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LINEE GUIDA PER LA CORRETTA GESTIONE E IL BENESSERE DEGLI ANIMALI NON CONVENZIONALI Manuale pratico dal veterinario al proprietario SOCIETÀ ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI ESOTICI ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI

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LINEE GUIDA PER LA CORRETTA GESTIONE EIL BENESSERE DEGLI ANIMALINON CONVENZIONALIManuale praticodal veterinario al proprietario

SOCIETÀ ITALIANA VETERINARIPER ANIMALI ESOTICI

ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI

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DAL MINISTERO DELLA SALUTE pag. 1

PRESENTAZIONE pag. 3

INTRODUZIONE pag. 4

IMPOSTAZIONE DELLE LINEE GUIDA pag. 5

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO DEL FURETTO pag. 6

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO DEL CONIGLIO DA COMPAGNIA pag. 9

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ DEI RODITORI pag. 12

CANE DELLA PRATERIA DALLA CODA NERA (Cynomys ludovicianus) pag. 16

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ DEI PASSERIFORMI (Uccelli ornamentali da gabbia e da voliera) pag. 17

LINEE GUIDA SIVAE PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ DEGLI PSITTACIFORMI (Pappagalli) COME PET BIRDS (Pappagalli da compagnia) pag. 20

LINEE GUIDA PER LA DETENZIONE DEI RAPACI IN AMBIENTE CONTROLLATO pag. 23

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ DEI RETTILI pag. 26

SCHEDE SINTETICHE pag. 37

INDICE

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Negli ultimi decenni il rapporto uomo-animale è pro-fondamente cambiato e, da un approccio utilitaristicoproprio della cultura agricola, si è passati ad una societàattenta e sensibile nei confronti degli animali, in partico-lare di quelli da compagnia o affezione.

La Convenzione europea per la protezione degli ani-mali da compagnia del Consiglio d’Europa di Strasburgodel 13 novembre 1987, ratificata con la Legge 4 novem-bre 2010, n. 201, definisce come animale da compagniaogni animale tenuto, o destinato ad essere tenuto dal-l’uomo, in particolare presso il suo alloggio domestico,per suo diletto e compagnia; tuttavia scoraggia la deten-zione di animali di fauna selvatica a scopo di compagniain quanto, a differenza degli altri animali d’affezione,questi non hanno avuto un adeguato processo di dome-sticazione tale da assicurare la loro totale attitudine aduna vita con l’uomo.

Inoltre ai sensi dell’Accordo tra il Ministro della salu-te, le regioni e le province autonome in materia di benes-sere degli animali da compagnia e pet therapy, l’animaleda compagnia è quello tenuto, o destinato ad essere te-nuto, dall’uomo, per compagnia o affezione senza finiproduttivi od alimentari (omissis) ma è esclusa da taledefinizione la categoria degli animali selvatici.

Attualmente è sempre più diffusa l’acquisizione a sco-po di compagnia non solo dei cani e dei gatti ma anchedi altre specie, spesso con areali di origine molto lontani,che incuriosiscono gli acquirenti spinti dal desiderio dipossedere un animale particolare, diverso da quelli co-munemente conviventi con l’uomo.

Tuttavia, mentre per cani e gatti il lungo processo didomesticazione ha portato ad elevati livelli di compren-sione del loro comportamento con conseguente adatta-mento reciproco nei contesti familiari, la scelta di un ani-male da compagnia non convenzionale non è sempresupportata da adeguata conoscenza delle necessità spe-cie-specifiche. La corretta detenzione di tali specie puòinfatti comportare maggiore impegno rispetto ad un clas-sico pet.

Inoltre, i proprietari di questi animali spesso risultanoimpreparati relativamente agli obblighi legali e civici de-rivanti dal possesso di specie non convenzionali.

Il possesso responsabile di ogni animale d’affezione ocompagnia comporta, infatti, precisi impegni e, a talproposito, si sottolinea che ai sensi della legislazione vi-gente il proprietario o detentore di un animale d’affe-zione deve:• occu parsene e garantire la tutela della sua salute e del

suo benessere;• provve dere alla sua sistemazione e fornirgli cure ed at-

tenzione, tenendo conto dei suoi bi sogni etologici spe-cie-specifici, assicurandogli alimentazione adeguata,acqua, esercizio fisico;

• adottare ogni necessaria misura per impedirne la fuga.

È importante sottolineare che un animale non deve es-sere tenuto come animale da compagnia se le condizioniprecedenti non possono essere soddisfatte op pure sel’animale non può adattarsi alla cattività.

Detenere un animale significa, quindi, assumersenel’impegno, prendersene cura, metterlo a suo agio, per-mettergli di vivere in un ambiente idoneo alla specie diappartenenza e di esplicare le naturali espressioni com-portamentali, il tutto compatibilmente e nei limiti di unavita in cattività.

Il Trattato di Lisbona del 13 dicembre 2007 ha rico-nosciuto agli animali lo status di esseri senzienti e, a tu-tela della loro salute e del loro benessere, sono stateemanate numerose norme che regolamentano le modali-tà di acquisizione, detenzione e cessione degli stessi. Unacospicua legislazione disciplina, inoltre, gli aspetti sani-tari e di benessere degli animali durante il trasporto, ilcommercio, l’importazione e l’esportazione nonché lemodalità di esposizione in occasione di fiere, mostre emercati.

La legge 20 luglio 2004, n. 189 ha rappresento un im-portante traguardo per il nostro Paese in quanto garan-tisce la tutela di tutti gli animali anche in assenza di spe-cifiche regolamentazioni. Infatti, tale norma, ha intro-dotto nel codice penale i “Delitti contro il sentimento pergli animali” che prevedono, tra l’altro, disposizioni con-cernenti il divieto di uccisione e maltrattamento per cru-deltà e senza necessità nonché il reato di abbandono de-gli animali domestici e di quelli che hanno acquisito abi-tudini della cattività. Inoltre, sono puniti con pene ana-loghe a quelle previste per il reato di abbandono coloroche detengono gli animali in condizioni incompatibilicon la loro natura e produttive di gravi sofferenze.

Per quanto attiene gli animali appartenenti a specieselvatiche, esistono disposizioni legislative specifiche alivello nazionale, comunitario e internazionale basate suprincipi di conservazione della biodiversità e di tuteladella fauna selvatica autoctona che regolamentano ladetenzione e il commercio di alcune specie, prevedendocertificazioni ufficiali dei singoli animali e/o particolariautorizzazioni.

La convenzione di Washington, ad esempio, regola-menta il commercio in termini di esportazione, riespor-tazione, importazione, transito, trasbordo o detenzione aqualunque scopo di talune specie di animali e piante mi-nacciate di estinzione, elencate nelle rispettive “appendi-ci”, nei 175 Paesi che hanno aderito a tale Accordo.

L’Unione Europea ha recepito tale Convenzione con ilRegolamento CEE n. 338/97; le specie da proteggere so-no classificate in “allegati” diversificati. In Italia il ri-spetto della complessa legislazione comunitaria formata-si intorno alla Convenzione è demandata a più ammini-strazioni: Ministero dell’Ambiente, Ministero dello Svi-luppo Economico e, più in particolare, al Ministero del-

DAL MINISTERO DELLA SALUTE

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le Politiche Agricole, Alimentari e Forestali che, con ilServizio CITES del Corpo Forestale dello Stato, cura lagestione prettamente amministrativa ai fini del rilasciodella certificazione, nonché il controllo merceologico at-traverso nuclei operativi (NOC) presenti sul territorionazionale, in stretto coordinamento con gli Uffici doga-nali abilitati. Questi ultimi svolgono i controlli e appli-cano le sanzioni ai sensi della Legge n. 150/92.

Alle stesse autorità è allo stesso tempo demandato ilcontrollo sulle specie animali che possono costituire pe-ricolo per la salute e l’incolumità pubblica e delle quali èproibita la detenzione, ai sensi del Decreto del Ministerodell’Ambiente 19 aprile 1996.

La fauna selvatica autoctona a vita libera è soggetta,inoltre, a particolari tutele volte sia a preservare la suapeculiarità che il suo ambiente, ai sensi della L. 11 feb-braio 1992, n. 157 “Norme per la protezione della fau-na selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”. A talfine si dichiarano protetti tutti gli animali appartenentialla fauna omeoterma, durante tutto l’arco dell’anno. So-no esclusi i prelievi venatori effettuati sulle specie caccia-bili elencate nei calendari venatori, da chi è provvisto diregolare licenza di caccia, nei periodi di caccia, nelle mo-dalità e con i mezzi consentiti.

Allo stesso tempo è vietato catturare la fauna selvaticaautoctona a vita libera o liberare in natura animali appar-tenenti alle predette specie ma provenienti da allevamentio se importate da altri paesi. Ogni eccezione ai divieti pre-vede sempre particolari autorizzazioni impostate su prin-cipi scientifici basati sullo studio delle popolazioni.

È diffuso infatti l’erroneo convincimento che liberan-do specie selvatiche mantenute in cattività si regali lorouna vita migliore, non riflettendo sugli enormi pericoli aiquali possono andare incontro gli animali né sui poten-ziali danni ambientali e biologici che ne derivano; anco-ra più gravi se l’immissione riguarda specie alloctone, co-me purtroppo si è già verificato sul territorio nazionalecon le nutrie e gli scoiattoli grigi.

Il legislatore comunitario ha posto particolare attenzio-ne agli aspetti sanitari durante la movimentazione deglianimali, ivi compresi quelli d’affezione, stabilendo preci-se regole sia nel caso di movimenti a carattere commer-ciale che non commerciale al seguito del proprietario.

La movimentazione a carattere non commerciale dianimali da compagnia è disciplinata dal Regolamento(CE) n. 998/2003 che stabilisce all’allegato I quali specie

possono essere introdotte al seguito del proprietario (ca-ni, gatti, furetti, invertebrati - escluse le api e i crostacei- pesci tropicali decorativi, anfibi, rettili; uccelli - esclusii volatili allevati per produzioni zootecniche - roditori econigli domestici) e all’art. 3 precisa che tali animali nonpossono essere destinati alla vendita o al trasferimento diproprietà.

Da ciò si desume che, se introdotti ai sensi del succi-tato Regolamento, gli animali non possono essere cedu-ti o scambiati neanche nell’ambito di fiere, mostre edesposizioni.

In conclusione, chiunque prende in carico un animaled’affezione, oltre ad assumere precise responsabilità giu-ridiche, civili e penali, ha il dovere etico di tutelare il pro-prio animale e di rispettare le regole di convivenza civile,quali l’igiene dei luoghi, la limitazione dei rumori e la cu-stodia in sicurezza al fine di prevenire fughe e potenzialipericoli.

Fermo restando il valore sociale degli animali d’affe-zione e l’importante ruolo che gli stessi hanno assunto neinostri ambiti domestici, si ribadisce che le istituzioni sco-raggiano la detenzione come animali da compagnia dellespecie selvatiche e che la scelta di specie c.d. non conven-zionali o esotiche, non completamente adattate alla catti-vità, richiede, ancor più che nel caso di specie domestiche,una preparazione adeguata e un forte impegno.

Questo manuale si pone l’obiettivo di informare i cit-tadini che si avvicinano a questa realtà affinché sianoconsapevoli delle loro scelte anche e soprattutto nell’in-teresse degli animali.

Il potenziale proprietario di un animale da compagniadeve essere in grado di ospitare l’animale desiderato incondizioni tali da garantirgli le specifiche esigenze, assi-curargli il corretto nutrimento e le dovute cure, secondole indicazioni e le prescrizioni del medico veterinario, fi-gura di riferimento per le questioni sanitarie e il benesse-re animale. Infine, non deve essere sottostimato l’impe-gno economico, a volte considerevole, anche in conside-razione della longevità dell’animale.

Direzione Generale della Sanità Animalee dei Farmaci Veterinari Dipartimento

della sanità pubblica veterinaria, della sicurezzaalimentare e degli organi collegiali per la tutela

della salute Ministero della Salute

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Questo manuale scaturisce dall’esigenza di fornire acoloro che detengono o che intendono acquisire un ani-male non convenzionale gli strumenti utili per la sua cor-retta gestione allo scopo di salvaguardarne la salute e ilbenessere.

È necessario prendere atto del crescente interesse chesuscitano le specie non convenzionali, infatti la loro bel-lezza e i loro comportamenti incuriosiscono e invoglianomolti appassionati.

Tuttavia l’interesse verso questi animali non sempre èsuffragato da un’adeguata conoscenza delle loro esigen-ze etologiche che implica il corretto mantenimento deglistessi e la casistica osservata negli ambulatori veterinarilo conferma quotidianamente.

Fermo restando il principio generale di scoraggiare ladetenzione in cattività degli animali appartenenti a spe-cie selvatiche, si ricorda che alcune specie sono protetteda vincoli protezionistici molto severi e che, comunque,non è possibile disfarsi degli animali liberandoli in na-tura, nel rispetto delle norme che tutelano la fauna sel-vatica autoctona nonché per non incorrere nel reato diabbandono.

È opinione comune dei veterinari esperti del settoreche il desiderio di possedere a tutti i costi particolari spe-cie contribuisca ad alimentare un mercato parallelo ille-gale in cui gli animali risultano privi di tracciabilità e digaranzie sanitarie. Un tipico esempio è rappresentato da-gli acquisti via internet. In questi casi infatti, non solo glianimali potrebbero non essere tracciabili, ma l’acquiren-te rischia di ricevere specie non rispondenti alle proprieaspettative (per esempio, una specie differente da quellaordinata), nonché prive di documentazione sanitaria ecommerciale con possibilità di ritrovarsi coinvolti in ille-

citi penali. A tal proposito si ricorda che ogni proprieta-rio è civilmente e penalmente responsabile dello stato delproprio animale, ivi compreso l’onere di provarne la le-gale provenienza.

Ogni buon proprietario, infatti, non può esimersi dalrispetto delle esigenze etologiche e fisiologiche dell’ani-male che ha volontariamente scelto ed è opportuno sot-tolineare che la spinta emotiva all’acquisizione di un ani-male non convenzionale, deve essere accompagnata dal-la consapevolezza che si tratta di un essere senziente conesigenze specifiche che occorre conoscere e impegnarsi arispettare.

A questo scopo, nell’ambito della corretta gestione delproprio animale, l’unica figura professionale di riferi-mento è il medico veterinario esperto in animali non con-venzionali al quale ci si deve rivolgere sia per la preven-zione che per le eventuali terapie. Infatti il veterinarioesperto è in grado di fornire tutte le informazioni neces-sarie affinché i proprietari acquisiscano le dovute cono-scenze in merito all’etologia e al mantenimento di un ani-male in ambiente controllato, garantendone la salute e ilbenessere.

L’impegno verso un animale comporta il dovere di ri-creargli un apposito ambiente gradevole e non stressoge-no che possa rendere compatibili le condizioni di cattivi-tà con le esigenze di una vita dignitosa, in particolare de-vono essere assicurate almeno le cinque libertà:– dalla fame, dalla sete e dalla cattiva nutrizione– dai disagi ambientali– dalle malattie e dalle ferite – di poter manifestare le caratteristiche comportamenta-

li specie-specifiche– dalla paura e dallo stress.

PRESENTAZIONE

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Il benessere è un concetto che viene spiegato da nume-rose definizioni, fra le quali quelle di Hugues del 1976(“Il benessere di un individuo è il suo stato nei confron-ti dei suoi tentativi di affrontare l’ambiente che lo cir-conda”) e quella di Broom del 1997 (“Il benessere di unanimale è il suo stato fisico e psicologico nei confrontidei suoi sforzi per affrontare l’ambiente”). In generaletutte concordano nel considerare il benessere come unostato intrinseco all’animale, dipendente anche dalla suacapacità di adattamento nei confronti dell’ambiente chelo circonda.

Il soggetto che riesce ad adattarsi facilmente all’am-biente si trova in uno stato di benessere, viceversa il sog-getto che non ci riesce (perché non in grado o perché gliè impedito da fattori esterni), si trova in una condizionedi stress che, perdurando, può portare ad una situazionedi immunodepressione e di malessere non sempre evi-denziabile con sintomi clinici ben definiti. Al contrario,la presenza di segni clinici evidenti lascia sempre inten-dere un grave livello di difficoltà di adattamento del-l’animale.

Ciò è dovuto anche al fatto che, in generale, ogni spe-cie animale, ancor più se selvatica, si è adattata ad un de-terminato habitat naturale; ciò assume particolare rile-vanza in quanto garantirne il benessere significa tenerconto degli specifici parametri ottimali in materia di am-biente, fisiologia e comportamento.

Per le specie selvatiche le capacità adattative del singo-lo animale sono molto più spiccate negli animali nati inambiente controllato rispetto a quelli provenienti dallanatura che, spesso, non si adattano alla cattività.

Concludendo, in generale, il benessere non dipende so-lo dalla presenza di fattori che stressano l’animale, maanche dalle sue reazioni e dalle condizioni nelle quali vie-ne messo per affrontarle. Inoltre, il Medico Veterinarioha un ruolo importantissimo nella valutazione del benes-sere in quanto esistono parametri scientifici che gli con-sentono di valutare (ancor meglio della stima dell’ali-mentazione, della gabbia o del suo arricchimento) le con-

dizioni di salute psicofisica dell’animale anche in assenzadi sintomatologia conclamata. Tali parametri sono:– INDICATORI FISIOLOGICI– INDICATORI PATOLOGICI– INDICATORI PRODUTTIVI– INDICATORI COMPORTAMENTALI

ALTRE VALUTAZIONI DEL GRADODI BENESSERE

– Strutture e attrezzature: dimensioni della gabbia, sub-strato, caratteristiche di mangiatoia e beverini.

– Rapporto del proprietario con l’animale. – Presenza di patologie all’arrivo in negozio o nei giorni

immediati dopo l’acquisto.– Alimentazione: accertamento sulla corretta alimenta-

zione (quantità e qualità).– Igiene: accertamento sulla corretta gestione della gab-

bia-terrario-acquario-voliera.– Comportamento: fornire consigli su come maneggiare,

accarezzare e gestire l’animale.– Parametri fisiologici (individuare i parametri fisiologi-

ci controllabili dal laboratorio, più opportuni per le di-verse specie esotiche).

ASPETTI ETICI

Il Veterinario opera nel rispetto delle leggi che miranoa salvaguardare il benessere animale ed ha un ruolo fon-damentale nell’educare i proprietari degli animali.

Le linee guida sono corredate da schede informativeche riportano, in sintesi, i requisiti essenziali per garanti-re il benessere dell’animale (caratteristiche etologiche especifiche sui requisiti minimi sulle attrezzature e ricove-ri per minimizzare gli stress). Ogni specie o gruppo zoo-logico viene trattato in maniera più esaustiva nel corpodel presente lavoro.

INTRODUZIONE

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Nella definizione delle esigenze in cattività di questianimali definiamo sia l’ambiente che l’alimentazione.

Il mantenimento degli animali in cattività richiede par-ticolare attenzione per quanto riguarda l’alimentazione,l’ambiente (gabbie, voliere, terrari, ecc.) e l’arricchimen-to ambientale.

Tutti gli animali tenuti in cattività devono veder ga-rantite le loro esigenze etologiche (ad esempio i pappa-galli in natura passano circa 6 ore al giorno a cercare ilcibo, passano il tempo ad asciugarsi le penne dopo lapioggia e si relazionano con i conspecifici attraverso di-namiche piuttosto complesse) e tali esigenze possono es-sere soddisfatte anche in ambiente confinato con sempli-ci regole di arricchimento ambientale.

L’igiene dell’ambiente è fondamentale per garantire lasalute e, di conseguenza, il benessere di tutte le specieanimali. A maggior ragione per le specie non convenzio-nali mantenute in regime confinato (gabbie, voliere, ter-rari) e che necessitano di particolari accorgimenti.

In questi animali le patologie infettive contagiose sono

di importanza quotidiana. Il sovraffollamento e le conta-minazioni oro-fecali sono tra i primi fattori responsabilidella trasmissione di patogeni tra soggetti.

Ancora più importante è il rispetto di norme di isola-mento/quarantena che evitino l’introduzione primariadei patogeni nell’ambiente, compresi quei patogeni tra-smissibili anche all’uomo.

L’alimentazione degli animali non convenzionali è im-portantissima, in quanto spesso qualitativamente carente.Alimentazione carente è quasi sempre sinonimo di immu-nodepressione e predisposizione alle malattie. Spesso ilmantenimento di animali in condizioni non idonee è sem-plice conseguenza della mancata conoscenza da parte deiproprietari delle esigenze reali delle varie specie e quasisempre non è legata alla volontà o all’inadempienza.

Per migliorare realmente lo stato di benessere deglianimali non convenzionali tenuti in cattività sarebbe op-portuno, quindi, che tutte le figure coinvolte nella deten-zione di animali si rivolgessero preventivamente ai ri-spettivi medici veterinari di fiducia.

IMPOSTAZIONE DELLE LINEE GUIDA

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Queste linee guida non contempla-no né il mantenimento di animali da

riproduzione, né il mantenimento presso negozie commercianti.

CLASSIFICAZIONE E ORIGINE

Classe: Mammiferi (Mammalia)Ordine: Carnivori (Carnivora)Superfamiglia: Canidi (Canoidea)Famiglia: Mustelidi (Mustelidae)Sottofamiglia: Mustelini (Mustelinae)Genere: MustelaSpecie: M. putoriusSottospecie: M. putorius furo

Il furetto appartiene a una specie domestica a tutti glieffetti, frutto di una domesticazione che risale ad almenodue millenni fa.

Lo status di animale domestico del furetto è reso uffi-ciale da una dichiarazione dell’Istituto Superiore per laProtezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), che ha va-lore giuridico.

Il furetto, abituato da secoli a dipendere dall’uomo,difficilmente sopravvive in natura.

AMBIENTAZIONE

Il furetto è un animale molto vivace che ha bisogno dipoter giocare fuori dalla gabbia ed esplorare l’ambiente al-meno per qualche ora al giorno, sia per il suo benessere fi-sico che psicologico. Pertanto NON DEVE ESSERE TE-NUTO COSTANTEMENTE RINCHIUSO; tuttavia, permetterlo al sicuro dai pericoli, è bene lasciarlo nella gabbiail tempo che trascorre dormendo o i momenti in cui non siè presenti per sorvegliarlo (a meno di non poter predi-sporre per lui un’intera stanza resa sicura, “a prova di fu-retto”, in modo impeccabile). La gabbia deve ovviamenteessere più spaziosa possibile; per aumentare la superficie adisposizione si può scegliere una gabbia a più piani colle-gati da rampe. Le misure minime per una coppia di furet-ti indicativamente sono di 70-80 cm di lato per 50-60 cmdi altezza, per una gabbia a un piano. Ovviamente la gab-bia deve essere di materiale robusto e facilmente lavabile.

Occorre verificare la buona tenuta delle porte, perchémolti furetti sono particolarmente abili a guadagnarel’uscita forzando la chiusura.

Un accessorio indispensabile è costituito da un abbe-veratoio a goccia, da appendere ad un lato della gabbia.

Il fondo della gabbia deve essere pieno e non grigliato. I furetti domestici amano dormire in “tane” calde e

buie dove possono sentirsi al sicuro; queste tane possonoessere rappresentate da stracci, asciugamani, vecchi ma-glioni, scatole di cartone, tubi di plastica. Occorre fareattenzione con i furetti giovani, di meno di un anno, per-ché possono tendere a masticare la stoffa, esponendosi alpericolo di un blocco intestinale.

Quasi tutti i furetti imparano ad utilizzare una cas-setta per i bisogni, anche se sono meno affidabili deigatti. In commercio si trovano delle cassette specificheper furetti, a superficie triangolare per adattarsi agli an-goli, con un bordo basso per facilitare il furetto ad en-trarvi e una parte rialzata per impedire alle feci di ca-dere fuori. Il materiale del fondo deve essere preferibil-mente non polveroso; il migliore è costituito da pellet dicarta riciclata, ma si possono utilizzare anche trucioli ocarta a pezzetti.

Fuori della gabbiaPoiché il furetto ha bisogno di trascorrere almeno al-

cune ore in libertà, è necessario predisporre un ambiente(è sufficiente una stanza, non serve tutta la casa) in mo-do che sia sicuro.

I pericoli maggiori sono rappresentati da:• oggetti che il furetto può ingoiare, fili elettrici, piccole

aperture da cui può scappare, sostanze tossiche (pian-te, farmaci, prodotti per la pulizia della casa, sigarette,alimenti inappropriati);

• oggetti pesanti che può tirarsi addosso inavvertita-mente, ecc.Quando si lascia libero il furetto è bene sorvegliarlo a

vista per osservarne il comportamento e verificare se nelrendere l’ambiente “a prova di furetto” è stato trascura-to qualcosa.

All’apertoSe si porta il furetto all’aperto è bene farlo in un luo-

go tranquillo e soprattutto assicurandosi che non scappi(specifici guinzagli a pettorina per furetti).

Per trasportare il furetto fuori di casa è indispensabilerinchiudere l’animale in un trasportino sicuro, di plasti-ca o metallo, del tipo utilizzato per i gatti.

TrasportinoI furetti possono anche viaggiare al seguito del pro-

prietario ed uscire dall’Italia se preventivamente identifi-cati con microchip e passaporto. In linea generale è benenon trasportarli nelle gabbie in cui stanno abitualmente.

Gli animali sono esposti a troppi stimoli esterni chenon possono gestire bene.

I migliori trasportini sono quelli in plastica per cani egatti. Si dovrà semplicemente controllare che le chiusuresiano solide e ben chiuse. Alla griglia che funge da porta,si potrà applicare un abbeveratoio.

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO DEL FURETTO

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ALIMENTAZIONE

Il furetto è un carnivoro obbligato, per mantenersi sa-no questo animale necessita dunque di ingerire esclusiva-mente alimenti di origine animale: grassi animali, che co-stituiscono la sua principale fonte energetica, e proteineanimali di elevata qualità.

L’alimento ideale del furetto è rappresentato da predeanimali intere scongelate (topi e ratti, ad esempio). L’al-ternativa pratica consiste nel somministrare una dietacommerciale secca (crocchette) di ottima qualità, com-posta da alimenti di origine animale.

Per un furetto adulto in condizioni normali la compo-sizione ideale del cibo è: proteine 36-38% (e comunquenon meno del 32%), grassi 22-24%.

La fibra deve essere presente in percentuale minima,cioè 1,5%, massimo 2%.

Il furetto non assimila adeguatamente le proteine delpesce (possono anche causare vomito), quindi questo in-grediente deve essere presente nella percentuale minorepossibile. Gli alimenti per cani, sono sempre inappro-priati per il furetto.

I cibi umidi (scatolette, patè e simili) non sono indica-ti nell’alimentazione del furetto in quanto, predispongo-no a problemi dentali quali tartaro e gengivite.

Ovviamente non deve mai mancare l’acqua, che deveessere sempre fresca e pulita. Il modo migliore per som-ministrarla è tramite un abbeveratoio a goccia.

I furetti amano mangiare poco e spesso; inoltre nonsopportano bene il digiuno, pertanto è opportuno la-sciargli sempre a disposizione le crocchette.

CARATTERISTICHE ANATOMICHEE FISIOLOGICHE

Il maschio ha in media una taglia doppia rispetto allafemmina. Il peso medio del maschio è di 1,5 kg (1-2 kg),la femmina pesa in media 0,5-1 kg.

Il corpo è allungato e le zampe sono molto corte; la co-lonna vertebrale è così flessibile da permettergli di girar-si di 180° all’interno di una galleria.

La testa è allungata, le mascelle robuste; la dentatura ètipicamente da carnivoro, con denti canini atti ad affer-rare la preda e denti premolari e molari foggiati per ma-sticare la carne e triturare le ossa delle piccole prede. Gliocchi sono piccoli e la vista non è molto sviluppata.

Il furetto possiede un paio di ghiandole, poste ai lati del-l’ano, che producono un secreto dall’odore intenso e pun-gente. I furetti svuotano il contenuto di queste ghiandolequando sono molto agitati o eccitati. L’apparato digeren-te è adattato ad un regime alimentare strettamente carni-voro: è relativamente corto (180-200 cm) e semplice.

Il furetto ha una pelle molto spessa, ricca di ghiandolesebacee, il cui secreto è responsabile dell’odore intensoche hanno naturalmente questi animali. L’attività delleghiandole sebacee dipende dall’azione degli ormoni ses-suali, per questo motivo l’odore del corpo si riduce note-volmente negli animali sterilizzati. Le ghiandole sudori-pare sono scarsamente sviluppate, pertanto i furetti sop-portano male il caldo e sono soggetti al colpo di calore.

La durata della vita dei furetti è considerata media-mente di 5-8 anni.

COME MANEGGIARE IL FURETTO

I furetti in genere sono docili e non presentano proble-mi particolari nell’afferrarli e maneggiarli; è sufficientepassare una mano sotto il torace avvolgendolo con le ditae l’altra sotto gli arti posteriori, sostenendo tutto il corpo.

Il furetto ha una dentatura affilata e può provocaremorsi dolorosi; tende a mordere quando è spaventato osi sente minacciato.

Occorre fare attenzione ai morsi dati per gioco: il fu-retto può scambiare un dito teso oppure il naso per ungiocattolo e affondarci i denti; questo è un buon motivoper non avvicinare mai il furetto alla faccia. Quando ilfuretto lecca la mano o un braccio bisogna fare attenzio-ne, perché questo comportamento può preludere ad unmorso.

Se si deve eseguire qualche semplice operazione, cometagliare le unghie o somministrare una medicina, si puòimmobilizzare TEMPORANEAMENTE il furetto affer-randolo per la cute della nuca e sollevandolo in modoche i quattro arti siano sospesi. In questo modo il furet-to si rilassa per un riflesso (spesso sbadiglia anche); il ri-lassamento può essere aumentato carezzandogli la pan-cia dall’alto verso il basso.

Il furetto può restare senza alcun problema il solo ani-male di casa, se gli si può dedicare abbastanza tempo(non sente la necessità di altri della sua specie), in casocontrario è meglio dargli un compagno (ma anche ungatto può essere una buona compagnia).

Due furetti allevati insieme da piccoli vanno sicura-mente d’accordo; in caso di furetti adulti occorre in ge-nere procedere per gradi per permettere ai due animali difamiliarizzare.

Due furetti possono legare quasi immediatamente oimpiegare parecchi mesi a convivere pacificamente.

CONVIVENZA CON ALTRI ANIMALI

I furetti possono convivere tranquillamente con cani egatti, con i quali amano giocare e dormire insieme. Perconigli, roditori, uccelli, rettili e persino pesci il furettorappresenta un grandissimo pericolo, essendo un caccia-tore di natura.

COMPORTAMENTO E CARATTERE

Il furetto è un predatore e manifesta questa sua carat-teristica nella passione per l’esplorazione e la caccia, an-che se ritualizzata nel gioco. I furetti dormono parecchieore; possiamo dire che questi animali hanno due livelli diattività: o sono attivamente impegnati nel gioco, o dor-mono profondamente.

Sono animali molto affettuosi, amano farsi coccolaredal proprietario e gli si affezionano come potrebbe fareun gatto.

Sono generalmente docili, ma esistono sempre eccezio-ni alla regola.

L’aggressività può dipendere dalla scarsa abitudine alcontatto umano, nel caso ad esempio di animali che so-no vissuti per diversi mesi in gabbia in un negozio, primadi essere venduti.

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Con tempo, pazienza e un po’ di stoicismo è possibilevincere la diffidenza del furetto, fargli perdere l’aggressi-vità e renderlo docile e affettuoso.

ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

È ovviamente importante che il furetto, animale attivo,curioso e giocherellone, abbia la possibilità di avere a di-sposizione dei giochi adatti e che possa giocare col pro-prietario o con furetti, gatti e cani.

GiocattoliSi possono utilizzare palline dure, come quelle da ping

pong, sacchetti di carta, tubi e scatole in cui infilarsi.Si può anche legare un oggetto ad uno spago e trasci-

narlo perché il furetto lo rincorra, simulando una predain fuga.

I furetti possono essere addestrati all’agility, e questaattività è molto utile per soddisfare le naturali esigenze diattività di questo animale.

STATO DI SALUTE E VISITE PERIODICHE

Fisiologia riproduttivaIl ciclo riproduttivo del furetto è fortemente influenza-

to dalle stagioni, e più specificatamente dal fotoperiodo(la durata delle ore di luce della giornata). I furetti, siamaschi che femmine, raggiungono la maturità sessuale laprimavera dell’anno successivo alla loro nascita.

Nel maschio intero in primavera si osserva un forte au-mento del volume dei testicoli e modificazioni compor-tamentali indotte dagli ormoni che riguardano l’accop-piamento e un aumento dell’aggressività, oltre all’inten-sificarsi dell’odore corporeo.

La femmina in primavera va in calore, diventa cioè fer-tile, mostrando un forte aumento di volume della vulva.Nella furetta il calore persiste finché non avviene l’ac-coppiamento, oppure finché non diminuisce il fotoperio-do al sopraggiungere dell’autunno. Con il termine del ca-lore si osserva la contemporanea diminuzione di volumedella vulva.

La gravidanza ha una durata media di 42 giorni (conun range di 38-44). Dopo l’accoppiamento la vulva ini-zia a diminuire di volume entro un paio di giorni; può es-sere presente uno scolo mucoso vaginale.

La femmina gravida aumenta il consumo di alimento,che deve essere lasciato sempre a disposizione (ovvia-mente di elevata qualità).

La furetta deve trascorrere in gabbia le ultime due set-

timane di gravidanza per abituarsi a restare rinchiusa. Inquesto modo il parto avverrà sicuramente dentro la gab-bia, evitando il rischio che i piccoli nascano in giro percasa, esposti ad innumerevoli pericoli. Ovviamente è ne-cessario fornire alla furetta un ambiente tranquillo, col-locando la gabbia in una zona adeguata. La madre devestare nella gabbia da sola perché altri furetti adulti po-trebbero uccidere i piccoli.

Nella gabbia va posto un nido che può essere costitui-to da una scatola imbottita di stracci. In prossimità delparto si nota una spiccata perdita di pelo della madre eun aumento di volume dei capezzoli. Il giorno prima delparto può essere normale che la madre mostri disinteres-se per il cibo.

Il numero di cuccioli è in media di otto (al primo par-to di dieci). I piccoli alla nascita pesano mediamente 8-10 grammi e sono immaturi: ciechi, sordi e privi di pelo.Di norma la furetta non ha alcun bisogno di assistenza.

La crescita dei piccoli è molto rapida; già a tre setti-mane di età è opportuno mettere a loro disposizione delcibo tenero che iniziano a mangiare, anche se non si è an-cora verificata l’apertura degli occhi (che avviene a 3-4settimane di età). Il primo alimento può essere rappre-sentato da omogeneizzati di carne, cibo in scatola pergattini o furetti di ottima marca, pellet inumidito, il tut-to mischiato a latte in polvere per gattini. Dalle tre setti-mane di età va curata con particolare attenzione l’igienedel nido in cui si accumulano feci e resti di cibo; semprea partire da quest’età si deve iniziare a prendere in manodi frequente i cuccioli in modo che si abituino al contat-to con l’uomo e diventino docili. I piccoli possono essereseparati dalla madre dopo le sei settimane di età.

Per il furetto è consigliabile la sterilizzazione. Poichéla sterilizzazione chirurgica può predisporre l’animalealla sindrome surrenalica, si consiglia la sterilizzazionenon chirurgica (impianti ormonali sottocutanei) che èreversibile.

Il maschio intero ha un odore particolarmente intensoe tenace che lo rende poco adatto alla vita domestica (ameno di voler rinunciare completamente ai contatti so-ciali) e manifesta spesso una certa aggressività (soprat-tutto verso altri maschi interi).

La femmina intera se non viene accoppiata va incon-tro a gravi problemi di salute, in seguito al calore, perevitarli dovrebbe essere riprodotta tutti gli anni, indipen-dentemente dalla possibilità di dare via i piccoli quandosono svezzati, per cui si consiglia la sterilizzazione.

Il furetto deve essere regolarmente visitato e vaccinatocontro il cimurro, nonché sottoposto a prevenzione del-la filariosi cardio-polmonare. Si consigliano almeno duevisite di controllo all’anno.

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Queste linee guida non contemplano né ilmantenimento di animali da riproduzione,

né il mantenimento presso negozi e commercianti.Il coniglio, Oryctolagus cuniculus, appartiene alla clas-

se dei mammiferi, ordine lagomorfi, famiglia leporidi.

AMBIENTAZIONE

I conigli sono specie abituate all’ambiente esterno e, daun punto di vista climatico, sono molto più sensibili allealte che alle basse temperature. Già al di sopra dei 30 °Ce con elevata umidità, il coniglio è esposto al rischio dicolpo di calore. Sono, inoltre, piuttosto sensibili alle cor-renti d’aria, per cui la gabbia dovrebbe essere posiziona-ta in un luogo non esposto alle correnti d’aria.

È preferibile che, quando il proprietario è assente, il co-niglio soggiorni in un ambiente controllato, che non vuoldire necessariamente una gabbia (può anche trattarsi di unastanza attrezzata e sicura per l’animale). Questo ambientedeve essere di dimensioni adeguate per muoversi bene edavere delle giuste distrazioni (arricchimento ambientale).

GabbiaDeve essere costruita con materiale atossico, robusta e

facile da pulire. La struttura della gabbia deve risponde-re alle esigenze etologiche del coniglio e le sue caratteri-stiche dipendono anche dal tempo (numero di ore) che ilconiglio vi trascorrerà.

Innanzitutto deve essere abbastanza grande da per-mettere l’allestimento di una piccola tana, una ciotolaper il cibo ed una per l’acqua, il beverino a goccia (dapreferirsi alle ciotole), la mangiatoia per il fieno, la cas-setta igienica: le dimensioni minime per un coniglio dimedia taglia (circa 1,8 kg) sono 100 × 60 × 60.

Il coniglio dovrebbe essere in grado di sollevarsi sugliarti posteriori e compiere tre balzi.

In commercio si possono acquistare gabbie con unaparte sopraelevata piatta, dove il coniglio può salire e do-ve si possono posizionare il beverino e le ciotole: in talmodo lo spazio a disposizione del coniglio è maggioresenza dover aumentare la dimensione della gabbia.

Fondo, lettiera e igieneIl substrato ideale per il fondo della gabbia è costitui-

to da trucioli di legno ricoperti da uno strato di fieno oil pellet di carta riciclata.

Le gabbie vanno pulite frequentemente in quanto il ri-stagno di urina su substrati duri può facilitare l’insor-genza di pododermatiti.

I substrati polverulenti (tutolo di mais) impregnati diurina sono molto irritanti per il delicato apparato respi-ratorio del coniglio.

Stanza attrezzataLe moderne teorie comportamentali non ritengono i

conigli animali da gabbia anzi, l’isolamento dal gruppofamigliare conseguente allo stare in gabbia può crearemalessere.

Il coniglio è un animale sociale ed il gruppo famigliaredel coniglio è il nucleo familiare in cui entra ad abitare:essere chiuso in gabbia non gli permette di stare col suogruppo familiare.

Inoltre, il coniglio, è un animale crepuscolare: è svegliola mattina presto fino alle 9-10 al massimo, poi dormetutto il giorno e si sveglia di nuovo la sera verso le 5-6 erimane sveglio fino a notte fonda. Tenerlo in gabbia lanotte vuol dire renderlo inattivo proprio nelle ore dimaggiore attività.

Una soluzione potrebbe essere di lasciarlo libero inuna stanza a prova di coniglio (sostanzialmente bisognarendere inaccessibili i cavi della corrente).

Per evitare che rosicchi oggetti “vietati” in assenza delo dei proprietari, il coniglio dovrebbe avere a disposi-zione oggetti da rosicchiare altrimenti lo farà su mobilio infissi.

L’arredamento della stanza non subirà danni dispo-nendo gli oggetti da rosicchiare “consentiti” davanti aquelli che non si vuole far rovinare e arricchendo l’am-biente in maniera piacevole per il coniglio. A tale scopopossono essere utilizzati scatole e scatoloni, tubi di pla-stica dura (quelli per le caldaie), il rotolo interno delloscottex o della carta igienica, pezzetti di cibo, fieno, ra-metti di legno, ecc.

Ricovero esternoQualora il proprietario disponga dello spazio per crea-

re un ricovero esterno, questo è possibile a patto che larecinzione sia infissa molto profondamente (inaccessibileai predatori terrestri) e coperta da una recinzione che im-pedisca l’attacco dagli uccelli predatori.

Nei ricoveri esterni si potrà predisporre una zona“alimentazione e rifugio”, con una tana che consentaal coniglio di rifugiarvisi qualora si senta minacciato, evi si potranno far crescere essenze vegetali gradite al-l’animale.

TrasportinoIl trasportino è necessario per il trasporto del coniglio,

in caso di spostamenti anche brevi.È meglio, infatti non trasportare l’animale nella gabbia

con cui lo teniamo in casa perché troppo grande e, es-sendo aperta non consente all’animale di sentirsi al sicu-ro. I migliori sono quelli chiusi, per cani e gatti.

Alla griglia che funge da porta si può applicare un be-verino e si può lasciare del cibo a disposizione (fieno overdura) se il viaggio è lungo.

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTODEL CONIGLIO DA COMPAGNIA

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ALIMENTAZIONE

“Il comportamento alimentare occupa granparte della giornata di un coniglio e l’esigenzadi masticare continuamente non può essere re-pressa pena gravi problemi comportamentali inquesta specie.”

(Dr. Marzia Possenti)

Il coniglio è una specie strettamente erbivora e la suaanatomia è costruita su questa base.

Partendo dall’apparato masticatore, i denti sono adaccrescimento continuo e vengono consumati dall’ali-mento idoneo che deve essere ricco di fibra (erba, fieno,vegetali a foglia). Solo in parte l’alimentazione può esse-re integrata da pellets alimentari di buona qualità.

Anche l’anatomia e la fisiologia digestiva del coni-glio rispondono a quest’esigenza nutritiva. Il conigliopresenta una porzione intestinale (cieco), altamentespecializzata, popolata da una flora batterica che gliconsente la digestione degli alimenti ricchi di fibra dicui si nutre.

Dopo un processo di fermentazione ed estrazione dal-le particelle più fini provenienti dalla digestione, il con-tenuto del cieco viene espulso sotto forma di ciecotrofodistinguibile dai pellets fecali normali, perché più morbi-do e ricoperto di muco.

Il coniglio ingerisce il ciecotrofo (coprofagia) diretta-mente dall’ano in modo da recuperare le sostanze nutri-tive di cui è ricco e reintegrare la quota di batteri ciecali.La coprofagia è un fenomeno naturale e importante perla salute del coniglio, e non deve essere ostacolato.

È dunque indispensabile che la dieta del coniglio rical-chi il più possibile quella naturale (erba e piante erbacee):20-25% di fibra, 15% di proteine e 3% di grassi.

Il fieno e l’erba debbono essere forniti ad libitum, men-tre i mangimi pellettati (che non sono indispensabili peril bilanciamento della razione alimentare) vanno razio-nati in quanto non consentono un regolare consumo deidenti. I vegetali a foglia possono essere somministrati avolontà, ma occorre abituare il coniglio ad assumerli inmaniera graduale. Alcuni vegetali vanno offerti solo sal-tuariamente (brassicaceae e spinaci), e le piante eccessi-vamente ricche di calcio andrebbero evitate dopo i seimesi d’età.

Vanno evitati i cereali e i fioccati, che squilibrano lacomposizione della flora batterica intestinale, e predi-spongono all’obesità.

Alcuni vegetali (solanaceae) e alcune piante d’apparta-mento, possono essere tossiche per il coniglio.

STRESS NEL CONIGLIO:COME RICONOSCERLO E COME EVITARLO

Dal punto di vista etologico il coniglio ha sviluppato unaserie di comportamenti atti a evitargli gli stress prolungati.

È un animale sempre all’erta, che ha bisogno di cono-scere bene l’ambiente in cui vive e le persone con cui vi-ve, per fidarsi, ma resterà sempre un animale molto ac-corto e che si spaventa facilmente.

Il coniglio vive molto male i cambiamenti, di qualun-que natura essi siano: di alimentazione, di ambiente, di

compagni, di persone. L’inserimento di un coniglio in unambiente deve essere graduale, ma anche il cambiamen-to della posizione della gabbia da una stanza all’altra del-la casa deve esserlo.

I nuovi cibi vanno sempre introdotti, inizialmente, inpiccole quantità, che verranno aumentate via via.

La convivenza con altri conigli può essere problemati-ca, visto che il coniglio è una specie fortemente territo-riale, e bisognerà valutare i pro e i contro di un’eventua-le convivenza, a maggior ragione se a convivere con luidevono essere animali di altre specie.

I conigli temono l’altezza e sono terrorizzati dalle om-bre che provengono dall’alto. Il coniglio non va mai pre-so per le orecchie, che sono molto delicate, ma dobbia-mo far scivolare una mano sotto il torace e tenere gli ar-ti anteriori, e con l’altra mano afferrare i posteriori,quindi appoggiarlo sul nostro corpo e sollevarlo, ondeevitare che i tentativi di divincolarsi causino traumi osseitalora anche molto gravi.

Se il coniglio è molto spaventato, gli si può avvolgereintorno un asciugamano e sollevarlo. È comunque im-portante tenere saldamente gli arti.

Un buon metodo per tranquillizzare il coniglio è quel-lo di nascondergli la testa sotto il braccio. Il tono di vo-ce con cui gli si parla deve essere pacato e basso. Tali pic-cole norme vanno insegnate anche ai bambini.

Quando un coniglio è irritato o contrariato, o avvertein qualche modo una situazione d’allarme, batte con vio-lenza contemporaneamente, gli arti posteriori, provocan-do un tonfo sordo.

La paura e lo spavento vengono manifestati da una po-stura immobile, con gli arti posteriori sotto il corpo, leorecchie appiattite all’indietro e gli occhi sbarrati.

Quando non si sentono a proprio agio o sentono cheil loro territorio è minacciato, depositano le feci in varipunti e non in un mucchietto unico.

L’atteggiamento aggressivo si manifesta, invece, con leorecchie erette rivolte all’esterno, o all’indietro, corpoeretto, coda dritta e zampe estese, e può essere accompa-gnato da una sorta di ringhio. Le orecchie portate avan-ti indicano curiosità.

Al contrario, se un coniglio è rilassato e tranquillo, sisdraia sulla pancia con gli arti posteriori completamentedistesi e nel massimo del relax, si può mettere addirittu-ra a pancia in su.

Il coniglio dominante si fa leccare dai subordinati espesso pretende da noi delle grattatine dietro le orecchiesulla fronte e sul dorso, assumendo un’analoga postura(zampe raccolte sotto il corpo, petto schiacciato sul pa-vimento e muso proteso in avanti).

SOCIALIZZAZIONE, GIOCOE ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

È importante sapere che la qualità e la quantità dicontatti che il coniglio ha con l’uomo dal primo al ter-zo mese di vita, sarà fondamentale per la sua correttasocializzazione.

Il proprietario può interagire col proprio conigliogiocando a lanciargli oggetti con cui lui normalmentegioca, e richiamandolo offrendogli un bocconcino gra-dito, oppure si possono sistemare una serie di tubi, o

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scatoloni in cui sono stati praticati dei fori, in cui il co-niglio possa infilarsi.

I conigli amano correre e dovrebbero poterlo fare susubstrati idonei non scivolosi, come dei tappetini sotti-li di gomma o di plastica morbida, di cui vanno arreda-te “le zone coniglio”, per evitare lesioni ai loro piedinidelicati.

Un altro diversivo molto apprezzato è un vaso piatto elargo con uno strato di erba, in cui il coniglio può roto-larsi e scavare un poco. In questo modo si preserverannole piante d’appartamento e anche i conigli (perché moltepiante di appartamento sono tossiche).

STATO DI SALUTE E VISITE PERIODICHE

La femmina intera che non si accoppia va incontro agravi problemi di salute in seguito al calore; per evitarlisi dovrebbe riprodurre tutti gli anni ma per prevenire ladifficoltà di collocare i piccoli svezzati, si consiglia la ste-rilizzazione. Il maschio adulto intero, invece, marca ilterritorio con spruzzi di urina per cui, generalmente, siconsiglia la castrazione.

Si consiglia la vaccinazione annuale contro la mixo-matosi e la malattia emorragica virale. Si consigliano al-meno due visite di controllo all’anno.

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Queste linee guida non contemplano né il manteni-mento di animali da riproduzione, né il mantenimentopresso negozi e commercianti.

INQUADRAMENTO TASSONOMICO

Il più grande ordine dei Mammiferi è quello dei Rodito-ri con 33 famiglie e circa 2277 specie differenti. La classi-ficazione dei Roditori, da sempre controversa soprattuttoper il sottordine Hystricomorpha, comprende 5 sottordini.

CLASSIFICAZIONE DEI RODITORI

Classe: MammaliaOrdine: Rodentia GenereSottordine: Hystricomorphafamiglia: (Caviidae) Cavia C. aperea porcellusfamiglia: Capibara Hydrochoerus hydrochaerusfamiglia: (Octodontidae) Octodon O. degufamiglia: (Chinchillidae) Cincillà Chincilla sppfamiglia: (Hystricidae) Porcospinofamiglia: (Dasyproctidae) AgutiSottordine: Castorimorphasuperfamiglia: castoridea Castorisuperfamiglia: geomidae Gophersuperfamiglia: heteromydae Ratti e topi canguroSottordine: Anomaluromorphafamiglia: petetidae Lepre saltatrice del Capo Pedetes

capensisfamiglia: anumaluridae ZenkerellaSottordine: myiomorphafamiglia: Muridaesottofamiglia: Deomynaesottofamiglia: Gerbillinae Gerbillisottofamiglia: Leimmanocomynaesottofamiglia: Lophyominae Topo dalla crinierasottofamiglia: Murinae Topo, ratto… Mus musculus,

rattus norvegicus…Sottordine: sciuromorphafamiglia: Aplodontidae Castoro di Montagna

Aplodontia rufafamiglia: Gliridae Ghiro, quercino, moscardino, driomiofamiglia: Sciuridae sottofamiglia: Callosciurinae Scoiattoli asiatici,

scoiattoli asiatici giganti sottofamiglia: Ratufinae sottofamiglia: Sciurillinae sottofamiglia: Xerinae Marmotta, cane della prateria,

citello, scoiattolo striato, Marmota, Cynomis,spermophilus citello, Tamias

sottofamiglia: Sciurinae Scoiattoli, volanti, scoiattoliarboricoli, scoiattolo comune

La caratteristica comune è la dentizione ed in partico-lare la presenza di sviluppati incisivi, superiori e inferio-ri, a crescita continua (a radice aperta) provvisti di radi-ci curve che occupano la maggior parte dello scheletrodella mandibola e della mascella.

I Roditori sono mammiferi diffusi in tutto il mondo,assenti soltanto in Nuova Zelanda e in alcune piccoleisole oceaniche. Da queste osservazioni si desume che in-dividuare linee guida comuni per tutti sia quasi impossi-bile: fortunatamente però, all’interno di questo stermina-to gruppo, vengono tenute comunemente in cattività unnumero relativamente ridotto di specie.

Vengono di seguito illustrate le linee guida per i più co-muni roditori mantenuti in cattività.

CAVIA (Cavia aperea porcellus) CINCILLÀ (Chinchilla lanigera) DEGU (Octodon degus)

AMBIENTAZIONE

È meglio che questi animali, quando non c’è il pro-prietario in casa, stiano in un ambiente controllato; ci so-no troppi rischi…

Questo ambiente deve essere di dimensioni adeguatealla specie, se da un lato è accettabile che stia in una gab-bia di dimensioni relativamente modeste per dormire, oper passare poco tempo della giornata, è anche ovvio chese deve passarci alcune ore, è indispensabile che l’am-biente offra al suo ospite lo spazio per muoversi bene ele giuste distrazioni.

GabbiaLa gabbia per una cavia deve avere le seguenti dimen-

sioni (minime): 80 × 50 × 40 cm. Per un cincillà le di-mensioni minime devono essere circa 100 × 80 × 100, maè preferibile 200 × 200 × 100 cm perché richiedono unagabbia spaziosa; deve svilupparsi su più piani in quantoai cincillà piace saltare ed arrampicarsi. I degu sono ani-mali molto attivi a cui piace saltare; la gabbia deve svi-lupparsi in altezza ed avere più ripiani. Le dimensioni mi-nime sono di 80 × 60 × 100 cm.

Deve essere collocata in un luogo tranquillo, lontanoda confusione ed animali molesti, privo di correnti d’ariae di sbalzi di temperatura. La gabbia non va lasciata alsole nelle ore più calde per rischio di surriscaldamento ocolpo di calore.

È consigliabile tenere più di un individuo per rispetta-re il loro naturale comportamento sociale: la gabbia do-vrà essere in proporzione più grande in base al numerodi animali.

L’ambiente ideale per il mantenimento in cattività del-la cavia dovrebbe avere una temperatura di 20-22 °C eun’umidità relativa del 40-70%.

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTOIN CATTIVITÀ DEI RODITORI

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L’ambiente ideale per il mantenimento in cattività delcincillà dovrebbe avere una temperatura di 20-22 °C eun’umidità relativa inferiore al 50%.

Per il degu la temperatura ideale è di circa 20 °C el’umidità relativa circa 40-50%.

La gabbia deve avere un substrato sempre pulito, mor-bido ed assorbente per evitare patologie ai piedi; può es-sere costituito ad esempio da pellet di carta riciclata, car-ta di quotidiani, truciolo depolverato di legno non resi-noso e non trattato, pellet di legno proveniente da legnonon resinoso, fieno. Da evitare la lettiera per gatti che puòessere nociva se ingerita e provocare lesioni alle zampe.

All’interno della gabbia deve essere sempre presenteun nido per consentire all’animale di riposare e dormire;inoltre al minimo spavento funge anche da rifugio conimportanti benefici dal punto di vista psicologico. I mi-gliori sono quelli in plastica perché possono essere facil-mente lavati ma possono andare bene anche nidi di legnoo cartone se vengono sostituiti spesso quando sono spor-chi. Da evitare casette verniciate o che contengano chio-di, viti ecc. che possono essere pericolosi se ingeriti ocausare ferite.

Deve essere presente una rastrelliera o una palla portafieno, in modo tale che il fieno non stia a contatto con fe-ci e urine.

Il cibo fresco (verdura, frutta) ed eventualmente il cibosecco (pellet) devono essere contenuti in due contenitoriseparati, pesanti, non ribaltabili e vanno sempre mante-nuti puliti. Un beverino a goccia deve essere presente perfornire acqua.

I cincillà e i degu sono animali molto puliti e si devedar loro la possibilità di fare quotidiani bagni di sabbia.Ogni 10 giorni circa la sabbia va cambiata completa-mente (perché perde il potere assorbente nei confrontidelle secrezioni oleose).

È importante non riempire troppo la gabbia e lasciarespazio libero all’animale per muoversi a proprio agio. Al-meno 2-3 ore al giorno questi animali devono avere lapossibilità di uscire dalla gabbia per fare esercizio fisicoed evitare così problemi di salute come ad esempio l’obe-sità e l’osteoporosi.

TrasportinoIl trasportino è necessario per il trasporto di questi ani-

mali, in caso di spostamenti anche brevi. In commerciosono disponibili dei piccoli trasportini in plastica con lepareti piene e la parte superiore trasparente e aerata, checonsentono all’animale di sentirsi protetto e al sicuro da-gli eccessivi stimoli esterni.

È meglio, infatti non trasportare l’animale nella gabbia(troppo grande), anche perché essendo aperta non con-sente all’animale di sentirsi al sicuro. I migliori sono quel-li chiusi, per cani e gatti. Alla griglia che funge da porta sipuò applicare un beverino e si può lasciare del cibo (fie-no o verdura) a disposizione se il viaggio è lungo.

ALIMENTAZIONE

La cavia, il cincillà e il degu sono erbivori stretti e unadieta adeguata consiste in fieno di ottima qualità ad libi-tum, verdure fresche miste, pellet formulato in modospecifico per cavie, cincillà o degu e un’integrazione di vi-

tamina C (indispensabile per la cavia). Nel cincillà fruttae leccornie (uvetta, pezzi di noce, di nocciola…) vannofornite con parsimonia, al massimo un paio di volte asettimana.

Il fieno deve costituire la base dell’alimentazione diquesti animali e non deve mai mancare. È fondamentaleper il mantenimento in salute del tratto digerente; prov-vede a mantenere i denti della giusta lunghezza grazie alcontenuto in silicati che fungono da raspa sulle coronedei denti ad accrescimento continuo. Apporta fibra lun-ga indispensabile per la corretta motilità dell’intestino.

La verdura deve essere somministrata quotidianamen-te, deve essere accuratamente lavata e non fredda di fri-gorifero. È importante variare il tipo di verdura per assi-curare un’alimentazione più varia possibile.

Si consiglia di cominciare sino dalla giovane età perchéle cavie possono sviluppare abitudini alimentari difficili,fissandosi su un solo mangime o addirittura su una man-giatoia e rifiutandosi di avvicinare ogni altro cibo. Dapreferire i vegetali ricchi di vitamina C: bietole, broccoli,cavoli, spinaci, cicoria, erbe di campo, vegetali a fogliaverde scuro, arance, kiwi, peperoni.

Il pellet deve contenere all’incirca 16-20% di protei-ne e circa 16-25% di fibra. Le miscele di pellet, semi efioccati non vanno somministrate alle cavie perché so-no molto dannose. Il pellet per cincillà deve contenerecirca 15-35% di fibra, 16-20% di proteine e 25% digrassi; per un animale adulto sono sufficienti circa 2cucchiai al giorno. Per il degu si può utilizzare il pelletper cincillà.

Il fabbisogno giornaliero di vitamina C per una caviaè di circa 10-30 mg/kg; in particolari condizioni qualistress, malattia o gravidanza il fabbisogno può aumenta-re sino a 50 mg/kg.

Questi fabbisogni possono essere raggiunti con unacorretta dieta. In commercio esistono integratori di vita-mina C specifici per cavie o, in alternativa, si possonoutilizzare i prodotti destinati all’uomo.

Da evitare cereali, dolciumi, bastoncini di miele e semi,prodotti del panificio, alimenti a base di latte, granagliee fioccati: conducono questi animali a pesanti patologiecarenziali, a disturbi gastroenterici e a problemi dentaligravi quali ad esempio le cuspidi dentarie.

Il cambio di alimentazione va effettuato con graduali-tà affinché l’apparato gastroenterico si abitui al nuovo ti-po di alimentazione e deve essere fatto in circa 7-10 gior-ni diminuendo gradualmente il cibo errato per incremen-tare quello corretto.

Infine l’acqua deve essere sempre a disposizione, frescae pulita, tramite un beverino a goccia.

NECESSITÀ FISIOLOGICHE

La cavia o porcellino d’india è originariadegli altipiani erbosi delle Ande (Americameridionale) dove già più di 5000 anni fa

veniva addomesticata. È un animale assolutamente grega-rio che vive bene in compagnia dei suoi simili, in libertàinfatti forma gruppi di 20-50 animali: il maschio domi-nante ha un harem formato da più femmine e i loro pic-coli e non tollera l’attività sessuale di altri maschi. Abita-no tane e tunnel costruiti da altri animali dove si rifugia-

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no al minimo pericolo; evitano la luce intensa e sono piùattive alla sera e al mattino presto. La comunicazione av-viene mediante un’ampia varietà di versi e squittii.

La cavia, se ben tenuta in cattività, è un ottimo ani-male da compagnia: è gentile, si lascia maneggiare vo-lentieri, raramente morde e spesso instaura un rapportodi affetto con il proprietario che rafforza mediante il suoricco vocabolario di versi.

Il cincillà è un roditore istricomorfo ori-ginario della cordigliera andina, adattato-si ad un ambiente molto rustico e proibiti-vo; vive in Cile, Bolivia, Perù e Argentina

ad altitudini di circa 3-4000 metri.Tendenzialmente notturni, i cincillà non sono aggres-

sivi ma docili, specialmente le forme domestiche sele-zionate come animali d’affezione), molto puliti e prati-camente privi di odore; sono molto apprezzati per lasplendida e morbidissima pelliccia. Sono animali grega-ri, in natura vivono in gruppi formati da numerosi in-dividui e trascorrono molto tempo nascosti in rifuginelle rocce e nelle tane; sono attivi soprattutto alla serae durante la notte, tuttavia in cattività si abituano agliorari dei proprietari.

A differenza della maggior parte dei roditori da com-pagnia, i cincillà sono animaletti longevi e, se ben tenuti,possono superare i 15 anni. Le forme non domestiche so-no incluse in appendice I della CITES.

Il degu è originario del Cile e vive su terreni rocciosi ingruppi numerosi. È un animale diurno. Se bentenuto in cattività può arrivare a dieci anni.

Quando si afferrano si deve fare attenzionesoprattutto alla fragile coda, infatti la sua cute

si stacca facilmente provocando una ferita.L’arricchimento ambientale è molto im-

portante per il benessere psicologico; si pos-sono mettere a disposizione tubi di plastica, scatole di car-tone, blocchetti di legno atossico da rosicchiare (vanno be-ne i legni di betulla, di albero da frutto tipo melo o pero;da evitare il susino, il ciliegio e l’oleandro), l’anima di car-tone dei rotoli di carta da cucina riempiti di cibo e chiusialle estremità, giochi in legno atossico per pappagalli…

Per evitare problemi di distocia la cavia femmina deveaccoppiarsi entro i 7 mesi di età (ma non prima di 2-3mesi di vita) perché entro questo arco di tempo la sinfisipubica rimane con struttura fibro-cartilaginea per tuttala vita dell’animale; se la femmina invece partorisce oltrei 7 mesi di età la cartilagine si ossifica con impossibilitàper i cuccioli di passare attraverso il bacino della madre.

STATO DI SALUTE E VISITE PERIODICHE

Si consigliano visite periodiche, due volte l’anno. Perquesti animali non sono previste vaccinazioni preventive.

Topo e ratto(Mus musculus e Rattus norvegicus)

Criceti(Mesocricetus auratus, Phodopus sungorus, Phodopuscampbelli, Phodopus roborovskii, Cricetulus griseus)

AMBIENTAZIONE, GABBIA

Un topo detenuto singolarmente (sconsi-gliabile data la natura sociale della specie)dovrà avere uno spazio di almeno 180 cm2

che diventano 200 per una coppia o unafemmina con prole non svezzata: si tratta naturalmentedi misure minime in quanto corrispondono ad una gab-bia di appena 20 × 10 cm. Ogni soggetto in più dovreb-be disporre di 80 cm2 e la colonia non dovrebbe supera-re i 30 individui per limitare le dispute gerarchiche: l’al-tezza minima deve essere di 12 cm per consentire la sta-zione eretta agli animali. Fondamentale la presenza diuna lettiera morbida scavabile mantenuta regolarmentepulita, di mangiatoia a tramoggia e beverino a goccia cheimpediscano la contaminazione di cibo ed acqua, di unoo più rifugi e di arricchimento ambientale che sarà rap-presentato da tunnel, oggetti rosicchiabili e ruota del ti-po “pieno” cioè senza sbarrette in cui la coda potrebberimanere impigliata.

La temperatura ideale sarà di circa 24 °C e l’umiditàpiuttosto bassa, intorno a 50-60%: fotoperiodo naturalee comunque con almeno 10 ore di buio.

I ratti, data la maggiore dimensione, richiedono allog-gi proporzionalmente più ampi: 80 × 40 dovrebbero rap-presentare il limite minimo per gli animali tenuti in casa:grandi spazi sono senz’altro necessari per questi animaliattivi ed intelligenti. In generale sono animali meno ag-gressivi rispetto ai topi e tollerano meglio la densità di po-polazione ma ogni cambiamento nella struttura socialedel gruppo (es. allontanamento di un soggetto) determinalotte per il ristabilirsi di un nuovo ordine gerarchico.

I criceti devono essere sistemati in una gabbiache si sviluppa preferibilmente in orizzontale; de-ve esserci una buona aerazione e la gabbia deveessere sempre mantenuta pulita. Le dimensioniminime devono essere 60 × 30 × 30 cm; vannobene anche quelle a più piani collegati da rampe.

Non va bene utilizzare come contenitori gli acquari o ifauna-box perché la ventilazione è troppo scarsa. La su-perficie su cui camminano gli animali non deve essere co-stituita da grata metallica ma da una superficie liscia perevitare che si feriscano i piedi. Il substrato adatto è co-stituito da truciolo di legno depolverato, carta di giorna-le, pellet di carta riciclata… da evitare la lettiera per gat-ti che provoca danni alle zampe e, se ingerita, può esserecausa di gravi patologie.

Fondamentale la presenza di una scatola-nido di pla-stica, legno o terracotta dove l’animaletto possa organiz-zare una stanza da letto con dispensa dove passerà granparte delle ore di luce. Sono da evitare le imbottiture infibre tipo cotone o lana sintetica in quanto si arrotolanosulle estremità degli arti e inducono necrosi delle dita odell’intera mano/piede.

Altra cosa importante è fornire al criceto stimoli e di-versivi per consentirgli una normale attività: oltre allaclassica ruota (meglio quelle piene piuttosto che quellea sbarrette, per evitare traumi agli arti), tunnel, rami dascalare, scatole di cartone da rosicchiare e oggetti damanipolare e mordere, ad esempio noci e nocciole colguscio.

La gabbia va posizionata in ambienti a temperatura eumidità costanti (non cucina e bagno), non troppo illu-

NO

TE

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minati e lontano dalle camere da letto data l’attività not-turna degli animaletti.

I criceti sono tendenzialmente solitari e, soprattuttoper i criceti dorati, la sistemazione ottimale è un singoloindividuo per gabbia. La convivenza di più soggetti sfo-cia in continue zuffe che possono concludersi con graviferite o con il decesso del soggetto più debole.

TRASPORTINO

Il trasportino è necessario per il trasporto di questi ani-mali, anche in caso di spostamenti brevi. In commerciosono disponibili dei piccoli trasportini in plastica con lepareti piene e la parte superiore trasparente e aerata, checonsentono all’animale di sentirsi protetto e al sicuro da-gli eccessivi stimoli esterni.

È meglio, infatti, non trasportare l’animale nella gabbia(troppo grande), anche perché essendo aperta non con-sente all’animale di sentirsi al sicuro. I migliori sono quel-li chiusi, per cani e gatti. Alla griglia che funge da porta sipuò applicare un beverino e si può lasciare del cibo (fie-no o verdura) a disposizione se il viaggio è lungo.

ALIMENTAZIONE

Per l’alimentazione dei topi esistono appositi pellettatifatti per le mangiatoie a tramoggia: in alternativaun’equilibrata miscela di granaglie, vegetali freschi ed ali-menti di origine animale a costituire una razione conte-nente il 15-18% di proteine ed il 5-10% di grassi (a se-conda del momento fisiologico) è ugualmente adeguatapurché somministrata in quantità controllata, onde evita-re che i topi scelgano solo gli alimenti più graditi sbilan-ciando la razione. Il pellettato invece può essere sommi-nistrato a volontà essendo una dieta di per sé bilanciata.

Le esigenze alimentari ed ambientali dei ratti sono si-mili a quelle dei topi in cattività.

L’alimentazione deve essere varia: un buon misto di se-mi per criceti che contenga una bassa o nulla percentua-le di semi di girasole, verdure fresche miste (carote, insa-late, sedano, tarassaco, broccoli…), frutta di stagione(mela, pera, kiwi…).

Una-due volte a settimana si integra la dieta con ali-menti proteici, alcuni esempi sono: un pezzetto di uovosodo, un piccolo dadino di formaggio, un paio di croc-

cantini del tipo light per cani, 1-2 tarme della farina, ungrillo… È salutare anche lasciare a disposizione del fienoper aumentare la percentuale di fibra della dieta. Da evi-tare dolciumi, cioccolato e gli snack contenenti miele, bi-scotti, semi di girasole.

In commercio sono disponibili anche alimenti estrusi opellettati appositamente formulati per criceti. Si tratta diuna valida alternativa in quanto il criceto non selezional’alimento, sono cibi nutrizionalmente completi che for-niscono quindi una dieta bilanciata. Possono essere unaalternativa alla miscela di semi ma non evitano la neces-sità di integrare con alimenti freschi.

È indispensabile lasciare a disposizione acqua semprefresca e pulita tramite un beverino a goccia.

NECESSITÀ FISIOLOGICHE

Topi e ratti vengono allevati a livello amatoriale per di-verse ragioni: animali d’affezione, animali da esposizione.

Il criceto dorato (Mesocricetus auratus) è il più notocriceto che viene utilizzato nella ricerca scientifica e man-tenuto come animale da compagnia, tuttavia esistonomolte altre specie che si trovano in commercio.

Ad esempio il criceto siberiano (Phodophus sungorus),il criceto cinese (Cricetulus griseus), il criceto di robo-rovskii (Phodopus roborovskii), il criceto russo (Phodo-pus campbelli).

I criceti hanno le tasche guanciali che sono introfles-sioni della mucosa orale; queste strutture sono utilizzateper immagazzinare il cibo.

Il criceto dorato è il più grande con una media di 120grammi e ne sono state selezionate molte varietà. È il cri-ceto più comunemente mantenuto in cattività; in libertàvive in Siria e trascorre molto tempo nelle tane. È un ani-male notturno e solitario che non tollera la presenza deisuoi simili, reagendo con furiosi combattimenti.

Se la temperatura ambientale scende sotto i 5-8 °C en-tra in letargo.

Le note di gestione di questi criceti possono essere si-mili tra loro.

STATO DI SALUTE E VISITE PERIODICHE

Si consigliano visite periodiche, due volte l’anno. Perquesti animali non sono previste vaccinazioni preventive.

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Il cane della prateria dalla coda nera è unosciuride terricolo che scava intricate gallerienel sottosuolo, creando colonie molto nume-rose. È nativo del Nord-America, attivo so-

prattutto durante il giorno deve il suo nome al-le particolari vocalizzazioni simili a quelle di un cane.

L’organizzazione sociale del cane della prateria dallacoda nera in natura è molto intensa e complessa: vivonoin colonie numerosissime composte anche da milioni diindividui. Un comportamento caratteristico è il “bacio”,mostrando gli incisivi i cani della prateria si riconoscono,si salutano e rinsaldano i rapporti.

Complesso è anche il repertorio di vocalizzazioni chepossiedono, una varietà di suoni sono utilizzati per di-verse situazioni: paura, eccitazione, irritazione, aggres-sione ecc. Gli animali tenuti come pet spesso rivolgonoil loro articolato linguaggio verso gli umani e si instau-ra un vero e proprio dialogo; i proprietari pian pianoimparano a capire i versi dei loro animali e questa inte-razione rafforza il rapporto tra pet e umani. In cattivi-tà i cani della prateria vengono molto spesso tenuti co-me pet solitari e questo purtroppo contribuisce allo svi-luppo di disturbi comportamentali gravi: aggressività,automutilazioni… È necessario quindi che questi sog-getti possano avere interazioni con soggetti della stessaspecie o con umani che possono assicurare loro compa-gnia e gioco.

ALLOGGIO

La gabbia deve essere il più spaziosa possibile, almeno1 mt × 1 mt × 80 cm; dovrebbe essere fornita di alcunestanze per rispettare la normale attività di questi anima-li e per l’esercizio fisico. È consigliabile non utilizzarescale perché i cani della prateria non sono abili scalatorie cadendo possono provocarsi fratture. Il substrato dellagabbia deve dare la possibilità agli animali di mantenerel’innato comportamento di scavare; deve essere pulito,atossico, non polveroso, assorbente (fieno, carta di gior-nale, pellet di carta riciclata…).

È importante fornire continuamente giochi e rami darosicchiare (ad esempio legno di alberi da frutta) sia peraiutare l’animale a passare il tempo e a mantenere pa-reggiati i denti sia per impedire che si attacchi per ore al-le sbarre della gabbia, traumatizzando a tal punto le ra-dici degli incisivi che spesso esse evolvono in neoplasie.

A tal proposito è consigliabile utilizzare gabbie con pa-reti lisce facendo attenzione a mantenere comunque unabuona aerazione.

Fondamentale la presenza di nidi in cui gli animalipossono rifugiarsi. Almeno due mangiatoie devono esse-re presenti: una per il cibo secco e l’altra per il cibo fre-sco. Una rastrelliera per il fieno è importante ed evita chequesto fondamentale alimento venga a contatto con leurine e le feci degli animali. Un beverino a goccia forni-sce l’acqua che dovrà essere sempre fresca e pulita.

La temperatura ideale di mantenimento è di circa 20-22 °C e l’umidità relativa del 30-70%. Durante il perio-do invernale questi animali andranno incontro ad unaspecie di letargo caratterizzato da una ridotta attività, dauna ridotta assunzione di alimento e da lunghe ore spesea dormire.

L’ideale sarebbe allevare questi animali in una volieradi 2 mt × 2 mt × 2 mt parzialmente interrata cosicché glianimali possano scavare tane e costruire gallerie sotter-ranee proprio come fanno in libertà.

ALIMENTAZIONE

Questo roditore sciuromorfo presenta i denti incisividi tipo elodonte, è erbivoro e in libertà si nutre prevalen-temente di radici ed erbe selvatiche, un po’ di frutta equalche insetto. In cattività è necessario offrire una dietaricca di fibra e povera di grassi: fieno polifita a volontà,poco pellet specificatamente formulato per cani dellaprateria, verdura fresca e piccole quantità di frutta. Unbuon pellet ha una quota proteica del 10-12%, grassi1,5-2,5%, fibra non meno del 20-25%. È consigliabilerazionare l’alimento pellettato per evitare l’obesità a cuiquesti animali sono soggetti in cattività. I cereali e i loroderivati (pane, pasta, grissini, cracker, dolciumi…) sonoda evitare perché troppo calorici e provocano seri danniall’apparato gastroenterico, oltre che obesità. Da evitareanche i cibi grassi come i semi di girasole, le arachidi e glialtri semi. Nel periodo invernale si integra la dieta conqualche insetto, sono molto gradite le cavallette.

STATO DI SALUTE E VISITE PERIODICHE

Si consigliano visite periodiche, due volte l’anno. Perquesti animali non sono previste vaccinazioni preventive.

CANE DELLA PRATERIA DALLA CODA NERA(Cynomys ludovicianus)

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Queste linee guida non contemplano né ilmantenimento di animali da riproduzione, né

il mantenimento presso negozi e commercianti.

L’Ordine dei Passeriformi è il più grande all’internodella Classe Aves: su circa 9000 specie di uccelli descrit-te, oltre 5000 appartengono ai Passeriformi, con dimen-sioni che variano dai pochi gr del Fiorrancino ai 1300 grdel Corvo imperiale.

Il regime alimentare è assai vario, con specie esclusiva-mente insettivore (per esempio la Rondine) o solo preva-lentemente tali e in una parte dell’anno anche frugivore(per esempio i Silvidi), oppure al contrario, prevalente-mente granivore ed in piccola parte insettivore (per esem-pio il Passero). In linea di massima si può affermare chetutti, in una certa misura e almeno in primavera e du-rante l’allevamento della prole, sono in parte insettivori(od animalivori in senso più lato), mentre i tipici insetti-vori spesso consumano una certa quantità di grani versol’autunno.

Da queste semplici osservazioni si desume che indivi-duare linee guida comuni per tutti sia quasi impossibile.Fortunatamente però, all’interno di questo sterminatogruppo, vengono tenute comunemente in cattività solo unnumero ridotto di specie fra loro relativamente omogenee.

Possiamo individuare i seguenti gruppi:1. Canarini (Serinus canaria var. domestica) forma addo-

mesticata del Canarino selvatico che in natura si repe-risce nelle isole Canarie, nelle Azzorre e a Madeira, (lazona cosiddetta Macaronesia).Il canarino è addomesticato fin dal 1600 ed allevato inmaniera “intensiva” a partire dal secolo successivo: inoltre 400 anni di vita in ambiente controllato ha datoorigine a decine di razze e centinaia di varietà suddivi-se in tre gruppi principali: Canarini da canto, di colo-re e di forma e posizione. I Canarini vengono allevatisia a scopo ornamentale che come animali d’affezione,ma anche a scopo sportivo, ossia per partecipare adesposizioni, in maniera non dissimile da altri animalidomestici come i cani o i gatti. È fatto assodato che iCanarini siano animali perfettamente adattati alla vitacaptiva e incapaci di sopravvivere fuori dall’ambienteartificiale: sono infatti pochissime le segnalazioni dirinselvatichimento di esemplari di questa specie acci-dentalmente fuggiti.

2. Fringillidi (diversi dal Canarino che appartiene pure aquesta Famiglia).Questo gruppo pone qualche problema in più in quan-to molte specie sono presenti allo stato selvatico sulterritorio nazionale, presentando quindi il loro alleva-mento il potenziale rischio di stimolare il prelievo ille-gale di soggetti in natura.

Cardellino (Carduelis carduelis), Verdone (Carduelischloris), Verzellino (Serinus serinus), Lucherino (Car-duelis spinus), Ciuffolotto (Pyrrhula pyrrhula), Passe-ro (Passer domesticus) e Fringuello (Fringilla coelebs)sono i più frequentemente allevati. Queste specie sonoallevate in cattività da meno tempo e richiedono mag-giore attenzione per essere mantenute ed allevate consuccesso: la loro crescente diffusione ed il gran nume-ro di mutazioni di colore riscontrate negli ultimi annicontribuiscono a provare un certo adattamento alla vi-ta domestica e a garantire indirettamente che gli esem-plari in cattività non siano stati prelevati in natura.

3. Gli Estrildidi, numerosa Famiglia diffusa in Africa,Australia, Asia meridionale e Micronesia, che contasia specie domestiche ormai quasi quanto il Canari-no (il Diamante mandarino, Taenopygia guttata, ilDiamante di Gould, Chloebia gouldiae, o il Passerodel Giappone, Lonchura X spp, che non ha neancheun nome scientifico proprio in quanto forma dome-stica antichissima derivata dall’ibridazione ripetutadi varie specie asiatiche appartenenti al genere Lon-chura) insieme a specie di più recente allevamentoma ormai ben adattate alla vita captiva come le va-rie Erythrura.

AMBIENTAZIONE

Per una coppia di Canarini o di altri piccoli uccelli eso-tici domestici (Diamante mandarino, Diamante diGould, Passero del Giappone, Padda) la sistemazione mi-gliore è rappresentata da una gabbia razionale e spazio-sa, almeno 60 × 30 × 30 cm, arredata con 3 posatoi: 2disposti in alto, distanti tra loro il più possibile per inco-raggiare il volo orizzontale, il terzo in mezzo e più in bas-so (per facilitare l’accesso alle mangiatoie). I posatoi mi-gliori sono rappresentati da rami naturali di diverso dia-metro (per consentire una naturale ginnastica del piede)che vanno periodicamente sostituiti: tutte le essenze nontossiche e non resinose sono accettabili; ideali i rami dialbero da frutto tipo melo e pero, come anche il salice ela betulla. I posatoi tradizionali cilindrici di plastica so-no molto igienici ma essendo troppo regolari non con-sentono la fisiologica ginnastica del piede, per cui nondovrebbero essere l’unico supporto a disposizione degliuccelli. È meglio evitare di riempire troppo la gabbia conaltalene e giochini vari, a meno che essa non sia moltospaziosa.

Le mangiatoie indispensabili sono quelle per i semi,una per ogni uccello ospitato, un porta pastone e una lin-guetta per il grit (v. oltre).

Le gabbie rotonde, di forme irregolari e di dimensionitroppo ridotte non sono confortevoli per gli uccelli.

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTO IN CATTIVITÀDEI PASSERIFORMI (Uccelli ornamentali da gabbia e da voliera)

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Le specie più vivaci, come le Erythrura o i Fringillidieuropei, si alloggiano meglio in contenitori più capaci,da 90 × 30 × 30 a 120 × 40 × 50 cm: la disposizione deiposatoi e delle mangiatoie resta però fondamentalmentela stessa.

Requisito fondamentale delle gabbie per uccelli canoriè la griglia sul fondo, che impedisce agli uccelli il contat-to con le feci e con cibo caduto contaminato: la sua as-senza aumenta molto il rischio di malattie parassitarie ebatteriche per gli ospiti.

Sotto la griglia trova posto una lettiera che può esseredi materiale particolato assorbente (sabbia, argilla pergatti, tutolo di mais) oppure un semplice foglio di cartada cambiare frequentemente: se la gabbia fosse sprovvi-sta di griglia i materiali particolati per il fondo sono daevitare per minimizzare il rischio di ingestione di mate-riale contaminato e non digeribile.

La gabbia va sistemata in un ambiente luminoso e sen-za correnti d’aria, possibilmente dove sia possibile per glianimali seguire il fotoperiodo naturale, quindi non instanze dove si soggiorna fino a tarda sera. Assolutamen-te inadatta la cucina, data l’alta tossicità del gas e dei va-pori sviluppati dalle pentole antiaderenti (gas di teflon).

Per le specie domestiche la temperatura ha un’impor-tanza relativa e si trovano a loro agio fra i 10 e i 20 gra-di, con un’umidità relativa del 50-70%, quindi alle con-dizioni normali delle nostre abitazioni: nessuna delle spe-cie menzionate ha esigenze tali da richiedere ambientispecialmente climatizzati.

Spesso gli uccelli canori vengono mantenuti in stanzeo locali appositamente dedicati al loro allevamento, al-l’interno dei quali trovano posto gabbie e volierette: que-sta soluzione è la migliore perché consente di manteneretemperatura, umidità e soprattutto fotoperiodo secondole esigenze degli uccelli e non secondo le nostre.

Per valutare l’idoneità di un locale di allevamento siguardano: le condizioni igieniche sia delle gabbie chedella stanza; la sistemazione razionale ed igienica di ali-menti ed accessori che devono essere in contenitorichiusi e protetti da roditori ed insetti; la temperatura el’umidità; l’aerazione; l’illuminazione (che può esserenaturale o artificiale regolata da appositi timer); e laconcentrazione di individui: idealmente ad ogni metrocubo di spazio devono corrispondere 4-6 uccelli dellespecie citate.

Tutte le specie europee e molte fra quelle esotiche siadattano bene ai nostri climi e possono essere alloggiatetranquillamente all’esterno, sia in gabbia riparata dalvento e dal sole diretto sia, ove possibile, in voliera.

TRASPORTO

Cassette basse con pareti opache ed apertura dall’altoper minimizzare lo stress: sempre disponibile fonte di ali-mento. Trasporto singolo o a piccoli gruppi a secondadelle specie.

ALIMENTAZIONE

Le specie più comunemente allevate sono principal-mente od esclusivamente granivore e la base della loro

dieta è costituita da una miscela di semi adatta alla spe-cie ed al periodo dell’anno, integrata con vegetali vari edalimenti composti (pastoncini): sono disponibili anchealimenti formulati basati sullo stesso principio di quelliper pappagalli, ma il loro uso è ancora sporadico, ancheperché tutto sommato l’alimentazione granivora è moltopiù naturale per questi uccelli che per gli Psittacidi: è co-munque necessaria tutta una serie di attenzioni.

Miscela di semiPreponderanza di scagliola per Canarini e Fringillidi,

preponderanza di panico e miglio per Australiani e Afri-cani. Semi grassi (niger, ravizzone, perilla ecc.) con at-tenzione, in quanto irrancidiscono facilmente e sono fa-cilmente contaminati da muffe altamente tossiche. Lemangiatoie dovrebbero contenere solo la quantità di mi-scela consumata giornalmente e riempite solo a consu-mo avvenuto, per indurre l’uccello a consumare tutti isemi e non solo i preferiti. Attenzione al fatto che moltiuccelli riempiono la mangiatoia di bucce e ad un’oc-chiata superficiale essa appare piena di semi: la carenzadi cibo è rapidamente letale in queste creature dal velo-ce metabolismo.

Semi “condizionati” o “della salute”Attenzione in quanto le miscele sono spesso vecchie e

rancide; quando si è sicuri della freschezza, piccole quan-tità di questi semi sono necessarie e gradite soprattutto aiFringillidi e vanno somministrate 2-3 volte la settimanain contenitori appositi.

Semi germinatiMiscele apposite oppure misto per Ondulati messi a

germinare costituiscono un alimento estremamente nu-triente ed appetibile, però altamente delicato e deperibi-le. I semi cotti, ammollati in acqua per 24 h e poi bollitiper 15-20 minuti, costituiscono un’alternativa accettabi-le, ma molto meno nutritive e comunque non possono es-sere lasciati a disposizione più di 8 h.

Frutta e verduraOffrire quotidianamente una scelta di vegetali di sta-

gione freschi, ben lavati e asciugati; mela, pera, fichi, ci-coria, scarola e insalate le essenze più usate.

Erbe prativeGradite soprattutto ai Fringillidi, centocchio, stellaria,

dente di leone, crescione e cardo le più comunementeusate. La loro mancata fornitura non deve essere inter-pretata come una negligenza in quanto questi uccelli pos-sono restare in buona salute anche consumando vegetalicoltivati, ma le erbe spontanee costituiscono un potenteimpulso alla riproduzione.

GritNecessario agli uccelli granivori per una corretta dige-

stione, deve essere offerto in linguette separate e nonsparso sul fondo della gabbia dove viene contaminatodalle feci.

Si sconsiglia l’aggiunta di carbone attivo, del qualenon è certa l’azione detossicante, mentre è nota la capa-cità di limitare l’assorbimento di vitamine e oligoelemen-ti dall’apparato digerente.

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ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

Le esigenze psicologiche degli uccelli canori sono mol-to più semplici rispetto a quelle ad esempio degli Psitta-ciformi, ma un allevatore responsabile conosce e rispettacomunque le caratteristiche etologiche delle specie chealleva. Le minori necessità ambientali di queste specie lerende meno soggette alla noia da ambiente captivo, tut-tavia essi gradiscono la possibilità di fare regolarmente ilbagno, di adoperare posatoi (di differente diametro edelasticità), altalene, nonché alimentarsi da fonti diversedalla mangiatoia, ad esempio spighe di panico o migliooppure frutta e verdura inserita su spiedini di legno ap-

pesi nella gabbia. Le specie più domestiche come i Cana-rini e i Diamanti mandarini sono estremamente socievo-li e a loro agio in presenza dell’uomo o degli altri animalidomestici; altre specie meno selezionate sono invece piùreattive e non dovrebbero essere alloggiate in ambientichiassosi e troppo frequentati.

Nessun uccello dovrebbe essere detenuto singolarmen-te: è però bene ricordare che non tutte le specie manten-gono il legame di coppia durante tutto l’arco dell’annoper cui fuori dalla stagione riproduttiva per alcune spe-cie (fra cui il comune Canarino) può essere più naturaleseparare i due partner oppure formare gruppetti mono-sessuali, in volierine separate, come avviene in natura.

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mensioni ridotte (la cosiddetta pappagalliera, di circa 50x 50 x 50 cm), non è un ambiente adatto a un pappagal-lo di dimensioni medie o grandi. Invece, una buona vo-lieretta da interni, costruita con il materiale adatto, as-semblata con i fili/rete di dimensioni adeguate e distan-ziati in maniera corretta, può andare bene per Psittaci-formi di piccole dimensioni come pappagallini ondulati,calopsitte o inseparabili.

Indicativamente, le dimensioni di una voliera adegua-ta per uno/due pappagallini ondulati (Melopsittacus un-dulatus) o per uno/due inseparabili (Agapornis spp.), so-no di 60 x 40 cm, per 40 di altezza, mentre per le calop-sitte (Nymphicus hollandicus), che sono un po’ più gran-di ed hanno una struttura da volatore, è meglio un avia-rio di 80 x 50 cm x 50 di altezza.

Le voliere migliori sono costruite in materiali non tos-sici, ma difficilmente aggredibili dal becco dei nostri pap-pagalli; devono essere facili da pulire, meglio se con uncassetto facilmente estraibile per la pulizia del fondo e lasostituzione della lettiera.

Ottime le volierette in cui una grossa porzione di pa-rete si apre orizzontalmente, creando una specie di bal-cone che include un comodo posatoio.

Voliere da interniI pappagalli di taglia media e grande invece [dal caic-

co (Pionites spp.) in su], hanno bisogno di una voliera dainterni. Premesso che non esiste una voliera troppo gran-de, è anche vero che questa deve stare in una casa, quin-di è inutile proporre dimensioni esagerate, che nessunosarebbe in grado di soddisfare, ma piuttosto rifarsi aglistandard internazionalmente accettati.

Per i pappagalli fino a circa 3-400 grammi di peso, unavolieretta di circa 50 x 50 cm, x 120 di altezza potrebbeandare bene, mentre per i pappagalli più grandi è neces-sario passare ad almeno 70 x 70 cm, x 160 cm di altez-za. Meglio se le voliere hanno il soffitto apribile, che sitrasforma in un alloggio per un posatoio.

Materiale di costruzioneIl materiale con cui è costruita la voliera deve essere

robusto e non attaccabile dal pappagallo, quindi, nientelegno né plastica, meglio l’acciaio. Inoltre, è bene che levoliere siano esenti da zinco e piombo.

Tipo di aperture - sistemi antifugaÈ essenziale che le voliere da interni siano costruite in

modo che i pappagalli non riescano ad aprire le porte eneppure a sbalzare beverini e mangiatoie per poi uscirein maniera autonoma, con i rischi che ne conseguono.

Come detto sopra, è sempre ben vista la presenza diun’apertura che possa fungere da porta trespolo perma-

LINEE GUIDA SIVAE PER IL MANTENIMENTOIN CATTIVITÀ DEGLI PSITTACIFORMI (Pappagalli)COME PET BIRDS (Pappagalli da compagnia)

Queste linee guida non contemplano né il man-tenimento di animali da riproduzione, né ilmantenimento presso negozi e commercianti.

INQUADRAMENTO TASSONOMICO

I pappagalli sono un gruppo piuttosto omogeneo dicirca 350 specie di uccelli (Classe Aves) e appartengonotutti all’ordine Psittaciformi (Psittaciformes). Quest’ulti-mo è diviso in due famiglie: Cacatua (Cacatuidae) e Psit-tacidi (Psittacidae).

CLASSIFICAZIONE DEGLI PSITTACIFORMI

Classe Aves Note N° specieOrdine Psittaciformes 353Famiglia Cacatuidae Cacatua 21Sottofamiglia Proboscigerinae Cacatua delle Palme 1Sottofamiglia Calyptorhynchinae Cacatua neri 5Sottofamiglia Nymphicinae Calopsitta 1Sottofamiglia Cacatuinae Cacatua bianchi 14Famiglia Psittacidae Pappagalli tipici 332Sottofamiglia Loriinae Lori e Lorichetti 53Sottofamiglia Psittacinae Pappagalli tipiciTribù Psittrichadini Pappagallo di Pesquet 1Tribù Nestorini Kaka e Kea 2Tribù Strigopini Kakapo 1Tribù Micropsittini Pappagalli pigmei 6Tribù Cyclopsittini Parrocchetti dei fichi 6Tribù Platycercini Roselle e similari 37Tribù Psittaculini Pappagalli asiatici 66Tribù Psittacini Pappagalli africani 12Tribù Arini Pappagalli americani 148

AMBIENTAZIONE

È ovvio che un pappagallo non può vivere libero in ca-sa quando non c’è il proprietario: ci sono troppi rischi.Ergo, quando il pappagallo è solo a casa, deve stare in unambiente controllato. Questo ambiente deve essere di di-mensioni adeguate alla specie, se da un lato è accettabileche stia in una voliera di dimensioni relativamente mo-deste per dormire, o per passare poco tempo della gior-nata, è anche ovvio che se deve passarci alcune ore, è in-dispensabile che l’ambiente offra al suo ospite lo spazioper muoversi bene e le giuste distrazioni.

GabbiaLa gabbia, intesa come un ambiente controllato di di-

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nente, quando il pappagallo è libero, fuori dalla voliera:in tal modo può identificare con facilità la zona di atter-raggio e stazionamento per rientrare in voliera.

Mangiatoie e abbeveratoi e accessibilità a questiÈ molto importante che le normali manovre di sostitu-

zione e pulizia di mangiatoie e abbeveratoi possano avve-nire senza disturbare i pappagalli. Ovviamente, questi ul-timi sono abituati alle routinarie operazioni di manuten-zione, ma devono potere percepire la voliera come il lorospazio, che controllano e in cui non vengono disturbati.

Posatoi e loro supportiI posatoi devono essere adeguati sotto vari profili: ma-

teriale, forma, posizione e specialmente, numero.Il materiale ideale è il legno, meglio se si tratta di rami

naturali, provenienti da piante non tossiche, ben pulitima con la corteccia, in modo che gli uccelli si possano di-vertire a morderli, scortecciarli, al limite distruggerli.Vanno bene anche i posatoi artificiali in materiale abra-sivo (tipo Sandy-perch), che aiutano a mantenere unghiee becco della giusta lunghezza. Questi posatoi non devo-no essere gli unici a disposizione del pappagallo. Sono in-vece da evitare i posatoi cilindrici in plastica: non offro-no alcuno stimolo comportamentale ai pappagalli e sonodannosi per i piedi, che appoggiano sempre nello stessomodo.

La forma deve essere varia, come lo sono i rami natura-li, quindi irregolari, un po’ curvi e di diametro variabile, inmodo che il piede si eserciti bene durante la giornata.

La posizione all’interno della voliera deve essere benponderata: i posatoi non devono impedire le normali ope-razioni di pulizia della voliera, ma essere comodi e fruibi-li dal pappagallo. Non devono essere così in alto da far sìche l’uccello, appollaiato, tocchi il soffitto con la testa.

Il numero dei posatoi non deve essere eccessivo: due otre sono sufficienti. Troppi posatoi intralciano le possibi-lità di movimento e di volo, e limitano la creatività indi-viduale del soggetto.

Fondo, lettiera e igieneIl fondo della voliera deve essere pulibile e pulito. Può

essere una griglia metallica, sempreché le maglie sianoadeguate al tipo di ospite e il pappagallo non si senta sco-modo a camminarci. In tal caso, meglio un fondo liscio,con uno strato cospicuo di lettiera adeguata.

La lettiera può essere in materiali diversi e la sua scel-ta dipende molto dalla possibilità che il pappagallo abbiao meno accesso alla lettiera stessa. Se il fondo è in griglia,il tipo di lettiera non ha molta importanza, basta che siaben assorbente, tanto il pappagallo non ha modo diprenderla nel becco. Se invece l’uccello può scendere di-rettamente sulla lettiera, allora sono da evitare tuttequelle in materiale igroscopico non digeribile, perché seil pappagallo le ingerisce possono causare un blocco in-testinale. Vanno bene invece le lettiere assorbenti in tu-tolo di mais, oppure la sabbia di fiume, pulita, che non èigroscopica, è meno assorbente, ma se ingerita in mode-ste quantità non è pericolosa.

TrasportinoI pappagalli possono anche viaggiare con il proprieta-

rio. Il trasporto deve avvenire con il minore trauma pos-

sibile, sia psichico, sia soprattutto fisico, per l’uccello. Inlinea generale è bene non trasportare i pappagalli nellegabbie/voliere in cui stanno abitualmente. Gli animali so-no esposti a troppi stimoli esterni che non possono gesti-re bene dal punto di vista psicologico, ma soprattutto,nel caso in cui la gabbia/voliera cada o si ribalti, peresempio durante una frenata brusca, esiste il serio rischiodi un trauma grave. Infatti è spesso accaduto che duran-te questi piccoli incidenti, il pappagallo abbia messo unazampa o un’ala fra le sbarre, rompendosi l’arto.

I migliori trasportini sono quelli chiusi, come quelli inplastica per cani e gatti. Si dovrà semplicemente applica-re un posatoio all’interno, in modo che il pappagallo stiacomodo durante il viaggio. Il pappagallo, nella relativapenombra che si crea in quell’ambiente, starà più tran-quillo e se ci fosse un incidente, al massimo potrà roto-lare con il trasportino, ma senza farsi male seriamente.Alla griglia che funge da porta, si potranno applicare unabbeveratoio e una mangiatoia, anche se probabilmenteil pappagallo non mangerà, né berrà nulla durante ilviaggio.

ALIMENTAZIONE

Le necessità nutritive dei pappagalli da compagnia so-no diverse da quelle dei pappagalli selvatici, soprattuttoperché i pappagalli in natura passano molto tempo esprecano molta energia a ricercare l’alimento volandoanche a lunga distanza. Ovviamente non è possibile ri-produrre fedelmente la dieta naturale di più di 350 spe-cie di Psittaciformi, ma visto che si tratta di uccelli dellostesso gruppo e quindi con una fisiologia simile, si puòsupporre che, una volta mantenuti in condizioni simili,abbiano necessità nutrizionali comparabili.

Tradizionalmente la dieta dei pappagalli in cattività siè purtroppo basata sulla somministrazione di una misce-la di semi secchi; nei pappagalli medi e grandi, tali mi-scele prevedono inoltre una forte percentuale di semi digirasole. Con rare eccezioni (poche le specie spiccata-mente granivore anche in natura), questo tipo di dietanon è adeguato al mantenimento dei pappagalli in unostato di buona salute per lunghi periodi.

Sono invece da preferire diete che contemplino ali-menti di vario tipo, fra cui cibo fresco (frutta, verdura,germogli e bacche), ma somministrati per poche ore algiorno, per evitare che marciscano, alternati ad alimentisecchi, come semi (che non devono essere più del 20 -25% del totale), ma soprattutto estrusi o pellettati speci-fici per pappagalli (che possono rappresentare fino al 70-80% del totale).

ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

Necessità fisiologiche: è ovviamente importante che incattività vengano rispettate le caratteristiche fisiologichedei pappagalli in natura.

Bisogna però fare molta attenzione a conoscere e capi-re bene la biologia delle diverse specie, infatti, quando siparla per esempio di rispetto del range termico ottimale,si corre il rischio di cadere nel tipico errore che molti fan-no e purtroppo continuano a fare: i pappagalli non han-

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no bisogno necessariamente di stare a temperature eleva-te. Se vale per tutte le specie la regola che non vanno be-ne gli sbalzi termici e che quindi un pappagallo che vivein casa a +/- 20 °C non dovrebbe essere messo di colpoall’esterno d’inverno, è anche vero che molte specie vivo-no abitualmente in zone con notevoli escursioni termichestagionali. Ad esempio, i cacatua che vivono nel sud del-l’Australia e in Tasmania, vedono spesso cadere la neve,come pure i pappagalli che vivono in alcune zone del-l’America meridionale, spesso in natura si devono de-streggiare con temperature attorno agli 0 °C, o addirit-tura inferiori.

Poche specie, soprattutto i piccoli lori e alcune specieche originano da Papua - Nuova Guinea, e alcune speciecentroamericane, possono avere necessità di stare moltoal caldo, ma si consiglia di verificare con dei veri espertila gestione termica delle voliere.

Arricchimento sociale: i pappagalli sono animali alta-mente sociali, cui non deve mai mancare, in quantitàadeguata, la giusta interazione con altri soggetti, sianoquesti umani, altri animali, pappagalli di altre specie, op-pure cospecifici. È ovvio che anche questi stimoli devonoseguire delle regole. Innanzi tutto il pappagallo deve ave-re la libera scelta di interagire con altri soggetti, ovverodecidere di starsene per i fatti suoi: quindi, nel momentoin cui sta fuori dalla sua voliera, deve poterci rientrare asuo piacimento.

Le interazioni con altri animali (cani, gatti, altri uccel-li) possono essere molto stimolanti per entrambi i sog-getti, ma possono anche essere fonte di rischio, per cuinon devono mai avvenire con gli animali non controllatidal proprietario. Anche in questo caso, ogni soggetto de-ve avere l’opportunità di scegliere se interagire con l’al-tro (gli altri), oppure starsene da solo.

Arricchimento ambientale: l’ambiente gabbia, cioè illuogo dove il pappagallo passa buona parte del temponon accudito direttamente dal proprietario, deve essereconfortevole, ma anche offrire giochi e stimoli vari, cheimpediscono che l’uccello si annoi se sta da solo qualcheora. Esistono molti giochi in vendita per pappagalli, maè pure possibile fabbricare giochi in legno naturale o me-tallo non tossico, con cui il pappagallo passa un po’ ditempo svagandosi: a volte un semplice ramo fresco di sa-

lice o altro legno succoso, a fibra lunga e non tossico, èpiù interessante di giochi elaborati che sono più belli peril proprietario che utili per il destinatario. È importanteseguire alcune regole:– non mettere troppi giochi a disposizione contempora-

neamente;– se il pappagallo si stufa, avere un ricambio alternativo

pronto;– lasciare che il pappagallo scelga i suoi svaghi libera-

mente.

ALLEVAMENTO DEI PICCOLI

Benché la pratica di allevare i pulli di pappagallo arti-ficialmente (c.d. allevamento a mano o “allo stecco”) siaancora piuttosto diffusa, è auspicabile che venga limita-ta ai casi veramente necessari; infatti sta sempre piùprendendo piede l’idea che molti dei problemi compor-tamentali che si osservano nei pappagalli adulti, siano daricercare come origine nella mancata (o inadatta) socia-lizzazione in giovane età, per cui si arriverà a determina-re specie per specie, l’età migliore per potere separare ipulli dai genitori, come quella per svezzarli.

Nei casi in cui si ritenga necessario, o preferibile alle-vare i piccoli a mano, è necessario che vengano cresciutiassieme ad altri giovani pappagalli, meglio se della stes-sa specie o di specie consimili, ma al limite anche di altrigeneri.

STATO DI SALUTE E VISITE PERIODICHE

I pappagalli, come e di più degli animali domesticiconvenzionali, devono essere visitati periodicamente daun veterinario esperto.

Una prima visita avverrà a pochi giorni dall’arrivo delnuovo pet in casa, ma è bene che ci siano visite annuali,corredate da esami di laboratorio, che accertino il buonostato di salute dei pappagalli in cattività.

È anche indispensabile che almeno ogni 2-3 anni, i sog-getti tenuti come animali da compagnia in casa, effettuinodei controlli per la Psittacosi: questa è forse l’unica malat-tia importante che i pappagalli possono trasmettere al-l’uomo, ed è pertanto necessario tenerla sotto controllo.

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Queste linee guida non contemplanoné il mantenimento di animali da ri-produzione, né il mantenimento pres-so negozi e commercianti.

GENERALITÀ

Esistono diverse tipologie di rapaci tenute in ambientecontrollato che differiscono tra loro non solo per abitu-dini (notturni e diurni) ma anche per dimensioni e peso(gheppio americano 100 g - condor 12 kg).

Possiamo dividere i rapaci in: Rapaci diurni dell’Ordine Falconiformes

• famiglia Falconidae: tra le specie più comuni in am-biente controllato il Falco pellegrino (Falco peregri-nus), Falco sacro (F. cherrug), Gyrfalco (F. rusticolus),Lodolaio (F. subbuteo), Falco lanario (F. biarmicus),Gheppio (F. tinnunculus) e loro ibridi;

• famiglia Accipitridae: tra le specie più comuni l’Aqui-la reale (Aquila chrysaetos), l’Aquila delle steppe(Aquila rapax) e loro ibridi, Poiana codarossa (Buteojamaicensis), Falco di Harris (Parabuteo unicinctus),Astore (Accipiter gentilis), Sparviere (Accipier nisus) eloro ibridi;

• famiglia Pandionidae: Falco pescatore (Pandion ha-liaetus). Rapaci notturni dell’Ordine Strigiformes;

• famiglia Strigidae: Allocco (Strix aluco), Assiolo (Otusscops), Civetta (Athene noctua), Gufo delle Nevi (Bu-bo scandiacus), Gufo Reale (Bubo bubo) e altre specieminori;

• famiglia Tytonidae: Barbagianni (Tyto alba).

GESTIONE DEI RAPACI DA FALCONERIA

I rapaci da falconeria per loro attitudine devono esse-re gestiti in modo particolare e differente da quanto av-viene per i rapaci da riproduzione. Mentre per i secondii contatti con l’uomo devono essere inesistenti o ridotti alminimo (eccezione fatta per la riproduzione mediante in-seminazione artificiale degli individui imprintati), per iprimi il contatto con l’uomo è fondamentale.

AMBIENTAZIONE

Oltre alle voliere e falconiere, per la stabulazione deirapaci sono necessarie alcune attrezzature: • Blocco: i blocchi sono delle strutture cilindriche con

estremità superiore allargata su cui può posarsi un ra-pace. Il diametro dell’estremità superiore deve essere ta-le da permettere al rapace di posare con entrambi i pie-

di e di potersi muovere, ruotando su di essa. Deve esse-re rivestita di erba sintetica o astroturf in modo tale cheil piede non possa ferirsi e non possano determinarsi le-sioni da bumblefoot (pododermatite ulcerativa). Allabase il blocco presenta un anello per poter legare la lun-ga del falco. I blocchi possono essere da interno o daesterno. I primi hanno come base un ampio basamentoin cui viene inserito il blocco, i secondi invece hanno unpuntale per fissare il blocco a terra. Il blocco viene usa-to solitamente per i rapaci diurni del genere falco.

• Pertica curva: usata specialmente per i rapaci diurnidel genere accipiter, buteo, parabuteo, aquile e per i ra-paci notturni. È una struttura curva di materiale me-tallico, che può essere infissa nel terreno per mezzo dipuntali o appoggiata su una superficie liscia per mez-zo di un basamento. Nella sua parte centrale presentauna imbottitura su cui il rapace può poggiare con i pie-di e un anello distale su cui è possibile legare la lungadel falco.

• Pertica alta: ha un’altezza di circa 1,5 m ed è costruitain legno. È un asse, simile ad un cavalletto, su cui ven-gono fissati i rapaci per mezzo di un anello infisso nellegno. Tra l’asse e il terreno viene posizionato del tes-suto per permettere al rapace, nel caso in cui esso do-vesse cadere, di aggrapparsi con le zampe e ritornarein posizione corretta.Esistono diverse tipologie di strutture per la detenzio-

ne di queste specie le cui dimensioni e caratteristiche va-riano sensibilmente dalla specie ospitata, dall’attitudinedell’animale e dalla tecnica di allevamento dello stesso.

Le possibili strutture per la stabulazione dei rapaci sipossono dividere in:

FalconieraÈ una struttura costruita in muratura, legno o mate-

riale metallico destinata ad ospitare i rapaci da falcone-ria nel periodo di volo o di muta. Le sue dimensioni idea-li sono di almeno 1,5 × 2 × 2 h m per un singolo anima-le. Per ospitare fino a 3 animali le dimensioni ideali sonodi almeno 4 × 3 × 2 h m.

La falconiera deve essere chiusa su 3 lati ed un latoapribile completamente per permettere l’aerazione du-rante il periodo estivo oppure, presentare 1 lato apribileed una finestra o due finestre alle estremità opposte perfavorire il ricambio d’aria del locale. Nel caso in cui i ra-paci vengano tenuti in falconiera deve essere garantita lapresenza di un’area esterna sulla quale possano esseremessi a giardinare con un blocco o una pertica curva edun bagno per ogni singolo animale.

Gli animali al suo interno possono essere alloggiati inmodi diversi:• tenuti al blocco o in pertica curva: i blocchi o le perti-

che curve non devono essere posti troppo vicini tra diloro per impedire agli animali di aggredirsi, ferirsi o

LINEE GUIDA PER LA DETENZIONEDEI RAPACI IN AMBIENTE CONTROLLATO

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uccidersi l’un l’altro. Le caratteristiche dei blocchi el’aratura dei falchi devono essere come precedente-mente descritto per evitare traumi o lesioni accidenta-li nel rispetto del benessere dell’animale;

• tenuti in pertica alta: gli animali devono essere suffi-cientemente distanziati l’un l’altro per impedire ag-gressioni o uccisioni accidentali e le caratteristiche del-le pertiche alte devono rispettare i requisiti preceden-temente descritti;

• tenuti su posatoio a semiluna: il posatoio ha una for-ma a semiluna ed è fissato alla parete posteriore dellafalconiera. Questo posatoio deve essere completamen-te rivestito in erba sintetica (tipo Astroturf) e di un rag-gio pari almeno alla lunghezza dei geti dell’animale perimpedire che il rapace possa ferirsi. Se la falconiera èaperta su di un lato anche nel periodo invernale o nonè previsto un sistema di riscaldamento interno il posa-toio deve essere ad un’altezza di almeno 1,5 m da ter-ra per evitare possibili lesioni da congelamento delledita della zampa e dell’estremità dell’ala nei periodi incui la temperatura scenderà al di sotto dello 0 °C. Nelcaso in cui le pertiche siano poste a 1,5 m da terra ènecessario prevedere un piano o una superficie in cui ilrapace potrà scendere e che dovrà essere posta ad unadistanza dal posatoio pari almeno a 1,5 volte la lun-ghezza della coda del rapace. Questo piano dovrà ave-re una superficie in erba sintetica, sabbia fine, segatu-ra o altro materiale facilmente rimovibile per garanti-re una corretta pulizia dell’ambiente.Anche in questo caso gli animali dovranno essere po-sti ad una distanza tale da impedire aggressioni acci-dentali.

Voliera per la riproduzione di soggettinon imprintati

Possono avere dimensioni variabili a seconda dellespecie ospitate.

Le voliere non devono mai essere troppo grandi perevitare che gli animali possano spiccare il volo e urtareviolentemente contro le pareti. Devono essere costruitecompletamente in legno o materiale coibentato e devonoessere completamente chiuse sui 4 lati. Il lato superioredeve essere coperto per almeno ¼ della lunghezza e la re-stante parte aperta deve essere provvista di rete con ma-glie sufficientemente ampie da impedire all’animale diimpigliarsi con le zampe e rimanere appeso procurando-si gravi lesioni agli arti.

Sulle pareti laterali può essere ricavata una finestrasufficientemente ampia per permettere all’animale di os-servare al di fuori della voliera da riproduzione. Le fine-stre devono essere provviste di sbarre verticali realizzatein legno, materiali plastici, in metallo o in metallo rive-stito di materiali plastici con una luce tra le sbarre tale daimpedire la fuga degli animali.

L’uso di tali finestre è facoltativo poiché specie sensi-bili allo stress o soggetti particolarmente nervosi posso-no ferirsi gravemente urtando contro di esse o possononon riprodursi. Su una parete deve essere praticato unforo tale da permettere l’introduzione del cibo che do-vrà cadere all’interno della voliera su di un posatoiospecifico. Il materiale di fondo può essere il terreno omeglio se di ghiaia per permettere una migliore puliziadelle deiezioni.

All’interno della voliera dovranno essere presenti: • un nido di dimensioni idonee alla specie ospitata, il cui

materiale di fondo può essere differente a seconda del-le necessità riproduttive della specie;

• posatoi in numero da 1 a 3, completamente rivestiti diastroturf o altra erba sintetica in modo da impedire alrapace di ferirsi le zampe;

• una grossa pietra messa a terra che possa essere utiliz-zata sia come posatoio naturale che come superficie sucui potersi limare becco ed unghie;

• un bagno, in cui i rapaci possano abbeverarsi e fare ilbagno.Le dimensioni ideali di queste voliere sono di almeno:

• 4 l × 2 l × 2,5 h m per una coppia di rapaci di dimen-sioni medie o piccole (es. gheppi, falchi pellegrini, Gyr-falchi, falchi sacri e loro ibridi, falchi di harris e poia-ne codarossa, rapaci notturni in genere);

• 4 l × 3 l × 2,5 h m per una coppia di rapaci di grandidimensioni (gufo reale, aquile).

Voliera per la riproduzione di soggetti imprintatiDimensioni, materiali e caratteristiche interne sono le

stesse delle voliere per soggetti non imprintati. L’unica dif-ferenza è che oltre ad essere ospitati singolarmente nellavoliera, per questi soggetti deve essere prevista una gran-de finestra in uno dei lati della voliera tale da permettereall’animale di interagire con il keeper in qualsiasi momen-to. Il keeper dovrà interagire quotidianamente con l’ani-male entrando nella stessa almeno 1 volta al giorno.

Aree per giardinare i falchi Devono essere sempre presenti per i rapaci mantenuti

in ambiente controllato per la falconeria, bird control odimostrazioni di volo.

Sono grandi voliere completamente chiuse, le cui di-mensioni minime variano a seconda del numero di falchiospitati al loro interno.

Le caratteristiche di queste aree per giardinare i falchidevono essere tali da permettere ai rapaci di avere a di-sposizione un blocco e un bagno posti ad una distanzatale da impedire eventuali aggressioni dell’uno nei con-fronti dell’altro.

Possono essere recintate e con o senza tetto, o comple-tamente chiuse da rete.

Casette esterneVengono usate per i rapaci da falconeria e sono costi-

tuite da un tetto a 2 falde ed hanno forma triangolare, lacui base deve essere di almeno 1,5 volte l’apertura alaredel rapace. Il materiale con cui vengono costruite è tipi-camente il legno, ma è apprezzabile anche l’uso di mate-riali coibentanti.

Al loro interno è presente un posatoio a semiluna del-le stesse caratteristiche riportate precedentemente. A ter-ra viene posizionato un cavo in acciaio molto resistentedistante alcuni cm da terra e cui viene assicurato il rapa-ce per mezzo di geti e lunga connessi tra di loro e con ilcavo in acciaio per mezzo di una girella tale da impedireeventuali attorcigliamenti.

All’estremità del cavo di acciaio viene posto un posa-toio in legno, roccia o altro materiale su cui viene postoil cibo, nell’intento di stimolare il movimento del rapacepermettendo il mantenimento del tono muscolare.

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ALIMENTAZIONE

I rapaci sono uccelli carnivori e predatori.Molte specie sono generaliste, altre invece si nutrono

di prede specifiche.Molte specie si nutrono prevalentemente di altri uccel-

li, altre sia di mammiferi, sia di uccelli.Gli alimenti usati sono ovviamente di origine animale

come: quaglie, piccione, pulcini di 1 giorno, tacchinotti,fagiani, starne, polli, conigli, ratti e topi di differenti di-mensioni ed età. Esistono ditte specializzate nella vendi-ta di alimenti per rapaci.

La dieta in ambiente controllato deve essere la più va-ria possibile e la più simile a quella che la determinataspecie avrebbe in natura.

Le diete monotematiche sono da evitare, infatti, spe-cialmente se basate solo su pulcini di 1 giorno, determi-nano nei rapaci gravi insufficienze nutrizionali e conse-guenti patologie carenziali.

Il cibo viene mantenuto congelato, per cui è necessarioassicurare una corretta conservazione e somministrazio-ne dell’alimento.

L’alimento non deve essere scongelato da troppo tem-po prima della somministrazione per diminuire le proli-ferazioni batteriche nelle carni.

La predazione è di fondamentale importanza per ga-rantire il benessere psicofisico del rapace in ambientecontrollato.

ARRICCHIMENTO AMBIENTALE

I rapaci non necessitano di particolari accorgimenti diarricchimento ambientale, se non la possibilità di predare.

È per questo motivo che, per garantire il benesseredell’animale, i rapaci tenuti per falconeria e dimostra-zioni di volo devono essere volati (termine di falconeriache indica far volare un rapace) ogni giorno, in ogni pe-riodo dell’anno e stimolati alla predazione su logoro(preda finta).

Viene fatta eccezione per il periodo della muta.

Ogni rapace da falconeria deve essere “armato” di ge-ti, lunga, girella e cappuccio.• Geti: sono delle stringhe in cuoio o altro materiale

non abrasivo che vengono applicate alla regione deltarso del rapace. Devono avere una dimensione non alterabile per evi-tare che possano stringere il piede determinando ne-crosi ischemica e devono essere realizzati in pellemolto malleabile per evitare abrasioni.Esistono principalmente due tipi di geti:– Geti tradizionali: in cui bracciale e geto sono par-

te integrante l’uno dell’altro;– Geti Aylmeri: in cui bracciale e geto sono fisica-

mente separati l’uno dall’altro e il geto viene inse-rito nel bracciale attraverso un anello. Il geto vie-ne rimosso una volta messo in volo il rapace perimpedire che, nel caso in cui il rapace si posasse, ilgeto possa impigliarsi e provocare gravi danni al-le zampe dell’animale.

• Lunga: la lunga è una corda resistente, di materialenaturale o sintetico che viene collegata ai geti permezzo di una girella e che permette di assicurare ilrapace impedendone la fuga. La lunga deve esseresufficientemente resistente per impedire la fuga e diuna lunghezza media di almeno 1,5 m per un rapacedi medie dimensioni.

• Girella: è di materiale metallico, spesso in acciaioinossidabile ed è uno strumento indispensabile perevitare che il rapace si attorcigli su geti e lunga nelcaso in cui dibattesse o girasse su se stesso una voltamesso al blocco o tenuto sul pugno.

• Cappuccio: costruito in pelle o cuoio, ha lo scopo ditranquillizzare il rapace durante il trasporto o nel ca-so in cui si verifichino situazioni in grado di deter-minare stress nell’animale. È quindi di fondamenta-le importanza in molte specie, in particolar modo neirapaci del genere falco. Non è indispensabile il suoutilizzo nei rapaci notturni, nel genere Buteo, nel ge-nere Parabuteo e nelle aquile. Il cappuccio deve esse-re utilizzato con lo scopo di tranquillizzare l’anima-le, quando stressato e deve essere abolito ogni usocoercitivo.

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Queste linee guida non contemplano né il manteni-mento di animali da riproduzione, né il mantenimentopresso negozi e commercianti.

CLASSIFICAZIONE RETTILI (REPTILIA)

Classe ReptiliaSottoclasse Anapsida Archosauria LepidosauriaOrdine Testudines Crocodylia Rhynchocephalia (Tuatara)

(Cheloni) (Coccodrilli) SquamatiSottordine Cryptodira Amphisbaenia (Anfisbeni)

Pleurodyra Sauria (Sauri)Serpentes o Ophidia (Serpenti)

INQUADRAMENTO TASSONOMICO

Al momento sono descritte 8734 specie nella classe deirettili (Reptilia), suddivise in tre sottoclassi gli Anapsidi(Anapsida), gli Arcosauri (Archosauria) e i Lepidosauri(Lepidosauria). Gli Arcosauri sono i coccodrilli.

La sottoclasse degli Anapsidi contiene l’unico ordinedei Cheloni (Testudines) diviso in due sottordini i Crip-todiri (Cryptodira) e i Pleurodiri (Pleurodyra).

La sottoclasse dei Lepidosauri è suddivisa in due ordi-ni, i Rincocefali di cui fanno parte solo le due specie diTuatara (Sphenodon punctatus e S. guntheri) e gli Squa-mati (Squamata) che sono a loro volta suddivisi in tresottordini, gli Anfisbeni (Amphisbenia), i Sauri (Sauria) ei Serpenti (Ophidia).

Nel sottordine Serpenti sono riconosciute 3149 specie,nei Sauri 5079 e nei Cheloni 313.

Solo un numero relativamente piccolo è abitualmentemantenuto in cattività nei giardini zoologici o struttureanaloghe a vario indirizzo (commerciale, conservazioneetc.), nei circhi, nelle collezioni private, all’interno distrutture di ricerca o in ambiente domestico.

Le seguenti linee guida trattano del mantenimento diquesti animali nelle collezioni private e nel caso di pocheunità tenute in casa da privati cittadini, in riferimentoagli Squamata ed ai Chelonia.

Non trattano degli animali in caso di allevamento dariproduzione.

MANTENIMENTO IN CATTIVITÀ

I punti chiave per garantire il benessere in questi ani-mali stanno nel ridurre il più possibile i fattori stressantiche sono in parte validi per tutto il gruppo, in parte pe-culiari per ogni singola specie.

Il microambiente in cui è alloggiato il rettile (terrario ovivario) deve consentire al soggetto di esprimere al me-

glio le proprie potenzialità fisiologiche e comportamen-tali pur essendo una condizione di cattività.

Desideriamo sottolineare l’importanza della conoscen-za di questi animali prima di accingersi ad ospitarne uno.Richiedono impegno, attenzione quotidiana attrezzatureidonee e strumenti per il monitoraggio della temperaturae dell’umidità.

Prendere un animale implica il prendersene cura, esse-re consapevole delle sue esigenze e responsabile della suasalute.

In caso di alloggio temporaneo per quarantena, rico-vero in strutture veterinarie, allevamento ecc., si consi-glia un terrario essenziale che consenta fondamental-mente il facile accesso e la pulizia accurata, quindi chefaciliti la gestione igienico sanitaria.

Molte specie possiedono modelli comportamentalicomplessi e sono piuttosto attive, quindi traggono van-taggio da allestimenti che oltre ai fattori igienico-sanita-ri, tengano conto anche delle necessità di espletamentodel normale repertorio comportamentale.

La riproduzione di un microambiente adatto stimola ilmovimento che riduce l’accumulo di grasso e aumenta lacapacità riproduttiva. La riproduzione di un microclimaadatto permetterà al rettile di regolare la temperaturacorporea e l’idratazione.

ALLOGGIAMENTO ALL’INTERNO

Le strutture che sono utilizzate di norma per l’alleva-mento indoor dei rettili sono i terrari, le gabbie e i ter-racquari/acquaterrari (secondo la prevalenza dell’acquanei confronti dell’area asciutta). Alcune specie partico-lari necessitano il mantenimento in acquari. Altre solu-zioni sono l’utilizzo di stanze climatizzate in particola-re per animali di grosse dimensioni come i boidi e i che-loni giganti.

Se il terrario è costruito in casa, è essenziale che tutti imateriali utilizzati per la costruzione (vernici, silicone,colle, resine epossidiche, schiume di poliuretano ecc.) sia-no atossici e che siano lasciati asciugare almeno quattroo cinque giorni prima di immettere l’animale. Per alcuniprodotti possono essere necessari periodi anche di qual-che settimana.

GRANDEZZA E FORMA

Il volume della teca deve tenere conto di vari fattoriquali l’età, il comportamento, le dimensioni dell’animale ela necessità di ottenere all’interno un gradiente termico.

La superficie utilizzabile dall’animale può essere au-mentata con l’utilizzo di accessori quali rami e piattafor-me sospese.

LINEE GUIDA PER IL MANTENIMENTOIN CATTIVITÀ DEI RETTILI

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ALLOGGIAMENTI

Scatole di plastica.Portaoggetti modificati con buchi e griglie d’aerazione

utili come terrari da quarantena o da ricovero.Sistemi modulari per scatole di materiale plastico.Allevamenti.Terrari di plastica monoblocco. Molto funzionali.Terrari in vetroresina dispersione termica.Terrari di legno verniciato. Difficili da pulire e

disinfettare bene.Terrari in cristallo. Facili da disinfettare ma elevata

dispersione termica.Terrari da acquari modificati con coperchio in rete.

Se non sono fatte delle aperture in basso, può esserciaccumulo di anidride carbonica e può non esserciun’adeguata ventilazione.

Terrari in rete in particolare per l’allevamento deicamaleonti e rettili che richiedono notevoleventilazione.

Terracquari e acquaterrari per specie anfibie.Acquari per specie acquatiche.

Naturalmente la forma del terrario/vivario varierà infunzione della biologia e della posizione ecologica del-l’animale, ad esempio sviluppato più in altezza per ani-mali arboricoli, mentre per rettili strettamente terricolisarà sviluppata maggiormente la superficie inferiore. Inogni caso sarà opportuno che la teca abbia un certo svi-luppo verticale per disporre dei rami ed eventualmenteun punto caldo in modo da garantire un gradiente ter-mico dall’alto al basso. I rami sono utili anche per le spe-cie terricole per fare esercizio, per aumentare lo spaziopercorribile e per fornire delle postazioni per l’irraggia-mento. Bisogna poi considerare che più ampio è il volu-me del terrario, più semplice è raggiungere i valori cor-retti dei parametri ambientali, in particolare garantireche nella teca vi sia un gradiente termico e non una tem-peratura costante.

Quindi per animali adulti di piccole dimensioni, la ca-pacità minima non deve essere inferiore ai 120 litri divolume ovvero all’incirca alle seguenti dimensioni: 60 ×40 × 50 cm.

SAURI

Per i sauri terricoli si possono calcolare ledimensioni minime del terrario moltiplican-

do, un fattore di moltiplicazione alla lunghez-za dell’animale rostro-cloaca LRC (esclusa la coda):

Lunghezza = 6 × LRCLarghezza = 3 × LRCAltezza = 4 × LRC

Per i sauri arboricoli si possono considerare come di-mensioni minime:

Lunghezza (cm) = 4 × LRCLarghezza (cm) = 3 × LRCAltezza (cm) = 6 × LRC

Per i camaleonti di media e grossa taglia e per altri ret-tili arboricoli è opportuno aumentare ulteriormente ledimensioni:

Lunghezza (cm) = 6 × LRCLarghezza (cm) = 5 × LRCAltezza (cm) = 8 × LRC

Per animali tenuti comunitariamente il volume va au-mentato di 1,5 volte per ogni animale in più, tale valo-re può essere ottenuto aggiungendo 0,6 al fattore dimoltiplicazione.

OFIDI

Per i serpenti si possono consideraresuperfici “strisciabili” di 1600 cm2 per40 cm di serpente (40 cm2 per ogni cmdi serpente) per animali fino a 200 cm di lunghezza.

Considerata la massa corporea e il diametro dei ser-penti di grossa taglia, per quelli oltre i 3 metri, il valoredovrebbe essere aumentato almeno a 3200 cm2 per 40cm di serpente ovvero 90 cm2 per 1 cm di lunghezza,quindi si consiglia l’alloggiamento in stanze climatizzate.

Lunghezza × larghezza × Superficie della base (cm2) Volume (litri) Lunghezza rostro-cloacaaltezza (cm)

Dimensioni minime in generale 60 × 40 × 50 2.400 120Camaleonti nani terricoli 60 × 40 × 50 2.400 120Camaleonti nani arboricoli 50 × 40 × 60 2.000 120Camaleonti media taglia 90 × 75 × 120 6.750 810 15Camaleonti grossa taglia 150 × 125 × 200 18.750 3.750 25Geco leopardo (Eublepharis macularius) 60 × 40 × 50 2.400 120 10Phelsuma spp. piccola taglia 50 × 40 × 60 2.000 120Phelsuma spp. media-grossa taglia 60 × 50 × 80 3.000 240Drago barbuto (Pogona vitticeps) 150 × 75 × 100 11.250 1.125 25Drago d’acqua cinese (Physignatus cocincinus) 120 × 90 × 180 10.800 1.944 30Iguana verde (Iguana iguana) 200 × 150 × 300 30.000 9.000 50

ESEMPI DI DIMENSIONI CONSIGLIATE PER SAURI

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CHELONI

I cheloni dovrebbero, fintanto chel’area geografica e il clima lo permetto-no, essere mantenuti all’esterno. Si deve

tenere conto della provenienza della specieallevata e della situazione climatica. Specie da aree geo-grafiche a clima temperato possono essere allevate al-l’esterno per tutto l’anno, specie tropico-equatoriali de-vono essere tenute all’interno nella stagione fredda e al-cune specie anche in quella calda secondo l’area geogra-fica e la situazione climatica locale.

Quando non è possibile l’allevamento all’esterno, icheloni possono essere allevati in terrari, acquaterrari/terracquari, acquari. Il mantenimento all’interno dei che-loni terrestri dovrebbe avvenire in strutture “aperte”,con pareti sufficientemente alte, lisce e robuste da impe-dire la fuga. I cheloni palustri, semiacquatici e acquaticidevono essere alloggiati in vasche con una zona emersaproporzionale alle abitudini anfibie della specie, dove sa-ranno indirizzate le lampade riscaldanti e quelle a emis-sione di ultravioletti. Tartarughe di dimensione superio-re a 40 cm di lunghezza di carapace dovrebbero essere al-loggiate in stanze climatizzate o recinti da interno, che ri-spettino comunque al minimo le misure consigliate. I re-cinti devono avere altezza sufficiente ed essere costruiticon materiale adatto per evitare la fuga. Le specie di cli-mi temperati dovrebbero poter passare la stagione fred-da in brumazione.

La superficie minima di base degli alloggiamenti dovreb-be essere, in rapporto alla lunghezza del carapace (LC):

Lunghezza = 5 × LRCLarghezza = 3 × LRCAltezza terrari = 2 × LRC

Altezza acquaterrari/acquari = Profondità dell’acqua +40 cm minimo.

Profondità dell’acqua = LC × 1 o 1,5 o 2 a secondadelle attitudini natatorie.

Cheloni palustri/acquaticiLa profondità dell’acqua per la maggior parte delle

specie deve essere almeno uguale alla lunghezza del cara-pace, per specie con spiccate attitudini natatorie dovreb-be essere maggiore.

Al contario per alcune specie, come la Mata Mata(Chelus fimbriatus) e altre, l’acqua deve avere una pro-fondità tale che la tartaruga stando sul fondo possa al-lungando il collo respirare in superficie.

SISTEMA DI CHIUSURA

La teca deve sempre avere un buon sistema di chiusu-ra. Sono animali di notevole forza muscolare (soprattut-to alcune specie come i serpenti costrittori), pertantoquando si detengono specie simili, il vivario deve essere

Lunghezza × larghezza × Superficie della base (cm2) Volume (litri) Lunghezza serpentealtezza (cm) approssimato approssimato (cm)

Dimensione minima 60 × 40 × 50 2.400 120Adulti piccola-media taglia 40 cm2/1 cm 90 × 45 × 50 4.000 200 100Adulti media-grossa taglia 40 cm2/1 cm 100 × 50 × 60 8.000 300 200Adulti grossa taglia 40 cm2/1 cm 150 × 80 × 70 12.000 850 300Adulti grossa taglia-giganti 90 cm2/1 cm 300 × 150 × 150 40.000 6750 500

ESEMPI DI DIMENSIONI CONSIGLIATE PER OFIDI

Lunghezza × larghezza × Superficie della base Volume Lunghezza carapacealtezza (cm) (cm2) (litri) (cm)

Dimensione minima 60 × 50 × 40 3.000 120LC × 1 100 × 60 × 60 6000 360 20LC × 2 100 × 60 × 80 6000 480 20LC × 1 150 × 90 × 70 13500 945 30LC × 2 150 × 90 × 100 13.500 1350 30LC × 1 200 × 120 × 80 24.000 1920 40LC × 2 200 × 120 × 120 24.000 2.880 40

ESEMPI DI DIMENSIONI CONSIGLIATE PER CHELONI PALUSTRI/ACQUATICI

Lunghezza × larghezza × Superficie della base (cm2) Lunghezza carapacealtezza (cm) approssimato (cm)

Dimensione minima 60 × 50 × 40 3.000100 × 60 × 40 6000 20200 × 120 × 80 24000 40

ESEMPI DI DIMENSIONI CONSIGLIATE PER CHELONI TERRESTRI

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progettato con pareti di spessore adeguato e sistemi dichiusura sicuri.

Alcuni rettili strofinano continuamente il muso sullesuperfici del terrario nel tentativo di trovare una via difuga, ne risultano abrasioni potenzialmente pericolose.In questi casi la prima cosa da fare è fornire un ambien-te il più naturale possibile e ricco di rifugi.

VENTILAZIONE

Un’adeguata ed efficace circolazione dell’aria è essen-ziale per evitare pericolosi ristagni d’umidità. Questi pos-sono predisporre a varie patologie. Bisogna poi tenereconto che l’anidride carbonica prodotta dalla respirazio-ne è più pesante dell’aria e tende ad accumularsi sul fon-do del terrario. Il modo più semplice ed efficace per far-lo è assecondando un semplice principio fisico, cioè chel’aria calda va verso l’alto. In linea di principio quindi sidisporranno sulle pareti della teca, in basso delle griglieper l’entrata di aria fresca e in alto dal lato più caldo vi-cino alle lampade delle griglie per l’uscita dell’aria (cari-ca di umidità e di anidride carbonica), si crea così unacorrente d’aria che entra dal basso, percorre tutto il ter-rario ed esce dalle griglie superiori. Le griglie d’entrata ingenere sono poste sul lato più freddo e su quello fronta-le, quelle in uscita sul lato più caldo e posteriore o me-glio sul soffitto, che può anche essere tutto in rete. Pro-gettando tutto il tetto in rete si ottiene il duplice vantag-gio di un’efficace ventilazione e della possibilità di di-sporre le lampade all’esterno del terrario.

L’umidità all’interno del terrario in questo caso sarà ri-dotta, sarà quindi consigliabile per rettili di climi aridi.

SUBSTRATO

Il substrato del terrario è il materiale che copre il fondodella teca. Ve ne sono di vari tipi: per i terrari essenziali so-litamente si utilizzano materiali in pezzo unico come foglidi carta di giornale, fogli di carta per pulizie, pezzi di li-noleum, ecc., questi materiali non hanno un aspetto natu-rale, ma garantiscono una semplice gestione igienica.

Substrati di aspetto più naturale sono corpuscolari, (tru-cioli di legna, corteccia in pezzi, terriccio, ghiaia, ciotoli,sabbia silicea, substrati dedicati per rettili, fibra di noce dicocco ecc). Tra questi ci sono anche i cosiddetti substratiattivi e bioattivi. Tendenzialmente i substrati di aspetto na-turale sono considerati potenzialmente pericolosi se la ge-stione routinaria non è attenta e quindi sono preferiti sub-strati che favoriscono la praticità e l’aspetto igienico.

Quando si usano materiali particolati, il pasto dovreb-be essere messo a disposizione su un vassoio o una cio-tola. Un altro svantaggio dei substrati particolati, è chepossono attaccarsi agli emipeni estroflessi o alla mucosacloacale durante la defecazione ed essere portati all’in-terno della cloaca quando la mucosa cloacale o gli emi-peni vengono retratti. Alcuni substrati a grana fine comei vari tipi di sabbia e ghiaia, possono provocare infezio-ni e ferite oculari, infiammazioni/infezioni respiratorie,problemi cutanei, costipazioni gastroenteriche etc. Parti-colarmente pericolosi se ingeriti sono pezzi di trucioli dilegno o corteccia.

Un substrato naturale ha d’altra parte anche dei note-voli vantaggi, primo aiuta a creare un ambiente il piùpossibile naturale (vivario “biotopo”) che sicuramenteporta un notevole beneficio psicologico a un animale co-stretto alla cattività. In secondo luogo se ben formulatoe di spessore adeguato garantisce il mantenimento di unacerta umidità al suo interno che è essenziale per permet-tere un’adeguata idroregolazione.

Se la scelta è verso un substrato “naturale”, il mate-riale (terriccio, sabbia, ghiaia etc.) dovrebbe provenire dafonti “sicure” e avere una profondità adeguata per ga-rantire una superficie asciutta (oltre i dieci centimetri omeglio almeno trenta).

Gli escrementi vanno prontamente rimossi, assieme aduna parte del substrato circostante. Se la scelta va versola praticità del substrato monopezzo, una possibilità permascherare l’aspetto artificiale è utilizzarli con sopra unostrato di substrato corpuscolato (ad esempio fogli digiornale coperti da uno strato di segatura di pioppo).

Substrati per vivari con pianteVi sono varie miscele che possono essere utilizzate se-

condo i vegetali che s’intendono inserire, la più semplicee utilizzata è quella formata da uno strato d’argillaespansa, uno di terriccio privo di sostanze chimiche euno strato superficiale di foglie, corteccia o sfagno. In al-ternativa le piante possono essere alloggiate in vasi conterra o meglio con substrato per coltura idroponica (ar-gilla espansa, vermiculite). Per rettili arboricoli di forestapluviale che rimangono costantemente appesi ai rami, oper rettili palustri al posto del substrato si può usare unostrato d’acqua su cui far crescere piante in idrocoltura.

Substrati per animali di piccole dimensioniAnimali molto piccoli come i colubridi Storeria sp.,

Virginia sp., Carphophis sp., oppure alcune specie di ca-maleonti nani terricoli della sottofamiglia Brookesinae,richiedono un substrato che mantenga un certo gradod’umidità e che garantisca una certa sicurezza per na-scondersi. Una soluzione può essere quella di utilizzarediversi tipi di substrato. Per esempio terriccio umido daun lato e corteccia dall’altro, in questo modo il rettilepuò andare sul terriccio umido per mangiare, fare la mu-ta o partorire e rimanere dal lato asciutto per il resto deltempo e in questo modo evitare dermatiti batteriche ofungine associate a substrati eccessivamente umidi.

Un altro sistema è quello del substrato a tre strati:• strato di fondo di ghiaia o argilla espansa;• strato intermedio di sabbia o terriccio;• strato superficiale d’elementi di copertura variabili se-

condo la specie, cortecce, legni, foglie, rocce, etc.In questo modo si crea un gradiente d’umidità in au-

mento verso il basso e l’acqua drenata nello strato pro-fondo serve da riserva per umidificare lentamente glistrati superiori.

Substrati per specie di habitat aridi e deserticiAnche per rettili deserticoli o semideserticoli il mante-

nimento in ambiente assolutamente asciutto, può porta-re a diversi problemi sanitari, da difficoltà ad effettuarela muta, a necrosi della punta della coda, a problemi re-nali. Le tane dei rettili deserticoli rappresentano per que-sti animali delle oasi a temperature minori e umidità

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maggiore rispetto al clima a volte infernale dell’ambien-te esterno. Un substrato costituito da una miscela di sab-bia, ghiaia sottile e terra argillosa per uno spessore di al-meno 30 centimetri garantisce queste caratteristiche, ingenere è sufficiente spruzzare d’acqua il terreno la matti-na. Un altro tipo di substrato utilizzato frequentementeper animali deserticoli è la sabbia silice fine.

Substrati bioattiviIl concetto di base del substrato bioattivo è che il sub-

strato su cui vive un animale non è un semplice materia-le su cui poggia, ma una miscela di elementi fisici, chimi-ci e biologici che hanno una parte attiva importante sul-la sua fisiologia.

Sembra che la presenza, in un substrato bioattivo, dideterminati microrganismi e funghi competa con l’attivi-tà dei miceti e batteri patogeni a favore della prevenzio-ne di molte malattie. Inoltre, perché il substrato funzionie permetta la sopravvivenza di un’adeguata microflora“buona”, deve avere un’umidità ottimale che permette alrettile anche una più precisa idroregolazione. Questo ti-po di substrato, per le attenzioni particolari di gestionenon è adatto ai neofiti.

RIFUGI

La disponibilità di rifugi è uno dei fattori più impor-tanti e sottovalutati del mantenimento in cattività dei ret-tili. L’esposizione continua determina una situazione distress che porta di solito a un eccessivo vagabondare perla teca in cerca di nascondigli. Lo stress inoltre porta aun abbassamento delle difese immunitarie e quindi a unaminor difesa contro le patologie. Secondo le abitudini divita si potranno mettere a disposizione per nascondersielementi dell’ambiente naturale come piante per i rettiliarboricoli o sabbia sotto cui nascondersi per quelli de-serticoli. Oppure si metteranno a disposizione nascondi-gli veri e propri come pietre piatte, cortecce, tronchi ca-vi, scatole, vasi di terracotta etc. Ad eccezione che per latrasparenza (non deve essere trasparente), non ha moltaimportanza il materiale di cui è fatto il rifugio quanto laforma e la dimensione commisurata all’animale. I rettilisono tigmotattici, relazionano molto con l’ambiente cir-costante mediante recettori cutanei, perciò si sentono si-curi in un rifugio se possono sentirne le pareti. Per que-sto motivo i rifugi non dovranno essere troppo ampi marelazionati alla taglia dell’animale. Questi nascondigliandranno posti in varie zone termiche in modo da per-mettere all’animale di termoregolarsi anche stando na-scosto. Il rifugio principale dovrebbe essere posto nel-l’area più fresca della teca.

POSTAZIONI D’ARRAMPICAMENTOE IRRAGGIAMENTO

Per molte specie di rettili è importante avere punti ele-vati sotto le lampade riscaldanti dove possano andare a“prendere il sole”, per altre specie anche in altri punti delterrario a temperature diverse dove possano sostare con-trollando dall’alto il loro territorio. Possono essere usatepietre, ceppi o rami. Se si utilizzano rami, dovrebbero es-

sere almeno dello spessore del corpo e presentare delleporzioni orizzontali. Anche se può sembrare ovvio, è be-ne ricordare che qualsiasi cosa si usi non deve conteneresostanze tossiche (ad esempio vernici), parti vulneranti(margini taglienti, frammenti metallici etc.) e deve essereben fissata alla struttura per evitare crolli che possono es-sere pericolosi e a volte fatali per l’animale.

Anche animali prettamente terricoli in un momento oun altro potranno utilizzare i rami che tra l’altro per-mettono di aumentare la superficie utilizzabile all’inter-no del terrario. I rami vanno disinfettati con una solu-zione d’ipoclorito di sodio, lavati accuratamente e asciu-gati prima del loro utilizzo.

Anche la disposizione dei rami è importante, vi sonospecie che hanno bisogno di rami sistemati orizzontal-mente come ad esempio le iguane arboricole e i camale-onti, altri come ad esempio i clamidosauri preferisconosostare su rami molto inclinati, quasi verticali.

CONTENITORI PER L’ACQUA E IL CIBO

Il cibo dovrebbe essere messo a disposizione all’inter-no di contenitori, questo per vari motivi: si facilita ilmantenimento dell’igiene, si riduce l’ingestione di parti-celle in caso d’utilizzo di substrato particolato, inoltreabituando l’animale alla ciotola sarà più facile abituarloa cibi nuovi magari meno appetibili.

Gli insetti vanno presentati in contenitori sufficiente-mente alti e con pareti lisce (metallo o vetro) per evitarefughe.

I contenitori per l’acqua dovranno essere adeguati allataglia dell’animale, attenzione alla possibilità d’annega-mento dei neonati. In linea di massima vanno bene con-tenitori come quelli che si utilizzano per somministraregli insetti.

MANTENIMENTO DEI PARAMETRIAMBIENTALI DEL MICROHABITAT

Quando si mantengono rettili in terrario, non è neces-sario riprodurre esattamente anche i parametri ambien-tali estremi che riscontrano in natura, perché sono fon-damentalmente dannosi e qualsiasi animale sviluppa de-gli adattamenti fisiologici e comportamentali che gli per-mettono di aggirare i rischi dovuti a tali estremi (es. tem-perature eccessivamente elevate, eccessivamente basse,eccessi e mancanze d’umidità etc.). Essenziale è invecefornire un ambiente caratterizzato da variazioni dei pa-rametri ambientali, tali che permettano all’animale discegliere tra le varie zone e caratteristiche del microam-biente quella più adatta al corretto funzionamento del-l’organismo secondo il momento temporale e fisiologico.

TemperaturaI rettili sono Ectotermi o più comunemente detti “a

sangue freddo”: per mantenere una determinata tempe-ratura interna utilizzano le variazioni termiche dell’am-biente in cui vivono mediante strategie comportamenta-li, esponendosi al sole o spostandosi su superfici riscal-date (pietre, terreno etc.) o per raffreddarsi rifugiandosinel terreno, in tane, etc.

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Ogni specie vive in un habitat in cui è presente un de-terminato intervallo di temperatura che è chiamato in-tervallo termico di attività (o POTR per gli anglosassoniPreferred Optimum Temperature Range). Questo inter-vallo è rappresentato dalle temperature minime e massi-me ricercate attivamente dal rettile durante la giornata.All’interno dell’intervallo di attività ve ne sono di più ri-stretti che permettono di raggiungere la temperatura cor-porea preferita TCP (PBT Preferred Body temperatureper gli anglosassoni) che rappresenta la temperatura cor-porea del rettile entro cui una determinata funzione me-tabolica si svolge in modo ottimale. Ogni specie ha un in-tervallo di temperatura ambientale preferita in cui puòraggiungere la sua TCP (anch’essa specie-specifica).

Per raggiungere la TCP, ma anche per diminuire latemperatura interna in caso di surriscaldamento e per va-riarla, la maggior parte dei rettili deve poter vivere in unambiente in cui la temperatura (POTR) varia tra i 18 e i34 °C. È essenziale che il rettile possa scegliere in ognimomento tra diversi punti dove sottoporsi alla tempera-tura ambientale preferita secondo il momento della gior-nata e le proprie necessità fisiologiche.

Per ogni specie vi sono delle temperature limite chevanno considerate. Le temperature critiche, minima emassima, sono le temperature al di sotto e al di sopradelle quali il metabolismo del rettile cessa di funziona-re correttamente; le temperature letali, minima e massi-ma, sono le temperature al di sotto e al di sopra dellequali il rettile muore. Per la maggior parte delle speciesotto i 10 °C entrano in torpore e sotto i 4 °C muoio-no. Sopra i 35 °C subiscono un forte stress termico e so-pra i 38-44 °C muoiono.

Gli intervalli di cui si è parlato possono essere più am-pi per alcune specie e molto più ristretti per altre. Quelleche permettono alla loro temperatura corporea di variareampiamente secondo la temperatura esterna, sono chia-mate Euriterme, mentre quelle che controllano la propriatemperatura entro un intervallo ristretto sono dette Ste-noterme. Per queste ultime specie, quindi, minime varia-zioni delle temperature ambientali possono risultare peri-colose, ad esempio per specie montane come Euprepio-phis (ex Elaphe) mandarinus e i cosiddetti camaleonti dimontagna, la temperatura ambientale massima non do-vrebbe superare i 26 °C. In linea di massima i rettili terri-coli sono più stenotermi di quelli arboricoli e acquatici.

Nei climi temperati, quando la temperatura ambienta-le scende costantemente sotto l’intervallo d’attività, ilrettile non è in grado di mantenere una TCP adeguata edentra in brumazione, uno stato di metabolismo rallenta-to in cui l’animale sopravvive grazie alle riserve corporeein precedenza accumulate.

I rettili non hanno bisogno di stare al caldo, ma di ave-re a disposizione diverse zone termiche in modo da rag-giungere una temperatura corporea adeguata a un parti-colare momento fisiologico. Sono animali poichilotermi,non sono in grado di mantenere una temperatura corpo-rea costante con meccanismi fisiologici ma regolano laloro temperatura corporea principalmente spostandosi al“caldo” o al “freddo” a seconda debbano diminuirla odaumentarla. Quindi è indispensabile fornire loro dellearee a diversa temperatura, con un gradiente che va dalminimo al massimo consigliato per la specie, e non unatemperatura costantemente alta in tutto il terrario.

Sistemi di riscaldamentoIn commercio vi sono diversi accessori che servono per

riscaldare il terrario per conduzione come tappetini, pia-stre e cavetti.

Vanno posti esternamente sotto il pavimento o appli-cati ad una o più pareti (laterale e posteriore). Questi tra-smettono il calore attraverso le pareti e quindi riscalda-no gli oggetti a contatto con queste e indirettamentel’aria. Possono essere utilizzati come unica fonte di calo-re per rettili strettamente tigmotermi oppure per garanti-re una temperatura di base cui può essere sommato unincremento focale con una lampada. Questi sistemi van-no collegati a un termostato, preferibilmente che possaessere impostato sia per la temperatura diurna sia perquella notturna. Per garantire un gradiente termico van-no posti in modo tale da riscaldare solo un terzo o metàdella teca e non tutto il terrario uniformemente. Altroimportantissimo fattore da valutare è il comportamentoin natura del rettile, ad esempio non è sicuramente cor-retto riscaldare dal basso terrari di rettili che s’interranoper sfuggire al calore, come quelli di zone aride.

Le lampade riscaldanti (in vetroceramica, a infrarossi,faretti alogeni e lampade a vapori di mercurio), in gene-re sono utilizzate per fornire un punto caldo localizzatodi 2-5 gradi superiore al valore massimo dell’intervalloideale per la specie. Sembra che l’utilizzo di una fonte lo-calizzata sia utile soprattutto per le femmine gravide direttili eliotermi.

Il sistema di riscaldamento ideale per i rettili elioter-mi è tramite irraggiamento dall’alto, quindi sono prefe-ribili le lampade riscaldanti piuttosto che piastre e ca-vetti riscaldanti.

Il numero e la potenza delle lampade saranno in funzio-ne della grandezza del terrario e della necessità di creare uneffetto naturale d’innalzamento di temperatura ed aumen-to dell’intensità luminosa di mattino e viceversa di sera.

Le lampade in vetroceramica emettono solo calore etendono a seccare molto l’aria quindi bisognerà prestaremolta attenzione all’umidità ambientale. Le altre lampa-de riscaldanti emettono sia luce sia calore e vanno colle-gate a un timer per rispettare il corretto fotoperiodo.

Per evitare pericolose ustioni, le lampade riscaldanti van-no collocate in modo tale che non possano entrare in con-tatto diretto con l’animale e che non portino a surriscalda-mento della struttura o di accessori del terrario (pareti, re-ti, rocce ecc). Saranno quindi poste all’esterno del vivario(ad esempio sopra la griglia superiore) o se all’interno do-vranno essere protette da una struttura protettiva. Que-st’ultima deve a sua volta essere pensata in modo tale chenon si surriscaldi e che non possa fornire appiglio al retti-le. La temperatura nei vari punti del terrario va misurata etenuta costantemente sotto osservazione con termometri.

Illuminazione e fotoperiodoPer i sauri diurni e i cheloni è molto importante che la

luce fornita contenga un’adeguata percentuale delle fra-zioni UV-A e UV-B, gli UV-A sono utili soprattutto per lavisione e la salute della pelle, per quanto riguarda gli UV-B ne hanno bisogno per assorbire e utilizzare il calcio cheassumono con l’alimento, o meglio per convertire la pro-vitamina D assunta con i vegetali in vitamina D attiva(vitamina D3), che a sua volta permette l’assorbimentodel calcio alimentare. In commercio vi sono essenzial-

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mente due tipi di lampade a emissione di raggi UVB perrettili, quelle fluorescenti e quelle a vapori di mercurio.

L’emissione di raggi UVB dalle lampade fluorescenti vagradatamente diminuendo con il passare del tempo, siconsidera che esauriscano l’emissione in 6-12 mesi, per-tanto almeno una volta l’anno vanno sostituite.

Per garantire un adeguato irraggiamento UVB, le lam-pade devono essere poste a non più di 30-40 cm di di-stanza dall’animale, e quindi dalle aree più frequente-mente utilizzate dagli animali per l’insolazione. Questelampade non forniscono calore sufficiente, quindi devo-no sempre essere abbinate a una lampada riscaldante.

A tale proposito, i neon devono essere posti vicino al-le lampade riscaldanti, in modo che quando i rettili simettono sotto le lampade a scaldarsi, sono sottoposti an-che all’irraggiamento UVB.

Le lampade a vapori di mercurio hanno il vantaggio diemettere anche calore e di avere una durata d’emissionemaggiore, inoltre la percentuale di radiazioni ultraviolet-te è maggiore. In linea generale per i serpenti e per i sau-ri notturni come molti gechi, non sono necessarie fonti diluce particolare, è sufficiente una normale lampada fluo-rescente o quella riscaldante.

Mentre questo è verosimile per quanto riguarda even-tuali problemi legati al metabolismo del calcio (calcio-vi-tamina D3-UVB, poiché possono utilizzare la vitaminaD3 che assumono direttamente dal corpo degli insetti dapasto), non si può escludere che una luce a spettro simi-le a quello solare sia utile per altri processi fisiologici, so-prattutto a specie che si sottopongono regolarmente adirraggiamento come ad esempio molti colubridi diurni.

Il fotoperiodo, cioè il rapporto tra ore di luce e di buiodurante la giornata è molto importante per la salute ge-nerale e per l’attività riproduttiva dei rettili. La stagioneriproduttiva è, ad esempio, fortemente influenzata dallavariazione stagionale del fotoperiodo. In cattività il foto-periodo dovrebbe avvicinarsi più possibile a quello dellelatitudini da dove originano gli animali.

Per garantire una gradualità più naturale tra la notte eil giorno le varie lampade utilizzate nel terrario possonoessere temporizzate in modo tale da creare un effetto al-ba e tramonto, accendendole (di mattino) e spegnendoledi sera a distanza di 1-2 ore l’una dall’altra.

Fotoperiodo indicativo per specie tropicalied equatoriali

Periodo Ore di luce Ore di buioOttobre-Marzo 11 13Aprile-Settembre 13 11

Fotoperiodo indicativo per speciedi climi temperati

Periodo Ore di luce Ore di buioSettembre-Novembre 12 12Dicembre-Febbraio 9-6 15-18Marzo-Maggio 12 12Giugno-Agosto 14 10

BRUMAZIONE

La possibilità di andare in ibernazione è importanteper le specie che normalmente in natura si sottopongono

al “sonno” invernale. In natura è una condizione indi-spensabile perché la diminuzione della temperatura ester-na non consentirebbe ai rettili di svolgere le proprie atti-vità metaboliche.

Il letargo ha un’azione benefica sulla salute e il meta-bolismo e stimola e sincronizza il ciclo riproduttivo.

Durante l’autunno la diminuzione della temperaturadiurna provoca una riduzione di tutte le attività e una so-spensione dell’alimentazione che permette di svuotarel’intestino.

Gli animali sottoposti a letargo quindi non dovrannoessere nutriti durante l’ibernazione e per almeno una set-timana prima dell’inizio (dato variabile da specie a spe-cie). Si deve consentire il letargo solo agli animali inbuono stato di salute (si raccomanda una visita ed uncontrollo parassitologico dal veterinario) prima dell’in-duzione al letargo. Il risveglio dal letargo è un momen-to molto delicato, pertanto si consiglia di seguire le in-dicazioni del veterinario e, se il rettile ha perso molto pe-so e tarda a bere e ad alimentarsi, si consiglia di portar-lo a visita veterinaria.

La durata, le temperature, il fotoperiodo e le modalitàdi induzione e di risveglio variano a seconda della specie.

L’ibernazione in laghetto esterno delle specie di chelo-ni palustri può essere fatta solamente se la profondità èalmeno di 75 cm e se sul fondo vi è uno strato di fangodi almeno 15 cm.

ACQUA E UMIDITÀ

Il tasso di umidità ambientale, la necessità di acqua dabere e le caratteristiche dell’acqua dell’habitat acquatico,variano notevolmente a seconda si allevi una specie de-serticola, terricola, arboricola di foresta pluviale, semiacquatica o acquatica.

Il modo in cui l’acqua è messa a disposizione dei ret-tili è d’importanza critica, e dipende dalla specie. Permolte specie di rettili terrestri non deserticoli può esseresufficiente un contenitore grande abbastanza da permet-tere all’animale di immergersi completamente. Moltis’immergeranno frequentemente, soprattutto prima del-la muta. Spesso vi defecano, pertanto il contenitore vacontrollato giornalmente e lavato e disinfettato ogni vol-ta che si sporca, in ogni caso l’acqua va cambiata gior-nalmente. Anche le specie deserticole devono avere a di-sposizione dell’acqua, ma il contenitore sarà più piccoloe per animali particolarmente sensibili bisogna prestareparticolare attenzione a non elevare eccessivamentel’umidità ambientale. Molte specie arboricole come ano-lidi, gechi diurni, camaleonti, iguane e molti serpenti be-vono acqua piovana o di condensa che si raccoglie sullefoglie delle piante su cui vivono piuttosto che da raccol-te d’acqua ferma, oppure bevono quella piovana che èconvogliata alla bocca da particolari conformazioni del-la testa e delle scaglie.

ALLOGGIAMENTO ALL’ESTERNO (OUTDOOR)

Sicuramente la gestione all’aria aperta e l’esposizionealla luce solare naturale, rappresentano per tutti i rettilila sistemazione ideale. La struttura può essere una gab-

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bia fatta a mano in rete d’acciaio inossidabile con magliedi ampiezza adatta a impedire la fuga e quindi propor-zionata al calibro dell’animale oppure una serra modifi-cata con la parte superiore totalmente in rete o ancorauna gabbia per altri animali, come ad esempio quelle perconigli o roditori da compagnia opportunamente modi-ficate e allestite. Bisogna sempre tenere presente che seun serpente o un sauro trova un pertugio sufficientemen-te grande da far passare la testa, in genere riesce a farpassare tutto il corpo.

Ovviamente gli animali potranno essere tenuti al-l’esterno solo se la temperatura raggiunge quella richie-sta dalla specie.

Per contro vi potranno essere situazioni in cui la tempe-ratura potrà essere eccessivamente elevata, pertanto do-vranno essere previste zone d’ombra, rifugi e aree in cuil’animale possa scavarsi una tana (a questo proposito an-che il fondo della gabbia dovrà essere chiuso). L’installa-zione dovrà essere anche a prova di predatori e abbastan-za robusta da resistere a improvvise e violente intemperie.

Rischi e limitazioni nel mantenimento in esterno• Temperatura esterna e sue variazioni: stagione, varia-

zioni circadiane, latitudine, altitudine.• Rischio di disidratazione soprattutto nei soggetti gio-

vani e se non si forniscono adeguati rifugi, tane e zoned’ombra.

• Rischio di fughe.• Rischio di predatori.• Difficoltà di cattura quando necessario.

ALIMENTAZIONE

Dal punto di vista alimentare i rettili possono esseresuddivisi in zoofagi, onnivori ed erbivori. Gli zoofagi so-no suddivisi in carnivori propriamente detti, che si ali-mentano prevalentemente di vertebrati e in insettivoriche si nutrono prevalentemente di artropodi. Vanno poiconsiderati tra gli zoofagi anche rettili che si nutrono diuova e di altri invertebrati come crostacei e molluschi.Gli onnivori si alimentano in percentuali variabili sia dialimenti di origine animale che vegetale. Alcuni anche difunghi. Gli erbivori si alimentano esclusivamente d’ali-menti d’origine vegetale ed eventualmente funghi (anchese alcune specie assumono in piccola percentuale anchealimenti d’origine animale). Inoltre bisogna considerarenell’ambito della dieta vegetariana la percentuale folivo-ra (parte verde delle piante) e frugivora (frutti).

SERPENTI

Tutti i serpenti sono carnivori (alcuni insettivori).La maggior parte degli ofidi tenuti comunemente in

cattività, si nutre di prede a sangue caldo. Il cibo in cat-tività per questi animali è rappresentato da topi, ratti,gerbilli, conigli e uccelli domestici da carne, rinvenibilicongelati o meno presso negozi autorizzati. Il congela-mento delle prede per un minimo di tre giorni può ridur-re l’esposizione a certi parassiti, come i nematodi, manon elimina la possibilità di esposizione a protozoi o bat-teri. Deve essere effettuato a circa -25 °C per un periodolimitato e mai oltre i 6 mesi.

Lo scongelamento va effettuato immergendo il sogget-to a bagno maria (ponendolo in un recipiente all’internodi un contenitore riempito di acqua calda) o nel micro-onde per qualche minuto a basse potenze. Accertarsisempre che sia scongelato anche all’interno, soprattuttoper i capi di più grosse dimensioni.

Altri serpenti, in natura si nutrono prevalentemente diectotermi, come anfibi, rettili e pesci. Serpenti che man-giano questo tipo di dieta comprendono colubridi dei ge-neri Lampropeltis, Drymarchon, Thamnophis, Hetero-don e altri.

Alcune specie sono abitualmente nutrite con pesce in-tero (compresa la lisca) di dimensione adeguata, magro(per evitare problemi di steatite e ipovitaminosi E) e fre-sco (per evitare problemi d’ipovitaminosi B1). Spessoquesti serpenti possono essere indotti a mangiare inizial-mente roditori “aromatizzati” con l’odore di prede piùfamigliari per poi passare a semplici roditori.

La più forte risposta alimentare alla profumazione siottiene cominciando con cibi decongelati. Si scongelal’animale “profumatore” quel tanto che basta per prati-care un’incisione a metà corpo o per rompere la coda. Sistrofina l’animale, il suo sangue, liquidi organici e con-densa sul corpo di un roditore morto e lavato. Se il truc-co funziona, i roditori somministrati successivamentevanno “profumati” sempre meno intensamente fino asomministrare il roditore non “profumato”.

Alcuni serpenti, sono insettivori, come Opheodris spp.(frustini verdi americani), Carphophis spp. (serpenti ver-me), Diadophis spp. e serpenti scavatori, e possono esse-re nutriti con insetti come grilli, larve di Tenebrio moli-tor (tarme della farina), di Galleria mellonella (camoledel miele), lombrichi etc. Gli insetti da pasto vanno nu-triti con una dieta completa per almeno una settimanaprima di essere somministrati, e dovrebbero essere spol-verizzati con Ca e vitamine settimanalmente.

SAURI

Sauri carnivoriTra i sauri carnivori propriamente detti possiamo in-

cludere i varani (Varanus spp.), i tegu (Tupinambis spp.),i mostri di Gila (Heloderma spp.). Queste lucertole do-vrebbero essere nutrite con prede intere (scongelate) co-me roditori (ratti, topi, gerbilli) e giovani uccelli dome-stici da carne.

Quando c’è difficoltà a procurare prede di buona qua-lità, possono essere nutriti con carne cotta (supplemen-tata), uova, cibi commerciali per rettili o per cani, ma abasso tenore di grassi. Alcune specie, come i tegu man-giano anche della frutta matura, che aiuta ad accrescerela qualità nutrizionale della dieta.

Nei sauri insettivori includiamo i gechi, i camaleonti,i draghi d’acqua (Physignatus spp.), gli anolidi, moltiscinchi, le ameive, i lacertidi, i basilischi, le lucertole dalcollare (Crotaphitus spp), i giovani di molte lucertolecarnivore e tanti altri. Questi sauri dovrebbero esserenutriti con la più ampia varietà possibile d’insetti e altriinvertebrati.

Esempi d’invertebrati preda sono le tarme della farina(Tenebrio molitor), le camole del miele (Galleria mello-nella), i kaimani (Zoophobas morio), le drosofile, le mo-

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sche, i bachi da seta, gli scarafaggi tropicali, i lombrichi,e altri. Alcuni sauri insettivori di media e grossa taglia,come draghi d’acqua e grossi camaleonti possono saltua-riamente essere nutriti con prede vertebrate scongelate ditaglia adatta.

Tra i sauri che si cibano d’invertebrati, ci sono poi spe-cie con diete specializzate come ad esempio i frinosomi(Phrynosoma spp.), i moloch (Moloch horridus), ed idraghi volanti (Draco spp) che si nutrono esclusivamen-te o quasi di formiche o le lucertole caimano (Dracaenaspp.) che preferiscono chiocciole acquatiche. Sono inogni modo animali che, per fortuna, raramente sono te-nuti in cattività.

Sauri onnivoriTra gli onnivori sono considerati i draghi barbuti (Po-

gona spp.), le tilique, i tegu, i gerrosauri etc. Queste lu-certole spesso si nutrono prevalentemente di insetti o al-tri animali da giovani, e da adulti accettano una certaquota di alimenti vegetali.

Sauri erbivoriTra i rettili strettamente erbivori vanno elencati ad

esempio l’iguana verde (Iguana iguana), lo scinco delleisole salomone (Corucia zebrata), gli uromastici (sebbe-ne a seconda delle specie possano assumere una certapercentuale di invertebrati). Le piante di cui si nutrono innatura sono molteplici e possono nutrirsi in varia per-centuale delle foglie o dei frutti. Alcune specie si nutronoanche di semi (ad esempio gli uromastici). Altre anche difunghi.

In cattività vengono principalmente nutriti con piante,frutta, semi e funghi per l’alimentazione umana.

CHELONI

Per quanto riguarda i cheloni più frequentemente te-nuti in cattività, come regola si può assumere che le tar-tarughe acquatiche e semi acquatiche e le tartarughe sca-tola sono generalmente carnivore od onnivore, mentrequelle prevalentemente terrestri sono vegetariane (sebbe-ne alcune specie assumano anche una certa percentualedi proteine animali). Tra le vegetariane vanno considera-te le variazioni tra la quota di parti verdi e frutta.

Cheloni carnivoriTra le tartarughe acquatiche prettamente carnivore

consideriamo ad esempio le tartarughe azzannatrici e al-ligatore (Chelydra serpentina e Macroclemys temmin-cki), le mata mata (Chelus fimbriatus), le tartarughe dalguscio molle e quelle collo di serpente. Questi animali sinutrono solamente quando sono in acqua. Dovrebberoessere alimentate con pesce intero (compresa la lisca) didimensione adeguata, magro (per evitare problemi disteatite e ipovitaminosi E) e fresco (per evitare problemid’ipovitaminosi B1) e alimenti commerciali completi pertartarughe e pesci. Si possono inoltre offrire le prede siainvertebrate sia vertebrate che già abbiamo menzionatoper l’alimentazione dei sauri con l’aggiunta di crostacei emolluschi. Somministrando una dieta sufficientementevaria di solito non sono necessarie supplementazioni mi-nerali e vitaminiche.

Cheloni onnivoriTartarughe acquatiche onnivore sono quelle del gene-

re Trachemys e Pseudemys, le tartarughe dipinte (Rhy-noclemmis spp.), le Chinemys spp., le Graptemys spp.etc. In linea di massima sono prevalentemente carnivoreda giovani mentre accettano una certa quota di alimentivegetali da adulti. Per quanto riguarda la quota di pro-teine di origine animale, qualitativamente è la stessa cheper le tartarughe carnivore.

Per quanto riguarda gli alimenti di origine vegetale sa-ranno quelli ideali per i rettili vegetariani. Anche le co-siddette tartarughe scatola in linea di massima sono on-nivore, le più frequentemente tenute in cattività sono laTerrapene carolinensis, la T. ornata, la T. carolinensistriunguis e le tartarughe scatola asiatiche del genere Cuo-ra. Le tartarughe del genere Cuora e la T.c. triunguis ten-dono ad essere maggiormente carnivore e la T. ornatanell’ambito della quota proteica animale tende a preferi-re gli invertebrati. Gli alimenti che si possono sommini-strare sono gli stessi già menzionati per i sauri ed i che-loni onnivori. Vi sono anche testuggini terrestri onnivorecome ad esempio le Kinixys sp.

Cheloni erbivoriTipici cheloni erbivori son quelli della famiglia Testu-

dinidae, tra le quali si annoverano le classiche testugginimediterranee (Testudo hermanni, T. graeca e T. margina-ta). In linea di massima hanno bisogno di pasti costituitiprevalentemente di vegetali a foglia che nel complessoabbiano un’alta percentuale di fibra, una discreta quan-tità di proteine vegetali, variabile secondo l’età (25%-35% nei giovani in accrescimento, 15%-20% negli adul-ti), relativamente pochi zuccheri e pochi grassi.

Alcune specie invece hanno bisogno di una quota mag-giore di frutta (es. Geochelone carbonaria). Altre posso-no saltuariamente mangiare anche funghi e invertebrati.

ALIMENTI D’ORIGINE ANIMALE

Esempi d’invertebrati che possono essere utilizzati perl’alimentazione dei rettili in cattività:• Grilli

Tutti gli stadi, secondo la taglia– Acheta domestica– Gryllus assimilis– G. bimaculatus– G. campestris– G. pennsylvanicus

• LocusteTutti gli stadi, secondo la taglia

• Camole della farinaTutti gli stadi, gli adulti in genere sono poco appetiti– Tenebrio molitor

• Minicamole Soprattutto le larve– Alphitobius diaperinus

• Caimani Larve– Zophobas morio

• Cetonie Larve e adulti• Mosche Adulti• Camole del miele Larve e adulti• Blatte Tutti gli stadi

– Blaptica dubia

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– Gromphadorhina portentosa– Blaberus craniifer– Panchlora nivea

• Bachi da seta Larve e adulti– Bombix mori

• ChioccioleIl rapporto Ca:P (calcio:fosforo) nell’alimento, ideale

per prevenire osteodistrofie nutrizionali sembra essere di1,25:1 o superiore.

Le prede invertebrate (salvo poche eccezioni) sonopiuttosto povere di calcio; in genere si aggiunge il mine-rale spolverizzandolo sulle prede giusto prima della som-ministrazione. Il contenuto in calcio dei grilli spolveriz-zati si è visto diminuire in rapporto al tempo intercorsodalla spolverizzazione. Alcuni studi hanno dimostratoche nutrendo grilli con una dieta contenente almeno 8%di calcio per almeno quarantotto ore prima di essere usa-ti come cibo, aumenta il loro rapporto Ca:P a 1:1 o su-periore.

Esempi di vertebrati utilizzabili per l’alimentazione deirettili:• Roditori• Uccelli• Pesci• Rettili• Anfibi

Le prede vertebrate intere provvedono aminoacidi es-senziali e proteine d’alta qualità dai muscoli e organi,grassi dal tessuto adiposo, vitamine e oligominerali dal fe-gato, macroelementi dalle ossa (soprattutto calcio), iodiodalla tiroide, vitamina K e B12 dal contenuto intestinale.

Quindi vertebrati ben nutriti possono essere considerati“completi e bilanciati”, se congelati e scongelati in manie-ra corretta. Si consiglia di rivolgersi a ditte specializzate.

ALIMENTI D’ORIGINE VEGETALE

Possono essere utilizzati quelli per alimentazione uma-na sebbene sia da prendere seriamente in considerazioneanche l’utilizzo di piante selvatiche che, sebbene non sia-no le stesse che la specie incontra in natura, probabil-mente si avvicinano maggiormente ai reali fabbisogni nu-trizionali essendo sicuramente più simili a quelle che sce-glierebbero spontaneamente.

Esempi di vegetali adatti all’alimentazione dei rettili onnivori ed erbivori

Verdure a foglia con buon contenuto in Ca e buon rap-porto Ca:P– Piante selvatiche– Vegetali vari a foglia– Fiori, Ortaggi, Frutta Semi, Semi germogliati– Scarola, Tarassaco§ (Taraxacum officinale)– Cardo, Tarassaco ed altre composite a fiore giallo– Broccoli, Fico, Soia– Indivia, Pratolina (Bellis perennis)– Foglie di carota§

– Acacia, Legumi (fagioli, fagiolini, piselli etc. compresoil baccello)

– Papaia, Leguminose varie– Lattuga romana*§

– Piantaggini (Plantago media, P. lanceolata)

– Gelso, Ibisco, Carote grattugiate§

– Lamponi, Miscele per uccelli– Radicchio rosso– Trifogli# (Trifolium spp., Medicago spp.)– Vite, Nasturzio, Zucca, More– Radicchi, Rucola selvatica, Foglie d’ibisco, Rosa, Ce-

triolo, Mela– Rucola, Malva (Malva sylvestris)– Foglie di nasturzio– Pratoline, Asparago, Meloni– Cicorie, Borsa del pastore (Capsella bursa pastoris)– Sedano, Trifoglio, Zucchine, Uva– Spinaci§, Erba di S. Giovanni (Sedum telephium)– Porro, Pera– Senape verde§, Pinocchina (Sedum reflexum)– Ravanello, Ciliegia– Cavolo cinese§, Finocchiella (Myrrhis odorata)– Patate dolci, Pesca– Cavolo nero§

– Cerfoglio selvatico (Anthriscus sylvestris)– Zucca, Pompelmo– Cavolo cappuccio§, Borragine (Borago officinalis)– Peperone rosso, Prugna– Erbette-bietole§

– Cicoria selvatica (Cichorium intybus)– Albicocca– Cime di rapa§, Carletti (Silene vulgaris)– Fragola– Crescione§, Pastinaca (Pastinaca sativa)– Kiwi– Cavolo verza§, Erba medica (Medicago sativa)– Mandarini– Arance– Articoli di fico d’india– Ananas– Caco

*Non le altre lattughe che hanno uno scorretto rapportoCa:P.§ Mai come monoalimentazione o in quantità eccessivaperché contengono ossalati, tiocianati e altri compostiche possono dare problemi a tiroide, rene e all’assimila-zione del calcio. # Non il trifoglio bianco, Trifolium repens (secondo alcu-ni autori può essere tossico.)

INTEGRAZIONI

Gli invertebrati in particolare, ma anche la maggiorparte dei vegetali sono sbilanciati in macro ed oligoele-menti. Questo squilibrio andrà bilanciato artificialmente,mediante:• nutrizione adeguata e arricchita degli insetti da pasto;• caricamento con calcio degli insetti da pasto;• spolverizzazione con calcio degli insetti da pasto e dei

vegetali.L’integrazione più importante è quella con calcio, so-

prattutto nelle femmine gestanti e nei giovani in accre-scimento. In linea di massima il pasto di neonati e giova-ni può essere supplementato spolverizzando del calcio inpolvere sull’alimento, a ogni pasto o ogni due pasti, men-tre quello degli adulti due, tre volte a settimana (fermo

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restando che le prede devono essere nutrite adeguata-mente ed arricchite con calcio almeno due volte a setti-mana). L’integrazione multivitaminica può, invece, nonessere necessaria se la dieta è sufficientemente ricca e va-ria in vegetali e se le prede sono nutrite correttamente. Ilcalcio può essere anche messo a disposizione sotto formad’osso di seppia o gusci d’ostrica sbriciolati in una cioto-la; in caso di deficienza alimentare alcuni draghi se neserviranno direttamente.

CONVIVENZA CON ALTRI ANIMALI

Stessa specieAnimali appartenenti alla stessa specie possono essere

alloggiati assieme solo compatibilmente a vari fattori,quali la tendenza alla socialità, lo spazio vitale a disposi-zione, il rapporto tra i sessi, la competizione per alimen-tazione e zone d’insolazione, la dimensione corporea etc.

Vi sono animali che in natura incontrano individui del-la propria specie solo per accoppiarsi e che in qualsiasialtra occasione difendono in modo accanito il proprioterritorio, anche contro individui di sesso opposto. È ilcaso per esempio della maggior parte dei camaleonti,sebbene alcune specie facciano eccezione. Vi sono poispecie che in situazioni adatte possono convivere in pic-coli gruppi e addirittura stabilire delle gerarchie socialicome certi agamidi e iguanidi. Generalmente più che divere strutture sociali si tratta di gruppi composti da unmaschio dominante e da un harem di femmine più indi-vidui giovani.

Naturalmente per motivi di spazio vitale non è sempli-ce ricreare una situazione ideale in terrario. La dimen-sione del terrario e il suo arredamento devono essere ta-li da minimizzare il più possibile le competizioni e facili-tare la fuga degli animali eventualmente aggrediti (rifugi,diverse zone di alimentazione, diversi punti caldi, etc.).

Specie diverseÈ sempre sconsigliabile il mantenimento comunitario

di specie diverse.

Specie diverse da località diverseSpecie provenienti da diverse aree geografiche non do-

vrebbero mai essere alloggiate nello stesso terrario.

STATO DI SALUTE/VISITE PERIODICHE

Un adeguato protocollo di quarantena è importanteper proteggere gli animali già in possesso. Tutti i nuoviarrivi dovrebbero essere sottoposti a una visita comple-ta e a esami per evidenziare eventuali segni di malattia.Anche se il nuovo animale è negativo a visita ed esamied appare sano, va isolato in una zona diversa rispettoagli altri animali e gestito separatamente con le dovuteattenzioni sanitarie atte a prevenire l’eventuale trasmis-sione di agenti patogeni. La durata del periodo di osser-vazione dovrebbe essere almeno 1-2 mesi, ma per certemalattie potrebbero essere necessari anche sei mesi o unanno. Durante il periodo di isolamento, l’animale va te-nuto sotto osservazione per l’insorgenza di segni clinici,visitato e sottoposto a esami per la ricerca dei parassiti(soprattutto parassiti gastroenterici ed acari). Se insor-gono sintomi di malattia, va adottata una quarantena fi-no a risoluzione del problema. Anche il terrario di qua-rantena dovrà contenere il minimo indispensabile d’ac-cessori per garantire il benessere dell’animale: il substra-to che sarà rappresentato da carta da rinnovare giornal-mente, una ciotola per l’acqua e una per il cibo, un rifu-gio e una postazione per l’irraggiamento in materiale fa-cilmente lavabile e disinfettabile. I parametri ambienta-li, anche e soprattutto nel periodo di quarantena, do-vranno essere gli stessi già consigliati per il manteni-mento in generale.

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In questa seconda parte del manuale, sono raccoltedelle schede che riportano in maniera più sintetica, le esi-genze ambientali, alimentari e sociali dei diversi animalinon convenzionali trattati nella prima parte.

Tali schede sono inoltre consultabili e scaricabili gra-tuitamente, nei siti della SIVAE (www.sivae.it) e del MI-NISTERO DELLA SALUTE (http://www.salute.gov.it/)

Si raccomanda a tutti coloro che intendono ospitareun animale non convenzionale di informarsi preventiva-mente circa le sue esigenze specifiche, per essere sicuriche tali esigenze non contrastino con le proprie.

Le specie non convenzionali, al pari degli altri anima-li da compagnia, non possono essere liberate in natura,in quanto questo atto è configurabile nel reato di ab-bandono di animali punibile ai sensi dell’art. 727 del co-dice penale.

Qualora ci si ritrovi nell’impossibilità di continuare adospitare l’animale, è bene rivolgersi alle associazioni diriferimento che si occupano del recupero e adozione de-gli animali non convenzionali, come, per esempio AEEanimali esotici (http://www.aaeweb.net/adozioni.htm)e/o chiedere consiglio al proprio medico veterinario.

SCHEDE SINTETICHE

BRUMAZIONE: letargo.DENTI INCISIVI DI TIPO ELODONTE: a crescita ed

eruzione continua.ELIOTROPISMO: volgersi verso i raggi del sole, nel ca-

so delle specie di rettili eliotrope, si tratta di animaliche acquisiscono il calore tramite irraggiamento (raggisolari all’esterno, lampade uva/uvb nell’allevamento interrario o vivario).

ESIGENZE ETOLOGICHE: la loro presenza permettel’espressione del comportamento naturale (Da etolo-gia, scienza che studia il comportamento animale).

ETOGRAMMA: insieme dei comportamenti spontaneidi una determinata specie in ambiente naturale.

FOLIVORO: si ciba di foglie.FOTOPERIODO: durata del periodo di illuminazione

giornaliera.IMMUNODEPRESSIONE: depressione del sistema im-

munitario e delle relative difese.INDICE DI CONVERSIONE ALIMENTARE: misura

che indica l’accrescimento di un individuo in base al-la quantità di alimento ingerito. Quanto più è eleva-to e vicino alla norma, tanto maggiore è l’efficienzadell’apparato digerente del soggetto e quindi, la suasalute.

INDICE DI ACCRESCIMENTO: parametro che misural’accrescimento ponderale (peso) e delle dimensioni diun individuo, relativamente agli standards di specie.

PARAMETRI FISIOLOGICI: indici relativi alla normale

fisiologia dell’animale (ad esempio temperatura corpo-rea, numero di battiti cardiaci al minuto, ecc.).

ISOLAMENTO: condizione temporanea caratterizzatadall’osservazione e dall’ambientamento di animali dinuova introduzione, al fine di tutelare la salute e il be-nessere degli stessi e degli animali già presenti, dai qua-li sono appositamente separati. Applicabile precauzio-nalmente anche ai casi in cui si hanno dubbi sulle con-dizioni generali di qualsiasi animale.

QUARANTENA: misura sanitaria più severa che preve-de la gestione differenziata e l’isolamento totale deisoggetti prima di farli venire in contatto con quelli giàpresenti o in caso di palesi patologie in atto, fino allaloro completa guarigione e su indicazione del medicoveterinario.

RITMO CIRCADIANO: ogni ritmo fisiologico di un or-ganismo che sia in relazione con l’alternarsi del giornoe della notte.

STEREOTIPIE: disturbi psicomotori espressi dalla ripe-tizione di un medesimo atto o postura, senza motiva-zione apparente.

TRACCIABILITÀ: percorso dell’animale acquistato,dalla nascita al proprietario.

TIGMOTATTICI: relazionano con l’ambiente circostan-te mediante recettori cutanei.

VIVARIO: terrario attrezzato e arredato in maniera na-turale, tale da riprodurre un Habitat simile a quello diorigine, con piante e substrato naturali.

GLOSSARIO

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Nome comune escientifico

Furetto Mustela putorius furo

Origine geografica Europa: deriva dalladomesticazione dellapuzzola europea

Cosmopolita

Ambiente Temperature Ideale: 15-21 °C No temperatureelevate: rischio di colpodi calore

Cites No

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:7-8 anni

Temperatura rettale:38,3 °C (37,8°-40°)

Frequenza cardiaca:180-250/min.

Frequenza respiratoria:25-40/min.

Dimensioni Aumento di peso inautunno e diminuzionein primavera

Peso medio:0,5-1,2 kg femmine1,3-2,8 kg maschi

Variazioni di pesostagionali fino al 40%nei soggetti sterilizzati

Riproduzione Maturità sessuale:5-9 mesi d’età(la primavera successivaalla nascita)

Femmina: poliestralestagionale (calore dametà febbraio a metàsettembre).Maschio attivosessualmente dadicembre/gennaio aluglio/agosto

Durata gravidanza:38-44 giorni

Svezzamento:6 settimane, ma dalle3 settimane iniziano ad assumere cibosemisolido.Apertura occhi:3-4 settimane

Alimentazione

Non attuare maibruschi cambiamenti dialimentazione

CARNIVORIOBBLIGATIMax 2% fibra30-40% proteine20-30% grassi diorigine animale

Alimenti di alta qualitàche rispettino lepercentuali di proteine,grassi e fibre. Carne dipiccoli mammiferi evolatili. Uova cotte

Alimenti vietati:pesce, fibre, vegetali,alimenti ricchi dicarboidrati, latte elattosio

Moderare l’assunzionedi scatolette chefavoriscono l’insorgenzadel tartaro.8-10 piccoli pastigiornalieri

Dimensioni minimegabbia

70-80 cm di lato per50-60 cm di altezza.Sviluppata in altezza,con due-tre ripianicollegati da rampe

No substrato sul fondo,meglio stracci.Lettiera ad angolo,a bordi rialzatiamaca

Arredamento gabbia:amache, tunnel

Giochi: attenzioneai giochi di gommae ai piccoli oggetti(es. campanellini), chevengono ingeritifacilmente. Prediligere igiochi di consistenza dura,che non possono essereingeriti interi o a pezzi!

Substrato

Arricchimentoambientale

Tunnel Giochi col proprietario(che stimolino le corsee il nascondino) giochidi lotta simulata conaltri furetti, o gatti

Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa.Visite periodiche(ogni 6 mesi)

Si consiglia lasterilizzazione(preferibilmente nonchirurgica) dei maschi edelle femmine

Vaccinazioni consigliate: cimurro.Prevenzione dellafilariosi

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Trasportino per gattirobusto e con chiusurefunzionanti. Portarequalche straccetto colquale il furetto èabituato a dormire

Per viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper somministrareacqua e cibo

Attenzione alletemperature (colpo dicalore) e alle correntid’aria (no ariacondizionata diretta)

F U R E T TO

Il furetto non è un animale da gabbia. È necessario ricoverarlo in un ambiente confinato quando non è possibile controllare che non si fac-cia male o ingerisca corpi estranei. È facilmente addestrabile all’uso della cassetta igienica. Con un adeguato arricchimento ambientale glisi può garantire il benessere ed evitare che danneggi se stesso e/o l’arredamento con l’iperattività e la curiosità che lo contraddistinguono.Il furetto è un animale che esplora l’ambiente che lo circonda anche con la bocca. Spesso non morde per aggressività, quanto per curiosità.Per questo motivo non è consigliabile che stia a contatto di bambini se non in presenza di adulti responsabili.

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Nome comune escientifico

Coniglio da compagnia Oryctolagus cuniculus

Origine geografica Asia del nord, Europa eAfrica nordoccidentale

Cosmopolita

Ambiente Temperature Ideale: 15-21 °C No correnti d’aria No temperatureelevate: rischio di colpodi calore

Cites No

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:8-12 anni

T °C rettale: 38,3 °C(37°-40°)(non significativa)

Frequenza cardiaca:130-325/min.

Frequenza respiratoria: 30-60/min.

Dimensioni Più di 60 razze.Le più diffuse: nani,ariete, hotot, angora,olandese e incroci

Peso medio: 1,5-2 kg Razze giganti.Possono arrivare a 8 kg

Riproduzione Maturità sessuale:Maschio: 5-8 mesiFemmina: 4-5 mesi

No calore ma lunghiperiodi di recettività.

Ovulazione indotta

Durata gravidanza:28-35 giorni

Allattamento: 1-2 volteal dì (la notte).Svezzamento:8 settimane, ma dalle3 settimane iniziano adassumere cibo solido

Alimentazione

Non attuare maibruschi cambiamentidi alimentazione

STRETTAMENTEERBIVORI20-25% fibra15% proteine3% grassi

ERBA, FIENO, verdurea foglia proposti su unastrigliera

Alimenti vietati: parti verdi solanacee,semi, cereali e derivati

Moderare l’assunzionedi verdure ricche dicalcio (erbe aromatiche)e ossalati (spinaci, bietee cavoli)

Gabbia:il coniglio non è unanimale da gabbia

Dimensioni minime100 x 60

Il coniglio deve essere in grado di stare rittosui posteriori ecompiere tre balzi

Arredamento gabbia:presenza ditane/nascondigli, tunnel

Giochi: da rosicchiare in cartone duro o legnonon trattato. Il paneduro non è un gioco enon consuma i denti!

Substrato Pellets di carta riciclata Trucioli di legnoricoperti di fieno

Evitare ghiaino pergatti, tutolo di mais,stoffa

Arricchimentoambientale

Giochi in cartone elegno da rosicchiare

Giochi col proprietario(che stimolino i salti e le corse)

Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa. Visiteperiodiche (ogni 6 mesi)

Si consiglia lasterilizzazione deimaschi e delle femmine

Vaccinazioni consigliate:mixomatosi e malattiaemorragica virale (mev)

Non somministrare maifarmaci di uso umano emai senza prescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Trasportino per gatti,non troppo grande.Fondo ricoperto di fieno

Viaggi lunghi: fermarsiperiodicamente persomministrare acqua

Attenzione alletemperature elevate(colpo di calore) e allecorrenti d’aria (no ariacondizionata diretta)

C O N I G L I O DA C O M PAG N I A

Il coniglio non è un animale da gabbia. Il suo ricovero in gabbia deve essere limitato a poche ore al giorno. È un animale sociale chesoffre qualora non venga inserito nel contesto familiare.Inoltre è facilmente addestrabile all’uso della cassetta igienica.Con un adeguato arricchimento ambientale gli si può garantire il benessere ed evitare che danneggi l’arredamento e se stesso conl’attività del rosicchiamento.Il coniglio è un animale “preda”, che si spaventa facilmente per le grida e se preso in braccio; inoltre il suo scheletro è leggero e po-vero di calcio, se non viene maneggiato nella maniera corretta può fratturarsi con facilità. Alcuni conigli mordono per paura. Perquesti motivi non è consigliabile che stia a contatto di bambini se non in presenza di adulti responsabili.

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Nome comune escientifico

CaviaPorcellino d’India

Cavia aperea porcellus

Origine geografica America meridionaleAnde

Ambiente Temperature Ideale: 20-22 °CUmidità relativa40-70%

No correnti d’aria No temperatureelevate: rischio di colpodi calore

Cites No

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:5-7 anni

Temperatura rettale:37,5-39 °CNon significativa

Frequenza cardiaca:230-300 bpm

Frequenza respiratoria:69-150 min.

Dimensioni, razze evarietà

Molte razze e varietà; le più diffuse: Inglese,Peruviana, Abissina eincroci

Peso medio:maschio 900-1200 gfemmina 700-900 g

Riproduzione Maturità sessuale:M: 2,5-4 mesiF: 2-3 mesi

Poliestrale a ovulazionespontanea. Ciclo estraleogni 15-17 giorni.Si consiglia di farriprodurre la femmina laprima volta tra i 4 e gli 8mesi di età per diminuireil rischio di distocie.Esiste un estro postpartum molto fertile

Durata gravidanza: media 68 giorni(59-72 giorni)

I piccoli di Cavia sonoprecoci, nascono conocchi aperti e ricopertidi pelo. Svezzamento a20-30 giorni ma già dai3-4 giorni iniziano adassumere cibo solido

Alimentazione

Non attuare maibruschi cambiamenti di alimentazione

STRETTAMENTEERBIVORIPellet di ottima qualitàspecifico per cavie con iseguenti tenori analitici(2 cucchiai al giorno peradulto): 20-25% fibra16-20% proteine2% grassi

ERBA e FIENO avolontà, verdure crudemiste a volontà(tutte le stesse perl’alimentazione umana)ad esempio peperoni,carote, finocchio,verdure a foglia…Piccole quantità difrutta 1-2 volte asettimana (agrumi, kiwi,mela, ecc.)

Alimenti vietati: parti verdi solanacee,semi, cereali, fioccati,prodotti del panificio(pane, cracker, grissini,biscotti), alimenti percani e gatti, latte, stickper conigli/cavie

Offrire verdure ricchein vitamina C(ad esempio peperoni,bietole…).Acqua sempre adisposizione.Ogni cambio dialimentazione vaeffettuato congradualità in circa10-15 giorni

Gabbia Dimensioni minime 80cm × 50 cm × 40 cm,per una coppia ledimensioni devonoessere maggiori.Liberarequotidianamentequalche ora perpermettere eserciziofisico e combatterel’obesità

La gabbia va posta inun ambiente tranquilloe non va lasciata al solenelle ore più calde

Arredamento gabbia:presenza ditane/nascondigli, tunnel

Substrato Pellets di carta riciclata,truciolo depolverato

Offrire un substratosempre pulito emorbido

Evitare ghiainoper gatti, tutolo di mais,stoffa.No rete metallica

Arricchimentoambientale

Giochi da rosicchiare:scatole di cartone,blocchetti di legnoatossico.Rami di albero dafrutto.Giochi in legno atossicoper pappagalli

RO D I TO R I - C AV I A

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Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa.Visite periodiche(ogni 6 mesi)

Si consiglia lasterilizzazione deimaschi e delle femmine

Vaccinazioni:non necessarie

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Porre del fienocome substrato neltrasportino

Viaggi lunghi: fermarsiperiodicamente persomministrare acqua

Attenzione alletemperature elevate(colpo di calore)e alle correnti d’aria(no aria condizionatadiretta)

La Cavia se ben tenuta in cattività è un animale da compagnia ideale: è gentile, si lascia maneggiare volentieri, raramente morde espesso instaura un rapporto di affetto con il proprietario che rafforza mediante il suo ricco vocabolario di versi. Tuttavia non è unanimale adatto ai bambini perché manipolazioni inadeguate possono esitare in fratture e mettere in pericolo la vita dell’animale.La Cavia non sintetizza la vitamina C quindi è indispensabile fornirla quotidianamente; in particolari condizioni quali stress, ma-lattia o gravidanza il fabbisogno aumenta ed è utile ricorrere a integratori.Le Cavie sono animali gregari che vivono bene in compagnia dei simili; è quindi sconsigliato tenere un individuo solitario. Ottimaè l’opzione di mantenere insieme soggetti sterilizzati.

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Nome comune escientifico

Cincillà Chinchilla lanigera

Origine geografica Cordigliera andina:Cile, Bolivia, Perù,Argentina

Ambiente TemperatureIdeale: 16-22 °CUmidità relativainferiore al 50%

Estremamente sensibilialle alte temperature eumidità elevata

No temperatureelevate: sopra 28° morteper colpo di calore

Cites No

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:10-15 anni(sino a 20 anni)

Temperatura rettale:36-37,8 °C(non significativa)

Frequenza cardiaca:100-150 bpm

Frequenza respiratoria:40-100 min.

Dimensioni e varietà Molte varietà di coloredel mantello: grigiostandard, beige, blackvelvet, violet, ebony…

Peso medio:maschio 450-600 gfemmina 600-800 g

Riproduzione Maturità sessualeM: 4-7 mesiF: 5-7 mesi

Poliestrale stagionale.Ciclo estrale ogni30-50 giorni.Esiste un estro postpartum molto fertile.I maschi curano la prolee non dovrebbero essereseparati dalle femminedopo il parto(al massimo per 5-7giorni per evitarel’accoppiamento postpartum)

Durata gravidanza:111 giorni (105-115)

I piccoli di Cincillàsono precoci, nasconocon la pelliccia e gliocchi già aperti.Svezzamento a50-60 giorni ma già a7-10 giorni di vitainiziano ad assumerecibo solido

Alimentazione

Non attuare maibruschi cambiamentidi alimentazione

STRETTAMENTEERBIVORIPellet di ottima qualitàper cincillà con iseguenti tenori analitici:20-35% fibra16-20% proteine2,5% grassi

FIENO a volontà,pellet specifico percincillà, piccola quotaquotidiana di erba overdure crude miste(tutte le stesse perl’alimentazione umana)ad esempio peperoni,carote, finocchio,insalate miste…Piccole quantitàdi frutta 1-2 voltea settimana(mela, banana ecc.)

Alimenti vietati:parti verdi solanacee,semi, cereali, fioccati,prodotti del panificio(pane, cracker, grissini,biscotti), alimenti percani e gatti, latte,stick per conigli/cavie

Acqua semprea disposizione.Ogni cambio dialimentazione vaeffettuato congradualità in circa10-15 giorni

Gabbia Dimensioni minime90 cm × 60 cm ×100 cm, per una coppiale dimensioni devonoessere maggiori.Liberarequotidianamentequalche ora perpermettere eserciziofisico

La gabbia va postain un ambientetranquillo e non valasciata al sole

Arredamento gabbia:indispensabili pianettiper permettereal cincillà di saltare.Presenza di nidi enascondigli, tunnel

Ogni giorno mettere adisposizione per circa15 minuti uncontenitore a bordi alticon circa 2-5 cm disabbia apposita percincillà (non quella dimare o da edilizia)affinché possa rotolarsie mantenere in buonasalute il folto mantello.Ogni 10 giorni circa lasabbia va sostituitacompletamente

RO D I TO R I - C I N C I L L À

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Substrato Pellets di carta riciclata,truciolo depolverato

Offrire un substratosempre pulito emorbido

Evitare ghiainoper gatti, tutolo di mais,stoffa.No rete metallica

Arricchimentoambientale

Giochi da rosicchiare:scatole di cartone,blocchetti di legnoatossico. Rami di alberoda frutto.Giochi in legno atossicoper pappagalli.Pietra pomice percincillà.

Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa.Visite periodiche(ogni 6 mesi)

Si consigliala sterilizzazionedei maschi e dellefemmine

Vaccinazioni:non necessarie

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Porre del fienonel trasportino comesubstrato

Attenzione alletemperature elevate(colpo di calore).Non riporreil trasportino nelbagagliaio duranteil viaggio

Tendenzialmente notturni, i cincillà non sono aggressivi ma docili (specialmente le specie selezionate come animali da compagnia),molto puliti e praticamente privi di odorosità; sono animali molto apprezzati per la splendida e morbidissima pelliccia. Sono ani-mali gregari, in natura vivono in gruppi formati da numerosi individui e per questi motivi è sconsigliabile tenere un solo cincillà: sipuò optare per due femmine o due soggetti sterilizzati. Raramente mordono e, oltre alla fuga, l’unico mezzo di difesa è perdere ilpelo quando vengono afferrati per la folta pelliccia.Ad una temperatura di 28-30 °C possono morire per colpo di calore in quanto sono privi di ghiandole sudoripare. In estate quindila gabbia deve stare in un posto molto fresco per mantenere una temperatura adeguata; a questo proposito si può fare uso di uncondizionatore d’aria, (da non indirizzare direttamente sull’animale) di ventilatori o si possono inserire alcune bottiglie d’acquaghiacciate nella gabbia sulle quali i cincillà potranno trovare refrigerio.

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Nome comune escientifico

Degu Octodon degus

Origine geografica Cile

Ambiente Temperature Ideale: 20 °CUmidità relativa40-50%

No temperatureelevate: rischio di colpodi calore

Cites No

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:5-7 anni (sino a 10 anni)

Temperatura rettale:38 °C (non significativa)

Dimensioni Peso medio:M: 250-400 gF: 200-300 g

Riproduzione Maturità sessuale3-10 mesi

Ovulazione indotta.Estro post partumpresente, non semprefertile.I maschi curano la prolee non dovrebbero essereseparati dalle femminedopo il parto

Durata gravidanza:87-93 giorni(mediamente 90 giorni)

I piccoli di degu sonoconsiderati precoci,aprono gli occhi a2-3 giorni di vita enascono già con lapelliccia. Svezzamentoa 40-50 giorni

Alimentazione

Non attuare maibruschi cambiamentidi alimentazione

STRETTAMENTEERBIVORIPellet di ottima qualitàper degu o cincillà con iseguenti tenori analitici:20-35% fibra16-20% proteine2,5% grassi.Il degu sviluppa conrelativa frequenza ildiabete e per questo sideve fornire una dietapovera in zuccheri egrassi ma ricca in fibra(fieno)

FIENO a volontà,pellett specifico percincillà (1-2 cucchiaiper individuo), quota diverdure crude miste(tutte le stesse perl’alimentazione umana)ad esempio cicoria,carote, finocchio,verdure a foglia…

Alimenti vietati:parti verdi solanacee,semi, cereali, fioccati,prodotti del panificio(pane, cracker, grissini,biscotti), alimenti percani e gatti, latte, stick per conigli/cavie.Evitare eccessi dizuccheri

Acqua sempre adisposizione.Ogni cambiodi alimentazioneva effettuato congradualità in circa10-15 giorni

Gabbia Dimensioni minime80 cm × 60 cm ×100 cm

La gabbia va posta inun ambiente tranquilloe non va lasciata al sole

Arredamento gabbia:indispensabili pianettiper permettere ai degudi saltare.Presenza di nidi enascondigli, tunnel

Ogni giorno metterea disposizione per circa15 minuti uncontenitore con circa2-5 cm di sabbia percincillà (non quella dimare o da edilizia)affinché possa rotolarsie mantenere in buonasalute il mantello

Substrato Pellets di carta riciclata,truciolo depolverato

Offrire un substratosempre pulito emorbido

Evitare ghiainoper gatti, tutolo di mais,stoffa.No rete metallica

Arricchimentoambientale

Giochi da rosicchiare:scatole di cartone,blocchetti di legnoatossico. Rami di alberoda frutto.Giochi in legno atossicoper pappagalli.Pietra pomice percincillà

RO D I TO R I - D E G U

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Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa.Visite periodiche(ogni 6 mesi)

Si consigliala sterilizzazionedei maschi

Vaccinazioni: nonnecessarie

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Trasportinocon fondo ricopertodi fieno

Attenzione alletemperature elevate(colpo di calore).Non riporreil trasportino nelbagagliaio duranteil viaggio.

È facile da allevare, vivace e divertente; pulito e silenzioso, relativamente longevo rispetto ad altri piccoli roditori da compagnia. Èattivo anche di giorno.Richiede gabbie spaziose. Non ama la solitudine, se tenuto da solo richiede molte attenzioni. Se non è addomesticato fin da picco-lo, può essere difficile da maneggiare.

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Nome comune escientifico

Topo domestico Mus musculus

Origine geografica Cosmopolita

Ambiente Ideale: 18 °C No correnti d’aria No temperatureelevate: rischio di colpodi calore

Cites No

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:2-3 anni

Temperatura rettalenon rilevante

Frequenza cardiaca:(325-780/min.)

Frequenza respiratoria:60-220/min.

Dimensioni Lunghezza 6-12 cm Peso medio: 20 e i 50 g

Riproduzione Maturità sessuale:28-40 gg

Durata ciclo estrale:4-5 giorni con l’estrodi 12 ore

Durata gravidanza:19-21 giorni

Cuccioli/parto: 6-12Svezzamento: 21 gg

Alimentazione

Non attuare maibruschi cambiamentidi alimentazione

ONNIVORI,prevalentementegranivori.14% proteine4-5% grassi

Cibi confezionati,frutta e verdura fresca,biscotti

Alimenti vietati:cibi fritti oeccessivamente grassi,parti verdi di solanacee(pomodoro, patate)

Moderare l’assunzionedi alimenti di origineanimale (piccole quantità eprontamente rimossise non consumati) e di semi oleosi

Gabbia Le dimensioni minime200 cm2 per una coppiadi adulti o per unamadre con la nidiatafino allo svezzamento80 cm2/capo

Gabbia che si sviluppapreferibilmente inorizzontale; deve esserciuna buona aerazione e la gabbia deve esseresempre mantenutapulita

Arredamento gabbia:presenza ditane/nascondigli

Il fondo deve esserepieno e non a grata (si possono incastrare efratturare le zampine)

Substrato Trucioli di legnoricoperti di fieno

Tutolo di mais

Arricchimentoambientale

Tunnel, rampe, ruota(piena, in quella vuotasi possono incastrare efratturare le zampine)

Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa.Visite periodiche(ogni 6 mesi)

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Trasportino perroditori, non troppogrande.Fondo ricopertodi fieno

Viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper somministrareacqua

Attenzione alletemperature elevate(colpo di calore) e allecorrenti d’aria (no ariacondizionata diretta)

RO D I TO R I - TO P O D O M E S T I C O

Il suo ricovero in gabbia è necessario perché libero può essere esposto a grandi pericoli. La gabbia deve essere spaziosa a più livelli,ed arredata con giochi e nascondigli.Il topo è un animale piccolo e difficile da manipolare. Alcuni topi mordono per paura. Per questi motivi non è consigliabile che stiaa contatto di bambini se non in presenza di adulti responsabili.

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Nome comune escientifico

Ratto Rattus norvegicus

Origine geografica Asia centrale Cosmopolita

Ambiente Ideale: 18 °C No correnti d’aria No temperatureelevate: rischio di colpodi calore

Cites No

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:3-4 anni

Temperatura rettalenon significativa

Frequenza cardiaca:325-780/min.

Frequenza respiratoria:60-220/min.

Dimensioni Lunghezza 15-20 cm Peso medio:maschio 450-520 gfemmina 250-300 g

Riproduzione Maturità sessuale:65-110 giorni

Durata ciclo estrale:4-5 giorni

Durata gravidanza: 21-23 gg

Cuccioli/parto: 6-12 ggSvezzamento: 21 gg

Alimentazione

Non attuare maibruschi cambiamentidi alimentazione

ONNIVORI,prevalentementegranivori.14% proteine4-5% grassi

Cibi confezionati,frutta e verdura fresca,biscotti

Alimenti vietati:cibi fritti oeccessivamente grassi,parti verdi di solanacee(pomodoro, patate)

Moderare l’assunzionedi alimenti di origineanimale(piccole quantità eprontamente rimossi se non consumati) e di semi oleosi

Gabbia Le dimensioni minime80 × 40 cm

Gabbia che si sviluppapreferibilmente inorizzontale; deve esserciuna buona aerazione e la gabbia deve esseresempre mantenutapulita

Arredamento gabbia:presenza ditane/nascondigli

Il fondo deve esserepieno e non a grata(si possono incastrare efratturare le zampine)

Substrato Trucioli di legnoricoperti di fieno

Tutolo di mais

Arricchimentoambientale

Tunnel, rampe, ruota(piena, in quella vuotasi possono incastrare efratturare le zampine)

Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa.Visite periodiche(ogni 6 mesi)

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Trasportino perroditori, non troppogrande.Fondo ricopertodi fieno

Viaggi lunghi: fermarsiperiodicamente persomministrare acqua

Attenzione alletemperature elevate(colpo di calore) e allecorrenti d’aria (no ariacondizionata diretta)

RO D I TO R I - R AT TO

Il suo ricovero in gabbia è necessario perché libero può essere esposto a grandi pericoli. La gabbia deve essere spaziosa a più livelli,ed arredata con giochi e nascondigli.Il ratto è un animale piccolo e difficile da manipolare. Alcuni mordono per paura. Per questi motivi non è consigliabile che stia acontatto di bambini se non in presenza di adulti responsabili.Si raccomanda l’accurata pulizia della gabbia.Rimuovere quotidianamente le deiezioni, pulire tutta la gabbia una volta la settimana.

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Nome comune escientifico

Criceto - Cricetus cricetus, C. grisou (c. russo);

- Mesocricetus auratus(c. dorato);

- Phodopusroborovskii;

- P. campbell; - P. sungorus

(c. roborosky)

Origine geografica Asia del nord - Europae Africa nordoccidentale

Ambiente Temperature Ideale: 15-21 °C No correnti d’aria No temperatureelevate: rischio di colpodi calore.Al di sotto dei 5 °Ci criceti dorati entranoin una sorta di letargodal quale si sveglianosaltuariamente permangiare

Cites No

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:2-4 anni

Temperatura rettale,non significativa

Frequenza cardiaca:elevata

Frequenza respiratoria:elevata

Dimensioni Lunghezza:13-15 cm (dorato);8-10 cm (russo);5 cm (roborovskii)

Peso medio:85-150 gr (dorato)30-40 gr (russo)14-20 gr (roborovskii)

Riproduzione Maturità sessuale:32-42 giorni (dorato)2 mesi (russo)4-5 mesi (roborovskii)

Durata ciclo estrale:4 gg (dorato, russo,roborovskii)

Durata gravidanza:15-16 gg (dorato)18-21 gg (russo)20-22 gg (roborovskii)

Cuccioli/parto:5-9 gg (dorato)6-8 gg (russo)6 gg (roborovskii)Svezzamento:20-25 gg (dorato)21 gg (russo)19 gg (roborovskii)

Alimentazione

Non attuare maibruschi cambiamenti di alimentazione

ONNIVORI,prevalentementegranivori.16-20% proteine4-5% grassi

Cibi confezionati,frutta e verdura fresca,yogurth, formaggio,tuorlo d’uovo sodo,larve di insetti

Alimenti vietati:dolci, cibi fritti oeccessivamente grassi,parti verdi di solanacee(pomodoro, patate)

Moderare l’assunzionedi alimenti di origineanimale(piccole quantità eprontamente rimossise non consumati)e di semi oleosi

Gabbia Le dimensioni minimedevono essere 60 × 30 ×30 cm; vanno beneanche quelle a più pianicollegati da rampe

Gabbia che si sviluppapreferibilmente inorizzontale; deve esserciuna buona aerazionee la gabbia deve esseresempre mantenutapulita

Arredamento gabbia:presenza ditane/nascondigli

Il fondo deve esserepieno e non a grata(si possono incastrare efratturare le zampine)

Substrato Trucioli di legnoricoperti di fieno

Tutolo di mais

Arricchimentoambientale

Tunnel, rampe, ruota(piena, in quella vuotasi possono incastrare efratturare le zampine)

I criceti dorati vannotenuti separati da adulti.I criceti russi, diroborovsky, vannotenuti in coppia,formatesi prima dellamaturità sessuale

RO D I TO R I - C R I C E TO

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Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa.Visite periodiche(ogni 6 mesi)

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Trasportino perroditori, non troppogrande.Porre del fieno comesubstrato

Viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper somministrareacqua

Attenzione alletemperature elevate(colpo di calore)e alle correnti d’aria(no aria condizionatadiretta)

Il suo ricovero in gabbia è necessario perché libero può essere esposto a grandi pericoli.La gabbia deve essere spaziosa, a più livelli, ed arredata con giochi e nascondigli.Il criceto dorato adulto è solitario, ma gli altri piccoli criceti gradiscono la compagnia di con-specifici, soprattutto se la coppia vie-ne formata in età prepubere. Il criceto è un animale piccolo e difficile da manipolare.Alcuni criceti mordono per paura.Per questi motivi non è consigliabile che stia a contatto di bambini se non in presenza di adulti responsabili.

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Nome comune escientifico

Cane della prateriadalla coda nera

Cynomys. ludovicianus

Origine geografica Nord America

Ambiente Temperature Ideale: 15-21 °C No correnti d’ariaNo temperatureelevate: rischio di colpodi calore

Cites: no Ai sensi dell’articolo 1 della DecisioneUE 2003/459/CEdel 20 giugno 2003 èfatto divieto diintrodurre cani dellaprateria provenientidagli Stati Uniti

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:5-10 anni

T. rettale, non significativa

Frequenza cardiaca:elevata

Frequenza respiratoria: elevata

Dimensioni Peso medio:0,5/2,2 kg

In inverno tende aingrassare

Riproduzione Maturità sessuale:2-3 anni

Durata ciclo estrale:1 calore/anno chedura 2-3 settimane(tra gennaio e marzo)

Durata gravidanza: 30-35 gg

Cuccioli/parto:2-10 ggSvezzamento:6 settimane

Alimentazione:non attuare maibruschi cambiamentidi alimentazione

StrettamenteERBIVORI20-25% fibra15% proteine3% grassi

ERBA, FIENO,verdure a foglia.

Alimenti vietati:parti verdi solanacee,semi, cereali e derivati

Moderare l’assunzionedi verdure ricche dicalcio (erbe aromatiche)e ossalati (spinaci, bietee cavoli)

Gabbia Dimensioni minime100 × 60

Il cane della prateriadeve essere in grado distare ritto sui posteriori

Arredamento gabbia:presenza ditane/nascondigli, tunnel,oggetti da rosicchiare

Giochi: da rosicchiarein cartone duro o legnonon trattato. Il paneduro non è un gioco enon consuma i denti!

Substrato Trucioli di legnoricoperti di fieno

Tutolo di mais

Arricchimentoambientale

Giochi in cartonee legno da rosicchiare

Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa.Visite periodiche(ogni 6 mesi)

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Trasportino perroditori, non troppogrande.Fondo ricopertodi fieno

Viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper somministrareacqua

Attenzione alletemperature elevate(colpo di calore)e alle correnti d’aria(no aria condizionatadiretta)

C A N E D E L L A P R AT E R I A DA L L A C O DA N E R A

Il suo ricovero in gabbia è necessario perché libero può essere esposto a grandi pericoli.La gabbia deve essere spaziosa a più livelli, ed arredata con giochi e nascondigli.L’uscita è consentita in presenza del proprietario e accertandosi di proteggere l’animale dai pericoli.È fondamentalmente un animale selvatico. Richiede molto affetto e non sopporta la solitudine.Ha bisogno di trascorrere del tempo fuori della gabbia. Può danneggiare l’arredamento con i denti.Talvolta il maschio, se non viene sterilizzato, presenta problemi comportamentali.

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Nome comune escientifico

Canarini, Diamanti,Fringuelli, Cardellini,Verdoni, Zigoli, Padda,Passeri; Maine o merliindiani

Passeriformes

Origine geografica Europa, Africa, Oceania,Asia, Americhe

Cosmopolita

Ambiente Temperature Ideale: 10-40 °C Temperature troppofredde possono esserepericolose per alcunespecie.Verificare caso per caso

Cites Si App. A, B Canarini ed alcunespecie esotiche

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:5-10 anni

Temperatura rettale:non rilevante

Frequenza cardiaca:molto elevata

Frequenza respiratoria:molto elevata soprattuttotaglie piccole

Dimensioni Variabili con la speciee la razza: 9-25 cm perle specie più comuni

Peso medio:da 10 ai 50 grammi

Poche variazionistagionali di peso

Piumaggio ed annessiornamentali possonofalsare le reali dimensioniall’osservatore menoesperto

Riproduzione Maturità sessuale:10-12 mesi per quasitutte le specie

Se ben gestiti possonofare due-tre covateall’anno. Le speciepiù domestiche anchedi più

Durata cova: 13-18 gg (a secondadella specie)

Svezzamento:7-9 settimane

Alimentazione Granivori - florivori -insettivori convariazioni stagionali

L’alimentazione innatura è moltovariabile, anchenell’ambito dello stessogenere.In genere comprendesemi, bacche, fruttae un po’ d’invertebrati

Alimenti vietati:prezzemolo, avocado,semi delle ciliegie e dellepiante del generePrunus.Limitare i grassi e iderivati del latte

Favorireun’alimentazionericca di alimenti freschie simili.Limitare al minimoi semi oleaginosi.Alcune speciebeneficianodell’integrazione conestrusi

Dimensioni minimegabbia

Dipendono dallaspecie, dal numerodei soggetti e dalla lorodestinazione (pet-bird,coppia, gruppo)

In generale evitaregabbie rotonde o diforme irregolari

Preferire gabbierettangolari a sviluppoorizzontale

Substrato Fondamentale sempregriglia sul fondo

Sotto la griglia: ghiaiafine, carta, trucioli

Mai materialeigroscopico alla portatadegli uccelli

PA S S E R I F O R M I

Arricchimentoambientale

Gruppo socialesecondo la specie(solitario, coppia,gruppo).In alcuni casiinterazione con l’uomo(pet bird)

Posatoi di diversomateriale e diametro:altalene; alimentodiverso e interessante(es. cereali in spighe,frutta su rami ospiedini)

Acqua per bagnarsi

Salute Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa o inallevamento.Visite periodiche(ogni 12 mesi) sia peri singoli soggetti che pergli allevamenti

No chirurgie preventive

Vaccinazioni consigliate:vaiolo per i canarini

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

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Trasporto Cassette bassecon pareti opacheed apertura dall’alto perminimizzare lo stress:sempre disponibilefonte di alimento.Trasporto singoloo a piccoli gruppi aseconda della specie

Per l’acqua: valutare ilrischio che l’acqua siversi infradiciandotrasportino e soggetticon rischio di ipotermia:per viaggi brevi puòessere più appropriatofornire cibi umidi

Per viaggi più lunghi,fermarsi ogni tanto edoffrire l’abbeveratoioagli uccelli

Attenzionealle temperature(colpo di calore)e alle correnti d’aria(no aria condizionatadiretta)

I Passeriformi in generale devono essere alloggiati in contenitori adeguati con all’interno quanto necessario per le loro esigenze e legabbie sistemate in ambiente costante, interno od esterno a seconda della specie, possibilmente con fotoperiodo naturale o control-lato in modo da venire incontro alle specifiche esigenze: alcuni soggetti particolari (Maine, Canarini, soggetti di altre specie alleva-ti allo stecco) si addomesticano tanto da poter essere lasciati volare per casa sotto sorveglianza e beneficiano dell’interazione conl’Uomo: in generale però vivono contenti nel loro microhabitat e non gradiscono di essere afferrati e manipolati.Con le adeguate accortezze la maggior parte delle specie di Passeriformi prospera in ambiente controllato e ne sono prova la diffu-sione di molte mutazioni ed addirittura alcune razze domestiche (es Canarino) selezionate in migliaia di allevamenti amatoriali.I Passeriformi in generale sono creature innocue e non pericolose per umani di qualunque età: potenziale eccezione sono i Corvidiil cui grosso becco potrebbe rappresentare un rischio per bambini molto piccoli, ma che non sono comunemente allevati a scopo or-namentale o tenuti in casa come animali da compagnia.

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Nome comune escientifico

Pappagalli Psittaciformes

Origine geografica Oceania, Asiameridionale, Africa,Centro e Sud America

Cosmopolita

Ambiente Temperature Ideale: 10-40 °C Temperature troppofredde possono esserepericolose per alcunespecie. Verificare caso per caso

Cites Si App. A, B Poche specie no

Caratteristichefisiologiche

Durata della vita:12-60 > anni

Temperatura rettale:non significativa

Frequenza cardiaca:non significativa

Frequenza respiratoria:non significativa

Dimensioni Variabili con la specie Peso medio:da 20 a 1,600 grammi

Poche variazionistagionali di peso

Riproduzione Maturità sessuale:1-5 anni, secondo la specie

Se ben gestiti possonofare due-tre covateall’anno. Le specie piùpiccole anche di più

Durata cova: 18-32 gg (specie)

Svezzamento:da 6 settimane a varimesi

Alimentazione

Non attuare maibruschi cambiamenti di alimentazione

Frugivori-nettarivori L’alimentazione innatura è moltovariabile, anchenell’ambito dello stessogenere. In generecomprende semi,bacche, frutta e un po’d’invertebrati

Alimenti vietati: prezzemolo, avocado,semi delle ciliegie edelle piante del generePrunus.Limitare i grassi e iderivati del latte

Favorireun’alimentazione ricca dialimenti freschi e simili.Integrazione importante(fino a 70%) conestrusi/pellettati di buonaqualità. Limitare alminimo i semi oleaginosi

Dimensioni minimegabbia

Dipendono dalla specie,dal numero dei soggettie dalla loro destinazione(pet-bird, coppia,gruppo)

Le dimensioni minimeinterne, devonocorrispondere, in tuttee tre le dimensioni,all’apertura alare delpappagallo

Il posatoio deve esserecollocato in mododa consentire unospazio al di sopra dellatesta e al di sotto edietro la coda

Substrato Evitare tutto ciò che èigroscopico

PA P PAG A L L I

Arricchimentoambientale

Interazione con ilproprietario e/o conaltri Psittaciformi(quando noncontroindicato)

Captive foraging:imitazione di alimentinaturali (frutta interao a grossi pezzi infissasu rami)

Salute

Prima visita: qualchegiorno dopo l’ingressoin casa.Visite periodiche(ogni 12 mesi)

No alle mutilazionichirurgiche a scopopreventivo

Vaccinazioni consigliate:nessuna.

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Trasportino per canio per gatti in plasticadura. Applicareall’interno un posatoiofisso e alla portabeverino e mangiatoia

Per viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper verificare lo statodel pappagallo

Attenzionealle temperature(colpo di calore)e alle correnti d’aria(no aria condizionatadiretta)

Il pappagallo “animale da compagnia”, dovrebbe passare la maggior parte del tempo libero con il proprietario. Se ciò non è possibile deveavere una voliera spaziosa dove intrattenersi, meglio se in coppia. Se durante il giorno è ben gestito e l’ambiente è provvisto di un buon ar-ricchimento durante la notte può anche essere confinato in gabbie relativamente piccole, ma questo si deve limitare alle ore di riposo. Conun adeguato arricchimento ambientale si può garantire il benessere di ogni pappagallo ed evitare che danneggi oggetti in casa e che si met-ta in situazioni pericolose a causa della curiosità che lo contraddistingue. I pappagalli sono dotati di una mimica particolare, di difficile in-terpretazione per i neofiti: l’approccio a un pappagallo deve necessariamente seguire alcuni passi precisi per non allarmare questi uccelli“preda”. Inoltre i pappagalli hanno un forte becco e possono usarlo per difendersi in situazioni che giudicano pericolose, per questo moti-vo non è consigliabile che stiano a contatto diretto con bambini piccoli, se non in presenza di adulti responsabili.

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Nome comune escientifico

Geco leopardo Eupblepharismacularius

Origine geografica Afghanistan,India nordoccidentale,Pakistan

Cosmopolita Clima: arido/semiarido,roccioso, desertico

Ambiente:le temperatureall’interno del vivariodevono esserecostantementemonitorate (termometriposizionati nel puntofreddo e nel punto piùcaldo)

Temperature:Intervallo termicodiurno (°C)(Temperature Range):22-30 °CPunto caldo: 32 °CPunto freddo: 20 °C

Letargo:T. diurne: 22-24 °CFotop.: 8-10 hT. notturne: 18 °CFotop.: 16-14 h

Sistemi diriscaldamento:(per conduzione) con cavetti o piastreriscaldanti, conprotezioni per l’animale.Umidità: sufficientequella della ciotola edella zona umida.È indispensabilemantenere un’adeguataventilazione

FotoperiodoLuce: 12-14 hBuio: 10-12 hLampade uvb nonindispensabili.Consigliate nei giovanie nei soggetti inriproduzione

Cites No

Caratteristichefisiologiche

T. rettale, frequenzacardiaca e respiratoria:non significative

Oltre 20 anni(longevità massimaregistrata in un maschio28, in una femmina21 a e 6 mesi)

Dimensioni Piccola taglia Possono pesare da 40 a 100 g e raggiungereuna lunghezza totale dioltre 20 cm. I maschitendono ad essere piùgrandi delle femmine

RiproduzioneStagione riproduttiva:gennaio.Settembre/ottobreBrumazione.Non necessaria ai finiriproduttivi,ma consigliabile(per sincronizzazione)

Maturità sessuale:M: 40-50 g(18 mesi circa)F: 40-50 g(9-18 mesi età)

Frequenza gest:4-5 covate per stagionecon 1 mese di intervallotra le covate (media)

Durata gestazione:15-30 ggdall’accoppiamento.Dimensione covata:2 uova

Alimentazione:insettivori

Variare il più possibile.Somministrare arotazione Grilli,larve di tenebrionidi,altri invertebrati

Ciotola con Calciocarbonato in polveresempre a disposizione.Calcio carbonatospolverizzato sul pastodi invertebrati“integrati” di Ca

Mettere a disposizionegiornalmente unapiccola ciotola bassacon acqua pulita

Dimensioni minimeTerrari:60 × 40 × 50 cm

Per i sauri terricolisi possono calcolare ledimensioni minime delterrario in rapporto allalunghezza dell’animalerostro-cloaca LRC(esclusa la coda)

Per animali allevatiin gruppi il volumeva aumentatodi 1,5 volte per ognianimale in più

Substrato Sabbia fine; sabbia + terriccio;terra argillosa;substrato commercialeper rettili deserticoli

Naturale No materiale costituitoda particelle chepossano essere ingerite,Anche i substrativenduti per “ingeribili”possono provocarecostipazioni letali

R E T T I L I - G E C O

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Arricchimentoambientale

Consentire ai rettiliarboricoli diarrampicarsi,con terrari sviluppatiin altezza, e arredaticon rami

Creare ambientia gradiente termicoe umidità differenti

Arredare il terrarioin maniera da ricreareun ambiente simileall’habitat naturale

Per ogni soggetto deveessere previsto unnascondiglio umido,uno nella zona caldaed uno nella zonafredda

Salute Visite periodiche:Prima visita al momentodell’acquisto, negliadulti ogni 12 mesi,nei giovani ogni 6 mesi

Vaccinazioni consigliate:nessuna

Non somministraremai farmaci se nondietro ricettamedico-veterinaria

Trasporto Fauna - box con cartaassorbente e rifugio di cartone,posto all’interno dicontenitore coibentato

Per viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper verificare lecondizioni dell’animale

A temperaturacontrollata a secondadella stagione

Tutti i rettili sono animali che richiedono attenzioni e cure specifiche essendo, in genere, specie non autoctone. Il ricreare loro un mi-croambiente confortevole e simile a quello di origine, ne garantirà il benessere e la salute.Il terrario deve essere costruito e arredato con materiale atossico, e con chiusure adeguate, a prova di fuga. Curare molto l’igienedel terrario. Garantire un’adeguata ventilazione. Monitorare costantemente temperatura, umidità. Garantire ai rettili che ne hannonecessità, l’adeguata irradiazione UVA/UVB.L’intervallo termico (POTR Preferred Optimum Temperature Range), è un intervallo di temperature ambientali, compreso fra un mi-nimo e un massimo, entro le quali il rettile può compiere le sue attività fisiologiche. Tale intervallo termico, diurno e notturno, è spe-cifico per ogni rettile.Le temperature all’interno del vivario devono essere costantemente monitorate (termometri posizionati nel punto freddo e nel pun-to più caldo).Nel geco leopardo è indispensabile rispettare il rapporto fra maschi e femmine per evitare i rischi di cannibalismo (il rapporto idea-le fra Maschi e femmine è di 1 maschio ogni 3-6 o più femmine, a seconda della dimensione del terrario).Per evitare incidenti può essere necessario separare i maschi fra loro e gli adulti dai piccoli.Se più soggetti condividono gli stessi ambienti, lo spazio a loro disposizione deve essere sufficiente per evitare aggressività dacompetizione.

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Nome comune escientifico

Iguana verde I. iguana

Origine geografica L’iguana verde èoriginaria delle forestepluviali del centroe sud America

Cosmopolita Clima stabilmente caldoe molto umido

Ambiente:le temperatureall’interno del vivariodevono esserecostantementemonitorate(termometri posizionatinel punto freddo e nelpunto più caldo)

La temperaturaminima del range deveessere di 30 °CPunto caldo: 36-39 °CPunto freddo: 23-26 °C

Nel loro ambientenaturale l’umiditàrelativa è dell’85-95%,quindi molto elevata. Èdifficile in cattivitàreplicare valori così alti.Si può spruzzare acquacon una spruzzetta unpaio di volte al giorno

Sistemi diriscaldamento.Conduzione: cavetti o piastre riscaldanti,protetti.Attenzione alle “roccecalde”: possono causaregravi ustioni

Fotoperiodo:Luce: 14 hBuio: 10 hLampade UVBindispensabili.14 ore

Cites Appendice II del Cites

Caratteristichefisiologiche

T rettale, frequenzacardiaca e respiratoria:non significativa

Può arrivare a vivere20 anni

Dimensioni 2,5 metri di lunghezzadi totale in natura1,80 metri in cattività

Possono pesareda 6,8-9 kg

Riproduzione Maturità sessuale:fra i 3 e i 5 anni innatura.In cattività anchea 2 anni

Diversi accoppiamenti,per 3 settimane.Frequenza gestazione4-5 covate per stagionecon 1 mese di intervallotra le covate (media)

Periodo riproduttivo:da novembre a marzo.Durata gestazione:50-100 giorni (dipendeda temperatura e dieta)dall’accoppiamento

La schiusa avvienedopo un periododi 90-120 giorni,le uova (da 10 a 80,in media 40)

Alimentazione:vegetariana, perlopiùfolivora

La base della dieta(90% circa) deve esserecostituita da vegetali afoglia, scelti tra quellipiù ricchi di calcio efibra (tarassaco, insalataromana, scarola,radicchio, insalatabelga, bietole, foglie divite, di ibisco e di gelso)

Il restante 10% puòessere rappresentato dafiori e frutta.La dieta deve essereintegrata con l’aggiuntadi carbonato di calcio.L’acqua deve esseresempre a disposizionein abbondanza

Non si deve offrirealcun alimento diorigine animale (es.insetti, uova, cibo percani o gatti), nemmenoin percentuale minima o saltuariamente, né carboidrati (come pasta o pane) o vegetali ricchi diamido (come patate opatate dolci)

Le brassicacee(broccoli, cavoli,cavolini di Bruxelles,cavolfiore, ravizzone,cavolo cappuccio) puressendo molto ricchedi calcio devono esseresomministrate in piccolaquantità per il lorocontenuto in tiocianati

Dimensioni dei terrari:le dimensioni idealisono di 2 metri dilarghezza per 2 metridi altezza

Dovrebbe esserealto almeno quanto la lunghezza totaledell’iguana(preferibilmente unavolta e mezzo), ampio 1,5-2 volte la sua lunghezza eprofondo 2/3

Le iguane ricavano la maggior partedell’acqua di cui hannobisogno dalle verdure,ma una fonte di acquanon deve mai mancare.Poiché nel terrariol’umidità deve essereelevata, e anche per il motivo che le iguaneamano immergersicompletamente in acquacon il corpo, si develasciare a disposizioneuna bacinellaabbastanza grande da contenere il rettile

R E T T I L I - I G UA N A V E R D E

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Substrato Il fondo migliore èrappresentato da foglidi giornali, moltopratici ma poco estetici,o da tappetini, pezzi dimoquette o erba finta,lavabili e riciclabili.Se l’iguana si abitua asporcare nella bacinelladell’acqua è moltopiù facile tenere pulitoil fondo

Naturale No materiale costituitoda particelle chepossano essere ingerite,Anche i substrativenduti per “ingeribili”possono provocarecostipazioni letali

Arricchimentoambientale

Consentire ai rettiliarboricoli diarrampicarsi, con terrarisviluppati in altezza,e arredati con rami.Creare ambientia gradiente termicoe umidità differenti

Le iguane che, oltre allaluce visibile, ricevonoanche la luce nellospettro UVA netraggono beneficipsicologici perchéhanno una visione dei colori molto piùbrillante e, per così dire,il mondo ha un aspettomigliore.Il cibo offerto puòapparire più “colorato”e appetibile, e quindivenir consumato piùvolentieri

Arredare il terrario in maniera da ricreareun ambiente simileall’habitat naturale

Arredare il terrario con nascondigli: uno per soggetto;uno umido;in differenti zone(calda e fredda)

Salute Visite periodiche:Prima visita al momentodell’acquistoogni 12 mesi(giovani ogni 6 mesi)

Vaccinazioni consigliate:nessuna

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Fauna box con latischermati, e borse obottiglie di acqua caldaper il trasporto

Per viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper verificare lo stato,per viaggi lunghinebulizzare acquatiepida sul corpodell’animale

A temperaturacontrollata a secondadella stagione

Tutti i rettili sono animali che richiedono attenzioni e cure specifiche essendo, in genere, specie non autoctone. Il ricreare loro un mi-croambiente confortevole e simile a quello di origine, ne garantirà il benessere e la salute.Il terrario deve essere costruito e arredato con materiale atossico, e con chiusure adeguate, a prova di fuga. Per i rettili di più gran-di dimensioni si consiglia di predisporre delle stanze adattate a terrario. Curare molto l’igiene del terrario. Garantire un’adeguataventilazione. Monitorare costantemente temperatura, umidità. Garantire ai rettili che ne hanno necessità, l’adeguata irradiazioneUVA/UVB.L’intervallo termico (POTR Preferred Optimum Temperature Range), è un intervallo di temperature ambientali, compreso fra un mi-nimo e un massimo, entro le quali il rettile può compiere le sue attività fisiologiche. Tale intervallo termico, diurno e notturno, è spe-cifico per ogni rettile.Le temperature all’interno del vivario devono essere costantemente monitorate (termometri posizionati nel punto freddo e nel pun-to più caldo).Studiare approfonditamente le necessità che richiede l’allevamento in cattività di un’iguana. Le iguane sono difficili da allevare cor-rettamente, difficili da alimentare nel modo giusto, richiedono attrezzature costose e da adulte possono presentare problemi com-portamentali di aggressività. Se possibile, contattate un proprietario esperto, che possieda iguane da anni, perché vi possa familia-rizzare con questo rettile e le sue esigenze di allevamento.Le iguane adulte raggiungono dimensioni considerevoli! Valutare se si avrà lo spazio per alloggiare in modo adeguato un rettile diquasi due metri, prima di acquistarlo quando misura solo 20 cm.

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Nome comune escientifico

Boa constrictor Boa Red tail boa(nome comune inglese)

Origine geografica America centrale emeridionale compresealcune isole caraibiche

Ambiente:foreste pluviali,savane arbustive,pianure asciutte

Semi arboricolo.Giovani più arboricolirispetto agli adulti.Punto caldo: 32-35 °C

Intervallo termicodiurno TemperatureRange 28-32 °CMinimo notturno 28 °C

Fotoperiodo (ore):Ottobre-Marzo:Luce 11 - Buio 13Aprile-Settembre:Luce 13 - Buio 11Umidità relativa:75-80% o superiore

Letargo: il letargo non va indotto se non è possibile assicurare i parametri ambientaliadeguati

CITES Si Appendice I Boaconstrictor occidentalisAppendice II le altresottospecie

Caratteristichefisiologiche

T rettale, frequenzacardiaca e respiratoria:non significativi

Longevità:20-30 anni in cattività

Dimensioni Lunghezza totale LT Dai 35-55 cmdei soggetti neonati ai3 metri degli adulti

Peso dai 7 ai 15 kg

Riproduzione:ovoviviparo da 10 a 30, dimensioni: 40-50 cm

Maturità sessuale:Età 2,5-4 anniprecoce se raggiungonole dimensioni da adultiprecocemente

Maschio: LT 140 cm,Peso: intorno ai 6 kgFemmina: LT 180 cm,Peso: 6-7 kg

Induzione dell’estro:abbassamento.Temperatura notturna a21°-22 °C.Riduzione oreilluminazione diurna a 8

Periodo riproduttivo:ottobre/aprileGestazione: 4-10 mesi

Alimentazione:vertebrati decongelati

Frequenza dei pasti:ogni 7-10 giorni fino a6 mesi di età;ogni3-4 settimanemaschi adulti;ogni 2-3 settimanefemmine adulte

Non somministrare ilnuovo pasto prima dellacompleta digestione delprecedente (comprovatodalla defecazione)

I serpenti sopportanoil digiuno megliodi altre specie animali

Bacinella abbastanzagrande da potersiimmergerecompletamente

Roditori di dimensioniadeguate alla taglia.(Preda non più larga del diametro massimodel serpente)

Terrari: dimensioniminime per garantire icorretti gradienti deiparametri ambientali

Dimensioni (minime!):60 × 40 × 50 cm.Sviluppo verticale per consentire ilposizionamento di rami

Boa fino a 200 cm:superficie di base40 cm2 × 1 cmlunghezza

Boa oltre i 200 cm:superficie di base90 cm2 × 1 cmlunghezza

Substrato Torba o terriccio perpiante o fibra di noce dicocco con stratosuperficiale misto afoglie o fieno morbido.Substrato Bioattivo consuperficie asciutta

Prendere ogniprecauzioni per evitarel’ingestione di substrato.Anche i substrativenduti per “ingeribili”possono provocarecostipazioni letali

Arredamento.Rifugi: possibilmentepiù di uno in diversezone termiche.Almeno un rifugio“umido”

Rami e tronchi peraumentare la superficieutilizzabile

Arricchimentoambientale

Rami piante, zone adiverso gradientetermico.Assicurare un’adeguataventilazione

Vasca per acqua (alcuniserpenti amanobagnarsi) pulitacambiata giornalmente

Tronchi cavi, scatole inlegno o plastica…Possibilmente più diuno in diverse zonetermiche.Almeno un rifugio“umido”

Possono essere utilizzatevarie combinazioni di lampade per la luce e per il riscaldamento.UVB: non occorre.Fluorescenti.Lampade a luce rossa.Lampade a luce blu

R E T T I L I - B OA

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Salute Visite periodiche.Prima visita dopol’acquisto.Animali giovani: visitesemestrali.Adulti: visite annuali

Quarantena: nonintrodurre mai soggettisenza averli tenutiseparati per 90 giorni!

Vaccinazioni consigliate:nessuna

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Fauna box con cartaassorbente e rifugiodi cartone o sacchettodi tela messi all’internodi scatola coibentata

Per viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper verificare lo stato,spruzzare acqua con una spruzzetta perpiante

Attenzione alletemperature

Tutti i rettili sono animali che richiedono attenzioni e cure specifiche essendo, in genere, specie non autoctone. Il ricreare loro un mi-croambiente confortevole e simile a quello di origine, ne garantirà il benessere e la salute.Il terrario deve essere costruito e arredato con materiale atossico, e con chiusure adeguate, a prova di fuga. Curare molto l’igienedel terrario. Garantire un’adeguata ventilazione. Monitorare costantemente temperatura, umidità. Garantire ai rettili che ne hannonecessità, l’adeguata irradiazione UVA/UVB.Per i rettili di più grandi dimensioni si consiglia di predisporre delle stanze adattate a terrario. L’intervallo termico (POTR Preferred Optimum Temperature Range), è un intervallo di temperature ambientali, compreso fra un mi-nimo e un massimo, entro le quali il rettile può compiere le sue attività fisiologiche. Tale intervallo termico, diurno e notturno, è spe-cifico per ogni rettile. Le temperature all’interno del vivario devono essere costantemente monitorate (termometri posizionati nel punto freddo e nel pun-to più caldo).È sempre consigliabile acquisire soggetti provenienti da allevamenti perché sono testati contro le più comuni malattie e quindi conmaggiori garanzie sanitarie. Purtroppo sono ancora presenti in commercio esemplari prelevati in natura, che non si adattano alla vi-ta in cattività e non offrono le medesime garanzie sanitarie.

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Nome comune escientifico

Python regius Pitone reale Ball python(nome comune inglese)

Origine geografica Africa dal Senegal allaSierra Leone e Costa diMarfil in Africaoccidentale, si trovainoltre nel Sudanmeridionale a est delNilo

Ambiente: savanearbustive con scarsavegetazione e con acquanelle vicinanze, ai limitidelle foreste e in alcunezone anche in foresteumide

Prevalentementeterricolo ma si trova asuo agio anche su alberibassi e arbusti.Attività circadiana:crepuscolare/notturna.Attivo soprattutto albae tramonto

Intervallo termicodiurno 27-29 °CIntervallo termiconotturno 23-24 conarea calda a 26-27 °CMinimo notturno 23 °C

Fotoperiodo (ore):Aprile-NovembreLuce: 13 - Buio: 11 Novembre-MarzoLuce: 11 - Buio: 13 Umidità relativa (%):Ottobre-Marzo 60%Aprile-Settembre 90%

Letargo:necessità diibernazione/brumazionea scopo riproduttivo.Abbassamentomoderato ditemperatura 20-23 °Cnotte/26 °C giornoestremità calda.Riduzione fotoperiodoa 6 h/die

CITES Appendice IIConvenzione diWashington

Allegato B RegolamentoCE n° 338/9709/12/1996

Caratteristichefisiologiche

Temperatura rettale,frequenza cardiaca e respiratoria:non significativa

Longevità:>20 anni (Record 47)

Dimensioni Lunghezza totaleLT (cm)

M. LT 90-130 cmF. LT 150-180 cm max

Peso:M. 1500 grF. 2000-2500 gr(eccez. 4.500)

Riproduzione:oviparo

Maturità sessuale alraggiungimento delledimensioni da adulti

M: LT 75 cm, P 600-700 g, 16-18 mesiF: LT 90 cm, P = > 1000 g, 27-30 mesi

Dimensione covatanumero uova 1-12(6-11)Durata incubazione53-61 gg - 30-32,5 °C

Temperaturad’incubazione: 28-30 °CUmidità di incubazione(%): 100%

Alimentazione:vertebrati scongelati

Gli adulti necessitanodi un pasto ogni15-20 giorni, i babyogni 5 giorni.I subadulti ogni7-10 giorni

Non somministrareil nuovo pastoprima della completadigestionedel precedente(comprovato dalladefecazione)

I serpenti sopportanomeglio di altre specieanimali periodi didigiuno

Terrari: dimensioniminime per garantire icorretti parametriambientali

Dimensioni(minime!):60 × 40 × 50 cm.Sviluppo verticaletale da consentireil posizionamentodi rami

Dimensioni (minime):40 cm2 per centimetrodi lunghezza di serpente

Dimensioni (minime):(indicativamente per unserpente di 10 cmha bisogno almeno di4000 cm2

Un serpente di 120 cm90-100 cm di lunghezzaper 50 cm di diametro

Substrato Torba o terriccioper piante o fibradi noce di cocco constrato superficialemisto a foglie o fienomorbido.Substrato Bioattivocon superficie asciutta

Prendere ogniprecauzione per evitarel’ingestione di substrato.Anche i substrativenduti per “ingeribili”possono provocarecostipazioni letali

Arredamento.Rifugi: possibilmentepiù di uno in diversezone termiche.Almeno un rifugio“umido”

Rami e tronchi peraumentare la superficieutilizzabile

R E T T I L I - P I TO N E R E A L E

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Arricchimentoambientale

Rami piante, zone adiverso gradientetermico.Assicurare un’adeguataventilazione

Vasca per acqua pulitacambiata giornalmente(alcuni serpenti amanobagnarsi)

Nascondigli, tane etronchi cavi

Possono essere utilizzatevarie combinazionidi lampade per la lucee per il riscaldamento(fluorescenti, lampadea luce rossa, lampade aluce blu).UVB: non occorrono

Salute Visite periodichePrima visita dopol’acquisto.Animali giovani: visitesemestrali.Adulti: visite annuali

Quarantena:non introdurre mainuovi soggetti senzaaverli tenuti separatiper 90 giorni!

Vaccinazioni consigliate:nessuna

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Fauna - box con cartaassorbente e rifugiodi cartone o sacchettodi tela messi all’internodi scatola coibentata

Per viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper verificare lecondizioni dell’animale,e mantenere la cuteumida nebulizzandoacqua con unaspruzzetta per piante

Attenzionealle brusche variazionidi temperature

Tutti i rettili sono animali che richiedono attenzioni e cure specifiche essendo, in genere, specie non autoctone. Il ricreare loro un mi-croambiente confortevole e simile a quello di origine, ne garantirà il benessere e la salute.Il terrario deve essere costruito e arredato con materiale atossico, e con chiusure adeguate, a prova di fuga. Curare molto l’igienedel terrario. Garantire un’adeguata ventilazione. Monitorare costantemente temperatura, umidità. Garantire ai rettili che ne hannonecessità, l’adeguata irradiazione UVA/UVB.Per i rettili di più grandi dimensioni si consiglia di predisporre stanze adattate a terrario.

L’intervallo termico (POTR Preferred Optimum Temperature Range), è un intervallo di temperature ambientali, compreso fra un mi-nimo e un massimo, entro le quali il rettile può compiere le sue attività fisiologiche. Tale intervallo termico, diurno e notturno, è spe-cifico per ogni rettile.Le temperature all’interno del vivario devono essere costantemente monitorate (termometri posizionati nel punto freddo e nel pun-to più caldo).È sempre consigliabile acquisire soggetti provenienti da allevamenti perché sono testati contro le più comuni malattie e quindi conmaggiori garanzie sanitarie. Purtroppo sono ancora presenti in commercio esemplari prelevati in natura, che non si adattano alla vi-ta in cattività e non offrono le medesime garanzie sanitarie.

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Nome comune escientifico

Testudo hermanni(Gmelin, 1789)

Testuggine comune,testuggine di Hermann

Origine geografica T. hermanni (Thh) èoriginaria del suddell’Europa: Spagnaorientale, Franciameridionale e Corsica,Italia centrale emeridionale (compreseSicilia e Sardegna),Isole Baleari, Balcani,paesi dell’ex Yugoslavia,Albania, Bulgaria,Romania, Grecia eTurchia. In queste areela distribuzione dellepopolazioni è moltodiscontinua

T.h. boettgeri (Thb)è la sottospecieorientale, distribuitanei Balcani, mentreT.h. hermanni occupale zone occidentali(Spagna, Francia eItalia)

Ambiente:l’habitat naturaleè rappresentato dalleforeste di querce;a causa della distruzionedi questo tipodi ambiente questatartaruga ha occupatola macchia mediterraneaDurante le ore più caldedelle giornate estivesi rifugia all’ombra, edè più attiva la mattina eil tardo pomeriggio

Termoregolazione:specie Eliotropa(esposizione radiazionisolari): possono essereutilizzate variecombinazioni dilampade per la luce eper il riscaldamento.Necessarie le lampadeUVB

LetargoNell’areale d’origine:Novembre-Aprile.Italia settentrionale:Ottobre-Novembre-Aprile.

Massimo 20 settimane

Intervallo termicodiurno: 24-27 °C.Punto caldo: 32 (35) °C.Punto freddo: 20 °C.Minimo termiconotturno: 18 °C.Ritmo circadiano:luce: 12-14 h,buio: 10-12 h

Attività circadiana:diurna.Termoregolazione: per irradiazione

Cites Si Appendice II. AllegatoA Reg. CE 2724/2000È vietata l’importazionenei paesi dell’unioneeuropea.I soggetti importatiprima dell’entrata invigore della legge(fa fede il documentocites) sono di liberadetenzione

Le nascite devonoessere registratenel Registrodi detenzione edenunciate alCorpo Forestale delloStato

Caratteristichefisiologiche

T °C rettale, frequenzacardiaca e respiratoria:non rilevante

Durata della vita:60-100 anni

Dimensioni Variabili con la specie Peso medio:da 2 a 5 kg (adulti)

T.h. hermanni14 cm (M)16,5 cm (F)

T.h. boettgeri19 cm (M)20 cm (26 cm) (F)

Riproduzione Maturità sessuale:i maschi in cattivitàpossono raggiungerela maturità sessualegià da una lunghezzadi 8-9 cm, le femminead una lunghezzadi 12-13 cm

Le deposizioni sonogeneralmente due, una amaggio e una a giugno.I piccoli nascono traagosto e settembre, ma,nel caso in cui le uovanon si schiudano primadell’arrivo dellastagione fredda, i piccolisono in grado di andarein letargo all’internodell’uovo, che sischiuderà quindi inprimavera

Al di sopra dei 31,5 °Csi ha un maggiornumero di femmine,mentre al di sotto unaprevalenza di maschi.Temperature superioriai 33 °C possonoprovocaremalformazioni

Le Thh depongonoin genere 3 uova edi piccoli alla schiusapesano 9-10 g, mentele Thb depongono da5 a 8 uova ed i piccolialla schiusa pesano12-14 g

R E T T I L I - T E S T U G G I N E C O M U N E

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Alimentazione.Vegetale 100%Ricca in fibra, povera digrassi, ricca in calcio

Sempre disponibileacqua pulita in ciotolabassa

Erbe selvatiche:se possibile dovrebberoessere l’elementoprincipale o esclusivodella dieta.Vegetali a foglia:quando non si riesce afornire un’adeguataquota e varietà di pianteselvatiche

Alimenti vietatiFrutta: NO o ridottaquantità nei periodiparticolarmente secchi(non più del 10%)

Integrazione:importante soprattuttoper gli animaligiovani e femminein riproduzione

Vegetali peralimentazione umanacon buon rapportocalcio fosforo e buoncontenuto in calcio.Ortaggi e vegetali varia rotazione perintegrare la dieta

Dimensioni minimeAllevamento all’esterno:quando le condizioniambientali idealipossono essererispettate.RecintiAltezza minima: 40 cm,interrato: almeno 10 cm.Superficie minima 10m2/soggetto

Terreno soleggiato.Prato polifita concostante disponibilità di varie specie di erbeselvatiche cespugli bassi(ideale piante arbustivedi macchia: rosmarino,salvia ecc) per riparo ezone d’ombra

Allevamento all’interno:solo quando all’esternole condizioni ambientalinon possono essererispettate e quando permotivi sanitari devonosaltare la brumazione

Dimensioni minime pergarantire i correttigradienti dei parametriambientali (cm):Lunghezza= 5 × LC*Larghezza = 3 × LC*Altezza terrari= 2 × LC**= Lunghezza carapace

In linea di massima si considera l’alloggioall’interno comeprovvisorio.Se vengono mantenutepermanentementeo prevalentementeall’interno le dimensionivanno almenoraddoppiate

Substrato Naturale:materiali naturali(corteccia, fibradi cocco, prato, ecc.)o substrato bioattivo

No sabbia, ghiaiao altro materialecostituito da particelleche possano essereingoiate

Arricchimentoambientale

Garantire un rifugio.Creare una zona calda,ed una zona all’ombra

Salute Visite periodiche:subito dopo l’acquistoogni 6 mesi.Adulti: ogni 12 mesi(prima del letargo)

Impianto microchip Vaccinazioni consigliate:nessuna

Non somministraremai farmaci se nondietro ricettamedico-veterinaria

Trasporto Contenitore coibentato

A temperaturacontrollata a secondadella stagione

Per viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper verificare lo stato,dare da bere o bagnarela testuggine

Attenzione a mantenerela temperatura costante

Garantirgli una vita in un ambiente esterno anche se confinato (giardino) costituisce un importante elemento a favore del benessere.Curare molto l’igiene del vivario delle tartarughe e assicurare un adeguato ricambio d’aria anche mediante ventilazione forzata.L’intervallo termico (POTR Preferred Optimum Temperature Range), è un intervallo di temperature ambientali, compreso fra un mi-nimo e un massimo, entro le quali il rettile può compiere le sue attività fisiologiche. Tale intervallo termico, diurno e notturno, è spe-cifico per ogni rettile.Le temperature all’interno del vivario devono essere costantemente monitorate (termometri posizionati nel punto freddo e nel pun-to più caldo).Tutti i rettili sono animali che richiedono attenzioni e cure specifiche essendo, in genere, specie non autoctone. Il ricreare loro un mi-croambiente confortevole e simile a quello di origine, ne garantirà il benessere e la salute.

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Nome comune escientifico

Tartaruga dalle orecchiegialle (T.s. scripta)e T. a orecchie rosse(T. scripta elegans)

Trachemys scripta

Origine geografica Le varie sottospeciesi distribuiscono in areespecifiche di unterritorio che vadagli Stati Uniti alleregioni nordoccidentalidell’Americameridionale

Cosmopolita

AmbienteRaccolte e corsi d’acquadi tutti i tipi.Acque a corso lento,poco profonde, confondali melmosi osabbiosi ricchi divegetazione.Rive facilmenteaccessibili e soleggiateper gran parte delgiorno

TermoregolazioneEliotropa (esposizioneradiazioni solari): possono essere utilizzatevarie combinazioni dilampade per la luce eper il riscaldamento.Necessarie le lampadeUVB

LetargoLe specie, sottospecie opopolazioni ibernantidovrebbero sempreandare in letargo, perevitare problemiendocrino-mediati eriproduttivi.Le popolazioniprovenienti dagli arealipiù meridionali nonnecessitano brumazione

Intervallo termicodiurno: 20-28 °C.Punto caldo: 30 °C.Punto freddo: 20 °C.Intervallo termiconotturno: 18-22 °C.Ritmo circadiano:luce: 12-14 h,buio: 10-12 h

Temperature idealiacqua:24-26 °C, giorno19-21 °C, notte

Cites Allegato B Reg CEn° 338/97del 09.12.1996.È vietata l’importazionenei paesi dell’unioneeuropea (solo per T.Scripta elegans).I soggetti importatiprima dell’entrata invigore della legge sonodi libera detenzione

DM 22.02.01Essendo in Allegato B,le nascite devono essereregistrate nel Registrodi detenzione edenunciate al CorpoForestale dello Stato(solo per T.s. elegans)

Caratteristichefisiologiche

Temperatura rettale,frequenza cardiacae respiratoria:non rilevante

Durata della vita: 20-40 anni (in cattività)

Dimensioni Variabili con la specie Peso medio:da 20 a 1,600 grammi

13-18 cm i maschihanno dimensioni piùcontenute

12,5 a 28 cm, lefemmine raggiungonotaglie maggiori

Riproduzione Maturità sessuale:2-5 anni d’età15-19,5 cm (taglia f)(acquatiche)

Se ben gestiti possonofare due-tre deposizioniall’anno

Deposizionea 90-120 giorni.Schiusa a 90-120 gg

Da 4 a 23 uova. Schiusadopo 4-6 settimane.Stagione sex:marzo-luglio

Alimentazione Prevalentementecarnivore.Con la crescitadivengonoprogressivamenteonnivori. Introdurreprecocemente i vegetaliper abituarli

Alimenti vietati: alimenti troppo grassi eoleosi.Variare il più possibile arotazione.La carne muscolare(rossa, bianca, pescesfilettato) è altamentesbilanciata, contienemolte proteine e fosforoe poco calcio ed altrielementi essenziali,quindi va data conestrema moderazione

Attenzione: la dietaesclusiva a base digamberetti essiccatiespone le trachemys agravi patologie.Integrazione:calcio carbonatospolverizzatosull’alimento.Importante soprattuttoper gli animali giovanie durante ilmantenimento indoor

Piccoli pesci, girini, rane e invertebrati,crostacei, verdure.Mangimi estrusi.(25% della razione)Le trachemys adultemangiano 2-3 volte la settimana, i piccolitutti i giorni

RETTILI - TARTARUGA DALLE ORECCHIE GIALLE

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Dimensioni minimeAllevamento all’esterno,quando le condizioniambientali idealipossono essererispettate:- Vivari-Acquaterrari

da esterno con filtro;- Laghetti

Recinto: altezza minima 30 cm.Interrato: 30 cm.Laghetto: con facileaccesso alle sponde epresenza di areeombreggiate.

Filtri esternimeccanico-biologiciproporzionati al volumed’acqua

Allevamento all’interno:solo quando all’esternole condizioni ambientalinon possono essererispettate e quando permotivi sanitari devonosaltare la brumazione

Dimensioni minime pergarantire i correttigradienti dei parametriambientali (cm).Profondità dell’acqua +40 cm minimo.Profondità dell’acqua =LC × 1 o 1,5 o 2 a seconda delleattitudini natatorie

Fino a 10 cm(l. carapace).

Acquario 60 × 30 × 30.Profondità acqua: LC × 1,5.Punto caldo construttura emersa chepermetta all’animaledi “prendere il sole”.12-14 ore luce/die.Raggi UVA/UVB.Filtraggio acqua

Substrato Naturale:ciotoli di dimensioninon ingeribili

No sabbia, ghiaia o altro materialecostituito da particelleche possano essereingoiate, meglio ciottoli

Arricchimentoambientale

Garantire un puntoemerso dove possono“esporsi al sole”.Creare una zona(punto) calda.Se possibile predisporreuna vasca da adibireesclusivamente almomento del pasto

Salute Visite periodiche:subito dopo l’acquistoogni 6 mesi.Adulti: ogni 12 mesi

Impianto microchip Vaccinazioni consigliate:nessuna

Non somministraremai farmaci di usoumano e mai senzaprescrizionemedico-veterinaria

Trasporto Aggiungerenel trasportino unasciugamano bagnatoo vasca con poca acqua(tiepida)

Per viaggi lunghi:fermarsi periodicamenteper verificare lo stato,dare da bere o bagnarela testuggine

Attenzione alletemperature

Garantirgli una vita all’esterno costituisce un importante elemento a favore del benessere.Curare molto l’igiene dell’acquario delle tartarughe acquatiche che tende a sporcarsi con facilità.Tutti i rettili sono animali che richiedono attenzioni e cure specifiche essendo, in genere, specie non autoctone. Il ricreare loro un mi-croambiente confortevole e simile a quello di origine, ne garantirà il benessere e la salute.L’intervallo termico (POTR Preferred Optimum Temperature Range), è un intervallo di temperature ambientali, compreso fra un mi-nimo e un massimo, entro le quali il rettile può compiere le sue attività fisiologiche. Tale intervallo termico, diurno e notturno, è spe-cifico per ogni rettile.Le temperature all’interno dell’acquario devono essere costantemente monitorate (termometri posizionati nel punto freddo e nel puntopiù caldo).

RINGRAZIAMENTI

Alla stesura del presente manuale hanno contribuito:il Dr. Marco Bedin, il Dr. Alessandro Bellese, il Dr. Lorenzo Crosta, il Dr. Alessandro Melillo,il Dr. Giordano Nardini, il Dr. Daniele Petrini, il Dr. Paolo Selleri e la Dr.ssa M. Cristina Stocchino.

Si ringraziano inoltre:il Dr. Tommaso Collarile e la Dr.ssa Marzia Possenti per i loro preziosi commentila Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari del Ministero della Salute

(Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani) per la collaborazione al progetto editoriale.

Il manuale è stato curato dalla Dr.ssa M. Cristina Stocchino.

Grafica e stampa a cura di Press Point srl - Abbiategrasso (MI)

© 2012, Soc. Cons. a r.l., Via Trecchi n. 20, Cremona

Tutti i diritti riservati. Non è consentita a nessun titolo e sotto qualsiasi forma la riproduzione anche parziale del testo e delle illu-strazioni in esso contenute senza l’autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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ASSOCIAZIONE FEDERATA ANMVI

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