PORTFOLIO_Patrizia Ne

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Comunicazione visiva per l’editoria | Portfolio Patrizia Ne

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editoria & adversiting

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Comunicazione visiva per l’editoria | Portfolio

Patrizia Ne

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patrizia ne

Via Ciceri Visconti, 16 20137 Milano

Cell. 366/4036266 e-mail: [email protected]

grafica et art director patrizia ne

ESPERIENZE LAVORATIVE

DA GENNAIO 2010

Come free-lance collaboro per GIUNTI SCUOLA, GIUNTI RAGAZZI , TOURING EDITORE, PBM e PEARSON ITALIA per progetti di copertine, interno dei volumi e riviste e impaginazioni.

Collaboro con agenzia pubblicitaria MCCANN HEALTCARE RGB e con l’agenzia ADBOLD per progetti e impaginazioni visual e brochure.

DAL 2000 AL GENNAIO 2010

Assunta a tempo indeterminato presso la DE VECCHI EDITORE. Dal 2004 responsabile dell’ufficio grafico: occupandomi di progettazione e impaginazione di volumi e progettazione copertine, del catalogo generale e di quello relativo alle novità, responsabile dei lavori dati agli esterni e dell’organizzazione interna, gestisco i contatti con fotolitisti, fotocompositori e stampatori.

PRECEDENTI

Collaboro per AGENZIA SERVIZI EDITORIALI come free-lance, curando l’impaginazione e la progettazione di testi scolastici editi dalle maggiori Case Editrici (ISTITUTO GEOGRAFICO DE AGOSTINI, TRAMONTANA, PETRINI, ELEMOND, MAC GRAW HILL, RCS LIBRI, PARAVIA B. MONDADORI) e direttamente per IGDA (DeAgostini) e PBM (Paravia Bruno Mondadori).

Studio e progetto loghi e immagine coordinata per aziende e/o società.

Come free-lance per la fotocomposizione META in qualità di grafica pubblicitaria.

Collaboro internamente per l’agenzia pubblicitaria IDEA 2 in qualità di assistant art director.

Presso la GRAFOTITOLI BASSOLI curo l’impaginazione della rivista Milano Weekend.

Presso la CASA EDITRICE SELEMEDIA per le riviste Horoscope e Golf Magazine come impaginatrice e per la rivista Cruciverba & Passatempi cura la progettazione, l’impaginazione, i disegni dei giochi e i contatti con fotocomposizione e stampa di quest’ultima.

TITOLO DI STUDIO

MATURITÀ SCIENTIFICA

conseguita presso il Liceo Leonardo da Vinci (Mi).

DIPLOMA DI GRAFICA PUBBLICITARIA

conseguito presso l’Istituto Ateneo 3A (Mi).

DIPLOMA DI ILLUSTRATRICE

conseguito presso l’Istituto Europeo del Design (Mi).

CONOSCENZE INFORMATICHE

Utilizzo pacchetto OfficeMacintosh: perfetta conoscenza Quark Xpress 7, ottima conoscenza della suite Adobe CS5 (InDesign, Photoshop, Acrobat Professional, Adobe Illustrator).IN POSSESSO DI POSTAZIONE MacOS10.5

LINGUE

Francese: ottimo Inglese: discreto

Autorizzo il trattamento dei miei dati personali ai fini della legge 675/96

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cataloghipatrizia ne

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

le origini, le caratteristiche,

le attitudini, le particolarità di

tutte le 342 razzeEDUCARE E RIEDUCARE IL CANE

La nuova edizione di un bestseller,

con gli insegnamenti e i consigli

per educare il cucciolo e per rieducare

o correggere il cane adulto

collana › Animali Cani

Io e il mio cane

prezzo › e 14,50

in libreria › settembre 2010

pagine › 160legatura › cartonato olandese

formato › cm 14,5x19,5

codice › 51988G

ean › 9788841283929

SCEGLIERE IL TUO CANE DI RAZZA

Come scegliere il cane

a misura delle proprie esigenze

e amarlo per tutta la vita

collana › Animali Cani

Io e il mio cane

prezzo › e 14,50

in libreria › aprile 2010

pagine › 160legatura › cartonato olandese

formato › cm 14,5x19,5

codice › 51987V

ean › 9788841283974

IL LIBRO COMPLETO DEI CANI

Il reference per conoscere

tutte le razze codificate

dalla Federazione Cinologica

Internazionale

collana › Animali Cani Fuori collana

prezzo › e 19,90

in libreria › maggio 2010

pagine › 640legatura › cartonato con sovraccoperta

formato › cm 14x19

codice › 52102N

ean › 9788841276044

Tutte le 342 razze

codificate dalla

Federazione Cinologica

Internazionale

origini

caratteristiche

attitudini

particolarità

Valeria Rossi

Il libro completo

canI dei

come prevenire

e correggere

il comportamento

del cane che sporca,

che abbaia, che aggredisce,

che disobbedisce

e molesta

EducarE E ri-EducarE

il canE

Franco Fassola

come prevenire

e correggere

il comportamento

del cane che sporca,

che abbaia, che aggredisce,

che disobbedisce

e molesta

scegliere il tuo cane

di razza

valeria rossi

conoscere e amare i cani conoscere e amare i cani conoscere e amare i cani

Andrea Pandolfi

And

rea

Pan

dolfi

Storia – Standard – Comportamento – Addestramento – Alimentazione

Riproduzione – Salute, igiene e cure

Nato per la caccia, il golden retriever esprime

questa sua dote innata in una grande vitalità

e in un grande bisogno di contatto con l’uomo.

Questo libro ve lo fa conoscere a partire

dalle sue origini nella Scozia di fine Ottocento,

esaminandone poi l’evoluzione successiva attraverso

gli allevamenti e i soggetti più significativi,

sia nella terra d’origine sia nel resto d’Europa e in Italia.

Un esame attento delle caratteristiche morfologiche

e delle prescrizioni dello standard di razza

vi fornisce sia gli strumenti per valutare correttamente

un cucciolo da acquistare sia utili indicazioni per chi vuole

far riprodurre il proprio soggetto,

se non iniziare un vero e proprio allevamento.

Specifici interventi veterinari approfondiscono

gli argomenti relativi a una corretta alimentazione

e ai problemi di prevenzione e cura delle malattie.

e 10,002439XXY

dei g

old

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retr

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En

cic

lo

pE

dia

enciclopediagoldEn

rEtriEvErdeienciclopedia

goldEn

rEtriEvErdei

IL LABRADOR

Come allevare

e crescere un labrador,

comunicare con lui,

nutrirlo e mantenerlo

in ottima salute

collana › Animali Cani di razza

prezzo › e 12,50

in libreria › aprile 2010

pagine › 128legatura › brossura con bandelle

formato › cm 14,5x19,5

codice › 51986F

ean › 9788841283844

IL PASTORE TEDESCO

Conoscere,

scegliere e vivere

con il cane più amato

e diffuso in Italia

collana › Animali Cani di razza

prezzo › e 12,50

in libreria › aprile 2010

pagine › 128legatura › brossura con bandelle

formato › cm 14,5x19,5

codice › 51985N

ean › 9788841283868

ENCICLOPEDIA

DEL GOLDEN RETRIEVER

Il volume indispensabile

per chi ama il golden retriever

e vuole sapere tutto su questa

razza

collana › Animali Cani

Le enciclopedie

prezzo › e 22,00

in libreria › aprile 2010

pagine › 320legatura › cartonato

formato › cm 17x24

codice › 51984T

ean › 9788841283820

ARRIVAL’ARCA DI NOÈ• INFORMAZIONI• NOTIZIE • CURIOSITÀ

SUI NOSTRI AMICI ANIMALI

4giro2010

ARRIVAL’ARCA DI NOÈLA PROMOZIONE DEDICATA AGLI AMICI ANIMALI

EDIZIONI DE VECCHI EDIZIONI DE VECCHI

Page 4: PORTFOLIO_Patrizia Ne

cataloghipatrizia ne

34 > Tempo libero Tempo libero < 35

Lo stretching17 x 24 cm - pp. 112 - brossura94510V€ 11,50

La corsa su strada17 x 24 cm - pp. 96 - brossura94511W€ 11,50

La ginnastica zen17 x 24 cm - pp. 128 - brossura94756U€ 11,50

Lezioni di yoga17 x 24 cm - pp. 80 - brossura94508V€ 11,50

La postura corretta17 x 24 cm - pp. 128 - brossura94755T€ 11,50

Ventre piatto in 24 giorni17 x 24 cm - pp. 176 - brossura94731K€ 12,00

Ginnastica dolce17 x 24 cmpp. 144 - brossura con bandelle94711X€ 19,90

Ginnastica dolce13,5 x 19 cmDVD + booklet in custodia94092U€ 9,90

SPORTSPORT -BENESSERE

C0004089

Guida completa all’arrampicata21 x 26,4 cmpp. 192 - brossura94522D€ 24,90

Guida completa alle immersioni21 x 26,4 cmpp. 192 - brossura94523D€ 24,90

Guida completaalla mountain bike21 x 26,4 cmpp. 192 - brossura94526E€ 24,90

Il libro completo del body building17 x 24 cm

pp. 272 - brossura94515Y€ 19,90

TECNICHESPORTIVE

con DVD

60 > Salute

Salute < 61

Guida ai Chakra17 x 24 cmpp. 128 - brossura95756G€ 18,00

Guida allo Zen17 x 24 cmpp. 160 - brossura96309G€ 18,00

Guida al Qi Gong17 x 24 cmpp. 144 - brossura95707H€ 18,00

Tantra17 x 24 cmpp. 128 - brossura95716M€ 18,00

Il grande libro del massaggiocon gli oli essenziali17 x 24 cm - pp. 208 - cartonato94746R€ 18,50

Erbario22 x 20 cmpp. 220 - cartonato94777D€ 32,00

Il grande libro dei fiori di Bach21 x 27 cmpp. 224 - brossura con bandelle95721Q€ 23,90

Oli essenziali17 x 24 cmpp. 96 - brossura96184M€ 7,90

Le erbe medicinali21 x 27 cmpp. 352 - brossura con bandelle94778F€ 24,90

MEDICINE DOLCI

Il manuale delle medicinealternative14,5 x 20,5 cm - pp. 336 - brossura95754D€ 18,90

Stop alla dipendenzadall’alcol14 x 21 cmpp. 192 - brossura95720N€ 13,90

Stop alla dipendenzadal fumo14 x 21 cmpp. 192 - brossura95714L€ 13,90

Stop alla dipendenzadall’eroina14 x 21 cmpp. 224 - brossura95719N€ 13,90

MEDICINEORIENTALI

STOP ALLEDIPENDENZE

MEDICINEALTERNATIVE

C0004083

Corso base di riflessologia21 x 27 cmpp. 176 - brossura con bandelle + poster95758K€ 23,90

2010

Distribuzione Giunti EditoreVia Bolognese, 165 - 50139 Firenze

Ufficio CommercialeTel. 055 5062382 - Fax 055 5062319

[email protected]

Edizioni De Vecchi s.r.l.Strada 1 - Palazzo F Scala 9 - Piano IV

Milanofiori20090 Assago (MI)

Tel. 02 575471

C2807C

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

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cataloghipatrizia ne

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

Edizioni De Vecchi s.r.l.Strada 1 - Palazzo F Scala 9 - Piano IV Milanofiori20090 Assago (MI)Tel. 02 575471

Distribuzione Giunti EditoreVia Bolognese, 165 - 50139 FirenzeUfficio CommercialeTel. 055 5062382 - Fax 055 [email protected]

100T 0P

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DVDcon

DVD

Anim

ali

collana a

e 19,90

cani da premio

cani di razza

il mio cane

acquario

le enciclopedie

IL JACK RUSSELL TERRIER

codice › 96201W

ean › 9788841283172

IL BULLDOG

codice › 95532V

ean › 9788841256954

I BASSOTTI

codice › 96213E

ean › 9788841283295

IL BARBONE

codice › 95530V

ean › 9788841256930

IL BEAGLE

codice › 95523R

ean › 9788841256862

LO SHIH TZU

codice › 96209B

ean › 9788841283257

IL BORDER COLLIE

codice › 95533W

ean › 9788841256978

IL CARLINO

codice › 96206Y

ean › 9788841283226

IL SETTER INGLESE

codice › 96208Z

ean › 9788841283240

IL LINGUAGGIO DEL CANE

codice › 96218F

ean › 9788841283356

LO YORKSHIRE

codice › 96214E

ean › 9788841283301

IL GOLDEN RETRIEVER

codice › 95534W

ean › 9788841256985

IL ROTTWEILER

codice › 96199V

ean › 9788841283158

IL SIBERIAN HUSKY

codice › 96205Y

ean › 9788841283219

IL MASTINO NAPOLETANO

codice › 96215E

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IL MIO PASTORE TEDESCOE D U C A R L O , A D D E S T R A R L O , C U R A R L O , A M A R L O

© 2008 DVE ITALIA SpA - Milano

Tutti i diritti riservati.

Vietata la riproduzione,

la trasmissione

e la diffusione in pubblico.

28-07-2008 13:52 P

agina 1

IL MIO CARLINO

E D U C A R L O , A D D E S T R A R L O , C U R A R L O , A M A R L O

© 2008 DVE ITALIA SpA - Milano

Tutti i diritti riservati.

Vietata la riproduzione,

la trasmissione

e la diffusione in pubblico.

28-07-2008 13:58 P

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Anim

ali

EDUCARE O RI-EDUCARE IL CANE

codice › 96048L

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IL BOXERcodice › 96220G

ean › 9788841283370

€ 15,90 IL GOLDEN RETRIEVER

codice › 96236P

ean › 9788841283554

€ 15,90

IL MIO PASTORE TEDESCO

codice › 96250X

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€ 7,90

IL MIO CARLINO

codice › 96248V

ean › 9788841283677

€ 7,90 IL MIO GOLDEN RETRIEVER

codice › 96244T

ean › 9788841283639

€ 7,90L’ENCICLOPEDIA

INTERNAZIONALE DEI CANI

codice › 96240S

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€ 30,00

IL MIO PASTORE TEDESCO

codice › 94086S

ean › 9788841206638€ 9,90

IL MIO CARLINO

codice › 94082R

ean › 9788841206591€ 9,90

IL MIO GOLDEN RETRIEVER

codice › 96245U

ean › 9788841283646

€ 14,90

IL MIO LABRADOR

codice › 96247V

ean › 9788841283660

€ 14,90

IL MIO JACK RUSSELL

codice › 96254Y

ean › 9788841283738

€ 14,90

GUIDA AI PESCI TROPICALI

D’ACQUA DOLCE

codice › 95257S

ean › 9788841248010

€ 14,00

L’ABC DELL’ACQUARIO

codice › 95262V

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€ 12,00

GUIDA COMPLETA AI PESCI

TROPICALI D’ACQUA DOLCE

codice › 93975M

ean › 9788841203590

€ 18,00

enciclopedia pratica

fuori collana

io amo il mio giardino

cavalli

pet & animali da compagnia

manuali varia ragazzi

varia

cubotti

il mio ortoIL GRANDE LIBRO DELLA POTATURA E DEGLI INNESTIcodice › 96516Kean › 9788841295298€ 19,90

IL GRANDE LIBRO DEL GIARDINO GIAPPONESEcodice › 96528Tean › 9788841295472€ 19,90

IL GATTO EUROPEOcodice › 95269Yean › 9788841248133

IL GATTO PERSIANOcodice › 95272Zean › 9788841248164

IL GATTO ABISSINOcodice › 95268Yean › 9788841248126

IL GATTO SIAMESEcodice › 95271Zean › 9788841248157

TUTTO PIANTE E FIORIcodice › 96518Jean › 9788841295373€ 25,00

IL MIO ANIMALE DA COMPAGNIA

codice › 95280Eean › 9788841248256

€ 19,90

IN SELLA!codice › 94524D

ean › 9788841220924€ 19,90

TUTTO PIANTE E FIORIcodice › 96501Xean › 9788841295144€ 19,50

800 RICETTE DELLA CUCINA ITALIANAcodice › 96073Aean › 9788841279601€ 14,90

IL GIARDINO D’OMBRAcodice › 96539Bean › 9788841295588€ 21,00

IL GRANDE LIBRO DELLE ORCHIDEE codice › 95357Uean › 9788841249888€ 19,90 IL MAXI LIBRO DELL’ORTOcodice › 95606Hean › 9788841260050€ 12,00

IMPARO A NON SPRECARE ACQUA

codice › 96544Eean › 9788841295632

€ 12,90

BAMBINI IN CUCINAcodice › 94396S

ean › 9788841218792€ 19,90

GALLI & GALLINE codice › 95285Xean › 9788841248294€ 25,90

PAPPAGALLI DEL MONDO codice › 95278Cean › 9788841248232€ 22,00

FRUTTA DA BEREcodice › 94361A

ean › 9788841218396€ 13,50

LE ZUCCHE E LE ZUCCHINEcodice › 95325D

ean › 9788841249314€ 8,90

CALENDARIO LUNARE DELL’AGRICOLTOREcodice › 96527Sean › 9788841295465€ 11,50

GLI INSEPARABILIcodice › 96050Mean › 9788841276877€ 12,00

LE COCORITEcodice › 96049Lean › 9788841276860€ 12,00

600 RICETTE CON IL FORNO A MICROONDEcodice › 96075Aean › 9788841279762€ 14,90

1000 SALSE DOLCI & SALATEcodice › 94378Hean › 9788841218556€ 19,90

Nat

ura

Cuci

na

Anim

ali

collana a

e 19,90

IL GATTO MAINE COONcodice › 95274Bean › 9788841248195

IL GATTO CERTOSINOcodice › 95273Bean › 9788841248171

gatti

ornitologia

animali da allevamento

Page 6: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria variapatrizia ne

Integrazione di varie discipline come psicologia, linguistica,

cibernetica, teoria dei sistemi, la PNL è uno dei modelli per

lo studio e l’interpretazione delle potenzialità umane. È un

approccio rivoluzionario allo sviluppo personale e alla

comunicazione perché fornisce idee, strumenti, tecniche e

modelli per migliorare il controllo delle emozioni, avere più

sicurezza e motivazione, usare il linguaggio con precisione

ed eleganza, cambiare comportamenti indesiderati in se

stessi e negli altri, aumentare la capacità di comprendere.

Un corso base pensato per tutti coloro che vogliono avvici-

narsi a questa disciplina e migliorare la loro capacità di

capire e farsi capire. Con un linguaggio diretto e concreto

offre strumenti, tecniche e modelli di evoluzione che aiu-

tano a migliorare la propria vita personale e professionale.

9717 - € 14,50

PNL: LAPROGRAMMAZIONENEUROLINGUISTICA

CORSO BASE PER SVILUPPARE LE PROPRIE CAPACITÀ

E RAGGIUNGERE I MASSIMI RISULTATI

Giulio GranataNuova edizione a cura di Ileana Moretti e Camillo Sperzagni

PNL: LAPROGRAMMAZIONENEUROLINGUISTICA

Giulio GranataI.M

oretti e C.Sperzagni

STRUMENTI PER LA

PROFESSIONE

STRUMENTI PER LA

PROFESSIONE

PNL: LA PROGRAMM

AZIONE NEUROLINGUISTICA

Giulio Granata è stato

consulente aziendale e trainer

esperto in marketing e

comunicazione. Ha

contribuito in modo

significativo alla conoscenza

della PNL ed è stato

cofondatore di Modelli di

Comunicazione, società che

gestisce una scuola

specialistica di PNL Sistemica.

Ileana Moretti, trainer di

PNL, svolge per la scuola di

PNL dell’Istituto Modelli di

Comunicazione attività di

progettazione, supervisione

e docenza.

Camillo Sperzagni, trainer

di PNL, è docente alla scuola

di PNL dell’Istituto Modelli di

Comunicazione e team leader

nei progetti di sviluppo

organizzativo per aziende

e istituzioni. l’aggiornamento

di un grande classico

Conoscersi

Comunicare

Apprendere e orientarsi

Il mondo esterno e il mondo interiore

Sviluppare le abilità

Costruire le relazioni

Raggiungere i traguardi

25-03-2008 11:56 Pagina 1

Le tre regole d’oro per avere successo nella vendita: essere

positivi, credere in se stessi e persistere fino al raggiungi-

mento dell’obiettivo.

Capire i bisogni del cliente e le ragioni psicologiche che

determinano i suoi acquisti, saper interpretare il linguaggio

del corpo e comunicare più efficientemente.

L’analisi transazionale e la programmazione neurolingui-

stica: le armi vincenti del venditore di oggi.

Preparare al meglio l’azione di vendita per garantirsi il suc-

cesso nella trattativa, saper fissare un appuntamento

anche nei casi più difficili, utilizzare a proprio vantaggio le

obiezioni del cliente, essere in grado di trattare, gestire e

difendere il prezzo.

9701 - € 14,50

COMUNICAREPER VENDERE

LA COMUNICAZIONE INTERPERSONALE CONSAPEVOLE ED EFFICACE

L’ATTEGGIAMENTO POSITIVO LE DINAMICHE DI VENDITA

LA VENDITA RIUSCITA E LA FIDELIZZAZIONE DEL CLIENTE

Luca Guidarelli

Luca Guidarelli, docente di

Leadership e public speaking

nel master di “Comunicazione

e relazioni interpersonali”

dell’Università di Siena,

collabora con numerose

aziende nazionali e

internazionali nella

progettazione e nella

conduzione di corsi di

formazione. Per De Vecchi

Editore ha pubblicato Come

essere un leader in ogni

situazione.

I pilastri della vendita

La personalità del venditore

Motivazione e fiducia in se stessi

La comunicazione e i suoi strumenti

Il linguaggio verbale e il significato di mimica,gesti e posture

L’analisi transazionale e la programmazioneneurolinguistica

Acquisire nuovi clienti

Prepararsi alla vendita

Gestire il colloquio, le obiezioni, i prezzi

COMUNICAREPER VENDERE

Luca Guidarelli

STRUMENTI PER LA

PROFESSIONE

STRUMENTI PER LA

PROFESSIONE

COMUNICARE PER VENDERE

COMUNICAREperVENDERE 18-01-2008 9:55 Pagina 1

Basata sullo studio di cinque fondamentali dimensioni

comunicative e psicologiche, la pentacomunicazione si

propone come un metodo assolutamente nuovo per ren-

dere la comunicazione veramente efficace. Integra diverse

discipline come psicologia, semiotica, retorica, program-

mazione neurolinguistica, pensiero sistemico, tecniche

assertive e tecniche di empatia, sviluppando compren-

sione, chiarezza, cortesia, coraggio e coscienza: le cinque

“C” che portano ad apprendere i segreti per comunicare

con successo.

9716 - € 14,50

LAPENTACOMUNICAZIONE

L’EFFETTO LEVA NELLA COMUNICAZIONEMISURARE L’EFFICACIA COMUNICATIVA

IL MODELLO PIÙ INNOVATIVO DI COMUNICAZIONE

Massimo PiovanoMassimo Piovano,

laureato in Scienze della

comunicazione, ha rifinito la

sua preparazione con un

Master Avanzato di PNL

presso il Milton H. Erickson

Institute. Opera da molti anni

nel campo della formazione e

della ricerca come consulente

per enti pubblici e privati.

Consulente e formatore di

ETLINE e Associati, è iscritto

all’Ordine dei Giornalisti e

come pubblicista collabora

con diverse riviste di

divulgazione medico-

scientifica, occupandosi di

comunicazione e psicologia

motivazionale. Per De Vecchi

Editore ha pubblicato Rendere

al massimo e Come sviluppare

il proprio carisma.

Cinque dimensioni per un unico sistema

Il cuore: dimensione della comprensione

La mente: dimensionedella chiarezza

L’incontro: dimensionedella cortesia

L’audacia: dimensione del coraggio

La coscienza: dimensionespirituale

LAPENTACOMUNICAZIONE

Massim

o PiovanoLA PENTACOM

UNICAZIONE

STRUMENTI PER LA

PROFESSIONE

STRUMENTI PER LA

PROFESSIONE

Pentacomunicazione 11-01-2008 11:52 Pagina 1

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

Page 7: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria variapatrizia ne

8621

LOPSICOLOGO NEL CASSETTO

Angelo Musso - Ornella GadoniLO

PSIC

OL

OG

O

NE

L C

ASSE

TT

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CONOSCERE SE STESSI E GLI ALTRI

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Una guida pratica per approfondi-re la conoscenza di se stessi e supe-rare i blocchi psicofisici in un per-corso che va dall’aspetto esteriorea quello psicologico e sociale.

■ Temperamento, carattere, per-sonalità

■ L’affettività nella formazionedel carattere

■ L’individuo e il gruppo■ Come riconoscere la propria

personalità■ Il rapporto con la sessualità■ Il sonno■ Mente e comportamenti

Angelo Musso, psicoterapeuta enaturopata, svolge da molti annil’attività di medico psicologo nelsuo studio e presso i Servizi disalute mentale dell’ASL di Torino.Collabora anche con l’AMI Univer-sity di Milano per lo studio deifenomeni psicobiologici della pra-noterapia.

Ornella Gadoni è psicopedagogi-sta presso alcune scuole del terri-torio torinese. Riporta le sue esperienze e i risul-tati delle sue ricerche su riviste emensili specialistici del settore.

LOPSICOLOGO NEL CASSETTO

Volume

1Volume

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Volume

1

PSICO vol1f 5-02-2008 14:32 Pagina 1

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Tecniche ed esercizi per migliora-re se stessi, ottimizzare l’uso deltempo senza cadere nello stress,vivere in armonia con il partner econ gli altri.

■ Le tecniche per migliorare sestessi

■ La relazione con gli altri■ Il linguaggio verbale e il lin-

guaggio del corpo■ La vita di coppia■ Bisogni femminili e bisogni

maschili■ La vita sociale■ La sessualità nella coppia

Angelo Musso, psicoterapeuta enaturopata, svolge da molti annil’attività di medico psicologo nelsuo studio e presso i Servizi disalute mentale dell’ASL di Torino.Collabora anche con l’AMI Univer-sity di Milano per lo studio deifenomeni psicobiologici della pra-noterapia.

Ornella Gadoni è psicopedagogi-sta presso alcune scuole del terri-torio torinese. Riporta le sue esperienze e i risul-tati delle sue ricerche su riviste emensili specialistici del settore.

LOPSICOLOGO NEL CASSETTO

Angelo Musso - Ornella Gadoni

MIGLIORARE SE STESSI E LE RELAZIONI CON GLI ALTRI

LOPSICOLOGO NEL CASSETTO

Volume

2Volume

2

Volume

2

PSICO vol2 5-02-2008 17:33 Pagina 1

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

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editoria variapatrizia ne

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META OSTAN

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TAVO

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C'è il detto: “i veri signori si riconoscono a tavola”. Esiccome mangiare è anche una cerimonia sociale, con lesue regole e il suo “rituale”, tutti teniamo a essere giu-dicati bene e all'altezza di qualsiasi situazione…

Quando e come è permesso l'uso del coltello? E dellaforchetta? Quali sono le regole di un tè?

L'arte dell'invito e degli omaggi a chi ci invita, di appa-recchiare e di assegnare i posti, di combinare un menù,di invitare al ristorante…

La difficile cerimonia dei vini: come sceglierli, comeservirli, con quali precedenze…

La risposta a tanti problemi, tanti dettagli importanti,tante incertezze che anche le persone ben educate pos-sono avere - visto che il galateo cambia e quello che va-leva tanti anni fa non sempre vale ancora oggi - in unaguida pratica, attenta, sicura come un confidente che civuole bene e che ci fa osservare cose che gli altri si guar-derebbero bene dal dirci!

Meta Ostan, nata a Trieste e laureata in Lingue stranie-re a Milano, si occupa da anni dell'organizzazione di fie-re e congressi in Italia e all'estero. Viaggiatrice appassio-nata e curiosa, ha saputo elaborare da perfetta padrona dicasa i modi di vita e le usanze gastronomiche che ha cono-sciuto nei paesi di tutto il mondo.

4430 - € 12,90

A TAVOLA

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ILA TAVOLA

il galateo a tavola IT 7-02-2008 11:29 Pagina 1

ROBERTA MASCHERONI

4436 - € 12,90

CORSO RAPIDO DI

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ROBERTA

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10 lezioni per fare sempre bella figura

“Sta’ composto! Non mangiare con le mani! Saluta la

Signora! Chiedi ‘per favore’ e ringrazia!...”

Che noia essere ben educati! E a che serve poi conosce-

re tutte queste regole?

La risposta è semplice: a vivere meglio con gli altri.

Oltre alle regole, però, è necessaria anche un po’ di

“intelligenza sociale” per cavarsela con disinvoltura ed

eleganza in tutte le situazioni. Perché le regole hanno

senso solo se le si sa adattare caso per caso, in modo da

non apparire ridicoli o anacronistici.

Nel nuovo panorama sociale, in cui sempre più frequen-

temente siamo a contatto con persone di ogni categoria,

razza, cultura, nazionalità, questo corso costituisce

un’agile guida per non farsi travolgere dalle circostanze.

Dieci lezioni tematiche affrontano i più svariati aspetti

delle norme di comportamento, gli esercizi ricapitolati-

vi aiutano a ricordarle e ad applicarle caso per caso,

all’insegna dell’armonia e della semplicità. Oggi più che

mai segni distintivi della vera eleganza.

Roberta Mascheroni, esperta di comunicazione, tiene

corsi di formazione per mestieri e professioni che preve-

dono il contatto con il pubblico (maître di sala, camerie-

re, segretaria di direzione, addetto stampa ecc.) ed è autri-

ce di numerosi articoli e pubblicazioni sulle norme del

comportamento sociale. Attualmente è titolare dei corsi

sull’arte di ricevere presso La Scuola de La Cucina

Italiana.

CORSO RAPIDO DI

GALATEO_corso rapido 4-06-2008 9:3

2 Pagina 1

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

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editoria variapatrizia ne

1PIANTE GRASSE

BULBOSECAMELIE

DECORARE CON FIORIE COLORI

9561 - € 15,90

DEC

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DECORARE CON FIORI E COLORI

Una guida per abbellire il giardino, decorandolo con fiori ecolori. Fioriture spettacolari illustrate secondo le principali va-rietà di camelia, in un testo che spiega come coltivarle consuccesso, prevenendo e curando malattie e parassitosi e mol-tiplicandole tramite innesto, semina o talea. Grande assorti-mento di forme, fiori e foglie per le bulbose, che con la lorofioritura rendono più vivo il giardino. Indicazioni pratiche perconcimare, annaffiare, proteggere e moltiplicare, ma soprat-tutto suggerimenti per il loro utilizzo decorativo: “naturalizza-te” sotto un albero o in mezzo al prato, lungo le bordure oin piena aiuola, per rallegrare un giardino roccioso, a vivaciz-zare fioriere. E, per gli amanti della multiforme bellezza dellepiante grasse, un pratico prontuario con le caratteristiche, leindicazioni per le cure colturali e i suggerimenti per impian-to, irrigazione, concimazione, potatura, in singole schede de-dicate alle succulente e alle cactacee più comuni.

Daniela Beretta, Edward Bent,Aldo Colombo e Alberto MassaSaluzzo, agronomi esperti, sono da sempre appassionati diagricoltura e botanica. Si sono specializzati nel giardinaggioe nella coltivazione di fiori dal grande fascino.

il nuovo

GIARDINO

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Decorare con colori 29-01-2008 9:13 Pagina 1

3SIEPI FIORITE

RODODENDRI E AZALEE

RAMPICANTI

SIEPI E ARBUSTI FIORITI

9560 - € 15,90

SIEPI E ARBU

STI FIORITI

SIEPI E ARBUSTI FIORITI

Una guida alla progettazione degli spazi verdi che utilizzasiepi e arbusti fioriti per un “arredamento vegetale” di gran-de effetto. Consente di scoprire specie poco conosciute, madi grande interesse botanico ed estetico, e ne illustra le ca-ratteristiche principali, le cure colturali più indicate e gli in-terventi per mantenerle sempre al meglio. Per rendere piùricco e vivace il giardino propone le spettacolari fiorituremulticolore di rododendri e azalee, soffermandosi su specie,varietà e cure da dedicare mese per mese, e agli amantidella bellezza rigogliosa dei rampicanti offre una selezionedelle piante migliori, suddivise per rusticità e adattamento,e suggerisce una serie di schemi compositivi per valorizzarefioriture e specie, trattate in dettaglio in singole schede.

Carla Sala, Daniela Beretta, Edward Bent e Aldo Colombo,agronomi esperti, sono da sempre appassionati di agricoltu-ra e botanica. Si sono specializzati nel giardinaggio e nellacoltivazione di fiori dal grande fascino.

il nuovo

GIARDINO

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4TRUCCHI

PER IL GIARDINOORTENSIEGERANI

ASTUZIE, CONSIGLI E SEGRETI

9562 - € 15,90

ASTUZIE,CONSIGLI E SEGRETI

Un pratico manuale che svela i trucchi e i segreti per un giar-dino rigoglioso e colorato in ogni stagione, utilizzando un va-sto repertorio di domande e risposte per risolvere i problemilegati a impianto, irrigazione, concimazione, trapianto, pota-tura. È reso ancor più completo da suggerimenti di facile eimmediata applicazione e da utili consigli per valutare terre-ni, scegliere le piante più adatte, seminare, curare il prato… Aiuta a conoscere e valorizzare al massimo fioriture di pian-te semplici da coltivare e curare dal grande effetto deco-rativo. Senza spese eccessive è possibile godere di diversevarietà di ortensie, che ravvivano, abbelliscono e arredano,o di piante di geranio, classico ornamento di balconi e ter-razzi che può formare in giardino isole variopinte, diverse performe, colori e profumi.

Magda Sunyer Vives, Edward Bent, Aldo Colombo e DanielaBeretta, agronomi esperti, sono da sempre appassionati diagricoltura e botanica. Si sono specializzati nel giardinaggioe nella coltivazione di fiori dal grande fascino.

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il nuovo

GIARDINO

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Trucchi e Segreti 29-01-2008 14:57 Pagina 1

2PRATO

VIOLE E PRIMULEBEGONIE

IL PRATO E LE AIUOLE

9559 - € 15,90

IL PRATO

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IL PRATO E LE AIUOLE

Per chi ama gli spazi aperti il vero giardino è costituito dalprato, base di ambientazione per qualsiasi tipo di piante e fio-ri. E proprio dal prato questa guida inizia la sua trattazione, il-lustrando la sua importante funzione decorativa ed estetica.Esamina le diverse tipologie di progettazione legate alle zo-ne climatiche, le specie erbacee più adatte, gli interventi dipreparazione, la realizzazione e il mantenimento delle disteseverdi. Su un tappeto erboso così ben costituito, sarà facilecreare aiuole fiorite in cui spiccano viole e primule, tradizio-nali messaggere della primavera, e le variegate begonie, al-tamente decorative. Per ogni specie vengono illustrate le ca-ratteristiche botaniche, la messa a dimora più adeguata, lecure colturali e il modo di riprodurle. Una trattazione partico-lare è riservata alle varietà di begonia da fiore, da fogliamee a portamento arbustivo per permettere la scelta più adat-ta al proprio giardino. Arricchito da un piccolo glossario, pren-de in esame anche gli inconvenienti e le malattie più diffuse.

Angelo Vavassori, Andrea Tantardini e Daniela Beretta, agro-nomi esperti, sono da sempre appassionati di agricoltura ebotanica. Si sono specializzati nel giardinaggio e nella colti-vazione di fiori dal grande fascino.

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Prato&Aiuole 29-01-2008 8:57 Pagina 1

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

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editoria variapatrizia ne

progetto copertina

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editoria variapatrizia ne

pastasalse e sughi

la cucinadi sempre

1853 – € 19,90

Dedicato al piatto italianoper eccellenza, il volumepropone ricette di ogni tipo:semplici, elaborate, rusticheo raffinate a base di pasta.

Primi piatti, piatti unici eperfino dessert per soddisfaretutti i gusti in qualsiasioccasione.

L’universo dei piatti a base dipasta viene svelato inproposte di sicuro successo,con indicazioni,procedimenti, trucchi eaccortezze per risultatisorprendenti.

Un pratico indice degliingredienti vi guida nellascelta e preparazione di sughie salse sempre diversi.

Raffinato ed elegante, è unlibro destinato a chi vuoletrasformare un semplicepiatto di pasta in unapreparazione invitante egustosa, utilizzando lemigliori ricette classiche.

pasta, salse e sughi

la cucina d

i sempre

RICETTE CON SPAGHETTI, PENNE, TAGLIATELLE...

pastasalse e sughi

la cucina di sempre

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PASTA_cucina in casa 8-04-2008 12:23 Pagina 1

conservedolci e salate

la cucinadi sempre

1851 – € 19,90

Sane, nutrienti e genuine, le

conserve fatte in casa sono

tornate di gran moda.

Da gustare in famiglia o da

regalare agli amici, sono un

trionfo di colori e di sapori

che consentono di avere

sempre a portata di mano la

frutta e la verdura più

invitanti.

Prepararle è semplice, ma

bisogna conoscere le regole

giuste.

Questo libro presenta con

chiarezza e competenza

metodi tradizionali e nuovi

per conservare gli alimenti,

propone ricette semplici e

intramontabili per mettere

l’orto in barattolo e

preparazioni classiche oppure

innovative per gustare la

frutta tutto l’anno.

Per arricchire la dispensa non

mancano combinazioni

stuzzicanti, consigli e

accorgimenti per conservare

a lungo la deliziosa fragranza

e le qualità salutari dei

prodotti.

Tutti i segreti per evitare

errori e preparare marmellate

invitanti, confetture curiose,

composte irresistibili,

gelatine raffinate, sottoli e

sottaceti dal gusto unico e

particolare in modo semplice

e sicuro, riscoprendo i

principali metodi di

conservazione casalinga e le

migliori tradizioni dell’“arte

conserviera”.

con

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RICETTE DI SOTTOVETRO

CON FRUTTA E VERDURA

conservedolci e salate

la cucina di sempre

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liquori e rosoli

la cucinadi sempre

1846 – € 19,90

Dedicato alle preparazioni a

base di alcol, il volume

presenta una vasta selezione

di liquori profumati di erbe

e fiori, dalle intense

fragranze di frutta,

aromatizzati con bacche e

radici, all’uovo, al miele, al

latte.

Le ricette raccolte sono

semplici, frutto di tradizioni

o di originali

sperimentazioni.

Sono comunque

preparazioni facili da

eseguire, anche perché

vengono chiaramente

indicati ingredienti, dosi e

tempi, oltre ai consigli per

l’invecchiamento e per

servirli: lisci, con ghiaccio,

freddi, a temperatura

ambiente.

liquori e ro

soli

la cucina d

i sempre

RICETTE CON ERBE, FIORI,

FRUTTA, BACCHE E RADICI

liquorie rosoli

la cucina di sempre

Destinato a chi ama riscoprire

le tradizioni e il gusto delle

preparazioni casalinghe, ma

anche a chi preferisce

cimentarsi con procedimenti

innovativi, il volume presenta

ricette di provato successo,

simpatiche e divertenti da

preparare. Per allietare le

serate con amici centellinando

un bicchierino di liquore fatto

in casa compiacendosi della

sua fragranza.

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progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

Page 12: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria variapatrizia ne

BIRREDA TUTTO IL MONDO

2437 - € 14,90

Bevanda tra le più antiche, in questi annila birra sta conoscendo un vero e proprioboom tra i giovani: tenore alcolicomediamente basso, freschezza, poteredissetante sono le ragioni di un successosenza precedenti.

Con le indicazioni sulla temperatura di servizio e sui bicchieri per gustare,lentamente e fin dal primo sorso,il piacere di una bionda o di una rossa,di una scura o di una doppio malto!

Centinaia di birre presentate nelle loropeculiarità: colore, spuma, effervescenza,profumo, gusto, corpo, retrogusto, gradoalcolico...

Da una parte i birrifici artigianali,dall’altra la produzione industriale: eccouna guida per l’appassionato che vuolesaperne di più su tipi, caratteristiche eparticolarità.

BIRREDA TUTTO IL MONDO

CONOSCERLE E DEGUSTARLE AL MEGLIO

Simone Pilla - Genny Vinci

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Simone Pilla Genny Vinci

BIRREDA TUTTO IL MONDO400400

Westvleteren 12Abbaye de St. Sixtus

WieningerWieninger

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PROVENIENZA Germania

TIPOLOGIA weizen dunkel, alta fermentazione

COLORE tendente al bruno opalescente

SPUMA ricca e soffice, molto aderente

EFFERVESCENZA ricca e piacevole

PROFUMO intenso e speziato con una leggera vena ditostatura

GUSTO fresco e morbido, di notevole equilibrio conqualche sensazione maltata

CORPO di buona struttura

RETROGUSTO piacevole e persistente

GRADAZIONE 5,4% vol.

TEMPERATURA 8-10 °C

BICCHIERE weizenbecker

PROVENIENZA Belgio

TIPOLOGIA abbaye quadrupel

COLORE scuro, profondo

SPUMA spuma ricca e beige

EFFERVESCENZA distinta

PROFUMO malti tostati,liquirizia, caffè ingrani, alcol

GUSTO complesso emisterioso, dicioccolato,caramello,frutti scuri

CORPO consistente

RETROGUSTO estremamentepersistente

GRADAZIONE 10,2% vol.

TEMPERATURA 11 °C

BICCHIERE coppa

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AhornbergerHopfigAhornberger

PROVENIENZA Germania

TIPOLOGIA pils, bassa fermentazione

COLORE paglierino carico

SPUMA persistente e cremosa

EFFERVESCENZA volutamente scarsa

PROFUMO erbaceo

GUSTO amarognolo e fresco

CORPO leggero e beverino

RETROGUSTO astringente e asciutto

GRADAZIONE 4,8% vol.

TEMPERATURA 6-8 °C

BICCHIERE calice a chiudere

NOTE il termine Landbier sull’etichetta significa“birra di campagna”

birre dal mondo

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Page 13: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria variapatrizia ne

VINID’ITALIA

VINID’ITALIA

2434 - € 14,90

- Le denominazioni e le tipologie- Le caratteristiche di colore,profumo e sapore

- Il tenore alcolico minimo- La temperatura di servizioconsigliata

Un ricchissimo e dettagliato repertorio per orientarsi nel mondo dellaproduzione vinicola italiana.

Un libro completo, una guida sicuraper scegliere con competenza edegustare nel bicchiere appropriato il vino giusto per ogni occasione.

VINID’ITALIA

TUTTI I DOC, DOCG, IGT E I VINI DA TAVOLA

Luciano Imbriani

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Produzioni significative vini da tavola

Lombardia

Vini da tavola: produzioni di rilievo

Casteggio (Pv)PRODUTTORE: Ruiz de CardenasTIPOLOGIE: Ruiz de Cardenas extra brut(Chardonnay, Pinot nero)

Cenate Sotto (Bg)PRODUTTORE: CaminellaTIPOLOGIE: Luna Rossa (Cabernet, Mer-lot, Pinot nero), Verde Luna (Sauvignon,Chardonnay, Pinot bianco)

PRODUTTORE: Monzio CompagnoniTIPOLOGIE: Rosso di Nero (Pinot nero)

Cortefranca (Bs)PRODUTTORE: Berlucchi GuidoTIPOLOGIE: Cellarius brut riserva specia-le (Pinot bianco e nero, Chardonnay)Cuvée Imperiale Spumante pas dosé

Corvino San Quirico (Pv)PRODUTTORE: Tenuta MazzolinoTIPOLOGIE: Corvino (Cabernet Sauvignon)

Erbusco (Bs)PRODUTTORE: Ca’ del BoscoTIPOLOGIE: Elfo rosso (uve varie)

PRODUTTORE: FerghettinaTIPOLOGIE: Merlot, San Cristoforo,

PRODUTTORE: UbertiTIPOLOGIE: Rosso dei Frati Priori (Caber-net Sauvignon)

Gavardo (Bs)PRODUTTORE: Ca’ dei VentiTIPOLOGIE: Balì (Chardonnay, Sauvi-gnon), Due Querce (Cabernet Sauvi-gnon), Suèr rosso (Merlot, Cabernet Sau-vignon, Rebo)

Grumello del Monte (Bg)PRODUTTORE: Le CorneselleTIPOLOGIE: Rubente (Moscato di Scan-zo)

Moniga del Garda (Bs)PRODUTTORE: CostaripaTIPOLOGIE: Costaripa brut spumante,Pradamonte (Cabernet Sauvignon)

Santa Giuletta (Pv)PRODUTTORE: San GiorgioTIPOLOGIE: Renero (Pinot nero, Barbera)

Scanzorosciate (Bg)PRODUTTORE: La BrugheretaTIPOLOGIE: Bianco di Alberico (Char-donnay), Priore (Cabernet Sauvignon)

Sorisole (Bg)PRODUTTORE: Bonaldi, Cascina del Bo-scoTIPOLOGIE: Cantoalto (Cabernet Sauvi-gnon, Merlot)

Lombardia

Lombardia

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VINI DOC E DOCG

INVECCHIAMENTO: non previsto.

CARATTERISTICHE: sia il bianco che il rosso si pro-ducono nella stessa zona dei DOCG in base a normemeno restrittive. Sono tuttavia vini di eccellente li-vello, che vantano una lunga tradizione.

COLORE: bianco: paglierino con riflessi ver-dolini; rosso: vivace con riflessi violacei.

PROFUMO: delicato, caratteristico, vi-noso da giovane, etereo con un certo

invecchiamento.

SAPORE: sapido, morbido, armonico,asciutto, vinoso, di medio corpo.

TENORE ALCOLICO MINIMO: 11°.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8-12 °C.

ACCOSTAMENTI GASTRONOMICI:il bianco si addice, in partico-

lare, ai piatti di pesce d’acquadolce, agli antipasti e alle mi-nestre delicate. Il rosso è un

pregevole vino da tutto pasto, predilige carni bian-che, anche in umido. Sposa bene anche i formaggimediamente stagionati e un po’ piccanti.

Lombardia

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TERRE DIFRANCIACORTAbianco e rossoanche vigna

VITIGNO: Pinotbianco, Barbera,Nebbiolo,altri locali.

PROVINCIA:Brescia.

INVECCHIAMENTO: non previsto.

CARATTERISTICHE: il Pinot bianco è presente nell’u-vaggio in misura che varia dal 55 al 75%; il resto ècompletato dal Pinot grigio. La zona di produzione èpiù ristretta rispetto a quella del rosso e fa capo a Gru-mello del Monte.

COLORE: giallo paglierino limpido.

PROFUMO: caratteristico, tendente al fruttato.

SAPORE: armonico, gradevolmente ammandorlato.

TENORE ALCOLICO MINIMO: 11,5°.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8-12 °C.

ACCOSTAMENTI GASTRONOMICI: è adatto per gli anti-pasti misti, i risotti con verdure, le preparazioni di cro-stacei e molluschi, i piatti di pesce in genere, le pizze ei formaggi molli.

VALCALEPIO bianco

VITIGNO: Pinot bianco,Pinot grigio.

PROVINCIA: Bergamo.

VINI DOC E DOCG

BRESCIA BERGAMO

INVECCHIAMENTO: 1 anno; il rosso riserva: 3 anni.

CARATTERISTICHE: si produce nei dintorni di Bergamointeressando, in tutto o in parte, una quindicina di co-muni delle Prealpi Orobiche. I vigneti sono dispostisulle pendici orientate verso sud.

COLORE: rosso rubino tendente al granata.

PROFUMO: vinoso, persistente.

SAPORE: asciutto, pieno, vellutato.

TENORE ALCOLICO MINIMO: 12°.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 18 °C.

ACCOSTAMENTI GASTRONOMICI: è un vino ideale per ipiatti a base di carne bianca o rossa arrostita o allospiedo. Sposa parimenti bene i bolliti misti, i brasati, ipiatti di formaggi e la polenta.

VALCALEPIO rosso e rosso riserva

VITIGNO: Merlot, Cabernet,Sauvignon.

PROVINCIA: Bergamo.

INVECCHIAMENTO: non previsto.

CARATTERISTICHE: molto amata dai vignaioli pavesi,l’uva Croatina viene chiamata localmente Bonarda evinificata da sola dà un simpatico vino da bere preferi-bilmente giovane.

COLORE: rosso rubino carico, con riflessi violacei e diporpora.

PROFUMO: vinoso e fruttato.

SAPORE: asciutto, di corpo e gusto suadente.

TENORE ALCOLICO MINIMO: 11°.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18 °C.

ACCOSTAMENTI GASTRONOMICI: è ottimo con primipiatti con sughi di carne e poi con brasati e stufati.

LombardiaLombardia

84 85

INVECCHIAMENTO: non previsto.

CARATTERISTICHE: specialità di Canneto Pavese, que-sto vino prende il suo nome dal colore molto acceso, indialetto “bùta come el foeug”. Si produce bene anche aCastana e a Cicognola.

COLORE: rosso rubino.

PROFUMO: vinoso, intenso e fruttato.

SAPORE: gusto asciutto, di corpo, talvolta vivace.

TENORE ALCOLICO MINIMO: 12°.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 16-18 °C.

ACCOSTAMENTI GASTRONOMICI: è ottimosui minestroni, sui salumi anche cotti e sul-le carni in genere.

INVECCHIAMENTO: non previsto; il riserva: 2 anni.

CARATTERISTICHE: il Barbera è un vitigno che da sem-pre ha dato ottimi risultati nell’Oltrepò, chiamato untempo Antico Piemonte. Il vino si può produrre conuve Barbera in purezza, oppure con aggiunte sino al15% di altre uve rosse locali.

COLORE: rosso rubino.

PROFUMO: vinoso tipi-co.

SAPORE: sapido, dicorpo.

TENORE ALCOLICO MI-NIMO: 11°.

TEMPERATURA DI SER-VIZIO: 16-18 °C.

ACCOSTAMENTI GA-STRONOMICI: è unbuon vino da tutto pa-sto, particolarmenteindicato con i bolliti.

OLTREPÒ PAVESEBarbera rossoanche riserva e rosato

VITIGNO: Barbera.

PROVINCIA: Pavia.

OLTREPÒ PAVESEButtafuoco

VITIGNO: Barbera, Croatina,Uva rara, Ughetta,Pinot nero.

PROVINCIA: Pavia.

VINI DOC E DOCG VINI DOC E DOCG

OLTREPÒ PAVESEBonardaanche abboccato e dolce

VITIGNO: Croatina.

PROVINCIA: Pavia.

INVECCHIAMENTO: non previsto.

CARATTERISTICHE: di introduzione recente, lo Char-donnay ha dato eccellenti risultati in Oltrepò, specie inalta collina. Il vino si realizza con almeno l’85% diChardonnay. Ammessa l’aggiunta per il restante 15%di Pinot bianco, nero e grigio.

COLORE: giallo paglierino più o meno carico.

PROFUMO: caratteristico, con vena aromatica.

SAPORE: fresco, intenso, sapido.

TENORE ALCOLICO MINIMO: 10,5°.

TEMPERATURA DI SERVIZIO: 8-10 °C.

ACCOSTAMENTI GASTRONOMICI: è un vino da accosta-re ai piatti di pesce della cucina raffinata. Talvolta an-che con carni bianche delicate e formaggi freschi.

PAVIA

OLTREPÒ PAVESEChardonnayanche spumante

VITIGNO: Chardonnay.

PROVINCIA: Pavia.

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

Page 14: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria variapatrizia ne

Speziele

Origini, storia,caratteristiche, proprietà

1848 - € 19,00

Oggetto di desiderio e motivo di contesa per alcuni

secoli, le spezie oggi fanno parte della nostra esi-

stenza quotidiana nell’ambito culinario ma anche in

quello della cura personale e della decorazione

della casa. Ma conosciamo davvero questi aromi, a

un tempo remoti e familiari?

Attraverso queste pagine riccamente illustrate, gli

autori vi fanno conoscere l’interessante storia delle

spezie, accompagnandovi nel tempo e nello spazio,

dalla Cina all’India, alle Americhe, all’Africa e al

bacino del Mediterraneo.

Nel loro racconto:

• l’inizio del commercio delle spezie;

• il suo sviluppo, di cui furono protagonisti i mercan-

ti della penisola arabica e le Repubbliche marinare;

• i contrasti tra le compagnie mercantili europee, la

nascita e la fine dei monopoli.

Dopo avere percorso idealmente la Via delle Spezie,

troverete informazioni sulla diffusione di aromi,

gusti e sapori nei vari continenti, sui diversi modi di

utilizzarli, sulle loro caratteristiche e proprietà che

vi sorprenderanno.

Dopo avere letto questo libro, le spezie che comune-

mente usate acquisteranno ai vostri occhi un accre-

sciuto fascino e daranno un gusto del tutto partico-

lare alla vostra vita…

le

Chantal de Rosamel, giornalista

e viaggiatrice, è da sempre affasci-

nata dalle spezie e incuriosita da

tutto quanto riguarda la loro sco-

perta, la loro diffusione e l’adatta-

mento all’ambiente.

Volkhard Heinrichs, insegnante

e preside di liceo a Düsseldorf, è

appassionato di sport nautici, viaggi

e scoperte. Ha collaborato alla pub-

blicazione di testi scolastici e di vo-

lumi riguardanti la canzone e il ci-

nema.

Spezie

leS

pezieC. d

e R

osa

mel

V. H

ein

richs

C. de Rosamel

V. Heinrichs

~

~

~

Tali invenzioni permisero di calcolare meglio e di creare equazionicon incognite nelle scienze e, perché no, nel commercio.Lo slancio dell’astronomia araba, fondata sulla matematica moderna,è sottolineato dal Corano (sura 6, 97):“Ed è Colui [Allah] che ha fatto per voi le stelle, affinché per loro trami-te vi dirigiate nelle tenebre della terra e del mare. Mostriamo i segni acoloro che comprendono”. È evidente che la navigazione in alto mare osservando le stelle, dallapenisola Arabica all’India e oltre, fino al mare della Cina, altro non èche l’applicazione della matematica.L’importanza di Harun al-Rashid, di fama universale, è sottolineata daun contatto probabile con Carlo Magno (742-814); l’imperatore avrebbeinviato un’ambasciata presso Harun al-Rashid per scambiare doni. Ladifficoltà dell’approvvigionamento di spezie preoccupava Carlo Magno,che per porvi rimedio emanò un editto, Capitulare de villis vel curtis

25

sarà ancora valida al tempo di Marco Polo, nel XIII secolo. Cosmas ciha consegnato un’immagine del commercio triangolare, con dettagliprecisi sui porti e sui paesi importatori, sui prodotti che si commercia-vano e barattavano. Sfortunatamente queste informazioni si perserodurante il Medio Evo, lasciando spazio a miti e leggende.

IL MEDIO EVO

HARUN AL-RASHID E CARLO MAGNO

Dopo la morte del profeta Maometto nel 632 l’influenza della nuova re-ligione e della cultura araba si estese molto rapidamente, dal Vicino eMedio Oriente fino all’India e alla Malesia, dall’Africa del Nord alla Spa-gna. Solo Carlo Martello arrestò l’avanzata araba in Europa a Poitiersnel 732, cento anni dopo la morte di Maometto. L’Impero bizantino riu-scì soltanto ad arginare le conquiste arabe lungo il bacino orientale delMediterraneo. Il declino dell’Impero romano a causa delle invasionidelle tribù germaniche e la conquista della costa meridionale del Me-diterraneo da parte degli Arabi portarono con sé la distruzione dellarete commerciale e dello scambio di merci a lunga distanza, in partico-lare il mercato delle spezie. Gli scambi, per la maggior parte effettuatidalle carovane, dovettero passare da Costantinopoli. Nel 642 Alessan-dria, il porto più importante per il commercio con l’Occidente, caddein mano degli Arabi. La rotta per il Mar Rosso e il golfo Persico fu pureinterrotta. Se in Occidente si volevano le spezie, sempre più rare, oc-correva pagarle molto, poiché gli Arabi pretendevano dazi pesanti. Lafiammata dei prezzi per l’Occidente fece sì che soltanto una parte ri-dotta della nobiltà e del clero avesse i mezzi per fare uso di spezie. Ta-le situazione durerà trecento anni, fino alla riapertura del mercato del-l’Oriente al tempo delle crociate.Harun al-Rashid, potentissimo califfo (786-809) dell’impero islamico egrande mecenate delle arti e delle scienze, che costituivano la gran par-te dell’eredità culturale dell’antichità, fece di Baghdad, la sua capitale, lacittà più splendida e ricca di quel tempo; la sua corte è stata descrittanei racconti delle Mille e una notte. La cultura araba nei campi dell’a-stronomia, della matematica, della medicina e della filosofia era moltoavanzata rispetto alla cultura dell’Europa occidentale. Nell’ambito dellamedicina l’eminente filosofo e medico Avicenna (Ibn Sina, 980-1037) in-fluenzò i pensatori occidentali del Medio Evo. Per quanto riguarda lamatematica gli Arabi si ispirarono, per l’intervento dei loro mercanti, ainumeri indiani, da 1 a 9 più lo zero – tradotto in arabo con cifr, da cuila parola “cifra” –, per creare il sistema decimale che usiamo. Nel IX se-colo due sapienti arabi, al-Khwarizmi e Abu Kamil, fondarono l’algebramoderna (dalla parola araba al-jabru, “mettere insieme”).

24

Un colorato banco dellespezie in un mercato.

Abbiamo visto, nel corso di

questa storia movimentata,

l’importanza estrema che fu

data al commercio delle spezie

esotiche fino alla loro

“mondializzazione”. Nella

nostra epoca moltissime piante

sono state acclimatate in ogni

parte del mondo, rendendo

complessa l’identificazione

delle loro origini. Lo zafferano,

il pepe, il peperoncino e molte

altre ancora sono state

trapiantate con successo in

Europa, in Africa e negli Stati

Uniti. Queste spezie, dette

“forti” perché piccanti fino

a rovinare la bocca, sono alla

base delle cucine africana,

sudamericana, asiatica, indiana

e mediorientale.

Servono a stimolare le papille

gustative, a stuzzicare

l’appetito, a rendere i piatti più

digeribili. Giocano anche un

ruolo nelle medicine locali.

Queste spezie crescono bene

attorno all’equatore, nei paesi

dal clima caldo e umido, tra cui

quelli dell’Asia, dell’America

Centrale e del Sudamerica.

LE SPEZIEESOTICHE

IN CUCINA

La noce è dura ma friabile. La si trova in commercio al naturale, ven-duta in boccettine dotate di una piccola grattugia, o già ridotta in pol-vere. Poiché la polvere si altera rapidamente, è meglio grattugiare lanoce solo al momento di servire.Si usa con moderazione, perché il suo gusto è molto forte. Con il ma-cis, o separatamente, serve a profumare i soufflés e le preparazioni abase di uova e di formaggio; il vitello e il maiale; il montone e l’agnel-lo; gli ortaggi e le patate; le conserve e alcune bevande, tra le quali ilvino caldo, in compagnia della cannella. È indispensabile per la be-sciamella, che senza la noce moscata sarebbe piuttosto scipita… e perinsaporire il melone.

PROPRIETÀ MEDICINALI

Nella medicina tradizionale è utilizzata per i problemi dei bronchi e i di-sturbi digestivi. Se ne estrae un olio essenziale efficace per i reumati-smi. È usata in profumeria e nella fabbricazione di saponi.Non bisogna abusarne: ad alte dosi può essere allucinogena e il suoabuso potrebbe essere mortale.

107

Il frutto impiega da sei a nove mesi per formarsi dopo la fioritura. Lo siraccoglie quando cade al suolo. È una grossa sfera arancio che si apre ap-pena lasciando apparire una specie di resina di un bel colore vermiglio,che racchiude un seme scuro. Il macis è privato del seme e messo a sec-care per qualche tempo. Si presenta allora nella forma di filamenti secchi,di colore rosso se proviene dall’Asia, giallo se proviene dalle Antille.

IN CUCINA

L’odore e il sapore sono caldi e penetranti, e ricordano quelli della no-ce moscata, ma più fini, dal profumo più delicato e un po’ più amaro.Noce moscata e macis si alleano perfettamente nella cucina. Il macis èvenduto in pezzi secchi e friabili, o anche in polvere. Lo si macina fa-cilmente ed è bene farlo all’ultimo momento. È largamente utilizzato in cucina. In Europa è uno degli ingredienti del-la besciamella e dei soufflés; si aggiunge alle carni di vitello e di maia-le, ai piatti a base di uova o formaggio, al purè di patate, alle paste, aisughi di carne. Gli Inglesi aromatizzano con il macis i cakes, insieme azenzero e chiodi di garofano, le macedonie, alcuni dessert come il pud-ding. Ovunque serve ad aromatizzare il vino caldo e i punch. Gli Arabiprofumano con il macis i piatti di montone e di agnello.In Indonesia si prepara una confettura con la polpa dei frutti, che sipuò consumare fresca o degustare con del sambar (salsa al peperonci-no) e del riso.

PROPRIETÀ MEDICINALI

Sono le stesse di quelle della noce moscata.

Noce moscata(Myristica fragrans)

Famiglia delle Miristicacee

È la mandorla del frutto globoso e carnoso della Myristica fragrans.Quando i frutti, che assomigliano a grosse albicocche giallastre, sonomaturi e cadono, si aprono in due parti liberando un seme ovoidale emolto duro contornato da un insieme di filamenti rosso vivo o gialli, aseconda della provenienza: è il macis, usato come spezia una volta sec-co. Tolto il macis, la noce deve aspettare da quattro a sei settimane pri-ma di essere pronta all’uso. Quando, scuotendola, si sente muoversi lamandorla interna, si elimina il guscio legnoso per raccogliere la man-dorla. Questa è grassa, di dimensioni di una grossa oliva, leggermenteovale, di colore bruno chiaro. Tagliata in due, mostra una rete di venebianche e libera, grattugiata, un superbo odore aromatico.

106

Due spezie cheprovengono dallastessa pianta: il macis e la noce moscata (il seme).

La noce moscata si trova sia intera sia in polvere.

Un pizzico di nocemoscata grattugiataarricchiràpiacevolmente il gustodei vostri purè dipatate, sformati dipatate, crêpes,pietanze e macedonie.

Una spezia molto rischiosa?

Sconosciuta agli antichi, la noce moscata è apparsa in Occidente soloall’inizio del Medio Evo, importata dagli Arabi. Le si attribuivano nu-merose qualità, dal momento che era raccomandata per 138 malattiediverse… La Scuola salernitana, che aveva riscontrato in essa alcuneproprietà narcotiche e allucinogene, avvertiva che “una noce è salu-tare, la seconda nuoce, la terza uccide”.

Papavero(Papaver somniferum)

Famiglia delle Papavaracee

Il suo nome latino significa “portatore di sonno”. Coltivato per l’oppio,il papavero è oggetto di un enorme mercato… però è anche coltivatounicamente per i suoi semi saporiti. È una grande pianta erbacea an-nuale i cui steli azzurro-verdi sono sormontati da belle corolle grade-volmente colorate, che danno grosse capsule sferiche di colore beige,ripiene di piccoli semi rotondi neri o grigio-ardesia, bruni o color cre-ma, a seconda della specie. Le capsule sono raccolte appena mature eseccate; migliorano se leggermente tostate in forno. Si consumano

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

L’uso delle spezie non è un fenomeno recente. È provato che le società

cosiddette “arcaiche” conoscevano le spezie e le piante aromatiche lo-

cali e che le utilizzarono nella preparazione dei loro cibi quotidiani, co-

me dimostrano studi sulla preistoria, a partire dal Neolitico (8000-

5000 a.C.). Fra gli aromi identificati, con proprietà medicinali e

conservatrici, vi sono il carvi, il papavero, il ginepro, il luppolo, la men-

ta e la senape.

LE SPEZIE NELL’ANTICHITÀ

L’EGITTO

L’imbalsamazione

La pratica della mummificazione per mezzo dell’imbalsamazione è do-

cumentata in Egitto dal 4000 a.C. fino al 700 d.C. Secondo alcuni miti

essa risaliva alla dea Iside, che aveva fatto imbalsamare il marito Osi-

ride dopo la morte. Ricordiamo che, secondo la religione degli Egizi, il

corpo doveva restare intatto per potere sopravvivere nel regno dei

morti: infatti l’anima Kâ, in quanto forza vitale, è fortemente legata al

corpo e non può esistere senza di esso neanche dopo la morte. Que-

sta credenza stava all’origine del culto dei morti, che erano seppelliti

insieme ai loro tesori, suppellettili e viveri affinché potessero rinasce-

re nell’aldilà. Le piramidi e le magnifiche tombe dei faraoni e dei loro

congiunti servivano da protezione supplementare per i loro corpi

mummificati.

Poiché il mestiere di imbalsamatore era svolto in segretezza, sappiamo

molto poco di questa pratica. Lo storico greco Erodoto (V secolo a.C.) la

Storia

del commercio

delle spezie

6

7

Un’incredibile varietà di colori e sapori.

Page 15: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria variapatrizia ne

58

Le mie piante acquatiche

59

La scelta delle piante

Si distinguono (zona 3 dello schema a p. 29) in piante di profondità, le più conosciu-te delle quali sono le Ninfeacee e il loto, e piante ossigenanti.Le prime sono generalmente scelte per il loro interesse ornamentale. Sono anche mol-to utili per l’ombra dispensata dal loro fogliame: in estate, quando il sole rischia diriscaldare troppo l’acqua, esso protegge l’equilibrio del bacino. In autunno e poi ininverno il fogliame si restringe sino a scomparire, permettendo ai timidi raggi del so-le di riscaldare le acque. Le seconde – le piante ossigenanti – sono necessarie per l’ossigenazione dell’acqua.

LE NINFEACEE

Il nenufaro è l’emblema dei giardini ac-quatici, la prima pianta che si desidera ve-dere nel proprio nuovo bacino. Le sue fo-glie rotonde che galleggiano sulla super-ficie dell’acqua incorniciano le corollemulticolori. Per ogni fiore che appassisce,altri sbocciano incessantemente fino al-l’autunno. Esiste una specie di nenufaroadatta a ciascun bacino, anche il più pic-colo. Le cultivar nane possono crescere in15 cm d’acqua, mentre le foglie dellaNymphaea tuberosa “Victoria Longwood”possono raggiungere 2 m di diametro.I nenufari rustici (Nuphar) richiedonouna manutenzione davvero scarsa. Un

IN BASSO.

Il nenufaro è il re deibacini.

Foto Marco Regalia/Fotolia.

NELLA PAGINA A FRONTE.

Corolle di nenufari.Foto Philippe Rémond.

Le piante immerse

suolo ricco e una buona insolazione as-sicurano loro numerose fioriture. Resi-stenti al freddo, essi possono trascor-rere tutto l’anno nel bacino. I nenufari tropicali, più delicati, malsopportano gli inverni rigidi. Quandoil freddo diventa pungente, tirateli fuo-ri dal bacino e metteteli in una zona ri-parata; la temperatura dell’acqua nondovrà mai scendere al di sotto dei 10°C. Questi nenufari potranno essererimpiazzati nel bacino nel corso delmese di maggio. Durante il loro sog-giorno fuori dal bacino, rimpiazzate ilterriccio dei loro contenitori, non di-menticando di rinnovare il concime.Con l’eccezione di Nymphaea dau-benyana e di N. colorata che sono spe-cie nane, i nenufari tropicali hanno bi-sogno di spazio e possono essere colti-vati unicamente in bacini grandi. Alcu-ne varietà, come Nymphaea “Rubra”, N.“Red Cup” o N. “Missouri”, sono not-turne: i loro fiori si aprono al caderedell’oscurità e impregnano le serate d’e-state con i loro profumi sottili.

Un terrazzo variopinto Quando progettiamo o semplicementeimmaginiamo la composizione di pian-te da mettere sul terrazzo, tendiamo arappresentare un’imitazione della natu-ra, una riproposta della campagna, mo-striamo cioè il desiderio di ricreare at-torno a noi, all’interno delle nostre abi-tazioni uno spazio di relax naturale, pu-

lito. Queste composizioni floreali, que-sti desideri di natura possono esseresoddisfatti anche con delle microrealiz-zazioni in ciotole e fioriere, su un pic-colo balcone o un terrazzino. Per realizzare questi sogni floreali ba-stano quindi spazi anche modesti e unnumero limitato di piante: è importan-te, però, che la scelta sia oculata.

39

NELLE PAGINE SEGUENTI.

Usi “pensati” delgeranio, in varietipologie. A sinistra, fila di terrazzi conregolari bordure suiparapetti e vasi appesi a Zermatt, in Svizzera. A destra, sopra, geranidalla porta di casa albalcone al passaggioaereo da una casaall’altra, per la gioiadegli occhi; sotto, geranitappezzanti definisconol’angolo di un giardinonaturale con rocce.

Progettare con le piante

Un giardino naturaleMolti angoli dei nostri giardini appaio-no spesso vuoti o spenti; potrebbe es-sere indicato il geranio tappezzante afioritura ricorrente, come il G. macror-rhizum, che tende a coprire ampie su-perfici esposte al sole e magari conqualche sasso affiorante. Scegliamo levarietà di geranio a fiore piccolo, mol-

to ramificate e con lunghi rami rica-denti. Con poche piante di geranio,unite a qualche erbacea perenne comelavanda, phlox, viola e mesembriante-mo avremo realizzato un giardino ru-stico o un giardino roccioso. Un sentie-ro in sabbia o ciottoli completerà la pic-cola realizzazione ricreando un angolonaturale e spontaneo.

38

NELLE DUE PAGINE.

La balaustra di un lungoterrazzo trasformata infioriera per una strisciadi gerani bicolori, che in parte la nascondono.

I miei gerani

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

Page 16: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria variapatrizia ne

rativo, basandosi sulle regole e sugli strumenti del-l’analisi logico-critica dei testi pedagogici;

� approccio culturale: è la posizione che Aldo Agazziha sviluppato negli anni ’60 e ’70 del Novecento,incentrata sull’idea della pedagogia come “culturadal punto di vista dell’educazione”, poi ulterior-mente articolata a partire da nuovi stimoli. In par-ticolare Agazzi si riferisce all’interpretazione in-tellettuale dell’esperienza educativa, volta a unifor-mare l’effervescenza delle sempre diverse istanzeproblematiche e a ricondurre l’esperienza educativaai princìpi orientativi di base, sia umani, che eticie religiosi1.

Il denominatore comune di queste diverse ottiche

interpretative sono l’istanza di unificazione e l’esigenza

di articolazione disciplinare.� Il “pensiero debole”: pro e controGli odierni processi dimodernizzazione e secolarizza-

zione della società e i recenti richiami al cosiddetto

“pensiero debole” hanno incoraggiato nuove analisi.

Tuttavia questi orientamenti hanno suscitato molte

preoccupate riserve, venendo considerati, in pratica,

come il tragico esito della crisi etico-educativa che

sta vivendo la nostra società. Non sono però mancate

analisi di segno differente.Franco Cambi, ad esempio, nota che «l’incontro tra

epistemologia pedagogica e razionalità debole […]vie-

ne a garantire un sapere pedagogico più e meglio or-

ganizzato rispetto al suo passato riduzionistico e co-

loniale: un sapere liberato, autogestito, più criticamen-

te regolato, più storicamente consapevole»2, in contatto

Un sapere complessoe necessario

VISIONI A CONFRONTOLa riflessione pedagogica interessa pubblici molto

diversi fra loro, spinti all’argomento da motivi perso-

nali, sociali, culturali, professionali e/o di ricerca. Il

quadro che svilupperemo presenta gli elementi es-

senziali per una ricognizione orientativa di base.Rispetto all’impianto teorico e allo statuto epistemo-

logico della pedagogia possiamo rintracciare quattro

fondamentali orientamenti:� visione ancillare: la pedagogia rappresenta una con-seguenza, o un’applicazione, o ancora uno strumen-to al servizio dei saperi sovra-determinanti, come lafilosofia, la psicologia, la sociologia, l’economia ecc.;

� concezione pragmatico-ingegneristica: la pedagogiaviene interpretata come una disciplina “situaziona-le” e “tattica”, pertinente più alle questioni di pro-cedura e di metodo che a quelle di merito;

� approccio analitico-formale: la pedagogia, come ri-flessione e argomentazione, procede inmodo esplo-

27

Dialogo su una scuola possibile

26

2

I - La sfida pedagogica

Dia

log

osu

un

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oss

ibile Dialogo su

una scuolapossibile

GIUNTI UNIVERSALE SCUOLA

Franco FrabboniCesare Scurati

Progetto grafico: Patrizia NeIn copertina: disegno di Carlo Stanga

Franco Frabboni, Professore ordinario al-l’Università degli Studi di Bologna, si è alungo occupato di scuola e di didattica. Trai suoi libri più recenti: Una scuola possibile(Laterza 2008), Fare bene scuola (Carocci2008), Sognando una scuola normale (Selle-rio 2009). Insieme a Massimo Baldacci hascritto La Controriforma della scuola. Iltrionfo del Mercato e del Mediatico (Franco-Angeli 2009).

Cesare Scurati è stato insegnante, diri-gente scolastico, docente di Pedagogia Ge-nerale e Sociale alla Facoltà di Psicologiadell’Università Cattolica di Milano. Si è oc-cupato di teoria dell’educazione, didatticagenerale, progettazione curricolare, forma-zione. Ha diretto le riviste “Scuola Materna”e “Dirigenti Scuola”. Tra le sue più recentipubblicazioni segnaliamo: Realtà educativae riflessione pedagogica (La Scuola 2007).

Protagonisti di questo libro sono gli insegnanti, ai quali

s’intende offrire nozioni basilari di pedagogia e di di-

dattica.

La pedagogia prende per mano l’allievo, soggetto

unico e non omologabile, contrapposto al soggetto

massa, moderna minaccia che getta sul terzo millennio

l’ombra di un’umanità dal pensiero unico e dal cuore

inaridito.

La didattica prende per mano la scuola, e la porta

lungo i sentieri della conoscenza, con l’intento di boc-

ciare senza appello né rimorsi il nozionismo e l’autori-

tarismo. Tra le cianfrusaglie di cui è necessario disfarsi,

una delle più persistenti è infatti la scuola enciclope-

dica e verbalistica, ingobbita sotto il pesante zaino

dell’imparare a pappagallo.

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GIUNTI UNIVERSALE SCUOLA

Mario LodimaestroCon pagine scelte daC’è speranza se questo accade al Vhoa cura di

Carla Ida Salviati

A scuolanessuno èstraniero

Graziella Favaro

GIUNTI UNIVERSALE SCUOLAGIUNTI UNIVERSALE SCUOLA

Penny Ritscher

Pedagogia del quotidiano

Slow school

Con una riflessione introduttiva di

GianfrancoStaccioli

Insegnareapprendere

GIUNTI UNIVERSALE SCUOLA

Alain Marchive

e

Cesare CornoldiSara Zaccaria

In classe houn bambinoche...

GIUNTI UNIVERSALE SCUOLA

Disturbi diapprendimento:come affrontarli

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Page 17: PORTFOLIO_Patrizia Ne

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feu feugue dipis nim non ver sum volore consectem zzriusci te feum zzrilla ortiscing et nim dolortie dignim zzriliqui elendre ming ea feugait lum zzrit acidui exer se magnim nulput lorper amcommodit ili-quissent acidunt ulla amcommy niat volut ad dolorperos nonsequam quatuer illutat ionsequ atumsan vel eniam dolutat uerae-sto delit pratum ipsusto ea aliquis modipit praestrud magna feuisis cidunt eugait at. Iquam incil eu facip et lan henim dip eum do elestisisl esequam ipit alit vel dolessi bla con ver illandre tio conulputet ilit autpat. Lor acillutpat. Dui eu feu feum zzrit nibh ercidunt velit volesse quiscilla aliquisl do con elese ming exerit wismodolor secte feugiam ipsusci duiscilisse magniam nos nullam eum quamcorper sustrud eugue velit praessed ming eros aliquat illandip el do eui erit dolore facinci lismodi onsecte consed enim.

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Page 18: PORTFOLIO_Patrizia Ne

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Attenzione! Non adatto abambini di età inferiore ai 36

mesi per la presenza di piccoleparti staccabili e ingeribili.

H0638A9788836552795SETTEMBRE 2010EURO 7,50

6

LE TASSE

Le imposte che i cittadini paganoservono allo Stato e agli Enti localiper nanziare tanti serviziche li riguardano. Ospedali, scuole,servizi di pubblica sicurezza sonoquindi gratuiti, o quasi,per la popolazione. Per questoè importante che tutti paghinole tasse!

e

I PAESIE LE METROPOLI

Nei paesi, piccoli o grandi, vivesolo il 30% della popolazioneitaliana. Sono insediamentirurali quei paesi situatinelle campagne, dove le personesono occupate in prevalenzanell’agricoltura. Si chiamanoinsediamenti urbani, invece,quei paesi nati dallo sviluppo del commercio e dell’industria. Il restante70% degli italiani vive nelle città e nellemetropoli, cioè in città molto grandie popolose, con un’ampia zona che le circonda, la cosiddetta “areametropolitana”.Le uniche due metropoli italiane che superano il milione di abitanti sono Roma(2705600 ab.) e Milano (1303400 ab.), seguite da Napoli e da Torino, che superanoi 900000 abitanti.

LE CITTÀ

Una particolarità dell’Italia,rispetto ad altre nazionieuropee, è quella di averemoltissime città di piccolee medie dimensioni ( noa 200000 abitanti),nelle quali vive la maggiorparte della popolazione.Non sono grandi,ma molte sono importantiper il territorio, in quantocapoluoghi di regione.Non era così no alla metàdel secolo scorso, quando gli italiani vivevano, per lo più,nelle campagne ed erano contadini. Con il progressoeconomico, le città si sono ingranditee popolate e la società italiana, un tempo rurale,è diventata urbana, cioè cittadina.

LE PROVINCE

Le regioni sono divise in province, che non emananoleggi proprie, ma forniscono servizi utili per piùcomuni. Le province si occupano della gestionee della tutela del territorio, ad esempio migliorandola viabilità e i trasporti, curando i parchi e le riservenaturali, regolamentando la caccia e la pesca.Provvedono, inoltre, alla valorizzazione dei beni culturali, ai servizi socialie all’istruzione secondaria. Esiste, come per le regioni, una città capoluogo di provincia,dove hanno sede gli u�ci del Consiglio e della Giunta provinciale, composta dal Presidentee dagli assessori. Fa eccezione la Valle d’Aosta, che non ha province, ma solo un capoluogoregionale: la città di Aosta. Un’altra particolarità è quella del Trentino-Alto Adige,che comprende due province autonome, Trento e Bolzano: sono queste le uniche dueprovince italiane che possono emanare leggi proprie.

I COMUNI

In Italia esistono più di ottomila comuni, con territori molto diversiper estensione e un numero di abitanti che va da molte migliaiaa poche decine di persone. I cittadini eleggono il Sindaco,che li rappresenta e che nomina gli assessori della Giuntacomunale. Gli abitanti dei comuni scelgono anche i consiglieri,che formano il Consiglio comunale. I comuni sono gli Enti localipiù vicini alle esigenze dei cittadini e si occupano di gestirei servizi su tutto il territorio: dalla manutenzione delle strade,delle fognature e del verde pubblico, all’erogazione di gas, acquaed elettricità. Amministrano l’istruzione (asili, scuole primariee impianti sportivi), la sanità, i trasporti urbani, e lo smaltimentodei ri�uti, promuovono la di�usione della cultura(con biblioteche, musei e mostre) e provvedonoall’aggiornamento delle liste dei cittadini: ognuno di noiè registrato all’anagrafe del proprio comune di residenza!

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7

22

LA CIVILTÀ ROMANA

Dall’unione di alcuni villaggi sorti intornoal Tevere come punto di ritrovo per gli scambicommerciali, nacque nell’VIII secolo a.C. la cittàdi Roma. Fu l’inizio di una delle più grandiciviltà del Mediterraneo, che arrivòa conquistare l’intera penisola italianae l’Europa, raggiungendo le coste dell’Africadel Nord e dell’Asia mediterranea. In Italiarimangono moltissime testimonianze di questaciviltà: strade, acquedotti, monumenti,le piante delle nostre città, sortesu accampamenti romani e persino la lingua,derivata dal latino, che uniformò per lungotempomolti popoli e territori.

Una lungastoriaLa penisola italiana è abitata findalla preistoria. In Basilicata e in Molisesono stati ritrovati strumenti in pietra,risalenti al periodo Paleolitico (oltre700 000 anni fa), che l’uomo primitivousava, probabilmente, per cacciaree per difendersi. Da allora è statoun susseguirsi di popoli diversi,che hanno abitato le zone d’Italia,hanno sviluppato civiltà, fondatocittà ed eretto monumenti.I popoli si sono alleati e si sonofatti la guerra, hanno scambiatomerci, conoscenze e scoperte.Certi popoli sono scomparsi, altrisono arrivati: chi dal mare, chioltrepassando le Alpi! È proprioquesta lunga e variegata storia,che spiega la diversità di caratteri,dialetti, tradizioni, abitudinidelle diverse regioni italiane.

GLI ETRUSCHI E I GRECI

Gli Etruschi abitavano la Toscana e il Lazio, ma si espansero �no in Lombardia, Emiliae Campania, tra il IX e il III secolo a.C. Fondarono città belle e attrezzate. Lavoravano i metalli,di cui il territorio era ricco, e la ceramica. Commerciavano i loro prodotti navigandonel Mar Tirreno. Nello stesso periodo, nell’Italia del Sud, arrivarono i Greci, che fondaronomolte colonie sulle coste di Sicilia, Calabria, Puglia, Campania e Basilicata.Eressero splendide città e di�usero la cultura greca. La zona prese il nome diMagna Grecia,ovvero la “Grande Grecia”.

L’ITALIA: TERRA DI CONQUISTE!

L’Impero romano si frantumò con l’arrivo dei barbari, provenienti dal Nord Europa, comei Germani (Goti, Vandali, Franchi, Sassoni, Longobardi). Nei secoli successivi si succedetteromolti popoli: dagli Unni ai Visigoti, dai Saraceni ai Normanni e poi francesi, spagnoli, austriacie anche il Papato... tutti in lotta per avere il comando. Ciò ha portato guerre, ma anche l’in�ussodi nuove abitudini, leggi, lingue, che si sono mescolate con le tradizioni già presenti, creandocaratteristiche diverse in ogni regione. Una prima, parziale, uni�cazione della penisolaè avvenuta solo nel 1861, con la nascita del Regno d’Italia!

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2DALL’UNITÀ D’ITALIAAI GIORNI NOSTRI

Il Regno d’Italia riunì territori,amministrazioni, usanze, monete, unitàdi misura e lingue diverse. La nascitadi una coscienza nazionale, cioèdi una volontà di cooperazione che legassetutti gli italiani, è stato un processopiù lungo. È passato per le di�erenzeeconomiche tra Nord e Sud, per due guerremondiali, per la lotta di liberazionedal Nazifascismo, �no alla nascitadella Repubblica Italiana,il 2 giugno del 1946.

23

LazioIl Lazio presenta vari tipi di paesaggio. C’è la fasciamontana degli Appennini laziali, che supera

i 2000 metri con il monte Terminillo. È presente, poi,un’ampia zona collinare di origine vulcanica, dove

si trovano diversi laghi, tra cui il Lago di Bolsena, che èil lago vulcanico più esteso d’Europa. In prossimità del mare è

situata una fascia pianeggiante, un tempo paludosa e malarica, poi bonificata.Il Lazio ospita la capitale d’Italia: Roma. La regione confina a nordcon Toscana, Umbria e Marche, a est con Abruzzo, Molise e Campania,a sud con la Campania e a ovest è bagnata dal Mar Tirreno.

CARTA D’IDENTITÀCARTA D’IDENTITÀSUPERFICIE: 17207 km²MONTI: Gorzano (2458 m), Lepri(2455 m), Pizzo di Svevo (2419 m),Monti della Meta (2247 m), Terminillo (2216 m)FIUMI: Tevere (405 km), Liri-Garigliano (158 km),Aniene (99 km), Velino (90 km), Sacco (87 km)LAGHI: di Bolsena, di Vico, di Bracciano,di Albano, di Nemi, di SabaudiaISOLE: Ponza, Ventotene, Palmarola, ZannoneCAPOLUOGO: RomaALTRE PROVINCE: Frosinone, Latina, Rieti, ViterboPOPOLAZIONE: 5943308 abitantiDENSITÀ: 259 ab./km²

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REG

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ROMA: ARTE E GOVERNO

Roma, la capitale della Repubblica italiana,è una città ricchissima di monumentie di bellezze artistiche, testimonianzedella gloriosa storia del Paese. Tra queste sononotevoli il grande an�teatro del Colosseo, i Foriimperiali, il Pantheon, gli acquedotti, le terme,oltre alle chiese, alle piazze, alle fontane,ai musei e ai palazzi. Roma è anche sede di tuttele più importanti istituzioni dello Stato: sai dovesono ospitate? A Palazzo Madama ha sedeil Senato, al Palazzo di Montecitorio la Cameradei Deputati e a Palazzo Chigila Presidenza del Consiglio.Al Palazzo del Quirinale,un tempo reggia d’Italia,abita il Presidentedella Repubblica.

36

LE PIANURE LAZIALI

Nel Lazio si estendono tre ampiepianure alluvionali, compostedai detriti trasportati dai �umidurante il loro percorso.NellaMaremma laziale, che èil prolungamento di quellatoscana, i butteri a cavalloaccudiscono le mandrie di bovini.Ci sono poi l’Agro Pontino e l’AgroRomano. Le tre pianure eranoun tempo terre paludose e giàgli antichi Romani avevano iniziatoa boni�carle, costruendo canali perdrenare l’acqua. Tipico dell’AgroPontino è l’allevamento di bufale,con il cui latte vengono prodottele gustose mozzarelle.

37Il Foro di Traiano a Roma

CURIOSITÀ :)CITTÀ DEL VATICANOÈ lo Stato più piccolo del mondo: è ampio meno dimezzo chilometro quadrato. Fu istituito nel 1929,con un accordo tra il Papa e lo Stato italiano. Il Vati-cano è il centro più importante della Chiesa catto-lica: è la sede del Papa e ospita la Basilica di SanPietro, situata nell’omonima piazza.

progetto copertina e impaginazione

Page 19: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria scolasticapatrizia ne

1Corso di scienze con Atlante

integrato al volume

PuntScienze

T. CarusoR. M. Costante

2

PuntScienze

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Corso di scienze con Atlante

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PuntScienze

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3Corso di scienze con Atlante

integrato al volume

progetto copertina

Page 20: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria scolasticapatrizia ne

PuntoArte

la Storiadell’Arte

Gloria Fossi

Volume A

Gloria Fossi

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Ala Comunicazione

Visiva

Gloria Fossi

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Gloria Fossi

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la Storiadell ArteB‘

la Storiadell ArteB

ArteGloria Fossi

Punt

Ala ComunicazioneVisiva

Barbara Conti

Rossana Ragionieri

PuntArte Punt

ArteGloria Fossi

Bla Storiadell Arte‘

• altre proposte copertina

progetto copertina

Page 21: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria scolasticapatrizia ne

Ala ComunicazioneVisiva

Barbara Conti

Rossana Ragionieri

PuntArte

progetto gabbia interna e impaginazione

PERCORSO 1

La

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E

In questa unità imparerai...

è a riconoscere gli elementi di base del linguaggio visivo (linee, colori, forme, spazio, peso-equilibrio, movimento, volume ecc.) presenti nelle immagini e nelle opere d’arte;

è a capire le regole della composizione visiva per comunicare attraverso le immagini in modo creativo e consapevole.

LA RAPPRESENTAZIONE DELLO SPAZIOUnità 4 - pagina 56

Camille Pissarro, Boulevard Montmartre, 1897.

Andy Warhol, Marilyn, 1967.

IL COLOREUnità 2 - pagina 30

SEGNI, FORME, TEXTURE Unità 1 - pagina 18

Jean Dubuffet, Cane, 1973.

LA LUCEUnità 5 - pagina 66

Edward Hopper, Sole mattutino, 1952.

LA COMPOSIZIONE Unità 3 - pagina 42

Fortunato Depero, I miei balli plastici, 1918.

30 31Il colore

LA GRAMMATICA DEL LINGUAGGIO VISUALE

IL COLORE

è Il colore della luceI raggi luminosi ci appaiono colorati solo quando si scompon-gono: ciò avviene, per esempio, dopo un temporale, quando in cielo compare l’arcobaleno.

ç Il colore è una sensazioneLe onde luminose producono nel nostro sistema visivo una particolare impressione cromatica, così, pur non potendole vedere direttamente, riceviamo da ognuna di esse la sensa-zione di colore. Quando la luce colpisce un oggetto, alcune onde vengono assorbite, mentre una “rimbalza” e colpisce il nostro occhio, dandoci l’impressione del colore.

è Il cerchio cromaticoPer comprendere meglio il fenomeno cromatico, immaginia-mo di chiudere ad anello l’insieme dei colori che appaiono quando un raggio di luce attraversa un prisma. In questo mo-do si ottiene il cosiddetto cerchio cromatico.

Il colore è un fenomeno che possiamo esaminare sotto il profi-lo fisico, chimico e psicologico. È comunque legato alla luce,

senza la quale non esisterebbe: la luce, che vediamo chiara e trasparente, è in realtà formata da raggi di colore diverso.

Questo è stato dimostrato dal grande scienziato inglese Isaac Newton, che riuscì a rendere visibili tutte le componenti colo-rate della luce solare.

Un fascio di luce, passando attraverso le goccioline d’ac-qua sospese nell’aria, viene frazionato nelle singole onde che lo compongono. Questo provoca la comparsa dei 7 co-lori dell’arcobaleno.

La scomposizione dei raggi luminosi può essere riprodotta artificialmente facendo passare la luce in un prisma di cristallo:

quando “esce” la luce appare trasformata in un insieme di raggi colorati, il cosiddetto

spettro luminoso.

Vi sono tre colori che, mescolati fra loro, danno origine a tutti gli altri e perciò so-no detti primari: si tratta del rosso, del giallo e del blu.

Il colore è una sensazione, non appartiene all’og-getto. Quando guardiamo un prato, il colore verde è determinato dal fatto che la clorofilla dell’erba ha lasciato passare tutte le onde luminose tranne quella che – rimandata verso i nostri occhi – pro-voca l’impressione di verde.

I colori che nel cerchio cromatico sono diame-tralmente opposti si chiamano complementari: vuol dire che si completano a vicenda, non avendo in partenza niente in comune.

Il bianco e il nero non appaiono nel cerchio perché acromatici, cioè privi di colore: essi sono rispetti-vamente la somma e l’assorbimento di tutte le radiazioni luminose. In pittura sono chiamati neutri o anche non colori.

Quando i colori primari vengono mischiati a coppie danno origine ai colori secondari: verde, aran-cio, viola.Osservando il cerchio cromatico si può notare che i colori prima-ri sono alternati ai secondari in modo tale che il secondario sia compreso fra i due primari che lo formano.

Per FOTOLITO: scontornare

Alberi e neve

Osservare e creare

GLI ANIMALIpagina 128

Fortunato Depero,

Pesci.

IL PAESAGGIO URBANOpagina 104

LA FIGURA UMANA pagina 120

Niki de

Saint-Phalle,

Nana Bleu

Debout, 1995.

In questa unità imparerai...

è a sviluppare la capacità di osservare

la realtà, le immagini e le diverse creazioni

artistiche per coglierne gli elementi

significativi;

è a interpretare in modo personale

e creativo la realtà per superare gli stereotipi e

produrre messaggi visivi personali ed efficaci.

IL PAESAGGIO NATURALE pagina 80

PERCORSO 2

I tem

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I

Paul

Cézanne,

La montagna

di Sainte

Victoire con

grande pino,

187l

48 49La composizione

Il ritmo

Il ritmo è alternato se gli elementi che lo costituiscono sono diversi per dimensioni, colore, forma e orientamento ma si ripetono in modo regolare. L’impressione che si riceve è di movimento vivace e vario. Il ritmo si dice crescente o de-crescente quando le dimensioni o il numero degli elementi oppure le gradazioni di colore aumentano o diminuiscono. Questo ritmo ci comunica un dinamismo accelerato e può anche generare effetti di profondità spaziale.

Il ritmo in musica è costituito dall’alternarsi di suoni e pause secondo certi intervalli di tempo; nella danza, è il ripetersi

di passi e movimenti; nel linguaggio visivo è determinato dal modo in cui si succedono forme, colori e segni, pieni e vuoti, luci e ombre. Il ritmo si definisce uniforme quando è costituito da elementi sempre uguali, ripetuti a distanze costanti, e produce un effet-to visivo di regolarità e ordine.

Giuseppe Capogrossi, Superficie 324, 1959, olio su tela, collezione privata.Fortunato Depero, I miei balli plastici, 1918, olio su tela, collezione privata.

u I segni di Capogrossi riempiono ritmicamen-te la superficie, ripetuti in varie dimensioni e di-rezioni, secondo ritmi concitati e irregolari, che si incastrano uno dentro l’altro, si alternano, si scontrano.

q Lo spettacolo di danza immaginato da Fortunato Depero è com-plesso: su ogni piano i personaggi sono ripetuti secondo ritmi regolari, ma in profondità si alternano fra loro dando l’impressione complessi-va di una danza molto dinamica e allegra.

Le linee-forza

aggiunge dinamicità alla composizione e riesce a evocare una continuità dello spazio oltre la cornice, dando allo spettatore uno spunto immaginativo. Le linee-forza vicine agli assi oriz-zontale e verticale del formato, invece, trasmettono un’idea di calma e staticità; quando se ne discostano creano, viceversa, un contrasto che aggiunge intensità e vigore all’immagine.

L’organizzazione delle figure in una composizione, oltre a ba-sarsi sul peso visivo di ciascuna e sul formato del supporto, va progettata secondo certi assi, detti linee-forza. Questo serve ad arricchire l’immagine rinforzando l’idea di staticità o di-namismo, o suggerendo una sua prosecuzione al di là di ciò che è possibile vedere. Per esempio, un andamento diagonale

Pieter Bruegel il Vecchio, Banchetto nuziale,1568, olio su tavola, Vienna, Kunsthistorisches Museum.

Edward Hopper, Gas, 1940, olio su tela, New York, Museum of Modern Art.

u Le pompe rosse e il gestore del-la stazione di servizio, protagonisti dell’opera di Hopper, sono siste-mati al centro della composizione, lungo l’asse verticale. La sensazio-ne che se ne ricava è di immobilità, accentuata dal perfetto equilibrio dei colori del bosco a sinistra e del-la casetta a destra. Ciò che spezza l’inerzia è l’altra linea-forza, ossia la strada che corre in diagonale e che si perde nel buio del bosco: anche se al momento è vuota, suggerisce il passaggio di veicoli e persone, ri-velando uno spazio che si inoltra al di là di ciò che vediamo.

t Gli sposi e gli invitati a un pranzo di matrimonio contadino, che si svolge in un granaio molto affollato, sono dispo-sti lungo una linea-forza diagonale, e alcune figure a sinistra rimangono fuori dall’inquadratura.Con questi accorgimenti l’autore sotto-linea ancora di più la grandezza dello spazio e l’accalcarsi della folla, che si può immaginare anche oltre ciò che si vede.

Le marionette, tutte nella stessa posizione, sembrano seguire una musica cadenzata e regolare.

I personaggi scendono le scale in successione, seguendo un ritmo alternato suggerito dai colori nero e marrone degli abiti.

Possiamo pensare ogni forma del quadro come un suono diverso che si sussegue e si sovrappone agli altri.

OSSERVAOSSERVA

40

41

ARTE ATT IVA

Il colore

8 Forme evocative

® Disegna il contorno di uno o più soggetti facilmente riconoscibili

(per esempio una casa, una barca, un albero) e ricalcali su vari

cartoncini di colori diversi. Ritaglia quindi tutte le forme e incollale

su bristol colorati. In questo modo otterrai combinazioni casuali di

figure e fondi che, oltre ad avere leggibilità diversa, suggeriscono

atmosfere differenti.

® Osserva le tue composizioni, cercando di farti guidare dai colori

e dalle sensazioni che questi ti danno. Sotto a ogni immagine scrivi

una breve didascalia suggerita dai ricordi e dalle emozioni che la

figura e i colori ti hanno ispirato.

6 Un paesaggio di puntini

7 Pesi equilibrati

® Puoi riprodurre uno schema simile a quelli crea-

ti da Mondrian per sperimentare il peso dei colori:

su un foglio dell’album traccia una retta orizzontale

nera all’altezza che vuoi, in modo che attraversi il

foglio da parte a parte.

® Inserisci poi in ordine sparso due o tre righe ver-

ticali e altre due o tre orizzontali. Parti ogni volta da

uno dei lati e quando incroci le altre linee decidi se

interromperle oppure no.

® Infine inserisci i colori primari negli spazi creati

dalle righe.

® Non è necessario riempire tutti gli spazi, ma piut-

tosto equilibrare i colori fra loro, in modo che non ve

ne siano di predominanti.

® Ogni volta che ne aggiungi uno osserva la compo-

sizione e decidi dove inserirne un altro.

Puoi ripetere l’esercizio usando cartoncini colorati.

5 Lo sfondo che cambia

® Procurati due cartoncini bristol di re-

cupero, uno nero e uno bianco. Lavora su

entrambi con un colore a tempera: ese-

gui un disegno a tua scelta, uguale su

tutti e due. Poi osserva i risultati e indica

su quale dei due cartoncini i segni sem-

brano più chiari.

® Scegli due pennarelli di colori caldi o

due di colori freddi e pensa a una forma

semplice da realizzare, per esempio un

albero o una palla. Per renderla visibile,

senza disegnarla prima con la matita,

tracciane i contorni con una serie di pun-

tini, usando uno dei pennarelli scelti.

® Con lo stesso pennarello riempi la

forma di puntini, facendoli più fitti da un

lato, più radi dall’altro. Continua con l’al-

tro pennarello, tracciando puntini più fitti

dall’altra parte, fino a riempire intera-

mente la forma.

® Successivamente disegna l’ambiente

intorno. Per l’ambiente sceglierai due

pennarelli di colori contrastanti (per

esempio freddi se prima hai usato i caldi

e viceversa). Distribuisci i puntini mesco-

lando i due colori. Alla fine osserva il la-

voro e descrivi brevemente quali sono le

differenze fra questo procedimento e gli

altri che abitualmente usi per disegnare

e colorare le immagini.

Page 22: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria scolasticapatrizia ne

diAnna Finocchi

ibeni culturaliinitalia

Anna Finocchi

i beni culturali

Italiain

arteviva

in questo volume

• Introduzione Ibeniculturali:lavarietàdeigeneri• 27 schede di lavoro raggruppate per grandi temi Iltempocambiavaloriesignificati L’ignoranzacausadanniingentioperditeirreparabili Conoscenzaerispettosalvanoibenidellacollettività Conservazioneerestauro Lecontraddizionidellavalorizzazione Ipaesaggidel“BelPaese” Acquisizioniedispersioni• Appendice IlruolodelloStatoedellesueIstituzioni,delleAssociazioniedei

volontari,dellascuola

52646N e 10,00

ISBN 978-88-09-75064-7

9 7 8 8 8 0 9 7 5 0 6 4 7

i beni culturali

A chi appartiene il patrimonio stori-co-artistico, architettonico, pittorico, paesaggistico di un Paese, chi ne fruisce e chi risponde della sua con-servazione? Appartiene a noi, che ne godiamo intorno alle nostre case, nella nostra città o altrove, quando da residenti ci trasformiamo in turisti, e

tocca a noi conservarlo come bene comune, memoria collettiva, senso del presente e trasmissione della cultura nel tempo. In queste doman-de, e nelle non retoriche risposte, sta la chiave di questa guida che Touring e Giunti e Tancredi Vigliardi Paravia Editori propongono agli insegnanti.

Lo studio dei beni culturali nella va-rietà dei loro generi, dei loro signi-ficati e dei problemi legati alla loro conservazione ha senso nella misura in cui produce conoscenza, passione e rispetto per l’arte e il paesaggio che ci circonda, e contribuisce quindi alla formazione della coscienza civile.

Italiain

diAnna Finocchi

i beni culturali

initalia

i beni culturali

Anna Finocchi

italiain

culturalii beniitaliain

Anna Finocchi

i beni culturali

Anna Finocchi

in italia

• altre proposte copertina

progetto copertina

Page 23: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria scolasticapatrizia ne

8

INTRODUZIONE

I BENICULTURALI

BENI STORICO-ARTISTICI: MOBILIBENI STORICO-ARTISTICI: IMMOBILIARREDI LITURGICICENTRI STORICIBENI ARCHEOLOGICIBENI STORICIBENI LIBRARI E ARCHIVISTICIBENI ETNOANTROPOLOGICIBENI PAESAGGISTICI

Nella seconda parte una serie di schede propone altrettanti temi di lavoro: per la brevità dei testi non possono essere

esaurienti trattazioni di argomenti specifici, né coprono tutti i campi dei beni culturali, né si propongono come modelli da copiare. Vogliono essere soltanto suggerimenti, spunti per l’avvia-mento della ricerca, spiragli aperti su un’infinità di argomenti analoghi: sarà compito dell’inse-gnante piegare gli esempi proposti alle esigenze e alle situazioni diverse in cui si trova a operare, dal tipo di corso di studi e dalla composizione dei gruppi di studenti alle particolarità, storiche e at-tuali, del territorio in cui quegli studenti vivono. Guai se la scuola fosse ripetizione di un sapere preconfezionato e immobile: ogni insegnante ha la necessità e il dovere di definire il suo pro-gramma, ben sapendo che nessun programma ministeriale va inteso come rigida imposizione, ma come campo in cui operare le scelte di volta in volta più opportune. I buoni insegnanti non sono quelli che insegnano una grande quanti-tà di nozioni, ma quelli che trasmettono amore per il sapere, che suggeriscono domande senza offrire risposte dogmatiche, che fanno crescere cittadini consapevoli, non eruditi da quiz televi-sivo, in altre parole quelli che trasmettono cultu-ra. Ripetiamo con la stessa convinzione le parole di uno dei più grandi studiosi dell’arte antica e

dei più strenui difensori del nostro patrimonio culturale, Ranuccio Bianchi Bandinelli, secondo il quale «cultura non significa erudizione, ma si-gnifica essenzialmente capacità di comprende-re il presente attraverso la conoscenza del pas-sato3».Nell’appendice insegnanti e studenti troveran-no sintetiche informazioni sulla legislazione e le istituzioni dello Stato, sulle associazioni e il volon-tariato, inoltre un riassunto del Codice e alcune indicazioni per le attività didattiche.

Per terminare le “istruzioni per l’uso”, avver-to che non c’è la forse attesa bibliografia sui beni culturali e paesaggistici, ormai

talmente ampia per ogni campo che avrebbe richiesto tante pagine quante sono quelle che compongono questa guida, né segnalazione di siti web, anch’essi innumerevoli e continuamen-te in evoluzione e moltiplicazione. Gli insegnanti troveranno solo qualche citazione che è parsa indispensabile e dovranno autonomamente cer-care e selezionare i testi di riferimento a seconda dei programmi di lavoro che affronteranno insie-me ai loro studenti.Non posso concludere che con un augurio di buon lavoro.

Anna Finocchi

1. Cfr. pp. 76-79.

2. A. Emiliani, Dall’ambiente al museo, in Il patrimonio storico artistico, Touring Club Italiano, Milano 1979, p. 8.Il volume citato fa parte di una collana, dal titolo Capire l’Italia, che merita di essere segnalata ancora oggi per l’alta qualità dei contributi e l’accessibilità dei testi.

La collana comprende altri quattro volumi dedicati a: I paesaggi umani, 1977; Le città, 1978; I musei, 1980; Campagna e industria. I segni del lavoro, 1981. Ciascun volume è accompagnato da un volumetto di itinerari.

3. R. Bianchi Bandinelli, AA., BB. AA. e B.C., L’Italia storica e artistica allo sbaraglio, De Donato, Bari 1974, p. 20.

I BENI CULTURALI

Nella grande categoria dei beni di interesse storico-artistico

consideriamo beni mobili tutti quegli oggetti che possono

essere trasportati e collocati altrove rispetto alla loro originaria

destinazione oppure quelli che nascono già

senza vincoli a un preciso contesto: per fare

un esempio, una pala d’altare viene in

genere commissionata per essere collocata

su un preciso altare, ma le vicende della

storia possono in seguito spostarla dalla

sua prima sede, mentre un paesaggio o

una natura morta possono essere dipinti

senza vincoli di destinazione a un luogo

particolare. L’elenco degli oggetti che

appartengono alla categoria dei beni mobili

è sterminato; quello che segue è sicuramente

incompleto e vuole essere solo indicativo: dipinti

(su tavola, tela, vetro, rame e così via), affreschi staccati,

miniature, sculture (di marmo, bronzo, terracotta, gesso, stucco,

cera e così via), disegni, incisioni (secondo le varie tecniche

e con le relative matrici), fotografie e pellicole cinematografiche,

monete e medaglie, arredi (mobili, cornici, arazzi, tappeti,

specchi, lampadari, lampade e così via), oreficerie, suppellettili

di vario genere e materiale (argento, oro, bronzo, peltro,

porcellana, maiolica, vetro, acciaio, materie plastiche e così via),

ricami e merletti, abbigliamento, armi e armature,

strumenti musicali e molti altri.

BENI STORICO-ARTISTICI: MOBILI

11

10

VARIETÀ DI GENERI

1. Giorgio Morandi,

Natura morta, 1946, acquaforte.

Firenze, Uffizi, Gabinetto Disegni

e Stampe

2. Bonifacio Bembo, Fante,

dal mazzo di tarocchi

per Filippo Maria Visconti,

metà del XV secolo.

Bergamo, Accademia Carrara

3. Aldo Rossi, Caffettiera espresso

in acciaio inossidabile,

progettata per la produzione in serie

del marchio Alessi, 1980-1983

4. Armatura da torneo,

1610 ca. Milano,

Museo Poldi Pezzoli

5. Anonimo pugliese,

Pala di Santa Margherita, XIII secolo,

tempera su tavola. Bari, Pinacoteca

provinciale “C. Giaquinto”

6. Tarsia lignea

con strumenti musicali,

libri e strumenti scientifici,

forse su disegno di

Francesco di Giorgio Martini,

seconda metà del XV secolo. Urbino,

Palazzo Ducale, Sala degli Angeli

Si definiscono beni immobili quelli che non

possono essere spostati dal luogo dove si

trovano. Per la verità, sappiamo che anche

un edificio può essere scomposto e trasportato

altrove, come è avvenuto per alcuni castelli

del Medioevo europeo smontati pietra per

pietra e ricostruiti negli Stati Uniti, ma qui ci

atteniamo alla definizione di “immobile” come

costruzione legata al suolo su cui sorge. Il genere

comprende innanzitutto i beni architettonici,

cioè i vari tipi di edifici delle religioni e della

vita civile, le dimore storiche (palazzi di città

e ville con i relativi giardini e parchi),

i complessi monumentali, le strutture

della produzione (dell’agricoltura,

dell’artigianato, dell’industria), i castelli,

le cinte murarie, le fortificazioni e le torri

di guardia, i ponti, le strade e le piazze.

Tutti questi beni vanno considerati

comprendendo i loro complementi

decorativi (pitture murali, affreschi,

mosaici, sculture, rilievi, stemmi, targhe,

lapidi e così via). Tra i beni immobili

rientrano anche i monumenti celebrativi,

le edicole e i tabernacoli, le fontane e le

mostre d’acqua.

BENI STORICO-ARTISTICI: IMMOBILI

1. Edificio rurale nella campagna di Pienza (Siena)

2. Il castello di Fénis (Aosta),

costruito dalla famiglia degli Challant

nel XIV-XV secolo,

successivamente ampliato,

restaurato da Alfredo d’Andrade a partire dal 1895

3. Il palazzo comunale di Cortona (Arezzo),

costruito nel XIII secolo, ingrandito e rimaneggiato

nel XVI secolo, restaurato alla fine del XIX secolo

4. Teatro anatomico nel Palazzo dell’Archiginnasio a Bologna,

costruito su progetto di Antonio Levanti, 1638-49

(crollato a causa dei bombardamenti del 1944,

dopo la guerra è stato ricomposto e recentemente restaurato)

1

2

3

6

3

4

1

2

4

5

colori sezioni interne

progetto gabbia interna e impaginazione

2524

1 IL TEMPO CAMBIA VALORI E SIGNIFICATIGRANDI TEMI

Su questo dipinto pesa la scomo-da e sviante definizione di “quadro più famoso del mondo”. Che cosa è successo perché questo ritratto sia diventato un “mito”?Leonardo lo dipinse intorno al 1504, a Firenze, o forse qualche anno dopo (gli storici dell’arte non sono concor-di) e lo portò con sé in Francia. L’ope-ra rientra con coerenza nella ricerca che l’artista conduceva in quegli anni fiorentini, come dimostra anche la tavola con Sant’Anna, la Madonna e il Bambino. Al pittore non interessava soltanto rendere con fedeltà le fat-tezze della donna ritratta, ma rappre-sentare lo stretto legame che inter-corre tra uomo e natura: come nella natura tutto è in continuo divenire – la vegetazione che segue il ciclo delle stagioni, le acque che scorrono, le rocce che venti e piogge erodo-no – così un volto muta espressione da un attimo all’altro. Leonardo rese questo continuo divenire per mezzo dello sfumato e dei suoi raffinatissimi mezzi tecnici: sfumando lievemente gli angoli degli occhi e della bocca creò magistralmente l’effetto del-la mobilità di un volto. Dopo, solo molto dopo, è nata la leggenda del sorriso misterioso. Alla morte di Leonardo il dipinto passò nelle collezioni del re di Fran-cia, dove rimase fino a che, dopo gli eventi della Rivoluzione e la creazio-ne di quello che diventerà il Museo del Louvre, venne esposto al pubbli-co e, dal 1804, ebbe un posto d‘onore nella Grande Galerie. Fino ad allora

il dipinto era stato poco accessibile, ma noto e celebrato per la sua ec-cezionale qualità pittorica, per que-sto più volte copiato e imitato. Ma fu con l’ingresso nel grande museo pubblico e le numerose riproduzioni, soprattutto incisioni e litografie, che divenne noto a tutti. Fu l’Ottocento, insomma, a creare la “popolarità” della Gioconda, sia per mezzo degli strumenti di ripro-duzione, sia per opera della lettera-tura romantica, che elaborò il mito del sorriso enigmatico di una donna misteriosa. La sua fama ebbe una straordinaria impennata con il grande clamore internazionale suscitato dal fur-to nel 1911 e dalla sua ricomparsa, due anni dopo, a Firenze, nella casa dell’operaio italiano che l’aveva sot-tratta al museo, con l’intenzione di riportarla in patria e, ovviamente, di ricavarne un adeguato premio. Un infinito numero di articoli, fotografie, vignette umoristiche accompagnò la sensazionale vicenda e alimentò la creazione del culto idolatrico per il “sommo capolavoro”. Può sembrare un paradosso, ma fu proprio la fantasia romanzesca di giornalisti e scrittori e, soprattutto, la moltiplicazione di immagini, do-cumentarie o caricaturali, illustranti il “ratto” della Gioconda e il suo ri-torno che alimentarono non solo la fama, ma anche la degradazione dell’opera. Parallelamente l’ironia dissacrante delle avanguardie del primo Nove-

DA RITRATTO A ICONA MERCIFICATA DEL TURISMO INTERNAZIONALELA GIOCONDA

6Leonardo da Vinci, Ritratto di donna,

detto “la Gioconda”, 1504 ca., olio su tavola.

Parigi, Museo del Louvre

6Una delle più grandi riproduzioni al mondo della Gioconda, neil centro

commerciale Eagles Meadow a Wrexham nel Galles del Nord. L’opera occupa una superficie

di 240 metri quadrati

6Achille Beltrame, copertina de “La Domenica del

Corriere”, n. 36, 3-10 settembre 1911

36Esempi dei prodotti della mercificazione

cento (dai baffi di Duchamp al por-tachiavi di Léger, all’eclissi di sole di Malevič) trovava nella Gioconda un bersaglio simbolico che riassumeva in sé tutta l’arte del passato e la sua derisione esprimeva la volontà di superare forme, modi e valori della tradizione.E poi è arrivata l’epoca della mercifi-cazione sotto forma di souvenir per il turismo di massa (cartoline, asciu-gamani, porta-occhiali, tovagliette e così via) e della spregiudicata uti-lizzazione pubblicitaria (dentifrici, bevande, prodotti di bellezza), po-che volte accettabili e garbate, più spesso monotone e volgari.Svanito il prestigio della celebre ope-ra, umiliata dall’inarrestabile fabbrica di immagini dei mass media e dalla insaziabile ingordigia della pubblici-

tà, il dipinto di Leonardo ha perso i legami con il suo autore, con il suo tempo, con la storia. La Gioconda è sparita, al suo posto c’è solo un pro-dotto della manipolazione mediatica.

6Kazimir Malevič, Composizione con la Gioconda. Eclissi parziale di sole, 1914, olio e collage su tela. San Pietroburgo, Museo di Stato

3332

2 L’IGNORANZA CAUSA DANNI INGENTI O PERDITE IRREPARABILIGRANDI TEMI

città concordano con i graffitisti gli spazi dove possono esprimersi, ma rientra nel concetto di decorazione e di arredo urbano, ed è pertanto bene accettata.Tuttavia il disagio e la ribellione re-stano vivi nei nostri tempi duri, di di-soccupazione giovanile e di degrado culturale e si esprimono malamente nelle scritte che imbrattano i nostri monumenti e i molti “oggetti” che nelle nostre città sono utili alla vita quotidiana (targhe e segnaletica stradali, pensiline alle fermate dei mezzi pubblici e i mezzi pubblici stessi, panchine, automobili e così via). Lo spirito di rivolta in questi casi diventa aggressione vandalica, tep-pismo figlio dell’ignoranza.Una cosa è comprendere le trasfor-mazioni sociali che cambiano il volto delle nostre città, un’altra è non esse-re disposti ad accettare l’incosciente danno prodotto da vernici industria-li spesso indelebili o corrosive sugli

edifici della nostra storia. Solo l’edu-cazione, e prima di tutto la scuola come protagonista dell’educazione della collettività, può far capire agli anonimi vandali che quella storia è anche la loro storia.

L’antica tradizione della pittura ad af-fresco, che caratterizza l’arte italiana e che si diffonde nel Paese soprat-tutto a partire dal XIV secolo, non interessa solo gli interni degli edifici sacri e delle residenze private: spesso anche le pareti esterne degli edifici sono ricoperte di dipinti che, con le loro immagini colorate, ravvivano le strade e le piazze su cui si affaccia-no. Purtroppo molte di queste de-corazioni sono perdute o rovinate, perché l’esposizione all’azione degli agenti atmosferici ha causato ingenti perdite di questo particolare genere del nostro patrimonio culturale.Nel tempo in cui viviamo è possibi-le cogliere una sorta di ripresa della tradizione delle decorazioni esterne nel fenomeno del graffitismo: gran-di immagini coloratissime e scritte complesse occupano i muri spogli delle periferie urbane, delle fabbri-che, delle stazioni e dei convogli fer-roviari. L’Europa ha importato il feno-meno dagli Stati Uniti, dove è iniziato negli anni Sessanta del secolo scorso e si è diffuso da New York alle altre aree metropolitane: dapprima sono comparse sui muri solo scritte (firme o sigle, tags in inglese) tracciate con le bombolette spray, in seguito le composizioni si sono fatte più com-plesse e spaziose, unendo immagini alle scritte. Questa “arte di strada” nasce dalla volontà di denunciare i problemi e il disagio della vita nelle grandi metropoli e rivendica il dirit-to di far sentire la propria voce con autentico slancio espressivo, che tra-duce messaggi politici e sociali nelle forme esasperate e gigantesche e nei

colori violentemente accesi o cupi. La spinta iniziale, libertaria e tra-sgressiva, viene meno quando il mercato, nel decennio successivo, inizia a interessarsi dell’arte di stra-da: critici, musei e gallerie private

celebrano il graffitismo come nuo-va avanguardia. Ma la mondanità, la spettacolarizzazione, l’estetizza-zione, la mercificazione ingoiano e spengono la ribellione. Che non è più tale quando le amministrazioni delle

MURI DECORATI E MURI IMBRATTATI

DALLA RIBELLIONE AL VANDALISMO

5La cappella della Madonna di Loreto a Varallo Sesia (Vercelli)

3Arco con murale, Dozza (Bologna)

6La facciata di Palazzo San Giorgio

a Genova

36Scritte che imbrattano un monumento e un palazzo

6Un muro decorato da graffitisti contemporanei

Page 24: PORTFOLIO_Patrizia Ne

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Mercurio venere

Marte2 satellite in totaleterra

1 satellite in totale

Giove65 satelliti conosciuti

urano27 satelliti conosciuti

nettuno13 satelliti conosciuti

Saturno23 satelliti conosciuti

LA GRANDE EsPLOsIONELa nascita e l’evoluzione dell’Universo sono state spiegate solo a partire dagli inizi del Novecento, grazie ai progressi della tecnologia e all’elaborazione di nuove teorie. La più credibile fa risalire a 15 miliardi di anni fa la grande esplosione, il cosiddetto Big Bang: da un unico punto in cui era concentrato tutto l’Universo, la materia cominciò a espandersi ovunque, in modo caotico; si generarono l’energia, il tempo e lo spazio. In seguito, quella stessa materia cominciò ad addensarsi formando le galassie (la nostra è la Via Lattea), le stelle (come il Sole), i pianeti (come la Terra) e tutti gli altri corpi celesti (satelliti, asteroidi, meteore).

LE sTELLEPer prime si formarono le galassie, enormi agglomerati costituiti da miliardi di stelle, corpi celesti globulari e gassosi che brillano di luce propria. Le stelle hanno un’età (nascono e si evolvono fino a spegnersi), una massa (alcune sono più grandi, altre più piccole) e una temperatura (alcune sono più calde, altre più fredde). Si può dire che il Sole, la stella più vicina alla Terra e nostra fonte di vita, si collochi a metà tra le più giovani e le più vecchie, tra le più grandi e le più piccole, tra le più calde e le più fredde.

Il nostro Universo

IL sIsTEmA sOLARE E I sUOI PIANETIIl Sole e tutti i corpi celesti che ruotano intorno a esso, attratti dalla forza gravitazionale, formano un sistema complesso: il Sistema Solare, ossia una porzione di Spazio situata nella Via Lattea che comprende, oltre alla Terra, anche Mercurio, Venere, Marte, Giove, Sa-turno, Urano e Nettuno. Sono tutti pianeti, cioè corpi celesti freddi che non brillano di luce propria, con caratteristiche diverse: i primi quattro, infatti, sono rocciosi mentre gli altri gassosi.

Pianeti DiaMetro (km)

teMPeratura media (c°)

Mercurio. È il pianeta più vicino al Sole e non ha un’atmosfera. 4 878 +430 -180

venere. È il secondo pianeta a partire dal Sole, è caldissimo e si osserva bene a occhio nudo. 12 104 +480

terra. È il terzo pianeta a partire dal Sole. Ha un’atmosfera e acqua allo stato liquido. 12 756 +22

Marte. È il quarto pianeta a partire dal Sole; è detto “pianeta rosso” per il colore del suo suolo ricco di ferro. 6 792 -23

Giove. È il quinto pianeta a partire dal Sole e il più grande. 141 700 -150

Saturno. È il sesto pianeta a partire dal Sole ed è caratterizzato dalla presenza di anelli. 120 000 -180

urano. È il settimo pianeta a partire dal Sole, possiede anelli è ha un colore verde. 50 800 -210

nettuno. È il pianeta più distante dal Sole, ha un colore azzurro e nubi biancastre: è freddissimo. 48 600 -220

32

21

20

Gli ambienti polari

Il Polo Nord Oltre il limite segnato dal Circolo Polare Artico, si estende l’Artide,

un continente costituito da un grande oceano circondato da terra.

Parte di questo mare, il Mar Glaciale Artico, è perennemente

ghiacciata e forma la banchisa: una distesa di ghiaccio, spessa

fino a 2000 m, che ricopre le acque. La sopravvivenza a queste

latitudini è davvero difficile: la luce è presente solo per sei mesi

l’anno, per gli altri sei regna il buio, e le temperature possono

scendere fino a -40 °C. Nonostante questo, la vita è arrivata

pure qui. Il re del Polo Nord è l’orso bianco, una specie in serio

pericolo a causa dello scioglimento dei ghiacciai.

Il Polo Sud In Antartide, la terra del continente non si vede perché è coperta dal

ghiaccio da milioni di anni: una coltre il cui spessore supera i 4000 m

per una superficie di 13.000.000 kmq. Come al Polo Nord, le acque

pullulano di plancton, minuscoli organismi animali e vegetali che si

lasciano trasportare dalla corrente e che costituiscono il nutrimento

principale per le poche specie che vi abitano. Anche qui la luce e il

buio si alternano per sei mesi l’anno ma quaggiù le temperature sono

molto più rigide perché si aggirano intorno a -50 °C. L’uomo non è mai

riuscito a insediarsi stabilmente in questi luoghi, ma riesce comunque

a sfruttarne le ricchezze del sottosuolo.

GLI EsTREmI DELLA TERRASiamo agli estremi nord e sud del pianeta, nel regno del ghiaccio, dove le temperature non sono mai superiori

a 0 °C. È qui, nelle calotte polari, imprigionata sotto forma di ghiaccio, che si trova la maggior parte dell’acqua

dolce disponibile sul pianeta.

è La megattera è un enorme

cetaceo che può raggiungere i

16 metri di lunghezza e i 30.000

chili di peso. Il suo nome deriva

dal latino e significa “grandi

ali”, in riferimento alle sue

enormi pinne che la rendono

facilmente distinguibile.

ç L’orso bianco è tra i più

grandi mammiferi carnivori

della terraferma. La folta

pelliccia e il denso strato di

grasso corporeo gli consentono

la sopravvivenza alle bassissime

temperature del suo ambiente.

èLa foca leopardo

deve il suo nome alle

caratteristiche macchie

che ricordano il pelo

dei leopardi. È un abile

predatore praticamente

privo di concorrenti

(l’unica specie da cui è

predata è l’orca).

ç Il beluga è un cetaceo che può

superare i 5 metri di lunghezza; per

la sua colorazione è conosciuto anche

con il nome di balena bianca. Oltre

a questo, ciò che lo caratterizza è la

forma del capo, piccolo e arrotondato

e la sua nuotata, lenta e ondeggiante.

ç La foca comune è un mammifero

carnivoro dalla forma idrodinamica

che la rende molto agile in acqua.

Sulla terraferma, però, i suo

movimenti sono goffi e pesanti

perché al posto delle zampe ha due

pinne affusolate.

è Tra tutti i pinguini, il pinguino

imperatore è la specie che vive

più a sud del pianeta e la più

“alta” (misura circa 120 cm) tra

tutti i suoi simili. Nelle gelide

acque dell’Antartide può rimanere

immerso senza respirare anche

per un quarto d’ora, a caccia dei

piccoli pesci di cui si nutre.

La geografia del climaLe condizioni atmosferiche mediamente presenti in una certa area geografica sono quelle che generalmente chiamiamo clima. Il fattore che determina le condizioni climatiche nel globo è essenzialmente il Sole che, con i suoi raggi, riscalda la superficie. La temperatura, però, varia da luogo a luogo perché i raggi non incidono nello stesso modo nelle varie parti del mondo. Anche la latitudine, quindi, è un fattore che

influenza il clima, così come l’altitudine o la vicinanza al mare o a grandi bacini d’acqua. A sua volta, è dal tipo di clima che dipende la presenza di una determinata vegetazione e, di conseguenza, della fauna che può vivere in uno specifico luogo: la distribuzione di piante e animali, quindi, non è ca-suale; se così non fosse, le specie viventi avrebbero vita breve perché non riuscirebbero a sopravvivere.

La latitudineLa latitudine influisce sulla circolazione atmosferica e sulla piovosità. In base alla latitudine è possibile individuare 4 grandi fasce climatiche, cioè zone che presentano caratteristiche climatiche omogenee, disposte simmetricamente.

1312

Mongolia

oeania

Sahara

Colline mediterraneeTaigaPolo nordPolo sud

climi tropicali

climi aridi

climi polari climi temperati

climi tropicali. Tipici della fascia equatoriale e dei Tropici, sono caratterizzati da abbondanti precipitazioni, elevata umidità e temperature sempre superiori a 18 °C.

climi aridi. Caratteristici di varie zone del pianeta, presentano scarsa piovosità e forti escursioni termiche sia stagionali che giornalieri.

climi temperati. Tipici delle fasce esterne ai tropici, sono caratterizzati da temperature medie inferiori a 20 °C, con piogge presenti solo in alcuni periodi dell’anno e una discreta escursione termica annuale. Si dividono in caldi (verde chiaro) e freddi (verde scuro).

climi polari. Tipici dei Poli, sono caratterizzati da temperature sempre inferiori ai 10 °C, scarse precipitazioni e ghiacciai perenni.

Savana

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121120

Regione DanubianaRegione danubiana

sottosuolo (carbone, ferro, mercurio), che alimentano i settori siderurgico e mecca-nico. Boemia e Moravia sono fra le re gioni più industrializzate dell’Europa centrale. Importante è il settore automobilistico, al quale si aggiungono quello tessile e ali-mentare (birra e zucchero). Attive anche le industrie del cuoio, della porcellana e, soprattutto, dei cristalli di Boemia, famosi in tutto il mondo. L’agricoltura è praticata per lo più nelle pianure che, per quanto poco estese, sono fertili e adatte alle colti-vazioni. Tra i prodotti principali, frumento, barbabietola da zucchero, patate e orzo. Praga, la capitale, è una città ricca di monumenti, testimonianza di un grande passato (nel XIV secolo vi fu fondata la prima università dell’Europa centrale); è soprattutto qui che si concentra la maggior parte dell’afflusso turistico estero, in continua crescita.

SLovacchia Nata anch’essa dalla scissione della Cecoslovacchia, la Slovacchia presenta un territorio per la maggior parte montuoso, con numerosi laghi e vaste foreste. I rilievi della regione sono costituiti dalla catena dei Carpazi Occidentali, che a nord separano la Slovacchia dalla Polonia e, nella parte centrale, dai Monti Tatra e dai Monti Metalliferi Slovacchi, che digradano in colline verso la pianura meridionale. Quest’ultima è sol-

cata dal Danubio, che segna per un lungo tratto il confine meridionale del Paese con l’Austria e con l’Ungheria. Uno dei prodotti fondamentali dell’economia slovacca è il legname. L’agricoltura è praticata nelle zone me ridionali più pianeggianti (soprat-tutto nel bacino del Danubio), con coltivazioni di grano, patate, luppolo, barbabietola da zuc-chero, alberi da frutta, viti. Il settore industriale è attivo nei campi metallurgico, chimico, tessile, agroalimentare e della produzione della carta. In via di sviluppo è il settore terziario, in parti-colare quello legato ai servizi bancari. Il Paese riesce ad attirare capitali dall’estero, con inve-stimenti rivolti soprattutto al settore del credito e a quello automobilistico. Anche il turismo sta lentamente acquistando importanza.

ungheria Quasi il 70% della superficie dell’Ungheria è occupata da pianure, interrotte nella parte meridionale da modesti rilievi. Due grandi fiumi, il Danubio e il Tibisco, la attraversano da nord a sud. A occidente del Danubio si estende un paesaggio variegato: le colline della Pannonia, i rilievi della Selva Baconia e l’imponente Lago Balaton, che ha un’estensione di 594 chilometri quadrati. In alcune zone pianeggianti dell’Ungheria si trova la puszta, che è la steppa tipica delle regioni balcaniche, ideale soprattutto per l’allevamento di bovini ed equini, ma anche di suini e ovini. L’agricoltura rappresenta il settore preponderante dell’economia ungherese, con coltivazioni di cereali (mais, grano, orzo, segale, avena), tabacco, lino, barbabietole da zucchero, ortaggi, patate e vite (dall’uva si ricava un noto vino, il tokaj). Molto diffusa è la coltivazione dei peperoncini rossi, utilizzati per ottenere la paprika, un condimento piccante presente in molti piatti tipici ungheresi (come il gulash). Il settore industriale più attivo è quello estrattivo: il Paese è fra i primi produttori di bauxite, ma dal sottosuolo si ottengono anche lignite, carbone, petrolio, rame, piombo, zinco e ferro. L’industria è sviluppata anche nei settori siderurgico, chimico, meccanico e agroalimentare. Molto importante è il turismo, rivolto soprattutto verso la capitale. Il Danubio, interamente navigabile, è una fonda-mentale risorsa per il commercio.

romania La Romania presenta un territorio vario. Al centro della regione si trova il bassopiano della Transilvania, attraversato da due notevoli fiumi, il Mures e il Somes. Il bassopiano è circondato da alti sistemi montuosi (Carpazi Orientali, Alpi Transilvaniche, Monti Apuseni, Monti Rodnei). All’esterno di questa cerchia di rilievi si estendono le grandi pianure tra cui quella del Danubio, che scorre in Romania per oltre 1000 chilometri e sfocia con un imponente delta nel Mar Nero. L’attività agricola è alla base dell’economia: si producono soprattutto cereali (frumento, granturco), ortaggi, legumi, patate, canapa, lino, soia, tabacco. Abbastanza diffusa è la coltivazione dell’uva da vino e delle prugne, dalla cui distil-lazione si ricava il liquore nazionale, la zuica. L’allevamento riguarda bovini, ovini e suini. Importante l’allevamento degli storioni, dalle cui uova si produce il caviale. L’abbondanza di risorse energetiche del sottosuolo ha contribuito allo sviluppo dell’industria, soprattutto nei settori chimico, petrolchimico, siderurgico, metallurgico e meccanico. In crescita anche la produzione dei beni di consumo, con grandi esportazioni all’estero. Il turismo è in aumento sia sul Mar Nero sia nelle zone montuose.

ç Veduta aerea di Bratislava, con il Castello in primo piano.

é Il Lago Balaton, uno dei più grandi d’Europa.

ç Veduta di Bucarest.

ç Veduta notturna di Budapest, attraversata dal Danubio.

è Il castello di Bran, vicino

alla città di Brasov, noto anche come

“il castello di Dracula”.

é Il ponte Carlo a Praga.

Il Danubio, dopo aver attra-versato per migliaia di chilometri il cuore del continente europeo, sfocia nel Mar Nero dividendosi in tre grandi rami e dando origine al più ampio delta d’Europa, con una superficie di 3446 chilometri quadrati. Qui le acque formano un vasto sistema di paludi e acquitrini, che ospitano una grandissima varietà di specie animali e vegetali. Inoltre milioni di uccel-li arrivano ogni anno in questa zona per deporre le uova (nella foto, una colonia di pellicani). Quasi un terzo della superficie del delta è diventato una riserva naturale pro-tetta. Come riconoscimento di tale ricchezza naturalistica, l’UNESCO ha dichiarato l’area Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

naturageo

119118

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La regione danubianaLa regione danubiana comprende la Repubblica Ceca, la Slovacchia, l’Ungheria e la Romania. Il corso del Danubio e dei suoi numerosi affluenti determina un sistema fluviale complesso che incide for-temente sulla morfologia del territorio. Il Danubio (2869 km) è, dopo il Volga, il secondo fiume d’Europa per lunghezza ed è quasi interamente navigabile. Al termine del suo corso si getta nel Mar Nero formando un ampio delta.

repubbLica ceca La Repubblica Ceca, formatasi in seguito alla scissione dell’ex Cecoslovacchia, si divide in due grandi regioni: la Boemia nella parte occidentale e la Moravia in quella centro-orientale. La prima presenta bassopiani e colline circondati da catene montuose quali i Monti Metalliferi a nord-ovest, i Sudeti a nord-est, la Selva Boema a sud-ovest e le Alture di Moravia a sud-est. La Moravia è prevalen-temente pianeggiante e collinare, delimitata a nord dai Sudeti e a est dai Carpazi Bianchi. I maggiori fiumi del Paese sono l’Elba e il suo affluente, la Moldava. L’economia è legata soprattutto allo sfruttamento delle risorse del

rePubbLiCa CeCa

Superficie 78866 km2

abitanti 10206000 Densità 129 ab./km2

Ordinamento repubblicaLingua ceco religione cattolica Moneta corona cecaCapitale Pragaaltre città Brno, Ostrava

SLOvaCChia

Superficie 49035 km2

abitanti 5370000 Densità 110 ab./km2

Ordinamento repubblicaLingua slovaccoreligione cattolicaMoneta euroCapitale Bratislavaaltre città Košice

M o n t i M e t a l l i f e r i

A l p i G i u l i e

C a r a v a n c h e

V e l e b i t

A l p i

D i n a r i c h e

K a p e l a

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M . t i M e t a l l i f e r i

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Slavonski Brod

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2863

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Grosser Arber

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Un paesaggio della Boemia.I mandriani della puszta

ungherese sono abili cavallerizzi.

risorse e uso del suolo

Province e densità di popolazione

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Superficie 93030 km2

abitanti 10077000 Densità 108 ab./km2

Ordinamento repubblicaLingua ungheresereligione cattolica, protestanteMoneta fiorino unghereseCapitale Budapestaltre città Debrecen, Pécs, Seghedino

rOMania

Superficie 238391 km2

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Ordinamento repubblicaLingua romenoreligione ortodossa, cattolica, protestanteMoneta leuCapitale Bucarestaltre città Costanza, Timisoara

colori sezioni interne

NATURAGEOLOGO

del box dedicato

18

Gli ambienti temperati

La foresta boreale Questo tipo di foresta, in cui le temperature medie annue sono comprese tra 0 e 5 °C (anche se in alcune zone sono anche più basse), occupa circa 10.000 km distribuiti tra Nord America, Asia e Nord Europa. La vegetazione è rappresentata perlopiù da conifere, grandi alberi con foglie sottili e allungate che mantengono per tutto l’anno, ma anche da muschi e licheni; la fauna invece è costituita da animali erbivori e carnivori, di grossa o media taglia.

La macchia mediterraneaNelle zone che si affacciano sul Mediterraneo, il clima è ulteriormente mitigato dalla presenza del mare e difficilmente le temperature scendono sotto 0 °C. La

vegetazione tipica di queste regioni è bassa e ar-bustiva, ricca di piante aromatiche e alberi che non superano i 4 m di altezza.

La quantità di cibo disponibile fa sì che anche la fauna sia molto varia.

TRA LE fOREsTE E LA mACChIALe zone temperate si estendono, in entrambi gli emisferi, dai tropici fino ai circoli polari. Sono le zone in cui le stagioni si alternano con regolarità, le temperature medie annue sono inferiori a 20 °C e la piovosità è concentrata soprattutto in alcune stagioni. Gli ambienti caratteristici delle zone temperate sono: la foresta boreale (ambiente temperato freddo), la foresta temperata (ambiente temperato fresco), la macchia mediterranea (ambiente temperato caldo).

La foresta temperataI nostri boschi sono un tipico esempio di foresta temperata: gli alberi perdono le foglie (larghe per assorbire la luce durante la bella stagione), che in autunno tappezzano il suolo fornendo nutrienti a molti piccoli invertebrati, e ogni strato del bosco è ricco di vita: dalle cime degli alberi, popolate di uccelli diurni e rapaci, fino al sottobosco, ricco di arbusti, funghi e felci, tra cui si muovono numerosi animali di piccola e grossa taglia.

19

é L’abete è una pianta a foglie sottili (aghifoglia).

ç La quercia è una pianta a foglie larghe (latifoglia).

ç I funghi popolano il sottobosco delle foreste temperate e si riproducono attraverso microscopiche strutture chiamate spore.

ç L’allocco è un rapace notturno.

è Il riccio è un tipico abitante dei boschi

temperati, caratterizzato da un mantello munito

di aculei in grado di rizzarsi se l’animale è in

situazioni di pericolo.

Alce

Lupo

Falco

Tasso

Volpe

Gufo

Picchio

Grizzly

Crociere??

Capriolo

Donnola

Donnola

Civetta

Gazza

Capriolo

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Donnola

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Rigogolo

Cinghiale

Picchio

Pernice

Scoiattolo

Wapiti

Gallo cedrone

Scoiattolo

progetto gabbia interna e impaginazione

Page 26: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria scolasticapatrizia ne

dell’Italia

dalla preistoria all’Unità

dell’Italia

dalla preistoria all’Unitàdalla Preistoria

all’Unità

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dalla Preistoria all’Unità d’Italia

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progetto copertina

Page 27: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria scolasticapatrizia ne

dalla Preistoria all’Unità

Genova

Roma

Venezia

Milano

Palma

AlgeriOrano

Tangeri

Gibilterra

SivigliaMalaga

Barcellona Marsiglia

Valencia

Porto

Lisbona

Barletta

Genova

La Rochelle

Bruges

Southampton

BariNapoli

Palermo

Cagliari

Messina

Tripoli

Mahadra

TunisiBona

Tabarca

Laiazzo

Costantinopoli

Costanza

Atene

Tessalonica

Sinope

Soldaia

Trebisonda

Antiochia

Beirut

Famagosta

Gerusalemme

Alessandria

S. Giovannid’AcriTerritori di Genova

Vie commerciali marittimeFondachi e colonie commerciali

ZOOM

dentro la storia

Bandiera della Repubblica marinara di

Genova.

La Repubblica di Genova

romanieruli, goti, longobardi, franchi

galli, fenici, greci, cartaginesi, etruschi doria, spagna

francia, savoia

genova repubblica marinara

visconti, francesiliguri

1861 Unità d’italia

200015001000500nascita

di Cristo1000 a.C. 500 a.C.

altre città liguri che non accettavano di sottomettersi, situa-zione di cui approfittarono prima i Visconti, signori di Milano, e poi i Francesi. Nel 1528 Andrea Doria, potente signore locale, con un colpo di mano portò la Repubblica di Genova sotto la protezione della Spagna, dando origine a un vero Stato. Durante il Seicento Genova fu una ricca città di banchieri e mercanti attivi in tutta Europa.

Il XIX secoloSuccessivamente la Spagna lasciò il piccolo Stato indifeso di fronte agli attacchi del Piemonte e della Francia. La riu-nificazione politica della regione avvenne solo nel 1797, con la nascita della Repubblica Ligure. Quest’ultima

divenne parte dell’Impero Napoleonico nel 1805. Dopo il Congresso di Vienna del 1815, la Repubblica Ligure venne annessa al Regno di Sardegna. Fu un genovese, Giuseppe Mazzini, a fondare il

movimento la “Giovane Italia” che ebbe grande importanza nelle lotte risorgimentali per l’indi-

pendenza dell'Italia. Il 5 maggio 1860 dal porto di Quarto, vicino a Genova, partì la spedizione dei Mille che, sotto la guida di Garibaldi, condusse all’unità d’Italia.

Preistoria ed Età AnticaLa Liguria è stata abitata fin dalla Preistoria, come dimostrano le testimonianze rinvenute nella Grotta dei Balzi Rossi (sul confine francese).Fin dal 2000 a.C. il nome “Liguri” indicava delle popola-zioni autoctone, alle quali nel IV secolo a.C. si mescolarono gruppi di Galli, Fenici, Greci, Cartaginesi e Etruschi. Solo nel II secolo a.C. i Romani riuscirono a conquistare la regione.

L’Alto MedioevoAlla caduta dell’Impero romano, la regione fu devastata da Eruli e Goti, poi divenne provincia di Bisanzio. Nel VII secolo fu conquistata dai Longobardi ed entrò a far parte del loro regno come ducato di Liguria, con Genova capitale. Fra l’VIII e il IX secolo d.C. fu parte del regno dei Franchi che la divisero in marche, ma questo non le evitò le incursioni normanne e arabe. In particolare furono gli Arabi a compiere scorrerie lungo le regioni costiere, devastando molte città, tra le quali Luni, Albenga, Ventimiglia e la stessa Genova nel 935. Anche a causa di queste incursioni, Genova rafforzò la propria flotta, gettando così le basi della propria futura potenza marinara.

L’ascesa di GenovaDurante l’epoca dei liberi Comuni, Genova – insieme a Pisa, Venezia e Amalfi – si costituì come Repubblica marinara e conobbe un periodo di grande prosperità.

Dai Visconti alla SpagnaIl potere sia economico sia politico di Genova sulla regione, portò a guerre continue con le

ç Statua di Garibaldi, chiamato anche l’"Eroe dei due mondi" per aver combattuto sia in Europa sia in America meridionale.

Le cosiddette "Veneri del Paleolitico", ritrovate presso i Balzi Rossi e datate tra i 280000 e i 240000 anni fa.

La partenza dei Mille da Quarto.

La città di Genova in una incisione tratta dalle Cronache di Norimberga

di Hartmann Schedel. Norimberga, 1493.La cattedrale San

Lorenzo a Genova costruita tra il XII e il XIV secolo.

Il teatro romano di Albintilium, l’odierna

Ventimiglia.

Statua stele ligure con armi, VII secolo a.C.

2 000 a.C.

34

Ligu

ria

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Genova cominciò a diventare una potente città marinara tra il X e l’XI secolo, quando riuscì a rendersi indipenden-te dall’Impero e a cacciare, con l’aiuto di Pisa, i pirati arabi dalle coste della Liguria, della Corsica e della Sardegna. Da allora, divise il controllo sulle rotte mercantili del Me-diterraneo con Pisa, ma i rap-porti con quest’ultima non fu-rono sempre buoni. Nel 1284, presso lo scoglio della Melo-ria, la flotta genovese sconfis-se quella pisana e, poco dopo, sconfisse quella veneta. Il pic-colo Comune medievale diven-ne da quel momento la potente Repubblica di Genova. La storia della gloriosa Repub-blica di Genova finì nel 1815, quando la città perse la pro-pria indipendenza per diven-tare parte del Regno di Sar-degna, governato dai Savoia.

NapoleoNe(1797-1814)

Ritratto di Andrea Doria (1468-1560).

è La coccarda italiana tricolore.

Il re longobardo Rotari, in un manoscritto dell'epoca. Conquistò la Liguria nel 641.

76

roma da CittÀ a imperoitaliala sua storia

Un’espansione inarrestabileSecondo la leggenda Roma fu fondata nel 753 a.C. da Romolo, che divenne il primo re della città. La città nacque dall’unificazione dei villaggi posti sui sette colli (Campidoglio, Quirinale, Viminale, Esquilino, Palatino, Celio, Aventino) sulle rive del fiume Tevere. Essa acquistò ben presto, con una serie di guerre, la supremazia sui villaggi vicini.

ç Un ritratto di Ottaviano Augusto.

é La leggenda racconta che Romolo, il fondatore di Roma, fu allattato con il fratello Remo da una lupa.

roma dopo la prima guerra punica (220 a.C.)

roma dopo la seconda guerra punica (201 a.C.)

l’impero romano alla morte di augusto (14 d.C.)

la massima estensione dell’impero alla morte di traiano (117 d.C.)

Roma

Capua Brindisi

Taranto

Messina

TrapaniReggioCalabria

Mar Adr iat ico

Mar T i r reno

Mar Io

nio

FanoAncona

Fiesole

Arezzo

Pisa

Genova

Piacenza

Bologna

Verona

Aquileia

Pescara

1

14

5

6

7

8

8

9

10

2

3

é Un tratto della via Appia.

Dal 509 a.C., con la cacciata dell’ultimo re Tarqui-nio il Superbo, i Romani scelsero una nuova forma di governo, la repubblica (da res publica, “cosa di tutti”). Fino al 27 a.C. il potere era nelle mani del Senato e di due consoli.

Roma repubblicana prima conqui-stò il Lazio; poi, dopo una

lunga serie di guerre con le popolazioni vicine, estese il proprio domi-nio a tutta la penisola italiana.Tra il III e il II secolo a.C.,

Roma dominò anche sul mare, sconfiggendo Car-

tagine, la città fenicia che aveva il controllo della parte occidentale del Mediterraneo.

Con l’imperatore Ottaviano Augusto e i suoi successori, lo

Stato romano raggiunse la sua massima estensione. Nel I secolo d.C. la città aveva più di un milione di abitanti.

le principali strade romane in italia

1 Aurelia2 Emilia3 Postumia4 Cassia5 Flaminia6 Salaria7 Tiburtina8 Appia9 Popilia10 Valeria

le strade romaneIn origine i collegamenti tra Roma e le città vicine avvenivano grazie a sentieri che seguivano gli avvallamenti delle colline. In seguito, via via che l’Impero si allargava, fu costruita una grande rete stradale per collegare i vari territori dell’Impero.In Italia, la prima strada lastricata fu l’Appia, che collegava inizialmente Roma con Capua, poi arrivò fino a Brindisi. Col tempo la rete stradale si ampliò fino a mettere in comunica-zione tutti i territori della penisola.In tempo di guerra su queste strade si spostavano le legioni, cioè le truppe, le macchine da guerra e i carri con i rifornimenti per i soldati diretti verso le regioni da conquistare.In tempo di pace, sulle strade si incontravano i mercanti, i funzionari inviati da Roma nelle diverse regioni dell’Impero, oppure i carri con le merci e con la posta.La rete stradale romana fu una delle più grandi opere dell’an-tichità: ancora oggi molte strade italiane seguono il tracciato

delle antiche vie romane.I Romani furono abili costruttori e ingegneri: non solo costruirono strade ma anche ponti, acque-dotti e gallerie sca-vate nelle montagne.

Le strade romane erano co-struite con una tecnica molto avanzata, tanto che ancora oggi ne rimangono tratti in buone condizioni. Innanzitut-to veniva messo uno strato di pietre piatte, poi uno strato di blocchi di pietra cemen-tati con terra e calce, quindi un terzo strato di pietrisco, e infine il selciato a dorso d’asino per permettere il de-fluire dell’acqua; quest’ultimo strato era formato da gros-se lastre di pietra.

Una tecnica innovativa

ZOOM

dentro la storia

Vallo di AntoninoVallo di Adriano

Roma

MilanoAquileia

Bisanzio

Alba GiuliaVienna

Augusta

Colonia

Reims

Londra

Parigi

MarsigliaNarbona

LioneBordeaux

Lisbona

Cadice

Tarragona

Tripoli Cirene

Atene

SaloniccoAnkara

Antiochia

PalmiraDamasco

GerusalemmeAlessandria

Trebisonda

SiracusaCartagine

NuovaCartagine

Batna

Tangeri

Mar Mediterraneo

Mar Nero

Principali strade romaneValli o fronti fortificatiImpero Romano

le strade romane dell’impero (117 d.C.)

ZOOM

dentro la storia

M a rAd r i a t i co

M a rI o n i o

MonteSant’Angelo

Lucera

Deliceto

Bovino Ordona

Casteldel Monte

Gravina Gioiadel Colle

Trani

Bari

Conversano

Barletta

Pantano Massafra

Oria

Leporano

Mesagne

San Vitodei Normanni

Brindisi

Castello normanno

La Puglia potrebbe potrebbe essere chiamata terra di castelli. In tutto il sud dell’Italia, ma in particolare in questa regione, i Normanni, dall’XI secolo, edificarono centinaia e cen-tinaia di castelli e fortezze difen-sive. Il castello normanno si ergeva su una collina artificiale, creata con la terra riportata dallo scavo del fossato intorno. Nelle campagne i castelli servivano a controllare le strade, i fiumi e a difendere il ter-ritorio. I castelli urbani, costruiti subito fuori delle mura delle città, erano anche l’abitazione dei feuda-tari. Vi erano poi i castelli-torri lun-go le coste, con custodi che serviva-no a segnalare gli eventuali attacchi dal mare.Federico considerò la Puglia la sua terra preferita. Durante il suo re-gno, nel XIII secolo, perfezionò o modificò le precedenti fortificazio-ni normanne presenti sul territorio e a sua volta fece realizzare nuove fortificazioni e castelli poderosi.

I castelli normanni

Il bellissimo Castel del Monte, voluto da Federico II di Svevia.

1861 Unità d’italia

200015001000500

normanni, Sveviangioini, aragoneSi borboni

prime Civiltà

52

1 500 a.C.nascita

di Cristo1000 a.C. 500 a.C.

apuli, iapigi, dauni, meSSapi greCi romani

Pugl

ia l

a su

a st

ori

a

I secoli XIII-XIX Dopo i Normanni e gli Svevi, la Puglia passò agli Angioini, una nobile e ricca famiglia francese, a cui si sostituirono presto gli Spagnoli con la dinastia degli Aragonesi e infine dei Borboni (1503-1707). Sotto i Borboni il destino della Puglia seguì quello delle altre regioni dell’Italia meridionale, unite dalla corona spa-gnola nel Regno di Napoli.Dopo un breve periodo sotto il dominio austriaco, nel 1734 il Regno di Napoli, che comprendeva anche la Puglia, tornò sotto la dominazione dei Borboni. Il potente casato spagnolo concen-trò le proprie attenzioni soprattutto nel territorio campano, tra-scurando le regioni più lontane dalla sua capitale Napoli, come appunto la Puglia. Da questo derivò in parte l’arretratezza in cui si trovava la regione quando nel 1861, con la fine delle guerre risorgimentali, entrò a far parte del nuovo Regno d’Italia.

La PreistoriaLa Puglia è una delle regioni più ricche di reperti preistorici (manufatti, pitture parietali, incisioni) d’Italia. è una terra di antichissima tradizione, abitata in epoche remote da popoli guerrieri, tra cui gli Apuli che le diedero il nome, gli Iapigi, i Dauni, i Messapi, popoli originari delle regioni costiere dei Balcani.

L’Età anticaNell’VIII secolo a.C. la regione fu colonizzata dai Greci, che vi fon-darono Gallipoli e Taranto, uno dei maggiori centri della Magna Grecia. In alcuni comuni della provincia di Lecce si parla tuttora un dialetto di origine greca, risalente ai tempi della colonizzazione ellenica. La regione prosperò poi sotto i Romani, che la occuparono nel III secolo a.C. e fecero di Brindisi il principale porto per i traffici con l’Oriente.

L’Età medievaleDopo il crollo dell’Impero Romano d’Occidente la Puglia divenne ambita terra di conquista. Nel 552 i Goti invasero il territorio, ma i Bizantini riuscirono dapprima a contenerne l'invasione, poi a respingerli definitivamente. Sul territorio della Puglia si avvicendarono poi i Longobardi, i Franchi e infine i Normanni, sotto il cui dominio (che durò dall’XI al XIII secolo) la regione conobbe una certa ripresa eco-nomica. Il commercio e l’agricoltura ricevettero impulso grazie al dissodamento e alla bonifica di terre fino ad allora rimaste incolte. Ai Normanni seguirono gli Svevi: all’imperatore Federico II si deve, tra l’altro, la costruzione di diverse fortezze e del bellissimo Castel del Monte (1240-1250).

bizantini, longobardi, FranChi

Statuetta della Magna Grecia del VI secolo a.C., proveniente dalle terre di Taranto.

L’anfiteatro romano di Lucera. Una scena di vita familiare

di Filippo V di Borbone.Dolmen a Bisceglie.

Il castello di Manfredonia, fatto costruire da Manfredi di Svevia nel 1256, insieme alla nuova città che da lui prese il nome.

ç Antica strada romana ad Ordona.

Federico II di Svevia (1194-1250). A lui si deve la costruzione di numerose fortezze e castelli in Puglia.

13

12

la nascita dei Comuni

e la lotta contro l’impero

I Comuni del Nord Italia dipendevano

dall’Impero, ma in realtà erano veri e

propri Stati indipendenti: coniavano

monete, armavano eserciti, imponevano

e riscuotevano tasse.

Le cose cambiarono quando divenne

imperatore Federico I di Svevia, detto

Barbarossa.Egli decise di imporre nuovamente l’au-

torità dell’Impero. Ma i Comuni della

Lombardia, del Veneto e dell’Emilia,

riuniti nella Lega Lombarda, batterono

l’Imperatore a Legnano il 29 maggio

del 1176. Federico Barbarossa fu perciò

costretto a riconoscerne l’indipendenza.

l’organizzazione

dei Comuni

Mano a mano che i Comuni si rafforzavano, nelle

città si venne a formare una nuova classe sociale:

la borghesia, costituita dai mercanti, dai ban-

chieri, dagli artigiani, e dai liberi professionisti

(medici, avvocati, giudici). I borghesi avevano

il potere economico e partecipavano anche al

governo della città: essi si riunivano in assemblea

ed eleggevano i consoli, i magistrati più impor-

tanti.In seguito, il governo dei Comuni fu affidato

al podestà, un magistrato che, provenendo da

un’altra città era ritenuto più imparziale nel giu-

dicare liti e contese.

Nel Comune acquistarono sempre più importanza

le Corporazioni o Arti, associazioni che raggrup-

pavano i lavoratori a seconda delle attività; erano

divise in Arti Maggiori e Arti Minori.

l’italia dall’Xi al XV secolo

Mar T i r reno

REGNODI NAPOLI

REGNO DISICILIA

SARDEGNA

REPUBBLICADI VENEZIA

Mar Adr iat ico

Mar T i r reno

Mar

Ion

io

Firenze

Siena

Pisa

Lucca

STATO DELLACHIESA

STATO DELLACHIESA

REPUBBLICADI FIRENZE

REPUBBLICADI FIRENZE

(Medici)

PRINCIPATODI MASSA

PRINCIPATODI MASSA

MARCHESATODI MONFERRATOMARCHESATODI MONFERRATO

MARCHESATODI SALUZZO

MARCHESATODI SALUZZO

MARCHESATODI CEVA

MARCHESATODI CEVA

CONTEADI ASTI

CONTEADI ASTI

REPUBBLICADI LUCCA

REPUBBLICADI LUCCA

REPUBBLICADI GENOVA

REPUBBLICADI GENOVA

REGNODI NAPOLI(Aragonese)

REGNO DISICILIA

(Aragonese)

SARDEGNA(Aragonese)

Nizza

Sassari

Alghero

Calvi

Bastia

Cagliari

Roma

AquilaSpoleto

Rimini(Malatesta)

Urbino(Montefeltro)

Genova

TorinoAsti

MilanoVenezia

Bologna

FerraraMantova

Napoli

M. Cassino

Benevento

ReggioMessina

Cosenza

Taranto

Bari

Palermo

Catania

REPUBBLICADI VENEZIA

DUCATODI MILANO

DUCATODI PIOMBINO

DUCATODI PIOMBINO

REPUBBLICADI SIENA

REPUBBLICADI SIENA

DUCATODI MANTOVA

DOMINIESTENSI

DUCATODI MANTOVA

(Gonzaga)

DOMINIESTENSI

PRINCIPATODI

TRENTO

DUCATODI SAVOIA

DUCATODI MILANO

PRINCIPATODI

TRENTO

DUCATODI SAVOIA

CORSICACORSICA(Genovese)

le principali signorie nell’italia del XV secolo

Tra l’XI e il XIII secolo in Italia, in particolare nel Centro-

Nord, molte città si dettero dei governi autonomi con

leggi proprie, formando così i Comuni.

Spesso i Comuni hanno dovuto lottare per rendersi

indipendenti. In particolare aspra e dura fu la lotta dei

Comuni del Nord contro l’imperatore.

A Roma, nell’Italia centrale, governava il pontefice.

Anche se nella città era enormemente diminuito il

numero degli abitanti, la presenza della corte pontificia

e l’arrivo continuo di pellegrini da tutta Europa fecero

sviluppare il commercio e molte attività artigianali.

Nell’Italia meridionale, dove un tempo regnavano

Longobardi e Bizantini, si erano stabiliti i Normanni,

cacciando gli Arabi dalla Sicilia. Nei secoli successivi

questi territori passarono agli Svevi, poi agli Angioini e

infine agli Aragonesi.

Nel XIV secolo in molte città italiane presero il potere

signori ricchi e potenti: molti importanti Comuni,

come Milano, Firenze, Verona e Mantova divennero

così Signorie.

ç Ambrogio Lorenzetti, Allegoria degli effetti del Buon Governo in città (1338-1339), Palazzo Pubblico, Siena.

Il “buon governo” assicura pace, prosperità e armonia all’interno delle mura della città ben difesa.

l’italia delle signorie

Tra il XIV e il XV secolo molti Comuni

entrarono in crisi e il governo popolare fu

sostituito da quello di un signore ricco e

potente che estese il proprio potere dalla

città alle aree circostanti: questi Comuni

diventarono così Signorie.

Il potere dei signori fu presto riconosciuto

dall’imperatore e dal papa, cosicché le

Signorie divennero ereditarie: il signore

assumeva il titolo di principe e il potere

passava di padre in figlio.

Anche lo Stato della Chiesa nel corso del

XV divenne un principato.

A Firenze i Medici, una ricca famiglia di

commercianti e banchieri, s’imposero pre-

sto come signori della città. La corte dei

Medici raggiunse il suo massimo splen-

dore con Lorenzo, poi detto il Magnifico,

che favorì gli artisti e i letterati, collezio-

nando opere d’arte e facendo realizzare

opere ai migliori pittori, scultori, e archi-

tetti del tempo.

Inoltre estese il

dominio della

Signoria di Firenze

fino alla Roma-

gna e all’Umbria.

è Lorenzo de’ Medici. ç Piazza

del Campo di Siena.

è Federico Barbarossa in una

miniatura dell’epoca.

italiala sua storia dai ComUni alle siGnorie

dai ComUni alle siGnorie

progetto gabbia interna e impaginazione

Page 28: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria - rivistepatrizia ne

restyling rivista

La Vita Scolatica - n°1 - 2011 La Vita Scolatica - n°1 - 201110 11

ANORMADILEGGE

ASSENZA per malattiaDesidero sapere se, dopo le ultime modifiche al contratto degli inse-gnanti è vero che sono obbligata a comunicare contemporaneamen-te al mio stato di malattia anche la prognosi. Inoltre, se la malattia si protrae nei giorni festivi come vanno conteggiati? Daniela Irato

* Il Ccnl del Comparto scuola non è sta-to modificato a seguito dell’entrata in vigore del Decreto legislativo 150/2009. Questo decreto ha invece introdotto delle innovazioni in materia di rappor-to di lavoro la cui disciplina è contenuta nel provvedimento stesso (in particolare riguardano il sistema disciplinare e le as-senze per malattia).L’articolo 17, commi 10 e 11, del Ccnl del personale della scuola, stabilisce che l’assenza per malattia, salva l’ipotesi di comprovato impedimento, deve essere comunicata all’Istituto scolastico o edu-

cativo in cui il dipendente presta servizio, tempestivamente e comunque non oltre l’inizio dell’orario di lavoro del giorno in cui essa si verifica, anche nel caso di eventuale prosecuzione di tale assenza. Il dipendente, salvo comprovato impedi-mento, è tenuto a recapitare o spedire a mezzo raccomandata con avviso di ricevimento il certificato medico di giu-stificazione dell’assenza con indicazione della sola prognosi entro i cinque giorni successivi all’inizio della malattia o alla eventuale prosecuzione della stessa, co-municando per le vie brevi la presumibile durata della prognosi. Lei, quindi, deve dare una prima indicazione presuntiva della durata dell’assenza, che sarà poi definita dalla prognosi del medico cu-rante.La questione delle giornate festive o li-bere tra due periodi di malattia è estre-mamente controversa. Da parte nostra riteniamo che la regolamentazione con-trattuale (il già citato articolo 17) escluda il cumulo in quanto l’assenza è collegata alla prognosi del medico curante e una

volta scaduta il dipendente deve essere considerato in servizio a tutti gli effetti senza che vi sia l’esigenza di una ripre-sa effettiva. Purtroppo circolano ancora interpretazioni legate al regime precon-trattuale, quando esistevano congedi e aspettative, e quindi sorgono spesso controversie in materia, mancando una esplicita regolamentazione contrattuale.

GITE E USCITE scolasticheLa mia domanda è: è vero che pos-so andare in gita sia da sola sia con altre classi accompagnate da loro insegnanti e che non esiste più un rapporto numerico vincolato inse-gnante-alunni per le uscite? Ai fini assicurativi, sono tutelata in caso d’incidente? La ringrazio per la cor-tese attenzione e resto in attesa di un gentile riscontro.Lettera firmata

* No, non è vero. Le norme che rego-lamentano l’effettuazione delle gite scolastiche (CM 291 del 14/10/92) pre-vedono che nella programmazione dei viaggi debba essere prevista la presen-za di almeno un accompagnatore ogni quindici alunni.Gli accompagnatori possono diventare tre per effettive esigenze connesse con il numero degli studenti, compatibilmente con il bilancio dell’Istituzione scolastica. Inoltre la circolare dispone che è oppor-tuno che gli accompagnatori vengano individuati tra i docenti appartenenti alle classi frequentate degli alunni par-tecipanti al viaggio, tenendo conto della loro effettiva disponibilità, e siano pre-feribilmente di materie attinenti alle sue finalità. Per quanto riguarda la coper-tura assicurativa, la già citata circolare dispone che tutti i partecipanti a viaggi, visite o gite di istruzione debbono essere garantiti da polizza assicurativa contro gli infortuni.loro effettiva disponibilità, e siano preferibilmente di materie attinenti alle sue finalità e siano preferibilmente di

Scrivi i tuoi quesiti a : [email protected] le risposte sul blog : anormadilegge.vitascolastica.it

SCAFFALEDELL’INSEGNANTEPaolo Bonanno

Esperto in diritto scolastico e del lavoro

In quarta di coperti-na, l’autore si defini-sce “maestro”. È un accento molto bello per una personalità come quella di Dario Missaglia, che è stato al vertice della CGIL Scuola, e ora è preside di un grande istituto superiore, non-ché tagliente e apprezzata “firma” (seppure sotto pseudo-nimo) delle pagine di questo nostro periodico. Ma la natura di “maestro”, se vissuta intensamente (lo ricordava spesso Leonardo Sciascia), non si perde mai: è come un imprimatur di cui si va orgogliosi anche quando la carriera sboccia in incarichi di maggiore visibilità e lustro. Dario Missaglia ripercorre in nove capitoli, introdotti da una generosa nota di Luigi Berlinguer, la storia di quarant’anni di scuola, privilegiando il registro narrativo molto efficace nel dare vita a personaggi appassionati del proprio lavoro (per quanto si dicano delusi, disamorati, sfiniti dalla burocrazia e dall’incompetenza dilaganti…), tutti capaci di sguardi po-litici sul ruolo dell’educazione e dell’essere uomini e donne di scuola. Questo autorizza il lettore a inferire che molto ci sia di autobiografico nelle vicende raccontate, anche se è il medesimo registro narrativo ad autorizzarci a pensare che il tempo trascorso – e forse anche il grigio del presen-te – possano aver indotto l’autore a pennellate di rifinitura che rendono gradevole la lettura dell’opera, quasi fossimo davanti a un romanzo piuttosto che a un vero e proprio saggio storico-politico. Assai realistica è però la ricostruzione del clima e dei luoghi: i primi turbolenti collegi docenti, l’operatività del Movimento di Cooperazione Educativa, la spaccatura drammatica nella sinistra e la deriva verso il terrorismo (qui, una Genova insieme impegnata e cupa, dove Missaglia ha insegnato negli anni più difficili). Sopra tutto, si legge inesausta la voglia d’interrogarsi e di capire; si legge – seppure appannato – l’ottimismo della volontà, che fa sperare nel prezioso testimone da passare alle giovani generazioni. Carla Ida Salviati

SEGNALAZIONI di Manuela Mancioppi

LIBRI

Bestie fra mito e realtàIl maggiore esperto mondiale di sim-bologia medievale racconta 40 animali “famosi”. Le loro storie, brevi e narrate con uno stile piacevole, coprono un arco temporale che va dal serpente del pecca-to originale alla pecora Dolly. Il bestiario narra di animali mitici e simbolici: gli animali dell’Arca, il Minotauro, la bale-na di Giona, gli elefanti di Annibale, il porco di Sant’Antonio, il leopardo dello stemma reale inglese, gli animali delle favole di La Fontaine, l’orsacchiotto Teddy Bear, Nessie il mostro di Loch Ness, Laika, i cinghiali di Obelix... .M. Pastoureau, Animali celebri, Giunti, Firenze 2010, euro 14,50

MOSTRE

A Firenze la prima mostra monografica mai realizzata al mon-do e interamente dedicata all’opera pittorica di Agnolo di Cosimo detto il Bronzino, pittore simbolo dello splendore e della bellezza del Cinquecento. Oltre novanta opere esposte, tra le quali tre dipinti inediti e alcuni capolavori restaurati per l’occasione: la mostra riunisce circa l’80% della produzione del Bronzino.Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici,Firenze, Palazzo Strozzi, fino al 23 gennaio 2011

FILM D’ANIMAZIONE

Flynn Rider, il bandito più ricer-cato e affascinante del regno, è costretto a stringere un patto con Rapunzel, una ragazza dai lunghissimi capelli biondi, che è imprigionata in una torre. Rapunzel vede nel ladro la sua unica possibilità di fuga dalla torre in cui è tenuta prigioniera. L’improbabile coppia, in compagnia di un cavallo “poliziotto”, un camaleonte ultraprotettivo e una banda di balordi, intra-prende una rocambolesca fuga. Il fuorilegge ha sempre avuto vita facile, grazie al suo aspetto, alla sua parlantina e una di-screta dose di fortuna che sembra avergli voltato le spalle per sempre una volta rifugiatosi nella misteriosa torre. Rapunzel – L’intreccio della torre, regia di Nathan Greno, Byron Howard, Walt Disney, al cinema dal 3 dicembre 2010

Dario Missaglia Educo ergo sumEdiesse, Roma 2010

Prefazione di Luigi Berlinguer

Ricordi di scuola

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IL PUNTO DIPENDENTI PUBBLICHE: QUANDO IN PENSIONE?

Sembrava che la vicenda della modifica delle norme che consentivano alle dipen-denti delle pubbliche amministrazioni di cessare volontariamente dal servizio con diritto alla pensione di vecchiaia al compimento dei 60 anni di età si fosse conclusa con l’entrata in vigore del decreto legge 78/2009. Il decreto disponeva l’innalza-mento del requisito anagrafico a 61 anni dal 1° gennaio 2010 e di un ulteriore anno ogni due dal 2012, per giungere, dal 1° gennaio 2018, all’annullamento della facoltà di anticipazione rispetto ai 65 anni. Invece – e sembra una nemesi! – il nuovo decreto legge 78 (questa volta del 2010) e il relativo maxiemendamento del Governo, hanno modificato le norme, anticipando al 1° gennaio 2012 il definitivo incremento di quattro anni del requisito anagrafico di vecchiaia, fino a raggiungere i 65 anni. In sostanza, dal 1° gennaio 2012 le dipendenti delle pubbliche amministrazioni cesseranno dal servizio (come in realtà è sempre stato) a 65 anni, maturando solo allora il diritto alla pensione di vecchiaia. Precisiamo che l’emendamento approvato prevede che le lavoratrici che abbiano maturato, entro il 31 dicembre 2009 o entro il 31 dicembre 2011, i requisiti fino ad allora previsti dalla legge (rispettivamente 60 anni di età e 20 anni di contribu-zione, e 61 anni di età e 20 anni di contribuzione) manterranno il diritto a eserci-tare la facoltà di chiedere l’anticipazione della pensione di vecchiaia, chiedendo

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La Vita Scolatica - n°1 - 2011 La Vita Scolatica - n°1 - 201112 13

BUONEPRATICHEBarbara Manconi

Insegnante e formatrice

T ra le buone pratiche scolastiche rientra sicuramente l’educazione

alimentare, intesa non come insegna-mento teorico, ma come esperienza vissuta quotidianamente. è proprio per questo che la Comunità Europea, in collaborazione con il Mini-stero delle politiche agricole alimentarie forestali e le Regioni, ha predisposto il progetto “Frutta nelle scuole. Nutrirsi bene un insegnamento che frutta”. Si tratta di un’attività che, già nello scorso anno scolastico, da marzo a maggio, ha coinvolto 10 Regioni e 1700 scuole e che viene riproposto anche in quest’an-no scolastico.

Una mela al giorno...Il 2° Circolo Didattico di Somma Vesuvia-na (NA), già impegnato da anni nell’e-ducazione alla corretta alimentazione e nella lotta all’obesità e al sovrappeso, ha deciso di aderire. Sotto la guida dell’insegnante Carmela D’Avino gli alunni hanno potuto usu-fruire della somministrazione gratuita di 150 grammi di frutta al giorno. All’ora della merenda arrivavano sui banchi (ma

anche in segreteria) mele, kiwi, fragole: tutta frutta della bella terra campana certificata Dop e Igp. I bambini aspettavano con ansia l’arrivo degli operatori addetti alla consegna: intera o sbucciata o in confezione mo-nodose ogni volta era una festa di colori e profumi. Questa occasione ha messo in moto l’intero Circolo che, già orgoglioso di un Pof incentrato sul Progetto SET, ha potuto predisporre attività diversificate: nel plesso Costantinopoli le aule sono diventate cucine della nonna pronte a sfornare piatti tradizionali; nel plesso Rione Trieste ci si dedicava all’allesti-mento di una mostra e nel plesso Don Minzoni si analizzavano le etichette alla ricerca dei cibi più salutari. Anche l’arrivo della centrifuga ha contri-buito a diffondere il piacere dello spun-tino gustoso e naturale.

Anch’io lo voglioPer chi volesse seguire le orme del 2° Circolo, il sito www.fruttanellescuole. gov.it presenta vari spunti. Per i genitori ci sono i consigli dello psi-

Siamo alla frutta

cologo per far amare questi cibi e molte idee per ricette per i bambini; per i do-centi ci sono varie attività suddivise per classe di età. Anche gli alunni possono fare autonomamente ricerche e trovare informazioni sul valore nutrizionale e sulla stagionalità dei cibi, in modo da comprendere e sperimentare quanto sia importante acquisire buoni comporta-menti per diventare, un domani, adulti

• e-mail: buone [email protected]• posta cartacea: “La Vita Scolastica”, via Fra Paolo Sarpi 7A, 50136 Firenze, Fax 055 5062 351

Da Castel di Lama: Il GiornalinoL’istituto comprensivo di Castel di Lama (AP) ci invia una coloratissima copia del loro giornalino scola-stico e aprirlo è proprio una bella sorpresa: tanti articoli, di altrettanti giovani e brillanti giornalisti in erba, che rac-contano le attività del territorio. Le ben ventiquattro pagine trattano gli argomenti più disparati, si va dalla comunità locale alle iniziative di beneficienza, alla visita in biblioteca e in libreria, ai diritti dei bambini (si racconta la storia di Iqbal Masih), a un fantastico viaggio nel tempo fra gli dei dell’Olimpo, per passare alla natura e finire ai giochi. Il tutto è organizzato perfettamente e non vediamo l’ora di leggere il prossimo numero.

Per informazioni: Dirigente scolastico Daniele Marini, Istituto comprensivo di

Castel di Lama, via Monte Catria 34, [email protected] – www.isccastel.it

Da Rho: esercizi di stileI bambini della IV A della scuola primaria G. Rodari di Rho hanno dato alle stampe un fantastico libro intitolato “Tutta colpa... degli stili”, nato durante un percorso di scrittura cre-ativa ideato nell’incontro con l’autrice Anna Vivarelli, che ha scritto la premessa del libro. Il volume propone la riscrittura del testo, proprio della Vivarelli, Tutta colpa di un cane. Da non perdere. Per informazioni: Paola Verga, scuola primaria G. Rodari, Mazzo di Rho (MI).

Dalle scuole

ADULTI&BAMBINIAnna Oliviero Ferraris

Università “La Sapienza” Roma

T utti noi abbiamo presente, perché l’abbiamo vista tante volte rap-

presentata sui libri, nei film e forse anche vissuta in prima persona, una punizione scolastica tipica del passato ma ancora utilizzata nel presente: l’alunno indisci-plinato in un angolo della classe, con il viso rivolto alla parete, oppure dietro alla lavagna o nel corridoio mentre gli altri lavorano in silenzio… dopo la tempesta. Una punizione basata sull’esclusione. Secondo alcuni è efficace perché induce lo scolaro riottoso, dispettoso, irrequie-to o aggressivo a riflettere e a calmar-si. Secondo altri invece è una forma di punizione da evitare, soprattutto con i bambini più piccoli che non hanno an-cora strutturato delle difese psichiche tali da consentire loro di non vivere quel tipo di allontanamento temporaneo come un’esclusione.Una forma tipica di difesa, generalmente nei più grandi, è quella di fare il buffone con i compagni durante la punizione. Un’altra era, quando si usavano le lava-gne ruotanti, quella di scrivere sul retro della lavagna qualcosa di salace o di spiritoso. Ma, al di là dell’età, non tutti reagiscono nello stesso modo e per al-cuni questa punizione induce comunque un senso di vergogna e di umiliazione che non aiuta a migliorarsi, ma può, al contrario, peggiorare i rapporti dell’alunno con l’insegnante e con i compagni.

N on è difficile per un adul-to immaginare come si

sentirebbe umiliato e risentito se qualcuno lo obbligasse all’isola-mento per qualcosa che ha det-to o fatto. È però più difficile per un adulto immaginare che cosa si agita nella mente di un bambino. Facciamo una prova. Cerchiamo di calarci nei panni di un bambino di 7-8 anni: immaginiamo di essere molto arrabbiati con Claudio – che

ci ha insultato e ci ha sottratto la biro nuova a più colori – a cui abbiamo sfer-rato un calcio negli stinchi. Immaginiamo ora due diverse risposte da parte dell’in-segnante.• In un primo scenario l’insegnante ci dice: “Smettila! Non ci si comporta così. Vai in punizione e restaci fin quando te lo dico io! Subito, senza discutere!”. È probabile che mentre vi avviate lenta-mente verso la sedia nell’angolo, isolata dal resto della classe pensiate: “Non è giusto! La maestra non ha visto che cosa ha fatto Claudio. è lui che ha iniziato”. Oppure: “Forse sono veramente cattivo, così cattivo da essere mandato via”.• In un secondo scenario l’insegnante ci dice: “Eri così arrabbiato con Claudio da dargli un calcio. Non si danno calci. Dì a Claudio che cosa non ti è piaciuto del suo comportamento. Diglielo con le parole… provaci”. È probabile che in questo caso pensiate: “La maestra ha capito che ero arrabbiato con Claudio. Non bisogna dare calci, ok, ma io posso dire a Claudio ciò che penso”.

L ’insegnante può dunque inviare due messaggi diversi. Il primo co-

munica al bambino che c’è qualcosa di sbagliato in lui e che per questo deve essere allontanato dal consesso sociale.

In punizione nell’angolo

Violenza e aggressività“Spesso si confonde violenza con ag-gressività, i due termini non sono in-tercambiabili. Si può essere aggressivi e violenti, ma si può anche essere sol-tanto aggressivi e non violenti. La per-sona aggressiva e non violenta riesce a controllare i propri impulsi” (A. Oliverio Ferraris, Piccoli bulli crescono, Rizzoli, Milano 2007).

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Il secondo insegna invece come relazio-narsi con gli altri, esprimendosi con le parole, non ricorrendo alla violenza. La differenza tra i due messaggi è molto rilevante, perché i ragazzi che usano la violenza per comunicare sono general-mente quelli che non sono abituati a esprimersi con le parole.Ciò significa che un alunno non deve essere mai separato dal gruppo? Tutto dipende dall’atmosfera, dal modo in cui si fanno le cose e si prospettano le so-luzioni. Alcuni insegnanti pensano che serve avere in classe uno spazio in cui un bambino può recarsi separandosi dal gruppo quando è stressato o “arrabbia-

to”: non una punizione, ma una sorta di pausa in uno spazio in cui ci sono dei libri, delle matite per scrivere e colorare. La deci-sione non è imposta. Al bambi-no non viene ordinato di andarci. L’insegnante offre un’alternativa e il bambino sceglie tra due pro-poste. “Vedo che sei arrabbiato con Claudio. Vuoi spiegarmi che cosa è accaduto oppure preferisci scrivere o disegnare qualcosa su quello che è successo tra di voi?”. Ogni insegnante, sulla base della propria esperienza può trovare la soluzione più adatta in quel mo-

La Vita Scolatica - n°1 - 2011 La Vita Scolatica - n°1 - 201118 19

SISTEMI SCOLASTICI A CONFRONTO

LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE EMOTIVO-RELAZIONALI

Dati personali: Allievo: ................................................

............... Classe: ................. Data: ................................

Insegnante: .....................................................................

................................................................................ .

Gli obiettivi sono valutati in rapporto al loro raggiungi-

mento; con una crocetta si evidenzia il livello raggiunto in

relazione agli obiettivi indicati nella legenda.

Il quadro riassuntivo rappresenta i punteggi per aree.

LEGENDA

Livello raggiunto Punteggio assegnato

Obiettivo non raggiunto 0

Obiettivo parzialmente raggiunto 1

Obiettivo raggiunto 2

QUADRO RIASSUNTIVO

Obiettivi Totale per area

Consapevolezza -----/12

Padronanza -----/8

Motivazione/interesse -----/6

Empatia -----/6

Abilità socio-relazionali -----/10

Totale generale -----/42

AREE DELLA COMPETENZA EMOTIVO-RELAZIO-

NALE

CONSAPEVOLEZZA: comporta il riconoscimento delle

emozioni che si vivono e i legami tra emozioni e gli avveni-

menti che li causano.

Obiettivi:1. Riconosce i propri stati emotivi.

2. Comprende gli stati emotivi altrui.

3. Deduce le cause e le conseguenze delle situazioni che

suscitano le reazioni emotive.

4. Sa utilizzare parole adeguate per definire i propri vissuti

emotivi.5. Ha consapevolezza e sa ricostruire le esperienze più si-

gnificative della propria storia personale.

PROTOCOLLO PER LA SCUOLA PRIMARIA CLASSI 1A - 2A - 3A

6. Usa il linguaggio delle emozioni per descrivere le pro-

prie esperienze emotive e chiarire quelle altrui.

PADRONANZA: comporta la capacità di gestione delle

emozioni attraverso strategie di regolazione.

Obiettivi:1. Sa esprimere e comunicare in modo socialmente ade-

guato le proprie emozioni.

2. È consapevole dei propri punti di forza e dei propri

limiti.3. Ricorre a strategie comportamentali per il controllo delle

reazioni emotive.

4. È in grado di accettare gli insuccessi e affrontare le espe-

rienze di frustrazione.

MOTIVAZIONE E INTERESSE: comporta tendenze

emotive che guidano o facilitano il raggiungimento degli

obiettivi.Obiettivi:1. Si sente accettato dai compagni e dall’insegnante.

2. È motivato nel raggiungimento di specifici obiettivi sulla

base delle proprie capacità e attitudini.

3. Riconosce le gratificazioni come stimolo a migliorare.

EMPATIA: comporta la consapevolezza dei sentimenti,

delle esigenze e degli interessi altrui.

Obiettivi:1. Riconosce e comprende le emozioni altrui.

2. Cerca di confortare le persone quando soffrono.

3. Riconosce di essere parte di un gruppo sociale.

ABILITÀ SOCIO-RELAZIONALI: comportano le abilità

nell’indurre risposte desiderabili negli altri.

Obiettivi:1. Sa comunicare in modo chiaro il proprio pensiero nel

rispetto degli altri.

2. Conosce e si comporta in funzione delle regole sociali

del gruppo.

3. Sa adattare il proprio ruolo alle diverse relazioni.

4. Sa cooperare per raggiungere un obiettivo comune.

5. Sa individuare strategie di soluzione alle problematiche

del gruppo.

(Fonte: Dipartimento di Psicologia, Università degli Studi di Pa-

via)

GRANDI LETTORI, I BAMBINI

di Luisa Mattia scrittrice

Una scrittrice per ragazzi ci racconta le sue riflessioni

sullo scrivere e la sua esperienza durante i suoi “incontri con

l’autore”.

“Voi donne siete troppo crude!”, mi dice un bambino a commento di una storia, quella di Merlino, che gli ho appena raccontato. Siamo

in una delle tante situazioni di “presentazione” di un libro a bambini e ragazzi che non ne sanno niente. Del resto, la presentazione è, per definizione, una situazione in cui arriva qualcuno per sapere che cosa c’è dentro il tuo libro e tu provi a spiegarglielo. Gli incontri di questo tipo, con gli adulti, sono sempre un po’ pomposi, con un “presentatore che presenta l’autore che risponde alle domande del pre-sentatore e a quelle del pubblico”. Al centro del discorso c’è il libro e il suo autore, la sua “opera” insomma. E si

fanno discorsi seriosi, riflessioni, citazioni… I poten-ziali lettori fanno domande ben costruite e non tra-lasciano di dimostrare (o provano a farlo) che loro hanno letto parecchio, magari anche qualche libro in più dell’autore e che, dunque, sanno di cosa par-lano quando si parla di letteratura.

IL PONTE del narratoreCon i bambini e i ragazzi la situazione cambia radical-

mente, perché loro – i bambini e i ragazzi – sono lì non per sapere chi sei, ma quale storia sei. Sì, insomma, il cen-tro di interesse non è l’abilità dell’autore nel mettere in fila le frasi, ma la forza della storia, il suo intreccio, i suoi personaggi, la dinamica tra eventi interiori e avvenimenti oggettivi. Ecco, di fronte ai bambini e ai ragazzi l’autore coincide esattamente con la storia che ha raccontato e riceve domande coerenti, commenti incalzanti, interroga-tivi ineludibili e impegnativi. Tra scrittura e ragazzi si stabili-

La Vita Scolatica - n°1 - 2011 La Vita Scolatica - n°1 - 201120 21

LETTURALETTURA

sce un rapporto netto, cristallino. I ragazzi vogliono entrare dentro la storia, perdersi e ritrovarsi. Compito del narratore è fare da ponte. Si stabilisce, cioè, una patto narrativo tra chi scrive e i ragazzi che leggono. è un impegno di reci-proca malia che comincia prima della pubblicazione del libro, che nasce nel momento della narrazione quando chi scrive deve dimenticare se stesso e ricordarsi soltanto della storia che narra. Comincia lì la costruzione del “ponte”, che è una bella cosa da fare, perché significa apprestarsi a un viaggio, a un transito, a un lungo giro destinato a far crescere la storia e i suoi protagonisti, a entrare dentro le emozioni di chi legge e nei loro pensieri. è una esperienza da “camminanti”, un po’ zingari, un po’ nomadi, un po’ circensi, quella dello scrittore e dei ragazzi che leggono i suoi romanzi; “camminanti” che percorrono strade molto battute e sentieri inesplorati con un obiettivo comune: mettersi in testa una storia, non lasciarla più andare via, farla parlare, farla dormire, farla mangiare con noi, viverne il tempo e lo spazio.

VOLER BENE alle storie“Ma tu li conosci proprio quelli che stanno dentro a questo libro?”. È una delle domande ricorrenti. Ingenua, inno-cente, sincera, profonda. Non la considero una domanda scontata e mi piace che me la facciano. Io la prendo e me la gusto, perché rivela lo straordinario – e sempre inatteso – sapore della scoperta della lettura. C’è, in questo quesito così diretto, così genuino, la rivelazione che la lettura del romanzo è stata, per i bambini e i ragazzi, un vero incon-tro: che hanno sentito veri e vivi i personaggi; che li hanno amati, detestati, disapprovati, sostenuti; che li hanno presi con sé e ci hanno vissuto insieme per tutto il tempo della lettura. E anche dopo, finito il libro, non li hanno dimenti-cati, così come non si dimentica un amico, un amore.“No, non li conosco”, rispondo, inevitabilmente. E poi aggiungo: “Eppure esistono”. I ragazzi mi seguono un po’ straniti dal mio discorso, apparentemente contrad-dittorio. è il momento, questo, in cui, con naturalezza, affrontiamo il tema grandioso e affascinante del romanzo. La spiegazione di cosa sia un romanzo avanza inesorabile dalla dinamica dei pensieri e delle considerazioni sulla verità della finzione, sull’invenzione e la fantasia che si nutrono – e come potrebbe essere altrimenti – di realtà. I ragazzi e i bambini seguono le loro strade di pensieri, fanno con-fronti, considerazioni; spesso suggeriscono di proseguire la storia perché hanno immaginato un futuro per ognuno dei personaggi, un’altra storia nella storia. Così facendo hanno reso omaggio alla sostanza stessa del romanzo, si sono affezionati a voci, volti, vicende.

E ci si sono specchiati.“Ma dica un po’” mi chiede una ragazzina tredicenne, “nel suo romanzo l’amore di una ragazza fa pensare il pro-tagonista, lo mette in crisi, gli cambia la vita e lui diventa migliore. Con l’amore…”. Fa una pausa, poi mi guarda dritto negli occhi e finalmente sfodera la domanda, quella essenziale, quella che ha dato senso alla sua lettura: “Lei crede che nella vita possa suc-cedere davvero?”. è una non-domanda, questa, in realtà. Dentro c’è già la risposta che è, per la ragazza, una spe-ranza. Vuole sentirsi dire che sì, le scelte della vita, la capa-cità di cogliere le occasioni discendono direttamente dalla nostra capacità di non separare emozioni e raziocinio. Vuole una possibilità per immaginarsi la vita arricchita dalla forza della consapevolezza di essere fragili.

DIVENTARE grande“Mi piace come parli”. “E come scrivo?”. “Pure quello”. “Grazie”. Lo dico a un ragazzino di dieci anni che mi ha ascoltato attento e, c’è da giurarlo, lo ha fatto con il rigore naturale della sua età. Ho superato l’esame. Gli ho saputo parlare. Eh già, perché la frase “Mi piace come parli”, per me vuol dire “mi piace come mi parli”. Ho rispettato il patto, almeno per questa volta.“Lei scrive solo per bambini? Solo per ragazzi? Che scelta

strana…”. A esprimersi così è un uomo sui quarant’anni, padre, acculturato quel tanto che basta e che – non pago – aggiunge: “Lei scrive così bene…”. Capisco che vorrebbe dire: se scrivi bene perché mai ti dedichi alla narrativa per ragazzi? Lascia il compito a chi scrive “così così”. Non è una considerazione infrequente. La letteratura per l’infan-zia vive in una specie di “riserva indiana”, ben recintata e poco considerata. E non perché ci sia scarsa qualità narrativa. Piuttosto per-ché è diretta ai bambini, a questa categoria “di transito” per l’età adulta e che – purtroppo – in Italia è considerata piccola, precaria, semplice e, dunque… un’età “così così”. E, conseguentemente, chi scrive per bambini e ragazzi è piccolo, precario e non diventerà mai grande. Io credo esattamente il contrario. Scrivo una “grande” narrativa. Una letteratura sconfinata. Me lo conferma una bambina di quarta elementare. Dice: “I numeri sono infiniti. Anche le storie”. Grandi lettori, i bambini. n

I libri di Luisa Mattia• Merlino, il cerchio del futuro, Giunti Junior, Firenze 2010.

• Merlino, il destino di un giovane mago, Giunti Junior, Fi-renze 2009.

• Prigioniero in fuga, Giunti Junior, Firenze 2008 (nuova edi-zione).

• Caravaggio e l’incanto della strega, Edizioni Lapis, Roma 2009.

• Elias e il pescecane, Piemme, Milano 2010.

• Viva la libbertà, Topipittori, Roma 2009.

• Ti chiami Lupo gentile, Rizzoli, Milano 2008.

Per conoscere meglio la scrittrice: www.luisamattia.com

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editoria - rivistepatrizia ne

La Vita Scolatica - n°1 - 2011 La Vita Scolatica - n°1 - 201122 23

CITTADINANZA E COSTITUZIONECITTADINANZA E COSTITUZIONE P

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I dirirtti dell’infanziaUn interessante percorso didattico proposto dall’UNICEF sulla Convenzione ONU dei diritti per l’infanzia propone di mettere in relazione gli articoli 9 (diritto all’informazione), 15 e 16 (di-ritto all’istruzione) e 17 (diritto all’arte, alla cultura, al gioco). A questo proposito sarebbe opportuno presentare ai bambini “le scuole degli altri”, per esempio sul sito Unicef Italia si trova “Una scuola in cui sperare per i bambini sfollati del Pakistan”; proporre i giochi del mondo e altri materiali che amplino i loro orizzonti.

1 La scuola è aperta a tutti Per consentire ai bambini di vivere in prima persona questo principio fonda-mentale organizziamo un gioco. Invi-tiamoli a uscire dall’aula uno per volta e aiutiamoli ad arrangiare un semplice travestimento per poi bussare ai com-pagni dicendo per esempio: “Sono un bambino molto bello, porto sempre il cappello. Posso entrare?”; “Sono la pirata Piera, guarda che benda nera! Posso entrare?”. Gli altri rispondono in coro: “Sì, la scuola è aperta a tutti!”. Successivamente portiamoli a riflettere sul fatto che in Italia non è stato sempre così, basta pensare all’espulsione dalle scuole dei bambini ebrei. Si può anche riprendere il gioco e provare che effetto fa bussare alla porta e sentirsi respin-gere: “No, noi non vogliamo bambini con il cappello… o con la benda…”.

1 Cari amici… Organizziamo uno scambio di lettere dai più grandi ai più piccoli: chiediamo ai colleghi delle prime medie di far scrivere ai loro ragazzi delle lettere di consigli per i bambini che entrano in terza primaria; e ai bambini delle ultime classi della pri-maria di scrivere ai bambini dell’ultimo anno di scuola dell’infanzia. Leggere insieme le lettere ricevute e scritte può rappresentare un modo interessante per parlare di scuola dal punto di vista dei bambini.

2 Onorevoli bambiniNon c’è classe scolastica in cui non si presentino problemi legati al rispetto, all’uguaglianza, alle pari opportunità, all’integrazione, all’esclusione. Diverso è il modo in cui gli insegnanti

La scuola deve essere un luogo aperto a tutti. I bambini vi devono imparare il rispetto per gli altri.

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La convivenza nella scuola di tuttiAnna Sarfatti

2 Se non ci fosse la scuola Chiediamo ai bambini i motivi per cui stanno volentieri a scuola e invitiamoli a scriverli e a illustrarli su dei foglietti (10×10 cm circa), che incolleremo su un cartellone dove avremo disegnato una grande scuola. Qualcuno scriverà: “A scuola gioco con i miei amici”, altri: “A scuola impariamo i numeri fino a 1000”, altri ancora: “Mi piace fare ginnastica in palestra”, o anche: “Mi piace quando la maestra ci legge i libri” ecc. Successi-vamente chiediamo a ogni bambino di mimare la situazione che ha scritto e illu-strato, per farla indovinare ai compagni. Per concludere, leggiamo insieme le risposte dei bambini, sottolineando la pluralità di esperienze che la scuola offre. E se non ci fosse la scuola, quelle esperienze potrebbero essere vissute ugualmente da tutti i bambini?

li affrontano: c’è chi ritiene di risolverli “dall’alto”, chi invece coinvolge i bam-bini nella ricerca della loro soluzione. In quest’ottica, il primo passo è quello di fare analizzare ai bambini il livello di benessere/malessere della classe attra-verso una scheda presentata sul sito del Ministero dell’Istruzione www.smon-tailbullo.it/cassetta-degli-attrezzi/imp-strumenti-gruppo-classe. Attraverso una serie di vignette si pre-sentano classi aperte, chiuse, competi-tive, unite, rispettose delle regole, indi-sciplinate... poi si chiede ai bambini di inserire in una casella la descrizione della propria. Al termine, l’invito a leggere ai compa-gni ciò che ciascuno ha scritto. Nello stesso sito troviamo molti strumenti utili per affrontare il problema del bullismo,

ç PISTA DI LAVORO per i più piccoli

ç PISTA DI LAVORO per i più grandi

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Gli articoli 33 e 34 della Costituzione definiscono il sistema educativo nazionale di istruzione e for-mazione. Questi vanno letti alla luce dei principi

fondamentali della pari dignità sociale di tutti i cittadini e del diritto al pieno sviluppo della persona umana (art. 3), ma anche del dovere di svolgere, ciascuno secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spiri-tuale della società (art. 4). Riteniamo opportuno riportare quasi integralmente il testo dei due articoli:

Articolo 33:

• L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegna-mento.

• La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione e istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.

• Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare a esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.

Articolo 34:

• La scuola è aperta a tutti.

• L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.

• I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.

• La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

segue restyling rivista

La Vita Scolatica - n°1 - 2011 La Vita Scolatica - n°1 - 201128 29

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hanno vagliato percorsi di lettura tematici (proposti da varie case edi-trici e biblioteche), con l’intento di realizzare un percorso di lettura per le classi ponte sul tema “Diventare grandi”, affrontando le diverse problematiche: identità, sco-perta del sé e dell’altro, famiglia, ami-cizia, educazione ai sentimenti e all’af-fettività.“L’unico problema da rilevare è l’aper-tura della biblioteca ai ragazzi”, ci rac-conta la referente, “infatti, in mancanza di personale specifico lo possiamo fare grazie a insegnanti che hanno alcune ore a disposizione o che lo fanno volon-tariamente. Ma gli ultimi tagli al perso-nale docente aggravano maggiormente la situazione”.

Lettura animata e La festa del libroUno dei punti forti del Progetto sono i laboratori di ani-mazione alla lettura che sono stati inseriti nella program-mazione sia curricolare sia delle attività opzionali. Lucia Zappalorto, funzione strumentale dell’area espressivo-comunicativa, ha progettato una serie di laboratori che hanno coinvolto prevalentemente l’area espressiva e comunicativa, ma non sono mancate le interazioni con l’ambito antropologico e scientifico. L’attività è partita dalla lettura di un testo, generalmente narrativo, la sto-ria è stata poi interpretata e rappresentata utilizzando varie tecniche: l’uso dell’oggetto, il travestimento, la vocalizzazione, il corpo e il movimento, l’uso del suono e dell’immagine. Giuliana ci racconta che “sono stati coinvolti gli alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria, che hanno sviluppato una tematica, integrandola alla pro-pria programmazione annuale: siamo andati dalla storia del cinema, alla comunicazione, all’alimentazione alle emozioni. Le letture animate sono state presentate al pubblico in occasione della Festa del Libro. Inoltre, alcune classi delle scuole primarie dell’Istituto hanno anche aderito al Progetto ‘La Città come libro’ proposto dal Comune di Città di Castello, realizzando percorsi di lettura ani-mata presso la Biblioteca Comunale e percorsi di lettura dell’Arte del Territorio presso vari musei cittadini come la Pinacoteca, il Museo del Duomo, il Museo Burri”. Per finire, la tradizionale Festa del Libro, organizzata in col-

laborazione con le librerie del territorio, da quest’anno si è aperta anche all’arte e alla musica. Durante la settimana della Festa ci sono stati numerosi eventi: la presentazione delle letture animate; la mostra dei lavori realizzati dai ragazzi nei laboratori con gli arti-sti del territorio (pittura, ceramica, attività espressivo-teatrali); saggi musicali di alunni della scuola secondaria di primo grado.

• Istituto comprensivo statale A. Burri, Via Lambruschini 7a, Trestina (PG) – tel. 075 854169 [email protected] www.comprensivoburri.eu

• Docente referente: Giuliana Leandri.

• Titolo del progetto: “Leggermente”. Il progetto è stato proposto a tutte le classi dell’Istituto: dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado. Hanno, inoltre, collaborato il Comune e la Biblioteca Comunale per il progetto “La Città come Libro”; Pro-loco e Associazione culturale Alkaest hanno finanziato i laboratori con gli artisti.

• Obiettivi del progetto: Promuovere il piacere della lettu-ra e, al tempo stesso, la diffusione del libro come strumento di conoscenza, di comunicazione e di espressione; sviluppare la consapevolezza e la padronanza nell’uso di diversi lin-guaggi; favorire lo sviluppo delle competenze comunicative.

• Documentazione del lavoro: Il lavoro è stato documen-tato attraverso supporti multimediali.

Sintesi del progetto

LETTURA LETTURA

I libri di Elisa Prati

Come si forma l’arcobaleno? Perché la Terra gira? Ecco un libro, dedicato ai più piccoli, per iniziare a conoscere i misteri del cie-lo e dell’universo... e per rispondere a tutti i “come” e “perché”. Tante immagini grandi per entrare in nuovi mondi tutti da scoprire.Nella stessa collana, sempre di Elisa Prati, Mare, Io sono fatto così, Terra, Invenzioni, Cuccioli, Il mondo intorno a te, Animali. Ogni libro approfondisce un diverso argomento con semplici spiegazioni e curiosità.

La vita non è facile per Luca, orfano di padre e discriminato dai suoi compagni di classe perché grasso e perché è tal-mente brillante da suscitare l’invidia ge-nerale. Soprannominato Mister Geniet-to, Luca non può farci nulla: gli viene naturale elaborare originali teorie che poi mette per iscritto. L’ultima di queste è nata osservando la mamma scegliere gli abiti dal guardaroba. Adesso Luca è convinto che ogni mattina tutti de-cidono l’umore da indossare assieme ai vestiti: ai colori cupi corrispondono pensieri tetri; alle sfumature calde stati d’animo sereni...

Quando vede Melina, Davide sente un brivido strano, qualcosa di speciale che è molto difficile da descrivere. Ha perso l’appetito, non fa che sognare a occhi aperti... A chi parlarne e come? L’amo-re? Un dolce tormento! Un libro per le prime letture, ricco di illustrazioni a co-lori e di simpatiche avventure.

Elisa Prati, Tutte le volte che vedo Melina,

Giunti Junior, Firenze 2010, e 5,90

Elisa Prati, Cielo e stelle,collana Dimmi come e perché,Dami, Firenze 2009, e 7,90

Elisa Prati, I pensieri nell’armadio, Giunti Junior, Firenze 2007,e 7,90

L’intervista

Elisa PratiManuela Mancioppi

Il posto più strano dove ha letto un libro?Su un canotto, in mezzo al mare...

Se potesse vivere in un libro (non suo) quale sceglie-rebbe?L’isola di Arturo di Elsa Morante. Vorrei immergermi nella natura selvaggia e intatta di un’isola così come doveva essere Procida prima del boom economico, bella come solo Elsa Morante è mai riuscita a descrivere un’isola.

Quali sono le sue abitudini, i suoi spazi, i “riti” di quando si mette a scrivere?Prepararmi una tisana, dedicare un pensiero alla mia prozia filosofa, spostarmi ogni tanto da un angolo all’altro della casa, dalla scrivania, al divano, al letto con il portatile... interrom-permi per una telefonata, o per uno sguardo a Facebook, quindi riprendere il filo, immergendomi fino a che non sento di nuovo il bisogno di muovermi, farmi un caffè, mangiare qualcosa...

Di che cosa ha paura?Di quasi tutto, in special modo della cattiveria umana. Sono una paurosa per carattere e tendo a rinchiudermi nel mio “buco” come un ragno... ecco perché scrivo!

Perché ha deciso di scrivere per i bambini?Perché sento da sempre mio il loro linguaggio e la loro essenza libera, vera e creativa.

Elisa Prati è nata a Firenze, dove ha studiato Filosofia e Belle Arti. Dal 1998 si occupa di libri per ragazzi: scolastici, narra-tiva e divulgazione, in veste di autrice e curatrice.

La Vita Scolatica - n°1 - 2011

La Vita Scolatica - n°1 - 2011

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CLASSE MULTICULTURALE

CLASSE MULTICULTURALE

Idee e pratiche

Shanice non viene

più a scuolaGraziella Favaro (Centro COME)

e Lorenzo Luatti (???)

Lorenzo Luatti

Io vengo da....

il MaroccoSegui

Arturo Ghinelli sul blog :

laclassemulticulturale.vitascolastica.it

Al rientro dalle vacanze estive, Shanice, una bam-

bina singalese di nove anni nata in Italia, e Chen

Long, suo compagno cinese della stessa età,

non si sono ripresentati a scuola. La bambina è tornata

a vivere con la mamma e il fratellino nel Paese d’origine

e Chen Long ha intrapreso una nuova migrazione con

la sua famiglia verso la Francia.

Come Shanice e Chen Long, altri bambini e ragazzi

stranieri mancano all’appello in questo anno scolastico.

Per quale motivo? E più in generale: come stanno cam-

biando le nostre scuole? Chi sono i bambini e i ragazzi

stranieri che le frequentano oggi? Soffermiamoci ad

analizzare alcuni dati nazionali per collocare il micro-

cosmo della nostra classe e le storie dei bambini che

arrivano o che vanno via, nel panorama nazionale più

vasto.

Innanzitutto, già dallo scorso anno il numero degli

alunni stranieri ha cessato di crescere in maniera vivace e

si sta assestando su livelli di aumento “fisiologico”. Tra il

2008/2009 e l’anno seguente vi è stato, infatti, un incre-

mento del 7% a livello medio nazionale, mentre negli

anni precedenti la crescita media era stata per anni pari

al 15% circa e in passato aveva superato perfino il 20%.

è un po’ più vivace il ritmo di crescita che si registra nelle

scuole secondarie di secondo grado, dove raggiunge il

10%, a conferma del fatto che vi è oggi un arrivo in

Italia soprattutto di adolescenti.

Quali sono i motivi di questo assestamento? Sicura-

mente gioca un ruolo cruciale la crisi economica che

rallenta i ricongiungimenti familiari e contrae il numero

dei nati stranieri. La percentuale della presenza di alunni

stranieri neoarrivati è infatti sempre più contenuta e

ulteriormente calata rispetto allo scorso anno: era

dell’8,6% sul totale degli alunni di altra nazionalità ed

è scesa all’8%.

Le difficoltà economiche spingono inoltre un certo

numero di famiglie immigrate, che si erano ricompo-

ste da qualche anno, a spezzarsi nuovamente: restano

in Italia i padri e fanno rientro in patria le madri e i

bambini, dato che i costi imposti dall’intero nucleo sono

pesanti da sopportare.

Un altro segnale della crisi riguarda anche gli aspetti

demografici e la composizione delle famiglie: le nascite

di bimbi non italiani stanno infatti rallentando e questo

significa che per il futuro si avrà un inserimento di bam-

bini stranieri disegnato sui livelli attuali e più contenuti.

Uno sguardo più ampio

I dati e le caratteristiche degli alunni stranieri solleci-

tano sempre di più la scuola, i servizi, la società a cam-

biare sguardo e a non leggere la situazione di oggi con

gli stessi occhiali e la medesima logica di vent’anni fa,

basati sull’emergenza e la straordinarietà. La presenza

dei bambini dell’immigrazione è un dato strutturale,

contenuto, gestibile attraverso i dispositivi da tempo

sperimentati. Essa richiede uno sguardo inclusivo che

sia in grado di proporre un cammino educativo di con-

cittadinanza fatto di regole comuni, rispetto e riconosci-

mento reciproco per una comunità plurale e coesa in cui

si sentano ugualmente a casa i vecchi e i nuovi cittadini.

ALUNNI STRANIERI A SCUOLA: ALCUNI DATI

anno anno

scolastico scolastico

2009-2010 2008-2009

Totale 673 592 629 360

scuola infanzia 135 632 125 092

scuola primaria 244 457 234 206

scuola secondaria I grado 150 279 140 050

scuola secondaria II grado 143 224 130 012

Fonte: MIUR 2010

Per i piccoli: I numeri arabi

Diversamente dalla scrittura, i numeri in arabo si scrivono

come i nostri, da sinistra verso destra.

Proponiamo di scrivere in cifre arabe la data del giorno, le

pagine di un libro, la nostra età…

Diamo delle sequenze numeriche da completare con numeri

arabi.Impariamo a dire in arabo i numeri da zero a dieci (sifr,

waˇhad, itni-n, talata, arbaa, hamsa, sitta, sabaa, tama-nya,

tissa, ašra), facendoci aiutare da un compagno di lingua araba

(o da un traduttore istantaneo on line come “Google tradut-

tore”). l l l

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Il Marocco, in arabo, Al-Mamlaka al-Maghribiyya

(“regno dell’occidente”) è un Paese ricco di contrasti,

in cui convivono, apparentemente in armonia, epo-

che diverse, stili di vita opposti, tradizione e modernità.

Un Paese così vicino e così sconosciuto, a partire dalla

grande varietà di ambienti naturali che ospita: coste bat-

tute dal vento sull’Oceano, sabbiose insenature riparate

sul Mediterraneo, cascate e foreste, dune rocciose e di

sabbia, basse colline verdeggianti che si stagliano contro

le maestose cime dell’Alto Atlante, nel nord del Paese. È

da qui, dall’Atlante marocchino, che proviene Youssef,

un ragazzino, poco più di un bambino, che si imbarca

clandestinamente per andare a cercare la madre in Ita-

lia. La sua storia è raccontata nel libro Dall’Atlante agli

Appennini (Orecchio acerbo, Roma 2008), con un espli-

cito riferimento al libro di De Amicis. Oggi sono 4 milioni

i marocchini emigrati all’estero, oltre 400000 in Italia.

Il Marco Polo arabo

Ma il più grande viaggiatore marocchino è… Ibn Bat-

tuta, nato a Tangeri nel 1304, considerato un simbolo

della città. Aveva 21 anni quando partì per i suoi viaggi,

attraversando, secondo un odierno atlante geografico,

l’equivalente di quarantaquattro stati moderni (dall’A-

frica a tutto il Medio Oriente, dalla pianura del Volga alle

isole Maldive, dall’India alla Cina). Nella Rihla (viaggio),

uno dei libri più famosi della letteratura araba medie-

vale, descrive i popoli, i luoghi, dei Paesi da lui visitati.

L’arabo e le altre lingue

La lingua più diffusa in Marocco è l’arabo. Ma l’arabo

di un marocchino è differente, per esempio, da quello

di un egiziano, non tanto nella struttura, anche se ci

sono differenze, ma nel lessico e nella pronuncia. Nelle

scuole e nei mezzi di comunicazione viene utilizzato una

sorta di “arabo moderno standard” (la lingua fusha-)

che si discosta sia da quella classica del Corano che dalle

varietà dialettali (il da-rija). La seconda lingua del Paese,

insegnata a scuola, ma non riconosciuta come ufficiale,

è il berbero, parlato dal 40% degli abitanti.

Così un alunno marocchino può parlare berbero in

famiglia, imparare l’arabo a scuola ed essere alfabetiz-

zato nell’arabo standard. Una seconda lingua diffusa è

il francese, molto usato nell’amministrazione, nell’edu-

cazione superiore e nei commerci.

La lingua scritta

L’alfabeto arabo si compone di 28 lettere e si scrive da

destra a sinistra. Le maiuscole non esistono.

La forma delle lettere cambia a seconda che siano scritte

isolate, all’inizio, nel mezzo o alla fine di una parola. Ma

attenzione: quelle che vedete scritte sono solo le con-

sonanti! Le vocali in arabo si dividono in brevi e lunghe:

dipende da quanto tempo si sofferma la voce nel pro-

nunciarle. Se le prime non si scrivono affatto, le seconde

sono segnalate sopra e sotto il corpo della parola, attra-

SU E GIÙ PER LE MAPPECLASSE QUARTA E QUINTASTORIA a cura di

Tiziana CassianoMirella Cella

l l l l l l Che cosa fare se...... alcuni bambini fanno fatica a dii-stinguere le vocali.

n Prendiamo una parola o un nome e recitiamoli cambiando tutte le voca-li, per esempio: Valentina, Valantana, Velentene ecc.

; GOING HOME

Facciamo conoscere ai bambini Mister Geo leggendo queste frasi: “Hello! I’m Mister Geo: I like geography, maps and landscapes. I always wander around but now I want to go home. Oh dear, it’s a long way!”.

Spieghiamo che, pur essendo abituato a girare il mondo, Mister Geo, ogni tanto, desidera tornare a casa per riposarsi un po’. Consegniamo la scheda 1 e invi-tiamo gli alunni a seguire e completare il percorso mentre noi leggiamo il seguente testo:

A long journeyUp to the mountainssplash, splash in the snow.Down through the riverplat, plat in the water.Across the countryswish, swish in the grass.Straight to the townstomp, stomp on the pavement.Oh! Finally at home!

Invitiamo a concentrarsi sui suoni prodotti dai passi di Mister Geo nei diversi territori da lui attraversati e rileviamo il significa-to delle preposizioni up, down, across, straight, through.Proponiamo a un allievo alla volta di im-personare l’avventuroso geografo e dire le seguenti frasi: “I am Mister Geo. I want to go home. So I go up to the mountains/down through the river…” mentre i com-pagni ripetono il suono dei suoi passi sulla neve, nell’acqua ecc.

; MAPS

Riattiviamo il lessico del paesaggio (VS 16/2010), introduciamo i vocaboli cave, hill, river, beach, marsh e i punti cardi-nali. Proponiamo di costruire una mappa completando il disegno della scheda 2 mentre leggiamo il testo che segue: “This is the map of Mr Geo’s favourite place.

It is called Fabulousland. The snowy mountains are in the north-east. Some hills are in the south-west. They are green. There is a blue lake in the south-east and a light blue river in the south that goes into the lake. A black cave is in the east and a dark forest is in the north. There is some long grass in the west and a white beach in the north-west”. A lavoro ultimato domandiamo: “Where is the (cave)? It’s in the (east). Where are the (hills)? They’re in the (south-west)…”.

; LOOKING FOR A COMPASS

Introduciamo le espressioni “go straight on, turn right/left” per indicare le dire-zioni e proponiamo ai bambini di aiutare Mister Geo a ritrovare la bussola che ha smarrito. Consegniamo la scheda 3 e in-vitiamo a tracciare il percorso ascoltando il testo che segue:

Let’s follow Mr GeoTurn right, you are in the river. Then turn left and turn left again, you are in the fo-rest. Turn right, turn right again, you are in the marsh. Turn left and turn left again, you are in the mountains. Turn right. Finally go straight on. There is a lot of snow here! It’s wonderful! Look! My compass is in the

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

l Individuare acusticamente le vo-cali in parole che le contengono.

l Ascoltare e comprendere indica-zioni per effettuare spostamen-ti.

l Ascoltare e comprendere una storia.

l Drammatizzare una storia.

OBIETTIVI TRASVERSALI

l Geografia: riconoscere gli ele-menti essenziali di ambienti di-versi; orientarsi e muoversi nello spazio.

l Arte e immagine: disegnare e colorare con varie tecniche.

LESSICO

Up, down, through, across, straight, mountain, hill, river, country, town, lake, cave, forest, beach, marsh, north, south, east, west.

STRUTTURE LINGUISTICHEGo up/down/across/straight/through/ straight on, turn right/left. LIBRI E SITI

l Per approfondire il discorso sulle vocali vedi C. Albaut, Filastrocche per andare a scuola, Motta Junior, Firenze 2009.l Per scaricare altre filastrocche e brevi poesie sulle vocali vai in www.filastrocche.it.

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CONSO

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SCARICA E STAMPA LE SCHEDE IN A4 da http://didattica.lavitascolastica.it45

La Vita Scolatica - n°1 - 2011 La Vita Scolatica - n°1 - 201152 53

INGLESE

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Page 30: PORTFOLIO_Patrizia Ne

patrizia ne

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n Considerazioni cliniche sul caso

Come è noto, la malattia di Crohn è una ma-lattia infiammatoria cronica idiopatica che coin-volge più di frequente l’ileo distale ed il colon. I farmaci classicamente utilizzati per il trattamen-to di tale condizione clinica sono rappresentati

ta, la normalizzazione della calprotectina feca-le (<50 μg/g di feci) e del quadro endoscopico. Dopo 8 settimane il dosaggio dell’infliximab ve-niva ridotto a 7,5 mg/kg e quindi riportato a 5 mg/kg dopo ulteriori 8 settimane, con manteni-mento della remissione clinica, laboratoristica ed endoscopica. Attualmente il paziente è in buone condizioni cliniche e ha ripreso una normale at-tività lavorativa e relazionale.

dalla mesalazina e dai corticosteroidi.1 Mentre i benefici della mesalazina nel trattamento della malattia di Crohn in fase attiva sono modesti,2 l’efficacia dei corticosteroidi per via sistemica è ben nota, risultando in grado di indurre la re-missione clinica nel 70% dei pazienti.3 Tuttavia, nel nostro paziente con malattia di Crohn la graduale riduzione del dosaggio dei corticosteroidi si è associata ad una ripresa di malattia, suggerendo la precoce comparsa di steroido-dipendenza, condizione che si manife-sta nel 20-30% dei pazienti affetti da tale pato-logia.4 Anche se farmaci immunosoppressori, quali l’azatioprina ed il metotrexate, si sono dimostra-ti di una certa efficacia nella malattia di Crohn steroido-dipendente,3 il farmaco attualmente più utilizzato è senza dubbio l’infliximab,5 an-ticorpo chimerico monoclonale diretto contro il fattore di necrosi tumorale (TNFα), citochina proinfiammatoria che ricopre un ruolo chiave nella patogenesi della malattia di Crohn. È sta-to ampiamente dimostrato che l’infliximab è in grado di migliorare, nei pazienti con malattia di Crohn, il quadro endoscopico/istologico, così come di ridurre l’ospedalizzazione, il dosaggio dei corticosteroidi ed il ricorso alla chirurgia.5 In effetti, nel nostro paziente la somministrazione di infliximab ha indotto un rapido miglioramen-to clinico, ha consentito di sospendere del tutto la terapia con corticosteroidi e ha favorito un importante miglioramento del quadro endosco-pico, suggerendo pertanto che tale terapia deve essere iniziata precocemente in caso di comparsa di steroido-dipendenza. Tuttavia, è stato docu-mentato che l’efficacia del trattamento con in-fliximab viene meno nel 37% circa dei pazienti,6 e che tale evento deve indurre ad incrementare il dosaggio del farmaco o ad effettuare infusioni più ravvicinate (ogni 4 settimane).6 Nel nostro paziente la perdita di efficacia dell’infliximab è stata documentata dopo 7 mesi di trattamento; per tale motivo, il dosaggio è stato aumentato a

10 mg/kg con induzione della remissione clinica ed endoscopica che si è mantenuta anche dopo la riduzione del dosaggio a 7,5 mg/kg e dopo il ritorno al dosaggio convenzionale di 5 mg/kg. In conclusione, l’esperienza con il nostro pazien-te conferma che, in caso di perdita di efficacia dell’infliximab, l’incremento del dosaggio rap-presenta una efficace strategia terapeutica.7

n Bibliografia1. Travis SPL, Stange EF, Lémann M et al. for

the European Crohn’s and Colitis Organiza-tion (ECCO). Medical management of mild to moderate Crohn’s disease: evidence-ba-sed treatment algorithms for induction and maintenance of remission. Aliment Pharma-col Ther 2007; 26: 987-1003.

2. Bergman R, Parkes M. Systematic review: the use of mesalazine in inflammatory bowel disease. Aliment Pharmacol Ther 2006; 23: 841-855.

3. Buning C, Lochs H. Conventional therapy for Crohn’s disease. World J Gastroenterol 2006; 12: 4794-4806.

4. Munkholm P, Langholz E, Davidsen M et al. Frequency of glucocorticoid resistance and dependency in Crohn’s disease. Gut 1994; 35: 360-362.

5. Rutgeerts P, Vermeire S, Van Assche G. Biolo-gical therapies for inflammatory bowel disea-ses. Gastroenterology. 2009; 136: 1182-1197.

6. Gisbert JP, Panés J. Loss of response and re-quirement of infliximab dose intensification in Crohn’s disease: a review. Am J Gastroen-terol 2009; 104: 760-767.

7. Kaplan GG, Hur C, Korzenik J et al. Infliximab dose escalation vs. initiation of adalimumab for loss of response in Crohn’s disease: a cost-effectiveness analysis. Aliment Pharmacol Ther 2007; 26: 1509-1520.

Tabella 1. Principali parametri ematochimici del paziente alla diagnosi

Parametro Esito Valori di riferimentoLeucociti 12,500 4-10 x 103/mmcEritrociti 3,40 4-5 x 106/mmcEmoglobina 10,2 11,5-16,0 g/dlPiastrine 475 150-400 x 103/mmcVES 65 0-38 mm/hFibrinogeno 760 150-350 mg/dlFerro 29 50-160 mcg/dlProteina C reattiva 10,5 <0,5 mg/dl

Tabella 2. Parametri ematochimici del paziente dopo sei mesi di terapia con infliximab

Parametro Esito Valori di riferimentoLeucociti 6,300 4-10 x 103/mmcEritrociti 4,30 4-5 x 106/mmcEmoglobina 13,5 11,5-16,0 g/dlPiastrine 345 150-400 x 103/mmcVES 12 0-38 mm/hFibrinogeno 250 150-350 mg/dlFerro 46 50-160 mcg/dlProteina C reattiva 0,2 <0,5 mg/dl

editoria - riviste

Malattia di Crohn

ScenariCliniciin gastroenterologia

Malattia di Crohn

ScenariCliniciin gastroenterologia

Colite ulcerosa

ScenariCliniciin gastroenterologia

Colite Ulcerosa

ScenariCliniciin gastroenterologia

Malattia di Crohn in pediatria

ScenariCliniciin gastroenterologia

Malattia di Crohn in pediatria

ScenariCliniciin gastroenterologia

Gabrielladonna matura con malattia di Crohn severa di lunga durata

n Profilo del paziente

Iquis enis nonsed molore min velit wisciliquis essectetum dolobor erilisl eumsan ulputpatie tis alit num vel diatet, vero el illam zzrit no-sto etumsan ex euis dolenim volore magna accum velis augait incinim inim qui bla feum augait luptatue commod te molorer ostrud digna faccum quamcon sequam dolumsandre eugait, voluptat ver ad dipisci et, quam irit duipsum iril ulla amcore mincipsum nos do commy num nonse eugait do ea feum dolortie modit wisi.Adignim dit loreet ulputpat. Ut in veliquat ac-cum adigna feum ing ent praesed magnismo-lum dipsusci erat, quis ad tem at alissit lam-corem quipit, sim ipis num voloborpero et, conulla orperaesto corperos autet wisi.Modigniam quat. Lismod min hent dolore min ullutpat. Os ercipismod et dipis dolutet, sis dignisl elenisim quam, sumsan utem doloreri-usci tin hendre mod magna core elestrud ent ad magna conullan utetumsan ute delenibh eugiam veliquis non vulluptat ut am quatem iliquat.

n Anamnesi ed esame obiettivo

Gait acin ex et, volorer aestionsecte tie ele-nibh ercinim quis aci et laorperosto commy nonsequ atumsan estinis aut nit lum vero eni-bh enit lum do eu facidunt am velit ad tiscilisi blandre magna aut velismo dolobor percip ex endre mod et, qui tie eum zzriure duisi tet ve-lisse quissequis ad tem dolorper ad eliquam ip ea augiam vel eriustrud magna aut nullan utpatet wisit praese min ulla consequisl et luptat, sustie min et, consequatis ex et wisit augait alit, conse dit praesed dolortie modo-lobore consequis delit iliquisi.Um incilla faciduipsum zzriusc iduisi blam, qui tin veliquat lortin ut incilit ilit lorpero con-

sed molore dolor am, quip er sendre dolut alit, susto ea augait ulputem nim incinisl iure exe-rot, conse dit praesed dolortie modolobore consequis delit iliquisi.

n Percorso diagnostico

Iquis enis nonsed molore min velit wisciliquis essectetum dolobor erilisl eumsan ulputpatie tis alit num vel diatet, vero el illam zzrit no-sto etumsan ex euis dolenim volore magna accum velis augait incinim inim qui bla feum augait luptatue commod te molorer ostrud digna faccum quamcon sequam dolumsandre eugait, voluptat ver ad dipisci et, quam irit duipsum iril ulla amcore mincipsum nos do commy num nonse eugait do ea feum dolortie modit wisi.Veleniam dolut autpatum ing ex ex euipit, quipit dit ipisl utpat lore dolorer sisl ut in et ipissim vel duis dolore vel duisit prat. Ut la-met luptatinissi bla faci tat illaore et num nim illutpatio duis ex et, quatum estrud dolore do odipit irit la commolutat. Equi tat lobor si eum qui blaore magnis adipiscil dunt vel utatem dolor sit augue consequatue dolobore molor-pe rcidunt wis augait am doloreetum digna at, sim venim vel dio dolore delisl in henisci te

duisl utetuer adipisl ipsuscidunt lobore dipit, consequat. Ut adit il dolor iriustisim nonsequ issequis acidunt adigna facipisci bla feu faciliq uismolor sis nim zzrit adiam dolestion ver ing et, vercinc incipis ad minibh ex et ing enisi.

n Terapia e decorso clinico

Obore eu feuguer ostrud modolor sisit iustio conullaor sit voloreet volore venisl eum vel essit wiscilit il ipsusto core dolore ea at nis dolore min ese dunt venis am inci blandit la-met am nim iusto eugue feugue mincinc idu-isiscip elenibh ex essisi tio dolor sustrud er atisl erate ex enibh er sim venit vullaore min ex ex eugiat loreet amet vulla consectet dit ea consequisit loreet nummy nonullaor alit la feui eugait luptat, vullaorper at il eum ipis delis et il ulput illa faccummod magnibh el exer sit, quatem dunt volobore tat. Gait prat ute conullaore deliquis dolortin volore con-se ex etuerit amcommy num zzrit ing ea feu feugiam etueril et, si bla feum ea at. Sim nos exer sim ver ing ex er sum esecte voleseq ui-sciliquam adionse ndionse dit venim ad tem et, velis dipsusto exeraestrud magnim exero-stin ute tin vulput luptatio odit ipismolortin hendit num ip estrud dolore feumsandigna facilit vent adigna alismod ming enisciliquis dit accum dolore duis augiamet ing esequat non utat nummy nos acil esequis dolorper ali-quisim vel inciliquam dolore faccum iriliquis niam dolor sit alit eui eugiam, vulput vel diam vel dolortis nim zzrilisci eum ipit ut lore ma.

n Considerazioni cliniche sul caso

Odolutpat, quat, con utat.Ugait prating euis augiat, quat. Patet iuscing endre facipsum init praessi tat delit iril incin venibh eril iriustie conse veliqui tat. Conullu ptatum auguer sim iriure dignit et, conummy nos dolore er sum dipisisl in vel duis nis dolo-reet, veliquate min eugait laore vel er sequiss ectetue mod dolorem del ing exercip et, con-sequisi bla consendreet wisit wissequatet alis alit irilla consenit, consenibh et doluptat. Du-iscilisi te delenia mconsed tatue vel irilit auta-tis alit, qui er iriliquis ation eummodo consec-te corperos dolore verit praesse magna feu facillaoreet aliquisi.Ignim vel ea adigna adiamcon henit inibh exe-rit in erostrud magna facilit atet aliquisim nim vendreet nos acin henim digna consequisis aut velenibh euguero stionse dolore dolorting elis nulland iamcommy nisl ipit adigna facil esec-te feuis dio conulputat, voloreet alis acing ero odolesequat nisi.

n Bibliografia

Ectem ing exerilit nonsequismod magnit lo-borero eu faccummod exer in hendrerci bla faci eum dolenim iure enis aliquamet wisissis et, volorem vel dunt laoreet lum dolore.faci eum dolenim iure enis aliquamet wisissis et, volorem vel dunt laoreet lum dolore

Figura 1 Figura 2

Dr. Silvio DaneseIstituto Clinoco Humanitas IRCCS in gastroenterrologia, Rozzano, [email protected]

004 005

20 21

rimaneva invariato. Dopo consulto chirurgico, si decideva di intraprendere trattamento con infli-ximab (fase di induzione della risposta ai tempi 0, 2 e 6 settimane alla dose di 5 mg/kg). Si osserva-vano progressivo miglioramento della distensio-ne addominale, ricomparsa della peristalsi e nor-malizzazione del quadro radiologico (figura 3). Inoltre, si osservava un ulteriore miglioramento delle condizioni generali del paziente, che alla dimissione presentava 2-3 scariche di feci semi-formate e senza sangue, ed era apiretico. Gli esami di laboratorio mostravano normalizzazio-ne di VES (18), PCR (0,64 mg/l) e miglioramento dei GB (10.700/mmc). Il paziente veniva pertanto dimesso con l’indicazione a completamento del ciclo di induzione con infliximab e riduzione a scalare della terapia steroidea; al momento del-la dimissione, vista la buona risposta clinica e la doppia terapia immunosoppressiva non veniva prescritto trattamento con azatioprina.

n Decorso clinicoSuccessivamente, in regime di DH, il paziente ef-fettuava completamento del ciclo di induzione con infliximab dopo 2 e dopo 6 settimane dalla infusione iniziale. Tuttavia, per la comparsa di diarrea (4-5 scari-che/die) con dolenzia addominale e febbricola, avvenuta dopo circa un mese dalla sospensione del trattamento con steroidi, il paziente veniva dapprima sottoposto a trattamento con 6-mer-captopurina alla dose di 75 mg/die (un tentati-vo terapeutico con azatioprina era stato sospeso dopo tre giorni di trattamento per la comparsa di pancreatite acuta lieve), combinata a nuovo ciclo di terapia steroidea (dose iniziale: Deltacortene

40 mg/die) e successivamente, per la persistenza dei sintomi, ad intensificazione della dose con infliximab (5 mg/kg ogni 4 settimane). Dopo tali modificazioni terapeutiche, il paziente mostra-va normalizzazione del quadro clinico; gli esami ematochimici (VES, PCR, emocromo) risultavano nella norma. La colonscopia con ileoscopia evi-denziava quadro endoscopico di remissione di malattia (figura 4). Dopo circa un anno di stabili-tà del dosaggio dei farmaci usati (6-mercaptopu-rina 75 mg/die e infliximab 5 mg/kg/settimana), si procedeva a una riduzione della dose di inflixi-mab a 5 mg/kg ogni 8 settimane, mantenendo la remissione clinica-biochimica, che persiste dopo la riduzione del dosaggio da 4 mesi.

Figura 2.

Figura 3.

Figura 4.

tivi. Eseguiva una rettoscopia che documentava un quadro di flogosi severa del tratto esplorato (figura 2) (alla istologia: intensa flogosi della lamina propria con presenza di ascessi criptici e distorsione dell’architettura ghiandolare). Per-tanto, venivano intrapresi un trattamento con steroidi ev (Urbason 60 mg/die), una terapia an-tibiotica con metronidazolo e ciprofloxacina, e nutrizione parenterale totale. Dopo 5 giorni di trattamento steroideo il quadro clinico si pre-sentava invariato, con persistente distensione e dolenzia addominale, assenza di peristalsi e scar-sa emissione di aria. Anche il quadro radiologico

Carlopaziente con “impending” megacolon

n Profilo del pazienteCarlo, 45 anni, veniva inizialmente ricoverato in Chirurgia perché da qualche settimana presenta-va iperpiressia, diarrea con sangue e distensione addominale; tali sintomi non erano risultati re-sponsivi a trattamento domiciliare con antibiotici e probiotici. Presso la Chirurgia veniva sottopo-sto a una TC addome che documentava disten-sione del colon, con ispessimento diffuso delle pareti del viscere, livelli idroaerei del tenue e lin-foadenopatie diffuse mesenteriche. Dopo 48 ore veniva trasferito presso la Gastroenterologia.

n Anamnesi ed esame obiettivo

All’ingresso in Gastroenterologia il paziente mostrava PA 100/60, Fc 82 bpm, Tc 38°C, alvo caratterizzato da 4-5 scariche di feci tutte con sangue, dolore e distensione addominale con mancata emissione di aria. La storia clinica con-fermava i sintomi emersi durante il ricovero; non emergevano storia di assunzione di farma-ci, viaggi in paesi esotici, né familiarità per ma-lattie dell’apparato digerente. Obiettivamente il paziente presentava distensione dell’addome con Blumberg negativo ma assenza di peristalsi. Negativa l’obiettività toracica e cardiaca. I pa-rametri di laboratorio mostravano ipersedime-tria (73) con PCR 287,62 mg/l, Hb 12,8 g/dl, PLT 512.000/mmc, GB 14.300/mmc, ipoalbuminemia (2,5 g/dl) e allungamento dell’INR (2,16), con ra-pida normalizzazione dopo supplementazione con vitamina K ed ipokaliemia (3,3 mEq/l). L’ese-cuzione della RX diretta addome documentava persistente dilatazione del colon (diametro tra-sverso 5-5,5 cm) e distensione delle anse ileali con livelli idroaerei (figura 1).

n Percorso diagnosticoIl paziente veniva sottoposto a coprocolture, ri-cerca della tossina di Clostridium difficile ed esa-me parassitologico delle feci con risultati nega-

Franco ArmelaoU.O. Gastroenterologia ed Endoscopia digestivaOspedale S. ChiaraAzienda Provinciale per i Servizi Sanitari - Trentoe-mail: [email protected]

Figura 1.

n Profilo del pazienteIquis enis nonsed molore min velit wisciliquis essectetum dolobor erilisl eumsan ulputpatie tis alit num vel diatet, vero el illam zzrit no-sto etumsan ex euis dolenim volore magna accum velis augait incinim inim qui bla feum augait luptatue commod te molorer ostrud digna faccum quamcon sequam dolumsandre eugait, voluptat ver ad dipisci et, quam irit duipsum iril ulla amcore mincipsum nos do commy num nonse eugait do ea feum dolortie modit wisi.Adignim dit loreet ulputpat. Ut in veliquat ac-cum adigna feum ing ent praesed magnismo-lum dipsusci erat, quis ad tem at alissit lam-corem quipit, sim ipis num voloborpero et, conulla orperaesto corperos autet wisi.Modigniam quat. Lismod min hent dolore min ullutpat. Os ercipismod et dipis dolutet, sis dignisl ele-nisim quam, sumsan utem doloreriusci tin hendre mod magna core elestrud ent ad ma-gna conullan utetumsan ute deleni

n Anamnesi ed esame obiettivoGait acin ex et, volorer aestionsecte tie ele-nibh ercinim quis aci et laorperosto commy nonsequ atumsan estinis aut nit lum vero eni-bh enit lum do eu facidunt am velit ad tiscilisi blandre magna aut velismo dolobor percip ex endre mod et, qui tie eum zzriure duisi tet ve-lisse quissequis ad tem dolorper ad eliquam ip ea augiam vel eriustrud magna aut nullan utpatet wisit praese min ulla consequisl et luptat, sustie min et, consequatis ex et wisit augait alit, conse dit praesed dolortie modo-lobore consequis delit iliquisi.Um incilla faciduipsum zzriusc iduisi blam, qui tin veliquat lortin ut incilit ilit lorpero con-sed molore dolor am, quip er sendre dolut alit, susto ea augait ulputem nim incinisl iure exe-

rot, conse dit praesed dolortie modolobore consequis delit iliquisi.

n Percorso diagnosticoIquis enis nonsed molore min velit wisciliquis essectetum dolobor erilisl eumsan ulputpatie tis alit num vel diatet, vero el illam zzrit no-sto etumsan ex euis dolenim volore magna accum velis augait incinim inim qui bla feum augait luptatue commod te molorer ostrud digna faccum quamcon sequam dolumsandre eugait, voluptat ver ad dipisci et, quam irit duipsum iril ulla amcore mincipsum nos do commy num nonse eugait do ea feum dolort.Veleniam dolut autpatum ing ex ex euipit, qui-pit dit ipisl utpat lore dolorer sisl ut in et ipis-sim vel duis dolore vel duisit prat. Ut lamet luptatinissi bla faci tat illaore et num nim illu-tpatio duis ex et, quatum estrud dolore do odi-pit irit la commolutat. Equi tat lobor si eum qui blaore magnis adipiscil dunt vel utatem dolor sit augue consequatue dolobore molorpe rci-dunt wis augait am doloreetum digna at, sim venim vel dio dolore delisl in henisci te duisl utetuer adipisl ipsuscidunt lobore dipit, con-sequat. Ut adit il dolor iriustisim nonsequi.

n Terapia e decorso clinicoObore eu feuguer ostrud modolor sisit iustio conullaor sit voloreet volore venisl eum vel essit wiscilit il ipsusto core dolore ea at nis dolore min ese dunt venis am inci blandit la-met am nim iusto eugue feugue mincinc idu-isiscip elenibh ex essisi tio dolor sustrud er atisl erate ex enibh er sim venit vullaore min ex ex eugiat loreet amet vulla consectet dit ea consequisit loreet nummy nonullaor alit la feui eugait luptat, vullaorper at il eum ipis de-lis et il ulput illa faccummod magnibh el exer sit, quatem dunt volobore tat. Gait prat ute conullaore deliquis dolortin volore conse ex etuerit amcommy num zzrit ing ea feu feugiam etueril et, si bla feum ea at. Sim nos exer sim ver ing ex er sum esecte voleseq uisciliquam adionse ndionse dit venim ad tem et, in ute tin vulput luptatio odit ipismolortin hencum do-louis dolorper aliquisim vel inciliquam dolore faccum iriliquis niam dolor sit alit eui eugiam, vulput vel diam vel dolortis nim zzrilisci eum ipit ut l

n Considerazioni cliniche sul casoOdolutpat, quat, con utat.Ugait prating euis augiat, quat. Patet iuscing endre facipsum init praessi tat delit iril incin venibh eril iriustie conse veliqui tat. Conullu ptatum auguer sim iriure dignit et, conummy nos dolore er sum dipisisl in vel duis nis dolo-reet, veliquate min eugait laore vel er sequiss ectetue mod dolorem del ing exercip et, cons alit irilla consenit, consenibh et doluptat. Du-iscilisi te delenia mconsed tatue vel irilit auta-tis alit, qui er iriliquis ation eummodo consec-te corperos dolore verit praesse magna feu.Ignim vel ea adigna adiamcon henit inibh exe-rit in erostrud magna facilit atet aliquisim nim vendreet nos acin henim digna consequisis gna facil esecte feuis dio conulputatsi.

Tabella 1: Punteggio Mayo per la valutazione dell’attività della colite ulcerosa

Samueleuomo maturo con malattia di Crohn severa di lunga durata

Dr. Silvio DaneseIstituto Clinoco Humanitas IRCCS in gastroenterrologia, Rozzano, [email protected]

006 007

Frequenza di evacuazione0 = numero normale di evacuazione

del paziente1 = da 1 a 2 evacuazioni più del

normale2 = da 3 a 4 evacuazioni più del

normale3 = da 5 in poi evacuazioni più del

normaleSOTTOPunTEggIO: 0-3

Sanguinamento rettale0 = assenza di tracce di sangue1 = tracce di sangue nelle feci in meno

della metà delle evacuazioni2 = sangue evidente con le feci nella

maggior parte delle evacuazioni3 = proctorragiaSOTTOPunTEggIO: 0-3

Rilevamento endoscopico0 = normalità o stato inattiv della

malattia1 = malattia allo stato lieve (eritema,

impronta vascolare diminuita, lieve friabilità)

2 = malattia allo stato moderato (eritema marcato, assenza di impronta vascolare, friabilità, erosione)

3 = malattia allo stato severo (sanguinamento spontaneo, ulcerazione)

SOTTOPunTEggIO: 0-3

Valutazione globale dello stato fisico0 = normalità1 = malattia allo stato lieve2 = malattia allo stato moderato3 = malattia allo stato severoSOTTOPunTEggIO: 0-3

progetto copertina, gabbia interna e impaginazione

Page 31: PORTFOLIO_Patrizia Ne

editoria - rivistepatrizia ne

L A R I V I S T A D I S C I E N Z E P E R L A C L A S S E 201211

riflessioniProve INvALSI, mISurA dI APPreNdImeNto

internet pointLA ScIeNzA fAttA dAI cIttAdINI

intervistaJAmeS BArBer rAccoNtA

La teoria della relativitàSuggerimenti per portare in classe la fisica moderna, a partire dalla rivoluzionaria (e controintuitiva) teoria di Einstein

Idee Per INSegNAre

esperienzedA rAffAeLLo AL NANotech

la scienza del meteo

fisica, matematica, informatica, tecnologia: che cosa si nasconde dietro le previsioni del tempo

38 gennaio 2012 gennaio 2012 39

idee per insegnare

unico orologio, sarà il tempo impiegato dalla luce ad andare e tornare e cioè Dt=2d/c (c è la velocità di propagazione della luce nel vuoto). Se la sorgente è in moto a velocità v e osserviamo il fenomeno fermi nel nostro laboratorio, vedremo la luce viaggiare obliquamente. Se Dx è lo spazio percorso dall’orologio, quello che lo separa dal rivelatore, sarà semplice calcolare l’intervallo di tempo trascorso Dt utilizzando il teorema di Pitagora e ottenere Dt=√(Dt2-Dx2/c2). Con un piccolo sforzo aggiuntivo, tenendo conto che Dx=vDt, riusciamo a ricavare la ben nota formula della dilatazione del tempo Dt=Dt/√(1-v2/c2). Se scegliamo un riferimento diverso da quello del laboratorio, varranno comunque le stesse formule scritte in precedenza e se il nuovo spostamento sarà Dx', diverso da Dx, anche il nuovo intervallo di tempo Dt' sarà diverso da Dt ma avremo sempre Dt=√(Dt'2-Dx'2/c2): il tempo segnato dall’orologio sistemato sulla sorgente, ovvero l’intervallo di tempo tra due eventi che accadono nella stessa posizione è sempre lo stesso, è cioè un invariante chiamato tempo proprio. L’esperimento è semplice da immaginare, è descritto con una matematica elementare ed è anche il pretesto per discutere di costanti fisiche, quantità invarianti e grandezze conservate. Se per un osservatore in moto con una velocità prossima a quella della luce il tempo viene alterato e si dilata, un’analoga alterazione viene subita dalla lunghezza di un corpo che si contrae

La matematica entra in gioco quando si sceglie un sistema di coordinate per identificare un punto dentro il riferimento, e questo sistema può essere cartesiano o meno, la fisica non cambia. Qualcosa che accade in una posizione specifica e in un certo istante di tempo è invece un evento, il “fotogramma” che l’osservatore ha il compito di registrare. L’osservatore ha dunque sempre con sé almeno un orologio, ma una cosa è leggere il tempo su un orologio, un’altra è determinare un intervallo di tempo, per esempio la differenza tra le letture su due orologi differenti posti nello stesso riferimento. Fino alla rivoluzione di einstein, il tempo scandiva il mutamento e la sua evoluzione era indipendente dallo spazio, il luogo in cui accadono gli eventi. Ponendo sullo stesso piano tutti gli osservatori che si muovono uno rispetto all’altro di moto rettilineo uniforme, il tempo segnato dagli orologi scorreva uguale in tutto lo spazio, indipendente dal luogo e dal moto. einstein si chiese in che modo, operativamente, si potessero sincronizzare gli orologi e la sua conclusione fu che la sincronizzazione galileo-newtoniana è possibile solo se si dispone di un mezzo di comunicazione che viaggi a velocità infinita. in questo caso, un orologio che segna un certo tempo t è in grado di inviare istantaneamente questa informazione a un orologio che si trova in un altro luogo, anche molto distante, in modo che anch’esso si possa posizionare sullo

quando si muove a tale velocità. il mondo della relatività ristretta è dunque un mondo di coordinate e osservatori in cui la realtà fisica oggettiva è descritta da distanze spazio-temporali invarianti e la struttura matematica di questi invarianti discende dalla generalizzazione del teorema di Pitagora a uno spazio in cui la posizione di una particella è identificata da un vettore a quattro componenti, le tre spaziali ordinarie e una temporale. non è difficile ora ricavare le trasformazioni di Lorentz e mostrare come si riducano a quelle galileiane quando c tende a infinito. Lo studio può procedere senza difficoltà fino all’equivalenza tra massa ed energia espressa dalla famigerata formula e=mc2 e qua di solito ci si ferma.

verso la relatività generaleLe trasformazioni di Lorentz impongono una nuova visione dello spazio e del tempo che non sono più due aspetti indipendenti della realtà, ma sono inestricabilmente legati e perdono il loro carattere assoluto formando una struttura completamente nuova: lo spazio-tempo.in questa nuova arena della realtà fisica qualcosa ancora manca: non abbiamo tenuto conto degli osservatori posti in un sistema di riferimento non inerziale, un

stesso tempo t. Se gli orologi sono identici e ben funzionanti, resteranno perfettamente sincronizzati a ogni istante successivo. Se così non è, ed esiste un limite alla massima velocità raggiungibile da un segnale, il problema della sincronizzazione non è più banale e bisognerà tener conto del tempo impiegato da questo segnale per viaggiare da un orologio all’altro. il mezzo di comunicazione più rapido è ovviamente la luce, che si propaga a una velocità costante, grande ma finita, in qualsiasi sistema di riferimento venga osservata: una proprietà sorprendente, nota sin dalla metà dell’ottocento, all’epoca della scoperta delle leggi dell’elettromagnetismo da parte di Maxwell.

dall’orologio a luce alle grandezze invariantiÈ questa probabilmente la via migliore per cominciare a parlare di relatività e a chiarire questi aspetti ci aiuta il classico

sistema che è accelerato o in rotazione rispetto a un sistema inerziale. Mentre in quest’ultimo vale il principio di inerzia galileiano (ogni corpo rimane nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme a meno che non sia costretto dall’intervento di una forza a cambiarlo), in un sistema non inerziale questo principio non vale più a causa della presenza delle forze inerziali. immaginate di stare su una giostra in rotazione e di sperimentare la forza centrifuga che tende ad allontanarvi dall’asse di rotazione: per voi tutto è soggetto a forze e queste forze sono proporzionali alla massa dei corpi che le subiscono esattamente come quelle gravitazionali. Una forza di inerzia si distingue dalle altre forze perché non c’è un corpo che la esercita o dal quale proviene, non a caso si chiama anche forza apparente. Si tratta di un termine che eviterei di utilizzare perché, anche se è “apparente”, essa esiste realmente per un osservatore accelerato. a questo punto converrà spendere un po’ di tempo nella discussione dell’equivalenza tra massa inerziale, la grandezza fisica che misura la capacità di un corpo di opporsi al moto, e massa gravitazionale, quella che si può misurare con una bilancia, anche perché si tratta del “primo mattone” che servirà

esempio riportato nei libri di testo, quello dell’orologio a luce. Si tratta di una sorgente di luce che invia un segnale luminoso verso l’alto dove, a una certa distanza d, è sistemato uno specchio. il segnale è riflesso verso il basso e registrato da un rivelatore. Se sorgente e rivelatore si trovano uno accanto all’altro, l’intervallo di tempo tra l’invio e la registrazione del segnale, misurato da un

I ragazzi non sono scienziati in erba, devono essere condotti per mano e con chiarezza lungo i sentieri della disciplina e non è detto che raccontare tutto sia per forza una scelta opportuna

m Un orologio a luce in quiete.la luce emessa dalla sorgente s percorre una distanza d verso lo specchio ed è riflessa verso il rivelatore d. il tempo tra l’emissione e la rilevazione è un ciclo, o un “tic”, dell’orologio.

M Un sistema di riferimento inerziale senza un campo

gravitazionale. un osservatore in un ascensore

nello spazio profondo è in assenza di peso.

se l’osservatore lascia un oggetto questo rimane in quiete.

M Un sistema di riferimento accelerato.

se l’ascensore della figura sovrastante è sottoposto a un’accelerazione g diretta verso l’alto, l’osservatore

nell’ascensore vedrà che gli oggetti lasciati o lanciati

cadono verso il pavimento dell'ascensore con

un’accelerazione g diretta verso il basso.

m Un orologio a luce in movimento.un orologio a luce in movimento richiede un tempo Dt per completare un ciclo. osserviamo che la luce segue un percorso a zig-zag, che è più lungo di 2d; quindi il tempo di un ciclo è maggiore nell’orologio in movimento che non in quello in quiete.

a=0

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vDt/2vDt

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giuseppe libertiè fisico. È stato ricercatore a tempo determinato e professore a contratto presso l’Università della Calabria. Da qualche tempo cura il blog Rangle, è editor dell’edizione in lingua italiana di Research Blogging e scrive su riviste di divulgazione scientifica.

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i disegni di queste pagine sono tratti da J.S. Walker, Fondamenti di fisica, Pearson italia, Mi-To 2010.

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A tutta chimica«Mi disse che aveva dello zucchero da chimicare: voleva sapere se era zucchero o no». Prende spunto da un racconto di Primo Levi il nome di questo sito tutto dedicato alla chimica, organo di comunicazione ufficiale dell’omonima associazione culturale. il sito si rivolge espressamente a lettori “non specialisti”, persone che non abbiano avuto modo di approfondire la conoscenza della chimica, ma che siano curiose di cominciare a farlo. Due i cuori pulsanti principali del progetto: il blog chimiSPIEGA in cui vengono trattati argomenti di interesse pratico legati alla quotidianità, curiosità e approfondimenti per il vasto pubblico e il blog chimiCOMPRENDE, più dedicato agli aspetti didattici, comunicativi, deontologici e metodologici della chimica. Una terza sezione del sito, chimiCERCA, mette a disposizione un motore di ricerca interno al sito, i link a siti esterni e un glossario dei termini più importanti della chimica. approfondimenti, notizie, segnalazioni e riflessioni nella sezione In primo piano. www.chimicare.org

Il futuro della scienza in una mappanel 1969 l’americano institute of the future elaborò uno studio sull’impatto che avrebbe avuto una rete di comunicazione planetaria dal nome di arpanet. Quella rete era il nonno di internet, a dimostrazione che, quando si tratta di individuare in quali direzioni si svilupperanno scienza e tecnologia, l’iFTF ha qualcosa da dire. L’ultimo strumento messo a punto è A multiverse of Exploration: the future of science 2021, una mappa per orientarsi tra i possibili sviluppi della scienza nei prossimi dieci anni. Secondo l’istituto, il futuro è un universo abitato da sei stelle, ognuna corrispondente a un campo di ricerca che condurrà a scoperte sorprendenti. Sulla stella Decifrare il cervello si lavora tra neuroscienze, biologia molecolare e computer science per creare una macchina che sostituirà il cervello umano. Su Mare, il futuro si è molto attenti a ciò che gli oceani potranno riservare in termini di energia, ecologia e sostenibilità. altri temi strategici riguardano la conquista dello spazio, la gestione di flussi di dati sempre più complessi, la scienza dei materiali, e l’evoluzione ingegnerizzata.www.iftf.org/futureofscience

Internet è una vera miniera di pagine di scienza: siti istituzionali, blog, canali video, riviste online e altro ancora. pagine che parlano di scienza o che, con la scienza, ci giocano. Anche voi lettori – docenti, studenti o classi intere – avrete sicuramente i vostri “preferiti”. potete inviarci le vostre segnalazioni, accompagnate da un commento originale, all’indirizzo [email protected].

iN giro per la rete

Sempre aggiornati su Fukushimail disastro alla centrale nucleare giapponese di Fukushima Daichii, nel marzo scorso, ha fatto per lungo tempo temere il peggio. ancora oggi le ipotesi circa la sua entità e le conseguenze per l’ambiente e per la salute degli esseri umani non sono concordi. L’ieee, institute of electrical and electronics engineers, la più grande associazione professionale no profit che si occupa di innovazione tecnologica, raccoglie l’archivio più completo e costantemente aggiornato di materiali relativi all’incidente. oltre al racconto delle

24 ore successive alla fuoriuscita di materiale radioattivo, sul sito si trovano una timeline interattiva che permette di seguire il concatenarsi degli eventi, notizie e ricerche relative all’impatto subito dal giappone in termini ambientali e di salute umana, mappe interattive e un’area dedicata al dibattito sul dopo Fukushima. http://spectrum.ieee.org/static/fukushima-and-the-future-of-nuclear-power

la fisica in un clickUn sito interamente dedicato alla fisica, a chi ne ha fatto la propria professione e a chi la considera una passione o un hobby. Lo cura l’institute of Physics, società scientifica londinese che ritiene la fisica un campo del sapere centrale nella nostra società e punta a diffonderne la conoscenza per sviluppare il benessere di tutti. L’approccio è quello dei “contenuti su misura” (tutti materiali fruibili gratuitamente). Si parte con la sezione dedicata agli studenti di scuola superiore: non soltanto materiali e schede didattiche, ma anche un aiuto per scegliere gli studi futuri. gli studenti universitari trovano riflessioni cui campi innovativi di ricerca e indicazioni per dare uno sbocco professionale agli studi. i professionisti della didattica hanno a disposizione materiali per impostare lezioni e corsi e per rendere più stimolante l’insegnamento della fisica in classe. e ancora: la sezione General Interest racchiude spunti e riflessioni su argomenti adatti al vasto pubblico.www.iop.org

obiettivo acquaQuanta acqua c’è sulla Terra? Come si muove? Perché gli oceani sono salati? Come viene utilizzata l’acqua sul pianeta? Perché a volte quella del rubinetto di casa puzza di uova marce? È molto probabile che qualunque domanda vi venga in mente sull’acqua, la risposta sia presente nel sito Water science for schools dell’US geological Survey, in particolare nella sezione Questions and Answers (a proposito: se la vostra domanda non ha risposta, potete rivolgerla direttamente agli esperti dell’USgS via email), ma non solo. Tutto il sito ruota attorno all’argomento acqua: il ciclo, la qualità, gli usi. e poi un glossario, una galleria di immagini e un percorso interattivo che permette di mettere alla prova le proprie conoscenze sull’argomento. Davvero una miniera, anzi un oceano, di informazioni utilissime, in cui sguinzagliare i ragazzi magari per una ricerca su un tema specifico.http://ga.water.usgs.gov/edu/index.html

Sulla Via della setaDel famoso mercante veneziano non porta solo il nome, ma ne segue anche i passi lungo la Via della seta: è il progetto MarcoPolo, che riunisce genetisti, fotografi, videoperatori e giornalisti con lo scopo di raccogliere informazioni sulle relazioni tra genetica, preferenze alimentari e tradizioni enogastronomiche delle comunità che vivono lungo la grande via terrestre che porta in Cina. nel corso dell’edizione 2010 i ricercatori hanno sviluppato progetti di ricerca in genetica delle popolazioni, campionando il genoma delle popolazioni da Trieste ad alma aty, in Kazakistan, e in genetica del gusto ed educazione sensoriale, identificando le percezioni gustative delle comunità e ponendole in relazione con le loro tradizioni enogastronomiche. La spedizione 2011 si è concentrata sulle comunità di Crimea e armenia. il sito permette di ripercorrere il viaggio e di seguire l’attività legata al progetto, attraverso foto, commenti e video. Sono disponibili anche una puntata di Superquark dedicata alla spedizione e il documentario di MarcoPolo2010. Una piccola sezione è dedicata all’ispiratore: Messer Marco Polo.http://medialab.sissa.it/mp F

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10 gennaio 2012 gennaio 2012 11

m struttura molecolare del fotosistema ii caratterizzata dal professore barber.

p laboratorio per lo sviluppo di sistemi per la conversione biochimica dell’energia solare.

p piante in laboratorio per "copiare la fotosintesi".

può darci qualche dettaglio in più? il nodo di tutta la questione è ottenere in laboratorio catalizzatori che permettano di riprodurre i due gruppi di reazione che avvengono nelle foglie. in tutto il mondo, l’attenzione dei ricercatori si concentra in particolare sulla reazione di scissione dell’acqua, che permetterebbe di produrre idrogeno sfruttando soltanto energia luminosa. È proprio a questo processo che in genere si dà il nome di fotosintesi artificiale. il primo passo, naturalmente, è cercare di sapere il più possibile sull’attività e la struttura dei catalizzatori naturali: per quanto mi riguarda, con i miei gruppi di ricerca, a Londra e qui ad alessandria, mi occupo soprattutto del fotosistema ii, un enzima piuttosto complesso, costituito da più di 20 subunità proteiche e da pigmenti fotosintetici. nel 2004 siamo riusciti a descriverne in dettaglio la struttura molecolare attraverso la tecnica della cristallografia ai raggi X, scoprendo che il suo centro catalitico è costituito da un nucleo di ioni manganese e calcio. il secondo passo, invece, è tentare di riprodurre in laboratorio un centro catalitico simile. in generale, direi che le sfide principali al momento sono due: sviluppare catalizzatori che siano capaci di svolgere una reazione molto complessa (teniamo conto che le reazioni della fotosintesi sono multielettroniche, coinvolgono molti elettroni alla volta e questo complica le cose) e che siano anche sufficientemente economici. Fuori da un laboratorio non serve a nulla avere dispositivi che funzionano, ma sono troppo costosi, perché non potranno essere utilizzati su scala industriale.

professor barber, perché tutto questo interesse per la fotosintesi? Perché le opzioni energetiche attuali sono sempre più in crisi. Da decenni ci affidiamo quasi completamente ai combustibili fossili (petrolio, carbone, gas naturale), che altro non sono se non la biomassa prodotta nel corso di centinaia di milioni di anni dal processo di fotosintesi. Questi combustibili, però, si stanno poco a poco esaurendo e per di più sono responsabili dell’aumento della concentrazione di biossido di carbonio in atmosfera, con il conseguente effetto del riscaldamento globale. abbiamo bisogno di alternative e sicuramente il Sole è la fonte energetica più economica e abbondante che ci sia. ammesso di saperlo usare, come sanno fare le piante: ecco perché negli ultimi anni c’è stato un boom di ricerca nell’ambito della fotosintesi, sia naturale sia artificiale.

Le sfide principali per la fotosintesi artificiale sono due: sviluppare catalizzatori che siano capaci di svolgere una reazione molto complessa e che siano anche sufficientemente economici

che cosa significa esattamente “copiare la fotosintesi”?Per capirlo bisogna fare un passo indietro e vedere come funziona, a grandi linee, il processo naturale. Si comincia con l’assorbimento di luce da parte di pigmenti presenti nelle foglie: sicuramente tutti avranno sentito parlare di clorofilla, il pigmento di colore verde tipico delle piante. L’assorbimento di energia luminosa comporta l’eccitazione di un elettrone della clorofilla, che si ritrova dunque in uno stato ad alta energia, che gli permette di “guidare” una reazione di riduzione: la conversione di un composto a basso contenuto energetico, il biossido di carbonio, in un composto ad alto contenuto energetico (un carboidrato come il glucosio o, in generale, biomassa). in altre parole: l’elettrone eccitato della clorofilla trasferisce energia al Co2 che, combinandosi con protoni, dà origine a una molecola organica. È chiaro però che prendendo un elettrone eccitato dalla clorofilla, si lascia indietro un “buco positivo” (una lacuna), che deve essere colmato da un altro elettrone, il quale deve pur essere preso da qualche altra parte. ebbene, questa “altra parte” è la molecola dell’acqua. Se vogliamo essere più precisi, diremo che la fotosintesi si compone di due gruppi di reazioni. il primo gruppo (la fase luminosa) si occupa della scissione dell’acqua in ossigeno molecolare (o2) e ioni idrogeno (H+): lo fa sfruttando l’energia del Sole e grazie all’attività di un enzima piuttosto complesso chiamato fotosistema ii. il secondo gruppo di reazioni si occupa invece della riduzione di Co2 in un carboidrato, sempre con l’aiuto di catalizzatori specifici. ebbene, gli scienziati stanno cercando di riprodurre in laboratorio questi due processi.

If a leaf can do it, we can do it. It’s not magic, it’s chemistry!

valentina Murelliè giornalista ed editor scientifica freelance. oltre che con Linx edizioni, collabora con varie case editrici e testate, tra cui “L’espresso”, “oggiScienza”, “Le Scienze”, “Mente & Cervello” e “Meridiani”.

in effetti già nel 1998 l’americano john turner era riuscito nell’impresa, sviluppando un dispositivo che produceva ossigeno e idrogeno con un’efficienza altissima, ma anche con costi assolutamente proibitivi. oggi a che punto siamo?Si stanno facendo grandi passi in avanti, lavorando su differenti materiali. a Torino, per esempio, abbiamo sviluppato una “gabbia” di fosfato di alluminio in cui sono inseriti manganese e cobalto. Daniel nocera del Massachusetts institute of Technology di Boston, uno dei ricercatori più attivi

cOrTesIA GIuLIA GIONcheTTA cOrTesIA GIuLIA GIONcheTTA

8 gennaio 2012 gennaio 2012 9

P il professore james barber nel biosolarlab del politecnico di torino (sede di alessandria).

intervista

Tra combustibili fossili e nucleare si apre una terza via per provare a risolvere la questione energetica: copiare la fotosintesi, per produrre carburanti sfruttando la più grande fonte di energia che c’è. il sole.

intervista

valentina Murelli

james barber raccontaAl lavoro con sole, acqua, elettroni e catalizzatori

Biografia (anomaLa) di uno scienziato

Nel corso della sua carriera James Barber, che al momento è a capo del gruppo di ricerca sulle strutture e i meccanismi della fotosintesi dell’Imperial college di Londra, ha accumulato cariche e posizioni di grande prestigio. per dieci anni, dal 1989 al 1999, ha diretto il Dipartimento di biochimica dell’Imperial college ed è stato presidente dal 2007 al 2010 dell’International society for photosynthesis research (www.photosynthesisresearch.org). Inoltre è membro della royal society, l’accademia delle scienze britannica, e della royal swedish Academy of sciences, e ha vinto diversi premi internazionali di ricerca. eppure, il suo percorso scolastico non è stato certo dei più ortodossi. «sono da sempre appassionato di scienza, soprattutto di biologia e scienze naturali» ha raccontato a “Linx Magazine”. «Da bambino raccoglievo campioni di insetti o di piante e tenevo una sorta di quaderno scientifico, su cui annotavo i nomi di alberi e animali. Mi è sempre piaciuto anche il giardinaggio: credo sia nato lì il mio interesse per la crescita della piante e per la loro nutrizione. La mia famiglia, però, non poteva permettersi di mantenermi agli studi e così a 16 anni ho dovuto lasciare la scuola per cominciare a lavorare.» Tuttavia la passione per lo studio rimane forte e il giovane Barber trova il modo di iscriversi a un corso serale di ingegneria meccanica ed elettrica e di accedere infine all’università. «Ormai l’ingegneria era il mio settore, ma la passione per il mondo naturale mi ha spinto verso ingegneria chimica e alla fine sono riuscito a passare a chimica.» Durante il dottorato in biofisica a Leiden, in Olanda, Barber si imbatte infine, per la prima volta, nello studio delle basi chimico-fisiche della fotosintesi: una passione scientifica che coltiva senza sosta da allora.

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CO2 + H2O è CH2O + O2

M ischiare acqua e Co2 (biossido di carbonio), esporre alla luce del Sole e raccogliere il risultato della reazione: zuccheri, cioè

biomassa. Lo fanno da alcune centinaia di milioni di anni alghe e piante (e da due miliardi e mezzo di anni alcuni batteri) grazie alla fotosintesi, processo straordinario che permette di trasformare l’energia solare in energia chimica, producendo ossigeno (o2) come unico scarto. Se imparassimo a farlo anche noi, avremmo risolto una volta per tutte la questione energetica mondiale: basti pensare che, grosso modo, ogni ora cade sulla Terra una quantità di energia solare pari a quella consumata nel mondo in un anno. Così, sempre più scienziati e

centri di ricerca puntano sul Sole e sulle piante, con l’obiettivo preciso di copiare la fotosintesi e ottenere non biomassa ma idrogeno (un vettore energetico) oppure carburanti da materie prime e fonti energetiche abbondanti, economiche e disponibili. «Se può farlo una foglia, possiamo farlo anche noi: non è magia, è chimica» dice James Barber, biochimico dell’imperial College di Londra, grande esperto di fotosintesi naturale e tra i pionieri della ricerca su quella artificiale. Proprio a lui si deve l’espressione foglia artificiale per indicare un dispositivo capace di produrre idrogeno a partire da acqua e luce. il problema (per forza ce ne deve

m cloroplasti nelle cellule vegetali.

essere uno, altrimenti lo faremmo già) è che stiamo parlando di una chimica terribilmente complicata: difficile da comprendere e ancor più da riprodurre, benché in forma semplificata. «a questo punto, però, credo proprio che non abbiamo alternative: dobbiamo continuare a provarci.» Barber è partner di un progetto di ricerca sulla fotosintesi artificiale avviato dal Dipartimento di scienze dei materiali e ingegneria chimica del Politecnico di Torino e attivo sia a Torino sia nel nuovo Biosolar Lab, inaugurato un paio di anni fa nella sede di alessandria del politecnico stesso. Lo abbiamo incontrato proprio ad alessandria, per fare il punto su uno dei settori di ricerca più affascinanti del momento.

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36 gennaio 2012 gennaio 2012 37

idee per insegnare

giuseppe libertiportare in classe la fisica moderna può essere una sfida complessa. In questo numero di “Linx Magazine”, il primo di una piccola serie di articoli con alcune idee originali per la didattica della fisica del XX secolo.

Negli anni immediatamente successivi alla pubblicazione della teoria della relatività generale,

arthur eddington, celebre astrofisico e filosofo della scienza, autore di numerosi articoli che spiegavano la teoria ai lettori di lingua inglese, tenne una serie di conferenze sull’argomento. Durante una di queste il fisico polacco Ludwik Silberstein, noto per il suo scetticismo verso i risultati delle equazioni di einstein, gli rinfacciò: «Lei, professor eddington, deve essere una delle tre persone in tutto il mondo che capiscono la relatività generale». eddington non rispose subito ma all’incalzare di Silberstein alla fine esclamò: «Tutt’altro, sto ancora cercando di capire chi sia il terzo». Molti continuano a chiedersi se sia ancora così: se la relatività, a causa della sua complessa struttura matematica, debba necessariamente rimanere argomento per specialisti che non possa essere insegnato a un livello più elementare. C’è del vero e lo è in particolare per gli studenti della scuola secondaria che già faticano con la fisica classica che giudicano complicata, persino più della matematica. La barriera di natura psicologica che deriva dalla difficoltà di adattare nuovi concetti ai preconcetti, alla comprensione comunemente accettata del mondo che ci circonda, diventa senza dubbio ancora più difficile da superare quando si affronta lo studio della relatività, il cui fascino sta proprio nella sua contraddizione con le nostre più radicate intuizioni sulla natura dello spazio e del tempo.

poco, ma beneLa relatività non è una disciplina a sé, è parte di un programma di studi articolato ed è necessario fare i conti con la situazione reale, organizzando un percorso didattico coerente che eviti di puntare troppo in alto. non siamo obbligati a insegnare la metrica di Schwarzschild solo perché non vediamo l’ora di parlare dei buchi neri! il rischio è quello di banalizzare concetti complessi e

stravolgere uno stile di apprendimento per dar spazio a soluzioni innovative che confondono più che aiutare. i ragazzi non sono scienziati in erba, devono essere condotti per mano e con chiarezza lungo i sentieri della disciplina e non è detto che raccontare tutto sia per forza una scelta opportuna. Poco ma bene è la scelta giusta: «Bisogna arrivare a non sbagliarsi mai, il segreto è non fare troppo in fretta», diceva madame Curie. Si comincia quindi con la relatività ristretta e lo si fa come einstein ci ha insegnato, per esempio impiegando la tecnica di ragionamento concettuale chiamata esperimento mentale che servirà per chiarire una volta di più concetti importanti, come riferimenti e osservatori, e ad introdurre i nuovi vincoli della teoria e il ruolo fondamentale delle grandezze invarianti. Saremo così pronti ad affrontare l’algebra delle trasformazioni di Lorentz ed è solo a questo punto che potremo decidere se vale la pena continuare e provare a formalizzare la geometria dello spazio-tempo.

partire con gli esperimenti (mentali)Prima di proporre qualche esempio è bene chiarire un paio di cose. L’usuale percorso didattico privilegia la discussione sull’evoluzione storica della teoria a partire dall’incompatibilità tra meccanica classica ed elettromagnetismo. non potendo affrontare lo studio delle equazioni di Maxwell, ché una dimostrazione elementare di queste equazioni non esiste, né tanto meno discutere e comprendere nel dettaglio gli esperimenti, la scelta di utilizzare gli esperimenti

mentali è una via ragionevole. Un esperimento mentale è un esperimento che non viene realizzato in laboratorio ma solo immaginato, una pura costruzione del pensiero che serve a investigare la natura delle cose. Può essere comunicato in forma narrativa o per mezzo di schemi e diagrammi ma i suoi risultati sono derivati applicando le leggi della fisica. all’espressione “esperimento mentale” non bisogna dare un’enfasi eccessiva né il suo utilizzo deve sorprendere o preoccupare perché molta fisica, nella scuola secondaria e non solo, è pura astrazione: siamo ben allenati a rappresentare un oggetto in volo libero come un punto materiale che viaggia nel vuoto e allo stesso modo le immagini delle onde o dei raggi di luce che si trovano sui libri sono solo schemi, modelli concettuali che permettono di spiegare i risultati delle misure.

introdurre la relatività ristrettaProviamo a immaginare un mondo astratto in cui gli apparati di misura sono gestiti da osservatori che operano in differenti sistemi di riferimento in moto reciproco a velocità uniforme e gli strumenti di misura sono orologi e righelli. Un sistema di riferimento è un ente fisico reale: una stanza dove è possibile eseguire misure, un laboratorio ben piantato sulla Terra o sulla Luna ma anche in moto, magari dentro la stazione spaziale o un ascensore.

M albert einstein in compagnia di arthur eddington.

P Maurits cornelis. Escher, Relatività, 1953, litografia, 27,7 x 29,2 cm.

la teoria Della reLatività

A.s.L.A. cAsArANO

piccoli interventi di restyling e impaginazione

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Comunicazione visiva per l’adversiting | Portfolio

Patrizia Ne

Page 33: PORTFOLIO_Patrizia Ne

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Autoanalisi Una domanda emergente

Il Paziente vuole sempre più essere protagonista della propria salute.

n È informato ed aggiornato: legge libri, riviste e naviga su internet per saperne di più sulle malattie e le loro cure, con il desiderio di migliorare la propria qualità di vita.

n Fa sempre più ricorso alla automedicazione e all’autodiagnosi, chiedendo il consiglio del Farmacista per essere certo di fare la scelta migliore.

Autoanalisi in farmacia

Autoanalisi domiciliare

Subito una risposta sicura

Roche Diagnostics, azienda leader nel settore della diagnostica, è da anni partner affidabile del Farmacista nell’utilizzo e nella distribuzione al pubblico di dispositivi di autoanalisi.

TEST&LIFE è la nuova linea di dispositivi di autoanalisi/misurazione studiati per soddisfare le principali richieste del paziente/cliente:

à affidabilità della risposta

à semplicità di esecuzione

à facilità di lettura

QUI PUOI è la linea più diffusa di sistemi per l’autoanalisi in farmacia. Reflotron PST e CoaguChek XS sono sistemi IVD caratterizzati da:

à qualità analitica

à semplicità d’uso

à velocità di esecuzione

4 - Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare Italiano.

Ital Heart J 2004; 5 (Suppl 3): 49S-92S.

4 - Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare Italiano.

Ital Heart J 2004; 5 (Suppl 3): 49S-92S.

da braccio

da braccioda braccio

da polso

Visomat®

Comfort 20/40Manichetta morbida Visomat®

Comfort IIIManichetta preformata

Visomat®

EcoEconomico

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sotto controllo

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misurazione con un solo

strumento di:

• colesterolo

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Accutrend® Plus

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una gamma completa che soddisfa

le diverse esigenze del cliente.

DonneUomini

33% 31%

Ipertensione

L’Italia in cifre4

DonneUomini

21%

30%

9%

25%

17%

6%

Ipercolesterolemia

Trigliceridi elevati

Intolleranza al glucosio

L’Italia in cifre4

Ipertensione

Rischio

cardiovascolare

visomat®

n progetto e realizzazione per visual, espositore e quartini

Page 34: PORTFOLIO_Patrizia Ne

adversitingpatrizia ne

�Nella�gestione�della�TVP�

�Una�scelta�orientata

Farmacoeconomia

Terapia

Profilassi

Pratica ambulatoriale

La SPT colpisce circa la metà dei pazienti, entro 2 anni dalla TVP,15 ed è correlata a:

persistenza di trombosi venosa residua16

Percentuali di ricanalizzazione in 91 pazienti con TVP trattati con Fluxum o Nadroparina

Formazione percentuale di aggregati piastrine-PMN in sangue intero stimolato con TRAP-6 (Thrombin Receptor Activating Peptide-6); Fluxum ed eparine di riferimento alla concentrazione di 0,8 U.I./ml.

coN�flUxUm�-�sigNificaTiVa�aTTiViT�aNTi�iNfiammaToria4

processo infiammatorio localizzato4,16,17

Bisogna trattare una TVP non solo per prevenire l’embolia polmonare ma anche con l’obiettivo di ridurre l’incidenza di sindrome post-trombotica (SPT)14

Terapia�della�TVP:��efficace�risoluzione�del�trombo�con�il���vantaggio aggiunto�dell’attività anti infiammatoria

0

10

20

30

40

50

60

70

1 mese

(%)

17,6% 15,0%

27,5%22,5%

3 mesi

45,1%

60,8%

27,5%

50,0%

6 mesi 12 mesi

1

1

2

2

attivazione leucocitaria

aggregazione leucociti-piastrine

attivazione piastrinica

migrazione leucocitaria endoteliale

Ruolo dell’infiammazione vascolare nelle patologie tromboemboliche17

coN�flUxUm�-�ProgressiVa�ricaNalizzazioNe3

10

20

30

40

0Controllo Fluxum Ep. non frazionata Enoxaparina

aggregati�piastrin

e-Pm

N�(%

)

terapia

Fluxum 1 mese a dose terapeutica + 2-5 mesi a dose profilattica

Nadroparina 3-6 mesi a dose terapeutica

*

*p<0,05 vs controllo

Pratico�per�il�medi�co,�ben�tollerato��per�il�paziente

pr

ati

ca a

mb

ula

tor

iale

PazieNTi�obesi�coNaNTi-xa�Nel�raNge�ProfilaTTico2

coN�flUxUm�-�Posologia�iNdiPeNdeNTe�dal�Peso�aNche�Nel�PazieNTe�obeso2

Livelli anti-Xa (valori di picco) in funzione del peso corporeo in 36 pazienti obesi in trattamento profilattico con Fluxum alla dose di 4.250 U.I./die

Tollerabilità e aderenza alla terapia in 91 pazienti con TVP trattati con Fluxum o nadroparina per 3-6 mesi.

coN�flUxUm�-�bUoNa�TollerabiliTà3�…

…�a�VaNTaggio�della�comPliaNce:��meNo�PazieNTi�coN�assUNzioNe�irregolare3

98,3%

0,1

0,2

0,3

0,4

0,5

P=0,111

0,0BMI≤45 Kg/m2 BMI>45 Kg/m2

anti-xa�(U

.i./m

l)

Fluxum

Nadroparina

nessun ematoma nel punto

di iniezione

nessun bruciore nel punto

di iniezione

buona tollerabilità totale

0

50 100

Pazienti�(%)

82,4

52,9

62,7

67,5

40,0

42,5

5

10

15

0Fluxum Nadroparina

Pazienti�(%

)

5,9

12,5

n progetto e realizzazione visual

Page 35: PORTFOLIO_Patrizia Ne

adversitingpatrizia ne

6Tollerabilità ed efficacia

del trattamento a lungo terminecon romiplostim in pazienti

con ITP cronica1

Conclusionin Questo studio è il più lungo finora condotto

nel trattamento dell’ITP con un farmaco trombopoietico

n Dimostra che romiplostim è efficace e ben tollerato per almeno 3 anni nella terapia di mantenimento

dei pazienti con ITP cronica, anche se con malattia severa, refrattaria a più linee di trattamento

e sottoposti a splenectomia

Romiplostim aumenta la produzione piastrinica stimolando il recettore della TPO

Nei pazienti con ITPn aumenta la conta piastrinican ha rapido effetto sulla risposta piastrinican è efficace a lungo terminen riduce l’incidenza degli eventi emorragicin è ben tollerato anche a lungo termine (3 anni)

1. Bussel JB et al. Safety and efficacy of long-term treatment with romiplostim in thrombocytopenic patients with chronic ITP. Blood 2009; 113: 2161-2171

Classe H (RR)

Prezzo al pubblico flaconcino da 250 mcg e 994,37 (IVA inclusa)*

Prezzo al pubblico flaconcino da 500 mcg e 1.988,75 (IVA inclusa)*

*A tale prezzo vanno applicate le riduzioni temporanee previste dalla normativa vigente.Depo

sitat

o pr

esso

AIFA

in d

ata 2

4/02

/201

0.

Cod

. NP

1000

8

M

ater

iale

dist

ribui

to u

nita

men

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RCP.

Risultati - efficacia

La risposta piastrinica si è osservatan nel 30% dei pazienti dopo la 1a dosen nel 51% dei pazienti dopo la 3a doseL’87% dei pazienti ha avuto almeno una volta una risposta piastrinica

La conta piastrinica mediana era n fra 58 e 106x109/l nei pazienti splenectomizzatin fra 96 e 209x109/l nei pazienti non splenectomizzati

La risposta piastrinica era definita come una conta piastrinica ≥50x109l che fosse almeno il doppio della conta piastrinica basale senza il ricorso a terapia di salvataggio durante le precedenti 8 settimane

Settimane di trattamento

% p

azie

nti c

on ri

spos

ta p

iast

rinica

1 4 8 16 24 32 40 48 56 64 72 80 88 96 104 112 120 128 136 144

100

102030405060708090

0

Andamento della risposta piastrinica

Conte piastriniche mediane per settimana di studio. Settimane di trattamento

Cont

a pi

astr

inica

med

iana

(x10

9 /l)

Miglioramento della conta piastrinica

1 4 8 16 24 32 40 48 56 64 72 80 88 96 104 112 120 128 136 144

300

250

200

150

100

50

0

Retro Tascanon stampabile

Fronte TascaStampabileIncollata

4n Gli eventi avversi con incidenza ≥1% erano •Cefalea 1,8% •Contusione 1,1% •Epistassi 1,0%

n Si osservavano 19 eventi avversi gravi considerati correlati al trattamento in 13 pazienti (9,2%)

n Si osservava una riduzione progressiva della percentuale dei pazienti con eventi emorragici

Sicurezza

n Gli effetti collaterali erano giudicati lievi o moderati nella maggior parte dei pazienti

Riduzione o interruzione delle terapie concomitanti per l’ITP

n Quasi tutti i pazienti (84%) in trattamento con terapie per l’ITP all’inizio dello studio erano in grado di ridurle o sospenderle completamente

n Nel corso dello studio, il 36% dei pazienti ricorreva a farmaci di salvataggio

0

20

1-24 24-48 48-72 72-96

40

60

Pazie

nti c

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vent

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(%)

Settimane

29%23% 20%

42%

Graficizzazione di dati testuali

Trattamento

n Romiplostim per via sottocutanea una volta alla settimana n Dose iniziale •Pazienti trattati precedentemente con placebo: 1 mg/kg/settimana •Pazienti trattati precedentemente con romiplostim: stessa dose finale dello studio precedente n Titolazione della dose in funzione della conta piastrinica •se conta ≤10x109/l aumento di 2 mg/kg ogni settimana •se conta >10 e <50x109/l aumento di 2 mg/kg dopo 2 settimane consecutive •se conta fra 50 e 250x109/l aggiustamento di 1 mg/kg non più frequentemente

di ogni 2 settimane •se conta >250 e <400x109/l riduzione di 1 mg/kg dopo 2 settimane consecutive •se conta ≥400x109/l sospensione della dose successiva; nel giorno della successiva somministrazione, quando la conta piastrinica

è <250x109/l, si riduce la dose di 1 mg/kg n Dose massima: 10 mg/kg/settimana

Obiettivo dello studio

n Valutare la sicurezza e l’efficacia del trattamento a lungo termine con romiplostim in pazienti con ITP cronica

Popolazione dello studio

n Pazienti che, dopo aver completato uno studio precedente con romiplostim, avevano una conta piastrinica ≤50x109/l

Training Adventure

Training Adventure Nplate

17-18 Dicembre 2009HoTel ResoRT

MATilDe Di CANossA s. Bartolomeo (Reggio emilia)

n cartellina e roll-up

Page 36: PORTFOLIO_Patrizia Ne

patrizia ne

Improving food fortification with folate

TMTM

Gnosis S.p.A.Via Lavoratori Autobianchi, 120033 Desio (MB) Italy

www.gnosis-bio.com

Headquartered in Desio, Milan, Italy, Gnosis is a pro-active bio-technology-based company specialized in the manufacture and sale of raw materials and finished products produced through na-tural fermentation.With a solid commitment in biotechnological Research & Develop-ment, Gnosis is able to develop innovative active ingredients that can be made specific to the customer and market needs.

Gnosis has a European manufacturing network dedicated to high-quality and proprietary products for pharmaceutical and nutritio-nal applications.

ABOUT GNOSIS

adversiting

High water solubility

1 g/ml: over 100 times the solubility of the

calcium salt

n Improves absorption

n Makes food fortification easier

n Patent pending n°: WO2009/10334A1

n Covers different formulations and combina-

tions (vitamins and minerals)

n Allows production of drinkable formulations

n Stability data on common vitamins combina-

tions available

Long lasting stability (25° temperature)

Assay reduction in 1 year, less than 1%

n Extends to over one year the expiring date

n Allows easy handling storage

1 mg of folic acid is bioequivalent to 0.28 mg of 6(S)-5-methylfolate calcium salt and to 0.23 mg

of 6(S)-5-methyfolate, this means that 6(S)-5-methylfolate and QuatrefolicTM are respectively 3.29

and 4.34 times more bioavailable than Folic acid.

Improving folate supplementationBioavailability ratio

stability

bioavailabilityefficacy

solubility

the 4th generation folateTMTM

0Folic acid

Rati

o

1

2

3

4

5

6(S)-5-methylfolate

calcium salt

QuatrefolicTM

the 4th generation folateThe number of countries with documented national regula-tions for mandatory wheat flour fortification increased from 33 to 58 (51 fortify with folic acid).

After the fortification with folic acid of all types of white flour, enriched pasta, and cornmeal became mandatory in Canada, the prevalence of neural tube defects decreased

For fortification with folates and reduced folates, the cal-cium salts were up to now the most relatively stable deri-vatives, and calcium 5-methylfolate was the only folic acid derivative able to act without further metabolism.

Clinical research all over the world emphasizes the importance of folate supplementation in:

The evidence of efficacy

46%

l Neural-tube defect

l Male and female infertility

l Spontaneous abortion

l Coronary heart disease

l Macrocytic anaemia

l Folates deficiency in alcoholism

l Methotrexate therapy

l Epilepsy

l Irritable bowel disease

l Cognitive deficits in elderly

l Lifestyle putting people at risk of low folate levels:

– Smoking – Alcohol excess – Eating disorders – Low vegetables intake – Chronic dieting

HO OH

2

HOO

HO

NH3

+

H2 N

N

N

O

O O

O

O

O

NH

NH N

HN

H

CH3

Mandatory programs

Voluntary programs

Planning programs

WHO recommendation between 150 and 300 g per day

TMTM

Food folate Folic acid 6(S)-5- methylfolateCal cium salt

4th generation

6(S)-5-methylfolate glucosamine salt

stability

bioavailabilityefficacy

solubility

1st generation

UnstableRequires metabolismHardly controlledHighly active

2nd generation

UnstableRequires metabolismDosableHighly active

3rd g eneration

Highly solubleNo metabolism needed

StableDosable

Highly active

HO OH

2

HOO

HO

NH3

+

H2 N

N

N

O

O O

O

O

O

NH

NH N

H

NH

CH3

Folate: the evolution of a species

Slightly solubleNo meta bolism neededStableDosableHighly a ctive

TMTM

n progetto e realizzazione visual

Page 37: PORTFOLIO_Patrizia Ne

adversitingpatrizia ne

Nell’RCC* avanzatoquando la terapia mirata anti-VEGF fallisce

CAMBIARE per continuare

Beneficio clinico nel 69% dei pazienti8*Beneficio esteso a tutti i sottogruppi di pazienti1,2,8,?

...E ADDOMINALI

Immagini tratte da rif. 10

Beneficio di AFINITOR

RISCHIO MSKCC Favorevole Intermedio Sfavorevole

ETÀ <65 anni >65 anni

0,80,60,40,201,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2,0

Beneficio del placebo

MB n 0,51 120 0,32 235 0,44 61

0,34 263 0,33 153

Hazard ratio

Riduzione del rischio di progressione in funzione delle classi di rischio MSKCC e dell’età

Regressione delle metastasi...10

...POLMONARI...

Immagini tratte da rif. 10

Prima di AFINITOR

Prima di AFINITOR

Dopo 16 mesi con AFINITOR

Dopo 16 mesi con AFINITORSuperiore riduzione della lesione target8

* Beneficio clinico = risposta parziale (2%) o patologia stabile (67%)8

Donna di 57 anni con recidiva e metastasi dopo nefrectomia; durante il trattamento con sunitinib ha presentato progressione senza possibilità di aumentare il dosaggio dell’anti-VEGF a causa degli eventi avversi. Il successivo trattamento con Afinitor ha determinato una riduzione del tumore per oltre 16 mesi.10Va

riazi

one

della

dim

ensi

one

del t

umor

e (%

) 100

75

50

25

0

-25

-50

-75

-100

PlaceboPazienti

AFINITOR Pazienti

AU

ME

NTO

RID

UZ

ION

E

Variazione massima % della dimensione della lesione vs basale

Sopravvivenza libera da progre ssione (PFS) più che raddoppiata8Efficacia dimostrata su più di 400 pazienti2

PFS 4,9 vs 1,9 mesi rispetto a placebo1,9

Studio clinico, randomizzato di fase III in doppio cieco verso placebo, in 416 pazienti affetti da carcinoma renale a cellule chiare avanzato in progressione durante o dopo trattamento con anti-VEGFR2. Era anche permessa la precedente terapia con bevacizumab, interleuchina 2, o interferone alfa

74% dei pazienti erano stati pretrattati con un solo anti–VEGFR: sunitinib or sorafenib2

88% dei pazienti trattati con placebo sono passati ad Afinitor dopo progressione2

67% di riduzione del rischio relativo di progressione o decesso rispetto a placebo (Hazard ratio = 0,33 95 % CI [0,25, 0,43]; p<0,001)1

Consentito il Crossover ad AFINITOR a progressione

l precedente VEGF TKI: 1 o 2l gruppo di rischio MSKCC:

favorevole, intermedio, sfavorevole

* Indipendent Date Monitoring Committe

STRATIFICAZIONE

Lo studio è stato interrotto prima a raggiungimento dell’endpoint di efficacia come raccomandato da IDMC*

RECORD-1 Disegno dello studio2,8

Stratificazione

Prima analisi ad interim

Seconda analisi ad interim

(ASCO 2008)

Fine dell’analisi in doppio cieco(ESMO 2008)

AFINITOR + migliore cura di supporto (n=277)

PLACEBO + migliore cura di supporto (n=139)

N=416+

Probabilità di essere libero da progressione a 10 mesi con Afinitor9

Sopravvivenza libera da progressione valutata in cieco da un Comitato di Revisione Centrale Indipendente1,8

Prob

abili

tà (%

)

AFINITOR (n=2)

Log rank p<0,001

30

0

0 0 0 0 0 0 0 0

50

40

80

100

Placebo (n=13)

Mesi

>25%>25%

Studio interrotto per efficacia: Afinitor è risultato statisticamente superiore già alla 2a analisi ad interim con il 37% di pazienti in progressione vs il 65% con placebo.2

n progetto e realizzazione visual

Page 38: PORTFOLIO_Patrizia Ne

patrizia ne

Un problema debilitante di dimensioni crescenti1,2

Anemia Indottada Chemioterapia

Cod.

D

epos

itato

pre

sso

l’AIF

A 00

/00/

0000

M

ater

iale

dis

tribu

ito u

nita

men

te a

RCP

Anemia indotta da chemioterapia: un problema debilitante di dimensioni crescenti1,2

• È comune tra i pazienti oncologici3

• È un problema multifattoriale3

• Ha effetti negativi sull’organismo6

• Riduce la qualità di vita dei pazienti oncologici9

Bibliografia

1. Bohlius J et al. Cancer-related anemia and recombinant human erythropoietin—an updated overview. Nat Clin Pract Oncol. 2006 ;3(3):152-164.

2. Bernardo G et al. Prevalence of anemia in oncologic patients treated with chemotherapy. Italian survey at the national level. Recenti Prog Med. 2001;92(10):580-588.

3. Groopman JE et al. Chemotherapy-induced anemia in adults: incidence and treatment. J Natl Cancer Inst. 1999;91(19):1616-1634.

4. Ludwig H et al. The European Cancer Anaemia Survey (ECAS): a large, multinational, prospective survey defining the prevalence, incidence, and treatment of anaemia in cancer patients.

Eur J Cancer. 2004;40(15):2293-2306.

5. Barret-Lee PJ et al. Independent risk factors for anemia in cancer patients receiving chemotherapy: results from the European Cancer Anaemia Survey. Oncology. 2006;70(1):34-48.

6. Ludwig H et al. Symptomatology of Anemia. Semin Oncol. 2001;28(2 Suppl 8):7-14.

7. NCCN-National Comprehensive Cancer Network. Cancer- and chemotherapy-induced anemia. V.2.2010. Disponibile online su:www.nccn.org.

8. Barni S et al. L’anemia in oncologia. 2009. Wolkers-Kluwer. Lippincott Williams & Wilkins.

9. Spivak JL et al. Anemia management in oncology and hematology. Oncologist. 2009;14 Suppl 1:43-56.

10. Curt GA et al. Impact of cancer-related fatigue on the lives of patients: new findings from the Fatigue Coalition. Oncologist. 2000;5(5):353-360.

11. Aapro M. An update on twenty years of anemia management with erythropoiesis-stimulating agents in nephrology and oncology/hematology. Oncologist. 2009;14 Suppl 1:1-5.

Una gestione ottimale dell’anemia è una componente critica del trattamento antitumorale4

Gli ESA sono sicuri ed efficaci nell’alleviare l’anemia,nel ridurre l’impiego di trasfusioni e nel migliorare la QoL dei pazienti anemici sintomatici, quando impiegatisecondo le raccomandazioni delle attuali linee guida11

Prezzo al pubblicoAranesp© PFS 150 µg € 513,36 - Aranesp© PFS 300 µg € 804,67 - Aranesp© PFS 500 µg € 1341,12

adversitingn progetto e realizzazione visual

linfomi/mielomi4

carcinoma polmonare (NSCLC)4

carcinoma mammario4

carcinomacolorettale4

Anemia, tumori e chemioterapia: un’associazione riconosciuta2

Maggiore incidenza di anemia all’aumentare dei cicli di chemioterapia4

Maggiore incidenza di anemia tra i pazienti trattati con chemioterapia4

L’anemia, già presente alla diagnosi1 aumenta con la terapia antitumorale3

77%

62,2%

60,8%

72,9%

NEI TUMORI EMATOLOGICI4

NEI TUMORI SOLIDI4

67,9%Prevalenza

complessiva

Chemioterapia

62,7%

41,9%

34,3%42%

19,5%

19,5%

Chemio-RadioterapiaRadioterapia

Ciclo 4-5

46,7%

Ciclo 1 Ciclo 2Ciclo 3

• Cefalea• Giramenti di testa• Vertigini• Funzione cognitiva

• Danno retinico• Pallore• Cute fredda

• Tachicardia• Angina• Insufficienza cardiaca• Palpitazioni

• Proteinuria• Ritenzione idrica

• Gonfiore degli arti inferiori• Edema generalizzato

• Menorragia• Amenorrea• Impotenza• Riduzione della libido

• Fragilità ungulare

• Tachipnea• Dispena• Edema polmonare

• Malassorbimento• Indigestione• Irregolarità del transito intestinale

* intesa in termini di fatigueModificato da Figura 1 in Rif. 6

Anemia indotta da chemioterapia: una ridotta qualità di vita* nei pazienti oncologici9

Sforzarsi di svolgere attività

Esaurimento nervoso

Depressione o disperazione

Difficoltà nel ricordare

Pazienti (%)

Figura 3 Rif. 10

Ridotta motivazione o interesseper le usuali attività

Ridotto interesse per le normali attività

Difficoltà di concentrazione o di mantenere l’attenzione

Avere la sensazione di non potersi più sentire normale

Avere la sensazione che le personenon comprendano veramente la fatigue

Tristezza, frustazione o irritabilitàa causa della fatigue

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90

L’anemia si associa a un corredo di sintomi8 La fatigue colpisce il benessere psicosociale 10

77%

62%

53%

51%

51%

45%

41%

38%

36%

35%

Anemia indotta da chemioterapia:

un problema multifattoriale3

FATTORI DI RISCHIO

associati

al paziente

• Genere5

• Età6

• Anemia alla diagnosi5

• Precedenti trasfusioni7

• Precedente terapia

mielosoppressiva3

TIPO DI TUMORE

linfomi/mielomi

Prevalenza nei soli

pazienti in

chemioterapia4

TIPO DI CHEMIOTERAPIA

62,4%

83,3%

70,8%carcinoma polmonare

(NSCLC)

carcinoma mammario

carcinomacolorettale

Terapia nei tumori solidi8

Prevalenza8 Grado8

Platino

Texani

Inibitori topoisomerasi

Imatinib

Sunitinib

60%

15%

8,9-15%

30-50%

90%

10%

26%

9%

1-2

3-4

3-4

3-4

Tutti

3-4

Sintomatica

3-4

Terapia nei linfomi3

Incidenza3 Grado3

ProMACE + MOPP

MACOP B

CHOP

MOPP

ABVD

63%

9%

55%

10%

74%

31%

12%

5%

1-2

3-4

1-2

3-4

3

1-2

3-4

1-2

79,7%

ANEMIA daCHEMIOTERAPIA

Un problemamultifattoriale3

ProMACEprocarbazina-metotrexato-leucovorin-doxorubicina

ciclofosfamide-etoposide

MOPPmecloretamina-vincristina-procarbazide-prednisone

MACOP Bmetotrexato-leucovorin-doxorubicina-ciclofosfamide

vincristina-prednisone-bleomicina

CHOPciclofosfamide-doxorubicina-vincristina-prednisone

ABVDadriamicina, bleomicina, vinblastina, dacarbazina

Page 39: PORTFOLIO_Patrizia Ne

adversitingpatrizia ne

quando i sintomi premestruali sono più evidenti

Forte

Conferme di efficacia anche nel PMDD

Forte

MIGLIORAMENTO DEI SINTOMI PSICHICI CORRELATI ALLA PMDD DOPO 2 CICLI (8)

Risultati di uno studio in doppio cieco, randomizzato, controllato, condotto su 41 pazienti (18-49 anni) con diagnosi di PMDD. L’efficacia dei due trattamenti è stata valutata mediante tre diverse scale: Hamilton Depressione Rating Scale (HAM-D); Clinical global impression scale-severityof illness (CGI-SI) e il miglioramento del punteggio della CGI scale associato al Penn daily symptom reports (DSR). (2) (8)

* La fluoxetina è un SSRI (inibitore selettivo del ri-uptake della serotonina) di 1° scelta nel trattamento del PMDD (2, 4)

t

“È fondamentale quindi applicare un trattamento secondo il principio della gravità e della gradualità, utilizzando in prima istanza presidi meno aggressivi, e riservare trattamenti con farmaci psicoattivi solo ai casi resistenti o che presentino una maggiore gravità.”(2)

60 compresse rivestite4 mg di estratto secco di frutti di agnocasto

SPM forme lievi-moderate

30 compresse rivestite20 mg di estratto secco di frutti di agnocasto

Quando i sintomi premestruali sono più evidenti

MODALITÁ D’USO

1 compressa 1 volta al giorno preferibilmente alla stessa oraPER ALMENO 3 MESI SENZA INTERRUZIONE, ANCHE DURANTE IL PERIODO MESTRUALE

Contiene lattosioPuò essere utilizzato anche in caso di diabete

Complementi nutrizionali per il benessere della

donna durante il ciclo

FLUOXETINA

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Evidenze di efficacia nella SPM moderata-severaSIGNIFICATIVO MIGLIORAMENTO

DELLA SINTOMATOLOGIA PREMESTRUALE QUESTIONARIO DI AUTOVALUTAZIONE

DEL DISTURBO DISFORICO PREMESTRUALE

SCALA VISUO-ANALOGICA (VAS) PER L’AUTOVALUTAZIONE DELL’INTENSITÀ DEI SINTOMI

Lo studio evidenza un netto miglioramento nel gruppo trattato con Cyclodynon forte in particolare sui sintomi di natura psichica.(5)

“Dopo l’interruzione del trattamento i sintomi gradualmente ritornavano. Tuttavia, persisteva per ulteriori 3 cicli una differenza statisticamente significativa (p < 0.001).” (6)

Questionario di autovalutazione di 47 sintomi ciascuno con una scala di 6 gradi, suddivisi in 8 gruppi. Risultati di uno studio multicentrico, in aperto condotto su 43 donne con disturbo disforico luteale. (6)

Risultati di uno studio in doppio cieco, randomizzato, controllato verso placebo, a gruppi paralleli condotto su 178 donne (età media: 36 anni) con sindrome premestruale diagnosticata in accordo al DSM-III-R di cui 170 valutabili al termine dei 3 cicli di studio. (5, mod)

La VAS veniva utilizzata dalle donne due volte ad ogni ciclo per valutare l’intensità dei sintomi: nella fase follicolare (5° giorno dopo la fine del flusso, bassa intensità) e nella fase luteale tardiva quando la SPM è più intensa.(6)

t

t

t

200

300

400

500

600

1001 3 62 4 75 8

70

90

110

130

50

BASALE(2 cicli)

TRATTAMENTO(3 cicli)

POST-TRATTAMENTO

(3 cicli)

CICLI MESTRUALI

TRATTAMENTO

Fase luteale tardiva

Fase folicolare

(*) p<0,002

(**) p<0,001

Placebo (n=84)

Cyclodynon Forte (n=86)

Irritabilità

** ** ** *** NS

Alterazioni

dell’umore Rabbia,

aggressivitàMal di testa

Gonfiore Tensione

mammaria

-10

-15

-20

-25

-30

-18,2 -17,6

-11,7

-5,9

-13,7

-8,4

-28,9 -28,7

-22,1

-17,8

-12,4

-18,6

-5

0

(Autovalutazione, Punteggio sintomatologia totale dei 3 cicli p<0,001)

Pu

nte

gg

io (

me

dia

± e

.s.)

Pu

nte

gg

io (

me

dia

± e

.s.)

p<0,001 p<0,001

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Parigi“Fête de l’Italie”organizzata dal 16esimo arrondissement

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