Comune di Agrigento Seduta aperta del Consiglio Comunale ... · 1 Comune di Agrigento Seduta aperta...
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Comune di Agrigento
Seduta aperta del Consiglio Comunale del 25 Giugno 2010
PRESIDENTE CALLARI – Iniziamo la seduta del Consiglio. Prego,
dottoressa con l’appello.
Il Vice Segretario Generale, Dottoressa Inglima, procede all’appello nominale
dei Consiglieri.
PRESIDENTE CALLARI – 19 presenti, 11 assenti, la seduta è valida.
Propongo scrutatori i Consiglieri Picarella, Principato e Cumbo. Chi è
d’accordo rimanga seduto, chi è contrario si alzi. Approvato all’unanimità dei
presenti.
Mi corre l’obbligo di fare un brevissimo excursus della materia che oggi ci
apprestiamo a trattare all’interno di questo Consiglio comunale. Diciamo che
questa è la terza puntata che va a trattare la problematica delle nuove
circostanze che riguardano la zona A. Una l’abbiamo fatta a settembre del 2009,
una ad ottobre, e in quella di ottobre è scaturito un documento, un ordine del
giorno votato all’unanimità dei presenti, stiamo parlando di 29 consiglieri
comunali su 30, che hanno interessato la Regione affinché vada a legiferare su
una materia molto importante e in virtù, in vista delle nuove risultanze del Piano
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del Parco e di quant’altro possa interessare la materia. Ebbene, da allora è
iniziato, da parte di questo Consiglio comunale, ma devo dare atto anche da
parte del Sindaco, del signor Sindaco, un andirivieni verso la Presidenza della
Regione, e devo ringraziare personalmente l’Onorevole Presidente Cascio per la
disponibilità avuta per questa materia, per questa problematica. Ebbene, noi
abbiamo avuto prima i contatti con il Presidente, poi ha visto che effettivamente
c’era una fortissima volontà politica di affrontare il problema e
successivamente, dopo che abbiamo riportato tutte le carte, ci ha messo a
disposizione l’ufficio legislativo della Presidenza. Si tratta di tre avvocati con i
quali noi abbiamo avuto un contatto personale, abbiamo approfondito cosa
voleva la cittadinanza di Agrigento, cosa voleva questo Consiglio comunale, e
in particolare trovare la soluzione normativa in perfetta regola di legge, perché
poi un Commissario dello Stato può andare a vanificare ogni sforzo legislativo
fatto dalla Regione. Ebbene, devo dare atto che è stato sortito una bozza di
legge, forse migliorabile, forse emendabile, forse perfezionabile, tutti i forse
possibili e immaginabili, ma comunque è un testo di legge che non abbiamo
fatto noi, è un testo di legge che ha formulato l’ufficio Legislativo della
Regione. Io ho tenuto questa bozza di legge qualche mesetto nel mio cassetto
perché auspicavo, speravo, mi auguravo che l’interno degli inviti fatti dal
Presidente Cascio in ambito regionale, ci possa essere quella coesione, quel
tavolo tecnico di tutta la deputazione agrigentina affinché affrontasse il
problema, capisse tecnicamente di cosa si trattava, perché ritengo che
politicamente ne sono tutti a conoscenza, ed effettuare così ognuno quello che
bisogna fare, cioè formulare la legge, portarla in Commissione e direttamente
poi alla valutazione e alla valutazione dell’ARS. Ebbene, le difficoltà sono
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tante, perché ogni deputato agrigentino che occupa ruoli di grande, grande
pregio all’interno della Regione, vuoi per motivazioni varie, vuoi per altri
impegni, non si è riusciti in sede palermitana a farli sedere attorno a un tavolo.
Ebbene, da questa mia continua sollecitazione ho avuto un… diciamo che c’ho
provato anche io in ambito locale, ma non è facile. La seduta di oggi che è fatta
apposta di venerdì pomeriggio per dare la possibilità a tutti i deputati che
vogliono intervenire e quindi io li ho invitati tutti quelli agrigentini, potevano
essere presenti in questa aula, vuoi per una urgente Giunta regionale, vuoi per
altri motivi, non sono qui presenti. Ma l’occasione non deve essere vana.
L’occasione deve essere per essere ancora da stimolo domani, affinché la
deputazione si possa interessare di questa volontà del Consiglio comunale e
quindi dell’intera cittadinanza agrigentina e portare avanti questa tematica.
Quindi, ho inviato a tutti questa bozza di legge, ho dato la possibilità affinché
esplodesse il problema per essere valutato in ogni suo settore, settore politico e
settore tecnico. Bene, questa diciamo che è la terza seduta e quello che io voglio
dire innanzitutto alla cittadinanza è che noi siamo arrivati a quello che
auspicavamo, cioè al fatto di interessarci in ambito regionale affinché ci sia la
bozza di legge. Non possiamo andare oltre, non è di nostra competenza. Quindi,
da domani in poi noi dobbiamo trattare, sederci, coinvolgere la deputazione
regionale affinché continui questa staffetta, la staffetta che deve portare al
successo di quanto a noi tutti voluto. Quindi ora iniziamo la seduta con gli
interventi. Prima di iniziare ci sono delle note giustificative di assenze da parte
di deputazione regionale. Questa è dell’Onorevole Nino Bosco: “Al Presidente
del Consiglio comunale di Agrigento. Illustre Presidente, illustri Consiglieri
comunali, cari cittadini agrigentini, mi spiace ma non potrò essere presente
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all’odierna seduta del Consiglio comunale per motivi personali. Tengo a
sottolineare la mia piena e convinta disponibilità ad occuparmi della
problematica in questione in modo utile e incisivo per l’intera collettività
agrigentina, in ossequio a quanto deliberato dall’intero Consiglio comunale di
Agrigento in data 6.10.2009 con la deliberazione N. 145. Ritengo utile e
indispensabile che si convochi in modo fattivo e celere l’intera deputazione
regionale presso la Presidenza dell’ARS alla presenza del Presidente
dell’Assemblea regionale siciliana, del Presidente del Consiglio comunale di
Agrigento, del Sindaco, dei capigruppo del medesimo organo elettivo al fine di
pervenire a soluzioni condivise e legittime”.
Luigi Gentile, l’ Onorevole Assessore: “Al Presidente del Consiglio comunale.
Caro Presidente, ti comunico che per sopraggiunti impegni istituzionali…” l’ho
detto che c’era questa Giunta convocata all’ultimo momento, forse per via dei
precari, ma io quando l’ho convocata non sapevo di questa… “per sopraggiunti
impegni istituzionali non potrò partecipare, come richiesto, all’incontro che si
terrà oggi pomeriggio, in merito alla bozza di legge. Nell’apprezzarne le
finalità, formulo ogni disponibilità a offrire il mio contributo affinché la stessa
trovi ampio consenso in sede assembleare”.
L’Onorevole Giacomo Di Benedetto: “Al Presidente del Consiglio comunale.
Impossibilitato a partecipare all’odierno Consiglio comunale per precedenti e
improrogabili impegni assunti, manifesto la mia piena disponibilità a sostenere
le iniziative che ritenete opportuno proporre nell’interesse della città. Allego per
opportuna conoscenza l’ordine del giorno da me proposto all’ARS e sottoscritto
anche da altri parlamentari agrigentini. Nel documento accettato dal governo
nella seduta 128 del 17.12.2009 si chiede la sospensione delle procedure di
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immissione in possesso nelle more dell’individuazione di soluzione definitiva”.
Questa frase di richiedere immediatamente la sospensione appunto per definire
la novità normativa in tal senso era stata pure inserita nella bozza di legge da
noi caldeggiata in ambito regionale.
Poi c’è la giustificazione della capogruppo del PD, la Consigliere Angela
Galvano, comunica che “per impegni pregressi è impossibilitata a partecipare
nella seduta del Consiglio comunale in adunanza aperta convocata per il 25. Si
augura buon lavoro”.
Queste sono le note che sono pervenute e di cui ho dato appena lettura. Vuole
intervenire il Consigliere Lo Presti, ne ha facoltà, prego. Sulla tempistica
ritengo che l’argomento non possa essere trattato nei tempi come da
regolamento, 10 minuti. Mi rifaccio veramente alla sensibilità dei consiglieri di
sforare anche i 10 minuti, ma di contenere ed evitare ripetizioni appunto per
dare un certo ordine e una certa celerità a tutti gli interventi che ritengo questa
sera siano numerosi. Prego.
CONSIGLIERE LO PRESTI – Grazie, Presidente, signor Sindaco, colleghi
Consiglieri. Signor Presidente, io porto innanzitutto il saluto dell’Onorevole
Cimino, il quale si scusa per non essere qui presente, essendo impegnato
inizialmente a Roma con il Ministro Tremonti, e abbiamo sentito tutti dagli
organi di stampa quello che sta succedendo con la manovra finanziaria che
purtroppo avrà ripercussioni anche sia in ambito regionale, sia sugli enti locali e
poi, tornando da Roma, era impegnato in Assemblea, essendovi riunione di
Giunta. Detto questo, scusandosi, però al tempo stesso io mi sono sentito
stamattina con l’Onorevole, mi ha garantito il suo massimo impegno già da
lunedì a sedersi attorno a un tavolo per discutere questa bozza di legge e
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affinché arrivi soprattutto in discussione in Assemblea e sia valutata, discussa,
emendata, migliorata, se vi sono rilievi incostituzionali questi possono essere
tolti da tutti i gruppi parlamentari. Detto questo, si complimentava anche con il
Consiglio comunale e personalmente ritengo che effettivamente questo
Consiglio in questi anni abbia svolto un ottimo lavoro e in questo caso
particolare siamo riusciti ad attenzionare l’intera Assemblea di una annosa
questione che ci portiamo da decenni e finalmente siamo riusciti a porre per
iscritto una bozza di legge che sicuramente sarà attenzionata da parte dei nostri
deputati regionali. I complimenti al Consiglio li voglio fare anche io di cuore
perché grazie al nostro interessamento, noi quello che potevamo fare ritengo
che effettivamente l’abbiamo fatto, poi sta al potere legislativo effettivamente
legiferare e portare a compimento un iter che possa finalmente risolvere questo
problema, problema che per troppi anni purtroppo ha portato molti concittadini
a essere illusi, si sono fatte promesse che ritengo non si dovevano fare, ma
effettivamente forse stiamo arrivando alla fine e ritengo che la soluzione sia
anche positiva. L’augurio mio e l’invito che farò anche all’Onorevole Cimino è
quello che da lunedì si cominci di nuovo a discutere di questa bozza di legge, si
discuta seriamente, e mi impegno in prima persona a spingere affinché
veramente dalla settimana prossima si siedano tutti i gruppi parlamentari attorno
a un tavolo affinché finalmente si possa risolvere questa questione. Grazie,
Presidente.
PRESIDENTE CALLARI – Grazie a lei. Preso dal mio calore nella
discussione ho dimenticato di ringraziare tutti coloro, e sono gli abitanti della
zona A, che ci sono stati vicini e che comprendono il lavoro che abbiamo fatto,
perché abbiamo passo passo informato chi ci veniva… (intervento fuori
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microfono). Allora o vi autoregolamentate o queste escandescenze non devono
accadere. È giusto che ognuno faccia le proprie valutazioni come vuole, nella
massima libertà, ma questa è una seduta del Consiglio comunale, bisogna
mantenere l’ordine, quindi eventuali escandescenze fuori, quello che volete.
Ognuno faccia le proprie valutazioni. Sappiate che le valutazioni che ci portano
ad essere forti e continuare ad andare avanti per i problemi nostri perché siamo
agrigentini siete voi. Consigliere Marchetta, prego.
CONSIGLIERE MARCHETTA – Signor Presidente, signor Sindaco, anche
io porto il saluto dell’Assessore Onorevole Roberto Di Mauro che purtroppo
non può presenziare a questo Consiglio in quanto vi è Giunta di governo alle
ore 19:00, per cui non può essere presente. Nel contempo naturalmente
esprimiamo sempre la piena disponibilità e collaborazione per potere dare una
soluzione costruttiva al problema. Questa bozza di legge, così come altre bozze
di legge, perché vi sono diversi disegni di legge che sono giacenti alla Regione,
credo che debbano essere unificati per risolvere questo problema e nella
soluzione di questo problema è indubbia una concertazione anche con il
Commissario dello Stato per evitare poi impugnative sotto il profilo della
costituzionalità, per cui ritengo che qua dopo tutti questi anni dobbiamo essere
uniti per addivenire a un risultato. Noi come Movimento per l’Autonomia ci
impegniamo, quindi, in sede regionale sin da ora in quello che era stato l’ordine
del giorno che lo stesso gruppo consiliare proposte nella seduta del Consiglio
comunale, che sicuramente è quello che in attesa della definitiva adozione del
Piano del Parco, che individuerà definitivamente le aree da tutelare e
valorizzare, le modalità del conseguimento degli obiettivi, auspica che
procedimenti di immissioni in possesso oggi notificati, parlavamo mesi
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addietro, vengano sospesi e che tale ordine del giorno venga approvato
dall’Assemblea Regionale Siciliana. A questo punto, Presidente, siccome già il
dibattito è stato ampiamente effettuato in passato, io ho una proposta che
secondo me i verbali di questo Consiglio devono essere trasmessi a tutti i
capigruppo della Regione, di tutti i partiti della Regione, oltre alle nostre
sollecitazioni, affinché in tempi brevi chi di dovere ponga in essere interventi
legislativi che sono quelli effettivi. Purtroppo noi come Consiglio comunale
possiamo soltanto fare una azione di proposta, una azione di sollecitazione, ma
noi purtroppo non legiferiamo. Per quanto riguarda la bozza di legge che oggi ci
accingiamo a discutere, indipendentemente, non voglio entrare nel merito della
bozza, non voglio entrare nel merito di altri soggetti che dovranno valutarla,
votarla, è chiaro che secondo me dovrà essere emendata, però una cosa è vera,
quella che finalmente si deve dare una risposta certa senza più dietrologie, senza
più perdite di tempo, che venga appunto una legge, e non ci devono essere
battaglie ideologiche più su questi argomenti. I procedimenti di espropriazione
sono stati sospesi, ho l’impressione per mancanza di disponibilità finanziarie,
purtroppo o per fortuna alla Sovrintendenza sono venute meno le risorse
finanziarie per potere procedere, a me risulta questo, per cui a questo punto
secondo me dobbiamo trasmettere i verbali alla Regione. Le nostre proposte le
abbiamo fatte, dobbiamo sollecitare ad un intervento che sia un intervento
veloce. Credo che questo argomento non abbisogna più di battaglie ideologiche,
ma ha bisogno di risposte concrete, certe, in positivo, in negativo, secondo la
valutazione che ognuno vorrà dare, però occorrono delle risposte perché non mi
sembra giusto e non mi sembra corretto che ancora dopo tutti questi anni si sia
sempre nel Limbo senza una soluzione quantomeno che possa essere accettabile
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per il problema che assilla questi cittadini, ma che assilla anche tutta la città di
Agrigento, perché non è vero che il problema è soltanto dei cittadini, secondo
me questo è un problema che investe tutta la comunità di Agrigento. Quindi, io
ritengo che i verbali vadano trasmessi ufficialmente in maniera poi che chi di
dovere ponga in essere gli interventi legislativi opportuni.
PRESIDENTE CALLARI – Grazie, Consigliere Marchetta. Il Consigliere
Galvano Francesco si è iscritto a parlare, ne ha facoltà. Se c’è particolarmente
qualche donna che vuole sedersi, perché purtroppo fuori non ci sono… se
vogliono entrare, i Vigili Urbani sono autorizzati a fare entrare qualcuno a
sedersi all’interno degli scranni. Consigliere Galvano, prego.
CONSIGLIERE GALVANO FRANCESCO – Signor Sindaco, signor
Presidente, signori della Giunta, signori Consiglieri comunali, signori tutti
buonasera. Appare opportuno sottolineare, al fine di mettere a fuoco il quadro
normativo e legislativo vigente della nostra Valle dei Templi, quali legge hanno
generato lo stato attuale. Il primo decreto ministeriale a tutela della Valle risale
al 12 maggio 1957, emesso dal Ministero della Pubblica Istruzione, venne
perimetrata per la prima volta l’area di notevole interesse pubblico e furono
fissati i punti di vista della città della Valle. L’area di cui stiamo parlando,
oggetto di notevole interesse pubblico è racchiusa a sud fino all’incrocio dei due
fiumi Ipsas e Akragas. Questa è l’area di interesse scientifico e archeologico.
Con il decreto Gui – Mancini che si è fatto nel 1968 il perimetro fu allargato al
limite che oggi tutti conosciamo con scandalose vicende, viste e annunciate in
questo Consiglio da parte di attenti consiglieri comunali a cui mi riferisco io. Il
criterio seguito per l’allargamento dei limiti non ha alcun supporto scientifico,
basta guardare la perimetrazione di questo decreto Gui – Mancini per capire che
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è stato governato da un criterio molto lontano da quello scientifico. Mi riferisco
alla suddivisione delle aree, delle funzioni dei limiti di singole particelle
catastali, come se l’insediamento archeologico fosse collegato a un limite di
proprietà. Non voglio aggiungere altri riferimenti normativi successi, ma mi sia
consentito citare soltanto quello del 7 ottobre del 71, con il quale fu corretto il
decreto Gui – Mancini per consentire la costruzione del viadotto Morandi in
piena Valle dei Templi e nella zona archeologica. È importante e singolare che
il Consiglio comunale si occupi dei problemi dei cittadini che vivono e che
hanno immobili in zona vincolata del decreto Gui – Mancini, in modo arbitrario
non basato su criteri scientifici. Voglio sottolineare che la mia proposta di
questa sera non vuole assolutamente consentire nuove costruzioni in questa
area, ma parlo di zona A di Gui – Mancini, ma deve consentire interventi di
mantenimento, interventi di manutenzione straordinaria e ristrutturazione che
garantiscono il mantenimento e l’uso del patrimonio edilizio esistente, che
abbelliscono l’ambiente circostante della Valle dei Templi e sospendano
l’annullamento di procedimenti di immissione in possesso di esproprio, quelli
che vi hanno mandato, credo che fino a 30 anni siete in possesso. Questo ordine
del giorno deve essere approvato dall’Assemblea Regionale per la ratificazione
definitiva. In questo modo ha senso occuparci della variazione dei limiti con la
quale è stata perimetrata la zona A, soggetta a inedificabilità assoluta. Noi
abbiamo il dovere di parlare e di fare concretamente qualcosa come
amministratori della nostra città per recuperare i danni fatti negli anni passati. Il
Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici ha sentenziato che il Consiglio
comunale in occasione di redazione del Piano Regolatore Generale ha il potere
e la facoltà di intervenire sulla perimetria fissata nel decreto Gui – Mancini. Il
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Consiglio poteva fare nel Piano Regolatore del ‘78 nel 2005, ma oggi vogliamo
proporre un criterio che passi attraverso una variante allo strumento urbanistico
e legittimi una nuova perimetrazione della zona archeologica intesa con tutti i
presupposti scientifici e legali che garantiscono il rispetto della vera area
archeologica. Inoltre sia tenuto conto che è stata dichiarata come legge dello
Stato la finalità di natura urbanistica dei vincoli inseriti nel decreto Gui –
Mancini. Mi riferisco alla legge dell’Art. 25 del 30 aprile del ‘99, N. 137. Ne
consegue che tale decreto non assume e non potrebbe mai assumerlo valore
scientifico. Noi abbiamo il dovere, essendo amministratori di questa bella città,
di permettere ai cittadini di renderla più bella, più vivibile e più appetibile ai
turisti che sempre numerosi ci onorano con la loro presenza. Credo che
consentire il completamento degli interventi di manutenzione straordinaria e
ristrutturare il patrimonio edilizio esistente (perché io ci lavoro in queste zone)
all’interno dell’area perimetrata come zona A del decreto Gui – Mancini, ma
ricadente fuori dal perimetro prefissato del decreto ministeriale del ‘57, il solo
valore scientifico sia il nostro preciso dovere. Tali immobili completati e/o
ristrutturati arricchiscono la zona A che invece ad esso appare turbata da
scheletri, edifici mancanti del decoro. Risanare il patrimonio edilizio e
urbanistico esistente di quelle aree esterne dal cuore dell’area archeologica
ovvero esterna della vera area archeologica, consente di porre fine a una
vicenda iniziata dopo la frana, 40 anni fa credo. Si dichiara comunque che la
tale zona dovrebbe essere tracciata e perimetrata dalla zona A per essere
soggetta a perimetrazione della zona B col decreto Gui – Mancini. Se si vuole
essere più precisi possiamo proporre che tale zona divenga una zona stralciata
dalla zona A, di cui siano consentiti interventi sia di recupero che di
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risanamento del patrimonio edilizio e l’ambiente circostante che non sia
consentita da nuove edificazioni. Se osserviamo la storia del nostro paese ci
accorgiamo che lo Stato ha dato in proprietà gli immobili ricadenti sul suolo
demaniale ai legittimi assegnatari che avevano avuto per decenni la concessione
in uso. Ha così messo fine a un criterio che non favoriva i necessari investimenti
edilizi e urbanistici. Non ritengo accettabile la proposta secondo cui si debba
consentire la manutenzione e il completamento con la concessione in uso
trentennale e la scadenza dei trenta anni. Che si fa? E quanti cittadini sono
disposti a investire il proprio capitale in immobili che dopo trent’anni
potrebbero essere loro tolti? Grazie signor Presidente.
PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Calì, prego.
CONSIGLIERE CALÌ - Grazie Presidente, signor Sindaco, Assessori,
colleghi Consiglieri, signori tutti. Io sarò brevissimo, solo per sottolineare un
punto e per farle una raccomandazione, signor Presidente, visto che è stato lei a
seguire tutto l’iter, perché lei ci rappresenta e rappresenta l’intero Consiglio
comunale. Vorrei soprattutto sottolineare che il 6 ottobre 2010 ciò che abbiamo
votato mirava alla garanzia per voi della abitabilità delle case, dell’abitabilità
delle zone limitrofe alla casa, quindi manutenzione, ristrutturazione, eccetera.
Ora è stata proposta una bozza di legge. La bozza di legge spero che, perché
non sono un legislatore, saranno gli uffici regionali a dirlo, deve mirare a
realizzare tale obiettivo. L’unica cosa della quale ho paura è che invece di
andare avanti, rischiamo di tornare indietro. Quindi io a lei mi rivolgo,
Presidente, perché ciò che verrà fatto alla Regione, perché sarà compito da
questo momento in poi della Regione, ci consenta di fare passi avanti e non
passi indietro, a tornare a dieci anni fa a parlare di norme, poi non potevano
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essere né applicate né votate. Quindi se c’è da cambiare indirizzo, Presidente,
sarà lei anche a monitorare in modo da evitare che si perda ancora tempo, si
raccontano chiacchiere, non si diano risposte. Le risposte devono essere date e
l’indirizzo delle risposte deve essere garantire il diritto all’abitazione delle
persone residenti in quelle zone. Grazie.
PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Calabrese, prego.
CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie, signor Presidente, colleghi
Consiglieri, signor Sindaco, signori tutti. Quando ad ottobre abbiamo trattato
questo argomento qualcuno pensava che si trattasse della solita passerella.
Bene, questo Consiglio comunale per una volta ha dimostrato impegno e ha
lavorato nella direzione che non si trattasse di una passerella. Il Presidente
nell’introdurre i lavori del Consiglio ha fatto la storia di questo benedetto ordine
del giorno che il Consiglio comunale ha approvato. Ed è vero che il Presidente
prima ha contattato il Presidente Cascio, gli ha sottoposto il deliberato del
Consiglio comunale. Il Presidente Cascio… perché vedete, indipendentemente
dalla casacca politica che uno indossa, quando qualcuno ha dei meriti, anche se
indossa una casacca politica diversa da quella a cui uno appartiene, bisogna
riconoscergli i meriti e bisogna riconoscere al Presidente Cascio il merito di
essere stato sensibile alla problematica che è stata prospettata. Ha voluto il
resoconto della seduta, se l’è letto tutto, ha visto la volontà pregnante dell’intero
Consiglio comunale che cercava, chiedeva aiuto per una soluzione di un
problema che assilla questa città da 50 anni e dopo avere letto le cose che ci
siamo detti qui dentro, ha messo in contatto il Presidente, il Sindaco, il
Presidente mi ha fatto l’onore di seguirlo a Palermo, ma non perché voglio
meriti speciali rispetto a altri, assolutamente, ma perché ad altri possibilmente
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impegnati non era possibile partecipare. Abbiamo avuto più incontri con gli
avvocati dell’ufficio Legislativo, i quali hanno voluto approfondire la materia e
già ricordo, Presidente, lei ne è testimone, quando in quella sede io sollevai il
problema per il quale dicevo: ma guardate che già nel decreto Gui – Mancini,
quando istituisce la zona A della Valle dei Templi, non si parla di inedificabilità
assoluta, ma c’è una parolina che è sfuggita a molti in tutti questi anni, c’è
scritto “pressoché assoluta”. Gli avvocati mi guardarono, Presidente, si ricorda,
e segnavano, scrivevano. Un giorno ci telefonarono, ci dissero: guardate, noi
non troviamo il decreto originale del Gui – Mancini. Abbiamo fatto delle
fotocopie, gliele abbiamo inviate via fax, anche perché non troviamo quella
famosa parola “pressoché assoluta”. Abbiamo fatto le fotocopie, abbiamo
inviato i fax, glieli abbiamo evidenziato e quelli si sono messi a lavorare. Si
sono messi a lavorare e si sono convinti anche loro che le cose che noi
sosteniamo possono essere realizzate, perché le leggi sulla zona A non le ha
lasciate il buon Dio. Le leggi della zona A le ha fatte l’uomo. Oggi vige il
famoso decreto Nicolosi che regolamenta questa materia. E questa è una legge
della Regione Sicilia, che può essere variata con una legge della Regione
Sicilia, cosa che in effetti, se vogliamo analizzare bene il problema, è stata già
fatta, perché sia ben chiaro una cosa, chi cambia le regole del gioco non sono gli
abusivi della zona A, scusatemi per il termine, perché potremmo dire anche gli
abusivi della zona B di via Campo e di tutte le altre vie della zona B, chi cambia
le regole del gioco non sono loro, ma non è nemmeno il Consiglio comunale.
Chi cambia le regole del gioco è mamma Regione e lo fa già nell’istituire, nel
varare la legge 20 del 2000 con l’istituzione dell’ente Parco. Già nella legge 20
del 2000 si istituiva il Parco archeologico e paesaggistico nella Valle dei Templi
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e all’Art. 2, io sto leggendo adesso una pagina della relazione del Piano del
Parco in cui dicono che la legge regionale N. 20 del 3.11.2000 istitutiva del
Parco archeologico e paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento all’Art.
2 comma 2 stabilisce l’articolazione dell’area protetta, cioè mamma Regione nel
fare la legge 20 del 2000 stabilisce che l’intero perimetro del Gui – Mancini e
quindi riconfermato nel Nicolosi viene articolato in tre zone soggette, scrivono,
a prescrizioni differenziate. Cosa significa? Zona 1 archeologica, zona 2
ambientale e paesaggistica, zona 3 naturale attrezzata. Cosa sostenevamo noi di
fronte agli avvocati della Regione? Dicevamo: scusatemi, chi pone i paletti su
un’area ben delimitata? Il vincolo a cui si correva. Se oggi voi mi dite che la
zona 1 è di interesse archeologico, va bene, ne prendiamo atto, sappiamo che il
vincolo correlato è quello archeologico e che quindi vi è una edificabilità
assoluta o pressoché assoluta. Se mi dite che la zona 2 ha un vincolo correlato
che corrisponde al vincolo ambientale e paesaggistico, e allora fatemi capire:
decade l’inedificabilità assoluta o pressoché assoluta. E fatemi capire: è lo
stesso vincolo che oggi regolamenta la zona B del Gui – Mancini, dove
qualcuno si è attivato per far fare una legge interpretativa per fargli ottenere la
sanatoria? Con l’Art. 25, quel famoso Art. 25? Quindi noi oggi ci troviamo di
fronte a cosa? A una situazione nella quale abbiamo cittadini che sono residenti
nella zona B e, ripeto ancora, come quelli di via Campo per intenderci, che
usufruiscono della sanatoria con un vincolo ambientale e paesaggistico e
cittadini che sono nella zona 2 del Parco archeologico, oggi identificato con il
vincolo paesaggistico e ambientale uguale a quello della zona B, ai quali
diciamo no voi siete diversi, perché voi avete commesso un reato simile
all’omicidio, per il quale dovete avere una pena fine mai. Non è così, non è così,
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per me non è così. Abbiamo spiegato queste cose agli avvocati che con molta
dedizione e molta pazienza ci hanno ascoltato e si sono messi a lavorare. E sono
venuti nella determinazione di fare una bozza di legge che modificasse una
legge regionale, che può essere modificata da un’altra legge regionale. Il
Consiglio comunale non può modificare le leggi regionali, non le può
modificare, nemmeno con il Piano Regolatore, Consigliere Galvano, perché
sono organi sovracomunali e non abbiamo noi la possibilità di poter interferire
con organi sovracomunali. Fanno questa bozza di legge. Il Presidente Cascio
gentilmente e chi insieme a noi ha seguito, e vi debbo dire, signori cittadini, che
c’è gente che segue nell’interesse di tutti questa problematica, già a febbraio noi
eravamo in possesso di questa bozza e abbiamo pregato tutti di dire: signori
miei, noi ve la facciamo leggere, non la divulghiamo, perché Agrigento lo
sappiamo come è. Appena veniamo fuori con questa cosa si scatenano mille
problematiche. Quindi, già a febbraio gli uffici legislativi della Regione ci fanno
avere questa bozza, che per me è un risultato eccezionale. Noi non stiamo
chiedendo né la luna né niente, stiamo chiedendo che tutti i cittadini vengano
trattati tutti nello stesso modo. Una cosa è chiara, le leggi, per seguire l’iter
burocratico, necessitano del supporto politico. Non c’è dubbio su questo. E
allora ci fu detto: vedete anche voi, io lo farò per quanto mi consta da
Presidente dell’Assemblea regionale dottore Cascio, ci dice: io solleciterò i
parlamentari agrigentini ad attenzionare questa legge, perché dovrà essere da
qualcuno sottoscritta per essere inviata in Commissione per istruirla, per essere
portata in Assemblea, per essere deliberata. Ed è chiaro che se è una legge che
interessa un territorio specifico, il territorio di Agrigento, devono essere i
parlamentari regionali agrigentini a sottoscrivere e a sensibilizzare i propri
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gruppi di appartenenza. Ebbene, di comune accordo con il Presidente io mi
sono stancato di questa situazione perché non vogliamo pigliare in giro nessuno,
perché la nostra onestà intellettuale ci porta a dire le cose per come stanno e ho
chiesto questo Consiglio, al quale sono stati invitati i deputati agrigentini perché
volevamo che di fronte alla cittadinanza ci dicessero cosa pensano, cosa
vogliono fare, non è che si possono ricordare di Agrigento due mesi prima delle
elezioni? (intervento fuori microfono) Signora, è una sua libera scelta, nessuno
la obbliga ad andare a votare. Io dico che chi non va a votare sbaglia perché
lascia agli altri decidere per loro. Bisognerebbe votare per chi si impegna per i
problemi, poi valutate voi, io non voglio fare campagna elettorale per nessuno.
Io mi occupo di un problema che mi sta a cuore perché sta a cuore a molti
concittadini. Siccome io non porto i saluti di nessuno, io porto gli interessi dei
cittadini, dei miei concittadini che mi hanno eletto in questo Consiglio
comunale e quindi cerco di portare avanti le problematiche dei cittadini di
Agrigento, non porto interessi di deputati, non me ne frega un accidente di
niente e quindi abbiamo voluto organizzare questo Consiglio perché non volevo
che si pensasse all’ennesima passerella e all’ennesima presa in giro nei
confronti dei nostri concittadini. Noi ci siamo impegnati e siamo andati,
credetemi, al di là di quelle che erano le nostre competenze e le nostre
possibilità, perché il lavoro che è stato fatto da questo Consiglio comunale con
in testa il Presidente era un lavoro che dovevano fare i deputati. Noi siamo
arrivati a questo punto. Oggi diciamo: signori deputati, noi non ci possiamo
sostituire anche a voi per andare in aula a votare questa proposta di legge, dateci
le deleghe e la responsabilità siamo ben lieti di assumercela noi, se non avete il
coraggio. Dateci le deleghe ad andare a votare questa legge e l’andremmo a
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votare noi, non ci creiamo problemi. O come qualcuno sostiene cercando
sempre e al solito di intimidire chi vuole risolvere i problemi definitivamente,
svincolando la gente da quel cappio e quella spada di Damocle che a ogni
elezione si ripresenta. Noi diciamo, perché qualcuno insiste ancora a dirmi: va
bene, oggi le cose sono leggermente cambiate. Non vi è più quell’abusivismo
di una volta, possiamo consentire a questa gente di abitarle le proprietà, le case.
Ci andiamo a fare servizi, la luce, l’acqua, le fogne, tutto quanto, le strade, tutto.
E che cosa non gli diamo? La proprietà. E perché? Perché? Me lo spiega
qualcuno perché? Ve lo spiego io, Consiglieri, Sindaco, ve lo spiego io perché
non ci si deve dare la proprietà a questi signori. Gli diamo la luce, le strade, le
fogne, l’illuminazione, tutto, ma non la proprietà. Sapete perché? Perché nelle
norme tecniche di attuazione del Piano del Parco all’Art. 46, penultimo comma,
guardate cosa dice, si parla di un progetto di valorizzazione della Valle dei
Templi: “E per la realizzazione del suddetto progetto, accanto ai due
dipartimenti dell’università di Palermo, intende operare l’associazione
ambientalista Legambiente Onlus, che nell’ambito di un consorzio o altra
struttura associativa, appositamente costituito con il reperimento di fondi e con
il volontariato contribuirà nella gestione delle attività”. E allora, vi espropriamo
le ville, cari concittadini, ci facciamo il bed end breakfast, le case vacanza che
saranno gestite da Legambiente. Questo è quanto previsto nel Piano del Parco.
Ecco perché qualcuno ancora oggi insiste a dire: no, la proprietà no, perché
quelle che possono reperire ve le leveranno e se le andranno a gestire loro, le
altre, a qualcuno daranno qualche contentino, qualche vecchietto lo faranno
restare nella casa, nella speranza, cent’anni di salute, ca mori subitu accussì si li
piglianu puru chisti. Chiaro? (intervento fuori microfono) E allora, caro
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Presidente, siccome io sono abituato a dire la verità e non ho timore di dire la
verità, se queste case si devono levare a questa gente, devono essere demolite,
altrimenti queste case le dobbiamo dare, perché hanno tutti i diritti per poterle
abitare. Chi ha cambiato le regole del gioco è la Regione. Non voglio che
succeda come quel povero Cristo che aveva una azienda agricola, produceva
olio. Oggi è espropriata l’azienda agricola, sapete cosa c’è? L’olio della Valle
dei Templi. Espropriano l’azienda agricola a quel povero Cristo, ora loro si
raccolgono le olive, fanno l’olio e lo etichettano Olio Valle dei Templi. Fatemi
capire, una volta c’era il Robin Hood che toglieva ai ricchi per dare ai poveri,
oggi tolgono ai poveri per dare ai ricchi, non ho capito. Voi andate alla BIT a
Milano, trovate l’etichetta “Olio prodotto dall’ente Parco Valle dei Templi”.
Vogliamo fare la stessa cosa con le case? Bed end breakfast, ex casa Taibi, che
mi viene davanti, oggi bed end breakfast, gestito da Legambiente, Parco Valle
dei Templi. No, abbiamo una situazione mutata nel tempo. Bisogna che i nostri
deputati, Presidente, io non lo so se chi ha scritto le note ha veramente
intenzione di impegnarsi o se siano le solite note di circostanza. Non lo so,
Consigliere Lauricella, non lo so, perché di questo problema se ne è discusso
per 30 – 40 anni e non siamo arrivati a nessuna soluzione. Oggi siamo a un
passo così dalla risoluzione del problema, così. Signori miei, credetemi, noi
abbiamo fatto tutto quello che era possibile fare, non getteremo la spugna,
continueremo a essere attenti e vigili e pungenti. Alla fine diremo, come
qualcuno ama fare che si danno i voti, signor Sindaco, in questa città, lo sa lei
che si danno i voti, ci sono i buoni, ci sono i cattivi, anche noi per una volta
faremo l’elenco dei buoni e dei cattivi e diremo alla città: questo deputato si è
interessato, questo deputato ha continuato a fare il turista a Palermo.
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PRESIDENTE CALLARI – Grazie, Consigliere Calabrese. Su gentile
concessione del Consigliere Picarella che si era iscritto prima a parlare, il
Sindaco vuole intervenire, ne ha facoltà. Prego.
SINDACO – Io volevo solamente manifestare tutta la mia amarezza per una
seduta del Consiglio comunale importante che è stata convocata e
sostanzialmente oggi per una assenza risonante che si manifesta per questa
iniziativa che viene da parte del Consiglio comunale su una questione
importante che riguarda tutta la città. Io penso che alla iniziativa rilevante del
Consiglio comunale sulla quale ci siamo impegnati come Amministrazione
comunale a trovare quella soluzione di sintesi, oggi però dobbiamo guardare le
cose per come stanno: l’assenza rilevante di chi poi ha la competenza per
dovere andare a fare le modifiche normative, oggi fa sì che il rischio che
corriamo questa sera è quello solamente di parlarci fra di noi e poi non capisco a
quale obiettivo arrivare. Credetemi che è una grande mortificazione per il
Consiglio comunale e per tutti noi, per i cittadini qui presenti il fatto che questa
sera alla fine questa discussione la dobbiamo fare solo e soltanto noi, solo e
soltanto noi, l’ennesima riprova rispetto a tutte le emergenze e i problemi che
abbiamo affrontato e che siamo costretti ogni giorno ad affrontare, rispetto ai
quali alla fine della vicenda i problemi rimangono solo e soltanto qui a doverli
fronteggiare noi. Ora, rispetto a questo parliamoci in maniera molto franca e
soprattutto ai consiglieri comunali. O c’è una presa di posizione forte, anche a
partire da stasera, perché non può finire così che a un invito del Consiglio
comunale non c’è alcuna rappresentanza parlamentare o c’è una azione forte
della città, che oggi è rappresentata da questo Consiglio comunale, io dico che
secondo me dovremmo prendere e andarcene, perché guardate che è
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mortificante quanto sta succedendo. Il tema di andare ad affrontare il problema
sulla vicenda, sulla proposta, cioè oggi noi, il Consiglio comunale esce fuori
con una proposta che è stata concordata con l’ARS. Ebbene, chi la deve votare
questa proposta? Da parte nostra ci può essere il contributo per dire: noi
abbiamo fatto questo, voialtri cosa ne pensate, arriviamo a un’altra soluzione?
Va bene, ma almeno abbiamo un confronto. Io penso che questa sera, per quella
che è la condizione di questa sera, non capisco dove è che si possa arrivare, se
non a fare una ennesima scena nella quale alla fine il problema non viene risolto
e per quanto mi riguarda io non voglio partecipare a questa scena, caro
Presidente, così come l’iniziativa importante che avete voluto prendere non
vuole avere questo fine, cioè quello di rimanere nel vuoto. Dice: noi abbiamo
fatto quello che dovevamo fare, poi gli altri… No, perché noi abbiamo il dovere
di fare le cose fino alla fine. Noi abbiamo il dovere se è il caso che qua ci
stanno prendendo in giro, perché alla fine lo dobbiamo anche dire, mi dispiace
dirlo, ma io devo prendere atto anche di questo e allora adeguiamoci per
intraprendere iniziative politiche e azioni politiche che abbiano una loro… e che
raggiungano un loro obiettivo, ma sicuramente non possiamo rimanere qui
come se tutto fosse normale, parlandoci, dicendo ragionamenti e ipotesi che noi
tutti condividiamo e che però non arrivano a Palermo, allora credetemi non
capisco quale esercizio dobbiamo questa sera portare avanti. Il mio invito è
quello a intraprendere una azione politica veramente forte. Noi questa sera
chiedevamo un confronto, partendo da un dato che è stato il contributo
importante che è arrivato da questo Consiglio comunale, da un confronto che
c’è stato con la Presidenza dell’ARS, però vorrei capire a quale punto arriviamo
ad approdare. E allora, rispetto a questo, per il dovere che abbiamo di dare un
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significato all’azione che facciamo, io penso che la vicenda non possa
concludersi questa sera così, soprattutto per la grande dignità che ha questo
Consiglio comunale che non può essere preso in giro, grazie.
PRESIDENTE CALLARI – Grazie a lei, signor Sindaco. C’è iscritto il
Consigliere Picarella e il Consigliere Cirino. (intervento fuori microfono) È la
riflessione che faremo da stasera in poi, ne avevamo già parlato con una vostra
rappresentanza e impegnarci ancora e ulteriormente. Consigliere Picarella, un
attimo di silenzio per favore. Grazie.
CONSIGLIERE PICARELLA – Signor Presidente, signor Sindaco,
Consiglieri comunali, pubblico qui presente e telespettatori interessati al
problema. Consentitemi brevemente di richiamare la vostra attenzione su due
problemi entrambi di carattere generale, ma riguardanti più da vicino uno di
essi, la nostra città, la città di Agrigento. Il nostro Paese, la nostra città
attraversa una grave crisi, c’è la vostra presenza, c’è anche la crisi economica
dalle ripercussioni più ampie. Ho sentito e ho letto varie analisi sulla causa di
tale crisi, ma non ho mai visto alcun accenno che insieme della crisi anche
energetica, del petrolio, dell’occupazione costituisce la causa più grave della
nostra crisi. Quale è? È la stasi dell’edilizia residenziale privata a causa
dell’entrata in vigore della legge urbanistica. Noi entriamo nella legge di
Agrigento perché la legge urbanistica, chi non lo sa, io glielo rammento, è nata
dopo la legge di Agrigento, la speculazione della frana di Agrigento costituì la
legge nazionale del ‘67, mentre la legge di Agrigento è del ‘66 e fu denominata
legge Ponte. Doveva essere breve, è divenuta la legge del 6 agosto del ‘67, essa
veniva presentata il 20 dicembre ‘66. Era notorio, che veniva presentata con la
convinzione che l’esame e la discussione non avrebbero avuto mai luogo che
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quella che veniva presentata come legge Ponte era destinata ad essere la sola
legge, un ponte su cui dovremmo camminare un bel po’ per arrivare all’altra
sponda. Potrà essere stata una semplice coincidenza, ma la nostra crisi,
l’arbitrio, l’abuso, ha spiegato quando questa legge, i suoi effetti quando è
entrata in vigore. E ripeto, che al sorgere della crisi la legge abbia dato una
spinta determinante. La realtà oggi è: mentre prima si poteva realizzare, si
poteva fare la casa, oggi è diventata impossibile. Perché è diventata
impossibile? A causa dell’entrata in vigore di questa legge. Ma mi sembra su
questa legge di essere tornati nel più squallido pericolo della guerra e del
dopoguerra. Se l’edilizia pubblica va incentivata, bisogna avere il coraggio di
riconoscere che essa non può sostituire l’iniziativa privata e che questa ultima
non va boicottata o messa all’indice, ma va pure incentivata e mobilitata perché,
opportunamente indirizzata, dia il suo apporto per la soluzione del problema
della casa. Questo non è contrario alle tradizioni del nostro Paese della
Repubblica italiana, che ha sempre apprezzato l’iniziativa individuale, sempre
che essa si inquadri e non contrasti con gli interessi generali. Bisogna avere il
coraggio, amici, qua dentro, di riconoscere che la legge urbanistica si è rilevata
uno strumento assolutamente inidoneo con il risultato del sorgere e del dilagare
del fenomeno dell’abusivismo. Questo fenomeno non è per niente apprezzabile
e non è da condividere ma in sede politica, quando un fenomeno assume una
portata così generale, che abbraccia tutti i Comuni d’Italia, che investe tutte le
categorie economiche, va deposta la veste del moralista e il problema va
studiato obiettivamente per individuarne le cause ed eliminarle all’origine. Si è
detto per tanti altri fenomeni sociali che questi non possono essere combattuti
con le misure di Polizia o con le sanzioni penali, così anche per l’edilizia e il
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primo rimedio è a mio avviso la modifica della legge urbanistica, che oltretutto
ha avuto il pregio o il difetto di volere munire i più piccoli centri degli
strumenti urbanistici più complessi e di avere voluto estendere ai comuni minori
gli indici ottimali della capitale d’Italia; e i rimedi vanno affrontati con la più
viva urgenza, perché se ci si addentra nell’esame del fenomeno, oggi si verifica
l’assurdo che la maggior parte delle costruzioni sono sorte a opera di piccoli
risparmiatori, della gente minuta e più povera, mentre coloro che hanno avuto la
possibilità di munirsi della prescritta licenza, oggi concessione, sono proprio gli
speculatori, larghi mezzi economici ottenuti speculando. Il secondo punto
riguarda Agrigento, la Valle dei Templi. E ora mi addentro su questo problema
e io prego i presenti di ricordare quello che io dirò, perché quanti Consigli
comunali si sono fatti e non si è risolto mai niente e non si vuole risolvere
niente, perché vi hanno preso sempre in giro. Questa è la realtà dei fatti. E
allora, come voi sapete, quando venne la frana di Agrigento del 19 luglio 1966,
il governo italiano il 30 luglio, dopo undici giorni, ha fatto un decreto legge per
i provvedimenti della città di Agrigento e in quei provvedimenti che io avevo
enunciato qualche seduta prima di questo Consiglio parlando del Parco
dell’Addolorata, in quei provvedimenti fu detto nell’articolo 2… (intervento
fuori microfono) E ora può parlare e mi replica lei. Ma lei se non sa quello che
debbo dire, come si permette che dice sono fuori tema? Lei non capisce niente e
si permette di dire che sono fuori tema? Come si permette a parlarmi di questo?
E io l’ho detto che lei mi deve ascoltare e non mi ascolta. Difatti doveva dirlo
questo all’ultimo, no ora.
VICE PRESIDENTE LAURICELLA – Consigliere Picarella, faccia il suo
intervento, la signora è iscritta.
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CONSIGLIERE PICARELLA – L’articolo 2 bis dice: la Valle dei Templi è
dichiarata zona archeologica di interesse nazionale e poi tra l’altro dice: la
incostituzionalità della legge. Signora, si insegni la incostituzionalità della legge
che cosa dice, il Ministro dei Lavori Pubblici di concerto con il Ministro della
Pubblica Istruzione si riserva di delimitare il perimetro e i vincoli di
inedificabilità relativa ad essa, cioè la legge demanda al Ministro di potere
delimitare la Valle dei Templi, la incostituzionalità è questa, cioè Gui - Mancini
potevano delimitare la Valle dei Templi a suo giudizio e a suo piacimento.
Questa è la incostituzionalità del fatto. Difatti che cosa avvenne? Che quando
venne questa legge del ‘66, che sono fuori tema, ogni cittadino di Agrigento si
è fermato, non ha costruito più, non ci fu abusivismo edilizio. Dal ‘66 in poi, da
questa legge non ci fu abusivismo edilizio. Perché? Perché i cittadini di
Agrigento aspettavano il decreto sancito dalla legge, il decreto dei Ministri.
Ebbene, questo decreto non veniva mai e la gente non costruiva, era ferma.
Purtroppo non ricordate niente. Però che cosa avvenne? La legislazione stava
per finire, il 16 maggio del ‘68, tre giorni prima delle elezioni del Parlamento
italiano il Ministro Mancini con il Ministro Gui della Pubblica Istruzione fanno
quel decreto. Perché l’hanno fatto tre giorni prima? Perché dopo non lo
potevano più fare perché non erano più Ministri, perché si svolgevano le
elezioni. Allora qua ad Agrigento avevamo un Sottosegretario ai Lavori
Pubblici. Signora Di Leo, un Sottosegretario ai Lavori Pubblici e le faccio pure
il nome, l’Onorevole Giglia, che fu fatto questo decreto e non fu pubblicato.
Perché non fu pubblicato? Perché era vessatorio contro questa città che
vincolava l’intero territorio di Agrigento. E allora non fu pubblicato. Si sono
svolte le elezioni, sono stati tutti eletti. Il 24, dopo cinque giorni dall’elezione,
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venne pubblicato il famoso decreto Gui - Mancini. Che cosa è avvenuto? I
cittadini hanno aspettato due anni perché chi era a San Leone, chi era in via
Nuova Favara, chi era in via Dante, chi era a Maddalusa, aspettavano quel
decreto, potevano pensare che quel decreto doveva abbracciare queste zone? E
allora non appena è uscito questo decreto, se noi facciamo un’indagine nel
Comune di Agrigento, nel mese di giugno del 2006 è scoppiato il grande
abusivismo. Dice: come io ho aspettato anni e ora è vincolato? Allora è
scoppiato. Vedete quando avete costruito la casa, è stato quando fu il decreto
Gui – Mancini, eccetera. Tra l’altro siccome le amministrazioni sono sempre
sorde, il decreto che dice: le cose valgono anche per gli enti pubblici, invece la
Sovrintendenza fa quello che vuole. Ma c’è di più. Nel 1978… io quello che
dico non è che me lo invento, siccome purtroppo è giusto che sia così, quello
che io dico viene registrato parola per parola, allora è giusto che voi vi prendete
stenograficamente tutto quello che io sto per dire. Io ho detto: chiede infine in
quella deliberazione la eliminazione della zona C4, il ridimensionamento dei
vincoli gravanti sul territorio in dipendenza del decreto Gui – Mancini, un
ridimensionamento che, seguendo una delimitazione certa che potrebbe essere
indicata da una immaginaria che corre lungo la stradale Porto Empedocle –
Caltanissetta e che pertanto dal Quadrivio, sotto il Tempio di Giunone
comprende la zona che arriva fino alle vicinanze dell’Akrabello. Questo fa una
deliberazione del 30.05.78. Ma c’è di più, che cosa avviene? La presa in giro di
tutti voi, compresa lei, che fu intervista e disse: finalmente hanno approvato il
Parco Archeologico. Si sono presentati tre disegni di legge: uno della
democrazia… (intervento fuori microfono) Non abbiamo orario, signora, se ne
può andare…
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PRESIDENTE CALLARI – Lasciamo parlare liberamente il Consigliere, vi
prego.
CONSIGLIERE PICARELLA - Il 13/01/82 la Democrazia Cristiana
presenta un disegno di legge, il 6/05/82 il Partito Comunista presenta un
disegno di legge, il 28/05 il Partito Comunista presenta un altro disegno di
legge. Non solo, io leggo il 20 giugno un onorevole che non voglio nominare,
dell’abusivismo edilizio che dice: lo spirito che ci ha animati nel portare avanti
la legge. La legge dice: la città di Agrigento, il cosiddetto emendamento per le
modifiche dei vincoli del decreto Gui - Mancini, con l’emendamento da me
proposto abbiamo inteso modificare la lettera G dell’articolo 3 della legge,
affidando ai comuni competenti del territorio la potestà di valutare per gli
interessi pubblici, tutelati dai vincoli paesaggistici di potere edificare. Cioè esce
un giornale un giorno prima di votare e dice: i comuni possono legiferare e
levare i vincoli. Mi dispiace che è morto l’Onorevole Sciangula, ha detto che i
Comuni potevano liberare il decreto Gui – Mancini non serve a niente, ma la
competenza era… eccetera. E l’indomani la città ha votato. Sanatoria edilizia,
Art. 25. Vi prendono ancora in giro. Dice l’articolo 25: Agrigento, vengono
sospese. Ed è una legge sulla sanatoria edilizia della Regione siciliana. C’è un
dibattito. Poi dice: gli agrigentini hanno preservato la vera Valle dei Templi. Ci
sono documenti dove dice che la Valle dei Templi è sacra e non è stata
contaminata dal cemento armato. Quello che io intendo denunciare, come ho
sempre denunciato, è l’eccesso di tutela perché sono state incluse zone che non
hanno a che fare con la Valle dei Templi, non sono visibili né da né verso i
Templi. Noi abbiamo via Dante Valle dei Templi, abbiamo Maddalusa Valle dei
Templi, abbiamo via Nuova Favara Valle dei Templi. Queste zone non sono
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assolutamente visibili. E poi le dico qualche altro. Nel ’91, io qua dentro, e ho
qua una delibera che mostro con una planimetria generale di tutta la città, ho
proposto il ridimensionamento dei vincoli. Ho buttato le carte che sono qua e
dissi: i vincoli devono essere nei fiumi, nelle stradali, e qua in vostra presenza
hanno votato tutti contro la mia proposta di ridimensionare i vincoli e ancora
siete qua per farvi prendere in giro e di conseguenza tutta la città ha visto che il
Consiglio comunale, ad eccezione della mia persona e di qualche altro,
volevano quei vincoli che non avevano, norma di legge, perché Agrigento non
può legiferare, però avevano un indirizzo di dire: non sono gli abusivi che
vogliono quel perimetro, ma era la città, era il Consiglio comunale che chiedeva
il perimetro della Valle dei Templi, altro che queste sanatorie che vi prendono
ancora in giro con queste cose. Non solo, subito dopo di questo viene il decreto
che il Presidente della Regione doveva fare con l’articolo 25 e anziché
ridimensionare il perimetro lo allarga, inserisce la zona B. Poi nel 99 ci fu una
discussione qua dentro dove c’erano tutti i deputati, c’era Capodicasa, c’erano
tutti, siamo intervenuti. Ebbene, nessuno ha fatto una proposta seria di
ridimensionare i vincoli. Zona A, tra i due fiumi, Picarella ha rinnovato la
proposta, riporto di nuovo la proposta e la revisione del Piano Regolatore.
Ebbene, in vostra presenza qua non fu votata. Nel ‘99 mozione presentata dal
Consigliere Picarella nella seduta proprio per il Parco Archeologico, altra
planimetria, messa qua, non votata perché nessuno ha detto mai di
ridimensionare il vincolo. Quando fu approvata questa legge del Parco vi
ricordo che ci fu una gioia, sono stati intervistati tutti, finalmente abbiamo il
Parco Archeologico, è stato un dibattito, eccetera. Io ho le dichiarazioni qua:
siamo soddisfatti per il nostro operato, siamo speranzosi di potere garantire una
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giusta… Finalmente abbiamo lo sviluppo della città con l’approvazione della
legge del Parco archeologico. A 10 anni abbiamo il 50 per cento di turismo,
abbiamo la vergogna della città e hanno detto qua: buona legge, è rafforzata dal
piano del regime dei vincoli. Questi sono i deputati. Poi un altro deputato ha
manifestato orgoglio per l’approvazione della legge. E sul Parco, è anche reso
noto di avere invitato il Presidente della Regione Leanza e l’Assessore a visitare
la città del Parco archeologico... legislativo. Rilancio dei monumenti. Queste
sono tutte dichiarazioni. Con la legge hanno vinto gli agrigentini con il Parco.
Qua secondo… non voglio dire nomi: la città di Agrigento è un buonsenso
sempre, è anche ricordato con opportunità che aprono con fondi dell’Agenda.
Finalmente hanno vinto gli agrigentini. (intervento fuori microfono) I nomi?
Tutti, Lo Giudice, Alfano Angelino, Michele Cimino, Basilio Vella, Calogero
Sodano, Salvatore Palillo, tutti questi, Nino Lauretta, tutti si ammiscavano,
Enzo Cammilleri e Aldo Capitano. Cioè tutti questi quando hanno approvato
quella legge erano soddisfatti. Io ho detto: assassini, i killer hanno approvato
quella legge. Difatti quale fu l’utilità di questa legge? Io chiedo a me stesso e
chiedo a voi: quale utilità ha portato questa legge? Ha portato che si è costruito
un Parco archeologico, abbiamo la Valle piena di sterpaglie, la zona non si sa
dove è, comandano, fanno piani e contro piani e ci andiamo dietro. E venne fra
la famosa Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, che tra l’altro io debbo
dire subito dopo il 2/07/2000, guarda caso, è sempre lo stesso Consigliere
Picarella che porta qua il problema della Valle dei Templi, e dice che non c’è
nessuna alternativa, le leggi della Regione, eccetera. Tra l’altro quando io ebbi
a dire che si poteva aggiustare era così facile, perché il decreto Gui – Mancini,
cioè la legge nazionale dà la facoltà ai Ministri di potere delimitare la Valle. E
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non può dire che non si poteva toccare, perché dopo Gui – Mancini l’ha toccato
Lauricella che era Ministro dei Lavori Pubblici. Quando nel 75 passano i poteri
alla Regione, i Ministri erano quelli della Regione, gli Assessori. L’Assessore
poteva delimitare la Valle. Ora che cosa io dico nella mia conclusione? Che vi è
una opportunità al di sopra di prenderci in giro con documenti, sospensioni,
eccetera, che questi assessori regionali che hanno la competenza non di
modificare più la legge, perché qua non esiste più Gui – Mancini, sento dire Gui
– Mancini, ormai c’è la legge del Parco archeologico. Tutti quelli buttateli fuori,
non esistono più. Allora io prego il Presidente che gli Assessori competenti al
territorio vengono personalmente ad Agrigento a visitare de visu, con i propri
occhi, quello da me denunciato, perché ci sono zone che non sono
assolutamente e non fanno parte della Valle dei Templi, che fermo restando la
tutela della Valle alleggerisce la città di Agrigento. Che cosa necessita?
Necessita, se non volete farvi prendere in giro, perché tutti questi documenti di
rinvio, che noi accusiamo gli altri e quando noi non siamo i primi a farlo, perché
quando ho fatto la perimetrazione della Valle dei Templi c’era anche l’attuale
Sindaco che era consigliere e ha votato pure contro, per dire le cose. Di
conseguenza quale è il discorso? Il discorso è uno, che si deve fare un perimetro
della Valle dei Templi e sottoporlo all’approvazione dell’Assemblea. Non vi
fate prendere in giro da nessuno perché nessuno ha il potere. Se l’Assemblea
approva la nuova perimetrazione, non c’è bisogno di 30 anni, 20 anni, di 15
anni, tutti quelli che sono fuori sono abilitati a essere sistemati. Se noi non
facciamo il perimetro, tutte le altre cose sono cose che non hanno nessun valore.
Tutte le altre cose se noi non facciamo il perimetro, giusto, il Consiglio
comunale, chi per esse fa l’iniziativa, fa un perimetro e discutendo questo
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perimetro non c’è bisogno di altri sotterfugi, Assemblea legislativa, gli avvocati,
di studiare una cosa e contro studiare. Non c’è niente da studiare con la legge.
Siccome è legge, se si ridimensiona il perimetro, non ci appartiene, la legge è al
di sopra delle cose, resta la legge nel vincolo, nel nuovo perimetro. Ma al di
fuori di quel perimetro i cittadini possono sistemarsi, perché quando io dico la
sanatoria, faccio delle mie considerazioni. Se c’è un delinquente che uccide
dieci persone, è nato incallito delinquente e vi è una amnistia o un condono,
nessuno grida allo scandalo, nessuno, mentre voi i vostri guadagni li mettete
nella casa dove abitate, se si parla di sanatoria si parla dello scandalo. Voi siete
considerati per alcuni peggio dei delinquenti incalliti. Questa è la battaglia che
dovete fare. Io sono come un delinquente? Per gli altri i condoni ci sono, c’è
tutto, per noi, che con i nostri sacrifici ancora paghiamo dei mutui, voi vi
preoccupate a fare dei condoni? A fare delle sanatorie? Questo è il problema
che io vi dico di portare avanti, il problema da portare avanti è sempre uno, è il
ridimensionamento del perimetro della Valle dei Templi, perché la Valle dei
Templi tutti la vogliamo, è sacra e non va contaminata. L’eccesso di tutela ha
portato all’esasperazione di voi qui presenti.
PRESIDENTE CALLARI – Grazie, Consigliere Picarella. Consigliere Cirino,
prego.
CONSIGLIERE CIRINO – Signor Presidente, signori della Giunta, cari
concittadini. Stasera stiamo discutendo e poc’anzi ho sentito qualcuno che
diceva che stasera stiamo facendo un discorso inutile, perché non c’è la
presenza dei deputati. Io sono convinto che quando si parla di zona A, quando si
parla di predisporre una bozza di legge non è mai tempo inutile. Tra l’altro oggi
siamo qua a parlarne. Ieri il Presidente Cascio ha dato mandato all’ufficio
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Legislativo per predisporre una bozza, tutto ciò grazie alle sedute che questo
Consiglio comunale sia nel settembre del 2009 che nell’ottobre del 2009 ha
portato avanti, uscendo fuori con un ordine del giorno. Io sono uno di quelli che
ha votato quell’ordine del giorno, Consigliere Picarella, ma sono uno che non si
innamora mai delle proprie idee, sono anche disposto a cambiarle o a
modificarle pur se alla fine si raggiunge un obiettivo. Io poc’anzi dicevo a un
nostro concittadino, al signor Lo Presti, che leggevo un suo intervento che mi ha
colpito, dove lui diceva che l’unico appiglio a cui si può appellare oggi
chiunque desidera portare avanti questo problema è quello dell’articolo 18,
molto frequentemente citato questa sera; si riferisce alla scorsa assemblea, in
cui si dice che bisogna rispettare il diritto della casa. Io dico l’obiettivo primario
che noi dobbiamo raggiungere è quello del diritto alla casa. Ho ascoltato anche
gli interventi di questa sera, sono stati tutti intesi a ricordare le battaglie che
sono state fatte in 40 anni. Però ho anche ascoltato altri interventi fuori da
questa aula che avevano altri intendimenti. Io non credo che questo Consiglio
comunale possa dividersi su un dibattito così importante, e ritengo che ognuno
di noi, invece di dare la responsabilità agli altri, dovrebbe in maniera costruttiva
ragionarci sopra. Voglio sottolineare, cari concittadini, che il Consiglio
comunale non è legittimato a legiferare. Il Consiglio comunale è legittimato a
dare atti di indirizzo o forti motivazioni a chi è legittimato a legiferare. E in
questo caso chiaramente ai nostri parlamentari. Siamo riusciti a scuotere i nostri
parlamentari regionali che sono… stasera si è parlato male dei nostri deputati
ma devo garantirvi che sono disponibili a portare avanti qualsiasi iniziativa che
sia equa nell’interesse di entrambe le parti. (intervento fuori microfono) Ora io
glielo spiego perché non sono venuti o quantomeno cerco di capirlo io stesso
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perché non sono venuti. Se lei stasera vuole sentirsi dire da me che dobbiamo
restringere il Parco, io sono anche disponibile a dirlo. (intervento fuori
microfono) Se vuole sentirsi dire che dobbiamo restringere il Parco, che
chiaramente tutti dobbiamo avere la casa, che possiamo addirittura costruirci, io
sono capace di dirle queste cose, ma alla fine mi rendo conto che ci prendiamo
in giro noi stessi. Io ci tengo a sottolinearlo, io sono uno di quelli che ha votato
l’ordine del giorno, però dobbiamo anche capire che una legge per essere
approvata dall’Assemblea regionale deve essere condivisa da tutte le parti
politiche, non solo parti politiche ma anche le parti sociali e per essere votata e
approvata ha bisogno almeno di 46 voti di 46 deputati regionali, che non sono
tutti agrigentini, che sono di tutta la Sicilia. Quindi non diamo noi, non
facciamo come… non laviamoci le mani come Ponzio Pilato e quindi dare la
responsabilità soltanto agli altri. Io sono convinto, e lo ripeto, il dibattito di
questa sera è importante, ma non deve essere imperniato sulla critica. Secondo
me non dobbiamo entrare nel merito della legge, ma deve essere un contributo,
un dibattito costruttivo che chiaramente cerchi di spronare ancora di più i
deputati regionali di riferimento politico di ogni consigliere comunale. Io posso
garantirvi, ma la mia non è una strofinata, perché non abbiamo bisogno di
strofinate. Forse questa sera era meglio non parlare. Io posso garantirvi che tutti
i deputati regionali, ma tutti i deputati regionali agrigentini, sia del centrodestra
che del centrosinistra sono disponibili a discutere su questa proposta di legge
nelle sedi politiche, perché ripeto quello che ho detto poc’anzi, per arrivare
all’approvazione di una legge noi abbiamo bisogno della condivisione di tutti i
partiti. Io dico che noi questa sera non possiamo avere divergenze, caro
Sindaco, quindi non possiamo noi dare soltanto la responsabilità agli altri. Vero
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è che questo Consiglio comunale non può legiferare, vero è che questo
Consiglio comunale ha fatto il massimo, ma io ritengo, caro Sindaco, con lei in
testa, di potere portare avanti questa iniziativa a Palermo nelle sedi opportune,
ognuno ai politici di riferimento. Io sono convinto che se noi, anziché
arroccarci dietro le nostre posizioni, noi iniziamo a discutere con i nostri
parlamentari regionali affinché possano discutere anche con le altre forze
politiche, io sono convinto, caro Sindaco, che noi porteremo a casa il risultato,
ma se noi ci arrocchiamo sulle nostre posizioni, cari cittadini, sicuramente noi
andiamo a perdere una occasione che è da 40 anni che aspettiamo, grazie.
PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Gramaglia, prego.
CONSIGLIERE GRAMAGLIA – Amici della zona A, signor Sindaco,
Assessori, onestamente nel momento in cui sono salito oggi e incontravo
qualche amico della zona A, facevo una riflessione: spero che i deputati ci
siano. Invece sono stato deluso dal fatto che non era presente nessun deputato e
non vogliamo fare né una difesa ad oltranza né tanto meno ci possiamo
permettere di dire che abbiamo risolto i nostri problemi, perché purtroppo la
realtà è che abbiamo perso una occasione, perché questa sera nessuno di noi,
quando il Consigliere Calabrese, il Presidente Callari, tutta la conferenza dei
capigruppo abbiamo stabilito di fare un Consiglio aperto, avevamo intenzione,
ed era questo il nostro tentativo, di stimolare una maggiore attenzione della
deputazione regionale su un problema che è ormai atavico, un problema che
rischia di essere dimenticato, un problema che ogni tanto è giusto che uno si
ricordi perché dietro questo problema ci sono sentimenti, ci sono ansie, ci sono
passioni, c’è lavoro, c’è lavoro, c’è emozioni, c’è la famiglia. Cioè tutte quelle
qualità che dovrebbero far venire un atto di orgoglio così come è stato al
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momento della presunta chiusura dell’ospedale, il 28 luglio del 2009, dove tutta
la città di Agrigento e la provincia è scesa in campo e finalmente stamattina
orgogliosamente, leggendo i quotidiani, abbiamo risolto il problema della salute
tutelata nel nostro nosocomio perché e c’è stato il dissequestro dell’ospedale.
Ora, caro Sindaco, ho visto che anche tu sei rimasto perplesso dell’assenza dei
deputati. Siccome ti ho dato merito qualche volta anche per la battaglia che hai
fatto per l’ospedale, per quella che stai conducendo sui precari, è giusto che ti
fai portavoce di questa parte della città, che seppur non numerosa e che seppur
è condivisa nell’ambito della nostra schiera di cittadini per bene, è giusto che
anche tu ti fai portavoce e porti la bandiera per cercare una volta per tutte di
risolvere il problema, perché, caro Sindaco, quando parlava il Consigliere
Calabrese, onestamente lo guardavo perché tanto si è un formato sulla vicenda
e ho capito che l’ha studiata a fondo e quando citava quel benedetto articolo 46
sulla legge della formazione del Parco, mi è venuta in mente una immagine a
cui ho assistito qualche giorno fa in una tivù regionale, Consigliere Calabrese,
dove a Selinunte l’Assessore ai Beni Culturali, guarda caso invitato da un ex
deputato appartenente a Legambiente, si dispiaceva che la città di Agrigento
era stata l’unica città della Regione siciliana ad avere ottenuto il Parco
archeologico, mentre il più grande Parco archeologico, quello di Selinunte
veniva lasciato in maniera nefasta con i tubi innocenti collegati a un Tempio, il
Tempio di Selinunte, che da tanti anni, dieci anni o forse di più, viene lasciato là
senza che nessuno faccia niente. A questo punto mi è sorta spontanea una
domanda: ma non vorrei che questa legge del Parco sia una situazione tale che
possa servire a qualcuno per utilizzare non per i beni dei cittadini ma per
utilizzare a fini personali, magari di tipo associativo, per cercare di dare delle
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risposte agli adepti o a qualcuno che condivide il messaggio. E siccome chi
parlava onestamente era impegnato nel portare avanti il suo discorso di fronte
all’Assessore ai Beni Culturali, mi sorge spontaneo che al di là delle difese di
ufficio forse c’è qualche altra cosa che magari è più misconosciuta e che porta
avanti a una programmazione che magari ci sfugge nel momento attuale. Allora
lo scopo della nostra chiacchierata, sicuramente un po’ mortificata dall’assenza,
sorridendo poco fa dicevo: forse c’è stata a Palermo una epidemia di
“onorevolite”, cioè di infiammazione a tutti gli onorevoli perché non sono
venuti nessuno, quindi i problemi sono i seguenti o forse gli onorevoli vogliono
accudire e capirne meglio il meccanismo o, guarda caso, c’è qualche lettera e
qualche intervista televisiva che dà le dritte vie da mantenere, al di là di quei
paletti non tutto si può accettare. E leggendo questa lettera che è arrivata a tutti
i consiglieri comunali, forse la cosa che mi stupiva, diceva bene il Consigliere
Calabrese, e io stesso sono stato uno dei fautori, Picarella lo diceva quando c’è
stata questa benedetta legge 20 del 2000, fatta dagli onorevoli, diamo il merito,
Capodicasa e Adragna, speravo che nel giro di 10 anni questi problemi che i
nostri amici abusivi hanno avuto e poi continuano ad avere, senza in atto uno
spiraglio che possa avere una risoluzione, potevano essere risolti, perché si
diceva allora che con la creazione del Parco archeologico si delimitavano le
famose tre zone e quelle benedette zone che non erano a vincolo assoluto
archeologico, venivano ad essere ridotte anche di dimensioni, per cercare di
dare la possibilità a chi li viveva di gestire la propria proprietà. Allora mi viene
in mente forse il numero 1 di questa famosa lettera, il N. 1 al comma A, in cui
dice: acquisizione degli immobili abitati al patrimonio dello Stato o delle
Regioni. E perché non fare, come diceva il Consigliere Calabrese, che se non
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hanno niente a che fare con la Valle dei Templi, come si è fatto con le zone B,
C, D ed E, visto che non hanno niente a che fare con la Valle dei Templi. Amici
della zona A, voi sapete che via dei Giardini, che non c’azzecca niente con la
zona A, c’è una zona che è zona B, al di là del Panificio Posante siamo in zona
A. Io non penso che la via dei Giardini, come diceva giustamente il Consigliere
Picarella, abbia qualcosa da spartire con la zona A. Sono momenti diversi di
territorio che non hanno niente a che fare con la visione paesaggistica della
Valle dei Templi. Quindi una correttezza del perimetro, basata su queste fasce
B, C, D ed E, secondo il mio punto di vista potrebbe essere una scappatoia per
cercare di aggiustare il terreno. Non sono manco d’accordo con quello che dice
il mio amico Cirino, perché i nostri deputati sono deputati agrigentini e devono
difendere quello che è il territorio agrigentino. Tu sai meglio di me, caro
Andrea, che quando il deputato di Selinunte andrà a chiedere la legge del Parco
archeologico per Selinunte, se il deputato di Agrigento gli chiede qualche cosa
per sistemare il problema atavico della zona A, sicuramente sarà
accondiscendente, fa parte delle regole politiche. Sono d’accordo, invece, con il
discorso che fa Calabrese che si potrebbe fare una delegazione di consiglieri
comunali e metterei pure qualcuno degli abitanti della zona A, la conferenza dei
capigruppo, qualche abitante della zona A, il Presidente del Consiglio, il signor
Sindaco, ad andare a parlare con il Presidente Cascio dell’Assemblea regionale,
il quale mi è sembrato molto disponibile, creando un tavolo dove ci sono i nostri
deputati, magari limando al meglio questa bozza di legge perché dal mio punto
di vista è una bozza di legge che può essere accettata, perché intanto permette di
sistemare in maniera definitiva questo annoso problema, ma nello stesso tempo
possiamo dirimere il dubbio che tutte quelle case che sono appetibili alla
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Sovrintendenza, perché il nostro tema, dobbiamo ricordarci che è questo:
“Problematica espropri immobili, sito interno Parco archeologico”. E da quello
che mi risulta ancora qualche tentativo di esproprio è stato fatto. In realtà sono
quelle cose che all’italiana non possono essere portate alle lunghe. Bisogna
prendere il toro per le corna, una volta per tutte risolverlo. In questo la vicenda
dell’ospedale dovrebbe servirci anche da orgoglio personale per la nostra città.
Vuol dire che quando ci mettiamo insieme e vogliamo raggiungere gli obiettivi
nella massima legalità, nella massima trasparenza, senza fare rivoluzioni, ma
confrontandoci in maniera pacifica, le cose possono essere risolte. Quindi, da un
lato l’amarezza che non ci sono i deputati, dall’altro lato la richiesta da parte del
gruppo consiliare dell’UDC di un tavolo di concertazione in cui la conferenza
dei capigruppo, il Sindaco, il Presidente del Consiglio e una delegazione della
zona A possa recarsi insieme ai deputati regionali a confronto con l’ufficio
Legislativo della Regione siciliana, in maniera tale da limare, se è necessario,
anche la bozza di legge che loro stessi ci hanno fatto pervenire.
PRESIDENTE CALLARI – Consigliere Hamel, prego.
CONSIGLIERE HAMEL - Io vi chiedo scusa se sono arrivato in ritardo, ma
era un problema di carattere familiare e inderogabile. Su questa materia ci sono
due modi di affrontarla, uno è quello passionale cioè nel senso di dire ci sono
tutte queste famiglie che hanno questi problemi gravi, pesanti, questi drammi,
queste situazioni difficili e quindi siamo vicino a loro, vogliamo aiutarle e tutto
il resto, però alla fine poi al di là delle dichiarazioni formali queste cose servono
a poco perché non modificano la sostanza del problema. E allora per riuscire ad
affrontarlo in termini concreti e realistici bisogna riuscire a comprendere alcuni
aspetti della vicenda e vedere come si devono affrontare. Sulla Valle dei
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Templi, sul territorio attorno alla Valle dei Templi c’è un pregiudizio di fondo
che è quello della intoccabilità, ed è un pregiudizio che riguarda Agrigento ma è
collegato anche con una filosofia che caratterizza tutto il territorio nazionale,
cioè nel senso che laddove c’è un vincolo, questo vincolo non si può
assolutamente toccare. Nella Valle dei Templi, nella zona A, ormai sono
cambiate molte cose, la prima cosa che è cambiata è che non ci sono più fatti di
abusivismo da tantissimo tempo e quindi il problema è ormai cristallizzato,
puntuale, non è più una emergenza la tutela della Valle dei Templi, ma è un
problema di gestione di questa situazione. E, quindi, quando qualcuno solleva il
problema di principio o di pregiudizio e dice: noi non possiamo toccare nulla
perché sconvolgeremmo un equilibrio, andremmo ad alterare un modo di vedere
le cose in termini di tutela e sarebbe uno scandalo nazionale, bisogna avere la
capacità di riuscire a comprendere che questo ragionamento adesso in questo
momento, con il vento che tira, sicuramente non è più nei termini come poteva
essere dieci o quindici anni fa, è un argomento gestibile, e la proposta che
veniva dal Consiglio comunale e che aveva trovato l’adesione di diversi
deputati sicuramente andava in questa direzione. Perché la Valle dei Templi, la
perimetrazione è irrazionale, è sostanzialmente irrazionale, cioè nel senso che è
stata fatta in un momento di emergenza, è stata fatta per tamponare e dare un
segnale forte di blocco di una situazione di degrado che negli anni 60 si era
sviluppata in maniera macroscopica, ma adesso non c’è più questa esigenza e
quella perimetrazione che faceva riferimento solo alle particelle catastali e
quindi sostanzialmente non aveva una sua razionalità perché quando si vuole
perimetrare un’area si fa un cerchio o si cerca di capire quale è il confine logico
che deve essere dato a quell’area da perimetrare, non si dice perimetriamo
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queste 300 particelle, perché poi finisce che noi abbiamo un pezzo di zona A
che entra nella via Dante, attraversa la via Dante e arriva sino al tunnel
dell’Annunziata, e un palazzo normalissimo nella via Dante è tutto zona A e
non si può toccare una virgola perché bisogna chiedere 10.000 pareri, oppure
abbiamo alcune zone che sono molto più vicine all’area archeologica e non
sono zona A. Quindi è irrazionale. Una rivisitazione di questo problema
sicuramente non è né immorale né ingiustificata né fuori da ogni razionalità
politica, anzi, è il trionfo della capacità della politica di riuscire a comprendere
le cose che bisogna fare. E allora, bisogna comprendere un fatto che ormai è
finito il periodo in cui si possono fare le marce, le assemblee, le proteste di
piazza, perché non servono assolutamente a nulla, anzi, creano un effetto
contrario, creano un effetto psicologico di chi ci guarda da Pordenone o da
Milano o da qualsiasi altra parte, di dire: c’è un gruppo di persone che stanno
difendendo degli interessi che contrastano con gli interessi più generali della
salvaguardia dell’ambiente, del territorio, del panorama del paesaggio e così
via. È il tempo nel quale questo problema bisogna affrontarlo con assoluta
razionalità. Noi abbiamo già un progetto che riguarda l’ente Parco, che dà un
segnale preciso ed è quello che la zona archeologica, il cuore pulsante del
nostro patrimonio archeologico è una zona e poi ci sono altre due zone nelle
quali c’è un vincolo, c’è una limitazione, però non sono la stessa cosa. Già
avere fatto questa distinzione rispetto a prima che si considerava viale dei
Giardini uguale a piano San Gregorio, sicuramente c’è un notevole passo avanti.
E allora bisogna procedere in maniera oggettiva per vedere di mettere in campo
le condizioni perché se ci sono margini di praticabilità si possano praticare.
Diceva qualcuno: per fare passare una legge all’Assemblea regionale bisogna
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mettere insieme 46 deputati. E state tranquilli che il deputato di Messina non ha
nessuna conoscenza della situazione di Agrigento, quindi nel momento in cui va
a votare ci può essere qualcuno che gli dice: ma vedi che stai facendo uno
scempio archeologico, paesaggistico, stai attento perché stai facendo una cosa
immorale, quindi gli nasce il dubbio e il sospetto. Quindi bisogna mettere
insieme 46 deputati, ma non bisogna mettere insieme una maggioranza di
interessi, bisogna mettere insieme una maggioranza di consensi convinti, e i
consensi convinti nascono nel momento in cui si presenta una proposta che sia
compatibile e dal punto di vista legislativo assolutamente praticabile. Allora la
prima cosa che bisognerebbe fare è sottoporre questo emendamento e le norme
che sono state individuate a un giudizio di costituzionalità, in modo tale da
sgombrare il campo da quella che potrebbe essere la prima eccezione, che è
quella che dice: sì, noi possiamo fare la legge, ma poi viene impugnata dal
Commissario dello Stato e viene dichiarata incostituzionale e quindi
sostanzialmente oltre a farci una brutta figura, i deputati dicono: i deputati
abbiamo fatto un lavoro inutile, abbiamo fatto una legge che non si poteva
proporre. Quindi valutare gli aspetti di costituzionalità, di compatibilità
costituzionale della norma che si va a presentare. Il secondo passaggio potrebbe
essere quello di sottoporre la problematica delle tre fasce e dell’eventuale
trasformazione della seconda e della terza fascia non più in una gradazione di
un vincolo assoluto, ma in un territorio nel quale si possano gestire le cose
anche così come sono previste per la zona B, si potrebbe realizzare una sorta di
conferenza tra più associazioni ambientaliste, non una sola associazione
ambientalista, non è una soluzione peregrina perché se noi riusciamo, se la città
riesce attraverso il conforto di associazioni, di cultori della materia, rettori di
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università, quello che si voglia, a fare esprimere un parere nel quale in rapporto
e in paragone con altre realtà e altre situazioni che ci sono nei siti archeologici
sparsi in tutto il territorio della nazione si può sostenere la tesi che ad Agrigento
riuscire a “liberare” tutta una fascia di territorio per recuperare le situazioni che
ci sono all’interno di quel territorio, non è una cosa aberrante, sicuramente
questo ulteriore passaggio creerebbe una condizione assoluta quasi di
praticabilità della legge che si vuole andare a realizzare. Quindi quello che è
importante in questo momento è che il ragionamento che è stato fatto, siano
venuti o non siano venuti i deputati in questa riunione, non rimanga solo una
semplice dichiarazione di principio, ma sia la continuità di un lavoro che è stato
iniziato e che è solo nella fase iniziale e che deve cercare certosinamente di
convincere tutti quanti che questa proposta è una proposta accettabile, è una
proposta che si può praticare e questo si può fare soltanto se ci sono dei passi
concreti sotto il profilo della proposizione legislativa e del corredo che viene
dato alla norma stessa, se no tutto il resto non riesce a sfondare questo muro,
perché ancora c’è questo grande pregiudizio che condiziona questo problema, di
cui non si dovrebbe e non si potrebbe neanche assolutamente parlare perché è
intangibile e intoccabile. E la storia che avete vissuto ve lo conferma. Io ho
partecipato a due o tre riunioni in questo Consiglio comunale, dove sulla spinta
di una passione profonda, della comprensione dei problemi di tutti quelli che
stavano perdendo la casa e tutto il resto, il Consiglio comunale ha anche
deliberato delle proposte di riduzione della perimetrazione o similari, ma non
sono servite a niente, sono servite soltanto a dichiarare l’incompetenza del
Consiglio comunale e l’incapacità del Consiglio comunale di riuscire ad
affrontare un problema in termini seri, in termini operativi, in termini concreti,
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in termini di fattività. Quindi è finito il tempo della passione rispetto a questa
vicenda, deve nascere il tempo della razionalità. Qualcosa di nuovo c’è
sicuramente all’interno della Valle dei Templi, un vento nuovo spira anche nella
gestione dell’ente Parco o della Soprintendenza rispetto ai problemi che vi
affliggono. Sicuramente c’è una maggiore tolleranza e una maggiore
comprensione dei problemi in sé. Bisogna riuscire a lavorare su questa scia per
riuscire ad ottenere quanto più possibile per tentare di risolvere il vostro
problema.
PRESIDENTE CALLARI – Il Consigliere Arnone ha chiesto di parlare. Poi
non ci sono altri consiglieri iscritti, poi parlano la signora De Leo, il signor
Infantino, il signor Mallia e il signor Speranza subito dopo l’intervento del
Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Quale è il tempo che abbiamo, Presidente?
PRESIDENTE CALLARI – È libero, nel senso che non mi sono sentito di
elaborare l’argomento così importante secondo la propria preparazione, però
stiamo stanchi.
CONSIGLIERE ARNONE – Allora, durante il mio intervento noto che sono
presenti nessun parlamentare, ma forse nessun parlamentare vi era fin
dall’inizio né il numero dei consiglieri comunali appare particolarmente
apprezzabile, credo che i consiglieri comunali in questo momento in aula siano
cinque, forse sei, tutt’al più sette. (intervento fuori microfono) Io la ringrazio,
signor Speranza, della importanza che lei mi ammette, mi attribuisce, cioè che
la mia assenza fino a questo momento dai lavori del Consiglio ha provocato il
volere attivarsi da parte dei colleghi consiglieri per ricercarmi e sollecitarmi a
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essere presente, vuol dire che si riteneva che la mia presenza fosse di particolare
importanza. Noto anche che sono le 20 circa, ancora abbiamo la luce solare,
eppure tra il pubblico le persone sono qualche decina. All’inizio era…
(intervento fuori microfono) Mi dispiace deluderla perché quando sono arrivato
io già queste persone non c’erano.
PRESIDENTE CALLARI – Consigliere, si rivolga nei termini della
discussione, così evitiamo interventi dal pubblico.
CONSIGLIERE ARNONE – Il punto è esclusivamente politico, quello che
intendo sollevare mettendo in rilievo la scarsa qualità o quantità della
partecipazione, perché questa cerimonia che stiamo riproponendo dentro questa
aula è per tutti come un film già visto e visto per decine e decine di volte, per
cui poi diventa un film assolutamente poco anche interessante, un film inutile,
un film noioso, un film che non porta da nessuna parte. Io immediatamente
creerò un caso personale in modo che poi mi si dia risposta, perché mi hanno
riferito che vi sono state un’ampia serie di affermazioni assolutamente
inaccettabili e intollerabili che riguardavano la mia persona e la mia parte
politica. La principale di queste affermazioni sarebbe quella che la Legambiente
ed io vorremmo gestire a fini economici le case abusive da acquisirsi e poi da
farci… (voci fuori microfono)
PRESIDENTE CALLARI – Per favore, lasciamo parlare. Ci sono poi gli
interventi dal microfono da parte degli abitanti, l’abbiamo già previsto, quindi
per favore lasciamo parlare il Consigliere Arnone. Grazie.
CONSIGLIERE ARNONE – Poi parlerete voi e il vostro intervento sarà
certamente risolutivo come i vostri interventi nei 25 anni precedenti, come gli
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interventi sulla falsariga del Consigliere Calabrese nei 50 anni precedenti. Il
fatto che questa riunione sia il fallimento che tutti notiamo, cioè che i
parlamentari sono a centinaia di chilometri di distanza e i consiglieri comunali
sono a farsi bellamente gli affari propri e non qua dentro, è esattamente dovuto
al fatto che nessuno crede che andando con questa linea di azione, che si è qui
rappresentata, si possa assolutamente concludere nulla se non guerre politiche
di fazione all’interno della città di Agrigento. Questo è il punto, solo questo. Per
questo io chiedo, creando il fatto personale, al Consigliere Calabrese di capire
se il suo intervento, dove si è permesso di dire che Legambiente vuole gestire le
case delle persone a fini economici, è solo una farneticazione di ordine
personale, una sua intuizione o qui dentro Calabrese rappresenta un partito, una
forza politica, una corrente, un qualche cosa che ha una sostanza diversa dei
suoi meri interessi personali. Cominciamo a chiarirlo perché è bene che sia i
consiglieri comunali per le loro valutazioni, sia l’intera città sappia cosa
rappresenta il cittadino Calabrese nella politica della città di Agrigento. Cosa
rappresenta quando dice queste cose, cosa rappresenta quando assume un
impegno a portare avanti un qualsivoglia disegno di carattere politico. Noi
abbiamo un problema politico in questo momento ed è il fatto che la
maggioranza voluta dagli agrigentini per governare la città di Agrigento è
disponibile a farsi carico di formulare una proposta e ottenere con tutte le
energie che questa proposta diventi legge per dare una risposta concreta a una
serie di problemi reali che riguardano sei, settecento famiglie che risiedono
all’interno della zona A. A me piace molto spesso rifarmi alla letteratura,
all’epica. Parliamo con qualche esempio: nell’odissea noi abbiamo la famosa
scena finale dell’Arco. Prima ci sono tutti i proci che tendono a tirare la freccia
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con l’arco, ci provano in massa, uno per uno, falliscono, non riescono, non
hanno la forza, non hanno la credibilità, non hanno l’abilità, non hanno i
muscoli per riuscire a tendere quell’arco di Ulisse. Alla fine ci trova Ulisse,
riesce a tendere l’arco. Lo stesso avviene, se vogliamo cambiare argomento
letterario con La spada nella roccia, prima del piccolo Re Artù vi è la corsa a
tentare di estrarre quella spada dalla roccia da parte di tutti i nobili di quel
territorio. Nessuno riesce ad estrarre la spada nella roccia, alla fine ci prova il
piccolo Artù e ci riesce. Allora, il punto qual è? Cosa vuole dire questa
metafora? Le cose che abbiamo sentito sino a questo momento, riduciamo il
perimetro assoluto, facciamo un’altra zona B, trasformiamo la zona 2 e la zona
3 in zona B, io le sento da almeno 25 anni. Quale è la novità tra le cose che
diceva Sodano, ed è finito come è finito, e quelle che dice oggi Calabrese? Io
non ne vedo alcuna. Registro soltanto il fallimento di quella linea di proposta e
di progetto. Se ne può portare avanti un’altra rispetto alla quale si riesce a
impegnare l’intera Amministrazione comunale, stringendo attorno a una
proposta la deputazione parlamentare. Per la prima volta nella mia vita, a me
ora è capitato, di dovere difendere, minimizzando, chi fa proposte balzane come
quelle che stiamo discutendo stasera. Sono stato chiamato da Roma, dice: ah,
ma chi sono questi parlamentari, qua prepariamo un comunicato. No, non
preparate niente, lasciate perdere, non c’è nessun parlamentare, è un equivoco,
chiudiamo ogni carattere polemico di questa vicenda, non facciamola uscire da
Agrigento; perché questa bozza di disegno di legge che serve solo per prendervi
in giro non ha un padre, non ha un avvocato che dice è praticabile, ci metto la
firma e la faccia. L’avete visto? Quale avvocato è? L’avvocato Pitipò. Lei è
avvocato, signora De Leo? (intervento fuori microfono) Che si chiamano? È
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scritto avvocato Lo Cascio… dove è scritto? Io non l’ho letto. Stia attenta che
la querela l’avvocato Lo Cascio che gli attribuisce lei la paternità di una cosa
che Lo Cascio non ha fatto?
PRESIDENTE CALLARI – Lasciamo parlare il Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Allora, io non ne ho problemi, se volete altri sei
mesi di tempo per continuare a farvi prendere in giro, qua c’è il disegno di
legge, non avete nessun deputato che ve lo firma, andateveli a cercare. Io me ne
sto con le mani conserte, non abbiamo nessun problema. Ritengo, signora e
signore carissime, che la gran parte delle persone che hanno il vostro stesso
problema e che mi hanno ampiamente avvicinato fino a ieri mattina, le vostre
posizioni non le condividono più, perché ogni persona ragionevole comprende
che tra essere presi in giro e avere promessa la gallina tra sette mesi e avere
invece le uova immediatamente, è di gran lunga preferibile avere le uova
immediatamente. I padri di famiglia sensati mi dicono: bene, chiudiamola sta
storia. Ci lasciate le case anche in uso, ci consentite di manutenerle, ci
consentire di avere l’acqua potabile, ci consentite di avere le fogne. Vedete qual
è la forza delle cose che dico io? Perché nelle cose che dico io ci metto la
faccia e le scrivo. (intervento fuori microfono) Signora, lei deve comprendere
che le sue urla fanno solo male alle sue corde vocali.
PRESIDENTE CALLARI – Per favore, lasciamolo parlare.
(voci fuori microfono)
CONSIGLIERE ARNONE – Presidente Callari, mi rivolgo a lei, lei non dice
lasciamolo parlare, lei deve dire: consentite che il Consiglio comunale svolga i
suoi lavori, io mi rivolgo a lei innanzitutto.
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PRESIDENTE CALLARI – Non si rivolga alle persone, perché suscitare gli
animi, io non riesco poi a mantenere l’ordine.
CONSIGLIERE ARNONE – Gli animi sono stati suscitati prima, Consigliere
Callari.
PRESIDENTE CALLARI – Scusate, dobbiamo permettere l’intervento del
Consigliere Arnone, con la massima tranquillità anche se non condividete le
ragioni del suo intervento, così come è stato per gli altri consiglieri, ve lo chiedo
personalmente affinché continui a finire questo Consiglio comunale per come è
iniziato, con la massima tranquillità, grazie.
CONSIGLIERE ARNONE – Dicevo, per quanto ci riguarda questa
Amministrazione comunale, questa maggioranza che governa la città vuole
risolvere questo problema, che è un problema che appesantisce notevolmente la
vita di questa città e che è un problema molto serio per centinaia di persone. Ciò
non vuol dire che si impongono soluzioni. Prendetevi un lasso di tempo, tutta
l’estate, quattro mesi, cinque mesi… (intervento fuori microfono) appunto, è da
cinquant’anni che andando su una linea non si è risolto nulla, sono andati avanti
gli espropri, sono andati avanti i tagli della rete idrica, non vi consentono
l’allacciamento alle reti fognanti, quindi è necessario cambiare linea. La linea è
quella che io ho messo nero su bianco fino a ieri mattina, rinviare il problema
della proprietà tra trenta anni.
(voci fuori microfono)
PRESIDENTE CALLARI – Per favore, non è consentito, per favore fate
silenzio, dobbiamo fare intervenire tranquillamente il Consigliere Arnone. Vi
sto dicendo per favore non intervenite.
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CONSIGLIERE ARNONE – Al momento il quadro normativo, il quadro
costituzionale, il quadro politico non consentono soluzioni altre e diverse per
chi vuole realmente il bene di questa città e risolvere i vostri problemi. Io non
ho voti da chiedervi, non ve ne ho mai chiesti né mai ve ne chiederò, non ho
problemi di questo tipo. Sono il primo eletto qua dentro, non l’ultimo, con
molti voti, per cui non ho un problema di inseguire un consenso clientelare e
particolaristico, promettere questo o quest’altro a Tizio e a Caio. La mia
interlocuzione è con la città, rispetto alla quale assumo l’impegno di affrontare e
risolvere i problemi che ha, con le soluzioni che sono possibili. Oggi il quadro
che ci viene dato va in una determinata direzione. Probabilmente se il Consiglio
comunale indicasse soluzioni praticabili ai parlamentari, noi qui avremmo non
l’aula desolata e deserta che stiamo vedendo, ma un’aula fattivamente
impegnata a presentare la legge che può diventare tale e risolvere un bel po’ di
problemi. Voi avete, non è che ci vuole molto a capirlo, chiunque ci segue oggi
attraverso la televisione e ci segue in modo sufficientemente imparziale,
comprende che questo disegno di legge che oggi è portato qui senza paternità
dal Presidente Callari è un ovvio e totale fallimento, perché non c’è nessun
parlamentare. A Callari il Presidente dell’ARS ha detto: devi portarmi le firme
quantomeno dei parlamentari di Agrigento. Mi pare che dobbiamo rivedere
qualcosa.
PRESIDENTE CALLARI – Ma non perché non hanno condiviso il testo,
secondo me non l’hanno nemmeno visto.
CONSIGLIERE ARNONE – Presidente Callari, probabilmente a secondo di
come si prospetta l’interlocuzione con i parlamentari, per il parlamentare è
diverso se ci parla Peppe Arnone o Maurizio Calabrese. (intervento fuori
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microfono) È parecchio diverso. Non voglio essere fatto Sindaco, mi è
sufficiente… non ci voglio arrivare più. Signora De Leo, a me non fa male
niente, credo di essere la persona più soddisfatta di questo Consiglio comunale e
non solo. Signora De Leo, lei alla fine sarà costretta a dirmi grazie. Quando sua
figlia aprirà la acqua corrente e l’avrà legittimamente, dirà: grazie a chi ha
voluto battersi… (intervento fuori microfono) Queste sono chiacchiere. Arnone
non è il mago né il re.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE CALLARI – Scusate, signora, poi interviene lei.
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE ARNONE – Io non l’ho mai detto si deve demolire.
PRESIDENTE CALLARI – Scusate, signori, io ritengo che merito il vostro
rispetto e mi dovete consentire di portare ordine e continuare i lavori in aula.
Quindi capisco che il Consigliere Arnone si rivolge… e quindi qualche parola la
lasciamo dire anche a voi, perché fa nomi, però superato questo momento il
Consigliere Arnone deve continuare a parlare. Per favore facciamo silenzio.
(interventi fuori microfono) Scusate, signori, vedete che io sospendo la seduta
perché manca l’ordine in aula… Per favore, continuiamo a lavorare. Prego,
Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Riuscire a contraddire me è molto complicato
perché la proposta mia in ordine a questa vicenda è scritta, sta nero su bianco,
sta nero su bianco nei verbali del 1990 di questo Comune di Agrigento, sta nero
su bianco nei programmi di Arnone candidato a Sindaco nel ‘93. Poi se
qualcuno vuole a tutti i costi demolirsi la propria casa, nessuno glielo
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impedisce, se lei ritiene di demolirsi la casa ha una ordinanza di demolizione, la
esegua, chi glielo impedisce. Io mi pongo il problema di chi tra avere la
possibilità di fruire della sua abitazione con tutta una serie di garanzie date dallo
Stato e demolirla, preferisce la prima soluzione. A questo io dico: lì ti aiuto, se
te la vuoi demolire, demoliscitela da te, sei liberissimo di farlo, nessuno te lo
impedisce.
(intervento fuori microfono)
PRESIDENTE CALLARI – Per favore, poi parlate voi, non è così che
possiamo andare avanti nella seduta. Scusate, per favore. Non è che quando dice
se la volete demolire si riferisce a qualcuno di voi, è un discorso astratto,
nessuno di voi se la può sentire individualmente, fa un discorso generale, quindi
non necessita una risposta da parte di ognuno di voi, si esprime in astratto alla
presenza del Consiglio comunale, non indica nessuno, quindi nessuno è
legittimato a rispondere, prego.
CONSIGLIERE ARNONE – Dicevo: io sono dell’idea, ed è questo un pezzo
del mio programma condiviso dal Sindaco, di offrire il massimo delle soluzioni
possibili mettendoci la faccia e l’impegno e la credibilità a quelli che tra
rischiare di permanere in questi termini, rischiare di non avere riconosciuti
diritti, preferiscono, invece, un quadro di leggi, di norme che garantisca
sicurezze e diritti. A quelli che preferiscono sicurezze e diritti, non pienissimi,
ma sufficientemente pieni, c’è l’impegno totale e massimo. A cosa serve aprire
tutte queste polemiche qua dentro? A me pare che serva a ben poco se non a
nulla. Vi aiuta? Se vi aiuta sfogatevi, tanto io alla fine io le spalle ce le ho
abbastanza larghe, dite queste cose, vi pregherei di evitare le azioni indegne di
Samaritano che offende persone terze, fino a quando offende me ho le spalle
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larghe e non lo querelo neanche, non lo inseguo neanche, lo lascio tranquillo a
continuare queste sue attività, quello che dà fastidio è quando vengono insultate
persone terze sempre per colpire me, ma intanto cosa ci possiamo fare? Dicevo:
la linea può essere quella di stabilire un periodo nel quale il Consigliere
Calabrese che sta capitanando questa battaglia si dà un tempo per arrivare a
goal, per segnare il punto, per aggregare parlamentari. Poi se il Consigliere
Calabrese, sulla sua prospettiva, sulla sua soluzione, sulla riperimetrazione del
Parco, sulla riduzione dei vincoli non spunta, diamo la possibilità ad altri di
provare ad estrarre la spada dalla roccia e arrivare a una soluzione di carattere
diverso, e dicevo la soluzione che io ho proposto è scritta, credo che sia anche
tra questi banchi perché è in una lettera che ieri ho fatto protocollare in
Consiglio comunale. Ci sono una serie di punti.
(intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE ARNONE – Interloquisco, mi dica.
PRESIDENTE CALLARI – Facciamo finire per favore.
CONSIGLIERE ARNONE – Se non le interessa se ne vada.
PRESIDENTE CALLARI – Questo lasciamo perdere, interrompete sempre
un discorso!
CONSIGLIERE ARNONE – Presidente Callari, comprendiamoci, io sono
disponibile a interloquire, se uno mi deve dire non mi interessa quello che dici,
sono costretto a dire… (intervento fuori microfono) Non le interessa la mia
proposta e non l’ascolti.
PRESIDENTE CALLARI – Non è meglio se facciamo silenzio se non la
interessa, scusate, semplice.
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CONSIGLIERE ARNONE – Noi abbiamo l’esempio, non particolarmente
felice, ma utile nel nostro caso di Pomigliano d’Arco, dove la FIAT dice:
ragazzi, scegliete o trasferisco i miei impianti in Cina e per voi c’è quello che si
comprende, cioè niente, patate, oppure la soluzione può essere questa e per voi
c’è una situazione non felice ma molto migliore del niente, delle patate. Allora a
Pomigliano d’Arco hanno votato, e una maggioranza seria ha preferito la
soluzione di piangere con un occhio e non con due. Probabilmente se si andasse
oggi a una consultazione popolare tra tutte le persone interessate che hanno la
costruzione in zona A, noi avremmo in rapporto quelli che sono qui presenti in
questa aula che sarebbero per no alla soluzione possibile di mediazione, ma
tutto il resto che non crede a Calabrese, alle sue proposte, tant’è che qua non
c’è, sarebbe per la soluzione possibile, perché questa vicenda ha logorato tutti,
perché questa vicenda ha soprattutto logorato i padri e le madri di famiglia che
comprendono che nella vita occorre mediare. A me sarebbe piaciuto per una
fase della mia vita fare il Sindaco di Agrigento o fare il parlamentare. Sono
assolutamente contento del ruolo di leader politico che ho non facendo il
Sindaco e non facendo il parlamentare. Se mi fissassi che devo essere a tutti i
costi il sindaco o il parlamentare, sarei un povero frustrato, non utile alla città di
Agrigento, non utile alla mia famiglia, non utile a me stesso. Allora poi uno tra
le aspettative che può nutrire anche in una determinata fase della vita e le cose
concrete che può realizzare, con equilibrio punta alle cose concrete che può
venire a realizzare. Dicevo, noi abbiamo questa bozza di disegno di legge, è
totalmente incostituzionale, non abbiamo un avvocato che ci ha messo la firma
sotto, non abbiamo nessuno che affronta i problemi giuridici che basta leggerla
cinque minuti da parte di un giurista e questi problemi immediatamente saltano
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agli occhi, non solo, ma anche sul terreno della politica, nell’ultima seduta del
Consiglio comunale il Presidente Callari ha detto che il Presidente
dell’Assemblea regionale Cascio, quando ha iniziato ad affrontare la questione
ha detto: ma Arnone che ne pensa? E Callari, cadendo in un piccolo errore, non
tanto piccolo, ha detto: Arnone è d’accordo. Arnone è d’accordo a fare una
legge sulla questione dell’abusivismo nella Valle dei Templi. Arnone è
d’accordo a riconoscere un’ampia serie di diritti e facoltà agli abitanti di queste
case. Arnone è d’accordo a fare tutto questo nell’ambito dei principi
costituzionali e nell’ambito delle cose politicamente praticabili, Arnone non è
d’accordo a imbarcarsi in una strada perdente. Se io oggi fossi tra coloro che
hanno elaborato questo disegno di legge, non mi laverei il volto nel lavabo del
viso a casa mia, mi sentirei altamente fallito e probabilmente mi rivolgerei verso
un altro sanitario dopo avere accumulato su un problema così rilevante un così
dirompente fallimento. Altri se lo possono permettere per più ragioni, una è la
storia professionale e personale di ognuno. Io sono quello che ha fatto disegni di
legge in questa materia a Roma, riuscendo anche… a molti fa venire il mal di
stomaco, a fare approvare una norma dal Parlamento nazionale che ha
sbloccato, superando gli effetti di una sentenza del Consiglio di Stato la non
possibilità di dare la sanatoria alle costruzioni in zona B, C, D, E. L’articolo 25
della legge 136 del ‘99 l’ho fatto io, ho costruito politicamente io il contesto che
ha portato all’approvazione di quella legge, anche dentro questo Consiglio
comunale, facendo venire il Vice Ministro Mattioli, essendo osteggiato dal
Sindaco dell’epoca, che mise il bastone tra le ruote, Sodano, dovendomi poi
confrontare pesantemente con il Ministero dei Beni Culturali, che inizialmente
non ne voleva sentire, poi compresero che se le associazioni ambientaliste
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proponevano un determinato ragionamento, in quel caso non rigido, la vicenda
meritava di essere approfondita. E siamo riusciti a fare una legge, che se oggi il
Comune non è in dissesto finanziario, è grazie a quella legge che ha consentito
di introitare almeno 10 milioni di euro dalle pratiche di sanatoria edilizia delle
zone B, C e D. Questo è il quadro. Io sono disponibile a impegnarmi rispetto
agli obiettivi che ritengo praticabili. Ma non è che li ritengo praticabili solo io,
questi obiettivi sono gli obiettivi che qualsiasi persona di buon senso ritiene
praticabili, mentre il disegno di legge che piace alle signore, l’assenza dei
parlamentari regionali vi commisura in quale entità, qualità, quantità sia non
praticabile. Cioè voi ci credete che erano tutti impegnati venerdì pomeriggio?
Ci credete che erano tanto impegnati che non potevano scrivere tre righi
dicendo: mi impegno a essere il primo a depositare questo disegno di legge?
Voi ci credete che erano tanto impegnati da non potere leggere le 20 righe di
questo disegno di legge? Se è questa l’analisi che fate, io mi dispero per i vostri
figli che hanno genitori così allocchi, scusate l’espressione. Il punto è un altro,
vi è nei confronti di questa linea un enorme dissenso politico. Io sono l’unico
che, parlando da questo scranno, non devo fare passerella ma devo fare
sostanza. Il mio problema oggi ad Agrigento non è quello di dire una serie di
cose, di agitare una serie di problemi, è di potere dire tra due anni con Marco
Zambuto e avendo il sostegno di Michele Cimino, di Luigi Gentile, di Giovanni
Panepinto, siamo riusciti a sistemare in terra agrigentina la depurazione,
l’acqua, le strade, la vicenda della zona A, dare serenità per trent’anni ad alcune
migliaia di persone, fare entrare questi soldi. Il mio progetto oggi è né più né
meno che questo. La mia contrarietà a un Consiglio comunale siffatto era,
appunto, che immaginavo perfettamente che finiva così. I parlamentari li puoi
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portare a fare la legge che può servire, ma ci vuole un lavoro di lobby. Voi non
avete idea di quanto tempo ho perso io a Roma e a Palermo per fare approvare
l’articolo 25 sulle zone B. Avevo un vantaggio che non venivo preso per uno
che aveva interessi personali da tutelare. Questo a mio favore c’era, per cui la
gente con me entrava in sintonia. Io vorrei parlare adesso con il Presidente
Cascio e dirgli: “Sediamoci attorno a un tavolo senza nulla di pregiudiziale,
carta bianca, invitiamo i parlamentari agrigentini nella tua sede di Palermo,
Presidente Cascio, e verifichiamo la disponibilità di ognuno a farsi carico di una
normativa che ci può mettere d’accordo e che può dare una serie di risposte”.
Comprendiamo chi è disponibile a farsi carico di normative che dividono e
rischiano di creare polemiche a non finire e chi invece richiede che su un tema
come questo vi deve essere la novità, vi deve essere il massimo consenso, vi
deve essere la capacità di coinvolgimento degli enti e delle istituzioni preposte.
Voi pensate che si presenta questo disegno di legge all’ente Parco che su queste
vicende ha parola e l’ente parco vi dice: ah, ci voleva un archeologo, un
paesista, un urbanista come Maurizio Calabrese per trovare la soluzione a questi
problemi. Bellissime le soluzioni dell’urbanista Calabrese, del giurista
Calabrese, dell’archeologo Calabrese, del paesaggista Calabrese. Noi del Piano
del Parco non possiamo fare a meno di inchinarci innanzi a tanta scienza,
professionalità, lungimiranza, intelligenza. Voi pensate che diranno così? La
bozza di disegno di legge che ritengo io si debba fare, tutti questi problemi li
bypassa, perché dice: noi fatto salvo il quadro dei valori monumentali,
paesistici, archeologici, ci stiamo ponendo semplicemente un problema sociale,
ed è il legislatore nell’ambito delle coordinate normative che decide cosa fare
delle costruzioni dannose e abusive. Non è l’ente Parco, non è l’archeologo, è
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mia scelta di legislatore decidere che ritengo per i prossimi 30 anni di
mantenerle lì, di dargli l’acqua, di dargli la fogna, di fargli aggiustare il tetto, di
consentire che ci siano i ristoranti, di consentire che ci siano gli alberghi, nelle
mani di chi queste case oggi le possiede. Questo è quello che dico io e ritengo
che questo sia praticabile e per quanto possa apparentemente sembrare strano,
su queste cose sono disponibile a giocarmi la faccia. Io non ho nessun interesse
ad aprire una polemica con Calabrese, sto rispondendo a tutte le assurdità che
ha ritenuto di proporre nei suoi interventi e nell’ultimo intervento, perché il
vantaggio ovviamente non ce l’ha Arnone a misurarsi con Calabrese. Ad
Arnone non verrebbe neanche in mente di polemizzare e attaccare Calabrese, mi
costringe a rispondergli e devo rispondergli per rispetto, dovere nei confronti
dei cittadini che hanno fiducia nel lavoro che io svolgo e per chiarire come
stanno le cose. Io mi avvio a concludere. Per me i fatti sono assolutamente
lineari. La disponibilità mia a lavorare su questo terreno c’è ed è piena ed è
una disponibilità a lavorarci in relazione agli obiettivi che ritengo che siano
realmente perseguibili e che non facciano danno. Questo Consiglio comunale,
se esce fuori da Agrigento, provoca per parecchio tempo la paralisi rispetto a
questa questione, non ci sarà nessuno che se ne vorrà occupare. Per questo io mi
sono fortemente impegnato a mettere, ad attutire, mettere il silenziatore sulla
amenità di questa proposta e di tutto questo dibattito. Grazie.
PRESIDENTE CALLARI – Il Consigliere Calabrese per fatto personale,
prego.
CONSIGLIERE CALABRESE – Grazie, signor Presidente, colleghi
Consiglieri, signori tutti. Veda, Consigliere Arnone, la differenza tra me e chi
mi ha preceduto qua dentro o tra me e qualche deputato è che io personalmente,
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e glielo ho dimostrato in qualsiasi occasione, in qualsiasi sede, non mi sono
mai preoccupato delle sue minacce. Altri possono avere scheletri nell’armadio e
possono temere la reazione del grande giurista cassazionista da 1.500,00 euro al
mese, Avvocato Arnone. Io no. Veda Consigliere Arnone, io porto gli interessi
di quei 185 cittadini che mi hanno votato quando mi hanno eletto, ma quando
ho varcato quella soglia ho assunto l’impegno di difendere gli interessi
dell’intera comunità agrigentina. Io non sono portatore di nessun interesse, di
nessuna lobby. Vedete, cari concittadini, da questo microfono abbiamo sentito
dire che i vincoli si mettono e i vincoli si tolgono, salvo per fare costruire 84
ville. Questo abbiamo sentito da questo microfono, i vincoli si mettono e così
come si mettono si possono togliere, ma non per voi. Mi dispiace, ma non per
voi, ve l’ho già detto prima. Voi siete condannati a pena fine mai. Lei ci
racconta le solite storielle, Consigliere Arnone, la storiella di Ulisse, la storiella
della Spada nella roccia, ma anche in queste storielle c’è un retroscena perché la
spada nella roccia e l’arco di Ulisse vi era il trucco, perché l’arco di Ulisse,
Ulisse lo riesce a spiegare perché lo riscalda e c’era il trucco, la spada nella
roccia la si estrae per la magia di mago Merlino. Abbiamo scoperto il mago
Merlino della situazione. Questa è la verità. Io non temo confronti, non temo la
sua persona, non temo niente. Io non sono portatore di interessi di associazioni
o di niente, io non temo niente, Consigliere Arnone. Qua all’articolo 46 delle
Norme di attuazione c’è scritto che: “Per la realizzazione del suddetto progetto,
accanto ai due dipartimenti dell’Università di Palermo intende operare
l’associazione ambientalista Legambiente Onlus”. Non l’ho scritto io, è nelle
norme di attuazione dell’Art. 46. (intervento fuori microfono) Li sappiamo quali
sono i progetti di Legambiente, gestire il punto vendita dei prodotti agricoli
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nella Valle dei Templi, la mostra permanente sull’olivo dell’azienda agricola
che vi avevo detto prima, tolta a chi ci campava e oggi vediamo olio d’oliva
della Valle dei Templi. Chi la gestisce? L’ente Parco, domani la gestirà
Legambiente. Qua è scritto, non è che lo dico io, qua è scritto. (intervento fuori
microfono) Insieme ai due dipartimenti dell’Università, progetto norma N. 7,
ecomuseo della Valle dei Templi, poi in sintesi i contenuti del progetto sono
riassumibili nei seguenti punti principali: punto vendita dei prodotti agricoli
della Valle dei Templi, mostra permanente dell’olivo del paesaggio agrario,
produzione dell’olio d’oliva e qualche altra cosa. Non credo che l’Università si
interessi di gestire un punto vendita nella Valle dei Templi. (intervento fuori
microfono) Non lo so, guardi, può essere che cominci a industriarsi oggi. Oggi
qua c’è scritto che Legambiente si intende occupare del Parco della Valle dei
Templi. Vuole entrare nel Parco della Valle dei Templi, poi vediamo. Quindi, le
sue minacce, caro consigliere, non ci fanno né caldo né freddo. Il peso politico
che può avere lei con i deputati, da leader quale lei si definisce, perché io non
ho mai sentito dire a nessuno che è un leader di qualche cosa, perché una volta
glielo ho detto: il leader non è che se uno si autoproclama, sono gli altri che gli
riconoscono questa leadership. A me non risulta che mai nessuno gli ha
riconosciuto questa leadership. (intervento fuori microfono) Non lo so, guardi,
stendiamo un velo pietoso sugli elettori, vediamo chi è il portatore di interessi e
di togliere cinque vincoli per costruire 84 ville o di altre cose, lasciamo stare chi
è portatore di interessi qua dentro; io non sono portatore di nessun interesse.
Quindi, caro Consigliere Arnone, io ho fatto il mio dovere di cittadino. Lei
faccia quello che ritiene più opportuno. Chi ha fatto la legge non è, come sono
stato definito da lei, archeologo o quant’altro, non sono stato io, io mi sono
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limitato a interloquire con gli Avvocati della Regione, che lei ci creda o no, ai
quali abbiamo sottoposto un documento approvato in un Consiglio comunale.
Gli Avvocati della Regione hanno ritenuto di inviare un fax nel quale ci
informavano di questa bozza di legge. Veda, Consigliere Arnone, a me poco
importa, glielo dico francamente con molta onestà intellettuale. Io non ho case
né in zona A né in zona B né in via Campo né in via Parco degli Angeli né da
nessuna parte, io non ho nessuna casa tanto da andarmi ad attivare per far fare
leggi speciali dal Parlamento, per fare leggi interpretative sulla zona B, zona C,
zona D, non ho di queste cose, non ho nessun tipo di interesse. Come lei sono
nullatenente, Consigliere Arnone, esattamente come lei, nullatenente. Quindi
non sono portatore di nessun interesse, mi sono limitato a perorare una causa
che ritengo possa essere vinta perché chi modifica le regole del gioco, l’ho detto
prima, ai suoi informatori deve dire di stare attento, perché lei viene sempre in
ritardo, poi viene male informato, poi castiga i consiglieri che se ne vanno
prima, lei arriva sempre all’ultimo, sente le cose rapportate, arriva sempre in
ritardo. Veda, Consigliere Arnone, io non ho interessi particolari in niente,
manco so se alla prossima consiliatura mi ricandiderò, io non ho intenzione di
fare il consigliere a vita come lei, assolutamente, non ho di queste intenzioni,
ancora io non ho deciso né di candidarmi né di restarmene a casa, non l’ho
deciso. Non è populismo quello che io faccio. La Regione ha cambiato le regole
del gioco, in funzione di quelli che sono i cambiamenti della Regione in queste
regole del gioco, abbiamo detto: signori miei, fermatevi, vedete un attimino se è
possibile estendere questa situazione, perché i vincoli oggi che voi correlate
alle varie sottozone della zona archeologica sono uguali ad altre zone. Non è
che lo sto dicendo io, loro lo hanno detto. Non è che lo sta dicendo
61
l’archeologo, non sono archeologo, non sono giurista, non sono niente, mi
limito ad ascoltare quello che mi dicono gli avvocati. Se poi lo sottoscrivono,
non lo sottoscrivono, se i deputati si sentono minacciati dalla sua presenza, dalla
sua potenza, di uscire fuori dai confini, di scrivere agli amici suoi romani per
far fare le interpellanze parlamentari, tutto questo a me poco importa, ognuno
qua dentro si assume la responsabilità del proprio impegno, del proprio mandato
rispetto a quello che i cittadini ci dicono e ci hanno dato. Io non ho di queste
potenze da minacciare deputati o giornalisti della Repubblica, ma una cosa
gliela posso dire: stia tranquillo che il tempo delle fotografie fotomontate con i
templi schiacciati su Agrigento sono finiti, il tempo della mistificazione della
verità è finito, perché avremo da ora alla scadenza di questo mandato il
coraggio di contrastare tutte queste mistificazioni della verità. Basta oggi con la
nuova tecnologia collegarsi su Google maps e vedere quella che è la Valle dei
Templi. È finito il tempo del Tempio schiacciato sul Palazzo Vita, è finito. Io
leggo qua, tanto per parlare di fotografie, che in questo museo le cose che si
dovranno fare sapete quali sono? Mostra permanente sul paesaggio della Valle
dei Templi, raccolta iconografica storica, mostra permanente sul processo di
produzione della (...) coltura tradizionale, foto d’epoca, forse di qualche
fotografo che oggi non opera più, attrezzi di lavoro, eccetera. Questo vogliono
fare in questo Art. 46, dove Legambiente avrà la sua parte, perché è scritto qua.
Io non lo so cosa andrà a gestire, se poi i ristoranti li gestiranno le famiglie che
hanno le abitazioni là o qualche altro, io non lo so questo. Io leggo solo che il
partner dell’Università di Palermo è Legambiente. Sta scritto qua, non credo di
potere essere smentito. Che poi Legambiente gestisca le Maccalube, i ristoranti
o gli uliveti o i mandorleti o la produzione di prodotti tipici delle mandorle e
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quindi faranno anche i pasticcieri, questo non lo so, so soltanto che l’unico
partner inserito in questo progetto è Legambiente. Non è che è stato fatto un
bando per il quale si invitavano tutte le associazioni ambientaliste a voler
partecipare a questa manifestazione, è stato fatto un bando di manifesti di
intento per dire: signori miei vogliamo fare questa cosa? No, leggo solo
Legambiente. Signori miei, il Consigliere Arnone vi propone: volete stare in
queste case? Fra trent’anni se ne parla. Forse io non ci sarò più, qualche altro
consigliere non ci sarà più, allora in quel caso forse otterrete la proprietà per i
vostri nipoti, per i vostri pronipoti. Questa è la realtà, io non ho fatto leggi, non
ho fatto leggine, non sono un giurista, glielo ho detto l’altra volta, qua l’unico
tuttologo è lei, l’unico leader politico qua dentro è lei, le auguro tanta prosperità
da un punto di vista professionale e politico, non me ne frega meno di niente. Io
ho fatto un intervento nel quale ho detto: la legge 20 ha istituito le sottozone,
quindi un decreto regionale può essere modificato da una legge regionale.
Qualcuno mi deve venire a spiegare se una legge regionale può essere
modificata o no da un’altra legge regionale e quali sono i principi di
incostituzionalità. Dalla mia ignoranza credo che una legge regionale può essere
modificata da un’altra legge regionale. Tra l’altro a quanto pare risulta che lo
Stato abbia demandato alla Regione le competenze sui beni monumentali, non
ricordo bene come è la dicitura precisa, quindi credo che la Regione abbia
queste competenze. Oggi ho detto cosa opera? Il decreto Nicolosi. Chi l’ha fatto
il decreto Nicolosi la Regione Piemonte? Berlusconi? Prodi prima di
Berlusconi? Non mi ricordo chi c’era prima. Il decreto Nicolosi è stato fatto
dalla Regione Sicilia. Ha competenze? Dottore Callari, so che non è un
avvocato, ma ha competenze la Regione per modificare una propria legge? C’è
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qualche avvocato tra il pubblico? Avvocato Arnone, ha competenze la Regione
per modificare una propria legge? E allora, quindi io ho detto questo. Sulla
scorta di questo altri hanno scritto queste demenzialità, altri hanno scritto queste
demenzialità, non io. Io non reputo per come ho conosciuto l’impegno che ci
hanno messo questi avvocati, che lei ci creda o no, non me la sono inventata,
non sono così pazzo di essermi inventato sta cosa, anche perché ho
testimonianza di altri colleghi consiglieri o forse le brucia, Consigliere Arnone,
che lei in questa vicenda non è stato coinvolto? O le brucia che questa è una di
quelle battaglie storiche che pian piano a una a una stanno cadendo? Delle sue
battaglie storiche quelle che stanno cadendo? Lei mette il vincolo di Monte
Grande, poi viene qua a dirci che lo potevano togliere, Consigliere Arnone.
Questa è la sua storia.
PRESIDENTE CALLARI – Per replica il Consigliere Arnone. (intervento
fuori microfono) Scusate, se legge il regolamento, Consigliere Galvano, lei sa
che la replica va prima degli altri interventi. Scusate, sul regolamento della
conduzione dei lavori lo decido io. (intervento fuori microfono) Questo è un
discorso vostro, è previsto nel regolamento la replica per fatto personale. Io
faccio replicare Arnone perché è previsto nel regolamento, non sono padrone di
qualsiasi attività. (intervento fuori microfono) Faccia come vuole, non ci posso
fare niente, è previsto, il regolamento prevede il diritto di replica per fatto
personale. Quando non ci sono io conduce lei i lavori, quando ci sono io c’è un
regolamento che intendo rispettare. (intervento fuori microfono) Non so se lei lo
vuole assistere, se non lo vuole assistere, non ci posso fare niente, a me il
regolamento impone anche in risposta ad altri consiglieri che si sono iscritti a
parlare che il diritto di replica si interviene immediatamente. Gli interventi sono
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successivi, la porta deve rimanere aperta, prego. È una adunanza aperta e la
porta non si chiude. Chi non vuole assistere è libero di potersi allontanare, ma io
sono rispettoso delle leggi, il regolamento per il funzionamento del Consiglio
comunale è una norma che io intendo attuare, la replica del Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Grazie, Presidente. Non si può non notare
l’anomalia, di queste proteste scomposte che si attivano quando la parola la
prendo io per fatto personale e non si attivano quando la parola la prende il
Consigliere Calabrese per fatto personale. Abbiamo con ogni evidenza due fatti,
due pesi e due misure. Però, Presidente, a me non pare che ci siano problemi di
ordine pubblico, perché 20 persone non possono condizionare un Consiglio
comunale, per cui i signori Vigili o impongono…
PRESIDENTE CALLARI – Abbassate la voce fuori per favore.
CONSIGLIERE ARNONE – Perché qui è gioco la serietà di una città, il
rispetto delle regole all’interno di una città. A me fa piacere che il Consigliere
Calabrese abbia ritenuto di chiudere l’intervento sulla vicenda dei vincoli di
Monte Grande, perché mi viene molto semplice dimostrare l’assoluta malafede
delle sue considerazioni e dei suoi interventi. E se chi protesta merita una
attenuante, la merita esclusivamente per la manifesta volontà e capacità di
instillare odio che nell’intervento che mi ha preceduto e anche probabilmente in
altri, ma certamente nell’intervento di Calabrese si è ampiamente manifestato.
Prendo atto che nessun partito politico ritiene di essere rappresentato in questo
Consiglio comunale dall’intervento di Calabrese, perché il fatto personale che io
avevo sollevato era chiedere a Calabrese, a nome di quale partito parlasse. Cioè
se le sue analisi erano frutto di sue valutazioni, elucubrazioni, emozioni,
sentimenti o erano condivise da qualche partito politico, in quanto qui dentro
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attorno a Calabrese da tempo si è creata una certa assai poco gradevole per le
regole democratiche confusione. Nessuno ha mai pensato di togliere i vincoli. Io
ho spiegato una cosa altra e diversa, mi sono assunto con Legambiente poco
meno di venti anni addietro l’iniziativa di fare mettere i vincoli sull’intero tratto
costiero agrigentino in quanto quel tratto costiero è una enorme risorsa
economica per gli agrigentini e non va devastata. I vincoli sono vincoli che
richiedono per qualsivoglia intervento che si ritiene meritevole di attuazione un
provvedimento autorizzativo. E lo ribadisco, se vi è qualcuno che vuole
realizzare infrastrutture turistiche di qualità, ecocompatibili, di una qualità
comparabile a quella bandiera del turismo agrigentino che è ad esempio oggi
Villa Atena, e che fa parte del più rinomato consorzio turistico del mondo, io
sono favorevole perché io vedo per questa terra una prospettiva economica
legata al turismo o non ai rigassificatori, ma turismo non significa, come voleva
fare un ex Sindaco, partire con le ruspe abusive e devastare un’area costiera
vincolata, turismo significa un’altra cosa, significa quello che ci propone, e
spero che non faccia cadere questa proposta l’imprenditore Moncada o
l’imprenditore Vita e su questo terreno questi soggetti quando proporranno e se
proporranno proposte di qualità, avranno il mio netto sostegno. Io non ho
compreso quali fossero le ragioni dell’ostilità di Calabrese e del volere a tutti i
costi mantenere l’unico vincolo che io ritengo debba togliersi, quello militare
nella zona di Punta Bianca, ma non ha nessuna ragione di carattere ambientale
un vincolo militare, ci è servito per evitare devastazioni del territorio, ma oggi
abbiamo altri strumenti per evitarle quelle devastazioni. E allora il punto non è
che qui agiscono lobby, perché io voglio dire: Don Rodrigo era un cattivo ma
era il più potente della sua terra. Io non sono il più potente di questa terra. Chi
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mi interrompeva diceva che sono poco più che un fallito, uno che ha come
dimensione fare politica nella sua città, che non nutre ambizioni diverse da
quelle di essere rieletto in Consiglio comunale, con grande soddisfazione, con
grande onore. Ma se sono per voi quasi un fallito, non posso essere io il Don
Rodrigo che impedisce a un Parlamento regionale di approvare norme di legge
da 25 anni a questa parte, la ragione è che probabilmente non vi era praticabilità
politica e giuridica. Calabrese mi sfidava a spiegare quale è l’incostituzionalità.
È semplicissimo, può comprarsi un qualsiasi trattato che spiega la normativa e
le pronunce costituzionali in materia di sanatoria edilizia e agevolmente
apprenderà che le regioni, nessuna regione, neanche la Sicilia ha il potere di
andare al di là con qualsiasi mezzo e criterio dei limiti stabiliti dalla legge dello
Stato in ordine alle costruzioni da ammettersi a sanatoria. Qualche lustro
addietro la Sicilia ritenne di approvare una legge che diceva che al contrario
della normativa statale che per ammettersi a sanatoria edilizia richiede che
l’edificio sia con i muri perimetrali, a meno che questi muri perimetrali non
siano stati impediti da un provvedimento giurisdizionale, la Regione siciliana
ritenne di approvare una legge che diceva: sono ammessi a sanatoria anche gli
edifici privi di muri perimetrali. Fu impugnata innanzi alla Corte Costituzionale
e bellamente annullata perché la Corte Costituzionale scrisse: “La normativa in
materia di sanatoria non può superare i limiti stabiliti dalla legge statale”. E
allora in questo caso, poiché la legge statale vieta, non ammette a sanatoria le
costruzioni in area inedificabile, una norma di legge che togliesse il vincolo a
posteriori per ammettere le costruzioni realizzate in area inedificabile a
sanatoria sarebbe palesemente incostituzionale. Fine della storia. Ma nessuno
tra l’altro si mette all’Assemblea Regionale alla testa di un simile progetto. Qui
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ci sono in gioco teoricamente 1000 – 1500 voti degli abitanti che potrebbero
essere interessati a un simile progetto di legge. È probabile che da qui a un anno
si vada a votare per l’Assemblea regionale dove c’è la preferenza. Io non vedo
nessun cornuto, scusate la mia espressione pittoresca, di deputato che è venuto
qui a tentare di accaparrarsi questi 1500 voti, perché tra il prendere in giro la
gente per tentare di accaparrarsi questi 1500 voti e fare poi pessime figure,
ormai i parlamentari hanno detto sterilizziamoli questi voti, non andiamoci
appresso, muoviamoci come se questi elettori non ci fossero, lasciamo alla
gente di carente qualità politica l’illuderli e il prenderli in giro. Allora, come
dicevo in un mio scritto oggi, Consigliere Calabrese, io ho una deformazione
antica da quando facevo l’insegnante. I voti sono da 1 a 10. Il disegno di legge
merita 1, l’iniziativa politica comunque di sollevare la questione merita la
sufficienza piena. Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca, utilizziamo
l’esperienza di questa sera per farne tesoro, per riuscire a motivare i
parlamentari agrigentini, il Presidente dell’Assemblea a risolvere questo
problema nei termini condivisibili che non fanno saltare addosso ai
parlamentari, al Consiglio comunale di Agrigento, alla città di Agrigento
l’opinione pubblica nazionale. Io la mia faccia ce la metto e non ce la metto
perché oggi ho appreso, perché neanche lo sapevo, se Calabrese porta una carta
a mia firma in ordine al coinvolgimento di Legambiente assieme all’università
in una ipotesi di museo della Valle dei Templi che non ha nulla a che vedere
con l’abusivismo edilizio della Valle dei Templi, le case abusive della Valle dei
Templi, io mi dimetto dal Consiglio comunale e non mi ricandido più. La
Legambiente ovviamente ha fatto una cosa assolutamente meritoria e
qualificante e in rapporto con l’università di Palermo nell’ipotesi di
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infrastrutturare con iniziative finalizzate a mantenere il turismo ad Agrigento, la
Valle dei Templi. Noi parliamo spesso che il turista viene con il sacchetto, con
il panino e la Coca Cola, sporca la Valle e dopo 3 ore se ne va. Quindi io dico:
bravissimo quello che pensa di fare il turismo di qualità, che fa dormire il turista
ad Agrigento, che vuole fare il Resort, bravissimo Moncada, bravissimo Vita se
mi propone cose interessanti, ma bravissima pure l’Università e bravissima
Legambiente se vogliono realizzare mostre dell’agricoltura, mostre di come
tradizionalmente si coltivava il mandorlo, l’ulivo, se vogliono organizzarmi
quindici Kolimbetre, se vogliono organizzarmi mostre fotografiche di foto
d’epoca che portano i turisti in quantità ad Agrigento e a dormire ad Agrigento.
Bravissimi. Ora Calabrese nella sua attività di mistificazione cosa tende a fare?
A presentare un interesse assolutamente culturale e lineare di Legambiente
come un interesse economico. E anche in questo caso, però, l’osservatore
neutrale pensa che sono affermazioni ridicole, perché Legambiente è impegnata
fortemente ad Agrigento da 20 anni a questa parte e affari non ne ha mai fatti
con nessuno, gestisce situazioni di carattere culturale. Andate a chiedere ad
Aragona che giudizio hanno della capacità che ha avuto Legambiente di portare
i turisti alle Maccalube. Andate a chiedete a Lampedusa notizie sulla capacità
che ha avuto Legambiente di valorizzare e far diventare una perla per il turismo
l’Isola dei Conigli, dove oggi c’è il problema di limitare gli accessi perché la
gente là dentro non ci va più e fa a gomitate, tanto è elevata la capacità di essere
collettore. E noi pensiamo con questa Amministrazione Zambuto di riuscire a
realizzare anche ad Agrigento uno sviluppo che moltiplichi i posti letto, la gente
che viene a dormire qua, la gente che viene nei ristoranti, la gente che permane
a godersi il nostro mare. Noi queste cose qua pensiamo. Veda, Consigliere
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Calabrese, le leadership politiche le attribuiscono gli elettori, poi talvolta si vuol
far finta di non comprendere quale sia la volontà degli elettori. Qui c’è stato in
questa città e nell’intero comprensorio uno scontro politico fortissimo e
durissimo tra due anime di uno schieramento politico, quello di sinistra. Da un
lato un ex Presidente della Regione con il suo gruppo, con la sua gente,
assolutamente censurabile e discutibile molto spesso per le cose che va
combinando, dall’altro il gruppo ambientalista. C’è stata una misurazione
elettorale e i numeri non lasciano dubbi, 20 a 15 e chi ha avuto il 20 non aveva
le liste a sostegno, non aveva i parlamentari a sostegno, non aveva il simbolo,
aveva però una storia corposa di impegno per la città di Agrigento. E la città di
Agrigento è generosa con chi si impegna per lei. Voi volete sapere perché
Capodicasa non si è mai candidato in Consiglio comunale? Per una banale
ragione, gli piaceva stare qua dentro, perché veniva messo in ombra, prima al
momento del voto da chi di voti ne pigliava molto più di lui, e poi al momento
dell’iniziativa politica da chi politica la sapeva fare molto meglio di lui, perché
è incredibile quello che avviene ad Agrigento. Il Sindaco di questa città lancia
un appello politicamente motivato ad allargare la Giunta a un partito politico
che ha contribuito alla sua elezione, un appello motivato presentato in un luogo
istituzionale alla presenza del Segretario regionale di quel partito, grande
clamore di stampa, l’appello è su tutti i siti, non l’ha letto l’Onorevole
Capodicasa, è distratto, non se ne è accorto, era lì, presiedeva quei lavori ma
forse pensava a Claudia Schiffer, a Monica Bellucci o non so a chi, non si è
accorto che gli hanno fatto un appello, evidentemente la distrazione è sua, ma
anche di altri, e nessuno si è accorto che ha ricevuto quel partito la proposta più
importante dell’intera storia della sinistra agrigentina da 50 anni a questa parte,
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non se ne sono accorti, che ci volete fare. Come se Paolo Rossi non si accorgeva
nell’82 di avere vinto il mondiale, pensava che gli avessero dato la coppa in
mano con il Sidol per lucidarla, non perché l’avesse vinta lui.
PRESIDENTE CALLARI – Concludiamo, Consigliere Arnone.
CONSIGLIERE ARNONE – Questo è il problema delle leadership politiche,
Cioè che gli elettori ti individuano come un punto di riferimento e anche le
istituzioni ti individuano come un punto di riferimento e ti dicono se siamo tutti
d’accordo, se ci metti la faccia anche tu, se tu pensi che sia praticabile noi ci
stiamo, la facciamo nostra. E allora, Consigliere Calabrese, non vi sono trucchi,
non vi sono minacce, io non minaccio nessuno, che è minaccia dirti prenditi un
tempo di sei mesi, se in sei mesi riesci ad estrarre con Mago Merlino, con
Giacomino, con Esterina, con chi vuoi tu, la spada dalla roccia, bene, hai fatto
una legge per gli abusivi, però se in sei mesi la spada rimane là, cioè gli abusivi
continuano a non avere acqua, a non avere fogna, a non avere manutenzione, ad
avere enormi problemi, dai spazio a chi ha qualche altra idea diversa e
probabilmente la spada dalla roccia, nell’interesse di 600 famiglie, ha i
muscoli, la credibilità, la forza, la voglia di estrarla. Ulisse, tu dici, ha
riscaldato l’arco, è possibile, vorrà dire che Ulisse aveva cervello, astuzia e
muscoli. Qui l’arco di superare queste questioni non lo ha riscaldato nessuno.
Vuoi riscaldarlo tu, riscaldalo, a me pare però che il primo momento che è
questa sera più che di riscaldamento dell’arco sia stato di congelamento
dell’arco, cioè proporre un disegno di legge regionale e non avere nessun
deputato regionale è un risultato che deve fare riflettere. Certo, chi pensa che la
politica agrigentina debba vivere di aggressioni e risse contro Arnone e chiama
a servizio permanente effettivo anche il signor Samaritano che oggi con un
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documento, la cui firma non mi sembra molto la sua, ha ritenuto di lanciare un
serie di contumelie, può essere soddisfatto di questi dibattiti. Chi ad Agrigento
pensa che sia venuto il tempo di risolvere i problemi, non può che essere
assolutamente insoddisfatto di questo dibattito. Io spero che Calabrese ce lo
dica se parlava a nome di qualche partito o se qualche parlamentare è
disponibile lunedì, martedì, mercoledì, di presentare quel disegno di legge
mettendoci la firma.
PRESIDENTE CALLARI – Basta fatti personali, vi chiedo per favore.
Consigliere Galvano, faccia questo chiarimento. Poi signora De Leo, signor
Infantino, signor Speranza e signor Mallia.
CONSIGLIERE GALVANO FRANCESCO – Presidente, non ritengo
accettabile la proposta del Consigliere Arnone che dice agli abitanti della zona
A di prendere la propria abitazione per 30 anni. Come si fa ad accettare la
scadenza di 30 anni, un uso per 30 anni? Che si fa? E quanti cittadini sono
disposti a intervenire, a mettere il proprio capitale in immobili che dopo 30 anni
potrebbero essere tolti? Poi c’è un’altra cosa, Presidente, che il Consigliere
Calabrese diceva che non è possibile. Il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici
ha sentenziato che il Consiglio comunale in occasione della delibera del PRG
fatto nel ‘78 e poi ne 2005, giusto, Presidente? C’ero io in Consiglio comunale.
PRESIDENTE CALLARI – Si, ma quella era la bozza, è stata approvata nel
novembre del 2009 e l’esecutività del Piano.
CONSIGLIERE GALVANO FRANCESCO – Quando è stata fatta la bozza
del PRG, poteva in occasione della deliberazione del PRG, il Consiglio
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comunale ha il potere e la facoltà di intervenire nella perimetria del Parco, di
restringerlo o allargarlo? Giusto, Presidente?
PRESIDENTE CALLARI – Il signor Mallia ha chiesto di parlare, ne ha
facoltà, prego.
SIGNOR MALLIA – Presidente, signori consiglieri, grazie per l’opportunità
che mi date. Non volevo intervenire, signor Presidente, però considerata la
peculiarità del discorso, non ho potuto fare a meno. Io stamattina ho preso
visione della lettera che ha scritto il Consigliere Arnone e che l’ha inviata a tutti
i parlamentari dell’ARS, unitamente ai consiglieri comunali di questa città.
Quando si scrivono certe cose, bisogna avere anche l’onestà intellettuale di
scrivere cose che sono vere. Nella lettera che porta la firma del Consigliere
Arnone ci sono delle cose che sono non vere. La mia valutazione, il mio
riferimento puntuale è quando si afferma testualmente che nella zona A,
soggetta dal ‘68 a questo vincolo di inedificabilità assoluta, questa è una cosa
falsa, non è una cosa vera. Perché non è una cosa vera? Perché il decreto che è
stato istituito nel ‘68, il cosiddetto famigerato decreto Gui – Mancini
testualmente recita: “Considerata la necessità di salvaguardare l’interesse
archeologico nazionale di detto comprensorio, ritiene l’adozione per parte
rilevante di esso “zona A” di misure di inedificabilità pressoché assoluta”.
Bene, detto questo, nel 1999 con l’articolo 25 della legge 136, questo
escamotage che ha consentito intanto di perseguire interessi personali e poi
anche è stato un salvagente che è stato lanciato in ricorso alla Soprintendenza di
Agrigento, perché per casi similari in aree sottoposte a vincolo archeologico, da
un lato veniva dato un parere, da un altro veniva negato, le stesse identiche
situazioni. Siccome c’era questa dubbia interpretazione di potere emanare questi
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provvedimenti, il salvagente è stato costituito dall’articolo 25 della legge 136
del ‘99 che recita… (intervento fuori microfono) la legge che ha fatto lei, però
lei non ha studiato abbastanza, Avvocato Arnone, e le dico perché non ha
studiato abbastanza, perché inizialmente così recita: “Le disposizioni del
decreto legge 30 luglio ‘66 590” lei non l’ha mai letto e sa cosa dice questo
decreto legge 590 del ‘66? : “Provvedimenti urgenti da adottare in favore della
città di Agrigento per il movimento franoso che si è verificato il 19 luglio
1966”. Lei parla di legittimità giuridica, di perseguire fini legali. Secondo me si
dovrebbe attivare e sin da subito a fare in modo che questa bestemmia giuridica
che è riportata nel decreto Gui – Mancini, perché è una bestemmia giuridica,
che è la seguente, che recita: “Visto l’articolo 2 bis del decreto legge 30 luglio
‘66 N. 590” è una bestemmia, perché il decreto legge 590 del ‘66 non riporta
affatto l’articolo 2 bis, perché i decreti leggi che sono emanati come
provvedimenti di urgenza non contengono elementi bis, gli elementi bis sono
calati in sede di conversione. Il decreto legge 590 del ‘66, provvedimenti a
favore della città di Agrigento, in conseguenza del movimento franoso
verificatosi il 19 luglio 1966 e parla articolo 1, articolo 2, articolo 3, articolo 4,
articolo 5, fino ad arrivare a 15, non c’è nessun articolo 2 bis. L’articolo 2 bis,
caro Consigliere Arnone, è stato calato in sede di conversione e le spiego
perché. Quando ci fu la frana il 19 luglio ‘66 il governo emanò questo decreto
legge. Il Ministro Mancini che faceva parte di quel governo nella qualità di
Ministro dei Lavori Pubblici, ha voluto che si istituisse una Commissione di
Indagine per stabilire le cause che cagionarono l’evento franoso del 19 luglio
‘66 per accertare le responsabilità di coloro che avevano appunto cagionato
l’evento franoso. Le risultanze di quella inchiesta furono devastanti. Perché
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furono devastanti? Perché la relazione Martuscelli non fu l’unica relazione,
l’unica inchiesta che fu condotta ad Agrigento per il dissesto urbanistico ed
edilizio, perché fin dagli anni pregressi, dai primi anni 60 ci furono altre
inchieste che furono condotte da vari funzionari, i vari Mignosi, Di Cara, Di
Paola, Barbagallo. Queste inchieste di cui io sono in possesso, tutte quante
puntano il dito sulla devastazione della Valle dei Templi. Siamo ai primi anni
60. La Valle dei Templi dell’Avvocato Arnone nascerà nel ’68, la Valle dei
Templi quella del ‘68. E allora che succede? Tutte queste inchieste condotte dai
vari funzionari regionali hanno messo in evidenza che La Valle dei Templi, quel
territorio compreso dalla Rupe Atenea, San Vito, via Giovanni XXIII, via Duse,
via Petrarca, via Crispi, via Manzoni, via Gaglio, via Graceffo era stata
aggredita dal cemento selvaggio con la costruzione di oltre 5 mila (...). Ma chi
erano? Chi sono stati i responsabili di quello sfregio alla Valle dei Templi?
Valle dei Templi che era stata delimitata puntualmente nel 1957 dal compianto
Griffo con l’ausilio di eminenti archeologi in tema di archeologia, Paolo Orsi,
Pirro Marconi, i quali scavando con la piccozza hanno riscontrato tantissima
fertilità archeologica entro il perimetro dei fiumi e scarsissima attività
archeologica fuori dai fiumi. Queste carte noi le abbiamo, per cui le risultanze
di quelle inchieste furono devastanti. Perché furono devastanti? Perché tra i
personaggi che hanno devastato la Valle dei Templi, ossia la zona della Rupe
Atenea, di via Giovanni XXIII con i tolli, con i palazzoni, niente poco di meno
che furono alcuni dei più alti magistrati di Agrigento, il Presidente del Tribunale
Aurelio Di Giovanni, il Procuratore della Repubblica Giovanni La Manna, il
Presidente della Corte d’Assise Guido Bellanca, il Presidente della Sezione
Civile del Tribunale agrigentino Raimondo Mormino, i quali sono tutti, non in
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modo indiretto, ma in modo diretto legati alla speculazione edilizia di
Agrigento. Ebbene, naturalmente tutti questi personaggi sapete voi, sappiamo
tutti che il reato edilizio è un reato penale. Presidente Callari, lei capisce come
queste eminenti autorità potessero subire un procedimento penale, quando le
stesse denunce pervenivano sul proprio tavolo? Cosa è che avvenne? Avvenne
che durante la conversione del decreto legge, il 21 settembre ‘66 con un
cosiddetto pizzino, perché la volontà dei parlamentari nazionali, io ho anche i
riscontri stenografici, tutti i parlamentari erano d’accordo e hanno votato che si
calasse un vincolo più forte di inedificabilità assoluta nella Valle dei Templi, a
quella data, al ‘66, perché la Valle dei Templi già c’era. L’escamotage del Gui –
Mancini nasce dopo due anni e in aperta violazione della Costituzione,
dell’articolo ‘77, perché l’articolo ‘77 della Costituzione prevede che durante la
conversione quegli atti devono essere emanati tempestivamente, mentre il
decreto Gui – Mancini nasce nel ‘68 dopo due anni. Tante di queste cose le ha
dette il Consigliere Picarella e non le voglio ripetere. Cosa operano nella
planimetria di questa Valle dei Templi? Opera un marchingegno costituito dalla
estrapolazione di una parte di Valle dei Templi, quella che faceva capo alla
Rupe Atenea, via Duse, via Manzoni, via Giovanni XXIII e con la zona A,
perché non bisogna fare confusione tra Valle dei Templi e zona A, perché sono
due cose distinte e separate, Consigliere Arnone. La zona A con la Valle dei
Templi sono cose distinte. Non bisogna fare… è come se facessimo un tritato di
carne di pesce e carne bovina e non si può fare. Ebbene, questa estrapolazione
ha consentito a quelle autorità, che ho accennato prima, di uscire indenni dal
reato penale per l’escamotage. È chiaro questo aspetto? In riferimento ad alcune
puntualizzazioni che sono state fatte nella lettera dell’Avvocato Arnone, con il
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quale in un passaggio viene riportato che ci sarebbe, qualora si procedesse a una
sorta di sanatoria delle costruzioni in zona A, ci sarebbe la rivolta o il
risentimento del mondo accademico, del mondo culturale, del mondo
scientifico. Ebbene, io dico: ma quale autorità più tecnica, più scientifica, più
autorevole dell’agenzia Icomos dell’Unesco, che nel ‘97 non è che ha adottato il
Parco archeologico, non è che ha adottato il Gui – Mancini, ha adottato l’area
archeologica e l’ha identificata con la zona A, l’Unesco, massimo organismo
internazionale in tema di archeologica e paesaggio. Gli hanno dato il Gui –
Mancini, ma lo hanno scartato, la zona A, (zone propose pour l’inscription in
zone de protection nomination aree A en protection zone), cioè praticamente
non ha adottato il Gui – Mancini, non ha adottato la zona A, ma ha adottato
l’area archeologica, la zona 1 che è stata puntualmente delimitata con il Piano
del Parco. La confusione che si fa è quando io mi riferisco ad avere
intellettualmente è proprio questa: quando si parla di inedificabilità, la Corte
Costituzionale recentemente su un ricorso proposto dalla Regione Lombardia ha
emanato una sentenza, la N. 49 del 2006. Questa sentenza fa esplicito
riferimento a delle situazioni di sanatoria che possono essere consentite e ipotesi
nelle quali non è possibile sanare. Allora, la Suprema Corte, perché dobbiamo
anche osservare le sentenze, non è che possiamo osservare solo quelle che ci
fanno comodo, ha stabilito, sancito che la sanatoria delle opere realizzate in
zona vincolata è da escludere solo se si tratta di vincolo di inedificabilità
assoluta. Il vincolo di inedificabilità relativa, che nasce con il Gui – Mancini nel
‘68, nel ‘99 d’emblèe scompare quel pressoché e diventa assoluta. Ebbene, in
area dove c’è il vincolo assoluto non si può discutere, e siamo d’accordo. Ma
dove è il vincolo assoluto nella zona A, in tutta la zona A, Consigliere Arnone?
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Il vincolo assoluto nella zona A è dove insiste tutto il complesso monumentale,
cioè l’area archeologica all’interno dei fiumi o dove è ubicato il Tempio della
Concordia, di Giunone, il Santuario Rupestre di Demetra, dove c’è il Tempio
dei Dioscuri, quella è l’area dove insiste il vincolo archeologico di
inedificabilità assoluta. Bene, la stessa Suprema Corte cosa è che dice? E non
anche nella diversa ipotesi di vincolo di inedificabilità relativa, pertanto non
tutti i vincoli sono ostativi alla sanabilità, ma sono quelli di inedificabilità
assoluta, e fa una specificazione. Consigliere Arnone, non vada via…
PRESIDENTE CALLARI – Scusi, lei si deve rivolgere al Consiglio
comunale, a me, lasci perdere di chiamare continuamente il Consigliere Arnone.
SIGNOR MALLIA – Chiedo scusa. “Pertanto la Suprema Corte, con sentenza
49 del 2006, pertanto non tutti i vincoli sono ostativi, ma sono quelli di
inedificabilità assoluta, quali ad esempio…”, fa una specificazione, fa una
declaratoria, quali per esempio i vincoli cimiteriali, aeroportuali di rispetto
stradale, i vincoli idrogeologici. Su quelli non possiamo discutere, e siamo
d’accordo. Nella zona A il vincolo assoluto non è esteso a tutta la zona A, ma è
un vincolo circoscritto all’area archeologica, come puntualmente è stato
stabilito dai lavori che il Piano del Parco ha redatto e che questo Piano del Parco
è passato da questo Consiglio comunale, però lo avete votato senza aprirlo, a
sacco d’ossa, senza capire cosa fosse contenuto…
PRESIDENTE CALLARI – Forse lei non sa che non volevano farlo passare
dal Consiglio perché non abbiamo la competenza. Allora, quando è passato da
qui, noi ci siamo attivati sulla viabilità perché era giusto che loro dicevano che
il Piano del Parco debba avere il consenso della cittadinanza.
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SIGNOR MALLIA – Il Piano Particolareggiato è un Piano Regolatore nel
Piano Regolatore Generale, per cui la competenza è sempre del Consiglio
comunale, sempre e comunque. Torniamo all’articolo 25 e concludo. L’articolo
25 così senza nessuno studio, quel salvagente che è stato buttato dalla
Sovrintendenza, dopo la circolare dell’85 del Ministero che faceva delle
chiarificazioni, il Ministero dei Beni Culturali nell’85, dopo la legge di
sanatoria, siccome le Sovrintendenze frenarono tutti, ha emanato una circolare,
nella quale circolare erano emanate le linee guida attraverso le quali potevano
rilasciare i nullaosta. Ebbene, quella circolare stabiliva che non era possibile
esercitare una discrezionalità alla legge, cosa che è stata fatta da questa
Soprintendenza, perché i nullaosta dovevano riguardare esclusivamente le aree
sottoposte a vincolo archeologico della 1089 del 39, e del 1497 del 39. La
Sovrintendenza è andata oltre, la Sovrintendenza ha sempre motivato l’articolo
2 bis decreto legge, che manco sanno leggere, perché non l’hanno mai letto,
articolo 2 bis Gui – Mancini e quant’altro. Mai il decreto Gui – Mancini non è e
non può essere un atto di archeologia e paesaggio, e vi spiego il perché. Qualora
fosse un atto di archeologia e paesaggio, doveva essere incluso e inserito nel
cosiddetto codice dei beni culturali del paesaggio e non lo è e non ci può essere.
E la ragione sta nel fatto che quello era un provvedimento sulle calamità, non
era materia di beni culturali. E comunque, qualora, ammesso che fosse stato un
atto di archeologia e paesaggio, ci doveva essere per tutti i possessori,
proprietari a qualsiasi titolo la cosiddetta notifica del vincolo, notifica che
ancora a distanza di quasi 50 anni i proprietari della zona A aspettano, notifica
del vincolo, non ce n’è notifica. Per cui ecco le ragioni per le quali il decreto
Gui – Mancini è un atto incostituzionale per le ragioni che ho detto e che non
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può essere, non può assurgere a un atto di archeologia al paesaggio, che quando
si parla di Valle dei Templi, di Parco Archeologico, zona A, dobbiamo andarci
con i piedi di piombo, dobbiamo fare una cernita degli atti. Allora, la Valle dei
Templi è una cosa, la zona A è un’altra cosa, il Parco archeologico è un’altra
cosa. Non dobbiamo fare un’accozzaglia, come viene riportata in questa nota
che si parla di vincolo assoluto per ragioni archeologiche, ambientali,
paesaggistiche. Che significa? Che senso ha? Le ragioni archeologiche sono
regolamentate dalla 1089, i vincoli ambientali sono regolati dalla legge 431
dell’85, la legge Galasso. I vincoli paesaggistici sono regolati dalla 1497 del 39,
tutte refluite nel Codice dei Beni Culturali del paesaggio. Che c’entra? Che si va
a capire? Poi si scatenerebbero montagne di proteste da tutta Italia e
probabilmente da tutto il mondo si scatenerebbero le proteste. Presidente,
qualora questo disegno di legge venisse approvato, inizierebbe il suo iter
legislativo al Parlamento siciliano, si scatenerebbero montagne di proteste da
tutto il mondo. Ma le proteste non si sono sollevate quando il Sindaco di Bari le
ha prese nel muso facendo condannare l’Italia del Punta Perotti? Il mondo
intero non si è scandalizzato quando giorni addietro i Pizzosella hanno ottenuto
il loro riconoscimento, solo per la zona A c’è questo risentimento o
pseudorisentimento, perché come ho detto poc’anzi la massima autorità
scientifica in tema di archeologica, e nessuno può disconoscerla, è l’Unesco, ha
adottato l’area archeologica di Agrigento, non la zona A, l’area archeologica e
l’ha definita A, scartando il resto, per cui non capisco quale è questo interesse,
perché se sono vere le cose che ho sentito per bocca del Consigliere Calabrese,
e allora una ragione c’è, una ragione ci deve essere. Si esclude categoricamente
l’ipotesi di sanatoria. La sanatoria è un atto dovuto, Presidente Callari, che non
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sono suscettibili di sanatoria, come ha recitato l’Alta Corte, quelle sottoposte a
vincolo archeologico, a vincolo assoluto, le altre sono suscettibili di sanatoria e
il Comune di Acireale può chiedere al suo parigrado o all’Amministrazione
attiva, sta istruendo le domande di sanatoria ai sensi della 326 del 2003. Sì,
hanno già iniziato. Non vedo perché poi si vede l’acquisizione degli immobili
abitati al patrimonio dello Stato, l’acquisizione. Sapete voi che ai sensi di
un’altra sentenza che discende da un dispositivo della CEDU, Commissione
Europea dei Diritti Umani, una volta si diceva c’è un Tribunale a Berlino; ora
non c’è più a Berlino, c’è a Strasburgo ed è un bel Tribunale, e io sono certo,
sono sicuro che qualora politica, il legislatore non fa nulla, non potesse fare
nulla, il riconoscimento noi lo otterremo lì e lì sì che rideranno, rideranno anche
i marziani, quelli che sono su Nettuno e su Saturno, altro che ridere i siciliani,
gli italiani e tutto il mondo, Avvocato Arnone. Mi avvio alla conclusione.
Voglio anche lanciare un messaggio di supporto e di convincimento, perché
questo disegno di legge, checché ne dica qualcuno, perché a mio avviso deve
approfondire pochi studi, ha tutti i piedi per camminare ed è supportato anche
giuridicamente, per cui inviterei i parlamentari regionali a sottoscrivere questa
iniziativa perché è una iniziativa che finalmente costituisce la definizione di
questa annosa vicenda. Si chiude una ferita, perché le ragioni per le quali nasce
il Gui – Mancini io le ho dette, ormai sappiamo tutti quali sono state le ragioni.
E oggi chi vuole difendere le ragioni di chi ha mortificato l’unica Valle dei
Templi… Presidente Callari, Valle dei Templi ne abbiamo una. E sa perché ne
abbiamo una? Perché quella Valle dei Templi del ‘57 oggi è ancora vigente,
qualcuno può prendere nota, all’articolo 157, comma 1, lettera B e C, decreto
legislativo 42 del 2004. Quella è ancora in auge, ancora vigente. Però io dirò
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una cosa dirompente, però qualcuno può andare a verificare, chi ha carta e
penna può prendere nota. Le prescrizioni del Gui – Mancini oggi sono decadute
perché la legge in forza alla quale era stato adottato, la 749 del 28 settembre
1966 è stata espressamente abrogata il 6 agosto 2008. Con successivo decreto
legislativo emanato il 1 dicembre 2009 N. 179, è stata ancora una volta ribadita
che la norma, la 749 del ‘66 è stata espressamente abolita. La parola
espressamente ha un significato notevole. Qualcuno che è del diritto capisce che
significa espressamente abrogata, perché ha dispiegato tutti i suoi effetti, perché
era un atto sulle calamità, mentre il resto degli atti che ad essa sono conseguiti,
ormai sono stati travolti dall’effetto abrogativo di questa legge che ho testé
citato. Allora, concludendo, io auspico, considerato che oggi c’è stato questo
ammutinamento, lo chiamo io, dei parlamentari, motivati per ovvie ragioni di
lavoro parlamentare, l’invito che rivolgo io è quello di costituire unitamente
all’Amministrazione attiva una delegazione che possa recarsi a Palermo,
incontrare i parlamentari agrigentini e sulla base di questa deduzioni, che non
sono fantomatiche, sono deduzioni che hanno i supporti giuridici, questi sì lì
hanno i supporti giuridici, altri hanno pseudosupporti giuridici basati sul fumus,
cioè sul nulla. Allora, in conclusione io l’invito che rivolgo è proprio questo, di
attivarsi. Grazie per l’opportunità che mi avete dato e buonasera.
PRESIDENTE CALLARI – Grazie a lei. Signora De Leo, prego.
SIGNORA DE LEO – Vorrei per prima cosa ringraziare il Sindaco e il
Presidente Callari per questa opportunità. Noi è da un anno che come Comitato
della zona A seguiamo questa bozza di legge e in questi anni abbiamo studiato.
Infatti chi mi ha preceduto, il nostro concittadino Mallia, diamogli merito, si è
informato e ha fatto tante ricerche per arrivare a oggi. Il tema di oggi dell’ordine
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del giorno era quello di portare alla Regione questa bozza di disegno legge.
Purtroppo sono arrabbiata, come lo sono tutti, è una vergogna perché i nostri
deputati ci hanno dimostrato di essere tanti Don Abbondio, come avevo detto
prima, che sono vigliacchi. Questo noi ce lo ricorderemo, però spero di essere
smentita come hanno detto all’inizio i nostri consiglieri, che ognuno di loro si
farà portavoce presso il proprio onorevole e che da lunedì si attiveranno in
modo chi si possano incontrare alla Regione davanti al Presidente Cascio. Io mi
sento veramente mortificata perché questa sera questa seduta è stato uno
schiaffo e una vergogna, mancanza di rispetto verso il Presidente del Consiglio
che ha invitato i nostri deputati, e presso il Sindaco e tutto il Consiglio
comunale che rappresenta la città. Questo è un problema che non riguarda solo
la zona A, riguarda la città. Siamo stanchi, e questa volta siamo supportati dagli
avvocati della Regione, noi siamo convinti di avere ragione. Quindi il
Consigliere Arnone, mi dispiace, perché io l’altra volta, nell’altro Consiglio
comunale avevamo fatto quasi pace, però lei continua a dire che ce la vuole
dare per trent’anni. Perché, invece, visto che è così intelligente, io la reputo una
persona intelligente e anche capace come avvocato, perché invece non se la
intesta lei questa causa e ce la lasci non solo per trent’anni, ma ci lasci la
proprietà per sempre, perché io non vorrei venire qua a ottant’anni, visto che
siamo quasi coetanei, di nuovo fra trent’anni a ribattere, a continuare sempre la
stessa storia. Poi non capisco perché se ci lascia la proprietà è incostituzionale,
se ce la dà per trent’anni, invece è una cosa fattibile. Io sono ignorante, sono
laureata in lettere e quindi la letteratura l’ho studiata come lei e quindi le
rinnovo e le porgo la mano, se lei se la merita, di andare avanti. Basta, non
vogliamo sentire più nelle sue interviste sempre la vecchia diatriba con l’ex
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Sindaco Sodano. Siamo tutti stanchi, la città non vuole essere più divisa. Le
ricordo che lei è semplicemente un consigliere comunale. Adesso tutti gli altri
consiglieri e tutti i deputati, se non hanno scheletri nell’armadio, devono
dimostrare il proprio coraggio e andare avanti, perché ricordo che fare la
politica significa governare per il bene della città, perché i nostri deputati sono
stati eletti da noi e questo ce lo ricorderemo alle prossime votazioni. Non è un
ricatto questo ma è una presa di atto. Quindi rinnovo gli auguri a tutta la
deputazione e do l’invito ad avere coraggio e a finire una volta per sempre e
risolvere questo problema. Grazie a tutti.
PRESIDENTE CALLARI – Signor Infantino, prego.
SIGNOR INFANTINO – Signor Presidente, la ringrazio per avermi concesso
di parlare e grazie anche a tutti i presenti. Innanzitutto come già ha espresso il
Sindaco, esprimo anche io di rito il mio rammarico per la latitanza dei deputati
regionali, perché l’argomento di oggi era abbastanza importante a mio
modestissimo giudizio. Ed è importante, come ha detto qualcuno che mi ha
preceduto, in particolare il Consigliere Hamel, che ha parlato di intoccabilità
della zona A. Questa intoccabilità, che è un termine abbastanza sinistro perché
può essere assimilabile a qualcosa di tristemente più famoso, di cui la nostra
Regione è famosa in tutto il mondo, è un problema, come ha detto il Consigliere
Arnone che ha parlato prima, è un problema che appesantisce la vita della città,
eccome l’appesantisce. Io per far capire, per essere più semplice e per andare
subito nel problema, preferisco portare due esempi molto semplici: contrada
Pezzino. Stante la legge attuale, la legge N. 20 del 2000 e l’approvando Piano
del Parco che è in approvazione alla Regione, al proprietario di un terreno, e
non di una casa, è vietato alterare il profilo naturale del terreno oppure la
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tranquillità dei luoghi, mentre sopra la sua testa ci sono un enorme viadotto,
enormi pilastri e tutto il pendio di Pezzino è scardinato da enormi pilastri. Non
parliamo della Necropoli ridotta come è e che tutto il mondo, Consigliere
Arnone, osserva attraverso le mappe di Google le condizioni in cui lo Stato da
40 anni vilipenda un bene dello Stato. Secondo esempio: tutti noi per visitare la
Valle dei Templi dobbiamo pagare un biglietto. La legge 20 concede ai
proprietari che sono nella zona archeologica di poter continuare a usare la loro
casa come abitazione e chi ha un albergo addirittura di farne un albergo, con il
risultato che abbiamo nella valle una disparità di trattamento, un turista o io
semplice cittadino devo pagare il biglietto per entrare e ci sono delle persone
che hanno le abitazioni nell’area archeologica che possono entrare quando
vogliono, vedere i templi anche di notte, biglietti che ai comuni mortali come
noi costa anche 600 euro, visto le tariffe che sono pubblicate nel Parco,
addirittura un albergo che il Consigliere Arnone ha nominato, nominandolo
come esempio fulgido di rispetto dell’ambiente, l’Hotel Villa Athena, ha
costruito una piscina che fino ad adesso non ha tirato evidentemente le
attenzioni della sua associazione, circa lo scempio paesaggistico che comporta
questa piscina a 170 metri dal Tempio della Concordia, più altre che sono
presenti all’interno del perimetro dell’antica città greca. Orbene, questi due
esempi mostrano la completa, e mi assumo qui la responsabilità di quello che
dico, violazione di principi fondamentali della costituzione che la legge 20 porta
con sé. Secondo aspetto: e qui mi riallaccio a questo quadro idilliaco che ci ha
proposto il Consigliere Arnone, prendete o lasciate, accomunandoci alle sorti di
uno stabilimento. La esorto, Consigliere Arnone, che la Valle dei Templi non è
un centro commerciale né può essere, stando l’attuale legge, ridotta a un
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colabrodo di bed end breakfast, alberghi di tutti i tipi. La legge 20 stabilisce una
cosa sacrosanta e la legge stessa si contraddice, per questo dicevo prima che
viola molti principi fondamentali della Costituzione, perché da un lato ritiene la
zona 1 area archeologica, la definisce all’articolo 3 zona di riserva integrale,
significa dove non è permessa la presenza dell’uomo in maniera stabile; in un
altro comma dello stesso articolo la legge 20 consente addirittura la
ristrutturazione delle case. Orbene, questi due aspetti, queste due contraddizioni
della legge 20, li ho portati alla vostra attenzione perché riportano
all’argomento di questa sera, cioè a dire, come ha già detto Mallia per alcuni
aspetti, l’aspetto più grave di tutto questo, della violazione dei diritti
fondamentali, io non voglio essere lungo, ma c’è un aspetto importantissimo
che tutti hanno sottaciuto fino ad adesso, e che parlo di quella intoccabilità di
cui accennava lei, Consigliere Hamel. La legge 20 ha reso intoccabile un aborto
di decreto che era quello del Gui – Mancini, adesso spiegherò il perché era un
aborto, grazie a che cosa? All’insipienza di un DPRS, sarebbe il decreto del
Presidente della Regione del ‘91, il quale l’ha tout court preso come tale, come
confini, senza fare nessuna analisi, senza vedere che era un decreto
emergenziale, così come è l’ha fatto suo, dichiarando la zona A, il decreto del
Presidente del ‘91, come area di inedificabilità, non precisata se assoluta o
pressoché assoluta. Orbene, questo fatto di rendere intoccabile una cosa, ma
qualcuno alla Regione e le associazioni ambientaliste a cui sta tanto a cuore le
sorti del nostro territorio, si sono preoccupate fino ad adesso di vedere se i
decreti Gui – Mancini sono stati fatti con quella scientificità che richiedono le
linee guida regionali per istituire un Parco. Ora io invito, e qui ci sono le carte,
il Consigliere Arnone e anche tutti coloro a cui stanno bene le sorti del nostro
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patrimonio monumentale, di andarsi a guardare il decreto del Presidente del ‘91.
Il decreto cita uno studio sulle visuali eseguite e commissionate dalla
Sovrintendenza stessa, studio nel quale il curatore, l’Architetto Lucio Trizzino,
quello che ha restaurato il Tempio della Concordia, stabilisce che questo studio,
pur essendo stato eseguito con criteri tecnici, non è esente da condizionamenti
politici. Ora, domanda: è peccato, è grande rammarico che questa sera non c’è
nessun deputato regionale, è possibile mai che un Presidente della Regione che
legga questo studio, non si renda conto dei condizionamenti politici che sono
palesi, cioè a dire ci sono delle zone visibili che sono state classificate B, C e D,
e che queste zone sono solo in una determinata parte. Ora qualcuno ci deve
spiegare la scientificità di quel decreto, ci deve spiegare l’intoccabilità voluta ad
arte da qualcuno probabilmente o da gruppi di poteri che da 30 anni, da 40 anni
a questa parte non vogliono toccare quella situazione. Questa lesione di diritti
fondamentali, perché eseguire e apporre un divieto di inedificabilità deve essere
fatto con la massima scientificità, non si può apporre un vincolo con estrema
leggerezza, apponendolo a 300 metri dal confine dalla zona di via Graceffo, dal
quartiere Ellenistico Romano sono appena 300 metri lo stadio. E in altri punti
come a Maddalusa 2500 metri dal confine delle mura, dai monumenti, questo è
un arbitrio. Adesso tutto il mondo vede questo arbitrio. E come lo vede? Lo
vede con le mappe di Google. Vede gli scempi. Io invito tutti, vi esorto a
guardare attraverso Google la Necropoli di Pizzino, un bene dello Stato come è
ridotto e la contraddizione che sia il decreto del Presidente della Regione nel
‘91, sia che la legge 20 non parlano della devastante presenza di questa opera
faraonica sopra un bene dello Stato. La legge 20 del decreto del Presidente del
‘91 non parla dell’enorme sbancamento di Maddalusa. Nel decreto del 68 Gui –
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Mancini che autorizzava le due strade, sia il viadotto, il decreto 68/71 mi
correggo, sia Maddalusa, diceva che doveva essere salvaguardato al massimo il
sottosuolo. Io mi chiedo, Consigliere Arnone, lei che l’ha presentato per anni, è
stato anche Presidente di Legambiente, se questo è un modo di salvaguardare al
massimo il sottosuolo, vedere un tratto della Necropoli di Pezzino devastata dai
due blocchi di testa dei due tratti del viadotto. E come mai la sua associazione
che lei ha presieduto da 30 anni, da 40 anni, da quando è stato fatto questo
viadotto non ha mai protestato per questa gravissima violazione, non di un
decreto, signori, non di un decreto quello del Gui – Mancini dell’articolo 9 della
Costituzione, che tuttora la legge 20 si è messa sotto i piedi, perché la legge 20
non accenna a questo, dichiara una zona archeologica senza capire, perché io
vorrei sapere: i signori deputati peccato che non sono presenti, ma sarà mia cura
fargliela avere per via posta, personale, a tutti i consiglieri come sia possibile
che si istituisca un Parco nel 2000, novembre 2000 e non si faccia menzione di
queste due gravissime anomalie. Quindi, il quadro costituzionale a cui
accennavo, il rispetto di principi costituzionali a cui accennava il Consigliere
Arnone è del tutto mistificatorio e di parte, perché proprio lui che l’ha detto,
l’ha confessato che è stato l’interprete, il promotore della famosa legge 22, forse
al Consigliere Arnone sfugge che le sottozone B, C, D ed E dell’ex Gui –
Mancini sono state dichiarate dal decreto del Presidente della Regione del ‘91
aree di complemento e di rispetto di un Parco. Queste aree ad oggi non ci sono
più, ma non lo dico io, lo dice il Piano del Parco approvato, adottato nel 2008
dall’ente Parco. Nel Piano del Parco c’è scritto che in queste zone l’edificazione
e lo stato in cui versano queste zone è irreversibile. Qualcuno mi deve spiegare,
qualche scienziato illuminare di giurisprudenza, se queste siano zone di
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completamento e di rispetto citate all’articolo 2 della legge 20. Che senso ha?
Qualcuno me lo spiega che senso ha? Qualcuno mi deve spiegare che senso ha
fare e dire a coloro che hanno la casa abusiva nella zona A, o fate così oppure
no, come appunto ha sottolineato qualcuno che mi ha preceduto, come se la
esistenza stessa di una casa abusiva non fosse un ostacolo. Io, Consigliere
Arnone, ho fatto per quindici anni il membro di una Commissione ministeriale e
non ci rimetto la faccia per certe cose. Io seguo una linea, un principio, se una
cosa è abusiva deve essere demolita. Se non lo è, deve stare in piedi, deve avere
tutte le garanzie costituzionali. Se è una zona archeologica, una piscina non può
essere costruita e non può stare nel silenzio assoluto da parte di tutti, dei media.
Stamattina leggo qua sul La Sicilia una cosa vergognosa: Parco, torna la
polemica, Consiglio comunale aperto per rilanciare l’ipotesi di restringere i
confini. A parte la mistificazione qui non siamo nell’ordine del giorno della
legge da restringere i confini del Parco. La proposta di legge, pur perfettibile,
pur migliorabile in tantissimi suoi aspetti, non aveva certo questo modo.
Qualcuno ovviamente avrà dato delle informazioni inesatte e mistificatorie alla
stampa che non sono accettabili. E mi avvio alla conclusione, chiedendo ai
consiglieri presenti, peccato che la maggior parte sono andati via, di perseguire
su questa strada non per risolvere un problema dell’abusivismo ma per
ripristinare la legalità, perché la legalità non deve essere un concetto astratto,
buono solo per appenderci i fazzolettini come sull’albero di Falcone. La legalità
è qualcosa di quotidiano, il rispetto quotidiano, continuo di ogni giorno e vale
per tutti. Non ci può essere una disparità di trattamento. I principi fondamentali
della Costituzione non si possono mettere sotto i piedi in questo modo. Qui non
c’è l’abusivismo, il problema di 1500 voti che bisogna a tutti i costi cercare di
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mediare, qua dobbiamo, voi soprattutto, perché noi siamo semplici cittadini,
fare in modo che quei caproni della Regione, dico caproni perché lo stesso fatto
di non essere venuti qua si rendano conto delle limitatezze, delle estreme
incapacità che ha la legge 20 di gestire questo Parco, perché stando così le cose
si sta trasformando in una Gardaland, tutti i ruderi stanno per essere ristrutturati,
addirittura con pilastri in cemento armato. Qualcuno se ne è accorto di questo.
La legge prevede la restituzione degli edifici, ma non di rifarlo di sana pianta,
con tutte le strutture in cemento armato, a 300 metri da un tempio, in una zona
sacra, non ho sentito io da 3 anni a questa parte nessuna protesta da parte di
nessuna associazione per questo scempio legalmente esistente, probabilmente il
legalmente esistente che è stato inserito da quel gruppo che vuole intoccabile il
decreto Gui – Mancini, trae linfa da molta… da quello delle cronache che ha
fatto Mallia, da quel gruppo di potere che non vuole assolutamente che si tocchi
qualcosa, in modo che continuino a fare quello che vogliono, in modo tale che
chi ha un rudere nella Valle dei Templi, lo possa ristrutturare e farne un albergo.
Aggiungo una cosa, il decreto Gui – Mancini non prevedeva la ristrutturazione e
il cambiamento di destinazione d’uso, la legge 20 consente il cambiamento di
destinazione d’uso, significa che io nell’area archeologica posso fare pure
un’autorimessa. Ho concluso, grazie.
PRESIDENTE CALLARI – - Signor Speranza, prego.
SIGNOR SPERANZA – Presidente, grazie, sarò breve. Io volevo chiarire con
l’Avvocato Arnone quando dice che la maggior parte della gente è rimasta a
casa perché la pensa come la pensa lui, con il discorso di accettare di avere
ancora per 30 anni le case e non la pensa come la pensa il Consigliere
Calabrese. Voglio puntualizzare all’Avvocato Arnone, ad onore e verità, che la
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gente non è presente e dorme sonni tranquilli perché la pensa proprio come dice
il Consigliere Calabrese. A questo debbo aggiungere, caro Presidente, che
quello che è successo stasera con l’assenza dei deputati è stata una cosa molto
grave, ritengo che è stata una cosa molto grave. Io mi auguro che questa assenza
veramente sia giustificata, perché se così non è, è una offesa per l’intera
Amministrazione, per lei, Presidente, per i capigruppo, per tutto un Consiglio
comunale, perché se queste cose stanno andando avanti per come stanno
andando avanti, c’è stato il parere positivo alla massima con il voto di 29
consiglieri comunali e, ripeto, mi auguro che questi signori deputati…
veramente la loro assenza sia giustificata, perché così come è, se non dovesse
essere così, se mi consentite di fare una battuta, non solo l’Amministrazione
comunale, tutta l’Amministrazione comunale, dall’A alla Zeta, da questi nostri
deputati non è stata cacata, scusatemi se dico questa frase, ma è così. Pertanto io
la prego, signor Presidente, visto che già ci ha preceduto il signor Sindaco,
perché anche lui era nervoso stasera, era un po’ arrabbiato perché non l’ha presa
bene, come non l’abbiamo presa tutti tanto bene. A partire da questa sera di dare
un indirizzo affinché se Maometto non è andato alla montagna, sia la montagna
ad andare da Maometto o viceversa. Fare in modo di raggruppare tutti i
capigruppo, lei, Presidente, con in testa il Sindaco e una delegazione degli
abitanti della zona A, perché si vada a sistemare una volta e per sempre questo
nostro problema, perché a tutto quello che ha detto il Consigliere Calabrese noi
ci crediamo, perché però è che vi sono tanti avvocati, ma non andiamo a
scherzare quando si parla con deputati che rappresentano l’Assemblea regionale
che si va a dire che questi non sono avvocati se dicono quello che dicono, ma
potrebbero sembrare avvocatucci. Quelli sono avvocati e sono avvocati con le
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borse grosse, no con le borse piccole, con le borse grosse. Pertanto io concludo,
però dovrei ancora fare una domandina a lei, signor Presidente, giorni fa nel
seguire un Consiglio comunale, sentivo l’Avvocato Arnone che lamentava che
molti consiglieri comunali alla chetichella se ne vanno. Ora io vorrei capire,
siccome stasera sono arrivato alle 5 e il Consiglio comunale è iniziato alle 6 e il
Consigliere Arnone è arrivato alle 8 e un quarto, con due ore e un quarto di
ritardo, lui percepirà questo gettone monetario? Perché lui dice che questi sono
soldi della gente agrigentina. A lui andrà tutto intero questo gettone o sarà
ridotto? Grazie Presidente, grazie…
PRESIDENTE CALLARI – Andiamo sulla tematica posta all’ordine del
giorno. Io ritengo che fino a quando occuperò questo ruolo, porterò avanti non
situazioni personali bensì delle tematiche votate da questo Consiglio comunale.
Quell’ordine del giorno dell’ottobre 2009 mi stimolava ad attivarmi fuori da
queste mura affinché la politica regionale venisse a conoscenza della volontà di
questo Consiglio comunale a maggioranza degli eletti all’unanimità dei
presenti. Quindi il mio ruolo non è un ruolo individuale, ma è un ruolo che mi
rispecchia nella volontà del Consiglio comunale, che è la volontà della
cittadinanza, che è espressione della cittadinanza. Ebbene, quando mi sono
recato a Palermo, non sono così sprovveduto da andarci da solo tipo Totò e
Peppino con la valigetta, bensì ci sono andato con i giusti appoggi politici e non
sono così sprovveduto da andarci da solo. Il mio rapporto personale di fiducia,
di stima, che io ho fino a oggi conseguito con il Sindaco, mi ha portato a
coinvolgerlo nel progetto, anche perché lui era presente nella seduta
dell’approvazione di quel famoso ordine del giorno. È con lui che ho lottato e
ho portato avanti le tematiche. È stato lui che ha chiesto la collaborazione
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dell’Ingegnere Di Francesco con un’ape di carta affinché ci confrontassimo con
i legali, e quando io, penso come tanti altri possono avere dei limiti nella
comprensione di determinate tematiche, cosa che è successo qua dentro, ritengo
che molti cittadini che ci vedono alla televisione hanno manifestato dubbi,
perplessità, tante leggi, tanti riferimenti perché è una materia molto tecnica, mi
sono affidato a coloro che mi hanno dato questo consulto legale che è l’ufficio
legislativo della Presidenza, dell’Assemblea regionale. Quando viene fuori un
testo di legge, e lo stesso Presidente della Regione aveva difficoltà a
convogliare prima di una seduta un testo, perché io all’inizio della seduta ho
detto: questo è un testo di legge, sicuramente va discusso dalla deputazione, va
rivisto, va migliorato, va perfezionato, va emendato; siamo aperti purché si
porti avanti la volontà del Consiglio comunale se rispecchia i termini di legge.
Ciò che non rispecchia i termini di legge non ha le gambe per camminare. Di
fronte a questa iniziativa quando a me viene dato la bozza di legge a gennaio e
ritengo che era semplicemente un attestato di stima del Presidente Cascio
affinché mi dimostrasse che il lavoro era stato fatto e c’era la difficoltà a riunire
tutta la deputazione, non sono ancora più sprovveduto nell’indire insieme con i
capigruppo, che non sono sprovveduti anche loro, un Consiglio comunale con
il rischio che la deputazione non venisse. Io ho una predisposizione
all’ottimismo. Io ritengo che dopo questa seduta proficua, utile, domani la
deputazione sarà molto più attenta, sentirà le ragioni, gli daremo la stenotipia di
tutta la registrazione, in modo che possano interessarsi fattivamente. Voglio
essere propositivo e ottimista, dopo questa seduta del Consiglio comunale. Ve
ne parlavo prima a voi dicendo: anche se non viene nessuno, sappiate che non è
un insuccesso, è un modo come ognuno esprime la propria volontà, la propria
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situazione, quello che pensa, e domani vedrete che questo interessamento verrà
ricompensato con una maggiore attenzione su questa problematica, con tutte le
ragioni che ho qui sentito. Io la posso pensare come Consigliere comunale in un
modo e voto un ordine del giorno, ma come Presidente ascolto tutte le voci
affinché si portino in un tavolo e domani io sono pronto, come diceva il
Sindaco, ad andare nelle sedi regionali a fare valere le nostre ragioni e a
stimolare maggiormente, dopo questo “insuccesso”, che non è un insuccesso, la
deputazione regionale agrigentina su questa tematica. Io dico che è stato un
ottimissimo Consiglio comunale, abbiamo dato spazio a tutti di parlare. Di
questo ve ne ringrazio perché ripeto quella cosa che sempre abbiamo detto: noi
abbiamo la forza, e io sono andato più volte, e voi lo sapete, a Palermo per
appuntamenti, poi per portare una carta, dove si dice che la presenza è potenza.
Mi ha affiancato, ci siamo affiancati insieme, il Sindaco si è adoperato per
portare avanti queste tematiche. Sappiate che da questo punto di vista siete in
buone mani, dobbiamo semplicemente sensibilizzare, stimolare, ognuno con i
propri ruoli, la deputazione, affinché la volontà degli agrigentini possa
diventare una legge. Vi ringrazio a tutti. Buonanotte.