Confcommercio: 2 imprese su 5 hanno sito, solo 26% fa e ... di noi/indagine con format... · E' il...

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Confcommercio: 2 imprese su 5 hanno sito, solo 26% fa e-commerce 14:12 ROMA (MF-DJ)--Due imprese su 5 dichiarano di avere un sito Web e di queste solo il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico. E' quanto emerge dall'indagine "Il negozio nell'era di Internet", realizzata da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Ricerche. Per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente. Il 55,6% dei consumatori dichiara di aver acquistato almeno una volta online per ragioni legate soprattutto ai prezzi inferiori praticati in rete e il 54,9% ha cercato un prodotto su internet prima di acquistarlo in un negozio tradizionale. L'acquirente online e' uomo, single, sotto i 45 anni, residente in Comuni inferiori a 40.000 abitanti; non si acquista on line principalmente per l'impossibilita' di provare il prodotto (59,2%), la scarsa fiducia nei siti internet (53%), la mancanza di interazione con il venditore/commesso (43,7%). Molti consumatori cercano oggi di ottenere il meglio dei due mondi, online e offline, massimizzando la fiducia per la scelta e la fiducia per l'acquisto. Sempre piu' consumatori, infatti, si legge nella guida di Confcommercio coi suggerimenti sulle strategie, si informano su Internet prima di comprare e un numero incredibile di consumatori esprime le proprie valutazioni sulla Rete dopo aver comprato; valutazioni che diventano fonte importante di informazione per i futuri potenziali acquirenti. Per ogni acquisto online ce ne sono almeno altri tre che si formano in Rete ma poi si concretizzano nel mondo fisico, magari dopo aver comparato i prezzi, o individuato i negozi adatti, o aver usufruito di coupon e promozioni da utilizzare in negozio. E' il fenomeno che gli americani indicano con l'acronimo ROPO: Research Online, Purchase Offline (ricerca su internet, compra in negozio), e che contribuisce in maniera sostanziale all'influenza della rete nelle decisioni di acquisto. Esiste, pero', anche il fenomeno opposto, ovvero di quei clienti che provano i prodotti in negozio, magari approfittando della competenza del negoziante per farsi una idea piu' precisa delle caratteristiche, delle possibili alternative, del prezzo, e poi, con una scusa, escono senza comprare nulla perche' lo compreranno online. Il fenomeno si sta affermando col nome di showrooming, come se il negozio facesse da mero espositore per i venditori online, ma, in analogia all'acronimo ROPO, preferiamo chiamare questo comportamento TOPO: Try Offline, Purchase Online (prova in negozio, compra su internet). Ed e' un fenomeno che, con elevata probabilita', e' destinato ulteriormente a crescere a causa anche della diffusione degli smartphone. Internet sta modificando profondamente il contesto competitivo del commercio al dettaglio, esattamente come succede in tanti altri settori. Sempre piu' consumatori comprano online, soprattutto i giovani, a volte anche dopo aver provato i prodotti in negozio. L'utilizzo di internet in mobilita', inoltre, anche e soprattutto all'interno dei negozi, rappresenta una rivoluzione nella rivoluzione, tanto che alcuni immaginano un futuro dove tutti gli acquisti saranno fatti sul web, e pochi grandi negozi faranno da showroom per i giganti dell'online, spesso ubicati in paesi dalla fiscalita' estremamente vantaggiosa. Confcommercio e', invece, tra coloro che credono che i negozi fisici hanno ancora un futuro. La guida monografica "Il negozio nell'era di Internet" offre degli spunti alle imprese associate per inserirsi intelligentemente nei veloci mutamenti in atto senza esserne travolti, anche imparando ad utilizzare le nuove tecnologie e le loro regole ma, soprattutto, sfruttando e potenziando alcune caratteristiche distintive che nessun player online potra' mai copiare, perche' un negozio e' li', sulla strada, gestito da persone in carne ed ossa che vivono nella stessa comunita', sullo stesso territorio del cliente. La guida contiene suggerimenti sulle strategie offline (cosa fare nel negozio) e online (cosa fare sul

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Confcommercio: 2 imprese su 5 hanno sito, solo 26% fa e-commerce

14:12 ROMA (MF-DJ)--Due imprese su 5 dichiarano di avere un sito Web e di queste solo il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico. E' quanto emerge dall'indagine "Il negozio nell'era di Internet", realizzata da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Ricerche. Per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente. Il 55,6% dei consumatori dichiara di aver acquistato almeno una volta online per ragioni legate soprattutto ai prezzi inferiori praticati in rete e il 54,9% ha cercato un prodotto su internet prima di acquistarlo in un negozio tradizionale. L'acquirente online e' uomo, single, sotto i 45 anni, residente in Comuni inferiori a 40.000 abitanti; non si acquista on line principalmente per l'impossibilita' di provare il prodotto (59,2%), la scarsa fiducia nei siti internet (53%), la mancanza di interazione con il venditore/commesso (43,7%). Molti consumatori cercano oggi di ottenere il meglio dei due mondi, online e offline, massimizzando la fiducia per la scelta e la fiducia per l'acquisto. Sempre piu' consumatori, infatti, si legge nella guida di Confcommercio coi suggerimenti sulle strategie, si informano su Internet prima di comprare e un numero incredibile di consumatori esprime le proprie valutazioni sulla Rete dopo aver comprato; valutazioni che diventano fonte importante di informazione per i futuri potenziali acquirenti. Per ogni acquisto online ce ne sono almeno altri tre che si formano in Rete ma poi si concretizzano nel mondo fisico, magari dopo aver comparato i prezzi, o individuato i negozi adatti, o aver usufruito di coupon e promozioni da utilizzare in negozio. E' il fenomeno che gli americani indicano con l'acronimo ROPO: Research Online, Purchase Offline (ricerca su internet, compra in negozio), e che contribuisce in maniera sostanziale all'influenza della rete nelle decisioni di acquisto. Esiste, pero', anche il fenomeno opposto, ovvero di quei clienti che provano i prodotti in negozio, magari approfittando della competenza del negoziante per farsi una idea piu' precisa delle caratteristiche, delle possibili alternative, del prezzo, e poi, con una scusa, escono senza comprare nulla perche' lo compreranno online. Il fenomeno si sta affermando col nome di showrooming, come se il negozio facesse da mero espositore per i venditori online, ma, in analogia all'acronimo ROPO, preferiamo chiamare questo comportamento TOPO: Try Offline, Purchase Online (prova in negozio, compra su internet). Ed e' un fenomeno che, con elevata probabilita', e' destinato ulteriormente a crescere a causa anche della diffusione degli smartphone. Internet sta modificando profondamente il contesto competitivo del commercio al dettaglio, esattamente come succede in tanti altri settori. Sempre piu' consumatori comprano online, soprattutto i giovani, a volte anche dopo aver provato i prodotti in negozio. L'utilizzo di internet in mobilita', inoltre, anche e soprattutto all'interno dei negozi, rappresenta una rivoluzione nella rivoluzione, tanto che alcuni immaginano un futuro dove tutti gli acquisti saranno fatti sul web, e pochi grandi negozi faranno da showroom per i giganti dell'online, spesso ubicati in paesi dalla fiscalita' estremamente vantaggiosa. Confcommercio e', invece, tra coloro che credono che i negozi fisici hanno ancora un futuro. La guida monografica "Il negozio nell'era di Internet" offre degli spunti alle imprese associate per inserirsi intelligentemente nei veloci mutamenti in atto senza esserne travolti, anche imparando ad utilizzare le nuove tecnologie e le loro regole ma, soprattutto, sfruttando e potenziando alcune caratteristiche distintive che nessun player online potra' mai copiare, perche' un negozio e' li', sulla strada, gestito da persone in carne ed ossa che vivono nella stessa comunita', sullo stesso territorio del cliente. La guida contiene suggerimenti sulle strategie offline (cosa fare nel negozio) e online (cosa fare sul

   web) che un negozio dovrebbe mettere in atto per esaltare l'esperienza di acquisto dei propri clienti e sopravvivere con successo nell'era di internet. Sono illustrati, inoltre, indici per la misurazione della performance di un negozio, e suggerimenti per la selezione, gestione e formazione del personale, l'asset piu' importante in una attivita' di servizio come il commercio al dettaglio. red/gug (fine) MF-DJ NEWS 1814:12 set 2014

articolo http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Confcommercio-imprese-hanno-sito-solo-commerce/18-09-2014/1-A_014770563.shtml

   

Rilanciare il negozio ai tempi di internet: ecco

come non aver più paura di Amazon

di Marzio Bartoloni18 settembre 2014 Se il tuo principale concorrente si chiama Amazon e hai un piccolo negozio, magari lontano dalle vie dello shopping della tua città, non sei spacciato. Anzi, hai la possibilità di rilanciarti. Ma a una condizione: devi guardare al web non più come solo a un incubo per i tuoi affari, ma come un'opportunità. A suggerirlo è Confcommercio che questa mattina ha presentato una sua guida («Il negozio nell'era di Internet») con le strategie sia "offline" per migliorare il proprio negozio che "on line" (cosa fare sul web) per i tanti commercianti che nonostante la crisi non hanno abbassato la saracinesca. E che vogliono resistere anche perché secondo il 70% dei consumatori e degli imprenditori i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante. Oggi solo 2 imprese su 5 hanno un sito web Nel 2013 il mercato dell'e-commerce ha superato i 12 miliardi (+ 15% rispetto al 2012). Secondo i dati di Confcommercio oggi il 55,6% dei consumatori acquista almeno una volta online soprattutto perché attratto da prezzi più bassi, mentre il 54,9% ha cercato un prodotto sul web prima di acquistarlo in negozio. Normalmente non si acquista on line principalmente per l'impossibilità di provare il prodotto

(59,2%), per la scarsa fiducia nei siti (53%) e per la mancanza di interazione con il venditore (43,7%). Ma come sono piazzati i negozi sul web? Secondo Confcommercio non proprio bene: solo 2 imprese su 5 hanno un sito web e di queste soltanto il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico. Troppo poco. Per il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli l'imprenditore che innova è invece «il primo che esce dalla crisi». «Internet - avverte - non deve essere vissuto come una minaccia, ma come una opportunità che si deve cogliere per gestire le imprese in maniera più matura e manageriale». Il web come opportunità: un passaggio in tre fasi Secondo la guida di Confcommercio il web può diventare uno «strumento di vantaggio competitivo» e di riduzione dei costi anche per il negozio fisico. Con internet si può disporre di una ulteriore vetrina «per intercettare i clienti, raccontare le proprie specificità, costruire una relazione, stimolare la visita al negozio fisico e, laddove opportuno, concludere la vendita online». Ma per questa nuova, così come per la gestione di un negozio fisico, serve un «costante presidio». Tre le fasi da seguire: la prima consiste nello sviluppare un sito web che consenta al negozio di farsi conoscere dando "un assaggio" dei propri prodotti. La seconda integra la presenza del negozio sul web con l'uso di strumenti - vedi a esempio i social network - di forte coinvolgimento dell'utenza per «rafforzare il legame con clienti» che hanno comprato o che non hanno ancora deciso di farlo. La terza fase, quella che richiede un forte impegno e ha il maggiore impatto, consiste nella vendita online con la

 

   

creazione di un vero e proprio «secondo negozio». Anche perché le Pmi che lo hanno già fatto sono le uniche che sono cresciute (+1,3%) rispetto a chi non aveva una presenza on line (-4,5%) o solo un sito vetrina (-2,4%). Dal "ropo" al "topo": così cambiano i web-consumatori Ottenere il meglio dei due mondi: online e offline. È quello che cercano i consumatori nell'era di internet. Tanto che molti potenziali clienti si informano sul web prima di comprare e moltissimi esprimono le proprie valutazioni online dopo aver comprato. E così per ogni acquisto online ce ne sono almeno altri tre che si formano online ma poi si concretizzano nel mondo fisico, magari dopo aver comparato i prezzi, o individuato i negozi adatti, o aver usufruito di coupon e promozioni da utilizzare in negozio. È il fenomeno che gli americani indicano con l'acronimo «Ropo»: Research Online, Purchase Offline (ricerca su internet, compra in negozio), e che contribuisce in maniera sostanziale all'influenza della rete nelle decisioni di acquisto. Esiste, però, anche il fenomeno opposto, ovvero di quei clienti che provano i prodotti in negozio, magari approfittando della competenza del negoziante per farsi una idea più precisa delle caratteristiche, delle possibili alternative, del prezzo, e poi, con una scusa, escono senza comprare nulla perché lo compreranno online. Il fenomeno si sta affermando col nome di showrooming, come se il negozio facesse da mero espositore per i venditori online, ma, in analogia all'acronimo «Ropo», viene chiamato «Topo»: Try Offline, Purchase Online (prova in negozio, compra su internet). Ed è un fenomeno che, «con elevata probabilità - avverte Confcommercio - è destinato ulteriormente a crescere a causa anche della diffusione degli smartphone».

articolo http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2014-09-18/rilanciare-negozio-tempi-internet-ecco-come-non-aver-piu-paura-amazon-125735.shtml?uuid=ABhlGxuB

   

La metà degli italiani fa acquisti online ma pochi imprenditori sfruttano l'e-commerce

Oltre  la  metà  degli  italiani,  il  55,6%  acquista  online  per  ragioni  legate  soprattutto  ai  prezzi  più  bassi  e  il   54,9%  dei   consumatori   cerca  un  prodotto   su   Internet  prima  di   acquistarlo  al  negozio.   Inoltre,  per  circa  il  70%  dei  consumatori  e  degli  imprenditori  i  negozi  tradizionali  tra  dieci  anni  avranno  ancora  un  ruolo  importante,  ma  solo  se  capaci  di  emozionare  e  di  coinvolgere  il  cliente.    Sono  questi  i  principali  risultati  che  emergono  dall'indagine  «Il  negozio  nell'era  di  internet»,  realizzata  da  Confcommercio-­‐Imprese  per  l'Italia  in  collaborazione  con  Format  Ricerche.    Dall'indagine  emerge  inoltre  che  il  40,6%  delle  imprese  dichiara  di  avere  un  sito  web,  percentuale  che  è  molto  più  elevata  per  le  imprese  con  oltre  i  cinque  addetti  (75%).  Il  73,7%  delle  imprese  che  hanno  un  sito  web  dichiara  di  utilizzarlo  esclusivamente  come  vetrina,  mentre   il  26,3%   lo  usa  anche  per   il  commercio  elettronico,  collegato  per  altro  all'attività  di  vendita  del  negozio  fisico.  Soltanto  il  19,3%    delle  imprese  utilizzano  i  social  network  per  la  propria  attività  aziendale.    Tale   percentuale   sale   al   33,3%   per   le   imprese   con   oltre   cinque   addetti.   Bassa   anche   la   percentuale  delle  imprese  che  partecipano  ad  iniziative  di  vendita  tramite  siti  di  e-­‐commerce  specializzati  (15,6%),  aggregatori  (13%),  couponing  (5,5%).      Ma   quale   è   l'identikit   dell'acquirente   online?   È   uomo,   single,   sotto   i   45   anni,   residente   in   comuni  inferiori  a  40mila  abitanti.  Tuttavia  ci  sono  resistenze  ancora:  non  si  acquista  on  line  principalmente  per  l'impossibilità  di  provare  il  prodotto  (59,2%),  la  scarsa  fiducia  nei  siti  internet  (53%),  la  mancanza  di  interazione  con  il  venditore/commesso  (43,7%).  Inoltre  2  imprese  su  5  dichiarano  di  avere  un  sito  web  e  di  queste  solo  il  26,3%  lo  usa  anche  per  il  commercio  elettronico.      A   fronte   del   70%   di   consumatori   e   imprenditori   che   ritengono   il   negozio   possa   ancora   esistere   tra  dieci   anni,   c'è   un   14%   dei   consumatori   e   il   27%   degli   imprenditori   che   pensa,   invece,   che   i   negozi  tradizionali  spariranno  e  che  il  mercato  sarà  esclusivamente  on  line.  Secondo  il  10%  dei  consumatori  e  il  7%  degli   imprenditori   i  negozi  tradizionali  continueranno  ad  esistere,  ma  ricopriranno  soltanto  un  ruolo  di  consulenza  e  di  assistenza  sui  prodotti.    giovedì  18  settembre  2014  articolo    http://www.ilmattino.it/articolo.php?id=909301&sez=TECNOLOGIA&ssez=INTERNET

   

18 settembre 2014 | 16:05

Confcommercio: l’e-commerce non sente la crisi e continua a crescere a doppia cifra in Italia. Il turismo fa ancora la parte del leone (TMNews) Il mercato dell’e-commerce non sente la crisi e continua a crescere a doppia cifra in Italia avvantaggiando quegli esercizi commerciali che se ne avvalgono. È quanto emerge dall’indagine Confcommercio-Format “Il negozio nell’era di internet” che segnala come nel 2013 il valore degli acquisti online degli italiani sia salito l’anno scorso del 15% rispetto al 2012 arrivando a 12,6 miliardi di euro. In Italia, spiega lo studio, l’e-commerce è cresciuto dal 2006 ad oggi a un ritmo di circa il 20% all’anno. Unica eccezione il passaggio dal 2008 al 2009 in cui è rimasto sostanzialmente costante. Un dato, sottolinea Confcommercio, che “ovviamente va interpretato tenendo conto del picco della crisi e confrontato con l’andamento del fatturato delle imprese che non hanno fatto e-commerce”. Infatti le piccole e medie imprese che hanno fatto e-commerce sono cresciute del +1,3% l’anno proprio nel triennio 2008-2010 contro il -4,5% di chi non aveva nessuna presenza online e il -2,4% di chi aveva un solo sito vetrina. Il turismo fa ancora la parte del leone così come la vendita online di biglietti per i trasporti (aereo, treno, ecc.) che con circa 4,9 miliardi di euro pesa per il 72% sul totale delle vendite del settore. Ruolo significativo di informatica ed elettronica (1,2 mld) e di assicurazioni e servizi finanziari in genere (1,14 mld). “Abbastanza sorprendentemente, ma solo per chi non conosce il settore” rileva l’indagine ” l’abbigliamento con 1,36 miliardi di controvalore, il comparto che registra per il sesto anno consecutivo il tasso di crescita maggiore (+30%).

articolo http://www.primaonline.it/2014/09/18/190639/confcommercio-le-commerce-non-sente-la-crisi-e-continua-a-crescere-a-doppia-cifra-in-italia-il-turismo-fa-ancora-la-parte-del-leone/

   

L'e-commerce resiste alla crisi.

Boom di vendite nel 2013 (Teleborsa) - Le vendite al dettaglio in Italia si sono ridotte ai minimi termini per colpa della crisi, sia che si parli di abbigliamento che di alimentari. Lo stesso però non può dirsi per l'e-commerce che è riuscito a dribblare la crisi mettendo a segno un buon 2013. Dall'indagine Confcommercio-Format emerge una crescita a doppia cifra per il mercato dell'e-commerce, con il valore degli acquisti online degli italiani che nel 2013 è salito del 15% rispetto al 2012 arrivando a 12,6 miliardi di euro. Dal 2006 ad oggi l'e-commerce è cresciuto a un ritmo di circa il 20% all'anno, con una sola eccezione: il passaggio dal 2008 al 2009 in cui è rimasto sostanzialmente costante. A brillare nel commercio sul web sono soprattutto le aziende legate al turismo, che con circa 4,9 miliardi di euro pesano per il 72% sul totale delle vendite del settore. Bene anche l'informatica e l'elettronica con 1,2 mld di euro e le assicurazioni e servizi finanziari in genere con 1,14 mld. Sostenute anche le vendite di abbigliamento, che con 1,36 miliardi di controvalore registrano per il sesto anno consecutivo il tasso di crescita maggiore (+30%).

articolo http://economia.ilmessaggero.it/flashnews/l-amp-039-e-commerce-resiste-alla-crisi.-boom-di-vendite-nel-2013/909360.shtml

   

NOTIZIE RADIOCOR - ECONOMIA

CONFCOMMERCIO: INDAGINE FORMAT, 55,6% CONSUMATORI HA ACQUISTATO ONLINE

Per 20% campione tra 10 anni negozi tradizionali spariranno (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Roma, 18 set - Secondo un'indagine realizzata da Format Research per Confcommercio sul negozio nell'era di internet, il 55,6% dei consumatori ha acquistato almeno una volta online per ragioni legate soprattutto ai prezzi inferiori praticati in rete. Per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori interpellati i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente; il 14% dei consumatori e il 27% degli imprenditori, invece, pensano che i negozi tradizionali spariranno e che il mercato sara' esclusivamente on line.

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(RADIOCOR) 18-09-14 13:01:33 (0316) 5 NNNN

articolo http://www.borsaitaliana.it/borsa/notizie/radiocor/economia/dettaglio/nRC_18092014_1301_316254861.html

   

Confcommercio: oltre metà italiani

acquista e cerca prodotti online Articolo pubblicato il: 18/09/2014 Oltre la metà degli italiani, il 55,6% acquista online per ragioni legate soprattutto ai prezzi più bassi e il 54,9% dei consumatori cerca un prodotto su Internet prima di acquistarlo al negozio. Inoltre, per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente. Sono questi i principali risultati che emergono dall'indagine 'Il negozio nell'era di Internet', realizzata da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Ricerche.

Dall'indagine emerge inoltre che il 40,6% delle imprese dichiara di avere un sito web, percentuale che è molto più elevata per le imprese con oltre i cinque addetti (75%). Il 73,7% delle imprese che hanno un sito web dichiara di utilizzarlo esclusivamente come vetrina, mentre il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico, collegato per altro all'attività di vendita del negozio fisico. Soltanto il 19,3% delle imprese utilizzano i social network per la propria attività aziendale. Tale percentuale sale al 33,3% per le imprese con oltre cinque addetti. Bassa anche la percentuale delle imprese che partecipano ad iniziative di vendita tramite siti di e-commerce specializzati (15,6%), aggregatori (13%), couponing (5,5%).

Ma quale è l'identikit dell'acquirente online? E' uomo, single, sotto i 45 anni, residente in comuni inferiori a 40mila abitanti. Tuttavia ci sono resistenze ancora: non si acquista on line principalmente per l'impossibilità di provare il prodotto (59,2%), la scarsa fiducia nei siti internet (53%), la mancanza di interazione con il venditore/commesso (43,7%). Inoltre 2 imprese su 5 dichiarano di avere un sito web e di queste solo il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico. A fronte del 70% di consumatori e imprenditori che ritengono il negozio possa ancora esistere tra dieci anni, c'è un 14% dei consumatori e il 27% degli imprenditori che pensa, invece, che i negozi tradizionali spariranno e che il mercato sarà esclusivamente on line. Secondo il 10% dei consumatori e il 7% degli imprenditori i negozi tradizionali continueranno ad esistere, ma ricopriranno soltanto un ruolo di consulenza e di assistenza sui prodotti.

articolo http://www.adnkronos.com/soldi/lavoro/2014/09/18/confcommercio-oltre-meta-italiani-acquista-cerca-prodotti-online_M2wr1V2imIoOV00ELL5jjO.html

   

Confcommercio, ecco l’identikit

di chi acquista on line In crescita le imprese che fanno ricorso all’e-commerce

di red/ilp - 18 settembre 2014 12:19 Per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente; il 55,6% dei consumatori dichiara di aver acquistato almeno una volta online per ragioni legate soprattutto ai prezzi inferiori praticati in rete; il 54,9% dei consumatori ha cercato un prodotto su internet prima di acquistarlo in un negozio tradizionale; l’acquirente online è uomo, single, sotto i 45 anni, residente in comuni inferiori a 40mila abitanti; non si acquista on line principalmente per l’impossibilità di provare il prodotto (59,2%), la scarsa fiducia nei siti internet (53%), la mancanza di interazione con il venditore/commesso (43,7%); 2 imprese su 5 dichiarano di avere un sito web e di queste solo il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico. Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dall’indagine “Il negozio nell’era di internet”, realizzata da Confcommercio-Imprese per l’Italia in collaborazione con Format Ricerche.

Confcommercio guarda con molta attenzione all’e-commerce: nel 2013 il valore degli acquisti degli italiani da siti sia nazionali che stranieri, è stato pari a 12,6 miliardi di euro (+ 15% rispetto al 2012). Considerando unicamente il valore delle vendite da siti con operatività in Italia, questo è pari a 11,3 miliardi di euro. Il mercato è cresciuto dal 2006 ad oggi a un ritmo di circa il 20% all’anno (con esclusione del solo passaggio dal 2008 al 2009 in cui è rimasto sostanzialmente costante, dato che ovviamente va interpretato tenendo conto del picco della crisi e confrontato con l’andamento del fatturato delle imprese che non hanno fatto e-commerce). Le piccole e medie imprese che hanno fatto e-commerce sono cresciute del +1,3% nel triennio 2008-2010 contro il -4,5% di chi non aveva nessuna presenza online e il -2,4% di chi aveva un solo sito vetrina.

Le ragioni dell’acquisto on line sono legate soprattutto ai prezzi inferiori praticati in rete (65,8%), alla possibilità di confrontare i prezzi (50,5%), all’ampia scelta dei prodotti (47,8%). Altri fattori importanti, ma considerati secondari rispetto ai primi, sono la possibilità di acquistare quando e da dove si vuole. Prima di acquistare on line ci si informa soprattutto visitando il sito ufficiale del produttore o leggendo recensioni sui siti specializzati. Tra i consumatori che non hanno mai acquistato on line (44,4%), tre su cinque motivano questa scelta in prevalenza con l’impossibilità di provare il prodotto desiderato o la scarsa fiducia nei siti on line. Altre ragioni importanti riguardano l’impossibilità di interagire con una persona fisica (venditore, commesso); l’assenza di una connessione ad Internet; l’impossibilità, una volta effettuato l’acquisto, di portare subito via il prodotto; il timore di lasciare i dati della propria carta di credito; il timore che il prodotto arrivi danneggiato o comunque non conforme alla descrizione presente sul sito, l’idea che possa risultare complicato restituire il prodotto in caso di insoddisfazione.

Molti consumatori cercano oggi di ottenere il meglio dei due mondi, online e offline, massimizzando la fiducia per la scelta e la fiducia per l’acquisto. Sempre più consumatori, infatti, si informano su internet prima di comprare e un numero incredibile di consumatori esprime le proprie valutazioni su

   internet dopo aver comprato; valutazioni che diventano fonte importante di informazione per i futuri potenziali acquirenti. Per ogni acquisto online ce ne sono almeno altri tre che si formano online ma poi si concretizzano nel mondo fisico, magari dopo aver comparato i prezzi, o individuato i negozi adatti, o aver usufruito di coupon e promozioni da utilizzare in negozio. È il fenomeno che gli americani indicano con l’acronimo ROPO: Research Online, Purchase Offline (ricerca su internet, compra in negozio), e che contribuisce in maniera sostanziale all’influenza della rete nelle decisioni di acquisto. Esiste, però, anche il fenomeno opposto, ovvero di quei clienti che provano i prodotti in negozio, magari approfittando della competenza del negoziante per farsi una idea più precisa delle caratteristiche, delle possibili alternative, del prezzo, e poi, con una scusa, escono senza comprare nulla perché lo compreranno online. Il fenomeno si sta affermando col nome di showrooming, come se il negozio facesse da mero espositore per i venditori online, ma, in analogia all’acronimo ROPO, preferiamo chiamare questo comportamento TOPO: Try Offline, Purchase Online (prova in negozio, compra su internet). Ed è un fenomeno che, con elevata probabilità, è destinato ulteriormente a crescere a causa anche della diffusione degli smartphone.

articolo http://www.ilvelino.it/it/article/2014/09/18/confcommercio-ecco-lidentikit-di-chi-acquista-on-line/5a56e15c-cae1-4cd0-a62f-276443003d42/

   

E-COMMERCE

Il presidente dell'associazione: "Innovazione è fattore di competitività e crescita. L'imprenditore

che innova sarà quello che uscirà prima dalla crisi" di F.Me. "Internet non è una minaccia ma una opportunita' che i negozi tradizionali devono cogliere". Così il presidente dei Confcommercio Carlo Sangalli intervenendo al convegno "Il negozio nell'era di internet". "L'innovazione, soprattutto in questo lungo periodo di recessione, rappresenta un fattore di sopravvivenza, di competitività e, in prospettiva, di crescita. Deve dunque essere sostenuta con tutti i mezzi", ha aggiunto Sangalli. Secondo Sangalli "l'imprenditore che innova è anche quello che esce prima e meglio dalla crisi. Crediamo - ha concluso Sangalli - che una nuova stagione di crescita non possa prescindere dall'innovazione e dai servizi". Per questo motivo lassociazione ha presentato la guida "Il negozio nell'era di internet". "Questa bussola, dedicata ai tanti commercianti che ogni giorno "alzano la saracinesca" in un contesto sempre più competitivo, e ai giovani che vogliono cimentarsi in questa professione, è una dichiarazione d'amore nei confronti dei negozi - spiega Fabio Fulvio, responsabile del settore Politiche per lo Sviluppo di Confcommercio - Comprare in un negozio di qualità è decisamente un'esperienza appagante, e perchè un tessuto urbano senza negozi indipendenti, gestiti da persone competenti e appassionate, è un'enorme perdita in termini sociali e di qualità della vita".Nella pubblicazione Confcommercio, convinta che i negozi fisici abbiano ancora un futuro, offre alcuni spunti alle imprese associate per inserirsi intelligentemente nei veloci mutamenti in atto senza esserne travolte, anche imparando ad utilizzare le nuove tecnologie e le loro regole ma, soprattutto, sfruttando e potenziando alcune caratteristiche distintive che nessun player online potrà mai copiare, perché un negozio è lì, sulla strada, gestito da persone in carne ed ossa che vivono nella stessa comunità, sullo stesso territorio del cliente.

La guida contiene suggerimenti sulle strategie offline (cosa fare nel negozio) e online (cosa fare sul web) che un negozio dovrebbe mettere in atto per esaltare l'esperienza di acquisto dei propri clienti e sopravvivere con successo nell'era di internet. Sono illustrati, inoltre, indici per la misurazione della performance di un negozio e suggerimenti per la selezione, gestione e formazione del personale, l'asset più importante in una attività di servizio come il commercio al dettaglio. Non a caso, secondo i risultati di un'indagine realizzata in collaborazione con Format Ricerche, per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori i negozi tradizionali tra 10 anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente. Dalla ricerca emerge anche che il 55,6% dei consumatori ha acquistato almeno una volta online, soprattutto per ragioni di prezzo, mentre il 54,9% dei consumatori ha cercato un prodotto su Internet prima di acquistarlo in un negozio tradizionale. L'acquirente online è tipicamente uomo, single, sotto i 45 anni, residente in un Comune con popolazione inferiore a 40mila abitanti. Chi non acquista on line lo fa principalmente per l'impossibilità di provare il prodotto (59,2%), per scarsa fiducia nei siti Internet (53%), per la mancanza di interazione con il venditore/commesso (43,7%). Sul versante delle imprese, infine, due su cinque dichiarano di avere un sito web, ma di queste solo il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico.

articolo http://www.corrierecomunicazioni.it/it-world/29812_sangalli-confcommercio-internet-una-chance-per-il-negozio-tradizionale.htm

   

Nessuna crisi per l’e-commerce; nel 2013

cresce del 15 per cento AUTORE: LUCA GALVANI – 18 SETTEMBRE 2014

L’e-commerce non sembra risentire affatto della crisi e continua a crescere a doppia cifra.

A comunicare i dati è Confcommercio, la quale, tramite l’indagine Confcommercio-Format “Il negozio nell’era di internet”, segnala come nel 2013 il valore degli acquisti online degli italiani sia salito, nei 12 mesi del 2013, del 15 per cento rispetto all’anno precedente, arrivando a 12,6 miliardi di euro. Nel nostro paese, si legge nello studio, l’e-commerce risulta cresciuto, dal 2006 ad oggi, a un ritmo di circa il 20 per cento all’anno, con un’unica eccezione nel passaggio tra il 2008 e il 2009, momento in cui la variazione rilevata è stata sostanzialmente nulla.

Un dato che, tuttavia, spiega Confcommercio, va interpretato “tenendo conto del picco della crisi, oltre che confrontato con l’andamento del fatturato delle imprese che non hanno fatto e-commerce“. Le Piccole e medie imprese tricolore, infatti, che hanno investito nel commercio in rete risultano essere cresciute dell’1,3 per cento l’anno proprio nel triennio 2008-2010, a fronte di una flessione di 4,5 punti per quelle imprese che non hanno avuto nessuna presenza online e del 2,4 per cento per le aziende con un solo sito vetrina.

A livello settoriale, poi, il turismo si conferma al primo posto insieme alla vendita online di biglietti per i trasporti (aereo, treno) che con circa 4,9 miliardi di euro pesa per il 72 per cento sul totale delle vendite del settore. Ottimi risultati anche da informatica ed elettronica (1,2 miliardi in totale) e di assicurazioni e servizi finanziari in genere (1,14 miliardi). Sorprendente, infine, il risultato registrato dal settore abbigliamento, il quale con 1,36 miliardi di controvalore, si conferma il comparto che registra per il sesto anno consecutivo il tasso di crescita maggiore (+30 per cento).

articolo http://www.theblazonedpress.it/website/2014/09/18/nessuna-crisi-per-le-commerce-nel-2013-cresce-del-15-per-cento/171742

   

L'e-commerce resiste alla crisi.

Boom di vendite nel 2013 Economia · 18 settembre 2014 (Teleborsa) - Le vendite al dettaglio in Italia si sono ridotte ai minimi termini per colpa della crisi, sia che si parli di abbigliamento che di alimentari. Lo stesso però non può dirsi per l'e-commerce che è riuscito a dribblare la crisi mettendo a segno un buon 2013. Dall'indagine Confcommercio-Format emerge una crescita a doppia cifra per il mercato dell'e-commerce, con il valore degli acquisti online degli italiani che nel 2013 è salito del 15% rispetto al 2012 arrivando a 12,6 miliardi di euro. Dal 2006 ad oggi l'e-commerce è cresciuto a un ritmo di circa il 20% all'anno, con una sola eccezione: il passaggio dal 2008 al 2009 in cui è rimasto sostanzialmente costante. A brillare nel commercio sul web sono soprattutto le aziende legate al turismo, che con circa 4,9 miliardi di euro pesano per il 72% sul totale delle vendite del settore. Bene anche l'informatica e l'elettronica con 1,2 mld di euro e le assicurazioni e servizi finanziari in genere con 1,14 mld. Sostenute anche le vendite di abbigliamento, che con 1,36 miliardi di controvalore registrano per il sesto anno consecutivo il tasso di crescita maggiore (+30%).

articolo http://www.teleborsa.it/News/2014/09/18/l-e-commerce-resiste-alla-crisi-boom-di-vendite-nel-2013-689.html#.VBsqB0uzjFE

   

Confcommercio: Il negozio

nell’era di Internet E se tra dieci anni i negozi tradizionali fossero costretti ad abbassare le saracinesche perché soppiantati dagli esercizi online? E’ questa la provocazione su cui si è incardinata l’ultima indagine condotta dalla Confcommercio ( “Il negozio nell’era di Internet”) tesa a scrutare, più nel dettaglio, i comportamenti dei consumatori che, con sempre maggiore frequenza, si rivolgono al Web. Ecco cosa è emerso: per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori interpellati, i negozi tradizionali, tra due lustri, continueranno ad avere un ruolo sociale ed economico importante, ma solo se capaci di emozionare e coinvolgere il cliente. Diversa l’opinione espressa dal 14% dei consumatori e dal 27% degli imprenditori che hanno, invece, vaticinato la fine degli esercizi commerciali “old style” prefigurando un mercato completamente spostato sulla Rete. Lo studio di Confcommercio ha, inoltre, rilevato che il 55,6% dei consumatori intervistati ha dichiarato di aver fatto almeno un acquisto online, rivolgendosi in più della metà dei casi (51,2%) a un sito specializzato in e-commerce. Le ragioni dell’acquisto online sono legate soprattutto ai prezzi inferiori praticati in Rete (65,8%), alla possibilità di confrontare i prezzi in tempo reale (50,5%), all’ampia scelta di prodotti (47,8%), ma anche alla possibilità di acquistare dove e quando si vuole. Ma c’è anche chi ha tradito una certa diffidenza per lo shopping su Internet: il 59,2% di coloro che hanno dichiarato di non aver mai effettuato un acquisto online ha motivato la sua scelta con l’impossibilità di vedere e/o toccare il prodotto che si intende comperare. E c’è anche chi (il 53% del campione) ha confessato di fidarsi poco dei siti Internet e chi (il 43,7%) ha marcato l’accento sul fatto che l’acquisto online non consente l’interazione con persone fisiche (venditori, commessi) considerata, invece, di focale importanza. Volendo poi tracciare un identikit del cosiddetto “heavy e-shopper” (colui che acquista cinque o più beni online nell’arco di un anno), si tratta generalmente di un uomo sotto i 45 anni, non coniugato e residente in un Comune con meno di 40 mila abitanti. Chi allo shopping sul Web preferisce, invece, quello tradizionale è solitamente una donna, di età superiore ai 45 anni, coniugata o convivente e residente in un Comune con più di 40 mila abitanti. Andando, infine, a scrutare l’opinione che gli imprenditori italiani hanno dello strumento Internet, viene fuori che due imprese su cinque nel nostro Paese hanno un sito Internet, ma solo il 26,3% di esse lo utilizza anche per il commercio online. La stragrande maggioranza (il 73,7%) si limita, invece, a sfruttarlo come semplice vetrina. E i social network? Stando all’indagine realizzata da Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche, solo il 19,3% delle imprese intervistate promuove la propria attività su facebook e affini. A tracciare un quadro della situazione attuale è stato il presidente della Confcommercio, Carlo Sangalli: “Esercizi e attività commerciali contribuiscono a formare quella fitta trama di relazioni sociali che animano la vita delle nostre città - ha osservato - Per questo è importante scongiurare il fenomeno della ‘desertificazione commerciale’ che ha colpito molti centri storici e piccoli borghi

   

e che è l’anticamera del degrado urbano e sociale. Perché ogni vetrina che si spegne - ha scandito il numero uno di Confcommercio - è un pezzo di città che muore”. Un attaccamento alla tradizione che non confligge, però, con l’apprezzamento per l’innovazione: “Oggi non si può ignorare che il Web stia modificando profondamente il contesto competitivo del commercio al dettaglio - ha aggiunto Sangalli - L’innovazione, soprattutto in questo lungo periodo di recessione, rappresenta un fattore di sopravvivenza, di competitività e, in prospettiva, di crescita per le imprese e per il Paese e deve, per questo, essere sostenuta con tutti i mezzi a disposizione”.

articolo http://www.newnotizie.it/2014/09/confcommercio-il-negozio-nellera-di-internet/

   

Confcommercio: oltre metà italiani

acquista e cerca prodotti online 18/09/2014 14:54 Roma, 18 set. (Labitalia) - Oltre la metà degli italiani, il 55,6% acquista online per ragioni legate soprattutto ai prezzi più bassi e il 54,9% dei consumatori cerca un prodotto su Internet prima di acquistarlo al negozio. Inoltre, per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori i negozi tradizionali tra dieci anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente. Sono questi i principali risultati che emergono dall'indagine 'Il negozio nell'era di Internet', realizzata da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Ricerche.Dall'indagine emerge inoltre che il 40,6% delle imprese dichiara di avere un sito web, percentuale che è molto più elevata per le imprese con oltre i cinque addetti (75%). Il 73,7% delle imprese che hanno un sito web dichiara di utilizzarlo esclusivamente come vetrina, mentre il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico, collegato per altro all'attività di vendita del negozio fisico. Soltanto il 19,3% delle imprese utilizzano i social network per la propria attività aziendale. Tale percentuale sale al 33,3% per le imprese con oltre cinque addetti. Bassa anche la percentuale delle imprese che partecipano ad iniziative di vendita tramite siti di e-commerce specializzati (15,6%), aggregatori (13%), couponing (5,5%). Ma quale è l'identikit dell'acquirente online? E' uomo, single, sotto i 45 anni, residente in comuni inferiori a 40mila abitanti. Tuttavia ci sono resistenze ancora: non si acquista on line principalmente per l'impossibilità di provare il prodotto (59,2%), la scarsa fiducia nei siti internet (53%), la mancanza di interazione con il venditore/commesso (43,7%). Inoltre 2 imprese su 5 dichiarano di avere un sito web e di queste solo il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico. A fronte del 70% di consumatori e imprenditori che ritengono il negozio possa ancora esistere tra dieci anni, c'è un 14% dei consumatori e il 27% degli imprenditori che pensa, invece, che i negozi tradizionali spariranno e che il mercato sarà esclusivamente on line. Secondo il 10% dei consumatori e il 7% degli imprenditori i negozi tradizionali continueranno ad esistere, ma ricopriranno soltanto un ruolo di consulenza e di assistenza sui prodotti.

articolo http://www.sassarinotizie.com/24ore-articolo-273522-confcommercio_oltre_meta_italiani_acquista_e_cerca_prodotti_online.aspx

   

Confcommercio: “L’e-commerce

non sente crisi” Secondo i risultati di un’indagine realizzata dalla Confcommercio in collaborazione con Format Ricerche, per circa il 70% dei consumatori e degli imprenditori i negozi tradizionali tra 10 anni avranno ancora un ruolo importante, ma solo se capaci di emozionare e di coinvolgere il cliente. Dalla ricerca emerge anche che il 55,6% dei consumatori ha acquistato almeno una volta online, soprattutto per ragioni di prezzo, mentre il 54,9% dei consumatori ha cercato un prodotto su Internet prima di acquistarlo in un negozio tradizionale. L’acquirente online è tipicamente uomo, single, sotto i 45 anni, residente in un Comune con popolazione inferiore a 40mila abitanti. Chi non acquista on line lo fa principalmente per l’impossibilità di provare il prodotto (59,2%), per scarsa fiducia nei siti Internet (53%), per la mancanza di interazione con il venditore/commesso (43,7%). Sul versante delle imprese, infine, due su cinque dichiarano di avere un sito web, ma di queste solo il 26,3% lo usa anche per il commercio elettronico.

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Solo 2 imprese italiane su 5

hanno un sito Web

Secondo i dati contenuti nel report intitolato "Il negozio nell'era di Internet", frutto di una rilevazione condotta da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Ricerche, ad oggi le aziende della Penisola farebbero ancora uno scarso uso di Internet per il proprio business.

Attualmente, nello Stivale soltanto due imprese su 5 avrebbero pubblicato o fatto pubblicare in Rete un sito Web dedicato alla propria attività, di queste ultime appena il 26.3% (cioè poco più di un quarto) utilizzerebbe la propria presenza online per praticare l'e-commerce.

Si delineerebbe in questo modo un panorama economico caratterizzato da un mercato che tra un decennio, mantenendosi inalterato l'attuale andamento in termini di innovazione degli strumenti di vendita e promozione, dovrebbe appoggiarsi per la gran parte (il 70%) sui negozi tradizionali.

Dalla parte del consumatore, attualmente chi non effettua acquisti on line sarebbe "scoraggiato" in particolare dall'impossibilità di provare i prodotti (59.2%), dalla scarsa fiducia in Internet (53%) e dalla mancanza del rapporto diretto con gli esercenti (43.7%).

articolo http://www.mrwebmaster.it/news/solo-2-imprese-italiane-5-sito-web_12131.html