Come FOLGORE dal cielo, come NEMBO di tempesta · «Nembo» colonnello Marco Becherini e quattro...

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N. 7-8 Luglio/Agosto 2012 Organo ufficiale dei paracadutisti d’Italia Come FOLGORE dal cielo, come NEMBO di tempesta RIVISTA MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARACADUTISTI D’ITALIA (ANPd’I) - Via Sforza, 5 00184 Roma - Spedizione in abb. postale - Art. 1, Comma 1, D.L. 24.12.2003, convertito in Legge 27.2.2004, n. 46 - DCB Roma

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N. 7-8 Luglio/Agosto 2012Organo ufficiale deiparacadutisti d’Italia

Come FOLGORE dal cielo, come NEMBO di tempesta

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RIVISTA DELL’ASSOCIAZIONENAZIONALE PARACADUTISTI

D’ITALIA (ANPd’I)

MENSILE DI INFORMAZIONE

ASSOCIATIVO, TECNICO E POLITICO-CULTURALE

… voi siete gli arditidel cielo e della terra

LUGLIO/AGOSTO2 0 1 2 S O M M A R I O

SITREP 3Attualità 4Reparti in Armi 9Competizioni 15Progetto El Alamein 19Figure da ricordare 22Brevi e liete 27Attività delle Sezioni 27Ultimo lancio 32

COPERTINASpettacolare aviolancio “tandem” del Capo di SME, Gen. C.A. Claudio Graziano, con i paracadutisti della “Folgore”.

Testata a perenne ricordo del Foglio di Campodei Paracadutisti d’Italia, 1943-46, fondato daAlberto BECHI LUSERNAdirettore Umberto BRUZZESEriattivato e diretto da Giovanni PICCINNIin Firenze dal 1956 al 1962.

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Anno LXIX dalla fondazioneNumero 7-8, LUGLIO/AGOSTO 2012

Direttore editoriale: Aldo Falciglia

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Capo redattore:Nuccia Ledda

Inviato speciale:Valter Amatobene

Corrispondenti:Claudio Borin, Raul Di Gennaro,

Paolo Frediani, Annamaria Martella,Efisio Secci, Sandro Valerio

Amministrazione: Salvatore Barone

Chiusura redazionale2 agosto 2012

Stampa: STILGRAFICA srlVia Ignazio Pettinengo, 3100159 RomaTel. 06 43588200 – Fax 06 4385693

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I tre volumi presentati nel corso dell’Assemblea di Tarquinia

sono disponibili pressola Presidenza Nazionale

Per informazionipotete chiamare il numero:

06 4746396 o mandare una email a:

[email protected]

SIT.REP.di Aldo Falciglia

on questo numero si chiude la prima parte di un inteso anno di attività, svolta dai paracadutisti

d’Italia, di cui, su queste pagine, vi abbiamo dato conto.

Mancano ancora da pubblicare due importanti eventi, svoltisi anch’essi nel mese di luglio 2012, di

cui vi informeremo nel prossimo numero. Il primo è l’inaugurazione del monumento al paracadutista d’Ita-

lia, svoltasi a Darfo Boario Terme, a cura della sezione ANPd’I di Vallecamonica. Il secondo è la relazione

sui campionati nazionali di triathlon paracadutista «Trofeo Scuola Militare di Paracadutismo di Tradate».

Per la prima notizia si è considerato di rimandare la pubblicazione in attesa di buone immagini fotografiche

per corredare la descrizione dell’evento. Il monumento e lo sforzo organizzativo dei paracadutisti della Val-

lecamonica lo richiedono. Per la seconda, le avverse condizioni meteo hanno imposto la sospensione di al-

cuni aviolanci della gara. Quindi, in attesa che gli stessi si svolgano e si possa stilare la classifica generale, sen-

za incertezze, si è soprasseduto alla pubblicazione di notizie parziali.

Su questo numero potrete leggere un servizio dedicato alla visita del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito,

Gen. di C.A. Claudio Graziano, ai Reparti della Brigata paracadutisti «Folgore», foriero di ulteriori sviluppi

sul processo di ampia ristrutturazione che subiranno, unitamente ad altri Reparti paracadutisti non in orga-

nico alla «Folgore».

Su questo argomento, come aveva preannunciato il Gen. Mingiardi, nel suo discorso di saluto alla scorsa

Assemblea Nazionale ANPd’I, svoltasi a Tarquinia, si avrà modo di tornare spesso nei prossimi mesi. Mol-

te indiscrezioni circolano negli ambienti militari e non. Anche il quotidiano nazionale «La Stampa» ha pub-

blicato un articolo in merito.

La rivista, come scritto nell’articolo che riguarda l’argomento, ha preferito non riportare notizie non verifi-

cabili, limitandosi solo a quelle certe: la formazione di un nuovo Reggimento di artiglieria paracadutista, che

avrà sede a Bracciano. Una notizia attesa da molti, che non può che far contenti tutti. L’unica osservazione è

la dislocazione del Reparto, che lascia un po’ perplessi. In tempi di «spending review» e di rimodulazione

dell’apparato militare, quanto meno per esigenze di risparmio e funzionalità logistiche amministrative, ci si

aspettava un avvicinamento dei Reparti; già l’ottavo Reggimento guastatori è dislocato non proprio vicino al-

le sedi stanziali della Brigata Paracadutisti. Comunque il tutto avrà una sua logica, la quale sarà chiara solo al

termine di questi cambiamenti.

Da ultimo la rivista riporta un ricordo del Vice Presidente Nazionale, Ten. paracadutista MAVM Raul Di

Gennaro. Una figura di uomo e di paracadutista fuori dal comune, verso la quale la redazione della rivista e

il sottoscritto, hanno un debito incolmabile di riconoscenza e di grande affetto. Ci mancherà moltissimo: ad-

dio «ragazzo» delle Folgore!

Aldo Falciglia

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D ue giorni vissuti in-tensamente daiparacadutisti mar-

chigiani nel ricordare le gestae il sacrificio degli uomini del-la Divisione Paracadutisti«Nembo». Le celebrazioni del68° Anniversario della Batta-glia si sono aperte ufficial-mente la mattina di sabato 7luglio con un lancio nel cielodi Filottrano da parte del Co-mandante del 183° Rgt. par«Nembo» colonnello MarcoBecherini e quattro compo-nenti il suo staff unitamente aquattro paracadutisti della se-zione di Ancona guidati delpresidente Marco Andreani. Illancio effettuato in TCL da

3.600 mt. di quota ha visto iparacadutisti prendere terrain terreno di proprietà dei fra-telli Calvisi di cui Ferdinandoha svolto il proprio servizio mi-litare presso il 186° Rgt. «Fol-gore». Nel pomeriggio il Co-mandante Militare EsercitoMarche Generale di BrigataAntonio Raffaele riceveva glionori, in piazza del Comune,dal picchetto in armi del 183°Rgt. par «Nembo» e, dopo l’al-zabandiera sulla storica torredell’acquedotto, il corteo conil Medagliere Nazionale ANP-d’I, i nostri labari associativi,le rappresentanze dei paraca-dutisti francesi di Thionville eparacommando belgi di Arlon,

il Sindaco di Filottrano, il Col.Becherini, gli inossidabili re-duci Vandalo Mei, EdmondoZaccaria, Vincenzo Tomasi,Ugo Brunacci, Egisto Sampao-lesi, la contesa Visconti inrappresentanza della Comuni-tà Polacca nelle Marche e nu-merose autorità civili e militariintervenute, sfilava per le viedella Città deponendo coronedi alloro al monumento ai Ca-duti di tutte le guerre, a quellodei Fucilati il 30 giugno 1944,per giungere infine al Cippodedicato alla Nembo posto al-l’interno del parco dell’ospe-dale. Teatro dei più cruentiscontri, il giorno 8 luglio1944, che segnarono il mo-

mento decisivo e risolutivodella Battaglia. I discorsi cele-

ATTUALITÀ

Il monumento che ricorda i paracadutisti del «Nembo» a Filottrano

Lo spettacolare “canopy” effettuato dai paracadutisti Carlini e Andreani

68° Anniversariodella Battaglia di Filottrano

e dei fatti d’arme di Sforzacosta

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brativi del Sindaco di Filottra-no avv. Francesco Coppari,del reduce Vandalo Mei e delGen. Giovanni Giostra, giuntoa Filottrano in rappresentanzadel Presidente Nazionale,hanno ricordato quei momenticruciali nella storia della no-stra Patria e il sacrificio di135 “ragazzi” che hanno do-nato nell’estate del ’44 la lorovita per una Italia migliore. Laconsegna da parte del Filot-tranese dott. Mirco Lillini alCol. Becherini di una copiadella sua tesi di laurea in Sto-ria con argomento “La Batta-glia di Filottrano” è stato unulteriore tangibile segno deilegami indissolubili che uni-scono la Città di Filottrano ai

Paracadutisti della Divisione«Nembo» e ai loro odierni gio-vani eredi. Successivamentenella chiesa prepositurale diS. Maria Assunta è stata cele-brata una santa Messa in suf-fragio dei Caduti conclusasicon le parole della Preghieradel Paracadutista recitata dalSottufficiale di Corpo del183°, il 1° Maresciallo Anto-nio Carito e, nella loro lingua,dai parà francesi e belgi. Laserata si è conclusa con unodei più classici “rancio parà“servito sotto una tenda men-sa appositamente allestitadall’Amministrazione Comu-nale, e confezionato grazie al-la disponibilità e con la con-sueta professionalità dal per-

sonale del 183° con cucinada campo già presente in zo-na per attività addestrativa. Domenica mattina 8 luglio al“passo del Bidollo” in localitàSforzacosta (MC) davanti almonumento che ricorda il sa-crificio dei nostri paracadutistidella «Nembo» caduti nell’at-traversamento del fiumeChienti, momento tattico fon-damentale per la liberazionedi Macerata il 30 giugno1944, si è tenuta una brevema intensa cerimonia comme-morativa dei fatti d’Arme diSforzacosta. Gli onori al Gon-falone della Città di Tolentinodecorato di MAVM e al Prefet-to di Macerata dott. Giardinaresi da un impeccabile pic-chetto del 183° Rgt. Par«Nembo» hanno segnato l’ini-zio della cerimonia proseguitacon l’alzabandiera, la deposi-zione di corone, l’appello no-minale dei caduti, la benedi-zione da parte di don Silvanoparroco di Sforzacosta, i dis-corsi celebrativi del Sindacodi Tolentino, del ProfessorMassi, illustre storico e presi-dente della Fondazione Bandi-ni e che a suo tempo donò ilterreno per la costruzione delmonumento, il Gen. Pieralber-

to Pagoni presidente dell’As-sociazione «Nembo». Gli onorifinali al prefetto di Macerata eal Gonfalone di Tolentino han-no concluso questa secondagiornata vissuta all’insegnadello spirito e ei valori delparacadutismo. Due giornateintense, impegnative che cihanno gratificato della pre-senza dei nostri reduci e cheabbiamo potuto realizzare gra-zie anche al determinate eprezioso supporto del Coman-dante del 183° e dei paraca-dutisti del suo staff nel segnodello spirito di collaborazionee di unità di intenti che dasempre contraddistingue irapporti tra Brigata paracadu-tisti «Folgore» e ANPd’I.

Mauro Piccioni

ATTUALITÀ

I partecipanti all’aviolancio TCL, tra loro si riconosce, 4° da sinistra, il Col. Becherini attuale Comandante del «Nembo» L’omaggio ai Caduti

“E per rincalzo il cuore” … i veterani del «Nembo» con i loro degni successori

Il Medagliere Nazionale sfila accompagnato dai Labari e dai vessilli dei paracadutisti francesi e belgi

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Filottrano

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ATTUALITÀ

Terzo da sinistra il Gen. Giostra, tra i veterani combattenti

P orto il saluto dei para-cadutisti d’Italia a no-me del Presidente

Nazionale che rappresento eche ha inviato il Medaglieredell’Associazione per esaltarei significati di questa cerimo-nia.Nella campagna di liberazionel’episodio di Filottrano si in-quadra nella battaglia per laconquista di un obiettivo stra-tegico: il porto di Ancona. Erastato deciso di aggirare daOvest le difese di Ancona perpoi attaccarle da nord. Cosìavvenne.I tedeschi si erano premunitipresidiando le alture di Osi-mo, Filottrano e Cingoli, conparticolare risalto alla posizio-ne di Filottrano posta a sbar-

ramento della statale Macera-ta-Iesi.Mi limiterò a qualche com-mento sui protagonisti dell’e-vento: la «Nembo», i polacchie la città di Filottrano.Iniziamo con i polacchi con iquali abbiamo rapporti di sto-rica fratellanza. Nel 1834 lagiovine Europa, fondata daMazzini, includeva la giovinePolonia.Nel 1848-49, alla nostra 1ªGuerra d’indipendenza parte-cipò una legione polacca orga-nizzata dal grande poeta Mic-kiewiz.Nel 1863 un reparto di nostrigaribaldini andò a battersi perla libertà della Polonia .Il Cte,Col Nullo, cadde in combatti-mento ed è considerato eroe

nazionale polacco. Insieme alui cadde Stanislao Bechi,nonno di Alberto Bechi Luser-na.Nella 2ª guerra mondiale i po-lacchi si distinsero a Cassino,poi qui nella battaglia di Anco-na e altrove. I loro cimiteri diguerra di Cassino e Loreto netestimoniano l’impegno.C’è poi un particolare unicoche ci lega alla Polonia: nel-l’Inno nazionale polacco è ci-tata l’Italia mentre nel nostroInno sono accomunati il san-gue italiano e il sangue polac-co. Ma andiamo a un altro prota-gonista: l’eroica «Nembo» so-rella della «Folgore» di El Ala-mein. Quest’anno ricorre il70° di quella battaglia. Ala-

mein e Filottrano sono gli uni-ci luoghi nei quali le nostre 2Divisioni Paracadutiste si bat-terono con i ranghi al comple-to: la «Folgore» in difesa; la«Nembo» in attacco. Ma c’è dipiù: diversi eroi della «Folgo-re» combatterono con valoreanche a Filottrano.Ne ricordiamo alcuni: il tenOmero Lucchi, decorato di MOad Alamein era qui al Cdo diuna Cp del btg guast; il TenCol Izzo, MA di Alamein, eraqui quale Ca SM della «Nem-bo», al fianco del gen Morigi; ilMagg Valletti, MA di Alameinera qui al Cdo del XV btg; ilTen Putaturo, ferito ad Ala-mein, era qui come Cte del plesploratori del 183° Rgt.; ilSM Cordedda, MA di Alameincadde in combattimento quisul colle dell’Imbrecciata.Concludiamo con un altro pro-tagonista: la città di Filottra-no.Questa città affrontò oppres-sione, lutti, devastazioni e sa-crifici di ogni genere. Non acaso il suo Gonfalone si fregiadi una MAVC.La popolazione collaborò inogni modo con i liberatori: ac-cogliendoli e proteggendoli;condividendo con loro il pocoche aveva; fornendo informa-zioni; partecipando alla lotta;curando i feriti e occupandosidei caduti anche dopo i com-battimenti, con la costituzionedi un apposito comitato fem-minile; issando il Tricolore del-la Patria e della libertà sullatorre dell’acquedotto.Assumiamo proprio il Tricoloredella Patria come simbolo pri-mario, ispiratore e conclusivodi questa giornata di memo-rie.

Viva l’Italia!

Giovanni Giostra

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T re medaglie d’oro al va-lor militare, tre paraca-dutisti i cui resti riposa-

no nel locale cimitero, sono sta-te ricordate a Velletri in occasio-ne del 70º anniversario dellaepica battaglia di El Alamein.Una cerimonia preparata concura dalla sezione ANPd’I cheha visto la partecipazione di nu-merose persone, paracadutisti,autorità civili e militari e soprat-

tutto alcuni parenti degli eroisepolti a Velletri, alcuni giuntiappositamente dalla Grecia.Domenica 24 giugno 2012 dibuon mattino il cimitero ha ini-ziato ad animarsi; tute mimeti-che, baschi amaranto, carabi-nieri, granatieri, bersaglieri,guardie d’onore al pantheon,esponenti della associazionecaduti senza croce, tanti sem-plici cittadini hanno raccolto

l’invito del presidente Livio Co-lonnelli della sempre attiva se-zione ANPd’I di Velletri e si sonosentiti orgogliosi di parteciparead una cerimonia così esaltan-te e commovente nello stessomomento, ricordare un capitolodella storia d’Italia che non puòessere dimenticata e soprattut-to rendere omaggio alle tre me-daglie d’oro Serg. Magg. GiovanBattista Peltechian, Ten. Riccar-

do Guruzian, Par. ClementeEghilian.Alle 10.00 in punto è stata cele-brata la Santa Messa nella Cap-pella del cimitero, troppo picco-la per raccogliere tutti i parteci-panti. I labari ANPd’I di Tivoli-Guidonia, Colline Romane, An-cona, Anzio-Nettuno, Velletri,Latina, Fermo, San Marco, SanGinesio, la fiamma dl Nucleo diCisterna, il medagliere della

ANPd’I Velletri: una giornata molto particolare

ATTUALITÀ

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presidenza delle Guardie d’Ono-re al Pantheon, il gonfalone del-la città accompagnato dal vice-sindaco Sig. Pontecorvi, i labaridei Bersaglieri, la bandiera deiCaduti senza Croce, e la fanfaradei bersaglieri di Valmontonehanno fatto da cornice alla fun-zione religiosa.Il punto centrale della manife-stazione è stato quando una co-rona di alloro è stata depostanella cappella dei tre martiri dadue Carabinieri Paracadutistidel «Tuscania» ed è stata recita-ta la Preghiera del Paracaduti-sta.Livio Colonnelli ha brevementesottolineato il senso stessodella cerimonia, il sentimentoche ha spinto l’associazione adorganizzare con convinzionequesto momento, ha ringraziatocon commozione tutti i presen-ti, tra i quali mancava per ragio-ni importanti Leonardo Frenza,figlio del compianto reduce di ElAlamein Gen. Pietro Frenza efondatore della Sezione di Velle-tri, ed in particolare i familiaridelle medaglie d’oro: GiovanBattista e Sergio Sciamdibian,tre reduci di El Alamein Luigi To-sti, Santo Pelliccia, Vincenzo Si-gnorelli e le Autorità intervenutedonando loro una targa ricordo. È stata anche ricordata la storia

molto speciale di Giovan Batti-sta, Riccardo e Clemente: di ori-gine armena approdarono fortu-nosamente nel Dodeccannesoallora territorio italiano portatida Lucia Zambul Peltechian ma-dre di Giovan Battista, ottenne-ro la cittadinanza italiana, si ar-ruolarono nell’Esercito Italianoe divennero paracadutisti. Suc-cessivamente vennero inqua-drati nel Servizio InformazioniMilitari per essere infiltrati inMedio Oriente. Ricercati dal ne-

mico, traditi da un filo inglese,per evitare un bombardamentoindiscriminato sulla popolazio-ne, si consegnarono al coman-do anglo-francese di Aleppo (at-tuale Siria) indossando la divisaregolamentare del Regio Eserci-to. Non furono considerati pri-gionieri di guerra, torturati e se-viziati non rinnegarono mai ilgiuramento fatto nei confrontidella nuova Patria Italia. Furonofucilati il 26 settembre 1942 eseppelliti in fosse anonime nelcimitero di Aleppo.Finita la guerra, mamma LuciaPeltechian acquistò un piccoloterreno a Velletri che coltivò persopravvivere. Il suo pensieroera però ai suoi ragazzi e volen-do riportarli in Italia iniziò delledifficili quanto infruttuose ricer-che in Siria. Quando ormai ave-va perduto la speranza ebbe insogno la esatta indicazione didove trovare il figlio da parte diun angelo. Recatasi sul postotrovò i resti di Giovan Battistaidentificati con certezza dallemonetine turche per gemelliche lei stesa le aveva donato, e

a fianco i resti di Riccardo e Cle-mente.Le salme furono traslate in Ita-lia e venduta la terra, mammaLucia, costruì la tomba per i suitre ragazzi che fu inaugurata so-lennemente nel 1962, cinquan-ta anni fa, e mantenuta fino aigiorni nostri dai familiari discen-denti.A ricordo di Mamma Lucia è sta-ta letta l’ultima lettera scrittaalla mamma da Giovan Battistaprima di morire da parte di Om-bretta Colonnelli.La cerimonia è poi proseguitacon un grande e suggestivo cor-teo composto da tutti i parteci-panti, fino al Monumento ai Ca-duti di tutte le Guerre per la de-posizione di un corona di alloroportata da due Paracadutisti.Un omaggio doveroso, con ilpensiero rivolto in particolare aicaduti di El Alamein, verso chiha donato la vita per la Patria.Con l’occasione l’Opera Nazio-nale Caduti senza Croce haconsegnato dei diplomi di sociod’onore ad alcune personalitàintervenute.

ATTUALITÀ

LUGLIO/AGOSTO 2012 9

I l Capo di Stato Maggiore del-l’Esercito, Generale di C.A.Claudio Graziano, nello scor-

so mese di luglio, ha concluso unaserie di visite e di ispezioni dedica-te a tutti i Reparti della Brigataparacadutisti «Folgore».Nel clima di sostanziali cambia-menti, che sta coinvolgendo anchela Brigata paracadutisti, in relazio-ne alla ristrutturazione in atto nelleForze Armate, tali ispezioni hannoassunto un importanza di rilievoper l’attenzione che il Capo di SMEha voluto riservare alla GrandeUnità.Un nuovo Reggimento di artiglieriaparacadutista, verrà ricostituito èavrà sede a Bracciano. Come pa-re, altrettanto probabile, che i Reg-gimenti: Forze Speciali (9° «ColMoschin») e Forze per le Operazio-ni Speciali (185° RAO e 4° «Ran-ger») comporranno una nuova Bri-gata in via di costituzione. Di que-sta trasformazione in corso, giàpreannunciata dal Gen. MassimoMingiardi, comandante della Briga-ta paracadutisti, ma di cui non siconoscono ancora per intero i det-tagli, vi daremo conto non appenaavremo notizie attendibili.Nelle ispezioni il Capo di SME, eraaccompagnato dal Comandantedel 1° FOD, generale di C.A., pilotaAVES, Danilo Errico, dal Gen. diC.A., incursore paracadutista,Marco Bertolini, comandante delCOI e già comandante del 9° Rgt.«Col Moschin» e della Brigata para-cadutisti, dal Gen. di Brig., art. acqpar. Carmine Masiello, capo di Ga-binetto allo SME, anch’esso giàcomandante del 185° Rgt. RAO e

della Brigata paracadutisti.Durante le ispezioni ai Reparti, inquella effettuata al Ca.PAR., ilGen. Graziano, ha avuto modo diverificare di persona il grado di ad-destramento di una delle tante ec-cellenze della Brigata paracaduti-sti: la sezione di paracadutismodel Centro Sportivo Esercito, cam-pione del mondo in carica dalle ul-time olimpiadi militari. Lo ha fattonel modo migliore: con un aviolan-cio «tandem» da 4.500 metri diquota, sulla zona lancio di Altopa-scio; ad accompagnarlo: i generaliBertolini, suo compagno di corsoin Accademia, Masiello e Mingiar-di. Pilota del «tandem» il Col. Ber-nardo Mencaraglia, tra i più esper-ti istruttori di paracadutismo, e co-mandante del CSE stesso. Il Gen.

Graziano, peraltro già paracaduti-sta militare, ha dimostrato di averapprezzato molto, il benvenuto, eche benvenuto, dei suoi paracadu-tisti.Il Generale Graziano, sempre ac-

compagnato dal comandante della«Folgore», Gen. Massimo Mingiar-di, nelle successive ispezioni, hada prima ha incontrato gli operato-ri delle Forze Speciali del «Nono»Reggimento del 185° Rgt. RAO,

Il Capo di SME in visita ai Reparti della Brigata Paracadutisti

REPARTI IN ARMI

Il Gen. Graziano, capo di SME, viene accolto dal Gen. Mingiardi comandante della “Folgore”

Il Gen. Graziano con il suo pari corso di Accademia, Gen. Bertolini, mentre si avviano all’aviolancio

(servizio fotografico: cortesia Brigata Paracadutisti Folgore)

10 LUGLIO/AGOSTO 2012

successivamente ha incontrato iparacadutisti del 187° reggimentoe del Reparto Comando e Suppor-ti Tattici a Livorno, del 183° reggi-mento a Pistoia e del 186° reggi-mento a Siena. In tutte questeispezioni il Gen. Mingiardi gli ha il-lustrato le principali attività adde-

strative ed operative in cui è impe-gnato il proprio personale: dal rifor-nimento con aviolancio ai corsi diparacadutismo, dall’emergenza si-sma in Emilia, l’operazione «Stra-de Sicure», fino agli osservatori at-tualmente dislocati in Siria alle di-pendenze dell’ONU.

Il Capo di SME ha poi voluto salu-tare il Ten. Col. A. Albamonte, an-cora convalescente per i postumidel grave e vile attentato subito, alquale ha significato la sua solida-rietà e la vicinanza di tutto l’Eserci-to.Oltre alle visite il Gen. Graziano ha

assistito alle peculiari attività avio-lancistiche, e ad alcuni atti tatticieffettuati da plotoni di fucilieriparacadutisti sia del 186° che del183° Rgt., mentre i paracadutistidel 187° hanno svolto a beneficiodel Capo di SME, addestramentodi ardimento presso il complessoaddestrativo della caserma «Lu-strissimi» in Livorno.Uno dei temi tattici svolto durantel’ultima visita del Gen. Graziano,presso il poligono di Monteroma-no, al 183° Rgt. «Nembo», ha vistol’effettuazione di una complessaoperazione che prevedeva la presadi un aeroporto, con la successivamessa in sicurezza delle strade diaccesso allo stesso, da possibilioffese di «insurgents», articolatain tre fasi: l’infiltrazione del ploto-ne esplorante, tramite aviolancionotturno da C 130J, il lancio dellaforza d’assalto da tre elicotteri CH47, e l’aviolancio di carichi medida velivoli C 27 «Spartan», seguitida paracadutisti avio rifornitori, do-tati di paracadute direzionabili.

REPARTI IN ARMI

La foto dello spettacolare lancio in caduta libera del Capo di SME accompagnato da ben tre Gen. paracadutisti: Bertolini, Masiello, Mingiardi

Il Gen. Graziano in compagnia del Ten. Col Albamonte

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Il Generale Graziano, nel suo salu-to ai paracadutisti ha detto che:«essere paracadutisti significa mi-surarsi con se stessi, duro adde-stramento psico-fisico, disciplinaed elevata professionalità». Espri-mendo il suo apprezzamento per

le capacità operative e lo spirito disacrificio e abnegazione che ilparacadutisti hanno sempre dimo-strato nelle numerose operazionicondotte all’estero e in patria.

Aldo Falciglia

REPARTI IN ARMI

Il Gen. Graziano accompagnato del comandante del 183° Rgt. Col. Becherini, mentre assiste all’ultimo atto tattico della presa di un aeroporto

Visita di un posto comando aviolanciato

Il Gen. Graziano saluta i paracadutisti del 187° Rgt. dopo la dimostrazione d’ardimento

Il Gen. Graziano ispeziona alcuni materiali in uso al 185° RAO

L’ispezione del materiale aviolancistico FdV in dotazione ai paracadutisti

Il Col. Angius, comandante del 186° Rgt. con il Gen. Graziano durante una esercitazione con aviolancio

12 LUGLIO/AGOSTO 2012

I l colonnello incursoreparacadutista Nicola Za-nelli è stato promosso Ge-

nerale di Brigata; come il Gen.di C.A. Marco Bertolini un altroreggiano, ha quindi raggiunto ilgrado di ufficiale generale delleaviotruppe, provenendo daquella Brigata paracadutisti«Folgore», nella fattispecie il 9°Reggimento paracadutisti d’as-salto «Col Moschin», da sem-

pre unità d’elite delle Forze Ar-mate italiane, invidiateci in tut-to il mondo.Il generale Nicola Zanelli, clas-se 1963, è nato a CastelnovoMonti, in provincia di ReggioEmilia, dove tutt’ora ufficial-mente risiede nella frazione diFelina. È sempre rimasto moltolegato alla sua amata monta-gna reggiana dove ritorna appe-na i suoi innumerevoli impegni

lo consentono. È da tutti consi-derato un ufficiale paracaduti-sta ed incursore davvero a tut-to tondo. Tra i primissimi delsuo corso d’Accademia è statoassegnato al 9° ReggimentoParacadutisti d’Assalto «ColMoschin» appena uscito dallaScuola di Applicazione alla finedegli anni ‘80. Brevettato incursore, ha servi-to in compagnia operativa in unperiodo caratterizzato da moltiimpegni operativi in missionifuori area. Per completare lasua preparazione, l’allora Co-mandante della Brigata paraca-dutisti, Gen. Franco Monticone,lo impiegò al 187° ReggimentoParacadutisti «Folgore» al co-mando della 5a compagnia conla quale ha servito in Somalia,trovandosi anche impegnatonel combattimento avvenuto a

Mogadiscio il 2 luglio 1993 alCheck-point Pasta, costato 3morti e 36 feriti tra i militari ita-liani e un numero imprecisatoda parte dei miliziani e dei civilisomali. Ha frequentato il CorsoSuperiore di Stato Maggiore al-la Scuola di Guerra e, successi-vamente, la Scuola di guerraBritannica, superata a pienissi-mi voti, anche dopo un «ma-ster» molto impegnativo.Inquadrato presso una Brigatabritannica quale ufficiale distaff, nel quadro di un accordotra i due Paesi è stato impiega-to a lungo con la stessa G.U. inIraq (nel periodo iniziale dell’o-perazione), meritandosi una im-portante decorazione.Alla fine del suo periodo all’e-stero è stato assegnato alCOFS (Comando Operativo For-ze Speciali) dove ha ricoperto

L’incursore paracadutista,Nicola Zanelli, promosso

Generale di Brigata

REPARTI IN ARMI

L’allora comandante del 9° Rgt. “para assalto” saluta la Bandieradi Guerra, sul Col Moschin, in occasione delle celebrazionidel 90° anniversario della battaglia (foto repertorio Aldo Falciglia)

Immagine di repertorio del Gen. Zanelli (foto Aldo Falciglia)

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REPARTI IN ARMI

l’incarico di Sotto Capo di StatoMaggiore Operativo. In tale in-carico ha saputo mettere otti-mamente in mostra le sue ca-pacità professionali, essendocoinvolto in prima persona intutte le problematiche dellanuova dimensione interforzeche le Forze Speciali italianestanno ulteriormente imple-mentando, seguendo l’esempiodelle maggiori nazioni «alleate».Per l’efficacia del suo impegnoin tale veste, è stato gratificatoda un Encomio Solenne dell’al-lora Capo di Stato Maggioredella Difesa, Ammiraglio DiPaola, peraltro grande propul-sore delle Forze Speciali, non-ché assoluto estimatore della«Folgore».Dal COFS è rientrato a Livornoalla Caserma «Vannucci» percomandare il «suo» 9° Reggi-mento paracadutisti d’assalto«Col Moschin»; succeduto dal1o Settembre del 2006 al Co-lonnello Michele Brandonisio,Zanelli ha mantenuto il coman-do degli incursori paracadutistifino al 10 ottobre del 2008quando è stato sostituito dalparigrado Giuseppe Faraglia. Rientrato a Roma allo StatoMaggiore Esercito, ha ricopertoimportanti e delicati incarichioperativi. A fine 2009 è statotrasferito in Gran Bretagna perassumere il prestigioso incaricodi Addetto Militare presso l’Am-basciata d’Italia a Londra, e lì èstato raggiunto dalla nomina aGenerale di Brigata. Entro la finedell’anno, per la tempistica deinormali avvicendamenti, il Gen.Zanelli, rientrerà in Italia dovetutti sono in attesa di conoscereil sicuro e prestigioso incaricoche gli verrà assegnato.Il Gen. Zanelli è coniugato conla Sig.ra Romana ed ha quattrofigli Raffaele, Francesco, Vero-nica e Gabriele.

Paolo Comastri

I l Capo di StatoMaggiore dell’E-sercito, Gen. di

C.A. Claudio Graziano,in una recente visita aireparti dell’Esercito im-pegnati nell’emergenza

sismica in Emila, ha visi-tato le istallazioni gesti-te dell’8° Rgt. GenioGuastatori Paracaduti-sti, complimentandosiper l’opera di soccorsosvolta dai paracadutisti

con il loro comandante,il Col. Tummia, qui ripre-so nell’immagine a cor-redo della notizia, men-tre viene salutato dalCapo di Stato Maggioredell’Esercito.

Il Capo di SME, Gen. Graziano,visita i reparti dell’Esercito impegnati nell’emergenza

terremoto in Emilia

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REPARTI IN ARMI

Momenti di ripresa della troupe cinematografica di Citi Antonio e Pilagatti Daniele, durante la fase di lotta

I PARACADUTISTIdel “Pancrazio Athlima”su “National Geographic”

I l 20 luglio scorso, la troupe cinematografica canadese

della serie “Museum sectres” ha collaborato con i cam-

pioni del Mondo della specialità Polydamas e Palesmata

C.le Magg. Capo Scelto par. Daniele Pilagatti, C.le Magg. Capo

Scelto par. Antonio Citi e 1° C.le Magg. par. Alessio Loni della

disciplina del Pankration – Pancrazio Athlima, appartenenti alla

Sezione Sportiva Esercito – Folgore del 187° Reggimento della

Brigata Paracadutista “Folgore”, in Livorno.

Il documentario che andrà diffuso su scala internazionale in

varie lingue, racconta anche del più antico sistema da com-

battimento al mondo, che risale al periodo ellenico dell’antica

Grecia.

Anfiteatro romano di Volterra – Pisa: Citi Antonio e Pilagatti Daniele in una fase di combattimento

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COMPETIZIONI

A irolo (Svizzera) si è tenuta il 16 giugno 2012 l’otta-va edizione della competizione internazionale di ti-ro militare “ASSU Pentathlon 2011”. Le gare di tiro

hanno avuto luogo agli Stand di Airolo (all`Isola) e Fontana. In totale hanno preso parte alla gara ben 204 militari e 50collaboratori provenienti da cinque Nazioni: Svizzera, Italia,Germania, Polonia e Cecoslovacchia.Le gara era articolata sulle seguenti prove: tiro 300 metricon Fucile Assalto ’90 con cannocchiale tiro 300 metri,con Fucile Assalto ’57 tiro 25 metri con pistola Sig Sauer220, tiro 30 metri con Fucile Moschetto mod.’31.Lusinghiera la prova dei paracadutisti italiani dell’ANPd’Iiscritti alla competizione. I tiratori della sezione di Saronnoinsieme a quelli della sezione di Milano sono risultati primitra le squadre della “riserva” presenti, e il paracadutistaGiulio Zampieri, di Saronno, 9° posto assoluto nella classi-fica generale individuale.

A.F.

L’ANPd’Ialla gara internazionale

di Tiro a segno in Svizzera

Svolgimento della gara di tiro a Airolo

La squadra di Saronno da destra: Luca Liviero, Fabio Montani, Giulio Zampieri

16 LUGLIO/AGOSTO 2012

COMPETIZIONI

“N ei ritagli di tem-po disponibilepotranno esse-

re svolte attività addestrativesecondarie e ripasso di nozio-ni base di preparazione tecni-ca militare, ma costituirannoattività secondaria, rimanen-do lo scopo principale di que-sta attività il lancio di adde-stramento”.Così recitava la parte finaledel programma per il Bivacco2012 e anche se ogni paraca-dutista sa che l’attività di lan-cio è legata moltissimo a fat-

tori esterni e non dipendentidalla sua volontà, c’è semprela speranza che tutto vada peril meglio.Purtroppo, invece, la realtà haribaltato la programmazionedella manifestazione, facendodiventare queste attività dasecondarie a primarie, a cau-sa di una manifestazione ae-rea già in programma per il po-meriggio di sabato 23 giugno,e principalmente di una condi-zione meteo infausta, che giàgiovedì mattina prevedevavento molto forte per tutta la

giornata di sabato, previsioneche si è rivelata esatta.Venerdì 22 giugno la giornatadi attività è iniziata alle 9.30con l’alzabandiera e, imme-diatamente dopo, con il brie-fing sulla zona lancio tenutadagli istruttori della scuolaANPd’I di Montagnana, Raf-faello Venturi e Giannino Nar-di.Successivamente i due para-cadutisti che dovevano effet-tuare il ricondizionamentohanno iniziato il loro ripasso,mentre gli altri Paracadutisti

hanno dato il via all’attività,eseguendo in mattinata 11lanci.Nel primo pomeriggio, subitodopo pranzo, il Col. Inc. CarloLENTI, personaggio di spicconel mondo del paracadutismomilitare, ha tenuto la prima diuna serie di lezioni di argo-mento militare, incentrate so-prattutto sulla pianificazioneed organizzazione di una pat-tuglia e sul bivacco.Il Col. LENTI, invitato al Bivac-co dal Ten. CC. Par. ValterSERGO, oltre a dimostrarsi

Relazione finale

Bivacco 2012

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COMPETIZIONI

persona molto competente(ma questo lo sapevamo già),ha soprattutto fatto vedere, aldi là di ogni retorica, le qualitàumane e militari che rendono iparacadutisti orgogliosi deipropri ufficiali e comandanti:grazie Colonnello.Le previsioni meteo previsteper sabato (spianto tutto ilgiorno), hanno consigliato dieffettuare tutta l’attività di ri-condizionamento, compresal’imbracatura sospesa ed il ri-esame, nella sola giornata divenerdì, e di riuscire ad antici-pare i lanci previsti già nellaserataL’attività degli istruttori impe-gnati nel ricondizionamento èstata molto aiutata dall’ottimapreparazione dei due paraca-dutisti, per cui alle ore 19,quasi al crepuscolo ed in as-senza totale di vento, DI MAIOe GIORGIONE hanno riassapo-rato l’emozione del lancio.Uscita, navigazione e atterrag-gio perfetti, veramente bravi.In totale venerdì sono stati ef-fettuati 27 lanci.La prima serata si è conclusacon il rancio ed i nostri canti,vero momento di fratellanza.Sabato mattina sveglia, corsa,colazione ed alzabandiera. Co-lazione abbondante, come tut-ti gli altri pasti consumati, fac-ciamo i nostri complimenti al-le gestrici del punto ristorodell’Aviosuperficie di Monta-gnana, che si sono dimostrateveramente ospitali e pronte arecepire e soddisfare le no-stre esigenze in fatto di cibo.Comunque già dalla sveglia cisiamo resi conto che le previ-sioni meteo sono ormai unascienza esatta: vento dai 9 ai12 metri al secondo quasi co-stante, quindi ci siamo rituffa-ti nelle lezioni teoriche che so-

no state tenute in una salettadell’aviosuperficie con l’ausi-lio di una lavagna luminosa,sia la mattino che al pomerig-gio.Durante il pranzo e le soste cisiamo goduti la manifestazio-ne aerea, con volo di aereid’epoca ed evoluzioni acroba-tiche, tra cui quelle di un Te-xan T6.Sabato sera, rancio abbon-dante, così come gli assaggidi vini pregiati, che hanno da-to modo alle nostre ugole diesercitarsi a lungo, veramentea lungo.Domenica mattina la corsa ciha permesso di espellere letossine alcoliche della seraprecedente.Il vento forte, comunque nonci ha dato tregua neanche almattino e nell’attesa, è stataeseguita una lezione praticasul ripiegamento dei paraca-dute tondi.Alle ore 11e 30 abbiamo potu-to eseguire gli ultimi 8 lanciprevisti, e di terminare il Bi-vacco 2012 con l’ammaina-bandiera e poche parole di rin-graziamento ai partecipanti edorganizzatori.I lanci di addestramento (35in totale) ci hanno permesso

di migliorare le posizioni diuscita, con l’ausilio dei filmatidi una telecamera posta sullaporta dell’aereo, e affinare lanavigazione a paracaduteaperto, anche in vista di unapartecipazione a competizionicon paracadute tondo. Oltre ad alcuni paracadutisti

della sezione di Treviso, dive-nuti ormai presenza costantein molte attività di addestra-mento, erano rappresentatele sezioni di Nord Friuli, Porde-none, Rovigo con il nostro Vi-cepresidente Nazionale PaoloRossi, Trieste, Verona e Vicen-za: 19 paracadutisti in attività.Un grazie ai partecipanti, ac-compagnatori inclusi, da elo-giare tutti quanti, anche nelcanto, impeccabili nel compor-tamento, nessuno sopra le ri-ghe, con uniformi in ordine.Per finire, anche se l’adesioneè stata scarsa, siamo comun-que soddisfatti dell’esito dellamanifestazione, con l’augurioche, il prossimo anno, il lanciocon il paracadute ritorni ad es-sere l’attività principale del Bi-vacco.

Valter Sergo

18 LUGLIO/AGOSTO 2012

COMPETIZIONI

L a cittadina di Tavernelleha ospitato la ventidue-sima edizione della

competizione per pattuglie mi-litari “GRIFO”, organizzata dal-la sezione di Perugia dell’U-NUCI (Unione Nazionale Uffi-ciali in Congedo d’Italia).Dodici pattuglie provenientida buona parte d’Italia (Um-bria, Marche, Toscana, Lazio,Puglia, Lombardia, Friuli e Ve-neto) si sono cimentate nellapianificazione e nella condot-ta di una missione in territorionemico operando nell’areacompresa tra gli abitati di Ta-vernelle e Greppolischieto du-rante la notte tra il 23 e il 24Giugno.Orientamento notturno, topo-grafia, primo soccorso, dirittoumanitario, riconoscimento

aerei e mezzi corazzati, alle-stimento di zone per atterrag-gio elicotteri ed elitrasporto,azioni di sabotaggio sono sta-te le prove cui i partecipantisono stati sottoposti su unpercorso di circa 15 km. Alta-mente spettacolare la disce-sa in corda doppia dai 21 me-tri della torre civica di Casti-glion Fosco.Importantissima la collabora-zione degli enti locali, i Comu-ni di Piegaro e Panicale in pri-mis, e delle associazioni divolontariato tra cui la CroceRossa Italiana delle delega-zioni di Valnestore e Corcianoe il Corpo Militare, della OVUSdi Corciano e il la ProtezioneCivile Corciano oltre che delloSMOM (Sovrano Militare Ordi-ne di Malta). Importantissima

anche la collaborazione delNucleo Artificieri del Coman-do Provinciale Carabinieri di

Perugia. L’omaggio ai cadutialla presenza dei Sindaci diPanicale e Piegaro e l’ammai-nabandiera con inno naziona-le cantato da tutti i presentihanno concluso la manifesta-zione che può, a buon diritto,essere annoverata tra le trecompetizioni militari più lon-geve d’Italia. La lotta serrata, soprattuttoper le posizioni dalla secondaalla quarta concentrate in unamanciata di punti ha visto co-me prima pattuglia classifica-ta UNUCI Schio, secondaclassificata ANPd’I Brescia,terza UNUCI Marche-ANPd’IPerugia, quarta UNUCI Roma2 e quinta classificata la pat-tuglia del 6° Stormo dell’Aero-nautica Militare. Particolarmente elevato il nu-mero dei “baschi amaranto”sul podio: oltre alle pattuglieANPd’I, infatti, anche la pattu-glia di UNUCI Schio era com-posta “in toto” da paracaduti-sti per la gioia del presidentedi UNUCI Perugia (nonchéparacadutista) Gen. AugustoStaccioli.

Gara per pattuglie militariGRIFO 2012

LUGLIO/AGOSTO 2012 19

I l Parco Museale all’apertosui luoghi della «Folgore»di El Alamein, è finalmente

pronto e visitabile. Una delle“missioni impossibili” del Pro-getto condotto da Università diPadova e Società Italiana diGeologia e Geografia Militare,con il sostanziale e insostituibi-le contributo dell’ANPd’I e delquotidiano elettronico Condeda-tifolgore.com, giunge a compi-mento. Il “sogno” di creare un museonel deserto, contrassegnato dacippi commemorativi in onoredei Leoni della Folgore e deiSoldati Italiani, è stato realizza-to. Il Progetto El Alamein, come sa-pete, si propone di mappare ecensire le postazioni del FronteSud della Battaglia, di ripristina-re quelle più importanti e dimettere a disposizione del pub-blico un parco storico e mappe,foto, reperti e documenti che di-

venteranno presto consultabiligrazie all’Università di Padovache li raccoglierà in un Centro diDocumentazione permanente.

Il primo grande risultato è statoottenuto.Il “museo all’aperto” del FronteSud è composto da 64 cippi che

fanno da perimetro alle aree deicombattimenti della Folgore,delle Divisioni Brescia, Pavia eRamke e di unità di bersaglieri.

IL PROGETTOEL ALAMEIN

Il parco storico di El Alamein sulle lineedella «Folgore» è pronto

Paracadutisti al lavoro nelle postazioni di Alamein

Ultime notizie dal Progetto

Sarà inaugurato dal pellegrinaggio organizzato dalla Presidenza Nazionale.Ci sono voluti circa 26 mesi, quattordici missio-ni, duecentoventi volontari e ottantasei donatori con un poderoso autofinanziamento che ha superato i duecentodiecimilaeuro, tra spese di viaggio delle missioni sostenute dai singoli paracadutisti, e l’acquisto e posa di 62 cippi

PROGETTO EL ALAMEIN

20 LUGLIO/AGOSTO 2012

Donazione al Governo Egizianodel parco museale per ottener-ne la protezione culturaleLe compagnie petrolifere stan-no esplorando aree vicine alla“nostra”. Qualche torre di per-forazione è già visibile in lonta-

nanza dall’Himeimat. Se trove-ranno il petrolio, verrannosmontate e al loro posto rimar-rà una pompa quasi invisibileda grande distanza, ma il se-

gnale è inquietante. Per tenta-re di arginare i lavori all’internodel fronte, chiedendo sposta-menti di poche centinaia di me-tri, sono stati sviluppati contat-ti nazionali con le istituzioni delGoverno italiano, anche grazie

alla mediazione dell’OnorevoleGianfranco Paglia e di altri ami-ci parlamentari. A questi si so-no aggiunti alcuni protocolli diintesa con Università e Mini-

stero del Turismo del Cairo.L’obbiettivo è di “donare” ilparco alle autorità egiziane, of-frendogli uno strumento per in-centivare il turismo in quei luo-ghi. Il turismo, come si sa, è unargomento a cui sono moltosensibili; donare il parco ci fa-rebbe ottenere un patrocinioprezioso e salvaguarderebbel’area, che è tutt’ora militare. Iparacadutisti italiani si impe-gneranno alla sua manutenzio-ne durante le missioni di rileva-mento e scavo e saranno il “vo-lano” per incentivare le visite aquei luoghi.

Il cippo “uno” donato dalla Presidenza della Camera sarà inaugurato il 20 ottobre al sacrario Il 20 di Ottobre, giorno delle ce-lebrazioni ufficiali internaziona-li, una carica istituzionale delloStato – il presidente del Senatoo quello della Camera – sarà adEl Alamein ad inaugurare il cip-

po numero UNO donato dallapresidenza della Camera deiDeputati. Vista la sacralità e l’e-leganza dei luoghi, il cippo èstato prodotto in marmaglia dipietra bianca levigata e avràuna elegante targa in ottoneche riprodurrà i simboli delle di-visioni che lì hanno combattuto.Sarà posizionato sulla pistaBresciani, il sentiero che condu-ce a Quota 33 e l’inaugurazioneavverrà alla presenza dei Tedo-fori della Terza staffetta per iLeoni di El Alamein, che giunge-ranno quella mattina dal Deser-to, dopo avere percorso i 114chilometri che separano il Sa-crario dal Passo del Cammello.

L’atlante del parco storicoIl SIGGMI pubblicherà «l’Atlantedel Parco Storico» entro la par-tenza del pellegrinaggio organiz-zato dalla Presidenza Nazionaledell’ANPd’I. Il volume, di circa100 pagine, conterrà l’indica-zione di tutti i percorsi, con foto

PROGETTO EL ALAMEIN

Un “cippo” del parco storico posato nel deserto

L’omaggio al cippo dei bersaglieri

LUGLIO/AGOSTO 2012 21

e coordinate satellitari, oltreche i cenni storici di ogni area edei singoli Eroi o reparti a cui ilcippo è stato intitolato.

La spilla per i «Leoni» della «Folgore»In occasione del settantesimoanniversario della Battaglia, ilProgetto El Alamein ha intenzio-ne di consegnare ad ogni singo-lo «Leone» della «Folgore» vi-vente, una spilla in oro e argen-to, a tiratura limitata ed esclu-sivamente riservata a loro. Si tratta di una donazione che ilquotidiano telematico congeda-tifolgore.com ha fatto al Proget-to, che riproduce il gagliardettodivisionale della «Folgore», cu-stodito nel Museo del Sacrariodi El Alamein. Da queste pagi-ne rinnoviamo l’invito alle Se-zioni che hanno il privilegio diavere un Leone della Folgoretra i Soci, affinché ne faccianorichiesta. Sia la spedizione chela spilla sono gratuiti.

L’omaggio dei paracadutisti alle altre Divisioni italianeDurante le missioni, i paracadu-

tisti hanno nobilmente resoomaggio anche al sacrificio del-le altre Divisioni che lì hannocombattuto: Pavia, Brescia,Ariete, Ramke e alcune unità dibersaglieri. Ad ognuna è statodedicato un minuto di silenzio,con le missioni schierate sul-l’attenti davanti al cippo appe-na posato a loro nome. Grazieal Parco, ogni paracadutista sa-rà moralmente impegnato a vi-sitare quei luoghi frequente-mente per manutenzioni e futuriscavi di missione.

Centro di Documentazione: dopo ogni missione sono necessarie settimane di lavoro per organizzare i dati Dopo ogni missione, le schede dirilevazione delle centinaia di po-stazioni censite sul campo ven-gono raccolte dai geologi delSIGGMI, analizzate e successiva-mente inserite in una banca datiinsieme alle foto dei reperti e lenotizie storiche del luogo. Un la-voro volontario lungo e difficile,ora leggermente rallentato, perdare priorità al Parco che dovevaessere ultimato entro Ottobre

2012. L’università di Padova, coltaglio dei fondi, non ha potuto rin-novare il contratto di uno stagistache avrebbe accelerato il lavoro.

Rilevazioni aereePer accelerare le operazioni di ri-levazione ed identificazione del-le postazioni, da circa sei mesi ilProgetto si è dotato di due aqui-loni muniti di video-fotocamera

temporizzata, che consente diispezionare vaste aree del fron-te, precedentemente identifica-te da appositi segnali a terra.Questa procedura ha consentitodi immagazzinare dati fotograficioriginali e suggestivi che docu-mentano anche il prezioso lavo-ro di ripristino delle squadre in

missione. Una delle foto di que-sto servizio mostra addiritturaun cippo tra le postazioni.

Pronta a partire la XIV missione del Progetto La XIV missione, in partenza il20 Settembre 2012, si occupe-rà delle ultime pose dei cippi edelle manutenzioni e rifiniture.Da quel momento il Parco sarà

visitabile, con l’accompagna-mento dei geologi del SIGGMI,sin dal prossimo pellegrinaggioorganizzato dalla PresidenzaNazionale dal 7 al 14 Ottobre.

Arrivederci ad El Alamein!

Walter Amatobene

PROGETTO EL ALAMEIN

La mappa delle postazioni censite nel settore della “Folgore”

Una ripresa fotografica effettuata con aquiloni muniti di video-fotocamera temporizzata

22 LUGLIO/AGOSTO 2012

FIGURE DA RICORDARE

L o scorso 11 luglio il te-nente paracadutistaMAVM Raul Di Gennaro,

è volato in cielo per raggiungerei combattenti di El Alamein chelo hanno preceduto.Raul Di Gennaro, è e sarà ricor-dato come una delle figure piùbelle e limpide del paracaduti-smo militare italiano, la sua in-tensa e emozionante vita, lo havisto tra i paracadutisti che for-marono l’invitta Divisione para-cadutisti «Folgore». Con il suoimpegno e il suo eroismo con-tribuì a rendere leggenda l’epo-pea di quella schiera di valoro-si.Nato a Civitavecchia il 17 gen-

naio 1917, quarto di sette figli,Raul Di Gennaro compì gli studisuperiori a Roma presso l’isti-tuto tecnico “C. Grella”, diplo-mandosi nel 1939 perito elet-trotecnico. Da Civitavecchia do-veva partire alle cinque di mat-tino, viaggiando in treno, in ter-za classe, ma nonostante l’im-pegno profuso nello studio, col-tivava con altrettanto successol’impegno sportivo.Abile e forte nuotatore, forma-tosi nel mare che bagna la suabella città, già nel 1934 avevainiziato la sua attività agonisti-ca sportiva, partecipando alle«laudi Iuvenili» (competizioniche successivamente presero il

nome dei «Giochi della Gioven-tù»), classificandosi primo nei50 metri stile libero. Dopo altrisuccessi, nel 1936, si tesseròalla S.S. Lazio Nuoto, poi ven-nero le olimpiadi di Berlino, enel 1938 il terzo posto, semprenello stile libero, ai CampionatiNazionali Italiani Giovani Fasci-sti. Gli eventi incalzavano, e nel1940 si arruolò nell’Esercito,frequentando con successo ilcorso allievi ufficiali di comple-mento del Genio a Pavia. A gen-naio del 1941 in qualità di S.Tenente cpl. di prima nomina,fu assegnato al 1° Rgt. GenioPontieri a Verona, a giugno del-lo stesso anno, su domanda, fuassegnato alla Scuola Naziona-le di Paracadutismo a Tarqui-nia, dove ottenne il brevetto mi-litare di paracadutista nel mesedi dicembre. Nel 1942 entrò afar parte della 185° Div. Para-cadutisti, in qualità di coman-dante del secondo plotone del-la compagnia divisionale mina-tori-artieri.Con la Divisione paracadutisti,nel giugno del 1942, sbarcò inAfrica Settentrionale, parteci-pando a tutti i combattimentisul fronte di El Alamein, in au-daci operazioni di posa e rimo-zione mine, e pattuglie di com-battimento. Nella grande batta-glia di El Alamein, la notte del23 ottobre, con il suo plotonesi trovava in attività di posa dimine nel settore meridionaledello schieramento della Div.Par., più precisamente nella zo-na di Naqb Rala, presidiata daiparacadutisti del V° Btg. delMagg. Izzo.

Determinante fu la partecipa-zione dell’intero plotone mina-tore-artieri, da lui comandato,per effettuare il contrattacco,compiuto da solo una ottantinadi paracadutisti, i quali, al prez-zo di gravissime perdite, respin-sero l’urto offensivo di oltre1.500 legionari francesi, ap-poggiati da numerosi carri ar-mati e cingolati britannici, chestavano aggirando le postazionidell’intera Divisione paracaduti-sti.Famoso il quadro che un altrogrande protagonista di quellabattaglia, il Ten. Col. Paolo Cac-cia Dominioni, dedicò all’episo-dio. Nel vivo della battaglia, sot-to gli scoppi delle granate, il S.Ten. Raul Di Gennaro, con il suoplotone schierato sul «presan-tat’arm», come in una rivista,chiede l’onore, per lui e i suoiuomini, al Magg. Izzo, di parte-cipare al contrattacco.Per questi episodi di valore aRaul Di Gennaro, fu conferita laMedaglia d’Argento al Valor Mi-litare. La sua motivazione cosìrecita: S.Ten. genio cpl. paraca-dutisti 185ª Cp. Minatori artieriDiv. “Folgore” Medaglia d’Ar-gento al V.M.: «Comandante diplotone minatori artieri duran-te un forte attacco al settoredella Compagnia cui era addet-to per lavori di fortificazione ecampi minati, accortosi che ilnemico minacciava di infiltrar-si a tergo dello schieramento,radunati i suoi genieri, contrat-taccava con magnifico slancioriuscendo a rioccupare la posi-zione e a ristabilire la situazio-ne. Esempio di tempestiva ini-

In memoria del Vice Presidente Nazionale ANPd’I tenente paracadutista

MAVM Raul Di Gennaro

LUGLIO/AGOSTO 2012 23

FIGURE DA RICORDARE

ziativa, di alto senso del dove-re e di ardimento». El Alamein(Africa Settentrionale) 24 otto-bre 1942. Fin qui l’essenziale motivazio-ne, ecco come descrive quelcombattimento, il collega S.Ten. Renato Migliavacca, nelsuo libro «Cannoni nel deser-to», al capitolo «Uno stratagem-ma stile Folgore», pubblicatocon il patrocinio dell’ANPd’I epresentato proprio in occasionedell’ultima Assemblea Naziona-le di Tarquinia:«L’estremità meridionale delloschieramento italo-tedesco erapresidiata dal 5° battaglioneFolgore fiancheggiato alla suadestra (sud) dalle prime balzedella Grande Depressione di ElQattara… Il tratto di ciglioneche delimitava la piana a sudnon era presidiato a causa del-l’esiguità delle forze presentinell’intero settore… il Magg.Giuseppe Izzo, aveva tratto un

plotone da ciascuna delle suetre compagnie (13°,14°,15°)per formare un Gruppo di rin-calzo da impiegare in caso di

un attacco da sud: una misuradisperata perché, come hascritto in proposito il generaleEnrico Frattini, comandantedella Folgore (a El Alamein): Incaso di scontro i suoi tre smil-zi plotoncini si sarebbero tro-vati di fronte a molte centi-naia di avversari. Ma Izzo ave-va obiettato che non dispone-va di altre forze concludendocon parole che mi avevanomolto colpito: “E poi i numericontano solo fino a un certopunto. Cinquanta uomini pos-sono fare la storia”.Poiché il plotone della 13ª com-pagnia era impegnato nel suoturno di guardia sul marginesud della piana, presso il Co-mando di battaglione c’eranosolo quelli della 14ª e 15ª aiquali si aggiunsero ben presto,inaspettati quanto preziosi rin-forzi: il sottotenente Raul DiGennaro, con il suo plotone diminatori-artieri, e un gruppo diartiglieri della 4ª batteria con gliultimi due ufficiali rimasti al re-parto: il sottotenente TullioAbelli, comandante, e il suo col-

lega, sottotenente Renato Mi-gliavacca.Non appena informato che gliavversari stavano già avanzan-do, Izzo si pose alla testa delsuo Gruppo, guardò verso sude disse una sola parola: “Andia-mo!”. Ma, come ricorda il para-cadutista Olivio Carraro:Con un tono di voce e l’atteg-giamento di tutta la personache esprimevano una tale riso-lutezza, una così incontenibilecarica che avrebbe trascinatocon sé anche un branco di pe-core.Di Gennaro, però, anziché acco-darsi al Gruppo che avanzava,si diresse con i suoi verso iltratto di ciglione situato sul latoest della piana (zona che cono-sceva a occhi chiusi per il lavo-ro che vi svolgeva, notte doponotte), procedendo poi paralle-lamente ai colleghi ma tenen-dosi sempre fuori vista, sottol’orlo della scarpata o dietroqualche rilievo del terreno, finoa che giunse in un luogo chegiudicò adatto: un tratto anti-stante un’ampia spianata cheoffriva un buon campo di tiroma anche tale da consentire,stando al riparo di tutta una se-rie di costoncini e piccole dune,di far fuoco da posizioni ben ri-parate. Un luogo ideale per unattacco di sorpresa: mossa de-cisa da Izzo nel momento stes-so in cui il giovane subalternogli aveva presentato il plotonedei minatori-artieri chiedendoper sé e per i suoi l’onore dipartecipare al combattimento.Con quegli uomini, aveva imme-diatamente pensato Izzo - quasiuna trentina, tutti armati di mi-tra e ben decisi, come apparivaevidente dal loro comporta-mento, a lottare con la massi-ma determinazione - diventavapossibile ricorrere alla manovratattica dell’attacco di fianco: at-tacco, questo era essenziale,

Il quadro di Paolo Caccia Dominioni che ritrae Raul Di Gennaro con il suo plotone mentre chiede l’onore di partecipare al contrattacco di Naqb Rala

Il S.Ten. paracadutista Raul Di Gennaro, in una foto dei primi mesi del 1942

da sferrare in modo da cogliereil nemico del tutto impreparato.Proprio perché, come avevasottolineato con forza mentrene parlava al ragazzo, con centi-naia di avversari da fronteggia-re era imperativo assicurarsitutti i vantaggi possibili. Di Gen-naro, che aveva bene afferratoil concetto, non soltanto si eramosso in modo da non poteressere avvistato, ma ci avevamesso del suo andando ad at-testarsi su una posizione cheper lo scopo da conseguire eradavvero invidiabile. Frattanto,mentre i minatori si assestava-no nei posti indicati dal loro ca-po, Izzo procedeva con il suoGruppo verso i nemici. Non eb-be molto da aspettare per in-contrarli…Di Gennaro poco tempo dopol’inizio dello scontro vide arriva-re assai consistenti reparti ne-mici per una forza complessivavalutata approssimativamentein ben oltre cinquecento unità:stima del tutto plausibile consi-derando che, come risulta daidocumenti ufficiali di parte av-versa, i due battaglioni della Le-gione Straniera erano forti, cia-scuno, di quasi settecento uo-mini. Gli attaccanti appartene-vano al grosso del battaglionela cui ala destra si era scontra-ta con il plotone del tenente Go-la: procedevano a ranghi piutto-sto compatti e Di Gennaroaspettò di averli in vista tuttiquanti prima di ordinare ai suoi,frementi di impazienza, di apri-re il fuoco. A partire da quellaprima salva il comportamentodei minatori fu, come dice il lo-ro ufficiale:Superiore a ogni elogio. Il pro-blema, per me, fu di frenarlinon di incitarli. Noi della com-pagnia minatori eravamo sol-dati di punta il cui compito, inun lancio di guerra, era quellodi scendere per primi per apri-

re teste di ponte liberando ilterreno da filo spinato e minedi ogni tipo e facendo saltarecon cariche di esplosivo even-tuali zone fortificate. Ma a ElAlamein, ironia della sorte, ol-tre a non poter sparare neppu-

re un colpo di mitra, il compitoriservatoci era stato quello dinon poter far altro che lavorareper settimane e settimane,notte dopo notte, a trafficarecon mine e campi minati. Ilgrande giorno, comunque, finì

per arrivare: così, trovatisi fi-nalmente nella condizione dipoter lottare a tu per tu con gliavversari, i ragazzi si eranotanto infiammati che nonavrebbero esitato a lanciarsinel mucchio per farla fuori acorpo a corpo. Fortunatamen-te avevano dalla loro, oltrel’audacia, anche sale in zucca;sicché potei coordinarne l’a-zione senza che dovessero ri-schiare più di quanto fossestrettamente necessario. Mentre presso il margine estdella piana si svolgeva questocombattimento, alcune centi-naia di metri più sulla destraprocedeva il secondo Gruppo dicontrassalto composto dagli ar-tiglieri, dal plotone della 15^compagnia (una ventina di uo-mini al comando del sergentemaggiore Ranieri Lo Manto), eda alcuni pochi paracadutistinon inquadrati in reparti organi-ci. Guidata dal capitano Zinga-les…Lungi dall’arretrare, in effetti, iragazzi dei due Gruppi di con-trassalto continuavano, sia pu-re lentamente, a rendere sem-pre più difficile la situazione de-gli avversari; specialmente diquei legionari che, sottoposti alfuoco di fronte e di fianco, sub-ivano perdite sempre più seve-re. Non appena, a oriente, ilcielo cominciò a farsi un po’piùchiaro, dalle loro ben riparateposizioni i minatori poterono ve-dere un buon numero di nemiciindaffarati a evacuare i compa-gni troppo gravemente feriti perpotersi allontanare da soli: nonpochi, come risultava evidente,così come ancor più grande ap-pariva il numero dei caduti. Nonera soltanto qui, comunque,che si continuava ostinatamen-te a combattere…Con il comparire del sole sopral’orizzonte gli eventi cominciaro-no a precipitare. I legionari del

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FIGURE DA RICORDARE

Sacrario di El Alamein – Raul Di Gennaro consegna la Bandiera di Guerra al Presidente Ciampi

Paracadutista a El Alamein mentre fa fuoco con il suo mitra «MAB»

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FIGURE DA RICORDARE

1° battaglione, severamentefalcidiati dalle perdite, abban-donarono gradualmente le loroposizioni seguiti in distanza daisuperstiti del Gruppo Izzo; nonperò dai minatori-artieri perchéDi Gennaro, come prescrittoglida Izzo, li dispose a guardia delciglione est dove sarebbero ri-masti fino a nuovo ordine…»Così Raul Di Gennaro, comeaveva predetto Izzo a Frattini,con 28 paracadutisti ha fatto lastoria…Raul Di Gennaro, seguì poi lesorti degli altri superstiti della«Folgore», soldato di una guerrache lui stesso descrisse: «com-battuta con sacrifici, dolore, or-goglio». Rientrato, dopo la pri-gionia in Italia, dal gennaio1946 fino al giugno dello stes-so anno, fu assegnato all’8°Rgt. del Genio, con il compito dibonifica campi minati, nella zo-na di Littoria (oggi Latina), Ter-racina, Sperlonga, compito cheassolse fino al congedo illimita-to.Nel 2002 in occasione del 60°anniversario della Battaglia diEl Alamein, tornò sui luoghi deicombattimenti, e come Alfiere

d’Onore, consegnò al Sig. Pre-sidente della Repubblica CarloAzeglio Ciampi, la bandiera deiReparti che parteciparono allabattaglia. Nelle parole del Pre-sidente Emerito, A. Ciampi, l’e-pisodio: «Dentro il sacrario ita-liano di El Alamein – dove ripo-sano oltre 4.000 giovani, mieicompagni d’armi, nel 1942 an-ch’io portavo l’uniforme – hoprovato una delle emozioni piùforti da quando sono Presiden-te della Repubblica. È statoquando la Medaglia d'Argentoal Valore Militare, Raul Di Gen-naro, mi ha consegnato la ban-diera dei reparti che hanno par-tecipato a quella battaglia. Te-nendo ambedue stretto quel tri-colore, abbiamo cantato insie-me l’inno di Mameli. Sono statiattimi di intensa commozione».Terminato il doloroso periodobellico, Raul Di Gennaro, final-mente poté ricongiungersi conla sua amata Lea e convolare anozze. Poi nacque la figlia Ro-sanna e successivamente il fi-glio Marco, infine la gioia di ni-poti e pronipoti: la sua felicità.Mentre lui aveva trovato lavoropresso l’E.N.E.L., con mansioni

di elevata responsabilità, e lasua consorte esercitava la pro-fessione di ostetrica.L’attività sportiva, abbandona-ta durante la guerra, fu an-ch’essa ripresa. Di Gennaro di-venne Presidente della SocietàNuoto Civitavecchia e allenato-re della locale squadra di palla-nuoto. Il C.O.N.I. lo ha premiatocon la Stella d’Oro al MeritoSportivo. Come pure la nazionelo ha insignito del titolo di Com-mendatore dell’Ordine al Meri-to della Repubblica Italiana.Nel 1958 si iscrisse all’ANPd’Imilitando nel sodalizio fino al-l’ultimo giorno di vita. Fondato-re della sezione di Civitavecchiadi cui fu il Presidente dal 1988al 2010. All’ultima AssembleaNazionale, raccogliendo l’invitodel Presidente, Gen. GiovanniFantini, si era candidato alla ca-rica di Vice Presidente Naziona-le, risultando eletto a grandissi-ma maggioranza. Proprio all’As-semblea Nazionale del 21 apri-le 2012 a Tarquinia, il suo ulti-mo discorso in pubblico e aiparacadutisti (leggasi testo in-tegrale numero di «Folgore» del-l’aprile 2012).

Illustre, attento e preziosissimo«collaboratore» di questa rivi-sta, ha sempre trattato tutto etutti con una gentilezza e unasignorilità senza pari, con la pa-catezza e la bontà d’animo deigiusti, come tale era. Incitava sempre i più giovanicon l’esempio, e la profondasaggezza del suo pensiero. Maiuna parola in più. Si schermivaal riparo dei suoi profondi occhi– lucidi di quella tristezza di unagenerazione forte e entusiasta,che tutto ha dato e niente hachiesto – quando qualcuno glidomandava dei suoi trascorsibellici. Un esempio di vita interamentededicata alla Patria, alla fami-glia, al lavoro, allo sport, alparacadutismo, non c’è retori-ca o piaggeria in questa affer-mazione, chi ha avuto l’onore diconoscere Raul sa che eraesattamente così. Una vita vis-suta nel ricordo di quei «ragaz-zi» lasciati a El Alamein, lui cheamava definirsi tale in ogni oc-casione, trascorrendo un’esi-stenza esemplare anche nel lo-ro nome: Folgore!

Aldo Falciglia

I suoi amati figli così lo hanno salutato per l’ultima volta:

A MIO PADRE

Ecco, questo sarebbe stato il tuo momento…Quante volte lo hai fatto...Ti saresti alzato....Avvicinato al microfono...Aperto il foglio...…ed avresti letto l'elogio funebre.Ora sono io al tuo posto, ma non voglio leggerti il mio elogio.In tanti hanno parlato e scritto di te, ma pochi hanno parlato di tecome padre.- Ci ha sempre indicato che la forza della parola, del pensiero edel convincimento è sempre più forte di ogni altre forma di vio-lenza;

- ci hai sempre detto che il sostegno e la difesa dei più deboli va-le molto di più del rispetto dei potenti;

- il principio che hai sempre tenuto come tuo vessillo è quello di“non mollare” mai, di continuare a provare anche quando le dif-

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FIGURE DA RICORDARE

ficoltà diventano insormontabili. Forse sconfitti, mai perdenti esempre a testa alta.

Non so se io sia stato un buon figlio per te, sicuramente tu seistato, sei e sarai sempre un ottimo padre per me.In questi anni avrei voluto dirti e sentirti dire tante cose, ma nonabbiamo avuto il tempo.Di una cosa, però, sono certo e non mi vergogno di dirlo:

TI AMO ETERNO RAGAZZO DELLA FOLGORE

Caro Papà,hai combattuto la tua ultima battaglia, come sempre, con l’onore,la forza ed il coraggio che ti hanno contraddistinto per tutta la vi-ta: quando lottavi con lo slancio e l’ardore dei tuoi venti anni ad ElAlamein, quando lavoravi con l’onestà all’Enel, quando ti prodiga-vi per lo sport e soprattutto per la pallanuoto, quando con deter-minazione hai guidato la Sezione dei Parà di Civitavecchia.Anche in quest’ultima situazione di sofferenza ci hai dato una te-stimonianza, ancora più bella, dei valori che tu hai portato avanti.Nei momenti della floridezza e della salute ci hai insegnato l’amo-re per la famiglia, per Civitavecchia, per la Patria, per lo Sport.Ci hai educato all’onestà, all’altruismo, alla generosità, alla fedel-tà, all’amicizia, alla fiducia nella Provvidenza, al rispetto per gli al-tri, soprattutto gli anziani ed i malati.Sei stato un operatore di pace e dispensatore di buoni consigli.Nella malattia hai accettato con umiltà quello che gli altri decide-vano per te, sei diventato come un bambino, bisognoso di tutto,ma ancora una volta non ti sei chiuso in te stesso.Hai partecipato sempre alla vita ad hai dimostrato quella serenitàe docilità che caratterizzano i grandi uomini, coloro che si inchina-no di fronte a Qualcuno più grande e potente di loro.La Fede ti ha sostenuto e ti ha avviato verso quel luogo dove in-contrerai tutte le persone che da sempre ti hanno amato ed ora tiaspettano: i tuoi genitori, mamma Lea, i tuoi fratelli di carne equelli che lo sono diventati perché hanno condiviso i tuoi stessiideali, per i quali hanno versato il proprio sangue.Sei stato un esempio fino alla fine per tutti noi familiari, figli, nipo-ti, parenti tutti, amici, sportivi e paracadutisti.“Solo chi non lascia eredità di affetti teme la morte”, così recitauna famosa poesia.Tu, certamente, non l’hai temuta perché hai lasciato un’eredità diaffetti infinita, ma soprattutto perché hai chiuso gli occhi avendonel cuore Colui che su tutte le cose ha il potere e che ha sconfittola morte.Noi siamo fieri ed orgogliosi di averti avuto come padre, amico,maestro e ringraziamo Dio con infinita gratitudine per la tua vita.Ti abbiamo voluto dare l’ultimo saluto in questa Chiesa, di fronteal Monumento ai Caduti di tutte le guerre, che tu amavi tanto, aPiazzale degli Eroi perché tu sei un Eroe.

Amen

Civitavecchia 13 luglio 2012

Una selezione dei messaggi di cordoglio pervenuti alla Presiden-za Nazionale e in redazione, molti i messaggi lasciati anche sul-le pagine dei gruppi di Face Book dell’ANPd’I

Partecipo vivamente al dolore dei familiari e dell’ANPd’I per laperdita di Raul Di Gennaro, amico carissimo, eroe di Alamein, Vi-ce Presidente Nazionale, gigante del Paracadutismo Italiano. A Lui il mio saluto Folgore-Nembo.

Giovanni Giostra

Non avendo la possibilità di poter partecipare ai funerali del Leo-ne della Folgore, Medaglia d'Argento al Valor Militare Raul, VicePresidente Nazionale della nostra amata Associazione, porgo aTe, le più sentite condoglianze da volere partecipare alla famigliadel nostro compianto, immaginandolo accolto dai Fratelli paraca-dutisti che prima di Lui hanno raggiunto quell’angolo di cielo riser-vato a tutti noi, dove vivono in eterno Santi, Martiri ed Eroi.

Pino Perrone

I paracadutisti di Barletta ammainano il labaro per la triste notizia– ma Raul resterà con noi per sempre nel cuore e nella mente.

Costantino e Michele Arcangelo Palmitessa

Nel ricordo incancellabile della M.A.V.M. Ten. Raul Di Gennaro, ciuniamo al dolore della sua amata figlia, esprimendo le più sentitecondoglianze a nome di tutta la sezione di Casale Monferrato.

par. Fausto Caprino

Ci inchiniamo dinanzi all’Eroe, all’uomo mite, al Leone della Fol-gore che resta nei nostri cuori.

Francesco Giovinazzi

L’ultimo saluto del Prof. Leone Dino Zingales, figlio del capitano “Franz” Zingales, che ha posto sul feretrodi Raul Di Gennaro, il gagliardetto della 4° Btr., comandata dal padre, che garriva sulla piana di Naqb Rala il giorno 24 ottobre 1942 dopo la vittoriosa battaglia

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ATTIVITÀ NUCLEO DI MENAGGIO

Domenica 8 luglio, in località Crocetta, presenza sulla linea difensi-va Cadorna con gli amici alpini.Dalla chiesetta a cui hanno collaborato i paracadutisti di Menaggioil panorama del lago compensava con la sua bellezza i sacrifici e illavoro fatto.

Domenica 15 luglio, in località S. Fedele Intelvi marcia interarma disolidarietà con le popolazioni terremotate; presenti i labari del nu-cleo di Lomazzo e Menaggio e quelle delle sezioni di Como e Mila-

BREVI E LIETE

SEZIONE DI BARI: PRIMA TESI SCOLASTICA SUL “PARACADUTISMO”

Il nostro paracadutista Sergio Scarcia, studente del 5° anno del-l’Istituto Tecnico Aeronautico “Jacopo Calò Carducci”, sedeassociata dell’ITS “Euclide” di Bari, ha sostenuto il 3 luglio gliesami di fine corso scolastico presentando una dettagliata e bendocumentata tesi sul “Paracadutismo”.L’esame è stato brillantemente superato con il plauso unanimedei professori esaminatori ed il voto finale è stato di 92/100.Auguri a Sergio da tutti i paracadutisti della sezione di Bari ebuona fortuna per una eccezionale carriera di Ingegnere-pilotapresso l’Accademia Aeronautica di Pozzuoli.

par. Annibale Micheletti

A CIVITAVECCHIA È ATTERRATA UNA CICOGNA

I parà Emanuela Fiorentini e Roberto Picciau e la piccola Matil-de, soci della sezione di Civitavecchia annunciano la nascitadella loro secondogenita “Noemi”. Il presidente e tutti i soci dellaSezione augurano un sereno avvenire, con la certezza che l’ere-dità dei valori del papà e della mamma siano lo spirito che ani-merà Noemi a divenire una giovane paracadutista.

Spettabile redazione, sono a comunicarvi che dopo tante donnein casa Velo, “covo di paracadutisti” da generazioni è arrivatoAchille: peso 3.750 gr. figlio di Marco Velo par. guastatore, dasempre nostro socio. Il nonno Gianni Velo fa capriole di gioia perla continuità certa, dalle spalle... le misure ci sono! FOLGORE!

Gianni Velo

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

28 LUGLIO/AGOSTO 2012

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

no. Inoltre hanno sfilato gli amici parà di Pavia e Piacenza in tutamimetica e con il paracadute della sezione di Saronno.Il canto ha accompagnato la marcia festosa per il paese e ha colo-rato come i ciclamini, di amaranto, l’asfalto delle vie della cittadina,una perla, della meravigliosa valle Intelvi.

Il fiduciario nucleo Lomazzo Terenzio Figini

BREVETTATO IL 99° CORSO INTITOLATO AL PAR. GEN. M.O.V.M. GIUSEPPE IZZO

Nei giorni 10 e 11 luglio 2012, presso la scuola di paracadutismodi Pontecagnano, è stato brevettato il 99° corso di paracadutismodella sezione ANPd’I di Napoli.Il corso, formato dagli allievi Luigi Cecere, Salvatore Palumbo, Anto-nio Pellegrino, Gerardo Pisano ed Antonio Pistola, si è svolto senzaimprevisti ed è durato un mese, con la frequenza di tre volte allasettimana, sotto la direzione dei più che noti Istruttori di paracadu-tismo Gennaro Fiscariello e Francesco Esposito ed è stato inoltreintitolato ad un grande eroe: il Par. Gen. M.O.V.M. Giuseppe Izzo.Nelle due giornate questi ragazzi, assistiti a terra dal Presidente

par. Francesco Esposito, dall’aiuto-istruttore par. Salvatore Vinci-guerra e dal par. Domenico Gebbia, si sono lanciati sotto lo strettocontrollo del Direttore di lancio Gaetano Giella per le prescritte trevolte ed hanno finalmente conseguito il brevetto tanto desiderato.La sezione ANPd’I di Napoli si ferma per il mese di agosto, ma rico-mincerà subito a settembre con un nuovo corso dal numero tuttotondo: 100!

Par. Francesco Lenci

ANPD’I VELLETRI46° CORSO “CM GUASTATORE PAR. ROBERTO MARCHINI”

Quando ci si accosta a qualcosa che non si conosce si avverte in-certezza, a volte paura. Ognuno a proprio modo e con intensità di-verse, percepisce queste sensazioni. Sebbene anche noi del XLVICorso ANPd’I di Velletri, avessimo maturato la consapevolezza del-lo scopo da perseguire, non conoscevamo a fondo la strada da per-correre. Da qui l’incertezza, che con il passare del tempo ha fattospazio a qualcosa di più grande e prezioso: la filosofia del paraca-dutismo. Una filosofia dove concetti come sacrificio, onore, lealtà,spirito di corpo hanno un peso specifico totalizzante, fondamenta-le, senza assumere quei toni retorici a cui quest’epoca del nullasembra volerli relegare.Il paracadutismo è uno stile di vita di chi è accomunato da quell’i-stinto innaturale che dura dalla notte dei tempi e che lega Icaro al-l’ultimo allievo parà. Ma è anche se vogliamo una metafora perfet-ta della vita, per la quale il paracadutista sembra non avere riguar-do, ma che in realtà alimenta con quel lancio infondendole linfa.Perfetta perché arrivare su quell’aeroplano non è stato facile, èstata dura come a volte è la vita.Perfetta perché alla fine di quel percorso difficile abbiamo avuto lagiusta ricompensa coronando le nostre aspirazioni, come spessonon accade nella vita. Se mai la libertà, nel suo significato più in-trinseco di percezione sensoriale, potesse avere un giusto teatro dirappresentazione sarebbe senza dubbio fra le ali di un paracadutein volo, quando ci si ritrova da soli nel silenzio del mondo ad esserevento nel vento.

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Il paracadutismo è tutto questo e molto di più. Il percorso nel glorio-so solco della FOLGORE ci è stato indicato dai nostri istruttori Mar-co Bernardi e Maurizio Romagnoli, che dopo qualche tempo ha ce-duto il posto a Mireno Palazzi (Lorenzo) e alle collaborazioni di Mat-teo Muscedere, Ilario Mastrella, Massimiliano Fava e Fabio Spedi-cato. Il loro apporto didattico, votato ad un senso altissimo dellaprofessionalità, è stato posto in essere con una passione e una fe-de incrollabile.È facile cadere nella retorica dei complimenti e delle celebrazioni,ma quando si consegna il moschettone della fune di vincolo al di-rettore di lancio e si prende posto sull’aereo, si comprende quantoil proprio ardimento ha motivo di esprimersi grazie al sostegno diquella professionalità.Testimonianza diretta si è avuta al nostro battesimo del lancio tenu-tosi presso la Scuola Nazionale di Fermo sabato 16 giugno 2012.Francesco Asselta, durante il suo primo lancio, all’uscita dall’ae-reo, dopo aver effettuato il conteggio ed il controllo calotta, si ac-corgeva che la manica della divisa mimetica era rimasta impigliatanella maniglia dell’ausiliario liberando un loop. Immediatamenteprovvedeva con una mano a proteggere l’ausiliario trattenendo lamolla d’espulsione e la velatura, mentre con l’altra direzionava ilparacadute contro vento fino a terra. La prontezza e la preparazionedi Francesco è il frutto di quella riconosciuta e mai sufficientemen-te ufficializzata professionalità, che ci ha portato ad acquisire la ca-pacità d’azione in situazioni d’emergenza nello spazio di pochiistanti. L’allenamento costante unito all’apprendimento pratico-teo-rico è stato, nel corso di questi mesi, entusiasmante anche se avolte, in particolare nell’ultimo periodo, snervante; ma straordina-riamente necessario.“…un limite fisico non può essere un condizionamento per chi sce-glie di sacrificarsi per un’idea (…) per chi sorride e non si disperainnanzi al destino beffardo, per chi accoglie la paura consapevoledi saperla gestire”. In queste parole, tratte dalla lettera che il Co-lonnello Alessandro Albamonte, ferito a causa dello scoppio di unpacco bomba, ha scritto ai paracadutisti ad un anno dall’attentato,il profondo retaggio della FOLGORE. Retaggio che si è manifestatoattraverso la passione dei nostri istruttori, che traspariva chiara-mente negli occhi di Marco mentre leggeva la lettera durante unalezione.Di questa esperienza ci siamo nutriti e ne saremo sempre orgoglio-si e grati a tutti voi dell’Associazione Paracadutisti di Velletri peravercelo trasmesso. Un ringraziamento va inoltre al Maggiore Mar-co Andreani della Scuola Nazionale di Fermo per la competenza edisponibilità sua e dell’intero staff che ci ha permesso di volare al-to. Grazie da parte di tutti noi del XLVI Corso paracadutisti ANPd’I diVelletri.Asselta Francesco, Cappetta Carmine, Cipriano Antonio, Clò Irene,Colicchio Amedeo, Messina Samuele, Pagliara Salvatore, PiccinniSimone, Pratesi Jacopo, Sabetta Raffaele, Scala Emanuele, Spedi-cato Federico.Grazie ancora per tutto… sempre e per sempre FOLGORE!

Par. Salvatore Pagliara

L’ANPD’I SIENA BREVETTA 12 NUOVI PARACADUTISTI

Si è concluso, con i previsti tre lanci di abilitazione a testa, pressola zona lancio di Ravenna, il corso di paracadutismo tenuto dal-l’ANPd’I di Siena ed intitolato al Caporal Maggiore Matteo Mureddu,già effettivo al 186° Reggimento di Siena e caduto, insieme ad altri5 paracadutisti della FOLGORE, nell’attentato del 17 settembre2009 a Kabul.12 nuovi paracadutisti, al termine di un corso durato due mesi, cheha messo costantemente a dura prova fisico e mente, hanno rag-giunto la meta agognata saltando su 600 metri di vuoto.Grande è stata la soddisfazione del Consigliere di sezione MarcoCetoloni che ha avuto la gioia di saltare insieme al figlio sedicenneGianluca impegnato nel primo lancio della sua vita.Ora Gianluca Cetoloni, con i suoi 16 anni appena compiuti (che ri-sultano il limite minimo d’età per effettuare questa esaltante attivi-tà), è tra i più giovani paracadutisti d’Italia e, di sicuro, il più giova-ne paracadutista della provincia di Siena.Non credo ci sia niente di meglio per concludere che lasciare la pa-rola a Marco Cetoloni ed alle sue “emozioni a caldo” giuntemi viamail il giorno dopo del lancio: «Al momento del decollo con mio fi-

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

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glio vicino, mi sono più volte domandato se avessi fatto bene o me-no ad aver dato il consenso di genitore a tutto ciò.La risposta è stata immediata nel momento in cui ho iniziato a ricor-dargli le varie fasi di uscita e di volo da assumere da lì a poco e luimi ha rassicurato dicendomi, con assoluta sicurezza, che aveva tut-to ben chiaro. Pochi minuti dopo, il lancio, e l’adrenalina immagazzinata a bordodell’aereo si è scaricata per entrambi nel giro di un attimo trovando-ci insieme tra cielo e terra in un silenzio irreale.A lanciarsi con il proprio figlio, non sono stato certo il primo né saròcerto l’ultimo, ma la condivisione fra “cari” di simili emozioni e sen-sazioni, assolutamente difficili da descrivere, sono sicuramente unqualcosa di speciale ed indimenticabile che porteremo dentro dinoi per tutta la vita. Sono inoltre certo che questo lancio rappresenti anche la continui-tà di sentimenti, di affetto e di attaccamento ad una Specialitàsempre piena di fascino e ricca di tradizioni ed è per tutti questi mo-tivi e sensazioni che ho il dovere di dire grazie alla nostra magnificaAssociazione che ha la capacità di regalare simili “sogni” che, a ve-der bene la cosa, non sono poi sogni ma concrete realtà».

Sergio Fucito

I PARACADUTISTI DI MONZA PER LE POPOLAZIONI TERREMOTATE

Nel corso del week-end una delegazione di soci della sezione diMonza con in testa il presidente Francesco Crippa e il vice presi-dente Andrea Cavallaro hanno consegnato un assegno da 3.000euro al Centro di Terapia Integrata per l’Infanzia “La Lucciola” diStuffione di Ravarino in provincia di Modena.La donazione è frutto di una serie di iniziative che la sezione diMonza ha organizzato all’indomani del sisma che ha colpito l’Emi-lia. Oltre ai contributi dei singoli soci e degli amici, molto importan-te è stata la collaborazione degli amici della delegazione di Monza eBrianza dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e la

raccolta di fondi tenutasi durante la serata di presentazione del li-bro di Renato Migliavacca “Cannoni nel deserto”.La delegazione, formata da una decina di persone è stata accoltamolto cordialmente da uno dei responsabili del Centro, il Prof. Ales-sandro Bencivegni e dalla segretaria sig.ra Rita Rinaldi.Il Prof. Bencivegni ha condotto gli ospiti per una accurata e ben arti-colata visita alla struttura dove, oltre a vedere i danni che il terre-moto ha provocato, sono stati illustrate, con perizia di dettagli, tut-te quelle che sono le attività svolte all’interno del Centro.“La Lucciola” prima del sisma ospitava una trentina di ragazzi affet-ti da diverse disabilità e l’obbiettivo è quello di ripristinare il luogonel più breve tempo possibile e poter così continuare questo impor-tante impegno sociale ed umano. È uno dei centri maggiormente al-l’avanguardia nelle tecniche riabilitative e psicoterapeutiche per ra-gazzi che convivono con diversi tipi di disabilità.Un piccolo contributo, nel mare della solidarietà, che vuole essereun aiuto affinché il Centro possa al più presto riprendere la sua me-ritoria attività.

par. Francesco Crippa

ATTIVITÀ LANCISTICA DORNIER 228-212

Giovedì 12 si è tenuta a Tassignano (per gli addetti Z.L. Tania) laconsueta attività lancistica di addestramento grazie al supporto lo-gistico della Brigata Paracadutisti “Folgore”, avvalendosi del pro-prio personale altamente qualificato: Istruttori, DL, ASL, Compa-gnia Aviorifornimenti e Manutenzione e per ultima ma non l’ultimala Pattuglia Guida. La giornata caratterizzata da un caldo torrido originato dall’antici-clone sub-tropicale sahariano denominato “Minosse”, ha messo adura prova tutti i partecipanti. All’appuntamento era presente anche la sezione di Civitavecchiacon i soci par. Roberto Picciau e par. Achille Merli. Giunti sul posto alle 8 a.m. in punto si è proceduto al controllo do-cumenti ad opera dell’inossidabile 1° Mar.par. Fasano, che ha ve-

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

La delegazione con il Prof. Bencivegni

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rificato scrupolosamente i requisiti previsti per partecipare all’at-tività. Dopodiché dimostrazione pratica sull’utilizzo del vettore ad ala fis-sa DORNIER 228-212 (Marche: MM 62157) da parte del persona-le dell’A.L.E. (Aviazione Leggera Esercito) per coloro che non ave-vano mai saltato dal suddetto aereo e un sempre valido refreshingper gli altri. A seguire briefing sull’attività e all’ordine dei DL ritiro dei materiali(T10), adattamento e indossamento, il tutto sotto il sole cocenteche faceva grondare di sudore tutti i parà con l’elmetto rigorosa-mente indossato!

L’attività si è svolta senza problemi: dal comportamento in aereo aquello in volo e in atterraggio. Ogni capo-decollo ha verificato il rientro dei paracadutisti del pro-prio decollo smarcandoli dal “manifesto di carico” e la consegnadei materiali al punto di raccolta della Cp. Avio/Manutenzione. L’occasione oltre che consentire l’addestramento periodico su vet-tore militare ha permesso ai presenti di rivedere vecchi amici spar-si in tutta Italia, tra questi il Presidente della sezione di AnconaMagg.par.(ris.) Andreani Marco presente con altri soci della propria

sezione o al grande IP/DL Graziano Varrella della sezione di La Spe-zia, IP Olivieri della sezione di Firenze sempre presente. Un grazie a tutti con l’augurio di rivederci presto in ZL e con lasperanza che presto si possa effettuare attività lancistica dalC130-J (attualmente impegnati fuori area) o quantomeno dalloSpartan J27. Dedico questo lancio ad un Eroe, un reduce di “EL Alamein”, chetanto ha fatto per il paracadutismo e per i paracadutisti, l’11 luglioin punta di piedi ci ha lasciato per l’ultimo lancio raggiungendo cosìquell’angolo di cielo a noi riservato. Ten. par. M.A.V.M. Raul Di Gennaro, Presente!

Par. Roberto Picciau

ANPd’I VALLESERIANA

Domenica 8 luglio la sezione paracadutisti Valleseriana ha rinnova-to l’appuntamento per l’anniversario del monumento al paracaduti-sta. La cerimonia è iniziata con l’alza bandiera ed è stata onorata dallapresenza del Sindaco di Vertova Riccardo dott. Cagnoni, del Presi-dente della sezione Valcavallina par. Giacomo Zamblera, del CapoGruppo Alpini di Vertova/Colzate Omar Cattaneo e dei Carabinieridella stazione di Fiorano al Serio.Davanti al monumento è stato deposto un omaggio floreale portatodalla figlia di un nostro socio paracadutista, che è rimasta affezio-nata alla nostra Sezione anche dopo la morte del papà. Durante la S. Messa celebrata nella chiesetta sul Monte Cavlera, èstato ricordato il 70° anniversario della battaglia di El Alamein, do-ve sono caduti con onore molti nostri fratelli italiani. Inoltre è statoricordato l’anniversario della tragedia della Meloria, dove ha persola vita il nostro compaesano par. Giuseppe Guarnieri al quale è inti-tolata la nostra Sezione.Con grande piacere la giornata è proseguita al “rifugio alpini monteCavlera” dove abbiamo gustato in compagnia un ottimo pranzo.

par. Davide Bressan

ATTIVITÀ DELLE SEZIONI

ULTIMO LANCIO

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L’ULTIMO LANCIO DEL LEONE MARIO COMINOTTO

Il Leone Mario Cominotto ha raggiunto stanotte i suoi Fratelli nellesabbie del deserto di El Alamein.Giovane soldato classe 1921, superato il corso di paracadutismopresso la scuola di Tarquinia, effettuava il lancio a Cefalonia primadi essere destinato, con il IV Battaglione della Divisione Folgore,nelle sabbie di El Alamein dove, in seguito alle conseguenze delleferite riportate, subirà anche l’amputazione di una gamba appenarientrato in Patria.Da buon paracadutista, Mario non si perde certo d’animo e condu-ce una vita assolutamente normale, sposa la sua compaesana Giu-ditta Florissi e insieme si trasferiscono a Torino negli anni ’50, doveMario lavorerà come caporeparto nella Lancia.Con la pensione rientrano nel loro paese natale a Rive d’Arcano do-ve vivono tutt’ora, vicini al figlio Franco e dei suoi famigliari. Grande amico del paracadutista Mar.M. CECCON Angelo di Spilim-bergo, Mario per anni ha ricoperto anche la carica di presidente disezione dell’ Ass. Naz. Reduci e Combattenti di S. Daniele del Friuli. I soci della sezione Nord Friuli avevano recentemente festeggiatoi suoi 90 anni e con l’occasione gli avevano consegnato la spilladella Divisione Folgore, offerta dal sito CongedatiFolgore nell'ambi-to delle iniziative legate al Progetto El Alamein.Mentre Mario ci raccontava alcuni aneddoti della sua vita di paraca-dutista, un nostro socio gli disse con ammirazione che era davveroun bel tipo tosto e lui rispose divertito: «cavolo, se no non ci anda-vo nella Folgore!»

La sezione ANPd’I Nord Friuli

È MORTO RINALDO MASSI, PARACADUTISTA DEL NEMBO (RSI),FONDATORE E PRESIDENTE DELLA SEZIONE ANPD’I DI TRIESTE

In qualche momento della notte fra il 24 e il 25 aprile 2012, Rinal-do Massi ha lasciato il nostro piccolo distaccamento della sezione

ANPd’I di Trieste per andarea vedersela con Nostro Si-gnore. È stata la sua ultimaprovocazione: lasciarci in-tendere che non desideravaveder sorgere l’alba di unnuovo anniversario della “li-berazione”, lui che dopo l’8settembre, appena sedi-cenne, aveva rubato l’ar-genteria di casa per com-prarsi un MAB e andare adarruolarsi nel Battaglione“M”, con i Bersaglieri, a sal-vare “l’onore d’Italia” con-tro le bande slave sul confi-ne goriziano.

Nei duri anni immediatamente successivi alla fine della guerra, disé stesso aveva detto: “finito come un ribelle jüngeriano nel Bo-schetto dei proscritti, non vota (e come potrebbe?), non ha fami-glia, né automobile, né conti in banca”, rispettando questo paradig-ma sino alla fine.Colui che per noi è stato sempre e soltanto “il presidente” (l’essen-za stessa della nostra Associazione, una specie di Capitano D’An-jou, con tanto d’arto artificiale per ferite di guerra) e per qualcunoanche semplicemente “Rinaldo” (con le sue debolezze, la sua au-toironia, l’adamantina durezza della sua cervice e la sua disarman-te fanciullezza) era quanto di più impresentabile e politicamentescorretto si possa immaginare. Descrivendosi in un curriculum perl’assunzione temporanea presso un istituto bancario triestino, ave-va scritto: “Soldato politico A.D. (Ausser Dienst), d’animo lanziche-necco, d’indole indocile, di senno retrivo, scosso da squille bellige-re, ostenta fedi intolleranti e forcaiole (anche pour épater le bur-geois)”. Non è dato sapere se, con tali credenziali, venne poi as-sunto. Ma Rinaldo Massi non era soltanto corrosiva ironia, provocazione,spietato ‘antireducismo’. Per tutti noi, per i molti giovani di così nu-merose generazioni che lo hanno conosciuto (dagli anni Cinquantaagli anni Ottanta almeno) egli è stato anche un bagno salutare dal-le retoriche politicizzate e ideologizzanti, dai rambismi d’attacco,dalle rane troppo gonfie. Con il suo esempio, egli ha portato nellasezione di Trieste sostanza culturale, stile, generosità, impegnomorale e fisico. Con la sua intelligenza, ha impedito qualsiasi sban-damento verso lo Scilla del tecnicismo sportiveggiante o, all’oppo-sto, il Cariddi del cerimonialismo tricoloreggiante. Con la sua amici-zia, ha creato un piccolo ma compatto nucleo di sodali capaci di te-nere saldamente in mano la barra della vita associativa: dal lavag-gio delle tazzine all’organizzazione delle attività lancistiche, in ru-moroso e goliardico cameratismo.Nei suoi ultimi anni Rinaldo Massi aveva cercato di restare fedelealla sua massima: “In questo tramonto tedioso e mediocre, oveogni modello diventa parodia, trovo conforto in Maister Eckhardt eDom Pérignon”. Ma, naturalmente, non fece solo questo, accollan-

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dosi lo ‘sconforto’ di un’assiduità quotidiana alla nostra Sede, del-la carica presidenziale, e di molte appassionate discussioni contutti quelli che gli volevano bene e a cui voleva bene. Quelli, insom-ma, con cui litigava più volentieri.Noi, la sezione ANPd’I di Trieste, siamo stati davvero la sua fami-glia: Rinaldo l’aveva costituita, materialmente e moralmente, e noici siamo sempre rispecchiati in lui, ammirandone le coerenze (dagiovani) e scorgendone le incoerenze (da meno giovani), le doti e leasperità, il grande ed il piccolo di quello spirito davvero non comu-ne, solidificatosi nella materia spigolosa dell’umanità dalmata.Ora, caro Rinaldo, nostro Presidente, quella materia ha liberato l’a-nima per l’ultimo lancio – come noi lo chiamiamo –. L’attende quelGiudizio misterioso di cui tante volte abbiamo parlato assieme.Molti amici ti hanno preceduto: essi ti aspettano certamente al var-co per animate discussioni (Giorgio Just per primo), perché se quel-lo è il Regno dell’amore, chi ne ha avuto su questa terra non lo per-derà lassù.A noi soldati che restiamo in linea, l’orgoglio di brandire il tuo brac-cio artificiale nei nostri riti marziali, con l’ironia un po’ selvaggiache ci hai insegnato, e la gratitudine verso l’Eterno per averci fattiincontrare persone come Te, per aver lasciato che la loro influenzaplasmasse parte delle nostre esistenze, facendoci diversi da quelliavremmo potuto essere. E, noi crediamo, migliori.

Ten. par Maurizio Manzin

Si pubblica l’articolo riguardante la scomparsa del paracadutista,veterano di El Alamein, Giovanni Battista Mattio, con grande ritar-do, per un increscioso smarrimento di quanto inviato alla redazio-ne. Mi scuso personalmente con i familiari e i paracadutisti di Cu-neo.

Aldo Falciglia

LUTTO ALLA SEZIONE DI CUNEO

Amici paracadutisti, con profondo dolore e grande tristezza dobbia-mo comunicarvi la scomparsa il 21 giugno 2011, del nostro Presi-dente Onorario e prima ancora Presidente della nostra Sezione,Mattio Giovanni Battista, classe 1921, reduce di El Alamein.Uomo molto intraprendente e dinamico anche nella vita civile e la-vorativa, è stato Sindaco per diversi mandati nella sua città, Paesa-na, dove tutti lo ricordano con grande affetto.Ecco una sintesi dei suoi racconti.“Con una squadra di amici siamo partiti il 7 gennaio 1941 destina-zione Alpini Cuneo. Ho fatto il corso di alpino in valle Varaita e quan-do stavano rientrando i soldati dall’Albania siamo andati alla Caser-ma di Costigliole ad incontrarli. Poi, sempre a piedi, siamo tornati inalta valle. Dopo qualche mese siamo scesi a Demonte. Feci do-manda per i paracadutisti che fu accettata.Nella primavera del ’42 ero a Tarquinia; dopo un corso accelerato edopo sei lanci ero nel 185° Rgt. Folgore, 2ª Cmp. Comando. Il 10 lu-

glio ’42 siamo partiti per l’Africa, siamo atterrati a Bengasi; poi conun camion a Derna e a Tobruch ed infine in prima linea ad El Ala-mein. Noi eravamo appiedati contro i carri armati inglesi.Il rancio nel mezzo del deserto era quello che era; spesso avevamola dissenteria.Erano le ore sedici del 5 novembre ed arrivarono i carri armati ingle-si. Dopo un intenso bombardamento contro di noi arrivò l’ordine diripiegare ed al mattino avevamo già fatto 20 km a piedi; eravamo induecento circa. Avevamo due camioncini anticarro. L’ufficiale cidiede l’ordine di piazzarli e fare fuoco. Gli inglesi ci individuarono einiziarono il bombardamento.Catturato e fatto prigioniero sono finto nel 306° campo (Egitto). Inogni campo c’erano venti “gabbie” ed in ognuna eravamo circa sei-cento.A Tobruch gli Australiani avevano perso molti uomini durante la bat-taglia contro i tedeschi ed un loro ufficiale è venuto nel nostro cam-po a chiedere agli Inglesi un prestito di prigionieri per andare a rac-cogliere i morti. Nei trenta uomini dati dagli Australiani c’ero an-ch’io. Dovevamo raccogliere i morti australiani e italiani, quelli in-glesi erano già stati recuperati. Era un disastro. Corpi senza teste,braccia e gambe staccate; cercavamo di mettere insieme le varieparti e davamo sepoltura a questi poveri soldati.Quando è iniziata la guerra contro i Tedeschi, alcuni cappellani ita-liani ben istruiti dagli Inglesi, facevano il giro delle gabbie per chie-dere collaborazione con le truppe inglesi. Io ho risposto: “Reveren-do non lo sentite più l’odore del sangue degli Italiani morti ad ElAlamein? Prima ci facevate dire la preghiera al Duce e al Re impera-tore ed ora chiedete di collaborare con gli Inglesi?”. Avevo deciso dinon collaborare e sono finito nel 305° campo.All’inizio dell’estate ’46 ad Ismalia, dove finisce il canale di Suez,siamo partiti con la nave “Duca degli Abruzzi” e dopo alcuni giornisiamo arrivati a Bari.Con il treno, in macchina, a piedi, sono arrivato a casa nella miaPaesana. Era il 5 settembre 1946”.

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