CONTRAPPUNTO - · PDF fileCONTRAPPUNTO . Il termine Contrappunto deriva dal latino punctus...

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CONTRAPPUNTO Il termine Contrappunto deriva dal latino punctus contra punctum (nota contro nota) e indica la pratica evolutasi tra il Basso Medioevo e il Rinascimento di contrapporre in uno stesso brano un cantus firmus (un canto spesso tratto dal repertorio gregoriano) ad altre melodie. Con il contrappunto si passa quindi dalla più semplice monodia ad una polifonia nella quale l'effetto verticale, dato dal sovrapporsi delle melodie, è ritenuto ancora secondario, perchè in ogni caso rimane più importante la sequenza melodica orrizzontale delle singole voci. In questo modo il contrappunto costruisce via via un sistema di consigli, più che di regole, per dar vita ad una polifonia nella quale le voci sono sì simultanee, ma allo stesso tempo indipendenti, dove cioè ogni melodia ha senso e autonomia anche se viene isolata dall'intreccio polifonico. Nel corso del XVI secolo compositori come Giovanni Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio e Orlando di Lasso toccano il vertice di questa concezione della polifonia, fornendo i modelli per un uso sapiente e misurato degli artifici contrappuntistici. Il contrappunto può essere imitativo o libero. Nell'imitazione, le varie voci eseguono gli stessi moduli (o motivi), imitandosi a vicenda. Il contrappunto imitativo si trova soprattutto in forme come la fuga e il canone contrappunto libero le singole voci eseguono motivi diversi. ; nel Nell'imitazione le voci che si inseguono possono entrare alla stessa altezza, su una nota più alta o più bassa, possono imitarsi esattamente o introdurre variazioni al tema. Talora una voce riprende un motivo più lentamente (aumentazione, allunga la durata dei suoni), o più veloce (diminuzione), oppure può rovesciare il motivo (inversione), imitando in senso contrario gli intervalli.

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CONTRAPPUNTO Il termine Contrappunto deriva dal latino punctus contra punctum (nota contro nota) e indica la pratica evolutasi tra il Basso Medioevo e il Rinascimento di contrapporre in uno stesso brano un cantus firmus (un canto spesso tratto dal repertorio gregoriano) ad altre melodie. Con il contrappunto si passa quindi dalla più semplice monodia ad una polifonia nella quale l'effetto verticale, dato dal sovrapporsi delle melodie, è ritenuto ancora secondario, perchè in ogni caso rimane più importante la sequenza melodica orrizzontale delle singole voci.

In questo modo il contrappunto costruisce via via un sistema di consigli, più che di regole, per dar vita ad una polifonia nella quale le voci sono sì simultanee, ma allo stesso tempo indipendenti, dove cioè ogni melodia ha senso e autonomia anche se viene isolata dall'intreccio polifonico. Nel corso del XVI secolo compositori come Giovanni Pierluigi da Palestrina, Luca Marenzio e Orlando di Lasso toccano il vertice di questa concezione della polifonia, fornendo i modelli per un uso sapiente e misurato degli artifici contrappuntistici. Il contrappunto può essere imitativo o libero. Nell'imitazione, le varie voci eseguono gli stessi moduli (o motivi), imitandosi a vicenda. Il contrappunto imitativo si trova soprattutto in forme come la fuga e il canonecontrappunto libero le singole voci eseguono motivi diversi.

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Nell'imitazione le voci che si inseguono possono entrare alla stessa altezza, su una nota più alta o più bassa, possono imitarsi esattamente o introdurre variazioni al tema. Talora una voce riprende un motivo più lentamente (aumentazione, allunga la durata dei suoni), o più veloce (diminuzione), oppure può rovesciare il motivo (inversione), imitando in senso contrario gli intervalli.