COMUNE DI RIVIGNANO TEOR · elementi di marketing territoriale nonché nella relazione preliminare...

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Comune Rivignano Teor - Deliberazione n. 17 del 30/04/2018 1 COMUNE DI RIVIGNANO TEOR Provincia di Udine _________________ VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE Registro delibere di Consiglio COPIA N. 17 30/04/2018 ******************************************************************* OGGETTO: modifica della direttive relative alla redazione del nuovo Piano Regolatore Generale Comunale già impartite con delibera di Consiglio Comunale n. 42 del 28/09/2015 ******************************************************************* L'anno 2018 , il giorno 30 del mese di Aprile alle ore 19:35 nella sala Consiliare, in seguito a convocazione disposta con invito scritto e relativo ordine del giorno notificato ai singoli Componenti in tempo utile, si è riunito il Consiglio Comunale in sessione ordinaria, seduta pubblica, di prima convocazione. Fatto l’appello nominale risultano: Presente/Assente avv. Anzil Mario Sindaco Presente Mattiussi Fabrizio Vice Sindaco Presente Collovati Michele Consigliere Presente D'Orlando Giovanni Consigliere Presente Vello Vanessa Consigliere Presente Giau Marzio Consigliere Assente Pertoldeo Andrea Consigliere Presente Bertoli Angelo Consigliere Presente Piantoni Angela Consigliere Presente Tonizzo Massimo Consigliere Presente Meret Fabrizio Consigliere Presente Tabacchi Elena Consigliere Presente Toniutto Elisabetta Consigliere Presente Collovati Gabriele Consigliere Presente Pitton Maria Elisa Consigliere Presente Comuzzi Claudio Consigliere Presente Mattieto Laura Consigliere Assente Assiste il Vice Segretario Comunale dott.ssa Romina Venier. Constatato il numero legale degli intervenuti, assume la presidenza l’avv. Mario Anzil nella sua qualità di Sindaco ed espone gli oggetti inscritti all’Ordine del Giorno e su questi il Consiglio Comunale adotta la seguente deliberazione.

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Comune Rivignano Teor - Deliberazione n. 17 del 30/04/2018 1

COMUNE DI RIVIGNANO TEOR

Provincia di Udine _________________

VERBALE DI DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE

Registro delibere di Consiglio COPIA N. 17 30/04/2018 ******************************************************************* OGGETTO: modifica della direttive relative alla redazione del nuovo Piano Regolatore Generale Comunale già impartite con delibera di Consiglio Comunale n. 42 del 28/09/2015 *******************************************************************

L'anno 2018 , il giorno 30 del mese di Aprile alle ore 19:35 nella sala Consiliare, in seguito a convocazione disposta con invito scritto e relativo ordine del giorno notificato ai singoli Componenti in tempo utile, si è riunito il Consiglio Comunale in sessione ordinaria, seduta pubblica, di prima convocazione. Fatto l’appello nominale risultano: Presente/Assente avv. Anzil Mario Sindaco Presente Mattiussi Fabrizio Vice Sindaco Presente Collovati Michele Consigliere Presente D'Orlando Giovanni Consigliere Presente Vello Vanessa Consigliere Presente Giau Marzio Consigliere Assente Pertoldeo Andrea Consigliere Presente Bertoli Angelo Consigliere Presente Piantoni Angela Consigliere Presente Tonizzo Massimo Consigliere Presente Meret Fabrizio Consigliere Presente Tabacchi Elena Consigliere Presente Toniutto Elisabetta Consigliere Presente Collovati Gabriele Consigliere Presente Pitton Maria Elisa Consigliere Presente Comuzzi Claudio Consigliere Presente Mattieto Laura Consigliere Assente Assiste il Vice Segretario Comunale dott.ssa Romina Venier. Constatato il numero legale degli intervenuti, assume la presidenza l’avv. Mario Anzil nella sua qualità di Sindaco ed espone gli oggetti inscritti all’Ordine del Giorno e su questi il Consiglio Comunale adotta la seguente deliberazione.

Comune Rivignano Teor - Deliberazione n. 17 del 30/04/2018 2

OGGETTO: modifica della direttive relative alla redazione del nuovo Piano Regolatore Generale Comunale già impartite con delibera di Consiglio Comunale n. 42 del 28/09/2015

PROPOSTA DI DELIBERAZIONE

Il Responsabile del Servizio Edilizia Privata ed Urbanistica Premesso che ai sensi dell'art. 1 della Legge Regionale n. 1 del 07/02/2013, recante "Istituzione del Comune di Rivignano Teor mediante fusione dei Comuni di Rivignano e Teor, ai sensi dell'articolo 7, primo comma, numero 3), dello Statuto speciale della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia", a decorrere dal 1 gennaio 2014 è istituito nella Provincia di Udine il nuovo Comune denominato "Rivignano Teor" mediante fusione dei Comuni di Rivignano e Teor, con capoluogo a Rivignano; Che ai sensi del comma 2 dell’art. 4 (disposizioni transitorie) della suddetta legge “restano in vigore, sino all’approvazione dei nuovi strumenti di pianificazione del nuovo Comune, le prescrizioni dai piani vigenti nei Comuni di Rivignano e Teor”; Che quindi il territorio comunale è ancora separato sotto il profilo urbanistico in due piani regolatori distinti; Che durante l’anno 2015 è stata predisposta una prima fase progettuale consistente in uno studio preliminare alla formazione delle Direttive del nuovo Piano Regolatore Generale Comunale del Comune di Rivignano Teor, contenente tra l’altro gli elaborati di analisi necessari alla redazione del nuovo strumento urbanistico ai sensi dell'art. 63 bis della legge regionale n. 5/2007 e sue successive modifiche, integrato con elementi di marketing territoriale nonché nella relazione preliminare di Valutazione Ambientale Strategica di cui agli artt. 12 e 13 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.; Che tale incarico professionale era stato affidato con determina del responsabile del Servizio n. 265 del 15/07/2014 all'ing. Antonio Nonino, con studio a Udine, e che alla conclusione dello stesso era stata predisposta una proposta di direttive da sottoporre all'approvazione dell’Amministrazione Comunale la cui versione definitiva era pervenuta in data 20/06/2015 prot. n. 7120; Che, al fine di redigere un Piano Regolatore Generale Comunale “partecipato”, sono stati svolti diversi incontri con operatori locali, in rappresentanza delle attività produttive, e con i liberi professionisti nei quali sono stati spiegati e discussi i contenuti delle suddette direttive; Che con delibera n. 42 del 28/09/2015 il Consiglio Comunale ha approvato le direttive per la redazione del nuovo Piano Regolatore Generale Comunale successivamente trasmesse agli enti competenti in data 15/10/2015 prot. n. 11836; Che a tale comunicazione è stato dato riscontro solo da parte degli uffici dell’Esercito Italiano ed in particolare: - dal 12° Reparto Infrastrutture - Ufficio Demanio prot. n. M_DE 236650010908 Cod. Id 7MAT Ind. Cl.

10.12.2/Pordenone del 03/11/2015; - dal Comando Militare Esercito “Friuli Venezia Giulia” SM – Ufficio Personale Logistico e Servitù Militari –

Sezione Logistica, Poligoni e Servitù militari prot. n. MD_E 24467/8866/Cod. Id SLOG Ind. Cl. 10.12.4.3 del 26/11/2015;

Che con determina del responsabile del servizio n. 492 del 18/11/2016 è stato aggiudicato l’incarico professionale per la redazione del nuovo Piano Regolatore Generale Comunale al raggruppamento temporaneo di professionisti costituito dalla società Archiur s.r.l. (capogruppo), con sede a Udine, dal dott. geol. Enrico Massolino e dal pian. Terr. Gabriele Velcich, e che in data 30/01/2017 è stato sottoscritto, tra il responsabile del servizio edilizia privata ed urbanistica e il capogruppo del raggruppamento temporaneo di professionisti, il relativo disciplinare d’incarico; Che durante la fase di redazione della bozza del nuovo Piano Regolatore Generale Comunale la presente Amministrazione Comunale ha svolto alcuni incontri pubblici con i principali portatori di interessi presenti e/o operanti sul territorio comunale, necessari ad acquisire eventuali contributi e suggerimenti in merito; Che la bozza di Piano Regolatore Generale Comunale è pervenuta in data 03/08/2017 e che la stessa è stata oggetto di aggiornamenti e correzioni a seguito di numerosi confronti tra i professionisti incaricati, gli uffici, gli amministratori comunali e gli uffici regionali; Che è stato svolto un incontro tra i redattori del suddetto P.R.G.C. e i redattori del progetto di ampliamento di Parco comunale al fine di coordinare la normativa urbanistica dei due strumenti pianificatori;

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Vista la delibera di Giunta Comunale n. 35 del 05/02/2018 con la quale, come atto consultivo preliminare, si esprime parere in linea di massima favorevole sulla bozza di nuovo Piano Regolatore Generale Comunale proponendo alcune modifiche ed integrazioni e dando atto in particolare che è di competenza del Consiglio Comunale l’approvazione della eventuale delibera di modifica delle direttive per la redazione del Piano Regolatore Generale Comunale; Preso atto che la bozza del nuovo Piano Regolatore Generale Comunale è pervenuta in data 28/03/2018 prot. n. 4080 e che la stessa dovrà essere inviata agli enti competenti al fine dell’espressione dei pareri propedeutici all’adozione del piano stesso; Che quindi la suddetta bozza potrà essere ancora oggetto di eventuali correzioni ed integrazioni con particolare riguardo a quanto verrà indicato nei suddetti pareri; Ritenuto necessario apportare alcune puntuali modifiche alle direttive già impartite dal Consiglio Comunale con delibera n. 42 del 28/09/2015 al fine renderle coerenti con quanto sarà indicato negli elaborati progettuali del nuovo Piano Regolatore Generale Comunale; Vista la Legge Regionale 23/02/2007 n. 5 e ss.mm.ii., relativa alla riforma dell’urbanistica e disciplina dell’attività edilizia e del paesaggio, quale normativa di riferimento che disciplina specificatamente la procedura di formazione, adozione ed approvazione di strumenti urbanistici generali comunali; Visto in particolare l’art. 63 bis, comma 8, della L.R. n. 5/2007 e successive modifiche ed integrazioni, il quale stabilisce che il Consiglio Comunale impartisca, con propria deliberazione, le direttive da seguire nella predisposizione della citata variante allo strumento urbanistico generale, per il conseguimento degli obiettivi in un quadro compatibile con l’interesse generale; Accertata la competenza del Consiglio Comunale; Visti i seguenti elaborati, allegati alla presente delibera: - Allegato “A”: Elaborato contenente l’elenco delle modifiche e delle integrazioni; - Allegato “B”: proposta di direttive per la formazione del nuovo PRGC - Elaborato con evidenziate le

modifiche e le integrazioni”; - Allegato “C”: proposta di direttive per la formazione del nuovo PRGC - Testo definitivo coordinato con le

modifiche e le integrazioni; Dato atto che il presente provvedimento non costituisce concessione di sovvenzioni, contributi, sussidi ed ausili finanziari alle imprese, e comunque vantaggi economici di qualunque genere a persone ed enti pubblici e privati che possano avere una rilevanza rispetto agli obblighi di pubblicità sul sito istituzionale dell’ente, sezione amministrazione trasparente, previsti dall'art. 26 del D.Lgs. 14/03/2013 n. 33 e dall'art. 12 della legge n. 241/90; Visto il Decreto Legislativo del 18 agosto 2000, n. 267 e ss.mm.ii.; Tutto ciò premesso

PROPONE 1) di integrare e modificare le direttive per la predisposizione del nuovo Piano Regolatore Generale

Comunale di Rivignano Teor, già impartite, ai sensi del comma 8 dell'art. 63bis della L.R. 5/07 e successive modifiche ed integrazioni, con delibera di Consiglio Comunale n. 42 del 28/09/2015, come riportato negli elaborati allegati al presente atto e di seguito indicati: - Allegato “A”: Elaborato contenente l’elenco delle modifiche e delle integrazioni; - Allegato “B”: proposta di direttive per la formazione del nuovo PRGC - Elaborato con evidenziate le

modifiche e le integrazioni”; - Allegato “C”: proposta di direttive per la formazione del nuovo PRGC - Testo definitivo coordinato

con le modifiche e le integrazioni; 2) di dare mandato al Responsabile del servizio Edilizia Privata ed Urbanistica affinché il contenuto della

presente deliberazione venga portato a conoscenza degli Enti ed Aziende indicate al comma 8 dell'art. 63bis della L.R. 5/07;

3) di rendere il presente atto immediatamente esecutivo ai sensi del comma 19 dell’art. 1 della L.R.

21/2003 e successive modifiche ed integrazioni.

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PARERE DI REGOLARITÀ TECNICA Ai sensi dell'art. 49, comma 1° del D.Lgs. 267/2000, si esprime parere favorevole alla regolarità tecnica della proposta di deliberazione. Rivignano Teor, 13 aprile 2018 Il Responsabile del servizio

F.to Paolo Tion

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IL CONSIGLIO COMUNALE

Il Consigliere Collovati Gabriele chiede un rinvio del presente punto all’ordine del giorno, in quanto non ha avuto tempo per studiare il Piano. Il Consigliere Pertoldeo interviene spiegando che, quelle in approvazione, sono solo puntuali modifiche alle direttive relative alla redazione del nuovo Piano Regolatore Generale comunale indicate precisamente dalla Regione, non sono l’approvazione del Piano Regolatore. Garantisce che prima dell’approvazione del Piano Regolatore Generale verranno fatti specifici incontri con i professionisti che hanno curato la sua stesura nei quali verrà coinvolto il Gruppo di Minoranza per la condivisione dei contenuti. Vista quindi la proposta di deliberazione sopra riportata; Visti i pareri sulla suddetta proposta, ai sensi del Tuel del 18/08/2000, n.267; All’unanimità dei voti favorevoli legalmente resi, per alzata di mano, dai quindici Consiglieri presenti e votanti,

DELIBERA

DI APPROVARE la proposta di cui sopra, che si intende integralmente richiamata.

Successivamente, su proposta del Sindaco, All’unanimità dei voti favorevoli legalmente resi, per alzata di mano, dai quindici Consiglieri presenti e votanti,

DELIBERA Di dichiarare il presente atto immediatamente eseguibile ai sensi dell’art.1, comma 19, della L.R.21/2003 e successive modifiche ed integrazioni.

Allegato “A” 1

Comune di Rivignano Teor

NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE DIRETTIVE - MODIFICHE E INTEGRAZIONI. L’elaborato Proposta di Direttive per la formazione del nuovo PRGC, nella parte DIRETTIVE, capitolo DIRETTIVE DI SETTORE è così modificato e integrato: a) al paragrafo La residenza ed i servizi collettivi: 1) alla voce Il nucleo centrale di antico impianto dell’abitato dei nuclei

abitati di Rivignano, Teor, Rivarotta, Driolassa, Campomolle, Chiarmacis, Flambruzzo, Ariis, Sivigliano e l’insediamento di Sella:

1.1) al capoverso 2° (Per questi nuclei abitati ...): 1.1.1) all’inciso 2° (Salvaguardare l’originario impianto ...), dopo le

parole «delle singole unità edilizie» sono inserite le seguenti: «che più lo caratterizzano»;

1.1.2) all’inciso 7° (Semplificare l’iter ....), il periodo 2° (Per ogni singolo fabbricato ... dei singoli proprietari.) è soppresso;

1.1.3) all’inciso 8° (Ricomprendere all’interno delle zone ...), le parole «e/o B0» sono soppresse, e le parole «rigenerazione urbana con l’obiettivo di ripristinare l’impianto originale» sono sostituite con la seguente: «riqualificazione»;

1.2) al capoverso 5° (Per le restanti aree d’interesse ...), le parole da «, mediante “attività edilizia libera”» a «ampliamento parametrico, ecc.)» sono soppresse, e dopo le parole «un prontuario sulle tipologie» sono inserite le seguenti: «o norme specifiche»;

1.3) al capoverso 6° (Ricorrendo ad un uso combinato ...), le parole «dei singoli edifici» sono sostituite con le seguenti: «di edifici o di aree», e le parole da «per i singoli edifici» alla fine (... e quelle ritenute ammissibili) sono soppresse;

1.4) al capoverso 7° (La normativa d’attuazione ...), le parole «che potrà» sono sostituite con le seguenti: «o norme specifiche che potranno»;

1.5) al capoverso 8° (Nella eventualità che si ritenga ...), le parole «sul patrimonio edilizio esistente,» sono soppresse;

1.6) al capoverso 9° (L’introduzione di strumenti normativi ...), le parole «dalle superfetazioni e dagli elementi isolati difformi nelle corti» sono sostituite con le seguenti: «dagli edifici o parti di edifici non coerenti con le caratteristiche storiche o architettoniche o paesaggistiche e ambientali»;

2) alla voce Le aree di più recente espansione o di completamento, capoverso 2° (Per questo ambito ...):

2.1) all’inciso 7° (Il recupero ed il riutilizzo dei fabbricati ...), le parole «e sgravi d’imposta nel limite delle competenze comunali» sono soppresse;

Allegato “A” 2

2.2) all’inciso 10° (Il recepimento, nelle norme di attuazione ...), dopo le parole «alla legge regionale L.R. 5/2007 ed in particolare» sono inserite le seguenti: «, secondo l’occorrenza,»;

3) alla voce Aree individuate come potenziali direttrici di sviluppo residenziale, capoverso 2° (La pianificazione generale dovrà ...), inciso 8° (Disporre che i nuovi comparti ...), dopo le parole «dovranno tendere» sono inserite le seguenti: «per quanto possibile»;

4) alla voce Le aree destinate a servizi ed attrezzature collettive, capoverso unico (Nella situazione attuale ...), gli incisi 2° (L’attuazione diretta ...), 3° (Il ricorso al coinvolgimento ...), 4° (La ricerca di sinergie ...), 5° (Il ricorso al coinvolgimento ...), e 7° (Completare tutte le aree ...) sono soppressi;

b) al paragrafo Le attività produttive, capoverso 2° (Per questo settore ...), inciso 7° (Favorire il completamento ...), le parole «e della logistica» sono sostituite con le seguenti: «della logistica e altro»;

c) al paragrafo Le infrastrutture, capoverso 4° (Riguardo al progettato di intervento ...):

1) nell’introduzione, periodo 1° (Riguardo al progettato di intervento ...), dopo la parola «progettato», la parola «di» è soppressa;

2) all’inciso 4° (Creare una rete coerente e continua ...), le parole da «le previsioni progettuali» alla fine (... delle piste ciclabili.) sono sostituite con le seguenti: «anche previsioni progettuali sovracomunali»;

d) al paragrafo Il territorio agrario ed il paesaggio: 1) al capoverso 4° (Il piano dovrà recepire ...), inciso 3° (Recepire a livello

di norma ...), la parola «Recepire» è sostituita con le seguenti: «In ambito di parco recepire»;

2) al capoverso 9° (Il PRGC dovrà essere redatto ...): 2.1) all’inciso 13° (Definire una normativa di attuazione ...), le parole

«Definire una normativa di attuazione delle zone agricole che favorisca l’attività edilizia libera regolamentando invece, in modo puntuale,» sono sostituite con la seguente: «Regolamentare»;

2.2) all’inciso 14° (Incentivare il ripristino delle condizioni ...), le parole «strutturata in modo tale da contenere» sono sostituite con le seguenti: «che preveda»;

2.3) all’inciso 15° (Ridurre al minimo i vincoli ...), il periodo 2° (Per le aree che comunque rimangono ... gravano su tali aree.) è soppresso;

e) al paragrafo Altro, capoverso unico (All’interno dell’attuale ...), alla fine è inserito il capoverso seguente:

«In alternativa all’individuazione di un’area, la proposta può essere indicata a livello di obiettivi.».

Rivignano Teor, aprile 2018

Allegato “B”

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REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA

PROVINCIA DI UDINE

COMUNE DI RIVIGNANO TEOR

NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE

PROPOSTA DI DIRETTIVE PER LA FORMAZIONE DEL NUOVO PRGC

Elaborato con evidenziate le modifiche e le integrazioni

(legge regionale 23.02.2007, n° 5, art. 63 bis) Parole barrate e con fondino grigio: parole soppresse. Parole con doppia sottolineatura e con fondino grigio: parole inserite. Rivignano Teor, aprile 2018 giugno 2015

Allegato “B”

Allegato “B”

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P R E M E S S E

Le Amministrazioni comunali e i cittadini dei due ex comuni di Rivignano e di Teor hanno deciso la fusione dei loro territori in un unico Ente.

Con la nascita del nuovo Ente è iniziata una fase molto importante per l’integrazione tra le due precedenti entità che sta impegnando la nuova Amministrazione in una complessa e impegnativa operazione di revisione delle proprie regolamentazioni amministrative, tra le quali appunto la sostituzione dei due precedenti strumenti di pianificazione con un unico piano regolatore che dovrà sia governare in modo univoco le trasformazioni edilizie ed infrastrutturali, che salvaguardare secondo un univoco principio le emergenze di qualità dell’intero nuovo territorio comunale.

Il nuovo strumento urbanistico, perseguendo l’operazione di integrazione territoriale, dovrà cercare di omogeneizzare definizioni, valutazioni, regole, dimensionamenti e quant’altro era presente nei precedenti piani senza sottovalutare le possibili oggettive diverse situazioni che possono esserci tra le componenti antropiche e naturali presenti nei due precedenti territori, conseguenti al fatto da che da diversi decenni sono state regolamentate da due diversi strumenti di pianificazione.

E’ pertanto importante che il nuovo piano regolatore tenga nella dovuta considerazione questi aspetti che potranno essere affrontati tenendo conto delle criticità e delle indicazioni contenute nell’elaborato di verifica/confronto tra i due precedenti strumenti urbanistici contenuto nello studio preliminare alla formazione delle presenti direttive.

Il Comune di Rivignano Teor è stato istituito il 1° gennaio 2014, con Legge regionale n° 1 del 7/02/2013, e nasce dalla fusione dei comuni di Rivignano e Teor.

L’Amministrazione Comunale del neo costituito comune di Rivignano Teor è oggi chiamata ad uniformare gli strumenti urbanistici dei due ex comuni in un unico piano regolatore generale che ricomprenda l’intero territorio comunale.

Preliminarmente è necessario illustrare alcune considerazioni di carattere generale al fine di rendere esplicito il quadro di riferimento generale con il quale ci si deve confrontare in termini di pianificazione territoriale.

La legge urbanistica di riferimento vigente nella regione Friuli Venezia Giulia è la LR 5/2007 accompagnata dal successivo decreto di attuazione DPR 20 marzo 2008 n° 086. Tali atti indicano una precisa scala gerarchica degli strumenti urbanistici a livello di pianificazione territoriale e definiscono gli elementi, i contenuti e le modalità di attuazione dei singoli strumenti di pianificazione. Alla Regione spetta la redazione del Piano Territoriale Regionale (PTR) e, a cascata, al comune spetta la predisposizione del Piano Strutturale Comunale (PSC) e del Piano Operativo Comunale (POC). Tali strumenti urbanistici devono essere elaborati in sintonia con i contenuti e le previsioni riportate nel PTR.

Con la LR 12/2008 la Regione, al fine di non fare mancare la possibilità ai comuni di pianificare sui propri territori in assenza di un PTR, provvedeva a riprendere una parte della ex LR. 52/91, precedentemente abrogata con la LR 5/2007, consentendo la redazione di varianti generali ai PRGC o anche varianti parziali agli stessi nel rispetto dell’antico Piano Urbanistico Regionale Generale (PURG) che risale al 1978.

Con la legge regionale n. 22 del 03/12/2009 – Procedure per l’avvio della riforma della pianificazione territoriale della regione – è stato dato l’avvio alla riforma per il governo del territorio a livello regionale. Una riforma finalizzata a stabilire le norme

Allegato “B”

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fondamentali per la disciplina delle procedure di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale.

Attraverso questa legge, secondo il principio della sussidiarietà dell’adeguatezza, la Regione ha avocato a sé la funzione della pianificazione territoriale attraverso il “Piano del governo del territorio” (PGT), sostitutivo del Piano Territoriale Regionale (PTR), previsto dalla precedente LR 5/2007. Un nuovo piano che dovrà essere predisposto secondo le modalità operative definite nella legge stessa ed al quale tutti i piani, di grado subordinato, dovranno adeguarsi.

Con DPR n. 0227/Pres. del 31 ottobre 2012 è stato adottato il PGT da parte della Regione ed è stato pubblicato sul BUR in data 9 novembre 2012. Il PGT è stato definitivamente approvato il 16 aprile 2013 e sarebbe dovuto entrare in vigore il diciottesimo mese a decorrere dalla data di pubblicazione sul BUR del decreto di approvazione e comunque non prima del 1° gennaio 2015.

Con la legge 15/2014 il comma 10 dell’art 4 si modifica la L.R. n° 22/2009 e definisce che il PGT entrerà in vigore dodici mesi dopo la pubblicazione sul BUR del decreto di approvazione del Piano Paesaggistico Regionale.

E’ singolare, la circostanza che vede un piano urbanistico entrare in vigore ad una data indeterminata dopo la sua definitiva approvazione.

Oltre alla necessità derivante dall’istituzione del nuovo Comune, allo stato attuale c’è da considerare che gli strumenti urbanistici dei due ex comuni di Rivignano e Teor, come più volte ricordato nei documenti programmatici di questa Amministrazione Comunale, hanno di fatto esaurito la fase propositiva a livello pianificatorio, conservando unicamente la componente gestionale. Considerato il lungo tempo trascorso dalla data di approvazione di entrambi i piani adeguati ai contenuti della ex L.R. 52/91 e che da allora sono andate a modificarsi in modo sensibile, sul territorio, i modelli economici e sociali di riferimento è quanto mai necessario procedere alla definizione di un nuovo strumento di governo che interessi unitariamente il nuovo territorio comunale.

Il Piano regolatore comunale è uno strumento di gestione programmatica del territorio sia naturale che antropizzato. Nella redazione del piano devono pertanto essere prese in esame la generalità degli aspetti, di qualsiasi natura essi siano: sociali, economici, ambientali, insediativi, della salute ecc. e, partendo da un quadro di riferimento certo, rappresentato da una attenta analisi dello stato di fatto, dettare e governare le possibili future trasformazione definendo dei principi e delle regole per intervenire secondo una precisa visione politica che gli amministratori chiamati al governo hanno del territorio stesso.

Si ritiene di dover partire da questa considerazione fondamentale per comprendere come sia inderogabile il fatto di giungere al più presto alla approvazione di un nuovo piano regolatore generale comunale anche in pendenza degli strumenti di pianificazione urbanistica di grado sovraordinato di competenza regionale.

I piani regolatori vigenti risultano datati e del tutto inadeguati ad affrontare le complesse problematiche che oggi interessano in modo sempre più incalzante questo territorio non tanto per dare risposte a richieste di interventi per nuove ed ulteriori trasformazioni (comunque ancora presenti) quanto piuttosto per governare un processo di decrescita economica in modo equilibrato e sostenibile.

Un aspetto non certamente secondario è il fatto che ad oggi sul territorio comunale sono in vigore due distinti piani regolatori che non è possibile modificare, attraverso l’istituto della variante, in quanto la legislazione vigente in materia urbanistica non

Allegato “B”

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contempla il caso in cui su un territorio comunale siano operativi due piani regolatori. Questo, di fatto, comporta il congelamento della gestione del territorio senza la possibilità di adeguamenti, anche parziali, degli strumenti urbanistici alle reali esigenze della collettività

Il PRGC deve invece essere concepito come uno strumento in grado di governare e programmare le trasformazioni sul territorio adeguandosi alle esigenze della collettività. Uno strumento di pianificazione che si deve relazionale e fare propri tutti gli studi ed i progetti che l’Amministrazione comunale ha posto in atto in questi ultimi anni.

Un piano regolatore che deve relazionarsi in modo nuovo con il territorio perseguendo politiche di sostenibilità ambientale e deve pertanto rapportare in modo continuo ed interattivo con la procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che dovrà essere approntata parallelamente alla definizione del nuovo PRGC.

A livello strategico il piano dovrà prendere in esame tutte le potenzialità che questo territorio è in grado di offrire a partire dal recupero e della rigenerazione delle aree dismesse o sottoutilizzate, dalla conservazione e valorizzazione degli aspetti naturalistici e paesaggistici per giungere ad ipotizzare interventi di trasformazione territoriale, anche importanti, per nuovi insediamenti connessi con lo sviluppo turistico e sportivo/ricettivo a scala regionale.

A livello operativo il piano invece è chiamato a gestire la fase del presente e del medio termine e si deve rapportare con tutte le normative in tema urbanistico che fanno riferimento al dimensionamento del piano stesso e al fabbisogno abitativo che il territorio denuncia. Il piano operativo deve privilegiare la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e dare l’avvio ai processi di recupero delle aree dismesse e/o sottoutilizzate. Il mantenimento, la conservazione e la valorizzazione del paesaggio agrario è un altro importate tema che il nuovo piano operativo deve affrontare. Gli ambiti strategici dove si ritiene di dover intervenire in modo prioritario risultano pertanto essere quelli urbani, già edificati, siano essi di antico impianto che di più recente edificazione ma in stato di abbandono, verificando/eliminando ogni previsione di nuova espansione urbana se non limitata a singoli episodi. Si intende puntare alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente anche attraverso una riqualificazione degli spazi pubblici e del contesto paesaggistico ed ambientale nel quale sono inseriti. Riguardo al territorio naturale/agricolo, il nuovo piano dovrà incentivare tutti quei processi che salvaguardano il territorio in modo da incentivare la produzione agraria secondo principi di sostenibilità. In questi ultimi anni nel settore agroalimentare si è sviluppato un ampio dibattito che vede contrapposti due diverse scuole di pensiero: da un lato si pone un modello di agricoltura che segue il mercato globale con lavorazioni improntate su principi di coltivazione industriale, dall’altro un modello di sviluppo locale che privilegia una produzione di nicchia su prodotti autoctoni e lavorazioni tradizionali. Il nuovo piano deve farsi carico di contemplare tutti questi aspetti, favorendo ed incentivando un modo nuovo di fare agricoltura. A livello di piano operativo, dunque, il piano dovrà:

- prevedere il mantenimento, la conservazione e la valorizzazione del paesaggio agrario;

- puntare alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente anche attraverso una

- riqualificazione degli spazi pubblici e del contesto paesaggistico ed ambientale nel quale i fabbricati sono inseriti;

- relativamente al territorio naturale/agricolo dovrà incentivare tutti quei processi che salvaguardano il territorio in modo da favorire un modo nuovo di fare

Allegato “B”

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agricoltura, seguendo principi di sostenibilità e trovando un equilibrio tra i metodi di lavorazioni improntate su principi di coltivazione industriale e le produzioni di nicchia su prodotti autoctoni che utilizzano metodi di lavorazione tradizionali.

Le presenti direttive non si configurano come un documento retorico e sostanzialmente ininfluente ma vogliono incidere sulle forme di partecipazione al processo decisionale e gestionale che riguarda sia l’uso degli ambiti territoriali già costruiti sia le modalità per un possibile sviluppo sostenibile del territorio. Nulla vieta che questa prima fase sia elaborata andando oltre l’individuazione degli obiettivi generali e dei criteri d’impostazione del piano, oltre la scelta degli strumenti attuativi più idonei (come previsto dalla legge), assumendo invece un significato strategico a scala prettamente comunale ovvero urbana.

Le strategie hanno senso e forza se sono sostenute da coalizioni di interessi in grado di agire sulla scena locale in maniera proattiva e di competere con altri territori, valorizzando le risorse esistenti attraendo allo stesso tempo attività e risorse dall’esterno.

La definizione di questo nuovo piano regolatore, si configura come la sede propria per ideare e attuare le politiche socioeconomiche di sviluppo favorendo i cambiamenti proposti o auspicati. E’ propedeutica, perché può produrre economie, suggerire il consolidamento e il potenziamento di poli spaziali definiti, sfruttare al meglio le infrastrutture atte ad accogliere nuove attività favorendo e regolando le conseguenti politiche immobiliari. L’intero processo si fonda sul principio della sostenibilità in quanto non prevede, in linea generale, l’occupazione o la trasformazione di aree agricole ma interessa un razionale riutilizzo di aree già compromesse oppure occupate da fabbricati dismessi.

Le presenti direttive dovranno fornire il quadro di riferimento per tracciare lo scoping riferito alla procedura di valutazione ambientale strategica dell’intero piano. Rappresentano il primo passo del processo di valutazione degli effetti ambientali che il nuovo piano può generare.

Ulteriore aspetto che il nuovo PRGC dovrà affrontare e lo renderà differente dai precedenti piani è l’entrata in vigore del nuovo “Codice regionale dell’edilizia”, così come definito dalla L.R. 19/2009 e relativo Regolamento di attuazione. Il nuovo Codice dell’edilizia definisce in modo innovativo i parametri edilizi e stabilisce delle nuove regole per la loro applicazione che se non correttamente recepite negli strumenti urbanistici comunali possono generare delle “discrasie” nel tessuto urbano.

Un aspetto decisamente innovativo nella concezione di “pensare” il nuovo piano regolatore comunale è quella di affiancarlo ad uno studio di marketing territoriale mirato per il territorio. Il PRGC diventa uno strumento per promuovere e mettere in rete le eccellenze presenti nel territorio. I due ex comuni di Rivignano e Teor negli ultimi anni hanno avviato delle politiche lungimiranti sia a livello istituzionale/organizzativo (unione dei comuni, coinvolgimento operatori esterni, comunicazione più efficace, etc.) sia di governo del territorio (dalle varianti urbanistiche ad impatto sempre più contenuto, agli interventi di recupero edilizio/funzionale di immobili rilevanti come Villa Ottelio, agli interventi di recupero/ricostruzione ambientale come i boschi del progetto LIFE, etc.), politiche che adesso vengono riprese e rilanciate con l’avvio del nuovo comune, integrando il processo di formazione del nuovo PRGC con elementi di MT in modo da attivare concrete politiche di sviluppo sostenibile e competitivo, di medio/lungo periodo e non di semplice promozione territoriale a breve termine. Il MT riprende le logiche della pianificazione strategica di tipo aziendale/organizzativo declinandole, con gli

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opportuni adattamenti, ai fini della definizione di politiche di valorizzazione e sviluppo territoriale che, negli ultimi decenni, sono state applicate a realtà molto diverse anche per scala d’intervento. Nel caso di specie, trattandosi di una comunità virtuosa ma di dimensioni contenute, si dovrà attuare un processo di MT che non si limiti all’applicazione di procedure efficaci calate dall’alto, ma si dovrà piuttosto puntare su un processo di cooperazione che si adatti via via nel medio/lungo periodo alle trasformazioni sociali, culturali ed economiche del territorio cercando di coinvolgere al massimo l’intera comunità che lo abita. Nel recente passato il territorio di Rivignano Teor è stato oggetto di studi, di vario tipo, di gruppi provenienti da ben quattro università: Padova, Trieste, Udine, Venezia che hanno evidenziato come principali elementi identitari: il fiume e la villa. In particolare: lo Stella che attraversa praticamente tutto il territorio e che, oltre a costituire un unicum dal punto di vista naturalistico/ambientale, presenta una rilevanza di tipo archeologico essendo stato nell’antichità un percorso fondamentale per il trasporto fluviale locale; la Villa Otellio con tutto il suo compendio ad Ariis. E’ stato poi individuato un patrimonio diffuso comprendente: vari borghi rurali, singoli complessi di pregio (es. Castello di Flambruzzo) architetture rurali e mulini abbandonati, un sistema idrico superficiale molto differenziato (con fiumi, rogge, torbiere, laghetti, etc.). Dal punto di vista produttivo sono poi stati individuati da tali studi anche numerose aziende agricole e di allevamento che puntano su produzioni di qualità (mele, erbe officinali, riso, zafferano, trota etc.) nonché varie iniziative di tipo agrituristico. I suddetti studi permettono di individuare come nodi da affrontare anche nel processo di MT:

a) il rapporto paesaggio/architettura/cultura (sia in termini di conservazione valorizzazione dell’esistente che di dialogo con i nuovi interventi);

b) promozione dell’archeologia come risorsa identitaria e non mero vincolo;

c) opportunità di sviluppare filiere produttive che integrino agricoltura e turismo;

d) revisione in termini di sostenibilità e competitività di industria/artigianato/servizi;

e) promozione di iniziative di sviluppo locale a livello sovracomunale, di tipo integrato multisettoriale, da attuare con approccio partecipativo utilizzando tutto il bagaglio di strumenti/opportunità che da l’UE.

Per Rivignano Teor si propone un MT di tipo FOCALIZZATO che punti in primis alla valorizzazione delle vocazioni presenti sul territorio, senza per altro rinunciare a pensare alla promozione di opportunità di cambiamento che puntino su comparti di offerta territoriale nei quali Rivignano Teor potrebbero assumere un ruolo di leadership locale. In particolare trovandoci in un territorio che, come hanno evidenziato le ricerche universitarie, a livello di area vasta gravita sostanzialmente su quattro piccole città (Codroipo, Latisana, Cervignano e Palmanova) si potrebbe pensare a cercare di usare le marginalità del passato per creare una quinta centralità ma di tipo più rurale che urbano capace di rivolgersi a segmenti di domanda territoriale e di mercato non soddisfatti dalle altre quattro, in maniera da diventare nel medio/lungo periodo leader in ben precisi comparti del mercato locale e regionale fino a configurare un “distretto rurale evoluto”. Particolare rilevanza oltre alla definizione degli obiettivi di MT assumono le analisi sia dei vari segmenti di domanda presenti sul territorio (locale/contermine/extralocale) che dei comparti dell’offerta locale (presenti o attivabili in relazione alle risorse disponibili). Sulla base di queste analisi e dei processi decisionali dell’Amministrazione, condivisi con i vari portatori di interesse e soprattutto con la partecipazione di tutta la comunità si arriverà, alla fine del processo, alla definizione delle politiche operative concrete del MT da attivare nel corso del tempo. In questa ottica l’Amministrazione Comunale, anche attraverso la

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redazione del nuovo PRGC, tenderà a decidere, anche con il concorso degli altri soggetti pubblici interessati, solo le linee guida per i vari tipi di azione, mentre favorirà l’emergere nella comunità dei contenuti legati alla operatività concreta delle varie iniziative di MT da attuare nel tempo. Ai fini della definizione delle concrete azioni di MT, in senso più ampio, si punterà alla prosecuzione/sviluppo delle sinergie con vari operatori del comparto pubblico, come ad esempio: l’Ente Tutela Pesca (es. la valorizzazione dell’acquario); gli enti coinvolti nel Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli (es. sviluppo iniziative culturali connesse con la peculiarità del Cuore dello Stella); Soprintendenza BCAA (sviluppo di iniziative nel campo archeologico e la tutela del patrimonio culturale esistente, anche in collaborazione con associazioni nazionali e locali); le quattro università precedentemente citate (es. ulteriore sviluppo di studi e ricerche); oltre naturalmente ad altri Enti territoriali (Regione, Provincia, Comuni contermini, anche per concertare dove possibile adeguate iniziative di incentivazione e sostegno economico). Il tutto naturalmente verrà sviluppato in piena coerenza con la proposta di Direttive da porre alla base del nuovo PRGC.

Fatte queste premesse per definire le Direttive da seguire nella redazione del nuovo PRGC si deve partire dalla definizione degli elementi strutturali che caratterizzano il territorio comunale.

Una struttura semplificata rappresentata dai seguenti elementi:

a) Elemento del tessuto edificato caratterizzato dai centri abitati di Rivignano e Teor, e dai borghi rurali di Rivarotta, Driolassa, Campomolle, Ariis, Chiarmacis, Flambruzzo, Sella, suddiviso in due sub elementi: di antico impianto e di più recente espansione

b) Elemento storico monumentale o della memoria, rappresentato da tutte le strutture edificate di base preottocentesca rappresentate da ville padronali con le loro aree di pertinenza, icone, mulini ecc

c) Elemento produttivo rappresentato delle zone a carattere industriale ed artigianale esistenti o di prossima attuazione.

d) Elemento delle infrastrutture rappresentato dall’autostrada A4 e dalla rete viaria che attraversa il territorio comunale.

e) Elemento acqua rappresentato dalle aree di rilevante interesse ambientale del Fiume Stella.

f) Elemento del paesaggio agrario rappresentato dai fossi, dai filari, dalle strade campestri, dalle colture arboree e agrarie caratterizzati da una prospettiva visuale corta e pittoresca. Ambiti che conservano una trama dei fondi agricoli antica, non interessati in passato da azioni di riordino fondiario

g) Elemento del settore produttivo primario o aree agricole industriali.

Fermo restando quelli che sono gli aspetti più generali che la pianificazione a scala comunale deve affrontare per ognuno degli elementi sopra richiamati, anche raggruppati, vengono esplicitate delle Direttive specifiche alle quali il nuovo piano regolatore generale dovrà conformarsi.

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DIRETTIVE

Nel rispetto del comma 8 dell’art. 63 bis della L.R. 5/2007 Il Consiglio comunale impartisce le direttive da seguire nella predisposizione di un nuovo strumento urbanistico generale.

Le direttive riguardano sia aspetti generali della pianificazione che aspetti particolari riferiti a specifici ambiti o settori: la residenza ed i servizi, le attività produttive e le attività commerciali, il territorio agrario, il paesaggio, le infrastrutture.

Aspetti di carattere generale

Vengono fatti propri i contenuti riportati al comma 2 dell’art. 63 bis della L.R. 5/2007 ritenendo che il nuovo piano regolatore debba perseguire i seguenti obiettivi:

a) la tutela e l'uso razionale delle risorse naturali, nonché la salvaguardia e la valorizzazione dei beni di interesse culturale, paesistico e ambientale con particolare riferimento al parco naturale del fiume Stella ed alle emergenze di carattere architettonico presenti sul territorio;

b) un equilibrato sviluppo degli insediamenti, con particolare riguardo alle attività economiche presenti o da sviluppare nell'ambito del territorio comunale che punti al recupero e riutilizzo delle are degradate e dismesse;

c) il soddisfacimento del fabbisogno abitativo e di quello relativo ai servizi e alle attrezzature collettive di interesse comunale, da conseguire prioritariamente mediante interventi di recupero e completamento degli spazi urbani e del patrimonio edilizio esistente;

d) l'equilibrio tra la morfologia del territorio e dell'edificato, la capacità insediativa teorica del piano e la struttura dei servizi;

e) riconoscere e valorizzare le aree di eccellenza consentendo l’insediamento di attività complementari che consolidino la loro presenza sul territorio;

f) il paese inteso come luogo di elevate relazioni sociali da conseguire attraverso l’abbattimento di quelle barriere che si vengono a frapporre tra gli individui frutto di strutture abitative che privilegiano sempre di più l’isolamento delle persone. Puntare a ricostruire, con i limiti dati dai modelli sociali contemporanei, l’antico modo di utilizzare gli spazi urbani sia pubblici che privati del paese;

g) recepire nelle norme di attuazione del PRGC i contenuti normativi più recenti in ambito regionale in materia edilizia ed urbanistica dal “Codice regionale dell’edilizia” così come sono stati definiti dalla L.R. 19/2009 con particolare riferimento ai principi “Misure per la promozione del rendimento energetico degli edifici”, alla legge regionale L.R. 5/2007 ed in particolare ai principi della “Perequazione urbanistica e della “Compensazione urbanistica”.

Le scelte progettuali che il nuovo piano regolatore generale ritiene di adottare, il rispetto di indici e indirizzi, la definizione di prescrizioni nello sviluppo urbanistico ed edilizio del territorio, l’applicazione di principi, leggi e regolamenti devono fare riferimento ad un unico denominatore comune: lo sviluppo sostenibile. Il nuovo piano regolatore comunale deve essere predisposto nel rispetto della normativa comunitaria e deve costituire allo stesso tempo un elemento di verifica per l’attuazione delle norme di settore e la sostenibilità dello sviluppo verso l’ambiente.

Si stabilisce che nella procedura di VAS devono essere individuati, descritti e valutati gli impatto significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente. In esito a quanto richiesto e sulla scorta delle analisi svolte, devono essere descritti ed

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individuati gli indicatori di monitoraggio riferiti ai possibili effetti connessi alle nuove previsioni insediative contenute nel piano regolatore e quali effetti questi potranno avere sull’ambiente.

A questo quadro di riferimento generale il Consiglio comunale di Rivignano Teor ha quindi specificato delle direttive attribuite ai quattro differenti sistemi di riferimento:

- degli insediamenti;

- della mobilità ed infrastrutture tecnologiche ed energetiche;

- dell’ambientale e del paesaggio;

- dell’agricoltura e delle vocazioni territoriali.

DIRETTIVE DI SETTORE

La residenza ed i servizi collettivi

Il settore della residenza riguarda il “costruito” e le possibili, eventuali future direttrici di espansione. E’ stato suddiviso in tre diversi ambiti così denominati: nuclei centrali di antico impianto, aree di più recente espansione ed ambiti di espansione residenziale. Tali ambiti sono stati caratterizzati in ragione della conformazione dei centri abitati, dell’epoca di costruzione dei fabbricati e delle politiche di settore che si intende perseguire.

Per ogni specifico ambito vendono impartite delle direttive.

Il nucleo centrale di antico impianto dell’abitato dei nuclei abitati di Rivignano, Teor, Rivarotta, Driolassa, Campomolle, Chiarmacis, Flambruzzo, Ariis, Sivigliano e l’insediamento di Sella

Secondo la classificazione del P.U.R.G. classifica i centri abitati sono stati così distinti:

- Rivignano, “centro storico con elevato grado di trasformazione” in quanto pur in presenza di impianti urbanistici di notevole pregio in passato sono avvenuti rilevanti processi di sostituzione edilizia o alterazioni del patrimonio edilizio originario. E’ comunque possibile riscontrarvi un tessuto edilizio formato da case rurali tradizionali e da alcune emergenze architettoniche che non hanno subito compromissioni sostanziali dei caratteri originari.

- Gli abitati di Teor, Ariis, Sella sono classificati dal PURG come “nuclei di interesse ambientale di tipo A" in quanto pur non presentando un impianto urbanistico particolarmente complesso, è possibile riscontrarvi un tessuto edilizio per la maggior parte formato da aggregazioni di case rurali tradizionali e da alcune emergenze architettoniche che non hanno subito compromissioni sostanziali dei caratteri originari (anche se non segnalato dal PURG).

- Gli abitati di Campomolle, Driolassa, Rivarotta, Sivigliano, Flambruzzo e Chiarmacis sono invece classificati dal PURG “Ambiti degli altri sistemi insediativi” ovvero come ambiti di sviluppo urbano differenti dai sistemi insediativi di supporto regionale e comprensoriale privi di particolari valenze storiche e/o ambientali. Si ritiene comunque di riconoscere, nella trama urbana di questi nuclei abitati un tessuto edilizio che si è formato secondo precise regole, che si attesta su percorsi matrice ben definiti. Questi nuclei abitati sono costituiti in larga parte da case rurali

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tradizionali e caratterizzati da alcune emergenze architettoniche che non hanno subito compromissioni sostanziali dei caratteri originari.

Per questi nuclei abitati di più antico impianto che rappresentano una degli elementi strutturali più significativi del territorio che conferisce una precisa identità al territorio stesso il nuovo piano dovrà:

� tenere in debita considerazione i risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Salvaguardare l’originario impianto urbano e delle singole unità edilizie che più lo caratterizzano, relativamente agli aspetti dimensionali, tipologici e agli elementi architettonici di spicco.

� Salvaguardare le corti ed i giardini interni, connessi con il tessuto edilizio.

� Prevedere specifiche forme di tutela per i fabbricati di maggior pregio sotto l’aspetto architettonico e monumentale e delle aree di pertinenza.

� Mantenere un corretto rapporto tra gli ambiti centrali dei paesi e le aree di più recente espansione evitando contaminazioni od interferenze che possano deteriorare l’immagine della parte originaria dei paesi (ad es. altezze eccessivamente elevate dei fabbricati nelle aree esterne).

� Limitare solo alle emergenze più significative il ricorso alla pianificazione attuativa attribuendo alle norme del PRGC le azioni di governo e di controllo sulla zona.

� Semplificare l’iter burocratico ed amministrativo per intervenire all’interno dell’ambito riconoscendo al PRGC la pianificazione ed il controllo sulle singole modalità d’intervento. Per ogni singolo fabbricato dovrà essere indicata la tipologia d’intervento edilizio ammesso e le possibilità di edificare nuovi volumi o recuperare quelli esistenti nel rispetto delle impostazioni definite dall’impianto urbano originario, delle caratteristiche architettoniche dei fabbricati esistenti, dell’assetto delle proprietà, delle destinazioni d’uso presenti e delle esigenze dei singoli proprietari. Potranno essere ammessi anche incentivi intesi come “bonus volumetrici” per favorire il recupero degli edifici esistenti ed il recupero alla residenza di tutti quegli annessi che oggi risultano dismessi. Gli interventi previsti e proposti dovranno rispettare le regole del costruire dettate dalla preesistenza ed integrarsi con il tessuto urbano di più antico impianto. Si dovrà comunque prevedere la possibilità di ricorrere alla pianificazione attuativa, riferita anche ad un solo intervento edilizio, qual ora si ritenga di proporre soluzioni progettuali differenti da quelle canoniche indicate dal piano regolatore.

� Ricomprendere all’interno delle zone di maggiore interesse storico/ambientale anche quelle aree che oggi sono esterne alle zone A e/o B0 dei vigenti piani e che in passato sono state oggetto di interventi di sostituzione edilizia che hanno stravolto il loro impianto originario ma che di questo ne facevano parte, proponendo interventi di riqualificazione rigenerazione urbana con l’obiettivo di ripristinare l’impianto originale.

� Favorire nuove forme di ricettività turistica in modo da sfruttare al meglio l’immagine data dalla peculiarità dei luoghi e del loro buon livello di conservazione sotto il profilo dell’impianto urbano e dal contesto ambientale verificando la possibilità di importare anche nella pianura esperienze di “albergo diffuso” già sperimentate in altri centri della regione.

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� Incentivare forme di edilizia ecocompatibile che punti sempre di più all’utilizzo di forme di energia rinnovabile e preveda l’impiego di materiali a basso impatto.

Le strategie operative relative alle aree centrali di antico impianto da seguire nella stesura del piano sono così schematizzate:

Limitare il ricorso alla pianificazione attuativa preliminare solo ai complessi edilizi di interesse storico-artistico (tenuto conto anche dello stato di degrado in cui versano alcuni di essi) onde garantire l’unitarietà degli interventi e dare la possibilità di insediare nuove attività compatibili con l’assetto esistente conservando il costante controllo sotto il profilo architettonico ed ambientale degli interventi proposti.

Per le restanti aree d’interesse storico ed ambientale si ricorrerà ad un assetto regolamentare del PRGC che favorisca al massimo la realizzazione degli interventi di recupero in modo diretto, mediante “attività edilizia libera” o il semplice ricorso alla SCIA limitando ai soli interventi edilizi più significativi il ricorso al permesso di costruire anche per le tipologie d’intervento di maggior rilevanza (ristrutturazione edilizia, demolizione e ricostruzione, ampliamento parametrico, ecc.). Si propone di fornire agli operatori un prontuario sulle tipologie o norme specifiche di intervento consigliate garantendo peraltro all’Ente locale adeguate forme di controllo sia in sede progettuale che di realizzazione.

Ricorrendo ad un uso combinato della zonizzazione e delle norme di attuazione del PRGC, si dovrà procede (anche sulla scorta di tutte le analisi preliminari) ad una classificazione dei singoli edifici di edifici o di aree in base al loro valore storico, architettonico ed ambientale per poi passare alla definizione di una scala differenziata di gradi di protezione per i singoli edifici ai quali dovranno essere abbinate le tipologie di intervento consigliate e quelle ritenute ammissibili.

La normativa d’attuazione sarà quindi integrata con un “Prontuario” che potrà o norme specifiche che potranno costituire una utile guida per la progettazione e la realizzazione degli interventi di recupero tramite una serie dettagliata di suggerimenti e prescrizioni, derivanti dall’opera di rilettura-riproposizione delle antiche regole tipologico-costruttive sopra descritte.

Nella eventualità che si ritenga di intervenire sul patrimonio edilizio esistente, superando le indicazioni morfologiche fornite dal piano regolatore, dovrà essere ammessa la possibilità ad intervenire previa approvazione di un piano attuativo riferito alla sola area d’intervento. In questo modo il governo del processo edilizio ritorna in capo all’Amministrazione comunale che con il PRGC ha dettato le regole generali per intervenire all’interno di questi ambiti ma che di fronte a solide e motivate ragioni può prendere in esame ed ammettere anche interventi secondo nuovi e diversi canoni architettonici, testimoni del tempo presente, che propongono una rilettura in chiave moderna dei canoni architettonici del passato.

L’introduzione di strumenti normativi rivolti ad incentivare il recupero delle unità edilizie, del tessuto urbano originari e la rivalutazione del patrimonio edilizio, attraverso la “liberazione” e “pulitura” dalle superfetazioni e dagli elementi isolati difformi nelle corti dagli edifici o parti di edifici non coerenti con le caratteristiche storiche o architettoniche o paesaggistiche e ambientali, nei contesti centrali, mescolati a contesti edilizi di rilievo e valenza, recependo le disposizioni normative contenute nell’art. 60 della L.R. 19/2009.

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Le aree di più recente espansione o di completamento

Corrispondono alle zone a prevalente carattere residenziali che si sono sviluppate principalmente negli anni sessanta, settanta e ottanta nei diversi centri urbani.

Per questo ambito si formulano le seguenti direttive:

� la sostanziale conferma delle scelte dei PRGC vigenti tenuto conto dei risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Il controllo della qualità d’uso dell’attività edilizia, considerando l’oggettiva saturazione raggiunta nelle zone omogenee relative alla presente componente strutturale.

� La risposta ai fabbisogni e alle esigenze sopravvenute nell’ambito delle modalità dell’abitare, nel rispetto del controllo della qualità d’uso.

� Il controllo delle destinazioni d’uso escludendo quegli usi che sono in conflitto con la prevalente destinazione residenziale dei fabbricati.

� Il recepimento delle richieste formulate dai privati cittadini su eventuali modifiche di destinazioni d’uso dei suoli qualora queste non contrastino con gli obiettivi e le strategie operative più generali proprie del piano.

� Il completamento e il miglioramento delle opere di urbanizzazione previste a carico dell’AC in rapporto allo stato di attuazione degli interventi diretti, ed anche quelle a cura dei promotori delle attività indirette.

� Il recupero ed il riutilizzo dei fabbricati in disuso anche attraverso incentivi volumetrici e sgravi d’imposta nel limite delle competenze comunali.

� Il completamento dell’edificazione su lotti non ancora edificati e che risultano già urbanizzati.

� L’Incentivo di forme edilizie ecocompatibili che puntino sempre di più all’utilizzo di energia rinnovabile e preveda l’impiego di materiali a basso impatto.

� Il recepimento, nelle norme di attuazione del PRGC, dei contenuti normativi più recenti in ambito regionale in materia edilizia ed urbanistica dettati dal “Codice regionale dell’edilizia” così come sono stati definiti dalla L.R. 19/2009 con particolare riferimento ai principi “Misure per la promozione del rendimento energetico degli edifici”, alla legge regionale L.R. 5/2007 ed in particolare, secondo l’occorrenza, ai principi della “Perequazione urbanistica e della “Compensazione urbanistica”.

� La ricerca, nelle nuove realizzazioni, di includere tra le misure di perequazione e compensazione la destinazione di una parte dell’abitato ad edilizia sociale, in modo da avere nel territorio tale disponibilità, non demandata ad un unico grande stabile, ma diffusa e meglio integrata nel tessuto sociale.

Aree individuate come potenziali direttrici di sviluppo residenziale

Il principio generale che deve sottendere la progettazione del nuovo piano regolatore generale è quella del contenere al massimo il consumo del suolo. Con questa prospettiva l’eventuale individuazione di nuove direttrici di espansione urbana per destinare nuove aree alla funzione residenziale dovranno interessare unicamente aree già compromesse e occupate da ex opifici. Nella preventiva individuazione localizzativa delle future direzioni di sviluppo dei centro urbani, a livello operativo, queste, saranno dimensionate in rapporto al fabbisogno abitativo determinato sulla

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scala comunale tenendo in debita considerazione la componente del fabbisogno che potrà essere soddisfatta attraverso il recupero delle volumetrie non più utilizzate presenti in particolar modo nei centri urbani mentre a livello strategico, potranno essere calcolate facendo riferimento ad un’area vasta.

La pianificazione generale dovrà rispondere alle seguenti direttive:

� tenere in debita considerazione i risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Salvaguardare il completamento degli ambiti di espansione residenziale individuati dal vigente PRGC che risultano già avviati.

� Riconsiderare e se il caso sopprimere i comparti edificatori che non hanno trovato ancora attuazione ed individuati nei precedenti piani ovvero la definizione oggettiva di una potenziale trasformabilità edificatoria e rilocalizzativa rispetto allo stato di vigenza dei piani regolatori precedenti, con il mantenimento di un disegno urbano, tenuto conto della necessità di garantire gli standard adeguati di cui al L.R. 5/2007.

� Individuare nuovi comparti edificatori solo all’interno di aree già compromesse ed in stato di abbondano riconvertendo le aree o porzioni di esse alla funzione residenziale.

� Proporre eventuali nuove e diverse direttrici di espansione urbana solo a livello del piano struttura. Il recepimento di tali aree all’interno del piano operativo dovrà essere regolamentato dal piano operativo stesso.

� Ricercare forme di perequazione e compensazione urbanistica tali da prevedere che una porzione dei nuovi ambiti individuati vengano destinati all’edilizia sociale in modo da avere sul territorio disponibilità di aree e/o fabbricai integrati nel tessuto sociale.

� Ricercare delle forme per incentivare e favorire l’utilizzo di energie rinnovabili e di materiali a basso impatto nella edificazione dei nuovi edifici stabilendo anche delle regole d’impianto dei fabbricati che cerchino di utilizzare al meglio le direttrici elio termiche e di esposizione ai venti dominanti.

� Disporre che i nuovi comparti edificatori dovranno tendere per quanto possibile a condizioni di autosufficienza sotto il profilo energetico, ricorrendo all’impiego di fonti di energia rinnovabile, al contenimento dei consumi energetici ed ogni altra forma di risparmio e razionalizzazione delle energie.

� Proporre l’individuazione localizzativa e la definizione tipologica degli standard, dei servizi e delle attrezzature, laddove ritenuto indispensabile garantire un assetto armonico e funzionale con il contesto circostante.

� Favorire, all’interno dei novi comparti edificatori, forme di mobilità alternativa e a basso impatto privilegiando la funzione preminentemente residenziale delle aree in modo da garantire la sicurezza e la tranquillità degli ambiti.

� Prevedere un iter semplificato, anche nelle tempistiche, per il passaggio dei nuovi comparti tra Piano Struttura e Piano Operativo.

Le aree destinate a servizi ed attrezzature collettive

Nella situazione attuale e di sviluppo programmato del territorio comunale il settore dei servizi pare quello che dovrà essere attentamente monitorato al fine di garantire

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e conservare l’attuale livello di eccellenza. Le direttive da seguire sono le seguenti:

� la creazione di un sistema integrato tra abitazioni e servizi pubblici che tenga conto delle tendenze evolutive della popolazione residente.

� L’attuazione diretta da parte dell’Ente locale degli interventi di nuova realizzazione e il potenziamento per i servizi esistenti di maggior importanza (scuola materna ed elementare, centri di aggregazione e per l’espletamento dei diritti democratici, centri per l’assistenza, caserma dei carabinieri, aree per parcheggi di relazione a servizio della residenza, ecc).

� Il ricorso al coinvolgimento degli operatori privati nella realizzazione dei servizi a titolo compensativo qualora si prevedano interventi di grandi dimensioni, quali ad esempio l’espansione e l’individuazione di nuove zone turistiche o di nuovi comparti edificatori residenziali.

� La ricerca di sinergie con comuni limitrofi per i servizi di scala maggiore come la scuola media inferiore, la sanità e l’assistenza medica, servizi tecnologici ecc.).

� Il ricorso al coinvolgimento degli operatori privati (tramite piani particolareggiati di iniziativa privata) nella realizzazione di servizi minimali nelle aree d’espansione (nucleo elementare di verde, parcheggi, ecc.).

� Garantire una miglior accessibilità alle aree per servizi individuando percorsi dedicati ai disabili per il collegamento con le aree a maggiore densità abitativa.

� Completare tutte le aree servizio con i relativi fabbricati che risultano iniziati e non ancora ultimati e che versano in stato di abbandono siano questi privati che pubblici.

� Prevedere lo sviluppo a carattere ludico/sportivo dell’area posta lungo via Varmo, compresa tra l’esistente pista per BMX ed il centro abitato del capoluogo, predisponendo un accesso a tale area dalla lottizzazione denominata “Braida Anzil” tramite un ponte sul canale di bonifica esistente.

� Prevedere lo sviluppo delle aree adiacenti al campo sportivo di Teor al fine di creare un polo a carattere ludico/sportivo a servizio della comunità.

Le attività produttive

Una rilevante parte del territorio comunale risulta occupato da insediamenti produttivi che hanno consolidato la loro presenza nell’arco di oltre quarant’anni.

Per questo settore le direttive da seguire nella redazione del nuovo piano sono le seguenti:

� favorire (nei limiti di operatività concessi al P.R.G.C.) ancora di più il consolidamento delle imprese attualmente insediate e lo sviluppo di nuove iniziative all’interno di aree che risultano già dotate delle opere infrastrutturali, perseguendo peraltro un miglioramento dei livelli di compatibilità ambientale sia in relazione al contesto "naturale" che in rapporto con le altre attività insediate nel territorio comunale.

� Per le attività produttive esistenti all’interno dei centri abitati dovrà essere garantita la possibilità di ampliamenti ed adeguamenti funzionali.

� Individuare le direttrici di espansione delle zone produttive solo in corrispondenza delle aree interessate da attività industriali già insediate e che hanno la necessità di espandersi in modo da favorire l’ampliamento dell’attività produttiva.

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� Individuare, a livello di piano struttura, i limiti delle diverse zone produttive in modo da tenere conto delle potenzialità di sviluppo delle diverse zone industriali/artigianali presenti sul territorio, consentendo una certa “flessibilità” per quelle realtà che, in tempi recenti, hanno dimostrato una maggiore dinamicità e propensione allo sviluppo, mentre si dovrà prevedere il confinamento allo stato di fatto per tutte le restanti realtà.

� Ripensare e riconsiderare le possibili direttrici di sviluppo del settore così come oggi risultano individuate dal PRGC ed in particolare per il nuovo ambito produttivo localizzato tra l’abitato di Chiarmacis e l’abitato di Rivarotta a Nord dell’Autostrada.

� Favorire il riutilizzo di eventuali strutture dismesse (contenitori) con l’insediamento di altre attività nel rispetto di un intervento comunque sostenibile.

� Favorire il completamento e la piena operatività degli ambiti a carattere artigianale individuati dai PRGC vigenti consentendo anche destinazioni d’uso differenti da quelle strettamente produttive ma comunque ritenute compatibili con l’attività produttiva quali: attività commerciali a basso impatto, magazzini, depositi della logistica e altro e della logistica.

� Incentivare all’interno delle zone a carattere produttivo l’uso di energie derivanti da fonti rinnovabili ed un maggiore contenimento dei consumi energetici favorendo l’impiego di tecniche costruttive innovative come l’utilizzo di “tetti verdi” ecc..

Le attività commerciali

Le attività commerciali presenti sul territorio sono localizzate essenzialmente nei centri abitati e rappresenta un settore in sofferenza che necessita di essere in qualche modo salvaguardato ed incentivato.

Per questo settore le direttive da seguire nella redazione del nuovo piano sono le seguenti:

� tenere in debita considerazione i risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Consolidare e favorire la completa attuazione della zona commerciale individuate dai piani vigenti all’interno dei centri abitati in particolar modo la zona H2 di Rivignano”.

� Le eventuali nuove direttrici di espansione del comparto commerciale dovranno interessare aree già compromesse e non più utilizzate sotto il profilo agricolo e/o produttivo ed essere rivolte a strutture commerciali di piccole dimensioni con superfici di vendita non superiori a 1.500 mq.

� Incentivare l’insediamento di attività commerciali specializzate per la commercializzazione di prodotti tipici del territorio, all’interno dei nuclei abitati di antico impianto da mettere in filiera con le aziende di produzione agricole presenti sul territorio.

� Favorire il commercio di vicinato all’interno dei nuclei abitati al fine di offrire un maggiore servizio alla collettività, ai residenti ed alle persone meno autonome.

Allegato “B”

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Le infrastrutture

L’infrastruttura di maggior rilevanza presente sul territorio comunale è il tronco dell’Autostrada A4 Venezia-Trieste che attraversa, per un breve tratto, la parte meridionale del territorio. La rete stradale principale del territorio di Rivignano-Teor comprende diverse strade “Provinciali”: la n.7 (“di Latisana”, da Pozzuolo-Talmassons-Rivignano-Latisana), la n. 56 (“dello Stella”, Muscletto-Rivignano-Teor-Palazzolo-Precenicco-Pertegada), la n. 93 (“di Belgrado”, Codroipo-Camino-Varmo-Rivignano). Nella parte meridionale del territorio comunale, parallela all’Autostrada recentemente è stata realizzato un tratto della complanare collegherà il casello autostradale di Ronchis con quello di Porpetto, consentendo quindi un agevole indirizzamento verso queste due destinazioni del traffico veicolare in movimento sulla SP 56, senza interessamento della strada statale SS 14

Esiste una rete di percorsi ciclabili e pedonali che affiancano, su sede propria alcuni tratti della viabilità provinciale e locale,

Si segnalano infine alcuni elettrodotti aerei di media tensione che attraversano in diverse direzioni il territorio ed una linea di adduzione principale dell’acquedotto in direzione Nord Sud.

Riguardo al progettato di intervento per la costruzione della terza corsia dell’autostrada A4, giunto al livello di progettazione definitivo, interessa solo marginalmente il territorio comunale. L’opera ha rilevanza nazionale e la potestà decisionale del comune nel merito delle scelte progettuali è quanto mai limitata e non può fare altro che recepire ed integrare il proprio strumento urbanistico con le scelte fatte in altre sedi. Per la rimanenti opere infrastrutturali le direttive che il piano deve seguire sono le seguenti:

� individuare una gerarchia di percorsi stradali cercando di diversificare gli spostamenti a breve raggio con gli spostamenti a lungo raggio.

� Verificare la sostenibilità e la compatibilità dei tratti viari locali di completamento previsti dagli strumenti urbanistici vigenti negli abitati di Rivignano, Sivigliano, Teor, Chiarmacis e Rivarotta.

� Razionalizzare le intersezioni a raso che risultano non idonee con difetti di protezione delle utenze deboli.

� Creare una rete coerente e continua di itinerari ciclabili urbani ed extraurbani recependo nello strumento urbanistico anche previsioni progettuali sovracomunali le previsioni progettuali proposte dal Piano Provinciale delle piste ciclabili.

� Proporre ed individuare un percorso ciclabile “privilegiato” che attraversi l’intero territorio comunale, in direzione Sud Nord che preveda il collegamento tra le aree turistiche di Lignano, le aree naturalistiche della Laguna di Marano e dei boschi planiziali di Muzzana del Turgnano a sud con l’ambito culturale per antonomasia di Villa Manin di Passariano a Nord.

� Riproporre le viabilità di antico impianto presenti sul territorio che collegavano gli abitati al loro contado. Ripristino e riutilizzo che potrà essere anche solo a livello ciclo pedonale proponendo dei sottopassi da realizzarsi sul sedime autostradale al fine di aumentare la permeabilità ed il collegamento tra i territori e gli abitati posti a nord e a sud dell’autostrada.

� Implementare e meglio segnalare i percorsi di interpretazione paesaggistica e naturalistica sia dell’area dello Stella che dell’intero territorio agrario.

Allegato “B”

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Il territorio agrario ed il paesaggio

Le direttive riferite al territorio “agrario” riguardano tre distinti elementi del territorio stesso che per la scrivente amministrazione assumono o meglio devono assumere la stessa valenza e dignità degli altri elementi costitutivi sopra richiamati. Tali elementi sono:

a) Elemento naturalistico rappresentato dalle aree del Sito di Interesse Comunitario Risorgive dello Stella, del ARIA 14 del Fiume Stella e del Biotipo Naturale Risorgive di Zarnicco;

b) Elemento paesaggistico rappresentato dalle aree agricole che non sono state ancora interessate da importanti interventi di riordino fondiario e che conservano una antica trama di coltivazione agraria;

c) Elemento del settore produttivo primario o aree agricole con coltivazioni di tipo industriale.

d) Elemento di possibile futura trasformazione.

Nonostante le trasformazioni operate sul territorio negli ultimi trent’anni la gran parte del territorio comunale è destinato al settore agricolo che assume pertanto una importante valenza non solo economica ma anche paesaggistica. L’economia agricola dell’ambito comunale appare fortemente radicata nel contesto socio economico infeudato, risultando strutturalmente differenziata tra le aree riordinate caratterizzate dalla modularità delle unità produttive e le zone in cui gli accorpamenti aziendali hanno spesso determinato una riorganizzazione particellare con l’ampliamento delle superfici minime colturali, conservando tuttavia gli elementi naturali o paranaturali di contorno.

Uno degli elementi strutturali che danno una maggiore connotazione al territorio è quello dell’alveo del Fiume e Stella che di fatto risulta già tutelato dal SIC “Risorgive dello Stella” IT 3320026, dall’ARIA 14 “Fiume Stella” istituita con DPGR 125 del 19/012001 e dal Biotipo Naturale “Risorgive di Zarnicco” introdotto con DPGR 23/06/1998 0236/Pres. Questi ambiti che sono ben individuabili all’interno del paesaggio agrario caratterizzati da ampie zone boscate e costituiscono un vero polmone di biodiversità e rifugio per la componente faunistica fortemente limitata dalla semplificazione delle destinazioni monoculturali. In queste aree la presenza di elementi arborei appartenenti al Querco – carpinetum ed al Salici- populetum, anche di significative dimensioni, risultano conferire al contesto un elevato valore paesaggistico derivante anche dall’assenza di soprassuolo dei coltivi limitrofi. Lo stato di naturalità dei luoghi, attribuisce una forte connotazione al paesaggio avendo preservato la loro struttura sotto il profilo ambientale e paesaggistico nel corso dei secoli. Questi luoghi rappresentano una grande risorsa per l’intero territorio e risultano ampiamente trattati nel sito dedicato www.starlifenatura.it/.

Il piano dovrà recepire le seguenti indicazioni:

� Tutela delle parti di territorio di preminente interesse naturalistico, forestale, idrogeologico, geologico, geomorfologico e paesaggistico; garantendo peraltro la possibilità di mantenere le attività agricole in atto, in modo che esse possano concorrere alla salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio.

� Mantenimento dello stato naturale delle aree boscate cercando di limitare il più possibile la contaminazione con l’elemento umano limitando gli interventi

Allegato “B”

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manutentivi solo ad opere di protezione idraulica dell’alveo ed alla sicurezza del corso d’acqua.

� In ambito di parco recepire Recepire a livello di norma di piano regolatore le indicazioni riportate al punto “Best Practice” contenute all’interno progetto “Star Life Natura”.

L’azione di tutela che il piano dovrà porre in atto nei confronti di queste aree non dovranno essere obbligatoriamente di tipo vincolistico ma puntare, anche in questo caso, sulla gestione sostenibile del territorio verificando la possibilità di un possibile “sfruttamento” delle risorse naturali esistenti sotto il profilo turistico e del tempo libero oltre che favorendo un tipo di agricoltura e di silvicoltura volta oltre che ad un tipo di produzione di tipo tradizionale anche al presidio ed alla salvaguardia dei luoghi come avveniva in un tempo passato. Dovrà comunque e sempre essere tutelata la specificità delle aree.

La parte restante del territorio agrario è utilizzata a coltivo sia in modo tradizionale che in modo intensivo, presenta scarse valenze sotto il profilo paesaggistico, ma ha notevoli ricadute sotto il profilo economico e produttivo.

In considerazione della grave crisi che sta attraversando il settore di produzione primario con il nuovo piano si dovrà cercare di favorire ed implementare attività di produzione agroalimentare a forte connotazione locale fornendo degli incentivi che consentano una integrazione al reddito ai coltivatori a titolo principale in modo da sfruttare al meglio le potenzialità ai fini della produzione agricola dei luoghi che hanno conservato un elevato fattore di “ruralità”. Si dovrà comunque garantire e salvaguardare le produzioni agricole ed aziendali in essere demandando all’imprenditore agricolo quali tipi di colture e tipologia di coltivazione adottare.

Per quanto di competenza dell’Ente locale si ritiene di eliminare o ridurre al minimo tutti i vincoli di carattere burocratico ad oggi esistenti sulle zone agricole che comportano sperpero di denaro e di energie per gli imprenditori agricoli senza nessuna ricaduta positiva sulla collettività. Troppe volte l’imprenditore agricolo è chiamato ad adempiere a degli obblighi di carattere burocratico/amministrativo che risultano decisamente sproporzionati rispetto agli interventi che intende realizzare. Detti adempimenti, previsti da una moltitudine di regolamenti e “vincoli” gravanti sulle aree agricole, che si sono andati a sommare nel corso degli anni, comportano di fatto una inutile perdita di tempo che di fatto viene sottratto alle ore di lavoro ed anche un costo in termini di denaro che va a sommarsi alle spese di produzione riducendo così i margini di guadagno. Le ricadute che derivano sul territorio dal rispetto di tali regolamenti e dalle imposizioni previste dalla esistenza di specifici vincoli il più delle volte è del tutto nullo o irrilevante.

Il PRGC dovrà essere redatto nel rispetto delle seguenti direttive:

� tenere in debita considerazione i risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Salvaguardare le risorse agricolo-forestali esistenti ed incentivare quegli interventi che puntano al ripristino di quelle condizioni di maggior complessità ambientale, favorendo peraltro anche una riqualificazione delle aziende agricole.

� Conferire allo sviluppo delle attività agricole un ruolo di primo piano nell’ambito delle più generali tendenze dello sviluppo economico comunale;

� Consolidare e potenziare le realtà esistenti, al fine di creare le condizioni per sostenere la formazione di nuove strutture agricole.

Allegato “B”

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� Favorire la valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità, con al centro dell’azione di innovazione nel settore agroalimentare il ruolo delle aziende agricole.

� Incentivare l’ammodernamento delle realtà esistenti, al fine di metterle in grado di sostenere le continue sfide del mercato.

� Favorire le condizioni per le aggregazioni strutturali di filiera e di supporto alle produzioni.

� Definire nuove regole efficaci di sviluppo e quindi di pianificazione sostenibile e condivisa, che permettano gradualmente di superare le vecchie metodologie di pianificazione territoriale, spesso caratterizzate da norme di tipo vincolistico che talvolta hanno disincentivato nuove iniziative imprenditoriali nel settore agricolo.

� Integrare maggiormente nell’ambiente gli impianti esistenti sia di produzione animale e dell’itticoltura che delle coltivazioni in serra prevedendo specifiche forme di mitigazione.

� Incentivare all’interno delle aziende agricole l’insediamento di attività di tipo agrituristiche in modo da sfruttare compiutamente le potenzialità del territorio sotto il profilo dell’ambiente e della naturalità dei luoghi.

� Integrare in modo completo le attività turistiche con l’ambiente circostante e non rappresentare attività autonoma e separata ma complementare alla attività delle aziende agricole esistenti.

� Prevedere all’interno del nuovo PRGC una articolazione della zonizzazione molto semplificata che recepisca lo stato di fatto dei luoghi superando la suddivisione attuale definita in base a quanto disposto nel 1978 dal PURG.

� Regolamentare Definire una normativa di attuazione delle zone agricole che favorisca l’attività edilizia libera regolamentando invece, in modo puntuale, gli interventi di maggior complessità che dovranno essere definiti in funzione dei vari usi del suolo (in atto e potenziali). L'obbligo della pianificazione attuativa preliminare dovrà essere limitata solo per gli interventi di maggior rilevanza (stabilimenti per la trasformazione di prodotti agricoli, allevamenti a carattere industriale, officine meccaniche a supporto dell’attività agricola ecc.) ove consentiti.

� Incentivare il ripristino delle condizioni di maggior complessità ambientale, attraverso una normativa del piano strutturata in modo tale da contenere che preveda, anche solo a livello indicativo, una serie di schede tipo relative alle modalità più corrette per l'impianto di alberi e cespugli, sia per fini produttivi (pioppeti, altri impianti specializzati a medio turno) che per fini ambientali-paesaggistici (fasce boscate, siepi, filari, ecc.); in modo da fornire una guida per gli interventi di eventuali riassetti fondiari che prevedano la ricomposizione di appezzamenti di terreno.

� Ridurre al minimo i vincoli di diversa natura e tipo gravanti sulle aree agricole. Per le aree che comunque rimangono sottoposte a vincolo, si propone di cercare delle forme di compensazione pubblico/privato dove il privato (in questo caso l’imprenditore agricolo) si impegna a mantenere in stato di decoro e sicurezza dette aree ed in compenso ottiene, dalla municipalità, delle agevolazioni in termini di riduzione degli oneri fiscali che gravano su tali aree.

Allegato “B”

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Altro

� All’interno dell’attuale zona agricola si dovrà indagare una proposta che consenta di individuare, a livello diagrammatico, un’area, possibilmente allocata nella parte meridionale del territorio comunale, dove non siano presenti particolari aspetti di pregio sotto il profilo paesaggistico ed agronomico, da indicare come possibile ambito di trasformazione. Per questo ambito, l’idea che l’Amministrazione Comunale intende proporre, è quella di valutare se sussistono le condizioni ambientali, infrastrutturali e logistiche per prevedere la realizzazione di un “parco tematico” o di altra attività di tipo “sportivo – ricettivo” di supporto al settore del turismo, fortemente sviluppato in aree limitrofe, sfruttando favorevoli condizioni per rapidi ed eccellenti collegamenti viari.

� In alternativa all’individuazione di un’area, la proposta può essere indicata a livello di obiettivi.

Allegato “C”

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REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA

PROVINCIA DI UDINE

COMUNE DI RIVIGNANO TEOR

NUOVO PIANO REGOLATORE GENERALE COMUNALE

PROPOSTA DI DIRETTIVE PER LA FORMAZIONE DEL NUOVO PRGC

Testo definitivo coordinato con le modifiche e le integrazioni

(legge regionale 23.02.2007, n° 5, art. 63 bis) Rivignano Teor, aprile 2018

Allegato “C”

Allegato “C”

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P R E M E S S E

Le Amministrazioni comunali e i cittadini dei due ex comuni di Rivignano e di Teor hanno deciso la fusione dei loro territori in un unico Ente.

Con la nascita del nuovo Ente è iniziata una fase molto importante per l’integrazione tra le due precedenti entità che sta impegnando la nuova Amministrazione in una complessa e impegnativa operazione di revisione delle proprie regolamentazioni amministrative, tra le quali appunto la sostituzione dei due precedenti strumenti di pianificazione con un unico piano regolatore che dovrà sia governare in modo univoco le trasformazioni edilizie ed infrastrutturali, che salvaguardare secondo un univoco principio le emergenze di qualità dell’intero nuovo territorio comunale.

Il nuovo strumento urbanistico, perseguendo l’operazione di integrazione territoriale, dovrà cercare di omogeneizzare definizioni, valutazioni, regole, dimensionamenti e quant’altro era presente nei precedenti piani senza sottovalutare le possibili oggettive diverse situazioni che possono esserci tra le componenti antropiche e naturali presenti nei due precedenti territori, conseguenti al fatto da che da diversi decenni sono state regolamentate da due diversi strumenti di pianificazione.

E’ pertanto importante che il nuovo piano regolatore tenga nella dovuta considerazione questi aspetti che potranno essere affrontati tenendo conto delle criticità e delle indicazioni contenute nell’elaborato di verifica/confronto tra i due precedenti strumenti urbanistici contenuto nello studio preliminare alla formazione delle presenti direttive.

Il Comune di Rivignano Teor è stato istituito il 1° gennaio 2014, con Legge regionale n° 1 del 7/02/2013, e nasce dalla fusione dei comuni di Rivignano e Teor.

L’Amministrazione Comunale del neo costituito comune di Rivignano Teor è oggi chiamata ad uniformare gli strumenti urbanistici dei due ex comuni in un unico piano regolatore generale che ricomprenda l’intero territorio comunale.

Preliminarmente è necessario illustrare alcune considerazioni di carattere generale al fine di rendere esplicito il quadro di riferimento generale con il quale ci si deve confrontare in termini di pianificazione territoriale.

La legge urbanistica di riferimento vigente nella regione Friuli Venezia Giulia è la LR 5/2007 accompagnata dal successivo decreto di attuazione DPR 20 marzo 2008 n° 086. Tali atti indicano una precisa scala gerarchica degli strumenti urbanistici a livello di pianificazione territoriale e definiscono gli elementi, i contenuti e le modalità di attuazione dei singoli strumenti di pianificazione. Alla Regione spetta la redazione del Piano Territoriale Regionale (PTR) e, a cascata, al comune spetta la predisposizione del Piano Strutturale Comunale (PSC) e del Piano Operativo Comunale (POC). Tali strumenti urbanistici devono essere elaborati in sintonia con i contenuti e le previsioni riportate nel PTR.

Con la LR 12/2008 la Regione, al fine di non fare mancare la possibilità ai comuni di pianificare sui propri territori in assenza di un PTR, provvedeva a riprendere una parte della ex LR. 52/91, precedentemente abrogata con la LR 5/2007, consentendo la redazione di varianti generali ai PRGC o anche varianti parziali agli stessi nel rispetto dell’antico Piano Urbanistico Regionale Generale (PURG) che risale al 1978.

Con la legge regionale n. 22 del 03/12/2009 – Procedure per l’avvio della riforma della pianificazione territoriale della regione – è stato dato l’avvio alla riforma per il governo del territorio a livello regionale. Una riforma finalizzata a stabilire le norme

Allegato “C”

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fondamentali per la disciplina delle procedure di formazione degli strumenti di pianificazione territoriale.

Attraverso questa legge, secondo il principio della sussidiarietà dell’adeguatezza, la Regione ha avocato a sé la funzione della pianificazione territoriale attraverso il “Piano del governo del territorio” (PGT), sostitutivo del Piano Territoriale Regionale (PTR), previsto dalla precedente LR 5/2007. Un nuovo piano che dovrà essere predisposto secondo le modalità operative definite nella legge stessa ed al quale tutti i piani, di grado subordinato, dovranno adeguarsi.

Con DPR n. 0227/Pres. del 31 ottobre 2012 è stato adottato il PGT da parte della Regione ed è stato pubblicato sul BUR in data 9 novembre 2012. Il PGT è stato definitivamente approvato il 16 aprile 2013 e sarebbe dovuto entrare in vigore il diciottesimo mese a decorrere dalla data di pubblicazione sul BUR del decreto di approvazione e comunque non prima del 1° gennaio 2015.

Con la legge 15/2014 il comma 10 dell’art 4 si modifica la L.R. n° 22/2009 e definisce che il PGT entrerà in vigore dodici mesi dopo la pubblicazione sul BUR del decreto di approvazione del Piano Paesaggistico Regionale.

E’ singolare, la circostanza che vede un piano urbanistico entrare in vigore ad una data indeterminata dopo la sua definitiva approvazione.

Oltre alla necessità derivante dall’istituzione del nuovo Comune, allo stato attuale c’è da considerare che gli strumenti urbanistici dei due ex comuni di Rivignano e Teor, come più volte ricordato nei documenti programmatici di questa Amministrazione Comunale, hanno di fatto esaurito la fase propositiva a livello pianificatorio, conservando unicamente la componente gestionale. Considerato il lungo tempo trascorso dalla data di approvazione di entrambi i piani adeguati ai contenuti della ex L.R. 52/91 e che da allora sono andate a modificarsi in modo sensibile, sul territorio, i modelli economici e sociali di riferimento è quanto mai necessario procedere alla definizione di un nuovo strumento di governo che interessi unitariamente il nuovo territorio comunale.

Il Piano regolatore comunale è uno strumento di gestione programmatica del territorio sia naturale che antropizzato. Nella redazione del piano devono pertanto essere prese in esame la generalità degli aspetti, di qualsiasi natura essi siano: sociali, economici, ambientali, insediativi, della salute ecc. e, partendo da un quadro di riferimento certo, rappresentato da una attenta analisi dello stato di fatto, dettare e governare le possibili future trasformazione definendo dei principi e delle regole per intervenire secondo una precisa visione politica che gli amministratori chiamati al governo hanno del territorio stesso.

Si ritiene di dover partire da questa considerazione fondamentale per comprendere come sia inderogabile il fatto di giungere al più presto alla approvazione di un nuovo piano regolatore generale comunale anche in pendenza degli strumenti di pianificazione urbanistica di grado sovraordinato di competenza regionale.

I piani regolatori vigenti risultano datati e del tutto inadeguati ad affrontare le complesse problematiche che oggi interessano in modo sempre più incalzante questo territorio non tanto per dare risposte a richieste di interventi per nuove ed ulteriori trasformazioni (comunque ancora presenti) quanto piuttosto per governare un processo di decrescita economica in modo equilibrato e sostenibile.

Un aspetto non certamente secondario è il fatto che ad oggi sul territorio comunale sono in vigore due distinti piani regolatori che non è possibile modificare, attraverso l’istituto della variante, in quanto la legislazione vigente in materia urbanistica non

Allegato “C”

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contempla il caso in cui su un territorio comunale siano operativi due piani regolatori. Questo, di fatto, comporta il congelamento della gestione del territorio senza la possibilità di adeguamenti, anche parziali, degli strumenti urbanistici alle reali esigenze della collettività

Il PRGC deve invece essere concepito come uno strumento in grado di governare e programmare le trasformazioni sul territorio adeguandosi alle esigenze della collettività. Uno strumento di pianificazione che si deve relazionale e fare propri tutti gli studi ed i progetti che l’Amministrazione comunale ha posto in atto in questi ultimi anni.

Un piano regolatore che deve relazionarsi in modo nuovo con il territorio perseguendo politiche di sostenibilità ambientale e deve pertanto rapportare in modo continuo ed interattivo con la procedura di VAS (Valutazione Ambientale Strategica) che dovrà essere approntata parallelamente alla definizione del nuovo PRGC.

A livello strategico il piano dovrà prendere in esame tutte le potenzialità che questo territorio è in grado di offrire a partire dal recupero e della rigenerazione delle aree dismesse o sottoutilizzate, dalla conservazione e valorizzazione degli aspetti naturalistici e paesaggistici per giungere ad ipotizzare interventi di trasformazione territoriale, anche importanti, per nuovi insediamenti connessi con lo sviluppo turistico e sportivo/ricettivo a scala regionale.

A livello operativo il piano invece è chiamato a gestire la fase del presente e del medio termine e si deve rapportare con tutte le normative in tema urbanistico che fanno riferimento al dimensionamento del piano stesso e al fabbisogno abitativo che il territorio denuncia. Il piano operativo deve privilegiare la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente e dare l’avvio ai processi di recupero delle aree dismesse e/o sottoutilizzate. Il mantenimento, la conservazione e la valorizzazione del paesaggio agrario è un altro importate tema che il nuovo piano operativo deve affrontare. Gli ambiti strategici dove si ritiene di dover intervenire in modo prioritario risultano pertanto essere quelli urbani, già edificati, siano essi di antico impianto che di più recente edificazione ma in stato di abbandono, verificando/eliminando ogni previsione di nuova espansione urbana se non limitata a singoli episodi. Si intende puntare alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente anche attraverso una riqualificazione degli spazi pubblici e del contesto paesaggistico ed ambientale nel quale sono inseriti. Riguardo al territorio naturale/agricolo, il nuovo piano dovrà incentivare tutti quei processi che salvaguardano il territorio in modo da incentivare la produzione agraria secondo principi di sostenibilità. In questi ultimi anni nel settore agroalimentare si è sviluppato un ampio dibattito che vede contrapposti due diverse scuole di pensiero: da un lato si pone un modello di agricoltura che segue il mercato globale con lavorazioni improntate su principi di coltivazione industriale, dall’altro un modello di sviluppo locale che privilegia una produzione di nicchia su prodotti autoctoni e lavorazioni tradizionali. Il nuovo piano deve farsi carico di contemplare tutti questi aspetti, favorendo ed incentivando un modo nuovo di fare agricoltura. A livello di piano operativo, dunque, il piano dovrà:

- prevedere il mantenimento, la conservazione e la valorizzazione del paesaggio agrario;

- puntare alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente anche attraverso una

- riqualificazione degli spazi pubblici e del contesto paesaggistico ed ambientale nel quale i fabbricati sono inseriti;

- relativamente al territorio naturale/agricolo dovrà incentivare tutti quei processi che salvaguardano il territorio in modo da favorire un modo nuovo di fare

Allegato “C”

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agricoltura, seguendo principi di sostenibilità e trovando un equilibrio tra i metodi di lavorazioni improntate su principi di coltivazione industriale e le produzioni di nicchia su prodotti autoctoni che utilizzano metodi di lavorazione tradizionali.

Le presenti direttive non si configurano come un documento retorico e sostanzialmente ininfluente ma vogliono incidere sulle forme di partecipazione al processo decisionale e gestionale che riguarda sia l’uso degli ambiti territoriali già costruiti sia le modalità per un possibile sviluppo sostenibile del territorio. Nulla vieta che questa prima fase sia elaborata andando oltre l’individuazione degli obiettivi generali e dei criteri d’impostazione del piano, oltre la scelta degli strumenti attuativi più idonei (come previsto dalla legge), assumendo invece un significato strategico a scala prettamente comunale ovvero urbana.

Le strategie hanno senso e forza se sono sostenute da coalizioni di interessi in grado di agire sulla scena locale in maniera proattiva e di competere con altri territori, valorizzando le risorse esistenti attraendo allo stesso tempo attività e risorse dall’esterno.

La definizione di questo nuovo piano regolatore, si configura come la sede propria per ideare e attuare le politiche socioeconomiche di sviluppo favorendo i cambiamenti proposti o auspicati. E’ propedeutica, perché può produrre economie, suggerire il consolidamento e il potenziamento di poli spaziali definiti, sfruttare al meglio le infrastrutture atte ad accogliere nuove attività favorendo e regolando le conseguenti politiche immobiliari. L’intero processo si fonda sul principio della sostenibilità in quanto non prevede, in linea generale, l’occupazione o la trasformazione di aree agricole ma interessa un razionale riutilizzo di aree già compromesse oppure occupate da fabbricati dismessi.

Le presenti direttive dovranno fornire il quadro di riferimento per tracciare lo scoping riferito alla procedura di valutazione ambientale strategica dell’intero piano. Rappresentano il primo passo del processo di valutazione degli effetti ambientali che il nuovo piano può generare.

Ulteriore aspetto che il nuovo PRGC dovrà affrontare e lo renderà differente dai precedenti piani è l’entrata in vigore del nuovo “Codice regionale dell’edilizia”, così come definito dalla L.R. 19/2009 e relativo Regolamento di attuazione. Il nuovo Codice dell’edilizia definisce in modo innovativo i parametri edilizi e stabilisce delle nuove regole per la loro applicazione che se non correttamente recepite negli strumenti urbanistici comunali possono generare delle “discrasie” nel tessuto urbano.

Un aspetto decisamente innovativo nella concezione di “pensare” il nuovo piano regolatore comunale è quella di affiancarlo ad uno studio di marketing territoriale mirato per il territorio. Il PRGC diventa uno strumento per promuovere e mettere in rete le eccellenze presenti nel territorio. I due ex comuni di Rivignano e Teor negli ultimi anni hanno avviato delle politiche lungimiranti sia a livello istituzionale/organizzativo (unione dei comuni, coinvolgimento operatori esterni, comunicazione più efficace, etc.) sia di governo del territorio (dalle varianti urbanistiche ad impatto sempre più contenuto, agli interventi di recupero edilizio/funzionale di immobili rilevanti come Villa Ottelio, agli interventi di recupero/ricostruzione ambientale come i boschi del progetto LIFE, etc.), politiche che adesso vengono riprese e rilanciate con l’avvio del nuovo comune, integrando il processo di formazione del nuovo PRGC con elementi di MT in modo da attivare concrete politiche di sviluppo sostenibile e competitivo, di medio/lungo periodo e non di semplice promozione territoriale a breve termine. Il MT riprende le logiche della pianificazione strategica di tipo aziendale/organizzativo declinandole, con gli

Allegato “C”

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opportuni adattamenti, ai fini della definizione di politiche di valorizzazione e sviluppo territoriale che, negli ultimi decenni, sono state applicate a realtà molto diverse anche per scala d’intervento. Nel caso di specie, trattandosi di una comunità virtuosa ma di dimensioni contenute, si dovrà attuare un processo di MT che non si limiti all’applicazione di procedure efficaci calate dall’alto, ma si dovrà piuttosto puntare su un processo di cooperazione che si adatti via via nel medio/lungo periodo alle trasformazioni sociali, culturali ed economiche del territorio cercando di coinvolgere al massimo l’intera comunità che lo abita. Nel recente passato il territorio di Rivignano Teor è stato oggetto di studi, di vario tipo, di gruppi provenienti da ben quattro università: Padova, Trieste, Udine, Venezia che hanno evidenziato come principali elementi identitari: il fiume e la villa. In particolare: lo Stella che attraversa praticamente tutto il territorio e che, oltre a costituire un unicum dal punto di vista naturalistico/ambientale, presenta una rilevanza di tipo archeologico essendo stato nell’antichità un percorso fondamentale per il trasporto fluviale locale; la Villa Otellio con tutto il suo compendio ad Ariis. E’ stato poi individuato un patrimonio diffuso comprendente: vari borghi rurali, singoli complessi di pregio (es. Castello di Flambruzzo) architetture rurali e mulini abbandonati, un sistema idrico superficiale molto differenziato (con fiumi, rogge, torbiere, laghetti, etc.). Dal punto di vista produttivo sono poi stati individuati da tali studi anche numerose aziende agricole e di allevamento che puntano su produzioni di qualità (mele, erbe officinali, riso, zafferano, trota etc.) nonché varie iniziative di tipo agrituristico. I suddetti studi permettono di individuare come nodi da affrontare anche nel processo di MT:

a) il rapporto paesaggio/architettura/cultura (sia in termini di conservazione valorizzazione dell’esistente che di dialogo con i nuovi interventi);

b) promozione dell’archeologia come risorsa identitaria e non mero vincolo;

c) opportunità di sviluppare filiere produttive che integrino agricoltura e turismo;

d) revisione in termini di sostenibilità e competitività di industria/artigianato/servizi;

e) promozione di iniziative di sviluppo locale a livello sovracomunale, di tipo integrato multisettoriale, da attuare con approccio partecipativo utilizzando tutto il bagaglio di strumenti/opportunità che da l’UE.

Per Rivignano Teor si propone un MT di tipo FOCALIZZATO che punti in primis alla valorizzazione delle vocazioni presenti sul territorio, senza per altro rinunciare a pensare alla promozione di opportunità di cambiamento che puntino su comparti di offerta territoriale nei quali Rivignano Teor potrebbero assumere un ruolo di leadership locale. In particolare trovandoci in un territorio che, come hanno evidenziato le ricerche universitarie, a livello di area vasta gravita sostanzialmente su quattro piccole città (Codroipo, Latisana, Cervignano e Palmanova) si potrebbe pensare a cercare di usare le marginalità del passato per creare una quinta centralità ma di tipo più rurale che urbano capace di rivolgersi a segmenti di domanda territoriale e di mercato non soddisfatti dalle altre quattro, in maniera da diventare nel medio/lungo periodo leader in ben precisi comparti del mercato locale e regionale fino a configurare un “distretto rurale evoluto”. Particolare rilevanza oltre alla definizione degli obiettivi di MT assumono le analisi sia dei vari segmenti di domanda presenti sul territorio (locale/contermine/extralocale) che dei comparti dell’offerta locale (presenti o attivabili in relazione alle risorse disponibili). Sulla base di queste analisi e dei processi decisionali dell’Amministrazione, condivisi con i vari portatori di interesse e soprattutto con la partecipazione di tutta la comunità si arriverà, alla fine del processo, alla definizione delle politiche operative concrete del MT da attivare nel corso del tempo. In questa ottica l’Amministrazione Comunale, anche attraverso la

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redazione del nuovo PRGC, tenderà a decidere, anche con il concorso degli altri soggetti pubblici interessati, solo le linee guida per i vari tipi di azione, mentre favorirà l’emergere nella comunità dei contenuti legati alla operatività concreta delle varie iniziative di MT da attuare nel tempo. Ai fini della definizione delle concrete azioni di MT, in senso più ampio, si punterà alla prosecuzione/sviluppo delle sinergie con vari operatori del comparto pubblico, come ad esempio: l’Ente Tutela Pesca (es. la valorizzazione dell’acquario); gli enti coinvolti nel Progetto Integrato Cultura del Medio Friuli (es. sviluppo iniziative culturali connesse con la peculiarità del Cuore dello Stella); Soprintendenza BCAA (sviluppo di iniziative nel campo archeologico e la tutela del patrimonio culturale esistente, anche in collaborazione con associazioni nazionali e locali); le quattro università precedentemente citate (es. ulteriore sviluppo di studi e ricerche); oltre naturalmente ad altri Enti territoriali (Regione, Provincia, Comuni contermini, anche per concertare dove possibile adeguate iniziative di incentivazione e sostegno economico). Il tutto naturalmente verrà sviluppato in piena coerenza con la proposta di Direttive da porre alla base del nuovo PRGC.

Fatte queste premesse per definire le Direttive da seguire nella redazione del nuovo PRGC si deve partire dalla definizione degli elementi strutturali che caratterizzano il territorio comunale.

Una struttura semplificata rappresentata dai seguenti elementi:

a) Elemento del tessuto edificato caratterizzato dai centri abitati di Rivignano e Teor, e dai borghi rurali di Rivarotta, Driolassa, Campomolle, Ariis, Chiarmacis, Flambruzzo, Sella, suddiviso in due sub elementi: di antico impianto e di più recente espansione

b) Elemento storico monumentale o della memoria, rappresentato da tutte le strutture edificate di base preottocentesca rappresentate da ville padronali con le loro aree di pertinenza, icone, mulini ecc

c) Elemento produttivo rappresentato delle zone a carattere industriale ed artigianale esistenti o di prossima attuazione.

d) Elemento delle infrastrutture rappresentato dall’autostrada A4 e dalla rete viaria che attraversa il territorio comunale.

e) Elemento acqua rappresentato dalle aree di rilevante interesse ambientale del Fiume Stella.

f) Elemento del paesaggio agrario rappresentato dai fossi, dai filari, dalle strade campestri, dalle colture arboree e agrarie caratterizzati da una prospettiva visuale corta e pittoresca. Ambiti che conservano una trama dei fondi agricoli antica, non interessati in passato da azioni di riordino fondiario

g) Elemento del settore produttivo primario o aree agricole industriali.

Fermo restando quelli che sono gli aspetti più generali che la pianificazione a scala comunale deve affrontare per ognuno degli elementi sopra richiamati, anche raggruppati, vengono esplicitate delle Direttive specifiche alle quali il nuovo piano regolatore generale dovrà conformarsi.

Allegato “C”

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DIRETTIVE

Nel rispetto del comma 8 dell’art. 63 bis della L.R. 5/2007 Il Consiglio comunale impartisce le direttive da seguire nella predisposizione di un nuovo strumento urbanistico generale.

Le direttive riguardano sia aspetti generali della pianificazione che aspetti particolari riferiti a specifici ambiti o settori: la residenza ed i servizi, le attività produttive e le attività commerciali, il territorio agrario, il paesaggio, le infrastrutture.

Aspetti di carattere generale

Vengono fatti propri i contenuti riportati al comma 2 dell’art. 63 bis della L.R. 5/2007 ritenendo che il nuovo piano regolatore debba perseguire i seguenti obiettivi:

a) la tutela e l'uso razionale delle risorse naturali, nonché la salvaguardia e la valorizzazione dei beni di interesse culturale, paesistico e ambientale con particolare riferimento al parco naturale del fiume Stella ed alle emergenze di carattere architettonico presenti sul territorio;

b) un equilibrato sviluppo degli insediamenti, con particolare riguardo alle attività economiche presenti o da sviluppare nell'ambito del territorio comunale che punti al recupero e riutilizzo delle are degradate e dismesse;

c) il soddisfacimento del fabbisogno abitativo e di quello relativo ai servizi e alle attrezzature collettive di interesse comunale, da conseguire prioritariamente mediante interventi di recupero e completamento degli spazi urbani e del patrimonio edilizio esistente;

d) l'equilibrio tra la morfologia del territorio e dell'edificato, la capacità insediativa teorica del piano e la struttura dei servizi;

e) riconoscere e valorizzare le aree di eccellenza consentendo l’insediamento di attività complementari che consolidino la loro presenza sul territorio;

f) il paese inteso come luogo di elevate relazioni sociali da conseguire attraverso l’abbattimento di quelle barriere che si vengono a frapporre tra gli individui frutto di strutture abitative che privilegiano sempre di più l’isolamento delle persone. Puntare a ricostruire, con i limiti dati dai modelli sociali contemporanei, l’antico modo di utilizzare gli spazi urbani sia pubblici che privati del paese;

g) recepire nelle norme di attuazione del PRGC i contenuti normativi più recenti in ambito regionale in materia edilizia ed urbanistica dal “Codice regionale dell’edilizia” così come sono stati definiti dalla L.R. 19/2009 con particolare riferimento ai principi “Misure per la promozione del rendimento energetico degli edifici”, alla legge regionale L.R. 5/2007 ed in particolare ai principi della “Perequazione urbanistica e della “Compensazione urbanistica”.

Le scelte progettuali che il nuovo piano regolatore generale ritiene di adottare, il rispetto di indici e indirizzi, la definizione di prescrizioni nello sviluppo urbanistico ed edilizio del territorio, l’applicazione di principi, leggi e regolamenti devono fare riferimento ad un unico denominatore comune: lo sviluppo sostenibile. Il nuovo piano regolatore comunale deve essere predisposto nel rispetto della normativa comunitaria e deve costituire allo stesso tempo un elemento di verifica per l’attuazione delle norme di settore e la sostenibilità dello sviluppo verso l’ambiente.

Si stabilisce che nella procedura di VAS devono essere individuati, descritti e valutati gli impatto significativi che l’attuazione del piano potrebbe avere sull’ambiente. In esito a quanto richiesto e sulla scorta delle analisi svolte, devono essere descritti ed

Allegato “C”

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individuati gli indicatori di monitoraggio riferiti ai possibili effetti connessi alle nuove previsioni insediative contenute nel piano regolatore e quali effetti questi potranno avere sull’ambiente.

A questo quadro di riferimento generale il Consiglio comunale di Rivignano Teor ha quindi specificato delle direttive attribuite ai quattro differenti sistemi di riferimento:

- degli insediamenti;

- della mobilità ed infrastrutture tecnologiche ed energetiche;

- dell’ambientale e del paesaggio;

- dell’agricoltura e delle vocazioni territoriali.

DIRETTIVE DI SETTORE

La residenza ed i servizi collettivi

Il settore della residenza riguarda il “costruito” e le possibili, eventuali future direttrici di espansione. E’ stato suddiviso in tre diversi ambiti così denominati: nuclei centrali di antico impianto, aree di più recente espansione ed ambiti di espansione residenziale. Tali ambiti sono stati caratterizzati in ragione della conformazione dei centri abitati, dell’epoca di costruzione dei fabbricati e delle politiche di settore che si intende perseguire.

Per ogni specifico ambito vendono impartite delle direttive.

Il nucleo centrale di antico impianto dell’abitato dei nuclei abitati di Rivignano, Teor, Rivarotta, Driolassa, Campomolle, Chiarmacis, Flambruzzo, Ariis, Sivigliano e l’insediamento di Sella

Secondo la classificazione del P.U.R.G. classifica i centri abitati sono stati così distinti:

- Rivignano, “centro storico con elevato grado di trasformazione” in quanto pur in presenza di impianti urbanistici di notevole pregio in passato sono avvenuti rilevanti processi di sostituzione edilizia o alterazioni del patrimonio edilizio originario. E’ comunque possibile riscontrarvi un tessuto edilizio formato da case rurali tradizionali e da alcune emergenze architettoniche che non hanno subito compromissioni sostanziali dei caratteri originari.

- Gli abitati di Teor, Ariis, Sella sono classificati dal PURG come “nuclei di interesse ambientale di tipo A" in quanto pur non presentando un impianto urbanistico particolarmente complesso, è possibile riscontrarvi un tessuto edilizio per la maggior parte formato da aggregazioni di case rurali tradizionali e da alcune emergenze architettoniche che non hanno subito compromissioni sostanziali dei caratteri originari (anche se non segnalato dal PURG).

- Gli abitati di Campomolle, Driolassa, Rivarotta, Sivigliano, Flambruzzo e Chiarmacis sono invece classificati dal PURG “Ambiti degli altri sistemi insediativi” ovvero come ambiti di sviluppo urbano differenti dai sistemi insediativi di supporto regionale e comprensoriale privi di particolari valenze storiche e/o ambientali. Si ritiene comunque di riconoscere, nella trama urbana di questi nuclei abitati un tessuto edilizio che si è formato secondo precise regole, che si attesta su percorsi matrice ben definiti. Questi nuclei abitati sono costituiti in larga parte da case rurali

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tradizionali e caratterizzati da alcune emergenze architettoniche che non hanno subito compromissioni sostanziali dei caratteri originari.

Per questi nuclei abitati di più antico impianto che rappresentano una degli elementi strutturali più significativi del territorio che conferisce una precisa identità al territorio stesso il nuovo piano dovrà:

� tenere in debita considerazione i risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Salvaguardare l’originario impianto urbano e delle singole unità edilizie che più lo caratterizzano, relativamente agli aspetti dimensionali, tipologici e agli elementi architettonici di spicco.

� Salvaguardare le corti ed i giardini interni, connessi con il tessuto edilizio.

� Prevedere specifiche forme di tutela per i fabbricati di maggior pregio sotto l’aspetto architettonico e monumentale e delle aree di pertinenza.

� Mantenere un corretto rapporto tra gli ambiti centrali dei paesi e le aree di più recente espansione evitando contaminazioni od interferenze che possano deteriorare l’immagine della parte originaria dei paesi (ad es. altezze eccessivamente elevate dei fabbricati nelle aree esterne).

� Limitare solo alle emergenze più significative il ricorso alla pianificazione attuativa attribuendo alle norme del PRGC le azioni di governo e di controllo sulla zona.

� Semplificare l’iter burocratico ed amministrativo per intervenire all’interno dell’ambito riconoscendo al PRGC la pianificazione ed il controllo sulle singole modalità d’intervento. Potranno essere ammessi anche incentivi intesi come “bonus volumetrici” per favorire il recupero degli edifici esistenti ed il recupero alla residenza di tutti quegli annessi che oggi risultano dismessi. Gli interventi previsti e proposti dovranno rispettare le regole del costruire dettate dalla preesistenza ed integrarsi con il tessuto urbano di più antico impianto. Si dovrà comunque prevedere la possibilità di ricorrere alla pianificazione attuativa, riferita anche ad un solo intervento edilizio, qual ora si ritenga di proporre soluzioni progettuali differenti da quelle canoniche indicate dal piano regolatore.

� Ricomprendere all’interno delle zone di maggiore interesse storico/ambientale anche quelle aree che oggi sono esterne alle zone A dei vigenti piani e che in passato sono state oggetto di interventi di sostituzione edilizia che hanno stravolto il loro impianto originario ma che di questo ne facevano parte, proponendo interventi di riqualificazione.

� Favorire nuove forme di ricettività turistica in modo da sfruttare al meglio l’immagine data dalla peculiarità dei luoghi e del loro buon livello di conservazione sotto il profilo dell’impianto urbano e dal contesto ambientale verificando la possibilità di importare anche nella pianura esperienze di “albergo diffuso” già sperimentate in altri centri della regione.

� Incentivare forme di edilizia ecocompatibile che punti sempre di più all’utilizzo di forme di energia rinnovabile e preveda l’impiego di materiali a basso impatto.

Le strategie operative relative alle aree centrali di antico impianto da seguire nella stesura del piano sono così schematizzate:

Limitare il ricorso alla pianificazione attuativa preliminare solo ai complessi edilizi di

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interesse storico-artistico (tenuto conto anche dello stato di degrado in cui versano alcuni di essi) onde garantire l’unitarietà degli interventi e dare la possibilità di insediare nuove attività compatibili con l’assetto esistente conservando il costante controllo sotto il profilo architettonico ed ambientale degli interventi proposti.

Per le restanti aree d’interesse storico ed ambientale si ricorrerà ad un assetto regolamentare del PRGC che favorisca al massimo la realizzazione degli interventi di recupero in modo diretto. Si propone di fornire agli operatori un prontuario sulle tipologie o norme specifiche di intervento consigliate garantendo peraltro all’Ente locale adeguate forme di controllo sia in sede progettuale che di realizzazione.

Ricorrendo ad un uso combinato della zonizzazione e delle norme di attuazione del PRGC, si dovrà procede (anche sulla scorta di tutte le analisi preliminari) ad una classificazione di edifici o di aree in base al loro valore storico, architettonico ed ambientale per poi passare alla definizione di una scala differenziata di gradi di protezione.

La normativa d’attuazione sarà quindi integrata con un “Prontuario” o norme specifiche che potranno costituire una utile guida per la progettazione e la realizzazione degli interventi di recupero tramite una serie dettagliata di suggerimenti e prescrizioni, derivanti dall’opera di rilettura-riproposizione delle antiche regole tipologico-costruttive sopra descritte.

Nella eventualità che si ritenga di intervenire superando le indicazioni morfologiche fornite dal piano regolatore, dovrà essere ammessa la possibilità ad intervenire previa approvazione di un piano attuativo riferito alla sola area d’intervento. In questo modo il governo del processo edilizio ritorna in capo all’Amministrazione comunale che con il PRGC ha dettato le regole generali per intervenire all’interno di questi ambiti ma che di fronte a solide e motivate ragioni può prendere in esame ed ammettere anche interventi secondo nuovi e diversi canoni architettonici, testimoni del tempo presente, che propongono una rilettura in chiave moderna dei canoni architettonici del passato.

L’introduzione di strumenti normativi rivolti ad incentivare il recupero delle unità edilizie, del tessuto urbano originari e la rivalutazione del patrimonio edilizio, attraverso la “liberazione” e “pulitura” dagli edifici o parti di edifici non coerenti con le caratteristiche storiche o architettoniche o paesaggistiche e ambientali, nei contesti centrali, mescolati a contesti edilizi di rilievo e valenza, recependo le disposizioni normative contenute nell’art. 60 della L.R. 19/2009.

Le aree di più recente espansione o di completamento

Corrispondono alle zone a prevalente carattere residenziali che si sono sviluppate principalmente negli anni sessanta, settanta e ottanta nei diversi centri urbani.

Per questo ambito si formulano le seguenti direttive:

� la sostanziale conferma delle scelte dei PRGC vigenti tenuto conto dei risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Il controllo della qualità d’uso dell’attività edilizia, considerando l’oggettiva saturazione raggiunta nelle zone omogenee relative alla presente componente strutturale.

� La risposta ai fabbisogni e alle esigenze sopravvenute nell’ambito delle modalità dell’abitare, nel rispetto del controllo della qualità d’uso.

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� Il controllo delle destinazioni d’uso escludendo quegli usi che sono in conflitto con la prevalente destinazione residenziale dei fabbricati.

� Il recepimento delle richieste formulate dai privati cittadini su eventuali modifiche di destinazioni d’uso dei suoli qualora queste non contrastino con gli obiettivi e le strategie operative più generali proprie del piano.

� Il completamento e il miglioramento delle opere di urbanizzazione previste a carico dell’AC in rapporto allo stato di attuazione degli interventi diretti, ed anche quelle a cura dei promotori delle attività indirette.

� Il recupero ed il riutilizzo dei fabbricati in disuso anche attraverso incentivi volumetrici.

� Il completamento dell’edificazione su lotti non ancora edificati e che risultano già urbanizzati.

� L’Incentivo di forme edilizie ecocompatibili che puntino sempre di più all’utilizzo di energia rinnovabile e preveda l’impiego di materiali a basso impatto.

� Il recepimento, nelle norme di attuazione del PRGC, dei contenuti normativi più recenti in ambito regionale in materia edilizia ed urbanistica dettati dal “Codice regionale dell’edilizia” così come sono stati definiti dalla L.R. 19/2009 con particolare riferimento ai principi “Misure per la promozione del rendimento energetico degli edifici”, alla legge regionale L.R. 5/2007 ed in particolare, secondo l’occorrenza, ai principi della “Perequazione urbanistica e della “Compensazione urbanistica”.

� La ricerca, nelle nuove realizzazioni, di includere tra le misure di perequazione e compensazione la destinazione di una parte dell’abitato ad edilizia sociale, in modo da avere nel territorio tale disponibilità, non demandata ad un unico grande stabile, ma diffusa e meglio integrata nel tessuto sociale.

Aree individuate come potenziali direttrici di sviluppo residenziale

Il principio generale che deve sottendere la progettazione del nuovo piano regolatore generale è quella del contenere al massimo il consumo del suolo. Con questa prospettiva l’eventuale individuazione di nuove direttrici di espansione urbana per destinare nuove aree alla funzione residenziale dovranno interessare unicamente aree già compromesse e occupate da ex opifici. Nella preventiva individuazione localizzativa delle future direzioni di sviluppo dei centro urbani, a livello operativo, queste, saranno dimensionate in rapporto al fabbisogno abitativo determinato sulla scala comunale tenendo in debita considerazione la componente del fabbisogno che potrà essere soddisfatta attraverso il recupero delle volumetrie non più utilizzate presenti in particolar modo nei centri urbani mentre a livello strategico, potranno essere calcolate facendo riferimento ad un’area vasta.

La pianificazione generale dovrà rispondere alle seguenti direttive:

� tenere in debita considerazione i risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Salvaguardare il completamento degli ambiti di espansione residenziale individuati dal vigente PRGC che risultano già avviati.

� Riconsiderare e se il caso sopprimere i comparti edificatori che non hanno trovato ancora attuazione ed individuati nei precedenti piani ovvero la definizione oggettiva di una potenziale trasformabilità edificatoria e rilocalizzativa rispetto allo

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stato di vigenza dei piani regolatori precedenti, con il mantenimento di un disegno urbano, tenuto conto della necessità di garantire gli standard adeguati di cui al L.R. 5/2007.

� Individuare nuovi comparti edificatori solo all’interno di aree già compromesse ed in stato di abbondano riconvertendo le aree o porzioni di esse alla funzione residenziale.

� Proporre eventuali nuove e diverse direttrici di espansione urbana solo a livello del piano struttura. Il recepimento di tali aree all’interno del piano operativo dovrà essere regolamentato dal piano operativo stesso.

� Ricercare forme di perequazione e compensazione urbanistica tali da prevedere che una porzione dei nuovi ambiti individuati vengano destinati all’edilizia sociale in modo da avere sul territorio disponibilità di aree e/o fabbricai integrati nel tessuto sociale.

� Ricercare delle forme per incentivare e favorire l’utilizzo di energie rinnovabili e di materiali a basso impatto nella edificazione dei nuovi edifici stabilendo anche delle regole d’impianto dei fabbricati che cerchino di utilizzare al meglio le direttrici elio termiche e di esposizione ai venti dominanti.

� Disporre che i nuovi comparti edificatori dovranno tendere per quanto possibile a condizioni di autosufficienza sotto il profilo energetico, ricorrendo all’impiego di fonti di energia rinnovabile, al contenimento dei consumi energetici ed ogni altra forma di risparmio e razionalizzazione delle energie.

� Proporre l’individuazione localizzativa e la definizione tipologica degli standard, dei servizi e delle attrezzature, laddove ritenuto indispensabile garantire un assetto armonico e funzionale con il contesto circostante.

� Favorire, all’interno dei novi comparti edificatori, forme di mobilità alternativa e a basso impatto privilegiando la funzione preminentemente residenziale delle aree in modo da garantire la sicurezza e la tranquillità degli ambiti.

� Prevedere un iter semplificato, anche nelle tempistiche, per il passaggio dei nuovi comparti tra Piano Struttura e Piano Operativo.

Le aree destinate a servizi ed attrezzature collettive

Nella situazione attuale e di sviluppo programmato del territorio comunale il settore dei servizi pare quello che dovrà essere attentamente monitorato al fine di garantire e conservare l’attuale livello di eccellenza. Le direttive da seguire sono le seguenti:

� la creazione di un sistema integrato tra abitazioni e servizi pubblici che tenga conto delle tendenze evolutive della popolazione residente.

� Garantire una miglior accessibilità alle aree per servizi individuando percorsi dedicati ai disabili per il collegamento con le aree a maggiore densità abitativa.

� Prevedere lo sviluppo a carattere ludico/sportivo dell’area posta lungo via Varmo, compresa tra l’esistente pista per BMX ed il centro abitato del capoluogo, predisponendo un accesso a tale area dalla lottizzazione denominata “Braida Anzil” tramite un ponte sul canale di bonifica esistente.

� Prevedere lo sviluppo delle aree adiacenti al campo sportivo di Teor al fine di creare un polo a carattere ludico/sportivo a servizio della comunità.

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Le attività produttive

Una rilevante parte del territorio comunale risulta occupato da insediamenti produttivi che hanno consolidato la loro presenza nell’arco di oltre quarant’anni.

Per questo settore le direttive da seguire nella redazione del nuovo piano sono le seguenti:

� favorire (nei limiti di operatività concessi al P.R.G.C.) ancora di più il consolidamento delle imprese attualmente insediate e lo sviluppo di nuove iniziative all’interno di aree che risultano già dotate delle opere infrastrutturali, perseguendo peraltro un miglioramento dei livelli di compatibilità ambientale sia in relazione al contesto "naturale" che in rapporto con le altre attività insediate nel territorio comunale.

� Per le attività produttive esistenti all’interno dei centri abitati dovrà essere garantita la possibilità di ampliamenti ed adeguamenti funzionali.

� Individuare le direttrici di espansione delle zone produttive solo in corrispondenza delle aree interessate da attività industriali già insediate e che hanno la necessità di espandersi in modo da favorire l’ampliamento dell’attività produttiva.

� Individuare, a livello di piano struttura, i limiti delle diverse zone produttive in modo da tenere conto delle potenzialità di sviluppo delle diverse zone industriali/artigianali presenti sul territorio, consentendo una certa “flessibilità” per quelle realtà che, in tempi recenti, hanno dimostrato una maggiore dinamicità e propensione allo sviluppo, mentre si dovrà prevedere il confinamento allo stato di fatto per tutte le restanti realtà.

� Ripensare e riconsiderare le possibili direttrici di sviluppo del settore così come oggi risultano individuate dal PRGC ed in particolare per il nuovo ambito produttivo localizzato tra l’abitato di Chiarmacis e l’abitato di Rivarotta a Nord dell’Autostrada.

� Favorire il riutilizzo di eventuali strutture dismesse (contenitori) con l’insediamento di altre attività nel rispetto di un intervento comunque sostenibile.

� Favorire il completamento e la piena operatività degli ambiti a carattere artigianale individuati dai PRGC vigenti consentendo anche destinazioni d’uso differenti da quelle strettamente produttive ma comunque ritenute compatibili con l’attività produttiva quali: attività commerciali a basso impatto, magazzini, depositi della logistica e altro.

� Incentivare all’interno delle zone a carattere produttivo l’uso di energie derivanti da fonti rinnovabili ed un maggiore contenimento dei consumi energetici favorendo l’impiego di tecniche costruttive innovative come l’utilizzo di “tetti verdi” ecc..

Le attività commerciali

Le attività commerciali presenti sul territorio sono localizzate essenzialmente nei centri abitati e rappresenta un settore in sofferenza che necessita di essere in qualche modo salvaguardato ed incentivato.

Per questo settore le direttive da seguire nella redazione del nuovo piano sono le seguenti:

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� tenere in debita considerazione i risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Consolidare e favorire la completa attuazione della zona commerciale individuate dai piani vigenti all’interno dei centri abitati in particolar modo la zona H2 di Rivignano”.

� Le eventuali nuove direttrici di espansione del comparto commerciale dovranno interessare aree già compromesse e non più utilizzate sotto il profilo agricolo e/o produttivo ed essere rivolte a strutture commerciali di piccole dimensioni con superfici di vendita non superiori a 1.500 mq.

� Incentivare l’insediamento di attività commerciali specializzate per la commercializzazione di prodotti tipici del territorio, all’interno dei nuclei abitati di antico impianto da mettere in filiera con le aziende di produzione agricole presenti sul territorio.

� Favorire il commercio di vicinato all’interno dei nuclei abitati al fine di offrire un maggiore servizio alla collettività, ai residenti ed alle persone meno autonome.

Le infrastrutture

L’infrastruttura di maggior rilevanza presente sul territorio comunale è il tronco dell’Autostrada A4 Venezia-Trieste che attraversa, per un breve tratto, la parte meridionale del territorio. La rete stradale principale del territorio di Rivignano-Teor comprende diverse strade “Provinciali”: la n.7 (“di Latisana”, da Pozzuolo-Talmassons-Rivignano-Latisana), la n. 56 (“dello Stella”, Muscletto-Rivignano-Teor-Palazzolo-Precenicco-Pertegada), la n. 93 (“di Belgrado”, Codroipo-Camino-Varmo-Rivignano). Nella parte meridionale del territorio comunale, parallela all’Autostrada recentemente è stata realizzato un tratto della complanare collegherà il casello autostradale di Ronchis con quello di Porpetto, consentendo quindi un agevole indirizzamento verso queste due destinazioni del traffico veicolare in movimento sulla SP 56, senza interessamento della strada statale SS 14

Esiste una rete di percorsi ciclabili e pedonali che affiancano, su sede propria alcuni tratti della viabilità provinciale e locale,

Si segnalano infine alcuni elettrodotti aerei di media tensione che attraversano in diverse direzioni il territorio ed una linea di adduzione principale dell’acquedotto in direzione Nord Sud.

Riguardo al progettato intervento per la costruzione della terza corsia dell’autostrada A4, giunto al livello di progettazione definitivo, interessa solo marginalmente il territorio comunale. L’opera ha rilevanza nazionale e la potestà decisionale del comune nel merito delle scelte progettuali è quanto mai limitata e non può fare altro che recepire ed integrare il proprio strumento urbanistico con le scelte fatte in altre sedi. Per la rimanenti opere infrastrutturali le direttive che il piano deve seguire sono le seguenti:

� individuare una gerarchia di percorsi stradali cercando di diversificare gli spostamenti a breve raggio con gli spostamenti a lungo raggio.

� Verificare la sostenibilità e la compatibilità dei tratti viari locali di completamento previsti dagli strumenti urbanistici vigenti negli abitati di Rivignano, Sivigliano, Teor, Chiarmacis e Rivarotta.

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� Razionalizzare le intersezioni a raso che risultano non idonee con difetti di protezione delle utenze deboli.

� Creare una rete coerente e continua di itinerari ciclabili urbani ed extraurbani recependo nello strumento urbanistico anche previsioni progettuali sovracomunali.

� Proporre ed individuare un percorso ciclabile “privilegiato” che attraversi l’intero territorio comunale, in direzione Sud Nord che preveda il collegamento tra le aree turistiche di Lignano, le aree naturalistiche della Laguna di Marano e dei boschi planiziali di Muzzana del Turgnano a sud con l’ambito culturale per antonomasia di Villa Manin di Passariano a Nord.

� Riproporre le viabilità di antico impianto presenti sul territorio che collegavano gli abitati al loro contado. Ripristino e riutilizzo che potrà essere anche solo a livello ciclo pedonale proponendo dei sottopassi da realizzarsi sul sedime autostradale al fine di aumentare la permeabilità ed il collegamento tra i territori e gli abitati posti a nord e a sud dell’autostrada.

� Implementare e meglio segnalare i percorsi di interpretazione paesaggistica e naturalistica sia dell’area dello Stella che dell’intero territorio agrario.

Il territorio agrario ed il paesaggio

Le direttive riferite al territorio “agrario” riguardano tre distinti elementi del territorio stesso che per la scrivente amministrazione assumono o meglio devono assumere la stessa valenza e dignità degli altri elementi costitutivi sopra richiamati. Tali elementi sono:

a) Elemento naturalistico rappresentato dalle aree del Sito di Interesse Comunitario Risorgive dello Stella, del ARIA 14 del Fiume Stella e del Biotipo Naturale Risorgive di Zarnicco;

b) Elemento paesaggistico rappresentato dalle aree agricole che non sono state ancora interessate da importanti interventi di riordino fondiario e che conservano una antica trama di coltivazione agraria;

c) Elemento del settore produttivo primario o aree agricole con coltivazioni di tipo industriale.

d) Elemento di possibile futura trasformazione.

Nonostante le trasformazioni operate sul territorio negli ultimi trent’anni la gran parte del territorio comunale è destinato al settore agricolo che assume pertanto una importante valenza non solo economica ma anche paesaggistica. L’economia agricola dell’ambito comunale appare fortemente radicata nel contesto socio economico infeudato, risultando strutturalmente differenziata tra le aree riordinate caratterizzate dalla modularità delle unità produttive e le zone in cui gli accorpamenti aziendali hanno spesso determinato una riorganizzazione particellare con l’ampliamento delle superfici minime colturali, conservando tuttavia gli elementi naturali o paranaturali di contorno.

Uno degli elementi strutturali che danno una maggiore connotazione al territorio è quello dell’alveo del Fiume e Stella che di fatto risulta già tutelato dal SIC “Risorgive dello Stella” IT 3320026, dall’ARIA 14 “Fiume Stella” istituita con DPGR 125 del 19/012001 e dal Biotipo Naturale “Risorgive di Zarnicco” introdotto con DPGR 23/06/1998 0236/Pres. Questi ambiti che sono ben individuabili all’interno del

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paesaggio agrario caratterizzati da ampie zone boscate e costituiscono un vero polmone di biodiversità e rifugio per la componente faunistica fortemente limitata dalla semplificazione delle destinazioni monoculturali. In queste aree la presenza di elementi arborei appartenenti al Querco – carpinetum ed al Salici- populetum, anche di significative dimensioni, risultano conferire al contesto un elevato valore paesaggistico derivante anche dall’assenza di soprassuolo dei coltivi limitrofi. Lo stato di naturalità dei luoghi, attribuisce una forte connotazione al paesaggio avendo preservato la loro struttura sotto il profilo ambientale e paesaggistico nel corso dei secoli. Questi luoghi rappresentano una grande risorsa per l’intero territorio e risultano ampiamente trattati nel sito dedicato www.starlifenatura.it/.

Il piano dovrà recepire le seguenti indicazioni:

� Tutela delle parti di territorio di preminente interesse naturalistico, forestale, idrogeologico, geologico, geomorfologico e paesaggistico; garantendo peraltro la possibilità di mantenere le attività agricole in atto, in modo che esse possano concorrere alla salvaguardia dell'ambiente e del paesaggio.

� Mantenimento dello stato naturale delle aree boscate cercando di limitare il più possibile la contaminazione con l’elemento umano limitando gli interventi manutentivi solo ad opere di protezione idraulica dell’alveo ed alla sicurezza del corso d’acqua.

� In ambito di parco recepire a livello di norma di piano regolatore le indicazioni riportate al punto “Best Practice” contenute all’interno progetto “Star Life Natura”.

L’azione di tutela che il piano dovrà porre in atto nei confronti di queste aree non dovranno essere obbligatoriamente di tipo vincolistico ma puntare, anche in questo caso, sulla gestione sostenibile del territorio verificando la possibilità di un possibile “sfruttamento” delle risorse naturali esistenti sotto il profilo turistico e del tempo libero oltre che favorendo un tipo di agricoltura e di silvicoltura volta oltre che ad un tipo di produzione di tipo tradizionale anche al presidio ed alla salvaguardia dei luoghi come avveniva in un tempo passato. Dovrà comunque e sempre essere tutelata la specificità delle aree.

La parte restante del territorio agrario è utilizzata a coltivo sia in modo tradizionale che in modo intensivo, presenta scarse valenze sotto il profilo paesaggistico, ma ha notevoli ricadute sotto il profilo economico e produttivo.

In considerazione della grave crisi che sta attraversando il settore di produzione primario con il nuovo piano si dovrà cercare di favorire ed implementare attività di produzione agroalimentare a forte connotazione locale fornendo degli incentivi che consentano una integrazione al reddito ai coltivatori a titolo principale in modo da sfruttare al meglio le potenzialità ai fini della produzione agricola dei luoghi che hanno conservato un elevato fattore di “ruralità”. Si dovrà comunque garantire e salvaguardare le produzioni agricole ed aziendali in essere demandando all’imprenditore agricolo quali tipi di colture e tipologia di coltivazione adottare.

Per quanto di competenza dell’Ente locale si ritiene di eliminare o ridurre al minimo tutti i vincoli di carattere burocratico ad oggi esistenti sulle zone agricole che comportano sperpero di denaro e di energie per gli imprenditori agricoli senza nessuna ricaduta positiva sulla collettività. Troppe volte l’imprenditore agricolo è chiamato ad adempiere a degli obblighi di carattere burocratico/amministrativo che risultano decisamente sproporzionati rispetto agli interventi che intende realizzare. Detti adempimenti, previsti da una moltitudine di regolamenti e “vincoli” gravanti sulle

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aree agricole, che si sono andati a sommare nel corso degli anni, comportano di fatto una inutile perdita di tempo che di fatto viene sottratto alle ore di lavoro ed anche un costo in termini di denaro che va a sommarsi alle spese di produzione riducendo così i margini di guadagno. Le ricadute che derivano sul territorio dal rispetto di tali regolamenti e dalle imposizioni previste dalla esistenza di specifici vincoli il più delle volte è del tutto nullo o irrilevante.

Il PRGC dovrà essere redatto nel rispetto delle seguenti direttive:

� tenere in debita considerazione i risultati (criticità ed indicazioni) dello studio di verifica/confronto dei due piani vigenti.

� Salvaguardare le risorse agricolo-forestali esistenti ed incentivare quegli interventi che puntano al ripristino di quelle condizioni di maggior complessità ambientale, favorendo peraltro anche una riqualificazione delle aziende agricole.

� Conferire allo sviluppo delle attività agricole un ruolo di primo piano nell’ambito delle più generali tendenze dello sviluppo economico comunale;

� Consolidare e potenziare le realtà esistenti, al fine di creare le condizioni per sostenere la formazione di nuove strutture agricole.

� Favorire la valorizzazione e commercializzazione dei prodotti agricoli di qualità, con al centro dell’azione di innovazione nel settore agroalimentare il ruolo delle aziende agricole.

� Incentivare l’ammodernamento delle realtà esistenti, al fine di metterle in grado di sostenere le continue sfide del mercato.

� Favorire le condizioni per le aggregazioni strutturali di filiera e di supporto alle produzioni.

� Definire nuove regole efficaci di sviluppo e quindi di pianificazione sostenibile e condivisa, che permettano gradualmente di superare le vecchie metodologie di pianificazione territoriale, spesso caratterizzate da norme di tipo vincolistico che talvolta hanno disincentivato nuove iniziative imprenditoriali nel settore agricolo.

� Integrare maggiormente nell’ambiente gli impianti esistenti sia di produzione animale e dell’itticoltura che delle coltivazioni in serra prevedendo specifiche forme di mitigazione.

� Incentivare all’interno delle aziende agricole l’insediamento di attività di tipo agrituristiche in modo da sfruttare compiutamente le potenzialità del territorio sotto il profilo dell’ambiente e della naturalità dei luoghi.

� Integrare in modo completo le attività turistiche con l’ambiente circostante e non rappresentare attività autonoma e separata ma complementare alla attività delle aziende agricole esistenti.

� Prevedere all’interno del nuovo PRGC una articolazione della zonizzazione molto semplificata che recepisca lo stato di fatto dei luoghi superando la suddivisione attuale definita in base a quanto disposto nel 1978 dal PURG.

� Regolamentare gli interventi di maggior complessità che dovranno essere definiti in funzione dei vari usi del suolo (in atto e potenziali). L'obbligo della pianificazione attuativa preliminare dovrà essere limitata solo per gli interventi di maggior rilevanza (stabilimenti per la trasformazione di prodotti agricoli, allevamenti a carattere industriale, officine meccaniche a supporto dell’attività agricola ecc.) ove consentiti.

Allegato “C”

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� Incentivare il ripristino delle condizioni di maggior complessità ambientale, attraverso una normativa del piano che preveda, anche solo a livello indicativo, una serie di schede tipo relative alle modalità più corrette per l'impianto di alberi e cespugli, sia per fini produttivi (pioppeti, altri impianti specializzati a medio turno) che per fini ambientali-paesaggistici (fasce boscate, siepi, filari, ecc.); in modo da fornire una guida per gli interventi di eventuali riassetti fondiari che prevedano la ricomposizione di appezzamenti di terreno.

� Ridurre al minimo i vincoli di diversa natura e tipo gravanti sulle aree agricole.

Altro

� All’interno dell’attuale zona agricola si dovrà indagare una proposta che consenta di individuare, a livello diagrammatico, un’area, possibilmente allocata nella parte meridionale del territorio comunale, dove non siano presenti particolari aspetti di pregio sotto il profilo paesaggistico ed agronomico, da indicare come possibile ambito di trasformazione. Per questo ambito, l’idea che l’Amministrazione Comunale intende proporre, è quella di valutare se sussistono le condizioni ambientali, infrastrutturali e logistiche per prevedere la realizzazione di un “parco tematico” o di altra attività di tipo “sportivo – ricettivo” di supporto al settore del turismo, fortemente sviluppato in aree limitrofe, sfruttando favorevoli condizioni per rapidi ed eccellenti collegamenti viari.

� In alternativa all’individuazione di un’area, la proposta può essere indicata a livello di obiettivi.