Come scrivere un curriculum che non finirà nel cestino€¦ · Scrivere un buon curriculum. Per...

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Parole chiave: curriculum vitae adapt Argomenti: Published on Linkiesta.it (http://www.linkiesta.it ) Home > Come scrivere un curriculum che non finirà nel cestino 2/02/2015 Come scrivere un curriculum che non finirà nel cestino La grafica da usare, la foto giusta, la versione in inglese e le informazioni da non sottovalutare A cura di Lidia Baratta Curriculum stampato sulla tshirt (Flickr/sergio m mahugo) HIGHLIGHT LEGGI DOPO [1] [2] [3] Scrivere un buon curriculum. Per trovare lavoro, il primo passo è compilare questo pezzo di carta, che solo un pezzo di carta non è. Sì, ma come si fa un cv? È meglio usare il formato europeo o no? Quali dati bisogna inserire? E soprattutto: si può barare? Il curriculum è il biglietto da visita che ci aprirà (o no) le porte di un colloquio in azienda. Per questo motivo niente va sottovalutato o trascurato. La prima puntata di Domani Lavoro. 10 domande e 10 risposte per trovare un’occupazione (e tenersela), la guida al lavoro firmata da Linkiesta e Adapt [4], è dedicata alla stesura del curriculum vitae. A rispondere alle nostre domande sono i ricercatori del Centro studi sul lavoro Adapt, che danno anche qualche consiglio su come sfruttare al meglio la tecnologia per farsi assumere e come compilare un cv in inglese. La prima puntata di “Domani Lavoro”, la guida al lavoro di Linkiesta e Adapt, è dedicata al curriculum. Ogni due settimane domande e risposte sul mercato del lavoro Ho mandato un bel po’ di curriculum nell’ultimo anno e nessuno mi ha mai risposto se non per dirmi che mi terranno in considerazione. Visto che creazione, aggiornamento e invio di un cv richiedono tempo, non potrei spenderlo in modo migliore? In altre parole, a cosa serve fare un curriculum se nessuno lo legge? Il curriculum vitae non è un semplice pezzo di carta ma, se scritto in modo efficace e completo, diventa la prova di una coerente

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2/02/2015

Come scrivere un curriculum che non finirà nel cestinoLa grafica da usare, la foto giusta, la versione in inglese e le informazioni da non sottovalutare

A cura di Lidia Baratta

Curriculum stampato sulla t­shirt (Flickr/sergio m mahugo)

HIGHLIGHT LEGGI DOPO

[1] [2] [3]

Scrivere un buon curriculum. Per trovare lavoro, il primo passo è compilare questo pezzo di carta, che solo un pezzo di carta non è. Sì,ma come si fa un cv? È meglio usare il formato europeo o no? Quali dati bisogna inserire? E soprattutto: si può barare? Il curriculum è ilbiglietto da visita che ci aprirà (o no) le porte di un colloquio in azienda. Per questo motivo niente va sottovalutato o trascurato. La primapuntata di Domani Lavoro. 10 domande e 10 risposte per trovare un’occupazione (e tenersela), la guida al lavoro firmata da Linkiesta eAdapt [4], è dedicata alla stesura del curriculum vitae. A rispondere alle nostre domande sono i ricercatori del Centro studi sul lavoroAdapt, che danno anche qualche consiglio su come sfruttare al meglio la tecnologia per farsi assumere e come compilare un cv ininglese.

La prima puntata di “Domani Lavoro”, la guida al lavoro di Linkiesta e Adapt, è dedicata al curriculum. Ogni due settimanedomande e risposte sul mercato del lavoro

Ho mandato un bel po’ di curriculum nell’ultimo anno e nessuno mi ha mai risposto se non per dirmi che mi terranno inconsiderazione. Visto che creazione, aggiornamento e invio di un cv richiedono tempo, non potrei spenderlo in modomigliore? In altre parole, a cosa serve fare un curriculum se nessuno lo legge?

Il curriculum vitae non è un semplice pezzo di carta ma, se scritto in modo efficace e completo, diventa la prova di una coerente

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integrazione tra percorsi formativi e di istruzione ed esperienze professionali o anche di una conoscenza consapevole delle propriecompetenze utili ai contesti di lavoro.

I contenuti, lo stile, la struttura, l’impostazione e le eventuali omissioni presenti nel cv comunicano all’interlocutore le caratteristichepersonali e professionali che rispecchiano il vissuto di ognuno. Il curriculum, tuttavia, non è di facile stesura poiché il rischio che si correè di descrivere un percorso professionale e formativo che non ha “personalità” e non rispecchia quindi nulla del reale bagaglio dicompetenze, capacità e aspirazioni che la singola persona ha in sé. Facilmente il curriculum diventa una copia sterile di altri migliaia dicurriculum con percorsi formativi simili, dati anagrafici assimilabili, “desiderata” preconfezionati. Un documento anonimo chedifficilmente cattura l’attenzione del selezionatore. Occorre quindi scriverlo in un’ottica di competenze, cercando di recuperare da ognievento formativo e professionale, anche apparentemente poco importante, il “saper fare”, le caratteristiche personali e le capacitàconcrete che si ritiene di aver acquisito o migliorato. Scrivere un curriculum efficace e personale, in grado di raccontare e motivarel’eventuale contributo che la persona saprà offrire nel contesto professionale specifico.

Ok, cominciamo. Cosa scelgo: curriculum creativo o classico? Scarico il modello del cv europeo o ne creo uno mio?Si parla molto ultimamente delle trasformazioni che il curriculum sta subendo e abbondano su internet e sui social network consigli sucome scriverlo, quali parole usare e quali strategie adottare per presentarsi al meglio. Il formato europeo, da più parti, non vieneconsigliato, se non quando bandi e concorsi a cui si partecipa lo richiedano specificatamente. Questo perché la schematizzazione che ilformato europeo propone non consente di fatto la valorizzazione delle competenze che si posseggono.

Il racconto e la descrizione delle proprie competenze non è un esercizio che possa essere racchiuso in un sterile elenco di attività,capacità e nozioni. La competenza, per significato, è una capacità resa operativa grazie a una sua applicazione concreta, una nozionerafforzata alla prova dell’esperienza, una abilità che si trasforma in saper fare specifico.

Proprio per questa sua natura empirica, che è quindi anche di origine cognitiva, ogni competenza posseduta non può essere espressae raccontata se non in relazione a episodi, esperienze, vissuti che ne hanno reso possibile l’acquisizione, la valorizzazione e lasperimentazione.

In altre parole non è sufficiente affermare che si posseggono competenze comunicative, ma bisogna indicare i contesti, gli episodiformativi o professionali dove queste competenze sono state acquisite.

Per questo motivo quindi un formato così compilativo come quello europeo non è utile, meglio un curriculum personalizzato,graficamente anche originale, sempre provvisto di una foto chiara, professionale e che sia in grado di presentare positivamente ilcandidato.

Un formato compilativo come quello europeo non è utile, meglio un curriculum personalizzato, graficamente anche originale

Solo in questo modo il curriculum può davvero rappresentare, seppure in parte, la persona che descrive. Ognuno è unico, ha doti ecaratteristiche che lo differenziano dagli altri e anche percorsi talvolta apparentemente simili nascondono storie di apprendimentocompletamente differenti. Ad esempio, nei percorsi di istruzione secondaria superiore, siano essi liceali, tecnici o professionali, siinvestono ben 5 anni di studio, vita, esperienza e crescita. Questo certamente non può venire riassunto in una riga che recita “Diplomadi liceo scientifico, con votazione…” poiché nulla dice di “come” e di “quanto” ci si è formati in un contesto sociale ed educativo come lascuola. Anche altre esperienze, come la partecipazione a gruppi di rappresentanza scolastica, di classe o di istituto o pressoassociazioni di volontariato ad esempio, consentono in età giovanissima l’acquisizione di competenze e capacità allargate, qualil’ascolto, la sintesi, la leadership, l’organizzazione e la responsabilità sociale.

Le nuove tecnologie hanno avuto un grande impatto sulle modalità di creazione dei cv. Esistono infatti diversi modelli di cv digitale, cheper la propria struttura non possono essere stampati e diffusi in modalità cartacea. Si può creare una propria pagina online contenente idati fondamentali di un cv ma espressi in modo graficamente creativo, superando i limiti statici della carta. Allo stesso modo si stadiffondendo anche la creazione di video cv, nei quali il candidato in pochi minuti si presenta al datore di lavoro raccontando di sé esfondando la barriera che esiste sempre nel conoscere una persona solamente tramite la carta, e al massimo tramite una fotografia. Ilvideo infatti consente al datore di lavoro di cogliere aspetti della personalità del candidato che difficilmente possono essere messi periscritto. È chiaro che questa modalità presenta anche molti rischi, se non si è sicuri di quello che un datore di lavoro cerca è possibileridurre in partenza le proprie possibilità più con un video che con la carta.

Sta prendendo anche piede la moda di utilizzare i social network per costruire i propri cv, in particolare il Twsume via Twitter. Difficilepensare che questi ultimi strumenti possano interamente sostituire il vecchio cv cartaceo, ma sicuramente affiancare ad un cv classicouno innovativo può essere utile per chi voglia tentare una carriere in un ambiente creativo e innovativo, mentre non sempre può aiutarein una impresa classica.

Quali sono i dati che devo inserire? E in che ordine?Innanzitutto bisogna sempre inserire una foto. La foto è essenziale perché è la prima occasione per personalizzare il propriocurriculum, garantendo con il proprio viso le informazioni inserite. Meglio inserire una foto professionale, che sveli chiaramente il volto.Essenziali anche i propri dati personali, da inserire in alto o in calce al cv, dove siano indicati i contatti telefonici e mail (meglio seprofessionale ossia nome.cognome). Mai dimenticare un dato che a volte si tende ad ignorare, cioè la propria data di nascita: questa èfondamentale per un datore di lavoro che vuole come prima scelta assumere un giovane, e deve per questo essere tra i primi dativisibili. Inoltre molti non sanno che la data di nascita è fondamentale qualora il selezionatore voglia ricorrere a specifici contratti dilavoro e/o incentivi dedicati ai giovani. Se per esempio l’impresa vuole assumere un giovane con contratto di apprendistato deve saperese il candidato ha più o meno di 29, come previsto dal contratto.

Segue poi l’importanza dell’indicazione dei propri profili sui social network. Il nome e il cognome devono essere indicati chiaramentee successivamente anche la posizione professionale desiderata, ossia l’indicazione del ruolo e del settore a cui si ambisce. Questaindicazione funge in altri termini da chiave di lettura dl curriculum poiché il racconto della propria storia formativa e professionale dovràapparire come un percorso coerente svolto per raggiungere l’obiettivo indicato.

Subito dopo, nell’ordine, c’è la parte legata alla “Istruzione e Formazione”, ricordandosi sempre di iniziare dai titoli e dalle esperienzapiù recenti. Quando si descrive un percorso scolastico o universitario, è opportuno non limitarsi a indicare la nomenclatura, ma sipotrebbero segnalare a grandi linee le materie e gli insegnamenti caratterizzanti il corso, le competenze acquisite e la relazione traquanto appreso e quanto utile in un futuro contesto lavorativo. Molto apprezzata, da parte dei selezionatori, è l’indicazione da partedegli studenti dell’anno nel quale si prevede di terminare gli studi. Questo consente alle aziende di programmare una eventualeassunzione e mostra anche una capacità di organizzazione e pianificazione da parte del candidato.

Terza parte fondamentale è costituita dalla “Esperienze professionali”, che andranno anche esse raccontate cronologicamente a

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ritroso (dalla più alla meno recente) e accorpate tra loro se numerose e di breve durata. Le esperienze di lavoro verranno descritteindicando sia le mansioni svolte (cioè cosa si è fatto) che le competenze (cosa si è imparato a fare). Per uno studente è beneevidenziare le connessioni tra esperienze di lavoro e il percorso universitario. Una connessione c'è sempre, anche se le due esperienzepossano in apparenza essere distanti (ad esempio: umiltà, rispetto dei colleghi e dei superiori, disciplina).

Passiamo poi alle competenze, che costituiscono la parte che più interessa alle imprese. È bene indicare quindi, nell’ordine, lecompetenze professionali e tecniche (ossia quelle specificatamente legate a un profilo professionale), quelle linguistiche, comunicative,relazionali e organizzative. Ove possibile occorre precisare le certificazioni che confermano l’acquisizione di tali competenze (specie seinformatiche o linguistiche). Se tuttavia non si posseggono le certificazioni linguistiche, può essere utile ricorrere alla scheda perl’autovalutazione Europass (CEFR [5]). Infine vi è uno spazio dedicato agli interessi culturali, agli sport e alle esperienze all’estero.Questa parte del curriculum racchiude in sé una ricchezza e un valore in grado davvero di differenziare una storia da un’altra, puntandosu caratteristiche della persona che sono molto apprezzate e utili anche sul luogo di lavoro. In chiusura, si consiglia sempre disegnalare qualche referenza, che vale a certificare quanto raccontato nel curriculum.

La parola chiave del curriculum è “Competenza”: qui bisogna descrivere quale apporto concreto può offrire la persona inazienda

Dove cade l’occhio dei selezionatori?La parola chiave del curriculum è di certo “Competenza”. Questo termine indica un utilizzo provato di conoscenze (principi, teorieconnessi ad un campo di studi) e abilità in situazioni specifiche di lavoro. Le competenze costituiscono il valore del proprio curriculum,poiché mostrano quale apporto concreto, meglio se descritto per grado di responsabilità e autonomia, possa la persona offrire a uncontesto lavorativo specifico. Da non sottovalutare poi le competenze comunicative e relazionali che sono molto ricercate al pari e forsepiù delle competenze specialistiche o di mestiere. In genere tra dieci persone che sanno fare lo stesso mestiere, l’azienda scegliesicuramente chi si presenta meglio, chi sa relazionarsi, comunicare, dare senso di affidabilità. In ultimo, è consigliato porre molta cura eattenzione alla sezione in cui si riporta l’indicazione di sport e interessi culturali. Sono importanti per un selezionatore: se benecomunicate, queste informazioni consentono al selezionatore di verificare quanto scritto nel cv e di delineare attitudini e predisposizionipersonali preziose nei contesti professionali (ad esempio chi ha praticato sport per anni a un certo livello sicuramente conosce ladisciplina e il valore dei sacrifici; la partecipazione a una associazione o attività di volontariato comunica agli altri attitudine all’impegnosociale, attenzione agli altri, senso civico, ecc.).

A chi mando il curriculum e come scelgo a chi mandarlo? Come e quanto devo adattarlo all’azienda alla quale mi rivolgo?Il primo basilare presupposto per la scrittura di un curriculum efficace è acquisire consapevolezza di sé e delle proprie caratteristichepersonali e competenze. Questa conoscenza è essenziale anche per scegliere il proprio ambito di ricerca professionale e quindi ildestinatario della propria candidatura. Definito questo, ovviamente, occorre anche confrontarsi con il mercato esterno e le possibilitàconcrete di lavoro. Utile a questo fine è svolgere un esercizio di adattamento del proprio cv al singolo annuncio a cui si risponde. Ogniesperienza vissuta, formativa e professionale, potrebbe essere letta da prospettive differenti e in questo modo adattata a specifici settorie ambiti professionali. L’indicazione della posizione professionale a cui si ambisce e le competenze indicate, consentono di rafforzarequesto adattamento, poiché permettono di modificare e orientare il proprio profilo avvicinandolo a quello ricercato o richiesto. Un altroutile esercizio consiste sempre di informarsi adeguatamente sull’azienda e sul settore verso sui si indirizza la propria candidatura. Nelcaso poi si svolgesse il colloquio con il selezionatore, si potrà mostrare di conoscere l’azienda e di aver raccolto informazioni e dati sullasua struttura.

Diciamocela tutta: quanto si può barare? Anche oltre la conoscenza “eccellente” della lingua inglese, intendo.Barare, inteso come mentire, non rappresenta una strategia vincente. Mai e soprattutto sul lavoro, poiché all’invio efficace di un cvsegue sempre un colloquio con il selezionatore durante il quale qualsiasi sovrastruttura creata nel curriculum si confronta con laautenticità della persona e delle sue capacità e caratteristiche individuali. Quindi meglio presentarsi al meglio per quello che si è e si safare e concentrarsi a proporre una visione del proprio percorso coerente e consapevole.

Quello che si può fare, piuttosto che mentire, è cercare dentro al proprio vissuto formativo e professionale, specifici eventi, competenzee personalizzazioni che rendono il cv unico ed efficace. Facciamo un esempio, per capire meglio. Nelle aule accademiche, nelle scuolee nei luoghi di lavoro ci sono tantissimi giovani i cui genitori provengono da nazioni, culture e lingue diverse dalla nostra e le cui radicinon vengono adeguatamente valorizzate. Ci sono giovani che, nei primi anni della propria vita hanno dovuto cambiare Stato, Paese,scuola, ambiente perché i propri genitori sono arrivati in Italia per poter lavorare. Questa è una ricchezza incredibile, che non deveessere nascosta o dimenticata, ma deve essere posta al centro del proprio curriculum. Le competenze linguistiche non si identificanosolo nella conoscenza di una lingua e delle sue regole grammaticali, ma anche con la capacità, preziosa e ricchissima, di interpretare lavolontà che c’è dietro a chi parla, la cultura che riempie di significato le espressioni, le parole e gli atteggiamenti. Le competenzelinguistiche sono anche queste, e descriverlo non è mentire ma è arricchire un tesoro che una persona possiede ma forseinconsapevolmente non valorizza.

A proposito, bisogna preparare anche un curriculum in inglese?Nel proprio computer dovrà sempre esserci un cv formato europeo, che come abbiamo detto è indispensabile per gli annunci, bandi econcorsi in cui venga espressamente richiesto, un cv personalizzato utile a valorizzare competenze personali che altrove verrebberomortificate, e un cv in inglese, anche esso nel doppio formato europeo e personalizzato. Entrambi indispensabili per posizioni cherichiedono una medio­alta conoscenza della lingua o per candidature presso aziende multinazionali, dove la padronanza linguistica èquasi data per scontata. Ricordiamo che nel momento in cui si voglia fare un cv in inglese è bene seguire i modelli del resume e nonsemplicemente tradurre quello italiano. Questo farà capire che non vi siete limitati a cambiare la lingua ma che conoscete i modelliinternazionali e avete fatto quel lavoro di sintesi e di personalizzazione che caratterizza i cv anglosassoni.

Per il cv in inglese, due sono le parole chiave: SKILLS and TASKS. Le competenze “skills” sono “what I am able to do” (cosa so fare) equindi quelle capacità rese operative dal confronto di quanto appreso sui libri, a scuola e in teoria con il reale e la concretezza. Lemansioni “tasks” sono invece le attività specifiche ossia “what I have to do”, quello che si è obbligati a svolgere poiché costituisceoggetto dell’obbligazione contrattuale e del rapporto di lavoro. Quando nel cv si descrive una esperienza professionale, occorre quindidistinguere tra mansioni (le attività concrete che si svolgevano) e le competenze acquisite proprio grazie a questa attività professionale.

Per scrivere un curriculum in inglese non basta tradurre quello italiano, ma seguire i modelli del resume. Le parole chiave inquesto caso sono due: SKILLS and TASKS

Lettera motivazionale, lettera di presentazione, referenze: servono a qualcosa?Se un selezionatore fosse chiamato a scegliere tra due cv simili, per dati anagrafici, per titoli e per esperienze, e se solo un curriculumtra i due fosse accompagnato da una lettera di presentazione della persona, delle motivazioni che la spingono a proporre la propriacandidatura e delle competenze che ritiene di possedere in linea con la posizione professionale richiesta, probabilmente la scelta

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ricadrebbe su questo curriculum. Ogni rapporto di lavoro prima ancora di essere un obbligo giuridico tra due soggetti è innanzitutto unpatto di fiducia tra due persone, che decidono di collaborare e di formalizzare uno scambio reciproco di ricchezza, di energia e dicapacità. La presentazione delle motivazioni che sono alla base della scelta di uno specifico percorso professionale, il raccontocomposto e fondato di un obiettivo professionale e la garanzia del possesso di specifiche competenze indicate possono costituire unadiscriminante importante nella scelta di un candidato. L’indicazione delle referenze, ad esempio, vale ad arricchire il racconto che di sési è proposto nel curriculum poiché esso potrà essere confermato da altre persone con cui si è venuti a contatto nei vari contestiprofessionali e formativi. Un professore universitario di un corso che ci ha particolarmente appassionato e coinvolto, oppure il tutor diuno stage svolto e coerente con le attività di interesse, oppure il referente di una associazione di volontariato che frequentiamo. Questesono tutte persone che conoscono bene le caratteristiche che abbiamo descritto nel cv e che, qualora contattati, potranno certamenteconfermarle. Le referenze ovviamente devono essere sempre seguite da un indirizzo email o da un numero di telefono, che rendonopossibile eventualmente la richiesta di riscontri in tal senso.

Ha senso postare il mio cv anche su Linkedin? E che rapporto dev’esserci tra il mio profilo professionale e quello social?Insomma, devo cancellare le foto della festa di sabato sera?È indubbio che i social network abbiano modificato radicalmente la ricerca di lavoro e contemporaneamente la ricerca di profili e dicurriculum. Questo perché anche gli account social di ciascuno di noi compongono idealmente il nostro cv, poiché raccolgonoinformazioni che concorrono a formare il nostro profilo, a raccontare le nostre attitudini e predisposizioni. Quindi meglio se i socialnetwork siano in grado di confermare o arricchire una immagine veritiera e fedele a quello che davvero siamo. Anche qui vale la regoladi non mentire. Tuttavia è bene fare una distinzione tra posizioni professionali e per spiegarne il senso facciamo un esempio concreto.Qualora io fossi o ambissi a diventare un organizzatore di eventi o responsabile dell’area Relazioni con l’esterno di una azienda,sarebbe certamente positivo che i miei account social mostrassero le mie capacità relazionali, comunicative, organizzative, lapredisposizione a intessere rapporti con tante persone e ad adeguare lessico e comunicazione a seconda degli interlocutori.Ovviamente tutto questo nel rispetto dei limiti di decoro e di professionalità.

Quanto a Linkedin, si sta rivelando un canale importante di incontro tra domanda e offerta di lavoro, che le aziende utilizzanoeffettivamente e che può essere utile anche per farsi una idea dei profili che alle aziende interessano e costruire un cv di conseguenza.È importante sapere però che non esiste alcuna magia: una volta creato il proprio profilo non verremmo contattati da numerose aziendeche stavano aspettando noi. Linkedin è uno strumento, e in quanto tale bisogna imparare ad utilizzarlo, iniziando a conoscere leaziende che lo utilizzano, farsi avanti, partecipare ai gruppi,

Come consegno il curriculum? Di persona o lo spedisco via email? Nel secondo caso, conviene fare anche una telefonata osono troppo sfacciato?Normalmente il cv viene consegnato via mail. È bene sempre scrivere, come abbiamo già detto, qualche riga di accompagnamento e/opresentazione nella mail con la quale si invia il cv, in modo da presentare sinteticamente cosa si sta sottoponendo al selezionatore e lemotivazioni personali.

Ricordarsi sempre di firmare l’e­mail (inserendo nome e cognome al termine della presentazione) e di inviare dallo stesso indirizzo diposta elettronica indicato nel cv.

Il file da inviare deve essere in formato pdf e nominato con il proprio nome e cognome, meglio ancora se seguito dalla indicazione delladata di aggiornamento del documento. La telefonata dopo qualche giorno dalla ricezione non viene sicuramente interpretatapositivamente da un datore di lavoro, in quanto indica impazienza e, in alcuni casi, supponenza. Chiaramente la buona educazioneconsiglierebbe ai datori di lavoro di rispondere a tutti i cv che ricevono, anche dicendo che non si è interessati, evitando così lapossibilità della telefonata di accertamento di un effettiva ricezione. Ma non essendo così nella maggior parte dei casi, dopo qualchesettimana senza risposta dopo l’invio del cv è più educato e opportuno, se proprio si desidera quella posizione, inviarlo nuovamente edevitare contatti telefonici. Nel caso passasse altro tempo senza risposta, è il caso di considerare persa quella opportunità.

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Parole chiave: curriculum vitae [10]adapt [11]

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A corto di aggettivi per il cv? Non usate mai questi [9]Leggi anche: A corto di aggettivi per il cv? Non usate mai questiData pubblicazione: Lunedì, 2 Febbraio, 2015 ­ 09:15

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