Competitività, Imprese, Internazionalizzazione AISMdef

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    Interventi di Paolo Verri, Filippo Giabbani, Ivano Canteri, Soichiro Takashima, Daniele Di Santo, Giorgio Gandellini, Aldo Viapiana, Aniello Franco, Daniele Rutigliano, Ivan Rizzuto, Simone Martini, Andrea Riccardi, Maurizio Mioli, Andrea Albinati

    Con unintroduzione di Franco Giacomazzi

    Gruppo di Lavoro, Competitivit, Imprese, Internazionalizzazione

  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    Indice del volume

    P. 4 INTRODUZIONE Franco Giacomazzi, Past President e consigliere nazionale e consigliere scientifico AISM

    SEZIONE I - ALLA RICERCA DELLA COMPETITIVIT: STRATEGIE TERRITORIALI E SVILUPPO INTERNAZIONALE DEI SISTEMI

    P. 8 ITALY, FOREVER OLD? Paolo Verri, Direttore Fondazione Matera Basilicata 2019

    P. 13 SQUILIBRI E DISALLINEAMENTO DELLA BRAND EQUITY: QUANDO IL MARCHIO LOCALE NON INCONTRA IL TARGET Filippo Giabbani, Executive Director Trade and Investment Toscana Promozione

    P. 16 LE CITT METROPOLITANE: UNA RIVOLUZIONE DEL MARKETING TERRITORIALE? Ivano Canteri, Senior Consultant, Marketing Territoriale, Attrazione di Investimenti e internazionalizzazione

    P. 20 POLITICHE DI PROMOZIONE DEL TERRITORIO ALLESTERO: IL CASO FUKUOKA Soichiro Takashima, Sindaco della Citt di Fukuoka, Giappone

    P. 22 TERRITORIO ECONOMICO E PROIEZIONE INTERNAZIONALE DEI SISTEMI DI IMPRESA: FOCUS SULLESPERIENZA ITALIA-GIAPPONE Daniele Di Santo, Presidente Di Santo Consulting e Japan Italy Economic Federation, Giappone

  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    SEZIONE II - IMPRESE, STRUMENTI E PAESI: ALLA RICERCA DI NUOVI PERCORSI DI COMPETITIVIT

    P. 25 UNO STRUMENTO DIAGNOSTICO E DI SUPPORTO ALLE DECISIONI DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI Giorgio Gandellini, Adjunct Professor di Management Strategico, Universit di Roma Tre, consulente di marketing strategico

    P. 31 LE STRATEGIE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE

    Aldo Viapiana, business strategist, Adjunct Professor Analisi dei mercati internazionali Universitas Mercatorum, Roma

    P. 37 SCENARIO ECONOMICO MONDIALE ED OPPORTUNIT DI INTERNAZIONALIZZAZIONE PER LE PMI Aniello Franco, Consulente comunicazione di marketing

    P. 40 L'E-COMMERCE E L'INTERNAZIONALIZZAZIONE Daniele Rutigliano, CEO Aproweb

    P. 43 CINA OPPORTUNIT DIGITALI Ivan Rizzuto, Studio Rizzuto & Partners

    P. 46 LANALISI DEL MERCATO DELLA PRODUZIONE DI CALZATURE IN SUDAFRICA Simone Martini, world-wide sales & mktg manager Serafini srl

    P. 50 PROCESSI DI IMPLEMENTAZIONE DELLEXPORT NEL COMPARTO LEGNO ARREDO DESIGN LUSSO Andrea Riccardi, esperto di processi di implementazione export

    P. 54 LAGENZIA DI COMUNICAZIONE DIVENTA GLOBALE: IL CASO SUDLER & HENNESSEY Maurizio Mioli, CEO Gruppo S&H Italia

    P. 57 LEXPORT E LINTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI: STATO DELLARTE E SERVIZI A SUPPORTO DEL RILANCIO Andrea Albinati, Project & change manager Socit Gnrale

    P. 61 RINGRAZIAMENTI

  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    INTRODUZIONE

  • INTRODUZIONE

    di Franco Giacomazzi

    Alcune recenti ricerche, da piu fonti (Istat, Unioncamere, Banca d'Italia),

    evidenziano i fattori che hanno consentito a molte imprese italiane di superare

    indenni la crisi economica iniziata nel 2008, o addirittura di migliorare le proprie

    posizioni competitive.

    Tra questi fattori spicca linternazionalizzazione, la capacita di affrontare

    strategicamente mercati e territori esteri quando non addirittura il mercato

    globale.

    proprio con questa visione che AISM Associazione Italiana Sviluppo Marketing ha

    voluto offrire alle Imprese, Istituzioni, Manager e Professional che operano nel

    marketing questa pubblicazione.

    La valorizzazione dei territori e un tema importante per lo sviluppo delle

    economie. Si puo dire che sia il tema che occorrera affrontare nei prossimi anni,

    specie nel quadro che si prospetta di economie a basso tasso di crescita che

    richiedono, come fa rilevare Kotler nel suo ultimo libro, un approccio di marketing

    non tradizionale mettendo a dura prova la creativita dellimpresa.

    La sfida e riuscire a comprendere, e di conseguenza agire per conquistare,

    mantenere o sviluppare un ruolo significativo, nei complessi rapporti che

    caratterizzano le filiere internazionali, in special modo quelle che rappresentano i

    settori del futuro.

    Questo e-book non ha la pretesa di fornire tutte le risposte a tale serie di complessi

    problemi, ma ci si augura che esso possa rappresentare un inizio di possibile

    percorso, attraverso esperienze concrete di Associati AISM

    L'e-book e strutturato in due parti: la prima concentra l'attenzione sui Territori, la

    seconda sulle Imprese.

    La prima sezione inizia con un interessante excursus di Paolo Verri, Direttore di

    Matera 2019 su come i territori siano diventati, in Italia, occasione di sviluppo non

    solo culturale ma soprattutto economico a partire da una loro gestione pianificata

    in una logica stringente di marketing territoriale, dal rilancio dell'area

    metropolitana torinese a partire dal 1998 fino alle prossime occasioni celebrative

    dei territori, da qui al 2024.

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    Filippo Giabbani, dirigente di Toscana Promozione, evidenzia per una regione

    forte in termini di marchio, i pericoli di squilibrio e disallineamento della brand

    equity quando il marchio locale non riesce a incontrare il target, e propone qualche

    intervento correttivo.

    Il nostro associato Ivano Canteri introduce, nel tema del marketing territoriale, il

    nuovo soggetto della citta metropolitana; evidenzia come, nel futuro, il prodotto

    territoriale inteso come l'identita del territorio e delle sue imprese, dovra

    concentrarsi su pochi obiettivi perseguibili, sull'analisi attenta della domanda

    globale, per la definizione di un'offerta semplice e coerente.

    Il Sindaco di Fukuoka, la piu importante citta del Sud-Ovest del Giappone,

    Takashima-San, ci racconta come la sua citta abbia giocato la carta della vivibilita

    nella competizione internazionale, riuscendo, con una precisa strategia di

    marketing del territorio, a diventare una citta con un elevato numero di start-up,

    nel contesto giapponese, che e caratterizzato dal progressivo invecchiamento della

    popolazione e della societa .

    Daniele Di Santo, Presidente della Japan Italy conomic Federation, amplia la

    panoramica sul caso Giappone e offre interessanti riflessioni sul ruolo del

    posizionamento e la necessita di un approccio strategico pianificato per affrontare i

    mercati internazionali.

    La seconda sezione dell'e-book riporta una serie di interessanti esperienze e

    metodologie degli Associati AISM sui vari aspetti dell'internazionalizzazione delle

    imprese.

    Con continuita ideale rispetto ai contenuti della prima sezione Giorgio Gandellini

    presenta un utile strumento di diagnosi sul modo in cui limpresa affronta i mercati

    internazionali, per minimizzare il rischio di iniziative poco efficaci.

    Aldo Viapiana passa in rassegna le possibili strategie di internazionalizzazione,

    evidenziando quali sono i passi da compiere, i possibili limiti e come superarli;

    conclude quindi con una serie di esperienze concrete di successo perche basate su

    solide scelte di marketing.

    Aniello Franco concentra l'attenzione su un particolare mercato, quello del

    Kazakistan, e ne illustra le principali caratteristiche.

    Daniele Rutigliano illustra le modalita di approccio ai mercati internazionali

    tramite l'e-commerce e quali accorgimenti di marketing si debbano adottare per

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    unefficace azione commerciale.

    Ivan Rizzuto riprende il discorso sull'e-commerce e focalizza la propria attenzione

    sul mercato cinese, attraverso il racconto di unazienda italiana di successo.

    Simone Martini invece sposta l'attenzione sul mercato delle forniture per calzature

    del Sud-Africa, uno dei paesi emergenti piu promettenti, e opera uninteressante

    distinzione tra la scelta di marketing se essere presenti in joint-venture o tramite

    distributori da parte dell'azienda italiana che sta operando in tale contesto.

    Andrea Riccardi presenta i dati e le prospettive di sviluppo del Made in Italy nel

    settore dell'arredo attraverso lo story-telling come strumento di comunicazione

    nei mercati internazionali.

    Maurizio Mioli affronta la questione di quali debbano essere gli approcci e le

    competenze della comunicazione globale, attraverso il caso di un'agenzia di

    pubblicita .

    Infine Andrea Albinati propone uno stato dell'arte delle PMI nello sviluppo dei

    mercati internazionali, a fronte delle potenzialita del Made in Italy nel mondo.

    Complessivamente l'e-book raccoglie dunque quattordici contributi, certamente

    eterogenei ma proprio per questo ancora piu interessanti, tutti basati su

    esperienze realizzate e concrete, nelle quali gli Autori si sono misurati con le sfide

    del mercato, dall'interno o affiancando istituzioni e imprese.

    Con questa pubblicazione non chiudiamo certo l'argomento del marketing dei

    territori, della competitivita , dell'internazionalizzazione delle imprese. Vogliamo

    invece che sia un primo passo per un tema che AISM ritiene di fondamentale

    importanza e sul quale si impegnera ancora di piu in futuro.

    Colgo loccasione per ringraziare, anche a nome di AISM Associazione Italiana

    Sviluppo Marketing, gli Autori delle-book che in puro spirito associativo di

    condivisione delle esperienze hanno contribuito alla sua pubblicazione.

    Franco Giacomazzi

    Laureato in Ingegneria, Professore di Marketing

    Industriale alla School of Management del

    Politecnico di Milano, Past President di AISM

    attualmente ne il Consigliere Scientifico

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    SEZIONE I ALLA RICERCA DELLA COMPETITIVIT: STRATEGIE TERRITORIALI E SVILUPPO INTERNAZIONALE DEI SISTEMI

  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    ITALY, FOREVER OLD?

    di Paolo Verri

    Un tempo erano lini sacri e giubilei, ma anche corpi trafugati, pietre innalzate per

    orientare il sole in terra: cos nacque il marketing territoriale. In fondo le sette

    meraviglie del mondo antico che abbiamo imparato a scuola (ve le ricordo al volo:

    Piramidi, Giardini pensili di Babilonia, Olimpia, Efeso, Colosso di Rodi, Mausoleo di

    Alicarnasso, Faro di Alessandria) coserano se non un modo per istigare

    investimenti e viaggi di gran curiosit? Ma lItalia, vedete, era gi assente allora la

    classifica la scrivevano i greci e nessun visigoto si era opposto

    Nel corso di 2250 anni, cinque sono state distrutte dal tempo, due si sono in

    qualche modo salvate; ora tocca allUNSCO dirci dove andare, cosa salvare, come

    e perch, e al momento sono 1007 i siti riconosciuti al mondo, di cui ben 50 in

    Italia, ultimo ingresso nel 2014 con Langa e Monferrato. Ma basta la bellezza? La si

    pu creare? Il mondo volont e rappresentazione? Perch citt crescono e

    attirano talenti e capitali e altre, nonostante tutto, non riescono a ottimizzare gli

    sforzi, anche molti intelligenti, fatti nel corso degli anni.

    LItalia, paese in cui 850 anni fa nato il sistema urbano europeo, in

    contemporanea alle Fiandre, e al sistema bancario, solo 25 anni fa ha cominciato a

    ragionare sullattrattivit volontaria dei centri abitati, che dal 1950 al 1975 erano

    ininterrottamente cresciuti e che dal 1985 cominciavano a mostrare le corde, a

    perdere idee e sviluppo.

    Qui di seguito, in 11 rapidi passaggi, vediamo cos successo in trentanni, e cosa

    potrebbe accadere nei prossimi venti.

    1993 2013 Lor signori si va a incominciare

    In principio fu Torino. I dieci formidabili anni della prima capitale 1998-2008

    Nel 1993 con la crisi di Tangentopoli, le citt italiane cominciano a votare

    direttamente il proprio sindaco. Fu un momento di grande speranza per lItalia che

    per qualche tempo, sotto il governo Prodi, ebbe finalmente un dipartimento delle

    aree urbane, diretto da Roberto Camagni. Torino, risanato il bilancio nella prima

    legislatura Castellani (bilancio a posto essendo condizione essenziale per attrarre

    investimenti), apr due agenzie tra il 1995 e il 1997: ITP (Investments in Turin and

    Piedmont) e Turismo Torino. ITP prepar il dossier per la candidatura vincente di

    Torino 2006 (XX Olimpiadi Invernali) Turismo Torino incub Torino

    Internazionale che svilupp il primo piano strategico di una citt italiana. Piano

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    che accompagn levento olimpico, lorgoglio della cittadinanza e trasformando la

    percezione della citt agli occhi di opinion leader nazionali e internazionali. Il

    piano strategico port alla realizzazione da parte di 131 soggetti di 84 azioni

    complesse portando da 400.000 a 2.500.000 i turisti annui e attraendo in 10 anni

    un centinaio di nuove imprese.

    Il ciclo si interruppe tragicamente con il disastro Thyssen Krupp e una drammatica

    involuzione della governance locale. Lanno in cui Torino divenne prima capitale

    mondiale del design, tappa fondamentale nel suo riposizionamento, la scelta fu

    quella di ritornare a puntare sul modello fordista di citt anzich perseguire con

    sicurezza la strada della citt leisure and innovation. Ma Torino divenne pietra

    miliare per molte altre citt italiane e straniere, come prima era accaduto alla

    gemella Barcellona.

    Italia 150, ovunque e da nessuna parte

    Il ciclo di sviluppo della prima capitale sarebbe dovuto culminare nelle intenzioni

    dei progettisti con i festeggiamenti per il 150 dellunit dItalia. Che a Roma invece

    si decise di rendere diffuso su tutti territori, con opere e conseguenti omissioni (di

    controllo e di comunicazione). Torino non divenne il centro di ogni azione, come ai

    tempi di Italia 61 (che non a caso fu successivo a Roma 60). Loccasione che era

    stata costruita (si veda il volume di Greg Clark, Cosa succede in citt, edizioni Il Sole

    24 Ore, Milano 2009) per cominciare una strategia di eventi diffusi su tutto il

    territorio nazionale sul modello spagnolo, diede invece la stura a molte polemiche

    su appalti e progetti per i grandi eventi divoratori di risorse e inutili per sviluppare

    nuove competenze.

    Forum delle Culture di Napoli. Comera bella lAmericas Cup

    Il primo appuntamento mancato per sviluppare a partire da Torino un percorso di

    attrattivit nazionale attraverso i grandi eventi stato quello di Napoli 2013. La

    giunta Bassolino prima e quella Iervolino poi avevano costruito a partire dal G7 del

    1997 unattitudine al cambiamento che aveva attirato forse attenzioni

    internazionali. Con lAssessore alla Cultura Oddati, Napoli fu in grado di vincere la

    gara per ospitare un evento nato proprio a Barcellona nel 2004: il Forum delle

    culture. Doveva tenersi a Bagnoli, e mettere al centro scienza e nuovi modelli di

    relazioni a rete tra soggetti culturali ed economici. Era stata la giusta alternativa

    alla sconfitta di Napoli come sede per lAmericas Cup che aveva scelto nel 2007 e il

    2010 Valencia.

    Ma il Forum non mai stato percepito come evento nazionale, causa le lotte

    intestine per condurlo ma anche la disattenzione da parte del Governo centrale

    come stimolo al mondo della ricerca e dellinnovazione culturale.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    2015-2019 La grande occasione

    I successi di Torino tra il 1998 e il 2008 e linsuccesso di Napoli 2013 (che poi in

    maggior parte si svolto nel 2014 con ricadute pi positive del previsto dal punto

    di vista delle reti generate e dei soggetti coinvolti) hanno stimolato una forte

    competizione per i due grandi eventi disponibili ad essere ospitati tra il 2015 e il

    2020: lxpo e la Capitale uropea della Cultura.

    Expo Milano 2015, 20 milioni di turisti o 20 milioni di esperti?

    Per lxpo, nellestate del 2007, si erano candidate tre citt italiane, tutte lungo

    lasse dellalta velocit Lisbona Kiev: Torino, Milano, Trieste. Il progetto di Milano,

    fatto da un piemontese assistente di Castellani, sbaraglia giustamente la

    concorrenza. Tuttavia, la forza del tema si scontra con la litigiosit del territorio, e

    alla fine lxpo appare soprattutto come unoccasione di spesa pubblica e di

    turismo di massa anzich di ripensamento strategico dellunica metropoli europea

    in Italia. Lo dimostrano i lavori sul brand fatti da Stefano Rolando e pochi diffusi

    tra i portatori di interessi.

    Levento invece di essere un focus su un progetto allargato e coinvolgente diventa

    esso stesso convettore di tutte le energie. Con un colpo di coda, il Ministro alle

    Politiche Agricole inventa tuttavia la Carta di Milano che potrebbe far di Expo

    anzich un punto di arrivo un punto di partenza, un luogo di esperienze pilota da

    trasformare in politiche permanenti del sistema Paese. la prima volta che

    accade, in ventanni di possibile uso da parte del Governo. una buona notizia che

    deve diventare buona pratica.

    Matera 2019, Open Future

    Battendo altre 20 citt italiane, il 17 ottobre 2014 Matera, la citt scandalo di

    povert degli anni 50, diventa capitale europea della cultura. la rivincita del sud

    che non piange e non fotte, ma lavora partendo da un futuro remoto e che si mette

    alla pari delle sue citt simili in Europa: il 70% con meno di 100.000 abitanti,

    lontani dai grandi centri di produzione culturale concentrati tra Londra Parigi e

    Berlino, in cerca di una nuova identit ovvero di una nuova societ.

    Se Expo Milano 2015 impone al visitatore ancora un ruolo top down, Matera per il

    2019 intende invece costruire collettivamente il progetto e farlo insieme alle altre

    citt / nazioni europee, rendendo la Basilicata una piattaforma di progettualit per

    nuove imprese e nuovi prodotti culturali. Una vera start up region, come emerso

    recentemente a Milano al GEC (Global Entrepreneurs Congress) 2015.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    What's next? Forever young!

    Roma 2024, le Olimpiadi sono possibili. In che modo?

    Mentre lItalia costruisce una squadra per lxpo, e a Matera si lavora per un

    percorso a forte base europea, parte a breve la candidatura per le Olimpiadi del

    2024, le prime di una nuova era del CIO, al quale interessa finalmente lavorare in

    maniera diffusa per la qualit urbana (smart cities & smart communities) e non solo

    per aumentare il numero di praticanti dei singoli sport come in passato. Le

    Olimpiadi tornano quindi ad essere complessivamente interessanti. Boston, non a

    caso sede del MIT, si gi candidata. Cos sta per fare Amburgo. La Francia pensa a

    Parigi, gi sconfitta da Londra per il 2012. Dopo il Brasile e il Giappone, Cina

    consumata e India impreparata, levento sportivo per eccellenza torner in Europa.

    A cosa potrebbe servire per lItalia del 2024? A ragionare sulla propria demografia,

    sempre pi anziana, e collegata pi agli sportivi master che ai giovani talenti; a

    ragionare sui collegamenti e sul ripristino di aree finora non utilizzate; al merge

    proficuo tra sport cultura e design. Riutilizzando al meglio quanto di buono (non

    tutto!) fatto per Expo. Partendo dalla scuola e dalla tecnologia. Usando il concetto

    di Vivaio, cuore del Padiglione con cui lItalia accoglie il mondo a Milano nel 2015.

    Per far capire che crediamo in alcune priorit, ma non solo alle istituzioni, ma

    soprattutto alle imprese e a chi deve scegliere dove studiare e dove vivere.

    Ancora una suggestione: anniversari e capitali italiane della cultura

    Da Parma 2017, 2200 anni di via Emilia a Ravenna 2021, 700 anni in memoria di

    Dante; da Padova 2022, 800 anni di universit a Palermo 2030, 900 anni da

    capitale del Mediterraneo: se fossimo lAustria, che con i 250 anni di Mozart, non

    avremmo dubbi su come e perch far lavorare le nostre comunit locali per usare

    gli anniversari clamorosi che la storia ci dona come occasioni di sviluppo e di

    identit. Il MIBACT (Ministero per i Beni le Attivit Culturali e il Turismo) ha deciso

    che ogni anno gi dal 2015 (scelta discutibile, invero; la Gran Bretagna ha avviato

    tale modalit dopo Liverpool 2008 e ogni 3 anni) lItalia avr una capitale italiana

    della cultura. Piccolo il budget, non piccole le ambizioni. Sarebbe il caso di tenere

    una linea forte e precisa, e metterci tutti al lavoro con Explora, la societ che in/per

    Expo sta lavorando per mettere al centro delle politiche del turismo azioni di

    attrattivit, ma anche la Italian Trade Agency.

    Collegamento con le politiche dei territori, scelta di priorit, indicazioni precise di

    spazio e tempo: gli eventi del futuro, se imparano da quelli del passato, possono

    renderci pi giovani e quindi pi attraenti. Si legga in merito lultimo libro di

    Giuliano da Empoli, La prova del potere. Ce la faremo?

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    Paolo Verri

    Direttore di Matera 2019 ed ex Direttore dell'Associazione Torino Internazionale

    che promuove e gestisce il Piano strategico della citt di Torino e dell'area

    metropolitana. Direttore del Comitato Italia 150 per i 150 anni dell'Unit d'Italia,

    per il quale ha curato tra l'altro il sistema di mostre previsto nelle sedi di Torino

    Officine Grandi Riparazioni - e della Reggia di Venaria Reale. Collabora con

    numerose imprese quali la Fondazione

    Marzotto, con TTG Incontri Fiera di Rimini

    per il lancio della nuova fiera Art&Tourism

    etc. stato direttore del palinsesto eventi del

    Padiglione Italia ad Expo 2015.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    SQUILIBRI E DISALLINEAMENTO DELLA BRAND EQUITY : QUANDO IL MARCHIO LOCALE

    NON INCONTRA IL TARGET

    di Filippo Giabbani

    Afferma Matteo Caroli nel suo ultimo saggio (Il marketing per la gestione

    competitiva del territorio, Franco Angeli, 2014) che lazione di marketing

    territoriale tendenzialmente pi efficace nelle aree geografiche caratterizzate da

    una vocazione spiccata che le posiziona prevalentemente su tipologie di domanda

    tendenzialmente omogenea. Ovvero a posizionamenti territoriali forti

    corrisponde una maggiore efficacia nelle attivit di marketing, a condizione che i

    target cui ci si rivolge siano coerenti con il proprio posizionamento.

    Detta cos sembrerebbe una banalit: un territorio noto (in termini positivi)

    incontra meno difficolt a promuoversi di un territorio caratterizzato da

    unimmagine debole. tuttavia vi laspetto legato al target di riferimento che non

    affatto da trascurare. Il problema emerge, infatti, quando il suddetto territorio

    cerca di sfruttare la propria notoriet, il proprio brand territoriale per rivolgersi

    a tipologie di domanda meno omogenee.

    Quella che pu apparire a prima vista una condizione privilegiata pu

    inaspettatamente rivelarsi un forte limite.

    Com noto, la Toscana gode di notoriet a livello mondiale, principalmente come

    destinazione turistica o luogo di residenza elettiva o ideale di molti stranieri. La

    presenza di splendide citt darte, di una campagna antropizzata di rara bellezza, di

    produzioni tipiche note a livello mondiale, di un lifestyle di grande suggestione

    hanno reso la Toscana una destinazione estremamente attrattiva in termini

    turistici e residenziali.

    Possiamo tranquillamente affermare che in termini di brand equity la Toscana

    superi di gran lunga tutte le altre regioni italiane.

    Anche con lidea di sfruttare la forte immagine internazionale della regione, negli

    ultimi anni il governo regionale si fortemente impegnato sul tema dellattrazione

    di investimenti esogeni, lanciando un progetto di marketing territoriale ad esso

    dedicato.

    Lattivit di per s ha raggiunto anche buoni risultati in termini di investimenti

    attratti ed stata attuata dopo una lunga fase preparatoria nella quale si

    analizzato a fondo lofferta regionale e conseguentemente sono stati individuati

    i target di riferimento settoriali.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    Lattuazione quotidiana del programma, un faticoso learning by doing, ci ha per

    portato a valutare appieno quanto sopra accennato: la barriera comunicativa pi

    forte con la quale ci siamo dovuti misurare stata la sostanziale mancanza di

    notoriet della regione con riferimento proprio a quei target.

    Un territorio che dal punto di vista turistico era pi che noto a livello

    internazionale risultava virtualmente sconosciuto giusto per fare un esempio

    nel mondo dellInformation and Communication Technology. Di pi, le capacit e le

    competenze relative a quel settore erano di fatte oscurate da unimmagine turistica

    sin troppo forte.

    Questa evidenza ci ha portato ad un duplice ordine di considerazioni. In primo

    luogo che, per ottenere una maggiore efficacia in termini di risultati, allazione di

    ricerca diretta di investitori debba accompagnarsi unattivit di image building

    volta a far conoscere il territorio di destinazione nella sua interezza, con

    particolare riferimento agli aspetti pi rilevanti per il potenziale investitore

    rientrante nel settore target e meno noti a livello globale. In tempi di sovraccarico

    informativo e di budget in restringimento, pi che far ricorso a spesso inefficaci

    campagne media preferibile esercitarsi nellattrazione di eventi di settore che

    permettano una scoperta esperienziale delle peculiarit del territorio. In secondo

    luogo che, con riferimento alle attivit di marketing territoriale colte nella loro

    globalit (e quindi non solo attrazione degli investimenti ma anche destination

    marketing, marketing culturale, ecc.), ci si trovi spesso di fronte ad un trade-off: le

    esplicite sottolineature ed evidenziazioni di alcuni punti di forza finiscono per

    penalizzarne altri.

    Riprendendo le parole di Caroli, occorre individuare delle strategie di marketing

    che rendano lofferta territoriale adeguatamente eterogenea per soddisfare esigenze

    di natura diversa e che allo stesso tempo valorizzino le possibili sinergie tra segmenti

    diversi di domanda, neutralizzando le eventuali contraddizioni.

    indubbio che le gestione unitaria delle suddette strategie di marketing possa

    rappresentare un fattore positivo. Non quindi un caso che oggi almeno a livello

    internazionale si moltiplichino gli esempi di agenzie che tengono insieme

    promozione turistica, supporto alle esportazioni ed attrazione di investimenti

    (lesempio pi recente la creazione di Business France che unisce le

    competenze di Ubifrance ed Invest in France ma potremmo continuare citando

    anche gli esempi tedeschi, britannici o svedesi). Ancora pi auspicabile

    lattribuzione allo stesso soggetto unitario anche delle politiche di country

    branding che possono porsi come intervento unificatore e trasversale ai diversi

    sistemi di offerta. Lelemento pi critico, ovviamente, sar quello del rapporto con

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    una molteplicit di stakeholders interni ed esterni, portatori di visioni parziali a

    volte persino in contraddizione.

    Filippo Giabbani

    Dirigente pubblico con oltre 15 anni di esperienza nelle politiche e nei servizi a

    supporto del commercio internazionale. Dirigente di Toscana Promozione

    (lAgenzia di promozione economica della Regione Toscana), si specializzato

    nella progettazione e fornitura di servizi a

    supporto della internazionalizzazione delle

    imprese e nellattrazione di investimenti esteri. Ha

    conseguito una laurea in Scienze Politiche e

    Relazioni Internazionali alla LUISS - Guido Carli di

    Roma ed un Executive MBA presso Alma Graduate

    School - Universit di Bologna e si specializzato

    in Commercio estero frequentando il Corso in

    Commercio stero dellICE

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    LE CITT METROPOLITANE: UNA RIVOLUZIONE DEL MARKETING TERRITORIALE?

    di Ivano Canteri

    Il quadro della competitivit locale nel nostro Paese si recentemente arricchito di

    una nuova dimensione territoriale che impone un ripensamento importante

    attorno ai temi del marketing strategico e operativo. Una piccola rivoluzione quasi

    inavvertita dal cittadino, sta investendo con effetti cruciali assetto e fisionomia dei

    nostri territori. Con la scomparsa di 110 Province e la nascita di otto Citt

    Metropolitane, larchitettura istituzionale locale sta per assistere al pi profondo

    mutamento dalla Carta costituzionale del 1948.

    Ci significa che da oggi (non da domani!), porsi questioni di marketing

    territoriale, di destinazione o dei luoghi che lo si voglia chiamare, implica partire

    da un oggetto territoriale ridefinito nei contorni e nella sostanza. Il prodotto

    locale avr a che fare con nuove omogeneit e discrasie, nelle quali le varie identit

    risulteranno rimaneggiate, scomposte e ricomposte in nuovi paradigmi identitari.

    Non si tratta di filosofia su un tema istituzional-politico, ma di constatare due

    effetti diretti e immediati:

    1. La Citt X, costruita attorno a un pi o meno singolo campanile, prodotto di

    stratificazioni secolari, si riconfigura come Citt Metropolitana attraverso la

    confluenza di venti, cinquanta, ottanta campanili diversi (i Comuni delle Citt

    Metropolitane) e, forzatamente, il tema del posizionamento del suo territorio (in

    termini marketing!) assume una dimensione tuttaffatto nuova e che richiede un

    punto di osservazione e azione profondamente mutato

    2. Sulle ceneri delle vecchie Province non assorbite, i singoli campanili trovano

    una nuova centralit: ma sar possibile e sostenibile per queste 7/8 mila entit

    non pi cucite dal tessuto per quanto liso della dimensione provinciale non

    annegare in un mare magnum di identit che confliggono, si sovrappongono,

    non si distinguono? Il percorso segnato: nuove forme di aggregazione sono

    anche qui lunica risposta possibile, ritrovandosi a condividere un po con quelle

    otto Citt Metropolitane problematiche di governance, amministrazione,

    identit e omogeneit.

    Siccome di economia che in buona sostanza ci occupiamo ovvero

    dellamministrazione delle cose di casa (gr. oikos-nomos), quindi della vita e del

    benessere delle comunit, per mantenere il quale la capacit del territorio di

    essere competitivo sotto i pi vari profili una pre-condizione obbligata chiaro

    che a prodotto che cambia devono corrispondere strategie e tattiche rinnovate.

    Quando allora si affronta il tema del brand locale e comunque dellazione di

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    valorizzazione degli assets attrattivi, evidente che chi si occupa di marketing

    territoriale e di promozione locale deve ripensare alla dimensione del proprio

    fare e dei propri strumenti concettuali e operativi.

    Alcuni temi di riflessione per il marketing dei luoghi:

    a. Se opinione condivisa che il marketing dei luoghi sar sempre pi marketing

    delle Citt (Urban marketing) pur vero che le Citt non sono pi quelle che

    conoscevamo e i loro contorni andranno studiati, compresi ed elaborati: pi

    che conurbazioni, mini-regioni in realt. Stiamo superando lultimo Kotler?

    b. Il marketing del territorio assume una valenza strategica totale pi decisa:

    nella nuova accezione il prodotto territorio non dato, va ingegnerizzato e

    cos i suoi assets; si apre lopportunit di lavorare alla sua conformazione come

    co-progettisti indispensabili alle autorit e agli stakeholders locali (dallo Urban

    planning al Marketing strategico).

    c. Se i territori non sono mai stati tutti uguali, ancor meno lo saranno nella

    dimensione aggregativa, richiedendo soluzioni studiate ad hoc e in forte

    affiancamento con il processo di costruzione della governance dei processi.

    Semplicemente: un territorio metropolitano che conta il 50% dei fattori

    economici e anagrafici di una regione attuale (es. Torino) presenta

    problematiche e possiede leve diverse rispetto a una Citt metropolitana che

    pesa il 30/35% totale e non pu far leva su assets strategici collocati altrimenti

    sul territorio della regione (vedi Firenze).

    d. Citt Metropolitane e aggregazioni locali vicine potranno costruire

    argomentazioni di vendita/posizionamento comuni su una variet di aspetti

    trasversali, omogenei e in grado di generare, o che gi manifestano, fenomeni

    di sinergia. La contiguit sar un fattore favorevole, tuttavia anche realt

    distanti ma integrabili verticalmente su filiere, funzioni, strumenti, potranno

    consentire larticolazione di unofferta pi completa.

    e. Un prodotto territoriale pi grande sar pi complesso e sfaccettato, integrer

    nuove funzioni e nuovi assets, a fronte dei quali si porr lineludibile necessit

    di concentrarsi su pochi obiettivi perseguibili. Ci richieder acuta capacit di

    analisi della domanda globale e un conseguente sforzo di integrazione e di

    profilazione di unofferta semplice, riconoscibile, posizionabile

    internazionalmente, per allontanare il dilemma della rupe (ma va da s, che

    qualcosa dovr essere buttato di sotto).

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    f. Nella dimensione territoriale delle regioni coesisteranno aggregazioni diverse

    e nuove di soggetti locali, espressione dellintegrazione di funzioni ed elementi

    identitari comuni ma non onnicomprensivi e totalizzanti. Il marketing delle

    regioni dovr riconfigurarsi soprattutto in relazione a brand gi consolidati:

    questo permetter di ricostruire identit e posizionamento per settori del

    prodotto locale deboli in notoriet e percezione ma potenzialmente

    attrattivi, cos come di costruire un percorso di affermazione identitaria per

    nuovi settori di punta in via di sviluppo.

    g. Le politiche centrali di promozione e attrazione (nazionali) dovranno, a

    maggior ragione rispetto al passato:

    rafforzare il dialogo con il territorio;

    entrare in una logica di forte decentramento condizionato alla

    capacit dei territori di esprimere massa critica e potenziale di

    mercato;

    porsi come strumenti capaci di mettere a comun denominatore

    identit e posizionamenti territoriali affini e complementari;

    costruire il bacino operativo entro il quale Citt Metropolitane e

    aggregazioni locali potranno veicolare in prima persona la propria

    proposta;

    sviluppare a partire dal basso un discorso di marca per lItalia,

    considerando che, ad esempio, Made in Italy non rappresenta di

    per s un posizionamento;

    interrogarsi a fondo su ruoli e funzioni degli enti ministeriali

    preposti;

    Oggi ci si presenta unoccasione di ripensamento profondo di tecniche e

    competenze nellambito del marketing dei luoghi che, forse per la prima volta, offre

    alle Amministrazioni locali e centrali lopportunit di fare un salto qualitativo

    importante. Ma non solo. La nuova architettura istituzionale locale, per le sue

    specificit e unicit, potrebbe darci la possibilit di affermare lItalia come

    laboratorio avanzato di sperimentazione e buone pratiche di placemarketing a

    livello internazionale, misurate sul campo e non sulla sola teoria o sui modelli di

    laboratorio (non me ne vogliano i colleghi universitari!). Potremmo cos costruire

    un primato speciale che, forse, sarebbe ora provassimo a meritarci.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    Ivano Canteri

    Si occupa di marketing territoriale, internazionalizzazione dimpresa ed attrazione

    di investimenti dal 2002. Gi responsabile del

    marketing internazionale attrazione di investimenti a

    Ceipiemonte e direttore generale di MKTP Marketing

    Territoriale/ITP, ha seguito progetti internazionali di

    marketing communication corporate e dei beni

    industriali dal 1987; co-coordinatore del Gruppo di

    Lavoro Competitivit Impresa e Internazionalizzazione

    di AISM Membro del Board della Japan Italy

    Economic Federation(JIEF).

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    POLITICHE DI PROMOZIONE DEL TERRITORIO ALLESTERO: IL CASO FUKUOKA

    di Soichiro Takashima

    Con il dichiarato e preciso obiettivo di lanciare al resto del paese e allestero

    limmagine di citt vitale con un ruolo di leadership in Asia, lamministrazione di

    Fukuoka a partire dal 2010 ha avviato una forte azione di definizione valoriale

    prima, e di promozione subito dopo, preceduta e accompagnata da una intensa

    attivit di marketing territoriale.

    La citt, la pi grande e popolosa nel sud ovest del Giappone, naturale crocevia tra

    Giappone, Corea e Cina, si differenzia dalle megalopoli di Tokyo e Shanghai in

    quanto, nonostante le considerevoli dimensioni e le strutture estremamente

    avanzate, offre condizioni di vivibilit, naturali, climatiche e culturali invidiabili e

    politiche a sostegno dellinsediamento per privati ed aziende.

    Tuttavia, per colmare il divario con altre zone ci si resi conto della necessit di

    disporre di strumenti in grado di migliorare le condizioni economiche generali, la

    produttivit e dunque la competitivit nellattrazione di risorse umane e

    investimenti.

    Si deciso pertanto di enfatizzare la tradizionale icona di citt vivibile e di

    rilanciare Fukuoka come start-up city, al fine di proporre limmagine di una citt in

    grado di attrarre nuove risorse da fuori ed accrescere cosi la vitalit e il dinamismo

    dellintera regione. Sul piano strettamente politico, la citt si dichiarata

    formalmente start up city, incentrando lintera comunicazione istituzionale su

    questo punto, e ha fondato e guidato lo "Startup City Promotion Council", in altre

    parole un organismo composto dai Comuni giapponesi che si riconoscevano e che

    condividevano la medesima visione.

    Sul piano strutturale, si deciso ed questo laspetto probabilmente centrale ed

    innovativo di contare su strumenti di formazione e comunicazione improntati a

    strategie ben definite e non improvvisate di marketing territoriale, anche

    attraverso il contributo di esperti di settore e interazioni e analisi delle esperienze

    di successo, anche straniere.

    La crescita delle start-up aziendali sul territorio del 6,2% nel 2012 e del 7,1% nel

    2013 (il tasso pi alto registrato nelle prime 20 citt in Giappone), e la previsione

    di crescita al 13% entro il 2018, unita ad una politica di sviluppo economico ed

    urbano coerente e ad una strategia di comunicazione costante e incentrata sul

    tema, ha spinto il Governo a riconoscere Fukuoka come "Special Zone for Global

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    Startups and Job Creation". Il riconoscimento, oltre alla possibilit di disporre di

    nuove ed ingenti risorse da investire, ha rappresentato il primo e pi significativo

    successo per la strategia utilizzata.

    Altra conseguenza del riconoscimento stata la possibilit di disporre di un piano

    di deregolamentazione speciale incentrato su infrastrutture e

    internazionalizzazione, che lamministrazione ha deciso di utilizzare per sostenere

    la crescita economica ed espandere allestero le attivit e limmagine della citt,

    con lobiettivo di collocarsi nel panorama internazionale come unautorevole

    esempio di "citt globale".

    Riqualificazione edilizia, agevolazioni economiche per insediamenti aziendali (che

    porteranno ad un abbassamento delle tasse per le start-up fino al livello di

    Singapore), programmi di formazione e di supporto per internazionalizzazione,

    investimenti in infrastrutture sono alcuni dei risultati economici evidenti di una

    buona strategia di promozione del territorio, condotta grazie a risorse investite a

    monte su formazione, risorse umane, in definitiva idee e strategie.

    Sul piano comunicativo, da segnalare i primi importanti attestati e riconoscimenti

    dallestero: la rivista inglese Monocle ha posizionato Fukuoka al decimo posto

    nella classifica delle citt pi vivibili del mondo, e persino UN-HABITAT

    (Programma delle Nazioni Unite per gli insediamenti umani) ha dichiarato

    Fukuoka come model-city da seguire.

    In chiusura, Fukuoka ad oggi rappresenta, in un Giappone statico e appesantito dai

    problemi legati allo sviluppo e allinvecchiamento della societ, uno dei rari esempi

    di progresso in cui il risultato di aver saputo costruire un posizionamento e una

    chiara identit dato non dal caso e nemmeno da una collocazione ereditata

    storicamente, ma da una precisa scelta strategica sostenuta dagli strumenti del

    marketing e della comunicazione, valorizzata a sua volta da una visione politica di

    lungo termine che mantiene oggi pi che mai come obiettivi primari la

    valorizzazione del territorio e linternazionalizzazione.

    Soichiro Takashima

    Giornalista e conduttore televisivo, sindaco di

    Fukuoka (principale citt del sud ovest del

    Giappone) dal 2010, riconfermato per il secondo

    mandato. Esponente politico di rilievo nel panorama

    nazionale, si distinto per le politiche volte a

    lanciare Fukuoka tra le realt pi dinamiche e attive

    nel panorama internazionale.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    TERRITORIO ECONOMICO E PROIEZIONE INTERNAZIONALE DEI SISTEMI DI IMPRESA: FOCUS

    SULLESPERIENZA ITALIA-GIAPPONE

    di Daniele Di Santo

    In uno scenario economico come quello attuale, caratterizzato da una profonda

    discontinuit rispetto agli equilibri dei decenni passati, lestensione di ogni

    dinamica di competizione su scala globale rende pi che mai indispensabile per

    qualsiasi organizzazione ricercare e proporre una propria marcata individualit.

    Per sua stessa natura, il tratto distintivo di qualsiasi organismo impresa o

    istituzione in senso lato non pu prescindere da un potente legame con il territorio

    inteso come origine e orizzonte culturale di riferimento. Da ormai un decennio

    rinnovata quotidianamente al fianco di aziende e istituzioni giapponesi e italiane,

    la scelta di posizionare unesperienza di impresa articolata e altamente tecnica

    quale il sostegno allinternazionalizzazione in una realt locale regionale come

    quella del sud ovest del Giappone, in aperta alternativa alla opzione Tokyo, assume

    oggi pi che mai una valenza fondante di una precisa visione imprenditoriale.

    Loggetto di questa visione , da un lato, il ruolo fondamentale che rivestono le

    competenze tecniche per garantire ad un progetto di business la sua

    concretizzazione effettiva. Solamente abbandonando le strategie improvvisate e le

    pretese di affrontare il posizionamento su mercati complessi e selettivi i sistemi di

    impresa e di territorio hanno concrete possibilit di valorizzare le proprie

    dimensioni e renderle competitive sul piano internazionale. Il che equivale ad

    assumere come fondamentale lidea di un supporto professionale qualificato, a

    discapito dellapproccio fai-da-te e di quello limitato alle semplici analisi di

    mercato.

    Dallaltro lato, la netta convinzione che il futuro muova verso il particolare, verso

    la valorizzazione delle eccellenze legate a precisi riferimenti, radicati in realt

    chiaramente definibili, anche sul piano territoriale.

    Gli interventi di programmazione strategica per progetti di business

    particolarmente riusciti dati alla mano risultano quelli in cui si saputo

    conciliare i propositi di business globale con soluzioni locali, calibrate cio sul

    contesto di riferimento.

    questo, di fatto, un riconoscimento del valore competitivo sul mercato dei

    concetti di cultura del territorio, di tradizione, di tutto ci che non essendo

    riproducibile n imitabile, di fatto sfugge alla concorrenza e agevola le idee e i

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    prodotti di eccellenza con una storia da raccontare, ai quali gli strumenti del

    marketing territoriale conferiscono quella capacit di descriversi, tramutandosi in

    puro valore aggiunto.

    La declinazione pratica di tale visione e il peso specifico che esprime nelle politiche

    di sviluppo aziendale si misura in concreto nella strategia che Di Santo Corp., in

    particolare negli ultimi anni, ha adottato: ovvero, grazie alla rete di relazioni

    costruita negli anni, ideare e guidare dinamiche di aggregazione di gruppi di

    interesse con una specifica identit.

    Prima in ordine di importanza (e ultima in ordine di tempo), la Japan Italy

    Economic Federation, in particolare, risponde allesigenza di dare corpo agli

    obiettivi e alle caratteristiche comuni ad un gruppo la cui potente identit a tratti

    sfugge innanzitutto a se stesso, ma che, una volta riconosciutosi sui presupposti

    condivisi, ha da subito speso volont e risorse con lobiettivo dichiarato di

    assumere un ruolo di interlocutore capace di relazionarsi con i due paesi in

    maniera autorevole, forte della propria radice territoriale e culturale e del proprio

    potenziale economico.

    La piattaforma cosi creata, entro cui contestualizzare gli obiettivi di aziende leader

    e istituzioni di un determinato (vasto) territorio, risponde allesigenza di attuare in

    prima persona strumenti innovativi a servizio delle imprese, e al contempo la

    volont aziendale di presidiare il mercato in posizione di leadership.

    Il tutto bilanciando la radice locale come elemento identitario e la vocazione

    globale nella posizione da occupare nel contesto internazionale, nello specifico

    versante dei rapporti Italia-Giappone.

    Daniele Di Santo

    Consulente, esperto in comunicazione strategica,

    Presidente della Di Santo Corporation, societ leader nella

    consulenza e nella pianificazione di operazioni di

    business tra Italia e Giappone. Referente di numerose

    istituzioni, gi Direttore del Desk Giappone dalla Camera

    di Commercio Italo Orientale e Special Advisor per la

    Fukuoka Foreign Trade Association, nel 2014 fonda la

    Japan Italy Economic Federation, organizzazione

    composta da istituzioni e aziende leader dei due Paesi.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    SEZIONE II

    IMPRESE, STRUMENTI E PAESI: ALLA RICERCA DI NUOVI

    PERCORSI DI COMPETITIVIT

  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    UNO STRUMENTO DIAGNOSTICO E DI SUPPORTO ALLE DECISIONI DI

    INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE PMI

    di Giorgio Gandellini

    Background

    Collaboriamo da oltre ventanni con IC (ora Agenzia per la promozione allestero

    e linternazionalizzazione delle imprese italiane o Italian Trade Agency), nelle

    aree della consulenza e della formazione.

    Lattivit di formazione indirizzata a diverse tipologie di destinatari, sia in Italia

    sia allestero: giovani laureati, imprenditori e manager di PMI, consulenti aziendali,

    funzionari di agenzie e organismi pubblici e privati che forniscono servizi a

    supporto della internazionalizzazione, accademici e docenti di economia in Paesi

    emergenti.

    Soprattutto a supporto dei nostri interventi formativi abbiamo realizzato, in

    collaborazione con la societ partner Ecohmedia, alcuni business game e

    simulazioni di gestione. In particolare:

    due versioni web di un business game di marketing internazionale,

    entrambe interattive: una da gestire soprattutto in aula (fra team di

    partecipanti) e laltra gestibile individualmente contro il banco

    (interattiva con concorrenti simulati dal sistema con algoritmi di

    intelligenza artificiale);

    un business game, su piattaforma Excel, anche questo interattivo,

    indirizzato ad agenzie ed enti pubblici per linternazionalizzazione,

    focalizzato sulla migliore destinazione dei fondi disponibili per

    incrementare linternazionalizzazione di PMI.

    La consulenza invece soprattutto indirizzata a titolari di PMI italiane interessate

    allinternazionalizzazione o gi presenti sui mercati esteri, ed erogata da una rete

    di professionisti che affiancano gratuitamente le aziende per brevi periodi,

    finalizzando il loro intervento soprattutto allelaborazione di una bozza

    preliminare di piano di sviluppo su un Paese estero, cui normalmente segue una

    fase di assistenza operativa da parte dellufficio IC in tale Paese.

    Al fine di facilitare e omogeneizzare, almeno in qualche misura, le attivit di

    assistenza consulenziale, spesso gestite da un numero elevato di consulenti con

    profili professionali e approcci metodologici diversi, nel corso degli anni abbiamo

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    realizzato una serie di strumenti, su piattaforma Excel, a supporto di alcune

    diagnosi e decisioni in tema di internazionalizzazione; in particolare:

    export readiness: diagnosi dellattitudine aziendale a

    internazionalizzarsi;

    market attractiveness: valutazione dellattrattivit relativa dei

    mercati esteri per i settori di interesse aziendale;

    distribution channels: valutazione dellimpatto su competitivit e

    redditivit di scelte di canale alternative;

    ecc.

    Pi recentemente (2011-12), lo strumento export readiness stato ulteriormente

    sviluppato e integrato su piattaforma web, sempre per conto di ICE, arricchendone

    le funzionalit di feedback automatico in funzione delle risposte aziendali a un

    questionario di oltre 100 domande, a beneficio delle PMI esportatrici di

    Confartigianato.

    Il nuovo strumento

    Nel 2014, il Ministero dello Sviluppo Economico ha assegnato a ICE il lancio di un

    importante e ambizioso progetto triennale di assistenza alle PMI del Sud Italia per

    incrementarne le attivit di internazionalizzazione.

    Da qui nata lidea di supportare le attivit previste con un nuovo strumento web-

    based (SouthTool) che, oltre a fornire feedback personalizzati (in formato testo e

    con grafici di sintesi) sui punti di forza e debolezza delle aziende in ottica di

    internazionalizzazione, indica loro, sia pure orientativamente, i mercati di sbocco

    allestero tendenzialmente pi promettenti fra 80 Paesi (1) in funzione dei relativi

    settori di appartenenza (2).

    Un esempio di feedback grafico per una delle 11 sottosezioni del questionario

    (raggruppate in due sezioni: fotografia dellazienda e gestione del mercato)

    presentato nella figura che segue (3).

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    Uno dei principali vincoli organizzativi fissati dal progetto consisteva nella

    necessit di contenere il tempo di erogazione del questionario in un massimo di 45

    minuti, al fine di consentire eventuali integrazioni ad hoc da parte dei consulenti

    entro lora prevista per i primi incontri esplorativi con ogni azienda.

    stato quindi necessario, da una parte, contenere il numero di domande del

    questionario entro un massimo di 70 e, dallaltra, aggregare i 570 sotto-settori

    inizialmente identificati in un massimo di 50 settori relativamente omogenei,

    soprattutto per facilitare una veloce identificazione del settore di interesse per

    ogni azienda.

    Come si pu notare dal grafico esemplificativo che segue, lo strumento

    suggerisce allazienda i principali Paesi di potenziale interesse sulla base di tre

    dimensioni:

    grado relativo di attrattivit dei Paesi, in generale (sulla base di

    diverse variabili) e, soprattutto, per settore (asse delle X);

    grado relativo di accessibilit stimata dei Paesi da parte dellazienda,

    in funzione di variabili oggettive, ma soprattutto del suo profilo

    competitivo emerso dal questionario (asse delle Y);

    trend di sviluppo delle importazioni nei Paesi negli ultimi anni

    (dimensione delle bolle, interpretabile grazie a unapposita legenda).

    A fine dicembre 2014 lo strumento stato utilizzato da oltre 400 aziende e 25

    consulenti, che lhanno trovato utile per orientare, almeno in prima battuta e

    tenendo conto del profilo competitivo aziendale emerso dal questionario, lo

    sviluppo di una bozza di piano di marketing per uno specifico Paese target,

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    normalmente scelto fra quelli suggeriti.

    daltra parte ovvio che, essendo stato necessario limitare le opzioni a 50 settori

    inevitabilmente aggregati per sotto-settore, ogni azienda appartenente a qualsiasi

    settore ricever un ranking di Paesi di interesse, quanto ad attrattivit,

    esattamente identico a quello di altre aziende nello stesso settore. Questa

    impossibilit di personalizzare ulteriormente i suggerimenti sullattrattivit in

    buona parte compensata, oltre che dai consigli dei consulenti, dalla valutazione

    dellaccessibilit dei Paesi stessi da parte dellazienda, che pu variare in modo

    significativo a seconda del suo profilo competitivo stimato (4).

    Un esempio di profilo competitivo, con riferimento ai fattori di successo

    identificati dallazienda in un dato mercato e uno specifico segmento (la loro

    importanza relativa stimata cresce in senso orario partendo dal vertice superiore

    del pentagono), presentato nella figura che segue, tratta dal breve piano di

    marketing sviluppato partendo dalle indicazioni del questionario.

    Sviluppi previsti

    prevista una nuova versione di questo strumento, con una o pi delle seguenti

    funzionalit aggiuntive:

    Aggiornamento periodico dei dati sui paesi e sui settori, da fonti

    secondarie (in particolare, banche dati disponibili su web), da

    effettuarsi possibilmente in modo automatico o semi-automatico;

    Estensione e/o flessibilizzazione del database paesi/settori,

    strettamente legata a quanto sopra;

    Analisi statistiche dei dati raccolti attraverso il questionario:

    nonostante le inevitabili perplessit sul grado di attendibilit delle

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    informazioni fornite dalle aziende, sarebbe comunque significativo

    effettuare alcune analisi statistiche dei dati raccolti, ad esempio

    confrontando i profili aziendali a situazioni effettivamente medie,

    anzich teoricamente intermedie. Si potrebbero inoltre effettuare

    confronti fra settori e/o paesi, valutare il grado di variabilit dei

    risultati, identificare best practice, identificare cluster di paesi

    omogenei con riferimento a specifici settori, ecc.

    Approfondimenti sullimpatto dei profili dei paesi sullimportanza

    relativa dei fattori di successo competitivo in specifici settori: sia

    pure con le cautele dovute alla scarsa capacit di analisi strategica

    delle aziende e in assenza di ricerche ad hoc, gli indici di attrattivit

    relativa e accessibilit dei paesi potrebbero essere integrati dalla

    valutazione dellimpatto dei profili socio-economico-demografici dei

    paesi stessi sullimportanza relativa dei fattori di successo

    competitivo, personalizzando quindi i suggerimenti dello

    strumento in funzione delle caratteristiche specifiche dei sotto-

    settori di interesse.

    NOTE:

    (1) Tali Paesi rappresentavano nel 2013, rispetto al totale mondiale di circa 225 Paesi (numero

    variabile a seconda delle fonti), rispettivamente: il 78% della popolazione, il 93% del GDP, il 97% delle

    importazioni e il 95% delle esportazioni italiane. Principali fonti: World Bank, CIA Factbook, ICE e

    Prometeia, InfoMercatiEsteri.

    (2) Da unanalisi su pi anni delle esportazioni italiane in 5.250 sotto settori (classificazione HS6 a

    6 digit) ne abbiamo individuati circa 570 che rappresentavano nel 2013 il 75% delle esportazioni

    totali e oltre il 90% delle esportazioni nei Paesi dinteresse.

    (3) In attesa che sia sviluppato il sistema integrato di gestione dei dati di tutte le aziende coinvolte

    (v. oltre), il profilo aziendale confrontato a una situazione intermedia fra i due estremi. Il

    feedback grafico affiancato da un feedback verbale in gran parte personalizzato in funzione delle

    risposte fornite dagli intervistati.

    (4) V. oltre sui correttivi previsti in una nuova versione dello strumento.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    Giorgio Gandellini

    Una quarantennale esperienza di marketing

    internazionale e sistemi di supporto alle decisioni,

    maturata in pi di 30 Paesi come imprenditore, manager,

    consulente, ricercatore e docente. Insegna attualmente

    strategia aziendale a Roma Tre e marketing

    internazionale in varie business school. E' autore o

    coautore di varie pubblicazioni, fra cui "Il Management

    dell'Internazionalizzazione", API Ravenna, 2008, e

    "Strategy for Action", Springer, 2012-13.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    LE STRATEGIE DI INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE

    di Aldo Viapiana

    Le imprese cercano unespansione internazionale per un variet di motivi, in

    genere tra loro combinati. il caso, ad esempio, della ricerca pressoch obbligata

    da parte di molte imprese di mercati esteri perch il mercato interno non assicura

    una posizione competitiva. Oppure, in altri casi, lazienda talmente specializzata

    in certi prodotti/servizi per segmenti ristretti o nicchie che deve

    obbligatoriamente cercare ulteriori clienti sui mercati internazionali, poich il

    mercato interno stato completamente raggiunto.

    Lo sviluppo internazionale dellimpresa non significa soltanto cercare mercati di

    sbocco allestero. Infatti limpresa pu internazionalizzarsi anche dal punto di vista

    non commerciale (approvvigionamenti, localizzazione di attivit, reperimento di

    risorse finanziarie).

    Linternazionalizzazione commerciale avviene quando limpresa decide di

    collocare i propri prodotti/servizi anche in paesi diversi da quello di origine, e si

    avvia con la scelta della combinazione reputata pi opportuna tra paesi, prodotti,

    segmenti di domanda.

    La strategia basata sullexport richiede un limitato impegno di risorse nei mercati

    esteri, dunque minore capacit di controllarli. una strategia frequente presso

    piccole imprese (anche medie), per le quali le risorse disponibili rappresentano un

    vincolo forte per una maggior presenza nei mercati esteri.

    Lo sviluppo internazionale dellimpresa comunque un processo complesso,

    poich condizionato da una serie di fattori, i cui principali sono:

    le politiche adottate dalle autorit nazionali dei paesi di destinazione,

    che talvolta possono pesantemente influenzare lo sviluppo se non la

    sopravvivenza stessa dellimpresa, in altri casi favorirne con

    altrettanta determinazione la crescita e il consolidamento, attraverso

    il sistema degli incentivi

    le diverse potenzialit e velocit di crescita delle economie dei

    singoli paesi a questo proposito, nel loro penultimo lavoro i fratelli

    Kotler (1) evidenziano come non abbia pi senso rivolgere

    lattenzione alle economie nazionali ma occorra concentrare lanalisi

    sulle citt, se vero che nel 2011 le prime 600 citt del mondo

    ospitavano il 20% della popolazione del pianeta e generavano circa il

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    50% del prodotto mondiale lordo, cos come nel 2025 le prime 600

    citt mondiali raddoppieranno i loro PIL ed equivarranno al 67% del

    prodotto lordo mondiale (2)

    la variet degli ambienti socio-culturali, che profondamente incidono

    sia sulle caratteristiche e dimensioni della domanda di beni e servizi,

    sia sulle strategie di prodotto, distribuzione, comunicazione da

    perseguire per ottenere il massimo dellefficacia nel singolo mercato

    la presenza, per lo stesso business, di diversi livelli di rivalit e

    presenza di concorrenti, globali e locali, a seconda dei paesi

    considerati.

    Di conseguenza, lo sviluppo internazionale deve basarsi su un approccio

    strutturato, cio con una logica di pianificazione.

    La scelta dei paesi fondamentale perch orienta tutto il processo di formulazione

    della strategia di marketing internazionale.

    Infatti scelte errate o anche solo sub-ottimali comportano una serie di conseguenze

    negative, in termini di costi reali e di costi opportunit.

    I costi reali sono conseguenti a tentativi infruttuosi di ingresso in paesi che si

    rivelano essere difficili o di potenziale ridotto, o tali da non remunerare gli sforzi

    produttivi e di marketing intrapresi. Il costo-opportunit corrisponde invece a ci

    a cui si rinunciato per intraprendere una scelta che poi si rivelata errata, o non

    ottimale. Tentare lingresso in un mercato non produttivo quante risorse sottrae

    alla possibile azione verso un altro a maggior redditivit, che in tal modo viene

    trascurato? sbagliare i tempi quanto pu costare?

    Talvolta le imprese, soprattutto se di piccole dimensioni, affrontano con leggerezza

    la necessaria preliminare analisi di mercato, fondando le proprie decisioni sui

    contatti e le informazioni raccolte presso gli operatori commerciali in occasione di

    fiere e mostre, oppure su quanto fanno i concorrenti, cercando di imitarne le

    mosse.

    Limitazione frequentemente alla base del comportamento di molte aziende

    italiane di piccole o medie dimensioni. Talvolta in unarea (per esempio un

    distretto industriale) o anche in uno specifico settore merceologico, le esperienze

    positive allestero di pochi anticipatori sono seguite e imitate da molti altri

    operatori perch ritenute meno rischiose. Ci accade perch si presume che i

    risultati siano noti, e quindi si pensa che le informazioni siano meno costose e pi

    specifiche. Di conseguenza, per seguire gli anticipatori talvolta si decide di operare

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    in mercati lontani, con ambienti socioeconomici e culturali molto diversi dai

    propri, senza valutazioni di tipo strategico, con risultati dubbi o negativi.

    Tali comportamenti comportano una serie di rischi:

    trascurare paesi potenzialmente interessanti solo perch non si sono

    manifestate opportunit di stabilire contatti

    iniziare a operare in paesi privi di reali prospettive, con export

    instabile e di breve termine

    vendere solo nei paesi pi vicini

    concentrare le vendite in pochi paesi.

    In altri termini, si pratica spesso un approccio frammentario, non sistematico,

    occasionale e dispersivo. Invece lazienda pro-attiva compie una scelta di sviluppo

    basata sullanalisi delle condizioni attuali e future del mercato, e sceglie la

    direzione pi efficace in base alle proprie risorse, forze e debolezze.

    La pianificazione coerente ed efficace dellinternazionalizzazione commerciale si

    sviluppa secondo una serie di fasi e contenuti:

    gli obiettivi da perseguire

    i vincoli e le risorse disponibili

    lindividuazione dei paesi verso i quali indirizzarsi

    le strategie e le modalit dingresso pi adeguate per i singoli paesi

    selezionati

    le politiche di marketing pi efficaci.

    Gli obiettivi prioritari sono di solito lo sviluppo del fatturato e una maggiore

    redditivit, ma altri obiettivi possono riguardare la necessit di fronteggiare la

    concorrenza, oppure di trarre vantaggio dalla formazione di segmenti di domanda

    transnazionali. Altri ancora sono relativi al frazionamento del rischio ottenibile

    dalla presenza in pi paesi, alla volont di sfruttare il pi possibile la vita del

    prodotto, introducendolo in paesi dove non ancora presente allungandone cos il

    ciclo di vita, oppure al miglioramento dellimmagine aziendale.

    Circa i vincoli e le risorse disponibili si tratta, nel processo di pianificazione, di

    valutare le risorse e le competenze specifiche nonch i vantaggi competitivi di cui

    dispone limpresa, per confrontarli con le risorse e competenze dei concorrenti

    locali che limpresa dovr affrontare.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    Questo possibile solo per le grandi imprese? Certamente le grandi praticano

    questo approccio, anche perch non farlo significa disperdere risorse, tempo, sforzi

    e dunque compromettere seriamente la propria redditivit.

    Del resto, sono le piccole imprese per prime che rilevano come maggior difficolt

    percepita quella di creare e consolidare valide relazioni commerciali con i mercati

    internazionali. Tale criticit dovuta principalmente alla mancanza di rete

    commerciale adeguata e alle riconosciute proprie scarse capacit di marketing (3).

    Il che come dire abbiamo il prodotto, ma non sappiamo venderlo.

    Diamo pure per scontato che il prodotto ci sia, anche se su questo aspetto non

    andrebbe trascurato il fatto che i principali settori di presenza italiana,

    specialmente delle piccole imprese, sui mercati internazionali siano ormai maturi e

    soggetti ad una concorrenza sempre pi agguerrita da parte dei competitori

    internazionali. Lesperienza personale dellautore testimonia che aziende italiane

    un tempo leader di specifiche nicchie oggi sono costrette a concorrere con aziende

    validissime, tecnologicamente evolute e soprattutto molto pi dinamiche sul piano

    del marketing, provenienti dai paesi emergenti o dai paesi di pi recente ingresso

    nellU (4).

    ppure, seguendo un approccio che parte dallanalisi dei mercati ed evolve in

    attivit concrete di presenza e intervento, le esperienze di sviluppo in ambito

    internazionale non mancano, e testimoniano che anche in momenti difficili i

    mercati sono reattivi a programmi di marketing articolati e ben strutturati.

    Alcuni esempi di imprese seguite personalmente:

    Il mercato del semilavorati in legno saturo in Italia; il legno

    lamellare utilizzato in edilizia e nella produzione di serramenti,

    prodotto da concorrenti industriali che offrono misure standard e

    grandi lotti; le dimensioni dellazienda in questione non consentono

    economie di scala. La conseguenza stata, dopo una opportuna

    analisi delle potenzialit e dellaccessibilit dei vari mercati europei,

    iniziare a operare con un opportuno programma di marketing verso

    paesi europei dove si presta attenzione a qualit e piccoli lotti

    il mercato dei rivestimenti interni/esterni di qualit in Italia non

    cresce; dagli USA provengono acquisti occasionali, ma tale mercato

    non conosciuto dallazienda, ed considerato comunque difficile;

    una esplorazione sistematica del mercato USA ha consentito di

    individuare il segmento dei progettisti nelle citt di medie e piccole

    dimensioni (fuori dal consueto circuito circa 10mila studi di

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    progettazione), dove il made in Italy apprezzato e non presente

    concorrenza significativa; di conseguenza, lazienda si strutturata

    con un programma di contatto diretto che ha generato una serie di

    incontri e richieste di preventivo da parte dei progettisti

    il mercato dei micro forni a induzione (lavorazione metalli pregiati)

    fermo; uno dei segmenti coperti quello odontoiatrico; attraverso

    una analisi per gruppi di paesi, si sono definite le dimensioni della

    domanda potenziale di sterilizzatori per tale segmento; i nuovi

    prodotti sono proposti dallimpresa attraverso la rete di distributori

    internazionali che gi era attiva ma che si stava disarticolando in

    assenza di nuovi prodotti

    il mercato delle pentole in forte evoluzione in termini tecnologici

    (nuovi rivestimenti, cottura a induzione) e si stanno affacciando

    pericolosi concorrenti dai paesi emergenti; lazienda, collocata nella

    food valley italiana, opera solo per commessa ed gi fornitrice di

    una importante catena della GDO a livello mondiale; si proceduto a

    individuare preliminarmente la dimensione del mercato, costituito

    dalle principali catene della GDO in Europa e Nord-America, a

    costruire il data-base dei buyer dei potenziali clienti, a sviluppare un

    intenso programma di lead generation con personale plurilingue

    dedicato, e ad attivare un nucleo di key account che incontrano i

    clienti con una serie di missioni programmate nei vari paesi sede dei

    potenziali.

    per concludere, una questione che frequentemente pregiudica lefficacia delle

    azioni intraprese: con quali tempi deve avvenire lo sviluppo?

    Molti paesi in poco tempo, quando si ritiene siano presenti le condizioni di

    sfruttare rapidamente una competenza distintiva, prima che i concorrenti possano

    intervenire.

    Pochi paesi per volta, senza timore che si tratti anche soltanto di uno, quando

    lesperienza internazionale limitata, le dimensioni dellimpresa sono piccole, le

    risorse scarse.

    Per le PMI inoltre la risposta dipende dal tempo disponibile del proprio

    management che pu essere dedicato alle strategie di internazionalizzazione.

    Non va infatti dimenticato che un efficace programma di internazionalizzazione

    richiede un investimento non solo in risorse e denaro, ma soprattutto in attenzione

    e tempo da dedicare. Proprio per questo motivo va definito preliminarmente un

    piano che poi va seguito, per meglio concentrarsi verso gli obiettivi attesi.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    NOTE:

    (1) Philip e Milton Kotler, Winning Global Markets, John Wiley and Sons, New York 2014

    (2) McKinsey Global Institute, Cities and the Rise of the Consuming Class, McKinsey, 2012

    (3) Cos secondo lindagine Unicredit La ricerca di nuovi mercati: la sfida delle piccole imprese tra

    cambiamento e tradizione, 2011. La ricerca ha coinvolto un campione nazionale di oltre 6000

    piccole imprese, di cui 1100 esportatrici, e oltre 200 associazioni di categoria e confidi. Un anno

    dopo, su un campione pi ristretto e localizzato, il Gruppo Regionale Aism Piemonte ha condotto

    una indagine sullo stato del marketing, pervenendo agli stessi risultati: i punti di forza auto

    percepiti dalle imprese piemontesi, e in particolare dalle piccole e medie imprese esportatrici, sono

    la presunta qualit del prodotto/servizio e il servizio al cliente, mentre le debolezze risiedono nella propria capacit di commercializzazione, nella comunicazione, nel marketing.

    (4) Dallesperienza diretta, qualche esempio di prodotti business-to-business di aziende italiane che

    si trovano ad affrontare concorrenti un tempo trascurabili o assenti sui mercati internazionali:

    estintori, piccoli motori elettrici, componenti per i sistemi di chiusura nellautomotive, macchine

    per la lavorazione della ceramica, macchine per la lavorazione del legno, macchine e impianti per la verniciatura industriale, materiali pregiati per ledilizia, macchine e impianti per la produzione di

    manufatti e prefabbricati, asservimenti per macchine utensili, materiali da pavimentazione pregiati

    (cotto), ma anche servizi quali software specifici (in particolare dallIndia) e capacit di

    progettazione civile e industriale anche complessa (sempre dallIndia). Per altro nel business-to-

    consumer non che vada meglio: per un settore presunto di punta come lagro-industria, e che

    dovrebbe trovare nellxpo la sua massima espressione, la dimensione dellexport delle imprese

    italiane complessivamente di 34,3 miliardi, mentre limport di ben 41,9 (Istat, 2014)

    Aldo Viapiana

    Business strategist, docente di Economia

    Universit degli Studi di Torino e di Analisi

    dei mercati internazionali presso

    Universitas Mercatorum di Roma,

    consigliere nazionale Aism.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    SCENARIO ECONOMICO MONDIALE ED OPPORTUNIT DI INTERNAZIONALIZZAZIONE PER LE

    PMI

    di Aniello Franco

    In uno scenario che vede le nostre PMI in stato di grande difficolt, importante

    saper volgere la propria attenzione sulle modalit con cui tali imprese possono

    ritrovare utili e profitti grazie ad un forte orientamento verso

    linternazionalizzazione. Termine forse sin troppo spesso erroneamente

    sintetizzato in export o in delocalizzazione, ma nel quale si celano in realt,

    sfumature ben pi ampie che possono offrire opportunit di deciso rilievo.

    In un mercato che diviene sempre pi competitivo nel suo essere globale, il poter

    far leva sul made in Italy potrebbe ancora oggi rappresentare un significato di

    notevole importanza, a patto che si inizi a contemplare che esso non sia lelemento

    principale sul quale strutturare la nostra politica di posizionamento; quindi

    andrebbe attuato un radicale cambiamento in merito al concetto stesso di tale

    termine.

    Linternazionalizzazione dovrebbe essere intesa come ricerca di eccellenze non

    presenti nel nostro territorio da abbinare in maniera sinergica al nostro know-how

    al fine di generare un prodotto o servizio che abbia nella sua qualit la sua maggior

    potenzialit.

    La situazione economica nel mondo

    Grazie alla crescita economia dellultimo anno e contestuale crisi cinese, gli Stati

    Uniti (patria del marketing) sono riusciti a mantenere lo status di prima economia

    mondiale, tuttavia con ogni probabilit la Cina (attualmente in seconda posizione)

    cercher con tutte le sue forze di insidiare questo primato ampiamente prima

    rispetto a quanto diversi economisti ipotizzano da diverso tempo.

    Il centro statistico ICP della Banca Mondiale, dopo costanti ricerche sui prezzi dei

    beni e dei servizi ha infatti concluso che il denaro si sta spostando verso le

    economie pi povere aumentando le possibilit di crescita dei paesi emergenti.

    La Cina quindi pronta al sorpasso, nonostante lattuale situazione economica che

    ha frenato la sua crescita; se si sottolinea altres che il Fondo Monetario

    Internazionale si aspetta di attestare la crescita della stessa, calcolando gli ultimi 3

    anni, con una stima approssimata al 24%, diversamente le stime di quella

    americana si attestano al 7,6% seppur in crescita nellultimo anno.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    I nuovi dati rivoluzionano il panorama economico mondiale aumentando

    limportanza dei paesi con reddito medio-grande. Oltre alla Cina anche lIndia

    diventer presto la terza economia mondiale migliorando di sette posizioni il suo

    ranking in solo 10 anni. Pur detenendo i paesi pi ricchi ancora il 50% del PIL

    mondiale, il consumo reale pro capite proporzionato ad un aumento della

    crescita nei paesi emergenti, con un auspicabile minor divario tra ricchi e poveri

    che potrebbe portare il mondo verso una redistribuzione della ricchezza pi equa.

    Possibili opportunit di sviluppo

    Il Kazakistan tra gli Stati che maggiormente stanno utilizzando le leve del

    marketing mix al fine di far conoscere le proprie attrattive, leconomia in termini

    di risorse naturali tra quelle con la maggiore ricchezza pro capite al mondo

    (14.000 USD di PIL pro-capite). Negli ultimi ventanni si registrato un tasso di

    crescita medio tra i pi dinamici, circa l8%, secondo soltanto alla Cina e al Qatar.

    Tesoro inestimabile del Kazakistan sono le sue risorse minerarie. Il Kazakistan il

    sesto paese pi grande del mondo in termini di risorse minerarie, tra esse le pi

    importanti sono petrolio, gas, uranio, zinco, tungsteno, bario, argento, piombo,

    cromo, rame, fluoriti, molibdeno e oro.

    Grazie alle politiche elaborate che hanno attirato investimenti diretti esteri,

    leconomia kazaka in costante crescita. Nel corso dellultimo decennio, il PIL ha

    dimostrato una crescita di 8 volte (da USD 17 miliardi di USD 146,5 miliardi). A

    rendere attraente il Kazakistan la posizione strategica, lampiezza del territorio

    (il nono del Pianeta), ma soprattutto la grande ricchezza del sottosuolo. La

    rivitalizzazione delleconomia stata calibrata sullapertura agli investimenti

    stranieri: il 29 maggio scorso stato firmato il trattato che segna la nascita

    dellUnione conomica uroasiatica con Russia e Bielorussia.

    Il PIL nominale, linflazione e il PIL pro-capite sono aumentati negli ultimi anni

    mentre la disoccupazione scesa. In questottica, anche se la strada ancora lunga,

    leconomia del Kazakistan risulta in continua evoluzione. La capitale del Kazakistan

    Astana (sede di xpo 2017), una citt futuristica nel cuore dellAsia. Il governo ha

    scelto il progetto del famoso architetto giapponese Kisho Kurokawa per realizzare

    una capitale quasi dal nulla ma che come fine ultimo avesse quello di essere la

    massima forma di comunicazione pubblicitaria del Kazakistan allestero. Altro

    grande nome dellarchitettura mondiale chiamato per rendere il prodotto

    Kazakistan ancor pi seducente per il mercato estero degli investitori stato il

    britannico Sir Norman Foster.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    Considerazioni

    Colpisce molto levoluzione di questa nazione sia in valori economici sia temporali,

    grazie alla capacit di fondere il marketing mix con il neuromarketing, mirando ad

    un riposizionamento della nazione verso lalto nella scala mondiale, migliorando in

    modo significativo il proprio PIL, esempio che possiamo considerare significativo

    anche quando applicato al mondo delle PMI.

    Si potrebbe di fatto considerare ogni singola impresa come prodotto di se stessa,

    quindi orientata ad una continua analisi SWOT che consenta una costante

    consapevolezza del proprio posizionamento sul mercato globale, cercando di

    individuare e promuovere quelli che sono i propri punti di forza e migliorare i

    punti di debolezza, guardare con ottimismo alle opportunit che il mercato offre

    senza mai perdere di vista le minacce sempre presenti.

    La nostra nazione possiede eccellenze che dovremo necessariamente riscoprire e

    potenziare al fine di poter ancora primeggiare nel mondo, in settori che ci hanno

    visto da sempre protagonisti, ripensando e riprogettando la forza del Made in Italy

    (nella sua versione banalizzata, sempre meno incisiva e non pi sufficiente!) grazie

    anche ai nuovi mercati.

    Aniello Franco

    COO di Multimediamo, ha ricevuto nel corso della sua

    esperienza ultradecennale, diversi premi e

    riconoscimenti. Ha ricoperto crescenti ruoli direttivi

    in aziende di rilevanza nazionale ed internazionale.

    Attualmente inoltre Lecturer and Advisor of

    Marketing & Communication.

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  • Competitivit territoriale, imprese e internazionalizzazione AISM

    L'E-COMMERCE E L'INTERNAZIONALIZZAZIONE

    di Daniele Rutigliano

    Il 57% delle aziende italiane che hanno venduto tramite e-commerce nel 2013, e

    stato attivo in ambito internazionale. Piu in generale il fatturato del commercio

    elettronico allestero e stato del 29% delle vendite online complessive (fonte:

    Casaleggio Associati, "-commerce in Italia 2014", 2014). Tuttavia per registrare

    degli ordini continuativi e significativi verso l'estero non basta avere un sito web

    tradotto solo in inglese ma e necessario osservare almeno 6 aspetti strategici per

    un business di successo.

    1. La comunicazione interculturale

    Sebbene la globalizzazione sia una realta ormai consolidata e gli influssi americani

    sempre piu evidenti in ogni cultura del mondo, alcune abitudini continuano ad

    essere radicate e determinanti, anche nelle vendite online. Si pensi ad esempio al

    "4" che in oriente e considerato un numero sfortunato o al panda gigante, emblema

    nazionale cinese.

    Nel calendario dello shopping americano (e di riflesso nel mondo) esistono due

    date "calde" per l'e-commerce: il Black Friday e il Cyber Monday mentre in Cina,

    invece, durante il Singles' Day si registrano 9 miliardi di dollari in un solo giorno

    (dati relativi alle vendite su Alibaba nel giorno 11/11/2014). Infine va ricordato

    che la comunicazione odierna passa tramite smartphone e app: mentre noi italiani

    usiamo WhatsApp, in Cina si usa WeChat che nella versione originale non e solo

    una semplice applicazione di messaggistica con social network ma una piattaforma

    con possibilita di e-commerce (nel 2014 la Smart ha venduto 388 auto in versione

    limitata in soli 3 minuti tramite WeChat).

    2. Le traduzioni

    L'inglese e la lingua "ufficiale" del web ma non la piu diffusa al mondo (il primato

    va al cinese mandarino). Cio non giustifica una versione del sito web solo in

    inglese: e necessario tradurre i contenuti del sito nella lingua del paese target e da

    un traduttore professionista madrelingua (Google Translate fa solo disastri,

    www.wired.it/internet/web/2014/09/29/50-disastri-di-google-translate). Un

    testo ben tradotto aumenta il tasso di conversione nelle vendite, aumenta la fiducia

    nei confronti del potenziale cliente straniero e risulta determinante

    nell'indicizzazione delle pagine del sito da parte dei motori di ricerca locali. Infatti

    ogni persona effettua delle ricerche sul web usando la propria lingua madre, non in

    inglese. Si pensi ad un tedesco in cerca di