Caterino Pasqua 2011

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Giornalino Parrocchiale, della chiesa SS. Crocifisso in Modena

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Il Caterino

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Mentre sto scrivendo questa breve lettera alle famiglie

della comunità, in chiesa i bambini animano la Via

Crucis che ogni venerdì di quaresima celebrano insieme

agli anziani. Certamente il fare la Via Crucis è una cosa

buona, consigliata e necessaria.

La Santa Pasqua ci invita a iniziare la “Via della Gio-

ia”. La gioia è un comando di Gesù Risorto: “Se mi

amaste, vi rallegrereste…”; “Non vi lascerò orfani, ri-

tornerò…”; “ Vi rivedrò e il vostro cuore gioirà e nes-

suno vi potrà togliere la vostra gioia. Chiedete e otterre-

te, affinché la vostra gioia sia piena” Gv. 16, 2-24.

Quando vedo un bimbo, una ragazza o un anziano che

sorridono, noto la presenza di Dio nel loro cuore.

Pasqua è la più grande solennità del cristiano! Cristo è

risorto! Cristo è figlio di Dio; è Lui che ha vinto la

morte e ci ha dato la vera Vita, la gioia di essere figli di

Dio e fratelli di Cristo.

Gesù ci ha donato se stesso nel pane Eucaristico. I due

discepoli di Emmaus riconoscono Gesù quando spezza

il pane e corrono pieni di Gioia a Gerusalemme.

Anche io sono pieno di Gioia quando vedo padre Mau-

ro, il diacono Guido, i ministri dell’Eucarestia, le suore,

gli animatori, i giovani, i bimbi della scuola materna

con le loro insegnanti… Andiamo avanti con entusia-

smo e Gioia grande!

Buona e Santa Pasqua!

Don Sergio

Gesù “veglia” con noi!

C’è un attesa che è senza prospettiva. Si può collegare

all’esperienza della notte: infatti che la notte sia natu-

ralmente percepita come minaccia e pericolo spesso

non lo si sa proprio più in un mondo che ha fatto scam-

biato il giorno per la notte. La notte in molte parti del

mondo dove mancano i mezzi tecnici per dissipare

l’oscurità ancora oggi non è vissuta come un tempo

buono. È il tempo senza luce e senza calore: il tempo in

cui la vita si ritrae e in cui i colori non sono più visibili

e dove la struttura e l’ordine del mondo sembrano

scomparire.

Anche la Bibbia parla di quest’esperienza uma-

na primordiale: le potenze delle tenebre minacciano

l’uomo. Soprattutto coloro che soffrono d’insonnia

per tanti motivi lo percepiscono di più: ci si rigira

continuamente nel letto, si continua a contare

le famose “pecorelle” e ricontarle ogni quar-

to d’ora e non si va avanti, come si sente

ogni rintocco di campana. Sembrano

tempi infiniti, neri e opprimenti. Si a-

spetta, pur sapendo che l’attesa tra-

scorre senza alcun esito. Immagino la notte angoscian-

te di Gesù nell’orto degli ulivi, notte interminabile do-

minata dalla paura e dalla solitudine. In questo caso il

tempo si dilata all’infinito, perde ogni contorno e si

indurisce. Il suo silenzioso scorrere può assumere

un’esperienza assolutamente negativa dell’eternità. In-

fatti, si sperimenta l’abbandono di tutti… e a volte an-

che di Dio. Cosa rimane, ad esempio, ad una persona a

letto malata in notti simili? Si può al massimo sonnec-

chiare e cercare di sopportare il tempo, passivamente,

impotenti. Lo si può solo lasciar passare. Ci si può ci-

mentare nel sopportare e nel soffrire. Il tempo diventa

in questo caso una prigione e un tormento.

Il tempo ha bisogno di “risurrezione” e di pro-

spettiva: di notte chi è malato non può neppure alzarsi,

ma è condannato alla disperazione e all’immobilità.

Stare svegli di notte è desolazione. E questa è una cosa

ben diversa dalla noia quando non si sa come riempire

adeguatamente il tempo. Qualcosa di diverso è

“attendere il mattino” nel cuore della notte. C’è un pas-

so meraviglioso nel salmo 130 al versetto 6 che recita:

<<L’anima attende il Signore più che le sentinelle

l’aurora>>. Ci può essere qualcuno che ha “vegliato”

con noi nella notte e si rallegra per l’arrivo del nuovo

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giorno. Invece un malato deve solo "attendere" ed è

costretto a vedere le cose in modo diverso, consideran-

do il tempo un “nemico” da sconfiggere.

Quando vegliamo un malato "insonne" per tutta

la notte il tempo si trasforma da realtà da vincere ad

una realtà da vivere come dono per l'altro. Perché quan-

do un malato una persona sola percepisce che l’altro è

lì per lui, anche se è notte e fa esperienza della notte, il

dono dell’altro può trasformare il "buio" in “giorno di

risurrezione”. E quando la notte sembra ancora lunga,

rimane una cosa da fare: sperare in un nuovo giorno.

Anche quando le ore non sembrano passare mai sappia-

mo che stiamo inoltrandoci verso un nuovo giorno nella

speranza che poi tutto andrà meglio. Il dono che l'altro

vuole essere per me mi libera dalle notti insonni. Dice-

va B. Brecht nel “Canto della Moldava”: “La notte ha

dodici ore, poi arriva finalmente il giorno”.

Vorrei leggerla così la Pasqua di quest’anno: la

notte del dolore che fa spazio all’aurora grazie al fatto

che Gesù continua a “vegliare” accanto a noi dentro le

nostre "insonnie". Gesù risorto rimane di proposito ac-

canto a noi; anzi, lui è presente dentro il nostro stare

svegli “obbligato” per "immettere" dentro l’angoscia

una luce di speranza. Se il Cristo non fosse risorto, non

sarebbe qui a “vegliare”oggi accanto a noi, vicino al

letto del nostro dolore e a “tenerci la mano” per non

farci più sentire soli.

Ecco perché siamo chiamati ad educarci alla

pazienza in attesa del nuovo “giorno” insieme a lui,

sapendo che dentro la nostra notte c’è sempre Gesù che

“attende” insieme a noi l’alba. L’attesa, quindi, ha un

doppio volto: ce n’è una vuota, senza gioia e senza spe-

(Continua da pagina 2) ranza, ma ci può essere un’attesa “gratificante” e

"paziente". Gli eremiti del deserto che erano in grado di

reggere in condizioni aspre e inospitali avevano una

forte attesa di Dio che li avrebbe liberati dalla fatica e

dalla solitudine: nell’attesa quindi era già presente e

operante l’appagamento perché Gesù era percepito da

loro come il "presente" che dava senso alla loro

"attesa".

La pazienza quindi è sempre unita all’attesa.

Ma la pazienza ha anche delle “sorelle: l’impazienza e

la nostalgia. L’impazienza può essere “bella” quando,

ad esempio, si vuole vedere per la prima volta qualcuno

che già da lungo tempo si avrebbe avuto piacere di ve-

dere. Ma anche la nostalgia è qualcosa di particolar-

mente significativo, quando si esperimenta l’assenza di

una persona cara e la si vorrebbe avere sempre con sé.

La nostalgia fa parte della vita come l’attesa del compi-

mento.

In questa prospettiva diventa chiaro quanto ha

lasciato scritto un martire della violenza nazista: <<Il

Signore non salva dalla sofferenza, ma nella sofferenza;

protegge non dal dolore, ma nel dolore; ci difende non

dalla morte, ma nella morte>> (D. Bonhoffer). La Pa-

squa è fare esperienza di un Dio che si rivela nella brez-

za leggera e che sa porsi nel luogo più lontano in cui

mai potrà nascondersi l’uomo, nella sua morte, per non

lasciarlo solo e poterlo "prendere per mano" e condurlo

verso la vita. Questo sia l’augurio per una pasqua in cui

ci lasciamo “prendere la mano e per mano” dal Dio

dell’aurora e del giorno.

PASQUA ....TEMPO DI RINASCITA!!!! Vorrei condividere con chi legge queste poche righe, la

gioia che mi ha dato accompagnare dei giovani adulti a

ricevere il Battesimo!!!

E’ davvero un’esperienza di vita, capace di riaccendere

la voglia di ricominciare!

Diego e Lilibel sono due giovani stupendi che hanno

chiesto di ricevere il Battesimo e si sono messi in cam-

mino.

Essendo adulti non è stato per loro sempre facile, presi

dai mille problemi quotidiani del lavoro, della famiglia

(ognuno di loro è sposato e ha dei bimbi) e da tutte le

fatiche che ciascuno di noi ha nella propria vita! La

loro costanza e determinazione, però, ci ha convinti che

il Signore opera grandi cose proprio sotto i nostri occhi

e...per la prima volta, sotto gli occhi di tutta la comuni-

tà che partecipa alla Messa domenicale delle 10.

Ascoltare la loro storia, le difficoltà che hanno in-

contrato nella vita, la voglia di entrare nella fami-

glia dei Figli di Dio ma soprattutto la loro sem-

plicità nell’aprire il cuore e lasciare entrare

Dio, riaccende la speranza e ridona

quell’entusiasmo che a volte si spegne o

sonnecchia nella mia vita!

Quante volte, anche durante il percorso

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di catechesi dei cresimandi adulti, mi assaliva lo scon-

forto e mi dicevo: “Basta, è l’ultimo anno!” La fatica di

uscire al lunedì sera, la difficoltà nel trovare il tempo o

nuove idee per preparare gli incontri, la paura

nell’incontrare persone che si presentano con le loro

rigidità e i loro pregiudizi, deluse da qualche prete o

qualche esperienza non bella del loro passato!

Poi, con un briciolo di accoglienza e di disponibilità

all’ascolto, vedi che le persone si trasformano, il loro

muro di difesa si sgretola e si lasciano guidare alla sco-

perta di Dio, sempre più assetate della sua Parola, alla

ricerca di mille risposte o di mille spiegazioni. Lenta-

mente ti consegnano la loro vita, il loro cuore e si fida-

no di chi li ascolta e li accoglie così come sono, senza

alcun giudizio.

Non è una semplice catechesi, ma è lasciarsi coinvolge-

re dalla vita degli altri per farsi carico della loro richie-

sta di cominciare a conoscere Dio !

Diego e Lilibel sono cambiati in questi mesi ...Diego ha

detto che i dubbi con i quali si è avvicinato, sono quasi

sciolti e Lilibel ha detto di essersi sentita accolta e di

aver scoperto tante cose! Il Signore è grande davvero!

Così. ogni volta mi dico che è l’ultima, ma ogni volta

(Continua da pagina 3)

finisco talmente carica e ricca che non riesco proprio a

smettere...perchè dovrei rinunciare a tanta, troppa gioia

che ogni volta risveglia in me quella speranza che mi

aiuta ad affrontare tutto il resto! Ogni volta mi dico:

“Ne è valsa la pena!”

Di questo vorrei ringraziare don Sergio: è davvero un

sacerdote straordinario perchè ha la capacità di far sen-

tire le persone accolte così come sono e con tutta la loro

storia, nulla escluso!!

Anche Guido è stato davvero speciale in questo cammi-

no e lo ringrazio di cuore!

Grazie anche alla Cri, che con tanta pazienza, sopporta

i miei alti e bassi....senza mai mollare!

E anche ad Alberto, che con la sua testimonianza ha

reso tangibile ai ragazzi che il Signore non ci lascia

soli!

Ma soprattutto ringrazio il Signore per tutte le volte che

ha rinnovato in me la Sua Pasqua di Resurrezione attra-

verso questi ragazzi !!!!

Carmen

Ricordiamo a tutti che il nuovo sito della parrocchia è ormai attivo da un anno!

Lo potete trovare all’indirizzo:

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Il Caterino

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Il Canterino Quando il cuore canta… Quando il cuore canta Dio lo sente!

E sono convinta che Dio ci abbia sentito domenica 10 aprile

quando stavamo cantando per Lui al Santuario di San Luca.

Questo è stato, almeno a mia memoria (e parlo di una memo-

ria di circa 10 anni) il primo vero “ritiro” fuori porta del Co-

ro; solitamente ci limitiamo ai tradizionali incontri di pre-

ghiera con Padre Mauro, ma stavolta, quella che era nata

come una cosa buttata lì, non è rimasta solo un’idea, ma si è

concretizzata in una giornata piena di significato e di emo-

zioni.

Nonostante tutti i “contro”, non ultima una partita di calcio

letteralmente a metà strada tra noi e la nostra meta, siamo

testardi, e insistiamo, quindi eccoci qua! Sono le 8.30 e si

parte, come al solito ritrovo in parrocchia, piccola conta e

via…

Mentre percorriamo la via in macchina per raggiungere il

santuario, osservo il porticato, e già sento di aver lasciato a

Modena lo stress di tutti i giorni.

Giunti in cima, una preghiera insieme e iniziamo a percorrere

la “nostra strada” che, anche se non è quella che ci aspetta-

vamo (visto che stiamo scendendo, al contrario di quello che

fanno tutti…), riesce a sorprenderci comunque con la sua

bellezza e la sua capacità di metterci in comunicazione con il

Creatore.

Durante il cammino, i passi del Vangelo e alcune riflessioni

ci accompagnano.

Ritornati in cima siamo pronti a svolgere “il nostro compito”,

e animiamo con la nostra musica e il nostro canto una delle

Sante Messe del Santuario.

E come da tradizione, dopo il dovere arriva il piacere, ed

eccoci con le gambe sotto al tavolo di un bel ristorantino, in

compagnia di Padre Mauro che nel frattempo ci ha raggiunto,

per poi proseguire nel pomeriggio insieme a lui verso i luo-

ghi della sua formazione, dove ci ha guidato in un altro mo-

mento di riflessione molto stimolante.

Direi che a questo punto siamo pronti per tornare a casa, la

giornata è stata piena e faticosa, ma la cosa più bella è che

siamo pronti a ricominciare… non siamo ancora tornati in-

dietro e già pensiamo a dove e quando organizzare il prossi-

mo ritiro.

E’ stata una magnifica esperienza, che spero ripeteremo spes-

so.

Ringrazio di cuore tutti i ragazzi presenti che, con il loro

impegno, la loro amicizia ed allegria, hanno saputo rendere

questa giornata davvero speciale.

Abbraccio e saluto tutti quelli che non sono riusciti ad esser-

ci, sperando che ci saranno nuove occasioni per condividere

belle emozioni anche con loro.

Ringrazio di cuore Padre Mauro che riesce sempre a creare

un piccolo “terremoto di emozioni” dentro di noi, con le sue

parole che ci fanno riflettere e sperare.

In ultimo, ma non per importanza, ringrazio un compagno di

viaggio che non abbiamo visto, ma solo “sentito” … sono

sicura che da qualche parte sotto quel portico puoi vedere le

sue impronte accanto alle nostre…

Tiziana

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Il Caterino

Premessa importante di questo incontro è il desiderio di trasmettervi un’esperienza che ho fatto in

questi 25 anni di scuola come insegnante di religione alle superiori. Quindi il mio sguardo è sui

ragazzi dai 14 ai 19 anni, sono loro che incontro tutti i giorni e sono loro per buona parte di questo

incontro il mio riferimento. Chi non ha ancora figli grandi forse faticherà a

ritrovarsi nelle cose che dirò, ma può ugualmente tenere quest’incontro

come luogo di riflessione, come occasione per iniziare a pensare al

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Quello che tanto speriamo noi catechiste, è che questo

sacramento non rimanga solo un segno, ma diventi im-

portante nel loro cammino di fede; infatti, spesso adole-

scenti e giovani si allontanano dalla confessione forse

perché non trovano in essa sufficienti motivazioni. Il

concetto fondamentale che i bimbi dovrebbero interio-

rizzare è cosa vuol dire perdonare e fare l’esperienza

del perdono.

La famiglia è il primo ambito in cui tutto questo si spe-

rimenta, perciò l’occasione della “prima confessione”

diventa un momento fecondo e prezioso per riscoprire,

genitori e figli, il reciproco perdono.

Infatti, nell’atteggiamento comprensivo e nel perdono

dei genitori, i bambini possono riconoscere l’abbraccio

e il perdono di Dio Padre.

Mi è piaciuta molto questa frase che ho letto proprio in

questi giorni:

essere perdonati comporta un impegno pre-

ciso, donare agli altri il dono ricevuto.

Sono passati velocemente questi mesi dai primi incontri

di catechismo con i nostri bimbi!

Abbiamo condiviso momenti di riflessione, di preghie-

ra, di gioco e siamo arrivati alla “prima confessione”.

Si è svolta in due momenti: sabato 2 aprile e sabato 9

aprile, il nostro gruppo è numeroso, sono circa 70 bam-

bini!

La celebrazione è stata semplice, abbiamo predisposto

una croce “nuda” sulla quale ogni bimbo all’inizio ha

attaccato un bigliettino nero con scritta una mancanza,

l’incontro è proseguito con la lettura del Vangelo, pre-

ghiere, canti e le confessioni individuali dei bambini.

Alla fine ognuno ha attaccato un fiore di carta sopra al

biglietto nero: il peccato è stato cancellato e l’AMORE

è fiorito.

La croce prima tutta scura si è illuminata di colore…

I bimbi hanno vissuto questo momento in modo diver-

so: alcuni un po’ spaventati, altri più disinvolti, ma co-

munque emozionati.

E’ stato piacevole anche il piccolo rinfresco alla fine

della celebrazione, i bimbi hanno fatto merenda, si sono

rilassati, ed è stata l’occasione per scambiare qualche

parola con i genitori.

Eugenia

23 Gennaio 2010: 1° Incontro dei genitori del gruppo Girasoli con Nicoletta Carrieri, Insegnante di religione cattolica

2° incontro 1° Maggio Ore 10

Scuola Mater-

Dalle Elementari alle Medie…. il mondo “dentro” dei nostri figli.

(Continua a pagina 7)

LA PRIMA RICONCILIAZIONE

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o che verrà, senza paura, ma come tempo della vita in

cui a noi genitori è chiesto di continuare a crescere coi

nostri figli, perché il domani parte già da oggi…e

l’adolescenza non è poi così lontana.

Come punto di partenza della mia riflessione vorrei

proporvi uno spaccato particolare ovvero il testo di una

canzone dei Black eyed Peas, un gruppo musicale mol-

to seguito dai giovani di oggi. Ho chiesto alle mie clas-

si, in particolare alle prime, se potevo farvi ascoltare

questo testo come immagine dei giovani …e loro mi

hanno detto di si (!). Per cui mi sento autorizzata !!!

”NOW GENERATION “ (Siamo la generazione di oggi)

We are the generation now. This is the now generation Siamo la generazione di oggi Questa è l'ora di generazio-

ne This is the generation now I want money

Questa è la generazione di oggi Io voglio i soldi I want it want it want it Fast internet Fast internet Stay connected in a jet

Io voglio lo voglio lo voglio Internet superveloce , Internet

superveloce Rimani collegato a un jet […] Check me on the iChat Check me sul iChat I'm all about that http

Controllami sulla chat, controllami sulla chat. Sono tutto

di quella http You're a PC I'm a Mac I want it... Myspace in your space Myspace

Tu sei un Pc Io sono un Mac Lo voglio ... il mio spazio nel

tuo spazio Facebook is a new place Dip divin' socializin' Divin Dip 'socializin' .I'll be out in cyber space

Facebook è un nuovo posto Sarò fuori nel cyber spazio Google is my professor Wikipedia checker Checkin my account

Google è il mio professore Wikipedia il mio controllore

Checkin il mio account Loggin in and loggin out Baby I want it! Now!

Connettiti e disconnettiti ... Baby lo voglio ... Ora! I want I want I want it now I want the cold hard cash I want I want I want it now

Io Voglio io voglio, lo voglio ora. Voglio i soldi duri fred-

di. Li Voglio li voglio li voglio ora And I just can't wait I need it immediately And I just can't wait I want it immediately

E io non posso aspettare Ne ho bisogno subito E io non

posso aspettare Li voglio subito Cause time can't wait and I sure can't wait

Perché il tempo non può aspettare e io sicuramente non

posso attendere I ain't got no patience I sure can't wait

Non ho la pazienza Io di sicuro non posso attendere

Questa è la generazione di oggi. Questo è “generazione”

oggi. Noi siamo la generazione di oggi I want money I want cold hard cash I'll take your dollar and your euro And

you'll have a blast

Io voglio i soldi Voglio il freddo contante.Mi prendo il

tuo dollaro e il tuo euro e avrai uno scoppio So take your day and your credit And stick it up your ass And do it now! I

want it now!

Quindi prendete la vostra giornata e il tuo credito E fate-

lo adesso! Lo voglio ora! Big money, give me mo' money (Yeah I want it now! ) I need cas... oh I

(Continua da pagina 6) need it bad (I want it now! )

Un sacco di soldi, dammi mo'del denaro (Sì, lo voglio ora!) Ho bisogno di cash .. oh ne ho bisogno di brutto (Lo voglio

ora!) Veloce in fretta Come il tuo nome è Flash (Lo voglio

ora!) Mi fai aspettare?( Lo voglio ora!) Lo voglio ora

baby! (Ora!) Ne ho bisogno subito E io non posso aspetta-

re Lo voglio subito Cause if time can't wait then I sure can't wait I ain't got no patience Perché se il tempo non può aspettare, allora io di sicuro

non posso aspettare Non ho la pazienza […]

Ecco…questa canzone mette in luce la realtà in cui

sono inseriti i vostri figli.

Di certo ancora non pensano tutti i contenuti che ab-

biam sentito, (ce lo auguriamo ) ma respirano, vivono

…in questa realtà.

Chiediamoci: Quanto TUTTO CIO’ influisce nel

tempo sulla loro INTERIORITA’…?

………………………………

Alle medie cominciano a sentire dei profumi di cambia-

mento in loro…a poco a poco si fanno strada emozioni

e sentimenti ancora acerbi (non per tutti, ma a volte

vedo ragazzine in giro che sembrano 15enni navigate e

poi scopro che hanno 11 anni, ma hanno atteggiamenti

molto più grandi di loro ) e la famiglia ha ancora un

ruolo importante…

L’arrivo alle superiori coincide con un mondo che gli

esplode dentro. Il rapporto con la famiglia- col corpo-

con gli amici…tutto cambia .

Quando chiedo ai miei di prima superiore di fare un

disegno del loro mondo dentro…ci sono alcuni che di-

segnano arcobaleni, ma altri nuvoloni …punti interro-

gativi , gomitoli.

Tra tutti questi cambiamenti c’è anche il rapporto con

Dio e quindi ci chiediamo ..

COME VIVONO L’INTERIORITÀ GLI

ADOLESCENTI ? La mia esperienza mi porta a dire che l’atteggiamento

comune a molti adolescenti è che intorno ai 14-16 anni

può scoppiare una vera e propria crisi religiosa le sue

caratteristiche sono il dubbio il rifiuto e l'abbandono

della precedente religiosità.

IL DUBBIO, già ben presente nella preadole-

scenza come dubbio su qualche singola verità

religiosa investe poi l'intero sistema religioso.

La diminuzione dell’interesse religioso si

manifesta nella disaffezione alla pratica

religiosa e nella sfiducia nelle istituzioni

religiose.

Tale processo è anche una conseguen-

(Continua a pagina 8)

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za di un certo ritualismo ereditato dagli anni precedenti

poiché non comprendendo pienamente il significato di

certi riti e preghiere, e non trovando in se

stesso motivazioni sufficienti per continuarli,

l’adolescente lascia cadere la pratica religiosa.

Anche l'ambiente sociale, culturale può influire in posi-

tivo e in negativo sulla maturazione

della religiosità. La famiglia ha lasciato il posto al

gruppo, nel quale l'adolescente

prolungando il rapporto sociale, trova gratificazione nel

vedere riconosciuti i propri valori e

nel sentirsi amato e realizzato. Il gruppo, se da un lato

gli permette di scegliere tra più proposte di modelli di

vita, dall'altro è anche fonte, per una persona non anco-

ra pienamente formata come l'adolescente, di possibile

disorientamento, di possibile scetticismo o relativismo

sia in campo morale che in quello religioso.

La crisi religiosa dell’adolescente si aggancia anche

alla più generare crisi psicologica dell’età

evolutiva; questa crisi pertanto è normale ed è impor-

tante in quanto predispone l'inevitabile passaggio

dall'atteggiamento di acritica adesione tipica dell'infan-

zia alle scelte libere e responsabili dell'età matura.

Questa maturazione religiosa non segue un modello

unico.

Essa può avvenire in modo lento, repentino, indolore o

drammatica.

Il risultato di tale crisi può sfociare in posizioni diverse:

- l’adolescente può giungere ad una nuova religiosi-

tà più consapevole e personale, (nuovo grado di matu-

rità)

- può accontentarsi di un consenso mediocre e con-

formista alla religione tradizionale-

- oppure può cadere nell'indifferenza o nell'agnosti-

cismo

LA TENTAZIONE DI LIBERARSI DALLA

RELIGIONE

La questione di fondo è che, in una parte rilevante del-

le culture giovanili, la pratica religiosa assidua e la ma-

nifestazione esplicita della credenza religiosa rappre-

sentano attributi tipici dell'infanzia. Crescere, di-

ventare grandi, vuol dire liberarsi da tali compor-

tamenti.

Il messaggio che arriva è uno solo: crescere

vuol dire diradare le proprie presenze in

chiesa, non dire apertamente ciò che si

prova in questo campo. Dell'esperienza religiosa personale, del-

le proprie convinzioni profonde, delle

rassicurazioni che

(Continua da pagina 7) il discorso religioso può dare nei momenti in cui certi

interrogativi non possono essere tralasciati, dei propri

ricorsi a Dio nel momento del bisogno, o anche solo

dei dubbi,o del semplice inappagato bisogno di una

maggior ricchezza spirituale, non si saprà mai nulla.

I ragazzi non si diranno più nulla.

Tutto ciò resta confinato nella sfera della più stretta

intimità, dell'io che dialoga solo con se stesso. “Tanto

si sa che gli altri non credono, che non vogliono sentire

di questi discorsi. …”

La solitudine religiosa è avvertita da molti ragaz-

zi ..ma guai ammetterlo !!!

C’è anche un altro aspetto da tenere in considerazione

cioè la tendenziale scomparsa - per molti ragazzi al-

meno - di figure adulte significative con cui identifi-

carsi.

Nell'adolescenza, ogni giorno di più, i ragazzi si co-

struiscono da sé, essenzialmente confrontandosi con i

propri pari o con quelli che hanno qualche anno più di

loro. Gli adulti spesso scompaiono dagli occhi dei ra-

gazzi anche se ne hanno intorno tanti (genitori-prof-

allenatori )non sono percepiti come maestri di vita.

Questo è vero anche nell’esperienza religiosa …

probabilmente per qualcuno di noi un certo prete e una

suora sono stati riferimenti nel crescere , ci hanno gui-

dati-ascoltati – rassicurati hanno risposto a domande sul

senso della nostra vita.

In questo quadro desolante verrebbe un po’ da preoccu-

parsi, ma vi assicuro che ci sono spiragli anzi cieli lu-

minosi davanti a voi.

Prima di tutto occorre farci qualche domanda come

genitori :

- Quanto ritengo importante che mio figlio fac-

cia un cammino religioso?

- Che testimonianza gli do come adulto circa la

mia vita religiosa?

- Quali valori religiosi e spirituali trasmetto a

mio figlio.?

Queste domande , ma soprattutto le risposte tenetevele

per voi perché purtroppo per questioni di tempo non

possiamo affrontarle insieme , ma se avete la possibilità

fatevi come adulti questa domanda …e cercate den-

tro voi una risposta sincera.

Avviandomi alla conclusione vi propongo alcune piste

in riferimento al fine di mantenere in vita

l’esperienza religiosa dei vostri figli aiutandoli a capi-

re che il loro mondo interiore va tenuto in considerazio-

ne-curato e fatto crescere :

1- Favorire tutto cio’ che alimenta la loro

interiorita’ ( libri-esperienze –incontri con persone

significative, volontariato)

2- Chiedere sempre il perché del loro non voler an-

(Continua a pagina 9)

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dare a Messa , al gruppo post cresima avviando un

confronto sereno anche su questi argomenti

3- Aiutateli a guardarsi dentro , facendosi delle do-

mande in modo da maturare un atteggiamento che

non li porti alla superficialità ….pericolo molto pre-

sente nella vita dei giovani

4- Fargli fare religione a scuola , anche se vi dicono

che usano l’ora alternativa per ripassare, il più delle

volte (e qui la mia esperienza è di altissimo livello )

stanno fuori a mangiare, mandare sms, polleggiare.

L’ora di religione è per molti l’unico luogo in cui si

(Continua da pagina 8)

fanno domande più profonde , dove si affrontano

aspetti di cui nessuno parla nè tra i pari nè tra adul-

ti.

5- Non lasciare mai da parte la domanda su Dio e

sul senso della vita …dentro noi stessi

prima di tutto e poi nella loro vita.

Augurandovi ogni bene …vi ringrazio di aver condiviso

questo tema che mi è’ tanto caro,

ma soprattutto di avermi dato la possibilità’ di parlar

di loro ….I GIOVANI!

“Qual è il senso della mia vita? Qual è il mio destino?" La mia risposta, cari giovani, è semplice, ma di enorme portata:

Ecco, tu sei un pensiero di Dio, tu sei un palpito del cuore di Dio. Affermare questo è come dire che tu hai un valore in certo senso infinito, che tu conti per Dio nella tua irripetibile individualità»

Giovanni Paolo II (Astana 23 settembre 2001).

Voglio vivere perché tutti i disperati del mondo possano scoprire

che Cristo è la gioia che vince ogni sofferenza, che Cristo è la vita che vince ogni morte,

che Cristo è la pace che vince ogni angoscia

Chiara Amirante

Nicoletta

Tempo fa quando, su insistenza di un’amica, decisi di

avvicinarmi al gruppo “NOI PER VOI” ero convinta di

andare a fare un po’ di volontariato, di dare un po’ del

mio tempo agli altri. Ora, dopo due anni di esperienza

insieme, posso decisamente affermare che mi sbaglia-

vo: sono io quella che ha ricevuto e riceve di più.

L’accoglienza, le premure e l’affetto che queste nuove

amiche (e anche qualche amico) sono sempre pronte a

darmi sono impagabili e mi fanno sentire fortunata,

“più ricca” ed anche orgogliosa di appartenere a questo

bel gruppo.

P.S.: un’amica del gruppo, fra le altre cose, mi ha pa-

zientemente insegnato il punto croce: mi piace molto,

mi rilassa e faccio qualche bel lavoretto per il banco

vendita. Provate! A proposito di banco vendita quello

di Primavera – Pasqua del 3 aprile è andato bene e

abbiamo potuto, anche grazie ai vostri acquisti, aiu-

tare don Sergio per la sua carità e il centro di a-

scolto. Grazie!

RICORDATE RICORDATE

Quando farete la marmellata di amarene e ciliegie conservate i noccioli

e portateli come l’anno scorso al nostro gruppo così faremo sacchet-

ti utili per la vostra salute

Page 10: Caterino Pasqua 2011

Il Caterino

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Ho letto un libro… a cura di Letizia Anzalone

La beata ALFONSA CLERICI

Nel leggere la vita di questa suora

beatificata il 23 ottobre scorso e

appartenente alla congregazione

delle suore del Preziosissimo San-

gue - le suore della nostra scuola

materna!- mi ha colpito l’assoluta

preminenza della preghiera di suor

A l f o n s a e , s o p r a t t u t t o ,

l’atteggiamento che abitualmente

teneva durante le adorazioni nottur-

ne, in cappella o in camera: con la

fronte per terra.

Il titolo del libro vuole proprio

sottolineare questo suo atteggia-

mento - sia esteriore che interio-

re – nel quale lei restò per tut-

ta la vita: in adorazione e in

umiltà di fronte a Dio.

La vita di suor Alfonsa

fu molto semplice e si

ridusse praticamente

all'insegnamento nei collegi, preva-

lentemente a Monza e a Vercelli, e

a l s e r v i z i o d i c a r a t t e r e

'amministrativo' nella sua comunità

religiosa, mansioni nelle quali do-

vette affrontare non poche difficol-

tà. Fu sicuramente una grande inse-

gnante ed educatrice. Aveva una

visione alta dell’educazione: colti-

vare l’intelligenza delle giovani,

curare la loro crescita umana aven-

do presente la loro dignità di perso-

ne redente dal Sangue di Cristo.

Era molto attenta ad assicurare un

clima sereno che favorisse le rela-

zioni tra le alunne e le educatrici,

premessa necessaria anche alla loro

formazione spirituale. Per lei educa-

re era infatti “cosa del cuore”, ma

l’impegno di suor Alfonsa Clerici

nei confronti dei suoi alunni andava

al di là di un' “assistenza caritatevo-

le”. L'amore e la dedizione verso

ciascuno di loro si traduceva in pro-

poste e iniziative di ogni genere, sul

piano religioso, spirituale, culturale,

per la loro autentica e il più possibi-

le completa promozione umana e

cristiana” (ha testimoniato così una

delle sue allieve durante l'iter della

sua causa di beatificazione).

Suor Alfonsa viveva una preghiera

molto intensa e profonda, e, proprio

da questa fedeltà traeva la grazia di

un quotidiano dimenticarsi e morire

in un servizio non solo poco gratifi-

cante, ma anche carico di difficoltà

e di problemi non facilmente risol-

vibili.

La costante comunione con Dio la

rendeva buona e amabile sem­pre:

«Suor Alfonsa era davvero un'anima

santa, sempre serena, affabile e pie-

na di bontà con tutti e in tutto...,

recava nel volto ascetico e negli

occhi dolcissimi la traccia della con-

tinua presen­za di Dio nell'anima

sua”.

Suor Alfonsa muore nel silenzio

della sua casa, quasi all'improvviso,

nel materno timore di addolorare

trop­po le dilette consorelle e le ca-

rissime figliuole del suo Istituto.

Nella notte tra il 12 e il 13 gennaio

1930 subisce una forte emorragia

cerebrale mentre prega nella sua

solita posizione con la fronte a ter-

ra. Viene trovata così. Muore il

giorno dopo.

La fronte per terra dice che Dio è

così grande da meritare il gesto

dell’abbassamento del corpo e del

cuore, quale atto di adorazione

semplice e totale.

La fronte per terra dice della volon-

tà di non cercare cose grandi, supe-

riori alle nostre forze restando nella

piccolezza del proprio essere e della

propria missione.

La fronte per terra interpreta visi-

vamente la preghiera del pubblica-

no del Vangelo ed esprime la co-

stanza di una preghiera umile.

Satina Dino

Page 11: Caterino Pasqua 2011

Il Caterino

ACCENDERE UN FIAMMIFERO

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Ecco tre episodi […]

Una vedova di Giovinazzo, il cui marito era stato

ucciso qualche anno fa mentre tentava di fermare i

rapinatori di una banca, d’accordo con le due fi-

glie, in tribunale rinuncia clamorosamente a cin-

quanta milioni di risarcimento devolvendoli alla

nostra C.A.S.A per tossicodipendenti.

Un modo per riciclare in canali puliti mazzette di

denaro sporco, o un segnale luminoso acceso per

indicare che nella vita il denaro non è tutto?

Un avvocato di Trani gira a favore della stessa

comunità il suo onorario di due milioni e mezzo di

lire dovutogli al termine di una lunga causa.

Due giovani sposi di Molfetta rinunciano a un

lungo viaggio di nozze progettato in precedenza e

pensano di inviare il denaro corrispondente a don

Ignazio de Gioia, missionario in Argentina.

Luci di un nuovo mondo che finalmente irrompe

carico di gratuità, di valori inediti, di messaggi for-

ti?

O fuochi superstiti di un mondo antico, che l’acqua

torbida dei peccati di tutta la terra non è riuscita a

spegnere?

Non saprei rispondere. So soltanto una cosa. Che

anche il più piccolo gesto di bontà legittima la spe-

ranza e, oggi più che mai, autorizza l’attesa di tem-

pi migliori.

E che, comunque, accendere un fiammi-

fero vale infinitamente di più

che maledire l’oscurità.

Don Tonino Bello - Vescovo

Ritagli di Santità

LA BONTÀ CAMBIA I CUORI (Bruno Ferrero, C'è qualcuno lassù)

Un vecchietto che da molto tempo si era allontanato dalla Chiesa, un giorno andò dal parroco. Sperava di essere aiutato finalmente a risolvere i suoi problemi di fede. Quando entrò nella canonica, c'era già una persona a parlare con lui. Il sacerdote intravide il vecchietto

in piedi in corridoio, e subito, uscì a portargli una sedia. Quando l'altro si congedò, il parroco fece entrare il vecchio signore.

Conosciuto il problema, gli parlò a lungo e dopo un fitto dialogo, l'anziano, soddisfatto, disse che sarebbe tornato alla Chiesa. Il par-roco, contento, ma anche un po' meravigliato, gli chiese: «Senta, mi dica, di tutto il nostro incontro, qual è l'argomento che più l'ha

convinta a tornare a Dio?». «Il fatto che sia uscito a portarmi una sedia», rispose il vecchietto.

A cura di Cristina Corradini

Page 12: Caterino Pasqua 2011

Il Caterino

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Eventi S. Kate GREST 2011

SI RIPARTE……………

ECCOCI QUI. ALLA FINE DEL MESE GIU-

GNO 2010, DOPO 3 SETTIMANE PASSATE

INSIEME IN ALLEGRIA, GIOCO, PREGHIE-

RA , AMICIZIA E CONDIVISIONE CI ERAVA-

MO PROMESSI DI RITROVARCI L’ANNO

SUCCESSIVO PER RIPETERE QUESTA BEL-

LISSIMA ESPERIENZA.

ECCOCI QUI

INIZIEREMO MARTEDI 14 GIUGNO DALLE

ORE 14.30 ALLE 18 E TERMINEREMO VE-

NERDI 1 LUGLIO CON LA FESTA DI CHIU-

SURA.

E’ APERTO AI BAMBINI DALLA 1 ELEMEN-

TARE ALLA 1 MEDIA.

E’ UN MOMENTO IMPORTANTE CHE CI

PERMETTE DI CRESCERE INSIEME, IN AL-

LEGRIA METTENDOCI UN PO’ AL SERVIZIO

DELLA COMUNITA’ , E INVITIAMO CHI DE-

SIDERA FARE QUESTA ESPERIERENZA AD

UNIRSI A NOI.

A PRESTO.

LO STAFF…………………….(I RAGAZZI

DEL POST CRESIMA E LE MAMME)…

Page 13: Caterino Pasqua 2011

Il Caterino

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Page 14: Caterino Pasqua 2011

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Pagina 14 Il Caterino

Il Caterin Sportivo -Gruppo Sportivo Artiglio-

2° Divisione Femminile

Ormai ci siamo .

Dopo una stagione caratterizzata dagli in-

fortuni finalmente la seconda divisione

femminile Artiglio, riesce ad esprimere una

pallavolo al quanto divertente.

Dopo le ultime 9 gare raccogliendo 16 pun-

ti le ragazze del mister Faffa si sono portate

al 9° posto utile per la salvezza, a nostro

avviso meritato.

Mancano ancora 2 gare alla fine del cam-

pionato e ci sarà di che soffrire, ma siamo

certi che questa squadra ha un buon poten-

ziale e che saprà gestire questa fase molto

delicata al meglio .

L’unico rammarico è quello di non aver vi-

sto il gruppo al completo sin dall’inizio sta-

gione, ma come si dice in questi momenti,

meglio tardi che mai!

Saluti e forza artiglio

L’avventura del GS. Artiglio Calcio a 5 è

terminata per quest’anno; la nostra compa-

gine ha concluso il girone di ritorno ad un

tranquillo 5° posto totalizzando 27 punti, a

4 punti dalla terza posizione. Il girone di

ritorno è cominciato male con due sconfitte

consecutive alle quali si è aggiunta la tego-

la dell’infortunio di Gian, che ha di fatto

chiuso con largo anticipo la stagione; ma i

nostri non si sono fatti scoraggiare e hanno

anzi infilato una serie positiva di 4 risultati

che lasciava bene sperare; poi è arrivata la

sconfitta per 5 a 6 contro la Edilux e con

quella si sono infranti i sogni di potere arri-

vare nelle zone più alte del girone ed infine

un’ultima sconfitta quando ormai non c’era

più nulla da giocarsi. Anche quest’anno

quindi andamento altalenante e poco co-

stante della nostra squadra che, a prestazio-

ni di alto livello, alterna momenti incom-

prensibili di black out. Poco male, però: la

compagine è salda e unita e l’anno prossi-

mo si rimetterà in gioco come al solito.

Grazie ai nostri sostenitori ai quali faccia-

mo i nostri più cari auguri per una serena

Pasqua.

CALCIO a 5

Erika

Page 15: Caterino Pasqua 2011

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Pagina 15 Il Caterino

CALCIO a 11

Eccoci qua, con l’arrivo della primavera il

campionato di calcio ad 11 è in piena attivi-

tà. Causa il maltempo di inizio marzo che

ha provocato tante sospensioni e la necessi-

tà di terminare le fasi regolari in tempo uti-

le per permettere lo svolgimento delle fasi

finali, la stagione dell’Artiglio è compressa

in poco più di un mese. Dopo un inizio

scioccante con due sconfitte patite ad opera

di Zocca e dei Latinos, la formazione di

mister Nadalini si è rimessa in carreggiata

grazie alla vittoria per 2-0 ottenuta sul ter-

reno dei Gunners di Spilamberto. Nella vit-

toriosa trasferta da segnalare il ritorno al

gol del bomber per antonomasia, Ciccio

Baiano, che ha siglato una doppietta sbloc-

candosi finalmente da quell’inusuale 0 in

classifica marcatori. Lunedì 11 aprile altra

gara in trasferta sul terreno del CDS dalla

quale è arrivato un punto frutto di un pareg-

gio per 1-1 al termine di una gara combat-

tuta.

Ora ci attendono le ultime tre gare: lunedì

18/4 alle ore 21,00 saremo ospiti del Citta-

della sul campo “Cesana” alla Sacca. Dopo

Pasqua, martedì 26/4, gara casalinga al Ba-

roni contro l’Intralot con inizio alle 21,30

ed ultimo impegno lunedì 2 maggio sempre

al Baroni ore 21,30 contro i Rangers. Tre

gare decisive per decidere se la nostra sta-

gione terminerà subito o se si prolungherà

con l’accesso alle fasi finali.

BUONA PASQUA A TUTTI.

Classifica del Girone

Squadra Punti

Latinos 22

Cittadella 17

Artiglio 15

Zocca 14

CDS 11

Gunners 10

Intralot 8

Rangers 3

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Page 16: Caterino Pasqua 2011

Il Caterino

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La Ricetta de l Me se di Cristina e Valentina

Nidi di Uova

Ingredienti per la pasta:

1 kg di farina,

5 dl di latte intero,

50g di lievito di birra,

100g di zucchero,

50g di burro tagliato a dadini,

15g di sale,

3 uova.

Ingredienti per il ripieno:

100g di zucchero semolato,

2 cucchiai di cannella,

6 uova(saranno cotte per diventare sode),

coloranti alimentari.

Preparazione:

fate bollire le 6uova, dividetele in due pentolini in

cui avrete messo una punta di colorante; lasciatele

cuocere per 8 minuti e fatele raffreddare nell’ ac-

qua di cottura.

Mettete la farina sul piano di lavoro e formate la

fontana, mettete al centro il latte in cui avrete di-

luito il lievito, lo zucchero e il burro. Impastate

leggermente e unite le uova, uno alla volta, incor-

porandole bene.

Impastate bene e lasciate lievitare l’ impasto per

circa un’ ora, coperto con un canovaccio. Trascor-

so il tempo, trasferite l’ impasto su un piano di la-

voro infarinato e dividetelo in strisce. Stendetele

leggermente e posizionate al centro un po’ di zuc-

chero e cannella mescolati insieme.

Richiudete le strisce formando un rotolino. Divide-

telo a metà e intrecciatelo. Chiudetelo formando

un cerchio e posizionate al centro l’ uovo colorato.

Lasciate lievitare per altri 10 minuti, spennellate

con 1 uovo intero sbattuto e cuocete a 180°C per

20 minuti circa, lasciateli raffreddare prima di ser-

vire.

Eco-consiglio: Energia Elettrica

Ridurre il consumo di energia elettri-

ca è molto importante, sia per la na-

tura sia per il nostro portafoglio, ed è

un risultato che possiamo ottenere

facilmente, se facciamo un po’ di attenzione. Il

primo e più semplice consiglio, ovviamente, è non

lasciare in funzione dispositivi che non servono:

spegnere la luce nella camera quando non c’è nes-

suno, spegnere il televisore se nessuno lo guarda,

spegnere il computer se non lo si sta usando.

All’interno dell’ambiente domestico il mag-

gior consumo di energia elettrica è dovuto agli

elettrodomestici cosiddetti “bianchi”: il frigori-

fero, il congelatore, la lavatrice, la lavastovi-

glie, il forno elettrico, lo scaldabagno. Si

stima che questi apparecchi incidano sul-

la bolletta per il 75%. Una regola di

risparmio che vale per tutti i tipi di

elettrodomestico è l’acquisto di mo-

delli moderni che

classificati nella fascia “A”, quella cioè di più bas-

so consumo e di più alta resa.

Nel senso più generale del termine, l’efficienza

energetica di un processo (che sia termodinamico,

elettrico, chimico e altro) è il rapporto esistente tra

l’energia che è necessario fornire dall’esterno af-

finché il processo possa attuarsi e l’energia che

effettivamente il processo produce, Dunque

l’efficienza energetica è espressa con un numero

puro (o con un valore percentuale), solitamente

indicato con η. Si ha quindi η=Eout/ Ein. Nelle eti-

chette energetiche degli elettrodomestici

l’efficienza energetica è rappresentata da frecce

colorate di lunghezza diversa. Più corta è la frec-

cia, più alta è la “classe” dell’elettrodomestico,

cioè appunto la sua efficienza energetica. Ogni

freccia, quindi, ci dice quanto è grande il consumo

di energia dell’elettrodomestico(Ein) a parità di

prestazioni (Eout costante).

Tratto da “Eco-consigli, 100 azioni

quotidiane per aiutare il pianeta”