Catanzaro vs Paganese

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Periodico Indipendente - Anno I° - num. 10 - Domenica 03-02-2013 - CATANZARO - PAGANESE Per la tua pubblicità CHIAMA lo 0961.771879 333.8247197 Per la tua pubblicità CHIAMA lo 0961.771879 333.8247197 www.ilgiallorossonline.it

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Catanzaro vs Paganese del 3 febbraio 2013

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Periodico Indipendente - Anno I° - num. 10 - Domenica 03-02-2013 - CATANZARO - PAGANESE

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Ci eravamo lasciati, prima della gara interna con-tro il Latina, con l’illusione di un Catanzaro chegirava a mille e che, con cinque vittorie in sette

gare, era passato dal penultimo posto in classifica asoli tre punti dalla zona play off. Poi il brusco risve-glio: due sconfitte senza attenuanti contro Latina, ap-punto, e Benevento, con la conseguenza di esserenuovamente invischiati nellazona play out. Un Catanzaro daitanti volti quello di quest’anno, enon soltanto riferito a quelli deitantissimi calciatori che sonoscesi in campo nelle prime 18giornate, ma anche alle altale-nanti prestazioni che gli stessihanno offerto. Un Catanzaroche, nonostante i nuovi innesti,non riesce a far quadrare i conti,soprattutto in difesa. Ben trenta-tre, infatti, le reti incassate dallaretroguardia giallorossa, addirit-tura due in più del fanalino dicoda Carrarese, e cinque nelleultime due gare. Di contro, unattacco che con 25 reti realiz-zate, ha fatto finora dignitosa-mente la sua parte. Ma ladomanda ricorrente è: era dav-vero necessario rivoluzionareuna formazione che, dopo unavvio deludente, e grazie soprattutto all’innesto diRussotto, si era ritrovata e aveva inanellato una stri-scia di risultati positivi che l’avevano portata, comedetto, ai margini della zona play off? Conti, Sabatino,Bacchetti, Ronaldo, Castiglia, Catecchini, Di Risio…un vero sconvolgimento dell’organico se è vero che,come affermato da mister Cozza al termine dellagara contro il Latina, gli stessi sono stati presi pergiocare. Lo scorso anno, tre soli innesti nel mercatodi gennaio avevano dato la svolta positiva. Quadri e

Giampà, soprattutto, e in parte anche D’Anna, ave-vano offerto un contributo determinante per la con-quista della promozione. E questo si chiedeva anchequest’anno: due-tre innesti al posto giusto: un difen-sore, bravo soprattutto nel gioco aereo, ed un paio dicentrocampisti. Il rischio maggiore quando si effet-tua una rivoluzione di questo tipo, è che l’armonia al-

l’interno dello spogliatoio nerisenta, con tanti della vecchiaguardia non certamente soddi-sfatti di dover cedere il postoagli ultimi arrivati. Al momentoin cui scriviamo, non sappiamose il DS Ortoli sarà riuscito,nelle ultime battute del mercatodi riparazione, a piazzare i cal-ciatori in sovrannumero, natu-ralmente lo speriamo, sia peralleggerire il monte stipendi, siaperché gestire una rosa di cal-ciatori troppo ampia risulta sem-pre problematico per qualsiasiallenatore, anche il più espertoe navigato. Il campionato è co-munque ancora apertissimo. Anostra memoria, non ricor-diamo una classifica così equili-brata quando sono trascorsiquasi due terzi del torneo. Solosei punti distanziano infatti la

zona play off da quella play out, e bastano quindi due-tre vittorie per andare dalla cenere all’altare o vice-versa in caso di sconfitte. Ma ormai quel che è fatto è fatto: lasciamo quindi la-vorare con la massima tranquillità mister Cozza e in-citiamo tutti insieme i suoi ragazzi, vecchi e nuovi.Oggi capita la Paganese, una delle formazioni più informa del momento: batterla vorrebbe significaredare nuova linfa al morale e soprattutto alla classifica.Forza ragazzi: 1 fisso, e poi si vedrà.

Una rivoluzionedavvero necessaria?

di Claudio Pileggi

Francesco Cozza

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Si ricomincia dopo una sosta che solo il campopotrà dirci se è stata salutare o meno. Il Catan-zaro sembra aver iniziato questa seconda parte

di campionato in modo identico alla prima. Dopo averavuto la meglio sul Barletta, ha rimediato due scon-fitte da Latina e Benevento. Il copione di inizio torneosi è quindi ripetuto anche se su campi invertiti e conrisultati diversi. Quello che però ha un po’ lasciato per-plessi tifosi e addetti ai lavori è stata la svogliatezza(infarcita dai soliti errori tattici e da qualche svista ar-bitrale) con cui la squadra è scesa in campo. Nono-stante il Catanzaro di oggi, sulla carta, si è rafforzatocon gli arrivi dei vari: Ronaldo, Castiglia, Catacchini,Conti, Sabatino, De Risio e Bacchetti, alla luce dei ri-sultati conseguiti nelle ultime due partite è, invece,sembrata una compagine priva di sostanza. Forse èstato un azzardo buttare nella mischia tutti i nuovi ar-rivati sin dal primo minuto. Era necessario amalga-mare meglio vecchi e nuovi calciatori. Tuttavia laprova del 9 ce la potrà dare solo il campo. Ed oggi nonci saranno scusanti. Contro una Paganese in forma ilCatanzaro, nonostante le assenze di Ulloa, Russotto,Papasidero e Borghetti, sarà chiamato ad una provagagliarda e senza sbavature. I campani vengono dalroboante successo contro la vice capolista Avellino.Al “Marcello Torre” è finita 4 a 1 per i padroni di casa,sebbene gli irpini erano passati in vantaggio sul finiredel primo tempo salvo essere travolti nella ripresa. La

squadra di mister Grassadonia ha mantenuto partedell’organico dello scorso anno irrobustendolo concalciatori di sicuro valore. Gli azzurro-stellati, finora,hanno conquistato 25 punti in classifica grazie a 6 vit-torie, 7 pareggi e 5 sconfitte (di cui una a tavolino conil Latina a causa dell’interruzione, colpa l’apertura diuna voragine in campo, del match casalingo del 16 di-cembre scorso). Grassadonia schiera la sua squadracon un classico 4-4-2. In porta Robertiello è una sicu-rezza. Il muro difensivo è, invece, formato da Puglisi,Fernandez, Fusco e Nunzella. Mentre nella parte ne-vralgica del campo giostrano Tortori, Soligo, Romon-dini, e Scarpa. Ma la vera svolta nel campionato dellaPaganese si è avuta nel momento in cui Grassadoniaha rivoluzionato il reparto offensivo passando dal duoFava – Orldano ad un inedita coppia formata da Catu-rano e Girardi. Inutile dire che non sarà una partitafacile, visto il buon momento che sta attraversando laPaganese, ma il Catanzaro non può più sbagliare al-trimenti si rischia di venire nuovamente risucchiatinei bassifondi, anche perché, domenica prossima ilcampionato prevede un altro scontro diretto, questavolta sul campo dell’Andria. I giallorossi devono pen-sare a tirarsi prima possibile fuori da questa posizione,anche perché, con una vittoria e in virtù di una classi-fica comunque corta, si potrebbero scavalcare diversesquadre e affrontare il match in terra pugliese inmodo ottimale.

Paganese, avversario osticoe in forma

di Luigi Conforto

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Fabio Catacchini, quando giocava col Frosinone nella gara d’andata

NON ha avuto neanche il tempo didisfare la valigia che ha dovutosubito preparare il borsone per la

trasferta di Benevento. Fabio Catac-chini uno dei sei acquisti del mercatodi gennaio del presidente Cosentino,si è presentato alla tifoseria giallorossacon un curriculum di tutto rispetto perun calciatore che ha deciso, a campio-nato iniziato, di giocarsi una scom-messa dalla posta alta in una cittàcalcisticamente esigente com’è Catan-zaro. Ventinove anni lo scorso 19 gen-naio, Catacchini, nativo di Città diCastello, in provincia di Perugia, haalle spalle una discreta esperienza inserie cadetta. Un centinaio le partitegiocate in serie B con la maglia del Ri-mini prima, quindi del Frosinone. Eproprio dalla città ciociara, Catacchiniè voluto venire via per iniziare unanuova avventura con la maglia del Ca-tanzaro. Peccato però che il suo esor-dio nella trasferta di Benevento, non ècoinciso con un risultato utile. La scon-fitta al Santa Colomba, infatti, che haseguito quella interna contro il Latinadella settimana prima, ha innescatomalumori ed inquietudini per una si-tuazione di classifica che potrebbe ini-ziare ad essere preoccupante. FabioCatacchini, però, è arrivato a Catan-zaro per rimanerci, una sorta di ricon-quista di quella che è stata ed è unacarriera in crescendo. Qual è il tuo miglior ricordo calci-stico?Dopo tanti anni di attività ed avendogiocato diversi campionati, di ricordice ne sono diversi ma forse, da juven-tino, il più bello potrebbe essere quelloche mi riporta indietro di due anniquando a Torino, contro il Toro, ab-biamo vinto una partita per noi impor-tante.La tua migliore partita disputata?Ne ho giocate tante ma, per le emo-zioni provate al comunale di Torino,devo dire che la migliore partita dispu-tata sia stata sempre quella contro ilToro. Quale, invece, la tua peggiore par-tita disputata?Senza dubbio quella contro il Verona aFrosinone. Era la penultima del cam-pionato di due anni fa. Abbiamo perso

2-3. Un risultato che è stato difficile ac-cettare. Una vera giornataccia per lasquadra ma soprattutto per me. Qual è stato il percorso che ti haportato ad essere un calciatore echi ha creduto maggiormente inte?Sicuramente la mia famiglia che mi hasempre incoraggiato ad andare avantied a dare il massimo. Poi, però, c’èstata la passione per questo sport.Negli anni, poi, ho incontrato sulla miastrada bravissime persone e tecnicipreparati che hanno contribuito a mi-gliorarmi tecnicamente. Qual è stata, se c’è stata, la rinun-cia più grande che la carriera ti haimposto?Credo nessuna. Non ricordo, in tantianni, di aver rinunciato mai a qualcosa.E poi, la nostra carriera è così bella chepensare a rinunce, potrebbe far sorri-dere qualcuno.La critica che ti ha più infastiditonella tua carriera?Non ce n’è una in particolare. Credo,

comunque, che la critica che più dialtre infastidisce sia quella che quandola squadra va male si debba puntare ildito su qualcuno in particolare. Nonmi va, per esempio, di essere conside-rato un mercenario e che uno di noipensi solo ed esclusivamente alla pro-pria carriera.Cosa hai imparato dallo sport?Tanto, ma soprattutto ad interagirecon gli altri ed a rispettare sempre gliavversari e chiunque. Qual è stata la chiave del tuo suc-cesso: la determinazione, l'umiltà,la fortuna o … cos’altro? Credo che sia la determinazione,l’umiltà e la fortuna abbiano inciso, inmaniera eguale, a farmi arrivare dovesono arrivato. A queste, però, vorreiaggiungere anche i sacrifici e la dedi-zione..C’è una squadra con cui ti piace-rebbe giocare?Sicuramente la Juventus. Da tifoso eda calciatore credo sia il sogno nel cas-setto.

la passione per questo sport e la fa-miglia, alla base della mia scelta difare il calciatore“ “

di Francesco Iuliano

Fabio Catacchini: “A Catanzaro per tornare in alto”

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CuriositàOra, però, cambiamo argomenti. Lasciamo lo sportper passare a conoscere il Fabio Catacchini di tuttii giorni.

Nome Fabio cognome Catacchini data di nascita19 gennaio 1984 città di nascita Città di Castello(PG) altezza 1,85 peso kg 80 ruolo difensoresegno zodiacale capricorno.C’è un oggetto che porti sempre con te?La foto di mio padre.Qual è il più bel regalo che ti si potrebbe fare?Vincere finalmente un campionatoCosa ti fa perdere la pazienza nel modo più as-soluto?Sicuramente l’arroganza e la maleducazione in ge-nerale.Chi inviteresti a cena?Charlize TheronIl tuo incubo ricorrente? Nessuno. Hai un sogno ricorrente?Visto che mi sono sposato da poco, più che un sognoho un desiderio: quello di avere un figlio al più pre-sto.Qual è stato il momento più emozionante dellasua vita? Il giorno del mio matrimonio.Hai altri interessi?Si, mi piace molto il basket NBA ed aggiornarminella vita privata seguendo corsi anche online come,ad esempio, quello di Ecdl che ho concluso qualchetempo fa. Piccoli accorgimenti che alimento per in-tegrare un “umile” diploma da ragioniere. Attrice preferita?Susan SarandonUltimo cd comperato?Quello di Robbie WilliamsGenere musicale preferito?PopCanti mai sotto la doccia?

Si, a volte. Città italiana preferita?NapoliVacanza ideale?Sicuramente a New York, la Grande Mela. Un pregio di Fabio Catacchini?Credo di essere disponibile. Un difetto?Irascibile.Aggettivo per definirtiSolareQualità che apprezzi di più in un uomo.La sincerità prima di ogni cosa.Qualità che apprezzi di più in una donnaSoprattutto la spontaneitàSei vanitoso?No.Quanto tempo passi davanti allo specchio?Pochissimo, al massimo un paio di minuti.Cosa hai imparato dalla tua famiglia ?Tanto.Ti ricordi come hai conosciuto tua moglie?Si.E’ stato amore a prima vista? Si, Se la dovessi definire in una parola?Bellissima.Cosa ti piace di più di leiGli occhi.Cosa non sopporti di leiQuando si arrabbia.Da 1 a 10 quanto conta nella vitail denaro 8l’amicizia 9l’amore 10la salute 10la famiglia 10l’onestà 5la bellezza 5il sesso 7

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Periodico sportivo indipendente

Anno I° - n. 10 del 03.02.2013 - Tiratura: 5.000 copieReg. Tribunale di Catanzaro n. 15 del 25.10.2012

DIRETTORE RESPONSABILE E COORDINAMENTO GIORNALISTICO

Claudio Pileggi

EDITORELuigi Conforto - info: 333.8247197 - 331.7928935

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÀOndaCalabra s.n.c. - Via L. Gariano - Catanzaro - Tel. [email protected]

FOTO: Cosimo Simonetta - Marco Nisticò

PROGETTO GRAFICO E REALIZZAZIONEStudiograficomaio - Via Indipendenza, 4 - 88069 Stalettì (CZ)

info: 0961.918427 - 339.2215585

STAMPA: Graficherre di Francesco RaffaeleVia P. F. Fiorentino, 6 - Catanzaro - Tel. 0961.792692

Catanzaro: Piazzetta Osservanza

Tel.0961.532870

Soverato: Via Risorgimento, 26

Tel. 0967.23933

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Diciottesima giornata appena trascorsa con note-voli sviluppi soprattutto in chiave playoff. Per ilCatanzaro, invece, rispetto al girone d'andata si

sono invertiti i campi, ma il risultato è sempre lostesso. Come all’andata infatti, dopo la vittoria col Barletta , haavuto inizio una ulteriore serie negativa , non solo intermini di risultati, ma soprattuto di gioco ed organiz-zazione tattica. Resuscita il Benevento, che torna al successo dopo treturni d’astinenza e fa ripiombare i giallorossi in zonaplayout. Il dato allarmante arriva dalla totale abuliadella squadra, fatta eccezione per Pisseri(una volta an-cora il migliore in campo per i giallorossi e questo nonè un dato positivo).Il Catanzaro attualmente sembra una nave che af-fonda, con il suo timoniere che sembra non saper piùquale decisione intraprendere per riuscire ad invertirela rotta. Buttare subito in campo i nuovi acquisti perpoi sostituirli dopo mezzora facendogli fare una ma-grissima figura non sembra essere stata una mossaazzeccata. A noi tifosi non ci resta che augurarci unarepentina e auspicabile inversione di tendenza.Sugli altri campi si registra la vittoria per 1-0 dell’An-dria BAT, contro uno spento Frosinone, evidente-mente immaturo e discontinuo per insediare il primoposto. I Pugliesi salgono a 20 punti, mentre resta terzoa 30 il Frosinone, che perde ulteriore terreno nei con-fronti della capolista Latina, che comunque non vaoltre l’1-1 nell’anticipo contro laNocerina, in netta ri-presa. La classifica pertanto dice 37 punti per il Latinae 30 per i Molossi, che domenica scorsa approfittandodel turno di sosta per le altre squadre, hanno superatonel recupero i toscani del Prato.Continui avvicendamenti nei bassi fondi , ma con sem-pre meno giornate al termine, appaiono sempre piùspacciate le tre squadre ultime in classifica.

In alto, delle prime cinque in classifica, nessuna havinto. Latina e Nocerina (che hanno giocato l'una con-tro l'altra) hanno ottenuto comunque almeno unpunto, mentre per Avellino, Frosinone e Pisa è arrivatauna cocente sconfitta. Così, alla fine, gioisce comun-que il Latina, che guadagna un punto sull'Avellino, manon si rammaricano nemmeno gli irpini, che nono-stante la sconfitta conservano un +5 sul Frosinone enon vedono i nerazzurri allontanarsi troppo.Soprattutto, c'è da evidenziare che si è trattato di unturno positivo per tutte quelle squadre che si atte-stano a metà classifica e che vedono avvicinarsi note-volmente la zona playoff. Nocerina e Pisa occupano ilquarto posto in coabitazione a quota 27, che è anchela quota che in questo momento varrebbe gli spareggiper la promozione in Serie B. Sono state raggiunte dalPerugia, squadra di valore che si ritrova lassù nono-stante gli innumerevoli passi falsi commessi. IlPrato(partita per la salvezza) e la Paganese (neopro-mossa) sono distanti solo due punti dalla magica quota27. Lo stesso Benevento, può permettersi di dimenti-care l'inizio di stagione oltremodo deludente pen-sando che la zona playoff è solo quattro lunghezze piùsu. Stesso discorso e stessi punti per il Viareggio, chea inizio stagione avrebbe firmato per salvarsi. La crisidel Gubbio è evidente, ma nonostante le quattro scon-fitte consecutive gli umbri sono ancora a -5 dal fatidicoquinto posto. Dieci squadre in sette punti, in un campionato che, die-tro alla coppia Latina-Avellino, si conferma quindi in-credibilmente equilibrato, forse livellato verso il basso.Il turno odierno potrà darci ulteriori spunti dal mo-mento che si disputeranno alcuni incontri interessantia cominciare da Avellino – Benevento, per proseguirecon Frosinone Prato, Perugia Andria e, naturalmente,Catanzaro – Paganese.Forza Aquile, invertiamo la rotta !!

di Emanuele VartoloClassifica ancora cortissima

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- Sig. De Siena marCO con punti 4, si aggiudica il primo premio consi-stente in un accessorio tecnico GIVOVA.

- Sig. CiambrOne virginia con punti 4, si aggiudica il secondo premio consistente in un biglietto di tribuna laterale.

Sig. Luigi bitOnti, ritira il secondo premio consistente in untagliando di Tribuna laterale.

Ogni settimana saranno proposte tre partite del campionato di prima divisione, delle quali occorrerà ten-tare di indovinare il pronostico (1-X-2) ed il risultato esatto. Se si indovina solo il pronostico sarà asse-gnato 1 punto, se si indovina il risultato esatto saranno assegnati 3 punti. Nel caso si indovinino

entrambi, i punti non si sommano, per cui il punteggio massimo attribuibile per ogni partita è di tre punti.Può anche essere possibile effettuare un pronostico in contraddizione con il risultato esatto (es: X, 1-0).Si procederà quindi alla stesura di una classifica ed al vincitore finale sarà assegnato un abbonamento delsettore “Tribuna Centrale” per il campionato 2013-2014. Sono previsti premi anche per il secondo classificato(“Abbonamento Settore Curva”) ed il terzo (Divisa ufficiale completa US Catanzaro).Premio settimanale: al primo classificato un accessorio tecnico offerto dalla Givova, sponsor ufficiale US Ca-tanzaro; al secondo classificato un biglietto di tribuna laterale. Per concorrere occorre collegarsi al sito “www.il-giallorossonline.it” nella sezione “il concorso” specificando nome e cognome del concorrente, con i datianagrafici (data e luogo di nascita). Si precisa che può essere inviato un solo pronostico per ogni concorrente e che in caso di parità sarà con-siderato vincitore chi lo avrà inviato per primo.

NB. Si raccomanda di utilizzare sempre lo stesso indirizzo mail.

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Gare del 10-02-2013 PRONOSTICO RISULTATO ESATTO

I pronostici da indovinare questa settimana sono i seguenti:

Classifica parziale per le prime dieci posizioni:

ESI LAB, composta da unteam di Tecnici Qualificati,nasce con l’obiettivo di for-

nire servizi su tutti i problemi chele aziende devono affrontare nelsettore ambientale ed agroali-mentare. Il laboratorio è iscrittonel Registro Regionale dei Labo-ratori di Analisi non annessi alleindustrie alimentari ai fini dell’au-tocontrollo fin dal 2006.Il laboratorio è accreditato AC-

CREdIA in conformitàalla norma UNI CEI ENISO/IEC17025 edopera con sistema diGestione per la Qualitàcertificato UNI EN ISO9001:2008. Strumen-tazione all’avanguardiae costante addestra-mento del personalegarantiscono al clienterapidità, affidabilità deldato analitico e consu-lenza sempre aggior-nata.

ESI LAB S.r.l. - Gruppo ESISUd

Via Lucrezia della Valle, 84

88100 Catanzaro

Tel. 0961/753902 - Fax 0961/752340

anDria bat - CatanzarO

1 - Ciambrone vincenzo 20

2 - Ciambrone virginia 19

3 - nosdeo Leonardo 18

4 - Castagna arnaldo 17

5 - varone angelo; gaccetta Fortunato 16

7 - Opipari paolo; nosdeo Luca; Corigliano alessandro 15

10 - gallo Stefano; Fasano giuseppe; De Siena Federico 14

De Fazio rocco; Castagna alberto; bitonti Luigi 14

nOCerina - FrOSinOne

piSa - perugia

CONCORRENTE PUNTI

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di Carlo Talarico

CATANZARO

Gianni IMPROTA Direttore GeneraleLettera del 25 giugno 2009

Antonio AIELLOPresidente - Conferenza stampadel 10 novembre 2010

In questi 34 anni ho vissuto l'esperienzacon le Aquile sotto molteplici vesti nellequali, con passione ed attaccamentoalla città e alla maglia, ho sempre pro-fuso le mie energie a favore della causagiallorossa

“ “ Vedo che i giornalisti qui fanno le domandegiuste mentre a Catanzaro andiamo a cercaresempre di creare casini, qua lavorano perl’Avellino e cercano di portare avanti l’Avel-lino

“ “RESTO DEL MONDO

Eugenio FASCETTI - Allenatore

“George WEAH - Calciatore

“Carlo MAZZONE - Allenatore

Rigore c'è quando arbitro dà

Quando c’è dimezzo la sal-vezza, se devopicchiare miamoglie lo faccio

Il problema delMilan? Troppipensano solo aicassi loro

Come diceva miopadre, me devono soloimparà a morì“ “ “

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Ambizioniridimensionate

di Nicola Galloro *

Ridimensionato e, forse, definitivamente! La scon-fitta di Benevento importa per il Catanzaro il rien-tro nella zona play – out ed un probabile addio alle

aspettative, invero velleitarie, legate alla zona promo-zione. L’esito dei novanta minuti campani è soltanto illogico corollario di un anno indecifrabile, per nulla de-finibile, probabilmente nato male!Scevri da sterili elucubrazioni analizziamo i fatti nellaloro asettica e cronologica evoluzione. A partire dallascorsa estate, allorquando il Catanzaro, che è benerammentare non vinse il torneo di Seconda Divisione,decise, in sede strategica–operativa, di procedere al-l’allestimento di una rosa composta da una rappresen-tativa di Seconda Divisione: Fiore, Cruz, D’Alessandro,per poi proseguire con giovani e non mantenute pro-messe come i portieri Faraon e Pisseri, cui aggiungerei riconfermati ma involuti rispetto alla passata stagionePapasidero, Sirignano, Ulloa, Quadri, Masini e Squil-lace. La ricerca della paternità di certe scelte azzardateporta ad un Cozza, intrigante quanto poco convin-cente, accentratore di ruoli in una disciplina che im-pone pluralità di figure espressione di diversità dicompetenze e specificità di abilità. E’ incontestabile che le cifre inchiodino alle responsa-bilità, evidenzino errori, lacune ove non sviste confu-sionali. Niente più dell’ insicurezza di una squadrarivela il corrispondente sentimento del suo allenatore:un tecnico che affronta la stagione con un modulo tat-tico che elegge ad immutabile ed invariabile… a costodi risultare primi degli ultimi! Un tecnico che presumedi fare strame delle gerarchie che necessariamentecontraddistinguono i gruppi prima che le squadre dicalcio. Tanto da affermare con sicurezza che tutti i gio-catori sono papabili titolari; una idea bella a patto chela qualità sia costantemente ed equilibratamente dif-fusa tra i componenti del gruppo, il che non è. Non così all’interno del Catanzaro, ove, fra l’ altro,regna incertezza e smarrimento tecnico e tattico. Ognidomenica riserva una formazione inedita, nuova, le-gata soltanto dal minimo comune denominatore rap-presentato dal modulo, questo sì intoccabile. Ognisettimana un undici diverso e scoordinato; un giornoFaraon, l’altro Pisseri (ed intanto Mengoni fa miracolicon l’Hinterreggio), un giorno Papasidero, poi Orchi,poi ancora Sirignano (re degli espulsi), Conti e Catac-chini. Una girandola che fa girare ma la testa. Intanto il Catanzaro sprofonda sempre più giù finquando viene ingaggiato un calciatore di categoria su-periore: Russotto. E sì, perché ci era sfuggita anchel’altra stranezza distintiva del Catanzaro rispetto allecolleghe rivali. Le quali, benchè ultime come SorrentoBarletta e Carrarese, risultano costituite per sette un-dicesimi da calciatori di categoria e spesso anche diserie B.E’ necessario, a Catanzaro infatti, assaporare da vicinol’infamante e poco dignitoso ultimo posto in classificaper correre ai ripari ed inserire all’interno della rosamaggiore inventività, creatività, fantasia, talento offen-sivo. E soprattutto attenuare gli effetti fideistici dellaostentata difesa a tre: come il tecnico non aveva man-cato di fare quel 4 marzo 2012, Catanzaro – Perugia 1– 0 allorchè, in vantaggio, varia clamorosamente edutilmente il modulo e propone una maggiormente pru-dente difesa a quattro. Un credo calcistico in un anno,

poi, che non è più quello trionfale della passata sta-gione: perchè le ali di centrocampo, nonostante gli in-terpreti variati, non contribuiscono ai necessariraddoppi di marcatura, non creano la diga sperata edattesa, lacerano la cerniera che avrebbero dovuto co-struire. Che si torni ai vecchi (nel nome, non nell’effi-cienza), terzini!Il resto è storia recente e contraddittoria: cinque vitto-rie in sette partite, frutto e merito di uno scatenato Fio-retti, unico a rendimento ed utilità costante, e di ungioco di squadra corale e partecipato; infondate ed il-lusorie speranze play –off; nuovo abisso determinatodalle due sconfitte consecutive che, complici i concor-renti risultati, hanno riportato il Catanzaro giù in quin-tultima posizione. Un tempo recente che conferma ilgrado di disorientamento tecnico: i nove acquisiti delmercato di riparazione quasi tutti proiettati in campoin maniera prematura e senza alcuna preventiva fasedi rodaggio ed adattamento. L’ incertezza dell’ insicuroCozza traspare ancora allorquando per due consecu-tive settimane elabora una determinata formazione daschierare dal primo minuto, salvo poi rivedere e rime-ditare le proprie convinzioni di base dopo appena mez-zora dai rispettivi fischi d’avvio. Una difesa colabrodo,sempre più preda degli avversari, una squadra nonall’altezza per qualità e tasso tecnico. Il tutto mentre lerivali hanno in dotazione atleti di carriera, uomini na-vigati ed atleti consumati in categoria. Un deficit costi-tuzionale cui aggiungere la carenza di rendimento dialcuni suoi elementi: Quadri non è più il pregevole emassiccio metronomo di centrocampo, Squillace nonsfonda più sulle corsie di sinistra (tatticamente ormaiè stato brillantemente studiato dalle avversarie), Ma-sini, quando gioca, non rende come nella passata sta-gione (con gli oltre venti gol segnati). Serietà di sintesi impone di affermare che il Catanzarooggi, per numeri e per gioco espresso, non possiedela permanenza diretta in categoria. Rigidità di conclu-sioni individuare come unico ed esclusivo obiettivoquello di rimanerci.Ed ora riannodiamo. Il calcio è sentimento ed il cuoreche lo genera pulsa oltre le aride cifre ed i saldi di bi-lanci. E’ in questo corso temporale che rivediamo, aldi là ed al di sopra delle censure fieramente manife-state, l’ iter calcistico dl trainer Cozza, indiscusso arte-fice delle più recenti glorie. Un tecnico da cui ripartirecomplice anche il collaudato e vincente sodalizio conil demiurgo della resurrezione catanzarese, per tutti ilsupertifoso Presidente Cosentino. Registrare i ruoli siimpone, per come l’arrivo dell’intraprendente direttoresportivo Ortoli sembra rivelare, equilibrare definitiva-mente l’andamento tattico della sua squadra si deve.Magari con maggiore flessibilità di vedute, minori pre-giudizi e convinta modestia. Meglio di noi, forse, lostesso tecnico di Cariati che al cospetto degli eloquentinumeri non ha avuto difficoltà a rivedere gli obiettivistagionali con una conversione degna dei migliori cir-cuiti automobilistici.In bocca al lupo Catanzaro, in bocca al lupo misterCozza. Ti vogliamo sempre bene, lo stesso che vo-gliamo al Catanzaro.

* Conduttore radiofonico e radiocronista radio Onda verde vibo valentia

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Il tifoso poeta di Dora Dardano

Nel 1929 insieme all’US nasceva uno tra quelli cheoggi sono i veterani della tifoseria: Francesco Ca-pano. Pensionato dai Consorzi di Bonifica ha co-

struito una famiglia tifosissima con la moglie Teresae i tre figli Salvatore, Rosamaria e Rita i due amati ge-neri e le tre nipotine. “Mio padre mi portò allo Stadioquando avevo solo 7 anni”, e la domenica era una metadi rito nel tragitto di discesa dal cimitero dove anda-vano porre un fiore sulla tomba della mamma Rosa,scomparsa prematuramente. Coltiva la passione per ilpallone formando con gli amici la squadra “La Vespa”con la quale poi si iscrisse ai campionati provincialigiovanili cambiando il nome in “Le frecce nere”. Con-tinua poi nel dopoguerra a giocare con i colleghi bat-tezzando la squadra come Cobra (per Consorzi diBonifica Raggruppati) sfidandosi tra uffici nel vecchiocampo sul torrente di Gagliano, “Il Bersaglio”. E lepartite tra colleghi continuano colorandosi di serenarivalità (tra i “succhia inchiostru” che erano gli ammi-nistrativi e gli “impasta cacia” che erano i geometri) edi scommesse simpatiche e memorabili come il piz-zetto tinto di giallorosso del Ragionier Iannelli. Colle-zionista da sempre di articoli e foto del Catanzaro hacreato una preziosa raccolta di documenti ormai sto-rici, ingialliti dal tempo e per questo particolarmenteinteressanti e di valore affettivo e non solo, arricchiteda poesie, filastrocche e ritagli simpatici dei perso-naggi di Walt Disney. Riportiamo ora una filastroccadella partita contro la Roma che ha visto come prota-gonista Massimo Palanca:

“Oggi la Roma anche con RoccaVuol difendere la porta.

Ma Palanca furbacchioneGli ha infilato un bel pallone”.

Grande stima poi per il nostro Presidente da partedel signor Capano, che a parer suo, a risvegliato glianimi dei tifosi e poi non manca di dedicare un suo

simpatico componimento a tre personaggi che lavo-rano dietro le quinte per la compagine giallorossa:

“Mi piace oggi parlare a più non possoDi alcuni simpatici personaggi giallorossi

Ed ho quindi scomodato con piacereD’Artagnan con i suoi tre Moschettieri;paragonando ad essi quattro dipendenti

dell’U.S. Catanzaro sempre attivi e presenti.E vado il tutto ad elencare:

A D’Artagnan ho affiancato l’amico Nazario,che dell’U.S: Catanzaro è il diligente segretario,

si difende con garbo d’assalto opprimentee, con un largo sorriso contenta la gente.Ora vi elencoi nomi dei tre moschettieri,che sono in prima linea giornate intere,

per staccare biglietti a più non possoe quindi farci godere i giallorossi:

La Signora Caterina che ho affiancato ad Aramis

Ma lei è molto più bella, superiore alle MissEd è sempre cortese gentile e sorridente,

fa tutto con gioia sempre presente.A Portos Rosario ho invece affiancato,

considerato che fisicamente è ben piantato,e con la sua forza e la sua costanza

con nessuno perde mai la sua pazienza.Ad Athos Enzo ho poi accoppiato

Perché simpaticone, snello e delicato,ma il suo lavoro svolge preciso e garbato

e la stima di tutti si è guadagnato.Potrei scrivere ancora, ma mi voglio fermare,

per consentire ai nostri moschettieritanti biglietti staccare.

E così il nostro caro PresidentePossa ogni partita osservare

Con tutti i posti occupati e tutti quanti a tifareForza giallorossi!!”.

“A noi tutti giallorossi di CatanzaroÈ arrivato a giugno un bel regalo,

un regalo da molti anni tanto attesoche ci ha levato dal cuore un grosso peso.

E’ entrato in città con modestia e pian pianino,un grosso personaggio Giuseppe Cosentino,che, anche se fisicamente è un po’ bassinoha mostrato una possente forza leonina.

Si è sulle spalle l’U.S. Catanzaro caricato,e, pian piano, a farlo alzare cominciato.L’inizio è stato duro: si è penato un poco,

ma con la voglia di Baffetto si è raggiunto lo scopo.Ed oggi le nostre Aquile nell’azzurro cielo

Son tornate a garrire festanti e pien di zelo.E noi, ringraziando il nostro magistrale presidente,

gridiamo con gioia: SI GIOCA DI NUOVO A CALCIO FINALMENTE!!” i coniugi Capano

Di seguito un’altra poesia dedicata al Presidente Giuseppe Cosentino:

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- Prodotti tipici calabresi - Spumanti

- Champagne - Vini tipici e D.O.C.

- Miele - Funghi - Olive - Melanzane

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odori secchi e altre specialità calabresi

- Olio di oliva - Liquori

- Bevande regionali e nazionali

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Pagani, la patria adottiva di Angelo Mammì

di Aurelio Fulciniti

La città di Pagani rappresenta la patria adottiva di An-gelo Mammì, ed è per questo che, più che dei prece-denti fra Catanzaro e Paganese stavolta è d’obbligoparlare di un Mito. Insieme a Palanca è il calciatoreancora oggi più amato dai tifosi giallorossi e non sonopochi gli appassionati di calcio che – anche fuori daCatanzaro e dalla Calabria – ancora lo ricordano conaffetto e nostalgia. La sua esultanza in un piovoso po-meriggio d’inverno del 30 gennaio 1972, rivista an-cora oggi, trasmette la pelle d’oca un pò a tutti. A chic’era e anche a chi – per motivi di gioventù, come chiscrive – non poteva essere presente allo stadio. Maquella corsa con le braccia alzate, vista oggi, assumequasi i contorni della leggenda. E lo stesso accade ri-vedendo il gol di un pomeriggio napoletano del 27giugno 1971, un pò col braccio – ma le immagini nonchiariranno mai un dubbio da sempre ininfluente aifini del trionfo – e molto con la testa, per portare igiallorossi a un traguardo che in quegli anni per laCalabria sembrava scritto solo nel libro dei sogni edei sortilegi e che invece quel giorno divenne realtà.Disputò pochi campionati – appena due – e segnòmolti meno gol – solo tredici – rispetto a Palanca, maAngelo Mammì, nato a Reggio Calabria il 17 marzo1943, fu il primo calciatore-simbolo che fece cono-scere il Catanzaro in ogni parte d’Italia dove si par-lasse di calcio.Era alto appena un metro e settanta, ma di testa leprendeva tutte lui. E quando aveva l’occasione pro-pizia davanti alla porta, sgomitava letteralmente pernon mancare l’appuntamento con il gol. Generoso eindomito, campione di umiltà, fece la classica gavettadei calciatori venuti su dal nulla, mangiando polveresui campi in terra battuta della Serie C negli anni Ses-santa. Dopo gli inizi nel Locri, Mammì passò poi allaNocerina, all’Internapoli – squadra dove in queglianni si mise in luce un certo Giorgio Chinaglia – epoi al Lecce. Nelle file dei giallorossi salentini giocòben quattro campionati, dal 1966 al 1970, avendocome compagni di squadra Eugenio Bersellini – poianche suo allenatore e nel 1980 “mister” scudettatocon l’Inter – e Beppe Materazzi, padre di Marco, il“Matrix” interista e Campione del Mondo 2006 conla Nazionale (testata a Zidane permettendo). Unasquadra tosta, quella leccese, come tutte quelle delgirone C di terza serie in quegli anni. Erano tempiquasi da pionieri. Ed anche piuttosto rissosi. Bastipensare che fra il 1963 e il 1970, nel girone meridio-nale di Serie C furono sospese e assegnate a tavolinoben 18 partite. E tutte per incidenti, tafferugli, sassa-iole e invasioni di campo ed aggressioni ad arbitri eguardalinee. Le squalifiche fioccavano e il Crotone,per dirne una, dopo la sospensione della partita ca-salinga del 4 febbraio 1968 (ventesima giornata) con-tro la Massiminiana di Catania, gara interrotta al 79’per “invasione di campo, lancio di pietre a pestaggio

dell’arbitro” sul risultato di 1-2, fu costretto a giocaretutte le altre partite casalinghe del campionato incampo neutro, per squalifica.Insomma, più che campionati erano bollettini diguerra. Ma il buon Angelo non mostrava paura e lot-tava per mettersi in luce. Aspettava una “chiamata”in Serie B e nell’estate del 1970 si presentò il Catan-zaro. La campagna acquisti fu “al risparmio” e l’arrivodi Mammì fu accolto con il consueto scetticismo.Anzi, diciamo quasi con ostilità. Tutti immaginavanoun Catanzaro stabile in zona salvezza, se non addirit-tura retrocessione. E invece i giallorossi iniziarono afare risultati con continuità, concludendo il girone diritorno con una sola sconfitta e in piena lotta per glispareggi promozione con Atalanta e Bari. Nel frat-tempo Angelo Mammì si era specializzato nel se-gnare gol decisivi, e le partite in casa contro gliorobici e i biancorossi pugliesi le aveva rese vincentiproprio lui, con due gol all’arma bianca. Ma era de-stino che non dovesse fermarsi lì. E il 27 giugno1971, al San Paolo di Napoli contro il Bari, seconda edecisiva gara di spareggio, Gori crossa in area, anove minuti dalla fine, la palla supera il portiere Spa-lazzi in uscita e va sulla testa di Mammì, che staccacon le braccia protese e mette in rete. È Serie A. Inuna Calabria messa a ferro e fuoco dai moti di Reg-gio, è proprio un reggino a unire tutti, almeno nel cal-cio. Il Catanzaro si appresta a fare una Serie A noncerto da favorito, ma gioca e si batte senza rispar-miarsi. Mammì segna a Marassi con la Samp e incasa contro la Roma. Sono due gol pesanti e decisivi,che fruttano due pareggi. E il 30 gennaio, prima gior-nata di ritorno, arriva a Catanzaro la grande Juven-tus. Un big del giornalismo sportivo come GiovanniArpino su “La Stampa” di Torino avverte i bianconeri:“Dovranno fare i conti con una squadra che il suopubblico rende di brace”. E a sei minuti della fineMammì si lancia in tuffo di testa fra i marcantonidella difesa juventina per mettere in rete la palla de-cisiva. Ed è il gol che vale una vita. L’esultanza, il ti-foso che entra in tribuna stampa per “soffiare” ilmicrofono ad Ameri per urlare tutta la sua gioia, lefeste del dopopartita, son tutte cose che hanno im-boccato ormai la strada del mito.Il Catanzaro, pur indomito, retrocederà, e AngeloMammì, dopo due esperienze poco felici ad Alessan-dria e Messina, ritroverà a Pagani la sua seconda gio-vinezza calcistica. Tre campionati, 89 presenze, 41gol. Un tifoso degli azzurrostellati lo ricorda così:“Eccolo allora pronto e pimpante a dare il suo contri-buto di classe, di astuzia e di esperienza. I suoi golnon erano mai banali: erano pennellate di artista. Lasua testolina magica svettava su palloni giudicati al-tissimi fra autentici giganti dell’area di rigore – lui pic-colino di statura – e segnava come ai bei tempi”. Efu davvero l’Angelo di tutti.

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“Piccole storie, che fanno grande la storia”, dice Gep-pino Martino. Più semplicemente, potremmo para-frasare noi “piccole storie, di grandi uomini”. Uomini

comuni, uomini umili, uomini abituati a muoversi in silen-zio, in punta di piedi, sacrificandosi e dedicando la propriavita ad un mestiere, anzi, ad una “missione”, con passionee abnegazione. Una vita dedicata ad un simbolo: il giallo edil rosso della casacca dell’US Catanzaro. Ora il tutto è spre-muto e racchiuso nelle pagine di un libro; ma non si trattadel “solito” libro sul Catanzaro Cal-cio (ci scuseranno per la defini-zione di “solito”, aperta amolteplici pareri e considerazioni):emergono aspetti di un quoti-diano, sconosciuti a chi non haavuto il privilegio di viverli. Sensa-zioni che non potranno mai andarvia e che ritrovano nuova linfanelle parole scritte da GeppinoMartino, assoluto protagonista diun’iniziativa che, all’età di 80 anni,dopo un’esistenza “trascorsa alservizio di un’Aquila”, diviene au-tore di un volume, edito da AldoPrimerano (editore storico di Alè Catanzaro) dal titolo “LaBaracca delle Aquile – Twitter da un nido”: un librosuddiviso in 21 capitoli, da leggere con piacere, anzi, da “di-vorare con avidità” e fame di cultura, che concede di ritor-nare con la mente nei pressi di quella “baracca” (anticospogliatoio posto tra l’attuale curva ovest e l’adiacente tri-buna scoperta) e di scoprire nuovi aneddoti, racconti ineditidi situazioni che trovano oggi la luce; altresì, chi non haavuto la fortuna di far parte di quel periodo storico, può soloimmaginare e lasciarsi cullare dalla dolcezza della fantasia. Il libro è stato presentato venerdì 25 gennaio, presso l’AulaMagna dell’ITIS “Scalfaro” di Piazza Matteotti, in Catan-zaro, alla presenza, oltre a quella dell’autore e dell’editore,di Gianni Bruni (tra le principali figure orbitanti al “cosmoCatanzaro” del passato) che ha moderato l’incontro, in-sieme al collega Bruno Gemelli, il quale si è soffermatonella lettura di alcuni tra i passi più significanti del volume,coinvolgendo il pubblico accorso. Una conferenza alla qualeha preso parte il giornalista Carlo Talarico, autore della pre-

fazione tra l’altro, che si dice “onorato di sedere affianco ai‘colossi’ della storia giallorossa”; il Presidente dell’Ammini-strazione Provinciale di Catanzaro Wanda Ferro e l’Arcive-scovo di Catanzaro, S.E. Mons. Vincenzo Bertolone, i qualinon hanno fatto mancare i rispettivi interventi, omaggiandoGeppino della loro gratitudine e riconoscenza, oltre a voltistorici e “più o meno recenti” (in rappresentanza anchedelle vecchie amministrazioni dell’US) che hanno contri-buito a scrivere pagine di storia. il tutto però, non si sarebbe

realizzato se non grazie all’Associa-zione Catanzaro nel Pallone, chene ha curato l’organizzazione. Sulfinire dell’incontro, è invitata aprendere la parola proprio la si-gnora Mariella Ceravolo (la figliadell’amato “Don Nicola, il Presi-dentissimo”, per chi non lo sa-pesse, alla cui memoria sono statededicate le parole di Geppino Mar-tino, oltre alle pagine scritte), laquale ha affermato: “Geppino hascritto dello sport, idealizzandolo,ma non emerge solo il suo amoreper la maglia, bensì, traspare

l’amore per la città!”. Geppino Martino, “l’amico di tutti”,uomo perbene, di poche parole, legato al Catanzaro da cal-ciatore e da medico sociale in seguito, che offre alla comu-nità questa raccolta sui personaggi, sulle microstorie,proprio come si farebbe adesso, secondo lo “stile Twitter”,lui che si definisce “catanzarese al 98%, essendo arrivato nelCapoluogo all’età di 2 anni”; lui che ha dovuto trascurare lafamiglia, vedendosi comunque sostenuto sempre; lui cheha sempre avuto una parola d’amore per tutti, dipingendoin maniera lineare tutti i personaggi descritti, come la stessasignora Mariella afferma, aggiungendo: “La sua stella èstata la bandiera che ha guidato il suo cammino”.Infine, ringraziando i suoi affetti, Geppino Martino ha vo-luto lanciare un messaggio: “La città era dotata di un sanoprovincialismo, legato allo sport. Mi auguro che Catanzarorisorga, grazie ad una nuova favola sportiva”. GRAZIE A TE, GEPPINO.

Cosimo Simonetta

La baracca delle Aquile

geppino martino

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02/09/2012 06/01/20131ª giOrnata

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23/09/2012 03/02/20134ª giOrnata

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30/09/2012 10/02/20135ª giOrnata

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07/10/2012 17/02/20136ª giOrnata

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14/10/2012 03/03/20137ª giOrnata

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28/10/2012 10/03/20138ª giOrnata

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04/11/2012 17/03/2013 9ª giOrnata

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11/11/2012 24/03/201310ª giOrnata

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18/11/2012 07/04/2013 11ª giOrnata

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02/12/2012 14/04/201312ª giOrnata

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09/12/2012 28/04/201313ª giOrnata

ANDRIA BAT - AvELLINO

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16/12/2012 05/05/201314ª giOrnata

AvELLINO - CATANzARO

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marCatOri

10 reti: Ciofani D. (Perugia).

9 reti: Evacuo F. (Nocerina).

8 reti: Biancolino R. (Avellino), Castaldo L. (Avellino), Favasuli F. (Pisa), Fioretti G. (Catanzaro), Scarpa F. (Paganese).

7 reti: Barraco D. (Latina), Galabinov A. (Gubbio), Magnaghi S. (Viareggio), Mancosu M. (Benevento), Mancuso L. (Carrarese),

Napoli A. (Prato.

6 reti: Altinier C. (Benevento), Innocenti R. (Andria), Politano M. (Perugia).

5 reti: Belcastro L. (Carrarese), Frara A. (Frosinone), Girardi D. (Paganese), Makinwa A. (Carrarese), Mazzeo F. (Nocerina), Perez

L. (Pisa), Tulli G. (Pisa).

top 11 della 18ª giornata

RUOLO CALCIATORE CLUB vOTO M/v GOAL STAG. MIGLIORE STAGIONE

Port. Rossi Andria 7 6,25 17 2007/2008 Serie B – Ravenna 5 presenze 3dif. Anzalone Carrarese 7,5 6,75 0 2007/2008 Serie B – Ravenna 27 presenze 1 goaldif. Bedusci Prato 6,5 6,5 0 2011-2012 1ª divisione – Prato 18 presenzedif. Fernandez Paganese 7 6,5 3 2003-2004 Serie B – Torino 28 presenze 2 goalCentr. Mancosu Benevento 7,5 6,75 7 2007/2008 serie A Cagliari 10 presenzeCentr. de Liguori Nocerina 7 6,75 0 2011/ 2012 serie B Nocerina 21 presenze 1 goalCentr. Scarpa Paganese 7,5 7 8 2008/2009 Serie B Salernitana 37 presenze 6 goalCentr. Allegretti Balrletta 7 6,5 0 2002/2003 serie A Como 26 presenzeAtt. Belcastro Carrarese 8 7 5 2012-2013 1ª divisione Carrarese 15 presenze 5 goalAtt. Makinwa Carrarese 8 7 5 2006/2007 serie A – Lazio 25 presenze 3 goalAtt. Caturano Paganese 7,5 6,75 3 2008/2009 1ª divisione - Taranto 17 presenze 5 goalAll. Grassadonia Paganese 7,5 6,75 2011/2012 - Paganese, promozione in 1ª divisione

attraverso i Play Off

LA CLASSIFICA

SquAdRE

in CASA FuORi CASA  tOtALi GOL RiGORi

Casa Fuori tot. RF RC

G V n p G V n p G V n p R S R S R S t R t Rpunti

Latina 37 9 6 3 0 9 5 2 2 18 11 5 2 12 4 11 11 23 15 0 0 1 1

Avellino 35 9 5 4 0 9 5 1 3 18 10 5 3 14 5 14 9 28 14 10 9 0 0

Frosinone 30 9 5 3 1 9 3 4 2 18 8 7 3 16 10 9 6 25 16 4 4 7 6

Nocerina 30 9 6 1 2 9 2 5 2 18 8 6 4 18 13 10 10 28 23 3 2 1 1

Perugia 27 9 5 1 3 9 3 3 3 18 8 4 6 19 11 8 11 27 22 1 1 2 2

Pisa 27 9 5 3 1 9 2 3 4 18 7 6 5 17 10 9 11 26 21 7 7 3 3

Paganese 25 9 4 4 1 9 2 3 4 18 6 7 5 12 4 10 13 22 17 1 1 0 0

Prato 25 9 5 1 3 9 2 3 4 18 7 4 7 12 6 10 13 22 19 5 5 3 3

Benevento 23 9 4 1 4 9 2 4 3 18 6 5 7 10 7 15 14 25 21 6 5 3 3

viareggio 23 9 4 5 0 9 1 3 5 18 5 8 5 16 9 9 17 25 26 0 0 8 8

Gubbio 22 9 5 2 2 9 1 2 6 18 6 4 8 12 9 5 16 17 25 2 2 3 3

Catanzaro 21 9 4 1 4 9 2 2 5 18 6 3 9 16 17 9 16 25 33 3 3 5 5

Andria 20 9 3 3 3 9 2 4 3 18 5 7 6 8 8 8 9 16 17 3 2 4 3

Barletta 14 9 1 3 5 9 2 2 5 18 3 5 10 6 11 9 15 15 26 2 1 6 4

Carrarese 13 9 3 2 4 9 0 2 7 18 3 4 11 13 13 6 18 19 31 2 2 0 0

Sorrento 12 9 1 6 2 9 1 0 8 18 2 6 10 7 8 3 19 10 27 1 1 3 3

Legenda: C=In casa T=Totale R=Gol fatti S=Golsubiti RF=Rigori a favore RC=Rigori contro

Statistiche a cura di Antonio Costantino

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Il gioco del calcio a Catanzaro, inteso come forma sociale,svago e impegno fisico, fonda le sue profonde radici neigruppi o Circoli privati che dal 1908 in avanti si formavano

per giocare “a pallone” (il termine calcio, come nel linguag-gio corrente, arriverà più tardi). Nascono sodalizi come laBraccini, la Minerva di Libero ed Eugenio Greco, l’Italia deiCosta e Miniaci ecc.Insomma, il nuovo fenomeno sportivo incomincia ad inte-ressare Catanzaro, anche se inizialmente sono pochi privi-legiati a praticarlo, in ristretti ambienti o nei sodalizi sopracitati con sfide e partite saltuarie e senza nessuna attività or-ganizzata. Nascono ancora Società Spotive come la Juventus,l’Audace, la Scalfaro, la Catanzarese e altre.Molte di loro nascono e muoiono nel giro di pochissimo, giu-sto il tempo di dar luogo a qualche torneo o magari soltantoa una delle solite “sfide” cittadine. Organizzare e dare quindiun punto di riferimento al fenomeno calcio, era necessario,lo ha capito per primo uno dei personaggi più importantidella nostra storia calcistica, il Marchese Antonio Susannache, con l’aiuto di giovani “bene” come Proto, Cilento, Zap-pia, Parisi, Piacenza e Paoletti, forma la prima vera Societàdi Calcio, la “S.S. Juventus Catanzaro”, con elementi di spic-cate attitudini calcistiche come i fratelli Sanguinetti, Cilento,Sabbia e Ventura. Da lì tutto diventa più facile, nuove squa-dre nascono e si organizzano a disputare tornei locali fino alfatidico 1912, quando la S.S. Juventus del Presidente AntonioSusanna organizza il Primo Derby Calabrese della storiacontro la Squadra destinata a rimanere la rivale di sempre:il “Cosenza”. Teatro del memorabile incontro-scontro: lo

spiazzo antistante laCaserma “Bettoia”alle spalle della piùnota Caserma“Pepe”. Fu la primavittoria storica sui“Cugini” casentini.La Juventus Catan-zaro vinse per 2 a 1,grazie anche alle fan-tastiche parate delnostro portiere Can-giullo che diventaben presto leggenda. Un evento preisto-rico di tale impor-tanza per il nostrocalcio che diventapresto oggetto di narrazioni affidate a scrittori e poeti, ultimaa distanza di molti anni ad opera del grande poeta in verna-colo Benito Castagna:Fu nt' o novecentudecia, anzi dudici... mi para,cchi na squatra a Catanzaru ficia 'a prima vera gara.Fu 'na cosa propriu nova, si 'a memoria non m'inganna,'e sa squtra d'e pallona, presidenta era Susanna.Ni 'incontrammu cch'i cugini, e t'u dicu ccu cuscienzaca jocammi 'a prima vota cuntr' 'a squatra d'o Cusenza.Ficia storia 'sa partita, e si vo' m'o sapa ncunucuminciammi chiddra vota e vinncimmi ppe dui a unu...

Catanzaro e Cosenza... derby storico dal 1912

il marchese Susanna, pioniere del calcio catanzarese

Lo spiazzo della caserma bettoia, teatro della prima vera partita di calcio a Catanzaro

di Enzo Minicelli

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Runci, la casa della Kennedy

Entrare a Runci, rende immediatamente l’idea dicome sia possibile gestire una scuola calcio ad“alti livelli”, come si dice dalle nostre parti. Non

è un tempio, Runci, ma un impianto sportivo cometanti, senza pretese, sicuramente attento a fornire aisuoi ragazzi tutto ciò che serve a farli divertire gio-cando a pallone. Affermare di essere poco attenta aiparticolari non mi si confà, eppure al mio ingressonella sede della Scuola Calcio Kennedy, la più anticaed anche la più prolifica della provincia, non sono riu-scita a cogliere immediatamente la quantità e il va-lore dei trofei raccolti sulle mensole che occupanopraticamente i due terzi delle pareti della stanza...Che forse può sembrare poca cosa, ma se si consi-dera che il rimanente spazio è coperto dalle foto deitanti ragazzi che sono usciti dalla scuola, per diven-tare campioni, si comprende quanto prestigiosa siala società..... Campioni....probabilmente mi attirerògli strali funesti del Pres. Nisticò, che da subito mipuntualizza come il loro primario scopo, nei tanti annidi gloriosa attività, sia stato quello di spiegare ai ra-gazzi cosa fosse “il pallone”.Ha una storia antica la Kennedy, nata dal connubiotra l’Olimpia Sala e la Amaroso, che a sua volta di-scendeva dalla A. S. Boniperti- Gabetto, in cui mili-tava un folto gruppo di ragazzi tutti juventini, nei varicampionati giovanili.Con l’aiuto del barone Talamo, fu creato la Amarosoanche se poi .... “a Fondachello ci proposero il cam-biamento del nome in Romita, i cui colori erano quelligranata, in onore del Grande Torino, decimato dallatragedia di Superga. In tre anni abbiamo vinto tuttociò che si poteva; si partiva con i nostri mezzi, a volteanche qualcuno di fortuna, ma si tornava semprecontenti e realizzati per il bel gioco espresso. Conl’aiuto del dott. Grani abbiamo cominciato a vederequalche soldino, ci credeva nella squadra , aveva ac-quistato alcuni giocatori dagli Iiritano, allenati da Pal-mieri e poi dal prof. Greco, e nel 1963/1964 abbiamoiniziato il campionato spesati di tutto, ristorante com-preso.....chi lo aveva mai visto un ristorante!!!!”Il presidente Nisticò, non avrebbe disdegnato queivantaggi economici, ma la sua etica contrastava conun sistema poco consono alle sue idee. Se ne andò aL’Aquila, poi tornò, si sposò e fece famiglia. In queglianni la squadra era gestita da Totò Arabia, FrancoTeti e Paparazzo . Nel 1965 sarebbe stata rifondatacon il nome di Kennedy, in onore del Presidenteamericano prematuramente scomparso. Furono glianni in cui Mister Loprete ebbe tra i suoi allievi Mas-simo e Gregorio Mauro, Pino Lorenzo e GaetanoFontana, anni importanti, anni nei quali la Kennedy,rappresentava un vivaio importante per il Catanzaroin serie A. Del resto basta guardarsi intorno......le fotocon la maglia della società e poi della NazionaleUnder 21 di Massimo - e non c’è bisogno di aggiu-

gere altro - di Pino, Gaetano e molti altri si commen-tano da sole, come si esibiscono fieri i tanti gagliar-detti alle mie spalle e le coppe che incutono ancheun certo timore reverenziale... Mi brillano gli occhi,mi dicono , e vorrei vedere!!!!Questo è il calcio che emoziona, che fa salire il san-gue alla testa e fa battere i polsi, questa è gente cheha speso una vita dietro ad un gioco che forse oragioco più non è. “Restai fuori ma sempre in contattostretto fino a quando non mi convinsero a tornare,nel 1989, grazie a Bobo Davoli, e divenni presidente.Quando Franco Teti perse il figlio, ci mettemmo a la-vorare, rifondammo la squadra ex novo, andammoa scegliere i ragazzi uno per uno, visto che Francoaveva già piazzato i migliori e ripartimmo dalla terzacategoria. Nel 2000 abbiamo fatto la scuola calcio con il contri-buto del sign. Fera, che ci da tuttora la possibilità dilavorare con i bambini, anche perchè io ero rientratoa pieno titolo nel 1996; sono ancora qua, loro non mifanno andare via!!! Per quanto le esigenze familiaririchiedano la mia presenza, l’amore per i ragazzi milascia ancorato a questa scrivania...Certo non sono più i ragazzi di una volta, hanno tutto,i più grandi mi fanno dannare, devo stargli dietro perfarli giocare... eppure durante il periodo di festa ap-pena trascorso, sono accorsi in molti a riscontrarsitra quelli che ormai studiano fuori!!!!“Nessuna rimostranza se non quella verso i procura-tori: “li odio!! perchè il ragazzo quando si sente os-servato, smette di giocare......Spesso è una lottaanche con i genitori, qualcuno spinge eccessiva-mente quando pensa di avere un campione in erba,e poi lo ricatta sulla scuola. Certo ne abbiamo cedutitanti, ma chi esce dalla Kennedy, sa che deve mante-nersi umile e modesto.Quando Massimo-sempre quello, e lo affermo con lapiù alta defezione, anche se gli occhi di Loprete si il-luminano quando parla di lui - era pres. del Genoa, cichiese di potere visionare un ragazzo. Aveva qualità,ma non riuscì a restare all’ombra della Lanterna.....ci avrebbero fatto comodo i soldi, ma il ragazzo tornòe non se ne fece nulla.”140 ragazzi sono tanti, tutti schedati, qualcuno vieneaiutato, ma tutti devono dare il loro apporto nel ri-spetto delle regole, di se stessi e del loro corpo,nonsi esce da Runci se non si fa la doccia, calda!!!!E non si può uscire da Runci se prima non si leggela Lettera di un Bimbo al suo papà: toccante, vibrante,vera, come solo i bambini sanno essere. Meriterebbeun’altra pagina, l’invito è di andarla a leggere e a de-liziarvi di ciò che i miei occhi han visto e che sicura-mente non ho potuto raccontareper come avrei voluto.

gea brescia

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Mentre la Scuola Cal-cio del Catanzaro siè assicurata una

collocazione “intra moe-nia”, per difendere i piccoliamici dai rigori invernali,tutto il settore giovanile siè trovato impegnato suivari campi dei rispettivicampionati, all’insegna diun week-end intenso edemozionante. Del resto,già da qualche settimana ilgiro di boa effettuato, hareso le classifiche oggetto di attenzione costantequando non addirittura pressante e, sebbene non tuttele compagini abbiano prodotto risultati positivi,ognuna ha garantito serietà e responsabilità, dimo-strando quanto la fiducia più volte espressa dal presi-dente Cosentino, si riveli ben riposta. La Berretti haaffrontato la difficile trasferta di Lecce, prima in clas-sifica, costruita per raggiungere traguardi così elevati,che proprio nella settimana che aveva precedutoquella dello scontro con gli Aquilotti, il proprio misterera stato chiamato in prima squadra, con tutto il suostaff. I ragazzi di Spader hanno vissuto l'incontro forsecon eccessivo nervosismo ed il risultato finale, 5-1 per

i padroni di casa, ha certa-mente punito un pò troppoun Catanzaro che è pursempre secondo in classi-fica, a pieno merito. Indub-biamente qualcuno avevasperato nel colpaccio, maun elogio a Giulio Spaderper quanto fatto fino ad ora,deve comunque essere at-tribuito.Pareggio interno, ha invececonseguito mister Teti coni suoi Giovanissimi, che si

sono resi protagonisti di un match vibrante ed entu-siasmante, terminato con il punteggio di 3-3, contro ilMartina Franca. Con immenso piacere, ci si consentadi definire eccezionale la vittoria degli Allievi di Gian-luca Procopio, che a Castellammare, contro la JuveStabia, ha conquistato un bel 4-3, a conferma di unsquadra sicuramente in crescita ed in grado di eviden-ziare finalmente quel carattere che le aveva impeditodi fornire prove più convincenti. “In effetti è il quintorisultato utile consecutivo e, questa volta, i ragazzisono stati veramente bravi.” Sotto di due goal nelprimo tempo, i ragazzi in giallorosso dopo sei minutidal rientro dagli spogliatoi erano già in pari. “Nonposso dire cosa ho detto nell'intervallo, ma la squadraè ritornata in campo con un'altra marcia, al punto cheuno dei guardalinee ha chiesto cosa fosse successodurante la pausa”, mi confessa Gianluca Procopio.A segno Cinquegrana per due volte, Schiavello e Pe-trone; anche questo incontro ha visto assegnare con-tro il Catanzaro un rigore un pò dubbio, ma a casasono stati portati tre punti utilissimi in vista dell'appun-tamento infrasettimanale per il recupero con la Noce-rina. “Gli infortuni continuano a perseguitarci, ma imiei Allievi hanno dato prova di maturità e si presen-tano decisamente più motivati e galvanizzati.” Cos’al-tro aggiungere? Finalmente ci stanno mettendol'anima, e si vede, a voglia se si vede!!

Avanti tutta, ragazzi! di Gea Brescia

gli allievi del Catanzaro contro la Juve Stabia

Carmelo moro con i ragazzi del settore giovanile

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