ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARACADUTISTI D'ITALIA...

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARACADUTISTI D'ITALIA Segreteria Tecnica Nazionale MANUALE PER I FREQUENTATORI DEL CORSO DI ABILITAZIONE AL LANCIO CON PARACADUTE EDIZIONE NOVEMBRE 2003

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ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARACADUTISTI D'ITALIA

Segreteria Tecnica Nazionale

MANUALE PER I FREQUENTATORI DEL CORSO DI ABILITAZIONE AL LANCIO CON PARACADUTE

EDIZIONE NOVEMBRE 2003

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... se avete scelto di venire tra noi per la vivacità dei nostri simboli, per l'estemporaneità o per calcolo, rinunciate, andate altrove ove potrete svolgere il

vostro servizio militare con dignità. Ma se avete scelto per desiderio di partecipare con la generosità dei sognatori, per anelito di vincere voi stessi, per volontà di

accettare anche sacrifici per onorare una tradizione e uno stile di vita, allora rimanete, perché avete l'anima e lo spirito dei paracadutisti e il carattere per servire

nella FOLGORE. Vuol dire che non siete i migliori perché sarete paracadutisti, ma diventerete

paracadutisti perché siete i migliori... Gen. B. par. Franco Monticone già Com.te Brigata Paracadutisti Folgore

Questo manuale redatto e approvato dalla Commissione Tecnica Nazionale, è

dedicato a tutti gli Istruttori di paracadutismo dell’ANPd’I che, con il loro impegno e sacrificio personale forgiano, nella massima sicurezza e nei valori dei nostri

veterani, i paracadutisti che scelgono di dividere con noi l’entusiasmo del lancio e l’orgoglio di fregiarsi del brevetto militare.

Milano, novembre 2003 Folgore! il Segretario Tecnico Nazionale

IP par. Dario Macchi Hanno collaborato alla stesura gli IP par. Mimmo Aloi, Fabrizio Cocchi, Fabio Gallo.

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SOMMARIO CAPITOLO I AVIOLANCIO CON PARACADUTE F.V. pag. 5

I MATERIALI AVIOLANCISTICI pag. 5 1.1 IL PARACADUTE T 10 C pag. 5 1.1.1 Calotta pag. 5 1.1.2 Fascio funicolare pag. 5 1.1.3 Imbracatura pag. 5 1.1.4 Custodia pag. 5 1.1.5 Guaina e nastro di vincolo pag. 6

1.1.6 Valigia di trasporto pag. 6 1.2 IL PARACADUTE AUSILIARE MIRPS pag. 8 1.2.1 Calotta pag. 8 1.2.2 Fascio funicolare pag. 8 1.2.3 Custodia pag. 8 1.3 OPERAZIONI PREIMBARCO pag. 10

(Comportamento in aeroporto) 1.3.1 Inquadramento del personale pag. 10 1.3.2 Prelievo dei materiali pag. 10 1.3.3 Procedura per adattare il T 10 C pag. 11 1.3.4 Modo di indossare pag. 12 1.3.5 Suddivisione del decollo nel numero dei passaggi previsti pag. 13

1.4 OPERAZIONI SUL VETTORE AEREO pag. 13 1.4.1 Imbarco dei paracadutisti pag. 13 1.4.2 Procedure di lancio pag. 14

(Comportamento in aereo)

1.5 OPERAZIONI IN USCITA pag. 18 1.5.1 Uscita dal vettore pag. 18 1.6 OPERAZIONI IN DISCESA pag. 19

(Comportamento in volo parte prima)

1.7 OPERAZIONI IN ATTERRAGGIO pag. 20 1.7.1 Pronti per l'atterraggio pag. 20 1.7.2 La capovolta d'atterraggio pag. 21 1.7.3 I trascinamenti pag. 21 1.7.4 Recupero dei materiali pag. 22

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CAPITOLO II LE EMERGENZE pag. 23 2.1 IN APERTURA: I MALFUNZIONAMENTI pag. 24 2.1.1 MALFUNZIONAMENTI TOTALI pag. 25 2.1.1.a Pacco chiuso pag. 25 2.1.1.b Fiamma pag. 26 2.1.1.c Distacco dei one-shot pag. 26 2.1.2 MALFUNZIONAMENTI PARZIALI pag. 27 2.1.2.a Pera pag. 27 2.1.2.b Reggiseno pag. 28 2.1.2.c Grandi rotture pag. 28 2.1.3 Discesa con due paracadute pag. 29

2.2 IN DISCESA FRENATA: LE COLLISIONI pag. 30

2.2.1 COLLISIONI pag. 30

2.3 IN ATTERRAGGIO: EMERGENZE IN ATTERRAGGIO pag. 31 (Comportamento in volo parte seconda)

2.3.1 Atterraggio su specchi d'acqua pag. 31 2.3.2 Atterraggio su alberi pag. 31 2.3.3 Atterraggio su linee elettriche pag. 31 2.3.4 Atterraggio su edifici pag. 32

2.4 EMERGENZE DEL VELIVOLO pag. 32 2.4.1 Emergenze di bordo a terra pag. 32 2.4.2 Atterraggio forzato o ammaraggio pag. 33 2.4.3 Lancio forzato (di emergenza ) pag. 33 2.4.4 Paracadutista rimasto agganciato pag. 33

2.4.5 Apertura fortuita del paracadute ausiliare pag. 33

RIEPILOGO DELLE FASI INERENTI L'AVIOLANCIO pag. 34

CAPITOLO III IMPIEGO DEI PARACADUTE MC 1/B-C AUSILIARE T 10 R – I 66 pag. 35

3.1 Il paracadute MC 1/B - C pag. 35 3.2 Il paracadute ausiliare T 10 R – I 66 pag 35 3.3 Impiego del paracadute MC 1/B - C pag. 36 3.4 Apertura dell'ausiliare T 10 R – I 66 pag. 37 3.5 Posizione “alla porta” e nel vuoto da aereo “civile” pag 38 3.6 Situazioni di emergenza a bordo di aereo civile pag. 40 3.7 Problemi in apertura pag. 41 3.8 Recupero dei materiali pag. 42

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CAPITOLO I AVIOLANCIO CON PARACADUTE F.V.

Qualunque sia il tipo d'aereo usato, i lanci di abilitazione si svolgono sempre sotto l'egida ed il controllo del C.A.PAR. (Centro Addestramento Paracadutismo); la procedura che segue è sempre valida per questi tipi di lanci, anche se il diverso tipo d'aereo prevede situazioni particolari che saranno trattate singolarmente.

1 I MATERIALI AVIOLANCISTICI 1.1 Il paracadute T 10 C Il paracadute T10 C, a calotta semisferica ad apertura automatica tramite fune di vincolo (f.d.v.), si compone di 5 parti principali: - Calotta; - Fascio funicolare; - Imbracatura; - Custodia; - Guaina e nastro di vincolo; - Valigia di trasporto. 1.1.1 Calotta Ha forma emisferica in tessuto antilacerazione di fibra poliammidica, di 86 mq, costituita da 30 fusi, divisi a loro volta in 5 zone. Sul bordo superiore e inferiore della calotta e all'interno dell'orlo di unione sono presenti dei nastri di rinforzo in fibra poliammidica. Lungo tutto il perimetro del bordo inferiore della calotta è cucita una rete antirovesciamento alta circa 40 cm. 1.1.2 Fascio funicolare Dal bordo della calotta diparte un fascio funicolare composto da 30 funi in fibra poliammidica, lunghe 7.8 metri. 1.1.3 Imbracatura L'imbracatura è costituita con nastri di fibra poliammidica è corredata di maglie di regolaggio posteriori sul sistema dei nastri diagonali regolabili a loro volte tramite maglie autobloccanti. Il collegamento ed il regolaggio dei cosciali è realizzato mediante maglie pentagonali e ganci con eiettore, corredati da cuscinetti di tessuto imbottito. Il collegamento ed il regolaggio del pettorale è realizzato con maglia pentagonale e gancio con eiettore, corredato da cuscinetto di tessuto imbottito. La parte anteriore dell'imbracatura è munita di due maglie a "D" per l'aggancio del paracadute di emergenza (superiori), e due anelli per l'attacco dei contenitori (inferiori). 1.1.4 Custodia E' destinata a contenere la calotta debitamente ripiegata nella guaina e ad assicurare lo stivaggio del nastro di vincolo a vista.

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La custodia è costituita da un corpo centrale, da un lembo superiore ed uno inferiore disposti a croce, le parti citate sono realizzate in fibra poliammidica. La custodia è collegata ai nastri dell'imbracatura tramite una serie di cappie cucite sul corpo centrale dopo averlo opportunamente rinforzato e irrigidito. La chiusura della custodia è realizzata mediante il ripiegamento dei quattro lembi disposti a croce, rinforzati nell'asse mediano con dei nastri di fibra poliammidica. Lo stivaggio del nastro di vincolo è realizzato mediante due serie di elastici. Nella parte inferiore, lateralmente, è applicato il nastro di ancoraggio munito di fibbia autobloccante. Lateralmente è visibile il tallone con la matricola del paracadute. 1.1.5 Guaina e nastro di vincolo Costruita con tessuto cotone – terital, ha una forma parallelepipeda.. La parte frontale è corredata di asole in nastro dove sono applicati gli elastici per lo stivaggio del fascio funicolare. Inoltre, attaccata al bordo inferiore è applicata una patta dello stesso tessuto della sacca destinata a evitare lo sfregamento delle funi tra loro e contro la custodia durante la fuoriuscita. Il nastro di vincolo è realizzato cucendo e ripiegando il nastro in fibra poliammidica in modo da formare una sezione costituita da tre strati e prevede ad una estremità il moschettone metallico e all'altra una cappia collegata con la guaina porta calotta.

1.1.6 Valigia di trasporto La valigia di trasporto è stata studiata e realizzata in maniera che possa contenere sia il paracadute dorsale che l'ausiliare anche se non ripiegati. E' costruita in tessuto poliammidico pesante siliconato ed ha due maniglie in nastro. La chiusura è stata realizzata con due cerniere lampo in resina sintetica.

Dati di interesse sono: - bassa quota di lancio; - elevata affidabilità operativa; - velocità di discesa ≅ 4,7 m/s con uomo equipaggiato del peso massimo di 160 kg; - peso del paracadute chiuso 14 kg; - calotta: 86 mq suddivisa in 30 fusi, a loro volta formati da 5 zone; - durata del ripiegamento 90 giorni;

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Vista della custodia e dell’imbragatura:

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1.2 Il paracadute ausiliare MIRPS Paracadute ausiliare, tondo ad apertura comandata tramite maniglia, è costituito da quattro parti principali: - Calotta con paracadute estrattore; - Fascio funicolare; - Custodia. 1.2.1 Calotta Costruita in tessuto antilacerante di fibra poliammidica. Ha una superficie di 43 mq., formata dall'unione di 24 fusi composti a loro volta da 3 zone. All’estremità del foro apicale, tramite un nastro, è vincolato un paracadute estrattore piombato. 1.2.2 Fascio funicolare Dal bordo della calotta si diparte un fascio funicolare formato da 24 funi (resistenza allo strappo di 180 kg), che raggiunge l’asola dei ganci a farfalla all’interno della custodia. 1.2.3 Custodia Costruita in nylon ed opportunamente sagomata in modo da presentare un rettangolo di fondo e quattro lembi di chiusura. E’ dotata di due maniglie di trasporto, una superiore e una laterale sinistra. Nella parte anteriore possiamo notare: la maniglia di apertura con la relativa pattina di protezione, la pattina di protezione degli spinotti di apertura e 6 elastici di richiamo dei lembi. Nella parte posteriore: due asole per il nastro di ancoraggio, due ganci a farfalla ed i relativi spinotti di sicurezza.

Dati di interesse sono: - rapida apertura a bassa velocità; - elevato grado di affidabilità; - velocità di discesa 6,5 m/s (circa); - peso del paracadute chiuso 6,200 kg; - durata del ripiegamento 90 giorni; - è presente la molla di espulsione.

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Vista anteriore e posteriore:

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1.3 OPERAZIONI PREIMBARCO

(Comportamento in aeroporto) Hanno inizio nel momento in cui il personale si presenta in aerobase. L'insieme del personale che prendono posto sullo stesso aereo è definito "decollo". I decolli sono preparati e compilati su appositi "manifesti di carico" dal personale dell'organizzazione in campo. Le fasi delle operazioni preimbarco sono: - Inquadramento del personale - Prelievo dei materiali; - Indossamento dei materiali; - Suddivisione del decollo nel numero dei passaggi previsti e brefing ai paracadutisti; 1.3.1 Inquadramento del personale In base ai manifesti di carico precedentemente stilati, ogni decollo è chiamato singolarmente ed è posto agli ordini del Direttore di Lancio (D.L.) e dell'Addetto Sicurezza Lancio (A.S.L.), che sistemeranno il personale secondo il vettore e la configurazione prevista. Terminata la fase di controllo il D.L. impartirà i seguenti ordini: - A PARTIRE CON LA FILA DI SINISTRA E A SEGUIRE CON LA FILA DI DESTRA, RITIRO PARACADUTE; - APRIRE LA BORSA E ADATTARE IL PARACADUTE; - FILA DI SINISTRA NUMERATEVI e successivamente FILA DI DESTRA NUMERATEVI; - NUMERI PARI INDOSSARE – NUMERI DISPARI AIUTARE; - PRONTI PER IL CONTROLLO. 1.3.2 Prelievo dei materiali Al "Riposo" che segue l'ordine:

A PARTIRE CON LA FILA DI SINISTRA E A SEGUIRE CON LA FILA DI DESTRA, RITIRO PARACADUTE,

il personale a partire dal capo fila di sinistra si porta presso il posto di distribuzione paracadute, preleva il materiale e si riporta al proprio posto. Dopo aver disposto il materiale come previsto (fig. 1),

(fig. 1)

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attenderanno l'ordine successivo che sarà: APRITE LE BORSE E ADATTARE IL PARACADUTE.

1.3.3 Procedura per adattare il T 10 C (fig. 2 –3) a) Controllare che il sigillo della borsa di trasporto sia integro e che la matricola riportata sul sigillo

coincida con quella riportata sul libretto dei ripiegamenti e sulla matricola del paracadute. Controllare il foglio dei ripiegamenti per accertarsi che l'ultimo ripiegamento sia stato effettuato da meno di 90 giorni;

b) Slacciare il nastro di ancoraggio dell'ausiliare che tiene raccolta tutta l'imbracatura; c) Aprire il gancio eiettore pettorale e i due cosciali, allentandone i due nastri; d) Allentare i due nastri diagonali in modo tale che dalle due fibbie autobloccanti di regolazione ne

fuoriesca un palmo. e) Procedere all’attagliamento dell’imbragatura; f) Procedere al ripiegamento della valigia di trasporto.

(fig.2 – 3)

Terminata questa fase si attende l'ordine successivo che sarà:

FILA DI SINISTRA NUMERATEVI e successivamente FILA DI DESTRA NUMERATEVI Ciascun capo fila, indicando con il braccio teso internamente alla fila, l'uomo che segue, grida "UNO"; il secondo paracadutista comportandosi analogamente, grida "DUE" e così via fino all'ultimo (fig.4).

(fig. 4) Successivamente il D.L. darà il seguente ordine:

NUMERI PARI INDOSSARE – NUMERI DISPARI AIUTARE;

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I paracadutisti aventi numero dispari afferreranno i paracadute di quelli aventi numero pari che li seguono e li aiuteranno ad indossare correttamente, quindi, quelli con numero pari indossano per primi aiutati dai paracadutisti con numero dispari che li precedono – i dispari a loro volta vengono aiutati dai numeri pari (fig.5), con la seguente cronologia: - paracadute dorsale (prima i pari e a seguire i dispari); - paracadute ausiliare (prima i pari e a seguire i dispari). Tale operazione va effettuata secondo una sequenza che ne consente lo svolgimento rapido e preciso.

(fig. 5)

1.3.4 Modo di indossare a) Infilare le braccia nella parte superiore dell'imbracatura e piegare il busto di 90° in avanti per

mantenere il pacco ben alto sulla schiena; b) Agganciare i cosciali e stringerli fino a farli aderire alla gamba, imboscare nei passanti elastici il

nastro in esubero; c) Chiudere il nastro pettorale, dopo avere inserita e bloccata, come previsto, la valigia di trasporto. d) Afferrare i due nastri diagonali e, con piccole trazioni alternate, far aderire bene il corpo alla

imbracatura; N.B.: solo dopo questa operazione si riassume la posizione eretta. e) Con l'aiuto del "secondo" che tiene sollevato l'ausiliare, infilare nei passanti di stoffa il nastro di

ancoraggio ed agganciare i due ganci a farfalla agli anelli a "D" dell'imbracatura; il "secondo" provvede a fissare il nastro di ancoraggio e a stringere la fibbia facendo la "pronta apertura";

f) sempre il "secondo" provvede a stringere in maniera definitiva le diagonali e a stivarne gli esuberi negli appositi elastici;

Ad indossamento dei numeri pari ultimato, analoghe operazioni devono essere svolte dai dispari, questa volta aiutati dai pari. Ultimata da parte di tutti i paracadutisti la fase di indossamento dei materiali, il D.L. darà l'ordine successivo che sarà: PRONTI PER IL CONTROLLO A tal fine i paracadutisti dovranno aprire la pattina di protezione di chiusura dell'ausiliare, calzare il casco, divaricare leggermente le gambe e porre le mani sopra la testa (fig.6). Il D.L. eseguirà il controllo singolarmente su tutti i paracadutisti al fine di accertarsi che abbiano indossato correttamente i materiali, e come ultima operazione impegnerà, chiudendolo, il moschettone alla maniglia di trasporto dell'ausiliare, facendo passare il n.d.v. sulla spalla corrispondente alla porta d'uscita (fig.7).

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(fig. 6) (fig. 7)

1.3.5 Suddivisone del decollo nel numero di passaggi previsti e briefing ai paracadutisti

Al termine del controllo il D.L. suddividerà i paracadutisti comprendenti il decollo nel numero dei passaggi previsti in relazione alle caratteristiche della zona lancio, e farà il previsto briefing, che ha lo scopo di richiamare alla mente ai paracadutisti il comportamento e le operazioni che devono svolgere sul vettore, in uscita, durante la discesa, in atterraggio e le emergenze sul vettore. Le operazioni hanno termine con il briefing tenuto dal D.L.. 1.4 OPERAZIONI SUL VETTORE AEREO Hanno inizio con l'imbarco dei paracadutisti sul vettore aereo, proseguono con le procedure di lancio e terminano con l'uscita dal vettore. Per quanto riguarda l'aereo civile le operazioni di imbarco sono molto semplici e non prevedono particolari manovre, salvo l'avvertenza di prendere posto in aereo nell'ordine inverso a quello di uscita; durante tale operazione e fino al momento dell'uscita dall'aereo, la maniglia di apertura dell'ausiliare va sempre protetta al fine di evitare aperture accidentali in aereo. 1.4.1 Imbarco dei paracadutisti L'imbarco avviene agli ordini del D.L. che farà imbarcare prima la fila di sinistra e quindi quella di destra sempre nell'ordine inverso a quello di lancio. Una volta imbarcati e seduti, i paracadutisti, devono allacciare le cinture di sicurezza al di sopra del paracadute ausiliare.

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1.4.2 Procedure di lancio

(Comportamento in aereo) Le procedure di lancio (comportamento in aereo), iniziano quando i paracadutisti hanno allacciato le cinture di sicurezza e terminano con l'uscita dal vettore. Le procedure di lancio sono scandite da preavvisi (20 minuti – 10 minuti – 6 minuti – 1 minuto – 5 secondi – Luce verde), comunicati dal D.L., che hanno lo scopo di ordinare le fasi che devono essere effettuate per prepararsi al lancio.

PREAVVISI ORDINI 20 minuti al lancio

10 minuti al lancio - Sganciate 6 minuti al lancio - luce rossa PREPARATEVI

IN PIEDI AGGANCIATE CONTROLLATE L'EQUIPAGGIAMENTO CONTROLLATE IL MOSCHETTONE

E IL NASTRO DI VINCOLO CHIAMATA DI CONTROLLO

1 minuti al lancio 5 secondi al lancio ALLA PORTA

luce verde VIA

Dopo che il vettore si è alzato in volo ed ha raggiunto la quota di sicurezza, il D.L., (che si trova nella parte terminale della carlinga, in prossimità delle porte di lancio) segnalerà ai paracadutisti, richiamandone l'attenzione (fig. 8) che mancano 20 minuti al lancio (fig.9), successivamente a 10 minuti al lancio farà segno di sganciare le cinture di sicurezza (fig.10).

(fig. 8) (fig. 9) (fig. 10) A sei minuti dal lancio in aereo si accenderanno, in prossimità delle porte due luci rosse, e avrà inizio la sequenza degli ordini che il D.L. impartirà ai paracadutisti avvalendosi sia della voce che integrandoli con gesti delle braccia e delle mani. Alla ricezione dei suddetti ordini, i paracadutisti si comportano nel modo di seguito descritto. Si fa riferimento alla porta di sinistra, per quella di destra basterà invertire i termini sinistra destra.

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1° PREPARATEVI: (preceduto dall'indicazione del numero del passaggio e integrato dallo specifico gesto): braccia tese, indice e medio di entrambe le mani distese a indicare le file (fig. 11).

Paracadutisti: portano indietro e sotto il sedile il prossimo alla porta del velivolo e, nel contempo avanti l'altro piede.

(fig. 11) (fig. 12)

2° IN PIEDI: indicando le file, con il palmo delle mani rivolto verso l'alto, solleva le mani al di

sopra delle spalle (fig. 12). Paracadutisti: si alzano e fanno fronte alla coda del velivolo; disimpegnano il moschettone dalla maniglia di trasporto dell'ausiliare e lo predispongono per essere agganciato al cavo statico, tenendolo all'altezza del viso; con la mano libera si tengono al mancorrente. 3° AGGANCIATE: con gli avambracci alzati al di sopra delle spalle, indica con le mani di

agganciare il moschettone al cavo statico (fig.13). Paracadutisti: impegnano il moschettone al cavo statico assicurandosi che l'apertura sia rivolta verso l'esterno del velivolo e, trazionando il n.d.v., determinano la chiusura del moschettone; inseriscono lo spinotto di sicurezza nell'apposito foro del moschettone, con direzione verso la coda, e lo ripiegano sui due lati; con la mano corrispondente alla fila impugnano il n.d.v. all'altezza della fronte e con la mano libera il mancorrente.

(fig. 13) (fig. 14) 4° CONTROLLATE L'EQUIPAGGIAMENTO: il D.L. alza lateralmente le braccia

all'altezza delle spalle e, con un movimento del solo gomito, porta le mani in prossimità del proprio corpo con il palmo rivolto verso il petto, a indicare l'equipaggiamento (fig.14).

Paracadutisti: controllano che: • l'elmetto sia ben indossato e il sottomento ben teso. • i ganci di chiusura dell'imbracatura siano perfettamente chiusi. • il paracadute ausiliare abbia: - il comando di apertura ben in sito; - i moschettoni a farfalla correttamente agganciati agli anelli a "D" dell'imbracatura; - gli spinotti di sicurezza in sito e ripiegati; • il nastro di ancoraggio correttamente sistemato.

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5° CONTROLLATE IL NASTRO DI VINCOLO: con le braccia distese lateralmente al di

sopra delle spalle, unisce il pollice e l'indice di entrambe le mani così da formare un cerchio, mantenendo il resto delle dita tese (fig. 15).

(fig. 15) (fig. 16)

Paracadutisti: controllano che: • il moschettone sia correttamente agganciato al cavo statico. • che il dispositivo di sicurezza sia correttamente scattato. • che lo spinotto di sicurezza sia in sito e ripiegato.

Inoltre ogni paracadutista deve ispezionare il n.d.v. che lo precede nel modo seguente: • fa scorrere la mano libera lungo il n.d.v., partendo dal moschettone, fino al punto in cui esso è inserito nei passanti elastici della custodia, assicurandosi che: - passi al di sopra della spalla corrispondente alla porta d'uscita; - non sia impigliato in nessuna parte dell'equipaggiamento e delle strutture dell'aereo. - l'ultimo tratto fuoriesca dal passante elastico centrale superiore della custodia; • elimina l'eventuale lasco riscontrato regolando l'eccedenza nel predetto passante elastico; • batte una volta completato il controllo, sulla spalla del paracadutista per indicargli che ha seguito il controllo e che tutto è in ordine. Dopo aver effettuato la suddetta ispezione, l'ultimo ed il penultimo uomo effettuano un dietro – front ed il penultimo esegue lo stesso controllo sull'ultimo. Infine, in segno che tutto è a posto gli dà una pacca sulla spalla. Entrambi riprendono la posizione iniziale eseguendo una rotazione in senso contrario alla precedente.

6° CHIAMATA DI CONTROLLO: rivolge lo sguardo verso i paracadutisti, porta all'orecchio la mano relativa alla fila interessata e, con palmo aperto, la posiziona dietro il padiglione in atteggiamento di ascolto. Indirizza l'altra mano, con braccio teso, per la fila interessata (fig. 16).

Paracadutisti: ciascun paracadutista, ad iniziare dall'ultimo della fila fino al primo, pronuncia ad alta voce il proprio numero facendolo seguire dalla parola "BENE" e contemporaneamente, battendo la spalla del paracadutista che lo precede, estende il braccio della mano posta sul mancorrente verso il centro della carlinga, con mano aperta e palmo rivolto verso il D.L. Qualora un paracadutista si accorgesse che qualche cosa non è in ordine nel proprio equipaggiamento o in quello che lo precede, non deve rispondere alla chiamata di controllo, ma esegue un passo laterale verso l'interno del vano di carico ed alza la mano libera mantenendola in tale posizione fino al sopraggiungere del D.L. o dell' A.S.L.. Nel caso sia impossibilitato a muoversi richiama l'A.S.L. con qualsiasi modalità possibile.

UN MINUTO AL LANCIO (Preavviso): accompagna il capo – fila allineandolo allo spigolo anteriore della porta.

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Paracadutisti: serrano, con la tecnica dei "Passettini" portandosi quasi a contatto. Il movimento verso la porta inizia con l'aver assunto la seguente posizione (fig. 17):

• busto naturalmente eretto; • gambe leggermente flesse; • piede dx avanzato, sx arretrato; • peso del corpo ugualmente ripartito su entrambi i piedi; • impugnatura del n.d.v. che precede gli occhi ad una distanza non superiore ai 15 cm.

L'avvicinamento viene eseguito a piccoli passi, accostando il piede arretrato a quello avanzato e riportando quest'ultimo in avanti (circa 30 cm).

(fig. 17) (fig. 18)

5 SECONDI AL LANCIO (Preavviso). 7° ALLA PORTA: rivolto soltanto al capo – fila che viene preso, accompagnato e tenuto

saldamente durante la rotazione alla porta. Paracadutisti: il capo – fila abbandona il n.d.v. e, effettuando una rotazione di 90° sotto il controllo

del D.L. assume la "posizione alla porta"(fig. 18) (piede sx sul bordo esterno della pedana di lancio, sporgente di 5 cm, piede dx arretrato, gambe semiflesse e pronte allo slancio, testa alta, sguardo all'orizzonte, busto eretto, braccia distese, mani fuori dal velivolo, palmi aperti). Gli altri paracadutisti serrano verso la porta con la tecnica prima descritta.

LUCE VERDE (preavviso): viene accesa nel momento in cui l'aereo raggiunge il punto di inizio lancio a seguito dello spegnimento della "Luce Rossa".

8° VIA: dato a viva voce e contemporaneamente pacca sulla spalla libera. Paracadutisti: il capo – fila esce al "via" (dopo aver sentito sia l'ordine verbale che la pacca sulla

spalla) nella posizione prevista. Il paracadutista che segue abbandona il n.d.v. e, effettuando una rotazione di 90°, assume la "posizione alla porta".

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1.5 OPERAZIONI IN USCITA Hanno inizio con l'uscita dal vettore e terminano con lo "shock di apertura" 1.5.1 Uscita dal vettore Con il vettore militare le operazioni si concretizzano con la tecnica di abbandono del velivolo, con la posizione che il paracadutista deve assumere nel vuoto e con il conteggio. La loro corretta esecuzione influisce direttamente sul corretto funzionamento del paracadute e in generale sulla sicurezza del lancio. L'uscita dall'aereo viene eseguita con un saltello in alto di circa 10 cm ed in avanti di circa 30 cm; la spinta, necessaria a fendere il flusso d'aria relativo al velivolo, sviluppata su una linea di forza di 90° rispetto all'uscita, è ottenuta distendendo energicamente le gambe ed unendo i piedi. Le braccia concorrono a mantenere l'equilibrio e a guidare il corpo. La posizione da assumere è la seguente (fig. 19):

• testa inclinata in avanti con mento spinto contro il petto e lo sguardo rivolto verso i piedi; • corpo leggermente flesso in avanti; • gomiti aderenti al corpo, mani e dita distese appoggiate sul paracadute ausiliare (la mano destra protegge ma non impugna la maniglia di apertura); • gambe leggermente flesse con i piedi uniti e punte rivolte verso il basso.

Contemporaneamente, inizia il conteggio, effettuato ad alta voce, per scandire i secondi necessari al paracadute per aprirsi, nella seguente maniera: Milleuno – Milledue – Milletre – Millequattro – Millecinque. Entro questo punto il paracadutista dovrà avvertire lo "Shock di apertura". La posizione deve essere mantenuta con i muscoli in tensione fino al dispiegamento della calotta. La corretta posizione in uscita è la garanzia per un buon esito dell'apertura del paracadute.

(Fig. 19)

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1.6 OPERAZIONI IN DISCESA (Comportamento in volo parte prima)

Hanno inizio con il controllo della calotta, a seguito dello “shock di apertura”, e proseguono con la manovra del paracadute. Hanno termine a circa 15 m. dal suolo con l'assunzione della posizione "pronti per l'atterraggio".

Al termine del conteggio il paracadutista deve avvertire lo Shock di apertura

Attenzione Il paracadutista che al termine del conteggio non avvertisse lo "Shock di apertura",

deve azionare immediatamente il paracadute ausiliare. Nelle operazioni in discesa (comportamento in volo parte I^), sono comprese tutte quelle fasi che il paracadutista deve affrontare dalla apertura del paracadute fino alla preparazione all'impatto con il terreno: esse hanno lo scopo di controllare il funzionamento del paracadute, di manovrare in modo di evitare collisioni, scegliere una zona favorevole all'atterraggio e opporsi alla deriva provocata dal vento. Le fasi sono le seguenti:

• controllo della calotta; • togliere eventuali giri di avvitamento; • effettuare il giro d'orizzonte; • favorire o contrastare una eventuale deriva;

In particolare il paracadutista al fine di verificare la corretta apertura della calotta, solleva lo sguardo ruotando la testa alternativamente a destra e a sinistra scandendo "UNO" e "DUE", accertandosi che sia completamente spiegata e integra. In caso di avvitamento afferra, con ciascuna mano, una coppia di bretelle di sospensione ed esercita una trazione verso l'esterno fino all'eliminazione dell'avvitamento (nell'ultima fase divarica le gambe e continua ad esercitare la trazione sulle bretelle di sospensione per evitare il controavvitamento). Effettua il giro d'orizzonte (fig. 20 - 21) per verificare che non vi siano altri paracadutisti nelle immediate vicinanze, per controllare la sua posizione rispetto alla zona lancio e la direzione del vento nel modo seguente: per far ruotare il corpo con verso di rotazione destra - sinistra, afferrare il più alto possibile la bretella posteriore sinistra con la mano destra, passando dietro la bretella posteriore destra e trazionare verso il lato destro, aiutandosi portando le gambe a squadra. Per girare con verso di rotazione sinistra – destra, ripetere l'operazione agendo in maniera opposta.

(fig. 20) (fig.21)

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Favorire o contrastare una eventuale deriva (fig. 22 – 23 – 24), per assicurare una distanza di sicurezza orizzontale tra i altro/i paracadutisti e per evitare gli eventuali ostacoli presenti nell'area di atterraggio agendo sulle opportune bretelle di sospensione: a) anteriori/posteriori per ottenere una spinta in avanti/ indietro; b) laterali sinistra/destra per ottenere una spinta a sinistra/ a destra.

(fig. 22) (fig. 23) (fig. 24) 1.7 OPERAZIONI IN ATTERRAGGIO Le operazioni di atterraggio, hanno inizio allorché il paracadutista assume la posizione di "pronti per l'atterraggio" (fig. 25), a circa 15 metri dal suolo, e terminano quando si disimpegna dall'imbracatura e recupera i materiali. Nella presa di contatto col terreno (impatto), il paracadutista attua una precisa tecnica d'atterraggio che gli consente di smaltire la forza impatto in maniera progressiva. Questa precisa tecnica si articola in due fasi:

• Pronti per l'atterraggio; • Capovolta d'atterraggio;

1.7.1 Pronti per l'atterraggio La posizione in assenza di vento è la seguente: - sguardo rivolto verso il probabile punto di impatto; - mani alle bretelle di sospensione anteriori; - gambe leggermente flesse; - piedi e ginocchia uniti; - avampiedi leggermente rivolti verso il basso con dita dei piedi richiamati verso l'alto; - muscoli in tensione per ammortizzare la forza d'urto iniziale. In presenza di vento, in aggiunta a quanto sopra, il paracadutista dovrà orientare gambe ed avampiedi uniti verso il probabile punto d'impatto (anticipo).

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(fig. 25) 1.7.2 La capovolta d'atterraggio

La capovolta d'atterraggio, ha inizio nell'istante in cui gli avampiedi toccano il terreno, ed ha lo scopo di evitare che la forza d'impatto interessi interamente e soltanto le gambe. A tale scopo la forza d'impatto dovrà essere ripartita in parte con l'azione ammortizzante delle gambe, e in parte con il rotolamento del corpo sul terreno. Nell'esecuzione della capovolta le parti del corpo che in successione entrano in contatto con il terreno sono: - avampiedi; - gluteo; - muscolo grandorsale relativo al gluteo; - muscolo grandorsale opposto; La capovolta si sviluppa dinamicamente nel seguente modo: all'impatto sugli avampiedi si ha contemporaneamente l'azione ammortizzante delle gambe, mediante la flessione del corpo, portando i gomiti verso il retto addominale mantenendo in mano le bretelle di sospensione si orienterà il gluteo verso l'asse di rotolamento sul terreno (esposizione). Al momento dell'impatto del gluteo sul terreno, dopo che il grandorsale relativo è venuto a contatto, portare le gambe a squadra e rotolando sull'arco di schiena portare a contatto il grandorsale opposto, mantenedo le gambe unite e semidistese fino al contatto del fianco con il terreno, appena fermati rialzarsi rapidamente per impedire eventuali trascinamenti al suolo. A causa della deriva che il paracadute può subire sotto l'azione del vento, il paracadutista può prendere terra nelle seguenti direzioni: laterale, avanti, dietro; di conseguenza possiamo avere capovolte laterali a sinistra e a destra, capovolte anteriori a sinistra e a destra, capovolte posteriori a sinistra e a destra. 1.7.3 I trascinamenti All'atterraggio, in assenza di vento, la calotta si affloscia naturalmente al suolo, e il paracadutista può procedere e liberarsi dell'equipaggiamento e dell'imbracatura. Al contrario in presenza di vento può essere interessato da un trascinamento con pericolo della propria immunità. Classificheremo il vento in:

• debole; • medio; • forte;

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• debole: al seguito della capovolta, continuare a mantenere la presa sulle bretelle di sospensione anteriori e correre il più rapidamente possibile al fine di aggirare la calotta.

• medio: occorrerà provvedere all'afflosciamento della calotta, tirando dapprima la bretella più vicina al terreno e continuando l'azione su una funicella:

• forte: bisognerà ricorrere allo sgancio di un "One shot". Ci si dispone sulla schiena, si apre il coperchio metallico di protezione di un "One shot", si inserisce il pollice della mano all'interno dell'anello di comando apertura e, con una trazione decisa perpendicolare al corpo del paracadutista se ne determina lo sgancio (fig. 26).

(fig. 26)

1.7.4 Recupero dei materiali Ad afflosciamento della calotta avvenuto, il paracadutista procede a liberarsi dell'equipaggiamento, nella maniera seguente, con l'avvertenza di liberare immediatamente la pista nel caso vi fosse atterrato:

• paracadute ausiliare:

- agisce sulla pronta apertura e sfila il nastro di ancoraggio; - sfila gli spinotti di sicurezza dai ganci a farfalla.

• paracadute dorsale: - svincola il nastro pettorale, agendo sulla fibbia di chiusura. - sgancia i cosciali agendo sui relativi ganci di chiusura.

Si libera dell'imbracatura. Successivamente apre ed appronta la valigia di trasporto, inserisce l'imbracatura nella borsa con la custodia rivolta verso l'alto, e procede al recupero della calotta nel modo seguente: - si porta verso l'apice della calotta; - afferra l'apice con la mano sinistra, avendo in precedenza eliminato eventuali corpi estranei e tira a sé il paracadute per distenderlo in tutta la sua lunghezza (fig. 27); - avvolge intorno alle breccia la calotta ed il fascio funicolare con una serie di avvolgimenti a "8", sino al raggiungimento dell'imbracatura (fig. 28);

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(fig. 27) (fig. 28) - colloca il tutto sopra l'imbracatura assicurandosi che l'apice sia sopra di tutto (fig. 29); - chiude la borsa di trasporto mediante le apposite chiusure. Per il trasporto spalleggerà la borsa di trasporto tramite gli appositi spallacci e, una volta agganciata la traversa pettorale aggancerà su quest'ultima i ganci a farfalla dell'emergenza (fig. 30). Consegnati i materiali al posto di "Versamento dei materiali" toglierà l'elmetto.

(fig. 29) (fig. 30)

CAPITOLO II LE EMERGENZE Durante un aviolancio, il paracadutista può essere interessato da situazioni che minano la sicurezza, codificati come casi di emergenza. Tali casi possono essere originati dal paracadute, da una non attenta discesa a paracadute aperto, da atterraggi al di fuori della zona lancio e da inconvenienti derivanti dal velivolo. Di norma, sono considerati casi di emergenza:

• IN APERTURA: I MALFUNZIONAMENTI. • IN DISCESA FRENATA: LE COLLISIONI. • IN ATTERRAGGIO: GLI ATTERRAGG I NON PREVISTI. • LE EMERGENZE DEL VELIVOLO.

2.1 IN APERTURA: I MALFUNZIONAMENTI Per malfunzionamento si intende il mancato o irregolare spiegamento del paracadute: esso può essere del tipo totale o parziale, a seconda che risulti nulla o soltanto ridotta la resistenza del paracadute.

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MALFUNZIONAMENTI TOTALI: Pacco chiuso Fiamma Distacco dei one-shot PARZIALI: Pera Reggiseno Grandi rotture: rottura della velatura rottura di più funi di sospensione

La suddivisione ha un valore solo dal punto di vista didattico. Infatti la risoluzione di tutti i malfunzionamenti è dettata sulla medesima manovra che porta all’apertura del paracadute ausiliare. Il paracadutista, verificato la mancata o la non corretta apertura del paracadute deve:

- guardare la maniglia del paracadute ausiliare e impugnarla, - trazionarla assumendo contemporaneamente questa posizione: ٠ testa rovesciata all’indietro; ٠ corpo inarcato all’indietro con gambe unite e distese; ٠ braccia distese verso il basso e arretrate; ( fig. 31 )

( fig. 31 ) Prima di descrivere i malfunzionamenti è opportuno considerare che un paracadute correttamente aperto appare di forma semisferica ad un osservatore esterno, mentre al paracadutista che lo impiega lo vede come un grosso cerchio regolare, dal cui bordo partono le funicelle che convergono verso le estremità delle bretelle di sospensione. ( fig. 32 )

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( fig. 32 )

Ogni immagine diversa deve essere tempestivamente valutata, sulla base della conoscenza dei malfunzionamenti.

2.1.1 MALFUNZIONAMENTI TOTALI Caratterizza i malfunzionamenti totali la resistenza nulla del paracadute, per cui la velocità di discesa tenderà ad arrivare a circa 50 m/s. 2.1.1.a Pacco chiuso Per pacco chiuso si intende il mancato sfilamento della calotta, quindi mancata apertura del paracadute e si può verificare per rottura del cavo statico, del nastro di vincolo o per lo sganciamento del moschettone. ( fig. 33 )

( fig. 33 )

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Attenzione Terminato il conteggio, se non è stato avvertito lo "Shock di apertura", trazionare

immediatamente la maniglia del paracadute ausiliare, assumendo la posizione prevista.

2.1.1.b Fiamma Questo malfunzionamento si verifica quando un eccessivo attorcigliamento del fascio funicolare e/o falsi nodi impediscono all'aria di fluire regolarmente all'interno della calotta che però è completamente estratta dalla sacca porta – calotta. Il paracadute viene trascinato dal paracadutista in caduta libera "sbattendo" nell'aria con un movimento che ricorda quello delle lingue di fuoco (da qui il termine di fiamma). ( fig. 34)

( fig. 34)

Attenzione Terminato il conteggio, se non è stato avvertito lo "Shock di apertura", trazionare

immediatamente la maniglia del paracadute ausiliare, assumendo la posizione prevista.

2.1.1.c Distacco dei one-shot Questo malfunzionamento si verifica quando in fase d’apertura o durante la discesa si ha il distacco di uno o di entrambi gli one shot.

Attenzione Terminato il conteggio, se non è stato avvertito lo "Shock di apertura", trazionare

immediatamente la maniglia del paracadute ausiliare, assumendo la posizione prevista.

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2.1.2 MALFUNZIONAMENTI PARZIALI Caratterizza i malfunzionamenti parziali la scarsa resistenza del paracadute e la instabilità,

- velocità di discesa > 6,5 m/s. - Nei malfunzionamenti parziali sono comprese tutte quelle situazioni nelle quali il paracadutista agisce in condizione di instabilità e di insicurezza, anche se la velocità di discesa può non superare di molto quella normale. 2.1.2.a Pera Prende nome dalla forma che assume il paracadute quando viene stretto alla base da una condizione anomala del fascio funicolare. Distinguiamo due situazioni in cui si può formare una pera:

• avvitamento basso del fascio funicolare per circa due terzi della sua lunghezza. • annodamento o strozzamento di una o più funi di sospensione sulle altre. ( fig. 35)

( fig. 35)

Attenzione Terminato il conteggio, effettuato il controllo calotta, riconosciuto questo malfunzionamento,

trazionare immediatamente la maniglia del paracadute ausiliare, assumendo la posizione prevista.

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2.1.2.b Reggiseno (semirovesciamento della calotta)

Questo malfunzionamento si verifica quando un lembo della calotta si rovescia e forma un lobo secondario che si riempie d'aria innescando un semirovesciamento della calotta con il conseguente accavallamento di una o più funi di sospensione sulla calotta. Ciò da origine a due semicalotte dalla configurazione originale che ricorda il "reggiseno". ( fig. 36)

( fig. 36)

Attenzione Terminato il conteggio, effettuato il controllo calotta, riconosciuto questo malfunzionamento,

trazionare immediatamente la maniglia del paracadute ausiliare, assumendo la posizione prevista.

2.1.2.c Grandi rotture Sotto questa definizione vengono raggruppate tutte quelle rotture di parti del paracadute che determinano aumento della velocità di discesa, instabilità, condizione di poca sicurezza:

• rottura della velatura: si notano delle lacerazioni sulla calotta, che di norma non appare deformata (devono essere interessati almeno due fusi; ( fig. 37)

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( fig. 37)

• rottura di più funi di sospensione: il perimetro della calotta appare deformato. ( fig. 38)

( fig. 38)

Attenzione Terminato il conteggio, effettuato il controllo calotta, riconosciuto questo malfunzionamento,

trazionare immediatamente la maniglia del paracadute ausiliare, assumendo la posizione prevista.

2.1.3 Discesa con due paracadute L'azione contemporanea di due paracadute collegati alla stessa imbracatura determina alcuni limitati inconvenienti. Innanzitutto viene perduta anche la relativa direzionabilità del paracadute perché ogni azione sulle bretelle di sospensione di uno viene vanificata dall'altro, che agisce da ancora dinamica.

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In secondo luogo, essendo l'ausiliare agganciato in zona pettorale, il punto di sospensione del paracadutista viene spostato in avanti, con conseguente perdita della posizione verticale. 2.2 IN DISCESA FRENATA: LE COLLISIONI 2.2.1 COLLISIONI Le collisioni vanno sempre evitate. Per fare questo il paracadutista deve controllare sempre l'area circostante (giro d'orizzonte) ed agire rapidamente sulle bretelle di sospensione (o sui comandi) per allontanarsi tempestivamente dalla probabile collisione. In tale situazione potrebbe verificarsi che i due collidenti rimangano impigliati tra di loro. In caso di ridotta distanza fra due paracadutisti questi devono:

- avvisarsi reciprocamente ad alta voce; - manovrare il paracadute nel tentativo di evitare la collisione.

Le collisioni possono essere:

• orizzontali. • verticali.

• orizzontali. Le collisioni a paracadute aperto orizzontali possono verificarsi con i due paracadutisti alla stessa quota o su piani leggermente sfalsati. Nel primo caso saranno le calotte a venire in collisione, per cui, i paracadutisti dovranno subito allontanarsi agendo sulle opportune bretelle di sospensione. Nel secondo caso la collisione non interessa direttamente la calotta, ma potrebbe implicare un impigliamento del paracadutista nelle funi di sospensione. Per evitare questo inconveniente, il paracadutista deve assumere una posizione ad "X", allargando braccia e gambe, in modo che, al momento della collisione, offra maggiore superficie di appoggio e non entri nel fascio funicolare dell'aggredito. Se la manovra ha avuto successo i due manovreranno per allontanarsi. Altrimenti, il paracadutista di sotto tratterrà la velatura o il fascio funicolare dell’atro paracadutista, mentre quest’ultimo azionerà il paracadute ausilare.

• verticali. Durante la discesa il paracadutista deve sempre controllare l'area circostante ed agire immediatamente sulle bretelle di sospensione di sospensione in modo da non trovarsi mai sulla verticale di un altro paracadutista. Poiché un paracadute in discesa comprime l'aria sottostante e forma un'area di parziale depressione e turbolenza al di sopra della calotta di circa 15 metri, un secondo paracadute, che venga a trovarsi in quest'area di depressione, può non ricevere sufficiente aria per il proprio sostentamento e quindi tende a chiudersi, determinando la caduta del paracadutista sulla calotta del paracadutista sottostante (collisione). Il paracadutista, senza più sostentamento, scivola lungo la calotta sottostante e la sorpassa, con un aumento di velocità di discesa. A sorpasso avvenuto, la calotta ritrova l'aria e si riapre. In questo tipo di collisione il paracadutista dovrà: - portare le mani al paracadute ausiliare, con la mano sopra il comando di apertura, pronto ad azionarlo; - disporre le gambe a squadra, per aumentare la superficie di appoggio e agevolare lo scivolamento in uscita dalla calotta; - azionare rapidamente il paracadute ausiliare se, dopo il sorpasso, il paracadute non si riapre;

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- se la calotta si riapre, agire velocemente sulle bretelle di sospensione per allontanarsi rapidamente dal paracadutista più in alto per evitare il ripetersi della collisione; stessa manovra, ma opposta, deve essere attuata dal paracadutista aggredito. 2.3 IN ATTERRAGGIO: EMERGENZE IN ATTERRAGGIO

(Comportamento in volo parte seconda)

Durante un aviolancio il paracadutista si può trovare nella condizione di dover effettuare un atterraggio di emergenza: • atterraggi su specchi d’acqua; • atterraggi su alberi; • atterraggi presso linee elettriche; • atterraggi su edifici. 2.3.1 Atterraggi su specchi d'acqua Il paracadutista agirà secondo le seguenti fasi: - liberarsi dei stivaletti; - liberarsi del casco; - sganciare l'ausiliare da sinistra verso destra, dopo aver agito sulla "pronta apertura" e aver disimpegnato lo spinotto di sicurezza di destra; - aprire i coperchi di protezione metallici dei due "one shot"; - inserire i pollici all'interno degli anelli di comando di apertura; - al contatto con la superficie sganciare, con una trazione decisa, i due "one shot" (fig. 39). 2.3.2 Atterraggi su alberi Il paracadutista deve assumere una posizione che consenta di evitare quanto più possibile i danni fisici (fig. 40): - piega le gambe posizionando i piedi a martello, in direzione del probabile impatto; - protegge i gomiti collocandoli sull'ausiliare; - portando il mento allo sterno, incrocia gli avambracci ponendo le mani a protezione del viso; - al contatto: massima contrazione muscolare. Se rimane appeso all'albero, valuterà la situazione, quindi, sceglierà il modo migliore per scendere. 2.3.3 Atterraggi presso linee elettriche Evitare che il corpo venga a contatto contemporaneamente con i due fili, procedendo nella seguente maniera (fig. 41): - mantenere le gambe unite e tese con le punte dei piedi rivolte verso il basso; - alzare le braccia e porre il palmo delle mani con le dita unite e distese con la parte interna delle due bretelle di sospensione anteriori; - mantenere la testa leggermente inclinata in avanti per osservare in basso ed essere così in grado d'evitare, mediante opportuni movimenti, di venire a contatto con i fili.

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(fig. 39) (fig. 40) (fig. 41)

2.3.4 Atterraggi su edifici Si possono verificare diverse situazioni, a seconda della solidità e del tipo di tetti su cui si viene ad impattare. Nel caso in cui l'impatto avvenga contro tetti di materiali fragile, il paracadutista deve tentare di sfondare il tetto con una decisa spinta avendo i piedi e le gambe unite. Nel caso di discesa su un terrazzo piano il paracadutista dovrà eseguire velocemente la capovolta e sganciare immediatamente un "one shot" per non correre il rischio di essere trascinato nel vuoto. Se l'impatto avviene su tetto spiovente a salire o comunque nella parte centrale, il paracadutista in aria predisporrà lo sgancio del "one shot" all'uso, e dopo l'impatto lo sgancerà. Se invece affronta lo spiovente del tetto con direzione del vento a scendere, agirà sulle bretelle di sospensione per cercare di superare l'ostacolo, al contatto con il tetto cercherà di superarlo velocemente, quindi agirà nuovamente sulle bretelle di sospensione per allontanarsi. Se l'impatto dovesse avvenire contro un muro, dapprima il paracadutista agirà sulle bretelle di sospensione per contrastare la deriva, poi impatterà con i piedi in avanti per ammortizzare l'urto, quindi cercherà di allontanarsi dal muro, per quanto possibile. 2.4 EMERGENZE DEL VELIVOLO

- EMERGENZE DEL VELIVOLO; - EMERGENZE DEL PARACADUTISTA.

EMERGENZE DEL VELIVOLO:

2.4.1 Emergenze a terra Le emergenze di bordo a terra, riguardano unicamente ragioni tecniche che interessano il velivolo. All'atto dell'emergenza e a velivolo fermo l'abbandono è deciso dal Capo Equipaggio. Viene segnalato da uno squillo continuo. I D.C.L. provvedono, dopo che il velivolo è fermo ad aprire le porte, e i paracadutisti dopo essersi slacciati le cinture di sicurezza, si porteranno celermente alla massima distanza possibile dall'aereo.

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2.4.2 Atterraggio forzato o ammaraggio Atterraggio forzato; Viene segnalato da sei squilli brevi. I paracadutisti dovranno allacciare le cinture di sicurezza tenersi alle cinghie del sedile o sottobraccio ai paracadutisti vicini, incassare la testa allo sterno, tendere i muscoli. Uno squillo prolungato segnalerà l'impatto imminente. Ad impatto avvenuto, dopo essersi liberati delle cinture di sicurezza, abbandonare il velivolo rapidamente e disciplinatamente portandosi celermente alla massima distanza possibile. Ammaraggio; Viene segnalato da sei squilli brevi. I paracadutisti dovranno allacciare le cinture di sicurezza tenersi alle cinghie del sedile o sottobraccio ai paracadutisti vicini, incassare la testa allo sterno, tendere i muscoli. Uno squillo prolungato segnalerà l'impatto imminente. Ad impatto avvenuto, dopo essersi liberati delle cinture di sicurezza e dei materiali, abbandonare il velivolo rapidamente e disciplinatamente rispettando l'ordine e le uscite di emergenza definite precedentemente in sede di briefing. 2.4.3 Lancio forzato (di emergenza) Viene segnalato da tre squilli brevi. In questo caso le procedure di lancio descritte precedentemente vengono a cadere e gli ordini che il D.L. darà saranno i seguenti: - in piedi; - agganciare; - alla porta. Al quarto squillo, che sarà prolungato corrisponderà l'ultimo ordine che sarà: - via. EMERGENZE DEL PARACADUTISTA : 2.4.4 Paracadutista rimasto agganciato Il paracadutista rimasto agganciato, se cosciente, lo segnalerà al D.L. portando la mano sinistra sull'elmetto e la destra sulla maniglia di apertura dell'ausiliare (senza impugnarla). Nel caso del velivolo militare il personale di bordo provvederà al recupero dell'uomo agganciato con l'ausilio del verricello. Nel caso dell'impiego di aereo leggero o elicottero, bisognerà prendere quota e, quindi, il D.L. segnalerà al paracadutista l'intenzione di tagliare il n.d.v.. Dopo che il D.L. ha reciso il n.d.v. il paracadutista azionerà la maniglia di apertura del paracadute ausiliare.

2.4.5 Apertura fortuita del paracadute ausiliare Se la porta è chiusa, il paracadute fuoriuscito sarà trattenuto dal paracadutista fino all’arrivo dell’A.S.L. che provvederà alla sostituzione del paracadute. Se la porta è aperta e il paracadutista è lontano dalla stessa, il paracadutista tratterrà la velatura fuoriuscita fino all’arrivo dell’A.S.L. che sgancerà il moschettone e accompagnerà il paracadutista verso la prua del velivolo dove provvederà alla sostituzione dell’ausiliare. Se il paracadutista è in prossimità della porta aperta ed è risucchiato dal flusso o rischia di esserlo, dovrà liberare la porta effettuando l’aviolancio.

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AVIOLANCIO CON PARACADUTE AD APERTURA AUTOMATICA

1. OPERAZIONI INERENTI L'AVIOLANCIO Nelle modalità esecutive, un aviolancio con paracadute ad apertura automatica, di norma, si sviluppa nelle seguenti operazioni: - preimbarco; - sul vettore aereo; - in uscita; - durante la discesa; - in atterraggio. a. OPERAZIONI PREIMBARCO Hanno inizio nel momento in cui il personale si presenta all'aerobase, e proseguono con: - inquadramento del personale; - prelevamento dei materiali; - indossamento dei paracadute; - suddivisione del decollo nel numero dei passaggi previsti. Le operazioni hanno termine con l'imbarco del personale sul vettore. b. OPERAZIONI SUL VETTORE AEREO Hanno inizio con l'imbarco dei paracadutisti, proseguono con le procedure di lancio e terminano con l'uscita dal vettore. c. OPERAZIONI IN USCITA Hanno inizio con l'uscita dal vettore e terminano con lo "shock di apertura". d. OPERAZIONI DURANTE LA DISCESA Hanno inizio con il controllo della calotta e proseguono con la manovra del paracadute. Hanno termine con l'assunzione della posizione "pronti per l'atterraggio". e. OPERAZIONI IN ATTERRAGGIO Hanno inizio allorché il paracadutista assume la posizione "pronti per l'atterraggio", a circa 15 metri dal suolo, e terminano quando si disimpegna dall'imbracatura e recupera i materiali.

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CAPITOLO III IMPIEGO DEI PARACADUTE MC 1/B-C AUSILIARE T 10 R – I 66

3.1 IL PARACADUTE MC 1/B – C

Il paracadute MC 1, nelle versioni B e C è un paracadute direzionale ed è dotato di una velocità di avanzamento, caratteristica conferita dalla conformazione della calotta (figg. 42 e 43) e dalla presenza di due comandi di manovra. E’ un paracadute tondo a calotta emisferica ad apertura automatica tramite fune di vincolo. Imbracatura, custodia, fascio funicolare e sacca porta-calotta non differiscono da quelle prima descritte trattando il paracadute T 10 C nel paragrafo 1.1.3.

Dati di interesse sono:

- elevata affidabilità operativa; - velocità di discesa MC 1 - B: 5 m/s (circa) con uomo equipaggiato del peso massimo di 140 kg; - velocità di discesa MC 1 - C: 2 - 3 m/s (circa) con uomo equipaggiato del peso massimo di 160 kg ; - velocità di traslazione MC 1 - B: 2 m/s (circa); - velocità di traslazione MC 1 - C : 2 m/s (circa); - peso del paracadute chiuso 13 kg (circa); - calotta: 86 mq suddivisa in 30 fusi, (dal 25 al 5 sono praticate delle aperture); - dotato di due comandi di manovra adiacenti ai fusi 5 e 25;

3.2 IL PARACADUTE T 10 R – I 66 Paracadute ausiliare, emisferico ad apertura comandata tramite maniglia, è costituito da tre parti principali: - Calotta; - Fascio funicolare; - Custodia. Differisce dal MIRPS solo in quanto non è dotato né di molla di espulsione né del paracadute pilota estrattore.

Dati di interesse sono: - rapida apertura a bassa velocità; - elevato grado di affidabilità; - velocità di discesa 6,5 m/s (circa); - peso del paracadute chiuso 6,2 kg; - durata del ripiegamento : quella prevista dal CVRP (120 gg)

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3.3 IMPIEGO DEL PARACADUTE MC 1/B - C

(fig. 42)

(fig. 43) Per quanto riguarda l’impiego, non vi sono differenze, rispetto a quanto descritto nel paragrafo 1.6, nella fase di uscita dal velivolo. Può essere invece sfruttata la possibilità di manovra del paracadute tipo MC 1 B-C durante la discesa. Infatti il paracadute tradizionale a calotta emisferica si basa sul principio fisico per cui la forza peso viene quasi completamente equilibrata dalla resistenza generata dalla velatura. La parte di forza peso non equilibrata causa la velocità di discesa.Considerando ora una velatura “emisferica a fenditure”, cioè una velatura tradizionale a cui sono state praticate una o più aperture, asportando del tessuto nella parte posteriore. L’aria compressa nell’interno della velatura, a causa della bassa porosità del tessuto, è convogliata verso le fenditure, dalle quali uscirà con una certa pressione che, per principio di reazione, farà muovere la velatura nel senso opposto (in avanti) all’uscita dando origine ad uno spostamento a velocità costante. Modificando la direzione di uscita dell’aria, agendo sui comandi di direzione, potremo orientare il nostro paracadute verso diverse direzioni. Abbassando il comando di destra, gireremo a destra, abbassando il comando di sinistra, gireremo a sinistra. Una trazione accentuata su entrambi i comandi provocherà un brusco arresto dell’avanzamento e sarà causa di oscillazioni e di un sensibile aumento della velocità verticale, da evitare assolutamente in fase di atterraggio.

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Da quanto sopra esposto risulta che, in assenza di vento, il paracadutista che si lancia da 600 mt. impiegando circa 120 sec. nella discesa e avendo uno spostamento di 2 m/sec. avrà una traslazione di 240 mt. rispetto al punto di uscita. L’uso del paracadute a fenditure pertanto, offre al paracadutista l’opportunità di superare eventuali ostacoli con una certa facilità, in quanto in presenza di vento il paracadutista avrà la possibilità di aumentare o diminuire la traslazione. Aumenterà la traslazione mettendosi a favore di vento, sommando quindi la velocità proprio del paracadute a quella del vento, diminuirà la traslazione mettendosi contro vento, sottraendo alla velocità del vento la velocità propria. Terminato il conteggio e dopo aver controllato la calotta, il paracadutista dovrà impugnare i comandi di manovra e utilizzarli per effettuare il giro d’orizzonte e le successive manovre. Tali manovre saranno in funzione : • dell’azione e della direzione del vento; • della posizione degli altri paracadutisti in aria; • degli ostacoli al suolo e in fine dell’atterraggio. A causa della manovrabilità e della spinta propria del paracadute, i paracadutisti, in aria devono tenersi a distanza reciproca di almeno 15 metri. Prima di effettuare una manovra il paracadutista, per evitare collisioni, deve controllare se nell’aria circostante sono presenti atri paracadutisti. L’atterraggio a favore di vento o il movimento a favore di vento nelle fasi immediatamente precedenti l’atterraggio, può essere molto pericoloso, per cui, a quota inferiore a 40 metri, il paracadute deve essere contro vento. Il paracadutista a circa 30 metri deve assumere la posizione di “pronti per l’atterraggio” e mantenere questo assetto. Giunto in prossimità del terreno porterà le mani, che impugnano i comandi di manovra all’altezza degli occhi. Per quanto riguarda la capovolta non ci sono sostanziali differenze, a parte la posizione delle braccia. Al contatto del terreno il paracadutista effettuerà la capovolta continuando a tenere impugnati i comandi di manovra. In caso che, due paracadutisti dotati di paracadute tipo MC 1 B-C, si trovino in rotta di collisione, dovranno entrambi effettuare una rotazione a destra, avendo sempre cura di controllare aria circostante. .

3.4 APERTURA DEL PARACADUTE T 10 R- I 66 Nel caso di un malfunzionamento totale il paracadutista agirà analogamente all’uso del MIRPS, osservando la stessa procedura precedentemente descritta nel 2.1.; mentre in caso dei malfunzionamenti parziali dovrà agire "in 5 tempi" (figg. 1 e 2), quindi dopo aver avuto cura di unire le gambe e richiamarle: 1° - porre la mano sinistra sopra la patta dell'emergenza ed esercire una leggera pressione; 2° - trazionare la maniglia e gettarla; 3° - con la mano destra (palmo rivolto all'esterno) andare a prendere la calotta e parte del fascio

funicolare; 4° - portare il tutto in alto a destra, all'altezza della spalla; 5° - scagliare in basso a sinistra, aiutando il fascio funicolare a fuoriuscire.

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3.5 La posizione “alla porta” e “nel vuoto”

per lanci F.d.V. con paracadute militare da aeromobile civile.

3.5.1 Posizione a bordo del velivolo: A bordo del velivolo i paracadutisti consegneranno al DL il moschettone della fune di vincolo che provvederà ad agganciarlo al cavo statico inserendo lo spinotto di sicurezza e assegnerà i posti. I paracadutisti effettueranno un ulteriore controllo tirando energicamente il nastro di vincolo per accertarsi che il moschettone sia ben agganciato. Seduti sul pianale dell’aereo o sulle apposite panchette, proteggeranno la maniglia del paracadute di emergenza, rivolgendo lo sguardo e l’attenzione al direttore di lancio. Al decollo tutti debbono rimanere seduti con le cinture di sicurezza allacciate ( se presenti). Quando il velivolo avrà raggiunto la quota di sicurezza (1000 ft.-300 mt) il DL autorizza a slacciare le cinture di sicurezza. A 1 minuto al lancio! il DL, avuto l’autorizzazione del pilota, richiama l’attenzione dei paracadutisti avvisandoli dell’imminenza del lancio e comunica al pilota le eventuali correzioni di rotta per raggiungere l’esatto punto di lancio. All’ordine: motore! il pilota ridurrà la potenza e il primo paracadutista assumerà la posizione alla porta

Fig. 1

Fig. 2

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Rotazione e posizione “alla porta”:

All’ordine del D.L. “alla porta” il paracadutista non farà altro che ruotare il corpo di 90° gradi portando le gambe al di fuori della carlinga rimanendo seduto sul bordo della porta, perpendicolarmente rispetto l’asse del velivolo, la posizione alla porta da assume sarà: gambe unite, busto eretto, testa alta con lo sguardo all’orizzonte, le mani saranno posizionate sul pianale con le dita sulla parte esterna dell’aereo.

3.5.3 Stacco dal velivolo e posizione “nel vuoto”: Al via del direttore di lancio il paracadutista si spingerà in avanti con le braccia (perpendicolare rispetto alla direzione di volo dell’aereo), allontanando il corpo dal velivolo quel tanto che basta a non far toccare il pacco del paracadute contro il pianale, appena staccato dal velivolo il paracadutista assumerà immediatamente la posizione nel vuoto: gambe unite, braccia aderenti ai fianchi, mani distese sopra l’emergenza con la destra che protegge la maniglia di apertura, busto leggermente flesso e testa bassa con mento aderente allo sterno, tale posizione verrà tenuta fino al controllo della calotta come previsto.

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3.6 Situazioni di emergenza a bordo di aereo civile dell’ANPd’I A bordo del velivolo possono verificarsi delle situazioni di emergenza: la prima regola è non lasciarsi prendere dal panico. Emergenza causata da avarie del velivolo Guardare subito il DL e seguire le sue istruzioni:

- se il DL ordina: prepararsi all’atterraggio! - (poiché la quota è troppa bassa e non consente il lancio) - i paracadutisti ove presenti riagganciano le cinture di sicurezza, assumono la posizione più

raccolta possibile con il viso sul petto e le braccia che raccolgono le gambe rimanendo immobili fino all’atterraggio completato.Quindi sganciano le cinture abbandonano immediatamente il velivolo uscendo nell’ordine previsto per il lancio senza ostacolarsi a vicenda.

- su il DL ordina: lancio di emergenza! (poiché la quota lo consente):lanciarsi immediatamente rispettando l’ordine di lancio originale, senza ostacolarsi a vicenda, eseguendo i movimenti con la massima celerità. Non appena il paracadute si apre prepararsi ad un atterraggio immediato, data la ridotta quota di lancio. Se ad una certo punto il DL interrompe i lanci, significa che la quota è troppo bassa, tornare immediatamente nella posizione idonea all’atterraggio. Apertura accidentale del paracadute Nel caso di apertura accidentale del paracadute ausiliare, cercare di trattenerlo, se lo stesso si gonfia e esce dal velivolo gettarsi fuori, altrimenti c’è pericolo di impigliamento e di stallo dell’aereo. 3.6.1 Uomo agganciato all’aereo Si verificata per la mancata rottura del nastrino di chiusura, impigliamento della fune di vincolo in qualche parte dell’imbracatura. Alla fine del conteggio, alzando lo sguardo ci si vede appesi al traino dell’aereo, vorticando intorno alla fune di vincolo. Non si deve assolutamente azionare il paracadute ausiliario, perchè non risolverebbe il problema e quasi sicuramente provocherebbe la caduta dell’aereo.Quindi il paracadutista deve segnalare al DL di trovarsi in piena lucidità e pronto ad azionare l’ausiliario: a tal fine porta: la mano sinistra sopra il casco e la mano destra sopra la maniglia (senza impugnarla) N.B. nell’aereo civile non c’è il verricello di recupero.

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Assicurando questo comportamento il DL deciderà: - il DL segnala: braccio teso che descrive un cerchio, significa: - l’aereo farà un giro per portarsi in zona ed in quota di sicurezza adatta a tagliare la fune di

vincolo. Attendere con calma, - il DL segnala: gesto di tagliarsi la gola con la mano; significa: la fune di vincolo sta per

essere tagliata. Prepararsi ad azionare l’ausiliario dopo il taglio. Non appena si vede la fune di vincolo tagliata e ci si sente cadere, azionare l’ausiliario tirando immediatamente la maniglia. N.B.Se durante le fasi di volo per prendere quota ci si sente cadere, verificare che la calotta non si stia aprendo, perchè il problema potrebbe essersi risolto prima di aprire l’ausiliario.

3.7 Problemi di apertura del paracadute ausiliario T10 R- I66 Aprendo il paracadute ausiliario,a seguito di un malfunzionamento del paracadute dorsale,potrebbero verificarsi questi inconvenienti: -Apertura della velatura dell’ausiliario nel cono della velatura del paracadute dorsale. Rimedio: occorre assumere una buona posizione di atterraggio senza trazionare sulle Bretelle,molto concentrati sull’impatto con il suolo per assorbire la maggior velocità di discesa. -Il paracadute ausiliario non si gonfia ma si arrotola attorno al paracadutista. Rimedio: cercare di liberare la testa per vedere il momento dell’impatto con il suolo, se possibile ammassare la velatura tra le gambe,comunque senza insistere troppo perché il suolo si avvicina molto rapidamente;assumere la posizione di atterraggio senza fare alcuna trazione sulle bretelle; concentrarsi al massimo sul momento dell’impatto

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3.7.1 Rottura dei comandi di manovra (per paracadute a fenditure direzionabile MC1-1B-C

Se si rompe una od entrambe le funi di manovra, oppure il relativo anello di scorrimento sulla bretella, il comando penzola all’esterno del fascio e non è raggiungibile. Il pericolo è di atterrare in favore di vento su una zona con ostacoli non potendo manovrare il paracadute. Il rimedio è impugnare la bretella in cui era fissato il comando inutilizzabile (se possibile impugnare la campanella infilando le dita tra le funi)e trazionarla per manovrare il paracadute; non è necessario azionare l’ausiliario.

Gamba impigliata nelle funi di sospensione E’ un incidente dalla posizione scomposta al momento dell’apertura;non pregiudica il buon funzionamento della velatura,che risulta aperta con tendenza a ruotare lentamente,ma non consente di atterrare in condizioni di sicurezza. Bisogna liberare la gamba con il metodo illustrato Fig.1 ,se risulta impossibile bisogna almeno far scivolare le funi sotto l’inguine, per assumere la posizione idonea all’atterraggio.

3.7.2 Recupero dei materiali A differenza del lancio militare, il recupero del paracadute va fatto senza sbracarsi, allungando velatura e fascio funicolare sul terreno e recuperando iniziando l’arrotolamento dal fascio funicolare sulle braccia del paracadutista. NB Dette operazioni vanno fatte fuori dalla pista di atterraggio !

Fig.1