CITTÀ DEI RAGAZZI - Opera Don Bosco - Genova ... · divenire un'espressione di solidariet ......

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BOLLETTINO TRIMESTRALE - 1° TRIMESTRE 2013 - N°1 - TARIFFA REGIME LIBERO: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Anno XCVII - Genova” Per amore Per amore della Chiesa della Chiesa CITTÀ DEI RAGAZZI

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BOLLETTINO TRIMESTRALE - 1° TRIMESTRE 2013 - N°1 - TARIFFA REGIME LIBERO: “Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Anno XCVII - Gen ova”

Per amorePer amoredella Chiesadella Chiesa

CITTÀ DEI RAGAZZI

Lettera del Direttore

dell’Opera Don Bosco

Il Rettor Maggiore

La strenna

Don Giulio

Festa con il cardinale Bagnasco

Il Papa si dimette

Latinos en don Bosco

Il carnevale

una festa davvero speciale

Il Torneo Ravano

La scuola media

ha una lunga storia

Varcano la porta

dell’inferno di Auschwitz

sommario

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Benedetto XVI con lucidità guarda la situazione mondialeall'inizio del 2013. Parole sagge che partono dalla personaaperta all’altro e quindi solidale per suggerire vie per il benecomune per il mondo, per l’Europa, per l’Italia.

"…Purtroppo, soprattutto nell’Occidente, vi sono numerosiequivoci sul significato dei diritti umani e dei doveri ad essicorrelati. Non di rado i diritti sono confusi con esacerbatemanifestazioni di autonomia della persona, che diventaautoreferenziale, non più aperta all’incontro con Dio e con glialtri, ma ripiegata su se stessa nel tentativo di soddisfare ipropri bisogni. Per essere autentica, la difesa dei diritti deve,al contrario, considerare l’uomo nella sua integrità personalee comunitaria...

L’odierna crisi economica e finanziaria si è sviluppata perchétroppo spesso è stato assolutizzato il profitto, a scapito dellavoro, e ci si è avventurati senza freno sulle stradedell’economia finanziaria, piuttosto che di quella reale.Occorre, dunque, recuperare il senso del lavoro e di unprofitto ad esso proporzionato. A tal fine, giova educare aresistere alle tentazioni degli interessi particolari e a brevetermine, per orientarsi piuttosto in direzione del bene comune.

Inoltre, è urgente formare i leaders, che, in futuro, guiderannole istituzioni pubbliche nazionali e internazionali. Anchel’Unione Europea ha bisogno di rappresentanti lungimiranti equalificati per compiere le scelte difficili che sono necessarieper risanare la sua economia, basi solide per il suo sviluppo.Da soli, alcuni paesi andranno forse più veloci, ma, insieme,tutti andranno certamente più lontano!

Se preoccupa l’indice differenziale tra i tassi finanziari,dovrebbero destare sgomento le crescenti differenze frapochi, sempre più ricchi, e molti, irrimediabilmente più poveri.Si tratta, insomma, di non rassegnarsi allo “spread delbenessere sociale” mentre si combatte quello della finanza...In nome della carità la Chiesa vuole essere vicina anche aquanti soffrono a causa delle calamità naturali. Penso allevittime delle inondazioni nel sud-est asiatico e dell’uraganoche ha colpito la costa orientale degli Stati Uniti d’America.Penso anche a coloro che hanno subito il forte terremoto, cheha devastato alcune regioni dell’Italia settentrionale. Comesapete, ho voluto recarmi personalmente in questi luoghi,dove ho potuto constatare l’ardente desiderio con cui siintende ricostruire ciò che è andato distrutto. Auspico che, inquesto momento della sua storia, tale spirito di tenacia e diimpegno condiviso animi tutta la diletta nazione italiana...”

(Dal Discorso d'inizio d'anno 2013 al Corpo diplomatico -159 ambasciatori accreditati in Vaticano)

Alberto Rinaldini

PRIMOTRIMESTRE - N° 1Gennaio-Marzo 2013

L’Eco di Don BoscoBollettino trimestraleOpera Salesiana - SampierdarenaSped. in abb. postale 70%Anno XCVII - Genova

Direzione e amministrazione:Istituto Don BoscoVia C. Rolando, 1516151 Genova-Sampierdarenatel. 010 640 26 01

C.C.P. 28142164Autorizzazione Tribunale di Genovan. 327 del 16-2-1955

Redazione:Alberto RinaldiniFabio BianchiniSilvano Audano

Direttore responsabile:Alberto Rinaldini

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CAMBIATO CASA? Per continuare a ricevere L’ECO comunica il nuovo indirizzo al n. 010 64 02 616 o a [email protected]

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no allo spreaddel benessere

sociale

direttore del don bosco

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Padre e Maestro dei Giovani.Il nostro Arcivescovo, il cardinaleAngelo Bagnasco, è stato accoltonella Chiesa parrocchiale (bella oraall’esterno ma ancora in corso direstauro negli interni), gremita dipersone, dove ha presiedutol’Eucaristia. Nella sua omelia, ilCardinale si è chiesto: “Cosadirebbe oggi don Bosco?” e si èfatto portavoce del Santo. Confinezza e maestria ha ripreso imotivi della festa:Ha augurato a don Giulio dicontinuare il suo prezioso serviziocon saggezza e sapienza affidandosial Divin Maestro che l'ha chiamatoad essere sacerdote e religioso.Ai Salesiani ha detto parole diincoraggiamento, invitandoli “a nontemere per le difficoltà interne edesterne”.Rivolgendosi ai Cresimandi, li hainvitati a testimoniare la fede nellapropria vita, attraverso sceltepersonali non conformiste o dibasso profilo: con scelte guidatedalla fede in Gesù Cristo si diventapersone mature in una società chetende ad omologare tutti.Dopo la S. Messa, ha avuto luogoun momento conviviale con ilCardinale, alcuni parroci del vicariatoe la Comunità Salesiana. La gioia distare insieme si coglie anche dallefoto che ricorrono in queste pagine.

2. Il papa lascia la cattedra di PietroL’11 febbraio Benedetto XVI hacomunicato al mondo la suadecisione di lasciare il serviziopetrino, per amore della Chiesa.Commozione, sorpresa e insieme

Uno sguardoattentosull'Opera diSampierdarenacon i problemie le difficoltàvede unaoperosaComunità disalesiani, unagrandeParrocchia, il

complesso delle varie scuole,l'Oratorio multicolore con i suoidiversi gruppi, il mondo dellosport… tutto esplode nei cortiliverdi dal mattino presto al tardopomeriggio. Un brulicare divita…una città dei ragazzi comerecita la copertina di questa rivistache racconta la gioia di vivere che lacrisi economica non spegne.

1. Gennaio, il mese salesianoCulmina con la festa del nostrogrande Padre Don Bosco. Lapreparazione alla Festa è statafervida in tutti i settori dell'Opera,Festa che si è protratta fino al 10febbraio. Il 31 gennaio, la SantaMessa degli allievi dei vari settoriscolastico-formativi ha raccolto lapreghiera al Santo dei giovani, deisalesiani, dei docenti e formatori,dei genitori e naturalmente degliallievi stessi. Poi brioches, musica egiochi nei cortili verdi dell’Istituto.Il 10 marzo, invece, ha avuto luogola festa esterna, con una felicecoincidenza di varie circostanze:l’amministrazione del sacramentodella Cresima ad un nutrito gruppodi giovani della Parrocchia, la felicevigilia del 50° di ordinazionesacerdotale di don Giulio Barchielli,un po’ «l'angelo custode» sia dellaparrocchia sia della Comunitàreligiosa; e la Festa Parrocchiale del

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ammirazione. La comunità si uniscea tutti i fedeli del mondo perringraziare Dio di averci dato per 8anni un così grande pontefice e perchiedere allo Spirito Santol’assistenza sul Conclave cheeleggerà il nuovo vescovo di Roma,successore di Benedetto XVI.

3. Ricorrenze di famigliaL'11 febbraio abbiamo celebrato il50° di ordinazione sacerdotale didon Giulio Barchielli, il preziosovicario della comunità religiosa einfaticabile vice parroco. In luglioricorrerà il 60° di sacerdozio di donPierino: li festeggeremo insieme ilprossimo 24 maggio, Solennità diSanta Maria Ausiliatrice. Il 25 settembre don AlbertoCosenza ha compiuto 80 anni, ed il4 marzo li compirà don AlbertoRinaldini. Entrambi hanno vissutopiù della metà della propria vita quia Sampierdarena, tra impegni similie diversi: scuola, cultura, teatro, etanto altro ancora!Ad entrambi auguriamo lunga vita,salute, freschezza spirituale e liringraziamo per la nota di ottimismoche portano in Comunità.

4. AuguriSpero che l'Eco di don Bosco arriviin tempo - poste permettendolo - eporti ad ognuno freschi e personaligli auguri di una Buona e SantaPasqua: nella Risurrezione di GesùCristo fiorisce nella fede anche lanostra risurrezione per l’incontrodefinitivo con Lui.

Don Luigi Dobravec

2013: vitalitàdell’Operadon Bosconella gioia del CristoRisorto.

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Èil tema scelto dal IXSuccessore di don Bosco perl’annuale strenna alla famiglia

salesiana. In preparazione albicentenario della nascita di donBosco, nel 2012 abbiamo studiato lastoria di don Bosco, nel 2013 neapprofondiamo la PROPOSTAEDUCATIVA.Presentiamo in modo sintetico laprima parte, mentre riportiamoquasi intera la seconda parte.

1. Alla riscoperta del sistemapreventivo."Oggi i contesti sociali, economici,culturali, politici, religiosi, nei quali citroviamo a vivere la nostra vocazionee missione salesiana sonoprofondamente cambiati". La fedeltàal carisma del nostro Padre chiedefedeltà al metodo della sua offertaeducativa e aderenza al nostrotempo: "Il mondo è ormai divenutoun "villaggio globale". È permeato dacontinue innovazioni mediatiche,globalizzanti, che influiscono su tuttele culture del pianeta. Il modo dipensare appare segnato da inediticriteri culturali di produttività,efficienza, calcolo, razionalitàscientifica". La proposta educativa di don Bosco

risente - e non potrebbe esserediversamente - della cultura deltempo, ma il contenuto e il metodosono linee educative valide sempre. Eallora la prima preoccupazione deveessere quella di cogliere "la diversità"del suo impegno educativo. “Già nelprimo Oratorio sono presenti alcuneintuizioni che sarannosuccessivamente acquisite nella lorovalenza più profonda di complessasintesi umanistico - cristiana”. Lastrenna le elenca: a) L'Oratorio, una struttura flessibile

quale opera di mediazione traChiesa, società urbana e fascepopolari giovanili

b) rispetto e valorizzazionedell'ambiente popolare

c) religione a fondamentodell’educazione

d) convergenza tra educazione ededucazione alla fede

e) convinzione che l'istruzionecostituisce uno strumentoessenziale per illuminare la mente.

f) l'alfabetizzazione di chi non ha maipotuto fruire di una qualsiasi formadi istruzione scolastica, ilcollocamento al lavoro, l'assistenzalungo la settimana, lo sviluppo diattività lavorative, associative emutualistiche ecc.

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Come don Bosco educatore,offriamo ai giovani il vangelodella gioia attraverso lapedagogia della bontà.

g) La piena occupazione evalorizzazione del tempo libero

h) L'amorevolezza come stileeducativo.

"Dalla dinamica della sua particolareesperienza questo metododenominato appunto "SistemaPreventivo" diventa un "sistema"pubblicizzato e presentato comemetodo universale. Don Bosco lopropose e volle che fosse adottatoper l'educazione e la rieducazionedei giovani appartenenti ai gruppi piùsvariati". Questo sistema - cometroviamo scritto nella Carta dellaFamiglia Salesiana - "rappresenta ilcondensato della saggezzapedagogica di Don Bosco ecostituisce il messaggio profeticoche ha lasciato ai suoi eredi e a tuttala Chiesa. È un’esperienza spiritualeed educativa che si fonda suragione, religione ed amorevolezza".La Strenna, per tradurre nell’oggi leintuizioni e virtualità del SistemaPreventivo suggerisce treprospettive: rilancio “dell’onestocittadino” e ”buon cristiano”; ritornoai giovani con maggiorqualificazione; un’educazione dicuore. Analizza la prima.

2. Il rilancio “dell’onesto cittadino”e del “buon cristiano”.Come attualizzare ”l’onestocittadino”?Don Bosco non poteva fare di più diquello che ha fatto. La maturazioneetica contemporanea: "ha riscontratoi limiti di un assistenzialismo che,dimenticando la dimensione politicadel sottosviluppo, non riesce ainfluire positivamente sulle causedella miseria, sulle strutture dipeccato dalle quali scaturisce uncontesto sociale da tutti sempredenunciato. Concepire la carità solocome elemosina, significa rischiaredi muoversi nell'ambito di un "falsosamaritanesimo" che, al di là dellebuone intenzioni, finisce talora coldivenire un'espressione di solidarietàscadente, perché funzionale amodelli di sviluppo che puntano albenessere di alcuni, indorandol'amara pillola per gli altri". Segueun'interessante domanda. "Ora ilfatto che miliardi di persone stianovivendo oggi in condizioni ben

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della Strenna: "Si tratta di svelare eaiutare a vivere consapevolmente lavocazione di uomo, la verità dellapersona" che in Cristo trova la suailluminazione totale. E aggiunge: "Come trasformare latradizionale educazione, il cuicontesto era quello di una società"monoreligiosa", in un'educazioneaperta e al tempo stesso critica, difronte al pluralismo contemporaneo?Come educare a vivere in autonomiae nello stesso tempo essere partecipiin un mondo plurireligioso,pluriculturale, plurietnico? A fronte del superamento dellatradizionale pedagogiadell'obbedienza, adeguata ad uncerto tipo di ecclesiologia, comepromuovere una pedagogia dellalibertà e della responsabilità, tesa alla

costruzione di persone responsabili,capaci di libere decisioni mature,aperte alla comunicazioneinterpersonale, inserite attivamentenelle strutture sociali, inatteggiamento non conformistico macostruttivamente critico?"La risposta? Tornare ai giovani conmaggior qualificazione. "Salesiano èchi dei giovani ha anche unaconoscenza teorica ed esistenziale,che gli permette di scoprire i loroveri bisogni, di creare una pastoralegiovanile adeguata alle necessità dei tempi. La fedeltà alla nostra missione poi,per essere incisiva, deve essereposta a contatto con i "nodi" dellacultura di oggi, con le matrici dellamentalità e dei comportamentiattuali".

lontane da quella “civiltà dell'amore”,auspicata dal papa Paolo VI e ribaditadai suoi successori, può trovare in noi“una risposta specifica” nel ricorsoalla formula di don Bosco “dell’onestocittadino e buon cristiano”?La politica del "Padre nostro" nellaprassi tende ad escludere dallapropria vita la politica, condiziona elimita la dimensione socio-politicadegli educandi. Ad assecondare taletendenza, forse, è stato anche ilfacile conformismo degli educatori,l'insufficiente cultura e la scarsaconoscenza del contesto storico -sociale. Si impone "una riconfermaaggiornata della "scelta socio-politica-educativa" di don Bosco. "Questosignifica - sottolinea la Strenna - nonpromuovere un attivismo ideologico,legato a particolari scelte politiche dipartito, ma formare ad una sensibilitàsociale e politica, che portacomunque a investire la propria vitacome missione per il bene dellacomunità sociale, con un riferimentocostante agli inalienabili valori umanie cristiani."

Come attualizzare il “buoncristiano”?Il Concilio Vaticano II ha apertoorizzonti nuovi… Seguendo le parole

La ComunitàSalesiana

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IMPEGNI CONCRETI PER LA FAMIGLIASALESIANA.

1. Il ‘vangelo della gioia’.“In Gesù di Nazaret Dio si è rivelatocome il «Dio della gioia» e il Vangeloè una “lieta notizia” che esordiscecon le “Beatitudini”, partecipazionedegli uomini alla beatitudine stessa diDio. (…)Il “vangelo della gioia” caratterizzatutta la storia di Don Bosco ed èl’anima delle sue molteplici opere.Don Bosco ha intercettato il desideriodi felicità presente nei giovani e hadeclinato la loro gioia di vivere neilinguaggi dell’allegria, del cortile edella festa; ma non ha mai cessato diindicare Dio quale fonte della gioiavera. (…)Alla scuola di Don Bosco,l’appartenente alla Famiglia Salesianacoltiva dentro di sé alcuniatteggiamenti che favoriscono la gioiae la comunicano agli altri.a) La fiducia nella vittoria del bene:«In ogni giovane, anche il piùdisgraziato – scrive Don Bosco –, c’èun punto accessibile al bene, edovere primo dell'educatore è dicercare questo punto, questa cordasensibile del cuore, e di trarneprofitto».b) L'apprezzamento dei valoriumani: Il discepolo/a di Don Boscocoglie i valori del mondo e rifiuta digemere sul proprio tempo: ritienetutto ciò che è buono, specie segradito ai giovani e alla gente (cf.Cost SDB 17).c) L'educazione alle gioiequotidiane: occorre un pazientesforzo di educazione per imparare, oimparare nuovamente, a gustare, consemplicità, le molteplici gioie umaneche il Creatore mette ogni giorno sulnostro cammino.Poiché si affida totalmente al «Diodella gioia» e testimonia in opere e inparole il «Vangelo della gioia», ildiscepolo e la discepola di DonBosco sono sempre lieti. (…)

2. La pedagogia della bontà. “L'amorevolezza di Don Bosco è,senza dubbio, un tratto caratteristicodella sua metodologia pedagogicaritenuto valido anche oggi, sia neicontesti ancora cristiani sia in quellidove vivono giovani appartenenti adaltre religioni.Non è però riducibile solo a un

principio pedagogico, ma variconosciuta come elementoessenziale della nostra spiritualità.Essa infatti è amore autentico perchéattinge da Dio; è amore che simanifesta nei linguaggi dellasemplicità, della cordialità e dellafedeltà; è amore che generadesiderio di corrispondenza; è amoreche suscita fiducia, aprendo la via allaconfidenza e alla comunicazioneprofonda (“l’educazione è cosa dicuore”); è amore che si diffondecreando un clima di famiglia, dove lostare insieme è bello ed arricchente.Per l’educatore, è un amore cherichiede forti energie spirituali: lavolontà di esserci e di starci, larinuncia di sé e il sacrificio, la castitàdegli affetti e l’autocontrollo negliatteggiamenti, l’ascolto partecipe el’attesa paziente per individuare imomenti e i modi più opportuni, lacapacità di perdonare e di riprenderei contatti, la mansuetudine di chi,talora, sa anche perdere ma continuaa credere con speranza illimitata. Nonc’è amore vero senza ascetica e nonc’è ascetica senza l’incontro con Dionella preghiera. (…)L’amorevolezza diventa così segnodell’amore di Dio, e strumento perrisvegliare la sua presenza nelcuore di quanti sono raggiuntidalla bontà di Don Bosco; è unavia all’evangelizzazione.(…)

3. L’educazione è cosa del cuore.Scrive Braido: “La pedagogia di DonBosco s’identifica con tutta la suaazione; e tutta l’azione con la suapersonalità; e tutto Don Bosco èraccolto, in definitiva, nel suo cuore”.Ecco la sua grandezza e il segreto delsuo successo come educatore: DonBosco ha saputo armonizzare autoritàe dolcezza, amore di Dio e amore deigiovani.“L’amore di Don Bosco per questigiovani era fatto di gesti concreti eopportuni. Egli si interessava di tuttala loro vita, riconoscendone i bisognipiù urgenti e intuendo quelli piùnascosti. Affermare che il suo cuoreera donato interamente ai giovani,significa dire che tutta la sua persona,intelligenza, cuore, volontà, forzafisica, tutto il suo essere era orientatoa fare loro del bene, a promuovernela crescita integrale, a desiderarne lasalvezza eterna. Essere uomo dicuore, per Don Bosco, significava

quindi essere tutto consacrato albene dei suoi giovani e donare lorotutte le proprie energie, fin l’ultimorespiro!”

4. La formazione dell’onestocittadino e del buon cristiano.“Formare «buoni cristiani e onesticittadini» è intenzionalità più volteespressa da Don Bosco per indicaretutto ciò di cui i giovani necessitanoper vivere con pienezza la loroesistenza umana e cristiana: vestito,vitto, alloggio, lavoro, studio e tempolibero; gioia, amicizia; fede operosa,grazia di Dio, cammino disantificazione; partecipazione,dinamismo, inserimento sociale edecclesiale. L’esperienza educativa glisuggerì un progetto ed un particolarestile di intervento, da lui stessocondensati nel Sistema preventivo,che «si appoggia tutto sopra laragione, la religione, e sopral'amorevolezza».La presenza educativa nel socialecomprende queste realtà: lasensibilità educativa, le politicheeducative, la qualità educativa delvivere sociale, la cultura.

5. Umanesimo salesiano.Per Don Bosco significava valorizzaretutto il positivo radicato nella vitadelle persone, nelle realtà create,negli eventi della storia. Ciò loportava a cogliere gli autentici valoripresenti nel mondo, specie se graditiai giovani; a inserirsi nel flusso dellacultura e dello sviluppo umano delproprio tempo, stimolando il bene erifiutandosi di gemere sui mali; aricercare con saggezza lacooperazione di molti, convinto checiascuno ha dei doni che vannoscoperti, riconosciuti e valorizzati; acredere nella forza dell'educazioneche sostiene la crescita del giovane elo incoraggia a diventare onestocittadino e buon cristiano; ad affidarsisempre e comunque alla provvidenzadi Dio, percepito e amato comePadre”.

6. Sistema Preventivo e Diritti Umani.La Congregazione non ha motivodi esistere se non per la salvezzaintegrale dei giovani. Come DonBosco nel suo tempo, noi non

possiamo essere spettatori;dobbiamo essere protagonisti dellaloro salvezza. (...) Oggi non cisarebbe possibile guardare negliocchi un bambino se non cifacessimo promotori anche dei suoidiritti.Il sistema preventivo e i dirittiumani interagiscono, arricchendosil’un l’altro. Il sistema preventivo offreai diritti umani un approccio educativounico ed innovativo rispetto almovimento di promozione eprotezione dei diritti umani finoracaratterizzato dalla prospettiva delladenuncia “ex post”, la denuncia diviolazioni già commesse. Il sistemapreventivo offre ai diritti umanil’educazione preventiva, ossial’azione e la proposta “ex ante”.Come credenti possiamo dire che ilsistema preventivo offre ai dirittiumani un’antropologia che si lasciaispirare dalla spiritualità evangelica evede come fondamento dei dirittiumani il dato ontico della dignitàdi ogni persona “senza distinzionealcuna, per ragioni di razza, di colore,di sesso, di lingua, di religione, diopinione politica o di altro genere, diorigine nazionale o sociale, diricchezza, di nascita o di altracondizione”.Allo stesso modo i diritti umanioffrono al sistema preventivo nuovefrontiere ed opportunità di dialogo edi collaborazione in rete con altrisoggetti, al fine di individuare erimuovere le cause di ingiustizia,iniquità e violenza. I diritti umaniinoltre offrono al sistema preventivonuove frontiere ed opportunità diimpatto sociale e culturale comerisposta efficace al “drammadell’umanità moderna della fratturatra educazione e società, del divariotra scuola e cittadinanza”.Nel nuovo contesto globalizzato idiritti umani diventano uno strumentoin grado di oltrepassare gli angusticonfini nazionali per porre limiti eobiettivi comuni, creare alleanze estrategie e mobilitare risorse umaneed economiche. (…)

CONCLUSIONEConcludo il commento alla Strenna2013 con un poemetto inviato da unconfratello salesiano dell’India. Il

testo raccoglie molto bene ciò che èla vera educazione, soprattuttoperché visto ed espresso dalle paroledi un bambino che dice a sua madreciò che passava per la sua mente erestava nel suo cuore contemplandola sua forma di agire. La lettura delpoema mi ha portato alla memoria latestimonianza stessa di GiovanninoBosco su Mamma Margherita.In effetti, lo stile educativo praticato aValdocco, e oggi diffuso in tutto ilmondo, ha le sue radici nellafanciullezza di Don Boscocaratterizzata dall’ambiente contadinoaustero e forte dei Becchi e,soprattutto, dalle persone che glierano accanto. Don Bosco ebbe adire: “Mi si domanda come educo iragazzi. Io li tiro su come miamadre tirava su noi in famiglia. Dipiù non so”.Fu Mamma Margherita la prima egrande educatrice di Don Bosco.Rimasta vedova, seppe dare ai suoifigli l’amore esigente di un padre el’amore dolce e gratuito di unamadre. Da lei Don Bosco imparò queivalori e atteggiamenti che praticò coni suoi ragazzi e, con il passar deglianni, lasciò ai Salesiani, divenendo lebasi della sua pedagogia:• Una presenza attiva. L’assistenza

salesiana non è semplice azione disorveglianza; è una presenza che fasentire al ragazzo di essere amato;che condivide con lui il gusto dilavorare e di crescere insieme,rendendolo protagonista.

• Il lavoro quotidiano. Edottodall’esperienza del lavoro contadinonei campi dei Becchi e dei Moglia,Don Bosco amava dire ai suoiragazzi: “Un ragazzo pigro saràsempre un somaro”, “Chi non siabitua al lavoro in tempo digioventù, per lo più sarà sempre un

poltrone sino alla vecchiaia”. AValdocco era stigmatizzata lapigrizia e il lavoro si alternava con lapreghiera, il gioco, el’apprendimento.

• Il senso di Dio. Mamma Margheritafu per Giovannino anche unacatechista: lo preparò alsacramento della confessione e allaprima comunione e, soprattutto, gliinsegnò a saper leggere lapresenza di Dio nel quotidiano, nelcreato, nelle vicende belle e tristidella vita. Guardando la suagenerosità con i più poveri ebisognosi, il futuro prete maturòuna pietà religiosa in grado ditrasformarsi al momento opportunoin carità concreta, semplice egenuina.

• La ragione come sinonimo didialogo. La saggezza contadinadava al termine “ragioniamo”diverse valenze; veniva usata perdialogare, per spiegarsi, per arrivaread una decisione in comune, presasenza che uno volesse imporre ilproprio punto di vista. Don Boscofece in seguito del termine“ragione” una delle colonneportanti del suo metodo educativo.In questa prospettiva il dialogo traDomenico Savio e Don Bosco è unvero e proprio patto educativo cheguidò il giovane santo ad unimpegno: “Dunque io sono lastoffa; lei ne sia il sarto; dunque miprenda con sé e farà un bel abitoper il Signore”.

Alla luce di questa memoria, il poemaproposto da un salesiano indianodiventa un messaggio per ogni adultoconsapevole educatore, perché ibambini e i ragazzi guardano e fannoquello che tu fai, non quello che tudici.

strenna 2013

6l’eco di don bosco numero uno 2013

Centro Formazione Professionale

QUANDO CREDEVICHE IO NON STESSI GUARDANDO

Quando credevi che io non stessi guardando,Quando credevi che io non stessi guardando,ti ho vista attaccare il mio primo disegno sul frigoti ho vista attaccare il mio primo disegno sul frigoe subito ho voluto farne un altro.e subito ho voluto farne un altro.Quando credevi che io non stessi guardando,Quando credevi che io non stessi guardando,ti ho vista dar da mangiare a un gatto randagio,ti ho vista dar da mangiare a un gatto randagio,e ho imparato che è bene essere buoni con glie ho imparato che è bene essere buoni con gli

animali.animali.Quando credevi che io non stessi guardando,Quando credevi che io non stessi guardando,ti ho vista preparare per me il mio dolce favorito,ti ho vista preparare per me il mio dolce favorito,e ho imparato che le cose piccole possono esseree ho imparato che le cose piccole possono essere

cose speciali nella vita.cose speciali nella vita.Quando credevi che io non stessi guardando,Quando credevi che io non stessi guardando,ti ho vista cucinare un pranzo e portarlo a unti ho vista cucinare un pranzo e portarlo a un

amico ammalato,amico ammalato,e ho imparato che dobbiamo prenderci cura glie ho imparato che dobbiamo prenderci cura gli

uni degli altri.uni degli altri.Quando credevi che io non stessi guardando,Quando credevi che io non stessi guardando,ti ho vista curare la nostra casa e quelli che viti ho vista curare la nostra casa e quelli che vi

abitano,e ho imparato che bisogna prendersi cura di ciòe ho imparato che bisogna prendersi cura di ciò

che abbiamo ricevuto.Quando credevi che io non stessi guardando,ti ho vista affrontare le tue responsabilità anche

se non ti sentivi bene, e ho imparato che dovrò essere responsabile

quando sarò grande. Quando credevi che io non stessi guardando,ho visto sgorgare lacrime dai tuoi occhi,e ho imparato che certe cose a volte fanno soffri-e ho imparato che certe cose a volte fanno soffri-

re, ma che piangere va bene.re, ma che piangere va bene.Quando credevi che io non stessi guardando,Quando credevi che io non stessi guardando,ho visto che eri preoccupata,ho visto che eri preoccupata,e ho voluto essere tutto ciò che potrei essere.Quando credevi che io non stessi guardando,ho imparato la maggior parte delle lezioni di vita

che dovrò sapereche dovrò sapereper essere una persona buona e utile quando cre-

scerò.Quando credevi che io non stessi guardando,ti ho guardata e volevo dire:

«Grazie di tutto quello che ho visto quandocredevi che io non stessi guardando».

Ognuno di noi (genitori, nonni, zie e zii, maestri,amici) influisce sulla vita di un bambino. E la cosaimportante è sapere in che modo toccheremo oggi lavita di qualche persona.

a cura di A. R.

il don bosco

8l’eco di don bosco numero uno 2013

24 maggio festeggiamo il 50° di d

Caro don Giulio, aiuto prezioso in

parrocchia e angelo della Comunità

religiosa, ringraziamo con te il Signore

per il tuo giubileo santo. Saggezza e

sapienza ti doni il Signore per

continuare il tuo lavoro.

Caro don Pierino, del nostro passato iconavivente. L’alba delle tue nozze di diamante staper sorgere… Ti auguriamo con affetto esimpatia che sia l’alba di una lunga giornata,bella e solare come la tua Liguria, che porti al70° e 80° della tua ordinazione sacerdotale.Ti siamo vicino con la preghiera e l’affetto.I tuoi confratelli.

I nuovi cresimati con il Card. Bagnasco

Cari amici,stiamo vivendo l'Anno della Fede e il mio desiderio è dicondividere con voi la serenità interiore che la nostra FedeCristiana ci dona anche nei momenti di dolore di sofferenza edi morte.Nella notte tra giovedì 14 e venerdì 15 febbraio è venuto amancare un mio fratello di 70 anni. Soffriva da tempo dienfisema polmonare e una crisi più acuta se lo è portato via.Come succede in questi casi e si vive lontano, tutto avvienedi fretta e la testa comincia a chiedersi tante cose che ilclima di dolore che avverti dentro e attorno a te non sempreti aiuta a capire.Ho voluto restare vicino a mio fratello fino a quando è statochiuso il coperchio della bara e il suo volto è sparito davantiai miei occhi.In quel momento è scattata, senza che io lo volessi, unadomanda imperiosa nella mia testa:” E adesso? Non lorivedrò più per sempre?” Ma mi accorgevo che questopensiero che tutto fosse finito per sempre, non solo non midava nessun sollievo, ma faceva crescere in me il dolore e lasofferenza. Mi sentivo svuotato e senza la capacità diformulare un pensiero.Ma stavamoaccompagnando ilferetro in chiesa e ioavrei dovuto celebrare laSanta Messa! E checosa dico ai parenti e aipresenti? E di nuovo,senza che io lo volessi, siè fatta strada nella miatesta una frase chepreghiamo nella messaper i defunti:” Ai tuoifedeli, Signore, la vitanon è tolta, matrasformata!” È statacome una luce cheillumina e riscalda e cheporta serenità e pace!Ecco, cari amici,questa esperienza didolore mi ha aiutato acapire che il dono dellaFede che Dio mi ha dato,è bello ed è grandeperché è una continuatrasformazione della miavita.La fede non mi serveallora solo per affrontareil pensiero della morte,ma per capire che tuttala mia esistenza, giornodopo giorno, scelta dopo

9l’eco di don bosco numero uno 2013

il don bosco

scelta, è una continua trasformazione della mia vita in quelladi Dio!Dio non mi distrugge, ma mi salva e mi offre in donol'eternità! E se non riesco a capire la bellezza e la grandezzadi questo dono, forse è perché non voglio accettare di esseretrasformato in Dio!Ma se rifiuto di essere continuamente trasformato in Dio, iomi condanno da solo a una vita triste e rassegnata perchévissuta senza amore, perché Dio è Amore e solo Amore.Il pensiero che la mia vita, grazie al dono della Fede, è unacontinua trasformazione in Dio, diventa una forza interioreche mi fa capire che tutto è grazia e che non sono mai solo,anche quando tutto e tutti sembrano abbandonarmi.Si, ne sono certo, vedrò il tuo volto o Signore nella terra deiviventi, e i miei occhi ti potranno contemplare non dastraniero! È importante però che io impari a riconoscertipresente già da adesso in me e nei miei fratelli attorno a me!Grazie Signore per avermi donato la fede!

Cari amici,questo numero dell’Eco di Don Bosco vi giungerà in

prossimità della SantaPasqua quando la nostraFede ci fa celebrare lagioia della Risurrezione.Vorrei che tutti fossimoconvinti che, in Cristo, lanostra vita non è unlento e progressivocammino verso la morte!Ma è invece unacontinua e gioiosascalata verso la vita!Quella vita eterna cheDio mi dona e che è giàiniziata e stiamo vivendogià da adesso.Accogliamo l’invito checi rivolge l’apostoloPaolo: ”Se siete risorticon Cristo, cercate lecose di lassù”. Si, amicimiei, impariamo aleggere le vicende dellanostra vita con gli occhie il cuore della Fede, e ciaccorgeremo che Dionon ci prende in giro, maci invita ad essere “felicinel tempo enell’eternità”. (Don Bosco)

Buona Pasqua a tutti!

con affettoDon Antonio-parroco

don Giulio e il 60° di don Pierino

La bellezza della Fede

il papa

10l’eco di don bosco numero uno 2013

Siamo di fronte ad una svolta storicain seno alla Chiesa. Sorpresa neigrandi del mondo, sbigottimento nei

suoi collaboratori, smarrimento in tutto ilpopolo di Dio. Il mondo intero risentel'onda di quest'atto veramenteinnovatore… tocca anche i fedeli dellealtre religioni e interessa i non credenti. La svolta dell'11 febbraio 2013 segna lafine di un'epoca!La sera stessa tanti "improvvisati esperti"hanno tentano la propria interpretazione.Quali motivi per tale inaudita decisione?La salute fisica, la crisi della Chiesa chelo debilita spiritualmente? Inevitabile ilconfronto con Giovanni Paolo IItestimone fino all'ultimo dell’umanità

fragile che porta la croce fino in fondo… Negli interventi dei media è statoevidenziato il motivo profondo di talepasso: lo faccio per amore della Chiesa.Ecco la giusta lettura dell'evento che ciaccompagnerà nel tempo. Quandoavremo il nuovo successore di SanPietro, Benedetto XVI vivrà - così hadeciso - in clausura pregando per laChiesa. Nulla di nuovo sulla possibilità che unpapa si dimetta. Il Diritto canonicocontempla tale possibilità. Lui stesso poi,nel Libro - intervista "Luce del Mondo"del 2010, lo prevedeva. Nessun papa,tuttavia, dopo Celestino V, aveva fattoquesto passo… A parte la diversa situazionedell'abdicazione consenziente dei "trepapi" durante lo scisma d'Occidentericomposto nel 1415 con il Concilio diCostanza, è la prima volta che in pienacoscienza un pontefice per amore dellaChiesa si dimette. Di fronte a questo evento lo sconcertodei cattolici e la sorpresa del mondointero rinviano ad una più profondariflessione: il servizio, quello "petrino", ètale finché le forze fisiche e spiritualireggono. Rileggendo attentamente leparole usate da Benedetto XVI nelcomunicare le sue dimissioni per amoredella Chiesa, la nostra sorpresa ecommozione si fa plauso per tale atto dicoraggio.Al di là dell'età e della salute sorprende

la lucidità intellettuale. Lo conferma ildiscorso a braccio nel saluto, comevescovo di Roma, ai parroci. Haripercorso l'esperienza vissutapersonalmente dei lavori del Concilio,suggerendo, dopo la ricezione virtuale,ad opera dei media, quella autentica deidocumenti conciliari . L'anno della fedeviene indicato come il momentoopportuno per tornare al Concilio. Tornando all'inedita - nell'età moderna -remissione del servizio petrino peramore della Chiesa, troviamo confortantile parole del superiore di Comunione eliberazione: “Con questo gesto, tanto imponentequanto imprevisto, il Papa ci testimoniauna tale pienezza nel rapporto con Cristoda sorprenderci per una mossa di libertàsenza precedenti, che privilegiainnanzitutto il bene della Chiesa. Cosìmostra a tutti di essere totalmenteaffidato al disegno misterioso di un Altro.Chi non desidererebbe una similelibertà?Il gesto del Papa è un richiamo potente arinunciare a ogni sicurezza umana,confidando esclusivamente nella forzadello Spirito Santo, come se BenedettoXVI ci dicesse con le parole di sanPaolo: “Sono persuaso che colui che hainiziato in voi questa opera buona, laporterà a compimento fino al giorno diCristo Gesù” (Fil 1,6)".

Alberto Rinaldini

“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia co-scienza davanti a Dio, sono pervenuto alla cer-tezza che le mie forze, per l’età avanzata, non

sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministe-ro petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essen-za spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere econ le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti eagitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede,per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, ènecessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigoreche, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da do-ver riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il mi-nistero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con

piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovodi Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per manodei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio2013, alle ore 20.00, la sede di Roma, la sede di San Pietro,sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compe-te, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice. Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amo-re e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mioministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pa-store, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua san-ta Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna iPadri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire ditutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la SantaChiesa di Dio." (Benedetto XVI)

Il Papa si dimette......per amore della Chiesa

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vita della scuola

Se ti affacci al don Bosco vedidei grandi cortili verdi, ilcampanile, gli edifici delle

scuole, il PaladonBosco. In fondo alcortile dell'Oratorio, ti trovi di frontela statua di don Bosco e in alto sullatorretta vedi quella di MariaAusiliatrice a protezione dell'Opera.Nello snodarsi della giornata,incontri tanti giovani e adulti… Findal prime ore del mattino sbucanoda tutte le parti bimbi, ragazzi egiovani dei vari rami di scuola edognuno va deciso verso il propriosettore. Nel pomeriggio i cortiliverdi vengono presi d'assalto dagliamanti del calcio… piccoli e grandi.E il loro vociare ti fa compagnia finoalle 22,.30 quando lentamente sispengono i fari e la notte tuttoavvolge.Vedi anche la grande Chiesa col belcampanile voluto da don Boscorimessi a nuovo esternamente,mentre fervono i lavori all'intero. È diventata la chiesa anche di tanti

latinos che ogni domenicanumerosi celebrano la S. Messacon Padre Daniel in spagnolo.C'è poi il reparto culturale deiLatinos: il dopo scuola all'Oratorioe dalle ore 19,00 incontri puregiovani e adulti che frequentano lascuola superiore ecuadoriana JosèMaria Velaz.I latino-americani entrarononumerosi al Don Bosco nel 2005, aseguito del Convegno Giovanileorganizzato dal Centro Culturale "IlTempietto" "Genova mare cheunisce, città che accoglie" perricordare il 130°anniversario dellapartenza dei missionari salesiani daGenova per l'Argentina. DonBosco, in quella prima spedizione,affidò ai missionari il compito dicurare gli immigrati italiani chevivevano tra mille difficoltà. Il mesedopo, l'8 dicembre, nascevaall'Oratorio il primo gruppointerculturale, Los Imaculados.Motivo dominante di quegli anniera l'integrazione dei nuovi arrivaticon residenti. Il motto: accogliereed essere accolti.In questi sette anni sono passatinelle aule del Don Bosco - oltreall'Oratorio e alla Parrocchia -

centinaia di studenti Latino-americani. Hanno trovato nellascuola superiore Josè Maria Velazla possibilità di terminare gli studiiniziati al proprio paese. Conorgoglio la scuola ecuadorianavanta vari iscritti all'Università diGenova tra i suoi ex alunni. Alcunisono già laureati. La maggior parteha acquistato il diploma di scuolasuperiore riconosciuto in vari Statidell'America Latina. Per mandatodella Comunità salesiana, stoseguendo quest'esperienza. Hoincontrato, giovani e adulti, sempremolto rispettosi e molto grati aldon Bosco che li accogliepermettendo l'uso delle aule e dellaboratorio d'informatica. La scuolarespira il clima salesiano e lo spiritodi famiglia. Don Bosco, nel sogno-profezia del 1876 in cuiprevedeva lo sviluppo dell'Opera diSampierdarena che "per numero eper importanza non sarà meno diValdocco", compresa, forse, anchequesta nostra fase "multicolore".

Alberto Rinaldini

latinos

Latinos endon Bosco

Latino americani in festa con Don Giulio

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il carnevale… una festadavvero speciale!

Dopo un paio di settimane, dedicateall’allestimento degli spazi, aigiochi con i colori, allo scambio di

aspettative per la fantastica festa alleporte,abbiamo dato sfogo alla nostragioia e voglia di fare un bel po’diconfusione!!!La sala giochi ha iniziato a riempirsi dibellissime mascherine: principesse,topolini, super eroi,mostriciattoli,personaggi di fiabeclassiche, c’era persino la maschera delnostro direttore…ah no! Era proprio ilnostro Direttore che è passato asalutarci regalandoci un bel sorriso.Tutti agghindati per l’occasione, ci siamodivertiti a fare tutto (e non solo) quelloche accade di solito in una tranquillagiornata a scuola.Abbiamo ballato, ci siamo decorati ilvolto, abbiamo riso e scherzato con inostri amici avvolgendoli in mille stellefilanti! Vista la giornata speciale ci siamodivertiti a mangiare nella nostra classeadeguatamente predisposta per “Ilpranzo in costume“. Nel pomeriggio,dopo il pisolino dei piccoli, tutti in salagiochi per i giochi con la musica e laPentolaccia!!!! Finalmente, dopo averlavista riempire di giochini e caramelle chesembrano sempre pezzi rari e unici,l’abbiamo rotta!!! È fantastico ilmomento della mischia per riuscire aprendere i “pezzi“ migliori… magari perfare uno scambio qualche minuto piùtardi o solo per riuscire a mangiare piùcaramelle possibili. Pensando a chipoteva rimanere a bocca asciutta,abbiamo preparato pentolaccine daportare a casa e magari condividere conla famiglia.Abbiamo concluso con una bellamerenda, tanta allegria e un po’ distanchezza, perché: prima ci si diverte,ma poi bisogna riordinare e tutti hannodato una mano.

scuola dell’infanzia

vita della scuola

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Ormai siamo arrivati all’ultima settimana delTorneo Ravano e i bimbi/e sono statibravissimi/e. L’influenza e gli infortuni hanno

provato a farci “perdere” ma noi siamo stati piùforti!!!!! Abbiamo passato il turno con la squadra divolley (decimata dall’influenza), siamo ai quarti di finale,un traguardo mai ottenuto dalla nostra scuola. Anche ilcalcio maschile A è stato decimato a seguito degliinfortuni di Pietro Ravera e Gabriele Baratta e da bimbiche sono venuti a giocare anche con l’influenza…insomma siamo stati ripagati dal “gioco di squadra”.Non posso dire la stessa cosa della squadra B perchèl’emozione e la tensione ci hanno fatto giocare bruttischerzi. Dopo la sconfitta di sabato siamo usciti daltorneo….non importa ci siamo divertiti e… ciriproveremo l’anno prossimo.Non è andata altrettanto bene per il basket. Per colpadella febbre non abbiamo raggiunto il numero minimoper giocare (8) e con solo 7 giocatori abbiamo dovutoaccettare la sconfitta a “tavolino”… peccato ma cirifaremo l’anno prossimo!!Il calcio femminile è capitato in un girone molto forte eanche se è arrivata 1a nel girone  con Maria Ausiliatrice,nello scontro diretto con quest’ultima il pareggio hadato la vittoria alle salesiane per differenza reti…Ragazze, siete state GRANDI!!!!

Bravi  Ragazzi!!!!Maestra Cristina Pavani

scuola primariaIl Torneo Ravano: anche i ragazzi dellascuola primaria Don Bosco partecipano

14l’eco di don bosco numero uno 2013

vita della scuola

parallele a tutto ciò che è scuola nelsenso stretto del termine:• Il Buongiorno, tre volte alla

settimana, è un momento“dedicato”che precede l’avviodelle lezioni: si alternano figuresignificative della nostra comunità(direttore, chierici,docenti,direttore dell’oratorio,parroco…) a proporre qualcheriflessione su fatti del giorno, sulVangelo domenicale, su argomentivari;

• la lezione di costituzione ecittadinanza impartita a classiparallele dove vengono affrontatetematiche sui diritti e sui doveridei cittadini, sul concetto dilibertà, e dove vengonocommentati alcuni principi dellaCostituzione,

• la celebrazione di momenti fortidal punto di vista liturgico:

• i ritiri spirituali che servono apreparare la festività del S. Natalee della Pasqua di Resurrezione ;

Oltre a questi momenti“impegnati” naturalmente ci sonomolte occasioni anche più giocoseper vivere insieme educatori edalunni. Per citarne alcuni vediamogli avvenimenti da poco trascorsi:La scuola aperta: è stato unmomento in cui la scuola ha apertole porte a tutti coloro che volevanoconoscerla… Aiutati da alcuniragazzi delle terze gli insegnantihanno allestito laboratori di musica,di scienze, di storia e di arte;la festa di Carnevale, effettuata ilgiovedì grasso, è stata determinata

La scuola mediaLa scuola mediaha una lungaha una lungastoriastoria

La scuola secondaria di 1° grado(scuola media secondo lavecchia dicitura) dell’Istituto

Don Bosco è una realtà che opera aSampierdarena dal lontano 1877 Anche se molte cose sono cambiatea partire dal numero delle presenzesalesiane (siamo passati da uncorpo docente che nel 1976 eracostituito solo da salesiani ad uncorpo docente che oggi vedeimpegnati 2 o 3 salesiani) lo spiritoche anima questo servizio è semprelo stesso. Il motto che ci ha lasciato il nostroPadre fondatore far crescere“...buoni cristiani e onesti cittadini…è l’obiettivo primo che ci poniamoquando ci viene affidato un ragazzoin questa delicata fascia d’età checaratterizza la preadolescenza. In unmondo che spesso sembra averperso dei punti fermi la nostrascuola si pone come propostaeducativa, salda nei suoi principi, inmodo da coinvolgere il giovane nellatotalità del suo essere.Ecco allora le attività che viaggiano

Ritiro di Natale

15l’eco di don bosco numero uno 2013

da una “mascherata” a soggetto ilcui tema era “Personaggi famosi”...unica regola: i vestiti dovevanoessere rigorosamente frutto dellapropria fantasia e delle propriecapacità artistiche!!! La sfilata dellemaschere, un coinvolgente Karaokee una luculliana merenda (preparatadai genitori che ci aiutano semprein queste occasioni) hannocaratterizzato il pomeriggioall’insegna del divertimento!il 31 gennaio, festa di donBosco,abbiamo trascorso unamattinata ricca di eventi. Dopo lacelebrazione della Messa inParrocchia insieme ai bambini dellaPrimaria e agli studenti della scuolasuperiore, si è dato il via ad unacomplessa caccia al tesoro che havisto partecipi sia studenti chedocenti.E poi quest’anno abbiamo avuto ilpiacere di partecipare al concorsoindetto dal Progetto Giovani dellafondazione Carige “I giovanimigliorano la scuola” dove si èvissuta proprio in prima persona lanecessità di lavorare insieme. In unprimo momento, infatti, i docentisono stati impegnati a preparare unProgetto per migliorare la nostrascuola mentre nel finale sono stati5 ragazzi a competere con lerappresentanze di altre scuolecittadine: il risultato è stato che cisiamo aggiudicati tra i primi cinquevincitori …8000 euro!!! Quindi dal prossimo anno anche lanostra scuola potrà essere dotatadi qualche strumentazionetecnologica interattiva grazie aquesta vincita!!!!E prossimamente......settimana bianca per coloro chedesiderano cimentarsi sulle bianchevette oppure settimana alternativacon un programma ricco diappuntamenti tutti ispirati al tema“Fra emigrazione edimmigrazione”… per aiutare iragazzi a comprendere unfenomeno molto attuale e sentito.Quindi… se siamo riusciti adincuriosirvi un po’ venite atrovarci… realizziamo il nostroslogan “Vieni quando vuoi…”Purtroppo un neo della nostrascuola è quello di non esseregratuita ma potrebbe essere un belregalo da fare ad un nipote...

Giuliana Marenco

Il miglior modo per nonperdere la “memoria” èvisitare Auschwitz, uno dei

luoghi dove la tragedia dellaSeconda Guerra Mondiale hasegnato per sempre la storia. Alle ore 10 del 12 febbraio, noiragazzi, vincitori del concorsoregionale, varcavamo le portedell’Inferno. L’immaginazione ciportava in quella realtà, piena disofferenza e di orrore. Erasconvolgente vedere quellestrutture, chiamati block, cosìmaniacalmente perfetti,attraverso le quali avvenivano deiveri e propri massacri in unsilenzio “assordante”. Spesso

chiudevamo gli occhi, forse perisolarci, forse per non pensare alleurla e allo strazio che poco tempofa abitavano il campo. Entrare in unblock, per poi passare ad un altro,devasta ogni stato d’animo, ognisensazione. La visita è stata senza dubbiomolto toccante, e apre le porte amille riflessioni, sul come èpossibile che certe azioni possanoessere state fatte da mano umana. Quando si è fuori, ci si accorge diaver trascorso diverse ore senzaun respiro, con il cuore paralizzato,come a non voler disturbare quelluogo delle morti innocenti.

Valerio Firenze

Varcano la porta dell’inferno di AuschwitzLiceo Don Bosco: i vincitori del Concorso regionale “27 Gennaio, giornata della memoria”

Auschwitz