarietà fra le Casse Rurali trentine, il cui patrimonio tutt’oggi è di proprietà esclusivamente delle Casse Rurali trentine per la realizzazione di iniziative locali”.“Crediamo inoltre che ci siano molti aspetti legati alla mutualità, alla vicinanza con i soci, alla comune appartenenza ad un sistema territoriale, su cui possiamo avere ancora molto da dire – ha concluso la presidente Mattarei –. In questo senso non ci stancheremo mai di approfondire temi, esplorare opportunità e immaginare scenari affinché la più grande riforma mai realizzata dalla nascita della cooperazione di credito permetta di rilanciare il ruolo delle banche locali come motori di sviluppo territoriale a favore delle famiglie e delle piccole imprese, dimostrando nel concreto di onorare la propria storia e dimostrare la loro distintività rispetto al resto del sistema bancario. Questa è la sfida vera che sta alla base della scelta industriale, e noi vogliamo essere vicini alle Casse e alla capogruppo per dare il nostro contributo a realizzarla”.“In questo senso desta sorpresa – ha affermato il vicepresidente della Federazione Marco Misconel – quanto riportato sulla stampa rispetto al rischio di uscita delle Casse Rurali dalla Federazione. Le Casse rimangono convintamente all’interno della Federazione, riconoscendo ad essa sia il ruolo istituzionale, sia la qualità dei servizi erogati. Il tema che riguarda la certificazione del bilancio consolidato della Capogruppo non mette pertanto in discussione neppure il prezioso ed autorevole servizio di revisione legale svolto dalla Divisione Vigilanza della Federazione nei confronti delle singole Casse”.

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#PARTiinQuinTA con le Casse Rurali Trentine

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CooPERAzionE TREnTinA

È il nuovo concorso a premi delle Casse Rurali Trentine. Il via il 1° ottobre. Conclusione il 31 dicembre 2018. Possono partecipare le persone maggiorenni, soci, già o nuovi clienti di un istituto di credito cooperativo. Cinque le “marce” da innestare per chi vorrà partecipare a questa iniziativa. Andiamo con ordine.La prima ha un arco temporale ampio e tale da coprire l’intera durata del concorso. Dal 1° ottobre al 31 dicembre 2018, il socio o cliente, dovrà sottoscrivere presso una fi liale delle Casse Rurali Trentine uno o più prodotti o servizi presenti nel regolamento. La seconda marcia appartiene alla cartolina che, la banca, consegnerà al socio o cliente al momento della sottoscrizione del prodotto o servizio. Da questa cartolina si dovrà strappare la maschera di protezione per leggere il proprio codice.La terza è legata alla registrazione obbligatoria sul sito www.partiinquinta.it (entro il 10 gennaio 2019).Con la quarta marcia, sempre sul sito, si gioca il codice trovato sulla cartolina e si indica quale prodotto o servizio è stato sottoscritto in banca.Infi ne, e siamo alla quinta e ultima marcia, il codice registrato parteciperà alle estrazioni mensili (la prima il 15 novembre, la seconda il 17 dicembre) e all’estrazione fi nale (in calendario il 15 gennaio 2019).Tornando alle estrazioni mensili di metà novembre e di metà dicembre. Complessivamente saranno messi in palio: 20 iPhoneX e 40 buoni spesa Coop (equamente ripartiti nelle due estrazioni).Ma non fi nisce qui perché, clienti o soci under 35, avranno una possibilità in più per vincere. Potranno concorrere all’estrazione di 20 iPad (10 per ogni estrazione).Durante l’evento conclusivo, alla metà di gennaio del prossimo anno, sarà estratto il codice della fortunata o del fortunato che farà sua e si porterà a casa una Fiat 500.

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Borse di studio Fondazione, 12mila euro per il tuo progetto

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I premiati dell’edizione 2017

C’è tempo fi no al 31 ottobre per presentare, alla Fondazione Cassa Rurale di Trento, un progetto meritevole di essere sostenuto e concorrere all’assegnazione di tre borse di studio ognuna del valore di dodicimila euro.All’assegnazione possono partecipare cittadini italiani che abbiano conseguito o conseguano (entro il 30 novembre 2018) diploma di laurea con votazione non inferiore a 105/110.Altri requisiti: al 31 dicembre 2017 non aver compiuto il ventitreesimo anno di età, se in possesso di diploma di laurea triennale o il ventiseiesimo anno di età, se in possesso di diploma di laurea secondo il vecchio ordinamento o laurea specialistica equivalente o laurea magistrale; essere residenti nel comune di Trento o comuni limitrofi e presentare un progetto di studio di particolare interesse; non usufruire di altre forme di fi nanziamento o sostegno per lo stesso progetto.La borsa di studio dovrà essere fruita per percorsi di studio avviati entro il 30 giugno 2019. Tre le aree tematiche: economico-giuridica, t ecnico-scientifi ca e

Cultura di genere? Sostegno ai progetti di promozioneC’è tempo fi no al 31 ottobre per presentare la domanda di contributo all’Agenzia del lavoro a sostegno di progetti annuali di promozione della cultura di genere. Il progetto, da realizzare nel 2019, dovrà avere ricadute in ambito provinciale e porsi uno dei seguenti obiettivi: diffondere la cultura di genere e il superamento degli stereotipi di genere, attuare interventi specifi ci per ridurre gli ostacoli che impediscono la realizzazione delle pari opportunità, contrastare le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, promuovere iniziative di sensibilizzazione per contrastare la violenza di genere, promuovere un’equa ripartizione di diritti, doveri e responsabilità tra uomini e donne,

sostenere l’equa presenza di donne e uomini negli ambiti in cui sono sottorappresentati, approfondire e migliorare la conoscenza delle situazioni di vita di donne e uomini, o attivare servizi o iniziative che favoriscano la conciliazione vita-lavoro.Il contributo massimo previsto è di 10 mila euro, pari al massimo all’80% della spesa.

L’associazione Donne in cooperazione, attraverso il suo uffi cio in Federazione, è disponibile per il supporto e consulenza alla progettazione (Simonetta Fedrizzi - project manager - 0461.898672 [email protected])

umanistico-artistica. I progetti saranno esaminati da un Comitato scientifi co.I tre riconoscimenti saranno assegnati (entro il 10 dicembre 2018) a insindacabile giudizio del Consiglio della Fondazione. Per conoscere nel dettaglio i contenuti del bando e le modalità di partecipazione basta collegarsi al sito www.fondazionecrtrento.it.

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dalla Corea al Trentino

Quattordici funzionari dal Kyrgyzystan per studiare le coopUna settimana di formazione cooperativa internazionale promossa dalla Federazione e rivolta ad una delegazione di quattordici funzionari dell’agenzia di sviluppo ARIS della Repubblica del Kyrgyzystan.L’iniziativa è rientrata nel programma che l’agenzia ARIS sta sviluppando a sostegno dell’allevamento e della commercializzazione dei prodotti agricoli per migliorare le condizioni di vita delle locali comunità rurali.La Cooperazione Trentina è stata scelta da ARIS e IFAD per le sue caratteristiche che ne fanno un modello di riferimento ritenuto importante per accompagnare processi cooperativi di sviluppo locale.Il percorso di formazione personalizzato, organizzato dall’Uffi cio progetti internazionali della Federazione, ha utilizzato un approccio metodologico che permette

il raggiungimento di specifi ci obiettivi formativi e che prevede lezioni frontali, momenti di formazione laboratoriale e visite studio strutturate a realtà della Cooperazione Trentina che rientrano nell’ambito di interesse dei partecipanti.

È il magazine curato dalla redazione sportiva del quotidiano l’Adige e dedicato ai protagonisti dei campionati di calcio di casa nostra.Presentazione alla sala don Guetti di Cassa Centrale Banca. “Questa iniziativa ci vede insieme da tre lustri – ha osservato il presidente Giorgio Fracalossi –. Crediamo che, lo sport, abbia bisogno di un sostegno economico da chi è in grado di garantire questo sostegno. Al di là degli aspetti strettamente legati alla partnership delle Casse Rurali Trentine preme evidenziare che, il magazine, è una pubblicazione apprezzata nel momento presente ma è destinata a essere ulteriormente gradita domani, diventando una preziosa memoria storica per gli appassionati e per i protagonisti che hanno vissuto una parentesi signifi cativa della propria vita sportiva”.

La Cooperazione è stata visitata da una delegazione della Corea del Sud proveniente dalla Contea Wanju. Programma decisamente intenso quello pensato e proposto agli ospiti e che ha permesso loro di conoscere tante realtà del movimento cooperativo trentino. Momento di avvio alla sede della Federazione. Qui gli ospiti sono stati accolti da Renzo Tommasi, componente del consiglio di amministrazione e del comitato esecutivo, e da Cesare Dossi, uffi cio responsabilità sociale d’impresa.

Quindi ha preso il via un tour, durato sette giorni, che ha portato tra le molte “sedi di tappa” al Sait, alla Federazione Allevatori, al Trentingrana, alla Rsa Casa Famiglia, alla cooperativa musicale Diapason, al Consorzio Ortofrutticolo Val di Gresta, al paese cooperativo di Aldeno (con Cassa Rurale, Famiglia Cooperativa e Cantina Sociale), alla Cooperativa Alpi, al Consorzio Elettrico di Stenico, alla Risto 3 e a Mandacarù impegnata nel commercio equo e solidale.

“Palla al centro”

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“Primo giorno di scuola”con la Cassa Rurale Val di non

“Risparmio Responsabile” a Mezzocorona

A inizio settembre, alla sala convegni della Cocea di Taio, si è tenuta la diciassettesima edizione dell’iniziativa “In attesa del… primo giorno di scuola”. Un evento desiderato dalle famiglie in un momento storico inedito e significativo che ha portato, lo scorso luglio, alla nascita della Cassa Rurale Val di Non.Le famiglie hanno gremito l’accogliente sala adibita a teatro, con una presenza di più di 500 persone. A fare gli onori di casa il presidente della Cassa Rurale, Silvio Mucchi, orgoglioso di rappresentare un tessuto sociale formato da più di 20.000 clienti (di cui 10.500 soci). Il presidente, dopo i saluti di rito, ha ricordato con un toccante minuto

di silenzio il giovane Simone Polli, prematuramente scomparso.L’appuntamento è proseguito con l’apprezzato spettacolo di burattini “Super chef, sfida all’ultimo ingrediente” a cura della Compagnia Teatrale Officine Duende di Bologna. Al termine dell’appuntamento, tutti insieme a scoprire in compagnia della mascotte Gellindo del fantastico mondo di Risparmiolandia, il prezioso zainetto scolastico, omaggio della Cassa Rurale ai figli di soci e clienti. Zainetto da riempire non solo con matite e quaderni, ma anche con passione, entusiasmo, energia, dedizione, per un primo giorno di scuola che non si potrà mai dimenticare.

Partire dal risparmio responsabile per sviluppare il tema della finanza etica. Argomenti di particolare significato che hanno rappresentato il focus della serata promossa dalla Cassa Rurale Lavis-Mezzocorona-Valle di Cembra.“La finanza etica – è stato spiegato – permette di far confluire i flussi di investimento verso attività che rispondono a requisiti di responsabilità sociale e ambientale. Inoltre soddisfare attese e valori etici può anche conciliarsi con il produrre ricchezza. In questo modo gli investimenti dei risparmiatori si mettono realmente a fianco dell’economia e della crescita consapevole”.L’evento è stato organizzato dall’istituto di credito cooperativo in collaborazione con Cassa Centrale Banca.Ne hanno parlato il climatologo Stefano Caserini, l’economista Giordano Beani di Amundi – Società di Gestione del Risparmio e Gianluca Filippi, responsabile commerciale Finanza e Bancassicurazione di Cassa Centrale Banca.La serata è stata introdotta da Ermanno Villotti, presidente della Cassa Rurale, e di Paolo Pojer, direttore generale.

La sede della Cassa Rurale.

La sala della Cocea gremita di bambini e famiglie

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10.700 soci22.000 clienti140 collaboratori

6.764 soci26.285 clienti109 collaboratori

cassa RuraleVal di Non

cassa RuraleLavis-MezzocoronaValle di cembra

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Al via il nuovo ristorante Risto3 al Top CenterDopo una robusta ristrutturazione realizzata nei mesi estivi, da inizio settembre è aperto il nuovo ristorante di Risto 3, 800 metri quadri di superficie nel complesso commerciale del Top Center a nord di Trento. È il decimo ristorante aperto al pubblico gestito dalla cooperativa trentina, su 260 strutture totali.La ristrutturazione è stata progettata e diretta dallo studio Sts Engineering di Cla, con l’ing. Luca Masini. Arredamento moderno e non convenzionale, in modalità self service, il ristorante è aperto per pranzo con una attenzione particolare ai cibi di territorio. Dispone di 250 posti a sedere, alcuni dei quali molto “social”, dotati di supporto per i cellulari e prese usb per la ricarica.Risto3, cooperativa con 1300 dipendenti e 44 milioni di fatturato, è subentrata ad Autogrill nella gestione del ristorante ‘Ciao, Spizzico’. “Inauguriamo un ristorante al passo con i tempi – ha dichiarato la presidente Camilla Santagiuliana –. Siamo una cooperativa radicata sul territorio e vogliamo mantenere viva la qualità del nostro operare. Avremo attenzione alle esigenze delle persone e alle risorse locali, a partire dalla scelta dei prodotti”.“Abbiamo tenuto conto anche dei nuovi stili di consumo alimentare – ha aggiunto il direttore Stefano Raffaelli –. Questo locale è frutto di un lavoro di squadra”. Per il presidente della Camera di Commercio Giovanni Bort la cooperativa è “un fiore all’occhiello dell’imprenditoria del nostro territorio”, mentre il presidente di Cla Germano Preghenella ha sottolineato il carattere di “vera” cooperativa di Risto 3, orgoglio del movimento non solo per i numeri ma anche per i valori che incorpora. “Una cooperativa che ha saputo muoversi in controtendenza soprattutto incrementando l’occupazione femminile”, ha aggiunto il direttore della Federazione Alessandro Ceschi. “Avere cura del proprio personale è un investimento che torna”.

Il biologico in Trentino sta crescendo notevolmente. Stando ai dati della Provincia Autonoma di Trento, si è passati dal 2008 al 2017, da 118 a 970 ettari con un incremento di oltre otto volte. Nel primo semestre 2018 si è raggiunta la soglia dei 1000 ettari, il 10% dell’intera superficie vitata provinciale. Un traguardo reso possibile dalla intraprendenza e dalla sensibilità di molte aziende leader del settore viti-enologico che sono state supportate in queste scelte dalle attività di consulenza tecnica e sperimentazione fornite dalla Fondazione Mach. Inoltre 9 famiglie italiane su 10 hanno acquistato durante l’anno prodotti biologici.

BiologiCo, 1000 ettari di vigneto in Trentino

online

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La presidente di Risto3 Camilla Santagiuliana e alcune immagini del nuovo ristorante

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I volti di chi produce sul campo le mele Melinda saranno i protagonisti delle confezioni di mele a marchio Melinda vendute nei primi mesi del 2019. L’innovativo progetto denominato “Noi ci mettiamo la faccia” vede partecipare, su base volontaria, i melicoltori del Consorzio.Un’idea che coniuga la vocazione più tradizionale del brand, ovvero l’attaccamento al territorio e ai propri frutticoltori, con la volontà di innovarsi continuamente: una doppia anima che dimostra come Melinda sia realtà agricola con la capacità di operare sul mercato nazionale con scelte e attività di marketing distintive.Il progetto vuole dare visibilità e il giusto riconoscimento a tutti i membri della grande famiglia Melinda: donne e uomini che, quotidianamente, si impegnano per rendere eccellenti i frutti che fi niscono sulle tavole degli italiani. I loro volti stampati sulle confezioni permetteranno a tutti i clienti di conoscere queste persone e i loro cari (persino gli amici a quattro zampe) avvicinandosi, almeno idealmente, all’universo celato dietro a una mela Melinda, fatto di lavoro, passione, sacrifi cio e tante storie di vita. Il progetto vedrà la sua completa realizzazione con la creazione di un sito web dedicato. Qui tutti potranno “conoscere di persona” le famiglie contadine di Melinda, attraverso video, foto di backstage ed interviste realizzate anche durante la raccolta che saranno utilizzate su tutti i canali social dell’azienda.

MElindA: “noi ci mettiamo la faccia”

From, Vog, Vip Val Venosta, Melinda e la Trentina hanno partecipato, a Hong Kong dal 5 al 7 settembre e con uno stand comune “Assomela”, ad Asia Fruit Logistica.Quest’anno la partecipazione ha ricevuto il sostegno da parte di Ice-Ita, che ha supportato la presenza dell’intero comparto ortofrutticolo italiano in fi era.L’evento fi eristico è un salone

ASSoMElA ad Asia Fruit logistica

in continua crescita in una area strategica del mondo che rappresenta per gli operatori italiani del settore della mela una combinazione eccezionale tra opportunità di business e networking.“L’Asia – sottolinea Giulia Montanaro, responsabile relazioni internazionali di Assomela – è stata fondamentale per gli equilibri del mercato della

mela nei prossimi anni. Gli operatori hanno l’urgenza che mercati potenzialmente molto promettenti nell’area, ad esempio Vietnam, Taiwan e Tailandia, vengano fi nalmente aperti al prodotto italiano, tanto più che l’interesse commerciale anche da parte di potenziali partners in questi Paesi è già evidente. Speriamo che lo sforzo degli operatori sia accompagnato da una chiara volontà politica di sostenere le imprese melicole ed ortofrutticole italiane nel proprio processo di rafforzamento sui mercati esteri”.

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MoRi brinda alla vendemmia record

SuMMER joB: giovani e beni comuni

SuPRACE: lo sport accessibile di Archè diventa festa

Vendemmia 2018 di grandi soddisfazioni per i soci della Cantina Mori Colli Zugna. Sono stati raggiunti novantamila quintali, un vero e proprio record. Lo scorso anno quanto raccolto complessivamente dai viticoltori soci aveva sfiorato i settantamila quintali. “Non solo quantità – precisa Alberto Butterini, enologo della Cantina – anche buona qualità delle uve conferite in queste settimane dai viticoltori soci. Complessivamente i nostri soci sono circa 600 che coltivano 650 ettari di vigneto. La fetta maggiore appartiene a Pinot Grigio

(50% del totale) e Chardonnay (20%). La percentuale rimanente è divisa tra Mueller Thurgau, Moscato Giallo, Traminer e altre varietà”.La vendemmia aveva preso il via il 23 agosto e si è conclusa poco dopo metà settembre. “C’è un’altra particolarità da sottolineare e che aiuta a comprendere come la quantità sia stata da primato – aggiunge Butterini –. Per consentire ai soci di conferire le uve, la nostra cantina è rimasta aperta tre domeniche consecutive. Cosa mai successa in passato”.

A settembre si è concluso il Progetto Summerjobs 16-17, un’esperienza di crescita rivolta a ragazzi di 16 e 17 anni e ideata dal Comune di Trento. Ventisei giovani, suddivisi in sei turni, hanno svolto un tirocinio

di due settimane: si sono occupati di pulizia dei parchi, rastrellatura e raccolta foglie, rinvaso delle piante ed estirpazione di erbe infestanti, riverniciatura di panchine e cestini e imbiancatura di muri pubblici. Pur trattandosi di mansioni semplici, queste attività hanno permesso ai ragazzi da un lato di cimentarsi in un primo rapporto di lavoro, dall’altro di prendersi cura della propria

città. “Occuparsi dei beni comuni – spiega Nadia Tomasi, referente del progetto per le politiche giovanili del Comune di Trento – stimola l’impegno civico, favorendo la consapevolezza che tali beni comuni siano patrimonio di tutti e quindi di tutti sia la responsabilità di tutelarli e preservarli”. Al progetto hanno partecipato anche Consolida e la cooperativa sociale Kaleidoscopio.

Sono giunti da tutto il Trentino, e persino da fuori regione, i partecipanti alla quarta edizione della Suprace, l’evento organizzato dalla cooperativa Archè sul lago di Caldonazzo a conclusione dei percorsi di avvicinamento alla pratica del supsurfing dedicati a persone con disabilità cognitiva e a minori. Una giornata all’insegna dello sport come strumento per riscoprire il proprio equilibrio, acquisire confidenza in se stessi e socializzare in un contesto e con una modalità accessibile a tutti.

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Consolida e molte coop sociali (Arcobaleno, Gruppo Spes, Kaleidoscopio, L’Ancora e La Coccinella) hanno contribuito con diversi appuntamenti alla seconda edizione dell’Alzheimer Fest, manifestazione rivolta a persone con Alzheimer o altre forme di demenza e alle loro famiglie che si è tenuta a Levico Terme dal 14 al 16 settembre. Gli ideatori – il giornalista Michele Farina e il geriatra Marco Trabucchi – hanno spiegato che l’Alzheimer Fest è momento di gioia e condivisione per tutti coloro che pensano, amano e soffrono attorno alle persone affette da disturbi della cognitività. “L’informazione e la sensibilizzazione della comunità sulle demenze – afferma Serenella Cipriani, presidente di Consolida – è importante e integra il lavoro di sostegno e cura che molte organizzazioni, come le coop sociali, compiono quotidianamente nei servizi, ad esempio con nuclei specializzati in RSA e personale appositamente formato negli

AlzhEiMER FEST, cooperazione sociale presente

un corso per coltivare l’impresa

L’Istat ci racconta che in Italia nel 2016 sono nate 20.000 aziende. E che ne sono morte 316.786, con un impatto sociale (oltre che economico) molto forte. Manca cultura d’impresa, serve maggiore consapevolezza e strumenti adeguati per affrontare la sfida dell’autonomia lavorativa.Parte da queste premesse il corso “Coltivare l’Impresa”, che si propone di fornire una cassetta degli attrezzi utile per chi vuole passare da un’idea ad una impresa, ma anche per chi lo ha già fatto e sente la necessità di riflettere ulteriormente sulla sua azienda.L’intero percorso formativo sarà svolto da professionisti tra i quali quelli della cooperativa Trentino Social Tank. Il progetto è finanziato dal Consorzio BIM Brenta della provincia di Trento.

altri interventi come l’assistenza domiciliare”.A Levico si sono susseguiti incontri con esperti su ricerca e medicina, diritti dei malati e ruolo di chi si occupa della cura, ma anche

laboratori, musica, arte, letteratura e cibo con ospiti di fama nazionale come Dario Vergassola, Paolo Hendel, Roberto Piumini, Bruno Tognolini, Duccio Demetrio e Paolo Jannacci.

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10 anni di sfide e traguardi nella disabilità visivaSi sono conclusi con uno spettacolo all’Auditorium Santa Chiara i festeggiamenti per il 10 anni dalla fondazione della cooperativa sociale Irifor, un viaggio tra attività, servizi, sfide e traguardi nel campo della disabilità visiva, della prevenzione e della sensibilizzazione. Protagonista sul palco insieme al direttore della cooperativa Ferdinando

Ceccato, Oney Tapia, ambasciatore paralimpico cieco e vincitore di “Ballando con le stelle 2017”. Un breve filmato ha preceduto l’entrata dell’atleta per raccontare la sua storia e di come sia diventato cieco in seguito ad un incidente nel 2011, quando aveva quasi 35 anni. “Prima vedevo ed ero cieco. Adesso sono cieco e ci vedo”, queste le parole con cui ha riassunto la sua vita. Un uomo capace di superare limiti sempre più alti, accogliere e vincere le sfide e porsi sempre nuovi obiettivi. Probabilmente molte delle persone che fruiscono delle competenze e professionalità del Centro Irifor, hanno lo stesso entusiasmo e affrontano la vita con identico approccio ma, Oney, essendo persona nota (è anche autore di “Più

forte del buio. Niente può fermare i sogni”) ha senz’altro stimolato anche chi fa più fatica. E dopo l’emozione e la commozione spazio all’ironia, con lo spettacolo di Lucio Gardin, ‘Vedendo e scherzando’, scritto ad hoc per IRIFOR.

il Circolo Vela Torbole ha una nuova sedeGrande festa a Torbole per l’inaugurazione della nuova sede della cooperativa Circolo Vela. Dopo il taglio del nastro e la benedizione di Don Franco la serata è proseguita tra le due principali strutture che sono state rinnovate, con il contributo della Provincia e del Comune di Nago-Torbole, per dare maggior respiro alle molteplici attività del Circolo.Tra queste il riposizionamento del nuovo pontile, predisposto nella parte fissa con un’innovativa struttura realizzata per ospitare un impianto di produzione di energia elettrica che sfrutta il moto ondoso, il nuovo scivolo per l’alaggio delle derive e la sede, che si sviluppa in due piani con ambienti utili sia ad atleti, che ad Ufficiali di regata e naturalmente ai soci, con una meravigliosa terrazza da cui si può godere un panorama unico. Durante la serata, il presidente della Provincia autonoma di Trento Ugo Rossi ha premiato Federica Cattarozzi, l’atleta trentina del Circolo Vela Torbole che più ha vinto in questi ultimi anni nella classe Laser giovanile. “Federica è un esempio – ha detto il presidente nel premiarla – per l’abnegazione e la costanza con cui si impegna nello sport riuscendo a coniugare il tutto con il suo percorso di studio”.

Un momento della festa, con Oney Tapia sul palco a raccontare la sua storia

Un’immagine dell’inaugurazione della nuova sede

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Imperiale Garda Trentino DOP, prodotto dall’Agraria di Riva del Garda, è un olio nato dalla frangitura di tre varietà di olive, Casaliva, Frantoio e Leccino. Un extravergine la cui veste grafica ha sempre voluto richiamare la storia dell’Alto Garda Trentino ed i legami con la Corte Imperiale austriaca che hanno dominato queste terre fino a cento anni fa.Questi elementi fortemente territoriali sono rimarcati anche sulla nuova bottiglia, interamente tinta di oro satinato con dettagli grafici e testuali serigrafati. Per questa particolare tecnica la cooperativa si è affidata ad un fornitore selezionato che, attraverso un processo innovativo, non applica vernici ed altre componenti chimiche.A rafforzamento della DOP “Garda Trentino” è presente anche il marchio territoriale “Trentino” che offre un ulteriore segno di legame al territorio.

l’olio ‘imperiale’ si tinge di oro

la pratica dell’alpeggio migliora il microbiota del latte

L’alpeggio delle mucche fa bene all’intestino di chi beve latte o mangia formaggio. Lo studio è stato presentato al sesto Congresso Lattiero-Caseario “Latte e derivati: ricerca, innovazione e valorizzazione”, organizzato dall’Associazione Italiana Tecnici del Latte (Aitel), in collaborazione con la Fondazione Edmund Mach, Concast, Provincia autonoma e Federazione Allevatori.Tecnicamente la pratica dell’alpeggio migliora il microbiota di latte e formaggio poiché consente di aumentare le specie “probiotiche” utili a mantenere in salute il nostro intestino. Lo dimostra uno studio di TrentinCla coordinato dalla FEM e finanziato dalla Fondazione Caritro che ha analizzato 180 campioni di latte, rumine e formaggio nell’ambito dell’attività di ricerca svolta tra Malga Juribello e i laboratori del campus di San Michele all’Adige.Al convegno, durante il quale è intervenuto anche il direttore del

Trentingrana, Andrea Merz, il direttore generale FEM, Sergio Menapace, ha spiegato l’impegno della Fondazione in questo settore: “Per la Fondazione Mach – ha sottolineato– è fondamentale la partnership con il mondo produttivo, per trasferire innovazione in questo comparto attraverso le attività di formazione, ricerca e trasferimento tecnologico”. Il tutto con la volontà di costruire nuove progettualità, per esempio nel trasferimento tecnologico, dove sono in corso attività innovative in sinergia col mondo zootecnico e con il consorzio di difesa oltre ad attività di supporto e consulenza. Per citare alcuni progetti: dalle pratiche gestionali innovative e strategie di promozione dei prodotti lattiero caseario di alpeggio alla valorizzazione del formaggio di malga, dal supporto alle decisioni per la gestione sostenibile della zootecnia alpina agli interventi a supporto della qualità del Trentingrana per arrivare alla tutela delle redditività delle coltivazioni prative. Il tavolo dei relatori al convegno dell’Aitel.

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EnERgiA, sconti per le associate

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23 servizi per i soci cULTURACooPERAzionE TREnTinA

Buone notizie per le cooperative socie della Federazione. L’ente di via Segantini, infatti, ha rinegoziato le condizioni di acquisto di energia elettrica da parte delle associate, attraverso il coordinamento di un tavolo di lavoro coadiuvato da esperti del settore e dall’esperienza diretta delle principali imprese produttive del movimento. Il nuovo accordo quadro introduce alcune novità. Oltre a stabilire un nuovo sistema di prezzo dell’energia, frutto di un’articolata analisi di mercato, introduce per la prima volta per tutte le cooperative aderenti, il contratto a prezzo variabile indicizzato PUN (Prezzo Unico Nazionale). Questa scelta si è rivelata indispensabile per mantenere la competitività economica che ha sempre contraddistinto l’accordo della Federazione.Il gruppo di acquisto di circa 200 GWh/anno si conferma una delle maggiori realtà associative a livello nazionale, ed ha sviluppato una piattaforma di servizio per il controllo dinamico dei dati e lo sviluppo di servizi a valore aggiunto (progetto EOS), che sarà presentato prossimamente alle associate.Il precedente accordo, stipulato in un momento di straordinario ribasso dei prezzi energetici, ha consentito di conseguire negli ultimi due anni importanti risparmi economici per tutto il gruppo. Condizione che ha tuttavia reso particolarmente complessa la gestione di rinnovo, avviata all’inizio del 2018 e protrattasi fi no a giugno, in un quadro di mercato che continua a mantenere mese per mese un costante incremento di prezzo. Per tali ragioni e comunque dopo aver raccolto diverse offerte dai principali fornitori nazionali di energia, il tavolo di lavoro ha optato per un contratto annuale a prezzo variabile, con la possibilità di passare a prezzo fi sso (sistema di fi xing) se nel corso dei prossimi mesi si dovesse registrare un congruo ribasso dei prezzi. Altro elemento essenziale del nuovo accordo, anche a fronte della scelta del prezzo variabile indicizzato al PUN, è la fi ssazione comunque di un valore massimo del prezzo applicabile da Dolomiti Energia alle cooperative, anche se l’andamento del PUN dovesse continuare la propria ascesa.Le condizioni economiche del nuovo accordo, in vigore dall’1 luglio 2018 fi no al 30 giugno 2019, mantengono una suddivisione tra “piccoli” consumatori (consumi inferiori a 2 GWh/anno) e “grandi” (superiori). Sul sito cooperazionetrentina.it sotto la voce Servizi / Convenzioni, è consultabile lo schema di contratto completo.

Per info: Raul Daoli, uffi cio progetti speciali Federazione (0461 898701 [email protected]).

La Federazione ha sottoscritto un nuovo accordo quadro con Dolomiti Energia, per assicurare l’accesso ad una forte scontistica per la fornitura di energia elettrica certifi cata 100% green.

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4.30 minuti di Franco de Battaglia

“il SoCio dEVE ESSERE lA CooPERATiVA” L’esperienza di Walter Facchinelli, presidente della Famiglia Cooperativa di Vigo Rendena. Una storia di servizio cooperativo e civile. Walter Facchinelli ama riferirsi a due citazioni quando parla del suo impegno cooperativo in val Rendena, lungo ormai 25 anni. La prima è di Don Milani, ed è quell’ “I care” così diffuso, ma anche così disatteso. “I care”: mi preoccupo, non solo mi occupo. Di chi mi sta vicino e delle sue cose. La seconda citazione viene dalla saggezza popolare: “Ogni albero fa la sua ombra”, e significa che tutti siamo necessari l’uno all’altro. Un albero da solo, per quanto frondoso, non può coprire e proteggere un’intera comunità. Occorrono tanti alberi, che crescano insieme, per darle refrigerio e affrontarne i problemi. Con questo orientamento Walter Facchinelli, venuto in Rendena per lavoro e famiglia (ha 56 anni, è sposato con Paola, vive a Darè e ha quattro figli) ha avviato la sua esperienza cooperativa, partendo dal basso, prima come socio, poi (dal 1995) come consigliere e infine come presidente della Famiglia Cooperativa di Vigo Rendena (Porte di Rendena) una fra le piccole “famiglie”, ma importante per la sua antica origine e per le tradizioni

di solidarietà e di “resistenza” al consumismo (lo stesso Facchinelli ne ha scritto la storia nel 2009, per ricordarne i 113 anni di fondazione) oltre che per l’identità che trasmette a piccoli paesi che non vogliono ridursi a dormitorio dei centri maggiori.È stata questa presenza di servizio, cooperativo e civile, che ha portato fiducia attorno a Facchinelli, chiamandolo a crescenti responsabilità, tanto che nell’ultima assemblea dell’8 giugno 2018, culminata nel rinnovamento venuto dall’elezione a presidente di Marina Mattarei, è stato eletto nel Consiglio della Federazione e, successivamente, vicepresidente. Ed è subito apparso un segno che la Cooperazione capisce come per rimotivarsi e rilanciarsi, in un contesto sempre più difficile e aggressivo, occorra ripartire dal basso, non solo dal contatto diretto con la gente, con i soci, ma dalle realtà territoriali, che hanno bisogno di riferimenti umani, non solo mercantili, dopo che sono andati perduti quelli tradizionali che hanno “fatto” il Trentino: il parroco, il medico, il pretore, il maestro…

Personalità che davano robustezza all’impianto istituzionale e amministrativo, ma sapevano anche ascoltare, suggerire, aiutare.Facchinelli, è nato a Rovereto, ed è uscito perito enologo dall’Istituto agrario di San Michele. Dopo esperienze in varie regioni e realtà di lavoro si è stabilito in Rendena nel 1992 e dal 2016 è direttore dell’Ufficio del Catasto di Tione. “In Rendena – dice – ho toccato con mano quanto la scelta cooperativa fosse importante, determinante. Ho trovato una valle bellissima nel suo territorio e nell’orgoglio di custodirlo, una valle con una tradizione di lavoro profonda (dalle Famiglie Cooperative ai “Moléta” con agganci e diramazioni in tutto il mondo, per non dire del turismo…) che stava però poco a poco smarrendo la sua cultura, travolta da crescenti ondate di consumismo e globalismo, con il rischio di rinunciare a se stessa per inseguire modelli esterni. La bassa valle si stava svuotando di iniziative ed anche di offerta turistica. In questo quadro la cooperativa (mio maestro è stato il presidente “storico” Alfonso

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Loranzi) è diventata a poco a poco riferimento anche per altre iniziative. Puntavamo ad una cooperativa che non consentisse solo un risparmio economico nel fare la spesa, ma diventasse un valore, un orgoglio di casa e vita sul territorio. Nella valle si radicava il Parco, si avviava il Golf…,

ma lo sviluppo sembrava bypassare i paesi. Da questa consapevolezza sono nate iniziative per dare identità e riconoscibilità ai paesi, come il convegno “Rendena 2000” come “Casa Cus” grazie all’iniziativa originaria del sindaco Riccardo Binelli e all’aiuto di Ugo Caola, il

museo e il centro d’incontro con l’acquisto della vasta collezione di Giorgio Valentini (40 mila pezzi!). Ma si è voluto completare anche l’offerta “monumentale” di una cultura valligiana e alpina che stava già presentando realtà come quella del Palazzo Lodron Bertelli e del Maso Curio a Caderzone”.In questo percorso vi sono stati successi e insuccessi. “Mi sono posto in un semplice atteggiamento di servizio – continua Facchinelli – se posso essere utile faccio, se non servo vado a casa”. È l’atteggiamento con cui affronta oggi le nuove responsabilità. “Nella cooperativa cerchiamo di vivere veramente come una famiglia, che dialoga, che affronta i problemi insieme, che espone e ascolta le diverse esigenze. È questa la sfida “dal basso” che con la presidenza di Marina Mattarei la Cooperazione è chiamata ad affrontare: uscire dalla logica di una visione prevalentemente economicistica per tornare alla centralità del socio e del territorio: “La cooperativa deve tornare ad essere un segno di specificità, anche per il turismo, deve diventare un centro di servizi per rendere vivibili le realtà minori, ma soprattutto deve essere sentita come “propria”. La gente deve vivere il suo negozio, deve sentirlo come un aiuto per il presente e un investimento per il futuro. Il tradizionale modello di convivenza è in crisi, ma guai lasciarsi prendere dallo scoramento. Anche se i giovani sembra non dialoghino più neppure fra loro, tutti presi dai loro telefonini, l’uomo resta per sua natura sociale, ha bisogno di socialità. E la Cooperazione deve saperla offrire, a partire dalle piccole realtà. Il socio deve essere la Cooperativa. È in questa direzione che occorre andare.

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È nata “FuoCo”, la prima coop di comunità del Trentino

Maso Limarò

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L’iniziativa, fi nora unica in Trentino, nasce dall’entusiasmo e dall’amore per la propria terra di un gruppo di abitanti delle Giudicarie Esteriori, che fi no a pochi mesi fa si incontravano solo per organizzare un circuito di corse in montagna sulle cime delle Giudicarie, il Comano Mountain Circuit. Da lì è scoccata la scintilla che ha fatto nascere “Fuoco”, la prima cooperativa di comunità del Trentino. Una formula già sperimentata in altre parti d’Italia solitamente usata per far rinascere borghi e località abbandonate. In Trentino la cooperazione tradizionale presidia già effi cacemente le zone periferiche, ma “Fuoco” si propone di fare qualcos’altro: utilizzare strutture non più in uso, come ex malghe e masi, tipicamente di proprietà collettiva come le Asuc, per farle rinascere e nello stesso tempo promuovere il territorio. Un progetto a cui è chiamata a partecipare l’intera comunità, e in futuro persino gli ospiti che potrebbero diventare soci.“La cooperativa Fuoco – afferma il suo presidente Marco Buratti – nasce dalla volontà di portare le Valli Giudicarie al livello turistico che meritano, perché abbiamo una valle fantastica e incontaminata, dove si può vivere il contatto puro con la montagna e la natura. Fuoco perché è un simbolo di unione e passione, un fuoco che riscalda, illumina il cammino e accende le passioni. Vogliamo che la nostra cooperativa diventi il focolare della comunità delle Giudicarie”.Prima di Ferragosto è stata inaugurata sulla montagna di Misonet, sopra Favrio nel Lomaso, una malga in disuso che servirà pasti e prodotti della

Nelle Giudicarie Esteriori, patrimonio Unesco della biosfera, un innovativo progetto di turismo sociale e sostenibile. Le prime due strutture recuperate e riattivate sono una malga nel Lomaso in località Misonet di proprietà della Asuc di Favrio e maso Limarò tra Comano Terme e Sarche.

zona ad escursionisti curiosi ed interessati. Nello stesso periodo è partita la gestione di maso Limarò, di proprietà dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero, una splendida casa rurale da poco ristrutturata, ma chiusa dopo una breve esperienza con una gestione precedente. Per ora è in funzione un servizio di bed & breakfast, in futuro si aprirà anche alla ristorazione. Mobili fatti a mano da artigiani locali, prodotti e quant’altro rigorosamente a “metri zero” per rispettare le specifi cità del luogo.Della cooperativa “Fuoco” fanno parte per ora nove soci, persone ed enti territoriali. Ma l’obiettivo è di allargarla a tutti i soggetti che vogliano partecipare.

La malga recuperata a Favrio

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di Dirce Pradella5 minuti

la Rete per creare innovazione socialeCompie trent’anni la cooperativa sociale di Trento e festeggia il 17 novembre al Palarotari. I progetti dell’abitare sociale e delle attività diurne inclusive. La persona con disabilità come risorsa della comunità.

L’obiettivo, trent’anni fa come oggi, è sempre chiaro: creare una rete attorno alle persone disabili e le loro famiglie attivando le risorse della comunità, per offrire loro spazi di vita ‘normale’. Ma in queste tre decadi di attività dalla nascita della cooperativa sociale La Rete i modi in cui declinare questo obiettivo in azioni, progetti e strumenti sono profondamente cambiati. All’inizio era una conquista riuscire a raccogliere la fiducia dei famigliari delle persone con disabilità per accompagnarle al mare, a teatro o semplicemente a mangiare una pizza, perché era la stagione in cui la disabilità talvolta era nascosta per paura di un giudizio comunitario, gestita in casa. Oggi si praticano progetti di abitare autonomo o in coabitazione, di agricoltura bio-sociale, di avviamento ad un ruolo sociale preludio per alcuni di un lavoro autentico. Nel mezzo dell’onda innovatrice ci sono centinaia di percorsi, tentativi, studi e sperimentazioni, animate da un desiderio culturale e sociale di inclusione ancor prima che di servizio. Non a caso la cooperativa è stata fondata da Dario Ianes, Docente ordinario di Pedagogia e Didattica Speciale, e Sandra Venturelli, assistente sociale, coordinatrice dell’AMA ed esperta disabilità, emarginazione, promozione della salute, partendo dunque proprio dal pensiero sulla disabilità e dalla visione sulla società. “In questo percorso continuo di ricerca e azione – racconta il direttore Mauro Tommasini, in cooperativa da 28 anni – siamo diventati un grande laboratorio dinamico di esperienze e di opportunità in grado talvolta di generare benessere collettivo”. Sì perché con i suoi 30 collaboratori (di cui circa la metà part time) e i 260 volontari attivi, La Rete segue 140 famiglie che possono fruire dei servizi pagando una quota di compartecipazione parametrata al reddito e integrata dalle risorse pubbliche e all’autofinanziamento. Anche nel campo del fundraising la cooperativa ha fatto scuola, sempre con un pensiero dietro, cioè quello di comunicare la solidarietà e la beneficienza come opportunità per fare stare meglio le persone e non utilizzando la leva della compassione o del pietismo. Così è nata l’adesione al 5 per mille, alle campagne con i bollini della spesa, fino alla bolletta del cuore, un’idea tanto innovativa da farla diventare patrimonio di sistema, con la creazione di etika, l’accordo della Cooperazione Trentina con Dolomiti Energia che garantisce per ogni contratto sconti agli aderenti e 10 euro all’anno al Fondo sociale.

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Alcune immagini delle proposte della cooperativa La Rete: soggiorni estivi al mare,

gite a Movieland, area green, tutti nello stesso campo.

E poi le decorazioni artistiche del laboratorio di disign “Tratt’IO” fatte dagli artisti utenti della cooperativa per abbellire e branderizzare linee di abbigliamento o confezioni alimentari, gli spettacoli teatrali (sono 25 gli anni di cultura teatrale nel coinvolgere attori con disabilità), la partnership con Aquila Basket. Tutti momenti pensati per valorizzare e far conoscere l’esperienza umana di chi vive la disabilità e anche per raccogliere fondi in un quadro di risorse pubbliche calanti e di nuove opportunità emergenti. Tra tutte, le sfide di oggi sono quelle del lavoro e dell’abitare. “Già da 10 anni proponiamo le così dette ‘prove di volo’ – spiega Tommasini –, esperienze flessibili dal fine settimana a dodici giorni consecutivi fuori dalla famiglia. Ma solo recentemente abbiamo trovato un modello di abitare autonomo a lungo termine che ci piace e consiste nell’affiancare ad una persona con disabilità un ‘convivente’, cioè una persona che abiti con lui e lo aiuti nel suo percorso di autonomia. Il nostro progetto è di accompagnamento anche delle famiglie, con le quali serve stabilire un rapporto di fiducia, assumendoci un ruolo in continua evoluzione, mai giudicante, che implica anche dei tempi di attesa”. E non si può parlare di autonomia abitativa senza parlare di ruolo sociale attivo, di forme di lavoro rimodulate attorno all’autenticità dell’esperienza. Tra i progetti più innovativi della cooperativa c’è senz’altro ‘Tutti nello stesso campo’ coordinato da Mirko Dallaserra. Si tratta della gestione di un terreno (sul quale è in costruzione anche un agriturismo), a Seregnano, affidato

alla cooperativa da un imprenditore privato, Mario Leonardi, titolare del Bicigrill di Trento sud. Sul campo si coltivano ortaggi, cereali, erbe officinali e fiori, tutto biologico, seguendo il ritmo e le disponibilità di concentrazione e di forza delle persone seguite dalla cooperativa che hanno accettato di partecipare. Grazie all’aiuto dei tecnici della Fondazione Mach e al finanziamento della Fondazione Caritro (progetto ‘welfare a chilometro zero’), il percorso ha anche valore formativo. Ogni sabato i prodotti vengono venduti al mercato del paese e si sta cercando di organizzare una distribuzione anche in città, sotto forma di cassetta di prodotti biologici. “Grazie ad imprenditori illuminati, qualche volta accade che l’anima del profit si incroci con quella del non profit – dice Tommasini – e così si possono aprire esperienze bellissime. Succede con le persone e con le organizzazioni per cui conta veramente il valore sociale dei progetti, non per una questione solo di immagine”. Una volta costruito l’agritur, ci sarà anche spazio per creare lavoro di significato all’interno dell’area dedicata all’accoglienza turistica, aiutando le persone con disabilità a sviluppare nuove forme di autonomia.

I progetti della cooperativa sul tema del ruolo sociale e dell’inclusione sono tanti, a conferma che le persone con disabilità possono essere una importante risorsa per la comunità: possono curare il verde pubblico, fare la spesa per gli anziani in difficoltà, consegnare i farmaci, imbiancare qualche parete condominiale. Creare insomma delle contaminazioni reali a servizio del territorio. E dare tanto. “Lo vediamo con il nostro corso volontari – dice Tommasini – arrivato quest’anno alla 31° edizione, con oltre 1500 persone che lo hanno seguito in questi anni. Alla fine, ci confermano i partecipanti, ci si iscrive per fare qualcosa di buono, per aiutare gli altri, ma lungo il percorso ci si rende conto che è molto quel che si porta a casa da quest’esperienza. È questo il valore e la forza del volontariato”. La festa per i trent’anni della Rete è in calendario per il 17 novembre al Palarotari della Cantina Mezzacorona.

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La crescita dell’Europa e l’aumento dei posti di lavoro sono delle priorità per la Commissione Europea. Attraverso il Piano Junker, vengono veicolate le risorse europee necessarie al raggiungimento di tali obiettivi. In particolare la Commissione Europea sta promuovendo lo strumento di garanzia InnovFin SME Guarantee. Attivato dal Fondo europeo per gli Investimenti (FEI) – istituto che appartiene al gruppo Banca Europea degli Investimenti – tale strumento viene

offerto alle imprese attraverso accordi specifi ci con le banche degli Stati membri dell’UE. Tra queste, per l’Italia, è stato scelto anche Mediocredito Trentino Alto Adige.Grazie a questo accordo con FEI, Mediocredito Trentino Alto Adige può mettere a disposizione delle imprese innovative, con adeguato merito di credito, un plafond di fi nanziamenti di 60 milioni di euro garantiti al 50% con InnovFin SME Guarantee. Dall’esperienza maturata in questi

anni, i gestori fi nanziari della banca confermano che le aziende hanno colto con soddisfazione questa opportunità. Grazie alla presenza della garanzia FEI, infatti, la banca è riuscita a rispondere in modo più mirato alla domanda crescente di fi nanziamenti per investimenti da parte di imprese innovative specialmente del nord-est, territorio ad alta concentrazione di imprese leader nelle nuove tecnologie. (f.b.)

Esempi di aziende benefi ciarieAZIENDA 1 Tipologia di benefi ciario fi nale PMISettore Attività di telecomunicazioni Breve descrizione del tipo di innovazione Sviluppo di reti ad hoc per piccoli distretti industriali e turistici, situati in aree diffi cilmente coperte da fi bra ottica o bande ultrabroad.Importo € 1.000.000costo garanzia 0,50% (costo a carico della Banca)Tipo di prodotto Finanziamento a medio e lungo termine - durata 5 anni

AZIENDA 2 Tipologia di benefi ciario fi nale Small Mid Cap Settore Fabbricazione di prodotti per toletta: profumi, cosmetici e sapone Breve descrizione del tipo di innovazione Apertura nuovo stabilimento Hong Kong. Signifi cativa innovazione dei prodotti e processi produttivi, con particolare attenzione alla linea biologica/ecologica.Importo € 750.000costo garanzia 0,80% (costo a carico della Banca)Tipo di prodotto fi nanziamento a medio e lungo termine - durata 5 anni

FAQA quali aziende è destinato il fi nanziamento con garanzia InnovFin?• Piccole e medie imprese: meno di 250 dipendenti con fatturato annuo non superiore a

50 milioni di euro oppure attivo totale non superiore 43 mil. • Imprese a bassa/media capitalizzazione fi no a 499 dipendenti e non classifi cate come

PMI.Quali sono le principali caratteristiche dei fi nanziamenti offerti dalla banca?• Deve trattarsi di un nuovo fi nanziamento (no rifi nanziamento e consolidamento), a me-

dio lungo termine, da 25 mila Euro a 4 mil, con durata da 12 mesi a 10 anni e garanzia InnovFin FEI al 50%.

Perché questo prodotto è interessante per l’azienda?• La presenza della garanzia facilita l’accesso ai fi nanziamenti per le PMI e small Mid Cap.• Le imprese non pagano il costo della garanzia (a carico della Banca).• La garanzia non costituisce aiuto di Stato (non rientra nel de minimis).• Sono applicate migliori condizioni fi nanziarie a favore dell’azienda.• L’iter amministrativo è veloce ed è effettuato dalla Banca. Non è prevista istruttoria da

parte di FEI.Quando un investimento può defi nirsi innovativo? Quando è rivolto alla produzione, sviluppo o implementazione di prodotti, processi o ser-vizi nuovi o sostanzialmente migliorati, di metodi di produzione e consegna nuovi o sostan-zialmente migliorati, di innovazione organizzativa e di processo. Sono inoltre considerate innovative le imprese che: • hanno effettuato, nell’ultimo esercizio, investimenti in R&S e/o innovazione, pari ad almeno

il 20% dell’importo nominale del fi nanziamento;• hanno ottenuto contributi/prestiti/garanzie da Programmi Europei, Nazionali per R&S/

innovazione, o premi per l’innovazione• hanno registrato brevetti negli ultimi 24 mesi;• sono state riconosciute imprese innovative da un’istituzione o ente europeo, nazionale o

regionale.

Mediocredito, nuovi strumenti finanziari per imprese che innovano

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Palazzo Alberti Poia,sede di Mediocredito Trentino Alto Adige

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3130REDAZIONALECooPERAzionE TREnTinA

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Mediocredito, nuovi strumenti finanziari per imprese che innovano

2 minuti

Visita sotterraneavirtuale con MelindaTaglio del nastro al Golden Theatre, lo spazio che consentirà ai visitatori di immergersi virtualmente nella roccia dolomitica dove vengono custodite le mele dal bollino blu, unico impianto ipogeo al mondo per la frigo-conservazione della frutta.È stato inaugurato a fine agosto il “Golden Theatre”, lo spazio multimediale a MondoMelinda in cui immergersi virtualmente nell’universo sotterraneo delle celle ipogee scavate nella roccia dolomitica, raccontato da un affascinante video immersivo. Dopo meno di un anno di lavori, la futuristica struttura di forma cubica di circa 5 metri per lato, è pronta per ospitare un’esperienza unica, in cui turisti e residenti potranno conoscere cosa si cela dietro una mela dal bollino blu.Il “Golden Theatre”, situato nel giardino antistante MondoMelinda a Segno di Predaia (TN), nasce proprio dalla volontà di avvicinare adulti e bambini alle famose grotte scavate nella roccia della Miniera di Rio Maggiore, all’interno delle quali sono conservate in maniera naturale e sostenibile le mele Melinda. Le celle costituiscono oggi il primo e unico impianto al mondo per la frigo-conservazione di frutta in ambiente ipogeo e in condizioni di atmosfera controllata, composto da ben tre lotti per un totale di 34 celle e una capienza di oltre 200 milioni di mele.

“Una bella novità per il nostro territorio, che ha due diverse connotazioni – ha dichiarato il presidente di Melinda Michele Odorizzi, presente all’inaugurazione assieme alle autorità cittadine e ai membri del Consorzio –: da una parte valorizzare il binomio ‘agricoltura-turismo’, driver sempre più strategico per accrescere il valore del turismo in Valle, dall’altro rendere le persone più consapevoli sui processi sostenibili che riguardano la filiera di raccolta e conservazione della nostra frutta”. “Un progetto che dà forza alle nostre mele e al nostro stile”, ha aggiunto il direttore generale Paolo Gerevini.La visita, totalmente autonoma e gratuita, dura circa 10 minuti. Si entra in gruppi composti da un massimo di 20 persone. Non è necessario prenotare: è sufficiente passare a MondoMelinda durante l’apertura del negozio dal lunedì al sabato e accedere. Il progetto “Golden Theatre”, per il quale sono stati stanziati circa 150mila euro, è frutto della collaborazione con l’Azienda per il Turismo Val di Non e l’Associazione Strada della Mela e dei Sapori delle Valli del Noce.

Il taglio del nastro della nuova struttura di Melinda

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2 minuti online di Diego Nart

l’80% delle operazioni bancarie in autonomiaInaugurata in via Belenzani la nona filiale della Cassa Rurale di Trento “Banch’io”.

“Più spazio alla tecnologia, più tempo alla consulenza”. Nasce da questo concetto il progetto “Banch’io” della Cassa Rurale di Trento. Avviato cinque anni fa è attivo in nove filiali: via Solteri, San Donà, via Gandhi, piazza Fiera, Piedicastello, Mattarello, Ravina, Aldeno. L’ultima, in ordine di tempo, la filiale di via Belenzani, nel salotto del capoluogo.Da inizio settembre soci e clienti hanno a disposizione un’ampia area self per effettuare in modo semplice e autonomo (ma contando, in orario d’ufficio, sulla consulenza di una collaboratrice della banca) le principali operazioni di sportello: versamento di contanti e assegni, prelievo di contante, ordini di bonifico, richiesta di saldo e movimenti di conto corrente, pagamenti per ricariche e abbonamenti, acquisto di buoni pasto e trasporto, pagamento bollo Aci, e altro. “Possiamo offrire alla clientela la stessa tecnologia delle

grandi banche – spiega il presidente Giorgio Fracalossi –. Soci e clienti possono svolgere l’80% delle operazioni di banca in autonomia”.Il progetto ha visto la creazione di aree automatizzate nelle principali filiali della banca dotate di tecnologia espressa in sportelli Atm evoluti per offrire ulteriore opportunità di compiere le tradizionali operazioni bancarie in facilitazione di orario (ininterrottamente dalle ore 6 del mattino alla mezzanotte), con risparmio dei tempi d’attesa rispetto al servizio tradizionale di sportello, e in gestione semplice e autonoma, con il supporto di video tutorial e la presenza in orario di ufficio di personale d’assistenza.Innovazione che permette al socio e al cliente di scegliere e approfondire il contatto relazionale con la componente umana della filiale per le operazioni a maggiore valore aggiunto, dove la funzione consulenziale è fondamentale, mantenendo in un contesto

innovativo la naturale vocazione della Cassa Rurale a essere banca del territorio e di relazione.In termini percentuali le operazioni allo sportello effettuabili anche negli Atm evoluti sono oltre l’80% del totale, con maggior frequenza proprio delle più semplici: richiesta di saldo e movimentazione del conto corrente (8%), prelevamenti (23%), versamenti (41%), ordini di bonifico (21%).

Alcune immagini dell’inaugurazione della filiale

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di Sara Perugini5 minuti

dalle donnEun contributo al cambiamento

Dall’incontro tra la presidente della Federazione Marina Mattarei e l’associazione Donne in cooperazione, presieduta da Nadia Martinelli, è emersa con forza la voglia di collaborare per dar vita a una nuova visione cooperativa.

“L’elezione della prima donna alla presidenza della Cooperazione Trentina è un fatto epocale e ci auguriamo che sia il primo passo verso un nuovo corso per il nostro sistema, in cui le differenze di genere vengano viste come una ricchezza necessaria per costruire una crescita sostenibile e diffusa”. Con queste parole la presidente delle Donne in cooperazione Nadia Martinelli ha aperto il primo incontro uffi ciale tra l’associazione e la presidente della Federazione Marina Mattarei.“Dalle Donne in cooperazione mi aspetto una spinta per il cambiamento – ha commentato Mattarei –. C’è un grande potenziale femminile ancora inespresso e credo che la collaborazione con l’associazione debba andare proprio nella direzione della valorizzazione di talenti e competenze, individuando modalità nuove, più inclusive, e contribuendo a gettare le basi per una nuova visione cooperativa”.

L’incontro del direttivo dell’associazione Donne con la presidente della Cooperazione Trentina Marina Mattarei

Il ruolo strategico dei comitati di settoreOltre ad avere conosciuto tutte le componenti del direttivo, nel corso dell’incontro la presidente Mattarei ha incontrato le dieci rappresentanti nominate dall’Associazione nei comitati di settore e si è confrontata con loro su questo importante incarico. “I comitati – ha spiegato – devono tornare a essere luoghi di elaborazione di pensiero, recuperando il loro strategico ruolo tecnico-politico, quale strumento a supporto dell’attività di governo del consiglio di amministrazione”.Le cooperatrici, coinvolte grazie anche al contributo di Martinelli che si è impegnata per stimolare la partecipazione e la valorizzazione dei profi li professionali delle associate, hanno raccolto l’invito a collaborare per l’individuazione di un nuovo modello di Federazione in linea con le esigenze espresse dalla base sociale.Tra le proposte emerse, quella di un percorso

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donnE

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www.cooperazionetrentina.it/Associazione-Donne-in-cooperazione

Tel. 0461 898672 | [email protected]

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formativo studiato per chi deve affrontare questo ruolo, offrendo strumenti non solo per capire a pieno la responsabilità che comporta, ma anche per fare diventare i comitati di settore strumenti di proposta e di sviluppo di pensiero.

Formazione per affrontare i cambiamentiDall’associazione Donne in cooperazione la Federazione si aspetta, come ha precisato la presidente Mattarei, una forte collaborazione sul tema della formazione, individuando contenuti e percorsi adatti ad affrontare il cambiamento, per definire il ruolo della cooperazione e della Federazione.“La nostra associazione – ha detto Martinelli – vanta una lunga esperienza in questo campo, con la proposta di diversi percorsi formativi attivati per sostenere il ruolo delle donne e la loro partecipazione attiva alla vita delle cooperative. L’ultima proposta è stata, per esempio, l’innovativo percorso proposto in collaborazione con i

Giovani cooperatori per preparare la nuova generazione di amministratori e amministratrici”.

Rompere gli schemi“Grazie anche alle attività promosse dalla nostra associazione – ha aggiunto Martinelli – stiamo vivendo un clima di cambiamento significativo. È importante, adesso più che mai, continuare in questa direzione per raggiungere obiettivi duraturi”. Opinione condivisa dalle altre socie che hanno auspicato che l’elezione di una donna presidente in Federazione possa aiutare a superare i vecchi paradigmi e le vecchie abitudini.“Sicuramente – ha concluso Mattarei – è giunto il momento di adottare un nuovo modello di leadership, più diffusa, che non veda una persona sola al comando, bensì una persona che possa contare sul supporto di tutti, uomini e donne, per interpretare il cambiamento avvalendosi delle diverse sensibilità, competenze e punti di vista”.

Se leggiamo socio, l’immagine che si formerà nella nostra mente sarà quella di un uomo. E se sentiamo la parola socia probabilmente penseremo a una donna. Ed è giusto così. Ecco perché declinare il linguaggio rispettando il genere di chi si parla non è solo una questione di forma, ma anche di sostanza. Di forma perché la grammatica italiana prevede che vengano declinate tutte le parti della frase secondo il genere di riferimento. Per cui scrivere “la presidente è stato eletto” è grammaticalmente sbagliato. E qui non si discute. Ma la declinazione di genere ha un peso anche nella sostanza, perché il linguaggio, si sa, crea immagini, forma pensieri, e quindi parlare di un’avvocata chiamandola avvocato rimanda l’idea che lei, in quanto donna, in quel ruolo sia una sorta di intrusa e quello della giurisprudenza sia un lavoro maschile.Il tema del linguaggio di genere era stato lanciato già dall’associazione Donne in cooperazione alcuni anni fa grazie al progetto “Generi di comunicazione”, che

aveva portato alla stesura di alcune linee guide per l’utilizzo di un linguaggio rispettoso delle differenze e pertanto inclusivo. L’esperienza è stata ripresa e inserita come buona prassi nel manuale “WomeNpowerment in Coop. Il contributo delle esperienze cooperative italiane per il raggiungimento dell’uguaglianza di genere nel mondo”, la pubblicazione nata dalla collaborazione tra Coopermondo e la Commissione dirigenti cooperatrici di Confcooperative per offrire nozioni base sulla cooperazione allo sviluppo e strumenti per affrontare problematiche di genere in contesti difficili. Il testo, disponibile anche online sul sito dell’associazione, è stato presentato recentemente a Trento nel corso di un incontro a cui hanno partecipato, insieme alla presidente delle Donne Nadia Martinelli e alla presidente della Federazione Marina Mattarei, alcune rappresentanti del gruppo di lavoro, tra cui la referente del progetto per la Federazione Simonetta Fedrizzi, e delle cooperatrici che hanno portato la loro testimonianza.

le parole non sono mai neutre

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2. minuti di Dirce Pradella

in 120 alle paralimpiadi di gSh

Nell’immagine una delle gare di velocità

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35 buone prassi cULTURACooPERAzionE TREnTinA

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La cooperativa ha organizzato una giornata dello sport che ha visto la partecipazione anche di atleti di altre sei consorelle. E alle premiazioni l’atleta paralimpica Melania Corradini.È stata una giornata di sport ma soprattutto di inclusione e festa quella organizzata dalla cooperativa Gsh di Cles per aprire la tradizionale settimana dello sport clesiano. Ben 120 atleti e atlete si sono dati appuntamento a quelle che sono state ribattezzate ‘le paralimpiadi di Gsh’, un momento di confronto atletico e amicizia dedicato alle persone con disabilità. Un evento che richiama ogni anno tantissimi iscritti anche di altre cooperative sociali, come Incontra, Grazie alla Vita, Iter, Cs4, Insieme con gioia, Amalia Guardini.La giornata si è aperta con il saluto di benvenuto del presidente di Gsh, Michele Covi, che ha accolto ragazze e ragazzi e spiegato loro il senso di questa giornata, arrivata alla nona edizione. E poi via con le gare, prima singole di atletica e poi di gruppo: i 50 metri di corsa, il lancio del vortex e il salto in lungo. E poi, a squadre, il tiro alla fune e il calcetto. Ma la giornata è stata anche un momento di inclusione sociale, come ci ha spiegato Matteo Vera, il referente dell’area sport della Gsh: “A questa manifestazione hanno aderito tante associazioni sportive della nostra valle, come il tennis da tavolo e la ginnastica della Val di Non, che hanno fatto provare i loro sport ai nostri ragazzi. Non solo: nel pomeriggio spazio alla Cinofila della Val di Sole, con una dimostrazione di agility dog e con l’avvicinamento dei partecipanti ai cani, utile anche come pet therapy”.

Da segnalare anche il contributo di una trentina di ragazzi e ragazze dell’oratorio di Cles, che hanno aiutato a gestire lo stand per la merenda di metà mattina e a servire il pranzo. “Il contatto con la società civile e la disponibilità di questa fitta rete di volontariato – commenta il presidente Covi – consentono di far vivere ai partecipanti una bella esperienza, a beneficio della salute e anche della socialità”.“Esprimo un sincero ringraziamento ai cooperatori sociali che con la loro attività si fanno carico dei bisogni dei più deboli – ha detto la presidente della Cooperazione Trentina Marina Mattarei partecipando all’evento – e lo fanno con professionalità e amore, costruendo rete nei territori e coesione sociale. E sanno fare impresa. Questa festa all’insegna dei valori dello sport trasferisce in tutti gli atleti agonismo, rispetto, condivisione, solidarietà. E ci aiuta a capire quanto è e quanto sarà sempre più importante per il futuro l’attività della cooperazione sociale nelle nostre comunità, a tutela della dignità di chi è più fragile”.Dopo pranzo una mezz’ora di ballo con la zumba di Mattia Zini e le premiazioni finali, con atleti e atlete a ricevere le loro medaglie direttamente da Melania Corradini, sciatrice paralimpica vincitrice di tanti riconoscimenti ai Mondiali, alla presenza di autorità nazionali e locali.

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nell‘era digitale La banca nella BANCA

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le Formichine non fanno una piega

di Sara Perugini2 minuti

Il laboratorio gestito dalla cooperativa Punto d’Approdo per offrire percorsi professionalizzanti a donne in diffi coltà è cresciuto offrendo un nuovo servizio di stireria, ulteriore occasione di formazione molto apprezzato anche dagli utenti.Hanno tenuto fede al loro nome e rispettato l’insegnamento della favola di Esopo le Formichine della cooperativa Punto d’Approdo di Rovereto, dedicandosi al lavoro anche durante il periodo di Ferragosto. Il laboratorio, nato dalla collaborazione tra la cooperativa sociale e la Fondazione Famiglia Materna, ha infatti offerto un servizio di stireria molto apprezzato da quanti hanno passato l’estate in città. “Si tratta di un’attività – spiega il responsabile Gian Luca Magagni – che consente alle donne coinvolte di prepararsi e formarsi in un percorso professionalizzante fondamentale per garantire loro la possibilità di ricostruirsi una vita serena in piena autonomia. Quest’anno le donne impegnate in stireria sono cinque, due delle quali, a fi ne anno, riceveranno l’attestato di fi ne percorso e inizieranno, con il nostro aiuto, a cercare un’occupazione stabile”.Il laboratorio Le Formichine è suddiviso in più settori di attività per poter rispondere alle diverse esigenze formative. Si va dalla realizzazione di oggetti di artigianato, borse o articoli da regalo al confezionamento di alimenti, dal servizio di pulizia a quello di stireria. L’anno scorso la formazione ha coinvolto ventotto donne in diffi coltà, per un totale di oltre 12mila ore rimborsate a una tariffa oraria di 4 euro.“Tutte le tirocinanti – aggiunge il direttore di Punto d’Approdo Andrea Gentilini – sono state seguite nel proprio percorso formativo non solo da personale specializzato, ma anche da tanti volontari che hanno scelto di dedicare il loro tempo libero a un progetto di solidarietà”.Un progetto di solidarietà, quindi, ma anche di intercooperazione, grazie alla collaborazione con la cooperativa sociale Chindet, che produce i detersivi utilizzati per il servizio di pulizia e di lavanderia dalle Formichine. “Si tratta di prodotti realizzati senza additivi chimici, biodegradabili e non aggressivi, che garantiscono l’igiene nel rispetto della salute delle persone e dell’ambiente. E la nostra attenzione per l’ambiente non si ferma al lavaggio. Per i capi stirati, infatti, abbiamo scelto un confezionamento con carta riciclabile invece che con plastica”.

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Il progetto formativo si è posto l’obiettivo di far conoscere e sostenere i Distretti di Economia Solidale quali reti etiche di soggetti pubblici e privati orientati al welfare delle comunità e dei territori.

Oggi in Trentino sono attivi una decina di DES, circuiti capaci di valorizzare le risorse territoriali in base a criteri di equità sociale e di sostenibilità ambientale e socio-economica. Un sistema con al centro l’uomo e l’ambiente, che coniuga sviluppo con equità, occupazione con solidarietà e risparmio e che è stato disciplinato dalla Provincia autonoma di Trento con le leggi n.13 del 2007 e del 2010, uniche norme in Italia che oltre e riconoscere questo modello lo sostengono economicamente.Per approfondire le opportunità che propongono questi strumenti, il Tavolo dell’Economia Solidale e la Provincia autonoma di Trento, in collaborazione con Consolida, hanno organizzato un innovativo progetto formativo e di networking. L’obiettivo? Far conoscere e sostenere i Distretti di Economia Solidale quali reti etiche di soggetti pubblici e privati orientati al welfare delle comunità e dei territori.“Se da un lato la presenza di una decina di DES in Trentino è un buon risultato – ha detto Giusi Valenti, responsabile progettazione e sviluppo di Consolida –, dall’altro c’è la consapevolezza che una maggiore estensione

un corso per capire le potenzialità dei dES

dello strumento permetterebbe di coglierne tutte le potenzialità, trovando applicazione anche in settori quali l’agricoltura sociale, le reti di consumo di beni e servizi, di finanziamento, di produzione e distribuzione”. Il percorso formativo ha preso il via con una due giorni di visita studio lungo la via Emilia nella quale gli iscritti hanno incontrato un campionario di esperienze eccellenti, in particolare nell’ambito del welfare generativo e di distretto, puntando sulle città di Reggio Emilia, Bologna e Cremona (fra cui: La Polveriera, struttura rigenerata dalla cooperazione sociale locale per ospitare servizi di welfare e attività culturali e ricreative, il DES Reggio Emilia, una Cooperativa di Comunità, la CSA - Comunità a Supporto dell’Agricoltura di Arvaia, passando per una visita critica a Fico di Bologna per poi concludere con la cooperativa agricola IrisBio di Cremona).Il percorso è proseguito con tre appuntamenti dedicati rispettivamente alla conoscenza di casi studio di DES locali e nazionali, alla comunicazione e agli strumenti per la definizione di reti di imprese solidali. Il progetto si chiuderà con laboratorio di ideazione previsto per ottobre in cui si cercheranno di delineare possibili direttrici di sviluppo per un futuro DES.

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Due foto della visita studio lungo la via Emilia

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giovani alla ricerca di nuovi stili di vita

di Sara Perugini

L’associazione Giovani Cooperatori propone un nuovo percorso formativo sui temi della sostenibilità agroalimentare, del consumo consapevole e dello sviluppo sostenibile.Tutti noi vorremmo vivere in un mondo sano, dove vivere nel rispetto dell’ambiente e delle persone che ci circondano. Ma cosa possiamo fare per riuscirci? In che modo le singole azioni individuali possono fare la differenza? Se lo sono chiesti i Giovani Cooperatori e hanno deciso di cercare la risposta partendo dalla sostenibilità agroalimentare e dalla ricerca di nuovi stili di vita più sostenibili e consapevoli. Nasce così “Sostenibilità agroalimentare: biodiversità e nuovi stili di vita possibili”, il nuovo percorso formativo organizzato dall’associazione con il contributo della Provincia autonoma di Trento.Il percorso, che prenderà il via a fi ne ottobre, proporrà un primo approfondimento sull’agricoltura in Trentino e sui nuovi approcci possibili coinvolgendo il prof. Andrea Segrè, presidente della Fondazione E. Mach

e il vicepresidente vicario della Federazione Bruno Lutterotti, con i quali parleranno di biodiversità e sostenibilità ambientale. “Il nostro approccio – spiega il presidente dell’associazione Giovani Cooperatori Antonio Borghetti – non vuole essere solo teorico. Per questo, dopo un primo incontro necessario per inquadrare il tema con l’aiuto di un esperto e capire le reali problematiche e le possibili soluzioni, ci concentreremo su alcune esperienze esemplari, confrontandole per capire meglio il diverso impatto sociale e ambientale di ogni scelta”.Seguirà un momento di confronto su alcune esperienze cooperative, trentine e non, per approfondire gli aspetti legati all’impatto sociale e ambientale della pratica agricola, e il percorso si concluderà a metà novembre con la visita studio al parco agroalimentare di Fico.

I partecipanti al Forum nazionale dei Giovani Soci del credito cooperativo, che si è tenuto a Trieste a fine settembre, a cui hanno partecipato Antonio Borghetti, in rappresentanza dei Giovani Cooperatori, e una numerosa delegazione

di Giovani Soci della Cassa Rurale di Trento. “È stata un’esperienza significativa e formativa – ha commentato Borghetti – da cui è emersa l’esigenza, per noi giovani, di una maggior istituzionalizzazione del nostro ruolo all’interno delle Bcc,

consci del fatto che il futuro di queste ultime non possa che passare da noi”.

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39 c’è del nuovo cULTURACooPERAzionE TREnTinA

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giovani alla ricerca www.cooperazionetrentina.it/

Associazione-Giovani-cooperatori

Tel. 0461 898672 | [email protected]

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ASSOCIAZIONEDONNE IN COOPERAZIONE

chi siamoL’associazione DONNE IN COOPERAZIONE nasce grazie all’impegno di un gruppo di donne per potenziare e valorizzarela presenza femminile nel movimento cooperativo. È un luogo di lavoro, pensiero e confronto dove progettiamo azioni per favorire la parità di genere e sviluppare un modello cooperativo inclusivo, plurale e democratico in un’ottica di valorizzazione delle differenze.

iL NOSTRO IMPEGNO

FORMAZIONEperché ogni persona

ha un potenziale unico e noi la aiutiamo

ad esplorarlo, a farlo emergere e crescere

CONCILIAZIONE DEI TEMPIDI VITA E LAVORO

per aiutare donne e uomini che lavorano, a vivere in pienezza

l’esperienza della genitorialità

GOVERNANCE PARITARIAperché capacità, competenze

e sensibilità femminili possano portare valore aggiunto nei consigli di

amministrazione delle cooperative

Progettiamo, sviluppiamo, promuoviamo e realizziamoiniziative a sostegno dell’innovazione organizzativadelle Cooperative in cui venga riconosciuto il valoreprofessionale e individuale di ogni persona.

aderisci e sostieniciPer maggiori informazioni vai sul sitowww.cooperazionetrentina.it/Associazione-Donne-in-cooperazioneoppure inquadra con il tuo smartphone il codice qui a fiancooppure scrivici a [email protected]

Donne in Cooperazione, via Segantini 10 - 38122 Trento - Tel. +39 0461 898672 - Fax +39 0461 985431 - [email protected]

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È stata eletta migliore cantina cooperativa d’Italia 2018 dalla rivista Weinwirtschaft.

di Diego Nart2 minuti

CAViT, Cantina d’oro

Questa volta a brindare è stata Cavit. Ed è stata pioggia di bollicine, come è tradizione per ogni cerimonia di premiazione che si rispetti. L’evento ha assegnato al Consorzio di Ravina un riconoscimento di grande importanza a conferma della qualità dei suoi vini.Un brindisi ampiamente meritato e pienamente giustifi cato perché, Cavit (il consorzio delle Cantine Sociali Trentine) ha ottenuto un prestigioso riconoscimento a Deidesheim, in Germania, nell’ambito del concorso di notevole importanza e di considerevole tradizione indetto annualmente dalla Weinwirtschaft, storica testata del mondo della vite e del vino.Cavit, oggi guidata dal presidente Bruno Lutterotti (vicepresidente vicario della Federazione), è stata creata nel 1950 e da quasi settant’anni è sinonimo di vino in Italia e nel mondo.La testata di settore tedesca ha curato una comparazione qualitativa su una selezione di vini delle più importanti cooperative e cantine sociali italiane,

assegnando a Cavit il punteggio totale massimo: 443 punti che hanno proiettato in vetta alla classifi ca la realtà con sede alle porte della città di Trento.A Cavit è stato assegnato il primo posto nella classifi ca ‘Top 20 Cooperative e Cantine Sociali Italiane’ che le ha consentito di conquistare la medaglia d’oro. Il metallo più pregiato ha premiato professionalità, passione, dedizione e motivazione espressi da una squadra impegnata nella quotidianità all’interno del grande mondo di Cavit.Con una media di 88,6 punti, sono stati premiati tre vini bianchi e due vini rossi. Nell’ordine: Pinot Grigio, Chardonnay e Merlot della linea Bottega Vinai, i Trentini Superiori Doc ultimi nati Brusafer Pinot Nero e Rulendis Pinot Grigio e il Vino Santo Arèle 2001 che, in particolare, ha raggiunto il punteggio più alto del concorso (94 punti).“Questo importante riconoscimento – osserva Enrico Zanoni, direttore generale di Cavit – testimonia l’elevata qualità della nostra produzione, raggiunta grazie all’impegno e passione dei nostri 4500 viticoltori e alle competenze del nostro team agronomico ed enologico, confermando la capacità di Cavit di generare qualità nelle diverse fasce di mercato”.

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Da destra a sinistra: Enrico Zanoni, direttore generale di Cavit, e Andrea Faustini, enologo, coordinatore e responsabile scientifico del team agronomico Cavit ritirano il primo premio della classifica Weinwirtschaft

‘Top 20 Cooperative e Cantine Sociali Italiane’ a Deidesheim (Germania). Al centro Adriana Cartolano, Editor Weinwirtschaft.

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di Silvia De Vogli

Etika, la storia di ElioLe prime testimonianze delle persone che beneficiano dei progetti di abitare autonomo per persone con disabilità avviati grazie ai fondi raccolti da etika, l’offerta luce e gas della Cooperazione Trentina insieme a Dolomiti Energia.Parla Annamaria, mamma di Elio, protagonista di uno dei progetti finanziati da etika da settembre 2018.

5 minuti

Elio è nato in aprile 47 anni fa. All’ospedale non hanno capito, ma io me ne sono accorta presto che c’era qualcosa che non andava. Elio non parlava e quando ha cominciato pronunciava male le parole. L’ho portato dalla logopedista, per anni ogni mattina prima di accompagnarlo all’asilo, ma non è servito a molto. Il dottore alla fine ci ha detto che era il cervello bloccato, le cellule lì dentro la testa che non funzionavano. È andato a scuola – ha fatto le elementari e le medie – con l’insegnante di supporto, ma non l’ha aiutato tanto. Credo che ai quei tempi non fossero tanto preparate e forse non lo hanno seguito nel modo giusto. Una maestra di un’altra classe mi ha detto che sentiva Elio battere i piedi sul pavimento e le mani sul tavolo per attirare l’attenzione. Gli ho fatto fare anche un anno in più di scuole medie per vedere se si riusciva a recuperare qualcosa. Ma alla fine non sa né leggere né scrivere; non conosce i numeri e quindi ad esempio non capisce l’ora sull’orologio. E questo rende complicate tante cose anche semplici della vita di tutti i giorni. È comunque un ragazzo responsabile e forte; che sa lavorare anche bene se gli si spiega cosa deve fare. Ha fatto tanti tirocini in diverse aziende e in cooperative. Adesso oltre ad aiutare qualche volta nella ditta di suo fratello, è impegnato nel progetto della Rete “Tutti nello stesso campo!”, coltivano un terreno a Seregnano e poi vendono i prodotti al mercato. L’anno scorso mi ha detto: “mamma voglio andare via di casa. Mi compro un appartamento qui vicino.” Aveva visto che altri giovani come lui seguiti dalla cooperativa La Rete lo avevano fatto. Io sapevo che non sarebbe stato facile ma l’ho incoraggiato: gli ho detto: “Sì Elio vai!” A tutti i miei figli ho lasciato la libertà di decidere la loro vita. Quindi anche Elio aveva il diritto di farlo. E poi io ho ottant’anni e ho avuto anche problemi di salute negli ultimi tempi. Nella vita non ci si può piangere addosso, si deve fare quel po’ che si può e quel po’ dà serenità. Ho avuto tante paure per Elio, ma se le facevo venire fuori non avrei risolto nulla e finivo per spaventare anche lui.

I numeri di etika36.300sono i trentini che hanno aderito, ovvero circa il

10%

Con i fondi raccolti sono stati già finanziati

10 progettiper oltre

425 mila euro a beneficio di

38 personeEtika è la proposta per l’acquisto i gas e di energia elettrica della Cooperazione Trentina (Federazione, Cassa Centrale Banca, Sait – Famiglie Cooperative, Consolida e la cooperativa sociale La Rete) e di Dolomiti Energia.

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Elio e Annamaria

In fondo ero abbastanza tranquilla, perché aveva già fatto alcune esperienze: delle settimane con il progetto “Prove di volo” e poi a L’Aquila alcuni mesi nel momento della ricostruzione dopo il terremoto. Certo era là con suo fratello, ma comunque per la prima volta si è staccato da me per molto tempo. Quindi è andato: da qualche mese ha iniziato il percorso per l’autonomia che oggi grazie alla bolletta etika potrà continuare. Vive con Mamudou (ndr: l’accogliente, una persona che dopo un percorso formativo accompagna e sostiene le persone con fragilità) in un appartamento messo a disposizione dai frati. Viene a casa nel fine settimana per stare con me, e per vedere i fratelli e i nipoti. Quando non si sanno leggere i numeri anche cose semplici diventano complicate: per fare la lavatrice bisogna capire le cifre dei programmi e le temperature o per farsi un piatto di pasta bisogna pesare sulla bilancia e controllare i minuti di cottura. Quando era a casa con me gli ho insegnato a misurare con il pugno e poi ad assaggiare. Se poi alla fine la pasta è un po’ troppo cotta o cruda, il giorno dopo andrà meglio. Altre cose gliele stanno insegnando quelli della Rete: ad esempio per prendere farmaci negli orari giusti usano un dispenser con indicati i vari colori. Poi si muove con l’autobus e anche lì... Per fortuna però ha un grandissimo senso dell’orientamento: mostrandogli

una volta il percorso poi lui lo ricorda.So che potrà avere delle difficoltà, perché sono tante le sue lacune, ma ho fiducia che ‘el se desribigherà’. In pochi mesi è già cambiato, o forse ha tirato fuori cose di sé che prima non mostrava: intanto è

meno permaloso, poi se una volta bisognava tirargli fuori le parole dalla bocca con le pinze, ora invece chiacchiera e chiacchiera; chiede di questo e di quello perché vuole sapere. È impressionante! Io lo guardo e penso sorridendo: figlio mio dove sei stato fino adesso?

I VANTAGGI DELL’ADESIONE

Etika è l’offerta luce e gas riservata ai soci delle Famiglia Cooperative aderenti al consorzio Sait e ai soci e clienti delle Casse Rurali Trentine che garantisce lo sconto del 20 % il primo anno e del 10% nei successivi. Etika è anche ecologica perché usa solo energia 100% green e solidale perché Dolomiti Energia per ogni contratto versa 10 euro l’anno per il progetto solidale. Per attivare etika basta andare sulla pagina dedicata del sito www.dolomitienergia.it o rivolgersi alla propria Famiglia Cooperativa. Per tutti i dettagli: www.etikaenergia.it

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Collezione 2019

Perché regalare un’agenda?Perché non fare un regalo più originale e moderno?Perché è in un’agenda che abbiamo annotatoi nostri primi appuntamenti, le nostre idee ed i nostriprimi progetti ed è in essa che continuiamo a farlo.Perché per noi l’Agenda è sinonimo di“vita, crescita, fantasia, creatività”.

Richiedete i cataloghi al nostro agentedi zona o telefonando al n. 0425 651224-225

primi progetti ed è in essa che continuiamo a farlo.

di zona o telefonando al n. 0425 651224-225

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Collezione 2019

Perché regalare un’agenda?Perché non fare un regalo più originale e moderno?Perché è in un’agenda che abbiamo annotatoi nostri primi appuntamenti, le nostre idee ed i nostriprimi progetti ed è in essa che continuiamo a farlo.Perché per noi l’Agenda è sinonimo di“vita, crescita, fantasia, creatività”.

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Consorzio lovernatico, radici forti e buoni f rutti

Alcune i mmagini della festa, con il primo piano

del presidente Cesare Franzoi.

Il Col compie quarant’anni in costante crescita di numeri e valori: da 365 vagoni conferiti il primo anno a 1754, da 19 celle frigo a 34.

Ha raggiunto quarant’anni di storia e di attività una realtà che ha piantato forti radici e ha fatto fruttifi care al meglio un’esperienza di cooperazione. È il Col, il Consorzio Ortofrutticolo del Lovernatico e il compleanno lo ha festeggiato chiamando a raccolta i tanti che hanno contribuito a scrivere i primi quattro decenni di questa esperienza di cooperazione e di frutticoltura. “Occasione – ha osservato il presidente Cesare Franzoi durante l’evento celebrativo – per rivivere momenti belli e momenti meno entusiasmanti, ricordare le persone e i fatti che hanno contribuito a fare la storia”.Il seme che ha dato frutto venne affi dato all’atto costitutivo fi rmato dai soci fondatori. Nel 1978 la realizzazione dello stabilimento e il primo conferimento di mele. “Sono stati attraversati tempi non facili, carenti di risorse ma ricchi di valori – ha aggiunto Franzoi –. E sono stati proprio questi valori, uniti all’entusiasmo di creare qualcosa di utile per la società, a gettare basi solide come dimostrano quarant’anni di vita. Insomma, molta strada è stata percorsa, molti obiettivi sono stati raggiunti e molti progetti portati a termine”.I numeri del Consorzio sono di tutto rispetto e testimoniano la crescita di questi quarant’anni. “Siamo partiti – ha ricordato Franzoi – con un conferimento di soli 365 vagoni per raggiungere, nel 2016, un quantitativo di 1754 vagoni, risultato di 289 ettari coltivati”.La stabilimento del Consorzio Ortofrutticolo del Lovernatico è stato ampliato più volte. Si è passati dalle 19 celle frigo degli inizi alle 34 di oggi con una capacità di frigoconservazione pari a 1200 vagoni “per aumentarla ancora – ha aggiunto Franzoi – di 300 vagoni aderendo, con orgoglio, alla realizzazione dei tre lotti ipogeo, progetto che la nostra Cooperativa ha supportato e in cui ha sempre creduto. E una tappa decisiva per il nostro Consorzio è stata l’ingresso nel Consorzio Melinda”.In conclusione è stato espresso un forte richiamo alla cooperazione. “Non scordate mai – ha detto Franzoi – che quando un gruppo è compatto si ottengono grandi risultati. Il mio augurio è che possiate continuare a cooperare insieme con l’entusiasmo e la passione che ci è stata trasmessa dai nostri soci fondatori senza scordare mai che insieme è meglio e che l’unione fa la forza”.

di Diego Nart2.30 minuti

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2 minuti di Diego Nart

Ponte tra politica e cooperazione Un giusto omaggio a una figura di primo piano per la nostra comunità e non solo.

“Pierluigi Angeli, ponte tra politica e cooperazione”. L’opera è stata curata da più autori (complessivamente una ventina) e pubblicata da Edizioni Uct. “Il testo – scrive nella sua prefazione l’editore Sergio Bernardi – analizza e ricostruisce, con un approccio critico e metodologico, gli avvenimenti storici, gli sviluppi del pensiero politico e cooperativo cogliendone la complessità attraverso il contributo di chi ha vissuto direttamente e concretamente quelle esperienze: giornalisti, intellettuali, operatori, docenti, storici”.Un lavoro biografico corposo, realizzato attraverso venti borse gonfie di documenti istituzionali, fotografie, lettere e testimonianze mai visionate.Gli autori dei tanti contributi che presentano le esperienze vissute e gli incarichi rivestiti da Angeli sono: Francesco Agresti, Sergio Bernardi, Giuseppe Ferrandi, Gianni Faustini, Gianfranco Postal, Carlo Bridi, Graziano Riccadonna, Enrico Paissan, Mario Raffaelli, Paolo Fedel, Vincenzo Calì, Renzo Michelini, Maurizio Tomasi, Walter Liber, Roberto Colletti, Elia Senese, Giancarmine Vicinanza, Vincenzo Mannino, Augusto Dell’Erba, Giancarlo Bregantini, Stefano Zamagni.Angeli è stato uomo di primo piano del Trentino dell’ultimo mezzo secolo, ricoprendo incarichi locali e nazionali che ne hanno fatto un testimone privilegiato del nostro tempo. In politica dal 1968 (eletto per la prima volta consigliere regionale) al 1992. È stato presidente della Provincia Autonoma di Trento dal 1985 al 1988, presidente del Consiglio Provinciale dal 1988 al 1992, presidente della Regione Trentino Alto Adige dal 1983 al 1985 e assessore provinciale dal 1973 al 1983.Nella Cooperazione Trentina è stato presidente della Federazione per undici. Eletto la prima volta nel 1992 è stato confermato per tre altri mandati. Meritevole di essere ricordato anche l’incarico di

vertice a Federconsumo. “Pierluigi Angeli ha portato i metodi e le strutture organizzative ed economiche della realtà politica nella cooperazione e i principi, i valori e i contenuti della cooperazione nella politica – conclude Bernardi –. Angeli è stato il ponte tra due mondi così diversi, che però non potrebbero esistere uno senza l’altro. La politica nella sua accezione più vera, come mediazione, è stata alla base, il Dna, della vita di Angeli: due esperienze vissute con gli stessi valori, con lo stesso metodo di lavoro e soprattutto sempre con lo stesso impegno”.

Pierluigi Angeli con il libro che racconta la sua storia

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OPINIONI dATi AllA MAno

di Jacopo Sforzi

Riscoprirsi comunità: un’occasione da cogliereLa sua nascita ha destato molta curiosità. Nelle Giudicarie esteriori, “patrimonio Unesco della biosfera”, poche settimane fa s’è concretizzato il progetto ambizioso di un gruppo di residenti. È partita così l’avventura di “Fuoco”, che verrà consegnata ai posteri come la prima cooperativa di comunità del Trentino. Obiettivo: far decollare un modello di ricettività rispettoso della natura, del territorio e che valorizza le attività produttive locali. Un caso singolo, ma che indica una formula replicabile.La defi nizione di per sé rende l’idea: con le cooperative di comunità i luoghi sono di nuovo protagonisti. (Ri)emerge così all’intern o delle comunità locali una nuova coscienza collettiva grazie alla quale gli abitanti scelgono di cooperare e condividere le risorse a disposizione, per migliorare la propria qualità di vita. Non solo. Con l’affermarsi di questo nuovo strumento (le cooperative di comunità), lo scopo mutualistico come fi nora l’abbiamo inteso – di servizio al socio in quanto parte di un gruppo omogeneo – assume inevitabilmente un nuovo signifi cato: si sviluppa a partire dai bisogni concreti di tutta la popolazione locale o, quantomeno, di una gran parte di essa.Più in concreto, le cooperative di comunità possono essere l’occasione per avviare nuove attività economiche e sociali, ma anche per rilanciare attività e settori tradizionali del movimento cooperativo: il credito, il consumo o l’agricoltura, per esempio. Il credito può recuperare il suo ruolo di “banca di comunità”, mentre la cooperazione di consumo a orientamento comunitario si può rilanciare, grazie anche alla collaborazione con gli enti pubblici, attraverso l’offerta di nuovi servizi che trasformino i tradizionali punti vendita in “negozi di comunità multiservizi”. Una soluzione valida persino per scongiurare la chiusura dei negozi dislocati nelle aree interne del Paese. È ciò che avverrà, ad esempio, in Trentino, dove i punti vendita delle Famiglie Cooperative delle vallate, grazie al via libera della Commissione Europea (febbraio 2018), avranno la possibilità di essere riconosciuti come Servizi di interesse economico generale (SIEG).La strada, dunque, pare indicare una destinazione promettente non solo per le cooperative di comunità, ma anche per lo stesso mondo cooperativo. Dimostrando d’essere ancora soluzione originale, capace di rispondere ai bisogni del nostro tempo, la cooperazione tradizionale potrebbe tornare a riscoprire la sua natura originaria, quale strumento che integra economia e società. Facendo leva sui valori di democrazia, partecipazione, solidarietà. E mutualismo, ovviamente, che con alcune modifi che della legge italiana sulla cooperazione potrebbe essere riformulato in senso più ampio e inclusivo.

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Jacopo Sforzi, ricercatore Euricse

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di Jacopo Sforzi

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www.euricse.eu

Tel. 0461 282289 | [email protected]

Se ne parla sempre di più, le si pratica sempre di più. Sono prettamente impegnate nella rivitalizzazione di aree rurali a rischio spopolamento, nonché nel recupero di aree urbane degradate oppure segnate da fenomeni di marginalità sociale. Tuttavia i campi di applicazione sono ben più ampi (e promettenti). Ma, alla fi ne, come funzionano le imprese di comunità e quali sono le caratteristiche fondanti di tale modello? Se lo sono chiesti Jacopo Sforzi, ricercatore di Euricse, e Pier Angelo Mori, docente all’Università degli studi di Firenze. Insieme hanno analizzato venti casi di studio diffusi in tutto il Paese. Ne è nato un libro, in fase di uscita per la casa editrice il Mulino (la pubblicazione è prevista in autunno). A partire da un’indagine empirica, il volume dedicato alle cooperative di comunità ripercorre le principali caratteristiche – governance, forme giuridiche, aspetti fi nanziari, rapporti con gli enti pubblici locali – e ne analizza così l’effi cacia, quale motore per un nuovo paradigma di sviluppo locale.

È in arrivo un libro

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Non basta gestire edifici, malghe, realtàabbandonate.Occorre prepararee motivaregiovani che vi investanopezzi della loro vita.

lomaso, l’innovazione “Fuoco”

di Franco de Battaglia2 minuti

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48LA PORTA APERTA CooPERAzionE TREnTinA

In un’estate turistica trentina dai numeri eccezionali, che ha visto però il territorio “usato” spesso più come scenario di “eventi” e capricci di folklore (il pranzo stellato Michelin sulla cabinovia Pinzolo-Campiglio!) piuttosto che come luogo di incontri (anche con il silenzio!) ed esperienze alternative nella natura, in un’estate in cui la montagna come lavoro sostenibile è sembrata passare in secondo piano rispetto alla rendita (più che legittima!) delle seconde case, è emersa come proposta davvero innovativa e audace quella della “Cooperativa Fuoco”, nelle Giudicarie. La cooperativa mira a “far usare”, e non sfruttare, il vastissimo patrimonio edilizio collettivo (malghe, ma anche recenti restauri) che per il mutare delle condizioni sociali ed economiche (crollo delle nascite, invecchiamento della popolazione, famiglie divise, pendolarismo, abbandono del territorio) si trovano sottoutilizzate, se non abbandonate. Promossa da giovani, la cooperativa vuol essere così un “focolare” di comunità, ma anche un laboratorio per altre iniziative che potranno seguire. La proposta è infatti quella di avviare un “modello di ricettività rispettoso della natura nel territorio”, un “voler stare a contatto con la popolazione residente e le sue attività produttive, recuperando edifici e strutture destinate altrimenti ad essere abbandonate o utilizzate secondo un uso distorto”. Presieduta da Marco Buratti la cooperativa mira oggi a gestire due strutture, una malga nel Lomaso di proprietà delle Asuc di Favrio e Maso Limarò, fra Comano e Sarche, restaurato in modo esemplare, di proprietà dell’Istituto diocesano Sostentamento del clero, ma già chiuso, perché nessuno sa prendersi l’impegno di viverci, di investirci sopra un percorso di vita. Ed è qui la sfida, entusiasmante, della Cooperativa Fuoco. Non solo gestire le strutture, non appaltarle o affittarle come una seconda casa, ma farle vivere. Non si tratta di sostituire una cooperativa alle già numerose gestioni immobiliari (questo è il pericolo da evitare!), ma di motivare giovani che si impegnino a viverci “dentro”, per accogliere chi viene da “fuori”. “Vince sempre chi occupa il territorio, diceva l’antica saggezza popolare. È un’avventura difficile, ma è chiaro ormai a tutti che il futuro passa da qui. Auguri a “Fuoco” perché riscaldi davvero.

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