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LA VITE N° 5 del 18 luglio 2017 Fase fenologica A causa delle temperature superiori alle medie stagionali registrate nei mesi di maggio, giugno e in questi primi giorni di luglio, la vite manifesta un generale anticipo vegetativo rispetto ad una stagione normale, quantificabile in circa 10-12 giorni; a seconda della varietà e della zona di coltivazione, ci si trova tra le fasi fenologiche di “chiusura grappolo – fase 79 BBCH” e “inizio invaiatura – fase 81 BBCH”. Interventi di difesa estivi - Peronospora Possiamo dire che, a differenza di quanto avvenuto durante lo scorso anno, il 2017 non si è mostrato molto favorevole allo sviluppo di questa malattia, almeno fino a questo momento. Ad esclusione delle ripetute piogge cadute in molte località tra la fine di aprile ed inizio maggio, si è generalmente registrata un’alternanza di periodi siccitosi e brevi e a volte intensi eventi piovosi, cosa che ha permesso di programmare ed effettuare correttamente i trattamenti fitosanitari. Le infezioni primarie di perono- spora sono quindi state in linea generale ben controllate e solo dopo le forti piogge di fine giugno (tra l’altro non avvenute in tutte le aree viticole) sono stati osservati alcuni attacchi più intensi, soprattutto a carico delle giovani foglie presenti su femminelle non sottoposte a cimatura. Ciò nonostante, l’attenzione verso questo

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LA VITE N° 5 del 18 luglio 2017

Fase fenologica A causa delle temperature superiori alle medie stagionali registrate nei mesi di maggio, giugno e in questi primi giorni di luglio, la vite manifesta un generale anticipo vegetativo rispetto ad una stagione normale, quantificabile in circa 10-12 giorni; a seconda della varietà e della zona di coltivazione, ci si trova tra le fasi fenologiche di “chiusura grappolo – fase 79 BBCH” e “inizio invaiatura – fase 81 BBCH”.

Interventi di difesa estivi - Peronospora Possiamo dire che, a differenza di quanto avvenuto durante lo scorso anno, il 2017 non si è mostrato molto favorevole allo sviluppo di questa malattia, almeno fino a questo momento. Ad esclusione delle ripetute piogge cadute in molte località tra la fine di aprile ed inizio maggio, si è generalmente registrata un’alternanza di periodi siccitosi e brevi e a volte intensi eventi piovosi, cosa che ha

permesso di programmare ed effettuare correttamente i trattamenti fitosanitari. Le infezioni primarie di perono-spora sono quindi state in linea generale ben controllate e solo dopo le forti piogge di fine giugno (tra l’altro non avvenute in tutte le aree viticole) sono stati osservati alcuni attacchi più intensi, soprattutto a carico delle giovani foglie presenti su femminelle non sottoposte a cimatura. Ciò nonostante, l’attenzione verso questo

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patogeno deve essere mantenuta ancora alta, sia per il fatto che i sistemi di supporto alle decisioni indicano ancora la disponibilità, seppur bassa, di ascospore per possibili ulteriori infezioni primarie, sia per cautelarsi verso eventuali infezioni secondarie a carico delle foglie e, soprattutto, dei grappoli, che fino a completa invaiatura sono ancora suscettibili alla malattia. Nei vigneti con assenza o bassa presenza di “macchie” di peronospora in corso di sporulazione può essere sufficiente effettuare trattamenti con prodotti fitosanitari a base di rame ai dosaggi più bassi riportati in etichetta (si ricorda che per le aziende aderenti alla misura 10.01 del PSR il limite massimo di rame metallo per anno è di 6 kg/ha) e rinnovare periodicamente la protezione sulla base delle eventuali piogge dilavanti, considerando che la vegetazione è da ritenersi completamente “scoperta” dopo circa 40 mm di pioggia; solo in previsione di abbondanti piogge può essere indicato associare al rame principi attivi dotati di maggiore resistenza al dilavamento, come mandipropamide e zoxamide. In quelli in cui si osservano invece infezioni primarie e/o secondarie maggiormente diffuse ed attive è bene invece mantenere alto il livello di protezione, impiegando principi attivi più efficaci nel contenere la malattia, come dimetomorph o cimoxanil (sempre associati al rame), per passare poi ai soli sali di rame solo dopo la completa invaiatura. Nei vigneti a CONDUZIONE BIOLOGICA è consigliato continuare a rinnovare la copertura con sali di rame in funzione delle piogge dilavanti almeno fino alla fine dell’invaiatura (anche nel biologico c’è il limite di 6 kg/ha/anno di rame metallo). In caso di macchie sporulate (con presenza della tipica muffa bianca sulla pagina inferiore della foglia), può essere utile intervenire con prodotti a base di olio essenziale di arancio dolce, in grado di devitalizza le zoospore e di ridurre indirettamente il potere infettante dell'inoculo presente nel vigneto. Interventi di difesa estivi – Oidio Come spesso accade, annate non favorevoli alla peronospora si dimostrano invece ottimali per lo

sviluppo di infezioni di oidio: le elevate temperature, spesso associate ad elevata umidità relativa, hanno infatti favorito questo patogeno, che ha cominciato a manifestarsi molto precoce-mente nella stagione. Già dalla fine di maggio le condizioni metereologiche erano molto favorevoli all’oidio, di cui si erano registrate infezioni ascosporiche precoci (primi sintomi visibili verso la metà di maggio). In seguito il rischio di infezioni conidiche è risultato molto diversificato nelle diverse aree, in dipendenza dalle diverse condizioni

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metereologiche. Ulteriori differenze nel grado di attacco della malattia derivano dalla cura con cui sono state effettuate le operazioni di potatura verde e dall’accuratezza delle bagnature nei trattamenti. Attualmente il rischio di ulteriori nuove infezioni risulta generalmente abbastanza ridotto, per cui si ritiene sufficiente intervenire con zolfo bagnabile a dosaggi medio-bassi e adottando gli intervalli più lunghi tra quelli indicati in etichetta. Solo nel caso di eventuali infezioni sul grappolo “scappate” in precedenza sarà opportuno aumentare i dosaggi e stringere i tempi di intervento, eventualmente aggiungendo nei casi più problematici prodotti con elevata attività curativa come spiroxamina o meptyldinocap, effettuando due interventi ravvicinati. Nei vigneti a CONDUZIONE BIOLOGICA, nelle situazioni più tranquille può essere sufficiente intervenire con zolfo bagnabile a dosaggi medi ed intervalli di 7-10 giorni; nei casi in cui si osservino infezioni in atto, i dosaggi devono essere aumentati e gli intervalli ristretti a 4-5 giorni, evitando di intervenire nelle ore più calde della giornata per ridurre il rischio di ustioni sugli acini. Possono inoltre essere impiegati, con funzione eradicante, formulati a base di olio essenziale di arancio dolce (in grado di svolgere un'azione diretta sui diversi organi del fungo) o di bicarbonato di potassio. Questi principi attivi, se mal impiegati, possono dare problemi di fitotossicità, per cui si raccomanda di seguire scrupolosamente le indicazioni riportate in etichetta. Interventi di difesa estivi – Black rot Anche nel corso di questa stagione sono stati osservati attacchi, in qualche caso anche gravi, di Black rot o Marciume nero, causati dal fungo Guignardia bidwellii: si tratta di una malattia abbastanza subdola, in quanto si può osservare la comparsa dei sintomi anche a distanza di molto tempo dall’avvenuta infezione (sugli acini, suscettibili per l’attacco dalla piena fioritura e fino ad un diametro di circa 1 cm, anche dopo quasi un mese). In condizioni favorevoli al patogeno, cioè in

presenza di elevata umidità e forte inoculo, questa malattia può arrivare a compromettere l’intera produzione. Sugli acini il primo sintomo dell’attacco è rappresentato dalla comparsa di macchie color nocciola su un lato dell’acino, che successivamente si estendono causandone l’appassimento e l’imbrunimen-to: sulla buccia raggrinzita compaiono (come sulle foglie) i

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picnidi e gli acini mummificati rimangono attaccati al grappolo. In qualche caso i sintomi possono essere confusi con gravi attacchi di peronospora larvata, per cui si ritiene utile ricordare le principali differenze riscontrabili tra i due tipi di attacco.

Principali accorgimenti per discernere black rot da peronospora sul grappolo

Peronospora larvata Black rot La comparsa dei sintomi è strettamente collegata all’evento infettante (da 3-4 fino a 6-7 gg dopo la pioggia)

L’infezione avviene in seguito ad un evento infettante (pioggia e bagnatura prolungate), ma la comparsa del sintomo richiede almeno 10-12 giorni, fino anche a 4-6 settimane se l’infezione è avvenuta in un momento in cui l’acino era già abbastanza sviluppato. Non è infrequente la comparsa di improvvisi sintomi simili a peronospora larvata verso fine luglio, dovuti in realtà alla lunga incubazione di tardive infezioni da G. bidwellii

Presenza della classica muffetta biancastra solo su acini molto giovani o alla base del pedicello

Presenza di picnidi già 24-48 ore dopo la prima manifestazione di sintomi. La loro abbondante presenza sull’acino colpito è di evidentissimo valore diagnostico. La formazione di picnidi però, potrebbe essere completamente inibita dalle alte temperature

L’infezione spesso parte dal pedicello dove ancora ci sono stomi attivi, da cui le zoospore possono penetrare

L’infezione inizia in un qualunque punto dell’acino dato che la penetrazione del patogeno è attiva e non ha bisogno di soluzioni di continuità

Se estesa a tutto o a metà del grappolo (parte apicale) si può verificare la presenza dell’infezione anche sul rachide, con la caratteristica allessatura e leggero imbrunimento. Se il rachide non è coinvolto il sintomo è presente su singoli acini

Possono essere colpiti singoli acini o tutto il grappolo, che avvizzisce e poi mummifica completamente. Se è colpito il rachide l’attacco si manifesta con veri e propri cancretti che presentano quasi sempre i caratteristici picnidi

Periodo di comparsa fra fine giugno e metà luglio Periodo di comparsa fra 10 giorni dopo la piena fioritura (momento di massima suscettibilità) e la fine di luglio. I sintomi compaiono all'improvviso e contemporaneamente su tutto il vigneto e spesso su tutto il grappolo

da Mugnai L., Rinaldi P.A., 2013

Dal momento che nelle condizioni più favorevoli sono sufficienti anche solo 0,3 mm di pioggia per il rilascio dei conidi e 6 ore di bagnatura perché avvenga l’infezione, nelle aree viticole e nei vigneti dove sono stati osservati negli anni precedenti sintomi di questa malattia è bene programmare un calendario di difesa che sfrutti l’azione collaterale nei confronti di G. bidwellii dei principi attivi impiegati per il controllo di peronospora ed oidio; ciò anche considerando che il danno rilevante è dovuto principalmente alle infezioni primarie e che le nuove infezioni possono avvenire sulle foglie da aprile a giugno, mentre sugli acini dalla fioritura a circa 6 settimane dopo (dopo 35-40 giorni dalla

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fioritura ogni trattamento contro Black rot è superfluo). Il primo intervento di difesa deve essere comunque di tipo agronomico preventivo, volto a contenere il potenziale di inoculo e consistente nell’eliminare dal vigneto tralci e grappoli attaccati dal fungo, compresi quelli caduti a terra (se ciò non è possibile, bisognerebbe interrarli). Alcune tecniche di conduzione del vigneto, quali la

vendemmia meccanica e la trinciatura dei residui di potatura, aumentano la possibilità di attacchi della malattia in quanto tendono ad incrementare l’inoculo lasciando in campo le parti della vite colpite (acini mummificati, raspi, tralci) contenenti gli organi di conservazione e propagazione del fungo. Ugualmente importante risulta l’estirpo dei vigneti in stato di abbandono con presenti attacchi di marciume nero, in quanto pericolose fonti di inoculo per i vigneti vicini. Tra i principi attivi impiegabili a stagione avanzata, tutti gli IBE hanno mostrato un’efficacia sia di tipo preventivo che curativo nel contenimento del black rot se utilizzati tra l’inizio fioritura e l’allegagione, con però differenze anche significative tra i diversi principi attivi: alcune prove sperimentali indicano tra i migliori il difenoconazolo e il myclobutanil. Anche le strobilurine hanno

manifestato una buona azione sia di tipo preventivo che di tipo curativo nei confronti del black rot; il momento migliore per un loro impiego cade tra la fine della fioritura e la pre-chiusura del grappolo. Per le aziende che applicano la DIFESA BIOLOGICA, gli interventi di profilassi risultano ancora più importanti, in quanto gli unici principi attivi impiegabili sono i sali di rame che, come già illustrato, hanno un’efficacia solo di tipo preventivo. Andamento meteorologico Per le informazioni sull’andamento agrometeorologico dell’ultima settimana e le previsioni meteorologiche più aggiornate fare riferimento, rispettivamente, ai due link presenti all’interno del sito istituzionale di ARPA Lombardia: http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/bollettino-agrometeorologici/Pagine/AgrometeoSettimana.aspx (aggiornato ogni martedì); http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/previsionimeteo/meteolombardia/Pagine/default.aspx (aggiornato tutti i giorni alle 13.00 tranne la domenica). A cura del Servizio Fitosanitario Regionale in collaborazione con CO.PRO.VI. Casteggio, CO.DI.MA. Mantova, Fondazione Fojanini Sondrio, Condifesa Lombardia Nord-Est, Consorzio Tutela Valcalepio, Consorzio Volontario Vino D.O.C. San Colombano e ARPA Lombardia.