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Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,50 Copia arretrata € 3,00 (diffusione e vendita 7-8 gennaio 2021) L ’O SSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO Unicuique suum Non praevalebunt Anno CLXI n. 4 (48.627) giovedì 7 gennaio 2021 Città del Vaticano y(7HA3J1*QSSKKM( +=!z!#!"!: Papa Francesco celebra la solennità dell’Epifania Alla scuola dei Magi per imparare ad adorare C on un’esortazione a mettersi «alla scuola dei Magi, per trarne alcuni insegnamenti utili» su come continuare ad «adorare il Signore», Pa- pa Francesco ha rimarcato l’attualità dell’Epi - fania, celebrando giovedì mattina, 6 gennaio, la messa della solennità durante la quale è stato proclamato l’an - nuncio del giorno di Pasqua, che quest’anno sarà il 4 aprile. “Alzare gli occhi”, “mettersi in viaggio” e “vedere sono le «tre espressioni» suggerite dal Pontefice, du- rante il rito presieduto all’altare della Cattedra della basilica Vaticana. Dopo aver approfondito nell’omelia il significato di queste tre azioni, il vescovo di Roma ha concluso auspicando che Gesù «ci renda suoi veri ado- ratori, in grado di manifestare con la vita il suo disegno di amore». Anche all’Angelus recitato a mezzogiorno dalla Bi- blioteca del Palazzo apostolico — ancora senza la pre- senza di fedeli a causa della pandemia — il Papa ha par- lato della «manifestazione del Signore a tutte le genti», sottolineando che «la salvezza operata da Cristo non conosce confini, è per tutti». Del resto, ha fatto notare, «l’Epifania non è un altro mistero, è sempre lo stesso mistero della Natività, visto però nella sua dimensione di luce: luce che illumina ogni uomo, luce da accogliere nella fede e luce da por- tare agli altri nella carità, nella testimonianza, nell’an - nuncio del Vangelo» ha spiegato, invitando ad «acco- gliere in sé questa luce» e a farlo «sempre di più». In- fatti, ha ammonito, «guai se pensiamo di possederla, guai se pensiamo soltanto di doverla solo “gestire ”! Anche noi, come i Magi, siamo chiamati a lasciarci sempre affascinare, attirare, guidare, illuminare e con- vertire da Cristo». Al termine della preghiera mariana Francesco ha poi lanciato un appello per la Repubblica Centrafricana, dove si sono svolte elezioni con cui il popolo ha mani- festato il desiderio di proseguire sulla via della pace. PAGINA 8 NELLINSERTO Dal 19 marzo l’Anno dedicato alla famiglia Un dono alla Chiesa e al mondo DI KEVIN FARRELL Un bene fragile di GIUSEPPE FIORENTINO C osa insegna l’assedio del Congresso insce- nato ieri dai sosteni- tori di Donald Trump? In primo luogo fa comprendere che la politica non può prescindere dalle re- sponsabilità individuali, so- prattutto da parte di chi detie- ne il potere ed è in grado — at- traverso una narrazione pola- rizzante — di mobilitare mi- gliaia di persone. Chi semina vento raccoglie tempesta e ora è fin troppo facile collegare gli avvenimenti di Washington alle accuse di brogli lanciate da Trump dopo il voto del 3 novembre, accuse che non hanno mai trovato un riscon- tro oggettivo. L’insurrezione di ieri fa ca- pire inoltre che il trumpismo è destinato a lasciare un solco profondo nella scena politica a stelle e strisce. Quanto meno è destinato a cambiare gli equi- libri all’interno del partito re- pubblicano, che potrebbe es- sere costretto a una scissione. Il Paese è profondamente divi- so, ma, in realtà, non più di quanto lo fosse prima. Trump è riuscito però ad addensare intorno a sé e a dare cittadi- nanza a una galassia di movi- menti che in precedenza ave- vano poca visibilità e che diffi- cilmente rinunceranno a far sentire la loro voce nel prossi- mo futuro. Ma l’insegnamento fonda- mentale è quello che Joe Bi- den ha portato agli occhi del mondo nel drammatico di- scorso con cui ha richiamato il presidente Trump alla sua re- sponsabilità costituzionale. La democrazia è un bene fragile, che va sempre difeso, anche in Paesi, proprio come gli Stati Uniti, in cui la democrazia stessa sembra un bene ormai ampiamente acquisito. E il primo passo nella difesa della democrazia sta nell’accettazio- ne delle sue regole, della fisio- logica dinamica di alternanza che costituisce la sua ricchezza e la sua garanzia. «La lealtà del giuoco democratico è so- prattutto nel saper perdere», scriveva nel 1952 Piero Cala- mandrei, giurista e tra i padri della Costituzione della Re- pubblica italiana. Sono tra- scorsi quasi settanta anni, ma la marcia su Washington di- mostra la stringente attualità e la costante validità di queste parole. NEL PRIMO PIANO: • La cronaca • Le reazioni internazionali • La ferma condanna delle violenze espressa dai vescovi statunitensi Wa s h i n g t o n : democrazia ferita Wa s h i n g t o n : democrazia ferita Il Congresso certifica l’elezione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti tornando a riunirsi a Capitol Hill dopo il violento assalto compiuto da sostenitori di Trump e durante il quale sono morte quattro persone Il Congresso certifica l’elezione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Uniti tornando a riunirsi a Capitol Hill dopo il violento assalto compiuto da sostenitori di Trump e durante il quale sono morte quattro persone

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L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt

Anno CLXI n. 4 (48.627) giovedì 7 gennaio 2021Città del Vaticano

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!:

Papa Francesco celebra la solennità dell’Epifania

Alla scuola dei Magi per imparare ad adorare

Con un’esortazione a mettersi «alla scuola deiMagi, per trarne alcuni insegnamenti utili» sucome continuare ad «adorare il Signore», Pa-pa Francesco ha rimarcato l’attualità dell’Epi -

fania, celebrando giovedì mattina, 6 gennaio, la messadella solennità durante la quale è stato proclamato l’an -nuncio del giorno di Pasqua, che quest’anno sarà il 4aprile.

“Alzare gli occhi”, “mettersi in viaggio” e “v e d e re ”sono le «tre espressioni» suggerite dal Pontefice, du-rante il rito presieduto all’altare della Cattedra dellabasilica Vaticana. Dopo aver approfondito nell’omeliail significato di queste tre azioni, il vescovo di Roma haconcluso auspicando che Gesù «ci renda suoi veri ado-ratori, in grado di manifestare con la vita il suo disegnodi amore».

Anche all’Angelus recitato a mezzogiorno dalla Bi-blioteca del Palazzo apostolico — ancora senza la pre-senza di fedeli a causa della pandemia — il Papa ha par-lato della «manifestazione del Signore a tutte le genti»,

sottolineando che «la salvezza operata da Cristo nonconosce confini, è per tutti».

Del resto, ha fatto notare, «l’Epifania non è un altromistero, è sempre lo stesso mistero della Natività, vistoperò nella sua dimensione di luce: luce che illuminaogni uomo, luce da accogliere nella fede e luce da por-tare agli altri nella carità, nella testimonianza, nell’an -nuncio del Vangelo» ha spiegato, invitando ad «acco-gliere in sé questa luce» e a farlo «sempre di più». In-fatti, ha ammonito, «guai se pensiamo di possederla,guai se pensiamo soltanto di doverla solo “g e s t i re ”!Anche noi, come i Magi, siamo chiamati a lasciarcisempre affascinare, attirare, guidare, illuminare e con-vertire da Cristo».

Al termine della preghiera mariana Francesco ha poilanciato un appello per la Repubblica Centrafricana,dove si sono svolte elezioni con cui il popolo ha mani-festato il desiderio di proseguire sulla via della pace.

PAGINA 8

NELL’INSERTO

Dal 19 marzol’Anno dedicato alla famiglia

Un dono alla Chiesae al mondo

DI KEVIN FARRELL

Un benefragile

di GIUSEPPE FIORENTINO

Cosa insegna l’assediodel Congresso insce-nato ieri dai sosteni-tori di Donald

Trump? In primo luogo facomprendere che la politicanon può prescindere dalle re-sponsabilità individuali, so-prattutto da parte di chi detie-ne il potere ed è in grado — at-traverso una narrazione pola-rizzante — di mobilitare mi-gliaia di persone. Chi seminavento raccoglie tempesta e oraè fin troppo facile collegare gliavvenimenti di Washingtonalle accuse di brogli lanciateda Trump dopo il voto del 3novembre, accuse che nonhanno mai trovato un riscon-tro oggettivo.

L’insurrezione di ieri fa ca-pire inoltre che il trumpismo èdestinato a lasciare un solcoprofondo nella scena politica astelle e strisce. Quanto meno èdestinato a cambiare gli equi-libri all’interno del partito re-pubblicano, che potrebbe es-sere costretto a una scissione.Il Paese è profondamente divi-so, ma, in realtà, non più diquanto lo fosse prima. Trumpè riuscito però ad addensareintorno a sé e a dare cittadi-nanza a una galassia di movi-menti che in precedenza ave-vano poca visibilità e che diffi-cilmente rinunceranno a farsentire la loro voce nel prossi-mo futuro.

Ma l’insegnamento fonda-mentale è quello che Joe Bi-den ha portato agli occhi delmondo nel drammatico di-scorso con cui ha richiamato ilpresidente Trump alla sua re-sponsabilità costituzionale. Lademocrazia è un bene fragile,che va sempre difeso, anche inPaesi, proprio come gli StatiUniti, in cui la democraziastessa sembra un bene ormaiampiamente acquisito. E ilprimo passo nella difesa dellademocrazia sta nell’accettazio-ne delle sue regole, della fisio-logica dinamica di alternanzache costituisce la sua ricchezzae la sua garanzia. «La lealtàdel giuoco democratico è so-prattutto nel saper perdere»,scriveva nel 1952 Piero Cala-mandrei, giurista e tra i padridella Costituzione della Re-pubblica italiana. Sono tra-scorsi quasi settanta anni, mala marcia su Washington di-mostra la stringente attualità ela costante validità di questep a ro l e .

NEL PRIMO PIANO: • La cronaca • Le reazioni internazionali • La ferma condanna delle violenze espressa dai vescovi statunitensi

Wa s h i n g t o n :democrazia feritaWa s h i n g t o n :democrazia ferita

Il Congresso certifica l’elezione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Unititornando a riunirsi a Capitol Hill dopo il violento assaltocompiuto da sostenitori di Trump e durante il quale sono morte quattro persone

Il Congresso certifica l’elezione di Joe Biden alla presidenza degli Stati Unititornando a riunirsi a Capitol Hill dopo il violento assaltocompiuto da sostenitori di Trump e durante il quale sono morte quattro persone

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 giovedì 7 gennaio 2021

Oggi in primo piano - Il Congresso certifica l’elezione di Joe Biden dopo una giornata drammatica per la democrazia statunitense

6 gennaio, assaltoa Capitol Hill

di CHIARA GRAZIANI

I l sole non è ancora sorto di nuo-vo su Washington in coprifuo-co dopo la battaglia del Campi-doglio e la vittoria elettorale diJoe Biden riceve il suo sugelloall’esito di 21 ore terribili nellequali la democrazia Usa ha te-nuto testa con solidi anticorpial vento di un’insurrezione chereclamava un esito capovolto.

Se all’una del pomeriggiodel 6 gennaio, ora di Washin-gton, le orde invadevano ilcomplesso del Campidogliocon l’intento di impedire con laviolenza la certificazione dellavittoria elettorale di Biden, alle3.40 del mattino successivo, ilCongresso validava il risultatodel 3 novembre dopo quella cheè stata una vera battaglia, conquattro morti e 52 feriti. Sangueamericano, sparso e versato daamericani armati uno control’altro nel cuore della democra-zia americana. Sollevati l’unocontro l’altro da due mesi dinarrazione tossica su un inesi-stente «furto di elezioni».

All’esito della battaglia delCampidoglio, il presidenteuscente Donald Trump, nonpare intenzionato ad una radi-cale inversione di rotta. «È la fi-ne del più grande mandato pre-sidenziale della storia — dice —ma è solo l’inizio della nostralotta per fare l’America di nuo-vo grande. Ho sempre dettoche continueremo la nostra lot-

ta perché solo i voti legali conti-no».

Trump pare, dunque, decisoa restare in campo ma la storiadelle 21 ore che hanno cambiatogli Usa lo ha visto isolarsi adogni passo, abbandonato viavia da una serie di fedelissimi:da Stephanie Grisham, porta-voce e capo dello staff della firstlady Melania, al vice consiglie-re per la sicurezza nazionaleMatt Pottinger. Decisivo è stato«l’indietro tutta» lanciato dalleader dei repubblicani al Sena-to, Mitch McConnel, che ha so-speso il fuoco della contestazio-ne dei voti Stato per Stato spia-nando la via alla certificazionefinale dell’avvenuta elezione.Perfino i social, al culmine delleviolenze, mentre cadeva colpitaal collo la manifestante AshliBabbit, lo hanno bannato. Acolpi di tweet, infatti, aveva fru-strato il Congresso riunito,mentre c’era chi fra i parlamen-tari gli teneva testa risponden-do: «Sei finito, la tua eredità sa-rà terribile. Non stai proteggen-do il Paese. Dov’è la Guardianazionale?».

La Guardia nazionale sareb-be arrivata, alla fine, a proteg-gere il Campidoglio invaso edevastato fin negli uffici dellaspeaker Nancy Pelosi, portataal sicuro. A prendere il control-lo del ponte di comando, sul va-scello dei repubblicani, era sta-to il vicepresidente, Mike Pen-ce. Suo l’ordine, mentre la Cbsriferiva di uno staff presidenzia-le che — inutilmente — supplica-va Trump di stroncare la rivoltausando i suoi poteri. Così, men-tre la senatrice Kamala Harris,vicepresidente eletta, venivascortata al sicuro — p ro b a b i l -mente a fort McNair insiemeagli altri leader del Congresso —Pence ha preso il centro dellascena. Assumendo un ruolo chelo chiamerà in causa anche neiprossimi giorni, se non nelleprossime ore: sostituirsi, inqualche modo, al presidente incarica. Rispondendo anche al-l’appello in tv dello stesso Bi-den.

La battaglia del Campido-glio ha, così, conosciuto unasvolta. Polizia e militari hannoiniziato a bonificare le varie alidel complesso, fino alla Roton-da. Fino a quel momento, alcontrario, i manifestanti si era-no mossi incontrando la resi-stenza di un dispositivo che amolti è parso decisamente nonall’altezza della giornata chetutti si attendevano di fuoco.Con bandiere, costumi, cartelli(si distingueva un italo-ameri-cano che ha scalato la presiden-za in abbigliamento da bisonte)gli assalitori hanno preso e te-nuto in scacco per ore l’interastruttura, razziando e devastan-do, scattandosi foto con trofeied arredi divelti. Culmine dellavergogna, la messa in scena perle televisioni, della morte diGeorge Floyd ma a parti capo-volte: un bianco si è coricatosulla scalinata ed un uomo, ma-scherato e guantato di nero, haripetuto la manovra micidialedella polizia che ha ucciso Flo-

yd: un ginocchio premuto sulcollo, come nell’uccisione delcittadino afro-americano che hainnescato il movimento BlackLives Matter. Un nero uccideun bianco, soffocandolo. L’im-magine che rimbalza per il pia-neta è l’icona di una giornatainnescata dal capovolgimentodella realtà sulle elezioni del 3novembre e che si materializzanel capovolgimento della realtàsu una morte atroce, su altrosangue americano. E sulla ge-stione del dispositivo di sicu-rezza molti parlamentari ora re-clamano un’inchiesta.

Mike Pence, inviando laGuardia nazionale, ed invocan-do il suo giuramento di fedeltàcome vicepresidente («So helpme God»), ha messo un piedeavanti verso una possibilità ine-dita, inesplorata e finora giudi-cata di pura scuola: come muo-

versi se il presidente non sem-bra più in grado di gestire la si-tuazione. Davanti all’invo ca-zione di parlamentari e stampadi procedere all’imp eachment,davanti ai morti, è chiaro che ilproblema esiste.

L’ufficio della vicepresiden-

za starebbe valutando, dunque,la rimozione senza accuse. Co-sa che, incidentalmente, chiu-derebbe le speranze di Trumpdi una candidatura nel 2024.Ma che, con ogni probabilità,non significherà la fine delt ru m p i s m o .

Una delle quattro vittime

Ashli Babbit, figliadi un’America sommersa

A shli Babbit non credeva cheavrebbe legato il suo nomealla battaglia del Campidoglio.Alle 3.30 del pomeriggio, due

ore dopo l’irruzione al congresso,facilmente aggirate le difese di undispositivo di difesa inadeguato, ècaduta con il collo squarciato da uncolpo di pistola. L’ha uccisa uno degliagenti quasi allo sbaraglio nel caos.Credeva di essere parte della «tempestainarrestabile che arriva su Washington»,come aveva twittato. Non era latempesta e non era inarrestabile, comele altre tre vittime le cui identità nonsono ancora state rese note dallapolizia. Era la figlia di un’Americasommersa, non solo di destra, chesegue quello strano profeta occulto chesi chiama QAnon. Il tweet nel nomedel quale questa giovane veteranadell’Air Force è andata a morirepensando di concedersi unascorribanda, era una «drop» (così lechiamano gli adepti) di quell’i s p i r a t o reanonimo del movimento complottistache sostiene di divulgare i segreti delpotere e sparge veleni.«Una patriota» ha scritto di lei il maritosu Facebook. Le foto ci parlano di unagiovane donna che, giorno dopo giorno,dai tempi di «Make America greatagain» del 2018, ha assorbito dal web lenarrazioni capovolte che dilagavano inrete. Fino a quando la Rete non hachiamato a raccolta quelli come lei.

Eletto il primo il primoafroamericano dello Stato

Con i due seggidella Georgiai democratici

ottengonola maggioranza

anche al Senato

di COSIMO GRAZIANI

Q uello che probabilmentepasserà alla storia comeil giorno in cui CapitolHill è stata presa dall’as-

salto dai sostenitori del presidenteuscente Donald Trump, in realtà èstata una giornata storica per unaltro evento, meno mediatico, mache probabilmente avrà ripercus-sioni profonde tanto quanto l’im-magine dei manifestanti che pas-seggiano tra gli scranni del Sena-to. Ai ballottaggi per eleggere i se-natori dello Stato della Georgia, icandidati democratici hanno bat-tuto quelli repubblicani trasfor-mando uno Stato tradizionalmen-te in mano al GOP in uno “SwingState” e dando a Biden la maggio-ranza al Congresso americano, siaal Senato che alla Camera deiR a p p re s e n t a n t i .

Il trentatreenne Jon Ossoff e ilReverendo Raphael Warnock han-no battuto rispettivamente DavidPerdue e Kelly Loeffler. Per en-trambi i vincitori si tratta del loroprimo mandato. La loro elezione

permette ai Democratico di otte-nere la maggioranza al Senato puravendo lo stesso numero di elettidei Repubblicani, visto che l’o rd i -namento americano prevede l’in-tervento del vicepresidente in casodi pareggio nelle votazioni. Quin-di per i prossimi due anni, la vice-presidente Kamala Harris è chia-mata a intervenire, dando di fatto

RaphaelWarnock, primo

s e n a t o rea f ro a m e r i c a n o

elettoin Georgia

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 7 gennaio 2021 pagina 3

Oggi in primo piano - Il Congresso certifica l’elezione di Joe Biden dopo una giornata drammatica per la democrazia statunitense

Dal mondo l’app elloa una transizione pacificadi LUCA M. PO S S AT I

C ondanna e preoccu-pazione sono statiespressi da gran par-te della comunità in-

ternazionale di fronte ai fatti diCapitol Hill. A prevalere èl’appello per una transizionepacifica alla Casa Bianca.

E u ro p aL’Unione europea ha con-

dannato nettamente le violen-ze a Washington. «Credo nellaforza delle istituzioni e dellademocrazia Usa. La transizio-ne pacifica del potere è al cen-tro. Joe Biden ha vinto le ele-zioni. Sono ansiosa di lavorarecon lui come prossimo presi-dente degli Stati Uniti» ha di-chiarato il presidente dellaCommissione Ue, Ursula vonder Leyen. Sulla stessa linea ilpresidente del Consiglio Ue,Charles Michel: «È uno shockassistere alle scene di stasera aWa s h i n g t o n » .

Più articolata la reazione diDavid Sassoli, presidente delParlamento Ue: «L’assalto aCapitol Hill è una pagina nerache resterà impressa. Ma vio-lenza e intimidazione non pre-varranno. Oggi più che maidalla parte di libertà e demo-crazia. Sacri principi universalidi cui ogni Parlamento libera-mente eletto è, al contempo,massima espressione e simbo-lo» si legge in un post pubbli-cato su Twitter. Sassoli ha inol-tre inviato una lettera allospeaker della Camera dei Rap-presentanti Usa, Nancy Pelosi,per esprimere solidarietà e vi-cinanza.

Un’esplicita condanna arri-va anche dai singoli Paesi Ue.«Questa democrazia si mo-strerà più forte di chi l’attacca»ha detto il cancelliere tedescoAngela Merkel, intervenendonel corso di una manifestazio-

ne politica. Anche il governoitaliano ha auspicato un pienoritorno allo stato di diritto:«La violenza è incompatibilecon l’esercizio dei diritti politi-ci e delle libertà democratiche.Confido nella solidità e nellaforza delle istituzioni degliStati Uniti» ha scritto il presi-dente del Consiglio GiuseppeConte. Di «grave attacco con-tro la democrazia» ha parlatoil ministro degli Esteri france-se, Jean-Yves Le Drian.

Fuori dall’Unione, la GranBretagna esprime tuttavia lamedesima condanna. «Scenevergognose all’interno delCongresso degli Usa» ha dettoil premier Boris Johnson. «GliStati Uniti sono un simbolo didemocrazia nel mondo».

Canada, Cina e RussiaPreoccupazione per i fatti di

Capitol Hill arriva anche dalgrande vicino degli Stati Uni-ti, il Canada. I canadesi sono«profondamente turbati» daquanto accaduto che è «un at-tacco alla democrazia» ha det-to il premier, Justin Trudeau,definendo gli Stati Uniti «ilnostro più stretto alleato e vici-no». La violenza «non riusciràmai a prevalere sulla volontàdel popolo. La democrazia ne-gli Usa deve essere sostenuta,e lo sarà», ha aggiunto Trude-au.

Diversi i toni di Pechino eMosca. Le autorità cinesi han-no condannato le violenze aWashington auspicando «unpieno ritorno all’ordine» se-condo le dichiarazioni del por-tavoce del ministero degli affa-ri esteri cinesi, Hua Chunying.Più critica Mosca: «Le rivoltesignificano che la democraziadegli Stati Uniti è zoppa in en-trambe le gambe, e il Paese èdiviso in due» ha detto il presi-dente del Comitato per gli af-fari esteri del Consiglio della

Federazione russa, KonstantinKo s a c h y o v.

I social networkNetta la presa di posizione

dei social network. Dopo averrimosso tre degli ultimi tweetdel presidente Trump, Twitterha annunciato di averne bloc-cato completamente l’accountper almeno 12 ore. «In conse-guenza della situazione di vio-lenza senza precedenti in corsoa Washington, noi abbiamochiesto la rimozione dei tretweet di @realDonaldTrumpper le gravi e ripetute violazio-ni della nostra politica per l’in-tegrità civica» si legge in unadichiarazione di Twitter. Que-sto vuol dire che l’account sarà«bloccato per le 12 ore dopo larimozione dei tweet» e se que-sti non saranno completamen-te rimossi «rimarrà bloccato».Infine Twitter ha affermatoche «future violazioni» dellapropria politica comporterà«la sospensione permanentedell’account @realDonal-dTrump». Dei tre tweet diTrump, uno conteneva una cri-tica nei confronti del vicepresi-dente Mike Pence, il secondoun video rivolto ai manifestan-ti che hanno fatto irruzione nelCongresso e infine il terzo eraun testo indirizzato ai manife-stanti. Anche Facebook e You-Tube hanno rimosso il video incui Trump invita i manifestantiad andare a casa denunciandoallo stesso tempo «elezioni ru-bate». «Lo abbiamo rimossoperché riteniamo che contri-buisca al rischio di violenze»,spiega Facebook. In un tweet,il vice presidente del social,Guy Rosen, ha parlato di «unasituazione di emergenza», so-stenendo che Facebook «hapreso le opportune misure d’e-mergenza, tra cui la rimozionedel video del presidenteTru m p » .

Dai vescovi statunitensi

Fe r m acondannadi FRANCESCO RICUPERO

F erma condanna deiviolenti incidentiavvenuti a CapitolHill è stata espressa

dai vescovi degli Stati Uniti eda diversi organismi religiosiinternazionali. «Mi unisco allepersone di buona volontà nelcondannare la violenza alCampidoglio degli StatiUniti», scrive in una nota ilpresidente dell’episcopato earcivescovo di Los Angeles,monsignor José HoracioGomez, il quale sottolineacome tutto ciò non rispecchi lacoscienza del popoloamericano. «Prego — haaggiunto — per i membri delCongresso, del Campidoglio,della polizia e per tutti coloroche lavorano per ristabilirel’ordine e la sicurezzapubblica». Il presule si è dettoconvinto che «la transizionepacifica del potere è uno deitratti distintivi di questa grandenazione. In questo momentopreoccupante dobbiamoimpegnarci nuovamente neivalori e nei principi dellanostra democrazia e stareinsieme come un’unica nazioneal cospetto di Dio. Affido tuttinoi al cuore della Beata VergineMaria. Possa Lei guidarci perle vie della pace e consentirci diconseguire grazia e saggezzaper un vero patriottismo eamore per il Paese».Per l’arcivescovo diWashington, cardinale WiltonDaniel Gregory, gli americanidovrebbero «onorare i luoghiin cui le leggi e le politichedella nostra nazione vengonodibattute e decise. Dovremmosentirci violati — scriveil porporato — quandola libertà ereditata, custoditain quell’edificio, vienep ro f a n a t a » .Anche per l’arcivescovo diChicago, cardinale Blase J.Cupich, quello che è successo«dovrebbe scioccare lacoscienza di ogni americanopatriottico e di ogni fedelecattolico», perché «gli occhidel mondo guardano conorrore questa disgrazianazionale». Di qui, l’invito apregare per quanti hanno persola vita in questo folle gesto eper l’intero Paese.Ferma anche la presa diposizione di Pax Christi Usache in una dichiarazioneafferma che gli episodi diviolenza «sono il risultato dellademagogia di un uomo» inparticolare, e «del fallimentodi tutti coloro — p olitici,media, famiglia e altri — chehanno permesso, trascurato e,in alcuni casi, incoraggiatol’odio e le divisioni».Dal World Council ofChurches, infine, un invito aporre fine alle violenze e atornare a un dialogo civile ecostruttivo. Secondo ilsegretario generale ad interim,Ioan Sauca, bisognacontrastare «la politicapopulista che negli ultimi anniha scatenato forze cheminacciano le basi dellademocrazia negli Stati Uniti».

la maggioranza al suo partito.Per i Repubblicani si tratta di

un’altra cocente sconfitta nel girodi poche settimane in questo Sta-to: alle elezioni presidenziali dinovembre Biden è stato il primocandidato presidente del suo parti-to a vincere in ventiquattro anni,dopo che nel 2018 il GOP avevavinto alle elezioni per il governa-

tore. Come per le elezioni presi-denziali, Perdue a Loeffler hannoatteso prima di riconoscere la vit-toria dei loro avversari, che perWarnock è stata chiara fin dalleprime ore dello spoglio, mentreper Ossoff il margine è stato piùsottile.

Il fattore di novità che rendequeste due vittorie speciali sta neltipo di candidati: Ossoff è il piùgiovane senatore da quarant’anni aquesta parte, scrive il «FinancialTimes», e appartiene ad una elitesliberal che è poco si addice allatradizione politica dello Stato del-la Georgia. Raphael Warnock è in-vece il primo senatore afroamerica-no della Georgia, il primo senatoreafroamericano ad essere eletto ne-gli Stati del Sud e solo l’undicesi-mo senatore in tutta la storia degliStati Uniti, si legge sulle colonnedel «New York Times»; ma so-prattutto è il reverendo della Ebe-nezer Baptist Church, la stessaChiesa battista in cui ha predicatoMartin Luther King, da cui hapreso le idee sui temi riguardantile politiche sociali e i temi riguar-

danti la comunità afroamericana,scrive il quotidiano newyorkese.

Proprio l’appoggio della comu-nità afroamericana è risultato deci-sivo: la comunità afroamericanadello Stato si è mobilitata in ma-niera massiccia sia a livello orga-nizzativo, fondamentale è stato ilsupporto alla campagna elettoraledella sindaca afroamericana diAtlanta Keisha Lance Bottoms,che ha livello elettorale, che ha vi-sto crescere gli elettori di questacomunità rispetto alla partecipa-zione al primo turno tenutosi anovembre. Se si considera che lacomponente bianca della popola-zione della Georgia non sarà più ilprimo gruppo a partire dal 2028secondo molte previsioni, si puòdire che il sostegno della compo-nente afroamericana sia l’inizio diun processo elettorale che potreb-be far cambiare colore allo Stato,facendolo addirittura diventare unfeudo democratico nei prossimianni, ed è probabile che anche al-tri gruppi etnici, in particolareasiatici e latinos contribuiranno aquesto cambiamento politico.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 giovedì 7 gennaio 2021

Altra forte scossa nella semidistrutta Petrinja

Trema di nuovola terra in Croazia

L’invito dell’Oms di fronte all’aumento dei contagi determinati dalla nuova variante del covid-19

L’Europa deve fare di più

DAL MOND O

In Kosovo fissata al 14 febbraiola data delle elezioni politiche anticipate

Il 14 febbraio si terranno in Kosovo le elezioni politiche an-ticipate. Lo ha annunciato ieri la presidente ad interim delPaese, Vjosa Osmani, in seguito alla decisione (risalente al21 dicembre) della Corte costituzionale di Pristina di annul-lare il voto parlamentare che si è tenuto a giugno. «Per que-sto processo elettorale, la cosa più importante è che sia giu-sto e libero e che contribuisca al progresso della democrazianel nostro Paese», ha dichiarato Osmani nel comunicatocon cui ha decretato lo scioglimento dell’attuale Parlamen-to e fissato la data delle nuove elezioni.

Per il segretario generale della Natoil 2021 anno fondamentale

«Il 2021 sarà un anno fondamentale e conto sulla Germaniacome alleato chiave della Nato, per svolgere un ruolo di pri-mo piano nel rafforzare ulteriormente il legame tra Europae Nord America e investire nelle relazioni transatlantiche».Così si è espresso ieri il segretario generale della Nato, JensStoltenberg, su Twitter dopo aver incontrato i parlamentaritedeschi della Csu. Secondo Stoltenberg nel 2021 ci saràl’opportunità di rilanciare la cooperazione tra il Nord Ame-rica e l’Europa, per affrontare diverse sfide alla sicurezza e«decidere sulla nostra presenza in Afghanistan».

A Doha nuovo round di colloquitra governo afghano e talebani

È iniziato ieri sera a Doha, in Qatar, il secondo round dicolloqui intra-afghani, tra le delegazioni del governo e deitalebani, mentre nel Paese asiatico si assiste a una recrude-scenza della violenza tra reciproche accuse.

ZAGABRIA, 7. Una nuova fortescossa sismica di magnitudo 5sulla scala Richter è stata regi-strata ieri pomeriggio in Croa-zia intorno alle ore 18. Lo ha re-so noto il Centro sismologicoeuro-mediterraneo che sul pro-prio profilo Twitter ha specifi-cato che l’area colpita sarebbequella di Sisak-Moslavina, a 48chilometri a sud di Zagabria.L’epicentro è stato nuovamentenella martoriata Petrinja, a die-ci chilometri di profondità, mail sisma è stato avvertito chiara-mente anche nella capitale Za-gabria e in numerose altre loca-lità della Croazia, in particolarea Varazdin e Slavonski Brod.La scossa è stata sentita anchein vari quartieri di Trieste, cosìcome in Slovenia e in Bosnia edErzegovina.

Per l’ennesima volta la terraha tremato ancora nella Croa-zia centrale, dunque, dopo il

terremoto di lunedì 28 dicem-bre di magnitudo 5 e quello ter-ribile del giorno successivo dimagnitudo 6.2 che ha distruttoPetrinja e le zone limitrofe, ilcui bilancio è stato di sette mor-ti, una trentina di feriti, oltreappunto agli ingenti danni ma-teriali. Secondo dati diffusi dal-le autorità croate, nella regioneinteressata dal sisma sono al-meno 22 mila le case e gli edificidanneggiati. Dopo l’ultimascossa la polizia croata ha deci-so di chiudere il centro della cit-tadina croata a sud di Zagabriaper il pericolo di nuovi crolli.

«Lo sciame sismico è fortis-simo dopo la scossa del 29 di-cembre — con decine di scosseanche fino a magnitudo 4 — e siprevedeva che sarebbero potutiseguire terremoti così forti, co-me quello di oggi» ha dichiara-to in serata il sismologo Kresi-mir Kuk.

Etiopia: aumentanoi rifugiati

al confine con il SudanADDIS ABEBA, 7. Preoccupa ildramma umanitario della po-polazione civile inerme inEtiopia. Dall’inizio del con-flitto scoppiato il 4 novembrescorso tra governo federale e ilFronte popolare di liberazionedel Tigray (Tplf), oltre 56 milapersone sono scappate dalleviolenze nella regione del Ti-gray per rifugiarsi nel confi-nante Sudan.

L’Agenzia Onu per i rifu-giati (Unhcr) continua a regi-strare nuovi profughi in arrivoal confine tra Sudan ed Etio-pia. Circa 800 persone hannofatto già ingresso nel Sudanorientale dal Tigray nei primigiorni del nuovo anno. Gli ul-timi arrivati riferiscono di es-sere rimasti intrappolati nelconflitto — riporta l’Unhcr —e di essere caduti vittime divari gruppi armati, restandoesposti a pericoli di ogni ge-nere: saccheggi, reclutamentoforzato di uomini e ragazzi,violenza sessuale a danni didonne e bambine. I rifugiatiarrivano pressoché privi di ef-

fetti personali, in condizionidi fragilità dopo estenuantigiorni di viaggio. Si stima cheoltre il 30 per cento di loroabbia un’età inferiore ai 18 an-ni e che il 5 sia composto daultrasessantenni.

A supporto della rispostaguidata dal governo in Sudan,l’Unchr e la Commissione su-danese per i rifugiati (Cor)continuano a trasferire i rifu-giati dalle aree di arrivo inprossimità del confine verso icampi designati, situati ancorpiù nell’entroterra nello Statosudanese di Gadaref.

Un secondo campo rifugia-ti sarà aperto a Tunaydbah.Da domenica scorsa, 580 per-sone sono state invece trasferi-te a Tunaydbah dal sito di ac-coglienza “Villaggio 8”. Que-sta settimana sono previsti ul-teriori trasferimenti dal campodi Hamdayet. Entrambi i sitisono sovraffollati e il fatto ditrovarsi a ridosso del confinemette sempre più a rischiol’incolumità e la sicurezza deirifugiati.

GINEVRA, 7. L’Europa deve«fare di più» di fronte a «unasituazione allarmante», a cau-sa della circolazione nella re-gione di una nuova variantedel coronavirus, rilevata perla prima volta nel RegnoUnito, che si sta rivelandomolto più contagiosa di quel-la “originale”. Lo ha afferma-to questa mattina Hans Klu-ge, direttore regionale del-l’Organizzazione mondialedella sanità (Oms) per l’Eu-ropa nella prima conferenzastampa del 2021.

Kluge ha reso noto che adoggi sono 22 i Paesi che han-no registrato la nuova varian-te — denominata Sars CoV-2Variant of Concern (Voc) —,«e questo è un dato preoccu-pante perché è aumentata latrasmissibilità del virus». Poiha voluto tranquillizzare te-stimoniando come non ci siastato comunque «alcun cam-biamento significativo nellamalattia prodotta da questavariante, né più grave né me-no grave». La valutazionefatta dall’Oms Europa è chequesta variante possa, neltempo, sostituire altri ceppicircolanti come si è visto nelRegno Unito e come si staverificando sempre più in Da-nimarca. Proprio in Gran

Bretagna nelle ultime 24 ore èstato stabilito un nuovo re-cord di contagi e di decessi.Sono stati oltre 62.000 i nuo-vi casi e ben 1.041 le morti re-gistrate dal ministero della sa-lute del Paese.

Al 6 gennaio quasi la metàdei Paesi della regione euro-pea conserva un’incidenza dicontagi ancora molto elevata,oltre 150 nuovi casi ogni 100mila abitanti. Altresì questocomporta chiaramente conse-guenze sui sistemi sanitari na-zionali, già da molti mesi sot-to forte pressione.

«Eravamo preparati per uninizio impegnativo per il 2021ed è stato proprio così. Rima-niamo nella morsa del covid-19 poiché i casi aumentano intutta Europa e affrontiamo lenuove sfide portate dalle mu-tazioni del virus» ha dichiara-to Kluge, sottolineando come«questo momento rappresen-ti un punto di svolta nel cor-so della pandemia, in cuiscienza, politica, tecnologia ei valori devono formare unfronte unico per respingerequesto virus persistente esfuggente». E rimarcando ul-teriormente come al momen-to «oltre 230 milioni di perso-ne nella regione europea vi-vono in Paesi sotto il comple-

to lockdown nazionale e cisono diverse altre nazionipronte ad annunciare misuredi blocco nella prossima setti-mana». Serve secondo Klugeun controllo ancora più stret-to per rallentare la diffusionedella “versione inglese” delv i ru s .

Durante la conferenzastampa Kluge ha reso poi no-ti i dati relativi all’intero 2020per la Regione europea del-l’Oms: sono stati registrati ol-tre 26 milioni di casi di covid-19 e oltre 580 mila decessi percause legate al nuovo corona-virus nell’anno appena con-cluso. Un dato che segna unaumento di 3 volte il numerodei morti registrato nel 2018 e

quasi di 5 volte quello dei de-cessi del 2019. Sul fronte deivaccini il responsabile del-l’Oms ha invitato i Paesi eu-ropei che stanno avvalendosidel vaccino Pfizer-BioNTech,a trovare un equilibrio tra losfruttare al massimo le scortelimitate del medicinale e pro-teggere quante più personepossibili. «È importante cheuna tale decisione rappresentiun compromesso sicuro tra lalimitata capacità di produzio-ne globale del momento el'imperativo per i governi diproteggere quante più perso-ne possibile riducendo alcontempo il peso di qualsiasiondata successiva sui sistemisanitari», ha detto Kluge.

Il Sudan firmagli Accordi di Abramo

KHARTOUM, 7. Il governo su-danese ha firmato ieri gli Ac-cordi di Abramo per la norma-lizzazione dei rapporti diplo-matici con Israele. È il terzoPaese a farlo, dopo gli EmiratiArabi Uniti e il Bahrein dal set-tembre scorso. La cerimonia èavvenuta nell’ambito di una vi-sita di una delegazione statuni-tense a Khartoum, guidata dalsegretario al Tesoro SteveMnuchin. Gli Stati Uniti sonostati i principali promotori de-gli Accordi. Il ministro degliesteri israeliano, Gabi Ashke-nazi, ha salutato la formalizza-zione dell’accordo affermando

che «la firma da parte del Su-dan degli Accordi di Abramo èun passo importante nell’avan -zamento degli accordi di nor-malizzazione regionale in Me-dio Oriente». Gli Accordi sonostati firmati meno di un mesedopo che Washington ha ri-mosso Khartoum dalla sua listanera degli Stati “sponsor delt e r ro r i s m o ”. Inoltre, Washin-gton ha concordato un piano diaiuti economici che permetteràal Sudan di annullare il debitocon la Banca mondiale. «Lavo-reremo per rafforzare ed espan-dere queste relazioni» ha dettoMnuchin.

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 7 gennaio 2021 pagina I

L A S E T T I M A N A D I P A P A F R A N C E S C O

La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie

è anche il giubilo della Chiesa... L’annuncio cristiano che riguarda la famiglia

è davvero una buona notizia («Amoris laetitia» 1)

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di KEVIN FARRELL*

Domenica 27 dicembre il Santo Padre, co-gliendo di sorpresa il mondo, ha annun-ciato che il 19 marzo prossimo avrà iniziol’Anno «Famiglia Amoris laetitia». Un’ini-ziativa arrivata come una benedizione, cheha riempito di speranza e di entusiasmonon solo le famiglie ovunque nei cinquecontinenti, ma anche sacerdoti e vescovi,che da anni sono alla ricerca di modalità estrumenti per una pastorale familiare viva-ce e più efficace.

In questo tempo di pandemia e di gra-vissime difficoltà sociali, sanitarie, relazio-nali e spirituali, la famiglia ha mostrato diessere un collante fondamentale e origina-rio del quale ciascuno di noi ha bisogno,di cui occorre prendersi cura con amore(Amoris laetitia 7), con sollecitudine e deter-minazione. Tali difficoltà hanno fattoemergere anche le debolezze e le necessitàpiù urgenti delle famiglie, in ogni regionegeografica della Terra. Necessità che or-mai sappiamo essere le emergenze pasto-rali per la Chiesa: crisi coniugali, violenzarelazionale, disorientamento educativoverso i figli, senso di solitudine, paura diaccedere al matrimonio, scarsa compren-sione del significato salvifico dei sacra-menti e, soprattutto, una non percepitafrattura radicale tra fede e vita pratica, traun fiducioso abbandono a Dio e un deci-sionismo pratico nell’esistenza quotidiana,vissuta come se il Signore non esistesse.

Sono le stesse questioni che da anniemergono nel dialogo tra il Dicastero peri Laici, la famiglia e la vita e i vescovi chenelle visite ad limina a Roma chiedono

esplicitamente aiuto di fronte a societàche cambiano sempre più velocemente (larapidación di cui parla Papa Francesco),nelle quali i valori sono stati radicalmentemessi in discussione e la pastorale familia-re va completamente reimpostata. Non sitratta di trovare formule o inventare nuovicorsi per indottrinare in maniera solo teo-rica le persone (come sottolinea il Ponte-fice in Amoris laetitia 37), ma di far perce-pire la grazia insita nella famiglia cristia-na, quella grazia che può scaturire dalBattesimo e dal sacramento nuziale e che,se accolta, permea di sé tutta la vita fami-l i a re .

In tale direzione, e in continuità conFamiliaris consortio e con la sollecitudine pa-storale verso la famiglia avviata da sanGiovanni Paolo II, Amoris laetitia costituisceuno strumento straordinariamente riccoper comprendere più a fondo la realtàconcreta delle famiglie di oggi e indivi-duare strategie pastorali nuove, che parta-no dall’ascolto delle famiglie e soprattuttoda una formazione più solida degli opera-tori pastorali e dei presbiteri. Due condi-zioni che si rivelano essenziali per viverein maniera fruttuosa quest’anno speciale.Anzitutto, prendere coscienza e agire af-finché la famiglia, in virtù di una maggio-re comprensione e valorizzazione del Bat-tesimo e del Matrimonio, diventi a tuttigli effetti un soggetto pastorale: sposi efamiglie accanto ai presbiteri, riconoscen-do alle famiglie quel ruolo di testimonian-za viva dell’amore di Dio e di annuncio,che solo in virtù di questa testimonianzapuò tornare a essere credibile per le nuovegenerazioni; secondo, ripensare la forma-

zione dei seminaristi e l’aggiornamentodei sacerdoti, perché imparino senza timo-re a confrontarsi con le famiglie, con unbagaglio di conoscenze e di preparazioneumana, affettiva e morale all’altezza dellesfide di oggi.

Quante questioni entrano nella vitaconcreta delle famiglie ogni giorno e nonvengono affrontate con competenza e pru-denza: problemi nell’aprirsi alla vita, usodelle tecnologie riproduttive, educazioneall’affettività e alla sessualità nei bambinie nei giovani, educazione ai valori. Peraiutare le famiglie a ritrovare unità di vitae di azione, è essenziale donare loro la ca-pacità di vivere in Cristo la vita familiare,aiutarle a leggere alla luce dello SpiritoSanto gli accadimenti della vita. Donarealle famiglie ascolto, tempo e, in fondo,da parte dei sacerdoti, un’attitudine di te-nerezza e paternità spirituale è necessariaper mettere insieme tutti quei verbi che,in Amoris laetitia, il Papa ha posto come ba-se di azione pastorale: accogliere, accom-pagnare, custodire, discernere e integrare,alla luce della misericordia e della verità.

L’obiettivo dell’Anno «Famiglia Am o r i slaetitia», dunque, non è solo quello di ria-prire l’esortazione apostolica per appro-fondirla e farla conoscere alle tante fami-glie che in questi primi cinque anni nonhanno ancora avuto l’opportunità di sen-tirne parlare, ma di scoprire nel documen-to postsinodale tutta quella ricchezza pa-storale che è necessaria per camminareconcretamente insieme alle famiglie e so-stenerle nelle sfide più complesse. Biso-gna aiutarle a scoprire di avere un dono edi essere dono per la Chiesa e per la so-

cietà, ciascuna con le proprie fatiche, leproprie ferite, i propri tesori e quella bel-lezza che nasce dal desiderio di rimanerein Cristo e di camminare con Lui.

Per questo, destinatari dell’invito delSanto Padre siamo tutti: conferenze epi-scopali, diocesi, associazioni familiari, mo-vimenti ecclesiali e, soprattutto, ogni fa-miglia del mondo. Che ciascuno si sentachiamato a un dialogo forte tra famiglie,con propri i sacerdoti, con il proprio ve-scovo, con la propria comunità ecclesialeper lavorare e testimoniare insieme la for-za dell’amore familiare.

Ci sono diversi ambiti di azione pasto-rale particolarmente importanti e urgenti,che necessitano di un impegno rinnovato:anzitutto, la pastorale di preparazione almatrimonio, che deve affondare le radiciin una formazione remota dei bambini edei giovani, ai quali bisogna incominciarea parlare molto tempo prima del loro es-sere chiamati a una vocazione all’a m o re ,che non è solo quella alla vita religiosa,ma anche al matrimonio. Come possono igiovani di oggi scegliere in maniera con-sapevole il sacramento del matrimonio,invece della convivenza, se lo vivono solocome una scelta romantica, che drena ri-sorse economiche e vincola a doveri, vis-suti come un giogo per tutto il resto dellavita? Fondamentale è poi l’accompagna-mento degli sposi, soprattutto nei primianni di matrimonio, per donare loro laconsapevolezza della grazia del sacramen-to nuziale; non possiamo consolarci conuna pastorale dei fallimenti: le famiglie ci

SEGUE A PA G I N A IV

Un dono alla Chiesae al mondo

DAL 19 MARZO L’ANNO D E D I C AT O ALLA FA M I G L I A

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina II giovedì 7 gennaio 2021 giovedì 7 gennaio 2021 pagina III

La settimana di Papa Francesco La settimana di Papa Francesco

Mercoledì 30 DICEMBRE 2020

P re g h i e r ae gratitudine

Vorrei soffermarmi sullapreghiera di ringraziamento.

Prendo spunto da un episo-dio riportato da Luca. MentreGesù è in cammino, gli vengo-no incontro dieci lebbrosi.

Per i malati di lebbra allasofferenza fisica si univa l’e-m a rg i n a z i o n e .

Gesù non si sottrae all’in-contro. Va oltre i limiti impostidalle leggi e tocca il malato, loabbraccia, lo guarisce.

Non c’è contatto. A distan-za, li invita a presentarsi ai sa-cerdoti, incaricati di certificarela guarigione.

Non dice altro. Ha ascoltatola loro preghiera.

Quei dieci si fidano, non ri-mangono fino al momento diessere guariti: vanno subito, ementre stanno andando, guari-scono. Ma solo uno torna aringraziare. E Gesù nota cheera un samaritano, una speciedi “e re t i c o ”.

Questo racconto divide ilmondo in due: chi non ringra-zia e chi ringrazia; chi prendetutto come gli fosse dovuto, echi accoglie tutto come dono.

La preghiera di ringrazia-mento comincia dal ricono-scersi preceduti dalla grazia.

Siamo stati pensati primache imparassimo a pensare;amati prima che imparassimoad amare; desiderati prima chenel nostro cuore spuntasse undesiderio.

Se guardiamo la vita così,allora il “grazie” diventa il mo-tivo conduttore delle nostregiornate.

Dieci lebbrosiguariti

ma solo unoringrazia

Per i cristiani il rendimentodi grazie ha dato il nome al Sa-cramento più essenziale: l’Eu-caristia. La parola greca signi-fica proprio ringraziamento.

Nella nostra esistenza, piùdi una persona ci ha guardatocon occhi puri, gratuitamen-te... educatori, catechisti, per-sone che hanno svolto il lororuolo oltre la misura richiestadal dovere. E hanno fatto sor-gere in noi la gratitudine.

I dieci lebbrosi guariti eranofelici per aver recuperato la sa-lute, potendo uscire da quellaquarantena forzata che li esclu-deva dalla comunità.

Ma tra loro ce n’è uno che agioia aggiunge gioia: oltre allaguarigione, si rallegra per l’av-venuto incontro con Gesù.

Non solo è liberato dal ma-le, ma possiede anche la cer-tezza di essere amato.

Quando ringrazi, esprimi lacertezza di essere amato. È lascoperta dell’amore come forzache regge il mondo. Dante di-rebbe: l’Amore «che move ilsole e l’altre stelle» (P a ra d i s o ,XXXIII, 145).

Non siamo più viandanti er-rabondi che vagano qua e là:abbiamo una casa, dimoriamoin Cristo, e da questa “dimora”contempliamo il resto delmondo, ed esso appare infini-tamente più bello.

Coltiviamo l’allegrezza. In-vece il demonio, dopo averciillusi — con qualsiasi tentazio-

ne —, ci lascia sempre tristi esoli.

Con un grazieil mondo

diventam i g l i o re

Non tralasciamo di ringra-ziare: se siamo portatori di gra-titudine, anche il mondo di-venta migliore.

Magari anche solo di poco,ma ciò basta per trasmettergliun po’ di speranza.

Il mondo ha bisogno di spe-ranza e con questo atteggia-mento di dire grazie, noi tra-smettiamo un po’ di speranza.

(Udienza generalenella Biblioteca privata)

GIOVEDÌ 31 DICEMBRE

Compassionee solidarietà

per trovareun “senso”

alla pandemia

«Te Deum laudamus», «Noi tilodiamo, Dio». Potrebbe sem-brare forzato ringraziare Dio altermine di un anno come que-sto, segnato dalla pandemia.

Il pensiero va alle famiglieche hanno perso uno o piùmembri... a coloro che sonostati malati, a quanti hannosofferto la solitudine, a chi haperso il lavoro.

A volte qualcuno domanda:qual è il senso di un drammacome questo? Non dobbiamoavere fretta di dare risposta. Ainostri “p erché” più angosciosinemmeno Dio risponde facen-do ricorso a “ragioni superio-ri”. La risposta di Dio percorrela strada dell’incarnazione.

Un Dio che sacrificasse gliesseri umani per un grande di-segno, fosse pure il migliorepossibile, non è il Dio che ciha rivelato Gesù.

Questo dio cinico e spietatonon esiste.

Il buon samaritano, quandoincontrò quel poveretto mezzomorto sul bordo della strada,non gli fece un discorso. Mos-so da compassione, si chinò suquell’estraneo trattandolo co-me un fratello.

Qui forse possiamo trovareun “senso” di questo drammache è la pandemia, come di al-tri flagelli: quello di suscitarela compassione e provocare at-teggiamenti e gesti di vicinan-za, di cura, di solidarietà.

Ciò è successo anche a Ro-ma, in questi mesi; e di questorendiamo grazie a Dio.

Rendiamo grazie per le cosebuone accadute nella nostracittà durante il lockdown e, ingenerale, nel tempo della pan-demia, non ancora finito.

Quelli chefanno il bene

senzafare rumore

Tante persone, senza farerumore, hanno cercato di farein modo che il peso della pro-va risultasse più sopportabile.

Gli operatori sanitari — me-dici, infermiere, infermieri, vo-lontari — sono nelle nostre pre-ghiere e meritano riconoscen-za. Come pure tanti sacerdoti,religiose e religiosi.

Il nostro grazie si estende atutti coloro che si sforzanoogni giorno di mandare avantinel modo migliore la famigliae a coloro che si impegnanonel servizio al bene comune.

Pensiamo ai dirigenti scola-stici e agli insegnanti. E aipubblici amministratori chesanno valorizzare tutte le buo-

ne risorse presenti nella città enel territorio, distaccati dagliinteressi privati e anche daquelli del loro partito.

Nei momenti difficili siamoportati a difenderci, a proteg-gere noi stessi e i nostri cari, atutelare i nostri interessi.

Come è possibile allora chetante persone, senza altra ri-compensa che quella di fare ilbene, trovino la forza di preoc-cuparsi degli altri? Le spingela forza di Dio, più potente deinostri egoismi.

(Omelia del Papa, lettadal cardinale decano,

al «Te Deum» di fine anno)

VENERDÌ 1 GENNAIO 2021

B e n e d i ren a s c e ret ro v a re

Nelle Letture della liturgiarisaltano tre verbi: benedire,nascere e trovare.

B e n e d i re . È importante che isacerdoti benedicano il Popolodi Dio, senza stancarsi. E chetutti i fedeli benedicano.

Il Signore la prima cosa cheha fatto dopo la creazione èstata dire bene di ogni cosa edire molto bene di noi.

Con il Figlio di Dio, non ri-ceviamo solo parole, ma la be-nedizione stessa: Gesù.

Maria ci porta la benedizio-ne di Dio. Dove c’è lei arrivaGesù.

Perciò abbiamo bisogno diaccoglierla, come Elisabetta.

Facendo posto a Maria ve-niamo benedetti, ma imparia-mo pure a benedire.

La Madonna insegna che labenedizione si riceve per do-narla... è stata benedizione pertutti coloro che ha incontrato.

Il mondo è gravemente in-quinato dal dire male e dalpensare male. La maldicenza

corrompe, fa degenerare tutto,mentre la benedizione rigene-ra, dà forza per ricominciareogni giorno.

N a s c e re . Il Figlio di Dio è«nato da donna»... come noi.

Non è apparso adulto, mabambino; non è venuto almondo da solo, ma da unadonna, dopo nove mesi nelgrembo. Il cuore del Signoreha iniziato a palpitare in Ma-ria, ha preso l’ossigeno da lei.

La concretezzapaziente

delle donne

In lei Dio si è legato alla no-stra carne e non l’ha lasciatapiù. Ella non è solo il ponte tranoi e Dio: è la strada che Dioha percorso per giungere a noie che dobbiamo percorrere noiper giungere a Lui.

Gesù non è un’idea astratta,è nato da donna ed è cresciutopazientemente. Le donne co-noscono questa concretezzapaziente: noi uomini siamoastratti e vogliamo qualcosasubito; le donne sanno tesserecon pazienza i fili della vita.

Quante madri in questo mo-do fanno nascere la vita, dan-do futuro al mondo!

Il primo passo per dare vitaa quanto ci circonda è amarlo.

Dal cuore nasce il bene: èimportante tenere pulito ilcuore, custodire la vita interio-re, praticare la preghiera!

Tutto comincia dal prender-ci cura degli altri, del mondo,del creato.

Non serve conoscere tantepersone e tante cose se non cene prendiamo cura.

Quest’anno, mentre speria-mo in una rinascita e in nuovecure, non tralasciamo la cura.

Oltre al vaccino per il cor-po, serve il vaccino per il cuo-re .

Tro v a re . Il Vangelo dice che ipastori non trovarono segniprodigiosi e spettacolari, ma

@PontifexIl Figlio di Dio scende dal cielo e vienesulla terra per portarci tutti in cielo! Ecco ciòche dobbiamo meditare, contemplare, ciòsu cui dobbiamo riflettere a #Natale

Ieri un terremoto ha provocato vittime e danni

ingenti in Croazia. Esprimo la mia vicinanza aiferiti e a chi è stato colpito dal sisma e pregoin particolare per quanti hanno perso la vita eper i loro familiari.

(30 dicembre 2020)

Il #Natale è la festa dell’Amore incarnatoe nato per noi in Gesù Cristo. Egli è la lucedegli uomini che splende nelle tenebre,che dà senso all’esistenza umana e alla storiaintera

(31 dicembre)

Il m

agis

tero

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina II giovedì 7 gennaio 2021 giovedì 7 gennaio 2021 pagina III

La settimana di Papa Francesco La settimana di Papa Francesco

una semplice famiglia.Però trovarono Dio, che è

grandezza nella piccolezza.Ma come i pastori furono

chiamati da un angelo... Anchenoi non avremmo trovato Diose non fossimo stati chiamatiper grazia. Non potevamo im-maginare un Dio che nasce dadonna e rivoluziona la storiacon la tenerezza.

Abbiamo scoperto che il suoperdono fa rinascere, che lasua consolazione accende lasperanza, e la sua presenza do-na gioia.

Ma non dobbiamo perderlodi vista. Il Signore va trovatoogni giorno.

I pastori non erano passivi,per accogliere la grazia biso-gna restare attivi.

Sarà un buonanno se ci

p re n d e re m ocura degli altri

All’inizio dell’anno sarebbebello trovare tempo per Dio eil prossimo: per chi è solo, chisoffre, chi ha bisogno di ascol-to e cura. Se troveremo tempoda regalare, saremo stupiti e fe-lici, come i pastori.

Santa Madre di Dio, a teconsacriamo il nuovo anno.

(Omelia del Papa lettadal cardinale segretario di Stato

durante la Messa per la 54a

Giornata mondiale della pace)

Sottolo sguardo

della Madre

Iniziamo il nuovo anno po-nendoci sotto lo sguardo diMaria, Madre di Dio.

Lo sguardo rassicurante econsolante della Vergine è unincoraggiamento a far sì chequesto tempo, sia speso per lanostra crescita umana e spiri-tuale, per appianare gli odi e ledivisioni, per sentirci tutti piùfratelli.

Sia tempo di costruire e nondi distruggere.

Un tempo per far crescere,un tempo di pace.

I dolorosi eventi che hannosegnato l’anno trascorso, spe-cialmente la pandemia, ci inse-gnano quanto sia necessariointeressarsi degli altri e condi-videre le preoccupazioni.

Un 2021di pace

e speranza

Questo atteggiamento rap-presenta la strada che conducealla pace, perché favorisce lacostruzione di una società fon-data su rapporti di fratellanza.

Siamo tutti chiamati a rea-lizzare la pace ogni giorno e inogni ambiente di vita, tenden-do la mano al fratello che habisogno di una parola di con-forto, di un gesto di tenerezza,di un aiuto solidale.

La pace si può costruire secominceremo ad essere in pacecon noi stessi e con chi ci stavicino.

Sviluppare una mentalità edel “prendersi cura” al fine disconfiggere l’indifferenza, loscarto e la rivalità.

La pace non è solo assenzadi guerra. La pace mai è asetti-ca, non esiste la pace del q u i ro -fano [“sala operatoria”].

La pace tanto sospirata esempre messa in pericolo dallaviolenza, dall’egoismo e dallamalvagità, diventa possibile erealizzabile se io la prendo co-me compito datomi da Dio.

La pace è anzitutto dono,un dono di Dio; va imploratacon incessante preghiera, so-stenuta con un dialogo pazien-te e rispettoso, costruita conuna collaborazione aperta allaverità e alla giustizia e sempreattenta alle legittime aspirazio-ni delle persone e dei popoli.

Regni la pace nel cuore de-gli uomini e nelle famiglie; neiluoghi di lavoro e di svago;nelle comunità e nelle nazio-ni.

Sulla soglia di questo ini-zio... ognuno cerchi di far sì

che sia un anno di fraterna so-lidarietà e di pace per tutti.

Al presidenteM a t t a re l l a

Ringrazio il Presidente dellaRepubblica Italiana, SergioMattarella, per il pensiero au-gurale che mi ha indirizzato.

Sono grato a quanti, in ogniparte del mondo, nel rispettodelle restrizioni imposte dallapandemia, hanno promossomomenti di preghiera e di ri-flessione in occasione dellaGiornata Mondiale della Pace.

Penso alla Marcia virtuale diieri sera, organizzata dall’Epi-scopato italiano, Pax Christi,Caritas e Azione Cattolica; co-me pure a quella di questamattina, promossa dalla Co-munità di Sant’Egidio in colle-gamento streaming mondiale.

Per i bambinidello Yemen

Esprimo dolore e preoccu-pazione per l’ulteriore inaspri-mento delle violenze nello Ye-men che sta causando numero-se vittime innocenti e prego af-finché ci si adoperi a trovaresoluzioni che permettano il ri-torno della pace per quellemartoriate popolazioni.

Pensiamo ai bambini delloYemen! Senza educazione,senza medicine, affamati.

Vi invito inoltre ad unirvi al-la preghiera dell’Arcidiocesi diOwerri in Nigeria per il Vesco-vo Moses Chikwe e per il suoautista, rapiti nei giorni scorsi[poi liberati].

Chiediamo al Signore chetutti coloro che sono vittime disimili atti in Nigeria torninoincolumi in libertà e che quelcaro Paese ritrovi sicurezza,concordia e pace.

Salutoai “Cantoridella stella”

Saluto gli Sternsinger, i “Can-tori della Stella”, bambini e ra-gazzi che in Germania e Au-stria, pur non potendo visitarele famiglie nelle case, hannotrovato il modo di recare ad es-se il lieto annuncio del Natalee di raccogliere donazioni per iloro coetanei bisognosi.

(Angelus del primo giorno del nuovoanno dalla Biblioteca privata)

DOMENICA 3Un Dio

che si è fattofragilità

Il Vangelo dice che Gesù,esisteva prima dell’inizio dellecose, prima dell’universo.

San Giovanni lo chiamaVerbo, cioè Parola. Che cosavuole dirci? La parola serveper comunicare: non si parlada soli. Sempre si parla a qual-cuno.

Il fatto che Gesù sia fin dalprincipio la Parola significache dall’inizio Dio vuole co-municare con noi... dirci labellezza di essere figli e allon-tanarci dalle tenebre del male.

Stupendo messaggio: Gesùè la Parola eterna di Dio, cheda sempre pensa a noi.

E per farlo, è andato oltre leparole... San Giovanni usaquesta espressione, “carne”...perché essa indica la nostracondizione umana in tutta lasua debolezza.

Dio si è fatto fragilità pertoccare da vicino le nostre fra-gilità. Dunque... niente dellanostra vita gli è estraneo.

Non c’è nulla che Egli di-

sdegni, tutto possiamo condi-videre con Lui, tutto... propriolì, dove ci vergogniamo dipiù.

È audace questo, Dio entranella nostra vergogna, per farsifratello nostro, per condividerela strada della vita.

E non è tornato indietro.Non ha preso la nostra umani-tà come un vestito, che si met-te e si toglie.

Non si è più staccato dallanostra carne. Si è unito persempre alla nostra umanità,l’ha “sp osata”.

Quando il Signore prega ilPadre per noi, non soltantoparla: gli fa vedere le ferite del-la carne, le piaghe che ha sof-ferto per noi.

Il Vangelo dice che vennead abitare in mezzo a noi. Nonè venuto a farci una visita e poise n’è andato.

Che cosa desidera allora danoi? Desidera una grande inti-mità. Vuole che noi condivi-diamo con Lui gioie e dolori,desideri e paure, speranze e tri-stezze, persone e situazioni.

Facciamolo, con fiducia:apriamogli il cuore, raccontia-mogli tutto.

Fermiamoci in silenzio da-vanti al presepe... e senza ti-more invitiamolo a casa nostra,nella nostra famiglia.

E invitiamolo nelle nostrefragilità... che Lui veda le no-stre piaghe.

Verrà e la vita cambierà.R i f u g g i re

dalla mentalitàmagica

Come cristiani rifuggiamodalla mentalità fatalistica omagica: sappiamo che le coseandranno meglio nella misurain cui, con l’aiuto di Dio, lavo-reremo insieme per il bene co-mune, mettendo al centro i piùdeboli e svantaggiati.

Non sappiamo che cosa ciriserverà il 2021, ma possiamofare impegnarci un po’ di più aprenderci cura gli uni degli al-tri e del creato.

C’è la tentazione di pren-dersi cura soltanto dei propriinteressi, continuare a fare laguerra, concentrarsi solo sulprofilo economico, vivere edo-nisticamente, cercando sola-mente di soddisfare il propriop i a c e re .

Ho letto sui giornali una co-sa che mi ha rattristato.

In un Paese, per fuggire dallockdown e fare le vacanze, so-no usciti più di 40 aerei.

Ma quella gente, che è gen-te buona, non ha pensato a co-loro che rimanevano a casa, aiproblemi economici di tantagente che il lockdown ha but-tato a terra, agli ammalati?Soltanto, fare le vacanze e fareil proprio piacere. Questo miha addolorato tanto.

Ogni nascita èuna promessa

di futuro

Saluto quanti iniziano ilnuovo anno con maggiori dif-ficoltà: malati, disoccupati,quanti vivono situazioni di op-pressione o sfruttamento... [e]tutte le famiglie, specialmentequelle in cui ci sono bambinipiccoli o che aspettano una na-scita. Sempre una nascita èuna promessa di speranza.

(Angelus nella seconda dopo Natale)

Contemplando la scena della Nativitàpossiamo diventare un po’ bambini e lasciareche rinasca in noi lo stupore per il modo“meraviglioso” in cui Dio ha voluto venire nelmondo. Questo farà rinascere in noila tenerezza; e oggi abbiamo tanto bisognodi tenerezza!

(2 gennaio 2021)

Come a Betlemme, così anche con noi Dio amafare grandi cose attraverso le nostre povertà.Ha messo tutta la nostra salvezza nella

mangiatoia di una stalla e non teme le nostrepovertà: lasciamo che la sua misericordiatrasformi le nostre miserie!

(2 gennaio 2021)

In Gesù Bambino Dio si mostra amabile, pienodi bontà, di mansuetudine. Veramente un Diocosì possiamo amarlo con tutto il cuore.

(5 gennaio)

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina IV giovedì 7 gennaio 2021

La settimana di Papa Francesco

In un video inedito e nella cronaca de «L’Osservatore Romano» la visita del 1° gennaio 1968

Quelle immagini di Paolo VI che pregaper la pace all’ospedale Bambino Gesù

di GI A M PA O L O MAT T E I

I l video inedito della visita di PaoloVI al Bambino Gesù — diffuso daVatican News — è così affascinanteche si finisce per... “consumarlo”

tanto vien voglia di rivederlo: era il 1ºgennaio 1968, il giorno scelto da PapaMontini per celebrare la prima Giornatamondiale della pace.

Le immagini in bianco e nero, giratein Super 8, sono state ritrovate da poconegli archivi dell’ospedale: Paolo VI pas-

ghiere per la grande causa della pace?».E insiste: «Figliuoli, voi fate al Papa undono inestimabile, se promettete di offri-re le vostre sofferenze e preghiere per lapace nel mondo; per tanti bambini chesoffrono e quanto voi e di più; e inoltreper tutti questi uomini scatenati gli unicontro gli altri, perché divengano, inve-ce, fratelli, buoni, e siano davvero con-dotti alla pace del Signore».

Ascoltando e riascoltando le sue paro-le nel video, guardando e riguardando leimmagini, viene naturale “far conoscen-za” dei volti dei bambini ricoverati (i pri-mi piani sono emozionanti), dei loro fa-miliari (il Papa li chiama «benemeriti»),dei medici e degli infermieri (che inco-raggia nel servizio). Davvero in ogni vol-to c’è una storia che andrebbe racconta-ta: già, che vita avrà fatto quel “p op olo”che accolse Papa Montini il 1º gennaio1968?

E lo sguardo passa poi sui collabora-

no».La cronaca pubblicata sul quotidiano

(nell’edizione 2-3 gennaio) è senza fir-ma. Quel nostro “p re d e c e s s o re ” non ave-va a portata di mano telefonini o com-puter. Ma penna, taccuino e... buonamemoria. Lo confida egli stesso nelle no-te in prima pagina, facendo subito pre-sente di riportare «i pensieri dell’omeliadi Sua Santità come ci è stato possibileraccoglierli». E ci è riuscito bene, tantoda far rivivere, anche con emozione,quella visita a oltre mezzo secolo di di-stanza.

La cronaca del “giornale del Papa” èuna miniera di notizie, confermando l’a-dagio che «all’Osservatore si lavora sìper la cronaca ma anche e soprattuttoper la storia». E così sappiamo che «ilSanto Padre è giunto alle ore 8.30, rice-vuto all’ingresso dal signor cardinale vi-cario Luigi Taglia, con il quale affabil-mente il Papa si felicitava per la riacqui-stata salute». L’elenco dei nomi di colo-ro che hanno accolto e accompagnatoPaolo VI in quel “p ellegrinaggio” nel suoospedale delinea il quadro storico, a co-minciare dalla presenza delle suore dellacarità di San Vincenzo de’ Pa o l i .

Nella cappella — il primo atto è la ce-lebrazione della messa — il Papa ha in-contrato 30 bambini: 20 nei lettini e 10convalescenti. Sull’altare, nota delicata-mente il cronista, «fiori bianchi» e «latovaglia con il merletto nuziale della du-chessa Arabella Salviati che, 98 anni orsono, fu l’iniziatrice dell’osp edale».

Al momento della comunione, rac-conta il cronista dell’Osservatore, il Papaè sceso per distribuire personalmentel’ostia ai bambini. E ha lasciato in donoil calice e i paramenti. Dopo la messa ha,di nuovo, salutato a uno a uno i bambi-ni, regalando immaginette e, tra gli altridoni, persino un agnellino.

Il Papa ha visitato poi i ricoverati nelpadiglione “Maria Salviati”, ascoltando isaluti di due bambini: Roberta Pettinellie Umberto Scotti. Quindi, nel nuovopadiglione intitolato a Pio XII è stato ilpiccolo Franco Boccini a dargli il benve-nuto, anche con i fiori. Con emozione,poi, il Papa è entrato nel “reparto imma-turi” per una parola di incoraggiamento.Tutte informazioni precise, annotate dal“n o s t ro ” cronista, che aiutano a “legge-re ” le immagini.

Un dono alla Chiesa e al mondo

La prima e la seconda paginade «L’Osservatore Romano»

pubblicato in data2-3 gennaio 1968

con il resoconto della visitadi Paolo VI al Bambino Gesù

La cultura della cura... per proteggere e promuovere la dignità

e il bene di tutti, quale disposizione ad interessarsi,

a prestare attenzione, alla compassione, alla riconciliazione

e alla guarigione, al rispetto mutuo e all’accoglienza reciproca,

costituisce una via privilegiata per la costruzione della pace

Fa s c i n odei testimoniSp

unti

di r

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sion

e

sa tra i lettini per salutare a uno a uno ibambini e celebra la messa. Il video cul-mina con un bacio sulla fronte che nonrisponde proprio allo stereotipo “Monti-ni-uomo freddo”...

A far da filo conduttore le impressio-nanti parole del Papa: è ai bambini, perprimi, che affida la preghiera della pace.In una creativa strategia “p olitica” caraal suo amico La Pira. Sì, perché Paolo VIva al Bambino Gesù per chiedere ai pic-coli il «dono inestimabile» della loro«preghiera per la pace», con la certezzacristiana del valore salvifico della soffe-renza. Il Pontefice la chiama proprio «lapotenza del dolore innocente».

E parla chiaro: «Il Papa è venuto perchiedere l’offerta delle vostre lacrime,cioè dei dolori ed angustie». Ed ecco larichiesta diretta: «Volete offrire una penatanto grande e recitare qualche prece perle mie intenzioni, per quella soprattuttoche mi sta tanto a cuore: la pace?».

Montini rilancia: «Pregherete anchevoi? Farete dunque questo regalo al Pa-pa? Potrò essere sicuramente nel giustoquando dirò: i bambini del Bambin Ge-sù offrono le loro pene, sofferenze e pre-

tori che hanno accompagnato il Pontefi-ce in quella visita — si riconoscono, tragli altri, monsignor Macchi e FrancoGhezzi, il cardinale Traglia, i monsigno-ri Cocchetti, Terzariol e Guerri, il foto-grafo e l’addetto al microfono... — conun’attenzione, “da collega”, al lavoro delgiornalista de «L’Osservatore Roma-

chiedono uno «sforzo per consoli-dare i matrimoni» e prevenire lerotture (Amoris laetitia 307). E anco-ra: accompagnare in maniera com-petente i genitori nell’educazionedei figli, rendere consapevoli le fa-miglie della loro vocazione missio-naria nel proprio ambiente, accom-pagnare le famiglie ferite per aiu-tarle a ripartire dalla loro vocazio-ne battesimale. Da ultimo, saràimportante promuovere tra le fa-miglie il desiderio di partecipare alprossimo Incontro mondiale con il

Santo Padre a Roma, a conclusio-ne dell’Anno della Famiglia nelgiugno 2022.

Il nostro Dicastero si è messo adisposizione per coordinare questogrande e complesso sforzo pasto-rale, ma è importante che tutti ac-colgano l’invito del Papa a darsida fare a livello locale per imple-mentare in maniera decisiva la pa-storale familiare: che sia una pa-storale delle famiglie e con le fami-glie, sposi e sacerdoti insieme, cia-scuno secondo la propria vocazio-ne e con la grazia che ne scaturi-sce.

Non è casuale che pochi giorniprima dell’annuncio di questo an-no straordinario, il Santo Padreabbia dedicato il 2021 a san Giu-seppe (con la lettera apostolica Pa-tris corde, dell’8 dicembre 2020), ilquale con cuore di padre si è do-nato alla sacra famiglia. Con lastessa tenerezza, la Chiesa deve co-gliere da questa meravigliosa op-portunità la capacità di farsi custo-de della famiglia, per saperla pro-teggere con sollecitudine, per ac-coglierla, consapevole della sua in-trinseca grazia, con le sue luci e lesue ombre, con «coraggio creati-

vo» ed entusiasmo pastorale.Quell’entusiasmo che nasce da unimpegno serio, che si pone a servi-zio in maniera gioiosa e responsa-bile, agendo come se tutto dipen-desse da noi, ma sapendo che infondo tutto è nelle mani del Pa-d re .

Ancora una volta, di cuore, rin-grazio il Santo Padre per questodono grande che ha fatto allaChiesa e a ciascuna delle famiglienel mondo.

*Cardinale prefetto del Dicasteroper i laici, la famiglia e la vita

CO N T I N UA DA PA G I N A I

Inquadra il codicecol tuo cellulare per vedereil video pubblicatosul canale YouTubedi Vatican News

di LEONARD O SAPIENZA

Un famoso esponente della moderna psicoanalisi hadetto: «L’incontro di due personalità è come ilcontatto di due sostanze chimiche: si produce unareazione così che entrambe ne sarannotrasformate» (Carl Gustav Jung).Forse è la stessa reazione che devono aver provatoAndrea e Giovanni, e più tardi Pietro. Unareazione così forte, che ha trasformato la loro vita.Forse un po’ tutti abbiamo incontrato persone checi hanno segnato intimamente. Pensiamo agliinnamorati, agli amici, ai compagni buoni ecattivi... E anche nel campo della fede, possiamoaver incontrato persone che ci hanno affascinatocon la loro testimonianza.E pensiamo, anche, all’esempio che possiamo averdato pure noi... La Parola di Dio, oggi, cisuggerisce di stare sempre attenti. Attenti, persaper ascoltare la voce di Dio, come Samuele nellaprima lettura. Attenti nel saper cogliere l’attimo incui Cristo passa nella nostra vita, e a seguirlo,come gli Apostoli nel Vangelo.Nella vita cristiana, nella vita spirituale,dobbiamo saper affinare la sensibilità nell’e s s e repronti al passaggio di Dio. Nell’essere disponibilia una esperienza sempre più intima con Dio.Un saggio antico diceva: «Ciò che si cerca, sitrova; sfugge ciò che si tralascia» (Sofocle).Dobbiamo essere sempre attenti ai più piccolisegni, alle parole, ai gesti anche più insignificantiche Dio mette sulla nostra strada, per mostrarci lasua volontà.E dovremmo, anche, essere attenti alla reazioneche la nostra testimonianza, il nostro esempio,possono provocare negli altri. La Parola di Dio,l’incontro con Cristo, possono arrivare inqualunque momento.A noi è richiesta una continua attenzione! «Lavoce di Dio è insinuante e risuona continuamentealla nostra porta. Adesso parla, forse non trovanessuno che la ascolti!» (san Bernardo).

IL VANGELO IN TA S C A

Domenica 17 gennaio, II del Tempo ordinarioPrima lettura: 1 Sam 3, 3-10.19Salmo: 39Seconda lettura: 1 Cor 6, 13-15.17-20Vangelo: Gv 1, 35-42

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 7 gennaio 2021 pagina 5

Cento anni fa nasceva Friedrich Durrenmatt

La vana ricercadella giustizia

I vichinghi non c’entranoIl legame tra la cultura britannica e la tradizione greco-latina secondo Chesterton

L’abbecedario della Bibbia

Da acquaa zaffiro

Friedrich Durrenmattdi CRISTIANO GOVERNA

«N on mi riferi-sco solo allac i rc o s t a n z ache tutti i vo-

stri criminali trovano la punizio-ne che si meritano. Perché que-sta bella favola è senza dubbiomoralmente necessaria. Appar-tiene alle menzogne ormai con-sacrate, come pure il pio dettoche il delitto non paga — m e n t rebasta semplicemente considera-re la società umana per capiredove stia la verità a questo pro-posito — ma lasciamo perderetutto questo, se non altro per unprincipio puramente commer-ciale, dato che ogni pubblico edogni contribuente ha diritto aisuoi eroi e al suo happy-end»(La promessa).

Eccoci qua, al cospetto diquella «favola moralmente ne-cessaria» che per Friedrich Dur-renmatt è la vita e, in essa, la va-na ricerca di una giustizia chenon sia meramente vendetta o ri-sarcimento. Se all’autore i crimi-nali piacevano poco, meno fidu-cia ancora gli ispirava la gentecomune che sostanzialmente ve-deva non diversa da ladri e as-sassini. Ricordare FriedrichDurrenmatt significa passare inuna stanza oscura nella quale,dalla penombra, sentiamo qual-cuno ridere. È molto difficileriuscire a restituire quel senso digrottesco che avvolge una buonaparte dell’opera del drammatur-go svizzero, un sipario che sispalanca sui vizi e le miserieumane, messe in scena in modotagliente e profondo, sempre inbilico fra ciò che spaventa e ciòche — tutto sommat—o potrebbequasi far ridere.

Durrenmatt nasce il 5 gennaio1921 a Konolfingen in Svizzera(cantone di Berna) e se lo abbia-mo definito drammaturgo è pro-prio per via del fatto che dal tea-

tro ha iniziato quel lavoro, me-glio ancora quel lavorio, attornoalla natura umana e alla linguaper raccontarla. Una lingua chedeve diventare essa stessa curio-sa e inquietante creatura, capacedi assumere ora le fattezze delcomico, ora del macabro. Nel1956 a Zurigo va in scena La visitadella vecchia signora, un drammateatrale che inizia a sviscerare itemi della vendetta e della corru-zione morale collettiva. Per imotivi enunciati sopra, Durren-matt ebbe sempre a precisareche il suo lavoro è una comme-dia.

Claire Zachanassian è una ric-ca signora in età che fa ritornoalla sua cittadina natale, Güllen(in tedesco «letamaio»). Tuttisanno che è andava via senza unsoldo e, a seguito di una mancia-ta di matrimoni «fortunati» tor-na da milionaria. La signora pe-rò torna anche per vendicarsi diun suo vecchio amore (tale Al-fredo III) col quale ha un contoin sospeso. Offre un assegno aicittadini affinché lo uccidano.In un primo tempo (ovviamen-te) gli abitanti rifiutano energi-camente, ma poi iniziano ad ac-quistare beni costosi a creditoanche dal negozio dello stessoAlfredo III, come se si aspettas-sero l'arrivo di nuove risorse nelfuturo. Che sia il segnale che infondo, stanno accettando la pro-

posta? Probabile ma preferiamosiate voi stessi a verificare. Esistein rete la possibilità di vederselaper intero, in italiano.

Ma se è partendo dal teatroche Durrenmatt mette a fuoco ilsuo lavoro attorno i temi che piùgli stanno a cuore, è nel roman-zo (e nei racconti) che essa au-menta (meglio ancora, allarga) ilpasso nel territorio dove criminee grottesco ridisegnano i confinidel limite umano. Sempre nel1956 esce il romanzo breve Lapanne (liberamente adattato peril cinema da Ettore Scola, nel1972, col film La più bella serata del-la mia vita con un perfetto Alber-to Sordi protagonista).

Ma torniamo al romanzo, an-che i nomi, nei lavori diDurrenmatt sono presa-gi di bizzarro, AlfredoTraps è un rappresen-tante di articoli tessili alquale accade una cosastupida, banale; l’autoin panne. A pochi chi-lometri dal contrattem-po c’è uno strano castel-lo nel quale vive un giu-dice in pensione che loinvita a cena e si propo-

ne di ospitarlo per la notte in at-tesa che l’indomani il meccanicorisolva quanto occorso all’auto.Il giudice avverte Traps chequella sera a cena avrà alcuniamici, anch’essi giudici in pen-sione, coi quali si diverte a met-ter in scena e ripercorrere alcuniprocessi storici. Talvolta, se vi èun ospite, il processo tocca a lui,alla sua stessa vita. Traps si fidatroppo presto di questa curiosaospitalità.

«Non vi è più un Dio che in-comba, una giustizia, un fato co-me nella Quinta Sinfonia; la mi-naccia viene dagli incidenti stra-dali, da dighe che crollano perdifetti di costruzione, dalloscoppio di fabbriche di bombeatomiche per la distrazione diun addetto ai laboratori, dall’er-rata regolazione di incubatrici.La nostra strada passa per que-sto mondo di contrattempi». Ècosì che Durrenmatt rivela lanuova, sinistra, faccia del perico-lo. L’imprevisto. Meglio ancora,la casualità.

Una casualità che sembra re-gnare in un mondo nel qualeDio stesso appare, agli occhidell’autore svizzero, in statoconfusionale. «Ma se il poveroche non possiede niente, possie-de il regno dei cieli, chi possie-de, non possiede il regno dei cie-li, il suo possesso lo rende infeli-ce anziché beato, grava su di lui

perché ogni possesso è un peso.Per questo anche il giovane riccosi era afflitto da Gesù, perchéaveva molti beni. Afflitto! Certo,avrebbe voluto diventare pove-ro, avrebbe voluto vendere tuttoe dare il ricavato ai poveri, e di-ventare come Gesù ma cosaavrebbe ottenuto? I poveriavrebbero sperperato la loro ric-chezza in un modo assurdo e sa-rebbero ridiventati poveri» (Lavalle del caos).

Ma se Dio è in stato confusio-nale, la scienza (agli occhi diDurrenmatt) se la passa ancorapeggio, assumendo talvolta lefattezze di un’anziana di malu-more, incapace di concepire al-tro che se stessa. «Nella scienzaniente è più ripugnante di unmiracolo» (La scienza).

Per concludere torniamo a Lap ro m e s s a (1957) un romanzo chia-ve per osservare un’altra grande

capacità di Durrenmatt: dise-gnare l’indagine. L’intima con-nessione fra volontà umana, ca-sualità e l’oscurità dell’animoumano. Grande è la capacitàdello scrittore elvetico nel deli-neare i tratti dell’investigatore, isuoi tic, gli abiti dignitosi e nulladi più, figure simili (pur senzamai raggiungerlo) al Maigret.Perfetto è anche il ritratto dellevittime e di coloro che attendo-no giustizia dalle indagini. Dur-renmatt costruisce un curiosoplanetario degli eventi, un ca-suale muoversi degli astri che fadel mestiere di entrambi, com-missario e vittime, biglie di ungioco indecifrabile ma nel qualecomunque, si annida qualcosa diumano. Un uomo perbene chefa il suo dovere, ad esempio.

Ne La promessa (nel 1979 in Ita-lia uscì uno sceneggiato moltoben fatto ispirato al romanzo,con Rossano Brazzi come prota-gonista) incontriamo la storiadel commissario Matthai che in-daga sulla sparizione (e la mor-te) della piccola Gritti Moser(sette anni). La bambina è statauccisa nel bosco e i sospetti, co-me spesso accade, vanno su co-lui che ha rinvenuto il corpo. Sitratta di un uomo strano, un am-bulante, il cui passato può in-durre a ritenerlo colpevole. Ver-rà incriminato e si ucciderà incella. Tutto sistemato dunque?Non per il commissario Matthai,lui sente che qualcosa non tornae che la sua partita a scacchi conl’assassino è solo cominciata.Cosa lo attende? L’inno cenzadei bambini, l’orrore dei criminiche li riguardano e la tendenzadegli esseri umani a fare da merispettatori davanti a tali tragedie.Non tanto per complicità quan-to per natura. «Niente è più cru-dele di un genio che inciampa inqualcosa di idiota» ricorda Dur-renmatt e ci sembra ancora disentirlo ridere di tutto questo.

Un sipario che si spalancasui vizi e le miserie umanemesse in scena in modo taglientein bilico fra ciò che spaventae ciò che fa ridere

di ROBERTO CETERA

U n esercizio divulgativo al tempo stesso di cultu-ra biblica e di spiritualità cristiana, quello in cuisi cimenta padre Francesco Patton, dal suo os-servatorio privilegiato di Gerusalemme in que-

sto piccolo libro, la cui ricchezza è inversamente proporzio-nale al suo formato.

Padre Patton, ormai da più di quattro anni custode diTerra Santa, ha scelto infatti la strada leggera e profondadel lexicon per introdurci alle figure ricorrenti nelle SacreScritture. Il libro Abbecedario biblico. Nutrirsi delle Scritture dall’Aalla Z (Milano, Terra Santa, 2020, pagine 96, euro 12), im-preziosito dalla presentazione del neo patriarca di Geru-salemme, Pierbattista Pizzaballa, presenta 21 voci, unaper ognuna letteradell’alfabeto, che daacqua a zaffiro, pas-sando per casa, de-serto, libro, mare,quaglie, ulivo, e cosìvia ci introduce neldettaglio di queisimboli che l’agio -grafo non scelse acaso, ma osservan-do con occhio atten-to la natura intornoa lui e la sua imprescindibile relazione con il Divino.

Per ogni voce Patton scorre le citazioni principali nelleScritture, ne indaga i significati simbolici o allegorici, epropone un pensiero, una riflessione su quanto la Parola èin grado di dirci ancora oggi. «Una piccola enciclopediadi sapienza biblica» , la definisce il patriarca, e invero il li-bro sa porsi, oltre il suo carattere immediato divulgativo,come spunto per molteplici meditazioni spirituali, dive-nendo così utilmente fruibile anche per il lettore più pre-parato ed esigente. Sicuramente il volume, che originaria-mente era stato pensato per un pubblico ristretto (i fran-cescani secolari del Trentino, terra di provenienza del cu-stode), nell’esperienza che padre Patton sta ormai viven-do da anni nei luoghi del “Quinto Vangelo” ha acquisitoun’altra luce e un’altra ampiezza. Il che lo rende partico-larmente utile a chi si appresta a cogliere le risonanze piùautentiche e profonde del viaggio in Terra Santa: «Se tut-ta la realtà è simbolica, proviamo ad aprire gli occhi, pro-viamo ad andare oltre le apparenze, proviamo a rifletteresu quello che ci sta attorno, ma — soprattutto — su quel checi sta dentro». Un abbecedario che diviene esercizio spiri-tuale.

Dal suo osservatoriodi Gerusalemmepadre Patton introducele figure ricorrentinelle Sacre Scritture

di SERGIO VALZANIA

L e nuove tecnologie costringonol’editoria a ripensare modi e formedi stampa. E la liberano da alcunilimiti. Non esiste più una dimen-

sione minima per la pubblicazione di unoscritto, una ventina di pagine sono più chesufficienti per venire offerte al pubblico.Quello che era l’estratto di una rivista rina-sce come proposta autonoma. È il caso inquesti giorni di La letteratura inglese e la tradizio-ne latina, testo di una conferenza tenuta daGilbert Keith Chesterton a Palazzo Vecchiodi Firenze, nel salone dei Duecento, il 14maggio 1935, per il III ciclo delle Settimanedella cultura, riproposto in questi giornodalla bolognese Marietti nella forma di une-book al prezzo poco più che simbolico di1,99 euro.

La recente e sofferta decisione del Re-gno Unito di lasciare l’Unione europea,che in questi giorni giunge al suo epilogo,conferisce attualità al discorso dello scrit-tore britannico, che sostiene con decisionel’appartenenza della cultura inglese al-l’ambito greco-latino, insieme alla sua no-tevole distanza dalla matrice germanica.

Benché poco più che sessantenne, nel1935 Chesterton, autore prolifico e celebresoprattutto per I racconti di padre Brown e ilsaggio Ortodossia, non gode di una saluterobusta. La sua mole imponente, è alto ol-tre un metro e novanta per 130 chili di pe-so, costringe a uno sforzo eccessivo il cuo-re, destinandolo alla morte precoce che locoglierà l’anno successivo. La mente rima-ne però lucida e il suo umorismo intatto.L’intervento fiorentino non nasconde un

netto rifiuto di ogni forma di razzismo el’ostilità per il nazismo giunto al potere inGermania da meno di un anno. Nel mag-gio del 1935 la guerra d’Etiopia non è an-cora iniziata, il colpo di Stato che avrebbefatto precipitare la situazione in Spagna èlontano, la posizione politica dell’Italianon è definita a fianco della Germania diHitler. È in questo contesto almeno in ap-parenza ancora aperto che lo scrittore in-glese, nato in una famiglia anglicana econvertitosi da adulto al cattolicesimo, so-stiene il profondo legame tra la lingua e lacultura britanniche e la tradizione greco-latina dell’impero romano.

Le sue argomentazione risultano parti-colarmente godibili. Irride un autore chegli ha mandato un libro nel quale si affer-ma la discendenza diretta della tradizionebritannica da quella vichinga, intitolatoPer Thor, no!, segnalando che tradurre l’e-sclamazione «per Giove» significa in pri-mo luogo riconoscerne la derivazione.L’appartenenza inglese al contesto nordi-co costituisce dunque un vezzo letterario,appannaggio di qualche erudito, parago-nabile alla pretesa di con-siderare gli italiani erediesclusivi di mercenari ger-manici, turisti inglesi o gi-ramondo americani.

L’autore che secondoChesterton meglio dimo-stra quanto la cultura let-teraria inglese sia collega-ta a quella greco-latina ècomunque lo stesso Sha-kespeare. Il massimo au-tore, pilastro della tradi-

zione culturale britannica, infatti, «sapevapoco latino e meno greco, ma conoscevabene Plutarco ed era saturo di classicità».A riprova di questa tesi è facile ricordarequanta parte dell’opera shakespeariana siafondata su storie e accadimenti propri delmondo greco-romano e del rinascimentoitaliano. Un sentire profondo collega gliscritti del grande autore inglese alla tradi-zione romana: la scrittura che impiegaconferma le basi classiche della sua forma-zione e della sua modalità espressiva. Lefrasi che usa, avverte Chesterton, signifi-cano più di quanto non dicano, parlanoall’umanità intera e non solo ai protagoni-sti della vicenda che si sta svolgendo, alcontrario di ciò che accade nella prosa ro-mantica, nella quale il significato non ec-cede quanto viene detto.

Questo esito culturale segue dal fattoche le letterature anglo-latina e franco-in-glese precedono quella inglese ed è da esseche dipende la scrittura di Shakespeare,come del resto tutte le culture nazionalieuropee, legate le une alle altre da una co-mune origine. È per questo che gli inglesi

possono sostenere, comeconclude Chesterton di aver«preso posto nel campo dellaciviltà e non voler dimentica-re, nemmeno per un’ora ciòche fu fondato da Cesare e ri-fondato da Augusto». In-somma, la Brexit cui siamo difronte va considerata unabreve dimenticanza, un ap-pannamento da correggere infretta. Se anche l’Unione eu-ropea saprà fare la sua parte.

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L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 giovedì 7 gennaio 2021

Le prospettive del cammino ecumenico alla luce dei passi compiuti nel 2020

Con una sana impazienzadi RICCARD O BURIGANA

«A nch’io condivi-do la sana im-pazienza diquanti a volte

pensano che potremmo e do-vremmo impegnarci di più». Conqueste parole, il 24 maggio scor-so, Papa Francesco si è rivolto alcardinale Kurt Koch, presidentedel Pontificio Consiglio per lapromozione dell’unità dei cristia-ni, in occasione del 25° anniversa-rio della pubblicazione dell’enci -clica Ut unum sint di GiovanniPaolo II per riaffermare quantoprioritario sia per la Chiesa catto-lica l’impegno per la costruzionedella piena e visibile comunione

tra i cristiani; in questo messag-gio il Pontefice ha voluto ricorda-re quanti passi sono stati compiu-ti, soprattutto negli ultimi decen-ni, «per guarire ferite secolari emillenarie», anche grazie al con-tributo del Pontificio Consiglioper la promozione dell’unità deicristiani che, proprio nel corsodel 2020, ha celebrato il 60° anni-versario della sua fondazione, av-venuta il 5 giugno 1960 col nomedi Segretariato per la promozio-ne dell’unità dei cristiani, peropera di Giovanni XXIII, comeuno degli organismi pensati perla preparazione immediata delVaticano II. La memoria di que-sto anniversario ha costituito unodei passaggi più significativi delcammino ecumenico del 2020,anche perché, al di là delle inizia-tive, molte delle quali confinatenel mondo virtuale, con le qualisono stati evocati percorsi e colla-borazioni ecumenici, questo an-niversario è stata l’occasione perla pubblicazione di una rivista,Acta œcumenica, un «sussidio perquanti lavorano al servizio dell’u-nità», sempre secondo le paroledi Papa Francesco, ma soprattut-to de Il vescovo e l’unità dei cristiani:vademecum ecumenico. Presentato il4 dicembre, costituisce «unachiamata a esplorare ulterior-mente il dialogo come modalitàdi evangelizzazione», ha affer-mato il cardinale Luis AntonioTagle, prefetto della Congrega-zione per l’evangelizzazione deipopoli, sottolineando l’imp or-tanza di una formazione al dialo-go per tutti i battezzati, alla lucedi quanto i cristiani hanno sotto-scritto e fatto in questi ultimi an-ni, soprattutto per la guarigionedelle ferite che ancora impedisco-no la piena comunione.

Il cammino ecumenico hadovuto fare i conti con la pande-mia che ha sconvolto la vita diuomini e donne fin dalle primesettimane del 2020. Di fronte al-la sofferenza e al dolore si sonomoltiplicate le iniziative, a variolivello, per offrire assistenza e

accoglienza, con un’attenzioneche si è venuta sempre più raf-forzando nei confronti degli ul-timi perché a nessuno fosse ne-gata la possibilità di cura. Co-me, solo per fare un esempio, èstato ripetuto dal Consiglio del-le Chiese cristiane del Brasile(Conic), pronto a denunciarecome la pandemia stesse deter-minando nuove emarginazionicolpendo coloro che vivevano aimargini della società, abbando-nati a loro stessi, e senza accessoa qualunque tutela sanitaria. Icristiani hanno levato la loro vo-ce, spesso insieme, contro nuoveforme di violenza, prodotte pro-prio dalla pandemia, che in mol-ti casi aggravava una situazione

preesistente di incertezza e diprecarietà, chiedendo a tutti, so-prattutto alle istituzioni, un im-pegno particolare per interveni-re contro questo fenomeno. Da

questo punto di vista significati-ve sono state le iniziative delConsiglio nazionale delle Chie-se cristiane degli Stati Uniti asostegno di una campagna di as-sistenza ai carcerati, mentre laConferenza cristiana dell’Asiaha programmato una serie di in-contri, in modalità webinar, conla partecipazione di esperti e ditestimoni dal tutto il continenteper condividere esperienze indifesa degli ultimi in questotempo tanto difficile, lanciandouna serie di iniziative per con-trastare queste nuove forme diviolenza. La pandemia ha ancheportato alla luce forme di razzi-smo che già circolavano nella so-cietà contemporanea, come or-ganismi ecumenici avevano de-nunciato negli ultimi anni, chie-dendo un maggior impegnocontro questa piaga. Episodi dirazzismo sono esplosi in tantiluoghi del mondo causandospesso altra violenza, come è ac-caduto negli Stati Uniti. Il mon-do cristiano, nel condannarequalunque tipo di violenza, tan-to più quanto questa cercavauna giustificazione nella religio-ne, facendo ricorso anche allaBibbia, ha scoperto nuove for-me di condivisione, tra Chiese eorganismi ecumenici, per rivol-gere un appello al fine di rimuo-vere le radici del razzismo.

Di fronte al diffondersi dellapandemia si è venuta rafforzan-do, con una dimensione semprepiù ecumenica, l’istanza di ali-mentare la speranza così da co-minciare a immaginare un futu-ro diverso dal presente, nel qua-le porre al centro i valori religio-si. Questa prospettiva è stata ali-

mentata da una serie di iniziati-ve molto concrete, come quellepromosse durante la quaresimadal Churches Together in Bri-tain and Ireland, solo per fareun esempio, oltre che da nume-rosi incontri, via webinar, neiquali forte è stato il richiamo allanecessità di un ulteriore appro-fondimento del ripensamentodelle dinamiche economiche al-la luce della riflessione ecumeni-ca sulla cura del creato. La pan-demia non deve far dimenticare,come è stato detto in tante occa-sioni, che i credenti sono chia-mati a farsi testimoni della Lucedelle genti nel mondo per co-struire la pace, fondata sulla giu-stizia e cercando, così come èstato negli ultimi anni, il dialogoanche con le altre religioni, tan-to più su alcuni temi, come lalotta contro ogni forma di vio-lenza, senza confondere la chia-mata alla costruzione dell’unitàvisibile della Chiesa con la ricer-ca di una collaborazione interre-ligiosa, come è stato ricordato,proprio nel 2020, da un docu-mento promosso dal Consiglioecumenico delle Chiese (Wcc) esottoscritto da tanti organismicristiani.

A causa della pandemia sonostati rinviati e annullati incontrie iniziative, come nel caso dellaundicesima assemblea generaledel Wcc, prevista a Karlsruhenel settembre 2021, ma per ilmomento riprogrammata, sem-pre nella città tedesca, dal 31agosto all’8 settembre 2022. Diconseguenza sono state rinviatele assemblee regionali di prepa-razione, come nel caso di quellaeuropea, che rappresentano da

anni uno dei passaggi più signi-ficativi dal momento che sonooccasioni non tanto per un bi-lancio di quanto fatto quantopiuttosto di un primo confrontoper l’identificazione dei temi suiquali l’Assemblea generale delWcc è chiamata a deliberare.

Tra gli eventi rinviati, va ri-cordato il convegno promossodal Wcc, per il prossimo giugno,sull’insegnamento dell’ecume -nismo. Con tale appuntamentoil Wcc, in sintonia con tanti altriorganismi ecumenici a livellocontinentale e nazionale, si pro-pone di affrontare un tema sulquale i cristiani si sono interro-gati in questi ultimi anni nellaconsapevolezza che la condivi-sione dei passi compiuti per ilsuperamento delle divisioni co-stituisce la sfida delle sfide per leChiese. E questo dal momentoche per molti la questione dellarecezione dei passi del cammino

ecumenico, non solo quelli teo-logici, appare tanto faticosaquanto frammentaria, impeden-do la conoscenza di cosa i cri-stiani hanno fatto e stanno fa-cendo nella direzione della testi-monianza comune della Paroladi Dio. Pensare alla formazionevuol dire anche rilanciare un im-pegno, trasversale agli organi-smi ecumenici, per un sempremaggior coinvolgimento deigiovani nella vita delle Chiese,tanto che, nel 2021, proprio suquesto tema sono stati program-mati seminari e incontri, neiquali accanto all’aspetto pura-mente conoscitivo possa trovarespazio la dimensione spiritualedella condivisione delle diversetradizioni cristiane.

Questo convegno, intitolato«Teaching ecumenism», si col-loca quindi in un orizzonte diiniziative sulla recezione e sullaformazione e rappresenta per-tanto uno degli appuntamentipiù interessanti del 2021, annoin cui, sempre nell’incertezza le-gata alla diffusione della pande-mia, si farà memoria, in Europa,del ventesimo anniversario dellafirma della Charta œcumenica. Undo cumento che costituisce unafonte preziosa per il presentedell’ecumenismo, con il suo ap-pello per un coinvolgimento deicristiani nella testimonianzaquotidiana della fede, radicatasull’ascolto delle Sacre Scrittu-re, al di là delle questioni ancoraaperte. Proprio il confronto teo-logico su di esse — che non è ve-nuto meno nel 2020, anche gra-zie all’ampio ricorso della mo-dalità webinar capace di aprirespazi inattesi e impensabili —continua a essere uno degliaspetti centrali del camminoecumenico, così come apparedal calendario dei tanti incontrifissati per il 2021, quando si co-mincerà a pensare anche al 1700°anniversario del concilio di Ni-cea nel 2025, da vivere insiemeper essere, oggi come allora, te-stimoni dell’amore trinitario nelmondo.

Il concilio di Nicea del 325 raffigurato in un’icona ortodossa

San Giovanni XXIII con i primi collaboratoridel Segretariato per la promozione dell’unità dei cristiani

Il patriarca di Mosca in occasione del Natale

Affidarsi a Dio per superare le prove

COMUNE DI CASORIA (NA)Avviso di proroga dei termini bando di gara

Con Det. n. 1384 del 09/10/2020 veniva indetta procedura aperta per l’individuazione di soggetti del terzo settore per la gestione di azioni di sistema per l’accoglienza, la tutela e l’integrazione a favore di tito-lari di protezione internazionale nel quadro del sistema di protezione per titolari di protezione internazionale e per i minori stranieri non ac-compagnati (SIPROIMI) per il biennio 2021/2022. CIG: 8462699822 CUP: J79D19000050006 con scadenza presentazione offerte alle ore 12.00 del 28/12/2020 e che contestualmente si revocava la precedente procedura di evidenza pubblica di cui alla det. n. 2053 del 30/12/2019. Riscontrato che la Piattaforma di E-procurement del Comune di Caso-ria: https://comunecasoria-appalti.maggiolicloud.it/PortaleAppalti/ ri-sultava essere in manutenzione fino al 23/12/2020, al fine di ripristinare la pluralità e la parità di diritti nella partecipazione di tutti gli operatori economici il termine di scadenza è prorogato di ulteriori 10 (dieci) giorni dalla Pubblicazione nella G.U.R.I. sezione Bandi di gara, per la presentazione delle eventuali offerte. RUP: Dott. Antonio Chianese.

Il dirigente ad interim IV settore dott. Ciro De Rosa

Provincia di ArezzoAffidamento del servizio di ingegneria e architettura per la redazione del Progetto definitivo ed esecutivo, compreso il Piano di sicurezza in fase di progettazione, nell’ambito dell’intervento: “Progetto dei lavori di mi-glioramento sismico e normativo dell’istituto scolastico Vittoria Colonna di Arezzo”. Procedura aperta ai sensi dell’art. 60 del D.Lgs. n. 50/2016 su piattaforma telema-tica START https://start.e.toscana.it/regione-toscana/. Importo a base di gara: € 226.269,67= al netto di Oneri Previdenziali ed IVA. Termine ultimo presentazione of-ferte: ore 12.00 del 28.01.2021. CIG: 85492529ED CUP: I12G19000010001. Pubblicato nella G.U.U.E S: 2020/S 255-641388 il 31.12.2020. Pubblicazione G.U.R.I. 5a Se-rie Speciale n. 01 del 04.01.2021.

ASMEL CONSORTILE S.C.A R.L.per conto del Comune di Albanella (SA)

Esito di gara - CIG 7804326D8ALa procedura aperta per l'affidamento dei lavori di"Adeguamento e messa in sicurezza della strada pro-vinciale SP 11b e la SP 410 per il collegamento deiComuni dell'Alta Valle del Fiume Calore-Salernitanocon al SS 16" è stata aggiudicata con determinazionen. 311 e di settore n. 173 del 26 ottobre 2020 all'im-presa AMBITER S.R.L., con sede a Eboli (SA) in ViaIsca Rotonda al s.n.c., P.I. 03567100650 con un ri-basso d'asta del 12,00%. Importo di aggiudicazione:€ 2.067.432,189.

Il responsabile della procedura di affidamentoing. Carlo Di Lucia

MOSCA, 7. «Quando mi sono rivolto avoi in questo o stesso luogo la notte diPasqua non c’era praticamente nessunonella cattedrale di Cristo Salvatore. Maora sento del rumore e questo significache ci sono più persone nel tempio. E separliamo di ciò che sta accadendo oggi atutti noi, significa che il virus, che è statodavvero un grande banco di prova per lanostra gente, sta gradualmente scompa-rendo». Parole di speranza quelle pro-nunciate dal patriarca di Mosca, Kirill,prima dell’inizio delle funzioni liturgi-che per la festa della Natività di Cristo —

celebrata dalle Chiese ortodosse che se-guono il calendario giuliano e dalleChiese cattoliche orientali — svoltesi nel-la cattedrale di Cristo Salvatore a Moscala notte tra il 6 e il 7 gennaio.

Il primate della Chiesa ortodossa rus-sa, nel suo messaggio di Natale, trasmes-so in diretta su due canali televisivi na-zionali e sul portale del Patriarcato, hasottolineato come questa «festa salvifi-ca» del mondo ci inviti a riflettere sulsuo significato spirituale duraturo e alcontempo chiave per tutta l’umanità.

Soprattutto in questi tempi difficili dovesolo la preghiera costante a Dio permet-terà all’uomo di guarire e ritornare «allabellezza originale». I popoli della terra,ha proseguito Kirill, «stanno vivendouna difficile prova di una nuova malat-tia, con i cuori delle persone presi dallapaura e dall’ansia per il futuro, ed è par-ticolarmente importante per noi raffor-zare la preghiera collettiva e individua-le» per invocare dal Signore l’aiuto inparticolar modo per quanti sono affettida questa pandemia che non conoscetregua. Di qui l’esortazione a innalzare

preghiere all’O nni-potente affinché«rinnovi la loro forzamentale e fisica, ga-rantisca ai malati unaguarigione rapida edia il suo aiuto ai me-dici e a tutti gli opera-tori sanitari che com-battono disinteressa-tamente per la lorosalute e la loro vita».

Dio come guidaprotettrice e ispiratri-ce del nostro cammi-no affannato, quindi,

a cui rivolgerci senza timore per tutta lavita. «Ricordiamoci — ha ribadito il pa-triarca — che nessun problema può spez-zare lo spirito di una persona se essamantiene una fede viva e fa affidamentosu Dio in ogni cosa». Pertanto, le proveche ci hanno colpito devono essere ac-cettate senza lamentarsi, «perché se spe-riamo in Lui, saremo santificati», vistoche «“Dio è con noi” come canta laChiesa di Cristo in questi santi giorni diNatale». E allora è doveroso, insiste Ki-rill, unire le nostre invocazioni in modo

che «la luce incorruttibile del divino il-lumini la misera caverna della nostra vi-ta, affinché i nostri cuori contriti e umili,come la mangiatoia di Betlemme, riceva-no con riverenza il Salvatore venuto almondo». Solo così i giorni santi delle ce-lebrazioni natalizie acquisteranno un si-gnificato gioioso e ricco di speranza, sot-to il manto misericordioso del Signore,glorificando il suo nome in ogni opera diassistenza e di carità cristiana verso ilprossimo sofferente.

«Possa Egli — ha concluso il primatedella Chiesa ortodossa russa — illumina-re i popoli della terra con la luce dellaSua conoscenza, benedirli con la pace eaiutare tutti noi a realizzare la nostra co-mune responsabilità per il presente e ilfuturo del pianeta. Possa il divino Bam-bino inviare amore e armonia alle nostrefamiglie, possa proteggere i nostri giova-ni e tutti noi dai peccati e dagli errori pe-ricolosi».

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L’OSSERVATORE ROMANOgiovedì 7 gennaio 2021 pagina 7

Nell’intenzione per il mese di gennaio

Al serviziodella fraternità

NOSTREINFORMAZIONI

Il Santo Padre ha nominato Nunzio Aposto-lico in Kuwait e in Qatar Sua EccellenzaMonsignor Eugene Martin Nugent, Arcive-scovo titolare di Domnach Sechnaill, finoraNunzio Apostolico in Haiti.

La Giornata dell’infanzia missionaria

Bambini e ragazzi di tutto il mondotestimoni tra i coetanei

All’Angelus il Papa parla del significato dell’Epifania

La luce che squarciale tenebre della vita

«Le tenebre sono presenti e minac-ciose nella vita di ognuno, ma laluce di Dio è più potente»: lo haassicurato Papa Francesco parlan-do della solennità dell’Epifania al-l’Angelus del 6 gennaio. Pubbli-chiamo la meditazione pronunciatadal Papa prima della recita dellapreghiera mariana di mezzogiorno,svoltasi ancora senza la presenza difedeli, a causa del covid-19, nellaBiblioteca privata del Palazzo apo-stolico vaticano.

Cari fratelli e sorelle,buongiorno!celebriamo oggi la solennitàdell’Epifania, cioè la manife-stazione del Signore a tuttele genti: infatti, la salvezzaoperata da Cristo non cono-sce confini, è per tutti. L’Epi-fania non è un altro mistero,è sempre lo stesso misterodella Natività, visto però nel-la sua dimensione di luce: lu-ce che illumina ogni uomo,luce da a c c o g l i e re nella fede eluce da portare agli altri nellacarità, nella testimonianza,nell’annuncio del Vangelo.

La visione di Isaia, ripor-tata nella Liturgia odierna(cfr. 60, 1-6), risuona nel no-stro tempo più che mai attua-le: «La tenebra ricopre la ter-ra, nebbia fitta avvolge i po-poli» (v. 2). In questo oriz-zonte, il profeta annuncia laluce: la luce donata da Dio aGerusalemme e destinata arischiarare il cammino di tut-te le genti. Questa luce ha laforza di attrarre tutti, vicini elontani, tutti si mettono incammino per raggiungerla(cfr. v. 3). È una visione cheapre il cuore, che allarga ilrespiro, che invita alla spe-ranza. Certo, le tenebre sonopresenti e minacciose nellavita di ognuno e nella storiadell’umanità, ma la luce diDio è più potente. Si trattadi accoglierla perché possarisplendere a tutti. Ma pos-siamo domandarci: dov’èquesta luce? Il profeta la in-travedeva da lontano, ma giàbastava a riempire di gioiaincontenibile il cuore di Ge-ru s a l e m m e .

D ov’è questa luce? L’evan-gelista Matteo, a sua volta,raccontando l’episodio deiMagi (cfr. 2, 1-12), mostra chequesta luce è il Bambino diBetlemme, è Gesù, anche sela sua regalità non da tutti èaccettata. Anzi, alcuni la ri-fiutano, come Erode. È Luila stella apparsa all’orizzonte,il Messia atteso, Colui attra-verso il quale Dio realizza ilsuo regno di amore, il suo re-gno di giustizia, il suo regnodi pace. Egli è nato non soloper alcuni ma per tutti gliuomini, per tutti i popoli. Laluce è per tutti i popoli, lasalvezza è per tutti i popoli.

E come avviene questa “ir-radiazione”? Come la luce diCristo si diffonde in ogniluogo e in ogni tempo? Ha ilsuo metodo per diffondersi.Non lo fa attraverso i potentimezzi degli imperi di questomondo, che sempre cercanodi accaparrarsene il dominio.No, la luce di Cristo si dif-fonde attraverso l’annunciodel Vangelo. L’annuncio, laparola, e la testimonianza. Econ lo stesso “meto do” sceltoda Dio per venire in mezzo anoi: l’incarnazione, cioè ilfarsi prossimo all’altro, in-contrarlo, assumere la suarealtà e portare la testimo-nianza della nostra fede,ognuno. Solo così la luce diCristo, che è Amore, può ri-splendere in quanti la accol-gono e attirare gli altri. Nonsi allarga la luce di Cristo

con le parole soltanto, conmetodi finti, imprenditoria-li... No, no. La fede, la paro-la, la testimonianza: così siallarga la luce di Cristo. Lastella è Cristo, ma la stellapossiamo e dobbiamo essereanche noi, per i nostri fratellie le nostre sorelle, come testi-

moni dei tesori di bontà e dimisericordia infinita che ilRedentore offre gratuitamen-te a tutti. La luce di Cristonon si allarga per proseliti-smo, si allarga per testimo-nianza, per confessione dellafede. Anche per il martirio.

Dunque, la condizione èaccogliere in sé questa luce,accoglierla sempre di più.Guai se pensiamo di posse-derla, guai se pensiamo sol-tanto di doverla solo “gesti-re ”! Anche noi, come i Magi,siamo chiamati a lasciarcisempre affascinare, attirare,guidare, illuminare e conver-tire da Cristo: è il camminodella fede, attraverso la pre-ghiera e la contemplazionedelle opere di Dio, che conti-nuamente ci riempiono digioia e di stupore, uno stu-pore sempre nuovo. Lo stu-pore è sempre il primo passoper andare avanti in questaluce.

Invochiamo la protezionedi Maria sulla Chiesa univer-sale, affinché diffonda nelmondo intero il Vangelo diCristo, luce di tutte le genti,luce di tutti i popoli.

Al termine dell’Angelus il Ponteficeha lanciato un appello per la Re-pubblica Centrafricana e ha rivoltoun messaggio augurale ai fedeli del-le Chiese Orientali, cattoliche e or-todosse, che giovedì 7 hanno cele-brato il Natale. Quindi ha ricorda-to la Giornata mondiale dell’infan-zia missionaria e salutato la Fon-dazione polacca Corteo dei Re Ma-gi, che promuove iniziative solidali.

Cari fratelli e sorelle!Seguo con attenzione epreoccupazione gli eventinella Repubblica Centrafrica-

na, dove si sono recentemen-te svolte le elezioni, con lequali il popolo ha manifesta-to il desiderio di proseguiresulla via della pace. Invitoperciò tutte le parti a un dia-logo fraterno e rispettoso, arespingere l’odio ed evitareogni forma di violenza.

Mi rivolgo con affetto aifratelli e alle sorelle delleChiese Orientali, cattoliche eortodosse, che, secondo la lo-ro tradizione, celebrano do-mani il Natale del Signore.Ad essi porgo il più sentitoaugurio di un Santo Natale,

nella luce di Cristo nostrapace e nostra speranza.

Nell’odierna festa dell’Epi-fania si celebra la GiornataMondiale dell’Infanzia Mis-sionaria, che coinvolge tantibambini e ragazzi di tutto ilmondo. Ringrazio ciascunodi loro, e li incoraggio ad es-sere testimoni gioiosi di Ge-sù, cercando sempre di por-tare fraternità in mezzo aico etanei.

E rivolgo il mio cordialesaluto a tutti voi, che sietecollegati attraverso i mezzi dicomunicazione. Un salutospeciale va alla Fondazione“Corteo dei Re Magi”, cheorganizza in numerose città evillaggi della Polonia, e di al-tre nazioni, eventi di evange-lizzazione e di solidarietà.

A tutti auguro una buonafesta. Per favore, non dimen-ticatevi di pregare per me.Buon pranzo e arrivederci!

Inizia all’insegna della fratel-lanza l’impegno della Retemondiale di preghiera del Pa-pa per questo nuovo anno2021. L’intenzione affidata dalPontefice per il mese di gen-naio è proprio «Al serviziodella fraternità».

Nel breve filmato diffusomartedì pomeriggio, 5 gen-naio, scorrono le immagini dipersone appartenenti allagrandi religioni monoteiste.Una cristiana, una musulma-na e un ebreo vengono ripresimentre pregano. Ognuno conle sue modalità caratteristi-che: la musulmana rivolta ver-so La Mecca, in ginocchio suun tappetino; la cristiana conle mani raccolte intorno a unrosario mentre guarda l’imma-gine della Madonna del Per-petuo soccorso; l’ebreo in pie-di, con un testo sacro tra lemani, e con indosso il tradi-zionale tallèd e la kippah sulcap o.

«Pregando Dio, seguendoGesù — dice il Papa — ci unia-mo come fratelli a chi pregaseguendo altre culture, altretradizioni e altre credenze.Siamo fratelli che pregano».Poi prosegue sottolineandocome «la fratellanza ci portaad aprirci al Padre di tutti e avedere nell’altro un fratello,una sorella, con cui condivi-dere la vita o sostenersi a vi-cenda, per amare, per cono-

scere». E ancora, fa notare co-me «la Chiesa valorizza l’a-zione di Dio nelle altre reli-gioni, senza dimenticare cheper noi cristiani la fonte delladignità umana e della frater-nità è nel Vangelo di GesùCristo». Da qui l’invito: «Noicredenti dobbiamo tornare al-le nostre fonti e concentrarcisu ciò che è essenziale. L’es-senziale della nostra fede èl’adorazione nei confronti diDio e l’amore per il prossi-mo».

I tre protagonisti del videocomunicano tra di loro man-dandosi dei messaggi attra-verso lo smartphone. E si ri-trovano insieme al servizio deifratelli nella carità. Vengonoripresi, infatti, mentre allesti-scono una mensa per i poverie distribuiscono loro il pasto.Il Papa conclude invitando apregare perché il Signore «cidia la grazia di vivere in pienafratellanza con i fratelli e lesorelle di altre religioni, senzalitigare, pregando gli uni pergli altri, aperti a tutti».

Il filmato — diffuso, comedi consueto, attraverso il sitointernet www.thepopevi-deo.org e tradotto in nove lin-gue — è stato creato e prodot-to dalla Rete mondiale di pre-ghiera del Papa in collabora-zione con l’agenzia La Machie il Dicastero per la comuni-cazione.

Celebrata soprattutto attraverso i socialmedia, a causa del covid-19 che di fattorende impossibili le riunioni di moltepersone, la Giornata dell’infanziamissionaria del 6 gennaio 2021 ha avutocome tema comune in tutto il mondoquello della testimonianza.I bambini e i ragazzi che aderiscono aquesta Pontificia opera — spiega lasegretaria generale suor RobertaTremarelli sul sito www.ppoomm.va —«durante tutto l’anno sono impegnati adavere un cuore aperto all’amore di Dio eai bisogni degli altri». Ma è in particolarmodo nella solennità dell’Epifania cheessi «hanno l’occasione di condividere illoro impegno nella preghiera enell’offerta». E poiché «a causa dellapandemia molte Giornate dell’infanziamissionaria» non sono state «celebrate alivello nazionale con un incontro di tuttii bambini e ragazzi, ma a livelloparrocchiale e di gruppo, la possibilitàdi utilizzare i social media» ha offerto«l’occasione di ampliare lapartecipazione: quindi posso dire —afferma la religiosa delle Ancellemissionarie del Santissimo Sacramento —che pur nella difficoltà di questo tempoabbiamo l’opportunità di incontrare piùpersone», anche se solo virtualmente. In

proposito la segretaria generale cita unincontro digitale su Zoom con bambini,ragazzi, animatori e direttori diocesani,durante il quale uno degli intervenuti hachiesto: «Noi già preghiamo tutti igiorni per i bambini di tutto il mondosecondo il carisma, però come possiamorealizzare oggi l’offerta di sacrifici e laraccolta materiale?». La suapreoccupazione era quella di raccoglieree offrire il proprio personale contributo,sia pur piccolo, per aiutare i bambini delmondo. «Questo mi ha molto colpito —confida suor Tremarelli — p erchéevidenzia che in questi bambini e ragazzic’è veramente la preoccupazione per glialtri coetanei». Insomma, «coinvolgersinell’Opera dell’infanzia e adolescenzamissionaria aiuta ad aprire il cuore e adavere gli orizzonti infiniti che Gesù haindicato».Protagonisti dell’evangelizzazione incasa, a scuola e negli ambienti chefrequentano insieme ai loro coetanei, ipiccoli discepoli missionari grazie allaloro sensibilità coinvolgononecessariamente anche le loro famiglie.«Perciò il primo luogo dove i bambinisono testimoni è proprio la famiglia»,commenta suor Tremarelli, rilanciando iltema di quest’anno. «È una

testimonianza reciproca: i genitoritestimoniano ai bambini la loro fede eallo stesso tempo i bambini e ragazzitestimoniano ai loro genitori l’imp egnodi pensare agli altri, quegli altri chevanno oltre la propria famiglia, oltre ilproprio quartiere, oltre il proprio paese».Del resto, conclude la segretariagenerale, «“Siate miei testimoni” èl’invito che Gesù rivolge a ognibattezzato, indipendentemente dall’età».

Appello per la Repubblica Centrafricana:respingere l’odio e la violenza, e percorrere la stradadel dialogo fraterno e rispettoso

†La Segreteria di Stato comunica con vivo do-lore che è deceduto il

Reverendo donCLETO PAVA N E T T O

S.D.B

già Officiale della Segreteria di Stato.

Ricordando il suo generoso servizio allaChiesa, i Superiori, gli Officiali e il Personaledella Segreteria di Stato si uniscono nella pre-ghiera di suffragio per l’eterna pace del com-pianto defunto ed esprimono commossa par-tecipazione al lutto dei suoi familiari e dellaSocietà Salesiana di San Giovanni Bosco.

Page 12: CLXI Wa s h i n g t o n : fragile democrazia ferita...Non era la tempesta e non era inarrestabile, come le altre tre vittime le cui identit¿ non sono ancora state rese note dalla

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 giovedì 7 gennaio 2021

Papa Francesco celebra la messa nella solennità dell’Epifania

Alla scuola dei Magiper imparare ad adorare

L’ evangelista Mat-teo sottolinea che iMagi, quandogiunsero a Betlem-

me, «videro il bambino conMaria sua madre, si prostraro-no e lo adorarono» (Mt 2, 11).Adorare il Signore non è faci-le, non è un fatto immediato:esige una certa maturità spiri-tuale, essendo il punto d’arrivodi un cammino interiore, a vol-te lungo. Non è spontaneo innoi l’atteggiamento di adorareDio. L’essere umano ha biso-gno, sì, di adorare, ma rischiadi sbagliare obiettivo; infatti,se non adora Dio, adorerà de-gli idoli — non c’è un punto dimezzo, o Dio o gli idoli, o perusare una parola di uno scrit-tore francese: “Chi non adoraDio, adora il diavolo” —, e in-vece che credente diventeràidolatra. Ed è così, aut aut.

Nella nostra epoca è parti-colarmente necessario che, siasingolarmente che comunita-riamente, dedichiamo più tem-po all’adorazione, imparandosempre meglio a contemplareil Signore. Si è perso un po’ ilsenso della preghiera di adora-zione, dobbiamo riprenderlo,sia comunitariamente sia nellapropria vita spirituale. Oggi,pertanto, ci mettiamo allascuola dei Magi, per trarne al-cuni insegnamenti utili: comeloro, vogliamo prostrarci eadorare il Signore. Adorarlosul serio, non come ha dettoErode: “Fatemi sapere dov’è ilposto e io andrò ad adorarlo”.No, questa adorazione non va.Sul serio!

D all’odierna Liturgia dellaParola ricaviamo tre espressio-ni, che possono aiutarci a com-prendere meglio che cosa si-gnifica essere adoratori del Si-gnore. Queste espressioni so-no: “alzare gli occhi”, “metter-si in viaggio” e “v e d e re ”. Que-ste tre espressioni ci aiuteran-no a capire cosa significa esse-re adoratori del Signore.

La prima espressione, a l z a regli occhi, ce la offre il profetaIsaia. Alla comunità di Geru-salemme, ritornata da pocodall’esilio e prostrata dalloscoraggiamento a causa di tan-te difficoltà, il profeta rivolgequesto forte invito: «Alza gliocchi intorno e guarda» (60,4). È un invito a mettere daparte stanchezza e lamentele, auscire dalle strettoie di una vi-sione angusta, a liberarsi dalladittatura del proprio io, sem-pre incline a ripiegarsi su séstesso e sulle proprie preoccu-pazioni. Per adorare il Signorebisogna anzitutto “alzare glio cchi”: non lasciarsi cioè im-prigionare dai fantasmi inte-riori che spengono la speran-za, e non fare dei problemi edelle difficoltà il centro dellapropria esistenza. Ciò nonvuol dire negare la realtà, fin-gendo o illudendosi che tuttovada bene. No. Si tratta invecedi guardare in modo nuovo iproblemi e le angosce, sapen-do che il Signore conosce lenostre situazioni difficili,ascolta attentamente le nostreinvocazioni e non è indifferen-te alle lacrime che versiamo.

Questo sguardo che, mal-grado le vicende della vita, ri-mane fiducioso nel Signore,genera la gratitudine filiale.Quando questo avviene, ilcuore si apre all’adorazione. Alcontrario, quando fissiamol’attenzione esclusivamente suiproblemi, rifiutando di alzaregli occhi a Dio, la paura inva-de il cuore e lo disorienta, dan-do luogo alla rabbia, allosmarrimento, all’angoscia, alladepressione. In queste condi-zioni è difficile adorare il Si-

gnore. Se si verifica ciò, biso-gna avere il coraggio di rom-pere il cerchio delle nostreconclusioni scontate, sapendoche la realtà è più grande deinostri pensieri. Alza gli occhi in-torno e guarda: il Signore ci invi-ta in primo luogo ad avere fi-ducia in Lui, perché Egli si

prende realmente cura di tutti.Se dunque Dio veste così benel’erba nel campo, che oggi c’èe domani si getta nel forno,quanto di più farà per noi?(cfr. Lc 12, 28). Se alziamo losguardo al Signore, e alla sualuce consideriamo la realtà,scopriamo che Egli non ci ab-bandona mai: il Verbo si è fat-to carne (cfr. Gv 1, 14) e rimanesempre con noi, tutti i giorni(cfr. Mt 28, 20). Sempre.

Quando alziamo gli occhi aDio, i problemi della vita nonscompaiono, no, ma sentiamoche il Signore ci dà la forza ne-cessaria per affrontarli. “A l z a regli occhi”, allora, è il primopasso che dispone all’adora-zione. Si tratta dell’adorazionedel discepolo che ha scopertoin Dio una gioia nuova, una

gioia diversa. Quella del mon-do è fondata sul possesso deibeni, sul successo o su altre co-se simili, sempre con l’“io” alcentro. Invece la gioia del di-scepolo di Cristo trova il suofondamento nella fedeltà diDio, le cui promesse non ven-gono mai meno, a dispettodelle situazioni di crisi in cuipossiamo venire a trovarci. Ec-co allora che gratitudine filialee gioia suscitano l’anelito adadorare il Signore, che è fedelee non ci lascia mai soli.

La seconda espressione checi può aiutare è mettersi in viag-gio. Alzare gli occhi [la prima];la seconda: mettersi in viaggio.Prima di poter adorare il Bam-bino nato a Betlemme, i Magidovettero affrontare un lungoviaggio. Scrive Matteo: «Ecco,alcuni Magi vennero da orien-te a Gerusalemme e dicevano:“D ov’è colui che è nato, il redei Giudei? Abbiamo vistospuntare la sua stella e siamovenuti ad adorarlo”» (Mt 2, 1-2). Il viaggio implica sempreuna trasformazione, un cam-biamento. Dopo un viaggionon si è più come prima. C’èsempre qualcosa di nuovo inchi ha compiuto un cammino:le sue conoscenze si sono am-pliate, ha visto persone e cosenuove, ha sperimentato il raf-forzarsi della volontà nel farfronte alle difficoltà e ai rischidel tragitto. Non si giunge adadorare il Signore senza passa-re prima attraverso la matura-zione interiore che ci dà il met-terci in viaggio.

Si diventa adoratori del Si-gnore mediante un camminograduale. L’esperienza ci inse-gna, ad esempio, che una per-sona a cinquant’anni vive l’a-dorazione con uno spirito di-verso rispetto a quando neaveva trenta. Chi si lascia mo-dellare dalla grazia, solitamen-te, col passare del tempo mi-gliora: l’uomo esteriore invec-

chia — dice San Paolo —, men-tre l’uomo interiore si rinnovadi giorno in giorno (cfr. 2 Cor4, 16), disponendosi sempremeglio ad adorare il Signore.Da questo punto di vista, i fal-limenti, le crisi, gli errori pos-sono diventare esperienzeistruttive: non di rado servonoa renderci consapevoli che so-lo il Signore è degno di essereadorato, perché soltanto Luiappaga il desiderio di vita e dieternità presente nell’intimo diogni persona. Inoltre, col pas-sare del tempo, le prove e le fa-tiche della vita — vissute nellafede — contribuiscono a purifi-care il cuore, a renderlo piùumile e quindi più disponibilead aprirsi a Dio. Anche i pec-cati, anche la coscienza di esse-re peccatori, di trovare cosetanto brutte. “Ma io ho fattoquesto... ho fatto...”: se tu loprendi con fede e con penti-mento, con contrizione, ti aiu-terà a crescere. Tutto, tuttoaiuta, dice Paolo alla crescitaspirituale, all’incontro con Ge-sù, anche i peccati, anche ipeccati. E San Tommaso ag-giunge: “etiam mortalia”, anche i

brutti peccati, i peggiori. Mase tu lo prendi con pentimentoti aiuterà in questo viaggio ver-so l’incontro con il Signore ead adorarlo meglio.

Come i Magi, anche noidobbiamo lasciarci istruire dalcammino della vita, segnatodalle inevitabili difficoltà delviaggio. Non permettiamo chele stanchezze, le cadute e i fal-limenti ci gettino nello scorag-giamento. Riconoscendoli in-vece con umiltà, dobbiamofarne occasione per progredireverso il Signore Gesù. La vitanon è una dimostrazione diabilità, ma un viaggio versoColui che ci ama. Noi nondobbiamo in ogni passo dellavita far vedere la tessera dellevirtù che abbiamo; con umiltàdobbiamo andare verso il Si-gnore. Guardando al Signore,troveremo la forza per prose-guire con gioia rinnovata.

E veniamo alla terza espres-sione: v e d e re . Alzare gli occhi,mettersi in cammino, vedere.L’Evangelista scrive: «Entratinella casa, videro il bambinocon Maria sua madre, si pro-strarono e lo adorarono» (Mt

2, 10-11). L’adorazione era l’at-to di omaggio riservato ai so-vrani, ai grandi dignitari. IMagi, in effetti, adorarono Co-lui che sapevano essere il re deiGiudei (cfr. Mt 2, 2). Ma, difatto, che cosa videro? Videroun povero bambino con suamadre. Eppure questi sapienti,venuti da paesi lontani, seppe-ro trascendere quella scena co-sì umile e quasi dimessa, rico-noscendo in quel Bambino lapresenza di un sovrano. Furo-no cioè in grado di “v e d e re ” aldi là dell’apparenza. Prostran-dosi davanti al Bambino natoa Betlemme, espressero un’a-dorazione che era anzitutto in-teriore: l’apertura degli scrigniportati in dono fu segno del-l’offerta dei loro cuori.

Per adorare il Signore biso-gna “v e d e re ” oltre il velo delvisibile, che spesso si rivela in-gannevole. Erode e i notabilidi Gerusalemme rappresenta-no la mondanità, perennemen-te schiava dell’apparenza. Ve-dono e non sanno vedere —non dico che non credono, ètroppo — non sanno vedereperché la loro capacità è schia-va dell’apparenza e in cerca diattrattive: essa dà valore sol-tanto alle cose sensazionali, al-le cose che attirano l’attenzio-ne dei più. D’altro canto, neiMagi vediamo un atteggia-mento diverso, che potremmodefinire realismo teologale — unaparola troppo “alta”, ma pos-siamo dire così, un realismoteologale —: esso percepiscecon oggettività la realtà dellecose, giungendo finalmente al-la comprensione che Dio ri-fugge da ogni ostentazione. IlSignore è nell’umiltà, il Signo-re è come quel bambino umile,rifugge dall’ostentazione, cheè proprio il prodotto dellamondanità. Questo modo di“v e d e re ” che trascende il visi-bile, fa sì che noi adoriamo ilSignore spesso nascosto in si-tuazioni semplici, in personeumili e marginali. Si trattadunque di uno sguardo che,non lasciandosi abbagliare daifuochi artificiali dell’esibizio-nismo, cerca in ogni occasioneciò che non passa, cerca il Si-gnore. Noi perciò, come scrivel’apostolo Paolo, «non fissia-mo lo sguardo sulle cose visi-bili, ma su quelle invisibili,perché le cose visibili sono diun momento, quelle invisibiliinvece sono eterne» (2 Cor 4,18).

Che il Signore Gesù ci ren-da suoi veri adoratori, in gradodi manifestare con la vita il suodisegno di amore, che abbrac-cia l’intera umanità. Chiedia-mo la grazia per ognuno di noie per la Chiesa intera, di impa-rare ad adorare, di continuaread adorare, di esercitare tantoquesta preghiera di adorazio-ne, perché solo Dio va adora-to.

Papa Francesco ha presieduto, mercoledì 6 gennaio,alle 10, all’altare della Cattedra della basilica Va-ticana, la messa nella solennità dell’Epifania delSignore. Prima della celebrazione è stato recitato ilrosario. Erano presenti venti cardinali e, al momen-to della preghiera eucaristica, si sono accostati al-l’altare il decano Giovanni Battista Re e il vice de-cano Leonardo Sandri. Dopo la lettura del Vange-lo, è stato proclamato l’annuncio del giorno di Pa-squa, che quest’anno si celebrerà il 4 aprile. Nella

preghiera dei fedeli, sono state ricordate «le giovaniChiese e quelle di antica tradizione», perché «cre-scano insieme e si aiutino come Chiese sorelle, nelcomune impegno di suscitare nuovi discepoli delVangelo». Si è pregato anche «per i pastori del po-polo di Dio e i loro collaboratori: a imitazione dellaVergine Madre annuncino ai vicini e ai lontani Cri-sto, vera luce del mondo». Quindi perché «i missio-nari, condividendo le fatiche, i dolori e le speranzedelle persone a cui sono inviati, siano limpidi testi-

moni della misericordia del Padre». Inoltre sonostate elevate intenzioni per «gli uomini di cultura edi scienza: come i Magi sappiano riconoscere nellacreazione i segni di Dio e si aprano al dono dellaverità tutta intera». La celebrazione si è conclusacon il canto dell’antifona «Alma Redemptoris Ma-ter»: il Papa ha accarezzato l’immagine marianaper poi farsi il segno della croce. È stato quindi in-tonato il canto «Tu scendi dalle stelle». Pubbli-chiamo l’omelia del Pontefice.