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Chi è Nathan Nathan Sawaya è un acclamato artista di New York che a partire da un giocattolo crea opere d'arte stupefacenti. La sua arte si concentra su sculture in larga scala, realizzate usando unicamente i mattoncini LEGO®.Sawaya è stato il primo artista in assoluto a portare i LEGO nel mondo dell'arte e la sua mostra itinerante The Art of the Brick® ha intrattenuto e ispirato milioni di appassionati d'arte in tutto il mondo, in particolare negli Stati Uniti, in Australia, Taiwan, Singapore, Cina.Secondo la CNN "The Art of the Brick è una delle 12 mostre al mondo da vedere!"

Originario dell’Oregon, i sogni d'infanzia di Sawaya erano sempre divertenti e creativi. Disegnava fumetti, scriveva racconti, perfezionava giochi di prestigio e, naturalmente, giocava anche con i LEGO. Le sue giornate erano piene di immaginazione. Quando arrivò il momento di andare al college, Sawaya si trasferì a New York City, frequentò la New York University e divenne avvocato. Ma dopo anni di fusioni da milioni di dollari e acquisizioni societarie, Sawaya comprese che avrebbe preferito stare seduto per terra a creare arte, piuttosto che seduto in una sala riunioni a negoziare contratti. Si allontanò dall’ambiente legale e corse il rischio di darsi all’arte dei LEGO. Oggi Sawaya è autore, conferenziere e uno dei più popolari e premiati artisti contemporanei.

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THE ART OF THE BRICK

The Art of the Brick

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The Art of the Brick è la prima grande mostra d’arte contemporanea che utilizza i mattoncini LEGO come unico mezzo artistico. Gran parte del lavoro che si vede inThe Art of the Brick riguarda la trasformazione. Il passaggio da uno stato, un’emozione, una forma, all’altra. Prendere le parti di qualcosa trasformandole in qualcos'altro. Da bambini intuiamo il potere di trasformazione dei LEGO. Ed è per questo che Nathan Sawaya, creatore di The Art of the Brick, ha ha scelto i LEGO come suo mezzo espressivo.Che siano reali o immaginari, i personaggi e gli oggetti creati da Sawaya sono sorprendenti e lasciano i visitatori senza parole. Alcune delle opere d'arte che i visitatori hanno l'opportunità di vedere da vicino includono l’iconica “Yellow”, una scultura a grandezza naturale di un uomo che si apre il petto e dalla cui cavità escono migliaia di mattoncini LEGO gialli come il sole, lo scheletro di un dinosauro T-Rex lungo 7 metri, un gigantesco cranio fatto di LEGO.

La capacità di Sawaya di trasformare questo giocattolo comune in qualcosa ricco di significato,

commovente e spesso provocatorio, insieme alla sua devozione per la perfezione spaziale ed al modo in cui egli concettualizza l’azione, gli permettono di prendere

qualcosa con cui quasi ogni bambino ha giocato elevandolo allo stato dell'arte contemporanea.Questa mostra itinerante è una delle mostre più straordinarie e innovative di recente memoria,

che tocca giovani e meno giovani, e per questo davvero accessibile a tutti

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L’arte di Nathan

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THE ART OF THE BRICK

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« Je travaillais dans un bureau d’avo-cat », explique l’artiste américainNathan Sawaya. « Un boulot trèsformaté. Après mes heures, j’avaisbesoin de quelque chose de créatifpour m’aérer la tête. C’est comme çaque j’ai commencé à mêler l’art etles petites briques. » Au point de seforger une spécialité (la reproduc-tion d’œuvres d’art), et d’en faire�nalement son job à temps plein.Une dizaine d’années plus tard,c’est donc la Bourse de Bruxellesqu’il a choisie pour la première ex-position en Europe d’une soixan-taine de ses créations. Au pro-gramme : des répliques spectacu-laires du Penseur de Rodin, de laVénus de Milo ou du « Cri » deMunch. Mais aussi quelques liber-tés avec le sujet central de l’expo.Comme quand il reproduit le vi-sage de sa femme, Courtney –« Mais mon épouse est aussi uneœuvre d’art, je ne vous permets pas

d’en douter », dit-il en riant – qu’ilrajoute un dinosaure de plus de80.000 briques, ou érige un Man-neken-Pis en hommage à la villequi l’accueille.Mais, si Nathan est l’artiste donton parle le plus pour le moment,il n’est évidemment pas le pre-mier adulte à faire joujou avec lespetites briques de Lego. Témoinsces simples passionnés. Quipassent leurs soirées à échafauderdes plans et à se les échanger viainternet. Avant de passer à l’ac-tion. Et là, une seule limite : l’ima-gination.Nous avons ainsi recensé des re-productions de pochettes d’al-bums mythiques, de la banane duVelvet Underground au concep-tuel « Dark Side of the Moon » dePink Floyd ; une copie complète(avec les personnages, la capsule etla salle de contrôle) du déroule-ment des opérations du Red BullStratos, qui avait permis à FelixBaumgartner d’accomplir sonsaut devenu légendaire depuis l’es-pace ou encore une série de sculp-tures s’inspirant du Kama Sutra etfourmillant de détails (c’est fou ledegré de réalisme que certainspeuvent atteindre…).

« Ma passion esten fait née d’unefrustration »,nous dit un fana-tique croisé dans le plusgrand magasin Lego du monde,au Rockefeller Center de NewYork. « Comme tous les enfants, j’aicommencé par construire ce pourquoi les boîtes étaient vendues. En-suite, je suis passé aux livres conte-nant des plans édités par Lego. Etquand j’ai eu fait le tour de tout ça,je me suis mis à développer moi-même les plansdes choses queje voulais re-produire. C’estainsi que je mesuis lancé dansles maisons de mon quartier deBrooklyn. Au point d’avoir �nale-ment reproduit presque toute laville. Au début, mon entourage meprenait pour un fou de quarante ansatteint du syndrome de Peter Pan.Mais en cherchant un peu, j’ai dé-couvert que je n’étais pas le seul,loin de là. »

LEGO FAIT MÊME SON CINÉMAAutre signe de leur popularitésans cesse grandissante : les petits

briques ont in�ltré avec succès lejeu vidéo. Avec des titres comme« Lego Star Wars » sur PC etconsoles, par exemple. Et puis, passupplémentaire dans la directionde la consécration : Hollywood.Produit pour la bagatelle de 65millions de dollars, et réalisé entandem par Chris Miller (réalisa-teur du « Chat Potté ») et Phil Lord(qui a commis le délirant « Tem-pête de boulettes géantes »), « The

Lego Movie » (sortie au printemps2014) sera le premier long-métrageintégralement interprété par des�gurines en Lego. On nous an-nonce une aventure épique, digne,selon ses créateurs, d’un mélangeentre « Batman » et « Le Seigneurdes Anneaux ».Bref, des bas-fonds d’un garage Da-nois lors de son invention en 1949aux tapis rouges version strass etpaillettes, cette petite brique a fait

du chemin. Avec un constat quisaute aux yeux, comme nous lecon�rme Sawaya : « Ce n’est pasqu’un jeu d’enfant. Loin de là… »On n’en doute plus ! l

FRÉDÉRIC VANDECASSERIE

À NOTER L’exposition The Art of The Brick setient à la Bourse de Bruxelles jusqu’au 21 avril2014.Ouvert tous les joursInfos : www.expo-artofthebrick.be

Une brillanteexposition pourpetits et grands !Un Américain expose à la Bourse

L’artiste américain NathanSawaya s’est fait une

spécialité de la reproductiond’œuvres d’art en Lego. Mais n’estévidemment pas le seul adulte àcraquer pour les petites briquesmulticolores.

C’est fou tout ce que Nathan Sawaya fait avec des Lego ! l ROB MITCHELL

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