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“Comunicazione tra genitori ed operatori al momento del parto” Maria Rita Cassiani Convegno “ L’Arte del comunicare in Ginecologa ed Ostetricia” Rimini 23 Ottobre 2010 Maria Rita Cassiani B. Newman Onement II, 1948

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“Comunicazione tra genitori ed operatori al momento del parto”

Maria Rita Cassiani

Convegno

“ L’Arte del comunicare in Ginecologa ed Ostetricia”

Rimini 23 Ottobre 2010

Maria Rita Cassiani

B. NewmanOnement II, 1948

Convegno

“ L’Arte del comunicare in Ginecologa ed Ostetricia”

Rimini 23 Ottobre 2010

“Comunicazione tra genitori ed operatori al momento del parto”

Rimini 23 Ottobre 2010

Premesse

“Il cucito è Arte dell’attenzione”

La comunicazione, La comunicazione, ma ancora meglio, la relazione tra genitori ed

operatori al momento del parto è “arte dell’attenzione”.

“Comunicazione tra genitori ed operatori al momento del parto”

Rimini 23 Ottobre 2010

Premesse

Cosa è comunicare ?Comunicare è realizzare un evento

in uno spazio comune, con la consapevolezza che uno spazio comune

è uno spazio di relazioneè uno spazio di relazione* con se stessi* con l’altro (genitori,colleghi)* con un insieme più grande che espande l’esperienz a

e fa dell’evento nascita un evento sociale

…come un abito di sartoria o l’esecuzione di un tappeto che viene eseguito

a più mani il risultato è dell’insieme e per l’insieme…

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Rimini 23 Ottobre 2010

Premesse

necessità dell’ attenzionedal latino attentio/attentionis, derivato da attendere,

rivolgere l’animo (Lessico Universale Italiano – Treccani).

L’animo deve rivolgersi a creare una condizione di a-tensione ,

senza tensione, o meglio, giusta tensione , quella necessaria

al raggiungimento dell’ obiettivo , né troppa, né troppo poca.

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Premesse

obiettivodando per assodate le competenze

professionali, professionali, quale può essere

l’obiettivo comune che la comunicazione tra genitori ed operatori,

al momento della nascita, può condividere?

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Premesse

“…noi, invece, lavoriamo per correggerli i difetti!

Per esempio: nelle spalline del vestito da Sig.ra Florio abbiamo aggiunto l’ovatta proprio per correggere i difetti delle sue scapole

troppo sporgenti…ve lo ricordate come restò contenta!...”

“trattare tutti allo stesso modo vuol dire dare a ciascuno ciò di cui ha bisgno” M. Montessori

…parola chiave: personalizzazione…

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Premesse

OMS "raggiungere l' obiettivo di madre e figlio in buona salute con il livello minore di intervento compatibile con la sicurezza”.

…questo concetto potrebbe integrarsi con quello di “creare le migliori condizioni affinché madre, padr e, bambino

possano fare la loro migliore esperienza possibile, considerando le variabili contingenti

allo scopo di personalizzare , proprio attraverso la comunicazione-relazione, l’assistenza all’accompagnamento alla nascita”.

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Premesse

…in un linguaggio più Aziendale

si potrebbe ipotizzare l’obiettivo del “vincere-vincere”che è ascolto e dialogo che è ascolto e dialogo - dell’operatore con se stesso (comunicazione

interna/interna)- dell’operatore con la donna ed il compagno

(comunicazione interna/esterna, esterna/interna)

in una soddisfazione condivisa , ma personalizzata ai bisogni della coppia

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Premesse

…l’ “osservazione” deriva dall’attenzione: esse prevede il sapere calibrare le proprie forze (sapere, saper fare, ma soprattutto, in questo caso ,

saper essere ) in modo che“la manica non abbia difetto”attraverso la raccolta dei dati necessari per potere meglio definire la personalizzazione dell’assistenza

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Premesse

Osservare non è guardarel’osservazione prevede lo sforzo della raccolta

di un dato ripulito dal giudizio, dai personali condizionamenti, dalle simpatie o antipatie,condizionamenti, dalle simpatie o antipatie,prevede una giusta distanza,condizione necessaria affinché quella nascita non diventi la proiezione di un personale stereotipo dell’operatore, ma l’accompagnamento neutro e attento di una coppia all’incontro con il proprio figlio

…è col mondo emozionale dei genitori che è opportuno relazionarsi per attivare le loro risorse ed orientarle alla buona nascita…

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Strumenti

i “ linguaggi” nelle loro differenti forme:

- le parole (linguaggio verbale)

- i toni (linguaggio paraverbale)- i toni (linguaggio paraverbale)

- il corpo (linguaggio non verbale)

- lo spazio (linguaggio della prossemica, termine coniato oltre 30 anni fa dall’antropologo E. Hall che studia le m odalità con le quali gli esseri umani interagiscono tra loro organizzando il proprio spazio)

- l’ambiente (il linguaggio che attraverso la preparazione dell’am biente comunica con i canali sensoriali potendo, così, fac ilitare o inibire il processo di apertura )

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Strumenti

linguaggi applicato al fattore “tempo”dialogare con i diversi tempi del parto, con le

sue regole e la sua biochimica, permette di rimanere nel “ritmo” della permette di rimanere nel “ritmo” della nascita che favorisce

il mantenimento della salute .

…tale concetto ci invita a dialogare anche con le pause,

cioè con le transizioni che vanno rispettate come si rispetta una carrozza che si ferma ad una stazione di posta per lasciare riposare

i cavalli e per lasciare il tempo al cocchiere di rifocillarsi…

Prodromi di travagliogeneralmente è il primo incontro tra genitori e ope ratori, spesso prossimo alla data presunta presunta del parto.

E’ difficile per la nostra società - soprattutto per il padre, nello specifico - gestire un evento che sfugge alle leggi

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nello specifico - gestire un evento che sfugge alle leggi della razionalità, delle tabelle, dei numeri, del co ntrollo

I genitori, quasi sempre allarmati, arrivano presso la struttura ospedaliera pensando al parto imminente,

spaventati dall’espulsione del tappo mucoso

o dalla marcatura che spesso l’accompagna.

K. NolandNota pallida, 1969

Prodromi di travaglioLinguaggi verbale e paraverbale

La soddisfazione della donna e del proprio compagno non derivano dall’esito del parto, ma dall’esito del pa rto in

base alle loro aspettative di partenza� l’atteggiamento della donna è ancora vigile e, spes so eccitata e

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� l’atteggiamento della donna è ancora vigile e, spes so eccitata e razionale, parla anche durante la contrazione mentr e inizia a confrontarsi col dolore

� la donna e la coppia, in questo momento, sono ancor a in grado di recepire informazioni e di colloquiare col linguagg io delle parole: spiegare la funzione di queste doglie preparatorie (che possono essere presenti già da diverso tempo) inserisce il confronto con questo primitivo dolore nella giusta cornice che no n è solo finalizzata alla dilatazione, ma principalmente all a morbidezza del collo e alla sua scomparsa, informazione determinan te per non contaminare il processo con la fretta.

Prodromi di travaglioAttenzione dell’operatore

� ricondurre la coppia alle giuste informazioni affinché non si creino illusorie aspettative circa l’evoluzione d ell’evento nascita, stabilendo, per quanto possibile, un corre tto punto di partenza

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� ogni paura espressa dalla coppia non va mai negata , ma accompagnata e orientata attraverso l’informazione corretta: il linguaggio verbale ha ancora la sua ce ntrale importanza

� la parola chiave, in questo momento, del processo comunicativo è ritmo . Si utilizzi Il linguaggio verbale come strumento per orientare il desiderio di “fare” del pa dre, che, nei ritmi istintivi della nascita, si trova a confrontarsi con il senso di impotenza

Prodromi di travaglio

coinvolgere il padre (che al ritorno al proprio domicilio rimane, spesso, l’unico interlocutore) affinché la donna si arrenda al ritmo della nascita colma l’imperfezione che la fretta cerca di insinuare: solo allora, restituite alla coppia le s ue

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insinuare: solo allora, restituite alla coppia le s ue competenze, la si può invitare al ritorno a casa c on qualche indicazione pratica come il consiglio a rilassarsi, a fare una passeggiata, andare fuori a pranzo, utilizzare l’acqua, riposare, concedersi l’intimità, la tenerezza, nell’ attesa del travagli o attivo poiché il corpo lavora da solo

Travaglio attivo: fase dilatante (fino a 5 cm circa)

La comunicazione in travaglio attivo ha altre regole, altre dinamiche. Nella fase dilatante (fino ai 5 cm) del travaglio la parola chiave rimane sempre ritmo che si esprime sia nella

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rimane sempre ritmo che si esprime sia nella contrazione-pausa, che nel mondo emozionale materno con un sentimento di ambivalenza (vado -non vado; mi concedo -mi retraggo, etc) dove ossitocina ed endorfine battono il tempo.

Fase dilatante (fino a 5 cm circa)

Linguaggi verbale e paraverbale

� il graduale passaggio dallo stato vigile allo stato alterato di coscienza richiama l’attenzione degli operatori ad un linguaggio simbolico che riporti la donna al cervello destro, alla parte più inconscia e

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donna al cervello destro, alla parte più inconscia e automatica.

� il linguaggio verbale si rende sempre meno necessar io perché non è la corteccia o il razionale che vanno attivati in questo momento: più il ritmo si intensi fica, più efficace sarà il linguaggio paraverbale rispett o alle parole

� il giusto utilizzo di tono, timbro, velocità aiuterà la donna ad abbandonare ogni forma di controllo raziona le verso dimensioni più arcaiche dell’essere collegat e all’archeopallio

Fase dilatante (fino a 5 cm circa)Attenzione dell’operatore

L’attenzione dell’operatore, ora, è tutta proiettata , attraverso l’utilizzo degli strumenti relazionali a

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attraverso l’utilizzo degli strumenti relazionali a disposizione per sostenere il ritmo

- sostegno informativo - sostegno contenitivo corporeo e affettivo - sostegno ambientale

Fase dilatante (fino a 5 cm circa)coinvolgere il padre impegnandolo, anche perché, se lasciato a se stesso, proietta facilmente la mente verso inutili e dannose fantasie spesso collegate alla paura, al senso di impotenza, alla pressante domanda del “cosa posso fare”. La nascita si confro nta, invece, maggiormente con la polarità femminile della passiv ità, del lasciare

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maggiormente con la polarità femminile della passiv ità, del lasciare andare, più legata, quindi, alla dimensione dell’ “essere”.

La comunicazione dell’operatore orienti questo desi derio di fare alla “ricettività” lavorando con la compagna al mantenimento del ritmo attraverso massaggi (se graditi) durante le p ause tra una contrazione e l’altra, attraverso l’offerta di cibo e bevande, alla proposta e all’accompagnamento all’uso dell’acqua, al soddisfacimento dei bisogni, all’esserle accanto, a contenerla.

Fase dilatante (fino a 5 cm circa)

…invitarlo ad uscire, di tanto in tanto, per un caffè, una piccola passeggiata

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rassicurandolo che “farà in tempo a tornare”: i tempi della nascita per noi, ormai, così familiari non lo sono affatto per il padre.

…se la coppia è autonoma l’ostetrica

può scegliere ora di comunicare per mezzo di un raffinato strumento

attento e vigile, discreto ed efficace: il silenzio…

Transizioneè intorno ai 5 cm di dilatazione che si può incontrare una fase di transizione:

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la comunicazione della transizione è un tempo di rispetto per riorganizzarsi interiormente, rassicurare i genitori e incoraggiarli alla seconda fase della “battaglia”

Fase dilatante (dai 5 ai 10 cm circa)

la battaglia incalza e le regole cambiano ancora: il ritmo si esaspera

� tutto l’essere della donna viene chiamato all’inter no, si possono vivere manifestazioni fisiche od emotive violente, aumentano ritmo ed intensità delle doglie, si va verso la resa tota le e verso la perdita

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ed intensità delle doglie, si va verso la resa tota le e verso la perdita della nozione del tempo e dello spazio

� la contrazione riattiva la donna che, in questo mom ento della nascita, spesso sceglie di usare la voce per poi en trare, durante la pausa, in una trance profonda e nell’utilizzo di un linguaggio che è proprio del rilassamento profondo.

Fase dilatante (dai 5 ai 10 cm circa)

Attenzione dell’operatore

si dedichi attenzione al padre che, in questo momento del travaglio,

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in questo momento del travaglio, vede il cambio di ritmo del dolore e dell’intensità sul volto della sua donna: se ne può sentire invaso, oppure sopraffatto

Fase dilatante (dai 5 ai 10 cm circa)

Linguaggio non verbaleil linguaggio non verbale dell’operatore rassicuran te nella postura, nel respiro, nella mimica del volto perché consapevole del dolore come risorsa, è lo strumento più diretto ed efficace per la tranquillità dal pad re e la comunicazione relazionale con la madre e il bambino

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comunicazione relazionale con la madre e il bambino

Prossemicala distanza tra operatori e genitori si può avvicin are fino a raggiungere quella che viene definita intima -ravvicinata, che è la distanza delle fasi di corteggiamento

Fase dilatante (dai 5 ai 10 cm circa)

Linguaggio verbale

le parole dell’operatore quasi si tacitino, il silenzio divenga un impalpabile strumento

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silenzio divenga un impalpabile strumento relazionale, la gestualità si plachi: si vada con la donna ed il proprio compagno in questo spazio fuori dal tempo, in un altro ordine di leggi attraverso una comunicazione sobria che dia ai genitori ancora maggiormente la sicurezza del contenimento e della protezione

Fase dilatante (dai 5 ai 10 cm circa)

Al termine del periodo dilatante può essere che la donna non si relazioni più con il suo compagno attraverso le parole, ma scelga lo sguardo, i gesti, il supporto fisico e diventi quasi irraggiungibile: si informi, ora, il compagno di ciò che sta accadendo, che fa parte del processo e che la prima parte del cammino è stata

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processo e che la prima parte del cammino è stata percorso e che ora “la concentrazione è determinante”.

Lo si inviti all’ ascolto� della sua compagna : vuole contatto fisico, vuole silenzio,

vuole essere massaggiata, non vuole essere toccata?� del suo bambino : rassicuri il bambino attraverso le parole,

attraverso le mani: l’attenzione dell’operatore lo riconduca all’ascolto e, quindi, alla risposta

Transizione

La transizione che si può vivere in questo

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La transizione che si può vivere in questo momento precede l’abbandono completo della donna: anche in questa pausa il rispetto di questo tempo permetterà il convogliamento delle forze della coppia verso l’ultimo momento dell’evento

Fase espulsiva

Solo in concomitanza ai primi premiti della fase espulsiva, spesso, la donna si rende conto della re altà della nascita del suo bambino: tutta l’energia prod otta e accumulata durante il travaglio ora deve essere convogliata nel portare fuori il bambino, la donna è

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convogliata nel portare fuori il bambino, la donna è intimamente chiamata alla resa totale, l’ambiente e d il comportamento degli operatori sono fattori inibenti o favorenti il processo.

Lo stato alterato di coscienza del dilatante lascia il posto ad una donna più attiva

Fase espulsiva

Linguaggi verbale e paraverbale

� le parole non servono quasi più se non quelle del linguaggio simbolico e del cervello destro

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del linguaggio simbolico e del cervello destro (“respiralo fuori”)

� i toni che ricalcano quelli della donna basteranno, il linguaggio del corpo dell’operatore esprima fiducia, apertura e incoraggiamento

Fase espulsivaLinguaggi non verbali

In questo culmine dell’esperienza si possono attivar e paure ancestrali, viscerali, legate a pensieri di m orte.

L’operatore si sottragga in attenzione lasciando ca mpo libero al

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L’operatore si sottragga in attenzione lasciando ca mpo libero al protagonismo della donna e della coppia: non consol i, ma offra solo il sostegno necessario, con la sua vigile presenza affinché, a parto avvenuto, la donna e il suo compagno possano insiem e sentirsi i veri vittoriosi di questa battaglia che può definirsi sa cra.

Gli occhi diventano strumento comunicativo d’elezione: siano s empre pronti al contatto quando la donna o il padre lo ri chiedano.

La comunicazione con i genitori porti ora come mail’attenzione all’ “essere”, non al “fare”, all’osservazione più che all’azione

Fase espulsivaL’ambiente

La polarità tra le energie maschili e femminili, il ritmo, motivo conduttore di tutto il travaglio, si esasper a: la protezione dell’ambiente (maschile) e la comunica zione finalizzata all’abbandono e all’apertura (femminile) sono

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la protezione dell’ambiente (maschile) e la comunica zione finalizzata all’abbandono e all’apertura (femminile) sono ugualmente indispensabili “perché la manica non abbia imperfezioni”.

La protezione dell’ambiente è determinante poiché l’ aspetto sessuale della fase espulsiva richiede intimità più di ogni altra cosa: le luci, se possibile, siano soffuse, l a porta della stanza del parto diventa una porta energetica, la si apra con gentilezza come quando si entra in uno spazio Sacro e chi vi accede lo faccia come un ospite arri vato un po’ in ritardo ad un Sacro Convito.

Fase espulsiva

Non c’è più distanza conveniente o sconveniente: l’essenza si occupa di altro ed in questo momento di grande vulnerabilità il linguaggio

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momento di grande vulnerabilità il linguaggio trascende le parole

Il padre viene, finalmente, invitato a “fare” incitando la donna nella spinta, sorreggendola nella posizione, spingendo con lei, con la sua forza maschile di sostegno

Il momento della Nascita

nascita di un bambino, di una madre, di un padre, del legame tra la coppia e il bambino

� la particolare condizione biochimica materna e del

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� la particolare condizione biochimica materna e del bambino successiva al parto (definita finestra del parto, area sensibile, etc) orienta tutta la comunicazione degli operatori all’incontro

� la madre e il padre, in questo momento, sono in gra do di mettersi in profonda relazione con il loro bambino s empre secondo modalità che non scomodano i processi logic i-razionali, ma sfruttano competenze emotive arcaiche, primitive

Il momento della Nascita

Attenzione dell’operatore

sottrarsi in attenzione rimane l’obiettivo relazionale degli operatori, non sostituirsi, non

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relazionale degli operatori, non sostituirsi, non interferire sul processo, osservare e rimanere adesi all’attimo che si sta vivendo in relazione con la nuova famiglia

Fattori inibenti:linguaggi di frettolosi tempi, sguardi indifferenti, voci chiassose e dissonanti, turnover di persone estranee…

Il momento della Nascita

Attenzione dell’operatore

Parte dell’attenzione dell’operatore deve rimanere s ulla nascita della placenta, richiamando e coinvolgendo, in

modo accorto e sensibile, la madre alla conclusione dell’intero processo

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modo accorto e sensibile, la madre alla conclusione dell’intero processo

� le domande di rassicurazione sullo stato di salute del bambino diventano pleonastiche quando si lascia il tempo al la madre di riconoscerlo, annusarlo, baciarlo, tenerlo fra le s ue braccia: diventano, invece cariche di senso se il bambino vi ene allontanato da lei

� si inviti il padre a compiere il rituale del taglio del cordone, a immergerlo nell’acqua per il bagno

“…a te “ti” pare una cosa da niente,

ma per la manica è un grande difetto!”.

A volte il lavoro ruotinario, la fatica, le richies te eccessive ci vorrebbero approssimativi e ci vedono normalizzare anche un

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vorrebbero approssimativi e ci vedono normalizzare anche un evento così grande e misterioso come può essere la nascita di un figlio.

Ora:per noi operatori quella coppia sarà una su 1000, 2000, che viene a partorire presso il nostro centro, ma per quella coppia noi siamo “unici” e rimarremo indelebili nel loro ricordo: gliela dobbiamo la nostra miglio re

performance…A. GottliebLuminescenza verde, 1970

…ed essendo la comunicazione essenzialmente relazione, in questo processo circolare“come in una specie di lente di ingrandimento potremo”,se presteremo attenzione, divenire sempre più abili a “ vedere le se presteremo attenzione, divenire sempre più abili a “ vedere le imperfezioni…magari del nostro carattere…”

Grazie per la gentile attenzione

A. GottliebB. Blu leggero-Verde leggero, 1970