com. coord. n. 07-03

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PROGETTO COMUNISTA AREA PROGRAMMATICA DEL PRC Sono operativi i siti nazionali: www.progetto-comunista.it www.progettocomunista-areaprogrammaticaprc.it per contatti e-mail: [email protected] sono disponibili le copie arretrate dei numeri di febbraio e maggio 2003 del Foglio dell’Area Programmatica Il giorno 19/07/03 si è svolto a Napoli, nella sede della Cooperativa “Cantieri Navali Megaride”, la riunione del Coordinamento Nazionale dell’Area Programmatica del Prc - Progetto Comunista. I lavori si sono protratti per l’intera giornata con un dibattito vivace e partecipato. Il documento che segue è la sintesi (analisi e proposta) della discussione fatta dal Coordinamento Nazionale. Questo documento è stato discusso alla fine dei lavori e votato all’unanimità. Coordinamento nazionale Area Programmatica del Prc - Progetto Comunista

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  • PROGETTO COMUNISTAAREA PROGRAMMATICA DEL PRC

    Sono operativi i siti nazionali:

    www.progetto-comunista.it

    www.progettocomunista-areaprogrammaticaprc.it

    per contatti

    e-mail: [email protected]

    sono disponibili le copie arretrate dei numeri di febbraio e maggio 2003del Foglio dellArea Programmatica

    Il giorno 19/07/03 si svolto a Napoli, nella sede della Cooperativa Cantieri Navali Megaride,la riunione del Coordinamento Nazionale dellArea Programmatica del Prc - ProgettoComunista.I lavori si sono protratti per lintera giornata con un dibattito vivace e partecipato.Il documento che segue la sintesi (analisi e proposta) della discussione fatta dalCoordinamento Nazionale.Questo documento stato discusso alla fine dei lavori e votato allunanimit.

    Coordinamento nazionaleArea Programmatica del Prc - Progetto Comunista

  • Napoli 19/07/03

    Documento conclusivo

    In questa fase, il partito sta applicando la linea che ha costruito negli ultimi Congressi, e cio unalinea assolutamente fallimentare perch insiste nelle alleanze con un Ulivo che in alternanza con ilcentrodestra.Anzi, di fronte allevidenza di un ulteriore arretramento di Rifondazione Comunista sul fronteelettorale e la drammatica sconfitta sul referendum dei diritti, questo gruppo dirigente rilancia e daunaccelerata a questo processo, eludendo la questione della grande crisi in cui versa il partito.Si tratta di una crisi di proposta politica e di militanza a cui il partito risponde ancora una voltaripiegandosi completamente sulle istanze del movimento che, come ha dimostrato il non votosullestensione dellart.18, non si dialettizza, non scende sul terreno della lotta di classe.Inoltre, in tutti questi anni si parlato prima dellalleanza con la cosiddetta sinistra plurale, che fallita; poi ci siamo buttati nellavventura della costruzione della sinistra di alternativa colmovimento dei movimenti che , a sua volta, fallita.Incuranti dei risultati di un passato neanche poi cos lontano riproponiamo la costruzione dellasinistra di alternativa, perseverando nella linea fallimentare del passato.Fino a ieri i soggetti che dovevano costituire questo nuovo, inedito soggetto politico avevanoquantomeno un nome ed un cognome, anche se non unidentit di classe.Oggi, invece, si dovrebbe andare a pescare nei 10 milioni che sono andati a votare per ilreferendum, che massa pi indistinta di cos non potrebbe essere e, quindi, anche difficilmenteintercettabile, tanto vero che, panacea di tutti i mali, il partito ci ripropone linchiesta.Questo gruppo dirigente continua a non voler prendere atto che nonostante le energie profuse neimovimenti, che hanno penalizzato la crescita e la struttura organizzativa del partito, sia il cosiddettomovimento dei movimenti, sia il pi vasto movimento per la pace non ci hanno votato alleelezioni sia recenti che passate e non hanno scelto di fare con noi la battaglia sui referendum, ariprova del fatto che sulla questione dei diritti dei lavoratori questi movimenti sia ieri che oggi sonolontani dalle problematiche reali del movimento dei lavoratori.Nonostante il quadro di chiara crisi del partito, nonostante il fallimento del disegno di condizionareda sinistra loperato dei vecchi apparati di controllo del movimento operaio e delle coalizioniborghesi che di questi sono parte integrante, si pensa immediatamente al futuro solo in termini diricerca di nuove e pi strutturate alleanze con lUlivo, in previsione delle future scadenze elettoralida qui al 2006 compreso.Fra laltro, si conferma questo percorso, addirittura puntando esplicitamente ad unalleanza politico-programmatica con lUlivo, facendosi ingabbiare definitivamente. Quello stesso Ulivo che ha fatto le privatizzazioni, che ha portato lItalia nellEuropa di Maastricht,che ha imposto la famosa Finanziaria di lacrime e sangue e che ha iniziato lattacco ai diritti deilavoratori con le leggi che hanno aperto la strada alla flessibilit e alla precariet (pacchetto Treu),e che oggi si ulteriormente identificato con la linea del capitale facendo una campagna contro il SIal referendum sullestensione dellart.18, in nome della difesa della modernizzazione del mercatodel lavoro e contro la presenza del sindacato nei luoghi di lavoro.Oggi, secondo questo gruppo dirigente, dovremmo confrontarci con il Cs per stringerci in unabbraccio mortale con esso senza tenere conto delle conseguenze che questo avr inevitabilmentesul movimento dei lavoratori.Ma se da quando nata Rifondazione Comunista che ci confrontiamo con il Cs: a partire dalleelezioni politiche del 94 con lalleanza con i Progressisti, passando per la desistenza e il sostegnoal governo Prodi, fino agli accordi alle regionali del 2000 (14 regioni su 15), alla non belligeranza,con tutto il carico di sconfitte per il movimento operaio che i nostri scellerati confronti hannocomportato.

  • In queste condizioni diventa sempre pi difficile riconquistare la classe dei lavoratori e ridare forzaai loro, ai nostri sacrosanti diritti.Per questo non dobbiamo scendere a nessun patto, nessun compromesso con lUlivo o con quellerappresentanze associative che con la scelta di boicottare i diritti dei lavoratori hanno fatto unascelta di classe.Anche noi ci troviamo di fronte ad una scelta di classe ben precisa e per farla dobbiamo tener contoche solo i lavoratori rappresentano la speranza e il futuro di un partito comunista.Evidentemente, anche noi siamo ormai talmente lontani da quella che dovrebbe essere la nostrabase di riferimento, presi come siamo ad inseguire le periodiche suggestioni dei movimenti, che cidimentichiamo che le nostre non sono mere battaglie di principio ma ricadono su persone in carneed ossa.E vero che il nostro partito, che di quel referendum stato promotore, deve considerarsi sconfittoma chi ha realmente perso sono i lavoratori.Non abbiamo raggiunto il quorum e le responsabilit sono da individuare fuori quanto dentro ilnostro partito ma su questo ultimo punto non c stata nessuna autocritica.Molto stato detto sulla campagna contro il SI e contro il quorum ma quasi nulla, se non qualchedubbio, qualche perplessit stata espressa su quello che non si mosso, su quello che non hafunzionato dentro Rifondazione.E vero che i media ci hanno oscurato o hanno dato una cattiva informazione, ma pur vero che incomprensibile come da questa discussione esca un impegno della Cgil e di altre organizzazioniassolutamente enfatizzato e, addirittura, affermazioni che sostengono che senza il movimento noinon avremmo potuto neppure immaginare di indire una campagna referendaria: dove stava ilmovimento quando si trattato di andare alle urne a ratificare questo incredibile appoggio?La Cgil ha detto, con molto ritardo, SI al referendum ma senza appoggiare le campagne dei comitatipromotori e, comunque, chiedendo un SI per le riforme pi che sul quesito referendario.Daltro canto, per la sua stessa composizione eterogenea questo movimento ormai ridotto ai minimitermini, come fisiologico che accada se non decide di strutturarsi attorno ad un programma, nonpoteva garantire una partecipazione su un tema peraltro considerato lontano anni luce rispetto aitemi di interesse universale come lacqua, la pace, ecc..., di cui normalmente si occupa.Evidentemente, la questione lavoro riguarda solo una parte di societ, quella pi vessata e chenessuno vuole pi rappresentare.Possiamo dire che, anzi, lapporto del movimento non ha portato nessun vantaggio al partito n sulreferendum, n alle amministrative.Pertanto, fallimentare la linea indicata dal Segretario di continuare a seguire la bussola fissata dalmovimento.Alla fine questo movimento ci ha contaminato a tal punto che abbiamo perso la nostra identitcomunista.Il partito non stato in grado di mettere in campo unorganizzazione tale da far fronte allimpegnopreso, in quanto in tutti questi anni, fedele alla linea politica che si dato, ha messo mano alladistruzione degli organismi, avviandosi alla costruzione di un partito leggero, dove labbandono diogni riferimento al marxismo e alle sue forme storiche di organizzazione stanno portando alladestrutturazione del partito stesso.L innovazione che Bertinotti propone altro non che la delegittimazione, se non la distruzionedei circoli e del lavoro che i compagni vi svolgono, lavoro insostituibile per incuneare la nostraproposta politica nelle contraddizioni reali del sistema capitalistico.Il partito ha avuto una grande intuizione quando ha deciso di lanciare una campagna per i diritti nelmomento in cui ha realizzato che Cofferati, dopo la manifestazione del 23 marzo 2002, si sentivaappagato del risultato raggiunto sul piano personale tanto da decidere di arenare, fermare ilmovimento di lavoratori che stava delineandosi, per buttarsi in politica.Il partito ha avuto questo merito ma poi, non essendo radicato sui luoghi di lavoro, non ha avuto lacapacit di ampliare la questione sui diritti perch si doveva far capire che lestensione dellart.18

  • non riguardava solo la questione del reintegro del lavoratore licenziato senza giusta causa ma era ladifesa e lestensione del sindacato, della sua crescita, in tutti i luoghi di lavoro, anche in quelleaziende, appunto, al di sotto dei 16 dipendenti e che automaticamente avrebbe significato la difesadi tutti i lavoratori precari.La sconfitta referendaria non pu farci arretrare rispetto allobiettivo che ci eravamo postidellestensione dellart.18. Questa, infatti, deve costituire uno dei punti cardine della nostrainiziativa politica, da rilanciare immediatamente in quegli stessi luoghi di lavoro dove leffettodellesito referendario si fatto sentire subito in termini di intimidazione, ricatto e repressione deilavoratori.Noi, oggi, per essere coerenti con la battaglia referendaria, dobbiamo da subito passare alcontrattacco e aggredire le politiche di questo governo ma non possiamo proporre battaglie che pernoi che ci professiamo contro ogni precariet e flessibilit ci farebbero perdere credibilit con ilavoratori.Infatti, dire aboliamo la legge 30/03 non vuol dire nulla perch comunque rimarranno leggi come ilpacchetto Treu che consentono di precarizzare e flessibilizzare il lavoro.Allora occorre lottare per abrogare anche le leggi pregresse alla L.30/03.Stesso ragionamento per l848 bis: se noi diciamo che con questa legge si va alla cancellazionedellart.18 dello Statuto dei Lavoratori e che per questo va combattuta, bisogna fare anche unagrande campagna per labrogazione di leggi come la 223/91 o la 142/01 (sul socio lavoratore), perfare due esempi eclatanti, dove nella prima si possono licenziare in un sol colpo migliaia dilavoratori e la seconda dove grazie al fatto di aver dato valore di prevalenza alla figura del socio suquella del lavoratore, si pu licenziare il socio lavoratore in qualunque momento.In definitiva, questo referendum, che poteva costituire una grande occasione di ripresa del conflittosociale, con lapporto determinante dellUlivo, lo hanno vinto i padroni e questo governo che di essi fedelissima espressione: una vittoria che spenderanno per dare laffondo allo smantellamentototale dei diritti dei lavoratori, oltre che dei diritti democratici e costituzionali.Ormai chiaro che il partito vuole chiudere il percorso congressuale con lultimo atto: laccordopolitico-programmatico con lUlivo.E ovvio che una scelta del genere, per le prospettive strategiche che apre, unitamente al tema dellanatura del partito che vogliamo costruire, non deve trovare impreparato il corpo vivo del partito, lasua base.E per questo che vogliamo che si apra un grande dibattito allinterno del partito, impedendo laBolognina di Rifondazione, in modo tale che i compagni e le compagne tutti e tutte non sianocolti di sorpresa e che si possa arrivare al prossimo Congresso nazionale dove tutti i militanti e gliiscritti sono preparati e coscienti della svolta, lultima, quella definitiva, che si vuole imprimere alnostro partito.Un confronto e una discussione necessari rispetto a questo partito, proprio per difendere quei valoriche sono patrimonio assoluto e insuperato del comunismo: una fiammella che arde ancora e chedobbiamo impedire venga spenta per sempre.A tal fine, il Coordinamento Nazionale lancia per il prossimo settembre lAssemblea GeneraleNazionale dellArea Programmatica del Prc Progetto Comunista.Napoli, 19/07/03

    Il Coordinamento Nazionale Area Programmatica del Prc Progetto Comunista

    Napoli 19/07/03Documento conclusivoArea Programmatica del Prc Progetto Comunista