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Settembre 2010 - n. 1

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Editoriale ....... 2 Aquila ............ 3Artisti del ......6 FumettoDebbieDillinger .8Seriali ......... 12sul serio

Grimorius .....14 Dizionario ......23del Fumetto

DTC

LORIGA, PILI, TOMASI

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- n.1 - Settembre 2010

2periodico mensile sul Fumetto,

formato digitale, diffusione gratuita

numero 1 Settembre 2010

Pubblicato daDTE - Daniele Tomasi Editore

via Trieste 60, 09048 Sinnai (CA) [email protected]

http://dte.altervista.org

Il nome, il formato, le caratteristiche grafico

editoriali sono proprietà dell’editore.

I fumetti e gli articoli pubblicati sono proprietà dei

rispettivi autori. La riproduzione di qualunque

materiale presente nella rivista è consentita solamente con l’autorizzazione scritta dei

proprietari.Le immagini presenti negli articoli sono riportate solo

per finalità descrittive e sono proprietà degli aventi diritto.

font per i testi:Century Gothic

font per la testata:CooterCandy

font per la grafica interna:SwingSet BB

illustrazione di copertina:Daniele Tomasi

“Aquila”soggetto di Gianfranco Loriga

sceneggiatura di Jo Pilidisegni di Daniele Tomasi

“Debbie Dillinger”testi di Sergio Calvaruso,

Marco Rizzo e Alessandro Scalmani

disegni di Daniele Tomasi

“Grimorius”testi e disegni di

Stefano Pavan e Mirko Benottochine di Mirko Benotto e

Daniele Tomasi

EditorialeUna nuova rivista di fumetti nel solco delle grandi riviste periodiche di fumetti. Questo è “Continua...”, di cui sta-te leggendo l’esordio. Fumetti di vario genere e stile, dal-l’umoristico al drammatico, dal realistico al grottesco, dal-le influenze stilistiche franco-belga a quelle orientali, da quelle statunitensi a quelle italiche. Ogni numero della rivista sarà a disposizione gratuitamen-te su internet, scaricabile e leggibile a video, e stampabile a bassa risoluzione, nel caso non riusciate, come me, a fare a meno del supporto cartaceo per la lettura.“Continua...”. La parola e i puntini presenti nella testata sono la tipica forma che da sempre è stata usata per se-gnalare la prosecuzione delle storie nel numero successi-vo di un periodico. Questa pubblicazione mensile, infatti, propone ai lettori nuovi fumetti, suddivisi in puntate di 6-8 tavole al massimo, da leggersi un numero dopo l’altro. La lettura prolungata nel tempo vi consentirà di capire se la storia, il disegno, gli autori sono capaci di “rapire” il vo-stro interesse, di farvi affezionare ai personaggi, di incurio-sirvi fino a seguire la narrazione e spingervi all’acquisto del volume completo. Quest’ultima parola non è casuale. La novità consiste nel fatto che tutti i fumetti finiranno, dopo diversi mesi di pub-blicazione a puntate, con un “continua...”, dato che nella rivista NON verranno pubblicate le ultime tavole, ossia il finale della storia. Ogni fumetto presentato verrà ripropo-sto in un proprio volume al termine della pubblicazione in rivista, e solo il volume conterrà l’intero racconto.Ogni volume sarà disponibile su prenotazione, da effet-tuarsi via e-mail o con un modulo che è presente nel sito della rivista, e un numero limitato di copie verrà messo in vendita nelle manifestazioni fumettistiche a cui la casa editrice parteciperà.Per tornare ai contenuti della rivista, oltre ai racconti vi sono alcune rubriche dedicate a vari aspetti del Fumetto, da schede di artisti che hanno fatto la storia di questa for-ma d’arte, alla analisi della suddivisione in puntate della narrazione in varie opere. In questi articoli compaiono e compariranno diversi termi-ni e argomenti che in futuro, probabilmente, saranno svi-luppati in articoli di approfondimento, ma nell’immediato verrà fornita una prima rapida descrizione del loro signi-ficato in una rubrica che sarà lo spazio di chiusura della rivista. Che “Continua...” nel numero successivo, tra un mese. Buona lettura. Daniele Tomasi_______________________________________________________Per scaricare la rivista e per prenotare i volumi vai al sito

http://dte.altervista.org/continua/

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3LORIGA, PILI, TOMASI

di G.Loriga, J.Pili, D.Tomasi

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6Lee Falk - vero nome Leon Harrison Gross - nasce a S.Louis (Missouri, USA) il 28 Aprile 1911 e muore a NewYork (NY, USA) il 13 Marzo 1999. Fondamentale sceneggiatore di avvincenti storie avventurose, con un perfetto senso del ritmo e un tocco ironico di classe. Laureato in letteratura alla University of Illinois, si inte-ressa di scrittura sin dal liceo collaborando al giornale scolastico come redattore e pubblicando racconti, poemi e articoli. Già prima di completare gli studi vende al King Feature Synda-cate, una delle socie-tà che distribuiscono le strisce a fumetti nei quotidiani statunitensi, la sua prima creazio-

ne, Mandrake the Magician, con l’accordo che verrà pubblicata solo dopo la sua laurea. Avendo passione non solo della scrittura ma an-che del disegno, lui stesso illustra le prime strisce della serie, lasciandone poi la realizzazione gra-fica a Phil Davis, che la disegnerà sino alla pro-pria scomparsa. Mandrake, che esordisce l’11

Giugno 1934, è un successo immediato, dopo meno di un anno - Febbraio 1935 - inizia la pubblicazione della tavola domenicale, realizzata dagli stessi autori.

Il 17 Febbraio1936 compare la prima striscia di The Phantom, e la prima tavola domenicale è del 28 Maggio 1939. Anche di questo personaggio dise-gno le prime strisce, ma poi passò l’incarico a Ray Moore, già assistente

di Davis. Varie idee delle storie di The Phantom furono di ispirazione per altri scrittori, ad esempio Ian Fleming le riutilizzò per alcune storie di 007 - un gruppo

di piloti costituito da sole donne, la modalità di fuga da una piscina di squali. Di The Phantom scrisse anche 5 romanzi - qui sotto la copertina del primo

- di una serie di 15 scritti anche da altri basandosi su storie a fumetti già pubblicate. Le prime storie dei suoi eroi nacquero

dalle letture più amate - leggende epiche europee, R.Kipling, E.R.Burroughs, A.Conan Doyle, etc - e solo successivamente fecero

riferimento ai suoi viaggi per il mondo. Entrambi i personaggi sono famosi in tutto il pianeta, con pro-duzioni a fumetti locali - americane, europee, asiatiche e au-straliane - in formato albo, di altri, numerosi autori, che tutt’ora proseguono - qui sotto una recente rivisitazione di Mandrake da parte della Marvel Comics. Varie le trasposizioni anche re-

centi al cinema e TV.Il teatro fu il secondo grande inte-resse di Lee Falk, che tra Boston e le Bahamas per 20 anni fu gestore di 5 teatri, produsse 300 spettacoli - con attori quali Marlon Brando e Charl-ton Heston - e ne diresse un centi-naio, scrisse 2 musical e 10 drammi.

Riferimenti:Enciclopedia mondiale del Fumetto, Corno Ed., 1978Cartoonist PROfiles, No.27, September 1975 Cartoonist PROfiles, No.110, June 1996http://www.deepwoods.org/lee_falk.htmlhttp://en.wikipedia.org/wiki/Lee_Falk http://www.rediff.com/news/1999/mar/29vir.htm (

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di Daniele TomasiArtisti del FumettoTh

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Prima apparizione di Phantom, strisce giornaliere del 22, 24 e 25 Febbraio 1936, nel rimontaggio dell’edizione italiana in volume pubblicata da Garzanti, 1972.

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8 di S.Calvaruso, M.Rizzo, A.Scalmani, D.Tomasi

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12 Seriali sul serio

1 - Benvenuti nella rubrica Seriali sul Serio. Il titolo, ironicamente allitterante, dovreb-be già spiegare l’intento. Ovverosia occu-parsi delle varie forme di serialità che sono state proprie del mondo “fumetto”.Il presupposto teorico è che ci sia una se-rialità “vera” e una “finta”, o meno vera.E che il gusto del pubblico, in tal senso, sia mutato profondamente.Fino a relativamente poco tempo fa, al-l’incirca trent’anni, l’attesa legata alle va-rie forme di serialità era infatti uno degli elementi che accompagnavano gli altri elementi tipici del fumetto, quali il testo e il disegno.La serialità era una componente fonda-mentale, che gli autori non ignoravano, anzi sfruttavano al meglio per creare su-spance e fidelizzazione.Ogni nazione, fra quelle che conosceva-no il fumetto, interpretava in maniera pe-culiare questa caratteristica.Nelle puntate seguenti vedremo vari esempi.Per non essere troppo vaghi possiamo ora fare un esempio di uso consapevole della serialità, anche se non proprio del medium Fumetto (scelto in quanto esem-plificativo): la prima puntata della serie te-levisiva “Doctor Who”.Questa serie, prodotta a partire dal 1963 dalla BBC, fu una rivoluzione per l’epoca e, a nostro avviso, buona parte della sua fortuna si è affermata grazie alla prima puntata, dove anzitutto si presentò il per-sonaggio con scelte narrative e registiche sconvolgenti, e inoltre si introdusse un clas-sico “cliffhanger”.Il “cliffhanger” è un trucco narrativo grazie al quale la puntata rimane in sospeso (tra-dotto dall’inglese “cliffhanger” vuol dire, infatti, “appeso a un precipizio”, che de-scrive una tipica situazione di pericolo in

cui poteva trovarsi il protagonista al termi-ne di ogni puntata dei movie serial, nome dei film a puntate che negli anni ‘10-’40 venivano proiettati con molto successo nei cinema statunitensi. Ovviamente la situa-zione veniva risol-ta all’inizio della puntata succes-siva). Nel caso specifico della prima puntata di DW parliamo di uso consapevole perché gli autori avevano già fat-to tanto con una puntata al di là di ogni immaginazio-ne, ma aggiungo-no, alla fine della stessa, l’inizio della successiva, con tanto di ombra che entra lateral-mente nell’inqua-

di Cesare Giombetti

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dratura a insidiare (come in un novello No-sferatu) il Tardis (strumento di navigazione spazio-tempo del DW a forma di cabina telefonica della polizia londinese) appe-

na atterrato in un nuovo luogo/tem-po, facendo i n t e n d e r e che ciò che attendeva il pubblico sarebbe sta-to ancor più sconvolgen-te.Oggi tutto ciò esiste an-cora?Tradiz ional-mente no. Si evita la con-catenazione e il vincolo in nome di una

maggiore velocità di fruizione richiesta dal pubblico moderno. Vale sia per i fumet-ti che per le serie televisive. Quando c’è una concatenazione si tratta di un fatto eccezionale e a tempo determinato.I fumetti seriali italiani hanno abbandona-to, da Dylan Dog in poi, la durata variabile in nome dell’autoconclusività.Parliamo, ovviamente, sempre di tenden-ze, perché anche prima di DD c’erano fumetti autoconclusivi, ma non erano la maggior parte (escludendo da questo discorso quelli umoristici, come i prodotti Walt Disney o Alpe, in cui il cliffhanger non aveva senso di esistere, a parte storie con un tono avventuroso), così come oggi ne esistono di frammentati, rivolti a un pubbli-co “nostalgico”, come i fumetti di Tex.Si parla di tendenze, quindi.Negli Stati Uniti, invece, nel mondo dei co-mic book, in teoria, non è cambiato nulla. In teoria. In pratica, però, è cambiato tutto. La serialità, infatti, oggi è vissuta come un ostacolo dettato dal marketing, sia per gli autori che per il pubblico, e si scrivono ci-cli pensati per la futura vendita libraria in raccolte rilegate (i volumi noti col nome paperback), perdendo del tutto o quasi la distanza che separava il graphic novel (romanzo grafico) dai comic book (albi normalmente di 24 pagine, nati per essere parte di un flusso potenzialmente infinito di narrazione, e nello stesso tempo relati-vamente au-toconclusivi).Prolificano, in-fatti, sempre più i one-shot (fumetti che durano un solo numero), mini o maxi-serie e speciali vari.Tutto ciò cam-bia decisa-mente la pro-spettiva.

In questa ru-brica, dunque, analizzeremo di volta in volta le diverse forme di utilizzo della com-ponente “serialità”, in particolare nel me-dium “Fumetto”. (

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Grimorius“(...) regioni di dolore e ombre d’angoscia,

e il riposo e la pace non si troveranno, ne’ mai quella speranza

che ogni cosa solitamente penetra; e solo una tortura perenne,

e un diluvio di fiamme nutrito di zolfo ardente, mai consunto (...)”

John Milton “Paradiso perduto” libro 1, vv. 59-69

di M.Benotto, S.Pavan, D.Tomasi

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Fumetto Il Fumetto è un linguaggio ca-ratterizzato da tre elementi fondamentali: storia, sequen-za e disegno. Un fumetto è quindi una storia narrata com-piutamente da una sequenza di disegni. Questo consente di dire che è fumetto anche una sequenza di disegni senza dialoghi, e che non è fumetto

una singola illustrazione, an-che se presenta delle nuvolet-te o delle didascalie con dei testi - in questo caso si deve parlare di vignetta, in lingua inglese cartoon. Un esempio

di questa distinzione la possia-mo fare con lo stesso perso-naggio, “Dennis the menace” di Hank Ketcham, che nelle immagini vediamo in una vi-gnetta e in un fumetto. (

Syndacate Secondo le ricerche degli sto-rici, il linguaggio del Fumetto vede definita la conformazio-ne delle attuali impostazioni nei primi del 1800, a cui risal-gono le pubblicazioni di Au-guste Toppfer, artista svizzero. Negli Stati Uniti d’America il Fumetto divenne un impor-tante veicolo espressivo, ma anche di successo editoriale presso il grande pubblico, con la pubblicazione sui quotidiani a partire dalla fine dello stesso secolo di numerosi personag-gi, inizialmente comici e satiri-ci, e successivamente anche avventurosi. Nacquero così delle società, i syndicates, che acquistavano i diritti di numerosi fumetti di vari ge-neri in modo da costituire un “parco” di titoli da riven-dere ai quotidiani dell’intera nazione. In questo modo un fumetto poteva essere letto in tutti gli USA, dalla costa atlantica a quella pacifica, comparendo in centinaia di quotidiani, nei casi di mag-gior successo superando il

migliaio di giornali. Attual-mente i syndicates distribui-scono le strisce ai quotidiani e le ripubblicano nei loro siti internet a partire dal giorno seguente, quindi con un ag-giornamento giornaliero.Tra i più famosi citiamo:

King Feature Syndicate - http://www.kingfeatures.com/ - Popeye, Phantom, ...United Feature Syndicate - http://www.unitedfeatu-res.com/ - Peanuts, Dilbert, Get Fuzzy, ...

Universal Press Syndicate - http://www.gocomics.com/explore/comics - Doonesbury, Calvin & Hob-bes, B.C., Garfield, Shoe, ....Tribune Media Service - http://www.gocomics.com/explore/comics - Beetle Bailey, Gasoline Al-ley, ...

Per un elenco piuttosto com-pleto dei personaggi e dei siti in cui vedere le strisce, con-sultare http://www.stus.com/3majors.htm (

Dizionario del Fumettodi Daniele Tomasi

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24 Dizionario del Fumetto

il prossimo mese col numeroRicordati di scaricarlo

gratuitamente dal sito internet http://dte.altervista.org/continua/ a partire dal 30 Ottobre !!!

Tavola domenicale Il successo dei fumetti sui quoti-diani portò allo sviluppo dell’in-serto domenicale, una sezione dei giornali costituita da più pa-gine (da 4 a 16) che conteneva-no le tavole domenicali - sunday page - le cui dimensioni poteva-no andare da una tripla striscia, che occupava mezza pagina, a una intera pagina come mo-strato nelle immagini. In questo sito http://www.butterfieldhou-se.biz/comic-herald.html potete vederne vari esempi. (

Striscia a fumetti Nei quotidiani i fumetti veni-vano pubblicati in forma di striscia - daily strip - ossia una struttura di vignette affianca-te, da 2 a 5, in cui si narrava una gag conclusiva - ossia che non aveva seguito nel-

la successiva striscia - o un frammento di una storia lun-ga e articolata in numerose strisce. Ogni giornale aveva una pagina appositamente dedicata alla loro pubbli-cazione. Le strisce venivano

successivamente ripubblica-te, raccolte in albi o in riviste - ComicMonthly esce col pri-mo numero nel 1922. (

Trasposizioni Il personaggi dei fumetti, visto il loro successo, hanno spes-so interessato i produttori di altri mezzi di comunicazione, che dopo l’acquisto dei diritti realizzavano delle trasposizio-ni, ossia delle narrazioni delle avventure riscritte per altri lin-guaggi, da quello radiofonico a quello cinematografico, da quello teatrale a quello televi-sivo. Spesso, con la scusa del-la difficoltà a rappresentare in un ambito diverso dal Fumet-to quelle storie, le trasposizioni

sono state poco fedeli all’ori-ginale, talora con modifiche che travolgevano il senso e le caratteristiche dei personaggi stessi. Ad ogni modo, esisto-no numerose trasposizioni in drammi radiofonici, in spettacoli teatrali - an-che in forma di musical - in produzio-

ni cinematografiche, in serie televisive, sia con attori che in forma di disegno animato. Un volume interessante a riguar-do - che meriterebbe un ag-giornamento essendo di oltre 30 anni fa - è “I film di carta” di Claudio Bertieri, con cui si può anche non essere d’ac-cordo nel giudizio dato sulle singole produzioni ma che è importante per le sue citazio-ni e catalogazione delle nu-merose trasposizioni di perso-naggi dei fumetti. (

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