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Università degli Studi di Genova Facoltà di Lingue e Letterature Straniere
TESI DI LAUREA
Clil, un nuovo approccio alla didattica delle lingue straniere.
Relatore Chiar.mo Prof.re Cristiano Broccias Correlatrice Chiar.ma Prof.ssa Maria Cristina Castellani
Candidata Ilaria Fiore
Anno Accademico 2010/2011
2
RINGRAZIAMENTI: I miei ringraziamenti più sentiti per l’appoggio ricevuto, la fiducia accordatami
e per la devozione con la quale da sempre è impegnata nel campo
dell’istruzione, vanno alla prof.ssa Maria Cristina Castellani.
Grazie al prof. Cristiano Broccias per aver supportato una tesi che esula dal
suo ambito di ricerca.
Un apporto fondamentale alla tesi giunge anche dai consigli e le informazioni
fornitemi dal prof. Paul Thomas del Liceo Linguistico C. Amoretti di Imperia e
dalla prof.ssa Maribel Sanchez, Liceo Linguistico G. Deledda di Genova, i quali
hanno saputo motivarmi e convincermi della bontà di una tesi sulla didattica,
trasmettendomi la loro passione per l’insegnamento.
Ringrazio la mia famiglia, che ha sempre supportato le mie scelte, ed il mio
grande amico, Christian, sempre presente, anche nelle avversità.
Termino con un augurio e una promessa rivolta a me stessa: credere sempre
in ciò che faccio, non abbandonare un ideale per paura o per seguire la
corrente e mai far spegnere quella fiamma che ci tiene vivi e che muove il
mondo: la curiosità verso ciò che ci è sconosciuto.
3
INDICE:
Capitolo I: Clil, nuova dimensione dell’insegnamento delle
lingue straniere.
I.1 Cos’è il Clil e come nasce.
I.2 CLIL in Europa.
I.3 CLIL in Italia.
Capitolo II: Clil come strumento per la didattica.
II.1 CLIL e la didattica costruttivista.
II.2 L’apprendimento in L2
II.3 CLIL e TIC (Tecnologie dell’Informazione e della
Comunicazione)
Capitolo III: Clil, quale docente?
III.1 Il profilo del docente Clil.
III.2 La formazione docenti
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30
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III.2.1 La formazione universitaria.
III.2.2 La formazione in servizio.
III.2.3 La dimensione europea della formazione
Capitolo IV: Le esperienze CLIL dei Licei Linguistici C.
Amoretti (Imperia) e G. Deledda (Genova).
IV. 1: Liceo Linguistico C. Amoretti (Imperia), Prof.
Paul Thomas.
IV. 2 Liceo Linguistico G.Deledda (Genova), Prof.
Maribel Sánchez.
Capitolo V: Planning a Clil lesson at secondary level.
V.1 Planning a Clil didactic unit for a secondary
school focusing on Tourism and Hospitality.
V. 2 Pianificare un’unità didattica Clil per la Scuola
Secondaria di II grado.
Conclusioni
Bibliografia
Sitografia
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41
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CAPITOLO I
CLIL, NUOVA DIMENSIONE DELL’INSEGNAMENTO
DELLE LINGUE STRANIERE.
I.1 Cos’é e come nasce.
Il Content Language Integrated Learning (CLIL) è un nuovo approccio alla
didattica delle lingue straniere.
Si tratta infatti di “apprendimento integrato di lingua e contenuto”.
In questa tesi la metodologia Clil viene applicata alla didattica della lingua
inglese, ma ogni lingua si presta all’utilizzo di questa metodologia, la quale
prevede l’apprendimento di una materia quale storia, geografia o altre,
attraverso l’uso di una lingua straniera.
Il CLIL è flessibile, ci sono diverse modalità di realizzazione adattabili all’età,
alla classe, alla materia e il vantaggio evidente è quello di poter combinare lo
studio di una materia con una metodologia che incoraggia e stimola l’uso delle
lingue, non a caso viene denominata anche dual-focused education.1
1 J.Marsh, Using Languages to Learn and Learning to Use Languages, Tie-Clil.
4
La flessibilità del CLIL fa sì che possa adeguarsi alle esigenze di tutti i settori
dell’educazione, dalla scuola primaria alla secondaria di secondo grado, così
come agli studi accademici.
Per comprendere l’utilità della metodologia CLIL basti riflettere sul processo di
apprendimento delle lingue: sappiamo che il bambino esposto all’uso
quotidiano di una lingua straniera, in casa, per esempio, perché avente
genitori di nazionalità diverse, acquista competenze che possono raggiungere
il bilinguismo perfetto.
Ciò è determinato dall’opportunità di fare esperienze di vita reale con la
lingua, usare cioè la lingua in contesti naturali e non come accade nel contesto
scolastico, dove vengono ricreate situazioni, conversazioni e suoni esterni al
contesto d’aula.
Il CLIL fornisce un contesto naturale di utilizzo delle lingue, sfruttate per
trasmettere contenuto rilevante ai fini dell’apprendimento della materia. La
chiave del successo del CLIL è dunque presto svelata: la motivazione nell’uso
della lingua; la possibilità, che sempre è venuta a mancare in contesto
scolastico, di mettere in pratica le conoscenze linguistiche fornite dai percorsi
scolastici della scuola pubblica italiana.
Fermo restando l’importanza di solide basi grammaticali che diano struttura al
processo di apprendimento di una lingua, grazie al CLIL la grammatica, il
vocabolario, la pragmatica prendono forma, riuscendo così a dare senso
compiuto agli studi linguistici in quanto attraverso l’espressione effettiva ed
5
efficace in lingua straniera, l’alunno riconosce l’utilità di questo
insegnamento.
L’insegnamento attraverso il CLIL permette altresì di raggiungere quegli alunni
molto spesso considerati “non dotati per le lingue”, disaffezionati fin dai primi
anni di studio perché poco invogliati dagli studi propriamente linguistici. Il CLIL
fornisce loro la possibilità di apprendere attraverso l’uso della lingua e,
soprattutto, stimola la loro motivazione, che sappiamo essere di
fondamentale importanza a che il materiale appreso in classe vada a
depositarsi nella memoria a lungo termine e diventi dunque parte del
bagaglio di conoscenze di un individuo.
Attraverso il CLIL anche questi alunni sentono riconosciuti i loro sforzi ed
ottengono effettivi risultati nella comunicazione.
Il concetto di padronanza linguistica viene messo da parte per favorire la
lingua come strumento comunicativo sin dall’acquisizione delle prime
strutture e con un vocabolario limitato. L’accento viene posto sui risultati
positivi, accresce così la motivazione e ne giova sia l’apprendimento della
lingua che della materia oggetto d’insegnamento.
Il plus che deriva dal CLIL è l’ambiente d’apprendimento stesso: l’alunno
“pensa in lingua” , sebbene il focus dell’apprendimento non sia la lingua.
Ciò facendo associa concetti diversi determinando un arricchimento delle
mappe concettuali ed un più raffinato livello di apprendimento in generale.
Ecco ancora che si può parlare di dual-focused education.
6
Non va tralasciato l’aspetto sociologico che accompagna il CLIL. Tenuta in
considerazione l’importanza del plurilinguismo, va osservato che un proficuo
apprendimento delle lingue è tutt’oggi a beneficio dei pochi che possono
compiere studi ad indirizzo linguistico come nei Licei ESABAC o, diversamente,
seguire corsi privati di potenziamento e supporto alla didattica scolastica.
Come la conoscenza linguistica possa favorire ed essere fattore determinante
al momento dell’ingresso nel mondo del lavoro è cosa nota, il CLIL si muove
dunque verso una logica non più elitaria, per permettere a tutti gli studenti
un proficuo e spendibile apprendimento delle lingue.
Di fatto lo studio delle lingue attraverso il CLIL costituisce un valore aggiunto
nel fornire prospettive di carriera e di studio universitario in mobilità, per
questo l’apprendimento diventa “pre-professionalizzante” (Barbero 2005:15).
Inoltre, secondo il Piano d’Azione 2004-2006 della Commissione Europea, il
CLIL risponde agli obiettivi sul plurilinguismo della UE offrendo agli studenti la
possibilità concreta di mettere in pratica le competenze linguistiche acquisite,
senza richiedere ore aggiuntive di lezione.
Il plurinlinguismo è anche fattore d’integrazione sociale: il CLIL fornisce
l’ambiente ideale per avviare un tipo di apprendimento interculturale
attraverso l’analisi, la comparazione e la relativizzazione2 derivanti dei diversi
punti di vista presi in considerazione a lezione, ossia la materia vista dal punto
di vista della lingua nativa e della lingua straniera. Nasce così, con
2 J.Sudhoff, CLIL and Intercultural Communicative Competence: Foundations and approaches
towards a Fusion, www.icrj.eu.
7
l’apprendimento in lingua straniera, un “ terzo spazio”3 dato dalla fusione e
integrazione dei diversi influssi culturali, lo spazio di una nuova e più ricca
identità culturale dell’alunno.
Il fatto stesso di utilizzare materiale il cui contenuto riflette un punto di vista
straniero rispetto alla cultura nativa apre le porte a processi di apprendimento
interculturali. Materiale autentico, libri di testo in lingua straniera e risorse
digitali aiutano a comprendere e “ricostruire” il punto di vista diverso rispetto
alla materia trattata, comparandolo al proprio, senza per questo far sì che uno
escluda l’altro. L’integrazione dei diversi punti di vista delinea il cosiddetto
“terzo spazio”, d’incontro delle culture.
3 Idem.
8
I.2 CLIL in Europa.
Il CLIL in Europa vanta esperienze decennali. Grazie all’efficacia comprovata
nel motivare l’apprendimento, il CLIL è stato definito una priorità nel Piano
d’Azione per l’Apprendimento delle Lingue e la Diversità Linguistica della
Commissione Europea4.
Uno studio condotto da David Marsh (University of Jyväskylä, Finland) nel
2002, commissionato dall’Unione Europea, riunì le personalità maggiormente
impegnate sul territorio europeo negli studi su CLIL/EMILE (EMILE è il nome
utilizzato in francese per indicare il CLIL: Enseignement d’une Matière par
l’integration d’une Langue Etrangère).
Lo studio identifica nell’apprendimento delle lingue straniere un fattore
chiave per la coesione sociale e la costruzione di un’identità europea. Lo
stesso apprendimento delle lingue nell’Unione Europea ha subito profondi
cambiamenti per raggiungere migliori risultati, dagli anni ’50 ai giorni nostri.
Nella ricerca condotta da Marsh, l’attenzione cade, a partire dagli anni ’80,
sul gap esistente tra ciò che viene fornito in termini d’insegnamento delle
lingue straniere ed i risultati ottenuti, in termini di performance degli studenti.
Ciò, naturalmente, non significava un fallimento delle metodologie adottate
fino a quel momento, ma indicava la necessità di dotare gli studenti di
4 D. Marsh, Clil EMILE The European Dimension, 2001, UniCOM Continuing Education Centre,
University of Jyväskylä, Finland.
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maggiori abilità linguistiche ed incrementare la loro esposizione diretta alla
lingua.
La maggiore esposizione avrebbe comportato un maggior numero di ore
curricolari di lingua straniera, richiesta di fatto non esaudibile. Di qui
l’adozione di un approccio educativo già sperimentato con successo in scuole
private e in altri continenti.
Dalla sua introduzione, il CLIL/EMILE ha visto una diffusione diversificata sul
territorio. In particolar modo sono state adottate misure top-down negli Stati
Membri minori e di recente ingresso. Misure dall’alto, non permettendo altre
opzioni, sono, di fatto, più economiche e sono altresì orientate a migliorare la
competenza linguistica della popolazione in un’ottica di preparazione
all’internazionalizzazione e per avere maggiore competitività nel mercato del
lavoro.
Il CLIL è stato riconosciuto quale “soluzione pragmatica europea a un bisogno
europeo”. Una soluzione pratica, sostenibile, e ragionevole in termini di costi,
che combina gli obiettivi formativi di un individuo a maggiori possibilità di
impiego e adattamento al mondo del lavoro, preparandolo alle richieste di
quest’ultimo in un’ottica oramai consolidata di mobilità sul territorio europeo.
Quattro principi (le cosiddette quattro C: contenuto, comunicazione,
cognitivismo e cultura/cittadinanza) elevano il CLIL a più significante
contributore nella realizzazione delle Politiche sulle Lingue Straniere della
Commissione Europea:
10
Il contenuto, ossia l’acquisizione di conoscenze inerenti la materia
insegnata, rimane al centro del processo d’apprendimento attraverso
CLIL.
La comunicazione, in quanto la lingua diventa strumento per la
comunicazione e per l’apprendimento, usata in situazioni autentiche e
senza “prove generali”. CLIL in questo caso rinforza l’idea che la lingua,
per avere forma e significato, deve essere attivata in contesti pregni di
significato e motivanti per l’alunno.
Cognitivismo, poiché CLIL sviluppa e affina capacità del pensiero
attraverso il ragionamento in lingue diverse, andando a migliorare sia
la competenza, che la performance in lingua (savoir faire e savoir être).
Cultura e cittadinanza: l’opportunità di conoscere culture diverse
attraverso lo studio di materie in lingua straniera permette un
momento di riflessione sulle diversità che compongono l’Europa e fa si
che il concetto di cittadinanza europea prenda forma e diventi realtà.
Uno studio condotto da Eurydice5 (l’agenzia esecutiva per l’istruzione, gli
audiovisivi e la cultura) nel 2008, incrocia dati delle agenzie nazionali europee
ed Eurostat per dare un quadro d’insieme della situazione CLIL in Europa.
5 Key Data on Teaching Languages at school in Europe, 2008, Eurydice Network, Brussels.
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Dal report emerge che nella maggior parte dei Paesi Europei alcune scuole
propongono insegnamenti di tipo CLIL, a parte i casi di Malta e Lussemburgo
ove il CLIL è offerto in tutte le scuole.
Solitamente questo tipo d’insegnamento viene inserito nell’offerta formativa
dopo averlo sperimentato attraverso progetti pilota.
Status delle lingue target utilizzate nell’ambito dell’insegnamento di tipo CLIL. Livello primario e secondario generale, 2006/2007.
Fonte: Eurydice.
1 lingua di Stato + 1 lingua regionale o minoritaria o sprovvista di territorio 1 lingua di Stato + 1 lingua non autoctona 1 lingua di Stato + 1 altra lingua di Stato
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All’interno di uno stesso paese possono coesistere diverse combinazioni
possibili di lingue per cui l’insegnamento viene offerto nella lingua ufficiale di
Stato e una lingua regionale/minoritaria (ad es. francese e tedesco in alcune
regioni d’Italia e lingue autoctone in Slovenia, Galles, Irlanda del Nord e
Scozia, Norvegia) oppure la lingua ufficiale e una lingua non autoctona (in
questo caso le più diffuse sono inglese, francese e tedesco).
Sebbene nella maggior parte dei paesi l’insegnamento CLIL sia aperto a tutti
gli studenti, ben sette paesi hanno previsto requisiti speciali per l’ammissione
all’insegnamento CLIL: Bulgaria, Romania, Polonia, Portogallo, Slovacchia,
Paesi Bassi e Slovenia.
Questi variano dalle conoscenze generali in tutte le materie, alle conoscenze
nella materia d’insegnamento o le competenze linguistiche.
13
I.3 CLIL in Italia.
Come si evince dalla panoramica europea sull’insegnamento CLIL, i progetti
pilota fanno da sfondo ad una diramazione capillare sul territorio di questa
metodologia. Anche in Italia, già dalla fine degli anni ’90, si ha testimonianza
di esperienze CLIL in diversi istituti scolastici che hanno funzionato da motore
d’avviamento per il dibattito sul territorio nazionale.
Dati di rilievo emergono dal rapporto di monitoraggio “Le esperienze di CLIL
negli Istituti scolastici della Lombardia 2001-2006”6 a cura dell’Ispettrice
Tecnica Gisella Langé.
Già nel quinquennio ’01/’06 in ben 52 scuole superiori erano offerti
insegnamenti CLIL. Oltre ciò si osserva che sono cresciuti esponenzialmente
nel corso dei cinque anni sia il numero di scuole che offrono CLIL sia il numero
di classi all’interno delle stesse scuole, dimostrando così che attività
inizialmente limitate a un numero circoscritto di classi siano andate
estendendosi, grazie alla diffusione di materiali e conoscenze tra i docenti.
Un questionario sottoposto a studenti, docenti e genitori sulla valutazione
dell’esperienza CLIL, dimostrava come tali attività erano risultate positive per
studenti e genitori, mentre gli unici casi di problematicità esistevano tra i
docenti, sintomo della carenza di adeguate attività formative, sebbene la
Regione Lombardia fosse già attiva a questo riguardo con i corsi di formazione
6 Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, Progetto Lingue Lombardia, Ministero della
Pubblica Istruzione.
14
online ALI-CLIL. Le problematiche messe in rilievo si riferivano
all’organizzazione dell’orario scolastico, all’utilizzo condiviso di metodologie
didattiche e valutative.
Di qui l’importanza di inquadrare formalmente l’attività CLIL attraverso linee
guide del Ministero dell’Istruzione e formare adeguatamente i docenti per far
sì che non ci siano discrepanze a livello nazionale sulle metodologie e criteri
valutativi utilizzati.
Con il D.M. 249/107 è riformata la formazione e il reclutamento dei docenti
della scuola dell’infanzia, primaria e della scuola secondaria di primo e
secondo grado.
L’art.14 del suddetto Decreto Ministeriale prevede “corsi di perfezionamento
per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera”.
Questi dovranno essere attivati dalle università e rivolti ad insegnanti abilitati
già in possesso di un livello C1 secondo il Quadro Comune Europeo di
Riferimento per le Lingue.
La formazione s’inserisce in un quadro più ampio di scelte intraprese
attraverso la riforma della Scuola Secondaria.
Infatti, con i Regolamenti varati dal Consiglio dei Ministri nel febbraio 20108
viene riarticolata l’organizzazione dei Licei e degli Istituti Tecnici e
7http://www.miur.it/Documenti/universita/Offerta_formativa/Formazione_iniziale_insegnant
i_corsi_uni/DM_10_092010_n.249.pdf
15
Professionali (attiva dall’anno scolastico 2010/2011 limitatamente alle classi
prime e ai Licei, in quanto molto difficile riorganizzare in tempi brevi i
numerosi profili previsti per gli Istituti Tecnici e Professionali).
In particolare: nei Licei linguistici è previsto già dal primo anno del secondo
biennio l’insegnamento in lingua straniera di una disciplina non linguistica
facente parte degli insegnamenti obbligatori e a partire dal secondo anno del
secondo biennio un ulteriore insegnamento non linguistico in diversa lingua
straniera.
In tutti gli altri Licei e Istituti Tecnici è previsto nell’ultimo anno
l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera, mentre è
da constatare che non è stato previsto alcun insegnamento CLIL negli Istituti
Professionali, i quali potrebbero trarne grande beneficio.
Va ricordato che, secondo lo Schema di Regolamento, negli istituti scolastici
gli insegnamenti CLIL verranno attivati “nei limiti del contingente di organico
ad essi annualmente assegnato”.
Da ciò si deduce l’importanza di formare insegnanti già abilitati in modo che
ogni scuola possa beneficiare di attività CLIL indipendentemente dal budget
8 Regolamento recante norme concernenti il riordino degli istituti tecnici ai sensi dell art.64,
comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito dalla legge 6 agosto 2008,
n.133.
-Regolamento recante revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei licei
ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n.112, convertito dalla
legge 6 agosto 2008, n.133.
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CAPITOLO II
CLIL COME STRUMENTO PER LA DIDATTICA.
II.1 CLIL e la didattica costruttivista.
Il CLIL si presenta come una rivoluzione in termini di didattica. Un’analisi
attenta delle metodologie utilizzate porta ad una riflessione sullo sviluppo
cognitivo e rimanda agli studi sul costruttivismo di Jean Piaget (1896-1980).
Quest’ultimo riconobbe che il bambino non è un mero “recettore d’influenze
ambientali, né il veicolo di idee innate, ma un attivo costruttore delle proprie
conoscenze” (Camaioni, Di Biasio 2002:85). Le strutture della cognizione sono
dunque già presenti, ma si sviluppano grazie all’attività dell’individuo ed è in
particolar modo l’interazione sociale che facilita lo sviluppo cognitivo
individuale.
E’ grazie all’interazione con gli studi di Lëv Semënovic Vygotskij (1896-1934)
che le teorie piagetiane sono state approfondite e rivolte al contesto
dell’apprendimento.
Secondo Vygotskij lo sviluppo del bambino dipende dalla sua capacità di
padroneggiare gli strumenti della propria cultura. Il focus degli studi, dunque,
non è ciò che il bambino sa effettivamente fare, ma ciò che sarà in grado di
fare grazie all’esperienza acquisita. Il bambino è supportato dall’adulto (nel
nostro caso dall’insegnante) nel portare a termine il nuovo compito. Nel
18
momento in cui dimostra di saper fare da solo ciò per cui era stato guidato
dall’adulto, dà prova di aver interiorizzato l’abilità in questione.
Lo sviluppo mentale si presenta dunque come un’interazione tra assimilazione
nei propri schemi di dati dell’esperienza e contemporaneamente
accomodamento degli schemi per adattarli ai nuovi dati (Camaione, Di Biasio,
2002:86), un equilibrio che si rompe e ricostituisce in forme via via più
avanzate. È necessario però che il bambino sia sottoposto ad attività che
vanno oltre il mero esercizio di schemi già presenti (assimilazione) e lo
conducano allo sviluppo di nuove abilità cognitive (accomodamento).
In questa ottica il CLIL offre il contesto ideale per mettere in pratica le teorie
costruttiviste di sviluppo cognitivo.
L’insegnante CLIL ha il compito di aiutare gli alunni a creare una cultura della
classe, con la consapevolezza di come questa, attraverso le interazioni sociali,
abbia impatto positivo sull’apprendimento e sulla motivazione.
Ecco che viene richiamato un elemento fondamentale degli insegnamenti
CLIL: l’impatto sulla motivazione. Attraverso la consapevolezza di essere
costruttori attivi del proprio sapere, gli studenti sviluppano motivazioni
intrinseche all’insegnamento, che Oldfather chiama “continuous impulse to
learn”, stimolo continuo all’apprendimento (Oldfather, 2001:25).
Vivendo l’apprendimento come un’attività personale e motivata, gli studenti
si sentono coinvolti, curiosi e positivi verso la materia insegnata; viene
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stimolato il senso di “agentività”9, ossia la facoltà di intervenire sulla realtà e
sentirsi, come già citato, attivi costruttori delle proprie conoscenze, produttori
e non meri consumatori del sapere.
La capacità del CLIL è quella di stabilire un nesso tra ciò che gli studenti sono e
ciò che fanno a scuola. Gli insegnamenti di lingua, spesso percepiti come
astrusi e fuori contesto, prendono forma attraverso il contenuto della materia
e stimolano la motivazione dell’alunno, che associa lo studio della lingua a
degli scopi precisi.
L’alunno che riesce a comunicare le sue intenzioni in modo efficace, anche se
con un vocabolario limitato, prova un senso di autostima che lo spinge ad
apprendere ulteriormente. Non è dunque la gratificazione che arriva
dall’insegnante e dai voti, ma è l’autoconsapevolezza stessa di riuscire in
qualcosa di cui prima non si era capaci. L’alunno si concentra sullo scopo e sul
significato di ciò che sta apprendendo, in questo modo le motivazioni
dell’alunno passano da essere estrinseche a intrinseche, con risultati positivi
in termini di autovalutazione del proprio progresso e soprattutto distogliendo
l’attenzione dall’obiettivo del voto per riportarlo sul significato di ciò che si
studia.
Il ruolo dell’insegnante diventa perciò quello di facilitatore nel processo di
autodeterminazione dell’alunno, aiutandolo a riflettere, ponendo quesiti e
9 P.Oldfather, L’apprendimento dalla parte degli alunni, Edizioni Erikson, 2001.
20
sfide sempre nuove per testare ed accrescere il livello del suo sviluppo
potenziale.
Con questo tipo di approccio i tempi sono sicuramente più lunghi e l’accento è
posto sulla comprensione piuttosto che sulla quantità di contenuto veicolato.
Gli alunni imparano dagli errori e l’insegnante non passa ad un livello
superiore di difficoltà prima di aver accertato che la classe abbia compreso le
attività svolte.
Ciò non significa affatto che la qualità della didattica CLIL sia inferiore a quella
tradizionale. Piuttosto viene rivisto il concetto di apprendimento e alunno e si
tenta di dare a quest’ultimo i mezzi e la consapevolezza per sviluppare le
proprie conoscenze, invece di pensarlo come contenitore vuoto pronto a
ricevere contenuti.
21
II.2 L’apprendimento in L2.
Se finora si è parlato di “motivazione” per lo studente derivante dalla
metodologia CLIL, vanno anche riconosciuti i meriti in termini di
apprendimento della lingua.
Va innanzitutto ricordata la distinzione tra acquisizione e apprendimento di
una lingua straniera (Krashen 1981:10). Nel primo caso trattasi di un processo
inconscio, quello attraverso cui i bambini sviluppano abilità nella loro prima
lingua; non si è coscienti delle regole utilizzate, ma si usano per comunicare.
L’apprendimento è invece la modalità attraverso la quale gli adulti
apprendono una lingua in modo cosciente, conoscendone le regole e
monitorando attraverso quest’ultime la produzione. Ora, secondo Krashen, è
impossibile l’uso reale della lingua dovuto solo alla conoscenza delle regole,
poiché:
-il tempo di una conversazione non è sufficiente per pensare anche alle
regole;
- il contenuto della conversazione ci farebbe ovviamente distogliere dal
pensare alle regole;
-le regole della lingua sono troppe.
Ne deriviamo la necessità di un contesto d’immersione linguistica
nell’apprendimento delle lingue, per poterne sì apprendere le regole, ma
anche ottenere la fluency necessaria nella comunicazione.
22
Ad oggi l’insegnamento delle lingue in Italia è una disciplina fine a sé stessa
che si concentra sulle strutture e la forma. Con la metodologia CLIL il focus
dell’insegnamento si sposta sul significato, inteso come lingua inserita nel
contesto di un sapere, diventa più pragmatico e perciò più simile al processo
d’acquisizione che d’apprendimento di una L2.
Facendo riferimento agli studi di Jim Cummins dell’Università di Toronto
(Cummins, 1984), egli riconosce due modalità di apprendimento e uso della
lingua: la dimensione della quotidianità sfrutta le cosiddette BICS (Basic
Interpersonal Communicative Skills), mentre linguaggi che richiedono
operazioni cognitive superiori (scrivere un saggio di storia, fare un’esposizione
orale di scienze) e che non sono supportati dal contesto comunicativo
richiedono CALP (Cognitive Academic Language Proficiency). La differenza tra
le due dimensioni è data dal contesto comunicativo e dal supporto che questo
fornisce: nessuno nel caso di situazioni accademiche, ove la comunicazione si
fonda solo sulla conoscenza della lingua stessa, oppure nei casi di
comunicazione vis-a-vis, dove si sfrutta il feedback dell’interlocutore, il body-
language, la prosodia.
Grazie al CLIL i diversi processi cognitivi sopra menzionati vengono utilizzati
contemporaneamente e non più separati, come era solito nella didattica
tradizionale. Pensare in lingua potenzia i processi cognitivi favorendo la
flessibilità di pensiero, il pensiero critico e la creatività. L’alunno crea delle
“reti di pensiero”, le cosiddette mappe concettuali. Queste si rifanno alla
corrente cognitivista sorta negli anni ’70 che vede la mente quale struttura
23
connessa ed elaborata e non semplice “magazzino d’accumulo”. Le
informazioni sono dunque connesse le une alle altre, la conoscenza è
strutturata in quanto nuova informazione va collegandosi ed ampliando quella
preesistente, delineando così le mappe concettuali.10
Una pratica nuova che viene promossa anche e soprattutto dal Consiglio
d’Europa, incoraggiando un apprendimento delle lingue che risponda ad
esigenze comunicative e che può, inizialmente, tralasciare alcune competenze
(ad esempio favorire la produzione e la comprensione orale a scapito di quella
scritta).
Se finora abbiamo parlato di apprendimento ed alunni, l’attenzione va posta
anche sui docenti, in quanto si passa dal principio del learning by being told
(imparare ciò che viene spiegato), a quello del learning by doing (imparare
facendo). Non è più sufficiente essere padroni della materia e saperla
spiegare, ma l’insegnante deve essere cosciente dei sistemi di acquisizone
linguistica che coinvolgono la memoria implicita e non concentrarsi solo
sull’allenamento dei circuiti espliciti attraverso l’esercizio e le regole. L’aula
diventa un “laboratorio in vivo” (Salmon 2008:138), che punta
all’automazione della produzione e della comprensione grazie a processi
imitativi (gli stessi che guidano il bambino all’acquisizione della prima lingua
grazie al rinforzo del feedback). La lingua non viene più insegnata, ma
“adoperata” (idem).
10 A.Emiliani, Insegnare Filosofia 2, 1997.
24
II.3 CLIL e TIC (Tecnologie dell’Informazione e della
Comunicazione).
L’inserimento e lo sfruttamento della tecnologia ai fini della didattica è
oggetto di dibattito nel panorama scolastico in quanto l’utilizzo del computer
è entrato a far parte della quotidianità e per tale motivo la formazione
dell’alunno non può prescindere da un’adeguata conoscenza dei mezzi
informatici oggi a disposizione. Oltre a ciò, è cresciuta contemporaneamente
alle tecnologie didattiche di nuova generazione una letteratura teorico-
metodologica che svela i vantaggi dell’uso oculato di tali risorse per la
didattica.
Intorno agli anni ’90 cominciarono a svilupparsi e venire utilizzati nelle scuole i
primi programmi d’apprendimento: si trattava di programmi interattivi su
supporto digitale (il cd-rom) caratterizzati da una struttura non flessibile, ad
avanzamento progressivo (dall’esercizio 1 si accede a quello successivo e così
via).
Sebbene costituissero un tentativo d’inserire le tecnologie informatiche nelle
scuole e con ciò di far familiarizzare gli studenti con il computer, i risultati in
termini d’apprendimento dei suddetti programmi si limitarono ad una
funzione di supporto alle lezioni in classe attraverso esercizi di rinforzo.
La vera rivoluzione nell’ambito delle TIC per la didattica è costituita
dall’utilizzo delle risorse online e del cosiddetto Blended Learning che integra
la formazione d’aula e la rete.
25
Se la metodologia di base del CLIL è quella di incoraggiare al “learning by
doing” e alla collaborazione, internet offre le risorse per potenziare l’uso delle
lingue in contesti autentici e creare un ambiente d’apprendimento condiviso.
Le nuove tecnologiche non sono utilizzate per il loro mero costituire una
“novità” in ambiente scolastico, proprio a questo proposito non ci deve essere
sovrautilizzo delle TIC, ma piuttosto una “naturalizzazione” delle risorse
informatiche in un’ottica di crescente autonomia dell’alunno, il quale impara a
gestire il sapere come un processo dinamico e non come un sapere acquisito e
statico. L’uso del mezzo informatico permette, attraverso piattaforme
d’apprendimento, la partecipazione attiva degli studenti alla creazione del
loro bagaglio culturale, con la possibilità di mantenere il contatto con la scuola
anche fuori dall’aula.
Internet fornisce materiale autentico che si presta in modo ottimale per la
programmazione CLIL grazie alla fusione di testi, immagini, video ed audio,
naturalmente accompagnati da libri di testo e lezioni frontali.
Il carattere collaborativo delle attività che sfruttano le nuove tecnologie è
riscontrabile nelle cosiddette “web-quest”, ricerche d’informazioni attraverso
siti quali la libera enciclopedia di Wikipedia11: gli studenti lavorano in gruppo
per la ricerca di informazioni e la produzione di un elaborato finale sotto
forma di report, presentazioni Power Point, cartelloni da esporre in classe,
11 http://www.wikipedia.org/
26
frutto di un lavoro in team in cui viene esaltata la condivisione e
collaborazione, mentre passa in secondo piano la valutazione individuale.
Le attività finora descritte sono svolte in modalità sincrona, ossia
contemporaneamente da tutti gli studenti in contesto d’aula. Per mettere in
evidenza il carattere di autodeterminazione dell’alunno derivante dall’uso
delle TIC occorre menzionare anche le infinite possibilità offerte dalle attività
svolte in modalità asincrona, direttamente da casa. Sfruttando piattaforme
per la didattica, tra cui la più conosciuta è sicuramente MOODLE12.
L’insegnante può ricreare un’aula virtuale che coinvolge gli studenti anche da
casa. In essa l’insegnante carica contenuti (testo, audio, video, immagini) che
gli studenti visualizzeranno da casa, crea quiz in risposta al materiale fornito,
può monitorare le presenze per verificare chi partecipa o meno alle attività; in
più, essendo un ambiente d’apprendimento collaborativo gli studenti stessi vi
partecipano, caricando materiale che ritengono pertinente ed interessante.
Così facendo l’aula virtuale riflette i diversi caratteri che compongono la classe
e fa sì che siano rappresentati in un progetto comune. Moodle offre altresì la
possibilità di contattare via mail tutti i partecipanti della piattaforma, ad
esempio per avvisarli di una scadenza importante come la consegna di un
project-work, o ancora la possibilità di scambiarsi opinioni e consigli
attraverso il forum o perfino in tempo reale attraverso la chat.
12 Moodle è un LMS (learning management system) “open-source”, non protetto da licenza e
perciò fruibile gratuitamente da insegnanti ed alunni.
28
Nel caso specifico della didattica dell’inglese un ulteriore impiego delle risorse
informatiche è dato dall’utilizzo dei concordancers13, programmi che
raccolgono testi, scritti e orali, conosciuti come corpora, dai quali è possibile
ottenere informazioni sulla frequenza e l’uso contestualizzato di specifici
termini o espressioni.
L’uso dei concordancers è particolarmente efficace nello studio della lingua
inglese per rispondere ai dubbi degli studenti sulla corretta “collocation” di
una parola o espressione.
Gli studenti utilizzano il programma come un motore di ricerca: inserendo la
parola da ricercare accedono a dei corpora linguistici che forniscono esempi
estratti dai più diversi contesti (articoli di giornale, testi accademici,
conversazioni informali, etc.).
Esempio di utilizzo di un programma concordancer per la parola “buffet”:
13 http://www.natcorp.ox.ac.uk/
http://www.concordancesoftware.co.uk/
http://www.lextutor.ca/concordancers/concord_e.html
29
Particolarmente utile ai fini dell’apprendimento attraverso Clil risulta l’utilizzo
di mappe concettuali (già menzionate nel capitolo precedente), per far
emergere i nessi causali e le sequenze temporali e spaziali che regolano il
contenuto. La visualizzazione di parole-chiave è un utile strumento per lo
studente per richiamare durante l’esposizione orale i concetti ed il lessico
appresi.
Qui di seguito un esempio di mappa concettuale creata attraverso il
programma Exploratree14, con licenza libera per l’utilizzo da parte di
insegnanti e studenti:
14 http://www.exploratree.org.uk
30
CAPITOLO III
CLIL, QUALE DOCENTE?
III.1 Il profilo del docente Clil.
La metodologia Clil ha trovato largo consenso in tutta Europa per i molteplici
vantaggi derivanti dalla sua applicazione, tuttavia, con il suo espandersi ed
entrar a far parte in maniera ufficiale dei curricoli scolastici, sorge la necessità
di individuare e preparare in modo adeguato i docenti e far sì che i metodi
d’applicazione e valutazione della metodologia siano i medesimi sul territorio
nazionale ed in linea con quelli europei..
In Italia in particolare la questione è assai annosa in quanto non esistono corsi
universitari per la formazione docenti: quest’ultimi sono formati per la
materia che intendono insegnare e solo successivamente alla laurea vengono
preparati per l’insegnamento attraverso quelle che prima erano le Siss (Scuole
di Specializzazione all’Insegnamento Secondario, abolite nel 2008) e saranno,
in un futuro prossimo, i cosiddetti TFA (Tirocini Formativi Attivi). In questo
modo il docente abilitato è preparato nella materia che andrà ad insegnare e
sarà in possesso di una certificazione linguistica di livello pari o superiore al B2
(secondo il Quadro Comune Europeo di Riferimento), ma tale preparazione
linguistica non è sufficiente per delineare il profilo di un docente Clil.
31
All’insegnante di disciplina non si può chiedere di lavorare sulla microlingua
(linguaggi disciplinari specifici), cosi come all’insegnante di lingua vengono a
mancare le competenze per la didattica della disciplina.
Per questi motivi è quanto mai necessario preparare docenti Clil attraverso
corsi appositi, che riguarderanno la formazione iniziale (per i docenti non
ancora abilitati) e corsi di aggiornamento in itinere per i docenti già in servizio.
Il ruolo del docente Clil è, per molti versi, rivoluzionario rispetto al docente di
disciplina: vengono richieste nuove abilità, maggiore partecipazione tra
colleghi, aggiornamento continuo ed un nuovo approccio al gruppo classe ed
al singolo studente.
A livello individuale il docente deve aggiornare le proprie competenze
attraverso la letteratura Clil, che fiorisce sul tutto il territorio europeo
(sebbene i capofila della ricerca sul CLIL siano i Paesi Scandinavi ed i Paesi
Baschi in Spagna).
Le risorse in rete sono infinite e ad esse si aggiungono comunità virtuali
d’insegnanti da tutta Europa che condividono opinioni, consigli, materiali15;
sotto questo punto di vista la metodologia Clil è fortemente dipendente dalle
nuove tecnologie in quanto il materiale pubblicato in cartaceo e assai limitato
rispetto alla vasta produzione disponibile in rete.
15 Ad esempio: http://www.onestopenglish.com/clil/
32
In questo modo si raggiunge il duplice obiettivo di avere insegnanti
costantemente aggiornati ed in linea con le tendenze europee, riuscendo
finalmente ad uscire da quella sorta di “ campanilismo” scolastico, se così si
può definire, che rappresenta una barriera al concetto di cittadinanza
europea.
L’attenzione del docente deve altresì essere concentrata sulla
programmazione: al fine di prevenire le difficoltà derivanti da problemi di
comprensione linguistica, il docente deve preventivare e prevenire le difficoltà
(se ad esempio parte della classe ha appreso il contenuto, ma trova ancora
difficoltà nella produzione scritta, le verifiche punteranno su test a risposta
multipla, piuttosto che sulla redazione di un testo). E’ dunque necessario
programmare accuratamente ed evitare l’improvvisazione.
Il carattere collaborativo della metodologia Clil non riguarda solo le attività
svolte in classe e la produzione cooperativa di materiale: è di fondamentale
importanza che vi sia intesa e comunicazione costante tra colleghi delle
diverse discipline. In un’ottica d’insegnamento che non vuole più essere a
“compartimenti stagni”, concetto alla base della metodologia Clil che cerca
nessi tra discipline diverse al fine di potenziare lo sviluppo cognitivo
dell’alunno, la collaborazione tra insegnanti costituisce un punto di partenza
imprescindibile, per la programmazione, per le modifiche al programma in
itinere ed infine per la valutazione.
33
La flessibilità del docente è necessaria anche per ottimizzare e rendere più
efficace il lavoro svolto in classe. E’ vero che l’obiettivo primario del Clil è
quello di veicolare contenuto, ma il focus verte sulla qualità piuttosto che sulla
quantità di quest’ultimo. Per questo il docente non passerà ad uno stadio
successivo senza aver verificato che tutti gli studenti abbiano raggiunto un
grado di comprensione accettabile. Nel caso gli obiettivi non fossero raggiunti
è necessario trovare strategie per veicolare più facilmente il contenuto, ciò
necessita di flessibilità da parte del docente per modificare in itinere gli
obiettivi, senza diminuire la qualità della didattica. E’ altresì nell’interesse del
docente e dell’alunno che gli argomenti trattati siano comprensibili, in quanto
è cosa nota che un grado di difficoltà troppo elevato provoca una graduale
disaffezione alla materia ed incrementa il cosiddetto “filtro affettivo” (idem) di
Krashen, determinando un ostacolo all’acquisizione della lingua obiettivo.
Il docente, per facilitare il processo di comprensione linguistica, può utilizzare
diverse strategie: semplificare le espressioni, utilizzare tempi al presente ed
evitare l’uso di espressioni idiomatiche; può altresì presentare il contenuto in
forma orale e chiedere agli studenti di rispondere attraverso rappresentazioni
grafiche, griglie, schemi e mappe concettuali. Come già accennato, in sede di
verifica lo studente può essere aiutato evitando la produzione scritta ex novo
e prediligendo forme di risposta a completamento di frasi o test a risposta
multipla.
Nella produzione orale è utile fornire opportunità di conversazione tra
studenti in relazione al contenuto trattato. Anche se trattasi di conversazione
34
tra parlanti non nativi, la lingua viene fissata, diventa intake, attraverso la
conferma, la richiesta di chiarimenti, il prendere la parola, la negoziazione dei
significati. Anche e soprattutto a questo proposito, il docente deve possedere
competenze linguistiche di “class-management”, per favorire l’interazione tra
gli alunni e la pratica della “lingua della classe”, oltre che del linguaggio
accademico-disciplinare.16
16 Järvinen Heini Marja, University of Turku, Finland. Documenti del seminario Lend, 25-
27/10/2010.
35
III.2 La formazione docenti.
La formazione docenti Clil è una tematica recente in tutti i Paesi europei,
nonostante ciò bisogna constatare che in alcuni Paesi esiste già da tempo la
possibilità di frequentare corsi universitari che preparano sia in una disciplina
che in una lingua straniera (i cosiddetti joint degrees), mentre in Italia non
esistono equivalenti.
Per questo motivo risulta più complessa l’istituzione di nuovi corsi volti a
formare la figura di un docente di disciplina e lingua. Il dibattito è più che mai
vivo in Italia, alla luce della riforma prevista dallo schema di decreto
“Regolamento della formazione iniziale degli insegnanti”17.
II.2.1 La formazione universitaria.
L’art.15 sui “Percorsi di formazione per il conseguimento della specializzazione
per l’insegnamento di una disciplina non linguistica in lingua straniera” così
recita: “Fino all’introduzione di specifiche classi di abilitazione (…) la
formazione dei docenti è di esclusiva competenza delle università”, e ancora,
al comma 2: “Ai predetti corsi accedono gli insegnanti abilitati”. Da ciò deriva
che a oggi ancora non sono stati pensati percorsi specifici per la formazione di
17 Schema di decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca, recante
regolamento concernente “Definizione della disciplina dei requisiti e delle modalità della
formazione iniziale del personale docente del sistema educativo di istruzione e formazione, ai
sensi dell’articolo 2, comma 416, della legge 24 dicembre 2007, n.244” del 10 settembre
2010.
36
un insegnante Clil, ma piuttosto l’aggiornamento di un insegnante abilitato in
una disciplina, attraverso l’acquisizione di 60 crediti formativi ed almeno 300
ore di tirocinio. Ai suddetti corsi accederebbero insegnanti già in possesso di
certificazioni linguistiche pari almeno ad un livello B1 o B2, acquisite durante il
percorso universitario. Ciò lascia spazio a dubbi riguardo a quali lingue
verranno privilegiate nella formazione dei docenti Clil, in quanto non
esistendo un percorso Clil specifico che offra preparazione disciplinare nelle
diverse lingue insegnate nelle scuole superiori di II grado, le certificazioni
linguistiche richieste fanno riferimento alla lingua inglese, la cui idoneità è
richiesta ormai da tutti i corsi universitari. Non è però possibile concepire la
formazione docenti in lingua diversa dall’inglese, sperando che quest’ultimi
possiedano certificazioni quali DELF, DELE o il GOETHE-ZERTIFIKAT.
37
II.2.2 La formazione in servizio.
Un discorso a parte merita l’attuazione del Clil nella fase transitoria, ossia
prima che entri in vigore la nuova formazione docenti.
Con la Nota Ministeriale del 9 dicembre 201018 vengono resi noti i requisiti
per la formazione di docenti già abilitati, con contratto a tempo indeterminato
e determinato con inserimento nelle graduatorie ad esaurimento.
La formazione è indirizzata a docenti di discipline non linguistiche che siano in
possesso di certificazione pari o superiore al livello B1, anche se viene fatto
presente che ulteriori corsi sono in fase di progettazione per coloro che non
possiedono le necessarie competenze linguistiche; verrà gestita dalle Facoltà
di Ateneo o altri enti individuati dal Miur.
Il corso fornisce 20 crediti formativi ed è così articolato: 260 ore complessive
erogate in modalità blended, con maggior peso dato alle ore in presenze
rispetto a quelle gestite online.
Il corso mira a fornire competenze metodologico-didattiche e linguistico-
comunicative nella lingua obiettivo, tuttavia i docenti già in possesso di
certificazioni linguistiche di livello C1 sono tenuti a frequentare solo la
formazione metodologica.
18 Nota 9 dicembre 2010, Prot.n. 10872
38
L’avviamento di questi corsi per la formazione in via transitoria risulta quanto
mai necessario per dare struttura alla metodologia Clil ed evitarne
l’applicazione in modalità di codocenza. Sebbene sia fondamentale la
collaborazione tra docenti di disciplina e di lingua, le pregresse esperienze di
codocenza non hanno raggiunto gli obiettivi didattici sperati in mancanza di
una solida preparazione metodologica, che solo la formazione dettata da linea
guida ministeriali può fornire.
39
III.2.3 La dimensione europea della formazione
Un ulteriore vantaggio derivante dalla formazione Clil e’ dato dalla
condivisione di una metodologia applicata a livello europeo e dalla possibilità
di apprendere e scambiarsi conoscenze a livello internazionale attraverso i
viaggi-studio Comenius.
I suddetti viaggi sono finanziati dall’Unione Europea attraverso il
LifeLongProgram19 e nel caso del Progetto Comenius mirano a “migliorare la
qualità ed il volume della mobilità, degli scambi di allievi e personale docente
nei vari Stati membri”. Tutti i docenti in servizio ed in possesso di abilitazione
possono fare domanda di partecipazione ad attività di formazione che si
svolgono all’estero presso scuole o strutture collegate all’istruzione scolastica
per un periodo che va dai cinque giorni alle sei settimane. Nel caso specifico
delle discipline non linguistiche in lingua straniera sono numerosissimi i corsi
intensivi CLil presenti nella banca dati della Commissione Europea20, così
come sono a tutto vantaggio della didattica le attività di job shadowing,
attività di formazione di tipo più informale che consistono nell’osservare il
lavoro svolto da colleghi presso una scuola all’estero. Data la loro dimensione
europea ed il forte carattere innovativo ed interculturale, attività di questo
genere dovrebbero costituire l’asse portante della formazione Clil.
19 http://www.programmallp.it
20 http://ec.europa.eu/education/trainingdatabase/search.cfm
40
CAPITOLO IV
LE ESPERIENZE CLIL DEI LICEI LINGUISTICI C.
AMORETTI (IMPERIA) E G. DELEDDA (GENOVA).
Come già accennato nel capitolo I sono numerose le esperienze CLIL sul
territorio italiano.
Grazie alla volontà ed alla spinta innovativa di docenti della scuola primaria e
secondaria, già da anni molti alunni possono beneficiare degli insegnamenti di
disciplina in lingua straniera.
Risulta assai utile analizzare i progetti pilota per ottenere risposte in merito
all’efficacia, i metodi, la risposta degli alunni,le materie scelte e molto ancora.
Rimane l’ostacolo della formazione composita degli insegnanti che si offrono
alla sperimentazione CLIl. Alcuni sono madrelingua, altri sono in possesso di
certificazioni linguistiche e più spesso ancora vengono sfruttate le codocenze
tra insegnante di disciplina e insegnante di conversazione in lingua. Un altro
problema derivante dalla mancanza di formazione insegnanti CLIL è dato dalla
assenza di criteri omogenei per la programmazione e valutazione.
L’osservazione diretta dello svolgimento di lezioni CLIL presso due Licei
Linguistici della Liguria mi ha permesso di fare considerazioni interessanti e
tracciare paralleli con la teoria CLIL acquisita ai fini della redazione di questa
tesi.
41
Liceo Linguistico C. Amoretti (Imperia), Prof. Paul Thomas.
Presso il Liceo Linguistico C.Amoretti (Imperia), ho ricevuto il supporto del
Prof. Paul Thomas, docente di conversazione inglese, in possesso di laurea in
Religious Education conseguita nel Regno Unito.
Il Prof. Thomas è attivamente impegnato per la diffusione della metodologia
CLIL e a questo fine ha cercato la collaborazione con professori di disciplina
per iniziare un percorso CLIL che si spera possa diffondersi a tutte le classi
interessate dalla riforma e coinvolgere il maggior numero possibile di docenti .
E’ da evidenziare che il progetto CLIL presso il Liceo Amoretti non è stato
adottato quale pratica che va a sostituirsi alla materia svolta in lingua italiana
o alle ore di conversazione, ma viene considerato quale “incarico di
internazionalizzazione del POF”, frutto di uno sforzo congiunto tra il prof.
Thomas , in compresenza con il docente di disciplina.
Esperienze Clil sono state avviate anche negli altri indirizzi liceali: Liceo Socio-
psicopedagogico e delle Scienze Sociali.
Una lezione CLIL presso il Liceo Amoretti viene interamente pensata dal
docente di disciplina: argomenti, contenuti, obiettivi. Sarà poi compito del
docente madrelingua pianificare la lezione, ossia reperire il materiale e
preparare le attività da svolgere.
42
Le lezioni sono programmate in anticipo, cosicché il docente di disciplina,
anche se non fluente nella lingua Clil, può farsi un’idea del piano della lezione
e intervenire in modo proficuo.
La lezione generalmente prevede tre fasi:
Un’introduzione da parte del docente di disciplina, interamente in
italiano, per inserire e contestualizzare l’argomento nel programma
svolto.
Lezione svolta dal docente madrelingua, utilizzando esclusivamente la
lingua Clil e materiali autentici in lingua.
La lezione viene conclusa da un intervento del docente di disciplina per
rinforzare il contenuto, evidenziare gli obiettivi ed assegnare gli
esercizi da svolgere a casa.
Durante la mia visita presso il Liceo Amoretti ho potuto assistere alla lezione
in codocenza del prof. Thomas e la prof.ssa Lupi sul tema della tolleranza
trattata attraverso lo studio della “First Letter Concerning Toleration” di John
Locke.
Il prof. Thomas, oltre a introdurre l’argomento e spiegarne i contenuti, ha
fornito continui chiarimenti sul lessico poco chiaro, i falsi amici, oltre a indurre
negli studenti riflessioni metalinguistiche su come leggere un testo in modo
produttivo e su come alcuni concetti vengono espressi diversamente rispetto
43
alla lingua madre, attraverso continui parallelismi tra la cultura italiana e
anglosassone.
Il professore si è altresì soffermato sulla fonetica di alcuni termini
particolarmente difficili da pronunciare per gli studenti.
Ogniqualvolta un contenuto è risultato poco chiaro la docente di disciplina è
intervenuta per fornire ulteriori spiegazioni in lingua italiana.
46
Dall’osservazione in classe si può affermare che i contenuti trattati nella
lezione sono stati limitati, ma decisamente approfonditi .
Le mie considerazioni, a posteriori e alla luce della conoscenza teorica
acquisita sulla metodologia Clil, sono decisamente positive in merito alla
scelta di dare un taglio “disciplinare” alla lezione senza però tralasciare gli
obiettivi linguistici. Grazie alle continue delucidazioni del prof. Thomas su
vocabolario e pronuncia si può affermare che gli studenti abbiano appreso sia
sul piano linguistico che disciplinare.
Dubbi possono invece essere sollevati sull’efficacia del frequente passaggio
dalla lingua Clil all’italiano durante gli interventi del docente di disciplina: la
sensazione è che gli studenti compiano notevole sforzo per “risintonizzare” la
loro comprensione verso la lingua Clil.
Non a caso una delle caratteristiche della metodologia è proprio quella di
ricreare la “lingua in contesti d’uso”, affinché gli studenti siano calati in
situazioni reali di uso della lingua straniera.
Un’altra considerazione va fatta sulla scelta di trattare un contenuto limitato
in maniera molto approfondita.
Purtroppo, la difficoltà di applicazione della metodologia Clil consiste anche e
soprattutto nella scelta di argomenti che si prestino ad essere facilmente
appresi senza necessitare di spiegazioni altamente dettagliate, le quali
richiedono un ampio vocabolario e l’uso di strutture sintattiche complesse.
47
Ciò detto, va ripetuto che Clil non significa affatto ridurre la qualità del
contenuto, ma piuttosto fare scelte oculate nel sceglierlo e nel presentarlo.
“Lezione tipo” condotta dal prof. Thomas in codocenza con il
professore/professoressa di disciplina:
CLIL 1° lezione Classe 4°A
Prof. Lupi (storia) e Prof Thomas (ITP conversazione inglese)
data: ...................................................
Argomento: nascita e sviluppo del fenomeno delle “enclosures” in Inghilterra
Piano della lezione:
Argomento Insegnante
L’insegnante madrelingua usera’
unicamente la lingua inglese
Tempo di
esecuzione
Presentazione del progetto alla classe
(tempi, metodologia e verifica)
Thomas/Lupi 5 mins
Introduzione e contestualizzazione
(per focalizzare il momento storico e
inserire l’argomento nel programma di
storia che si sta svolgendo)
Lupi 5 mins
Lettura e comprensione guidata dei Thomas 30 mins
48
paragrafi: The Enclosure Movement e
Methods of enclosures
tramite:
divisione del brano in sequenze,
evidenziazione delle parole chiave
domande di comprensione
sintesi del concetto espresso
Intervento esplicativo-integrativo Lupi/Thomas 10 mins
Assegnazione esercizi domestici
Conclusione della lezione
v. sotto 5 mins
1° lezione
Esercizio a casa:
Creare un “timeline” tracciando le diverse fasi del fenomeno delle enclosures
in Gran Bretagna dal 1400 all’inizio del 1800.
Esercizio a casa
Fra le diverse persone coinvolte nel processo delle enclosures scegliete un
ruolo e argomentate a vostro favore (almeno tre punti di argomentazione)
(per verificare i compiti della secondo lezione e consolidare tutto quello che
gli studenti hanno imparato é possibile organizzare una 3° lezione secondo le
esigenze dell’insegnante della materia).
49
Si fa presente che le tipologie di esercizi effettuati sono in linea con la
preparazione alla terza prova dell’Esame di Stato (allo stato attuale) e
all’esame per conseguire il certificato P.E.T. (qualifica internazionale
riconosciuta dalla Comunità Europea).
50
Liceo Linguistico G.Deledda (Genova), Prof. Maribel Sánchez.
Presso il Liceo Linguistico G.Deledda di Genova non è corretto parlare di
“sperimentazione Clil”, in quanto gli insegnamenti sono stati inserite nel Piano
dell’Offerta Formativa (POF), in linea con il piano di riforma dell’Istruzione21,
andando a sostituirsi alle materie insegnate in italiano.
Si noti che nel caso del Liceo Deledda la metodologia viene applicata già dalle
classi prime e non terze come prevede il decreto di riforma.
Durante la mia visita presso il Deledda ho assistito alle lezioni tenute dalla
professoressa Maribel Sánchez nelle classi prime e seconde.
La professoressa Sánchez rappresenta un interessante caso in relazione alla
scelta del docente per l’applicazione della metodologia Clil.
La professoressa è in possesso di abilitazione all’insegnamento di storia e
geografia in Spagna, risulterebbe perciò avere il profilo ideale per
l’insegnamento Clil in Italia. Tuttavia, non esistendo a oggi un profilo
istituzionalizzato del docente Clil, la professoressa Sánchez deve provvedere a
ottenere l’abilitazione per l’insegnamento della sola lingua spagnola, non
costituendo requisito sufficiente l’abilitazione in altre discipline.
21 D.M. 249/10
51
Rimane il quesito di se e come verrà riconosciuto il suo profilo di docente Clil
e, soprattutto, se sarà necessario ottenere ulteriori competenze
metodologico-didattiche ai fini della certificazione Clil.
Come già menzionato, il Liceo Deledda ha scelto di impartire gli insegnamenti
di storia e geografia in lingua straniera già dal primo anno.
Non vengono eliminate le ore di lingua e conversazione per permettere agli
studenti di consolidare le conoscenze linguistiche senza incidere troppo sulle
ore di didattica di storia e geografia.
Gli studenti, oltre a beneficiare di un insegnante madrelingua, utilizzano testi
autentici in uso presso il sistema scolastico spagnolo; questi sono indirizzati a
studenti delle scuole medie, prevedono dunque un contenuto semplificato
rispetto agli equivalenti utilizzati nella scuola superiore di II grado spagnola
(Bachillerato); contenuto che meglio si adatta alle esigenze di una classe Clil.
Anche il materiale di supporto alle lezioni fornito dalla professoressa (testi,
immagini commentate, grafici) viene reperito da testi scolastici spagnoli.
Il linguaggio della classe è prettamente lo spagnolo. Perfino gli studenti del
primo anno, dopo appena un mese e mezzo di lezioni padroneggiano le
espressioni di base per esprimersi. Domande e risposte sono formulate
esclusivamente in spagnolo (diversamente dal Liceo Amoretti, dove alla
domanda posta in italiano dalla professoressa Lupi, gli studenti rispondevano
in inglese).
52
La docente ha fatto uso continuo della lavagna per appuntare nuovi vocaboli,
in quanto la materia oggetto di studio, storia, fornisce agli studenti un ampio
vocabolario che arricchisce il loro bagaglio di conoscenze, al tempo stesso la
comprensione risulta facilitata dall’uso di tempi verbali semplici quale
l’imperfetto.
La lezione si è svolta in modo discorsivo, sono sorte domande spontanee da
parte degli studenti che hanno alimentato la discussione sul tema della
lezione (le divinità egizie nella classe prima ed il feudo medievale nella classe
seconda).
E’ pur vero che nella lettura ad alta voce molti studenti hanno avuto difficoltà
di comprensione poiché la pronuncia è spesso incorretta o risente di errori
d’interlingua (“r” non rotata, “s” pronunciata come /z/ in “casa”).
Sarebbe forse opportuno, in questa fase, fare maggior uso di schemi,
diagrammi, frecce del tempo che diano struttura al contenuto, date le
inevitabili difficoltà di comprensione e produzione linguistica.
A questo proposito è utile analizzare il commento sulla prima prova scritta:
sebbene il contenuto sia stato compreso, la maggiore difficoltà incontrata
dagli studenti è stata rappresentata dall’esprimersi in forma scritta dovendo
rispondere a quesiti.
E’ utile ricordare che la teoria sul Clil consiglia di limitare, nelle verifiche, la
produzione scritta per privilegiare test a risposta chiusa, multipla, cloze test,
per far sì che l’attenzione degli studenti non venga deviata dal contenuto alla
54
Di seguito alcune fotocopie del testo utilizzato in classe dagli studenti ed altro
materiale di supporto fornito dall’insegnante:
56
Ci sono differenze sostanziali tra il metodo utilizzato dal prof. Thomas e la
prof. Sánchez che richiedono un momento di riflessione.
Mentre il Prof.Thomas pianifica la lezione in modo da esplicitarne a priori gli
obiettivi agli studenti, la prof. Sánchez segue la programmazione di storia e
geografia di un normale corso impartito nella madrelingua.
E’ dimostrato dalla ricerca sul Clil che è necessario rendere gli studenti
autonomi nel loro percorso formativo, a tal fine devono essere consapevoli di
ciò che la metodologia Clil implica e quali sono gli obiettivi che devono
raggiungere (in termini di competenze acquisite e nella disciplina e nella
lingua Clil).
Altro aspetto che diversifica l’approccio dei due docenti è l’importanza
attribuita all’aspetto linguistico: nelle lezioni del prof. Thomas si usa la lingua
Clil, mediata dagli interventi del docente di disciplina in italiano, così come agli
studenti è concesso utilizzare l’italiano nel chiedere chiarimenti.
Nelle lezioni della prof. Sánchez si fa uso esclusivo della lingua spagnola
(escludendo la traduzione di vocaboli nuovi alla lavagna) e la produzione e
correttezza linguistica assumono un peso consistente al momento della
valutazione.
In entrambi i professori è mancato il ricorso a materiale audio/video, il quale
faciliterebbe la riproduzione di contesti reali, una degli aspetti fondamentali
della metodologia Clil.
57
Le lezioni sono spesso parse “scivolare” verso una normale lezione di lingua in
quanto, invece di utilizzare strategie per veicolare il contenuto , ci si è
soffermati molto sulla spiegazione di testo di difficile comprensione, con il
rischio di demotivare lo studente per lo sforzo richiesto (difficoltà di
comprensione linguistica unito alla mancata acquisizione del contenuto, da cui
la paura di non essere sufficientemente preparati al momento della verifica).
Non bisogna dimenticare che l’obiettivo principale del Clil è l’insegnamento di
una disciplina attraverso una lingua straniera e non il contrario.
Da queste riflessioni emerge la necessità di rendere più omogenee sul
territorio la pianificazione e l’applicazione della metodologia Clil, almeno per
quanto concerne gli obiettivi didattici ed i parametri per la valutazione e per
far sì che il livello di preparazione richiesto agli studenti sia il medesimo sul
territorio italiano.
Inoltre, la condivisione di strumenti e metodologie favorirebbe una
discussione proficua tra i docenti Clil, volta allo scambio di esperienze e
conoscenze, per apportare continue migliorie alla metodologia e per aprire
una finestra sul panorama europeo dell’insegnamento partendo da scelte
condivise a livello nazionale.
58
CAPITOLO V
PIANIFICARE UN MODULO DIDATTICO CLIL PER LA
SCUOLA SECONDARIA.
Dopo aver fatto una panoramica generale sulla situazione italiana ed europea
della didattica attraverso Clil e, soprattutto, alla luce della teoria che
accompagna questo innovativo approccio all’insegnamento, proverò a
mettere a frutto le conoscenze acquisite nella preparazione di un’unità
didattica per la scuola secondaria.
Considerate le esperienze nei Licei linguistici C.Amoretti di Imperia e G.
Deledda di Genova, dove ho potuto osservare direttamente l’insegnamento
attraverso Clil di materie quali storia e geografia, ho pensato di rivolgere
l’attenzione verso altri insegnamenti che possono beneficiare in misura
ancora maggiore dei vantaggi di questa metodologia.
Mi riferisco ad esempio agli Istituti tecnici ad indirizzo linguistico e
commerciale o turistico, così come gli istituti alberghieri, sebbene il Clil non
sia stato previsto dallo schema di riforma negli istituti professionali.
Il modulo didattico che presento è rivolto ad una classe terza o quarta, a
seconda del livello di competenza linguistica degli studenti, di un istituto ad
indirizzo turistico.
59
Le lezioni vertono sul tema dei voli low-cost e la lingua target utilizzata è
l’inglese.
Occorre premettere che la pianificazione Clil è un compito arduo, che richiede
grande impegno da parte del docente, ma ancor più importante è il
coinvolgimento della classe nelle attività proposte e per gli scopi prefissati
della lezioni.
E’ innanzitutto utile rendere gli studenti consapevoli di ciò che l’approccio Clil
rappresenta e di come verranno svolte le lezioni.
Il Clil è di fatto una rivoluzione nel metodo d’apprendimento e gli studenti
devono sapere con precisione quali obiettivi sono tenuti a raggiungere e ciò
per cui verranno valutati.
Il metodo Clil rappresenta per gli studenti una nuova sfida: il focus
dell’apprendimento non è più sulla lingua in sé, ma piuttosto sul contenuto
veicolato in lingua straniera. Agli studenti verrà dunque chiesto di svolgere
esercizi che favoriranno la comprensione del contenuto e far sì che questo
diventi intake, così che la lingua straniera diventa lo strumento per
l’apprendimento e non più il fine. A questo scopo agli studenti verrà chiesto di
auto-valutare i risultati dell’apprendimento, così da aiutare l’insegnante a
capire quando un obiettivo didattico è stato raggiunto ed è possibile
proseguire o, in alternativa, modificare, in itinere, gli obiettivi didattici e le
strategie, adattandole ai bisogni degli studenti ed il loro livello di
comprensione.
60
Introdurre gli studenti alla metodologia Clil significa avviarli a due delle regole
di base che la caratterizzano: la cooperazione e l’apprendimento attivo. Le
lezioni non sono più impartite secondo la modalità top down: partecipazione e
interazione fra studenti diventano fondamentali così come lo è la
comunicazione con l’insegnante riguardante i risultati dell’apprendimento e le
difficoltà incontrate durante la lezione.
Rendere gli studenti consapevoli e capaci di auto-valutare i propri risultati
crea un ambiente d’apprendimento collaborativo, che costituisce uno degli
elementi caratterizzanti della metodologia Clil.
Studenti e insegnante lavorano in team per creare il senso del gruppo; in più,
attraverso la comprensione degli interessi, dei comportamenti e degli stili
d’apprendimento dei propri alunni, l’insegnante può intraprendere scelte
mirate su come rendere la lezione più efficace.
Gli studenti consapevoli degli obiettivi didattici che devono raggiungere
assumono maggiore responsabilità verso il processo d’apprendimento, così
come si mostrano più positivi verso la metodologia Clil.
Ciò avviene, poiché cresce la motivazione: motivazioni intrinseche
all’insegnamento, che Oldfather chiama “continuous impulse to learn” (vedi
Cap II.1). Gli studenti devono essere consapevoli fin dal principio dei benefici
che possono trarre da un tale approccio e che potranno valutare durante il
corso dell’anno. Questi possono essere riassunti come segue:
61
Gli studenti sentono che far parte di un gruppo di lavoro è più proficuo
rispetto al lavorare individualmente.
Gli studenti, attraverso la partecipazione attiva in classe e la funzione
decisionale svolta, accrescono la fiducia in sé stessi e sviluppano abilità
per interagire e lavorare in gruppo.
Clil collega gli insegnamenti al mondo extra-scolastico per far sì che
l’apprendimento si spinga oltre le mere pagine del libro, in questo
modo gli studenti sono ispirati e motivati all’apprendimento.
Clil crea collegamenti interdisciplinari. Ogni argomento è mostrato
attraverso differenti prospettive in modo da aprire nuovi orizzonti
culturali e sviluppare la coscienza critica degli studenti.
E’ tuttavia prevedibile che la reazione degli studenti all’apprendimento di una
disciplina in lingua straniera sia di preoccupazione riguardo ai voti. E’ perciò
necessario ascoltare i loro dubbi e fare chiarezza fin dal principio sugli
obiettivi del Clil, che riguardano l’apprendimento del contenuto e non le
competenze linguistiche nella lingua Clil.
62
Planning a Clil didactic unit for a secondary school
focusing on Tourism and Hospitality.
First of all it is useful to make large use of visual organizers to present
the topic: since students are not fluent in the target language and, as
mentioned before, focus is on content more than language itself, it will
build their sense of security as they are aware of what to expect from
the lessons.
The unit here presented is meant for students aged 16 to 18 involved in
vocational studies related to Tourism and Hospitality.
A Clil lesson will deal with subjects specific to the field of study, drawing
resource material from the printed press, internet and books if these
come from the country where the Clil language is spoken. The use of
language textbooks is to be avoided for Clil seeks to recreate context of
language in use and links between subjects. Language textbooks are not
needed as grammar and vocabulary all come from material related to
the subject studied.
A good teacher with the help of new technologies can do a much
greater job than a textbook, although one can still relies to such
resources for exercises and texts to be used in class.
63
To begin with a teacher can introduce the subject of the lesson by asking
students if they have any previous experience with it. This is a warm-up
activity aimed at lessen anxiety and create a sense of group by sharing
experiences.
The topic of the lesson will be: “Low cost flights”.
Activity 1:
Students will be asked to write on a piece of paper their personal
experience with low cost flights completing the sentences:
The first time I flew…
I flew with a low cost company when…
The service provided on a low cost flight was…
This is a way to introduce the subject and have the students answering
simple questions by the teacher having had the time to formulate the
sentences.
Again, before asking questions it is useful to let them know they won’t
be marked for their answers and that it is just a way for the teacher to
know what is their relation with the topic.
64
Activity 2:
Have the students jot down a brainstorm of issues related to the topic:
“low cost flights”, then show them a graphic organizer with all the topics
that will be covered in the unit (either via a projector or handed as a
photocopy). This will help them to draw links between what they had
previously jotted down and the topic to be covered in class as well as
being a useful tool to keep the pace with the learning outcomes.
Example of visual organizer:
LOW COST FLIGHTS
What are its advantages? What are its disadvantages?
How it works
Internet Low-cost airports No on-board service
65
After having introduced the topics to the students and made sure they
understand the vocabulary encountered so far, the teacher can have
them reading individually a text. This will be a reduced and simplified
version of a Wikipedia entry.
Reduced and simplified by no means signify reducing the quality of the
content, simply the teacher will adapt it to the need of her/his students.
Activity 3:
(Changes to the original text are in italics).
“A low-cost carrier or low-cost airline (also known as a no-
frills, discount or budget carrier or airline) is an airline that generally has lower
fares and fewer comforts. To compensate (make up) for revenue lost in
decreased ticket prices, the airline may charge for extras like food, priority
boarding, seat allocating, and baggage etc.
The term originated within the airline industry referring to airlines with lower
costs (a lower operating cost structure) than their competitors. While the
term is often applied to any carrier with low ticket prices and limited services,
regardless of their operating models, low-cost carriers should not be confused
66
with regional airlines that operate short flights without service, or with full-
service airlines offering some reduced fares.”22
After having individually read the text, students will answer this multiple-
choice quiz to test their understanding.
1. ____ A fare is... a. The distance between two airports. b. The price paid for the flight. c. The level of comfort on budget flights.
2. ____ Low-cost airlines provide food, seat allocation and priority boarding to their customers.
a. False b. True
3. ____ Low-cost airlines are... a. Carriers providing short flights with no service on board. b. Carriers with low prices and limited services. c. Carriers providing full-service on board, which sometimes offer
reduced fares23
It is advisable to make large use of such kind of exercises instead of asking for
written production or oral reports.
22 http://en.wikipedia.org/wiki/Low-cost_carrier
23 This quiz was created with an onilne software. http://a4esl.org/c/qw.cgi
67
Students, especially at the beginning of the school year, will be quite challenged by
the new methodology and feel they cannot handle with written and oral
production. Still, it doesn’t mean they haven’t understood the content of the lesson,
it is therefore greatly motivating for them to have their knowledge checked through
cloze, multiple-choice and sentence completion tests.
Activity 4:
After having dealt with a written text, students can be exposed to a short recorded
explanation about how to find and book cheap airfare online.
They will be asked to write down, while listening, the steps necessary in order to
search and book a flight. The step-driven nature of the booking process will provide
an opportunity to test their knowledge of sequence connectives (first, secondly,
then, after this, afterwards) as well as consequence connectives ( as a result,
therefore, consequently, eventually).
The recording24 is taken from Youtube™, it can be shown as a video if the classroom
allows for the projection, otherwise it can be easily converted to an mp3 format and
played on an mp3 player connected to speakers.
After the listening students will be given a list of keywords and asked to complete
sentences to end up with a précis of the recording:
First of all…
Also, you need to be…
24 http://www.youtube.com/watch?v=W5RCO6quEiE
68
Secondly, you should consider…
Then you can search…
Before this you can also…
Then try…
Eventually, remember to be…
Keywords to be written on the board will be: plan ahead, be polite, call the
company, online travel sites, airline site, alternate airports.
All the activities here presented are intended to build confidence with the topic
while enriching vocabulary, but it is worth remembering that one of the core
feature of Clil is also working through cross-curricular themes in order to improve
cognitive skills and develop critical thinking.
For this very reason it might be useful to recall the visual organizer introduced at
the beginning of the lesson. So far students should be able to name the advantages
of low cost flights as well as the booking process through the internet and the
service provided on board. There is still one missing theme concerning the
disadvantages of low cost flights.
Students can be asked to brainstorm the possible disadvantages. After this they will
listen/watch a video by Greenpeace on people complaining about the construction
of a third runway and sixth terminal at Heathrow airport, London.
69
25
Before listening to/watching the clip students will be made familiar with keywords
they will hear such as: utter disaster, struggle on climate change, cut on emissions,
aviation industry, keep emissions down, stop expanding Heathrow, global warming
emissions, greenhouse gas emissions, quality of life, tackling climate change. fastest
growing source of gas emission.
They will be asked to listen carefully to the recording and take notes about what is
being said so that a discussion can follow.
Eventually, students can be asked to draw a grid on their notebook and write down
what are, in their opinions, advantages and disadvantages of low cost flights.
This is a way for the teacher to test their understanding of the topic and to develop
further discussions about climate change, sustainability, eco-tourism, campaigning
and so on.
Some kind of assessment is needed to the teacher to make decisions about whether
students are ready for formal testing and on how to deliver on improving learning.
25 http://www.youtube.com/watch?v=Yexeq3l9IIo&feature=player_embedded
70
It is advisable not to mark students for their results during the first classes, they can
nevertheless be awarded a “plus” if they are particularly interested in the matter
and their answers are relevant and linguistically correct.
71
ASSESSMENT.
As previously mentioned, students should be made aware of their learning
outcomes from the very beginning and reminded, at each lesson, of what they
are expected to learn.
It is therefore necessary, for this purpose, advanced planning and using
evaluation grids which the students themselves can fill in.
Students’ self-evaluation is fundamental as their learning is likely to improve if
they feel they are involved in planning for assessment.
This can be done through the portfolio assessment.
A portfolio is the collection of a student’s most valued work. They can link it to
learning outcomes and base it on progress made.
The portfolio can be collected at regular intervals and cross-checked with
teacher’s evaluation reports; it can also constitute a sort of project work to
hand in at the end of the year.
Assessing achieved results helps student to become independent learners and
to see learning as a cross-curricular process by putting in evidence the topics
that they liked the most and integrate knowledge developed in various
subject areas.
72
Also by assessing personal progress they build self-confidence and skills for
life as they will need to self-evaluate their outcomes once they will be
plunging in the job market.
More than just showing pieces of work they enjoyed the most, students are
asked to reflect on why they did well in certain tasks and not in others.
Portfolios can come in electronic or in hard copy format. Students can choose
to make it as a PowerPoint presentation, adding pictures (of class’ project
works for examples) and videos.
It is good practice to set ahead with students the criteria of portfolio
assessment so that students won’t consider it “extra homework”.
They need to know the importance of it as it can positively contribute to their
final grade. Also it can be presented to the school at the end of the year
during a teacher-students conference, one more reason to be proud of what
has been done during the school year.
A useful tool for teachers is the Website for the European Language
Portfolio26.
It is based on the six levels of language proficiency defined by the Common
European Framework of Reference and it is therefore very much focused and
prescriptive on language outcomes.
26 www.coe.int/portfolio
73
The teacher can nevertheless benefits from some useful tips and a
downloadable guide27 on how to set up portfolios projects.
27 http://archive.ecml.at/mtp2/Elp_tt/Results/
74
PIANIFICARE UN’UNITÀ DIDATTICA PER LA SCUOLA
SECONDARIA DI II GRADO AD INDIRIZZO TURISTICO.
E’ innanzitutto utile fare uso di rappresentazioni grafiche (schemi, diagrammi)
per presentare l’argomento della lezione: poiché gli studenti non sono fluenti
nella lingua CLil e l’obiettivo della lezione verte più sul contenuto che sulla
lingua, la rappresentazione schematica degli argomenti trattati li rassicurerà
su ciò che li aspetta.
L’unità qui presentata è pensata per studenti dai sedici ai diciotto anni che
frequenta un istituto d’istruzione secondaria ad indirizzo turistico.
Una lezione Clil dovrà affrontare tematiche affini all’indirizzo di studi,
reperendo il materiale dalla stampa, internet e libri se quest’ultimi sono
autentici, ossia vengono utilizzati nel Paese dove la lingua Clil è parlata.
L’uso di libri di testo per l’insegnamento delle lingue è da evitare in quanto la
metodologia Clil cerca di ricreare contesti autentici di lingua in uso, così come
vuole tracciare collegamenti interdisciplinari, caratteristiche che un testo per
l’insegnamento delle lingue raramente può soddisfare. Quest’ultimo risulta in
necessario anche perché la grammatica ed il vocabolario vengono forniti dal
materiale per lo studio della disciplina.
75
Un buon insegnante, con l’ausilio delle nuove tecnologie, può spingersi ben
oltre le potenzialità dei libri di testo, sebbene sia utile fare riferimento ad essi
per svolgere esercizi in classe.
Per cominciare l’insegnante può introdurre l’argomento della lezione
chiedendo agli studenti qual è la loro esperienza personale collegata ad esso.
L’argomento della lezione verte sui “Voli low-cost”.
Esercizio n.1:
Agli studenti verrà chiesto di scrivere su un foglio qual è la loro esperienza
personale con i voli low-cost, completando le seguenti frasi:
The first time I flew…
I flew with a low cost company when…
The service provided on a low cost flight was…
Questo esercizio ha il duplice effetto di introdurre l’argomento e permettere
agli studenti di rispondere a semplici domande del professore, avendo
precedentemente avuto il tempo di formulare delle frasi complete in forma
scritta.
Anche in questo caso, è utile far sapere preventivamente agli studenti che non
verranno valutati per le loro risposte e che l’esercizio ha il solo scopo di
ottenere informazioni riguardo alla loro familiarità con l’argomento trattato.
76
Esercizio n.2:
L’insegnante chiede agli studenti di fare un brainstorm di argomenti collegati
ai voli low-cost, dopodiché mostra loro uno schema recante tutti gli argomenti
che verranno trattati nel modulo didattico (attraverso un proiettore o
consegnato come fotocopia). In questo modo gli studenti potranno fare dei
parallelismi tra il prodotto dei loro brainstorm e potranno utilizzarlo per
rimanere aggiornati e tenere il passo con gli obiettivi didattici.
Un esempio di schema
LOW COST FLIGHTS
What are its advantages? What are its disadvantages?
How it works
Internet Low-cost airports No on-board service
77
Dopo aver presentato gli argomenti agli studenti ed essersi assicurato che
abbiano compreso il vocabolario fino ad ora incontrato, l’insegnante può far
leggere individualmente un testo. Questo sarà una versione ridotta e
semplificata di un testo tratto dall’enciclopedia online Wikipedia.
Ridotta e semplificata non significa ridurre la qualità del contenuto, ma
semplicemente una modifica apportata dall’insegnante per adattarlo ai
bisogni degli studenti.
Esercizio n.3:
(Modifiche al testo originale in corsivo).
“A low-cost carrier or low-cost airline (also known as a no-
frills, discount or budget carrier or airline) is an airline that generally has lower
fares and fewer comforts. To compensate (make up) for revenue lost in
decreased ticket prices, the airline may charge for extras like food, priority
boarding, seat allocating, and baggage etc.
The term originated within the airline industry referring to airlines with lower
costs (a lower operating cost structure) than their competitors. While the
term is often applied to any carrier with low ticket prices and limited services,
regardless of their operating models, low-cost carriers should not be confused
78
with regional airlines that operate short flights without service, or with full-
service airlines offering some reduced fares.”28
Dopo aver letto individualmente il testo gli studenti risponderanno al
seguente test a risposta multipla per verificare la loro comprensione scritta:
4. ____ A fare is... a. The distance between two airports. b. The price paid for the flight. c. The level of comfort on budget flights.
5. ____ Low-cost airlines provide food, seat allocation and priority boarding to their customers.
a. False b. True
6. ____ Low-cost airlines are... a. Carriers providing short flights with no service on board. b. Carriers with low prices and limited services. c. Carriers providing full-service on board, which sometimes offer
reduced fares29
E’ utile fare ampio uso di tal tipo di esercizi invece di chiedere produzioni
scritte od orali. Gli studenti, specialmente all’inizio dell’anno scolastico si
28 http://en.wikipedia.org/wiki/Low-cost_carrier
29 This quiz was created with an onilne software. http://a4esl.org/c/qw.cgi
79
sentiranno già abbastanza provati dalla nuova metodologia e non ancora
all’altezza di una produzione orale o scritta tout-court.
Detto ciò, non significa che essi non abbiano compreso il contenuto della
lezione. E’ perciò motivante per loro essere testati per le loro conoscenze
attraverso cloze tests, test a risposta multipla ed esercizi a completamento di
frasi.
Esercizio n.4
Dopo aver trattato un testo scritto, agli studenti si può fare ascoltare una
registrazione breve che spieghi come cercare e prenotare tariffe aeree
convenienti online.
Agli studenti verrà chiesto di prendere nota, durante l’ascolto, dei passaggi
necessari per la ricerca e la prenotazione di un volo. Il carattere consequenziale
proprio del processo di prenotazione fornirà l’opportunità di valutare la conoscenza
dei connettivi temporali (first, secondly, then, after this, afterwards, as a result,
therefore, consequently, eventually).
La registrazione qui presentata è estratta da30Youtube™ e può essere mostrata
come un video se la classe possiede un proiettore, altrimenti può facilmente essere
convertita in formato mp3 ed eseguita con un normale lettore collegato ad
altoparlanti.
30 http://www.youtube.com/watch?v=W5RCO6quEiE
80
Dopo l’ascolto agli studenti verrà consegnata una lista di parole chiave e servendosi
di questa dovranno completare le seguenti frasi per ottenere un riassunto della
registrazione:
First of all…
Also, you need to be…
Secondly, you should consider…
Then you can search…
Before this you can also…
Then try…
Eventually, remember to be…
Le parole chiave da scrivere alla lavagna sono: plan ahead, be polite, call the
company, online travel sites, airline site, alternate airports.
Gli esercizi qui presentati sono volti ad arricchire la conoscenza dell’argomento,
incrementando contemporaneamente il vocabolario sullo stesso; ma è altresì
necessario ricordare che una delle caratteristiche principali del Clil è quella di creare
collegamenti interdisciplinari per migliorare le abilità cognitive e sviluppare un
pensiero critico.
A questo proposito sarà utile richiamare lo schema presentato all’inizio della
lezione. A questo punto gli studenti dovrebbero essere in grado di nominare i
81
vantaggi dei voli low cost così come la loro prenotazione attraverso internet ed il
servizio offerto a bordo.
Agli studenti si può dunque chiedere di fare un brainstorm dei possibili svantaggi.
Dopodiché osserveranno un video di Greenpeace riguardante le lamentele per la
costruzione di una terza pista e un sesto terminal presso l’aeroporto di Heathrow,
Londra.
31
Prima di ascoltare/osservare la registrazione gli studenti avranno avuto modo di
familiarizzare con il vocabolario che incontreranno, come ad esempio: utter
disaster, struggle on climate change, cut on emissions, aviation industry, keep
emissions down, stop expanding Heathrow, global warming, emissions, greenhouse
gas emissions, quality of life, tackling climate change. fastest growing source of gas
emission.
31 http://www.youtube.com/watch?v=Yexeq3l9IIo&feature=player_embedded
82
Agli studenti verrà chiesto di ascoltare attentamente e prendere nota di ciò che
viene detto, così che una discussione può seguire l’ascolto.
Per finire, agli studenti si può chiedere di tracciare una griglia sul loro quaderno per
scrivere quali sono, secondo loro, vantaggi e svantaggi dei voli low-cost.
In questo modo l’insegnante può valutare la comprensione dell’argomento e far
scaturire ulteriori discussioni sui temi del cambiamento climatico, la sostenibilità,
l’ecoturismo ed i gruppi di protesta, solo per citarne alcuni.
Forme di valutazione sono necessarie all’insegnante per capire se gli studenti sono
pronti per una prova di verifica e come migliorarne l’apprendimento in itinere.
Sebbene non sia raccomandabile valutare gli studenti durante le prime lezioni,si
può riconoscere loro un “merito” (in forma di nota positiva), se dimostrano
particolare interesse nell’argomento trattato d i loro interventi sono pertinenti e
linguisticamente corretti.
83
LA VALUTAZIONE.
Come già menzionato, gli studenti dovrebbero essere consapevoli fin dal
principio degli obiettivi formativi che devono raggiungere e degli obiettivi
didattici della lezione.
A questo scopo è necessario pianificare preventivamente le lezione e
utilizzare griglie di valutazione del rendimento che gli studenti stessi sono
invitati a compilare.
L’auto-valutazione degli studenti è fondamentale, poiché il lor
apprendimento tra beneficio dal sentirsi coinvolti nel processo di valutazione.
Ciò può avvenire attraverso la valutazione del portfolio.
Un portfolio è il compendio di tutti i lavori che uno studenti ritiene di
maggiore impatto nella propria carriera. Gli studenti, nel creare il loro
portfolio, possono fare riferimento agli obiettivi d’apprendimento ed i
progressi realizzati.
Il portfolio può essere ritirato ad intervalli regolari per farne un controllo
incrociato comparato con le valutazioni dell’insegnante. Può anche costituire
una sorta di project work da consegnare alla fine dell’anno scolastico.
Valutare i risultati d’apprendimento raggiunti aiuta gli studenti a diventare
discentare autonomi, così come mettendo in evidenza gli argomenti per loro
più interessanti e integrando le conoscenze sviluppate nei diversi ambiti di
studio, si rendono conto della multidisciplinarietà dell’apprendimento Clil.
84
Inoltre, valutando il progresso ottenuto gli studenti accrescono la fiducia in sé
stessi e sviluppano abilità da sfruttare nel mondo del lavoro in quanto
dovranno essere capaci di auto-valutare il loro rendimento.
Non a caso il portfolio non è una semplice collezione dei lavori che gli studenti
hanno maggiormente apprezzato. Ad essi viene chiesto di riflettere sul perché
sono riusciti con buoni risultati in alcuni compiti e non in altri.
I portfolio possono essere realizzati in formato cartaceo o elettronico; gli
studenti possono scegliere di crearlo attraverso una presentazione di
PowerPoint, ala quale possono essere aggiunte foto (ad esempio di un
progetto di classe) e video.
E’ buona regola stabilire dal principio i criteri della valutazione attraverso il
portfolio, in modo che gli studenti non considerino la redazione dello stesso
come compiti “extra” da svolgere a casa.
Gli studenti devono essere coscienti del valore del portfolio, poiché se ben
realizzato può contribuire positivamente al loro voto finale. Può altresì essere
presentato all’intera scuola a fine anno, ad esempio durante un’assemblea
d’istituto. Un modo in più per dare valore e il giusto riconoscimento al lavoro
svolto durante l’anno.
Gli insegnanti possono avvalersi dei consigli del sito per il Portfolio Europeo
delle Lingue32, il quale si basa sui sei livelli di competenza definiti dal Quadro
32 www.coe.int/portfolio
85
Comune Europeo di Riferimento ed è per questo motivo molto centrato e
rigido sull’acquisizione delle competenze linguistiche. Gli insegnanti possono
comunque trovarvi suggerimenti utili ed una guida gratuita e scaricabile33sul
come progettare un portfolio.
33 http://archive.ecml.at/mtp2/Elp_tt/Results/
86
Conclusioni:
Le informazioni raccolte in questa tesi riguardo alla metodologia Clil vogliono
essere un punto di partenza per rinnovare le istituzioni scolastiche in un
momento storico di profondi cambiamenti sociali.
Oltre a costituire un valido approccio all’insegnamento, la metodologia qui
discussa prende in considerazione i mutamenti avvenuti nel modo di
apprendere del discente e nella vita che lo accompagna e fa sì che la scuola
torni a rappresentare il luogo prediletto della formazione della persona, ove
questa acquisisce i mezzi e gli strumenti per poter affrontare le sfide della vita
con adeguata preparazione.
Le ricerche effettuate e le informazioni raccolte non possono essere
considerate complete, in quanto la metodologia, al momento della redazione
della tesi, si può ancora considerare in fase di sperimentazione ed è per
questo soggetta a continua evoluzione. Contemporaneamente è ancora in
fase di discussione la via da seguire per la formazione dei docenti.
L’augurio è che le istituzioni tengano in considerazione la necessità,
improrogabile, di allineare la scuola italiana agli standard europei e trovino,
dunque, una soluzione celere all’impasse burocratica che la scuola italiana sta
affrontando.
Nonostante ciò non mancano gli spunti ed una già solida base teorica per
porre le basi dell’ applicazione della metodologia Clil e dare così avvio ad un
87
nuovo paradigma della didattica, ove l’alunno e la sua formazione tornano ad
essere il fulcro dell’attenzione e della ricerca.
88
BIBLIOGRAFIA:
-Camaioni L., Di Blasio P., Psicologia dello Sviluppo, Ed. Il Mulino, 2002.
-Clegg, J., T. Barbiero, Programmare percorsi CLIL, Ed.Scuolafacendo Carocci
Faber, 2005.
-Cummins J, 1984, “Wanted: a theoretical framework for relating language
proficiency to academic achievement among bilingual students”, in Riviera C,
(a cura di), Language Proficiency and Academic Achievement, Clevedon,
Multilingual Matters.
-Fierli, M., Tecnologie per l’educazione, Laterza, 2003.
- Krashen, Stephen D., Principles and Practice in Second Language Acquisition.
English Language Teaching series. London: Prentice-Hall International, 1981.
-Maragliano, R., Tre testi su ipermedialità e formazione, Laterza, 2000.
-Marsh, D., CLIL/Emile The European Dimension, University of of Jyväskylä,
Finland, 2002.
-Marsh, D., Langé G., Using languages to learn and learning to use languages,
Tie-Clil (PDF available at www.clilcompendium.com/books)
-Marsh, D., P. Mehisto, M. J. Frigols, Uncovering CLIL: Content and Language
Integrated Learning and Multilingual Education, Macmillan, 2008.
89
-Oldfather P., L’Apprendimento dalla parte degli alunni: didattica costruttivista
e desiderio d’imparare, Ed. Erickson, 2001.
-Salmon L., Mariani M., Bilinguismo e traduzione, Franco Angeli Editore, 2008.
-TD, Tecnologie Didattiche n.3-2001, rivista a cura dell’Istituto Tecnologie
Didattiche del CNR, Edizioni Menabò.
90
SITOGRAFIA:
-D.M.249/10,”Formazione iniziale degli insegnanti”.
http://www.miur.it/Documenti/universita/Offerta_formativa/Formazione_iniziale_insegnanti_corsi_uni/DM_10_092010_n.249.pdf
-Emiliani A., Insegnare Filosofia 2, 1997, http://www.swif.uniba.it/lei/scuola/insfil/ins2_2.htm
-Järvinen Heini M., University of Turku, Finland. Documenti del seminario Lend, 25-27/10/2010,http://www.lend.it/clil-documenti-e-foto-sulle-giornate-di-bologna-e-salerno.html
-Key Data on Teaching Languages at school in Europe, 2008, Eurydice Network,Brussels, http://eacea.ec.europa.eu/about/eurydice/documents/KDL2008_EN.pdf
-Le esperienze di CLIL negli istituti scolastici della Lombardia 2001-2006, http://www.progettolingue.net/aliclil/wp-content/uploads/2008/07/rapporto-monitoraggio-clil-20075.pdf
-Portfolio Europeo delle Lingue, www.coe.int/portfolio
-Serragiotto, G.,La valutazione in CLIL , http://www.irresicilia.it/irres/progetti/clil/Serragiotto.pdf
-Sudhoff, J., CLIL and Intercultural Communicative Competence: Foundations and approaches towards a Fusion, www.icrj.eu.
-Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia, Progetto Lingue Lombardia, Ministero della Pubblica Istruzione, http://www.progettolingue.net/.