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IL MESSAGGERO SARDO ECONOMIA POLITICA CULTURA SPORT Chimica sarda a rischio per le ambiguità dell’Eni a pagina 8 La Regione punta sull’edilizia per superare la crisi Orani dedica un parco a Costantino Nivola a pagina 6-7 a pagina 14 a pagina 30 Il Cagliari ritrova gioco e risultati e vola in classifica Mensile della Regione Autonoma della Sardegna per i Sardi nel mondo www.ilmessaggerosardo.com Anno XLI / Novembre 2009 Dai “parchi eolici” una minaccia per la Sardegna La Sardegna da sempre costituisce una riserva energetica per l’Italia. Nell’Ottocento erano i carbonai toscani a saccheggiare i boschi dell’Isola. Poi sono state le miniere di carbone del Sulcis a fornire energia alla nazione. Quindi le braccia degli emigrati mandati a scavare nelle gallerie del Belgio e dell’Olanda in cambio di sacchi di carbone per rimettere in moto le industrie del Nord Italia. Quando la Sardegna è stata collegata con il SACOI, un cavo sottomarino, alla Penisola si pensava che sarebbe arrivata energia a basso costo anche per le industre sarde. E invece il cavo è servito per trasportare energia fuori dall’Isola. Ora la Sardegna sembra al centro dei progetti energetici più svariati. Dall’idea di costruire nell’Isola una centrale nucleare (o almeno un deposito di scorie radioattive, tanto i sardi sono pochi), a un vero assalto per realizzare “fattorie” eoliche in terra e in mare. Sono decine i progetti per “parchi” eolici. Una mobilitazione compatta di cittadini e amministratori ha sconfitto (forse) il progetto di seminare di gigantesche pale il mare di fronte a Is Arenas. Ma ogni tanto dal cilindro salta fuori un nuovo piano. L’assessore regionale dell’Ambiente, Giorgio Oppi, ha formalizzato la decisione, già ribadita a più riprese dal Presidente della Regione e dall’intero Esecutivo, contro qualsiasi progetto di realizzazione di parchi eolici off-shore. Molti comuni, allettati da un pugno di euro e da qualche posto di lavoro temporaneo, stanno concedendo autorizzazioni a far sorgere foreste di pali eolici. Le popolazioni si illudono di averne vantaggi. Ma il costo della loro bolletta non subirà diminuzioni e i sardi continueranno a pagare la corrente molto più cara degli altri italiani. E mentre le industrie rischiano di chiudere perché i costi energetici le mettono fuori dal mercato, l’energia prodotta nell’Isola continuerà a prendere la via del Continente. SANITÀ Ridisegnata l’organizzazione delle Asl e degli ospedali della Sardegna a pagina 9 DCOOS3568 NAZ / 028 / 2008 TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA DIRECT ENTRY CNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008 ECONOMY CNS/CB & PA028 ULTIM’ORA Insediata la Consulta regionale della Emigrazione Via col vento Via col vento a pagina 6

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ILMESSAGGEROSARDO

ECONOMIAPOLITICA CULTURA SPORT

Chimica sardaa rischioper leambiguitàdell’Enia pagina 8

La Regionepuntasull’ediliziaper superarela crisi

Orani dedicaun parcoa CostantinoNivola

a pagina 6-7

a pagina 14

a pagina 30

Il Cagliariritrova giocoe risultatie volain classifica

Mensile della RegioneAutonoma della Sardegnaper i Sardi nel mondo

www.ilmessaggerosardo.com Anno XLI / Novembre 2009

Dai “parchi eolici”una minacciaper la SardegnaLa Sardegna da sempre costituisce una riserva energeticaper l’Italia. Nell’Ottocento erano i carbonai toscani asaccheggiare i boschi dell’Isola. Poi sono state le miniere dicarbone del Sulcis a fornire energia alla nazione. Quindi lebraccia degli emigrati mandati a scavare nelle gallerie delBelgio e dell’Olanda in cambio di sacchi di carbone perrimettere in moto le industrie del Nord Italia. Quando laSardegna è stata collegata con il SACOI, un cavosottomarino, alla Penisola si pensava che sarebbe arrivataenergia a basso costo anche per le industre sarde. E inveceil cavo è servito per trasportare energia fuori dall’Isola.Ora la Sardegna sembra al centro dei progetti energeticipiù svariati. Dall’idea di costruire nell’Isola una centralenucleare (o almeno un deposito di scorie radioattive, tanto

i sardi sono pochi), a un vero assalto per realizzare“fattorie” eoliche in terra e in mare. Sono decine i progettiper “parchi” eolici. Una mobilitazione compatta di cittadinie amministratori ha sconfitto (forse) il progetto diseminare di gigantesche pale il mare di fronte a Is Arenas.Ma ogni tanto dal cilindro salta fuori un nuovo piano.L’assessore regionale dell’Ambiente, Giorgio Oppi, haformalizzato la decisione, già ribadita a più riprese dalPresidente della Regione e dall’intero Esecutivo, controqualsiasi progetto di realizzazione di parchi eolici off-shore.Molti comuni, allettati da un pugno di euro e da qualcheposto di lavoro temporaneo, stanno concedendoautorizzazioni a far sorgere foreste di pali eolici. Lepopolazioni si illudono di averne vantaggi. Ma il costo dellaloro bolletta non subirà diminuzioni e i sardicontinueranno a pagare la corrente molto più cara deglialtri italiani. E mentre le industrie rischiano di chiudereperché i costi energetici le mettono fuori dal mercato,l’energia prodotta nell’Isola continuerà a prendere la viadel Continente.

SANITÀ

Ridisegnatal’organizzazionedelle Asle degliospedalidella Sardegnaa pagina 9

DCOOS3568NAZ / 028 / 2008

TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA

DIRECT ENTRYCNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008

ECONOMYCNS/CB & PA028

ULTIM’ORA

Insediatala ConsultaregionaledellaEmigrazione

Via col ventoVia col vento

a pagina 6

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Editoriale2 Novembre 2009

Sommario

IL MESSAGGERO SARDOMensile della Regione Autonoma della Sardegna

per i Sardi nel mondo

Edito da “Messaggero Sardo società cooperativa a r.l.”

Presidente Gianni De Candia

Comitato di Direzione Gianni De Candia (responsabile),Marco Aresu, Luigi Coppola, Gianni Massa, Ezio Pirastu

Redazione e Amministrazione Via Barcellona 2 - 09124 CagliariTel. 070 664214 - Fax 070 664742

Sito web www.ilmessaggerosardo.comredazione@[email protected]

Registrazione del Tribunale di Cagliari n. 4212 dell’11-4-1969Iscrizione al R.O.C. n. 6415

Stampa Sarprint, stab. Tossilo - Macomer

Il Messaggero Sardo viene inviato gratuitamente agli emigrati e alle loro famiglie dalla Regione Sardegna.Per richiederlo scrivere al Messaggero Sardo, via Barcellona 2 - 09124 CAGLIARI o alla e-mail: [email protected]

L a notizia è di quelle che fanno tirare un sospiro disollievo e guardare con più fiducia al futuro: nel terzo

trimestre del 2009 i paesi della zona euro sono uscitiufficialmente dalla recessione, da quella situazione per cuianziché una crescita economica si registra un calo delprodotto interno lordo. La notizia è importante perchéarriva dopo che per cinque trimestri consecutivi i segnalisono stati costantemente negativi e perché significa che lemisure adottate dagli Stati stanno dando i risultatisperati. La strada per uscire dalla crisi è ancora lunga eincerta ma, intanto, si comincia a vedere uno spiraglio diluce in fondo al tunnel. E si allontana il timore di unagrave depressione. La crescita del PIL nell’ultimotrimestre è stata dell’0,4 %, nella media europea. L’Italiaha fatto un po’ meglio con lo 0,6 %. La situazione,comunque, resta pesante: infatti nel 2009 il calo del PILsarà del 4,6-4,8%. In altre parole è come se la condizioneeconomica degli italiani fosse quella degli anni ’90. Perrisalire ai livelli del 2006-2007 ci vorranno altri dieci anni.Gli indicatori economici sono complessi è spesso i datiforniti da Istat, da Banca d’Italia, Fondo Monetario e daaltri centri di ricerca sono contraddittori. Ad esempio a unacrescita economica non sempre corrisponde un aumento dioccupazione. Anche nei Paesi (vedi Germania) e nelle zone(Lombardia, Piemonte e regioni del Nord-Est) dove l’attivitàproduttiva da segnali di ripresa il numero dei disoccupati èin aumento ed è destinato a crescere nei prossimi mesi. Nonè facile individuare politiche e interventi che possano farinvertire queste dinamiche. Da più parti si sollecitanomisure che rimettano in moto i consumi per far crescere laproduzione e agire da volano per il sistema economico. Larichiesta più frequente è quella di ridurre le tasse suiredditi più bassi in modo da immettere liquidità sulmercato. Ma la situazione del debito pubblico italiano, cheproprio a novembre ha toccato un nuovo primato, nonconsente di ridurre la pressione fiscale, tenuto contoanche del fatto che per effetto della crisi le entrate nellecasse dell’erario si sono ridotte in modo significativo.Per fronteggiare l’emergenza il Governo ha agito con lostrumento degli ammortizzatori sociali. Il numero delleore di cassa integrazione ha raggiunto cifre impensabili.Ma la chiusura di stabilimenti grandi e piccoli,

il ridimensionamento delle attività giustificate dalla crisi oattuate strumentalmente per godere dei benefici offerti dalGoverno, stanno facendo salire la tensione. In molte zonedel Paese è un susseguirsi di notizie su fabbriche occupate,proteste clamorose, gesti di disperazione.In Sardegna la situazione è ancora più drammatica perchéla crisi minaccia di spazzare via quel che resta dell’apparatoindustriale, da Porto Torres a Ottana da Macchiareddu aPortovesme. Il fatto che molti di quegli impianti siano dimultinazionali straniere, che approfittano della crisi persistemare i propri assetti industriali e finanziari, limita lepossibilità di intervento della Regione. Per sollecitarel’intervento del Governo sull’Unione europea perchésblocchi il problema del costo dell’energia e consentaall’Alcoa di Portovesme di non chiudere lo stabilimento,alcuni operai sono saliti in cima a una ciminiera. Permanifestare la solidarietà e l’impegno della Regione si sonorecati a Portovesme il presidente della Giunta e la presidentedel Consiglio regionale. Cappellacci è salito sul silos ad oltre60 metri di altezza per incontrare i quattro lavoratori che dagiorni manifestano per la difesa del posto di lavoro.

A Porto Torres, l’Eni (il cui azionista di maggioranzaè il ministero del Tesoro) tenta di sfruttare lo statodi crisi per smantellare il Petrolchimico e realizzareil più grande deposito costiero di carburanti delMediterraneo, una bomba ecologica di fronte al parcodell’Asinara, una minaccia concreta per la più preziosarisorsa della zona, l’ambiente. La ferma presa di posizionedelle popolazioni e delle amministrazioni localisembra aver scongiurato la minaccia che avrebbe avutodannose conseguenze sull’industria turistica.Ma la situazione di crisi non riguarda solo il settoreindustriale. Nell’Isola tutti i comparti sono in sofferenza:dall’agricoltura al terziario. Anche il turismoha sofferto gli effetti della recessione mondiale.“È vero che esiste una grave situazione di difficoltà – hadetto il nuovo assessore del Lavoro, Franco Manca – chederiva dalla crisi internazionale, ma la Regione Sardegnasta fronteggiando quest’emergenza con l’utilizzo degliammortizzatori sociali in deroga che non solocontribuiscono ad attenuare il disagio, ma consentonoanche di non lasciare nessuno per strada”.Complessivamente, dall’inizio dell’anno, si trovanoin regime di deroga 9.236 lavoratori di 505 aziende.La Regione ha deciso di puntare sull’edilizia come volanodella ripresa e dopo una lunga e accesa discussione inConsiglio regionale ha approvato norme che dannol’opportunità di aumentare le volumetrie. Si punta sulmattone per iniettare risorse nel sistema e per creareoccupazione. L’impegno è di favorire la ripresa senzacompromettere l’ambiente fattore a cui tutti glischieramenti riconoscono valore strategico.È innegabile che esista il rischio che il cosiddetto “Pianocasa”, al di là delle intenzioni del legislatore, si trasformi inun “Piano cemento”, come hanno paventato le opposizioni.Perché ciò non accada occorre una vigilanza strettae seria da parte delle amministrazioni locali.Per qualche metro quadro e qualche posto di lavoroin più non possiamo mettere a repentaglio le nostre costegià minacciate da speculatori senza scrupoli.Per ridare impulso allo sviluppo, come ha annunciatoil nuovo assessore del Lavoro, occorre metterein campo politiche attive del lavoro.

Editoriale

2 Fuori dalla recessione ma ancora in crisi

Primo Piano

3 Rivolta contro i parchi eolici nei maridella Sardegna di Fabrizio Serra

6 Rilanciare il comparto edilizio per superare la crisi economicadi Giuseppe Mereu

7 Il Piano casa approvato dal Consiglio regionaledi Gherardo Gherardini

8 Chimica sarda a rischio per le ambiguità dell’ENIdi Gibi Puggioni

9 Ridisegnata l’organizzazione della sanità in Sardegnadi Andrea Frailis

10 Silvio Lai eletto segretario del Pd della Sardegnadi Luigi Coppola

Attualità

11 “Caritas in veritate” di Gianraimondo Farina

13 Riconoscimento per i vini della cantinadi Ferruccio Deiana di Settimo San Pietro di Lia Serreli

14 Orani dedica un parco a Costantino Nivoladi Pier Sandro Pillonca

Cultura

12 Il premio Giuseppe Dessì a Michela Murgiaper “Accabadora” di Alessia Corbu

19 Sos fiores de don Iddau di Paulu Pillonca

32 Tissi e il film “Proibito” di Adriano Vargiu

Paesi di Sardegna

20 La Maddalena: capitale di un piccolo regno di isoledi Salvatore Tola

Furtei: lindo paesello del Medio Campidano di Franco Fresi

Parliamo della Sardegna

21 Memoria felice di Marianna Bussalaidi Natalino Piras

Il popolo di bronzo nei disegni di Angela Demontisdi Andrea Mameli

Parlando in Poesia

22 Zio Pietrino di Suni a cura di Salvatore Tola

Sport

30 Il Cagliari ritrova gioco e risultati di Andrea Frigo

31 Boxe: Salvatore Erittu campione italianodei massimi-leggeri di Andrea Porcu

Basket: Bene Russo e Virtus di Giampiero Marras

Rubriche

23 Dall’Italia

27 Dal Mondo

Fuori dalla recessione ma ancora in crisi

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3Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

Rivolta contro i parchi eolicinei mari della SardegnaMobilitazione unitaria per impedire l’installazione di 80 pale a Is Arenas - Presentatinumerosi progetti per centrali eoliche “off shore” da installare a poche miglia dalla costa

G rossi mulini a vento in mezzo al mare, congrandissime pale capaci di produrre energia

pulita per migliaia di cittadini. Sono le cosiddettecentrali eoliche “off-shore”, impianti cioè installatia qualche migliaio dalla costa per sfruttare almeglio la potenza del vento. Un’idea talmenteoriginale che di impianto eolico in mezzo al marenon si parla neppure nelle leggi di tutelaambientale. Ma che in Sardegna ci fosse lapossibilità di vedere sorgere nella zona costierasud-occidentale un immenso parco eolico, proprionon era stato messo in preventivo.Partiti quasi sotto silenzio, alla fine sono spuntatifuori alcuni progetti previsti nelle acqueoristanesi: ad Is Arenas, ad esempio, insieme adun altro a qualche miglia dalla spiaggia di Sassu,quasi di fronte al porto industriale di Oristano.Appena si è sparsa la notizia si è sollevata unavera a propria tempesta mediatica e politica, uncoro di “no” unanime e trasversale. Da una partegli effetti reali (ancora tutti da valutare) di uneventuale parco eolico nel tratto di mare tra suPallosu e S’Archittu, dall’altra un’orchestrasinfonica di voci ostili, in un rifiuto totale chesembra superare schieramenti politici e ideologie.I sindaci di San Vero Milis, Narbolia e Cuglierihanno subito manifestato la loro ostilità e anchel’amministrazione provinciale ha fatto sapere allaCapitaneria di essere contraria ai lavori.In mare comunque non valgono le regole (né ilimiti) sulla realizzazione di impianti eoliciimposte dalla legge regionale. A S’Archittu (zonamarina protetta e dichiarata dall’Unescomonumento nazionale, ndr) i progetti, con larichiesta di concessione demaniale per 60 anni,sono passati all’esame del Ministero delleInfrastrutture che ha trasmesso in seguito le cartealla Capitaneria di porto di Oristano, chiamata aesprimere un parere vincolante sull’intervento.Nelle acque tra Su Crastu Biancu e S’Archittu, lasocietà “Is Arenas energie rinnovabili”(con sede legale a Bosa, ma i soci sono del NordEuropa) vorrebbe piantare ottanta pale a distanzadi quattrocento metri l’una dall’altra.Per installare gli impianti, a distanzadi oltre un miglio dalla costa, sarebbe necessariouno scavo a trentacinque metri di profonditàe dal mare spunterebbe una distesa di pali alticirca ottanta metri.Stesso scenario apocalittico nel tratto di mareantistante la spiaggia di Sassu. La richiesta diconcessione demaniale in questo caso è statapresentata dalla società “Raddusa Energy” con

sede legale a Treviglio, in provincia diBergamo. Al largo della diga foranea delporto industriale si vorrebbero installareventi pale eoliche con caratteristiche piùo meno simili a quelle progettate nellitorale di San Vero Milis e Cuglieri.Sulle ricadute occupazionali, le duesocietà ipotizzano l’assunzione dialmeno trecento operai, ma la strada peri progetti si preannuncia tutt’altro chespianata. Secondo l’iter previsto dalleleggi, prima di avviare i lavori sarànecessaria una concessione demanialeche dovrà essere firmata direttamentedal Ministero delle Infrastrutture.La richiesta dovrà essere pubblicatasulla Gazzetta ufficiale e da quelmomento potranno essere presentata

tutte le osservazioni al progetto.Il Ministro Altero Matteoli, da questo punto divista, si è già dichiarato contrario. Intervistatodirettamente dal noto TG satirico di Canale 5‘Striscia la Notizia’, il responsabile del Dicasterodelle Infrastrutture ha ribadito che non rilasceràmai autorizzazioni per questo tipo di progetti.“Conosco la zona – ha affermato il Ministro – e misento di dire ai cittadini di Oristano, ma anche ditutta la Sardegna, che non esiste nessun pericolo.Io una firma per realizzare un impianto eolico inquella splendida zona non la metterò mai”.Cauto anche il comandante della Capitaneriadi porto di Oristano, Alberto Ugga: “primadi avviare tutta la procedura ci siamo preoccupatidi coinvolgere gli enti locali interessati– ha spiegato –. Tra i sindaci non c’è moltoentusiasmo per questo progetto, anzi abbiamoriscontrato una decisa contrarietà. Quandola pratica sarà pubblicata sul bollettino ufficialetutti i Comuni potranno presentare le loroobiezioni e il Ministero ne dovrà tenere conto”.Una pratica al momento ancora in stand-by, anchedovuto al grande clamore che ha suscitato lanotizia, soprattutto tra la gente comune.Perché se sul piano dell’efficienza gli impianti sulmare garantiscono vantaggi notevoli rispetti aquelli su terra perché l’acqua agisce come unasorta di lubrificante anche per il vento, restacomunque il problema della collocazione: unprogetto che prevede otto file di pali alti centometri (la più lunga con 18 pali, la più corta condue) in uno degli angoli più suggestivi e sinoraincontaminati della Sardegna ha scatenatoreazioni contrarie potentissime.L’istanza della società Is Arenas è stata pubblicatasu alcuni quotidiani regionali e nazionali, sulBuras della Sardegna e sulla Gazzetta ufficialeeuropea, e una volta diffusa la voce, ha presocorpo un movimento che ha dato vita ad alcunesimboliche ma determinate azioni di protestacivile. Ad iniziare dalla creazione di un gruppo suFacebook, il social network più cliccato al mondo,dal nome “no al campo eolico di Is Arenas”,che oggi conta quasi 9.000 iscritti.Per molti il parco eolico sul mare rappresentaun vero e proprio scempio da evitare, e anchei Parlamentari sardi sembrano uniti nel corodi protesta. In una interrogazione i DeputatiCaterina Pes e Giulio Calvisi del Pd scrivonoche si tratta “di un’idea folle e scellerata.Non si può prescindere dal parere delleamministrazioni locali e della popolazione”.

Anche il Consiglio regionale sta facendo la suaparte: Antonio Solinas, esponente del Pd, hapresentato un’interrogazione al Presidente dellaGiunta Cappellacci, e agli Assessori all’ambiente eall’agricoltura, “per sapere se sulla realizzazionedell’impianto eolico sia stata coinvolta a qualsiasititolo l’Amministrazione regionale”. Stesso tenoreanche l’interrogazione urgente del capogruppo Pdlin Consiglio regionale, Mario Diana, secondo cuiil parco eolico “non deve essere autorizzatosenza coinvolgimento della Regione e dellepopolazioni locali”, anche per “la notizia che haprovocato grande sconcerto nel territorio”.Una convinzione bipartisan, al punto che il 7ottobre scorso l’Assemblea di via Roma ha votatoall’unanimità un Ordine del giorno che esprime“parere contrario al rilascio della concessionedemaniale richiesta dalla società Is ArenasRenewable Energies Srl per la realizzazione delparco eolico”, impegnando la Giunta “ad opporsiformalmente in sede di autotutela al rilascio dellaconcessione demaaniale di cui sopra”,e “a convocare una conferenza di servizi con ilcoinvolgimento di tutti i soggetti interessatidall’iter autorizzativo dell’opera”.Anche la Confindustria oristanese ha espresso “lamassima preoccupazione” per il progetto di IsArenas: “Tale iniziativa va bocciata senzaesitazioni – ha scritto in una nota il presidenteAntonello Garau – rappresenta la mortificazionedi qualsiasi vocazione turistica futura dellaProvincia”. Lo stesso Presidentedell’Amministrazione Provinciale, Pasquale Onida,ha ribadito il parere negativo sulla realizzazionedel progetto, e le stesse popolazioni hanno volutoribadire la propria contrarietà alla realizzazione diquello che è stato definito “ecomostro”:un’assemblea pubblica organizzata all’apertonell’anfiteatro di Santa Caterina, proprio di fronteal mare di Is Arenas, una petizione che ha toccatooltre 40.000 firme, spedita al Presidentedella Repubblica Giorgio Napolitano,oltre ad un sit-in di protesta nella spiaggiaoristanese che ha mobilitato più di duemilapersone provenienti da tutta la Sardegna.Compresi i ricorsi di Adiconsum, Cittadinanzaattiva, e Comitato antiparco, per evidenziarecome questa “marcia del vento” (così è stataribattezzata) abbia unito in una sola vocepersone, Associazioni, Enti e Istituzioni.E a proposito di parchi eolici in mare sembraproprio che – nonostante il grande clamore– i progetti non riguardino solamente il trattodella costa oristanese. Anche nel Golfo degliAngeli, di fronte al litorale che va da Poggio deiPini a Pula potrebbe materializzarsi una selva di300 pale eoliche, lunga 16 chilometri, estesasu 17 chilometri quadrati, ad una distanza dallariva tra le due e le tre miglia. Pale alte dai 50ai 180 metri, previste da cinque progetti diversi,tutti localizzati in una ben delimitata zonadel mare a sud della Sardegna.“Una muraglia che ripercorre il tragitto diSant’Efisio. Speriamo che il Santo interceda perbloccare questi progetti – ha detto sarcasticoMauro Pili, deputato sardo del Pdl, che anche luiha preso a cuore la causa di chi si è schieratocontro l’eolico off-shore davanti alle coste dellaSardegna. Insomma, non solo l’Oristanese rischiadi essere assediato dalle pale eoliche, ma il pericoloaddirittura sembra essere più vasto e grave per ilGolfo degli Angeli. Pili ha presentato un’ulterioreinterrogazione alla Camera, perché – dice – “dopol’assalto alla costa oristanese è la volta di quellacagliaritana, con uno schieramento di progetti cheappare davvero come un’invasione militare dellaSardegna e del suo mare”. L’ex presidente dellaRegione ha affermato che “è in corso una veracorsa alla spartizione di quel tratto di mare”,ed ha esercitato le sue prerogative parlamentariper visionare i progetti presentatialla Capitaneria di porto di Cagliari.

di Fabrizio Serra

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La posta dei lettori4 Novembre 2009

A proposito di Carignano ed altro

Caro Messaggero,è da un bel pezzo che desideravo scrivere questalettera, soprattutto per ringraziarVi per lacortesia di farmi pervenire il Messaggero degliemigrati, ma anche per complimentarmi con Voisul contenuto del periodico.Sono Francesco Diana, nativo di Gonnosfanadiga,emigrato quando avevo poco più di 18 anni, nellontano settembre del 1959, per arruolarmi nellaGuardia di Finanza.Sono 50 anni di cui 44 vissuti a Trieste che miallontanai dalla mia terra, ma il mio cuore battesem-pre da sardo e, benché le mie visite sianosempre più rare, mi piace seguire e conoscere tuttociò che accade nella Regione d’origine.Ovviamente, questa possibilità mi viene offerta inparte dai media ma, soprattutto, dal Messaggero.Quindi un grazie di cuore.Ciò che mi ha dato l’input per scrivere questalettera sono i due articoli, rispettivamente, diFlavio Siddi sul vitigno Carignano (pagina 13 delMessaggero di marzo) e di Franco Fresi suPabillonis (pagina 20 dello stesso periodico).Intanto i miei complimenti ai due estensori per labravura, competenza ed ottima esposizione.Sono un appassionato di enologia (ed anche diolivicoltura), ho frequentato diversi corsi chespaziavano dall’impianto del vitigno, allavinificazione ed, in fine, alla distillazione. Perdiversi anni ha fatto parte delle commissioni diassaggio, oggi sotto la tutela delle Camere diCommercio.Sempre per hobby ho messo su un impianto e miproduco il vino per la mia necessità.Ecco perché il Carignano, di cui non conoscevol’esistenza, mi ha particolarmente interessato.Questo vitigno potrebbe essere definito anche un“ibrido produttore diretto”, non necessitando,appunto, dell’innesto.Al riguardo, mi farebbe molto piacere se fossepossibile conoscere il nome di una cantina, seria,

che produce il vino ottenuto dalla menzionata uva,al fine di poterla contattare e, poi, valutare lapossibilità di un eventuale acquisto.Come ho detto prima, l’articolo di Franco Fresi miè molto piaciuto, sia per il fatto storico in sèstesso quanto perché Pabillonis confina conGonnosfanadiga. Sono stato, mi pare, un due voltea Pabillonis, quindi la rievocazione storica mi hafatto venire l’acquolina in bocca, pertanto, perassociazione di idee mi permetto di chiedere:Franco avrebbe il tempo e la bontà di scrivere unarticolo simile anche per Gonnosfanadiga? Lochiedo perchè del mio paese d’origine non conoscogranchè e mi piacerebbe saperne un po’ di più.Altro interrogativo che mi assilla è il fatto che nonconosco il significato dei 4 mori sulla bandieradella nostra Regione.Osservo che molti chiedono l’origine del propriocognome. Piacerebbe anche a me saperlo, masoprattutto sapere da dove giunsero i Diana aGonnosfanadiga, considerato che se ne trova indiversi paesi dell’isola, Fluminimaggiore compre-so, località abbastanza vicina a Gonnos.Francesco Diana - Via Pirano, Trieste

Caro Diana,grazie per gli apprezzamenti. Per quanto riguardala storia di Gonnosfanadiga il prof. Fresi ne ha giàscritto nel numero di ottobre del 2005. Potràtrovare l’articolo nel sito“www.ilmessaggerosardo.com” tra i “NumeriArretrati”. Nel sito potrà trovare anche leinformazioni che le interessano sui Quattro Mori,nella sezione “Curiosità”. Per conoscere l’originedel cognome dovrà pazientare e attendere il suoturno. Infine, per quanto riguarda il suo interesseper il vitigno “carignano”, la informiamo cheesiste la “Strada del Carignano del Sulcis”, unitinerario che percorre i vigneti dei comuni diCalasetta, Carbonia, Carloforte, Giba, Masainas,Narcao, Nuxis, Perdaxius, Piscinas, Portoscuso,San Giovanni Suergiu, Santadi, Sant’AnnaArresi, Sant’Antioco, Tratalias e Villaperuccio. La

cantina più nota in cui si produce il Carignano èquella di Santadi. Ma non vanno dimenticate la“Cantina Mesa” a Sant’Anna Arresi, la cantinaCalasetta e la “Cantina Sardus Pater”, nell’isoladi Sant’Antioco.

Vuole acquistare libri di poesie

Caro Messaggero,Grazie di esistere. Nel numero di gennaio, allapagina cultura, ho letto con interesse la notiziarelativa alla pubblicazione del secondo libro dipoesie di Andrea Portas. Come insegnante eappassionata di poesia (scrivo anch’io ed è un verodiletto poterlo fare) avrei piacere di acquistareentrambi i testi da lui pubblicati. Gentilmentepotreste fornirmi indicazioni relative all’editore eeventualmente alle librerie dove posso trovarli?Colgo l’occasione anche per chiedervi se,cortesemente, potete inviare “Il Messaggero” amia sorella Elisa Murgia così non dovrà aspettareche io glielo passi.Ringrazio ed auguro a tutti Voi buon lavoro.Bruna Murgia - Torino

Cara Murgia,Sua sorella Elisa non avrà più bisogno diattendere per leggere il Messaggero. L’indirizzoche ci ha fornito è stato inserito nel fascettario. Perle notizie sul libro di don Andrea Portas, non sitrova nelle librerie. La tiratura è stata limitata ed èandata subito esaurita. Può rivolgersi a donAndrea presso la Parrocchia Maria Immacolata diArmungia.

Le sorelle emigrate

Caro Messaggero sardo,mi chiamo Eufemia Piras e abito a Serramanna. Hoavuto modo, casualmente, di leggere il vostrogiornale e devo dire che l’ho trovato moltointeressante, soprattutto per lo scopo che si prefigge:fare in modo che i nostri emigrati rimangano legati

Le origini dei cognomiPer poter rispondere alle domande sull’origine dei cognomi, tra le altre fonti, attingiamo anche dai tre volumidel prof. Massimo Pittau, “Dizionario dei Cognomi di Sardegna”, Cagliari 2006, editrice “L’Unione Sarda” (www.pittau.it)

COMINA - GRUSSUCaro Messaggero,ti ringrazio per tutto ciò che fai per gli emigratisardi ed in particolare per me, che provo sempreuna forte emozione ogniqualvolta trovo il giornalenella cassetta delle lettere. Potresti dirmi da doveoriginano il mio cognome e quello di mia moglie,Grussu. Entrambi abbiamo origini oristanesi, imiei genitori di Pau e trasferiti a Marrubiu, i mieisuoceri di Mogoro.Comina Giuseppe - Frazione Turille 15/4 -11020 Jovecan

Caro Comina,l’origine del suo cognome è propriamente italianaessendo probabilmente una derivazione dal nomeproprio o cognome Giacomino/a con aferesi di“Gia” esitante in vezzeggiativo. La topografia èrelativa alla zona di Oristano da Ales e Albagiarasino a Marrubiu. Per Grussu l’origine è latinamedievale, grussus, da cui l’aggettivo grussu“grosso”. Il cognome Grossus lo si riscontra inCDS I 311, XII. Geograficamente anch’esso siritrova tra Oristano, Marrubiu, Mogoro, Macomer,Curcuris.

CORRIASCaro Messaggero,volevo avere notizie riguardo l’origine del miocognome. Mio padre era originario di Siniscola.Corrias Aurelio - Ancon 5252 - Buenos Aires – Argentina

Caro Corrias,anche nel caso del suo cognome la s finale ci fapercepire un plurale di famiglia, ed in particolaredel cognome Corria. L’origine, manco a dirlo è dallatino, in questo caso corrigia, a sua voltaoriginante da corium (cuoio) da cui il sostantivo

corria, corriga, curria, che sta ad indicare unpiccolo legaccio anche di pelle, od anche sottile elungo appezzamento di terra. Questo lo ritroviamodescritto nel DILS I 318, nelle Carte Volgari AAC, enei Condaghi di Trullas, Bonarcado e Salvennor.Diffuso specialmente tra le province di Cagliari,Oristano e Nuoro, lo si ritrova anche in un atto didonazione, stilato intorno al 1100, fatto da Furatode Gitil. Nel 1400 si ritrova in Oristano quando uncasato di tale nome fu iscritto nella nobiltà isolana.

DESORTESCaro Messaggero,gradirei, se possibile, essere messo a conoscenzadelle origini del mio cognome. Ringrazioanticipatamente la Direzione del giornale ed icollaboratori, porgendo molti distinti saluti.Desortes Mauro - via L. Bernardino, 23 - Ceva (CN)

Caro Desortes,contraccambiamo i saluti e passiamo subito alla suarichiesta. Il suo cognome potrebbe essere cognomeproveniente dal “Continente” di formazione colta enotarile. L’origine è caratterizzata dal taglio in deSortes, corrispondendo così al sostantivo sorte, nelcaso del suo cognome la “s” indica plurale difamiglia, originario dal latino sors, sortis, leggiamonel DILS. Il de, poi agganciato al nome, potevaindicare o la filiazione o la famiglia dell’individuo.Caratteristico della zona di Olbia, Bortigali,Macomer e Sassari.

NULCHISCaro Messaggero,chiedo da parte vostra notizie sull’origine del miocognome.Nulchis Giovanni - Via Tarcento - Codroipo

Caro Nulchis,l’origine del suo cognome è da ricercare inNurchis, in quanto la presenza della “l” è dainterpretare come variante, in questo casologudorese settentrionale. Nurchis da parte sua èascrivibile al nome di villaggio medievale nellaCuratoria di Nurra (Sassari), Giudicato di Torres,come troviamo nel Wolf 28, 44 e 58, dove eracollocato un monastero dedicato a S. Paolo (anno1120), che rimase spopolata in tempi nonconosciuti, facilmente ed ampiamente reperibilenelle antiche scritture del tempo, Nurci, Nurchi,Nurki, discendenti da un originario Nurachi.Ovvio che il cognome sta ad indicare ladiscendenza da tale luogo dell’individuo.Localizziamo geograficamente nella parte centronord dell’isola la rappresentazione di questocognome, specie sassarese zona di Bosa, Flussio,Magomadas e Cuglieri, sino a Tortolì.

FIGUSCaro Messaggero,anziana di 92 anni chiede l’origine del suocognome, l’ha chiesto tante volte senza avere unarisposta. Il cognome è Figus, ringrazio.

Cara Figus,rispondiamo ugualmente alla sua richiesta, anchese non abbiamo ottenuto una benché minimaindicazione del mittente. Per quanto riguardal’origine di tale cognome, la s finale ci fa capire diessere di fronte ad un plurale di casato. Potrebbe,infatti, originare, indicandone la provenienza, daFigu, località inserita nella Curia di Usellus nelGiudicato di Arborea, ed ora in provincia diCagliari. Lo si ritrova in numerosi fascicoli delCSMB come De Figu, De Figus etc, e nell’EA comede Figus ed anche De Figos. Tale località nel 1700aveva circa 140 abitanti. Troviamo un casato Figoin Sassari, che nel 1550 veniva iscritto nella nobiltàisolana. La distribuzione del territorio isolano eabbastanza massiccia nelle province di Cagliari,Olbia, Oristano e Sassari. Potrebbe anchecorrispondere, in logudorese o campidanese, alplurale di figu, ficu (fico) ad origine latina Ficus.

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5La posta dei lettoriILMESSAGGEROSARDO

con il filo della comunicazione alla loro terra natiaattraverso l’informazione. Devo dire che mi sonocommossa nel leggere le lettere che vi arrivano e lepoesie, piene di sentimento, che riescono a suscitaregrandi emozioni e a strappare qualche lacrima. Iosono nativa di Pabillonis (1963): in qualche modosento la lontananza dalla famiglia d’origine, perquesto motivo mi sento vicina a tutti i sardi nelmondo, che non possono tornare a casa quando lanostalgia sale e la malinconia, a volte, uccide la loroserenità. Voglio dire loro che la Sardegna è semprepronta ad accogliere tutti i suoi figli qualoravolessero tornare. Ho anch’io delle sorelle emigrate,una si trova in Trentino e una a Milano. A lorocome a me farebbe molto piacere ricevere a casa “IlMessaggero Sardo”. Non sono se sarà possibileaccontentare la mia richiesta, però io ci spero.Voglio salutarvi e ringraziarvi ma non prima diavervi fatto i complimenti per come è strutturatoil giornale. Tratta tutti gli argomenti e dà moltospazio e visibilità ai paesi che hanno qualcosa dadire, sia con la loro cultura che con i loro siti e leiniziative che li portano alla ribalta anche se sonodei piccoli centri.È bello scoprire che in certi posti le tradizionivivono sempre e sempre più sono amate anche dalresto del mondo, e voi avete il merito di farleconoscere aprendo una finestra su usi, costumi,gastronomia, e facendoci conoscere i personaggiche di quei luoghi hanno fatto la storia. Grazie dicuore per tutto questo: mi auguro possiatecontinuare e sempre più a crescere.Eufemia Piras - via Serra 86 - Serramanna (VS)

Cara Piras,la ringraziamo per gli apprezzamenti e lecomunichiamo che abbiamo attivato gliabbonamenti alle sue sorelle.

La Sardegna si riprenda i suoi figli

Caro Messaggero Sardo,riguardo a quanto scritto: “Riprende vigore ilflusso migratorio”, “Anche gli emigrati hannocontribuito a deturpare le coste dell’Isola”, ritengoquesta frase, a dir poco, infelice, a mio avvisoquasi offensiva. L’emigrato non ha elementi digiudizio e si fida, chi va colpevolizzato è colui ocoloro che hanno permesso lo scempio. L’emigratoi guadagni d’una vita li ha investiti dove ha leproprie origini con lo scopo di dare lavoro ai sardirimasti, oltre ad avere una casa propria. Non ci sicolpevolizza ma ci si ringrazia. Potevamo investirealtrove ma non l’abbiamo fatto.Sergio Marteddu - Roma

Caro Marteddu,ci dispiace per l’equivoco, c’è stato, probabilmente,un fraintendimento. Nell’articolo non si volevacolpevolizzare gli emigrati che hanno investito inSardegna i frutti dei loro sacrifici, ma evidenziare ilfatto che ad alimentare il mercato delle secondecase sulle coste abbiano contribuito anche gliemigrati allettati da offerte vantaggiose. È chiaroche le responsabilità sono tutte di chi ha speculato edi chi ha favorito la cementificazione del territorio.

Assenza indicazioni e buche lungo le strade

Caro Messaggero,sono un’immigrata sarda in Piemonte damoltissimi anni, e, come tanti, amo trascorrere leferie in Sardegna per ritrovare la famiglia e goderedel nostro bellissimo mare. Quest’anno, inparticolare, viaggiando per le strade, provinciali estatali, ho notato con rammarico che in parecchiincroci e rotonde non vi sono i cartelli stradali perindicare la direzione, e quindi si gira a vuoto edoccorre compiere vari tentativi prima di imboccarela strada giusta. Ad esempio, all’uscita diMacomer, al primo incrocio manca la segnalazioneper Bosa che è stata messa solo al secondoincrocio (e quando arrivi lì, non sai più dovegirare), mentre all’uscita di Sassari vi è unarotonda grandissima completamente priva disegnalazioni. Si doveva andare ad Olbia e solodopo parecchi incroci abbiamo trovatol’indicazione per Porto Torres (non comunque per

Olbia, questa l’abbiamo trovata solamente dopoparecchi, ma parecchi km!): se si è privi di cartineo di navigatore satellitare, si perde parecchiotempo utile e... benzina (con quello che costa!).Inoltre, viaggiando in moto (in macchina siavverte meno), ho potuto constatare, sulla miapovera schiena, che il manto stradale della CarloFelice (SS 131) è abbastanza disastrato.Sbalzi anche di 1 cm., soprattutto in prossimitàdei nuovi “rattoppi” dell’asfalto, tali da rompersila schiena. Questo è dovuto all’incuria di chi fa ilavori materialmente, s’intende, ma anche a chidovrebbe essere addetto ai controlli. Vorreipermettermi di fare un appunto da segnalare sulvostro utilissimo e bellissimo giornale, perché se èvero che la Sardegna e le sue coste sono bellissimeed il suo mare è paragonabile solo a pochi altri(senza contare l’interno, altrettanto tutto davisitare), è anche vero che situazioni del generecreano parecchi disagi e non lasciano il turistapienamente soddisfatto. Così pure gli stessi sardiche vivono nell’isola e che devono spostarsi perqualsiasi motivo. Vi ringrazio infinitamente perl’attenzione riservatami e porgo cordiali saluti.Ada Firino

Cara Firino,grazie per la segnalazione. È sempre utilericordare alle istituzioni competenti, in particolareall’Anas per le strade statali, alle Province perquelle provinciali ed ai Comuni l’importanza dipuntuali indicazioni sulle località e sulle direzionidi marcia per evitare difficoltà ai turisti ed airesidenti. È inoltre indispensabile una costantemanutenzione del manto stradale per evitareincidenti e danni alle casse degli enti pubblicisempre più spesso chiamati in giudizio per leconseguenze subite da infortuni.

Ricerca libri sulla Sardegna

Caro Messaggero,nel numero di giugno nella rubrica “La Posta deiLettori” c’era una richiesta di informazioni daparte della sig.ra Fois Marinella di Padova sucome trovare libri sulla Sardegna. Se può servireil mio contributo, Vi comunico alcuni indirizzi diCase Editrici o distributori ai quali mi sonorivolto, dopo una ricerca non sempre facile suinternet e per telefono, e dai quali ho ricevutodocumentazione e, da una di queste case, ho ancheacquistato dei libri: Edizioni della Torre, vialeElmas 154, 09122 Cagliari, tel. 070/2110346;Coedisar, via G. Natta - zona Industriale Casic,09030 Elmas, tel. 070/241060; Editrice Taphros,via Antonelli 13, Olbia, tel. 0789/51758; Edizioni IlMaestrale, via Dalmazia 105/0109, 08100 Nuoro.Ho trovato inoltre a Cagliari, in via Roma 63/65,una libreria abbastanza fornita di libri regionali econ personale che si è dimostrato moltodisponibile. Si tratta della libreria Ubik (tel. 070/650256) e credo che potrebbero inviarli anche adomicilio.Con la speranza che quanto sopra possa essere diutilità alla signora Fois ed a Voi Vi saluto edauguro buon lavoro.Fois Roberto - Mondovì (CN)

Caro Fois,grazie per la collaborazione. Siamo certi che le sueinformazioni potranno tornare utili alla signoraFois e a tanti altri lettori. Resta inteso che saremolieti di dare eventuali informazioni su altre caseeditrici e librerie che forniscono un adeguatoservizio nella distribuzione e vendita di libri dellaSardegna.

Non si può trasportare la salsiccia in valigia

Nel numero di giugno abbiamo pubblicato unalettera del signor Luigi Orrù, di Ciampino, il qualedenunciava il fatto che al momento dell’imbarconel porto di Cagliari gli fu sequestrata unaconfezione di salsiccia sigillata e simile a quellache acquista regolarmente nei supermercati dellapenisola. Le ragioni su cui si fonda ilprovvedimento ci sono state fornite da AntonelloSalis, recentemente eletto presidente nazionale

della CNA Alimentare.Le disposizioni comunitarie – ha spiegato Salis –non consentono, al momento, di trasportare lasalsiccia sfusa, acquistata in un negozio aldettaglio, da un consumatore privato. La derogaper l’export concessa dopo la nota epidemia dipeste suina Africana (qualche focolaio è ancorapresente in alcune zone) è subordinata allapresentazione all’imbarco di un documento ditrasporto che deve indicare sia il produttore, sia ildestinatario sia esso commerciante o distributore,documento che dovrà essere rilasciato dall’Aslcompetente. Questa procedura viene seguita dalleaziende produttrici quando inviano la mercevenduta all’ingrosso. La salsiccia venduta alminuto non è, quindi, accompagnata da alcuncertificato. Per questo non è possibile trasportareinsaccati suini fuori dalla Sardegna.

Missionari Sardi in Kenia

Caro Messaggero sardo,riceviamo da diversi anni il graditissimo giornaleche ci porta la Sardegna... fino ai piedi! Veramentegradito dono che tutti i Sardi nel mondoaccoglieranno con piacere, essendo tutti semprelegati alla cara nostra Isola, pur geograficamentelontana, come un soffio sempre vivo di quella terrache là abbiamo lasciato ma non dimenticato.Oltre tutte le varie informazioni sulla vitadell’Isola, sono molto gradite anche le poesie e gliarticoli in lingua sia Logudorese che Campidanese,come pure la ricerca sull’origine dei cognomi.Noi siamo tre sacerdoti della provincia CarboniaIglesias, che curiamo una Missione della Diocesi diIglesias, da 15 anni in Kenya, all’inizio dellaSavana nel Distretto di Isiolo, dove vivono alcunemigliaia di Cristiani della poverissima tribùTurkana. Il nostro non è un impegno solamentespirituale, come solitamente si intende: diffondereil Vangelo. Certo, il Signore ha inviato Apostoli eministri della Parola per questo, ma dicevaanche di istruire, curare gli infermi, dar damangiare. E noi cercando di essere fedeli al suomandato, abbiamo così costruito scuole e asili,dove fanno colazione e pranzo, attualmente conoltre 2.500 alunni fino alle Superiori, sostenuti daofferte volontarie e dalle adozioni a distanza. Unambulatorio provvede a tutti i casi diinfermità degli alunni che, in caso di necessità,vengono mandati all’Ospedale dello Stato a Isiolo.Molto spesso assistiamo gratuitamente anche iloro familiari. Abbiamo trivellato pozzi nella zonacentrale e nei villaggi, costruito la chiesa, casa delPadre in mezzo ai suoi figli, la falegnameria pertutte le necessità di arredamento delle scuole eabitazioni, l’officina meccanica, una scuola ditaglio e cucito.E insieme con la missione strettamente evangelica,portiamo anche il bagaglio della cultura e dellecaratteristiche di vita propria dei sardi, cioèquell’apertura interiore all’amicizia, allafratellanza, alla condivisione, allaparsimonia, all’ospitalità, contagiando anche chiarriva a contatto con noi. Quest’abbondanza diamore e fede è dono del Cielo e della terraattraverso i cari benefattori che vorremmoringraziare anche dalle colonne del caroMessaggero Sardo. Direi che sia questo il nostro biglietto dipresentazione per chi ancora non ci conosce. Convivissima gratitudine porgiamo i più cordialisaluti a tutta l’équipe del Messaggero Sardo.don Giulio Ballocco e confratelli - P.O. BOX 319 -Isiolo (Kenia)

Caro don Giulio,ospitiano con piacere la sua lettera, sperando chela solidarietà dei nostri lettori possa aiutarvi nellavostra meritoria opera al servizio dei più poveri.Per quanto riguarda l’indirizzo lo abbiamoaggiornato. Non ci sono ritardi nell’inviodel giornale ma solo uno slittamento di due mesi,rispetto alla data riportata in copertina,dovuti al ritardo con cui è stato assegnatol’appalto. Se avrà la compiacenza di controllaresi renderà conto che ogni trenta giorni(e anche meno) riceve un nuovo numero.

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Primo Piano6 Novembre 2009

R ilanciare il comparto edilizio, tra i più colpitidalla crisi economica, consentendo

l’ampliamento degli edifici esistenti purchévengano migliorati sotto il profilo architettonico,paesaggistico e del risparmio energetico: è questol’obiettivo delle “Disposizioni straordinarie per ilsostegno dell’economia mediante il rilancio delsettore edilizio e per la promozione di interventi eprogrammi di valenza strategica per lo sviluppo”,legge approvata dal Consiglio regionale il 16ottobre scorso. Una boccata di ossigeno per leimprese edili: si prevede che tra ristrutturazioni ericostruzioni integrali possano aprirsi decine dimigliaia di cantieri in tutta la Sardegna, consignificative ricadute sul piano occupazionale.I fabbricati ad uso residenziale e produttivo equelli destinati ai servizi connessi all’abitazionepossono essere incrementati del 20%,relativamente alle sole volumetrie esistenti alladata del 31 marzo scorso. L’ampliamento ècondizionato al rispetto degli standard dirisparmio energetico imposti agli edifici di nuovacostruzione e deve essere coerente con i caratteriarchitettonici del fabbricato esistente.Se invece l’unità immobiliare è già in lineacon i parametri energetici o se l’intervento

Rilanciare il comparto edilizioper superare la crisi economicaApprovata dal Consiglio regionale la legge che consente aumenti di volumetrie perdare impulso al settore edile e come volano per la ripresa

è tale da garantire un risparmiodi almeno il 15%, allora l’incrementovolumetrico può arrivareal 30%. Un’ulteriore premialitàdel 30% è prevista per le prime case.Il premio volumetrico è ridotto del 30%per gli edifici situati nelle zone turistichenella fascia tra i 300 e i 2 mila metri dalmare. Se invece gli edifici ricadono nei 300metri dal mare, allora è consentitosoltanto un incremento del 10% purchésenza sopraelevazione e finalizzato amigliorare l’inserimento dell’immobile nelcontesto paesaggistico. Gli incrementi nonsono consentiti nei centri storici, tranneche per gli edifici costruiti da meno dicinquant’anni che contrastano con i

caratteri architettonici del contesto urbano;anche in questo caso, l’ampliamento deve esserefinalizzato alla riqualificazione.Nelle zone agricole, l’incremento consentito è del20%, che si riduce al 10 nella fascia tra i 300 e i 2mila metri dal mare. Nella fascia dei 300 metridal mare è consentito l’incremento del 10%soltanto per i fabbricati ad uso agro-silvo-pastorale. Gli immobili turistico-ricettivi (hotel esimili) situati in aree extraurbane nella fascia dei300 metri dal mare possono essere incrementatidel 10% se rispettano i nuovi parametri dirisparmio energetico o se l’ampliamentogarantisce un risparmio di almeno il 10%. Al difuori della fascia costiera, l’incremento è del 20%,che può arrivare al 30 se l’edificio rispetta glistandard di risparmio energetico o se le modifichecomportano una riduzione dei consumi di almenoil 25%. Nella fascia costiera non è consentitol’aumento dei posti letto, mentre negli altri casisolo la metà delle volumetrie incrementate puòessere destinata all’attività ricettiva.Nel caso di demolizioni e ricostruzioni, purchéattuate nel rispetto degli standard energeticiattuali, il premio di cubatura è del 30% sia per leabitazioni che per gli hotel e può salire al 35% se

la performance energetica è superiore di almenoil 10% a quella imposta dalle norme vigenti. Gliedifici ricadenti nella fascia dei 300 metri dalmare possono essere demoliti e ricostruiti al di làdei 300 metri, a condizione che il terreno lasciatolibero sia ceduto gratuitamente al Comune. Laricostruzione si avvale di un incrementovolumetrico del 40% per una riduzione delconsumo energetico di almeno il 15% e del 45%per una riduzione di almeno il 20%.Gli edifici di proprietà pubblica destinati adattività istituzionali o comunque pubbliche(ospedali, biblioteche, ecc.) possono essereingranditi del 20%, che sale al 30 nel caso diimmobili inutilizzati che, attraversol’ampliamento, possono recuperare la lorodestinazione d’uso. Nessun ampliamento èconsentito sugli edifici, sia pubblici che privati,sottoposti a vincolo storico o archeologico, e suquelli costruiti in zone ad alto rischioidrogeologico. Viceversa, è sempre ammessa lachiusura dei vuoti nei piani intermedi (comebalconi e verande, purché non sporgenti rispettoal corpo dell’edificio) ed è possibile l’adattamentodei sottotetti a scopo abitativo, purché l’altezzamedia sia tale da consentire la piena abitabilità.La legge per il rilancio del comparto edilizioprevede anche l’istituzione della Commissioneregionale per il paesaggio e la qualitàarchitettonica, che si esprime su tutti i progettidi ampliamento ricadenti nella fascia dei 300metri dal mare e nei centri storici, e svolgefunzioni consultive nei confronti della Giuntaregionale. La Commissione è nominata dallaGiunta e resta in carica per l’intera legislatura.La nuova legge prevede inoltre delle misureper la semplificazione amministrativa.Gli interventi edilizi più semplici potrannoessere effettuati senza alcun titolo abilitativo:sarà sufficiente informare il Comune,anche via e-mail, dell’inizio dei lavori.Per gli ampliamenti, invece, sarà necessariopresentare una Denuncia di inizio attività.Ma la legge approvata il 16 ottobre non si occupasoltanto di incrementi volumetrici: sono infattiintrodotte importanti modifiche all’iterdi adeguamento del Piano paesaggistico regionalee alle norme di salvaguardia transitorie.La Giunta regionale aggiornerà il Pprogni due anni con un iter semplificato:la delibera adottata dall’esecutivo saràsottoposta per trenta giorni alle osservazioni deicittadini e nel frattempo sarà acquisito il pareredella Commissione Urbanistica del Consiglioregionale. Trascorsi trenta giorni, la Giuntaapproverà le modifiche in via definitiva.Nella fase di adeguamento dei Piani urbanisticicomunali al Ppr sarà possibile, nei Comunigià dotati di Puc, realizzare le lottizzazioniapprovate o in via di approvazione alla datadi adozione del nuovo Ppr mentre, nella fasciadei 2 mila metri dal mare, si potranno completaresoltanto le lottizzazioni per le quali le operedi urbanizzazione sono già avviate.Nella fase di adeguamento sarà inoltre possibileun ulteriore incremento volumetrico del 25%per le strutture turistico-ricettive chenon hanno usufruito delle premialità previstedalla legge regionale 45 del 1989.Sarà possibile costruire nella fascia di rispettodi 100 metri dai beni paesaggistici e identitari,previo rilascio dell’autorizzazione paesaggistica.Infine, tre norme per impedire la realizzazione diparchi eolici off-shore davanti alle coste sarde:il mare territoriale sarà sottoposto a tutelapaesaggistica integrale e non saranno consentitil’installazione di linee elettriche nella fasciadei 300 metri della battigia (fatte salvequelle necessarie per le lottizzazioni)e tutti gli interventi che possono arrecaredanno alle praterie di posidonia.

Giuseppe Mereu

ULTIM’ORA

Insediata la Consulta dell’EmigrazioneDalla Giunta regionale su proposta dell’assessore del Lavoro

La Giunta regionale, su proposta dell’assessoredel Lavoro, ha deliberato la ricostituzione dellaConsulta regionale dell’Emigrazione.Il “parlamentino” degli emigrati è presiedutodall’assessore del Lavoro ed è costituitodai rappresentanti delle Federazioni e dei Circolisardi nel Mondo, delle Associazioni di tutela,dei Sindacati, di esperti nominatidal Consiglio regionale, da un rappresentantedel Ministero degli Esteri e da un funzionariodell’Assessorato che funge da segretario.Su proposta dell’assessore, le associazionirappresentante nella Consulta sono:Acli, Aitef, Anfe, Filef, A.T.M. Emilio Lussu,Istituto Fernando Santi. I tre sindacatichiamati a far parte dell’organismoconsultivo sono Cgil, Cisl e Ugl.I tre esperti in materia di emigrazione

saranno inseriti in un secondo momento dopola nomina da parte del Consiglio regionale.La nuova Consulta è composta da: FrancoManca, assessore del Lavoro (presidente);Vittorio Vargiu (Argentina); Pietro Schirru(Australia); Alberto Caschili (Brasile); AlbertoMaria Delogu (Canada); Giancarlo Farris (Perù);Ottavio Soddu (Belgio); Francesco Laconi(Francia); Bruno Fois (Olanda); Raffaele MelisPilloni (Spagna); Domenico Scala (Svizzera);Alberto Musa e Efisio Manai (Germania);Tonino Mulas e Serafina Mascia (Italia);Giuseppe Dessì (Acli); Fausto Soru (Aitef);Bonaria Spignesi (A.T.M. “E. Lussu”); GiorgioRandaccio (Anfe); Jan Lai (Filef); PierpaoloCicalò (F. Santi); Maria Eleonora Di Biase(Cgil); Oriana Putzolu (Cisl); Onofrio Napoli(Ugl); Stefano Verrecchia (Ministero Esteri).

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7Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

Una legge importante, un vero banco di prova per lamaggioranza di Centrodestra alla guida della

Regione, che ha dovuto tener testa ad un’opposizioneagguerrita ed intransigente in un confrontonell’Aula di via Roma durato oltre tre settimane,dal 24 settembre al 16 ottobre.Alla fine, il provvedimento intitolato“Disposizioni straordinarie per il sostegno all’economiamediante il rilancio del settore edilizio”,ribattezzato dal Centrosinistra “Piano cemento”,è stato approvato dal Consiglio regionale.Sino all’ultimo, il muro contro muro che ha caratterizzatoil confronto politico su una tematica dalle molteimplicazioni in materia urbanistica, ha impedito non tantol’adozione, ma addirittura la ricerca di soluzioni condivise.Giorni e giorni di discussioni in aula, con qualcheestenuante seduta notturna, non sono servitiad avvicinare i due poli. Anche durante gli ultimiinterventi, prima del voto finale, il Centrosinistra– che ha presentato circa 400 emendamenti,quasi tutti bocciati – ha contestato la legge,senza però riuscire ad intaccarne l’impianto.L’opposizione ha accusato fino alla fine la compagineguidata da Cappellacci di utilizzare lo strumentonormativo per “pagare una cambiale elettorale”alle lobbies economiche che hanno sostenuto ilCentrodestra alle elezioni di febbraio. Ed ha pronosticatouna futura devastazione delle coste isolanecon “una colata di 15 milioni di metri cubi di cemento”.“Tutte bugie”, ha replicato il presidente della Regione,spiegando che il provvedimento all’attenzione delConsiglio regionale è stato chiamato “Piano casa” a titoloesemplificativo. E che, pur non avendo la presunzione diessere un vero piano per l’edilizia abitativa, avevacomunque l’obiettivo di soddisfare le esigenze primarie deicittadini. “Gli uomini di business avranno gli stessivantaggi di qualsiasi cittadino”, ha detto Cappellacci,accusando che “le intese stipulate dalla precedente Giuntahanno garantito un milione e 600 mila metri cubi dicemento riservati a pochi”. Il presidente ha così respinto almittente la patente di cementificatore delle coste.Amaro il commento di Gavino Manca (Pd),relatore di minoranza della legge: “Abbiamo cercatodi scuotere le coscienze richiamando il fattoche non si può contrabbandare per sviluppo economicola mercificazione dei nostri beni ambientali.Non ci siamo riusciti non per nostra incapacità,ma per miopia politica del Centrodestra”.Un Centrodestra che, fondamentalmente, ha “blindato” ildibattito in aula, limitando al massimo gli interventi –soprattutto nella discussione degli articoli e degliemendamenti – per accelerare i tempi di approvazione dellalegge. Non sono mancate tensioni e divergenze,soprattutto con gli alleati del PSd’Az, ma alla fine lamaggioranza ha dimostrato una sostanziale compattezza.La discussione è stata aperta dalla relazione introduttivadel presidente della commissione Urbanistica,Matteo Sanna (Pdl), che ha presentato la leggedifendendo principi ed obiettivi dei sedici articoli(“l’uomo al centro del territorio”). È seguita la replica diGavino Manca (Pd), che ha criticato l’atteggiamento dimaggioranza e Giunta, definendo l’esecutivo “sordorispetto alle proposte migliorative da noi presentate”.Molti e diversificati gli interventi dei consiglieri delCentrosinistra, che hanno letteralmente sezionato la leggeper metterne in evidenza “contraddizioni e debolezze”.Cesare Moriconi (Pd) ha ricordato l’atteggiamento didialogo costruttivo tenuto dal suo partito in Commissionee ha detto che “lo sviluppo non può compromettere ilfuturo dei nostri figli”. Dopo di lui, altri consiglieri del Pd:Valerio Meloni (“il piano casa sancisce il modo di concepire

Il Piano Casa approvatodal Consiglio regionaleUn dibattito lungo e acceso ha preceduto il varo delle norme che permettonodi aumentare le volumetrie - Per le opposizioni si tratta di un “Piano cemento”

la politica del Centrodestra, che ci ha abituato ai condoni,alle sanatorie penali e fiscali”), Luigi Lotto (“si stafacendo un grave errore nel portare avanti questa legge”)e Franco Sabatini (“questo provvedimento non è un veropiano casa, perché non tiene conto delle esigenzedi coloro che la casa non ce l’hanno”).È quindi intervenuto Carlo Sechi (Sl), stigmatizzando ilfatto che la legge non preveda nessun tipo di interventopubblico per l’edilizia economica e popolare e affermandoche la programmazione edilizia non deve esseresubordinata alla necessità di posti di lavoro. Gli ha fattoeco Radhoun Ben Amara (Com.- Sin.S.-Rossomori),lamentando la mancata previsione di aiuti a chi nonpossiede una casa e denunciando che “questa legge mirasoltanto a fare gli interessi dei grandi imprenditori,consentendo di realizzare nuove cubature”. Per lo stessopartito, ha preso la parola Claudia Zuncheddu, che hadefinito la legge in esame “una farsa, una truffa mediaticaai danni di chi sperava di poter avere una casa”. È statapoi la volta di Adriano Salis (Idv), secondo il quale “nonpossiamo legare il futuro della nostra isola al cemento,facendo una legge a favore di chi possiede già una casa”.Rivolgendosi ai banchi della maggioranza, Tarcisio Agus(Pd) ha detto: “Molto di quanto proponete resteràsulla carta, perché solo chi dispone di risorse potràutilizzare le nuove possibilità offerte da questa legge.Ma a moltissimi sardi è precluso l’accesso al credito”.È stata poi la volta di Francesca Barracciu (Pd), che haaffermato che “questo provvedimento mette a confrontol’interesse generale della collettività e gli interessiindividuali e speculativi dei grossi imprenditori edili” ed haconcluso sostenendo che “non si può svendere il territorioa vantaggio di interessi esterni alla Sardegna”.Secondo Massimo Zedda (Com.-Sin.S.-Rossomori) “lalegge in discussione propone meno regole per rilanciarel’economia, il che significa maggior danno ambientale”,mentre per Gianvalerio Sanna (Pd) il “piano casa”di cui si discute “è viziato giuridicamente in molte partie suscettibile di innumerevoli ricorsi”. Sanna ha poidenunciato la contraddittorietà del provvedimento rispettoal codice Urbani e prefigurato le diseguaglianzeche si verificheranno fra Comune e Comune”.Sempre per il Pd hanno parlato Chicco Porcu (“statesvendendo la Sardegna, non è un piano che promuoveràlo sviluppo, senza contare i deturpamenti ambientali e irischi idrogeologici che ne deriveranno”) e GiampaoloDiana (“non si vede come questa proposta possa rimetterein moto l’economia, posto che non sono state messe incampo risorse pubbliche. La verità è che state regalandocubature alle seconde case”). Infine, Renato Soru, molto

critico verso “un provvedimento la cui unica linea disviluppo è quella di consumare il nostro territorio,impoverendo il patrimonio regionale e facendo finta di nonvedere che esiste un piano paesaggistico regionale”.La rassegna degli interventi dei consiglieri del Pdl è stataaperta da Silvestro Ladu, che ha sottolineato i riflessipositivi del provvedimento per l’economia, evidenziandol’importanza del binomio occupazione-ambiente.Sono poi intervenuti Angelo Stocchino (“questa leggesarà una leva economica per i sardi e porterà risultaticoncreti”), Eugenio Murgioni (“il testo in discussione èpositivo e significativo”) e Pietro Pittalis, che ha ricordatole audizioni degli enti locali e dei cittadini, tutti favorevolialla legge, e ha concluso criticando la politica urbanisticadel precedente governo Soru.Fra gli altri consiglieri della maggioranza, ha preso laparola Mario Floris (Misto), che si è soffermato sullanecessità che “le norme urbanistiche e paesaggistichesiano coordinate: ci deve essere un rapporto diretto tra lapianificazione economica e sociale e la tutela di ambiente epaesaggio”. Dopo di lui, Francesco Mula (Riformatori),che ha parlato di “valido salvagente per l’economia sarda”e Sergio Milia (Udc), che ha chiesto attenzione nel “curarele pari opportunità territoriali, nell’ottica di un nuovoprogetto di sviluppo ecocompatibile”.In chiusura di dibattito, sono intervenuti i capigruppo.Mario Diana (Pdl) ha sottolineato che la maggioranza staoperando per “venire incontro alle esigenze dei cittadini”,delusi dalla precedente Giunta. Giacomo Sanna (PSd’Az)ha decisamente sostenuto che i consiglieri regionali delsuo partito non accettano di essere chiamati palazzinari especulatori, soprattutto dagli esponenti di quelCentrosinistra che, nei precedenti cinque anni, si è vistobocciare per illegittimità moltissimi provvedimenti.Luciano Uras (Com.-Sin.S.-Rossomori) ha preannunciatoun’opposizione durissima e la presentazionedi un gran numero di emendamenti perché – ha detto –questo testo di legge non contiene niente che meriti diessere salvato. Nello Cappai (Udc) ha invece difeso icontenuti della legge, nata da un confronto con lecategorie produttive e con i Comuni, pur ammettendoche “si tratta di un provvedimento perfettibile”.Un appello ad aprire un confronto “che permetterà dilicenziare una buona legge” è stato lanciato dalcapogruppo dei Riformatori, Pierpaolo Vargiu, mentreMario Bruno (Pd), chiudendo la discussione generale, hasostenuto che “questo progetto di legge è illegittimo,stravolge tutte le regole, prevede aumenti di volumetrieche non risparmiano le coste sarde e non tiene conto delleesigenze delle fasce più deboli della popolazione”.È stata poi la volta dell’assessore regionale dell’Urbanistica,Gabriele Asunis, il quale ha spiegato che il provvedimentoin esame, non essendo un piano casa, non può prevedere lacostruzione di nuove case. “Si tratta, infatti – ha spiegato –di interventi realizzabili sul patrimonio immobiliareesistente”. Ha poi affermato che “questa Amministrazioneè consapevole dell’esigenza inderogabile di salvaguardareil nostro territorio e procederà, ove ve ne fosse l’esigenza,ad un arricchimento del piano paesaggistico per renderloconsono al codice Urbani”.Dopo il passaggio alla discussione degli articoli (precedutoda numerosissime dichiarazioni di voto), è iniziato ilbraccio di ferro sugli emendamenti, con interventi aripetizione dei consiglieri del Centrosinistra, che hannocercato di far prevalere il loro punto di vista, anchericorrendo ad una tattica ostruzionistica per allungare itempi del dibattito. Da menzionare anche l’intervento(citato in apertura) del presidente Cappellacci, presente inaula nei momenti più infuocati del dibattito.Le polemiche hanno finito per investire anche lapresidente dell’Assemblea, accusata di “non garantire leminoranze”. Claudia Lombardo ha troncato con decisionela diatriba: “Si tratta di un malcelato tentativo di forzaree distorcere la realtà dei fatti, ben sapendo che i dirittidi tutti i consiglieri sono sempre stati puntualmenterispettati. Non è corretto cercare di trascinarela Presidenza del Consiglio su un livello di scontropolitico che è bene rimanga all’interno di un confrontodialettico fra maggioranza e opposizione”.Dopo le rituali e numerose dichiarazioni di votodi chiusura, la legge è stata approvata con 39 votifavorevoli e 20 contrari, su 59 votanti.

di Gherardo Gherardini

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Primo Piano8 Novembre 2009

Chimica sarda a rischioper le ambiguità dell’EniL’ente petrolifero si impegna con il Governo per il rilancio industriale dell’Isolae poi firma un accordo con i sindacati che punta allo smantellamento progressivodel Petrolchimico di Porto Torres

I l Governo vuole che l’Eniconsolidi e rilanci la

chimica in Sardegna, l’entedel cane a sei zampe chesputa fuoco (30 per centodelle azioni di proprietà delloStato) dice sì al tavolo delministero, parla di pianoindustriale per la nostraIsola, poi, quasiclandestinamente, sbarca aPorto Torres, cerca unaccordo con il sindacato e vanella direzione opposta: losmantellamento progressivodel petrolchimico.A ben guardare la propostapresentata il 20 ottobrescorso nello stabilimento diPorto Torres e sottoscrittada Eni, Polimeri Europa,Syndial e dalle segreterie deichimici Filcem Cgil, Femca-Cisl e Uilcem Uil,contiene una sorta di gioco di prestigio attraversoil quale l’Eni e le sue aziende apparentementemostrano di tenere al futuro dello stabilimento,nella realtà hanno un solo obiettivo: trasformareuna parte del petrolchimico nel più grande centrodi stoccaggio di carburanti del Mediterraneo, 1milione e 700 mila metri cubi.Per realizzarlo l’Eni è pronto a investire 150milioni e creare una quarantina di nuovi posti dilavoro. In cambio, se la proposta passasse, PortoTorres vedrebbe il golfo dell’Asinara popolato da600 benziniere l’anno che attraccherebbero alpontile liquidi della ex Sir, accanto a quel portoindustriale che sta per diventare, con la ferrovia a

bocca di traghetto, l’hubmerci del nord Sardegna dopola chiusura di Golfo Aranci.Il traffico delle benziniere edei vagoni sarebbeincompatibile. “E questo noinon lo vogliamo” sostiene ilsindaco Luciano Mura.“Stiamo investendo nellaportualità commerciale eturistica oltre che nellacantieristica. Quei serbatoinon verranno realizzatiperché ci opporremo tutti. Anoi interessa il rilancio dellostabilimento non una nuovaservitù industriale”.Ma a questo progetto ilsindacato di categoria hadato l’assenso provocandosconquassi. Nella Cgil inparticolare. Il segretario

territoriale, Antonio Rudas, si è opposto con tuttele forze arrivando a dimettersi dall’incarico perprotesta. Il suo omologo della Uil, ArnaldoMelissa, ha definito l’accordo del 20 ottobre “unaporcheria” ribadendo che l’unico tavolo ufficialeresta quello del governo, non altri.Ma c’è di più. L’Eni continua a sostenere che ilpetrolchimico non ha un futuro perché produceperdite. Il punto centrale è in realtà, sostengonoalcuni tecnici che vogliono mantenerel’anonimato, è il sottoutilizzo del cracking, ilcuore dello stabilimento. Produrrà solo etilene epropilene e non più cumene e, di conseguenza,neanche il suo derivato, il fenolo. Impianti inutiliquindi, ma solo secondo la logica che l’Eni

continua a perseguire: creare le condizioni peraccumulare perdite fino ad arrivare alla chiusura.È un gioco poco pulito perché il cracking vienevolontariamente tenuto al minimo dalla PolimeriEuropa. Rinuncia a sfruttarlo per produrre cumenee fenolo e lo tiene a basso regime per quantoriguarda l’etilene e il propilene. La giustificazione èla crisi globale che ha ridotto la domanda delmercato. La stranezza sta nel fatto che PolimeriEuropa rinuncia a produrre fenolo a Porto Torresma poi lo compra dal suo ex stabilimento cedutoalla Erg di Priolo, in Sicilia. E spesso non gli bastae deve rivolgersi anche ad altri produttori.Ancora. Prendiamo l’impianto Nbr, cioè quellodelle gomme nitriliche da cui si ottiene il lattice. APorto Torres ci si ferma al prodotto solido,rinunciando a venderlo liquido, variante che haun notevole mercato. Un’inchiesta condottadall’Unione Sarda ricorda che «lo scorso anno laBayer ha aperto uno stabilimento a Bergamo perla produzione del lattice». Significa che nonsempre è colpa del mercato della chimica che nontira. Più spesso quella dell’Eni è una scelta controla chimica perché consente scarsi guadagni e moltirischi. Meglio investire in gas, carburanti eelettricità per fare affari rapidi e cospicui.E non solo l’Eni non vuole impegnarsi nellachimica, ma fa di tutto perché lo facciano altri. Lodimostra la vicenda Ineos-Vynils. Quest’ultimasocietà è in amministrazione controllata surichiesta del Tribunale di Venezia che ne ha cosìevitato il fallimento. Ma ora deve avviare gliimpianti e cominciare a produrre anche perché cisono alcuni gruppi che hanno manifestatointeresse per un’acquisizione di tutta o di partedella Vynils. Una cosa è proporsi ad un eventualeacquirente con gli impianti in marcia, altra cosa èfarlo con uno stabilimento fermo.Per questo Vynils ha necessità di ottenereforniture di dicloroetano, prodotto di cui l’Eniha ampia disponibilità. Ad oggi, nonostantegli sforzi dei commissari nominati dal tribunaledi Venezia con l’assenso del ministerodelle attività produttive, l’Eni non ha mostratoalcuna intenzione a garantire la materiaprima a prezzi contenuti.Se invece mostrasse un minimo di aperturae aiutasse Vynils , si rimetterebbe in piedil’intera filiera del clorosoda, da Margheraa Ravenna, da Porto Torres ad Assemini,verrebbero salvati migliaia di posti di lavoro,si avrebbe un’azienda nuovamente produttivae con ampi margini di crescita e sviluppo.Tutto questo all’Eni, nonostante il governo abbiaancora una volta detto che la chimica è un settorestrategico per l’economia italiana, sembra noninteressare. Nonostante le pressioni del presidentedel Consiglio e del ministro Scajola, nonostante gliaccordi solennemente sottoscritti con la Regione ,a partire dal contratto per la chimica del 2003, checonteneva quanto era necessario per consolidarein Sardegna quel che è rimasto in piedi dellachimica e favorire nuovi investimenti.Il 21 luglio scorso inoltre, al termine del tavolosulla chimica convocato a Roma dal ministro delleattività produttive insieme alla Regione sarda ealle organizzazioni sindacali, l’Eni si eraimpegnata a presentare entro settembre il pianoindustriale per il petrolchimico di Porto Torres.Non l’ha fatto. Ora ha un’altra possibilità.Il ministro ha convocato un nuovo verticeromano cui parteciperanno dirigenti dell’Eni,il presidente della Regione e le organizzazionisindacali. Sarà la volta buona?Chissà. Per ora c’è da registrare la presa diposizione dei sindaci di Sassari e Porto Torres,Gianfranco Ganau e Luciano Mura, e delpresidente della provincia, Alessandra Giudici.Contestano la mancata convocazione al verticeritenendo che l’assenza dei rappresentanti delleistituzioni del territorio sia ingiustificata.

Gibi Puggioni

Il dott. Francesco Manca,manager e ricercatore, è il nuovoAssessore del Lavoro,Formazione Professionale,Cooperazione e SicurezzaSociale. È stato nominatodella Giunta regionale,presieduta da Ugo Cappellacci(che aveva assunto ad interimla guida dell’assessorato,dopo le dimissioni di ValeriaSerra) il 5 novembre.Nato a Cagliari nel 1951il neo assessore è sposatoe ha due figli.Franco Manca ha conseguito la laurea inScienze Politiche nell’Università degli studi diCagliari con il massimo dei voti e un masterin Busines Administration. Dal 1976 al 1987è stato responsabile dell’attività di studi,ricerca e formazione nella CISL regionale.Dal 1988 al 1991 ha svolto l’attività di liberoprofessionista offrendo servizi alle aziendeed alle istituzioni nella gestione del cliente

Franco Manca un tecnico alla guidadell’Assessorato del Lavoro

e delle commesse di lavoro.Nel 1991 ha ricoperto il ruolodi Direttore dell’OsservatorioAgroalimentare occupandosidi ricerche e studi nel campoagro-alimentare.Successivamente è statoDirettore Generaledell’OsservatorioIndustriale (1991-2003),Direttore Generaledell’Osservatorio economicodella Sardegna (2004-2008),Amministratore Unicodi “Servizi Ricerca

Management Srl” (2008-2009).Manca ha maturato esperienza nell’area dellaricerca economica e statistica e nella gestioned’impresa. Il neo assessore ha anche gestitonumerosi percorsi formativi anche attraverso losvolgimento di attività didattica nell’Istitutodi Scienze economiche e finanziarie della Facoltàdi Economia dell’Università di Cagliari,come cultore di politica economica.

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9Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

Ridisegnata l’organizzazionedella sanità in SardegnaCon un emendamento alla Legge finanziaria il Consiglio regionale ha introdottosostanziali modifiche al sistema sanitario dell’isola

I n pieno agosto è stato un emendamento allaFinanziaria ad aprire la strada alla riforma

della sanità in Sardegna, ma le prime avvisagliedella volontà della nuova maggioranzadi Centrodestra alla Regione di ridisegnareil volto del comparto si erano avutegià la primavera scorsa.In un convegno organizzato dalla Confindustriacagliaritana esponenti della coalizioneche appoggia il governatore Cappellacci,e lo stesso neo assessore alla Sanità avevanoindicato le linee di intervento per una riformaradicale del comparto, parlando di “maceriee debiti” lasciati in eredità dalla giunta Sorue dal suo assessore “straniero”, la piemonteseNerina Dirindin. A dire il vero,in quella occasione, anche rappresentantidel Centrosinistra e addirittura managerdelle Asl nominati da Soru e presenti in sala,si guardarono bene dall’intervenire in unaconferenza che finì per essere a senso unico.La volontà di cambiare fu decisa e unanime,quindi, non così si potè dire allora della stradada percorrere per cambiare la sanità sarda.Se l’ex manager del Brotzu e attuale consigliereregionale dei Riformatori Franco Melonisi pronunciò per un sistema basatosu una sola Asl e molti dipartimenti territoriali,in senso assolutamente contrario a questaipotesi parlarono lo stesso assessoreAntonello Liori, quello che di lì a qualche mesesarebbe diventato l’assessore all’AmbienteGiorgio Oppi, il presidente della competentecommissione consiliare Felicetto Contu,oltre ovviamente a tutti gli esponentidell’opposizione di Centrosinistra intervenutial dibattito. Mentre i Riformatori si reseroprotagonisti di una “fuga in avanti”,con la presentazione di una propostadi legge con i pilastri per la riformagià indicati nel convegno cagliaritano chesuscitò le reazioni negative di tutti gli altripartiti della maggioranza. In particolare ilcapogruppo del Pdl, Mario Diana, criticòaspramente la proposta dei riformatoridefinendola “non condivisa”. Fu, poi,l’assessore Liori a gettare acqua sul fuocopreannunciando la strada dell’emendamentoalla Finanziaria per aprire la strada alla riforma

complessiva del settore, ma inprecedenza era stato un vertice dimaggioranza a ricucire lo strappo.“Sulla sanità c’è un progettounitario” si disse allora, ma inrealtà il progetto che ne venne fuorisomigliava molto poco a quello dellaproposta dei Riformatori, i qualiperò si sono ben guardatidall’avanzare critiche.Quindi strada apertaall’emendamento, anzi di dueemendamenti si è trattato; con ilprimo il consigliere regionale delPdl Nanni Campus (ex sindaco diSassari) ha chiesto ilcommissariamento delle Asl e delleaziende ospedaliere e universitarie,mentre con il secondo (di naturapiù propriamente politica, visto che

reca le firme dei capigruppo del Centrodestra) siè voluto motivare l’urgenza con la quale inpiena estate si è proceduto a un vero e proprio“colpo di mano” per azzerare la sanità eriorganizzare competenze e assetti.Nella discussione in aula è stato l’assessore allaProgrammazione, Giorgio La Spisa a dare inumeri della crisi sanitaria; secondo i datiriferiti nell’aula del Consiglio regionale dalresponsabile del bilancio, nel 2008 la sanità inSardegna ha fatto registrare un “buco” di 180milioni di euro e, di conseguenza occorrecambiare strada e, soprattutto, uomini, percoprire il deficit e, nel contempo, dare efficienza

all’intero sistema. Con l’emendamentoin Consiglio si è creato lo strumentoper “licenziare” i manager sanitari nominatida Soru e sostituirli con altrettanti commissari,ma sono state rivelate anche le lineefondamentali di quella che dovrà esserela riforma sanitaria del Centrodestra.In primo luogo verranno create delle“macroaree” (fase iniziale della ventilatariduzione delle Asl) alle quali verrà affidatoil compito di gestire l’attività della attualiaziende sanitarie locali. Da queste macroaree,però, verranno scorporati gli ospedaliper i quali è prevista una gestione autonoma,in modo da consentire alle stesse Asl dioccuparsi di medicina di base sul territorio.Un blitz in piena regola, quindi, che non èpiaciuto a molti, e non solo tra le filedell’opposizione di Centrosinistrain Consiglio regionale. La sensazioneè che nella maggioranza si sia trovataun’intesa nell’azzeramento degli assetti volutidal precedente esecutivo e nella nomina deicommissari, ma che le visioni più complessivesull’assetto del comparto siano tutt’altroche “unitarie” e che per il momentosia stato ritenuto più convenienterimandare ogni possibile confrontoin aula. Confronto che, comunque, primao poi dovrà essere fatto.Commenti al vetriolo, come detto, da partedella minoranza; Mario Bruno e Marco Espa,del Pd, hanno chiesto (invano) il ritiro delprovvedimento (“perché così è illegittimo”)e di non sottrarre al dibattito nell’aula delpalazzo di via Roma un argomento di cosìrilevante importanza. Sempre il Pd, ha ricordatocome la giunta Soru avesse ereditato dalprecedente esecutivo di Centrodestra una sanitàcoperta di debiti (280 milioni di euro e più)e che solo una oculata e attenta gestioneavesse evitato che il comparto sardo venisse“commissariato” come al contrario è accadutoper altre Regioni. Ancora più duro il commentodi Massimo Dadea, assessore agli Affari generalinella giunta Soru e medico cardiologo diprofessione; “quella del Centrodestra è una fintariforma – ha sottolineato Dadea – che ha comeunico e vero obiettivo quello della spartizionedelle poltrone tra i partiti della maggioranza”.Anzi, a parere dell’ex assessore,il provvedimento potrebbe anche incorrerein un giudizio di incostituzionalità.Ma non è stata solo l’opposizione a pronunciaregiudizi negativi sull’ipotesi di riforma; ad alcuniamministratori locali, ad esempio,l’accorpamento nelle macroaree non piaceper niente. In particolare mettere insiemeOgliastra, Nuorese e Gallura non è consideratauna buona idea dal punto dell’efficienzadel servizio da parte di alcuni sindaci;non è esclusa una mobilitazione in tal senso,anche perché la protesta ha avuto l’avalloanche di un consigliere regionale del Pdlche la ritiene del tutto giustificata.Anche al sindacato confederale l’annunciatariforma non piace; anzi Cgil, Cisl e Uil delsettore hanno minacciato lo sciopero generaledel comparto se sulla proposta non verrà dasubito aperto un confronto con la giuntaregionale. Proprio la mancata rispostadell’assessore Liori alla richiesta di un incontroha fatto salire la tensione con le organizzazionidei lavoratori. Secondo Cgil, Cisl e Uil,peraltro, esisterebbe “la volontà di trasferirealla gestione privata significative attività,attraverso un attacco al funzionamentoe al lavoro delle strutture pubbliche”.Nuovi venti di guerra stanno per soffiaresulla sanità sarda.

di Andrea Frailis

I Commissari delle Aslnominati dalla GiuntaEcco i nomi dei commissari Asl:Als n. 1 - Sassari:

Paolo Manca - area politica Pdl/FIAls n. 2 - Gallura:

Giovanni Fadda - UdcAls n. 3 - Nuoro:

Antonio Cuccu (Nuoro) - Psd’AzAls n. 4 - Ogliastra:

Francesco Pintus - Pdl/FI*Als n. 5 - Oristano Campidano:

Giovanni Panichi - Pdl/AnAls n. 6 - Medio Campidano:

Giuseppe Ottaviani - Pdl/FIAls n. 7 - Sulcis-Iglesiente:

Maurizio Calamida - RiformatoriAls n. 8 - Cagliari:

Emilio Simeone - UdcOspedale regionale Brotzu:

Antonio Garau - Pdl/FIAzienda mista “ospedaliero-universitaria” Cagliari:

Ennio Filigheddu - RiformatoriAzienda mista “ospedaliero-universitaria” Sassari:

Gianni Cavalieri - Pdl/An

* Il Commissario dell’Ogliastra si è dimesso dopopochi giorni e non è stato ancora sostituito.

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Primo Piano10 Novembre 2009

L e primarie del PartitoDemocratico, che hanno

portato alla segreteria nazionalePier Luigi Bersani e a quellaregionale della Sardegna SilvioLai, hanno coinvolto a livellonazionale 3 milioni e 67milacittadini elettori e a livelloregionale 107 mila circa.Una cifra rilevante,come ha sottolineato AmaliaSchirru, presidente dellacommissione regionale delcongresso del Pd, che testimoniacome in Sardegna gli elettoridel Centrosinistra abbianodimostrato maggiore interesse,in percentuale rispetto airesidenti e alle quote elettorali delle ultime elezioni,di quanto non sia accaduto in altre regioni.Così come gli elettori del Pd auspicano a livellonazionale, anche per quanto riguarda la Sardegnala vittoria di Silvio Lai, in contrapposizione aFrancesca Barracciu e Giampaolo Diana, dovrebbeporre termine al clima di grave conflittualità, tra lacomponente guidata dall’ex presidente dellaRegione Renato Soru e quella guidata, tra gli altri,dal senatore Antonello Cabras. Conflittualità cheaveva portato alla nomina di un commissario per lagestione del partito e che aveva portato allaesclusione, dalle liste elettorali per la Regione, dellostesso Silvio Lai che, nonostante la giovane etànon fu ripresentato perché già con due mandatiall’Assemblea Regionale.Silvio Lai ha conquistato la segreteria regionalecon 53.108 voti e con una percentuale pari al 51,58per cento e con 80 delegati, su 155, all’assemblearegionale del 13 novembre in programma adArborea, all’Ala Birdi.Dietro di lui Francesca Barracciu, ex segretariaregionale del partito, che ha conquistato 38.500preferenze (37,39%) con 58 delegati all’assemblearegionale. La Barracciu a livello nazionale eraschierata con Dario Franceschini. Al terzo postol’ex segretario regionale della Cgil e attualmenteconsigliere regionale Giampaolo Diana che,schierato anch’egli a sostegno di Bersani, haottenuto 11.359 preferenze (11,03 %) e 17 delegati.Per quanto riguarda i 27 delegati sardiall’assemblea nazionale 16 sono in quota Bersani, 8per Franceschini e 3 per Marino. I due protagonistidella lunga contrapposizione a livello regionale cheaveva portato alla fine prima alla segretaria dellaBarracciu e poi al commissariamento, e cioè RenatoSoru e Antonello Cabras, continueranno aconfrontarsi nell’assemblea nazionale.Al di là delle cifre, che segnano e impongono inuovi equilibri all’interno del Partito democratico einducono a definire, con la maggiore unità possibilechiariti i ruoli, le linee lungo le quali muoversi perriconquistare con la fiducia degli elettori il ruolo dipartito di maggioranza, le primarie svoltesi il 25ottobre hanno segnato, ancora una volta,un momento di mobilitazione e di significativapartecipazione democratica alla scelta di un nuovoquadro dirigente di un partito fondamentalenegli equilibri del bipolarismo e, quindi,del sistema politico della Regione e del Paese.Una partecipaziuone al voto aperta per la primavolta ai sedicenni, nel tentativo di aprire le portedella politica, in misura massiccia rispetto agli

Silvio Lai eletto segretariodel Pd della SardegnaAlle primarie del Partito Democratico hanno partecipato oltre 100 mila elettori - Ilrappresentante della linea di Bersani ha ottenuto il 51,58 per cento

ultimi tempi, alle nuovegenerazioni, alle loro idee, ai loroprogetti, alle loro speranze.È evidente che le primarie delpartito democratico, svoltesi contutte le precauzioni necessarieper evitare possibiliinquinamenti del voto ealterazioni da parte di soggettiesterni allo stesso partito,costituiscono un momento diriflessione non solo per il nuovogruppo dirigente del partitodemocratico bensì per tutte leforze politiche sarde, per quantoci riguarda in questa sede.Poiché da quanto si è potuto rilevare dalla partecipazione al

voto e dall’esito dello stesso voto nelle diverse provincedella Sardegna si può tentare di comprendere qualiattese e quali speranze ha il popolo delCentrosinistra che ha voluto partecipare alleprimarie, scegliendo non solo il segretario regionalema anche i componenti l’assemblea regionale.È ancora presto per avere una compiutaelaborazione di tutti i dati relativi a questaconsultazione. Già il dato relativo al numero digiovani e donne, che hanno partecipato al voto, puòaiutare a capire quanto desiderio di nuovo ci sia equanto sia lo spazio che le donne, per esempio,

stanno conquistando nella vita politica. Non giàper una “pilatesca” suddivisione di quote tramaschi e femmine, quanto per una maggioresensibilità del mondo femminile ai problemi dellosviluppo economico, culturale, sociale dellaRegione, ai problemi, quindi, della politica comestrumento per dare soluzione ai problemi.In primo luogo lo stesso partito democratico, nellanuova organizzazione emersa dalle primarie e chedovrà essere consolidata e articolata dall’assemblearegionale, sta cercando di comprendere,dall’elaborazione complessiva dei dati elettorali edall’individuazione precisa delle diverse istanze,contenute nelle diverse mozioni, quali differenzesussistano nelle speranze delle diverse zone dellaSardegna e come sia possibile, in un unicoprogetto, portare a sintesi le diverse proposte erenderle condivise da tutto il partito.In pratica, la primarie del 25 ottobre non hannocostituito una semplice consultazione elettorale perdirimere le contrapposizioni, anche aspre, chehanno segnato negli ultimi tempi la vita del partitodemocratico in Sardegna. Se così fosse, le primariepotrebbero essere un’occasione perduta perrinnovare, complessivamente, la politica sarda,per aprirla a nuove istanze e nuovi soggettie potrebbero rappresentare solo una proceduraper “cambiar tutto per non cambiar nulla”per dirla con il Gattopardo.Se invece i risultati delle primarie del Partitodemocratico del 25 ottobre costituiranno un puntodi partenza per rientrare nella tradizione piùgenuina della democrazia sarda, che ha semprevisto un’alta e attiva partecipazione dei cittadini,del popolo sardo, alla vita politica, alle occasioni direale confronto con spirito di solidarietà ma anchecon determinazione, allora si potrebbe aprire sulserio una pagina nuova nella vita politica isolana.Una pagina nuova che necessariamente finirà conil coinvolgere tutte le forze in campo.D’altra parte si tratta di recuperare la capacitàd’elaborazione politica che negli anni Settanta, pernon andare troppo indietro, in occasione delladiscussione sul secondo Piano di rinascita, vide laSardegna come importante laboratorio politicocapace di anticipare soluzioni che avrebberotrovato attuazione anche a livello nazionale.Ecco perché, ad esempio, la conferma o meno nelruolo di capogruppo del Pd al Consiglio regionale diMario Bruno, che ha rimesso il mandato dopo leprimarie, diventa un momento significativo disuperamento delle vecchie contrapposizioni. Cosìcome a livello nazionale Bersani, favorendo lanomina della Bindi a presidente del partito e diLetta a vice segretario, ha voluto che il suoantagonista, Dario Franceschini, assumessel’incarico di capogruppo alla Camera dei Deputati.Il messaggio emerso dalle primarie, insomma, èchiaro: stabiliti i ruoli operare con il massimod’unità, anche con un confronto apertocon tutte le forze che compongono il variegatomondo dell’opposizione di Centrosinistraall’attuale maggioranza di governo,sia a livello nazionale sia a livello regionale.Un primo significativo segnale si è avuto già.Luciano Uras, capogruppo dei Comunisti-Sinistrasarda-Rossomori in Consiglio Regionale, con unalettera al nuovo segretario del Pd, Lai e alcapogruppo Bruno, invoca “il rilancio unitariodell’azione politica e sociale dell’opposizione”.Al Pd Uras ha proposto un incontro per avviare(“all’indomani dell’approvazione della legge-manifesto sull’edilizia e all’alba dell’avvio delladiscussione della manovra di bilancio”)un “ragionamento attorno alle questionieconomiche e alle politiche dello sviluppo”.Insomma le condizioni per un confronto ampioanche con le forze di centro sussistono:il compito che le primarie hanno affidato al nuovoquadro dirigenti del Pd è quello di verificare nuovestrade per contribuire più incisivamentealla soluzione dei numerosi problemi dell’Isola.

di Luigi Coppola

Biotestamento:in provincia di Cagliariprimo registro in ItaliaArriva da Cagliari un altro passo in avanti verso laredazione del testamento biologico. Con l’istituzionedel Registro testamenti biologici, primo caso inItalia, i residenti potranno dichiarareanticipatamente le proprie volontà. A due mesi didistanza dalla seduta del Consiglio provinciale cheha accolto la proposta di istituire il registro avanzatadall’Idv, l’iniziativa è stata presentata dal presidentedella provincia, Graziano Milia, dall’assessore dellePolitiche sociali, Angela Quaquero, dal presidente delConsiglio, Roberto Pili, e dal consigliere dell’Idv,Sandro Cancedda (proponente del registro).La procedura per l’iscrizione al registro è snella: laProvincia non conserverà copia delle volontà sul finevita, ma solo il numero progressivo dellaregistrazione. Il documento vero e proprio,che per ora ha solo un valore probatorio in sedegiudiziale, sarà conservato in busta sigillata dalfiduciario principale e dall’eventuale supplente.Oltre ad un ufficio apposito, nel settore Politichesociali, i cittadini potranno avere le informazioninecessarie anche per telefono.Ad un primo appuntamento ne seguirà un altro incui l’interessato sottoscriverà, assieme al suofiduciario e, eventualmente, al suo fiduciariosupplente, la dichiarazione di volontà anticipata per itrattamenti sanitari, che dovrà essere redatta su unapposito modulo predisposto dalla Provincia. Laprocedura verrà effettuata davanti ad unfunzionario incaricato che, in caso di persone nondeambulanti, potrà recarsi nelle abitazioni.

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11AttualitàILMESSAGGEROSARDO

PREVIDENZA a cura di Giuseppe Foti

Nel campo della previdenzain vigore il sistemadi posta elettronica certificataÈ indiscutibile che nella previdenza così come nellapubblica amministrazione la parola d’ordine sia quelladi risparmiare su tutti i fronti. Prima il personale poila ristrutturazione degli uffici ed ora il sistema dicomunicazione. Lo aveva anticipato il precedentegoverno Prodi, lo ha confermato il ministroRenato Brunetta ed ora lo stanno concretamenteattuando i commissari straordinari dei principalienti previdenziali.

La posta elettronica certificata. Dal 2010, ma giàattualmente è in funzione, inizia il sistema della postaelettronica certificata (la pec) che dovrebbe avere lostesso valore di una raccomandata con avviso diricevimento tradizionale. Il servizio sarà rivolto a tuttii cittadini gratuitamente a decorrere dal 2010 ma giàda oggi è in funzione in via sperimentale. Chi èinteressato potrà richiedere all’INPS ed agli altri entiprevidenziali una casella gratuita da utilizzare per lecomunicazioni con la pubblica amministrazione.“Sarà l’anno della diffusione universale e le file aglisportelli ed il consumo di carta spariranno” questa laprima dichiarazione sul nuovo sistema rilasciata dalministro per la pubblica amministrazione, RenatoBrunetta, presentando l’iniziativa insieme ai presidentidegli enti previdenziali che soprattutto per quantoriguarda l’INPS, hanno iniziato la sperimentazione dalmese di ottobre di questo anno. Il principale ente diprevidenza italiano si è impegnato di rilasciare entroquesto anno cinque milioni di pec e di passaredal 2010 dieci milioni con la nascita della postaelettronica certificata universale.

Come funziona la pec. Ottenere il nuovo servizioper gli utenti è decisamente facile. Dal 01 ottobre cioèdurante la fase sperimentale, occorre innanzitutto farerichiesta sul sito dell’INPS, www.inps.it, dove èprevista un’apposita sezione facilmente individuabileanche ai navigatori meno esperti ed intitolata “servizial cittadino”. Dopo la registrazione e la ricezione delcodice pin per accedere al servizio, il cittadino dovràrecarsi presso un qualsiasi sportello dell’INPS per ilriconoscimento personale e l’operatività definitiva. Perquanto riguarda l’ente previdenziale, potrà ottenere lapec chi risiede in Italia e possiede un pin per l’accessoai servizi on-line dell’ente (oggi oltre tre milioni).

I vantaggi. Ogni cittadino potrà utilizzare la pec perdialogare in modo sicuro e gratuito con la pubblicaamministrazione. Così ad esempio sarà possibile l’invioe la ricezione di pratiche e certificati; l’attivazione dicontratti o comunicazioni ufficiali con le aziende e intutti i casi in cui sia necessario dare valenza giuridicaalle comunicazioni. I professionisti sempre tramite laposta elettronica certificata potranno gestire lecomunicazioni con gli enti come ad esempio le indaginifinanziarie con il fisco,concorsi, permessi di costruireecc. ed inviare e ricevere contratti e fatture, sostituireil sistema delle spedizioni o ricezioni delleraccomandate A/R, nonché le lettere di sollecito creditie le altre operazioni del genere. Le imprese potrannogestire direttamente tutte le comunicazioni con l’INPS,l’INAIL, la CCIAA, l’Agenzia delle Entrate e potrannoanche inviare ordini, contratti e fatture a clienti efornitori in genere.

L’evoluzione della procedura. La pec è già infunzione ma ora il governo e soprattutto gli entiprevidenziali puntano alla sua massima diffusioneperché diventi uno strumento universale. Fino ad oggisono stati attivati 46.000 domini, 520.000 caselle e50.000.000 sono i messaggi scambiati. È in corso diattuazione però una gara per la gestione del pecuniversale che finirà a fine novembre.

D opo la prima enciclica sulla carità e laseconda sulla speranza, ci si sarebbe dovuti

aspettare dal Papa una terza sulla fede.E, per molti versi, in fondo, così è stato.La Caritas in Veritate, per essere capita, variletta, anzitutto, sotto l’ottica diun’antropologia che crede la persona umanafatta ad immagine di un Dio comunione, Unoe Trino, che può raccogliere l’invito allagratuità anche in questo mondo ed in questadisastrato ed egoistico sistema economico.Sono, principalmente, tre le novità apportatedal fondamentale documento ratzingheriano:la centralità della persona, la ricercadi un legame fra gratuità e mercato e,soprattutto, il concetto di fraternità.È quest’ultima parola, in sostanza, il “veromotore” del testo. Il Papa, infatti, dopo averaffrontato ed esaminato i problemi mondialilegati allo sviluppo, alle disuguaglianze ed allemolteplici crisi connesse all’economia ed allafinanza, invita a porre la fraternità a paradigmae faro nelle scelte personali e collettive,aziendali ed istituzionali. Lo fa partendodall’inizio, ossia dalla scelta del titolo, Caritasin veritate solo, apparentemente singolare peruna tematica di natura prettamente sociale.Questi due termini, infatti, costituiscono la basedi tutta la relazione: “La carità nella verità –scrive Benedetto XVI – è la principale forzapropulsiva per il vero sviluppo di ogni personae dell’intera umanità, ma è anche una grandesfida per la Chiesa in un mondo in progressivaglobalizzazione”. La Terra soffre “per mancanzadi pensiero” e chiede, chiaramente,“una nuova riflessione sul senso dell’economiae dei suoi fini”. Richiamo, questo, rivolto,coraggiosamente, a tutti: credenti e non.Occorre, secondo il Papa, allontanareil diffuso senso d’impotenza e di fatalismoche impedisce lo sviluppo integrale di tuttol’uomo e di tutti gli uomini.È, quindi, anche questa, un’enciclicadella speranza che indica la possibilitàdi cambiare il mondo in meglio.Il Pontefice, per “alimentare e tener vivaquesta speranza”, interpella, con forza,economia e finanza, politica e saperi, aiutandoa cercare di riscoprire il senso ed il significatoprofondo della loro ragione d’essere.È questa una grande lezione di storia, nel sensocristiano del termine: il pur lento e contrastatocammino dell’umanità ha come traguardola costruzione dell’unica famiglia planetaria:“Lo sviluppo dei popoli dipende, soprattutto,dal riconoscimento di essere una sola famiglia”.A tal fine, la globalizzazione aiuta,ma non basta, non è sufficiente.

Caritas in VeritateUn’ enciclica per l’economia, il lavoro e la fede, guidata dal “motore”della fraternità

Bisogna ritornare a “rispolverare”il concetto cristiano di “fraternità”,da cui dipendono la sussidiarietà e la logicadel dono come gratuità. Tutti terminipatrimoni unitari ed indivisibili del pensierosociale cattolico: non solo Rerum Novarum,Populorum Progressio e Centesimus Annus,ma anche i padri della Chiesa.La carenza di pensiero, causa principale delsottosviluppo economico, non è altro chepromanazione di una più profonda mancanzadi fraternità fra gli uomini e fra i popoli.Viene auspicata la riforma dell’Onu, ma si vaanche oltre: “Urge la presenza di una veraAutorità politica mondiale, riconosciutada tutti e con poteri reali per garantiresicurezza, giustizia e rispetto dei diritti”.In questo senso assume una centralità

la società civile, al pari di Stato e mercato.Questo grazie al principio di sussidiarietà,“un aiuto alla persona, attraversol’autonomia dei corpi intermedi”.L’altra “colonna portante” della “fraternità” èla logica del dono, che “entra in gioco” dopoaver considerato la giustizia. “I poveri non sonoun fardello, ma anche una risorsa economica”.Lo sviluppo economico e sociale, a questo punto,ha bisogno, per essere umano, di far spazio allagratuità come espressione di fraternità.Gratuità e mercato: un’altra, piccola, grande,rivoluzione del pensiero ratzingheriano.Due parole, due concetti da sempre consideratiantitetici ma che, invece, sono profondamenteconnessi tra loro. La gratuità, da nonconfondersi con gratis o filantropia, rimandaa charis (come, d’altronde, spiega bene il Papa),che è “grazia”, all’agape greco che i latinihanno tradotto con caritas, sottolineandoancor di più lo stretto legame tra l’amorecristiano e la charis, la grazia.La gratuità è, infatti, grazia, poiché dononon solo per chi riceve atti di gratuità,ma anche per chi li compie. È questo che ilmercato capitalistico non conosce e che, invece,l’enciclica invita a mettere al centro dei rapportieconomici, politici e sociali da vivere“in una nuova economia di comunione”.Per tale motivo occorre superare la distinzionenon-profit / for profit: il profitto, infatti, nonpuò e non deve essere lo scopo dell’impresa, masolo uno dei tanti elementi, non il più rilevante.È, sostanzialmente, il richiamo del mercato allasua vocazione d’incontro tra persone libere eduguali, con una critica radicale al capitalismo(termine mai usato in tutto il documento).Da qui, l’attenzione del Papa verso l’economiacivile e di comunione, come “nuovi modid’intendere l’impresa in rapporto al sociale”.Concludendo, lo sviluppo, per Benedetto XVI,dev’essere integrale: dall’ecologia umana(rispetto della vita), a quella ambientale, dalrispetto delle generazioni future al senso deidoveri, dalla libertà religiosa alla crescitaspirituale. Tutti aspetti, questi, che sonopatrimonio unico ed indivisibile della dottrinasociale della Chiesa e che aiutano a farmaturare una nuova consapevolezza, più aperta,complementare ed indispensabile di quei valoriche da essi promanano: vita, famiglia, sicurezza,sussidiarietà, equità sociale, solidarietà, paceed intervento pubblico. Su questa scommessaantropologica, quindi, vi è la speranzache l’economia annunciata possa non essereun’utopia (un non luogo), ma un’eutopia(un buon luogo), il luogo dell’umano.

Gianraimondo Farina

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Cultura12 Novembre 2009

L o scorso settembre,in un’atmosfera ancora

impregnata dalle suggestioni delcentenario appena trascorso, siè svolta la ventiquattresimaedizione del prestigioso premioletterario intitolato a GiuseppeDessì. Il grande scrittore sardoche ha lasciato un’improntaindimenticabile nell’isola.Teatro del concorso è stataanche questa volta Villacidro, ilpaese della provincia di Cagliaridove il romanziere nostrano trascorse la suainquieta e travagliata adolescenza. Tra le sezionimesse a concorso: la narrativa e la poesia, ma nonpoteva mancare un premio speciale della giuria.Nella sezione narrativa ha avutola meglio Michela Murgia con “Accabadora”(edito Einaudi). Classe 1972, scrittrice sardanata a Cabras (in provincia di Oristano)ha convinto i giurati per l’andamento asciuttodella scrittura, “disseminata – come è scrittonelle motivazioni – di rare ed efficaci impennatemetaforiche e quell’equilibrio ben riuscitodi comunicazione verbale e mimica tra personaggicapaci d’intendersi con rapidi movimentid’occhi e poca parola”.E con parche retoriche comunicano le due figurecentrali del romanzo, Bonaria Urrai, sarta digiorno e accabadora quando occorre, e MariaListru, ultima ed invisibile figlia di una madrevedova accolta in casa in qualità di fill’e anima daBonaria. In questo legame – una specie diesposizione attenuata che consente alla figliaadottiva di appartenere, quanto a diritti e doveri,a due famiglie contemporaneamente

Il premio Giuseppe Dessìa Michela Murgia per “Accabadora”Nella sezione poesie premiato il poeta svizzero Fabio Pusterla con “Le terre emerse -Poesie scelte 1985-2008”

– si esalta il profilomodernissimo e complessodella protagonista, ultimamadre di molti moribondie prima vera madre di Maria.L’indagine narrativa e lademistificazione investonol’affascinante figuradell’accabadora, una donna allaquale, in un tempo dai confiniincerti, le comunità insulariavrebbero delegatoil pietoso compito di favorire

il transito dei malati terminali dalla vita alla morte.Gli abitanti di Barunei, il paese immaginario incui si svolge il romanzo, sembrano avere bisognodi qualcuno che si assuma l’onere di porre fine asofferenze prolungate, ma, allo stesso tempo,rimuovono i gesti della protagonista in zone buie esilenziose della coscienza collettiva. Nella sezionepoesia ha vinto Fabio Pusterla con “Le terreemerse - Poesie scelte 1985-2008” (edito Einaudi).Poeta svizzero di lingua italiana, classe 1957,la giuria (presieduta da Silvio Ramat)ha tributato il premio anche perché questaraccolta antologica consente, usando le paroledella motivazione ufficiale, “di apprezzare conmaggiore profondità l’ormai lungo lavoro di unpoeta che ha fatto della riflessione sul quotidianouna sorta di grande metafora”.Pusterla è sempre più scrittore di profili umani,paesaggi devastati, eventi storici ridottialla loro pura significanza, a ciò che restadel senso dopo l’impatto con la vita e con la morte.La sua cifra poetica, negli anni, resta allo stessotempo costante e dinamica, rivelandone,in questo libro che ne riassume i momenti

più intensi, la natura di recitativo senza retorica,di pietà senza sentimentalismi, di racconto senzaillusioni eppure mai privo di una sua persistente,resistente, ostinata e segreta allegria.Accanto ai due vincitori, c’è anche MarcoPannella, a cui è andato, invece, il premio specialedella giuria. Tra le motivazioni che hanno portatoad individuare il leader radicale come vincitoredel premio speciale della giuria, la volontàdi tributare “un doveroso riconoscimentoalla sua identità di uomo politico in una stagioneche, nel vistoso declino della politica registral’insorgere di supplenze, ora subdoleora sfrontate, volte a surrogarla”.Politico e parlamentare a più riprese, in Europa ein Italia, Pannella è stato il promotore di battagliecivili, alcune fortunate (come quelle, ormaistoriche, in difesa del divorzio o per unregolamentato diritto della donna all’aborto), altresinora meno fortunate (come le molte iniziativeantiproibizionistiche o quelle affinché si rendalecito l’uso delle cellule staminali embrionali nellacura di molte malattie degenerative). Nella suapratica politica italiana, il radicale Pannella haignorato il solco ideologico fra una “destra” e una“sinistra” che non si parlano, cercando alleanzecon chi gli sembri, caso per caso, il più incline acondividere un dato programma di riforme.Alleato scomodo perché esigente, ha dovuto peròconstatare quanto sia difficile procedere, com’eranei patti, insieme alla dirigenza di questo o diquel partito. D’altronde la partitocrazia, con lesue abitudini spartitorie, era e rimane il peggioravversario di Pannella: il quale, con gesti ancheclamorosi, non si stanca di accusarla di un delittogravissimo, quello di aver rubato e di rubareancora oggi ai cittadini legalità e verità.Gli altri autori finalisti sono stati Raffaele Nigrocon “Santa Maria delle Battaglie” (edito Rizzoli) eGiorgio Vasta con “Il tempo materiale” (editoMinimum Fax) nella sezione narrativa, AlbertoMasala con “Alfabeto di strade (e altre vite)”(edito Il Maestrale) e Gabriella Sica con “Lelacrime delle cose” (edito Moretti & Vitali)nella poesia. Per saperne di più è possibileconsultare il sito internet della fondazione Dessìwww.fondazionedessi.it. Alessia Corbu

Caro Direttore Gianni De Candia,prima di tutto voglio cogliere questa occasione peresprimere a Lei e ai Suoi collaboratori il mio sentitoriconoscimento per l’ottima qualità e la puntualità del periodico che Lei dirige e che per molti di noi che viviamonel disterru, è diventato un segno tangibile eirrinunziabile della nostra appartenenza, oltre che unafonte di informazioni sull’attualità e la cultura dell’Isoladalla quale non siamo mai partiti del tutto.Volevo manifestarglielo da molto, ma devo sinceramenteconfessare che il motivo che mi spinge a scriverLeoggi è un altro: ho appena ricevuto il numerodi agosto-settembre de “Il Messaggero Sardo”e ho visto con piacere che a pagina 12 vi si dà notiziadel premio “Navicella d’argento” (non d’oro!)che da diversi anni il Comune di Castelsardoha istituito per segnalare “i Sardi che si son fatti onoree hanno dato lustro alla Sardegna nel Mondo”.Fra i premiati di quest’anno, a torto o ragione, c’eroanch’io, come infatti l’articolo riferisce.Purtroppo però nelle righe che mi riguardano si èinsinuato un errore che anche altre volte in circostanzesimili ho dovuto rettificare, evidentemente in modo nonabbastanza efficace perché l’errore continua a ripetersi.Cito direttamente la frase, mettendo in corsivol’affermazione inesatta che mi preme correggere:

PRECISAZIONE

I libri di Maria Giacobbesono stati concepiti e scritti in italiano

“Le sue opere sono tradotte in molte lingue (anche initaliano, perché la Giacobbe ormai scrive in danese)”.Per l’importanza che, come scrittrice e anche comeemigrata, attribuisco alla mia scelta linguistica, ciò chevorrei mettere in chiaro è che tutti i miei libri pubblicatiin italiano (racconti, romanzi e memorie), nessunoescluso, sono stati concepiti e scritti da me in italiano.Anche quelli che per ragioni di maggiore efficienzaeditoriale sono stati pubblicati in Danimarcae in traduzione danese prima che nell’originale italiano.In più di 50 anni di attività, oltre che numerosi articolie saggi pubblicati in diverse lingue e paesima prevalentemente in Italia dove sono natae in Danimarca dove infatti risiedo dal 1958,ho al mio attivo una ventina di volumi.Fra questi ci sono anche quattro raccolte di poesie,scritte da me direttamente in danese e inedite in Italia,nonché un volume di saggi in gran parte scritti in danese o appositamente tradotti dall’italianoper un editore danese, e due antologie bilingui di “poesiamoderna danese” che ho curato rispettivamenteper gli editori Comunità ed Einaudi in Italia. Per chi, come me, della comunicazione scritta ha fatto ilproprio mestiere e la propria ragione di vivere, la linguascelta per esprimersi è d’importanza fondamentale epuò variare a seconda delle circostanze e del soggetto.

Ma, come i lettori del “Messaggero Sardo” ben sanno,la necessità, l’opportunità e la capacità di servirsianche di una lingua straniera non porterà mai nessunoa dimenticare la propria lingua maternae a non preferirla a qualunque altra ogni voltache le circostanze e il soggetto lo permettano.È questo il motivo per cui mi preme mettere in chiaroche io personalmente ho scritto in danese soloquando la materia del mio scrivere riguardavain modo specifico e preponderante il contesto danesenel quale vivo e al quale volevo rivolgermi, e che tuttigli altri libri e testi li ho concepiti e scritti in italianoe, ripeto,nel loro originale italiano, senza alcunatraduzione intermediaria, li ho presentatiagli editori e ai lettori italiani.Spero che voglia pubblicare questa mia rettificae Le assicuro la mia disponibilità nel casoche ritenga necessario qualche approfondimento.Con molti cordiali saluti e auguri di buon lavoroa Lei e ai Suoi collaboratori. Maria Giacobbe

Gentilissima signora Maria Giacobbe, mi scuso con leie con i nostri lettori per l’inesattezza contenuta nelservizio sul premio Navicella d’Argento. Conosciamobene e apprezziamo il suo attaccamento alla Sardegna,alla sua cultura e alla sua lingua. Per questo siamosinceramente dispiaciuti per essere incorsi in unequivoco che l’ha ferita. Pubblichiamo la sua letterasperando che voglia perdonarci e continui a seguircicon l’affetto e l’attenzione di sempre. Ci impegniamo anon più ricadere nell’errore e le rinnoviamo i nostri piùsinceri auguri per la sua attività di scrittrice e per ilsuo costante impegno sociale e civile. GdC

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13AttualitàILMESSAGGEROSARDO

La Sardegna nel Weba cura di Andrea Mameli

Ossa sarde in reteMolto di più di un museo virtuale. ÈAnthroponet: il sistema dell’Università di

Cagliari in grado di consentire l’acquisizione,la catalogazione e la pubblicazione delmateriale informativo delle collezionischeletriche provenienti dai siti preistorici,protostorici e storici della Sardegna.Anthroponet è uno dei primi esperimenti dicensimento e diffusione on line di materialearcheologico a livello internazionale:consente di accedere al patrimonio scheletricodella Sardegna di epoca preistorica,protostorica e storica, dal paleoliticoalla caduta dell’Impero romano.Contiene oltre 300 siti archeologicicon schede informative di approfondimentoe un glossario della terminologia tecnicache lo rende molto utile per la didatticae la divulgazione dei contenuti scientifici.Di particolare rilievo le riproduzionitridimensionali di alcuni reperti di particolareinteresse antropologico e archeologico.Anthroponet è il frutto della collaborazionetra il dipartimento di biologia sperimentaledell’Università di Cagliari e due imprese:Applidea, che ha progettato e creatoil sito internet e la base di dati e la 3DDD,responsabile delle ricostruzionitridimensionali. La raccolta delleinformazioni è avvenuta sia attraverso laricerca bibliografica, sia in maniera direttapresso le soprintendenze, le università e imusei. Il materiale archeologico sardo è statocensito e reso disponibile in rete grazieal lavoro condotto dall’antropologoMarco Lodde, dottore di ricercadel dipartimento di Biologia sperimentaledell’Università di Cagliari, sotto la guidadi Elisabetta Marini, docente di Antropologiaal Dipartimento di Biologia sperimentaledell’Università di Cagliari.www.anthroponet.it

Limba onlineDa uno studio commissionatodalla Regione Autonoma della Sardegnanel 2006 le persone in grado di capireil sardo sarebbero 1.495.000 e quellein grado di parlarlo circa un milione.È uno dei contenuti dedicati alla lingua sardadall’enciclopedia online Wikipedia.Di particolare rilievo la mappa della Sardegnacon la distribuzione geografica delle linguein colori diversi.http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_sarda

Angela DemontisAcquerelli, quadri,disegni, modelli.Sono le opere d’artedell’autrice del libro“Il popolo di bronzo”.Il sito contiene ancheuna nutrita rassegnastampa e la biografiadi Angela Demontis.www.angelademontis.it

Riconoscimento per i vini della Cantinadi Ferruccio Deiana di Settimo San PietroL’“Ajana” ha vinto a Firenze il primo premio fra i vini d’eccellenza d’Italiadelle “Guide dell’Espresso”

Prestigioso riconoscimentoper i vini della Cantina di

Ferruccio Deiana di SettimoSan Pietro. L’“Ajana” havinto il primo premio fra ivini d’eccellenza d’Italiadelle “Guide dell’Espresso”,a Firenze. Unriconoscimentostraordinario per questacantina, premiata incontemporanea anche inGermania al concorso“Mundus vini”. Promossinell’occasione, l’Arvali 2008,un vermentino di puntadell’enopolio, il Donnikalia2008 e il Pluminus 2008,premiato col diplomadi merito alla decimaselezione nazionale vini da pesce. Riconoscimenti anche per l’Oirad 2008 e per il Sileno 2006.Un successo straordinario. «Puntiamoesclusivamente sulla qualità – ha detto FerruccioDeiana – il mercato mondiale dei vini sardicontinua a crescere a dispetto anche della crisieconomica del momento. Gli ultimi riconoscimentiarrivati dal “Mundus vini” e dalla Guidedell’Espresso, sono sicuramente per la mia cantinadavvero significativi».La cantina di Ferruccio Deiana, ubicata in località“Su leunaxiu”, nelle campagne di SettimoSan Pietro (con produzione propria di uve rossee bianche), è stata recentemente visitata anchedalla commissaria europea per l’agricoltura, ladanese Mariann Fischer Boel, accompagnatadall’ex ministro dell’agricoltura Paolo De Castro,presidente della commissione Agricolturadel Parlamento europeo. La Boel ha definitola cantina di Settimo «uno dei poli di eccellenzadella viticoltura isolana».«È stato un momento emozionante – ha dettoFerruccio Deiana che è anche l’enologodella sua cantina – la signora Boel e PaoloDeCastro hanno voluto assaggiare i nostri vini,sostenendo che la crisi si deve superarepuntando sulla qualità dei prodotti.Ed è quello che, lo ripeto, ho sempre fatto».La commissaria europea ha parlato anche delledifficoltà attraversate in questo momento dalcomparto agricolo. Annunciando anche novità.“Dal 2013, comunque, si cambia, si deve cambiare,anche se tutti si dicono d’accordo sulla necessitàdi proseguire con “una politica agricola comune,anzi, emerge la necessità di una politica, nelsettore agro-ambientale, maggiormente comune evincolante. Certamente le scelte devono essereflessibili, tempestive e si devono evitare lesovrapproduzioni. Si deve, però, ipotizzare losviluppo futuro del comparto agricolo tenendoconto dei cambiamenti climatici, ed anche inquesto campo gli agricoltori possono dare uneccezionale contributo”. Le vigne, e non soloquelle dell’azienda Deiana, contribuiscono adabbattere il carico di andride carbonicadell’atmosfera, cosa che fanno tutte le coltivazioniagricole. “Gli, agricoltori, quindi, hanno unagrande importanza nella lotta per l’ambiente” e laSardegna, con le sue peculiarità, può significatel’esempio positivo che anche le altre regioni enazioni devono seguire. La viticoltura, quindi,come fattore trainante per il comparto agricolo,

ma anche come motore perl’ammodernamento delsettore primario. In vigna,in cantina si fanno ricerca esperimentazione, ed irisultati sono sotto gli occhidi tutti. La raccoltameccanica ha fatto passi dagigante, ma ormai anche letecniche di vinificazione, conle temperature controllate ol’uso di apparecchiatureparticolarmente sofisticate,sono di uso comune nellecantine più evolute”.«I risultati di eccellenza – haaggiunto la commissariaeuropea – sono sotto gliocchi di tutti. Con il vostroambiente, le vostre

condizioni climatiche, ha detto la Fischer Boel,avete prodotti di grande qualità senza doverricorrere a “pratiche o ad aggiunte” tollerate,autorizzate, ma non sempre naturali. I vostri vinihanno caratteristiche tipiche di grande interesse,“come mai – ha chiesto - anche per i bianchi, statepuntando su gradazioni decisamente superiori aquelle degli anni scorsi?” Le richieste deiconsumatori, il veloce mutare dei costumi, e deigusti, sono “variabili” delle quali si deveassolutamente tener conto, se si vuole restare, aprezzi remunerativi, sui mercati internazionali.Questo, forse, è un altro aspetto del “problemavino” che ha incuriosito la commissaria europea.Con 750 mila quintali di uve prodotte,con 26 mila ettari “accertati”, anche se questecifre non tengono conto dell’utilizzo delle uve“per le produzioni familiari”o delle vignettepersonali non “dichiarate”, la media produttivaè di circa 26 quintali ad ettaro, “troppo bassaper essere realmente remunerativa”.Se si vuole andare avanti, quindi, bisognamigliorare le produzioni, conservando le tipicitàed esaltando le qualità:, ma forse si deve metterea punto un sistema di commercializzazionepiù moderno, efficace, incisivo».Secondo la Boel, «servono, però, scelte politichediverse. Che senso ha permettere lo zucchero perarricchire certi mosti “troppo anemici” e nonprevedere l’irrigazione in terre “calde e siccitose”come le nostre? Forse, e questo nel corso dellavisita di Mariann Fischer Boel nella aziendaDeiana è saltato fuori, i governi, ma anche leistituzioni locali, devono proporre soluzioni,programmi realistici e condivisibili. Tenendo contoche le “scelte” devono andar bene per tutti gliagricoltori di tutti i paesi della Unione europea, senon si vogliono scatenare guerre e conflitti cherallenteranno, ulteriormente, il già difficile, troppolungo, processo di unificazione, che da qualchetempo ha perso vigore proprio per l’emergere dipreoccupanti particolarismi ed egoismi localistici.«Si comincia a vedere la fine del tunnel– ha detto, con una buona dose di ottimismo,la Fischer Boel –. Qualche prezzo, alla produzione,ricomincia a salire. I prodotti di eccellenza,il paesaggio rurale sardo, che ha un grande,ineguagliabile valore, sono dei grandi puntidi forza. Se sapremo imporre una politica agricolacomune, forte,robusta, ma flessibile,da questa grave crisi certamente ne usciremo».

Lia Serreli

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Attualità14 Novembre 2009

Costantino Nivola, nasce a Orani, il 5 luglio del1911. La sua è una famiglia povera. Il padre,Nicola, è muratore. La madre, Giovanna Mele,casalinga. Fin da bambino aiuta il genitore nellesue fatiche quotidiane. La frequentazionegiornaliera dei cantieri edili gli consentedi apprendere i primi rudimenti dell’anticaarte de sos mastros de muru. Un’esperienzache gli tornerà utilissima quando dovràprogettare le grandi opere scultoree.Nel 1926, il pittore Mario Delitala, anche lui diOrani, lo nota durante un suo soggiorno in paesementre, con una pietra, disegna su un muro lafigura di un animale. È questo l’incontro che avràun peso determinante nella vita e nella carrieraartistica di Titinu, come lo chiamano in paese.Delitala propone ai genitori di assumere il figliocome suo assistente di studio a Sassari.Il padre, Nicola Nivola, è restio. Soltantodopo le insistenze della moglie si decidea lasciar partire Titinu a Sassari.Accanto al maestro, Nivola impara a dipingere.Comincia ad usare pennelli e colori, seguendolo stile del grande pittore oranese.Delitala, che ha colto da subito lo straordinariotalento del ragazzo, lo riprende: “Tu non devidipingere come me, devi trovare un tuo mododi lavorare”. Lezione durissima: solo dopouna lunga riflessione, Costantino la metabolizza.Da quel momento smetterà di disegnare scenecampestri: pastori e contadini, pecore e messispariranno dalla sua produzione.Nel 1931, Titino torna ad Orani. Attraversa unperiodo difficile. Non è più muratore, vorrebbe

S plende il sole nella collina de Su Cantaru. Unabella giornata d’autunno, come quelle che

piacevano a Costantino Nivola nei suoi soggiornioranesi. Un dono della natura per un momentospeciale: a Orani si inaugura il parcodel Museo Nivola, un altro importante tassellodel progetto dedicato all’opera dell’artistascomparso ventun anni fa.Per l’occasione, è arrivata in Sardegna la figliaChiara. È lei a tagliare il nastro, insieme alsindaco Franco Pinna. Il nuovo spazio sorge afianco del museo, realizzato nell’antico lavatoio,che dal 1995 raccoglie le sculture di Nivola. “Miopadre non avrebbe mai immaginato che gliavrebbero dedicato qualcosa di così grandioso”dice Chiara, visibilmente commossa. “Atto dovuto

Orani dedica un parcoa Costantino NivolaAnche la figlia Chiara all’inaugurazione dell’opera sulla collina di Su Cantaru

– risponde il sindaco Franco Pinna –questa è una giornata cruciale per lanostra comunità e per la FondazioneNivola. Il Parco consentirà a tutticoloro che lo visiteranno diapprezzare ulteriormente l’operadell’artista e di godere di uno spaziounico nel suo genere”.Il progetto, realizzato dall’architettoSebastiano Gaias, si fonda su treelementi costitutivi: acqua, terrazze,aree verdi. All’interno domina lafonte, in marmo di Carrara, simbolodella Dea Madre, realizzata su unbozzetto di Nivola (Metamorfosidella madre dei boschi).Un’immagine poetica, la stessa cheil maestro, dalla sua casa di East

Hampton, aveva della sua terra lontana. Il parco,fuori dal contesto urbano, diventerà lo strumentoper un progetto ambizioso: portare ad Oranile opere degli artisti del ’900 che a Nivola sono,in qualche modo, legati.La memoria di Titinu è più viva che mai tra i suoicompaesani. “Saldiamo il debito con Nivola,afferma il sindaco. L’opera a lui dedicata èl’omaggio della comunità all’uomo e all’artista.Grazie a lui, Orani è conosciuta oggi in tutto ilMondo”. Un legame forte quello con il suo paesed’origine. “Senza le mie radici sarde forse nonsarei stato neppure un artista – sosteneva Nivola– In ogni uomo dotato di un minimo di sensibilitàc’è una componente chimica che lo lega al suoluogo di nascita”. Un forte senso di appartenenza,

sempre però inteso come apertura al Mondo. Lacultura etnica, per Nivola, non ha mai costituitoun elemento di chiusura, ma la base di partenzaper confrontarsi con le altre culture. L’esperienzaoranese ha svolto un ruolo determinante nelpercorso dell’artista, soprattutto nell’attività discultore.“Ho imparato molto dai muratori del miopaese”, amava ripetere Nivola. Un bagaglio diconoscenze elaborato e reso universale.La festa per l’inaugurazione del Parco è servitaanche a fare il punto sull’ultima tappa delprogetto in memoria di Costantino Nivola.Entro il 2010 – ha annunciato il sindaco FrancoPinna – sarà completato il terzo lotto. Previstesale espositive, una biblioteca, una caffetteria,un book shop. A realizzare l’opera (600 metriquadri di strutture, un milione e 350 milaeuro di investimento) sarà l’architettosardo-elvetico Gianfranco Crisci.“Sarà questa la consacrazione definitiva di Nivola– dice orgoglioso il primo cittadino di Orani –.Il museo diventerà uno dei centri culturalipiù importanti del Mediterraneo. Dentrole sculture, le opere grafiche e pittoriche, moltedelle quali messe a disposizione dalla famiglia.Un percorso a ritroso rispetto alla carrieradell’artista. Il progetto, iniziato nel 1995,è partito dalla scultura, ultimo approdo delmaestro. Nelle nuove strutture saranno ospitatii dipinti, le opere realizzate con la tecnicainnovativa del sand-casting, i progetti graficiche nei periodi più difficili della sua vita hannoconsentito a Nivola di tirare avanti”.A fine anno, intanto, per ricordare il 21°anniversario della sua scomparsa, sarà allestitaa Nuoro una mostra dedicata ai lavoridi Nivola nei grandi spazi. In esposizione,i bozzetti dei progetti per la realizzazionedelle piazze e dei pannelli murari.In primavera, infine, una mostra itinerantead Orani, in ricordo dell’estemporanarealizzata per le vie del paese nel 1958.Titinu est torradu a domo.

La straordinaria vita del grande scultore

diventare un artista, ma la strada è ancora lunga.A soccorrerlo arriva un’opportunità offerta daConsiglio dell’Economia di Nuoro: un concorso peruna borsa di studio che consentirà ai primiclassificati di frequentare l’Istituto Superiore per leIndustrie Artistiche di Monza (I.S.I.A.). CostantinoNivola partecipa e vince. Dalla Sardegna sitrasferisce nella Penisola: un “salto” che gli apriràle porte di un mondo nuovo e gli consentirà diconfrontarsi con esperienze e culture diverse.Nel 1934, conosce Ruth Guggenheim, ebreatedesca, anche lei studentessa dell’ISIA. Quattroanni dopo diventerà sua moglie. Nel 1935, Nivola sidiploma in Belle Arti. L’anno successivo realizzapannelli murali per la Triennale di Milano.Nel 1937, diventa direttore dell’ufficio grafico

della Olivetti. Cura la pubblicità aziendale.Allestisce gli spazi espositivi nella Galleria diMilano. Le vetrine diventano un’attrazione evengono seguite con grande interessedall’ambiente culturale milanese.Nel 1938, a causa delle persecuzioni antisemite, sirifugia a Parigi con la moglie e i suoceri. Nellacapitale francese lavora, per otto mesi, comedisegnatore free-lance. L’anno successivo, dopol’invasione nazista della Francia, parte per gliStati Uniti e approda a New York. In America,dopo un iniziale periodo di ristrettezze, entra incontatto con gli artisti di nuova generazione,conosce famosi architetti e fotografi. Nel 1940diventa direttore della rivista di architetturaInteriors and Industrial Design. Manterràl’incarico fino al 1946. È negli States che ottiene laconsacrazione come artista. Progetta ed esegueopere in tantissime città americane, inventa latecnica del sand-casting, la colata di cemento nellasabbia. Una produzione per la quale ottienericonoscimenti in tutto il Mondo. Le sue operevengono esposte in America, in Europa e in Italia.Negli Stati Uniti, insegna per diversi anni nelleuniversità di Harvard, Columbia e Berkeley.Nel 1958, torna a Orani per realizzarela tomba di famiglia. Nell’occasione allestisceuna mostra all’aperto delle sue opere.La risposta dei compaesani è entusiastica.Da quel momento i contatti con la Sardegna sifaranno sempre più frequenti. Nell’isola otterràdiversi importanti incarichi. Tra questi, il progettoper la piazza dedicata al poeta Sebastianno Sattaa Nuoro (1966) e la realizzazione di una seriedi sculture per la sede del nuovo ConsiglioRegionale (1985). Muore a Long Islandil 6 maggio del 1988, all’età di 77 anni.

di Pier Sandro Pillonca

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19CulturaILMESSAGGEROSARDO

U n’istrina aggradéssidameda, pro don Nenaldu

Iddau, s’imprenta de “Fiores deammentu”, sa regolta de versoschi s’editore Barore Ligios e sosamministradores de BiddanoaMonteleone an detzisu deimprentare a su peìderu e poetasalesianu biddanoesu chi istatin Valdocco, sa prima domofraigada dae santu JuanneBosco pius de 150 annosinnanti de oe.Pro li fagher festa sun andadosa l’agatare a domo sua susìndigu Bastianinu Monti,s’editore Ligios e su curadorede su volùmene Salvatore Tola.Cun issos unu pùbblicu desardos disterrados in Piemonte,jamados dae su presidente de sucìrculu “Sant’Efis” de Torinu(seschentos assotziados),Anghelu Loddo de Assèmini, chian iscultadu a primore sapresentada.“Fiores de ammentu” (imprentaSoter, 10 euros) in pius de 170pàgines de versos de diferentemedida e argumentu mustrat asa jara sa bona muta e susentimentu dìligu de cust’óminechi s’est cunsagradu a unamissione cando teniatvint’annos, a pustis de unapitzinnia colada trabagliende sa terra.Sa jamada de don Bosco l’aiat intesa ja candode annos nde teniat séighi ebbia, ma aiattratesu un’iscuta, finas a cando unu fadrepius mannu chi istaiat in Torino l’aiat faeddadude sos salesianos de inie, ispronéndelua lassare sa ’idda nadia.Sa regolta de poesia tratat paritzos temas. Sosargumentos de pius importu sun tres:s’ammentu de sos logos de sa nadia, sutrabagliu onestu de sa zente, su sentiducaridadosu e amigale pro sos pius disamparados.Ma su fundamentu de sas espressiones poéticasde don Nenaldu est sa fide in-d-unu mundude biadia consoladora, a pustis morte

Sos fiores de don IddauPresentada in Torinu sa regolta de versos de su poeta biddanoesu

ma finamentra in custa vida,pro sos èsseres terrenos chi an sighidusas camineras virtudosas.Una calidade rara de custu peìderu-poeta est insu séberu de sos assimizos e in su jogu naturalesubra su limbazu de sas metàforas. Proamus alu cumproare cun calchi assempru. Leamus sucomintzu de unu cuntemplu in “Bessinde afora”, inue su poeta s’ammajat de fronte as’ispetàculu de unu chelu isteddadu: “Cherzomirare ancora sas istellas / in custa notte ’enues acucada / cando sa luna nova est in satzella / e in chelu ateruna non bi nd’ada / chipodet apparire pius bella / faghinde lughe ins’oru de s’istrada / che unu lampione de sa via. /

De milli chi lughian in debbadas / non bind’at una chi siet sa mia / e chi mi potasnarrer: addachella / in-d-un’iscampu ’essidaa saludare / che una margarida primadia /fiorida in su campu sentza arare”.

O puramente abbaidamus sadelicadesa de s’ammentu de saparténtzia sua dae su logunadiu, in “Adiu e adiosu, sopartinde”, inue su poeta chircatde dare consolu a isse matessi,cuende in sa bellesa de sasperàulas sa tristura de su corosou chi s’acùltziat a sudisterru. “Àlinos chi leadu aziss’aviu / de sonare sas fozas a su’entu / chi da su mare nd”enitin s’addiju / cun-d-unu tonuantigu liju-liju / chi paret de sosséculos lamentu, / faghideancora un’acumpagnamentu /acordende su sonu cun su Riu /-Aes de unu tempus de istiu /passadas in cust”adde a bolulentu / cantende in sos chercosde ortiju, / firmàdebbos inogheunu momentu / chi bos isculteandende a su naviu / primu chia vista isgalet su montiju / dasas pruas de unu bastimentu/. –O abbas chi passende in supontiju / tirades a currentedogni ’utiu, / tratenidela s’undain movimentu / trazéndechelontanu, in su pendiu, /comente lande ’irde sena criu /su coro meu sicu ’e sentimentu./ -S’alenu de su marein su chimentu / ch’at betadu insas undas che fortiju / s’ùltimapinna ’e unu tilibriu / restadu

solu in s”adde ancora ’iu / repitinde a saspedras custu ammentu: Ponte ’e Caita e Àlinos,adiu”. Est unu ’isu ammajadu in cussuchi a su poeta ’iddanoesu paret su lamentude sos séculos e in pius s’ondra ermosade sos paragones simples.In su sonete “Ammenténdemi de te” lughet cheisteddu tardighinu sa figura de un”ajana,bighina de su tempus pitzinnu, morta innanti ’es’ora: “Tue, a s’imbesse, ses restada bella / chein su tempus de sa pitzinnia / cando ’estida agala ses bessia / cun sos fiores, faghindes’antzella: / sa pius bella de carrera mia, /comente una santa in sa cappella, / sa die de safesta de Maria. / Morta che una cara turturella /cando tenias pronta dogni cosa / a cumprimentu’e totu sos disizos. / Ogni cumpagna tuaest ja isposa, /bellas segnoras e mamas de fizos,/ ma tue ses restada in mesu ’e lizos / fioridade milli e una rosa”.In sa presentada de Torino, Salvatore Tola atinditadu in sos setenàrios de “Sa pastera” unade sas puntas pius artas de totacanta sa poesiade Nenaldu Iddau. Si podet dare chi Tola tenzatrejone, ca custa prenda de cantone est una desas bisiones se mezus sentidu in s’òbera de supoeta ’iddanoesu. Custos versos lean caminu daeuna pastera abbandonada in su balcone de unadomo abbandonada. “Torrada est primavera /cun colores de rosa / e cantos de puzone: / masola in su balcone / che màrmaru de losa /restada est sa / pastera / che in tempus asciutu,/ sentz’abba de moddina / ne fiocos de nie: / daecando una die / cussa janna vicina / serrada l’anpro lutu”. Est solu su comintzu de unu càntigudolorosu inue sa pastera est su sìmbulu deun’anneu chene remédiu, comente cheneremédiu resultat semper sa morte. Ma su poetaisolvet a moda sua custu bóidu invitende su’ighinadu a dare abba a sa pastera, a tales chisos fiores suos non morzan. Paulu Pillonca

In Torinu don NenalduIddau faghet su cunfessorein sa basìlica de MariaAusiliadora: pro chimbeoras, cada die, iscultatsos anneos de sa zentechi chircat abbrandua su dolu de sa vida.“Podet parrer unu sacrifìtziu– narat isse – ma si unulu faghet cun passioneresultat totu pius lébiu”.Su poeta iscriet in sas orasde iscuru ca su tempus de salughe est intregadu a samissione sua pius manna. De torrare a Biddanoadon Nenaldu Iddau diat tenner finas disizu, macomo inie non l’est restadu pius mancu unuparente, “chene contare chi sas ancas mias comosun pius débbiles e lenas e non risponden a

Nenaldu Iddau su cunfessoredovere a sos cumandosde sa voluntade”.Ma sa ’idda de sa nadia estsemper in coro sou pro sutempus chi b’est istadu,cando sos mannos suosl’an incaminadu in s’àndalade su bonu sentidu. SantuJuanne Bosco est “S’ùltimuamore”, comente naratsu tìtulu de un’àtera poesiade don Iddau: unusentimentu chi no estin cuntrastu perunu cun suprimu de sos amores suos.

Si diat ponner narrer, antis, chi sun duas istimaschi si cumpletan s’una cun s’àtera.“Fiores de ammentu” est una prenda digna deesser in sas domos de totu sos sardos: istrumentude arte e finas de imparos bonos.

Nelle foto: in alto, Frantziscu Albergoni e Barore Ligios in su salone de sos salesianos; sotto, donIddau con Bastianinu Monti e Salvatore Tola; a fianco, Anghelu Loddo, presidente de “Sant’Efis”

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Paesi di Sardegna20 Novembre 2009

C apitale e unico centro abitato di un piccoloregno di isole, La Maddalena non può vantare

una storia molto lunga: le ripetute incursioni deipirati nordafricani hanno impedito a lungo che sipotesse formare su questi litorali un nucleoduraturo di abitanti. La storia della città ha inizionella seconda metà del Settecento, quando la casaSavoia inviò le sue truppe, preoccupata per ilcontrabbando con la Francia e la crescentepresenza di pastori che venivano con le loro greggidalla vicina Corsica. Il piccolo abitato crebberapidamente come centro d’appoggio della RegiaMarina, impegnata a controllare le acquecircostanti: fu così respinto, nel 1793, il tentativo diinvasione da parte della Francia rivoluzionaria,capitanata da un ancora sconosciuto NapoleoneBonaparte. La Maddalena è cresciuta poi conquesto ruolo militare, che è stato confermatonell’ultimo dopoguerra con l’insediamentodella base per i sottomarini americani.Ora, dopo una lunga serie di polemiche e diproteste, la base è stata eliminata. Nell’immediatola cittadina, che conta circa 11.500 abitanti, ètutta animata per i preparativi della riunione delG8, in programma per l’estate dell’anno prossimo.In prospettiva si immagina che le possibilità che siaprono per il futuro si possano incentrare in unaripresa e rafforzamento della forte vocazione alturismo, favorita non solo dalle caratteristichedell’arcipelago e del mare che lo circonda, maanche da quelle della sua piccola capitale.A partire dal viaggio per raggiungerla,che può avvenire soltanto servendosi dei piccolitraghetti che partono da Palau, al centro di un

LA MADDALENA

Capitale e unico centro abitatodi un piccolo regno di isoleLa Maddalena non può vantare una storia molto lunga: le ripetute incursioni deipirati nordafricani hanno impedito la formazione di un nucleo duraturo di abitanti

altro tratto incantevole della costa sarda.A un primo colpo d’occhio la cittadina ricorda,nelle piazze che apre sul mare, i grandi spazi dialtri insediamenti coloniali. Un tono solenne vieneanche dalle costruzioni maggiori, soprattutto quellesorte per ospitare l’Ammiragliato e altri organismidella Marina. Solo in qualche stradetta interna sipossono riconoscere le piccole case dei pescatori,che espongono a volte una nassa, una rete messaad asciugare. La visita essenziale tocca la piazzaUmberto, o Comando, dominata appuntodall’Ammiragliato e da altre palazzine militari,ornate di poggioli in granito; nell’ampio spazioospita il monumento ad Anita Garibaldi e quello aGiovanni Battista Culiolo, il “Maggiore Leggero”,leggendario seguace del generale. Di qui la vista siapre sul mare, sino all’isola di Santo Stefano e, asinistra, Caprera. Il percorso nell’abitato segue via

Garibaldi e via XX Settembre, entrambe lastricatein granito e riservate esclusivamente ai pedoni. Visi affacciano belle costruzioni a più piani cheospitano al piano terra bar e negozi. S’incontra poila piazza Garibaldi, dove il Palazzo del Comuneconserva la bandiera di Domenico Millelire, checomandò nel 1793 l’azione contro i francesi, e lepalle di cannone sparate da Bonaparte.A breve distanza la chiesa parrocchialedi Santa Maria Maddalena; nell’attiguo Museosi possono vedere il crocifisso e i candelierid’argento donati dall’ammiraglio inglese Nelson,che incrociò a lungo in queste acque, convintoche La Maddalena avrebbe potuto costituireun’ottima base militare per il suo paese.Intorno alla parrocchiale si diramano le vie delcentro storico, lungo le quali è più facile coglieretra i passanti qualche battuta in isulanu, illinguaggio locale nato dall’incontro del galluresecon il dialetto della vicina Bonifacio.Riprendendo il percorso dal Comune si giungeinfine al porto di Cala Gavetta, che offre attraccosia alle imbarcazioni da pesca che a quelleda diporto. Vi si affaccia la piazza XXIII Febbraiocon una colonna in memoria di Garibaldi.Non è lontano da qui il punto in cui attraccano ibarconi che conducono i turisti a visitare le altreisole dell’arcipelago. Con l’automobile si puòinvece imboccare la strada panoramicache segue il litorale di questa isola maggiore,offrendo scorci su quelle minori, sulla Corsicae la Sardegna e, naturalmente, su calette,insenature, scogliere e magnifici tratti di mare.Lungo il percorso si incontra, a breve distanzadalla città, il Museo navale “Nino Lamboglia”,nel quale è esposta una nave romana,recuperata col suo carico presso l’isola di Spargi.Inevitabile poi, nel corso dell’escursione, ladeviazione per l’isola di Caprera – collegata con unistmo e un ponte – che oltre alle bellezze di un’isolamediterranea in mezzo al suo mare offre la fortesuggestione del compendio garibaldino, con latomba dell’eroe e soprattutto le abitazioni cheeresse con le sue mani e i campi che seppepazientemente coltivare, negli intervallitra le sue imprese e negli ultimi anni della vita.

Salvatore Tola

Posta a 90 metri sul livello del mare, 1723 abitanti (al 2004),Furtei, lindo paesello del Medio-Campidano, appartiene allaregione storica di Nuraminis. Il territorio comunale (26,12chilometri quadrati) disegna con i suoi confini una largastriscia di terra allungata da nord a sud: a nord haVillamar, a est Segariu e Guasila, a est Serrenti e a ovestSanluri. Il terreno, solcato dal riu Mannu che scorre anchenelle vicinanze dell’abitato e si getta nello stagno di Cagliari,è adatto alla coltivazione agricola. I collegamenticon il resto della Sardegna sono assicurati dalla statale197 che partendo dalla vicina arteria Cagliari-PortoTorres va verso Laconi e, seguendo poi la statale 547,verso Guasila. Non lontana dal paese anche la stazioneferroviaria di Samassi, nella tratta Cagliari-Oristano.Furtei ha origini medioevali. Appartenente al giudicato diCagliari, faceva parte della curatoria di Nuraminis. Dopo ladivisione del giudicato, avvenuta nel 1257, il paese entrò afar parte dei territori dei conti di Capraia che nel 1265 locedettero a Mariano II d’Arborea. Ma dopo non molti anni iCapraia costrinsero Mariano II a rinunciare al paese e alsuo territorio che, estintisi i Capraia, vennero inseriti nelGiudicato d’Arborea. Sarà poi il Comune di Pisa dal 1295ad amministrare paese e territorio. Dopo la conquistaaragonese entrarono a far parte del Regnum Sardiniae.Quando fu concesso in feudo a Rambaldo De Mur, dal qualenel 1331 passò a Raimondo Cardona, Furtei era un centroricco e popoloso. Nel 1337 fu comprato dai Torrent.Durante le guerre tra Arborea e Aragona il villaggio fu

FURTEI

Lindo paesello del Medio Campidanooccupato dalle truppe giudicali che lo devastarono.Dopo la battaglia di Sanluri rientrò nel RegnumSardiniae. Nel 1414, ormai spopolato e ridotto a unvistoso stato di desolazione, venne concesso dagliArborensi a Michele Sanjust che lo incorporò nel suofeudo di Villagreca. Nei secoli che seguirono, il paesee il suo territorio restarono in possesso dei Sanjust traalterne vicende legate soprattutto ai difficili rapportiburocratici, e non solo, tra feudatario e comunità.Nel 1821 Furtei venne annesso alla provincia di Cagliarie nel 1838 si riscattò dal vincolo feudale.Oggi il paese vive di agricoltura, specialmentefrutticoltura, e di pastorizia. Ma c’è da dire che da nonmolti anni si sta via via facendo sempre più interessantel’attività mineraria di estrazione dell’oro. Non mancanole difficoltà in questo nuovo settore che si presentaperò all’insegna del progresso e della speranza.Persa quasi del tutto l’attività artigianale della tessitura deitappeti, resta di questo nobile lavoro il ricordo di un impegnotutto al femminile che, oltre che manufatti artigianali,produceva molto spesso autentiche opere d’arte realizzate contelai domestici, usando lane pregiate e lini di buona qualità.Il patrimonio archeologico si basa soprattutto su unagrande quantità di nuraghi, anche se non mancano traccedi insediamenti romani e cartaginesi. I Puniciriutilizzarono nel VI secolo a.C. un nuraghe sulla collinadetta oggi di “Santu Brai” per costruirvi una fortezza econtrollare il territorio. Altri nuraghi interessanti sono,

fra gli altri, quelli di Ais, Bangiu e Sa Conca Manna.Il patrimonio artistico e culturale può essere garantito dallostesso assetto urbano disposto ad anfiteatro su una pendicedi collina, e dalle case in pietra tra le quali giardinetti fiorentie alberi fanno un tutt’uno con la simmetria della abitazioni.La chiesa romanica di San Narciso, costruita nel secolo XIII,svetta elegante nella sommità del paese. Chiesa parrocchialedel centro nel XVII secolo, conserva dell’impianto originariola facciata con un ampio portale lavorato e un campanile avela. La parrocchiale attuale, dedicata a Santa Barbara, è delsecolo XV. Ristrutturata nel XVIII secolo, ha al suo internouna Crocifissione cinquecentesca di Antioco Mainas, e unastatua con relativo catafalco della Dormitio Virginis delXVIII secolo. Non lontana dall’abitato c’è la chiesa di SanBiagio, l’antica parrocchia del villaggio di Nuraxi orascomparso, risalente all’XI secolo. Dopo la peste del 1654, isuperstiti di Nuraxi si rifugiarono a Furtei non senzamantenere acceso il culto di San Biagio. Ed è proprio in suoonore che si celebra, la terza domenica d’agosto, la festacomunitaria, con processione sontuosa dietro a un cocchiocon la statua del santo, forse più significativa del paese.Di più intensa suggestione è invece la festa di Santa Mariache si celebra l’8 settembre con grande afflusso di genteda tutta la Marmilla, per la durata di otto giorni. Vi siallestisce, fra tanti altri intrattenimenti, anche una piccolaSartiglia senza uso di cavalli: giovani, ma anche adulti diuna certa età, corrono a piedi e scagliano un’asta cercandodi infilzare una stella legata a un filo teso a mezz’aria.Vale la pena di andarci, a Furtei, per questa occasione.Tra le cento cose da ammirare, i bei visi dalle linee fenicie,incorniciati dal copricapo del costume, delle donneche danzano con la grazia ineguagliabile di passiripetuti da millenni. Franco Fresi

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21Parliamo della SardegnaILMESSAGGEROSARDO

a cura di Manlio Brigaglia

T otoni Pinna è un gran fabulatore con l’umiltàdel narratore. È sua premura chiedere

all’uditorio se per caso non stia mettendo a duraprova la loro pazienza. “Sighi, sighi, Totò”. Siparla di molti personaggi a tavola, dopo lacerimonia di premiazione della seconda edizione“Poetas in Orane” (organizzazione impareggiabiledell’associazione Archè e folla partecipe) e dove lostesso Totoni ha interpretato, senza ricorso adalcun foglietto, la sua composizione: Conticheddosdae unu muriscargiu, sugli effetti del mangiaretroppi o pochi fichi d’India, su come far passare,per certe suocere, la buccia per il frutto.Totoni Pinna, classe 1934, minatore, comunistaal tempo che questo significava una continuaguerra fredda, veste un completo di vellutinoverde-scuro, guadagnato, dice, in un’esibizionepoetica pubblica di tenores. E altro, tanto altro.La memoria è infinibile a tal proposito. Totoni,provocato e imbeccato con teatrata complicità daCarmela Brundu, sua vicina di casa e perenneavversaria (un gioco alla Peppone-don Camillo),nipote di don Barboni, storico parroco di Orani,rievoca tempi che i palchi dei poeti (anche igrandi: Piras, Tucconi, Sassu) cadevano giù:nell’immediato secondo Dopoguerra non c’eramolto materiale per erigerli e puntellarli.Entrano nella congerie del discorso lapsusfamosi, dispute accanite su temi scottanti dipolitica e fede, irrocadores che inanellavanobestemmie e maledizioni in perfetti endecasillabia rima baciata, oranesi e forestieri.Ogni tanto interviene signor Borrotzu, coetaneo diTotoni, cugino del grande partigiano Piero, a diredi stare attenti: che il raccontatore è capace di farebere tutto, che è un grande incantatore. Ma nonc’è verso. L’uditorio è davvero incantato daTotoni, fronte ampia, grandi occhi chiari, riso

Memoria felice di Marianna Bussalai:moto ondulatorio e moto sussultorioLa figura della sardista e antifascista di Orani nei racconti di Totoni Pinnadopo la cerimonia di premiazione del concorso “Poetas in Orane”

insieme studiato e sincero, voce forte che riesce asovrastare tutte le altre nel brusio delle saledell’agriturismo, duecento persone che parlano,un’alternanza di toni alti e bassi in sereno climaconviviale. (Il menù è classico: pane, vino e acqua,antipasti di terra, malloreddos con ragù di carne,pecora in cappotto, cinghiale in umido, formaggio,frutta e a chiusura caffè e liquori).Un personaggio ricorrente del raccontosenza soluzione di continuità, grazie anchea Carmela Brundu, è Marianna Bussalai,sardista e antifascista oranese, donna forte ecoraggiosa, una di cui si potrebbe dire, fossepossibile transizione dal femminile al maschile,“hombre vertical”, con la schiena dritta (di lei sipuò leggere anche in internet e capire pure ilprezioso lavoro di archivio fatto da CarmelaBrundu). Totoni e Carmela fanno a garaa chi ne sa di più fino al colpo di teatroche sta al centro di tutta la narrazione.Teatro con movimento cinematografico.Il padre di Totoni era pastore e un giorno dirientro al paese fu attratto e scosso da unavisione: pietre che rotolavano dalla collinadirimpetto, grossi massi che per poco nontravolgevano la baracca che a lui serviva daabitazione e rifugio. Era un fenomeno strano, maivisto prima, molto simile al terremoto, insommauna cosa irreale. Fosse stato possibile c’era dafarne subito cronaca ma il padre di Totoni chepure sapeva leggere e scrivere non era mai andatoa nessuna scuola. La cosa però non si potevatacere. Tornato a casa, ancora scosso ed eccitato,l’uomo ne parlò con la moglie. Ma anche la madredi Totoni era una semplice donna del popolo. Cheaiuto poteva dargli? Meno male che c’eraMarianna Bussalai che alla gente del vicinatofaceva pure da maestra, in d’una corte, nello

spirito di quella scuola impropria di cui parlaspesso Michelangelo Pira. Casa segnata da eventiquella di Marianna Bussalai: una volta ci nascosepure Emilio Lussu perseguito da sgherri fascisti.Ma adesso c’era da pensare al terremotovisionato dal padre di Totoni. Sentito delle pietrerotolanti, Marianna spiegò all’uditorio tuttointorno le varie differenze dei moti tellurici. Poirivolgendosi in specifico al padre di Totoni –babbu è la parola ricorrente – “vedi”,gli disse, “quando la terra trema e le pietre siricompongono in superficie piana – e qui Totoniunisce le mani aperte – il moto è sussultorio.Quando invece la superficie rimane affossatae frastagliata – Totoni abbassa e sollevale mani – allora il moto è ondulatorio”.Non c’era male in quanto a spiegazione.“Sussultorio” e “ondulatorio”risuonavano comeparole solenni e difficili nei sentidos dell’uomo.Quasi quasi lo aiutavano a capire il fenomeno delterremoto. Con questo dentro rientrò allacampagna e quando fu nei pressi della baraccache rischiò di essere travolta dalle pietrerotolanti incontrò un vicino di pascolo.Non si poté trattenere dal raccontargli la visionee le emozioni, con il vicino a dirgli a un certopunto che anche lui sapeva tutto e che pureaveva sentito rumore e fragore. Ma come?Non c’erano né meraviglia né terrore nellafaccia, negli occhi e nel corpo del vicino.Anzi fu lui a dare spiegazione al padredi Totoni che ancora pensava al motosussultorio e a quello ondulatorio cosìben spiegato da Marianna Bussalai.“Ma ite terremoto” diceva il vicino.“È stata la leva di Sarule a far rotolare le pietre.”A quel tempo Orani era sede di pretura e anchemandamento per la visita di leva dei giovani delcircondario. Come dappertutto anche ad Orani icoscritti svolgevano i loro riti e miti ed è chiaroche tra paesi limitrofi uno non doveva sottostareall’altro. Così i giovani di Sarule pensarono benenel rientrare a casa che un segno del loropassaggio dovevano pure lasciarlo. Da lì la provadi ardimento e chi sa se qualcuno dei baldie forzuti montanari, rotolatori di pietre,sapeva di cosa vuol dire moto ondulatorioe moto sussultorio. Natalino Piras

Cosa accade quando una disegnatrice scientifica,piena di curiosità e di talento, decide dirappresentare un popolo? Nel caso della cagliaritanaAngela Demontis il popolo era quello dei 300bronzetti nuragici e il risultato dellarappresentazione artistica è stato eccellente.Appassionata di storia e di arte antica, ladisegnatrice da alcuni anni effettua ricercheiconografiche in campo storico-archeologico e nel2005, per l’editore Condaghes, ha pubblicato “Ilpopolo di bronzo”. Un libro di grande formato chedescrive minuziosamente 100 bronzetti e altrettantepossibili rappresentazioni di vita quotidiana dell’eranuragica. “Il popolo di bronzo”, dopo numerosepresentazioni in Sardegna, è approdato al SardischeKulturzentrum Berlin, poi alla Bibliotecadell’Università di Heidelberg e di Cambridge e allaColumbia University di New York.Angela Demontis spiega che l’idea di disegnarebronzetti nasce principalmente dalla sua curiosità:“quella curiosità tipica dei bambini che voglionocapire le cose. La stessa che, se sei fortunato, tiaccompagna anche da adulto. Quando ero bambina eguardavo i bronzetti nuragici esposti al Museo diCagliari già notavo le loro differenze, erano cosìstrani, alcuni con vestiti molto eleganti e altri

Il Popolo di bronzo nei disegni di Angela DemontisLa disegnatrice scientifica da anni fa ricerche storico-archeologiche

armati fino ai denti.Erano favolosi e con lafantasia tipica deibambini me liimmaginavo come unaintera popolazionetrasformata in bronzoda un incantesimo. Dagrande, poi, ho volutostudiare nel dettaglio illoro abbigliamentoperché ero ancoracuriosa, nessunol’aveva mai fatto primacon dei disegni

esplicativi dettagliati come ho fatto io. Il mio è ilpunto di vista di un’artista che vede il mondonuragico con occhi diversi dal solito, volevo farnotare al pubblico quello che vedevo da sempre contutti i particolari. Un “Popolo di bronzo”.Angela Demontis considera i bronzetti autentici“scatti fotografici” dell’epoca. E osservando questemeravigliose “fotografie di bronzo” (sparse per imusei di mezzo mondo) si può avere qualchesorpresa: “ho avuto modo di notare anche cose cheprima erano passate inosservate: alcuni oggetti,

come armi e attrezzi, e modelli di abiti scolpiti suibronzetti venivano usati anche da altre popolazioni.Un esempio sono le strane mazze angolate di alcuniguerrieri nuragici che somigliano ai bastoni dalancio egizi. Oppure lo strano cappello ad apicelungo della Sciamana di Teti che sembra quelloancora oggi indossato dalle donne dello Yemen”.Sfogliando il libro si scoprono bronzetti-guerrieriabbigliati alla maniera celtica: i capelli raccolti intrecce, le sovrapposte, i giubbotti-corazza con lemaniche, l’elmo con le corna e le spadine da lanciocon elsa a X infisse nello scudo tondo.Ora l’artista sta lavorando alla realizzazione, perconto della Provincia di Cagliari, di 10 personagginuragici completi di armi, abiti e attrezzi. I primitre (Capotribù e Guerriero di Uta, Sciamana diTeti) sono stati esposti a Mandas nel settembre2008 in occasione del Premio Lawrence, per lamostra dal titolo “Come vestivano i Nuragici”.Angela Demontis si è occupata personalmentedella realizzazione di tutti i modelli da riprodurre,degli abiti in lana e lino, tutti cuciti a mano, dellecorazze e oggetti in cuoio e rame, delleillustrazioni. Un lavoro faticoso ma ricco disoddisfazioni: “L’emozione è stata tanta quandoho vestito finalmente il primo manichino,quando ho visto il primo guerriero completo dicorazza e elmo mi sono scese le lacrime. Speroche questa mostra trasmetta al pubblico le stesseforti emozioni che hanno accompagnato medurante tutto il lavoro”. Andrea Mameli

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Parlando in Poesia22 Novembre 2009

a cura di Salvatore Tola

Zio Pietrino di SuniP ietrino Canu è amico ormai da molto

tempo di questa pagina. Una suaprima poesia comparve nel numero diaprile-maggio 1990, con altre tuttededicate alla Pasqua: in due ottaverievocava il momento culminantedell’ultima cena, quando Cristo chieseconto all’apostolo Giuda del suotradimento: «Li nesit Cristos: “Proite mias bendidu / già chi mi so cun teguscunfidadu, / e tot’in d’una m’as sas palasgiradu / pro esser cun attere unidu...”».In seguito la sua collaborazione è statacostante: scrive molti testi e li spedisce agruppi, accompagnandoli con brevimessaggi, nei quali si avverte lo spirito diun uomo cordiale, che sa guardare conbonomia ai fatti della vita.Di recente gli abbiamo scritto per saperequalcosa di più, e poterne dare qui unpiccolo ritratto, come uomo e come poeta,e ha risposto immediatamente. Nato aSuni – nella Planargia, tra Bosa eMacomer – nel 1926, fu avviato benpresto al lavoro: lasciò la scuola quandoera in terza elementare per occuparsi delgregge di famiglia. Ricorda in particolaregli inverni del 1941 e del 1942 –era poco più di un bambino – chetrascorse con centocinquanta pecorenella solitudine dell’isola di Maldiventre,al largo della costa oristanese.Nel 1956, mentre raggiungeva itrent’anni, emigrò in Francia, dove ha

lavorato e cresciuto la famiglia. Oggi,dopo aver ampiamente superato gliottanta e aver festeggiato i cinquant’annidi matrimonio, vive circondato dallafamiglia, costituita dalla moglie, due figliesposate e tre nipoti: «Tutti mi amano –scrive – come io amo loro».La sua vita è caratterizzata dallapassione per la poesia: sin da piccolofrequentava i palchi delle gare e haavuto occasione di ascoltare numerosiimprovvisatori, dai fratelli Piredda aSale e Seu, da Giuanninu Fadda a Piras,Sotgiu, Barore Sassu e Ninniri. Altriautori importanti del passato li haconosciuti attraverso la lettura: SaCantone de Flora di Beltulu ’e Serra, Samundana Cummedia di SalvatorePoddighe, Sa Gerusalemme vittoriosa diMelchiorre Dore, ecc..Come autore usa con naturalezzail sardo, che è la sua madrelingua,e concepisce unicamente il verso rimato:«La poesia deve essere in rima,se non c’è rima non ha sostanzae non dà piacere ad ascoltarla».Riportiamo oggi due suoi brevi versi, daiquali affiora immediata la natura del suocarattere: quello di un uomo che dalla vitaha imparato ad apprezzare valoriimportanti come la famiglia, la salute; checonserva immutato l’attaccamento allaterra d’origine; e che continua ad avereper la poesia il suo maggior interesse.

PoetendeMi ponzo a iscrier poesiatantu po che passare su manzanu,pensende sempre a sa terra miamancari chi de issa so lontanu.Su pregare est ch’adduro sanu,in sa salude bunda’ s’allegria;non fatto contu de sa lontanantzaca isto bene gratzi’a sa Franza.

Deo soe unu poetedduamantiosu a sa poesia,leggia cantones da piseddude Poddighe, Morette e Caria,de Padre Luca giamadu Cubeddu,de Frora, de Nella e cumpagnia,Su testamentu de Peppinu Mereu,in cussu tempus fudi tempus feu. Pietrino Canu

In consigna“Messaggeru” ti dao in consigna,su chi naro ti lu naro dae coro,mi saludas Pianarza e Logudoro,interamente tottu sa Sardigna,ca de la saludare nd’est digna.So sardu mi ’anto mi nde onoro,comente deris so finas a oesardu fui e sempre sardu soe.

Saludo a sos mios paesanosmagari chi de me pagu s’ammentana,penso ca los saludo si cuntentanae in salude ch’adduren sanos;non lis poto toccare sas manos,non creo chi pro cussu si lamentana;cun custa poesia che la fino,bos penso e da coro bos istimo. Pietrino Canu

A s’umbra de su limoneA s’umbra de su limone in s’ortichedduogni tantu mi sedo a riposareca non potto che a prima trabagliare,in vanu est programmare unu casteddu.

Sas fortzas de cand’ippo zovaneddusu tempus fattas mi las at mancare,sos acciaccos ancor’aumentarema galu funtzionat su cherveddu.

Un’hobby s’orticheddu e’ sempr’istadu:coltivadu in continuatzionemi dat frutta e verdura saporida.

In domo puru mi so adatadua ogni tipu ’e manutentzionefattende a sos ostacolos isfida. Angelino Lande

Su profumu de sa terra miaSu profumu de sa terra mia:celu asulu, bentu forti.A su regordu tuuuna lagrima surcat sa faccie su bentu no dd’asciuttat.Cument’e s’arranda, birdis,tremint is follasmentris is nuisavolotant s’orizontispainendi su profumu tuu,terra mia.Sulat su bentemari,atobiant is aterus bentuse impari prus mi trumentantis pensamentus.Sceti tui podis abrandaiis penas mias, terra amada,donendi corpus e luxia is bisus chi mi prenintis nottis. Efisio Ledda

Chimbant’annosA tiu Angelinu Brundu

Già chimbant’annos che ses emigraduin sa lontana terra de Argentina,in cussu logu ti ses cojuaduca as apidu una bona femina,sempre amorosa istada ti est vicinadai sa die chi ti at isposadu,dividende penas e disizos,accudende cun amore chimbe fizos.

De seguru già ti ses ambientaduma sos ammentos sun sempre presente’,sa nostalgia ti enidi a sa mentepensende a su chi inoghe as lassadu,frades, amigos as abbandonadupro partire a su lontanu continente,as aer sempre su disizu de che torrarepro poder a frades tuos abbratzare. Giommaria Liperi

Sa ’etzesaLampu cantu est brutta sa ’etzesachi mancu ’enit gana de imbetzare,però es menzus mancu a bi pensare,intantu pessat issa a sa surpresa.

Cando sa morte su contu e sa resafaghet cun sa ’etzesa, ambas impare,issa su contu lu faghet torraresentza ponner sas cartas in sa mesa.

Cand’a sa fine t’at fattu su contuPemissu ne iscusa ti dimandatca tenet pro natura su dirittu.

Ti narat: «Como est s’ora, istadi prontuca ti che ponzo in d’unu logu frittu»;poi tzirat de palas e ci ch’andat. Attilio Boccoli

Duos amoresOzastrinu non so pro sa nadia,ca sa patria mia est Logudoro,Bonorva cara, chi amo e adoro,m’at dadu naschimentu e pitzinnia.

Ma sa segunda patria de su coroest s’ozastrina terra, chi ’ido mia,che vivo cun amore e armoniae de li esser che fizu mi nde onoro.

A bidda mia bi torro onzi tantuca nde sento de l’idere disizu,ed est cussa sa mia raighina,

ma poi, passadu cussu incantu,già mi reclamada che sintzeru fizusa segunda patria ozastrina. Mario Muroni

Scusami caraterra sedilesaAndadu mi che so pro non torrareSedilo cara sa terra nadia,como sento sa forte nostalgia,disizo meda de poder torrare.

Sa chi non poto mai ismentigareinie est nada e morta mama mia,ca su bene chi tantu mi cheria’non poto cuss’idea cantzellare.

Sos carignos maternos de amore,sa sola cura, sa delicadesa,attenta cun amore, affettuosa.

Si canto t’iscrio cun su dolore,scusami cara terra sedilesaca ses pro me sa pius viva cosa!Costantino Marceddu

Cando lassesi sa ’idda miaCapidanni de su chimbantatres

Teraccu attivu fin’a s’ultim’ora,cand’a capidanni pro Santa Marialassesi s’istimada bidda miapro mi chilcare atera dimora.In me cuss’isperantzia incantadorade incontrare menzus sonniaia,cun progettos de pura fantasiadon’e sa mente umana sonniadora.Oe mi cunsidero fortunadupro cantu andadu bene de salude,in cant’est sempr’istad’a manu tesa.Immaginaria s’ambida ricchesa,inafferrabile che rara virtude,ma so cuntentu de aer sonniadu. Angelo Trudu

S’emigratzione antigamenteS’emigratzione antigamentean comintzadu sos nostrs antenadosca fin in Sardigna disoccupadostantissima nostra povera zente.Sos primos emigrados fin andadosa su nostru italicu continente,e poi si sun ancor’allontanadosdae s’oriente a s’Occidente.E navighende a prua e a poppafin aprtidos dae sa nostra marinalassende sa carta terra sardignana.Tantos son partidos pro s’Europae ateros pro s’America Latinae ancora pro sa terr’australiana.E de Sardigna tottu a intundubi tenimus sardos in tottu su mundu. Berteddu Craba

A Esterzili sa ’idda miaBidda mia in poberos faeddosmi sento ancora de ti cantare,sos adultos comente sos piseddoss’isbaglio m’azis a iscusare.Ispero apedas ardore e virtude,sa chi totus disizamus in sa vida,sias de sa fortuna favorida,tottus a chent’annos de salude.So fieru de esser fizu tou,Esterzili sa vida mi as dadu,po chi che prima non so pius nousias sempre de me ringratziadu.So iscrittu in s’albu ’e sa ’etzesaca in viggiu so ’e sos ottantadusu,si non ti potto mandare de piususcusami cun sa tua getilesa,retzi un’abbratzu ’e Pascale Corriaso Esterzili semper fortza paris sias. Pasquale Corrias

In dogni partemunduTrattande de sos sardos emigradoschi sa Sardigna an devidu lassarecherende onestamente tribagliarein dogni partemundu sun andados.A diversas cultura adattadospro poder in sa vida mezzorare,pro poder tra issos incontrarein circulos si sun organizados.Ecco mama Sardigna su chi at fattu,at riflettidu cun sensu sintzeruca non los cheret mai ismentigare.S’est chessia a sos fizos collegaretramite cun su “Sardu Messaggeru”pro mantenner cun issos su contattu.Sos fizos sardos fora de Sardignaringratzian sa mama cara e digna. Salvatore Demurtas

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23Dall’ItaliaILMESSAGGEROSARDO

N ell’ambito delle iniziative per promuoverel’immagine della Sardegna in provincia di

Bergamo nel mese di ottobre è stato presentato aLeffe il libro “La bambina e la miniera” (Ed.Arkadia 2009) di Fabrizio Fenu. L’iniziativa dipresentare a Leffe il libro di Fenu è nata dallacollaborazione tra l’autore e alcune insegnanti diStoria e Italiano dell’Istituto Comprensivo diLeffe. Il libro, infatti, è un racconto illustrato ele raffigurazioni sono state realizzate dai ragazzidelle classi 1 A, 1 B e 1 C (Anno Scolastico 2008-2009) dell’Istituto a seguito di un progettodidattico nato dalla riscoperta della tradizionemineraria di Leffe e della provincia di Bergamoin generale. Anche in quell’area, infatti,proprio come nel Sulcis, era stata intrapresa

BERGAMO

Presentato a Leffe il libro“La bambina e la miniera”Una storia ambientata nelle miniere del Sulcis illustrata dagli allievi dell’IstitutoComprensivo della cittadina bergamasca

l’attività di estrazione della lignite.Il libro “La bambina e la miniera” nasce propriodall’esigenza di contestualizzare storicamente lanascita di una città, Carbonia, e l’iniziodell’attività estrattiva nella miniera di carbonepiù importante d’Italia ad essa collegata,la Grande Miniera di Serbariu.“Dalla mia esperienza professionale, poiché faccioparte dello staff del Museo del Carbone diCarbonia e mi occupo dei Servizi Educativi e delleattività didattiche con le scuole – ha spiegato Fenu– ho capito che non si può parlare di “politicaautarchica”, di “sanzioni economiche”e di “regimi totalitari” in maniera direttacon i ragazzi della scuola primaria e secondariadi primo grado, dato che nel loro programmadidattico la Storia Contemporanea non vieneanalizzata se non marginalmente”.“Questo libro non ha, ovviamente, la pretesadi sostituirsi ai libri di testo, ma vuole essere –sottolinea l’autore – un compendiocomplementare, indirizzato ai più piccoli, cheracconta in maniera semplice, comprensibile eapprezzabile dai ragazzi, la storia comune alletante persone arrivate nel Sulcis alla fine degliAnni Trenta. Le diverse vicende presenti nelracconto si intersecano vicendevolmenteattraverso il personaggio della protagonista,Agnese, e, sebbene in gran parte fruttodella mia immaginazione, possono esserea ragione considerate la storia di molti

dei primi abitanti della città di Carbonia”.La storia di Agnese, una bimba arrivata con lapropria famiglia nella nuova città di Carbonia nel1940, è la storia di molte famiglie del Sulcis, manon solo, ed è stata scritta per spiegare ai ragazzi (ma anche agli adulti) le difficoltà legateall’emigrazione dalla propria terra di origine, alriuscire ad ambientarsi in una città diversa dallapropria, al lavoro in sottosuolo. Ma raccontaanche della solidarietà nata all’ombra dellaminiera tra famiglie di cultura diversa,dell’amicizia e anche dell’amore!Le illustrazioni che accompagnano il raccontodiventano doppiamente importanti: rappresentanouno studio approfondito del testo, analizzatoe suddiviso in sequenze, e lo arricchisconoin modo particolare perché i disegni non sonoaltro che la perfetta traduzione in immagini di ciòche Fenu ha voluto raccontare servendomi delleparole. Dopo aver presentato ufficialmente il libroper la prima volta al pubblico a Carboniail 26 giugno scorso nella sala conferenzedel Museo del Carbone, Fenu ha voluto incontrarei miei piccoli “collaboratori” e presentare“La bambina e la miniera” anche a Leffe.All’evento, che si è svolto nella sala consiliare delComune, hanno partecipato, oltre ai ragazzidell’Istituto Comprensivo e alle loro insegnanti, irappresentanti dell’Amministrazione comunaleche, insieme al Centro Italiano della Cultura delCarbone di Carbonia, ha patrocinato il progetto.L’esperienza è stata indimenticabile – hasottolineato Fenu – è ha dato vita ad una nuovacollaborazione con gli stessi ragazzi, che prevedela realizzazione delle illustrazioni del prossimoracconto che vedrà la pubblicazioneentro la prima metà del 2010 e sarà,per certi versi, completamento del primo.Il libro “La bambina e la miniera”, come abbiamogià detto, sarà edito da Arkadia, una giovane casaeditrice di Cagliari che si propone di portareavanti diverse collane e generi che spaziano dallanarrativa alla saggistica, dalla turistica ai libriper bambini, dal volume fotografico alla poesia.

Domenica 1° novembre si è svolto a Magenta il convegnosu “Cagliari sotterranea” nella Casa Giacobbe,prestigiosa sede storica che ospita le più importantiiniziative culturali della città. L’iniziativa, è stataorganizzata dal circolo “Grazia Deledda” nell’ambitodelle normali attività culturali istituzionali, incollaborazione con i circoli di Parabiago e Bareggio.Ha aperto i lavori il presidente Antonello Argiolas,dando il benvenuto ai presenti: rappresentantiistituzionali locali, Pro Loco e i circoli di Parabiago,Vigevano, Cinisello Balsamo e Bareggio,e alle numerose persone intervenute.Irene Saba, coordinatrice del gruppo culturale del circolo,ha presentato i relatori: Marcello Polastri, giornalista,conduttore di trasmissioni televisive, fondatore epresidente del Gruppo Speleologico Cavità Cagliaritane,nonché autore di vari libri; Angelo Pili, giornalistapubblicista che con Marcello Polastri ha dato alle stampeil libro “Tuvixeddu Vive”, storia della necropoli feniciopunica e romana di Cagliari, nel quartiereSant’Avendrace; e Alessio Scalas, socio fondatoredell’Associazione “Contus antigus” di Cagliari,che studia le leggende e i misteri di Sardegna.È Web master del sito Contus Antigus che catalogae raccoglie, divulgando all’ampio pubblicodella rete internet, immagini, video, documentisu aspetti noti e non della Sardegna.I relatori si sono cimentati in una brillante esposizione

MAGENTA

Convegno sui misteri di “Cagliari sotterranea”Manifestazione organizzata dal circolo “Grazia Deledda” in collaborazione con i circolidi Parabiago e Bareggio

storico-antropologica, archeologica e quindi culturale,del Castello sotterraneo, sul Capoluogo della Sardegna,Cagliari appunto, vista da un punto di osservazionedifferente, e atipico: dalla Città di Sotto,illustrando quindi Cagliari sotterranea.Perché il capoluogo sardo, ha detto Marcello Polastri,identificato storicamente con il termine di “Castedd’éSusu” (Castello di Sopra) possiede una dimensionecapovolta e parallela alla città del sole. Una faccianascosta quindi, segreta, perché fisicamente celata sotto inostri piedi, sotto le strade che percorriamo abitualmentedove riposano specchi d’acqua (laghi e fiumiciattoli),cave, cunicoli, gallerie, rifugi, chiese rupestri, vie di fuga,

passaggi segreti e cannoniere medievali.Polastri, co-fondatore del medesimo gruppo di studio nel1993, ha dichiarato di essere stato attratto dalle cavernesotterranee fin da piccolo, quando in compagnia di uncoetaneo passeggiava (all’età di 12 anni) nella collinacalcarea di Tuvixeddu, dove sono presenti migliaia ditombe che compongono la necropoli fenicio-punicapiù grande d’Europa e, forse, del Mondo.L’incontro è stato caratterizzato da proiezione diimmagini inedite, a cura di Marcello Polastri, durantel’illustrazione dei dualismi tra la Città del sole e la suagemella sotterranea, analizzata attraverso i sotterraneidei quartieri Castello, Stampace, Marina, Villanova e iloro colli, situati tra le aree umide e le lagune.Cagliari, ha dichiarato Polastri, possiede una cittàsotterranea fatta di vie d’acqua e innumerevoli tesorisepolti. L’esposizione storica ha svelato dati su chi e sulperché gli uomini hanno scavato questi ambienti emonumenti modellati nella roccia collinare.Dagli studi è emersa anche una città con problemidi svuotamenti e crolli, più volte denunciati daglispeleologi del G.C.C. e in qualche sito pericolosi per gliabitanti. Ammirazione e stupore hanno suscitatole suggestive immagini degli speleologi che si calanonei cunicoli anche strettissimi con tanto coraggio epassione per questo territorio.Attorno alla storia di questa Cagliari misteriosa, ruotanoaltresì le più belle e suggestive leggende legate ai cunicolisotterranei che Alessio Scalas ha saputo raccontareattirando l’attenzione di tutti i presenti in sala.E per finire Angelo Pili, alias “su Professori”,ha intrattenuto il pubblico con aneddoti su Cagliarie dintorni... riportando alla memoria fatti e detti antichiche hanno destato curiosità nei sardi e non.A fine serata è stato offerto un rinfrescoa base di prodotti sardi.

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Dall’Italia24 Novembre 2009

L’ultimo libro di Michela Murgia,“Accabadora”, è stato presentato venerdì

16 ottobre, nelle sale del Circolo Culturale Sardo“Su Nuraghe di Biella”, da Piero Pinna.Dopo il breve saluto di Battista Saiu, presidentedell’Associazione dei Sardi di Biella, Biagio Picciau,Direttore della Biblioteca di Su Nuraghe, ha lettoalcuni brani tratti da “Accabadora” e alcuni passitratti dalle ultime pagine del romanzo.Come in antiche veglie, è stato un incontro infamiglia, in un certo senso intimo, secondo usanzee modelli universali che rimandano al tepore dellestalle del Piemonte contadino o al fresco delle serenella Sardegna assolata, seduti sull’uscio di casa,riuniti ad ascoltare e meditare.Contos de foghile, “racconti del focolare”postmoderni, potremmo dire, per cercaredi ricomporre l’infranto di una societàindividualista che sempre più difficilmentemette in relazione persone. Anche il primo freddo di stagione, attenuatodal soffio dei caloriferi appena avviati, ha favorito– ricreandolo – l’ambiente raccolto e sereno di amicizia solidale che caratterizzaquest’angolo di Sardegna.Magistralmente, Piero Pinna ha presentatol’opera di Michela Murgia – ha scritto BattistaSaiu – catturando l’attenzione del pubblico pertutto il tempo della sua esposizione. Ha parlato difillus de anima, figli dati in adozione, comparandol’opera delle giovane scrittrice sarda con “La

BIELLA

Presentato al circolo Su Nuragheil libro Accabadora di Michela MurgiaNella relazione di Piero Pinna sottolineata la figura di “ultima madre”: levatricevestita di bianco per aiutare a nascere e di nero nel momento del trapasso

chimera” di SebastianoVassalli (Einaudi 1990),mettendo in lucel’universalità di modellitradizionali nell’allevare gliorfani, così come nel portarea termine le fasi finalidell’esistenza umana.Relativamente alle personesenza genitori, alcuni accennihanno riguardato l’anticaruota degli esposti di Biella equella nuova istituita appenadue anni fa presso l’ospedalecittadino; quest’ultima ha già

raccolto quattro neonati abbandonati.Le adozioni di oggi troncano i legami con igenitori mentre, in passato, “is fillus de anima”tenevano vivi i rapporti con la famiglia di origine.Un solo personaggio per accompagnare i momentidi accesso e di uscita dalla vita: “s’accabadora”,l’ultima madre, levatrice vestita di biancoper aiutare a nascere e di nero nel momentodel trapasso.Tra il pubblico, erano presenti alcuni facilitatoriper l’elaborazione del lutto che operano pressoil Fondo “Edo Tempia”, il centroper la prevenzione dei tumori di Biella,interessati ai saperi della tradizione.Numerosi gli interventi; alcuni per confermareaffermazioni presenti nel libro della Murgia;altri per fornire interessanti contributi diesperienze e di racconti tramandati oralmente;eccezionale il rimando testimoniale a uno degliattrezzi di s’accabadora: il mazzuolo di olivastrodel peso di circa cinque chilogrammi.Nei casi difficili, infatti, si procedeva con lafumigazione per indurre lo stato di incoscienza,sia che si usasse il pesante mazzuolo, sia che lafine venisse decretata da un soffice cuscino.La serata si è conclusa con su cumbidu,il rinfresco con anicini di finocchio selvaticopreparati dai soci e vino rosato di Sardegna.Il libro “Accabadora”, in venditanelle principali librerie di Biella, è disponibilepresso la Biblioteca Su Nuraghe.

Diretta da Biagio Picciau, la Biblioteca SuNuraghe, unica nel suo genere nel panoramaculturale piemontese, è cuore del Circolo CulturaleSardo e fiore all’occhiello della Biblioteca Civicadi Biella con la quale collabora.La ristrutturazione dei locali in cui sonoallocati i libri è stata finanziata con unocontributo dalla Regione Piemonte ed è inseritanel Polo Bibliotecario Nazionale attraversouna apposita convenzione triennale siglatatra il Circolo Su Nuraghe e la Biblioteca Civica.I titoli dei volumi sono inseriti in retee consultabili attraverso il sito internet delMinistero per i Beni e le Attività Culturali -http://www.internetculturale.sbn.it/.La Biblioteca Su Nuraghe è sorta nell’ambitodel Circolo Culturale Sardo negli anni Ottanta.All’epoca, su ripetute richieste dei soci, il ConsiglioDirettivo deliberò l’acquisto di un centinaio di libri

RIVOLI

La settimana sarda dedicataai temi ambientaliLa manifestazione giunta alla 24ª edizione si ètenuta dal 25 settembre al 4 ottobre periniziativa del circo “Quattro Mori”

Il circolo “Quattro Mori” di Rivoli presiedutoda Gian Paolo Collu, ha riproposto anche quest’annola settimana di cultura sarda, un evento che sempredi più acquisisce la caratteristica di un incontrotra la Sardegna e il Piemonte.Tutte le sere è stata proposta la cucina con le tradizionigastronomiche e la musica dell’isola.Ma, come ormai è consuetudine per il circolo degliemigrati sardi, ci sono stati momenti di dibattito sutemi particolarmente importanti. Grazieall’Associazione “EnergiaeAmbiente.org” che si ècostituita all’interno del “Quattro Mori”, con lacollaborazione dell’Assessorato all’Ambiente delcomune di Rivoli, con il supporto di esperti del settore,sono state approfondite varie tematiche sull’ambientee sulle energie alternative.Domenica 27 settembre, all’interno dellamanifestazione, si è svolta la 24esima edizionedella Strarivoli, alla quale hanno partecipato centinaiadi atleti. La competizione podistica è stata allietatadalla esibizione del socio Gianluca “Quintomoro”Cotza che dal palco ha eseguito suoni e cantidi sua produzione nella consuetudine canora sarda.In occasione della settimana sarda sono stati allestitialcuni stands con proposte di prodotti locali, ma anchesulle energie rinnovabili, sul risparmio energetico esulle soluzioni abitative. Il pomeriggio di giovedì 1ottobre è stato destinato ad un dibattito su fontienergetiche e ambiente, mentre il 2 ottobre è statodedicato al tema della donna con una serie ditestimonianze per comprendere il ruolo femminileprotagonista nella famiglia e nella società. Sonointervenuti lo studioso Michele Corona, la scrittriceCynthia Collu, il dottor Marco Albera.La serata è stata conclusa da un concerto del duo“Bentesoi” (Claudia Aru Carreras e Francesco Medda)dal titolo “La donna nella cultura sarda tra passato epresente”: sa femina in sa cultura sarda a intru de sutempus passau e de oi. Con questo spettacolo del duo“Bentesoi” propone un viaggio tra suoni e parole chedal passato fino ai giorni nostri ripercorre la figuradella donna sarda nella cultura musicale e letteraria.Domenica 4 ottobre la settimana sarda si è conclusacon un momento religioso: Sa Missa Mannacelebrata da don Egidio Deiana e padre Emilio Ardu,accompagnata dal gruppo “Sa Oghe de su Coro”diretto da Pino Martini Obinu. M.P.

Biblioteca del “Su Nuraghe” di Biellache vennero collocati in apposita vetrina nell’ufficiodi segreteria. Col passare degli anni venneincrementata con altri acquisti, donazioni di Enti,di Soci e di amici simpatizzanti, fino ad arrivareagli attuali 4500 titoli in inventario.Nel 2007 è entrata a far parte del SBN(Servizio Bibliotecario Nazionale) nell’ambitodel Polo Bibliotecario Biellese quale bibliotecaspecializzata, forte dei suoi circa 1.200 titolidi autore o di argomento sardo.Si è iniziato il lavoro di informatizzazione;contemporaneamente la biblioteca è stata allocatanei nuovi locali ristrutturati ed è aperta a tuttala cittadinanza secondo le norme di accesso dellaBiblioteca Civica ma con orari particolari data lasua collocazione: martedì, venerdì e sabato dalleore 21 alle ore 23 e, dal martedì al venerdì, dalleore 10 alle 11,30 e dalle 16,30 alle 18, previoappuntamento telefonico (393 4941 503).

CREMONA

Rinnovato il direttivode “Sa Domu Sarda”L’assemblea dei soci del circolo “Sa Domu Sarda” diCremona ha rinnovato le cariche sociali. Presidente èstato eletto Raffaele Marongiu che sarà affiancato daGiacomino Frau (vicepresidente vicario), AntonioMarras (vicepresidente), Giuliano Rossi (tesoriere),Luciana Corbellino (segretaria) e dai consiglieriAntonio Ardu, Giuseppino Deledda, Ignazio Giacomina,Antonio Milia, Gian Pietro Onidi, Ottavi Secci,Quintino Pinna e Riccardo Principe.Il Collegio dei revisori dei conti è composto daBartolomeo Cadoni (presidente), Luigi Mancosu eLuciano Murgia. Il Collegio dei Probiviri è costituitoda Antonio Mancosu (presidente), Sebastiano Sanna eBaingio Falchi. Rappresentante dei giovani nella Fasi èstato eletto Giacomino Frau.

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25Dall’ItaliaILMESSAGGEROSARDO

Ottimo successo di pubblico, nel pomeriggio del25 ottobre, per l’incontro in omaggio a

Eleonora d’Arborea, giudicessa di Sardegna,intitolato “La Carta de Logu e la civiltà sarda”,organizzato nella sede sociale dal circolo dei sardi“Su Nuraghe” di Canegrate-Parabiago, incollaborazione con l’Assessorato del Lavoro dellaRegione Sardegna e con la Federazione delleAssociazioni Sarde in Italia (FASI).Eleonora d’Arborea, da tutti ricordata come la“giudicessa”, nacque in Catalogna intorno al 1340da Mariano de Bas-Serra e da Timbra diRoccabertì ed ebbe due fratelli, Ugone e Beatrice.La sua vita si svolse in Sardegna, dove nel 1347 ilpadre Mariano venne nominato giudicedalla Corona de Logu, assemblea dei notabili,prelati e funzionari delle città e dei villaggidell’isola. Prima della morte del padre,

PARABIAGO

Convegno al circolo “ Su Nuraghe”su Eleonora d’Arborea e la Carta de Logu

Eleonora aveva sposato Brancaleone Doria:fu un matrimonio dettato dall’esigenzadi creare un’alleanza tra gli Arborea e i Doriada contrapporre agli Aragonesi. Dal matrimonionacquero due figli: Federico e Mariano.Donna di nobile lignaggio, dal carattere energico,fu protagonista di un coraggioso tentativodi difesa dell’autonomia del suo giudicatobasato su una capacità carismatica capacedi suscitare l’entusiasmo del popolo, di cuidivenne trascinatrice e condottiera.La Carta de Logu, emanata da Eleonorad’Arborea e redatta in volgare sardo, èriconosciuta dalla storiografia come uno dei piùimportanti statuti italiani del Trecento. Riguardail diritto e la procedura criminale, i rapportiagrari e vari aspetti della vita civile ed economicama soprattutto regola le consuetudini rurali dellaSardegna, quali la difesa dei campi coltivati dallosconfinamento del bestiame, gli ordinamentos defogu, la responsabilità collettiva della comunitàper i delitti commessi nel territorio del villaggio, imodi di conduzione della terra e del bestiame.Dopo i saluti della presidente del Circolo, MariaFrancesca Pitzalis, e l’introduzione delcoordinatore Piero Ledda, responsabile culturaledel circolo sardo, Salvatore Tola, pubblicista,studioso della cultura sarda, ha inquadrato laCarta de Logu dal punto di vista storico, da quellogiuridico e sotto il profilo linguistico. L’analisiapprofondita di Tola non ha come retroterra lasemplice lettura dell’opera ma la traduzione initaliano procurata per l’edizione inserita nellacollana dei volumi (diretta da Manlio Brigaglia)

usciti in allegato al quotidiano di Sassari“La Nuova Sardegna” (il giornale ha messogentilmente a disposizione del Circoloalcune copie del libro).Il giornalista Paolo Pulina, responsabileComunicazione della F.A.S.I si è soffermato sullamitografia costruita intorno ad un personaggiostorico ma anche leggendario come Eleonorad’Arborea, prendendo come spunto l’immane poemaepico (undici cantigos, 1889 ottave) scritto da “sudottore Franciscu Dore de Posada” e intitolato “Sutriunfu d’Eleonora d’Arborea o siat su mundu,s’umanidade, su progressu: poema epicu in ottavarima” (1910), citato anche da Grazia Deledda nelromanzo “La via del male”. Pulina ha quindiriferito su due testi teatrali dedicati alla figura ealle vicende di Eleonora d’Arborea scritti da dueautori sardi nella seconda metà del Novecento.Queste due opere teatrali hanno avuto un destinocomune: non avere mai avuto una realizzazionescenica. Si tratta di “Eleonora la giudicessa” diMarcello Serra, testo scritto nel 1953 e pubblicatonel 1975 dall’Editrice Sarda Fossataro di Cagliariin un volume contenente anche un ritratto diEleonora e 12 tavole “sceniche” di Dino Fantini;e di “Eleonora d’Arborea: racconto drammaticoin quattro atti” di Giuseppe Dessì, uscito pressoMondadori nella collana dei “Quaderni deinarratori italiani” nel 1964 e ripubblicatonel 1995 dalla Edes di Sassari in un’edizionericchissima di documentazione, recanteintroduzione e commento a cura di Nicola Tanda.Tra gli uditori della conferenza non solo soci (tantida riempire la sala) del circolo sardo di Canegrate-Parabiago e rappresentanti dei circoli dellaLombardia (Bergamo, Magenta, PeschieraBorromeo, Vigevano) ma anche autorità locali (ilsindaco di Parabiago Olindo Garavaglia el’assessore alla cultura del Comune di NervianoGirolamo Alfredo Franceschini). La FASI erarappresentata dal coordinatore della CircoscrizioneLombardia Antonello Argiolas. P. P.

PRATO

Un circolo in attesadi riconoscimentoSi chiama “Narada” il circolo sardo di Prato.L’associazione – come ci scrive il presidente EneaMulas – è stata fondata nel 2001, grazie all’impegnodei Sardi residenti nel territorio di Prato, inparticolare a Montemurlo ove risiede una notevoleComunità di origini sarde.“L’associazione ha intrapreso negli anni tanteiniziative di carattere culturale, folkloristico, sportivo,sociale – ha scritto Mulas – per divulgare la cultura e leusanze dell’Isola al fine di rendere sempre piùapprezzabile la nostra amata Sardegna”. Nel 2009 ècambiato il gruppo direttivo. Con Enea Mulas sonostati eletti Mauro Piu (vicepresidente), Giovanni Piras(segretario) e i consiglieri Luigi Pinna, Mario Flumini,Efisio Spada Vincenzo Pirolo, Davide Serra, ElisaPerda. Mulas ricorda il ruolo avuto dal suopredecessore, Maria Luigia Pilia che “per otto anni èstata l’asse portante dell’associazione” con la quale halavorato intensamente, in qualità di vicepresidente,animando l’entusiasmo di tutti i Sardi della zona chehanno contribuito concretamente alla riuscita dellenumerose manifestazioni, così come è sempre statanumerosa la partecipazione della cittadinanza che haapprezzato le nostre iniziative. Attualmente il circolo èospitato a Montemurlo, in via Montalese 349, nella sededell’Associazione degli Alpini. “Il nostro obiettivo –spiega Mulas – è quello di avere una sede tutta nostra”.Al momento gli iscritti sono 140 soci. Mulas auspicache la Regione Sardegna riconosca il circolo per daremaggior impulso alle attività”.

Tanto entusiasmo per i socie gli amici dei circoli sardi“S’Emigradu” di Vigevano e “SuNuraghe” di Parabiago per lagita in Ogliastra organizzata daquest’ultimo sodalizio periniziativa di Francesca Pitzalis.Una quindicina di giornitrascorsi nel mese di settembrein Ogliastra in cui si sonoapprezzate – come hannovoluto sottolineare Pitzalis eGavino Dobbo, presidente de“S’Emigradu” – le peculiaritàpositive dei luoghi incantevolidella costa orientale sarda maanche l’ospitalità prettamente isolana.Escursioni in luoghi affascinanti – hasottolineato Francesca Pitzalis –, che hannolasciato a bocca aperta tutti coloro che nonconoscevano la Sardegna. Dal Trenino verde allesagre paesane di Arbatax e Tortolì, situazioni digrande calore umano che hanno lasciato unsegno indelebile in negli amici dei nostri circoliche hanno sperimentato questa esperienza.“Un giorno – ha raccontato Dobbo – abbiamodeciso di fare un’escursione, col Trenino verde,destinazione Sadali, un paese della Sardegna, aottocento metri sul livello del mare, eravamotrenta persone. Quando siamo arrivati allastazione e scesi dal treno abbiamo trovato deitavolini, messi in fila, con sopra derrate; al

Gita sociale in Ogliastra per i socidei circoli di Parabiago e Vigevano

momento abbiamo pensato che fossero deivenditori ambulanti, oppure dei contadini delposto che vendevano i prodotti della loro terra, einvece no, erano parenti e amici dei nostri amici.Persone che erano emigrate a loro voltae poi rientrate in Sardegna”.Quasi commosso Dobbo prosegue il racconto:“Ci sono venuti incontro, per salutarci ed hannoavuto questa idea gentile di portarci da mangiarequesti squisiti prodotti della loro terra:c’erano fichi bianchi e neri, formaggio sardo,vino, pane”. Una sorpresa molto graditache fa comprendere cosa voglia dire “ospitalità”,termine che un sardo conosce molto benee sa cosa significa donare al prossimoil proprio cuore. Massimiliano Perlato

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Dall’Italia26 Novembre 2009

I l Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe” diBiella è promotore di un progetto dal titolo

“Verso i 150 anni dell’Unità d’Italia - DalRegno Sardo all’Italia Unita. 1861/2011”,iniziativa volta ad approfondire e promuoverela conoscenza della storia di coloro che sonostati protagonisti, con percorsi e situazioni diinterscambio culturale tra le terre di Oropa edella Valle Cervo e la Sardegna, nel corso delRisorgimento Italiano. Il tutto attraversol’organizzazione di una serie di eventi, invista della preparazione delle Celebrazioni del150° dell’Unità politica del Paese.La serata del 6 ottobre 2009 ha visto l’esordio diquesta serie di appuntamenti con conversazione daltitolo “Luci ed ombre dei rapporti tra GiorgioAsproni e Quintino Sella”, tenuta da due figureimportanti sullo scenario culturale italiano: il prof.Tito Orrù e il dott. Lodovico Sella. Presidenti deirispettivi Comitati dell’Istituto per la Storia delRisorgimento Italiano delle città di appartenenza,Tito Orrù è professore emerito alla cattedra diStoria Politica ed Economica della Sardegna pressola Facoltà di Scienze Politiche dell’Ateneo diCagliari e Lodovico Sella è presidente della“Fondazione Sella”, custode di un archivio privatoimmenso, di cui quello fotografico è di rilevanzamondiale, che fa della città di Biella una verae propria capitale dell’arte della fotografiadi rilievo storico ed etnografico.Gli onori di casa sono stati portati dal presidentedel Circolo, prof. Battista Saiu, e dal prof. RobertoPerinu, uno dei “padri” fondatori di “Su Nuraghe”.La conversazione guidata dal prof. Orrù, grazieagli interventi del dott. Sella, si è articolatapartendo dall’analisi e dal confronto dei profilipersonali di Quintino Sella e Giorgio Asproni,con l’evidenziazione dei punti comunie di quelli di distanza nelle rispettive biografie.Entrambi, uomini di montagna, vigorosi e severinel carattere, schietti e carismatici, sono statiprotagonisti del raggiungimento dell’unitànazionale con la loro umanità.Lo statista biellese, nato da una numerosa famigliadi industriali, pare aver avuto la Sardegna scrittanel proprio destino, come testimoniato,oltre che dalla celeberrima Relazione Parlamentaresullo stato delle miniere sarde, nonché dal più volteostentato interesse ed affetto verso le genti sarde,anche dal nome di una sorella, Efisia.Da costei, sposa del facoltoso Bozzalla di Coggiola,hanno poi avuto origine la famiglia Piacenza,da cui la famosa generazione di industrialitessili, e quella dei Drago, esponentedi una nota casa editrice di Novara.Uomo di profonda cultura, matematico ed espertodi mineralogia, tributarista e professoreuniversitario di scienze fiscali, Quintino Sellaguardava con interesse al passato ed alle scienzeumanistiche. Dopo una fase giovanile dasimpatizzante delle idee repubblicane, divenne poipragmatico e severo conservatore ed esordì sulloscenario politico tra le file della Destra Storica,ricoprendo dapprima l’incarico di sottosegretarioalla Pubblica Istruzione nell’ultimo governoCavour ed in seguito altri incarichi ministeriali,specie a partire dal 1862, con Capo di GabinettoRattazzi e, tra il 1869 ed il 1873, guida il Ministerodelle Finanze. Tuttavia non trascurò mai lo studio

BIELLA

Iniziative del circolo “Su Nuraghe”per i 150 anni dell’Unità d’ItaliaNell’ambito del progetto “Dal Regno Sardo all’Italia Unita. 1861/2011” - RicordatiQuintino Sella e Giorgio Asproni

e la ricerca. Nel corso del suo viaggio in Sardegnaper la relazione sullo stato delle miniere, ritrovònella Biblioteca di Cagliari un antico codicemedioevale relativo al fisco marittimo.Giorgio Asproni nacque tra i monti di Bitti, da unafamiglia agiata ma in un contesto ambientale noncerto favorevole allo studio. Lo zio MelchiorreDore, autore della notevole famosa opera letteraria“Sardegna Vittoriosa”, scritta in limba, fu suaguida negli studi pretendendo, però, che il nipoteentrasse in seminario. Vestita la tonaca, il bittiesedivenne Penitenziere, ossia l’avvocato della Chiesadi Nuoro, ma ben presto finì nel mezzo deicontrasti di potere di ambiente ecclesiastico per lacattedra episcopale del capoluogo barbaricino e fuanche segnalato dai suoi detrattori a Torino comeesponente filolibertario degno di sospetto. Si rivolsein Vaticano a riguardo, circostanza che gli aprì leporte alla conoscenza degli ambienti di potereromano, fatto che si sarebbe rivelato molto utilenel prosieguo della sua carriera politica.A seguito della promulgazione nel 1848 delloStatuto Albertino, forma costituzionale conservatadal Regno di Sardegna anche a seguito delladisfatta piemontese di Novara contro l’Austria,Asproni iniziò ad attivarsi in prima persona nellavita politica del tempo, inserendosi tra le fila dellaSinistra Storica, instaurando legami con gliambienti della Genova mazziniana ed i giornali diquesto orientamento politico. Nelle elezioni della IILegislatura, sebbene eletto, non potè fare ingressonel Parlamento Sabaudo in quanto canonico; madopo aver rinunciato alla tonaca ed essere divenuto

laico, venne eletto nella III e IV Legislatura(1849-1860) e da tale momento entrò in contattocon Quintino Sella, uomo del rigore finanziario.Il primo scontro Sella-Asproni culminò quando ilprimo, allora sottosegretario alla pubblicaistruzione, fu chiamato ad abolire per motivi dibilancio l’Università di Sassari: in tale situazione ilpolitico di Bitti insorse con veemenza e schiettezzasia a livello pubblico, con articoli giornalistici, sianel privato, come testimonia il suo diariopersonale. Tuttavia col tempo si passò dalloscontro alla collaborazione tra i due e, in seguito,al rapporto personale nutrito di reciproca stima.Ciò pare trovare conferma come riscontrabile da unepistolario tra i due, di recente analizzato, nel qualerisulta un appoggio e sostegno, più che morale,dell’Asproni al proprio avversario piemontese nellevicende relative alla presa di Roma del 1870,divenuta possibile, dopo le contrastanti vicendecon la Francia di Napoleone III e con GiuseppeGaribaldi, nel 1862 e nel 1867, a seguito dellaguerra tra Francia e Prussia, nel corso della qualelo stato germanico sbaragliò l’avversario,aprendo così l’occasione alla conquista della cittàeterna da parte del giovane Regno d’Italia.La storiografia tradizionale non ha parlato sinoad oggi del ruolo di Giorgio Asproni nell’epistolariodei Sella, ma il prof. Orrù ha recentementerinvenuto un’inedita lettera, datata 27 agosto 1870,nella quale Asproni riconosce in Sella l’unico verofautore possibile per la conquista di Roma, vero eproprio obiettivo di Stato. Lo statista piemonteseaccettò probabilmente di conferire con l’esponentesardo per la sua personale conoscenza degliambienti di Roma. Pare che Giorgio Asproni fossesolito conferire anche con il segretario personale diQuintino Sella e che in diversi casi egli abbiaespresso il proprio dissenso verso l’eventualità diuna cacciata del papa da Roma. Sono state inoltrerinvenute, fino alla data del 20 settembre 1870,tracce di un’ulteriore corrispondenza epistolare trai due esponenti politici, proprio mentre Asproni,con la sua presenza nell’Urbe, teneva a bada gliardori dei patrioti più estremisti ed anticlericali.Risulta poi una lettera del 23 settembre 1870in cui il politico della Sinistra Storica segnalaal Sella l’opportunità di tutelare il gesuitaAngelo Sechi di Bologna, astronomoe membro dell’Accademia dei Lincei.Nel corso del tempo i toni dell’epistolario tra i duesi delineano sempre più cordiali e confidenziali,caratterizzati dal “darsi del tu” e da premurosiconsigli. Nel corso del Consiglio dei Ministri del 23aprile 1871, Quintino Sella promosse ladesignazione di Roma a capitale del Regno a fardata dal 1° luglio di quello stesso anno,minacciando di dimettersi in caso negativo etrovando in Asproni un appoggio esterno implicito.Tuttavia i buoni legami privati tra i due furonoperiodicamente seguiti da accesi scontri e dibattitipolitici, specie quando lo statista piemontese adottòun atteggiamento severo ed inflessibile nel proprioagire, seguito da una pesante impopolaritànell’opinione pubblica del tempo, al fine di risanareil bilancio dello Stato, come nel caso in cui ilMinistro delle Finanze presentò la cosiddetta Leggedel “macinato” o quando propose che la FerroviaSarda avesse svincolo a Chilivani anziché optareper Nuoro, lasciando così la provincia barbaricinaisolata nei suoi atavici problemi economico-sociali.Quando Giorgio Asproni morì, a due mesi dallastorica vittoria elettorale del 1876 da parte dellaSinistra, furono organizzati per lo stesso i funeralidi Stato, scelta avversata da Quintino Sella, marispettata dallo stesso in ossequio anche al proprioruolo, in quanto partecipò al corteo funebretenendo il cordone del feretro, come da sorteggio,unitamente ai propri avversari politici GiuseppeZanardelli, neoprimo ministro, e GiuseppeAvezzana, quale lodevole esempio di decoroistituzionale e di contegno personale ancheper la politica di oggi. Gianni Cilloco

GENOVA

La Madonna di Bonariafesteggiata dalla Sarda TellusIl 3 e 4 ottobre al Circolo Sarda Tellusdi Genova si sono svolti i festeggiamentiin onore della Madonna di Bonaria.Il giorno 3 nell’auditorium del Centro CivicoComunale c’è stata l’esibizione del coro PaulicuMossa di Bonorva. Durante la serata – ci hasegnalato la presidente Giuseppina Carboni – ainumerosissimi presenti sono stati offerti i dolci tipicidella nostra terra. Il giorno 4 nella Chiesa di NostraSignora delle Grazie è stata celebrata la Santa Messaaccompagnata dai canti sardi eseguiti dal coro diBonorva. Sono stati momenti emozionanti per tutti.Dopo la Santa Messa c’è stato il pranzo nella sededel circolo a base di zichi, un piatto tipico bonorvese.Un successo graditissimo agli oltre 130 soci presenti.

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27Dal MondoILMESSAGGEROSARDO

U n Master Chef dove i cuochi si sfidano nellapreparazione di malloreddus e una

rinnovata strategia delle comunicazioni basatasulle ultime tecnologie. Queste non sono che duedelle tante idee presentate durante la “SestaGiornata di Programmazione Biennale dellaSardinian Cultural Association” (SCA) diMelbourne. Al meeting di lavoro, tenutosi aMelbourne alla fine di ottobre, oltre a soci esimpatizzanti hanno partecipato anche ilConsultore della Sardegna, Pietro Schirru, cheha confermato come gli obiettivi interni ed

Obiettivo di questa sessione era la discussionedi direzioni future e nuove priorità daaffrontare, sia da parte della Sardinian CulturalAssociation che da parte della Comunitàin genere, partendo dall’esito della conferenza“Sardi nel Mondo” (Cagliari, aprile 2008),della conferenza “Giovani Italiani d’Australia”(Goald Coast, Australia, settembre 2008)e della conferenza “Giovani Italiani nel Mondo”(Roma, dicembre 2008).Lingua e cultura: Creazione di scuole primariee secondarie bilingui (italiano/inglese)riconosciute dal governo italiano e australiano -Creazione di strategie per la promozionedell’importanza del mantenimento della lingua/cultura di origine - Richiesta di supportoformale da parte di associazioni degli insegnantie sindacati per la promozione dell’iniziativa.Informazione e comunicazioni:Necessità di aggiornare la comunità suquestioni di carattere consolare e governativo esull’iter seguito da specifiche iniziative, tramiteincontri periodici - Proposta al forum nazionaleGiovani Italiani d’Australia, di recenteformazione, perché il loro sito internet diventipunto di riferimento per notizie su servizi pergiovani e meno giovani - Offerta di corsi (inconsultazione con Consigli Comunali locali,centri per l’apprendimento, centri per glianziani, ecc.) di informatica di base perpermettere l’uso di nuove tecnologie(es. email, skype, internet).Mondo del lavoro e lavoro nel mondo:Creazione di sito internet che diventi punto di

AUSTRALIA

A Melbourne giornatadi programmazione per definirel’attività del circolo sardo

amministrativi dell’associazionela pongano all’avanguardiatra le associazioni di sardinel Mondo, e il ricercatoredel progetto sulla storia deisardi nel Victoria, SaverioMinutolo, che fatto il punto suiprimi dati emersi dalla ricercastorica. Presenti anchei rappresentati del comitatodella Sardinian CulturalAssociation (Giuseppe Nolis,Olga Useli, Aurora Chighine,Angelo Ledda, Tonina Nolis,Salvatore Useli, Giovanna Ruiu)e i rappresentanti

del gruppo di lavoro Next Generation(Laura Piu e Jennifer Curcio).Chi pensa che la giornata di programmazionedell’associazione dei sardi del Victoria possa esserstata la “solita” riunione di circostanza, beh, deveproprio ricredersi. Niente ballo tondo a scandirel’inizio dei lavori, ma le parole della canzone“Immagine” di John Lennon perché, come haribadito il presidente Paul Lostia, «non si deve maiaver paura di fare proposte ambiziose, così comenon si dovrebbe mai dimenticare il valore dellacompassione sociale, perché chi oggi viene

chiamato “rifugiato” non fa altro che cercare unfuturo migliore per sé e per i propri figli, propriocome a suo tempo hanno fatto i nostri emigrati».Dall’inizio dei lavori, la sesta Giornata diProgrammazione, che si inserisce nella tradizionedelle precedenti a scadenza biennale, è stata unvero e proprio brain storming di idee,suggerimenti, tutti rivolti all’insegna di un sano– ma realistico – ottimismo perché, citandoancora l’intervento di Paul Lostia, «spesso leautorità e le varie Associazioni, sia in Italia chein Australia, parlano troppo dei così detti“problemi”: dei giovani, dell’emigrazione etc.mentre non si riconosce il fatto che non siamonoi i soli a dover affrontare queste sfide cheesistono non solo nel mondo delle associazionima anche, ad esempio, in quello del volontariato.Perciò è importante non concentrarsi troppo suiproblemi, ma pensare invece alle soluzioni, peridentificare i servizi e le necessità del futuro, cosìche si possa stare insieme divertendosi».Le singole mini-commissioni, formatesi durantela giornata di programmazione, hanno avanzatoidee e proposte su temi di natura politico sociale(vedere scheda) ma anche iniziative di piùimmediata attuazione. Una di queste è adesempio l’organizzazione di eventi gastronomiciche mirino alla riscoperta genuina delle radicistoriche dell’arte culinaria della Sardegna e alconfronto con realtà culinarie di diverse regioniitaliane. Altra proposta di deciso spessoreculturale quella che fa riferimento alla musica eall’arte che nascono nella Sardegnacontemporanea con il progetto per un touraustraliano dell’Associazione Lirica della Gallurae un atteso ritorno in Australia del jazzista PaoloFresu, in collaborazione con l’Istituto Italiano diCultura. Una Sardegna antica quindi, e unacontemporanea, da aggiungere magari a quelladegli stessi artisti membri della SCA cheproducono pittura o scultura, sempre nel rispettodella vocazione culturale del proprio circolo.Il Presidente Paul Lostia, ha poi sottolineatocome il pubblico di riferimento per gli eventiorganizzati debba restare la totalità dellacomunità italiana di Melbourne, e più in generalele diverse comunità che convivono in Australia,aprendo cosi la porta a scambi e intrecciculturali. È proprio in quest’ottica che siinserisce il progetto di collaborazionecon la regione Sicilia, Due Isole, un Cuore, che,dopo il successo ottenuto due anni fa, si spostadalla galleria d’arte ai fornelli, non per una sfidadi cuochi ma per un confronto di sapori e aromi.Altro tema importante emerso dalla Giornatadi Pianificazione, la necessità si impadronirsidelle nuove tecnologie, discorso già sottoscrittocon la creazione del sito dell’Associazione“www.sardi-melbourne.com”. Quello che si èancora una volta voluto sottolineare è come l’usodelle nuove tecnologie sia una scelta fondamentaleper rinnovarsi mantenendo vive le proprietradizioni, e come l’internet, se usatasapientemente, possa realmente aiutarenella gestione delle risorse di un club,nell’organizzazione e promozione delle proprieiniziative, nella comunicazione e condivisionedi conoscenze tra soci lontani e vicini.In sostanza, l’associazione dei Sardi del Victoriacontinua a guardare al futuro senza fermarsi alsuccesso dei tanti eventi organizzati nel passato,ponendosi davanti a questioni che sono cruciali perqualsiasi organizzazione associativa di oggi: ilpassaggio di consegne ai giovani, il tipo di servizi ed’intrattenimento più adatti per soddisfare leesigenze dei soci anziani, la migliore strategiacomunicativa per rendersi sempre più visibili, irapporti con il resto della comunità e con i referentiistituzionali, in primis quelli della terra d’origine,con la quale si deve continuare a mantenereun sano rapporto di scambio dal quali tutti possanotrarre vantaggio. Cristina Marras

Temi discussi dai gruppi di lavoro6ª Giornata di Programmazione Biennale della Sardinian Cultural Association di Melbourne

incontro per offrire informazioni su proceduree categorie di visti (per studio, turismo,lavoro, ricongiungimenti familiari, ecc.),informazioni pratiche per la ricercadi alloggio, lavoro, ecc., per coloro cheintendono recarsi in Australia - Richiestache le autorità governative di competenzapresentino workshop, in Australia e in Italia,sui temi dell’emigrazione, dell’istruzione,della cura degli anziani, ecc. - Creazionedi programmi di scambio sul modello del “workexperience” già esistenti con le regioni Pugliae Toscana - Creazione di un anagrafe diprofessionisti in Italia e di professionisti italianiin Italia e all’estero - Creazione di unprogramma di scambio tra Italia e Australiaper la formazione artigianale.Rappresentanza e partecipazione:Richiesta di modifica delle norme attuali cosìche sia più semplice l’acquisizione dellacittadinanza italiana da parte di persone diorigine italiana - Invito alla Comunità italianaperché sia maggiormente partecipe nella vitapubblica, a tutti i livelli di rappresentanza, alivello locale, nazionale e all’estero.Identità italiana e multiculturalismo:Rafforzamento delle Comunità italiane all’esteroin modo che continuino a svolgere un ruoloimportante nel mondo contemporaneo -Riconoscimento del grande successo in Australiadella politica di multiculturalismo, graziealla quale è possibile mantenere vive la linguae la cultura italiane, promuovendole ancheall’esterno della Comunità italiana.

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Dal Mondo28 Novembre 2009

A novembre è uscito il primo numero del“Bollettino dell’Associazione dei Sardi

del Quebec”, un’iniziativa voluta dal nuovoconsiglio direttivo per tenere unita e informatala comunità sarda di questo stato ma piùin generale del Canada.“Questo Bollettino – ha scritto il presidentedell’ASQ, Michele Mannu – entra nella vostre caseper informarvi sulla vostra Associazione e le sueattività. Cercheremo di rispettare una scadenzatrimestrale (quattro volte l’anno), ma vogliamofare molto di più. Vogliamo fare del nostro Circoloun centro di cultura e di attività divertenti e utiliper difendere e promuovere la nostra cultura.V’invitiamo a frequentarlo spesso insieme allevostre famiglie e ai vostri amici. Vogliamo usareinternet come mezzo di comunicazione per parlare,discutere e scambiare foto, filmati e documenti contutti gli amigos sardos del Canada.Abbiamo di recente inaugurato un gruppo suFacebook (“Sardi in Canada”), e nel marzo 2010faremo a Montreal la prima Assemblea generaledei Sardi in Canada. Vi aspettiamo tutti alla sededella nostra Associazione! Vogliamo conoscervitutti! Una Bona Pasca ’e Nadale e unu DiciosuAnnu Nou a totus, da me personalmente

CANADA

Un Bollettino per tenere unitala comunità sarda del Quebec

e da tutto il Consiglio direttivo”.Nel primo numero del Bollettino ci sono annunci einformazioni sull’attività svolta e su quellaprogrammata dall’ASQ per i prossimi mesi.Domenica 13 dicembre alle ore 14.30 nella sededell’Associazione, al 10718 di boulevard St-Laurent, riunione per celebrare le prossimefestività natalizie. Per i grandi ci sarà un piccolobuffet ed una ricca tombola. Per i più piccoli, oltrea tante leccornie, anche un bel regalo ed un film diNatale! Con la partecipazione straordinariadi Babbo Natale – Père Noël – Santa Claus!Bona Pasca ’e Nadale a totus!Fino al 6 novembre Canal Évasion ha trasmesso lerepliche della serie in 6 puntate di ‘Cap sur laSardaigne’, ideata e diretta da Francis Reddy, allacui realizzazione ha contribuito l’AssociazioneSardi del Quebec. Le copie dei DVD della seriecompleta sono disponibili nella sede del circolo.Per novembre-dicembre sono in programma: corsidi cucina (per informazioni contattare MariaGiovanna Filia al 514-255-8011, costo 5 dollari);corsi di lingua sarda (ogni giovedì di novembre edi dicembre letture ed esercizi di grammatica delsardo logudorese e campidanese. Per informazionie iscrizioni contattare Alberto Mario De Logu al514-839-2555); corsi di decorazione su vetro (ognilunedì sera, potrete imparare a creare vere eproprie opere d’arte su piatti di vetro. Perinformazioni contattare Giovanna Camarda al514-494-7034. Costo: 40 dollari per 8 lezioni. Ilcorso inizierà quando avremo un numerosufficiente di partecipanti).L’Assemblea Generale dei Sardi in Canada si terràa Montreal dal 19 al 21 marzo 2010. L’Associazionedei Sardi del Québec ospiterà la prima AssembleaGenerale dei Sardi in Canada. Sarà la prima voltain cui tutti i circoli sardi del Canada si riunirannoper discutere dei loro problemi, decidere suiprogrammi futuri, o anche semplicementeconoscersi. Sono aperte le iscrizioni per delegati epartecipanti da tutto il Canada. Per info scrivete a

Orari di apertura della sedePer tutto l’autunno-inverno 2009-2010la sededell’AssociazioneSardi del Québecsarà aperta a tutti isoci ogni primomartedì del mese,dalle ore 19.30 alle ore 21.30 per la riunione deldirettivo e per altre attività. Per contattarci:[email protected], Associazione Sardi delQuébec 10 718 Boulevard Saint-Laurent H3L - 2P7 -tel. 514 - 277 - 4000.Nella sede di boulevard St-Laurent c’è una bibliotecacon oltre trecento bellissimi libri sulla Sardegna, volumisulla gente, le tradizioni, l’arte, la cucina, la storia, lageografia e la letteratura dell’Isola. I libri possonoessere concessi in prestito per trenta giorni.

[email protected]”, oppure chiamateAlberto Mario DeLogu al (514) 839-2555.L’Assemblea generale dell’Associazione dei Sardidel Québec del 19 marzo scorso ha eletto un nuovoconsiglio direttivo, composto da: GiovannaAlbanese-Camarda, Andrea Cappi, SandraCherchi, Alberto Mario DeLogu, Paolo Fadda,Tony Fancello, Maria Giovanna Filia, MicheleMannu, Janet Pira, Franco Soru.Così distribuite le cariche sociali: Michele Mannu,presidente; Tony Fancello e Andrea Cappi,vicepresidenti; Alberto Mario De Logu, segretario;Maria Giovanna Filia, tesoriere; Paolo Fadda,consigliere responsabile relazioni esterne;Giovanna Albanese-Camarda, consigliereresponsabile comitato feste; Sandra Cherchi, JanetPira, Franco Soru, consiglieri; SalvatoreCabizzosu, Franco Muggianu, Aldo Aversano,consiglieri sostituti.Il 26 luglio scorso, al Columbus Centre diToronto, si è svolta la riunione per la nomina delConsultore della Regione Sardegna per il Canada.All’incontro erano presenti delegati di due dei trecircoli sardi riconosciuti dalla Regione (Montreal,St. Catherine e Toronto). È stato riconfermatonell’incarico Alberto Mario De Logu, consultoreuscente e segretario del circolo di Montreal.Nel Bollettino c’è l’annuncio che la Sardegnasarà di scena alla Settimana Italiana di Montreal,che verrà dedicata in particolare all’Isola.Stiamo già lavorando insieme alla presidentedel Comitato Organizzatore, Josie Verrillo,per portare la nostra Isola, la sua cultura,spettacolo, prodotti e gastronomia alla prossimaSettimana Italiana di Montreal, in programmanell’agosto 2010 alla Piccola Italia.Il Bollettino indica inoltre i siti internetcon informazioni sulla Sardegna:“www.regione.sardegna.it”, sito ufficiale dellaRegione Autonoma della Sardegna, nel qualetroverete anche il sito della Sardegna DigitalLibrary, Sardegna Salute, Sardegna Turismo,ed altro ancora; “www.ilmessaggerosardo.com”,per sfogliare l’edizione online del giornaleche ricevete ogni mese a casa vostra;“unionesarda.ilsole24ore.com”, l’edizione online delquotidiano di Cagliari; “lanuovasardegna.gelocal.it”,l’edizione online del quotidiano di Sassari;“www.ditzionariu.org”, il più completo e più utiledizionario sardo online; “it.wikipedia.org/wiki/Sardegna”, per saperne di più sulla nostra Isola.Tra le iniziative annunciate dal Bollettinouna serata di Beneficenza in programma il marzo2010 per raccogliere fondi per piantare una forestanel territorio di Villaverde, un paese nel cuoredella Sardegna che è stato attraversato da moltiterribili incendi, il primo nel 1983 e l’ultimonella scorsa estate 2009.

Il libro “Shardana Les Peuples de la Mer”,edizione in lingua francese del fortunato“Shardana i Popoli del Mare di LeonardoMelis è stato presentato a Istres, pocodistante da Marsiglia, il 20 ottobre periniziativa del circolo sardo “Ajò”.Il libro di Melis è stato tradotto dalla prof.Raffaelina Putzu di origini sarde.La conferenza-presentazione, presentel’autore, si è svolta nella sala L’Arabesque”di Istres dove si sono ritrovati tantissimisardi della Camargue e del Midi francese,tra cui il Console generale d’Italia,Bernardino Mancini, diverse autoritàe Christian Brundu con i dirigenti delcircolo dei Sardi “AJO!”, che hanno curatol’organizzazione dell’evento. Alla presentazionesono intervenuti rappresentanti della stampafrancese e diverse personalità della cultura.All’esposizione e alla proiezione dei filmati con documentiinediti sull’origine dei Shardana e degli altri popoli del

FRANCIA

Tradotto in francese “Shardana” di MelisIl libro sul Popolo del mare presentato a Istres per iniziativa dell’associazione sarda “Ajò”

Mediterraneo, è seguito il dibattito. Moltele domande sulla “Stele di Nora” e sui“Giganti di Monti Prama”. LeonardoMelis ha anche parlato del progetto“Qadesh, Shardana - Egiziani per lapace”, l’opera musicale che saràrappresentata la prossima primavera aLuxor e poi sbarcherà in Europa, inprimis nell’Isola dei Shardana.“Shardana i Popoli del Mare” saràpresentato il prossimo anno a Marsiglia nell’edizione francese per la Comunità deiCorsi, molto numerosa in Francia(200.000 corsi risiedono nel sud dellaFrancia). Questo per espresso desiderio

del Console Generale d’Italia Bernardino Mancini.Shardana i Popoli del Mare è alla ottava edizionein Italia e Leonardo Melis ha dichiarato in tonoscherzoso che “Les Peuples de la Mer” potrebbesuperare l’edizione italiana, visto l’interesse suscitatodalla prima del libro in Camargue.

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29Dal MondoILMESSAGGEROSARDO

D omenica 4 di ottobre è stato festeggiato in unprestigioso albergo di Mar del Plata il 22°

anniversario della fondazione del Circolo Sardo“Grazia Deledda”. Alla manifestazionecon un folto pubblico di soci e sostenitori hannopartecipato autorità municipali e il consolegenerale d’Italia Fausto Panebiancoche ha avuto parole di apprezzamento per leiniziative promosse dal circolo e per il suo ruolosociale. Nell’occasione sono stati ricordati i socideceduti e sono stati offerti omaggi alle signoreSara Zanier e Nina Deidda, socie fondatrici.“Voglio condividere con voi – ha detto LoredanaManca, presidente del circolo Grazia Deledda –

ARGENTINA

Festeggiato a Mar del Plata il 22° anniversariodella fondazione del circolo “Grazia Deledda”

l’onore che significa per me festeggiate un altroanno della nostra associazione che sviluppa unintenso programma per la diffusione dalla culturasarda in tutte le sue manifestazioni”.Loredana Manca ha quindi ricordato alcuni datisulla Storia della Sardegna. “È una delle terre piùantiche dell’Europa – ha detto – è stata abitatastabilmente dall’uomo verso il 6000 a.C..Col passare del tempo, i paesi sardi si unificaronoculturalmente attraverso la lingua e le abitudinima rimasero politicamente divisi in moltitudinidi piccoli stati tribali, confederati a volte,altre guerreggiando tra essi.Verso il 1500 a.C. i villaggi si incominciarono acostruire al piede di una poderosa forza di formatronco-conico: il Nuraghe. Oggi in Sardegna– ha ricordato – si possono contareapprossimativamente i resti di 7.000 nuraghi.Nel 1718 il Regno della Sardegna si italianizzò.Dopo il 1948 venne costituita la RegioneAutonoma della Sardegna, che oggi è una delleventi regioni Italiane, con 1.648.248 abitanti”.La serata è stata conclusa dall’esibizionedel Coro Assembli del mare, diretto da DamiánViamonte, che ha eseguito un repertoriodi classiche canzoni italiane che hannoemozionato i presenti, e che ha rappresentatouna degna cornice per la festa dell’anniversariodel Circolo Sardo Grazia Deledda.

Il Gruppo di Teatro “RadiciSarde”, del circolo di SanIsidro, ha rappresentato lacommedia “Gris deAusencia” nella Sala EnriqueMuiño del “Centro CulturalGenerale San Martìn”nell’ambito di un ciclo dispettacoli promosso dalGoverno della Città di BuenosAires con l’obiettivo dimostrare il lavoro cherealizzano diversi gruppiteatrali di undici collettivitàstraniere che aveva per titolo“Teatro por la diversidad”.Il Gruppo sardo è stato l’unicoa rappresentare l’Italia.“Abbiamo avuto l’onore di condividere il palcoscenico– ha scritto Pablo Fernandez Pira, presidente del circoloRadici Sarde – con artisti espressi dalle collettivitàarmena, greca, araba, cilena, israeliana, paraguaiana,spagnola, koreana, afro-ecuadoregna e gallega”.L’evento è stato organizzato con eccellenteprofessionalità dal Prof. Jorge Gerschmane da un gruppo di collaboratori del Governodella Città di Buenos Aires.Al termine del ciclo sabato 24 ottobre, ogni collettivitàsi è esibita con il proprio costume tradizionale.

ARGENTINA

Il gruppo teatrale “Radici Sarde”al ciclo “Teatro por la diversidad”organizzato dalla città di Buenos AiresHa proposto la commedia “Gris de Ausencia” - All’evento hanno partecipatoartisti di undici comunità nazionali

Pietro Pintus ha recitatouna poesia sarda sulla pacee l’amicizia fra i popoli,mentre Maria Josefina Marrasha cantato una ninna nannain italiano.“Questa partecipazione– sottolinea Pira –ci è servita per consolidareil nostro gruppo nell’ampiospazio culturale di BuenosAires, e promuovereil nostro Circolo,la Sardegna, e generareuna crescita senza precedentifra tutti noi, che ogni giornoci impegniamo per dimostrare

che lavoriamo instancabilmente per portare avantil’amicizia sardo-argentina”.Dopo aver sottolineato che la crescita del gruppo teatralescaturisce dall’attività del direttore Juan Merello Coga,che da quattro anni “ci guida per il cammino dellasapienza, la semplicità e l’amicizia come caratteristicheprincipali del nostro lavoro”, Pablo Pira ha annunciatoche il Gruppo teatrale del circolo “Radici Sarde”sarà presente nel 2010, anno in cui si festeggiano ilbicentenario della Nazione Argentina, formata econsolidata da mille e mille immigrati, e il decimoanniversario della nascita del Circolo Radici Sarde”.

ARGENTINA

Il bottone d’orodei Lionsa Cosimo TaveraRiconoscimento ad un personaggiostorico dell’emigrazione sarda

Dopo aver superato gli 80 anni un uomo devepossedere una carica interiore dirompente e unaforte determinazione delle proprie convinzioni percontinuare a fare la spola fra Argentina e Sardegnaproponendosi, di fatto, come ambasciatore disardità nel mondo. Questo è Cosimo Tavera.Instancabile e convinto difensore delle radiciculturali della terra d’origine ma anche esoprattutto sostegno e punto di riferimento fissoper gli ittiresi e i sardi in Argentina.Le sue attività di imprenditore, edile prima e nelcommercio poi, unite a una capillare azione dipatronato sociale (fondatore delle Acli) gli hannoagevolato i contatti con i suoi conterranei.La prima felice intuizione di Cosimo Tavera, perevitare l’isolamento, è stata quella di “fare gruppo”con la formazione di un circolo di sardi attraversola quale diventò più facile ottenere ascolto presso leistituzioni. I circoli, in seguito, si sono moltiplicatifino a sentire l’esigenza di creare una Federazionedi cui Tavera è stato, per anni, presidente.Un’attività frenetica e positiva tanto che ilpresidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi,nel maggio del 2005, gli conferisce l’onorificenza diCavaliere dell’Ordine della Stella e della SolidarietàItaliana. Nell’agosto del 2006, è stato il consigliocomunale di Ittiri a esprimere riconoscenza neiconfronti del suo «illustre concittadino». Il Lions Club di Ittiri ha deciso di conferirea Cosimo Tavera il riconoscimentodi “Ittirese dell’Anno” con la consegnadi una pergamena e del Bottone d’oro.Cosimo Tavera è nato a Ittiri, il 16 ottobredell’anno 1924. È emigrato in Argentina nel 1949,con un contratto di lavoro per due anni. Finito ilcontratto ha continuato a lavorare per conto suofino a diventare un grande impresario,prima edile e poi ha creato la ditta SARDA S.A.C,dedicata alla produzione d’insaccati.È stato presidente dell’Assosciazione Sardi Uniti diBuenos Aires in due periodi: dal 1976 al 1980 e dal1988 al 1996. È stato presidente della Federazionedei circoli sardi in Argentina dalla sua formazionenel 1989 fino a marzo 2009. Dal 1988 fu parte deldirettivo delle ACLI e delegato per l’Argentina nelseno del Comitato emigrazione delle ACLI-SARDEGNA. Tra gli anni 1992 e 1997 fuConsigliere del COMITES della circoscrizioneconsolare di Buenos Aires. Per il suo impegnosociale ha ricevuto tanti premi, tra i quali quelloall’Emigrante che gli venne consegnatodall’allora assessore del Lavoro Luca Deiana.

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Sport30 Novembre 2009

CALCIO

Il Cagliari ritrova gioco e risultatie vola nella parte alta della classificaLa formazione di Allegri ha centrato quattro vittorie consecutive - Battute Genoa,Atalanta, Lazio e Sampdoria - I rossoblù premiati con due convocazioni in Nazionale

I l Cagliari ha preso il volo. Con la Sampdoria,al Sant’Elia, è arrivata la quarta vittoria

consecutiva che ha proiettato i rossoblùall’ottavo posto in classifica, a sole duelunghezze dalla zona Champions,in piena corsa per un posto in Europa.Dopo 12 giornate, il Cagliari ha conquistatosei vittorie, un pareggio e cinque sconfitte,realizzando 16 reti e subendone 12.Un bel bottino, non c’è che dire, soprattuttoalla luce del solito avvio negativo di stagione.Come lo scorso anno, infatti (allora arrivaronoben cinque sconfitte consecutive), la squadra di

Allegri ha sofferto nelle primegiornate, raccogliendo solo unpunto nelle prime quattrogiornate, prima di sbloccarsicon la meritata vittoriain quel di Bari.Ha patito “la maledizione delSant’Elia” – tre sconfitteconsecutive con Siena, Intere Chievo – ma alla fine è riuscito asfatare anche quel tabù. E da quelmomento (vittoria in rimonta sulGenoa, ndr), non si è più fermata,inanellando quattro successidi fila. Un bel record, suggellatodalle convocazioni in nazionale, altermine della partita vintaper 2-0 sulla Sampdoria,di Marchetti e Biondini.Per il portierone rossoblù, ormaidiventato ufficialmente il vice

Buffon, si è trattato dell’ennesimoriconoscimento. Ma la novità sorprendente èstata la chiamata in azzurrodel forte centrocampista romagnolo, giuntaforse inaspettata, quando magari la maggiorparte della gente – tra critica e tifosi – spingevaper Cossu in azzurro, autore di un avviodi stagione semplicemente straordinario.Il Sant’Elia, da nemico è tornato ad essere campoamico ed i rossoblù hanno sfruttato al meglio ilcalendario per conquistare tre vittorie su tre incasa: dopo il Genoa, si sono dovuti arrendere aConti e compagni anche Atalanta e Sampdoria.

CALCIO

Dopo Marchetti anche Biondiniconvocato da Lippi in Nazionale

In mezzo, la preziosa vittoria all’Olimpico controla Lazio dell’ex Ballardini, sempre più in crisi.Si è sbloccato Nenè, finalmente schierato datitolare, autore di una splendida doppietta control’Atalanta, nel giorno della partita numero 1.000in serie A e della 300ª vittoria.Ma è stata tutta la squadra a rendere al massimoin questo mini ciclo che ha preceduto la sosta dimetà novembre per gli impegni della Nazionale.Marchetti è riuscito a tenere inviolata la propriaporta per tre giornate consecutive. Lopez e Astoristanno formando una inossidabile coppia dicentrali che unisce l’esperienza del capitanouruguagio alla freschezza atletica del giovanedifensore di scuola Milan. Canini, seppurschierato in un ruolo non suo per lacontemporanea assenza degli infortunatiPisano e Marzoratti, sta dimostrandodi potersela cavare anche come terzino destro.Dall’altro lato, Agostini ha ripreso a spingeresulla fascia come ai bei tempi. Il centrocampoè forse in questo momento il reparto di maggioraffidamento. Conti è un pilastro, Dessenae Lazzari le piacevoli sorprese, Biondinil’eccellente conferma che gli è valsaaddirittura la convocazione in Nazionale.In attacco poi, partito Acquafresca – il bomberdelle ultime due stagioni – segnano a ripetizionetutti gli altri attaccanti: 4 reti a testa per Nenè eMatri, 3 per Jeda. In attesa di Larrivey, di cui ilpresidente Cellino continua a dire un gran bene escommettere su una sua futura esplosione.E novembre si sta confermando il mese preferitoda Allegri. Sarà una questione di preparazione,o di fortuna, ma da quando Allegri ha iniziatola carriera da allenatore, con le sue squadre,nel mese di novembre, in 20 partite ha ottenuto11 vittorie, 7 pareggi e 2 sole sconfitte.Dopo la sosta, il mese si concluderàcon due difficili impegni per i rossoblù,il 22 a San Siro con il Milan e la domenicasuccessiva in casa con la Juventus.“Due squadre che lotteranno per lo scudetto – haosservato il quarantaduenne tecnico livornese –ma noi le affronteremo con lo stesso spiritocon il quale abbiamo affrontato la Sampdoriae tutte le altre: sacrificio e voglia di lottare.Senza questo, non si va da nessuna parte”.D’accordo, ma ora che il Cagliari staziona nellaparte alta della classifica, cambieranno anche gliobiettivi? “Noi dobbiamo pensare solo edesclusivamente alla salvezza – ha precisatosubito Allegri in versione “pompiere” – adarrivare il prima possibile a 40 punti.È vero, ora siamo a più 10 sul terz’ultimo posto,ma io so bene che durante il campionatoarriveranno momenti difficili, e graziea questo vantaggio potremo affrontarli inmaniera più tranquilla, con più equilibrio”.Ma se Allegri frena i facili entusiasmi, ci pensail presidente a caricare l’ambiente. Lui vuolel’Europa, altroché salvezza. Il nuovo Cellino inversione rock (da qualche tempo ha rimesso inpiedi la band con cui suonava da ragazzo, iMaurilios, e fondato un’accademia musicalededicata alla madre scomparsa) è convintodi aver messo a disposizione di Allegriuna squadra più forte di quella dello scorso anno,quando il Cagliari si piazzò al nono postodopo aver accarezzato il sogno di approdare inEuropa League. Non lo dice pubblicamente –per scaramanzia – ma ci crede, il presidente,che si gode il momento magico del suo“giocattolo” e la convocazione in Nazionaledi Marchetti e Biondini.Che sia l’anno buono per tornare in Europa?D’altronde in questa stagione si celebrail 40° anniversario della conquista dello storicoscudetto. Quale migliore occasione perfesteggiarlo degnamente? Magari per poi vedereMarchetti e qualche altro rossoblù in azzurroai mondiali del Sudafrica. Andrea Frigo

Il Cagliari vola ed i suoigiocatori finiscono in Nazionale.Dopo Federico Marchetti,diventato ormai ufficialmente ilvice Buffon, il ct Marcello Lippiha convocato nella squadraazzurra anche Davide Biondini.Il centrocampista dai capellirossi è stato chiamato inNazionale per le due partiteamichevoli di metà novembrecontro Olanda e Svezia. Unaconvocazione giunta al terminedella partita vinta dal Cagliarisulla Sampdoria, nella qualeBiondini (che tagliava iltraguardo delle 100 presenze inserie A con la maglia rossoblù) èrisultato il migliore in campo, colpendo ancheun palo e rendendosi protagonista di alcunegiocate di classe che hanno strappato gliapplausi del pubblico del Sant’Elia,evidenziando la sua incredibile crescita daquando è arrivato in Sardegna.Già perché il centrocampista nato a Longiano,

in provincia di Forlì-Cesenail 24 gennaio 1983, quandosbarcò a Cagliari, nella stagione2006/07, era soltanto un“ruvido” mediano tutto polmonirecupera palloni. Dopo averesordito in C1con la maglia del Cesena,nel 2001/02, Biondiniè passato poi al Vicenza,in serie B, per fare il suo esordioin A, con la maglia dellaReggina, nel 2005,prima di arrivare a Cagliari.In tre anni Biondini ha fattopassi da gigante, migliorando sianella disciplina (primacollezionava un cartellino dietro

l’altro per la sua irruenza) che nella tecnica.Ora è un centrocampista completo, non soloindispensabile nella fase di interdizione,ma anche abile ad impostare il giocoe a proporsi nelle ripartenze. Ed anche ilcommissario tecnico della nazionale campionedel mondo si è accorto di lui. A.F.

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31SportILMESSAGGEROSARDO

Poche ma quasi tutte buone. Dopo l’estate che ha ridotto ilnumero delle squadre sarde (hanno dato forfait nella Bdilettanti maschile Porto Torres e Olbia) l’apertura dellastagione ha riservato qualche sorpresa positiva. Il migliorbilancio assoluto lo ha la Virtus Cagliari nella A2 femminile(tre successi in quattro turni) ma quello che conta è chenessuna delle rappresentanti isolane è a zero punti adifferenza di quanto accaduto negli ultimi due anni.Dinamo - Tra luci e ombre la rinnovata squadra affidataal coach Meo Sacchetti: due vittorie nette in casa (controPistoia e Jesi) e due sconfitte al fotofinish in trasferta(contro Imola e Brindisi). Tante le recriminazioni, perchépur con gli alti e bassi inevitabili di un organico che hacambiato tanto, allenatore compreso, si poteva raccoglieredi più. C’è davvero tanto talento offensivo quest’anno,perché oltre a Rowe anche Kemp e Hubalek possonoraggiungere facilmente i 20 punti, ma nel corri e tiravoluto da Sacchetti, la Dinamo tende a finire fuori giri,fare confusione e forzare entrate e tiri da fuori.L’impressione è che la squadra abbia bisogno di acquisireun maggiore controllo di alcune situazioni, mentre siregistrano piccoli segnali di crescita in una difesa che percaratteristiche dei giocatori non potrà comunque maiarrivare ai livelli del Banco targato Cavina. Occorremaggiore continuità di rendimento anche di alcuni singoli.Kemp è l’esempio più eclatatante: nella prima gara è partitomalissimo e si è rifatto nel finale, ha giocato bene la secondapartita, benissimo la terza (29 punti) e malissimo la quarta(-8 di valutazione). In un campionato senza padroni macon tante buonissime squadre, Sassari dovrà crescere sevuole navigare nelle zone alte della classifica.Russo - Dopo la retrocessione disastrosa della stagione

BASKET

Bene Russo e VirtusDinamo ancora alla ricerca di identità

passata dalla A dilettanti (solo due vittorie) Cagliari èsembrata ancora sotto choc per due settimane, ma poi hainfilato tre successi e naviga in un tranquillo centroclassifica. Dal momento che retrocede solo una formazioneè un’andatura rassicurante. Tanto più che la squadraallenata da Caddeo sembra acquistare sicurezza con levittorie, come dimostra il successo sull’Empoli: da -11 a+5 negli ultimi cinque minuti. E del resto giocatori comePintor, Putignano, Pedrazzini e Villa Santa possono farela differenza in questa categoria. A questo punto i play offpromozione sono un obiettivo ragionevole.A2 femminile - Ricomposto il terzetto col ripescaggiodella Mercede Alghero, c’è da dire che la Virtus Cagliari èpartita col piglio giusto. Tre successi nel primo mese dicampionato per la squadra di Fioretto, trascinata dall’alacanadese Marie Warner: 20 punti e 8 rimbalzi di media.Ha giovato pure l’ingaggio dalle cugine del Cus del play-guardia Sabrina Pacilio.La cecchina del campionato è invece l’esterna bulgaraDaniela Georgieva, con 23 punti di media nonostantepercentuali mediocri nelle bombe, ma non bastanoall’Alghero per staccarsi dal gruppetto di coda.Chissà se le catalane riusciranno ad evitareun’altra stagione da pericolante.Invece la guardia italo-argentina Natialia Romina Rios èla migliore realizzatrice del Cus Cagliari con oltre 16punti e 6 rimbalzi ad incontro. Ma il resto è poca roba:basti pensare che con 49 punti di media le universitariesono la formazione meno prolifica del torneo. Percompensare bisognerebbe avere una difesa mostruosa.Che il Cus non ha, visto che incassa 60 punti a partita.

Giampiero Marras

I n passato ci sono stati grandicampioni di pugilato che hanno

reso celebre la Sardegna in tutto ilmondo. Da Fortunato Manca aSalvatore Burruni, passando peril”milanese” Duilio Loi. Ci sono statisuccessi e gloria anche per FrancoUdella e Antonio Puddu, senzadimenticare Piero Rollo. Altri tempiin cui arrivavano nell’isola titoliitaliani, europei e mondiali.Poi la parabola discendente e unagrande amarezza tra tutti gli addettiai lavori e gli appassionati.La boxe sarda fucina di valorosi eagguerriti pugili ad un certo punto haspento la luce. Una crisi devastanteper anni. E non è stato facilericominciare. Soprattuttoriavvicinare i giovani a questadisciplina dura e faticosa. Ritrovarevoglia ed entusiasmo, sacrificio e nuova linfa,speranze e sogni da realizzare. Eppure negli ultimi anniqualcosa ha cominciato a muoversi. Si rivede un po’di luce, dopo momenti di sconforto.Partiamo dai più giovani, classi 91 e 92. Stiamo parlandodi Alessandro Cubeddu, categoria 51 Kg e Bruno Licheri,cat. 57 Kg, tesserati per il Boxing club “Mario Solinas” diPorto Torres. Entrambi sono stati convocati in maglia

BOXE

Salvatore Erittu primo pugile sardo a conquistareil titolo italiano dei massimi-leggeriAlessio Rondelli perde lo scettro di campione intercontinentale dei medio-massimi -Daniele Maludrottu pensa all’europeo dei supergallo

azzurra, in due recenti occasioni.A giugno per un quadrangolarecontro i pari età di Australia, Franciae Slovacchia e successivamenteper la prestigiosa manifestazionedenominata “Europa Youth”in Polonia. Il commissario tecnicodella federazione pugilistica,Valerio Nafi ha creduto e crede inloro, perché hanno un futuro davantiche può riservare positive sorprese.E chissà che di Cubeddu e Licheri,se avranno determinazionee costanza, sentiremo parlareancora e magari a livelli più alti.Stenta, invece, a “diventare grande”Fabrizio Salis. Il peso moscacagliaritano tesserato per la BoxingProfessional Team, nel suo ultimoincontro disputato a Porto Torres èincappato in un forte avversario, tale

Pio Antonio Nettuno, che l’ha costretto alla resa al terzoround.Un Ko tecnico dopo 2 minuti e 47 secondidecretato dall’arbitro dopo che il pugile del capoluogo erastato contato alla seconda e terza ripresa. Salis ha lapossibilità di rifarsi e dimostrare che non è certo l’ultimodella classe, visto che detiene il titolo italiano dilettanti,ma il treno che conduce verso la gloria non passa spesso.Occorre più grinta e voglia di emergere. Vedremo.

Brutte notizie arrivano anche da Alessio Rondelliche al Geovillage di Olbia ha perduto la coronaintercontinentale Wbf dei medio massimi contro ilnapoletano Andrea Di Luisa. Anche in questa occasionedeterminante il Ko tecnico subito alla sesta ripresa.E pensare che il 34 enne pugile di Carbonia avevaben impressionato qualche mese prima, conquistandol’alloro in due soli round, nel match con il brasilianoRoberto Oliveira de Jesus. Siamo forse alla svoltadecisiva, in termini negativi, della carrieradi Alessio Rondelli? Forse si considerando l’etànon più giovanissima dell’atleta carboniense.Ma anche in questo caso è doveroso aspettare le scelteche intende fare l’ex campione intercontinentale.Aria europea invece per Daniele Maludrottu, chedovrebbe affrontare molto presto il britannico RendallMunroe, per la corona continentale dei supergallo. Ilboxeur olbiese si rituffa nel clima del vecchio Continente,dopo essere stato a lungo campione europeo dei pesigallo. Ora cerca di conquistare il prestigioso alloro anchein questa per lui, nuova categoria. Munroe, 32 anni,irlandese, lo aspetta a Londra per misurarsi in unafaccia a faccia che si annuncia incandescente.Maludrottu è uno tosto e capace di far male a chiunque.Nino Benvenuti, grande campione ora commentatore,lo ha definito così: “Ha le qualità del campione.Mi meraviglia la sua tranquillità sul ring.Devo dire che riesco a leggere negli occhi di un pugilequello che pensa e quello che fa. Lui fa tutto in manieraordinata e serena da quando va all’angolo a quandocombatte”. Detto da Benvenuti sono complimentiche valgono e che dimostrano le indubbiequalità tecniche del pugile gallurese.Recentemente Maludrottu ha combattutocontro il nicaraguense Isaac Carrero. Ha vinto econvinto affrontando un avversario veloce e battagliero,ma lui ha dimostrato di essere una spanna superiore.Ha controllato il match e poi ha messo a segno azionificcanti che hanno ridimensionato il pugilecentro-americano. Ora un’altra grande chancea disposizione del boxeur made in Sardinia.E per concludere parliamo del primo pugile sardo che haconquistato il titolo italiano del massimi-leggeri. Sichiama Salvatore Erittu, è nato ventotto anni fa a PortoTorres ed è tesserato per la Boxing Professional Team.Lo hanno definito “Il gigante dal cuore d’oro” e “l’uomodella notte”. Ma forse non ha importanza quale possaessere il suo appellativo, resta il fatto che SalvatoreErittu ha realizzato un grande sogno con caparbietà etecnica sopraffina. È salito sul tetto d’Italia nella suacategoria, battendo nel maggio scorso a Rezzato, vicino aBrescia, Dolzanelli. Poi il 26 settembre scorso ha difeso emantenuto la corona, nella sua Porto Torres, dall’assaltodello scorbutico siciliano Paolo Ferrara. Un matchvibrante condito da sguardi cattivi tra i due contendenti.Erittu ha messo in evidenza la capacità di soffrire e dimantenere la calma nei momenti più difficili.Una vittoria importante perché ottenuta davanti alpubblico amico. Duemila persone che si sonoentusiasmate per il beniamino Salvatore. Ma c’è dachiedersi se campioni si nasce o si diventa. Ecco larisposta del pugile turritano: “Sicuramente ci si diventa,poi c’è tutto un discorso da fare sul talento. La miafilosofia è che si può essere grandi talenti in qualunquesport, ma se al proprio fianco non si hanno l’affetto dellafamiglia e del mondo degli amici e se non si conduce unavita corretta e sana, non si può diventare campioni!”.Parole sagge quelle di Salvatore Erittu, che speriamopossano servire da sprone a molti altri ragazziche intendono intraprendere la carriera sportiva.E sul pugilato, ritenuto sport violento, il campioneitaliano del massimi-leggeri, chiarisce:“è l’esatto opposto. Funziona come antistress,oltre al fatto stesso che ti mantiene in forma e proprioper questo credo che sia uno sport aperto a tutti”.Se gli esempi di uomini e campioni arrivano daMaludrottu e Erittu, allora la boxe sarda può sperare diintraprendere un nuovo percorso ricco di successi egloria, come avveniva nel passato. Forse sono loro inuovi Duilio Loi, Fortunato Manca e Tore Burruni.Chissà. Il tempo ci darà una risposta, ma tra non molto.

Andrea Porcu

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Cultura32IL

MESSAGGEROSARDO

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N ei titoli di testa si legge: «Soggetto tratto dalromanzo La madre di Grazia Deledda». Ma

il romanzo della scrittrice nuorese, Premio Nobelper la letteratura nel 1926, con il film Proibitodiretto da Mario Monicelli nel 1954, proprio nonc’entra. È semplicemente una storia di ambientesardo, sceneggiata da Suso Cecchi D’amico,Giuseppe Mangione e dallo stesso regista. C’è chiha visto nel film un impianto figurativo enarrativo di vaga impronta western. La colonnasonora è di Nino Rota: si avvale di originalibrani di musica sarda, provenienti dallaDiscoteca di Stato. Fra gli interpreti principali,Amedeo Nazzari, che per la prima e unica voltaimpersona una figura della sua terra.A cinquant’anni di distanza, Tissi ha volutoricordare con un libro, un calendario e dellacartoline il film. O meglio la Pro Loco (via Roma8, 07040 Tissi, presidente Giovanni Sanna) havoluto ricordare i luoghi dove esso fu girato. Illibro è firmato da Giovanni Sanna e DarioBertini, uno dei presentatori è Salvatore Patatu,che scrive: «L’inconsueta avventura cominciòuna mattina d’estate, allorquando un distintosignore (seppi successivamente che si trattavadell’assistente alla regia Ansano Giannarelli), sifermò in piazza e mi chiese se gli indicavo lastrada per Nuraghe Ruju. Era un’informazionepiuttosto semplice da dare. Mi chiese inoltre se ilmonumento era bello e prima di me rispose tiuCicciu, un simpatico signore che disse:“Un’accisu est! Tottu cantu pienu de pùlighe e delàddara de arveghe”... Radio Gonna impiegò pocoa spargere la notizia per i vicoli e a informare lagente del paese, che verso sera si riversò tutta suNuraghe Ruju, suscitando anche le perplessità ein qualche occasione le ire e le arrabbiature diMario Monicelli, che spesso ha dovuto ripetere lascena proprio perché la gente disturbava.Avevo appena compiuto i tredici anni e la miafantasia galoppava più del cavallo di Mel Ferrer[protagonista del film] e di quelli dei banditi chelo accompagnavano alla tana del banditoNazzari, il nuraghe appunto. Ho sentitoalmeno quattordici volte Amedeo Nazzari,allora idolo incontrastato di noi sardi, ripetere:“Prete, quanti anni hai? Sei un uomo grande eparli come un bambino”. Non potevo immaginareche gli attori ripetevano sempre la stessa scenae sentendo più volte ripetere un’espressionecosì colorita, dicevo ai miei amici: “Senti,senti, gliene sta cantando quattro; gli ha dettoun sacco di volte che è un bambino”.Il prete [Mel Ferrer] rispondeva in inglesee noi non ci capivamo un bel niente...».Diciamolo pure, si è trattato di un eventoben lontano da quelli folklorici-folkloristicitipici di certe Pro Loco, ben lontano da quellache Marcello Fois definisce «Sardegna-non-Sardegna». E non si può non essere d’accordocon Giovanni Sanna che nella premessa scrive:«Il libro, assieme ad altre forme di conservazionegià pubblicate, come il calendario e le cartoline, èconsegnato alla comunità come fondamentalestrumento per la comprensione tecnico-stilisticadell’opera, affinché tutti possano dissentire omeno sull’effettiva importanza della pellicola.Inoltre esso è da considerarsi come unimportante scrigno, vettore immutabiledi un periodo storico caro al nostro paese,che non rischia di perdersi, ma resta

Tissi e il film “Proibito”Addio a due sardi illustri: Tore Pintus e Aristide Murru

a disposizione delle future generazioni».Perché il titolo Proibito? La trama: Don PaoloSolinas (Mel Ferrer) giovane prete torna al suopaese d’origine e scopre due famiglie nemiche, iBarras e i Corraine, che non perdono occasioneper attaccarsi violentemente. Uno dei Corraine èappena stato ucciso, ma Costantino (AmedeoNazzari), il capo famiglia, promette a don Paolodi rinunciare alla vendetta. E invece qualchetempo dopo affronta il Barras (Henri Vilbert) e louccide. La figlia di Barras, Agnese (Lea Massari)è innamorata di don Paolo (un amore proibito,appunto) e si rifiuta di sposare un nipote diCorraine, per mettere fine alla faida. Don Paolochiede di essere trasferito, ma è Agnese a partire,mentre Corraine e i suoi si costituiscono,uscendo dalla chiesa medioevale di Tissi,intitolata a Santa Vittoria.Nel 2007 le Poste Italiane hanno dedicato unfrancobollo ad Amedeo Nazzari, nel centenariodella nascita. Sono usciti anche tre libri: AmedeoNazzari. Rigore e pathos, a cura di ArnaldoColasanti e Ernesto Nicosia (Comune di SantaMarinella, Roma), Amedeo Nazzari il divo,l’uomo, l’attore, a cura di Simone Casavecchia(Centro Sperimentale di Cinematografia, Roma) eAmedeo Buffa in arte Nazzari, curato dalla figlia,Maria Evelina Buffa (Edizioni Sabinae,www.edizionisabinae.com). Negli scaffalidelle librerie sono ancora presenti i libri:Amedeo Nazzari, di Piero Pruzzo e Enrico Lancia(Gremese Editore, Roma), Amedeo Nazzari,di Giuseppe Gubitosi (Il Mulino, Bologna)e Appassionatamente - Il mélo nel cinema italiano,a cura di Orio Caldiron e Stefano Della Casa(Lindau, Torino).Il 2009 si è portato via due uomini di cultura,l’artista Tore Pintus e il linguista AristideMurru, entrambi avevano appena superato gliottant’anni. Si sa, i luoghi dove si nasce e simuore sono sempre accidentali. Radici a parte,conta dove si vive e si lavora, dove si decide dirimanere. Così per Tore Pintus e Aristide Murru,tempiese di nascita il primo, segariese il secondo:Cagliari è stata la loro città d’azione.Tore Pintus era un maestro di bottegarinascimentale, di quei laboratori del fare,dove si dipingevano tele, scolpivano marmi,intagliavano e intarsiavano legni, progettavanoedifici, monumenti e fontane, si realizzavanogioielli, si fabbricavano stoviglie. Perché era unabile artista totale, in un percorso moltodiversificato, d’una Sardegna tra passatoe presente, tra presente e futuro.

Un mondo di quando si era uniti sotto il propriocampanile, nella gioia e nel dolore.Le sue erano visioni d’una terra protagonista, unlavorare eclettico sospeso tra sperimentazionedelle figure stilizzate e i materiali utilizzati.Donne con is marigas alla fonte, il sole cheincendia le case e le strade del paese, le marine,la solitudine del pastore, abbandonato a se stessoe ai suoi pensieri in una natura selvaggia.Sua è la croce sopra la lanterna della basilica diBonaria, a Cagliari. Suoi un’infinità di crocifissi,angeli, vie crucis e Madonne in chiese, cappelle,oratori e cimiteri di mezza Sardegna. Ma lapozione che maggiormente lo ristorava, eraquella dei paesaggi resistenti d’una terraaggredita dal cemento, era quella dei minatori edei pescatori (quante sono le tonnare che hadipinto?). Contenuti – più che soggetti –che dicono di quale scorza è la fatica dell’uomo,e artisticamente di quale bellezza è il mondoapparentemente tranquillo delle sue stilizzazioni.C’è anche un altro Tore Pintus che va ricordato:quello impegnato nel sociale.È stato uno dei fondatori e membro attivissimodell’associazione Uniti per la vita, presentesoprattutto negli ospedali oncologici,Aristide Murru, docente di latino e grecoal liceo classico, esperto di linguistica sarda,straordinario affabulatore, se n’è andatolavorando a un saggio sulla «poesiain sa forma prus naturali comenti d’eussempri connotta nosu sardus. Sa poesiade is massajus chi traballanta sa terra:muttettus, repentinas, modas...».Di Segariu aveva conservato le radici, scrivendopersino un saggio sull’origine del nome, che pergli studiosi antichi voleva dire tagliato dal fiume.«E invece no – dice Aristide Murru – significas’ega de s’arriu. Ega dallo spagnolo vega,pianura bassa e fertile, quindi valle del fiume».Segariu è soprattutto il paese dei tebaius,i tegolai: «Mancai no tenessint argidhabella – si legge in una nota curata dal Comune –ianta imparau a fai teba imperendi sa terrada s’unda de s’arriu ammesturada cun pallacerrida. Custa manera de fai s’impastu,connota in totu su Mediterraneu, in Sardegnaest imperada sceti a Segariu».Nel 1953 sbarcò nell’isola un giovane riccod’ingegno e povero di denaro... Geniale e riccod’umanità, non fu difficile per lui entrare incontatto con chiunque e farsi raccontare. Sichiamava Andreas Fridolin Weiss Bentzon, eradanese. A lui interessava ascoltare per studiare edocumentare la musica sarda e il suo principalestrumento, is launeddas. Ad accompagnarloper i paesi della Trexenta fu Aristide Murru,anche lui giovane e già esperto di lingua sarda,profondo conoscitore della vita dei paesi sardi.Era lui che traduceva e trascriveva al danesei testi delle canzoni e delle leggende.Nel 2002, le Edizioni Iscandula(www.launeddas.it) hanno pubblicato il corposomateriale della ricerca del Bentzon in due volumi,più CD allegati: Launeddas. Traduzione eredazione a cura di Dante Olianas, con laconsulenza di Aristide Murru per gli aspettiletterari e la revisione del testo, Giuseppe Orrùper gli aspetti musicali e Barnaby Brownper gli aspetti linguistico-musicali.

Adriano Vargiu