COMUNITA’ P S I C H I A T R I C A “ELIO ZINO” E G R U P P ......posizionarlo. Dopo la...

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TRIMESTRALE DELLA COMUNITA’ PSICHIATRICA “ELIO ZINO” E GRUPPI APPARTAMENTO DI OLEGGIO Editoriale di Bruno Ragni a In Italia, la definitiva chiusura degli ospedali psichiatrici avvenuta nell’anno 2000 e il cambiamento del contesto sociale, economico- politico del paese hanno creato di fatto un incremento esponenziale del- le strutture residenziali, finalizzate ad accogliere, in modo intensivo e per un tempo più o meno prolungato, pazienti con disturbi mentali ca- ratterizzati da gravità clinica; se nel 2000 erano state censite 1.370 strutture (pubbliche e private) con 17.370 posti residenziali, oggi possiamo ipotizzare un ulte- riore significativo aumento. Nei tempi attuali, dominati dall’esigenza di razionalizzare e contenere la spesa sanitaria, si verifica la situazione paradossale per cui lo scenario prevalente dell’assistenza è sempre più incentrato sulle “soluzioni residenziali” che sono le più costose ed assorbono la maggior par- te delle risorse della psichiatria. Concepite come transitorie, col mandato di “riabilitare” e restituire” il paziente alla società, esse tendono purtroppo a riprodurre stanzialità, con il ri- schio di ricreare in forme aggiornate e, su scala semplicemente ridotta, una nuova istituziona- lizzazione. Infatti, il basso livello di turn over dimostrato da numerose ricerche le rende facil- mente saturabili e ciò incrementa una domanda che viene invariabilmente interpretata come “bisogno” di residenzialità e si traduce in una ulteriore richiesta di “posti-letto”. Per questi motivi, appare non più rinviabile un’analisi dei meccanismi che generano e man- tengono in attività una palese ed equivoca distorsione del metodo di cura comunitario, di per sé rivelatosi come strumento fra i più avanzati ed efficaci nel panorama delle moderne terapie psichiatriche per i disturbi mentali gravi. Innanzitutto, la definizione stessa è ancora oggi confusa e oscilla fra quella di “residenze deposito” con la funzione di “spazi abita- tivi” per pazienti gravi, con delega “totale” dei servizi territoriali invianti, ad elevato rischi di cronicizzazione e la Comunità Tera- peutica, luogo di cura con la funzione di realizzare programmi te- rapeutici intensivi con una “metodologia comunitaria”. La Comu- nità Terapeutica è da intendersi come un metodo specifico di pren- dersi cura della malattia mentale grave, più che una struttura istitu- zionalizzata. Si caratterizza per tratti specifici che la rendono ben distinguibile da strutture residenziali aspecifiche , apparentemente o formalmente ad essa assimilabili, ma sostanzial- mente differenziabili per la palese assenza di tale prassi metodologica. Il metodo comunitario si fonda sul concetto di Integrazione delle Competenze. La Comuni- tà cura con il suo funzionamento integrato: il gruppo degli ospiti, il gruppo dei curanti, in col- laborazione con le famiglie e la rete sociale, costituiscono nel loro insieme il dispositivo di cura globale, con una impostazione organizzativa che tiene contemporaneamente conto dei Sommario Editoriale pagg. 1/2 Le nostre vacanze a Bocca di Magra pag. 3 Recensioni pag. 4 Oggi cucino io...le ricette di Rosaria: le friselle pag. 5 Tanti auguri pag. 5 Giovanni De Bei… cronista sportivo pagg. 5/6 Una giornata allo stadio pag. 6 Esplorando il territo- rio”inter nos” pag. 7 Esplorando il territo- rio pagg. 7/8 Gita sulle sponde del lago Maggiore aro- nese pag. 9 Un sabato speciale pag. 10 Il saggio del musici- sta Manuel pag. 10 La vena artistica pag. 11 Solidarietà e calore umano pag. 12

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T R I M E S T R A L E D E L L A C O M U N I T A ’ P S I C H I A T R I C A “ E L I O Z I N O ”

E G R U P P I A P P A R T A M E N T O D I O L E G G I O

Editoriale di Bruno Ragni a

In Italia, la definitiva chiusura degli ospedali psichiatrici avvenuta

nell’anno 2000 e il cambiamento del contesto sociale, economico-

politico del paese hanno creato di fatto un incremento esponenziale del-

le strutture residenziali, finalizzate ad accogliere, in modo intensivo e

per un tempo più o meno prolungato, pazienti con disturbi mentali ca-

ratterizzati da gravità clinica; se nel 2000 erano state censite 1.370

strutture (pubbliche e private) con 17.370 posti residenziali, oggi possiamo ipotizzare un ulte-

riore significativo aumento.

Nei tempi attuali, dominati dall’esigenza di razionalizzare e contenere la spesa sanitaria, si

verifica la situazione paradossale per cui lo scenario prevalente dell’assistenza è sempre più

incentrato sulle “soluzioni residenziali” che sono le più costose ed assorbono la maggior par-

te delle risorse della psichiatria. Concepite come transitorie, col mandato di “riabilitare” e

“restituire” il paziente alla società, esse tendono purtroppo a riprodurre stanzialità, con il ri-

schio di ricreare in forme aggiornate e, su scala semplicemente ridotta, una nuova istituziona-

lizzazione. Infatti, il basso livello di turn over dimostrato da numerose ricerche le rende facil-

mente saturabili e ciò incrementa una domanda che viene invariabilmente interpretata come

“bisogno” di residenzialità e si traduce in una ulteriore richiesta di “posti-letto”.

Per questi motivi, appare non più rinviabile un’analisi dei meccanismi che generano e man-

tengono in attività una palese ed equivoca distorsione del metodo di cura comunitario, di per

sé rivelatosi come strumento fra i più avanzati ed efficaci nel panorama delle moderne terapie

psichiatriche per i disturbi mentali gravi.

Innanzitutto, la definizione stessa è ancora oggi confusa e oscilla

fra quella di “residenze deposito” con la funzione di “spazi abita-

tivi” per pazienti gravi, con delega “totale” dei servizi territoriali

invianti, ad elevato rischi di cronicizzazione e la Comunità Tera-

peutica, luogo di cura con la funzione di realizzare programmi te-

rapeutici intensivi con una “metodologia comunitaria”. La Comu-

nità Terapeutica è da intendersi come un metodo specifico di pren-

dersi cura della malattia mentale grave, più che una struttura istitu-

zionalizzata. Si caratterizza per tratti specifici che la rendono ben distinguibile da strutture

residenziali aspecifiche , apparentemente o formalmente ad essa assimilabili, ma sostanzial-

mente differenziabili per la palese assenza di tale prassi metodologica.

Il metodo comunitario si fonda sul concetto di Integrazione delle Competenze. La Comuni-

tà cura con il suo funzionamento integrato: il gruppo degli ospiti, il gruppo dei curanti, in col-

laborazione con le famiglie e la rete sociale, costituiscono nel loro insieme il dispositivo di

cura globale, con una impostazione organizzativa che tiene contemporaneamente conto dei

Sommario

Editoriale pagg. 1/2

Le nostre vacanze a

Bocca di Magra pag. 3

Recensioni pag. 4

Oggi cucino io...le

ricette di Rosaria: le

friselle

pag. 5

Tanti auguri pag. 5

Giovanni De Bei…

cronista sportivo pagg. 5/6

Una giornata allo

stadio pag. 6

Esplorando il territo-

rio”inter nos” pag. 7

Esplorando il territo-

rio pagg. 7/8

Gita sulle sponde del

lago Maggiore aro-

nese

pag. 9

Un sabato speciale pag. 10

Il saggio del musici-

sta Manuel pag. 10

La vena artistica pag. 11

Solidarietà e calore

umano pag. 12

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Patrizia Mancini

Silvana Passarella

Debora Stramba

Elisa Zaino

Hanno collaborato a questo numero:

Gisella Aiello

Filomena Brunacci

Giancarlo Cerutti

Giovanni De Bei

Giuseppe Cirillo

Mauro Forti

Elvira Gianesella

Alessio Griselli

Rosaria Prandi

Periodico di informazione della Comuni-

tà Protetta Psichiatrica “Elio Zino” e

Gruppi Appartamento di Oleggio

Direttore Editoriale:

Daniela Forti—AiutaPsiche onlus

Responsabile Editoriale:

Bruno Ragni

Direttore Responsabile:

Elena Vallana

Comitato di Redazione:

Gabriella Belfiore

Laura Cutrona

Laura Di Chio

Nina Dutkevjch

Manuel Russo

Mauro Margaroli

Domenico Talarico

Stefano Ventura

Raffaella Zanetta

Lonate Pozzolo

0331669034 cell. 3355691767.

I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

livelli di cura medico, psicologico-relazionale, sociale, sem-

pre basata sulla collaborazione e partecipazione di tutti i

membri, operatori e pazienti, coinvolti in prima persona.

La Comunità offre ai pazienti una dimensione ambientale e

temporale ben definita, con una architettura specifica, diver-

sa dall’ospedale ma anche dall’abitazione famigliare, un luo-

go in cui poter respirare un clima emotivo e sensoriale che

nutra e sostenga le fragilità soggettive, creando gradualmente

una sicurezza di base.

La Comunità si contraddistingue inoltre per condivisione della vita quotidiana e dai modi con i quali questa vie-

ne organizzata: le cure del corpo, degli spazi comuni, la preparazione e la condivisione del cibo, i momenti di

convivialità, le attività espressive, riabilitative specifiche e aspecifiche, e quelle che predispongono al sonno, al

lavoro e allo svago.

La peculiarità del lavoro comunitario è fondata sull’esperienza gruppale: ogni

attività è gruppale, intendendo sia il gruppo globale di operatori e ospiti, sia i

sottogruppi che possono sorgere spontaneamente durante la quotidianità condi-

visa oppure sottogruppi specificatamente dedicati a obiettivi prefissati.

Un’ultima caratteristica fondamentale è che il lavoro terapeutico è sempre fon-

dato su un Progetto Terapeutico Individualizzato, formulato in modo diverso

per ciascun paziente. Nel progetto terapeutico si ripropone la sfida del metodo

comunitario consistente nel favorire la costruzione della soggettività attraverso

un dispositivo gruppale. Il concetto di “percorso evolutivo” è sempre fortemente implicato nella progettualità

comunitaria e si articola in varie fasi di cui l’ospite fa esperienza,

nell’arco di una particolare temporalità, che, in media, è da considerarsi

fra i 18-24 mesi. Gli obiettivi possono essere anche minimi, ma conte-

stualizzati in una prospettiva che guarda il paziente come ad una persona

che possa esprimere sempre qualcosa di vitale, potenzialmente sviluppa-

bile, recuperabile a forme di vita più autonome e dignitose.

L’assenza o l’insufficienza di tali principi terapeutici comporta il rischio

di riproporre nei fatti, sotto la denominazione di comunità, una struttura

meramente assistenziale, inutilmente onerosa per il SSN, fonte di ulteriori

percorsi di cronicità.

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La mattina della partenza eravamo contenti e un po’ emozionati… alcuni di noi si sono

svegliati presto e altri si sono concessi qualche ora di sonno in più.

Dopo un caffè e una ricca colazione siamo saliti sui pulmini dove gli operatori aveva-

no già caricato le valigie.

Il viaggio per Giovanni è stato molto bello: “ho gustato lo scorrere del panorama fino

all’avvistamento del mare e mi sono rifocillato all’autogrill, sosta sempre gradita”.

Per Manuel e Alessandro è stato un po’ più noioso quindi hanno dormicchiato o a-

scoltato musica per “ammazzare il tempo”.

Siamo arrivati alle 12.15 e ci siamo sistemati: noi maschietti al secondo piano, le fem-

minucce al primo e al piano terra abbiamo preparato i tavoli e la cucina.

Pranzo, passeggiata e spiaggia… sia-

mo subito entrati nel ritmo della

vacanza !!!

In questi sei giorni oltre che bagni al mare abbiamo fatto una bella

gita a Meglia, frazione di Bocca di Magra, alla quale ci si arriva

percorrendo un caratteristica stradina panoramica.

Una sera gli operatori ci hanno fatto una sorpresa portandoci a

mangiare la pizza in un ristorante del centro di Bocca di Magra…

dopo una passeggiata siamo tornati a casa e qualcuno di noi, con

gli operatori, si è fatto un veloce bagno al mare, vestiti…è stato un momento molto divertente che ricorderemo

per sempre!!!

Tutte le sere facevamo una bella passeggiata per il lungo mare, salutavamo alcuni cinghiali nel cortile di

un’abitazione privata e sostavamo alla creperie, qualche volta abbiamo cantato tutti assieme nella terrazza della

casa.

La penultima sera gli operatori ci hanno fatto un’altra sorpresa portandoci a mangiare la pizza nel ristorante del

lido che praticavamo di pomeriggio…abbiamo ballato tutta la sera…che serata fantastica!!!

Abbiamo raccolto sassi, tra i più particolari, e conchiglie come ricordo della vacanza.

L’ultimo giorno abbiamo pulito la casa, preparato le valigie e ripartiti alla volta di Oleggio…il tempo al mare è

trascorso veloce… sarebbe stato bello rimanere ancora un po’!

Le nostre vacanze a Bocca di Magra A cura di Alessandro, Giovanni De Bei, Giuseppe Cirillo e Manuel Russo

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All’inizio di Febbraio 2015, Daniela Forti, Presidente dell’Associazione AiutaPsiche onlus, realizza alcuni sondaggi

nei due Gruppi Appartamento, per una nuova proposta: destinare alcuni soldi per un abbonamento a SKY che com-

prende cinema e sport. Io sono contento perché ogni tanto guardo film e le partite di calcio. Altre persone come Fe-

derico Turetta preferiscono che ci venga donato un tagliaerba nuovo. Anche Federico però ogni tanto guarda dei

film, ma non è molto interessato né al calcio né alle pellicole. Prima di installare SKY, i tecnici verificheranno dove

posizionarlo. Dopo la verifica, viene deciso che, sopra il tetto del Gruppo Appartamento 2, il segnale è molto più di-

sturbato, che non in G.A.1. Il nostro compagno Mauro Forti è rimasto un po’ dispiaciuto. Mauro si intende molto di

calcio, è il più esperto nella zona di Oleggio (forse anche nella provincia di Novara, forse anche in Italia). Innanzi-

tutto bisogna dire che le trasmissioni satellitari si vedono meglio e sono più precise di quelle terrestri. Inoltre i canali

SKY sono ormai tutti in Alta Definizione (HD). Questo vuol dire che lo schermo è diviso in un numero maggiore di

punti (pixel) e che l’immagine è definita meglio. Questo contribuisce a stancare meno l’occhio. Oltre alla qualità del-

la trasmissione, bisogna dire che i film trasmessi sono tanti e che molti sono recenti. Anche le partite di calcio sono

molte. Direi che siamo soddisfatti.

Adesso farò una recensione di 3 film visti su SKY. Spero che la descrizione vi piaccia.

Il primo film scelto per 1a descrizione è INDIANA JONES: Innanzitutto, di Indiana Jones, mi piacciono gli effetti speciali e le

cose che fanno ribrezzo. Per gli effetti speciali, questi film ne sono pieni. Ti tengono in tensione per quasi tutta la durata del

film. Per il ribrezzo intendo la comparsa sulla scena di serpenti, coccodrilli, ragni, scorpioni, ecc.. Indiana Jones (Harrison

Ford) è quasi sempre in pericolo di vita. Manca poco che muoia, ma l’effetto speciale lo salva. Ad esempio mi ricordo di una

corsa su carrelli nelle miniere, come un inseguimento sulle Montagne Russe. Il film è molto movimentato. Alla fine, dopo mille

peripezie, il buono (Harrison Ford) vince sempre.

Il secondo film di cui desidero parlare è FROZEN: Questo film è del genere animazione (cartone animato) ed è in 3D. Come

tutti i film della Disney, è molto umano e sentimentale. È ambientato in un paesaggio di neve e ghiaccio. C’è anche un castel lo

ed un mostro di ghiaccio. C’è una storia d’amore tra un cavaliere e una principessa. Ci sono peripezie e cadute da precipizi. Ci

sono musiche avvincenti. Ricordano la colonna sonora di altri film Disney a cartone animato. Tutto questo in 3D per regalare

una buona visione (soprattutto con gli occhialini appositi). Io, tempo fa, ho comperato il DVD di Alladin.Mi è molto piaciuto.

Frozen è simile. sentimento, musiche, storie d’amore, cadute dall’alto e peripezie, ecc. Il tutto in stile Disney. La storia è avvin-

cente. L’unica cosa è che viene freddo a guardare questo film. Infatti è ambientato nella neve e nel ghiaccio.

Il terzo film si chiama : KILLING SEASON: È un thriller che ha come protagonisti John Travolta e Robert De Niro. I due han-

no combattuto da avversari nella guerra in Serbia, negli anni ’90. John Travolta vuole vendicarsi delle esecuzioni e delle violen-

ze, alle quali ha partecipato De Niro. Come sapete, la guerra in Bosnia/Serbia é stata crudele anche perché i Caschi Blu delle

Nazioni Unite (ONU) non sono stati efficaci nel prevenire le violenze. Dopo che John Travolta rincontra De Niro, lo tratta da

amico. Da poco si è aperta la stagione venatoria - da qui il titolo del film KILLING SEASON - Stagione di Caccia. I due vanno a

cacciare nei boschi, vicini alla casa di legno di De Niro, ma, alla prima occasione, Travolta gli si rivolta contro. Dopo un breve

inseguimento Travolta scaglia, nella gamba di De Niro, una freccia tirata dal suo arco. Chiaramente la ferita è molto dolorosa.

Dopo inseguimenti, spari e tiri di frecce, piano piano si scopre che Travolta si vuole vendicare delle esecuzioni e delle violenze

nella Guerra di Bosnia e che ritiene De Niro uno dei responsabili di queste.

Il titolo, come detto, si riferisce alla Stagione di Caccia e il film è una caccia all’uomo, ambientata nei boschi del Nord America.

Il film tiene in tensione. È chiaramente un thriller. Alla fine i due si perdonano per la Guerra in Serbia e sopravvivono tutti e

due. È un bel film e i protagonisti sono due attori molto bravi. Vale la pena vederlo. È imperdibile per i patiti del genere thriller.

Per il momento non abbiamo bisogno di comperare DVD per il Gruppo Cinema. I film sono belli e avvincenti. Molti

sono recenti (la maggior parte va dal 2010 al 2015). Non so quanto durerà effettivamente l’abbonamento, però

l’inizio è stato positivo. Abbiamo visto molti film nei primi 2 mesi dall’installazione di SKY.

Per adesso Buona Visione a tutti. Ciao Ciao.

I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

“Recensioni ” A cura di Stefano Ventura

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Ingredienti:

Friselle;

Pomodorini 250 gr;

Origano q.b.;

Olio q.b.;

Acqua q.b.

Sale q.b.

Procedimento:

Bagnare le friselle con poca acqua, tagliare i pomodorini e pas-

sarli sulle friselle, condire con origano, olio e sale.

Buon compleanno a:

Tanti auguri a Giovanni De Bei e a Raffaella Zanetta che il 30 maggio

hanno spento le candeline.

Buon compleanno a Pietro Zanetta che il 15 giugno ha festeggiato gli

anni in vacanza a Bocca di Magra.

Auguri a Giancarlo Cerutti, a Bertoni Antonella e a Costantino Matella

che il 26, 27 e 28 giugno hanno festeggiato i compleanni regalandoci un

fantastico week end .

Oggi cucino io… le ricette di Rosaria: Le friselle

A cura di Rosaria Prandi

Giovanni De Bei… cronista sportivo

CAMPIONATO: JUVENTUS-LAZIO

Allo Juventus Stadium si affrontano la prima e la seconda squadra del campionato. Do-

po qualche minuto Tevez, centravanti della Juventus, porta in vantaggio la squadra tori-

nese e nel secondo tempo dopo alcune azioni della Lazio, il difensore della Juventus

Bonucci raddoppia e la partita finisce 2-0 per la Juventus che si avvicina sempre più alla

conquista dello scudetto.

COPPA ITALIA: LAZIO- JUVENTUS

Allo Stadio Olimpico di Roma si affrontano Lazio e Juventus per la finale di coppa Italia. Gara unica.

Dopo alcune azioni da una parte all’altra la Lazio ha segnato con il suo capitano dopo un calcio d’angolo di testa.

Quindi dopo un quarto d’ora lo stopper juventino Chiellini con una rovesciata ha portato le squadre in parità. Il se-

condo tempo è stato noioso. Si è andati, quindi, ai tempi supplementari dove Matri con un suo goal ha dato alla Ju-

ventus la sua decima coppa d’Italia.

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I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

CHAMPIONS LEAGUE: JUVENTUS- REAL MADRID

Allo stadio Santiago Bernabeu di Madrid si affrontano Real Madrid e Juventus per il ritorno della semifinale di

Champions League. All’andata 2-1 per la Juventus.

Il primo tempo finisce 1-0 per il Real Madrid grazie ad un netto rigore realizzato da Cristiano Ronaldo. Nel secon-

do tempo dopo alcune azioni della Juventus, Morata attaccante della squadra italiana pareggia portando la Juventus

in finale.

CAMPIONATO TORINO- JUVENTUS

Allo Stadio comunale di Torino si affrontano Torino e Juventus cioè il Derby della Mole.

La Juventus passa in vantaggio con una meravigliosa punizione di Pirlo e nel secondo tempo il Torino pareggia sul

finale con un goal di Quagliarella.

Dopo vent’anni il Torino si aggiudica il Derby. Rimandando la festa dello scudetto della Juventus.

Alla prossima partita.

FINALE CHAMPIONS LEAGUE 2014/2015

All’Olimpya Stadium di Berlino si affrontano Juventus e Barcellona. Dopo 2 minuti di gioco il Barcellona si porta

sull’1-0 con il goal di Rachetic.

Poi dopo alcune parate decisive di Buffon portiere della Juventus, il primo tempo finisce 1-0 per il Barcellona. Nel

secondo tempo Morata dopo un tiro di Tevez pareggia per la Juventus e dopo un fallo da rigore su Pogba non dato

alla Juventus i due attaccanti del Barcellona Suarez e Neymar portano il Barcellona sul 3-1 che è anche il risultato

finale.

Una giornata allo stadio A cura di Alessio Griselli e Manuel Russo

Allo Stadio Silvio Piola di Novara si affrontano il Novara e il Renate.

Arrivati allo stadio parcheggiamo e mangiamo due panini a testa.

Entriamo quindi allo stadio, in tribuna settore T5, ci sediamo e aspettiamo

l’inizio della partita mentre giocatori, arbitro e guardia linee si riscaldano e lo

stadio si riempie ad eccezione della curva del Novara che rimane vuota perché

squalificati.

Pronti, via il Novara dopo un minuto segna con Gonzalez, grazie anche ad una

svista dell’arbitro che non ha visto il pallone uscire in rimessa dal fondo per il

portiere.

Dopo la partita è abbastanza monotona ed il primo tempo si chiude 1-0.Al sesto

del secondo tempo il Novara

raddoppia con Evacuo. Du-

rante il secondo tempo,a par-

te il goal, non ci sono azioni pericolose. Il Novara chiude con la

vittoria di 2-0. A metà partita i giocatori, panchinari o in tribuna,

sono passati a fare gli autografi ai bambini

Forza Novara!!!! ci siamo proprio divertiti.

CURIOSITA’: lo Stadio è dedicato a “Silvio Piola” giocatore del

Novara tra gli anni ’20-’30. Bravissimo centravanti.

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Esplorando il territorio “inter nos” A cura di , Domenico Talarico, Filomena Brunacci, Giuseppe Cirillo, Raffaella Zanetta e Manuel Russo

Dopo i primi incontri fatti in comunità tra di noi, durante i quali abbiamo raccolto informazioni sulla storia del pae-

se di Oleggio e ci siamo dati una infarinatura sulle sue origini, ci è venuta voglia di andare a esplorare il territorio a

piedi e vedere se qualcosa fosse rimasto del vecchio “pagus” medievale.

D’altra parte quelle mura rosse che spesso incontriamo per andare in piscina o al mercatino dell’usato dovranno

pur avere qualcosa a che fare con ciò che abbiamo letto sul libro che ci ha regalato Italo, nostra futura guida nei

tour che verranno. Quell’arco antico sotto il quale passiamo spesso che si erge sopra la strada che si inerpica verso

la piazza, è davvero una delle porte più ben conservate della Oleggio antica: la porta Pozzolo. Appena superata ci

addentriamo sulla nostra destra costeggiando le vecchie mura e i resti dell’antico Castello…

Risaliamo la costa della collina e ci troviamo nella piazzetta retrostante la Chiesa maggiore di Oleggio il cui con-

vento ospita oggi il museo etnografico del paese.

Un nostro compagno ci mostra il prato del vecchio orfanotrofio maschile dove lui ha passato molta parte della sua

infanzia, oggi abbandonato.

Proseguiamo nel tentativo di non perdere le tracce delle mura, ma queste paiono dileguarsi tra le stradine e le case

comparendo qua e là di tanto in tanto, regalandoci brevi tuffi nel passato: ecco la costa dei Mazzeri che scende

d’improvviso.

Ecco la via ciotolata correre lungo pareti sicuro antiche e scoscese ed ecco la seconda porta di Oleggio, anch’essa

ben visibile col suo caratteristico arco: porta dei Mazzeri appunto. Durante questa prima esplorazione fatta senza

guida ci spingiamo fino alla Villa Troillet un tempo sede delle Terme di Oleggio…proprio non ce lo aspettavamo

che a Oleggio ci fossero delle terme …ma di questo si parlerà prossimamente.

Insomma ci sono sorti un sacco di interrogativi durante questa passeggiata: c’erano veramente acque termali a O-

leggio?

La villa Troillet cosa aveva a che fare col dott.Paganini di cui avevamo letto…e del Teatro, che un tempo si trova-

va nel suo parco, che ne era stato. Oppure: il resto della cinta muraria che fine aveva fatto?…e la “guandra”, fogna

a cielo aperto, dove scorreva? Queste e tante altre domande… rientriamo più curiosi di quando siamo partiti e con-

fidiamo nelle risposte che ci darà la nostra guida nei prossimi tour.

Esplorando il territorio “ A cura di Domenico, Filomena Brunacci, Giuseppe Cirillo, Raffaella e Manuel Russo

Finalmente incontriamo il sig. Italo Tosi nonché Pirin, desiderosi di avere nuove notizie

sul paese e sul territorio che abitiamo da diversi anni e del quale ci sentiamo parte inte-

grante…qui ormai tutti ci conoscono!

L’appuntamento è davanti al bar Roma, a noi noto perché spesso ci fermiamo a prendere

un buon caffè. La giornata è decisamente favorevole…una delle prime giornate soleggia-

te di primavera!

Italo ci indica subito il punto dove un tempo si ergeva una delle quattro principali porte

di Oleggio, delle quali ne avevamo già avvistate due durante il giro fatto con la nostra

operatrice. Questa porta si trovava al termine della odierna via Dante, e, purtroppo, non

ve ne è più alcuna traccia.

Siamo contenti di conoscere il luogo dove era posta questa porta…ma la quarta dove sa-

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rà? Per ora Italo ci tiene col fiato sospeso …ce la mostrerà la prossima volta.

Adesso Italo ci mostra anche il luogo dove nel dopoguerra era il “peso pubblico”, che, in tempi più antichi, si trovava

sotto una tettoia adiacente il Campanile. Ecco cosa era quel piccolo edificio, adesso scomparso, che vedevamo nelle

foto antiche a ridosso del Campanile!

Proseguiamo lungo la via…..ci viene spiegato che al bordo di essa correva quella parte della cinta muraria oggi an-

data distrutta, e che la strada su cui camminiamo era un rivo detto Guandra il quale raccoglieva i liquami, in sostanza

una “fogna” a cielo aperto. Solo nei primi del novecento il Conte Negri, benefattore di Oleggio, ne finanzia la coper-

tura giustamente voluta per motivi igienici…(pare che i bambini ci giocassero dentro).

Sull’altro lato della via Italo ci fa osservare la struttura in ferro ex mercato coperto oggi chiusa con grandi vetrate e

sede della banca di Intra.

Alla nostra sinistra sono i giardini pubblici antistanti la stazione.

Qui si trova un edificio molto carino e, il nostro compagno Domenico, ci dice di essere stato visitato da bambino

all’interno di esso. Italo allora spiega che un tempo era consultorio pediatrico e che ha avuto diverse funzioni: tra

poco diventerà una bella gelateria…Mmmm ci viene l’acquolina in bocca, golosi come siamo certamente vi faremo

visita!

Siamo stupiti nel comprendere che anche noi saremo protagonisti di questa piccola trasformazione e proviamo un

certo piacere a sentirci parte di qualcosa che riguarda il luogo che abitiamo…

Addirittura a Giovanni viene in mente che c’è qualcos’altro che è MUTATO con NOI ed è il Benzinaio antistante il

bar Roma…è verooo! Fino a due anni fa c’era un benzinaio che adesso hanno divelto. Come mutano in fretta le cose!

Ma proseguiamo il nostro tour.

Eccoci al fondo della via…ed ecco un’altra sorpresa…nessuno di noi aveva mai notato che tra gli alberi c’è una

grande pietra con una iscrizione commemorativa. Ci parla di una donazione, ancora protagonista il noto Conte Negri.

Questi, per rendere immortale il ricordo della figlioletta amata persa prematuramente, donò l’edificio, che si trova

all’interno di un bel parchetto, per collocarci la “fanciullezza femminile” ossia l’orfanotrofio del paese. I maschietti

venivano alloggiati in un altro orfanotrofio a ridosso del convento dei frati della chiesa grande di Oleggio. Ce lo ri-

corda Domenico, che, purtroppo, vi alloggiò per un periodo.

Ci fermiamo a riflettere sull’amore e sul dolore di questo padre che con un’opera ha reso immortale il ricordo della

figlia…dunque le cose mutano in fretta…ma la memoria può essere eterna!

Per oggi siamo stanchi e soddisfatti. Abbiamo provato un pò di emozioni. Ora sentiamo il bisogno di rientrare alla

base. Salutiamo il sig. Italo che ci ha regalato un bel pomeriggio assicurandoci che ci guiderà ancora alla scoperta di

nuovi angoli di Oleggio.

Un’ultima cosa, dimenticavamo! Abbiamo visto anche la vecchia bottega del maniscalco, oggi abitazione civile, la

trattoria dei ferrovieri dove gli anziani giocavano a

bocce oggi abbandonata, il monumento ai caduti e il

monumento al comandante Picchio eroe della prima

guerra mondiale che, non avendo potuto salvare la

sua nave dall’essere affondata, messo in salvo tutto

l’equipaggio, si rifiutò, come dettava il codice

d’onore, di abbandonarla e affondò con essa…

Siamo colpiti da questa storia… purtroppo ci viene

naturale fare un paragone con eventi recenti e incre-

sciosi che seguiamo durante l’attività “lettura del

giornale”.

I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

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N . 2 / 2 0 1 5

Gita sulle sponde del lago Maggiore aronese

A cura di , Matteo, Giovanni De Bei, Alessandro, Mauro e Damiano

In un bel pomeriggio di sole abbiamo deciso di andare ad Arona in treno.

Dopo un breve viaggio siamo arrivati in stazione e ci siamo diretti verso

il lungo lago.

La passeggiata del lungo lago è caratterizzata da un bellissimo paesaggio

che offre la vista del Castello di Angera sulla sponda lombarda.

Ci ricordiamo di una gita fatta l'anno scorso durante la quale, partiti in

battello da Arona e abbiamo fatto il tour delle isole Borromee.

La più grande è l’Isola Bella che merita il significato del suo nome, è

caratterizzata da una antica reggia, che si può visitare ed è tenuta molto

bene. Dopo un giro tra le bancarelle ci si rimbarca per recarsi all’Isola Madre che ospita alberi secolari e un fanta-

stico orto botanico. Infine l’Isola dei Pescatori, la più piccola, offre una bella vista e un giro tra i negozietti di sou-

venir. Partendo da Arona é proprio un bel tour, che dura almeno mezza giornata!!!

Ma ritornando ad Arona: la nostra passeggiata è proseguita, il lungo lago finisce con un fantastico pergolato di gli-

cini e si affaccia su Piazza del Popolo, dove spesso vengono organizzate manifestazioni e concerti e regala una

magica atmosfera.

Abbiamo poi visitato la Chiesa dove hanno ricostruito la capanna di Gesù Bambino.

Da lì si vede la strada che porta al San Carlone e qualcuno di noi ha raccontato di

quando ha visitato la statua.

San Carlo Borromeo, nato nella Rocca di Arona prima che venisse distrutta per

ordine di Napoleone, è stato arcivescovo di Milano. Dopo la sua morte suo cugino

e successore avviò i lavori per la costruzione della statua in suo onore alta 35,10

metri, seconda per altezza solo alla Statua della Libertà. Alessandro e Matteo ri-

cordano della visita all’interno della statua, con caschetto ed imbracatura, la fatica

per salire e la soddisfazione una volta arrivati…dagli occhi del Santo si ammira

tutto il lago con la catena delle montagne che lo circonda.

Dalla Piazza del Popolo abbiamo girato dentro al “Budello”: da qui partono varie stra-

dine, alcune che portano verso al lago e altre verso Piazza San Graziano dove c’è

un’altra Chiesa e poi un ossario.

Notiamo un trenino, Matteo e Damiano ci spiega-

no che conduce i turisti alla statua del San Carlo-

ne e alla Rocca di Arona.

Ci riproponiamo di tornare a fare anche

quest’altro tour anche perché avremmo piacere a

tornare a visitare la Rocca, dove ci sono le rovine del castello e si può godere

della tranquillità e del panorama...da lì si vedono i monti, il lago e le isole…c’è

un laghetto di papere e lungo la passeggiata si incontrano pavoni e caprette.

Molti di noi sono di Arona o dintorni e questa città rappresenta un luogo im-

portante al quale siamo molto affezionati e del quale andiamo fieri. Tornando in stazione notiamo delle locandine

che pubblicizzano il cinema all’aperto, altro appuntamento con Arona che non perderemo.

Quindi a presto!!!

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Un sabato speciale

A cura di Giovanni De Bei

Sabato 30 maggio è stato un giorno molto speciale: a pranzo abbiamo festeggiato il mio compleanno e quello di

Raffaella mangiando un buon gelato come dessert e scartando i regali fatti per noi dai ragazzi della comunità.

Nel pomeriggio si è svolta l’inaugurazione del gazebo degustando bibite e pizzette insieme a parenti e dottori.

Finito il rinfresco, verso le ore 19.00, ci siamo recati al ristorante S. Giovanni per l’annuale cena dell’Ispam.

Dopo il discorso del presidente dell’ISPAM, Giovanni Marchionni, abbiamo iniziato a cenare.

Come prima portata abbiamo assaporato un buon risotto, delle pennette e i ravioli; di secondo c’erano vari arrosti

accompagnati da gustose patatine e carote. Per finire il pasto un buon dolce e caffè.

Dopo aver mangiato c’è stata l’estrazione dei premi della lotteria, quindi, abbiamo fumato una sigaretta e siamo

tornati in comunità contenti per la serata trascorsa.

E’ stata proprio una giornata piena di festeggiamenti.

I R A C C O N T I D E G L I “ A L T R I ”

Il saggio del musicista Manuel

A cura di Manuel Russo

Quest’anno la mia esperienza di apprendista batterista si è conclusa con un

saggio al teatro di Oleggio.

E’ stata una forte emozione esibirsi davanti ad un pubblico abbastanza nu-

meroso.

Le mie paure principali erano quelle di andare fuori tempo e quindi sba-

gliare, oppure che mi cadessero le bacchette di mano dall’agitazione.

Il brano da suonare era “Billie Jean” di Michael Jackson. Complessiva-

mente non è un brano difficilissimo da suonare.

L’aspetto più impegnativo è stato quello di coordinarsi con i piatti, il rul-

lante e la cassa.

Mi sono esibito per primo per evitare di agitarmi nell’attesa del mio turno.

Salito sul palco ho iniziato a suonare e l’agitazione mi è passata. Finito il

brano il pubblico inaspettatamente mi ha applaudito. Dietro le quinte anche il mio istruttore mi ha fatto i

complimenti. E’ stata una bella esperienza.

Spero di potermi riesibire il prossimo anno, magari in gruppo.

Chi volesse effettuare una donazione a favore dell’Associazione “AiutaPsiche” può fare un versamen-to intestato a AIUTA PSICHE ONLUS ARONA- IBAN IT 22 E033 5901 6001 0000 0102 199—BANCA PROSSIMA—Fil. Milano, indicando sempre il nome del donatore (per poter ricevere la lettera di rin-graziamento) e la causale “DONAZIONE PRO AIUTA PSICHE”

Per detrarre la vostra Donazione dalle tasse è sufficiente farla tramite Bonifico Ordinario e richiedere la Dichiarazione di Erogazione Liberale ad AiutaPsiche .

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N . 2 / 2 0 1 5

La vena artistica...

Una Voce da lontano mi chiama,

chiama il mio nome: “Mauro, ci sei?”

ed allora io rispondo:

“Ci sono e non ci sono”

non essendo ancora che l’ombra di me Stesso!

Titus

La vita, questo andazzo è come un sogno,

ma come un sogno bisogna viverlo bene,

anzi meglio!

La Vita, a parere del sottoscritto,

non è una cosa né bella, né brutta,

ma piuttosto vuole dire : Partecipazione!

Mauro Forti

L’estate sembra una consuetudine,

ma se scendiamo in basso

godiamo di quello che c’è potremmo avere le porte aperte…

e il naufragar m’é dolce in questo mare…

Damiano

Non ho più lacrime per scrivere poesie per te,

amore mio

Filomena Brunacci

Nessuna montagna è così alta che tu non la possa scalare,

nessun fiume è così ampio che tu non lo possa superare,

basta avere fede ascendente

Alessandro

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“Grazie a tutti donatori che aiutano la Comunità Psichiatrica Elio

Zino di Oleggio da quando è nata per sostenere progetti e iniziati-

ve anche della nostra Associazione” – dichiara Daniela Forti di

AiutaPsiche onlus.

Sabato 30 maggio scorso è stata l’occasione per ringraziare i dona-

tori, in particolare, gli amici di Elio Zino, a cui è stata dedicata la

Struttura, che hanno donato un gazebo agli ospiti della Comunità.

I donatori danno un grosso contributo all’Associazione e alla

Struttura, a cominciare dalle pareti sempre ben dipinte, agli arre-

di da giardino, al gazebo di oggi contribuendo a migliorare la

qualità di vita delle persone più fragili e dei loro famigliari, che

affrontano e sostengono il peso della convivenza con il disagio

psichico – prosegue Forti - Ogni attività da noi organizzata vuole essere la testimonianza concreta di come sia im-

portante prendersi cura della sofferenza psichica, per superare il pregiudizio che favorisce la discriminazione e

l’isolamento sociale.

Soddisfatto anche Bruno Ragni Responsabile della Comunità e Piera Mainini Direttore dell’Unità Modulare di Psi-

chiatria di Borgomanero che ha sottolineato ulteriormente come la solidarietà sia un deterrente nei confronti dei pre-

concetti che ancora oggi circondano i problemi legati alla salute mentale.

Debora Stramba, psicologa, ha ribadito il ruolo dei donatori che concorrono a migliorare la struttura e nel contempo

sono un esempio concreto di coesione sociale. Arabella Fontana Direttore Sanitario dell’ASL NO ha evidenziato la

dimensione umana e familiare della Comunità tanto da dare importanza agli ospiti che nella Comunità si sentono a

casa.

Il pregiudizio offende sia il paziente che la famiglia – afferma Elena Ferrara, Senatrice – oltre a isolare dalla realtà.

Il disagio va riconosciuto e affrontato il prima possibile e Oleggio rappresenta un caso esemplare dove sono presen-

ti tanti servizi che concorrono all’integrazione. Tra i tanti intervenuti, il Sindaco di Arona Alberto Gusmeroli, Ales-

sandra Balocco e Giuseppe Muratore Assessori del Comune di Oleggio e Giovanni Marchionni Presidente ISPAM

Il 10 giugno scorso alla Libreria Feltrinelli Point di Arona è stato

presentato il libro di Daniele Amitrano. “Figli dello stesso fango”,

è un romanzo di formazione con delle tinte di “giallo” che affronta

temi diversi: dall’uso ed abuso di droghe, dal sesso alle difficoltà

che una famiglia e un giovane adolescente devono affrontare con un

famigliare con problemi psichiatrici. Nel romanzo viene affrontato

il tema della malattia mentale… “è un tema che ancora a molti è

sconosciuto e che non si vuole trattare – afferma Amitrano - ho de-

ciso di farlo, anche per esperienze che hanno coinvolto la mia vita

anche se non in prima persona” Un consiglio—suggerisce Daniela Forti, Presidente dell’Associazione AiutaPsiche

onlus—leggetelo, sia per una piacevole lettura e per riflettere sui temi affrontati, sia per liberare la mente dai pre-

giudizi, inoltre, si compie un gesto concreto di solidarietà, infatti il il 20% derivante dalla vendita del .libro è desti-

nato ai progetti dell’Associazione.. Figli dello stesso fango è in vendita alla Feltrinelli Point di Arona, nelle librerie,

on line(ibs, libreria universitaria, ecc.) e anche sul sito dell’editore www.watsonedizioni.it .

Solidarietà e calore umano

I RACCONTI DEGLI “ALTRI”