Caterino Pasqua 2010
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Transcript of Caterino Pasqua 2010
Dopo quasi un mese di relativa sofferenza fisica e
morale mi sono deciso a scrivervi perché non potevo
tacere ma volevo augurarvi una vera e Santa Pa-
squa!
Mi spiego: la sofferenza fisica ha un costo che il
Signore chiede a ciascuno di noi nell’arco della vita,
specialmente a me che sono anziano e quindi più
bisognoso di riparare alle mie colpe…..
Ma quello che maggiormente mi ha fatto soffrire è
stato di non poter offrire il mio servizio sacerdotale
a persone che mi chiedevano i sacramenti…
Ciononostante mi sto rendendo conto che provo tan-
ta gioia nell’osservare il grande e fruttuoso lavoro di
padre Mauro e del diacono Guido nel gruppo fami-
glie, nella catechesi, con i giovani e in tutti gli ambi-
ti parrocchiali.
Grazie cari catechisti, grazie cari animatori e grazie
al numeroso gruppo “Noi per Voi” che si è formato,
grazie a chi collabora al Centro di Ascolto, alla Ca-
ritas e alla S. Vincenzo e grazie alle preziose suore
della nostra comunità.
Cristo Risorto ci doni di vivere alla Luce del Suo
immenso Amore per noi.
Auguro di cuore agli anziani che abitano nella casa
della Gioia e del Sole, agli ammalati della nostra
comunità una Vera e Santa Pasqua.
A tutti un forte abbraccio nel Signore
don Sergio
Pasqua è
superare le “paure”
Secondo il vangelo di Giovanni, il mattino di Pa-
squa, tutti corrono: corrono le donne quando anco-
ra è buio; corrono Pietro e Giovanni a verificare
l’inverificabile; corrono i discepoli di Emmaus per
annunciare di avere incontrato il Signore per strada
come compagno di viaggio e per averlo ricono-
sciuto nello spezzare il pane; corrono gli apostoli
in Galilea per vedere di nuovo colui che li ha pre-
ceduti e vuole mangiare con loro un po’ di pane e
un po’ di pesce sulla riva del lago.
Per riconoscere Gesù risorto bisogna
“muoversi” e “uscire” dalle paludi stagnanti
dell’evidenza e dalla cecità di una religiosità che
senza amore e stupore è stanca ripetizione di riti,
come del resto di una vita che vola sempre basso e
non sa innalzarsi al desiderio puro di infinito, di
bellezza e di eternità.
Quando muore qualcuno che ci è caro, i
primi giorni senza di lui o senza di lei sono terribi-
li. Ci si aspetta di rivederne il volto e il sorriso da
un momento all’altro; ci si aspetta di averlo intorno
come sempre e di sentire la sua voce. Ma invano!
Allora viene il desiderio di andare al cimitero per re-
stare almeno vicini, quasi per fare durare un po’ di
più la sua presenza. Credo che le donne quel mattino
abbiano vissuto questa esperienza e non si aspettava-
no di sicuro di vedere quello che hanno visto: un se-
polcro scoperchiato, un terremoto come il giorno del-
la morte, quasi che la natura stessa partecipi agli e-
venti divini e un angelo in bianche vesti che le rassi-
cura: «Non abbiate paura… so che cercate Gesù il
crocifisso. Non è qui! È Risorto». Ma le donne hanno
paura e vanno da Pietro ad annunciare che hanno
portato via il corpo di Gesù.
Pasqua è il passaggio dalla paura al corag-
gio di essere se stessi, di essere creature nuove, di
vivere in una dimensione “alta”, senza razzolare nelle
nostre paludi, di passare dal “nostro” mondo al mon-
do che appartiene al Risorto.
Ha paura il bambino di crescere e vorrebbe
rimanere sempre tale, coccolato e spesso viziato.
Ha paura il giovane del giudizio degli altri,
di rimanere solo: egli ha paura di scegliere e lascia
che siano gli altri a scegliere per lui.
(continua a pagina 3)
(continua da pagina 3)
E allora diventa schiavo e sceglie un profilo basso di
vita fatto di poco impegno e di evasione.
Ha paura la coppia di essere lasciata sola
nella vita, di non fare quadrare il bilancio a fine me-
se e nel dare spazio ad una nuova creatura che po-
trebbe renderli felici e rendere più bello il mondo.
Abbiamo paura tutti del dolore, della soli-
tudine, di non essere amati e di non poter amare ab-
bastanza: allora gridiamo, ci agitiamo e corriamo di
qua e di là come quei bambini che, per vincere il
buio, piangono disperati.
Abbiamo paura noi cristiani che Cristo ci
chieda qualcosa di più. Abbiamo paura di guardare
in faccia la nostra vocazione. Abbiamo paura di un
impegno più grande nella comunità. Abbiamo pau-
ra della “santità” che ci chiede di abbandonarci più
al progetto di Dio che non ai nostri progetti, quasi
che Cristo risorto ci togliesse qualcosa.
Ma tutte queste paure sono state vinte a Pa-
squa. «Non abbiate paura! Sono io»: ci ripete Gesù
Risorto. «Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine
del mondo! Io ho vinto il mondo!».
Allora che cosa significa fare Pasqua per noi
cristiani? Vi auguro di farne “tre”. La prima Pasqua
è “passare” dalla morte alla vita, dalla possessività al
dono di noi stessi. La seconda Pasqua è passare
dall’attività alla passività, allenandoci a comprendere
che la vita è imparare a “dipendere” dagli altri, accet-
tando i doni che gli altri ci danno senza pretenderli.
La terza Pasqua è riconoscere che siamo già “nuove
creature in Cristo” perché lo Spirito abita in noi (cf.
Rom 8,11).
Se le paure fuori e dentro di noi ci paralizza-
no, la fede nel Cristo Risorto ci fa correre ad annun-
ciare che con la Pasqua ogni realtà è divenuta
“nuova”… Se non ce ne “accorgiamo”, è necessario
che i nostri “occhi” imparino a “riconoscere” il Cristo
Risorto che cammina con noi. Auguri di un serena e
gioiosa Pasqua dentro la “nuova creazione”.
Il Canterino -inserto a cura del Coro Parrocchiale-
Carissimi parrocchiani,
poche righe per sottolinearvi il nostro intenso e costante impegno che svolgiamo in parrocchia e riassumervi
alcune novità.
L’attività di “pubblicità” che abbiamo operato nel cercare di reperire nuove forze, cantanti e suonatori, interes-
sati ad unirsi al coro ha portato frutti positivi, accrescendo il gruppo di persone decisamente appassionate in
questo servizio alla parrocchia.
Durante questi mesi vorrei segnalarvi qualche iniziativa degna di essere ricordata:
Prima di tutto il concerto di Natale, a cui il Coro di Santa Caterina, insieme a quello di Collegara,
Modena Est, Albareto e Unitalsi ha partecipato nella Chiesa di Albareto: a parte la bravura o meno
della nostra performance canora, penso sia stata l’occasione per un appuntamento ormai consolidato
con gli altri cori intervenuti di collaborazione ed amicizia, terminato con un ricco buffet organizzato
dalla parrocchia ospitante;
In secondo luogo la preparazione dei martedì del Vescovo, ai quali abbiamo partecipato impegnan-
doci nel curare i canti in due dei cinque martedì di Quaresima: grazie a questa esperienza abbiamo
partecipato ad alcune prove insieme ad altri cori della Diocesi, imparando svariate canzoni nuove
che certamente non mancheremo di proporre anche nella nostra Parrocchia;
Con l’intenzione di curare sempre meglio i canti durante la Messa domenicale, impegno principe del
nostro ruolo all’interno della Parrocchia, stiamo cercando di ritagliarci un po’ di tempo tutti i giove-
dì sera nella scelta e preparazione dei canti da proporre all’Assemblea durante la Messa della dome-
nica successiva, grazie soprattutto all’impegno di una piccola delegazione di persone impegnate nel-
la lettura anticipata delle letture domenicali traendo qualche spunto;
Infine la preparazione della Santa Pasqua, prima di tutto attraverso un incontro di preghiera organiz-
zato da Padre Mauro all’inizio della Quaresima: un appuntamento formativo importante ed indispen-
sabile che cerchiamo di pianificare periodicamente; inoltre la preparazione di alcuni canti nuovi
nonché Salmi che proporremo durante il Triduo pasquale.
Ringrazio a nome del coro coloro che si sono uniti a noi in questi ultimi mesi e Padre Mauro per la disponibili-
tà dimostrata nostri confronti! AUGURI DI BUONA PASQUA!!!
Silvia
Una TORTA CHIAMATA
SETTIMANA COMUNITARIA
Prendete una serie di camere, accostategli una comunità
di Dehoniani e mescolate il tutto con uno yogurt magro,
aggiungendo di tanto in tanto qualche giovane della Par-
rocchia di Santa Caterina; non scordatevi di un pizzico di
buona volontà! Infine guarnite con una più cospicua dose
di buona volontà. Com'è il risultato? E' vero, non mi è
possibile essere più preciso: per esempio non vi ho detto
se i fratelli della comunità debbano essere simpatici e
neppure se i ragazzi debbano essere di tipo 0 o di tipo
00; per non parlare del tempo e della temperatura di cot-
tura! Eppure potete capire anche da soli che le potenzia-
lità per qualcosa di strabiliante ci sono tutte!!
Vi racconterò, quindi, del sapore che questi ragazzi ri-
cordano di quei momenti passati insieme nella casa dei
Dehoniani di Saliceto Panaro, poichè la ricetta è irripeti-
bile.
Tutti i ragazzi della loro età cominciano a chiedersi co-
me sia vivere senza dover rendere conto a qualcuno.
Forse si aspettavano una settimana di giochi e balocchi,
di notti in bianco o semplicemente di un completo di-
stacco dalla vita quotidiana. Le possibilità c'erano: nes-
suno controllava quello che facevano o se andassero o
meno all'università; alla sera erano programmati incontri
di riflessione a cui, però, nessuno era obbligato a parteci-
pare. Tuttavia l'adesione era quasi sempre totale, sia che
si trattasse di una lectio divina sull'importanza del perdo-
no, sia che fosse il Martedì del Vescovo; sia che fosse
un'adorazione eucaristica, sia che fosse una chiacchierata
con Padre Luca, uno dei confratelli della comunità che li
ospitava.
C'era, inoltre, la questione della preparazione dei pranzi
e delle cene, oltre ad una discreta serie di altre piccole
cose, che non si facevano certo da sole. Colui o colei che
di volta in volta aveva l'iniziativa di prendere una deci-
sione, era perciò un poveretto che doveva sorbirsi tutte le
critiche, per via del fatto che non aveva nessun mandato
condiviso.
Tutto sommato, eccettuato qualche screzio iniziale, non
c'erano grossi problemi perchè ognuno accettava, o si
proponeva, di fare la sua piccola parte: direi che abbiate
capito dove serve il pizzico di buona volontà!
Ma la parte più grossa di buona volontà deve essere uti-
lizzata per un altro scopo, lo scopo primario di una setti-
mana comunitaria: il convivere insieme. Chi meglio di
un cuoco sa che bisogna saper mescolare tra loro diversi
sapori per ottenerne uno migliore? Eppure egli sa anche
che non tutte le combinazioni per trovare una nuova
torta sono soddisfacenti. Il convivere è proprio provare
e riprovare e sbagliare e riprovare e riuscire e sbagliare
nuovamente. Come se il direttore di un'orchestra propo-
nesse a ogni maestro di suonare una melodia diversa
sapendo di poterne ricavare qualcosa di meraviglioso e
di pericoloso. Ognuno comincerebbe per conto suo, con
la sua musica preferita; poi, lentamente, cercherebbe di
supportare gli altri: nascerebbe prima il ritmo, poi l'ar-
monia e infine, se fossero veramente bravi, la melodia.
I nostri ragazzi non sono maestri di vita; tuttavia tenta-
no e, mentre lo fanno, sono bellissimi. Ridono, scherza-
no, si prendono in giro, si danno una mano, si sopporta-
no, rinascono vecchi dissapori, ne muoiono di vecchi,
ne nascono di nuovi, non si sopportano, si divertono,
nascono amicizie e se ne riscoprono, si innamorano, si
disilludono, si percuotono, fanno progetti, si arrabbiano
e si perdonano. Vivono!
Eppure com'è difficile accettare gli altri; ognuno vede
con occhi diversi chi gli sta intorno e, a volte, sono
occhi dai giudizi implacabili. Nemmeno coloro che
della convivenza hanno fatto il loro carisma, i confra-
telli Dehoniani nostri ospiti, riescono sempre a evitarlo.
Il trucco suggerito da Padre Luca è quello di non vede-
re i difetti degli altri come qualcosa da combattere, ma
piuttosto come qualcosa che prima bisogna accettare e
poi amare. Finalmente anche io ho capito cosa vuol
dire: "Lui ci ama per come siamo". Spesso ci è stato
insegnato a combattere contro qualsiasi nostro difetto
senza appello alcuno, anche negando noi stessi! Ma
questo può portare solamente inadeguatezza e infelici-
tà; sempre Padre Luca parla chiaro: "L'unico modo per
migliorare, è accettare prima sè stessi, con i nostri di-
fetti, i nostri sogni e desideri mancati."
I nostri ragazzi ce l'hanno fatta, o ce la faranno, ad ac-
cettarsi veramente? Ognuno di loro, in cuor suo, ha una
risposta a questa domanda; e se fosse una risposta giu-
sta, allora sarebbe solo l'inizio perchè a questa doman-
da bisogna rispondere giorno dopo giorno.
Fabio
Godfried Danneels è vescovo dal
1967, arcivescovo di Malines-
Bruxelles dal 1979, cardinale dal
1983. Questo testo è nato come lette-
ra pastorale in occasione della Pa-
squa 2007.
Il libro ci è stato segnalato ad un corso
per catechisti, sono rimasta così soddisfat-
ta di questa esperienza che ho voluto leg-
gerlo e grazie anche alle spiegazioni e
alle riflessioni di quelle serate il libro mi
ha aiutato a chiarire il significato della
n o s t r a p r o f e s s i o n e d i f e d e ,
l’atteggiamento giusto nel recitarla, la mia
posizione di credente, un approfondimen-
to della mia fede, una maggiore consape-
volezza, una semplificazione delle parole
di questa preghiera.
Questo piccolo libro analizza passo per
passo tutti i versetti del Credo, una delle
parti che mi ha colpito di più riguarda le
pagine in cui viene spiegato “fu crocifis-
so, morì e fu sepolto…” l’autore si soffer-
ma sul senso della sofferenza:
…a prima vista la sofferenza non ha sen-
so,soprattutto quella di un innocente, ma
ancora una volta Dio sovverte la
l o g i c a d e l l ’ i n t e l l i g e n z a …
Chiaramente croce e gioia non han-
no lo stesso significato per Dio e per
noi…la sofferenza è anche il luogo
dell’amore, e dopo Gesù, la croce è
addirittura il passaggio obbligato
verso la vita e la gioia…il racconto
della passione di Gesù è diventato
l’icona di tutte le sofferenze degli
uomini, compresi i loro interrogativi
e le loro indignazioni…
In definitiva c’è una sola strada per
superare la sofferenza, quella per-
corsa da Gesù: rimettersi a Dio an-
che nell’abbandono supremo…
Durante la lettura, mi è apparso più
chiaro: un Dio veramente vicino agli
uomini, è Dio che viene a noi, non
noi che andiamo verso di Lui.
Un Dio “ veramente Padre”, perciò il
messaggio che ho ricevuto, come
dice il titolo, è veramente passare
dal dovere di credere alla gioia di
credere.
Eugenia
Tutti i catechisti, da che mondo
è mondo, sanno che, ineluttabil-
mente, una volta ricevuto il Sacra-
mento della Cresima, molti ragazzi
svaniscono nel nulla.
Pur nella fiducia che ciò che si è
seminato con amore e sacrificio
non va perduto e che a suo tempo
potrà dare buoni frutti, tuttavia non
vogliamo arrenderci senza fare un
tentativo per prevenire questo feno-
meno.
Abbiamo un buon gruppo di ragaz-
zi, intelligenti, vivaci, simpatici,
con genitori attenti e presen-
ti....certamente una realtà e una
risorsa da valorizzare e non disper-
dere. Riteniamo che, alle tante voci
e opportunità che la società offre
oggi agli adolescenti si possa af-
fiancare anche la proposta della
fiatamento e amicizia.
Il fatto che Maria Elena e Anna Chiara
possano – come auspichiamo – diventare
anche le loro future animatrici nel grup-
po post-cresima rende questa esperienza
ancor più positiva, perchè fin d’ora è
possibile costruire un rapporto di cono-
scenza, fiducia e affetto.
La partecipazione, fino ad ora, è stata
massiccia, nonostante i numerosi impe-
gni dei nostri ragazzi.
Nutriamo tanta fiducia in questo proget-
to, che servirà anche a preparare la stra-
da ad altre belle iniziative che abbiamo
in serbo per i ragazzi e che speriamo,
con l’aiuto del Signore, di poter realizza-
re.
Grazie fin d’ora a Maria Elena, Anna-
chiara, ai ragazzi e genitori che ci aiuta-
no in questo cammino.
I catechisti:
Gianluca, Cristina e Antonella
- la gioia di credere -
“Parrocchia”. Crediamo che il Signore
abbia molto da dire ai nostri ragazzi,
attraverso tante esperienze, non ultima
quella dell’amicizia. Man mano infatti
che essi crescono, questo valore acqui-
sta per loro un’importanza sempre
maggiore e il poter contare e far riferi-
mento ad un gruppo pensiamo sia
un’esigenza primaria. E’ questo il
motivo che ci ha spinto a sperimentare
un percorso da affiancare al catechi-
smo: provare a creare un gruppo pre-
cresima.
Grazie alla disponibilità di due splen-
dide ragazze (Annachiara e Maria
Elena), abbiamo organizzato alcuni
incontri di puro divertimento, un saba-
to a l mese , in sos t i tuz ione
dell’incontro di catechismo, allo scopo
di creare e approfondire tra i ragazzi
un clima di maggior conoscenza, af-
“Godfried Danneels”
Ho letto un libro… a cura di Letizia Anzalone
SPERO che la gente sia ottimista,
SPERO che le persone che conosco siano felici,
SPERO di rimanere in buona salute,
SPERO che lo Spirito Santo mi aiuti,
SPERO che in televisione facciano programmi intelligenti,
SPERO che nei telegiornali non evidenzino soltanto le notizie negative,
SPERO che il giovane che ha bevuto un po' troppo, faccia guidare l'amico,
SPERO che ognuno si fermi 2 minuti in silenzio a riflettere ogni tanto,
SPERO che i ragazzi diano più ascolto a quella vocina dentro di loro piuttosto che a quella
dell'amico,
SPERO di far pace con l'amico con cui ho litigato,
SPERO che i bambini non provino la tristezza di una famiglia divisa,
SPERO che la Chiesa sia vista come veramente è, cioè una guida che ci lascia liberi e non
una gerarchia che impone obblighi,
SPERO che non si diano giudizi affrettati sulle persone prima di conoscerle bene,
SPERO che la parrocchia sia in grado di rispondere ai bisogni delle persone,
SPERO che gli anziani non si sentano soli,
SPERO che, in una coppia, una persona ha bisogno dell'altra perché le vuole bene e non che
le vuole bene perché ha bisogno di lei,
SPERO di trovare lavoro,
SPERO di avere molti amici,
SPERO che la predica domenica prossima sia interessante,
SPERO che al camposcuola ci siano più ragazzi possibili,
SPERO che la gente legga il vangelo ogni tanto,
SPERO molte altre cose,
SPERO che la genti speri.
Sei d'accordo con me?
Ora fermati, e rileggi da capo cambiando le parole "SPERO" con "PREGO";
sei ancora d'accordo con me? La speranza se si trasforma in preghiera diventa certez-
za. Non certezza che si realizzi tutto quello che noi speriamo, ma certezza che quello che
si è realizzato era ciò di cui noi avevamo bisogno, anche se a volte non ne capiamo
subito il motivo.
(Marco Malatesta)
RITAGLI DI
SANTITA
’
SOS DAL GRUPPO NOI PER VOI:
necessitiamo di noccioli di amarene e ciliegie…. Carissime/ i quando fate le marmellate conservate i noccioli e portateli a noi; ci aiuterete a prepa-
rare utili cuscini per il benessere personale. Ne aspettiamo tantissimi.
Gesù Risorto non smetterà di darti amore e capacità di amare, anche quando non vorrai più amare e rispettare nessuno, nemmeno te stesso. Gesù risorto non smetterà di sceglierti anche quando non sceglierai più niente di vitale e luminoso. Gesù risorto non smetterà di darti vita anche quando non la saprai usare, né la saprai sfruttare per il bene e la luce. Gesù risorto non smetterà di darti il "camminare" anche quando non avrai più voglia di muoverti. Gesù risorto non smetterà di abbracciarti anche quando tu non avrai più voglia di abbracciare nessuno. Gesù risorto non smetterà di darti le stelle anche quando non avrai più voglia di guardare il cielo e di orientarti. Gesù risorto non smetterà di darti doni anche quando non farai altro che sprecarli tutti. Gesù risorto non smetterà di darti occasioni e fortune, anche quando non ti accorgerai delle prime e non benedirai le seconde. Gesù risorto non smetterà di usarti misericordia, anche quando tu farai da giudice ingiusto dei tuoi simili. Gesù risorto non smetterà di far crescere i fiori, anche quando tu li comprerai di plastica. Gesù risorto non smetterà di dar luce ai tuoi occhi, anche quando non vorrai vedere nulla con gioia e gratitudine. Gesù risorto non smetterà di darti le mani, anche quando le userai solo per sfruttare i poveri e gli innocenti. Gesù risorto non smetterà di darti la capacità di "prendere la mira" anche quando non la userai per cacciare e mangiare, ma solo per uccidere e devastare. Gesù risorto non smetterà di darti intelligenza, anche quando la userai da sciocco e da superbo. Gesù risorto non smetterà di darti fiducia, anche quando non l'avrai più nemmeno per te stesso. Gesù risorto non smetterà di darti speranza, nemmeno quando tutto ti sembrerà più brutto. Gesù risorto non smetterà, non smetterà mai di amarti e di chiederti se non puoi amare anche tu un po' di più con gioia e verità, per la tua felicità e la pace di tutti. Gesù risorto non smetterà mai di volerti bene e non potrai impedirglielo. Tu proprio non potrai impedirglielo.
Un caloroso grazie dal Gruppo Noi per Voi a tutta la comunità perché domenica 14/3 avete
ammirato elogiato e acquistato i nostri manufatti così abbiamo effettuato un versamento al fondo di solidarietà
e uno a don Sergio per la Sua carità.
Grazie ancora e Vi aspettiamo ogni martedì dalle 15,30 alle 18 sia per acquistare che per eventualmente lav
rare.
Il prossimo grande appuntamento con il nostro banco è per il 4 e 5 settembre in occasione della nostra sagra.
Le “ragazze” del gruppo
Ringraziamenti dal Gruppo Noi per Voi
(Paolo Spoladore)
Grazie Maria!
L'argomento che vorrei affrontare è l'importanza della persona di Maria. Recentemente ho visto un film sulla vita di
Gesù che mi ha fatto riflettere. Prima che avvenisse l'annunciazione, Giuseppe e Maria avevano già in programma di
sposarsi. All'inizio Maria non lo dice a Giuseppe, come comandato dall'angelo, parte per andare a trovare Elisabetta,
perché durante l'annunciazione l'angelo gli riferisce questa notizia. Maria arriva da Elisabetta, appena vede Elisabet-
ta, capisce che l’annunciazione non era stato un sogno, anche se la sua fede pura le aveva già fatto sentire intima-
mente questa certezza. Elisabetta è incinta. Quella di Elisabetta sembra essere una chiave di volta, se prima tutto
poteva sembrare un sogno, adesso è vero, è proprio una realtà. Dio attraverso lo Spirito Santo sta facendo a Maria
un dono immenso. Anche per Elisabetta non era normale essere incinta, perché era sterile, ma lei aveva concepito.
Questa doppia nascita rafforza la fede di entrambe. Le due donne credono ciecamente a Dio e desiderano eseguire
in tutto la sua volontà. Anche a Zaccaria, marito di Elisabetta, prima che lei sapesse di essere incinta, venne prean-
nunciata la nascita e lui non fu subito disponibile a credere, ma poi quando Elisabetta gli chiese di chiamare il bam-
bino Giovanni, Zaccaria accettò affidandosi alla volontà di Dio.
Maria comunica a Giuseppe che è incinta, e anche Giuseppe è umanamente molto confuso,e secondo la legge di
Mosè avrebbe dovuto ripudiarla , ma lui che era un uomo giusto, e decide di lasciarla, ma non la ripudia. A Giuseppe
un angelo comunica i fatti. Giuseppe crede all’angelo e salva Maria dicendo che la sposerà. Maria a questo punto sa
che può contare su Giuseppe. All’età di dodici anni ogni volta che Gesù parla, emette perle di saggezza e Maria è
stupita. Maria e Gesù hanno un rapporto strettissimo e Maria racconta delle favole a Gesù. Gesù capisce di essere
diverso e, confrontandosi con i compagni, chiede spiegazioni a Maria. Maria gli racconta tutto. Gesù ora sa che Ma-
ria lo proteggerà fino alla morte. Gesù si perde e quando lo ritrovano, lo sgridano ma Gesù rispose "Ero alla casa di
mio padre". Gesù cresce e Maria lo manda a battezzare da Giovanni. Gesù va nel deserto per quaranta giorni. Ritor-
na e Maria ringrazia il Signore. Poco dopo vanno a Caana. Finisce il vino e Maria convince Gesù a fare il miracolo
della trasmutazione. Gesù inizia a predicare e Maria è sempre con lui con l’amore, col pensiero, con la preghiera.
Gesù inizia a fare miracoli e Maria lo segue meravigliandosi. Gesù comunica ai suoi apostoli che la fine è però vici-
na. Maria è addolorata e prega per lui. Arrestano Gesù, all'inizio chiede spiegazioni a Dio ma poi accetta la sua vo-
lontà, capendo il motivo. Negli attimi prima di morire dice un padre nostro. Poi quando è morto, viene deposto dalla
croce e Maria lo tiene tra le braccia. Le donne, corse al sepolcro non ritrovano il corpo di Gesù perché era Risorto.
Commento di Alberto
Proviamo a metterci nei panni di Maria. Cerchiamo di immedesimarci in Maria: un giorno un angelo viene a dire a
una giovane donna che è incinta del figlio di Dio. Maria dice sì al Signore, si fida. Riesce a convincere Giuseppe di
non aver commesso adulterio. A tempo dovuto nasce Gesù, in una capanna povera, riscaldata da un bue e un asi-
no. Senz'altro in quegli attimi Maria era impaurita e forse si è sentita inadeguata, forse aveva paura di aver sbagliato
qualcosa, ciò significava mettere a repentaglio il figlio di Dio. Nei primi anni di vita di Gesù, Maria lo porta sempre
con sé, quasi come un tesoro da custodire, lo guida passo passo. Vi sono tre avvenimenti importanti per Maria nei
primi anni di vita di Gesù: la circoncisione, che fu fatta come per tradizione ; la presentazione di Gesù al tempio. Fin
qui fu seguita abbastanza una vita normale, come per tutti i bimbi. La cosa più interessante, come cita Luca (2,41-
50), è che a Pasqua Gesù tutti gli anni con i suoi genitori va a Gerusalemme, per festeggiare la festa (che era stata
istituita da Mosè proprio nel giorno della liberazione dall'Egitto); al ritorno Maria e Giuseppe vanno a casa, non ve-
dendo Gesù lo pensano nella carovana del ritorno, invece è al tempio. Tornati a casa, non lo vedono. Provate a pen-
sare all'angoscia di Maria, aveva perso suo figlio, ma in più era figlio di Dio, Dio aveva affidato a lei con Giuseppe
l'educazione e la tutela di Gesù, quindi sarebbe stato devastante a livelli cosmici se gli fosse successo qualcosa. Poi
lo ritrovano e Lui si giustifica che doveva interessarsi delle cose del Padre Suo. Durante la vita pubblica di Gesù
Maria stette sempre al suo fianco. Quando Gesù andò nel deserto, Maria era in pena perché non poteva difenderlo.
Oltretutto è stata lei a chiedere a Gesù, durante le nozze di Cana, di trasformare l'acqua in vino. Perciò Maria aiuta e
sprona Gesù a manifestare la propria santità. Vi furono altri avvenimenti interessanti, ma vorrei concentrarmi sulla
morte del figlio: dopo aver lottato, difeso e pregato per lui, lo vede morire e anziché ribellarsi accetta il volere di Dio.
Per me tutti noi dovremmo vergognarci perché anche dopo cotanto dolore non abbiamo capito Dio. Questa donna è
da amare perché ha amato in maniera incondizionata il Salvatore. Nel cuore di Maria in quei momenti passa tanto
amore profondo, perché è una donna che accetta la volontà di Dio, anche se vuol dire veder morire suo figlio. È un
dolore che ti trafigge il cuore e probabilmente avrebbe sacrificato la sua vita in cambio di quella di suo figlio, questo
credo sia immenso.
Alberto Gatti
PROGETTO: FAMILY FOR FAMILY!
Il progetto che il Gruppo Caritas Parrocchiale propone è quello di trovare delle famiglie della nostra Comunità
Parrocchiale disponibili ad aiutare una famiglia (tra quelle che si sono rivolte al Centro).
In che modo si può aiutare la famiglia in difficoltà, alcuni esempi:
spesso queste famiglie sono straniere e hanno difficoltà a rapportarsi con uffici pubblici
spesso hanno diritto ad agevolazioni date le condizioni di reddito e necessitano del supporto di qual-
cuno che li aiuti a predisporre le varie richieste necessarie
aiutarle nel cercare lavoro, predisporre domande e compilare moduli di assunzione, preparare curri-
culum vitae
seguire la famiglia nell’espletamento di pratiche burocratiche
verificare le condizioni in cui vivono e coordinare col Centro di Ascolto (e/o Servizi) le azioni di
aiuto/sostegno
Questi solo alcuni esempi, ma non c’è limite e ogni caso potrà svilupparsi in forme e modalità diverse, a secon-
da delle esigenze e disponibilità di ognuno.
Gli operatori del Centro di Ascolto sono a vostra completa disposizione per fornirvi ulteriori dettagli e descri-
vervi le situazioni di difficoltà per cui voi potreste essere d’aiuto.
Per info contattare Gianfranco Buffagni, Paolo Garuti, Enrico Piccinini
Il gruppo Caritas Parrocchiale .
GRUPPO CARITAS PARROCCHIALE
Purtroppo, negli ultimi mesi, le entrate si sono ridotte drasticamente, col rischio di dover sospendere l'erogazione dei mi-
croprestiti e contributi alle famiglie bisognose della parrocchia.
Il Centro di Ascolto ricorda quindi le modalità per il versamento:
Tramite bonifico bancario effettuando un versamento alle coordinate bancarie che seguono
Oppure depositando i contributi direttamente nella cassetta posta all’entrata della chiesa.
Siamo alla ricerca di persone/famiglie disposte a prendersi un impegno di versamento continuativo (anche se modesto) per
6/12 mesi.
Se infatti tutti i mesi potessimo contare su un contributo fisso anche di poche decine di euro, questo sarebbe il modo mi-
gliore per dare continuità alla nostra attività e poter pianificare l’erogazione dei contributi alle famiglie.
Se desideri aderire all’iniziativa o vuoi avere maggiori informazioni contatta Paolo Garuti (tel. 349/2100540) o Antonio
Ferraguti (335/6277448).
Grazie fin d’ora per quello che riuscirai a fare
COORDINATE BANCARIE DEL FONDO DI SOLIDARIETA'
CONTO CORRENTE INTESTATO ALLA PARROCCHIA S.S. CROCIFISSO
FONDO DI SOLIDARIETA'
CODICE IBAN IT74 V056 5212 900C C010 0103 032
Fondo di Solidarietà
IL CENTRO D’ASCOLTO: UN PO’ DI NUMERI!
Da quando siamo partiti (settembre 2009), abbiamo incontra-
to tante famiglie e persone (circa un centinaio).
QUANDO E DOVE?
Ogni 2 settimane, al Sabato mattina dalle 9 alle 12, il Centro
è aperto. Spesso cerchiamo di organizzare gli incontri su
appuntamento ma c’è anche chi si rivolge al Centro senza
essersi prenotato: la porta è sempre aperta! Le sale sono
quelle del sottochiesa e si accede dalla Sala Selmi
COME OPERIAMO?
Innanzitutto cerchiamo di ascoltare e capire le situazioni che
si presentano, senza però generare aspettative più di tanto.
Poi ogni giovedì sera ci troviamo e riscorriamo i casi cercan-
do di proporre degli interventi. Ci confrontiamo periodica-
mente con i Servizi Sociali o la Caritas Diocesana per coor-
dinare gli aiuti.
QUALI PROBLEMI?
La mancanza di lavoro continua ad essere il problema princi-
pale: da questo poi si determinano tutti gli altri poiché quan-
do manca il reddito da lavoro iniziano i problemi della casa
(molte famiglie non riescono a pagare l’affitto e ricevono lo
sfratto), poi la mancanza di cibo (a cui si cerca di sopperire
con la preziosa distribuzione alimentare di ogni mercoledì) e
il rischio di perdere la dignità e la speranza!
LE NOSTRE DIFFICOLTA!!!
Spesso non sappiamo rispondere perché le situazioni sono
talmente difficili e critiche per cui non riusciamo a dare ri-
sposte concrete! Condividere non è facile! Le nostre forze
non sono sufficienti a fronteggiare tutte le richieste?
COSA STIAMO CERCANDO DI FARE!
Di sensibilizzare la comunità ad accogliere e a condividere,
cercando anche di organizzarci per essere più efficaci nei
nostri aiuti!
ABBIAMO BISOGNO DI:
Soprattutto di persone che siano disponibile a dare anche dei
piccoli aiuti: cose semplici come accompagnare gli stranieri
ai corsi di italiano, oppure persone che possano accompagna-
re negli uffici pubblici le persone disorientate o in difficoltà,
persone che aiutino alla distribuzione degli alimenti, persone
che possono dare una prima consulenza su documenti banca-
ri e o aspetti burocratici.
Poi abbiamo bisogno di case da poter mettere a disposizione
di queste persone che causa le difficoltà economiche devono
trovare sistemazioni più economiche
Se volete aiutarci, i modi per farlo non mancano. Contattate-
ci! Gianfranco 333/8317478
SALDO 2.281,25
FONDO SOLI-DARIETA' AL
26/03/2010
RIEPILOGO
ENTRATE
ENTRATE VERSAMENTO INI-ZIALE PARROCCHIA
ENTRATE
50,00 DIGIUNO ACQUA MINERALE
ENTRATE
6.274,95 DONAZIONI PRIVA-TE
ENTRATE
1.881,16 DONAZIONI CAS-SETTA CHIESA
ENTRATE
6.195,45
INIZIATIVE PARROC-CHIA (GREST, VEN-DITA TORTE, GRUP-PO NOI PER VOI, GRUPPO FAMIGLIE, CATERINO, ECC)
ENTRATE
7,17 COMPETENZE
ENTRATE
1.808,83 CENA DI SOLIDA-RIETA'
TOT ENTRATE 17.637,56 OK
RIEPILOGO
USCITE
USCITE - 1.037,00
CONTRIBUTO PER DISTRIBUZIONE
USCITE - 14.266,61
CONTRIBUTO ERO-GATO A FAMIGLIE
USCITE - 52,70
BOLLI TENUTA CON-TO
TOT USCITE -15.356,31 OK
SALDO 2.281,25 FONDO SOLI-DARIETA' AL
26/03/2010
La nostra esperienza del Centro d’Ascolto -Gruppo Caritas Parrocchiale-
Il Caterin Sportivo
-Gruppo Sportivo Artiglio-
Campionato chiuso per maltempo. Potremmo mettere questo bel cartello, infatti a dispetto del noto motivetto,
quest’anno la “maledetta primavera” di fretta non ne ha proprio e le gare annullate per maltempo si accumula-
no senza sosta….tanto che da inizio febbraio ad oggi si sono giocati solamente 2 incontri e per la formazione
di Mister Goldoni sono arrivate 2 belle vittorie. La prima in casa contro i Gunners per 2-1. Dopo aver subito
una rete incredibile con il classico tiro della domenica, ci siamo rimboccati le maniche ed abbiamo reagito alla
grande ribaltando il risultato grazie alle reti di Baiano e Daniele Ferraguti. Nel turno successivo, vittoria in
trasferta sul terreno dell’ITAS per 3-2 grazie alla doppietta di un ritrovato Baiano galvanizzato dalla prossima
paternità ed alla rete del sempreverde Greppi. Il punteggio avrebbe potuto essere ben più rotondo se non aves-
simo fallito ben due rigori ufficilizzando la nostra allergia al tiro dagli 11 metri. Quest’anno sono ben 4 gli
errori su 5 rigori assegnati....della serie “ti piace vincere facile?” NO.
A parte le battute questi 6 punti ci hanno permesso di volare in testa alla classifica con una lunghezza di van-
taggio sui Latinos, adesso ci aspetta un tour de force con 2 gare in pochi giorni, cioè lunedì 29 e mercoledì
31....purtroppo andiamo in stampa prima e non possiamo aggiornarvi sui risultati e relati risvolti sulla classifi-
ca....lo faremo nel prossimo numero del Caterino, nell’attesa vi auguriamo BUONA PASQUA!
Gol
Squadra Punti Giocate Vinte Perse Nulle Fatti Subiti
Artiglio 19 8 6 1 1 18 13
Latinos 18 9 5 1 3 32 14
Magreta 17 9 4 0 5 16 9
Audax 16 7 5 1 1 19 8
Brodano 15 9 4 2 3 21 13
Don Monari 13 9 3 2 4 12 10
Cittadella 9 8 2 3 3 11 14
CDS 7 6 2 3 1 8 13
Gunners 5 10 1 7 2 15 25
Itas 5 8 1 5 2 10 18
Rangers 1 9 0 8 1 2 27
Calcio a 11
La squadra di calcio a 5 del GS Artiglio conclude il campionato di 3^ categoria girone A del CSI al 4 posto
con 27 punti, a una distanza siderale dalla prima classificata. Quest’anno è andata così: quella così limitata
differenza reti tra gol fatti (tanti) e subiti di cui ci eravamo preoccupati alla fine del girone di andata, non è
aumentata e con 8 partite vinte, 7 perse e 3 pareggiate non si poteva pensare di ottenere di più. Dei 107 gol
fatti ( la prima classificata ne ha fatti meno di 100), capocannoniere interno è Gian con 40, seguito da Gino
con 26, Fede e Paolo con 16. Inutile piangere sul latte versato: guardare avanti è sempre meglio. Il nostro
gruppo saprà farsi trovare il pronto il prossimo anno con immutata grinta e voglia di giocarsela. Per ora au-
guriamo a tutti voi una felice Pasqua.
Erika
Calcio a 5
Pallavolo CSI Misto
Highlanders…
...ovvero come fare un buon brodo con le ossa rotte!
Non sono Suor Germana, e questo non è una ricetta di cucina anche se il paragone forse calza…(non il fatto
della suora…anche se qualcuno direbbe…ehm…vabbeh!)
Artiglio misto, mai aggettivo è stato più calzante se si considera che ancora dopo più di una decade un gruppo
di sempre meno giovani di estrazioni e vicende personali le più diverse riesce a trovare la forza di uscire di
(continua a pagina 12)
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La Ricetta de l Me se di Cristina e Valentina
CROSTATA DI FRUTTA
Ingredienti: 300g di pasta frolla
250g do lamponi
450g di susine
150g di zucchero
125g di farina
115g di burro
2dl di panna
100g di frutta secca
1 cucchiaino di cannella in polvere
Stendete la pasta sulla pianatoia leggermente infari-
nata e
foderatevi uno stampo a cerniera, imburrato ed infari-
nato, del diametro
di 24 cm. Lavate le susine, privatele del nocciolo e
riducetele a
pezzetti. Lavate anche i lamponi e raccoglieteli in una
ciotola con le
susine, mescolandovi 75g di zucchero.
distribuite la frutta sulla base
di pasta. Mettene in una terrina la farina, lo zucchero
e il burro
rimasti e amalgamate bene il tutto con le mani fino ad
ottenere un
composto granuloso, quindi incorporatevi la frutta
secca e la cannella.
Spargete il composto ottenuto sulla frutta nella tortie-
ra
schiacciandolo con il dorso di un cucchiaio, poi cuo-
cete la crostata
nel forno già caldo a 190° per 25 minuti, finchè la
copertura sarà
(continua da pagina 11)
casa 2 sere alla settimana alle 21.30 (ok, 21.30 cam-
biati ma poi c’è sempre il quarto d’ora accademico!)
fino alle 23 per mettere insieme 90’ uno spettacolino
di pallavolo più che accettabile!
Per alcuni arrivare in palestra sembra quasi un film
tipo “la grande fuga”…figli addormentati precoce-
mente con sapienti camomille concentrare, mogli
convinte che lui sia andato a riordinare il garage,
mariti orgogliosi della propria metà, certi che lei sia
al corso di uncinetto (però si chiede perché poi inve-
ce i calzini abbiano sempre il buco in punta!),
etc….invece loro arrivano tutti alla spicciolata in via
S.Caterina, si infilano di soppiatto negli spogliatoi
per cambiarsi con più o meno fretta per arrivare a
dare 2 colpi a sta palla colorata!
Certo prima dei 2 colpi, ci sono le chiacchiere, se
solo si potessero collegare delle dinamo a certe lin-
gue…avremmo finalmente la soluzione per il pro-
blema dell’energia rinnovabile a costo zero!
Si allestisce anche una piccola infermeria da campo
per i rammendi necessari prima di buttarsi sul par-
quet, qui si assistono a scene che manco Candy
Candy sarebbe stata in grado di sopportare, roba da
cinta di cuoio tra i denti e nastro adesivo a profusio-
ne. Pare che esperti del British Museum abbiamo
più volte richiesto la consulenza di alcuni giocatori
per il restauro di vecchie mummie egizie…ma questa
è un’altra storia.
Ad ogni modo siamo ancora qui, c’è chi viene
(benvenuti) , e chi va (arrivederci),…chi ci ha lascia-
to per sempre ma è come se non se ne fosse mai an-
dato via.
Siamo un brodo…insaporito dalla diversità degli in-
gredienti di cui è composto, ognuno con la sua origi-
nalità.
Buon appetito!
I risultati di questa stagione sono abbastanza allineati
alle capacità tecniche ma soprattutto atletiche della
squadra.
Nonostante le prestazioni un po' altalenanti e seppur
lontani dalle posizioni di testa del campionato CSI
Provinciale, vendiamo cara la nostra pellaccia e re-
stiamo ancora in lotta per un posto nei playoff.
Sul fronte del torneo regionale Coppa Emilia Roma-
gna, dopo aver passato i primi due turni di qualifica-
zione, proprio questa domenica (delle Palme) saremo
impegnati nella final four a Cavriago in semifinale
con gli Opossum (BO) poi, a seguire in base al risul-
tato, con la vincente o perdente fra Albatros Volley
(BO) e Pall. Cavriaghese (RE).
T.R.