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IL MESSAGGERO SARDO SCIENZA RELIGIONE CINEMA SPORT A San Basilio il radiotelescopio più potente d’Europa a pagina 8 Il simulacro della Madonna di Bonaria in Vaticano dal Papa Quando James Bond sbarcò in Costa Smeralda a pagina 9 a pagina 19 a pagina 30 Per il Cagliari una stagione con luci e ombre Mensile della Regione Autonoma della Sardegna per i Sardi nel mondo www.ilmessaggerosardo.com Anno XLII / Maggio 2010 In attesa di capire se la crisi colpirà l’industria delle vacanze L’arrivo dell’estate, per l’importanza che il settore turistico rappresenta per l’economia della Sardegna, è atteso con particolare impazienza, quasi con angoscia. Quali saranno gli effetti della lunga e devastante crisi economica che ha investito l’Europa sull’industria delle vacanze? Arriveranno i turisti tedeschi, e i francesi e gli scandinavi? Gli operatori del settore vivono l’avvio della stagione con il fiato sospeso. Dopo un autunno e un inverno drammatici, con il sistema produttivo isolano devastato da una crisi senza precedenti, si aspetta con ansia di capire se almeno il comparto del turismo sarà immune da pericoli recessivi. I dati del 2009 fanno ben sperare la Sardegna. Il forte richiamo del mare cristallino e della natura incontaminata dell’Isola hanno permesso di chiudere la stagione con un segnale positivo. Sarà così anche nella stagione 2010? Le incognite sono molte: la crisi ha messo in ginocchio la Grecia e ha costretto tutti i Paesi europei a ricorrere a pesantissime manovre finanziarie. In che modo questi tagli alla spesa pubblica, la crisi occupativa, l’incertezza sul futuro influenzeranno i comportamenti delle famiglie? A preoccupare è il fatto che la crisi investe tutta l’Europa. L’esito della stagione dipenderà da quanto lungo sarà il periodo di ferie che potranno permettersi i turisti italiani e stranieri. Anche l’andamento climatico potrebbe avere la sua importanza. Più calda e più lunga sarà l’estate più prospettive di chiudere il bilancio in attivo ci saranno. La Regione si è mobilitata per tempo con la partecipazione alle più prestigiose borse del turismo. Ovunque il fascino e il richiamo della Sardegna è stato apprezzato. Le previsioni sono buone ma le incognite delle conseguenze che la crisi potrà provocare sono ancora molte e imponderabili. EMIGRAZIONE Il Piano Triennale approvato dalla Seconda Commissione a pagina 14-17 DCOOS3568 NAZ / 028 / 2008 TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA DIRECT ENTRY CNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008 ECONOMY CNS/CB & PA028 ELEZIONI Rinnovate le Amministrazioni provinciali della Sardegna a pagina 6-7 Aspettando l’estate

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ILMESSAGGEROSARDO

SCIENZA RELIGIONE CINEMA SPORT

A San Basilio ilradiotelescopiopiù potented’Europaa pagina 8

Il simulacrodella Madonnadi Bonariain Vaticanodal Papa

QuandoJames Bondsbarcòin CostaSmeralda

a pagina 9 a pagina 19

a pagina 30

Per il Cagliariuna stagionecon lucie ombre

Mensile della RegioneAutonoma della Sardegnaper i Sardi nel mondo

www.ilmessaggerosardo.com Anno XLII / Maggio 2010

In attesa di capirese la crisi colpiràl’industria delle vacanzeL’arrivo dell’estate, per l’importanza che il settore turisticorappresenta per l’economia della Sardegna, è atteso conparticolare impazienza, quasi con angoscia.Quali saranno gli effetti della lunga e devastante crisieconomica che ha investito l’Europa sull’industria dellevacanze? Arriveranno i turisti tedeschi, e i francesi e gliscandinavi?Gli operatori del settore vivono l’avvio della stagione con ilfiato sospeso. Dopo un autunno e un inverno drammatici,con il sistema produttivo isolano devastato da una crisisenza precedenti, si aspetta con ansia di capire se almeno ilcomparto del turismo sarà immune da pericoli recessivi.I dati del 2009 fanno ben sperare la Sardegna. Il forte

richiamo del mare cristallino e della natura incontaminatadell’Isola hanno permesso di chiudere la stagione con unsegnale positivo. Sarà così anche nella stagione 2010?Le incognite sono molte: la crisi ha messo in ginocchio laGrecia e ha costretto tutti i Paesi europei a ricorrere apesantissime manovre finanziarie. In che modo questi taglialla spesa pubblica, la crisi occupativa, l’incertezza sulfuturo influenzeranno i comportamenti delle famiglie? Apreoccupare è il fatto che la crisi investe tutta l’Europa.L’esito della stagione dipenderà da quanto lungo sarà ilperiodo di ferie che potranno permettersi i turisti italiani estranieri. Anche l’andamento climatico potrebbe avere lasua importanza. Più calda e più lunga sarà l’estate piùprospettive di chiudere il bilancio in attivo ci saranno.La Regione si è mobilitata per tempo con la partecipazionealle più prestigiose borse del turismo. Ovunque il fascino eil richiamo della Sardegna è stato apprezzato. Le previsionisono buone ma le incognite delle conseguenze che la crisipotrà provocare sono ancora molte e imponderabili.

EMIGRAZIONE

Il PianoTriennaleapprovatodalla SecondaCommissionea pagina 14-17

DCOOS3568NAZ / 028 / 2008

TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA

DIRECT ENTRYCNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008

ECONOMYCNS/CB & PA028

ELEZIONI

Rinnovate leAmministrazioniprovincialidella Sardegnaa pagina 6-7

Aspettando l’estate

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Editoriale2 Maggio 2010

Sommario

IL MESSAGGERO SARDOMensile della Regione Autonoma della Sardegna

per i Sardi nel mondo

Edito da “Messaggero Sardo società cooperativa a r.l.”

Presidente Gianni De Candia

Comitato di Direzione Gianni De Candia (responsabile),Marco Aresu, Luigi Coppola, Gianni Massa, Ezio Pirastu

Redazione e Amministrazione Via Barcellona 2 - 09124 CagliariTel. 070 664214 - Fax 070 664742

Sito web www.ilmessaggerosardo.comredazione@[email protected]

Registrazione del Tribunale di Cagliari n. 4212 dell’11-4-1969Iscrizione al R.O.C. n. 6415

Stampa Sarprint, stab. Tossilo - Macomer

Il Messaggero Sardo viene inviato gratuitamente agli emigrati e alle loro famiglie dalla Regione Sardegna.Per richiederlo scrivere al Messaggero Sardo, via Barcellona 2 - 09124 CAGLIARI o alla e-mail: [email protected]

Q uando riceverete questo numero del giornale (anchese porta in copertina la data di maggio) saremo già

in piena estate. Le pubblicazioni – come ricorderete – sonoriprese solo dopo la firma del contratto con la Regionenel mese di marzo, e per non perdere la periodicitàabbiamo ricominciato dal numero di gennaio.Facciamo questa precisazione perché qualche lettoredistratto lamenta che il giornale arriva in ritardo.Non è così. Da quando abbiamo ripreso la pubblicazioneIl Messaggero viene recapitato con cadenza mensile.Dicevamo che quest’anno l’arrivo dell’estate è atteso conparticolare impazienza. E non solo perché tutti aspettiamole meritate ferie. Dopo un autunno e un invernodrammatici, con il sistema produttivo isolano devastatoda una crisi senza precedenti, si aspetta con ansiala stagione delle vacanze per vedere se almeno il compartodel turismo sarà immune da pericoli recessivi.Nel 2009 il settore in Italia (e non solo) ha fattoregistrare preoccupanti segnali di cedimento.In Sardegna è andata meglio. Il forte richiamo del maree della natura incontaminatadell’Isola ha funzionato e hapermesso di chiudere la stagionecon un segnale positivo.Certo non c’è stata la crescitadegli anni precedenti,ma almeno come dicono gliesperti il settore “ha tenuto”.Ma sulla stagione 2010pesano molte incognite.La crisi economico-finanziaria hamesso in ginocchio la Grecia e hacostretto tutti i Paesi europei aricorrere ai ripari con pesantissimemanovre finanziarie. In Italia ilpeso della manovra sarà di circa50.000 miliardi delle vecchie lire.Una cifra impressionante. E dieguale misura saranno anche lemanovre di bilancio che stanno

varando Germania, Francia, Spagna, Gran Bretagna.I tagli più consistenti saranno fatti alla spesa pubblica,con il blocco dei contratti e riduzioni di stipendio. Ciòcomporterà modifiche nei comportamenti delle famiglie.Sia per reazione psicologica (la paura che la situazione siapiù grave di quanto si pensi e perciò è meglio essere oculatinelle spese) sia per obiettive ragioni economiche(nelle buste paga ci sono meno soldi da spendere).A preoccupare è il fatto che la crisi investe tuttal’Europa da dove arriva la stragrande maggioranzadel flusso turistico. Se dovessero diminuire i turistitedeschi molte strutture, anche in Sardegna,soffrirebbero pesanti conseguenze.Gli italiani rappresentano la parte più consistente delmercato delle vacanze e – su questo fanno affidamento glialbergatori – sono disposti a qualunque sacrificio pur dinon rinunciare a un periodo di ferie. L’esito della stagionedipenderà da quanto lungo sarà il periodo di ferie chepotranno permettersi i turisti italiani e quelli stranieri.La Regione si è mobilitata per tempo con la partecipazione

alle più prestigiose borse del turismo. Ovunqueil fascino e il richiamo della Sardegna è stato apprezzato.Le previsioni sono buone ma le incognitedelle conseguenze che la crisi potrà provocare sonoancora molte e imponderabili.Ogni tanto si manifestano segnali di ripresa.Ma questa crisi – come ha detto il ministro Tremonti –è come un videogioco, quando si pensa di esserne uscitisi passa allo scenario successivo che è persino piùdrammatico di quello che si è appena superato. Solo chein questo videogioco non ci sono pupazzetti inanimati mauomini e donne in carne e ossa che perdono il postodi lavoro e non vedono prospettive per i loro figli.Il buon andamento della stagione turistica costituirebbeun segnale importante di ripresa e avrebbe effetti positivisu tutta l’economia, aprendo qualche spiraglio ancheper il comparto industriale.Il via libera dell’Unione europea alle misure messe apunto dal governo per le industrie ad alto consumo dienergia permetteranno il salvataggio dell’Alcoa e il

rilancio di un settore. È unospiraglio di speranza per le altresituazioni di sofferenzadell’apparato industriale sardo:da Porto Torres a Portoscuso,da Siniscola a Ottana.Nel mese di giugno si è svolto inSardegna un importante testelettorale: sono stati rinnovati gliotto consigli provinciali e la metàdei consigli comunali. Il datodi chi tra le forze politicheabbia vinto e chi abbia perso è,come sempre, controverso.Ma un fatto è inconfutabile:il vero vincitore è l’assenteismoe il grande sconfitto è la politica.Che non riesce a coinvolgeree mobilitare le personeche disertano le urne.

Editoriale2 Aspettando che l’estate porti buone notizie

Elezioni Amministrative6 Il Centrosinistra si conferma nelle Province

della Sardegna di Luigi Coppola

Primo Piano3 Le ragioni delle scelte in materia di comunicazione

e sul ruolo de “Il Messaggero Sardo”I motivi delle perplessità della Cooperativa sul futurodel giornale

8 A San Basilio il radiotelescopio più grande e potented’Europa di Pier Sandro Pillonca

Per il radiotelescopio sardo anche fondi privatidi Marco Aresu

9 Il simulacro della Madonna di Bonaria in Vaticanoda papa Benedetto XVI di Alessandro Atzeri

Attualità10 Le contraddizioni della scuola sarda di Mario Girau

Bilancio positivo dell’Inps nel 2009 a cura di Giuseppe Foti

11 Aperto un nuovo tratto della nuova SS 125di Antonio Serreli

12 Storie di emigrazione13 Il rilancio della cerealicoltura sarda comincia

da malloreddus e pane carasauLe ricette di casa nostra a cura di Gian Piero Pinna

Speciale Emigrazione14 Parere favorevole della seconda Commissione

sul Piano Triennale15 Piano Triennale 2010/2012: linee guida per investimenti

in favore dell’emigrazione

Cultura18 I 30 anni dell’“officina gramsciana” di Pavia

di Paolo Pulina

Il viaggio di Giovanna Casapollo nel libro “La mia isola”di Massimiliano Perlato

19 James Bond in Costa Smeralda di Gianni Olla

32 I reportages di Nicola Lecca: Berna

Paesi di Sardegna20 Nora: i resti di una città nata nel mito di Franco Fresi

Goni: il paese dei menhir di Salvatore Tola

Parliamo della Sardegna21 Eva Mameli Calvino e la madre di Ploaghe

di Paolo Pulina

Racconti sardi di Gallura di Pasquale Ciboddodi Cristoforo Puddu

Parlando in Poesia22 La casa del padre a cura di Salvatore Tola

Sport30 Il Cagliari chiude male una stagione che lo ha visto

a lungo protagonista di Andrea Frigo

Marchetti vice Buffon ai mondiali31 Hockey a rotelle: La formazione di Carbonia al torneo

di Roubaix di Sergio Casano

Giavellotto: Ilenia Murgia primatista sardadi Andrea Porcu

Rubriche

23 Dall’Italia27 Dal Mondo

Aspettando che l’estate porti buone notizie

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3Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

H o letto con attenzione, come sempre, loscorso numero del Messaggero Sardo.

Desidero fare alcune considerazioni, soprattuttoin merito all’editoriale che preannunciava i“tagli” decisi dalla Regione di comune accordocon la Consulta regionale per l’emigrazione,nell’ambito del Piano triennale 2010-2012.I “tagli” nascono dall’esigenza, e da una precisavolontà politica, di riorganizzare gli investimentidella Regione nel settore dell’emigrazione,con l’obiettivo di avere le maggiori ricadutepossibili. Quattro milioni 500mila eurocostituiscono un intervento importantedal punto di vista finanziario ma, trattandosidi soldi pubblici (frutto delle tasse pagateda tutti i contribuenti) vanno spesi oculatamente,anche per ottenere i migliori risultati.Non intendo dare contributi a pioggia:abbiamo deciso di premiare chi merita, senzaper questo penalizzare l’attività dei Circolipiù piccoli. Abbiamo pure deciso di puntaresui giovani, per coinvolgerli in tutte le attivitàe dare un futuro alla rete che è stataorganizzata a livello mondiale. Non per questo,ci dimenticheremo degli anziani.Ecco, gli anziani. La maggior parte di loro nonha dimestichezza con le nuove tecnologie, inpochi possiedono un computer, dunque l’unicomodo di ricevere le informazioni del MessaggeroSardo è attraverso il formato cartaceo piuttostoche on line, via Internet. Non intendiamosospendere la pubblicazione del MessaggeroSardo nella sua veste tradizionale su carta.Abbiamo detto, invece, che questo tipo dicomunicazione (visti i tempi di stampa espedizione) è superata e appare più opportunoinvestire verso altre forme di comunicazione,legate soprattutto alle nuove tecnologie. Tra gliesempi che sono stati fatti nel corso dell’ultima

Le ragioni delle scelte in materia di comunicazionee sul ruolo de “Il Messaggero Sardo”

riunione della Consulta, la creazionedi una “web radio” (cioè una radio che informitutti i Sardi nel mondo via Internet, in temporeale) e la programmazione di trasmissionitematiche su un circuito di tv satellitari.Le risorse, come è noto, sono limitate: eccoperché, in presenza della classica “copertacorta”, si devono fare delle scelte che per certiversi sono dolorose, ma appaiono scontatese si vuole puntare su altri obiettivi.Il Messaggero Sardo continuerà a vivere.Nessuno disconosce i meriti di questa testatagiornalistica, fondata nel lontano 1974: illegame con l’Isola, per molti Sardi emigrati neicinque continenti, è stato tenuto in vita anchegrazie e soprattutto a questo giornale.Tuttavia è giunto il momento di ripensare

la comunicazione in questo settore specifico,riducendo il numero di pubblicazioni nel corsodell’anno. Occorre peraltro sottolineare che ilpiano annuale e triennale è stato approvato datutti gli organi istituzionalmente preposti algoverno dell’emigrazione e in particolaredalla Consulta, dal direttivo, dalla Giuntaregionale e infine dalla Seconda CommissionePermanente del Consiglio regionale.Proprio quest’ultima, con riferimento al pianodi comunicazione, testualmente afferma:“La Commissione concorda sulla necessità dirivedere le modalità di comunicazione einformazione facendo maggiore ricorso acommunity e in genere ai nuovi sistemi dicomunicazione, per favorire la partecipazionedei giovani alle iniziative degli emigrati ma,allo stesso tempo, condivide la necessità dimantenere, seppure ridimensionati, anche glistrumenti di comunicazione tradizionali qualiad esempio il formato cartaceo del MessaggeroSardo a favore di quella parte di emigratiche non utilizza le nuove tecnologie”.Soltanto questi organismi istituzionalmentepreposti hanno competenza ad assumere decisionisul merito delle attività che riguardano gliemigrati, e tali decisioni devono essere rispettateanche se a qualcuno possono non piacere.È nostro desiderio puntare su altre forme dicomunicazione che riteniamo più al passo con itempi. Oltre tutto, non è pensabile che lamaggior parte dei finanziamenti destinati alMessaggero Sardo sia impegnata nella coperturadelle spese di stampa tipografica. Meglio, moltomeglio, investirli a favore dei giovani emigrati.

Franco MancaAssessore regionale del Lavoro,

Formazione professionale,Cooperazione e Sicurezza sociale

Nel numero di aprile 2010 abbiamo pubblicato, comeconsuetudine radicata negli anni, la relazione cheaccompagna il bilancio della Cooperativa dell’annoprecedente, in questo caso il 2009. Tra le altre coseabbiamo scritto che le linee guida della politica perl’emigrazione che il nuovo Assessore del Lavoro intendeperseguire, “a fronte di maggiori risorse messe adisposizione per la comunicazione, ipotizzano unariduzione del ruolo del giornale cartaceo a favore di altristrumenti di informazione”. E dopo aver ribadito ilconsolidato convincimento – derivante dal costanteapprezzamento dei lettori e dalle continue richieste chegiungono da ogni parte del mondo – che “Il Messaggerosardo” rappresenti uno strumento insostituibile dicollegamento tra la Sardegna e le comunità sarde nelmondo, abbiamo annunciato «che la disponibilità dellaCooperativa a proseguire l’esperienza di realizzare “IlMessaggero Sardo” è legata alla periodicità mensile dellapubblicazione. In mancanza di questa garanzia ci vedremocostretti a rinunciare a partecipare a qualsivoglia appalto,pur nella consapevolezza che ciò potrebbe avereconseguenze letali per il futuro de “Il Messaggero sardo”o, almeno, per ciò che “Il Messaggero sardo” è ed è statodal 1974 ad oggi: il giornale “per” gli emigratie “degli” emigrati. Il giornale per i Sardi nel Mondo».Abbiamo scritto queste cose prima che il PianoTriennale ottenesse il parere favorevoledella Consulta, prima che fosse approvatodalla Giunta e prima che la Seconda Commissionedel Consiglio regionale esprimesse il parere favorevole.Nello stesso numero del giornale abbiamo correttamente

I motivi delle perplessità della Cooperativa sul futuro del giornalee ampiamente dato risalto alla riunione della Consulta,e alla delibera della Giunta, evidenziando i contenutiinnovativi introdotti nel Piano Triennale, l’incrementodi risorse messe a disposizione per gli interventia favore dell’emigrazione. Abbiamo anche evidenziatoche sono aumentati i fondi per la comunicazionee nel contempo sono stati dimezzati i finanziamentiper “Il Messaggero Sardo” in veste cartacea.Non abbiamo mai cercato di interferire sulle scelte e sulledecisioni degli “organismi istituzionalmente preposti chehanno competenza ad assumere decisioni sul merito delleattività che riguardano gli emigrati”, perché da semprenutriamo un rispetto assoluto per le Istituzioni.Solo dopo che il processo decisionale si è esauritoabbiamo scritto al Presidente della Regione,al Presidente del Consiglio Regionale e al Presidentedella Seconda Commissione per chiedere di essere sentitie poter esporre le ragioni per cui riteniamo che,al di là dei buoni propositi che ispirano la formulazionedel Piano in tema di comunicazione, si rischiadi affievolire l’unico collaudato canale di contattocon i sardi sparsi nel mondo, senza nel contempola certezza di riuscire a conseguire apprezzabili risultatisul fronte dei nuovi mezzi di informazione.Riteniamo che l’equazione giornale cartaceo ugualeemigrati anziani non sia del tutto corretta. E lo diciamosulla base del fatto che da quando la Cooperativa harealizzato un suo sito internet i contatti con gli emigratisono cresciuti in modo esponenziale passando dalle pochemigliaia a oltre 14 milioni annui nel 2009. Ebbenenonostante la revisione dell’indirizzario, fatta negli

ultimi anni, e l’eliminazione di decine di migliaia diindirizzi, le richieste sono crescenti e il numero degliabbonati supera il tetto dei 70 mila. Ciò significa che i“contatti” sono circa 250 mila ogni mese. La gran partedi richieste ci vengono via internet da lettori giovani emeno giovani che scoprono Il Messaggero sardo on-line.Per sgomberare il campo da equivoci ribadiamo che ilgrido d’allarme contenuto nella relazione non era perdifendere il nostro ruolo ma per esortare gli “organismiistituzionalmente preposti” a ben ponderare una sceltache potrebbe avere conseguenze, non volute, madevastanti per il futuro del mensile Il Messaggero sardo.Come abbiamo sempre fatto in questi 36 annia ogni cambio di Giunta e di assessore del Lavoroabbiamo messo a disposizione il nostro mandato.Perché la Cooperativa ha sempre operatonell’interesse della Sardegna e dei Sardi fornendoun’informazione istituzionalmente corretta e completa,facendo de Il Messaggero sardo il giornaleper gli emigrati e degli emigrati.Abbiamo sempre rispettato le decisioni delle istituzionianche quando potevano non piacerci.Ma non possiamo tacere di fronte alla prospettivache un’esperienza tanto importante possa esserevanificata da scelte non ponderate a sufficienza.Perché nessuno possa dire: “non ci avete informato”.Il Messaggero sardo è sempre stato un mensile. Se sicambia la periodicità diventa un’altra cosa.I dispendiosi tentativi di arricchire e attivare canalidi informazione più moderni fatti in anni recenti,non ci risulta abbiano dato risultati apprezzabili.

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La posta dei lettori4 Maggio 2010

Le origini dei cognomiPer poter rispondere alle domande sull’origine dei cognomi, tra le altre fonti, attingiamo anche dai tre volumidel prof. Massimo Pittau, “Dizionario dei Cognomi di Sardegna”, Cagliari 2006, editrice “L’Unione Sarda” (www.pittau.it)

GRECU

Caro Messaggero,desidero sapere l’origine del mio cognome.Grecu Assuntino

Caro Grecu,rinnoviamo l’invito a tutti i lettori di nontralasciare l’indicazione del proprio indirizzo nellelettere che ci inviate. Cognome diffusoprevalentemente nella fascia centrale dell’isola daTresnuraghes sino a Mamoiada, Nuoro, Siniscola,Lanusei, Girasole ed anche Cagliari.L’origine potrebbe essere di tipo etnico ad indicareoriginario della Grecia. Si riscontra in CSNT, 262;in CSMS, 238 e CSPS, 407.Il femminile Greca o Grega poteva essere utilizzatocome nome proprio, come riscontrabile neiCondaghi. Può indicare come grecu nel nuoresepersona avara, mentre nel campidanese gregu staad indicare imbroglione.

MATTEU - LITTARRUCaro Messaggero,da 45 anni ho lasciato la Sardegna e le notizie chemi date mensilmente non fanno altro cheavvicinarmi alla mia amata Terra. Avrei bisognodi notizie del mio cognome e di Matteu.Littarru Armando - Via S. Margherita, 123 - 21042Caronno Pertusella (VA)

Caro Littarru,l’origine del suo cognome è legata all’omonimofitonismo gallurese che sta ad indicare la piantadella Phyllirea Media L. derivante dal latinoalaternus. Diffuso nel Nuorese, tra Desulo,

Ovodda, Tonara, Siniscola, anche a Tiana edOristano.Matteu, localizzabile nella sola Cagliari,deriverebbe dal nome Matteo, legato al Matthaeuslatino ecclesiastico, si legge nell’Egger 164, e havarie forme derivate in Italia, Francia, Spagna:Mattei, Mathey, Mathieu, Madeu, Madeux. Potrebbel’origine essere anche dalla Spagna, dove siriscontra Mateu. Si trova in CDS II, 309, 313, 341.

PETZEUCaro Messaggero,ringraziandovi per la puntualità con cui miinformate delle notizie della mia terra, sapetedirmi se il mio cognome è diffuso nell’Isola al difuori del Sulcis-Iglesiente?Petzeu Gabriele - Rosenstr 3 - 71131 JettingenCaro Petzeu,anche con lei proseguiamo con i cognomi chetrovano origine da variazioni, verosimilmente pererrori di trascrizione, da altri cognomi più diffusio perlomeno più noti.Il suo è frequente nel territorio sardo in quel diCarbonia; l’origine potrebbe essere riconducibile aPerseu, la cui origine è da “sardizzazione” dicognome italiano e più precisamente dal nomepersonale Perseo.

CARIA - SULISCaro Messaggero,figlia di emigrati sardi, leggo sempre con piacere ilgiornale. Vorrei avere informazioni riguardo duecognomi il mio e Sulis, quello di mia madre.Caria Annalisa - Spilimbergo (PN)

Abbanoa non risponde ad emigrata per rimborso

Caro Messaggero sardo,da molti anni leggo il giornale che scriveper gli emigrati tenendo sempre vivo il loro amoreper la terra di origine. Ho una casetta aPerdasdefogu ove sono nata e dove ho trascorso lamia giovinezza. Da circa tre anni ho inviato duelettere raccomandate ad Abbanoa con allegatadocumentazione e richiesta di rimborsodi una bolletta pagata per errore due volte.Ho recentemente telefonato per avere notiziesenza però ottenere dall’ente gestoredelle acque alcun riscontro.Non essendo residente pago di sola quota fissa50 euro all’anno. Stando così il modo di procedereda parte di Abbanoa e per la mia avanzata età,non mi sarà possibile riscuotere il rimborso.Riconoscente al Messaggero sardo se vorràpubblicare questo mio scritto che fa partedelle tante cose non giuste a cui quotidianamentesi assiste.Lai Ida (indirizzo per richiesta della lettrice è in possessodella redazione)

Cara Lai,speriamo che i dirigenti di Abbanoa rispondanoalla sua richiesta in tempi brevi.Purtroppo è sempre più diffuso il malcostumenegli enti pubblici di non rispondere alle richiestedegli utenti e dei cittadini.

Solidarietà a “I Sardi a Roma”per atteggiamento Alitalia

Caro Messaggero sardo,attraverso il Messaggero desidero far pervenire lamia solidarietà ai corregionali del circolo ACRASEdi Roma e unirmi alla loro indignazione per ilcomportamento della compagnia di Bandiera “Prodomo sua” Alitalia che, con un’incredibile alzatadi ingegno, prova a risanare i bilanci a spesemanco a dirlo dei Sardi. Gli esempi: vado da

Torino, dove risiedo, a Londra, Parigi,Amsterdam, Praga, Madrid ed altre città europeecon voli estremamente economici, ma se devoraggiungere Alghero, con un volo ordinario senzaalcun privilegio, devo pagare andata e ritorno 129euro includendo ben 40 euro di gabelleaeroportuali. Nei miei voli peraltro non ho maiincontrato hostess o steward sardi.Se le autorità politiche sarde analizzassero ibilanci di questa compagnia, si renderebbero contoche i voli per la Sardegna non creano alcunapassività ma anzi servono ad impinguarlinotevolmente. Se però venisse presa qualsiasiazione atta ad imporre la “continuità territoriale”si rischierebbe, secondo la Compagnia, la messa incassa integrazione di molti dipendenti...Questo comportamento ricorda la “Tirrenia” deglianni ’60. La compagnia pubblica di navigazione,con i bilanci risanati dallo Stato, ci facevaviaggiare indecentemente ammucchiati ma leentrate relative alle tratte con la Sardegnarappresentavano il 90% dei bilanci. Di contro lechiamate di imbarco venivano effettuate a Napoli,sede della compagnia. Con il risultato che tra ilpersonale a bordo non c’erano sardi.Gradisca i migliori saluti da uno che è partitoda Olbia il 3 dicembre 1951 su una “carretta”di nome “Motonave Civitavecchia”con la scritta sul biglietto “parte alle ore 22.00tempo permettendo!”.Antonio Usai - Chivasso

Caro Usai,la sua denuncia non ha bisogno di ulterioricommenti.

Da 40 anni in Germaniachiede il Messaggero per un amico

Caro Messaggero sardo,vi scrivo alcune righe per farvi sapere che viricevo, con molta ansia e piacere, da circa 30 anni.Mi chiamo Bruno Dessì e sono nato a Santadi.

Per mancanza di lavoro mio padre è emigratoin Germania negli anni ’60. Dieci anni dopolo ha raggiunto mia madre con tutti noi, settefigli. Così ognuno ha costituito la sua famigliae da allora stiamo qua con la speranzache un giorno arriverà la possibilità di tornareper sempre nella nostra amata terra.Vi chiedo un piacere: ho un caro amico sardoemigrato che vorrebbe ricevere anche lui ilMessaggero sardo. Vi ringrazio affettuosamenteper tutto quello che fate per noi Sardilontani dalla nostra terra. Continuate così.Bruno Dessì - Sonsbeck

Caro Dessì,abbiamo attivato l’abbonamento per il suo amico.

Balzelli sulle seconde casefederalismo fiscale anticipato

Caro Messaggero,sono uno dei tanti sardi che vive a Torinoda 42 anni. Attualmente sono pensionato.Sono sposato e ho tre figli. Vi scrivoper protestare contro i balzelli dei Comuninei confronti dei proprietari di seconde case.I miei genitori mi hanno lasciato in eredità unacasetta a Cagliari dove ogni anno trascorro leferie. Preciso che dopo tanti sacrifici abbiamocomprato a Torino la casa dove abitiamo.Così la casa avuta in eredità in Sardegna èconsiderata seconda abitazione ed invece di avereagevolazioni per essere stati costretti ad emigrarein cerca di lavoro ed a vivere lontano dall’isola,dobbiamo pagare più cari l’ICI, la luceed ora perfino la nettezza urbana. Il ritirodella spazzatura, occupando la casa per circadue mesi l’anno, mi costa, infatti, il doppiodi quello che pago a Torino per dieci mesi.Un saluto a tutti voi del MessaggeroEttore Ricasso - Torino

Caro Messaggero,nelle lettere al Corriere della Sera del 19 aprile

Cara Caria,iniziamo dal suo cognome. Caria è cognomevariamente riscontrabile in quel di Alghero,Cagliari, Isili, Nuoro. L’origine è, quasi scontata,dal latino cathedra che assunto dal catalano comecaria, tronco, fusto di colonna o sedia, lo siritrova, considerando l’origine, anche comesostantivo del catalano Algherese. Lo si registraspesso in EA, e presente anche in Sud America,fatto indicativo per supporne origine spagnola.Sulis, frequente nella zona compresa tra Isili,Lanusei, Nuoro, Oristano e Tonara, ècaratterizzato dalla s finale indicativa di plurale difamiglia, usanza campidanese. L’origine potrebbeessere o da erronea interpretazione di discendente,relativo al genitivo di provenienza, dal villaggio diDesulo, nel nuorese, scomposto in De Sulo.Oppure potrebbe essere in relazione, per errore ditrascrizione per conio da origine dotta, al cognomeSulas. In CDS, atti del 1130, si riscontra come DeSuli e nel 1410 come Sulis. Reso celebre dal famosotribuno angioino Vincenzo Sulis. Si ebbe nel 1700un casato Sulis della nobiltà in Muravera.

SPIGACaro Messaggero,oltre ringraziarvi per l’ottimo lavoro che svolgetenel redigere lo splendido giornale, vorrei chiedervinotizie inerenti all’origine del mio cognome.Spiga Massimo - Dairago (MI)

Caro Spiga,ringraziamo anche lei per le cordialità espresse neiriguardi della redazione, che giungono in periododi non facile gestione del futuro del Messaggero.L’origine del suo cognome, rappresentato nellafascia centrale d’Isola che da Oristano arriva adOrosei e Tertenia passando per Nuoro, potrebbeavere origini propriamente italiane di egualesignificato, oppure, può corrispondere alcampidanese spiga, ad origine latina spica, comeleggiamo nel DILS I 537, nelle Carte Volgari AAC enel Condaghe di Salvennor. Verso il 1400 lo siriscontra anche a Cagliari.

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5La posta dei lettoriILMESSAGGEROSARDO

2010 il sig. Ennio Peccatori lamental’uso e l’abuso di balzelli da parte dei Comunisulle seconde case.Sono proprietario di un immobile a Santa Teresadi Gallura di 35 metri calpestabili ma un belgiorno erano diventati 41 per il pagamento dellanettezza urbana. Mi tocca pagare la nettezzaurbana per tutto l’anno sebbene ci abito 70/80giorni l’anno, l’ICI maggiorata, la lucemaggiorata, l’acqua con il fisso e il consumodoppio. Poiché per il Comune il quartiere è“privato”, sebbene sia attaccato alle altreabitazioni, abbiamo dovuto asfaltare la strada,installare l’impianto di illuminazione e pagare ilrelativo consumo. Preciso che il quartiere èabitato per oltre il 50% da residenti ed è compostoda circa sessanta appartamenti tra mini e normali.Abbanoa, ente esattore per il consumo dell’acquaogni trimestre manda la bolletta aggiungendoviuna quota forfettaria per il prossimo consumo cosìche mi trovo una quantità di acqua in più che nonpotrò mai consumare stante che nella bollettaaggiunge altri acconti forfettari. Ho segnalato confax, raccomandate e telefonate queste anomalie manon si sono mai degnati di una risposta.Come è facile osservare i Comuni e gli altri entinon hanno atteso le norme di attuazione da partedel Governo nazionale sul Federalismo fiscaleperché sulle seconde case lo hanno anticipatogravandole di diversi balzelli.Salvatore La Rocca - Como

Cari Ricasso e La Rocca,comprendiamo il disappunto per i cosidetti“balzelli” che pagate per le seconde case(le vostre sono solo due delle tante lamenteleche riceviamo) ma i Comuni non fanno altroche applicare la normativa vigenteche ha eliminato l’ICI sulla prima casa.

La scomparsa di Paolo Contis

L’otto marzo all’età di 47 anni Paolo Contispresidente del Circolo “Sardegna” di Bolognasi è spento dopo una lunga e dolorosa malattialasciando un vuoto incolmabile nel cuoredella famiglia e di quanti lo hanno conosciuto.Carattere socievole e mite, modi gentilinel rapportarsi con gli altri hanno fatto sìche la gente lo amasse. Il circolo “Sardegna”per lui è stato un luogo di incontro e di crescita,solidale e generoso con tutti, pronto in ognimomento a tendere la mano.Il suo punto di forza “la solidarietà” versochi era meno fortunato di altri. Mille cose potreiraccontare di Paolo, da ciò che ha fattoper il bene del circolo e le belle cose realizzatea quelle che non è riuscito a portarea termine perché il tempo è mancato.Mille cose ho condiviso con lui, pianti, dispiaceri,gioie e risate. Non dirò altro non c’è bisogno, tuttisapevano e conoscevano il suo modo di essere.Sei stato un amico speciale. Addio Paolo addioper sempre. Resterai nei nostri cuori.Maria Olianas - Via Matteotti 33 - Bologna

Vigili sollecitano a emigratopagamento multa già riscossa

Caro Messaggero sardo,mi chiamo Franco Putzolu ho 73 anni,sono nativo di Portoscuso e sono emigratoa Torino da ben 45 anni. Ricevo regolarmenteil nostro caro Messaggero. Vado quasi ogni annonella mia amata terra. Vorrei raccontarviciò che mi è accaduto l’anno scorsocon ulteriori recenti sviluppi.Ho ricevuto dai Vigili Urbani di Iglesias una multaper eccesso di velocità che, secondo l’autovelox,avrei commesso il 4 aprile in località Bindua.Premesso che non so neanche dove si trova Bindua,la lettera con il bollettino di conto corrente per ilpagamento della multa mi è giunta il 27 luglio2009. In data 19 agosto dello stesso anno

pur avendo perplessità sulla contestazione hopagato 165 euro. Con mia grande sorpresa nelmarzo 2010 ho ricevuto una lettera raccomandatacon cui mi si intima il pagamento di ben 276 euro.Come è possibile che accada questo.Vi chiederei se è possibile intervenirenei confronti dei Vigili Urbani di Iglesias.Sono un pensionato che ha lavorato in Germaniae dopo alcuni anni al rientro in Italia sono statoassunto alla FIAT a Torino. Cordiali saluti.Franco Putzolu - Torino

Caro Putzolu,dal Suo racconto sembrerebbe che si sia trattato diun errore involontario commesso dalla PoliziaMunicipale del Comune di Iglesias. Se ha iltagliando del bollettino con cui ha pagato la multapuò stare tranquillo. È sufficiente scrivere aiVigili, allegando una fotocopia della ricevuta dipagamento. Da parte nostra faremo una telefonatacercando di chiarire l’eventuale equivoco.

Dopo 40 anni di emigrazione in Germaniavuole ricevere il Messaggero in Sardegna

Caro Messaggero sardo,con questo scritto vi comunico che ho raggiuntol’età della pensione. Dal mese di maggio sonorientrato nella nostra Sardegna dopo 40 anni diemigrazione in Germania. Vi sarei moltoriconoscente se l’invio del giornale non cessasse.Vorrei riceverlo al nuovo indirizzo ad Utain provincia di Cagliari. Mille grazieper la compagnia che mi avete fattoin questi anni di emigrazione.Salvatore Loche - Schnellstrasse 43 - Amburgo

Caro Loche,abbiamo già modificato il suo indirizzo.

Figlio di emigrato nato in Canadasi sente sardo e vuole il Messaggero

Caro Messaggero sardo,dopo tanti anni mi permetto di scrivervi perringraziarvi di tutto cuore nel ricevere ilMessaggero che tiene vivo il ricordo e l’amoreper la mia terra. Sono nativo di Sorradile da dovesono emigrato nel 1948. Ho avuto la fortunadi trovarmi in un paese grande e accoglientecon figli istruiti e sistemati e con sei nipotini.Malgrado tutto questo, ogni qualvolta ricevo ilcaro Messaggero leggendo i fatti della Sardegnachiudo gli occhi e mi sembra di essere nella miaterra natia. Faeddu solu e canto sardu, così ilcuore e il pensiero traslocano in terra sarda. Oravi chiedo un favore: uno dei miei figli mi chiede datempo di poter ricevere il Messaggero a Montrealdove vive con la famiglia. Benché nato in Canadaconosce la Sardegna e si sente sardo.Potrei inoltre conoscere l’origine del mio cognome.Mario Depani - Longueuil (Canada)

Caro Depani,abbiamo attivato l’abbonamento per suo figlio.Per quanto riguarda l’origine del suo cognomedovrà attendere il suo turno.

Emigrato da 35 anni in Franciacomponente COMITES 2 Savoie

Caro Messaggero sardo,sono emigrato da ben 35 anni in Francia.Originario di Zerfaliu in provincia di Oristano,sono però iscritto all’anagrafe degli italianiresidenti all’estero (AIRE) nel Comune diTramatza. Da quando sono emigrato la maggiorparte del mio tempo libero lo dedico alvolontariato nelle Associazioni sarde o italianeoperanti nell’Alta Savoia regione dove risiedo.Sono componente del COMITES delle 2 Savoieda circa 10 anni.Da qualche tempo non ricevo il Messaggero sardoper me molto utile e colgo l’occasione

per esprimere i miei elogi alla redazioneper il lavoro che fate. Mi auguro che, accogliendola mia richiesta, potrò ricevere, come prima,il mio Messaggero.Vi ringrazio con i più cordiali saluti.Marcello Ardu - Scionzier (Francia)

Caro Ardu,complimenti per il suo impegno.Abbiamo riattivato l’abbonamento.

Dalla Francia vuole contattarecompaesani di Villanova Monteleone

Caro Messaggero,mi chiamo Antonio Martinez, sono nato aVillanova Monteleone. Sono emigrato dal lontano1958 prima in Francia e poi in Svizzera dove holavorato svolgendo tanti mestieri finché non sonostato assunto nell’Ufficio internazionale del lavoroa Ginevra dove ho lavorato per 21 anni. Sonopensionato dal 1992 ed ora mi sto godendo ilfrutto di tutti questi anni. Vivo in Francia dovecon mia moglie ci siamo trasferiti in un paesevicino a Ginevra per non essere lontani dai figli edai nipoti. Sono sposato con Pasqualina Giua nataa Silanus. Abbiamo due figli e tre nipoti. Nonpotendo, per le ragioni che conoscete, rimanere inSardegna, siamo riusciti, con tanti sacrifici, avivere all’estero. Avrei tante cose da raccontare,ma non è questo il motivo per cui vi scrivo, bensìper chiedervi due favori: il primo è pubblicare lamia e-mail ([email protected])in modo che qualche compaesano, emigratoin qualsiasi parte del mondo, possa mettersiin contatto con me; l’altro è quello di pubblicarela poesia che ho scritto, in occasione della festadell’Epifania, alla presidente del circolo sardodi Ville la Grand, Pasqualina Senes, quandoero componente del comitato.Antonio Martinez (Francia)

Caro Martinez,eccoti accontentato. La poesia l’abbiamo affidata,come tutte le altre che riceviamo, al prof. Tolache la pubblicherà appena possibile.

Un piccolo angolo di Sardegna in Friuli

Caro Messaggero,vi ringrazio per tutto quello che fate per noi Sardilontani dalla nostra terra. Vi scrivo per segnalarviche il giornale è letto con interesse anche dai nonSardi che frequentano la mia trattoria tipica inMariano del Friuli, provincia di Gorizia. È unterritorio conosciuto dai conterranei che hannoprestato il servizio militare in questa zona edhanno deciso di costruirsi una famiglia e fermarsiin questo luogo. Personalmente non ho fatto qui ilmilitare ma ho conosciuto mia moglie e visto chevi erano più possibilità di lavoro mi sonotrasferito. Abbiamo aperto un piccolo angolo diSardegna in Friuli. Proponiamo la nostra cucinacon prodotti che arrivano direttamente dallaSardegna e che possono essere anche acquistati.Cordiali saluti.Tonino Zunnui - Mariano del Friuli (GO)

Nostalgia di Sardegna

Caro Messaggero,ricevo regolarmente e con molto piacere il vostrogiornale. E di questo vi ringrazio tutti. Quandomi immergo nella lettura dei vostri articoli, moltointeressanti, mi fate sentire più vicino alla nostraamata terra. Che nostalgia questa magicaSardegna. Sono a Cinisello Balsamo dal 1973,ora sono già in pensione. Vi sarei gratose potreste inviare il giornale ad un mio familiare.Mario Marco Carta - Cinisello Balsamo

Caro Carta,grazie per i complimenti.Abbiamo attivato l’abbonamento al suo familiare.

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Elezioni Amministrative6 Maggio 2010

L e elezioni amministrative svoltesi il 30-31maggio e i ballottaggi del 13-14 giugno

meritano un’analisi attenta e approfondita, inprimo luogo dai partiti. Le ragioni sono molteplicie sinteticamente possiamo comprenderle in alcunipunti: la Sardegna, spesso, ha anticipato lineepolitiche che hanno poi avuto conferma a livellonazionale; il dato relativo alla bassa percentualedi votanti non può essere liquidato comeoccasionale protesta o distrazione del corpoelettorale; l’esito dei ballottaggi per le provincedi Cagliari, Nuoro e Ogliastra e per i comuni (conpiù di quindicimila abitanti) di Iglesias, Nuoro,Porto Torres e Sestu è poi del tutto sorprendenterispetto al dato provvisorio del primo turno.Andiamo con ordine. Queste elezioni si sonosvolte, un anno dopo quelle regionali che hannoportato alla vittoria il centrodestra guidatoda Cappellacci, in un momento molto difficileper la vita nazionale e regionale.A livello nazionale la crisi economica è diventataufficiale con una legge finanziaria da 24 miliardidi euro che vuole riequilibrare i conti dello Stato,e che tocca, però, molto da vicino anche i redditidei dipendenti pubblici. A livello regionale la crisiè esplosa nel comparto industriale, da PortoTorres al centro Sardegna, al Sulcis.A questa situazione va poi sommata quellache si sta determinando nella scuola con ladrastica riduzione di posti di lavoro. In aggiuntai timori per una stagione turistica che, con unacrisi così grave a livello europeo e mondiale, puònon avere gli sperati incrementi. A tutto questova sommato il numero crescente di disoccupatie di giovani in cerca di prima occupazione.Questo in sintesi il quadro generale.Nello specifico, poi, sulle elezioni hanno inciso inmaniera evidente i comportamenti dei diversipartiti e i rapporti tra partiti di una stessa area.Si partiva da sette province al centrosinistra(frutto cinque anni fa della spinta in ascesadel centrosinistra guidato da Soru) ed una,quella di Oristano, al centrodestra.Nel primo turno il centro sinistra, laddove èapparso compatto, ha conquistato le provincedi Sassari (sindaco del capoluogo compreso),Medio Campidano e Sulcis-Iglesiente, perdendola provincia di Olbia-Tempio (pur conquistandola maggioranza nel consiglio comunaledi quest’ultimo centro).Il centrodestra ha confermato la provincia diOristano ed ha conquistato quella gallurese,riuscendo a ricompattarsi (dopo aspri contrasti)intorno ad una candidatura condivisa, mentre ilcentrosinistra non ha ricanditato la presidenteuscente, schieratasi con Rutelli.Non solo. Il primo turno ha fornito dati chesembravano preludere, ai ballottaggi, ad unribaltamento nelle province di Nuoro, Ogliastra eCagliari. Addirittura nella provincia piùimportante per numero di abitanti, quella diCagliari appunto, il centrodestra – con unvantaggio di 13 punti percentuali sul presidenteuscente Milia – è andato vicino alla vittoria giàal primo turno, riuscendo a conquistarecomunque il comune di Quartu.Analisi dopo il primo turno, che aveva giàsegnato una minore affluenza degli elettoriai seggi, sia rispetto alle precedenti provinciali

Il Centrosinistra si confermanelle Province della SardegnaMantenuta la maggioranza in sei Amministrazioni su otto - Il Centrodestra siconferma a Oristano e conquista la Gallura - Il dato più clamoroso l’alta percentualedi assenteismo - Ai ballottaggi en plein dei candidati dell’opposizione nelle Provincee nei Comuni più importanti

sia rispetto alle regionali: il centrodestra,anche a Cagliari dove il candidato ufficiale Farrisera contrastato dal senatore del Pdl Massidda hamostrato grande capacità di mobilitazionerispetto ad un centrosinistra che, guidatodal presidente uscente Milia, era divisocon l’Idv che si è presentato, contestandola candidatura di Milia, con Federico Palombacandidato presidente.Nel quadro complessivo regionale da notareche il Partito socialista, che non harappresentanti in Consiglio Regionale, dove si èpresentato con il centrosinistra ha ottenutobuoni risultati. Solo per la provincia di Cagliarila dirigenza provinciale ha scelto di schierarsicon il centrodestra non presentando, tra l’altro,liste nel comune di Quartu, che ha sempre datospazio alle istanze socialiste.L’esito del voto di fine maggio, comunque,offriva orizzonti coloratissimi per il centrodestrache aveva la possibilità, al ballottaggio,di aggiudicarsi le province di Nuoro, Ogliastrae Cagliari, portando così il totale a cinqueamministrazioni provinciali contro le tredel centrosinistra. Si profilava, insomma,una conferma del voto regionale e un sostegno,quindi, alla politica portata avantidalla Giunta presieduta da Cappellaccie a quella del Governo nazionale.La vittoria, per esempio a Cagliari, appariva cosìscontata che nel centrodestra non si è ritenuto diprocedere ad eventuali nuovi apparentamenti.Tra l’altro, mentre per il centrosinistrae il Pd in particolare (diviso a Nuoro) sonosubito ritornati nell’Isola alcuni big compiendoun fruttuoso tentativo di mediazionee di ricomposizione di un quadro di alleanze(a Nuoro in particolare), nel centrodestra ilrisultato lusinghiero del primo turno ha indottoa sottovalutare due rischi possibili: 1) che ilcentrosinistra riuscisse a mobilitare i proprielettori e ricomporre le contrapposizioni interne;2) che il dato relativo alla già scarsa affluenza

alle urne potesse subire un ulteriore calo.Il risultato alla fine è sotto gli occhi di tutti:il centrosinistra ai ballottaggi ha fatto un,insperato forse, en plein: tutte e tre le provincein ballo (Cagliari, Nuoro, Ogliastra)e i quattro comuni.Attenzione, però. Il centrosinistra ha dimostrato,nell’emergenza, una maggiore e migliore capacitàdi recuperare un rapporto politico complessivo alproprio interno e sensibilizzare meglio i proprielettori. Il centrodestra ha pagato l’evidentecontrapposizione, per esempio a Cagliari, tra chinel Pdl ha voluto proporre e sostenere lacandidatura dell’assessore comunale Farris, incontrapposizione al senatore Massidda che, già intempi non sospetti, aveva manifestato (con ilsostegno d’autorevoli esponenti del Pdl comel’on. Pisanu) la propria intenzione di proporsiper la presidenza della Provincia.Anche se complessivamente la percentualedei votanti nel turno di ballottaggio è statadel 30,39 % (con un picco negativo in provinciadi Cagliari dove ha votato solo il 24,9 %),è un fatto che il centrosinistra ha saputoconservare in linea di massima i propri voti,mentre il centrodestra ha pagato quella chepotrebbe essere interpretata come unadisaffezione. Come l’inizio di un disamoramento.È la prima, forse superficiale, conclusionealla quale si può giungere esaminando il numerodei voti raccolti dai candidati del centrodestrain meno rispetto al primo turno.Un calo che ha ribaltato, in percentuale,il risultato del primo turno.Per capirci meglio. A Cagliari il presidenteuscente Graziano Milia aveva un distacco di 13punti percentuali: nel ballottaggio ha vinto con il52,42% contro il 47,57%. A Nuoro Roberto Deriu,presidente uscente aveva ottenuto al primo turnoil 32,47% contro il 38,35% di Luigi Crisponicandidato del centrodestra. Al ballottaggio: Deriu51,29%, Crisponi 48,7%. In Ogliastra al primoturno Bruno Pilia, centrosinistra, 41,06%,Rubiu, centrodestra, 43,76%; al ballottaggio:Pilia 50,98%, Rubiu 49,01.Ma, a parte Porto Torres dove i due candidati alballottaggio erano entrambi del centrosinistracon Beniamino Scarpa che ha avuto la meglio sulsindaco uscente Luciano Mura, la situazione dirimonta si è avuta nel comune di Iglesias dove ilsindaco uscente Pierluigi Carta ha ribaltato ilrisultato del primo turno sconfiggendol’esponente del centro destra Paolo Fogu, cheaveva sfiorato la vittoria quindici giorni prima; aNuoro dove Alessandro Bianchi per ilcentrosinistra ha sconfitto Paolo Manca delcentrodestra e, infine, a Sestu dove il sindacouscente Aldo Pili è riuscito a essere riconfermatosconfiggendo Antonio Mura del centrodestra.A questo punto i partiti hanno tutti gli elementi,sezione per sezione, paese per paese, per capireil perché di un fenomeno, l’astensionismo,che certamente non è utile alla democrazia cherichiede convinta e responsabile partecipazione.Un dato appare chiaro. Il centrosinistra,sconfitto alle regionali lo scorso anno,dopo la paura per i dati del primo turnoha saputo trovare spirito di collaborazionetra le sue componenti con umiltà ma anchecon decisione ed ora, con il Pd primo partitoin Sardegna, guarda con più convinzionealla possibilità di pressare con maggiore forzala maggioranza che governa la Regione.Il centrodestra deve rapidamente procederead un confronto serrato per comprendere leragioni di una sconfitta (rispetto alle ultimeregionali) che rischia di accentuare le divisionie le contrapposizioni emerse in quest’ultimatornata elettorale, e che ha visto migliaiad’elettori – che al primo turno avevano votatocentrodestra – disertare in massa le urnedel ballottaggio. Luigi Coppola

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7Elezioni AmministrativeILMESSAGGEROSARDO

Provincia di

NUOROal ballottaggio:

Roberto Deriu(Centrosinistra) 51,3%Luigi Crisponi(Centrodestra) 48,7%

Provincia

OGLIASTRAal ballottaggio:

Bruno Pilia(Centrosinistra) 51,0%Sandro Rubiu(Centrodestra) 49,0%

Provincia di

CAGLIARIal ballottaggio:

Graziano Milia(Centrosinistra) 52,4%Giuseppe Farris(Centrodestra) 47,6%

Provincia di

SASSARIAlessandra Giudici

(Centrosinistra)

50,7%

Provincia di

OLBIA-TEMPIOFedele Sanciu

(Centrodestra)

53,2%

Provincia di

ORISTANOMassimilianoDe Seneen(Centrodestra)

59,7%

Provincia di

MEDIOCAMPIDANO

Fulvio Tocco(Centrosinistra)

55,1%

Provincia di

CARBONIAIGLESIAS

Salvatore Cherchi(Centrosinistra)

50,4%

I presidenti delle Province della Sardegna

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Primo Piano8 Maggio 2010

C i sono voluti otto anni di lavoro e una spesa dioltre 60 milioni di euro. Adesso, finalmente, la

buona notizia: entro fine anno entrerà in funzione ilradiotelescopio di San Basilio, uno degli impiantitecnologicamente più avanzati d’Europa.L’annuncio nei giorni scorsi, in un convegnoorganizzato dall’Amministrazione comunale, presenti iresponsabili del progetto, la Regione, gli amministratori

A San Basilio il radiotelescopiopiù grande e potente d’Europa

locali e l’astronauta Umberto Guidoni, primoitaliano a salire, nel 1996, a bordo dello Shuttleper una missione spaziale.Il “Grande Orecchio” di Pranu Sànguni, un gigantedi 70 metri d’altezza e 3.000 tonnellate di peso, èdunque pronto a captare i deboli segnali che arrivanodagli angoli più nascosti dell’Universo. Realizzatodall’INAF, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, serviràai radioastronomi per scrutare i misteri delle galassiee alle agenzie spaziali per la raccolta dei datiprovenienti dalle sonde interplanetarie.“Il Gerrei diventerà un punto di riferimento per lacomunità scientifica internazionale – ha detto ildirettore del progetto Nicolò D’Amico – Insieme aglialtri impianti dell’Inaf presenti alle Canarie, aBologna, in Arizona e in Sicilia, fornirà dati di

straordinaria importanza per la ricerca”. Leinformazioni raccolte dal radiotelescopio di San Basiliosaranno trasferiti al campus scientifico che sorgerà neiprossimi mesi a Selargius. La struttura ospiterà uncentro elaborazione dati, laboratori, un telescopiodidattico e un museo astronomico. L’opera costerà 12milioni di euro e sarà collegata, attraverso la bandalarga, all’impianto di Pranu Sànguni e al polo

scientifico Polaris, di Pula. Un progetto articolato,insomma, su cui punta molto la Regione che insieme alMinistero della Ricerca e all’Agenzia Spaziale Italianaha finanziato l’iniziativa. Per l’assessore allaprogrammazione, Giorgio La Spisa “si tratta di unagrande opportunità per il Gerrei e per tutta laSardegna. I nostri giovani avranno l’occasione di farvalere le loro capacità nell’ambito della ricerca, veromotore di sviluppo per tutti i territori sardi”.A ribadire l’importanza scientifica dell’opera ci hapensato invece Umberto Guidoni: “Oggi conosciamoappena il cinque per cento dell’Universo, magari con ilradiotelescopio inizieremo a scoprire qualcosa dell’altronovantacinque. Questa – ha aggiunto l’astronauta – èla dimostrazione che dalla Sardegna possono partireprogetti avanzati. Il “grande orecchio” di PranuSànguni sarà una delle punte di diamante della ricercain radioastronomia, in Italia e nel mondo”. Unastruttura che potrebbe operare in sinergia con il GreenBank, il più grande telescopio del mondo costruito negliStati Uniti. Il Presidente della Regione, UgoCappellacci, è volato nei giorni scorsi in Virginia, doveha incontrato i vertici della società che gestiscel’impianto. “Siamo andati negli USA per gettare le basidi un accordo di partnership con il Green Bank – hadetto Cappellacci – l’obiettivo è scambiare idee, progettie ricercatori con il polo di San Basilio”.Il conto alla rovescia è dunque cominciato. Dopo ilsollevamento della parabola di 64 metri di diametro,realizzato da una gigantesca gru arrivata dall’Olanda, ela messa a punto dei sofisticati macchinari, l’impiantosarà acceso a fine anno. Poi ci vorranno alcunesettimane per entrare a regime.Gli interrogativi, adesso, riguardano le risorse per ilsuo funzionamento. Per garantire la piena efficienza delradiotelescopio servono 3-4 milioni di euro l’anno. IlGoverno, su sollecitazione di alcuni deputati sardi, hasmentito i tagli al progetto e assicurato l’impegno per ilfuturo. La Regione ha annunciato l’approvazione di unulteriore finanziamento da un milione di euro. Gliamministratori locali puntano ad un piano di sviluppocomplessivo del territorio.“Il radiotelescopio rappresenta una grande opportunità– ha sottolineato il sindaco di San Basilio, Pino Cogodi– può essere lo strumento per arginare lo spopolamentodei nostri paesi. Serve però un piano di incentivi peroccupazioni tradizionali come la pastorizia el’artigianato o per i giovani che vogliono creare nuovaimpresa”. Il sindaco di San Basilio ha lanciato unaproposta: l’istituzione di una zona franca rurale checonsentirebbe agli imprenditori locali di utilizzareincentivi fiscali e procedure semplificate per le loroattività. “Donne e uomini, pastori e contadini,poeti e anime semplici mettono oggi a disposizioneuna fetta del loro territorio – ha ricordato il presidentedell’Associazione dei Comuni del Gerrei,Armando Delussu –. È giusto che ci siaun adeguato ritorno economico”.La strada da seguire è quella della valorizzazione dellerisorse ambientali e culturali della zona. Delpotenziamento, con l’aiuto delle nuove tecnologie, delleattività tradizionali. Il radiotelescopio, in ogni caso,sarà una garanzia per la tutela della natura. “È unimpianto sensibilissimo – ha sottolineato il responsabiledel progetto Nicolò D’Amico – che ha bisogno di operarenel silenzio assoluto per ascoltare i segnali che arrivanodall’Universo. Non può stare nelle vicinanze difabbriche o centrali elettriche. Per questo si è cercatoun sito tranquillo, a bassissimo inquinamentoelettromagnetico. Certo, non è facile accettare questogigante tecnologico in un territorio a vocazioneagropastorale. Però le popolazioni hanno capitol’importanza. Le potenzialità sono enormi:a Pranu Sànguni, ci sarà un centro visitatori, si puòsviluppare il turismo scientifico. Nel Gerrei arriverannomigliaia di persone che potranno godere dei saporiantichi del territorio, delle sue bellezze naturalie dei suoi straordinari tesori archeologici”.Sembrano esserci, dunque, le condizioni ideali per unasvolta epocale: nell’altopiano di Pranu Sànguni, persecoli regno dei pastori, si prova a costruire un pezzodel nostro futuro. Pier Sandro Pillonca

Per sostenere il radiotelescopio incostruzione a San Basilio sarebbeopportuno puntare anche suifinanziamenti privati e costruireun Campus Universitario eco-sostenibile. È la propostadell’astrofisica Margherita Hack,del Comitato Pro-Sardinia RadioTelescope (Srt), per finanziareparte del progetto in corso direalizzazione a circa 50 chilometri da Cagliari. Il ComitatoPro-Srt ha, infatti, avanzato una soluzione alternativa aifinanziamenti pubblici: la via privata con un CampusUniversitario per accogliere le migliaia di persone attiratedal turismo scientifico e scolastico. “Per esempio – haspiegato la Hack – il radiotelescopio di Manchester, uno deipiù grandi in Europa, appartiene alla Jodrell Bank, ma ègestito dall’università. Le banche sarde potrebbero investirenella costruzione di un Campus Universitario per ospitarele persone e con i ricavi finanziare l’operatività deltelescopio. Oltre che dalle banche, il progetto potrebbe esserecofinanziato da Ue, ministero della Ricerca, Regione Sarda,Università di Cagliari ed enti locali. Le ricadute economichesul territorio sarebbero notevoli, considerando che nelCampus lavorano circa 300 persone, fra personaleamministrativo, addetti alla ristorazione, pulizie,manutenzione. Un Campus è come un piccolo paese, dotatodi negozi, bar, medico, parrucchiere, tutte posizioni chepotrebbero ricoprire cittadini disoccupati del territorio”.Per l’iniziativa si sono mobilitati vari politici a sostegno delSrt di San Basilio, impianto di importanza internazionale (ilpiù grande radiotelescopio d’Europa con una parabola di 64metri già posizionata) per applicazioni di radioastronomia,geodinamica e scienze spaziali la cui costruzione dovrebbeterminare a fine 2011. La spesa complessiva è di 67 milionidi euro tra fondi ministeriali, regionali e dell’Agenziaspaziale italiana. E l’assessore regionale dellaProgrammazione, Giorgio La Spisa, così come il rettoredell’Università di Cagliari hanno incontrato ilrappresentante del Comitato Pro-SRT, Max Cordeddu, cheha illustrato nei dettagli il progetto del Campus Eco-

Per il radiotelescopio sardo anche fondi privatiProposta la costruzione di un campus universitario

sostenibile ideato per finanziare ilRadio Telescopio. Il Comitato Pro-SRT ha chiesto un incontro anchea Roma con il sottosegretarioGianni Letta.Il Comitato “Pro SardiniaRadiotelescopi” nato persostenere l’installazioneastronomica di San Basilio si èdato una personalità legale utile

per essere riconosciuto dai vari soggetti pubblici e privati acui chiederà il co-finanziamento del Campus ecosostenibileintitolato a Joyce e Emilio Lussu. Lo ha annunciato ilportavoce del comitato, Max Cordeddu. «Il Comitato Pro-Srt per poter presentare l’idea originale e il progetto delCampus turistico Eco-sostenibile ai vari livelliistituzionali, a partire dall’Ue fino ad arrivare al Comunedi San Basilio – ha spiegato Cordeddu – ha avuto lanecessità tecnica di trasformarsi in un soggetto dotato dipersonalità giuridica. La costituenda società “ProgettoCampus turistico Eco-sostenibile Joyce ed Emilio Lussusas” nasce dunque per reperire i fondi, sia pubblici cheprivati, utili alla presentazione del progetto e la successivacostruzione del Campus Eco-sostenibile. Il Comitato Pro-Srt, infatti, da semplice movimento o gruppo virtuale natosu Facebook, che conta migliaia di iscritti, ora è dotatoufficialmente di una personalità giuridica, uno strumentoutile per essere riconosciuto dai vari attori pubblici eprivati, con l’intento di trasformare un’idea progettualeinnovativa in un qualcosa di concreto per il territorio».Per l’Srt si è mosso, negli Stati Uniti, anche il presidentedella Regione, Ugo Cappellacci. “Quello che sta nascendo aPranu Sanguini è uno dei radiotelescopi più importantid’Europa e del mondo. Per questo siamo andati a GreenBank, per gettare le basi di un accordo e scambiare idee,progetti e ricercatori con la nostra struttura di SanBasilio”, ha spiegato Cappellacci che nelle scorse settimanesi è recato nel West Virginia per incontrare i vertici delRobert C. Byrd Green Bank Telescope, il più grandetelescopio completamente movimentabile (con i suoi centometri) presente oggi sulla Terra. Marco Aresu

Otto anni di lavoro per realizzare la gigantesca opera - Il “grande orecchio”di Pranu Sanguini è alto 70 metri

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9Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

D opo aver fatto visita al Papa il pensiero è giàrivolto a Buenos Aires. Il simulacro della

Madonna di Bonaria l’anno prossimo potrebbearrivare sino in Argentina.E sarebbe un altro grande grazie, anche perchéil nome della capitale sudamericana derivaproprio dalla Vergine giunta dal mare.E tanti sono gli emigrati sardi che aspettanoquesta visita che sarebbe davvero speciale.Intanto quest’anno è stata la volta del Lazio e delVaticano. È stato il terzo “viaggio” della PatronaMassima della Sardegna: dopo il periplo dell’Isola,nel 2008, con la tappa in Toscana, e l’anno scorsoil pellegrinaggio a Barcellona, adesso le tappesono state soprattutto Roma e il Vaticano.Un viaggio organizzato e curato nei minimiparticolari, che ha avuto dovunque unastraordinaria accoglienza e il suo momento piùtoccante con la partecipazione all’udienza generaledel mercoledì di Benedetto XVI. Quasi una visita

Martedì 4 maggio ad Ostia èstata una giornata digrandissima emozione per i tantisardi che hanno atteso sin dalleprime ore del mattino l’arrivo delsimulacro della Madonna diBonaria, accompagnata dai PadriMercenari e da oltre 500pellegrini provenienti dallaSardegna, ospitata nella chiesadel litorale romano a lei dedicatadove è rimasta esposta per tuttoil giorno e per la notte.Alle 12,30 è stata celebratala Santa Messa presiedutadal vescovo del settore suddella diocesi di Roma mons.Paolino Schiavon, con unapartecipazione commossa deifedeli che, non avendo trovatoposto in Chiesa, hanno partecipato alla funzionestando in piedi per ore nel piazzale antistante.Nel pomeriggio tutti i pellegrini venuti dallaSardegna hanno potuto visitare gratuitamente gliscavi archeologici di Ostia Antica, grazieal Comune di Roma con l’interessamentodi Gemma Azuni, consigliere comunale e membrodel consiglio direttivo del Circolo Culturale“Quattro Mori” di Ostia Lido.Alle ore 19,30 la Chiesa di Nostra Signora diBonaria era stracolma di fedeli, molti dei quali diorigini sarde, che hanno assistito con enorme

Il simulacro della Madonna di Bonariain Vaticano da papa Benedetto XVIStorico viaggio della Patrona della Sardegna a Roma - L’incontro con le comunitàsarde a Ostia, Civitavecchia e nella Capitale - In programma una visita a Buenos Aires

ricambiata per ringraziare, ancora una volta,Papa Benedetto XVI per essere venuto aCagliari due anni fa pellegrino in preghiera, perla chiusura del centenario della proclamazionedella Madonna di Bonaria a Patrona Massimadella Sardegna. Terzo pontefice in città dopoPaolo VI nel 1970 e Giovanni Paolo II nel 1985.Per la Madonna di Bonaria l’occasione di questonuovo pellegrinaggio è stata offerta dal CapitoloGenerale dei frati mercedari, ma il grandemomento è stato rappresentato, appunto,dall’incontro con Benedetto XVI.Lunedì 3 maggio la partenza: dopo la messacelebrata a Bonaria, si è snodata la processioneche ha portato il simulacro della Vergine e i

fedeli al porto. Ad attenderli c’era il traghettomesso a disposizione dall’armatore VincenzoOnorato. Canti e preghiere, la sistemazione, poi lapartenza per Civitavecchia con la motonave“Moby Otta” che ha subito preso il largo.Un pellegrinaggio caratterizzato da un programmamolto fitto e iniziato immediatamente il giornodell’arrivo a Ostia con il gemellaggio con unaparrocchia intitolata proprio alla Madonnadi Bonaria. Tante le persone presenti,soprattutto emigrati, che non sono volutimancare a questo momento di devozione e fede.E di legame con l’Isola.Ma non è stato il solo appuntamento che hariservato emozioni: nelle diverse cittadineattraversate dal pellegrinaggio si sono svoltiincontri con i gruppi di sardi residenti nel Lazio.Mercoledì 5 maggio il momento clou: lapartecipazione all’udienza generale del Papa inpiazza San Pietro e alla quale era presente anche

l’arcivescovo di Cagliari, monsignor GiuseppeMani. Giovedì 6 era la festa di san Pietro Nolasco,fondatore dell’Ordine Mercedario, e nella basilicavaticana, con i padri mercedari riuniti per ilCapitolo Generale, c’è stata la concelebrazioneeucaristica presieduta dal cardinale AngeloComastri, Arciprete della Basilica di San Pietro,Presidente della Fabbrica di San Pietro e VicarioGenerale del Papa per la Città del Vaticano.La benedizione del Papa Benedetto XVI allecentinaia di pellegrini sardi giunti dall’Isola e datutta l’Italia, ha suggellato la presenza delsimulacro della Madonna di Bonaria nella capitale.“Davvero una bella giornata”, ha commentatol’assessore regionale del Lavoro, Franco Manca,a Roma per rappresentare la Regione.Manca ha detto di confidare in un’intercessionedella Madonna per una terra che attraversa undifficile periodo di crisi economica. “Ma saràancora più utile – ha precisato – che tutti gliuomini, in particolare quelli impegnati nelleistituzioni, si diano da fare per uscire in tempibrevi dalla crisi. La Regione è in prima linea esta facendo il possibile per lasciarsi l’emergenzaalle spalle, ma ora più che mai occorre l’unitàdi tutte le forze politiche e sociali”.Insieme a Padre Salvatore Mura, parroco dellaBasilica di N.S. di Bonaria, era presente anche ilsindaco di Cagliari, Emilio Floris. L’assessoreManca confida di poter organizzare, per ilprossimo anno, un gemellaggio tra Buenos Aires eCagliari, sotto il segno della Madonna di BonariaPoi è iniziato il viaggio di ritorno: iltrasferimento a Civitavecchia e la partenza perOlbia, dove, il giorno dopo, il vescovo di Tempiomonsignor Sebastiano Sanguinetti ha celebratola messa nella piazza antistante il Municipio.Quindi il rientro a Cagliari e la conclusione delpellegrinaggio con la statua (copia di quellaoriginale) che al termine era di nuovo al suoposto nella basilica. Un grande applauso hasalutato il ritorno in città della Vergine arrivatadal mare. Tanta l’emozione all’arrivo al porto enei 450 partecipanti c’era ancora la voglia direstare e la foto di gruppo è stato l’ultimomomento a bordo. Quindi il simulacro, sempresistemato su un suv, ha lasciato il traghetto:appena sbarcato è stato incensato dal rettore delsantuario, padre Salvatore Mura, e si è mossa laprocessione che ha “accompagnato” il simulacrodella Vergine arrivata dal mare al suo posto.«Le emozioni – commenta padre Mura – sono digrande stupore per il riscontro da parte dellagente. Folklore non ce n’era: da parte dellepersone c’era la pietà popolare e la devozione,accompagnate naturalmente dalla fede». E per ipartecipanti l’arrivo è stato come rivivere in unveloce flashback i vari appuntamenti delpellegrinaggio. «Ancora una volta – dice il rettoredel santuario di Bonaria – abbiamo toccato conmano la fede delle persone. Non solo di quelle checi hanno accompagnato in questo pellegrinaggio,ma anche della gente (sarda e no) che ci haseguito nei vari spostamenti.Una grande partecipazione c’è stata a Ostia,come meravigliosa è stata la tappa a Civitavecchianella chiesa dell’Immacolata Concezione(il cosiddetto “Ghetto”)». Padre Mura ripercorrecon emozione i vari spostamenti: «Certo, ilmomento clou è stato quello durante l’udienzadal Papa, ma anche il venerdì a Olbia abbiamoricevuto una accoglienza stupenda».E ora chissà l’anno prossimo ci potrebbe essere unquarto pellegrinaggio: destinazione Buenos Aires.Un “viaggio” davvero particolare, perché il nomedella capitale argentina deriva proprio dallaMadonna di Bonaria: è, infatti, la sua traduzionespagnola. E i tanti emigrati non parlano solo diBorges, di tango o della pampa, ma soprattuttodella Madonna di Bonaria. Che ora vogliono,almeno per qualche giorno, a casa loro.

Alessandro Atzeri

Nostra Signora di Bonaria a Ostia Lidocommozione alla Santa Messacelebrata dall’Arcivescovo diCagliari, mons. Giuseppe Mani,il quale è rimasto meravigliatonel sapere che ad Ostia Lidovivono circa 17.000 sardi.Il direttivo del Circolo “QuattroMori” di Ostia ha donato amons. Mani un libro delle operedi Albino Manca, esposte dal 29aprile al 2 maggio al Vittorianodi Roma dove ha avuto ungrande successo di pubblico.Il parroco della Chiesa diNostra Signora di Bonaria,assieme ad alcuni operatorivolontari della parrocchia e aduna rappresentanza del gruppovenuto dalla Sardegna, sonostati invitati dal Circolo

“Quattro Mori” ad assaporare alcuni piatti tipicisardi preparati per l’occasione dalle donnedel Circolo, con grande apprezzamento.Il giorno 5 il simulacro della Madonna è partitoalle 7 di mattina per la Città del Vaticano dovealle 10,30 c’è stata l’udienza del Santo PadreBenedetto XVI in piazza San Pietro tra lacommozione generale dei partecipanti in unosventolio di fazzoletti di colore rosso-blu conl’immagine di N.S. di Bonaria e tantissimebandiere con i quattro mori della Sardegna.

Enzo Pisano

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Attualità10 Maggio 2010

PREVIDENZA a cura di Giuseppe Foti

Bilancio positivo per l’Inpsnel 2009 ma l’importodelle pensioni è a rischioNel 2009 le pensioni hanno retto all’urto della crisi enon hanno bisogno, per il momento, né di nuoveriforme né c’è la necessità di equiparare anche nelprivato l’età delle donne a quella degli uomini.Il bilancio dell’Inps. Questi risultatitranquillizzanti sono illustrati nella relazione annualedell’Inps, presentata il 25 aprile scorso dal presidenteAntonio Mastrapasqua. La spesa del massimo istitutodi previdenza è salita nel 2009 a 173,127 miliardi dieuro (il 3% in più rispetto al 2008 e, pari, all’11,32% delPil, contro il 10,69% dell’anno precedente): i conti“sono in ordine”. Il fatto ha permesso di chiuderel’anno peggiore dell’economia con un avanzo di 7,9miliardi di euro. È questo “il segno, ha sostenuto ilpresidente dell’Inps, che il nostro sistema previdenzialetiene e che le riforme stanno progressivamentemettendo in sicurezza il futuro delle pensioni”. Ancheil ministro del Welfare è d’accordo con l’Inps: “abbiamogià compiuto riforme significative escludendo lapossibilità di mettere mano all’equiparazione dell’etàtra uomini e donne a 65 anni nel privato”.I numeri. Secondo l’istituto di previdenza itrattamenti anticipati rispetto all’età di vecchiaiaerogati nel 2009 sono stati circa 100.000, con un calodel 53% rispetto al 2008. Un forte calo si registra,soprattutto, tra le pensioni di anzianità dei lavoratoridipendenti, con 52.132 nuove pensioni a fronte delle120.626 erogate nell’intero 2008. Quest’anno, sostieneil presidente dell’Inps Mastrapasqua, le pensionianticipate rispetto all’età di vecchiaia sarannodecisamente inferiori a 100.000. Evidentemente, leriforme hanno funzionato, generando unarretramento delle pensioni di anzianità. Secondo ilpresidente dell’Inps non c’è solo un effetto riforma, maanche una maggiore disponibilità delle persone arestare al lavoro oltre il raggiungimento dei 60 anni dietà se donne o i 65 anni se uomini. Aumentate, invece,sempre nel 2009, le pensioni di vecchiaia anche se dinumero inferiore rispetto alle previsioni.L’importo delle pensioni diminuirà. L’ottimismomanifestato sia dall’Inps che dal ministro del welfare èin contrasto, però, con la Ragioneria generale delloStato che ha pubblicato un aggiornamento dei tassi disostituzione per i lavoratori italiani. Si tratta, inpratica, del rapporto tra pensione e ultimo stipendio.Un primo dato che il documento evidenzia è il sensibilepeggioramento dovuto all’entrata in vigore, dalgennaio 2010, dei nuovi coefficienti di trasformazionedel montante in pensione.Tempi duri per i pensionati. Per chi andrà inpensione come lavoratore dipendente tra 10 anni, iltasso di sostituzione lordo scende dal 62,1% al 60,1%;per chi ci andrà tra 20 anni si passa dal 57% al 55%. Inpratica, tra 10 anni, si percepirà come pensione il 70%dell’ultimo stipendio, anziché il 72% come calcolato nelpassato; tra 20 anni, invece, si passerà al 65,1%anziché il 67%. Sinteticamente, si registrerà un taglionetto di due punti percentuali, causato da un latodall’allungamento della speranza di vita e dall’altrodalla necessità di non mandare fuori controllo i contipubblici. Lo stesso aggiornamento pubblicato dallaragioneria generale dello stato, tratta anche laprevidenza complementare. È riportata un’indicazioneoperativa su ciò che si dovrà fare per non trovarebrutte sorprese al momento del pensionamento a 63anni con 35 anni di contributi e colmare, quindi, il gapprevidenziale tra la pensione pubblica (il cosiddettoprimo pilastro) e l’ultimo stipendio. Ponendosi comeobiettivo minimo l’80% (che è, poi, l’attualerendimento dopo 40 anni), la Ragioneria generale delloStato pubblica fino a quanto deve puntare laprevidenza complementare per dare relativatranquillità al futuro pensionato.

L a scuola sarda è l’arcipelago dellecontraddizioni. L’ultima notizia arrivata

prefigura scenari avveniristici tra i banchi discuole medie e licei. Solo qualche giorno fa,infatti, il presidente Cappellacci e il ministrodella P.I., Maria Stella Gelmini, hanno siglatol’accordo per la digitalizzazione per la scuolasarda. Su tutto il territorio regionale, cioè, leclassi saranno dotate di lavagne interattivemultimediali (LIM), gli studenti sarannoprogressivamente forniti di PC netbook e sisperimenteranno e-book ed e-reader. Il documentofirmato ai massimi livelli prevede altresì laproduzione e fruizione di contenuti digitali daparte degli insegnanti delle scuole di ogni ordinee grado, l’acquisizione di contenuti digitali,ambienti di simulazione, laboratori virtuali ealtri prodotti. Ma uno sguardo alla manovraministeriale sugli organici per il prossimo annoscolastico preannuncia un futuro un po’ menoroseo perché nel 2010-2011 mancherannoall’appello 1.037 docenti, “tagliati” da Roma. Allabuona notizia che la Regione sta per chiudere unbando del Fondo europeo di sviluppo regionale –57 milioni di euro – per il potenziamento distrutture scolastiche (dotazioni tecniche e spaziper attività extrascoalstiche), se ne contrapponeun’altra negativa: dalla scuola dovrebberoemigrare 670 collaboratori scolastici, assistentiamministrativi e tecnici. Secondo calcolisindacali il nostro sistema scolastico nelprossimo anno potrà contare su un organicocomplessivo di 26.319 persone (18.972 docenti e7.347 Ata, personale amministrativo tecnicoausiliare). È giusto chiedersi: il popolo degliaddetti – professori, bidelli, segretari e dirigenti –sarà in grado di governare un sistema formato dacirca 220 mila alunni, con 1.600 edifici e 387autonomie scolastiche? Gli esperti scuola concasacca Cgil, Cisl e Uil ritengono che si andràincontro a tagli, difficoltà e riduzione dei servizi.Il tempo prolungato rischia di essereulteriormente ridimensionato e funzionamento edefficienza dei laboratori – fondamentali in certiistituti superiori – esposti a inceppamenti.Aperture avveniristiche costrette, dunque, aconvivere con provvedimenti burocraticiinsensibili alla specialità della Sardegna. Appenafirmato il documento per la digitalizzazione dellascuola sarda, il Presidente Cappellaccigiustamente poteva dichiarare: “L’accordo faparte di un processo più ampio, frutto del lavorodel tavolo Stato-Regione, avviato con l’APQfirmato nel dicembre 2009, grazie al quale laSardegna sarà la prima regione d’Italia con unacopertura di rete a banda larga sull’interoterritorio con capacità fino a 20Mbps. Questaimportante azione infrastrutturale si salda con

Le contraddizioni della scuola sardaSiglato un accordo per la digitalizzazione ma annunciati pesanti tagli agli organici

quella, altrettanto rilevante, sullaformazione, per andare a disegnarequella Sardegna digitale cherappresenta uno dei cardini del nuovomodello di sviluppo economico esociale che stiamo costruendo perl’isola”. Il massimo dell’innovazionein classe serve ben poco se in aula idocenti devono seguire trenta alunni el’individualizzazionedell’insegnamento rimane un’utopia.Se gli studenti arrivano a scuola dopolunghi spostamenti in autobus e sonoattesi nel pomeriggio da altrettantifaticosi rientri a casa. Pendolarismoche ormai non risparmia neppure ibambini della scuola primaria. Tagli erazionalizzazioni ministeriali nonsono, infatti, senza contraccolpi sulla

qualità della scuola. Lasciano il segno. Anchequeste sforbiciate sugli organici concorronoindirettamente a mantenere alto l’indice diabbandono scolastico, ancora compreso tra 22% e28%. Probabilmente le performance negativeregistrate in Sardegna in fatto di dispersionescolastica sono frutto dell’applicazione di criteriorganizzativi e di funzionamento degli studi nonadeguati alla realtà isolana. Una riflessionegenerale sul nostro sistema scolastico, che siconcede il lusso di avere solamente il 39,55 distudenti promossi senza debiti formativi e il24,55% di bocciati, cioè non ammessi all’annosuccessivo, si impone con urgenza. Anche perchénon capiterà più la congiuntura – per noifavorevole, un po’ meno per l’UE – che moltiStati europei non siano riusciti a centrare unodegli obiettivi quantitativi posti dalla Conferenzadi Lisbona del 2000. Precisamente quello diportare entro quest’anno al 10% l’indice relativoalla quota dei giovani di età compresa tra 18 e 24anni che non hanno conseguito il diploma dellascuola secondaria superiore e non partecipano adattività di educazione/formazione (early schoolleavers). Accanto a paesi virtuosi come Germaniae Francia, che presentano tassi di dispersionesotto il 13%, ci sono altre realtà, come l’Italia ela Spagna, che superano abbondantemente lamedia europea fissata intorno al 15%:rispettivamente al 19% e poco meno il 30%.L’Unione Europea insiste. Tra i cinque obiettiviprioritari del progetto “Europa 2020” ha inseritoil problema dell’abbandono scolastico, il cui tassomedio dall’attuale 15% dovrà scendere al 10%aumentando nel contempo la quota dellapopolazione di età compresa tra 30 e 34 anni cheha completato gli studi superiori dal 31% adalmeno il 40%. Il lavoro non manca, dunque, perle istituzioni sarde che dovranno costantementefar regredire la dispersione scolastica sarda alritmo di 1,5% l’anno. Incontrando a metà aprileil delegato del ministro Maria Stella Gelmini,l’assessore della P.I, Maria Lucia Baire, ha detto:“Vogliamo garantire apprendimenti adeguati atutti gli studenti, dalla scuola dell’infanzia finoalle secondarie di secondo grado”. Un disegno dilegge per regolare, in maniera organica ecoerente, “un sistema unico regionale diistruzione e formazione professionale” è giàall’esame della Giunta. L’obiettivo generale chela Regione si pone – come ha detto il PresidenteCappellacci – è “una formazione che sappiaconiugare la nostra cultura e le nostre tradizionicon l’innovazione, la creatività e con glistrumenti che ormai fanno parte del quotidianodegli studenti per offrire ai giovani nuoveopportunità di istruzione, di lavoro e di vita”.

Mario Girau

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11AttualitàILMESSAGGEROSARDO

U na lingua d’asfalto di otto chilometri e 800metri, da “Is Canaleddus” (Cala Regina) a

Santa Barbara di Solanas. Un tracciatomozzafiato con quattro gallerie, cinque viadotti,uno svincolo per Geremeas e le rotatoried’accesso. Un’opera di grande ingegneria costata92 milioni di euro e realizzata dall’Anas in treanni e mezzo. Consente di evitare le curve perBaccu Mandara, Torre delle Stelle e Solanas maanche di avvicinare a Cagliari l’Ogliastra e ilSarrabus. Un appuntamento attesissimo in vistadell’estate. E fra due anni, quando l’Orientalesarà finalmente collegata alla nuova 554,all’altezza di Terra Mala, Cagliari sarà davvero

Aperto un altro trattodella nuova SS 125L’Ogliastra più vicina a Cagliari - Un tracciato mozzafiato con gallerie e viadotti

ad un passo dall’intero litorale sud orientale.I tempi di percorrenza dal capoluogo a Tortolìsi ridurrano da 180 a 120 minuti. Quandosarà ultimato l’ultimo tratto per Terra Malasi scenderà addirittura a ottanta minuti.Un miracolo che si avvera.La nuova strada è in grado di sopportare sino a1.200 auto ogni ora. Realizzato anche un sofisticatosistema radar per la sicurezza. Il tratto di stradaultimata parte da “Is canaleddus”, all’altezza diCala Regina, dove è stata realizzata la rotatoria diaccesso: si sviluppa lungo la montagna lungo untracciato fiabesco. Quattro le gallerie. Quella di“Arca sa porta”, con i suoi 2.650 metri lineari è lapiù lunga della Sardegna. Le altre sono quelle di“Bruncu su campu” (600 metri), di “Is canaleddus(290 metri) e di “Arcu sa ruxi” (100 metri).Cinque i viadotti: il più lungo è quello di Geremeas(540 metri). Gli altri sono a Baccu Peddis (474metri), Baccu Mandara (402), “Arcu seruxi” (321) e“Suergiu mannu” (216). La loro altezza raggiungei sessanta metri. L’opera è stata realizzata daimprese sarde: 140 le maestranze impiegate.Intanto l’Anas sta cercando di affrettare i tempi perl’ultimazione dei lavori di collegamento dellavecchia 125 alla nuova Orientale. Lavori che hannosubito un pesante ritardo dopo il ritrovamento didue tombe prenuragiche scavate sull’argilla. «La

Sovrintendenza – ha detto il capo dipartimentodell’Anas in Sardegna, ingegner Giorgio Carboni –sta per ultimare i suoi rilievi tecnici su questireperti. Per accelerare tutto abbiamomomentaneamente rinunciato alla realizzazionedi una delle rampe previste in progetto.L’obiettivo è di aprire lo svincolo entro pochi mesiconsentendo agli automobilisti di immettersiimmediatamente sulla 554 per Terra Mala».“Grazie a opere come questa la Sardegna puòrecuperare il divario infrastrutturale rispetto adaltre regioni, promuovere l’interazione tra le zoneinterne e le coste e rendere più facilmenteraggiungibili, anche per i turisti, quei luoghi chefanno parte della nostra identità e del nostropatrimonio ambientale e paesaggistico: beni nondelocalizzabili sui quali intendiamo fondare ilfuturo economico e sociale dell’Isola”. Così ilpresidente della Regione, Ugo Cappellacci, hacommentato l’inaugurazione del nuovo trattodell’Orientale Sarda, la Strada Statale 125.Alla cerimonia hanno preso parte il presidentedell’ANAS, Pietro Ciucci, e l’assessoredei Lavori Pubblici, Angelo Carta.“Una volta ultimati tutti i lotti (i lavori dovrebberoconcludersi entro il 2012) – ha detto l’assessore –vi saranno notevoli benefici per la circolazione”.L’assessore Carta ha sottolineato che i lavori sonostati eseguiti da maestranze sarde, che le galleriesono state realizzate da minatori sardi e sono statiutilizzati travi e viadotti prodotti in Sardegna.“Stiamo costruendo – ha aggiunto Carta – unnuovo rapporto di collaborazione con l’ANAS,che permetterà di superare le criticità riscontratein passato e porterà alla realizzazione di opereinfrastrutturali di importante valore strategicoper l’Isola”. Antonio Serreli

Prima il braccio di ferro tra la Regione e lacompagnia aerea irlandese Ryanair. Poi, l’aperturaal dialogo. L’annuncio dei tagli di sette rotte adAlghero per Bari, Bruxelles, Barcellona, Brema,Liverpool, Parigi e Brescia aveva destato fortipreoccupazioni per il futuro turistico di Alghero edi tutto il nord-ovest della Sardegna e portato consé un’ondata di polemiche. Con il vertice romanodi marzo tra il presidente della Regione, UgoCappellacci, e i dirigenti della Ryanair la tregua èarrivata. Un incontro, quello di Roma, a cuihanno preso parte anche l’assessore ai TrasportiLiliana Lorettu e il direttore generale dellaSogeaal di Alghero, Mario Peralda, e che haportato al chiarimento delle rispettive posizioni.Per il presidente della Regione sarda il dialogo«porterà a soluzioni positive per il territorio e perl’intera Sardegna». Dal canto suo, Ryanair si èdetta disponibile a rivedere i propri programmi giàa partire dalla prossima stagione estiva.È il 23 febbraio quando il portavoce dellacompagnia aerea, Stephen McNamara, annunciala chiusura delle sette tratte, con questemotivazioni: «Il mancato supporto da partedell’Amministrazione locale e dell’aeroporto perun ulteriore sviluppo della base Ryanair diAlghero ha fatto sì che le rotte Ryanair da e perAlghero fossero cancellate». Intanto il dibattito siaccende. Sul disimpegno della compagnia aereainterviene l’assessore ai Trasporti LilianaLorettu: «Vogliono ancora più contributi rispettoa quelli già previsti – afferma –». E aggiunge:«Spezzeremo il loro monopolio». L’assessoreregionale ai Trasporti rende quindi pubblici i fondi

Ryanair riapre il discorsosull’aeroporto di AlgheroSuperati i contrasti con la Regione la compagnia low-cost punta al potenziamento dello scalodella Riviera del Corallo

erogati all’azienda su Alghero: «Nel 2008 sonostati pagati 3 milioni di euro – spiega – mentre peril 2009 la cifra ha toccato quota 6,4 milioni». «Peril 2010 sono stati previsti 6,8 milioni, ma Ryanairne ha chiesti 5 in più. Al nostro no è corrisposto iltaglio di sette voli». L’assessorato regionale aiTrasporti dichiara quindi l’intenzione di farevolare sullo scalo catalano altre compagnie: AirBerlin, EasyJet, AirOne-Cai e Meridiana.«Consolidare l’esistente, sviluppare un sistemacome quello dei low-cost che ha portato risultati eassicurare stabilità del sistema»: queste le strategiemesse in campo dal presidente Cappellacci, nelcorso di un importante vertice a Cagliari. Presenti,oltre all’assessore Lorettu, quello allaProgrammazione, Giorgio La Spisa, il presidentedella Sfirs, Antonio Tilocca, il presidente dellaprovincia di Sassari, Alessandra Giudici, il sindacodi Alghero, Marco Tedde, e il presidente diConfindustria nord Sardegna, Stefano Lubrano.Con l’obiettivo di supportare la continuitàterritoriale e il sistema dei voli low cost, la Regionestabilisce di destinare 127 milioni di euro dellaFinanziaria (stanziati per il quadriennio 2010-2013) al sistema aeroportuale sardo.Un primo passo verso una stabilità dei rapporti trala Regione e la compagnia aerea, leader nel settoredei low-cost, è stato raggiunto nel vertice di Roma.L’ultimo atto è la richiesta alla compagnia low costdi «una collaborazione per portare avanti alcuniobiettivi, tali da garantire la stabilità dellacollaborazione nel tempo, la condivisione deiprogrammi e delle rotte e una visione unitaria delsistema aeroportuale isolano». Luciana Satta

Il “Sardus Pater” alla Brigata SassariLa Città di Sassari ha dato il benvenuto solenne ecaloroso ai “Dimonios” appena rientratidall’Afghanistan nella centrale Piazza Italia. La Regioneper l’occasione ha assegnato alla storica Brigatal’onorificenza “Sardus Pater” per l’anno 2010. “Oggi èun giorno di festa, perché è sempre festa quando sicelebra il rientro in Patria delle nostre truppe”, ha dettoil vicepresidente della Giunta regionale, SebastianoSannitu porgendo l’indirizzo di saluto a nome delpresidente Ugo Cappellacci.Al cospetto delle pluridecorate bandiere di guerra del 151°e 152° Reggimento fanteria, del 1° e 3° Reggimentobersaglieri, del 131° Reggimento carri e del 5° Reggimentogenio guastatori, hanno preso parte alla cerimonia ilsottosegretario alla Difesa, Giuseppe Cossiga, il Capo diStato Maggiore dell’Esercito, Giuseppe Valotto, le autoritàcittadine e della Provincia di Sassari.“È giusto ribadire di fronte ai sardi quale è stato ilvostro impegno in Afghanistan, quale è stata la vostraprofessionalità messa a disposizione degli uomini, delledonne e dei fanciulli di un Paese lontano che cerca dicostruire un futuro di pace”, ha detto Sannitu davantiai reggimenti schierati.“In Afghanistan, con la missione ISAF, avete operatocon grande capacità, e avete tenuto alto il valore che vicontraddistingue sin da quel lontano 1° marzo del 1915che ha segnato la nascita della Brigata Sassari – haproseguito Sannitu –. Ritengo questo il momento piùopportuno per sottolineare come il vostro essere inprima linea è un’assunzione di responsabilità:l’abnegazione e il sacrificio vi consentono di portare lapace là dove essa manca”.Il vicepresidente ha quindi consegnato la pergamena e lamedaglia della Regione al Generale di Brigata AlessandroVeltri, comandante della Brigata Sassari. L’onorificenza“Sardus Pater” è riservata a cittadini che si “sono distintiper particolari meriti di valore culturale, sociale o moralee abbiano dato lustro alla Sardegna”. Questa lamotivazione del riconoscimento: “La storica Brigata èassurta a simbolo delle peculiari virtù morali dellepopolazioni sarde e di queste virtù è stata magnificatestimone nei teatri operativi nei quali è stata chiamata,dando lustro alla terra d’origine dei suoi uomini”.

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Attualità12 Maggio 2010

“Storie di emigrazione”: la serata finale del concorso perprogetti cinematografici promosso e organizzato dalla

Federazione Emigrati Sardi (FASI), dalla Regione Sarda edalla Società Umanitaria/Cineteca Sarda, si è svolta il 27aprile al Cineworld di Cagliari. Più di trecento persone sisono incuriosite e poi entusiasmate per la buona riuscitafilmica delle sceneggiature e dei soggetti selezionati, nellaprimavera del 2009, da una giuria composta dal presidentedella FASI Tonino Mulas, dal direttore del Centro ServiziCulturali della Società Umanitaria di Cagliari, AntonelloZanda, dalla regista televisiva Maria Sardu, dal sociologoMarco Zurru e dal critico cinematografico Gianni Olla. I treprogetti premiati, il cui finanziamento ha permesso larealizzazione delle rispettive opere, sono stati Arturo tornadal Brasile di Marco Antonio Pani (che ha poi vinto ancheil premio come miglior film); Maria-Marie di Nicola Contini;Io sono qui di Mario Piredda.Alla premiazione era presente anche Arturo Usai,straordinario protagonista del film di Pani. Algherese,novantaquattro anni ben portati, è stato invitato sul palcodel Cineworld, ha timidamente ringraziato il pubblico, chegli ha tributato un’ovazione, e ovviamente il regista, che haraccontato la sua epopea/odissea di emigrato.Come testimone/narratore Arturo Usai è ancora più vivace:il film di Pani ne ricorda la passione prima per la fotografiae poi per il cinematografo. Da universitario, studente dimedicina, entra nei Cineguf (Gioventù universitariafascista), s’impratichisce con una macchina da presa in 16mm messa a disposizione dal partito, quindi parte a Romaper frequentare un corso di specializzazione a Cinecittà.Arriva la guerra e durante i bombardamenti di Alghero, nel1943, Arturo fotografa la città distrutta. Vorrebbepubblicare le immagini, ma il partito gli consiglia di lasciarperdere: sarebbe disfattismo. Nel frattempo, si è anchelaureato in medicina, con una tesi comparativa suinterventi chirurgici filmati. Ma nel 1945, un po’ per timoredi reazioni verso il suo passato di militante del regime, unpo’ depresso per le difficoltà dell’immediato dopoguerra,decide di andare in Brasile, dove già si trovano i suoi fratellimaggiori: il primo affermato musicista e il secondo celebre

Storie di emigrazioneIl film “Arturo torna dal Brasile” ha vinto la prima edizione del concorsoper progetti cinematografici organizzato dalla Fasi e dalla Società Umanitariacon il patrocinio dell’assessorato del Lavoro

scultore e autore di monumenti pubblici a Rio de Janeiro.L’adattamento è veloce: già all’inizio del decennio Usai è undirettore di fotografia e un documentarista tra i più noti delpaese. Rischia persino di lavorare con Orson Welles, cheritornato negli Usa a metà degli anni Cinquanta, cercaqualcuno che possa filmare delle sequenze di raccordo, inBrasile, per poter rimettere mano al suo celebredocumentario “It is all true”, interrotto nel 1942.Gli segnalano Arturo Usai, ma come tanti altri progettidi Welles, anche questo andrà a monte.Alla fine del decennio, peraltro, il Brasile vive un periodo dicrescita culturale straordinaria – il “tropicalismo”, che è unpo’ la versione locale del terzomondismo culturale – e Arturofa in tempo a lavorare con Camus per il celebre “OrfeoNegro”, scritto da Vinicius de Moraes, vincitore a Cannes, esoprattutto inventare il “realismo” di “Pega ladrao!”, unavicenda di “sciuscià” brasiliani che anticipa il nascente“cinema novo” di Nelson Pereira do Santos e Glauber Rocha.Le musiche del film sono di Remo Usai, fratello di Arturo,anch’esso protagonista della rinascita culturale del Brasile ela regia di Alberto Pieralisi, altro emigrato italiano celebre, senon altro per aver dato i natali a Virna Lisi. Il Brasile di Usaiera un mondo nuovo dove si poteva diventare qualcuno nonsolo nella mitologia – come accadeva nei film hollywoodiani –ma nella realtà. E difatti, lo stesso Usai, nel film di Pani,associa la bellezza di quel paese/continente alla suaaffermazione professionale. «Pensavo che non sareipiù tornato ad Alghero ed ero felice».Poi arrivò, anche in Brasile, la televisione, e il lavoromancò. Usai tornò proprio a Alghero, continuò a fare filmcon una macchina da presa acquistata dal collega FiorenzoSerra – anche lui Cinegufista, a Firenze, e però saldissimo,anche cinematograficamente, nelle radici sarde – chevengono diffusi dagli enti turistici. La sua vera professioneperò cambia: Arturo Usai si ricorda di essere medico, sispecializza e finisce per fare il dentista.La personalità di Arturo Usai – e la curiosità per quei filmesotici ritrovati da Pani – non ha però impedito al pubblicodi tributare il loro omaggio anche alle altre due produzioni,Marie-Maria di Nicola Contini e Io sono qui di Mario

Piredda. L’esordiente Nicola Contini, giovanissimo, haraccontato, retrospettivamente – un po’ attraverso lafiction, un po’ attraverso documenti e memorie familiari –tre generazioni di emigrati sulcitani, tutti minatori. Leprime lontane testimonianze riguardano le tante famiglieche, a fine Ottocento, partirono per le miniere tunisine.Seguono altri trasferimenti, prima e dopo la seconda guerramondiale, di parenti, figli, nipoti e pronipoti in direzionedella Germania e del Belgio. Dopo tre generazioni, unagiovane sardo-tedesca, ormai perfettamente integrata nellasua nazione adottiva, ma pure lontana parente di quei primiemigrati con sacchi e valigie di cartone, cerca di ricomporrela loro storia. Si serve di lettere, foto, filmini familiari –anche sfocati come la memoria – testimonianze dirette eindirette, difficoltose confessioni di disagi e disadattamenti,orgogli professionali e persino delusioni nell’aver trovato,trent’anni dopo, una Sardegna inospitale con i suoi cittadinipiù sfortunati. E la regia, quasi sperimentale, assecondaquesta ricostruzione per frammenti e strappi: una memoriasfilacciata, per vergogna e per rimozione, dopo aversuperato la “nottata” della precarietà.Il terzo progetto premiato, Io sono qui di Mario Piredda –unica esplicita fiction del gruppo –, è invece una vicendaattualissima che, nella percezione generale, non sempre siassocia al problema dell’emigrazione. È infatti la storia diun giovanissimo militare della Brigata Sassari, volontarioper noia e mancanza di lavoro, che torna dal Kossovo conun tumore da uranio impoverito. Una storia semplice, quasibanale, ma che il regista mette in scena con una semplicitàdisarmante e accattivante, e con un minimalismo tragico.Dopotutto, fare il militare o il carabiniere è stato unorizzonte stabile dell’emigrazione sarda, oggi rivalutatacome contributo nazionale e internazionale.È dunque obbligatorio sottolineare che la miglior sorpresadel concorso, certificata dalla vittoria dei tre film, sta in unapercezione radicalmente nuova del termine “emigrazione”.Dentro questo contenitore lessicale, ci sta la valigia di cartonee le baracche/alloggio tedesche e svizzere che costeggiavano lefabbriche, i cantieri edili e le miniere di carbone; ma anche laricerca, che è iniziata negli anni Sessanta e Settanta, diluoghi dove studiare, conoscere altri mondi, imparare nuovimestieri. E tra gli oltre quaranta progetti presentati – hannodichiarato i giurati nella serata del Cineworld – c’era appuntoquesta forbice che sempre di più si apre in direzione deigiovani migranti, non necessariamente tristi e nostalgici. Allafine – sono sempre le parole dei giurati – un po’ per caso, unpo’ per fortuna, i tre progetti costituiscono proprio undiagramma delle possibili declinazioni, storiche econtemporanee, del termine emigrazione.

Grande successo di pubblico alla prima delfilm documentario “Cancelli di fumo”,promosso dall’Agenzia regionale del Lavoro,premiato con menzione speciale per ilmiglior film e primo premio per la migliorfotografia al Tekfestival 2010 di Roma.Il cine-teatro Alfieri di Cagliari non hapotuto contenere tutte le persone che sisono presentate all’ingresso per assisterealla proiezione del cortometraggio diFrancesco Bussalai, dipendente della stessaAgenzia, che ha proposto questostruggente omaggio alla ManifatturaTabacchi di Cagliari, chiusa nel 2001dopo oltre 150 anni di attività.L’assessore regionale del Lavoro, FrancoManca, è salito sul palco per sottolineare“l’importanza dell’utilizzo del cinema,un’oasi culturale, per affermare unprincipio di fondo qual è il lavoro, in quellache è stata la prima esperienza di industria manifatturierain Sardegna e con una connotazione spiccatamentefemminile”. Manca ha poi plaudito alla scelta di produttori eorganizzatori di consentire per la prima volta in Sardegnala fruizione del film da parte di ipovedenti e non vedenti,grazie al progetto “Cinema senza barriere” (tra le sequenzemute del film, una voce fuori campo descriveva l’essenzialedi quanto appariva sullo schermo, udibile in sala, tramitecuffie senza fili). “Una vera e propria opportunità di accessoe integrazione sociale – ha commentato Manca –. Anche

Successo del documentario “Cancelli di fumo”coloro che hanno il problema della cecità,colgono tutti i particolari grazieal supporto della tecnologia”.“È commovente – ha aggiunto il direttoredell’Agenzia del Lavoro, Stefano Tunis –vedere, attraverso i ricordi dei protagonistidi questo film, quanto la vita siaimpregnata dei valori del lavoro. Ilmessaggio è che non importa quale, nonimporta dove, il lavoro è il primofondamento della vita sociale”.I presentatori della serata, il giornalista VitoBiolchini e l’attore Elio Turno Arthemalle,hanno proposto che la proiezione di“Cancelli di fumo” sia replicata la prossimasettimana all’Asinara, dove c’è ancora ilpresidio degli operai della Vinyls.L’assessore Manca e il direttore Tunishanno accolto l’invito, evidenziandol’aspetto della solidarietà tra lavoratori.

Nel corso dell’iniziativa sono state premiate le associazionidella Protezione civile sarda che, in occasione dellapresentazione delle vetrine del Master and Back 2009,hanno offerto assistenza ai giovani laureati che hannotrascorso la notte di fronte all’Agenzia del Lavoro, in attesadella graduatoria finale. Al termine della proiezione applausia scena aperta per il regista Bussalai, per il protagonistaprincipale (Beppe Martini, ex dipendente della ManifatturaTabacchi, oggi impiegato all’Agenzia) e per gli ex lavoratoridell’industria manifatturiera presenti in sala.

Prenotazioni e acquisti on-linedei biglietti per navi e aereiIl portale del Centro Servizi F.A.S.I. Eurotarget Viaggi, divia Arzaga a Milano, già attivo in rete, permette diprenotare e acquistare biglietti da e per la Sardegna sulleprincipali compagnie di navigazione e con Meridiana.Gianni Casu, che è uno dei responsabili del Centro diPromozione Turistica Fasi, che ha sede nel circolo“Raimondo Piras” di Carnate, assicura che il portalediventerà il centro servizi per tutti i sardi e i lorofamiliari sparsi in tutto il mondo, ma sarà anche unportale di ricerca per i non sardi amici della Sardegna.Sarà possibile prenotare ed acquistare biglietti e servizicomodamente dal proprio computer di casa.Sono convenzionati con il Centro Servizi della Fasi:Tirrenia, Moby, Grimaldi e Sardinia Ferries, Meridiana.Ai soci dei circoli sardi aderenti alla Fasi vengonoriconosciute agevolazioni che variano dal 30 al 35%del costo del biglietto (ad eccezione di alcuni giornie di alcune tratte). Praticamente si applicanole stesse riduzioni previste per i residenti.Ma gli sconti vengono riconosciuti agli emigratie ai loro discendenti fino alla terza generazione.Sono sempre attivi anche i recapiti telefonici(02.41270711 - fax 02.41271356) ed e-mail([email protected]).Questi sono i siti web del portale internet al qualepossono collegarsi i soci e gli amici della Sardegna:www.sardegnaeurofasi.it, www.sardegnaeurofasi.com,www.traghettifasi.it, www.traghettifasi.come www.eurotarget-viaggi.it.

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13AttualitàILMESSAGGEROSARDO

La Sardegna nel Weba cura di Andrea Mameli

La forza della radioLo strapotere della tv ha fatto temere, peranni, la scomparsa della radio. Invece questoantico strumento di comunicazione non solo èpiù vivo che mai ma trova sempre nuovistimoli. Un esempio è Radio Press, nata conl’obiettivo di fare informazione locale con ungiornale radio ogni mezz’ora. Da Cagliari (ein streaming dal sito) una redazione digiovani giornalisti trasmette notizie,commenti, approfondimenti e musica diqualità. Altri esempi della produzione diRadio Press sono Mediterradio, originaletrasmissione sardo-corsa, e BuongiornoCagliari, lettura satirica dei quotidiani sardicon la partecipazione degli ascoltatori permezzo di sms e pagina Facebook.www.radiopress.it

Associazione Italiana Celiachia SardegnaIl fine ultimo dell’associazione è lapromozione e l’assistenza alle persone affetteda celiachia e da dermatite erpetiforme, maanche l’educazione in relazione a questepatologie. Il sito associativo fornisce unaserie di informazioni pratiche e segnalazioniinteressanti.www.celiachia.sardegna.it

Sardinia Radio TelescopeSi avvia alla conclusione la costruzione delgrande radiotelescopio sardo, SRT, progettatoper osservare e misurare l’emissione radio daparte di corpi celesti. La colossale impresa,voluta e coordinata dall’Istituto Nazionale diAstrofisica(INAF) hacoinvolto iComuni delterritorio epotràrappresentareanche unaforteattrazioneturistica.Dal puntodi vista scientifico SRT permetterà nuovistudi di “geodinamica”, a misura dellospostamento delle placche terrestri tramite iriferimenti astronomici, e di “scienzespaziali”: raccolta dei dati di sondeinterplanetarie, per questo un partnerdell’INAF è l’Agenzia Spaziale Italiana.www.srt.inaf.it

Circolo Nuova SardegnaGastronomia, arte, storia, itinerarinaturalistici. Il portale Nuova Sardegna diPeschiera Borromeo non contiene soloinformazioni sulle attività del Circolo, ainiziare dalla bellissima citazione di FabrizioDe André: “La vita in Sardegna è forse lamigliore che un uomo possa augurarsi:ventiquattro mila chilometri di foreste, dicampagne, di coste immerse in un maremiracoloso dovrebbero coincidere con quelloche io consiglierei al buon Dio di regalarcicome Paradiso”.www.circolonuovasardegna.it

“Le ricette di casa nostra” a cura di Gian Piero Pinna

Il rilancio della cerealicoltura sardacomincia da malloreddus e pane carasau

C omincia da malloreddus e da pane carasau il rilanciodella cerealicoltura in Sardegna. Saranno prodotti

solo con grano di alta qualità. Si tratta di un primo concretorisultato del Piano sementiero approvato dalla Giuntaregionale e presentato dall’assessore dell’Agricoltura,Andrea Prato, affiancato dal direttore di Laore, AntonelloUsai, e dal commissario di Agris, Efisio Floris.Il piano, curato dall’Assessorato in collaborazione con leagenzie Agris e Laore, ha dato vita anche al marchio“Semenadura” che è stato presentato ufficialmente aSuelli, a Casa Ruda, il 30 aprile, in occasione della XIVpremiazione dei produttori di sementi certificate di granoduro, organizzata da Laore in collaborazione con l’Ense(Ente nazionale sementi elette).“Obiettivo di questo progetto pilota – ha spiegato Prato –è legare fortemente le materie prime locali di qualitàcon i prodotti di eccellenza e creare così le condizioniperché il comparto agricolo esca dalle monocolture

produttive. Nel caso specifico della cerealicoltura,vogliamo spingere i produttori e i trasformatori,che già stanno dimostrando una forte volontàin questo senso, a coltivare e utilizzaregrano sardo di qualità. Ciò innescheràun processo virtuoso consentendo ancheuna stabilizzazione dei prezzi”.L’Assessorato ha già attivato contatticon il Ministero e l’Unione europea per ottenereil riconoscimento Dop di alcune produzioni, tracui il pane carasau, le sebadas e i culurgiones.Inoltre, la Regione sta accelerando le procedureper arrivare a contratti commerciali di filiera,che stabiliscano un prezzo base della materiaprima e l’agricoltore, già all’iniziodell’annata agraria, è in grado di conoscerequanto gli sarà pagato il grano.

I malloreddus e il pane carasau a marchio“Semenadura” sono stati ottenuti grazie allacoltivazione, nei principali areali cerealicoli dellaSardegna, delle tre varietà di grano duro da seme piùdiffuse nell’Isola: Iride, Karalis e Saragolla. Sia il mulinoche i trasformatori isolani coinvolti nel progetto hannoreputato eccezionale la qualità del grano duro, così comeelevata è risultata quella dei prodotti trasformati.I malloreddus e il pane carasau verranno promossianche alla rassegna agro-alimentare internazionale“Cibus” di Parma (maggio 2010) e al “Fancy food”di New York (giugno 2010), oltre che in una seriedi manifestazioni nelle principali province incollaborazione con l’Associazione nazionale cuochi.La Regione svilupperà inoltre una campagna dieducazione alimentare nelle scuole per divulgare laconoscenza e incentivare il consumo di questee altre produzioni della filiera cerealicola regionale.

Filetti di merluzzo ai porri(ingredienti per quattro persone):

– gr. 600 di filetti di merluzzo fresco– n. 6 porri– gr. 200 di granella di mandorle– dl. 2 di olio d’oliva extra vergine– sale

ProcedimentoAffettate sottilmente le parti verdi dei porri e fateli stufarenell’olio e qualche cucchiaio di acqua. Dividete i filetti dimerluzzo in porzioni, in modo che risultino almeno trescaloppe a persona, passateli nella granella di mandorle ecoceteli rapidamente da entrambi i lati insieme ai porristufati, aggiustate di sale e servite caldissimo in tavola.Con questo piatto di pesce azzurro, irrobustito dallamaschia fragranza delle foglie verdi dei porri, suggeriscodi azzardare un vino rosso molto giovane e brioso, credoche ci starebbe bene un buon lambrusco amabile.

Fagottini al salmone(ingredienti per quattro persone):

– gr. 600 di salmone fresco– gr. 400 di pasta “violada”– dl. 1 di olio d’oliva extra vergine– un uovo sbattuto– sale

ProcedimentoLe ricette che propongo in questa puntata mi sono stategentilmente offerte da un’accademica dell’Accademiadella Cucina Italiana di Grosseto, originaria di Sassari,che ha una vera passione per la gastronomia semplicema raffinata e ogni tanto si cimenta ai fornelli,preparando cose sfiziose per gli amici che hanno lafortuna di essere invitati a pranzo.Ecco cosa consiglia: preparate la pasta “violada”, per

intenderci, quella che serve anche a preparare le seadas ecioè, impastare circa 300 grammi di farina “00” con 50grammi di strutto o burro, qualche cucchiaio di acquatiepida e un pizzico di sale. Dopo aver lasciato riposare lapasta per qualche ora, stendetela dandogli lo spessore diuna moneta da due euro, tagliate dei quadrati con circadieci centimetri di lato e sistemate al centro di ogniquadratino del salmone precedentemente filettato, tagliato astriscioline e condito con olio e sale. Una volta esauriti gliingredienti, richiudete i quadratini pressando per bene inmodo che non fuoriesca il ripieno, spennellate la superficiecon l’uovo sbattuto e mettete in forno già caldo sui 250°.Lasciate dorare i fagottini, quindi levate dal forno e servite,accompagnando con un fresco Chardonnay frizzante.

Terrina di cavolfiore(ingredienti per quattro persone):

– gr. 700 di cavolfiore– n. 2 spicchi d’aglio– gr. 100 di parmigiano grattugiato– gr. 30 di parmigiano in scagliette– un pizzico di noce moscata– gr. 200 di pasta “violada”– dl. 20 di olio extra vergine di oliva– sale

ProcedimentoCuocete il cavolo facendolo stufare con un po’ d’acqua, l’olio,gli spicchi d’aglio e un pizzico di sale. Durante la cotturafate in modo che l’acqua si consumi alquanto, quindi,frullate il tutto, aggiungeteci il parmigiano, amalgamate edividete il composto in terrine monouso, che sigillerete conun disco di pasta violada. Cospargete la superficie delleterrine con le scagliette di parmigiano e sistemate in fornogià abbastanza caldo. Levate il contorno quando lasuperficie delle terrine sarà abbastanza dorata e servite lapietanza come guarnizione per i filetti di merluzzo ai porri.

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Speciale Emigrazione14 Maggio 2010

L a Seconda Commissione permanente del Consiglioregionale ha espresso parere favorevole sul Piano

triennale 2010-2012 sulle “Linee guida per interventiin favore dell’emigrazione”.Il Piano, approvato dalla Giunta regionale il 27 aprile suproposta dell’assessore del Lavoro, Franco Manca, segnauna netta discontinuità con il passato. Tra le novitàprincipali, la scelta di investire prioritariamente sullenuove generazioni, con attività che mirino a rafforzarela presenza dei giovani nelle varie iniziative, l’utilizzodelle nuove tecnologie (community virtuali, radio e tvweb) per abbattere le distanze e contenere i costi digestione e l’impiego dei bandi di gara tra le strutturefinalizzati a premiare le iniziative migliori.La Commissione consiliare, si legge in una nota diffusadalla Presidenza del Consiglio, “esprime l’avviso che lalegge regionale che attualmente disciplina la materia, cherisale al 1991, sia superata in quanto, negli ultimivent’anni, il contesto di riferimento dell’emigrazione(livello di scolarizzazione, aumentata mobilità, avventodelle nuove tecnologie) è profondamente cambiato. LaCommissione, pertanto, sottolinea la necessità dirivedere la legge in chiave più avanzata e al passo con itempi. L’inadeguatezza della legge viene inoltre rilevatacon riferimento alle modalità di spesa delle risorse che in

Parere favorevole della Seconda Commissionesul Piano triennale 2010-2012 per l’emigrazioneApprovate le linee di intervento illustrate dall’assessore del Lavoro Franco Manca -Sottolineata l’esigenza di rivedere la legge n. 7 del 1991 sull’emigrazione

gran parte vengono assorbite dall’attuale sistemadi organizzazione degli emigrati, che probabilmentenon rappresenta più una risposta moderna alle necessitàdel mondo dell’emigrazione”.Il parere favorevole della Seconda commissione,competente in materia di Politiche comunitarie edemigrazione, presieduta da Silvestro Ladu, al Pianotriennale per l’Emigrazione, è stato espresso dopol’audizione dell’assessore Franco Manca. LaCommissione ha espresso un parere articolato,che è stato approvato a maggioranza con l’astensionedei gruppi di opposizione.Nel documento la Commissione sottolinea l’importanzadell’argomento e delle iniziative che si rivolgono a centinaiadi migliaia di sardi che si sono stabiliti fuori Sardegna, maintendono mantenere forti i legami con la terra d’origine.Un aspetto che desta perplessità è ad esempio il fatto chela Commissione debba esprimere il proprio parere sul soloPiano triennale per l’emigrazione, mentre laquantificazione e ripartizione delle risorse vienedemandato al solo Programma annuale sul quale l’organoconsiliare non deve esprimere alcun parere.Aspetti da rivedere, secondo la Commissione, riguardanoanche l’attuale sistema di organizzazione dell’emigrazione,basata sui circoli e sulle associazioni che condiziona la

distribuzione delle risorse finanziarie, non trascurabili, cheammontano a 4 milioni e mezzo all’anno di euro.C’è poi la partita, anch’essa particolarmente rilevante, cheriguarda il sistema delle informazioni e comunicazioni fraSardegna e comunità di emigrati che occorre – è statosottolineato durante l’audizione dell’assessore Manca –ripensare tenendo conto dei giganteschi passi avanticompiuti con l’avvento delle nuove tecnologiee degli strumenti informatici di comunicazioneche si sviluppano in tempo reale.A questo riguardo la Commissione ritiene che “Per quantoriguarda le nuove tecnologie sia indispensabile rivedere lemodalità di comunicazione e informazione facendomaggiore ricorso a community e in genere ai nuovi sistemidi comunicazione per favorire la partecipazionedei giovani alle iniziative degli emigrati, ma, allo stessotempo,condivide la necessità di mantenere, seppureridimensionati, anche gli strumenti di comunicazionetradizionali, quale ad esempio il formato cartaceodel Messaggero sardo a favore di quella parte di emigratiche non utilizza le nuove tecnologie”.A proposito della spesa delle risorse (4,5 milioni di euroall’anno), sin dall’insediamento della Consulta regionaleper l’emigrazione, l’assessore Manca ha chiesto una lineadi rigore nella gestione delle attività dei circoli.“Dobbiamo valorizzare le eccellenze – ha sottolineato piùvolte Manca – senza per questo trascurare nessuno.Vogliamo stimolare la fantasia e la creatività di tuttii circoli, premiando le idee migliori e collegando leprospettive di sviluppo socio-economico della Sardegnacon le potenzialità espresse dal mondo dell’emigrazione.Sono allo studio iniziative di diffusione e valorizzazionedelle migliori espressioni culturali, economicheed ambientali della Sardegna nella penisola e all’estero”.

Un gruppo di giovani sono giunti da Rosario,Argentina, in Sardegna, nella primavera scorsa,per affinare l’arte del ballo sardo grazie ad un’iniziativalegata ad un progetto messo a punto dall’Ufficioemigrazione dell’Assessorato regionale del Lavoroe grazie all’associazione Ittiri Cannedu, presiedutada Piero Simula.“Il progetto ha un prologo nel lontano 2000 quandocol gruppo Folk festa siamo andati in Argentinaper presentare la cultura sarda a Buenos Aires,Rosario, Cordoba – ha spiegato Simula al MessaggeroSardo –; i giovani sardi ballavano, seguivanoi nostri ritmi e l’iniziativa è stata positiva.Dopo dieci anni dall’Assessorato del Lavoro è venutala sollecitazione tramite il Circolo dei sardi di Rosario,per completare il percorso culturale conl’approfondimento del ballo sardo ad Ittiri.Sono stati ospitati in un agriturismo, a Su Recreu,alcune coppie di ballo di età fra i 16 ed i 32 anni,guidate da Eva Baccoli del Circolo di Rosario”.Simula guida l’associazione culturale folcloristicaIttiri Cannedu che opera dal 1974 e che organizzada 25 anni il Festival internazionale di danzaed espressioni popolari che si svolge in luglio.

Dall’Argentina per imparare il “ballu sardu”Viaggio culturale nell’isola per coppie di giovani ballerini di origine sarda

“Prima di giungere inSardegna – ha aggiuntoSimula – i giovani, figli enipoti di sardi emigrati, diseconda e terzagenerazione, si sonopreparati ed hannofrequentato un corso diitaliano, ma anche uncorso di balli argentiniper insegnarli a noi, eportando qui anchecostumi argentini.Sono stati degli ottimiallievi ed hanno mostratovolontà e capacità, convarie esibizioni sul palcoin vari centri ed il

pubblico in più occasioni si è commosso. Ad esempiodurante una festa a Neoneli e Bonnanaro abbiamodeciso di farli esibire, di prestar loro i costumi sardi.Abbiamo insegnato ai giovani argentini i balli delnostro territorio, figure e passi logudoresi. Inparticolare ad Ittiri si sono esibiti in un saggio conquattro balli sardi e quattro argentini. Durante la loropermanenza a Ittiri (dal 16 al 26 aprile) hannoeffettuato interessanti escursioni e visite come quella diStintino, Alghero, e Nuoro dove hanno imparato i ballinuoresi. Insomma ritengo che si sia trattato di unvalido viaggio culturale e turistico. Un’opportunitàper tanti pronipoti di sardi emigrati nel Paesesudamericano che hanno mantenuto rapporti idealie culturali con la terra dei padri”.Con un contributo dell’Assessorato regionale delLavoro è stato possibile, pertanto, avvicinare i giovaniargentini ai luoghi dei loro avi. Un’iniziativa, hasottolineato anche Eva Baccoli, che ha messo inevidenza l’impegno dei giovani nel ballo ma anche illoro desiderio di mantenere un legame con l’isola spesso“conosciuta” solo attraverso i ricordi dei nonni e la cuivisione diretta ha portato vari sentimenti di piacevoleconsapevolezza delle proprie radici.

Corsi estivi in Sardegnaper figli di emigratiIl Servizio Emigrazione e Immigrazione dell’Assessoratoregionale del Lavoro organizza, in collaborazionecon la FAES e la FILEF Sardegna, un corso residenzialedella durata di due settimane, dal 16 al 30 settembre,destinato a giovani discendenti di sardi emigrati. Ilcorso, organizzato nell’ambito dei Progetti regionali2009 “Summer School in Sardegna”, si propone di faracquisire ai partecipanti, impegnati nella vitaassociativa delle Organizzazioni degli emigrati,competenze e strumenti utili nell’ambito dellaprogettazione di attività culturali per i propri Circoli.Le attività previste saranno di tipo misto,con una fase in aula e una esterna.Il seminario è gratuito ed è rivolto a 15 partecipantigiovani che abbiano un’età compresa tra i 18 e 26 anni;siano residenti all’estero; siano figli di emigrati di prima,seconda e terza generazione; siano membri del Circolosardo di riferimento; possiedano una conoscenza dellalingua italiana (scritta e orale) di livello elementare ointermedio. La domanda di partecipazione al seminariodovrà pervenire entro il 21/06/10 redatta secondo ilmodello scaricabile dal sito www.filef.it, al seguenteindirizzo: Assessorato del Lavoro, via XXVIII febbraio 1,09131 Cagliari, fax +39 070 6065635,e-mail: [email protected] domanda di partecipazione dovrà essereaccompagnata dal curriculum vitae europeo1, da unalettera di motivazione e da una di presentazionerilasciata dal Presidente del circolo di appartenenza,tutte redatte in lingua italiana.La lettera di motivazione dovrà dimostrare un interessespecifico per le materie oggetto del seminarioe la volontà di proporre nuove iniziative nella vitadel Circolo di appartenenza, utilizzando le conoscenzeacquisite.Per ulteriori informazioni rivolgersi al ServizioEmigrazione e Immigrazione, tel. +39 070 6065515,e/o all’Associazione FILEF, via dei Colombi 1, Cagliari,tel. 0039.070.301381, fax 0039.070.302548,e-mail: [email protected].

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15Speciale EmigrazioneILMESSAGGEROSARDO

1. INTRODUZIONE

La Sardegna è stata tra le Regionimaggiormente coinvolte dalfenomeno dell’emigrazione, inparticolare nel decennio ricompresotra il 1960 e il 1970 quando iComuni e i territori dell’isola sisono spopolati, incrementando ilconsistente numero dei sardiemigrati nei primi anni del 1900.Un numero crescente di figli ediscendenti di emigrati sardi, natinel Paese ospitante, che in alcunicasi hanno conservato lacittadinanza italiana ed in altril’hanno perduta in ragione dellenorme sulla cittadinanza – attuali opregresse – del Paese ospitante,possono rappresentare una risorsaculturale e identitaria di grandeimportanza per la Sardegna. Nei loro confronti la Regioneintende avviare un processo di avvicinamento anche conl’impiego delle nuove tecnologie, nell’ottica dellacostruzione di un moderno sistema di rete capace diportare ad una crescente interazione culturale, sociale edeconomica tra sardi residenti in Sardegna e quelli fuoridall’isola. A questi si aggiungono i numerosi giovani cheda decenni ricercano fuori dall’isola opportunità dilavoro, di realizzazione personale, culturale eprofessionale. I sardi emigrati hanno dato vita, fin daglianni ’60, a numerose strutture che operano non solo infavore della comunità residente nel territorio ospitante,ma si occupano anche di promozione e divulgazione dellacultura e dei prodotti della Sardegna.Attualmente si contano 7 Federazioni e 129 Circoli diemigrati sardi dislocati nei cinque continenti,formalmente riconosciuti dalla Regione con appositoprovvedimento amministrativo e operativi alla data del31 marzo 2010, di cui:– 68 Circoli sono presenti in Argentina, Australia, Brasile,Canada, Perù, Stati Uniti, Bulgaria, Belgio, Francia,Germania, Spagna, Olanda, Gran Bretagna, Svizzera;– 61 Circoli sono quelli presenti nella Penisola,prevalentemente nelle Province e città del Centro-NordItalia.Altre Organizzazioni non riconosciute dalla Regione sonoattive in Italia, Europa e nei Paesi extraeuropei.La Regione intende valorizzare la ricchezza del mondomigratorio nella sua varietà e complessità, avvalersi dellesue capacità per rafforzare i legami con le comunità deisardi residenti fuori dalla Sardegna. A tal fine predisponele seguenti linee programmatiche riferite al triennio2010/2012.

2. LINEE POLITICHE E PROGRAMMATICHE

La Regione intende promuovere e valorizzare la realtàdell’emigrazione, caratterizzandola con una valenzapropulsiva per il sistema culturale, sociale ed economicodella Sardegna. La vitalità delle iniziative poste in essere dainostri conterranei all’estero rivela l’autentico volto di unaterra che continua ad arricchirsi ed alimentarsi dell’apportofattivo ed efficace di quanti continuano ad esprimere lapropria sardità al di là dei confini regionali e nazionali.In tal senso si intende sviluppare un percorso che checontribuisca a rendere le politiche regionali dell’emigrazionepiù moderne e aderenti alla realtà e maggiormenterispondenti alle sfide di modernità che giungono dall’attualesistema sociale. È importante innanzitutto favorire ilcoinvolgimento delle realtà territoriali interessate a variotitolo dal fenomeno dell’emigrazione e dell’emigrazione dirientro (Comuni, Province) promuovendo iniziative

Piano triennale 2010/2012Linee guida per interventi in favore dell’emigrazione

ASSESSORATO DEL LAVORO, FORMAZIONE PROFESSIONALE, COOPERAZIONE E SICUREZZA SOCIALE

finalizzate alla conoscenza e al reciproco riconoscimentodelle componenti valoriali della terra di origine e delleattuali realtà di vita.Per queste ragioni si intende caratterizzare il piano conalcuni elementi irrinunciabili che costituiscono le lineefondamentali per l’impegno comune delle Istituzioni, deiCircoli, delle Associazioni e delle Federazioni per il prossimotriennio.

1. Giovani. Rafforzare e consolidare la presenzagiovanile nella realtà dell’emigrazione perseguel’obiettivo di una visione prospettica del lavoro. L’ascoltodei giovani e il loro coinvolgimento nelle iniziativeconsente di dotare di energia propulsiva il mondodell’emigrazione, senza trascurare l’indispensabilepatrimonio di cultura e di sapienza che proviene daglianziani. Oltre ad assicurare l’indispensabile continuità,favorire la partecipazione dei giovani ai programmi e alleiniziative promosse dalla realtà dell’emigrazione consentedi stare al passo con l’evoluzione concettuale e politica delfenomeno e al tempo stesso di adeguare programmi einiziative alle esigenze riguardanti la nuova emigrazione,l’emigrazione di rientro o la post-emigrazione,l’immigrazione. Particolare interesse sarà posto alleiniziative che favoriscono l’incontro e il confronto tragenerazioni (giovani-anziani) e tra giovani stessi nel paesedi attuale dimora e in Sardegna.

2. Circoli. Potenziare e promuoverela capacità di programmazione deiCircoli significa stabilire una lineadi rigore, di competenza e dicontrollo sulle realtà meno presenti opeggio quasi inesistenti,intervenendo con decisione su quellinon operativi. Esaltare le eccellenze emettere in campo una sana azione dicompetizione tra i Circoli consente diconferire un valore aggiunto aldesiderio e alla volontà dicaratterizzarli come cellule vive,propulsive, attive ed efficaci per tenerviva la memoria delle radici e alcontempo garantire il necessariorispetto delle norme. Altro aspettoimportante è quello di potenziare ilcollegamento di quei Circoli che, perdiffusione territoriale, isolamento e/ocomplessità del sistema di trasporti,

non permettono un collegamento tradizionale efficace,sviluppando un sistema di collegamento “a distanza”(“circoli virtuali”) mediante l’utilizzo e il potenziamentodelle nuove tecnologie e dei nuovi sistemi di comunicazione.

3. Sistema socio-economico. Tenere vivo il mondodell’emigrazione – pur auspicando che in un idealeprossimo futuro si possa prescindere dalla necessità diemigrare – significa collegare la prospettiva di svilupposocio-economico della Regione con le potenzialitàespresse dal mondo dell’emigrazione. Questo è necessarioperché si stabilisca un feedback positivo tra le diverserealtà di vita, tale da consentire un’azione di ritorno, unaforma di investimento che “renda” alla Sardegna unasicura ricaduta in termini di benefici immateriali evaloriali. Per far questo occorrerà stabilire connessionisignificative e definire con precisione la coerenza dellefinalità delle proposte, evitando pericolose e inutiliimprovvisazioni e iniziative estemporanee che rischianodi rendere inconsistente l’azione di promozione sociale eculturale della Sardegna.

4. Solidarietà. Rafforzare il concetto di solidarietà,allargandone la valenza non soltanto alle esigenzeimmediate di intervento rispondenti a eventi improvvisisia naturali che eccezionali, oltre che per il sostegno allespese funebri e di rientro delle salme di congiunti, maconsiderando particolari situazioni e condizioni chenecessitano di essere sostenuti con un interventostraordinario. Una attenzione di questo genere favorisceanche una maggiore attenzione e sensibilità da parte deglialtri, in particolare di quanti hanno la possibilità più dialtri di individuare e segnalare situazioni di disagio.

5. Informazione e Comunicazione. Sviluppare unutilizzo diffuso delle nuove tecnologie e dei nuovi sistemi dicomunicazione è indispensabile per consentire unainformazione tempestiva e stare al passo con la velocitàdella comunicazione, oltre che per una politica di tutelaambientale, riduzione degli sprechi di carta e raccoltadifferenziata, utilizzo delle risorse con criteri di economicità.La diffusione dei social networks e il maggior ricorso ad essiper il dialogo, la condivisione e la comunicazione richiedel’adeguamento dei sistemi per una più puntuale presenzanei diversi contesti. Il potenziamento dei media on-line, diInternet, di TV e radio può supportare in maniera piùrispondente alle attuali esigenze il diffuso, capillare evariegato mondo della comunicazione. Il tutto senzaescludere, pur in un necessario ridimensionamento, lepubblicazioni del Messaggero Sardo finalizzandolo a quanti,per ovvie ragioni legate all’età o alle opportunità, nonhanno la possibilità di una consultazione on-line.

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Speciale Emigrazione16 Maggio 2010

Questi elementi si legano alla fortecaratterizzazione dell’azione delle Associazionidi Tutela nel territorio, finalizzata allaconoscenza e diffusione della realtàdell’emigrazione, senza escludere quella ditutela e assistenza agli emigrati di rientro e lorofamiliari. In tal senso le Associazioni di Tutelapossono e devono diventare anche un preziosostrumento per l’apertura della Regione allenuove frontiere della internazionalizzazione. Apartire dalla necessità di costruzione dellarete di istituzioni, di soggetti, di gruppi e direaltà del volontariato per una acquisizione diuna coscienza compiuta e diffusa del mondodell’emigrazione e delle caratteristiche che neconnotano le attuali specificità.È inoltre importante utilizzare l’esperienzadell’emigrazione per affrontare i problemi di oggilegati all’immigrazione. In questo senso puòessere estremamente utile ricorrere agli emigratidi ritorno per individuare misure e politiche afavore degli immigrati.

3. FONTI NORMATIVE

La legge regionale 15 gennaio 1991 n. 7, nell’ambito degliinterventi della Regione Sardegna in favore degli emigratiprevede, all’art. 4, che gli stessi siano attuati attraverso unPiano articolato in tre anni e con Programmi di spesaannuali. Il Piano deve essere approvato, previo parere dellaConsulta e della competente Commissione consiliare, dallaGiunta regionale su proposta dell’Assessore del Lavoro,Formazione Professionale Cooperazione e Sicurezza Sociale.

4. FINALITÀ

Le attività delle Organizzazioni dei sardi emigrati si ispiranoalle seguenti finalità:– promozione di forme di partecipazione, condivisione esolidarietà tra lavoratori sardi residenti fuori dallaSardegna;– promozione di iniziative rivolte a tutelare e sviluppare ilegami di identità tra la Sardegna e le comunità sarde extraisolane;– promozione culturale ed economica della Sardegna.

5. GLI INTERVENTI

L’Assessorato del Lavoro eroga le risorse per ilfunzionamento e per lo svolgimento delle attività delleOrganizzazioni dei sardi emigrati, ma un costante raccordocon tutti gli altri apparati regionali è necessario permigliorare la qualità dei servizi e delle iniziative rivolte almondo dell’emigrazione.Il presente Piano prevedei seguenti interventi:1) attività e servizi a cura delle Organizzazioni dei sardiemigrati;2) sistemi di informazione e comunicazione;3) progetti regionali.

5.1. Attività e servizi delle Organizzazionidei sardi emigratiL’Amministrazione sostiene le attività delle Organizzazionidegli emigrati tramite un sostegno finanziario, inconformità alle disposizioni indicate dalla predetta legge ecommisurato all’impegno di ciascuna di esse, in funzionedelle attività programmate e realizzate. Al fine diincrementare la partecipazione associativa, garantire lacontinuità e favorire il rinnovamento nella gestione dellestrutture, i Circoli dovranno privilegiare le nuovegenerazioni nell’organizzazione di attività di conoscenza epromozione del patrimonio storico, artistico, culturale etradizionale della Sardegna nonché di apprendimento dellalingua italiana. Il Programma annuale definirà indirizzi especifiche tematiche e modalità.Per poter beneficiare del sostegno finanziario regionale leOrganizzazioni devono:a) assicurare il continuo aggiornamento dei dati sullaconsistenza e composizione delle comunità di riferimento(censimento, indagini, ecc.), nonché degli iscritti e

regolarmente tesserati a ciascun Circolo, quale base perl’avvio delle attività, con riferimento alle relative esperienzeprofessionali e relazionali;b) assicurare la promozione delle finalità di legge e degliobiettivi del presente Piano Triennale, attraverso reportperiodici e un contatto costante con la Regione Sardegna ela sua struttura di riferimento, al fine di coordinare lesingole attività e favorire lo scambio di informazioni traquesta e le comunità di riferimento;c) assicurare la compartecipazione finanziaria, mediante laricerca di altre fonti di finanziamento pubbliche e privatediverse da quelle regionali.Le Organizzazioni provviste di specifiche competenze ecapacità tecnico-organizzative possono erogare servizi neiseguenti ambiti:– Attività di informazione culturale ed economica, sullaSardegna e sui paesi di residenza, agli associati e non;– Consulenza e assistenza sociale, sanitaria, lavorativa eabitativa alla comunità degli emigrati che le richiedano.

5.2. Sistemi informativi e reti di comunicazioneI sistemi informativi e le reti di comunicazione sono glistrumenti fondamentali per garantire le relazionicostanti e attive tra i cittadini sardi presenti nell’isola enel resto del mondo.I servizi di informazione destinati agli emigrati dovrannonecessariamente privilegiare l’utilizzo delle nuovetecnologie, TV e radio satellitari e l’area telematica. Lapubblicazione del periodico cartaceo “Il MessaggeroSardo”, disponibile anche ondine, continuerà pur in uncontesto di ridimensionamento . È operativa l’attività diconsulenza svolta dal Servizio Emigrazionedell’Assessorato del Lavoro, anche in collegamento con gliuffici URP dell’amministrazione regionale, enti locali ealtre istituzioni italiane all’estero e con il portalewww.sardegnamigranti.it, presente sul sito istituzionalewww.regione.sardegna.it. Nell’ambito delle attivitàdestinate all’informazione è intendimento promuovere lacreazione di una community virtuale in grado diraccogliere e condividere le realtà sarde di eccellenzapresenti nel mondo, al fine di favorire il contatto trapersone con alte qualifiche professionali affermatesi neivari paesi in cui operano e tra questi e la Sardegna. Sitratta in sostanza di implementare una banca datiinterattiva capace di valorizzare intelligenze e talenti diprima, seconda, terza e generazioni successive e stabilirelegami stabili, per incentivare nuovi impulsi di crescita esviluppo del sistema socioeconomico della Sardegna.

6. SOSTEGNO ALLE SPESE DI FUNZIONAMENTO

Possono beneficiare delle agevolazioni finanziarie di cui allaL.R. n. 7 del 1991:– i Circoli dei sardi nel mondo, regolarmente riconosciuti;– le Federazioni dei Circoli sardi nel mondo, regolarmentericonosciuti;– le Associazioni di Tutela degli Emigrati, regolarmentericonosciuti;– la Federazione delle Associazioni di Tutela;– altri soggetti indicati dalla legge.

Le risorse annuali per gli esercizi finanziari2010/2012, destinate alle finalità di cui agliartt. 7, 8, 9, 12 della L.R. n. 7 del 1991 sonoripartite tra:– Circoli;– Federazioni dei Circoli;– Associazioni di Tutela e Federazione delleAssociazioni di Tutela.

6.1. CircoliL’Amministrazione procede allaquantificazione dei contributi per il sostegnoalle spese di funzionamento e delle attivitàsvolte dai Circoli, purché non sussistanosituazioni di contenzioso nei confrontidell’Amministrazione Regionale e gli stessiabbiano regolarmente adempiuto alledisposizioni in materia di rendicontazioneper le precedenti annualità. Laquantificazione dei contributi è assegnatasulla base dei seguenti criteri:

– una quota è assegnata ai Circoli riconosciuti e operativi,sulla base del costo effettivo degli affitti, e/o per lamanutenzione ordinaria dei locali di proprietà;– una quota è assegnata in base all’indice dei prezzi diciascun Paese;– una quota per le attività, proposta dalla Federazione diappartenenza, è assegnata sulla base delle capacità eoperatività dei singoli Circoli e della rispondenza deiprogrammi agli indirizzi dei documenti approvati dallaGiunta regionale.

6.2. Federazioni dei CircoliLe Federazioni dei Circoli sono tenute a dare la necessariacollaborazione ai Circoli nell’attuazione dei piani triennalie annuali promossi dall’Assessorato, nella vigilanzadell’applicazione delle regole statutarie e del rispetto deiprincipi democratici della rappresentanza, nellosvolgimento dei compiti amministrativi a cui devonoadempiere, nella fase di impostazione dei programmi delleattività e in quella di realizzazione, nella collaborazioneall’Amministrazione Regionale nella fase di assegnazionedelle quote, nella promozione dell’associazionismo e delvolontariato.Alle Federazioni dei Circoli è assegnato un contributo perfunzionamento, coordinamento dei Circoli e svolgimentodelle loro attività, purché non sussistano situazioni dicontenzioso nei confronti dell’Amministrazione Regionalee le stesse abbiano regolarmente adempiuto alledisposizioni in materia di rendicontazione per le precedentiannualità– una quota è assegnata a ciascuna Federazione operativain base all’indice dei prezzi di ciascun Paese;– una quota è assegnata sulla base del numero dei Circolioperativi ad esse federati, tenuto conto dell’estensioneterritoriale dei singoli Paesi in cui hanno sede.

6.3. Le Associazioni di Tutela e FederazioneAlla Federazione delle Associazioni di Tutela, per le attivitàe i compiti previsti dalla legge, è assegnata una sommapari al 10% dell’ammontare complessivo stabilito per leAssociazioni di Tutela e la Federazione. La sommarimanente è assegnata alle Associazioni di Tutelaoperative in base alle spese effettive di funzionamento,all’attività svolta dagli uffici periferici nel territorio, aiservizi di assistenza e consulenza agli emigrati, attivitàdelle Associazioni in collaborazione con Circoli eFederazioni.

6.4. Efficacia dei criteri e modalitàI criteri, le modalità e i parametri per l’assegnazione dellerisorse, stabiliti dal presente Piano Triennale, sono definitie quantificati nel Programma Annuale 2010 ed entrano invigore con l’approvazione del documento da parte dellaGiunta Regionale.

6.5. StanziamentiPer dare attuazione al presente Piano Triennale èutilizzato lo stanziamento del Bilancio regionale per l’annoin corso e la somma che sarà stanziata nel Bilancioregionale per gli anni successivi.

Piano triennale 2010/2012

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17Speciale EmigrazioneILMESSAGGEROSARDO

7. PROGETTI REGIONALI(ex art. 19 L.R. 7/1991)

L’Assessorato del Lavoro cura direttamente lapredisposizione dei Progetti Regionali, di cuiall’art. 19 della L.R. n. 7/1991, definisce ognianno le tematiche e le linee di intervento,individua i soggetti destinatari deifinanziamenti. La realizzazione dei progetti puòessere affidata a Circoli e Federazioni – e insubordine ad Associazioni di Tutela eFederazione delle Associazioni di Tutela – a cuiè richiesto impegno e professionalità al fine digarantire elevati standard organizzativi, per labuona riuscita delle iniziative e per le ricaduteche da esse possono derivare. Sarannoconsiderati con titolo di valutazionepreferenziale i progetti realizzati in forme dipartenariato tra Federazioni, Circoli,Associazioni, con enti pubblici e/o privati,istituzioni, presenti Sardegna e nei paesi diresidenza. Il Programma Annuale indicherà i temiprescelti e le Organizzazioni destinatarie delle risorse, allequali saranno assegnati i progetti da realizzare. Sonoricompresi nei progetti regionali quelli in favore deglianziani emigrati in stato di indigenza. I progetti in favoredelle nuove generazioni e degli anziani, da realizzarsi inSardegna, potranno essere realizzati anche incollaborazione delle Associazioni di Tutela.Altri progetti saranno finanziati tramite bando, destinato aCircoli e Federazioni riconosciuti e operativi.

7.1. Studi e ricercheIl fenomeno migratorio nella sua evoluzione e i problemidelle comunità sarde emigrate presentano un livello dicomplessità, estensione e varietà che implicano e richiedonoun aggiornamento continuo. Il progetto regionale“Censimento/Indagine”, al momento in fase conclusiva, hacondotto una ricerca sul campo per fornire un quadroaggiornato di dati e di informazioni qualitative equantitative, che potranno essere utilizzate per operare concognizione di causa.

8. INTERVENTI DI SOLIDARIETÀ

L’Assessorato, ai sensi degli artt. 11 e 15 della L.R. n. 7/1991, eroga direttamente sussidi a lavoratori emigrati e lorofamiliari che si trovino in particolari ed oggettivi stati diindigenza o in conseguenza di situazioni eccezionali o eventistraordinari di particolare gravità. Nell’ambito degliinterventi in favore della solidarietà figurano quelli cheriguardano la concessione di contributi in favore deifamiliari di emigrati deceduti all’estero e nella penisola pertrasporto delle salme in Sardegna.

9. I SOGGETTI

I soggetti deputati ad attuare il Piano, indicati nella L.R. 7/91 e chiamati a partecipare attivamente alla suarealizzazione, sono:

9.1. Le Organizzazioni dei Sardi emigrati

9.1.1. I Circoli dei sardi emigratiSono considerati soggetti attivi i Circoli dei sardi emigrati,regolarmente riconosciuti dalla Regione Sarda ai sensidell’art. 6 della L.R. 7/91.L’Amministrazione Regionale, al fine di ottimizzarel’utilizzo delle risorse, avvalendosi del parere del Comitato diPresidenza della Consulta Regionale per l’Emigrazione,intende procedere in conformità delle disposizioni contenutenella legge regionale e in particolare:1. procedere ad una revisione del numero dei Circoli sullabase della loro effettiva sussistenza, capacità propositiva,organizzativa e di funzionamento, nonché di reale visibilitànel territorio di competenza;2. unificare i Circoli operanti nella stessa città e/ocircoscrizione territoriale (il Programma Annuale indicherài Circoli interessati)3. procedere alla sospensione dei contributi e, nei casi piùgravi, alla revoca del riconoscimento delle Organizzazioninel caso in cui vengano meno i requisiti essenziali stabilitidalle norme (numero degli iscritti, idoneità sede,

funzionamento, controversie interne e gestione irregolaredei fondi regionali, contenziosi...).Il Programma Annuale indicherà le modalità diintervento. I contributi ai Circoli e a tutti i soggettiinteressati, anche ai sensi dell’art. 19 L.R. 7/91, vengonoconcessi ed erogati sulla base di criteri e modalità indicatinel Programma Annuale, conformemente a quantostabilito nel presente Piano Triennale.

9.1.2. Le Federazioni dei CircoliLe Federazioni dei Circoli sono deputate a coordinarel’attività dei Circoli nei rispettivi territori nazionali, astabilire indirizzi generali per l’attività dei Circoli neirispettivi Congressi, a fornire la necessaria assistenzatecnico-amministrativa. Particolare attenzione dovràessere dedicata all’aggiornamento degli Statuti deiCircoli federati, che devono indicare chiaramente lenorme basilari per una conduzione democratica etrasparente; garantire partecipazione e pari opportunitàdi genere, evitando altresì l’accentramento di nomine eincarichi in capo alle stesse persone e ai familiari;stabilire regole organizzative, di funzionamento eresponsabilità degli organi statutari, conformemente aquanto previsto in materia dalla normativa del paese incui si opera, oltre che nel rispetto della legislazione inmateria di emigrazione. Dovranno inoltre vigilaresull’applicazione dei criteri oggettivi per l’ammissione el’esclusione degli associati, non legati a elementi ovalutazioni di natura discrezionale, nonché le normeche regolano la partecipazione dei soci alle elezioni degliorgani statutari.

9.1.3. Le Associazioni di TutelaIl ruolo delle Associazioni di Tutela consiste principalmentenell’assistenza e consulenza svolta in favore degli emigratiall’estero e nell’ambito di tutto il territorio regionale,tramite gli uffici periferici delle Associazioni stesse; nelproporre iniziative sociali e culturali per le comunità deisardi emigrati; nello svolgimento di azioni mirate a facilitarel’inserimento degli emigrati che rientrano in Sardegna.

9.1.4. La Federazione delle Associazioni di TutelaOltre ai compiti stabiliti dalla Legge regionale 7/1991, laFederazione delle Associazioni di Tutela coordina, in sedeprogrammatoria, le attività delle singole Associazioni.

9.2. La Consulta Regionale per l’EmigrazioneLa Consulta Regionale per l’Emigrazione è chiamata adesprimere il proprio parere sui programmi cheriguardano l’emigrazione, nonché a coordinare gliinterventi della Regione in favore degli emigrati e asvolgere i compiti ad essa attribuiti dall’art. 24 della L.R.7/91. A tal fine è necessario utilizzare tutte leopportunità fornite dalla legge perché essa possa operareda autentico consesso, in grado di dare impulsi, pareri,elaborare proposte. Al fine di migliorare lacomunicazione tra l’amministrazione e il mondodell’emigrazione, nonché la programmazione degliinterventi in favore delle Organizzazioni, ai Consultori èrichiesto di effettuare, in raccordo con le rispettiveFederazioni, opera di monitoraggio sulla gestione esull’attività dei Circoli. Ciascun Consultore ha il compitodi comunicare e informare i Circoli e la Federazione

sui risultati delle singole riunioni di Consultae delle attività dei gruppi di lavoro, utilizzandole strutture e le attrezzature telematiche,disponibili presso i Circoli di appartenenza. Lespese saranno considerate come spese difunzionamentodel Circolo e/o della Federazione.

9.3. La RegioneL’Amministrazione Regionale intende esercitareun ruolo sempre più attivo nelle politiche perl’emigrazione, in linea con i principi delineati neldocumenti di programmazione regionale.Presiede e gestisce tutte le fasi dipredisposizione e di attuazione dei programmi,dispone i relativi atti di impulso,coordinamento e controllo sulla gestione esull’attività delle Organizzazioni degli emigrati.Nell’intento di finalizzare meglio le risorse,particolare attenzione è data all’attività dimonitoraggio delle spese, del funzionamento

delle Organizzazioni, dell’adeguamento degli Statuti, dellaesistenza dei requisiti previsti dalla legge n. 7/1991. Tra leiniziative che devono essere assunte rientra l’adeguamentodella L.R. n. 7 del 15 gennaio 1991, indispensabile perl’intervenuto mutamento del fenomeno migratorio.

10. LE PROCEDURE

I contributi alle Organizzazioni dei sardi emigrati sonoconcessi secondo i seguenti principi e modalità:1) Il finanziamento regionale si attiva con un appositoprocedimento amministrativo che può iniziare:a) d’ufficio, nei casi di interventi promossi dalla Regione;b) con apposita domanda di contributo dei soggettibeneficiari.2) La natura dell’intervento regionale presenta il caratteredi contributo, pertanto esso non può coprire, ai sensi dellaL.R. n. 7/91, l’intero costo previsto né superare i limitipercentuali stabiliti dalle stesse norme.3) I Circoli, le Associazioni di Tutela e la Federazione delleAssociazioni di tutela ai fini dell’ottenimento del contributoregionale devono presentare la domanda entro iltermine perentorio del 30 marzo di ciascun anno,ai sensi dell’art. 10 della L.R. n. 7/91, penal’esclusione, inoltre non devono trovarsi in situazioni dicontenzioso e/o di posizioni debitorie nei confrontidell’Amministrazione. Alle Federazioni dei Circoli èconcesso, su domanda da presentarsi entro lo stessotermine e corredata dal programma annuale di attività, uncontributo ai sensi dell’art. 12 della medesima legge.4) I Circoli, le Associazioni di Tutela, le Federazioni deiCircoli e delle Associazioni di Tutela sono tenute arendicontare le spese effettuate inviando la previstadocumentazione all’Assessorato del Lavoro entro Io stessotermine sopra indicato per la presentazione della domandadi contributo.5) Ai sensi degli artt. 5, 6 e 7 del regolamento di attuazionedella L.R. n. 7 del 1991 (D.P.G.R. n. 191/91), le spesesostenute dai Circoli, dalle Associazioni e dalle Federazioni,soggette a contributo devono essere “comprovate dadocumenti e giustificativi di spesa fiscalmente regolari”, chedovranno essere custoditi presso la sede dei Circoli,Associazioni di Tutela, Federazioni dei Circoli e delleAssociazioni di Tutela, a disposizione per i controlli previstidalla legge.La modulistica necessaria per i suddetti adempimentiamministrativi è disponibile nel sito web della Regionealla pagina: http://www.regione.sardegna.it e successive.I procedimenti relativi agli interventi descritti nel presentePiano sono consultabili sul sito web della Regione,alla pagina: http://www.regione.sardegna.ite sul sito tematico www.sardegnamigranti.it, alla pagina:http://www.sardegnamigranti.it/sardinelmondo/normativa/.Al fine migliorare la comunicazione tra l’AmministrazioneRegionale e le strutture in emigrazione, nonché lecompetenze amministrative degli operatori dei Circoli eFederazioni ed evitare le situazioni di contenzioso, sarannoorganizzati seminari info/formativi sugli aspetti normativie amministrativo-contabili, rivolti ai componenti deiconsigli direttivi e alle nuove generazioni, quali futuridirigenti delle Organizzazioni.

Piano triennale 2010/2012

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Cultura18 Maggio 2010

A ntonio Gramsci è morto, a 46 anni,per emorragia cerebrale, alle ore 4.10

del 27 aprile 1937, nella clinica “Quisisana”di Roma, in cui era stato ricoverato dopo quasinove anni di detenzione nelle carceri fasciste.La ricorrenza del 73° anniversario della morte èoccasione propizia per ricordare i meriti di unostudioso sardo-pavese grazie al quale imanoscritti dei “Quaderni del carcere” diGramsci (che hanno influenzato profondamente,in tutto il mondo, la teoria politicae la riflessione sul ruolo degli intellettuali)sono stati inquadrati nella loro effettivascansione cronologica.È indiscutibile il fatto che negli ultimi quattroanni le iniziative editoriali più importanti riferitealla pubblicazione delle opere di Gramsci hannopreso le mosse dalle decisive indagini filologichesui manoscritti dei “Quaderni” avviate, trentaanni fa, nell’Università di Pavia, da GianniFrancioni (nato a Sassari nel 1950, allievo delLiceo “Azuni”, oggi non solo docente ma anchepro-rettore per la didattica dell’Ateneo pavese).Nel 2007 sono usciti, per le cure di Francioni e diGiuseppe Còspito, i primi due tomi dell’edizionenazionale degli scritti di Gramsci (i “Quaderni ditraduzioni 1929-1932” operate dal filosofo sardo incarcere), che viene realizzata dal punto di vistaeditoriale dall’Istituto dell’Enciclopedia Italiana“Treccani” (presieduto da Giuliano Amato).Nel 2009 il quotidiano “L’Unione Sarda” haconcretizzato un progetto ideato dalla FondazioneIstituto Storico “Giuseppe Siotto” di Cagliari(presieduta da Aldo Accardo), accolto dallaFondazione Istituto Gramsci – titolare di tutti i

Gramsci a 73 anni dalla mortee i 30 anni dell’“officina gramsciana”dell’Università di Pavia

diritti della pubblicazione degli scritti di Gramsci– e approvato dall’Istituto Treccani: è statapubblicata, sempre per le cure di Francioni, lariproduzione anastatica di tutte le pagineoriginali dei 32 “Quaderni del carcere” scritti daGramsci nelle carceri fasciste tra il febbraio 1929e la metà del 1935 (sono stati editi, in allegatoal giornale, 17 volumi – con introduzionee commento a ciascuno dei quaderni – precedutoda uno di saggi introduttivi all’intera raccolta;l’opera è stata presentata da Francioni,Accardo e Amato al presidente della RepubblicaGiorgio Napolitano il 28 luglio 2009).Nel 2010 è uscito, sempre nel quadrodell’edizione nazionale degli scritti, il primovolume dell’epistolario di Gramsci relativoal periodo gennaio 1906-dicembre 1922,a cura di David Bidussa, Francesco Giasi,Gadi Luzzatto Voghera e Maria Luisa Righi.Il 23 marzo 2010, nell’Aula Foscolodell’Università di Pavia, si sono ritrovati per ilconvegno “Gramsci tra filologia e storiografia”,promosso dal Dipartimento di Filosofia incollaborazione con il Collegio Ghislieri e con laFondazione Istituto Gramsci, i protagonisti delleimprese editoriali dell’edizione nazionale degliscritti di Gramsci e dell’edizione anastatica dei“Quaderni del carcere”. Due giovani stretticollaboratori di Francioni, Fabio Frosini eGiuseppe Còspito, hanno rispettivamenteaffrontato il tema “Realtà, scrittura, metodo:considerazioni preliminari ad una nuova letturadei ‘Quaderni del carcere’” e “La composizionedei quaderni ‘speciali’ e il caso del Quaderno 16”;per la Fondazione Istituto Gramsci il presidente

Giuseppe Vacca ha trattato il tema“Per la biografia di Gramsci in carcere.Nuove acquisizioni dai ‘carteggi paralleli’”mentre Francesco Giasi si è occupato dei“Problemi di edizione collegati all’epistolario eagli scritti pre-carcerari”; sono intervenutianche altri due studiosi gramsciani di grandevalore come Dora Kanoussi (“Da Bucharina Machiavelli: un commento ai ‘quadernifilosofici’”) e Giancarlo Schirru (“Filosofia dellinguaggio, psicologia dei popoli e marxismo: ilconfronto con Labriola nel Quaderno 11”).Questo lavoro certosino, avviato trenta anni fapresso “le mura” dell’Università degli Studi diPavia, è stato ricordato con legittimo orgoglio,nelle considerazioni conclusive, da Francioni, chenon ha mancato di nominare i suoi maestri (LuigiPoma, Franco Gavazzeni, Cesare Bozzetti, DanteIsella, Cesare Segre) e colleghi nella operosa“officina” (termine, ha detto, mutuato da DanteIsella) filologica pavese (“Officina gramsciana” è iltitolo del primo libro dedicato da Francioni ai“Quaderni”: uscito nel 1984 presso Bibliopolis diNapoli, con saggi risalenti alla seconda metà deglianni Settanta, ha permesso di formulare unaconvincente “ipotesi sulla struttura dei 32Quaderni” e di pervenire a una sicura datazionedella compilazione di ciascuno di essi).Ha detto Francioni: “Il convegno ha intesomostrare come soltanto un’interpretazionebasata su un approccio filologico ai testi sia ingrado di cogliervi ‘il ritmo del pensiero inisviluppo’, di rappresentare cioè l’emergereprogressivo dei problemi e dei concetti nellepagine gramsciane, l’intreccio dei fili della ricercasvolta, in condizioni drammatiche, dal maggiorpensatore italiano del Novecento”.Da parte nostra, ci sentiamo di affermare chel’analisi critica operata da Francioni, con “lungafedeltà”, sui manoscritti di Gramsci è ancora piùmeritoria perché ha consentito un approcciocorretto alla lettura di opere delle quali oggipossiamo dire, senza esagerazioni, che fannoparte del “patrimonio culturale dell’umanità”.

Paolo Pulina

Giovanna Casapollo è nata a Castelvetrano inprovincia di Trapani, vive in Sardegna dove hasvolto la professione di docente di Lettere e di Capodi Istituto. Personalità eclettica e portataalla sperimentazione, si è cimentata in campidiversi, da quello politico a quello letterario.Scrive da sempre articoli, poesie, testi narrativi erecensioni di opere di nuovi autori. Ha giàpubblicato presso la casa Editrice Foix Edizioni diIglesias il romanzo breve “Una prof qualunque”.Giovanna Casapollo racconta l’isola estranea (laSardegna) che diventa giorno per giorno “la miaisola” (Casa editrice: Grafica del Parteolla,Dolianova) in un susseguirsi di racconti diun’atmosfera antica quanto magica che sonoritratti costruiti con l’abilità e la scrupolositàdi una ritrattista che però ha a disposizioneuna tavolozza con pochi colori. Sono raffigurazionidi donne, di giovani sfortunati, di invalidi, infeliciche non suscitano pietà ma che riaffermanouna dignità e una rassegnazione antiche.Di lei scrive Maria Bonaria Mura: partire, lasciareun’isola solare, colorata, ricca di suoni e voci,retaggio di popoli antichi, per arrivare in un’altraisola aspra, austera, silenziosa e diffidente verso“l’estraneo”. Il viaggio narrato da GiovannaCasapollo che alla fine degli anni Sessanta, cometanti altri giovani laureati del sud, ha lasciato laSicilia per iniziare in Sardegna un’attivitàprofessionale, con un filo di nostalgia ma anche contanta voglia di sperimentare. Da isola a isola,

Il viaggio di Giovanna Casapollo dalla Siciliaalla Sardegna raccontato nel libro “La mia isola”

quindi. Da una terra di emigranti ad un’altra terradi emigranti che la coglie con parole beffardedel giovane incontrato alla stazione di Cagliari:“un’altra siciliana!”.E subito le elenca le peculiarità della sua terra:boschi secolari, paesaggi popolati da gigantirocciosi scolpiti dal tempo, costruzioni millenariedi popoli guerrieri infine la barriera di unalingua arcaica, dura, incomprensibile; quellalingua che spesso i sardi usano come difesa ocome barriera per escludere “l’altro” ma che poisi apre: se vuoi vivere qui devi ascoltarci, amarci.L’autrice descrive con minuziosità il suoapproccio con la nuova realtà, che narra non daosservatrice asettica ma entrando nel cuore dellepersone e delle loro vicende. Questa nuova realtàviene assorbita, assimilata attraverso laquotidianità della vita paesana: il lavoro, lareligiosità, i momenti di lutto e di festa, ilcontatto con la natura, i riti dell’ospitalità.Anche la lingua non è più ostile, impenetrabilema l’aiuta ad esprimere emozioni e sensazionicompletando il suo percorso di condivisione e diintegrazione. Giovanna Casapollo sposata condue figli, ama sperimentare tante attività,compresa la scrittura di testi in prosa e in poesiadice di se stessa: “Non mi ritengo una poetessané una scrittrice, ma quando mi va, mi diverto acostruire testi poetici e in prosa ispirandomiquasi sempre ad esperienze di vita vissuta”.

Massimiliano Perlato

La Sardegna nelle poesiedi Romano Augusto Motzo4ª edizione della raccolta “Echi di Conchiglie”

Una poesia scritta lontano dalla Sardegna. UnaSardegna che manca e che obbliga al ricordo. UnaSardegna che costringe a scrivere per poterle parlare.Una Sardegna che ti fa affinare la naturale propensionea scrivere e che ti porta a voler pubblicare percondividere. Non si pensi, quando si parla di RomanoAugusto Motzo, alla libidine nostalgica dello scriverecome suffragio della mancanza. In Motzo si presenta laconiugazione dell’esercizio scrittorio, con la forzastraordinaria delle parole che hanno significato.Una per una, dopo l’altra e anticipando il seguito, lepoesie di Romano, sardo di Cabras, ti incalzanocostringendoti all’azione. Non si tratta, nelle sueletture, di un invito tranquillo ad una letturacertamente riflessiva, ma solo lettura. No, in Motzoprovi quella sensazione che ti fa muovere, mente ecorpo. Sei sardo ed hai occasione di leggerle ed haivoglia di fare, ritornare, rivedere, ripensare. Non cisono elegie per una Sardegna lontana, con sentimentibanali o che commuovono un minuto.La forza di queste poesie, nel libro“Echi di Conchiglie”, per i tipi di edizioni Metaurodi Pesaro, giunte ormai alla quarta edizione, contestafronte in tedesco, risiede nella ricercatezzanaturale del linguaggio e nel rendere immediatoil contatto tra chi scrive e chi legge. Leggerlo, quasiun obbligo, un piccolo dovere (Romano AugustoMotzo, “Echi di Conchiglie”, edizioni Metauro,Pesaro, www.metauroedizioni.it).

Mauro Murgia (sociologo Pesaro)

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19CulturaILMESSAGGEROSARDO

James Bond in Costa SmeraldaRoger Moore e Barbara Bach all’hotel Cala di Volpe fanno esplodere l’interesse del jet set internazionale per la Sardegna

Negli anni ’70 arrivano le pellicole di Alberto Sordi e dei fratelli Vanzina

L’ agente 007 attraversacon passo sicuro l’atrio

dell’Hotel Cala di Volpe;si ferma alla “reception”e si annuncia con il celebre“Mi chiamo Bond, JamesBond”. Immediatamenteviene accompagnatonella sua “suite”da una bella cameriera.Siamo nel film “Agente 007,la spia che mi amava”,datato 1977 e interpretatoda Roger Moore e BarbaraBach, spia sovietica che ilCremino mette al servizio –in tutti i sensi – dell’agentebritannico. I due dovrannosgominare le trame delsolito scienziato pazzo (taleStromberg), la cui base sitrova appunto al largo dellecoste nord orientali sarde.Per un’altra buonamezz’ora, il paradiso delle vacanze èinvestito da alcune sequenze, per così dire,alla 007. Individuato dagli “scherani” diStromberg, Bond viene inseguito daun’auto ed un elicottero lungo i tornantiche contornano la costa.Dopo un po’ di spari e qualche esplosione(l’elicottero precipita sopra un ovile e ilpastore fugge, imprecando in romanesco),la sua auto fa il salto verso il mare,trasformandosi in sottomarino tascabile epoi in auto che, dopo altre battaglie,riemerge in una spiaggia affollata.Bond, tra lo stupore dei turisti, si spogliadel suo travestimento da Capitano Nemo:sotto la muta da subacqueo vesteun elegante smoking. Sorridentesi avvia verso l’albergo.La trasferta isolana di Bond inserisce laSardegna nella lunga serie di “attrazionituristiche” (le Bahamas, i paradisidell’Asia, il Carnevale di New Orleans, Miami,Venezia) che hanno sempre contornato leavventure dell’agente segreto creato da IanFleming. Inevitabilmente, visto che, nonostantela fama di “buen retiro” di superViP, la CostaSmeralda aveva già creato una sorta diimmaginario mediatico cosmopolita. Tant’è che,appena due anni dopo, “Linea di sangue” diTerence Young, un giallo dal gran cast (AudreyHepburn, James Mason, Gert Frobe, BenGazzara, Irene Papas, Romy Schneider, OmarSharif), tratto da un romanzo di Sidney Sheldone inizialmente ambientato nelle nevi svizzere,comodo rifugio per finanzieri e industriali,risolve il misterioso complotto contro l’erede diuna multinazionale farmaceutica, tra l’aeroportodi Olbia e le ville dei super ricchi, viste sempre discorcio, in omaggio alla “privacy”.Alle origini, negli anni Sessanta, quandotimidamente il cinema popolare si accorgeva che inuovi ricchi avevano le loro basi estive non piùsolo in Versilia, l’argomento “vacanze inSardegna” era programmaticamente comico,con qualche curioso sprazzo d’autore.Nel 1968 Little Tony cantava e urlava

in “Vacanze sulla Costa Smeralda” e poiin “Donne, botte e bersaglieri”, entrambi firmatida Ruggero Deodato e basato, il primo, sullarivalità tra due albergatori, il secondo su unasorta di “addio alla giovinezza” di quattroragazzi in partenza per il servizio militare.Un flash costiero compare anche nel famigerato,ma divertentissimo, “Una questione d’onore”di Zampa, anno 1967: Bernard Blier preferiscele attenzioni di una bionda, sulla spiaggiadell’Hotel Ramazzino, alle preoccupazionidi una nuova faida familiare.E, ancora, spiagge e alberghi sono “sfiorati”da “Come, quando e perché” di Paolo Pietrangelie “L’Estate” di Paolo Spinola, entrambi del 1969.Storie borghesi, appunto, che sostituisconoi luoghi canonici dell’immaginario vacanziero:la Costa Azzurra, Cortina, Portofino,Viareggio, tutti luoghi ben presentinel cinema italiano del Dopoguerra.Poi, nel 1970, arriva Alberto Sordi (“Le coppie”)e smonta tutto: nei panni di un bottegaioromano che si chiama Colonna, decide diprenotare una vacanza in Costa con la moglie. Isoldi li ha, ma non il blasone. Scambiato per un

LA SARDEGNA E IL CINEMA / Viaggio nei luoghi dove sono stati girati film famosia cura di Gianni Olla

Colonna aristocratico,viene poi sbeffeggiato etrattato da pezzentepersino dal personale: laCosta Smeralda è un’isola– come scriveva qualcuno –dentro un’altra isola.Progressivamente, con ildeclino della grandecommedia ci si deveaccontentare di unimmaginario menoscintillante: quello deiCorbucci (“Mi faccio labarca”), dei Cortini(“Giochi d’estate”), deiVanzina (“Piccolo grandeamore”), dei Jerry Calà(“Vita Smeralda”): il sognoè a portata di mano.Una necessaria postillachiude questa breve maimportante “tranche”dedicata alla Costa

Smeralda. La sua nascita, la sua crescentemitologia che si trasferì non solo nellepellicole che abbiamo citato, ma anche indecine di documentari di promozioneturistica, apri le porte ad una nuovascoperta della Sardegna: non più l’isoladei banditi e della “wilderness”ottocentesca, ma un paradiso di coste,spiagge, acque cristalline che neanche isardi conoscevano bene. Così, tra iSessanta e i Settanta, passato il tempo dei“melodrammi deleddiani” (appunto basatisull’arcaicità dell’isola, abbarbicata aisuoi paesi di pietra e di fango), ci sonopochi titoli che raccontano l’isola, mamolti film che utilizzano, in manieraspesso anonima, le sue bellezze naturali o,come si dice ora, le sue “locations”. E trawestern (“Giarrettiera Colt”) e film difantascienza (“L’isola degli uominipesce”), vengono fuori altre possibili

“coste smeralde”: non solo la scoperta di CalaLuna con il film di Lina Wertmuller, “Travoltida un insolito destino nell’azzurro mare diagosto”, e poi con Il signor Robinson diCorbucci e Paolo Villaggio, ma anche “Lascogliera dei desideri” di Joseph Losey, conRichard Burton e Liz Taylor, girato nellescogliere di Capo Caccia, ad Alghero, localitàturistica che sostituisce la Capri del racconto diTennessee Williams da cui è tratto il film.Ma soprattutto, due sono le possibili altreaspiranti “coste smeralde”: Marina di Arbus,visitata da Vittorio Gassman (“Il successo” diMario Morassi e Dino Risi) che, nel 1963, unanno dopo “Il sorpasso”, interpreta il ruolo diun arrampicatore sociale, intento ad intrufolarsiin una speculazione edilizia in Sardegna.Storicamente credibile (il nome Costa Verdenacque in quel periodo, a seguito di un progettodi lottizzazione che riguardò, fortunatamente,solo Torre dei Corsari), l’idea commerciale chediventò un soggetto cinematografico, si affiancaad un’altra scoperta: la Villasimius di “La caldavita”, anno 1962, a cui può essere dedicatoun intero capitolo della nostra storia.

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Paesi di Sardegna20 Maggio 2010

NORA

I resti di una città nata nel mitoConsiderata la più antica della Sardegna - Dopo 2.000 anni riesce sempre a stupire il visitatore

A Goni, piccolo centro al norddella provincia di Cagliari, si puòarrivare da occidente, attraversoSenorbì e San Basilio, oppure daoriente, passando per Ballao oEscalaplano. In entrambi i casi ilpercorso è panoramico tra colline:che nel primo caso prendonogradatamente quota,nel secondo lasciano spazio,nell’ultimo tratto, all’ampiavallata del Flumendosa.I motivi d’attrazione sono tuttivicini all’abitato, che giace in una conca sotto il monteMoretta. All’uscita verso San Basilio un segnale indical’inizio del sentiero, percorribile a piedi o a cavallo, cheraggiunge il nuraghe alto sulla valle dal colle sovrastante.Di forma troncoconica perfetta, col diametro alla base di 10metri, ha la parte bassa costruita con massi di grandidimensioni, quella superiore in lastre ben connesse l’unacon l’altra. Al culmine restano alcune pietre squadrate che

GONI

Il paese dei menhirrifinivano il parapettodella terrazza superiore: siamodi fronte a uno dei nuraghipiù intatti oggi esistenti.C’era stato, è vero, un crolloall’interno del muro, che avevafatto perdere l’uso della scalainterna, ma gli antichi abitatorieseguirono adeguati lavori direstauro tanto che l’edificio fuutilizzato anche in epoca punica.Nel frattempo il vano della scalarimasto in basso era stato

adattato a garitta per il soldato di guardia, mentre la scalaper la terrazza era stata ricavata con ingressoa oltre tre metri dal suolo.Procedendo ancora sulla strada per San Basilio si trova ladeviazione che conduce al lago Mulargia. Ma l’elemento digran lunga più interessante si trova appena più avanti, asoli tre chilometri dal paese: è l’area archeologica di PranuMutteddu, riferibile alla Cultura di Ozieri, tra il 3200

e il 1880 avanti Cristo: vi si accede da cancelliche si aprono sulla strada.Siamo all’interno di un parco comunale di 200 mila metriquadrati, situato in un pianoro elevato dove le raduresi alternano a gruppi di grandi querce da sugheroe tratti di macchia.I monumenti più importanti si trovano alla destra: si notadapprima un grande numero di menhir, disposti a piccoligruppi o allineati. Di forme e dimensioni varie, portano isegni del lavoro degli antichi scultori che hanno tentato diavvicinarne le forme a quelle del corpo umano.Fanno pensare a statue di divinità o di eroi, messea guardia di alcune tombe, anch’esse di forma originale:il vano che conteneva la salma è circondato da alcuni cerchidi grosse pietre infisse nel terreno, tra le quali si apreil corridoio d’ingresso. La più importante comprendedei vani scavati all’interno di grossi massi, uno d’ingressoe altri destinati ad accogliere le salme.Il giro può continuare qui intorno, e anche dalla parteopposta della strada, per godere della bellezza del luogo erendersi conto delle varianti con cui i due moduli – la tombae la statua – erano stati realizzati: tre grossi menhir, moltovicini l’uno all’altro, sono stati battezzati “La Triade”,mentre una tomba che si solleva più delle altre dal terrenoha fatto pensare a un Nuraxeddu, un piccolo nuraghe.

Salvatore Tola

N ora è nata dentro unmito. Ne è figlia come

pochi altri centri che vengonodal passato. E ne conservaancora, dopo una vecchiaiadi più di duemila anni,il tanto che basta a stupireil visitatore.Pausania (scrittore e geografogreco del II secolo) e CaioGiulio Solino (scrittore egeografo latino del III secolo)le assegnano un carattereportuale dal momento dellasua fondazione a opera deiFenici. Ma per il mito è la cittàpiù antica della Sardegna. Vuole che sia stata fondatada un gruppo di Iberi venuti da Tartesso al seguito diNorax, Norace, figlio di Ermes e della ninfa Eriziache scelse personalmente il posto dove costruirla.Fuori dalla leggenda, Nora ebbe i suoi natali nell’VIII secoloa.C.. Lo attestano i cocci di ceramica fenicio-etruscadi quel secolo e una stele in cui un’iscrizione fenicia riportaper la prima volta il nome della Sardegna (srdn).Il visitatore di oggi respira la stessa aria di sortilegiolevantino che spira in tutte le città fenicio-puniche seminatein riva al mare: come se la storia, il tempo, servanosoprattutto a farsi riconoscere. La stessa aria di Tharros:anche se qui è più intensa perché sono più abbondanti eleggibili i resti non interessati dalla sommersione marina.Anche rovine come quelle di Sarcapos, presso le foci delFlumendosa, di Cuccureddus, nel golfo di Carbonara,vicino a Villasimius, erano antichi centri fenici,ma la sensazione che si prova tra quei resti ha menointensità: è come una forza smagnetizzatache ti lascia andar via senza resistenza.Si capisce benissimo perché lo scalo di Nora è statocostruito lì e non in un altro sito della costa. Tappaimportante sulla rotta per le Baleari e la penisola iberica,poteva servirsi, per gli approdi, di tutt’e tre le insenature delpromontorio del Capo di Pula; venne preferita per il portovero e proprio, quella detta oggi della “Peschiera” perchécomunica con una laguna. In periodo romano vennerocostruiti dei moli, tra i quali i più lunghi e robusti stannonell’insenatura rivolta a occidente, battuta dal maestrale.Nel lato occidentale della città una vistosa costruzionevicina alle cosiddette “Terme a Mare” potrebbe essere stata

un mercato o un emporio.Un grande santuario erettonel II secolo a.C. in onore deldio Eshmun-Asclepio-Esculapio era moltofrequentato da malati di ognitipo, molti dei quali sisottoponevano anche il ritodell’incubazione.Si tramanda che quil’imperatore Caracalla lasciòuna dedica “agli dei e alle dee”.L’acropoli di Nora, città difesada possenti mura, si trovavasull’altura della torre spagnoladi Punta del Coltellazzo.

Davanti al porto, la vasta piazza del foro sembra esserestata sovrapposta a un’altra del primo periodo punico.Nora potrebbe essere chiamata “la città dalle cento terme”:esistono resti di numerosi edifici termali, alcuni constupendi pavimenti a mosaico, segnati da nomi di oggi:le Terme Centrali, del II-III secolo d.C., le Terme a Mare,del II secolo, le Piccole Terme, del IV secolo.La cavea di un piccolo teatro-gioiello dell’età augustea,sorprendentemente molto ben conservato,poteva ospitare più di 3 mila spettatori.Che la città fosse municipio con a capo quattuorviri iuredicundo (magistrati) è documentato dall’epigrafia.Stupisce che a Nora in quel periodo l’imperatoremandasse un curator rei publicae, chiaro segnodi finanze cittadine in dissesto. C’è da pensare che ancheallora nei municipi romani della Sardegna pascolavanovacche magre. Si sa che l’acquedotto fu restauratonella prima metà del V secolo.Dal ritrovamento, davanti al promontorio del Coltellazzo,di una nave del II secolo a.C., con i resti di alcunicontenitori per il trasporto del vino, e altri ritrovamentiancora in corso di esame, è possibile ricostruiresommariamente le importazioni transmarine.Si sa anche che al confronto delle poche produzioni italichedel I secolo d.C., le importazioni dall’Africa furono intensedalla fine del I secolo d.C. fino alla metà del VII.Per quanto si abbiano scarse testimonianze sull’esistenza dicomunità cristiane, la città ebbe un suo martire importante,conosciutissimo e veneratissimo anche oggi a Norae a Cagliari: Efisio, martirizzato sotto Diocleziano.Rinchiuso nel carcere più temuto di Cagliari

(vicino all’attuale chiesa detta di Sant’Efisio costruita nelprimo Settecento a ridosso di quella di Sant’Anna), non fudimenticato dai cagliaritani che circondarono il carcere e lotennero in assedio, minacciando rappresaglie, fino a che iltristo Flaviano (morto tra i tormenti per una stranamalattia, immediatamente dopo l’uccisione di Efisio),istigato da un tale Julico, venuto apposta da Roma,non decise di trasferire Efisio a Nora. Ci arrivò, a piedi,scalzo e incatenato, dopo un viaggio di due giorni,circondato da un gruppo di soldati in armie seguito da una imponente folla di cagliaritani.Salendo sull’impalcatura approntata per l’esecuzione in rivaal mare, Efisio chiese al suo amico e biografo Presbitero,che negli ultimi anni non l’aveva mai abbandonato,che giorno fosse. Era il 15 gennaio del 303: ma gli storicidatano la morte di Efisio al 15 gennaio del 286.Sotto la spada che le mani tremanti del carneficeTerenziano alzavano su di lui, Efisio gridò con voceferma e sonante: “Muoio per la gloria del Signoree la salvezza di Cagliari”.La sua testa cadde sull’impiantìto e rotolò in mare.Ogni anno, a maggio, viene ripercorso e festeggiato ilviaggio di Efisio da Cagliari a Nora. L’apertura è il primomaggio, con la grande processione in città: festafolcloristica e rito religioso, forse la più bella sagra delMediterraneo. Migliaia di persone seguono il cocchiodorato del Santo. Viene rispettato un vero e propriocerimoniale: scortati dai “miliziani” a cavallo, sfilano perle vie principali di Cagliari, in impeccabili marsine, icomponenti dell’Arciconfraternita del Gonfalone, seguitidall’“Alternos”, il rappresentante dell’antico Comune: fracnero e cilindro, mazza d’argento al fianco, avvinto dallafascia tricolore e affiancato da due valletti, incede serio emarziale. Sul petto il “Toson d’oro”, il ciondolo d’orodell’ordine cavalleresco offerto nel XV secolo da Filippo ilBuono ai cavalieri che si erano distinti nella diffusionedel cattolicesimo. Con la sua fila di carri a buoi paratia festa la processione affronta, a ranghi ridotti,i 30 chilometri che separano Cagliari da Nora.Dopo aver visitato e onorato il posto dove fu decapitatoSant’Efisio, dove esiste una chiesa in suo onore,la folla lascia Nora per ritornare a Cagliari: il 4 maggioil rientro in città, per la folla e per il Santo.Cosa resta oggi della splendida Nora? Nel tempo,complici anche le scorrerie dei Vandali, la città dovettesoccombere a un progressivo abbandono che divennequasi totale alla fine del VII secolo dopo.Oggi il visitatore, magari accompagnato da uno dellacooperativa che gestisce le visite turistiche, trova di questanobilissima città solo rovine. Procedendo senza fretta supasserelle di legno (sicure anche per i disabili), arriverà alminuscolo nucleo abitativo moderno nel quale un piccoloAntiquarium lo aiuterà a trovare l’ultima emozioneda aggiungere a quella appena vissuta attraversandole antiche strade. Franco Fresi

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21Parliamo della SardegnaILMESSAGGEROSARDO

a cura di Manlio Brigaglia

Quando lessi ilvolume della

scrittrice sarda-genovese Lina Aresu“Fondali. Percorsisommersi digeografia letterariain Sardegna”(Cagliari, Zonza,2005) presibuona nota diun’informazione lìcontenuta: “Nellibro di IppolitoPizzetti e LiberesoGuglielmi pubblicatoda Muzzio di Padova col titolo ‘Libereso, ilgiardiniere di Calvino’, è dato spazio a EvelinaMameli (madre di Italo Calvino) e della madre dilei, Maddalena Cubeddu di Ploaghe”. A meoriginario di Ploaghe queste due figure eranoben note e di esse ho scritto (anche sul“Messaggero Sardo”: cfr. p. 25 del numerodatato maggio 2006: Eva Mameli, nata a Sassarinel 1886, fu la prima donna italiana laureata – aPavia – in Scienze Naturali e diventò scienziatafamosa ben oltre i confini nazionali).Spiegava la Aresu: “Secondo il giardiniereLibereso le due donne erano di staturasorprendentemente minuscola. In particolare,Libereso è colpito dal rigore puritano dellascienziata e dalla sua chioma, fiabesca comequella di lady Godiva”. Altre informazionifornite dalla Aresu su Evelina: 1) era figlia diGiovanni Battista Mameli, nato a Lanusei,morto negli anni Venti a Iglesias come capitanodei carabinieri in pensione; 2) “condusse con séa Sanremo una tata originaria dell’Ogliastra peri suoi bambini Italo e Floriano, che lei avevaaffidato alla nonna Maddalena Cubeddu diPloaghe al momento in cui aveva accettato unacattedra di botanica all’Università di Cagliari e,insieme, la direzione dell’Orto Botanico. La tataingaggiata a Cagliari dalla scienziata Mameli sichiamava Aurelia Pisu; sappiamo che era dilingua madre ogliastrina perché testimoni dellavita in casa Calvino descrivonol’incomunicabilità tra questa tata e la ploaghesenonna materna dei bambini, a causa della

Eva Mameli Calvinoe la madre di PloagheNel libro “Libereso, il giardiniere dei Calvino” ampio spazio alle figuredi Evelina Mameli e della madre Maddalena Cubeddu

differenzadei dialetti,foneticamenteestranei seppuresardi”.La prima edizionedel libro “Libereso,il giardiniere diCalvino” è del 1993e la secondaedizione di questotesto, da anniesaurito, è uscitasolo nel 2009(ancorapresso Muzzio,

200 pagine), sempre con la prefazionedi Nico Orengo ma con una nuova premessadi Libereso Guglielmi. Anche il frontespizio diquesta nuova edizione è leggermente diversoda quello della prima: in testa come autorefigura il solo Libereso Guglielmi; il titoloviene completato così: “Libereso, il giardinodi Calvino: da un incontro di Libereso Guglielmicon Ippolito Pizzetti”.Vediamo alcune delle cose che racconta aPizzetti questo signor Libereso (è un nomeoriginale che deriva dall’esperanto, linguadi cui era appassionato il padre, e significa“assolutamente libero di pensiero, parola eazione”), che quindicenne, nel 1940,si vide proporre dall’agronomo, botanicoed esperto di piante tropicali Mario Calvinouna borsa di studio per cominciare a lavorare aSanremo nelle Stazioni sperimentali di botanica,floricoltura e frutticoltura (una sul Corsodegli Inglesi, l’altra a Villa Meridiana)che egli dirigeva.1. «Calvino, il professore, era una persona moltorigida ma la moglie era proprio una tremenda,uno di quei tipi duri. Non so, forse le giravanoun po’ le scatole perché io amavo il giardinaggioe i suoi figli non lo amavano affatto. Lei livedeva lì, che facevano volare via le forbici edicevano: “Io voglio fare il giornalista” (Italo) e“Io voglio fare il geologo” (Floriano): ma eranbambini, perché avranno avuto quindici anni, ione avevo tredici o quattordici, quell’età lì. [...]Eva Mameli, una piccolina così, pensa che era la

figlia di un capitano dei carabinieri sardo, diSassari. Era una grande botanica anche lei.Lavorava insieme a Pollacci, che è stato ilprimo, mi pare, che ha scoperto che non solonelle leguminose c’erano degli azoto-fissatori,ma anche in altre piante. Lei era una delle piùpotenti, però non era proprio botanica pura,faceva più la ricercatrice, forse era più biologa,una delle grandi biologhe italiane.Suo fratello, Ildebrando Mameli,era il direttore della Polenghi Lombardo...».2. “Quando partì per il Messico il professorMario Calvino non era sposato. Eva Mameli erala sua segretaria. È stata coraggiosa a partirecon uno così, essendo poi una sarda... ma erauna donna di valore. Mi raccontava il prof.Calvino: ‘Ho guardato il mio taccuino: lunedìsono impegnato, martedì pure, mercoledì non honiente da fare, e allora mi sposo’. Ha detto:‘Eva, mi vuoi sposare?’. E si sono sposatisulla nave, hanno preso il capitano e così ècominciata la loro storia: sono arrivatiin Messico che erano già marito e moglie;così mi ha raccontato”.3. “La Villa Meridiana era dei Calvino chel’avevano messa a disposizione perché c’erastato il fallimento della Banca Garibaldi, per cuinon c’erano i soldi per la Stazione sperimentale.La villa è anche quella del racconto di Italo, ‘Laspeculazione edilizia’. Io ero in mezzo a loro: ciabitavano Italo, Floriano, Mario, Eva Mameli euna zia. La vecchia Mameli era molto piccola;un giorno mi dice: ‘Libereso, ah sì, un belgiardiniere... Come sta il nostro Umberto’. ‘Oh,sta bene’. ‘Ha fatto pace con Garibaldi?’. ‘Sì, sìadesso vanno proprio a bere insieme’”.4. “Il prof. Calvino arrivava a casa e tutte lemattine – era un cinema... – diceva alla moglie.‘Eva, ho portato i finocchi, oggi voglio ifinocchi’. Dopo cinque minuti sentivo lei che michiamava: ‘Liberesooo’. ‘Cosa?’. ‘Porta ifinocchi ai conigli’. Allora arrivava lui:‘Porco qui...’; e lei: ‘Sacra polenta, Mario! Masempre finocchi?’. Ci sono stato dieci anni: nonho mai potuto mangiare un finocchio! Lui liportava giù e lei. ‘Sacra polenta, Mario!’e lì finocchi non ne mangiava nessuno...Per dieci anni hanno fatto questo scherzo”.5. “La signora Calvino era piccola così,con quei bei grandi rotoli di capelli...Una volta me la sono trovata davanti con tutticapelli sciolti e mi sono spaventato: sembravaun fantasma! Portava questi capelli arrotolatidieci volte, le veniva un testone grosso così.E poi aveva quelle sottane a balzo: tre,quattro, cinque balze...A terrazze! Anche i figlila temevano perché era dura”.6. “Dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943hanno preso i coniugi Calvino, li hanno messicontro il muro e li han fucilati due volte senzafucilarli, sai come accadeva... Volevano saperedov’era Italo. Italo era coi partigiani inmontagna. Dev’essere stato uno shok terribileper loro. La madre è stata molto coraggiosa:pensa, metterla lì al muro e fucilarla, inveceera viva, e per due volte chiederle dove era.È stata una donna veramente eroica”.Eva Mameli Calvino è morta a Sanremoa 92 anni il 31 marzo 1978.In uno dei rarissimi cenni autobiografici il figlioItalo l’aveva denominata “la maga buona checoltiva gli iris”. Un giudizio sicuramentepiù critico lo scrittore espose nel racconto“La strada di San Giovanni”: “Che la vitafosse anche spreco, questo mia madre nonl’ammetteva: cioè che fosse anche passione.Perciò non usciva mai dal giardino etichettatopianta per pianta, dalla casa tappezzatadi buganvillea, dallo studio col microscopiosotto la campana di vetro e gli erbari. Senzaincertezze, ordinata, trasformava le passioniin dovere e ne viveva”. Paolo Pulina

Racconti brevi, con una sorprendente compiutezzanarrativa che ricalca la tradizione dei classico“contadu” sardo, sono quelli proposti nell’ultima faticaletteraria dal tempiese Pasquale Ciboddo.Autore assai apprezzato e conosciuto, alternala scrittura in prosa a quella poetica (nel 1985gli è stato riconosciuto il primo premio all’Ozieri,per la lirica “Di tandu”) e di linguistacon la pubblicazione del Dizionario fondamentaleGallurese-Italiano, Sassari 2003.Già il titolo, “Racconti Sardi di Gallura”, delineal’ambientazione e la prospettiva in cui si rivelal’emozione di penetrare in una particolarissima regionedella Sardegna: l’universo civiltà degli stazzi, contoccanti e spesso drammatiche vicende umane, svelail suo volto leggendario e di valori. La gradevolissimaraccolta, cinque racconti in italiano e uno bilingue,è scritta con abilità e una “fluidità dello stile”

che avvince e appassiona alla lettura.Finezze descrittive della natura ed essenzialipennellate a caratterizzazione dei diversi personaggi,protagonisti di storie vere con riscontri storici,rappresentano in modo efficace il passato vissutodi una comunità e di un mondo ormai scomparso.Ciboddo, con questo ulteriore lavoro che segnacontinuità con i “Tre racconti di fine secondomillennio” del 2000, si riconferma testimonee voce delle consuetudini della civiltà degli stazzie narratore “che scava e sa scavare nella condizionee in ciò che è stato ed è l’essere umano”.La puntuale prefazione del professore Carmine Chiodo,Università Tor Vergata di Roma, analizza “laparticolare e specifica” isola di Pasquale Ciboddocome rappresentativa di avvenimenti che delineanola condizione umana generale “dell’uomo che vivein ogni zona della terra”. Cristoforo Puddu

Racconti sardi di Gallura di Pasquale Ciboddo

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Parlando in Poesia22 Maggio 2010

a cura di Salvatore Tola

La casa del padreV ittorio Falchi è una vecchia

conoscenza nostra e di chi inSardegna e sul “Messaggero” segue lapoesia in lingua sarda. Egli infattipartecipava al premio “Ozieri”, ottenendolusinghieri riconoscimenti, già negli anniSettanta; e ha seguito questa rubricadagli inizi, inviando, oltre ai suoi versi,parole di incoraggiamento, consigli,critiche: «Penso che sia una cosa graditaa tutti i sardi sparsi per il mondo»;«Al signor Tola vorrei dire di curarela sua bella rubrica con maggioreperizia e impegno»...Nato nel 1936 a Bonorva, Falchi è statosempre attratto dallo studio e ha fatto daragazzo salti mortali per conciliarlo colduro lavoro cui era chiamato sin dapiccolo. L’emigrazione lo ha portato poi aRoma, dove ha lavorato nel settoredell’edilizia e dove vive tuttora.Per quanto lontano non ha mai perso icontatti con i luoghi dell’infanzia e dellagiovinezza; né ha trascurato l’attivitàpoetica, che aveva avuto l’opportunità diiniziare sotto la guida di maestrid’eccezione come Nanni Marchetti,vincitore della prima edizionedell’“Ozieri”, e Angelo Dettori, l’ormaimitico direttore de “S’Ischiglia”.Ha saputo rinnovare man mano la suascrittura; alle composizioni in rimaaffianca da molti anni quelle in versi

sciolti; e, sempre molto attento aiproblemi della scrittura, si è indirizzatoverso un tipo di logudorese che non sialegato a un singolo paese ma possacircolare in un’area più vasta.Dopo tanti anni di attività nel campo dellapoesia ora Falchi ha realizzato il sogno diraccogliere i suoi versi in un volume: siintitola Che-i sos furriolos, conta 144pagine, costa 15 euro e può essererichiesto all’autore (Via Giovanni Conti188, 00139 Roma, tel. 06.64491049,[email protected]).Come è inevitabile per un autoreche ha conosciuto l’emigrazione,anche i suoi versi tornano spesso allalontananza e alla nostalgia; è tuttaviaevidente la sua capacità di evitare i luoghicomuni e risolvere temi così consumatidall’uso in accenti originali.Lo si vede nella composizione cheriportiamo, Sa domo in bidda, dove ilpensiero della casa di paese, ormai vuotae abbandonata, mette in movimento lamemoria: rievoca così le tappe salientidella sua vita, il momento della partenza,e gli sembra di rivedere le persone care,per primo il padre che si affacciada un ritratto velato della polvere.A questi bei versi ne facciamo seguire altridedicati al tema – inesauribile fra i nostrilettori – della lontananza, e a quelloparallelo dello scorrere della vita.

Sa domo in biddaSos muros betzos non los cherzo perdere!Dae sos trastes mudossi pesat unu fiagu de annose unu mudimine de ateras vidas.Unu velu de piuer impalpabilebettadu subra sos ammentosin su piantu de pitzinnos,in s’ispera de chissà ite.Dae sos quadros grogosappiccados in sos murosfuen sos ojos nieddosde babbu giovaneddupienos de oriolupienos de timore.Como, mannu, in domo suali so frade mazore,in sa domo sua e mia.Paret cherfat faeddarede sa sua tribuliachi tando no cumprendia.De sa morte chi at proaducando a primu so partidupuzoneddu sena pumas;mi cherfat pedire iscusaca prontu no m’at firmadu.Tando s’est bidu che piradae su ’entu isfozadachi a un’a unu perdetsos fruttos ancora chervoschi no podet allattare.Como chi li so mazore,chi lu poto cunfortare,mirende sos ojos suos,sos ojos oriolados,solu illongo sa manupianu e delicadua frobire su piuerchi sa cara l’at veladu. Vittorio Falchi

EmigranteHai lasciato la tua terra,gli affetti, i tuoi cari.Ti accompagnanodolci e tristi ricordi.Apri il tuo essere a nuovi orizzontitrovando altri miraggi,ereditiera di antiche usanzeporti un bagagliodi virtù nascoste,ricchezze che si mescolanoin una confusionedi novità modernedando mille riflessialla tua vitanel cuore ardonoricordi del passatonostalgie di sapori e aromiche solo nella tua terra senti. Mariangela Deriu

Unu saluduDe custu eternu emisferu misteruDeus at fattu su genere umanudotadu de intellettu e pensieru,cantat e benit vicinu e a lontanu;

mandat e giughet su pius sincerumessaggiu a su mundu cristianu.Deo approfitto de su “Messaggeru”,unu saludu bos mando da Milanu.

Sardos de ogni continentelontanos dae sa patria nadia,unu auguriu bos mando dae coro;

siazis sanos tottu a su presentee chi s’annu nou fortuna bos dia’,ognunu torret prestu a domo insoro. Salvatore Lai

Anderas e dudasA segus de s’orizonte

... Si pesat de sas barcas unu cantu,de sos fueddos pagu ndi cumprendes,ma t’isperrat su coro cand’intendesintonos barriados de tristurae poscas, lena lena, s’amarguraistrampat in su coro su piantu.E calat una lagrima berteratestimonza de custu travigare,salidonza commente s’abb’e marechi brujana pupias vagabundas:pupias in cumbatta cun sas undaspo sighire sas sogas de s’ispera.In su mudine commo restas solu,soa cantos intonados sun finidos,sos amigos noales sun partidoscriccande muntonarzos de abbundu:e tue nara, nar’in cale mundupentzas de agattare su consolu?A segus inue finit s’orizonteIn s’ammaju de cust’orobeschida,ancora pones dudas a sa vidamirande cun sa manu post’in fronte. Francesco Pietro Pinna

Pro mie e totuIte i mi raccontas Pascale Corrias:in conditzione de antigu pastore,de no essere improvvisadorearranzadu ti ses cun lanzas poesias.Ottant’annos sas matas infroriasss bidu e fruttos de ogni sabore,oe su chi ti ponet malumoreca non ses su chi a primu fias.Ses iscrittu in s’albu de sos mannose caminas a fadiga in sa etzesa,mai comente e oe ti ses bidu.tribulias in su monte annos e annoscun d’una vida pagu benispesa,imbetzadu e gasi male reduidu. Pasquale Corrias

Addio mie coseAddio monte che ti specchisul mare splendente,che ascolti lo scrosciodell’acqua che giocanei corsi lontani!L’aria rinfresca,torna l’inverno…Addio terra ospitaledai mille profumi,terra di sogni svaniticome umili creatureconsce della loro sventura.Addio ancora luce,speranza di tanti dolori,rossi tramonti,sugheri curvati dal ventopaesaggio screpolatodi questo mio popolo antico. Efisio Ledda

Ingrata solteDae unu lettu ’e dolorepiango sa mala traventuraca cussa malasolteest cunpanza’e sa molte...no at miradu mancuchi fia in sa menzus gioventura.Che leonessa feridaa mie s’est alliadae postu m’at in dubbiusa vida:dolu issa no adaca de samben umanu est assida.E tue ingrata soltenarabilu a sa molte,già ses in cumpanzia,si b’at apelluo puru amnistia,chi passet ’erettae chi mi lasset ater’una ’ia... Miriam Satta Dettori

FortunadosTottu sos chi amos emigradunos podimus giamare fortunadosca fumis tottu cantos disoccupados;e amos sa Sardigna abbandonadu,a malucoro che semus andadoslassende a chie nos at allevadossentza tenner perunos appoggios,partinde cun sas lagrimas in oggios. Pietrino Canu

Ischibbulu banduleriMilanu nachiispurpat e incujat...A mie no!, not’at a cumprirede mi furare sa vidaca no timo sa neulachi carazat s’orizontee ischibbulu bandulerim’attraet majarzusu recreu ’e su sole.

Che truncu elighinumi bi podes lezeresos aneddos crarosde s’identidade berae de su tempusca imbrgo sinnosdae nadir a zenithe intro sas benasbi sighit manantialea currer su solee isfoettare su ’entucun s’alenu galanude murta e lidone... Cristoforo Puddu

S’emigradu fortunaduS’emigradu e’ partidu lontanucun s’ispera de s’occupatzione,culpa s’istagnante disoccupatzionechi at attesu in patria invanu,

custrintu a varcare s’oceanue initziare sa dura missione.at po trint’annos lottadu e patiduma su premiu finale at retzidu:

lodadu in tribagliu ben’isvoltucust’orta sa sorte l’at basadupo cambiare s’esistentzia amara,

fintzas sa limba anzena at imparadu.A torrare sa nadia l’at accoltue su sorrisu l’e’ brilladu in cara. Tiberio Vacca

Smarrito nella calmadel tempoSmarrito nella calma del tempoche nell’infinità dello spazioimperturbabile va mulinando...Come alloraquando il rinnovato calore del solesi riversava sulle scoglierelevigate dai flutti,e i profumi dei fiorilanguidamentetornavano a inondarei verdi declivi delle collineed elitre ronzavano frementiattorno alle variopinte corolle,mi ritrovo a inseguirenella profonditàvertiginosa del cielofrange ambrate di nuvoleintrise di gocciole d’orosgrondanti sui lidi solitaridella mia infanzia. Elio Veccia

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23Dall’ItaliaILMESSAGGEROSARDO

R icordare ognianno il 28

aprile 1794significa riscoprirele radici dellapropria storia edella propriacultura edinterpretarle noncome un puntod’arrivo, ma dipartenza.Ed è con questospirito che si èsvolta a CiniselloBalsamo lasettima edizionede “Sa die de saSardigna” organizzata dai circoli degli emigratisardi della Lombardia.Al rendez-vous, organizzato quest’annodal circolo A.M.I.S. (Alleanza MilaneseImmigrati Sardi) di Cinisello Balsamo,hanno partecipato circa 400 persone giuntedalle altre associazioni della regione.L’importante avvenimento realizzato inLombardia, è divenuto nel corso degli annil’appuntamento per eccellenza per la promozionee la divulgazione della cultura sarda. “Sa die desa Sardigna”, che vuol ricordare la cacciata deiPiemontesi ad opera del popolo cagliaritano nel1794, può essere assunta a simbolo dellapartecipazione dell’Isola alla conquista tantoagognata della propria identità. L’episodio diquella data rappresenta un significativo edeterminante momento di lotta del popolo sardocontro l’assolutismo per affermare decisamentesia l’autonomia politica, sia la specificitàculturale, sfatando di conseguenza il mitodell’insormontabile isolamento. Ma se le originidel concetto di identità non sono da individuare

Nell’ambito del ciclo“Tutti figli di GraziaDeledda”, lunedì 26 aprile,nel complesso delleMurate, si è svolta periniziativa del circoloACSIT di Firenze lapresentazione del libro“Pedra” di Maura Murru.A presentare il libro,il presidente onorarioGianni Conti, il criticoe scrittore Diego Mancae l’autrice.Il libro descrive una donna del nostro tempo,una donna vera in un ambiente pieno di profumie di sapori, luogo che è difficile individuare.Lo si può solo supporre.La terra e la donna. La sua terra e la suadonna, con i problemi di oggi. Nel libro vienerappresentata una storia d’amore: al centro unadonna media, professionalmente qualificata(Pedra è un chirurgo), una donna profonda,reale, fatta di forza e di vergogna. Fragile e

CINISELLO BALSAMO

Il concetto d’identitàSettima edizione de “Sa Die de sa Sardigna” con i Circoli degli emigrati della Lombardia

nella cacciata deiPiemontesi di quelperiodo, si puòperò sostenere che,a partire da quelladata, esso haassunto per tutti isardi un valore diparticolareimportanza.Forse non siamoancora, dal puntodi vista storico, alconcetto di popoloche lotta per darsiuna “forma dinazione”, ma certorappresenta un

imponente risveglio dei sardi: la nascita dellapropria ed invidiabile cultura. I fatti di quel 1794furono ben presto, infatti, e a lungo superati dauna furibonda restaurazione che talvolta neltempo mortificò le speranze e distrusse i sogni.Forse proprio perché quei sentimenti nati quel 28aprile 1794 non erano riusciti del tutto adiventare coscienza di popolo. La storia isolanaha insegnato poi che, per costruire talecoscienza, si è dovuto attendere gli anni dellaprima guerra mondiale e quelli immediatamentesuccessivi. Basta fare semplicemente i nomi didue personalità d’eccezione come Camillo Bellienied Emilio Lussu. Tanti sono stati gli stimoli inquegli anni con varie incursioni intellettuali chehanno consentito di riprendere in mano progettie speranze nel tentativo di trasformare inscommessa vincente gli ideali di rinascita diun’Isola. Cancellare la visione altrui dei nostriconfini è l’imperativo: ricercatori, letterati,storici, antropologi forestieri hanno visto laSardegna come regione arcaica, “barbarica”,radicalmente diversa, in perenne e incolmabile

ritardo rispetto al progresso culturale,politico, economico dell’Italia e dell’Europa,nonostante che i viaggiatori nel temposi deliziassero di esotismi nell’ammirarequel museo etnografico a cielo aperto.E da quel 28 aprile del 1794 siamo giunti sino aigiorni nostri, con una Sardegna ancora ambiguae per certi versi contraddittoria che escedall’Obiettivo 1 dell’Unione Europea perchétroppo ricca ma con un numero imprecisato maelevatissimo di disoccupati su una popolazioneche a stento supera il milione e mezzo diabitanti. La percentuale fa comunquerabbrividire. E in questa Sardegna tanto magicaquanto fragile, piena di belle piazze e risorseartistiche, vive un’altra faccia della medagliaper niente invidiabile. Il senso di democrazia eautonomia è ancora forte. Come quel desideriorepresso d’identità. L’identità nell’era modernadel terzo millennio, caratterizzata dallacomplessità del mondo globalizzato, può e deveessere concepita soltanto in relazione allapluralità dei modi di vita e all’esigenza diprogettualità e apertura. Presupposti che oggirappresentano le lacune dell’Isola. Che cosadeve fare un sardo e come deve intendere lapropria identità? In questo senso, l’identità sideve formare nel territorio isolano in strettaconnessione con le scelte e i comportamentipersonali degli individui.Non si può solo cercare in quella fatidica datadel 1794, ma anche e soprattutto nel presente,perseguendo le virtù tipiche – come l’amicizia,il coraggio, la solidarietà e anche la balentia –che generano sentimenti e convinzioni forti,ricercando i valori della tradizione checonsentono di intendere l’appartenenzain una dimensione globale. L’identità è legataall’esperienza e si evolve fino ad assumerei connotati vari e complessi dei diversi periodistorici che hanno contraddistintoil difficile cammino della Sardegna.La giornata di Cinisello Balsamo è trascorsaattraverso un convegno nella straordinaria“Sala dei Paesaggi” di Villa Ghirlanda. Gli onoridi casa sono spettati a Carla Cividini, presidentedel circolo A.M.I.S. e ad Antonello Argiolas,coordinatore dei circoli degli emigrati sardidella Lombardia. Salvatore Cubeddu, sociologoe storico, ha intrattenuto i partecipanticon un’intensa relazione denominata“Dal Regno di Sardegna all’Unità d’Italia”.Molto apprezzato anche il recital teatrale“Sa die de s’acciappa” di Piero Marcialis,scrittore, regista e attore: un dramma storicoche racconta con vivido realismo attraversoi suoi protagonisti più illustri, gli avvenimentidel 28 aprile 1794.Il saluto delle istituzioni è stato fattoda Luciano Fasano, Assessore alla Culturadel Comune di Cinisello Balsamoe da Fabio Altitonante, Assessore al Territoriodella Provincia di Milano.Subito dopo, nella chiesa di Sant’Ambrogio, si èsvolta la SS. Messa celebrata da padre TeresinoSebastiano Serra, Superiore Generale deiMissionari Comboniani, con l’accompagnamentodi canti religiosi in lingua sarda.“Sa Die” a Cinisello Balsamo si è conclusa, dopoil simposio, con le esibizioni in Piazza Gramscidel gruppo folk sardo del circolo “AmedeoNazzari” di Bareggio, e quello piemontese“Menghin e Menghina” di Galliate, conl’applaudito concerto al “Teatro Pax” di AmbraPintore. La conduttrice televisiva ha presentato“Mùriga”, il suo primo disco che è il prodottodall’incontro e dalla contaminazione di diverseculture musicali. “Mùriga” significamescolanza, e sta a indicare il valore positivo ditutto ciò che è impuro, meticcio, piacevolmenteprivo di un’identità troppo fiera di sé.

Massimiliano Perlato

FIRENZE

Presentato alle Murate “Pedra” di Maura MurruDal circolo ACSIT nell’ambito del ciclo “Tutti figli di Grazia Deledda”

forte, tenera e dura comela sua terra, la Sardegna:tenera come il tufo e fortecome il granito.Maura scrive in manierachiara, limpida moderna,coraggiosa con grandecura del particolare,e anche quando descrivescene di un erotismoesplicito, lo facon molta leggiadria econ molto gusto, quasia sublimare tali scene.

Questa fierezza e questo senso di appartenenzaè forte in Maura, e lo ricordava accennandoalle due donne della sua famiglia, la nonnae la mamma, figure forti e fragili, donneche difendono i loro diritti “controun maschilismo non solo dell’uomoma anche della donna”, con un parallelismodonna Sardegna: violate e violentate.Forte è in lei il senso di fierezza e di identità:Maura, come Pedra è figlia del nostro tempo.

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Dall’Italia24 Maggio 2010

BAREGGIO

Rinnovato il DirettivoSaddi confermatopresidenteFranco Saddi è stato riconfermato presidentedel circolo “Amedeo Nazzari e Amici della Sardegna”di Bareggio dal consiglio direttivo elettodall’assemblea dei soci che si è tenuta l’11 aprile.Il Consiglio Direttivo si è riunito il 16 aprilee ha riconfermato alla presidente Franco Saddicon voto unanime.Saddi sarà affiancato da Francesco Sanna(vicepresidente vicario), Rino Gangemi(vicepresidente), Gisa Casu (tesoriera e segretaria)e dai consiglieri Barbara Saddi, Andrea Terena,Fausto Porru, Luisella Perra, Pierpaolo Orbai,Anna Deias e Floriana Bernasconi.Il Collegio dei Revisori dei Conti è composto daFranca Sanna (presidente), Giuseppe Lanciae Maria Grazia Canalini.Il Collegio dei Probiviri è costituito da RosalbaInpera, Sergio Finazzi e Salvatore Lampis.Delegato Fasi è stato eletto Ernesto Ricci.

LIVORNO

Deias confermatopresidente del circolo“Quattro Mori”L’assemblea dei soci del circolo “Quattro Mori”di Livorno ha rinnovato il Consiglio Direttivo.Antonio Deias è stato eletto presidente. Saràaffiancato da Alverio Podda (vicepresidente vicario),Anna Marina Acciaro (vicepresidente), GiampaoloPisanu (segretario), Elena Zicchittu (tesoriere)e dai consiglieri Grazia Carta, Pierangela Giola,Antonio Diana, Pasqualino Derosas,Giuseppe Deidda, Agostino Pisanu.Il Collegio dei Revisori dei Conti è compostoda Pietro Budroni (presidente), Luciano Battino,Giuseppe Antuzzi.Il Collegio Probiviri è costituito da Giorgio Canu(presidente), Salvatore Serra, Anna Licheri.Il Collegio dei Saggi è formato da Paola Bonfanti,(presidente) e Giuliano Marongiu.

PIACENZA

Rinnovato il Direttivodel Gremio “Efisio Tola”L’assemblea dei soci del Gremio Sardo “Efisio Tola”di Piacenza ha provveduto ad eleggere i nuoviorganismi collegiali dell’associazione per il triennio2010/2012. Successivamente il 23 aprile il ConsiglioDirettivo ha assegnato le cariche sociali. Rino Enne èstato confermato alla presidenza e sarà affiancato daBastiano Mossa (vicepresidente vicario), GiovanniLongu (vicepresidente), Nicola Pala (tesoriere),Andreina Serra (segretario), e dai consiglieriLibera Boeddu, Maddalena Congiu, Benedetta Corso,Leopoldo Cotza, Fabrizio Garau, Michele Ghiani,Efisia Lai, Giovanni Melosu, Giovanni Pinnae Alberto Vullo.

I l Circolo ACRASE“I Sardi a Roma”,

come è oramaitradizione, haorganizzato la “FestaSarda di Primavera”.L’evento, “Cantigos esonos de sa terranostra”, organizzatocon il patrociniodell’Assessorato delLavoro della RegioneSarda, della ProvinciaOlbia-Tempio, delComune di Aglientu edella Fasi, si è tenutonel Teatro Sant’AlbertoMagno, alle Vigne Nuove, e ha vistola partecipazione di circa 300 persone.L’ACRASE, in questa edizione, ha presentato il“Coro di Aglientu” e il Gruppo vocale-strumentale“Amantìa” che hanno dato luogo ad un applauditoconcerto (tre ore di canti e musica) di altissimolivello artistico. Sul palco si sono alternatiGiovanni Puggioni (protagonistadell’indimenticato Duo Puggioni) col Coro diAglientu da lui diretto, il cantante Luigino Cossudi Sassari, la splendida e brava cantanteEmanuela Puggioni di Tempio, il fisarmonicistaBruno Camedda di Musei, il chitarristaAlessandro Melis di Quartu S. Elenae i poli-strumentisti (launeddas, organettodiatonico, tamburo, trunfa e solittu)Eliseo e Orlando Mascia di Maracalagonis.Gli artisti hanno presentato un vastissimorepertorio che, per il fatto che sono originari di

ROMA

Si rinnova il successodella Festa sarda di primaveraOrganizzata dall’Acrase è giunta alla terza edizione - Un concerto con il Corodi Aglientu e Amantìa - “Cantigos e sonos de sa terra nostra”

diverse parti dellaSardegna, ha toccatole mille anime dellatradizione sarda:dalla musicalitàCampidanese, a quelladel Logudoro,della Gallura e dellaBarbagia con omaggialla musicaMediterranea,Basca e Catalana.Insomma, la serata èstata un vero successoed è terminataintorno alle diecidella sera col pubblico

che ballava e cantava assieme agli artisti.Tutto questo è stato possibile grazie all’impegno ditutto il Direttivo e dei volontari dell’ACRASE “ISardi a Roma”, e il presidente Ivanoe Meloni havoluto ringraziare tutto lo staff e in particolare ilsegretario Pasquale Mattu, i consiglieri PaoloLoria e Maurizio Deiana e i soci Gianni PioMolteni, Michele Ena e Benedetto Di Mambro.Fra gli ospiti da segnalare il Difensore Civico dellaProvincia di Roma, avv. Alessandro Licheri, ilvicedirettore del Giornale radio RAI 2, AugustoGiordano, il giornalista Maurizio Ceccaioni, ilpresidente del circolo “Quattro Mori” di Ostia,Piero Nera, con alcuni consiglieri e rappresentantidel circolo “Grazia Deledda” di Ciampino.La festa, sino a tarda notte, è poi continuatacon altri canti e musiche nella sala del Ristorante“Da Elia” durante la cena con gli artisti,gli assistenti fonici e gli ospiti della serata.

Al circolo culturalesardo “Su Nuraghe”di Alessandria, una“die de sa Sardigna”in compagnia di...Flavio Soriga.In occasionedella celebrazionede “Sa die de saSardigna”,il circolo sardo“Su Nuraghe” haospitato lo scrittoreFlavio Soriga.Lo scrittore di Uta hapresentato il suonuovo lavoro “Il cuore dei Briganti” e,successivamente, ha incantato i presenti con unreading “inedito” sui sardi e la Sardegna.Durante l’evento, Flavio Soriga si è messoa disposizione della platea rispondendoalle domande che gli venivano poste su variargomenti, tra cui l’emigrazione,sottolineando egli stesso di essere un emigrato.È stato un bellissimo momento conviviale e di

ALESSANDRIA

Sa Die de sa Sardigna con Flavio SorigaAl circolo “Su Nuraghe” presentato il libro “Il cuore dei Briganti”

cultura, dove ancorauna volta la nostracomunità ha volutodare un ulterioree prezioso contributoal territoriodi cui è parteintegrantenel tessuto sociale.Nell’occasioneil Vice Presidentedel circolo,Carmen Pani,ha consegnatoall’ospite una targaricordo e un libro

sul territorio della provincia di Alessandria.Al termine della serata è stato offertol’aperitivo, durante il quale Flavio Sorigaha firmato i consueti autografi posandoper le fotografie di rito.Ad Alessandria è stata veramente “Sa Die de saSardigna” con l’autore del “Cuore dei Briganti“e con il... cuore dei migranti.

Giuseppe Oceani

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25Dall’ItaliaILMESSAGGEROSARDO

G usto e promozione all’insegna dellasolidarietà. Una parte dei fondi raccolti con le

manifestazioni enogastronomiche che hanno fattoda contorno alla “Promozione dei prodotti agroalimentari del Medio Campidano”, organizzataa Pisa dai circoli sardi in Toscana, è stata devolutaagli operai della Vinyls di Porto Torres in lottaper difendere la loro azienda e il posto di lavoro.Dal 12 al 14 marzo 2010 si è svolta a Pisa la“Promozione dei prodotti agroalimentari delMedio Campidano”, manifestazione che ha visto lacollaborazione tra il Circolo “Grazia Deledda” diPisa (presieduto da Gianni Deias), l’Associazione“Quattro Mori” di Livorno, presieduta da GiorgioCanu, il Circolo “Grazia Deledda” di La Spezia(presieduto da Roberta Porceddu) e la Pro-Locodel Medio Campidano. Il suggestivo chiostro diSan Francesco, le piazze pisane e l’ippodromo diRossore hanno ospitato artigianato e peculiaritàdel Campidano e, quale ospite d’onore, il carciofovioletto sardo che nel paniere delle diverse specieorticole rappresenta un prodotto con riccheproprietà nutritive e a basso apporto calorico,caratteristiche rispondenti ad una dietasalutistica, oltre ad altri prodotti tipici dell’Isola.

PISA

Vento di solidarietàdalla Toscana all’AsinaraParte dei fondi raccolti per la promozione dei prodotti sardi saranno devoluti

L’iniziativa, nata per promuovere i prodottialimentari e artigianali della Sardegna in Toscanae per favorire lo scambio culturale tra le duesponde del Mediterraneo, è stata patrocinata dallaProvincia e dal Comune di Pisa con lacollaborazione della Provincia del MedioCampidano, l’Agenzia Laore, la società Alfea(gestisce l’ippodromo di Pisa), la Sez. Soci unicoopdi Pisa e l’Associazione Culturale San Francesco.Ad aprire la kermesse è stata una conferenza dipresentazione e riflessione sulla possibilità diavviare scambi in cui le diverse peculiaritàartigiane e enogastronomiche possano trovarespazio; tra i partecipanti, lo stesso Gianni Deias,la Presidente del Consiglio Comunale di Pisa,Titina Maccioni, il Presidente della Provincia delMedio Campidano, Fulvio Tocco, il Vice Presidentedella Pro-Loco Medio Campidano, GiampaoloManca, e Paolo Lecca, funzionario dell’Ag. Laore,che ha chiuso i lavori.A seguire, nel magnifico chiostro di SanFrancesco, le due cene che hanno visto il carciofocome ingrediente principale alle quali hannopartecipato circa 300 persone.Il Gruppo folk “Sa Jara” di Tuili ha gestito con

successo la parte folkloristica esibendosi in trepiazze pisane e la domenica all’ippodromo di SanRossore con una grossa partecipazione dipubblico. Ad impreziosire ulteriormentel’iniziativa è stata la presenza di artigiani(ceramisti e coltellinai) ed espositori di prodottitipici sardi (pasta, dolci, pane, sottolii, salumi eformaggi) che hanno presentato e fatto gustare isapori della tradizione isolana.Un terzo del ricavato delle cene organizzate nelcorso delle tre giornate, al netto delle spese, èstato già devoluto in beneficenza a favore dellamensa dei poveri di San Francesco e di alcunefamiglie sarde in stato di disagio. I restanti dueterzi verranno invece devoluti a favore deilavoratori della Vinyls di Porto Torres che hannooccupato l’isola dell’Asinara. «Noi ci basiamo suuna forza inestimabile – ha detto Gianni Deias,soddisfatto per l’ottima riuscita dellamanifestazione –, il volontariato. Ed è con grandepiacere che riscontro la partecipazione di tantigiovani, vera garanzia per il futuro della nostraassociazione (educati, rispettosi, volenterosi ecolti) che, ovviamente, possono contare sulsupporto dei “meno giovani” che sono semprepronti al dialogo».L’iniziativa del circolo Grazia Deledda di Pisaè un fortissimo messaggio che, prendendo formain occasione de “Sa die de sa Sardigna”, rimarcaancora di più il forte senso di fratellanza checaratterizza i sardi e che non viene mai meno,anche a chilometri di distanza.Le prime consegne dei generi alimentariagli operai dell’“Isola dei Cassintegrati” sonoavvenute lunedì 26 aprile e proseguite nellesettimane seguenti. Mariella Cortès

SPINEA

Il decennaledell’associazioneGAIAL’associazione GAIA di Spinea, compostada un gruppo di volontari onlus, che assisteanziani ed invalidi alle loro esigenzequotidiane, come trasporto logistico eassistenza nei centri residenziali per anziani,il 18 aprile scorso ha festeggiato il decennaledi fondazione.Il presidente e fondatore – Brunello Bruno –è Antonio Piras, aiutato nel suo ruolo davalidi collaboratori, che in tutto questo tempohanno aiutato a risolvere i problemi di anzianie disabili, a recarsi in luoghi sanitari per cure,terapie e visite mediche, i volontarisono quasi tutti sardi.

Martedì 27 aprile, la Comunità dei sardi di Biellaha celebrato l’evento di Sa die de sa Sardigna conla proiezione del filmato “Sardi biellesi ad Oropa,continuità di fede e cultura”, opera di Guido Re.Il documento testimonia l’attualità del messaggioeusebiano – Maria Deipara, madre di Dio – eunisce ancor più sardi e biellesi.Alla serata ha partecipato Andrea del Mastro DelleVedove, Assessore alla Cultura di Biella. Ilpresidente di “Su Nuraghe”, Battista Saiu, haringraziato l’ospite per aver voluto onorare con lasua presenza i sardi in occasione della loro festa.Saiu ha ricordato che in diverse parti dell’Isolavengono organizzate feste e manifestazioni.Significative quelle proposte nelle sediistituzionali dell’Istituto Superiore Etnografico

BIELLA

Festeggiata sa Die de sa SardignaAl circolo Nuraghe proiettato un documentario sui sardi biellesi a Oropa -Tra storia biellese e storia sarda

della Sardegna, a Nuoro, volte a riaffermarel’identità di popolo delle genti di Sardegna, conproiezioni continuative di alcuni classici delcinema etnografico attinenti alle feste e alleattività tradizionali, elementi fondamentalidell’identità storico-sociale della Sardegna.In questo filone si colloca l’iniziativa biellese conil dichiarato obiettivo di arricchire di nuovi fruttii granai della memoria dei sardi residenti fuoridall’Isola. La loro storia è fortemente intrecciatacon quella del territorio di adozione in cuiconvivono genti provenienti da diverse partie con diversa origine.La storia dei sardi di Biella – ha osservato Saiu –è storia biellese e, ad un tempo, è storia sarda.Da oltre 1.650 anni i sardi contribuiscono allaformazione della complessa risultante identitarialocale attraverso il loro antesignano sant’Eusebioda Cagliari, introduttore del culto mariano adOropa e Patrono del Piemonte. I rapporti con legenti alpine si intensificano a partire dal 1720 conla dinastia Sabauda e il Principato di Piemonte, laContea di Nizza e il Ducato di Savoia chediventano “possedimenti di Terraferma” del Regnodi Sardegna. L’antico Regno sardo cambia nome il17 marzo 1861 in Regno d’Italia da cui nascel’attuale Repubblica Italiana.Nei primi anni della Repubblica la migrazionedel boom economico fa approdare a Biella moltiisolani. La popolazione adulta biellese attualeè di 38.524 unità, di cui 17.536 i nati a Biella,compresi i 689 nati a Cossila e a Chiavazza,gli antichi Comuni inglobati nell’attuale Città.Dei 20.988 Biellesi di adozione, circa 2.400sono sardi residenti in città: nativi, di prima,di seconda e di terza generazione.

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Dall’Italia26 Maggio 2010

S as Prammas, is Prammas, comunque, lePalme. La settimana Santa in tutta la

Sardegna comincia con la domenica delle Palme, lafesta religiosa fra le più sentite del periodoPasquale. Da inizio alle celebrazioni pasquali conla rappresentazione dell’arrivo di Gesù aGerusalemme, dove fu accolto da una folla festantecon palme e olivi in segno di benedizione. L’eventoè ricordato con una processione, durante la quale ifedeli portano rami di palma e olivo...Nelle varie località della Sardegna le celebrazionisono simili ovunque, cambiano solo le pratichenell’intreccio de is (sas) Prammas, per poi farnedelle vere e proprie opere d’arte.Ma è con le ceneri che ha inizio la Quaresima.Quindi, partendo dal mercoledì delle ceneri,si dà inizio al lungo periodo di digiunoed astinenza fino ad arrivare al venerdì Santoe conseguentemente alla Santa Pasqua(Pasca Manna) che segna la rinascitao meglio la Resurrezione di nostro Signore.Fra le varie cose lette e viste sulle festivitàe sui riti pasquali mi ha colpito il blogdel viceparroco di S. Nicola a Guspini, don MarcoStatzu, così scrive: Le ceneri... sono il segno

BIELLA

Successo della solidarietàe della cucina isolanaOltre trecento i commensali presenti alventennale incontro ANFFAS organizzatodal Circolo Culturale Sardo “Su Nuraghe”

Puntualecome l’arrivoastronomicodelle stagioni,domenica 21marzo, neisaloniANFFASdi Gaglianico,alle portedi Biella,si è tenutoil pranzo di solidarietà offerto dal circolo sardo“Su Nuraghe”.Oltre trecento i commensali presenti al ventennaleincontro organizzato dal circolo “Su Nuraghe”.Per l’occasione l’Associazione dei Sardi di Biellaha schierato i migliori cuochi chiamati a preparareil menù delle grandi occasioni: il “Pranzo tipico sardo”a base di maialini arrosto.Pieno successo della cucina isolana; pieno successodella solidarietà. Molte le autorità presenti:il vicepresidente Orazio Scanzio ha portato il salutodella Provincia di Biella, seguito da quello del Sindacodi Gaglianico, Andrea Quaregna. Hanno fattogli onori di casa i presidenti dell’Anffas,Loris Menegolo, e della Cooperativa che gestiscela struttura di Gaglianico, Ivo Manavella; accantoa loro Battista Saiu, presidente di “Su Nuraghe”.È stata consegnata una targa ricordo alla Comunitàdei Sardi quale gesto simbolico di riconoscenzaper il loro impegno concreto verso i soggetti fragilie più bisognosi della società.

È stata inauguratasabato 6 marzo, neisaloni dellaBiblioteca del circolo“Su Nuraghe” diBiella, la mostrafotografica“Feminas, Piemontefiorito. I fioridell’inverno”.Ha inaugurato larassegna , in fasciatricolore, il sindacodel Comune diMaglione, inprovincia di Torino,Mirko Rosso. Hannoportato i saluti dellerispettive Amministrazioni Andrea Del MastroDelle Vedove, assessore alla Cultura della città diBiella, e Davide Eugenio Zappalà, consigliere dimaggioranza della Provincia di Biella.Alcune delle foto in mostra riguardano proprioMaglione, comune cerniera tra le province diBiella, Vercelli e Torino, ultima propaggine biellesein territorio canavese.In occasione della festa patronale di San Maurizio,a Maglione, nell’arco di tre giornate si snodanodiverse processioni con le “matarille”,giovani ragazze che portano sul capo composizionifloreali alte oltre un metro. Al loro fiancoaltrettanti giovani armati di alabarde avvoltein grandi mazzi di fiori da cui discendonocascate di nastri multicolori.La mostra allestita nel giorno della “Festa della

BASSANO DEL GRAPPA

La domenica delle Palmeoccasione di solidarietàRilanciata la proposta di fare della palma intrecciata il simbolo della lotta alla Talassemia

del disfacimento di tutto, della fine di ogni cosa...quando si dice: è andato in cenere, significa cheproprio non c’è nulla da recuperare.Mi chiedo spesso come mai la liturgia ci fariflettere su questa fragilità estrema... su questacenere ricavata dalle foglie di ulivi della domenicadelle Palme che richiamano all’accoglienza diCristo nella nostra vita, alla sua passione, cherichiamano la nostra ansia di amicizia con Gesù,il nostro desiderio di comunione con Dioe con il prossimo, ma anche la nostra fragilità,le nostre mancanze e incapacità... il nostro dire:«Sono fatto così, non ci posso far niente».Dopo aver letto e compreso il significatodi questo forte contributo, torno per un momentoalla festa che noi Sardi di Bassano del Grappae dintorni amiamo rinnovare, così mi rendo contoche ciò che portiamo avanti da anni è solamenteuna goccia in questo mare di parole e di piccolisegni di solidarietà.Da oltre dieci anni infatti le palme intrecciategiungono dalla Sardegna fino a Bassanodel Grappa per rinnovare una tradizioneper noi profondamente importante.Il ricavato della vendita di queste, ci permette

di dare un contributo per la solidarietà.Anni fa, dalle pagine del Messaggero Sardoe del quotidiano L’unione Sarda lanciammoun’idea, poi mai raccolta, per sensibilizzarecoscienze e autorevoli personalità della Sardegna,affinché la Palma intrecciata divenisse il simbolodella battaglia contro la Talassemia.Ci sembrava naturale che una malattia con forteincidenza nella nostra terra, avesse un simboloper poterla combattere o meglio per poterraccogliere attorno a esso dei denarida destinare alla ricerca o all’acquistodi macchinari per i malati di Talassemia.Ecco che ora diventa doveroso riproporre l’ideada questo nostro piccolo circolo, che comunquequest’anno compie 30 anni e che magarivorrebbe festeggiarli con la soddisfazioneche questa bella proposta/iniziativa, vengaraccolta da qualche autorevole personaggio.La nostra Domenica delle Palme non si è fermataalla sola distribuzione delle Palme intrecciate,abbiamo in quell’occasione dato inizio alla festadella Santa Pasqua o Pasca Manna con unacelebrazione degna della tradizione Sardaripercorrendo i menù gastronomici dei nostrigenitori, magari rivisitandoli per renderli piùappetibili ai nostri amici Veneti. C’è inoltre dasegnalare che fra i cuochi abbiamo dato inizio aduna pratica che sempre più frequentementedovremo applicare, infatti fra pentole e fornellioltre ai Sardi DOC ed ai veneti simpatizzantidel circolo, si sono aggiunte alcune amichedell’Ucraina e della Repubblica Dominicana,questo, credetemi, è proprio il segno dei tempi,per noi è sicuramente un inizio. In fondo il mondoè bello perché ha tanti colori. Giulia Fadda

BIELLA

“Feminas” una mostra fotograficaper la festa della donna

Donna” – hasottolineato BattistaSaiu, presidente delcircolo Su Nuraghe– intende farconoscere econservare,valorizzandoli,importanti elementiidentitari pervenutifino a noi attraversol’universofemminile.Gli alberi fioritirimandano allaraffigurazione ritualedella rinascita dopola morte stagionale,

elemento naturale di speranza per la caducitàdell’uomo, costante simbolica comune a molteculture: nel caso piemontese ancora fortementeconnessa con il sacro.Le immagini esposte testimoniano unaspetto (“radici cristiane e cristianizzatedell’Europa”) di come la Chiesa abbia custodito etramandato queste ritualità arcaiche a Viganella,a Mergozzo e nelle frazioni di Albo e di Bracchio, aTrontano e a Vagna di Domodossola, nell’Ossola;a Bollengo e a Maglione, nel Canavese;a Giaglione e a Venaus, in Val Susa.Durante la serata allietata dalla bella musicadi Barbara, sono state consegnate le mimoseconfezionate dall’Angolo del Fiore e tagliatala grande torta a forma di Sardegna offertadalla Pasticceria Brusa.

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27Dal MondoILMESSAGGEROSARDO

Quando l’emigrazione era“dura” da affrontare,

prima verso il triangoloindustriale del Nord Italia epoi verso i poli mineraridell’Europa e ancor più versocontinenti più lontani comel’America e l’Australia, unodei pionieri dell’associazionismodei lavoratori sardi fusicuramente Ulisse Usai,presidente “storico” dellaFILEF sarda (la FederazioneItaliana Lavoratori Emigratie Famiglie).Ulisse Usai con il socialista Franco Rais(assessore, presidente della Regione e del Consiglioregionale) e con il democristiano Tonio Melis(più volte assessore regionale) fu tra gli arteficidel rinnovamento dei circoli e delle federazioniper un’organizzazione dell’emigrazione piùrispondente alle istanze nuove delle comunità

Il Direttivo della SardinianCultural Association hapresentato, nel corso dellasua Assemblea Generale,il calendario degli eventiprevisti per il 2010e la consueta relazioneconsuntiva dei servizi e delleattività svolte durante il 2009.Per la prima volta nella storiadell’associazione, l’Assembleasi è aperta con un minuto diraccoglimento in memoriadell’amico e socio fondatoredel Circolo dei Sardi diSydney, Diego Palmas,scomparso di recente, a dimostrazione di quantosiano stretti ancora oggi i legami tra i sardi dei vari statiaustraliani. Un riconoscimento sinceramente dovutoa una personalità che così tanto ha datoall’associazionismo dei sardi d’Australia e non solodi quelli del New South Wales.Lo scorso anno l’Associazione ha chiuso il proprioesercizio con oltre cinquanta iniziative all’attivo, tra eventie progetti culturali, pranzi e serate di beneficenza,partecipazioni a incontri comunitari, progetti di scambio ed’intesa con enti e organismi italiani, australiani e sardi.Un bel ruolino di marcia, dunque, che non ha vistotrascurati nemmeno i tradizionali momentid’aggregazione riservati ai soci che hanno partecipatonumerosi. Ricordiamo tra tutte le celebrazioni di Sa Die DeSardigna e di Sant’Ignazio, due tra i più seguitiappuntamenti annuali. A sfogliare la relazione 2009 siscoprono iniziative molto variegate e di sicuro spessore:dal progetto di pittura murale “Dove fiorisce il rosmarino”realizzato insieme al muralista di Cagliari Giorgio Polo,alla partecipazione all’Italian Community Dinner, seratadi gala e d’incontro con il Primo Ministro australianoKevin Rudd; dall’organizzazione della visita a Cagliari delparlamentare del Victoria Steve Herbert a quella dellaQuinta Giornata di Progettazione aperta alla comunitàitalo-australiana, appuntamento con scadenza bi-annuale.

PERÙ

Ricordato a Lima Ulisse UsaiLa figura del presidente della Filef che si adoperò in difesa degli emigrati sardirievocata in un seminario da Carlo Lai

sarde nel mondo.E due Circoli che Usai vollefortemente creare alla finedegli anni ’80 in quei Paesilontani oggi sono intitolatia lui: quello di Lima,in Perù, e quello di Brisbanenel Queensland australiano.Diversi impegni “istituzionali”non gli consentirono di poteressere presente nei momenti incui si concluse la procedura difondazione dei due circoli.Per ricordare la figura,l’impegno e l’opera di Ulisse

Usai la FILEF ha promosso due seminari datenersi proprio nei due Circoli d’oltre oceano e aLima è stato l’attuale presidente dell’associazione,Carlo Lai, a ripercorrere i momenti piùsignificativi della vita del compianto presidente.«L’improvvisa scomparsa di Ulisse Usai – haricordato Carlo Lai – è coincisa con il momento

del riconoscimento dei circoli, creando unasensazione di “mancato incontro” che contribuìad enfatizzare la figura del presidente della Filef.Non ne aveva certo bisogno – ha detto Lai –ma l’emigrazione sarda riconosceva già in luicertamente uno dei protagonistidella organizzazione dei sardi nel mondo.Da consigliere regionale in ben tre legislatureaveva dedicato parte importante del suo impegnoalla definizione della legge (7/91) che, ancora oggi,pur richiedendo alcuni opportuni adeguamentiper gli anni passati, è assunta a modello da tuttele altre leggi regionali sulla emigrazione.La stessa “Consulta regionale dell’Emigrazione” –ha fatto rilevare Lai – è definita da diversiinterventi (come legislatore) di Ulisse Usai.Anche per queste motivazioni, gli stessi “vecchi”soci sardi aderenti, al momento della nascitadei circoli di Lima e di Brisbane ritennerodoveroso dedicare il loro circolo ad Ulisse chetanto si era adoperato in generale per il mondodell’emigrazione e, in particolare, alla nascita deiloro circoli ed alla loro organizzazione. Nessunoavrebbe permesso, ne tanto meno lo stessoUlisse Usai, che di lui si facesse una icona, unpersonaggio di cui parlare enfatizzandoil suo fare per l’emigrazione sarda nel mondo».L’iniziativa del seminario in memoria di UlisseUsai è stata voluta anche dai giovani dei duecircoli che avevano manifestato, più volte, ildesiderio di conoscere la figura dell’uomopolitico e con lui dell’emigrazione sarda.Il primo seminario si è tenuto a Lima nella sededell’Associazione Italiana con la fattivacollaborazione dei membri del Circolo.La scelta del luogo e la presenza di numerosiitaliani che frequentano il club ha consentito,pur nel pieno della stagione estiva per quellalatitudine, di contare su una numerosaed attenta partecipazione.Il dr. Marco Podestà, dell’Ambasciata Italiana,ha partecipato, portando il saluto personaledell’Ambasciatore d’Italia che – dopo la“presentazione” di Ulisse Usai – ha volutoprecisare che ne aveva conoscenza,ma mai avrebbe pensato quale fosse statoil suo impegno e il “protagonismo” fattivoper l’emigrazione sarda nel mondo.“Raccontando” di Ulisse Usai si è raccontatoanche della Sardegna dai primi annidell’ultimo dopo guerra con la proiezionedi brevi filmati d’epoca, che trattano argomentispecifici, quali quello della occupazionedelle terre incolte che i grandi latifondisti,ancora numerosi in Sardegna in quel tempo,come retaggio feudale, preferivano mantenereal “naturale” (incolte) pur di tenere sotto il loroassoluto controllo i contadini ed i pastori;dei grandi scioperi per la salvaguardia delleminiere del Sulcis-Iglesiente che un debolegoverno, formatosi in una Italia sconvolta dallaguerra e dall’averla persa, accettava di chiudereper non scontentare altri Stati (Belgio e Francia)– dalla parte dei vincitori – che intendevanorafforzare la loro economia post bellica basatasul massiccio utilizzo delle loro risorse naturali(carbone in primo luogo).«Ulisse Usai – ha ricordato nel suo interventoCarlo Lai – da animatore e protagonista di queste“rivoluzioni” sociali in Sardegna, si trovòautomaticamente ad organizzare i sardi emigratinei Paesi di nuova residenza».Da qui, sino all’ultimo dei suoi giorni, il suoimpegno fu totale nella difesa dei diritti dei sardiemigrati e dell’organizzazione eistituzionalizzazione delle loro organizzazionidi base (Circoli Leghe/Federazioni).“Raccontare di Ulisse – ha concluso Lai –,rispondere alle domande dei presenti sul suoimpegno e sul suo privato altro non è statoche parlare di un amico, un fratello maggioreancora presente ed attuale”.

AUSTRALIA

Bilanci e programmi presentati all’assembleadella Sardinian Cultural Association del Victoria

Ricordiamo poi lacollaborazione con la NextGeneration, costola giovanedell’associazione, il LavazzaItalian Film Festival e lacontinuazione del progetto diricerca sulla Storiadell’Emigrazione sarda nelVictoria in collaborazione conl’Italian Australian Institutedell’Università di La Trobe diMelbourne. A tutto ciò vaaggiunta una presenzapuntuale a specificheoccasioni d’incontro e didibattito nella vita degli

italiani d’Australia, come la serata di ricevimento delnuovo Console Italiano a Melbourne, l’elezione a Sydneydel nuovo Consultore e Coordinatore dei Circoli sardid’Australia e l’Assemblea Generale dei Giovani Italianid’Australia ad Adelaide, a cui ha partecipato JenniferCurcio della Next Generation come neo-elettadel Comitato GIA del Victoria.Se per i sardi del Victoria il 2009 è stato un anno ricco diattività e d’impegni, il 2010 ambisce a proseguire sullastessa linea aggiungendo sempre delle novità. Un esempione è il nuovo “A sentimental Jouney Back to San RemoBallroom Mark II”, in pratica il Ritorno alla San RemoBallroom atto secondo, previsto per questo 2010 ma condata ancora da definire. Due anni fa il successodell’iniziativa fu veramente grande e inaspettato, contantissimi italiani di Melbourne che aderirono all’invito di“tornare” per una sera, una serata di gala, nel loro luogoprincipale di svago dei primi anni di vita australiana: lamitica San Remo Ballroom, dove tra un ballo e l’altro intanti s’incontrarono, si conobbero, a voltes’innamorarono. I sardi del Victoria, orgogliosi di avercreduto all’iniziativa e di averla promossa, quest’anno siavvarranno della collaborazione delle Associazionidell’Isola d’Elba e delle Isole Eolie di Melbourne. Si vedeche tra isole in fatto di “ritorni sentimentali” ci si intende.

Cristina Marras

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Dal Mondo28 Maggio 2010

L a comunità degli emigrati sardi che risiede nel norddella Francia, a Behren les Forbach, è una colonia di

minatori che lasciarono la Sardegna quando le miniere delSulcis andarono in crisi, e non è un caso che la cittadinafrancese si sia gemellata con Carbonia, di cui sonooriginari la maggior parte dei sardi e i loro familiari chepartirono in cerca di un lavoro per sfuggire alla fame ealla miseria, e che in Francia ora hanno messo radicisolide, senza peraltro dimenticare le tradizioni.Per celebrare la ricorrenza del gemellaggio il circolo “SuNuraghe” di Behren – che è uno dei Circoli “storici”dell’emigrazione sarda –, ha organizzato una grande festamulticulturale che si è tenuta a metà maggio.Il presidente del comitato organizzatore, il cav. BenignoPuddu, ha voluto sottolineare l’importanza dell’eventoe il suo significato “il passaggio che è avvenutonel tempo nella vita del circolo, da sede di incontrodi lavoratori carichi di rimpianti e di nostalgia per la loro

FRANCIA

Grande festa dei sardidi Behren Les ForbachOrganizzata dal circolo “Su Nuraghe” una manifestazione multiculturale con la partecipazionedel coro “Peppino Mereu” di Tonara - La cittadina francese gemellata con Carbonia

terra lontana, a centro culturale e di promozionedella Sardegna, della sua storia, del suo paesaggio,dei suoi prodotti”.Alla “Festa Multiculturale”, giunta alla secondaedizione, hanno partecipato anche numeroseassociazioni francesi: “Done Ta Main”,“Pompieri”, “Ass. Culturelle de Behren”,“Ass. Entr’aide Cancer”, “Ass. Jeunessee Esperance”, “Ass. Culturelle Joliot Curie”,“Ass. France Pologne Amitie”.La manifestazione è stata animatadal “Coro Polifonico Peppinu Mereu” di Tonara,dal “Coro d’hommes di Hombourg Haut”(Francia), dal gruppo folk “Tatry” (Polonia),

dall’esibizione della ballerina orientale Liz Khoui.Si sono esibiti anche l’Ass. Djidjole, la Corale ACB,i gruppi berberi “Atlas”, “Souss” e “Oued Noun”.Il circolo “Su Nuraghe” per l’occasione – ci ha segnalatoil presidente Benigno Puddu – ha allestito una bancarellacon prodotti sardi. Dolci, formaggio, salsicce,vernaccia e l’ormai immancabile Mirto di Sardegna,che sono stati molto apprezzati.Oltre mille persone hanno assistito a questa grande festa.Soprattutto i francesi sono rimasti entusiasti e hannoelogiato il Comitato del Circolo per l’organizzazione,auspicando che la festa si ripeta il prossimo anno.Oltre l’aspetto culturale, va rimarcata anche la cerimoniareligiosa: la domenica, don Guido Cornale ha celebratola Santa Messa nel capannone dove è stata allestital’esposizione dei prodotti. Una Messa particolarmentesuggestiva perché accompagnata dai canti sardie dai canti sacri intonati dal coro di Tonara.

Franco Sogus è statoconfermato presidentedel circolo “Rinascita”di Oberhausen.Sarà affiancato da GianniManca (vicepresidente),Efisio Manai (segretario),Walter Cocco (tesoriere) e daiconsiglieri Giuseppe Scanu,Giuliano Zedda, MichelinoCroba, Virgilio Aguse Giovanni Nairi.Il Collegio dei Revisori deiConti è composto da MarioPisanu, Veronica Salis eMarilena Augustin. Il Collegio dei Probiviri è costituitoda Francesco Melis, Dionisio Virdis e Ignazio Pinna.L’assemblea, che si è tenuta il 25 aprile, ha anche elettoi delegati al 5° congresso della Federazione dei circoli sardiin Germania. Sono risultati eletti Gianni Manca,Franco Sogus, Efisio Manai, Mario Pisanu e Walter Cocco.Dopo le rielezioni Franco Sogus ha rivoltoun ringraziamento a tutti i soci e ha invitato tuttia collaborare alle iniziative del circolo.Il sito del circolo – ha detto Sogus – vuole essere unospazio a disposizione di chi vuole confrontarsi e proporreidee nell’interesse dell’Associazione e di tutta la Comunità

GERMANIA

Rinnovato il Consiglio direttivodel circolo “Rinascita” di OberhausenSogus confermato alla presidenza - Eletti i delegati al 5° Congresso della Federazione tedesca

sarda di Oberhausen.Sogus ha quindi propostoche i nuovi consiglieri elettidebbano assumere compitispecifici nella gestionedell’associazione.La nostra associazione – hadetto Sogus – nonostante iproblemi che riguardano levecchie e nuove generazioni el’integrazione, nel prossimobiennio ha bisogno dirinnovarsi e di mobilitare sulpiano interno le miglioricompetenze, professionalità

ed energie per migliorare e sviluppare ulteriormentei servizi attualmente resi, ma soprattutto per propornedi nuovi e innovare il sistema del nostro associazionismocreando nuove e positive occasioni di scambioanche attraverso i mezzi offerti dalla retee la comunicazione che la Regione Sardegna ci offre.Anche quest’anno dopo la rielezione del Comitatodirettivo, in onore di Sant’Efisio e del 1° Maggio festadei lavoratori, il circolo “Rinascita” ha allestito un gazebocon esposizione dei prodotti sardi, depliant e pubblicitàturistica della Sardegna che è stato visitato anche dalsindaco di Oberhausen e ha riscosso un notevole successo.

FRANCIA

Presentato il romanzo“Selvadore Espiga”Tradotta in francese l’opera del giornalistaDiego Satta - Iniziativa del circolo sardo di Parigi

Per iniziativa del circolo “Domo Sarda” di Parigie grazie all’interessamento del presidentedella Federazione Circoli sardi Francesco Laconi,è stata organizzata la presentazione del romanzodi Diego Satta “Selvadore Espiga, cette maudite nuitde Santu Jagu”, pubblicato in lingua francesea cura delle Editions Persée di CogolinAix en Provence. Dopo la sua apparizione inSardegna nel 2007 per le Edizioni il Torchiettodi Ozieri e le presentazioni fatte a FioranoModenese, Alessandria e Firenze, l’autore, con lacollaborazione di alcuni amici francesi ha potutofarlo tradurre per proporlo alla pubblicazione inFrancia, che si è realizzata all’inizio del 2009.La presentazione si è svolta presso la centralissimalibreria italiana La Tour de Babel a Parigi, allapresenza di un nutrito numero di emigrati sardicapeggiati dal Presidente della Federazione deicircoli sardi, Francesco Laconi, e di un gruppo diamici francesi appartenenti all’ambientedell’allevamento del cavallo e degli ippodromi.L’autore ha illustrato la trama del romanzo e ne haspiegato la genesi e le particolari motivazioni che lohanno spinto a ricercare sui documenti dell’Archiviodi Stato le notizie sui tragici fatti accaduti aFustialvos alla fine del 1800. La curiosità deipresenti è stata sapientemente illustrata in linguafrancese dallo scrittore, tanto che tutte le copiedisponibili, circa 25, sono andate a rubagratificando e facendo sorridere il titolare dellalibreria che ha anche ricevuto numerosi ordini.Tutti gli acquirenti hanno rigorosamente pretesola dedica personale e fra di essi M.me RositaSassu-Falchi, vedova dell’indimenticato Presidentedella Federazione dei circoli sardi Titino Falchi,originaria del paese di Fustialvos nel qualeil romanzo è ambientato.Presente anche l’allevatore di cavalli AntonioSpanu, originario di Sorso, che ha molto apprezzatoil romanzo complimentandosi con l’autore.Sono state rivolte molte domande tese a conosceremeglio la vicenda e spiegare come mai ne è statafatta la tradizione e pubblicazione in Francia.Lo scrittore ha poi spiegato come ha dovutoapprofondire le ricerche negli archivi del Comune ein quelli della parrocchia per individuare le famigliecoinvolte nella faida e per meglio descriverei personaggi. Lusinghieri i commentidi qualche lettore presente. Uno di essi hadichiarato: “Quante avventure, quanti odi...e quale fiamma nello stile e quale permanenteardore nel racconto. Questa storia espone allaperfezione la mentalità, gli usi e i costumi di unapopolazione contadina, così attaccata alle sueautentiche radici. Al punto che, leggendolo,vi ho ritrovato dei ricordi personali legati a similariaffari di famiglia, nel mio villaggio natale...”.Ed un altro invece ha scritto: “La storia èraccontata molto bene e, con un po’ diimmaginazione, vediamo nella nostra testa quasi laproiezione di un film, a riprova che lo scrittore hadel talento... anche Flaubert, uno dei miei scrittoripreferiti, non avrebbe disprezzato questo libro!”.Diego Satta è stato poi festeggiato da amici edamiche di rue Pètion, in un tipico bistrot pariginocon una cena improntata alla cucina italiana. Manon senza un assaggio di formaggio pecorino, panecarasau e spianata per concludere con classicisospiri di Ozieri. Gerolamo Squintu

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29Dal MondoILMESSAGGEROSARDO

I l giorno 23 aprile, si è svolto il “Concerto perla Pace”, organizzato dal circolo sardo

“Antonio Segni” di La Plata. Questo eventoè la terza fase del “progetto acquariumper la pace, la fratellanza e la salvaguardiadel pianeta”. L’iniziativa è stata promossadal circolo “A. Segni”, che ha sedenella provincia di Buenos Aires.L’avvenimento ha contato della presenzadel pacifista argentino Adolfo Pérez Esquivel,premio Nobel per la pace. Riconoscimento che gliè stato assegnato nel 1980 per le denunce fatteda lui contro gli abusi della dittatura militareargentina negli anni Settanta.

Anche la bandieradella Sardegnaha sventolato nel cielodi Cochabamba,in Bolivia, cuoredell’America Latina ecittà dell’eternaprimavera, dove si èappena concluso il ForoMondiale per il CambioClimatico e i Dirittidella Madre Terra,convocato su invito delPresidente bolivianoMorales, dellepopolazioni indigene edei movimenti sociali.La Sardegna è stata presente all’incontro conl’Associazione Semilla Cosmika, che proprioin America Latina sta realizzando un progettodi interscambio culturale tra l’Isola e le Ande,chiamato SARDANDENDI e patrocinatodalla Provincia di Cagliari.Un evento importantissimo, non solo a carattereambientale, ma anche e soprattutto politico esociale, visto che la crisi ambientale stadevastando l’intero pianeta con la perdita dellebiodiversità e un rischio per la vita umana stessa.

ARGENTINA

Concerto per la pace, l’integrazionee la multiculturalità dei popoliCon la partecipazione del premio Nobel Adolfo Perez Esquivel - Terza tappadel progetto “Acquarium per la pace, la fratellanza e la salvaguardia del pianeta” -Organizzato dal circolo sardo “Antonio Segni” di La Plata

È stata una grande festa – che ha avuto ilpatrocinio del Governo nazionale argentino, diquello della Provincia di Buenos Aires e delMunicipio della città di La Plata – svolta inarmonia con i tempi in cui la nostra terra vive –ha scritto Giovanna Signorini, presidentedel circolo – presente la necessità permanentedi valorizzare il concetto di pace tra i popoli,la difesa dei diritti umani e la preservazionedell’ambiente in cui viviamo.L’iniziativa fondamentale – ha aggiunto Signorini– è quella di diffondere un messaggio di pace,partendo dagli emigrati sardi, per raggiungere ilresto dei gruppi migranti del mondo. Attraverso il

canto e la musica, abbiamo lanciato un messaggioaffinché si possa pensare ad un futuro migliore.La serata è stata eccezionale. La cerimonia diaccoglienza, fissata alle ore 16.30, nel Municipiodella città di La Plata, si è aperta con il saluto delsindaco Pablo Bruera e delle autorità provinciali:Carlos Bonicatto, “Defensor del Pueblode la Provincia de Buenos Aires”;la presidente del Circolo Sardo di La Plata,Giovanna Signorini Falchi; la presidente dellaFederazione Sarda-Argentina, Margarita Tavera;il presidente del Circolo “Sardi Uniti” di BuenosAires, Cesar Meridda; il presidente del CircoloSardo di Villa Bosch, Rafael Murgia;il presidente del Circolo “Grazia Deledda”di Mar del Plata, Loredana Manca.Nel corso della cerimonia è stata messauna targa in ricordo del concerto e sono statepiantati due alberi: un gingko bilova(albero della pace) ed un “Roble”.È seguito il concerto con le esibizionidel Coro Alpino, del Coro “Raices”, del Coro“Juglar”, dei Cantoras de Eurindia, di Hector Diezun bravo chitarrista senza mani.Ha concluso il concerto il cantanteitalo-argentino Odino Faccia, nominatocome la voce per la pace nel mondo.Lo spettacolo che hanno offerto questi artisti èun’espressione di alta qualità artistica e di unprofondo contenuto sociale, un indiscutibile livelloartistico che ha consentito una comunicazioneimmediata tra gli artisti ed il pubblico.La riuscita della manifestazione è dipesadall’impegno dei giovani del circolodi La Plata “Antonio Segni”: Juan G. Niccolo,Maria Victoria Llantada Signorini, VaninaCocchiarale Virdis, Javier Niccolo, NormaScatolini Soddu, Raul Rasse.Un ringraziamento è stato rivoltoa Cesare Meridda che ha contribuitoal successo dell’evento.La serata è stata definita come “l’incontrotra i sardi e il popolo”, sarà già una delle pagined’oro della lunga serie di eventi presentatidal circolo sardo “Antonio Segni” di La Plata.

BOLIVIA

La Sardegna partecipa al foro socialesul clima e i diritti della Madre Terra

Sono soprattuttoi paesi meno sviluppatia essere colpitidal cambio climaticocostringendo interepopolazioni aun’emigrazioneforzata, lasciandole proprie terre afflitteda deforestazioni,scioglimento deighiacciai, catastrofinaturali e alla ricercaquindi di nuovi destini,creando una perditadella storiae delle origini e delle

conoscenze ancestrali di intere comunità. Ilcapitalismo e la crescita economica costringonoad un utilizzo della natura e della Madre Terraprettamente commerciale, dimenticandoil suo essere vivo e il costante rischiodi danneggiarla e perderla per sempre.Alla conferenza durata quattro giorni hannopartecipato e lavorato i Presidenti e delegati deigoverni dei Paesi meno sviluppati, ricercatori,scienziati, movimenti sociali e soprattuttole comunità indigene, tutti uniti al fine

di incontrare soluzioni reali e proposte concretecome la dichiarazione dei diritti della MadreTerra, l’istituzione di un tribunaleper le ingiustizie ambientali, la realizzazionedi un referendum mondiale sull’ambientee il compromesso per tutti i Paesi, compresile Nazioni Unite, ad abbassare il livellodei gas emessi, l’inquinamento e ridurrecosì di alcuni gradi la temperatura.35.000 persone, 153 paesi, culture, colori,sguardi di ogni parte del mondo, tutti unitiin un’unica voce, in un’unica speranzaper tentare di salvare il pianeta.Così anche il gruppo Sardandendi nel suocammino di arricchimento e interscambioculturale ha partecipato ad una settimanadi lavori tecnici, al confronto con altri popolie culture e all’incontro con le delegazionidegli altri Paesi, in particolare col presidentevenezuelano Chavez che, incuriositodalla nostra bandiera, ci ha concessoun’intervista, reclamando così di conoscerela nostra Isola e i suoi tesori.Una bella esperienza, che ci ha permesso tral’altro di conoscere musiche e culture di tutti iPaesi partecipanti e di arricchire il nostroprogetto di interscambio culturale che stiamorealizzando tra la Sardegna e la regione Andina.Sardandendi ora prosegue il suo cammino inPerù, ultima tappa del viaggio, per poi rientraree avviare un percorso itinerante estivo inSardegna, nella penisola e in Europa, con lapresentazione del documentario realizzato, chetestimonia i particolari artistici e culturali delledue regioni Sarda e Andina. Roberta Aloisio

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Sport30 Maggio 2010

CALCIO

Il Cagliari chiude male una stagioneche lo ha visto a lungo protagonistaI rossoblù dopo aver conquistato la salvezza non hanno avuto la forza di puntareall’Europa e hanno mollato - Cellino per il futuro punta su Bisoli in panchina

CALCIO

Marchetti vice Buffon ai mondialiCossu scelto da Lippi come prima riserva

A nche il prossimo anno il Cagliari ripartiràdalla serie A e quello che comincerà il 29

agosto sarà il 32° campionato nella massima serieper la squadra rossoblù. Un bel traguardo, non c’èche dire, ma il finale di stagione ha lasciatol’amaro in bocca alla tifoseria, dopo l’esaltantecampionato disputato dai ragazzi di MassimilianoAllegri sino a marzo, quando sono stati

addirittura in corsa per un posto inChampions League. Poi, una volta sfiorato ilparadiso con un dito, i rossoblù si sonolasciati cadere vertiginosamente,sino a quel brutto finale, il 16 maggio scorso,al Sant’Elia con il Bologna, un malinconico1-1 tra i fischi del pubblico.È finita male la stagione per il Cagliari,che non ha più vinto una partita dopo il 2-0al Parma del 21 febbraio scorso.Tre mesi senza successi, l’esonero di Allegri,l’arrivo della coppia Melis-Festa a cinquegiornate dalla fine, hanno in parte rovinatouna stagione da mandare in archiviocomunque in modo positivo, non foss’altroperché l’obiettivo di inizio stagione – la

salvezza – è stato abbondantemente centrato.Virtualmente in largo anticipo, già a marzo,appunto; matematicamente a tre giornate dallafine, grazie al pareggio in casa con l’Udinese.Fa specie, però, vedere una squadra che è stataprotagonista per gran parte del campionato,precipitare in caduta libera nei mesi finali con iltecnico Allegri passato dal vincere l’ambito premio

della “Panchina d’oro” (miglior allenatore dellaserie A per la stagione 2008/09) al clamorosoesonero dopo la sconfitta di Torino con laJuventus. E così il Cagliari ha chiuso la stagionecon una striscia negativa di 13 partite, in cui haottenuto solo 5 pareggi e subito ben 8 sconfitte.L’arrivo di Giorgio Melis in panchina (il tecnicoche da undici anni lavora nel settore giovanile),coadiuvato da Gianluca Festa, ex colonnadifensiva rossoblù, protagonista in carriera anchecon le maglie di Inter, Roma e Middlesborough,non ha portato – come sperava il presidenteCellino – ad un’inversione di rotta. È vero cheMelis ha subito una sola sconfitta in cinquepartite, all’Olimpico contro una Roma che stavalottando per lo scudetto, ma anche in occasionedei quattro pareggi ottenuti nelle altre partite, ilCagliari non ha brillato. Se non in occasione dellapartita interna con il Palermo, quando si è vistoraggiungere dal rosanero Hernandez ad unamanciata di secondi dalla fine, in pieno recupero.Sarebbe stata una bella e meritata vittoria.Infatti, a fine campionato, nel tracciare unbilancio della sua breve avventura sulla panchinarossoblù, Melis ha dichiarato che l’unicorammarico personale è stato quello di non avercentrato una vittoria, che sarebbe stata meritataalmeno nella gara con il Palermo.Festa, invece, privo di patentino per allenare, èrimasto nell’ombra. Ingaggiato come dirigentedell’area tecnica, ha seguito le partite dallatribuna seduto al fianco di Cellino,ma non ha mai rilasciato dichiarazioni ufficiali.In molti pensavano che il presidente stessepensando proprio a lui come successore inpanchina di Allegri per la prossima stagione,ma poi la decisione è caduta su un altroex giocatore del Cagliari, quel Pierpaolo Bisoliche ha miracolosamente condotto il Cesenain due anni dalla serie C alla serie A.Incredibile il finale di stagione vissuto dalquarantatreenne tecnico di Porretta Terme,protagonista in maglia rossoblù per sette anni,allievo del grande Carletto Mazzone.Il suo Cesena ha superato il Brescia, secondo inclassifica, proprio all’ultima giornata,conquistando così uno dei due posti per lapromozione diretta in A. E, subito dopo la festa,Bisoli ha dato l’addio al club romagnolo,pronto a riabbracciare la “sua” Cagliari.Cellino punta con decisione su di lui per rilanciarele ambizioni del suo Cagliari. Mentre Allegri si“consolerà” con il Milan. Già, un belriconoscimento per il giovane tecnico livornese chein due anni a Cagliari ha dimostrato, nonostante lapoca esperienza, di saper dare alle sue squadreun’organizzazione di gioco che raramente si vede inserie A. Un gioco offensivo, a tratti spettacolare,sempre votato all’impostazione del gioco e mai aspeculare sull’avversario, in casa come in trasferta.Un gioco da Milan, insomma, ed infatti la societàrossonera vede in lui il nuovo Sacchi.A Milano, Allegri dovrebbe essere raggiunto ancheda qualche rossoblù. Lazzari, il suo pupillo, forseAstori (che è proprio in comproprietà tra Cagliarie Milan), se Cellino non riuscirà a riscattarlo.Più probabilmente Marchetti, che sembravadestinato alla Juventus in caso di cessione diBuffon, che invece dovrebbe restare a Torino.E il Cagliari? Cellino stavolta ha programmato perbene il futuro. Se parte Marchetti, c’è già prontoAgazzi. Vuol tenere a tutti i costi Astori, puntasullo zoccolo duro Agostini-Conti-Cossu,riconfermerà l’attacco in blocco, puntando sulgiovane Ragatzu e sacrificando probabilmente ilsuo ”pupillo” Larrivey, anche quest’annodeludente. E, con Bisoli, è probabile l’arrivo diqualche giovane promettente che si è messo in lucequest’anno in serie B, proprio come era successocon lo “sconosciuto” Marchetti dell’Albino Leffe,ora vice di Buffon ai Mondiali in Sudafrica.

Andrea Frigo

Una certezza e una speranza. Duecuori rossoblù nel freddo invernodi Johannesburg, in Sudafrica,per i primi campionati del mondodi calcio che si disputano nelContinente africano. FedericoMarchetti, portierone delCagliari, e Andrea Cossu,fantasista cagliaritano doc, unadelle sorprese più piacevoli delcampionato appena finito. I duegiocatori del Cagliari sono staticonvocati dal ct Marcello Lippiper il ritiro pre-mondiale alSestriere, in Piemonte. Ma se perMarchetti la certezza di fare partedella lista dei 23 era pressochéscontata (ormai è lui il vice delnumero 1, Gigi Buffon), Cossu hasperato fino all’ultimo di entrarenell’ambito gruppo azzurro che partirà per ilSudafrica. Il primo giugno la scelta definitiva diLippi: Cossu non fa parte – come si ipotizzava –dei 23 ma, complice l’ennesimo infortunio diCamoranesi, che continua a tenere in ansia lostaff tecnico azzurro – per l’Andrea rossoblù nonsono definitivamente finite le speranze dipartecipare ai Mondiali, visto che il ct,per regolamento, può cambiare un giocatorein caso di infortunio, sino al giorno primadell’inizio dei Mondiali. E su Cossu,Lippi punta proprio come vice Camoranesi.“Tagliato” dai 23, ma anche in questo casonon vi erano dubbi, il portiere sardo del Palermo,Salvatore Sirigu, anche lui in ritirocome prima riserva dei portieri.Ma anche per il giovane portiere di La Caletta

ci sarà tempo per dimostraretutto il suo valore in azzurro.In attesa di sapere se la favolaazzurra del piccolo fantasistacagliaritano avrà un lieto fine inSudafrica, per i tifosi rossoblù,comunque, un motivo di sicurasoddisfazione c’è: vedere unproprio beniamino ai Mondiali,un evento assai raro. L’ultimavolta era stato con l’attaccanteFranco Selvaggi, in Spagna nel1982, guarda caso conclusasi conuna vittoria dell’Italia. Quasi 30anni dopo c’è Marchetti,ventiseienne da Bassano delGrappa, protagonista di dueeccellenti stagioni tra i pali dellaporta rossoblù. Arrivava dallaserie B, da una piccola squadra

come l’AlbinoLeffe, chiamato a sorpresa araccogliere la pesante eredità lasciata da Storari,protagonista, con le sue strepitose parate, delmiracolo salvezza firmato Ballardini. Ma da subitoMarchetti ha convinto tutti, con la sua bravura e isuoi modi gentili fuori dal campo. È un portierepoco spettacolare ma molto pratico e lo stessoBuffon lo ha indicato come suo erede.E Cossu? Il numero 7 rossoblù ha preso benel’esclusione. “La convocazione – ha commentato –sarebbe stata una cosa in più, dopo questa bellastagione. Per me stare qui al Sestriere è stataun’esperienza importantissima. Ringrazio i tifosiche mi hanno sostenuto ed i compagni, che mihanno permesso di arrivare ad un passo dalMondiale. Ora mi riposerò per preparare al megliouna nuova stagione col Cagliari”.

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31SportILMESSAGGEROSARDO

N on è arrivato in semifinale ma è rientrato inSardegna arricchito sia sotto l’aspetto umano

che sportivo. Una bella esperienza, quella del ClubOttoruote Carbonia, che nello scorso weekendpasquale ha partecipato al Torneo Internazionaledi Rink Hockey (Hockey Pista) di Roubaix, cittàdella Francia settentrionale quasi al confine con ilBelgio. Alla manifestazione hanno partecipato seisquadre, le francesi CP Roubaix e La Roche SurYon, le inglesi Invicta e King Lynn e l’italiana HCCarbonia. In verità, le compagini italianesarebbero dovute essere due ma l’HC Castiglione,per problemi organizzativi e societari, ha datoforfait all’ultimo momento ed è stato sostituito da

HOCKEY A ROTELLE

La formazione Ottoruote di Carboniaal torneo internazionale di RoubaixLa squadra sarda in evidenza nella sfida con le più forti avversarie d’Europa

un’altra squadra transalpina.Una competizione stellare, il TorneoInternazionale di Rink Hockey, vistoche le formazioni in gara provenivano dalcampionato di prima divisione dei rispettivipaesi, che corrisponde alla serie A1italiana. Un confronto quindi per lacompagine mineraria, almeno sulla carta,proibitivo per il grande livello tecnicodegli avversari e per l’handicap derivantedall’inattività. L’Ottoruote, infatti,quest’anno non ha partecipatoal campionato di serie B per mancanzadi risorse finanziarie e l’indisponibilitàdi un campo coperto, che ora finalmenteè stato costruito.Ma, nonostante tutto, l’Hockey Club

Ottoruote Carbonia ha voluto affrontarel’avventura francese nel migliore dei modi e conl’organico al completo. La squadra sulcitanainfatti è scesa in campo con la formazionemigliore, vale a dire con i portieri Marco Pala,Adriano Pintus e Matteo Orlando, Alessio Spada,Angelo Fiorentino, Francesco Orlando, AlessioPateri, Carlo Pala (capitano-allenatore),Giuseppe e Giancarlo Labate, Silvio Mauri,Cristian Cocco e Adriano Caggiari. Fin dallepartite di esordio, che hanno visto le francesicompetere tra di loro, si è capito che le formazionitransalpine erano di un altro pianeta, composteda diversi giocatori nazionali e reduci dal proprio

campionato, concluso con la conquistadelle primissime posizioni in classifica.L’esordio è stato subito in salita per laformazione guidata da Carlo Pala, che nellaprima giornata ha dovuto affrontare i padroni dicasa del CP Roubaix, che si è imposto per 1-3. Unrisultato pesante per la compagine mineraria, chetuttavia è uscita a testa alta dal campo deipadroni di casa, i quali hanno dovuto incassaretre gol degli isolani, firmati da Alessio Spada(doppietta) e Adriano Caggiari. Nella secondagiornata, in programma nel giorno di Pasqua,l’Ottoruote ha dovuto fare davvero glistraordinari, giocando ben tre partite tra lamattina e il pomeriggio. Prima ha affrontato laRoche Sur Yon, che non ha avuto difficoltà asuperare (9-1 il punteggio a favore dei francesi)la squadra mineraria, la quale ha siglato la retedella bandiera con Alessio Spada.Non c’è stato neanche il tempo per riposarsiperché è iniziato l’incontro con la selezionefrancese (che ha sostituito l’HC Castiglione),ottima squadra ma meno tonica delle altre dueperché i giocatori tra di loro si conoscevanomeno. E il risultato è stato così più dignitoso perl’Ottoruote: la partita è finita 4 a 1 per i francesi.Nonostante il punteggio possa far pensare ilcontrario, l’incontro si è rivelato moltocombattuto e stimolante per i ragazzi, andati asegno con Adriano Caggiari. Nel tardopomeriggio, il match con gli inglesi dell’Invicta diChanterbury, formazione di un altro livellorispetto a quelle francesi ma molto ostica ecombattiva un po’ in tutti i reparti. Ma non c’èstata storia per i britannici, che si sono dovutiarrendere per 5-1 al termine di un incontrodavvero spettacolare. Grandi protagonisti dellavittoria mineraria i soliti Caggiari e Spada,quest’ultimo autore di una doppietta, AngeloFiorentino e Carlo Pala, autori delle altremarcature: “È stata davvero un’ottima partita –dice il presidente dell’Ottoruote Carbonia –,durante la quale, con il passare dei minuti, inostri ragazzi hanno perso il timore reverenzialeche solitamente si nutre nei confronti di squadreblasonate. Una grande soddisfazione culminatacon i complimenti da parte degli inglesiper la tenacia e la grinta dimostrate”.Infine, il giorno di Pasquetta, ultimo incontrocon il King Lynn, vinta dagli inglesi per 2-1. Unapartita dura e molto tirata, che si è decisa negliultimi 5 minuti: ad andare per prima in gol èl’Ottoruote, poi la formazione britannica haribaltato il punteggio. Infine, un piccolo “giallo”del torneo: “Al momento del ritiro del referto digara – spiega Flavio Pala – la giuria haincominciato ad esitare e ha annunciato che cisarebbe stato un problema. Non c’era tempo percapire, l’aereo ci attendeva, bisognava prenderele auto e partire per raggiungere l’aeroporto diCharleroi, in Belgio. La risposta potevaattendere. In seguito con una telefonata si èsaputo che gli inglesi avevano fatto giocare unatleta che non figurava tra quelli muniti dicredenziali di accredito al Torneo, per incisoquello che aveva segnato il gol del 2 a 1.Siamo ancora in attesa delle decisionidella federazione sportiva francese”.La trasferta in Francia è stata molto impegnativama anche molto utile per promuovere l’immaginedella Sardegna. Il Club Ottoruote ha approfittatodel torneo internazionale per distribuire agliavversari, ai dirigenti stranieri e al pubblicobrochure e depliant del Servizio Turistico Localedella Provincia di Carbonia Iglesias, giusto perpromuovere il territorio presso i francesi e gliinglesi. Scambi tra le squadre, oltre che digagliardetti, anche di materiale turistico perpromuovere il proprio territorio, come il librodella storia della città mineraria donato dalsindaco di Carbonia al presidente del Roubaixe alla municipalità. Sergio Casano

Un continuo crescendo che l’ha portata ad esserela numero uno del lancio del giavellotto in Sardegnae tra le migliori specialiste italiane.Determinata e costante Ilenia Murgia, 18enne di Bolotana,è andata oltre ogni più rosea previsione.La brava atleta tesserata per la polisportiva Olimpiadel centro del Marghine da quando aveva cinque anni,ha tolto il primato ad Ofelia Gusai (38 m. e 10)che lo deteneva dal 2002.La misura, 39 metri e 52 centimetri è un risultatodi buon livello anche in campo nazionale.Ilenia Murgia è la prima atleta di Bolotana a centrareun record sardo assoluto. Immaginabile la gioiadel suo allenatore Gianni Diana che ammette di essere“felicemente sconvolto dal risultato”. La ragazza, chefrequenta la quarta classe del liceo scientifico a Macomer,quest’anno aveva già effettuato un lancio da 37 metrie 36 centimetri ma nessuno avrebbe credutoche potesse giungere ad un simile traguardo.La giavellottista bolotanese, come detto, ha iniziatogiovanissima a cimentarsi nelle gare e nel gioco.Solo puro divertimento. Era brava nella velocità.“Poi ha continuato da cadetta con il lancio del giavellottoda 400 grammi – sottolinea radioso Gianni Diana –ottenendo una misura niente male, 37,70, tre anni fa”.Passata tra le allieve si è buttata subito senza pauranelle prove dell’attrezzo da 800 grammi, come le assolute,con un lancio da 36 metri e 55.Nel 2010 ha partecipato al Criterium invernale a Nuoroscagliando il giavellotto a 35 metri e 40, migliorandosi

subito dopo ad Orani. Inaspettatamente, allo stadiodei Pini di Sassari, Ilenia Murgia ha fatto capire quantosia forte e si è superata, ottenendo in gara la nuovamisura che abbatte il record precedente: 39,52.Tutto questo al primo anno da juniores.E se il lancio record si vede dal mattino, l’atletabolotanese, grinta da vendere e tenacia tipicadei nuoresi, è destinata ancora a progrediree chissà magari ad arrivare ad alti livelli tecnici.Per come è riuscita a bruciare le tappe in così breve tempo,non ci sorprenderebbe. E questo potrebbe essere l’annodella consacrazione per Ilenia. Il primo a crederci è GianniDiana, che ne segue la preparazione ormai da tempo.“È stata presente in questi anni a tutte le finali nazionalidi categoria, sia da cadetta sia da allieva – rimarca iltecnico e dirigente dell’Olimpia Bolotana –. Per come halanciato a Sassari, penso possa giungere a 42-43 metri,entrando di diritto nell’élite nazionale under 20”.Come dire che Ilenia Murgia si candida, in caso diconferme, ad essere tra le migliori giavellottiste aicampionati italiani di Pescara, in programma a giugno.Lei che è già entrata nella storia dello sport bolotanese,con umiltà ma anche con coraggio, non sembraprecludersi alcun traguardo perché sa di potersimigliorare ulteriormente.Considerando che non è facile raggiungere risultati diquesta portata in una specialità dura come il giavellotto,quello che ha fatto finora Ilenia è di straordinariaimportanza per lei e per tutto il movimento sardodell’atletica leggera. Andrea Porcu

ATLETICA LEGGERA

Ilenia Murgia dell’Olimpia Bolotananuova primatista sarda del giavellottoCade dopo otto anni il record di Ofelia Gusai

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Cultura32IL

MESSAGGEROSARDO

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L a capitale della Svizzeranon la sa mai nessuno.

Immaginate una scuolamedia qualsiasi: laprofessoressa, dallacattedra, domanda: “Alzi lamano chi sa la capitale dellaSvizzera”. Silenzio: glialunni si guardano consospetto fino a che il primodella classe casca neltranello e dice: “Zurigo”.“Eh, no!”, gli rispondecompiaciuta laprofessoressa: “la capitaledella Svizzera non è Zurigoma...”. Lascia la frase ametà: lo fa di proposito.L’incertezza, intanto,invade la classe: silenzio,ancora, e occhi bene aperti.Fino a che qualcuno ciriprova: “Non sono sicuro,ma mi sembra sia Ginevra”.La professoressa questavolta non riesce a trattenereuna risatina: “Mi dispiacenon è neanche Ginevra”. Inclasse si respira un’aria daritirata. Capita sempre con domande atrabocchetto come questa. Invece, la capitalefederale della Svizzera, fin dal 1848, è sempre stataBerna: una città piccola (conta solo 130.000abitanti) che, trovandosi al centro del paese, èstata ritenuta ideale per rappresentare tutti e 26 iCantoni.Come ogni capitale che si rispetti Berna, nel suopiccolo, è solenne e l’UNESCO ha dichiarato ilsuo centro storico medievale Patrimoniodell’Umanità insieme alla Laguna di Venezia, allaTorre di Londra e a Su Nuraxi di Barumini. Lacittà, avvolta in maniera piuttosto spettacolare dalfiume Aare, venne fondata nel 1191 e, durante lasua storia quasi millenaria, è rimasta spessonell’ombra. Eppure, oltre all’invenzione dellacelebre Salsa Bernese, ci sono almeno altri dueeventi fondamentali che la riguardano da vicino:durante un freddissimo inverno del 1879 nasceproprio a Berna il genio dell’astrattismo PaulKlee, mentre, nel 1905, in un piccoloappartamento della Kramgasse (con il bagno incortile), lo squattrinato Albert Einstein,nonostante i suoi 26 anni, concepisce ed elabora lateoria della relatività. La città va molto fiera dientrambi questi straordinari eventi: senza di lorosarebbe potuta passare inosservata nella storia.Ironia a parte, Berna è proprio una bella città e isuoi panorami improvvisi stupiscono incontinuazione. Stupiscono soprattutto i tetti dellecase, altrove nascosti dalla loro altezza, ma quiben visibili, grazie alla struttura a gradoni cheporta la città a svilupparsi in continua discesadalla collina verso il fiume. È un fiume prepotentel’Aare, domato con fatica, rapido, ma, nonostantequesto, sereno e quasi trasparente. Ci sono molti

I REPORTAGES DI VIAGGIO DI NICOLA LECCA

Berna

belvedere da cui osservarlo: ma quello inprossimità del Duomo (che ha i portali decoraticon personaggi simili a quelli delle fiabe) ècertamente il più spettacolare, forse grazie alvecchio ascensore già liberty, in loco fin dal 1896.Proprio qui accanto c’è un punto speciale in cui sivedono soltanto i boschi: e sembra di esserelontano da tutto. Invece, basta voltarsi un pocoper scorgere di nuovo i palazzi, i ponti e le vecchieville che rendono Berna unica e indimenticabile.Una città votata al verde e alla natura (un terzodella sua superficie è composta da parchi) in cui iltempo sembra scorrere più lentamente che altrove,e con molta più armonia.Berna è una città diversa dalle altre: il suomercato nella piazza principale, proprio davanti alParlamento, propone frutta e verdura irreale: ipomodori sono identici fra loro: traslucidi, quasitrasparenti, e le fragole sembrano sistemate nelleloro vaschette, ad una ad una, da esperticoreografi della frutta. Gli esigui mazzetti dibasilico (composti da sole dieci foglie) tentano divalere i due euro che costano emanando unprofumo tra i più intensi. I verdurai sono eleganti,e indossano grembiuli a righe: i clienti quasibisbigliano. Regalano sorrisi le due sorelle gemelleche vendono boccioli di rose (ognuno ha il proprioprezzo e il proprio colore). Non solo: gli unici duebarboni della città sono piuttosto puliti e, aguardar bene, sembrano comparse pagateappositamente dal Comune per dare alla cittàun’aria un po’ più umana. Indimenticabili i seichilometri di portici bassissimi, sotto ai quali levetrine dei negozi diventano pertugi in cuisbirciare, chinandosi un poco. Dalla Kramgasse siraggiunge facilmente lo Zytglogge, la torre

dell’orologio, simbolo dellacittà fin dal 1220. Appena idodici rintocchi risuonano asegnare il confine tramattina e pomeriggio, ipassanti fanno silenzio: eanche il signore anziano chesuona il violino in cambio diqualche moneta interrompeil suo Bach. Tutti gli orologidella città suonano insieme.È un vero e proprioconcerto.È domenica e le banche sonochiuse, ma si può entrareugualmente nei loro ampiatrii dove si trovano caffèalla moda e addiritturapiccoli parchi giochi per ibambini. Oggi, però, il solesplende alto e gli svizzeripreferiscono radunarsilungo il fiume. Una donnanon più giovanissima ètalmente felice del soleimprovviso che si ferma:raddrizza il collo e rimanein mezzo alla strada,immobile e beata come una

lucertola. Anche gli orsi, ospitati ormai da 150anni in un piccolo zoo tutto per loro, sembranosereni: eppure fa un po’ pena vederli rinchiusi inquel modo e perdere la loro dignità in cambio diqualche pop corn.Berna non ha periferia: è una continua e unicazona residenziale, con viali spaziosi, ben curati elavori in corso ovunque. Tutto è nuovissimo e,anche ciò che è vecchio, ha un certo alone dimodernità. Soprattutto i ragazzi giapponesi con lacresta rosa che vendono sotto gli antichi porticivaschette di sushi e di sashimi “take away”trainando un carretto che ha molto di medievale,nonostante il suo decòr futurista.In realtà non ci sarebbero motivi per cui un sardo,il giorno di ferragosto, si debba trovare a Berna:ma il destino, a volte, ci porta a scoprire postinuovi in maniera imprevedibile. Ecco: Berna èstata una bella scoperta. E alla fine, quando si staper andare via, si capisce che il vero importantemonumento della città non è la torre dell’orologio,né il museo Paul Klee disegnato da Renzo Piano.Ci si accorge, invece, di un monumentoimpalpabile: che si trova ovunque nell’aria. È laserenità lasciata dalla totale assenza di guerre: èla pace. Berna, più che ogni altro luogo al mondo,la rappresenta perfettamente. E, se anche è difficleconfrontarsi con una parola così grande eimpegnativa, in questa piccola capitale,sconosciuta ai più, il suo vero significato lo sipercepisce ovunque, entra in noi dagli occhi e dalnaso, in un tempo ancora troppo pieno di odio e diguerre, regalandoci un sorriso di speranza.

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