CNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008 MESSAGGERO SARDO · nazionale sull’agonia della più antica...

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IL MESSAGGERO SARDO AGRICOLTURA SCUOLA CINEMA SPORT Dibattito in Consiglio sulla crisi della pastorizia a pagina 6-7 Rivolta di insegnanti e amministratori locali contro i tagli alle classi Anche il grande Orson Welles scelse l’Isola per i suoi film a pagina 8 a pagina 16 a pagina 30 Incoraggiante avvio di stagione per il Cagliari di Bisoli Mensile della Regione Autonoma della Sardegna per i Sardi nel mondo www.ilmessaggerosardo.com Anno XLII / Ottobre 2010 Innovazione e ricerca per fronteggiare la crisi Tra gli strumenti che la Regione ha indicato per superare la crisi e rilanciare l’occupazione ci sono innovazione e ricerca. Non è la prima volta che le forze politiche concordano su queste priorità per dare un futuro meno incerto alle nuove generazioni. Ma molto spesso ai buoni propositi e ai progetti non sono seguiti fatti concreti. Non sfugge a nessuno che il primo strumento su cui puntare sia la scuola, una buona scuola pubblica che sappia dare una preparazione di buon livello alle nuove generazioni per renderle competitive sul mercato internazionale. Nella scuola è necessario investire per riqualificare e motivare il corpo insegnante. L’apertura dell’anno scolastico, invece, ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità la situazione della scuola sarda e i riflessi devastanti provocati dalla riforma Gelmini. Molti paesi dell’interno si stanno spopolando. Se in questi centri si cancellano classi e scuole, sarà inevitabile che lo spopolamento continui con effetti sociali devastanti. Per questo alle proteste della scuola hanno partecipato molti amministratori locali. Anche la Regione è intervenuta. Così come interviene per fronteggiare le continue crisi e le emergenze che si manifestano senza tregua nei più diversi settori economici. Dall’industria all’agricoltura (come è emerso in modo clamoroso con la protesta dei pastori), tutti i comparti sono in crisi. Persino il turismo ha fatto registrate segnali preoccupanti. Ma la politica deve occuparsi anche di guardare al futuro e non solo al contingente. Dal dibattito sulle riforme istituzionali che ha coinvolto il Consiglio regionale per alcune sedute sono venuti deboli segnali di una presa di coscienza sulla esigenza che la politica torni a pensare e programmare in grande. L’auspicio e che non ci si accontenti di sterili enunciazioni di principio. EMIGRAZIONE Savina Corriga premiata a Nuragus a pagina 14 DCOOS3568 NAZ / 028 / 2008 TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA DIRECT ENTRY CNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008 ECONOMY CNS/CB & PA028 POLITICA Confronto aperto sulla riforma dello Statuto a pagina 3 Rilanciare l’Autonomia Rilanciare l’Autonomia

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ILMESSAGGEROSARDO

AGRICOLTURA SCUOLA CINEMA SPORT

Dibattitoin Consigliosulla crisidella pastoriziaa pagina 6-7

Rivoltadi insegnanti eamministratorilocali controi tagli alle classi

Ancheil grandeOrson Wellesscelse l’Isolaper i suoi film

a pagina 8 a pagina 16 a pagina 30

Incoraggianteavviodi stagioneper il Cagliaridi Bisoli

Mensile della RegioneAutonoma della Sardegnaper i Sardi nel mondo

www.ilmessaggerosardo.com Anno XLII / Ottobre 2010

Innovazione e ricercaper fronteggiare la crisi

Tra gli strumenti che la Regione ha indicato per superarela crisi e rilanciare l’occupazione ci sono innovazione ericerca. Non è la prima volta che le forze politicheconcordano su queste priorità per dare un futuro menoincerto alle nuove generazioni. Ma molto spesso ai buonipropositi e ai progetti non sono seguiti fatti concreti. Nonsfugge a nessuno che il primo strumento su cui puntaresia la scuola, una buona scuola pubblica che sappia dareuna preparazione di buon livello alle nuove generazioni perrenderle competitive sul mercato internazionale. Nellascuola è necessario investire per riqualificare e motivare ilcorpo insegnante. L’apertura dell’anno scolastico, invece,ha fatto emergere in tutta la sua drammaticità lasituazione della scuola sarda e i riflessi devastanti

provocati dalla riforma Gelmini. Molti paesi dell’interno sistanno spopolando. Se in questi centri si cancellano classie scuole, sarà inevitabile che lo spopolamento continui coneffetti sociali devastanti. Per questo alle proteste dellascuola hanno partecipato molti amministratori locali.Anche la Regione è intervenuta. Così come intervieneper fronteggiare le continue crisi e le emergenze che simanifestano senza tregua nei più diversi settori economici.Dall’industria all’agricoltura (come è emerso in modoclamoroso con la protesta dei pastori), tutti i compartisono in crisi. Persino il turismo ha fatto registrate segnalipreoccupanti. Ma la politica deve occuparsi anche diguardare al futuro e non solo al contingente.Dal dibattito sulle riforme istituzionali che ha coinvoltoil Consiglio regionale per alcune sedute sono venutideboli segnali di una presa di coscienza sulla esigenzache la politica torni a pensare e programmare in grande.L’auspicio e che non ci si accontenti di sterilienunciazioni di principio.

EMIGRAZIONE

SavinaCorrigapremiataa Nuragusa pagina 14

DCOOS3568NAZ / 028 / 2008

TAXE PERÇUE - TASSA RISCOSSA

DIRECT ENTRYCNS/CB CENTRALE/DE PDI/348/2008

ECONOMYCNS/CB & PA028

POLITICA

Confrontoapertosulla riformadello Statutoa pagina 3

Rilanciare l’AutonomiaRilanciare l’Autonomia

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Editoriale2 Ottobre 2010

Sommario

IL MESSAGGERO SARDOMensile della Regione Autonoma della Sardegna

per i Sardi nel mondo

Edito da “Messaggero Sardo società cooperativa a r.l.”

Presidente Gianni De Candia

Comitato di Direzione Gianni De Candia (responsabile),Marco Aresu, Luigi Coppola, Gianni Massa, Ezio Pirastu

Redazione e Amministrazione Via Barcellona 2 - 09124 CagliariTel. 070 664214 - Fax 070 664742

Sito web www.ilmessaggerosardo.comredazione@[email protected]

Registrazione del Tribunale di Cagliari n. 4212 dell’11-4-1969Iscrizione al R.O.C. n. 6415

Stampa Sarprint, stab. Tossilo - Macomer

Il Messaggero Sardo viene inviato gratuitamente agli emigrati e alle loro famiglie dalla Regione Sardegna.Per richiederlo scrivere al Messaggero Sardo, via Barcellona 2 - 09124 CAGLIARI o alla e-mail: [email protected]

A leggere le cronache è un continuo susseguirsi dinotizie di crisi, di emergenze che si manifestano nei

più diversi settori economici e sociali. La crisidell’industria sembra aver raso al suolo tuttoo quasi quel poco che restava dell’apparato industrialedella Sardegna. Con imprese decotte sono state chiuseanche aziende che avrebbero potuto reggereil confronto sui mercati internazionali (come, adesempio, la “Vinyls” di Porto Torres) per sceltestrategiche che sfuggono alla comprensione dei più.Non va meglio per l’agricoltura. La rivolta dei pastori,con i blocchi stradali e l’occupazione degli aeroporti,ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblicanazionale sull’agonia della più antica industriadell’Isola, la pastorizia.Persino il turismo, che rappresenta l’unica voceattiva dell’economia sarda, ha fatto registrate unandamento preoccupante e la decisione dellaprincipale compagnia aerea low cost di sospenderei collegamenti tra gli scali della Germaniae Cagliari rischia di avere conseguenze pesantisul bilancio dell’intera annata, almeno per Cagliarie per la Sardegna meridionale, vanificandogli sforzi fatti dagli operatori turistici per tentaredi allungare la stagione proponendo un’offertache non fosse solo mare e spiagge, ma anchecultura, storia, archeologia.Con l’apertura dell’anno scolastico è esplosa larabbia di insegnanti (precari in testa), studenti efamiglie per i tagli di classi e di posti di lavoroprovocati dalla riforma Gelmini. A pagare il contopiù salato a una riforma che pare scritta sulla carta,senza tener conto della realtà in cui deve calarsi,sono soprattutto i territori meno popolati e i piccolicentri. La Sardegna, manco a dirlo, è una delleregioni più colpite dalla forbice della riformaministeriale. I paesi dell’Isola si stanno spopolando:tra il 1991 e il 2009 in 269 comuni isolani su 377 c’èstato un calo della popolazione. Se in questi centri sicancellano classi e scuole, sarà inevitabile che lo

spopolamento continui con effetti sociali devastanti.Per questo alle proteste della scuola hanno partecipatoattivamente molti amministratori locali(i sindaci di nove paesi del Goceano hannoanche minacciato le dimissioni). Per salvareuna classe, che secondo il ministro doveva esseresoppressa perché mancava un alunno per arrivare alnumero minimo di 18, è dovuta intervenire la Regione.Ma la politica deve occuparsi sempre e solo difronteggiare emergenze? Certo è indispensabile fare ilpossibile per salvare fabbriche in crisi, aziende indifficoltà, scuole che rischiamo la chiusura. Ma nonbasta, bisogna avere la forza di guardare al domani efare scelte e progetti che non possono dare risultati

immediati ma senza i quali non ci saranno opportunitàper i nostri figli che saranno ancora condannati acercare un futuro lontano dalla loro terra.E non sfugge a nessuno che il primo strumento su cuipuntare sia la scuola, una buona scuola pubblica chesappia dare una preparazione di buon livello alle nuovegenerazioni per renderle competitive sul mercatointernazionale. Ma questa scuola non può essereriformata solo da una politica che punti a ridurre icosti. Nella scuola è necessario investire perriqualificare e motivare il corpo insegnante. Per metterea disposizione degli studenti strutture e strumentiadeguati. In questo modo si raggiungerebberoanche importanti risultati “collaterali”, come,

ad esempio, il rilancio dell’edilizia scolastica.Una scuola che funziona dà fiducia e speranzaa chi la frequenta. Uno dei dati più allarmantidella scuola sarda (oltre a essere una delle ultimein Italia: il 20% dei ragazzi tra i 18 e i 24 annipossiede solo la licenza media) è l’alto numerodi abbandoni. Il 18% dei ragazzi sardi tra i 15 e i 18anni getta la spugna prima del tempo.Le forze politiche sembrano sempre più preoccupatedi trovare soluzioni provvisorie, proiettate più sullaprossima scadenza elettorale piuttosto che a definireinterventi e azioni dall’efficacia generale e duratura.Anche il dibattito sulle riforme istituzionali che hacoinvolto il Consiglio regionale per alcune sedute –salvo il risalto dato da “La Nuova Sardegna” che haospitato un intervento di Mariotto Segni, il quale haaperto un confronto a più voci – non è stato in gradodi coinvolgere l’opinione pubblica. Eppure si discutevadel progetto che rappresenta la precondizionedi un’efficace azione di governo. È sembrato che invecedi sforzarsi per trovare i punti di convergenza molticonsiglieri cercassero di marcare le propriedifferenze, spesso solo nominalistiche.Autonomia, indipendenza, separatismo, federalismo.Sottovalutando il fatto che le divisioni dei sardivengono sfruttate per danneggiare la Sardegna.

Editoriale2 La politica, le emergenze e le scelte strategiche

Primo Piano3 Confronto aperto sulla riforma dello Statuto

di Luigi Coppola

6 Dibattito in Consiglio regionale sulla situazionedella pastorizia di Gherardo Gherardini

7 Pastori in piazza per difendere il futurodelle aziende agricole di Giuseppe Centore

8 La rivolta degli insegnanti contro i tagli alla scuoladi Giovanni Runchina

9 Sulla vertenza entrate salta l’accordo unitariodi Giuseppe Mereu

Attualità10 Si chiama “Help Sardinia” il progetto per coinvolgere

i circoli sardi di Fabrizio Serra

11 La sfida per creare occupazione punta su innovazionee ricerca di Andrea Frailis

12 Consegnati a Castelsardo i premi “Navicella d’argento”di Massimiliano Perlato

13 Rinnovato l’antico rito del Matrimonio Selarginodi Alessandro Atzeni

La Sardegna nel Web a cura di Andrea Mameli

14 Savina Corriga premiata a Nuragus, una vita dedicataal mondo dell’emigrazione di Antonello De Candia

18 La Sardegna in mostra all’Expo di Shangaidi Francesca Zoccheddu

20 Il premio Maria Carta supera le difficoltà e i tagli

Cultura16 Anche il grande Orson Welles alla scoperta della Sardegna

a cura di Gianni Olla

17 L’eroe Hampsicora era sardo, non cartaginesedi Massimo Pittau

19 Poesia sarda al femminile nel Duemila di Giovanni Mameli

32 Newquay di Nicola Lecca

Paesi di Sardegna

21 Monti: La capitale del Vermentino di Galluradi Salvatore Tola

Siddi: Il paese del grano di Franco Fresi

Parliamo della Sardegna

22 La storia di emigrazione di Anzelinudi Mariagrazia Marilotti

Parlando in Poesia

23 Il volto della natura a cura di Salvatore Tola

Sport

30 Il Cagliari parte alla grande ma crolla con la Juventusdi Andrea Frigo

Presentato il progetto del nuovo stadio

31 Atletica: Successo per la 24ª edizione del “Terra Sarda”di Andrea Porcu

A Sassari donne protagoniste nel calcio e nella pallamanodi Giampiero Marras

Rubriche

24 Dall’Italia

28 Dal Mondo

La politica, le emergenze e le scelte strategiche

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3Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

N on sarà facileconciliare le

diverse esigenzeevidenziate nellemozioni presentate daidiversi gruppi politiciin Consiglio Regionalesulla necessità dimodificare, attraversoquale percorso e conquale obiettivo finale,lo Statuto Speciale: almomento di chiuderequesto numero delnostro mensile ildibattito è aperto.L’Assemblea,dimostrando lavolontà di procedere quanto più possibile conspirito unitario, deve definire la strada cheporti anche al coinvolgimento democratico nonsoltanto delle forze sociali, culturali,imprenditoriali ma anche dei singoli cittadini.In questa prospettiva un ruolo importantedovrebbero svolgere anche i tanti sardiemigrati, con il contributo delle loro diverseesperienze non solo nell’Italia continentale, manei diversi Paesi dell’Europa e del mondo.Si tratta, dopo tanti lustri di proposte, didibattiti, di contrapposizioni, di procedere conconvinzione e decisione a raggiungerel’obiettivo primario: le modifiche necessarieallo Statuto Speciale perché la Sardegna possatutelare meglio i propri interessi economici eculturali, insieme con la propria storia e leproprie tradizioni. In un contesto nazionaleche vede il prevalere di posizioni leghiste intema di federalismo (con il rischio, paradossale,di cancellare con il regionalismo la specialitàdella Sardegna, motivata da ragioni storiche edanche finanziarie) e in un contesto europeo chechiede più omogeneità, creando però possibilipericoli per lo specifico della Sardegna. In questoambito la mozione sardista, che fa esplicitoriferimento all’indipendenza, va oltre le posizionitradizionali del partito.Il presidente della Regione Cappellacci haauspicato “un tavolo di lavoro al quale chiamaretutti i nostri parlamentari, deputati e senatori, ei capigruppo dell’Assemblea regionale per pensareinsieme alle riforme in chiave federale”. Unappuntamento, secondo Cappellacci, che vada aldi là degli steccati partitici e di schieramento.“Consiglio regionale e parlamentari sardiinsieme, in una ulteriore seduta straordinaria delConsiglio per ribadire e ricordare come le riformee il nuovo concetto di Autonomia nascono qui inSardegna e per la Sardegna”.“La specialità e l’autonomia – ha aggiunto ilpresidente – rappresentano per questa terra undiritto inalienabile, acquisito in forza difondamenti storici, linguistici e culturali”.Il presidente ha sottolineato anche l’esigenza chele forze politiche trovino i necessari momenti diunità. “L’Autonomia – ha aggiunto – funzioneràse ad attuarla ci sarà una classe politica matura,meno incline alle divisioni, più propensa alraggiungimento di un obiettivo comune”.Il presidente Cappellacci ha poi espresso unconcetto molto chiaro: “Di fronte ad un’Italia

Confronto apertosulla riforma dello StatutoAffrontato con spirito unitario il dibattito sulle diverse posizioni dei gruppi politici -Definire il percorso che coinvolga forze sociali, culturali, imprenditoriali e singolicittadini - Un ruolo importante anche per i tanti sardi emigrati

sempre più divisa in due, ad un regionalismodecadente e ad un federalismo confuso, occorrerilanciare il tema di un vero federalismo,un federalismo maturo e compiuto, che possaesaltare tutto il Paese senza ulteriormentepenalizzare territori già fortemente sacrificaticome la Sardegna, da storiche diversificazionieconomiche e sociali. Siamo, dunque,tutti concordi nel ritenere necessario avviaresubito l’auspicata stagione di riformeper dare corso alla revisione dello Statuto”.“Il tempo – ha concluso – ci impone di scegliereun percorso snello e allo stesso tempo il piùaperto possibile verso la società civile.L’ipotesi di una Commissione specialeimpegnata alla predisposizione del testo delnuovo Statuto, accompagnata da significativie indispensabili momenti di partecipazionedemocratica, rappresenta forse la sintesipolitica più opportuna di quanto emersonel corso del dibattito”.In sostanza il percorso non è facile.Non si può correre il rischio, tuttavia, infunzione soprattutto dell’Autonomia finanziariadella Regione e dell’esigenza di un nuovorapporto tra la Regione Sardegna e lo Stato,di perdere altro tempo.Intanto va dato atto all’on. Mario Segni di avererilanciato, con un intervento pubblicato da “LaNuova Sardegna”, il dibattito sul tema delloStatuto partendo dalla mozione presentata inConsiglio regionale per il Psd’az dal consigliereManinchedda sulla “Indipendenza della

Sardegna”. Un argomento, a giudizio di Segni,ben più importante del rimpasto nel governoregionale. Segni fa riferimento anche ad altremozioni (alla fine saranno dieci) presentate sultema dello Statuto, sulla necessità di modificarloe sulla questione indipendenza.In sintesi la tesi dell’on. Segni può cosìriassumersi: “La Lega ha vinto una granbattaglia culturale convincendo la gran partedell’opinione pubblica del settentrione che il sudè un peso insopportabile e che il futuro dellepopolazioni del nord sarebbe assai migliore seavvenisse la secessione”... “La questionedell’unità italiana diventerà quindi il problemacentrale del paese. Un consiglio regionaleche si pronunciasse per l’indipendenzaavrebbe un rilievo enorme, creerebbe unprecedente fortissimo. Se anche altre regionisi uniscono alla richiesta del nord,per quale motivo si deve restare insieme?”.Si domanda allora l’on. Segni: “Sotto l’aspettosociale, economico, culturale, esistono ragioniper cui uno stato sardo indipendente possaaprirci nuove possibilità? Io credo e lo dicoapertamente che questa sia una propostasciagurata, che ci porterebbe su una strada diarretratezza e di ritorno all’indietro”.“Non si può essere sassaresi, nuoresi,campidanesi se si è a pieno titolo italiani?... Laseparazione non è una riscoperta di identità ma èuna chiusura, una rinunzia a partecipare allespinte che possono aiutarci”.Abbiamo voluto proporvi questo lungo stralciodell’articolo dell’on. Segni perché ha avutoil merito, comunque, di smuovere le acquee sollecitare un dibattito che si sta via viaallargando e approfondendo.Non è un caso che, come ricordato prima,in Consiglio regionale siano state presentatedieci mozioni sul tema delle riformee una risoluzione sul federalismo.La prima è quella, citata, sulla indipendenzapresentata da tutto il gruppo sardista.Uds-Mpa hanno presentato una mozioneche inserisce i temi dello sviluppoe delle riforme in un “progetto Sardegna”.Il consigliere Contu, già presidente alla fine deglianni ’70 del Consiglio regionale, ha presentatoun ordine del giorno per chiedere al parlamentola stipula di un nuovo Patto Costituzionale.Quindi due mozioni del centro sinistra: una cheimpegna il consiglio ad avviare la sessione sulleriforme, l’altra per un ruolo della Sardegna nellarevisione della Costituzione in senso federalista.Per i comunisti, Ben Amara ha presentatouna mozione che impegna la Giunta a tenerein debito conto che le autonomie hannolo scopo di favorire i cittadini.Per la sinistra un documento sulla affermazionedel diritto di autodeterminazione dei popoli.La mozione del partito di maggioranza relativaprevede impegni per la Giunta e la proposta dilegge costituzionale da inviare alle Camere.Il documento di Rossomori fa riferimentoall’autodeterminazione e alla sovranitàimpegnando l’assemblea ad attuarele iniziative opportune.Infine i riformatori, chiedendo l’impegnodella Giunta per un percorso per la scritturadel nuovo Statuto, ritengono obbligata la ratificaattraverso l’Assemblea Costituente.Siamo, dopo tre settimane di dibattito, ancoraai passi iniziali. La verifica vera della volontàdel popolo sardo, attraverso anche i suoirappresentanti in Consiglio Regionale e inParlamento, la si avrà quando, responsabilmente,politica, società, cultura, imprenditoria saprannoinsieme avanzare proposte ampiamente unitarie,superando nell’esclusivo interessedella Sardegna contrapposizioni giustificatesolo da condizionamenti partitici piuttostoche politici. Luigi Coppola

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La posta dei lettori4 Ottobre 2010

Le origini dei cognomiPer poter rispondere alle domande sull’origine dei cognomi, tra le altre fonti, attingiamo anche dai tre volumidel prof. Massimo Pittau, “Dizionario dei Cognomi di Sardegna”, Cagliari 2006, editrice “L’Unione Sarda” (www.pittau.it)

IMPERA - ARCERI

Caro Messaggero,colgo l’occasione, nel comunicarvi il cambio delmio indirizzo, per porvi un quesito sul significatodel cognome dei miei genitori, mia madre è Arceri,entrambe originari del Sulcis.Impera Gino - Pinerolo (TO)

Caro Impera,l’origine del cognome di sua madre, diffuso traSantadi, Narcao, Arbus, ed anche Ottana, Oroseie Tortolì, avrebbe origini propriamente italiane, dasostantivo arciere, di analogo significato.Impera, topograficamente localizzabile tra Cagliari,Nuxis ed Oristano, potrebbe avere origine dalnome proprio derivante dal catalano Pere, Pera(Pietro), Impera.

DEPLANO

Caro Messaggero,potrei avere notizie sull’origine del mio cognome.Deplano Luigi - Milano

Caro Deplano,cognome, il suo, diffuso specie nella zona Cagliari-Ogliastra, con origine individuabile probabilmenteda zona della Romangia dove sorgeva una villa diS. Michele, de Planu, de Plano o de Plaiano, noncambia molto…, Giudicato di Torres.

Nei pressi esisteva un monastero vallosombranodi cui resiste una chiesa.Villa De Plano lo si ritrova ad esempio in CDS,atti del 1219, mentre in CSMB e CSNT la villa èDe Plana.De Plano come casato lo si ritrova a Cagliari nel1300, a Sassari nel 1500 e nel 1700 uno aVillaputzu, questo appartenente alla nobiltàisolana.

MUZZONI - PULINA

Caro Messaggero,da circa 40 anni vivo in Piemonte. I rapporti conla mia terra natia sono rimasti molto forti, ed èper questo che ti leggo sempre con grande piacere.Potresti darmi notizie riguardo l’origine del miocognome ed anche di quello di mia madre, Pulina?Muzzoni Paolina - Piemonte

Cara Muzzoni,ricordiamo sempre di accompagnare le vostrerichieste con il proprio indirizzo.Pulina è cognome diffuso nell’Isola soprattuttonelle città capoluogo, Cagliari, Sassari, Nuoro edanche Barisardo, Oliena e Ploaghe.L’origine potrebbe essere o propriamentedall’italiano o corso, corrispondente all’omonimonome proprio, Polina, variante di Paolina, oppureessere in relazione, sempre discendenza italicavocabolo pula, come nel DILS I 770, che in

Grave disservizio sanità pubblica

Caro Messaggero,mi chiamo Anna Serrao, sono nata a Villasalto(CA) e risiedo a Torino. Mi rivolgo a voi perdenunciare una delle tante inefficienzeorganizzative della sanità pubblica che siamocostretti a subire.Come spesso mi capita, per assistere i mieigenitori anziani, con notevoli problemi mi reco nelmio paese natale. Su invito di mia madre hoprovato il 24 agosto scorso a prenotare, tramite ildecantato CUP, una visita specialistica per laterapia del dolore.Da parte della struttura mi è stata proposta unaprenotazione all’ospedale Brotzu di Cagliari per il5 gennaio 2011. Tale proposta mi è sembrata,trattandosi di visita per terapia del dolore, troppolontana nel tempo. Ho quindi chiesto se in unaltro ospedale vi fosse una disponibilità più vicina.L’operatore, molto gentile, si è prodigato perpropormi una nuova data, però all’Ospedale SanMarcellino di Muravera, per il giorno 25 agosto2010 alle ore 17:00.Immaginate la mia meraviglia per tanta efficienza.Ho accettato con enorme stupore e mi sonoorganizzata per portare mia madreall’appuntamento prefissato fornendo a mio padreallettato da un ictus un’assistenza mediantepersona di conoscenza. Dico questo perevidenziare quale calvario siamo costretti asostenere. Quindi con enorme sacrificio hoaccompagnato mia madre all’appuntamento.Con enorme sorpresa giunta in loco mi viene dettodall’anestesista di turno all’ospedale che presso diloro non esisteva nessun ambulatorio per laterapia del dolore e che il C.U.P. era già statoavvisato dai responsabili della struttura di noninviare pazienti in quanto non in grado di fornirealcuna prestazione.A questo punto mi chiedo come sia possibile chenell’era della informatizzazione possano nascerequeste gravi disfunzioni nelle comunicazioni aicittadini. Non vi dico con quale umore e con chedisappunto dopo i sacrifici affrontati ho dovutoprendere atto della situazione.La cosa più grave è che le persone presenti sul

posto, a cui ho fatto le mie rimostranze, mi hannorisposto che qui le cose funzionano così,dimostrando la rassegnazione e la non voglia difare qualcosa per ribellarsi a questo sistema pertimore di perdere anche quel poco, e sottolineopoco, che gli è concesso.Bisogna lamentarsi con le istituzioni e nonaccettare con rassegnazione queste cose, perchésono convinta che da qualche parte in Regionequalcuno ha disposto e ha comunicato al C.U.P.che a Muravera ci sarebbe dovuto essere questoambulatorio e chissà per quale motivo non esiste.Alla fine chi ci rimette siamo sempre noicontribuenti, perché oltre allo scarso servizioabbiamo anche la beffa di affrontare spese perottenere risposte del tipo avute nell’occasione.La mia rimostranza l’ho rivolta anche al C.U.P. emi hanno ribadito che per loro al S. Marcellinoesiste l’ambulatorio in questione.Chiedo a chi è in grado di darmi una risposta suqueste tematiche di fornirmela, perché non mi stabene la risposta del tipo “Qui le cose funzionanocosì”. Svegliamoci! Anche solo denunciando questeinefficienze si può fare un passo verso la tantadecantata qualità nei servizi che noi tuttipaghiamo.Ringrazio chiunque sia così cortese nel raccoglierequesta mia rimostranza e rispondermi. Distintisaluti.Anna Serrao, Torino

Cara Serrao,pubblichiamo la sua denuncia, espressa in terminiprecisi e con finalità costruttive, perché chi ha laresponsabilità del Servizio sanitario ne prendaatto e provveda.

A 85 anni vuol ricevere il giornale

Caro Messaggero,vi scrivo poche righe per porvi i miei complimentiper l’impegno che mettete nel far arrivare lenotizie ai tanti emigrati nostri corregionali chesfogliano il vostro giornale con gioia e passione.Ho conosciuto il “Messaggero Sardo” grazie ad unamico e l’ho trovato interessante sia perl’impostazione che per le notizie, oltre alle belle

poesie che pubblicate. Oggi, all’età di 85 anni mifarebbe immenso piacere ricevere il giornale. Viringrazio con i più sinceri e cordiali saluti.Giacomo Muresu, Ossi (SS)

Ringrazia “Il Messaggero” per il lavoroche svolge

Caro Messaggero,ti ricevo da tanti anni ma è la prima volta chescrivo. Lo faccio per dire grazie. Vivo a Paina diGiussano, in Lombardia, e ricevo con immensopiacere le notizie dall’Isola. Mio padre è nato nelsettembre del 1941 a Dorgali ed ora vive, con ilresto della mia famiglia a S. Eufemia di LameziaTerme, in provincia di Catanzaro.Volevo inviare,attraverso le vostre pagine, un saluto a papàFrancesco, mamma Maria Grazia, i miei fratelliRoberto, Davide, Giampiero ed a mia sorellaSabina. Approfitto di questa lettera percomunicarvi il mio nuovo indirizzo dove poterviricevere sempre con tanta gioia.Rinnovo la mia gratitudine per l’importantelavoro che svolgete e per la serietà dimostrata intutti questi anni.Tony Delussu, Paina di Giussano (MB)

Vende casa ad emigrati che intendono rientrare

Caro Messaggero,sono emigrato a Torino nel 1960. Alcuni anni fa,con mia moglie, abbiamo costruito una casa a SaCastanza, che dista 13 km da Olbia. Si tratta diuna villetta con 3 camere da letto, bagno, cucina,garage ed un piccolo fazzoletto di terra intorno. Èben arredata e fornita di ogni comodità, dai servizidi piatti e bicchieri alle coperte in lana bianca. Soche dovrei rivolgermi ad un’agenzia, ma scrivosulle vostre pagine perché vorrei che questa miacasa venisse utilizzata da una famiglia di sardiemigrati che desiderano tornare nella propriaterra. La casa è come nuova, l’abbiamo utilizzataper un mese l’anno solo io e mia moglie e ci siamomolto affezionati a quell’angolo di paradiso. Perciòmi sento di volerla dare solo a chi ha necessità ditornare in Sardegna dopo tanti anni di vita da

logudorese viene trasformato in pulina “polverefina, rimasugli di legumi” avvalorato dal dettologudorese fagher a pulina (ridurre in polvere). Siritrova anche Pulino.Muzzoni lo ritroviamo rappresentato soprattuttonel capo di sopra dell’Isola tra sassarese eGallura.L’origine potrebbe essere in relazione al cognomepropriamente italiano Muzzo, che deriva dagentilizio latino Mutius, che in logudorese acquistala u finale e veniva usato per indicare comeaggettivo “corto” e nel dialetto sassarese“sguattero”. Muzzoni ne rappresenta chiaramenteun accrescitivo.

PITZOI

Caro Messaggero,nativo del comune di Olbia, vorrei conoscerel’origine del mio cognome, diffuso nella zona traOlbia ed Arzachena.Pitzoi Giovanni Antonio - Castelnuovo di Garfagnana(LU)

Caro Pitzoi,è veritiero ciò che lei afferma, essendo il suocognome prevalentemente localizzabile tra LaMaddalena, Olbia, Golfo Aranci e Sassari, peròl’origine potrebbe anche avere discendenzecampidanesi ed in particolare potrebberappresentare la variante rustica del cognomePizzoni.Pizzoni potrebbe rappresentare l’accrescitivo diPitzu “punta, cima”; derivare, sempre comeaccrescitivo, dall’italiano pizzo o dal paese calabrodi Pizzoni o variante di Piccioni.

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5La posta dei lettoriILMESSAGGEROSARDO

emigrato. Se qualcuno volesse contattarmi permaggiori informazioni il mio numero di telefono è:011701816.Con molta stima ed affetto vi ringrazio.Salvatore Chessa, via Manginevra 242/8, 10142 Torino

Abbanoa non controlla consumi effettivi

Caro Messaggero,vi ringrazio tanto per le notizie dalla Sardegna,siete un legame con la nostra amata terra el’unico modo per sentirci vicini a casa. Vorreiesaudire un desiderio di mio cognato, che vive inSardegna ed avrebbe l’immenso piacere di ricevereil vostro giornale. Allego, perciò, il suo indirizzoin modo che possiate inviargli una copia delMessaggero Sardo.Approfitto anche per chiedervi un chiarimento: houna casa in Sardegna e ricevo delle bollette daAbbanoa per l’acqua, senza che nessuno sia maivenuto a controllare l’effettivo consumo. Sepotete, vi prego di darmi qualche informazione.Grazie di tutto.Gabriele Petzu

Caro Petzu,Abbanoa ha problemi organizzativi nella gestionedelle utenze e nella maggioranza dei casi applica lafascia del consumo minimo. Il mancato controllodei consumi provoca spesso notevoli disguidisoprattutto quando, scoperte delle perdite, occorrestabilire le responsabilità.

L’ICI e gli iscritti all’AIRE

Caro Messaggero,mi chiamo Gesuino Corongiu e sono nato aPimentel in provincia di Cagliari. Prima di tuttocolgo l’occasione per ringraziarvi del vostrogiornale, che ricevo e leggo con piacere da tantianni. Mi trovo in Germania dal 1967 e sonoiscritto all’AIRE. Sono sposato con una donnatedesca dal 1971; abbiamo tre figli e tre nipotini.Come tanti altri sardi, ci siamo costruiti consacrificio e senza nessun aiuto, la casa nel miopaese natio. Almeno due volte l’anno con figli enipotini, veniamo per le ferie in Sardegna. Come alsolito, ogni anno, il Comune mi fa pagare l’ICI e laTARSU.In riferimento a queste imposte, avevo letto unalettera del signor Efisio Lugas dall’Olanda e lavostra risposta, pubblicata sul Messaggero delgennaio 2010. Quindi mi sono rivolto al Comunefacendo presente che gli emigrati all’estero iscrittiall’AIRE non sono tenuti a pagare l’ICI.Purtroppo mi hanno risposto che detta tassa gliemigrati all’estero, la devono pagare. Comeconferma, mi è stata rilasciata una fotocopia diun “Gruppo Finanza Locale”. Vorrei gentilmentechiedervi a chi mi possa rivolgere per avere unchiarimento definitivo. Ringraziandovi per lavostra attenzione, cordiali saluti.Gesuino Corongiu, Mittenwald - Germania

Caro Corongiu,la questione è paradossalmente controversa. Ilparadosso consiste nel fatto che l’emigratoall’estero, proprietario di una sola casa inSardegna, non gli venga considerata prima casa equindi esente dal pagamento dell’ICI. Tuttavia laquestione è di diretta competenza del Comune chedecide autonomamente sul regolamento ICI. Devequindi rivolgersi al Comune di Pimentelriproponendo il quesito e citando la leggeregionale sull’emigrazione che equipara i sardiemigrati e quelli residenti nell’isola. Il Comunecon deliberazione, approvata dal Consiglio,stabilisce i criteri del regolamento ICI non solofissando le aliquote.

Aumento prezzi in villaggi turistici

Caro Messaggero,ti scrivo per lamentare l’aumento dei prezzi neivillaggi turistici della Sardegna. Vado tutti glianni in vacanza nella zona di Muravera, nelvillaggio di Porto Corallo. Mi sono reso conto che

i turisti, dopo aver fatto la spesa nel supermercatodel villaggio, si recavano altrove perché i prezzierano troppo alti. Mi chiedo se non sia piùconveniente per questi negozi adottare i prezzinormali evitando di far fuggire i clienti dopo ilprimo acquisto. Chi troppo vuole nulla stringe!Marciano Dallai, Perugina

Caro Dallai,ha messo il dito nella piaga. Molti esercizicommerciali cercano di rientrare dei costi digestione in uno-due mesi. In questo modoallontanano i turisti. Ciascuno è responsabile delleproprie azioni.

Iscritto all’AIRE non ha diritto in aereoa tariffa residenti

Caro Messaggero,sono venuto in Sardegna il 21 agosto ed ho dovutopagare 239,00 euro per il volo “Air One” daCagliari a Milano perché, pur avendo la casa aQuartu S. Elena, l’iscrizione all’AIRE e tornandoin Sardegna per le elezioni come emigratoall’estero, non mi è stata riconosciuta lacontinuità territoriale. Potete, per favore, darmiqualche informazione su questo trattamento cheho dovuto subire? Grazie.Sergio Porcu, via In Paes 21, Quartino (CH)Caro Porcu,la tariffa aerea che Le è stata applicata potrebbeapparire ingiusta ma di fatto non lo è. L’iscrizioneall’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti Estero)dimostra infatti la non residenza in Sardegna equindi l’impossibilità ad usufruire della“continuità territoriale”. Per le consultazionielettorali i residenti all’estero usufruiscono delcontributo previsto dall’Amministrazione regionalecon apposita legge.

Denuncia emigrato in carcere a Marsiglia

Caro Messaggero,non vorrei farle perdere tempo ma vorrei soloinformarla della situazione in cui si trovano idetenuti di Bannettes, qui a Marsiglia. Innanzitutto vorrei ringraziarvi per il giornale che mimandate e che mi fa sentire più vicino alla miaamata terra e soprattutto all’Italia. Qui citrattano come degli emarginati: i dirittifondamentali dell’uomo non vengono rispettatimentre la dignità dell’individuo è sottoposta acontinue violenze psicologiche ed umiliazioni. Quisi vive in mezzo all’immondizia con un fetoreperenne; si perde la salute.Ho preso infezioni ai piedi e agli occhi e, come senon bastasse, mi hanno tolto la cinturaaddominale che portavo al momento del fermo, emi alleviava il dolore alla schiena causatodall’operazione per un’ernia del disco. La cinturami era stata consigliata dall’ortopedico che mi hatenuto in cura dopo l’operazione.Questo è un paese ipocrita quando afferma che sibatte per i diritti dell’uomo. Le parole libertà,fraternità ed uguaglianza sono solo parole. Hoinfatti notato una forte tendenza al razzismoanche nei confronti degli italiani. Credevo diessere in Europa ma mi sono sbagliato.La ringrazio per l’attenzione e mi scuso se misono permesso questo sfogo che dovrebbe farriflettere. Vi saluto cordialmente.Umberto S., carcere Bannettes, Marsiglia (Francia)

Caro Umberto,abbiamo pubblicato la sua denuncia sperando chele autorità competenti vengano a conoscenza diuna situazione insostenibile.

Denuncia spiagge sporche per scarso senso civico

Caro Messaggero,scrivo, dopo essere rientrato da poco tempo, incontinente, dalla Nostra amata Isola. Ho passato15 giorni di vacanze unitamente alla mia consortein giro per le bellissime spiagge della Sardegna.Purtroppo residenti e turisti, poco dotati di sensocivico, fanno di tutto per renderle poco vivibili

sporcandole. Mi permetto di segnalare alcuni sitidove la sporcizia è quanto mai evidente nellasperanza che le Amministrazioni comunaliintervengano per modificare l’attuale situazione:1) Alghero, città incantevole ma gli addetti allepulizie non puliscono dove quotidianamente ituristi sporcano. L’addetto passa da solo nellestrade frequentate con l’autoscopa ma in questomodo non è in grado di pulire anche perché lemacchine parcheggiate lo impediscono;2) le spiagge Bombarde e Mugoni, sempre adAlghero, sono bellissime ma in alcuni casi ci sonopiù mozziconi di sigarette che granellini di sabbia;3) la spiaggia di Berchida (Siniscola), quest’anno,si è premunita cercando di apporre sulla spiaggiadei cartelli con scritte (“la spiaggia non è il tuoposa cenere”) che però vengono ignorate comedimostrano le centinaia di mozziconi presenti trala sabbia;4) Villasimius la spiaggia del Riso stesso problemacome sopra;5) Spiaggia Cala Sisine, cala Luna e tante altreanaloga situazione.I Sindaci della nostra amata Isola dovrebberoorganizzare delle giornate di raccolta rifiuti diogni genere (bottiglie di plastica, di vetro, gommed’auto, materassi, mozziconi e cartacce etc.),anche in collaborazione con le associazioni divolontari e ambientaliste. Mi auguro che per ilprossimo anno le cose migliorino.Duilo Locci

Caro Locci,la sua dettagliata denuncia è l’ennesima chericeviamo e pubblichiamo. Anche se cresce lasensibilità ambientale, soprattutto tra i giovani,sono ancora molte, troppe, le persone che invacanza perdono qualsiasi senso civico. Gli sforziper tenere pulite spiagge e strade sembrano nondare mai risultati. Anche dove le Amministrazionihanno provveduto ad attrezzare le spiagge conappositi contenitori i maleducati (turisti e residentinon fa differenza) lasciano sulla sabbia buste ecartacce. I più “sensibili” appendono le buste aglialberi! Non si sa chi dovrebbe passare a ritirare ilsacchetto con i rifiuti. Comunque a forza di batteree ribattere speriamo che cresca rapidamente il sensocivico e il rispetto per l’ambiente e per sé stessi diun numero sempre più elevato di cittadini.

Assurdo viaggio in nave Tirrenia

Caro Messaggero,ti scrivo per descriverti le condizioni disumanenelle quali noi emigrati siamo costretti a viaggiarequando ci rechiamo nella nostra amata isola, nellaquale portiamo sempre il contributo finanziariodelle nostre fatiche professionali in terrastraniera.Il 16 luglio a Genova mi sono imbarcato su unamotonave gestita dalla Tirrenia in direzione diArbatax. L’imbarco è avvenuto con due ore diritardo e, nonostante il mare fosse calmo, abbiamoregistrato altre 4 ore sull’orario previsto perl’arrivo. La nave versava in uno stato vergognoso:ruggine dappertutto, servizi igienici luridi eallagati, personale scortese ed arrogante, cabinamaleodorante e sporca.Pur di non rimanere all’interno dell’alloggio cheavevo prenotato, decisi di fare una passeggiata sulponte. Purtroppo, però, senza alcun cartellod’avviso, alcuni operai maldestri ed incoscienti,procedevano alla pulizia delle paratie arrugginite,senza curarsi dei passeggeri che transitavanosotto di loro. Investiti da una pioggia di ruggineed intonaco, cercammo riparo addossandoci allepareti che erano state verniciate di fresco e, con lequali ci sporcammo inesorabilmente i vestiti.Non posso giudicare se quella nave sia in grado dinavigare in sicurezza, ma so che ho provato unsenso di umiliazione e vergogna durante quelviaggio. Spero che accogliate questo mio sfogo dicittadino che vive e lavora in un altro stato nelquale queste cose non si immaginano neppure.Armando Agus, Ginevra (Svizzera)

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Primo Piano6 Ottobre 2010

F uori, nella centralissima via Roma e nei dintornidel palazzo del Consiglio regionale, il mondo

agropastorale sardo stava manifestando il propriomalcontento per la profonda crisi che affliggel’agricoltura e la pastorizia isolane. Dentro, nell’auladello stesso palazzo presidiato da contadini e pastori,l’Assemblea era impegnata nel dibattito sulledichiarazioni dell’assessore regionale Andrea Prato inmerito alla grave situazione del settore.È successo il 13 settembre, nel corso di una lungagiornata passata a contare le ore in attesa dellaconclusione di un dibattito estenuante, terminatointorno alle 23 dopo una raffica di oltre trentainterventi, tra maggioranza e opposizione.Una conclusione abbastanza imprevista, dato chel’Aula ha approvato un ordine del giorno presentatodal centrosinistra, con l’astensione della maggioranza,che aveva visto decadere un proprio analogodocumento per questioni regolamentari.L’ordine del giorno prevede, tra l’altro, ladichiarazione dello stato di crisi del settore ovicaprinoe misure di finanziamento alle aziendeche aderiscano alle organizzazioni dei produttori(con il ricorso al meccanismo dei de minimis), apartire da 15 mila euro annui per azienda. Inoltre,l’acquisto del formaggio custodito nei magazzini, gliinterventi per il rilancio dei piani di azione delleorganizzazioni dei produttori, l’erogazione diindennità compensative, il rifinanziamento deicontributi per il benessere animale e la sospensionedei contributi previdenziali e assicurativi.Il dibattito si è aperto con l’intervento dell’assessoreregionale dell’Agricoltura, Andrea Prato, quasi unarequisitoria in cui ha sostenuto che “la crisi dellapastorizia è troppo grave e troppo complessa perchéognuno di noi possa sentirsi innocente.Una crisi che ha ripercussioni non solo sul compartoagricolo, ma sulla società e sulla coscienza di ognisardo”. Ma non tutto è perduto, a pareredell’assessore, purché si parta da una seria analisidella situazione e dei numeri. “Da noi ci si èfossilizzati sulla monocoltura del Pecorino Romano,che non ha creato le condizioni per l’integrazionedel reddito aziendale. Oggi i costi aziendali sonoraddoppiati rispetto a dieci anni fa ma senza icontributi all’export non siamo più competitivi”.L’assessore Prato ha auspicato il rapido avvio della“stanza di compensazione”, un meccanismo in gradodi pianificare la produzione annua, gestire le eccedenzedella produzione di latte ovino, lavorare insieme aicentri di ricerca per promuovere la diversificazione deiprodotti e la commercializzazione delle produzioni sunuovi mercati. “Una nuova strategia – ha sostenuto –basata non solo sul sostegno al reddito, ma sullacompetitività, sulla razionalizzazione della domanda e

Dibattito in Consiglio regionalesulla situazione della pastoriziaAperto dall’intervento dell’assessore dell’Agricoltura - Critica l’opposizioneche accusa la Giunta di aver sottovalutato il problema

dell’offerta, sulla vendita del prodotto”.In chiusura, l’assessore ha quindirivolto un appello alle associazioni dicategoria, stressate da una crisi senzaprecedenti, per “un’azione comune cheaiuti a salvare la pastorizia, la nostrastoria, la Sardegna tutta”.Numerosi gli interventi dell’opposizione,soprattutto dei consiglieri del PartitoDemocratico. Fra questi, Luigi Lotto halamentato che, nonostante tutti sianoconsapevoli della gravità dellasituazione, la Commissione agricolturanon abbia mai affrontato una leggespecifica in materia. “Abbiamoassolutamente bisogno – ha detto – cheai pastori sardi arrivi una risposta

chiara, per far capire che la Regione sta dalla loroparte. Ci vogliono i fatti, basta con le parole”.Giuseppe Cuccu ha accusato la maggioranzadi essere incapace di aggredire la crisi e,rivolgendosi all’assessore Prato, ha aggiunto:“Lei ha fallito, lasci il compito ad altri”.Per Francesco Sabatini sono necessari interventiimmediati sul credito e sul mercato, valutando anchel’ipotesi di moratoria per i contributi previdenziali,mentre secondo Antonio Solinas il ruolo politicosvolto dall’assessore all’agricoltura è stato quello diacuire le divisioni fra industriali e mondo agricolo.È quindi intervenuto Renato Soru, sempre per il Pd,il quale ha denunciato che “c’è un cartellodi produttori di formaggio che tiene al cappio iproduttori di latte. Il comparto ha bisogno d’aiutosubito: aiuto ai produttori di latte, perché si uniscanoe organizzino, per poter trattare col cartello deicaseifici in posizione di parità”. Francesca Barracciuha definito la Giunta “inconcludente e sorda aiproblemi della Sardegna”. “La seduta odierna – haaffermato – doveva servire a dare una rispostaall’emergenza, ad avere indicazioni per rivitalizzare ilcomparto e individuare soluzioni strutturali.Ma la Giunta continua a restare immobile”.Per Gianvalerio Sanna il governo regionale si èdimostrato inadeguato, vuoto di idee, privo disoluzioni, e lo stesso concetto è stato ribadito daGiampaolo Diana, che ha accusato l’assessore Prato diaver pronunciato una sequela di banalità e assurdità,peccando anche di immodestia. Tarcisio Agus haauspicato un salto di qualità soprattutto in termini diassociazionismo, mentre Mario Bruno ha espressoseria preoccupazione per la mancanza di proposteconcrete per fronteggiare l’emergenza.Per il gruppo del Pdl è intervenuto per primo MarianoContu, presidente della commissione Agricoltura, cheha ricordato che nei giorni scorsi l’organismoconsiliare ha incontrato tutte le organizzazioni dicategoria. “Ai nostri imprenditori agricoli – haaffermato – dobbiamo dare maggiori certezze”. Hannopoi preso la parola Nicola Rassu “(l’obiettivo èindividuare un prezzo adeguato per il latte e nelcontempo togliere le aziende dalla tagliola dellebanche”), Silvestro Ladu (“serve una vera riformaagricola per attivare una seria prospettiva di sviluppo,un sistema diverso per aumentare il reddito econtinuare a vivere nelle campagne”), Pietro Pittalis(“se i problemi dell’agricoltura passano dalla richiestadi dimissioni dell’assessore Prato, significa che il virusdello scontro politico si attiva anche quando nonserve”) e Mario Diana (“dobbiamo aggredire questacrisi con le risorse e con le modalità che ci sonopermesse. Sono finiti i tempi degli aiuti a pioggia”).Per il sardista Efisio Planetta “non servono tante

parole, se poi non si fa nulla. La Regione non hautilizzato tutti gli strumenti necessari per fronteggiarela crisi, ma anche gli industriali devono fare la loroparte”. Critico anche l’intervento di Christian Solinas:“In questo dibattito ognuno recita a soggetto. Non èemersa nessuna soluzione, nessuna proposta”. “Ilproblema principale – ha detto Paolo Maninchedda – ècapire come aumentare il reddito di chi sta incampagna senza fare assistenzialismo. Vanno bene leriforme, ma anche l’utilizzo di moderne tecnologie,con l’impiego delle energie rinnovabili. Noi – haannunciato – faremo una battaglia perché gliinvestimenti nel settore siano agevolati”.Per Carlo Sechi (Comunisti-La Sinistra Sarda-Rossomori) “le proposte della Giuntanon danno risposte al mondo agropastorale e bisognaintervenire subito sul prezzo del latte, altrimentichiude tutto”. Per lo stesso gruppo hanno poi parlatoRadhouan Ben Amara (“la giunta regionale deve farsicarico subito dei problemi del settore, perché lalentezza è la morte sociale”), Massimo Zedda(“la giunta ha sprecato il tempo e non ha ancora dettocome intende affrontare la crisi del settore dellapastorizia”), Claudia Zuncheddu (“nessuna aziendaagropastorale deve essere chiusa o messa all’astae la politica non può permettere che le banche“strozzino” gli allevatori”) e Luciano Uras(“mi sarei aspettato dall’assessore non banalità,non luoghi comuni, ma una proposta completa”).Daniele Cocco e Adriano Salis (Idv) hanno entrambiauspicato una proposta unitaria del Consiglioregionale e hanno sollecitato un forte interventopresso il Governo nazionale. Mentre per Attilio Dedoni(Riformatori) è necessario “incentivare l’innovazionee spendere bene e subito”, per Francesco Cuccureddu(Mpa- Misto) l’unica soluzione praticabileper arginare la crisi è “vendere il latte e non ilformaggio. Non è possibile né utile ridurre laproduzione, ma bisogna produrre a prezzi più bassi,abbattendo per esempio i costi di trasporto”.Per l’Udc, ha preso la parola Nello Cappai,secondo il quale “è necessaria una politica che affrontii nodi del problema, perché altrimenti l’agricolturasarda sarà sempre subalterna rispetto a quellaeuropea e delle altre regioni italiane”. Sono poiintervenuti Roberto Capelli (“non è serio affermareche il Governo non possa fare nulla: può, come hafatto difendendo il Nord con le quote latte. Il momentocontingente va risolto trovando i denari, per poipensare alle soluzioni strutturali e a un programmaserio, basato su reali prospettive”) e Sergio Milia(“certamente l’agricoltura e la pastorizia vannosostenute, ma vorremmo capire come”).L’assessore Andrea Prato, nella replica, si è chiesto sela crisi attuale possa veramente essere tutta colpadell’attuale Giunta. “Io ho consegnato al Consiglio undocumento in cui abbiamo condensato varie richieste,creando una proposta unitaria, aprendo una veravertenza agricola con Stato e Ue. L’Assessorato hafinora emanato 123 provvedimenti, molto più dei 5anni precedenti. Certo – ha aggiunto – non basta, manon si possono negare lo spirito propositivo e laricerca delle soluzioni immediate. Dobbiamo farepresto, mettere in moto il sistema entro dicembre,perché la chiusura di poche cooperative potrebbe farcrollare tutto il sistema. Da questa consapevolezzanasce l’insieme di documenti e provvedimenti ad hocelaborati dalla Giunta. In più, vorremmo maggioreequilibrio e serietà nella formazione del prezzo dellatte, perché tutti fanno finta di contrattare conl’assessore e poi gli industriali si accordano per contoproprio. Inoltre – ha concluso l’assessore – abbiamostanziato 5 milioni di euro per l’accesso al credito peril settore agricolo, 2 milioni per i Consorzi agricoli, 4milioni per la ricapitalizzazione delle cooperative indifficoltà. Si tratta di risorse già disponibili construmenti amministrativi già pronti”.Quindi, votato con sistema elettronico palese, è statoapprovato l’ordine del giorno (piuttosto critico versol’operato dell’assessore Prato) presentato dalcentrosinistra: 56 presenti, 27 favorevoli, 26 astenuti,3 contrari. Gherardo Gherardini

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7Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

L’ invasione non c’è stata, nétantomeno è stata violenta.

Il Movimento dei pastori haconcluso la sua prima parte della“campagna di sensibilizzazione” neiconfronti delle istituzioni, con unamarcia, simbolica, nel capoluogo,poco più di due chilometri che ha sìbloccato il centro cittadino, creandodisagi per tutta la giornata sulfronte del traffico, ma che non haprovocato alcun incidente.Il tam-tam della vigilia diffondevavoci incontrollate di radunidi pastori con greggi e cavallialle porte della città, per convogliarepoi verso i luoghi simbolici delpotere. Il capoluogo ricordavaancora le violenze dei pastoridi dodici anni fa, con le pecoresgozzate e lanciate versogli ingressi del consiglio regionale.Tutto ciò doveva essere evitato, eper questo la macchina dell’ordine pubblico,guidata dal prefetto Giovanni Balsamo, avevapredisposto un capillare piano di controllo eprevenzione che doveva raggiungere i seguentiobiettivi: evitare l’arrivo, “minacciato” dalleader del Movimento Pastori, Felice Floris, diun centinaio di cavalli al seguito deimanifestanti; impedire che con i manifestantigiungessero anche le pecore, limitare ecircoscrivere l’area delle proteste, ed evitarequalsiasi provocazione. Tutti questi obiettivi,alla fine, sono stati raggiunti, con lameticolosa e capillare presenza delle forzedell’ordine, che in forze hanno atteso imanifestanti sino alle porte della città,controllando pullman e auto una a una.Alla fine il movimento dei pastori ha portatoin piazza settemila persone, un numeroelevato, importante anche per la composizione deimanifestanti; divisi per paese, e riconoscibili conmagliettine personalizzate, i pastori hanno portatocon loro anche le famiglie. Alla fine interecomunità sono scese in piazza, guidate dairispettivi sindaci, che hanno pagato anche ipullman per la trasferta. Il raduno alle 9 nelpiazzale della Fiera campionaria. Da lì, con allatesta una ventina di cavalieri simbolicamenterappresentanti il mondo delle campagne, il corteosi è mosso, leggermente indisciplinato verso ilpalazzo del consiglio regionale. Un solo striscione“Movimento Pastori, in difesa delle campagne”, equattro asinelli chiamati con i nomi degli“avversari” del Movimento: Cappellacci, Prato, ilpresidente della Coldiretti, il rappresentante degliindustriali del formaggio.La presenza degli asinelli è stato l’unico momentoironico per una manifestazione che, protetta da unimponente schieramento di poliziotti, carabinieri efinanzieri in assetto antisommossa, si è svolta inmaniera del tutto pacifica: nessun atto vandalico,nessuna provocazione, segno che la parolad’ordine di Floris e dei suoi collaboratori, “noncreiamo incidenti” era stata recepita. Dalla Fieraa via Roma, sede del consiglio, in due ore di lentae festosa camminata. Traffico cittadino bloccato,con code interminabili nelle vie limitrofe, maanche da questo punto di vista il servizio dicontrollo della polizia municipale ha limitato almassimo i disagi. La manifestazione dei pastori è

Pastori in piazza per difendereil futuro delle aziende agricoleIn oltre settemila hanno invaso Cagliari per sollecitare risposte dalla Giunta regionale -La manifestazione organizzata dal Movimento dei pastori sardi si è svolta senza incidenti

stata avvolta da una maglia di protezione che l’haresa quasi estranea e impermeabile alla città.L’unica anomalia è venuta dal fatto che adifferenza delle normali manifestazioni, entrambele corsie di via Roma sono state prudentementeinterdette al traffico per tutta la giornata.Manifestazione silenziosa, corteo tranquillo,attesa snervante. Solo alle 13 una delegazionedel Movimento, venti persone, rappresentativedi tutti i territori, quasi a confermarela presenza capillare del Movimento e l’assenzadi un vero vertice in grado di prendere decisioniin nome e per conto della base, è entrata in unblindatissimo palazzo del Consiglio Regionalee ha incontrato il presidente Cappellacci.Il ritardo, hanno poi confermato fonti della stessapresidenza, era dovuto al fatto che la presidentedel Consiglio regionale Claudia Lombardo nonaveva per nulla gradito la decisione del presidentedella giunta Cappellacci di incontrare imanifestanti in via Roma e non in Viale Trento,sede della Giunta regionale. Il tira-e-molla èdurato circa un’ora poi alla fine, per evidentimotivi di ordine pubblico si è deciso che non erapossibile chiedere ai manifestanti, nel frattemporidottisi di numero, di spostarsi tre chilometri piùavanti. L’incontro doveva tenersi in via Roma ecosì è stato, nonostante qualche estemporaneolancio di uova contro le finestre del Consiglio,nonostante l’“assedio” di facciata agli ingressi,ben presidiati comunque, nonostante gli slogan e

le urla contro la Regione. Mentre al terzo piano del consiglio si svolgeval’attesa riunione, sotto il popolo delle campagneperdeva buona parte del suo slancio dicontestazione, trasformandosi in una miniatura diuna normale festa paesana, con spuntini, birra,panini e tante chiacchiere in attesa delleconclusioni della riunione. Il tempo al terzo pianotrascorreva lento: il presidente Cappellacci e

l’assessore Prato illustravano alladelegazione il percorso che la Regioneavrebbe compiuto, recependo inbuona sostanza la piattaforma delMovimento: richiesta dello stato dicrisi, ritiro di un buon quantitativodi formaggio dai magazzini delle coopper far alzare il prezzo del prodotto edi conseguenza quello del latte,sostegno agli allevatori con un bonusannuale pari a 15mila euro perazienda, promozione di un servizioche certifichi il latte di qualità,agevolazioni creditizie efinanziamenti per introdurre nelleaziende le energie alternative, (eolico)per abbattere il costo della bolletta,più misure compensative perfronteggiare quello che lo stessoPrato ha definito una «crisi ciclica,con un impatto su tutto il territorio,però, mai verificatosi prima».Dalle finestre, verso le sedici, idelegati salutavano i manifestanti.

Buon segno, i commenti dalla strada, ma suisorrisi prevaleva ancora la diffidenza degliallevatori, soprattutto quando Cappellacci ePrato, invitati a rivolgersi direttamente aimanifestanti dal cassone di un camionriproponevano le promesse dei giorni scorsi.Promesse accolte positivamente da FeliceFloris: «L’incontro è andato bene al 90,95%»,ma giudicato con sospetto atavico dagli stessipastori, convinti che le promesse della Regioneavevano come unico scopo quello di rabbonireper almeno dodici mesi le campagne. «Soldi nonce ne sono, e molte delle parole d’ordine diCappellacci – ripetevano sconsolati diversimanifestanti, provenienti da Alà dei Sardi, dalGoceano, e dalla Barbagia di Seulo –rimarranno solo belle parole». «Questa è lamorte politica di Felice Floris», si è sentito

gridare a commento dell’informativa che haconcluso la manifestazione.Alle cinque del pomeriggio la manifestazione,senza bandiere, senza inni e con inaspettatamestizia, è stata dichiarata sciolta. A piccoligruppi le delegazioni degli allevatori sono tornatial piazzale della Fiera, dove li aspettavano ipullman per ricondurli in paese. Il Movimento hadato prova di una notevole e diffusa forza, hadimostrato di saper produrre convincenti paroled’ordine, ha governato una manifestazione e unagiornata che alla vigilia, visti i precedenti di PortoRotondo, si temeva foriera di disordini e violenza.Resta da vedere se questa forza, ormaipoliticamente riconosciuta sarà in gradodi portare avanti una strategia credibile per ilrilancio delle campagne. Le promesse dellaRegione saranno verificate giorno per giorno dalMovimento, ha annunciato Floris al terminedella manifestazione. Il problema per coloro che lohanno seguito sino a Cagliari e in giro per tutta laSardegna non è la verifica ma la trasformazione disemplici enunciati in atti concreti e immediati digoverno. Il tempo non gioca a favore dei pastori,siano essi “movimentisti” o iscritti alletradizionali associazioni di categoria (Coldiretti,Cia e Confagricoltura). Entro l’inverno tutti ipunti della piattaforma devono essere convertitiin decisioni. Oppure il malessere dell’agricolturasarda diventerà un uragano che si abbatteràsull’intera società. Giuseppe Centore

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Primo Piano8 Ottobre 2010

N emmeno il tempo di sentire il trillo della primacampana, il 15 settembre, che è scattata subito la

polemica. Visti i toni iniziali è più un ingresso sul ring chein classe. Avvio di anno scolastico movimentato per gli oltre217 mila studenti sardi. Da una parte i sindacati cheparlano senza mezzi termini di “macelleria”, dall’altra ilgoverno nazionale che mette un segno meno alla voce“personale” nel libro mastro dei conti. In mezzo: laDirezione scolastica regionale e la Regione Sardegna.La prima dice di aver applicato semplicemente le direttiveministeriali del duo Gelmini-Tremonti, rispettivamenteministro dell’Istruzione e dell’Economia. La seconda mettemano al portafogli per turare alla bell’e meglio le voraginicreate nel sistema dell’istruzione, anche se i sindacati dellascuola le imputano una certa mollezza nel confronto con loStato soprattutto sul tema dei fondi. Tra le misure piùconsistenti adottate dalla Giunta c’è l’istituzione di unfondo da 7,5 milioni di euro per assegnare le borse di studioagli studenti più bravi di tutti i Comuni della Sardegna chehanno frequentato le scuole pubbliche, paritarie comprese.

La rivolta degli insegnanticontro i tagli alla scuolaManifestazione di protesta davanti alla Regione - I sindacati parlano di “macelleria sociale” -Persi centinaia di posti di lavoro - A rischio le scuole di molti centri - La ribellionedegli amministratori locali e delle famiglie

Un inizio di attività didattica tra disagi e storie diordinario ritardo: classi sovraffollate (il record va allaterza indirizzo Meccanica dell’Istituto tecnico industrialedi Sassari con 43 alunni), cattedre cancellate e organicidel personale tecnico amministrativo sottoposti a curedimagranti pesanti (oltre 1700 posti in meno in totale),nomine dei precari, spesso da oltre dieci anni in questacondizione, a ritmo di lumaca.Le scelte ministeriali hanno penalizzato soprattutto iterritori meno popolati e i piccoli centri, dove ilfenomeno dell’emigrazione, soprattutto giovanile, haripreso quota. I numeri sono impietosi: tra il 1991 e il2009 ben 269 Comuni isolani su 377 (71,4% del totale)hanno perso popolazione, 32 più del 20%, e 115 tra il

10% e il 20% (fonte Istat). Tuttavia queste comunità, giàfiaccate dall’arretramento dello Stato che ha ridotto moltiservizi pubblici, hanno reagito compatte non risparmiandoazioni clamorose.Tre su tutte: la prima l’8 settembre a Nuoro con alunni,genitori, docenti e amministratori del territorio che hannoinscenato uno sciopero bianco prima dell’avvio dellelezioni; la seconda, più clamorosa, il 21 settembre con ledimissioni in massa, poi rientrate, di nove sindaci dialtrettanti paesi del Goceano (Bono, Bultei, Anela,Benetutti, Nule, Bottida, Illorai, Burgos ed Esporlatu) inaperta polemica contro la soppressione della quartadell’Istituto per l’agricoltura e l’ambiente di Bono. Troppopochi 17 alunni, tra cui un portatore di handicap, performare la classe. Il numero minimo per il ministerodell’Istruzione è di 18. Per non togliere ai ragazzi lapossibilità di continuare a studiare e non sacrificare i giàmagri stanziamenti dell’istituto per i laboratorisperimentali, la Regione ha scucito più di 200 mila euro;serviranno a garantire un corso di 800 ore che finirà con

un esame finale per accedere al quinto e ultimo anno.L’ultima in Ogliastra, a Esterzili, dove i genitori deibambini della scuola elementare hanno lasciato i figli acasa; troppo pochi due soli bidelli per tre istituti,impossibile garantire la sorveglianza e l’assistenza, anchese al ministero la pensano diversamente perché il taglio diun’unità è stato effetto della riforma Gelmini.Il combinato tra crisi dell’economia e dell’occupazione,popolazione in lento calo, crollo delle nascite, con il tristeprimato di luogo con il più basso tasso di natalitàd’Europa, ha prodotto anche un avvitamento del sistemadell’istruzione, sempre più penalizzato dai parametriquantitativi decisi a livello ministeriale. La Sardegnapaga in questo senso lo scotto più alto: è la regioneitaliana con la riduzione più consistente del numero discolari rispetto all’anno precedente (-2,26%) ed è secondain assoluto quanto a contrazione degli organici (-5,18%contro il 5,32% della Calabria - fonte: circolare n. 37 del13 aprile 2010 del MIUR, Ministero dell’Istruzionedell’Università e della Ricerca).Così formare le classi diventa un esercizio di strategia dacompiere facendo lo slalom tra tabelle e circolari. Numerialla mano le deroghe, ossia le eccezioni alla soglia minima discolari, sono già molte: negli istituti per l’infanzia ci sono 45classi con meno di 18 alunni; alle elementari ben 371, il 10%del totale, ne hanno meno di 15; alle medie 288 (12,73%)contano nemmeno 18 ragazzi.Le cifre. Nell’anno scolastico 2010/2011 gli studenti sardisono 217 mila, 2.683 in meno rispetto al 2009, distribuiti inpiù di 11 mila classi. I docenti sono 19 mila 580 (-1.037rispetto all’anno precedente). Capitolo precari: appena 1.500su oltre 10 mila lavoreranno nell’anno in corso. I portatoridi handicap sono 4.130, gli insegnanti di sostegno 2.566,150 autorizzati eccezionalmente dall’Ufficio scolasticoregionale per le supplenze. In controtendenza il tempopieno: 1.024 le classi dove sarà praticato, 150 in più rispettoall’anno passato quando erano 874. Negli ultimi cinqueanni questa formula è aumentata del 50 per cento. Scuresul personale Ata, 671 posti persi: 474 bidelli e 197 impiegati(cifre fornite dai sindacati della scuola).I problemi. Se è dura fare le classi, non è meno arduoproseguire gli studi. Il 18% dei ragazzi sardi tra i 15 e i 18anni getta la spugna prima del tempo, una percentuale diquasi tre punti più alta della media nazionale che è del16,4%. Ancora, ben il 20% dei ragazzi tra i 18 e i 24 annipossiede solo la licenza media e non ha fatto alcunosforzo per formarsi ulteriormente (indagine Censis del2009). Qualche grattacapo anche per i più volenterosi eligi al dovere che frequentano regolarmente le lezioni. Interza media è bocciato l’11% degli iscritti. Il primo annodelle superiori il 27% dei frequentanti è respinto; il datoschizza al 50% negli Istituti professionali. Nell’annoscolastico scorso è stato registrato il 14% di non ammessiall’esame di maturità. Tra le lacune più grandi quellenelle materie scientifico-tecniche.Troppe crepe, nonostante le eccellenze, che alimentanoun altro record poco invidiabile, quello di regioneitaliana con il tasso più alto di disoccupazione giovanile(44,7%) nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni nel 2009(dati Confartigianato riferiti al 2009). La secondaclassificata, la Sicilia, è staccata di quasi sei punti(38,5%). Insomma: ci si forma spesso poco e male e cosìsi resta più facilmente senza lavoro.Altro tasto dolente è la qualità degli edifici scolastici, ben il57,8% è fuori norma. Tra le cause più comuni: impiantielettrici inadeguati, dispositivi di sicurezza insufficienti, retiidriche e fognarie da rifare. Nei grandi centri si aggiunge ilsuper affollamento, salta il limite di uno studente ogni duemetri quadri disponibili.Le soluzioni possibili. In tempi di vacche magre, contrasferimenti statali sempre più leggeri, occorre partiredalle regole anche perché il paventato federalismo fiscalenon sembra favorirci. Come rilevato dai sindacati dicategoria, bisogna premere per l’apertura di una trattativaserrata con Roma per ottenere norme più favorevoli, chetengano conto soprattutto dell’andamento demograficonegativo in modo da sganciare dai parametri quantitativiil ragionamento sulle risorse. Solo dopo aver sistematoquesta partita, si può pensare a un riequilibrio all’internodel territorio sardo così da concordare servizi e struttureper le scuole pubbliche assieme a tutti gli enti locali e alleamministrazioni scolastiche. Giovanni Runchina

L’assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, hapresieduto la seduta di insediamento della Commissioneregionale per i servizi e le politiche del lavoro, compostadalla Consigliera regionale di parità e dai rappresentantiregionali di Cgil, Cisl, Uil, Ugl, Confindustria,Confagricoltura, Cna, Legacoop, Forum del terzo settore,delle otto Province e dei settori scuola, formazioneprofessionale e università.“Compito di questa Commissione – ha sottolineatol’assessore Manca – è quello di tracciare un programma conl’obiettivo di incrementare l’occupazione e razionalizzare lerisorse economiche. Tra i temi sul tavolo, ricordol’organizzazione della Conferenza regionale sull’occupazione(da tenersi probabilmente nel dicembre 2010)”.Questi i punti principali toccati nella relazione introduttivadell’assessore Manca:Risorse finanziarie. C’è la possibilità di razionalizzare laspesa (l’Assessorato regionale del Lavoro gestisce 230milioni di euro all’anno) e reperire ulteriori risorsecomunitarie e statali (per esempio attraverso il ProgettoJessica). “Nel 2009 – ha detto Manca – non abbiamorestituito un solo centesimo all’Unione europea: anovembre rischiavamo di disimpegnare 120 milioni di euro,in soli 45 giorni abbiamo esaurito tutto il budget residuo. Laprossima settimana dovremmo essere in grado di iniziare ilpagamento delle prime 100 pratiche relative alle imprese chehanno richiesto i finanziamenti. Tuttavia va rimodulato ilprogramma d’intervento del Fondo sociale europeo.Formazione professionale. Sono stati finanziati con110 milioni di euro tutti i bandi della formazione, che d’ora

Insediata la Commissione regionaleper i servizi e le politiche del lavoro

in poi saranno gestiti dalle Agenzie formative accreditate.Cittadelle del lavoro. Saranno istituite al più presto 8Cittadelle, una per provincia, dove far confluire la domandae l’offerta di lavoro e tutti i servizi che oggi sono distribuitisul territorio isolano. Manca sta completando laricognizione delle strutture regionali che ospitano i corsi diformazione professionale, dove nasceranno le Cittadelle checonsentiranno di incrementare e dare gambe ai processidelle politiche attive del lavoro.Ammortizzatori sociali. Nei primi otto mesi del 2010sono stati adottati provvedimenti a favore di 8.000lavoratori. Il budget messo in campo tra mobilità inderoga e cassa integrazione è pari a 120 milioni di euro.Manca ha posto l’accento sull’importanza del prodottoinnovativo del contributo concesso ai lavoratori che,spontaneamente, hanno accettato di seguire i corsi diformazione nel periodo di utilizzo.Master and Back. Il nuovo piano, al quale sta lavorandol’Agenzia regionale del lavoro, avrà griglie di selezione cheterranno conto del valore di ogni singolo richiedente maanche del reddito familiare. Basta con i contributi a pioggia.Non saranno più spesi 75 milioni in un solo anno, ancheperché le risorse non sono infinite. Cambieranno lecondizioni del “back”, in quanto oggi non si registranoricadute positive per il tessuto economico sardo.Csl e Cesil. Manca ha precisato di aver trovato i soldi pergarantire sino ad agosto 2011 il lavoro di 400 lavoratoriimpiegati nelle strutture gestite dagli enti locali. Intanto èstato definito il percorso che deve condurre alla lorostabilizzazione entro la prossima estate.

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9Primo PianoILMESSAGGEROSARDO

N on c’è più l’unità tra le forze politicheriguardo la vertenza sulle entrate fiscali che

lo Stato deve alla Sardegna: è quanto è emerso daldibattito del 7 e 8 settembre in Consiglioregionale, quando si sono discusse due mozioni,una dell’opposizione di centrosinistra e l’altradell’Udc, aventi per oggetto l’applicazionedell’articolo 8 dello Statuto sardo, così comeriscritto in seguito alla prima vertenza entrate,quella portata avanti nella passata legislatura. Ilconfronto si è arenato nella contrapposizione tra ilcentrosinistra, secondo cui non servono norme diattuazione perché lo Stato possa effettuare itrasferimenti, ed il centrodestra, convinto che lenorme, sebbene non indispensabili, sianonecessarie per evitare un’applicazionediscrezionale dello Statuto.La mozione dell’opposizione proponeva unpercorso di duro scontro con il Governo: nonsoltanto un’ampia mobilitazione sociale eistituzionale ma l’immediata sollevazione di unconflitto di attribuzione davanti alla CorteCostituzionale per il mancato versamento dellequote per il 2010 e l’impugnazionedell’assestamento del bilancio statale e di ognialtra legge di bilancio che non dovesse contenere iltrasferimento di quanto dovuto alla Sardegna. Lamozione dell’Udc, invece, si limitava a proporre ilconflitto di attribuzione.Mario Bruno, capogruppo del Pd e primofirmatario della mozione del centrosinistra, ha

Sulla vertenza entratesalta l’accordo unitarioBocciata una mozione dell’opposizione - Il presidente della Regione Cappellaccirespinge le accuse di accondiscendenza con il Governo - Al centro del confrontole norme di attuazione per ottenere dallo Stato il versamento delle quote fiscali

sottolineato che, negli ultimi incontri tra Regionee Governo, non è emerso nessun fatto nuovo, cosache confermerebbe la subalternità della Giunta. Lenorme di attuazione, ha incalzato Bruno, nonsono necessarie per procedere alla liquidazione.Noi vogliamo, con la mobilitazione, impegnare ilPresidente della Regione per rivendicare con forzale nostre entrate e per difendere lo Statuto. Ilcapogruppo democratico ha puntato il dito control’assestamento di bilancio approvato ai primi diagosto, contenente tagli alla spesa per 400 milionidi euro (la priorità è la battaglia sulle entrate, nonsono i tagli) ma ha comunque auspicato un ordinedel giorno unitario.Giulio Steri, che ha illustrato la mozione dell’Udc(primo firmatario Giorgio Oppi), si è dettod’accordo sul fatto che le norme di attuazione nonsono necessarie, ma ha riconosciuto che lascrittura dell’articolo 8 non è delle più feliciperché concede la possibilità di numeroseinterpretazioni. “Dobbiamo dare forza alPresidente della Regione – ha argomentato Steri –,perché lo Stato deve sapere che, se gliatteggiamenti continueranno a essere questi, nonci saranno sconti”. “Dobbiamo capire – ha dettoChicco Porcu (Pd), autore di un’interpellanzadiscussa insieme alle due mozioni –, se la seduta dioggi è un’occasione di contrapposizione o se puòservire a creare l’unità”.Sulla vertenza entrate le strade si sono divise, harilevato amaramente Mario Floris (Uds), secondocui “la Sardegna non è figlia di un Dio minore. ÈItalia, è Europa e per questo dobbiamo essereinflessibili”. Critica Francesca Barracciu (Pd): “Ilgoverno regionale si è mostrato troppocompiacente. Esiste un clima da Far West in cui ilGoverno depaupera illegittimamente le risorse chespettano alla Sardegna, dal momento che lasovranità non può esistere senza risorse”.“Trovare un indirizzo unitario è una fraseretorica che va avanti da troppi anni – haammonito Carlo Sanjust (Pdl) –. Nella scorsalegislatura, alla battaglia partecipammo tutti e poici fu una fuga in avanti del governatore RenatoSoru”. Per Gianvalerio Sanna (Pd), “è un

problema di legalità: si deve chiedere al Governo dirispettare una legge dello Stato. L’incapacità delcentrodestra risuona anche nei richiami all’unitàe agli errori del passato”.“L’autonomia non è possibile senza risorse” – haribadito Giampaolo Diana (Pd) –, che ha citatol’esempio della dotazione infrastrutturale dell’Isola,inferiore del 40 per cento rispetto alla medianazionale. “Non esistono governi amici dellaSardegna”, ha sottolineato Pierpaolo Vargiu(Riformatori), che ha poi descritto un federalismoasimmetrico in cui i cittadini sardi non hanno pariopportunità rispetto agli altri abitanti dell’Italia.“Noi oggi non riusciamo né a difendere le risorse,né a far rispettare lo Statuto faticosamenteconquistato. Cosa altro ci devono fare perché laSardegna si ribelli?”, si è chiesto Renato Soru (Pd).Adriano Salis (Idv) ha bollato come fuori tema ladiscussione in corso, in bilico tra dettagli tecnici estrumentalizzazioni politiche: “Dobbiamodiscutere quali azioni si devono intraprendere perfare applicare dallo Stato una legge”. Non moltodiscorde Giacomo Sanna (Psdaz): “Questodibattito di oggi è stanco, poco propositivo. Ilfermento non lo si deve bloccare, ci deve essere lavolontà di portare avanti insieme questabattaglia”.Luciano Uras (Sel) ha dissentito sul fatto che lapresentazione di una mozione rappresenti unostacolo all’unità e ha aggiunto di non esseredisponibile a firmare un ordine del giorno tantoper dire che si è tutti d’accordo. Per RobertoCapelli (Udc), invece, la mozione è inopportuna,un errore di percorso. Capelli ha invitato laminoranza a ritirarla, ma ha anche rilevato che,sulle norme di attuazione, la Giunta ha sbagliato:bene avrebbe fatto a chiedere, prima di agire, unparere al Consiglio. Secondo Mario Diana (Pdl),“le norme di attuazione sono utili perché hanno ilvantaggio di valere oggi per domani e per sempre.Giunta e Presidente stanno già lavorando perottenere un risultato auspicato da tutti, quindi lamozione non cambia di una virgola la situazione eperciò andrebbe ritirata”.A replicare è stato il Presidente della Regione, UgoCappellacci: “Se le conclusioni fossero quelle dellamozione, oggi faremmo un passo indietro,rischiando di pregiudicare risultati ormai aportata di mano. L’articolo 8 ha bisogno di normedi attuazione, un passaggio obbligato per evitarerivisitazioni nel futuro. Ma se accadesse ilcontrario, noi non faremmo sconti a nessuno”.Cappellacci ha poi letto all’Aula una lettera delViceministro dell’Economia, Giuseppe Vegas, nellaquale viene confermata l’entrata in vigoredell’articolo 8 a partire dal 2010. Per il Presidente,davanti a un processo di confronto con lo Statogià in una fase avanzata, adottare iniziative dilotta sarebbe un rischio folle.L’Assessore al Bilancio, Giorgio La Spisa, haillustrato alcuni dettagli tecnici, come il fatto cheanche in Trentino Alto Adige esiste una norma diattuazione per il calcolo delle compartecipazioni. LaSpisa ha inoltre smentito che manchino all’appello2,4 miliardi di euro, come sostenuto dall’opposizione,perché nel computo non sarebbero stati consideratii tributi che la Regione riscuote direttamente e chenon transitano nelle casse dello Stato.In sede di controreplica, Steri ha spiegato chetecnicamente le norme di attuazione non servono,ma sono importanti perché sono vincolanti.L’esponente dell’Udc ha ribadito la scarsa fiducianel Governo nazionale, che non ha accantonato lesomme da trasferire alla Sardegna, ma haannunciato il ritiro della mozione presentata dalsuo gruppo. Soru, invece, a nome delcentrosinistra, ha rigettato l’invito al ritiro: “Per il2010 mancano 1 miliardo 620 milioni, ha attaccato.Il Presidente ci ha detto che non mancheranno, ciha detto che ci sarà una commissione paritetica,ma io non ci credo”. Il documento della minoranzaè stato quindi respinto con 27 sì, 44 noe un astenuto. Giuseppe Mereu

“In Sardegna il comparto turistico si conferma comesettore in grado di trainare l’occupazione. La riprova cigiunge chiara dalla lettura dei dati riferiti al secondotrimestre 2010, in cui appare evidente che la stagioneturistica ha assicurato una preziosa boccata d’ossigenoal mercato del lavoro dell’isola. L’auspicio è che questidati positivi si confermino ancora nei trimestrisuccessivi, visti anche gli sforzi compiuti dalla Regioneper l’allungamento della stagione turistica in queiperiodi finora considerati di bassa offerta attraverso ilvaro del provvedimento della cosiddetta “lunga estate”.Lo sostiene il direttore dell’Agenzia regionaleper il Lavoro, Stefano Tunis, nell’editorialedella rivista “Congiuntura lavoro Sardegna”,trimestrale edita dall’Agenzia.La rivista, giunta al suo sesto anno, ha evidenziatodai dati che sono affluiti nel periodo aprile-giugno 2010al SIL Sardegna, il sistema informativo del lavorodella Regione, come emerga un quadro occupazionaletutto sommato positivo.Nel periodo aprile-giugno 2010 il sistema produttivosardo è stato in grado di creare complessivamente circa

Dal turismo un traino all’occupazione28mila nuove opportunità di lavoro.Sul piano qualitativo si evidenzia non soltantol’aumentata precarietà, peraltro propria del compartoturistico, con il 94,5% dell’occupazione a termine, maemerge anche la migrazione della componente maschilein spazi del mercato del lavoro fino a qualche tempo faoccupata prevalentemente dalle donne.In particolare, per quanto concerne il compartoturistico, nel trimestre in questione (il secondo 2010) sievidenzia una domanda di lavoro pari a 27.673. Lavariazione rispetto allo stesso periodo 2009 è di circa1.600 unità, visto che nel 2009 il comparto turisticogenerava una domanda di lavoro pari a 26.015.Verosimilmente – sottolinea “Congiuntura lavoroSardegna” – la variazione positiva del compartoturistico può essere l’effetto della misura recentementevarata dalla Regione con lo scopo di allungare lastagione turistica nel periodo cosiddetto “di spalla”(aprile, maggio, fino a settembre e ottobre).La variazione di 1.600 unità corrisponde in terminipercentuali ad un incremento del 6% della domandaturistica generata nel periodo di riferimento.

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Attualità10 Ottobre 2010

PREVIDENZA a cura di Giuseppe Foti

Da luglio nuovi importiper gli assegni familiaria lavoratori dipendentie pensionatiIn pieno periodo estivo la circolare n. 69/2010 dell’Inpsha comunicato ai numerosissimi lavoratori interessatialla percezione degli assegni familiari che dal primoluglio scorso sono cambiati i limiti di reddito perchél’assegno familiare possa essere liquidato a tutte lecategorie del lavoro dipendente, pensionati compresi.La rivalutazione è stata effettuata sulla basedell’aumento dello 0,7% del costo della vita registratodall’Istat tra il 2008 e il 2009. I nuovi valori sarannovalidi fino al 30 giugno 2011.I beneficiari. Tra i componenti del nucleo familiarehanno diritto i figli minorenni o studenti fino al 21°anno di età o universitari con un età non superiore ai26 anni. Dal 1° gennaio 2007 fanno parte del nucleoanche i figli studenti apprendisti che non superano il26° anno di età ai fini del computo del numero deifamiliari. La loro presenza comporta però un assegnopiù alto solo se hanno un età compresa tra i 18 e i 21anni e se in famiglia ci sono almeno 4 figli.Ampliato il numero dei beneficiari. La sentenza14783/2010 del 18 giugno scorso, emessa dalla corte dicassazione – sezione lavoro – ha riconosciuto il diritto apercepire gli assegni familiari ai figli nati da un rapportodi convivenza. Anche se questi non fanno parte delnucleo familiare del padre che risulta ancora coniugatocon persona diversa dalla madre. La sentenza dellacorte, in pratica, conferma quanto riportato nella legge153/1988 che riconosce come facenti parte del nucleo dellavoratore richiedente, non solo i figli legittimi maanche legittimati, i figli naturali legalmente ogiudizialmente dichiarati, quelli nati da precedentematrimonio dell’altro coniuge, nonché i minorilegalmente affidati dai competenti organi a norma dilegge. Secondo la cassazione ai fini del diritto all’assegnofamiliare, il nucleo supera i confini della famigliaconfigurata nel matrimonio e ricomprende anche i figlinati al di fuori di esso, purché legalmente riconosciutianche se non inseriti nella famiglia legittima.Le conseguenze della sentenza. In pratica dopola sentenza del 18 giugno emessa dalla cassazione illavoratore, anche se coniugato con altra persona, hadiritto all’assegno se i figli nati con la convivente sonostati riconosciuti e sono con lui conviventi.Ovviamente lo stesso genitore deve provvedere al loromantenimento anche se la condizione di figlio a cariconon è più richiesta.I redditi richiesti. Per la concessione dell’assegno sivaluta la somma dei redditi conseguiti da tutti icomponenti del nucleo familiare dell’anno solareprecedente il 1° luglio di ciascun anno. Dal 1° luglio 2010al 30 giugno 2011 si terra conto quindi del redditoconseguito nel 2009. L’assegno spetta a condizione che ilreddito della famiglia sia composto per almeno il 70% daentrate di lavoro dipendente o di pensione. Dal reddito,escluso quello percepito per trattamento di finerapporto, le rendite vitalizie corrisposte dall’Inail, lepensioni di guerra e le indennità di accompagnamentoper gli invalidi, le indennità ai cechi parziali, ai sordomuti e ai minori mutilati e invalidi civili e le pensionitabellari dei militari di leva colpiti da infortunio.Lavoro a part-time. Ai lavoratori a part-timel’assegno viene riconosciuto con modalità diversa aseconda dal numero di ore lavorate durante lasettimana. Se sono almeno 24, l’assegno spetta nellamisura intera per giorni alla settimana compreso ilsabato se viene fatta la settimana corta. Se invece le orelavorate sono meno di 24, l’assegno spetta sia in caso dipart-time verticale che orizzontale, solo per le giornatein cui vi è stata un effettiva prestazione lavorativa.

I circoli degliemigrati sardi come

ambasciatori dellapropria terra in giroper il mondo. Questoil progetto operativoda qualche giorno eideato da unimprenditorecagliaritano residentea Barcellona,Alessandro Pitzianti,titolare della societàquartese BusinessGlobal Marketing &Consulting, che sioccupa da anni dimarketing e consulting in giro per il mondo.Una mission che passa per l’utilizzo dellepotenzialità della rete per favorire l’incontro traimprese, operatori turistici, amministrazionipubbliche e comunità sarde all’estero. Si chiamaHelp Sardinia ed il programma dell’imprenditoresardo è semplice nel suo concetto, ma complessanella sua struttura: con l’obiettivo diorganizzare una rete di promozione all’esterodel sistema turistico isolano, si punta a metterein campo tanti strumenti per raggiungerel’obiettivo, che è quello di costruire un percorsoche sviluppi economia e produttività.L’iniziativa è stata presentata al TeatroMassimo di Cagliari nell’ambito di un congressodal quale sono partiti diversi workshop e “famtrip”, ovvero viaggi che mirano a far conoscerela Sardegna ai tour operator ma anche aglioperatori della comunicazione stranieri. Nutritala partecipazione di questi ultimi: al congressoerano presenti infatti 168 tour operatorstranieri e 20 giornalisti Russi e dei PaesiBaltici, oltre a 145 operatori turistici Sardi.Positivo il riscontro ottenuto dagli operatori delsettore (soprattutto dell’Europa dell’Est), chehanno scritto recensioni entusiasmanti sullastampa straniera, soprattutto Russia, Lettonia,Estonia e Lituania.Importanti anche le giornate del workshop, conoltre 168 buyers stranieri, e quella del farm trip.I tour operator stranieri ed i giornalisti sonostati ospitati dai comuni di Mandas, Goni,Laconi ed Orroli che hanno osservato le bellezzedella zona per iniziare una collaborazione, edestendere il turismo anche nei piccoli centri pertutto l’anno. Inaugurato ufficialmente il giornodel convegno, dopo anni di progettazione, ilprogetto Help Sardinia è ormai operativo(sono previsti altri 6 workshop in Europa e 6educational tour in Sardegna con date dastabilirsi), prevede la partecipazione attiva eindispensabile dei circoli sardi. In Argentina,Brasile, Francia, Spagna ed Olanda gli emigratisi sono dimostrati entusiasti dell’iniziativa, edaltri sono pronti a sposare l’iniziativa. Ed è giàoperativo il sito internet “www.helpsardinia.it”,disponibile in cinque lingue, compreso russoed inglese, che rappresenta il vero filo direttotra domanda e offerta.“Una parte del portale è dedicata alleprenotazioni di servizi turistici on line che glistessi circoli effettueranno previo accesso conpassword” – ha affermato Pitzianti,sottolineando che “la vetrina del marchioSardegna nel mondo avverrà attraverso il sito”.

Si chiama “Help Sardinia” il progettoper coinvolgere i circoli sardiPresentato da un imprenditore sardo che opera a Barcellona in una manifestazionea Cagliari - In programma altri sei work-shop in Europa

“All’interno dellapagina web – haproseguito – adisposizione dichiunque si colleghiin rete, ci saranno online moduli per laprenotazione dialberghi e servizi,mentre le aziendesarde che vorrannoesportare i propriprodotti potrannofarlo inserendo nelsito i prezzi. Il tuttogestito in modoautonomo dagli stessi

operatori sardi, che potranno modificare edaggiornare le offerte in tempo reale escludendocommissioni e ricevendo direttamente senzaintermediari le prenotazioni e gli acquisti”.Altro elemento determinante del progettoè la Tv Web, una vera e propria televisione conun palinsesto dedicato interamente all’Isola:dalle ultime notizie di sport, cultura,cronaca o politica regionale, alle sagre e feste ingiro per la Sardegna, e le curiosità e gli eventinei circoli. Altra parte importantissima delprogramma è anche il Notisardo, blog curato egestito direttamente dai circoli che potrannocomunicare tra loro o con i cari e promuovereeventi. Ai circoli dei sardi all’estero il compito diospitare gli uffici di promozione dell’isola: perPitzianti bisognerà dare agli emigrati tuttal’assistenza affinché queste vere e proprieambasciate della Sardegna funzionino al meglio.“Nell’Isola invece nasceranno i cosiddettiInfo Point Help Sardinia” – ha rimarcatol’imprenditore cagliaritano – “puntidi informazione turistica, operativiper la prenotazione di escursioni,case vacanza e altri servizi”.Presenti all’incontro numerosi esponentidelle Istituzioni pubbliche e rappresentantidi aziende private, il programma tra gli altriè stato apprezzato dal sindaco di CagliariEmilio Floris e dall’Assessore regionale allaProgrammazione Giorgio La Spisa.Positivo anche il parere del Presidentedella Confindustria meridionale Alberto Scanu,e del Consorzio Costa Sud Renato Serra.Durante il congresso si è parlato anche diturismo legato alla promozione di uno sportche nel resto del mondo raccoglie appassionatidi ogni età, il golf. Sono infatti intervenutii rappresentanti del Sardinia Golf SystemDonato Ala e Sandro Spinetti, che hanno postol’accento sul valore del golf non solocome sport, ma come elemento di grandevalenza nello sviluppo del turismoe addirittura nel recupero dell’ambiente.Nuove prospettive di sviluppo e di scambicommerciali offerte dal confronto con il mercatoasiatico sono state illustrate infine da AntonioBrichetto Segretario dell’Associazione SardegnaCina, e dalla Presidente Yan Wang. Chiusa la “tregiorni”, il percorso Help Sardinia garantirà –secondo l’ideatore del progetto – che almeno il 40%degli operatori stranieri prenoteranno mediante ilsistema del portale web, cosi come alcuni mercatitradizionalmente ostici, come quello del NordEuropa e russo. Fabrizio Serra

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11AttualitàILMESSAGGEROSARDO

L a Regione ha deciso: lo sviluppo della Sardegnae l’uscita dalla crisi arriveranno solo se si avrà

la capacità di investire in ricerca e innovazioneper creare occupazione e trattenere o riportarea casa intelligenze e grandi cervelli.Ci crede al punto che ha messo in campo importantiinvestimenti: 120 milioni negli ultimi quattro anni; 35l’ipotesi per la prossima Finanziaria, con l’aumento di10 confermato rispetto alla manovra 2010, forte di 270milioni di fondi europei e ulteriori 25 statali.E ci crede la politica che vede l’Isola quasi come unlaboratorio nazionale per il rilancio del settore,soprattutto in vista della svolta in chiave federalista.Ed è stato l’intervento del vicepresidente della Camera,Maurizio Lupi, ad aprire, al Teatro Massimo di Cagliari,la Conferenza Regionale su ricerca e innovazione.Una vera e propria sfida ai più alti livelli della comunitàscientifica con la Giunta Cappellacci che scommettesulla forza delle capacità, per tracciare una via

La sfida per creare occupazionepunta su innovazione e ricercaL’indicazione è emersa dalla Conferenza regionale che si è tenuta a Cagliari -Tra gli ospiti Luc Montagnier, premio Nobel per la Medicina per i suoi studi sull’Aids

alternativa di sviluppo coniugabilecomunque con le profonde emergenze delterritorio, come ha spiegato l’assessoreregionale alla programmazione ebilancio, Giorgio La Spisa, che ha volutoe organizzato la conferenza.Tanti gli interventi della due giorni cheha catapultato alla ribalta del panoramascientifico internazionale la conferenzacagliaritana; ma la vera star è stato (enon poteva essere altrimenti) LucMontagnier, premio Nobel per laMedicina per i suoi studi sull’Aids.E la ricerca scientifica dell’isola potrebbeavvalersi di una collaborazioneprestigiosa proprio con Montagnier.Il premio Nobel per la medicina haconfermato la disponibilità ad operare

congiuntamente con i ricercatori sardi nel corsodel suo intervento che ha caratterizzatola giornata conclusiva della conferenza regionalesulla ricerca e sull’innovazione.In precedenza conversando coi giornalisti avevaanche individuato i campi di azione di questa possibilecollaborazione: quello della prevenzionedelle malattie degenerative o cronichecome l’Alzheimer o la sclerosi multipla che proprioin Sardegna hanno una forte incidenza.“Sto esplorando questa ipotesi – ha detto Montagnier –;è una delle ragioni della mia visita. Sono sicuramenteinteressato a ricerche su malattie e patologie come ildiabete, la sclerosi multipla, l’Alzheimer. Da quandoabbiamo a disposizione l’aiuto di nuove tecnologiepossiamo lavorare a queste ipotesi di ricerca e perquesto sono interessato a collaborare con altri colleghisardi per studiare tecniche di cura. Anzi il primo passodella ricerca potrebbe essere quello indirizzato allo

studio degli aspetti medici, della diagnosi e dellaprevenzione. Credo ci sia un alto livello di conoscenzae nel lavoro di ricerca in Sardegna e questopotrà rendere possibile una collaborazione con loro”.Quella della collaborazione tra i ricercatori restabasilare nello sviluppo della medicina: lo scopritoredel virus HIV generatore dell’Aids lo ha ribaditonella sua “lectio magistralis” nella quale ha ripercorsoproprio le tappe che 28 anni fa hanno portato a quellastraordinaria scoperta, maturata all’interno di unostaff inizialmente ridotto dell’istituto Pasteur chelavorava su conoscenze acquisite già dal 1970.Montagnier ha parlato anche di più recenti ricerchesul DNA e la sua capacità di emettere onde radiodi bassa frequenza e dell’applicazione di questascoperta per intervenire su malattieneurodegenerative e ancora sull’Aids.E da Montagnier sono arrivate paroledi apprezzamento per la scelta in controtendenza dellaRegione di accentrare importanti risorse umane efinanziarie in questo campo, proprio mentre molti paesicontraggono i capitoli di spesa per effetto della crisi.“Io credo che sia un’iniziativa molto buonain questo contesto di crisi economica.Molti governi tagliano sulla ricerca e penso sia ungrande sbaglio specie per i Paesi europei.Perché l’unica chance per competere in questo mondoglobale è fare alta innovazione e ricerca di base”.Il presidente Cappellacci ha accolto con grandesoddisfazione l’impegno assunto dallo scienziatotransalpino dopo averlo invitato a giocare, insieme allaRegione, questa sfida sulla ricerca e sull’innovazione.“Per un sistema realmente competitivo che porti allaSardegna vero valore aggiunto servono ingredientiimportanti, come la ricerca e lo scambio qualificato conl’esterno per costruire una rete capace di diffondere lenostre radici”, ha detto ancora il Governatore durantela conferenza stampa del premio Nobel.“La presenza di Montagnier è un segnale fortee importante che ci indica che stiamo andandonella giusta direzione – ha sottolineato Cappellacci –;per portare la Sardegna fuori dalla crisioccorrono scelte coraggiose, di rottura.Puntiamo sulla ricerca e l’innovazione – ha chiaritoil governatore – per condurre la nostra Isolaverso un nuovo modello di sviluppo.Abbiamo investito molto in questo settore conl’obiettivo ambizioso di invertire la tendenza che negliultimi dieci anni ha visto la Sardegna fanalino di coda.Vogliamo creare così le condizioni affinché la nostraRegione possa prepararsi alle sfide del futuro ed esserecompetitiva sugli scenari internazionali”.Secondo l’assessore della ProgrammazioneGiorgio La Spisa, che ha partecipato alla conferenzastampa, “la presenza a Cagliari dello scienziatoè un segno straordinario della grande potenzialità cheha la Sardegna: anche piccoli territori come il nostro –ha spiegato – possono essere collegati ai grandi polidella ricerca scientifica globale”. La politica, haproseguito l’esponente della Giunta, deve riappropriarsidel ruolo di guida in tutti i settori, compreso il sistemaeducativo: “libertà e intelligenza – ha conclusoLa Spisa – sono al servizio dello sviluppo”.Un patto commerciale, insomma, per produrrericchezza e rilanciare l’economia isolana e favorirecosì investimenti anche su ricerca e innovazione,punti fermi per lo sviluppo del futuro.Dal palco della conferenza regionale sul tema,in corso a Cagliari, l’economista Paolo Savona,attuale presidente del Fondi Interbancarioper la tutela dei depositi, ha indicato la stradaper invertire una rotta che oggi parla di 5 miliardidi euro di perdita media all’anno di potere d’acquistoa fronte di una produzione di 25 miliardi,in riferimento al periodo dal 1995 al 2006.All’esterno del teatro Massimo hanno rumorosamentema pacificamente protestato le vittime della politicadell’istruzione dell’attuale Governo: collaboratori,docenti precari, ricercatori e studenti si eranoriuniti in vista della poi mancata presenza del ministroGelmini per rivendicare un’attenzione ben diversa perla scuola sarda. Andrea Frailis

Interventi di recupero e riqualificazionenaturalistica e paesaggistica nella fascia costieraDefinita dall’assessorato dell’Urbanistica la graduatoria tra i progetti presentati dai Comuni -Per il progetto Litus stanziati tre milioni di euro

Saranno almeno dieci gli “Interventi di recupero eriqualificazione naturalistica e paesaggistica di areelocalizzate nella fascia costiera”, presentati dai Comunicostieri isolani che potranno beneficiare degli oltre3 milioni di euro stanziati per il Bando LITUS.È stata infatti definita dall’assessorato degli Enti locali,finanze e urbanistica la graduatoria finale che ripartisceed eroga i fondi che potranno ora essere utilizzatidagli Enti Locali per la realizzazione di interventi voltial ripristino delle qualità paesaggistiche e naturalistichedelle aree costiere isolane.Le risorse finanziarie che la Regione trasferirà ai Comuniprovengono dalle sanzioni per danni ambientali che, grazieal bando LITUS, la Giunta ha deciso di immettere nelterritorio con lo scopo di recuperare quei valori paesaggisticie architettonici che sono stati da sempre il fiore all’occhiellodella fascia costiera isolana.La filosofia messa in campo dal bando LITUS si basa sucinque finalità generali: la realizzazione di interventipubblici per il ripristino delle qualità paesaggistiche enaturalistiche delle aree degradate al fine di garantirne latutela, la valorizzazione e la riqualificazione; laconservazione delle caratteristiche, degli elementi costitutivie delle morfologie del paesaggio; il recupero, la ricostruzione

e la rinaturalizzazione del territorio per ricostituire i valoripaesaggistici preesistenti e attuarne dei nuovi compatibilicon le finalità del prossimo PPR; la trasformazioneambientale, agroforestale, urbanistica ed ediliziariequilibrandola con i valori paesaggistici riconosciuti einfine la delocalizzazione di parcheggi o di altri usi impropridel territorio, situati in aree retrodunari.“Si passa dalle parole ai fatti – ha commentato l’assessoreregionale dell’Urbanistica, Gabriele Asunis –.Con questo progetto intendiamo incidere realmentesul processo di riqualificazione naturalisticae paesaggistica delle aree degradate presenti su tuttoil nostro sistema costiero. Questo intervento consentiràdi restituire alla Sardegna il suo volto più incontaminatoeliminando le criticità paesaggistiche attualmentepresenti sul nostro territorio”.“Con questo innovativo progetto – ha concluso Asunis – lerisorse acquisite dalla Regione in merito agli abusi compiutiin violazione delle norme poste a tutela e valorizzazione delpatrimonio paesaggistico, vengono ridate al territorio.Il bando LITUS permetterà la realizzazione di quegliinterventi utili al recupero dei valori paesaggisticie permetterà alla Sardegna di contare su un piano virtuosodi salvaguardia e di tutela di quelli preesistenti”.

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Attualità12 Ottobre 2010

L a IX edizione del premio“Navicella d’argento

Sardegna” – che si è svolta nellasuggestiva cornice del Castello deiDoria a Castelsardo – ha volutogratificare, come oramai datradizione, sette personalità delloscenario artistico e culturaleitaliano che hanno dato lustro allaSardegna fuori dai suoi confini. IlPremio Navicella – piccola operad’arte, ideata e concretizzatadall’orafo cagliaritano BrunoBusonera è fortemente influenzata dal famoso bronzettonuragico – è andato al professor Bruno Cortis,oristanese di nascita, laureato a Cagliari, perfezionatosiin cardiologia a Torino. Cortis è docente in quella che è

Consegnati a Castelsardoi premi “Navicella d’argento”Il riconoscimento ai sardi che si sono fatti onore in campo nazionale e internazionaleè andato al prof. Bruno Cortis, alla pianista Roberta Pili, alla cabarettista GepiCucciari, alla show girl Melissa Satta, ai giornalisti Giorgio Porrà e Beppe Severgninie all’ex presidente della Federazione dei circoli sardi in Argentina Cosimo Tavera

stata definita la “cardiologiaspirituale”, la ricerca dell’equilibriofra cervello e cuore come cura dellostress, all’University of Medicine“Rush Medical School” di Chicago.Navicella anche per Gepi Cucciari,cabarettista di Macomer, che dopola popolarità televisiva ottenutacon il varietà “Zelig”, oggi conduceun programma tutto suo su Sky.Con la sua satira pungente, Gepiha donato momenti piacevoli allaserata di Castelsardo.

Peculiare il personaggio Roberta Pili, nata a Cagliari,suona il pianoforte dall’età di cinque anni. Roberta vive aVienna, dove viene considerata a tutti gli effetti “la piùgrande pianista vivente”, così l’ha definita un autorevole

compositore e direttore, Dafyld Llywelyn.Nel suo straordinario curriculum, la Pili ha sorrettolo scorso anno un memorabile concerto a New York,dove fu capace di proporre le ultime cinque sonateconsecutive di Beethoven. Situazione musicalesenza precedenti. Una premiazione haparticolarmente colpito la platea, ed è quella che ha vistola testimonianza del giornalista sportivo di Sky,Giorgio Porrà. Professionalmente nato a Videolina,Porrà con il sorriso sulle labbra e una buona dosed’ironia ha enunciato la partita più importante:quella per la vita. La combatte da quando due anni faè stato colpito da un tumore osseo. Ha sostenutointerventi chirurgici, cicli di chemio ma non ha maimollato e la domenica è sempre pronto a commentareil campionato di calcio in televisione.Le altre navicelle sono state assegnate: al giornalistadel “Corriere della Sera”, Beppe Severgnini, ormaiconsiderato sardo d’adozione, visto la sua ottimaconoscenza dell’isola e dei suoi abitanti al punto diesprimere un giudizio impegnativo: “Se aveste in voi stessila fiducia che io ho in voi sono sicuro che la Sardegnadecollerebbe”; la soubrette Melissa Satta, che dopol’esperienza come velina in “Striscia la Notizia”, stasfondando come attrice in alcune fiction. In coda abbiamolasciato il personaggio che più si approssima alle nostretematiche, ed è Cosimo Tavera, da oltre sessant’anniemigrato in Argentina, dove ha creato tutti i circolidei sardi, ricoprendo per vent’anni il ruolo di Presidentedella Federazione. Massimiliano Perlato

Provincia di Oristanoe Comune di Cabrasper le statue di Mont’e PramaDopo una visita conoscitiva presso il laboratorioarcheologico di Li punti a Sassari, effettuata dalPresidente della Provincia di Oristano Massimiliano deSeneen, con gli Assessori provinciali Serafino Corrias eAlessandro Murana, unitamente al Sindaco di CabrasCristiano Carrus e all’assessore comunale SergioTroncia, il 26 agosto scorso, presso il Museo Civico diCabras, si è svolta una seduta congiunta, alla quale hapreso parte la Giunta provinciale guidata dal presidenteMassimiliano de Seneen e la giunta del Comune diCabras capeggiata dal sindaco Cristiano Carrus, chehanno deliberato di chiedere l’immediata esposizione,presso il Museo Civico di Cabras, delle 24 Statue diMont’e Prama già restaurate. L’atto dei due esecutivi,sarà trasformato in un ordine del giorno da sottoporrealla valutazione e approvazione del Consiglio provincialedi Oristano e del Consiglio comunale di Cabras.La delibera, preceduta da un’ampia e articolatapremessa, proposta dall’assessore provincialeAlessandro Murana, ha come dispositivo principale, larichiesta al Ministro dei Beni Culturali, di un incontro acarattere istituzionale tra Ministero, Provincia eComune di Cabras, affinché venga urgentementestabilito il principio di “indivisibilità” dell’interaCollezione delle Statue di Mont’e Prama. Nel documentoè richiesta anche la rimodulazione, di concerto con laRegione Sarda, dell’evento di promozione internazionaleturistico-culturale che contribuisce a valorizzare irisultati raggiunti nel Centro di Restauro di Li Punti, el’avvio di un progetto di comunicazione finalizzato apromuovere, attraverso l’esposizione delle Statue diMont’e Prama, la destinazione turistico-culturale diCabras e della Provincia di Oristano, l’inizio e ilcompletamento di una nuova campagna di scavi aMont’e Prama con la valorizzazione del sito. Si richiede,inoltre, anche il finanziamento e l’ampliamento delMuseo Civico di Cabras, al fine di realizzare unastruttura espositiva in grado di esaltare le statueattualmente ricomposte e di promuovere e favorire lavalorizzazione delle stesse nel mondo, attraversol’esposizione itinerante di due opere quale contributoalla conoscenza storica della Sardegna.Nella delibera, si ripercorrono tutte le fasi delritrovamento, a partire dal 1974, e il primo intervento discavo del 1975, ad opera di Alessandro Bedini, e quellodel 1977, ad opera di Giovanni Lilliu ed Enrico Atzeni edinfine, l’ultima campagna di scavi, effettuati da CarloTronchetti, coadiuvato da Maria Luisa FerrareseCerreti, nel 1979. G. P. P.

Cosimo Tavera è nato a Ittiri (SS), il 16ottobre 1924. Figlio di Antonio Nicolò eMaria Margherita Masia, è emigrato inArgentina con la nave Mendoza, chebatteva bandiera Argentina, il 24marzo 1949. Proviene da una famigliabenestante, con possibilità di lavoro inloco, presso un’azienda gestita daparenti. Spirito libero, emigra per ildesiderio di conoscere il mondo, oltreche per migliorare la propriacondizione economica e sociale. Dal1949 lavora in qualità di dipendente presso la dittaCasiraghi Gasperini, nel settore dell’edilizia, come dacontratto biennale stipulato in Italia, scaduto il quale, nel1951, si è messo in proprio creando una propria impresa.Dal 1951 al 1955 ha operato acquisendo lavori insubappalto dalla ditta tedesca Gruen & Binffiken,impegnata nella realizzazione della diga “FlorentinoAmeghino” sul fiume Chubut, per la quale ha realizzatoopere civili, case, capannoni e tutto quanto abbisognava aglioperai del grande cantiere. Lavoro durissimo, in un climarigido e in grande isolamento. Terminato l’impegno in dettaregione australe, ha ricevuto fiducia per il lavoro svolto, conla “certificaciones” di avere realizzato quanto richiesto allaperfezione. Tornato quindi a Buenos Aires, ha continuatoad esercitare nell’edilizia, soprattutto nella costruzione diabitazioni civili e di strutture in cemento armato. Ha creatopoi una attività industriale di insaccati denominata“Frigorifico Sarda Società Anonima Commerciale eindustriale”, oggi gestita dai figli. Il suo impegno nel socialesi è manifestato con grande entusiasmo fin da giovane,nell’associazionismo principalmente quello degli italo-argentini.È stato impegnato in un’associazione di emigrati sardi aBuenos Aires, il più antico circolo sardo nel mondo:“l’Associazione Sardi Uniti di Mutuo Soccorso” fondatanegli anni ’20. Dal 1970 al 1978 e dal 1988 al 1996 ne è statoil presidente. Nella sua veste di dirigente degli emigrati sardiin Argentina si è impegnato nella costruzione e nelriconoscimento della rete dei circoli sardi, fino a costruire laFederazione, che attualmente conta 7 circoli. Dal 1988 al1996 è stato componente del direttivo delle ACLI e delegatoper l’Argentina in seno al Comitato Emigrazione delle ACLI- SARDEGNA. Dal 1989 al 1994, designato dai circoli sardiin Argentina, ha ricoperto l’incarico di consultore,

Chi è Cosimo TaveraIl conferimento del premio “Navicella d’argento” è stato proposto dalla FASI

svolgendo con impegno e passione ilcompito affidatogli dalla Comunitàsarda in Argentina. Dal 1989 al 2009ha ricoperto l’incarico di presidentedella Federazione dei circoli sardi inArgentina. In questa veste hacontribuito a formare una nuovaclasse dirigente dei circoli sardi,promuovendo la rappresentanzafemminile (sotto la sua presidenza 5presidenti di circoli su 7 erano donne).Ha promosso, con l’aiuto di alcune

associazioni di tutela, in primis l’ATM “Emilio Lussu”,corsi di formazione per i giovani, favorendo il ricambiogenerazionale. Oggi l’Argentina è fra le federazionidell’emigrazione quella che vede la maggiore presenza neicircoli di giovani sardi di seconda e terza generazione. Suafiglia Margarita Tavera è la presidente della Federazione deicircoli sardi in Argentina.Per la sua attività ha avuto sempre grandi riconoscimenti:dal suo Comune di provenienza, Ittiri, dall’Assessorato alLavoro, e infine nel 2006 il riconoscimento di cavaliere dellaRepubblica italiana (la stella della solidarietà), dalPresidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi.Dal 1992 al 1997 è stato consigliere del “Comites” dellaCircoscrizione Consolare di Buenos Aires. Negli anni buidella dittatura argentina si è speso, in rapporto conl’associazionismo e le autorità italiane, per salvaguardare ilcircolo dei sardi, proteggendo per quanto possibile coloroche ne avevano bisogno. Come presidente della Federazione,durante la gravissima crisi Argentina, agli inizi degli anni2000 ha operato, cooperando con il “Progetto di solidarietàcon l’Argentina”, promosso dalla Regione Sardegna, afavore degli emigrati più poveri, particolarmente colpitidalla crisi, con distribuzione di sussidi e di medicinali.Diverse sono state le sue partecipazioni, a convention,congressi ufficiali dell’emigrazione, convegni scientificiche trattavano il tema dell’emigrazione:ultimi nel 2008 la “Convenzione programmaticadell’emigrazione” organizzata dalla Regione Sardae la convention internazionale, Regione Sardegna-Argentina, che ha visto la partecipazione del premio nobelargentino Perez de Esquivel. Cosimo Tavera, ancora oggia 86 anni, è il decano dei dirigenti degli emigrati sardinel mondo, presidente onorario della Federazione dei circolisardi in Argentina. Filippo Soggiu

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13AttualitàILMESSAGGEROSARDO

La Sardegna nel Weba cura di Andrea Mameli

Posada onlineUn Comune hanecessità diutilizzare ognisistema disponibileper informare icittadini. E per i cittadini disporre informazionidettagliate e accessibili è un diritto fondamentale. Eccoperché i siti delle Amministrazioni locali acquistanoimportanza crescente e in Sardegna piccoli e grandicentri stanno facendo del loro meglio per comunicarecon i mezzi telematici. Un esempio è il sito del Comunedi Posada: di facile accesso, completo e esteticamentegradevole. Riporta i numeri dei telefoni istituzionali ealtre informazioni pratiche altrimenti difficili dareperire tutte insieme. Di particolare rilievo la sezionecontenente le domande più frequenti e relative risposte.Come ad esempio: “Vorrei avere informazioni sulleiniziative e i servizi interessanti per gli anziani.Dove posso trovarle?”; oppure: “Dove posso trovare ibandi di concorso del Comune e di altri enti?”.Immagini e storia: Posada sorge alle pendici di un collecalcare sulla cui sommità si staglia il torrione detto“Casteddu de sa Fae” o “Castello della Fava”. Ai piedidel ben conservato Castello trovasi addossato il centrostorico, nel quale si conservano edifici con strutturemedioevali. Collocati al confine tra il regno di Gallura equello d’Arborea, l’abitato di Posada e il suo castellofurono al centro di complesse vicende storiche.Sebbene non si abbiano dati certi sul periodo dicostruzione della fortificazione, si può ipotizzare che nelXIII secolo fosse già stato eretto il castello e munito difortificazioni il centro abitato. Posada fu sede deisovrani di Gallura così come di Eleonora d’Arborea,ma finì nelle mani degli aragonesi intorno al 1380, perpoi tornare allo schieramento isolano sotto il comandodi Brancaleone Doria. Con la caduta del Giudicatod’Arborea, Posada fu infeudata alla famiglia Carròsed elevata al rango di baronia.www.comune.posada.nu.it

Ufficio Scolastico Regionaleper la SardegnaUn portale dedicato alle informazioni ufficialidel mondo scolastico isolano. Una raccolta di dati,documenti e segnalazioni per gli addetti ai lavorie non solo.www.usrsardegna.eu

Sardi a GinevraIl sito dell’Associazione Regionale Sarda Circolo diGinevra, nata come punto di riferimento per i sardiresidenti nel Cantone ginevrino, allarga la sua azioneanche nel rappresentare e far conoscere la Sardegnanel mondo. Nel portale: ricette, notizie dai circoli inSvizzera, informazioni culturali e storiche,appuntamenti, attualità.www.ars-ginevra.ch

Shardana circolo sardi d’AbruzzoUn sito aggiornatoe ricco diinformazioni per isoci. Una raccolta diappuntamenti e dieventi per tutti. Euna bella frase scelta per i visitatori di questo sito web:“La vita in Sardegna è forse la migliore che un uomopossa augurarsi: ventiquattro mila chilometri diforeste, di campagne, di coste immerse in un maremiracoloso dovrebbero coincidere con quello che ioconsiglierei al buon Dio di regalarci come Paradiso”.www.shardanabruzzo.org

Rinnovato l’antico ritodel matrimonio Selargino

“Le ricette di casa nostra” a cura di Gian Piero Pinna

Coniglio alla sarda(ingredienti per quattro persone):

– kg. 1,200 di coniglio casalingo tagliato a pezzi– gr. 30 di capperi salati– due pomodori secchi– un rametto di rosmarino– un bicchiere di Malvasia– una manciata di cipolle e prezzemolo tritati– dl. 20 di olio extra vergine d’oliva– sale

ProcedimentoFate rosolare i pezzi di coniglio nell’olio caldo, insieme alrametto di rosmarino, quindi aggiungete la cipolla e ilprezzemolo e, dopo qualche minuto, “bagnate” con laMalvasia e quando questa sarà evaporata, unite i capperi e ipomodori secchi, precedentemente messi a bagno, privati delsale e tritati minutamente, lasciate insaporire per bene eportate a completa cottura, aggiungendo del liquido per nonfar attaccare al fondo della pentola la pietanza. Quando ilconiglio sarà pronto e la salsina si sarà ridotta allaconsistenza di una crema, aggiustate di sale, versate nelpiatto e servite caldissimo. A questo piatto si accompagnamolto bene un vino novello, con tutti i sentori di freschezza efragranza che emettono questi tipi di vini che saranno messi

in commercio a partire dal sei novembre.

Melanzane alla sarda con pilarda(ingredienti per quattro persone):

– gr. 800 di melanzane viola– uno spicchio d’aglio intero– una manciata di prezzemolo tritato– due foglie di basilico sminuzzate grossolanamente– gr. 50 di pilarda (pomodori secchi)– olio per friggere– gr. 30 di olio extra vergine d’oliva– sale

ProcedimentoSbucciate le melanzane e tagliatele a dadi di mezzocentimetro circa di lato, friggetele, scolatele per bene etenetele da parte. In un capace tegame, fate rosolare,nell’olio extra vergine d’oliva caldo, lo spicchio d’aglio chepoi va eliminato e aggiungete il prezzemolo e i pomodorisecchi, precedentemente messi a bagno per eliminare il salee piccati, lasciate sfrigolare per alcuni minuti, allungatel’intingolo con del liquido, aggiustatelo di sale e metteteci adinsaporire le melanzane precedentemente fritte. Prima diservire, aggiungete il basilico grossolanamente sminuzzatoe portate in tavola come contorno del coniglio alla sarda.

I nsieme per la vita, uniti dall’antica catena. Religione,tradizione, folklore: tre elementi caratterizzano il

Matrimonio selargino, che dal 1700 si srotola in unoscenario fatto di strade strette e nobili abitazioni. E ognivolta il momento più toccante di queste nozze speciali èappunto l’incatenamento – alla fine della messa – perché“sa cadena” (la catena) stringe il mignolo di lui alla vita dilei. E non soltanto simbolicamente: il rito è valido a tutti glieffetti della legge. L’appuntamento è per la secondadomenica di settembre, ma è atteso tutto l’anno. È unagrande festa: coinvolge gli abitanti, commuove migliaia dituristi giunti. Severa la scelta della coppia: la effettua la ProLoco, organizzatrice della manifestazione, dopo una rigidaselezione. Requisito fondamentale: almeno uno degli sposideve essere nato a Selargius. Decine le richieste, perchél’evento conserva intatte genuinità e freschezza e troval’apoteosi in “Sa cadena”, simbolo del sacro vincolodell’unione nuziale. E quest’anno festa ancora maggioreperché è stata celebrata, dalla sua riproposizione, la 50ªedizione dell’antico matrimonio. Gli sposi che hanno detto sìerano Stefano Ragatzu e Stefano Pitzalis. E per loro èarrivata la benedizione di Benedetto XVI.Come vuole la tradizione c’era una coppia straniera.Riccardo Villatoro e Annaly Castillo provenivanodal Guatemala. Per loro nessun matrimonio,solo la promessa d’amore, ovvero, l’impegno di ritornarea Selargius. E quest’anno ulteriore novità:un’altra coppia ospite. Ivana Skabar e Dean Furlan sonoarrivati da Monrupino, in provincia di Trieste, dove ad annialterni si celebra un matrimonio molto simile a quellodi Selargius: le “nozze carsiche”.I preparativi. Ricco e complesso il rituale. La sera prima

delle nozze c’è “su trasferimentu de is arrobas”,il passaggio della biancheria e delle masserizie dalla casapaterna dei due sposi a quella nuziale. Non si è trattato,come accadeva in passato, di una abitazione simbolica, madella vera casa degli sposi La domenica mattina alle 8 a casaLigas, eletta a simbolica abitazione dello sposo, appunto, lavestizione dello sposo. Venti minuti più tardi è stata la voltadella sposa. Altra novità di quest’anno: la vestizione dellasposa si è svolta nella sua vera casa paterna.All’uomo sono stati apposti “is crazzas” (i gambaletti),“sa indivia” (il gonnellino nero), su cropettu (il corpetto),su sereniccu (una giacca, quasi un mantello) adagiatosulle spalle e sostenuto da una catena d’argento,detta “gancera”, con bottoni d’oro. Alla fine ecco spuntare“sa berritta” (il tipico cappello sardo).La donna invece ha indossato gonna, grembiule, corpino,camicia ricamata, velo e ricchi gioielli. L’abito della sposa èstato realizzato riproducendo l’abito di una trisavola.Padri e madri hanno lanciato “s’arazza”, composto digrano, monete e sale; simboli di abbondanza, ricchezza esapienza. Lo sposo, accompagnato dal padre, da parenti eamici è andato a prendere la sposa, le ha offerto un bouquetdi fiori, e i due sono stati nuovamente benedetti, mentrehanno incontrato la coppia ospite. Il corteo nuziale,preceduto da 60 gruppi folk isolani, ha attraversato il centrodi Selargius sino alla parrocchia della Vergine Assunta,dove gli organi e le launeddas intonavano musiche solenni.La Messa. Il rito, celebrato da don Ireneo Schirru, è ingran parte in lingua sarda, così come le letture, l’omelia, lapreghiera dei fedeli e soprattutto la liturgia del matrimonio.Antichi sono i canti: quasi tutti tratti dal catechismo dimonsignor Giuseppe Maria Pilo del 1777 e armonizzatiseguendo i canoni della musica isolana. Al termine dellamessa nuziale l’incatenamento. Gli sposi hanno quindilasciato la parrocchia della Vergine Assunta per la chiesaromanica di San Giuliano, dove hanno firmato gli atti dilegge e formulato la “promessa d’amore”, custodita in unateca di ceramica dalla Confraternita della Madonna delRosario (viene consegnata dopo 25 anni agli sposi o ai figli).La festa. Quindi l’ultimo atto: si è composto il corteo che,con gli sposi incatenati è arrivato prima nella casa deglisposi dove si svolta la benedizione da parte dei genitori,e poi a casa del canonico Putzu (un’altra tipica abitazionecampidanese) per il pranzo nuziale. Ed è esplosa la festa.

Alessandro Atzeri

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Attualità14 Ottobre 2010

L e è spuntata una lacrima, quando è statasalutata da uno scrosciante applauso al

termine di un discorso in cui ha ripercorso la suadura vita da emigrata in Francia, iniziata adappena 18 anni, giovane sposina che era andata araggiungere il marito a Lione.Savina Trudu Corriga, la “donna di ferrodell’emigrazione sarda”, si è commossa di fronteai suoi compaesani che le tributavano questoriconoscimento di “Donna di Nuragus”dell’anno 2010, lei che pure era adusaa ben altri palcoscenici e a tanti riconoscimentianche in campo internazionale.Già prima che iniziasse la cerimonia ufficiale,con il sindaco Elio Pili, avvolto nella fasciatricolore, e alla presenza dell’Assessore provincialePiero Comandini, e ad una marea di gente,giovani e vecchi che erano venuti a salutarla,mi aveva confidenzialmente confessato di essereemozionatissima come non mai ed ha cercatodi vincere questa emozione fino alla finee di mantenere il suo rassicurante sorrisoche l’accompagna in ogni occasione.E c’è riuscita fino a quando le hanno consegnatoil bronzetto nuragico che rappresenta “la donnaorante” (un reperto di grande importanzacustodito nel Museo Archeologico di Cagliari).Poi non ha potuto trattenere quella “lacrimuccia”che la dice lunga sulla donna tosta, impegnatanel sociale e protagonista di tante battaglie(“sono una femminista, ma non una suffragetta,e sono contro le cosiddette “quote rosa”perché le donne un ruolo, qualunque sia,in politica, nel lavoro, nella vita di tutti i giorni,se lo devono conquistare con le loro capacità,con il loro impegno, non hanno bisognodi regalini!”); una donna che comunqueal primo posto ha messo i valori della famiglia(“sono una moglie, una mamma, una nonnae ringrazio mio marito Paolo per avermi sempreconsentito di fare le mie battaglie e di potermiimpegnare anche per gli altri”).La cerimonia della consegna del premio “Donnadi Nuragus” si è svolta nel nuovo Centro Sociale,inaugurato nell’occasione con una mostrafotografica che testimonia il passato di questoimportante centro del Goceano.“Finalmente abbiamo un ambiente dove poterciincontrare – ha detto il sindaco –. I lavori per ilcompletamento della struttura e dell’arredourbano sono prossimi. Ci dobbiamo riappropriaredella nostra storia, della nostra identità”.Elio Pili ha quindi ripercorso la storia di questo

Savina Corriga premiata a Nuragusuna vita dedicata al mondo dell’emigrazioneDa 40 anni è presidentessa del circolo di Lione - Premiata come donna dell’anno nelsuo paese d’origine - Tutta la comunità ha partecipato alla manifestazione che si èsvolta nel nuovo “Centro sociale” inaugurato per l’occasione

manufatto, che in origine era una chiesa,quella di san Sebastiano, che alla finedel ’700 fu venduta dal curatoalla famiglia Medda che poi la lasciòal Comune per farne un asilo, e ora tornaalla comunità come Centro Sociale.Ubicato nel cuore del paese, l’ex asilo(frequentato anche dall’attuale sindaco e daSavina, la cui abitazione, dove nacque, èdistante appena una decina di metri)diventerà un luogo di aggregazione pergiovani e anziani di Nuragus e sede diimportanti manifestazioni già programmate.La cerimonia di premiazione è stata moltosobria: dopo l’introduzione di FrancescoMurgia, presidente del Comitatoorganizzatore, che ha illustratoil significato del premio (“un riconoscimento

alle donne di Nuragus, nell’ambito del ruolodella donna nelle diverse società”) e ricordatola vicenda umana di Savina Trudu Corriga,è toccato al sindaco leggere la motivazionee consegnare la statuetta.

La motivazione del PremioLa signora Savina Trudu come tanti altrinuraghesi negli anni ’60 emigra in Franciatrovando una terra che le offre il lavorodesiderato, e lì contribuisce, attraversodiverse associazioni, ad alleviare la faticadell’emigrazione a molti connazionali,aiutandoli nelle pratiche amministrative e nelledifficoltà di inserimento nella vita lavorativa,diventa punto di riferimento per i nostricompaesani e promuove incontri tra i sardiemigrati, con associazioni nazionali e regionali.La signora Savina sempre legata alla terrad’origine ne esporta una immagine positiva,facendo incontrare la realtà isolana con la culturafrancese, anche attraverso il gruppo folk locale.Il Consiglio comunale riconosce alla signoraSavina di essere stata esempio di una vita ispirataai fondamentali valori umani della solidarietà neiconfronti di chi aveva necessità e in particolaredegli emigrati sardi; di aver contribuito con ilpersonale apporto alla conoscenza della nostracultura all’Estero; di aver contribuito conl’impegno nel lavoro, al miglioramento dellaqualità della vita e della convivenza sociale; diaver avuto sempre esemplare affezione einteressamento verso la nostra comunità; di avertestimoniato con opere e iniziative a promuoverela conoscenza e la valorizzazione della realtàsocio-economica della sua terra.Per i motivi esposti conferisce alla signora SavinaTrudu il riconoscimento di “Donna di Nuragus”e la iscrive nell’Albo d’Oro del Comune.Savina ha quindi voluto ringraziare tutti ipresenti e poi ha raccontato il suo impatto conLione, la difficoltà di tirar su una famiglia,l’impegno sociale. “Ricordo che quello che mi colpìmaggiormente, appena arrivata, fu il deserto delleistituzioni italiane: era presente solo la CroceRossa, che poco poteva fare per questa massa digente proveniente da tutte le regioni d’Italia,semianalfabeti, che parlavano solo il dialetto e chequindi non riuscivano a dialogare neanche con glialtri italiani, figuriamoci con i francesi! Erapresente anche la Missione Cattolica, chenaturalmente si preoccupava solo del latoreligioso; e infine il Consolato d’Italia, che non

solo non difendeva i diritti e gli interessi deipropri cittadini, ma che trattava gli italiani che sirecavano nei suoi uffici, peggio dei francesi!”.L’assenza totale delle nostre istituzioni– ha proseguito – era la cosa che mi avevapiù scandalizzato: mi chiedevo come potevaun Paese, ed in particolare la nostra Regione,lasciare tutti questi cittadini da soli,senza sostegno, senza tutela”.Fu così che dopo essere stata chiamataad animare e gestire un locale acquistato da ungruppo di italiani come ritrovo per tutti iconcittadini, chiamato “Casa Italia” (una sala daspettacolo, un bar e una serie di uffici) a Savinavenne in mente di creare una associazione sarda.“Approfittando della disponibilità di questi locali –ha ricordato – convocai una riunione alla qualeparteciparono numerosissimi sardi, illustraila mia idea, ne furono tutti entusiastie così quel giorno stesso creammo a Lione ilCircolo dei Sardi “Grazia Deledda”, di cui divennipresidente e lo sono tuttora, dopo 40 anni”.La nascita di altri Circoli, della Lega e poidelle Federazioni, la Consulta, l’impegnonei Comites e via dicendo, è storia recente.“Oggi che mi avvio verso l’autunno della mia vita,felice di tutto quello che ho costruito – ha dettoSavina – la mia preoccupazione è che tutto quelloche abbiamo costruito in questi lunghi anni possaandare disperso, sia perché le nuove generazioninon sembrano molto interessate a proseguire, siaperché le istituzioni che ci hanno sostenuto finorapensano che ormai tutti gli emigrati si sianointegrati nelle società in cui vivono e quindi,secondo loro, non vi è più motivo di continuare asostenere queste associazioni, queste comunità”.“Io penso invece che sia la Regione che lo Statocommettano un grande errore tagliando questo filoche ha collegato finora questa massa di italiani eoriundi, i nostri figli e nipoti, con le proprie radici.Con questo comportamento – ha sottolineatoSavina – perderebbero questo enorme patrimonioumano e culturale, ma anche economico, di cui hoomesso di parlare ma che considero abbiarappresentato un grande sostegno all’economiadell’Italia e della Sardegna negli anni ’60 con lerimesse degli emigrati, ma ancora oggi continuanoa sostenere l’economia italiana e sarda inparticolare con la costruzione di case, con lapromozione e la vendita dei nostri prodotti e infineconcorrendo a promuovere e sviluppare il turismo”.“In questi quasi 50 anni – ha concluso Savina –non ho mai dimenticato questa mia amata terra,ed ho cercato di farla amare anche dagli altri,raccontando con le mie modeste possibilità,le sue bellezze, la sua storia, la sua cultura,le sue tradizioni. Non so se ci sono riuscita,ma ci ho provato”.Intervenendo subito dopo, l’assessore provincialePiero Comandini nel complimentarsi con Savinal’ha additata come esempio da seguire per igiovani “e bene ha fatto il sindaco ad attribuirgliquesto premio – ha detto l’assessore – perché neldiscorso di Savina Corriga c’è il sale della vita, ivalori, la famiglia, i sacrifici. Nel 2010 forse nonci rendiamo conto che quei tempi difficili che cisono stati descritti sono anche oggi, ma oggi – harimarcato Comandini – non si coglie questo sensodel sacrificio da parte dei giovani. Grazie – hadetto rivolto a Savina – che ci hai ricordato questecose e questi valori”.La manifestazione per l’inaugurazione del CentroSociale (organizzata dal Comune, dalla Provincia,dalla Pro Loco, dalla Biblioteca Comunale,dalla Associazione culturale Santa MariaMaddalena e dalla Associazione culturale GruppoFolk Valenza) è poi proseguita con la proiezionedi un cortometraggio “A casa” del registaAndrea Caboni dedicato ad Antine Nivolae alla lettura di alcune poesie, cui si sono alternaticon musiche e canti il duo Gianluca Poddae Mauro Atzeni. Antonello De Candia

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Cultura16 Ottobre 2010

Anche il grande Orson Wellesalla scoperta della Sardegna

Alla fine degli anni Sessanta l’Isola venne scelta per ambientare film di fantascienza e westernLocation a San Salvatore di Sinis

LA SARDEGNA E IL CINEMA / Viaggio nei luoghi dove sono stati girati film famosia cura di Gianni Olla

«Sono stato in Sardegna nel 1968. Avevo levecchie mappe con tutti i tracciati

ferroviari, ma non sempre trovavo le linee.S’interrompevano, si perdevano nelle foreste e poiricomparivano. L’ho girata per settimane, da norda sud e poi da est a ovest, fermandomi soprattuttonelle zone minerarie. Stavo cercando gli scenariper un film con Orson Welles e Brigitte Bardot,una specie di western che si svolgeva quasicompletamente sui treni».Arrivato a Cagliari, qualche anno fa, perricordare l’amico e collega Rainer WernerFassbinder, Peter Berling, 73 anni, molewellesiana, tedesco di origine polacca, amico,produttore e attore, si lascia sfuggire un pizzicodi nostalgia per il suo precedente “viaggio inSardegna” che, non a caso, assomiglia ai tantiitinerari degli scopritori otto e novecenteschi,armati di macchina fotografica o cinepresa.«Il titolo del film era “Poker” – prosegue Berling –io dovevo produrlo. Raccontava la storia di ungrande capitalista, che ha rubato la cassa dellasua azienda, in fuga dal suo paese, gli Stati Uniti.In Messico è inseguito dal suo rivale ed ex socio.Successivamente i due si contenderanno l’amoredella bella di turno, Brigitte Bardot.Welles, allora, viveva a Roma e aveva giàinterpretato qualche parte negli spaghetti-western,per esempio, “Teppa”. A quel punto gli vennevoglia di inventare lui stesso una storia western edato che il Messico vero era lontano, quelloeuropeo poteva essere solo la Spagna o laSardegna. Ma in Spagna aveva ancora ilcontenzioso per il suo “Don Chisciotte” nonconcluso, e dunque qualcuno gli suggerì che inSardegna erano già stati girati degli western». «Poi – conclude Berling – la Bardot prese altriimpegni; Welles aveva bisogno di soldi, comespesso gli accadeva, e non si fece niente. Mi èrimasto il ricordo di questa ricerca di ferrovie, diquesti tracciati ottocenteschi che sarebbero statiperfetti per un western ferroviario».Più o meno confermata dalla stampa dell’epoca, conqualche variante (pare che la regia, inizialmenteopzionata da Welles, fosse stata attribuita algiovane tedesco Klaus Lemke), la vicenda di

“Poker” s’inserisce nella breve storia degli western-spaghetti sardi: una sorta di nuova mitologiapopolare che si sovrappone e si contrappone alleantiche “vulgate” sull’isola senza tempo.In effetti, dopo decenni di ambientazionideleddiano-melodrammatiche, in sintonia con ilcinema popolare italiano, la Sardegna diventa, allafine degli anni Sessanta, anche e soprattutto unoscenario per film di fantascienza e western.La filmografia western-sarda è tuttora incerta –così come un altro filone, quello erotico marino,che vanta la presenza di Moana Pozzi – e si èpersino favoleggiato, senza alcun fondamento, cheSergio Leone avrebbe girato parte di “Per qualchedollaro in più” proprio in Sardegna.Di certo il film più noto è “Giarrettiera Colt”di Gian Rocco, girato nel 1967, e interpretatoda Nicoletta Machiavelli, che l’anno prima erastata la giovane moglie di Tognazzi in “Unaquestione d’onore” e che poi si sarebbe fattanotare anche in un’altra pellicola, “Scarabea”di Syberberg, girato a Orgosolo. Qui interpretavail ruolo di una giovane pistolera e giocatriced’azzardo che, in un paesino messicano si uniscealla rivolta dei peones contro il governo.Più che la storia è però importante la “location”del film, San Salvatore di Sinis, un piccolissimoborgo nei pressi di Cabras, nell’oristanese. Casebasse che si aprono su un’ampia corte, e tutto

intorno pianura che fa tanto Messico da filmwestern. Il bar locale si trasforma in una“Posada”, con tanto di aggiustamenti scenografici.Se poi c’è bisogno di altri “scenari” più mossi, cisono, non molti lontani le “ghost town”, ovvero ivillaggi minerari abbandonati del Sulcis Iglesientee, talvolta, anche le montagne della Gallura.Però piazza, chiesa e saloon-posada, luoghicentrali in ogni western che si rispetti, sono giàpronti a San Salvatore, e così qualcuno ha l’ideadi fondare una casa di produzione, l’Arborea film,per entrare nel grande mercato – 400 titoli indieci anni – del western italiano. Nata concapitali cagliaritani, oristanesi e milanesi, lasocietà fece a tempo a produrre un solo titolo, ilcui titolo di lavorazione era “L’uomo dai dadid’oro”. L’esperienza non fu positiva: la casa diproduzione fallì e non riuscì neanche adistribuire la pellicola che fu poi rilevata erimontata dall’Ambrosiana, la parte milanesedell’operazione produttiva. Uscì solo nel 1969con un altro titolo, “Dio perdoni la mia pistola”,storia di un ranger che indaga su un assalto alladiligenza e si spinge sino al Messico. La regia eradi Mario Gariazzo e di Leopoldo Savona.Il sogno di una produzione cinematograficaautoctona tramontò con questo titolo, mentre ilvillaggio di San Salvatore rimase lì, come scenariofantastico, ad attrarre altre produzioni. Tra queste“Bill il taciturno” di Max Hunter, alias MassimoPupillo, che vanta la presenza, tra le attrici, di unagiovane Liana Orfei. Pupillo era un documentaristache aveva girato numerosi cortometraggi inSardegna e che, nel 1982, sarebbe ritornatonell’oristanese per un atro film a soggetto, “SaJana”, ambientato tra i pescatori di Cabras, inlotta contro i feudatari, padroni dello stagno.Spenti gli ultimi fuochi del western, il villaggioè rimasto in piedi, seppure in pessimecondizioni, fino ad una decina di anni fa,quando un incendio distrusse la posada. Subitodopo il comune decise di riportare l’ambientealla normalità e tutte le case vennero restaurate.Paradossalmente è stato anch’esso un’attrattivaturistica, tipica del modernismo popolaredegli anni Settanta.

La Sardegna, e Cagliari in particolare, hanno avuto unabuona visibilità alla 67ª Mostra Internazionale del cinema,svoltasi a Venezia dal 1 al 12 settembre.In una sezione autogestita, lo Spazio aperto degli autori,è stata infatti presentata, il 7 settembre, una produzioneinteramente locale, “Liliana Cavani, una donna nelcinema italiano”. Diretto dal cagliaritano Peter Marcias,ideata e prodotta da Patrizia Masala e Alessandro Macis,il film è un documentario che, a partire dallapartecipazione della regista modenese ad unaretrospettiva svoltasi nel capoluogo nel 2008,ha rievocato – attraverso il racconto della Cavani –la sua carriera tra cinema e televisione.Il giorno dopo, in Sala Grande, nell’ambito della sezioneControcampo italiano, è stato presentato in concorso ilmediometraggio Tajabone, prodotto e diretto dal dorgaleseSalvatore Mereu che, nel 2003, da esordiente,era stato premiato con Ballo a tre passi.

Registi sardi protagonisti a VeneziaIl titolo è un canto tradizionale senegalese che celebra lafine del Ramadan, e dunque invita alla vita e alla festadopo il digiuno. Lo intona una giovane madre, su untreno, felice di stare al fianco del figlio adolescente,Karim, che ha trovato un lavoro ma ha anche deciso dinon smettere di studiare. L’episodio chiude la primaparte, ambientata nella scuola media di via Meilogu, chemette in scena non solo la vicenda del ragazzosenegalese, ma anche la fuga d’amore di due ragazzirom. Dunque, la sequenza del treno fa da cesura tra dueambientazioni: ragazzi e ragazze di S. Elia, in gitascolastica, s’incuriosiscono per la canzone e, a partire dalviaggio, presentano il loro universo sociale e culturale –estremamente isolato – attraverso altre vicendeminimali, una delle quali ha una conclusione tragica.Tajabone, si può dire, è nato in sala di montaggio comemediometraggio, dopo che Mereu aveva diretto un corsodi alfabetizzazione cinematografica in due scuole

cittadine, la scuola media di Via Meilogu, nel quartieredi Is Mirrionis/San Michele e il polo Don Milania Borgo S.Elia. Alla fine dei corsi, erano stati realizzatidue corti, Via Meilogu 18 e Via Schiavazzi, presentatinel mese di giugno nel capoluogo.Frutto di un paziente lavoro di comunicazione con iragazzi – che hanno anche inventato e scritto le storie poiriviste e filmate da Mereu – e le loro famiglie, il film èispirato, secondo quanto ha detto il regista, a Diario di unmaestro di De Seta, tratto dal lavoro di Albino Bernardini.Sempre secondo Mereu, l’esperienza cagliaritana con gliadolescenti è stata anche una sorta di prova generale per ilsuo prossimo film, Bellas Mariposas, tratto dal romanzoomonimo di Sergio Atzeni, che sarà realizzato proprio neiquartieri di San Michele/Is Mirrionis e Sant’Elia.Tajabone, salutato da lunghi applausi – che il regista hacondiviso con i dieci attori/studenti che lo hannoaccompagnato a Venezia – ha avuto un premio originale(l’UK-Italy Creative Industries Award –Best InnovativeBudget) che si può tradurre come il miglior film prodottoin economia. Appena 10 mila euro.

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17CulturaILMESSAGGEROSARDO

È del tutto certo che su noi linguisti incombe inmaniera permanente il grave pericolo di farci

condizionare, nelle nostre scelte ermeneutiche edetimologiche, dalle lingue che effettivamente conosciamo esoprattutto da quelle della nostra esatta specializzazione.Per la nostra Sardegna è un esempio paradigmatico quellodel canonico Giovanni Spano che, all’apice della sua lungacarriera di benemerito studioso, pubblicò il suoVocabolario Sardo geografico, patronimico edetimologico (Cagliari 1875), nel quale si dette da fare perspiegare con la lingua fenicia – che egli del resto conoscevain maniera superficiale – moltissimi toponimi sardi, lamassima parte dei quali sono invece di sicura ed ancheevidente matrice od origine latina. Il grande linguistatedesco Max Leopold Wagner ha adoperato il vocabolo«feniciomania» per bollare alla radice il tentativofallimentare messo in atto dallo Spano.Senonché, proprio per la spiegazione di due antichiantroponimi sardi, è caduto nel medesimo errore della«feniciomania» lo stesso M. L. Wagner. Egli infatti, conuna molto fugace notazione, ha attribuito al semitistaPaul Schröder la spiegazione “fenicia” del nome dei duefamosi protagonisti della rivolta dei Sardi contro i Romaniall’epoca della II guerra punica, Hampsicora e Hosto(1).Invece lo Schröder, nella sua ormai vecchia opera Diephönizische Sprache (Halle 1869, pagg. 172, 87), non hacitato per nulla il sardo Hampsicora, ma ha spiegato ilnome di donna che compare nel Poenulus (1065) diPlauto, Ampsigura come “ancilla hospitis” ed ha spiegatopure il nome del sardo Hostus – citandolo realmente –come “amico di Astarte” (Freund der Astarte).Sorvolando pure su questo notevole qui pro quo delWagner, alla spiegazione che lo Schröder ha presentatodell’antroponimo femm. Ampsigura io muovo le seguentiobiezioni: 1) Lo Schröder ha chiamato in causa l’ebraicoamt «serva», con la finale /t/, mentre l’antroponimoimplica come sua prima parte il gruppo amp-, con la finale/p/. 2) L’antroponimo di Plauto Ampsigura è un hapaxlegomenon, per cui non è per nulla sicura la sua formagrafica che noi adesso conosciamo; tanto più che nei varicodici del testo plautino compare anche come Amsigura eAmpsagura. 3) È molto probabile che il nome della donnacartaginese Ampsigura sia una delle tante creazioni di nomidei suoi personaggi effettuate, come è noto, dallo stessoPlauto; e può essere stata una sua creazione fatta sullostampo ed a ricordo proprio del personaggio storico sardoHampsicora, del quale il commediografo latino avevasicuramente conoscenza, dato che, vissuto fra il 254 e il 184avanti Cristo, era stato spettatore – sia pure alla lontana –della rivolta contro i Romani fatta dai Sardi capitanati daHampsicora nel 215 a.C.. In questa ipotesi, dunque, è moltoverosimile che Plauto abbia creato il nome di donnaAmpsigura derivandolo proprio da quello del sardoHampsicora, anche come rivalsa inconscia rispetto ad unnemico di Roma alleato degli odiatissimi Cartaginesi.D’altra parte è un fatto che Ettore Paratore, traduttore ecommentatore anche del Poenulus di Plauto(2), parlandodegli antroponimi, che ricorrono assieme, femm.Ampsigura e masch. Iahon, sia pure senza darneun’adeguata spiegazione linguistica, commenta: «In fondosono due nomi di origine greca: il primo potrebbe esserreso con “focaccia tonda”, il secondo, sia puredubitativamente, con “abitante della Ionia”».Ancora molto meno convincente è la spiegazione “fenicio-punica” presentata dallo Schröder del nome di Hostuscome «amico di Astarte». A mio avviso questa spiegazioneè del tutto campata in aria, anche perché 1°) lo Schröder siè basato su una forma Hiostus che non è documentata danessun codice di Livio e di Silio Italico, 2°) nella suppostabase fenicia lo Schröder, con l’uso in apparenzainnoncente di parentesi quadre, ha inserito una letterainiziale ed una finale...! A mio giudizio invece Hostus puòessere corradicale – non derivato – con l’appellativo lat.hostia «ostia, vittima sacrificale» (che probabilmente

L’eroe Hampsicoraera sardo, non cartaginese

deriva dall’etrusco), avendo pertanto il significato di«(figlio) offerto (alla divinità)»(3).Del nome di Hampsicora si è in seguito interessato lostorico Ettore Pais, nella sua Storia della Sardegna edella Corsica durante il dominio romano(4). Egliparlando del condottiero dei Sardi ribelli a Roma ha scrittotestualmente: «sebbene nato in Sardegna, era in fondo unPunio; lo fa sospettare lo stesso suo nome». «Il nome diHampsicora od Hampsagoras (Silio Italico, XII 345)ricorda quello di Ampsaga noto fiume della Numidia».Qualche anno dopo Camillo Bellieni ha ricalcatola frase del Pais scrivendo testualmente:«Ampsicora, grosso latifondista dell’isola,d’origine punica, come appare dal nome»(5).Senonché anche al Pais io obietto in primo luogo che laconnessione fra l’antroponimo Hampsicora/Hampsagoras col nome del fiume Ampsaga è moltoproblematica in termini fonetici, in secondo luogo chequesto fiume era nella Numidia, presso Cirta, l’odiernaCostantina, che dista da Cartagine più di 300 chilometri;ragion per cui è molto più ovvio ritenere che Ampsagafosse un idronimo numido, cioè berbero, che non fenicio-punico o cartaginese. Per queste due pesanti difficoltà dicarattere linguistico, è del tutto illegittimo dedurre –come ha fatto il Pais – che il nome Hampsicora fossefenicio-punico o cartaginese.In linea di fatto è avvenuto che da questa suainconsistente e illegittima connessione linguistica il Paisabbia dedotto conseguenze troppo grandi e vistose dicarattere storico generale: dunque secondo luiHampsicora non era un Sardo, ma era propriamente unCartaginese, inoltre la rivolta contro i Romani dai luicapeggiata non era propriamente rivolta dei Sardi, maera rivolta dei Sardo-Punici ed infine la città di Cornussu cui egli comandava non era sarda, bensì erapropriamente “sardo-punica”.Tutto al contrario di recente io ho fatto osservare che neltesto di Livio (XXIII 40) che narra abbastanza a lungo lastoria della rivolta di Hampsicora e dei Sardi non c’è nulla,assolutamente nulla che faccia intendere che Hampsicorafosse un “Punio” e che Cornus fosse una città “sardo-punica” (cfr. anche Eutropio, XIII 1). A proposito dellacittà ho pure messo in risalto che nel piccolo pianoro incui si trovano ancora i resti di Cornus esistono anche trenuraghi e ho sottolineato che i nuraghi li costruivano iSardi Nuragici e non affatto i Fenici o i Cartaginesi...(6).Purtroppo però è avvenuto che questa interpretazionedata dal Pais del nome e della figura di Hampsicora e dellarivolta da lui capeggiata sia entrata tale e quale in tutta lasuccessiva storiografia sulla Sardegna dell’età romana.Ho già detto che invece Ettore Paratore ha seguito ladirezione geografica orientale ed ha spiegatol’antroponimo femm. Ampsigura di Plauto in base alla

lingua greca, cioè come “focaccia tonda”, anche senza darneuna spiegazione adeguata. Anche io preferisco seguire questadirezione orientale e a tal fine chiamo in causa i nomi di trefamosi filosofi, Anassagora, Protagora e Pitagora(Anaxagóras di Clazomene, Protagóras di Abdera ePythagóras di Samo) e poi di Aristagora (Aristagóras),personaggio di spicco di Mileto che Erodoto (V 124) cita comecolui che nel 498 a.C. avrebbe consigliato agli Ioni dell’AsiaMinore di andare a fondare una colonia in Sardegna(7).Ebbene questi quattro antroponimi presentano unastruttura linguistica chiaramente molto simile a quelladel nostro Hampsicora/Hampsagoras.L’etimologia dei quattro citati antroponimi è moltocontroversa e pertanto non entro nel merito per nonallungare troppo il presente studio. Pertanto mi limito adosservare che la città di Abdera, patria di Protagora, erasulla riva nord-orientale del Mar Egeo, Clazomene el’isola di Samo, patrie di Anassagora e di Pitagora eMileto patria di Aristagora erano nella Ionia nell’AsiaMinore, a ridosso della Lidia, terra di origine sia deiSardi Nuragici che degli Etruschi. Addirittura sappiamoche Pitagora veniva tramandato come “tirreno” e ingreco Tyrrhenói significava «costruttori di torri»,proprio come lo erano i Sardi Nuragici(8).Pertanto sui quattro antroponimi citati a me sembralegittimo affermare come certo almeno questo fatto:che tutti e quattro erano propriamente di matriceegeo-anatolica. Inoltre c’è da osservare e sottolineare chela connessione fra l’antroponimo sardo Hampsicora/Hampsagoras con quelli egeo-anatolici Anaxagóras,Protagóras, Pythagóras e Aristagóras è chiaramentemolto più stretta di quanto non lo sia con l’idronimonumidico Hampsaga e con l’ipotetico punico Ampsigura.A tutto ciò si deve aggiungere una notizia che mi haricordato l’amico Attilio Mastino: secondo Silio Italico (XII 344)Hampsicora si vantava di essere di origine Iliaca o Troiana,cioè – commento io – pure lui di origine egeo-anatolica.La mia conclusione ultima è questa: ha un molto elevatogrado di probabilità il fatto che l’antroponimo sardoHampsicora/Hampsagoras avesse una origine egeo-anatolica, in pieno accordo con la tesi dell’origine orientaledei Sardi Nuragici dalla Lidia nell’Asia Minore, dalla cuicapitale Sardis è derivato sia il nome stesso dei Sardi siaquello della loro patria Sardó/Sardinia(9).E la conclusione ultima è questa: la figura di Hampsicoraed anche la rivolta contro i Romani che egli ha capeggiatovanno reinterpretate in termini storiografici(10).

Massimo Pittau

(1) M. L. WAGNER, Über die vorrömischen Bestandteile des Sardischen,in «Archivum Romanicum», XV, 1931, pag. 5; Idem, La Lingua Sarda -storia spirito e forma, Bern 1951, pag. 15; Idem, Die Punier und ihreSprache in Sardinien, “Die Sprache”, III, 1, 1954, pag. 36.V. BERTOLDI, Sardo-Punica, in «La Parola del passato», II, 1947, pag.8, si è limitato a citare e ripetere quanto aveva scritto il Wagner.(2) E. PARATORE, T. M. Plauto, tutte le commedie, Roma 1976, NewCompton, 5 voll., IV.(3) Vedi etr. Hustnei «Hostia», gentilizio femm. da confrontare conquello lat. Hostius (RNG), nonché col lat. hostia, fostia «ostia, vittimasacrificale», finora di origine incerta (DELL, DELI) (vedi M. Pittau,Dizionario della Lingua Etrusca, Sassari 2005, pag. 206).(4) Roma 1923, ristampa a cura di A. Mastino, Nùoro 1999, vol. I, pag. 220.(5) C. BELLIENI, La Sardegna e i Sardi nella civiltà del mondo antico,Cagliari 1928, 2 voll., I, pag. 101.(6) M. PITTAU, Cornus nome punico? E se invece fosse latino?, nellarivista Làcanas, Selargius (CA), V, num. 24, I/2007, pagg. 59-62.(7) Cfr. M. PITTAU, Storia dei Sardi Nuragici, Selargius (CA) 2007,Domus de Janas edit., pag. 293.(8) Cfr. M. PITTAU, Storia dei Sardi Nuragici, cit., §§ 7, 20, 40, 43, 45, 47.(9) Cfr. M. PITTAU, Storia dei Sardi Nuragici, cit., capp. II e IV. Aquanto dico in questi capitoli oggi apporto questa importanteaggiunta: è probabile che nei passi di Pausania (X 17, 2) e di Solino (I50) dove si accenna alla origine dei Sardi si debba emendare Libye«Libia» (cioè «Africa») in Lydie «Lidia».(10) ATTILIO MASTINO presenta un magistrale compedio dellaquestione di Hampsicora nelle sue recenti opere: Storia della Sardegnaantica, Nùoro 2005, pagg. 68-86; I Sardi Pelliti del Montiferru o delMarghine e le origini di Hampsicora, in «Santu Lussurgiu, dalleorigini alla “Grande Guerra”», Nùoro 2005, pagg. 141-166.Io lo ringrazio qui pubblicamente anche perché ha accettato direvisionare questo mio studio.

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Attualità18 Ottobre 2010

C omunque vada, è stato un successo. Dal 23al 29 agosto sono state diverse e articolate

le iniziative promosse dalla Sardegna inoccasione dell’Expo di Shangai, con spettacolifolkloristici, degustazioni di vini e prodotti tipici,sfilate di moda, incontri riservati agli operatori,seminari su “ICT & life sciences biotechnologies”a cura di Polaris e diverse iniziative legate alprogetto promosso dall’assessorato del Turismo,“Rose Wedding”, e organizzato da Confcommercioe Confturismo nord Sardegna.La Regione, presente all’interno del padiglioneItalia con uno spazio di 190 metri quadrati, haproposto un allestimento che riprendeva il temacentrale dell’Expo, “Better city, better life (InSardegna si vive di più e meglio)”. La settimanadella Sardegna all’Expo Shanghai, ne sono certigli assessori regionali Sebastiano Sannitu(Turismo) e Giuliano Uras (Ambiente), «hariscosso consensi di visitatori e sulla stampa

La Sardegna in mostraall’Expo di ShangaiIniziativa della Regione per promuovere il turismo - L’Isola in cui si vive di più e meglio

locale, con riconoscimenti per la Regione eper l’assessorato al Turismo che lo hacoordinato. L’iniziativa – hanno spiegatofacendo un primo bilancio dell’Expo – hatrovato spazio in alcune tra le principalitestate giornalistiche. Lo “ShanghaiDaily”, il primo quotidiano della metropolicinese con oltre 200 mila copie al giorno,ha pubblicato una pagina intera sulprogramma della Regione Sardegna,mentre il China Daily, il principalequotidiano cinese in lingua inglese, hadedicato mezza pagina. Un altroquotidiano in lingua cinese, XinMinEvening News, con la straordinariadiffusione di 1 milione di copie,ha titolato: “Essence of life at the Sardinia

Region opening ceremony».Protagonisti della settimana cinese sono statii gruppi di Mamuthones e Issohadoresdi Mamoiada e il gruppo “Villanova”di Cagliari, oltre agli artigiani che hannopotuto mettere in mostra le proprie creazioni.«Non è una novità – afferma l’assessore Sannitu– che la Cina stia diventando il mercato piùimportante al mondo per qualunque partnercommerciale, tanto più può essere uninterlocutore privilegiato per i nostri produttori,in particolare nei settori dell’agroalimentare edell’artigianato. Riteniamo che nell’immediatofuturo questo Paese possa generare ancheflussi turistici molto significativi.Per queste ragioni l’azione dell’assessorato, cheha sostenuto fortemente diverse iniziative dipromozione in Cina, è più che mai giustificata».A guidare la delegazione sarda è stato unentusiasta assessore all’Ambiente, Giuliano

Uras, che sottolinea l’opportunità offertadall’amministrazione regionale agli operatorisardi. «Abbiamo trovato – ha spiegato l’assessoreUras – una predisposizione ad accogliereciò che arriva dall’Italia e dalla Sardegna inparticolare. I visitatori hanno apprezzato iprodotti dell’Isola, i nostri costumi tradizionali,la nostra creatività. In generale, ha spiegatoancora, hanno mostrato interesse per la nostraqualità della vita e per la longevità dei sardi.L’Expo – ha detto ancora l’assessore Sannitu –è una vetrina da 20 milioni di visitatoriin media. Quella cinese mira a raggiungere400 milioni di visitatori. La Sardegnaè una delle poche regioni che finora ha avutosettimane dedicate, con un riscontroassolutamente positivo soprattutto in terminidi relazioni. La Regione offre un’opportunitàdi incontro e di confronto per le nostre aziende,ora sta a loro proseguire nei rapporti con il mercato cinese. Un mercato, ha aggiunto,in continua espansione, che offre grosseopportunità alla Sardegna».Tra i contatti avviati finora ci sono quelli cheriguardano la moda sarda, «con due stilisti,Daniela Iadeluca di Nuoro e Gianni Podda diSan Gavino – ha detto Uras – che hanno avutomodo di farsi apprezzare per le loro creazioni.Attraverso Polaris, inoltre, avvieremo unacollaborazione scientifica sullo studio delgenoma, tema che attrae molto i cinesi».La partecipazione all’Expo è costata 700 milaeuro, «meno – ha precisato Sannitu – di quantoci costa partecipare alla Bit» ed ora gli assessorilanciano un appello al mondo produttivo isolano«affinché non si disperda il patrimonio direlazioni e conoscenze acquisito a Shangai. Non èla prima iniziativa – ha detto Sannitu – chefacciamo in Cina e non sarà l’ultima. Anche dalpunto di vista turistico possiamo lavorare moltocon i cinesi e riteniamo che la Cina possa essereun interlocutore privilegiato anche per iproduttori dell’agroalimentare e dell’artigianato.È importante anche che le imprese sarde, insiemealla Regione, diano continuità a questi rapporti».

Francesca Zoccheddu

Sardegna e Sicilia sono state le indiscusseprotagoniste del diciannovesimo convegno“Insularità e cultura mediterranea nella linguae nella letteratura italiane”. Il congresso 2010ha visto un intenso programma di seminarie conferenze con autori e temi della letteraturasarda e della letteratura siciliana nel confrontolinguistico-culturale con il resto d’Italiae del Mediterraneo.Le lezioni magistrali di Vincenzo Consoloe Giovanni Pirodda hanno inauguratoufficialmente il convegno organizzatodall’Associazione Internazionale dei Professoridi Italiano (Aipi). Tra i mattatori dell’eventoil romanziere catanese Vincenzo Consolo(premio Strega nel 1992 con “Nottetempo,casa per casa”) con una relazionedal significativo titolo “I muri d’Europa”.Chiaro e netto nelle sue parole, il riferimentoai recenti drammi connessi al fenomenodell’immigrazione, agli sbarchi e ai respingimentidei clandestini dalle frontiere del Continente.L’altro grande protagonista è stato GiovanniPirodda, uno degli esponenti più autorevoli dellanostra italianistica, che ha svolto il tema“Letteratura e storia sarda. Problemi di metodo”.“Nella nostra Isola – ha spiegato il professore –si sono succedute diverse lingue e culture, impostedalle varie dominazioni e quindi subite, ma in

Sardegna e Sicilia protagonisteal convegno su insularità e cultura

qualche modo anche accettate, e che quindi oggifanno parte della cultura e dei costumi dei sardi”.Chiaro il riferimento anche ai 400 anni didominazione iberica, e alle sue influenze ancoraben visibili in Sardegna. Pirodda ha quindirimarcato come sia necessario, per ricostruire lastoria della letteratura sarda, “ripercorrere lastoria degli intellettuali, un filone prezioso fatto dilaici, ecclesiastici, funzionari, notai e magistrati.Mecenatismo, salotti culturali, accademie e scuolesono invece aspetti assenti o studiati in modoframmentario”. Allo studio della circolazione dellibro (“interessante la diffusione dei piegos, foglivolanti in lingua spagnola che testimoniano,anche dopo la fine della dominazione iberica, lacontinuazione dei rapporti con la Spagna:raccontavano di tutto, da fatti di cronaca a vitedi santi”) occorre affiancare la conoscenzadell’opera degli improvvisatori, o “poetia braccio” così diffusi nei paesi dell’interno.Il comitato organizzatore ha predisposto losvolgimento del convegno nelle facoltà di Letteree Filosofia e di Lingue e Letterature Straniere.Davvero nutrito il gruppo di conferenzieri,studiosi e docenti, non solo da tutta Italia maanche da moltissime nazioni straniere. Troviamo,infatti, professori di lingua italiana provenientida Croazia, Brasile, Stati Uniti, Spagna, Belgio,Olanda, Germania, Polonia, Russia, Malta,

Canada, Francia, Norvegia, Slovacchia,Austria, Israele, Regno Unito, Camerun,Romania, Irlanda, Tunisia e Portogallo.Tra gli altri il croato Nikica Mihaljevic relatoredi “Insularità e letteratura”. A seguire lerelazioni di Zeljika Lilic e Katarina Lordanic,Marina Marasovic-Alujevic, Ivania Petrin eDanijel Tonkic su “Isole e spazi linguistici”.Ancora “Miti e stereotipi sul Mediterraneoe le isole” con Stefano Mula (Stati Uniti, “Ilmeraviglioso Oriente in Occidente: visioni dellaSardegna nel medioevo”), Anna Ferrari (Italia,“Il sandalo di Iolao. La Sardegna e il mitoclassico”), Rossella Cabras (Italia, “L’immaginedella Sardegna di Lamarmora, Bechi eBresciani”), Magda Nigoevic e Nina Lanovic(Croazia, “Da che parte soffia il vento? I ventinei proverbi italiani, spagnoli, portoghesi ecroati”), mentre è “Traduzione e ricezione dellacultura e della letteratura” di Nicoletta Dacrema(Italia, “Il filologo che volle farsi viaggiatore.Max Leopold Wagner e la (ri)scoperta dellaSardegna”), Leonarda Trapassi (Spagna, “LaSicilia a piedi di Seume e di Delius”), ClemensArts (Belgio, “Terracina: terra di Grands Tours ePetits Tours”) e Brigitte Urbani (Francia, “LaSicilia dei viaggiatori francesi dell’Ottocento: tramito e antimito”). Interamente dedicate alladisfatta dell’italiano le relazioni di Ineke Vedder(Olanda), Roberta Ferroni (Brasile), Snje•anaNives Bralic (Croazia) e Fernanda LanducciOrtale (Brasile). Infine, Monica Biasiolo(Germania) parlerà del ruolo di mediatrice diculture di Mercede Mundula. Alessia Corbu

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19CulturaILMESSAGGEROSARDO

I narratori della nostra regione stannoconoscendo un momento magico. I loro

romanzi hanno una larga diffusione, vinconoimportanti premi letterari, sono recensiti sullastampa nazionale. Anche all’estero registrano unanalogo successo di pubblico e di critica. Non sipuò dire altrettanto per quegli autori chescrivono versi. La poesia oggi è un generedifficile, fuori mercato. I librai diffidano di questogenere di opere, a meno che non siano classici oautori di larga fama.Malgrado queste difficoltà, libri di poesia neescono molti in Sardegna. Il più delle volte siscrivono versi per un bisogno di comunicareemozioni o esperienze con un linguaggiomusicale. Oppure per testimoniare certi aspettidella realtà attuale. Nel Duemila èparticolarmente presente una nutritarappresentanza di autrici che danno voce almondo delle donne, in un momento come questoricco di vivacità e di cose da raccontare in primapersona o facendosi portavoce di una generazionein aperta rottura col passato.Spesso i libri in questione sono pubblicati da caseeditrici coraggiose, con una tiratura non moltoalta. Anche le segnalazioni sui media sonosporadiche. Quanto alla circolazione, avvieneattraverso canali particolari (non semprericonducibili alle librerie). La prima segnalazioneriguarda un libro di poesie di una giornalistaprofessionista nata a Ingurtosu, che oggi vive aBologna. Volto noto di una emittente televisivaisolana, Fiorella Ferruzzi ha esordito due anni facon “Prima che passi la poesia” (con unaprefazione di Paolo Pillonca). Nei componimentidi questa raccolta ci sono molti argomentiriconducibili al vissuto dell’autrice. È una sortadi diario in versi, con l’attualità e i ricordi, ilpresente e il passato. I toni cambiano a secondadegli umori, in rapporto alle esperienze fìssatesulla pagina. Non pochi componimenti hannoun carattere in bilico tra lirismo ed erotismo(“Vorrei che il mio seno fosse il tuo cuscino /Adesso mi faccio mare / Per accoglierti / Serena /Sirena / Per amarti”).Decisamente più duri sono i versi di Bonaria

Poesia sarda al femminile nel DuemilaDopo il successo di molti narratori si assiste al rilancio della poesia con le donne protagoniste

Altea, autrice della raccolta “Calci e pugni”.Nata a San Gavino Monreale, cinquantuno annifa, questa poetessa ricorda vagamente le lirichedi Bukowski. Le sue sono esperienze estreme,rievocate con una scrittura asciutta e secca. Iltema dominante è quello dell’amore, di storieandate storte. Nessuna prima di lei, tra lepoetesse sarde, ha saputo esprimere certi statid’animo (“Un pacchetto di Camel sulla tavola, /unico indizio, / unica prova della tua presenza. /Hai fatto l’amore, / hai bevuto, / hai parlato, /sei andato via. / Solo un pacchetto vuotodi Camel, / a farmi compagnia”.)Su versanti diversi si muovono le poesie di MariaAntonietta Cucca, nata a Esterzili e con tre libriall’attivo (“Brezze”, “Lune piene”, “Incenso sulgomitolo di ghiaccio”). L’argomento centrale deisuoi versi è il mistero, l’esoterismo e una realtàonirica. Non senza qualche componentedecisamente macabra (“Parlo ma nella notte /sono assalita / da vermi senza ritegno. / Voglionoil pasto. / Rido e li sbeffeggio / senza risparmio.”)Il secondo libro è una storia d’amore tra unadonna e un personaggio televisivo, che lei nonincontrerà mai. Nel suo delirio lo vede come unsacerdote, un monarca, uno stregone, uncondottiero, un brigante. Infine “Incenso sulgomitolo di ghiaccio” riprende vecchi argomenti ene propone nuovi, lasciando il lettore stupito equasi convinto che i versi siano stati scritti inuno stato d’animo vicino alla trance. A unamedianità in bilico tra il sogno e la veglia.Maria Cristina Biggio vive e lavora tra Teulada eCagliari. Promotrice di eventi che hanno perargomento la poesia e la letteratura,recentemente ha tradotto dall’inglese unaraccolta della poetessa americana Susan Stewart,dal titolo “Columbarium”. L’ultimo sottile librodi cui è autrice (“Canto parlato”) è un poemetto,o se si preferisce un racconto in versi, cherievoca un episodio della guerra in Iraq.L’uccisione di uno dei quattro italiani rapiti aFalluja, sulla strada di Amman, da parte di uncommando di terroristi di matrice islamica.Fabrizio Quattrocchi aveva trentasei anni efaceva la guardia privata. I versi della Biggio non

sono improntati a un realismo immediato,nascono da un intreccio sapiente di richiami allatradizione poetica del Novecento europeo.Bianca Mannu (nata e Dolianova e residente aQuartu Sant’Elena) ha pubblicato due raccolte dipoesie: “Misteriosi ritorni” e “Fabellae”.Quest’ultimo libro, uscito di recente, haun’ampia prefazione di Valeria Pala, giovanestudiosa dell’Università di Cagliari. La qualemette in risalto il carattere fortemente biograficodelle poesie e l’impegno sul versante della ricercalinguistica. A questo va aggiunto l’aspirazione acapire il senso dell’esistenza umana e il gusto peril gioco e l’erotismo. C’è da aggiungere chequesta autrice ha al suo attivo diversi racconticoi quali ha partecipato a premi letterari cheprevedevano la pubblicazione dei testi vincitori osegnalati. La sua prossima opera dovrebbe essereuna raccolta di “short stories”.La più giovane delle autrici di libri di versi èSara Pusceddu. Nata a Carbonia venticinqueanni fa, ha esordito nel 2005 con una raccoltadi poesie dal titolo “Ritratti per farfalle”.Si è laureata in Scienze dell’educazionee della formazione all’Università di Cagliari,con una tesi sulla cinematografia documentariafascista. I brevi componimenti di questo librosono “un viaggio dentro una vita”, larievocazione di esperienze del passato e unaricognizione sul presente, che svelano al lettoreil mondo giovanile filtrato attraversouna sensibilità lucida e attenta. Leggiamo:“Nell’occhio del ciclone. / Nel bel mezzodi quel casino. / La follia ingombra ogni angolo. /Come un mare mi spazza via”.Il discorso potrebbe continuare con lasegnalazione di altre autrici, che in comunehanno una esplorazione dell’universo femminile.In altre parole una chiave di lettura per questofilone di poesie potrebbe essere di tipoantropologico. Nel senso che documentanoattraverso la prima persona, cioè un’angolazionesoggettiva, il vissuto di donne e ragazze d’oggi.Ma risulta un approccio riduttivo e fuorviante.Questo perché chiunque scriva con finalitàletterarie indossa una maschera, trasforma l’“io”della persona in quello di un personaggio vero eproprio. Anche quando si è sinceri, cioè ci s’illudedi fare della letteratura una forma di confessione.Filtri e censure agiscono su ogni parola, in prosao in versi. Giovanni Mameli

La lingua sarda è unanimemente considerata“romanza” o “neolatina”, per il diffusofondamentale predominio derivato dalla lingua“colonializzatrice” dell’antico impero romano. Ilsardo, come lingua originata principalmentedall’identità latina, è accomunato all’italiano,francese, spagnolo, portoghese, catalano, occitano,franco-provenzale, corso, ladino, friulano eall’ormai estinto linguaggio dalmatico.Antonio Sanna, esimio ed autorevole linguistabonorvese, amava sostenere che “la fisionomialinguistica è il risultato di una serie di vicendestoriche”; dunque, nel caso specifico sardo,fisionomia determinata dalle tracce degli antichiabitatori dell’Isola e dai diversi ed interminabiliavvicendamenti di dominatori che hanno impressonuovi significativi segni linguistici.Lo stesso vocabolarista e linguista illoraeseMario Puddu – Istoria de sa Limba Sarda (Ediz.Domus de Janas) – sostiene lo schemasemplificativo della “Limba Sarda”, ripartito tra«unu primu fundhu chi benit de su sardu antigu,su chi sos glotòlogos naran “sostrato”, sa mazoreparte chi benit de su latinu e chi distinghet sa

La lingua dei sardi di Mario LigiaIpotesi filologiche nell’ambito della lingua greca antica

limba sarda coment’e romanza o neo-latina,àteras annuntas, su chi sos glotòlogos naran“superstrati”, chi benin de s’italianu medievale emodernu, de su catalanu e de s’ispagnolu. Proesser prus pertzisos tocat de annungher carchicosa fintzas de su grecu-bizantinu...».E proprio su quest’ultima “ipotesi filologica”si è sviluppato il lavoro di Mario Ligia, titolato“La lingua dei Sardi” (Iskra Edizioni), pubblicatoalcuni anni fa con il proposito “di dimostrare chele origini della lingua sarda sono da ricercarenell’ambito della lingua greca antica”.Mario Ligia (Genova 12 agosto 1919-Sassari7 ottobre 2003), vissuto principalmente aMacomer, nell’analisi di toponomi e lemmi sardipresi in esame – anche impiegando il metodo“combinatorio o induttivo” e scomponendo ivocaboli per lo studio delle radici – ha trovatodei precisi riscontri e legami con il greco antico.L’appassionato ricercatore, per il cauto egiudizioso studio di carattere autenticamenteetimologico, attinge termini nel ricco patrimoniodi ben centoquaranta Comuni isolani; daAbbasanta a Zeddiani risulterebbero evidenti gli

elementi del linguaggio di origine protogreca,riscontrabili soprattutto nell’ottanta per centodei toponimi sardi.Del monosillabo nur (nuraghe, nurache, nuraxi),dopo ampia disamina sui nomi di svariatinuraghi (Nurabbas di Bosa, Nuraccioni di Isili,Nuradèo di Sindia, Nuragadèna di Olbia,Nuragiàna di Palmas Arborea, Nurdòle diBenetutti, Nurta di Loceri, Nussiu di Abbasanta,Nugaris di Cuglieri, Nugràstula di Borore, ecc.)e citazioni varie, propone l’ipotesi che significhi“donna” e che il nome antico “nurac”, deisingolari simboli monumentali della Sardegna,equivalga almeno nella fase originaria,al “sacro luogo dove avvenivano tutte quellemanifestazioni culturali inerenti l’istituto delmatriarcato”; dunque il nuraghe come Tempiodella Dea Madre. Ligia dedica particolareattenzione e analisi anche al monosillabo “sar”,radice della parola Sardegna, con la convinzioneche significhi “terra”. O ancora ai terminicon base “ur”, al quale conferma il significatodi “acqua” o “sorgente”.“La lingua dei Sardi”, in duecentocinquantaseiintense pagine, offre un percorso di suggestiveipotesi filologiche, una miriade di riferimentistorici, fantasiose leggende e gradevoli curiosità diun sincero amante dell’antichità della Sardegna.

Cristoforo Puddu

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Attualità20 Ottobre 2010

N el momento di maggior difficoltà per lasopravvivenza stessa della Fondazione

intitolata alla sua grande artista, la Comunità diSiligo ha voluto confermare la consapevolezzadello straordinario tesoro chel’insegnamento artistico e umano di Maria Cartaha rappresentato, ritrovandosi numeroso epartecipe alla cerimonia di consegna deiriconoscimenti dell’ ottava edizione del premiodedicato alla cantante scomparsa nel 1994.Pur in un contesto assolutamente spartano esobrio nella collocazione della piazza del paese,tra scenografie minime e luci appena abbozzate, ilPremio Maria Carta ha vissuto quest’anno, allasua ottava edizione, una forse inedita estraordinaria intensità. E non solo per la valenzaanche internazionale di alcuni degli artistipremiati dal trombettista Paolo Fresu al comicoBenito Urgu, sino alla sorprendente verveumoristica espressa in campidanese di RossellaFaa e al quasi fanciullesco entusiasmo con cuiPaolo Masala ha invitato la gente a ballare.Quello che il premio ha forse voluto rimarcare èstata anche la capacità di scoprire tra la gente diSardegna figure di grande intelligenza, diammirevole impegno civile, di lungimirantespirito imprenditoriale in una sfida continua cheha proprio nell’esaltazione delle nostre radici e

Il premio Maria Cartasupera le difficoltà e i tagliAssegnato a Paolo Fresu - Premiati Benito Urgu, Rossella Faa, Paolo Masala,Claudia Crabuzza - Riconoscimento al circolo “Su Nuraghe” di Biella

della nostra peculiaritàdi sardi il suo motivoforte di essere.Una lezione che è arrivatanon solo da imprenditricicome Pasqua Palimodde oRita Pirisi, gratificate daun iconoscimento specialeper la loro eccelsa praticadell’ospitalità turistica,ma anche da oltre Tirrenocon l’esempio del circolosu Nuraghe di Biella.Realtà magmaticadi un continuo movimentoe sforzo culturale

con la Sardegna come baricentro, ma nelcontempo di esemplare compenetrazionenella realtà territoriale che la grande comunitàdi seimila sardi ospita.Ecco perchè giustamente Battista Saiu e RobertoPerinu, instancabili animatori dell’attivitàdel circolo presente da oltre trent’anni,quel premio assegnato a Su Nuraghe lo hannovoluto condividere sul palco di Siligo, con l’intera comunità di Biella rappresentatanel piccolo centro dove Maria Carta nacque,dal primo cittadino Dino Gentile.E dalle sue parole è arrivata l’attestazione piùprofonda di quale possa essere il contributo chele nostre comunità di sardi emigrati possano darela dove vengono ospitate. Un riconoscimento alleloro potenzialità, alla loro fierezza di sardipienamente integrati e capaci di offrire uncontributo pieno per lo sviluppo economico,sociale e culturale. Un ruolo del quale siamospesso proprio noi sardi a dimenticarci o a nontenere nella dovuta considerazione.La manifestazione svoltasi a Siligo il 22 agostoha vissuto alcuni momenti di grande interesse sulpiano dello spettacolo. Specie con Paolo Fresuche con il suo flicorno ha dedicato alcuni minutidi una esibizione intensa, avvicinandosi verso legradinate dove era assiepato il pubblico e

regalando anche le note inconfondibili di “Nopotho reposare” con la tecnica dell’emissione delfiato continuo. O con Benito Urgu che haintrattenuto il pubblico con le sue irresistibiligags e barzellette e affiancato da Alverio Cau haproposto uno dei motivi del suo nuovo repertorioper creare un nuovo ballo al ritmo di acrobaticigiochi di parole in sardo.Come ha colpito quanti non la conoscevanola verve e l’humour di Rossella Faa con alcunidei brani del suo fortunato CD “Baa-bà”.Trascinante l’esibizione di Paolo Masalacostruttore di giochi tradizionali e insegnantedi ballo sardo che con il figlio Vanniall’organetto (una tradizione che si rinnovavisto che è nipote del grande Tonino Masala)ha invitato il pubblico a ballare.Premiata anche l’attività di ricerca dellacantante algherese Claudia Crabuzza per lariscoperta e la valorizzazione della figura delcantautore Pino Piras scomparso nel 1989documentata ora anche da un CD inciso conClaudio Sanna e un videodocumentario.Con la chitarrista silighese Caterinangela Faddaha anche messo in piedi il duo Violeta Azul con ilquale riprende motivi popolari della tradizionesudamericana e della “nueva cancion chilena”.Come in passato il premio ha rivolto la suaattenzione anche fuori dall’isola assegnando unriconoscimento a Valter Colle, ricercatore,divulgatore e produttore discografico che con leproduzioni della Nota di Udine ha sempreriservato grande attenzione alla Sardegna specieal patrimonio vocale delle confraternite religiosee si accinge ora ristampare il basilare cofanettosulla musica sarda curato nel 1973 da PietroSassu, Diego Carpitella e Leonardo Sole.Un ruolo ha parte ha meritato Dori Ghezziche ha ricevuto il premio per contodella Fondazione Fabrizio de Andrè. Ha ricordatoun suo incontro con Maria Carta in occasionedi una partecipazione alla popolaretrasmissione televisiva Canzonissima, nel 1974,e ha poi invitato la fondazione Maria Cartaa insistere nella sua attività senza farsicondizionare dal difficile momento attraversatoin seguito al vistoso taglio dei contributi.E a Fabrizio de Andrè, traducendo e cantandoin sardo un suo brano, hanno dedicatouna loro esecuzione anche gli ospiti dellamanifestazione, i giovanissimi componentidel coro intitolato a Maria Carta allestito nellascuola media Tola di Sassari per la direzionedi Palmira Santoru e Antonio Garofalo.

Seùlo, paese montagnino che dà il nome all’omonimaarea della Barbagia, annovera diversi illustripersonaggi come il sarto Giuseppe Ligas (Seùlo 1902-Torino 1992), Cavaliere del Lavoro e riconosciuto“cultore appassionato dell’arte sartoriale moderna”, e illetterato scrittore-saggista Giovanni Moi (Seùlo 1910-Cagliari 1996). E proprio di quest’ultimo, ricorrendo ilcentenario della nascita, tracciamo una breve biografia.Giovanni Moi plasmato dalla dura vita di paese e dicampagna – fu contadino e pastore fino ai 28 anni –dimostra in gioventù elevate doti intellettuali e unaforte predisposizione verso lo studio. Nel 1938, con ilsostegno economico ed incoraggiamento dei familiari,consegue il diploma magistrale che l’anno successivo loportano ad iniziare a lavorare come maestro.Sviluppa e coltiva una particolare sensibilità ecomprensione verso le problematiche sociali ed umanedel mondo contadino e della classe operaia. Il naturalepercorso è un’adesione agli ideali del PCI, di cui divieneattivo militante clandestino, e per l’impegno

Ricordo biografico di Giovanni MoiIl centenario della nascita dello scrittore e saggista di Seulo

antifascista istillatogli “dal prete Carta, un canonicoseùlese illuminato, che operava in Ogliastra”; idealitàcondivise con altri giovani paesani, particolarmente conGiacomo e Salvatore Murgia, e rafforzate dallafrequentazione di comunisti passati attraversol’esperienza del carcere e confino per motivi politici.Essendo sprovvisto dell’obbligatoria tessera di adesioneal fascio rischia di compromettere il lavoro didipendente scolastico: il provvidenziale intervento delcanonico Carta annulla il provvedimento dilicenziamento già avviato.Richiamato militare nel 1941, partecipa agli eventibellici. L’attività politica è ripresa solo nel 1946 con unaconvinta battagliera propaganda a sostegno dellaRepubblica e per lo schieramento di sinistra nellaCostituente. Negli anni ’50 s’impegnaamministrativamente per la propria comunità, di cuidiviene consigliere comunale e vicesindaco. Intantointensifica la scrittura di poesie in lingua sarda,caratterizzate da temi sociali di attualità e di lotta, nella

convinzione che il riscatto popolare si possa costruirecon lo strumento primario della cultura.Nel 1950 consegue un’importante consacrazione poeticaal “Premio Cattolica”, concorso nazionale vernacolarepromosso dalla rivista “Calendario del Popolo” e con unaprestigiosa giuria composta, tra gli altri, da Eduardo deFilippo, Salvatore Quasimodo e il critico letterario LuigiRusso. Colse il massimo riconoscimento per la lirica Supitzinnu mutiladu – Il bambino mutilato – (De sa manuno aiat mancu friniga / su scoppiu ’e s’arma ’e gherrade issu urtada / mentre allegru fit de giogu in fatiga / sinde l’aiat tot’in fumu leada. /...), tradottasuccessivamente in italiano da Quasimodo.Nel 1953 si stabilisce con la famiglia a Carbonia, doveverrà eletto consigliere comunale per il PCI. Insegnantea Quartu Sant’Elena e a Cagliari, dove aderirà a diversimovimenti culturali cittadini degli anni ’60 (“Centro dicultura democratica” e “Centro arti visive”). L’operaletteraria complessiva di Giovanni Moi, composta daversi, favole e saggi, è accomunata “da vibrantepassione umana, per la sapienza e il rigore etico”;ricordiamo le pubblicazioni Lumachina (1961),Faulaberu (1971), Problemi di vita e soluzioni (1977),Come nasce il diavolo (1990), Attitidus (1992) e Lunadi miele amaro (1993). Cristoforo Puddu

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21Paesi di SardegnaILMESSAGGEROSARDO

N on appena si lascia la Sassari-Olbia, e siimbocca il tratto di vecchia statale che

conduce a Monti, ci si rende conto della naturadel vasto territorio che fa capo al paese(oltre 120 kmq): è un paesaggio collinare mosso,dove le emergenze granitiche si alternano a pascolie vigne; poi, mano mano che i rilievi,andando verso Alà dei Sardi, si fanno più aspri,prendono il sopravvento la macchia e trattidi bosco di lecci e sugheri.L’abitato è in un pianoro, disteso nel cosiddetto“corridoio di Monti”, tra i rilievi di Alà a sud e ilLimbara a nord: un passaggio verso la costaorientale dove strade e ferrovia corrono veloci.

MONTI

La capitaledel vermentino di GalluraLa sua Cantina sociale è un gioiello - L’abitato inserito tra i rilievi di Alà dei Sardie il massiccio del Limbara - La parrocchiale di San Gavino

Alla periferia del paese campeggia lagrande cantina sociale che, insieme adalcune aziende vinicole private,costituisce uno dei maggior vanti, e allostesso tempo delle maggiori risorseeconomiche dei montini.Come ci si inoltra nel nucleo abitato siindividuano le case più antiche, ingranito a vista. Al centro sono gli edificipiù importanti, riuniti in gruppo. Sonoil palazzo del Comune, con la facciatasormontata da una piccola torre conorologio e campana; a pochi passi sitrova Sa Funtana Manna, che risale al1888, e di fronte la parrocchiale,dedicata a San Gavino. È stataricostruita di recente, al posto della

vecchia ormai troppo piccola. Il più antico diquesti monumenti si trova dietro: è il campanile,che risale al 1734; robusto e non molto alto, èstato restaurato una ventina d’anni fa, e direcente ha avuto le campane nuove.Questo gruppo di costruzioni, con le nitidestrutture in granito, costituisce oggi un angolo diserena tranquillità. Non doveva essere così lavolta che, si racconta, il parroco entrò incontrasto con i fedeli e fu cacciato a cavallodi un asino. Arrivato alla periferia si voltò verso ilpaese e pronunciò un anatema; che però portò piùmale a lui che ai parrocchiani: riuscì infatti asostituire la scomoda cavalcatura con un carro,

ma dopo breve tratto questo si ruppe.Una delle attrazioni maggiori di Monti si trovanella campagna. Per raggiungerla si proseguelungo la strada per Alà dei Sardi. Mentre si sale,con la vista man mano più ampia sul paese, lavalle percorsa dalla superstrada e le pendici delLimbara, sugheri si alternano a lecci e lentischi,ad aree coltivate e ad altre a macchia, in unterritorio granitico dove di tanto in tantocompaiono massi e pareti rocciose.Ci si trova così sulla parte iniziale dell’altipiano diBuddusò e Bitti. Subito dopo si apre a sinistra lastradella asfaltata per il santuario di San Paolo: siinoltra verso oriente fino a offrire la vista dellapiana di Olbia, poi cambia direzione e inizia ascendere sul fianco di una vallata.A un tratto compare la chiesa, in fondo,e ci si rende conto di quanto sia ancora lontana.Fu a questo punto che un vescovo le si rivolseesclamando: «E no sai chi ti ci sei ficcutain bo’ locu!», e fu trasformato in pietracon i preti che lo accompagnavano.Con questa storia i pellegrini d’un tempo siconsolavano della fatica che si sobbarcavanonel raggiungere la località a piedi (sono 13 kmda Monti), percorrendo a volte l’ultimo tratto,per sciogliere i voti, sulle ginocchia o portandoun sasso sulla testa.Questo santuario non ha, come altri dellaSardegna, il fascino del luogo alto ma piuttostoquello del rifugio riparato, quasi nascosto,ricco d’acqua e di verde. E il santo non è il Paolopiù celebre, quello della conversione clamorosa,ma quello che si fece eremita per sottrarsialle cerimonie pagane che il signoredella sua città imponeva. Questo doveva renderlosimpatico ai sardi d’un tempo, e si diceche la festa fosse frequentata più di altre daibanditi, tanto che davanti alla chiesa si formavauna catasta delle armi che deponevano all’arrivo.Oggi la festa si ripete a metà agosto, con l’afflussodi fedeli dal Logudoro, dalla Barbagia, soprattuttodalla Gallura. Salvatore Tola

Siamo nel Medio Campidano, in quella parte dellaMarmilla animata da fertili colline che a nord e a ovest siimpennano per unirsi in una piccola giara (simile aquella di Gesturi e di Serri): un altipiano dai bordirocciosi, noto con il nome di Pranu Siddi, alto sul mare366 metri. Dentro un ampio arco di territorio, limitatodai paesi di Ussaramanna, Pauli Arbarei, Lunamatrona,Collinas e Gonnostramatza, sorge il piccolo centro diSiddi (712 abitanti, 184 metri sul livello del mare).Lo unisce alla statale 197 un tratto di strada che vi siinnesta all’altezza di Villamar; la stessa strada procedeverso occidente girando attorno alla parte più alta dellagiara e continua per Gonnostramatza e Mogoro perfinire, dopo 7 chilometri, nella statale 131 Carlo Felice.I resti delle antiche civiltà prenuragiche, nuragiche epuniche testimoniano la presenza nel territorio, in quelleepoche lontane, di popolazioni che vi si sono fermate permolto tempo. Il nucleo primario del centro ha però le sueorigini in una statio romana posta sulla strada che daUsellus portava a Cagliari. L’origine del nome potrebbederivare dal medioevale Hasilli, mutato dopo in Silli. LoSpanu lo fa derivare dalla voce fenicia tsid, costa, clivo.Si può pensare anche che provenga dal dio fenicio Sid,tenendo conto che con i toponimi bisogna andarci pianoperché solo poche volte si coglie il giusto segno.In epoca medioevale apparteneva al Giudicato diArborea, curatoria della Marmilla. Scomparso ilgiudicato, il paese fu governato da funzionari regi, e nel1421 entrò a far parte del feudo di Raimondo GuglielmoMoncada al figlio del quale venne confiscato nel 1454.

SIDDI

Il paese del granoIl piccolo centro della Marmilla era famoso per la qualità del suo frumento

Dopo poco tempo Siddi e il suo territorio vennero messiall’asta e comprati da Simone Rogig che li rivendette aPietro di Besalù, genero del conte di Quirra. Il paese fuannesso nel 1477 al feudo di Quirra, e successivamentepassò ai Centelles, e via via ai Borgia, ai Català e infineagli Onorio. Nel 1821 fu incluso nella provincia diOristano. Il suo riscatto avvenne nel 1834. Nel 1848fece parte della divisione amministrativa di Cagliari.La situazione economica di Siddi si basa oggisull’agricoltura (cerealicoltura, frutticoltura eviticoltura) e sull’allevamento del bestiame soprattuttoovino e suino. Da qualche decennio si è sviluppata unacerta attività industriale legata ai settori alimentari e

edili. Funzionano nel paese la scuola dell’obbligo, ilservizio farmaceutico, una Pro Loco efficiente,un’associazione dell’Avis, un gruppo Folk e uno sportellobancario. Da tener presente la Fondazione Puddu (inonore dell’illustre scrittore Antonio Puddu, orignario diSiddi) che ha tra l’altro una seria scuola di cucina), labiblioteca comunale e i due musei: il Museo delleTradizioni agroalimentari e il Museo Ornitologico.Il patrimonio archeologico consiste nei 17 nuraghi dellagiara e nel tesoretto trovato nella zona di Tradoriu:molte monete bronzee, alcune di origine incerta,tranne un denarius in argento dell’imperatore Adriano euna serie di anelli e vari monili (oggi nel Museum Britishdi Londra). Da visitare l’imponente Tombadi Sa Dom’e s’Orcu. Tombe romane sono state trovatein zona Bareci; la copertura di una di questepresenta un rozza figura umana e un’ascia:per il grande archeologo Giovanni Lilliuera la rappresentazione del mestiere del morto.Il patrimonio artistico è tutto nell’antico assetto delcentro storico con case in pietra e cortile annessocomunicante con la strada attaraverso un portaleanch’esso in pietra; nella chiesa parrocchiale dellaVisitazione di Maria Vergine, del XVII secolo, con statuedella stessa epoca all’interno e un retablo del Comina; enella vicina chiesa di san Michele, in arenaria bruna,costruita in forme romaniche alla fine del secolo XIII.La tradizione è presente a Siddi con la festa del 2 luglioin onore di Maria Vergine, ricca di varie manifestazioni.L’11 dello scorso settembre la Pro Loco ha inaugurato,con grande partecipazione di pubblico, la “Cena sotto lestelle”, con un momento culminante nella Magnazzona,dotata di un ricco menù di antichi cibi contadinicon sei piatti appetitosi, tra i quali sa Suppa e sasimbula fritta cun sarticcia. Una tradizione nuovache, c’è da scommetterci, l’intelligente popolo di Siddinon lascerà morire. Franco Fresi

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Parliamo della Sardegna22 Ottobre 2010

a cura di Manlio Brigaglia

La storia di emigrazionedi AnzelinuAngelo Carta ha percorso la via dell’emigrazione con andata e ritorno -Da operaio alla Fiat di Torino alla cattedra di Matematica e fisica in Sardegna

Quando è sulle vette più impervie deimonti tra Dorgali e Oliena, vicino ad

un vecchio ovile, Anzelinu si sente come inparadiso. Quel Supramonte a lui tanto caroche ora gira in lungo e in largo perché hauna missione da compiere: riportare a nuovavita “pinnetos” e antichi “cuiles”, rivisitarlida cima a fondo e ricostruirli in pietra eginepro, così come erano cinquanta anni fa.«Adesso sono arrivato al settimo, loconsegniamo il 16 ottobre, ma ce ne sonoaltri cinquanta da restaurare», racconta.Angelo Carta, 64 anni, dorgalese, da alcunianni, da quando ha lasciato la cattedra diMatematica e Fisica, si è inventato questonuovo lavoro che porta avanti assieme asessanta volontari. E pensare che erapartito come tanti emigranti che era pocopiù di un pastorello semi analfabeta.La sua storia sa quasi di fiaba moderna.Undicesimo di una famiglia di quindici figli, avevadeciso di cercare fortuna nel Continente. Il suo èun viaggio di andata e ritorno. Una storia diemigrazione e riscatto sociale tanto intensa dasembrare quasi irreale. Non avrebbe mai pensatodi fare tanta strada. La sua prospettiva massimaera quella di avere un giorno il suo gregge. Inveceil fuoco che lo animava dentro lo ha portatolontano dalla sua isola: prima Roma, dove haconosciuto la dura e umiliante vita dell’emigrantee si è adattato ai lavori più umili. Poi Torino,nella grande famiglia Fiat.È il ’68, con lo scenario della contestazione, gliscioperi delle tute blu, gli scontri di piazza, le lottesindacali. Ma anche la dimensione dell’operaio gli

sta stretta. Angelo vuole studiare, impararesempre più. Frequenta i corsi serali, arriva lalicenzia media, il diploma, poi, gradino dopogradino, la laurea. A Dorgali ci torna con il titoloper insegnare matematica nei licei. Ma la suastoria non finisce qui. Facendo un passo indietro,quando è ancora studente-lavoratore a Torino,Angelo ha un sogno custodito nel cassetto: stascrivendo la sua storia e spera un giorno dipoterla pubblicare. Se la ricorda ancora quellasera. Lo trovano svenuto al parco del Valentino.Troppa la fatica e lo stress per il superlavoro infabbrica e gli studi al corso serale.Ma proprio qui la sorte gli è amica. Un incontrofortuito gli apre la strada verso nuovi orizzonti.Quel malessere si trasforma per lui in uninaspettato colpo di fortuna. La sua “buonastella” si chiama Antonio Brusca (scomparso nel

2004 all’età di 80 anni). È un cardiologoall’avanguardia, ha curato Giovanni Agnellie Giulio Einaudi. È alle sue cure che vieneaffidato al Molinette di Torino. Tra unelettrocardiogramma e una visita Angelo rivela almedico l’esistenza del manoscritto autobiografico.Di lì a poco il fior fiore di consulenti Einaudi,Calvino, Primo Levi, Bollati, Vincenzo Consolo sitrovano davanti al manoscritto. Sarà Consolo aseguire passo passo lo scrittore in erba.“Anzelinu” viene dato alle stampe nel 1981per Einaudi, collana “I Nuovi Coralli”e poi riedito da Illisso nel 2003.È la storia di un pastore sardo e, come scriveConsolo nella quarta di copertina, “della suacaparbietà nell’esplorare il nuovo e tenere insiemeil filo col vecchio mondo, a cui decide alla fine ditornare con nuova conoscenza e coscienza”. ACagliari, ospite del 19° Convegno internazionaledegli italianisti (Api), che si è svolto a fine agostoal polo universitario di Sa Duchessa, lo scrittoresiciliano ricorda con un sorriso: «Ogni domenica,quando era di riposo, me lo trovavo puntuale sottocasa per rivedere insieme il lavoro. A quell’epocala selezione era rigorosissima». Angelo avevastoffa e i consensi sono stati unanimi. Carlo Bo,uno tra i più autorevoli critici italiani, ha detto di“Anzelinu”: «documento eccezionale del Novecentoitaliano, miscela sapiente con storie di contadini epastori, con gli emigrati che scoprono felici esgomenti la realtà industriale».Emigrati con biglietto di andata e ritorno. ADorgali Anzelinu ha anche messo su unameravigliosa famiglia, lui e sua moglie, Lina,hanno due ragazzi, Maddalena che studiaMedicina e Giommaria, studente lavoratore. Sonola sua gioia. Se li porta quando può sui suoi montiad inebriarsi dei profumi di lecci, ginepri ecorbezzoli. L’immagine di quando era bambino eportava al pascolo pecore e maiali è un ricordolontano. E quella “grande macchia nera di arbustiin una notte di tempesta” che faceva tremare ilbambino pastore? Sorride, Anzelinu, quel silenzioe buio quasi irreale del Supramonte ogni volta loemoziona. Mariagrazia Marilotti

È stato lo scrittore GiorgioTodde, facendolo protagonistadi alcuni romanzi, a rievocarelo scienziato Efisio Marini,nato a Cagliari nel 1835 emorto a Napoli nel 1900:un personaggio pieno difascino e di mistero,soprattutto per l’“invenzione”di un metodo per mummificarei cadaveri pietrificandoli.Anche di recente, lariesumazione di un corpo dalui “trattato” – così tanti annifa – ha rivelato che alcuniorgani erano prodigiosamenteancora intatti.Quello di Marini è solo uno deicasi che vengono presi inesame da Franco Fresi nel suopiù recente libro. È l’ultimo diuna serie di opere – pubblicatedall’editrice romana NewtonCompton – nelle quali la Sardegna vieneraccontata soffermandosi su luoghi, fatti epersone che sconfinano dalla realtà nellafantasia, dalla storia nella leggenda.Aveva avuto inizio nel 1994, con Antica terra diGallura, e ha continuato nel ’98 col fortunatoBanditi di Sardegna; sono venuti poi la Guida

La Sardegna dei misteriL’ultimo libro di Franco Fresi

insolita ai misteri, ai segreti,alle leggende e alle curiositàe La Sardegna dei sortilegi,scritto con Francesco Enna,Gian Luca Medase Natalino Piras.Da qualche settimana hainiziato a circolare questoultimo “prodotto”: comespiega il titolo, La Sardegnadei misteri (188 pagine, euro12,90), passa in rassegna incapitoli brevi, scritti semprecon mano leggera, un buonnumero di enigmi cheinevitabilmente incontra chi siinteressa dell’archeologia, lastoria, la cronaca dell’isola.Alcuni sono argomenti digrande attualità, come quellodella femina accabadora, ladonna che assumeva un tempol’incarico di troncare gli

ultimi giorni di vita dei malati incurabili.Fresi è stato uno dei primi a parlarne,poi l’argomento è venuto alla ribaltaper la pubblicazione di saggi e racconti,tra i quali il romanzo di Michela Murgiaappena baciato dal successo.Compare poi, nel libro, un tema “classico” come

quello dell’uso che veniva fatto dei nuraghi dagliantichi abitatori della Sardegna: erano templi,fortezze, abitazioni o, come sostiene qualcuno,osservatori astronomici? Fresi si muoveabilmente tra le diverse tesi, e come al solitoprocede prudente, distinguendo il dato certo daquello su cui non conviene fare affidamento. Perun caso così controverso ha ritenuto di sentire“in diretta” i maggiori esperti, e riporta i pareriemersi dalle conversazioni con Giovanni Lilliu,Angela Antona, Elisabetta Alba.Significativa la battuta del grande archeologoche, al sentire una giovane studiosa che sfoggiaun ventaglio esagerato di certezze al riguardodel nuraghe di Barumini, mormora: «Beata leiche sa tutto: e io che l’ho scoperto edissotterrato so ancora così poco!». È conquesto spirito che si muove Fresi, con laricchezza della documentazione ma anche con lanecessaria prudenza nell’interpretarla.In questo modo affronta argomenti “caldi” comequello delle grandi statue di Monti Prama, oancora dell’identificazione della Sardegna con lamitica Atlantide, senza trascurare il tema delrapporti con l’isola del popolo dei Shardana. Emolti altri, mentre Manlio Brigaglia approfittadella postfazione per rievocare un personaggioche di enigmi era maestro: il sassarese GiorgioSisini, che nel 1932 iniziò a pubblicare lagloriosa “Settimana enigmistica”.Senza contare che Fresi non si accontenta dimettere sulla pagina queste straordinarie storie,ma ci porta in concreto a incontrare le persone, aconoscere i luoghi, così che la narrazione si faancora più viva e avvincente. Salvatore Tola

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a cura di Salvatore Tola

23Parlando in PoesiaILMESSAGGEROSARDO

Il volto della naturaA ndrea Pintus è già ben conosciuto

in questa pagina. Abbiamo parlatodi lui all’uscita della sua prima raccoltadi versi, “Cento poesie”, del 2007: equando ha dato alla luce la seconda,“Versi di vita, versi d’amore”, nel 2008.Ora ritorniamo a lui perchéalla distanza di un anno ha pubblicatouna terza silloge, intitolata“Piccoli versi sempre… diversi”.Questo impulso a scrivere poesie e apubblicarle è arrivato in tarda età, dopouna vita dedicata alla famiglia e allavoro. Nato a Benetutti, provincia diSassari, nel 1931, sin dall’età di 24 anniPintus si è trasferito in provincia diPavia, dove poi è sempre rimasto,dedicandosi all’agricoltura.Nel 1956 si è unito all’amata Elena,dalla quale ha avuto tre figli.Molto ben inserito tra la genteche lo ha accolto, tanto da adottare conconvinzione la lingua italiana anche perla scrittura creativa, soffre di nostalgiameno della generalità dei poetiche compaiono in questa pagina.E mentre questi continuano per tutta lavita a dedicare versi ai luoghi e allepersone che hanno lasciato in Sardegna,lui si occupa il più delle volte del mondoin cui si è saputo così ben ambientaredal 1955 in poi.Questo ultimo libro si apre con una

parte a carattere più generale,“Scrivere... scrivere”, per passare poi auna intitolata “Un bacio, un pensiero,un sorriso a tutte le donne”. Nella terza,“I nostri paesi, la nostra terra”, celebraChianciano e l’Oltrepò, Broni e SantaMaria della Versa. Continua poiparlando di “Celebrazioni religiose ecivili” e trascrivendo “Auguri e dedicheper ogni occasione”. Il volume si chiudecon alcune pagine per il nipote Yuri,scomparso di recente a soli 27 anni.Nella pagina introduttiva Paolo Pulina eCristoforo Puddu si soffermano adanalizzare «i componimenti semplici diun uomo semplice», caratterizzati da un«linguaggio immediato, realistico etalvolta colloquiale». A proposito diquest’ultima raccolta Pulina precisa cheil poeta non si discosta dal mondo giàdelineato nelle precedenti, «ma riescesempre a trovare quelle profonde osimpatiche “variazioni” che rendono isuoi versi ovviamente uno diversodall’altro ma anche diversi da quelliprecedenti sugli stessi argomenti».Per darne un esempio abbiamo sceltoquelli dedicati a un avvenimentodrammatico, un’improvvisa alluvione; eli facciamo seguire da quelli che altriautori hanno scritto sugli aspetti positivie negativi della natura, e sul rapportodell’uomo con l’ambiente.

Nubifragioin valle RecoaroMadonna dal viso bello e la veste biancala tua porta spalanca,il nostro vicino all’appello manca,la gente della Valle è tutta stanca!

Qui preghiamo e non è tutto:la Valle è in lutto;perciò dai a noi un aiuto,fa che lo trovino, per dignità soprattutto!

Ringraziamo tanto i pompieri,Protezione civile, volontari, carabinieri,la Forestale con i finanzieri:si son prodigati tutti volentieri!

Non di meno han fatto i ruspisti,cineoperatori e giornalisti,tutti compresi i camionistisporchi di melma, stanchi li ho visti!

Questo grazie molto valequando aiutano chi sta male:merita un bel discorsochi presta alla gente soccorso! Andrea Pintus

Funtana PischinasSas binzas, sos fruttetos, de incantusun unu paradisu e de amore.Martu ponet sa mendula in fioredat beranu a su logu riccu mantu.

Su cantaru murmuttat unu cantu,sas merulas risponden a tenore,s’istiu dat a sos fruttos su sabore,cabidanni est de uas un’ispantu.

Poi de oro colorat s’atunzupessighes, melas, nughes, de rubinosrujos t’adornat sa melagranada.

Pensamentosu a s’interighinadami setzo e miro s’abba ch’in trainoscurret a cantilenas e murrunzu. Vittorio Falchi

In s’oru de mariIn s’oru de mari:modditzi e murdegumirant su soli.Arenas arrubias, callentiscumenti is azzuzonisde fogu chi spinginta s’amopri. Su sentidusi firmat, cument’e velasarrendias sentza ’e bentu,e no podint andaiainnantis, a sutta’e su celu, e aspettant is isteddusin sa notti disparisentza de dolori. Efisio Ledda

Funtana abbandonadaDominiga passada in campagnaso andadu a Funtana de Addiu,e sempre cun su stessu murmuriusu propriu murrunzu e sa lagna.M’at nadu: «Seo sola e cumpagnano apo in jerru ne istiu,a primu agricoltore e pastoriucun mie divertiana in cuccagna.«Lassadu m’ana sola sen’ispera,mi cuntento de su meu nettaree so che prima pura e cristallina;«benit calchi marzane o atera feraa s’iscuru a si dissetare,e calchi ’acca areste e calavrina.«Non cheren piusu sa puresa miapo ch’est barata e no est istantia». Pasquale Corrias

Caddittos de sa GiaraCadditteddos de sa Giarachissà dae cantos annossun currinde a brincos mannosin sa tanca a issos cara.

Sen’ischire da inuesun a inie arivados,curren chi paren aladosch’arrivan fin’a sa nue.

In mesu sas pedras durasandan che su pensamentu,cun sa giua isolt’a bentubrincan muros e cresuras.

Tra crabolos e muronesfuen da s’omine attesuca cun s’istintu an cunpreusas suas intentziones... Salvatore Murgia

Sa rundine fadadaUna rundine s’at fattu unu giru,bennida est da logu luntanucomente nende “Ti tocco sa manu”,ca est sa prima ’olta chi t’ap’idu.At traversadu tottu s’oceanupro si fagher in domo sui nidu;sentza domanda ne permissionesi at fattu su nidu in su balcone.

Ma non l’apo mai maltrattadaca est un’animale intelligente,tantas boltas l’apo faeddada,lì apo nadu: «Non timas niente,ses bennida da un’atteru continentepo fagher in domo mia s’imbasciada,si podes torra a s’annu chi ’enitgià chi viaggiu non pagas ti cumbenit». Pietrino Canu

La lucertolaVerde lucertola che alla carezzadel primo sole stai sopra la vettadel muro, gli occhi vispi e circospetta,amore mi fai tanto e tenerezza.Con un guizzo tu fuggi e ti nascondiappena avverti il minimo rumore,sul chi vive per sempre col timoreche ti prendano i gatti vagabondi.Non temere di me che non ti tocco.Hai ragione però, questo è un mondaccio:così indifesa, sino dal risvegliosei attorniata da insidie: per baloccopersino i bimbi ti acchiappano al laccio.Lucertolina mia, scappa che è meglio! Elio Veccia

GiaraColline affettateda luci e ombrescuri e selvaggialle acque lacustrifieri li scorgi,nel vento d’agosto,all’improvviso,un attimo e li perdi...Sugli zoccoli nudile parole muterestano d’immenso. Bruna Murgia

Se bruci sei vileSe tu bruci il bosco fai male anche a te;il bosco sono piante, le piante sono vitae aria pulita per tutti i viventi.Ma se tu bruci davvero sei vile,non sai cos’è un fiore non sai cos’è vita,non sai cos’è amore.Sarai punito dal merlo impazzitoché i figli hai bruciatoe distrutto il suo nido... Salvatore Usai

Dorme la notteDorme la notte in altipiani di silenzio.canne d’organo di alberisoffiate da leggero vento sussurranodelicate armonie nella nottetra i rami senza foglie che l’autunnofeconda, ordendo embrioni di germoglie sapori di frutti, per la prossima estate.

E parla di sogni nel sonno la notte.Il vento che scende dalle collineporta con il profumo d’asfodeloalati semi che sciamano cercando terraper nuovi alberi, macchia e prati d’erba…

L’orizzonte è una vasta ombra di montagnedove il cinghiale grufola sotto i roveritra i cespugli di lentisco cisto e mirtoe rocce ricche di fossilizzate conchigliee coralli: pietrificato tempo di ereremote e sogno del mattino della vita... Luigi Cabras

Sos puzonesSeriamente lu poto approvarecun giustu motivu e rejone,medas boltas pro soddisfatzionecuriosu mi ponzo a iscultarecando comintzana a cantaretra issos cun pacifica unione.A sero e a manzanu de continus’usignolu, puzone cantarinu.

S’usignolu est bellu e distintu,suave e bravu cantadore,ma unu puzone imitadoreest sa meurra, pro istintu.Sa meurra indiana so cunvintude sos puzones suave tenore.Sa meurra, bene cunsidera,cun su cuccu alligrana sa primavera... Giovanni Palmas

Aurora sardaUn chiccodi rugiadacatturaun raggio –immensitàdi sole.mi sentoun caldodi luce.La collina aridas’è velatad’erba –abbondanzadi vitasorride. Cristoforo Puddu

Su truncu brujaduOzastru antigu, meda pius de comoservias prima in jerru e istiu,fis meriagu friscu, fias domode su pastor’e de puzones niu;

fis furriadorzu de crabas e baccas,fias reparu de sas messadorascando s’istrumpaian pagas orasin s’umbra tua ca fian istraccas.

Como su truncu solu ti est restadu,nieddu da su fogu e cun s’istralebenis da tantu in tantu marteddadu.

Custa zente de oe cun su maleozastru antigu ti at premiadulassendeti s’isfregiu pro signale. Pietro Fadda Mesubetza

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Dall’Italia24 Ottobre 2010

Q uattro mesi scarsi ciseparano dall’inizio del2011, anno di celebrazione

del 150° Anniversariodell’Italia Unita. Eminentifigure istituzionali hannospesso ricordato nell’ultimoanno le potenzialità e leopportunità della relativaimminente occasione cheattende il Bel Paese, anche inconsiderazione del periodo dicrisi, non solo economica, cheoggi coinvolge l’intera societànella quale viviamo. Questeparole di richiamo e diesortazione non risultanoessere voci inascoltate: già inquesti giorni, infatti, èpossibile, talora, respirarenell’aria un clima di attesa edi progettualità comune in sintonia con lo spiritoche dovrebbe animare non solo le ormai prossimecelebrazioni nazionali, ma la quotidianità di unoStato avanzato e coeso che si definisca tale.L’edizione 2010 della Festa del Vino di Gattinara(VC) è stata per molti aspetti un esempio virtuosoe concreto di una simile realtà, grazie ad unconnubio operativo tra genti di Piemonte e diSardegna. Prendendo ispirazione da un recentemessaggio pronunciato presso l’Accademia deiLincei dal Presidente della Repubblica GiorgioNapolitano, il quale ha rammentato la necessità diuna «Unità Nazionale attraverso la valorizzazione

GATTINARA

La Festa del Vino 2010occasione per “fare sistema”Accordo tra le Camere di Commercio di Nuoro e del Piemonte Nord-orientaleper una reciproca collaborazione e uno scambio di capacità e potenzialità -Allestita una mostra su Garibaldi e la Sardegna per iniziativa dei circoli“Su Cuncordu” e “Su Nuraghe” di Biella

delle identità e delleautonomie locali», i variprotagonisti dellamanifestazione “enologica”hanno dato luogo ad uncomplesso di circostanze nellequali sono state poste le basiper una futura condivisione dipercorsi comuni attraverso lasomma delle reciprochediversità, onde conseguire uncomplessivo sviluppoeconomico, sociale e culturale.In primis, attraverso unastretta collaborazione tra illocale Circolo Sardo “SuConcordu” ed il suo omologo“Su Nuraghe” di Biella, haavuto luogo l’allestimentodella mostra documentariaitinerante “Garibaldi dopo

Garibaldi, Garibaldi e la Sardegna”, caratterizzatada alcuni pannelli dedicati al passaggio delGenerale alla guida dei Cacciatori delle Alpi pressoBiella e Gattinara nel Maggio 1859.La visita interessata e partecipe di numerosepersone allo stand della mostra ha garantitodiverse opportunità di confronto e di scambio diinformazioni e materiale documentario utiliall’incremento della ricerca storica sul camminodell’«Eroe dei due mondi» in Piemonte nel corsodelle azioni militari della II Guerrad’Indipendenza, sicché si è reso oggi possibilel’allestimento futuro di nuovi pannelli relativi ai

fatti ed alle dinamiche del movimentorisorgimentale locale.Il celeberrimo Coro di Nuoro, fondato nel 1952 edartefice del recupero di buona parte del repertoriodel canto popolare sardo, grazie al contributo dellaCamera di Commercio del capoluogo barbaricino,si è esibito presso il sagrato della chiesaparrocchiale di San Pietro, magistralmente direttodal maestro Gian Paolo Mele Corriga, offrendo alpubblico dei visitatori della festa di Gattinara quelmagnifico dono canoro di cui si è potuta fregiare,sia nel 2006, sia nel 2008, la Camera dei Deputatidi Montecitorio, attraverso il Concerto di Natalerealizzato in collaborazione con altre coraliprovenienti da tutta Italia.Attori più rilevanti nella due giorni di ricorrenzedel centro vercellese, tuttavia, anche alla luce dellerecenti cronache giornalistiche di interesseeconomico e sociale, sono state le Camere diCommercio del Piemonte Nord-orientale e quelladi Nuoro per la Sardegna. Tali Enti, infatti, sisono mossi per pianificare insieme un modo per«fare sistema», ossia attuare una reciprocacollaborazione ed uno scambio di “capacità” epotenzialità, tenendo conto delle peculiariproduzioni locali e del turismo, nonché deiproblematici rapporti ed effetti ad impatto ancheambientale. In particolare, oggetto di discussione èstato l’imbastitura di un progetto sulla “lana”, dalmomento che la Sardegna, con tre milioni di capi,figura quale principale produttore nazionale difibra, mentre in Piemonte sussistono le risorsestrumentali ed i macchinari necessari per larelativa lavorazione industriale. Collateralmentesi sono posti i prodromi per una pianificazionerelativa al settore del “vino” e si è iniziato adimpostare un discorso sull’opportunità di nuovicanali turistici privilegiati tra Terraferma ed Isola,tenendo conto anche di un possibile interesse peril mondo delle scuole.Un discorso complesso, quindi, ma che, come haanche ricordato ad inizio manifestazione il sindacodi Gattinara, Carlo Riva Vercellotti, costringeormai tutti i soggetti ad uscire dai propri “cortili”,scoprendo “cosa c’è fuori” per imparare a valutareed apprezzare sapientemente quanto si ha,diventando così capaci, parafrasando lo scrittorechassidico Martin Buber, di scoprire il “tesoro”«là dove ci si trova». Gianni Cilloco

Si è conclusa con un grande successola Festa Popolare Sarda 2010 di Vimercate.Già dall’inizio di venerdì 10 settembreil ristorante sardo, con 500 posti attrezzatoper cucinare e far per gustare le specialitàdell’isola dei nuraghi e del mare smeraldoera pieno. Sabato e domenica si è raddoppiatala presenza di cittadini lombardi-brianzolie sardi. Tutti pazientemente in codaper poter gustare le prelibatezze cucinatedallo staff sardo-brianzolo di 40 soci del circolo“Sardegna” di Monza-Concorezzo-Vimercate.Alla Festa sono intervenuti anche il vicesindaco e assessore alla Cultura di Vimercate,Roberto Rampi, e Antonello Argiolas,coordinatore dei 20 Circoli Sardi dellaLombardia, che ha portato i saluti della F.A.S.I.Ospite d’onore Matteo Villa già capitano delCagliari dal 1991 al 2001.Molto soddisfatti, anche se un po’ stanchi,gli organizzatori della Festa giunta alla

VIMERCATE

Matteo Villa ospite d’onorealla festa popolare sarda 2010L’ex capitano della squadra del Cagliari dal 1991 al 2001 si considera sardo d’adozione -Festeggiati i 40 anni dalla vittoria dello scudetto

ventesima edizione. La prima si tennenel parco di Villa Zoia a Concorezzo nel 1993,con la partecipazione del Gruppo FolkSant’Antonio di Seneghe.Le serate sono state allietate dal ballo liscio

e dai balli sardi, ma anche da alcuni giochiper i bambini.Apprezzati il Gruppo Folk Ichnos, formato daemigrati sardi della Brianza, che si è esibito neiballi sardi. Successo anche per i balli brianzolidell’ unico gruppo Folk della Brianza, i Firlinfeula Primavera di Sovico.Nell’ambito della Festa Popolare Sarda si ètenuto un incontro per celebrare il 40°anniversario del Cagliari Campione d’Italia:1970-2010, con Matteo Villa ospite d’onoree con Antonello Argiolas.Matteo Villa, nato a Vimercate 40 anni fa, hadetto che lui si sente sardo dentro e fuori, che vain vacanza tutti gli anni in Sardegna con lafamiglia e che i suoi figli sono nati a Cagliari.Quando fu trasferito al Napoli, ha confessato,pianse per molto tempo, tanto eral’attaccamento alla Sardegna.Alla domanda se il Cagliari potesse vincere ancoralo scudetto, ha risposto che tutto può succedere, ilproblema è che per poter comprare i migliorigiocatori, occorrono molti soldi... e questo lopossono fare solo i grandi club. L’importante èlottare e giocare per restare in serie A.Al termine dell’incontro con gli sportivi sardi elombardi il presidente del circolo “Sardegna”,Salvatore Carta, ha donato all’ex capitanodel Cagliari una pergamena ricordo,per ringraziarlo del contributo che ha dato,guidando il Cagliari, allo sport della Sardegna.

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25Dall’ItaliaILMESSAGGEROSARDO

VENTIMIGLIA

Mostra collettivadi pittura e sculturanella sededi “Sardi e dintorni”di via HanburyNel quadro delle manifestazioni collateralialla Battaglia dei Fiori di Ventimiglia,il Circolo Culturale “Grazia Deledda”e gli “Artisti del Confine” hanno organizzatocon il Patrocinio del Comune una mostracollettiva di pittura e scultura nella sededi “Sardi e dintorni” di via Hanbury ,che è stata inaugurata lo scorso 19 giugno.Hanno esposto nella “collettiva”i pittori: Ambrogio Porcheddu,Enzo Consiglio, Eva Morgenster,Lorena Falzone, Marco Gilioli,Pino Venditti e Andrea Rebaudononché lo scultore Marco Murtas.

E. Raneri

Alla domanda sul perché igiovani dovrebbero frequentarei nostri circoli non è facilerispondere, anche perché ilsalto generazionale oggi non èsolo un fatto anagrafico.Infatti, non sono solo i venti,trenta, quarant’anni didifferenza di età a rendere igiovani diversi da noi.È che questi giovani sonocresciuti in un mondo che ècambiato troppo rapidamente.Mentre noi andavamo infabbrica o in ufficio, loroandavano a scuoladiplomandosi e laureandosi.I nostri problemi e il lavoronon ci hanno consentito dioccuparci di loro, di seguirli,di capirli e di comprendere larealtà che mutava intornoa noi e intorno a loro.Nonostante la nostradistrazione, il mondo è cambiato.I nostri figli sono simili a tutti gli altri ragazzidella loro età: hanno gli stessi gusti, gli stessiinteressi, le stesse speranze e le stesse paure per

COMO

I giovani emigrati e la Sardegnal’isola è madre ma anche matrignaLe riflessioni di uno dei leader storici dell’emigrazione sarda organizzata in Lombardia

le incertezze del futuro. Sonomeglio o sono peggio di noi?Non lo so e non è semplicedare una risposta. Essivivono il loro mondo ed ègiusto che lo modellino apiacimento per il loro futuroe per quello degli eventualiloro figli. Noi abbiamo fattola nostra parte. Ciò che igiovani faranno perrealizzarsi nella vitadipenderà dalle loroambizioni e dalle occasioniche si presenteranno oltreche dai valori morali e forticome la solidarietà, latolleranza, il rispetto versole altre persone. Tutti valoribasilari per una giusta ecorretta convivenza civile.La solidarietà non è soloquella immediata verso i piùdeboli e bisognosi, ma anche

quella più importante verso la nostra regione, laSardegna, che è la nostra terra e quella deinostri padri. Una terra che non è mai riuscitaad affrancarsi dalla povertà e che ha visto

C on successo si èconclusa la terza

edizione della Festa Sarda diPont Saint Martin (Aosta)che si è svolta il 3, 4 e 5settembre dal nascenteCircolo “Fortza Paris”: tre giorni di musica, danzee cibi buoni all’insegnadella tradizione.Le giornate, patrocinatedalla Regione Valle d’Aosta-Vallée d’Aoste e dal Comunedi Pont Sant Martin, hannovisto la presenza del Coropolifonico “Padentes” diDesulo, del Coro “Viva Voce”di Donnaz (Aosta),di “Su Tenore” e del Gruppofolk “Giovanni MariaAngioy” di Bono.Attraverso le diverseformazioni artistiche chehanno animato le serate è continuato un dialogomai interrotto tra cultura alpina e culturamediterranea con al centro due Regioni di frontiera– Sardegna e Valle d’Aosta – soglie privilegiate cheparlano all’Europa attraverso le montagne,all’Africa e al Medio Oriente, attraverso il“Mediterraneo”, il “mare di mezzo”, “mare che statra le terre”, mare che – da sempre – unisce, mettein comunione universi altri.

AOSTA

Festa Sarda a Pont Saint Martinmusica e sapori di indentitàSardegna e Val d’Aosta, tra Europa, Africa e Medio Oriente

Ne sono esempio trattiidentitari comuniriscontrabili negli abititradizionali femminili in cui ilcapo delle donne èrigorosamente velato comequello delle ragazze delGruppo folk di Bono,piuttosto che le melodie e lesonorità di canti prodottiesclusivamente dallavibrazione della voce come il“canto a cappella” cherimanda ai primordi, alsorgere della cultura.Sublime dimostrazione: Sucantu a tenore, riconosciuto“Patrimonio intangibiledell’Umanità”, inseritodall’UNESCOtra i Masterpiecesof the Oral and IntangibleHeritage of Humanity.

Un interessante saggio di questa tutelata eredità,presente nelle melodie popolari del repertorioproposto dai “Padentes” di Desulo e dai “Tenores”di Bono, è stato offerto nei tre giorni di festaa Pont Saint Martin.Altro elemento della festa è stato il cibotradizionale. Il pane, nutrimento base della nostraalimentazione, ci restituisce sapori inaspettati siache si tratti di pane carasau, piuttosto che di micca

migliaia dei suoi figli, generazione dopogenerazione, emigrare sin dagli anni Cinquanta.Un esodo di dimensioni bibliche con gente che èandata in tutte le parti del mondo. I loro figlisono diventati cittadini anche di altre nazioni,con un patrimonio culturale enorme.Se nessuno spiegherà a questi giovani cos’è laSardegna, la sua storia, la sua cultura, letradizioni, i valori, i pregi e difetti di un popolochiuso, non solo dal mare, e con pochi sporadicirapporti con il mondo esterno, essi perderannoil legame con l’isola. E sarà una perdita davverograve perché loro, magari opportunamentemotivati, rappresentano una risorsa di capitaleimportanza, un reale valore di sviluppo.Dobbiamo essere capaci di trasmettere loro nonsolo dei sentimenti, ma anche l’enorme orgogliodel nostro essere un popolo anche unito, facendosì che essi acquisiscano un’identità sarda al finedi sentirsi figli e parte della Sardegna.Bisogna far conoscere loro la consapevolezzadelle necessità attuali che ha l’isola, e diconseguenza sottolineare la necessitàdi un impegno concreto per contribuire allarinascita e al riscatto della nostra terra, chedeve crescere economicamente e offrire occasionidi lavoro a quanti sono rimasti. Io credo che, sesaremo in grado di far prendere coscienza aigiovani di queste cose, riuscendo a motivarli,essi accetteranno la sfida di impegnarsisu questi obiettivi forti. E solo in questo modoi nostri circoli avranno un futuro, diventandoper la Sardegna dei punti di riferimento sicuri,capaci, preparati e agguerriti nel condurrele battaglie per lo sviluppo dell’isola affinchéessa occupi un posto di rilievo nell’Europa delterzo millennio. Onorio Boi

o flantze, edulcorato pane tradizionaledella Valle ottenuto da segale o avena, cerealicoltivati in quota oltre i 1.600 metri di altitudine.La panificazione alpina avveniva solo una,due volte l’anno per via dei lunghi inverni,così come la durata di su pane carasu puòsuperare anche i sei mesi.Fontina e pecorino: ulteriore emblemaidentitario di due regioni sorelle.

Giovanni Usai

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Dall’Italia26 Ottobre 2010

L a Sarda Domus, Associazione dei sardi residentinell’Alto Lazio e nella Bassa Toscana, nata a

Civitavecchia per riunire i sardi residenti fuori dellaSardegna ed inserirli negli ambienti dove operano,compie quarant’anni. Un traguardo sottolineato alMessaggero Sardo dal suo presidente Ettore Serrache ha anche ricordato come l’Associazione sia statasempre a disposizione della Sardegna e dei sardiaiutando anche l’economia isolana e dando vitaa vari incontri organizzati nella penisola.L’Associazione è nata nel 1970 per volontà di alcunisardi a Civitavecchia e della Regione Sardegna che,con la Legge 10 del 1966 n. 10 ha istituitoun fondo speciale per gli emigrati. Fra le varie attivitàprofessionali rilevante è la presenza di allevatori sardiche hanno acquistato terreni nel continenteper l’allevamento delle loro greggi in aree regionalinel Lazio, Toscana, Umbria, Marche.In questi decenni numerose le attività socio-culturali-economiche svolte. Con l’apertura del rapporto con isardi emigrati, che in numero consistente ci sono statisempre vicini – ha spiegato Serra – abbiamo iniziato adorganizzare manifestazioni folcloristiche: le 10 “Festedella tosatura” che hanno raccolto migliaia di famiglieattorno al tradizionale desco a base di carne di pecorae di agnello, con altrettante dimostrazioni ditrasformazione del latte ovino in formaggio e ricotta; le23 esibizioni di gruppi folcloristici provenienti da varipaesi della Sardegna; le 4 gite organizzate in Sardegnaper partecipare a manifestazioni quali la Cavalcatasarda a Sassari, il Redentore a Nuoro, Sant’Efisioa Cagliari , e per far rivedere ai sardi i luoghidove sono nati, consentendo in molti casidi riabbracciare amici e parenti.Negli anni Settanta è stato possibile dare ai figli deisardi ed alle famiglie residenti a Civitavecchia corsigratuiti di perfezionamento di dattilografia, taglio ecucito, maglia, gastronomia sarda. Nello stesso periodosono state tenute anche conferenze sulla storia dellaSardegna, sulle attività economico-turistiche nonchèproposti filmati e dibattiti. «Abbiamo inoltre inviato allecolonie estive in terra sarda, gestite dal Fondo Socialedell’Assessorato del Lavoro, circa 600 bambini figli disardi – ha aggiunto Serra – e nel 1977 si è aperto unrapporto con la Tirrenia siglando un accordo

CIVITAVECCHIA

Festeggiati i 40 anni di attivitàdell’associazione “Sarda Domus”Punto di riferimento per i sardi dell’Alto Lazio e della Bassa Toscana il circolo dasempre promuove l’immagine della Sardegna e sostiene l’economia dell’Isola

per la “corsia preferenziale” a favore dei sardiin Italia ed all’Estero: corsia che da allorautilizziamo con prenotazione e bigliettazioneusufruendo della stessa riduzione applicata airesidenti in Sardegna.A proposito di trasporti non bisogna dimenticarele estati 1978 e 1979 quando molti sardi hannobivaccato per giorni nel porto di Civitavecchiain attesa di imbarco. Il nostro intervento è servitoad alleviare le difficoltà dei nostri paesanicon la fornitura gratuita di acqua, viveri, frutta».Mentre fra gli anni Settanta ed Ottanta «ci siamointeressati per far ottenere dalla Regione Sarda circa1.000 borse di studio ai figli di emigrati studenti discuole superiori e universitarie.Abbiamo avuto inoltre – ha proseguito Serra – neinostri ampi locali varie mostre di pittura di sardi o diamici dei sardi nonchè sfilate di moda: nel 1984abbiamo dato inizio al primo corso per sommeliers.Fra gli anni Ottanta e Novanta abbiamo realizzatodue manifestazioni di rilievo durate tre giorni: il“Campo aperto” incontro-confronto fra le RegioniLazio e Sardegna sulla gastronomia, artigianato,cultura, economia; la “Settimana Sarda” con laesposizione e vendita dei prodotti sardi quali pane,

formaggio, miele, del vino, dolci, tappeti, gioielli, artedella pietra, libri, fotografia, pittura.Negli anni Novanta 4 convegni interregionali sulla“Pastorizia del 2000” i cui scopi erano la sottoscrizionedi un protocollo di intesa per una programmazionecomune del settore fra le Regioni Sardegna, Lazio,Toscana Umbria , Marche e Abruzzo, che copronooltre il 75% della produzione nazionale del latte nelsettore ovi-caprino: convegni che hanno visto lapartecipazione di migliaia di allevatori ed hanno avutoluogo a Civitavecchia nel 1992, a Viterbonel 1993, a Grosseto nel 1994, a Nuoro nel 1997.Inoltre nel 1997 abbiamo tenuto a Civitavecchiasu una nave della Tirrenia una tavola rotondasui servizi marittimi e portuali.E nel 1998 a Viterbo abbiamo organizzatouna tre giorni con un confronto nei campi dellagastronomia e dell’artigianato fra Viterbo e Nuoro».Ma in questi 40 anni non vi sono stati solo incontri,convegni e attività promozionali, la Sarda Domus hadato sostegno (attraverso la Regione Sarda) nel 1972alle 50 famiglie di sardi che sono state coinvolte nelterremoto (VT); ha sostenuto la costituzione di unacooperativa di 60 pastori sardi nel 1972, situati lungo lafascia costiera dell’Alto Lazio e della Bassa Toscana:cooperativa che ha aperto la strada alla raccolta evendita del latte ovino in gruppo, ottenendo il migliorprezzo nella vendita sino alla sua cessazione avvenutanel 1989; la costituzione nel 1992 di una Cooperativa diSolidarietà Sociale costituita da medici, infermieri,assistenti domiciliari diplomate, cooperativa chepurtroppo ha chiuso dopo due anni per il non sostegnoda parte delle Istituzioni locali. Con l’approvazione daparte della Regione della legge 37/1998 che ha previstointerventi in materia di imprenditorialità degli emigratisardi, nel 2001 la Sarda Domus prende contatti conoltre 100 (dei 234 ristoratori accertati attraverso laCamera di Commercio di Roma ) sardi emigratiproprietari e/o gestori di ristoranti a Roma e provincia eprocede a sette riunioni a Roma per esporre la leggema il progetto di sviluppo non ha avuto seguitoper il mancato finanziamento.Negli anni 2001-2002-2003 la Sarda Domus si è fattapromotrice di mostre-mercato itineranti presentando inquattro manifestazioni nell’Alto Lazio i prodotti

artigianali sardi. La Sarda Domus negli anni2006-2007-2008 presenta alla Regione Sardegna ed agliAssessorati regionali tre progetti interregionali:Convegno sulla “Floricoltura” fra le Regioni Sardegnae Lazio; Convegno sulla “Pastorizia oltre il 2000” fra leRegioni Sardegna-Lazio-Toscana-Umbria-Marche-Abruzzo; Convegno sui “Trasporti” fra le RegioniSardegna e Lazio. Progetti che sono in attesa del via.Inoltre vi sono altri due progetti che, riportaticostantemente nelle relazioni annuali dell’Associazione,sono determinanti per contribuire alla crescitadella Sardegna: 1) “Civitavecchia- vetrina delleSardegna”, una struttura mobile in legno,possibilmente a forma di nuraghe, all’interno del portodi Civitavecchia per pubblicizzare i prodotti sardi.2) “Angolo della Sardegna” quale mostra-mercatoitinerante di prodotti artigianali ed eno-gastronomiciad indirizzo biologico da organizzare con gli operatorieconomici sardi in collaborazione con le Provincee le Camere di Commercio: progetto realizzatoassieme a alcuni operatori delle provincedella Sardegna negli anni 2001, 2002 e 2003a Civitavecchia, Viterbo, Ladispoli e Tarquinia.Infine da segnalare nel marzo 2010 la realizzazionedel progetto “Incontro fra le Province di Romae di Oristano” un confronto di attività socio-culturalied eno-gastronomiche.Nei 40 anni di attività “determinante alla penetrazionedel nostro sodalizio nel territorio tosco-laziale – haconcluso Serra, anche a nome del Consiglio direttivo –sono stati le Regioni Sardegna e Lazio, quest’ultima hadato anche il suo supporto per la realizzazione del“Campo Aperto” e dei convegni interregionali sullapastorizia, mentre la Regione Toscana ci ha consentitodi realizzare il convegno sulla pastorizia a Grosseto, laProvincia di Roma ha dato la possibilità di portaregruppi folk di alto livello e confronti eno-gastronomici eculturali tra rappresentanze di tutte le zone dell’Isola eil Comune di Civitavecchia che ci è stato sempre vicinonella organizzazione degli eventi”. M.A.

BOLOGNA

Il ricordo di una serataindimenticabileal Circolo SardegnaDedicata al poeta sardo Ettore Sanna

Navigando il mare di ricordi e della velata nostalgiache sempre vuole tornare laggiù, in quella madreSardegna che mai si allontanerà dal cuore, comeun’antica cantata o il profumo di buono delle stanzedove ancora sembrano vivere mamma e babbo.Sono fiori seminati una sola volta ma che per sempresi schiuderanno nel cuore, come la voce di quel poetache ci fece tremare di tenerezza.È così, Bologna non ha mai scordato le rimedi Ettore Sanna.In ogni sua poesia era preziosamente incastonata lavita di Sardegna e con la maestria della voce porgeval’arte eccelsa con picchi di forza o raffinatezza disilenzi che si spandevano fra noi come appena coltidal generoso seno della nostra patria.Non abbiamo mai smesso di ripetergli un grazieinfinito come infinito e unico è stato il dono disardissima intensità di parole i cui versi sublimavanol’esclusiva sinfonia del nostro vento, dei monti e delmare spargendo, come percettibili i profumi di mirti,corbezzoli, cisti e lentischi secolari.Questo è stato il regalo del nostro grande poeta epresto gli chiederemo di tornare a Bologna perché siha sempre il bisogno di sentire nella sua vocel’amoroso abbraccio della dolce Sardegna.Ettore ti aspettiamo al Circolo di Bologna.

Maria Olianas

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27Dall’ItaliaILMESSAGGEROSARDO

L a collana “Le schegge d’oro” (Montedit,2010) ha pubblicato l’antologia con la

selezione delle liriche partecipanti al PremioInternazionale di Poesia “Città di Monza 2009”.Il concorso – ideato dalla presidente delCenacolo dei Poeti e degli Artisti di Monza eBrianza (P.A.M.B.), Maria Organtini, e giuntoall’undicesima edizione con il sostegnodell’Amministrazione Comunale – registra ancheuna nutrita e qualificata partecipazione diautori sardi, che hanno ulteriormenteimpreziosito di sentimento e spessore letterariola produzione poetica all’esame della giuria.L’antologia propone un affascinante viaggioattraverso molteplici voci che testimoniano lavitalità travolgente ed attualità della riflessione

Autori sardial premio “Città di Monza”Una presenza quasi esclusivamente al femminile - Pubblicata nella collana“Le schede d’oro” l’antologia 2009

poetica; significativamente la composizionevincitrice di Pietro Catalano (Roma),intitolata “Il giorno verrà presto”, descriveil dramma del terremoto dell’Aquilacon un alto senso della lirica civilee funzione civica educativa della parola.La presenza sarda al concorso di Monza èprincipalmente tutta di segno rosa, con la solaeccezione del poeta tempiese Francesco Cossu, ecome sottolinea la Organtini nella prefazione “ladonna ha avuto uno spazio privilegiatodivenendo protagonista di ricordi, memorie deltempo e di spazi che l’hanno portata alla ribaltanell’eco di situazioni vissute con amore”.A rappresentare l’universo femminile poeticosardo sono la sassarese Tiziana Altea, residente

a Milano, laureata in Lettere moderne con unatesi sulla poetessa lombarda Antonia Pozzi e percui ha realizzato anche un sito; Maria ChiaraFirinu di Iglesias, con radici identitarienell’Oristanese, a Narbolia, apprezzata econosciuta nell’ambiente letterario sardo e nelcircuito dei circoli sardi lombardi (PremioSpeciale della Giuria nel 2008 e 1° Premio Prosa2009 al Contixeddu di Brescia) per il personalelinguaggio poetico e in prosa connotato sempreda una forte tensione sociale, spirituale emeditativa; Luisa Foddai di Arbus, residente aGuspini, rappresentante di una poeticaintrospettiva ed innovativa con numerosepresenze in diverse antologie; la giovanelaureata cagliaritana Roberta Locca,Maria Rita Moi Fulgheri, Maria Bonaria Obinoe Regina Obino; Ofelia Usai, nativa di Gadoni eresidente a Monza, ex dipendente Enti pubblici,e la poetessa Manuela Zurru di Iglesias,autrice della profonda lirica “Un sentimentochiamato amicizia”.Il Cenacolo P.A.M.B. è assai attivonel contesto culturale lombardo ed in passatoha condiviso diverse iniziative con il circolosardo dell’area brianzola. C.P.

PESCARA

Chiesto il ripristinodel collegamentoaereo per CagliariIniziativa del presidente del circolo“Shardana” dei sardi d’Abruzzo

Il presidente del Circolo dei Sardi d’Abruzzo“Shardana”, Antonello Cabras,ha chiesto alle autorità competenti diadoperarsi per il ripristino del collegamentoaereo da Pescara per Cagliari della Ryanair. Inparticolare Cabras ha scrittoai Presidenti delle Regioni Abruzzo e Sardegna,alla società Saga dello scalodi Pescara, agli Assessori regionalidei Trasporti dell’Abruzzo e del Lavorodella Sardegna, al Presidente della Fasi,ed al Presidente della Camera di commerciodi Pescara per sollecitare un ripristino,anche parziale, in occasione per esempiodelle festività, del volo, in modo taleda venire incontro anche agli emigrati sardipresenti in tutta la fascia adriatica.“Ryanair – ha spiegato Cabras – ha dispostola sospensione del volo che parte da Pescaraper Cagliari, l’unico presente in tuttala fascia adriatica, collegamento utileper numerosi emigrati ma ancheper molti operatori che possono raggiungerela Sardegna in breve tempo.Il nostro Circolo, sollecitato dai numerosi sardipresenti in Abruzzo (circa 2.000)oltre alle loro famiglie, pur condividendole ragioni economiche alla base di questadecisione, chiede che il volo sia ripristinatonon solo nel periodo estivo ma anchenel periodo natalizio (20 dicembre 2010-9 gennaio 2011 e nel periodo pasquale 2011.Ricordiamo che nei periodi indicatigli emigranti sardi hanno garantitoil tutto esaurito”.Da qui la richiesta dei sardi “anche inattuazione della legge sulla continuitàterritoriale voluta dall’Unione europea”.

Settembre ètradizionalmenteperiodo diricorrenze e disagre paesane legateal “rito” dellavendemmia e delvino nelle terredel Piemonte. Nelprimo weekenddel mese ha avutoluogo nel vicinocomune diGattinara (VC) laXXVIII edizionedella Festa del Vino,una due giorni riccadi eventi e diappuntamenti cui lalocale comunità dei Sardi, in collaborazione conil Circolo “Su Nuraghe” di Biella, ha offertoimportanti contributi tra i quali, tra gli altri,l’allestimento della mostra documentariaitinerante dal titolo “Garibaldi dopo Garibaldi,Garibaldi e la Sardegna”, caratterizzata daalcuni pannelli dedicati al passaggio delGenerale alla guida dei Cacciatori delle Alpipresso le due città nel Maggio 1859. Fulcro delleproposte sarde alla kermesse piemontese, grazieal decisivo sostegno della Camera di Commerciodel capoluogo barbaricino, è stata, tuttavia, laprestigiosa presenza del più antico coroorganizzato in attività della Sardegna,il celeberrimo Coro di Nuoro.Fondato nel 1952, oggi diretta dal maestroGian Paolo Mele Corriga, è artefice del recuperodelle melodie e degli stili del canto popolareisolano a cappella, con un repertorio di ambitosia sacro, sia profano.Un poliedrico ed emozionate complesso vocale,la cui arte e talento ha garantito lapartecipazione, per ben due volte, sia nel 2006,sia nel 2008, al Concerto di Natale nella laCamera dei Deputati, a Montecitorio, con altrecorali provenienti da tutta Italia.

BIELLA

Il Coro di Nuoro a Nuraghe ChervuSulle orme dell’Unità - Alla riscoperta della storia, dell’identità e dei risvolti di comunionee vicinanza culturale

Terminate leesibizioni nellamattinata didomenica 5, il Corodi Nuoro ha decisodi ripercorrere aritroso le localiorme dell’«Eroedei due mondi»durante il viaggiodi ritorno,muovendo dalcentro vercelleseverso Biella.In un simbolico“viaggio di Unità”,opportunitàdi reciprocoarricchimento

intellettuale ed umano per mezzo dellariscoperta della storia, dell’identità e dei risvoltidi comunione e vicinanza culturale, le vocibarbaricine hanno voluto così onorare ilcapoluogo subalpino del loro passaggio.Nell’occasione la cantoria ha colto l’occasioneper recarsi presso il sito di “Nuraghe Chervu”,area monumentale dedicata ai Caduti sardie ai Caduti biellesi della Grande Guerra, metasegnalata di recente da alcune agenzie turistichecittadine e di oltre mare. Come in passatecircostanze similari, la visita è stataaccompagnata da alcuni soci del Circolo“Su Nuraghe”, suscitando la curiosità,lo stupore e l’entusiasmo dei partecipanti,come testimoniato dalle numerose fotografiescattate e dalle domande poste.Il gruppo, poi, prima di proseguire nel suoviaggio di ritorno a casa, dopo un brevepassaggio nella sede del Circolo Sardo cittadino,ha pranzato in un locale del quartiere delPiazzo, approfittando della circostanza perdegustare alcune specialità culinarie del postoed incuriosendo commensali e passanti conalcuni canti, in un’atmosfera serena e festosa,tra una portata e l’altra. Ivan Solinas

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Dal Mondo28 Ottobre 2010

R isiedo a Parigi e in Francia da circa 20 anni,ho lavorato in diverse associazioni culturali

locali, dove è nata l’idea di far conoscere epromuovere la Sardegna in tutti i settori. Hoavuto la conferma in molte occasioni, che iprogetti portati avanti dai circoli e varieassociazioni, non corrispondano e non stimolinoabbastanza le reali esigenze dell’attualepopolazione sarda a Parigi. Sono convinta che larete di contatti tra tutte le Associazioni regionalied istituzioni locali francesi e italiane,permetterebbero oggi di aprire le porte dellaSardegna a chi non la conosce, di creare scambitra regioni italiane all’estero e di semplificareed agevolare l’organizzazione di iniziative,quali fiere, esposizioni e partenariati.Ancora oggi, nonostante la ricchezza e l’ospitalitàdella nostra terra, malgrado l’espansione e lanotorietà dell’espressione artistica della nostraregione, la Sardegna continua ad essere poco

FRANCIA

Una proposta per creare a Parigiuna casa della Regione SardegnaUna lettera aperta all’Assessore del Lavoro con riflessioni e suggerimentisui contenuti della nuova legge per l’emigrazione

conosciuta, se non mal conosciuta in Francia. Ineffetti, a parte gli sforzi fatti a livello regionale perpromuoverla la disponibilità di informazioni sullaSardegna è molto ridotta soprattutto in Francia:opuscoletti, orari aerei, proposte di soggiorni “solee mare” e poco altro. Eppure ho avuto occasione diincontrare molte persone desiderose di avereinformazioni in tutti i settori, come ci sono tantigiovani residenti in Sardegna che dopo una laureao un diploma, hanno bisogno ancora di un sostegnoper stabilirsi in Francia, per lavoro, per la ricercadi uno “stage” o semplicemente per l’alloggio.La mia proposta di aprire una Casa regionale ècentrata sull’obbiettivo di favorire ogni tipo discambio tra la nostra Regione e la Francia. Unufficio centrale per rappresentare non solo labellezza dei luoghi ma anche altri aspettidell’isola, come la storia, il patrimonio artistico eculturale, nonché il nostro savoir-faireartigianale. Sono convinta che sia arrivato il

momento di proporre anche un’altra forma diturismo tramite incontri con gli abitanti e la lorocultura, la loro storia con la vita quotidiana nelleloro tradizioni e in tutte le stagioni. In questocentro permanente sardo si potrebbero svolgere, intutto l’arco dell’anno, le manifestazioni culturali emostre nei seguenti settori:– Arte: Pittura (esposizione e vendita delle opere ipittori sardi contemporanei), Scultura(esposizione e vendita delle opere di scultorisardi), Letteratura (incontri con scrittori sardicontemporanei e presentazione dei nuovi libri edelle eventuali traduzioni in francese; allestimentodi una biblioteca aggiornata di libri, dizionari,giornali; allestimento di una videoteca), Musica(organizzazione di concerti di artisti sardi;presentazione e vendita di dischi, Cd, etc.),Informazione & Cultura (proiezioni di film edocumentari sull’isola seguiti da conferenze edibattiti sulla lingua sarda).Si potrebbe infine rispondere alle tante richieste dilezioni di lingua italiana e sarda dalle ultimegenerazioni di sardi nati in Francia chedesiderano scoprire la lingua e le loro radici.– Turismo: Con l’appoggio delle industrieturistiche sarde e il materiale pubblicitario sitroverebbero le risposte alle numerose domanderiguardanti un soggiorno nell’isola non solo nelperiodo estivo, e proporre dei viaggi a tema pergruppi di giovani o anziani, per i comitatid’impresa o per professionisti di qualsiasi settore(ex: visita di produzioni vinicole, cantine sociali diprodotti tipici); Viaggi d’istruzione: promozione eorganizzazione di viaggi studio per classi chevisiteranno le località note per l’artigianato, sitidi interesse storico; Organizzazione di incontricon la storia e le storie dei sardi d’oggi, dai paesidell’entroterra ai più noti villaggi turistici.– Artigianato: Mostre (allestimento di una mostrapermanente e dinamica, aggiornataperiodicamente, dell’artigianato sardo.Questa mostra costituirebbe l’arredamento dellasede del Centro regionale sardo di Parigi,mettendo in evidenza la ricchezza e la varietàdella nostra tradizione, seguendo un itinerariogeografico e temporale.– Punto vendita: Presentazione e vendita diprodotti sardi come vini, dolci e formaggi, omobilio, arazzi, ceramiche, ricami, sculture.Sono certa che l’inaugurazione del Centroregionale sardo di Parigi riscontrerebbe un grandesuccesso e che avrebbe anche a breve termine unriscontro economico non indifferente. Come lo hagià sottolineato il Presidente della Camera diCommercio italiana a Parigi: «È necessario creareforme di promozione, di produzione e vendita diprodotti regionali con un’installazione fissa nellecittà più significative perché non sarà il grossoimportatore a voler fare da balia al piccoloprodotto di qualità: è questa la pista che noiperseguiamo alla Camera di Commercio a Parigi”.Riassumendo, la creazione del Centro regionalesardo a Parigi, consentirebbe di realizzare gliobiettivi seguenti:1) dare la possibilità alla Sardegna di parteciparea fiere e esposizioni, di essere presente a tutte lemanifestazioni locali come i forum organizzatidai Comuni a Parigi e nella regione parigina,dove sono presenti centinaia di associazionie si incontrano migliaia di persone di varieorigini e cultura;2) facilitare gli scambi tra i due Paesiin qualsiasi settore;3) garantire la presenza di un centrodi informazioni generali e dati di ricercaper i sardi, per la Sardegna, per i troppidisoccupati, per un sostegno praticoai tanti giovani che ancora emigrano;4) promuovere e proteggere questa nostra isolache noi amiamo e che desideriamo metterein primo piano con tutte le sue ricchezze.

Giusy Porru

La proficua cooperazione in atto nel master in“Urban strategies”, con tema l’area metropolitanadi Cagliari, attivato un anno fa dall’Istitutodi Architettura diretto dal prof. Wolf Prix,che vede protagonisti gli studenti sardie le istituzioni locali, ha stimolato l’ateneoviennese ad allargare gli orizzonti di ricerca versoil tema della progettazione e pianificazione urbanaimprontata al risparmio energetico e perfinoalla produzione di energia.È stato firmato, infatti, un secondo accordoistituzionale tra la Regione Sardegna, Assessoratodegli Enti locali Finanze e Urbanistica, e l’Istitutodi Architettura dell’Università delle Arti Applicatedi Vienna, per avviare nuovi percorsi formativi edi ricerca su strategie territoriali e soluzioniarchitettoniche sostenibili ed energeticamenteattive. “L’accordo odierno – ha commentatol’assessore Gabriele Asunis – è in piena sintoniacon il programma di governo della RegioneSardegna finalizzato alla ricerca e alperseguimento d’iniziative che mirano a un usosostenibile del territorio e delle risorse ambientali,al conseguimento di obiettivi socio-economicidi qualità e al supporto dei Comuni sardinella definizione di strategie di sviluppodei territori secondo un approccio che,partendo dalla condivisione dei problemie delle aspettative dei singoli centri, si ponecome obiettivo il miglioramento della qualitàdella vita su scala territoriale”.La collaborazione suggellata oggi con la firmadell’accordo tra l’assessore dell’urbanisticaAsunis, il direttore dell’Istituto di Architetturadell’Università delle Arti Applicate di Vienna, prof.Wolf Prix, e il rettore dell’Università viennese,Gerald Bast, mira dunque allo sviluppo di azionidi ricerca in cui il territorio isolano è analizzato,anche in rapporto ad altre realtà territoriali eclimatiche diversamente dislocate nel mondo, alfine di individuare tipologie e modelli edilizi,

VIENNA

Nuove prospettive di ricerca nella cooperazionetra la Regione Sardegna e l’Università di Vienna

architettonici e urbani sostenibilied energeticamente attivi, attraverso il ricorsoa tecnologie innovative. La partecipazione attivadel Dipartimento di Architettura dell’Universitàdi Cagliari alle attività sinora svolte ha permesso,inoltre, la sigla, sempre quest’oggi, di un accordotra l’Ateneo Cagliaritano e quello Vienneseper attività di cooperazione scientificasullo stesso tema all’interno di networkdi eccellenza internazionali.Il percorso avviato si concretizzerà da subitograzie all’avvio di un nuovo master che partirà giàda novembre, intitolato “Tower Plan City”. Conl’obiettivo di favorire scambi didattici e la mobilitàstudentesca, il nuovo corso post laurea darà lapossibilità agli studenti residenti in Sardegna diusufruire di particolari agevolazioni perpartecipare ai percorsi formativi programmatidall’università viennese. Il master permetteràinoltre ai giovani laureati sardi di effettuaresuccessivi tirocini (stages) in studi professionalidi eccellenza a livello internazionale e di poteressere direttamente coinvolti nelle attivitàdidattiche, in successivi percorsi formativi.L’Assessorato degli Enti locali, finanze eUrbanistica insieme al dipartimento diArchitettura dell’Università di Cagliari darannomassima comunicazione sul master “Tower PlanCity” in modo da permettere agli studenti dipresentare in tempo le candidature per accedere aifinanziamenti del programma regionale Masterand Back. Le attività di ricerca promosse dallaRegione con gli atenei di Cagliari e Vienna,favoriranno il confronto e la cooperazione con lacomunità scientifica internazionale, sul tema dellasostenibilità ambientale e del contenimentoenergetico, in modo da individuare protocolli estandard che possano, tra gli altri vantaggi,alimentare i processi di governance del territorioin modo da favorire un più corretto equilibrio tradifesa dell’ambiente e sviluppo economico-sociale.

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29Dal MondoILMESSAGGEROSARDO

AFGHANISTAN

L’attività del circolosardo “AlessandroPibiri” di HeratIniziative per mantenere alto il nome deisardi e della Sardegna con progetti checonsentono di aiutare la popolazione locale

Continuano pur tra mille impegni operativi leattività del Circolo Culturale Sardo“Alessandro Pibiri” nella terra martoriatadell’Afghanistan e più precisamente in Herat.Il circolo è intitolato al caporalmaggioreAlessandro Pibiri deceduto il 5 giugno 2005 aNassiriya in Iraq. La decisione di dedicare ilcircolo dei sardi in Afghanistan ad unosfortunato corregionale prematuramente etragicamente scomparso, è scaturitadalla volontà comune dei 110 sardi presentinella base ISAF di Herat nel lontano 2008ed Alessandro Pibiri era a quel tempol’ultimo dei caduti sardi nelle varie missioniin giro per il mondo.Il circolo si propone di mantenere alto il nomedei sardi e della Sardegna attraverso progettiche consentano di aiutare, con piccole masignificative iniziative, la popolazione locale. Ilprimo obbiettivo raggiunto dal circolo“Alessandro Pibiri” è stato quello di aiutaredue giovani fratelli afgani, Ahmady NesarAhmad di 25 anni e Hamira di 23 anni affettida una grave sordità causata dall’esplosione diun ordigno che ha distrutto la loro abitazione.Attraverso l’intervento economico del circolosardo, i due giovani sono stati sottoposti aduna visita specialistica e al conseguenteimpianto di un apparato acustico che haconsentito il recupero parziale dell’udito.Inoltre, in occasione del festeggiamento delterzo anno di attività del circolo, il presidenteFranco Loru di Villacidro e i soci GiovanniLoi di Samugheo, Elia Murgia diPerdasdefogu, Mario Cauli di Alghero,unitamente a tutti i corregionali presenti inAfghanistan, hanno provveduto ad effettuareuna ulteriore raccolta di fondi. La somma,attraverso la mediazione del cappellanomilitare sarà destinata ad un orfanotrofiopresente nella città di Herat. Giova ricordareche il nostro illustre corregionale Dott. Sequigià ambasciatore a Kabul ha donato al circolocirca trecento libri che sono stati posti in unabiblioteca ricavata nella sala “Folgore” edintitolata al Caporal maggiore scelto MatteoMurreddu morto a Kabul il 17 settembre 2009durante una esplosione di una autobomba.Altre iniziative sono previste nell’immediatofuturo da parte dei soci del Circolo“Alessandro Pibiri” che rappresentanol’intera Regione con ragazzi provenientida tutte le province sarde.

I l IV Congresso dellaFederazione dei Circoli sardi

in Svizzera, si terrà a Lucerna,il 20 e 21 novembre.In questi ultimi anni – ha scrittola presidente uscente, FrancescaFais – è cresciuta ulteriormente erappresenta non solo un punto diriferimento sicuro per lacomunità sarda, stimata a circa40.000 persone, che risiede elavora in Svizzera, ma è spessopresa a modello da altreorganizzazioni, grazie alla suacoerenza, alla sua costanza,efficacia e presenza sul territorio,un’interfaccia affidabileanche a livello istituzionale,sia locale che regionale.La missione delle nostreorganizzazioni di sardi – prosegue Fais – consistenella valorizzazione e nella promozione, siaculturale che economica della Sardegna inSvizzera, oltre che nella promozione di iniziativerivolte alla tutela e allo sviluppo di legami diidentità tra la Sardegna e la sua comunità cherisiede fuori dai propri confini geografici, nonchédi tutte le forme di partecipazione, condivisione e

SVIZZERA

Fissato il Congressodella Federazione dei Circoli sardiSi terrà a Lucerna il 20 e 21 novembre e avrà per tema “Le associazioni sardein Svizzera: un passo concreto verso un futuro diverso”

solidarietà per la comunitàche risiede in Svizzera.Questo congresso, vuole esserela pietra miliare in un confrontocostruttivo tra il mondo dei sardiorganizzati, nato ormai piùdi 40 anni fa, e le esigenze attualiad esso legate.Il congresso, naturalmente,prima di tutto, è un momento diincontro e di confronto perdibattere assieme su quanto fattonegli scorsi anni e su comeproseguire nella nostra attività,tenendo conto di tutte lecomponenti, alcune delle qualirappresentano una frontiera dasuperare per dar maggior respiroalla nostra attività, nonché allesfide future che ci attendono.

Consideriamo questo evento un appuntamentoirrinunciabile per quanti, speriamo numerosi,vorranno partecipare per dare all’opinionepubblica e alle nostre istituzioni regionali e locali,un quadro completo e attuale delle posizioni diquesto immenso patrimonio, ormai comunementechiamato “L’altra Sardegna”: ossia l’emigrazionesarda nel mondo.

Sta per prenderel’avvio il progettoregionale voluto dalServizio emigrazionedell’Assessorato delLavoro della RegioneAutonoma dellaSardegna, incollaborazione con laFederazione deiCircoli sardi inArgentina, al fine diincentivarel’interesse dellenuove generazionidegli emigrati neiconfronti della Sardegna.Il corso prevede la frequenza a corsi di italiano,da tenersi in Argentina con insegnantiqualificati e con la certificazione finale, rilasciatada istituti accreditati. Scopo dell’iniziativaè avvicinare le nuove generazioni al tessutoassociazionistico sardo e promuovere laconoscenza della cultura italiana e sarda.Sono già 50 i giovani che si sono iscritti.Il progetto finanzia anche il concorso“Hola Cerdeña”, nel quale i partecipantidovranno realizzare un elaborato sulla Sardegna,in lingua italiana, e ai vincitori verràconsegnato un assegno di merito.

ARGENTINA

Un progetto regionaleper le nuove generazioniFinanziato dall’Assessorato del Lavoro per rinforzare i legami dei discendentidegli emigrati con la Sardegna

La partecipazione aicorsi è aperta aigiovani sardiemigrati o figli diemigrati odiscendenti, di etàcompresa tra 16 e35 anni; residenti inArgentina; che nonabbiano goduto dialtri beneficiregionali e/oargentini nell’annoin corso; cheabbiano un altoprofitto scolastico.

Al concorso “Hola Cerdeña” – per il qualesono ancora aperte le iscrizioni – possonopartecipare studenti delle Scuole Superiori edell’Università, di età ricompresa tra 15 e 30 anni,che siano sardi emigrati o figli di emigratio discendenti e residenti in Argentina.Nel caso del circolo “Sardi Uniti”di Buenos Aires, i corsi sono tenutidalla prof.ssa Fernanda Gamba in Onnis.La prof.ssa Gamba si occuperà di dareagli allievi la preparazione necessariaper ottenere un certificato valido a livellointernazionale come è l’esame PLIDA,dell’Associazione italiana Dante Alighieri.

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Sport30 Ottobre 2010

CALCIO

Il Cagliari parte alla grandema crolla con la JuventusBuon avvio della squadra rossoblù che perde l’imbattibilità solo con la Juventusalla quinta giornata - Momenti di paura per Daniele Conti

D opo la sconfittadell’Inter a Roma,

il Cagliari è rimasta –ma solo per 24 ore –l’unica squadraimbattutadella serie A. Unprimato, dopo quattroturni di campionato,durato pochissimo,infranto dalla goleadasubita allo StadioOlimpico di Torinocontro la Juventus.Peccato, perché sino aquel momento irossoblù di PierpaoloBisoli avevano anchela miglior difesa delcampionato: un sologol subito in quattropartite. Ma a Torino ilCagliari ne ha beccato quattro, tutti in unavolta. Pur non demeritando, la squadrarossoblù è uscita con le ossa rottadallo scontro con la Vecchia Signora,trascinata da uno scatenato Krasic– il nuovo Nedved, e non solo per la biondacapigliatura – autore di una tripletta.

Non inganni, però, ilrisultato finale di 4-2(inutile la doppietta diMatri, ormaispecializzato in golalla Juve). Chi non haassistito alla partita,potrebbe pensare aduna disfatta. Ed invececosì non è stato,perché a parte i primi15 minuti in cui laJuventus, vogliosa diriscattare la bruciantesconfitte interna di tregiorni prima con ilPalermo, ha messosotto il Cagliari, dopol’immediato pareggiodi Matri, su splendidospunto, sulla sinistra,di un ritrovato

Lazzari, sono stati proprio i cagliaritania prendere in mano le redini del gioco,sfiorando anche la palla per il raddoppio.A segnare, invece, è stata di nuovo la Juventus,grazie ad una prodezza di Krasic, agevolato daun’ingenuità di Agostini. Nella ripresa, poi,sono arrivati due autogol, due sfortunate

deviazioni che hanno tagliato le gambeai rossoblù, capaci di andare ancoraa segno nel finale grazie alla solita coppiaLazzari-Matri (altro splendido gol).L’analisi della sconfitta sta tutta nelle paroledi Bisoli: “Ci sta di perdere a Torino – haosservato l’allenatore del Cagliari a fine gara -ma avremmo dovuto metterci più cattiveria.Loro cercavano di azionare subito le due punte,e noi patiamo un po’ chili e centimetri. È statacomunque una partita strana. La Juventus haavuto cinque occasioni e segnato quattro gol;noi ne abbiamo create altrettante e sfruttatosoltanto due. La chiave della gara alla fine ètutta qui. Il terzo gol poi è nato da un rimpallo,non possiamo concedere queste cose allaJuventus. Il nostro gioco non è stato male, main difesa siamo andati meno bene, specie nellepalle inattive”.Peccato, dicevamo. Perché proprio la difesa erastata impeccabile, fino a quel momento. Per bentre volte la porta di Agazzi era rimastainviolata (nei tre pareggi per 0-0 a Palermo eBari, ed in casa con la Sampdoria) mentrel’unico gol subito era arrivato – guarda casoanche qui su palla inattiva – nella rotondavittoria sulla Roma al Sant’Elia per 5-1.Bisoli, infatti, è un allenatore che curamolto la fase difensiva. Le sue squadregiocano un bel calcio, è vero, ma primadi tutto cercano l’equilibrio, raramentesi vede una squadra sbilanciata.A Foligno prima e Cesena poi, nei suoiprecedenti campionati da allenatore, Bisoli haavuto sempre la miglior difesa del campionato.Non rinunciando, naturalmente, ad un giocod’attacco, come ha dimostrato in casa con laSampdoria, quando, a sorpresa, ha scelto unmodulo inedito con Cossu alle spalle di treattaccanti: Nenè, Acquafresca e Ragatzu.E la partita è finita 0-0, come a dimostrare chenel calcio non dipende dal numero di punte chesi schierano se poi verrà impostata una garad’attacco o meno, o segnati tanti gol; anche conquesta formula, Bisoli è riuscito a schierareuna formazione equilibrata, anche perché hatrovato, oltre a Biondini, un nuovocentrocampista di corsa e qualità, quelNainggolan forse troppo frettolosamente messoda parte nella scorsa stagione da Allegri.Il giovane belga (nazionale Under 21) ma dipadre indonesiano, è senza dubbio la piacevolesorpresa di questo avvio di stagione. Sceso incampo al posto dell’infortunato Conti nellaprima giornata a Palermo, Nainggolan hadisputato un’ottima prestazione nel ruolo diregista arretrato, davanti alla difesa. Nellagara successiva, contro la Roma, una voltarientrato Conti, ancora a sorpresa Bisoli lo hascelto al posto di Lazzari, sul centro sinistra, eNainggolan lo ha ripagato con un’altra partitadi gran temperamento, tant’è che qualcuno hagià visto in lui proprio il nuovo Bisoli.Sta di fatto che il giovane belga è semprepartito titolare in questo inizio di campionato,anche perché Daniele Conti, alquantosfortunato in questo inizio di stagione(a causa di un infortunio ad una caviglianell’ultima amichevole estiva con il BetisSiviglia non era potuto scendere in campo aPalermo), si è di nuovo infortunato nella garacon la Roma, vittima di un’entrata assassina diBurdisso che gli ha procurato una ferita soprail ginocchio suturata con 30 punti.Peccato, perché l’ex giallorosso stavadisputando una grande partita e primadi uscire in barella dal campo aveva portatoin vantaggio il Cagliari con un gran tirodi destro dal limite. Quell’azione ha portatopoi al rigore per il Cagliari e all’espulsionedel difensore argentino, ma anche ad un lungostop per Conti. Andrea Frigo

Dal Sant’Elia al SantaCaterina. Da Cagliari aElmas. Dopo unaquerelle durata quasidieci anni con il Comunedi Cagliari per lacostruzione di un nuovostadio, il presidenterossoblù MassimoCellino rompe gli indugi.Tramontatadefinitivamente l’ipotesidi un nuovo Sant’Elia,Cellino ha deciso dicostruire un impianto privato – il primo in serieA – di 23.600 posti coperti non più a Cagliari,ma nel vicino Comune di Elmas, a pochi passidall’aeroporto. “E se non nascerà nei tempiprevisti questo stadio, non ci sarà più ilCagliari”, ha detto Cellino, perché in “unSant’Elia ridotto così, con le tribune provvisorieche dovevano stare solo un anno e invece sono lìdal 2003, non si può più stare”.Il nuovo stadio sorgerà nella zona di SantaCaterina, immerso in un parco che valorizzeràl’antica chiesa dedicata alla Santa. Da qui lascelta del nome. Uno stadio che, ha spiegatoCellino nel presentare il progetto alla stampa,“sarà innovativo, un apripista, all’avanguardiadella tecnologia mondiale. Costerà almeno il30% in meno che costruire uno stadio

CALCIO

Presentato il progetto del nuovo stadioSi chiamerà Santa Caterina e sorgerà ad Elmas

tradizionale, con deitempi tecnici più brevi”.Una capienza di 23.600posti, altissimi standarddi sicurezza, massimoconfort e visibilità pertutti gli spettatori, 5.000parcheggi, due ingressiche collegheranno laviabilità interna conquella ordinaria eraccordi alle Statali 130e 131, una possibilità dicollegamento diretto con

le ferrovie dello stato. Inizio lavori previsto perla primavera prossima. Se non ci sarannointoppi, ha annunciato lo stesso presidente,sarà pronto entro la fine del 2011. L’impiantoverrà finanziato al 90% dal Cagliari Calcio.“L’idea di costruire lo stadio risalea qualche anno fa, abbiamo fatto le formichine,risparmiando i soldini. Non sarebbepossibile senza il sostegno degli amicidi Provincia, Regione e Comune. Tutti insieme,al di là degli schieramenti politici”.Il via libera dall’Amministrazione comunale diElmas, guidata dal sindaco Valter Piscedda, èarrivato il primo settembre. Quanto alle riserveespresse dall’Enac per la vicinanza del nuovostadio all’aeroporto, Cellino ha chiarito: “Nonci sono né torri, né pannelli fotovoltaici”. A.F.

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31SportILMESSAGGEROSARDO

G rande atletica e paesaggio incantevole nelcuore dell’Ogliastra. Ad Arzana è andata in

scena una delle più belle edizioni, la 24ª, delmeeting internazionale Terra Sarda.La regina tra le discipline è sbarcata a 820 metridi altitudine, tra i profumi e i sapori di questoangolo di Sardegna.Organizzazione perfetta con a capo il SindacoMarco Melis, che si è prodigato perché lamacchina dell’evento fosse al massimo dei giri.E la risposta non è certo mancata. Circa tremilapersone sulle tribune dello stadio “ Sturrusè”.Tanti atleti stranieri di buon livello,tra statunitensi e keniani, ma quelli isolanihanno fatto la loro parte e non sono mancatirisultati interessanti.Ad iniziare dalla prova di Anastassia Angioy,cadetta, del Cus Sassari, che nella gara degli 80metri ha fatto registrare il tempo di 10.01,migliore prestazione regionale in assoluto e della

ATLETICA

Successo per la 24ª edizionedel “Terra Sarda”La grande atletica sbarca ad Arzana, in Ogliastra - 3.000 spettatori e buoni risultati

stagione in Italia. La giovanissima atletasi è costantemente migliorata nel corsodegli ultimi due anni. Passando dai 10.08del 2009 ai 10.03 stabiliti a maggioa Nuoro, fino all’exploit di Arzana.Il padre e allenatore Antonio Angioy,ne può andare fiero. Siamo sicuri chesentiremo parlare ancora di Anastassia.Ma ci sono stati altri atleti, made inSardinia, che si sono particolarmentedistinti. Da menzionare il terzo postoottenuto dalla algherese Maria AuroraSalvagno sui 100 metri, cronometro fermatoa 11 secondi e 72 centesimi, alle spalledi una ex stella della velocità nazionale,Manuela Lavorato e della americana MikeleBarber, che ha vinto col tempo di 11.40.

Buon terzo posto anche per Serena Prunernei 5 chilometri che ha chiuso la prova in 23primi, 14 secondi e 98 centesimi. La bravamarciatrice di Sestu si conferma tra le più costantie affidabili in questa impegnativa specialità.Ancora una ragazza tra le protagoniste.Marzia Caravelli del Cus Cagliari si è imposta nei100 metri ad ostacoli. Tempo non rilevante: 13.40.Tra i maschietti da segnalare, Maurizio Angius,che negli 800 metri, è salito sul terzo gradinodel podio. Gara vinta e , non c’erano perplessitàdi sorta, dal keniano Koech.Si può ritenere soddisfatto della sua prestazioneanche l’iglesiente, Alessio Massa che nel gettodel peso, ha registrato la misura di 14 metrie 76 centimetri.Tra i record del Terra Sarda, migliorati, èdoveroso citare quello relativo ai 3000 metrifemminili dove si è imposta la keniana MercyCherono. Tempo al traguardo fissato in 9’05”

e 52. Precedente 9.16.01. Alle sue spallela connazionale Koriwiang.Passiamo in rassegna le prove degli italiani.Su tutti Ivano Brugnetti ( Fiamme Gialle)mondiali e olimpiadi sul groppone, che hainserito il proprio nome nell’albo d’oro dellamanifestazione in una specialità che ha fattoil suo debutto al Terra Sarda, la cinquechilometri di marcia.Nei 400 metri prova interessante di MarcoVistalli, nonostante un alto tasso di umidità.La gara più attesa è stata quella dei 100 metrimaschili. Occhi puntati su due statunitensi.L’ha spuntata Mike Rodgers in 10.15, stessotempo di Justin Gatlin, che al suo rientro in pista,avrebbe voluto lasciare una traccia più visibile,dal punto di vista del tempo cronometrico.Gatlin, lo ricordiamo, è stato oro olimpicoad Atene nel 2004.In questa stessa gara terzo postoper il britannico David Chamberse quarto per l’azzurro Simone Collio.Ma il Terra Sarda è anche occasione per metterein mostra il meglio della gioventù isolanadell’atletica. Da un lato si corre, si gareggiae nel contempo si fa soprattutto festa.Citiamo alcuni nomi, senza che gli altri “ce nevogliano”. Giovanni Tamponi e Laura Fancello,centometristi juniores, Davide Melis e Nadia Neri,stessa distanza, tra gli allievi, Giovanni Canu, trai cadetti. I preparatori di questi, ci auspichiamofuturi campioni, gongolano per il momento.Senza l’impegno e la fatica di allenatori e dirigentidelle società, con pochi soldi, è bene ricordarlo,che ci mettono anima e cuore nel sostenere epreparare nel miglior modo i ragazzi, non sipotrebbero raggiungere determinati risultati.Ma un plauso finale va anche a chi, come ilcomitato regionale della Fidal e i sindaci, comequello di Arzana, Marco Melis e tutti gli altri delle23 edizioni precedenti, trovano collaborazione edinamicità, per portare in giro per la Sardegna, unevento straordinario per l’atletica, come il TerraSarda. Intanto per la 25ª edizione si è candidato ilcomune di Ploaghe, ma se i lavori per allestire larassegna non saranno completati nei tempi utili,Arzana è nuovamente pronta per ospitareil grande spettacolo che solo la regina tra lediscipline, sa concedere ad una vasta platea diappassionati. Andrea Porcu

Benvenuti a Sassari dove le quote rosa hanno ilmassimo valore nello sport: 34 trofei, tra scudettie coppe, equamente divisi tra Eurospin Torres (calcio)e Verde Vita-Città dei Candelieri (pallamano).Le due superpotenze hanno iniziato la stagionenel migliore dei modi: vincendo la SupercoppaItaliana nelle rispettive discipline.La Torres ha anche aperto la Champions League conautorità: espugnando il campo del FC Zürich Frauenper 3-2 nell’andata dei sedicesimi. Del resto le rossoblùallenate da Tore Arca sembrano avere la stradaspianata sino ai quarti, dal momento che negli ottaviaffronteranno la vincente tra le islandesi del Breidablike le francesi dello Juvisy, altre formazioni abbordabili.E del resto non è un mistero che la squadra sassaresepunti al traguardo storico delle semifinali che ha avuto aportata di mano due volte. Cinque anni fa sprecò inInghilterra il 2-0 conquistato all’andata contro l’Arsenal,mentre l’anno scorso è stata superata dal Lione che poi haperso la finale solo ai rigori. L’organico è stato rinforzatocon gli arrivi del difensore Motta e della centrocampistaCamporese e col ritorno della bomber spagnola Parejo. In

A Sassari donne protagonistenel calcio e nella pallamanoTorres e Verde Vita hanno aperto la stagione conquistando la Supercoppa italiana -Le due formazioni hanno in bacheca 34 trofei tra scudetti e coppe

Italia non dovrebbero esserci avversarie, perché ilBardolino si è indebolito e la Reggiana è stata superataagevolmente per 2-0 nella finale della Supercoppa Italiana(reti di Tona e Fuselli).La strada per il quinto scudetto è quindi se non in discesa,almeno in pianura e su rettilineo. Senza dimenticare poiche in ottobre rientrerà dagli USA la bomber Patrizia

Panìco che ha appena tagliato lo storico traguardodelle 155 partite in nazionale, superando Carolina Morace.Si tratta di un primato assoluto, dal momentoche Flavio Cannavaro ha “solo” 136.Nella pallamano invece la Verde Vita ambisce a ritornaresul trono dal quale è stata scalzata dal Salerno dopocinque anni consecutivi di dominio. Il primo segnale dellaformazione guidata da Koka Milatovic è stato imperioso:ha battuto proprio il Salerno, e in terra campana, per 31-26 nella finale della Supercoppa. Il Salerno e anche ilTeramo saranno le avversarie più pericolose nella corsa altricolore di un campionato che saluta il ritorno (perripescaggio) della Nuorese, allenata da Roberto Deiana,già coach di Sassari. Il presidente Antonio Pes hapuntellato il già buonissimo organico con il terzinoromeno Gheorghe, il portiere Porini e l’ala Balsanti(entrambe nazionali), e il jolly Albertini. Va consideratopoi il rientro del terzino Chernova, una delle miglioristraniere del campionato, rimasta ferma l’anno scorso danovembre per un brutto infortunio al ginocchio sinistro.Per quanto riguarda l’Europa, la squadra sassaresegiocherà la Coppa delle Coppe, in quanto vincitrice nellastagione passata della Coppa Italia. Avversarie leisraeliane del Bney Herzeliya, mentre se passa il turnoaffronterà nel terzo round le quotate russe del RostovDon. Fare strada in Europa è un’impresa:nessuna squadra italiana è mai arrivata ai quarti e delresto la pallamano femminile europea vanta ben quattrocompetizioni e oltre 150 formazioni di club.

Giampiero Marras

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I mmaginate una scogliera astrapiombo sul mare: la spiaggia

sottostante è vasta perché la marea haappena finito di ritirarsi: decine edecine di metri di sabbia umida e lisciache, come ogni giorno, si mostranosoltanto per poche ore: prima di esseresommerse di nuovo (per obbedire a unciclo prevedibile, dettato dagli umoridella luna). I gabbiani, intanto,riempiono l’aria con il loro voloarmonioso: sono in cerca di cibo:scrutano il bagnasciuga conun’attenzione da orologiai, e quandoavvistano un granchietto o un piccolopesce si fiondano in picchiata percatturarlo. La scogliera è bianca: entradentro il mare con prepotenza.Per arrivare fino alla sua punta piùestrema, si deve attraversare unsentiero instabile, privo di qualsiasiprotezione. Fa paura guardare giù evedere il vuoto, l’abisso: rendersi conto che un capogiropotrebbe essere fatale. Poi, però, quando si arriva fino incima ci si emoziona molto. Si guarda davanti a sè e ci sidimentica di tutto. Per fare posto all’incanto, ogni altramemoria improvvisamente scompare.Siamo a Newquay, in Cornovaglia: una delle più povere eisolate contee inglesi (ma certamente quella capace di offrirei panorami più intensi, i tramonti più emozionanti).Sia che si cammini varso Est, sia che si cammini versoOvest, la sua linea costiera è imprevedibile, drammatica,piena di strapiombi e di prati verdi completamente isolati.Qualche pecora, qualche capra. Nient’altro.Si dice che in Cornovaglia ogni persona abbia il suo luogosegreto, il suo posto delle fragole, il suo angolo di paradisodove andare a riflettere e a cercare la serenità. Sono spessoluoghi isolati, difficili da raggiungere, e il ricordo dellepersone che lo hanno amato sopravvive grazie a unapanchina. In Cornovaglia si trovano panchinecommemorative nei luoghi più impervi. Sono sempreinaspettate e invitano alla riflessione. Ci si siede in silenzio,incantati dall’armonia della natura e davanti a quelpanorama così grandioso ci si rende conto che tutte le oretrascorse davanti alla televisone sono state ore sprecate.L’emozione si fa vibrante: soprattutto quando si scopre unatarga che dice “Piccolo Thomas: guarda il mare e non averepaura, è tutto a posto, adesso”. La data di nascita e quella dimorte riportate di seguito sono ingiustamente troppo vicine.Lasciata la scogliera si ritorna in città. Bisogna camminareper ore accanto al mare. Il vento è forte, oggi, e i surfistisono più numerosi del solito. Per il colore della muta cheindossano sembrano tanti puntini neri, disordinatamentedisposti in lontananza. Ben Ridding è uno di loro.“Vengono da tutto il mondo qui a Newquay per imparare ilsurf. È molto più facile di quanto sembri.Basta una sola settimana” – spiega, e aggiungeche proprio a Newquay (e nelle sue tante spiaggecircostanti) i fondali non sono pericolosi (non ci sono rocce,nè coralli) e il vento è sufficientemente buono per il surf –ma non troppo forte come in Francia e nelle isole Hawaii:

I REPORTAGES DI VIAGGIO DI NICOLA LECCA

NewquayIn Cornovaglia scenari irripetibili che emozionano il visitatore

dunque il rischio di infortuni è relativamente basso.Lasciata Londra, lasciato il caos dell’aeroporto di Stanstedcon le sue code inteminabili, i fast food che sanno di oliofritto e gli uffici di cambio sconvenienti, la Cornovagliaappare subito un luogo privilegiato, dove il tempo riesce ascorrere più lentamente e, di sicuro, con più grazia.Ben è felice che uno scrittore sia curioso della sua terra e sipropone come guida. Spiega che, ad uno ad uno, tutti ivecchi alberghi di Newquay stanno chiudendo i battenti peressere trasformati in appartamenti di lusso.Insomma: i turisti non vengono più numerosi come unavolta, ma, in compenso, (da quando è stato apertol’aeroporto) molti miliardari hanno comprato qui la loro

seconda casa. Del resto Londra distasoltanto 50 minuti di volo.Newquay appare subito così: un po’fuori moda: con le pecore accanto allapista d’atterraggio, i negozi cheaffittano tavole da surf e gli ostelli con iletti a castello. Qualche bed andbreakfast, qualche luna parkall’antica... Una città piccola: un pocoin decadenza. Eppure Jamie Oliver(uno dei più celebri chef al mondo) havoluto aprire proprio nelle vicinanze diNewquay il suo ristorante (menùispirato dalla genuinità dei prodottilocali, terrazza con vista mozzafiatosulla baia di Watergate e prezzi dacapogiro). Ben ci racconta che moltagente prenota un tavolo da Londra eaffronta il viaggio aereo in giornatapur di cenare con una vista del genere.È una vista enorme: monumentale.Ma non è l’unico incanto che Newquay

sa offrire. A renderla unica sono le trattorie davanti alporto, piene di gatti che circolano tra i tavoli, sono i surfistiche, probabilmente reduci da una qualche selezionenaturale, nel tornare a casa, camminano scalzi sull’asfalto(e con i capelli bagnati) nonostante faccia freddo, sono ipescivendoli che, però, vendono anche conchiglie.Sono i negozi di fish and chips dove le patatine frittevengono servite con sale e aceto. Ancora: sono le gelaterieanni ’50 con le poltrone in pelle bianca, sono i negozi dicaramelle sfuse che ci raccontavano i nostri genitori, è ilprofumo del vento, sono gli aquiloni enormi, il silenziototale, l’immensità offerta da ogni belvedere.Soprattutto in inverno, quando i turisti vanno via: e tuttoappare ancor più sereno. In particolare il villaggiodi St. Ives, situato alla punta estrema della Cornovaglia.Una specie di Capri inglese. Il paradiso dei pittori.Le sue casette sono proprio “graziose” e, così, le tantestradine che sembrano disegnate dalla mano di unarchitetto d’interni (“le case sono disposte per le stradeproprio come i mobili nei salotti”, avrebbe detto Nietzsche).Insomma, luoghi di serenità e di pace. Luoghi dove è facileritrovare se stessi. Soprattutto nel villaggio di St. Agnes.Un avamposto surreale, incastonato nella ferita di unascogliera. Qui, più che altrove, ci si sente lontanoda ogni altra cosa. L’unica pensione disponibile è ospitatain un pub dove l’odore di birra è insistente, ma fresco.L’oste offre camere piccole, ma con vista.E quando la tempesta arriva, improvvisa, si rimaneincantati ad osservarla: con un bicchiere di brandy inmano. Inermi. E la mattina, all’alba, il profumo della tortadi mele appena sfornata, il latte saporito (munto nellevicinanze) il miele alla lavanda sul pane tiepido e croccantee la passeggiata a ridosso della scogliera diventanoun’abitudine necessaria per rendersi conto di quantoincanto c’è nel mondo, e di quanto poco facciamo noi,ogni giorno, per rendercene conto.

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