CISL – Lombardia Verso il Congresso Un equilibrio...
Transcript of CISL – Lombardia Verso il Congresso Un equilibrio...
CISL – LombardiaVerso il Congresso
Un equilibrio compromesso. Sviluppo e condizionamenti demografici
Milano 30 novembre 2016
1- Scenari demografici
Gian Carlo Blangiardo Università Milano Bicocca
Le regole di una dinamica demografica « equilibrata»
Gian Carlo Blangiardo 2016
Popolazione iniziale
Nati
Morti
Saldo naturale
Immigrati
Emigrati
Saldo migratorio
Saldo totale
Popolazione finale
Regola n.1: rispettare l’equilibrio nelle componenti che entrano
nella «equazione della popolazione»
Gian Carlo Blangiardo 2016
Popolazione iniziale
Nati
Morti
Saldo naturale
Immigrati
Emigrati
Saldo migratorio
Saldo totale
Popolazione finaleItalia Bilancio Anagrafico 1862-2015 ( ai confini attuali)
26 milioni e 300mila
+ 38 milioni e 100mila
- 3milioni e 700mila
+ 34 milioni e 400mila
60 milioni e 700mila
139milioni e 800mila
101milioni e 700mila
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
Regola n.2: mantenere una selezione «naturale» in
funzione dell’età
Gian Carlo Blangiardo 2016
1- Italia: evoluzione numerica della coorte di nati in Italia nel decennio 1902-1911 (migliaia)
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Fonte: elaborazioni su dati United Nations 2015
2- Italia: popolazione al 1 luglio 1950 per sesso e classi di età (migliaia)
Gian Carlo Blangiardo 2016
Così come nel profilo dell’intera popolazione in un dato istante
Quali i segnali di una Demografia che tende a
manifestarsi con una dinamica «squilibrata» ?
I sintomi
Gian Carlo Blangiardo 2016
Le componenti della dinamica demografica si modificano (rapidamente
e intensamente)
1° Mai così poche nascite in oltre 150 anni di unità nazionale
Fonte: Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
2° Un’impennata di mortalità del tutto anomala in tempo di pace
Fonte: Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
Fonte: Istat
3° La ricomparsa di un forte calo della popolazione dopo circa un secolo
Gian Carlo Blangiardo 2016
Italia – Movimento anagrafico primo semestre. Anni 2014-2016
Prime anticipazioni per il 2016:Una notizia confortante (calo dei morti)… …e una conferma preoccupante (nuovo minimo per i nati ).
2014 2015 2016
-200000
-100000
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
700000
502596 485780455738
598364647571
600199
NatiMortiSaldo naturale
Gian Carlo Blangiardo 2016
e la Lombardia?
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Movimento naturale Lombardia. Anni 2002-2016 (stima)
Fonte: Istat
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
2133017694,61
61917,41NatiMortiNati stranieriNati Italiani
Gian Carlo Blangiardo 2016
Movimento anagrafico in Lombardia. Da gennaio 2015 a luglio 2016
Fonte: Istat
4200542036
4206442095
4212542156
4218642217
4224842278
4230942339
4237042401
4243042461
4249142522
42552
-4000
-3000
-2000
-1000
0
1000
2000
3000
4000
5000
Saldo naturale Saldo migratorio
Ultime notizie !!
Quando cambiano in tempi brevi le frequenze con cui si manifestano le componenti che determinano la dinamica demografica …
Nati
Morti
Immigrati
Emigrati
Gian Carlo Blangiardo 2016
Italia: numero di residenti MF ad alcune età (migliaia) . Coorti nate nel 1951, 1971 e 1981
Fonte: elaborazioni su dati Istat e Dipartimento di Demografia Roma «La Sapienza»
… resta il segno sulla numerosità delle generazioni lungo il loro ciclo di vita
Gian Carlo Blangiardo 2016
nati MF 10 20 30 40 50 60 65600
650
700
750
800
850
900
950
1000
nati nel 1951 nati nel 1971 nati nel 1981
Corrispondente popolazione che raggiunge l'età
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Italia: popolazione residente al 1° gennaio 2016 per sesso e età
e, più in generale, si altera il profilo per età della popolazione
Gian Carlo Blangiardo 2016
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Lombardia : popolazione residente al 1° gennaio 2016 per sesso e età
Gian Carlo Blangiardo 2016
oggi
ieri
2016
1950
Fonte: United Nations
Gian Carlo Blangiardo 2016
Italia
domani
Fonte: United Nations
Gian Carlo Blangiardo 2016
2065
Ma cosa c’è alla base di questa nuova realtà demografica?
• Si allungano i tempi di avvio del vivere in coppia (quando accade).• Si mettono al mondo meno figli (spesso meno di quanti se ne
vorrebbero) e lo si fa più tardi.• Si realizzano importanti conquiste sul fronte della longevità (con
l’inevitabile prezzo in termini di invecchiamento della popolazione).
• Si intensificano i flussi di mobilità da, ma anche verso, l’estero (immigrazione straniera, sbarchi di rifugiati/richiedenti asilo, fuga dei giovani italiani).
Le cause
Gian Carlo Blangiardo 2016
% di donne che all’età di 40 anni: Nate nel 1952 Nate nel 1976sono senza figli 12,1 24,1hanno avuto un solo figlio 23,8 27,4hanno avuto due o più figli 64,1 48,5 100 100N. medio di figli per donna entro l’età 40 1,83 1,38Età mediana (anni) alla nascita del primogenito 23,0 28,7
Generazioni a confronto: comportamento riproduttivo delle donne nate nel 1952 e nel 1976Fonte: Istat, Rapporto 2016
Qualche dato a supporto:
Gian Carlo Blangiardo 2016
Anni Totale Donne italiane Donne straniere
2008 1,45 1,34 2,65
2010 1,46 1,34 2,43
2012 1,42 1,29 2,37
2013 1,39 1,29 2,10
2014 1,37 1,29 1,97
2015 1,35 1,28 1,93
Numero medio di figli per donna nella popolazione residente per cittadinanza. Italia 2008-2015Fonte: Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
Fonte: Istat
Fonte: Istat, Rapporto 2016
Un diverso modo di relazionare la maternità e le scelte della vita di coppia …
Gian Carlo Blangiardo 2016
Coppie residenti in Italia dato ufficiale al 15° Censimento della popolazione (2011)-Fonte: Istat
coppie senza figli coppie con figli Totale coppieTutte le coppie
5.223.312 8.766.161 13.989.473Coppie dello stesso sesso
6.984 529 7.513
…nelle sue diverse espressioni
Gian Carlo Blangiardo 2016
• Area invecchiamento: crisi degli equilibri sul fronte di sanità e previdenza; orientamento verso una maggior conservazione di valori tradizionali; rischio di crescita della povertà economica e relazionale;
• Area forza lavoro: calo dell’offerta potenziale; esigenza di accrescere qualità/produttività e di attivare forme di offerta compensativa (maggior partecipazione femminile e conservazione delle risorse giovanili, flussi migratori);
• Area immigrazione: crescita della componente straniera; cambiamento dell’origine dei flussi (più Africa e meno Europa); consolidamento della presenza di seconde generazioni e di naturalizzati.
Quali conseguenze /cambiamenti indotti da questa demografia divenuta «strana»?
Gli effetti
Gian Carlo Blangiardo 2016
0
200.000
400.000
600.000
800.000
1.000.000
1.200.000
1.400.0001.257.971
Femmine Maschi Totale
Si va verso un futuro con più di un milione di grandi vecchi in un Paese di 60 milioni di abitanti (oggi sono 127 mila)
Italia: popolazione in età 95 e più
Esempi:
Gian Carlo Blangiardo 2016
0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
2000
Maschi 2011 Maschi 2031 Femmine 2011 Femmine 2031
Italia: popolazione ultra85enne residente al 1° gennaio 2011 e2031 per classe di età, sesso e posizione nella famiglia. Valori in migliaia
Reti familiari più deboli e anziani soli
Gian Carlo Blangiardo 2016
Numeri indici (base 2013) della frequenza di alcune patologie, a parità di tassi d’incidenza 2013. Variazione dovuta unicamente al cambiamento
della struttura demografica per sesso ed età
Alzheimer, demenze senili maschi Alzheimer, demenze senili femmine
Parkinsonismo maschi Parkinsonismo femmine
Gian Carlo Blangiardo 2015
Fragilità crescente
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
0
100000
200000
300000
400000
500000
600000
700000
800000
900000
1000000
1100000Ingressi (soglia 20 anni) Uscite (soglia 65 anni)
Italia: flussi in entrata/uscita dall’età lavorativa. Anni2016-2050
Fonte: elaborazioni su dati Istat
1_ Ciò che accade era del tutto imprevisto?
2_ Come [ e se ] si è cercato di indirizzare/contrastare i fattori che
determinano questa «strana demografia»?
Per concludere
Gian Carlo Blangiardo 2016
E ce l’avevano detto !Nel 1997 l’Istat diffuse una previsione, frutto di accurate analisi delle tendenze in atto, con cui prospettava la discesa sotto il mezzo milione di nati attorno al 2010. Di fatto ciò è avvenuto cinque anni dopo, ma solo grazie al contributo di una componente straniera la cui crescita nel 1997 era ancora in gran parte sottovalutata .Al netto di tale apporto la dinamica mostrata dalla natalità in Italia si adatta piuttosto bene, specie a partire dal 2008, con quanto a previsto vent’anni fa.
Fonte: Demo.istat.it e Istat 1997, Previsioni (ipotesi centrale)
Nascite osservate in Italia negli anni 2007-2015 e confronto con quanto prospettato dalla previsioni Istat del 1997 (migliaia)
Gian Carlo Blangiardo 2016
200720082009201020112012201320142015300
350
400
450
500
550
600
Nati realmente osservatiNati previsti nel 1997Nati osservati al netto degli stranieri
E scritto Uscito nel 1990 , il volume (tra gli altri di un periodo ricco di contributi) avverte sul cambiamento demografico in atto, sui suoi sviluppi futuri e sulle criticità che ne derivano. Affronta i grandi temi del lavoro, dell’istruzione, della sicurezza sociale, accanto ad aspetti più settoriali ma non privi di interesse: la riorganizzazione della difesa militare, i trasferimenti patrimoniali per successione, la riorganizzazione degli spazi, il diverso profilo dei consumi, il nuovo volto di elettori ed eletti.
Gian Carlo Blangiardo 2016
Con ben più autorevolezza Quarant’anni fa …
«Essere liberi, vuol dire conoscere sé stessi, la società nella quale si vive con i suoi problemi e le sue prospettive di sviluppo, i germi del futuro contenuti nel presente. […]. Il tema della popolazione non appartiene solo agli specialisti […].
Una libertà sostanziata di consapevoli scelte, una dialettica sociale animata dalla conoscenza dei problemi e delle cose è ciò che gli italiani desiderano, e che il Governo con loro auspica. Queste pagine vorrebbero essere un esempio da seguire e da meditare.»
Francesco Cossiga Presidente del Consiglio dei Ministri
Da: Prefazione al Rapporto sulla Popolazione in Italia, Istituto della Enciclopedia Italiana, Comitato Nazionale per i problemi della Popolazione, Aprile 1980
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
così come oggigiorno
«Abbiamo bisogno di un’alleanza, o di una grande sinergia, per affrontare la nostra crisi demografica. Per essere efficace, questa sinergia deve rendere consapevoli e coinvolgere ciascuna delle componenti della nostra società, arrivando fino alle persone e alle famiglie. Solo così sarà possibile far entrare, finalmente e sul serio, la questione demografica nell’agenda politica. […]»
S.E. Card. Camillo Ruini
Da: Il Cambiamento Demografico, a cura del Comitato per il Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana, Laterza, 2011
I profeti del tutto bene. Tutto si risolverà «magicamente».
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Italia: Nati stranieri. Anni 2002-2014
0
10000
20000
30000
40000
50000
60000
70000
80000
90000
Gian Carlo Blangiardo 2016
Nel 2015 si è scesi a 72mila
Una ricetta (nascosta) con cui recuperare la vitalità
demografica
Gian Carlo Blangiardo 2016
Chi l’ha visto?
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
CISL – LombardiaVerso il Congresso
Un equilibrio compromesso. Sviluppo e condizionamenti demografici
Milano 30 novembre 2016
2- La Lombardia del futuro
Gian Carlo Blangiardo Università Milano Bicocca
8000000
8500000
9000000
9500000
10000000
10500000
11000000
1000000
1200000
1400000
1600000
1800000
2000000
2200000Italiani Residenti Stranieri
Regione Lombardia: popolazione residente al 1° gennaio 2013-2031
Fonte: Eupolis-Cesdes
Analoghe informazioni per ognuno del 1544 comuni lombardi
65000
70000
75000
80000
85000
90000
6000
7000
8000
9000
10000
11000
12000
13000
14000Italiani Residenti Stranieri
Comune di Busto Arsizio
Fonte: Eupolis-Cesdes
VA CO SO MI BG BS PV CR MN LC LO MB0
500000
1000000
1500000
2000000
2500000
3000000
3500000
Residenti 2013
Dinamica della popolazione residente nelle province lombarde
Fonte: Eupolis-Cesdes
VA CO SO MI BG BS PV CR MN LC LO MB0
500000
1000000
1500000
2000000
2500000
3000000
Italiani 2013Italiani 2031
Dinamica della popolazione italiana residente nelle province lombarde
Fonte: Eupolis-Cesdes
VA CO SO MI BG BS PV CR MN LC LO MB0
500000
1000000
1500000
2000000
2500000
3000000
3500000
Residenti 2013Residenti 2031
Dinamica della popolazione straniera residente nelle province lombarde
Fonte: Eupolis-Cesdes
La struttura per età
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
140000
160000Italiani 2013 Italiani 2031
Regione Lombardia – popolazione residente
Fonte: Eupolis-Cesdes
Regione Lombardia – popolazione residente
0
5000
10000
15000
20000
25000
30000
35000
40000
45000Stranieri 2013 Stranieri 2031
Fonte: Eupolis-Cesdes
Regione Lombardia – popolazione residente
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
140000
160000Italiani 2013 Stranieri 2013
Fonte: Eupolis-Cesdes
Regione Lombardia – popolazione residente
0
20000
40000
60000
80000
100000
120000
140000
160000Italiani 2031 Stranieri 2031
Fonte: Eupolis-Cesdes
30000 20000 10000 0 10000 20000 30000
Femmine Straniere 2013 Maschi Stranieri 2013
30000 20000 10000 0 10000 20000 30000
Femmine Straniere 2031 Maschi Stranieri 2031
Fonte: Eupolis-Cesdes
0-19 20-34 35-49 50-64 65-80 80-95 95 e +0
50000
100000
150000
200000
250000
300000
350000
Residenti 2013Residenti 2031
Provincia di Brescia – popolazione residente per fasce d’età
Fonte: Eupolis-Cesdes
0-19 20-34 35-49 50-64 65-80 80-95 95 e +0
50000
100000
150000
200000
250000
300000
259937
2013
175661
7092
Italiani 2013Italiani 2031Stranieri 2013Stranieri 2031
Provincia di Brescia – popolazione residente per fascia d’età e cittadinanza
Fonte: Eupolis-Cesdes
CISL – LombardiaVerso il Congresso
Un equilibrio compromesso. Sviluppo e condizionamenti demografici
Milano 30 novembre 2016
3- Universo giovani
Gian Carlo Blangiardo Università Milano Bicocca
Un bene raroNell’arco dell’ultimo quarto di secolo la consistenza numerica dei 15-29enni residenti in Italia si riduce di oltre 4 milioni, con un calo di circa il 30% tra il 1992 e il 2016: a inizio periodo se ne contavano oltre 13 milioni e nel 2016 poco più di 9, un valore, quest’ultimo, che si stima possa restare pressoché invariato nel corso del prossimo quindicennio. Tale andamento si riflette anche in termini di incidenza relativa dei giovani rispetto alla popolazione nel suo complesso: si passa, infatti, da una percentuale del 23,7% a inizio 1992 al 15,1% nel 2016, con la prospettiva di attestarsi su tale valore nei prossimi due decenni. Fonte: Istat
Dai giovani mancanti ...
Alla metà degli anni ‘70 l’universo dei giovani 15-29enni proveniva da circa 14milioni di nascite avvenute tra il 1946 e il 1960.Sino ai primi anni ‘90 il contributo delle nascite registrate nel passato ha alimentato l’universo dei giovani senza sensibili variazioni, ma da allora sono emersi gli effetti del progressivo netto calo della natalità che è stato avviato dalla metà degli anni ’60 e si è ulteriormente accentuato dopo il 1975.I giovani del 1° gennaio 2016 sono nati nel quindicennio 1986-2000 che è stato complessivamente caratterizzato da poco più di 8milioni di nascite: quasi il 40% in meno rispetto a quelle che hanno dato vita ai giovani di quarant’anni fa.
Italia - Consistenza numerica delle coorti di nascite da cui provengono i giovani che sono in età 15-29 negli anni 1975-2014 (milioni)
Fonte: elaborazione su dati Istat
... ai giovani “aggiunti”(e che si aggiungeranno)
(…) in compenso, è andata sviluppandosi una componente giovanile nata altrove.Tra il 2003 e il 2015 il collettivo dei 15-29enni stranieri è passato da circa 300mila unità a oltre un milione (nonostante l’uscita di coloro che sono nel frattempo divenuti italiani).Le tendenze per il futuro lasciano intendere un’ulteriore crescita e la possibilità di raggiungere più di 1,6 milioni di unità nel 2030. Di fatto,i circa 600 mila giovani stranieri che si aggiungeranno nei prossimi quindici anni, compenseranno l’oltre mezzo milione di giovani italiani previsto in meno nello stesso arco temporale.
Fonte: elaborazione su dati Istat
I nuovi giovani: In bilico tra opportunità e difficoltà
dettate da un cambiamento sempre più veloce
Più istruiti
Il continuo progresso generazionale sul fronte della formazione scolastica secondaria e terziaria è un dato di fatto.Per i giovani del XXI secolo il possesso di un diploma, una laurea (e spesso anche un master o un dottorato), sono quasi la norma; così come è un dato di fatto la scomparsa delle discriminazioni che, ancora sino agli anni ’70, penalizzavano il genere femminile.
Tassi di scolarità scuole secondarie di secondo grado (per 100)
Fonte: Istat
Con la crisi, tuttavia, è aumentato il fenomeno della sovraistruzione, ovvero sono aumentate le persone che accettano occupazioni meno qualificate rispetto al proprio titolo di studio; sebbene l’Italia sia tra i paesi dell’Unione europea quello che presenta una delle più basse percentuali di laureati (16,3 per cento per la popolazione di età 25-64 anni contro 28,4 della media Ue28), l’incidenza di sovraistruiti è tra le più elevate, interessando più di 4,8 milioni di occupati (con una percentuale pari al 22,0 per cento). Il fenomeno è più diffuso tra le donne (25,3 per cento contro il 21,2 per cento degli uomini), tra i giovani 15-34enni (34,2 per cento) e tra gli stranieri (40,9 per cento)
Istat, Rapporto 2014
Sempre più nel ruolo di “figli”
(Il crescente rinvio delle scelte e delle responsabilità familiari)
Il ritardo nei tempi di costruzione di una propria famiglia da parte dei giovani italiani è una “novità” del nostro tempo che ha motivazioni complesse. Stili di vita, scelte legate al percorso di formazione e modelli culturali si sommano ai ben noti condizionamenti derivanti dalle difficoltà di ordine materiale legate al lavoro, al reddito, alla disponibilità di una casa.Lo spostamento verso l’alto delle curve che descrivono la permanenza nello stato di celibe/nubile sottolinea un diffuso clima di difficoltà e di incertezza che spinge spesso i giovani al “rinvio” delle scelte di indipendenza e di avvio di un loro progetto familiare.
Percentuale di giovani 15-29enni celibi/nubili alle diverse età. Italia 2002 e 2013
Fonte: elaborazione su dati Istat
Giovani di 18-34 anni celibi/nubili che vivono in Italia con almeno un genitore per sesso e classe d’età 2010-11
Fonte: Istat
04-07 08-11 12-13 04-07 08-11 12-13 Maschi FemmineGermania 25,0 25,1 24,8 22,8 22,9 22,9Grecia 29,9 29,9 30,5 26,6 27,0 27,9Spagna 29,5 29,3 29,8 27,8 27,5 27,8Francia 24,5 24,4 24,5 22,7 22,6 22,7Italia 30,9 30,9 31,0 28,5 28,5 28,7Olanda 24,5 24,4 24,4 22,3 22,5 22,7Polonia 29,7 29,4 29,5 27,5 27,3 27,2Romania 30,0 30,1 30,7 25,9 25,9 26,2Svezia n.d. 20,7 20,1 n.d. 20,0 19,5Regno Unito 24,6 24,8 24,9 22,5 22,8 23,1UE 28 27,6 27,3 27,2 25,2 25,0 25,0
Età media all’uscita di casa dei giovani nei principali paesi di UE 28. Media annua 2004-2007; 2008-2011; 2012-2013
Fonte: Eurostat
Più disoccupati
Il 2007 segna un punto di svolta per la disoccupazione dei giovani italiani 18-29enni di entrambi i generi. Il corrispondente tasso (sempre più elevato per la componente femminile) passa dal 14,1% del 2007 al 29,3% del 2013. In termini di confronto, già nel 2004 il tasso di disoccupazione dei 18-29enni era due volte il valore medio osservato per il complesso dei 15-64enni e tale rapporto è salito a 2,3 volte a partire dal 2009.
Tasso di disoccupazione età 18-29. Italia 2004-2013
Fonte: Istat
Senza eccezioni
La crescita della disoccupazione tra i giovani non ha risparmiato alcun grado di formazione scolastica. Nel 2013 il tasso oscilla, in corrispondenza dei diversi titoli di studio, tra il 25% e il 35%, con laureati e diplomati poco al di sotto del valore medio.
Tasso di disoccupazione età 18-29 per titolo di studio. Italia 2004-2013
Fonte: Istat
(..) ma (almeno per i laureati) nel segno della parità di genere
Tasso di disoccupazione età 18-29 tra laureati. Italia 2004-2013
Fonte: Istat
Young people not in employment and not in any education and training (Neet)
Anno 2015 (in % tra la popolazione in età 15-29 anni)
Fonte: Eurostat
Quali le strategie/risposte ?
• Loyalty – Fedeltà al paese, fiducia e impegno per un cambiamento del contesto (Azione/Innovazione entro i confini)
• Voice – Denuncia protesta (Inazione/Autocommiserazione)
• Exit – Rinuncia e fuga altrove ma anche progettualità e apertura al rischio
Italiani in fuga all'estero: boom (+71,5%) di espatri nel 2013 secondo l'Aire. Gran Bretagna al primo postoBoom di espatriati Oltremanica nel 2013: +71,5% in un solo anno. Parla inglese la nuova emigrazione italiana. Cresce del 19% l'emigrazione complessiva: lo scorso anno gli italiani fuggiti all'estero hanno sfiorato quota 100mila. Assume i contorni di una vera e propria "invasione" l'espatrio di italiani in Gran Bretagna, secondo i dati ufficiali Aire (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero) […]Nel 2013 la Gran Bretagna è diventato il primo Paese mondiale di emigrazione per gli italiani, con 12.904 espatri ufficiali. L'incremento rispetto al 2012 è stato del 71,5%. Il vero boom di espatri verso il Regno Unito si registra soprattutto nella fascia 20-40enni: lo scorso anno sono approdati Oltremanica 8487 italiani in quella fascia d'età, con un incremento dell'81%, rispetto al 2012. Più numerosi i 20-30enni (4351), rispetto ai 30-40enni (4136).A livello generale, anche il 2013 ha visto crescere l'emigrazione ufficiale italiana verso l'estero: 94.126 i connazionali espatriati, con un incremento del 19,2% rispetto al 2012 (anno nel quale la crescita era stata pari al 30%). Oltre a sfiorare quota 100mila unità, l'emigrazione ha fatto registrare in soli due anni un incremento del 55% (dai 60.635 del 2011).
(Il Sole 24Ore 10 maggio 2014)
Segnali di “EXIT”
Secondo le statistiche dell’ Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) al 31 dicembre i giovani in età 18-24 rappresentano circa l’8% degli iscritti e i 25-34enni circa il 14%.In termini assoluti si è passati da poco meno di 300mila iscritti all’AIRE 18-24enni e poco più di 500mila 25-34enni a fine 2005 a, rispettivamente, 364mila e 616mila al 31 dicembre 2012.Per i primi la crescita media annua è salita da poco meno di 8mila unità nel biennio 2005-2006 a circa 12mila nel quinquennio 2007-2012; per i secondi da poco più di 8mila a 16mila.
Fonte: Ministero dell’Interno
Popolazione 18-34enne iscritta all’AIRE. Anni 2005-2012
Iscrizioni AIRE 2015
Nel 2015 su 108 mila cittadini espatriati e iscritti all’AIRE, se si contano quasi 40mila giovani in et 18-34 anni.
Le destinazioni preferite sono: Germania e Regno Unito (entrambe con 17mila casi), seguite da Svizzera e Francia con 11mila casi a testa.
La Lombardia, con 20mila casi, guida la graduatoria delle regioni italiane.
Fonte: Rapporto Migrantes 2016
Talenti, fuggite e rientrate con noi (spot pubblicitario di una compagnia aerea)
Quota percentuale di dottori di ricerca italiani che hanno conseguito il titolo nel 2004 e nel 2006 e che nel 2009 risiedevano in un altro paese
Fonte: Istat, Audizione del Presidente dell’Istat al Senato della Repubblica – Comitato per le questioni degli Italiani all’Estero , Roma 13 giugno 2013
Quota percentuale di dottori di ricerca italiani che hanno conseguito il titolo nel 2004 e nel 2006 e che nel 2009 pensavano di lasciare l’Italia entro 12 mesi
Fonte: Istat, Audizione del Presidente dell’Istat al Senato della Repubblica – Comitato per le questioni degli Italiani all’Estero , Roma 13 giugno 2013
Laureati del 2007 di cittadinanza italiana occupati nel 2011 per Paese in cui vivono abitualmente nel 2011 e soddisfazione relativamente ad alcuni aspetti dell'attuale lavoro svolto (valori percentuali)
Fonte: Istat
CISL – LombardiaVerso il Congresso
Un equilibrio compromesso. Sviluppo e condizionamenti demografici
Milano 30 novembre 2016
4- Anziani
Gian Carlo Blangiardo Università Milano Bicocca
Italia: speranza di vita alla nascita. Anni 1974-2015
Fonte: Istat
Sempre più in alto !
Gian Carlo Blangiardo 2016
Età x e x+10Tavola di mortalità 2004 Tavola di mortalità 2014
ex(t) [1]
ex+10(t) [2]
differenza [3]=[1]-[2]
ex+10(t+10) [4]
differenza [5]=[1]-[4]
[3]-[5]= guadagno (*)
maschi nel passare: da 0 a 10 anni 77,9 68,3 9,6 70,6 7,3 2,3da 20 a 30 anni 58,5 48,9 9,6 51,0 7,5 2,1da 40 a 50 anni 39,3 30, 9,3 31,9 7,4 1,9da 60 a 70 anni 21,3 13,7 7,6 15,1 6,2 1,4da 80 a 90 anni 7,7 4,0 3,7 4,1 3,6 0,1femmine nel passare: da 0 a 10 anni 83,6 73,7 9,9 75,3 8,3 1,6da 20 a 30 anni 64,1 54,2 9,9 55,5 8,6 1,3da 40 a 50 anni 44,4 34,8 9,6 36,0 8,4 1,2da 60 a 70 anni 25,6 17,0 8,6 18,0 7,6 1,0da 80 a 90 anni 9,6 4,6 5,0 4,8 4,8 0,2(*) minor consumo di anni di vita residua dovuti alla tavola del 2014 con livelli di sopravvivenza più favorevoli
Italia: speranza di vita alle età x (ex) e x+10 (ex+10) al tempo t e t+10.
Confronto tra la variazione osservata in base alla mortalità negli anni 2004 e 2014.
Ogni giorno che passa … non è uno in meno !
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
Speranza di vita alla nascita in alcuni Paesi. Anni 950-2015
Fonte: United Nations
Ma… attenzione a non abbassare la guardia
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
2009 2010 2011 2012 201354,0
55,0
56,0
57,0
58,0
59,0
60,0
61,0
57,7
59,259,4
59,859,2
55,1
56,4
57,057,3 57,3
Speranza di vita in buona saute
MaschiFemmine
Italia – Anni 2009-2013
Fonte: Istat
Bilancio dei movimenti in entrata nella popolazione ultra65enne in Italia (a seguito del 65° compleanno) e in uscita (per morte).
Anni: 2016-2065
L’esercito dai «capelli grigi» avanza
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
Popolazione residente in alcune classi d’età. Italia, 2016-2065 (valori in migliaia).
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
Un sorpasso annunciato
Indice di dipendenza dei giovani e degli anziani. Italia 2016-2065
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
Raddoppia l’incidenza del c.d. «carico sociale»
Periodi
2016-2020 2021-2040 2041-2060 Migliaia di anni-persona (Maschi) 3.141 3.812 3.680Migliaia di anni-persona (Femmine) 3.542 4.272 4.094Totale 6.683 8.084 7.774Corrispondente valore (miliardi di €) (*) 33,4 40,4 38,9(*) A una valorizzazione di 5000 € per ogni anno di attività
Numero di anni-persona vissuti tra il 65° e il 75° compleanno dalla popolazione italiana nei periodi sotto indicati (valore medio annuo)
Fonte: N/elaborazioni su dati Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
Non solo problematiche da gestire, anche risorse da valorizzare
Anni Maschi Femmine
Età (anni) % residenti Età (anni) % residenti
1881 65,80 5,1 65,02 5,1
1931 68,27 5,3 69,33 4,8
1951 69,22 5,1 70,60 5,0
1961 70,80 4,7 72,82 4,3
1971 70,62 5,3 73,73 5,5
1981 70,84 6,3 75,08 5,8
1991 73,34 5,7 76,88 6,8
2001 74,23 6,5 78,17 7,0
2014 77,37 6,5 80,41 7,7
Età cui corrisponde un valore di “vita residua attesa” pari a 10 anni e percentuale di residenti la cui età supera tale limite
Fonte: elaborazioni su dati Istat
Gian Carlo Blangiardo 2016
e se l’invecchiamento fosse un falso problema ?
CISL – LombardiaVerso il Congresso
Un equilibrio compromesso. Sviluppo e condizionamenti demografici
Milano 30 novembre 2016
5- Migrazioni
Gian Carlo Blangiardo Università Milano Bicocca
Immigrazione
Dai numeri di «casa nostra» …
Fonte: Fondazione ISMU
Popolazione straniera presente in Italia. Anni 1990-2016
La presenza straniera nella società italiana
• 1- Ha acquisito in breve tempo una dimensione di assoluta rilevanza: poco meno di 6 milioni di presenti (di cui oltre 5 milioni con «dimora abituale» e iscrizione anagrafica presso un comune italiano)
• Essi rappresentano circa il 9,5% di quella che è indicata da Eurostat come popolazione abitualmente residente in Italia (Usually Resident secondo la terminologia corrente).
Gian Carlo Blangiardo 2016
La presenza straniera nella società italiana
• 2 – L’Italia va considerata a pieno titolo uno dei grandi paesi europei di immigrazione.
• In Italia è residente il 14,5% del totale degli stranieri localizzati nei 28 paesi dell’ UE.
• Due punti percentuali in più del peso demografico del nostro Paese rispetto al totale della popolazione abitualmente residente in UE-28 (12,1%).
Gian Carlo Blangiardo 2016
La presenza straniera nella società italiana
• 3 – La presenza straniera in Italia si è rapidamente e profondamente trasformata nella direzione di una progressiva maturazione in loco dei progetti di vita della popolazione coinvolta e di un suo crescente radicamento sul territorio e nella società …
Gian Carlo Blangiardo 2016
Quattro argomentazioni a supporto• Una presenza che tende ad essere sempre più
di natura familiare (da «lavoratori» a «popolazione»).
• Crescita dell’anzianità del soggiorno (il progetto migratorio è persistente anche a fronte di elementi congiunturali sfavorevoli).
• Aumento del peso delle seconde generazioni (nate in Italia o immigrate da bambini).
• Si rafforza la condizione giuridica stabile del soggiorno e si accresce il passaggio alla cittadinanza italiana.
Gian Carlo Blangiardo 2016
6 stranieri ogni dieci vivono in un contesto familiare di coppia con figli, solo uno su cinque non appartiene a un nucleo familiare (generalmente è single)
1°- Famiglia
Fonte: elaborazioni Ismu su dati Istat, 2015
Gian Carlo Blangiardo 2016
2° Anzianità del soggiorno
Stranieri con almeno 6 anni di età per anno di arrivo (percentuali)
Circa il 46% dei residenti in età 6 e più vive in Italia da prima del 2003
Fonte: elaborazioni Ismu su dati Istat, 2015
Gian Carlo Blangiardo 2016
Stranieri residenti in corrispondenza di ogni fascia d’età classificati per età all’arrivo in Italia (%)
3°- Seconde generazioni
Gran parte dei giovani tuttora presenti sono nati in Italia o vi sono giunti da bambini/adolescenti
Fonte: elaborazioni Ismu su dati Istat, 2015
Gian Carlo Blangiardo 2016
4°- Condizione giuridica
La % di regolari sul totale dei presenti è del 93%.
La quota di lungo soggiornanti tra i cittadini extra UE ha raggiunto il 57,2% nel 2015 guadagnando bel 11 punti rispetto al corrispondente dato del 2011.
Nonostante la tanto criticata legge n.91 del 1992 ci sono state in Italia in Italia circa 178mila acquisizioni di cittadinanza nel corso del 2015 di cui il 37% ha riguardato minori.
“A fronte dei 324mila stranieri sbarcati in Italia nel biennio 2014-2015, ve ne sono stati quasi altrettanti, ben 308mila che, nello stesso arco temporale, sono approdati alla cittadinanza italiana”.
Fonte: elaborazioni Ismu su dati Istat, 2015Gian Carlo Blangiardo 2016
… agli scenari « globali »
Una seconda «bomba demografica» ?
Gian Carlo Blangiardo 2016
Paul Ehrlich 1968Time Magazine January 1960
Gian Carlo Blangiardo 2016
Popolazione mondiale previsione-obiettivo nel 1982 per l’anno 2020 = 7,81 miliardiprevista nel 2015 per l’anno 2020 = 7,76 miliardi
(differenza 50 milioni, 0,6%)
Fonti: United Nations World Population Prospects. Anni 1982 e 2015 (medium variant)
Gian Carlo Blangiardo 2016
Tra il 2000 e il 2015 mentre la fecondità a livello planetario è scesa ancora del 7% (ed è oggi la metà rispetto agli anni ‘60), il numero totale dei migranti disseminati sulla Terra si è accresciuto del 41%: a una velocità che è pari al doppio di quella della crescita della popolazione mondiale.
Nei paesi ad alto reddito l’aumento dei migranti è stato del 50% ma ha raggiunto il 21% (superando la crescita della popolazione mondiale) anche in quelli che sono considerati i paesi a più basso reddito
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Arrivi via mare (Fonte: UNHCR e Ministero dell'Interno)
Periodo ItaliaTotale
Mediterraneo
% Italia su tot Mediterraneo
1° semestre 2014 63.884 74.854 85,31° semestre 2015 70.354 147.259 47,81° semestre 2016 70.222 230.417 30,5 1° gennaio-21 agosto 2016 103.540 268.602 38,5 Totale anno 2014 170.100 216.054 78,7Totale anno 2015 153.842 1.015.078 15,2
Gian Carlo Blangiardo 2016
fuga dalla paura … … ma anche dalla miseria
Se è vero che i venti di guerra che alimentano le fughe da situazioni di pericolo prima o poi smetteranno di soffiare (ci si augura), non sarà stessa cosa per il profondo Sud del Mondo. E’ opinione comune che i paesi più poveri, con l’Africa - quella Sub-sahariana in particolare- in prima linea, potrebbero non solo non allentare la pressione migratoria sul fronte europeo, ma persino accrescerla nei prossimi decenni.La loro dinamica demografica nel corso dei prossimi vent’anni produrrà 400 milioni di abitanti in più, di cui 166 milioni saranno giovani adulti 20-44enni.
Popolazione nei paesi a Basso reddito: 2016-2036
(totale e in età attiva – milioni)
Gian Carlo Blangiardo 2016
Nel prossimo ventennio in quello che è ritenuto il profondo Sud del Mondo sarà infatti necessario disporre mediamente di almeno 8-9 milioni di posti di lavoro in più ogni anno unicamente per assorbire l’offerta aggiuntiva derivante dalla crescita demografica della popolazione più giovane in età attiva; un insuccesso in tal senso non potrà che produrre nuovi candidati a un’emigrazione dettata dal bisogno di sopravvivere.
Gian Carlo Blangiardo 2016
Sarà sufficiente accoglierli in Europa?
Secondo Eurostat il contributo netto delle migrazione per il complesso della popolazione di EU 28 tra il 2013 e il 2030 può variare da 15,6 milioni (annualmente 920 mila unità in più in media) a 19,5 milioni (1,15 milioni annualmente).
L’opzione “migrazioni zero” significherebbe una popolazione di 499 milioni nel 2030 e un ulteriore riduzione a 399 milioni dopo altri 50 anni.
EU-28 Popolazione al 1° gennaio 2013-2030 secondo tre differenti ipotesi
Fonte: Eurostat 2014
L’Europa non basta !
Gian Carlo Blangiardo 2016
Siamo di fronte a un mondo in movimento, un iceberg di cui rifugiati e richiedenti asilo sono solo la parte emersa, che fluttua pericolosamente e rispetto al quale si impongono azioni mirate e coordinate a livello internazionale per garantire che la consistenza numerica e la localizzazione territoriale del popolo dei migranti sia “sostenibile” su entrambi i versanti. Occorre infatti operare con lungimiranza non solo perché le migrazioni possano continuare a rappresentare un fondamentale contributo in termini di capitale umano per un Nord del Mondo sempre più impoverito dalle dinamiche demografiche in atto, ma anche (e soprattutto) per impedire che sia la valvola di sfogo dell’emigrazione e non - come sarebbe giusto e auspicabile - lo sviluppo, l’unica opportunità lasciata a centinaia di milioni di esseri umani che inseguono il legittimo sogno di una vita migliore.
Gian Carlo Blangiardo 2016
Gian Carlo Blangiardo 2016
Così come negli anni ’70 fu concepito a Bucarest il “Piano Mondiale d’Azione” al fine di contrastare – in ultima analisi con successo - la bomba demografica di allora, un altro specifico “Piano d’azione” va oggi messo in campo con l’obiettivo di disinnescare questo nuovo ordigno. D’altra parte sappiamo bene come la medicina per governare i flussi di mobilità dall’Africa sia inscindibilmente connessa tanto al miglioramento delle condizioni economiche e di vita che gravano sui popoli del Sud del Mondo, quanto al contenimento degli squilibri che, amplificati dalle antenne della globalizzazione, incentivano la fuga dalla misera verso un mondo luccicante.
Ben vengano dunque sia le vere e proprie politiche a supporto di un piano per lo sviluppo del continente africano, sia tutte quelle iniziative che introducono regole di migrazioni “circolari” capaci di trasformare l’emigrazione da drammatico abbandono definitivo della propria terra a esperienza (temporanea) in grado di restituire ai paesi d’origine risorse umane arricchite e pronte a fare sviluppo.
Che fare ?Chi ? Con quali tempi e risorse ?
Gian Carlo Blangiardo 2016
Quali sono le priorità dell’Africa? E quali interventi sarebbero auspicabili da parte di un’Europa che la considerasse un partner piuttosto che un pericolo o una realtà destinata a restare marginale?
«Anzitutto serve un intervento più deciso della comunità internazionale per porre fine alle guerre: l’Africa è il continente dove sono più numerose, alcune dichiarate, altre a bassa intensità. È una terra in fermento, che ha grandi potenzialità e sta crescendo, anche se a velocità ancora troppo lenta. A parte alcuni casi però penso soprattutto alla Nigeria, all’Egitto e all’Etiopia – non ci sono mercati interni sufficientemente estesi, perciò bisogna favorire la creazione di un mercato africano, mentre gli scambi tra Paesi del continente attualmente non superano il 10 per cento del loro commercio con l’estero. Per questo bisogna potenziare il ruolo dell’Unione Africana, che si sta (ancora faticosamente) muovendo in questa direzione. Si dovrebbe inoltre rilanciare il progetto di una Banca del Mediterraneo, e sono essenziali grandi interventi di tipo infra-strutturale: strade, ferrovie, aeroporti. Per ora l’infrastruttura che sta portando più vantaggi è il telefono cellulare, un ottimo strumento per comunicare, per unire luoghi lontani, e anche per concludere affari.»
(da «Atlantide, n.2/2016 p.17 - Intervista a Romano Prodi).
Gian Carlo Blangiardo 2016
Oggi la sensibilità sul tema migratorio è ai massimi livelli per fatti di cronaca che
preferiremmo non leggere. Cogliamo dunque l’occasione per fare in modo che si costruisca un unanime consenso attorno all’idea che il Piano d’azione per questa nuova bomba demografica
rappresenta non solo una necessità emergenziale o un dovere etico: è - quand’anche non “a costo zero” - una scelta “intelligente” che
ci si dovrebbe attendere da governanti “lungimiranti”.