Cento numeri… L’ · mondo e ne curava anche l’impagi-nazione, aiutata nei primissimi tem-pi...

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Giuseppe Isoleri (continua in sesta pagina) n. 100 - Novembre 2011 Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. Paganini Autorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92 Orgoglioso di essere genovese È un numero speciale del nostro giornale quello che oggi presentiamo. Speciale per l’anniversario: 100 numeri costitui- scono un bel traguardo. Ma speciale, dram- maticamente, per il momento che Genova sta vivendo. Sono ancora impresse nella me- moria di tutti le immagini della esondazione del Fereggiano che ha sconvolto una parte della nostra città e ucciso sei persone. In un’occasione che per noi dovrebbe es- sere di festa non possiamo non pensare a chi sta piangendo i propri cari o a chi ha per- so ciò che aveva saputo crearsi in una vita di sacrifici, la casa o il proprio negozio. A loro va la nostra più sincera solidarietà. Nella tre- menda tragedia, resta, a conforto, l’immagi- ne di quanti nei momenti concitati dell’allu- vione hanno messo in gioco la propria vita per gli altri. E ci piace ricordare i tanti gio- vani che ancora una volta sono scesi in stra- da con vanghe e pale per aiutare, con entu- siasmo, con coraggio. Chi scrive si era tro- vato diciassettenne alquanto spaurito a spa- lare in giro per la città nell’ottobre 1970. E si è rivisto, con un po’ di commozione, nei giovani di oggi che al di là delle apparenze, delle mode, degli atteggiamenti, sono quelli di sempre: generosi, altruisti, spontanei. An- cora una volta, insomma, Genova sa reagire con dignità trovando nei propri giovani la for- za necessaria. Un bel segnale in mezzo a tante miserie. Roberto Iovino L’ Invito com- pie cento numeri. Ec- co per noi dell’Asso- ciazione, questo rap- presenta un buon ri- sultato, un traguar- do raggiunto e, so- prattutto, un nuovo punto di partenza. Il nostro periodico è nato insieme al nuo- vo Carlo Felice e ne ha seguito tutte le peripezie, commen- tando avvenimenti e le diverse stagioni artistiche. Ab- biamo sempre ritenuto che il gior- nale dovesse essere, come del re- sto l’Associazione, un sostegno per il nostro Teatro. Credo che il nostro intento sia stato raggiunto e, l’accordo con la nuova Sovrintendenza per conti- nuare la sua distribuzione in Tea- tro, e la rinnovata e allargata col- laborazione per le nostre manife- stazioni all’Auditorium sono uno sprone a continuare nella nostra opera di diffusione della cultura musicale. “Unico foglio dedicato esclusiva- mente all’attività musicale della no- stra città”, così definiva L’Invito il Sovrintendente Sergio Escobar nell’ormai lontano 1995, allora usciva- mo soltanto con quattro pagine, ne abbiamo raddoppia- to il numero non sol- tanto in quantità, ma cercando sem- pre di conservare anche la qualità de- gli articoli pubblicati. Parlando del nostro giornale non si può prescindere dal ri- cordare colei che ne è stata la protagoni- sta assoluta per molti anni: Alma Brughera Capaldo. Era Lei, diretto- re responsabile, che cercava colla- boratori, filtrava gli articoli, rintrac- ciava notizie musicali da tutto il mondo e ne curava anche l’impagi- nazione, aiutata nei primissimi tem- pi anche dal Suo sollecito Consorte. La professoressa Capaldo, “abc” per i lettori della critica mu- sicale di un importante quotidiano genovese, era diventata, nel corso degli anni, anche il direttore arti- stico della nostra Associazione (che prima dell’unione con gli Ami- ci del Conservatorio si chiamava DINO BURLANDO ORAFO Pezzi unici di laboratorio 16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10 TEL. E FAX 010 589362 [email protected] Cento numeri…

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Giuseppe Isoleri(continua in sesta pagina)

n. 100 - Novembre 2011

Periodico di informazione musicale dell’Associazione Amici del Carlo Felice e del Conservatorio N. PaganiniAutorizzazione del Tribunale di Genova del 22/1/92

Orgoglioso diessere genovese

Èun numero speciale del nostro giornalequello che oggi presentiamo. Specialeper l’anniversario: 100 numeri costitui-

scono un bel traguardo. Ma speciale, dram-maticamente, per il momento che Genovasta vivendo. Sono ancora impresse nella me-moria di tutti le immagini della esondazionedel Fereggiano che ha sconvolto una partedella nostra città e ucciso sei persone.In un’occasione che per noi dovrebbe es-

sere di festa non possiamo non pensare achi sta piangendo i propri cari o a chi ha per-so ciò che aveva saputo crearsi in una vita disacrifici, la casa o il proprio negozio. A lorova la nostra più sincera solidarietà. Nella tre-menda tragedia, resta, a conforto, l’immagi-ne di quanti nei momenti concitati dell’allu-vione hanno messo in gioco la propria vitaper gli altri. E ci piace ricordare i tanti gio-vani che ancora una volta sono scesi in stra-da con vanghe e pale per aiutare, con entu-siasmo, con coraggio. Chi scrive si era tro-vato diciassettenne alquanto spaurito a spa-lare in giro per la città nell’ottobre 1970. Esi è rivisto, con un po’ di commozione, neigiovani di oggi che al di là delle apparenze,delle mode, degli atteggiamenti, sono quellidi sempre: generosi, altruisti, spontanei. An-cora una volta, insomma, Genova sa reagirecon dignità trovando nei propri giovani la for-za necessaria. Un bel segnale in mezzo atante miserie.

Roberto Iovino

L’ Invito com-pie centonumeri. Ec-

co per noi dell’Asso-ciazione, questo rap-presenta un buon ri-sultato, un traguar-do raggiunto e, so-prattutto, un nuovopunto di partenza. Ilnostro periodico ènato insieme al nuo-vo Carlo Felice e neha seguito tutte leperipezie, commen-tando avvenimenti ele diverse stagioni artistiche. Ab-biamo sempre ritenuto che il gior-nale dovesse essere, come del re-sto l’Associazione, un sostegnoper il nostro Teatro. Credo che il nostro intento sia

stato raggiunto e, l’accordo con lanuova Sovrintendenza per conti-nuare la sua distribuzione in Tea-tro, e la rinnovata e allargata col-laborazione per le nostre manife-stazioni all’Auditorium sono unosprone a continuare nella nostraopera di diffusione della culturamusicale.“Unico foglio dedicato esclusiva-

mente all’attività musicale della no-stra città”, così definiva L’Invito ilSovrintendente Sergio Escobar

nell’ormai lontano1995, allora usciva-mo soltanto conquattro pagine, neabbiamo raddoppia-to il numero non sol-tanto in quantità,ma cercando sem-pre di conservareanche la qualità de-gli articoli pubblicati.Parlando del nostrogiornale non si puòprescindere dal ri-cordare colei che neè stata la protagoni-

sta assoluta per molti anni: AlmaBrughera Capaldo. Era Lei, diretto-re responsabile, che cercava colla-boratori, filtrava gli articoli, rintrac-ciava notizie musicali da tutto ilmondo e ne curava anche l’impagi-nazione, aiutata nei primissimi tem-pi anche dal Suo sollecito Consorte.La professoressa Capaldo,

“abc” per i lettori della critica mu-sicale di un importante quotidianogenovese, era diventata, nel corsodegli anni, anche il direttore arti-stico della nostra Associazione(che prima dell’unione con gli Ami-ci del Conservatorio si chiamava

DINO BURLANDOORAFO

Pezzi unici di laboratorio16121 GENOVA - PIAZZA COLOMBO, 3/10

TEL. E FAX 010 [email protected]

Cento numeri…

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la lirica

Torna, sabato 17 dicembre, LaBoheme al Carlo Felice doposoli tre anni dall'ultimo allesti-

mento! Che cosa dire di un’opera cheè tra le più eseguite al mondo e su cuitanto si è scritto?. Puccini diceva di sestesso: “Non ho la nè la forza di Verdi,nè la vivacità di Rossini, nè la raffina-tezza di Donizetti”. In talune pagineperò il suo genio e la sua arte rag-giungono vette altissime. Ecco pertan-to alcuni spunti per riascoltare Bohè-me. Lasciamo da parte il sensismoche provoca a noi italiani, tanto inclinialla commozione becera, che le opereieri e le fiction televisive italiche oggi sti-molano a piene mani. Un ambientazio-ne qualunque, una storia d’amore, unpò di corna o di triangolazioni, una ma-lattia o una morte. Ecco gli ingredientiche tanto piacciono allora come oggi.La capacità di commuovere di Bohèmeè fuori di dubbio, ma concentriamocisu alcune pagine del primo e dell’ultimoatto e analizziamone la costruzione. At-to primo. La tonalità dominante è quel-la di Do maggiore in Allegro vivace.Corno inglese, clarinetti e corni suona-no “ruvidamente” (in partitura). Il Domaggiore ricorrente spesso sfocia inSi bemolle maggiore, ma se andiamoalle due arie di Rodollfo e Mimì (Chegelida manina e Sì mi chiamano Mimì),noteremo che esse si svolgono rispet-tivamente tra le tonalità di re bemollemaggiore e la bemolle maggiore la pri-ma, mentre la seconda è giocata tra ilre maggiore ed il la maggiore. Le rela-zioni armoniche sono ben più compli-cate e varie che in qualsiasi altro con-testo d’opera italiana. Si dirà “roba datecnici” non apprezzabile dal pubblico.Non è vero perchè è grazie a questoprocedere costruttivo differenziato ar-

monicamente in modo così vario che sirealizza quella varietà di situazioni psi-cologiche che caratterizzano il primoatto: giocondità giovanile, alterchi, pre-se in giro, stupore, attesa, confidenza,trepidazione. Tutti questi sentimenti sirisolvono nel Finale alle parole “O soa-ve fanciulla” quando torna l’alternanzare maggiore la maggiore che sfocia poinel ritorno al do maggiore iniziale. L’e-pisodio è strabiliante per la creazionedi quel pedale eseguito dagli archi co-stellati dai brevi interventi di trombe,corni e arpa che mirabilmente fannopassare l’atmosfera dal presente adun momento sospeso nel vuoto e deltutto atemporale, dove il sentimentotracima e si fa irresistibile. Altro mo-mento magico è l’incipit del secondoatto. La fanfara “dell’epoca di Luigi Fi-lippo” anticipa l’andamento ritmico delFinale dell’Uccello di fuoco stravinskia-no. Ancora nel secondo atto il Finalemirabilmente costruito su un attimo disovrapposizione tra il valzer di Musetta(parte fastidiosamente civettuola an-

che nel libretto) e la fanfara. Due to-nalità si sovrappongono e l’ effetto di si-multaneità non smette mai di farmi ve-nire in mente la parte finale di Fetesdai Nocturnes di Debussy, che Pucciniguardava con molto interesse. Venia-mo al Finale quarto al famoso “Sonoandati fingevo di dormire”. Certamenteil sor Giacomo evoca una bellissimamelodia, struggente ed avvolgente peril pubblico già oltremodo commosso,ma l’efficacia sta nel fatto che tale me-lodia è preceduta dal tema d’amoredell’atto primo e che dopo essere sta-ta enunciata prosegue in do minoreanzichè in maggiore come anche l’ascoltatore digiuno di musica si aspet-terebbe. Ecco che il sogno di Rodolfo siinfrange e mezzo migliore per rappre-sentarlo non esiste. Ecco allora ragio-ni e momenti che ci invitano a riascol-tare Bohème con orecchie attente e“rinnovate”. Solo così ogni volta ne ap-prezzeremo un elemento in più e saràuna fantastica sorpresa.

Lorenzo Costa

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l’intervista

“Nel novembre del 1971 decisi di partecipare alConcorso di Treviso (allora il più prestigioso a li-vello nazionale) per confrontarmi con altri piani-

sti al di fuori della mia città, e senza avere ancora il diplo-ma di conservatorio mi classificai al II posto. Il concerto deipremiati fu trasmesso su Radio 3. Fu dopo questo con-corso e una serie di altri concerti che si cominciò a parla-re di me”, ricorda così il celebre pianista genovese Massi-miliano Damerini l’esordio della sua prestigiosa carriera 40anni fa.

- Maestro, dopo tutti questi anni, le sue emozioni prima di un con-certo sono sempre le stesse? “Con gli anni e di conseguenza conl’esperienza ho imparato a dominarle, ma ritengo che chinon si emoziona prima di suonare non riesce neanche atrasmettere emozioni al pubblico. Personalmente qualchegiorno prima di esibirmi cerco di non andare ad ascoltarealtri concerti perché mi deconcentrerebbero. Preferisconon ricevere influenze emozionali esterne”.

- Quali sono stati i suoi primi approcci al pianoforte? “Mio padreera un ingegnere elettrotecnico e aveva studiato violino peralcuni anni. Quando avevo 7 anni comprò un pianoforteverticale. Da quel giorno mi innamorai dello strumento einiziai a studiarlo seriamente dall’anno dopo”.

- Lei ha suonato con prestigiose orchestre e direttori d’orchestra difama mondiale. Di quali ha un ricordo più bello? “E’ veramente diffi-cile dirlo. Tra le orchestre con cui ho collaborato ricordo,a Londra, la BBC Symphony e la London Philharmonic, inGermania la Bayerischer Rundfunk di Monaco e la orche-stre delle radio di Berlino, Colonia, Stoccarda. Avendo unrapporto continuativo con il Sud America ho suonato spes-so con orchestre locali, ma ricordo con maggiore entusia-smo le Filarmoniche di Buenos Aires e di Bogotà, e laSinfonica del Costarica. Tra i direttori d’ orchestra, ho unosplendido ricordo di Ernest Bour, uno dei primi direttori concui ho suonato a Baden Baden, e che ho incontrato nuo-vamente anni dopo a Firenze. Posso citare Daniel Oren:non posso dimenticare i due concerti con lui a Genova: ilConcerto n.4 di Beethoven e il concerto di Gershwin, que-st’ultimo unico esempio di “tutto esaurito” per due sere di

Damerini e i suoi 40 anni di carriera

Carolina Pivetta(continua in settima pagina)

seguito al Carlo Felice. Un eccellente direttore con cui hoavuto il piacere di lavorare è Peter Eötvös, che in passatofu assistente di Pierre Boulez. Sia con Bour che con Eötvösho inciso due cd. Il teatro più bello in assoluto nel quale hosuonato, oltre ovviamente alla Scala di Milano, è il Colón diBuenos Aires, per la sua acustica perfetta”.

- Il suo concerto con la GOG del 7 novembre è stato rinviato per lut-to cittadino a causa dei morti dell’ alluvione che si è abbattuta su Ge-nova in quei giorni. A quale data è stato spostato? Quali saranno i suoiprossimi concerti? “Il concerto in omaggio a Franz Liszt è sta-to spostato a domenica 4 dicembre come d’accordo conla GOG, mentre nel 2012 tornerò sempre con Liszt a suo-nare con l’Orchestra di Madrid e nuovamente sarò in SudAmerica. Nel frattempo, i miei impegni musicali non si fer-mano qui. Ho ripreso la mia attività di compositore, e an-che nel campo dello spettacolo mi diverte molto lavorare“border line”. Da tre anni, dal debutto cioè al Festival diSpoleto, porto in giro per l’Italia “Figaro il barbiere”, una “ri-lettura” dell’opera rossiniana con i colleghi Fabbriciani eBattistelli (flauto e clarinetto) e con Elio di “Elio e le storietese”, trasmesso in questi giorni anche in tv su Rai5”.

Carolina Pivetta

I l 1° dicembre ospite dellaGiovine Orchestra Genove-se si esibisce al Carlo Felice

l’Orchestra Sinfonica de la Juven-tud Venezolana Simon Bolivar di-retta da Diego Matheuz. Un even-to da non perdere, un’orchestraunica, frutto di un complesso efortunato programma di formazio-ne. Il programma prevede“Symphonie fantastique” di HectorBerlioz, “Huapango” di Josè PabloGarcia, “Daphnis et Chloè “(suiteper orchestra n.2) di Maurice Ra-vel. Il suo vero nome è “El Siste-

ma” ed è un modello didattico mu-sicale ideato e promosso circa 40anni fa in Venezuela da Josè Anto-nio Abreu, economista, musicistae vincitore del Premio Unicef peraver dedicato tutta la sua vita allatutela dell’infanzia e dell’adolescen-za e per essersi distinto nelle atti-vità di recupero, attraverso la mu-sica, di ragazzi in situazioni di gra-ve disagio. Consiste in un sistemadi educazione musicale pubblicacon accesso gratuito per ragazzidi tutte le età e ceti sociali.“Ho voluto insegnare la musica

ai bambini perchè sono un musici-sta, e non mi piaceva che la musi-ca fosse ridotta a un passatempoper le minoranze, fosse diventataqualcosa d’élite. All’inizio il mio erasoltanto un progetto sociale per ibambini poveri, ma l’entusiasmocon il quale è stato accolto mi haspinto a farlo diventare un vero eproprio progetto musicale”, diceAbreu, e il risultati sono stati: 125orchestre e cori giovanili, 30 or-

“Simon Bolivar”, la rinascita musicale del Venezuela

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l’approfondimento

Ad un secolo dalla morte,Gustav Mahler è pene-trato prepotentemente

nell’immaginario collettivo soprat-tutto in virtù delle opere sinfoni-che. Seppur sia stato annoveratosenza ombra di dubbio fra i grandigeni di fine ‘800, precursori della“nuova musica”, in secondo pianoè rimasta la sua figura, non menoimportante, di geniale direttored’orchestra e innovativo direttoreartistico. Assunte le redini dell’O-pera Imperiale di Vienna (1897),il compositore poté dare sfogo atutta la sua inventiva, nel tentativodi realizzare quella “Gesamtkun-stwerk” che Wagner aveva intro-dotto a Bayreuth, un’opera d’artetotale, che non si limitasse al can-to, ma si estendesse in ogni sin-golo parametro dell’azione sceni-ca. Posto a confronto con la rigi-da tradizione dell’Opera di Stato,Mahler colse questa occasioneper sbarazzarsi degli allestimenticlassici, impegnandosi a fondo, inun lavoro senza precedenti. Nullaè più come prima, rigorosissimala disciplina. L’idea della necessità di conce-

pire l’unità del teatro musicale loportarono a reintegrare la partitagliate per “tradizione”, ad unamaggiore fedeltà al testo e adun’assoluta intransigenza neiconfronti di ogni “licenza”, dall’e-sibizionismo canoro fino al divietodi ingresso per i ritardatari. For-se qualcuno ne sarà sorpreso,eppure prima dell’arrivo di Mah-ler il pubblico entrava in sala

quando voleva, le luci rimaneva-no accese durante l’esecuzionedell’opera - perché gli spettatoripotessero vedersi tra loro - icantanti adattavano il testo aloro comodo, mentre le opere diWagner venivano accorciate,perché considerate troppo lun-ghe e faticose. Mahler fece una selez ione

severissima del cast, scelse sol-tanto le voci migliori, privilegiandochi fosse in grado anche di muo-versi sul palco, e cambiò il reper-torio, mettendo in scena autoriprima ignorati. Egli costrinse ilpubblico e l’orchestra ad aprirsialle novità, come Puccini, Leonca-vallo, Pfitzner, e non permise chela censura cattolica bloccasse laSalomè di Richard Strauss. Non solo ingaggiò cantanti

straordinari, ma collaborò con gliscenografi più innovativi del tem-po, come Alfred Roller, insigneesponente del gruppo degli artistidella Secessione viennese. Nes-sun aspetto sfuggiva infatti allasua concezione della direzione:azione scenica, costumi, luci,regia e scenografia venivano adessere un tutt’uno con la musica,mentre i cantanti dovevano recita-re un ruolo, e non limitarsi a can-tare una parte. Come tutti i diret-tori di genio, Mahler tuttavia nonintese mai la fedeltà alla partituracome qualcosa di “letterale” edefinitivamente fissato, ma comeuna sfida alla capacità di com-prensione dell’interprete. Se l’es-sere molto esigente nei confronti

dei musicisti generò molti conflitti,immaginabili le reazioni del pubbli-co, sconcertato da una similerivoluzione, e di una critica ada-giata su canoni espressivi tradizio-nali, incapace di cogliere l’impor-tanza del nuovo. Per molti il compositore non

era che “un negromante in abitimal tagliati, un piccolo uomonero dal labbro sottile e rasato,dalla fisionomia di prete malva-gio, con la calma fantastica del-l’incantatore di serpenti davantiai suoi cobra, un ciuffo di capelliin cima ad un cranio dolicocefa-lo, che fa allibire una orchestrafolle, pallida d’attenzione, conquasi nient’altro che i suoi occhid’inchiostro, acuti come lingue divipera … “il nostro riuscì tuttaviaad imporsi, grazie soprattutto aduna disciplina di ferro, che chie-se innanzitutto a se stesso, sen-za compromessi. La figura di Mahler fu dunque

un esempio fondamentale nellastoria della direzione d’orchestrae del teatro musicale. Il rigoreinterpretativo, l ’ampiezza delrepertorio (dai classici fino allepiù varie manifestazioni dellamusica contemporanea), l’atten-zione al coordinamento tra inter-pretazione musicale, scenica eregistica lo resero un punto diriferimento per la nuova genera-zione di musicisti e direttori, dan-dogli la statura di un mito cultu-rale. Dopo di lui tutto sarebbecambiato.

Aureliano Zattoni

Mahler all’Opera

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De Barbieri, un CD storico Bacchetti e MarcelloUn Parco a Mezzocorona, un Auditorium a

Mezzolombardo, una strada a Genova. Nelventennale della morte, il ricordo del grande vio-linista Renato De Barbieri è vivo più che mai e le“sue” città lo ricordano con importanti intitolazio-ni. Qualche settimana fa a Casale Monferrato èstata presentata la ristampa di alcune storicheincisioni del 1956, a cura di Alberto Cantù e Da-nilo Prefumo per l’Istituto Discografico Italiano.Un documento sonoro prezioso che fa rivivere ilmondo violinistico di De Barbieri, qui accompa-gnato da un suo partner storico, quale l’indimen-ticabile Tullio Macoggi che il pubblico genovesepiù attempato ricorda come eccellente accompa-gnatore al Premio Paganini. Il CD contiene pagi-ne di Dinicu (Hora staccato), Paradis (Sicilienne),Moszkowski (Guitarre op. 45 n.2), Castelnuovo-

Tedesco (AltWien), Ravel( T z i g a n e ) ,S c h um a n n( R o m a n z aop.94 n.2),Elgar (La Ca-p r i c i e u se ) ,Achron (He-brew Melodyop.33), Wie-niawski (Polo-naise Brillan-te op.4), Pa-ganini (Le

Streghe) e Prokof’ev (Sonata n.1 op.80). Spicca-no naturalmente le interpretazioni di Schumann(l’appassionato romanticismo di De Barbieri), diProkof’ev e Castelnuovo-Tedesco (la sua attenzio-ne per il Novecento storico) e soprattutto di Pa-ganini, l’artista più amato da De Barbieri che, en-fant prodige, già a 14 anni ne aveva interpretatoil Concerto in re maggiore. Nato a Genova nel1920, De Barbieri era figlio di un celebre liutaio,Paolo, erede di una scuola di liuteria genoveseche vantava alcuni nomi eccellenti, a cominciareda Cesare Candi. Nel laboratorio del padre, Re-nato, ancora bambino conobbe alcuni fra i mas-simi violinisti del tempo, da Hubermann a Heifetza Prihoda. Prihoda fu un nome importante perDe Barbieri: con lui l’artista genovese si perfe-zionò e a lui subentrò nel 1963 ai corsi di perfe-zionamento al Mozarteum.

E i licei scoprono la musica

Una caratteristica distinti-va del pianismo di Andrea

Bacchetti è l’esplorazione con-dotta da anni in campi musi-cali poco battuti. La discogra-fia del giovane artista genove-se è illuminante. Varie le regi-strazioni dedicate a Bach (inprimis, le Variazioni Goldbergrealizzate anche in video) e di-verse le “riscoperte” in ambitoitaliano. Bacchetti è partitoqualche anno fa da Cherubini,per passare poi a Galuppi e,nelle scorse settimane, ha ag-giunto una ulteriore tappa nelsonatismo nostrano con unCD per la RCA dedicato a Be-nedetto Marcello. Lo stessoBacchetti ha curato con Ma-rio Marcarini l’edizione criticadalle fonti manoscritte. Unalettura interessante, limpida epersonale come è nello stile diBacchetti che non si pone ilproblema “filologico” (o “falsa-mente filologico”) della tastie-ra pianistica al posto di quellaclavicembalistica e regala unalucida analisi sonora di un re-pertorio decisamente grade-vole e non privo di suggestionisoprattutto nei tempi lenti diraffinata eleganza.

Nel drammatico declino dellascuola italiana determinato

non dalla classe docente, né daglistudenti, ma da una classe politi-ca incapace di affrontare i veriproblemi della cultura e della for-mazione, l’unica nota positiva diquesti ultimi anni scolastici è sta-ta l’apertura dei licei a indirizzomusicale. Pochi, pochissimi (in Li-guria, il solo Pertini a Genova) equindi non proponibili come “alter-nativa” ai Conservatori. Tuttavia,un passo avanti sulla strada del ri-conoscimento della musica comeelemento formativo importante.Nei licei si studia, per la prima vol-ta, accanto alla storia della lette-ratura o dell’arte, anche la storiadella musica. E la Zanichelli hapubblicato due volumi per il bien-nio, “La musica” scritti da MariaGrazia Sità e Alessandra Vaccaro-ne. In attesa di affrontare la storiasu un piano cronologico nel trien-nio superiore, i due volumi pro-pongono un interessante excur-sus sulle forme, sui generi e suglistili, diversificando in maniera mol-to ampia i temi, per cui si passadal musical al canone, dal ballettoal contrappunto. Ogni capitoloprende dunque in esame un gene-re e lo tratta rifacendosi a un au-tore e a una particolare composi-zione che viene poi proposta nelCD allegato. E’ un percorso inte-ressante che serve non solo a sti-molare la conoscenza dei giovani,ma anche a mettere un po’ d’ordi-ne sul piano terminologico. Siamoil paese della musica, si sa, abbia-mo inventato l’opera, vantiamo inatali di Verdi e Rossini, di Carusoe di Toscanini, ma ancora oggi so-no tanti, troppi, quelli che non di-stinguono neppure una sonata dauna sinfonia.

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attualità

ALDO DABOVE & FIGLI s.n.c.

di A.F. e M. Dabove

Riparazioni - Installazioni

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16143 Genova - Via G.B. D’Albertis, 101 r. - Tel. 010.508122

(segue dalla prima pagina)

Cento numeri...Amici del Nuovo Carlo Felice) e ci in-dicava la linea da seguire per interes-sare i nostri Soci in modo vario, masempre musicalmente attraente.Avevo conosciuto la professoressa

Capaldo prima dell’inaugurazione delTeatro, quando c’era stata un’esposi-zione dei diversi tipi di poltrone daadottare e ci eravamo scambiati i no-stri diversi pareri. Poi, è entrata a farparte della nostra Associazione dive-nendone presto il Nume tutelare e su-bito, per me, è diventata “Alma”Credo che non riuscirò a dimenti-

care i Suoi insegnamenti, le nostre di-scussioni quando, io tesoriere e Leidirettore artistico, sembrava che leistanze economiche sopravanzasseroquelle artistiche e, poi, la soddisfazio-ne quando riuscivamo a far coincide-re i due pensieri, o, meglio, le due ne-cessità.Alma ci ha lasciato una grande ere-

dità: continuare a coltivare la musica

aiutando le giovani generazioni a di-mostrare le loro capacità spronandolia proseguire nel difficile cammino in-trapreso. E noi desideriamo ricordar-La anche in questo 2011, centenariodella Sua nascita, con una iniziativache sicuramente Le sarebbe piaciuta:un concerto.Abbiamo così programmato, in col-

laborazione con la Galleria Nazionaledi Palazzo Spinola, un concerto persabato 17 dicembre prossimo con unDuo composto da Claudio Marzorati,violino e Franco Giacosa, pianoforte,pensando che il modo migliore perrenderLe omaggio sia quello di im-mergerci nel mondo musicale nel qua-le ci ha guidato per tanti anni.Mi piace ricordare, ancora in que-

sta occasione, il “commiato” che Leistessa mi aveva affidato e che abbia-mo pubblicato già in occasione dellaSua dipartita, eccolo:

“L’Invito è nato nell’ottobre del1991, salutato dal SovrintendenteFrancesco Ernani con un caldo benve-nuto. Era piccolo, un poco incerto sulda farsi, sotto la mia esclusiva respon-

Agli inizi degli anni Settanta, quan-do avviai la mia attività di critico mu-sicale scrivendo le prime, brevi re-censioni per un quotidiano cittadinosotto l’ala protettrice dell’indimentica-to Carlo Marcello Rietmann, fra lestagioni musicali attive a Genova, c’e-ra quella della Gioventù Musicale cheaveva come referente in loco una di-stinta signora, minuta, dai capellibianchi, sempre vestita di nero, conlunghi guanti a fasciare le mani da pia-nista. Era Alma Brughera Capaldo.Nacque allora una frequentazione chedivenne amicizia, pur nella diversità

generazionale e, spesso, di opinioni. Alma, a dispetto della figura fragi-

le, era una combattente, fiera polemi-sta, capace di aggredire verbalmentechiunque in nome delle proprie idee:ricordo ancora una sua irata telefo-nata del 2004 quando per un equivo-co poi chiarito con tanto di affettuosariappacificazione, mi chiamò traditoree mi ingiunse di non affacciarmi maipiù alla sua porta! Negli anni Settantasi era data anima e corpo alla causadi Paganini. Cofondatrice dell’Istitutodi Studi Paganiniani, per anni anima-trice (e sostenitrice finanziaria) dei

sabilità: mio marito e io lo chiamammosubito “giornalino” quasi a volerneminimizzare l’importanza. L’unica cosache ho sempre cercato di difendere, incambio del tempo che gli ho dedicato(ed è molto, più di quello che sembra)è la mia indipendenza, la mia volontàdi trattare solo argomenti musicali, didifendere sempre e soltanto la musica.La musica si difende non dicendobugie, ma manifestando il proprio pen-siero con chiarezza, qualche volta concoraggio, non accettando piaggerie eautoincensamenti; aiutando gli altri –come ho sempre fatto in qualunqueambiente mi sono trovata per le vicissi-tudini della vita- a conoscerla, a com-prenderla, ad amarla. Ho guidato e fat-to crescere “L’Invito” con gli stessiprincipi, la stessa coerenza con cui hovissuto (cosa non facile davvero) e oralascio il mio “giornalino” con un po’ dimalinconia: è adulto, è maggiorenneormai. Buona fortuna dunque!”E, allora, ancora una volta grazie

Alma!Giuseppe Isoleri

preziosi Quaderni che l’Istituto produ-ceva, si era battuta per ridare visibi-lità al grande Artista genovese strap-pandolo alle dicerie e alle leggendeper inquadrarlo, con l’aiuto di una se-rie di studiosi, in una giusta prospetti-va critica. Aveva voluto, con determi-nazione ed energia, una casa per Pa-ganini ed era riuscita, appunto conCasa Paganini nel 2004: non sarebbecontenta oggi se la potesse vederedestinata ad altre, sia pur lodevoli, at-tività culturali. Alma è stata per anniuno dei simboli della Genova musica-le, una donna d’altri tempi che amavai giovani e sapeva essere straordina-riamente generosa.

r.i.

Ricordo di Alma

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attualità

Con l’avvio del nuovo anno ac-cademico, il Conservatorio“Niccolò Paganini” ha proce-

duto al rinnovo delle cariche diri-genziali. Patrizia Conti, infaticabileguida dell’Istituto in un periodoparticolarmente difficoltoso per iltortuoso iter della riforma dei Con-servatori e delle Accademie, ha in-fatti terminato il suo secondomandato e per legge non è possi-bile una terza consecutiva ricandi-datura. Al suo posto è stato elettoClaudio Proietti, pianista e musico-logo, da oltre un ventennio docen-te nell’Istituto genovese.Proietti è nato a Roma nel

1951 e vive a Pisa. Si è formatocon Luciano Cerroni e Bruno Cani-no, per il pianoforte, con MauroBortolotti, per la composizione,con Nino Pirrotta e Fedele D’Ami-co per la musicologia. Ha suonato

in Italia e all’estero collaborandocon orchestre, direttori, strumen-tisti e cantanti di grande prestigio.Particolarmente significativa è l’at-tività svolta con E.CO. Ensembleper l’Esperienza Contemporanea,da lui fondato nel 1989, con cuiha partecipato ai più importanti fe-stival e stagioni in Italia, Europa eSud America. Ha registrato per laRAI e realizzato alcuni cd.Ha tenuto seminari strumentali

e corsi per teatri, enti e istituti uni-versitari. Si occupa di progettazio-ne e organizzazione di attività for-mative indirizzate tanto ai giovaniartisti quanto al pubblico; dal1997 è stato responsabile di que-sto settore nella Fondazione Tea-tro di Pisa e dal 2001 è statocoordinatore del progetto OperaStudio dei teatri di Livorno, Luccae Pisa. Per molti anni ha svolto at-

CCllaauuddiioo PPrrooiieetttt ii ,, nnuuoovvoo ddiirreettttoorree ddeell CCoonnsseerrvvaattoorr iioo PPaaggaanniinnii

tività di critico musicale con varigiornali e riviste. Come musicolo-go ha pubblicato numerosi testi, inmassima parte dedicati alla musi-ca del Novecento.

chestre sinfoniche e l’educazionedi più di 350.000 studenti in 180nuclei operativi sul territorio vene-zuelano.Questo progetto ha permesso

miracolosamente di togliere i gio-vani da bande criminali e riscat-tarli da condizioni di miseria dandoloro un qualcosa in cui credere ela forza di lottare per il futuro. “Sequalcuno mi chiedesse dove in

questo momento sta succedendoqualcosa di veramente importanteper il futuro della musica classica,io risponderei subito in Venezuela”ha detto Simon Rattle, il direttored’orchestra inglese alla guida deiBerliner Philharmoniker, sostenito-re insieme ad Abbado, Domingo eallo scomparso Sinopoli del “siste-ma Abreu”, che è diventato unmodello non solo per tutto il Sud

America ma per tutti i Paesi!I migliori elementi delle orche-

stre giovanili venezuelane costitui-scono l’Orchestra Giovanile SimonBolivar e alcuni suoi componentihanno intrapreso carriere interna-zionale, come l’ormai famosissimodirettore Gustavo Dudamel e ilcontrabbassista dei BerlinerPhilharmoniker, Edicson Ruiz.

Carolina Pivetta

(segue dalla terza pagina)

“Simon Bolivar”, la rinascita musicale del Venezuela

... dal Kindergarten alla Maturità.Divertirsi da piccoli per essere internazionali da grandi

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vita associativa

IILL NNUUOOVVOO CCOONNSSIIGGLLIIOO DDIIRREETTTTIIVVOO

L’Assemblea dei Soci del 28 ottobre, do-po aver approvato all’unanimità il ren-diconto della stagione 2010/2011 e

il preventivo di questa in corso, ha provvedutoad eleggere il nuovo Consiglio Direttivo.Il nuovo organismo si è riunito il 14 novem-

bre ed ha così attribuito le cariche sociali:

Presidente Onorario e Direttore Artistico:Guendalina Cattaneo della Volta,

Presidente e Tesoriere:Giuseppe Isoleri

Vice Presidenti:Laura Giorgi e Dario Peytrignet

Segreteria:Adriana Caviglia e Maria Grazia Romano

Consiglieri:Maria Teresa Marsili, Gabriella TassaraUgo Armoni, Roberto Satta

Andar per mostre Sabato 28 gennaio 2012

Gita a Milano per visitare:Pinacoteca di Brera,Mostra: Brera incontra il Puskin: Collezionismo russo tra Renoir e Matisse,Museo del Teatro alla ScalaPrenotazioni entro il 20 dicembre 2011.

Mercoledì 15 febbraio 2012 Palazzo Ducale, Genova. Visita alla mostra: Van Gogh e il viaggio di GauguinPrenotazioni entro il 30 dicembre 2011.

Autunno a Spinola

Come preannunciato, anche quest’anno abbiamoprogrammato ed effettuato la rassegna di con-certi autunnali nella prestigiosa cornice della Gal-

leria Spinola. Quest’anno, il ciclo era dedicato a ricorda-re il centenario di Franz Liszt e ha ottenuto un grandis-simo successo di pubblico, naturalmente per le musicheproposte, ma anche in grandissima parte per il valoredei tre artisti chiamati a interpretarle:Giacomo Battarino, Marco Pasini e Dario Bonuccelli.I due artisti affermati e il giovane Bonuccelli hanno sa-

puto interpretare lo spirito di Liszt proponendo tre pro-grammi molto diversi tra loro, ma sempre molto con-vincenti e avvincenti che hanno conquistato tutti i pre-senti. Le rassegne autunnali che organizziamo alla Galleria

Spinola, che ringraziamo per l’ospitalità, si sono dimo-strate iniziativa di successo: prima abbiamo program-mato le Dieci Sonate di Johannes Brahms, poi celebra-to i centenari di Frederik Chopin e Robert Schumann e,quest’anno, Franz Liszt.Stiamo già pensando a una nuova rassegna autunna-

le: cosa ci riserverà per il prossimo anno il nostro Di-rettore Artistico?Attendiamo, certi di piacevoli sorprese musicali!

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vita associativa

Quartetto Januensis

Martedì 4 ottobre abbiamo iniziato la nostra attività mu-sicale al Circolo Unificato dell’Esercito con un concerto diquattro giovani studenti del Conservatorio N. Paganini: ilQuartetto Januensis formato da Valeria Saturnino e Fran-cesco Bagnasco, violino, Ruben Franceschi, viola e SimoneCricenti, violoncello. I quattro giovani artisti hanno presen-tato un programma quasi interamente classico: QuartettoK 155 di Mozart, Quartetti op. 76 n. 1 e op. 77 n. 1 diHaydn, integrato dal gradevolissimo Cuarteto para BuenosAyres di C. Montero. Il loro grado di preparazione e l’affia-tamento degli strumenti hanno piacevolmente sorpreso ilnumeroso pubblico presente che hanno ricambiato la faticadei giovani interpreti con gli applausi più calorosi. Numero-se le richieste di farli ritornare anche la prossima stagione!

Trio Sine NomineIl Trio Sine Nomine, formato da Luca Soi, violino e viola,

Luca Sciri, clarinetto e Leonardo Ferretti al pianoforte, èstato il protagonista del concerto del 18 ottobre scorso. Ilprogramma comprendeva la Sonata op. 24 “Primavera”per violino e pianoforte di Beethoven, Tre Romanze op. 94di Schumann per clarinetto e pianoforte, il Pezzo n. 5 di M.Bruch e il Trio K 498 di Mozart. La musicalità espressa daitre giovani artisti ha completamento conquistato il foltogruppo di soci accorsi al concerto che hanno ricambiato lagenerosità e l’alto livello delle interpretazioni con i miglioriapplausi e richieste di bis.

ASSOCIAZIONE AMICI DEL CARLO FELICEE DEL CONSERVATORIO N. PAGANINI

Quote sociali

Socio ordinario da € 85,00Socio sostenitore da € 145,00Socio familiare € 50,00Giovani € 30,00(fino al 25° anno di età)

Per coloro che desiderano iscriversi o rinnovare con bonifico:

IBAN: IT 12 V 05608 01400 000000021647

Valentina MessaValentina Messa è tornata a suonare per noi. La giova-

ne pianista è diventata un punto fermo nella nostra pro-grammazione per l’entusiasmo che sa suscitare tra i nostri

soci ad ogni suo concerto. Quel-lo di martedì 8 novembre preve-deva la Sonata K 332 di Mozart,Danze tedesche op. 33 di Schu-bert e Fantasia op. 17 di Schu-mann. Come sempre la musica-lità e la capacità interpretativa diValentina hanno conquistato ilnumeroso pubblico presente no-nostante la minaccia del tempopiovoso. Il concerto è stato poichiuso, per le richieste di bis, dauna splendida interpretazione diun Notturno di Chopin.

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i nostri appuntamenti

Periodico d’informazione musicale

Direttore responsabileRoberto Iovino

AssociazioneAmici del Carlo Felice

e del Conservatorio N. Paganini

Presidente: Giuseppe Isoleri

Segreteria: Adriana Caviglia Maria Grazia Romano

Tel. (010) 352122 - (010) 589059Cell. 3470814676 - Fax (010) 5221808

www.AmiciCarloFeliceConservatorioPaganini.org

[email protected]

Stampa: essegraph Genova

Si ringrazia

per la concreta collaborazione

ATTIVITA’ SOCIALE DAL 3 DICEMBRE 2011 AL 18 FEBBRAIO 2012Salone di Rappresentanza del Circolo Unificato - Concerti del Martedì, ore 16,00dell’Esercito - Via S. Vincenzo, 68: - Conferenze Musicali del Martedì e

- Un Palco all’Opera, ore 15,30Auditorium “E. Montale” del Teatro Carlo Felice: - Audizioni discografiche e

Storia della Sinfonia, ore 16,00Concerti nei Musei, ore 16.30 (Galleria Spinola e Palazzo Reale) e 11 (Museo Chiossone)

Sabato 3 dicembre, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHELA BOHEME di G. PucciniRelatore Lorenzo Costa,

Martedì 6 dicembre, ore 16CONCERTO DI MARCO GRIECO, pianoforteMusiche di Liszt,

Martedì 13 dicembre, ore 15,30VIAGGIO MUSICALE NEL SETTECENTOA cura di Roberto Iovino con Cristina Iovino,

Sabato 17 dicembre, ore 16,30CONCERTI NEI MUSEI: GALLERIA NAZIONALE DI PALAZZO SPINOLARICORDIAMO I CENTO ANNI DI ALMA BRUGHERA CAPALDO CONCERTO DI CLAUDIO MARZORATI, violino e FRANCO GIACOSA, pianoforte,

Martedì 10 gennaio 2012, ore 15,30I CAPRICCI DI CAMILLO SIVORIA cura di Flavio Menardi Noguera,

Sabato 14 gennaio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: STORIA DELLA SINFONIASUONARE INSIEME: PARADOSSI SINFONICI DAL RINASCIMENTO A BERIORelatore Lorenzo Costa,

Martedì 17 gennaio, ore 16CONCERTO DI LILIA GAMBERINI, soprano, CATERINA ARZANI, pianoforte,

Venerdì 20 gennaio, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: DON CARLO di G. VerdiA cura di Maria Luisa Firpo,

Sabato 21 gennaio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: STORIA DELLA SINFONIAFRANZ JOSEPH HAYDNRelatore Alberto Cantù,

Martedì 24 gennaio, ore 15,30LA STORIA DELLA MUSICA ATTRAVERSOIL SUONO DEL VIOLONCELLOA cura di Nevio Zanardi,

Sabato 28 gennaioVIAGGIO A MILANO per: visita alla Pinacoteca di Brera, alla mostra:Brera incontra il Puskin: Collezionismo russo tra Renoir e Matisse, evisita al Museo del Teatro alla Scala,

Martedì 31 gennaio, ore 16CONCERTO DI IROKO IMAI, pianoforteMusiche di Beethoven, Brahms, Schubert,

Venerdì 3 febbraio, ore 15,30UN PALCO ALL’OPERA: FEDORA di U. GiordanoA cura di Dario Peytrignet,

Martedì 7 febbraio, ore 15,30IL CONCERTO PER VIOLINO E ORCHESTRA DI J. SIBELIUSA cura di Massimo Arduino,

Sabato 11 febbraio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: STORIA DELLA SINFONIAWOLFGANG AMADEUS MOZARTRelatore Massimo Arduino,

Martedì 14 febbraio, ore 16CONCERTO DEL TRIO ZAUBER, flauto, violoncello, pianoforteMusiche di Weber, Farrenc,

Sabato 18 febbraio, ore 16INCONTRI ALL’AUDITORIUM: AUDIZIONI DISCOGRAFICHEROMEO ET JULIETTE di C. GounodRelatore Lorenzo Costa.

MUSEO E. CHIOSSONE