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Centro Studi C.N.I. - 15 ottobre 2012

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INDICE RASSEGNA STAMPA

Indice Rassegna Stampa

Centro Studi C.N.I. - 15 ottobre 2012

Pagina I

CNI

Riflettori sulle ricostruzioni "Siano a difesa dalle calamità"Repubblica Affari Finanza 15/10/12 P. 40 1

RIQUALIFICAZIONI EDILI

Case vecchie, sismi devastanti perla svolta c'è una 'via italiana'Repubblica Affari Finanza 15/10/12 P. 41 3

La riqualificazione tenta il grande salto dai singoli immobili a interi centri urbaniRepubblica Affari Finanza 15/10/12 P. 40 Luigi Dell'Olio 5

Casa Sostenibile è meglio Vale di più e costa menoCorriere Della Sera -Corriereconomia

15/10/12 P. 28 Elena Comellu 7

Efficienza Maxi piano Ue per l'edilizia verdeCorriere Della Sera -Corriereconomia

15/10/12 P. 32 Elena Comelli 8

Le case mangia-energia sono troppo numeroseCorriere Della Sera -Corriereconomia

15/10/12 P. 32 9

PROFESSIONI SENZA ALBO

Senz'albo, riforma ferma al paloItalia Oggi Sette 15/10/12 P. 19 10

Berloffa (Cna professioni): il ritardo è volutoItalia Oggi Sette 15/10/12 P. 19 11

DIA

E' ancora possibile rivolgersi all'ufficioSole 24 Ore - Norme ETributi

15/10/12 P. 13 12

PERMESSO DI COSTRUIRE

Permessi edilizi più veloci in conferenza dei serviziSole 24 Ore - Norme ETributi

15/10/12 P. 13 Guido A. Inzaghi 13

APPALTI

Appalti, liti a costo variabileSole 24 Ore 15/10/12 P. 6 Antonello Cherchi 15

Appalti solidali, professionisti in guardiaSole 24 Ore - Norme ETributi

15/10/12 P. 1 Alessandro RotaPorta

17

ICT

Il cuore digitale delle start upSole 24 Ore 15/10/12 P. 11 Barbara Bisazza 19

NUCLEARE

Nucleare addio, Italia in pole position nel business dello smantellamentoRepubblica Affari Finanza 15/10/12 P. 21 Luca Lezzi 21

RIFORMA FORENSE

Avvocatura, una riforma per la ConsultaItalia Oggi Sette 15/10/12 P. I 23

COMMERCIALISTI

Commercialisti; tre ruoli per la 231Sole 24 Ore - Norme ETributi

15/10/12 P. 6 Rosanna Acierno 24

RAGIONIERI

Pensioni I ragionieri finiscono in fuorigiocoCorriere Della Sera -Corriereconomia

15/10/12 P. 21 Isidoro Trovato 26

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[ IL FORUM 1

Riflettori sullericos"Si19 ano a difesa dalle cal

UN MANIFESTO LANCIAIL DENSO CALENDARIODI CONFRONTI E DIBATTITIPER UN CAMBIAMENTONELLA CULTURA,NELLA PROGETTUALITÀE NELLE POLITICHEPER IL COMPARTO EDILE

Milano"Ricostruiamo l'Italia": è que-sto il manifesto scelto per l'edi-zione 2012 del Saie, il Salone in-ternazionale dell'edilizia inprogramma dal 18 al 21 ottobrea Bologna. A caratterizzare l'e-dizione di quest'anno èinfattilascelta di dedicare buona partedel programma a un grande fo-rum sulla ricostruzione che, apartire dall'emergenza sismica,affronterà i temi della riqualifi-cazione del patrimonio edilizioitaliano esistente e delle nuovemodalità di costruire.

"Il terremoto recente in Emi-lia-Romagna e quello dell'Aqui-la nel 2009", recita il manifestopromosso da BolognaFiere as-sieme, tra gli atri, alla regioneEmilia Romagna, al comune-dell'Aquila e allaregioneAbruz-zo, "e le numerose calamità chehanno colpito nel tempo altriterritori italiani rendono indi-spensabile una svolta radicalenella cultura, nella progettua-lità e nelle politiche per il setto-re dell'edilizia, e impongonouna riflessione rigorosa sullagestione delle fasi della rico-struzione". Conunfocusinpar-ticolare su quattro temi: nuovemodalità di progettazione; un

nuovo modello di edificio pro-duttivo, abitativo e pubblico;recupero e restauro dei centristorici; certificazione ambien-tale, energetica e perla sicurez-zasismica. Il forum si aprirà conl'incontro (previsto per il 18 ot-tobre) "Un impegno di discus-sione e ricerca perché nientedovrà essere come prima" nel-l'ambito del quale interverran-no, tra gli altri, i presidenti na-zionali dell'Ance, Paolo Buzzet-ti, del Consiglio nazionale degliarchitetti Leopoldo Freyrie e dei-Consiglio nazionale degli inge-

gneriArmandoZambrano. Pro-prio quest'ultimo è stato unodei primi firmatari e sostenitoridel manifesto..«La priorità oggiè prevenire il rischio, adottandole. soluzioni tecniche di cui di-sponiamo perla messa in sicu-rezza del patrimonio edilizioesistente- sottolinea Zambra-no-Nonpiù del20% delle abi-tazionì, infatti, pugessere con-siderato antisismico. Per que-sto abbiamo proposto al Gover-no una serie di iniziative, tra cuiuna verifica dei capannoni in-dustriali e la possibilità diintro-durre un certificato di sicurezzastatica dell'immobile e di ren-dere obbligatoria la polizza as-sicurativaperle abitazioni. Soloin questo modo, secondo noi, sipotrebbe avviare un percorsovirtuoso capace di coniugare si-curezza e risparmio».

Accanto al forum nei padi-glioni bolognesi si svolgerà an-che la prima edizione di GreenHabitat, iniziativa dedicata al-l'efficienza energetica e alla so-stenibilità in edilizia organizza-ta da Norbert Lantschner, fon-datore di CasaClima. «Con que-sta iniziativa vogliamo parlaredi nuovi mercati, nuove strate-gie e nuove opportunità. Ri-spondendo alla necessità diun'edilizia a consumo zero perlenuovecostruzioni, ancheselavera sfida riguarda la ricostru-zione del patrimonio, ediliziodegli anni Sessanta, Settanta eOttanta- spiega Lants chner-In particolare, il tentativo èquello di portare l'esempio del-la Mitteleuropa in Italia, pun-tando a creare una cultura nel-l'arte del costruire non solo pergli addetti ai lavori, ma ancheper i cittadini che devono esse-re consapevoli di ciò che stanno

acquistando. Per questo abbia-mo organizzato undici conve-gni focalizzati ciascuno su untema ad hoc, dal serramento,agli impianti,. al sistema a cap-potto, per permettere al visita-tore di scegliere il tema a lui piùcongeniale».

Momento caldo dell'eventosarà anche "l'esposizione delprototipo Med in Italy, la casache produce tre volte l'energiache consuma sviluppata da treuniversità italiane: Roma Tre,La Sapienzae Libera Universitàdi Bolzano e dall'istituto di ri-cerca Fraunhofer Italia; un pro-getto che ha ottenuto ilterzo Po -sto al "Solar Decathlon Europe2012", le olimpiadi internazio-nali della bioarchitettura. L'in-tero modulo abitativo, compo-sto da 100 metri quadrati di su-perficie calpestabile e 60 di per-tinenza esterna, con un costo almetro quadro di 1.400 euro euna velocità di realizzazione,che lo rende consegnatile in.dieci giorni, sarà a disposizionedei visitatori che potranno ari-che confrontarsi con il team diprogettisti sulle tecnologie in-novative e sui materialiutilizza-ti.

L'evento lascerà spazio an-che a una mostra speciale dedi-cata al made in Italy nella pro-gettazione architettonica e al-l'esposizione dei progetti degliotto vincitori del concorso"Giovani architetti grattano ilcielo" organizzato daCasabella.

(s.d.p.)

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NUOVE CASE , DISCESA SENZA FINEInvestimenti in costruzioni var. % quinquennio 2008/2012

-25,8 COSTRUZIONI

-19,4 ABITAZIONI

Nuove

INCIA E SPAGNA A CONFRONTOinvestimenti in costruzioni I. 1991=100

Q I FRANCIA

PíL

Manutenzione straordinaria +9,3

-32,1 NtNONRESIDENZIALI

Private-27,9

-37,5

Il presidentedei Consiglionazionale degliingegneriArmandoZambrano(foto), è unodei primifirmatari deimanifesto:"Priorità èprevenire ilrischio consoluzionitecniche"

PubblicheFonte: eI,beraùane km su dal] lstat

li forum siaprirà conl'incontro,previsto per il18 ottobre, dal

-titolo "Unimpegnodi discussionee ricercaperché nientedovrà esserecome prima"

INV. COSTRUZIONII P 1 I 1 I

'91 94 '97 '00 '03 '06 '09 '12

i Yi I i i i i i w'91 '94 '97 '00 '03 '06 '09 '12

Fante: Ance su dà Commissione Ftueeea

CNI Pagina 2

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GLI INVESTIMENTI IN COSTRUZIONE IN ITALIA...Confronto col Pii; 1991=100

140 FonleMuesudiGCommissione Cmopea

130

120 PIì

110

100

COSTRUZIONI

80

'91 '94 '97 ' '00 '03 '06 '09 '12

Al Salonesoluzioni di

domotica consensori che,

inseritinell'edificio,

consentono divalutare lo

statodell'immobile

...E GLI INVESTIMENTI IN GERMANIAConfronto coi Pii; 1991=100

140 Conle:Ance su fili CommissicneCmopea

130

120 PII

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100 .: COSTRUZIONI

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80 1 W'91 94 '97 '00 '03 '06 109 12

Case vecchie, sismi devastanti.per la svolta c'è una `via italiana'

NELL'EMILIA DEL TERREMOTOSI APRE SAIE, SALONE DEL SETTOREDEDICATO AL TEMA CATASTROFI.L'ITALIA GUIDALA CLASSIFICA-EUROPEA DIANZIANITADEGLI IMMOBILI. RISCHIALTIE SOLUZIONI INNOVATIVE

Milano«Il Salone dell'edilizia si svolge nel-l'Emilia del terremoto: da qui la scel-ta del tema 'Ricostruiamo l'Italia'.Ciò che è accaduto in questo territo-rio e prima ancora all'Aquila e in altriluoghi della Penisola ci dice che c'èbisogno di una svolta culturale, tec-nologica e politica in materia di edi-lizia che deve tornare a essere un vo-lano per l'economia». A tracciare larotta è Duccio Campagnoli, presi-dente diBolognaFiere che organizzal'evento. Per l'edizione 2012 il Saiemantiene, dunque, lasuafunzione divetrina espositiva anche se «il cuoredella manifestazione quest'annosarà caratterizzato dal forum comemomento di dibattito e di riflessionesu come lavorare per un nuovo pro-filo del costruire in Italia», prosegueCampagnoli.

Un impegno la cuinecessitàè con-fermata anche dai numeri: la storiadel Belpaese è costellata da una lun-ga serie di terremoti distruttivi; unoin media ogni cinque anni conside-rando l'intero paese, con un costo,secondo la protezione civile, di 150miliardi di euro fino a oggi, includen-do ancheirecentiterremotiinEmiliae all'Aquila:

Inoltre, secondo un recente rap-portoAnce-Censis,1155%degliitalia-ni vive in un alloggio costruito primadel 1972, di cuiil 15% costruito primadel 1945, e, quindi, obsoleto e da ri=qualificare. Un patrimonio di4,8 mi-liardi di euro, con edifici con un'etàmedia superiore ai 30 anni, con diecimilioni di immobili realizzati fra il1946 e il 1972, che pone lo Stivale in

testa alla classifica europea per epo-cadicostruzione delpatrimonio edi-lizio. Una situazione che fa sì che leprospettive -future del mercato nònpossano prescindere dainterventi diriqualificazione del co struito in chia-vediefficienzaenergetica, sostenibi-lità e sicurezza; un'esigenza che puòdiventare un nuovo volano per il ri-lanciò economico del settore:

«Per questo - sottolinea il presi-dente di BolognaFiere - nel corsodelSalone cercheremo di tirare unfi-lo di congiunzione tra tre aspettiprincipali: da un lato, i possibili in-terventiperlamessa insicurezza del-l'esistente, ad esempio, con soluzio-ni avanzate di dornotica.che permet-tono di realizzare sensori che, inseri-ti nell'edificio, consentono divaluta-re lo stato dell'immobile. Il secondoaspetto riguarda invece la mostramade in Italy che tira un filo conia ri-presa del costruire italiano». Il Saievedrà, infatti, quest'anno un'esposi-zione che mette in mostra i miglioristudi di progettazione italiani: unavetrina dove ai disegni,,ai plastici, aivideo, alle innovazioni pensate e rea-lizzate direttamente in cantiere, si af-fiancherà un programma di conve-gni con il proposito di svelare la "via

italiana" all'architettura.«L'ultima tematica verrà espressa,

nel format che chiamiamo green ha-bitat che mostrerà soluzioni e ideeper costruire seguendo i criteri dellasostenibilità». L'iniziativa si artico-lerà, infatti, in una due giornifull im-mersion sulle tecnologie attuate dal-le, imprese per il risparmio e l'effi-cienza energetici illustrate da esper-ti italiani e internazionali. «Non ba-sta aggiungere la parola sostenibileper innescare una svolta nel modo dicostruire: ecco perché la parola d'or-

, dine è ricercare e collaborare con iprotagonisti del mondo delle costru-zioni».

D'altro canto a richiedere unasvolta è la stessa situazione dellarealtà edilizia in' Italia che negli ulti-mi anni, secondo il Cresme„ha vistouna contrazione del mercato resi-denziale del 30% in termini di com-pravendite e una riduzione del 20%degli interventi pubblici per infra-strutture tra Stato ed enti locali. «Perrilanciare l'economia non bisognapiù procedere aspot e guardare uni-camente ai tagli ma occorre ripartiredal social housing, dal risparmioenergetico, dalla riqualificazionedelle città e dal ripensare il made inItaly. La necessità è dunque definireun programma e trovare i fondi perfinanziarlo».

Unarielaborazionedei pianiurba-nistici, con la riqualificazione nonsolo dei singoli edificimaanche diin-teri quartieri, con particolare atten-zione alle periferie e alterritorio sonointerventi che appaiono dunque or-maiimprorogabili. «Senzaquestain-versione di tendenza le prospettiveper il settore sono nere», concludeCampagnoli. Un obiettivo che sem-bra rientrare fra le priorità del Gover-no che ha messo a disposizione unaprima tranche di due miliardi di europer finanziare il "Piano íiazionaleper

Riqualificazioni edili Pagina 3

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le città" (anche sel'obiettivo è arriva-re a sei miliardi, con la creazione dioltre 100mila nuovi posti di lavoro)che ha visto già centinaia di comuni(circa 400 le proposte arrivate) farsiavanti con progetti per la rigenera-zioneurbana e peril recupero delter-ritorio. Adesso la palla passa alla ca-bina di regia che dovrà procedere al-la valutazione delle proposte, verifi-cando anche il possesso dei requisitirichiesti, tra cui la cantierabilità im-mediataeil coinvolgimento dei capi-tale privato.

(s.d.p.)

IL NUMERO DI IMPRESE EDILI IN ITALIAVar. % I trim. 2012 su stesso trimestre 2011

-16,7

-9,6

f®t: elaki irepazemdaút9k

NORD OVESTINORD EST

CENTRO

MERIDIONE

ISOLE

TOTALE W

[ PR® ®ZIONE IAll'evento in treno col 30% di sconto e ingresso omaggio

In occasione dei Salone internazionale dell'edilizia,BolognaFiere e Trenitalia hanno raggiunto un accordo chepermetterà a chi raggiungerà il capoluogo emiliano in trenodi usufruire dï uno sconto del 30% sul prezzo del biglietto inandata e ritorno dei treni Freccia ( Frecciarossa,Frecciargento o Frecciabianca) in prima e seconda classe.I viaggiatori avranno diritto anche a un biglietto omaggioper visitare Saie e il Forum "Ricostruiamo l'Italia". Sul sitoweb di BolognaFiere è possibile scaricare il modulo dirichiesta dei biglietto a prezzo agevolato , mentreil biglietto di ingresso alla manifestazione potrà essererichiesto direttamente alle biglietterie , esibendoil proprio titolo di viaggio.

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La qualificazionetenta il grande saltodai siñgoli immObilia interi centñurb

IL SETTORE TENUTO INVITADAGLI INTERVENTI DI RIUSOCOMPIUTI DAI PRIVATI.IL PIANO CITTÀAPPROVATODAL GOVERNO SEMBRAMUOVERSI VERSO OPEREAPIÙAMPIO SPETTRO.MA I FONDI A DISPO SIZIONESONO BRICIOLE RISPETTOALLE ATTUALI NECESSITA'

Luigi Dell'Olio

MilanoFare di necessità virtù per pro-vare arilanciare un s ettorecru-ciale per l'economia italiana,capace di movimentare circa il20% della ricchezza prodottaogni anno (considerando an-che l'indotto). Sembra esserequesta la nuova direzione delmercato immobiliare, che stamettendo in secondo piano iprogetti faraonici di nuovavo-lumetria - non solo perchécostosi, ma anche perché siportano dietro non poche ri-serve sul fronte dell'impattoàmbientale - per favorire lariqualificazione dell'esistente,in ottica di minori consumienergetici e miglioramentodella qualità della vita.

Qualche dato può aiutare ainquadrare lo scenario nelquale sta maturando questatendenza: nel primo trimestredell'anno, certifica 1'Istat, lecompravendite immobiliarisono calate del 16,9% rispettoa dodici mesi prima (-17,2%per il comparto residenziale),e le prime indicazioni sul se-condo trimestre non fannopensare a un cambio dirotta.Di pari passo, le erogazioni dimutui hanno registrato uncrollo del 49,6% (-63,6% perquelli non garantiti da ipote-

_ca), pagando da una parte lastretta ai finanziamenti daparte degli istituti di credito edall'altra la prudenza dei con-sumatori, che preferiscono ri-

mandare gli investimentiin at-tesa di tempi migliori, confi-dando in un'ulteriore riduzio-ne dei prezzi (con il rischio dientrare in una spirale dallaquale saràpoi difficile uscire).

Questo scenario stametten-do in ginocchio molti costrut-tori e sviluppatori, che in mol-ti casi hanno continuato a co-struire anche dopo lo scoppiodella crisi internazionale pertenerefede aicontrattistipula-tiinprecedenza. Sesi conside-ra che queste aziende oggi tro-vano enormi difficoltà a farsifinanziare dalle banche (cosìcome a riscadenzare i vecchidebiti), si fa presto a capire ilperché del freno a mano tiratosui nuovi progetti. Del resto,Scenari Immobiliari stima in130mila gliimmobiliinvendu-ti in Italia, un dato che corri-sponde al 21% delle compra-vendite residenziali registratenel 2011. Quindi una casa sucinque è stata riproposta sulmercato nel 2012 e si è som-mata a tutte le costruzioni ter-minate nei primi mesi dell'an-no e rimaste invendute. Per lasocietà di analisi del mercatoimmobiliare, l'Italia è passatada un tasso di assorbimentodell'80% del2007 al 50% misu-rato negli anni tra il 2008 e il2011, per arrivare al35% di og-gi. Cifre che, combinate conl'ulteriore rallentamento delmercato dovuto al debutto.dell'Imu, rischia di mandaregambe all'aria l'intera filiera,tra licenziamenti nelle azien-de in crisi, immobili che torna-no in pancia alle banche (chenon sanno poi come disfarse-ne) e minori versamenti nellecasse del Fisco.

Per fortuna a limitare i dan-ni c'è la crescente sensibilitàverso i temi della riqualifica-zione, grazie alla convergenzadi diversi interessi. Innanzi-tutto lavolontà di risparmiare,recuperando l'esistente anzi-ché puntare sul nuovo. Quindil'attenzione sempre più spic-cata verso la tematica dei con-sumi energetici: con il caro-bolletta che erode i risparmidelle famiglie, è avvertita sem-pre con maggiore urgenza lanecessità di intervenire sullestrutture edilizieper ridurre ledispersioni (priorità che siestende anche alle città nel lo-roinsieme, compresol'impor-tante contributo degli edifici

pubblici), approfittando an-che del costo di questi inter-venti, sensibilmente calato ri-spetto a qualche anno fa. Nellastessa direzione spingono an-che la crescente sensibilità deicittadini verso i temi green e gliindirizzi politici dominanti alivello nazionale e comunita-rio, che si tramutando in in-

centivi pubblici in favore diquesti interventi.

Cosìnonsorprendono le sti-me del Cresme (Centro ricer-che. economiche sociali dimercato per l'edilizia e il terri-torio), che indicano un volanodi crescita proprio negli inve-stimenti in rinnovo nel perio-do 2012-2015. Considerato

11

peraltro che già lo scorso annoquesta tipologia di interventiha coperto il 65% del mercato(con un giro d'affari di 133 mi-liardi di euro, dicui44,7 miliar-di considerando il solo com-parto residenziale). Finora ilsegmento che ha sviluppato imaggiori volumi è stato quellodella micro-riqualificazione,frtìttoodegli interventi da partedei privati, ma lo stesso Cre-sme ha sottolineato la neces-sità di accelerare anche sullariqualificazione ad ampiospettro dei centriúrbani, recu-perando una politica che nel-l'ultimo decennio è stata qua-

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si del tutto abbandonata. Inquesto senso sembramuover-si il Piano città approvato dalGoverno, che riporta l'atten-zione sulla rigenerazione ur-bana. Il principale ostacoloper passare dai progetti allerealizzazione risiede, però,nella portata dei fondi: l'ese-cutivo ha messo in campo ri-sorse per 220 milioni da utiliz-zare dal 2012 al 2017 (in so-stanza 35 milioni all'anno),che perla mole degli interven-ti necessari appaiono briciole,anche se l'intento è di partirecon questi fondi per favorireanche forme di partecipazio-

COSTRUZIONI,'IIENE SOLO LA GERMANIAVar. % in quantità di investimenti 2011 su 2007

-13,6

-16,5

-21,1

-28,3

-34,2

-45;8

GERMANIA +4,2

GRECIA

IRLANDA

-16,5 Media UE15

FRANCIA

BELGIO

ITALIA

DANIMARCA

11 SPAGNA i

Fonte: elaborazione Ance su dà Commissione Europea

DANIMARCA: +4,9

GERMANIA M n +1,4 °

FRANCIA a +06

-1,5 BELGIO

-1,5 Media LIE15

-6,9 ï ITALIA

-7,4 GRECIA

-9,1 In SPAGNA

w -9,21._a_EJ IRLANDA

ne dei privati agli interventi.Ricordando che la riqualifica-zione non porta solo beneficidal punto di vista estetico (co-sa per altro da non trascurare,anche alla luce degli influssisul turismo) e dei costi per iconsumi energetici (oltre adavvicinare l'Italia ai parametricomunitari in tema di riduzio-ne delle emissioni inquinanti) ,ma anche sul fronte della sicu-rezza. Un tema quanto maiimportanteperunPaese comeil nostro, che negli ultimi anniha dovuto fare i conti con di-versi eventi catastrofici.

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IL CROLLO ITALIANOVar. % in quantità di investimenti 2012 su 2011

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L'indagine Vanno riqualificati due miliardi di metri quadri. Le opportunità

pile è meglioposta meno

I dati dell'Università di MaastricMa il parco edilizio italiano ric

DI ELENA COMELLI

n edificio verde sivende con un pre-mio del 13% rispettoal suo omologo stan-

dard e si affitta al 7% in più. Lastima, prudente rispetto ad altri studi, è di Nils Kok, docenteall'università di Maastricht egrande esperto di mercato immobiliare sostenibile, su cuipubblica ogni anno un rapporto molto seguito, il Global realestate sustainability bench-rr rk.

I(ok convinto che l'efficien-za energetica sia la chiave divolta per battere la crisi e stu-dia in particolare l'impatto economico e ambientale della ri-qualificazione energetica di edi-fici esistenti. «A livello globale,da qui al 2050 solo il 20/, delparco immobiliare complessi-vo sarà di nuova costruzione, ilresto sarà costituito da edificivecchi», tra rilevato nel suo in-tervento a. RE+build di Riva delGarda, la prima convention ita-liana dedicata al rinnov mento

nt: consumi in calo di un terzo'iiede investimenti per 20 miliardie alla gestione sostenibile deipatrimoni immobiliari, che porterà i suoi risultati in un conve-gno al Made Expo (vedi articolo a, pagina. 29).

Il vantaggio competitivo diun edificio con buone prestazioni energetiche ormai è chiaro atutti. Il guadagno per la pro-prietà, oltre che dall'aumentodel valore dell'immobile, è datodal calo del rischio di deprezza-mento e dalla minore possibili-tà che resti sfitto. La riduzionedei consumi di energia, stimatain media del 35%, premia an

che l'affittuario, che può rispar-miare soldi in bolletta. Un'ulteriore opportunità competitivaper l'immobile riqualificato è lacertificazione, che garantisce illivello di prestazioni tenendoconto dell'intero ciclo di vitadell'edificio: il mercato interna-zionale riconosce agli immobilicerti ficati un premio alla vendila, fino al 16%. E le politiche dicontenimento del consuono disuolo, confermate nel disegnodi legge anti-cemento approvato dal consiglio dei ministri ametà, settembre, disincentivano

le nuove costruzioni e di conse-guenza, dovrebbero spingeregli operatori immobiliari a con-centrare i loro sforzi nella vigenerazione del parco edilizio esi

'ente.

«In Italia ci ;,uno oltre 2 mi-liardi di metri quadri di edifica-to da, riqualificare: rivalorizzar-li significherebbe creare occu-pazione e dare nuova linfa vita-le al mercato immobiliare, riasoprattutto servirebbe per rag-giungere gli obiettivi disostenibilità richiesti dalla Comunità europea, che ha stabili-to la necessità di ridurre leemissioni del 20% entro il 2020e dell'80% entro il 2050. Unasfida importante, se si considera che il patrimonio immobilia-re italiano è il secondo più vec-chio d'Europa, dopo la Germa-nia, e che la maggior parte del-le abitazioni è stata costruita dapiù di 40 anni», commentaThomas Miorin, direttore dillabitech, il consorzio trentinodell'abitare sostenibile che unisce oltre 300 imprese, enti di ri-cerca e a' enzie pubbliche. La ri-

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qualificazione del parco edili-zio italiano richiederebbe un in-vestimento tra i 9 e i 20 miliar-di di erro all'anno per circa 60anni e consentirebbe un rispar-mio fino al 900/, dei consumi dicalore, generando 500 mila po-sti di lavoro full time, in base auno studio della European eli-mate founc don.

Isoli, appena tornato da unbiennio d'insegnamento a Berkeley, ha notato invece comeci sia molta più attenzione al tema della riqualificazione degliedifici esistenti negli Stati Unitiche in Europa o in Italia, nono-stante il numero degli edificistorici qui sia notevolmente su-periore. Eppure con una spesamedia di 75 165 euro al metroquadro, secondo Kok, è possibi-le ottenere un risparmio di gestione compreso tra, i 13 e i 26erro per metro quadro all'an-no, con tempi di ammortamenlo stimati fra i 2 e i 12 anni. Se igrandi investitori italiani ci cre-dessero, intorno alle riqualificazioni si potrebbe sviluppare unmercato molto più redditiziodelle nuove costruzioni: già og-gi gli interventi su immobili esi-stenti sono sei volte maggiori ri-spetto alle nuove costruzioni,per un giro d'affari da 6 miliar-di di erro. Ci credono gigantidel commercio come Ikea o Coop, ma non basta In un Paesedove la cementificazione divo-ra ogni anno milioni di ettari diterritorio, spingere al massimol'acceleratore di questo merca-to sarebbe tanto di guadagnatoper tutti.

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Direttive li governo sarà coinvolto in prima battuta con la riqualificazione degli immobili dove risiedono le istituzioni

piano Ue per l'edïlïzia verdeEntro aprile 2013 gli Stati dovranno stabilirei piani per ridurrei consumi complessivi

DI ELENA COMELLI

efficienza energeticanon è più un optional,ma diventa un obbligodi legge . Con la diretti

va adottata dal Consiglio euro-peo, che entrerà in vigore a fineottobre e dovrà essere ratificatadai parlamenti nazionali entro 18mesi, il tema dell 'uso più efficiente dell 'energia si trasforma da am-bizione politica in necessità vinco-lante per i membri dell'Unione.Come ha spiegato Claude Turmes, relatore della direttiva al Par-lamento europeo , puntare sull'effi-cienza è fondamentale non soloper la sicurezza energetica e perla lotta ai cambiamenti climatici,ma è soprattutto un'importantestrategia per stimolare l'economiae creare nuova occupazione.

Turmi:;, ha ricordato che le miportazioni di petrolio e gas sonooggi la principale voce di trasferi-mento di ricchezza dall'Europa alresto del mondo . Se nel 1999 i Paesi dell 'Unione spendevano pocopiù di 84 miliardi di euro per leimportazioni energetiche , cioè cir-ca l'l°° del Pil, nel 2011 questa ci-fra è aumentata di sei volte, fino asuperare i 488 miliardi di euro, pari al 3,9 no del Pil europeo.

Per uscire da questo circolo vizioso, la direttiva stabilisce unquadro comune di misure, obbli-

C%! i9ó¿;'/'/r ï; c'•a dipll'/l,,

gando ogni Paese a fissare unobiettivo nazionale indicativo infunzione del suo consumo di ener-gia, mirato a rispettare la meta comunitaria del20-20-20. Ma alcuniPaesi, in particolare la Finlandia,la Spagna e il Portogallo (la primasi è astenuta, gli altri due hannovotato contro la direttiva in Consiglio europeo). sono preoccupatiper il costo che comporterà l'ado-zione della nuova normativa. Sistima che gli investimenti necessari per raggiungere i target sianocompresi tra i 40 e 50 miliardi dieuro in media per ogni membrodell'Unione.

L'elemento chiave della nuovalegislazione europea sono i pianinazionali. Infatti ad aprile 2013 gliStati membri dovranno presentare i loro programmi nazionali perraggiungere l'obiettivo. Seguiràpoi la valutazione ad hoc dellaCommissione. Se la Commissionedovesse ritenere i piani nazionaliinsufficienti a centrare il targetdel meno 200/., s'impegnerà ad ag-giungere ulteriori misure vinco-lanti in modo da coprire il divario.

Gli enti pubblici dovranno svol-gere un ruolo esemplare, in quan-to gli Stati membri dovranno garantire dal 1° gennaio 2014 la ri-qualificazione del 311/o della super-ficie totale degli «edifici riscaldatieo raffrescati posseduti ed occu-pati dal loro governo centrale»con una «metratura utile totale»superiore a 500 metri quadri; dalluglio 2015 quest'obbligo riguarde-

rà anche gli immobili superiori a250 metri quadri. Gli Stati potranno anche decidere di coinvolgerele amministrazioni di livello inferiore a quello governativo, calcolando il 30/- sulla somma delle su-perfici di tutte le amministrazionipubbliche.

Il Parlamento europeo, il Consi-glio e la Commissione hanno concordato un impegno simile sulfronte degli acquisti pubblici, inmodo che le nazioni assicurinoesclusivamente prodotti, servizied immobili ad alta efficienzaenergetica e incoraggino gli entipubblici, in caso di bandi di garaper appalti di servizi con un conte-nuto energetico significativo, avalutare la possibilità di concluderecontratti di rendimento energeti-co a lungo termine che consentano consistenti risparmi.

Sono previste anche specifichemisure di audit energetico rivoltealle grandi imprese e al public pro-curement. Il green public procure-ment è una delle grandi novità:

nergergeetiw della Ue, parial 3,9% del 9,1 totale: nel1999 era solo l'1%

Consumi totali di energia nell'Unione Europea in milioni di tonnellate equivalenti di petrolio

400

300

200

1

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----- ----------------------------------

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1990 2000 2010

porterà gli enti pubblici a tenerein considerazione i criteri di impatto ambientale e sostenibilitàquali fattori determinanti primadi concedere un appalto o acquistare forniture di beni e servizi.

Inoltre, c'è la richiesta alle conipagnie energetiche di ridurre le loro vendite di energia alle imprese,industrie e famiglie di almeno1'1,5% all'anno: ogni Stato membro dovrà istituire un regime na-zionale obbligatorio per garantirequesto obiettivo. Per raggiungerequesto target, però, i Ventisetteavranno a disposizione una certaflessibilità d'azione e la possibilitàdi utilizzare misure alternativeequivalenti, come la rateizzazionedell'obiettivo o l'introduzione dimisure fiscali ad hoc.

Ma la rivoluzione non finiscequi. Del pacchetto efficienza faparte anche la direttiva Ecodesi-gn, che definirà i nuovi standarddi produzione. di consumo massimio e di commercializzazione conle nuove etichette energetiche peruna buona metà degli apparecchiche consumano energia in Euro-pa, di cui fino ad ora ne sono statiregolamentati solo cinque tipi: televisori, condizionatori, frigorife-ri, lavatrici e lavastoviglie.

Molti degli altri apparecchi, co-me i boiler, i trasformatori o lemacchine per il caffè, dovrebberovedere una stretta proprio nel2012, con una riduzione potenzia-le di un terzo dei consumi elettricieuropei. Si tratta di una decisionemolto delicata per il nostro Paese,visto che l'Italia, dopo la Germania, è il più grande produttore dielettrodomestici d'Europa.

Il modo in cui verranno definitigli standard è un tema cruciale.

(J RIPRODUZIONE RISEINAIA

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Studi Anche la virtuosa Germania ha tirato ii freno

Le case mangia-energiasono troppo numeroseDa riqualificare 10 case al minuto finoal 2050 per centrare i target previstiL , Unione Europea do-

vrebbe riqualificare10 case al minuto fi

no al 2050 per centrare isuoi obiettivi di taglio delleemissioni a effetto serra. Inpratica, si tratta di triplicareil tasso di riqualificazionienergetiche degli edifici europei rispetto alle medie at-tuali, secondo uno studio diBuild with CaRe, consorziodi autorità locali e universitàche riunisce le forze di cin-que Paesi del Mare del Nordparticolarmente impegnatisul fronte del greco buil-ding: Svezia, Danimarca,Germania, Olanda, Belgio eRe°no Unito.

Nello studio si spiega chel'Europa non sta facendo ab-bastanza nemmeno per cen-trare il primo target che cisiamo posti sull'efficienzaenergetica, quello del 2020:attualmente siamo sulla stra-da per arrivare solo a circa lametà della riduzione dei con-sumi che dovremmo mettere in pratica, cioè al 10% anzi-ché al 20%. Le ambizioni diBruxelles non sono sopportate, fino ad oggi, da piani con-creti a livello di Stati membri. D'ora in poi, con il varodella direttiva vincolante, lecose dovrebbero cambiare.

Ma al momento attualeperfino uno dei Paesi piùavanzati in quanto a impe-gno, come la Germania, diquesto passo non riuscirà a

centrare i suoi obiettivi: il ta-glio dell80% del consumoenergetico totale degli edificientro il 2050 e la riduzionedel 25% di quello elettrico.Per ottenere questi risultati.la Germania dovrebbe rad-doppiare il tasso di riqualificazioni energetiche. Ma anche qui non c'è ancora unastrategia concreta per far sìche qu€ o avv, iga. Eppure

duzione elettricanecessaria a co-

'ire con le fontirinnovabili l'au-n sto dei consu-mi: «la metà diquesta cifra ba-sterebbe per latrasformazionein case passive diq( isi tutto il parco immobiliare

II mistro dell'Ambiente Corrado britannico». ConClini. Siamo in ritardo sulle direttive Ue un intervento di

non ci sono barriere tecnolo-giche o investimenti impossi-bili da fare per raggiungeregli obiettivi che l'Europa si èprefissa. Basterebbe utilizza-re le tecnologie esistenti.«Le ricerche più recenti -sostiene lo studio - dimostrano che il 70% dell'ener-gia consumata globalmentepotrebbe essere risparmiatasemplicemente applicando atutte le costruzioni esistenti iprincipi del design passivo»,quindi usandola coibentazio-ne e la ventilazione naturaleper tagliare i consumi dienergia nel riscaldamento e

nel raffrescamento degli edifici. Se l'adozione dello stan-dard degli edifici a consumiquasi zero venisse presa sulserio, l'Europa potrebbe facil-mente puntare ad una riduzione dei consumi energeticidel 400/- al 2050, un valorecoerente con la Roadmap2050 della Commissione eu-ropea che prevede per quel-l'anno di arrivare a un tagliocomplessivo delle emissionidell',-']

,Nello studio si portal'e spio del Regno Unito,dove si preventiva un investimento di 100 miliardi di ster-line da qui al 2020 per sviluppare la nuova capacità di pro

questa portata,gli edifici del Regno Unitonon consumerebbero quasipiù nulla di riscaldamento eraffrescamnento.

Per applicare lo stessostandard a livello europeo,bisognerebbe moltiplicareper dieci questo investimen-to, fino a 500 miliardi di ster-line (600 miliardi di euro).Da lì in poi, il passo sarebbebreve per portare il parco immobiliare europeo a diventa-re produttore di energia inve-ce di consumatore.

E. CO.

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Il ddl che regolamenta le p--oféssioni non ordinistiche vincolato dal p6 ere della

Iter bloccato in senato. In attesa 240 libere associazioniPagina a cura

DI GABRIELE VENTURA

iforma dei senz'albobloccata al senato. Il di-segno di legge che pre-

_vede «disposizioni inmateria di professioni non orga-nizzate in ordini o collegi», ap-provato dalla camera nell'aprilescorso, è infatti fermo in X Com-missione di Palazzo Madamaormai da maggio. E il motivodell'arenamento è la mancan-za del parere della commissioneBilancio, atteso ormai da metàsettembre e vincolante per po-ter procedere alla votazione de-gli emendamenti, presentati aluglio. Un ritardo che, secondole libere associazioni, avrebbel'obiettivo di bloccare il ddl chesembrava ormai correre speditoverso l'approvazione della com-missione Industria, guidata daCesare Cursi. Vediamone i con-tenuti. La proposta di legge, cosìcome approvata dalla camera,riordina il sistema non ordini-stico, e cioè un universo com-posto da oltre 240 associazioni,in rappresentanza di circa duemilioni di professionisti senzaun albo di riferimento, in attesaormai da anni di una disciplinache regolamenti il comparto. Ilprogetto di legge anzitutto affi-da al ministero dello sviluppoeconomico l'elenco delle associa-zioni professionali e l'attività divigilanza sul mercato. In questomodo, chi vorrà identificare conprecisione le attività professio-nali di una data associazione, irequisiti degli iscritti, e quindii titoli di studio, l'eventuale ob-bligo di aggiornamento profes-sionale continuo e così via, potràfarlo andando sul sito internetdello Sviluppo economico. Il te-sto unificato istituisce, infatti,all'articolo 2, comma 7, un elen-co delle associazioni professio-nali e delle forme aggregativeche dichiarano, con assunzionedi responsabilità dei rispettivirappresentanti legali, di esserein possesso dei requisiti previ-sti dalla legge. Le stesse asso-ciazioni (art. 4) pubblicano sulproprio sito web gli elementi in-formativi (disciplinati dall'art.5) utili al consumatore, secondocriteri di trasparenza, correttez-za, veridicità. La legge, inoltre,promuove l'autoregolamenta-

zione volontaria (art. 6) e laqualificazione della prestazioneprofessionale, che si basa sullaconformità della medesima allanormativa tecnica Uni. Quantoalla certificazione di conformitàa norme tecniche Uni (art. 9),la legge prevede che le associa-zioni professionali collaborinoall'elaborazione della norma-tiva tecnica Uni relativa allesingole attività professionali,«attraverso la partecipazione ailavori degli specifici organi tec-nici o inviando all'ente di nor-mazione i propri contributi nel-la fase dell'inchiesta pubblica,al fine di garantire la massimaconsensualità, democraticità etrasparenza». Le medesime as-sociazioni possono promuoverela costituzione di organismidi certificazione dellaconformità per isettori di com-petenza. Gli or-ganismi accre-ditati possonorilasciare, surichiesta delsingolo pro-fessionistaanche non

iscritto ad alcuna associazione,il certificato di conformità allanorma tecnica Uni definita perla singola professione. Il siste-ma proposto dall'articolato, se-condo Cna Professioni, che riu-nisce una parte del mondo nonordinistico e che si è battuta perportare avanti questo progetto,è aperto a due scenari: il primotende a esaurire con l'attestatorila- sciato dall'associazione

tutto il procedi-mento di ricono-scibilità dellaprofessione.Tale ipotesipuò valere peralcune pro-

fessioni, chelavorano pre-

Ces,saf= Cx rsi

valen-

temente per l'impresa, le cuiassociazioni sono parte di or-ganismi o network internazio-nali. Il secondo scenario, invece,«realizza pienamente il valoresistemico della legge perché siadatta a tutte quelle professio-ni che nel settore giuridico, tec-nico e del benessere svolgonoattività specialistiche anchein concorrenza con gli ordiniprofessionali».

In questo caso, «la necessitàdi una normazione attraver-so la procedura dell'Uni, cheprevede una complessa e par-tecipata attività istruttoria,e di certificazione, attraversoorganismi di parte terza, peri professionisti più integratiin un sistema di mercato, co-stituirebbe il riconoscimentodi un processo già in corso datempo». «L'Uni», prosegue CnaProfessioni, «ha già chiusoalcune istruttorie per alcuneprofessioni non regolamentatee la Fac, Federazione della as-sociazioni per la certificazione,ha già provveduto a certificare

—1`L' alcune centinaia di professio-nisti».

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erto fa (Cna professioni): il ritardo è volutoLa commissione Bi-lancio non dà, il pa-rere sulla riformadei senz'albo perchévuole bloccare l'iterdella legge. Lo affer-ma Giorgio Berloffa,presidente di CnaProfessioni, che vededietro l'improvvisostop dei lavori par-lamentari sul ddl incommissione Indu-stria al senato unamotivazione di natu-ra politica.Domanda. Perché dasettembre la leggeviene regolarmen-te calendarizzata incommissione e poinon va avanti?Risposta. La commis-sione Bilancio stabloccando tutto. Lanostra idea è che siatutto fatto apposta,da parte di chi ritie-ne che questo ddl sia qualcosa di aberranteperché riconosce figure come maghi e viadicendo. A queste critiche noi rispondiamocon la norma IJni, che è una vera e pro-pria commissione, e che rende impossibi-le l'eventualità, di riconoscere professionistrane. Ma a quanto pare è stato un dialogotra sordi.D. La commissione Industria non può comun-que fare nulla?R. lhtti i capigruppo hanno preso posizioneper sbloccare i lavori ma non è servito. Dal15 settembre il presidente della V commissio-ne ha sulla scrivania una legge che attendeil suo parere e comunque non lo dà. Questononostante la Ragioneria dello stato si siagià, espressa a gennaio. La mia impressioneè che non lo faranno mai uscire, anche se

Giorgio Budoffa

ritengo impensabile che una persona solapossa andare contro l'interesse di 2 milionidi professionisti e di tutti i cittadini. Parlia-mo di settori come quello sanitario, con gliosteopati, economico, con i tributaristi, e ditutta una serie di situazioni per cui oggi i cit-tadini non sono ancora in grado di scegliere ilprofessionista più affidabile. Tra l'altro dallalegge non derivano oneri di spesa finanziaria,quindi non c'è neanche la giustificazione deicosti.D. Quali saranno le vostre prossime mosse?R. Restare in attesa. La commissione Indu-stria non può muoversi perché il parere delBilancio è vincolante. Venti giorni fa il presi-dente è stato sollecitato da più parti, ma sec'è la volontà, di non far passare il testo c'èben poco da fare.

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E ancorapossibilerivolgersiall'ufficio

Allo sportello unico perl'edilizia, del quale si discute-va l'abolizione visto l'insuc-cesso relativo che l'istitutoaveva avuto sul piano prati-co - specie se paragonatocon lo sportello per le attivi-tàproduttive - sono ora attri-buiti poteri e competenzeche appaiono idonei a garan-tire un buon impulso proce-dimentale. Questo, pertanto,nelle intenzioni del legislato-re, dovrebbe essere lo stru-mento di accertamento ditutte le attività di competen-za comunale relative alle pra-tiche edilizie, oltre che l'uffi-cio deputato a dare impulsoal procedimento edilizio.

Tant'è vero che le comuni-cazioni al richiedente sonotrasmesse esclusivamentedallo sportello unico per l'edi-lizia; gli altri uffici comunali ele amministrazioni pubblichediverse dal Comune, che so-no interessati al procedimen-to, non possono trasmettereal richiedente atti autorizzato-ri, nulla osta, pareri o atti diconsenso, anche a contenutonegativo, comunque denomi-nati e sono tenuti a trasmette-re immediatamente allo spor-tello unico per l'edilizia le de-nunce, le domande, le segnala-zioni, gli atti e la documenta-zione ad esse eventualmentepresentati, dandone comuni-cazione al richiedente.

Viene da chiedersi, a que-sto punto, se sia ancora possi-bile, come avviene oggi nellaprassi, che gli interessatisi fac-ciano parte diligente e si rivol-gano direttamente alle ammi-nistrazioni interessate per ri-solvere i profili di tutela deivalori vincolati, prima di pre-sentare al Comune il progettoedilizio.Agiudicare dalle nuo-ve disposizioni parrebbe dino, e che il Sue accentri e as-sorba ogni competenza. An-che perché secondo il nuovocomma 7-bis dell'articolo 5del Dpr 380/2001 «le ammini-strazioni pubbliche diversedal Comune, che sono interes-

sate al procedimento sono te-nute atrasmettere immediata-mente allo sportello unicoperl'ediliziále denunce, le do-mande, le segnalazioni, gli at-ti e la documentazione ad es-se eventualmente presentati,dandone comunicazione al ri-chiedente»,conlaconseguen-za che la domanda di nullaosta presentata direttamenteall'ente competente sarebbedestinata a tornare in Comu-ne prima ancora di essereistruita nel merito. Eppureun'attività preventiva del pri-vato che scegliesse dirivolger-si alle amministrazioni inte-ressate per ottenerne l'assen-so prima della presentazionedelprogetto parrebbe consen-tita, almeno per gli interventisoggetti a Dia, dall'articolo 23,Dpr 380/2001, non modifica-to in parte qua, laddove con-sente l'allegazione alla Diadelparere favorevole dell'am-ministrazione preposta, adesempio, alla tutela paesaggi-stica e ambientale.

Sempre in termini di acce-lerazione e semplificazione,il decreto sviluppo è interve-nuto anche sul procedimen-to di rilascio del permesso dicostruire (articolo 20 Dpr38o/2001) prevedendo che,se entro i 6o giorni non sianointervenute tutte le intese, iconcerti, i nulla osta o gli as-sensi, il responsabile dellosportello unico indice la con-ferenza di servizi.

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Le semplificazioni introdotte dal decreto 83/2012

Permessi edilizi più velociin conferenza dei serviziGli assentipossono inviareil parerefavorevole

Guido A. Inzaghi

Con le novità dettate dal de-creto sviluppo - il Dl 83/2012 -lo sportello unico per l'edili-zia (Sue) costituisce l'unicopunto di accesso per il privatointeressato in relazione a tuttele vicende amministrative ri-guardanti il titolo abilitativo el'intervento edilizio, che rispon-de al posto di tutte le Pa coinvol-te. Tra i compiti dello sportelloc'è anche quello di acquisire -anche mediante conferenzadei servizi - gli atti di assensodelle amministrazioni prepo-ste alla tutela ambientale, pae-saggistico-territoriale, del pa-trimonio storico-artistico o allatutela della salute e dellapubbli-ca incolumità (articolo 5, com-ma i-bis del Dpr 38o/2ooi) non-ché gli altri pareri di autoritàeventualmente coinvolte nelprocedimento, come ad esem-pio il parere vincolante dellaCommissione per la salvaguar-dia di Venezia per gli interventiin quell'area. Eproprio all'acce-lerazione della conferenza deiservizi è dedicata un'altra dellemodifiche del Dl 83.

La conferenza dei servizi èuno strumento disemplificazio-ne procedimentale disciplina-to in via generale dagli articoli14 e seguenti della legge24i/199o. Esistono due tipi diconferenza dei servizi. Quellaistruttoria, prevista dal commai dell'articolo 14 della legge,può essere indetta quando è op-portuno che l'attività istrutto-ria relativa a un certo procedi-mento si svolga con la collabo-razione di più soggetti pubblicivariamente interessati.

La riunione «decisoria»Più complessa è la disciplinadell'altro tipo di conferenza deiservizi, quella decisoria. L'ado-zione di un determinato provve-dimento amministrativo è sem-pre competenza di una specifi-ca amministrazione (per i titoliedilizi, il Comune). Tuttavia,nei procedimenti più comples-si, la competenza dell'ammini-strazione procedente si integracon quella di altre amministra-zioni a tutela di determinati inte-ressi superiori. E così, ad esem-pio, l'attività dei permessi edili-zi è sempre soggetta al pareredelle Pa poste a tutela del pae-saggio, dell'ambiente, della salu-te pubblica, del patrimonio sto-rico e archeologico.

Quando ciò avvenga, ciascu-na di queste amministrazioni èchiamata a dare il proprio assen-so. Quando queste amministra-zioni siano più d'una e le valuta-

zioni da compiere siano partico-larmente complesse, l'eserciziodei loro poteri potrebbe rallen-tare notevolmente il procedi-mento. La conferenza dei servi-zi, obbligatoria ormai perla stra-grande maggioranza dei proce-dimenti, consente la valutazio-ne, in un'unica sede di tutti gliinteressi variamente coinvoltinel procedimento. Tutte le am-ministrazioni sono convocatein un'unica sede secondo le for-me previste dall'articolo 14-terdella legge 241 perché esprima-no nella medesima sede il pro-prio assenso o dissenso all'inter-no della conferenza dei servizientro un dato termine.

La conferenza e gli assentiLa regola è chele determinazio-ni in sede di conferenza dei ser-vizivengano prese amaggioran-za degli enti coinvolti: meglio,l'amministrazione che ha lacompetenza ad adottare ilprov-vedimento finale può provvede-re se ha l'assenso della maggio-ranza degli entiinteressati. In al-cuni casi, tuttavia, esigenze ditutela di interessi superiori giu-stificano dei correttivi. E così,ad esempio, se il procedimentoha ad oggetto permessi relativiad opere soggette a valutazionedi impatto ambientale, la deci-sione fmale non può essere as-sunta prescindendone, mentreil dissenso diun'amministrazlo-ne preposta alla tutela ambien-tale, paesaggistico-territoriale,

o del patrimonio storico e arti-stico può essere superato solocon la remissione della decisio-ne alla Presidenza del Cönsi-glio dei ministri.

In ogni caso le amministra-zioni coinvolte hanno l'oneredi intervenire in conferenzadei servizi manifestando lapropria posizione. Qualoraciò non avvenga, salvo per iprovvedimenti in materia diVia e Vas, si considera assuntol'assenso dell'amministrazio-ne, anche se preposta alla tute-la paesaggistico territoriale eambientale, il cui rappresen-tante non abbia espresso defi-nitivamente la volontà dell'am-ministrazione rappresentata.

Da ultimo, dopo le modifi-che del Dl 83/2012, le ammini-strazioni che intendono espri-mere parere positivo possononon intervenire alla conferen-za di servizi e trasmettere ipro-pri atti di assenso. Non sarà ne-cessario , pertanto, chele ammi-nistrazioni volta per volta inte-ressate al procedimento parte-cipino fisicamente alle riunionidella conferenza dei servizi in-viando un loro rappresentanteautorizzato a esprimere la vo-lontà per l'ente, essendo suffi-ciente l'invio tempestivo di unatto d'assenso allo sportello. In-fine la determinazione adotta-ta dalla conferenza di servizi è,ad ogni effetto, titolo per la rea-lizzazione dell'intervento.

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Permesso di costruire Pagina 13

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In sintesi

WWW .>ì wr.

IComuni, ancheassociandosi tra loro,hanno l'onere di costituirelo sportello unico perl'edilizia (Sue) che curatutti i rapporti tra privato,l'amministrazione e, oveoccorra, le altreamministrazioni tenute apronunciarsi in ordineall'intervento edilizio perilqualeè richiesto il titolo

Ferme restando lecompetenze delresponsabile delprocedimento, è i[ Sue cheha l'onere dell'impulso edè competente alladichiarazione dellaconferenza dei servizi perl'acquisizione degli attid'assenso necessari allarealizzazionedell'intervento

In caso di interventisoggetti a permesso dicostruire il Sue hal'onere, su impulso delresponsabile delprocedimento, diacquisire tutti i pareri egli atti di assenso delleamministrazionititolate a esprimere ilproprio parere sulprogetto

Se entro 60 giorni dallarichiesta non sonointervenute le intese o gliatti di assenso richiesti, oè intervenuto i l dissensodi una delleamministrazioni coinvolteilSue convoca laconferenza dei servizisecondo le regole degliarticoli 14 eseguenti dellalegge 241 del 1990

Il provvedimento finaledella conferenza deiservizi è adottato daldirigente o dalresponsabiledèll'ufficio competentee notificato a cura delSue.Questo costituisce iltitolo perlarealizzazionedell'intervento

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Appalti, liti a costo variabileIl contributo unificato è calcolato in proporzione al valore della causa

PAGINA A CURA DIAntonello Cherchi

2 Dissuadere iricorsimaan-che incentivarli. È la linea sucui si muove il disegno di leg-ge di stabilità approvato dalGoverno nella notte tra marte-dì e mercoledì. Quello chesembra all'apparenza un com-portamento schizofrenico, inrealtà ha obiettivi ben precisi.Da un lato, infatti, si è calcatala mano sul contributo unifica-to da pagare in caso dì impu-gnazione quando le controver-sie si rivelano, alla fine, prete-stuose, cioè portate avanticon evidenti scopi dilatori: sul-le cause di appello respinte in-tegralmente, dichiarate inam-missibili o improcedibili, gliimporti, infatti, raddoppiano.L'intento è di evitare che le au-le delle corti vengano affollatedi ricorsi destinati fin dall'ori-gine a bocciatura certa, che di-stolgono il personale togato enon dal lavoro su altri frontidel contenzioso.

Crescono le °eIl costo va da un minimo di 2mila euro per ricorsi fino a 200milaa un massimo di 6mila euro per controversie superiori al milione

Dall'altro lato, il contributounificato è stato differenziatoperpermettere un accesso me-no restrittivo alla giustizia. È ilcaso degli importi versati perle cause in materia di appalti eper quelle relative ai provvedi-menti delle Autorità di garan-zia. Ricorsi, dunque, di compe-

, ELW- ELa modifica è stata indottada una lettera dell'Unionea Palazzo Chiginella quale si prefigural'infrazione comunitaria

tenza dei giudici amministrati-vi. Il D198 del 2011, convertitodalla legge ut, ha ritoccato ver-so l'alto il contributo unificatoe ha raddoppiato gli importiper il contenzioso sulle operepubbliche, portandolo da 2mi-la a 4mila euro. Spesa che nonha eguali fra quelle che, in tut-

te le giurisdizioni , si devonoversare per chiedere giustizia.

Èpurvero chele cause di ap-paltihanno un valore molto al-to, che facilmente supera i mi-lioni di euro. Esistono, però,anche ricorsi il cui valore hamolti meno zeri , sui quali uncontributo unificato di 4milaeuro diventaunpeso significa-tivo, inducendo la parte a ri-nunciare, per questioni econo-miche, al processo.

È una riflessione a cui il no-stro Governo è stato indottodalla Commissione europea,che ha scritto una lettera a Pa-lazzo Chigi e al ministerodell'Economia per chiedereragguagli sugli effetti dell'au-mento del contributo unifica-to, inparticolare di quello rela-tivo airicorsi sugli appaltipub-blici. La Ue ha.domandato co-me mai quest 'ultimo importosia stato stabilito in misura fis-sa e non proporzionale rispet-to al valore della causa.

Le delucidazioni chieste

dall'Europa non sono mosseda semplice curiosità. Allespalle c'è il rischio da partedell'Italia dell'ennesima infra-zione comunitaria, perchél'aumento del contributo uni-ficato sugli appalti si porreb-be in contrasto con la diretti-va89/665/Ue, modificata dal-la direttiva 2007/66/Ce, en-trambe in materia di appaltipubblici, e sarebbe non in li-neaanche coniprincipifonda-mentali del Trattato. Ciò chesi potrebbe configurare è, in-fatti, una compressione del di-ritto alla concorrenza attra-verso vincoli eccessivi al dirit-to di giustizia.

La lettera ha innescato unconfronto tra Palazzo Chigi,Mef e giudici amministrativi,sfociato , appunto, nella nor-ma contenuta nel Ddl di stabi-lità. Disposizione che ha sca-glionato il contributo unifica-to dovuto per iricorsi sugli ap-palti pubblici, diminuendol'importo daversare perle cau-

se diminor valore e aumentan-do, fino a 6mila euro, quelloperle controversie più ricche.

Per riequilibrare i conti, ilGoverno haperò aumentato ilcontributo unificato per i ri-corsi in cui si applica il rito ab-breviato comune (l'importo èpassato dai.5oo ai.8oo euro) equello per tutte le altre cause,compresi i ricorsi al presiden-te della Repubblica, che è cre-sciuto di 5o euro, da 6oo a 650.Inoltre, il contributo unificatoaumenta del5o% perle contro-versie che dal Tarvanno all'ap-pello del Consiglio di Stato.

Il nuovo impianto trovad'accordo i giudici ammini-strativi. Secondo il presiden-te del Consiglio di Stato, Gian-carlo Coraggio, in questo mo-do si è riequilibrato il caricodelle spese di giustizia perchi deve fare ricorso e si è al-lontanato il rischio dell'aper-tura di un caso da parte del-l'Unïone europea.

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I nuovi importi (in euro)del contributo unificatoperi ricorsi davanti ai Tar

300Diritto di soggiornoRicorsi per accesso aidocumenti amministrativi;contro il silenzio assenso; peril diritto di: cittadinanza, diresidenza, di soggiorno, diingresso nelterritorio delloStato; di esecuzione dellasentenza; di ottemperanzadelgiudicato

Pubblico impiegoRicorsi in materia di pubblicoimpiego con un valorefinoa1.100 euro

Pubblico impiegoRicorsi in materia di pubblicoimpiego con un valore da1.100 fino a 5.200 euro

1d1l103Pubblico impiegoRicorsi in materia di pubblicoimpiego con un valore da5.200 fino a 26mila euro

225Pubblico impiegoRicorsi in materia di pubblicoimpiego con un valore da26mila fino a 52mila euro

330impiego

Ricorsi in materia di pubblicoimpiego con un valore da52mila fino 260mila euro

.

Pubblico impiegoRicorsi in materia di pubblicoimpiegocon un valore da260mi lafino a 520mila euro

733Pubblico impiegoRicorsi in materia di pubblicoimpiego con un valoresuperiore a 520mi la euro

1800(1.5OnìEnti pubbliciRicorsi in cui si applica il ritoabbreviato comune

AppaltiRicorsi relativi alle proceduredi affidamento di lavoripubblici, servizi e forniture econtro i provvedimentiadottati datteAutoritàindipendenti con valore dellacontroversia fino a 200milaeuro

AppaltiRicorsi relativi alle proceduredi affidamento di lavoripubblici, servizi e forniture econtro i provvedimentiadottati dalle Autoritàindipendenti con valore dellacontroversia tra 200mi lá eun milione di euro

AppaltiRicorsi relativi alte proceduredi affidamento di lavoripubblici, servizi e forniture econtro i provvedimentiadottati dalle Autoritàindipendenti con valore dellacontroversia superiore a 1milione di euro

650 (600)Ricorsi al Capo dello StatoTutti gli altri ricorsi,compreso quellostraordinario al presidentedella Repubblica

Gli importi sono aumentatidella metà nel caso ildifensore non indichil'indirizzo di mai l certificatae il recapito fax e nel caso deigiudizi di impugnazione* Prima previsto nellamisura fissa di 4mila euroNota: tra parentesi l'importoprecedente

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L'intermediario o il Caf possono certificare il versamento delle ritenute ed e ll'Iva relative ad appaltatore e subappaltatore

Appalti sofidah, protessiloruNella circolare 40/E niente modello standard di asseverazione né chiarimenti sui rischi

PAGINAA CURA DIAlessandro Rota Porta

.., Lanuova disciplina sullare-sponsabilità fiscale «solida-le» tra appaltatore e subappal-tatore per il versamento delleritenute sui redditi di lavoro di-pendente e dell'Iva nell'ambitodei contratti di appalto e subap-palto di opere e servizi, previ-sta dal Dl 83/2012, chiama incausa non soltanto i soggettidella "catena" (committente,appaltatore e subappaltatore),ma anche i professionisti e iCaf che li assistono.

Come talvolta accade, anchecon riferimento allaverifica de-gli adempimenti in materia tri-butarla prevista dal DI 83/2012,il legislatore "scarica" agli ope-ratori-m materia lavoristica e fi-scale la responsabilità di attesta-re la regolarità degli stessi.

Infatti, secondo quanto previ-sto dalla norma e in parte chiari-to dalla circolare delle Entrate4o dell'8 ottobre 2012 (si veda IlSole 24 Ore del 9 ottobre), oltrealla soluzione «faida te», gli ap-paltatori e i subappaltatori po-tranno rivolgersi aiprofessioni-sti abilitati per richiedere l'asse-verazione dell'attestazionedell'avvenuto adempimento de-gli obblighi fiscali, utile a dimo-strare il regolare versamentodell'Iva e delle ritenute sui red-diti da lavoro dipendente (Irpefe addizionali regionali e comu-nali), scaduti alla data del paga-mento del corrispettivo.

Il rilascio dell'attestazione

La circolare delle Entrate nonillustra, però, le conseguenzeche si potrebbero verificare sel'attestazione rilasciata doves-se risultare non corretta: inparticolare, non spiega in qua-li rischi potrebbe incorrere ilprofessionista.

Peraltro, non-essendo statafissata una validità dell'asseve-razione, questi dovrà prestare

molta attenzione alle tempisti-che del rilascio, eventualmen-te indicando che il controllocomprende i versamenti effet-tuati fino a una certa data: incaso contrario, il rischio è quel-lo di produrre una dichiarazio-ne non allineata.

Sarebbe stata comunque au-spicabile l'adozione di una mo-dulistica standard da adottaresia in caso di asseverazione,sia in caso di dichiarazione so-stitutiva, così da garantire unamaggiore chiarezza.

La verifica dei datiIl professionista, se non già inpossesso dei dati necessari, po-trebbe chiedere al cliente l'elen-co dei lavoratori adibiti all'ap-palto-subappalto e delle relati-ve buste paga, per verificare larispondenza delle ritenute ope-rate rispetto a quelle versatecon il modello F24.

Questo aspetto si rivela mol-to complicato, soprattutto nelcaso di imprese di dimensionielevate e con diversi contrattidi appalto-subappalto in atto:in queste ipotesi, solo un con-trollo capillare (su tutto il com-plesso aziendale) può garantire- per esclusione - che siano statiassolti anche gli obblighi riferitial contratto in questione.

L'altro aspetto dai contorniancora nebúlosi riguarda pro-prio quale tipologia di control-li sia chiamato a svolgere l'in-termediario: in caso contrario,difficilmente quest'ultimo sisentirà di rilasciare un'asseve-razione di regolarità. A menoche non disponga di una cono-scenza approfondita della si-tuazione del cliente.

Dal tenore della circolareemerge altresì che il contenu-to dell'attestazione deve com-prendere anche i riferimentiinerenti l'Iva e le ritenute suiredditi da lavoro dipendentenon versate, perché ad esem-

pio l'obbligo di versamentonon è mai sorto (reverse char-ge) o perché il tributo è statocompensato.

Infine, rimane da chiarire senel controllo dei versamentidebbano essere comprese an-che le ritenute sui redditi assi-milati a quelli di lavoro dipen-dente quali - ad esempio - quel-le operate sui compensi di even-tuali lavoratori parasubordina-ti impiegati nelle prestazioni inappalto-subappalto.

Poiché, come è stato anchechiarito dalla circolare del Lavo-ro n. 5/2011, questi soggetti pos-sono godere delle tutele deri-vanti dalla solidarietà, è possibi-le che vi rientrino anche le rite-nute sui relativi compensi.

sponsabilità solidale

e t il particolare regime giuridicoper cui i soggetti coinvolti in unappalto-subappalto sono chiamatia rispondere in solido per gli oneridi carattere retributivo,contributivo e fiscale derivantidall'appalto e dal subappalto.È una responsabilità oggettiva,che scatta indipendentementedalla colpevolezza o meno delsoggetto obbligato in solido.Se uno dei soggetti non rispettagli obblighi, gli altri saranno tenutia regolarizzare gli adempimenti,salvo particolari esimenti

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Il meccanismo• La responsabilità solidale tra appaltatoreesubappaltatore

(prevista dall'artiçolo 35, comma 28, del Dl223/2006, comemodificato dall'articolo 13-ter del Dl 83/2012) si applica neicontratti di appalto e di subappalto di opere, forniture e serviziconclusi da soggetti Iva e, in ogni caso, dai contribuenti Iresindicati dagli articoli 73 e 74 del Tuir (società, enti commercialie non, e così via)

• Sono escluse dalla responsabilità solidale le stazioni appaltantidei contratti pubblici (Dlgs 163/2006)

• L'appaltatore, prima di versare il corrispettivo alsubappaltatore,deve verificare che siano stati correttamente effettuati gliadempimenti per il pagamento delle ritenute fiscali sui redditi dilavoro dipendente e dell'Iva dovuta dallo stesso subappaltatore.Per farlo, deve acquisire la documentazione idonea prevista dallacircolare delle Entrate n. 40 del 2012. Non ci sono limiti temporaliper il regime di solidarietà, salvo la prescrizione ordinaria.Il pagaüienfó può essere sospeso fino all'esibizione delladocumentazione da parte dei subappaltatore

• Il committente deve controllare gli adempimenti fiscali eseguiti •dall'appaltatore e dagli eventuali subappaltatori

• In caso di mancata verifica, scatta la responsabilità solidale traappaltatore e subappaltatore: l'appaltatore risponde in solido, nellimite dell'ammontare del corrispettivo dovuto. Gli atti che devonoessere notificati entro un termine.di decadenza al subappaltatore,sono notificati entro lo stesso termine anche all'appaltatore

• Peri[ committente che omette di verificare la correttezzadegli adempimenti, scatta la sanzione amministrativa da 5mila a200mila euro

• Per provare la regolarità dei versamenti fiscali scaduti alla datadel pagamento dei corrispettivo, si può ricorrere all'attestazionedell'awenuto adempimento di tali obblighi rilasciata conl'asseverazione di un professionista abilitato (consulente del lavoro,commercia lista) odi un responsabile Caf imprese

• Si può provare la regolarità dei versamenti fiscali anche presentandouna dichiarazione sostitutiva che indichi: il periodo in cui l'Ivaper i lavori eseguiti è stata liquidata, specificando se è scaturitoun versamento o se è stato applicato il regime dell'Iva per cassao il reverse charge; il periodo in cui te ritenute sui redditi di lavorodipendente sono state versate (o compensate parzialmente ototalmente); gli estremi del modello F24 relativo agli importi;l'affermazione che gli oneri includono quelli riferiti al contrattod'appalto-subappalto

• Nel meccanismo della solidarietà dovrebbero rientrare anche le«forniture» (articolo 35, comma 28-ter, decreto legge 223/2006)

• La circolare dell'agenzia delle Entrate 40/2012 includeanche il committente nel regime di responsabilità solidale,contrariamente a quanto prevede la norma, che lo assoggettasolo alle sanzioni

• La circolare 40/2012 non chiarisce quale sorte debbano seguire ipagamenti delle prestazioni di appalto avvenuti tra il 29 aprile 2012(data di entrata in vigore del sistema previgente, disposto dal decretolegge sulle semplificazioni fiscali) e l'11 agosto 2012 (giornoantecedente l'entrata in vigore dell'attuale regime di responsabilità)

• Èdubbia l'attrazione delle ritenute suiredditi assimilatia quelli da lavoro dipendente (come i compensi dei lavoratoria progetto occupati nell'ambito dell'appalto o delsubappalto)nel vincolo solidaristico

In quali casi si applicala responsabilità solidale fra appaltatore e subappaltatore

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Il cuore digitale delle start upPer il Politecnico di Milano la metà delle imprese si concentra nell'Ict

Barbara Bisazza

¡ : Investendo 300 milioni nel-le primissime fasi delle start upitaliane, l'impatto sul Pilpotreb-be essere di almeno 3 miliardiin dieci anni: unaresa pari a die-ci volte le risorse investite, se-condo i calcoli effettuatidall'Osservatorio start up dellaSchool ofmapagement del Poli-tecnico di Milano.

Le stime sono state realizzatesulla base di una critica trasposi-zione di alcune ricerche interna-zionali e prendendo come riferi-mento la stessa cifra, 300 milio-ni, messa a disposizione in Ger-mania dal fondo High-TechGruenderfonds, che ha avutoun ruolo chiave nell'avviare il si-stema tedesco delle start up. LaGermania può vantare, nel 2011,ben 544 operazioni di investi-mento in start up, per un valoredi 431 milioni, mentre l'Italia neconta appena 1o6, per 82 milionidi fmanziamenti. Con una meta-fora calcistica, Germania batteItalia 5 a i. Ma anche Francia eRegno Unito sono molto piùavanti di noi (si veda la schedain pagina). C'è da precisare chequesti numeri considerano solole start up finanziate da investi-tori istituzionali (società diinve-stimenti, fondi comuni, Sicav,fondi pensione), mentre sfuggealle ricerche un volume ben su-periore di start up finanziate dainvestitori "informali", qualibu-siness angel, familydffice, frien-ds&family.

«In Germania i 300-milioni diinvestimenti seed hanno attiva-to un circolo virtuoso difinanzia-menti privati - spiega AndreaRangone, responsabile scientifi-co dell'Osservatorio start up edell'Osservatorio agenda digita-le della School of managementdel Politecnico di Milano -. Se ciriuscissimo anche in Italia,avremmo sul Pil un impatto mol-to maggiore di tre miliardi».

In base al monito'raggiodell'Osservatorio, in Italia ci so-

no poco più di una ventina di in-vestitori istituzionali realmen-te attivi nel finanziamento del-le start up, a cui si aggiungonouna decina di incubatori priva-ti, che forniscono anche risorsee servizi a valore aggiunto, euna trentina di incubatori uni-versitari che però fornisconosolo servizi, dagli spazi attrezza-ti al trasferimento tecnologico;gli investitori "informali" sonoun centinaio, tra business angele family office.

Nelle economie mature, co-me la nostra, la crescita è dovutainbuona parte alle nuove impre-se che sorgono, in particolare,nei settori hi-tech. In Italia, l'Ictpesa per quasila metà degli inve-stimenti in start up 01 6o% negliUsa), «per questo - spiega Ran-

Start up

•Sono le imprese alle prime fasi delloro ciclo di vita. Il decreto sviluppodefinisce le start up come tutte lesocietà di capitali non quotate e .residenti o soggette a tassazione inItalia, che: sono detenutedirettamente e almeno al 51% dapersone fisiche; sono in attività danon più di 48 mesi ; hanno unfatturato non superiore a 5 milioni;non distribuiscono utili; hanno peroggetto sociale lo sviluppo diprodotti o servizi innovativi, ad alto_ya[ore tecnologico; hannocontabilità trasparente senza cassacontanti (salvo i rimborsi spese);destinano a R&S almeno il30%della spesa ; almeno un terzo dellaforza lavoro è costituito dapersonale con dottorato di ricerca,o dottorandi o laureati con attivitàalmeno triennale di ricerca

gone - l'Osservatorio, natoall'inizio di quest'anno, ha con-centrato l'attenzione per ora suquest'ambito, e in particolaresul mobile, mercato nel qualel'Italia ricopre una posizione dileadership alivello internaziona-le, con alcune aziende che stan-no ottenendo risultati di granderilievo» (si vedano la grafica afianco e l'articolo in pagina).

Il decreto sviluppo bis hadedi-cato alle start up un'importantesezione. «Senz'altro positiva l'at-tenzione sul tema e ilvaro di nor-me che agevoleranno le fasi dinascita, gestione e anche chiusu-ra - commenta Rangone -; la de-fiscalizzazione degli investimen-ti in start up, sia per le impreseche perle persone fisiche, favori-rà un flusso ingente di capitaliprivati nei prossimi anni. La no-ta dolente è che il decreto non haprevisto risorse finanziarie di-rette, pur contemplate nei lavoripreparatori del ministero delloSviluppo; ma confidiamo che unnuovo provvedimento potrà al-locare risorse per un'entità tra iSo e i Zoo milioni».

Un importante ruolo per losviluppo delle professionalitàimprenditoriali dei giovani, chepotranno creare start up, è quel-lo formativo, in capo soprattut-to al sistema universitario. «Pur-troppo - commenta Rangone -nel decreto non c'è traccia di al-cuna riflessione su questo ruolodell'università, né a livello diformazione né a livello di incu-batoci e trasferimento tecnolo-gico. Addirittura, l'articolo 25codifica l'incubatore certifica-to con riferimento al solo incu-batore privato, senza considera-re quelli pubblici, che pur esisto-no da tempo, per esempio al Po-litecnico di Milano o all'Univer-sità di Trieste».

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.........................................................................Terza puntataLe precedenti sono state pubblicatesul Sole 24 Ore del Lunedì l'i e l'8 ottobre

ICT Pagina 19

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Focus sull'hi-tech

Le start up italiane nel settore Ict e la loro suddivisione per tipologia di investitore nel 2011

TOTALE OPERAZIONI IN ICT ITALIA

2012Primi 9 mesi

29

24

ITALIA

106

. páuGERMANIA

544Le startup che nel2Oll hanno Le start upchenel2011hannoricevuto finanziamenti da ricevuto finanziamenti dainvestitori istituzionali, investitori istituzionali,per un totale di 82 milioni dieuro per un totale di 431 milioni di euro

l ®FRANCIA

371Le start up finanziáte nel 2011 dainvestitori istituzionali,per un totale di 597 milioni di euro

2011

44

Fonte: Osservatorio sulle startup in Italia della School of management del Politecnico di Milano

NOI E GLI ALTRI

Gli investimenti

mm

REGNO UNITO

405Lestart u p finanziate nel 2011 dainvestitori istituzionali, per untotale di 430 milioni di eùro

Nei 2012

45%Da un incubatoreIl finanziamento proviene nel 45%dei casi da un incubatore e nel 50%dei casi da un venture capitalisto da una investment company...........................................................................

Modello B2cli 70% delle start up adottaun modello B2c, offrendoapp mobile di entertainment,di utilità e social networking

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Nucleare addio, Italia in polepositionnel business dello smantellamento

SONO 89 LE CENTRALI IN VIADI CHIUSURAIN EUROPAEALTRE 135 VERRANNO SPENTEENTRO IL 2030. UNAFFARE DA110 MILIARDI DI EURO E CHEL'UE INIZIAAD AFFRONTAREIN MODO UNITARIO CREANDOUNO STANDARD CHE DIVERRAMONDIALE. E LA NOSTRASOGIN HA CARTE DA GIOCARE

Luca lezzi

RomaCancellare il nucleare e guada-gnarci. L'Europa staper diventarela mecca di un nuovo tipo di pro-feti dell'atomo: i "pulitori". Nei 27Paesi dell'Unione Europea, 89centrali nucleari sono in diversefasi di chiusura e smantellamento:29 nel Regno Unito, 27 in Germa-nia, 12 in Francia e quattro in Ita-lia. Un mercato che sta per esplo-dere e che nei prossimi venti annicrescerà di oltre 80 miliardi, pas-sando, secondo lestime delcentrostudiNomismaenergia, dai27 mi-liardi attuali ai 110 nel 2030.

L'Europa, continente semprepiù marginale dal punto di vistadelle nuove aperture, sta per di-ventare il principale laboratorioper la messa in sicurezza di quelliche rimangono gli impianti indu-striali più complessi e pericolosimai concepiti dall'uomo. L'ambi-zione dichiarata e tecnicamentepossibile è non solo bonificare,mariportareisitialgreezzfaeld, cioècancellando ogni traccia, visibileo invisibile, di radioattività e sco-rie.

Nel decennio 2020-2030 circalametà dei 135 reattori da spegnerenel mondo saranno nel VecchioContinente. Cinque anni fa gliesperti si aspettavano un rinasci-mento del nucleare e ora ci trovia-mo nell'etàdell'oro deglismantel-latori. Dal 2000ogni anno il nu-mero di impian-ti spenti e avvia-ti alla chiusurasupera quelli at-tivati , ma sonogli effetti dell'in-cidentediFuku-shima ad averdato il segnalepolitico e l'acce-lerazione deci-siva. La Germa-nia si è data ter-mini stringentiper rinunciareall'elettricità da

fonte nucleare,ma anche in Francia, Svizzera eBelgio gli impianti in funzione sindallafine degli anni 60 sono consi-derati delle minacce non più ac-cettabili dalle popolazioni, Antie-conomici e malsopportati, l'U-nione Europea stima che tre reat-tori su quattro sono spente perquesti due motivi, nonpernon es-sere più sicuri o per aver comple-tato il loro ciclo.

Il nuovo scenario propone di-verse sfide dal punto di vista eco-nomico e regolatorio, ma anchedelle opportunità, set,ondo laCommissioneUesi creeràunado-manda di competenze specifichee oltre 40 mila posti di lavoro alta-mente qualificati per fronteggiarele sfide del periodo.

Significa opportunità per l'Ita-lia, fuori dalle nuove costruzioni eper duevolte chiamata a cancella-re il nucleare con un referendum.Anzi proprio il nostro rapportocontrastato - e quasi sempre delu-dente - con l'atomo, può trasfor-marsi addirittura in un vantaggio.L'eredità elettronucleare in servi-zio fino ametàdegli anni'80 è affi-data alla Sogin, la società di Statoche gestisce lo smantellamentodelle quattro centrali (Trino,Caorso, Garigliano e Latina) e de-gli 4 altri siti di interesse nucleare.L' aziendasitrovapermoltiversi inunaposizione divantaggio rispet-to alle sorelle europee, proprioperché l'opera di smontaggio "de-finitiva" èiniziatadaanni. Conila-vori iniziati a Trino (Vercelli) e leultime autorizzazioni attese per ilsito di Garigliano entro la fine del-l'anno, tutte e quattro le "isole nu-cleari" (gli edifici dove operavanoireattori,illuogopiùsensibile) ini-zieranno ad essere materialmentesmontate. Magiàmolto èstatofat-to come il trasferimento all'esterodel 98% del combustibile utilizza-to (tornerà dopo un processo di ri-

duzione della radioattività) e so-prattutto, haraggiunto unbuonli-vello di efficienza: uria società, inpassato spesso al centro di pole-micheperglisprechisuifondipro-venienti dalla bolletta degli italia-ni, ha chiuso per il secondo annoconsecutivo con un utile di bilan-cio (5 milioni). I12011 ha visto an-che un aumento dell'attività, delfatturato (245 milioni) e dell'effi-cienza.

Ma quel che più conta è che inquesti anni è stato creato un "si-stema" che, attraverso protocollicon gli enti locali e le associazioniimprenditoriali, le certificazioni e

l'attività sul campo, ha portato al-la creazione aalla certificazione di290 operatori economici capaci dioperare nella bonifica dei siti nu-cleari. Un know how in grado didare accesso al mercato ultrami-liardario nell'Unione Europea,ma anche in Russia eAsia.

Il decommissioning della flottanucleare per ora è rimasto un fatto principalmente nazionale, i go-verni decidono dove trovare i sol-di, i tempi di realizzazione e so-prattutto il destino dei rifiuti ra-dioattivi. Tra l'altro le. diverseesperienze nelVecchio Continen-te hanno almeno due punti in co-mune: la sistematica sottostimadel costo complessivo di tutte leoperazioni e l'impossibilità di affi-darsi completamente al settoreprivato. Gli aspetti di sicurezza,controllo e una tempistica che simisura in decenni mal si adatta alciclo di vita e di business delleaziende private. Persino le utilityche gestiscono gli impianti, inmolti paesi per legge obbligate adaccantonare nel corso dell'eserci-zio i fondi destinati al decommis-siong non riescono a coprire i co-sti. In Francia Nomisma Energiastima un fabbisogno da quasi 32miliardi per far "sparire" il secon-do parco più grande del mondo dicentrali nucleari. Fattura in granparte in capo a Edf e Areva, azien-de quotate, ma comunque sotto ilcontrollo pubblico. In Germaniailmercato vale la metà, 15 miliardi,ma Berlino punta a chiudere lapratica nucleare quasi completa-mente entro il prossimo decen-nio.

Conle cifre enormi inballo evi-sto il coinvolgimento della politi-cala questione sta diventato sem-pre più un tema comunitario; an-che se per ora appena abbozzato.Oltre alla necessità di regolamen-ti standard a livello europeo, giàora garantiti da un.apposito orga-nismo, c'è la possibilità di sfrutta-re ed esportare soluzioni ingegne-ristiche e tecnologiche in grado diabbassareicosti. Questitemisono -stati allabase, F l l settembre scor-so di una tavola rotonda organiz-zatadalcommissariatope-•a ,inno-vazione e la ricerca a Bruxelles. inquell'occasione l'ad di Sogin Giu-seppe Nuccihaproposto di «crea-re un gruppo ad alto livello con lapartecipazione del Centro Comu-ne di Ricerca QRC) della Commis-sione e delle maggiori industrieeuropee specializzate nelle boni-fiche nucleari.e nella gestione deirifiuti radioattivi».

Un segno di fiducia nell'Euro-pa, che nel 2050 potrebbe esseredavvero l'unico organo sovrano agestire le ultime fasi del decom-missioning.

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Accanto, unacentrale

nucleare. Dopol'incidente di

Fukushima gliimpianti

nucleari infunzione sin

dalla fine deglianni 60 sono

consideratidelle minacce

non piùaccettabili

dallepopolazioni

L'UnioneEuropea stimache tre reattori

su quattrosono spentiper questo

motivo, nonper ragioni di

sicurezzao per aver

completato illoro ciclo

produttivo

50

2010-'20 2021-'30 2031-`40

LA POTENZA DA DISINSTALLARE...In GW NORD AMERICA

120,2 +-r EUROPA120...._......_.._._....107 7 A MEDIO ORIENTE

0_.

E AMERICA LATINA10 AFRICA 62,8

2010-'20 2021 -'30 2031 -'40 2041'50 2051 -'60 2061'70rute: Homisma Eneagia

® EST EUROPA/EURASIA

85,9 =° ASIA

...E I REATTORI DA SPEGNERENumero di reattori NORD AMERICA140._......__-------- ....._135...._......_...._._..._..__ EUROPA

S MEDIO ORIENTE120_.___._.._.._.___,' Y.14_._.._..__...._._....._, ! EST EUROPA/EURASIA

63

2010-70 2021-'30 2031 -'40 2041 -'50 2051'60 2061-70Fome:HomiamaFoeigia

-9 ASIA._._._........_----- .. g0 AMERICA LATINA

$ 79 15 AFRICA

Nucleare Pagina 22

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Riforma forense Pagina 23

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Attivilta professionale governo ce. Il Cndcec traccia le linee guida per un intervento mirato in ambito societario

Commercialisti: tre ruoli perla 231Valutazione dei rischi, definizione del modello organizzativo, partecipazione all'Odv

A CURA DIRosanna Acierno

Il commercialista diventaprofessionista di riferimento du-rante tutte le fasi di compliance disocietà ed enti che vogliano evita-re di incappare nelle maglie dellaresponsabilità amministrativaprevista dal Dlgs 231/2001. La co-noscenza specifica delle materieeconomico-aziendali e del dirittod'impresa consentono, infatti, alcommercialista di svolgere piùfunzioni: 0 le attività divalutazio-ne dei rischi propedeutiche alladecisione di adozione del model-lo organizzativo; O quelle con-nesse alla concreta elaborazionedel modello stesso; e quelle con-nesse allo svolgimento della fun-zione di componente dell'organi-smo divigilanza.

Sono questi solo alcuni deglispunti di riflessione contenuti inuno studio di settembre 2012 re-datto dalla commissione per lostudio della compliance aziendaledel Consiglio nazionale dei dotto-ri commercialisti e degli esperticontabili (Cndcec) che tra l'altrocoglie l'occasione per riepilogarela responsabilità da 231.

Con tale decreto, il legislatore-uniformando l'ordinamento ita-liano a quello degli altri Paesi,non solo dell'Unione europea -ha introdotto una responsabilitàdiretta dell'ente, secondo il mo-dello statunitense: In particola-re, secondo il decreto 231 la socie-tà è responsabile dei reati com-messi dai soggetti in posizioneapicale o che esercitino, anche difatto, la gestione e il controllodell'ente (dunque sia dirigenti didiritto che di fatto) o da personesottoposte alla direzione o allavi-gilanza di questi soggetti, se irea-ti sono stati commessi a vantag-

gio o nell'interesse della societàe se non sono stati approntati va-lidi modelli di organizzazione at-ti a evitare la commissione diille-citi all'interno dell'ente.

Innanzitutto, il commerciali-sta può sensibilizzare l'ente a va-lutare la necessità o meno di do-tarsi di un modello organizzativoattraverso la valutazione del ri-schio, promuovendo a tal fine lacostituzione di un gruppo dilavo-ro ad hoc, formato da personaleinterno e da consulenti esterniall'azienda ed esserne poi il prin-cipale referente.

In tal caso, occorre svolgere ilcosiddettoprocess assessment, os-sia la rilevazione dei processi checostituiscono il sistema di control-lo interno e, solo dopo effettuareil risk management, ossia lagestio-ne emisurazione del rischio. In so-stanza, occorrerà individuare eanalizzare i processi e le attività(cosiddetti sensibili) nel cui ambi-to è più probabile che venganocommessiireatirichiamatidalDl-gs 231/2001 e all'interno di questile aree aziendali a rischio.

E necessario poi effettuare unaricognizione delle funzioniapica-li e strategiche, individuando deisoggetti che, in base al ruolo, allafunzione e alla responsabilità,hanno una conoscenza o risulta-no "coinvolti" nelle aree/attivitàsensibili, nonché una ricostruzio-ne del sistema dei processi azien-dali, conparticolare attenzione al-la struttura dei controlli e delle fat-

. .tispecie legali presenti nella sto-ria della società.

Infine, l'ultima fase propedeuti-ca alla costruzione delmodelloor-ganizzativo è l'analisidellaproba-bilitàchevengano commessiirea-ti, l'impatto dell'evento e il conse-guentepiano di risposta al rischio

attraverso consolidamento del si-stema di controllo, attraverso lacostruzione del modello di orga-nizzazione, gestione e controllo.

La predisposizione del model-lo di organizzazione gestione econtrollo (Mog) consiste invecenella redazione di tuttii documenti che lo compongono: codice dicomportamento, Mog-parte gene-rale, Mog-parte speciale, Mog-si-stema sanzionatorio, mappaturadelle aree di rischio e protocollioperativi. Una volta predisposto,esso deve essere approvato dalCda o dall'amministratore unico.Il modello viene presentatodall'organo amministrativo inuna versione ridotta, predispostaper questo scopo, normalmentedenominata «Documento di sin-tesi del modello di organizzazio-ne, gestione e controllo ai 'sensidel Dlgs 231/2001». Il documentodi sintesi comprende, inunapartespeciale, il codice etico e il codicedisciplinare. Trai compiti attribu-itialle principalifunzioni azienda-li, deve sicuramente essere com-presa l'attuazione e il rispetto delmodello. Inoltre, le principalifun-zioni aziendali devono essere in-caricate dell'attività di informa-zioneverso ilivelli gerarchici infe-riori e del controllo sul funziona-mento del modello.

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& APPROFONDIMENTOONLINE

Il vademecum del Cndceccom(ncrrrewvvw iisote24ore

Compensolegato ai rischi

z Secondo il Cndcec, ilcompenso del professionistaper l'incarico di valutazioneiniziale del rischio odicostruzione del modello 231deve essere stimato in base altempo impiegato. Perl'incarico di componentedell'organismo di vigilanza (odel collegio sindacale chesvolge funzioni di Odv), ilcompenso deve essere stimatoin relazione alla valutazione-iniziale del rischio e allavalidità del modello adottato:più elevato è il rischio dicomportamenti illeciti e menoè valido il modello, maggiorisono i rischi e le attività che ilcomponente dell'Odv è tenutoa porre in essere. Inoltre,sempre per l'incarico dimembro dell'Odv, è opportunoche il compenso tenga contoanche delle indennità perl'assenza dallo studio per ora ofrazione di ora o per l'interagiornata del professionista e/odei suoi collaboratori.

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Commercialisti Pagina 24

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Le tappe verso la «compliance»

o oLA RESPONSABILITÀ (AMMINISTRATIVA I , I............................................................................................

IlD1gs23 /20Ò1•haprevistola configurazione di una responsabilitàamministrativa i n capo a società ed entiin relazione ad alcuni reati commessinel toro i nteresseo a toro vantaggiodai soggetti in posizione di vertice(amministratori , direttori generali),dipendenti e:da tutti coloro che operanoin:nomee per conto della societào dell'ente. Si tratta di una responsabilitàautonoma da quella penale di coluiche ha agito nel nomee nell 'interessedell'e'ñte-

oL'ORGANISMODIVIGILANZA

Contestua [mente all 'adozione del modelloorganizzativo , l'organo amministrativodell'ente deve nominare un organo chevigili sulfunzionamento e l'osservanza delmodello stesso e-ne curi l'aggiornamento(Organismo di vigilanza o in sigla Odv).In caso di omesso o insufficiente eserciziodelle funzioni di controllo e di vigilanza,a ciascun componente potrà essereimputata una responsabilità civiledi natura contrattuale , in virtùdell'incarico conferito

oI SOGGETTI

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INTERESSATInn

......................................................................................

Destinatari della disciplinasulla responsabilità amministrativasono le società di persone e di capitali,società cooperative , associazionicon o senza personalità giuridica,società partecipate da enti pubblici,imprese individua li , banche , gli entiappartenenti al terzo settore(ad esempio, le fondazioni ), agli studiprofessionali in forma societaria e ,aigruppi di imprese . Sono invece esclusigli enti pubblici territoriali . e quellinon economici , nonchéi sindacati

O O Qnnn

PRINCIPALIREATI F/ 1

Configurano responsabilitàamministrativa incapo alta societàse commessi a suo vantaggio, indebitapercezione di erogazioni pubbliche,trattamento illecito ,di dati , corruzionee concussione ,.reati societari, abusidi mercato , omicidio colposo o lesionigravi commesse in violazione delle normesulla sicurezza sul lavoro, riciclaggioe ricettazione , violazione del dirittod'autore, reati ambientali, impiegodi cittadini di Paesi terzi il cui soggiornoè irregolare

oLE SANZIONIAPPLICABILI

Oltre a sanzioni pecuniarie sono previsteanche sanzioni interdittive , quali 'l'interdizione dall'esercizio dell'attività,la sospensione o revocadelle autorizzazioni, licenze o concessionifunzionali alla commissione dell'illecito,l'esclusione da agevolazioni,finanziamenti , contributi o sussidi orevoca di quelli già concessi eil divietodi pubblicizzare beni oservizi, nonchéla confisca del profitto del reato e lapubblicazione deltasentenza di condanna

o oLA REDAZIONE 0 LA FUNZIONE LE CAUSEDEL MODELLO 231 DEL MODELLO 231 Di NON PUNIBILITÀ.....:............. .................. ...................... .................................

Prima di redigerei[ modello 231è necessario che il professionistaeffettui una analisi di rischio,individuando leareeoi settoridi attività nel cui ambito possonoverificarsi gliilleciti.Ai .fini dellaredazione del modellosarà poi necessario effettuare, tra l'altro,un'approfondita analisi aziendale,una valutazione delsistema di controllointerno (Sci), un'identificazionedei processi aziendali e la mappaturadei fattori e delle aree a rischio

Il modello 231 deve essere approvatocon delibera del Cda dell'enteche lo adotta e deve prevedere normeoperative ed organizzative in gradodi prevenire la commissione di reatida parte di amministratori , direttorigenerali, dipendenti editutti colorocheoperanoin nomee percontodell'ente .Il modello deve essere,da un lato , astrattamente in gradodi prevenire la commissione di reatie, dall'altro, deve essere correttamenteed efficacemente applicato da [ l'ente

L'ente può escludere la propriaresponsabilità attraverso l'adozionedi un adeguato modello organizzativoe gestionale idoneo a prevenirela commissione dei reati (cosiddetto"modello 231 ") e la contestuale . nominadi un organismochevigiLisulsuo -funziona mento . Alfine di poter essereritenuto dall 'autorità giudicante idoneo,il modello 231 deve essere redatto"su misura " in relazionealla natura,alla dimensione dell'organizzazionee altipo di attività svolta -

Commercialisti Pagina 25

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R itard i Le divergenze nella categoria bloccano la riforma della cassa

MPOMCIV/

finiscono h

.

iuonNon è stato rispettato il termine imposto dalla ForneroOra l'ente previdenziale rischia il commissariamento

DI ISIDORO TROVATO

ragionieri sono gli unici «scon-fitti» dalla riforma delle casse

Idi previdenza privata, forte-

,. mente voluta dal ministro For-nero. Alla scadenza del 30 settem-bre tutte le casse avrebbero dovutoprovare un equilibrio (tra entrate euscite ) di bilancio sostenibile per iprossimi 50 anni . Chi non ci fosseriuscito sarebbe passato al sistemacontributivo puro (la pensione si cal-cola solo in base ai contributi versa-ti).

Eppure, anche se la Cassa dei ra-gionieri non è riuscita a rispettare lascadenza, non ci sono ancora conse-guenza : resta al timone il presidentiPaolo Saltarelli e questa settimanaci sarà un nuovo tentativo per far ap-provare la riforma all'assemblea deidelegati. «La riforma è saltata sem-plicemente perché un gruppo mino-ritario di delegati afferma Salta-relli ha deciso di far mancare inaula il numero legale per poter pre-sentare al ministro Elsa Fornero unpiano di riforma che rispondesse al-le esigenze che ci erano state indica-te. Purtroppo sono bastate pochepersone a fermare il processo di ri-forma della nostra Cassa. Si tratta diun gesto di gravità inaudita. E' ov-

vio che tutte le riforme creano qual-che mal di pancia. Ma temo che unimportante influsso sia arrivato dal

.le imminenti elezioni del Consiglionazionale dei dottori commercialistie degli esperti contabili. La sensazio-ne è che, più che pro o contro la ri-forma, certe valutazioni siano statefatte a seconda di chi era schieratocon chi. Stavolta speriamo che ilbuonsenso prevalga e si possa ap-provare il tPqtn» ,

neri era riuscita a realizzare una ri-forma che l'avrebbe messa in salvoper i prossimi 50 anni, se solo fossestata approvata. Ma quali erano lemodifiche, proposte al voto dell'as-semblea, che avrebbero potuto risa-nare la cassa? «Le misure rispondo-no ai crit( i di equità e sostenibilità

-ostiene Saltarelli e allo stesso

PaoloSaltarelli,presidenteCassa deiragionieri

tempo accentuano la tutela nei con-fronti delle situazioni di bisogno degli iscritti e dei loro familiari. Abbia-mo pensalo all'equilibrio del fondo,senza trascurare l'equità e gli inter-venti di welfare avanzato nei con-fronti di giovani e famiglie. infalli è

stato ipotizzato un aumento gradua-le dell'aliquota minima contributivache sale al 10% nel 2013 (aliquotamassima 200/,,) e poi cresce di unpunto percentuale l'anno, fino ad at-testarsi al 15% nel 2018 (aliquotamassima 25%). Nelle proiezioni con-

sideriamo anche il fondo per l'assi-stenza, pari a 65,2 milioni di euro.Inoltre, l'idea è quella di ridurre l'im-porto del contributo integrativo mi-nimo per portarlo allo stesso livellodei commercialisti».

Ragionieri Pagina 26

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Ad, I arò il futuro della cassaappare nebuloso: non è il gioco ilcambio del sistema pensionisticoperché i ragionieri si erano già cori-vertiti al contributivo puro. Però ap-pare poco chiaro ciò che accadrà al-la cassa che non ha presentato alcunprogetto di riforma. «Abbiamo giàinformato i ministeri vigilanti ag-giunge Saltarelli per valutarequali saranno le conseguenze dellamancata approvazione della riformaentro il termine perentorio che ave-va indicato il ministro del Lavoro.La riforma andava nelle direttriciche erano state richieste, per indivi-duare un equilibrio di lungo penodo».

Ora bisognerà ricominciare daprincipio il processo riformativo e lacassa dei ragionieri decide di farlopuntando sulla trasparenza. «In unmomento storico-economico in cui`crisi" e "spending review" sono trale parole più usate, la c.« ragionie-ri rilancia sulla trasparenza tramiteuna sezione apposita del sitowww.cassaragionieri.il: un'area pub-blica nella quale sono indicati i com-pensi di consiglieri, sindaci, delegatie dirigenti dell'Istituto previdenzialei costi dei comitati e le regole per l'attribuzione dei gettoni e dei rimborsispese».

Una mossa sicuramente apprezza-ta dalla base, ma che sa tanto di uninizio di campagna elettorale che po-trebbe tramutarsi in un regolamen-to di conti tra avversari politici.

Ragionieri Pagina 27