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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 22 dicembre 2014

Pagina I

PROFESSIONISTI

Professionisti. L'agenda è già pienaCorriere Della Sera -Corriereconomia

22/12/14 P. 27 Isidoro Trovato 1

LEGGE DI STABIITÀ

Minimi batte nuovo forfetarioItalia Oggi Sette 22/12/14 P. 6 Andrea Bongi 2

PROFESSIONISTI

I professionisti nuovi poveri. Redditi sotto i 30 mila euroStampa 22/12/14 P. 2 Giuseppe BotteroMarco Sodano

4

Il rischio è trovarsi con una minipensioneStampa 22/12/14 P. 2 Walter Passerini 6

"Il gap c'e sempre stato. E' venuta meno la prospettiva"Stampa 22/12/14 P. 2 7

"Le riforme sono fatte apposta per danneggiare i giovani"Stampa 22/12/14 P. 2 8

LEGGE DI STABILITÀ

Una stangata sulle partite Iva. La delusione dopo la manovraCorriere Della Sera 22/12/14 P. 1-13 Dario Di Vico 9

Poche tasse e ben nascosteItalia Oggi Sette 22/12/14 P. 1 Marino Longoni 11

Sale la marea delle nuove tasse. Con l'aumento Iva in agguatoItalia Oggi Sette 22/12/14 P. 3 Valerio Stroppa 12

JOBS ACT

Jobs act, nei decreti il salario minimo alla fine non c'èCorriere Della Sera 22/12/14 P. 12 14

PARTIVE IVA

Il premier e le partite Iva sedotte ma deluseCorriere Della Sera 22/12/14 P. 13 Dario Di Vico 15

UNIVERSITÀ

La facoltà «immobile» che rinuncia a innovareCorriere Della Sera 22/12/14 P. 33 Edoardo Segantini 16

ICT

Italtel «Pronti ad accogliere lo Stato»Corriere Della Sera -Corriereconomia

22/12/14 P. 8 17

SICUREZZA SUL LAVORO

In calo le vittime sul lavoro minimo storico dal 1954Messaggero 22/12/14 P. 23 Marco Ventura 18

START UP

Start-up ai nastri di partenzaItalia Oggi Sette 22/12/14 P. 16 Cinzia De Stefanis 20

RICICLO

Dal riciclo dei rifiuti nascono nuove opportunità di lavoroItalia Oggi Sette 22/12/14 P. 40 Benedetta Pacelli 22

C'è lavoro per 2 mln di personeItalia Oggi Sette 22/12/14 P. 41 24

IMMOBILIARE

Nel 2015 dell'immobiliare primi segnali di ripresaStampa 22/12/14 P. 23 Sandra Riccio 25

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Riforme Le troppe tasse, la difficile situazione dei giovani, la riduzione della burocrazia , l'eccesso di regole: le aspettative delle principali categorie

L'agenda è già pienaDI ISIDORO TROVATO

A Benda molto fittaanche per il 2015. Ilmondo delle pro-fessioni si affaccia

al nuovo anno con diversesperanze e qualche ansia. Adifferenza degli anni passati(in cui in ballo c'era una ri-forma complessiva) stavoltale richieste riguardano le sin-gole categorie e tutte conspecifiche proprie e dinami-che individuali. Anche se ipunti in comune sono molti.

Il primo confronto con lariforma Orlando sarà sull'an-damento della negoziazioneassistita e dell'arbitrato. Mal'avvocatura ha diversi altri

problemi sul tavolo collegatialla riforma della giustizia ci-vile: dall'istituzione del tri-bunale della famiglia al po-tenziamento di quello delleimprese. Quindi il processotelematico e la riorganizza-zione degli uffici con la sfidapiù grande: ridurre il conten-zioso e l'arretrato.

E poi c'è il conflitto conl'Antitrust sulle società traprofessionisti: si fanno sem-pre più pressanti le richiestedell'Authority affinché siaprano anche ai soci di capi-tale. Infine il tema più scot-tante: il rilancio dell'avvoca-tura, la tutela dei giovani edelle donne in una società incrisi. Il tutto in un momentoin cui la mancata iscrizionealla cassa provoca la cancel-lazione dall'Albo. Non a caso,proprio in questi giorni, dila-ga tra i giovani avvocati laprotesta (attraverso selfie) incui si denuncia l'insostenibi-lità della situazione attuale:non pago e non mi cancello,questa è la parola d'ordinedei togati più giovani. Risol-vere lo scontro generazionalenon sarà per niente semplice.

Situazione bollente ancheper i medici a diversi livelli: igiovani vivono in uno statodi precariato per il blocco deicontratti e gli anziani affron-tano con impatto crescente ilproblema della responsabili-tà penale e professionale alpunto che alcune categorie(ginecologi, ortopedici e chi-rurghi) rischiano di rimane-re inoperosi perché non tro-vano più assicurazioni che litutelino (così come richiedela legge). C'è poi la questioneprevidenziale per i professio-nisti convenzionati (medicidi famiglia, pediatri, speciali-sti) che vedono aumentare leloro aliquote contributive fi-no al 2025. Una questioneche si associa al problemadel mancato rinnovo delleconvenzioni con evidente im-poverimento della categoria.

Le aspettative dei consu-lenti del lavoro è la stessapresidente, Marina Caldero-ne, a spiegarle: «mi auguroche l'anno nuovo non ci rega-li l'ennesima legge che inter-

viene sul lavoro. Negli ultimi10 anni sono state 7 ma ci ri-troviamo ancora con una si-tuazione occupazionale disa-strosa. Per creare lavoro nonbasta denominare «Rifor-ma» un semplice interventodi modifica di alcuni istituti.Solo dando sostegno al lavo-ro autonomo si può pensaredi creare occupazione. Miauguro dunque che il 2015porti grandi interventi strut-turali al nostro sistema eco-nomico con una contrazionedei costi pubblici improdut-tivi, che permetterebbe unariduzione della pressione fi-scale e del costo del lavoro,due dei maggiori freni per gliimprenditori».

Risposte concrete alla crisidell'edilizia e misure in gradodi agganciare lo sviluppo at-traverso la ripresa di un set-tore trainante come quellodelle costruzioni. È questa lapriorità di tutte le professionitecniche in un momento tan-to complesso. Ma in che mo-do? «Chiediamo una nuovanormativa sugli appaltispiega Leopoldo Freyrie,presidente degli architettiche persegua la qualità ar-chitettonica diffusa e privile-gi, partendo dal Piano scuola

del governo, l'istituto delconcorso di progettazioneper garantire le competenzee non selezionare i progetti-sti in base al fatturato. Poi in-vochiamo l'apertura del mer-

cato dei lavori pubblici perpromuovere e semplificarel'affidamento di servizi di ar-chitettura e di ingegneria ailiberi professionisti e perpremiare la concorrenza e lacapacità di progettisti e im-prese».

Il primo obiettivo deicommercialisti sarà la delegafiscale, auspicando che si va-da verso un sistema piùequo, trasparente e orientatoalla crescita. Nei prossimimesi arriverà il nuovo rego-

lamento per la formazionedel Consiglio nazionale.Obiettivo: rendere più agevo-le l'assolvimento dell'obbligoformativo e garantire un li-vello qualitativo più alto del-l'offerta dei corsi, attraversoun controllo che diventa di-retto da parte del Consiglionazionale.

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Professionisti Pagina 1

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Tesi di' corrverr%erzvcr fra r. due re< °r'rrrr a< erolativr, in, v%st,a della clar.csola dr,' salva; rr zrdicc

Minimi batte nuovo forfetarioPagina a cura

DI ANDREA BONGI

er ilibero professioni-sta iscritto alla cassadi previdenza dellacategoria il regime

dei minimi è sempre più van-taggioso del nuovo forfetario.Se invece il lavoratore auto-nomo è in fase di start-up ed èiscritto alla gestione separatapresso l'Inps, allora può tran-quillamente traghettare ver-so il nuovo regime forfetarioprevisto dalla legge di Stabi-lità per il 2015 che, conti allamano, risulta essere ben piùvantaggioso.

Situazione simile anche pergli imprenditori. Se non si ènei primi tre anni di attivitàl'agevolazione previdenzialeprevista dal nuovo regimesemplificato (non assoggetta-mento alla contribuzione mi-nimale) viene completamen-te assorbita dal minor caricofiscale rendendo ancora unavolta preferibile il regime deiminimi.

È questo, con tutte le caute-le del caso, il giudizio di conve-nienza che si può trarre ana-lizzando comparativamente idue regimi agevolati, dedicatiai piccoli imprenditori e agliartisti e professionisti.

Come è noto il nuovo regi-me forfetario entrerà in vigoredal 1° gennaio 2015 soppian-tando, per sempre, il regimedei minimi di cui ai commi 1e 2 dell'articolo 27 del dl n.98 del 2011. Ciò premesso ètuttavia opportuno ricordareche all'interno della legge diStabilità 2015 è espressamen-te prevista una vera e propria«clausola di salvaguardia» sul-la base della quale tutti coloroche alla data del 31 dicembre2014 erano già in regime deiminimi potranno continuarela loro permanenza in tale re-gime fino al termine del quin-quennio dall'inizio dell'attivi-tà o fino al compimento del35°anno di età.

Vi sarà dunque una finestratemporale di alcuni anni neiquali i due regimi semplifi-cati coesisteranno e nei qua-li gli appartenenti al regimedei minimi, se lo vorranno,potranno comunque transita-re nel nuovo regime forfetariogià a far data dal 1° gennaioprossimo.

Analisi di convenienza chepotranno fare anche tutti co-loro che avendo intenzione diintraprendere un'attività, eavendo i requisiti per esse-re iscritti al regime di cui aicommi 1 e 2 dell'articolo 27 deldl 98 del 2011, anticiperannol'apertura della loro posizioneIva al 31 dicembre 2014, perpotersi avvalere della clausoladi salvaguardia di cui sopra.

Premesso che ogni analisidi convenienza fra i due regi-mi deve essere valutata «cumgrano salis» essendo davverotroppe le variabili in gioco(possesso di altri redditi, po-sizione previdenziale, valore

dei beni strumentali, attivitàin start-up o meno, tipologiadi attività ecc.) non si può nonconvenire che nella maggiorparte dei casi il vecchio regimedei minimi continua a farsi ge-neralmente preferire.

La paradisiaca aliquotadell'imposta sostitutiva, parial 5%, che caratterizza il regi-me dei minimi e la possibilitàche i soggetti a esso apparte-nenti chiudano i conti annualiin pareggio o addirittura an-che in perdita fiscale, fanno ineffetti sentire il loro peso nelgiudizio di convenienza conil nuovo forfetario nel qualel'aliquota della sostitutiva èil triplo di quella dei minimi,15%, e dove la determinazionedel reddito sulla base di unapercentuale applicata ai ricavifarà sì che vi sia sempre unabase imponibile da tassare.

Tuttavia il nuovo regimeforfetario contiene due parti-colari agevolazioni che posso-no, in certi casi, rendere talenuova modalità di determina-zione del reddito più appeti-bile di quella dei contribuentiminimi.

Il riferimento è alla ridu-zione a un terzo del redditoforfetariamente determinato

per i contribuenti che intra-prendono una nuova attivitàper i primi tre anni e alla pos-sibilità, quest'ultima riservataai soli esercenti attività d'im-presa, di avvalersi di un par-ticolare regime previdenzialeche consiste nel non applicarei minimali contributivi dellegestioni Ivs di artigiani e com-mercianti.

Si tratta di due agevolazionisconosciute al regime dei mi-nimi per i quali gli obblighiprevidenziali dei contribuen-ti seguono le ordinarie regoledi determinazione e l'avviodell'attività costituisce solouno dei presupposti per l'in-gresso.

Negli esempi in pagina sisono volutamente messi inevidenza proprio gli effettidi questi due «extra bonus»che il nuovo regime forfetarioprevede, i quali, grazie al loroeffetto combinato, possono farpendere la bilancia del giudi-zio proprio a favore del nuovometodo semplificato previstodalla legge di Stabilità 2015.

Il professionista che av-via l'attività. Perché il nuovoregime forfetario si renda pre-feribile al regime dei minimiè necessario che il professio-nista decida di avviare unanuova attività per la qualenon esiste una cassa previden-ziale di appartenenza. In que-sta particolare ipotesi il nostrolavoratore autonomo potràbeneficiare dell'agevolazioneconcessa dalla legge di Sta-bilità per il 2015 che prevedela riduzione del reddito a unterzo per i primi tre annidi at-tività, mentre non avrà riflessisul piano previdenziale perchési iscriverà alla gestione sepa-rata Inps che, per adesso, nonprevede un minimale contri-butivo (esempio n. 2).

In questa situazione la ridu-zione di un terzo del redditoimponibile genera effetti fa-vorevoli non solo sull'importodell'imposta sostitutiva del15%, ma anche sull'ammonta-re dei contributi a percentualedovuti alla gestione separata.A conti fatti, come si può no-tare nell'esempio in pagina,il nuovo regime forfetario sirende più appetibile del re-gime dei minimi avendo unpeso complessivo fra impo-ste e contributi di 1.266,66euro contro i 2.590 euro chesi pagherebbero invece con ilregime di vantaggio di cui aldl 98/2011.

Il commerciante instart-up. Pressoché similile conclusioni alle quali sigiunge ipotizzando il caso diun commerciante che inizial'attività d'impresa e può be-neficiare sia della riduzionea un terzo del reddito forfe-tario imponibile sia dell'eso-nero dalla contribuzione Ivsminimale (esempio n. 4).Anche in questo caso il re-gime dei minimi finisce peressere più costoso non tantoin termini di imposta sostitu-tiva (468 giuro contro 431,95euro) quanto per il semplicefatto che in tale modalità dideterminazione del reddito ilnostro commerciante dovràpagare il minimale contribu-tivo della gestione Ivs anzichécalcolare l'importo dovuto subase percentuale.

In tutte le altre situazio-ni ipotizzabili il regime dei

minimi risulta essere più

vantaggioso. E soprattuttola forfetizzazione del redditoe la percentuale dell'impostasostitutiva prevista dal nuovoregime contenuto nella leggedi stabilità 2015 che determi-nano il vantaggio competitivoper il regime dei minimi.

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Legge di stabiità Pagina 2

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le Il libero professionista con cassa di previdenza

Regime dei minirni

Cornpensi 15v000 - costi 3.000

Contributi cassa 2..500

Reddito 9.500 (15.000-3.000-2.500)

Imposta sostitutiva 475 (5%, di 9.500)

Peso complessivo 2.975 (2.500+475)

2. li libero profession i sta in start-up lscrltto alla

Regiiue dei minimi

Ricavi 14.000 - Costi 4.000

Reddito 7.800 (14.000-4.000-2.200)

Imposta Ci 7.800)ostf sostitutiva (. ei

Contributi Inps 2.200 (22`ì di 10.000)

3. II commerciante Iscritto alla gestione Ivs

Regime dei n"iinùuI

Ricavi 30.000 - costi 1-8.000

Reddito 8.639 12.000-3.361)

mposta sostitutiva 431,95 (5% di 8.639)

Contributi Ivs 3.361 (nuininlaie)

Peso complessivo 3.792,95 (431,95 3.361)

4. II commerciante

Regirne dei minimi

Nuovo forfetario

Compensi 15.000

Contributi cassa 2.500

Reddito 9.200 (15.000 -7 3%-2.5()0)

mposta sostitutiva 1.380 (15% di 9.200).

Peso complessivo 3.880 (2.500-F1..380)

gestione separata

Nuovo forfetario

Ricavi 14.000

Reddito 2.4 1 (1.4.000* (z°%)!3 800, C3

mposta sostitutiva 425,80 di 2.839)

Contributi Inps 800,80 (22% di 3.640)

Nuovo forfetario

Ricavi 30.000

Reddito 9.360 (30.000 al 40% - 2.640)

mposta sostitutiva 1.404 (15% di 9.360)

Contributi Ivs 2.640 (22% di 12.000)

Peso complessivo 4.044 (1.404 - - 2.640)

n start-ap iscritto alla gestione Ivs

Ricavi 30.000 - costi 1.8.000

Reddito 8.639 (112.000-3.361)

li-riposta sostitutiva 431,95 (53X, di 8.639)

Contributi his 3.361 ±i-ninirnale)

Peso complessivo 3. r'92,95 (431,95 A- 3e 361)

Nuovo forfetario

Ricavi 30.009

Reddito 3.120 ,30,00040`% ridotto di 1/3) -880

mposta solst.itWk.iva 468 (15% di 3.120)

Contributi Ivs 880 (22ï) di 4.000)

Peso complessivo 1.348 (468 -- 880)

Legge di stabiità Pagina 3

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1: professionisti nuovi poveriRedditi sotto i 30 mila giuroLe giovani leve al palo: sotto i 40 anni guadagnano la meta dei colleghi anzianiE con la legge di stabilita arriva la stangata sui contributi Inps: salgono al 3010

GIUSEPPE BOTTEROMARCO SODANO

Studiate: conquisterete una po-sizione, la solidità economica.

Potrete entrare nel mondo deiprofessionisti tra notai, archi-tetti, avvocati, ingegneri. Poi lacrisi che ha cambiato il mondoha cambiato anche questo mon-do e nel 2015 il reddito mediodei professionisti italiani si fer-merà sotto i 30 mila euro, dopoessere già sceso, negli ultimisette anni, del 15% con punteche arrivano al 24. Significaaver visto sfumare un quartodei propri guadagni.

E il dramma parallelo a quel-lo della disoccupazione: quellodei poveri che lavorano, le per-sone che guadagnano meno di6,9 euro l'ora. E tra questi i pro-fessionisti giovani, che conti-nuano a crescere - nel corso del2013 gli iscritti agli ordini in Ita-lia sono aumentati del 15,7% -ma guadagnano sempre di me-no, sfiorano il limite della sussi-tenza. Per Andrea Camporese,segretario dell'Adepp «il siste-ma sta costruendo una grandeplatea di poveri, pensionati chenon riusciranno a vivere. Nonporsi questo tema oggi è moltograve». E in questo panoramapreoccupa soprattutto l'ultimaleva: gli incassi chi ha meno diquarant'anni sono inferiori del48,4% rispetto a quelli dei colle-ghi over 40. Se i più anziani edesperti già patiscono la crisi,chiaro che per i nuovi arrivati èil disastro. Giusto che la retri-buzione premi l'esperienza, maquando la distanza arriva ad al-largarsi tanto è evidente che ilsistema s'è incagliato. Ci sonosenz'altro molti ex precari, nel-la nuova leva dei professionisti:sono stati i pilastri instabili del-

la «generazione mille euro» poisono messi in proprio, nellamaggior parte dei casi più pernecessità che per scelta.

I poveri che lavorano sonotanti e soprattutto sono in cre-scita: rappresentano l'11,7% deltotale degli occupati. E la per-centuale sale al 15,9% se si allar-ga l'insieme a quello che contie-ne le partite Iva. Si arriva allacifra di 756 mila persone che,semplicemente, non ce la fanno.«A differenza del passato il fe-

nomeno riguarda anche auto-nomi con dipendenti e i lavora-tori più istruiti» racconta SilviaSpattini del centro studi Adapt.

Intanto è facile prevedereche la battaglia per la sopravvi-venza si farà ancora più duraperché nell'arena stanno en-trando anche i cinquantenniusciti dal lavoro e pronti a met-tersi in proprio, con un tesoret-to in tasca e la possibilità di gio-care sui prezzi, abbattendoli.

Ultima doccia gelata, il man-

Giovani professionisti con Partita Iva

14.917

-30,60,,

2010 2011 2012

+23,5, Numero di contribuenti

2009

Fonte: Elaborazione

14.108

13.658

cato stop all'aumento dei con-tributi Inps per gli iscritti allagestione separata. Dal primogennaio, infatti, supererà il 30per cento e poi, gradualmente,raggiungerà il 33%. «I freelancesono l'unica categoria penaliz-zata, alla faccia dei governosensibile ai giovani e al lavorodel futuro», dice Anna Soru,presidente di Acta, sorta di sin-dacato di quella che il New YorkTimes, ha ribattezzato "creati-ve class". Sono soddisfazioni.

ETÀ FINO A 34 ANNI

12.52

Reddito medio(rivalutato a prezzi 2013-in euro)

2010H E u dati lnps

2012

Y, , , , l„ l, , f, , , ll„ l, , l, , f, lll, , ll, , , , , lllII2013

1:L"t1 TTFC?f! L.A STAMPA

Professionisti Pagina 4

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amo Negli ultimisette anni, conla crisi, il redditomedio dei pro-fessionisti italia-ni è calato del15%, con picchidel 24%. Forte lacrisi per gliavvocati

Anchel'architetto starapidamenteuscendo dal-l'olimpo deimestieri chegarantisconoguadagni buo-ni: eppure leiscrizioni all'al-bo crescono

I «poveriche lavorano»guadagnanomeno di 6,9euro l 'ora: sonol'11 % del totaledegli occupati, il15% se si consi-derano le parti-te iva nel conto

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II. RISCHIOÈ TROVARSI

CON UNAMINIPENSIONE

\VAI: FF:R PASSF:REN7MILANO

Non hanno il bonus da80 euro né il Tfr néla pensione minima.

Se poi aggiungiamo il caloprogressivo dei redditi, ilmondo dei liberi professio-nisti assomiglia sempre dipiù a un paradiso perduto. Inodi vengono al pettine almomento della pensione. Ilsistema di calcolo retribu-tivo è stato sostituito daquello contributivo, moltomeno generoso, soprattut-to se si comincia tardi aversare contributi. A sof-frire è un esercito di oltredue milioni di liberi profes-sionisti, rappresentati dal-l'Adepp, l'Associazione cheraccoglie gli enti previden-ziali privati, le cosiddettecasse previdenziali.

Notai, architetti, dottoricommercialisti, consulentidel lavoro, ingegneri, me-dici, avvocati e altri (sitratta di una ventina tra iprincipali albi e ordini pro-fessionali) da tempo nondormono sonni tranquilli,non tanto perché la corsaalle nuove iscrizioni starallentando, ma per il caloverticale dei ricavi profes-sionali. L'effetto domino èevidente: se calano i reddi-ti (del 15% dal 2007 a oggi),calerà il valore delle pen-sioni; se quest'anno i red-diti medi vengono stimatisotto i 30mila euro l'anno,le pensioni comincerannolentamente a svuotarsi. Daqui l'sos lanciato dalle di-verse categorie professio-nali. A salvarsi in parte sa-ranno i notai, i cui redditimedi sono sopra gli 85milaeuro l'anno, e i commercia-listi (5lmila euro); gli altridovranno fare i conti conun futuro sempre più peri-colosamente vicino alla so-glia di povertà. Non è uncaso se le casse stanno cer-cando di costruire un wel-fare categoriale, per soste-nere i redditi dei professio-nisti soprattutto nelle fasi

di difficoltà: non solo mu-tui e prestiti agli associati,ma aiuti all'avvio di nuovistudi. Dalla galassia delleprofessioni emerge undoppio allarme: a soffriredi più saranno i giovaniprofessionisti, che entranotardi e guadagnano la me-tà degli anziani, e le donne,vittime di un "gender paygap" del 41%, che dovrannoappropriarsi con il pugna-le tra i denti di nuove fettedi mercato in cui i vecchinon hanno alcuna intenzio-ne di mollare.

Una guerra intergenera-zionale, quella tra profes-sionisti seniores e juniores,che lascerà vittime sul ter-reno. Per guardare soloagli avvocati, si calcola checi siano 50mila giovani av-vocati che denunciano me-no di 10mila euro l'anno,mettendo in serio pericolola possibilità di pagare laloro iscrizione alla cassaprevidenziale forense. Se lecasse sbandierano la sicu-rezza del patrimonio, nonriescono però a maschera-re che la sostenibilità pre-videnziale dei giovaniiscritti è un obiettivo anco-ra tutto da conquistare.

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"11 gap c'è sempre statoE venuta meno la prospettiva"

,

¿ 1'/A,

A partire dal 2008la crisi ha costrettoa ridurre i costi

Professionista affermato, oltre 30 anni nelle auledei tribunali, ex presidente della Camera penaledi Torino, l'avvocato Luigi Chiappero ha visto tut-te le trasformazioni del mestiere.

Avvocato , i dati sono chiarissimi , i professionisti under40 guadagnano circa la metà di quelli con più espe-rienza . È così anche tra gli avvocati?«Certo, ma da noi il gap c'è sempre stato. Quelche è cambiata è la prospettiva. Una volta il sacri-ficio degli annidi studio, dei primi passi nella pro-fessione, era ripagato: da un certo momento inpoi si raggiungeva la stabilità, anzi un certo be-nessere economico. Per questo era una delle pro-fessioni su cui si puntava di più».

Nelle aziende le prime P9icos'èsuccesso?«E successo quel che è accaduto a tutta la socie-

spese tagliate sono tà: quella promessa è venuta a mancare. Oggi c'èstate quelle legali incertezza, a tutti i livelli».

Luigi ChiapperoAvvocatodi Torino

Un portato della crisi?«Anche. Dal 2008 le aziende hanno tagliato. E leprime spese a essere tagliate sono state quelle le-gali e della pubblicità. Ma anche chi non lavoracon le aziende ha visto questo calo».

II calo sembra colpire di più gli over40?«Questo perché in momenti di crisi, se la causanon è vitale, si preferisce scegliere avvocati chemagari costano meno a scapito della qualità. Maè anche un segnale di ciò che dicevamo: chi passada under a aver 40 non fa più il salto». [RA. ZAN.[

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"Le riforme sono fatto appostaper danneggia-re i giovane

Limitare le difesed'ufficio a chi esercitagià da cinqueannirenderà ancorapiù difficile trovarenuovi clienti

Niccolò AngeliniA giugno ha apertouno studio a Pavia

«Anche se gli avvocati sono davvero tanti, iclienti ci sono: il problema è riuscire a farsi pa-gare». Niccolò Angelini, 29 anni, dal giugnoscorso ha aperto uno studio legale a Pavia spe-cializzato in diritto penale e del lavoro, «anchese non si butta via niente».

Difficile mettersi in proprio?«Siamo in due, entrambi giovani: per ammortiz-zare i costi lavoriamo in un coworking. Abbiamouna specializzazione ma non mandiamo via nes-suno: solo i grandi studi possono permettersi discegliere i casi da seguire. I costi della giustiziasono aumentati, i tempi sono lunghi: molti ri-nunciano a iniziare una causa».

Tasse e balzelli?«Per i primi tre anni rientro in un regime agevo-lato. Ma oltre all'assicurazione professionale,da quest'anno è obbligatoria l'iscrizione allaCassa forense: dovrò sborsare 1.600 euro. Chinon ce la fa è costretto a cancellarsi dall'albo».

Dopo la laurea in cinqueanni esatti eun esame di sta-to tra i più tosti , è lecito aspettarsi qualcosa di più?«La delusione più grande viene dalla sensazioneche le riforme professionali siano sempre piùmirate a mettere in difficoltà i giovani».

Ad esempio?«Si pensa di limitare le difese d'ufficio a chiesercita già da cinque anni, così sarà ancora piùdifficile avere nuovi clienti». [N. FER.]

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LEGGE DI STABILITÀ

Una stangatasulle partite IvaLa delusionedopo la manovradi Dario Di Vico

edotte e abbandonate: cosìsi sentono le partite Iva, do-

po che dal governo Renzi - sucontributi Inps e sul regime deiminimi - giungono scelte checontraddicono la volontà,espressa a parole, di voler apri-re alle istanze del lavoro indi-pendente.

a Pagina 13

Legge di stabilità Pagina 9

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Il premier e le partite Iva sedotte ma delusedi Dario Di Vico Così monta la protesta per le srtangate sui contributi Inps e sui minimi. Le soluzioni allo studio

Alla fine il governo Renzi hadeluso profondamente partiteIva e freelance. Come era avve-nuto per il governo Monti an-che il nuovo esecutivo avevafatto capire, a parole, di volersfidare il potere di veto dei sin-dacati confederali e in parallelodi voler aprire alle istanze dellavoro indipendente. E per farpassare questo messaggio sierano utilizzate a uso delle tele-visioni anche le slides delleconferenze stampa di palazzoChigi. Ma anche questa voltaalle parole non sono seguiti ifatti e sulla Rete rimbalza la de-lusione delle piccole associa-zioni che si sforzano di rappre-sentare il lavoro professionaleautonomo.

Siccome le partite Iva nonsono come i Forconi non si puòparlare di blocchi stradali o diviolenze di strada ma stavolta siha l'impressione che qualcosaaccadrà, almeno, sul piano deicomportamenti fiscali e contri-butivi.

Due sono le scelte che ali-mentano il casus belli: a) Lalegge di Stabilità nella versioneapprovata al Senato non habloccato l'aumento dei contri-buti alla gestione separata del-l'Inps e ha dato via agli aumentidecisi proprio dal governoMonti. Dal i° gennaio 2015 Sipasserà dal 27,72 al 29,72% epoi un punto l'anno fino al33,72%. b) La legge di Stabilitàmodifica il vecchio regime dei

minimi, adottato sotto la ge-stione Tremonti, che avevascelto un forfettone semplifica-to a 30 mila euro con prelievodel 5%. Ora i minimi sono staticambiati: l'asticella è stata ab-bassata per «le attività profes-sionali, scientifiche, tecniche,sanitarie, di istruzione, servizifinanziari e assicurativi» a 15mila euro con una tassazionedel 15% (ma applicato al 78% delfatturato, perché si presumeun'incidenza dei costi del 22%).Nella sostanza una mini-stan-gata che contrasta con lo slo-gan governativo dell'abbassa-mento della pressione fiscale.

Operando in questo modoRenzi non ha tenuto in nessunconto la mobilitazione dellepartite Iva con l'hastag #siamo-rotti lanciato da Acta, Alta Par-tecipazione e Confassociazionioltre alle prime manifestazioni

Punti critici

La previdenza

1La legge di Stabilità nonha bloccato l'aumentodei contributi allagestione separatadell'inps previsti dal

governo Monti. Dal 1 gennaio2015 si passerà dal 27,72 al29,72% e poi un punto l'annofino al 33,72%

Più tasse ai piccoli

2Per «le attivitàprofessionali,scientifiche, tecniche,sanitarie, di istruzione,

servizi finanziari e

assicurativi» il regime dei

minimi è abbassato a 15 milaeuro, con una tassazione del

15% (sul 78% del fatturato)

Casse professionali

3Molti professionisti apartita Iva potrebberoritenere non piùsostenibile la gestioneseparata Inps. Per

casi come avvocati,commercialisti e architettil'opzione è farsi accogliere dallerispettive Casse professionali

tenutesi nei coworking.Il risultato di questa delusio-

ne non riguarda solo il posizio-namento politico e d'opinione.Molti professionisti a partitaIva potrebbero decidere chenon è più sostenibile rimaneredentro la gestione separataInps e di conseguenza trasmi-grare. La prima via di fuga pre-vede l'apertura di un'attivitàcommerciale più o meno fitti-zia: il risparmio previdenzialeper la partita Iva che diventacommerciante sarebbe già oggidi 4 punti di contribuzione earriverebbe a 9 dopo gli au-menti previsti.

Già qualche segnale di que-sto trasloco si è visto e infattinonostante le molteplici chiu-sure di negozi e bar gli iscrittialla Cassa dei commercianti so-no saliti inaspettatamente di42 mila unità. Ma non è l'unica

6,5milioni circa Ilnumero dellepartite Ivaattivein Italia

per cento Ilcontributonella gestioneseparata Inpsdal 2015

mila unità Lacrescita degliiscritti allaCassa deicommercianti

per cento liminor pesocontributivoInps per uncommerciante

opzione.E possibile che si studi il ri-

corso alla Sas, società in acco-mandita semplice, con soci dicomodo quasi sempre familiaricon cui dividere il fatturato. Ilvantaggio della trasmigrazioneconsiste nel fatto che il socioaccomodante non versa contri-buti. Infine le partite Iva chesvolgono attività prettamentecreative potrebbero scegliere ilregime di diritto d'autore per-ché esente da contribuzioneprevidenziale.

Per ora, dunque, si tratta diipotesi allo studio ma la sensa-zione è che il dado sia tratto,che prima di arrivare al 33% ifreelance passeranno il Rubi-cone. E per Renzi che dovevasfidare la nomenklatura sinda-cale e aprirsi al nuovo non èuna contraddizione da poco.

©Ri PRODUZIONE RISERVATA

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Poche tasse e ben nascoste1V ella legge di Stabilità le nuove imposte sono state abilmente camuffate, ma

saranno ugualmente dolorose. E sui problemi più importanti si e scelto il rinvio

DI MAniN0 LONGONI

[email protected]

La legge di Stabilità prova a buttare

il cuore oltre l'ostacolo: ma siccomecon i numeri non si può barare, il ri-sultato è alquanto goffo. Nella pre-

sentazione della manovra il governo avevaanche provato a sostenere che per la primavolta non si introducevano nuove tasse masi restituivano soldi agli italiani. Ma non èproprio così. Le nuove tasse ci sono, eccome,anche se si è utilizzata grande cura per na-sconderle alla vista del popolino. In realtàsono più numerose le disposizioni favorevoliai contribuenti. Numerose ma senza grandeimpatto.

Comunque la nota prevalente di questamanovra è il rinvio di tutte le questioni piùimportanti, quelle che veramente avrebbe-ro potuto imprimere una svolta al paese.Non ci sono i tagli alla spesa pubblica,le privatizzazioni sono ridotte a terminiinsignificanti, il riordino delle detrazio-ni fiscali è rinviato all'anno prossimo,idem per la local tax. La legge di Sta-bilità avrebbe potuto essere l'occasioneper rafforzare l'appeal della voluntary di-sclosure che nell'attuale versione è troppocomplicata, ambigua e costosa per attirarel'interesse della gran massa di coloro chehanno all'estero patrimoni non dichiarati.A parte alcuni casi come quelli dei beni ere-ditati o posseduti da molti anni, oppure diimporto inferiore ai 2 milioni di euro, pergli altri si tratterebbe di un salto nel buiocon costi vicini all'esproprio. Una medicinatroppo difficile da digerire anche in man-canza di valide alternative al rimpatrio.Ma è mancata la volontà politica per appro-fittare di un'occasione irripetibile per farecassa e ricapitalizzare il paese coni 2001300miliardi detenuti all'estero dai contribuentiitaliani.

Tra gli incentivi più interessanti indub-biamente l'estensione del bonus degli 80euro che da misura, temporanea diventa

permanente e il patent box, cioè la detas-sazione fino al 50% dei redditi derivantidall'utilizzo delle opere dell'ingegno (in pri-mo luogo marchi e brevetti) con l'obiettivodi far rientrare in Italia le società, attual-mente allocate in paesi a tassazione ridot-ta, che gestiscono queste attività. È un'ideabrillante, che potrebbe riportare in Italianon solo le royalties prodotte dalle aziendedel Belpaese, ma anche quelle prodot-te in paesi con una fiscalitàmeno vantaggiosa. Lealtre norme di favo-re sono modeste

r

misure disostegno a settoriparticolari, elle co-

stano poco ma che cer-tamente non darannoalcuno stimolo al miglio-ramento della congiun-tura economica.

Più complesso il capi-tolo delle nuove tasse, chesecondo il governo non cidovrebbero essere. Lamisura che in-troduce inuovi

mi-

nimi è stata presentata come un'agevola-zione, in realtà per molti contribuenti, so-

prattutto i giovani professionisti, èun vero e proprio calcio tra i denti,

perché sostituisce dal l° gen-naio il regime dei minimiche è molto più conveniente.

Anche il prelievo sugli utilidelle casse di previdenza (dal 20 al 26%) edei fondi pensione (dall'11,5 al 20%) ha ilsapore della rapina, camuffata da un ere-dito d'imposta concesso entro limiti moltoristretti se le casse investiranno gli utili inopere infrastrutturali. E che dire dell'acca-nimento contro gli enti non profit che, coneffetto dal 2014, vedono scendere la quo-ta esente di dividendi distribuiti dal 95 al

22,26%? Anche l'estensionedel meccanismo del rever-se charge a settori come lagrande distribuzione, pre-

sentata come strumento dilotta all'evasione, in realtà è

niente altro che un mezzo per suc-chiare qualche miliardo di liquiditàalle aziende fornitrici che non sivedranno più rimborsare l'Iva dai

clienti, ma dovranno attendere irimborsi d'imposta. Infine, non

rientra nella categoria delleimposte, ma in quella del-le clausole di salvaguardia,ma non per questo può fardormire tranquilli i contri-

buenti, la disposizione cheprevede un aumento di due

punti percentuali delle ali-quote Iva ridotta e ordi-naria dal 2016 e di trepunti dal 2018 (3,5 perquella ordinaria) se non

si troverà il modo direperire ulteriori ri-sorse (con nuove tas-se) o di ridurre la spe-

sa pubblica. Auguri.Rtyrodvzìonz reservata

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'olizze, previdenza, crediti d'irrlJ)osta: nel rnaxiemeradamerato la stretta per i contribuerati

Sale la marea delle nuove tasseCon l'aumento Iva in agguato

Pagine a curaDI VALERIO STROPPA

alla previdenza pri-vata alle polizze vita,dagli enti non com-merciali al taglio di

sette crediti d'imposta giàvigenti , passando per le ces-sioni di legno in pellet. Lalegge di Stabilità 2015 portacon sé una pioggia di nuovetasse , che saranno utilizzateanche per finanziare i nu-merosi sgravi e i nuovi tax

credit introdotti con la mede-sima manovra . Ma la normapiù temuta dai contribuentisi insinua in una clausola disalvaguardia posta in codaal provvedimento (ormai de-finitivo dopo il maxiemenda-mento votato venerdì notte):quella che farebbe aumentarenuovamente l'Iva, portandonelle casse pubbliche fino a53 miliardi di euro in più neltriennio 2016-2018.

L'aggravio potrebbe esseredisinnescato solo da ulteriori

interventi legislativi suscet-tibili di produrre un introitoanalogo , oppure da nuove azio-ni di spending review. Vicever-sa, l'Iva ridotta attualmentepari al 10% salirebbe al 12%nel 2016 e poi al 13% dal 2017.Al contempo , l'aliquota Iva or-dinaria del 22% balzerebbe didue punti percentuali a decor-rere dal 1° gennaio 2016, perpoi crescere al 25% dal 2017e infine al 25 ,5% dal 2018. Aquesto si accompagnerebbe,sempre dal 2018 , un ennesimorincaro delle accise su benzi-na e diesel , in misura tale dadeterminare maggiori entratenon inferiori a 700 milioni dieuro all'anno.

Ma non è tutto. La legge distabilità posticipa di un anno(ma non elimina ) un'ulterio-re «tagliola» fiscale introdottaun anno fa dal governo allo-ra guidato da Enrico Lettacon la legge n. 147/2013: inquesto caso il meccanismoprevedeva a partire dal 2015il taglio delle detrazioni qua-

lora la revisione della spesanon avesse conseguito gliobiettivi prospettati. La por-tata dell'intervento viene ri-modulata , ma l'ipotesi dellatosatura delle tax expendi-tures resta. Entro il 15 gen-naio 2016 l'esecutivo dovràdecidere come interveniresulle detrazioni e deduzioni,assicurando un risparmio perl'erario di 3,3 miliardi di euronel 2016 e di 6,3 miliardi dal2017.

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Bonus 80 euro

Rientro dei cervelli

Buoni pasto

Compensazionecrediti p.a. e cartelle

Deduzione Irap costodel lavoro

Tfr in busta paga

Credito d'impostaR&S

Patent box

Bonus fiscaliper la casa

Nuovi minimi

Casse di previdenza

e fondi pensione

Bonus bebè

Erogazioni r3o71us

VVi-fI hotel

e bed and breakfast

5 per mille

Social card

credito d'itilposlaexport prtai

Detrazioni in salvo

Ecoíncentivi auto

Taglio creditid'imposta

MCSS,O :. Cf7il?3 ; il d'i? lI)osfa IfpCf pí: 'cvOmtO'I U'É; CndC:r'tl ÌntrOCG,tC c:al oVClTlo 1.CIi71 CUn Ìi

n. ., -,'20_14 (e originarìamerfit(_' prevìsto per il solo ,rino 20ä4)

ssC1 fieno ai L1 1 la fi.ih st'a c'n``Ci la quale tit "e.';tJ c ricCcäto

n Italia e fnJirc dei I,c=r efici fiscali previsti d:il dl n. ; L 21)1(1

nc lavorarlo a putr,rrlo uen`rarc,

Dal 1" Miglio 2015 la quota dei docili lilO1o iion sci 2 puvcc a tassaZIOnC sale CiuOll al LJciIi 5.2_ß civo

nulO al ' lO'lu

Anche nel 2015 sarà possibile compensare i crediti commerciali vantati verso la p . a. con le somme iscrittaa ruolo

Dal 2015 per le impreac crvcn_c ;riacgral r. -sta deducib11e cal'Ir.cp il co uaaacnuto pci i lavolo'tcri di-

C.nÜCht -lsvvclltl a tCl pu Irl;t;t 'rnvoato. Pur i Soe.gu ti Che non halino C.ÍI)on-ncerfi , previsto un C"CU1':G

d'irn ;osta peri al 1.Ot c!eiI'Irap ovLrirj

li:trodu"a la pusìibilitc. per ull)cr,c. lti ciel :et oro Privato, di ut r licrc nl_:Ilsilm,'.ntc fila I) t dei Ifr

n-Iatirrato. _a S,JP. n e taz)ane riguarcterd il peioc,o 12 marzo 2015 30 giI_Ji EO 010

Mod flL''hic Ia nis' p)iivi da C,Gito di inlpo_aa c favorr (Ic,ile Inip'"C S,; che nvcs-,- ino in attivtc dl neo cae sviluppo. =ira al 2010 'aliquota scende era Oc)'!t ai l%,, ma I'irnpo co m a=;simo per

rn¡arc. aclrllc,rta da 2.5 milioni a.i 5 milioni d acre

Arriva un regime opzionale agevolato consistente nella detassazione del 50% dei redditi derivanti dall'udi-lizzazione di marchi e brevetti (nonché delle plusvalenze derivanti dalla loro cessione ) se il 90% del corri-spettivo viene reinvestitoP orogete i tutto 201:, le da t Aon Ire. gli n`_a °vert: di ns,'uttl.,Y, ìionc f.dl on-i ci l'qc llf l cui1cc C'n rstitica, i iintenerco le attuai n1 vure 1II t e-tiv-3nic`ite 5t)' e Conferr a'o an(-ilu il banus "T"ßb,Ìl

Dal 1° gennaio 2015 nuovo regime forfetario per le piccole partita Iva, con soglia di ricavi massimi variabile(dai 15 . 000 euro dei professionisti ai 40.000 euro dei commercianti ) e imposta sostitutiva al 15%

A4.Inien`a il p"r'I evo fiscale sui erCirnerti tinanzia-i per le Casse Cei i-.- ofessio.TStl ¡c il 2di/ ai 26G,) e per ifondi nc.nslOlac- ua al )t)%;. Frc.v rs,o ila .:ed tcr ' lìap;rs,1a pe ii Investünesntì il titoli che. tìr ariz_iancs

opere infrastrutturali

Per ogni tiglio nato o adottato nel periodo 1° gennaio 2015 - 31 dicembre 2017 viene previsto un assegnodi importo annuo pari a 960 euro , erogato mensilmente . Beneficio accessibile se l'Isee del nucleo familiare:non supera i 25.000 euro annui--'8v3lo da %.«%ßì7 a 30.0)00 curo a:nrii_Ii .i??l' orto ?T--a-siti Cl sul quale spetta ,3lì, fissa e del 26°.,,'cr c rfa/ic,n1 Iihn' all -- r-ro a f a ccrc dc c orllus

COnC:es' n un ere Elo í.l inrlposa per la dlttitaliz:cizlonc' degli eS lc, 71 rlce'1:EVE per spesi relci._IVe i iniplantlw i ti :Or- nasci l di +-ar r ssic,n peri .c ìlnlcrro g ini,/ s ra slow i r ad

SraI) il; _ -at a da 2015 dalia cicscip I ria dia 5 'per mille Irpef. con e a'tlIali a : ì taa. di tun7ionarnen'o r, 'et:itira > ,inic Flava _o a 500 milioni ci cure; annui,aii,'iiti 2 30 Ilillolll C! -.tiro all'anno in p i ù a CJorO`rc-le

divJplir,::C3 c,al dl n. 1 _2'2000la-1' il l.of .uiia.nlc. n Co deil ,- i -icqti lsti,

Ai r\'arlr) 30 ì,il ,,m di e,_Irci gare' la cor;t., ,>ìene ci ';r; c._ dito d ìrrl raratci IiI foto"e delle 1llic;re, i?ic(ole e Illeuincsr che aarsl,rlcr c, , I r_,ca ic esperto [lei c<i i cJO dei cc io itc:r;la/? unelc:. Bo°1 L;5 pari al

casti soste r,utiStop al taglio automatico delle detrazioni Irpef per 3 miliardi di euro nel 2015 ( previsto dalla legge di stabilir i2014 ). Alleggerito il taglio per gli anni futuri : nel 2016 il risparmio che a revisione delle tax expendituresdovrà assicurare passa da 7 a 4 miliardi di euro , mentre dal 2017 da 10 a 7 miliardiOlop w11 -0,5 iglI lei : ntivi per I ra prJl to ci call aalOglci Aubilli clcll c11 ri. S3/20'L2 L .c cl ( C) I 0/ culiresteranno íri diriore solo fino al 31 ciicer'nbre 201')

Nuova tosatura in arrivo per alcuni crediti d'imposta già in vigore. Regole attuative da stabilire con dpcm

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Il premier e le partite Iva sedotte ma deluseCosì monta la protesta per le stangate sui contributi Inps e sui mininii. Le soluzioni allo studio

minimi, adottato sotto la ge-stione Tremonti, che avevascelto un forfettone semplifica-to a 30 mila euro con prelievodel 5%. Ora i minimi sono stati

di Dario Di Vico

Alla fine il governo Renzi hadeluso profondamente partiteIva e freelance. Come era avve-nuto per il governo Monti an-che il nuovo esecutivo avevafatto capire, a parole, di volersfidare il potere di veto dei sin-dacati confederali e in parallelodi voler aprire alle istanze dellavoro indipendente. E per farpassare questo messaggio sierano utilizzate a uso delle tele-visioni anche le slides delleconferenze stampa di palazzoChigi. Ma anche questa voltaalle parole non sono seguiti ifatti e sulla Rete rimbalza la de-lusione delle piccole associa-zioni che si sforzano di rappre-sentare il lavoro professionaleautonomo.

Siccome le partite Iva nonsono come i Forconi non si puòparlare di blocchi stradali o diviolenze di strada ma stavolta siha l'impressione che qualcosaaccadrà, almeno, sul piano deicomportamenti fiscali e contri-butivi.

Due sono le scelte che ali-mentano il casus belli: a) Lalegge di Stabilità nella versioneapprovata al Senato non habloccato l'aumento dei contri-buti alla gestione separata del-l'Inps e ha dato via agli aumentidecisi proprio dal governoMonti. Dal i° gennaio 2015 Sipasserà dal 27,72 al 29,72% epoi un punto l'anno fino al33,72%. b) La legge di Stabilitàmodifica il vecchio regime dei

cambiati: l'asticella è stata ab-bassata per «le attività profes-sionali, scientifiche, tecniche,sanitarie, di istruzione, servizifinanziari e assicurativi» a 15mila curo con una tassazionedel 15% (ma applicato al 78% delfatturato, perché si presumeun'incidenza dei costi del 22%).Nella sostanza una mini-stan-gata che contrasta con lo slo-gan governativo dell'abbassa-mento della pressione fiscale.

Operando in questo modoRenzi non ha tenuto in nessunconto la mobilitazione dellepartite Iva con l'hastag #siamo-rotti lanciato da Acta, Alta Par-tecipazione e Confassociazionioltre alle prime manifestazioni

Punti critici

La previdenza

1La legge di Stabilità nonha bloccato l'aumentodei contributi allagestione separatadell'inps previsti dal

governo Monti. Dal 1 gennaio2015 si passerà dal 27,72 al29,72% e poi un punto l'annofino al 33,72%

Più tasse ai piccoli

2Per «le attivitàprofessionali,scientifiche, tecniche,sanitarie, di istruzione,

servizi finanziari e

assicurativi» il regime dei

minimi è abbassato a 15 milaeuro, con una tassazione dei

15% (sul 78% del fatturato)

Casse professionali

3Molti professionisti apartita iva potrebberoritenere non piùsostenibile la gestioneseparata Inps. Per

casi come avvocati,commercialisti e architettil'opzione è farsi accogliere dallerispettive Casse professionali

tenutesi nei coworking.Il risultato di questa delusio-

ne non riguarda solo il posizio-namento politico e d'opinione.Molti professionisti a partitaIva potrebbero decidere chenon è più sostenibile rimaneredentro la gestione separataInps e di conseguenza trasmi-grare. La prima via di fuga pre-vede l'apertura di un'attivitàcommerciale più o meno fitti-zia: il risparmio previdenzialeper la partita Iva che diventacommerciante sarebbe già oggidi 4 punti di contribuzione earriverebbe a 9 dopo gli au-menti previsti.

Già qualche segnale di que-sto trasloco si è visto e infattinonostante le molteplici chiu-sure di negozi e bar gli iscrittialla Cassa dei commercianti so-no saliti inaspettatamente di42 mila unità. Ma non è l'unica

milioni circa Il mila unità Lanumero delle crescita deglipartite Iva iscritti allaattive Cassa deiin Italia commercianti

29 ,72 9per cento Il per cento licontributo minor pesonella gestione contributivoseparata Inps Inps per undal 2015 commerciante

opzione.E possibile che si studi il ri-

corso alla Sas, società in acco-mandita semplice, con soci dicomodo quasi sempre familiaricon cui dividere il fatturato. Ilvantaggio della trasmigrazioneconsiste nel fatto che il socioaccomodante non versa contri-buti. Infine le partite Iva chesvolgono attività prettamentecreative potrebbero scegliere ilregime di diritto d'autore per-ché esente da contribuzioneprevidenziale.

Per ora, dunque, si tratta diipotesi allo studio ma la sensa-zione è che il dado sia tratto,che prima di arrivare al 33% ifreelance passeranno il Rubi-cone. E per Renzi che dovevasfidare la nomenklatura sinda-cale e aprirsi al nuovo non èuna contraddizione da poco.

©Ri PRODUZIONE RISERVATA

Partive Iva Pagina 15

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LA FACOLTA«IMMOBILE»CHE RINUNCIAA I, Oti7

n alcuni Paesi, l'Universitàè stata ed è motore d'in-novazione: un motore ca-pace di trasferire scienzae tecnologia alle imprese,

contribuendo alla competitivi-tà del sistema. Basta pensare aciò che rappresenta Stanfordperla Silicon Valley, in Califor-nia. Suscita perciò grande tri-stezza la resistenza oppostadall'Università di Genova al tra-sferimento della facoltà di In-gegneria nel Parco scientifico etecnologico degli Erzelli.

Genova, oggi, rappresentabene qualità e difetti del «siste-ma Italia». Ha un tessuto indu-striale di solida tradizione e, danove anni, ospita l'Istituto Ita-liano di Tecnologia (lit), il mi-glior centro di ricerca italiano.Però la città ha anche un recordnegativo nella creazione distartup.

La presenza di Ingegnerianel Parco degli Erzelli, dove so-no già insediate Ericsson, Sie-mens e dove sta per trasferirsiEsaote (diagnostica per imma-gini), era stata pensata proprioper creare questo fondamenta-le tessuto connettivo universi-tà-impresa, che tanto ha giova-to ad altri Paesi. Ma il trasferi-mento non è ancora andato inporto e probabilmente non ciandrà mai. Un riepilogo dellastoria può aiutare a capire per-ché.

Nel 2001 nasce Genova HighTech (Ght Spa), che raggruppa6o imprenditori tecnologici.L'Università entra in scena nel2007, quando viene firmatol'impegno formale a trasferiregli ingegneri nel nuovo di-stretto tecnologico. Ben prestoperò sorgono le complicazio-ni. Una volta è il parere del-l'Autorità sui contratti pubbli-

ci. Un'altra, l'Agenzia per ilTerritorio che obbligherebbel'Università a pagare il terrenoa una cifra enormemente infe-riore a quella richiesta da Ght.Un'altra ancora, i revisori deiconti accademici che dannol'altolà al rettore. Sembra la te-la di Penelope. Risultato: a tut-t'oggi nessuna decisione è sta-ta presa, né dal vecchio rettorené dal nuovo, Paolo Coman-ducci.

Il sospetto è che si vogliaperder tempo. I professori so-no abbarbicati alla magnificasede di Villa Cambiaso, intornoalla quale abitano e lavorano(negli studi privati) molti di lo-ro. E però chiaro a tutti il ri-schio di una causa legale di Ghtcontro l'Università genoveseper violazione dell'accordo del2007. Forse qualcuno pensache, tirando in lungo, potreb-bero venir meno (per essere di-rottati altrove) i finanziamentipubblici, statali e regionali, le-gati al trasferimento dell'Uni-versità nel Parco scientifico: intotale, 125 milioni di euro. Giu-stificando così il «non possu-mus» dell'accademia.

Se le cose stanno in questomodo, l'Università non fa certouna bella figura. Così comenon la fece quando tentò dibloccare la nascita dell'Iit. Èdunque una buona notizia laprospettiva che sia proprio l'Iit,già presente agli Erzelli con al-cuni laboratori, ad ampliare lasua presenza nel Parco scienti-fico e a poter utilizzare una piùconsistente parte dei finanzia-menti ministeriali.

Edoardo Segantini@SegantiniE

esegantini a©. corriere.it© RIPRODUZIONE RISERVATA

Università Pagina 16

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II caso L'amministratore delegato sui piani nelle reti digitali. JPMorgan al lavoro perla ricerca di un socio. Perdite dimezzate, utile previsto fra un anno

«Pronti ad accogliere lo Stato»Pileri:«Siamostrategici,si a un ingresso transitorio».AI fianco di Ciscoo Mahindra...

o Stato pensa a un in-gresso azionario nell'Ital-tel? L'Italtel è pronta per

lo Stato. «Se l'intervento al qua-le si guarda è un periodo-ponte,in cui il capitale pubblico raffor-za aziende come questa, chehanno un futuro, ma anche undebito importante, allora sonomolto d'accordo dice StefanoPileri, amministratore delegatodal settembre 2010 dell'impresache lavora alla banda ultralargae dichiara di coprire il 42%D deiricavi con l'estero . Sarebbeuna buona cosa». La tempisti-ca? «Adesso». È l'esempio dicome, sulla scia del caso Ilva,l'industria privata italiana rite-nuta strategica attenda nel 2015

la mano salvifica dello Stato peruscire dalla crisi.

Italtel è nell'elenco delle 153aziende (dato a novembre) chehanno aperto un tavolo di con-fronto al ministero dello Svilup-po. Con Natuzzi ed Esaote erafra i nomi circolati per possibiliinterventi pubblici (vedi Corrie-rEconomia dell'8 dicembre).Con che strumento? Può essereil fondo pubblico privato di tur-naround (ristrutturazione deidebiti) che il governo pensa dicostituire con banche e Cdp. 0 ilFondo strategico italiano (Fsi,sempre di Cdp), quando peròl'azienda sarà in utile: evento at-teso per 112015.

In questi giorni Italtel, con la

consulenza di JPMorgan, sta la-vorando alla ricerca di un nuo-vo azionista, che durerà alcunimesi. Conta di farcela, visto ilbusiness centrale per il Paese(telecomunicazioni e gestionedelle reti per Internet) e i contimigliorati. La perdita 2013 di 32milioni dovrebbe essersi dimez-zata nel 2014, stima il vertice.Che prevede quest'anno un girod'affari di 420 milioni, in cresci-ta rispetto ai 374 del 2013 e ai331,4 del 2012 (con debiti nettiscesi nel 2012-2013 da 266 a181,6 milioni).

Un passo probabile è il raf-forzamento di Cisco, l'azionistaprincipale. Un'altra possibilità èl'ingresso nell'azionariato della

multinazionale indiana TechMahindra, con cui Italtel ha si-glato un accordo di collabora-zione. Soci stranieri, certo. Mase restassero in minoranza, è ilragionamento, lo Stato potreb-be, magari, affiancarli, com'èsuccesso con Ansaldo Energiadove Fsi ha investito con laShanghai Electric Company.«Auspichiamo che Mahindrapossa fare un passo in più di-ce Pileri . Ma anche che ci siala volontà di un investimentopubblico di lungo periodo, ma-gari attraverso il Fondo strategi-co, perché Italtel è strategicaper l'Italia». Due i progetti go-vernativi sui quali è al lavorol'Italtel concorrente di Ericsson,

Huawei, Alcatel-Lucent. Uno è ilpiano sulla banda ultralarga: al-la riunione di metà dicembre aPalazzo Chigi, Italtel era statainvitata. L'altro è il piano di cre-scita digitale, su infrastrutture eservizi alla pubblica ammini-strazione. «Siamo un'aziendache ha un futuro», dice perciòPileri, che viene da Telecomieri grande, oggi piccolo sociod'Italtel dov'era responsabiledella rete fissa e mobile. È statopresidente di ConfindustriaServizi Innovativi e in Telecomha posto le basi per la rete dinuova generazione (Ngn).

E arrivato in Italtel dopo lagestione deludente dei fondi diprivate equity: Clayton ne rilevòil 50%D nel 2000, in piena bolla diInternet e a forte leva, pagando-lo 280 milioni (12 volte il margi-ne lordo), quando l'interaazienda era stimata 900. In cin-que anni sono andati persi 800

Stefano Pileri

posti di lavoro, pur concordaticon i sindacati. A fine 2014l'or-ganico è di 1.300 persone (200all'estero), nel 2015 si dovrannogestire con gli ammortizzatorisociali gli ultimi 150 esuberi.

In questi tre anni Pileri haconcluso un piano di ristruttu-

razione finanziaria complesso.

Italtel è stata ri-patrimonializ-zata per 153 milioni, converten-

do in riserve i crediti vantati

dalle banche, che hanno sotto-scritto strumenti finanziari par-

tecipativi (Sfp, simili alle azio-

ni): Unicredit per il 34,4°/O, Bpmper il 9,2°/O, Ge Capital per il

17,7°/O; Banco Popolare , Centro-

banca e Banco di Brescia perl'1°/O. Cisco ha aderito per il

32,7% e per il 3%D Telecom, che

dall'azionariato dovrebbe usci-re. Italtel si è appena aggiudica-

ta la gara per la manutenzione

della rete di Telecom fissa e mo-bile. Ora che Cdp pensa al raf-

forzamento della rete digitale

con Metroweb (magari ceden-

dola proprio a Telecom) Italtelpuò essere un'opportunità:

«Pensiamo di avere un ruolo

importante», dice Pileri.A. PU.

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ICT Pagina 17

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In calo 1e vittime sui lavorominimo storico dal 1954

I dati I ail: diminuite del 21 per cento ► Ma crescono le malattie professionalidal 2009 le denunce per danni a persone talvolta manca la cultura della sicurezza

LE STATISTIC H E

Iparadossi delle morti sul lavo-ro. Diminuiscono gli infortuni,aumentano le malattie profes-sionali. La diminuzione com-plessiva potrebbe dipenderedalla prevenzione, da leggi più

forti, da maggiori controlli ma an-che dalla crisi con conseguenteperdita di posti (i 22 milioni899mila del settembre 2013 sonodiventati un anno dopo 22 milioni420mila, ossia 479mila in meno).Poi, naturalmente, ci sono i tantiincidenti non mortali che restanoinvisibili perché si tratta di lavoronero. La statistica più recente èquella dell'"Osservatorio Sicurez-za sul lavoro Vega Engineering"di Mestre, che elabora dati Inailper i quali nei primi 9 mesi del2014 le "morti bianche" sono state754 (569 strettamente sul lavoro,185 in itinere), comunque in calorispetto alle 791 dello stesso perio-do 2013, per la precisione 583 nelluogo di lavoro, 208 in itinere.L'elaborazione Vega, non conside-rando questi ultimi, mostra in ci-ma alla triste classifica dei decessiper regione la Lombardia con 64,seguita da Emilia Romagna (59),Puglia (54), Piemonte (53), Sicilia(50), Veneto (44) e Lazio (43). Il re-cord dell'incidenza in proporzio-ne agli occupati appartiene al Mo-lise. Quello per numero di vittime(ma non per l'incidenza) a Romacon 27, seguita dai 20 di Bari e dai19 di Torino e Lodi. Le donne sonoappena il 5,8 per cento (33 su536), gli stranieri il 12,5 (71 su498). Più di un terzo dei mortirientra nella fascia d'età fra i 45 e i54 anni. Oltre il 70 per cento deimorti sono ultra-45enni. Il giornopiù "incidentato": il giovedì.

LE LEGGILa diminuzione era già emersa loscorso luglio con la diffusione daparte dell'Inail dei dati ufficialidelle denunce di infortuni relativeall'intero 2013 (695mila, pari al 7per cento in meno rispetto al 2012e il 21 in meno sul 2009). Dopo tut-te le verifiche, i casi accertati dimorte sul lavoro nel 2013 sono sta-ti 660 (376 fuori dall'azienda), mi-nimo storico rispetto al 1954. Ma idati sono fluidi. Altre fonti sottoli-neavano due mesi fa, sempre ci-tando dati Inail, 511 morti da ini-zio 2014 rispetto ai 453 dello stes-so periodo 2013. Una contabilitàdolorosa e altalenante. Che ha pa-recchi risvolti. Le leggi in realtà cisarebbero, anche stringenti. Tan-to che da più parti si è lamentatol'onere economico della burocra-zia della sicurezza sulle imprese,giudicato eccessivo dalle associa-zioni. I riferimenti giuridici sonoil testo unico della sicurezza sullavoro e il codice penale. Il testofondamentale risale a 20 anni faed è la legge 626, oggi decreto 81.Quel che manca è piuttosto unacultura della sicurezza, diffusa eomogenea in Italia come lo è inPaesi di grande tradizione comegli Stati Uniti. Ma in tutti i Paesi,dagli USA alla vecchia Europa, c'èun solco profondo sul tema tra legrandi aziende che investono nel-la prevenzione e le altre dove que-sta sensibilità è minore perché lasicurezza ha un costo immediato,ma un beneficio di lungo termine.

FORMAZIONEIl calo però sembra esserci, neglianni. Sono diminuiti per esempiogli incidenti nel settore agricolo.Nel 2013 del 6,2 per cento rispettoal 2012, da 42.893 a 40.229 secon-do la Cia, Confederazione italianaagricoltori. Più vistosa la diminu-zione se si considera il periodo2009-2013 (il 18,6 per cento in me-no). A riprova di una maggioreconsapevolezza del problema,l'entità crescente degli investi-menti sulla formazione, aumenta-ti del 13 per cento: 800mila impre-se hanno aderito a programmi diformazione.

I NUMERI 110Nel mondo, l'ILO (l'Organizzazio-ne mondiale del lavoro) stima che2 milioni 340mila persone muoio-no ogni anno a causa di infortunie malattie connessi all'attività la-vorativa, la maggior parte (2,02milioni) per malattie professiona-li. Il numero totale di malattie nonfatali causate dal lavoro, stando alrapporto ILO di aprile 2014, è dicirca 160 milioni l'anno. Con effet-ti pesantissimi sull'economia. Cir-ca il 4 per cento del PIL mondiale,pari a 2,8 trilioni di dollari, vieneperso a causa di infortuni e malat-tie da lavoro, per costi diretti o in-diretti. Il pensiero va al dicembre1984, un trentennio fa, e alle 40tonnellate di isocianato di metile,il "gas che fa ridere prima di ucci-dere", fuoriuscite dagli impiantiCarbide a Bophal, India, che pro-vocarono tra 16mila e 30mila mor-ti secondo Dominique Lapierre eJavier Moro, gli autori del li-bro-reportage "Mezzanotte e cin-que a Bophal". Fu il più grande di-sastro industriale della storia del-l'umanità.

Marco VenturaCO RIPRODUZIONE RISERVATA

Sicurezza sul lavoro Pagina 18

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Piattaforma offshore Eninella Repubblica del Congo

Un impianto in Kazakhstandel gruppo italiano

La piati aior na Cerviadei Cane a sei zampe

Dai deserti all'Artico: Goliatnel Mare di Barents

La piattaforma Sabrathadel Libian Gas Project Eni

Qui accantoe sopraduelavoratoriinproduzionein Italiacalanogli incidentima la culturadellasicurezzanon sempreè diffusain modoomogeneo

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Sicurezza sul lavoro Pagina 19

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I dettagli della circolare del íl/lise sul rinnovato incentivo per le irriprese ïnnovative

Startup ai nastri di partenzadote 200 . Dal /161212015 le domande a nvitaliPagina a cura

DI CINZIA DE STEFANIS

i ' e start-up innovative,dal 16 febbraio 2015,potranno accedere ai200 milioni di euro

stanziati dal Mise. I finan-ziamenti saranno destinatialle start-up innovative,iscritte nella sezione specia-le del registro delle imprese,di piccola dimensione, costi-tuite da non più di quattroanni, ma anche alle personefisiche che vorranno avviareuna start-up innovativa. Datale data Invitalia aprirà uf-ficialmente lo sportello onli-ne sul sito www.smartstart.invitalia.it, dove sarà possi-bile presentare le domandee i piani di impresa in formacompletamente paperless.Non si tratterà di un click-day, in quanto la misura ver-rà gestita dall'agenzia finoa esaurimento delle risorsedisponibili e l'istruttoriadelle domande presentateseguirà l'ordine cronologicodi arrivo. Le agevolazionisaranno estese a tutte le re-gioni italiane e non più soloalle regioni del Mezzogiornoe alle aree del cratere Aqui-lano. Questo lo prevede lacircolare del ministero dellosviluppo economico, direzio-ne generale per gli incentivialle imprese, del 10 dicem-bre 2014 prot. n. 68032 concui viene resa operativala misura a sostegno dellestart up introdotta dal de-creto del Mise 24 settembre2014 (pubblicato sulla Gaz-zetta Ufficiale n. 264 del 13novembre 2014).

«Con Smart & Start, perla prima volta in assoluto»,afferma Domenico Arcuri,amministratore delegato diInvitalia, la pubbli-ca amministrazio-ne compie un'ope-razione totalmentepaperless: la proce-dura di richiesta econcessione dei con-tributi avviene, in-fatti, esclusivamen-te online. La prima

versione dell'incen-tivo, destinato soloalle regioni del Sud,ha registrato un ri-sultato superiore aogni previsione, concirca 370 impresefinanziate in unanno. Ora, con l'estensioneall'intero Paese, ma con con-dizioni di maggior favore peri neo-imprenditori del Sud,la misura avrà sicuramenteun impatto maggiore e con-tribuirà non solo a sviluppa-re l'innovazione ma anche atrattenere o riportare in Ita-lia le migliori energie».

Come presentare la do-manda a Invitalia . Le age-volazioni verranno concessesulla base di procedura va-lutativa con procedimentoa sportello. Le domande diagevolazione, corredate deipiani di impresa, potrannoessere presentate a partire

dal giorno 16 febbraio 2015(dalle ore 12), utilizzando laprocedura informatica messaa disposizione sul sito inter-net www.smartstart.invita-lia.it. Le domande dovrannoessere firmate digitalmentedal legale rappresentantedella società o, dalla personafisica proponente per contodella società costituenda, edevono essere corredate dal-la documentazione indicatanella domanda medesima.

Dieci giorni prima dell'aper-tura dello sportello gli sche-mi di domanda saranno residisponibili da Invitalia inun'apposita sezione del sitosopra indicato.

Il piano di impresa,da compilare utiliz-zando la procedurainformatica www.smartstart.invitalia.it., dovrà contenerei dati anagrafici e ilprofilo del soggettoproponente, la de-scrizione dell'attivitàproposta, l'analisi delmercato e relativestrategie, gli aspet-ti tecnici, gli aspettieconomico-finanziarie una presentazio-ne libera (pitch) delprogetto in formato

.ppt (max. 15 diapositive).Al termine della proceduradi compilazione del pianodi impresa e dell'invio tele-matico della domanda e deirelativi allegati ivi indicati,alla stessa verrà assegnatoun protocollo elettronico.

Concessione delleagevolazioni da partedell'Invitalia . All'esito delprocedimento istruttoriol'Invitalia adotterà la deli-

bera di ammissione o di nonammissione alle agevolazio-ni della domanda. Le age-volazioni sono concesse dalsoggetto gestore ed erogatesulla base di un contratto difinanziamento tra Invitaliae l'impresa beneficiaria, cheindividua le caratteristi-che del progetto finanziato,riporta le spese e/o i costiammessi e la forma e l'am-montare delle agevolazioni,regola i tempi e le modalitàper l'attuazione dell'iniziati-va e di erogazione delle age-volazioni, sancisce gli obbli-ghi del soggetto beneficiarioe i motivi di revoca.

Finanziamenti . Sarannoammissibili alle agevolazio-ni i piani di impresa carat-terizzati da un significati-vo contenuto tecnologico einnovativo, e/o mirati allosviluppo di prodotti, ser-vizi o soluzioni nel campodell'economia digitale, e/ofinalizzati alla valorizzazio-ne economica dei risultatidel sistema della ricercapubblica e privata. I pianidi impresa potranno avere aoggetto la realizzazione deiprogrammi di investimentoper un importo complessivodi spese e/o costi ammissibili

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non superiore a un milione e500 mila euro e non inferiorea 100 mila euro . I finanzia-menti agevolati avranno unadurata massima di 8 annie sono regolati a «tasso 0».Saranno rimborsati , secondoun piano di ammortamentoa rate semestrali costantiposticipate , scadenti il 31maggio e il 30 novembredi ogni anno , dopo 12 mesia decorrere dall'erogazionedell'ultima quota dell'age-volazione , e comunque dopo48 mesi dalla stipula delcontratto di finanziamento.Non saranno assistiti daforme di garanzia . Le age-volazioni potranno arrivarefino al 70% dell'investimento

totale. La percentuale mas-sima di finanziamento potràsalire all'80% se la start-upè costituita esclusivamenteda donne o da giovani sottoi 35 anni , oppure se al suointerno c 'è almeno un dotto-re di ricerca italiano che stalavorando all'estero. Inoltre,solo per le start-up con sedenel Mezzogiorno e nel Cra-tere sismico dell'Aquila, èprevista una quota (20%)di contributo a fondo per-duto.

Le start-up costituite danon più di 12 mesi potran-no beneficiare anche di ser-vizi specialistici di tutoringtecnico - gestionale.

Datadi partenza

Invitalia

Schemidomande

Soggettiammessi

Tipologiadel finanziamento

Spese ammissibili.Nell'ambito dei piani diimpresa saranno ammis-sibili i programmi di inve-stimento aventi a oggettol'acquisizione di impianti,macchinari e attrezzaturetecnologici, ovvero tecnico-scientifici, funzionali allarealizzazione del proget-to, componenti hardware esoftware funzionali al pro-getto, brevetti e licenze,certificazioni, know-how econoscenze tecniche, anchenon brevettate, correlatealle esigenze produttivee gestionali dell'impresae progettazione, sviluppo,personalizzazione, collaudodi soluzioni architetturaliinformatiche e di impian-

ti tecnologici produttivi,consulenze specialistichetecnologiche funzionali alprogetto di investimento,nonché relativi interventicorrettivi e adeguativi.

I programmi di investi-mento dovranno essereavviati successivamentealla presentazione delladomanda di agevolazione.Per data di avvio del pro-gramma di investimenti siintenderà la data del primotitolo di spesa ammissibilee dovranno essere realizza-ti entro 24 mesi dalla stipu-la del contratto di finanzia-mento. Pena la revoca delleagevolazioni concesse.

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Dal 16 febbraio (ore 12 .00) le start-up innovative (giàcostituite o da costituire ) ubicate su tutto il territorio na-ziona le potranno accedere ai 200 milioni di euro stanziatidal MiseDal 16 febbraio 2015 Invitalia aprirà ufficialmente losportello online sul sito www . smartstart . invitalia.it dovesarà possibile presentare le domande e i piani di impresain forma completamente paperless . Non si tratterà di unclick-day, in quanto la misura verrà gestita dall 'agenzia finoa esaurimento delle risorse disponibili e l'istruttoria delledomande presentate seguirà l'ordine cronologico di arrivoIl 6 febbraio 2015 (dieci giorni prima dell 'apertura dellosportello) Invitalia renderà disponibili gli schemi di domandain un'apposita sezione del sito www.smartstart.invitalia.itLe agevolazioni saranno destinate alle start-up innovative- iscritte nella sezione speciale del registro delle imprese- costituite da non più di 4 anni o alle persone fisiche chevorranno avviare una start-up innovativa

L'importo massimo finanziabile passa da 500 mila euro a1,5 milioni di euro . Cambierà la tipologia di agevolazione:sarà un finanziamento a tasso zero, che potrà arrivare finoal 70% dell'investimento totale e dovrà essere restituito in10 anni. La percentuale massima di finanziamento potràsalire all'80% se la start-up sarà costituita esclusivamenteda donne o da giovani , oppure se al suo interno ci saràalmeno un dottore di ricerca italiano che sta lavorandoall'estero e sceglie di rientrare in Italia. Inoltre, solo per lestart-up con sede nel mezzogiorno e nel cratere sismicodell'Aquila, sarà previsto un contributo a fondo perduto del20%. Le start-up costituite da non più di 12 mesi potrannobeneficiare anche di un tutoring tecnico-gestionale, conservizi altamente specialistici

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La crescente raccolta differenziata spinge la ricerca di figure professionali specializzate

riciclo dei rifiutiDal nascononuove opportunità di lavoro

DI BENEDETTA PAGELLI

arta straccia tra-sformata in libri equaderni. Vetro chetorna a vivere in

nuove bottiglie. E poi an-cora lattine (almeno 800)che diventano biciclette percittà, o pallet (ne servono al-meno 4) che si trasformanoin scrivanie. Nell'asfitticopanorama dell'economicaitaliana quello della raccol-ta, e quindi del riciclo, degliimballaggi di carta, vetro,alluminio, acciaio, plasticasta diventando un vero bu-siness, anche in termini dioccupazione, attuale e so-prattutto futura. Il tutto conla complicità dell'Europa edelle sue direttive, una del-le quali (98/08), per esempiostabilisce che entro il 2020lo standard di raccolta dif-ferenziata sui rifiuti prodot-ti dovrà essere almeno del50% E questo significa im-patti ambientali, ma anchesociali ed economici non dipoco conto. A dirlo lo studio«Ricadute occupazionali edeconomiche nello sviluppodella filiera del riciclo deirifiuti urbani», realizzato daConai-Consorzio NazionaleImballaggi, in collaborazio-ne con Althesys.

I rifiuti tra discaricae riciclo . Nell'analisi cheemerge dallo studio, la si-tuazione italiana nella ge-stione dei rifiuti urbani sipresenta piuttosto eteroge-nea: a livello paese circa unterzo è avviato a riciclo e ilricorso alla discarica supe-ra di poco il 40%; al Nord,essendo molto sviluppate leattività della filiera di recu-pero, il ricorso alla discaricaè limitato al 22% mentre alCentro e al Sud raggiungee supera il 60%. Lo studio,inoltre, simula due possibi-li scenari, il primo definitoteorico, poco realistico, cheprevede il raggiungimentodel 50% del riciclo dei ri-

fiuti urbani nelle tre macroaree Nord, Centro e Sud, eil conseguente sostanzia-le superamento del ricorsoalla discarica. Il secondo«prudente», tiene contodelle differenti situazionidi partenza delle tre areee valuta in modo più reali-stico le possibili evoluzioni.In questo contesto è pos-sibile ipotizzare un tassomedio nazionale di riciclodei rifiuti urbani del 50%,con punte minime al 40%e punte massime al 61%. Ecosì la discarica si ridurreb-be di 4 milioni di tonnella-te al 2020, ovvero del 20%rispetto al 2013 al CentroSud e del 10% al Nord.

Le ricadute economiche.Sul fronte delle ricaduteeconomiche complessive, ilvolume d'affari incremen-tale della filiera riferito araccolta differenziata, tra-sporto, selezione, produzionedi semilavorati per il riciclo,compostaggio, termovaloriz-zazione- nello scenario pru-dente è stato valutato pari acirca 6,2 miliardi. E ancora.Gli investimenti in infra-strutture, come impiantidi selezione, produzione disemilavorati per il riciclo,compostaggio e termovalo-rizzazione, ammonterebbero,calcola ancora l'indagine, acirca 1,7 miliardi, mentre ilvalore aggiunto è stato quan-tificato in circa 2,3 miliardi.Rilevanti, infine, «potrannoessere i benefici economicinetti, cioè la differenza i be-nefici generati dal sistemaConai e i costi» avverte ilConsorzio che ricorda comein un precedente studio diAlthesys ha valutato che,per la sola filiera del riciclodegli imballaggi da rifiutiurbani, dal 1998, anno dellafondazione di Conai, al 2012i benefici netti sono risultatipari a circa 12,7 miliardi dieuro.

Le aziende del riciclo. Daun punto di vista occupaziona-le, le aziende del riciclo madein Italy sono oggi 1.400, conun fatturato di 9,5 miliardi di

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curo. Nell'ambito dell'industriadel riciclo, il sistema consortile hagenerato un indotto economico di6,3 miliardi di euro, frutto dellamaggiore occupazione generata(attività di raccolta differenziata,avvio del Sistema, logistica, at-tività di selezione e riciclo degliimballaggi). Nella gestione deirifiuti si stimano quasi 150 milaaddetti: il solo indotto del sistemadi raccolta e riciclo degli imbal-laggi ha creato, al 2012, almeno16 mila nuovi posti di lavoro cuisi aggiungono gli addetti (circa21.000) dell'industria del ricicloa valle delle attività dei consorzi.Raccolta e riciclo dei rifiuti di im-ballaggio impiegano quindi circa37.000 unità, più del doppio ri-spetto al 2003.

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Benefici corsiplesspviper pl paese

I costi evitati

Aziende dei riciclomade in Italy

Fatturato aziendeche si occupano di riciclo

Addette stimatinella gestione dei rifiuti

Posti di lavoro creatidal sistema di raccolta

e riciclo imballaggi

I spiegati solo per raccoltae riciclo dei rifiuti

Reimmpssioni di materieprime nel ciclo produttivo

Rifiuti di imballaggirecuperati

Obiettivi raggiunti dal riciclonegli ultimi 15 amai

Risparam-ii grazie al sistemadei riciclo

II recupero degli irnballaggi ha prodotto 15,2n"lEliardE di euro

5,3 miliardi per io srnaltirmnto, 1,5 miliardiper le emissioni di Co2, 2,4 miliardi il valoredelle rnaterEe recuperate tramite la raccoltadifferenziata, 5,4 naiiiardi il valore dell'indottodella filiera del raccolto e del recupero

1.400

9,5 rrEilpardi di curo

Circa 150 mila

16 mila nuovi posti a cui si aggiungono circa21 mila addetti dell'industria dei riciclo a valledelle attività dei consorzi

37 mila unita, più dei doppio rispetto al 2003

7,5 milioni di tonnellate der3vantE da rEf utE diin ballag ;io

8.6 milioni di tonnellate

Evitata la costruzione di almeno 100 discariche,il consumo di 350 miliardi di Kwh, l'emissionedi 125 milioni di tonnellate di Co2

Quasi 30 milioni di barili di petrolio, il taglio di300 milioni di alberi, 43 milioni di tonnellate dimateriali ferrosi, 1.775 tonnellate di bauxite.oltre 111 milioni di metri cubi d'acqua

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Sono questi i posti gii occupati e censiti da uno studio della Commissione europea

C'è lavoro per 2 min di persone1 recupero di materiali ri-

utilizzabili sta diventandoper molti una professionevera e propria. E nel futuro

c'è da sperare che le ricadute intermini occupazionali possanoessere ancora più consisten-ti, specie se si considerano gliobiettivi di gestione dei rifiutivoluti dall'Europa al 2020. Nonsi parla solo del lavoro tradizio-nale degli operatori ecologici,(che pure costituiscono il primoanello di questa catena) ma diaziende comunali, società pub-bliche e private impegnate nelraccogliere i rifiuti ingombranti,in cui i materiali sono smistatie preparati per essere inviataai consorzi nazionali di filiera.Un business che conviene, e

non solo in termini ambientali:

secondo uno studio della Com-missione europea, gestione ericiclaggio dei rifiuti danno giàlavoro in Europa a 2 milioni dipersone e garantiscono un fat-turato annuo di 150 miliardi dieuro, pari all'indotto complessi-vo del turismo in Italia.

per questo mercato, ma dallevariegate indagini sul settore,è evidente come attualmente leposizioni aperte nell'industriadel riciclo e dello smaltimentosi sviluppino principalmenteintorno a tre ambiti: quellonormativo, quello ingegneristi-co e quello economico. Così seda un lato, con leggi nazionalied europee sempre più artico-late, aumenta la necessità digiuristi d'impresa, dall'altra ilrapporto con le local utilities, lesocietà di igiene urbana, sonoterreno per gli esperti in mate-rie gestionali e ambientali, cheaffiancano i laureati «storici» iningegneria, chimica o biologianel lavoro di efficientamento eanalisi dei processi di selezionee smaltimento dei rifiuti.

I profili tradizionali

Lo sviluppo di nuove moda-lità di produzione sono incari-chi strettamente tecnici. Qui

secondo il database dell'Isfol,l'Istituto per la formazione e illavoro, si va dai profili tradi-zionali come il classico «Ope-ratore ecologico e separatore dirifiuti» che si occupa appuntodi raccogliere rifiuti da edifici,parchi, giardini, strade e altri

luoghi pubblici e trasportarlipresso gli inceneritori o gliimpianti di compostaggio, al«tecnico della raccolta e deltrattamento dei rifiuti e del-la bonifica ambientale» unafigura più specializzata desti-nata alla gestione della tema-tica ambientale sotto il profiloamministrativo, normativo etecnico, a supporto di impreseindustriali e commerciali e dipubbliche amministrazioni. Lamaggior parte delle figure co-munque si riferiscono a profilitradizionali, che hanno trova-to nell'industria dei rifiuti unosbocco occupazionale impor-tante: i chimici e i biologi, a cuivengono demandati compiti dianalisi e controllo delle emis-sioni nocive. Entrambi sonodestinati all'analisi e alla ricer-ca su nuovi materiali e nuovetecnologie di riciclo, poi ci sonoi laureati in fisica impegnatinello studio delle proprietàdei diversi materiali inviati alriciclo e allo smaltimento o cheassumono il ruolo di «tecnicodi laboratorio» per occuparsi dieffettuare le analisi microsco-piche necessarie a riscontraresostanze o composti (amianto,

fibra di roccia, rifiuti, diossine).Tutti questi profili devono co-munque conoscere la normati-va ambientale finalizzata allosmaltimento.

Quali sono le figure

Non c'è una figura standard

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E quelli più innovativi

Lo sviluppo del riciclo richie-de anche però anche profilinuovi. Tra i primi spiccano gliesperti di reverse logistic, colo-ro cioè che si occupano propriodella gestione dei resi e quin-di del riutilizzo delle materieprime. Ci sono poi i progettistiper design for recycling cheinvece individuano le soluzio-ni tecniche economicamentesostenibili, per migliorare lafacilità di recupero e riciclo deiprodotti. Ma c'è un segmentoche, secondo gli esperti ha oggipiù possibilità di crescita ed ètutto il settore gestionale. Ilwaste management, cioè l'in-dustria del riciclo non è fattosolo di aspetti normativi osolo di questioni tecnologiche:grande attenzione va infattidata ai modelli organizzativi,al funzionamento dei sistemidi raccolta e di riciclo, ai costidell'impresa.

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Nel 2015 dell'immobiliareprimi segnali di ripresaGli analisti: boom di compravendite ma prezzi ancora stagnanti

SANDRA RICCIO

1 2015 potrebbe final-mente avvicinarci allaripresa del mattone,dopo sette anni di crisiche hanno portato a

sn calo medio delle quota-zioni del 20%. Gli espertinon vedono ancora una ri-salita dei prezzi ma metto-no in fila alcuni segnali po-sitivi, come l'incrementodelle compravendite, cheoffriranno le basi per unaripartenza. A patto chel'economia non deluda.

Per Nomisma il 2015 por-terà un'altra crescita del nu-mero degli immobili vendutie comprati. Già il 2014 ha fat-to registrare segnali, con unarisalita a 420mila unità pas-sate di mano. L'anno prossi-mo questa tendenza dovreb-be essere più marcata con unaumento superiore al 10% enell'ordine delle 460-470 mi-la unità compravendute»spiega Luca Dondi, direttoregenerale di Nomisma.

Cosa accadrà invece aiprezzi? Per l'esperto a frontedell'incremento delle com-pravendite si avrà invece unulteriore riduzione dei prez-zi, più contenuta però e di-mezzata rispetto all'annoche sta per chiudersi, ma co-munque di segno negativo.L'attesa è di un regressocomplessivo del 4% in media.

La frana del mattonei prezzi nel settore residenziale (va

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Fonte: Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa

Tale andamento riguarderàsoprattutto i piccoli centri.

«Questo dato previsionaletiene conto di un progressivomiglioramento della condizio-ne economica in Italia con il Pilche è visto tornare in positivo- spiega Dondi -. Se questoprogresso non si verificherà,come già successo per il 2014, iriflessi si vedranno anche sulsettore immobiliare».

Già alla fine del primo tri-mestre si capirà se le previsio-ni saranno confermate. «Inquel momento sarà verosimileo meno il mantenimento delloscenario delineato - dice Don-

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di -. Se invece i primi mesi del-l'anno avranno portato a unastagnazione, sarà difficile cheil numero delle compravenditesalga e di conseguenza anche iprezzi non terranno le stime»

E gli uffici e i negozi? Sonostati il segmento del mattoneche ha sofferto di più nella cri-si. Per l'esperto, questa fasciadi immobili continuerà a sof-frire anche nel nuovo anno.

Sul mercato residenzialeresterà un'ampia fetta di fami-glie che si rivolgerà al mercatodelle locazioni perché non ingrado di accedere all'acquisto.«Quindi la quota di domanda

-12'.?Yri?ï!!?:áii L: ASIAMPA

di locazioni resterà rilevante eanche i canoni potrebbero ve-dere lievi incrementi» diceDondi. Tuttavia anche questoquadro dipende dal migliora-mento o meno della situazioneeconomica nel Paese.

Previsioni analoghe arriva-no anche dagli operatori sulmercato. «Per quanto concer-ne il mercato immobiliare resi-denziale le previsioni che ab-biamo stimato per il 2015 sonopiù positive rispetto al 2014»dicono dal portale casa.it. Di-pende però se si guardano lecose dal punto di vista degliscambi o da quello dei valori.

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«Le compravendite sono ri-partite anche nei comuni dellaprovincia e questo è un buonsegnale. I prezzi delle abitazio-ni sono invece ancora in fasecalante e lo resteranno pertutto il 2015» affermano gliesperti di casa.it che sottoline-ano come il mercato residen-ziale rimane legato a doppio fi-lo all'andamento congiuntura-le del Paese e dunque le sueprospettive di crescita nonpossono che allinearsi a quelle(deboli) formulate per la no-stra economia. Sappiamo che imutui erogati giocano un ruolofondamentale per il rilancioma, ad oggi, le banche italianenon sono certo in grado di po-ter concedere finanziamenticome in passato.

Segnali positivi non manca-no. «Ogni giorno le famiglie in-viano ai nostri clienti, vale a di-re agenzie immobiliari e co-struttori, oltre 150.000 richie-ste di informazioni su abitazio-ni in vendita. Il dato è in cresci-ta di un buon 35% da agosto.Un altro indicatore che lasciasperare è il Key Market Price(Kmp), un indice creato da ca-sa.it per misurare il gap per-centuale fra il prezzo offertoda chi vende e il prezzo offertada chi vuole acquistare. Circaun anno e mezzo fa il gap fra idue valori era in media supe-riore al 18%, oggi è del 12%.Vuol dire che domanda e offer-ta si incontrano più di prima.

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