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1 Consiglio Generale degli Italiani all’Estero Ministero degli Affari Esteri COMITATO DI PRESIDENZA (Roma, 18-20 ottobre 2004) Resoconto sommario LUNEDÌ, 18 OTTOBRE 2004 -I lavori iniziano alle ore 9.40 Presenti Franco Narducci, Andrea Amaro, Gino Bucchino, Tommaso Conte, Ugo Di Martino, Marco Fedi, Gian Luigi Ferretti, Lorenzo Losi, Silvana Mangione, Dino Nardi, Filomena Narducci, Luigi Pallaro, Claudio Pieroni, Giovanni Rapanà, Roberto Volpini. On. Mario Baccini, Sottosegretario di Stato Dr. Gian Marco Macchia, Segreteria dell’On. Baccini Min. Plen. Adriano Benedetti, Direttore Generale della DGIEPM Min. Plen. Sandro Siggia, Vice Direttore Generale della DGIEPM Consiglieri: Giulio Alaimo, Capo Ufficio I della DGIEPM; Daniele Perico, Capo Ufficio II della DGIEPM; Dott. Augusto Vaccaro, Capo ufficio III della DGIEPM, Anna Maria Venanzi, Ufficio II della DGIEPM Dott. Carlo Ciofi, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro per gli Italiani nel Mondo Consigliere del CGIE Antonio De Sossi, Presidente FUSIE Aldo Di Biagio della CIPAS; Massimo Bocci della CIPLA; Aldo Amoretti della CEPA Massimo Magliaro, Direttore di RAI International; Erasmo Lionetti e Fiammetta Giani di RAI International Min. Plen. Torquato Cardilli, Segretario del CGIE. Assenti Elio Carozza

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Consiglio Generale degli Italiani all’Estero Ministero degli Affari Esteri

COMITATO DI PRESIDENZA

(Roma, 18-20 ottobre 2004)

Resoconto sommario

LUNEDÌ, 18 OTTOBRE 2004 -I lavori iniziano alle ore 9.40 Presenti Franco Narducci, Andrea Amaro, Gino Bucchino, Tommaso Conte, Ugo

Di Martino, Marco Fedi, Gian Luigi Ferretti, Lorenzo Losi, Silvana Mangione, Dino Nardi, Filomena Narducci, Luigi Pallaro, Claudio Pieroni, Giovanni Rapanà, Roberto Volpini. On. Mario Baccini, Sottosegretario di Stato Dr. Gian Marco Macchia, Segreteria dell’On. Baccini Min. Plen. Adriano Benedetti, Direttore Generale della DGIEPM Min. Plen. Sandro Siggia, Vice Direttore Generale della DGIEPM Consiglieri: Giulio Alaimo, Capo Ufficio I della DGIEPM; Daniele Perico, Capo Ufficio II della DGIEPM; Dott. Augusto Vaccaro, Capo ufficio III della DGIEPM, Anna Maria Venanzi, Ufficio II della DGIEPM Dott. Carlo Ciofi, Capo della Segreteria Tecnica del Ministro per gli Italiani nel Mondo Consigliere del CGIE Antonio De Sossi, Presidente FUSIE Aldo Di Biagio della CIPAS; Massimo Bocci della CIPLA; Aldo Amoretti della CEPA Massimo Magliaro, Direttore di RAI International; Erasmo Lionetti e Fiammetta Giani di RAI International Min. Plen. Torquato Cardilli, Segretario del CGIE.

Assenti Elio Carozza

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Presidenza del Segretario Generale Franco NARDUCCI Il PRESIDENTE ricorda che, secondo quanto era stato convenuto, la prima ora della riunione si svolgerà a porte chiuse e sarà dedicata alla visione dei documenti nonché a stabilire una linea comune in riferimento alla Relazione di Governo. A proposito della Legge Finanziaria, è importante valutare quali saranno le ricadute sulle comunità all’estero; da una prima valutazione, in assenza di ulteriori emendamenti sembrerebbero in linea di massima confermati per il 2005 gli importi riconosciuti nel 2004. In ogni caso, relativamente all’emigrazione c’è un alleggerimento di circa 18 milioni di euro, non comparendo nella Finanziaria 2005 i 13 milioni di euro relativi alle elezioni dei Comites e quanto era stato previsto per l’elezione del CGIE. Di fronte alla manovra che riporterà in Italia numeroso personale dall’estero, che non sarà sostituito, dovrebbe essere incrementato il cap. 1280, riguardante i Consoli onorari. Quanto all’assistenza diretta, si dovrebbe chiedere alla DGIEPM la tabella relativa alla destinazione dei fondi. Occorre poi un chiarimento in ordine al capitolo 3092 riguardante i digitatori, poiché si era parlato di una triplicazione dell’importo. Il Ministro Torquato CARDILLI (Segretario del CGIE) informa di aver inviato il Documento finale del CdP di settembre su istruzioni del Segretario Generale a tutti i Capigruppo parlamentari, ricevendo risposta soltanto dall’On. Anedda (A.N.), che cercherà di sostenere le ragioni del CGIE. Marco FEDI (Australia) ricorda che a proposito dei digitatori si era parlato di ricorrere a società di servizi, mentre a Melbourne sarebbe privilegiata la soluzione di una proroga dei contratti laddove questi non si trasformassero automaticamente a tempo indeterminato. È importante conoscere se esiste la possibilità di uno strumento diversificato. La questione va chiarita, afferma il PRESIDENTE, il quale ricorda che nel 2004 l’investimento è stato di 20 milioni di euro per 350 contrattisti, buona parte dei quali si cercherebbe di recuperare attraverso le società di servizi alle quali ci si rivolgerà, anche in considerazione del fatto che la Germania ha segnalato ai Ministri Frattini e Tremaglia come non possa essere affidato ai digitatori un lavoro particolarmente delicato come l’aggiornamento dell’anagrafe. Rispondendo a Tommaso CONTE (Germania), che non ricorda che si sia detto che i contrattisti sarebbero stati assunti dalle ditte di lavoro interinale, il PRESIDENTE fa memoria che non vi è stata un’affermazione esplicita in tal senso da parte del Ministro Benedetti (Direttore Generale della DGIEPM), ma questo è stato fatto intendere anche dal Ministro Siggia (Vice Direttore Generale della DGIEPM) e dal dott. Ciofi (Capo della Segreteria del Ministro Tremaglia). Tommaso CONTE (Germania) fa rilevare che a Stoccarda sono già stati assunti quattro nuovi digitatori.

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Il PRESIDENTE informa che per discutere della Finanziaria è stato chiesto un incontro con il Ministro Frattini, che però è negli Stati Uniti, e con il Sottosegretario Letta, dal quale si attende una risposta. È stato anche chiesto un incontro con il Comitato Parlamentare degli italiani all’estero, che ha presentato tre possibilità, la più praticabile delle quali ritiene sia il 4 novembre; se d’accordo, dovrebbe recarvisi una delegazione del CdP. Per l’indomani è previsto un incontro con il Coordinamento dei Patronati e con il Direttore di RAI International Magliaro, al quale assisterà anche il Presidente della FUSIE. Dino NARDI (Svizzera) ritiene opportuno richiedere la tabella relativa alla distribuzione dei fondi per l’assistenza indiretta. Il PRESIDENTE ricorda che il CdP, che ne aveva fatto richiesta, deve esprimere la propria valutazione sulla proposta di introdurre nuove procedure per l’affidamento dei servizi informativi da parte dell’Amministrazione. Nella documentazione presentata - egli osserva – non compare il parametro relativo alla cadenza, che a seconda delle agenzie è quotidiana, settimanale o mensile, ma si parla soltanto di parametri fino a 250, a 500 e 750 bersagli raggiunti. Marco FEDI (Australia) osserva che l’impostazione data è il risultato della discussione intervenuta con gli Uffici competenti, che va ripresa sui criteri di gestione, da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri, dei fondi per la stampa all’estero, che andrebbero incrementati. La questione è stata a suo tempo affrontata dalla I Commissione Tematica. A proposito di RAI International, il Presidente della I Commissione Tematica, Randazzo (Australia), che per un disguido non ha ricevuto la mail del Segretario Generale, ha predisposto un documento incentrato sull’area continentale, che sarebbe utile avere in vista dell’incontro con il Direttore Magliaro. Tommaso CONTE (Germania) ricorda che in occasione dell’incontro con la d.ssa Venanzi (Ufficio II della DGIEPM) era stato posto l’accento in particolare sul fatto che le agenzie di stampa dovessero specializzarsi, perché non fossero da tutte pedissequamente ripetute le stesse cose. A questo aspetto nel regolamento distribuito non si fa cenno e c’è da supporre che si continuerà a distribuire fondi a pioggia. Se così fosse, egli esprimerebbe parere negativo suggerendo che i fondi siano assegnati a una sola agenzia. Sulla questione varrebbe la pena di rivedere il verbale della discussione di aprile del CdP, e comunque ci si deve domandare se ci si ritenga soddisfatti di come vengono utilizzati i fondi pubblici. Poiché non tutti i componenti l’attuale CdP facevano parte del precedente Comitato, Silvana MANGIONE (USA) chiede che sia resa disponibile la documentazione di cui si parla. A proposito della Bozza di Regolamento distribuita, laddove a pag. 4 si parla della diramazione dell’informazione dell’utenza, è opportuno aggiungere il CGIE. Vorrebbe anche conoscere l’entità dello stanziamento e la sua ripartizione per il 2003 e 2004.

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Domanda infine perché alle trattative non debba partecipare anche il Presidente della I Commissione Tematica del Consiglio Generale. Marco FEDI (Australia) ricorda che il CdP ha valutato il rischio che un atteggiamento negativo nei confronti delle agenzie di stampa potrebbe sottrarre uno strumento che comunque fornisce informazioni e la cui importanza è stata riconosciuta anche dalla Commissione Informazione del CGIE. È sicuramente necessaria una diversificazione, e alcune agenzie vi hanno già provveduto, ma ci si deve domandare se il Regolamento predisposto sia lo strumento migliore per raggiungere tale diversificazione. Ai fini del punteggio è da tenere presente l’osservazione del Consigliere Conte (Germania). Il Ministro Torquato CARDILLI invita i Consiglieri a trarre conclusioni perché una risposta va data in questa sessione, dato che si tratta di fondi 2004. A proposito del parere da esprimere, sui contributi a enti e patronati con sede in Italia e filiazioni all’estero, il PRESIDENTE ricorda che il Consigliere Ferretti (Italia) aveva posto il problema del CTM, che non è stato tenuto in considerazione. Sul funzionamento del CGIE è stato a suo tempo elaborato un documento e alcune questioni sono da discutere. Non ritiene razionale che al termine della Relazione del Governo si faccia un dibattito sui punti che sono poi all’ordine del giorno; è preferibile fare valutazioni politiche, senza entrare nel merito di quanto sarà poi affrontato nella successiva discussione dell’ordine del giorno. Al Rappresentante del Governo va chiesto che possibilmente ritorni alla conclusione dei lavori del CdP, per fornire eventuali risposte a quesiti posti nel corso dei lavori. È inoltre necessario fissare con chiarezza le regole in ordine a chi rappresenta il CGIE verso l’esterno, ed egli ricorda che era stato stabilito che le questioni di ordine generale riguardanti la comunità e la politica del CGIE passassero attraverso la Segreteria e il Segretario Generale. Puntualizza infine che la responsabilità politica degli atti elaborati è di tutto il Comitato di Presidenza. Poiché il resoconto dei lavori del CdP è pubblicato in Internet, riterrebbe che la sintesi debba risolversi nel solo resoconto delle delibere assunte. Marco FEDI (Australia) concorda sull’impostazione dei lavori in ordine alla Relazione di Governo, a meno che essa non contenga elementi diversi da quelli all’ordine del giorno; concorda pure che tutte le iniziative debbano passare attraverso la Segreteria e il Segretario Generale. Per tale motivo, senza il preventivo parere del CdP non ha ritenuto di diramare gli inviti che gli erano stati sollecitati in vista della riunione continentale dei Paesi anglofoni, alla Presidente della Commissione Pari Opportunità e a una rappresentante del Parlamento. Tra l’altro, è dell’avviso che qualsiasi invito debba partire dalla Segreteria. Ricorda che per riportare brevemente le questioni centrali, le delibere e le cose importanti decise era nata l’idea della sintesi dei lavori del CdP, ed egli ritiene moralmente e politicamente dovuto che in Internet sia pubblicato tutto il lavoro svolto, anche al fine di dimostrare ciascuno ai propri elettori di avere un atteggiamento coerente.

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Silvana MANGIONE (USA) segnala che nella trascorsa legislatura del CGIE vi era una percezione negativa della non personalizzazione del Comitato di Presidenza. Concorda sul fatto che la rappresentanza politica è del Segretario Generale, il quale tiene i rapporti con l’esterno; che passino attraverso la Segreteria le iniziative verso le istituzioni decise dal CdP; che si faccia la sintesi dei lavori. La sua richiesta di menzionare i redattori del gruppo di lavoro, che peraltro è disposta a ritirare, era volta a indicare di volta in volta chi redige il documento, anche per dare un segnale che il CdP sceglie in base a determinate competenze e professionalità. Gino BUCCHINO (Canada) concorda sull’opportunità di limitare gli interventi agli aspetti politici della Relazione del Governo. Non è invece d’accordo che in Internet appaia l’intero dibattito svolto nel CdP, anche per evitare eventuali rischi di protagonismo. Non sono le singole persone ma l’intero Comitato che risponde all’Assemblea del CGIE. Roberto VOLPINI (Italia) ritiene opportuno il richiamo relativo agli interventi sulla Relazione del Governo. È dell’avviso che i componenti il CdP abbiano il dovere di esprimere la collegialità dell’organismo, e non le individualità; non ritiene pertanto opportuna la diffusione del resoconto in Internet, e ci si potrebbe semmai limitare all’indicazione dei pareri contrari, qualora ve ne siano. Dino NARDI (Svizzera) è anch’egli dell’idea che non sia opportuna la diffusione in Internet e, quanto alla proposta del Consigliere Silvana Mangione (USA), non ritiene che il CdP debba avere al suo interno dei gruppi redazionali. I lavori, sospesi alle ore 10.30, riprendono alle ore 10.45 in forma allargata Il PRESIDENTE saluta l’on. Baccini (Sottosegretario agli Affari Esteri), il Ministro Benedetti (Direttore Generale della DGIEPM), il Ministro Siggia (Vice Direttore Generale della DGIEPM) e i collaboratori della Direzione Generale degli italiani all’estero. Punto B dell’OdG: Relazione del Governo e dibattito Con riferimento al cap. 3103, l’on. Mario BACCINI (Sottosegretario agli Affari Esteri) ricorda anzitutto che 37 Comites sono in attesa del finanziamento ordinario e 50 hanno sollecitato quello integrativo; che la variazione compensativa disposta dal Ministro Frattini è stata respinta e che il MAE ha poi sollecitato l’inserimento, nella Legge di assestamento di bilancio 2004, di un emendamento che preveda uno stanziamento pari alla somma decurtata con il decreto taglia-spese. È auspicabile che una forte iniziativa politica e l’impegno personale del Ministro Tremaglia consentano di definire positivamente la questione. La Legge Finanziaria 2005 in discussione al Parlamento non si discosta dal 2004, per quanto riguarda i capitoli che interessano le comunità all’estero e si vigilerà affinché non intervengano decurtazioni. Quanto ai contrattisti temporanei, poiché i contratti in scadenza non potranno essere rinnovati il MAE sta studiando soluzioni alternative per consentire alla Rete diplomatico-consolare di procedere nell’aggiornamento dell’anagrafe. Poiché allo stato

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attuale le elezioni politiche si svolgerebbero senza le necessarie garanzie, egli informa che per consentire l’assunzione di un consistente numero di digitatori tramite società di servizi, è stato chiesto un aumento dello stanziamento 2005 sul cap. 3092, che non può essere inferiore a 6 milioni di euro. Il Comitato permanente anagrafico elettorale ha già tenuto alcune riunioni, sia a livello plenario che di tavoli tecnici. A proposito del voto all’estero, segnala che la Commissione Affari Costituzionali del Senato si è recata in Canada e negli Stati Uniti per acquisire di prima mano elementi conoscitivi. Una sua delegazione ha incontrato le Autorità canadesi, le quali in particolare temono che la legge possa consentire l’elezione di un proprio cittadino in un Parlamento straniero. Circa l’elettorato passivo, il Governo locale non ha fornito garanzie sulle conseguenze che possano derivare che alcun pregiudizio possa derivare per il posto di lavoro e per i diritti individuali dei connazionali, a seguito della partecipazione al processo elettorale. Si presentano due possibilità, accolte negativamente dalla comunità e dalle associazioni: di non procedere al voto per corrispondenza, o di prevedere il voto solo per liste di candidati non residenti in Canada. Richiama quindi il disallineamento tra le anagrafi consolari e l’AIRE e sollecita i Comites, il CGIE e i media locali a promuovere un’azione di sensibilizzazione della collettività, affinché si registri presso gli Uffici consolari e comunichi le variazioni anagrafiche. La comunità italiana in Canada si è mobilitata avverso la decisione dell’Authority canadese delle comunicazioni, di non consentire a RAI International la trasmissione del segnale via satellite. Allo stato attuale, l’informazione rimarrà affidata alla stampa e alle emittenti rivolte alla comunità italiana. Si sta valutando la possibilità di obbligare i media che ricevono contributi dallo Stato italiano di mettere a disposizione delle liste di candidati spazi per la propaganda elettorale. Sulla base dei dati forniti dal Consolato di New York, una delegazione della stessa Commissione ha individuato dei punti critici nel metodo di voto per corrispondenza, alcuni dei quali risolvibili tramite l’utilizzo di una opportuna tecnologia. Per tentare di risolvere il problema del disallineamento tra l’anagrafe consolare e le liste del Ministero dell’Interno, il Consolato di New York ha proposto che gli Uffici consolari forniscano le proprie liste al Ministero dell’Interno, che dovrebbe restituirle avendo eliminato i nominativi dei non aventi diritto al voto, mentre i Comuni dovrebbero integrare le liste consolari con i nominativi degli iscritti soltanto all’AIRE. È stata lamentata la scarsa informazione in occasione dei referendum e delle elezioni dei Comites e del tutto inutili sono state giudicate le forme di comunicazione adottate da RAI International. È stata anche sottolineata l’opportunità che pure le Regioni assumano l’impegno di informare i propri corregionali all’estero. In tema di informazione, riferisce che i competenti Uffici del MAE stanno valutando quali possano essere i migliori parametri per l’individuazione delle agenzie di stampa destinatarie dei contributi. Prima che abbia inizio il dibattito, il PRESIDENTE chiede se sia possibile al Sottosegretario intervenire mercoledì mattina, per fornire chiarimenti e risposte sulle questioni che emergeranno nel corso dei lavori del CdP, con riguardo alla Relazione di

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Governo, e ne ha conferma. Osserva che nei dibattiti dei quali si ha notizia tramite i media si è discusso di un limite del 2% all’aumento della spesa, per rispettare i parametri di Maastricht ed evitare il ripetersi di decreti taglia-spese, ma per quanto riguarda gli Affari Esteri sembra sia stato mantenuto lo status quo, anzi, c’è un alleggerimento dei 14 milioni di euro relativi alle elezioni dei Comites e del CGIE. Anche tenendo conto di tale alleggerimento, per alcuni capitoli il CdP chiede un miglioramento, come per quello relativo ai Consolati, dai quali a fine anno molti dipendenti rientreranno in Italia e non saranno sostituiti. Fa anche presente che dello stanziamento di 800 mila euro che avrebbe dovuto essere aggiuntivo, di cui si è parlato a lungo, non vi è traccia nella Finanziaria 2005. Il principio dell’aumento del 2% dovrebbe essere applicato anche al capitolo dell’assistenza diretta, per tenere conto delle convenzioni che si stanno stipulando con gli ospedali del Sud America. Sulla questione del voto all’estero, che preoccupa particolarmente, si delineano soluzioni sulle quali si dovrebbe riflettere a lungo. Marco FEDI (Australia) fa riferimento all’atteggiamento di prudenza del Governo nell’intaccare l’impianto della Legge di assestamento e al lavoro in sede parlamentare del Ministro Tremaglia, di cui si parla nella Relazione di Governo, per assicurare che ciascuno si impegnerà con i propri referenti politici perché sia dato un sostegno per poter raggiungere un risultato positivo. Nota però che lo stesso Governo dovrebbe far presente alle forze politiche la contraddizione insita nel fatto che, dopo che è stata fatta una legge di riforma voluta appunto dal Governo, i Comites non dispongono di finanziamenti che consentano loro di operare. Fa rilevare che in Australia il cap. 3092 è stato sottoutilizzato, a fronte di una situazione non diversa dalle altre parti del mondo. Chiede se esso rappresenti lo strumento migliore per affrontare la situazione e se sarà messo in grado di rispondere alle esigenze in tempi rapidi. Chiede poi che al personale che nel frattempo ha lavorato e si è formato sia data la possibilità di reimpiego attraverso società di servizi. Con riferimento al lavoro della Commissione Affari Costituzionali del Senato, di cui si è data notizia, domanda se si stia pensando alla riforma della legge ordinaria per l’esercizio in loco del diritto di voto. Nella Relazione, inoltre, non si fa cenno alla riforma costituzionale per cui dal 2011 non ci saranno più i 6 senatori, e vorrebbe capire qual è l’orientamento del Governo. Roberto VOLPINI (Italia) osserva che con il cap. 3092 è in gioco la garanzia dell’esercizio di voto e di partecipazione dei cittadini italiani all’estero non solo alle prossime elezioni politiche, ma anche ai previsti referendum, uno dei quali riguarderà le riforme costituzionali. Tra l’altro, tale capitolo ha un finanziamento pari a quello del 2004, e dunque non è stata accolta la proposta del MAE, di un incremento di 623 mila euro, mentre in realtà occorrerebbero 6 milioni di euro. È anche importante, a suo parere, conoscere l’articolazione di tale capitolo, per sapere quanto viene devoluto per l’aggiornamento dell’anagrafe. Gino BUCCHINO (Canada) si dice perplesso per il fatto che la Relazione di Governo non affronta le questioni finanziarie nello loro totalità. In essa, infatti, si riconoscono le

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difficoltà in cui si dibattono i Comites e che l’aggiornamento dell’anagrafe consolare rappresenta un problema, ma si afferma pure che i vincoli di bilancio invitano alla prudenza. Ciò sembra anticipare che non si possa contare su alcun miglioramento proveniente dalla legge di assestamento di bilancio, né le soluzioni possono essere affidate esclusivamente all’impegno del Ministro Tremaglia, spesso inascoltato. Il fatto che non sia stata data risposta a tante questioni, come la riforma della legge 153 e quella del CGIE, fa pensare ad un forte calo di attenzione nei confronti degli italiani all’estero e che sia imminente la fine del Consiglio Generale. Si augura che quanto detto a proposito delle votazioni in Canada non sia definitivo e che siano all’attenzione altre possibilità, come l’esclusione dall’elettorato passivo dei doppi cittadini. Ricorda quindi che altri Paesi hanno già votato per i loro Parlamenti. Domanda infine cosa succederà se milioni di cittadini non potranno esercitare il proprio diritto costituzionale. Andrea AMARO (Italia) considera che la Finanziaria penalizza fortemente le attività culturali e l’assistenza. In vista dei previsti impegni elettorali, l’operazione di riallineamento delle liste va necessariamente fatto prima delle elezioni politiche, ed egli domanda se i denari impegnati e le misure finora adottate abbiano assicurato un vero passo avanti. Forse converrebbe riprendere politicamente l’idea che il Governo decida di assumere le liste dei Consolati, superando la contraddizione tra liste più vicine al vero ed altre assai formali. Ciò non contraddice la necessità di proseguire nell’opera di aggiornamento. Osserva che di fronte a esigenze di carattere eccezionale si può ricorrere a forme di assunzione temporanea e di precarietà, che però producono aspettative alle quali non si può poi dare risposta positiva. Sarebbe forse opportuna una considerazione strategica meno condizionata dall’emergenza. Chiede infine se sia possibile conoscere i dati relativi ad altri Ministeri in tema di pubblica istruzione e lavoro, che consentano una valutazione più ampia. Tommaso CONTE (Germania) ritiene poco esaustiva la Relazione del Governo, per la massima parte incentrata sull’indagine conoscitiva sul voto all’estero effettuata dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato negli Stati Uniti e in Canada, che in Germania si è limitata a un breve scambio di idee. Ricorda che nella precedente riunione del CdP era stata posta la questione del pagamento di coloro che avevano lavorato ai seggi in occasione delle elezioni dei Comites, e ora non se ne fa cenno. Si aspettava che fosse finalmente risolta la questione del finanziamento ai Comites, una forma che, evidentemente in modo erroneo, si era ritenuto non potesse essere assoggettata a tagli. A proposito della Finanziaria 2005, osserva che rispetto all’anno precedente c’è una decurtazione di 26 milioni di euro, mentre le agenzie di stampa avevano diffuso notizie confortanti e addirittura indicato che erano stati reperiti i fondi per i contrattisti a tempo determinato. La realtà è che, per quanto riguarda i Comites, non vi è alcuna garanzia in quanto si deve tenere in considerazione l’atteggiamento di prudenza per quanto riguarda l’impianto della legge di assestamento. Suscita perplessità l’impossibilità di avere risposte, che tra l’altro ha come conseguenza la perdita di credibilità dei Consiglieri del CGIE.

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L’on. Mario BACCINI fa rilevare che il Governo nella sua Relazione ha detto quanto vi era dire e dal CdP è atteso un contributo alle iniziative, tenendo conto ciascuno del proprio ruolo. Questo non è un Parlamento nel quale si sviluppa un dibattito e il CdP non è un organismo politico; da esso si attende una posizione ufficiale che sia di aiuto al Governo nelle iniziative da intraprendere. Non ritiene che i Consiglieri abbiano referenti politici se non il Parlamento e il Governo, anche se è certo che il Segretario Generale e il CdP debbono avere collegamenti con i gruppi parlamentari, indipendentemente dagli orientamenti politici di ciascuno. Per quanto riguarda la Finanziaria, il Parlamento è sovrano, e c’è un ridisegno generale del sistema Paese secondo le nuove esigenze. Il CGIE è considerato un organismo di supporto molto importante, che può aiutare ad essere all’altezza delle sfide aperte con il voto all’estero e la rappresentanza parlamentare. Quella attuale è una fase storica, c’è un riequilibrio dei processi ed egli invita all’uso di termini che consentano di dialogare. A proposito della Commissione parlamentare, ci si è limitati a informare il CdP degli atti che sono pervenuti. Rivendica il tentativo, nel ridisegno di una Finanziaria difficile, di evitare per quanto possibile una penalizzazione del CGIE, i cui lavori sono ritenuti estremamente importanti per il supporto che possono dare ai fini dell’individuazione delle priorità sulle quali concentrarsi. Ha registrato le preoccupazioni, di cui darà conto al Ministro degli Esteri e al Ministro Tremaglia ed ha ascoltato il grido di allarme che è stato lanciato, utile anche per le determinazioni politiche necessarie. La Farnesina sta lavorando anche sulla riforma del sistema delle risorse umane da impiegare all’estero, e la questione dei contrattisti va vista in un quadro più generale attualmente allo studio. È la stagione delle riforme, che hanno riguardato le pensioni, il conflitto di interessi, l’università, ed è all’esame del Parlamento la riforma della promozione della cultura all’estero; tutte iniziative, egli considera, che possono essere oggetto di sia critiche che di assenso. Attenderà di conoscere le considerazioni del CdP, sulle quali si potrà ragionare con attenzione. Il PRESIDENTE ricorda che si è sempre fatto tesoro delle Relazioni del Governo. Ragionando sulla Finanziaria si era permesso una notazione che dal punto di vista del metodo non ritiene sia fuori del quadro o di parte. L’incremento del 2% pensa possa essere applicato ed è certo che il Sottosegretario si farà portavoce di tale posizione e che la sosterrà nel dibattito parlamentare, canalizzando l’intervento su alcuni particolari aspetti, come quello dei Consoli onorari e dell’assistenza diretta. Nel capitolo sui digitatori non vi sono aumenti rispetto al 2004. Le questioni che emergeranno potranno essere discusse nell’incontro previsto per il prossimo mercoledì. Silvana MANGIONE (USA) si sofferma sulla coincidenza della celebrazione della Settimana della cultura italiana e del taglio di circa 12 milioni di euro nei capitoli che hanno a che fare con la lingua, la cultura, la formazione, i corsi. Il Governo sta procedendo a un reindirizzo della spesa e un maggiore investimento nella cultura è assolutamente fondamentale. È paradossale il fatto che l’Istituto di italiano di cultura di New York abbia un budget di 200 mila dollari a fronte di ben più consistenti importi a

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disposizione dell’Alliance française o del Goethe Institut. Filomena NARDUCCI (Uruguay) rappresenta la sua preoccupazione relativa al capitolo dell’assistenza diretta, per il quale è previsto uno stanziamento di 13 milioni di euro, a fronte dei precedenti 23 milioni (escluso il 2004) e di una richiesta di 25 milioni. La Rete consolare è inadeguata, in America Latina la popolazione è in continua crescita e sono messi a rischio i diritti fondamentali, come quello di cittadinanza e di voto. Triplicare il numero dei digitatori è del tutto insufficiente ed ella lancia un grido di allarme, che fa eco a quello della recente riunione continentale. L’on. Mario BACCINI assicura che farà tesoro delle considerazioni che il CdP vorrà esprimere su questioni strategiche per la vita delle comunità all’estero, cui attingere per le determinazioni successive. Luigi PALLARO (Argentina) si sofferma sulla grave situazione in America Latina, e in particolare in Argentina, e ritiene gravissimo il prossimo previsto dimezzamento degli organici dei Consolati, che avrà serie ripercussioni sulla comunità italiana. Chi richiede oggi la cittadinanza può sperare di averla tra dieci anni e ci sono problemi per il rinnovo dei passaporti. Occorre evitare che i tagli di finanziamenti abbiano ripercussioni sui Paesi latino-americani. In tema di assistenza egli sottolinea l’opportunità di creare una banca dati per ogni singolo Paese, e propone di promuovere un’indagine in America Latina al fine di conoscere la reale situazione. Non sarebbe, a suo avviso, da sottovalutare l’ipotesi di impegnare le Regioni, e in proposito riferisce di una sperimentazione della Regione Veneto, sulla cui base è stato valutato che la spesa per l’assistenza medica per tre anni a mille corregionali non supererebbe l’importo di 2 dollari al giorno. Con capitali non particolarmente ingenti si potrebbe forse fare molto, una volta avuta una chiara visione della situazione. Per Giovanni RAPANA’ (Canada) sarebbe stato particolarmente utile conoscere in quale misura il Ministro Tremaglia potrà intervenire per recuperare i fondi tagliati ai Comites; è comunque discutibile che per ottenere qualcosa si debba puntualmente ricorrere al Ministro per gli Italiani nel Mondo. Se è vero che i Comites sono organismi importanti, a mantenerli in vita dovrebbe impegnarsi il Governo; altrimenti gli si dovrebbe chiedere un atto di coerenza, e dunque che li chiuda evitando di lasciarli agonizzare, dopo che hanno perduto credibilità e si sono sentiti delegittimati. Quanto all’indagine conoscitiva della Commissione senatoriale, fa rilevare che la comunità italiana è stata intervistata at large: soltanto il 20% dei Presidenti di associazioni intervistati ha la cittadinanza italiana. Dalla Relazione del Governo, poi, non è emersa la pressante richiesta di riapertura dei termini per il riacquisto della cittadinanza italiana, nonostante il sen. Magnabo’ si sia fatto carico di intervenire presso la sua Commissione per rappresentare tale esigenza. Ugo DI MARTINO (Venezuela) osserva che la Relazione del Governo non ha toccato tutti i problemi degli italiani all’estero. I tagli sono una realtà, il MAE non è in condizione di far fronte alle esigenze della comunità e con i fondi a disposizione del

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cap. 3092 ritiene non si possa neppure effettuare la bonifica dell’anagrafe consolare. Si tratta di capire quali sono le necessità delle comunità italiane nel mondo e cosa esse possono offrire al Governo italiano. Diritto di voto significa partecipazione, e questa è possibile solo se ne esistono i presupposti. Non si può dunque procedere con palliativi e se alle istituzioni è dovuto rispetto, questo deve essere reciproco. Segnala infine che è in preparazione un incontro a Caracas con le nuove generazioni del Venezuela, per avere una più chiara visione della loro preparazione, dell’inserimento nel tessuto sociale e di cosa possono offrire all’Italia. Dino NARDI (Svizzera) fa riferimento all’indagine della Commissione senatoriale per considerare discutibile che si riferiscano opinioni sul voto all’estero, dal momento che ormai esiste una legge. L’indagine, a suo avviso, avrebbe dovuto invece rimarcare i problemi relativi all’anagrafe, che creeranno grosse difficoltà in vista delle prossime scadenze elettorali. A proposito delle dichiarazioni trionfalistiche sui contrattisti, che danno per risolti problemi che risolti non sono, considera che la scelta di assumere digitatori non rappresenta una soluzione, in quanto rispetto ai contrattisti si avrà una drastica contrazione numerica. Condivide l’opportunità di sollecitare le agenzie di lavoro interinale ad assumere i contrattisti, che già hanno maturato esperienze e dato buona prova di sé. Fa quindi riferimento alla Settimana della cultura italiana per rilevare che da anni se ne è soltanto spettatori, mentre sarebbe opportuno un coinvolgimento del CGIE. Si è stupito dell’affermazione del Sottosegretario Baccini, che il CdP non è un organismo politico, poiché egli riteneva di essere un rappresentante politico della comunità che l’ha eletto. È opportuno che quanto si vuole rappresentare al Governo sia recepito in un documento, come peraltro il Comitato di Presidenza non ha mai mancato di fare. Con riferimento al voto all’estero, Claudio PIERONI (Brasile) osserva che in America Latina il principale problema è costituito dal riconoscimento della cittadinanza, per il quale si debbono attendere fino a 19 anni, come nel caso di Curitiba. Ricorda che in occasione della riunione continentale erano state avanzate alcune proposte di razionalizzazione del lavoro, e vorrebbe sapere se sono state prese in considerazione. Poiché il punto successivo all’ordine del giorno è la Legge Finanziaria 2005, il PRESIDENTE svolge alcune considerazioni su cui si potrà poi discutere. Non gli è chiaro dove siano confluite le risorse del cap. 1163, scorporato dal cap. 1280 e poi abolito. Con riferimento ai Comites che non hanno ricevuto il finanziamento per effetto del decreto taglia-spese, chiede se sia possibile prevedere cosa avverrà. Rispetto alla legge di bilancio 2004 sembrerebbero non esservi tagli, ma le proposte del MAE, corrispondenti ai bisogni segnalati dalla Rete all’estero, erano superiori ed egli chiede come ci si debba attivare con un documento, affinché non intervengano fattori negativi. Quanto ai digitatori, occorre un chiarimento dal momento che non sono previsti aumenti nel relativo capitolo di spesa. I lavori, sospesi alle ore 11.25, riprendono alle ore 11.30

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Il Ministro Adriano BENEDETTI (Direttore Generale della DGIEPM) fa rilevare che le critiche alla Relazione di Governo non hanno in realtà ragion d’essere in quanto, a distanza di sole 4-5 settimane dalla precedente, non poteva contenere elementi di novità e dunque si è limitata a riferirsi ai punti all’ordine del giorno. Egli non ritiene sia stato un errore incentrarla sulle questioni finanziarie. I tagli apportati ai finanziamenti per il 2004 e la Finanziaria 2005 richiedono considerazioni diverse. I tagli riguardano essenzialmente il capitolo sui Comites e le riunioni fra i Presidenti dei Comites all’interno di uno stesso Paese. Si era cercato di porvi rimedio attraverso una variazione compensativa che l’Ufficio centrale del bilancio ha rigettato, perché un provvedimento amministrativo non può innovare rispetto a una disposizione di legge. Occorre pertanto un emendamento nell’ambito della legge di assestamento di bilancio ed egli attualmente non intravede soluzioni, a meno che in sede di dibattito parlamentare non vi sia una presa di posizione nei confronti del Governo. Qualora la reintegrazione del capitolo non avvenisse in sede parlamentare, 37 Comites non riceveranno il finanziamento, cosa che egli considera anomala. Né può essere adottata la soluzione proposta nello scorso incontro dal Consigliere Conte (Germania), che i Consolati forniscano lettere di garanzia su fondi che è possibile non siano erogati per il 2004. Quanto alla Finanziaria 2005, i capitoli attinenti all’emigrazione non hanno subito decurtazioni rispetto al 2004 e questo dovrebbe indurre a una certa prudenza nelle considerazioni. Non può condividere la posizione del Segretario Generale in ordine alla possibilità di aggiungere ai capitoli destinati alle comunità all’estero i fondi di volta in volta assegnati per gli esercizi elettorali. Circa l’aumento del 2%, tiene a precisare che non necessariamente ogni capitolo del bilancio dello Stato deve essere aumentato di tale percentuale, e che il Ministro dell’Economia e Finanze ha semplicemente indicato che non sarebbero stati accettati sforamenti rispetto a tale percentuale. A proposito del cap. 3092, ricorda la soluzione inizialmente proposta, di allargare il contingente di contrattisti a tempo indeterminato, ma non è stato possibile praticare tale via. Né si è potuto riconfermare tutti i contrattisti con un’altra disposizione legislativa, che avrebbe determinato un’automatica trasformazione del rapporto di lavoro da temporaneo a indeterminato. Si sarebbe potuto procedere a nuovi concorsi per assunzioni di contrattisti a tempo determinato, ma la disponibilità di tale personale non si sarebbe avuta prima della seconda metà del 2005. Si è allora trovata la soluzione dei digitatori, che presenta il vantaggio dell’immediata applicazione e per lo meno in astratto consente la possibilità, a chi ha sviluppato competenze come contrattista, di rientrare in servizio attraverso le società di lavoro interinale. Al Vice Ministro dell’Economia e Finanze, con il quale il Ministro Tremaglia ha affrontato anche la questione dei Comites, è stata prospettata l’esigenza di una disponibilità non inferiore ai 6 milioni di euro sul cap. 3092. La cosa è proponibile in Parlamento nel quadro del maxi emendamento alla Legge Finanziaria, perché i fondi sarebbero attinti dalla Tabella A. È stato riferito dell’indagine della Commissione parlamentare per fornire spunti di riflessione al CdP. Sono state evidenziate questioni note, come l’inadeguatezza degli

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elenchi elettorali, la riservatezza e personalità del voto, le modalità della campagna elettorale e gli organici della Rete diplomatico-consolare. Non vi sono indicazioni che tale indagine preluda a cambiamenti sostanziali della legge sul voto all’estero. Lo preoccupa la situazione della Rete consolare, in particolare in America Latina e del Nord, come pure in Oceania, ma sa bene che anche in Germania esistono seri problemi, tanto che in una Sede l’Ufficio passaporti è stato chiuso per due settimane. Il problema non può essere isolato da quello delle risorse a disposizione del MAE, che in due decenni ha visto ridursi la propria quota percentuale rispetto al bilancio dello Stato. Senza sostanziali incrementi, non vi sarà risposta ai problemi della Rete consolare. Nel Nord Africa il problema riguarda soprattutto il Marocco, dove anni fa è stato chiuso il Consolato di Tangeri, e quello di Casablanca non è in grado di far fronte alle richieste. Dal Sud Africa non ha ricevuto indicazioni di particolari sofferenze. Tommaso CONTE (Germania) chiede quanto vi sia di vero sulle voci che parlano di riorganizzazione delle risorse umane. A lui risulta esservi già stata una riunione in proposito e che il Consolato di Hannover dovrebbe diventare Agenzia consolare. Il Ministro Adriano BENEDETTI afferma che è in atto una riflessione su come commisurare le risorse alle funzioni, e comunque alle attuali condizioni il problema della Rete consolare non sarà risolto. Se il MAE potesse disporre delle percezioni attinenti ai visti, sarebbe possibile assumere circa 400 impiegati a tempo indeterminato, ma queste vanno al conto valuta tesoro, la cui gestione appartiene al MEF, ad eccezione di una modesta quota attribuita al MAE. Il Comitato anagrafico elettorale ha iniziato i propri lavori e il Ministro Tremaglia ha indicato che una delle direttrici da seguire è l’accertamento della fattibilità di far prevalere le liste consolari rispetto a quelle dell’AIRE. Finora i rappresentanti del Ministero dell’Interno non ritengono opportuna una variazione della normativa e comunque non si può pensare che le liste consolari prevalgano su quelle dei Comuni. Occorre individuare determinate categorie, in ordine alle quali far accogliere il principio che prevale la lista consolare. Al fine di seguire da vicino le questioni, egli stesso ha chiesto di far parte del Comitato, assieme al Ministro Siggia (Vice Direttore Generale della DGIEPM). A proposito della legge 153, riferisce che la questione è stata sottoposta al Ministro e vi è piena disponibilità a un’analisi congiunta dei testi. Rispondendo al Consigliere Amaro (Italia) afferma che vi sono stati miglioramenti nelle liste elettorali, ma si è ben lontani da posizioni di relativa tranquillità. E quand’anche si avesse una rete telematica unificata, quali dati dovrebbero prevalere? In ogni caso, è indispensabile procedere con la bonifica dei dati della rete consolare, già oggi più aderenti alla realtà di quelli dell’AIRE. Si confida nell’apporto dei digitatori. Il Consigliere Conte (Germania) ha parlato di una decurtazione per il CGIE di 26 milioni di euro, ma ciò non corrisponde alla realtà poiché i dati riportati nella Tabella distribuita sono stati letti alla luce di un’errata interpretazione: un conto è dire che l’ipotesi di richiesta non è stata accolta, altra cosa è sostenere che si è apportata una decurtazione. Egli conferma che per il 2005 non è stato toccato alcun capitolo attinente alle collettività all’estero. La questione dell’assistenza è cruciale. Sul capitolo relativo, per l’esercizio 2003 il

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Parlamento ha disposto, di propria iniziativa, una integrazione di 10 milioni di euro, e per il 2004 e 2005 l’Amministrazione ha continuato a richiedere 13 milioni, più ulteriori 10, con gli esiti noti. Per l’assistenza sanitaria è stata presa in esame la possibilità di un’assicurazione, e la proposta è stata sottoposta all’Ufficio centrale di bilancio, che a sei mesi di distanza non ha dato risposta. Concorda con il Consigliere Pallaro (Argentina) che sarebbe opportuna una rilevazione delle esigenze, soprattutto in America Latina. Non ha notizie aggiornate sulla questione RAI International in Canada e, per quanto riguarda il voto, non ci sono novità. Prima di rassegnarsi a non svolgere il voto tante sono le iniziative da intraprendere. Sono state impartite disposizioni a 5 Sedi di informarsi sulle modalità seguite da altri Paesi; la risposta informale è che non hanno chiesto alcuna autorizzazione al Governo canadese, poiché la loro legge non prevede alcuna intesa. L’eventualità ricordata, di consultazioni referendarie l’anno prossimo, lo preoccupa oltremodo dal punto di vista dell’adeguatezza della Rete consolare. Quanto all’informazione, non si può pretendere la stessa possibilità di propaganda esistente in Italia, e in Canada il problema è ulteriormente complicato dall’assenza di RAI International. È importante che tutte le parti in causa abbiano la stessa possibilità di esposizione e sensibilizzazione dell’elettorato. A proposito del cap. 1163, vi è stato lo scorporo con il cap. 3105 e l’assistenza indiretta è stata attribuita alla DGIEPM, che sta procedendo ad accordare i contributi richiesti. È pienamente consapevole dei tempi necessari per il riacquisto della cittadinanza e prima di esaurire quanto si è andato accumulando sarà difficile pensare alla riapertura dei termini. Rispondendo a una serie di domande poste da più Consiglieri, fa presente che sono state date istruzioni alla Rete diplomatico-consolare di accantonare dal conto valuta tesoro la disponibilità necessaria per far fronte alle spese per le indennità dei membri dell’Ufficio elettorale per i Comites, e per il rimborso delle spese di viaggio per i membri degli Uffici elettorali per le elezioni europee. Con l’Amministrazione delle Finanze è stato risolto il problema della tassazione, che sarà evitata alla fonte, ma per ogni erogazione l’Ufficio consolare dovrà rilasciare un CUD, da utilizzare dal percettore del reddito al momento della dichiarazione dei redditi in Italia. Perché sia autorizzata l’erogazione manca la firma del decreto da parte del MEF e al Ministro Frattini è stato chiesto se in via eccezionale si possono comunque erogare i fondi. Rispondendo alla domanda in ordine alla proposta di semplificazione delle procedure presentata dalla delegazione brasiliana a Buenos Aires, il Ministro Sandro Maria SIGGIA (Vice Direttore Generale della DGIEPM) assicura che è all’esame la possibilità di utilizzare una sorta di timbro unico e di informatizzare le procedure. Poiché le percezioni consolari sono di varia misura, con la Direzione Generale degli Affari Amministrativi si sta valutando come procedere. Gino BUCCHINO (Canada) si dice preoccupato circa la possibilità per gli ex contrattisti di farsi assumere come digitatori dalle società di servizi interinali. Non vorrebbe che si determinasse confusione e mancanza di trasparenza.

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In merito al recupero delle risorse per i Comites nell’assestamento di bilancio, alla Finanziaria 2005 e alla questione dei digitatori, poiché nella Relazione si dice che il Governo ha un atteggiamento di prudenza nell’intaccare l’impianto della legge di assestamento, Marco FEDI (Australia) chiede se ciò significhi che l’azione del Ministro Frattini sarà meno forte di quella del Ministro Tremaglia, che peraltro è un Ministro del Governo; inoltre, qualora quest’ultimo conducesse l’azione quale paladino degli italiani nel mondo, evidentemente lo farebbe a livello politico. Su questo aspetto chiede chiarezza, poiché vorrebbe che l’impegno politico fosse anche del Ministro Frattini. Quanto all’assunzione dei digitatori, questa non avverrà che dopo l’approvazione della Finanziaria e ciò vuol dire che si arriverà alla metà del 2005. E’ il caso di dare nel frattempo qualche indicazione ai Consolati, affinché individuino le società alle quali rivolgersi e il personale che verrà mantenuto, al fine di essere quanto più possibile rapidi dopo l’approvazione della Finanziaria. È sicuramente importante che il CdP si esprima con un documento da consegnare al Governo, ma egli crede che l’azione politica del Comitato di Presidenza e dell’intero CGIE debba andare oltre e che si dovrebbe indirizzare una lettera aperta alle agenzie di stampa e ai quotidiani italiani, sottolineando la contraddizione riguardante i Comites e segnalando le altre questioni fondamentali, poiché non è accettabile che il CdP assista passivamente al fatto che il Governo non riesce a trovare al proprio interno una proposta politica. Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) ritiene necessario che i Consoli raccomandino di sospendere l’attività ai Comites che non riceveranno i finanziamenti. Quanto alla liquidazione delle spettanze agli operatori ai seggi elettorali, sarebbe stato corretto inviare una lettera anche di scuse. Tommaso CONTE (Germania) domanda se sia stata del CdP la richiesta che i digitatori da assumere siano gli stessi che oggi lavorano come contrattisti. Informa che in Germania si assiste ad una politicizzazione di tali lavoratori e al loro utilizzo da parte di alcune forze politiche. Invita a una riflessione sull’opportunità di indicare quali assunzioni fare, perché se è umanamente comprensibile che chi rischia il posto di lavoro si difenda ricorrendo a tutti i mezzi possibili, occorre ricordare che il CdP è chiamato a difendere un servizio, non le persone. Il PRESIDENTE afferma che il CdP non ha richiesto l’assunzione dei contrattisti come digitatori e ritiene che le aziende di lavoro interinale faranno proposte di assunzione sulla base di parametri da esse stesse stabiliti. Il Ministro Adriano BENEDETTI riferisce che sulle società di servizi non sono state impartite particolari istruzioni e l’Amministrazione è favorevole alla massima flessibilità, poiché la decisione deve essere presa in loco. Sarebbe certo utile continuare ad avvalersi delle stesse persone che hanno già acquisito esperienza, ma la decisione spetta alla società di servizi, strumento di cui numerose Sedi si sono già avvalse. I Ministri Tremaglia e Frattini hanno svolto i loro interventi in piena sintonia, interessando i colleghi di Governo in via uniforme e in momenti diversi. La reazione che ha potuto constatare in occasione di un incontro al quale ha presenziato è stata

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sicuramente positiva. Si tratta di vedere se l’impianto della legge di assestamento possa essere ritoccato con un emendamento governativo, o se si può trovare una soluzione diversa. Ricorda che tutti i Comites che hanno presentato la completa documentazione in tempo utile hanno ricevuto il finanziamento, mentre gli altri hanno presentato o completato la documentazione in ritardo, e l’Ufficio centrale di bilancio, conoscendo con anticipo che sarebbe intervenuto un provvedimento taglia-spese, ha sospeso la trattazione delle pratiche nel frattempo inviate. Quanto alla erogazione delle indennità elettorali la Rete consolare è stata informata sull’evoluzione della questione e sin da ora può informalmente segnalare che la liquidazione è ormai prossima. Per altro verso, una comunicazione volta ad interrompere l’attività dei Comites sarebbe l’ammissione che si dà per acquisito che i soldi per il 2004 non ci saranno. Il PRESIDENTE osserva che il Console non può certo disporre che un Comites cessi la propria attività; però, alla luce dei nuovi motivi di incertezza, potrebbe avvertire che non faccia ulteriori spese. Ricorda che i contrattisti sono stati utilizzati non soltanto per l’aggiornamento dell’anagrafe, ed è facilmente ipotizzabile che la stessa cosa avverrà con i digitatori, in un momento in cui si contrarrà ulteriormente il personale delle Sedi estere. Il problema deve essere risolto a Roma e il CdP deve attivarsi ed esercitare le necessarie pressioni anche con i Ministri di riferimento e scrivendo al Ministero dell’Interno. Il Ministro Adriano BENEDETTI tiene a precisare che i digitatori sono assunti esclusivamente per svolgere le funzioni anagrafiche, e le Sedi non possono deviare dalla norma. Per risolvere il problema l’unica soluzione è l’aumento delle risorse. Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) suggerisce che si proceda a una razionalizzazione delle risorse. Marco FEDI (Australia) chiede se si stia procedendo verso la soluzione del problema politico di fondo, della gestione dell’AIRE a fini elettorali. Il vero problema, rappresentato alla Commissione Affari Costituzionali, è la collocazione dell’anagrafe e la discrasia tra dati della Rete consolare e del Ministero dell’Interno. Il Ministro Adriano BENEDETTI fa presente che i lavori del Comitato anagrafico elettorale sono appena iniziati e il Ministero dell’Interno è finora orientato a non applicare modifiche alla normativa vigente. Ritiene che, individuando le categorie di persone cui è stato negato il voto, si possa sovvertire il sistema e addivenire a soluzioni migliorative. I lavori, sospesi alle ore 13.55, riprendono alle ore 15.10 Claudio PIERONI (Brasile) interviene a proposito del riconoscimento della cittadinanza per suggerire l’eventualità di evitare le trascrizioni relative a tutti i passaggi, da chi ha dato origine al diritto a chi lo richiede, e che un’indicazione in tal senso sia data ai Comuni, per evitare che pongano problemi.

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Di fronte alla carenza di personale occorre studiare ogni possibilità di razionalizzazione del lavoro. Il Ministro Sandro Maria SIGGIA informa che una comunicazione diramata a tutti i Consolati dispone che siano convalidati e spediti soltanto i documenti del richiedente e non più, come una volta si faceva, dei famigliari. Al Ministero dell’Interno sono state inviate due comunicazioni, affinché effettui le dovute segnalazioni agli oltre ottomila Comuni italiani. Punto A dell’OdG: Approvazione ordine del giorno Tommaso CONTE (Germania) chiede che tra le varie sia inserito un punto relativo alla natura giuridica dei Comites, con riguardo ai quali vi sono state più sentenze. Riferendosi alla chiusura dell’Ufficio passaporti del Consolato di Dortmund, vorrebbe fossero chiariti i rapporti tra Autorità consolare e Comites. Si scriverà una lettera, afferma il PRESIDENTE. Quindi informa del tragico incidente che ha stroncato la vita del figlio del Consigliere Nanna (Sud Africa) e del fatto che la Commissione Continentale riunita a Buenos Aires ha inviato alla famiglia un messaggio di cordoglio. Invita quindi il CdP a osservare un minuto di silenzio.

I Consiglieri si raccolgono in un minuto di silenzio Il PRESIDENTE propone quindi di anticipare la trattazione del punto F dell’OdG, poiché il punto D sarà trattato domattina, alla presenza dei funzionari interessati. Punto F dell’OdG: Commissioni Continentali (eventuali delibere) F01 Commissione Continentale America Latina: valutazioni F02 Commissione Continentale Europa e Nord Africa F03 Commissione Continentale Paesi Anglofoni Il PRESIDENTE informa che la Commissione Continentale America Latina ha concluso i propri lavori, ai quali hanno preso parte il Ministro Siggia e i Consiglieri di nomina governativa Ferretti (Italia) e Bruzzese (Italia), oltre a Presidenti di Comites ed Esperti. In rappresentanza dell’Ambasciata a Buenos Aires è sempre stato presente il Consigliere Marcelli, l’accoglienza dei Rappresentanti diplomatici è stata particolarmente calda, non è mancato un momento culturale ed è stato anche incontrato il Vice Cancelliere argentino. Luigi PALLARO (Argentina) aggiunge che su ogni tema all’ordine del giorno è intervenuto un Esperto e che il dibattito si è incentrato in particolare sull’assistenza e la rete consolare. L’esperienza fatta lo porta ad affermare che gli Esperti debbono realmente essere tali nella materia per la quale sono invitati, e che per ogni tema dovrebbero essere formulate proposte concrete. Esprime la volontà dei Consiglieri di nuova nomina di recare contributi concreti su questioni riguardanti la vecchia emigrazione, che quasi non esiste più, e di valutare insieme cosa si possa fare con le nuove generazioni e quale tipo di rapporto l’Italia voglia mantenere.

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Claudio PIERONI (Brasile) suggerisce che agli Esperti si chieda che inviino con anticipo la propria relazione, per evitare i problemi verificatisi a Buenos Aires, e che fra gli stessi componenti la Commissione Continentale vi sia maggiore comunicazione preventiva. Il PRESIDENTE ritiene difficile ottenere dagli Esperti l’invio anticipato delle relazioni, e comunque il problema è che gli esperti devono avere le competenze per intervenire sul tema loro assegnato, ed a quello attenersi. L’Esperto del Cile era stato invitato a parlare di cittadinanza e ha affrontato la questione del voto assumendo una posizione del tutto contraria all’azione costantemente svolta dal CGIE. Altri tre Esperti, invece, hanno recato contributi di idee e spunti di riflessione. Non condivide la critica al fatto che si sia espresso in lingua spagnola un Esperto particolarmente preparato sul tema della sicurezza sociale in tutto il contesto sudamericano, il cui intervento è stato di alto livello, come pure quelli sui giovani e sulla formazione professionale. La Commissione Continentale America Latina al suo debutto ha messo in discussione questioni importanti. Ritiene di mettere a frutto l’esperienza e di prevedere, in futuro, una giornata di carattere tematico, evitando di affrontare tutte le questioni, come se si trattasse di un’Assemblea Plenaria. Accanto al tema principale, si può dedicare mezza giornata alle questioni più impellenti. Ricordato che nel precedente CdP erano state soltanto fissate le linee generali alle quali si sarebbe attenuta la Commissione Continentale Paesi Anglofoni, ma sono da formalizzare le delibere relative agli Esperti, al preventivo e all’organizzazione nel suo complesso, dà la parola al Consigliere Fedi (Australia). Marco FEDI (Australia) si augura che nel prosieguo si sviluppi una migliore collaborazione con i Consiglieri dell’area anglofona, dai quali con una certa fatica ha ottenuto risposte. Segnala che è stata ipotizzata una prima giornata, il 12 novembre, intermente dedicata al tema delle donne: “Società e integrazione, evoluzione ed innovazione, realtà e prospettive delle donne, mediatrici fra cultura e generazioni”. L’agenda dei lavori non ha subito variazioni rispetto a quella già diffusa, se non per il fatto che si vorrebbe far intervenire da Adelaide, a costo zero, altri relatori su tematiche che altrimenti non sarebbero adeguatamente illustrate. Si prevede di dedicare le altre due giornate a temi all’ordine del giorno dei lavori del CGIE, considerati in una prospettiva d’area. Contrariamente a quanto stabilito, USA e Sud Africa non sono pervenuti a una decisione su un unico esperto ed hanno entrambi inviato due nominativi. Si tratta di stabilire chi debba decidere. Gli Stati Uniti hanno comunicato che i due nominativi proposti hanno ottenuto l’uno tre e l’altro due voti. Dal Sud Africa sono giunte due proposte e il Consigliere Pinna (Sud Africa) incarica il CdP della scelta. Dando per scontata la qualità degli Esperti, egli propone di indicare nuovamente ai due Paesi in questione di fare la propria scelta, a meno che il CdP non ritenga di effettuare la scelta. È stato necessario ritoccare il bilancio per un modesto importo, in quanto egli aveva mal interpretato un preventivo. Si è cercato il massimo contenimento della spesa, complessivamente di 129.782 euro. I Consiglieri australiani hanno avanzato la proposta di invitare il Ministro italiano per le Pari Opportunità e una rappresentante del Parlamento italiano.

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Il PRESIDENTE propone di approvare anzitutto il preventivo di spesa, di pronunciarsi poi sulla proposta relativa al Ministro per le Pari Opportunità e quindi di aprire il dibattito sugli Esperti. Dopo aver convenuto che si è fatto il possibile per limitare i costi, molto alti per il fatto che i Consiglieri provengono da tre continenti, mette ai voti per alzata di mano il preventivo di spesa.

Il preventivo di spesa della Commissione Continentale Anglofoba è approvato all’unanimità

In considerazione dell’area tematica prescelta, il PRESIDENTE ritiene legittima la richiesta della presenza di due rappresentanti, del Parlamento e del Governo. Silvana MANGIONE (USA) suggerisce di invitare anche una rappresentante della Commissione Parità e Pari Opportunità uomo-donna. Il Ministro Torquato CARDILLI fa notare che si pone una questione di costi, in quanto il CGIE, se invita delle personalità, deve assumerne per legge l’onere finanziario, e una questione di rispetto delle forme: un invito per un membro del Governo a partecipare ad un’assemblea che si svolge in un paese certamente non vicino, va formulato con il dovuto anticipo. Marco FEDI (Australia) ritira la proposta. Il PRESIDENTE propone di passare alla questione degli Esperti, i cui curricula (che arrivavano fino a 18 pagine) sono stati distribuiti in forma sintetica. Silvana MANGIONE (USA) ritiene doverosa una breve cronistoria della sgradevole situazione che si è determinata negli Stati Uniti e riferisce che lo scorso 20 settembre, dopo l’incontro con la Delegazione della Commissione Affari Costituzionali, assieme a tre colleghi era stata discussa la scelta degli esperti decidendo di orientarsi per la persona migliore in relazione all’argomento da dibattere. Essendo stata richiesta di proporre un nominativo, ella ha fatto quello di Maria Fosco, che ha partecipato alla Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo, al Seminario di Lecce, è Direttrice del Calandra Institut ed è componente della Commissione per i diritti delle donne sia dello Stato che della città di New York. La sua proposta è stata accolta, ma dopo 15 giorni è pervenuto il curriculum di una docente di italiano, la cui expertise è certamente più adatta ad una prossima Commissione Continentale in cui si discuta di lingua e cultura italiana. Posto il dettame dell’art. 9.6, secondo cui “il Comitato di Presidenza può autorizzare di volta in volta la partecipazione … di esperti …”, la decisione spetta al CdP. Avverte che sia in questo che nel caso del Sud Africa si asterrà dall’assumere una posizione. Convenendo che si è di fronte a una situazione spiacevole, Gian Luigi FERRETTI (Italia) informa di aver ricevuto una comunicazione da tre dei cinque Consiglieri degli Stati Uniti, che danno una versione opposta a quella ora presentata. Egli ha letto i curricula di entrambi i candidati, che ritiene estremamente qualificati, e propone di

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rivolgere un appello affinché i Consiglieri degli Stati Uniti si accordino tra loro. Marco FEDI (Australia) ha già rivolto un forte appello a trovare un consenso e ad esprimere un solo nome. Poiché il problema potrebbe riproporsi, è bene decidere una linea di condotta. L’alternativa è che l’area rinunci agli esperti. Tale soluzione potrebbe essere un segnale chiaro da parte del CdP che i lavori non possono procedere in questi termini, afferma il PRESIDENTE. Ha letto i curricula e, se dovesse riferirsi al tema, riterrebbe che l’Esperta Fosco abbia più titoli rispetto all’Esperta D’Angelo, che è una linguista molto qualificata. Non ritiene che a pronunciarsi debba essere il CdP il quale, qualora gli Stati Uniti propendessero per la rinuncia all’esperto, potrebbe essere favorevole a tale soluzione. Andrea AMARO (Italia) è dell’idea che si debba stabilire una chiara metodologia per regolamentare la questione degli esperti, che ritiene sia caricata di significati che vanno oltre la reale portata del contributo che recano. Considera poi che di fronte a un dissenso si manifesta una normale maggioranza, e vi è un pronunciamento di tre a due. Non crede che la rinuncia all’esperto sarebbe un bel segnale e che invece ci si dovrebbe attenere a una decisione di maggioranza. Gino BUCCHINO (Canada) fa rilevare che la legge che è stata citata non fa riferimento al fatto che le aree debbono indicare gli esperti da invitare, bensì a una precisa responsabilità del CdP, che “può” decidere se invitare o meno. È logico fare riferimento alle segnalazioni dell’area, ma sta al CdP scegliere, e se si ritiene che sia più importante la presenza di un Ministro, perché non invitarlo? Affermato che il Consigliere Bucchino (Canada) ha centrato il problema, il Ministro Torquato CARDILLI aggiunge che il CdP è l’autorità che decide e non deve spogliarsi di tale facoltà demandandola ad altri. Poiché è stata fatta rilevare l’esistenza di lobbies contrapposte, suggerirebbe per questa volta di non far intervenire nessuno, così evitando frizioni all’interno di un gruppo continentale. Tommaso CONTE (Germania) accetta a malincuore il suggerimento del Ministro Cardilli, osservando che però in politica non reca buoni frutti la posizione di Ponzio Pilato. Se è suo compito scegliere, il CdP deve avere la volontà e la capacità di farlo, anche per evitare che si ripresenti in futuro lo stesso problema nei medesimi termini. Pone anche una questione di lealtà nei riguardi di una collega del CdP. Il PRESIDENTE ribadisce la necessità di inviare un segnale chiaro che in queste cose non si può tollerare che si faccia politica di parte. È stato unanimemente deciso di invitare esperti che possano portare contributi di valore e a suo parere l’Esperta Fosco ha un bagaglio culturale e di esperienza nel sociale più adeguato al tema da trattare. D’ora in poi, aggiunge, i componenti il CdP dovrebbero evitare di fornire indicazioni sugli esperti. Egli è dunque del parere che si debba scegliere, e che nell’economia generale dei lavori della Commissione sia importante la presenza di un esperto degli Stati Uniti. Ai Consiglieri locali si dovrà anche inviare una lettera per ammonire che gli

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esperti vanno scelti in base non agli orientamenti politici, ma alle competenze sulle materie da discutere. Per Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) non ci si troverebbe di fronte a tale problema se si fosse perseguita l’ipotesi di esperti del solo Paese in cui si tiene la Commissione. Roberto VOLPINI (Italia) ritiene si debba rifuggire dalla tentazione di rinunciare a una funzione, che va esercitata senza ondeggiamenti. Sulla base degli elementi a disposizione, anch’egli riterrebbe di privilegiare la scelta dell’Esperta Fosco. Giovanni RAPANA’ (Canada) propone anch’egli che il CdP si esprima in favore di Maria Fosco. Gian Luigi FERRETTI (Italia) fa rilevare che la democrazia, e dunque la scelta della maggioranza, è il metodo per dirimere questioni del genere. Si rimette al metodo di giudizio di tre Consiglieri su cinque degli Stati Uniti e nella loro scelta si riconosce. Il CdP dovrebbe avere il buonsenso di interpretare la legge, ed è inverosimile che si metta contro la maggioranza dei Consiglieri di un’area, dei quali pure è l’espressione. Il PRESIDENTE mette ai voti per alzata di mano la partecipazione dell’Esperta Fosco alla riunione continentale ad Adelaide. Comunica quindi l’esito della votazione 1:

Presenti e votanti: 15; favorevoli: 11; contrari: 1; astenuti: 3 Marco FEDI (Australia) fa presente che con una certa ingenuità dal Sud Africa sono stati inviati, proprio all’ultima ora, due curricula tra cui scegliere. Gian Luigi FERRETTI (Italia) ribadisce che a livello locale deve essere effettuata la scelta, che il CdP può avallare. Marco FEDI (Australia) assicura che la discussione avvenuta in seno al CdP arriverà a sua cura a tutti i Consiglieri dell’area. Il Comitato di Presidenza nella sua collegialità ha assunto su di sé una responsabilità politica ed egli si è astenuto, non ritenendo di esprimere un voto su una questione riguardante la sua area; insisterà affinché la soluzione sia trovata dal Paese. Il CdP non ha mai dovuto operare una scelta, ed egli auspica che i Consiglieri dell’area vorranno attenersi alle indicazioni di volta in volta fornite. Dà poi lettura della mail giunta dal Sud Africa, di invito a scegliere tra le due candidature presentate. Dino NARDI (Svizzera) fa rilevare di essersi espresso favorevolmente alla candidatura dell’Esperta Fosco fidando in chi ha letto i curricula e conosce le due persone. In questo caso, dal momento che i curricula sono in inglese, senza una perfetta conoscenza della lingua non si è in grado di fare alcuna valutazione, ed egli ritiene che l’espressione del 1 Vedi su questo punto terza giornata dei lavori

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parere spetti ai componenti del CdP dell’area geografica. In questo senso dovrebbe a suo avviso essere affermato un principio, nei casi in cui i rappresentanti locali non riescono a convergere su un’unica persona. Il PRESIDENTE avverte che è giunta la risposta del Sottosegretario Letta, il quale riceverà il CdP l’indomani alle ore 20.30. Egli chiede al Ministro Benedetti di intervenire, assieme al Ministro Cardilli. Tornando al tema in discussione, esprime la necessità di non ragionare, in questa sede, in base alle appartenenze politiche; nel caso dell’Esperta degli Stati Uniti egli ha cercato di orientarsi sulla persona meglio rispondente al tema proposto. Gino BUCCHINO (Canada) presenta al CdP la raccomandazione di scegliere l’Esperta Marchetti che, visto il curriculum, appare la più idonea a tenere una relazione adeguata sul tema della prossima riunione. Tommaso CONTE (Germania) suggerisce che, laddove si creino situazioni di questo tipo, anziché la Nazione sia l’area continentale a effettuare la scelta. Il PRESIDENTE mette ai voti per alzata di mano la candidatura dell’Esperta Marchetti. Comunica l’esito della votazione:

Presenti e votanti: 15; favorevoli: 11; contrari: 0; astenuti: 4 Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) non esprimerà più il proprio voto, a meno che il CdP non decida che gli esperti siano esclusivamente del Paese in cui si tiene la riunione continentale. Il PRESIDENTE sottolinea che la logica di una più vasta appartenenza deriva dal fatto che uno stesso problema si presenta in termini diversi nei differenti Paesi. Osserva che si è compiuto un notevole passo avanti con il limitare a cinque il numero degli esperti, i quali debbono essere realmente tali. I membri del CdP dovrebbero astenersi dal suggerire esperti, e chiedere che i Comites e la rete associativa presentino proposte. La Commissione Continentale ha l’alto compito di invitare persone capaci di arricchire la conoscenza. Egli si è astenuto dal voto perché il Segretario Generale deve essere super partes. Gino BUCCHINO (Canada) non condivide la posizione del Consigliere Losi (Gran Bretagna) di limitare la provenienza degli esperti al Paese in cui si tiene la riunione, poiché ciò che conta è la migliore competenza nella materia da trattare. Il PRESIDENTE avverte che è giunta una comunicazione del Consigliere Carozza (Belgio), relativa agli esperti invitati alla Commissione Continentale di Amsterdam. Il Ministro Torquato CARDILLI riferisce che non potranno partecipare alla riunione di Amsterdam due degli Esperti invitati per trattare il tema della sicurezza sociale. In loro sostituzione il Vice Segretario Generale suggerisce di invitare il dott. Antonio Giacché,

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funzionario del Comitato Economico e Sociale, che ha seguito per conto del CES i lavori legati alla Costituzione e ha dato la propria disponibilità. Pertanto, conclude il PRESIDENTE, gli Esperti saranno quattro, con la sostituzione indicata. In preparazione della seconda giornata di lavoro, in cui si discuterà dello stato di integrazione delle comunità, riferisce che in Svizzera i membri del CGIE hanno interessato la Commissione Federale degli stranieri perché fornisca materiale aggiornato, che il Consigliere Anna Ruedeberg (Svizzera) si incaricherà di raccogliere, presentando poi una relazione. Non ci saranno altre occasioni, prima della fine dell’anno, per mettere a disposizione del Vice Segretario d’Area la documentazione che gli consentirà di stilare la relazione annuale per il Parlamento. Tommaso CONTE (Germania) riferisce che, in base agli studi condotti dai Comites assieme ai membri del CGIE, risulta che la comunità italiana sarà estremamente colpita da una riforma che prenderà il via il prossimo primo gennaio, e la relazione verterà sulle ricadute sociali, che renderanno ancor più grave la già difficile situazione attuale. Il Ministro Torquato CARDILLI ricorda che il Vice Segretario Generale Carozza (Belgio) aveva richiesto la presenza ai lavori dei Consiglieri sociali delle Ambasciate. Purtroppo sul capitolo dei viaggi di servizio non è possibile finanziare la loro missione, e pertanto non potranno partecipare, se non a proprie spese. Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) informa che il Consigliere Nola (Gran Bretagna) ha predisposto una breve relazione. Egli ha pure richiesto una relazione al Presidente del Comites dell’Irlanda e all’ex Presidente del Comites di Edimburgo. Per la relazione annuale non vi è che da fare sintesi degli elementi a disposizione; comunque, una riflessione va fatta su cosa si intende per integrazione. Il PRESIDENTE fa rilevare che non si richiede che di tenere conto di ciò che la legge dispone: presentare la realtà, magari documentandola con indicatori. In Svizzera, ad esempio, a una maggiore integrazione corrisponde una crescita dell’attività imprenditoriale dei connazionali. Punto E dell’OdG: Funzionamento del CGIE E01 Programma di lavoro del CGIE E02 Calendarizzazione dei lavori 2005 E03 Commissioni tematiche E04 Rimborso forfetario ai membri del CGIE Il PRESIDENTE propone di iniziare la discussione dal punto E04, per decidere sulla proposta del Ministro Cardilli. Vi è poi la questione del passaporto di servizio, ed è giunta la risposta in ordine alla partecipazione ai negoziati. Sui rimborsi forfetari per fascia chilometrica, basati sulle tariffe IATA, si era deciso di rinviare qualsiasi decisione a questa riunione. Il Ministro Torquato CARDILLI fa presente che la sua proposta partiva dal

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presupposto che si potesse ottenere una “leggina” in Commissione, valida per il 2004. Se la discussione si prolungherà, il risultato sarà forse raggiunto nel 2005-2006. Silvana MANGIONE (USA) esprime preoccupazione per la proposta diminuzione del numero dei giorni delle Assemblee Plenarie; inoltre, non è previsto il rimborso per i due giorni precedenti e successivi alla riunione, richiesti in particolare da chi proviene da molto lontano. Con riferimento all’aggancio alle tariffe IATA, osserva che queste fluttuano come il cambio delle monete. Ricorda che si era inizialmente parlato di adeguamento al potere di acquisto e all’inflazione della diaria giornaliera, immutata dal 1998; se si tratta di stabilire un’impostazione completamente nuova, ella ritiene se ne debba discutere in Assemblea Plenaria. Suggerisce di chiedere per il momento l’adeguamento della diaria. Il PRESIDENTE ricorda che una proposta con aumento di spesa non può avere possibilità di accoglimento. Silvana MANGIONE (USA) fa rilevare che la richiesta di adeguamento della diaria, già irrisoria sette anni addietro, è più che ragionevole, e poiché i conteggi sono fatti sulla base di tre Assemblee Plenarie l’anno (inclusa la possibile Assemblea Straordinaria e qualche riunione straordinaria di Commissioni Tematiche), con la nuova diaria ci si dovrà mantenere entro i limiti previsti dal capitolo di spesa, eventualmente non riunendo in via straordinaria una Commissione, ma non riducendo il numero di giorni e creando un nebuloso allacciamento automatico. Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) fa memoria dell’anomalia della legge, che reca l’indicazione di una cifra e non l’adeguamento automatico al costo della vita, che nella proposta presentata è previsto. È da verificare se nel suo complesso la proposta non determinerà un remissione. Per Tommaso CONTE (Germania), se si vuole raggiungere un risultato, quello proposto dal Ministro Cardilli è un modo intelligente di risolvere la questione in tempi rapidi. A parere di Silvana MANGIONE (USA), la proposta non è peggiorativa soltanto per chi proviene dall’Europa e può viaggiare in classe economica. Il PRESIDENTE fa presente che la soluzione proposta risolverebbe i problemi di carattere amministrativo che oggi si presentano. Comprende peraltro le argomentazioni del Consigliere Silvana Mangione (USA), e chi viene di lontano dovrebbe avere la certezza di non dover viaggiare in classe economica. Il Ministro Adriano BENEDETTI informa di aver ricevuto una nota dell’Ufficio Legislativo investito della questione dalla Segreteria, in cui si sostiene che una modifica della procedura (la stessa che regola il trattamento economico di missione e il rimborso del personale civile e militare dello Stato dell’VIII qualifica funzionale), dovrebbe riguardare tutto questo personale. Quanto al livello degli importi, sul cui adeguamento la DGIEPM ha espresso parere favorevole, è stata sottolineata l’esigenza di valutare

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l’opportunità politica di introdurre una modifica della legge del CGIE soltanto in relazione a questo aspetto. Roberto VOLPINI (Italia) osserva che l’equiparazione all’VIII qualifica funzionale dei dipendenti dello Stato riguarda le spese di viaggio, ma non i rimborsi forfetari delle altre spese. Non comprende la ratio della risposta dell’Ufficio legislativo. Il Ministro Adriano BENEDETTI chiarisce che nella nota dell’Ufficio legislativo si fa una differenza tra le questioni procedurali e il livello delle indennità. Il cambiamento della procedura non potrebbe essere limitato ai membri del CGIE, mentre per il livello dei rimborsi va cambiata la legge del CGIE. È certamente anomalo che per legge sia stabilito un livello di rimborso, in presenza di un costante processo inflattivo. Il PRESIDENTE rileva una contraddizione rispetto all’affermazione che, per quanto riguarda il passaporto, non si è equiparati a funzionari dello Stato. Silvana MANGIONE (USA) domanda se vi sia la possibilità di scindere le due quantità: il rimborso delle spese di viaggio e la diaria fissa più il rimborso fisso di spese telefoniche e postali, e quindi procedere per tappe, rivalutando la diaria e agganciandola a un meccanismo automatico di adeguamento, rinviando quindi a un secondo momento la soluzione della questione delle spese di viaggio. Il Ministro Adriano BENEDETTI ricorda che si è di fronte in un caso a una questione di procedura e nell’altro al problema della quantificazione del rimborso delle spese, che appare di più facile soluzione. Bisogna però avere la certezza della copertura finanziaria, e dunque attendere la definizione della legge Finanziaria 2005. Non ritiene vi sia la possibilità tecnica di avviare la proposta per una parziale modifica legislativa prima del prossimo anno. Tommaso CONTE (Germania) osserva che mentre si fa un discorso di opportunità politica, Deputati e Senatori adeguano i propri compensi. Marco FEDI (Australia) condivide alcune preoccupazioni del Consigliere Silvana Mangione (USA); condivide anche l’impostazione data alla proposta dal Ministro Cardilli, nel senso che viene identificato un possibile risparmio. Ciò premesso, si potrebbe fare uno studio sull’impatto della ipotetica griglia rispetto alle diverse aree, per avere una proposta univoca del CdP, che dovrebbe essere esaminata dall’Assemblea Plenaria. Il PRESIDENTE rinvia qualsiasi decisione alla conclusione dei lavori del CdP. Filomena NARDUCCI (Uruguay) condivide le perplessità del Consigliere Silvana Mangione (USA) e chiede che sia fatta una verifica dei parametri. Andrea AMARO (Italia) osserva che la proposta del Ministro Cardilli si basa su un diverso modo di spalmare le disponibilità di spesa. La proposta può essere discussa,

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oppure è di per sé sufficiente? Conviene che, in presenza di cifre decisamente modeste, sia almeno salvaguardata la comodità di spostamento dei Consiglieri che vengono da lontano. Per Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) la rivendicazione va incentrata sul fatto che le 400 mila lire fissate sette anni fa hanno oggi un valore decisamente inferiore. Il Ministro Adriano BENEDETTI sarebbe grato, qualora il CdP decidesse di predisporre un documento pubblico, che non si facesse riferimento a una risposta dell’Amministrazione che ancora non c’è. Egli ha inteso fornire elementi che possono aiutare ad assumere deliberazioni. Il Ministro Torquato CARDILLI commenta amaramente che l’ottimo è nemico del buono e che se il CdP e il CGIE procedono di questo passo la riforma dell’articolo sulla quantificazione della diaria e sui meccanismi di rimborso delle spese certamente non sarà varata entro questa legislatura. Sospendendo momentaneamente la discussione del punto, il PRESIDENTE informa che sulla questione del passaporto di servizio è giunta la risposta negativa del Dirigente Vaccaro (Capo Ufficio III della DGIEPM), al quale chiede per quale motivo tale passaporto lo abbiano gli insegnanti di lingua e cultura italiana. Gian Luigi FERRETTI (Italia) fa notare che hanno il passaporto di servizio anche gli esperti e i consulenti della Cooperazione italiana. Augusto VACCARO (Capo Ufficio III della DGIEPM) chiarisce che il passaporto di servizio presuppone un rapporto di dipendenza con la Pubblica Amministrazione e può essere dato anche a persone estranee che assumono la veste di dipendente. Il rilascio avviene a cura del Gabinetto del Ministro, sulla base di un regolamento che disciplina la materia. È informato che analoga richiesta è stata avanzata nel 1998, e anche in quel caso la risposta è stata negativa. Gino BUCCHINO (Canada) fa rilevare che nella prima legislatura del CGIE il passaporto di servizio è stato dato ai componenti il CdP e dunque ravvisa elementi di discrezionalità, a meno che in passato non vi siano state leggerezze da parte dell’Amministrazione. Dall’intervento del Consigliere Ferretti (Italia) a Tommaso CONTE (Germania) è sembrato di capire che del passaporto di servizio dispongono anche persone che non hanno un rapporto di servizio con il MAE. Il Regolamento al quale si fa riferimento risale al 1978, ed è lo stesso che nel 1991 ha consentito che tale passaporto venisse dato ai Consiglieri del CdP. Precisa poi che nel 1998 la risposta negativa è dipesa dal fatto che erroneamente il passaporto era stato richiesto per tutti i Consiglieri del CGIE. Aggiunge Gian Luigi FERRETTI (Italia) che in quella circostanza proprio il CdP ha rifiutato il passaporto di servizio, perché non veniva concesso a tutti i Consiglieri.

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Per Augusto VACCARO non si possono fare distinzioni tra CdP e intero Consiglio Generale. Conferma comunque la risposta data, in base all’attuale Regolamento. Il PRESIDENTE ritiene insoddisfacenti le risposte fornite, per cui si dovranno valutare ulteriori passi. Il Ministro Adriano BENEDETTI conosceva la risposta scritta data dal Dr. Vaccaro e se ne assume appieno la responsabilità. In alcuni casi il passaporto di servizio viene rilasciato al personale della Cooperazione per offrire maggiore protezione in ordine ai pericoli di sicurezza nei Paesi in cui si reca. Prende atto della reazione del CdP e procederà a ulteriori approfondimenti. Prescindendo da questo, che è un piccolo problema, Gian Luigi FERRETTI (Italia) ritiene che si debba interrompere la spirale perversa per cui a qualsiasi richiesta la risposta è, almeno in prima battuta, puntualmente negativa. Il PRESIDENTE ricorda che era stata sollevata la questione della gratuità del passaporto, una materia nella quale si è di fronte a una giungla, tanto è vero che nei passaporti esentati dal pagamento della tassa il riferimento è a lettere diverse, a seconda dei casi, mentre altri, come lui stesso,la tassa la pagano. Tommaso CONTE (Germania) fa rilevare che è nella facoltà del Console autorizzare la gratuità. Poiché il riferimento è alla lett. F dell’art. 58 del DPR 200/1967, Giovanni RAPANA’ (Canada) propone che il MAE segnali ai Consolati che i Consiglieri del CGIE sono da considerare personalità estere. Il Ministro Adriano BENEDETTI fa rilevare che c’è una valutazione soggettiva e la normativa attribuisce al Console la facoltà di decidere sulla gratuità. Ne sono comunque esclusi i Consiglieri che risiedono in Italia. Giovanni RAPANA’ (Canada) riterrebbe utile che le Autorità diplomatico-consolari segnalassero alle Autorità locali la presenza dei Consiglieri del CGIE, la cui figura spesso non è ben compresa. Il Ministro Adriano BENEDETTI osserva che la proposta scaturisce soprattutto dalle difficoltà che si vivono in Canada, che non riconosce neppure i Comites. Il PRESIDENTE ricorda che sulla questione sollevata dal Consigliere Amaro (Italia) a nome dei Consiglieri di nomina governativa si è innescato un processo che ha portato a risultati peggiorativi, in quanto l’UCB ha risposto che nemmeno a quelli residenti all’estero verrà riconosciuto un rimborso delle spese per la partecipazione alle riunioni. Chiede se questo principio varrà anche in occasione dell’Assemblea Plenaria.

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Il Ministro Torquato CARDILLI ritiene che il pericolo paventato sia inesistente poiché nel decreto di nomina non figura alcuna indicazione sulla residenza. Il PRESIDENTE fa rilevare che spetta al CGIE decidere quali iniziative prendere rivolgendosi a quale interlocutore. Andrea AMARO (Italia) è dell’idea che si dovrebbe procedere presso il Consiglio di Stato, ricorrendo a un parere giuridico che supporti la richiesta fatta. Invita a valutare che, se si verificasse l’ipotesi che alle Assemblee Plenarie i Consiglieri di nomina governativa residenti all’estero non possano partecipare se non limitatamente al rimborso delle spese in Italia, la cosa sarebbe davvero grave. Egli avverte una sottovalutazione delle questioni poste, mentre il CGIE dovrebbe essere trattato con un minimo di considerazione. Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) desume dalle risposte date che di fatto è stato stabilito che i Consiglieri di nomina governativa non debbano risiedere all’estero. Il Ministro Torquato CARDILLI chiarisce che la legge del CGIE non distingue tra nominati ed eletti quando afferma che ai Consiglieri spetta il rimborso delle spese di viaggio e la diaria. Pertanto, il problema non si pone. Roberto VOLPINI (Italia) gradirebbe che l’UCB fornisse motivazioni scritte. L’informazione data dal Segretario Ministro Cardilli è certa, osserva il PRESIDENTE, perché si fonda su un parere scritto dell’UCB, ma il problema che ci si deve porre è come il CdP debba procedere. Silvana MANGIONE (USA) ritiene che vi sia una copertura di legge data dall’art. 12, che non distingue tra membri eletti all’estero e nominati in Italia. Per Gino BUCCHINO (Canada) occorre evitare di procedere con un certo pressappochismo, a fronte di una legge del CGIE che non è cambiata, mentre di volta in volta cambiano le interpretazioni che ne dà l’Ufficio Centrale di Bilancio. Il PRESIDENTE ritiene si debba chiedere al Consiglio di Stato un parere pro veritate per arrivare a una definizione chiara. Tale iniziativa potrebbe essere assunta dall’Amministrazione. Il Ministro Adriano BENEDETTI non sa se una pronuncia del Consiglio di Stato nei confronti di questa tematica finanziaria abbia valore consultivo o vincolante. Non si stupisce delle risposte dell’UCB, del quale anche la DGIEPM è interlocutore, incontrando spesso difficoltà. Non ritiene che il MAE abbia riserve a farsi tramite per una pronuncia del Consiglio di Stato o dell’Avvocatura dello Stato in materia e prega il Ministro Cardilli di fornire alla sua Direzione Generale gli elementi che consentiranno di porre il quesito. I lavori terminano alle ore 18.30

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MARTEDÌ, 19 OTTOBRE 2004 - I lavori iniziano alle ore 9.40 Presidenza del Segretario Generale Franco NARDUCCI Il PRESIDENTE ricorda che alle 10 è previsto un incontro, richiesto dai Presidenti dei Coordinamenti dei Patronati, per discutere sull’ipotesi di taglio del fondo ad essi destinato, alimentato con i contributi dei lavoratori; a tale incontro egli ha invitato anche il Presidente della II Commissione Tematica del CGIE. Alle 12 saranno trattati i problemi dell’informazione con il Direttore di RAI International Magliaro, alla presenza anche del Presidente della FUSIE e Consigliere del CGIE, De Sossi. Punto G dell’OdG: Tutela previdenziale G01 Situazione Patronati: incontro con il CEPA (Comitato Enti di Patronato) G02 Pagamento pensioni INPS e INPDAP Con riferimento alla richiesta presentata in Assemblea, che tramite la sua competente Commissione Tematica il CGIE possa partecipare alle trattative bilaterali per la stipula di convenzioni di sicurezza sociale, il PRESIDENTE dà conto della risposta della DGIEPM: la partecipazione attiva del Consiglio Generale alla fase preparatoria delle convenzioni non è prevista dalla legge istitutiva del CGIE, il cui contributo, seppure in via informale e consultiva, è ritenuto comunque utile. Pertanto la Direzione Generale solleciterà il Ministero del Lavoro e l’INPS ad accogliere positivamente l’offerta di collaborazione del CGIE. Ritiene particolarmente utile aver ricevuto copia dei Trattati internazionali attualmente in vigore, che andrebbero diffusi a tutto il CGIE. Dino NARDI (Svizzera) ricorda una richiesta da anni avanzata, relativa alla partecipazione dei rappresentanti dei Patronati ai lavori delle Commissioni bilaterali di sicurezza sociale, che non è stata presa in considerazione. A seguito dell’istanza presentata in Assemblea Plenaria, la richiesta del CdP riguardava un rappresentante del CGIE, sottolinea il PRESIDENTE. Per i rappresentanti dei Patronati si reitererà la richiesta. Roberto VOLPINI (Italia) ricorda che i rappresentanti dei Patronati erano invitati dal Ministero del Lavoro e dall’INPS, ma certo non si può partecipare ai lavori come CGIE e come Patronati. Ciò che importa è affermare il principio che gli Enti, direttamente o tramite il CGIE, partecipino alle riunioni. Il PRESIDENTE osserva che i Patronati hanno un rapporto diretto e immediato con l’INPS e il Ministero del Lavoro. Da parte sua, il CGIE può sostenerne la richiesta. Apre poi la discussione sul punto relativo al pagamento delle pensioni INPS e INPDAP.

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Marco FEDI (Australia) riferisce che è stata diramata la Circolare relativa al pagamento mensile delle pensioni INPDAP, a partire dal prossimo mese di gennaio. Non è stato chiarito se la documentazione relativa all’esistenza in vita e al mantenimento dello stato vedovile dovrà essere prodotta mensilmente, ed egli domanda se e quando saranno impartite disposizioni ai Consolati. Chiede inoltre le ragioni per cui l’INPDAP non stipula convenzioni con Istituti di credito per i pagamenti all’estero. Quanto alle pensioni INPS, permane una situazione disastrosa. In alcuni casi non sono rispettati tutti i termini delle convenzioni con gli Istituti di credito che pagano le pensioni all’estero, ed egli segnala che quello incaricato del pagamento delle pensioni in Australia ha cambiato da Roma a Milano la sede di riferimento, non dandone comunicazione nei dovuti tempi tecnici ai Patronati e agli utenti, con la conseguenza che un gran numero di assegni è andato smarrito. Non si capisce perché gli Istituti di credito convenzionati non effettuino l’accredito in banca. Augusto VACCARO (Capo Ufficio III della DGIEPM) riferisce delle preoccupazioni dell’Ambasciata di Camberra per il passaggio dal pagamento bimensile al mensile, che per alcuni cittadini di Paesi di grande estensione può comportare disagi. L’INPDAP ha confermato che dal 1° gennaio inizieranno i pagamenti mensili delle pensioni, ma non ha fornito istruzioni circa l’accertamento dell’esistenza in vita e dello stato vedovile; analogamente a quanto avviene per l’INPS, si potrebbe utilizzare lo strumento dell’autocertificazione, ma è una procedura eventualmente da concordare. Egli ha indicato al Consolato di Camberra che sia accolto il principio che il pensionato può ritirare ogni due mesi la propria pensione; inoltre, per chi vi è interessato il Consolato può effettuare l’accredito sul conto corrente. Circa i disservizi riguardanti i pagamenti delle pensioni INPS, l’Istituto chiede che siano puntualmente segnalati per valutarne le motivazioni e poter eventualmente intervenire. Gian Luigi FERRETTI (Italia) ha avuto notizia dal Vice Commissario dell’INPDAP di una prossima disposizione, per cui l’esistenza in vita dovrà essere documentata ogni sei mesi. Il PRESIDENTE ricorda che già lo scorso settembre il dott. Ciofi aveva anticipato tale notizia. Carlo CIOFI (Capo della Segreteria del MIM) conferma che l’on. Colucci, Vice Commissario dell’INPDAP, ne ha informato il Ministro Tremaglia. Il certificato sarà prodotto direttamente dai Consolati. Giovanni RAPANA’ (Canada) chiede se sia possibile avere per ogni Paese l’indicazione dei flussi finanziari generati dai versamenti delle pensioni INPS e INPDAP. Il Ministro Adriano BENEDETTI non dispone di tali dati ma si attiverà per raccoglierli. Punto I dell’OdG: Esercizio del voto all’estero I01 Indagine conoscitiva sull’esercizio del voto all’estero

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Il PRESIDENTE ritiene che il punto sia stato ampiamente discusso. Resta da decidere in ordine al documento richiesto dal Sottosegretario Baccini su questo e sugli altri argomenti. Suggerisce che assieme a lui vi provveda un gruppo ristretto di Consiglieri, identificati in Bucchino (Canada), Fedi (Australia), Ferretti (Italia), Mangione (USA). Punto L dell’OdG: Formazione professionale – Avviso 2004 L01 Progetti approvati Il PRESIDENTE fa rilevare che non si hanno ancora notizie dell’Avviso 2004. Sembrerebbe che il Direttore Generale dell’Ufficio V, d.ssa Bulgarelli, abbia dato le dimissioni dal suo ruolo e che il Comitato di valutazione non abbia terminato i propri lavori, la cui conclusione dovrebbe in ogni caso essere imminente. Varie Tommaso CONTE (Germania) segnala che il Console di Hannover con un comunicato ha informato i connazionali della sospensione del servizio di rinnovo e concessione passaporti dal 9 al 14 ottobre, per sopravvenute gravi carenze di personale. Egli non pone in discussione l’autonomia dei Consoli, ma prima di una decisione di tale rilievo sarebbe stato doveroso un incontro con il Comites di riferimento per discutere la situazione. Poiché casi simili potrebbero riproporsi, egli domanda quali saranno le indicazioni per il futuro. Ricorda che in occasione delle elezioni dei Comites era stata rappresentata la necessità di maggiore informazione, ma non vi erano fondi sufficienti, mentre ora un Console spende denaro pubblico per migliaia di euro per informare ogni capofamiglia della chiusura di un ufficio importante come quello dei passaporti. Domanda se non sia opportuna un’ispezione e che per il futuro vengano date indicazioni di comportamento. Il Ministro Adriano BENEDETTI afferma che la responsabilità di organizzare il lavoro e distribuire le risorse tra i vari reparti compete esclusivamente al Console; egli è consapevole dello stato di sofferenza di molte sedi della Germania, per quanto riguarda il personale. Prima delle elezioni dei Comites la Direzione Generale ha sollecitato con una Circolare gli Uffici consolari a mantenere un dialogo costante con i Comitati e sicuramente nel caso segnalato avrebbe dovuto esservi un’informazione preliminare. Si potrà diramare un’altra Circolare, reiterando la necessità di un dialogo permanente con i Comites, in particolare in situazioni di emergenza, affinché i rappresentanti della comunità siano previamente informati. Quanto all’ispezione, la superiore Ambasciata veglierà sul funzionamento della Rete in Germania. Circa l’utilizzo di denaro pubblico, c’era evidentemente una disponibilità sul capitolo delle spese postali, e il Console ha ritenuto di informare adeguatamente i membri della comunità. Viene riprese il Punto G dell’OdG Il PRESIDENTE porge il benvenuto ai Presidenti dei Coordinamenti dei Patronati, i quali hanno chiesto un incontro per discutere del ventilato taglio al fondo Patronati. Se

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ne è discusso nella Commissione Continentale riunita a Buenos Aires, e nel precedente CdP è stato ribadito che un eventuale taglio colpirebbe duramente le comunità all’estero, in particolare la fascia più anziana. Inoltre, di una destrutturazione della rete dei Patronati all’estero risentirebbe negativamente tutta la Rete consolare. In un Documento del CdP, consegnato al Ministro Tremaglia e inviato al Ministro Frattini e a tutti i Gruppi parlamentari, è stato posto l’accento sulla questione, sulla quale sarà richiamata l’attenzione del Sottosegretario Letta, nell’incontro di questa sera. Aldo AMORETTI (Presidente INCA-CEPA) informa che lo scorso 16 settembre sono stati richiesti incontri ai Ministeri interessati per discutere di vari problemi, ma non è giunta alcuna risposta. Con il MAE, ad esempio, sulla stipula della Convenzione che la legge prevede non è stata ancora intavolata la discussione. Le voci su possibili tagli al fondo Patronati continuano a rincorrersi e sarebbe doveroso scoprire le carte; e c’è anzitutto da domandarsi se un taglio si tradurrebbe in un risparmio, dal momento che lo Stato fa solo da tesoriere del fondo. Riducendo i Patronati dovrebbero essere potenziati gli Uffici consolari e le Ambasciate, e in Italia l’INPS dovrebbe rinunciare a una collaborazione risultata molto utile. Tiene a sottolineare che la sua non è una difesa di parte e che i Patronati auspicano un miglior funzionamento della Pubblica Amministrazione. In risposta all’insinuazione di un uso non congruo delle risorse, poiché il fondo Patronati è regolamentato da una legge e i bilanci sono forniti annualmente ai Ministeri, non si può che auspicare che il Governo renda più penetranti i controlli, che in particolare all’estero avvengono non a tappeto. Si augura che si avvii al più presto un dialogo costruttivo. Il PRESIDENTE richiama il fenomeno, particolarmente presente in Sud America, dei faccendieri, che approfittano dell’impreparazione soprattutto delle persone anziane, per raggirarle. Massimo BOCCI (CIPLA) reca il saluto del Presidente Fiorito. Sottolinea che il fenomeno dei faccendieri è presente anche in Italia e potrebbe assumere contorni più rilevanti senza l’impegno dei Patronati. Pone l’accento sul lavoro di raccordo nei confronti dei cittadini all’estero, come pure su quello relativo ai modelli RED e sul fatto che l’INPDAP, che non dispone di una banca dati, non è in grado di certificare la posizione dei dipendenti pubblici, che in Italia sono più di tre milioni. A questo provvedono i Patronati. Il contenzioso è decisamente contenuto, rispetto a quello che in genere interessa gli Istituti previdenziali, e spesso riesce a far valere diritti sacrosanti. Auspica che quanto prima sia ripreso il dialogo sulla legge 152 di riforma dei Patronati, che sancisce ciò che essi oggi già fanno, ma non è codificato. La rete dei Patronati raggiunge aree e fasce di popolazione altrimenti non raggiungibili e spesso ai margini anche delle tutele più elementari. Aldo DI BIAGIO (CIPAS) nulla ha da aggiungere a quanto hanno detto i colleghi, che hanno ben centrato tutti gli aspetti. Si compiace per l’attenzione che il CdP riserva ai

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Patronati. Premesso che il ruolo dei Patronati è insostituibile, Gian Luigi FERRETTI (Italia) è perplesso in quanto ha la sensazione di essere di fronte a una leggenda metropolitana che si autoalimenta. Si parla di voci che si inseguono ma non di altro, poiché non vi è alcuna dichiarazione ufficiale. Aldo AMORETTI fa presente che i giornali hanno riportato dichiarazioni del Ministro del Lavoro, secondo le quali i Patronati sono meritevoli di ridimensionamento. Si può affermare che i giornali non necessariamente sono attendibili, ed è per questo che sarebbe indispensabile un incontro chiarificatore. Gian Luigi FERRETTI (Italia) non vorrebbe che il fatto di parlarne contribuisse ad alimentare le voci ricorrenti. Per Roberto VOLPINI (Italia) è invece indispensabile parlarne, poiché non è questione di secondaria importanza, ed egli nota che ciclicamente si mette in discussione il ruolo dei Patronati. Per fare chiarezza, sottolinea che quello dell’Amministrazione non è un finanziamento ma un contributo, perché i Patronati dispongono di entrate proprie. Inoltre, il fondo dei Patronati si alimenta con i prelievi effettuati sui compensi dei lavoratori dipendenti e non dal bilancio dello Stato, e i lavoratori hanno il diritto di gestirlo. Di tutto questo si deve tenere conto se si vuole affrontare la questione con serietà, anche rispetto alle ipotesi di manovra. È stato fatto cenno al problema dei faccendieri, ed egli osserva che quella che in sostanza altro non sarebbe che una privatizzazione dei Patronati alimenterebbe la confusione. È senz’altro opportuno rappresentare questi problemi al Sottosegretario Letta, nell’incontro di questa sera. Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) osserva che opportunamente il dott. Amoretti ha posto l’accento sui controlli. Fa quindi memoria che i Patronati sono nati per svolgere un lavoro di supplenza alle lacune dello Stato italiano, e senza la loro presenza all’estero i connazionali non avrebbero avuto un indispensabile punto di riferimento. Poiché il Patronato è una figura solo italiana, domanda se ciò non ponga qualche problema rispetto agli altri Paesi dell’Unione Europea. Marco FEDI (Australia) ribadisce il ruolo del CGIE quale rappresentante della comunità e la consapevolezza che questo organismo ha, della fondamentale importanza dei Patronati in Italia e nel mondo. Al di là delle convinzioni politiche di ciascuno, si dovrà aprire con i Patronati una discussione franca e promuovere un’azione comune per rafforzare la rete di tutela ed evitare qualsiasi taglio possibile. Il CGIE dovrebbe, come peraltro è già avvenuto in passato, ribadire con un ordine del giorno la necessità di non toccare il fondo dei Patronati, ma anche chiedere in proposito un incontro con il Ministro Maroni. Propone inoltre che si dedichi un’intera sessione plenaria a fare il punto sullo stato della tutela previdenziale nel mondo (pensioni, fisco,

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sanità e reti di servizi) e sul lavoro che i Patronati svolgono, che potrebbe anche essere utile ai fini della convenzione con il MAE, attesa da anni. Dino NARDI (Svizzera) ritiene più che giustificate le preoccupazioni in ordine alle voci che circolano, poiché se realmente si procedesse ad un taglio del fondo dei Patronati, i primi a subirne le conseguenze sarebbero proprio le strutture all’estero, che svolgono un lavoro complementare a quello della Rete consolare, oggetto di continuo ridimensionamento. I servizi che i Patronati offrono ormai non sono più limitati al mondo delle pensioni, ma sono di supporto ad esempio all’INPS, ed è opportuno che il CGIE chieda un incontro con il Ministro del Lavoro, che consenta di fare chiarezza su notizie ricorrenti che probabilmente hanno qualche fondatezza. Silvana MANGIONE (USA) desidera sfatare la voce che circola, della fine dell’emigrazione. Negli Stati Uniti continua una notevole immigrazione di persone che in Italia hanno acquisito una serie di diritti, si trasferiscono e sono potenziali futuri clienti dei Patronati. Le circoscrizioni consolari sono vastissime e lo stato dei Consolati è di totale sofferenza. Per carenza di personale il Consolato di New York è stato costretto a chiudere l’Ufficio pensioni, e ha potuto farlo perché esiste una rete di Patronati, tra loro coordinati in modo da coprire buona parte della circoscrizione. Ricorda che nel corso dei lavori del primo Consiglio Generale si era costituito un gruppo di lavoro e di consulenza al CGIE e al MAE, e poiché oggi c’è un problema di attuazione della nuova legge, sarebbe utile prevedere la ricostituzione di un simile organismo, che lavori insieme alla competente Commissione Tematica del CGIE e sia interlocutore aggiuntivo del MAE. In tal senso è la sua proposta. Andrea AMARO (Italia) apprezza la serietà e l’equilibrio con cui i Coordinamenti dei Patronati pongono la questione. Si è di fronte a un orientamento tendente a metterne in discussione il ruolo, in alcuni casi decisivo per rispondere ai bisogni dei connazionali e collaborare all’attività delle istituzioni all’estero, a cominciare dai Consolati. La questione dovrà essere sollevata nell’incontro con il Sottosegretario Letta, e si dovrebbe vigilare perché un problema non posto formalmente non spunti nell’iter parlamentare in modo surrettizio. La proposta del Consigliere Fedi (Australia) di presentare una posizione del CGIE e chiedere un incontro con il Ministro Maroni è condivisibile. Filomena NARDUCCI (Uruguay) reca testimonianza dell’importanza dei Patronati in America Latina e, qualora intervenissero tagli di contributi, la conseguenza sarebbe un’ulteriore decurtazione di servizi. Condivide pertanto l’idea di una richiesta di incontro con il Ministro Maroni e propone che si effettui un’approfondita analisi del ruolo dei Patronati nella rete dei servizi. Carlo CIOFI conviene sull’importanza dei Patronati per le comunità all’estero. Assicura che ogni loro iniziativa sarà oggetto di particolare attenzione da parte del Ministro Tremaglia, del MIM e della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

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Gian Luigi FERRETTI (Italia) intende tranquillizzare i Patronati. Ricorda che quello attuale è un Governo di coalizione e possono anche esservi opinioni diverse, ma i Patronati hanno buoni amici, come i Ministri Tremaglia e Alemanno, che sicuramente vigileranno. Il Ministro Adriano BENEDETTI assicura che la Rete consolare e la sua Direzione Generale sono consapevoli della rilevanza del lavoro dei Patronati all’estero a favore dei connazionali, che si svolge in sintonia con gli Uffici consolari. La DGIEPM è pronta ad avviare un negoziato per la convenzione, ma non può darvi corso per la mancanza del regolamento attuativo della legge, la cui predisposizione non compete al MAE, nonché del relativo finanziamento. Aldo AMORETTI ricorda che quando a giugno si discuteva la manovra correttiva, si era ipotizzato un taglio del 50% del fondo dei Patronati e ribadisce l’utilità di un incontro chiarificatore. Fa presente che, se è pur vero che in altri Paesi non esistono Patronati, molti sono però interessati all’esperienza italiana. Il Ministero del Lavoro turco, che ha avuto modo di apprezzarne il lavoro in Germania in favore degli italiani, ha chiesto un incontro di approfondimento. L’utilità del Patronato non nasce soltanto dall’inefficienza della Pubblica Amministrazione, poiché esso ha funzioni di difesa di eventuali diritti non riconosciuti: il 75% dei ricorsi patrocinati nei confronti dell’INAIL vedono l’Istituto soccombente. Avendo preso atto della disponibilità dell’Amministrazione degli Esteri ad avviare il negoziato, suggerisce che in attesa del regolamento si proceda all’elaborazione di un’ipotesi di convenzione. Il PRESIDENTE assicura che nell’incontro con il Sottosegretario Letta sarà ribadito il ruolo dei Patronati anche all’estero e che si chiederà un incontro con il Ministro Maroni. Auspica conclusivamente una sempre maggiore collaborazione tra Patronati e Consiglio Generale. A proposito della convenzione ricorda che qualche pietra è stata posta. Nel 2001 il CdP si è fatto promotore, con un proprio documento, di dare un seguito alla legge di riforma dei Patronati. Per la stipula delle convenzioni indubbiamente l’elemento chiave è la disponibilità finanziaria, ma si può cominciare a delineare il quadro complessivo. Il MAE farà certamente tesoro dell’esperienza vissuta tre anni fa, quando si è verificata una battuta di arresto a seguito di una sorta di “calata degli Unni”, e intavolerà negoziati con interlocutori che hanno competenze consolidate. I lavori, sospesi alle ore 11.20, riprendono alle ore 11.25 Punto D dell’OdG: Informazione e comunicazione. Pareri D01 Rinnovo Convenzione e monitoraggio RAI International D02 Contributi alla stampa italiana all’estero D03 Riforma criteri contributi ai media – parere D04 Ufficio stampa del CGIE

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Il PRESIDENTE invita a effettuare una valutazione preliminare in vista dell’incontro con il direttore di RAI International. Ricorda il lavoro svolto dal Consigliere Zoratto (past President della I Commissione Tematica), lavoro che ora va ripreso. In Europa poco si sa di RAI International; egli è informato sul monitoraggio, poiché ne è stato tra i promotori, mentre la Convenzione è in fase di rinnovo e si tratta di sapere nel dettaglio che cosa prevede. Silvana MANGIONE (USA) informa che in un recente incontro a New York il Direttore Magliaro ha sollecitato l’intervento del CGIE, ed ella ritiene opportuno chiedere a lui lo stato di avanzamento della trattativa, al fine di poter poi intervenire. A Marco FEDI (Australia) non risulta che il Comitato di monitoraggio si sia mai riunito, e ritiene si debba riprendere contatto con il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bonaiuti. Anche la Rete consolare ha effettuato un monitoraggio, e comunque ciascuno può fornire indicazioni relative alle proprie sedi di provenienza. Il PRESIDENTE ricorda che al tempo della Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo si stabilì che per monitorare l’offerta di RAI International il CGIE creasse un osservatorio, al quale un decreto ha poi dato forza normativa ma che in realtà non si è mai attivato. Esisteva comunque il monitoraggio assicurato dalla Rete diplomatico-consolare, ma quanto riferito nelle relazioni dei Consoli non coincideva con la percezione della collettività. Quanto alla Convenzione con la RAI, ci si informerà dal Direttore Magliaro sullo stato di avanzamento della trattativa per il rinnovo; seguiranno poi gli interventi e sarà anche affrontata la questione canadese. Giovanni RAPANA’ (Canada) invita a tenere presente che oltre alla Convenzione vi sono altri problemi di cui discutere, quali i palinsesti per il Sud America e il Sud Africa. Silvana MANGIONE (USA) fa rilevare che se non si stipula la Convenzione vengono meno i fondi grazie ai quali RAI International può trasmettere i programmi. Anche se reperita iuvant¸ non è certo la prima volta che con il Direttore Magliaro ci si lamenta dei palinsesti e dei programmi. Alle ore 12.05 interviene il Direttore di RAI International Magliaro con alcuni collaboratori Il PRESIDENTE rivolge parole di benvenuto al dott. Magliaro e ai suoi collaboratori Lionetti e Giani, nonché al Presidente della FUSIE e Consigliere del CGIE, De Sossi (Italia). L’incontro è stato chiesto perché con il nuovo CGIE dovranno essere riprese le questioni dell’informazione. È in corso il negoziato per il rinnovo della Convenzione con RAI International ed egli chiede quale sia lo stato della trattativa. Il CGIE è interessato a sostenere in questa fase RAI International, e nel pacchetto delle questioni da sottoporre agli interlocutori istituzionali avrà spazio il tema dell’informazione. Massimo MAGLIARO (Direttore di RAI International) fa presente che dall’andamento della trattativa in corso dipenderà buona parte dello sviluppo della struttura che da

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quattro anni dirige, sempre confrontandosi con la scarsezza delle risorse. Egli ha titolo per rinegoziare a nome della RAI la Convenzione con la Presidenza del Consiglio, e questo comporta che i finanziamenti andranno direttamente a RAI International. Le precedenti Convenzioni risalgono al 1962 e al 1975. Quella del ’62 regola il regime delle trasmissioni radiofoniche in onda corta, non utilizzabile per prodotti di qualità, come la musica. In Canada e Australia si riceve il segnale in onda corta inviato dalla RAI e ridistribuito in loco da altre società, mentre in Argentina il segnale non viene ascoltato se non attraverso apparecchi in onda corta difficilmente reperibili. La Convenzione del ’75 regola l’altra quota di radio in onda media, che ha una distribuzione locale, e la produzione televisiva di RAI International, che ammonta a 700 ore l’anno. Tali due Convenzioni sono obsolete e vanno ridiscusse secondo criteri di offerta diversi. Egli ha avviato la trattativa con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, nella persona del Sottosegretario Bonaiuti, che ha la delega per le politiche dell’editoria e la comunicazione. Ha avanzato una richiesta di finanziamento della nuova RAI International su basi diverse rispetto al passato. Anzitutto non più due, ma una sola Convenzione, anche al fine di portare ordine dal punto di vista delle ore di produzione e superare certe disposizioni decisamente fuori tempo. Egli ha poi insistito sull’aumento della quota di autoproduzione televisiva. Attualmente il palinsesto televisivo di RAI International dura 24 ore, ma la titolarità della produzione è di sole 2 ore, mentre le rimanenti 22 sono un assemblaggio di quanto prodotto dalle reti nazionali della RAI. In sostanza, si manda in onda la televisione che si vede in Italia. È chiaro che in tali condizioni il palinsesto non può essere mirato ed egli, aumentando la quota di produzione televisiva, intende caratterizzare il palinsesto, avendo più spazio, e quindi più risorse per fare prodotti mirati a un mercato internazionale composto per l’80% da italiani nel mondo, e per il 20% da stranieri che amano l’Italia. Chi vive all’estero ha assorbito i gusti del mercato televisivo locale, ha rapporti con l’Italia più che altro di carattere informativo, ma probabilmente non è interessato all’intrattenimento del sabato della RAI; è comunque comune il desiderio di un palinsesto dedicato, che tenga conto dei problemi delle comunità nel mondo e affronti le diverse tematiche nell’ottica degli italiani all’estero. Questo può farlo soltanto una struttura vocata. Anche l’informazione di ritorno è utopico immaginare che possa essere delegata a RAI 1, RAI 2, RAI 3, che hanno un’ottica di profitto che si scontra contro quella di servizio pubblico; e parlare degli italiani nel mondo è servizio pubblico, non porta denaro o audience. Aumentare la quota di produzione di RAI International, ad esempio dalle attuali 700 a 2.000 ore l’anno, vuol significare andare sempre più incontro alla costruzione di un palinsesto dedicato, per realizzare il quale occorrono risorse adeguate. La radio va trasformata dall’onda corta a sistemi di trasmissione oggi correnti. La trattativa con la Presidenza del Consiglio sta per giungere in porto. Le riunioni tenute hanno portato ad avvicinare il risultato che si intende raggiungere, di finanziare la nuova RAI International con risorse adeguate a quelle di una rete italiana come RAI 2, ed egli auspica il sostegno del CGIE alla sua posizione. Ha illustrato il proprio progetto ai soggetti politici che ha incontrato a Palazzo Chigi, riscuotendo consensi, ma

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bisogna far capire che, per essere realizzato, il progetto ha bisogno di finanziamenti, ed egli deve conoscere in tempi relativamente brevi l’entità delle risorse sulla cui base sviluppare i programmi e avere un rapporto più maturo con il mercato al quale RAI International si rivolge. Affronta quindi la questione della societarizzazione di RAI International, che non è privatizzazione. Essa è e rimarrà una struttura di servizio e deve essere messa in condizione di fare bene il proprio lavoro per dare un’immagine positiva del Paese. Tra le idee che si intende sviluppare vi è non soltanto il canale per gli italiani all’estero, ma anche per gli stranieri che amano l’Italia, sicuramente numerosi, come dimostra il boom dei corsi di italianistica, considerati un mezzo per avvicinarsi alla cultura del Paese. Tale mercato di stranieri va avvicinato nelle rispettive lingue; e la sottotitolazione del programmi non ha un costo da poco. Inoltre ogni palinsesto differenziato per continente, che ha un proprio costo di messa in onda, va visto come un’opportunità, perché si può pensare a produzioni mirate per singoli Paesi. Ha avuto occasione di partecipare a riunioni continentali, e gli sono state avanzate critiche sicuramente motivate. Il fatto è che attualmente, dei 41 miliardi di cui dispone, 15 vanno a RAI Corporation per pagare la struttura di sevizio sul territorio americano, e 5 miliardi sono il costo del funzionamento della Direzione; ne rimangono 21, con i quali devono essere realizzate 700 ore di televisione e 12.680 ore di radio. Chi all’estero vede la BBC, la CNN, TV International, Deutch welle e fa i paragoni, deve tenere presente la diversità di risorse disponibili. Si augura di aver fornito esaurienti spiegazioni e che la voce del CGIE arrivi compatta alla Presidenza del Consiglio nei prossimi incontri. Ottobre è il mese in cui si dovrebbe chiudere la trattativa, perché dal 1° gennaio si abbia sui video una nuova programmazione. Il PRESIDENTE assicura che la questione dell’informazione e il ruolo di RAI International saranno affrontati sin da oggi, nell’incontro con il Sottosegretario Letta. Ricorda il problema del Canada e sin da ora invita il Direttore Magliaro alla prossima Assemblea Plenaria, dove il tema dell’informazione avrà una finestra. Gino BUCCHINO (Canada) osserva che il Canada ha assunto una posizione negativa su tutto ciò che concerne gli italiani all’estero: Comites, voto, RAI International. Ha colto la richiesta di sostegno, perché si comprenda finalmente che rendere disponibile un canale per 60 milioni di italiani nel mondo è un investimento. Auspica che siano accolte le richieste di una sola convenzione e di 6 ore di autoproduzione dedicata, e che per le restanti 18 ore vi sia un miglioramento della programmazione. Sottolinea che RAI International è l’unica finestra che gli italiani all’estero hanno sull’Italia e deve essere di eccezionale portata. Si compiace che per la radio non si parli più di onde corte e fa presente il problema del continente africano, dove non arriva il segnale radio. Giovanni RAPANA’ (Canada) ringrazia il Direttore Magliaro per l’impegno profuso per addivenire a una soluzione del caso Canada. Si è per lo meno ottenuto di portare la questione sul tavolo delle trattative bilaterali e attualmente la collettività italiana è

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impegnata per ottenere dal Governo canadese che RAI International trasmetta per 24 ore in forma integrale; su tale posizione egli chiede fermezza. Gian Luigi FERRETTI (Italia) rivolge al CdP un duplice appello: che, alla luce delle informazioni avute, si faccia uno sforzo intellettuale per evitare ulteriori critiche qualunquistiche sui programmi, e inoltre che si predisponga un documento ufficiale su RAI International, che tra l’altro costituisce un biglietto da visita dell’Italia nel mondo. Marco FEDI (Italia) si è trovato a rispondere in parte dei noti problemi di RAI International di fronte a una delegazione di Senatori in visita in Australia. La trattativa per la convenzione sta procedendo positivamente, ed a suo avviso nel momento attuale la priorità assoluta è la realizzazione dei palinsesti, che risolverebbe un dei problemi più sentiti dalla collettività italiana. In questo senso vorrebbe una garanzia dal Direttore Magliaro. A proposito del palinsesto di “Rai Italia” (2 ore al giorno di trasmissione e 6 la domenica), Silvana MANGIONE (USA) segnala che negli Stati Uniti si vede per 6 giorni il TG 1 e la domenica mattina il TG 2, mentre si vorrebbe poter ricevere tutti e tre i TG. Chiede poi un minimo di informazioni a proposito del Sud Africa e che si affronti la questione del digitale nell’ottica della proiezione dell’Italia verso l’esterno. Tomaso CONTE (Germania) chiede quale sia l’entità finanziaria della richiesta di RAI International. Poiché vive in Germania non può esprimere una valutazione personale, ma alcuni colleghi del Sud America hanno valutato in modo estremamente negativo i programmi di RAI International, dei quali viene logico domandarsi l’utilità. In vista delle prossime elezioni politiche il ruolo di RAI International nell’informazione sarà di eccezionale importanza, ed egli ritiene che anche con gli attuali 21 miliardi potrebbe essere diffusa un’informazione a tutto tondo. Luigi PALLARO (Argentina), che è abbastanza soddisfatto della programmazione di RAI International, che considera uno strumento di promozione dell’Italia nel mondo. In questo senso l’investimento non può essere considerato eccessivo. Filomena NARDUCCI (Uruguay) si sofferma in modo critico sulla programmazione del sabato sera. Chiede quindi chiarimenti sulla logica del palinsesto differenziato per continente. Claudio PIERONI (Brasile) non si spiega il motivo per cui non vengono mai date notizie sui Paesi sud-americani, in particolare su Brasile e Uruguay. Per Marco FEDI (Australia), in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, con la Presidenza del Consiglio dei Ministri andrebbe affrontato il problema dell’informazione istituzionale per gli italiani all’estero attraverso tutti i canali, che ritiene esuli dalla Convenzione.

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Il PRESIDENTE ricorda che già in occasione della prima votazione all’estero il CGIE in un suo documento ha posto il problema di RAI International, il cui segnale che deve essere ricevuto anche in Europa. Massimo MAGLIARO (Direttore di RAI International) informa di una sua audizione con la Commissione Affari Costituzionali del Senato, che alla unanimità ha espresso il parere che sia RAI International ad organizzare le tribune elettorali per gli italiani all’estero che si candideranno per le elezioni del 2006, e questo apre la via alla sua presenza in Europa. A proposito del caso Canada, informa che il Ministro Frattini ha seguito la vicenda come può farlo la filiera diplomatica. I linguaggi sono diversi come tono ma convergenti come obiettivo, che è quello di ottenere che in Canada si riceva RAI International. Ringrazia per il supporto dell’Ambasciatore Colombo e dei Consoli in Canada e si compiace per le iniziative della comunità italiana: 2 petizioni, una manifestazione di piazza ad Ottawa, determinanti nell’ottenere che il caso sia affrontato nell’ambito dei rapporti bilaterali. Ritiene che il Ministro Frattini e il suo omologo canadese abbiano concordato sul fatto che RAI International deve essere in Canada 24 ore su 24, non tramite mediazioni improponibili. Il Consigliere Bucchino (Canada) ha parlato di una finestra sull’Italia ed egli avverte che ci si dovrà preparare, in vista dell’appuntamento elettorale del 2006, al fatto che chi negli anni non si è mai interessato degli italiani all’estero scoprirà che in questo mercato si possono fare affari non solo politici, ma anche commerciali, mentre la comunità italiana di altro ha necessità che di vedersi proporre abbonamenti, ad esempio per ascoltare canzoni. Non si tratterà di servizio pubblico, né di concorrenza o di finestra, ma di piccoli affari. Quando sarà risolto il caso Canada, con la stessa determinazione sarà affrontato il caso Australia. Circa la questione dei palinsesti, assicura che anzitutto ci si preoccuperà di disarticolare il monolite. Il palinsesto diversificato a livello continentale significa porsi problemi di orario e di produzioni mirate. Informa che “Rai Italia” è pagata da RAI International e il palinsesto è fatto da RAI Corporation. Il digitale è una grande opportunità, e sarebbe già possibile un’offerta diversificata, con una serie di canali tematici, ma si tratta in primo luogo di renderlo disponibile. Per il Sud Africa è stato recentemente chiuso il contratto. Erasmo LIONETTI (RAI International) informa che è stato stipulato un contratto per due anni, che riguarda sia il Sud che il Nord Africa e sono stati introdotti due canali radiofonici, uno dei quali è destinato ai notiziari in onda corta. Il palinsesto è quello di New York. Massimo MAGLIARO (Direttore di RAI International) si riferisce alle considerazioni sull’intrattenimento non soddisfacente per fare presente che per 22 ore viene mandata in onda la televisione che si vede in Italia, e se è difficile mettere d’accordo i gusti degli italiani in Italia, ancor più lo con riguardo agli italiani nel mondo, il cui gusto è modificato dalle influenze locali. Quanto alle critiche di carattere generale, occorre anzitutto valutare se si riferiscono alle 22 ore di trasmissione, che non sono nella sua

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responsabilità, o alle due di autoproduzione, per le quali si ricevono lettere per lo più di consenso. Non condivide l’osservazione che non ci si occupi dell’America Latina; informa che alle testate italiane in Brasile e Uruguay è stato chiesto che fornissero i loro giornali per consentire la rassegna stampa, ma nessuno ha mai risposto. Quanto ai servizi, può anche esservi una carenza di informazione, ma egli non può che avvalersi della collaborazione di due persone, che sono pagate soltanto per i “pezzi” loro richiesti. La RAI ha aperto un ufficio di corrispondenza in Argentina, ma il corrispondente che vi era stato inviato non ha ritenuto interessante l’incarico. Il Ministro Adriano BENEDETTI pone l’accento sulla fluidità e continuità della collaborazione tra la Farnesina e RAI International e sulla divisione dei ruoli, l’uno diplomatico e l’altro operativo. Si spiace che il Consigliere Rapanà (Canada), sempre attento alle cose del suo Paese, abbia voluto dimenticare il ruolo costantemente svolto dal MAE. È di grande importanza che il tema di RAI International per la prima volta sia stato affrontato in occasione di un incontro tra i due Ministri degli Esteri e poi portato all’attenzione dei media. Le notizie da Ottawa sono incoraggianti e si intravede una soluzione. Giovanni RAPANA’ (Canada) assicura che la sua omissione è stata del tutto involontaria. Il PRESIDENTE ringrazia per le informazioni fornite. Ricorda di avere presenziato alla presentazione del piano editoriale di RAI International, fatta dal Direttore Magliaro al momento dell’assunzione dell’incarico e di avere apprezzato i programmi proposti. Dà atto che numerosi cambiamenti sono stati introdotti, compatibilmente con le risorse a disposizione. Il tema dell’informazione sta particolarmente a cuore all’intero CGIE e saranno fatte presenti le esigenze di RAI International nelle sedi istituzionali. È consapevole della difficoltà di corrispondere a esigenze diverse di programmazione, cui può dare risposta la differenziazione dei palinsesti. Sarà ripresa la questione dell’osservatorio, che insieme alla Rete consolare può aiutare a comprendere le esigenze. I lavori, sospesi alle ore 13.30, riprendono alle ore 15.40 Per affrontare con il dovuto approfondimento il problema dell’informazione e discutere dei contributi alla stampa italiana all’estero il PRESIDENTE ha invitato il Presidente della FUSIE e Consigliere del CGIE De Sossi (Italia). Grazie al Ministro Tremaglia è stato ottenuto il raddoppio del finanziamento alla stampa italiana all’estero, e si tratta ora di fare il punto della situazione. Quanto al parere sui contributi ai media, sarà consegnato l’indomani mattina. Domenico DE SOSSI (Presidente FUSIE e Consigliere CGIE – Italia) fa presente che per un disservizio di comunicazione il Presidente della I Commissione Tematica non ha ricevuto la richiesta del Segretario Generale di fornire un’opinione sul tema. Ha però

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fatto pervenire a lui un appunto incentrato su RAI International, indicando che avrebbe rinviato l’approfondimento dei temi alla prossima riunione della Commissione. A proposito dei contributi alla stampa periodica italiana all’estero, regolati dall’art. 26 della legge del 1981, ricorda che lo stanziamento di due miliardi del 1986 è rimasto invariato fino al 2001, quando è stato raddoppiato. A seguito di una valutazione, peraltro non particolarmente approfondita, una Commissione composta di circa 20 persone procede alla suddivisione dei 4 miliardi tra le testate. La suddivisione dello scorso dicembre ha riguardato 138 giornali, 118 dei quali editi all’estero e 20 stampati in Italia ma con prevalente diffusione all’estero. Non ritiene si possa, in questa particolare congiuntura, ottenere un finanziamento maggiore. Un’altra norma di legge riguarda l’attività dei quotidiani italiani diffusi all’estero, che erano Il Corriere canadese e America oggi, a ciascuno dei quali sono riconosciuti annualmente all’incirca 2,5 miliardi di vecchie lire. Dallo scorso anno si è aggiunta La Voce d’Italia di Caracas, cui sono stati riconosciuti circa 350 milioni. Quest’anno la platea si allargherà con L’Italia del popolo, quotidiano che si stampa a Fiume, con Il Globo e con Gente d’Italia. Fa presente che mentre per la stampa periodica il contributo è fisso, per cui allargando la platea dei partecipanti si riduce la quota a ciascuno assegnata, in quest’ultimo caso il finanziamento tiene conto di diversi fattori e non vi è rischio di riduzione di attribuzioni. Sulle agenzie c’è un’ombra di mistero: alcune agenzie hanno una convenzione con la Presidenza del Consiglio, e precisamente ANSA, Agenzia Italia, ADN Kronos e ASCA, cui erano stati inizialmente attribuiti 4 miliardi. Lo scorso anno il Consigliere Zoratto (past President della I Commissione Tematica) aveva fatto richiesta alla Presidenza del Consiglio di copia delle Convenzioni, per conoscerne i termini, ed egli vede con interesse la possibilità che si aumenti la qualità e la fascia dei servizi offerti. A lui consta, ad esempio, che i servizi fotografici non siano previsti nelle Convenzioni. I finanziamenti da parte delle Regioni fanno parte di una galassia impenetrabile. Vengono finanziati alcuni giornali direttamente collegati con le Regioni; ci sono poi abbonamenti ai giornali italiani inviati all’estero, ma non contributi diretti. Il MAE stipula abbonamenti con alcune agenzie, ma non giornali. Non ritiene comunque di approfondire questo aspetto. L’art. 26 della legge del 1981 si riferisce solo alla carta stampata, mentre le emittenti radio-televisive e telematiche italiane all’estero non hanno alcun tipo di contributo ed è anche difficile individuarle. Negli Stati Uniti vi è qualche caso di radio di qualità, ma in Europa la situazione è deludente. Sarebbe importante realizzare una seria ricognizione sul sistema radio-televisivo e telematico, per conoscerne la consistenza. Grazie all’impegno del Ministro Tremaglia, del Consigliere Zoratto (past President della I Commissione Tematica) e dell’intero CGIE, per la prima volta si è riusciti a ottenere fondi per la pubblicità istituzionale e sono state realizzate tre campagne: sulla droga, sulle elezioni dei Comites e su quelle europee. La questione andrebbe affrontata con il Sottosegretario Letta per impegnare il Dipartimento per l’editoria della Presidenza del Consiglio a che una quota minima delle campagne pubblicitarie che si fanno in Italia sia riservata ai giornali e alle radio all’estero. La FUSIE ha costituito una società dedicata alla pubblicità, autonoma ma ispirata alla FUSIE, cui spettano gli eventuali utili. Egli prospetta l’esigenza di un’organizzazione

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associativa che non rappresenti solo la carta stampata, come attualmente la FUSIE, che egli vorrebbe diventasse la rappresentante del mondo complesso e composito dell’informazione italiana all’estero. Le radio, che hanno il contatto più immediato con le comunità, ritiene che vadano incentivate con interventi mirati. Circa la qualità dei programmi, nel corso del 2003 gli unici seri contributi sono giunti dai Consiglieri Zoratto (past President della I Commissione Tematica) e Carozza (Belgio). La stampa di informazione è convinto che abbia ancora un ruolo anche al fine del mantenimento della lingua, ed egli auspica che si possa integrare l’attuale regolamento, che pone limitazioni riguardanti i giornali non prevalentemente in lingua italiana, che andrebbero superate. Il PRESIDENTE riteneva che la FUSIE fosse a conoscenza dei contributi erogati dalla Presidenza del Consiglio. Quanto alle Convenzioni, se ne chiederà copia al Dipartimento per l’editoria. Ricorda infine che il CdP è chiamato a esprimere il proprio parere sulle agenzie. Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) ritiene che nell’attribuzione dei contributi alla stampa periodica di dovrebbe tenere conto della qualità del prodotto, che in molti casi è decisamente scadente e non rende un servizio alla comunità. Sarebbe utile che il CdP disponesse dell’elenco delle 138 testate, con l’indicazione dell’ultimo contributo a ciascuna erogato. Domenico DE SOSSI (Presidente FUSIE e Consigliere CGIE – Italia) assicura che lo fornirà. Giovanni RAPANA’ (Canada) ritiene che per esprimere un parere sui contributi riconosciuti alle varie testate, il CdP debba effettuare approfondimenti di merito. Nella realtà canadese i giornali italiani svolgono un ruolo fondamentale sotto il profilo dell’informazione, ma anche per la promozione della lingua e cultura italiana. Propone che il CdP esprima parere favorevole alle richieste di contributo e ritiene opportuno che si dia un segnale di incoraggiamento alla stampa italiana all’estero chiedendo alle istituzioni un incremento dello stanziamento analogo a quello del 2001. Andrea AMARO (Italia) considera che le agenzie offrono un prodotto confezionato in Italia e finanziato per una missione precisa e che la loro attività può essere oggetto di riflessione e di suggerimenti. Nel rispetto del pluralismo non possono esservi imposizioni o regole, ma i finanziamenti potrebbero costituire lo strumento per sollecitare una specializzazione che renda le varie agenzie non ripetitive, ma orientate a soddisfare domande diverse. Concorda sull’idea di un ampliamento del numero di testate, non necessariamente di lingua italiana, tenendo conto che sono espressione di entità che si organizzano secondo motivazioni diverse e che non per tutte si può utilizzare lo stesso parametro. La radio sta in genere riconquistando un suo pubblico e forse troppo frettolosamente si è messa una pietra sopra uno strumento considerato superato. Infine, riterrebbe utile una ricognizione complessiva di tutta la stampa italiana, anche quella regionale, che pensa impegni notevoli risorse ed è forse la più superata.

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Luigi PALLARO (Argentina) domanda sulla base di quali criteri vengono attribuiti i contributi alla stampa e alle emittenti radio-televisive, e se esista un regolamento. Domenico DE SOSSI (Presidente FUSIE e Consigliere CGIE – Italia) chiarisce che uno dei criteri è il numero di copie stampate e diffuse e i Consoli procedono ad accertamenti e danno una sorta di certificazione. Inoltre, anche i Comites esprimono un parere. Tommaso CONTE (Germania) osserva anzitutto che al CdP non è richiesto di dare un parere sui contributi. La specializzazione delle agenzie di stampa, da lungo tempo richiesta dal Consiglio Generale, non riguarda l’ANSA o simili agenzie citate dal Consigliere De Sossi (Italia), ma le agenzie che riguardano gli italiani all’estero, quale Inform e News Italia Press, ed è su queste che va espresso il parere. A proposito dell’informazione esclusivamente telematica, chiede conferma - e l’ottiene – che non sono previsti finanziamenti dalla Presidenza del Consiglio. Per Marco FEDI (Australia) occorre riuscire a comprendere la giungla normativa ed effettuare una ricognizione del mondo dell’informazione italiana all’estero, non solo di lingua italiana. Attualmente non si hanno idee chiare su ciò che è possibile ottenere attraverso percorsi normativi ancora inesplorati o attraverso quelli tradizionali, e neppure si ha un quadro completo dei media elettronici che operano all’estero. Non ritiene sbagliato chiederne un aumento delle risorse, ma è importante capire quale sia il soggetto più qualificato a gestirle, se il MAE o la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Vi sono poi modifiche, come quella del regolamento, che possono essere attuate in tempi brevi, ed altre, relative a norme ormai obsolete, rispetto alle quali deve esservi un’azione propositiva del CGIE. È necessario insistere affinché sia rispettata la legge, che prevede che il Consiglio Generale esprima parere obbligatorio, spesso neppure richiesto, e presentare una proposta politica forte. Il PRESIDENTE ricorda che più volte, anche con il precedente Governo, ci si è rivolti al Dipartimento per l’editoria facendo presente quanto stabilisce la legge del CGIE. Non si può continuare a produrre giornali come al ciclostile, avendo il contributo dello Stato al pari di altri che presentano ottimi prodotti. Gino BUCCHINO (Canada) osserva che vi sono due contenitori, uno di 4 miliardi per la stampa nel mondo, alla quale si deve riconoscere un ruolo importantissimo, e un altro di 5 miliardi, relativo ai due giornali indicati. Da parte di testate discutibili sembra ora esservi quasi un tentativo di assalto alla diligenza, decisamente preoccupante. Ritiene che al riguardo si dovrebbe prendere una posizione. Visto che i Consoli e i Comites sono tenuti ad esprimere un parere, Dino NARDI (Svizzera) riterrebbe giusto che anche il CGIE si esprima quanto meno nei Paesi in cui ha un proprio rappresentante.

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Il Consigliere Daniele PERICO (Capo Ufficio II della DGIEPM) informa che l’Ufficio ha terminato il lavoro di elaborazione delle banche dati relative ai comunicatori all’estero e alle testate. Si tratta di stabilire quando presentare tale lavoro. Al PRESIDENTE la riunione della Commissione Tematica a dicembre appare il momento opportuno. Domenico DE SOSSI (Presidente FUSIE e Consigliere CGIE – Italia) fa presente che News Italia Press ha condotto un’indagine sulle testate e sui comunicatori italiani all’estero, recepita dalla D.G. con un contratto d’uso. Lo stesso Ministero degli Esteri e la FUSIE avevano realizzato iniziative simili; quanto alla FUSIE, l’indagine riguardava la stampa sia di emigrazione che di immigrazione. Certamente il CdP non è chiamato a dare un parere sulle agenzie nazionali, ma le problematiche che le riguardano, e in particolare la ripetitività, non si discostano da quelle delle agenzie di immigrazione. Si può auspicare una certa specializzazione, ma non può che essere limitata. Non vi è dubbio che si deve arrivare a una soluzione e la Commissione Tematica a dicembre procederà ad approfondite valutazioni. È possibile chiedere che, in sede di modifica del regolamento, la Commissione indichi criteri che tengano conto delle problematiche emerse, evitando particolari rigidità. È doveroso chiedere un aumento del finanziamento, anche se non sarà possibile ottenerlo, ed egli ricorda che il prof. Masi ebbe a dire che si sarebbe potuto prendere in considerazione il problema delle radio al momento, appunto, dell’aumento del finanziamento. Il PRESIDENTE considera che i giornali che ricevono il finanziamento, quando sono ben fatti hanno anche un ruolo di tutela della lingua italiana; molti di essi non vivono del solo contributo, stanno sul mercato e hanno un pubblico di riferimento. Si chiederà al Presidente Randazzo (Australia) un ordine del giorno che possa essere preventivamente discusso, perché la Commissione Tematica possa lavorare. Con un’azione congiunta FUSIE-CGIE si deve cercare di ottenere ascolto dalla Presidenza del Consiglio al fine di avere voce in ordine ai criteri. Alla d.ssa Venanzi (Ufficio II della DGIEPM) ricorda come in un incontro dello scorso aprile sia stato discusso il documento elaborato dalla D. G. alla quale ella appartiene, che disciplina le procedure per l’affidamento dei servizi informativi da parte dell’Amministrazione sul cap. 3122, in cui si riaffermano i principi di pluralità e trasparenza delle procedure che devono guidare l’accesso all’aggiudicazione, e una più equa ripartizione in base alle effettive professionalità e secondo parametri obiettivi. Il Presidente della FUSIE farà parte della Commissione valutativa e si punta a incrementare ulteriormente il livello qualitativo nella scelta delle tematiche. Il capitolo è finanziato per 435 mila euro più IVA. La d.ssa Venanzi ha informato dell’impossibilità di procedere a una gara d’appalto, che prevede un unico aggiudicatario; è stata anche scartata l’ipotesi di una convenzione pluriennale, essendo in tal caso richiesto l’intervento preventivo del Ministero del Tesoro per gli esercizi successivi. Occorre pertanto ragionare su base annuale.

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A lui non risulta chiaro se sarà adottato un parametro relativo alla cadenza, oltre a quello dei bersagli raggiunti. Per le agenzie che ricevono contributi anche dal Dipartimento dell’editoria della Presidenza del Consiglio, si dovrebbero considerare le due cifre nel loro complesso. Anna Maria VENANZI (Ufficio II della DGIEPM) fa presente che la cadenza, che non è prevista tra i parametri, si può inserire come capacità potenziale, poiché è il MAE a richiedere una diversificazione nell’invio. Tutte le agenzie ella ritiene siano in grado di svolgere un servizio quotidiano, ma la notizia confezionata a livello quotidiano è diversa da quella proposta a livello settimanale, che è di approfondimento e riflessione. A questa categoria appartengono i servizi di GESI e di Italian Netowork, che propongono una sorta di magazine settimanale. Roberto VOLPINI (Italia) propone di tenere conto, tra gli elementi di valutazione, dell’impiego di persone che fanno all’estero servizio civile volontario. Il PRESIDENTE ritiene eccessiva l’attribuzione di 3 punti in relazione al numero di redattori iscritti all’albo professionale. Silvana MANGIONE (USA) osserva che l’iscrizione all’albo professionale è una garanzia. Una riduzione del punteggio potrebbe anche essere presa in considerazione, ma entro limiti contenuti, perché è importante che le notizie per i giornali italiani all’estero siano prodotte con tutti i crismi della professionalità affinché non se ne divulghino di sbagliate, che potrebbero produrre effetti negativi. Facendo riferimento alla voce “pubblicazione in altre lingue”, e all’attribuzione dello 0,25% per ogni lingua oltre l’italiano, domanda se si tratti della pubblicazione della stessa notizia tradotta in una serie di lingue diverse, o di altre notizie che potrebbero essere reperite senza grande considerazione per la correttezza del linguaggio. Nel primo caso il parametro appare un po’ basso, poiché se si vogliono informare le generazioni successive, le notizie vanno date anche in lingue diverse e questo diventa un momento importante della produzione delle agenzie. Il PRESIDENTE ha inteso che si tratti di traduzione in varie lingue della medesima notizia. Marco FEDI (Australia) fa rilevare che molto spesso le traduzioni sono non pubblicabili, e dunque sarebbe opportuno inserire criteri di qualità linguistica dal punto di vista giornalistico. Se la pubblicazione di notizie in più lingue risponde a un’esigenza, il PRESIDENTE fa rilevare che va individuato un criterio, o altrimenti il parametro va eliminato. Tommaso CONTE (Germania) domanda su quale base siano stati stabiliti i punteggi e ricorda che si è sempre detto che la specializzazione è l’aspetto più rimarchevole. Poiché si parla di 250, 500 e 750 indirizzi, e fra questi sono compresi i Presidenti dei Comites e i membri del Comitato di Presidenza del Consiglio Generale, a lui sembra di

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capire che gli altri componenti del CGIE non riceveranno le agenzie e domanda in base a quale criterio sono individuati i bersagli. Anna Maria VENANZI fa presente che tra i destinatari delle agenzie, il cui limite massimo è di 750, al primo posto sono gli operatori dell’informazione, per i quali i notiziari sono anche uno strumento di lavoro. Poiché la banca dati già conta circa 700 media, si dovrà fare una cernita, ma anche degli altri destinatari dovrà essere limitato il numero. Saranno pertanto esclusi gli Istituti Italiani di Cultura e le Rappresentanze diplomatico-consolari, non previsti nello specifico capitolo di bilancio che riguarda le collettività italiane all’estero. Se le agenzie devono essere inviate a tutti i membri del CGIE, dovranno essere eliminati altrettanti operatori dell’informazione. Quanto al criterio di attribuzione dei punteggi, ci si è ispirati al decreto legge 157 del 1995. In primo luogo si è tenuto conto della professionalità, e dovrebbe essere premiante che a garanzia del servizio in redazione sia presente almeno un giornalista iscritto all’albo; in secondo luogo sono considerati gli anni di attività, poiché anche l’esperienza è un valore. È stato poi previsto un punteggio relativo alla parte linguistica, rispondendo a un’indicazione dalle stesse agenzie. Il PRESIDENTE considera che la D.G. avrebbe potuto chiedere il parere del CGIE, anche nell’interesse delle agenzie, che hanno un ruolo importante e hanno sicuramente compiuto un salto di qualità. Il CdP formalizzerà il suo parere e lo rimetterà alla Direzione Generale. Premesso che al Sottosegretario Letta dovranno essere rappresentate le preoccupazioni del CGIE su alcuni aspetti, procede a un riepilogo delle questioni da sottoporgli: il finanziamento ai 37 Comites che ne sono stati esclusi con il decreto taglia-spese; la Legge Finanziaria 2005; l’informazione; il voto e l’anagrafe; il finanziamento ai Patronati; la Conferenza Stato-Regioni-CGIE, che nel 2002 proprio il Sottosegretario Letta aveva aperto, presentando la posizione del Governo su una serie di tematiche. I lavori terminano alle ore 17.30

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MERCOLEDÌ, 20 OTTOBRE 2004 - I lavori iniziano alle ore 10.00 Presidenza del Segretario Generale Franco NARDUCCI Il PRESIDENTE riferisce che in merito alla nomina dell’Esperta Fosco ci sono elementi di novità. Gian Luigi FERRETTI (Italia) segnala che da tre Consiglieri degli Stati Uniti gli è giunta una comunicazione dalla quale parrebbe che la d.ssa Fosco potrebbe essere implicata in un processo per gravi discriminazioni verso due donne italiane. Ne ha parlato anzitutto con il Consigliere Silvana Mangione (USA) e suggerisce di chiedere notizie all’Autorità diplomatico-consolare. Il PRESIDENTE sottolinea che il CdP fa le sue valutazioni in base alla documentazione fornita. Negli Stati Uniti c’è una fortissima contrapposizione a livello politico, che si riflette su tutti gli aspetti. Ritiene si debba interpellare il Consolato. Silvana MANGIONE (USA) fa rilevare che la comunicazione alla quale fa riferimento il Consigliere Ferretti (Italia) è l’equivalente di una lettera anonima. Si tratta di una lettera aperta alla comunità italo-americana, nella quale si parla dell’Università della Città di New York e di una investigazione condotta da un esperto sul bulling, e i suoi commenti su crimini commessi in quell’Università contro italo-americani da altri italo-americani. Si invitano le persone che ricevono la nota a diffonderla e a far pervenire i propri commenti al Magnifico Rettore dell’Università. Segue una lunga opinione di un esperto nel caso di Salerno (l’accusatrice) contro la City University di New York e altri. In un paragrafo si parla della inseparabile Fosco, alleata di Scelza assolutamente leale e perciò premiata. Tiene a sottolineare che il Consolato di New York ha ritenuto di inviare la d.ssa Fosco come delegata all’Assemblea elettorale che ha eletto il CGIE. Non si esprime perché non conosce i fatti, ma considera che negli Stati Uniti come in Italia esiste la presunzione di innocenza finché non c’è una sentenza passata in giudicato. Rimette qualunque decisione al consesso dei colleghi. Ritiene scorretto il modo di procedere dei colleghi degli Stati Uniti, che a lei a non al collega Ferretti (Italia) avrebbero dovuto indirizzare il documento. Tommaso CONTE (Germania), che aveva invitato il CdP a non sottrarsi a una decisione in ordine alle due persone indicate, in presenza di questa novità riterrebbe opportuno che dagli Stati Uniti non intervenisse alcun esperto. Marco FEDI (Australia) non vorrebbe che la Commissione Continentale di Adelaide fosse inaugurata all’insegna delle polemiche. Al di là dei contenuti e della natura della missiva, sarebbe sbagliato e ingiusto mettere in difficoltà esperti invitati a partecipare. È pertanto propenso ad accogliere la proposta del Consigliere Conte (Germania).

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Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) chiede se il Consigliere Silvana Mangione (USA) non ritenga opportuno prendere contatto con la d.ssa Fosco per chiederle di non partecipare alla riunione continentale. La soluzione più saggia è non far intervenire alcun esperto dagli Stati Uniti. Il PRESIDENTE considera che un organismo rappresentativo come il CdP non può farsi condizionare da una lettera anonima, che non ha alcun valore e va cestinata. Alle Autorità che a New York rappresentano lo Stato italiano si possono chiedere informazioni. Andrea AMARO (Italia) ritiene non si possa nemmeno pensare che di fronte a una lettera anonima e ad argomentazioni inconsistenti ci si eriga a giudici o tribunali. Da questo punto di vista si aprirebbe un principio. Del resto, finché non c’è una condanna la presunzione è di innocenza; la d.ssa Fosco è stata invita come esperta, e gli esperti sono invitati in virtù delle loro competenze. Gian Luigi FERRETTI (Italia) fa rilevare che la d.ssa Fosco è invitata come esperta proprio nel campo delle discriminazioni. Per Gino BUCCHINO (Canada) la lettera non esiste e il CdP ha già fatto la sua scelta. Egli semmai suggerirebbe che il Consigliere Silvana Mangione (USA) indaghi se la situazione mette a disagio l’esperta, che potrebbe autonomamente decidere di non intervenire. Gian Luigi FERRETTI (Italia) ha fatto una segnalazione sulla base di una lettera che esiste, inviata – ritenendola veritiera - da tre Consiglieri degli Stati Uniti, e precisamente Centofanti, Della Nebbia e Sorriso. Poiché ora non si è più di fronte a una lettera anonima, ma esistono i mittenti indicati dal Consigliere Ferretti (Italia), Silvana MANGIONE (USA) chiede che il CdP avanzi una richiesta formale al Console Generale a New York perché indaghi se vi è stata o meno una condanna nei confronti della d.ssa Fosco. Se non c’è stata, rimane evidentemente ferma la decisione del Comitato di Presidenza. Gian Luigi FERRETTI (Italia) fa rilevare che nessuno ha affermato che vi è stata una condanna, bensì che vi è un’implicazione in un processo in corso. Egli si è limitato a parlare di opportunità politica. Il PRESIDENTE osserva che, se è in corso un processo che tocca i temi di cui si discuterà ad Adelaide, opportunità vorrebbe che non si ricorresse a un’esperta coinvolta. Domanda al Ministro Benedetti se sia possibile procedere ad un accertamento tramite il Consolato Generale di New York. Andrea AMARO (Italia) non vede ragione di modificare la decisione del CdP.

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Di fronte a un’indicazione che di per sé non ha alcun valore, ma che lascia intravedere una possibilità di situazione anomala in ordine a una persona ufficialmente designata dal CdP, il Ministro Adriano BENEDETTI ritiene che questo abbia il dovere di autotutelarsi. Un accertamento quindi va fatto, ma il Consolato non ha compiti specifici di accertamento giudiziale. Se esiste una condanna, questa è pubblica e può essere rilevata facilmente. Suggerirebbe di dare incarico al Consigliere Mangione (USA) di chiedere informalmente al Console Generale cosa a lui risulti e poi riferire al Comitato di Presidenza. Filomena NARDUCCI (Uruguay) osserva che se si continua a discutere il processo è già fatto. Non modifica la sua decisione ed è soltanto disponibile ad accogliere l’eventuale rinuncia dell’esperta. Proprio nell’ottica di un’assunzione di responsabilità Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) ha chiesto al Consigliere Mangione (USA), membro del CdP che ha proposto l’esperta Fosco, di approfondire la questione. Per Silvana MANGIONE (USA) qualunque decisione del CdP è ben accetta. Deve però essere chiaro che non può indagare, perché questa non è un’operazione diretta a fare o non far intervenire Maria Fosco, ma è indirizzata ad avviare una delegittimazione. La verifica deve essere fatta da persona super partes, estranea al Consiglio Generale, per appurare se esiste un processo e se è in corso, se il processo si è concluso e la sentenza è passata in giudicato, se la sentenza esonera Maria Fosco, che a quel punto potrà rivalersi con denunce per diffamazione nei confronti di chi ha fatto circolare la comunicazione. Premesso che la responsabilità del CdP è legata alle decisioni assunte nell’ambito delle competenze affidate dalla legge, il PRESIDENTE ribadisce che il Comitato di Presidenza non può accettare condizionamenti. Se c’è un processo in corso per i fatti esposti, siccome si tratta di nominare un esperto che riferisca sui temi della donna, pone un problema di opportunità, anche per tutelare la persona. Si deve appurare, magari tramite la Segreteria, se vi è un processo in corso, in modo che si possa inviare una e-mail all’interessata, ponendole l’opportunità di partecipare come esperta. Potrebbe anche non esservi nulla di vero, visto che l’e-mail è anonima e che solo in un secondo momento è stato detto da chi è stata inviata. Gian Luigi FERRETTI (Italia) fa rilevare che avrebbe potuto limitarsi a segnalare che tre Consiglieri del CGIE gli avevano telefonato per comunicargli quanto è contenuto nella lettera. Ribadisce che tre Consiglieri del CGIE affermano per suo tramite – e di questo si assume la responsabilità – che è in corso un processo nei confronti di quella persona per i motivi indicati. Invita a non tenere conto della comunicazione scritta, ma delle sue dichiarazioni a nome di tre Consiglieri del CGIE. Il Ministro Torquato CARDILLI fa rilevare che ora si è di fronte a una precisa denuncia.

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Tommaso CONTE (Germania) tiene a sottolineare che nessun Consolato è in grado di conoscere se un italiano della sua circoscrizione è sotto processo. In presenza della novità ora emersa egli ritira il precedente voto favorevole, con questo non volendo esprimere un giudizio ma semplicemente per un motivo di opportunità politica. Il PRESIDENTE invita il responsabile della Commissione Continentale ad avanzare una proposta chiara, da mettere ai voti. Marco FEDI (Australia) ritiene che il CdP abbia affrontato la discussione in modo razionale. Nel prosieguo della discussione sono intervenute variazioni rispetto all’illustrazione iniziale, per cui ora tre Consiglieri degli Stati Uniti, insieme al Consigliere Ferretti (Italia) hanno presentato ufficialmente al CdP una denuncia di carattere politico, della quale si deve tenere conto. Il modo più razionale per affrontare il problema è non far venire esperti dagli Stati Uniti. Tra l’altro, in tal modo si rafforzerebbe la posizione del CdP nei confronti dei cinque Consiglieri di quel Paese, per cui soltanto se d’ora in poi riusciranno a lavorare insieme e a raggiungere un accordo sulle proposte da fare, avranno esperti. Il PRESIDENTE mette ai voti per alzata di mano la proposta di non nominare nessun esperto degli Stati Uniti per la Commissione Continentale che si riunirà ad Adelaide. Prima che si proceda alla votazione Gian Luigi FERRETTI (Italia) fa una dichiarazione di voto: voterà per l’altra esperta. Il PRESIDENTE fa rilevare che altra è la proposta del Segretario Generale, e cioè di annullare la decisione assunta e di non nominare nessun esperto in questa occasione. È possibile presentare una mozione per chiedere un’altra votazione successiva. Mette in votazione la proposta per alzata di mano. Comunica quindi l’esito della votazione, alla quale non ha partecipato il Consigliere Amaro (Italia): Presenti e votanti: 11; favorevoli: 5; contrari: 5; astenuti: 1 Claudio PIERONI (Brasile) è dell’idea che non si possa prendere una decisione che può essere rischiosa. Propone che il Vice Segretario Generale prenda contatto con la d.ssa Fosco e assuma la decisione finale. Marco FEDI (Australia) osserva che all’interno del CGIE possono esservi scontri e situazione conflittuali, ma non si possono fare misere figure con persone che Consiglieri del CGIE qualificano come esperti. Ritiene inaccettabile la proposta testé fatta e aggiunge che il CdP non sta cedendo ad alcun ricatto. Dal momento che da un Paese di un’area non era arrivata una proposta, come chiesto dal CdP attraverso il Vice Segretario Generale, ma due, egli aveva indicato che nessun esperto intervenisse dagli Stati Uniti. Il CdP ha ritenuto di effettuare una scelta sulla base dei curricula, ma poiché non è ancora stato fatto alcun invito, alla luce della denuncia dei tre Consiglieri e indipendentemente dai contenuti, è legittimo ripensare quella decisione e non avere nessun esperto dagli Stati Uniti.

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A parere del Ministro Torquato CARDILLI andrebbe tenuto in considerazione il parere del Vice Segretario Generale di area, che è l’Autorità che convoca la riunione ed ha la responsabilità di invitare gli esperti, anche se questi sono approvati dal Comitato di Presidenza. Il PRESIDENTE crede nella dignità e nel valore dell’azione del Comitato di Presidenza. Il suo voto nel senso di non annullare la delibera parte dal presupposto che non è stato chiarito se esiste o meno un processo e non ci si può basare su una testimonianza non suffragata da prove. Poiché la votazione non ha dato esito, si può proporre di ripetere la votazione e annullare questo atto, prendendo l’impegno di scrivere all’esperta informandola della segnalazione giunta, perché sia lei a valutare i seguiti che vuole dare. Marco FEDI è d’accordo, anche perché il Comitato di Presidenza ha il dovere di tutelare la propria immagine, ma pure quella degli esperti. A seguito del chiarimento intervenuto, il PRESIDENTE mette nuovamente ai voti la proposta del Consigliere Fedi (Australia), con l’aggiunta della notifica all’interessata. Comunica quindi l’esito della votazione, alla quale non ha partecipato il Consigliere Amaro (Italia): Presenti e votanti: 12; favorevoli: 9; contrari: 0; astenuti: 3

La proposta del Consigliere Fedi (Australia) è approvata a maggioranza Viene ripresa la discussione del punto D dell’OdG Il parere del Comitato di Presidenza riguarda due posizioni relative ai parametri di valutazione, ricorda il PRESIDENTE, quello che prevede che l’iscrizione del redattore all’albo sia onorata con 3 punti, e quello della specializzazione. Quest’ultimo è un aspetto che il CGIE ha sempre sostenuto e la proposta è che la specializzazione venga riconosciuta con un punteggio superiore: 2 punti. Quanto all’iscrizione all’albo, vi è chi ritiene eccessivi i 3 punti, e chi invece li ritiene congrui. La proposta su cui discutere è di una riduzione a 2. Dino NARDI (Svizzera) chiede se il punteggio vale per ciascuna specializzazione, poiché in questo caso 2 punti gli sembrerebbero eccessivi. Il PRESIDENTE osserva che chi si occupa di tutto non ha alcuna specializzazione. La sua proposta è di assegnare 2 punti per ogni specializzazione e 2 punti per l’iscrizione all’albo professionale. Quanto alla pubblicazione in altre lingue, nel parere dovrà essere indicato che si tratti di vero spirito di informazione verso le comunità giovanili che negli avanzati processi di integrazione spesso non comprendono la lingua italiana. Dino NARDI (Svizzera) propone che sia posto un limite al numero di specializzazioni.

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Per Gian Luigi FERRETTI (Italia) la proposta del Consigliere Nardi (Svizzera) è opportuna. Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) ritiene che le specializzazioni dovrebbero essere strettamente attinenti alle materie che riguardano l’emigrazione. Accetta la proposta di ridurre a 2 i punti per l’iscrizione all’albo professionale, anche se vedeva con favore un riconoscimento particolare della professionalità, che a suo avviso avrebbe indotto le agenzie ad avvalersi sempre più di professionisti. Andrea AMARO (Italia) ritiene s’intenda che i 2 punti sono attribuiti a chi decide di passare da una informazione generalista a una specialistica su uno o due argomenti. Il PRESIDENTE osserva che non vi sono sostanziali differenze di veduta. Riducendo a 2 i punti per l’iscrizione all’albo e elevando a 2 quelli per la specializzazione si ottiene, a suo avviso, un meccanismo più equilibrato. Mette in votazione per alzata di mano la proposta come formulata. Comunica quindi l’esito della votazione: Presenti e votanti: 13; favorevoli: 12; contrari: 0; astenuti: 1

La proposta è approvata a maggioranza

Il PRESIDENTE provvederà alla redazione del parere, che oggi stesso consegnerà alla DGIEPM. Il Ministro Adriano BENEDETTI chiede che sia considerata la possibilità di inserire all’OdG del prossimo Comitato di Presidenza un riesame dei criteri per l’allocazione delle risorse ai Comites, visto che l’applicazione pratica dei criteri stabiliti ha determinato delle distorsioni. Il PRESIDENTE ben volentieri accoglie l’invito del Ministro Benedetti. È stata distribuita la bozza del documento stilato dai Consiglieri Amaro (Italia) e Mangione (USA) ai quali egli stesso si è aggiunto, per avere una base di discussione. Avverte che è stata erroneamente omessa la problematica relativa al processo elettorale in Canada, che deve essere recuperata. Dà quindi lettura dell’ordine del giorno riguardante i Patronati. Gian Luigi FERRETTI (Italia) avverte che voterà a favore, anche se a lui non risulta che vi siano tagli ventilati. Marco FEDI (Australia), che condivide l’ordine del giorno, richiama una sua precedente proposta, che il CdP chieda un incontro al Ministro Maroni e, inoltre, che si dedichi la prima Assemblea Plenaria del 2005 al tema della tutela dei connazionali all’estero.

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Il Ministro Adriano BENEDETTI esprime una perplessità, della quale il CdP può anche ovviamente non tenere conto, in ordine alla frase: “nel sopperire alle carenze di personale e risorse delle Rappresentanze consolari”. In realtà i Patronati svolgono un’attività insostituibile in materia pensionistica e si sta discutendo per vedere in quali altri settori possono intervenire. Tuttavia in aderenza alla realtà suggerirebbe una diversa formulazione, e precisamente: “nello svolgere un essenziale ruolo di collaborazione in particolari materie con le Rappresentanze consolari, le quali registrano carenze di personale e risorse”. Il PRESIDENTE mette ai voti l’ordine del giorno con le modifiche suggerite dal Ministro Benedetti.

L’ordine del giorno sui Patronati è approvato all’unanimità I lavori, sospesi alle ore 11.15, riprendono alle ore 11.25 Silvana MANGIONE (USA) dà lettura del Documento del Comitato di Presidenza. Il PRESIDENTE avverte che manca l’accenno al caso Canada e in questo senso va fatta un’integrazione. I Consiglieri del Canada Bucchino e Rapanà gli hanno consegnato una nota nella quale esprimono vivissima preoccupazione per il pericolo di vedere esclusi dal processo elettorale gli oltre 150 mila cittadini italiani residenti in Canada e invitano il Governo a intraprendere una forte, tempestiva e adeguata azione diplomatica, atta a superare le difficoltà e le perplessità avanzate dal Governo canadese. Tali concetti dovranno essere recepiti nel documento. Considerato che si è a ottobre avanzato, a Tommaso CONTE (Germania) appare una forzatura la richiesta di ripristino dello stanziamento iniziale sul cap. 3106. Aggiunge poi che, sulla base della documentazione distribuita, non si può “apprezzare” la sostanziale conferma delle somme. Il PRESIDENTE ritiene si debba riconoscere il fatto che, nonostante siano stati praticati tagli negli stanziamenti ad altri Ministeri, sono state sostanzialmente confermate le somme messe a disposizione della DGIEPM, che però non sono sufficienti rispetto ai bisogni. Il Ministro Adriano BENEDETTI ritiene corretta la formulazione, nel senso che per quanto attiene alla DGIEPM gli importi sono stati sostanzialmente confermati e nell’attuale clima di tagli generalizzati è opportuno metterlo in evidenza. Tommaso CONTE (Germania) fa rilevare che le somme spese per l’estero sono diminuite. Manca il personale nei Consolati e dove è scritto che in alcune aree geografiche si stanno chiudendo degli uffici?

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Il PRESIDENTE ritiene legittima la puntualizzazione sulla mancanza di personale e al Consigliere Conte (Germania) chiede di formulare un testo che riguardi il personale della Rete consolare. Marco FEDI (Australia) sostituirebbe il termine “apprezzando” con “prendendo atto” e, alla fine del secondo capoverso, dopo il “2%” aggiungerebbe richieste più specifiche rispetto alle necessità della Rete consolare. Lascerebbe immutata la frase relativa al cap. 3106 e inserirebbe un richiamo relativo al fatto che nell’incontro con il Sottosegretario Letta il Governo ha assunto un impegno rispetto all’assestamento di bilancio e al recupero delle risorse dei Comites. A proposito della Rete consolare, Ugo DI MARTINO (Venezuela) ritiene ci si debba limitare a segnalarne l’inadeguatezza. Il Ministro Adriano BENEDETTI non vede difficoltà a inserire un paragrafo sul Canada; si limita a suggerire che più che “attivare un’azione” sarebbe preferibile “continuare un’azione”. Quanto al voto in loco, anziché “prossimi” è preferibile parlare di “probabili” referendum. Facendo riferimento alle “preoccupanti indicazioni” di cui si parla alla fine del penultimo capoverso, tiene a precisare che da parte dell’Amministrazione che ha redatto la Relazione non c’era alcuna intenzione di far emergere indicazioni preoccupanti sulla volontà del Governo. L’affermazione gli sembra impropria, come se il Governo volesse frapporre ostacoli su un adempimento prescritto per legge. Suggerisce la seguente formulazione: “…emergano indicazioni sull’esistenza di difficoltà che potrebbero pregiudicare il regolare esercizio…” Silvana MANGIONE (USA) conviene che l’attuale dizione crea la possibilità dell’interpretazione data, ma non era questo il concetto che si voleva esprimere, per cui il testo sarà corretto. Fa rilevare che nella Relazione di Governo c’era un’ampia esamina dei risultati dell’indagine parlamentare. Va chiarito che la parte della Relazione che afferiva ai risultati dell’indagine sull’esercizio del diritto di voto dava preoccupanti indicazioni. Andrea AMARO (Italia) fa rilevare che nella Relazione di Governo ci sono affermazioni che mettono in luce come su questo terreno il Governo non abbia deciso cosa fare. Si è già votato in una condizione per cui un milione di cittadini italiani non hanno potuto farlo. Se il problema non sarà risolto prima delle elezioni politiche, sarà cancellato un terzo degli aventi diritto, e dovrà essere il Governo a decidere che cosa è necessario fare. Il Ministro Adriano BENEDETTI considera che se il paragrafo si riferiva alla parte della Relazione di Governo che riassumeva l’andamento della missione della Commissione, questo dovrebbe essere meglio specificato. Se invece ci si riferisce a quanto è di più diretta pertinenza del Governo, non è aderente alla realtà della Relazione di Governo parlare di preoccupanti indicazioni sulla non volontà del Governo di creare le condizioni per l’esercizio di un diritto.

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Andrea AMARO (Italia) osserva che se il Governo volesse, potrebbe portare in Parlamento una proposta risolutiva. Il Ministro Adriano BENEDETTI afferma che non esistono soluzioni miracolistiche e che quand’anche ci si riferisse all’anagrafe consolare, un certo numero di cittadini risulterebbe comunque escluso. Si sono messi in movimento meccanismi burocratici che dovrebbero portare a qualche risultato. Il PRESIDENTE nota che a proposito della Rete consolare si deve segnalare l’insufficienza degli organici. Dopo le parole: “…residenti all’estero,” della seconda riga del secondo capoverso, Tommaso CONTE (Germania) suggerisce la seguente formulazione: “Il CdP del CGIE, prendendo atto della sostanziale conferma delle somme messe a disposizione della DGIEPM nel corso dell’ultimo esercizio, ne sottolinea però l’inadeguatezza…”. Alla fine del capoverso va aggiunto un paragrafo sulle risorse. Il PRESIDENTE conferma la sostituzione del termine “prossimi” con l’altro “probabili” alla quinta riga del terzo capoverso. Silvana MANGIONE (USA) dà lettura del testo proposto in sostituzione dell’ultimo periodo del terzo paragrafo: “A questo proposito il CdP chiede l’impegno del Governo ad agire rapidamente e concretamente per migliorare le condizioni del pieno esercizio di un diritto garantito dalla Costituzione”. Il testo è approvato. Punto H dell’OdG: Disegni di legge e progetti di riforma H01 Riforma Legge 153 H02 Prima Conferenza dei giovani italiani all’estero Il PRESIDENTE fa memoria che nell’ultimo CdP è stata data la massima disponibilità della D. G. a collaborare e a mettere a disposizione la bozza di proposta di modifica della legge 153, affinché a dicembre la Commissione Tematica possa lavorare su basi concrete. Il Ministro Adriano BENEDETTI conferma la piena disponibilità ad avviare un dialogo con i rappresentanti del CGIE per confrontare i due testi, sottolineando che il testo dell’Amministrazione è soltanto una bozza tecnica, priva di qualsiasi investitura politica. Si tratta quindi di effettuare un confronto tecnico fra due proposte, nell’auspicio di riuscire a ridurre le aree di dissenso in vista di un risultato univoco, che certo non potrà essere raggiunto entro il mese di dicembre. Farà avere il testo alla Segreteria, perché venga diramato. Il PRESIDENTE domanda se vi siano novità in ordine alla Conferenza dei giovani italiani all’estero.

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Carlo CIOFI fa rilevare che per quest’anno non è certo fattibile; ne parlerà con il Ministro Tremaglia, che è molto interessato, per vedere se sarà possibile realizzarla nei primi mesi del prossimo anno. Il PRESIDENTE fa notare che si chiede una risposta che indichi in via ufficiale se esistono le condizioni per realizzare la Prima Conferenza dei giovani italiani all’estero. A seconda del tono della risposta si potrà stabilire un percorso, eventualmente provando ad attivare tutte le Regioni. Egli ha già avuto modo di affermare che mentre tutti sono proiettati a recuperare la memoria, le istituzioni debbono anche preoccuparsi di guardare avanti. Carlo CIOFI assume l’impegno di parlarne con il Ministro Tremaglia, del quale farà conoscere quanto prima la decisione alla Segreteria e al Segretario Generale. Il PRESIDENTE ricorda che da tre anni nella Tabella A sono allocate le risorse, che però non possono essere utilizzate se non viene emanata la legge. Il CGIE desidera procedere su questo terreno per il bene del sistema Paese. Viene ripreso il punto D dell’OdG Il PRESIDENTE ricorda che nella sua prima legislatura il CGIE aveva un ufficio stampa, che non è stato possibile ottenere nella seconda. La questione è stata posta all’ordine del giorno dietro suggerimento del Consigliere Volpini (Italia) in quanto nell’Assemblea Plenaria di luglio il Presidente della Federazione della stampa, Siddi, ne aveva fatto rilevare l’opportunità, dal momento che le numerose iniziative del Consiglio Generale rimangono circoscritte in un ambito limitato e le comunità non ne vengono a conoscenza. Lorenzo LOSI (Gran Bretagna) fa rilevare che nella prima consigliatura del CGIE non era prevista la conferenza stampa a conclusione delle riunioni; gli operatori delle agenzie, i quali presenziavano alle Assemblee Plenarie, intervistavano i Consiglieri disponibili a rispondere alle loro domande. Egli è dell’avviso che potrebbero svolgere la funzione di ufficio stampa le stesse agenzie che ad ogni riunione intervistano il Segretario Generale e percepiscono notevoli contributi. Andrea AMARO (Italia) considera l’idea interessante. Poiché attualmente i lavori del CGIE sono veicolati senza una strategia, una scelta di priorità e una particolare evidenziazione, a suo avviso sarebbe essenziale un ufficio stampa che assuma e diffonda gli orientamenti più significativi. Se nel CdP c’è una volontà comune, si potrebbe chiedere al dott. Siddi che aiuti a formulare una proposta opportunamente articolata. Il Ministro Adriano BENEDETTI informa che per impegni istituzionali il Sottosegretario Baccini non potrà intervenire, né potranno farlo altri Sottosegretari. Il PRESIDENTE ringrazia per la comunicazione.

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L’interpretazione che egli dà dell’intervento in Assemblea del dott. Siddi è nel senso che l’ufficio stampa dovrebbe, con comunicati alle agenzie su attività o fatti specifici, valorizzare il lavoro del CGIE. Si può prendere in considerazione il suggerimento del Consigliere Amaro (Italia), di chiedere al dott. Siddi come far diventare operativa la proposta presentata in Assemblea Plenaria. Viene ripreso il punto E dell’OdG Il PRESIDENTE ricorda che il Comitato di Presidenza si era impegnato a far pervenire le proprie proposte e valutazioni entro la fine di settembre, ma nessuno vi ha provveduto. Egli invierà a tutto il CdP la bozza che aveva predisposto, affinché ciascuno faccia le opportune considerazioni. La calendarizzazione dei lavori 2005 è rinviata al prossimo dicembre. Varie: Natura giuridica dei Comites Tommaso CONTE (Germania) ritiene che la serietà del tema richieda un approfondimento nella prossima riunione. La questione si pone in conseguenza del fatto che il marito (avvocato) della Presidente del Comites di Innsbruck ha imposto alla moglie di non sottoscrivere il contratto di affitto perché, in base alla legge austriaca, avrebbe assunto responsabilità personali. Se il Comitato ha una rilevanza pubblica – egli sostiene - il Consolato dovrebbe mettere a disposizione una sede o stipulare esso stesso il contratto di affitto. Fare chiarezza sulla natura giuridica dei Comites è quanto meno opportuno. Sulla base di una risposta avuta nel 2003, e dunque antecedente alla nuova legge, consta che il Comites ha rilevanza pubblica per lo Stato italiano ma non per lo Stato estero. Da ciò consegue l’eventualità che un cittadino italiano che svolge un lavoro volontario si trovi nella condizione di doversi personalmente difendere. In una sentenza del Consiglio di Stato del ’95 si afferma che il Comites svolge compiti di rilievo pubblico, ma non può essere definito una struttura organizzativa pubblica di tipo classico. Si è di fronte a una dicotomia che va chiarita. Silvana MANGIONE (USA) è portavoce di alcune richieste del Coordinamento dei Presidenti dei Comites degli Stati Uniti: 1) la disponibilità, se possibile, dei dati delle anagrafi; 2) un aumento del flusso di informazioni da parte dei Consolati e “maggiore partecipazione”; 3) se si possa prevedere e/o come si possa attuare un coordinamento degli enti gestori a livello circoscrizionale e federale. Il Ministro Adriano BENEDETTI informa che il quesito presentato all’Ufficio legislativo del MAE in ordine a un eventuale mutamento della natura giuridica dei Comites a seguito dell’approvazione della nuova legge, e la risposta è stata negativa. Valgono pertanto le indicazioni già fornite: nell’ordinamento italiano il Comites ha rilevanza pubblica perché riceve finanziamenti e risponde del loro buon utilizzo, mentre agisce come associazione privata nell’ordinamento del Paese in cui si trova. Si è in presenza di una dicotomia istituzionalizzata.

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Il PRESIDENTE ringrazia per la risposta sul punto, che sarà posto all’ordine del giorno del prossimo Comitato di Presidenza. Tommaso CONTE (Germania) chiede che all’ordine del giorno sia posta anche la questione del finanziamento ai Comites, che non dovrebbe poter essere tagliato. Il PRESIDENTE metterà all’ordine del giorno il quesito, prevedendo possibilmente la presenza di un esperto. Marco FEDI (Australia) illustra le integrazioni e modifiche al documento del CdP. Alla fine del primo capoverso la frase è così formulata: “…l’attività dei Comitati di Coordinamento …”. Al secondo capoverso: “…prendendo atto della sostanziale conferma…” e, al terzo capoverso, dopo le parole: “politiche del 2006”: “L’insufficienza delle risorse ha già creato situazioni di grave sofferenza nella Rete consolare, costretta in più sedi a chiudere settori di importante servizio al pubblico. A questo proposito il CdP chiede l’impegno del Governo ad agire rapidamente e concretamente per migliorare le condizioni per il pieno esercizio di un diritto garantito dalla Costituzione e continuare la forte azione diplomatica tesa a superare le perplessità avanzate dal Governo canadese, per consentire ai cittadini italiani residenti in Canada di partecipare a pieno titolo al processo elettorale”. Pertanto, la questione canadese è stata legata a quella più generale dell’esercizio del diritto di voto. Tommaso CONTE (Germania) chiede che sia privilegiata la sua formulazione: “Il CdP del CGIE prende atto della sostanziale conferma delle somme messe a disposizione della DGIEPM nel corso dell’ultimo esercizio, ne sottolinea però l’inadeguatezza…”. Andrea AMARO (Italia) considera che nella Relazione di Governo sulle questioni relative all’esercizio del diritto di voto all’estero c’erano inadeguatezze e carenze a suo giudizio molto gravi, in quanto non sono state esplicitate le intenzioni del Governo sulle misure da prendere, sicché la situazione si perpetuerà nei prossimi mesi. Non ritiene che valga la pena di differenziarsi, ma considera questo punto del tutto inadeguato. Il Ministro Adriano BENEDETTI contesta l’espressione: “chiudere settori”, non aderente alla realtà, che però il CdP decide di lasciare immutata. Per il PRESIDENTE si deve tenere conto dell’osservazione del Consigliere Amaro (Italia) e il concetto va recuperato. Silvana MANGIONE (USA) suggerisce la seguente formulazione: “Il CdP rileva preoccupanti segnali nella Relazione di Governo e di conseguenza ne chiede l’impegno ad agire…” Il PRESIDENTE pone in votazione per alzata di mano il documento, con le ulteriori modifiche introdotte a seguito del dibattito. Comunica l’esito della votazione:

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Presenti e votanti: 11; favorevoli: 10; contrari: 0; astenuti: 1

Il Documento del Comitato di Presidenza è approvato a maggioranza Il PRESIDENTE rivolge ai presenti un ringraziamento per l’impegno in questi giorni di lavoro, e uno particolare al Ministro Cardilli. Informa che RAI International chiede che una rappresentanza del Consiglio Generale partecipi al programma “Qui Roma” e suggerisce che vi presenzi un Consigliere di nomina governativa residente a Roma. I lavori terminano alle ore 12.50

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ORDINE DEL GIORNO n. 1

IL COMITATO DI PRESIDENZA

del

CONSIGLIO GENERALE DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO riunito a Roma dal 18 al 20 ottobre 2004, ascoltata la relazione di Governo presentata dal Sottosegretario di Stato On. Mario Baccini, reitera la necessità che nel quadro della legge di assestamento del Bilancio 2004 il Governo e il Parlamento reintegrino l’unità previsionale di base n. 11.1.2.3. dell’importo di € 1.140.000 di finanziamento ai Comites, decurtata con il Decreto tagliaspese dello scorso mese di luglio, per evitare la totale paralisi della maggior parte di questi organismi di rappresentanza di base e l’impossibilità ad adempiere ai compiti loro attribuiti dalla Legge istitutiva. Il CdP del CGIE chiede altresì che venga ripristinato il pieno ammontare dello stanziamento iniziale sul Cap. 3106 nella somma di € 226.000, per consentire 1’attività dei Comitati di coordinamento dei Presidenti dei Comites, istituiti con legge n. 286 del 23 ottobre 2003. Per quanto riguarda gli indirizzi di scelta delle proposte inserite nella Finanziaria 2005 sui capitoli di bilancio che più direttamente interessano le collettività residenti all’estero, il CdP del CGIE prende atto della sostanziale conferma delle somme messe a disposizione della DGIEePM nel corso dell’ultimo esercizio, ne sottolinea però l’inadeguatezza rispetto a bisogni storicamente sottovalutati e ne chiede il potenziamento, quanto meno nell’ambito del 2% previsto dal Governo come tetto all’incremento della spesa. L’insufficienza delle risorse ha già creato situazioni di grave sofferenza nella rete consolare costretta in più sedi a chiudere settori di importante servizio al pubblico. Il CdP del CGIE ribadisce l’assoluta esigenza di procedere al più presto al completamento ed alla bonifica dell’anagrafe, sollecitando il Governo ad adottare come base l’anagrafe consolare opportunamente integrata e verificata con le corrispettive dei Comuni, fornendo ai Consolati tutte le risorse necessarie. Il CdP sottolinea che queste misure sono indispensabili per consentire alle comunità italiane all’estero di esercitare effettivamente il diritto di voto in loco sia per i probabili referendum che per le consultazioni politiche del 2006. Il CdP rileva preoccupanti segnali nella relazione di Governo e di conseguenza chiede al Governo di agire rapidamente e concretamente per migliorare le condizioni per il pieno esercizio di un diritto garantito dalla Costituzione e di continuare la forte azione diplomatica tesa a superare le perplessità avanzate dal Governo canadese per consentire ai cittadini italiani residenti in Canada di partecipare a pieno titolo al processo elettorale. In materia di informazione per le collettività italiane all’estero, il CdP del CGIE sottolinea l’urgenza di concludere la Convenzione fra la Presidenza del Consiglio e RAI International, fornendo risorse sufficienti a realizzare una politica dell’informazione pluralista e di qualità, coerente anche con gli obiettivi di promozione del sistema paese. Comitato di Presidenza del CGIE Franco Narducci Segretario Generale del CGIE

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ORDINE DEL GIORNO n. 2 Il Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, riunito a Roma dal 18 al 20 ottobre 2004, sottolinea l’importanza dell’attività dei Patronati nella tutela dei diritti, nel soddisfare le esigenze degli italiani residenti all’estero e nello svolgere un essenziale ruolo di collaborazione, in materie specifiche, con tutta la rete consolare, ed in particolare con le rappresentanze consolari carenti di personale e di risorse che operano in ampie aree geografiche; chiede pertanto che non vengano tagliati i finanziamenti al Fondo Patronati, previsti dall’art. 13 della legge 152 del 2001. Il ventilato taglio ai finanziamenti non costituirebbe un risparmio per l’Amministrazione dello Stato, costretta a far fronte con aggravio di costi alla fornitura di servizi ora espletati dai Patronati. In aggiunta a ciò i costi alla collettività risulterebbero di gran lunga superiori rispetto all’attuale consistenza del Fondo patronati e finirebbero col gravare sulle fasce più deboli della popolazione, costrette a rivolgersi a soggetti privati e faccendieri di dubbia professionalità a scapito dei diritti garantiti a tutti i cittadini. Comitato di Presidenza del CGIE Franco Narducci Segretario Generale del CGIE

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Consiglio Generale degli Italiani all’Estero Ministero degli Affari Esteri

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Franco Narducci, Segretario generale del CGIE, c/o SYNA, Josefstrasse 59, Postfach, CH – 8031 Zürich

Tel. (0041) 1 279 71 03 – Fax (0041) 1 279 71 72 – E-Mail:[email protected]

Roma, 19 ottobre 2004 All’attenzione del Dr. Gianni Letta Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Promemoria dei punti discussi nell’incontro con il Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero 1) Rete consolare e servizi erogati alle comunità italiane nel mondo 2) Legge Finanziaria 2005

• Istituti di Patronato • l’informazione per le nostre comunità / RAI International

3) Legge di assestamento per il bilancio 2004 - reintegro contributo ai Comites 4) Convocazione della Conferenza Stato-Regioni-Province autonome CGIE Franco Narducci Segretario Generale del CGIE *********************** Dr. Gianni Letta Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Palazzo Chigi R O M A