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RELAZIONE ARCHEOLOGICA PROGETTO “PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE E GESTIONE DEL NUOVO AMPLIAMENTO CIMITERIALE NEL COMUNE DI

FRANCAVILLA AL MARE” (CH)

Relazione archeologica Pag. 1 di 9

RELAZIONE ARCHEOLOGICA

Ricerca archivistica e bibliografica

Progetto: “PROGETTAZIONE, COSTRUZIONE E GESTIONE DEL NUOVO AMPLIAMENTO CIMITERIALE NEL COMUNE DI FRANCAVILLA AL MARE” (CH)

Committente: Comune di Francavilla al Mare (CH)

Redazione del documento:

Dott.ssa Maria Di Iorio Corso Marrucino n. 154 – 66100 Chieti (CH)

Tel: 338/4425880

E-mail: [email protected]

(in possesso di Diploma di Specializzazione in Archeologia previsto dal D.M. n.60 del 20/03/2009)

Consegna del documento: 12/09/2016

FIRMA

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Relazione archeologica Pag. 2 di 9

INDICE

1. Introduzione . 1.1 Premessa

1.2 Descrizione del progetto

1.3 Criteri metodologici

1.4 Elenco delle fonti dei dati

2. Analisi archivistica e bibliografica . 2.1 Francavilla al Mare: cenni storici

2.2 Le evidenze archeologiche note

3. Conclusioni .

4. Bibliografia

ELABORATI (fuori testo)

1. CARTA DELLE PRESENZE ARCHEOLOGICHE

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1. INTRODUZIONE

1.1 Premessa

Il presente studio ha lo scopo di fornire una valutazione delle conoscenze archeologiche dell’area

interessata dai lavori inerenti la “Progettazione, costruzione e gestione del nuovo ampliamento cimiteriale

nel comune di Francavilla al Mare (CH)”, in modo tale da poterne prevedere, per quanto possibile, l’impatto

su eventuali preesistenze antropiche.

1.2 Descrizione del progetto

Finalizzata alla realizzazione dell’ampliamento del cimitero esistente situato in contrada Piane,

l’opera in progetto interessa l’area individuata al catasto terreni del Comune di Francavilla al Mare al foglio

10, particelle 414-368-336-560-248-4170-358-758-756, ricompresa nella fascia di rispetto cimiteriale del

PRG vigente e predisposta come zone di espansione cimiteriale da delibera consigliare.

Il progetto prevede quattro fasi di intervento:

1. Realizzazione di una nuova area di ampliamento attigua all'ultima espansione cimiteriale;

2. Manutenzione ordinaria e straordinaria del nucleo storico, con operazioni di adeguamento degli

impianti, monitoraggio delle coperture e sistemazione del deflusso delle acque piovane;

3. Realizzazione di una viabilità di accesso indipendente e di un’area a parcheggio da destinare

prevalentemente al nuovo impianto.

4. Realizzazione di un impianto Crematorio.

1.3 Criteri metodologici

Il presente studio è consistito in una indagine archivistica condotta presso l’Archivio della

Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo e in una indagine bibliografica svolta

nell’ambito della letteratura specializzata storico-archeologica, attraverso la ricerca e la consultazione di

monografie e articoli scientifici su Francavilla Al Mare. Al fine di verificare l’esistenza di vincoli

archeologici disposti dall’ente di tutela sono stati consultati i piani urbanistici della città.

La combinazione dei dati raccolti con le caratteristiche progettuali dell’opera ha infine consentito di

elaborare una prima valutazione di massima del rischio o potenziale archeologico, illustrata nelle

conclusioni. Tale valutazione ha tenuto conto di una serie di fattori, quali:

- presenza di siti direttamente impattanti con il progetto;

- presenza di siti nelle zone circostanti l'area di progetto

- informazioni archeologiche reperibili attraverso lo studio della cartografia

- grado di urbanizzazione della zona interessate dai lavori

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- caratteristiche progettuali dell’opera

1.4 Elenco delle fonti dei dati utilizzate

Per la ricerca archivistica sono stati consultati i documenti conservati presso l’Archivio della Soprintendenza

Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell’Abruzzo.

Per la ricerca bibliografica sono state utilizzate le seguenti fonti:

- Biblioteca della Soprintendenza Archeologia dell’Abruzzo;

- Biblioteca dell’Università “G. d’Annunzio” di Chieti;

- Monografie e articoli scientifici in possesso della scrivente.

Come base cartografica sono state utilizzate:

- Carta Tecnica Regionale digitale, 1:5.000

- Ortofoto digitale della città di Francavilla al Mare (CH), volo 2009

- Planimetria generale di progetto fornita

Carta IGM 1:25.000

- Vincoli esistenti sul territorio Comunale di Francavilla al Mare come da Carta dei siti archeologici

della Provincia di Chieti, giugno 200

- Sistema Informativo Territoriale Comunale di Francavilla al Mare (CH), 2013

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2. ANALISI ARCHIVISTICA E BIBLIOGRAFICA

2.1. Francavilla al Mare: cenni storici Il territorio comunale di Francavilla al Mare è caratterizzato da una fascia costiera pianeggiante

completamente urbanizzata, della profondità media di circa 350 m, senza soluzione di continuità tra il fiume

Foro e l’agglomerato di Pescara. La restante parte del territorio è prevalentemente collinare, tranne le valli

del fiume Alento e del fiume Foro. Il Centro Storico è costituito dal “Paese Alto” e dalla zona marina

antistante, quasi completamente distrutti nell’ultimo conflitto mondiale e ricostruiti nell’immediato

dopoguerra. L’intera fascia costiera, escluso il Centro Storico, è stata edificata a partire dagli anni ’60.

Il territorio non è mai stato oggetto di studi archeologici specialistici e assai scarne sono le nostre

conoscenze sulla sua storia più antica. I pochi dati a disposizione, sebbene frutto di scavi e soprattutto di

rinvenimenti fortuiti risalenti nella maggior parte dei casi al 1800, hanno tuttavia consentito di evidenziare la

presenza diverse aree archeologiche.

Le più antiche tracce di popolamento umano risalgono alla Preistoria e consistono nei di resti di

strumenti in selce, probabilmente ascrivibili al Paleolitico inferiore, segnalati alla fine del 1800 in località

Santo Stefano al Foro da A. De Nino, che li accomuna agli esemplari provenienti dal giacimento di Madonna

del Freddo presso Chieti1. M. Maggiori individua depositi pleistocenici con industria del Paleolitico inferiore

presso Masseria Parlapiano e nelle vicine località Villanesi-Madonna delle Grazie2. Da Villanesi provengono

inoltre resti fossili di proboscidati, pertinenti a Mammuthus meridionalis3 o a Mammuthus trogontherii4.

I materiali ceramici recuperati nel corso di una campagna di ricognizione di superficie nella zona di

Case Carletto agli inizi degli anni ’80 sono invece riferibili alle Età del Bronzo media e recente e all’Età del

ferro5. Tali reperti farebbero pensare all’esistenza di un villaggio di capanne situato in posizione strategica su

un’altura prospiciente il mare6.

I rinvenimenti di età italica e romana si concentrano in contrada Santa Cecilia dove a più riprese

sono venute alla luce sepolture pertinenti a diverse tipologie (urne cinerarie, tombe a fossa terragna coperte e

rivestite da lastre in arenaria, tombe alla cappuccina) con ricca suppellettile funebre mescolata, descritte da

V. Zecca e da A. De Nino in Notizie Scavi7. Tra i materiali si segnalano ceramiche d’impasto, a vernice nera

e in terra sigillata italica, cuspidi di lancia in ferro, vaghi di pasta vitrea e una moneta del basso impero. Nella

stessa zona V. Zecca individua due piccole cavità con pareti rivestite in terracotta, tra loro comunicanti, una

del diametro di 72 cm, l’altra del diametro di 35 cm. A giudicare dai loro riempimenti, costituiti da

frammenti fittili, legname combusto, masselli di minerali, crogioli e mortai, le due cavità possono essere

1 DE NINO 1896, pp.442-443. 2 MAGGIORI 1996, pp.57-61. 3 D’ERASMO 1931; RADMILLI 1977, p.23. 4 AGOSTINI 2001, p.165. 5 D’ERCOLE 1990, tav.8. 6 D’ERCOLE 1990, pp.74-75. 7 DE NINO 1885, pp.198-201.

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identificate con i resti di una fornace metallurgica. Non lontano, tra mura di terrazzamenti sono emersi

frammenti di selce lavorata, conchiglie, ossa calcinate, frammenti di ferro, tegole, embrici, crogioli mortai,

pesi di telaio, bacili di bronzo in frammenti, chiodi, una cuspide di lancia in ferro, un coltellino. Sempre in

contrada Santa Cecilia vi sono tracce di una villa rustica e precisamente la parte adibita ad una cella vinaria

con un dolio quasi intero ed altri frammentari.

Un altro nucleo sepolcrale con continuità d’uso dall’età italica all’età romana può essere localizzato

in contrada La Piana, dove agli inizi del 1900 A. De Nino segnala il rinvenimento di venti tombe a

inumazione in fossa terragna rivestite di lastre di tufo, una delle quali con copertura a cappuccina. Dei

corredi, in gran parte dispersi, sono stati recuperati due torques di bronzo, due cuspidi di lancia in ferro, un

pugnale, un coltello e un anello in ferro, uno stamnos con coperchio forato e all’interno un vasetto a vernice

nera con costolature, altri frammenti di ceramica a vernice nera e in terra sigillata italica8. A poca distanza

dalle tombe, A. De Nino cita due camere sotterranee parallele e tra loro comunicanti, menzionate anche

dall’Abate Romanelli9. Quest’ultimo segnala, sul litorale dove sorgeva il castello di Foreto, una

concentrazione di cocci e pietre sparse mentre “sulla spaziosa cima di una collina, a cui di piani si dà il

nome, si incontrano avanzi magnificj, camere sotterranee, e le tracce di una strada o corridoio profondo, di

mura reticolate. Vi si riconoscono puranche la diruta pianta di un anfiteatro”10.

Una villa di età romana può essere localizzata in contrada San Berardino, nella proprietà di E.

Piattelli, dove tra il 1949 e il 1970 sono emersi frammenti di anfore vinarie, di dolii e di altro vasellame

d’uso domestico, tessere di mosaico e laterizi.

I più recenti rinvenimenti in contrada Villanesi hanno infine riportato alla luce tratti di mura e lacerti

di pavimentazione che fanno ipotizzare l’esistenza in questa zona di una villa romano-bizantina.

Le evidenze relative al Medioevo si concentrano nel quartiere del “Paese Alto” (La Civitella), dove

si conservano i resti della cinta muraria e delle torri costruite a difesa dell’antico borgo fortificato sorto

intorno all’XI-XII sec., i ruderi della Chiesa di San Giovanni (XII sec.) e del convento Francescano (XIII

sec.), e di una dimora signorile denominata Torre Ciarrapico, costruita tra il 1600-170011.

Le notizie desunte dalla descrizione dei vari ritrovamenti avvenuti nel corso degli anni, e in

particolare tra la fine del secolo scorso e l’inizio di quello attuale, seppur scarne, consentono di ipotizzare

l’esistenza di diversi insediamenti abitativi che si sono succeduti per un lungo arco cronologico, dall’età

preistorica alla tarda età romana, nel territorio dell’attuale Francavilla, in particolare nella fascia collinare

prospicente il mare.

Una campagna di ricognizione sul territorio porterebbe senz’altro ad una migliore definizione delle

fasi cronologiche degli insediamenti stessi. Inoltre un intervento sistematico con indagini stratigrafiche in

8 DE NINO 1905, pp.380-381. 9 DE NINO 1905, p. 381; ROMANELLI 1819, p. 75. Tali strutture sono da identificare con le due cisterne in calcestruzzo ancora visibili nel 1970, come si evince dalla documentazione d’archivio. 10 ROMANELLI 1819, p. 75. 11 CHIETI E LA SUA PROVINCIA.II, s.v. Francavilla, pp.125-128.

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una delle località che maggiormente hanno restituito testimonianze abitative contribuirebbe alla ricostruzione

della storia di una parte del territorio costiero dell’Abruzzo, non di poca importanza in quanto collegava

Ostia Aterni (Pescara) ad Anxanum (Lanciano) e ad Histonium (Vasto).

2.2. Le evidenze archeologiche note

Di seguito si presenta una sintesi delle evidenze archeologiche note, riportate nella Carta delle

presenze archeologiche allegata alla relazione:

PALEOLITICO INFERIORE: Masseria Parlapiano: deposito pleistocenico con industria del Paleolitico inferiore, analizzato da M.

Maggiori nel 1996.

Villanesi - Madonna delle Grazie: depositi pleistocenici con industria del Paleolitico inferiore, analizzato

da M. Maggiori nel 1996.

Santo Stefano al Foro: strumenti litici del Paleolitico inferiore, oggi dispersi, segnalati e descritti da A. De

Nino nel 1896.

ETÀ PROTOSTORICA: Villanesi - Carletto: abitato protostorico d’altura (XIII-VI sec.a.C.) indiziato da frammenti ceramici raccolti

nel corso di ricognizioni di superficie condotte da V. D’Ercole nel 1982.

ETÀ ITALICA E ROMANA:

Piane:

- resti di necropoli con tombe a inumazione in fossa terragna coperte con lastre di arenaria e materiali

sporadici di età italica e romana, individuati da A. De Nino agli inizi del 1900;

- resti di cisterna in calcestruzzo e di galleria di scarico con muri rivestiti in opera reticolata,

menzionati sia da D. Romanelli che da A. De Nino e ancora visibili nel 1970.

S. Cecilia:

- nuclei di sepolture pertinenti a diversi tipologie (urne cinerarie, tombe a fossa terragna coperte e

rivestite da lastre in arenaria, tombe alla cappuccina) e ricca suppellettile funebre mescolata, con

materiali dall’età italica all’età tardo-repubblicana, individuati a più riprese tra la fine del 1800 e gli

inizi del 1900;

- resti di villa romana (pars rustica) e di fornace metallurgica individuati da V. Zecca alla fine del

1800.

- testa ritratto dell’imperatore Traiano e altri materiali sistemati al Palazzo comunale nel 1952.

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ETÀ ROMANA:

S. Berardino: materiali di età romana forse riferibili ad una villa rustica, recuperati a più riprese tra il 1949 e

il 1970 nella proprietà dell’Ing. Piattelli.

Villanesi-S. Maria della Pace: resti di villa romana con muri in opera incerta e vittata, di cisterne e di

canalizzazioni sotterranee, individuati nel 1978.

Valle Vaccaro: ruderi romani gravemente danneggiati da lavori agricoli segnalati nel 1980 in proprietà

Sbaraglia (ex Valignani) presso la Strada Statale 152 al bivio per San Silvestro.

2.3. Conclusioni

Sulla base dei dati raccolti, pur nei limiti di una ricerca di tipo prettamente archivistico-bibliografico,

si ritiene che il rischio di impatto dell’opera in progetto su eventuali preesistenze antropiche sia di livello

medio-alto e si consiglia di prevedere la sorveglianza archeologica nel corso delle operazioni di scavo.

I rinvenimenti ottocenteschi in contrada Piane, relativi a sepolture di epoca età tardorepubblicana, e

quelli più recenti effettuati nella vicina contrada S. Berardino, dove si ipotizza l’esistenza di una villa,

suggeriscono per l’area in esame un modello di sfruttamento agricolo del terreno basato sul sistema delle

ville rustiche, che costituivano dei piccoli nuclei abitativi cui erano collegate aree funerarie e forse anche di

culto dislocate a ridosso delle vie di comunicazione.

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3. BIBLIOGRAFIA

AGOSTINI S., DI CANZIO E., ROSSI M.A. 2001, Abruzzo (Italy): the Plio-Pleistocene proboscidean-

bearing sites, in The World of Elephants, International Congress, Rome, pp.163-166.

CHIETI E LA SUA PROVINCIA. I. Storia, arte e cultura, a cura di U. De Luca, Chieti 1990.

CHIETI E LA SUA PROVINCIA. II. I Comuni, a cura di U. De Luca, Chieti 1990.

D’ERASMO G. 1931, L’Elephas meridionalis nell’Abruzzo e nella Lucania, in Atti della Reale Accademia

di Scienze Fisiche e Matematiche, vol. XVIII, Napoli, pp.1-26.

D’ERCOLE V. 1990, La Preistoria dal V al I millennio a.C., in CHIETI E LA SUA PROVINCIA. I., pp.69-

90.

DE NINO A. 1885, Francavilla al Mare, in Notizie degli scavi di antichità, pp.198-201.

DE NINO A. 1895, Miglianico e Francavilla a Mare. Antichità varie riconosciute nel territorio dei due

comuni, in Notizie degli scavi di antichità, pp.442-447.

DE NINO A. 1896, Francavilla al Mare e Ripa Teatina. Antichità varie riconosciute nel territorio dei due

comuni, in Notizie degli scavi di antichità, pp.442-443.

DE NINO A. 1905, Antichità scoperte in contrada “la Piana”, in Notizie degli scavi di antichità, pp.380-

381.

MAGGIORI M. 1996, Un deposito pleistocenico con industria del Paleolitico inferiore a Madonna delle

Grazie presso Francavilla (Chieti), in Atti della Società toscana di scienze naturali, Memorie, Serie A, 103,

pp.57-61.

RADMILLI A.M. 1977, Storia dell’Abruzzo dalle origini all’età del bronzo, Pisa.

ROMANELLI D. 1819, Antica topografia istorica del Regno di Napoli. Parte III, Napoli.