Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

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Monica Puggioni Daniela Branda Cinzia Binelli del borgo L i n g u a e l i n g u a gg i Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola

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Testo scolastico 4a elementare

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Monica PuggioniDaniela Branda

Cinzia Binelli

del borgo

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Cinzia Binelli

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Autori: Monica Puggioni, Daniela Branda, Cinzia BinelliElena Baboni (per il percorso espressivo)

Direzione editoriale: Stefano Cassanelli

Coordinamento redazionale: Monica Puggioni

Realizzazione editoriale: Progetto grafico: Deborah Forni Impaginazione: Deborah Forni,Claudia Dovì, Giorgia FrancesconiIllustrazioni: Manola Piselli, Elena Baboni Copertina: Elena Baboni

Referenze fotografiche:Archivi Alinari, FirenzeErich Lessing - Contrasto

Per ragioni didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati.

L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possi-bile comunicare, nonché per eventuali involontarie omissioni o inesattez-ze nella citazione delle fonti dei brani riportati nel presente volume.

ISBN 978-88-8457-310-0

© Copyright 2009edizioni del borgoVia Caduti di Reggio Emilia, 1540033 - Casalecchio di Reno (Bo)Tel. 051/753358 - 051/751439Fax 051/752637e-mail: [email protected]: www.edizionidelborgo.it

Stampato presso: Grafiche Flaminia - Foligno (Pg) Terza ristampa: aprile 2011

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di produzione e di adattamento, totale o par-ziale, con qualsiasi mezzo (comprese le copie fotostatiche) sono riservati per tutti i paesi. L’editoria potrà tuttavia concedere a pagamento l’autorizzazione a riprodurre una porzione non superiore al decimo del presente volume. L’editore, nell’ambito delle leggi internazionali sul copyright, è a disposizione degli aventi diritto non potuti rintracciare.

Per le seguenti illustrazioni di Elena Baboni, si ringraziano:Sinnos editrice per pag. 24, 56, 57, 111, 112, 135, 136, 143, 144, 150, 185 E. Lui editore per pag. 25, 62, 131, 135, 136, 142, 177 Edition Lirabelle per pag. 44, 130, 150, 151 - Medical Communications 132

Codice per l’adozione: ISBN 978-88-8457-314-8

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LEGGERE È BELLOPaesaggio marino ......................................................... 6Istruzione nell’Antica Grecia .......................................... 7Una sensazione di libertà ............................................... 8Il primo giorno di scuola ................................................ 9

IL TESTO NARRATIVOSchema del testo narrativo ...................................... 10-11Presentazione del testo narrativo .................................. 12Caratteristiche della narrazione .................................... 13Analisi di un testo: Ciao ciao! .................................. 14-15

Il racconto fantasticoIntroduzione al racconto fantastico .............................. 16Analizziamo insieme: Il soffia-sogni ............................. 17Analisi della struttura: Una strega annoiata ............. 18-19Analisi del protagonista: Camilla e la matita magica ...................................... 20-21Il protagonista: animale umanizzato Nella tana del coniglio .................................................. 22Tempi e luoghi: Nella tana del coniglio .................................................. 23

Il racconto fantastico: favole e fiabeLa favola: Piumarossa ................................................... 24La fiaba: La principessa Topolina ................................... 25

Miti e leggendeIntroduzione a “Miti e leggende” ................................ 26Analizziamo insieme: Prometeo e il fuoco .................... 27Mito greco: Teseo e il minotauro ............................. 28-29Mito greco: Perseo contro la Medusa ........................... 30Mito africano: La nascita del deserto ............................ 31La leggenda: La leggenda del Cervino .................... 32-33

Stagioni - Arriva l’autunno!Aria d’autunno ............................................................ 34Poesia: Settembre ........................................................ 35Poesia: Nebbia ............................................................. 35Poesia: La foglia ........................................................... 35Autunno nell’arte .................................................... 36-37I colori dell’autunno ..................................................... 38Adesso dipingi tu! ........................................................ 39Corso di disegno: le foglie ............................................ 40Corso di disegno: il riccio ............................................. 41Crea tu! Lo scoiattolo in letargo .............................. 42-43

Il racconto realisticoIntroduzione al racconto realistico ................................ 44Analizziamo insieme: Sempre in ritardo!....................... 45Struttura e cronologia: Marco, no!!! ....................... 46-47Analisi del protagonista: Lunedì mattina .................. 48-49Tempi e luoghi: La conquista del bagno ........................ 50Tempi e luoghi: Wilbur ................................................. 51La cronologia: il flashback Una topina in cucina ............................................... 52-53Intreccio e fabula: La Compagnia Ramusio ................... 54Intreccio e fabula: La Compagnia Ramusio ................... 55

Il racconto autobiograficoIntroduzione al racconto autobiografico ....................... 56Analizziamo insieme: La mia infanzia ........................... 57Ricordi di sentimenti ed emozioni vissute: La prima poesia ....................................................... 58-59I luoghi in cui si è stati: Sul palcoscenico a cinque anni ................................ 60-61

Il diarioIntroduzione al diario ................................................... 62Analizziamo insieme: Il giornalino di Gian Burrasca........................................ 63Diario personale: Una mamma ficcanaso ...................... 64Diario personale: Oggi ho litigato ................................. 65Diario personale: Mi piace scrivere ............................... 66Diario di viaggio: La scoperta dello stretto .................... 67

La letteraIntroduzione alla lettera ............................................... 68Analizziamo insieme: In diretta da Spotorno ................. 69Lettera personale: Andrea... ........................................ 70Lettera personale: ...e Andrea! ..................................... 71Linguaggio formale: Linguaggio formale ...................... 72Posta elettronica: Vicini anche se lontani ...................... 73

Il racconto d’avventuraIntroduzione al racconto d’avventura ........................... 74Analizziamo insieme: Un rumore lontano ..................... 75Elementi essenziali: Inseguiti da Rodrigo ................. 76-77Il protagonista: Sindibád il marinaio ........................ 78-79Colpo di scena: La macchia nera ............................. 80-81Analisi dei personaggi: Robin Hood ......................... 82-83

Stagioni - Arriva l’inverno!Ritratto di una città ...................................................... 84Poesia: L’inverno .......................................................... 85Poesia: L’anno nuovo come sarà ................................... 85Corso di disegno: Una giornata di pioggia .................... 86Crea tu! Il libro degli agrumi ........................................ 87

Ricorrenze - Arriva il Natale!L’abete ......................................................................... 88Il presepe ..................................................................... 89Corso di disegno: Una simpatica renna ......................... 90Crea tu! Neve sul bosco ............................................... 91Natale nell’arte ....................................................... 92-93I colori del Natale ......................................................... 94Adesso dipingi tu! ........................................................ 95

Il racconto umoristicoIntroduzione al racconto umoristico ............................. 96Analizziamo insieme: Questione di punti di vista ............................................ 97Equivoci e giochi di parole: Il signor Veneranda ...................................................... 98Situazioni imbarazzanti: Situazioni imbarazzanti ................................................ 99Il capovolgimento dei ruoli: A scuola, mamma! .............................................. 100-101

Indice

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Il racconto del brividoIntroduzione al racconto del brivido ........................... 102Analizziamo insieme: La casa abbandonata ................ 103Paura: Il bambino e il drago ................................ 104-105Mostri ed eventi mostruosi: Il rapimento ............. 106-107Personaggi spaventosi: Il Conte Dracula ..................... 108

TESTO DESCRITTIVO:Introduzione al testo descrittivo .......................... 109-110Analizziamo insieme: Abuyon .................................... 111Descrizione oggettiva e soggettiva: Nella terra di Lórien ................................................... 112Descrizione oggettiva e soggettiva: Nella terra di Lórien ................................................... 113Dati sensoriali: Una torta per domarli! ................. 114-115Descrizione di persone: La mia compagna di banco ........................................ 116Descrizione di persone: Barry .................................... 117Un personaggio di fantasia: Le monete di Satantan ........................................ 118-119Descrizione di animale: E con il cucciolo fanno tre ......................................... 120Descrizione di animale: La mangusta .......................... 121Ordine logico: La piazza del mercato .......................... 122Ordine spaziale: ambienti esterni Piazza del Campo ...................................................... 123Ordine spaziale: ambienti interni Una fattoria vichinga .......................................... 124-125Sequenze narrative e descrittive: Colori e profumi ................................................ 126-127Descrizione di oggetti: Gulliver perquisito ........... 128-129

TESTO POETICO:Che cos’è la poesia .................................................... 130Chi è il poeta ............................................................. 131Versi e strofe .............................................................. 132La rima ...................................................................... 133Analizziamo insieme: Analizziamo una poesia ............ 134La filastrocca: La filastrocca ........................................ 135Il nonsense: Il nonsense ....................................... 136-137Scioglilingua: Scioglilingua ......................................... 138L’onomatopea: L’onomatopea .................................... 139L’allitterazione: L’allitterazione .................................... 140La similitudine: La similitudine .................................... 141Personificazione: Personificazione .............................. 142La metafora: La metafora ........................................... 143

Stagioni - Arriva la primavera!Primavera nella giungla .............................................. 144Poesia: Primavera ....................................................... 145Poesia: Canzone primaverile ....................................... 145Poesia: La primavera sorrideva ................................... 145Primavera nell’arte .............................................. 146-147Corso di disegno: I fiori .............................................. 148Adesso dipingi tu! ...................................................... 149

Ricorrenze - Arriva la PasquaÈ arrivata la Pasqua .................................................... 150Poesia: La cosa più importante ................................... 151Poesia: È festa, è Pasqua ............................................ 151

Poesia: Facciamo la pace ............................................ 151Corso di disegno: La colomba della pace .................... 152Crea tu! Un simpatico portauova ............................... 153

IO, GLI ALTRI, IL MIO MONDO:Introduzione .............................................................. 154Poesia: Fiore lunare .................................................... 154Amicizia e solidarietà: La testuggine e il gabbiano ........................................ 155Solidarietà: Il pozzo di Cascina Piana ................... 156-157Pace: Pace e le sue sorelle ................................... 158-159Intercultura: Che lingua è? ......................................... 160Rispetto dell’ambiente: In difesa delle balene ............. 161

TESTO INFORMATIVO:Introduzione al testo informativo ............................... 162Analizziamo insieme: Padri davvero speciali ............... 163Trasmettere informazioni: Fuori dal guscio ................. 164Informare piacevolmente: Mamme e cuccioli .............. 165Uso di foto e immagini: La balenottera azzurra .............................................. 166Dal generale al particolare: I celenterati ...................... 167Le informazioni: La porta di Ishtar ....................... 168-169Titolo, paragrafi capoversi, parole chiave: Mummie, sepoltura, vita nell’Aldilà ............................ 170Struttura logico - causale: Il fiume Indo ...................... 172Elenchi ed enumerazioni: La vegetazione sulle Alpi ............................................ 173Schematizzare e sintetizzare: Gli Appennini ...................................................... 174-175

TESTO REGOLATIVO:Introduzione al testo regolativo .................................. 176Analizziamo insieme: Educazione stradale: il codice per il ciclista .................................................. 177Codice stradale: In giro per la città ............................. 178Norme di comportamento: In caso di temporale ................................................... 179Le regole di un gioco: Il gioco della dama ................... 180Le ricette: La basbousa, una ricetta egiziana ............... 181Le istruzioni: Scriviamo una e-mail .............................. 182Un esperimento: Esperimento ecologico: gocce di pioggia .................... 183

Stagioni - Arriva l’estate

La città d’estate ......................................................... 184Poesia: Estate ............................................................. 185Poesia: Il mare ............................................................ 185Poesia: I campi erano pieni d’oro ................................ 185Poesia: La conchiglia .................................................. 185Poesia: Il mare è tutto azzurro .................................... 185Estate nell’arte .................................................... 186-187Corso di disegno: Gli insetti del prato ......................... 188Adesso dipingi tu! ...................................................... 189Crea tu! Il raccogli vacanze .......................... 190-191-192

Indi

ce

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Page 7: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

8, 34, 55, 89, 145, 155, 160, 184.

21, 29, 31, 52, 61, 80, 83, 99, 101, 114, 118, 120, 127, 165, 180, 185.

6, 9, 19, 23, 28, 49, 79, 106, 112, 151, 155, 156, 158.

6, 15, 21, 22, 29, 47, 50, 51, 52, 58, 64, 71, 77, 79, 83, 84, 100, 105, 114, 116, 129, 151, 155, 157, 160.

Indice delle attività

Indice dei temi

Racconta tu

15, 19, 21, 22, 23, 24, 25, 29, 30, 31, 32, 47, 49, 50, 51, 53, 54, 55, 59, 61, 64, 65, 66, 67, 70, 71, 72, 73, 77, 79, 81, 83, 98, 99, 101, 105, 107, 108, 112, 113, 115, 116, 117, 119, 120, 121, 122, 123, 124, 125, 127, 129, 132, 133, 134, 139, 140, 141, 142, 143, 179, 180, 181.

7, 8, 9, 15, 18, 20, 24, 28, 33, 34, 35, 46, 48, 50, 53, 59, 60, 65, 66, 67, 70, 76, 78, 81, 82, 84, 85, 88, 98, 99, 104, 113, 115, 117, 119, 121, 122, 123, 125, 126, 128, 134, 135, 139, 140, 142, 144, 145, 150, 151, 157, 159, 160, 161, 169, 180, 181, 182, 184.

Analisi del testo

164, 165, 166, 167, 168, 169, 171, 172, 173, 174, 175.

Imparare a studiare

Per comprendere

Per riflettereScrivi tu Dizionario

Indice

48, 58, 70, 78, 100, 112, 181.

Riflessione linguistica

COLLEGAMENTI CON...la Storia: 7, 27, 28, 29, 30, 124, 125, 168, 169, 170.

la Geografia: 6, 31, 32, 33, 67, 172, 173, 175.

le Scienze: 97, 161, 163, 164, 165, 166, 167, 183.

EMOZIONI E SENTIMENTI 17, 18, 19, 20, 21, 25, 57, 58, 59, 60, 61, 66, 69, 103, 104, 105, 106, 107, 118, 119, 130, 131, 132, 133, 134,

135, 136, 137, 138, 139, 140, 141, 142, 143.

INSIEME A SCUOLA

9, 14, 15, 48, 49, 100, 101, 114, 115, 116, 117.

LA FAMIGLIA E GLI AMICI50, 54, 55, 63, 64, 65, 70, 71, 73, 75, 76, 77, 180.

IO E GLI ALTRI24, 154, 155, 156, 157, 158, 159, 160, 177, 178, 179.

ANIMALI E AMBIENTI51, 52, 53, 72, 99, 111, 112, 113, 120, 121, 122, 123,

126, 127, 161, 163, 164, 165, 166, 167.

PERSONAGGI 22, 23, 78, 79, 80, 81, 82, 83, 98, 108, 128, 129.

STAGIONI E RICORRENZE

34, 35, 84, 85, 88, 89, 144, 145, 150, 151, 184, 185.

ARTE, DISEGNO, CREATIVITÀ36, 37, 38, 39, 40, 41, 42, 43, 86, 87, 90, 91, 92, 93, 94, 95, 146, 147, 148, 149, 152, 153, 186, 187, 188, 189, 190, 191, 192.

Percorso stagionale ed espressivo

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Page 8: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Paesaggio marinoDice una leggenda che il golfo di Napoli sia un pezzetto di Paradiso che il Signore ha voluto ricreare sulla Terra.

Le isole del nostro arcipelago, laggiù, sul mare napoletano, sono tutte belle. Vi nascono migliaia di fiori spontanei e in primavera le colli-ne si coprono di ginestre. Su per le colline verso la campagna, la mia isola ha straducce solitarie chiuse fra muri antichi, oltre i quali si stendono frutteti e vigneti che sembrano giardini imperiali. Ha varie spiagge dalla sabbia chiara e delicata, e altre rive più piccole, coperte di ciottoli e conchiglie, e nascoste fra grandi scogliere. Fra quelle rocce fanno il nido i gabbiani e le tortore selvatiche, di cui, specialmente al mattino presto, s’odono le voci, ora lamentose, ora allegre. Là, nei giorni quieti, il mare è tenero e fresco, e si posa sulla riva come una rugiada. Ah, io non chiederei d’essere un gabbiano, né un delfino; mi accon-tenterei d’essere uno scorfano, ch’è il pesce più brutto del mare, pur di ritrovarmi laggiù, a scherzare in quell’acqua.

Elsa Morante, L’isola di Arturo, Einaudi, Torino

Descrivi il luogo in cui sei andato in vacanza riportando, se possi-bile, le informazioni relative al tipo di fiori, alle coltivazioni e agli animali presenti.

Rispondi.• Perchè il narratore

desiderava essere uno “scorfano”?

• Anche tu vorresti trasformarti in un animale? Perchè?

Per riflettere

Leggereè bello

Scrivi tu

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Page 9: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Istruzionenell’Antica Grecia

All’inizio il bambino è allevato dalla famiglia; a sette anni è affidato ai maestri e al pedagogo, che lo sorveglia e gli fa ripetere la lezione.

Nell’antica Grecia non esistevano scuole pubbliche, ma solo scuole private dirette da insegnanti pagati dalle famiglie. L’istruzione elemen-tare era dunque un’esperienza riservata a pochi. Cominciava a sette anni e comprendeva la ginnastica, la lingua, la scrittura e la musica; con queste materie si nutriva lo spirito e si armonizzava il corpo. Le lezioni si tenevano in genere nelle case private degli insegnanti e duravano dall’alba al tramonto. Non c’erano banchi ma sgabelli e, per imparare a scrivere, si utilizzavano tavolette cerate su cui si incideva con uno stilo. Il filosofo Platone raccontava: “I maestri di scrittura ac-cennano le lettere con lo stilo ai ragazzi che non sono ancora capaci di scrivere, poi danno loro la tavoletta e li obbligano a ricalcare la traccia delle lettere”. Solo raramente veniva concesso di scrivere davvero, con penna e inchio-stro su papiri arrotolati, molto costosi. Il maestro di musica (kitharistes) suonava, specialmente la lira, insieme all’allievo. Nella cultura greca il termine mousike non si riferiva solo all’arte dei suoni, ma comprendeva anche il testo poetico e la danza. Tra i diciotto e i vent’anni i ragazzi cominciavano a frequen-tare i ginnasi, ove si provvedeva alla loro formazione di cittadini. I giovani ricevevano un addestramento milita-re e continuavano gli studi nel campo delle lettere, dell’oratoria, della matematica e delle scienze.

Dizionari delle civiltà - Grecia, Mondadori Electa, Milano, 2006

Rispondi.• Perché la scuola

greca era riservata a pochi?

• Quali materie si stu-diavano?

• Con che cosa si scri-veva?

Sottolinea le differen-ze tra la scuola che frequenti tu e quella descritta nel testo.

Per comprendere

Leggereè bello

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Page 10: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Una sensazione di libertàSpesso le giornate di vacanza sono ricche di sensazioni semplici, ma piacevoli.

È estate, fa caldo, sono in vacanza e fuori splende un magnifico sole.Mi chiudo la porta alle spalle. Pam! Che meravigliosa sensazione di li-bertà accompagna quel rumore! E che voglia di avventure! Che cosa mi riserverà questa giornata?Rex, il cane del vicino, mi corre incontro e mi salta addosso felice. Cam-mino e lui mi segue.È un bastardino marrone scuro, con le orecchie a penzoloni, che mi ar-riva appena alle ginocchia.Mi siedo sull’erba sotto un salice. Rex mi piomba addosso e vuole gio-

care. Lo afferro per la gola e ci rotoliamo nell’erba verso lo stagno finché non mi sento i gomiti bagnati. Ora sono disteso a pancia

in giù con le braccia a penzoloni nell’acqua: visto da qui lo stagno mi sembra un laghetto e le erbacce e le piante

lungo la sponda mi fanno pensare ad una foresta. In mezzo all’acqua si vede un secchio rovesciato: forse

un’isola. Più in là un pezzo di corteccia galleggia tranquilla come una nave senza vele. Mi vie-

ne un’idea: ne farò davvero una nave! Tiro fuori dall’acqua la corteccia e corro a casa.

Erwin Moser, Al di là della grande palude, Franco Panini Ragazzi

Racconta come si è svolta una tua piace-vole giornata durante le vacanze estive e descrivi le sensazioni che hai provato.

Racconta tu

•Che cosa crea una magnifica sensazione di libertà?..............................................................

...........................................................................................................................................

•Chi è Rex? Descrivi il suo aspetto e il suo comportamento. ..................................................

...........................................................................................................................................

...........................................................................................................................................

• In quale luogo si svolge la vicenda? ......................................................................................

•Che cosa sembra un’isola? ...................................................................................................

•Che cosa galleggia come una nave? ....................................................................................

•Che cosa ne fa il ragazzo? ...................................................................................................

...........................................................................................................................................

...........................................................................................................................................

Per comprendere

Leggereè bello

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Page 11: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

•Chi accompagna Adalberto a scuola? ..................................................................................

•Perchè dalla classe si alza un ululato? ...................................................................................

...........................................................................................................................................

•Come si è sentito Adalberto? ...............................................................................................

•Chi ha aiutato Adalberto? Come ha fatto? ..........................................................................

...........................................................................................................................................

Per comprendere

Il primo giorno di scuolaA volte l’affetto della famiglia può complicare un po’ le cose...

I l primo giorno nella nuova scuola sono volute venire ad accompa-gnarmi, oltre alla mamma, anche zia Tilde e la nonna.Quando siamo arrivati davanti all’aula c’era una specie di rivoluzione: il bidello si affacciava sulla soglia a gridare minacce e dentro i ragazzi facevano baldoria.La mamma non si decideva a lasciarmi la mano e i miei compagni han-no visto questa scena: io davanti, attaccato alla mamma, e dietro Ie facce incuriosite di zia Tilde e della nonna.Poi la mamma mi ha detto: - Ciao, Adalberto, auguri - e si è chinata a darmi un bacio.lo avevo già capito che quella non era una situazione da baci; vada per la mamma, ma il tragico è stato che anche zia Tilde e la nonna si sonochinate a baciarmi.Allora si è alzato dalla classe una specie di ululato: - Uhuuuuu!Sono entrato rosso come un pomodoro e Gigi mi ha salvato.- Ehi, Adalberto! Vieni qui, ti ho tenuto il posto.Poi si è girato verso gli altri e ha detto:- Adalberto è un mio amico.L’ha detto bene, e gli altri sono rimasti zitti.

A. Nanetti, Le memorie di Adalberto, Einaudi

Rispondi. • Ti è mai capitato di

cambiare scuola?• Come ti sei sentito?• Quest’anno sono ar-

rivati nuovi compa-gni nella tua classe?

• Come li avete accolti?

Leggereè bello

Per riflettere

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Page 12: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

TESTI INFORMATIVI•Esposizioni storiche,

scientifiche, geografiche...

Nell’universo dei testi quest’anno esploreremo:

TESTI DESCRITTIVI

•Descrizioni soggettive

•Descrizioni oggettive

•Descrizioni di persone,

di animali, di cose, di ambienti

•Descrizione realistiche

e fantastiche

•Sequenze descrittive e narrative

TESTI NARRATIVI

• Il racconto fantastico

•Miti e leggende

• Il racconto realistico

• Il racconto autobiografico

• Il diario

•La lettera

• Il racconto d’avventura

• Il racconto umoristico

• Il racconto del brivido

TESTI POETICI•Filastrocche

•Poesie

•Nonsense

•Onomatopee

•Allitterazioni

•Similitudini

•Personificazioni

•Metafore

TESTI REGOLATIVI•Regolamenti

•Ricette

• Istruzioni

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Page 13: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

TANTI TIPI DI TESTINell’universo del testo narrativo analizzeremo

diversi generi di racconti:

Il TESTO NARRATIVO è un testo che racconta una storia, cioè una serie di fatti riguardanti uno o più personaggi. Le storie suscitano sentimenti ed emozioni nel lettore: ci sono racconti che ci fanno scoppiare dal ridere, altri che ci fanno rimanere con il fiato sospeso, altri che ci coinvolgono narrando di straordinarie avventure...

IL RACCONTO FANTASTICO

IL RACCONTO UMORISTICO

IL RACCONTO D’AVVENTURA

IL RACCONTO DEL BRIVIDO

IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

LA LETTERA

MITI E LEGGENDE

IL DIARIO

IL RACCONTO REALISTICO

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Page 14: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

STORIE FANTASTICHE, cioè impossibili nella realtà.

STORIE REALI, cioè accadute realmente.

Il narratore può essere un personaggio del racconto, che riferisce la storia in pri-ma persona. In questo caso il narratore è interno alla vicenda.

L’autore può scegliere di affidare il rac-conto a un narratore esterno alla storia, che narra la vicenda in terza persona, senza mai comparirvi.

STORIE VEROSIMILI, ovvero simili a quelle che potrebbero

accadere nella vita quotidiana.

Ogni testo narrativo, anche se di genere diverso, presenta delle caratteristiche comuni:I fatti di un racconto si svolgono in un LUOGO che può essere reale o immaginario. La narrazione si sviluppa in un TEMPO che può essere determinato o indeterminato. In un racconto agiscono uno o più PROTAGONISTI e altri PERSONAGGI SECONDARI. Un racconto può narrare storie di diverso tipo:

L’autore di un racconto è la persona, realmente esistente, che lo ha scritto. Il suo nome compare sulla copertina del libro accanto al titolo.Il narratore è colui che, nella finzione del racconto, riferisce i fatti.

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Page 15: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La narrazione si svolge di solito in tre fasi:• inizio: è l’introduzione in cui vengono

indicati il luogo, il tempo in cui si av-viano i fatti e vengono presentati uno o più personaggi della storia.

• sviluppo: è la narrazione di come si svolgono i fatti.

• conclusione: è la fine della vicenda narrata.

Il racconto può narrare gli avve-nimenti in ordine cronologico, cioè nell’ordine in cui sono avvenuti.

•L’autore, però, può scegliere di modificare questo ordine, per rendere più originale la narrazio-ne. In questo caso distinguiamo la fabula dall’intreccio.

•La fabula è costituita dalla succes-sione degli avvenimenti in ordine cronologico.

•L’intreccio è invece l’ordine che l’autore sceglie di dare ai fatti.

CARATTERISTICHE DELLA NARRAZIONE

L’autore di un testo narra-tivo può utilizzare la tecnica del flashback: nella narrazio-ne della storia viene inserito un episodio che si riferisce al passato. In alcuni casi tutta la storia può essere raccon-tata in un flashback, quando il finale viene posto all’inizio del racconto.

•Un fatto modifica la situazione inizia-le e dà avvio allo svolgimento della storia.

•Lo sviluppo occupa la parte più consi-stente del testo e può essere diviso in più sequenze.

•Ogni sequenza presenta un momento della storia e descriveunasituazio-neinmodocompleto. È paragona-bile alla scena di un film.

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Page 16: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

INIZIO - situazione inizialeMi chiamo Giulia e sono una zitellona. Essere una zitellona vuol dire che il tuo fidanzato ti ha piantato durante l’intervallo. Solo che io non mi aspettavo una cosa così tremenda.

SVILUPPO - parte centraleÈ successo oggi mentre eravamo in cortile.All’improvviso il mio fidanzato, che si chiama Riccardo, mi è passato vicino di corsa.Stava correndo dietro ad una bambina nuova che si chiama Teresa!- RICCARDO! - ho strillato allora con tutta la voce che avevo.- EHI, RICCARDO! SI PUÒ SAPERE CHE COSA STAI FACENDO?Mi sono lanciata a razzo e l’ho raggiunto mentre correva sul prato.- Riccardo - gli ho detto - ti ho appena visto correre dietro a Teresa-la-nuova. Piantala, per favore. E guarda che dico sul serio!Riccardo, tutto sorpreso, ha spalancato gli occhi.- Perchè? In che senso? - ha detto.- Nel senso che sono la tua fidanzata. E tu sei il mio fidanzato. E i fidan-zati e le fidanzate possono rincorrersi solo fra di loro. Ecco in che senso.Per un bel po’ Riccardo è rimasto lì, senza dire niente.

CONCLUSIONE - parte finalePoi alla fine si è alzato in piedi e mi ha stretto la mano con gentilezza.- È stato divertente essere il tuo fidanzato, Giulia - mi ha detto.- Ma credo che per me sia venuto il momento di rincorrere altre perso-ne.Dopo di che, mi ha fatto ciao-ciao con la mano correndo via, e si è rimes-so ad inseguire Teresa-la-nuova.

Barbara Park, Giulia B. è ormai una signorina, Mondadori.

Ciao ciao!Giulia B. è convinta di essere ormai una signorina, ma in questo episodio comincia a toccare con mano quanto può essere dura la vita, certe volte!

Il testonarrativo

Analisi di un testo

TEMPO

PROTAGONISTA

Elementi essenziali del testo narrativo:

ALTRI PERSONAGGI

LUOGO

In questo testo si segue l’ordine crono-logico dei fatti, per cui lo schema narrativo si definisce fabula.La storia è narrata in prima persona, quindi si dice che ha un nar-ratore interno.

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Page 17: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La struttura del testo prevede un inizio, uno sviluppo ed una con-clusione. Prova a riassumere queste parti del racconto utilizzando la traccia che trovi di seguito.

INIZIO - situazione inizialeIl mio nome è ............................. e oggi, durante ...................................... sono stata lasciata dal ...............................................................................

SVILUPPO - parte centraleMentre eravamo ............................................ , ho visto Riccardo che correva ............................................................................. Teresa.L’ho subito raggiunto per chiedergli ........................................................e gli ho detto che solo i fidanzati possono ............ ..................................

CONCLUSIONE - parte finaleAlla fine della conversazione, Riccardo mi ha .......................................................................dicendomi che era stato ..................................................................................... Poi mi ha fatto ....................................... con la mano ed è corso dietro .............................................................................

Riconosci le caratteristiche del testo narrativo e completa.

• Il racconto è: verosimile fantastico

•Quando si svolge la vicenda? ...............................................................................................

•Dove si svolge? ....................................................................................................................

•Chi sono i personaggi? ........................................................................................................

•Chi è il protagonista? ..........................................................................................................

•Qual è il fatto principale? .....................................................................................................

...........................................................................................................................................

Analisi del testo

Si definiscono indi-catori di luogo tutte le parole presenti in un testo che indicano DOVE si svolgono i fatti narrati.

Si definiscono indi-catori temporali le parole che indicano QUANDO avvengono i fatti narrati, la loro successione, la loro durata.

Scrivi tuPer comprendere

Ricorda che...

Questo testo è scrit-to in prima persona. Prova a riscriverlo sul quaderno utilizzando la terza persona, pro-prio come se tu fossi stato uno spettatore della vicenda.

I L TESTO NARRATIVO

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Page 18: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

CHE COS’È

Il racconto fantastico è un testo narrativo che racconta storie immaginarie ed inverosimili, che sono frutto della fantasia dell’autore.

I PERSONAGGI

I personaggi sono inventati e non sono rintracciabili nella real-tà di tutti i giorni: folletti, gnomi, fate, streghe, draghi...; op-pure sono persone “reali” a cui capitano eventi straordinari.

A volte il protagonista può anche essere un oggettochesianima e prende vita o può essere unanimaleounapiantache si comporta da essere umano.

FIABE E FAVOLE

La fiaba è un racconto di fantasia, tramandato a voce attraverso i secoli. Protagonista,antagonista,aiutan-te,elementomagico,provedasu-perare,lietofine sono le componenti principali di questo genere.

La favola è una breve storia che ha per protagonistideglianimali. Essi rap-presentano gli uomini nei loro difetti e nelle loro virtù. Fiabe e favole evidenzia-no sempre nel finale una morale, cioè un insegnamento.

IL TEMPO

Il tempo di solito èindefinito, nonprecisato (un gior-no, una volta, tanto tempo fa, ...).

IL LUOGO

Nei racconti fantastici le vicende narrate possono svolgersi inluoghirealio in luoghi inesistenti.

I FATTI

La vicenda narra difatti straordinari ed improbabili.

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Il soffia-sogni

INIZIO - situazione inizialePerqualchemomento ci fu silenzio nella caverna, poi Sofia riprese: “Posso farle una domanda?” Il GGG si asciugò le lacrime col dorso della mano e posò su Sofia un lungo sguardo pensoso. “Spara.” disse. “Può dirmi per favore che cosa faceva nelle strade del nostro villaggio la notte scorsa? Perché ha infilato la sua lunga tromba nella finestra della camera dei bambini Goochey e ci ha soffiato dentro?” “Ah, ah!” esclamò il GGG raddrizzandosi di colpo sulla sedia. “Ecco che si incomincia a ficcanasare!”

SVILUPPO - parte centrale“E la valigia che portava?“ chiese Sofia. “Cosa significa tutto que-sto?” Il GGG dette uno sguardo sospettoso alla bambina accomodata a gam-be incrociate sulla sua tavola. “Tu sta chiedendomi di rivelarti dei top-secreti. Secreti che nessuno ha mai sentito parlare”. “Non fiaterò” disse Sofia. “Lo giuro. E del resto, come potrei? Sono confinata qui per il resto della mia vita”. “Se veramente tu vuole sapere che cosa faceva nel vostro villaggio” disse il GGG, “bene, ecco: stavasoffiandounsognonellacameradiqueibambini”. “Soffiando un sogno?” “Sì, io è un gigante-soffia-sogni” disse il GGG; “Quando tutti gli altri giganti se ne trotta in giro per papparsi la gente dei vari popolli, io corre in altri posti per soffiare sogni nelle camere dei bambini dormentati. Bei sogni. Sogni d’oro. Sogni che rendono felici”.

CONCLUSIONE - parte finale“Un momento,” disse Sofia, “ma dove li va a prendere, questi sogni?” “Li colleziona” disse il GGG mostrando con un ampio gesto le file e file di barattoli sugli scaffali.

Roald Dahl, Il GGG, Adriano Salani Editore, Firenze, 1987

Il raccontofantastico

Analizziamo insieme

IL PERSONAGGIOFANTASTICO

IL PROTAGONISTA

TEMPO INDEFINITO

LUOGO

FATTO STRAORDINARIO

La piccola Sofia è stata rapita nottetempo dallo strano GGG (Grosso Gigante Gentile), che la porta nella sua caverna, nel paese dei terribili giganti.

Elementi del racconto fantastico:

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Page 20: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Una strega annoiataUna simpatica strega, brontolona ed invadente, che non ama lavarsi, mette in subbuglio la tranquilla comunità delle streghe: poverina… si annoia!

INIZIO - situazione iniziale Al numero 1 di Via della Spazzatura regnava un cupo silenzio. Era quel tipo di silenzio che regna dopo che “Sono Volate Parole Grosse” cosa che effettivamente era successa. La strega Puzzy aveva lasciato spe-gnere il fuoco e il criceto Hugo (il suo domestico) non era per niente di buon umore. L’atmosfera nell’immondezzaio era veramente triste. Non solo il fuoco era spento, ma il soffitto faceva acqua. Grosse gocce cadevano dalle travi annerite, piombando con un rumore sordo nelle vecchie padelle e cuccume sbeccate che a dozzine ricoprivano il pavimento.

SVILUPPO - parte centraleHugo cercava di farsi strada tra un recipiente e l’altro, armato di stecchi e pezzi di giornale appallottolato. Indossava la maglietta con la scritta “I CRICETI SONO ARRABBIATI”, il che in quel momento era proprio vero.“Comunque non è stata colpa mia” mormorò Puzzy dopo un po’, stra-vaccata sulla sua sedia a dondolo preferita. “Non è compito mio badare al fuoco.” “Ah, daffero?” rispose acido Hugo. “E allora di chi ezzere?” “Della Scopa. Ci ha sempre pensato lei.” “Zcopa ezzere malata, ricordi?” le disse Hugo.

Completa.

• I personaggi sono: reali fantastici

Perchè? .............................................................................................................................................• Dove si svolge la sto-

ria? .....................................................................• Quando? .............................................................

Analisi dei personaggi

Per comprendere

Il raccontofantastico

IL TESTO NARRATIVO

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Analisidella struttura

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Page 21: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Era vero. La Scopa si era beccata un raffreddore coi fiocchi e se ne stava nel suo secchio da malata (era sempre il medesimo secchio, solo che ora aveva sciolto una cucchiaiata di Vicks nell’acqua). “Bè, e allora è compito tuo” disse Puzzy con voce severa. “La strega sono io, o te lo sei scordato? Io faccio le Cose Importanti, come gli In-cantesimi.. Tu sei solo il mio aiutante. Se la Scopa è malata, tocca a te occuparti del fuoco.” “Ah, zi? Qvesto inzieme a fare acvisti, cucinare e pulire, zuppongo? Io ha zolo due paia di zampe, zai? Chi tu penza che io è? Zupercriceto?”. Puzzy rifletté attentamente. Era vero. Hugo era un tesoro ed era tutta colpa di Puzzy se il fuoco si era spento. Quello era il momento giusto per ammetterlo e scusarsi. D’altra parte…

CONCLUSIONE - parte finale“Ma vai a farti un bagno in un portauovo, piccoletto!” replicò infuriata. Il momento giusto svanì. Ma dobbiamo perdonarla. Era tutta colpa della pioggia, sapete? Erano settimane che pioveva incessantemente, il che aveva portato Puzzy, in modo lento ma inarrestabile, sull’orlo di una crisi. Dopotutto lei era una Strega d’Azione, una che odiava starsene chiusa in casa. Il tipo di Strega che adora andarsene in giro, a scambiare pette-golezzi e ricette, che piomba all’improvviso nelle case altrui e si autoin-vita per il tè. Quel tipo di Strega.

Kaye Umanski, “Puzzy a Tontolandia”, Arnoldo Mondadori Editore, Junior Mondadori, 1999

Rispondi.• Come avresti fatto a

concludere il litigio tra Puzzy e Hugo?

• Anche a te capita di discutere con qual-cuno?

• Con chi? • Per quali motivi?• Di solito come si

concludono le tue discussioni?

• Se finiscono come quella narrata nel racconto, come ti senti?

Per riflettere

•Che cosa si narra in ciascuna delle tre parti del racconto? Fai i giusti collegamenti.

•Prova a riassumere sul quaderno il contenuto di ciascuna parte del racconto.

Analisi della struttura

Si narrano i fatti che accadono.INIZIO

SVILUPPO

CONCLUSIONE

Si conclude la vicenda.

Si presenta il personaggio principale, la situazione di partenza.

I L RACCONTO FANTASTICO

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Page 22: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Camilla e la matita magicaSe una bambina di fervida fantasia incontra una matita magica che trasforma in veri gli oggetti disegnati… può davvero succedere di tutto!

Camilla parte spedita e scompare dietro l’angolo della strada. Corre senza voltarsi indietro, con la cartella che le sballotta sulle spalle, e tra sé e sé comincia a immaginare le avventure di messer Roberto. Si figura spettacolari peripezie, sbalorditivi capovolgimenti di situazioni, straordi-nari colpi di scena.Tutt’a un tratto Camilla scivola su qualcosa di duro e di tondo e in men che non si dica si ritrova a gambe all’aria. - Accidenti! - esclama. - Una matita! Quasi quasi mi rompevo la testa! Si abbassa, raccoglie la matita, la mette in tasca e riprende la corsa. Ma una vocetta la fa sobbalzare: - Senti un po’! Credi che sia bello ritrovarsi in fondo a una tasca tutta appiccicosa e piena di briciole? Camilla si volta, convinta che Pietro l’abbia vista raccogliere la matita e le stia facendo uno scherzo. Ma non c’è nessuno, la strada è deserta. - Avrò le traveggole - si dice. Sta per rimettersi in cammino, quando la vocetta si fa sentire di nuo-vo. - Allora, mi tiri fuori sì o no? Soffoco qui dentro! Camilla, perplessa e anche un po’ preoccupata, si domanda se ha sen-tito bene… - Non aver paura, sono io che ti parlo, la matita. Sono magica. Dopo essersi assicurata che nessuno la potesse vedere, la ragazzina si decide a infilare timidamente la mano in fondo alla tasca. Tira fuori la matita e la guarda diffidente: è rossa, con una gomma all’estremità… Proprio niente di speciale… E tuttavia Camilla deve arrendersi di fronte all’evidenza: parla! - Sono una matita magica - ripete la matita assai orgogliosa. - Perché sai parlare? - chiede Camilla che poco a poco sta abituandosi all’idea che non è un sogno. - Oh, non solo - risponde la matita dandosi un’aria importante.

Rispondi.

• Perchè Camilla si ritrova a gambe all’aria?

• Di che cosa si lamen-ta la matita?

• Che cosa prova Camilla sentendo quella vocetta?

• Per quale motivo la matita si trovava sul marciapiede?

• Perchè Camilla cor-re via veloce verso casa sua?

Per comprendere

Il raccontofantastico

IL TESTO NARRATIVO

20

Analisi del protagonista

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Page 23: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La parola “vocetta” è un vezzeggiativo della parola “voce”. Ora scri-vine l’accrescitivo e il diminutivo.Voce .......................................................................Adesso scrivi l’accre-scitivo e il diminutivo delle seguenti parole:Luce .......................................................................Gatto......................................................................

- I disegni che faccio diventano veri. - Come sarebbe, veri? - Beh, se mi fai disegnare una caramella, per esempio, la caramella esce dal foglio e puoi mangiarla… - Come? - Sì, sì! Hai capito bene. Camilla spalanca gli occhi. - Allora perché sei qui sul marciapiede? Io, se avessi una matita magica, non la lascerei qui a far niente! - Giusto, quello stupido di ragioniere che mi ha comperato non ha ca-pito che ero magica. Mi ha scaraventato fuori dalla finestra dell’ufficio. - No! Raccontami! Camilla, sorpresa, si siede sul bordo del marciapiede per ascoltare più comodamente il racconto della matita. Ma, proprio in quel momento, Pietro Frassa si decide a comparire all’angolo della via. Sotto gli occhi del ragazzino sbalordito, Camilla si alza di scatto e riparte a tutta birra verso casa. Giunta a casa, Camilla dà un bacio frettoloso ai genitori e si infila subito in camera sua. Appena chiusa la porta, si butta sul letto a pancia in giù, tira fuori la matita e le chiede con grande curiosità: - Dai, racconta!

Henriette Bichonnier, Camilla e la matita magica, Einaudi Scuola, Milano, 1993

•Chi è la protagonista del racconto? .....................................................................................

•Si tratta di un personaggio reale o fantastico? .....................................................................

•Perchè? ...............................................................................................................................

•Quale altro personaggio è presente nella storia? ..................................................................

•È un personaggio reale o fantastico? ...................................................................................

•Perchè? ...............................................................................................................................

•Qual è la sua caratteristica magica? .....................................................................................

...........................................................................................................................................

Dizionario

Analisi del protagonista

Tu che cosa disegnere-sti se possedessi una matita magica che tra-sforma in veri gli og-getti disegnati?Raccontalo sul quader-no spiegandone i moti-vi.

Scrivi tu

IL RACCONTO FANTASTICO

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Page 24: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontofantastico

Il protagonista:animale umanizzato

Nella tana del coniglioProprio mentre sta morendo di noia, Alice vede passare un coniglio bianco, con panciotto e orologio, e lo segue nel Paese delle Meraviglie.

A lice cominciava ad averne davvero abbastanza d’essere seduta sul bordo dell’acqua, vicino a sua sorella, a far niente: aveva gettato un’oc-chiata, una o due volte, al libro che sua sorella leggeva ma non c’erano né immagini né dialoghi: “E a che cosa serve un libro senza immagini né dialoghi?” All’improvviso un coniglio bianco dagli occhi rosei passò correndo vicino a lei. Questo non aveva nulla di così straordinario; Alice, del resto, non trovò più strano sentirlo parlare tra sé: “Oh! La, la! Oh! La, la! Arriverò in ritardo!” (quando ci ripensò, dopo un po’, ella si disse che avrebbe dovuto stupirsene, ma sul momento questo le era parso del tutto naturale); ma quando il Coniglio tirò fuori un oro-logio dal taschino del panciotto, lo guardò e riprese la sua corsa, Alice si alzò di scatto, perché, in un lampo, si rese conto che non aveva mai visto un coniglio con un taschino da panciotto e un orologio da tirarne fuori. Divorata dalla curiosità, lo seguì attraverso i campi ed ebbe giusto il tempo di vederlo intrufolarsi in una vasta tana sotto una siepe. L’istante dopo, Alice vi discese a sua volta inseguendolo, senza doman-darsi minimamente come ne sarebbe uscita.

•Quali sono i personaggi del racconto? .................................................................................

•Vi è un animale umanizzato? ...............................................................................................

•Cerca nel testo le azioni “umane” che compie il coniglio e sottolineale.

•Quale oggetto possiede il coniglio? .....................................................................................

Analisi del protagonista fantastico

Conosci altri animali “umanizzati” prota-gonisti di racconti fantastici? Elencali sul quaderno e scrivi accanto ad ognuno la rispettiva caratteristi-ca magica.

Scrivi tu

IL TESTO NARRATIVO

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Page 25: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontofantastico

Tempi e luoghi

La tana scendeva a picco come un tunnel, poi sprofondava formando un gomito, così bruscamente che Alice non ebbe il tempo di chiedersi un solo istante come ne sarebbe uscita, quando si sentì cadere in quello che sembrava essere un pozzo molto profondo. O il pozzo era molto profondo, o lei cadeva molto lentamente, perché ebbe largamente il tempo di guardarsi intorno, cadendo, e di doman-darsi quello che sarebbe potuto accadere in seguito. Dapprima cercò di guardare verso il basso e di distinguere il luogo verso il quale stava andando, ma non vide nulla; poi guardò le pareti del pozzo e notò che erano tappezzate di armadi a muro e di scaffali; qui e là vide delle carte geografiche e delle immagini appese a dei chiodi. Passando, s’impos-sessò, da uno dei ripiani, di un vaso sul quale si leggeva “Confettura d’arancia”, ma, con sua grande delusione, era vuoto; preferì non lasciar cadere il vaso, per paura d’ammazzare qualcuno più in basso, e, sempre cadendo, riuscì ad infilarlo in uno degli armadi. “Ebbene,” pensò Alice “dopo una caduta così non avrò più paura di cascare dalle scale!” Cadi, cadi, cadi. La caduta non sarebbe mai finita? Cadi, cadi, cadi. Non c’era altro da fare, allora Alice si mise a parlare: “Credo che mancherò molto a Dinah, stasera!” (Dinah era la gatta) Stava addormentandosi per benino e aveva appena cominciato un so-gno, nel quale camminava mano nella mano con Dinah, quando, all’im-provviso: boum badaboum! Si ritrovò distesa su un mucchio di rami e foglie secche e la caduta finì.

Trad. da Lewis Carroll, Les Aventures d’Alice au Pays des Merveilles, Librio E.J.L., Paris, 2000

• Il tempo in cui si svolge la vicenda è:

precisato indefinito

• Trova nel testo tutti gli indicatoridiluogo elen-cati di seguito, cerchiali e riordinali numerandoli da 1 a 5, secondo la cronologia del racconto:

su un mucchio di rami e foglie

in una tana sotto la siepe

sul bordo dell’acqua

attraverso i campi

cadere in un pozzo

Analisi dei tempi e dei luoghi

Rispondi.• Quali emozioni pro-

va Alice cadendo nel tunnel?

........................................

........................................

........................................

........................................

........................................• Tu che cosa avresti

provato al suo po-sto?

........................................

........................................

........................................

........................................

........................................

Per riflettere

IL RACCONTO FANTASTICO

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Page 26: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontofantastico

La favola è una breve storia che ha per protagonisti degli animali.Essi rappresentano gli uomini nei loro difetti e nelle loro virtù. Le favole evidenziano sempre nel finale una morale, cioè un insegnamento.

PiumarossaP iumarossa, la gallina, era stata chiamata così perché aveva le penne tutte rosse. Un giorno il volpone la vide e gli venne l’acquolina in bocca. Corse a casa e avvertì la moglie di mettere la pentola sul fuoco per lessarci la gallina; poi tornò indietro da Piumarossa che, colta di sorpresa, si trovò improvvisamente chiusa dentro un sacco e non potè neppure chiamare aiuto. Per fortuna, una tortorella sua amica si era accorta dell’accaduto. Si di-stese sul sentiero, fingendo di avere un’ala rotta. Volpone, vedendola, fu lieto di essersi procurato anche l’antipasto. Depose a terra il sacco con la gallina per essere più libero nei movimenti e si mise alla caccia della tortorella, che astutamente saltava sempre più lontano. Piumarossa scivolò fuori dal sacco e vi mise dentro una pietra; poi corse via. Anche la tortorella, visto che l’amica era in salvo, volò al sicuro. Il volpone si rimise il sacco in spalla, credendo che ci fosse ancora la gal-lina e lo portò a casa, dove lo rovesciò nella pentola; ma la pietra fece schizzare l’acqua tutto intorno e scottò il volpone scornato.

Favola russa

Per comprendere

Rispondi.• Perchè il volpone

cattura la gallina Piumarossa?

• Come fa la tortorella a salvare Piumaros-sa?

• Come riesce Piuma-rossa a ingannare il volpone?

• Cosa succede quan-do il volpone vuota il sacco?

•Elenca i personaggi della favola: ..........................................................................................

•Sono persone o animali? ......................................................................................................

•Sottolinea nel testo le caratteristiche e le azioni “umane” che compiono i personaggi della

vicenda.

•Che tipo di persona rappresenta il volpone? ........................................................................

•Quale sentimento anima la tortorella?..................................................................................

•Qual è la morale della favola? ..............................................................................................

..............................................................................................................................................

Analisi della favola

La favola

IL TESTO NARRATIVO

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Page 27: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontofantastico

La fiaba è un racconto di fantasia, tramandato a voce attraverso i se-coli. Protagonista, antagonista, aiutante, elemento magico, prove da superare, lieto fine sono le componenti principali di questo genere.

La principessa TopolinaA l re nacque una bambina e per il battesimo fu data una grande festa a cui, per sfortunata dimenticanza, non venne invitata la strega. Que-sta, per vendicarsi dell’affronto, lanciò un maleficio sulla bimba: “Sarai trasformata in topo fino a quando mia sorella non riderà!” Furono chiamati i pagliacci più famosi, ma non riuscirono a strappare alla sorella della strega neppure un sorriso. Al re non rimase che bandire dal regno tutti i gatti per impedire almeno che la reale topolina ne fosse divorata. Un giorno venne dato un ballo al castello di un principe vicino. Le altre figlie del re vi si recarono in pompa magna; Topolina, invece, venne la-sciata a casa, come sempre. Stanca però di starsene sempre rinchiusa, decise di andare alla festa pure lei. Salì in groppa a un galletto, gli mise nel becco un nastro rosso come redini, e via. Lo spettacolo del galletto bardato e con una topolina bianca in groppa era così comico che la sorella della strega scoppiò a ridere. La topolina tornò così ad essere una fanciulla talmente bella che il principe volle sposare proprio lei.

Fiaba bretone, 366… e più fiabe raccontate da Gianni Padoan, Edizioni Euroclub/Happy Books, Milano, 1989

• I fatti si svolgono: in un tempo preciso in un tempo non conosciuto

•Chi è la protagonista? .........................................................................................................

• In che cosa è stata trasformata? ..........................................................................................

• In che modo l’incantesimo sarebbe svanito? ........................................................................

•Come finisce la fiaba? .........................................................................................................

............................................................................................................................................

•Quali elementi distinguono questo testo da una favola? ......................................................

...........................................................................................................................................

Analisi della fiaba

La fiaba

IL RACCONTO FANTASTICO

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Page 28: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

CHE COSA SONO

Il mito e la leggenda sono racconti di fantasia che i popoli antichi narravano per spiegare l’origine del mondo, dell’umanità, dei fenomeni naturali, delle caratterstiche e dei comportamenti degli animali e della scoperta di arti e tecniche, non potendosi dare spiegazioni di tipo scientifico.

I PERSONAGGI

I personaggi dei miti e delle leggende sono divi-nità, eroi, giganti, che presentano caratteristiche prodigiose e che compiono imprese straordinarie.

Nel mito, gli dei intervengono per aiutare od ostacolare gli eroi, manovrando gli eventi in base alla loro volontà.

IL TEMPO

Il tempo in cui si svolgono i fatti è spesso quello delle origini del mondo o quello in cui si svilup-pò un’antica civiltà.

IL LUOGO

Il luogo è la Terra, l’Universo o l’ambiente geo-grafico in cui il mito o la leggenda sono nati.

I FATTI

I fatti sono costituiti da vicende fantastiche ed imprese eroiche, che però si riferiscono in modo simbolico a realtà storiche.

LA STRUTTURA

La struttura del mito è molto semplice. I fatti si svolgono in ordine cronologico, seguendo uno schema fisso: inizio - sviluppo - conclusione.

IL LINGUAGGIO

Il linguaggio con cui i miti e le leggende sono stati tramandati è chiaro ed essenziale, costitui-to da frasi brevi e semplici. Queste storie era-no fatte per essere ascoltate e non lette, quindi dovevano essere ricordate facilmente da chi le raccontava e comprese senza difficoltà da chi le ascoltava.

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Page 29: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Prometeo e il fuocoPrometeo è un Titano che viene punito per aver donato agli uomini il fuoco. Condannato ad un supplizio eterno, verrà poi liberato da un altro eroe, Ercole.

LUOGO

INIZIO - situazione inizialePrometeo amava il genere umano e lo commiserava molto perchè, non conoscendo ancora il fuoco, conduceva una vita grama e meschina, molto simile a quella delle bestie. Egli volevadonareagliuominiilfuoco, che avrebbe non solo illu-minato e riscaldato le loro membra, ma ne avrebbe anche illuminato e riscaldato le menti e gli animi.

SVILUPPO - parte centraleMa Zeus non gli permise di prendere il fuoco dell’Olimpo per recarlo agli uomini, pensando che esso dovesse essere un privilegio degli dèi, e lo nascose perchè Prometeo non lo rubasse. Allora il Titano andò nell’officina di Efesto, e mentre questo con i Ci-clopi era tutto intento ad un suo lavoro vicino all’incudine, rubò una scintilla dalla fucina e, nascostala in una canna, la portò agli uomini e insegnò loro ad accendere il fuoco ed a servirsene. Così migliorarono assai le condizioni di vita del genere umano e, de-statasi col fuoco l’intelligenza degli uomini, questi cominciarono a trasformarsi, progredirono e s’incivilirono.

CONCLUSIONE - parte finaleQuando Giove s’accorse che gli uomini possedevano il fuoco e partecipavano perciò dei beni degli dèi, si adirò fiera-mente e inflisse a Prometeo una tremen-da punizione: lo incatenò su una rupe del monteCaucaso,nellaScizia, e mandò un’aquila a rodergli durante il giorno il fe-gato, che nella notte ricresceva.

da Cento racconti di mitologia classica, a cura di F. Birardi, Le Monnier

PERSONAGGI

IMPRESA EROICA

Mitie leggendeAnalizziamo

insieme

DIVINITÀ

Elementi dei miti e delle leggende:

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Page 30: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Miti eleggende

Teseo e il MinotauroTeseo, il figlio del re di Atene, decide di porre fine al tributo di sangue che ogni nove anni il suo popolo deve versare al re di Creta.

I miti, pur essendo storie di fantasia, spesso fanno riferi-mento a fatti storici. • Chi aveva vinto gli

Ateniesi costrin-gendoli a pagare pesanti tributi?

• Chi guidò la rivolta degli Ateniesi con-tro il dominio di Creta?

• Che cosa ci fa pen-sare che Teseo riu-scì a stabilire con i Cretesi un patto di pace e di alleanza?

Mito grecoINIZIO - situazione inizialeIl re Minosse aveva vinto una guerra contro gli Ateniesi, che gli avevano ucciso il figlio Androgèo, e aveva imposto loro un grave tributo: ogni nove anni dovevano mandare a Creta sette giovinetti e sette fanciulle in pasto al Minotauro. Era, questi, una creatura mostruosa, mezzo uomo e mezzo toro, che viveva rinchiuso nel palazzo del Labirinto, un luogo dove una volta entrati ci si perdeva senza più poter trovare la via del ritorno.

SVILUPPO - parte centraleGià due volte l’atroce sacrificio era stato compiuto e ora Atene era in lutto perchè per la terza volta le vittime sorteggiate erano pron-te a partire. Allora Teseo, figlio del re di Atene, si offrì di condurre lui quei giovinetti a Creta e giurò che li avrebbe riportati in patria sani e salvi dopo essere penetrato nel Labirinto e avere ucciso il Minotauro. Salparono dunque alla volta di Creta, dove giunsero dopo una tranquilla navigazione; rintanato nel Labirinto, intanto, il Mino-tauro famelico faceva risuonare il suo terribile muggito...Ma quando i giovinetti e le fanciulle furono davanti al re, tanto piacquero la grazia e la bellezza di Teseo alla principessa Arianna (Ariadne) che se ne innamorò perdutamente e giurò in cuor suo che mai lo avrebbe lasciato morire nel Labirinto.

Per riflettere3^

sequ

enza

2^se

quen

za1^

sequ

enza

4^se

quen

za

Questi sono i titoli delle sequenze in cui è stato suddiviso il testo: riordinali numerandoli cronologicamente da 1 a 7.

Il gomitolo di filo per uscire dal labirinto.

Il tributo degli Ateniesi al re Minosse.

Teseo vuole sconfiggere il Minotauro.

Teseo parte per Creta.

Teseo torna in patria con Arianna.

Arianna si innamora di Teseo.

Teseo uccide il Minotauro ed esce dal labirinto.

Per comprendere

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IL TESTO NARRATIVO

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Page 31: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

•Chi è il protagonista di questo mito? ...................................................................................

•Dove si svolge la vicenda? ....................................................................................................

•Quando si svolge la vicenda? ..............................................................................................

•Quale impresa eroica si accinge a compiere il protagonista? .................................................

...........................................................................................................................................

•Chi svolge la funzione di antagonista rispetto all’eroe-protagonista?....................................

•Chi svolge la funzione di aiutante? ......................................................................................

•Come si conclude l’impresa? ...............................................................................................

...........................................................................................................................................

Analisi del testo

Consegnò allora a Teseo un gomitolo di filo e gli disse di legar-ne un capo all’entrata, svolgendolo attentamente man mano che avanzava nell’intricata costruzione per cercare lo scontro con la mostruosa creatura.- Per tornare - disse - riavvolgerai il filo e troverai l’uscita.Teseo eseguì la consegna: fissò il filo all’ingresso del Labirinto sro-tolando il gomitolo man mano che procedeva, guidato dai muggi-ti del mostro, nell’inestricabile groviglio di quelle caverne, di quel-le gallerie interminabili. Non sappiamo come si svolse la lotta tra l’eroe ateniese e il mostro nella tetra spelonca dove il Minotauro si era rintanato. Ma certo è che Teseo riuscì ad ucciderlo e a ritor-nare sui suoi passi grazie a quel filo provvidenziale che Arianna gli aveva consegnato.

CONCLUSIONE - parte finalePoi la nave pavesata a festa ripartì per la Grecia con a bordo il suo prezioso carico, e Teseo condusse con sé la principessa Arianna alla quale doveva la sua stessa vita. Frazen, Il ramo d’oro, Boringhieri

5^se

quen

za7^

sequ

enza

6^se

quen

za

Dopo aver riordinato le sequenze del testo, elabora un riassunto sul quaderno.

Scrivi tu

Dizionario

Cerca sul dizionario il significato delle se-guenti parole: - inestricabile- spelonca- pavesata

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MIT I E LEGGENDE

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Page 32: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Miti eleggende

MIto greco

Perseo contro la MedusaPerseo è figlio di Zeus e di Danae. Suo nonno decide di sopprimerlo, perché l’oracolo gli ha predetto la morte per mano del nipote. Perciò lo fa mettere in una cassa con la madre e lo fa gettare in mare.

La cassa restò a galla per volere di Zeus e approdò all’isola di Serifo, dove Perseo crebbe alla corte del re. Diventato un giovane forte e bello, fu spedito dal re, Polidette, a uccidere la Medusa, un mostro che pietrificava chi osava guardarlo.Ma Perseo poteva contare sull’aiuto di Ermes, che gli regalò una roncola e un elmo che rendeva invisibili. Il dio lo mandò dalle ninfe Graie, che in tre avevano un solo occhio e un solo dente.«Sapete dove posso trovare la Medusa?», chiese Perseo. «Non lo sappiamo, non lo sappiamo», rispondevano le Graie. Perseo rubò

loro l’unico occhio e l’unico dente, per costringerle a parlare, ma otten-ne solo un’informazione: come raggiungere le ninfe dello Stige, che sa-

pevano tutto. E in effetti Perseo apprese da loro dove trovare la Medusa.Le ninfe gli diedero anche una bisaccia. «Ti sarà molto utile», gli dissero. L’eroe ripartì e, camminando, vedeva qua e là delle statue: erano uomini e animali pietrificati da Medusa. Quando penetrò nella grotta del mostro, avanzò camminando all’indietro, per non fissarlo in volto. Ma come ucciderlo senza vederlo?In quel momento apparve Atena, la dea amica di Perseo, che gli porse il suo scudo lucente. Guardando nello scudo come in uno specchio, Perseo poteva vedere l’orribile testa di Medusa, che al posto dei capelli aveva serpenti. L’eroe con un sol colpo di roncola troncò quella testa e la ficcò nella bisaccia.Dal sangue di Medusa nacque un bellissimo cavallo alato, Pegaso, che subi-to galoppò via nel cielo. Intanto le sorelle di Medusa, le terribili Gorgoni, si erano svegliate e ringhiavano contro Perseo, ma l’eroe mise in testa l’elmo di Ermes e, diventato invisibile, se ne andò vittorioso.

da Perseo contro Medusa, Edizioni DAMI

•Chi è l’eroe in questo mito?................................. Chi è Medusa? ........................................

•Chi svolge la funzione di aiutante di Perseo? .......................................................................

• In che modo costringe le ninfe Graie a parlare? ...................................................................

•Quale informazione e quale oggetto ottiene da loro? ..........................................................

•Come riesce a uccidere Medusa? .........................................................................................

•Quale evento origina la morte di Medusa? ...........................................................................

•Quale oggetto magico aiuta Perseo a fuggire? .....................................................................

Analisi del testo

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IL TESTO NARRATIVO

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Page 33: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Miti eleggende

La nascita del desertoQuesto racconto narra di quando il deserto non era ancora una distesa di sabbia, ma una terra rigogliosa e verdeggiante.

In un tempo che c’era e non c’era, queste terre deserte erano rigoglio-se e ricoperte di boschi. Le mandrie brucavano tranquille, mentre nei campi irrigati da fresche sorgenti cresceva ogni ben di Dio. Quella vita era per qualcuno un po’ noiosa e fra questi ci furono alcuni temerari che, raccolti i propri averi, partirono in cerca di fortuna verso paesi lontani. Fra questi i pochissimi che fecero fortuna tornarono raccontando di meravigliose ricchezze. Nel loro paese d’origine costruirono grandi palazzi per sfoggiare la pro-pria opulenza. Per far ciò abbatterono moltissimi alberi. L’invidia, si sa, è cattiva consigliera, e molti, ammaliati da quella ricchez-za, partirono a loro volta alla ricerca di fortuna, abbandonando coltiva-zioni e animali, mentre altri ancora vendettero i campi ai nuovi ricchi. Ben presto più nessuno si occupò dei campi, delle sorgenti e degli ani-mali, con le conseguenze che tutti potete immaginare.Le terre, divenute aride, si riempirono di sabbia e la sabbia, arrivando fin sotto i palazzi, soffocò ogni forma di vita. Solo chi rimase fedele alla tradizione si salvò dalla sabbia.I nuovi ricchi abbandonarono i loro bei palazzi che, lasciati a se stessi, crollarono sotto la pressione della sabbia, e ancora oggi, nell’immensità del deserto, c’è chi afferma d’aver visto, come in un miraggio, quelle rovine all’orizzonte.

da G. Barilla, M. Benzo, R. Porta, Così giocano i bambini del mondo, EMI

Completa, aiutandoti con il dizionario.Opulenza significa:

ricchezza

bellezzaAmmaliato significa:................................................................................................................................................................Miraggio significa:................................................................................................................................................................

Mito africano

Dizionario

• I protagonisti del racconto sono individuati con nomi precisi? Sì No

• Il tempo in cui si svolge il racconto è ben precisato? Sì No

• In quale luogo ha origine questo mito? ................................................................................

•Che cosa vuole spiegare questo mito? .................................................................................

...........................................................................................................................................

Analisi del testo

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MIT I E LEGGENDE

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Page 34: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Miti eleggende

La leggenda

La leggenda del CervinoQuesta antica leggenda racconta come nacque il monte Cervino e spie-ga in modo fantasioso la sua strana forma piramidale.

INIZIO - situazione inizialeAnticamente, i monti non erano, come sono oggi, merlati di vette e con i profondi solchi delle vallate, ma una muraglia uniforme, alta come le più alte cime. Al di qua delle Alpi esisteva un paese felice, abitato da giganti pacifici dediti più ai piaceri della tavola che ai rischi della guerra. Il loro re si chiamava Gargantua.

SVILUPPO - parte centrale

Un giorno Gargantua organizzò un grande banchetto a cui invitò tutti i suoi sudditi; mandrie intere furono macellate e cotte su spiedi di dimen-sioni mai viste e occorsero convogli di carri carichi di barili di vino per soddisfare la sete degli invitati. Alla fine del banchetto Gargantua ven-ne colto da una curiosità: che cosa si celava oltre i monti, quali paesi, quali strane genti erano al di là di quell’immensa muraglia opprimente che erano le Alpi? Decise di partire per andare a vedere. Inutilmente i suoi saggi consiglieri gli ricordarono che sulla cima dei monti abitavano i demoni e che draghi mostruosi erano nascosti nei la-ghi, messi a sentinella per impedire ai mortali di avvicinarsi. Gargantua fu irremovibile, sicuro della sua forza. Fu un viaggio tranquillo, a dispetto dei consigli. I demoni, forse preoc-cupati della statura enorme di Gargantua, si presero un giorno di va-canza e il nostro buon re iniziò, in tutta tranquillità, la scalata.

• Il testo è già stato suddiviso in sequenze: scrivi un titolo di fianco a ciascuna di esse.

• Il tempo in cui si colloca il racconto è: precisato imprecisato

• Il luogo in cui si ambienta la leggenda è: reale inesistente

• Il protagonista della leggenda ha: caratteristiche reali caratteristiche fantastiche

•Gli eventi narrati sono: verosimili immaginari

Analisi del testo

.......................................

.......................................

.......................................

.......................................

.......................................

.......................................

.......................................

.......................................

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IL TESTO NARRATIVO

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Page 35: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Con i suoi passi smisurati in poco tempo fu alla sommità e lì si piantò, a gambe divaricate, per ammirare il panorama d’oltralpe. Ai suoi occhi di gigante tutto apparve minuscolo: gli chalets, le mucche al pascolo e gli uomini che lavoravano nei campi. Mentre guardava meravigliato quel mondo uguale al suo, ma in minia-tura, i monti che lo reggevano cedettero al peso e, con gran boato, si sbriciolarono.

CONCLUSIONE - parte finaleQuando il vento spazzò il polverone, egli vide che le Alpi in quel trat-to erano crollate e che l’unico monte rimasto intatto era quello che si trovava tra le sue gambe allargate: il Cervino, dalla strana forma a piramide.

AA.VV. I racconti della stalla, Priuli e Verlucca

Completa il testo.

Gargantua era il ............... di un paese pacifico collocato ai piedi ..........................................

Un giorno, dopo un lauto ................................ , Gargantua espresse il desiderio di conoscere

che cosa ci fosse .............................................................. . Nonostante il rischio di incontrare

................................... e .................................. messi a sentinella, Gargantua partì. A grandi

............................. arrivò alla cima e si mise ad ammirare il ...................................................

Tutto gli apparve .........................., ma anche molto simile al ................................................

Improvvisamente le ................................. cedettero sotto il suo peso.

Solo una rimase intera, fra ......................................................., il monte ..............................

Per comprendere

.......................................

.......................................

.......................................

.......................................

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MIT I E LEGGENDE

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Page 36: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Ariad’autunno

Arriva l’autunno. Lo si avverte già nelle strade della città al mat-tino, lo si respira, lo si sente sugli occhi, nei capelli, nel petto. L’aria ha un sapore umido e fresco.Le case della gente che torna dal-la villeggiatura si riaprono sulle terrazze ancora impolverate dalla trascorsa estate cittadina. Il fiume passa giallo e colmo di acqua fre-sca. I negozi, all’ora del tramonto, splendono di lampade vivide.Le lampade del principio dell’au-tunno mandano una luce netta, elettrizzante, che sembra sprona-re dolcemente la vita rendendola intensa e piacevole.L’autunno si sente in tutte le cose, trasuda dall’asfalto cittadino, dai cornicioni dei vecchi palazzi, dalle sedie dei caffè ancora allineate sui marciapiedi, perfino dalla carta morbida dei giornali appena usciti freschi freschi, nelle edicole. Le case sono tutte aperte al mattino a quest’aria leggera e dolce che sorvola piazze e giardini ed entra libera-mente dalle finestre spalancate.L’autunno è fresco e un poco stanco e mette dei contorni netti a tutte le cose. Gli interni dei caffè si riempiono di un odore di pasticceria fitto e gustoso, e di fumo di sigaro; la gente vi si muove dentro con alacrità. L’odore di certe giornate di ottobre sa di terra smossa, di fresche ghir-lande, di giorno dei morti, di dolci inzuccherati e pesanti avvolti nel cel-lofan luccicante. L’autunno marcisce deliziosamente in questi odori.

Ercole Patti, Quartieri alti, Mondadori

Per comprendere

Il testo descrive l’autun-no in città soffermandosi sulle percezioni senso-riali. Cerca e sottolinea:• di rosso i dati olfattivi• di verde i dati visivi• di giallo i dati tattili.

Prova a spiegare con parole tue la frase: “L’autunno marcisce deliziosamente in que-sti odori”.

Racconta tu

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Page 37: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

• Dov’è ambientata la poesia?.......................................................................................• Cosa scende dal cielo? ...........................................

• Evidenzia nel testo tutte le azioni compiute dalla foglia.• Che cosa esprimono all’inizio della poesia?

Movimento Staticità Tristezza Vitalità• Che cosa esprimono, invece, le azioni finali?

Morte Agitazione Stanchezza Serenità

La fogliaRotea, oscilla, scintillala foglia danzandostrisciando, sognando.L’accoglie la terral’incalza il ventorimbalza, s’innalza.“Addio splendori del sole,addio amori di luna addio rugiade, addio ridenti contrade!”Ritorna, si posa, riposa.L’autunno tremando,gli occhi le chiude sognando.da R. Tunisini, I quindici, vol. 1 Fields Enterprises Educational Corporation

SettembreTriste il giardino: frescascende ai fiori la pioggia...Silenziosa, tremal’estate, declinando alla sua fine.Gocciano foglie d’orogiù dalla grande acacia.Ride attonita e smortal’estate dentro il suo morente sogno;s’attarda fra le rosepensando alla sua pace;lentamente socchiudei grandi occhi pesanti di stanchezza.H. Hesse, Poesie, Mondadori

NebbiaLa nebbia arriva su zampine di gatto.S’accuccia e guardala città e il portosulle silenziose anchee poi se ne va.

C. Sandburg

• Quale atmosfera crea il poeta?

Di sonnolenza e noia

Di silenzio e contemplazione Di meraviglia e sorpresa • Quali azioni attribuite alla nebbia si adattano ai movimenti

del gatto?................................................................................................................

Per comprendere

Per comprendere

Per comprendere

• Cosa viene giù dalla grande acacia?...........................................................................• L’estate che va finendo viene presentata

attraverso la figura retorica della personi-ficazione. Viene infatti paragonata a una persona malata e triste perchè sa di essere vicina alla morte. Quali azioni umane com-pie? Sottolineale.

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Page 38: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Conosciuto anche come “Il Do-ganiere”, Henry Rousseau nacque il 22 maggio 1844 a Laval, nel nord della Francia. In vita non vide riconosciu-to pienamente il suo talento, anche se godeva della stima di grandi artisti come Picas-so e Gauguin. La sua pittura passa dalla rappresentazione di ambienti realistici a quella di paesaggi tropicali immersi in atmosfere sognanti. Morì a Parigi nel 1910.

La pittura di paesaggi è certamente il genere più ricorrente nelle opere di Roussau. Il quadro rappre-sentato in questa pagina, raffigura la sobrietà e la tranquillità di uno scorcio di campagna francese du-rante la stagione autunna-le. L’uomo, piccolo ma al centro dell’opera, simbo-leggia l’importanza della attività umana nelle sue forme più semplici e pure.

• Sai che cosa significa il termine “scorcio”?

• Prova ad elencare tutti i colori, molti tipicamen-te autunnali, presenti nell’opera.

• Quali odori potresti senti-re in questo paesaggio au-tunnale?

• Se tu fossi in questo pae-saggio, che cosa vorresti vedere più da vicino?

Henry RousseauIl frutteto

H. Rousseau, Il frutteto, 1896, olio su tela, Harmo Museum, Nagano

Occhio al dipinto

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Page 39: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Questa figura umana ti sembra grande o piccola? Secondo te è importante nel dipinto?...............Capisci che cosa sta facendo?....................................................................................................................................................................

Che cosa c’è dietro agli alberi? ..............................................................................................................................................................

Ti sembra che questo sia solo un paesaggio na-turale? ................................................................................................................................................

Quante linee più o meno orizzontali! Riesci a indicarle dalla più vicina alla più lontana? In “primo piano” c’è quella del campo con il frut-teto, poi... Evidenziale con un tratto di mati-ta, così come nell’esempio.

Per rappresentare lo spazio (altezza, lar-ghezza e profondità) su un supporto a due di-mensioni come il tuo foglio, dobbiamo capire innanzitutto quali figure si trovano più vici-ne a te (primo piano), quelle subito dopo (se-condo piano), quelle dopo ancora (terzo pia-no) e così via fino allo sfondo. Ogni piano può essere costituito da una persona, un oggetto, una parte di paesaggio o una combinazione di questi elementi. Osserva l’esempio a lato.

Con le matite colorate, prova a disegnare su un foglio un paesaggio con tanti piani diver-si, dal più vicino al più lontano. Aiutati osser-vando la disposizione delle linee del quadro.

primo piano

secondo piano

sfondo

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Page 40: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Si possono ottenere queste tonalità molto speciali mescolando i tre colori primari giallo, rosso (magenta) e blu (ciano)...

... oppure mescolando il rosso con il nero.

Terra di Siena bruciata Terra d’ocra rossa Bruno Van d’EyckTerra d’ocra gialla

Uno dei colori più caratteristici dell’autunno è il MARRONE. • Avevi mai visto prima tante tonalità di marrone come quelle de “Il frutteto”?

Prova a contarle.In pittura i marroni si chiamano BRUNI e TERRE. Osserva:

Ecco qualche suggerimento pratico per dipingere i colori e le forme dell’autunno.

+

+ =

=+

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Page 41: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Ora che sai come ottenere il marrone, ecco come dipingere un bosco autunnale molto realistico. Pensi di non esserne capace?

Vedrai che è molto più semplice di quanto credi!Con un pennello a punta piatta, stendi un fondo con due colori su tutto il foglio, in modo da dare l’idea del cielo e della terra. Puoi usare sia gli ac-querelli sia le tempere molto diluite. Lascia asciu-gare il colore (se hai fretta, usa un phon).

Ora diluisci un po’ di marrone, fanne cadere una goccia sulla parte alta dei tronchi e, con una can-nuccia, soffia verso il margine superiore del foglio. Ripeti questa operazione più volte per ogni albero: otterrai una ramificazione molto realistica.

Mescola le tempere cercando di ottenere tutti i toni dell’autunno che conosci e, con pennel-li più piccoli a punta tonda e piatta, comincia a picchiettare il dipinto per rappresentare il prato, le foglie sui rami e quelle cadute. Poi, se vuoi, puoi dipingere qualcosa che spunta tra gli alberi: una casa, una persona, un animale... proprio come ha fatto Rousseau!

3

4

Ora, con il marrone preparato precedentemente, dipingi con delle pennellate verticali, non precise, i tronchi degli alberi: fai più grandi quelli in primo piano e più piccoli quelli sui piani più lontani.

Ecco l’immagine finale della tua opera!

1

2

39

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Page 42: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Molte foglie possono essere raf-figurate partendo da un sem-plice ovale. Prova a farlo anche tu, avendo cura di non calcare troppo il tratto con la mano.

Ora aggiungi le venature: osserva alcune foglie dal vero per trovare delle idee realistiche ed originali.

Infine, colora le foglie con tonalità marroni, gialle e rosso-arancio-ni.

Queste foglie sono state disegnate partendo dallo stes-so ovale. Osserva come cambia il loro aspetto in con-fronto a quella precedente modificando semplicemen-te i contorni e realizzando altri tipi di venature.

Ecco un altro tipo di foglia, otte-nuta in questo caso partendo da un pentagono.

Per disegnare qualsiasi soggetto, puoi partire da una semplice forma geometrica di base. Osserva il procedimento per realizzare queste foglie.

2 3

4 5

1

Attività tratta dal volume “Imparare a disegnare - Corso per bambini” - Edizioni del borgo - 2008

Eccone un’altra disegnata partendo da un triangolo.

Ora prova tu!

6

40

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Page 43: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Qui ti propongo delle istruzioni schemati-che per disegnare passo dopo passo uno splendido riccio.

Segui attentamente le indicazioni e vedrai che realizzare questo sim-patico animaletto sarà un gioco da ragazzi!

2

3

4

1

Attività tratta dal volume “Corso di disegno per bambini” - Edizioni del borgo - 2007 41

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Page 44: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Lo scoiattolo

in letargo

Materiale

Uno scatolone - una scatola da scarpe - cartoncino spesso - nastro adesivo - tempere e pennello - un pennarello nero - filo di rame/otto-ne - pannolenci arancione - panno fantasia - imbottitura sintetica - un cutter - colla a caldo - forbici - paglia o rafia - frutta secca.

Ricalca i modelli dell’albero e del suppor-to (mod. A1, A2) sul cartone dello scatolo-ne e ritagliali. Poi, con un cutter, asporta il rettangolo centrale dal tronco: utilizza come misura una piccola scatola da scar-pe e fai il buco leggermente più piccolo. Dipingi il tutto con le tempere e, una volta asciutto il colore, disegna le venature del legno con il pennarello nero.

1

Cartamodelli dell’attività (A1-A4) sulla guida per l’insegnante

Il letargo degli animali e le foglie che cadono dagli alberi rappresentano due degli aspetti tipici della stagione autun-nale. Con questa attività avremo modo di riflettere su entrambi gli argomenti.

42

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Page 45: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Crea tu!

Fissa con il nastro adesivo la scatola da scarpe sul retro del foro del tronco. Poi, per far stare in piedi l’albero, infila il supporto perpendicolarmente al tron-co, intersecando i due tagli.

Disegna su un cartoncino spesso tre di-verse misure di foglie, ritagliale e dipin-gile con le tempere, usando delle tonalità di colore autunnali. Per fissare le foglie all’albero, taglia dei pezzetti di filo di rame o di ottone lunghi circa 12 cm, ar-ricciali un po’ e infilane un’estremità nel-la foglia e l’altra nei rami.

Ricalca per due volte la sagoma dello scoiattolo (mod. A3) sul pannolenci arancione e quella della coda (mod. A4) sul panno fantasia. Ritaglia il tut-to e incolla il tessuto sulla coda. Poi so-vrapponi le due metà del corpo e uni-scile lungo il bordo con la colla a caldo, lasciando una piccola apertura per in-serire l’imbottitura. Infine, chiudi an-che questa fessura con la colla.

4

2

3

Attività tratta dal volume “Tante idee per tutto l’anno - Stagioni e ricorrenze” di Chiara BalzarottiCollana laboratori creativi - Edizioni del borgo

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Page 46: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

CHE COS’È

Il racconto realistico è un testo narrativo che rac-conta storie realmente accadute o che potreb-bero accadere nella realtà (verosimili).

I PERSONAGGI

I personaggi sono quelli che potresti incontrare nella vita quotidiana, a scuola, a casa, nella so-cietà: bambini, genitori, insegnanti...

IL TEMPO

Il tempo può essere il tempo passato o il tempo presente. Disolitoèbenprecisato, anche nella sua durata (ieri, oggi, stamattina, per un’ora...).

IL LUOGO

I luoghi sono reali e bendefiniti.

I FATTI

I fatti narrati sono vicendevereocredibili, che possono accadere quotidianamente. Pos-sono anche essere fatti storici, che vengono ambientati in un’epoca precisa.

LA STRUTTURA

Nel testo realistico la struttura è quella tipi-ca di ogni testo narrativo: inizio-sviluppo-conclusione.

LA CRONOLOGIA

La storia può seguire un ordine cronologi-co, oppure può ricorrere a flashback o a flashforward(anticipazione di un evento).

IL NARRATORE

Il testo può essere raccontato in prima perso-na da un narratoreinterno(un personaggio) o in terza persona da unnarratoreesterno alla storia.

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Page 47: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Sempre in ritardo!Margherita è un’insegnante un po’ pasticciona, ma di buon cuore. Il suo più grande difetto? Essere sempre in ritardo… ma i suoi alunni, che l’adorano, non s’arrabbiano.

Il raccontorealistico

Analizziamo insieme

INIZIO - situazione inizialeSveglia, Margherita, sei già in ritardo! Michele (il gatto), con un gran salto è sul letto, e giù una grande lecca-ta con la sua lingua ruvida… Margherita fa un gran salto e si ritrova, ancora addormentata, inmez-zoallastanza… questo è il momento più brutto della giornata e il gat-to, che lo sa, si nasconde sotto una sedia attendendo tempi migliori.

SVILUPPO - parte centraleMargherita passa davanti allo specchio del bagno, si guarda e scappa impaurita senza riconoscersi: ma di chi saranno quegli occhietti quasi chiusi? Certo di qualche strano animale entrato in casa durante la not-te. L’acqua della doccia è bollente, no è gelida, non si riesce mai a regola-re… e intanto si spande per tutta la casa e Michele osserva ogni goccia, ogni pozzanghera lasciata dal passaggio di Margherita come fosse l’on-da di un mare in tempesta. I cassetti rovesciati, l’armadio preso d’assalto… calze, camicie, scarpe: tutto vola pericolosamente nell’aria. Margherita oramai è pronta, almeno così pensa… una calza di un colo-re, una di un altro, le scarpe non si infilano, il cappellino con le ciliegie non vuole stare sulla testa… no, resta il problema della borsa, che sa-rebbe meglio fosse un baule, tante sono le cose che Margherita vorreb-be ficcarci dentro.

CONCLUSIONE - parte finaleAlla fine Margherita scappa via, lascia la porta di casa aperta, attraversa un giardinetto disordinato, pieno di cespugli, la sciarpa s’impiglia a un ramo… ma insomma è fatta.

Nicoletta Costa, “Margherita, Matilde e il Sole”, Einaudi Scuola, 1992

LUOGO REALE E BEN DEFINITO

PERSONAGGI REALI

TEMPO BEN PRECISATO

Elementi del racconto realistico:

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Page 48: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontorealisticoStruttura

e cronologia

Marco, no!!!Marco potrebbe essere un bambino felice. Non gli manca nulla, mamma e papà sono molto attenti alla sua salute ma… qualche volta esagerano.

Un giorno, nel giardino del condominio, era spuntata un’erbet-ta verde e tenera che invitava a far capriole. Infatti all’improvviso Sergio fece una corsa, si buttò e fece una capriola a testa in giù. Allora anche Marco ci provò: puntò la testa sull’erba e via, un col-po e si trovò sdraiato sul verde. Che bello. Aveva visto il mondo girare intorno a lui. La mamma, dalla finestra, lo vide e corse giù: - Marco, ma cosa fai, sei diventato matto? È un gioco pericoloso. Ti puoi far male alla testa. E poi guarda come ti sei sporcato la ma-glietta, questa macchia d’erba come farò a pulirla? - E via in casa. Uffa! Qualche giorno dopo era già primavera e i suoi amici proposero di uscire con le biciclette e girare intorno al palazzo. Marco aveva la bicicletta nuova e disse subito di sì. Ma la mamma disse di no: - È troppo pericoloso e non sai usarla ancora bene. - Mi faccio insegnare dagli altri bambini. - E se cadi e ti rompi una gamba? Gli altri sono spericolati. No!

Lo domandò al papà e anche lui disse di no: - Potresti scontrarti, cadere, romperti un braccio o la testa. - Ma allora perché me l’avete regalata se non la posso usare? - domandò Marco. - La userai quando sarai più grande.

E così Marco, dal balcone, guardava i suoi amici felici che sfrecciavano nei vialetti del giardino sulle loro bici colorate.

Mario Lodi e Aldo Pallotti, “Il bambolo”, Giunti, Collana Le Gru, Firenze 1994

Rispondi. • Perchè Marco non è

felice?• Che cosa voleva fare

Marco con gli amici? Cerca le azioni nel testo e sottolineale.

• Perchè la mamma e il papà gli proibiva-no alcuni giochi?

Per comprendere

IL TESTO NARRATIVO

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Page 49: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

•Individua la struttura del racconto e colora la banda laterale con tonalità differenti in modo da evidenziarne l’inizio, losviluppo e la conclusione. Poi, con un tratto a matita, suddividi lo sviluppo della storia in tresequenze.

•Riordina le immagini numerandole da 1 a 5 rispettando la cronologia del racconto e scrivi un titolo sotto ad ognuna di esse. Poi riassumi il racconto completando lo schema.

CHECOSASUCCEDE?

INIZIO: ..................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

SVILUPPO: ............................................................................................................................

..............................................................................................................................................

CONCLUSIONE: .....................................................................................................................

..............................................................................................................................................

Analisi della struttura

Ti sei mai trovato in una situazione simile? Racconta sul quader-no una tua esperienza in proposito e spiega com’è andata a finire.

Scrivi tu

................................................

................................................

................................................ ................................................

................................................

47

IL RACCONTO REAL IST ICO

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Page 50: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontorealistico

Lunedì mattinaTom Sawyer vive con il fratello a casa della zia, dopo la morte della mamma.

INIZIO - situazione iniziale

Il lunedì mattina trovò Tom Sawyer in preda all’infelicità. Era così sem-pre, tutti i lunedì mattina, perché quel giorno segnava l’inizio di una nuova settimana di lente sofferenze a scuola.

SVILUPPO - parte centrale

Tom rimase a letto riflettendo. Di lì a un momento gli accadde di pen-sare che avrebbe desiderato di essere ammalato: in tal caso gli sarebbe riuscito di starsene a casa da scuola. Passò in rassegna il proprio orga-nismo. Non riuscì a individuare nessun disturbo, e ricominciò daccapo. A un tratto scoprì qualcosa. Uno dei denti davanti, tra quelli di sopra, dondolava. Si trattava di un colpo di fortuna; stava per mettersi a geme-re, tanto per “dare l’avvio alla cosa”, quando si sovvenne che se si fosse presentato in tribunale con quella tesi, sua zia, il giudice, gli avrebbe cavato il dente, e sarebbe stata una cosa dolorosa. Perciò si disse che avrebbe tenuto il dente di riserva e si diede a cercare qualcos’altro. Si ricordò di aver sentito il medico parlare di una certa malattia che aveva costretto uno dei suoi pazienti a tenere il letto per due o tre settimane, minacciando di fargli perdere il dito. Per cui si affrettò a togliere di sotto le lenzuola il piede con l’alluce indolenzito e lo tenne in alto per esami-narlo. Sembrava che valesse la pena di tentare, perciò prese a lamentar-si con considerevole vigore. Scrollò il fratello. Sid sbadigliò, si stiracchiò poi si sollevò su un gomito sbuffando e cominciò a fissare Tom. Tom continuò con i suoi gemiti. “Tom! Tom! Che cosa ti succede, Tom? Devo chiamare la zia? Non la-

mentarti così. Oh Tom, non stai mica morendo, vero?”

Analisidel protagonista

• Il fatto narrato è:

verosimile fantastico

• Il tempo in cui si svolge la vicenda è:

indefinito precisato

• Il luogo in cui svolge la vicenda è:

reale fantastico

Per comprendere

Sottolinea nel testo le preposizioni semplici (in rosso) e le preposi-zioni articolate (in blu).

Riflessione linguistica

IL TESTO NARRATIVO

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Page 51: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Tom stava soffrendo sul serio adesso, tanto funzionava a meraviglia la sua immaginazione, e i suoi gemiti avevano ora un tono di assoluta autenticità. Sid si fiondò giù per le scale e disse: “Oh, zia Polly, vieni, presto! Tom sta morendo!” “Morendo?” “Sì, certo. Non perdere tempo, vieni subito!” “Stupidaggini, non ci credo!” Ma ciò nonostante corse su per le scale. Ed era sbiancata in viso, per giunta, e le tremavano le labbra. Quando giunse al capezzale del nipo-te, ansimò: “Oh Tom, Tom che cos’hai? Dimmi che ti succede… cosa ti fa male, bambino mio?” “Oh, zietta, il dito grosso del piede che mi doleva è andato in cancrena.” L’anziana signora si lasciò cadere su una sedia, poi rise un po’, poi pianse un po’, poi fece tutte e due le cose assieme. Que-sto la rimise in sesto, dopo di che disse: “Tom, che spavento mi hai fatto prendere. Adesso smetti di dire assurdità e salta fuori da quel letto”.

CONCLUSIONE - parte finale

I gemiti cessarono. Il ragazzo si sentì un po’ stupido e dichiarò: “Zia Polly, sembrava proprio in cancrena, e mi faceva male come se lo fosse; e non pensavo nemmeno più al dente”. “Anche il dente, adesso!”

Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Newton Compton Editori, Roma, 1995

Rispondi.• In quali aspetti della

vicenda ti ritrovi maggiormente?

• Anche per te il lune-dì è un giorno “infeli-ce”? Perchè?

• Ti sei mai inventato delle malattie per non andare a scuola?

Per riflettere

•Chi è il protagonista del racconto? .......................................................................................

•Si tratta di un personaggio reale o fantastico?......................................................................

•Quanti anni può avere? .......................................................................................................

•Secondo te, Tom che tipo è? Scegli con una X uno o più aggettivi che ti sembrano adatti a lui:

bugiardo introverso timido vivace scaltro pauroso

•Quali emozioni prova nel corso della vicenda? Cercale nel testo ed elencale di seguito.

..............................................................................................................................................

•Perchè inventa una malattia a tutti i costi? ...........................................................................

...........................................................................................................................................

•Quali altri personaggi sono presenti nel racconto? ...............................................................

Analisi del protagonista

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IL RACCONTO REAL IST ICO

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Page 52: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontorealistico

Tempi e luoghi

•Dove si svolge la vicenda? Cerca e sottolinea nel testo

tutti gli indicatori di luogo.

• Il luogo è ben precisato? Sì No

•Quando si svolge la vicenda? .....................................

• Il tempo è ben precisato? Sì No

Analisi dei tempi e dei luoghi

Descrivi come avviene il risveglio in casa tua.

Scrivi tu

Per comprendere

Rispondi. • Quante vicende ha

Leo prima di arri-vare alla porta del bagno? Elenca le azioni.

• Come mai la mam-ma vuole che Leo ar-rivi in bagno prima di sua sorella?

La conquista del bagnoLeo è un bambino sveglio, anche troppo certe volte. Vive in una famiglia un po’ disastrata e in questo racconto è alle prese con sua sorella nella quotidiana gara mattutina per la conquista del bagno.

- Leo, sveglia! Sono le sette e venti.- Mmmm...- Tesoro, è ora di alzarsi.Apro un occhio. No, meglio tornare a dormire. Mi tiro le lenzuola fin sulla testa.- Leo, se non ti sbrighi, tua sorella occuperà il bagno e, come al solito, finirà che non ti lavi...- Leo, ti decidi?C’è una nota stizzita nella sua voce.A questo punto, se non schizzo fuori dal letto, comincerà a fare la predica.Cerco le pantofole, non le vedo. Di sicuro Fax ci sta parcheggiato sopra.- Spostati, vecchio mio! - dico a quella montagna di peli che sonnecchia ai piedi del letto. Lui solleva le palpebre e fa uno sbadiglio rumoroso.Gli infilo una mano sotto la pancia. Con un colpo da maestro recupero le ciabatte e il cagnolone si mette ad abbaiare, facendo rintronare la stanza.- Sta’ buono! Così sveglierai Sabrina!Sabrina, la mia sorellina, va all’asilo e può permettersi il lusso di alzarsi alle nove. Ho sentito aprirsi la porta della stanza di mia sorella Arianna. Caspi-ta, devo sbrigarmi se non voglio arrivare secondo.È scattata l’operazione bagno.Mi precipito in corridoio con Fax che cerca di addentarmi i piedi per farsi

restituire le ciabatte. Non è facile ragionare con uno come lui.E poi se ne approfitta, perchè, se si alza in piedi sulle zampe poste-

riori, è più alto di me.Arianna... si è infilata nel bagno un attimo prima di me e mi ha sbattuto la porta in faccia. Anche stavolta, mi ha fregato.

Pina Varriale, Leo punto e a capo, Mondadori.

I L TESTO NARRATIVO

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Page 53: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontorealistico

WilburAlla fattoria Arable sono nati i porcellini, ma uno di loro è gracilino e il proprietario vorrebbe sopprimerlo. Fern, la figlia del proprietario, si ribella e chiede al padre di regalarglielo. Ora il suo nome è Wilbur.

Fern amava Wilbur più di qualsiasi cosa al mondo. Le piaceva acca-rezzarlo, dargli da mangiare, metterlo a nanna. Ogni mattina, appena alzata, gli scaldava il latte, gli annodava il tovagliolo e gli reggeva il poppatoio. Tutti i pomeriggi, quando l’autobus della scuola si fermava davanti a casa, Fern scendeva con un balzo e correva in cucina a pre-parargli un’altra bottiglia. Gli dava da mangiare una terza volta all’ora di cena e un’ultima poco prima di andare a letto. A Wilbur piaceva im-mensamente il suo latte, e non c’era momento più felice per lui di quan-do Fern stava scaldandogli la bottiglia. Allora la fissava in adorazione. Nei primi giorni della sua vita Wilbur fu lasciato in una cassetta accan-to alla stufa, in cucina. Poi fu trasferito in una cassa più grande, nel-la legnaia. A due settimane fu allontanato dalla casa. Il signor Arable destinò a Wilbur un piccolo recinto sotto un melo e una grande cassa di legno riempita di paglia, con un’apertura, perché potesse entrare e uscire quando voleva. - Non avrà freddo, la notte? - chiese Fern. - No - le rispose suo padre - adesso sta’ a vedere cosa fa. Fern si sedette nel recinto, sotto il melo, con una bottiglia di latte. Wilbur le corse subito incontro. Quando Wilbur ebbe bevuto il suo latte fino all’ultima goccia, grugnì e si avviò tutto assonnato nella sua cassa. Prima spinse la paglia col piccolo grugno, finché non ebbe scavato un tun-nel; poi vi si infilò e sparì, completamente ricoperto dalla paglia. Fern ne fu incantata.

E. B. White, La tela di Carlotta, Mondadori.

Tempi e luoghi

Possiedi anche tu un animale? Racconta sul quaderno come te ne prendi cura. Se non lo possiedi, racconta se ti piacerebbe posseder-ne uno e spiegane le ragioni. Ricorda di specificare:• dove si svolgono le

azioni• quando si svolgono• come si svolgono

•Sottolinea nel testo tutti gli indicatoritemporali (usa la biro rossa).

•Questa vicenda può accadere nella realtà, cioè è verosimile? Sì No

•Chi sono i personaggi della vicenda? Elencali. .......................................................................

•Sottolinea nel testo tutti gliindicatoridiluogo (usa la biro blu).

•La narrazione segue un ordine cronologico preciso? Sì No

•La vicenda è narrata da un narratore: interno esterno

Analisi dei tempi e dei luoghi

Scrivi tu

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IL RACCONTO REAL IST ICO

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Page 54: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontorealistico

Una topina in cucinaUna topina può diventare un animaletto domestico? Sì e no, ma di si-curo c’è chi la difenderà da una mamma pulita e da una vicina troppo vicina.

Io non ho fratelli né sorelle e nemmeno animali domestici. Il no-stro appartamento è troppo piccolo. È un retrobottega nel quale il sole entra soltanto per sbaglio. Però abbiamo lo stesso compagnia. Una topina. Grigia. Dev’essere già vecchia perché si sposta mal-volentieri. Tutte le mattine la troviamo accoccolata sulla stufa di cucina, che serve a scaldare tutta la casa. Per fortuna (della topina) la stufa funziona proprio male, è appena appena tiepida. Così lei non si brucia le zampine. - Di certo nemmeno noi - brontola mia madre che è freddolosa e accusa mio padre di non riparare la caldaia. La topina, lei, è felice. Le do briciole di dolci, pezzettini di noci. Ha due occhietti neri che sembrano la punta della mia penna biro. Forse per questo quando faccio i compiti penso sem-pre a lei. Quando ha finito di mangiare fa toeletta, passandosi le zampine sul muso come fanno le mosche. È molto pulita, tanto che non abbiamo mai trovato in giro una sola caccolina.

La cronologia:il flashback

Cerca sul dizionario il significato della parola flashback e scrivilo di seguito.........................................................................................................................................................................................................

Descrivi sul quaderno una domenica trascor-sa in casa, cercando di inserire anche un episodio in flashback.

Dizionario

Scrivi tu

IL TESTO NARRATIVO

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Page 55: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Mia madre non apprezza per niente questa compagnia. Ma non se la sente nem-meno di ammazzare la bestiolina. Così lei resta con noi. Una volta una vicina è venuta a passare il pomeriggio a casa nostra. Mia madre era preoccupata a causa del topo. Se la vicina l’avesse visto, mia madre avrebbe dovuto vergognarsi. Perciò continuava a dire: - Sciò! Sciò! E la vicina probabilmente si chiedeva come mai mia madre continuasse a fare “Sciò! Sciò”. - Ne ho abbastanza di questo animale! - si è infuriata mia madre, appena la vicina se n’è andata. E brandiva una scopa gridando: - Va a finire che la schiaccio! Io ero molto preoccupata, perché mia madre è molto buona, ma non si sa mai: una disgrazia fa presto a capitare! Qualche giorno dopo abbiamo saputo che la vicina si era trasferita. Mi sono sen-tita più tranquilla per la sorte della topina.

Pierre Louki. Un papà pazzesco, Piccoli

•Com’è il luogo in cui si svolge la vicenda? Scegli le espressioni più adatte per descriverlo.

Troppo grande Troppo piccolo Poco luminoso

Molto luminoso Ben riscaldato Poco riscaldato

•Descrivi l’aspetto fisico della topina e il suo comportamento.

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

Per comprendere

•Suddividi il racconto ininizio, sviluppo e conclusione utilizzando la colonna di fianco al testo.

•Sottolinea di rosso la sequenza che ti sembra in flashback.•Perchè hai scelto proprio quella parte di testo?

.....................................................................................................

.....................................................................................................

.....................................................................................................

Analisi del flashback

53

IL RACCONTO REAL IST ICO

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Page 56: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontorealistico

La Compagnia RamusioPolissena, alla ricerca dei suoi veri genitori, trova una compagnia di giocolieri ambulanti e partecipa agli spettacoli travestita da ragazzo.

O rmai tutti i marmocchi dei paesi lungo la strada aspettavano l’arrivo di Lucrezia, di Ludovico e dei loro prodigiosi compagni di spettacolo.Sì, anche “Ludovico” adesso raccoglieva la sua bella razione di ap-plausi da parte degli spettatori. Il fatto è che, strada facendo, Lucrezia aveva convinto pian piano l’amica a vincere la timidezza che l’impac-ciava e che finora l’aveva relegata al ruolo di assistente ai costumi o di accompagnatrice musicale.Come abbiamo visto c’era una cosa che Polissena sapeva fare meglio di chiunque altro al mondo: arrampicarsi. Lucrezia studiò quindi per “Ludovico” una serie di esercizi tutti basati su questa abilità.Vestita di nero e di giallo come un ragno, Polissena raggiungeva in un batter d’occhio la cima dell’albero della cuccagna rimasto in piazza dalla recente sagra patronale. Mentre il pubblico tratteneva il respiro, scalava la facciata di tre piani del Municipio, quasi priva del minimo appiglio, per andare a sedersi con eleganza sul cornicione. Ben presto si meritò l’appellativo di “Ludovico il ragno”. Si arrampica-va sui campanili e sulle torri, sulle funi che pendevano dai tetti, sui rami degli alberi più alti.Spesso il numero prevedeva che Lancillotto cercasse di imitarla, e la accentuata goffaggine della scimmia contrastava comicamente con la grazia e la leggerezza del “ragazzino”.Adesso Polissena si sentiva un membro a pieno titolo della Compagnia Ramusio.

Fabulae intreccio

La fabula è costituita dalla successione degli avvenimenti in ordine cronologico.L’intreccio, invece, è l’ordine che l’autore sceglie di dare ai fatti.

•Dai un titolo ad ogni parte del testo rispettando la cronologia degli avvenimenti.

Situazioneiniziale: ............................................................................................................

Sviluppo:

1^ sequenza: ........................................................................................................................

2^ sequenza: ........................................................................................................................

3^ sequenza: ........................................................................................................................

4^ sequenza: ........................................................................................................................

5^ sequenza: ........................................................................................................................

Conclusione: .......................................................................................................................

•Quale schema narrativo è stato utilizzato? Fabula Intreccio

Analisi della cronologia Bianca Pitzorno, Polissena del porcello, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1993

I L TESTO NARRATIVO

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Page 57: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontorealistico

La Compagnia RamusioIl brano “La compagnia Ramusio” è stato riscritto modificando lo sche-ma narrativo.

Adesso Polissena si sentiva un membro a pieno titolo della Com-pagnia Ramusio. C’era una cosa che Polissena sapeva fare meglio di chiunque altro al mondo: arrampicarsi. Lucrezia studiò quindi per “Ludovico” una serie di esercizi tutti basati su questa abilità.Spesso il numero prevedeva che Lancillotto cercasse di imitarla, e la accentuata goffaggine della scimmia contrastava comicamente con la grazia e la leggerezza del “ragazzino”.Vestita di nero e di giallo come un ragno, Polissena raggiungeva in un batter d’occhio la cima dell’albero della cuccagna rima-sto in piazza dalla recente sagra patronale. Mentre il pubbli-co tratteneva il respiro, scalava la facciata di tre piani del Municipio, quasi priva del minimo appiglio, per andare a sedersi con eleganza sul cor-nicione.Ben presto si meritò l’appellativodi “Ludovico il ragno”.Ormai tutti i marmocchi dei paesi lungo la stradaaspettavano l’arrivo di Lucrezia, di Ludovico e dei loroprodigiosi compagni di spettacolo.Sì, anche “Ludovico” adesso raccoglieva la sua bella ra-zione di applausi da parte degli spettatori. Era anche merito di Lucrezia che aveva convinto pian piano l’amica a vincere la timidezza che l’impacciava e che finora l’aveva relegata al ruolo di assistente ai costumi o di accompagnatrice musicale.

Bianca Pitzorno, Polissena del porcello, Arnoldo Mondadori Editore, Milano 1993

Anche tu hai un’abili-tà particolare? Se sì, descrivila e racconta come la vorresti utiliz-zare.

Fabulae intreccio

Racconta tu

Come hai potuto notare, la stessa vicenda è stata raccontata in modo diverso.

•Rileggi le sequenze di questa pagina e colora la banda laterale che le evidenzia come le se-

quenze simili presenti nel testo della pagina accanto. Che cosa noti? ...................................

...........................................................................................................................................

•Quale schema narrativo è stato utilizzato? Fabula Intreccio

Analisi della cronologia

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IL RACCONTO REAL IST ICO

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Page 58: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

CHE COS’È

Il racconto autobiografico è un testo in cui l’autore nar-ra avvenimenti reali della propria vita; il punto di vista è quello soggettivo e la narrazione è ovviamente in primapersona.

L’autore è quindi anche il narratore e il protagonista del racconto.

Il tempo è al passato e i luoghi sono quelli reali in cui ha vissuto l’autore.

I FATTI

I fatti che l’autore racconta sono episodirealiaccadutiasestesso, ricordi del suo passato. L’autore può prestare attenzione sia agli eventi più rilevanti della sua vita, sia alle piccole cose, ma soprattutto dà rilievo ai sentimenti ed alle emozioni provate al tempo dei fatti.

IL LINGUAGGIO

Il linguaggio e il tono sono intimi e familiari; nel racconto si inseriscono anche riflessioni personali.

I PERSONAGGI

Il protagonista è l’autore stesso. Altri personaggi sono, di solito, i familiari, gli amici e i parenti o altre persone che ha realmente conosciuto.

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Page 59: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontoautobiografico

Analizziamo insieme

TEMPO

LUOGO

SENTIMENTI

EMOZIONI

EVENTO RILEVANTE

La mia infanziaL’autrice racconta di quando era piccola e rievoca la sua infanzia, sottolineando il ricordo della sua solitudine...

Fecituttelescuoleelementariincasa, perchè mio padre diceva che nelle scuole pubbliche i bambini prendevano malattie. Avendo fratelli più grandi, erosoventesola. Mialzavotardi, e aspettavo la maestra leggendo romanzi e mangiando pane.La mia scarsa abitudine a stare con i miei coetanei mi rendeva, quan-do avevo qualche compagno di gioco, autoritaria con i deboli e timida con i forti; viziata dalla solitudine, e nello stesso tempo di una timidezzaferoce; ed ero insieme assetata di compagnia e incapace di sopportare la volontà del prossimo. Mi portarono afineanno a faregliesamiinunascuolapubblica. Era una scuola piccola, quasi in campagna; scelta perchè vi insegnava la mia maestra. Siscendevaalcapolineadeltramesifacevauntrattoapiedifragliortieiciliegi: ed ero accolta con grandi feste da alcune maestre, tutte colleghe e amiche della mia che m’accom-pagnava. Mi venivano intorno bambini, curiosi e timidi; ero anch’io curiosa di loro e con gran timidezza li osservavo: avevano teste rapate, fiocchi azzurri e grembiulini bianchi; parlavano in piemontese, linguaggio che io capivo poco, e che amavoeinvidiavo sem-brandomi il linguaggio di quelli che avevano la fortuna immensa di essere tutto ciò che non ero io. Sentivocrescereinmecomeun fungo la convinzione superbaeumiliante che ioerodiversaedunquesola.Così mi trovai, unmattino, con cartella e grembiule nero, anch’ioallascuolapubblica. Tutti si conoscevano fra loro, o perchè venivano dalla stessa scuola o perchè fare amicizia era semplice per loro come respirare. Sempre più senten-domidi legnoedipiombo, entrai nella classe e sedetti con la cartella posata davanti a me sul banco.Odiai tutti subito, le pareti verdine, le lampadine fioche del giorno piovoso, la carta geografica dell’Italia, i calamai asciutti e incrostati d’inchiostro secco. Erosolanelbanco,ederol’unicaaesseresola.

N. Ginzburg, Mai devi domandarmi, Einaudi

Elementi del racconto autobiografico:

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Page 60: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La prima poesiaLa scrittrice Alba De Cèspedes, figlia dell’ambasciatore cubano a Roma, rievoca un episodio della sua infanzia: l’incontro con la poesia.

Quel giorno, alla fine del mese di ottobre, il cuore mi pesava più del solito.In punta di piedi andai alla scrivania, presi la carta, la matita, poi mi ac-coccolai su un divanetto di seta celeste, sotto la finestra.Sentivo di essere pallida, e tuttavia ardevo; era come quando stavo per avere un febbrone.In fretta scrissi, e i miei pensieri, così disegnati sulla carta, sembravano uccellini rinchiusi in una rete. E la testa ronzava, mi sentivo irrequieta. Quando ebbi scritta l’ultima frase sul foglietto, soddisfatta lo guardai; compresi allora, dal modo nel quale le frasi erano disposte, che avevo scritto una poesia.Mi rincantucciai sul divano, non riuscivo a dominare una sconosciuta e nuova allegrezza.S’aprì la porta e papà apparve; vide il foglietto che avevo in mano.Provai un arresto al cuore.Vidi avanzare i suoi grandi occhi neri, brillanti dietro gli occhiali.- Alba - egli disse, - sei stata tu a scrivere questo?- Sì - risposi. Egli sedette accanto a me, mi prese il mento con le dita, poi tolse gli occhiali e mi guardò.Vidi che i suoi occhi erano umidi.- È molto bella - disse - la tua poesia.E sentii che io e lui, soli, eravamo per la prima volta veramente insieme e vicini.

A. De Cèspedes, La fuga, Mondadori

C’è un episodio della tua vita familiare che ritieni impor-tante? Prova a raccontarlo descrivendo come si è svolto e quale significato ha avuto per te.

• In quale tempo è espressa la maggior parte dei verbi? ................................... ...................................

• Sottolinea tutti i verbi presenti nel te-sto e fanne l’analisi sul quaderno.

Scrivi tu

Riflessione linguistica

Il raccontoautobiografico

IL TESTO NARRATIVO

58

Ricordi di sentimentied emozioni vissute

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Page 61: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Completa.

• Il testo è narrato in: prima persona terza persona

•L’autrice del testo è al tempo stesso .....................................................................................

• Il linguaggio utilizzato è: formale familiare

•Perchè l’autrice racconta questo fatto della propria vita?

Per ricordare un’emozione vissuta

Per spiegare un problema

Per ricordare un luogo in cui è vissuta

•Sottolinea nel testo tutte le espressioni che descrivono emozioni e sensazioni.

•Che tipo di sensazioni vuole ricordare l’autrice?

La passione per la poesia

L’affetto per il padre

La paura del padre

L’ansia dello scrivere

Analisi del testo autobiografico

Per comprendere

Rispondi.• Come si sente Alba prima di cominciare a scrivere?• Che cosa scrive?• Che sensazione prova quando finisce di scrivere?• Come valuta la poesia il padre?• Da che cosa capisci che è contenta del giudizio del padre?

59

IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

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Page 62: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Sul palcoscenico a cinque anni

Il grande regista Charlie Chaplin racconta un episodio della sua in-fanzia, da cui ebbe avvio la sua carriera di attore comico...

A cinque anni feci la mia prima apparizione sul palcoscenico. Mia madre di solito preferiva portarmi con sé in un teatro piuttosto che la-sciarmi a casa da solo. A quell’epoca lavorava nel teatro di Aldershot, un locale frequentato soprattutto da militari. Era un pubblico chiassoso e attaccabrighe, e bastava poco per scatenarne i fischi.Ricordo che mi trovavo tra le quinte quando la voce di mia madre si rup-pe e si ridusse a un mormorio. Il pubblico cominciò a ridere, a cantare in falsetto e a fischiare. Era tutto confuso e non capii cosa stesse accaden-do. Il baccano aumentò finchè mia madre non fu costretta a lasciare il palcoscenico. Era molto scossa ed ebbe una discussione col direttore il quale, avendomi visto recitare davanti agli amici di mia madre, propose di mandarmi in scena al posto suo.

E ricordo che in tutto quel trambusto egli mi prese per mano, e dopo qualche parola di spiegazione al

pubblico, mi lasciò solo al centro del pal-coscenico. Semiaccecato dalle luci

della ribalta, davanti a un mare di facce confuse in mezzo al fumo, cominciai a cantare, accompagnato dall’orchestra che stentò un poco a trovare la mia tonalità.A metà canzone una pioggia di monete investì il palcosce-nico. Mi interruppi subito per annunciare che prima avrei raccolto le monete e poi mi sarei rimesso a cantare. Que-sta uscita provocò le risa del pubblico.

Per comprendere

Rispondi.• Perchè l’autore-bam-

bino dovette salire sul palcoscenico all’età di cinque anni?

• Come si comportò ap-pena entrato in scena?

• Come reagì il pubbli-co?

• Quale scena buffa si improvvisò tra il bam-bino e il direttore del teatro?

• Come si concluse l’esibizione?

Il raccontoautobiografico

IL TESTO NARRATIVO

60

I luoghi in cui si è stati

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Page 63: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Arrivò il direttore con un fazzoletto per aiutarmi a raccattare i soldi, io credetti che volesse tenerseli lui. Il pubblico comprese i miei timori e rise ancora più forte, specie quando egli uscì col denaro e io, preoccupato, gli tenni dietro. Non tornai in scena finchè non l’ebbe consegnato a mia madre. Ero perfettamente a mio agio. Parlai al pubblico, ballai ed ese-guii diverse imitazioni, compresa quella di mia madre mentre cantava una delle sue marcette irlandesi.Ripetendo il ritornello, imitai in tutta innocenza la voce di mia madre nel momento in cui si era spezzata. Rimasi sorpreso dalla reazione del pubblico. Echeggiarono applausi e risate, poi piovve sul palcoscenico un’altra ondata di monetine; e quando mia madre entrò in scena per portarmi via, la sua presenza suscitò un applauso fragoroso. Quella sera segnò la data della mia prima esibizione in teatro e dell’ultima di mia madre.

C. Chaplin, La mia vita, Rizzoli

• Il testo è narrato: in prima persona in terza persona

•Chi è l’autore del testo? ..........................................................

•Qual è lo scopo per cui l’autore scrive questo testo?

Discutere un problema Descrivere un bambino

Far conoscere la propria vita

• I fatti sono: reali immaginari verosimili

• Il brano narra un episodio:

dell’infanzia dell’adolescenza della maturità

•Quale indicazione cronologica è presente nel testo?

...............................................................................................

• In quale luogo si svolge l’episodio?

...............................................................................................

•Perchè quella sera fu importante nella vita dell’autore?

...............................................................................................

•Che tono assume l’autore nel rievocare questo evento della sua

infanzia? Dispiaciuto e nostalgico

Affettuoso e divertito Irritato e nervoso

• Il tipo di linguaggio utilizzato è:

formale familiare poetico

Analisi del testo

Cerca sul dizionario il significato di questi termini:quintefalsettoecheggiarono

Dizionario

61

IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO

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Page 64: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

CHE COS’È

Il diario è un testo narrativo in cui l’autore scrive in primapersona e si rivolge al diario come ad un amico. Lo scopo è di annotare esperienze vissute, esprimere in totale libertà pensieri propri, riflessioni personali, emozioni e sentimenti profondi, anche i più segreti.

DIARIO PERSONALE

Il diario personale è caratterizzato da annotazioni che seguono un rit-mo giornaliero o una certa periodicità. Viene indicata su ogni pagina la data del giorno, a volte anche l’ora, in cui si scrive.

Il linguaggio utilizzato è informale, semplice e familiare, dai toni in-timi e sentimentali.

A volte il diario personale, oltre ad essere espressione di fatti indivi-duali, può diventare una testimonianza di fattistorici in cui l’autore è coinvolto.

Esistono poi diari che riportano giorno dopo giorno gli eventi di un’impresa im-portante. L’autore, in questo caso, non si rivolge solo a se stesso, ma ad un pubbli-co più ampio di lettori.

Nel diario di viaggio, ad esempio, l’autore descrive i luoghi visitati, annotando anche le emozioni vissute e le proprie riflessio-ni.

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Page 65: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il diario

Analizziamo insieme

Giornalino di Gian Burrasca Mercoledì 20 settembreS. Eustachio soldato e martire 1870 Entrata delle truppe italiane in Roma 1897 Nascita di GianninoEcco fatto. Ho voluto ricopiare qui in questo mio giornalino il foglietto del ca-lendario d’oggi, che segna l’entrata delle truppe italiane in Roma e che è anche il giorno che son nato io, come ci ho scritto sotto, perché gli amici che vengono in casa si ricordino di farmi il regalo. Ecco intanto la nota dei regali avuti finora: 1 Una bella pistola da tirare al bersaglio che mi ha dato il babbo.2 Un vestito a quadrettini che mi ha dato mia sorella Ada, ma di questo non me ne importa nulla, perché non è un balocco.3 Una stupenda canna da pescare con la lenza e tutto l’occorrente e che si smonta e diventa un bastone, che mi ha dato mia sorella Virginia, e questo è il regalo che mi ci voleva, perché io vado matto per la pesca.4 Un astuccio con tutto l’occorrente per scrivere, e con un magnifico lapis rosso e blu, regalatomi da mia sorella Luisa.5 Questo giornalino che mi ha regalato la mamma e che è il migliore di tutti.Ah, sì! La mia buona mamma me ne ha fatto uno proprio bello, dandomi questo giornalino perché ci scriva i miei pensieri e quello che mi succede. Che bel libro, con la rilegatura in tela verde e tutte le pagine bianche che non so davvero come farò a riempire! Ed era tanto che mi struggevo di avere un gior-nalino mio, dove scriverci le mie memorie, come quello che hanno le mie sorelle Ada, Luisa e Virginia che tutte le sere prima d’andare a letto, stanno a scrivere delle ore intere. Non so davvero dove trovino tante cose da scrivere, quelle ra-gazze! Io, invece, non so più che cosa dire, e allora come farò a riempire tutte le pagine bianche, mio caro giornalino? Mi aiuterò con la mia facilità a disegnare, e farò qui il mio ritratto come sono ora all’età di nove anni finiti.Però, in un giornalino bello come questo, bisognerebbe metterci dei pensieri, delle riflessioni… Mi viene un’idea! Se ricopiassi qui un po’ del giorna-lino di Ada che giusto è fuori insie-me alla mamma a far delle visite?

Rid. da Il giornalino di Gian Burrasca, Rivisto, corretto e completato da Vamba, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 1990

LINGUAGGIO FAMILIARE

RIFLESSIONI PERSONALI

TONO CONFIDENZIALE

DATA

FATTO STORICO

FATTO INDIVIDUALE

ANNOTAZIONIGIORNALIERE

Elementi del diario:

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Page 66: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il diario

IL TESTO NARRATIVO

Diario personale

• A chi sta scrivendo il diario Benedetta? A un’amica A se stessa

• Come sono i fatti raccontati? Veri Inventati

• Il testo è scritto in: prima persona terza persona

• Il testo segue un ordine:

temporale (in successione, giorno per giorno) spaziale (davanti, dietro, sopra, sotto)

• Benedetta quando scrive questa pagina del suo diario? ............................................................

Analisi del diario personale

Riscrivi la pagina del diario in terza perso-na. Comincia così:- Oggi Benedetta è dav-vero furiosa...

Una mamma ficcanasoGiovedì notte, ore 24

Caro diario,

sono davvero furiosa. Ancora una volta la mamma ti ha trovato. Lo so perchè ieri sera, prima di chiuderti, avevo nascosto tra le tue pagine un coriandolo. Ora non c’è più, è volato via, segno che l’impicciona ti ha sfogliato scoprendo tutti i miei segreti. Deve essere successo stamattina mentre ero a scuola. È il terzo nascondiglio che cambio in un mese.1. È riuscita a scovarti nel freezer dentro la scatola del baccalà surgelato (mi pareva un nascondiglio sicuro perchè il baccalà non piace a nessu-no).2. Ti ha beccato nello scarico del gabinetto tutto avvolto nella plastica.

3. Ti ha trovato perfino nella casetta di lego che avevo costruito su misura per te, con tanto di piscina e giardinetto. Ti rendi conto che la mamma ha visto la foto di Nicola appiccicata sulla pagi-na? E che di conseguenza ha letto i miei commenti su di lui? Lo

sai che cosa vuol dire? Che la prima volta che mia madre chiama quella di Nicola, le spiffera tutto e di conseguenza lei lo va a dire a suo figlio. A quel punto dopo tre secondi lo sa tutta la scuola.

Immagino già la rubrica del nostro sito “Lo sapevate che” con lo scoop del giorno: “Lo sapevate che la Cerboni della

quarta F ama il Perini della quinta C?”. Mi vengono i brividi solo a pensarci... Ma perchè mia madre non si

fa i fattacci suoi?Stavolta ti nascondo nella capannuccia del pre-sepe. Anzi, sai cosa ti dico? Ti piazzo accanto una trappola per topi, cosi se la ladra tenta il

colpo stanotte se ne pentirà amaramente...

tua Benedetta

C. Rapaccini, M’ama, Buena Vista

Scrivi tu

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Page 67: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il diario

IL TESTO NARRATIVO

Diario personale

• Che tipo di linguaggio utilizza la bambina nel suo diario? Familiare Formale

• Il tono delle espressioni è: confidenziale formale

• Cerchia di rosso la data.

• Sottolinea nel testo le riflessioni personali della bambina sull’argomento che ha causato il litigio.

Analisi del diario personale

Rispondi. • Perchè chi scrive il

diario ha litigato con Giulio?

• Che cosa spera che succeda?

• Cosa avrebbe detto loro il maestro se li avesse visti litigare?

• Tu come avresti reagito?

Per comprendere

Oggi ho litigatoGiovedì 28 gennaio

Caro diario,

oggi durante l’intervallo ho litigato con Giulio e ci siamo anche picchia-ti. Lui mi ha strappato un bottone dalla camicia ma io gli ho graffia-to un orecchio così forte che era diventato rosso come un pomodoro. Per fortuna il maestro Stefano non ci ha visto, sennò lo sentivamo! Dice sempre che dobbiamo spiegarci a parole, che dobbiamo discutere, scambiarci i nostri punti di vista senza esagerare. Ma scusa, come si fa a non esagerare quando devi convincere uno che non vuole assoluta-mente darti ragione?È andata così: mentre aspettavamo il nostro turno per provare il nuo-vo videogame spaziale di Piero, quello dove devi ammazzare i mostri che scendono dall’alto, parlavamo di cosa faremo da grandi. Giulio ha detto che vuol fare il pasticciere perché è molto goloso; oppure l’avvo-cato perché si guadagnano un sacco di soldi. Poi ha aggiun-to che nel tempo libero vuole anche andare a caccia. Io gli ho detto che non capisce niente perché non è affatto bello ammazzare gli animali. Anzi gli ho detto pure che io voglio fare la guardia foresta-le e mettere in prigione i cacciatori. Lui mi ha guardata come se fossi uno scarafaggio e mi ha fatto la lingua. A quel punto io non ci ho visto più e gli sono saltata addosso. A me pia-ce ammazzare i mostri nei videogiochi, questo sì, ma non gli animali veri. Quelli sono belli da vivi, mica da morti! Spero che Giulio cambi idea.

S. Bordiglioni - M. Balocco, Diario di una bambina troppo occupata, Einaudi

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Page 68: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il diario

IL TESTO NARRATIVO

Rispondi. • Che cosa ama scri-

vere la protagonista del diario?

• Qual è lo scopo della decisione che pren-de il 1° gennaio?

• Da che cosa si accor-gerà di essere cre-sciuta e cambiata?

Dalla calligrafia

Dalle esperienze e dai pensieri che ha descritto.

• Perchè decide di scrivere su un co-mune quaderno di scuola?

Per comprendere

Diario personale

Mi piace scrivereQuando dico che mi piace scrivere, intendo parlare delle cose che mi passano per la mente e che preferisco non dire ad altri.Inoltre, scrivendo, mi piace vedere la penna che corre sulle righe. La mia penna si svuota spesso. Infatti, uso una stilografica che mi fu regalata due anni fa. Prima mi seccava un po’ doverla riempire d’inchiostro di tanto in tanto. Adesso, invece, ho preso gusto ad infilare il pennino nel-la bottiglietta, dalla quale succhio in continuazione liquido blu o nero. Oggi è il primo gennaio, e per tutto l’anno terrò un diario. Lo so che lo fanno già parecchi. Ma questo non vuol dire niente. Io ho uno scopo nel cominciarlo. Per un anno intero voglio vedermi crescere e cambiare.Sarà meglio, però, che tenga segreta la cosa, altrimenti tutti si mette-ranno a chiedermi: “Dai, faccene leggere una pagina”. A cominciare da mia madre, ci scommetto. Tutte le madri sono curiose di conoscere i fatti e i segreti delle loro figlie. Un giorno Giulia mi ha detto di aver trovato rotto il lucchetto che chiudeva il suo diario personale.- Indovina chi è stato? - mi ha chiesto.Io non le ho risposto, ma sapevo a chi stava pensando. È per questo che io ho scelto di scrivere su un normale quaderno di scuola, che non attira l’attenzione e che nascondo sotto un fascio di carte in un cas-setto della mia scrivania.Angelo Petrosino, Un anno con Jes-sica, Sonda

• Il testo è scritto:

in prima persona

in terza persona

• Il linguaggio è:

formale

informale

• Che cosa racconta

l’autrice al proprio

diario?

Pettegolezzi

Fatti personali

Analisi del testo

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Page 69: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il diario

IL TESTO NARRATIVO

Rispondi. • L’autore di questo

diario di bordo è sta-to protagonista del viaggio narrato?

• A quale scoperta ha condotto il viaggio descritto?

Per comprendere

Diario di viaggio

La scoperta dello strettoProcedendo verso sud, il 21 ottobre 1520 trovammo l’imboccatura di uno stretto. Era circondato da montagne altissime e cariche di neve. Se non era per il capitano generale (Magellano), non avremmo trovato questo stretto perché tutti pensavano che non potesse esservi.Egli mandò due navi ad esplorare il fondo della baia che si era aperta in-nanzi a noi.Nella notte sopravvenne una tempesta. Le due navi, che erano in fondo alla baia, videro un’apertura sulla costa che sembrava una piccola gola e vi si cacciarono dentro. Videro che era uno stretto e andarono oltre: tro-varono una baia e, proseguendo, un altro stretto, quindi un’altra baia più grande. A questo punto invertirono la rotta per tornare ad informare il capitano generale. Proseguimmo il viaggio e trovammo che lo stretto con-tinuava. Arrivammo ad un fiume che chiamammo “delle sardine”, perché vicino alla sua bocca ve n’erano molte.Sostammo ivi quattro giorni e intanto mandammo un battello ben provvi-sto a scoprire dove sboccava lo stretto.Quelli del battello tornarono e dissero di aver visto lo sbocco dello stretto nel mare molto più ampio. Il capitano generale pianse per l’allegrezza e nominò il promontorio posto alla fine dello stretto “Capo Deseado” (Capo Desiderato). Chiamammo lo stretto “Patagonico” (detto poi “di Magellano”). Credo che non vi sia al mondo uno stretto più bello di questo.Mercoledì 28 novembre 1520 uscimmo dallo stretto e ci inoltrammo nel Mar Pacifico.Antonio Pigafetta, Viaggio fatto attorno al mondo, Longo S.

• I fatti narrati sono: reali fantastici

• Osserva le date presenti nel testo e scrivi quanti giorni è durato il viaggio nello stretto. ...........

• Le informazioni contenute in questo diario possono interessare altre persone, oltre a chi le ha

scritte? Perchè? .....................................................................................................................

• Sottolinea di rosso tutti gli indicatori di luogo.

• Sottolinea di blu le parti in cui l’autore descrive le proprie emozioni e le proprie riflessioni.

Analisi del diario di viaggio

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Page 70: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La lettera è un testo che ha lo scopo di stabilire una comunicazione a distanza tra un mittente e un destinatario, tra i quali c’è un rapporto di parentela o di amicizia, oppure un rapporto ufficiale e formale.

Curiosità: il termine “epistola”, sinonimo di lettera, deriva dal greco epistello, che significa “cosa inviata, messaggio”.

LETTERE PERSONALILa lettera personale o informale è un te-sto narrativo in cui una persona scrive a qualcuno per raccontare fatti, ricordi, esperienze o per esprimere stati d’ani-mo, emozioni e sentimenti.Nelle lettere personali di solito si utilizza un linguaggio informale. Ci si esprime in modo familiare, con tono amichevole e confidenziale. Si usano il “tu” e modi di dire tipici del linguaggio parlato.

GLI ELEMENTI FONDAMENTALI DELLA LETTERALa lettera deve sempre contenere alcuni elementifondamentali:• il luogoe la data in cui si scrive;• l’intestazione, in cui si indica a chi è rivolta la lettera (destinatario)• il testo in cui viene esposto l’argomento della lettera (messaggio);• la formuladichiusura, in cui si saluta o ci si congeda;• la firma di chi scrive (mittente)

LA POSTA ELETTRONICALa posta elettronica consente di comunicare con persone di tutto il mondo in tempi rapidissimi, utilizzando Internet. La e-mail è una lettera inviata attraverso il computer e non attraverso il servizio postale tradizionale, ma la struttura della lettera resta la stessa. Di solito il linguaggio è informale, le espressioni rapide ed essenziali.Per inviare una e-mail occorre conoscere l’indirizzo di posta elettronica del destinatario.

LETTERE FORMALILa lettera formale o ufficiale è un testo il cui scopo è di dare informazioni, esprimere richieste, avanzare reclami o esporre situazioni problematiche. È indi-rizzata ad autorità, persone di riguardo, enti pub-blici o a ditte ed aziende.In questo tipo di lettera si ricorre ad un linguaggio formale, oggettivo ed impersonale e si utilizzano termini tecnici e specifici. Il mittente si rivolge al destinatario con tono rispettoso, usando il “lei” ed espressioni di cortesia.

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Page 71: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

In diretta da Spotorno Spotorno,15giugno2008

Caro Alessandro,hounsaccodicosedaraccontarti,percui…reggitiforte!Al mio arrivo mi sono guardato intorno e ho pensato: “Adessoscap-po”. Prendo il primo treno e torno a casa!” Il lungomare era pieno di bambini urlanti, inseguiti disperatamente da nonni e genitori. Non si vedeva un ragazzo della nostra età nemmeno a cercarlo con la lente d’ingrandimento.Mia sorella Alice, dall’alto dei suoi tre anni, pretendeva di camminare sui bordi di tutte le aiuole e lungo i muretti. Per un po’ sono riuscito a tenerle dietro, ma quando è salita sul bordo della vasca dei pesci ros-si non sono arrivato in tempo e Aliceèpiombatanell’acqua, conlastessaforzadeimassiscagliatidaPolifemoverso lanavediUlisse.L’effetto è stato uguale: onde gigantesche si sono riversate sui curiosi spettatori.Un signore alto come una montagna, che aveva un cono gelato delle dimensioni dell’Himalaya, si è bagnato dalla testa ai piedi, mentre sul gelato, a mo’ di ciliegina, si dimenava un pesciolino rosso, chiaramente irritato per la sua nuova sistemazione. Lospettacoloeracosìbuffochemetàdeipresentisièmessaaridere.Il signore è diventato tutto rosso e ha scagliato il gelato nella vasca. Il pesciolino era soddisfatto, ma il vigile che passava di lì non ha apprezzato il gesto, almeno a giudi-care dalla multa che si è affrettato a scrivere.Vorrei che fossi qui, così potrem-mo parlare un po’ di calcio.Apresto!!!Luca

La lettera

Analizziamo insieme

LUOGO

FATTO

STATI D’ANIMO

SALUTI

DESTINATARIO

FIRMA

TONO CONFIDENZIALE

DATA

Elementi essenzialidella lettera:

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Page 72: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Andrea...Se due amici si scrivono da due diversi paesi europei, possono avere lo stesso nome pur essendo un ragazzo e una ragazza.

Rispondi. • I due ragazzi si co-

noscono?• Dove vivono?• Perchè si scrivono?• Continueranno a

scriversi? Perchè?

• Rintraccia nelle due lettere tutti i nomi propri.

• Analizza sul quader-no tutti i nomi co-muni presenti nella prima lettera.

Per comprendere

•Chi scrive la lettera usa il “tu” o il “lei”? .............................................................................

•Chi scrive si rivolge a un familiare o ad un estraneo? ...........................................................

•Sottolinea le espressioni del testo che ricordano il linguaggio parlato.

Analisi del testo

Colonia, 9 ottobre Caro Andrea, finalmente mi sono decisa: tra un Filippo di Padova, un Lorenzo di Perugia e un Andrea di Firenze ho scelto l’ultimo, che poi sa-resti tu. Perché? Bè, primo, perché anche mia mamma viene da Firenze e mi dice sempre che l’italiano migliore si parla in questa città. Secondo, perché mi chiamo come te, anche se Andrea da noi è un nome da femmina e non da maschio. Tanto che, quan-do la mamma ha nostalgia dell’Italia e dice che le piacerebbe un sacco tornare a starci con tutta la famiglia, il babbo si arrabbia e grida: “Ma che sei grulla davvero? Così alla povera Andrea arriverebbe la cartolina di leva e le toccherebbe di fare pure il militare!” Infatti il babbo è tedesco (anche se parla benissimo italiano) e per niente al mondo si schioderebbe di qua. Così, io sono un incrocio: parlo tedesco a scuola e parecchio ita-liano a casa. Però da un pezzo vado anche all’ “Istituto Giovanni Boccaccio” a fare un corso per imparare meglio la lingua scritta. Ed è stato lì, ieri, che ho avuto il tuo indirizzo, insieme a quello di altri ragazzi italiani che cercavano amici di penna all’estero. A proposito! Anche Helga ha scelto te come amico di penna, e io penso che l’abbia fatto per farmi dispetto, perché mi odia. Insomma, ti volevo dire, non sopporterei di dividere qualcosa a metà con quella lì! Caro Andrea, che ne diresti di cestinare la lettera di Helga e di rispondermi subito? Allora, conto su di te!

Riflessione linguistica

La lettera

IL TESTO NARRATIVO

70

Lettera personale

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Page 73: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

...e Andrea!

Immagina di scrivere una lettera ad un tuo coetaneo che vive a Londra e che non co-nosci. Come ti presen-teresti e che cosa gli racconteresti di te?

•Secondo te è una lettera personale? Perchè? .......................................................................

•Secondo te, che cosa significa P.S.? .....................................................................................

Completa la tabella relativa alle due lettere.

LETTERA RISPOSTA

Luogo e data .................................................. ..................................................

Mittente .................................................. ..................................................

Destinatario .................................................. ..................................................

Argomento della lettera .................................................. ..................................................

Analisi del testo

Cara Andrea, sono Andrea.

Ora ti spiego come sono andate le cose. Io ho un amico che si chiama Ettore, ma noi lo chiamiamo Fieramosca. Tempo fa, mentre si stava leggendo la posta di un giornalino, Ballini salta su: “Perché non si scrive anche noi a dei ragazzi stranieri?” Ballini è un altro amico. Io e Fieramosca abbiamo accettato tutti contenti. Io e lui abbiamo deciso di corrispondere con ragazzi inglesi. Ballini, che l’inglese se lo parla a casa sua, con ragazzi tedeschi. Cosa fa Fieramosca? Piglia tutti i nostri dati, va in se-greteria e lì non si sa che ha combinato, fatto sta che a Ballini è arrivata una lettera da Liverpool, a Fieramosca una da Berlino e a me la tua da Colonia. Io, tutto quello che so di tedesco è: Schwarzenegger e Schuma-cher, e il resto non lo voglio sapere. Con quelle parole lunghe mezzo metro, ma come fai a pronunciarle? Invece l’inglese già lo studio a scuola e sarebbe stato un altro paio di maniche. Allora se ti interessa si potrebbe fare un cambio con Ballini. Lui mi passa Liverpool e io gli passo te. Insomma scusa, ma la colpa è tutta di Fieramosca, non te la prendere con me. Fammi sapere. Aufidersen, cara omonima.

AndreaP.S. Non ho avuto nessuna lettera da nessuna Helga.

Domenica e Roberto Luciani, Andrea e Andrea, Giunti Gruppo Editoriale, Firenze, 2000

Scrivi tu

La lettera

IL TESTO NARRATIVO

71

Lettera personale

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Page 74: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Alla cortese attenzione del dott. Filippo Cavalli Via Antico Ippodromo n. 7 Castel di Montagna

Egregio dottore, Le scrivo per chiederle un consiglio. Ho un cavallo in genere molto socievole, che allevo in un recinto all’aperto. È abituato ad incon-trare altri cavalli e a sopportare con grande pazienza la presenza di esseri umani sia adulti che bambini. Recentemente mi è stato affidato da un amico un cane di taglia me-dia, molto amante delle gite in campagna. Immaginavo di poter compiere lunghe pas-seggiate rilassanti in compagnia di entrambi gli animali, ma ho dovuto desistere perché, in presenza del cane, il mio cavallo mostrava segni di acuto nervosismo. Si allontanava da lui, dirigendosi dalla parte opposta del recin-to, scuoteva la testa e batteva il terreno con gli zoccoli anteriori. Dal canto suo il cane, dopo pochi secondi, tentava disperatamente di uscire dal recinto per saltarmi in braccio. Come posso risolvere il mio problema? Nel ringraziarla per la pazienza e l’attenzio-ne, porgo distinti saluti.

Borgovecchio, 23 settembre 2008 Patrizia Marticcioli

Lettera 2

Gent.mo sig. Augusto Romani direttore del parco faunistico “Mondomigliore” Piazza Verdelago n. 31 Rivalunga

Gent.mo sig. Romani, mi permetto di scriverle per presentare la mia candidatura al posto di aiuto-veterinario, in servizio nel Vostro parco faunistico. Ho conseguito l’autunno scorso una laurea di primo livello in Scienze Veterinarie, con una tesi sull’adattamento degli animali alla condizione di cattività o di semilibertà e sulle possibilità di reintroduzione negli ambienti naturali. Per circa tre mesi ho prestato servizio volon-tario e gratuito al Centro per il monitoraggio degli animali dimessi dalla clinica veterinaria dell’Università. Sono automunito e disponibile ad adattar-mi a qualsiasi turno orario, compreso quello notturno. Confidando in una Sua positiva risposta, salu-to e ringrazio sentitamente.

Capo del Capriolo, 12 maggio 2008 Fabrizio Buonamico

Linguaggio formale

Lettera 1

Analisi del testo• Individua gli elementi fondamentali della lettera e sottolinea: in verde luogo e data in cui si

scrive; in blu l’intestazione, in cui si indica a chi è rivolta la lettera (destinatario); in azzur-

ro il testo in cui viene esposto l’argomentodellalettera (messaggio); in rosso la formula

dichiusura, in cui si saluta o ci si congeda; in arancione lafirma di chi scrive (mittente).

•A chi scrivono i mittenti? .....................................................................................................

•Che cosa vogliono raccontare? ............................................................................................

•Che tipo di linguaggio viene utilizzato? ...............................................................................

La lettera

IL TESTO NARRATIVO

72

Linguaggioformale

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Page 75: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Vicini anche se lontaniDeeder, figlio di un tecnico della NASA, e alcuni suoi amici indagano, tramite e-mail, sul virus che ha colpito il sistema di lancio dei missili.

TZ! Mio padre ha un contratto con la NASA! Sì, i tizi dello spazio. Proprio quella NASA! Lavo-rerà a un programma che utilizza l’intelligenza artificiale per prendere decisioni relative al lancio dello space shuttle. Vogliono essere sicuri che non succeda mai più un incidente come quello del Challenger. Papà li aiuterà a creare un programma in grado di prendere in esame tutti i dati disponibili e di decidere se lo shuttle deve partire o meno. È un’impresa molto complessa, il software deve prendere migliaia di decisioni al secondo. Niente male, ja? Ma la parte migliore di tutto questo è che io vado con lui. Papà deve stare là 4 mesi e ha deciso che è un periodo di tempo troppo breve per portare tutta la famiglia. Ma io invece vado per tenergli compagnia. È perfetto, perché la scuola finisce tra 4 settimane. Papà par-tirà la settimana prossima e io lo raggiungerò non appena finirà la scuola. Tre mesi negli Stati Uniti. Sì! Saremo al Kennedy Space Center in Florida. Non è un viaggio lungo dal Brasile, no? Dai, fai un salto su e vieni a trovarci, così ti porterò a vedere il lancio di un missile! Deeder – On the Road Again!

NASA!!!

Tereza, [email protected] Deeder, [email protected]

•Quale indirizzo occorre per la posta elettronica? ..................................................................

•Cerchia gli indirizzi dei due amici.

• Il testo è di tipo personale o formale? .................................................................................

• Perchè? Scegli le risposte adatte.

Si usa la forma del “tu” Il linguaggio è confidenziale

Il linguaggio è tecnico e specifico Si usa la forma del “lei”

Le espressioni sono familiari Le espressioni sono di cortesia

Analisi del testo

Vai a pagina 182 per vedere come scrivere una e-mail.

Bruce Balan, Un virus letale, Il Battello a Vapore, PIEMME Junior, Casale Monferrato, 1998

La lettera

IL TESTO NARRATIVO

73

Posta elettronica

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Page 76: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

IL LUOGO

Spesso le vicende sono ambientate in luoghi esotici ed inesplorati o in ambienti misteriosi in cui si nascondono insidie e dove il pericolo è in agguato: foreste, abissi marini, isole sperdute, deserti sconfinati.

I FATTI E I COLPI DI SCENA

I fatti narrati sono imprese avvincenti ed eroi-che. Lo scopo è di coinvolgere ed emozionare il lettore, lasciandolo spesso con il fiato sospeso e suscitando il desiderio di conoscere come si con-cluderà l’avventura. Per ottenere ciò, gli eventi sono narrati in modo rapido ed incalzante e si ricorre spesso al colpo di scena, cioè ad un fatto imprevisto, inaspettato e sorprendente.

CHE COS’È

Il racconto d’avventura è un testo nar-rativo che racconta di vicende rischiose ed emozionanti. Il ritmodelraccontoèavvincente, poiché si susseguono si-tuazioni piene di colpi di scena e imprese spericolate da affrontare.

I PERSONAGGI

Il protagonista è generalmente un perso-naggio positivo, dotato di grande senso di giustizia, intelligenza e intraprendenza. In caso di difficoltà o minaccia, sa trovare soluzioni ingegnose, dimostrando co-raggio e determinazione. È anche do-tato di grande forza fisica e resistenza al disagio e alle fatiche.

Un racconto d’avventura può avere per protago-nista anche unanimale che si trova coinvolto in una vicenda in cui deve affrontare situazioni critiche, nelle quali utilizza il proprio istinto e la propria forza.

L’antagonistaè il personaggio che cerca di osta-colare il protagonista. Solitamente è malvagio e privo di scrupoli.

Gli aiutanti sono gli altri personaggi che com-paiono nel racconto e possono esserlo sia per il protagonista sia per l’antagonista.

IL TEMPO

Il racconto può essere ambientato nel tempo passato o nel presente.

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Page 77: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Un rumore lontanoTom, Huck e Joe s’improvvisano pirati su una piccola isola, sognando avventure e sgargianti vestiti. La loro barca, però, va alla deriva e l’av-ventura prende tinte più fosche. Per fortuna tutto finirà bene.

INIZIO - situazione inizialeItreragazziarrivarono in unpuntodellaforestache sembrava l’idea-le per l’accampamento. Gironzolando, trovarono anche una piccola sorgente d’acqua molto fresca. Bevvero a lungo, servendosi di grandi foglie di quercia come tazze.

SVILUPPO - parte centralePoi andarono in esplorazione: attraversarono piccoli cespugli intricati e saltarono tronchi d’albero marciti.La sera tornarono all’accampamento.Il silenzio cominciò pian piano ad impressionare i loro animi.Aduntratto,sentironounrumorelontano.Vifusilenzio,poiunrimbombo.Itreragazzibalzaronoinpiediesimiseroacorrereversoilvil-laggio.Giuntisullarivadelfiume,scostaronoicespugliedebberounapiacevolesorpresa:unbattellonavigavae,ognitanto,dall’im-barcaziones’innalzavaungettodivaporebianco,conunrombocupo.

CONCLUSIONE - parte finaleI ragazzi capirono qual era stata la causa del rumore e, sollevati, risero di gusto.

Mark Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Editrice Piccoli.

LUOGO

DECISIONE

PERSONAGGI

COLPO DI SCENA

Il raccontod’avventuraAnalizziamo

insieme

Elementi del racconto d’avventura:

SITUAZIONE DI MINACCIA

O DI PERICOLO

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Page 78: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Inseguiti da RodrigoLeonardo e Lucrezia scoprono un intrigo ordito dai Pitti contro i Me-dici, per prendere il potere su Firenze. Un sicario li insegue, ma arriva Fresina.

Leonardo sentiva Rodrigo sempre più vicino, ma non osava fermarsi. Il pesante vestito di Lucrezia la impacciava nei movimenti, e il suo respiro si faceva sempre più affannoso. Erano ormai quasi al limitare della cava, quando la ragazza incespicò e cadde. Chinandosi al suo fianco, Leonardo vide che si era prodotta alcuni tagli alle mani, ma prima che potesse aiutarla a rialzarsi, sentì il dolore di uno stivale calcato con forza sulla sua spalla che lo fece crollare all’indietro. Rodrigo stava in piedi sopra di lui, la spada puntata contro il suo petto e la bocca contratta in un ghigno crudele. - Se ti rimane un po’ di cervello, ragazzo, ti consiglio di non fare altri scherzi e lasciarti uccidere in fretta. Leonardo sentì i muscoli tendersi nell’attesa del colpo fatale. In quell’esat-to momento, una voce acuta squarciò il silenzio. Fresina balzò su da die-tro una montagnola di pietrisco e lanciò una gran manciata di terriccio in faccia allo spagnolo. Con una specie di ringhio rabbioso, Rodrigo barcollò all’indietro. Leo-nardo si rimise in piedi e afferrò un badile. Fresina aiutò la padrona a rialzarsi. Leonardo le vide allontanarsi en-trambe in direzione di una macchia d’alberi e, facendo appello a tutto il suo coraggio, si dispose ad affrontare lo spagnolo. Mentre finiva di ripulirsi gli occhi, Rodrigo continuava a menare colpi

di spada. Proteggendosi con il badile Leonardo fece un balzo all’in-dietro.

Lo spagnolo lo squadrò con un ghigno feroce, mettendo in mostra una fila di denti bianchi e appuntiti.

Per comprendere

Cerca nel testo le risposte alle seguenti domande:• Leonardo è adde-

strato al combatti-mento?

• Ha paura? • Quale strategia

cerca di usare per sopravvivere?

• È ferito?

Il raccontod’avventura

76

IL TESTO NARRATIVO

Elementi essenziali

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Page 79: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

•Elenca i personaggi che compaiono nel racconto.

I protagonisti: ....................................................................................................................

l’antagonista: ....................................................................................................................

l’aiutante: ..........................................................................................................................

•Dovesi svolge la vicenda? ..................................................................................................

•Cerca nel testo gli elementi che identificano come antagonista il personaggio da te indicato.

Espressionidelviso: .........................................................................................................

...........................................................................................................................................

Azioni: ...............................................................................................................................

...........................................................................................................................................

•Quale prova deve affrontare il protagonista? .....................................................................

•Quale decisione prende il protagonista per salvarsi? ...........................................................

•Sottolinea di rosso la sequenza che corrisponde al colpodiscena e spiega perchè l’hai scelta.

•Sottolinea di blu la parte del racconto che ti ha tenuto con il fiato sospeso.

Analisi del testo

- Hai mai avuto un addestramento alla guerra, ragazzo? No, penso proprio di no. Su quelle parole, senza preavviso, fece un affondo. Leonardo tentò goffamente di parare il colpo, ma non riuscì a evitare che la punta della lama gli squarciasse il pantalone, affondando nella coscia. Con la forza della disperazione cercò di dimenticare la paura, per concentrarsi tutto sulla lotta mortale che lo attendeva. Do-veva fare affidamento sulla testa: l’unica maniera per venirne fuori era quella di rimanere più lucido del suo nemico. Se non poteva sperare di fargli paura, poteva almeno darsi da fare per esasperare la sua rabbia, nella speranza che questo ser-visse ad annebbiargli la mente. Un leggero irrigidimento della spalla preannunciò il prossi-mo attacco dello spagnolo. Indovinando la mossa, Leonar-do riuscì a schivare un terribile fendente. Gli occhi di Rodrigo fiammeggiarono. Leonardo si scansava con destrezza. Nell’infu-riare del combattimento, i duellanti si spinsero fino a pochi passi dal margine della cava, oltre il quale si spalancava, come un’enorme bocca vuota, l’oscurità. Rodrigo incalzava con movimenti concitati. Leonardo si domandò se fosse consapevole del pericolo.

Rid. da Robert J. Harris, Leonardo e la macchina infernale, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2006

Che cosa succederà ora? Prova a scrivere sul quaderno il finale di questa vicenda.

Scrivi tu

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IL RACCONTO D ’A VVENTURA

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Page 80: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Sindibád il marinaioSindibàd vuole commerciare in terre lontane ma, ingannato e abban-donato dal capitano della nave sulla quale aveva caricato le sue merci, si trova ora su un’isola deserta.

Salii su un grande albero da dove osservai tutt’intorno per scoprire qualcosa che potesse darmi una speranza di salvezza. Volgendo gli occhi sul mare, non scorsi che acqua e cielo; ma avendo osservato dalla parte di terra qualche cosa di bianco, scesi dall’albero e diressi da quella parte i miei passi. Quando fui a una certa distanza, osservai che quella cosa bianca era un globo di un’altezza e di una grossezza prodigiose. Avvicinatomi lo toccai e lo trovai levigatissimo. Poteva misurare cinquanta passi di cir-conferenza. Il sole era vicino al tramonto e l’aria si oscurò a un tratto come se fosse stata coperta da una densa nube. Se io fui stupito da quella oscurità, lo fui ancora più quando mi accorsi ch’era causata da un uccello di straor-dinaria grandezza il quale, volando, avanzava verso di me. Mi ricordai d’un uccello chiamato rukh, di cui avevo spesso sentito parlare dai marinai, e compresi che il grosso globo era un uovo di quell’uccello. Infatti scese e vi si posò sopra, come per covarlo. Vedendolo venire, io mi ero talmente avvicinato all’uovo, che mi trovai davanti a una delle zampe dell’uccello, che era grossa quanto un tronco d’albero. Mi legai a quella zampa con la tela del mio turbante, sperando che quan-do il rukh avesse ripreso il volo, mi avrebbe portato fuori di quell’isola disabitata.

• Sottolinea di rosso gli elementi fantasti-ci del racconto.

• Secondo te questa narrazione ha un ritmo:

lento normale avvincente

• Il narratore è:

interno esterno

• Il tempo in cui è nar-rata la storia è:

il presente

il passato remoto• Sottolinea nel testo

tutti i verbi che trovi al passato remoto.

Per comprendere

Riflessione linguistica

Il raccontod’avventura

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IL TESTO NARRATIVO

Il protagonista

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Page 81: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Difatti, dopo aver passata così la notte, l’uccello prese il volo e mi solle-vò così in alto ch’io non vedevo più la terra; poi discese a un tratto con grande rapidità. Quando si posò, e io mi vidi a terra, sciolsi subito il nodo che mi teneva avvinto alla sua zampa; non appena ebbi terminato di slacciarmi, lui col-pì col becco un serpente di una lunghezza smisurata: lo prese e subito se ne volò via. Il luogo in cui mi lasciò era una valle profondissima circondata da mon-tagne altissime. Questo fu un nuovo impaccio per me e, paragonandolo con l’isola disa-bitata, trovai di non aver guadagnato nulla nel cambio. Camminando per quella valle, osservai che era disseminata di diamanti, dei quali alcuni di meravigliosa grandezza. Ebbi piacere nel guardarli, ma subito vidi molti esseri che diminuirono il mio piacere: era un gran numero di serpenti così grossi e lunghi da potere, ognuno di essi, inghiottire un elefante. Durante il giorno si ritiravano nei loro antri, dove si nascondevano a causa del rukh loro nemico, e uscivano solo di notte. Il sole tramontò e mi ritirai in una grotta dove credevo di essere al si-curo. Chiusi l’entrata, che era bassa e stretta, con una pietra grossa abbastanza per garantirmi dai serpenti e cenai con una parte delle mie provviste. Venuto il giorno i serpenti si ritirarono, allora io uscii dalla mia grotta.

Sindibàd il marinaio in Le mille e una notte, Newton Compton Editori, Roma, 1991

• Sottolinea nel testo le descrizioni dei serpenti.

• Che sensazioni ti comunicano?

........................................

........................................

........................................

........................................

Conosci altri protagoni-sti celebri di avventu-re? Prova a ricordarne almeno uno e a descri-verlo brevemente.

Per riflettere

•Chi è il protagonista del racconto? Un uomo Un animale

•Dove si trova? .....................................................................................................................

•Quali difficoltà deve superare? .............................................................................................

•Cerca nel testo le azioni di Sindibad e suddividile secondo le indicazioni della tabella.

•Scegli con una X uno o più aggettivi che ti sembrano adatti al protagonista:

imprudente ingegnoso coraggioso pauroso audace tenace

Analisi del protagonista

Azioni ingegnose Azioni di forza fisica Azioni di resistenza

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

Scrivi tu

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IL RACCONTO D ’A VVENTURA

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Page 82: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La macchia neraLa locanda “Ammiraglio Benbow” ospita uno strano capitano che, dopo un’aspra lite con un vecchio nemico, si sente male. Altri guai però sono alla porta.

M i affacciai nella stanza del capitano con delle medicine. Era sdraiato più o meno come l’avevamo lasciato, solo che si era tirato un po’ su e sembrava debole e, allo stesso tempo, eccitato. “Amico mio, ha detto il dottore quanto a lungo dovrei rimanere qui in questa vecchia cuccetta?” “Almeno una settimana” dissi. “Tuoni e fulmini”, esclamò. “Una settimana! Non posso: per al-lora mi avranno già messo addosso la macchia nera. Quei marinai d’acqua dolce, che non sono stati capaci di tenersi la loro roba e adesso vogliono sgraffignare quella degli altri. Ora, dico, ci si com-porta così tra gente di mare, vorrei sapere? Mica ho paura di loro. Li lascerò di nuovo con un palmo di naso”. Mentre parlava, si era alzato dal letto con gran difficoltà, afferran-dosi alla mia spalla. Prima che potessi fare qualcosa per aiutarlo era di nuovo ricaduto nella posizione di prima. “Jim,” disse infine, “tu hai visto quell’uomo di mare oggi?” “Black Dog?” chiesi. “Ah! Black Dog”, disse. “Quello è un uomo cattivo, sai? Ma quelli che l’hanno mandato sono anche peggio.” “Ma cos’è la macchia nera, capitano?” domandai. “È un’ingiunzione, amico mio. Te lo dirò se arriva. Ma tu tieni gli occhi bene aperti, Jim.” Continuò a vaneggiare per un po’, mentre la sua voce si faceva sempre più flebile. Dopo di che cadde in un sonno profondo simile a un deliquio, e lo lasciai solo. Verso le tre di un pomeriggio gelido e nebbioso, me ne stavo un momento sulla porta, pensando a mio padre. Fu allora che vidi un uomo avvicinarsi lentamente lungo la strada.

Cerca sul dizionario il significato di questi termini:ingiunzionedeliquiovaneggiare

Dizionario

Il raccontod’avventura

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IL TESTO NARRATIVO

Colpo di scena

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Page 83: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Era evidentemente cieco, perché batteva con un bastone davanti a sè; era inoltre ingobbito, vuoi per l’età, vuoi perché esausto, e aveva addosso un enorme, logoro mantello da marinaio con un cappuccio che lo faceva sembrare deforme. Mai, in tutta la mia vita, ho visto una figura dall’aspetto tanto orribile. Si fermò a poca distanza dalla locanda e, con una strana cantilena nella voce, si rivolse all’aria: “Non c’è un’anima buona che dica a un povero cieco dove o in quale parte di questo paese egli ora si trovi?” “Siete all’ “Ammiraglio Benbow”, buon uomo, nella baia di Black Hill” dissi io. “Sento una voce”, disse lui, “una giovane voce. Mi offrite la mano, mio gentile e giovane amico, e mi conducete dentro?” Allungai una mano e quell’orribile creatura cieca, dalla voce affa-bile, l’afferrò come una morsa. Tale fu la mia sorpresa che cercai di divincolarmi, ma il cieco con una mossa fulminea mi tirò verso di sé. “E adesso, ragazzino,” disse, “portami dal capitano”. “Signore” dissi io, “parola mia, non oso”. “Ah” disse sogghignando, “e invece sì! Portami subito dentro o ti spezzo il braccio!” Non avevo mai sentito una voce così crudele, fredda e aspra.

Robert Louis Stevenson, L’isola del tesoro, Editrice La Stampa, Torino, 2003

•Dividi in sequenze il racconto evidenziando con colori diversi la banda bianca di fianco al te-

sto. Colora di rosso quella che corrisponde al colpodiscena.

•Completa la tabella con le informazioni che trovi nel testo.

• Il racconto è: verosimile fantastico

Analisi del testo

LUOGO TEMPO PROTAGONISTA ANTAGONISTA

.................................... .................................... .................................... ....................................

Per comprendere

Rispondi.• Di che cosa ha paura il capitano? ..........................................................................................................• Quali elementi danno al cieco un’aria inquietante? Sottolineali nel testo.

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IL RACCONTO D ’A VVENTURA

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Page 84: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Robin HoodMolti nobili sassoni, piuttosto che soggiacere alle angherie dei Nor-manni, erano espatriati. Robert di Huntingdon era rimasto in patria.

Tutto solo, nella radura dominata da un enorme albero secolare, Ro-bin Hood stava esercitandosi al tiro con l’arco. Quel giorno, però, egli era preso da altri pensieri e, soprattutto, dallo scontro che aveva avuto recentemente col nuovo sceriffo di Nottingham, il barone Fitz Alwine, uno di quei normanni che egli odiava con tutto il cuore, ai quali si era da tempo ribellato e ai quali doveva il suo stato di proscritto. Solo pochi amici sapevano, infatti, che il suo vero nome era Robert di Huntingdon. Aveva preferito rimanere in patria e, nascondendosi sotto il nome di Robin Hood, creare nella foresta di Sherwood una banda di fuorilegge che si era assunta il compito di difendere i deboli, di aiutare i poveri, di riparare i torti e le angherie che i Normanni facevano subire ai Sassoni. Una di quelle… riparazioni, era avvenuta solo pochi giorni prima; ed era stato in quell’occasione che Robin aveva incontrato per la prima volta il nuovo sceriffo. Ecco che cos’era accaduto. Mentre in compagnia del suo amico e luogotenente Little John, stava percorrendo un sentiero della foresta, Robin era stato raggiunto da una ragazza piangente. - Cercavo te, Robin - disse tra i singhiozzi. - Hanno arrestato i miei tre fratelli e li hanno condannati alla forca. Aiutaci tu. - Non disperare - rispose egli. - Andrò subito in città per vedere quello che si può fare. Ordinò a Little John di radunare i suoi uomini, di condurli in città e di appostarli, mescolati alla folla, nella piazza dove di solito venivano eseguite le sentenze capitali. Subito dopo si allontanò di corsa.

Rispondi.• Come si chiama in

realtà il protagoni-sta?

• Perchè lo definisco-no “fuorilegge”?

• Qual è la sua “mis-sione”?

• Quali armi usa?

Per comprendere

Il raccontod’avventura

82

IL TESTO NARRATIVO

Analisi dei personaggi

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Page 85: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Era ormai vicino a Nottingham quando incontrò un frate pellegrino, uno di quei monaci cenciosi che, portando la parola del Signore tra la povera gente, campavano di elemosine. - Che novità ci sono in città, caro padre? - gli domandò fingendo di ignorare gli ultimi avvenimenti. - Lacrime e gemiti, ragazzo mio. Tre uomini della banda di Robin Hood saranno impiccati per ordine del barone Fitz Alwine. Di colpo un’idea attraversò la mente del fuorilegge. - Padre - disse, - vorrei assistere all’esecuzione, ma senza che qualcuno capisca che sono uno degli abitanti della foresta. Potremmo scambiarci gli abiti? - Vuoi scherzare, ragazzo? - No, padre, se mi prestate la tonaca per qualche ora, vi darò quaranta monete d’oro da distribuire ai vostri poveri. E poi, - soggiunse vedendo che il frate era incerto - se vi ho rivolto questa domanda è per compiere una buona azione. Eccovi intanto venti monete d’oro. Nel momento in cui Robin, travestito da frate e armato soltanto di un bastone, arrivava in città, una squadra di soldati usciva dal castello.

Alexandre Dumas, Le avventure di Robin Hood, Giunti Editore, Firenze/Milano, 2003

Dizionario

Cerca sul dizionario il significato di questi termini:proscrittotonacapellegrinocencioso

Sottolinea nel

testo la sequenza

in cui compare

un flashback.

Analisi del testo

Scrivi tu

Prosegui tu la storia sul quaderno seguendo la traccia proposta.

• Robin Hood arriva in città travestito da frate per salvare i tre prigionieri e aspetta l’arrivo dei suoi uomini. Racconta come Robin Hood può far perdere tempo allo sceriffo con domande anche fastidiose fino al momento in cui arrivano i suoi amici sulla piazza.

• Robin Hood minaccia lo sceriffo. Racconta il momento in cui Robin Hood vede i compagni e minaccia con un coltello lo sceriffo per ottenere la libertà dei tre prigionieri.

• Lo sceriffo scopre il travestimento di Robin Hood. Descrivi la paura dello sceriffo e prova a raccontare le condizioni dell’accordo per la liberazione.

• Robin Hood e i prigionieri escono dalla città. Descrivi l’esultanza degli abitanti e dei parenti dei prigionieri.

83Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola

Page 86: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

84

Nelle mattine d’inverno Torino ha un suo particolare odore di stazione e fulig-gine, diffuso in tutte le strade e in tutti i viali. Arrivando al mattino la troviamo grigia di nebbia e avviluppata in quel suo odore cupo.Filtra qualche volta, attraverso la nebbia, un sole fioco che tinge di rosa e lilla i mucchi di neve, i rami spogli delle piante.La neve nelle strade e sui viali è stata spalata e radunata in piccoli cumuli, ma i giardini sono ancora sepolti sotto una fitta coltre intatta e soffice. Di là dal fiume si alza una collina, anch’essa bianca di neve, ma chiazzata qua e là d’una sterpaglia rossastra. Se c’è un po’ di sole, il fiume scorre con un luccichio verde sotto ai gran-di ponti di pietra e la città può sembrare per un attimo ridente. Ma è un’impressione fuggevole: il fiume, perdendosi in lontananza, svanisce nella nebbia violacea che fa pensare al tramonto anche se è mezzogiorno.

Natalia Ginzburg, Le piccole verità, Einaudi

Ritratto di una città

Per comprendere

• Quali sono i colori di Torino in inverno? Cerchiali nel testo.

• Quali sono gli ele-menti atmosferici descritti nel raccon-to?

.......................................

.......................................

.......................................• Quale fiume passa

per la città di Tori-no?

.......................................

Prova a riscrivere il testo sul quaderno de-scrivendo la tua città (o paese) in inverno.

Scrivi tu

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Page 87: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

85

L’invernoCome uno che rincasi a notte fonda,l’inverno sopra un soffice tappetoscende dai monti con passo segreto.La terra giace muta, senza fronda;

ed egli, vecchio mago, ogni mattinal’agghinda con gl’incanti della brina;e se l’ammira, pieno di stupore,in una veste di bianco splendore.

I. Drago, Stagioni in festa, Paravia

L’anno nuovo come sarà di G. Rodari

Indovinami indovino tu che leggi nel destino: l’anno nuovo come sarà? Bello, brutto o metà e metà? “Trovo stampato nei miei libroni che avrà di certo quattro stagioni dodici mesi, ciascuno al suo posto, un carnevale e un ferragosto, e il giorno dopo del lunedì sarà sempre un martedì. Di più per ora scritto non trovo nel destino dell’anno nuovo: per il resto anche quest’anno sarà come gli uomini lo faranno”.

• La poesia è suddivisa in ...... strofe di ....... versi ciascuna.• Sottolinea con colori uguali le parole che rimano tra loro.• Che tipi di rima trovi in questa poesia?

Baciata Alternata Incrociata• A cosa è paragonato l’inverno all’inizio della prima strofa?

• Come viene definito invece all’inizio della seconda strofa?

•Cerchia i termini che indicano le scansioni temporali.

•Come sarà l’anno nuovo secondo l’indovino? Sottolinea la frase.

•In quale stagione cadono le feste di: - carnevale ............................................ - ferragosto ........................................... - capodanno ..........................................

Per comprendere

Per comprendere

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Page 88: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Come far risaltare le goccioline di pioggia in mezzo

a tutti questi colori? Grazie a un trucco che sfrutta

l’impermeabilità dei pastelli a cera!

Disegna lo schizzo con la matita a punta morbida. Poi, con il pastello a cera bianco, traccia tante li-nee spezzate su tutta la superficie del foglio: que-ste, a lavoro ultimato, di-venteranno gocce di piog-gia. Vediamo come.

Con un pennello, sten-di sul foglio un primo velo di acquerello blu: le prime gocce di piog-gia cominciano ad ap-parire.

Dipingi ora il cielo, facen-do in modo che il colore diventi gradualmente sempre più chiaro dall’al-to verso il basso (basterà diluirlo maggiormente). Dipingi con gli acquerelli anche l’ombrello, il cap-potto e gli stivali.

2 31

Materiale

una matita a punta morbida

carta per acquerellipastelli a cera

un pennello acqua

acquerelli

Lascia asciugare il colore; poi, rifinisci il cielo con una passata di acquerel-lo nero piuttosto diluito. Infine realizza la poz-zanghera sotto ai piedi con lo stesso colore, ma più denso, facendo atten-zione a non macchiare il cappotto e gli stivali.

4

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Attività tratta dal volume “Imparia-mo a colorare - Corso per bambini” - Edizioni del borgo

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Page 89: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Crea tu!

87

2

2

Il libro degli agrumi

Ritaglia due cerchi di pannolenci arancione (Ø cm 13) e accoppiali lungo il bordo con la col-la a caldo, lasciando un’apertura di circa cm 4 per inserire all’interno l’imbottitura di cotone sintetico. Ripeti lo stes-so procedimento con altri due cerchi di stoffa a quadretti o di altra fantasia. Poi chiudi le aperture di entrambi con la colla a caldo. Incolla sulla copertina arancione un rettangolo di 4,5 x 7,5 cm di cartoncino ondulato blu. Scrivi il titolo del libro su un cartoncino bianco di 4 x 6 cm ed incollalo sopra al cartoncino ondulato in posizione centrale. Infine, realizza le foglie che servono per rilegare il libro con il pannolenci verde.

Ricalca dai modelli B1 le pagine interne del libro su due fogli A3, colorale, ritagliale ed accoppiale secondo le indi-cazioni presenti sul cartamodello (la pagina di sinistra è il fronte, quella di destra il retro).

Realizza le pagine interne come illustrato a lato, scrivendo le diverse frasi ed incollandoci sopra i vari soggetti realizzati con il pannolenci.

Con il perforatore, buca ogni pagina in corrispondenza del puntino nero indicato sul modello e fai lo stesso con le due copertine. Per rilegare il libro, infila una foglia in pannolenci (mod. B2) prima nel foro della copertina arancione, poi nelle pagine interne nella giusta successione e, in ultimo, nella co-pertina a quadretti. Infine, annoda le due foglie insieme.

1

MaterialeStoffa a quadretti - cotone sintetico - pan-nolenci arancione, verde, giallo e ritagli di altri colori - cartoncino bianco - carton-cino ondulato cm. 8x5.

1

4

4

3

3

Attività tratta dal volume “Creare libri gioco per bambini - Volume 1” di Chiara Balzarotti - Collana Laboratori creativi - Edizioni del borgo

Gli agrumi sono i frutti tipici della stagione inver-nale: perchè allora non realizzare un libro che ne metta in evidenza le proprietà benefiche?

Cartamodelli della attività (B1-B2) sulla guida per l’insegnante

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Page 90: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Per comprendere

• Perchè l’abete non si trova bene in corti-le?

• Che cosa raccontava agli altri alberi?

• Chi lo aiuta a torna-re nel bosco?

• Anche tu fai l’albero di Natale?

L’abeteU n piccolo abete stava in un bosco sulla montagna. A Natale qualcuno lo prese, con tanto di radici, lo caricò su un camioncino e lo portò in città, dove rimase per dieci giorni in una casa, con le radici in un vaso stretto, tutto coperto di palle colorate e festoni d’argento.Passate le feste, fu piantato in un’aiuola del cortile, fra tre altri alberelli malandati. Anche lui era stanco e spelacchiato, a causa di tutti quegli spo-stamenti, sradicamenti e radicamenti: ma siccome era vivo, stese le radici e cominciò a nutrirsi e respirare, e scambiare qualche silenziosa parola con gli altri alberi.Però non era una bella vita: il terreno era secco e amaro, le radici trovavano poco da mangiare, e quel poco aveva strani sapori.E poi, lì in mezzo alle case alte, il sole arrivava solo per tre ore al giorno, e il resto del tempo era un’ombra fredda e triste. E poi, siccome non c’era spazio altrove, i bambini giocavano nel cortile, e al povero abete, come agli altri alberi, toccavano pallonate, urti e strappi. E i cani della casa venivano a fare la cacca e la pipì nelle vicinanze, e questo peggiorava le cose.Il piccolo abete era scontento, e stava male. Si lamentava con gli altri albe-

ri, e raccontava come era bella la montagna, i prati, l’aria aperta, la terra buona, il sole dalla mattina alla sera: ma gli altri alberelli, che non avevano mai visto niente di simile, credevano che raccontasse delle bugie.Il piccolo abete divenne molto triste, e si am-

malò: poco a poco si lasciava morire.Una sera passò sopra la città un ven-to fresco che veniva dalla monta-

gna: vide l’abetino, lo riconobbe, scese a muovergli un po’

i rami. Ma quando vide come stava, domandò: “Che ti succede?”

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Page 91: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

• Anche tu fai il Presepe? Racconta ai tuoi compagni quali personaggi particolari usi.

• Quali personaggi vorresti aggiungere? Perché?

Racconta tu

Il presepeFinalmente abbiamo riaperto le scatole di cartone, dove le piccole statue di gesso hanno dormito per tutti questi mesi. Il muschio dell’anno scorso è secco e gial-lastro e il babbo lo usa per fare il fondo sul quale con sassolini bianchi traccia le strade. A poco a poco arrivano i personaggi: gli stessi che ogni anno si mettono in cammino verso la capanna. Il pastore, sceso dai monti, con le sue pecore, si ferma come sempre sotto le palme per riposare. Il fabbro sta con il martello alzato, il falegname chino sul suo banchetto pialla con forza, la fornaia porta la cesta del pane in equilibrio sulla testa. Noi vorremmo tanto che ci fossero anche i calciatori, i piloti, i camionisti, personaggi più moderni...Ma negli scatoloni non ci sono. Pazienza, magari ci penseremo per il prossimo Natale! Per ora la capanna resta vuota, ma nella Notte Santa s’illumina e si riempie. In un cerchio di luce: ecco Gesù Bambino, Maria e Giuseppe che lo adora-no, mentre il bue e l’asinello lo riscaldano.

Livia Lageder

L’abetino, con la voce stanca, gli raccontò quello che noi sappiamo. Il vento pensò, e disse: ”Ti piacerebbe tornare lassù, piccolo?”“Certo che mi piacerebbe!”“Allora non ti spaventare.” disse il vento, e cominciò a girare in tondo come una trottola, veloce, sempre più veloce: e l’abete si sentì strappare le radici da quel cortile duro e amaro, e trascinare in su, sempre più su, nel cielo buio e poi scendere giù, piano piano, girando, proprio nel buco che le sue radici avevano lasciato sulla montagna. Contento, ringraziò il vento, e si addormentò.Al mattino, quando si svegliò, cosa vide nella luce del cielo? I tre alberelli del cortile, storditi dall’aria fresca: il vento aveva trascinato anche loro, posandoli dentro tre tane di marmotte abbandonate.“Adesso credete a quello che raccontavo?” disse il piccolo abete. Certo che ci credevano, e muovevano i rami nel cielo, molto felici.

R. Piumini

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Page 92: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Per prima cosa disegna un ovale come corpo e traccia le zampe sotto ad esso.

1

Ecco un modo semplice ed efficace per

disegnare una simpaticissima renna!

Prosegui disegnando la testa e il collo.

Ora disegna un bel paio di corna.

Infine, completa il dise-gno aggiungendo qualche dettaglio.

Perfeziona le zampe e disegna la coda.

2

5 6

3

Poi disegna i tratti del muso.

4

Attività tratta dal volume “Imparare a disegnare - Corso per bambini” - Edizioni del borgo90

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Page 93: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Crea tu!Neve nel bosco

MaterialePiccoli vasetti di terracotta di due o tre misure - cartoncini bianchi e di varie to-nalità di verde - compasso - forbici - cu-citrice - colla a caldo - righello.

Con il compasso, traccia una serie di cerchi sui cartoncini verdi, variando ogni volta l’apertura di 3 cm (es: cm 5, 8, 11, 14…); poi, con matita e righello, traccia su ogni cerchio una linea che lo divida a metà (falla passare per il centro, dove hai puntato il compasso in precedenza) e ritagliali in modo da ottenere due semicerchi.

Disegna una linea ondulata lungo il bordo arrotondato di ogni se-micerchio bianco e ritaglia seguendo questo contorno.

Avvolgi ogni semicerchio in modo da ottenere un cono e fissalo con qualche punto di cucitrice sui bordi sovrapposti. Una volta pronti tutti i coni, fissali tra loro con la colla a caldo in ordine cre-scente, iniziando da quelli bianchi e alternandoli a quelli verdi. Ora cospargi di colla a caldo il bordo dei vasetti e, infine, fissaci sopra gli alberelli finiti.

Ora ripeti lo stesso procedimento sul cartoncino bianco, badando a variare l’apertura del com-passo in modo che sia sfalsata rispetto a quella dei cerchi verdi (es: cm 6,5, 9,5, 12,5, 15,5…); poi dividi e ritaglia anche i cerchi bianchi come fatto in precedenza. Disegna una linea a zig-zag lungo il bordo arrotondato di ogni semicerchio verde e ritaglia seguendo questo contorno.

1

4

4

3

3

2

2

1

Attività tratta dal volume “Crea il tuo Natale” di Ilaria Comolo - Collana Laboratori creativi - Edizioni del borgo

La neve rappresenta senza dubbio uno degli aspetti più

affascinanti della stagione invernale. Con il tuo lavoro

e quello dei tuoi compagni realizzeremo

quindi uno splendido bosco di abeti innevati.

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Page 94: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Domenico Ghirlandaio, Natività, tempera su tavola, Cappella Sassetti, Firenze, 1482-85

Domenico di Tommaso Curra-di, detto il Ghirlandaio, nac-que a Firenze nel 1449. Fu un abilissimo ritrattista. Da ragazzo pare si sia dedicato all’oreficeria, forse frequen-tando la bottega del padre, e al mosaico; poi si indirizzò verso la pittura e fondò una delle più importanti botteghe di affresco del Rinascimento. Morì a Firenze nel 1494.

Il soggetto di quest’opera è quello della Natività, detto anche della Sacra Famiglia. Il Ghirlandaio realizzò questo dipinto per la cappella priva-ta della famiglia Sassetti, di cui affrescò anche le pareti. In questo quadro egli imita e rielabora lo stile della pittura fiamminga (i fiamminghi sono gli abitanti delle Fiandre, una regione situata nel nord del Belgio), una pittura sempre molto ricca di dettagli.

• Questo dipinto appare mol-to affollato: sai riconoscere e indicare i protagonisti del-la Natività?

• Il luogo in cui si svolge la scena ti sembra semplice o complesso? Lo sai descrive-re?

• Secondo te, la scena è stati-ca, in movimento, silenzio-sa, rumorosa, caotica?

• Quali emozioni percepisci guardando questo dipinto?

Domenico GhirlandaioNatività

Occhio al dipinto

Domenico Ghirlandaio, Autoritratto (particolare dalla “Natività”).

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Page 95: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Hai notato questi personaggi? Sono in primo piano? Pensi che siano importanti nel dipinto? I loro gesti cosa ti comunicano?

..................................................................................

Riconosci questo personaggio? Che cosa sta fa-cendo? Puoi immaginare a cosa sta pensando?

...................................................................................

...................................................................................

...................................................................................

Hai visto quanti particolari ci sono in questo dipinto? Ne puoi elencare alcuni?

.............................................................................

.............................................................................

In un quadro i gesti dei personaggi raffigurati sottolineano un’azione, suggeriscono uno stato d’animo. A fianco, uno schizzo preso dalla Came-ra degli Sposi del Mantegna, ci mostra il gesto os-sequioso di un segretario della corte dei Gonzaga che informa il Marchese Ludovico di una certa notizia: infatti è inclinato verso di lui, dopo es-sersi tolto il cappello; il marchese ha tra le mani una lettera ed è in atteggiamento di ascolto. Ca-piamo che la notizia è formale e importante.

Osserva il quadro della “Natività”: se tu facessi par-te di questo Presepe, come ti disegneresti? Prova a rappresentarti su un foglio in un atteggiamento adatto alla situazione. 93

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Page 96: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Si potrebbe quasi scrivere una favola su questi meravigliosi colori che gli artisti del Medioevo e del Rinascimento usavano per dipingere i loro capolavori su tavola. La tavola è un supporto di legno, molto pregiato e spesso molto grande, sostituita negli anni seguenti dalla tela. I colori che si usa-vano, come ti dicevo, erano le tempere all’uovo.

La ricetta degli antichi maestri è molto complicata, ma noi la possiamo semplificare così:

A questo punto rompi l’uovo in un piatto e sbattilo con una spatola, proprio come si fa in cucina, fino a farlo diventare omogeneo. Ag-giungi un paio di gocce di aceto (servono per conservare il colore) e di essenza di lavanda (per coprire l’odore dell’uovo e dell’aceto, che possono essere fastidiosi). Ora metti in un piatto un po’ di pigmento e aggiungi un po’ di uovo (che farà da legante), mescolando tutto assieme fino ad ottenere una pasta della den-sità simile a quella delle tempere che si com-prano normalmente. Ripeti il procedimento con tutti gli altri pigmenti. Ora sei pronto per dipingere!

C’era una volta... un colore molto speciale che si chiamava “tempera all’uovo” e che non si usa più. Ma che noi, oggi, rifaremo!

12

I pigmenti principali: bastano i colori prima-ri più il bianco e il nero (si tratta di polveri colorate reperibili nei colorifici).

Un gocciodi aceto bianco.

3 Un uovo.

Ricorda che...

• Con un solo uovo si può ottenere tanto colore.• Se ti avanza del colore, chiudilo bene e mettilo in frigorifero: potrai conservarlo per parecchi giorni.

PROCURIAMOCI...

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Page 97: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Con le tempere all’uovo, realizza sul supporto una base colorata che servirà da ambientazione per la tua composizione. Appena asciutto il co-lore, incolla sulla tavoletta le figure ritagliate.

2

Proviamo a realizzare anche noi una Natività molto speciale, con la tecnica del collage e le tempere all’uovo.

Ora, con dei pennelli a punta fine, dipingi sempre con le tempere all’uovo le figure fotocopiate e pre-cedentemente incollate. Se vuoi, puoi usare del colore oro per crea-re dei dettagli preziosi.

3

Procurati un supporto adatto: l’idea-le sarebbe una tavoletta di legno, ma è possibile lavorare anche su carta o su un pezzo di cartone. Fai una ricer-ca di varie immagini d’arte che rap-presentano la Natività, fotocopiale in bianco e nero (ingrandendole) e rita-glia tutti i personaggi e i particolari di cui pensi di avere bisogno.

1

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Page 98: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

CHE COS’È

Il racconto umoristico è un testo narrativo che ha lo scopo di far divertire il lettore, suscitando la risata.

I PERSONAGGI

I personaggi spesso presentano caratteristiche esagerate (troppo sbadati, sfortunati, ingenui, pasticcioni...) e si comportano in modo strano o inade-guato rispetto alla situazione o a ciò che viene considerata la normalità.

IL TEMPO E I LUOGHI

Solitamente il racconto umoristico è ambientato in luoghi e tempi realistici, che fanno da contrasto al carattere ridicolo e assurdo degli eventi raccon-tati.

I FATTI

Spesso i racconti umoristici narrano di situazionibuffeeridicole, basate su esagerazioni, malintesi,equivociedimprevisti che, di solito, si risol-vono con un lieto fine.

TECNICHE PER FAR RIDERE

L’effetto comico si può ottenere attraverso:- gli imprevisti, che modificano inaspettatamente una situa-zione normale in situazione ridicola;- l’inverosimile, cioè un elemento impossibile inserito in una

dimensione di realtà;- il capovolgimento dei ruoli, cioè i

personaggi si comportano in modo opposto a ciò che il lettore si aspetta

(per es: il lupo è buono, Cappuccet-to Rosso è malvagia);- i giochi di parole e il doppio senso linguistico, che creano degli equivoci.

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Page 99: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontoumoristicoAnalizziamo

insieme

Questione di punti di vistaGli abitanti di un altro pianeta studiano i bambini terrestri.

Buongiorno bambini! Prendete il quaderno.Oggi studieremo i piccoli esseri che vivono sulla Terra. Vi dirò subito che ipiccoliterrestri possono avere la pelle rosa, marrone, nera o gialla; ma mai verde. Una cosa ancor più strana: hanno due occhi e una testa di forma ovale! Illorocorpoèprovvistodiquattrotentacoli, due corti e due più lun-ghi. Ogni tentacolo ha in cima cinque piccole antenne provviste di artigli. I piccoli terrestri hanno la testa coperta da una peluria insufficiente a pro-teggerli dal freddo, così sono costretti a usare il pelo delle pecore.Quando vengono al mondo i piccoli terrestri non hanno denti. Per un certo periodo possono nutrirsi solo di latte, che assorbono attraver-so unbucochesitrovanellapartebassadellafaccia.Appenahannofinitoquestaoperazione,bisognabatterlisullaschienaperevitarecheillattechecontengonolifacciaesplodere. Parecchie volte al giorno il corpo del piccolo terrestre emette una sostanza puzzolente. Per evitare che sporchi tutto in giro lo si avvolge allora in un panno che viene chiuso ermeticamente, oppure lo si fa sedere su una tazza molto grande. Quando spunta il primo dente l’alimentazione del piccolo può cambiare. Sua madre rompe allora un uovo di pollo, ne mescola il con-tenuto, poi si serve di una specie di pala per introdurre l’uovo sbattuto nei diversi buchi che ci sono nella testa della creatura (naso, bocca, orecchie). Nel corso della giornata, il piccolo si rotola volentieri nella polvere, nell’uo-vo sbattuto o nella banana schiacciata. Allora bisogna infilarlo in un recipiente pieno di acqua calda in cui galleg-gia un uccello giallo. Dopochesièbeninzuppato,ilpiccoloterrestredeveessereasciugatoperimpedirechesirestringa. Poi viene cospar-so di una polvere bianca perchè non sia appiccicoso. Per avere altre notizie su questi curiosi esseri possiamo travestirci e andare sul pianeta Terra, per osservare da vicino i suoi abitanti. Mi raccomando, sistemate bene la maschera; iterrestrimuoionodipau-raquandovedonodeinormalissimiominiverdicomenoi!

Jeanne Willis - Tony Ross, Il Dottor Horgol. Il grande libro dei piccoli terrestri, E. Elle

Elementi del racconto umoristico:

EFFETTO COMICO

TEMPO REALISTICO

LUOGO REALISTICO

PERSONAGGI

TECNICA UMORISTICA:L’INVEROSIMILE

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Page 100: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontoumoristico

Equivoci e giochi di parole

Il signor VenerandaPovero cameriere… non è facile essere alle prese con il signor Veneran-da, che interpreta alla lettera ogni frase e ogni parola!

I l signor Veneranda sedette al ristorante. - Il signore mangia? - chiese il cameriere al signor Veneranda. - Certamente - rispose il signor Veneranda. - Spaghetti al sugo, risotto, minestra in brodo? - chiese il cameriere leggendo la lista.- Si capisce, - disse il signor Veneranda, - anche arrosto di vitello, sala-me, prosciutto, pesce, ossobuco, filetti, spezzatini, brasato, eccetera. Adesso è inutile che stia qui a farle l’elenco delle cose che mangio. Mi piace quasi tutto. - Va bene ma… - balbettò il cameriere, stupito, - io vorrei sapere cosa mangia adesso. - Adesso niente, - disse il signor Veneranda. - Ho già mangiato. Di solito mangio prima di mangiare, dopo mangiato non mangio più. Lei mangia

anche dopo mangiato? - No, ma… - balbettò il cameriere che non sapeva più cosa

dire; - Le ho chiesto se mangia e mi ha detto di sì. - Ma certo che mangio! - esclamò il signor Veneranda. - Tutti mangiano. Se non mangiassi creperei. Non capisco

perché le fa tanto meraviglia il fatto che mangio. - Non mi fa meraviglia, - disse il cameriere - mi fa meraviglia

il fatto che lei non mangia. - Ma le sto ripetendo che mangio, - gridò il signor Vene-randa. - Quante volte glielo devo dire? - Allora cosa vuole? - gli chiese il cameriere confuso. - Niente - disse il signor Veneranda - assolutamente niente.

Carlo Manzoni, 50 scontri con il signor Veneranda, Rizzoli

Rispondi.• Chi sono i protagoni-

sti del racconto? ................................... ...................................• Quale dei due fa

ridere? ...................................• Prova a spiegare

perchè. ................................... ................................... ...................................

• Il fatto narrato è: divertente serio

• Il comportamento del personaggio ti sembra: normale noioso stravagante

• Il tempo in cui si svolgono le vicende è: indefinito precisato

• Il tempo ed il luogo in cui si svolgono le vicende sono: reali fantastici

•L’effetto comico è ottenuto attraverso: giochi di parole che generano equivoci

situazioni inverosimili imprevisti e disavventure

Analisi del testo

Per comprendere

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IL TESTO NARRATIVO

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Page 101: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontoumoristico

Cerca sul dizionario il significato delle parole etologo e taccola.

Situazioniimbarazzanti

Dizionario

Per comprendere

Il racconto è stato scritto:

in prima persona in terza persona

• Il protagonista è: reale fantastico

•Sottolinea nel testo le azioni compiute dal protagonista.

•Perchè si traveste da Belzebù? .............................................................................................

...........................................................................................................................................

•L’aspetto comico del racconto è legato:

al luogo in cui si svolge la vicenda al comportamento del protagonista

agli equivoci linguistici

Situazioni imbarazzantiIl famoso etologo Konrad Lorenz alle prese con delle giovani taccole è costretto, per i suoi studi, a trasformarsi nientemeno che in Belzebù.

Le taccole serbano una profonda memoria delle persone che hanno provocato una loro reazione aggressiva. Ciò mi fu di grave ostacolo, quando volli mettere l’anello alla zampa delle giovani taccole della mia colonia. Come potevo impedire che si imprimesse negli uccelli una per-manente paura della mia persona? Dovevo travestirmi. Ma come? An-che per questo c’era una soluzione: un costume da Belzebù, con fitto pelo e una maschera che copriva tutta la testa, con corna e lingua e con un’imponente coda a ciuffo. Cosa avreste pensato udendo un selvaggio gracchiare proveniente dal tetto di una casa, e scorgendo un diavolo con corna, coda e artigli, che scalava un camino dopo l’altro circondato da uccelli neri? Credo che l’impressione generale facesse passare inos-servato il fatto che il diavolo saldava anelli di alluminio intorno alle zam-pe delle taccole, riponendole poi nel nido. Solo a operazione finita mi accorsi che in strada si era addensata una folla di persone allibite. Ma se mi fossi fatto riconoscere sarebbe fallito lo scopo della mia operazione, e quindi mi limitai a scodinzolare amiche-volmente prima di scomparire nella finestrella della soffitta.

Konrad Lorenz, L’anello di Re Salomone, Adelphi Edizioni,

collana Gli Adelphi, Milano, 2007.

Analisi del testo

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IL RACCONTO UMORIST ICO

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Page 102: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontoumoristico

A scuola, mamma!Quando le bambine sono particolarmente sagge e le mamme un po’ infantili, può capitare che...

Questa mattina ricomincia la scuola. Paola si sveglia per prima. Si alza e va a scuotere la mamma che dorme ancora. - Svegliati, mamma! Forza, alzati, o faremo tardi a scuola. Ma la mamma affonda il viso nel cuscino e risponde: - No, no e no. Non voglio. Ho sonno. È troppo presto! E poi ho voglia di passeggiare con te, di andare al mare, e di giocare con papà. No, no e no! Non voglio andare a scuola!Paola dice dolcemente: - Andiamo, mamma, sii ragionevole. Forza, alzati! Sei grande, lo sai che l’estate non può durare tutto l’anno. E dopo l’estate cosa arriva? Cosa arriva?...L’autunno! E in autunno che cosa inizia? Inizia ...la scuo-la! Ecco, vedi: è proprio così!Allora la mamma si alza mugugnando. Lascia nell’armadio i pantalon-cini rossi, il costume da bagno verde, i sandali bianchi e la borsa da spiaggia di plastica. Si mette la gonna grigia. È un po’ seccata perchè non riesce ad agganciarla: - Per favore, aiutami, Paola. Cerca la mia borsa, e anche le chiavi. Infila l’impermeabile e gli stivali; poi prende la borsa, che Paola ha tro-vato, e dice con aria imbronciata: - Sono pronta.

Lungo la strada, Paola cerca di distrarre la mamma: - Guarda com’è bello l’autunno! Le foglie sono già dorate e l’aria

invece è ancora calda. Sai, mamma, la giornata passerà in fretta. Adesso vai in ufficio, leggi il giornale, batti a macchina un paio

di cose; poi telefoni alla nonna e viene subito mezzogiorno!Ma la mamma tiene il muso e cammina piano. Paola

pensa:- Lo fa apposta per farmi arrabbiare! Forza, al-lunga un po’ il passo, mamma. Ci farai arrivare in ritardo!Davanti al cancello della scuola ci sono tante mamme con il muso lungo. I loro figli fanno fin-

ta di non accorgersene. Finalmente la campanel-la suona. I bambini si precipitano tra le braccia

delle loro mamme. Paola dice: - A presto, mamma. Buona giornata!

Corri a prendere l’autobus, adesso, è davvero tardi...I bambini fanno le ultime raccomandazioni.

Scrivi sul quaderno una situazione buffa in cui i ruoli vengono capovolti.• La maestra distratta

e gli alunni saputelli.• Un nonno tutto

sprint e un nipotino sempre stanco.

• Un papà un po’ in-fantile e un figliolet-to molto saggio.

Il capovolgimento dei ruoli

Scrivi tu

Riconosci e sottolinea gli avverbi presenti nel testo.

Riflessione linguistica

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IL TESTO NARRATIVO

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Page 103: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Qualche mamma sta frignando e tira su con il naso, perchè ha dimenti-cato i fazzoletti a casa. Alcune non vogliono lasciare la mano dei bambi-ni, altre si aggrappano al cancello della scuola. Le mamme protestano: - Ancora un bacio!E siccome oggi è il primo giorno di scuola, e i loro figli sono pazienti, le baciano ancora una volta sulla guancia. Ma alla fine Paola si fa seria: - Forza, mamma, ora basta. Devo andare. A presto.

Ad. da J. Hoestlandt, A scuola, mamma! Edizioni E. Elle

Analisi del testo•Chi sono i personaggi protagonisti del brano? .....................................................................

...........................................................................................................................................

•Quali sono i ruoli che vengono capovolti? ............................................................................

...........................................................................................................................................

•Quali azioni da bambina compie la mamma? .......................................................................

...........................................................................................................................................

...........................................................................................................................................

•Quali sono, invece, i comportamenti da adulta della bambina? ............................................

...........................................................................................................................................

...........................................................................................................................................

Dizionario

Cerca sul dizionario il significato di questi termini:mugugnandoimbronciatafrignando

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IL RACCONTO UMORIST ICO

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Page 104: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

CHE COS’ÈIl racconto del brivido è un testo narrativo che ha lo scopo di suscitare nel lettore uno stato di paura e di tensione, fino allo spavento e all’orrore per quanto viene narrato.

PERSONAGGII personaggi che animano i racconti di paura sono esseri misteriosi, inquietanti, sconosciuti o crea-ture mostruose, orribili e spaventose: fantasmi, vampiri assetati di sangue, apparizioni spettrali, streghe, zombie...

I LUOGHISolitamente il racconto del brivido è ambientato in luoghi desolati, lugubri (cimiteri, vecchi edifici in rovina, castelli, case disabitate). Prevalgono spazi circoscritti, claustrofobici, avvolti nell’oscurità o illuminati da luci spettrali ed ambienti esterni tenebrosi e inquie-tanti (boschi, lande deserte, paludi o acque stagnanti). Spesso le condizioni atmosferiche accentuano il senso di paura: not-ti buie e tempestose, nebbie avvolgenti, raffiche di vento...

I FATTII racconti del brivido narrano di eventi inspiegabili e misterio-si a cui spesso non si riesce a dare una spiegazione razionale. Possono anche essere racconti di sogni paurosi o incubi, che agitano il sonno del protagonista.

TECNICHE PER FAR RABBRIVIDIRE!!!• Dare alla narrazione un ritmo incalzante;• creare suspense e ricorrere a colpi di scena;• far sentire rumori sinistri: cigolii, fruscii, sussurri, ticchettii;• inserire risate isteriche, grida soffocate, ululati, grugniti;• descrivere sensazioni di tremore, brividi lungo la schiena,

sudore freddo;• utilizzare i puntini di sospensione ...

Suspense = atmosfera carica di tensione e senso di minaccia per qualcosa di terribile che potrebbe capitare da un momento all’altro.

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Page 105: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccontodel brividoLa casa abbandonata

Alla periferia della città in cui abita, il protagonista si avventura in una vecchia casa abbandonata, presagendo che qualcosa di terribile gli possa accadere...

La porta era socchiusa. La casa però era in penombra, comeoscuratadalletende. Fece qualche passo con le orecchie ben tese. Nonudivaalcunrumore,tranneilticchettiodellapendola. Si sentì risucchiare dentro la casa come gli era successo l’estate prima, quando le onde lo stavano risucchiando nel mare. Cercò di resistere con tutte le sue forze come se sapesse che, una volta entrato, non sarebbe mai più uscito. Lapendolabattèleundici.Irintocchirisuonaronointuttelestan-ze,come se volessero annunciare che lui era là, davanti a quella porta.Non aveva più scampo, doveva entrare!(...)Riuscì a muoversi e si voltò a guardare dietro la porta.Vide un grande camino di marmo e sopra di esso, sulla parete...un ri-tratto. Era una tela ad olio, con un’enorme cornice dorata. Nelquadrosivedevaunavecchia: sedutasuunasediaadon-dolo,conlemaniossuteevenosestringevaibracciolicontaleforzachesembravadicesse:“Èmia,mia,mia!”.Magrissima,conicapelligrigiraccoltiinunacrocchia,lofissavacomesevolesseincenerirloconlosguardo,comesefosseviva.Luisisentivapiccoloeindifeso.Senestavalì,docile,inattesacheleiparlasse,maeraterrorizzatodall’ideacheciòaccadesse.Fu proprio il terrore a dargli la forza di precipitarsi giù dalle scale polve-rose verso la porta d’ingresso. Attraverso il vetro vide la sua bicicletta esattamente dove l’aveva lasciata. Gli sembrava fosse passata un’eter-nità da allora.Poseunamanosullamanigliaverderamedellaportaeprovòadabbassarla.Laportasiaprìalprimocolpo.Afferròlabiciclettaesimiseapedalareall’impazzata,lasciandosiallespallequellacasamostruosache,peruntempochealuierasembratointer-minabile,loavevatenutoprigioniero.

R. Westall, Silenzio di morte, Franco Panini Ragazzi

LUOGO LUGUBRE

IL TEMPO

RUMORI SINISTRI

UN’APPARIZIONE TERRIFICANTE

Analizziamo insieme

LO SPAVENTOE LA PAURA

Elementi del racconto del brivido:

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Page 106: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il bambino e il dragoLa paura del buio terrorizza tutti, ma i bambini possono sconfiggerla con dei modi veramente sorprendenti.

I l bambino era in casa, solo. La mamma e il papà erano usciti, chissà a che ora sarebbero tornati. Lui stava alla finestra, con gli occhi spalanca-ti: il buio era molto buio, perché era una notte senza luna.Ed ecco, in giardino, il bambino vide qualcosa che si muoveva: una cosa grossa, lunga, che strisciava e veniva verso la porta. Il bambino sentì il cuore battere forte. Andò di corsa alla porta per chiuderla ma prima di arrivarci vide che si apriva, e un unghione scuro entrava, e una zampac-cia verdastra graffiava il pavimento. Il bambino si fermò, tenendo il fiato: c’era un rumore di respiro grosso e rauco, e un brutto odore di foglie marce. E all’improvviso, sotto la porta, guizzò una lingua di fuoco, tremenda.Il bambino saltò indietro, terrorizzato. Senza fare rumore, lentamente, arrivò alle scale che portavano al primo piano, e cominciò a salire. La porta esterna si era aperta del tutto, e si sentivano tonfi di passi lenti e appiccicosi.Arrivò al primo piano, si voltò: il rumore saliva lento su per le scale, e la luce della lingua di fuoco si vedeva già quasi al primo scalino. Il bambi-no corse su per le scale della soffitta, mentre di sotto continuava quel passo pesantissimo e lento. Arrivò in solaio, col cuore che scoppiava nel petto, e chiuse lo sportello, mettendoci sopra il baule dei giocattoli

vecchi. Con l’orecchio contro il pavimento, ascoltava il passo sul pianerot-tolo.Gli sembrava di sentire, sulla pelle, sbuffi di aria calda. La puzza era

tremenda.Poi, il bambino sentì che il passo pesante saliva

la scala del solaio. Strisciò via, pallido, verso la parte dove il tetto si abbassava e c’era una

finestrella.

Indica se le seguenti af-fermazioni sono vere (V) o false (F).

Il bambino è stato abbandonato dai genitori.

Il bambino vede una strana cosa muover- si in giardino.

Nel giardino viene ap-piccato un incendio.

Il drago ha zampe giallastre e occhi verdi.

Il bambino scappa su in soffitta, poi sul tetto.

Il bambino sale sul tetto e chia-ma aiuto.

Il bambino ave-va letto come far sparire il drago.

Al drago scap-pa la pipì.

Per comprendere

Il raccontodel brivido

104

IL TESTO NARRATIVO

Paura

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Page 107: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La aprì, mentre qualcosa urtava contro lo sportello chiuso, da sotto.Ci fu un colpo forte e il bambino guardò: due occhi orrendi, giallastri, splendevano nel buio. Saltò fuori dalla finestrella, fu in piedi sul tetto. La mamma non voleva che lui andasse sul tetto ma quella volta c’era una ragione speciale. Camminò adagio, in discesa, fino alla grondaia. Lì sotto, a poco più di un metro, c’era il tetto piano della rimessa. Il bambino si voltò: lampi di luce rossa e gialla venivano dalla finestrella.Il bambino saltò, atterrò sulla rimessa: da lì era facile calarsi in cortile e scappare. Ma appena fu giù, fra cespugli di gelsomino, ricordò una cosa che aveva letto. Corse alla por-ta di casa: una punta di coda verde, sottile, spuntava dalla porta aperta, oscillando di qua e di là. Il bambino si avvicinò, aprì i calzoncini, e fece pipì sulla punta della coda, perché aveva letto che se si fa pipì sulla coda di un drago, il drago sparisce. E infatti ci fu un urlaccio di rabbia, un fumo nerastro che uscì da tutte le aperture della casa, e del drago non rimase più niente, nemmeno il ricordo.

R. Piumini, Mi leggi un’altra storia?, Einaudi Ragazzi

• Indica gli elementi che creano un’atmosfera di suspense nella situazione iniziale.

Il bambino è in casa Il bambino è solo È una notte buia

Non si sa quando tornano i genitori La casa ha un giardino

• Il protagonista è: reale fantastico

•Scrivi nella tabella i dati con cui viene descritto il drago:

Analisi del testo

Dati visivi e di colore Dati uditivi Dati olfattivi Dati di movimento

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

Scrivi tu

Quali parole presenti nel testo descrivono la paura provata dal bambino? Completa le frasi. Stava alla finestra con ............................................; sentì il cuore .........................................................si fermò, tenendo ............................................; saltò indietro .................................................................arrivò in solaio, col cuore ......................................................................................................................... strisciò via, ......................................................, verso la parte dove il tetto si abbassava.

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IL RACCONTO DEL BR IV IDO

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Page 108: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il rapimentoSofia non sta sognando quando vede oltre la finestra la sagoma di un gigante avvolto in un lungo mantello nero. È l’Ora delle Ombre e una mano enorme la strappa dal letto e la trasporta nel Paese dei Gigan-ti...

Sotto le coperte, Sofia attendeva.Più o meno dopo un minuto sollevò un angolo della coperta e sbirciò fuori.Per la seconda volta in quella notte il sangue le gelò le vene, volle gri-dare, ma dalla bocca non le uscì alcun suono. Là, alla finestra, stava l’enorme faccia del gigante, lunga, pallida e rugosa, incorniciata dalle tende, e i suoi neri occhi lampeggianti erano fissi sul letto di Sofia.Un istante più tardi una enorme mano dalle dita livide strisciò come un serpente sul davanzale. La seguiva un braccio, spesso come un tronco d’albero e l’insieme, braccio, mano e dita, si dirigeva attraverso la stan-za verso il letto di Sofia. Questa volta Sofia gridò davvero, ma solo per un attimo perchè di col-po la mano smisurata si abbattè sul letto e il suo grido venne soffocato dalle coperte. Raggomitolata su se stessa, Sofia sentì la forza delle dita che le si serravano intorno, la sollevavano dal letto, coperte e tutto, e la passavano attraverso la finestra.Se vi è possibile immaginare che qualcosa di più terrificante possa ca-pitarvi in piena notte, siete pregati di farmelo sapere. L’aspetto più ter-ribile era che Sofia sapeva esattamente quello che stava succedendo, anche se non vedeva nulla. Sapeva che un mostro (o un gigante) con un’enorme lunga faccia pallida e rugosa e gli occhi terribili l’aveva strappata al suo letto nel bel mezzo dell’Ora delle Ombre e che ora,

Per riflettere

Quando si ha paura, il nostro corpo rea-gisce in molti modi: pelle d’oca, pallore del volto, sudore freddo, peli che si rizzano, bocca che si secca, voce strozzata in gola, respiro affannoso, pu-pille dilatate, muscoli che si irrigidiscono. Ti è mai capitato di provare queste sensa-zioni? Quando?

Il raccontodel brivido

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IL TESTO NARRATIVO

Mostri ed eventi mostruosi

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Page 109: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

•La narrazione è: in prima persona in terza persona

• Il luogo in cui prende avvio l’episodio è ................................................................................

• Il tempo in cui si svolge l’azione è ........................................................................................

•Cosa prova Sofia alla vista del gigante? ...............................................................................

•Quali elementi rendono spaventosa la figura del gigante? ...................................................

..............................................................................................................................................

•Quali similitudini sono presenti nel testo, in riferimento al gigante? .....................................

...........................................................................................................................................

•Qual è l’unico dato uditivo presente nel brano? ...................................................................

Analisi del testo

impacchettata nelle coperte, la stava facendo passare dalla finestra. Quando il gigante ebbe estratto la mano dalla casa di Sofia, fece un fagotto della coperta, di cui le dita smisurate reggevano le quattro cocche, e ve la impri-gionò, poi, con l’altra mano, raccolse la lunga tromba e la valigia, e via a tutta forza. Sofia, divincolandosi nella coperta, riuscì ad affacciarsi da una piccola fes-sura proprio sotto il pugno del gigante, e potè guar-darsi intorno.Vide le case del paese sfilare velocemente da ambo i lati. Il gigante stava percorrendo di gran carriera il Corso e andava così in fretta che il mantello nero si dispiegava all’indietro come le ali di un uccellaccio. Ogni sua falcata era lunga quanto un campo da ten-nis. Così ben presto si allontanò dal villaggio e si trovò ad attraversare una distesa di campi illuminati dalla luna. Le siepi che dividevano i campi non costituivano un problema per il gigante: le saltava, semplicemente. E quando sul suo cammino apparve un largo fiume, lo attraversò d’un balzo.Sofia continuava a guardar fuori, raggomitolata nel-la coperta e sballottata contro la gamba del gigante come un sacco di patate. Lasciavano alle loro spalle campi, siepi e fiumi. A un tratto un pensiero terrifi-cante attraversò la mente di Sofia: “È la fame che lo fa andare così svelto. Vuole tornare a casa il più presto possibile, e io sarò la sua colazione.”

Roald Dahl, Il GGG, Adriano Salani Editore, Firenze, 1987

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IL RACCONTO DEL BR IV IDO

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Page 110: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il Conte DraculaIl giovane Hutter si reca presso il castello del conte Dracula, in Transilvania, per proporgli l’acquisto di un edificio. Non sa nulla su questo misterioso personaggio e quando lo incontra per la prima volta ne rimane profondamente impressionato...

Tutto il suo volto aveva un marcato - marcatissimo - aspetto aqui-lino con un arco sporgente del naso sottile, dalle narici fortemente dilatate; il cranio era alto e i capelli gli crescevano scarsi intorno alle tempie, ma abbondanti nelle altre parti. Le sopracciglia erano molto folte, e quasi si incontravano al di sopra del naso, mentre il pelo arruffato sembrava attorcigliarsi tanto era folto. La bocca, per quanto potevo vederla sotto i baffi spioventi era dura, dall’aspetto

quasi crudele, i denti erano singolarmente aguzzi e bianchi e spor-gevano dalle labbra, il cui accentuato rossore testimoniava una sor-prendente vitalità in un uomo della sua età. Per il resto, le orecchie erano pallide e molto appuntite nella parte superiore; il mento largo e sviluppato e le gote sode, benchè infossate. L’effetto generale era quello di un pallore straordinario. Finora avevo notato il dorso delle sue mani mentre le appoggiava sulle ginocchia, nei riflessi del fuoco ed esse mi erano sembrate piuttosto bianche e fini; ma vedendole ora da vicino, non potei fare a meno di notare che erano piuttosto rudi, larghe, dalle dita rattrappite. Strano a dirsi, vi erano peli sul pal-mo della mano. Le unghie erano lunghe e strette e tagliate a punta.Mentre il Conte si sporgeva verso di me e le sue mani mi toccava-no, non potei reprimere un brivido. Può essere che il suo alito fosse maleodorante, ma certo un’orribile sensazione di nausea m’invase e, per quanto lottassi, non la potei nascondere.

B. Stoker, Dracula, il principe delle tenebre, Club degli editori

Mostri ed eventi mostruosi

• Il narratore è: interno alla vicenda esterno ai fatti narrati

•La descrizione suscita: compassione, pena ilarità, divertimento orrore, ribrezzo

•Accanto a ciascuna parte del volto di Dracula scrivi gli aggettivi che lo caratterizzano:

Analisi del testo

naso ............................................................;

cranio ..........................................................;

capelli ..........................................................;

sopracciglia ..................................................;

bocca ................ e ........................................;

labbra ..........................................................;

denti ............................ e .............................;

orecchie........................... e ..........................;

mento ............................ e ...........................;

gote ..............................................................

Il raccontodel brivido

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IL TESTO NARRATIVO

Personaggispaventosi

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Page 111: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Una descrizione è oggettiva (o imper-sonale) quando l’autore non esprime il proprio personale punto di vista, non fa commenti, né esprime un’emozione o un sentimento particolari rispetto a ciò che descrive. Il linguaggio è tecnico e preciso.

Una descrizione è soggettiva (o perso-nale) quando l’autore dà una lettura per-sonale della realtà descritta ed esprime le proprie impressioni e i propri stati d’ani-mo. Il linguaggio utilizzato è ricco di ag-gettivi, similitudini e immagini figurative.

Il testo descrittivo illustra le caratteristiche di persone, animali, oggetti, ambienti, fenomeni naturali. La descrizione ha lo scopo di “farvedere”attraverso le parole. Descrivere, infatti, significa “delineare a parole l’immagine di qualcosa”, in modo che chi legge se ne faccia un’idea il più possibile precisa.

Per fare una buona descrizione si può partire dalla registrazione dei dati sensoriali, cioè delle percezioni che i cinque sensi ci comunicano:dativisivi:colore, forma, posizione, movimenti;datiuditivi: suoni, rumori, tono di voce;datitattili: sensazioni del tatto (liscio, ruvido, morbido, vellutato...);datigustativi: sapori (aspro, amaro, dolce, insipido, saporito...);datiolfattivi: odori, profumi.

109Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola

Page 112: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

UNA DESCRIZIONE PUÒ PROCEDERE ESPONENDO I CONTENUTI CON UN CERTO ORDINE

Ordine logico: dapprima si introduce l’argomento in generale, evidenziandone gli aspetti principali, poi si analizzano i particolari, riferendone le caratte-ristiche specifiche.

La descrizione può essere arricchita attraverso l’uso appropriato di ag-gettivi qualificativi, per mettere in evidenza le qualità e le caratteristi-che di ciò che si osserva.Per vivacizzare la descrizione si può ricorrere alla similitudine (paragone tra elementi diversi che presentano delle analogie tra loro) e alla per-sonificazione (considerare un feno-meno naturale come se fosse una persona).

La descrizione può essere inserita inqualsiasitipoditesto:- in quelli narrativi, realistici o fantastici, per arricchire il racconto definendo meglio le carat-teristiche di un personaggio, di un oggetto o di un ambiente;- nei testi informativi o divulgativi, per presentare in modo più preciso e ben definito l’ar-gomento.

Nella descrizione degli ambienti esterni e dei luoghi chiusi si utiliz-zano gli indicatori di luogo (destra, sinistra, davanti, dietro, vicino...) per localizzare ciò che viene osservato.

Ordine spaziale: - da uno sguardo d’insieme al parti-colare, o viceversa;- dall’esterno all’interno, o vicever-sa;- dal lontano al vicino, o viceversa;- dal basso verso l’alto, o viceversa.

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Page 113: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

AbuyonIl miglior modo per arrivare al prodigioso mondo dei gatti era rag-giungere la zona collinare del nord-ovest dell’Italia.

Il testo descrittivoAnalizziamo

insieme

Abuyon alla vista appariva decisamentesplendida. Era circondata da grandi montagne dove si raccoglievano frutti e radici dal saporedolceegustoso. Il paese era costruito in una pianura verdeggiante ed era protetto da mura molto alte formate da solida roccia, estremamente resistente.Alcentrodi esso, in cima ad una collina, dominava il Castello di Abu-yon, destinato alla sua Signora. Aveva cinque altissime torri, dall’aspet-todesolatoemalconcio, ma assai luminose. La reggia della regina comprendeva anche ampi giardini che circon-davano il castello. In questi ultimi erano presenti innumerevoli templi, ciascuno dedicato ad un precedente Signore di Abuyon. Erano di natura assai semplice, con qualche albero vicinoche faceva loro ombra. Il paese dei gatti era pieno di piccole strade che conducevano ovun-que. C’era un ampio spazio dedicato ai mercati ed agli scambi. Le case erano sempliciecurate, tutte di forma irregolare. Nel costruirle i gatti se-guivano i propri gusti, e davano poca importanza a quanto apparissero maestose. Guardavano molto di più al lato pratico, e non vi era alcun elemento decorativo. Abuyoneralacittàdellalibertà. La regina non regnava incontrastata su un regno, ma lo proteggeva, garantiva la sua sicurezza. Le grandi mura che la circondavano servivano esclusiva-mente per difendersi da eventuali attacchi. Le campagne e le foreste erano il luogo preferito dai giovani gattini per correre, capovolgersi e guardare il cielo. Rid. da Michele Lerda, Abuyon non cadrà, Araba Fenice Edizioni, Boves, 2007.

INDICATORI DI LUOGO

DATI SOGGETTIVI

DATI SENSORIALI

Alcuni elementi del testo descrittivo:

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Page 114: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testo descrittivo Nella terra di Lórien

Dopo mille pericoli, la Compagnia dell’Anello arriva alla terra elfica di Lòrien, dove Frodo e i suoi compagni possono riposare sicuri e protetti.

Quando gli occhi di Frodo furono scoperti, egli levò lo sguardo sul paesaggio che aveva di fronte a sè.Si trovavano in una radura. Alla loro sinistra una grossa montagna era ricoperta di un manto di erba verde; in cima crescevano due cerchi di alberi: quelli dell’esterno avevano la corteccia chiara ed erano privi di foglie; quelli interni si ergevano in tutta la loro altezza.Al centro c’era un albero grande, fra i rami più alti vi era un grande flet. L’erba ai piedi dei tronchi e sui verdi fianchi della collina era cosparsa di fiori piccoli e gialli. Fra questi ve ne erano alcuni bianchi o verde molto chiaro.Il cielo in alto era blu con il sole intenso del pomeriggio.

Haldir informò che il luogo in cui erano giunti veniva denominato Cerin Amroth. Si trattava del cuore di un antico reame e lì si trovava la collina di Amroth dove in passato egli aveva abitato.In quel luogo fiorivano perenni i fiori autunnali in un’erba che non sbia-disce mai: elanor un fiore pallido e niphredil. Li invitò a fermarsi lì per qualche tempo; avrebbero raggiunto la città di Galadhrim al tramonto.

Dopo aver letto il testo prova a disegnare su un foglio il paesaggio che è stato descritto. • Quali sono i colori

che userai maggior-mente?

......................................

......................................

......................................

......................................

• Il testo è scritto in: prima persona terza persona

•Trovi che lo stile descrittivo sia: neutrale partecipativo

•Pensi che il linguaggio sia: tecnico e preciso poco preciso e ricco di emozioni

•Chi descrive esprime: il proprio punto di vista una visione oggettiva.

•Chi descrive: comunica le proprie emozioni non comunica le proprie emozioni

•Si può dire che questo testo sia una descrizione: oggettiva soggettiva

Descrizione oggettiva e soggettiva

Per riflettere

Analisi del testo

Sottolinea nel testo tutti gli aggettivi qualificativi.

Riflessione linguistica

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Page 115: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testo descrittivoNella terra di Lórien

Il brano della pagina precedente è stato riscritto modificando la nar-razione. Segui le indicazioni nell’analisi del testo per comprenderne le differenze.

Mentre gli altri si sdraiavano sull’erba fragrante, Frodo rimase in piedi perso in ammirazione. La luce in cui era immerso non aveva nome nella sua lingua. Tutto ciò che vedeva era armonioso, ma i contorni parevano al tempo stesso precisi, come se concepiti e disegnati al momento in cui gli venivano scoperti gli occhi, e antichi, come se fossero esistiti da sempre. Non vedeva colori ignoti al suo sguardo, ma qui l’oro e il bian-co, il blu e il verde erano freschi e acuti, e gli pareva di percepirli per la prima volta e di creare per essi nomi nuovi e meravigliosi. Nessun cuore avrebbe mai potuto qui d’inverno rimpiangere l’estate o la primavera. Né difetto, né malattia, né deformità su tutto ciò che cresceva sulla ter-ra. A Lòrien non vi era alcuna macchia. Si voltò e vide che ora Sam era in piedi accanto a lui, e si guardava intorno con aria perplessa, strofinandosi gli occhi come se non fosse certo di esser desto. “Il sole brilla davvero, e siamo in pieno giorno”, disse. “Credevo che gli Elfi amassero soltanto luce di luna e stelle: ep-pure questo posto è il più elfico che abbia mai visto o udito descrivere. Ho la sensazione di trovarmi all’interno di un canto, se riesco a farmi

intendere.” Haldir li guardò, e Sam doveva essersi effettivamen-te spiegato bene, poiché sorrise e disse: “Sentite il potere della Dama dei Galadhrim. Avreste piacere di salire con me sul Cerin Amroth?”. Seguirono i suoi leggeri passi sui pendii ricoperti

d’erba. Rid. da J.R.R.Tolkien, Il Signore degli Anelli,

Libro primo: La Compagnia dell’Anello, Bompiani RCS Libri, Milano, 2006

Descrizione oggettiva e soggettiva

•Pensi che il linguaggio sia: tecnico e preciso poco preciso e ricco di emozioni

•Chi descrive esprime: il proprio punto di vista una visione oggettiva

•Chi descrive: comunica le proprie emozioni non comunica le proprie emozioni

•A questo punto puoi dire che questo testo sia una descrizione: oggettiva soggettiva

Rileggi i due testi. • Quale ti offre una

descrizione più pre-cisa? ....................................

• Quale ti descrive me-glio i sentimenti e la percezione emotiva del luogo? ....................................

• Quale preferisci? ....................................

• Perchè? ......................

................................... ................................... ................................... ...................................

Analisi del testo

Per comprendere

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Page 116: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Una torta per domarli!Se una strega diventa preside di una scuola, deve poi trovare un siste-ma per farsi obbedire da tutti gli allievi…

Con una risata orripilante, la perfida signo-ra Strix guardò il suo capolavoro: la torta del secolo, una torta per domarli tutti, per incatenarli al suo volere. Il problema si era posto quasi subito, appena era riusci-ta a diventare preside (è meglio non dire come) della Scuola Primaria “Felici e contenti”. Le facevano una rabbia tut-ti quei ragazzetti che cor-revano e vociavano ogni volta che passava! Ma ora tutto sarebbe cambiato. La torta era bellissima, al limone, tonda e gialla come la luna. Le de-corazioni di glassa bianca con le fragoline rosse erano una musica per gli occhi. Strix la guardava e la riguardava pregustando la vittoria, ma all’improvviso le venne un dubbio: se non fosse stata buona? Se dopo il primo boccone i mocciosi si fossero rifiutati di finire la loro fetta? L’in-cantesimo non avrebbe raggiunto lo scopo… Doveva assolutamente accertarsene di persona, ma come fare, senza rovinare l’effetto estetico? - La taglierò a fette, che disporrò ordinatamente in un piatto decorato, aggiungerò qualche ricciolo di glassa e qualche fragolina… Nessuno si

accorgerà che ne manca un pezzo. Il profumo sottile ed invitante, che saliva dal dolce mentre lo ta-

gliava, si sposava perfettamente con la consistenza morbida e friabile della pasta giallina. Preparò il piatto e tenne da parte una fetta per sé, che assaggiò con golosità, orgogliosa della propria

opera. La torta, soffice al tatto, si scioglieva in bocca, liberando il dolce dello zucchero e l’aroma appetitoso del limone. La glassa crocchiava sotto i denti con un rumorino ritmico, quasi musicale. L’asprigno lieve delle fragole aggiungeva un non so che di accattivante a tutto l’insie-

me. Strix non fece in tempo ad accorgersene, che la fetta era già finita. - Non potranno resistere… Prima di stasera tutti quei dannati mar-mocchi saranno in mio potere!

Qual è la tua torta preferita? Prova a de-scriverla sul quaderno utilizzando i dati che puoi raccogliere con i cinque sensi.

Scrivi il significato di queste parole:

glassa: ................................................................stentorea: ...........................................................asprigno: ............................................................mellifluo: ...................................................................................................

Dizionario

Scrivi tu

114

Il testo descrittivo

Dati sensoriali

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Page 117: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

• Il racconto descrive la torta coinvolgendo tutti e cinque i sensi: cerca i datisensoriali nel testo e inseriscili nella tabella.

• Pensi che il testo sia una descrizione soggettiva o oggettiva? Spiega perchè.

.........................................................................................................................................

Analisi dei dati sensoriali

Rispondi.• Chi è la signora Strix?• Che cosa vuole ottene-

re con la sua torta?• Che cosa ottiene?

Per comprenderePer la gioia inserì un cd nel lettore stereo, poi cominciò a ballare e salta-re. Immaginava già le teste chine, i musetti spauriti, l’espressione mite e servizievole della sua nuova schiera di minuscoli schiavi… Con il piatto in mano si recò al banchetto d’inaugurazione del nuovo anno scolastico. I ragazzini della scuola “Felici e contenti” le si affollarono intorno fidu-ciosi, mentre lei li gratificava con un sorrisetto mellifluo. - Mangiate, cari… Questa bella torta è tutta per voi! Il contenuto del vassoio sparì in un battibaleno: a quanto pareva era sta-to profondamente gradito. Dunque Strix, gongolante, pensò che fosse giunto il momento di farsi valere, di dimostrare a tutti che il capo era lei. - Silenzio! Tutti in riga sull’attenti qui davanti! - comandò rivelando una voce stentorea. Ma, con sua grande costernazione, nessuno la degnò di uno sguardo.

di Cinzia Binelli

VISTA GUSTO TATTO OLFATTO UDITO

IL TESTO DESCRITTIVO

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Page 118: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testo descrittivo

Scrivi tu

La mia compagna di bancoUna compagna di banco ed un’amica con cui condividere gioie ed ansie e con cui sperimentare “pasticci” sempre nuovi.

Rossella era la mia compagna di banco. Era cicciottella, rosea e mor-bida e arrivava sempre a scuola trafelata, con i capelli neri, lunghi e lisci, raccolti in una coda ormai disfatta.Anche i suoi occhi erano neri, anzi nerissimi e un nasino a patatina le dava un’aria da bambolina da coccolare.Non amava fare attività sportive, proprio come me: insieme trascorreva-mo interi pomeriggi a leggere nella mia camera o a disegnare mappe e a seppellire tesori (figurine, anelli, giornaletti).Amava vestirsi comoda, soprattutto in jeans o salopette, su cui gettava con impazienza una giacca rossa, a quadrettoni, d’inverno.Rossella aveva sempre fretta, non si fermava un momento e spesso, in classe, veniva rimproverata dalla maestra che le diceva: - Ros, rilassati, combini solo pasticci!

S. Gandolfi, La scimmia nella biglia, Salani

Descrizione di persone

Descrivi sul quaderno un tuo compagno di classe o una persona di tua conoscenza uti-lizzando lo schema del racconto.

• Il testo è una descrizione: soggettiva oggettiva

•Con le informazioni fornite dal testo prova a compilare la tabella.

•Scrivi alcuni aggettivi adatti a descrivere Rossella: . ..............................................................

...........................................................................................................................................

•Questa descrizione che cosa ti ha permesso di conoscere di Rossella?

L’aspetto fisico Il carattere Il carattere e l’aspetto fisico

Aspetto fisico Abbigliamento Preferenze Abitudini

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

...............................

Analisi del testo

116Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola

Page 119: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testo descrittivo

• Inserisci nello schema le informazioni relative a Barry.

BarryL’apparenza inganna e a volte un aspetto esteriore apparentemente inno-cuo maschera una personalità ed un comportamento tutt’altro che gentili.

C’era un prepotente nella classe di Peter; si chiamava Barry. Non aveva l’aria da prepotente. Non era di quelli sempre sporchi; non ave-va una faccia brutta, e neppure lo sguardo da far paura o le croste sopra le dita. Non era poi tanto grosso. Ma nemmeno di quei tipi piccoli, ossuti e nervosi che quando fanno la lotta diventano cattivi.La voce non ce l’aveva né acuta né rauca; gli occhi, non erano particolar-mente piccoli e cattivi, e non era neppure troppo cretino. Anzi, a guardarlo era bello e morbido e tondo, pur senza essere grasso; portava gli occhiali e sulla sua faccia soffice e rosa luccicava l’argento dell’apparecchio dei denti. Spesso metteva su un’aria triste e innocente che a certi grandi piaceva e che gli tornava comoda quando doveva togliersi dai guai.Come si spiega allora che Barry riuscisse tanto bene a fare il prepoten-te? Peter era giunto alla conclusione che il successo di Barry avesse due spiegazioni. La prima era che Barry sembrava capace di ridurre al minimo i tempi tra il volere una cosa e l’ottenerla. Ad esempio se gli andava a genio il giocattolo che aveva un bambino, lui non faceva altro che strapparglie-lo di mano. Oppure se in classe gli serviva una matita, si voltava e “prendeva in prestito” quella di un compagno. Se c’era da fare una coda, lui si metteva per primo. La seconda ragione del successo era che tutti avevano paura di lui. Non si sapeva bene perchè. Bastava sentirlo nominare per provare una specie di pu-gno gelato alla bocca dello stomaco. Uno aveva paura, perchè ce l’avevano gli altri.

I. McEwan, L’inventore dei sogni, Einaudi Ragazzi

Descrizione di persone

Rispondi.

• Quali azioni da prepotente compie Barry?

• Scrivi due aggettivi adatti a Barry: ......... ................................... ...................................

Per comprendere

Analisi del testo

Aspetto fisico

Volto: .......................................................................................................

Voce: .......................................................................................................

Occhi: ......................................................................................................

Corporatura: ............................................................................................

ComportamentoSe deve togliersi dai guai: .........................................................................

Se vuole qualcosa: ...................................................................................

Se c’è da fare una coda: ...........................................................................

Carattere .................................................................................................................

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Page 120: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Le monete di SatantanSe le pentole di un bravo pentolaio toscano rivaleggiano con quelle dei fabbri dell’Inferno, possono attirare la curiosità del diavolo.

C ’era ad Anghiari un bravo pentolaio che un giorno fece tre pentole di bel rame sbalzato, lucenti come un tramonto, brune come i capelli di madonna Bruna e robuste come l’osso del can d’Ulisse. Quando l’ebbe finite tutte in un giorno, (ed era cosa strana, perché di solito ne faceva in un giorno due, o quattro, ma tre mai) il pentolaio si lavò contento le mani nell’acqua fresca di vasca, mangiò pane e frittata col porro, bevve il poco vino che gli toccava e andò a ringraziar Dio col buon sonno della gente stanca. Ma, o fu per quel numero insolito di tre, o fu per la luna che correva im-mobile tra le nuvole, o fu perché ne aveva voglia, quella notte passò di lì Satantan, del quale si dice che è re dei diavoli e più diavolo di tutti. Sicché, all’ora cupa, passava Satantan su Anghiari strascicando le alacce nere e taglienti sul molle dei campi (tanto da ararli fuori stagione): ed ecco che ciampicava sinistro su per la via dritta, e svoltò per suo gusto verso il piazzolo ventoso, e così vide sul banco del pentolaio luccicare quelle tre pentole alla luna che va e viene: luccicare come diamanti cotti in porpora e brodo peperino. Infatti, in quei tempi belli, gli artigiani lasciavano all’aria fuori casa le loro cose, perché i ladri eran rari come eclissi e la fiducia grande come il cielo. Si fermò dunque di botto Satantan e mise il muso puzzo e sbilenco so-pra quei tre rubini cavi: “Vedi questi anghiaresi, cosa san fare! L’avessi io, nel mio cantuccio

là sotto, nel mio beato braciere, gente che sappia scottare il metallo come costoro! Guarda che conche, che tris di coppe… che ori! O

non son Satantan, o me le prendo! Però prima sentiamo che suono fanno!”

Nel testo ci sono alcune parole un po’ particolari. Prova a spiegarle.Ciampicava: ....................................................Piazzolo: ..........................................................Senterello: .......................................................Prillare: ...........................................................Ciurla: ..............................................................

Dizionario

118

Il testo descrittivo

Un personaggio di fantasia

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Page 121: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Così, rantolando di voglia ladra, Satantan levò dalla tasca buia del man-tellaccio una moneta chissà come guadagnata e la prillò nella prima delle pentole: e un suono così lieto e svelto ne venne, da piegargli di piacere le orecchie caprine. Ma il suono sentì anche la moglie del pentolaio, pur sorda da un orec-chio: ma che dormiva con quello sul cuscino, e all’aria quello senterello. Intanto Satantan riprese la moneta e la fece prillare, con le sue dita nere, nella seconda pentola: che suonò meglio della prima. La moglie del pentolaio tirò un calcio sodo. - Marito, senti? - O cosa c’è da sentire, mezza matta? - Un suonino strano, fuori dall’uscio… - È il vento di Romagna che ciurla in un buchino di muro! E lasciami dormire. Alla donna, però, quel suono pareva di vento come il latte sa di vino, e allora piano piano si alzò e andò alla finestra che dava alla piazza. Guardando fuori, nel buio, vide un gran corpo cupo trafficare nel cupo della notte buia con qualcosa di alato sulle spalle e di cornuto sulla testa.

Roberto Piumini, Le tre pentole di Anghiari, Einaudi Scuola, La bibliotechina, Milano, 1993

•Compila la tabella utilizzando i dati del testo:

Analisi del personaggio di fantasia

Caratteristiche fisiche

di Satantan

.................................................................................................................

.................................................................................................................

.................................................................................................................

Azionidi Satantan

.................................................................................................................

.................................................................................................................

.................................................................................................................

Il testo è molto ricco di similitudini. • Prova a cercarle e

sottolineale di rosso.

• Secondo te si tratta di un testo descritti-vo oggettivo o sog-gettivo?

.......................................

Per comprendere

IL TESTO DESCRITTIVO

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Page 122: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testo descrittivo E con il cucciolo fanno tre

Due giovani sposi decidono di acquistare un cucciolo, rispondendo ad un annuncio pubblicitario, ma non sanno ancora cosa li aspetta.

La cucciolata era composta da cinque femmine e quattro maschi. Uno di loro sembrò particolarmente attratto. Era il più ridicolo e si buttò su di noi con un salto, facendosi strada sulle camicie per leccarci la faccia. Mordicchiò le nostre dita con dentini straordinariamente aguzzi e com-pì goffi giri intorno a noi sulle zampone fulve, che erano sproporzionate rispetto al resto del corpo. Dovevo ammettere che era veramente adorabile. E anche giocherellone. Prima di rendermi conto di quel che stavo facendo, il piccolo furfante si era masticato metà del cinturino del mio orologio. “Dobbiamo fare la prova paura”, dissi. Molte volte avevo raccontato a Jenny la storia di come mio padre mi avesse insegnato a compiere una mossa improvvisa o un forte rumore per separare i timidi dai più sicuri. Mi alzai, girai la schiena ai piccoli, poi mi voltai di scatto, pestando il piede e urlando: “Ehi!”. Nessuno fece una piega. Solo uno si lanciò in

avanti per affrontare di petto l’assalto. Partì a gran velocità, buttan-dosi di traverso sulle mie caviglie e attaccando i lacci delle mie

scarpe come se fossero pericolosi nemici da annientare. “Credo sia il destino”, disse Jenny. “Credi?” feci io, sollevandolo davanti alla mia faccia, men-tre gli studiavo il muso. Lui mi guardava con languidi oc-chioni scuri e poi mi mordicchiò il naso. Lo lasciai cadere tra le braccia di Jenny, dove fece la stessa cosa con lei. “Si direbbe che gli piacciamo proprio”, osservai.

Rid. da John Grogan, Io & Marley, Mondolibri su licenza Sperling & Kupfer, Milano, 2006

Descrizione di animale

•Completa lo schema con le informazioni relative al cucciolo.

Analisi del testo

Aspetto fisico.................................................................................................................

.................................................................................................................

.................................................................................................................

Comportamento.................................................................................................................

.................................................................................................................

.................................................................................................................

• Cerca il significato delle seguenti parole: fulvo languido aguzzi

• Cerca il contrario delle seguenti parole: ridicolo attratto adorabile

Dizionario

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Page 123: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testo descrittivoLa mangusta

Rikki - Tikki - Tavi, una piccola mangusta indiana mezza annegata dopo un temporale e salvata da un bambino inglese, è alle prese con i cobra.

R ikki - Tikki - Tavi era una mangusta che aveva il pelo e la coda quasi come un gattino, ma la testa e le abitudini di una faina. I suoi occhi e la punta del nasetto irrequieto erano color di rosa; arrivava a grattarsi in qualunque parte volesse, con qualunque zampa le piacesse adoperare; poteva arruffare la coda fino a farla parere uno scovolino e il suo grido di guerra, mentre sgattaiolava attraverso l’erba alta, era: Rikk - tikk - tikki - tikki - tichk. Spaventare una mangusta è la cosa più difficile di questo mondo, perché è divorata dalla curiosità dalla testa alla coda. Il motto di una famiglia di manguste è: “Corri e scopri”; e Rikki - Tikki era una vera mangusta. Rikki-Tikki uscì in giardino per osservare cosa c’era da vedere.“Questo è un magnifico terreno da caccia” disse, e al pensiero gonfiò la coda e corse su e giù per il giardino annusando qua e là. Dall’erba folta ve-niva un sibilo lieve, un terribile suono da gelare il sangue, che fece fare un balzo indietro di due buoni piedi a Rikki-Tikki. Allora, lentamente, un poco alla volta, spuntò dall’erba la testa col cap-puccio aperto di Nag, il grosso cobra nero, lungo cinque piedi dalla lingua alla coda. Allargò ancora di più il cappuccio e Rikki-Tikki vide sul suo rove-scio il segno degli occhiali che assomiglia esatta-mente all’occhiello di un gancio.Rudyard Kipling, I libri della Jungla, Newton Compton Editori, Roma 1994

Rispondi.• Il testo è narrativo o

descrittivo?.....................................• Il testo è narrato

in prima o in terza persona?

.....................................

Descrizione di animale

•Completa lo schema con le informazioni relative alla mangusta.

Analisi del testo

Per comprendere

Aspetto fisico Comportamento

pelo ...............................................................

coda ..............................................................

testa ..............................................................

occhi .............................................................

naso ..............................................................

con la coda.....................................................

......................................................................

con le zampe..................................................

......................................................................

il grido............................................................

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Page 124: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testo descrittivo

Ordine logico

La piazza del mercatoUn variopinto mercato rionale nella Torino d’inizio ‘900, visto e de-scritto dal poeta Guido Gozzano.

La piazza immensa accoglie un villaggio intero dagli edifici di tela, di legno, di cemento, con le vie regolari tra banco e banco, diviso e suddi-viso in quartieri secondo la varietà della merce. E la merce è infinita, tale da soddisfare i desideri più strambi e opposti.I banchi delle verdure si succedono all’infinito, unendosi allo sguardo in un solo mare dalle tinte più delicate e perlacee di certi acquerelli moderni. Le insalate, le lattughe, le cicorie dal cuore appena schiuso, ancora grasse di terriccio, i cumuli di spinaci, di carciofi, di piselli, tutta la gamma del verde, chiazzata qua e là dalla nota acuta delle carote ful-ve, delle rape violacee, dei pomodori sanguigni.

La merce è infinita: piramidi di peperoni verdi, aran-cioni e rossi; barricate di cavoli compatti come sfere di metallo verde, con foglie larghe e ricciute.Ed ecco la frutta: le belle ceste ricolme di fragole dall’aroma delizioso, d’albicocche, di ciliegie lucenti come lacca vermiglia, caschi di banane tigrate, che ricordano le selve d’oltremare.Ed ecco i pesci, annunziati da un fresco odore salso e amaro, l’odore delle rocce quando la marea si ritira e le alghe si prosciugano al sole.Sui banchi di marmo candido, tra blocchi di ghiaccio e rigagnoli d’acqua, sono rovesciati a migliaia.

G. Gozzano, Opere, Garzanti

La descrizione è ricca di dati sensoriali.• Quali dati di colore

sono presenti nel testo? Sottolineali di rosso.

• Quali dati olfattivi riesci ad individua-re? Sottolineali di verde.

La descrizione del mercato segue un ordinelogico.

•Sottolinea in viola le parti che introducono la descrizioneingenerale.

•Sottolinea in blu le descrizioni che analizzanoiparticolari.

Il testo ricorre a similitudinie metafore.

•Che cosa sembrano i banchi delle verdure che si susseguono? .............................................

...........................................................................................................................................

•A che cosa sono paragonati i cavoli? ...................................................................................

•Le ciliegie sono lucenti come ...............................................................................................

•Che cosa ricordano le banane? ............................................................................................

Analisi del testo

Per comprendere

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Page 125: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testo descrittivo

Ordine spaziale: ambienti esterni

Piazza del CampoLa città di Siena è famosa per la sua piazza centrale ricca di opere ar-chitettoniche pregiate che ne narrano la storia.

I l cuore di Siena è Piazza del Campo, che secondo la leggenda è ispi-rata al manto che copriva la Vergine quando apparve ai Senesi durante la battaglia di Montaperti. In questa piazza semicircolare confluiscono le tre antiche strade che attraversavano la città (quella per Roma, quella per Firenze e quella per la Maremma) e verso di essa digradano le tre colline sulle quali si estende l’abitato. La sua forma, che ricorda quella di una conchiglia, e la sua leggera pendenza sono ulteriormente accen-tuate dalla pavimentazione. I nove listoni che salgono a raggiera dalla parte inferiore della piazza simboleggiano il Consiglio dei Nove Uomini Buoni, che governò la città dal 1287 al 1335. Sulla parte inferiore della piazza si affaccia il Palazzo Pubblico o Comu-nale, superbo e armonioso esempio di architettura gotica civile. Il piano inferiore è caratterizzato dai tipici archi senesi. All’interno è ospitato il Museo Civico, che custodisce i lavori più importanti della famosa scuola pittorica senese. Il Palazzo Pubblico è dominato dalla svettante Torre del Mangia. Sotto la torre sporge dal corpo dell’edificio la Cappella di Piazza, fatta erigere dai Senesi come ringraziamento per la fine dell’epidemia di peste del 1348. Situato nel punto più alto della città, il Duomo di Santa Maria fu edificato alla fine del XII secolo su una pre-cedente struttura romanica. Sotto l’abside del Duomo è situato il bat-tistero.

UNESCO, “Il patrimonio dell’umanità - Italia” De Agostini, Novara 2003

•Che cosa descrive il testo? ...................................................................................................

..............................................................................................................................................

•È una descrizione soggettiva o oggettiva? ............................................................................

•Cerca tutti gli indicatoridiluogo presenti nel testo e sottolineali di rosso.

Analisi del testo

Rispondi.• Dove puoi trovare

una descrizione così?

In un racconto In una guida turistica.

• Quale scopo ha questo testo? .......................

....................................

....................................

....................................

Per comprendere

123Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola

Page 126: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Una fattoria vichingaScomparsi durante la Piccola Glaciazione, i Vichinghi hanno lasciato traccia della loro civiltà in alcuni siti. Il più importante è Nipaatsoq.

N ipaatsoq è il nome eschimese della località, non si sa come l’aves-sero chiamata i Vichinghi. Nel 1990 due cacciatori di renne vi tro-varono per caso alcuni grossi pezzi di legno. Dal momento che non crescono alberi nella regione, avvertirono il direttore del Museo e Ar-chivio di Groenlandia, che ispezionò il posto e arrivò alla conclusione che si trattava dei resti di una colonia vichinga (di fatto una grande fattoria) che fu poi battezzata la Pompei dell’Artico. Il sito, per il ri-schio che fosse distrutto dal vicino fiume, fu smantellato e la raccolta di materiali, perfettamente conservati dal ghiaccio per 750 anni, fu favolosa. La fattoria occupava uno spazio di circa 70 metri per 18. Ristrutturata non meno di otto volte nel corso di tre secoli, aveva al centro una ca-ratteristica sala vichinga che fungeva da abitazione, laboratorio, forse anche stalla. Il focolare misurava 170 centimetri per 50. Le pareti, formate da zolle d’erba, arrivavano anche a due metri di spessore. Da questo ambiente, per passaggi interni, si raggiungevano le altre stanze, al massimo una decina, con pareti divisorie in legno, pietra e blocchi di torba. Esse erano adibite per la maggior parte a labora-tori, in cui i Vichinghi costruivano tutto ciò di cui avevano bisogno, utilizzando anche strumenti come rudimentali compassi o forme per le scarpe. Attorno al focolare le donne passavano buona parte del tempo a filare, tessere, cucire. Sono stati trovati: un gran-de telaio, fusi, aghi, spilli di osso e ben centosettantaquattro frammenti di tessuto.

Una drakkar, famosa nave da guerra vichinga usata per scopi militari e per compiere viaggi esplorativi.

• Sottolinea di rosso tutti gli indicatoridiluogo.

• Cerchia tutte le misu-re presenti nel testo.

• Il testo è una descri-zione:

oggettiva

soggettiva

• Perchè?

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

....................................

Analisi del testo

124

Il testo descrittivo

Ordine spaziale: ambienti interni

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Page 127: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

L’edificio, nei lunghissimi inverni, of-friva riparo anche agli animali: al-cuni maiali, pochi bovini, capre. Le pecore dalle corna caprine erano alloggiate invece all’aper-to, potendo sopportare tempe-rature fino a - 40° C.

Rid. e adatt. dell’articolo di Gabbi e Walsh in “Quark” n. 26, Rusconi/Hachette, Milano, 2003

•Perchè il sito viene chiamato “la Pompei dell’Artico?” ..........................................................

...........................................................................................................................................

•Come ha potuto conservarsi intatta per tutto questo tempo? ..............................................

...........................................................................................................................................

...........................................................................................................................................

•Chi ha fatto la scoperta? ......................................................................................................

•Dove si trova la fattoria vichinga? ........................................................................................

•Con quali materiali è stata costruita? ...................................................................................

•A quali funzioni era adibita la costruzione? ..........................................................................

...........................................................................................................................................

•Di quanti locali è composto l’edificio? ..................................................................................

Per comprendereElmo vichingo

Resti archeologici di un accampamento vichingo in Terranova. La descrizione del luogo

procede secondo quale ordinespaziale?

Da uno sguardo d’in-sieme al particolare, o viceversa.

Dall’esterno all’inter-no, o viceversa.

Dal lontano al vicino, o viceversa.

Dal basso verso l’alto, o viceversa.

Analisi del testo

IL TESTO DESCRITTIVO

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Page 128: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Colori e profumiI mercati delle città sono da sempre i luoghi più ricchi di personaggi bizzarri e di merci di ogni genere.

Il mercato a Luino si era sempre tenuto di mercoledì fin dal 1500, per concessione dell’imperatore di Spagna Carlo V.

Al mercato convenivano, e convengono tutt’ora, imbroglioni, ciar-latani e mercanti di ogni genere. I venditori di pollame, formaggio, frut-ta e verdura, si sistemavano con i loro banchi sotto le piante di Piazza Mercato, mentre gli altri, che mettevano in mostra borse, scampoli, scarpe, ombrelli, sementi, granaglie, attrezzi agricoli, e perfino un li-braio col suo banco montato sopra un carretto, si spargevano per le strade e invadevano ogni slargo fino a occupare tutto il paese. Qua e là, dove restava un po’ di vuoto, sotto il municipio o nella piazza dell’im-barcadero, trovavano posto i giocolieri, acrobati e mangiafuoco, alcuni con l’attrattiva di una scimmietta o di un pitone mezzo morto, altri con trombe nelle quali soffiavano a pieni polmoni o tamburi e grancasse che tempestavano di colpi.

Tra questi ciarlatani e i venditori si collocavano, quasi di prepoten-za, gli imbonitori o battitori, malvisti dai bancarellai perchè attiravano i compratori distraendoli dagli acquisti. Erano, quei battitori, gente spe-cializzata nel forzare la vendita di qualunque prodotto con invenzioni spettacolari.

Uno di costoro era un tal Bertinotti, che ogni mercoledì si collocava nel bel mezzo della piazza del porto col suo apparato: consisteva in un gran telone steso per terra sul quale erano ammucchiati tagli di stoffa di ogni tipo, pile di lenzuola, di asciugamani e di altre telerie.

La descrizione di que-sto mercato procede secondo un ordine logico. Quale?

Dal generale al particolare

Dal particolare al generale

Per comprendere

Sequenze narrativee descrittive

126

Il testo descrittivo

Sequenze narrativee descrittive

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Page 129: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il Bertinotti, che era un uomo robusto, dal collo taurino e dalle braccia corte ma nerborute, prendeva posizione al centro del telone. In piedi e sempre in maniche di camicia, cominciava a sventagliare in aria un taglio d’abito gridando: - Vi regalo un taglio d’abito di tre metri e mezzo! Anche i pesci usciranno dal lago per vedere questo miracolo!

Appena si formava un po’ di folla intorno, cominciava la sua commedia. Affondando le mani come a caso nelle sue pile di mer-ce, afferrava sei fazzoletti e li sventolava in aria gridandone il valo-re, poi aggiungeva tre asciugamani e un paio di grembiuli colorati, enunciando d’ogni articolo il prezzo e portando avanti la somma di capo in capo fino a raggiungere il totale di tutto il blocco.

P. Chiara, Le avventure di Pierino, Mondadori

• Il testo è stato suddiviso in 6sequenze: scrivi nel quadratino quali sono sequenze narrative

(N) e quali sono sequenze descrittive (D).

•Secondo te, qual è la funzionedellepartidescrittive inserite in un testo narrativo?

Arricchire il testo di particolari Rendere più monotona la narrazione

•Se tu dovessi riferire a un tuo amico l’aspetto fisico del Bertinotti, quali parti dovresti rileg-

gere di questo racconto? Le parti narrative Le parti descrittive

•Dai un titolo ad ogni sequenza in cui è stato suddiviso il testo e fai il riassunto del racconto

sul quaderno.

Analisi delle sequenze narrative e descrittive

Dizionario

Cerca sul dizionario il significato di questi termini.- Scampoli- Imbonitori- Ciarlatani- Nerborute- Battitori

IL TESTO DESCRITTIVO

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Page 130: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

• Sottolinea la descri-zione dei vari ogget-ti trovati dai Lillipu-ziani nelle tasche di Gulliver con i colori degli oggetti corri-spondenti:

- orologio- rasoio- porta tabacco- fazzoletto- fogli di carta- pettine- coltello- chiave• Perchè i lillipuziani

pensano che l’orolo-gio possa essere un dio?

.......................................

.......................................

.......................................

Per comprendere

Descrizione di oggetti

Gulliver perquisitoReduce da un naufragio, Gulliver approda a Lilliput, dove gli uomini sono piccolissimi. I messi dell’imperatore lo perquisiscono...

P resi in mano i due funzionari e per prima cosa li misi nella tasca della giacca, poi in tutte le tasche che avevo. Quei signori, che avevano con sé penna, inchiostro e carta, fecero un esatto inventario di tutto quello che avevano visto. Più tardi io tradussi questo inventario, ed eccolo qui sotto. - Nella tasca destra del grande uomo-montagna trovammo solo un grande pezzo di stoffa ruvida, larga abbastanza da poter fare da zerbi-no nella principale sala di rappresentanza di Vostra Maestà. Nella tasca sinistra abbiamo visto un enorme scrigno d’argento, con un coperchio dello stesso materiale, che noi perquisenti non riuscimmo a sollevare. Chiedemmo che venisse aperto, e uno di noi ci entrò e sprofondò a mezza gamba in una sorta di polvere, parte della quale ci fece starnutire entrambi più volte di seguito. Nella tasca destra del panciotto trovammo un fascio di materiali bian-chi, sottili, piegati uno sull’altro, della grandezza di tre uomini, legati con una solida fune e vergati di segni neri, che noi abbiamo supposto essere una scrittura. Nella tasca sinistra c’era una sorta di marchingegno, sul retro del quale sporgevano lunghi pali, simili alla palizzata davanti alla Corte di Vostra Maestà; abbiamo dedotto che con un simile affare l’uomo-montagna si pettini la testa. Nella grande tasca della parte destra del suo copri-per-metà (così tra-duco la parola ranfu-lo, con cui essi indicavano le mie brache) abbiamo visto un pilastro cavo di ferro, alto quanto un uomo, legato a un gros-

so pezzo di legno, più largo del pilastro; e su un lato del pilastro c’erano enormi pezzi di ferro sporgenti, tagliati in forme strane, che non sappiamo a cosa servano. Nella tasca sinistra c’erano due pilastri neri di forma ir-regolare. Dentro ciascuno di essi era racchiusa un’enor-

me lamina di acciaio; ordinammo di mostrarcele perché percepimmo che poteva trattarsi di

meccanismi pericolosi.

128

Il testo descrittivoDescrizione di oggetti

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Page 131: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Colui le tirò fuori dalle custodie e ci disse che nel suo paese usavano radersi la barba con uno di quegli aggeggi e tagliare la carne con l’altro. Nel taschino di destra pendeva una catena d’argento con in fondo uno strabiliante genere di meccanismo. Constatammo che era un globo per metà d’argento e per metà di una sorta di metallo trasparente: tanto che nella parte trasparente vedemmo certi strani segni disposti in cer-chio, e pensammo di poterli toccare fino a che invece non avvertimmo che le nostre dita erano fermate da quella sostanza traslucida. Colui ci avvicinò all’orecchio il meccanismo, che emetteva un rumore incessante, simile a quello di un mulino ad acqua. Reputiamo che si tratti di un animale sconosciuto oppure di un dio che lui adora, avendoci egli stesso assicurato che raramente fa qualcosa senza consultarlo. L’ha chiamato il suo oracolo e ha detto che gli scandisce il tempo per ogni azione della vita.

Rid. da Jonathan Swift, I viaggi di Gulliver, Giunti/Euromeeting Italiana/Mediasat Group, Firenze-Milano 2004

• Il racconto descrive vari oggetti particolari. Compila la tabella con i dati che descrivono lo “scrigno d’argento”:

•Ora compila la tabella con i dati che descrivono il “globo”:

Analisi del testo

Materiale Forma Funzione Misura Dati sensoriali

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Materiale Forma Funzione Misura Dati sensoriali

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Scegli un oggetto che usi spesso e prova a descriverlo sul qua-derno utilizzando i suggerimenti della ta-bella che trovi in fondo alla pagina.

Scrivi tu

IL TESTO DESCRITTIVO

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Page 132: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La poesia è un testo che esprime e comuni-ca pensieri,sentimenti,emozioniestatid’animo, utilizzando le parole in modo ori-ginale e creativo, attraverso un linguag-gio ricco di immagini, di ritmo e dimusicalità.

Per leggere e sentire una poesia

Per capire la poesia e comprenderne il signi-ficato più profondo, occorre “leggerlaconilcuore”: • leggila una prima volta in silenzio;• lasciati catturare dall’atmosfera creata dal poeta;•cerca di vedere con la fantasia le immagini suggerite;•rileggila ad alta voce, sentendo l’armonia delle parole.

Per analizzare una poesia

Analizziamo la struttura: strofe,versi,rime.Sentiamo la musicalità:ritmo,onomatopee,allitterazioni.Interpretiamo le immagini speciali o figure retoriche:similitudine,personificazione,metafora.

Si può anche schematizzare:

POESIA

struttura suoni immagini strofe ritmo similitudini versi onomatopee personificazioni rime allitterazioni metafore

CHE COS’È LA POESIA

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Page 133: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Per fare un prato

Per fare un prato ci vuole del trifoglioe un’ape, un trifoglio e un’apee sogni ad occhi aperti.E se saranno poche le apibasteranno i sogni. E. Dickinson, Silenzi, Feltrinelli

LA POETESSAEmily Dickinson (1830-1860) poetessa statunitense considerata tra i più grandi lirici moderni. Trascor-se la sua vita nella casa paterna, isolandosi dal resto del mondo e indossando sempre solo abiti bianchi. Comunicò con l’esterno soltanto attraverso lettere che vennero raccolte dopo la sua morte in tre volu-mi. Durante la sua vita furono pubblicate solo sette poesie. La sua opera, costituita da più di duemila composizioni, apparve postuma in varie edizioni.

CHI È IL POETA

La poesia

La poesia sta nel mondocome i pesci nel mare:più il buio è profondopiù si sa illuminare.

Con nomi sorprendentibattezza il tuo creato:un’ eco che tu sentiprima di aver gridato.

La poesia ti riveladopo che ti ha svelato:danza di una candelache col sole ha danzato. R. Piumini, Sole, scherzavo, Nuove Edizioni Romane

Che cos’è per te la poesia? ..................................................

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..........................................................................................

..........................................................................................

..........................................................................................

Per fare il mare ci vuole ........................................

e .............................., .............................................

e sogni ad occhi aperti.

E se .....................................................................

basteranno i sogni.

Prova tu...

Il poeta, attraverso la poesia, esprime la sua particolare sensibilità e comunica la sua visione del mondo. Il poeta sa portare alla luce quella poesia che ciascuno di noi ha nascosta dentro di sé, senza neppure immaginarselo.

Prova tu...

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Page 134: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

VERSI E STROFE

Il testo poetico è scritto in versi. Il verso è ogni riga della poesia. La parola “verso” deriva dal latino vertere che significa “andare a capo”. La lunghezza del verso dipende dal numero di sillabe che lo com-pongono.I versi possono essere raggruppati in strofe.La strofa è un gruppo di versi. Le strofe sono sepa-rate tra loro da uno spazio bianco.

Una scuola grande come il mondo

C’èunascuolagrandecomeilmondo.Ci insegnano maestri, professori,avvocati, muratori,televisori, giornali,cartelli stradali, il sole, i temporali, le stelle.

Cisonolezionifacilielezionidifficili.Brutte,belleecosìcosì.

Ci si impara a parlare, a giocare,a dormire, a svegliarsi,a volere bene e perfinoad arrabbiarsi.

Di imparare non si finisce mai,e quello che non si saè sempre più importantedi quel che si sa già.

Questa scuola è il mondo interoquanto è grosso: apri gli occhi e anche tusarai promosso. G. Rodari

•Da quante strofe è formata questa poesia?

•Da quanti versi sono composte le strofe?

1^ strofa: .......... 2^ strofa: .......... 3^ strofa: ...........

4^ strofa: .......... 5^ strofa: .......................

•Quante sillabe ci sono nel verso più lungo? .........

•Quante nel verso più corto? ...............................

•A te cosa piace fare ed imparare a scuola?

...............................................................................

................................................................................

...............................................................................

Analisi del testo

È UNA STROFA

È UN VERSO

132

IL TESTO POETICO

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Page 135: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I grattacieli

Avrò gusti superati Ae vi chiedo perdono Bper me, i grattacieli sono Bpiù comodi sdraiati. AG. Rodari

LA RIMA

Per dare ritmo e musicalità si utilizza la rima che si ha quando due o più parole finiscono con lo stesso suono.

Ci sono diversi tipi di rima:

1. RIMA BACIATA: due versi consecutivi rimano tra loro. Segue lo schemaAABB.

3. RIMA INCROCIATA: il primo verso rima con il quarto e il secondo con il terzo. Segue lo schemaABBA.

2. RIMA ALTERNATA: il primo verso rima con il terzo, il secondo con il quarto e così via. Segue lo schema ABAB.

Il gioco della rima

Questo è il gioco della rimaquale mai sarà la prima?Cominciando dal principiorimerò col municipio,dove il sindaco ha la giunta, la matita con la punta, il bilancio, il resocontoe un discorso sempre pronto.Rotto il ghiaccio puoi rimarecon la cosa che ti pare, per esempio con la pannacon la ninna e con la nanna. V. Melegari

Mare

M’affaccio alla finestra, e vedo il mare: AVanno le stelle, tremolano l’onde. BVedo stelle passare, ondepassare: Aun guizzo chiama, un palpito risponde. B

G. Pascoli

Sognare un viaggio

Sognare un viaggio Averso un miraggio Adi colline ardenti Bcieli splendenti... B

M. Argilli

Evidenzia con lo stesso colore le parole che rimano tra loro.

Pensa tu alcune rime per queste parole e scrivile sui puntini.

cuore ....................................................................

stella ....................................................................

bambino ..............................................................

casetta .................................................................

Analisi del testo

133

IL TESTO POETICO

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Il testopoetico

Le paperelle

Lungo la spiaggia di sabbia fina, sull’orlo di un mare a pecorelle, lento procede in triplice fila un branchettino di paperelle.

Vanno di passo regolare come un collegio di chierichini, girano solo la testa, a beccare i pallidi insetti salterini.

Dietro c’è un mare che freme selvaggio, sopra c’è un sole che avvampa in leone*. Restano, a segno del lieve passaggio, tante crocette a fior di sabbione.

D.Valeri, Piccole poesie, Scheiwiller

Analizziamo una poesia

*sole...leone: il sole, nel periodo più caldo dell’anno, entra, nel suo moto apparente, nella costellazione del Leone e per questo è chiamato solleone.

Capire i versi

Diego Valeri (1887/1976) nato a Piove di Sacco (Pado-va), fu poeta e critico, studioso e traduttore di classici francesi. Le sue poesie sono ricche di sentimenti affettuo-si e tendono ad una contenuta malinconia.

Il poeta

Cosa rappresentano queste paperelle?

L’amicizia tra gli animali

L’innocenza e la mitezza

L’inutilità delle cose

Quali sentimenti ti su-scita questa poesia?

Tristezza

Gioia

Nostalgia

Tenerezza

Simpatia

• La poesia è composta da ....... strofe; ogni strofa è formata

da ...... versi.

• I versi rimano tra loro secondo lo schema .............................. ;

dunque si tratta di una rima ....................................................

• Chi è il soggetto della poesia? ..................................................

• Dove si colloca l’azione? ..........................................................

• A cosa viene paragonato il modo di procedere delle paperelle?

................................................................................................

• Quale movimento si contrappone al loro passo lento e regolare?

................................................................................................

• Cosa rimane a traccia del loro passaggio? ................................

• l poeta utilizza molti diminutivi e vezzeggiativi. Riscrivili:

................................................................................................

Analizziamo insieme

Analisi del testoPer comprendere

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Il testopoetico

Filastrocca impertinente

Filastrocca impertinente,chi sta zitto non dice niente;chi sta fermo non cammina;chi va lontano non s’avvicina;chi si siede non sta ritto;chi va storto non va dritto;e chi non parte, in verità,in nessun posto arriverà.

Gianni Rodari

Il ritmo della filastroc-ca è:

vivace

lento monotono brioso incalzante

malinconico

La rima è:

baciata alternata

La filastroccaLe filastrocche sono testi poetici di origine popolare semplici e vivaci, dal contenuto divertente ed ironico, ma che possono anche insegnare e far memorizzare qualcosa. Sono scritti in rima e la ripetizione dei suoni dà alla poesia il ritmo e la musicalità di una canzone. Appartengono al vasto mondo delle filastrocche: cantile-ne, ninne nanne, conte, scioglilingua, nonsense...

Giovannino Perdigiorno

Giovannino PerdigiornoHa perso il tram di mezzogiorno,ha perso la voce, l’appetito,ha perso la voglia di alzare un dito,ha perso il turno, ha perso la quota,ha perso la testa (ma era vuota),ha perso le staffe, ha perso l’ombrello,ha perso la chiave del cancello,ha perso la foglia, ha perso la via,tutto ha perduto, fuorchè l’allegria.

G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi

Esempio

AttivitàPer comprendere

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Il testopoetico

Il nonsenseIl nonsense (dall’inglese “senza senso”) è una filastrocca senza alcun si-gnificato. Ha il solo scopo di far divertire e di far ridere, associando le parole e le frasi in modo buffo e assurdo. I personaggi sono piuttosto stravaganti e ridicoli e agiscono in modo bizzarro.

Il limerick (dal nome di una città dell’Irlanda) èungenereparticolaredinonsense dalla struttura fissa:

•ilprimoverso presenta un personaggio e la sua collocazione geografica;

•ilsecondo,ilterzoeilquartoverso raccontano le azioni abituali e stravaganti del personaggio;

•ilquintoverso riprende le informazioni già date nel primo ed evidenzia con un aggettivo la caratteristica del personaggio.

Le rose scarlatte

Sotto un cesto di rose scarlatteoffre il rospo tè caldo con latte.Sotto un cesto di rose paonazzetocca al rospo sciacquare le tazze.

T. Scialoja, Versi dal senso perso, Mondadori

Un vecchio di Malosco

C’era un vecchio di Malosco Ache frequentava i recessi di un bosco, Bdove studiava tra corvi e gazze Bstoria dei popoli e delle razze, Bquel pacifico vecchio di Malosco A E. Lear, Il libro dei nonsense, Einaudi

Esempio di Limerick

Esempio di nonsense

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•Qual è lo schema delle rime nei limerick? ..............................................................................

............................................................................................................................................•Nei limerick proposti, sottolinea con colori diversi il protagonista, il luogo, l’azione che svol-

ge, la caratteristica del protagonista.

•Che cosa suscitano in te questi nonsense? ............................................................................

............................................................................................................................................

•Che caratteristica hanno i personaggi del nonsense? ............................................................

............................................................................................................................................

Analisi del testo

Completa il limerick seguendo lo schema:

C’era una signorina di Piombino

che origliava cosa diceva il .........................................................

ma quello di esser spiato si stufò

e una .........................................................................................

a quella curiosa signorina di Piombino.

La signorina di Tarcento

C’era una signorina di Tarcentoche sonava con flauto d’argento;modulava ballabili con brioai porcellini bianchi di suo zio,quella spassosa signorina di Tarcento. E. Lear, Il libro dei nonsense, Einaudi

Attività

137

IL TESTO POETICO

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Il testopoetico

Il merlo

Il merlo lanciò un urlo simile allo zirlo. Il tarlo disse a Carlo: “Non farlo pure tu!”

Lo scioglilingua è un tipo di filastrocca dove le parole contengono suoni complicati e difficili da pronunciare che si ripetono, per sfidare e diver-tire chi cerca di pronunciarle.Spesso contengono gruppi consonantici come str, br, tr, cr, sc, sp... che ripetuti molte volte fanno “aggrovigliare” la lingua.Lo scioglilingua è basato sulla figura retorica dell’allitterazione.

Scioglilingua

Evidenzia tu con un colore il suono o i gruppi consonantici che si ripetono negli scioglilingua che ti proponiamo.

Analisi del testo

Tito

Tito, tu m’hai ritinto il tetto, ma non t’intendi tantodi tetti ritinti.

Attività

Filastrocca sciogligrovigli

Filastrocca sciogligroviglicon la lingua ti ci impigli ma poi te la sgrovigli basta che non te la pigli.

Attività

Esempio

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Il testopoetico

La fontana malata

Clof, clop, cloch,cloffete, cloppete,clocchete,chchch...È giù,nel cortile, la poverafontanamalata, che spasimo!Sentirla tossire.Tossisce,tossisce, un pocosi tace...di nuovo tossisce.Mia povera fontana,il male che haiil coremi preme. (...)

rid. da A. Palazzeschi, Tutte le poesie, Mondadori

L’onomatopea

Scrivi a cosa si riferi-scono i seguenti suoni onomatopeici.Ronf ronf: ................................................................................Splashhhh: ................................................................................Roaaarrr: ................................................................................Sssshhhh:................................................................................

Per comprendere

Il poeta sceglie ed utilizza le parole anche in base al loro suono, per suscitare attraverso gli effetti sonori delle sensazioni e delle emozioni.L’ onomatopea è una parola che riproduce il suono, il rumore o il verso di ciò che indica (es.: gnam gnam, tic tac, cip cip, din don...).Una parola è onomatopeica anche quando evoca in parte il suono di ciò a cui si riferisce. (es.: la parola “ticchettio” riproduce il tic tac, “miago-lio” richiama il verso miao...).

• Evidenzia le onomatopee nella poesia.

• Che cosa esprimono? Il fluire lento dell’acqua

Uno scroscio abbondante Uno sgocciolio irregolare

• Quali consonanti sono ripetute più volte? ...............................

• Quale parola è ripetuta più volte? ..........................................

• La poesia presenta una personificazione. Quale atteggiamento

umano assume la fontana agli occhi dell’autore? ...................

...............................................................................................

...............................................................................................

• Che cosa prova il poeta ascoltando lo sgocciolio della fontana?

Sollievo Ansia Serenità Affanno

Analisi del testo

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Il testopoetico

Il tuono

E nella notte nera come il nulla, a un tratto, col fragor d’arduo dirupoche frana1 il tuono rimbombò di schianto2 rimbombò, rimbalzò, rotolò cupoe tacque, e poi rimareggiò rinfranto3

e poi vanì4. Soave allora un cantos’udì di madre, e il moto5 di una culla.

G. Pascoli, Poesie, Garzanti

L’allitterazione consiste nella ripetizione dello stesso suono in più parole vicine tra loro.

L’allitterazione

1 col...frana: con un rumore simile al fragore di un precipizio roccioso che frana2 di schianto: all’improvviso3 rimareggiò rinfranto: brontolò come le onde del mare che si infrangono sugli scogli4 vanì: svanì5 moto: movimento

Capire i versi

G. Pascoli (S. Mauro di Romagna 1855 - Bologna 1912) ebbe un’infanzia triste: ol-tre che dall’assassinio del padre, la sua fami-glia fu colpita da una serie di lutti e dalla miseria. Partecipò alla vita politica e al fer-mento del suo tempo e si dedicò all’insegna-mento e alla produzio-ne letteraria.

Il poeta

In quali versi è presen-te un’onomatopea?Sottolineala di rosso.

Per comprendere

• La poesia è costituita da ............. versi.

• Lo schema della rima è .............................................................

• Nella poesia si parla di: un acquazzone

una pioggerella estiva un tuono improvviso

• La poesia suggerisce una “immagine-sensazione” di:

rabbia e nervosismo spavento e paura improvvisi

malinconica tristezza

• Gli ultimi due versi riportano a una sensazione di:

pace e silenzio allegria e gioia movimento

• Evidenzia le allitterazioni colorando in giallo tutte le lettere R e in blu tutte le U. Perchè secondo te, il poeta ripete questi due suoni?

perchè si tratta di suoni e di parole che gli piacciono

perchè, grazie alla sua sensibilità, è capitato casualmente così

perchè la lettera R evoca il rumore del temporale e la U è un

suono cupo.

Analisi del testo

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Page 143: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testopoetico

• Quali sono i personaggi che appaiono nella poesia? ..........................................................

• In che stagione è ambientata la poesia? ............................................................................

• Quale colore è dominante? ...............................................................................................

• Collega gli elementi a cui la bambina viene paragonata alle rispettive caratteristiche.

Elementi Caratteristiche la schiuma del mare libere, capricciose, mutevoli

Labambinaècome: la scia di fumo fresca, spumeggiante

le insensibili nubi azzurra, leggera, impalpabile

Ritratto della mia bambina

La mia bambina con la palla in mano,con gli occhi grandi colore del cieloe dell’estiva vesticciola: - Babbo -mi disse - fammi uscire oggi con te. -Ed io pensavo: - Di tante parvenze1

che s’ammirano al mondo, io ben so a qualiposso la mia bambina assomigliare.Certo alla schiuma, alla marina schiumache sull’onde biancheggia, a quella sciach’esce azzurra dai tetti2 e il vento sperde;anche alle nubi, insensibili nubiche si fanno e disfanno in chiaro cielo;ed altre cose leggere e vaganti.U. Saba, Canzoniere, Einaudi

La similitudine

Analisi del testo

1Di tante parvenze: di tante cose2quella scia...tetti: l’azzurro filo di fumoche esce dai comignoli.

Capire i versi

Umberto Saba (1883-1957) è nato a Trieste, dove ha trascorso la maggior parte della sua vita, gestendo una libreria antiquaria. Si è poi trasferito per un certo periodo a Parigi, per sottrarsi alle leggi razziali (sua madre era ebrea). Poi è vis-suto un po’ a Firenze, dove è divenuto amico di un altro grande poe-ta, Eugenio Montale.

Il poeta

Il poeta crea immagini suggestive facendoci vedere la realtà con occhi nuovi. Per farlo utilizza le parole in un modo speciale, attraverso le figu-re retoriche:similitudine,personificazioneemetafora.La similitudine è un paragone tra due elementi diversi, che hanno delle qualità e delle caratteristiche in comune. É introdotta da: come,sembra,assomiglia,èsimilea...

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Il testopoetico

Il risveglio del vento

Nel colmo della notte, a volte, accadeche si risvegli, come un bimbo, il vento.Solo, pian piano, vien per il sentiero,penetra nel villaggio addormentato.Striscia, guardingo, sino alla fontana;poi, si sofferma, tacito, in ascolto.Pallide stan tutte le case, intorno;tutte le querce - mute. R.M. Rilke, Liriche e poesie, Sansoni

Analisi del testo

La personificazione è una figura retorica che consiste nell’attribuire ca-ratteristiche, sentimenti, atteggiamenti ed azioni umane a elementi della natura, ad animali o ad oggetti.Leggiamo ed analizziamo due poesie che hanno come protagonista “umanizzato” il vento.

Personificazione

Bussò il vento

Bussò il vento - come un uomo stanco -ed io garbata “Entra” gli risposicon ferma voce e allora egli rapidoentrò nella mia camera.

Ospite senza piediinvitarlo a sedere era impossibile.Indugiò, sempre qua e là movendopoi timidamentebussò di nuovo - fu come una raffica -ed io rimasi sola.E. Dickinson, Poesie, Guanda

• In quale momento è ambientata la poesia?

.....................................................................

•Dov’è ambientata? ....................................

.....................................................................

•Quale presenza anima il villaggio?

.....................................................................

•Che similitudine trovi nel secondo verso?

.....................................................................•Quali azioni umane vengono attribuite al

vento? Sottolineale in rosso nel testo.

• A cosa viene paragona-to il vento?

Ad un ragazzo Ad un uomo stanco Ad un invasore Ad un vecchio

• Sottolinea in blu tutte le azioni del vento che sono simili a quelle di una persona.

Per comprendere

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Page 145: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il testopoetico

La città fantastica

Il marecirconda casa tua.Il tuo palazzoè un’isola,le auto sono barche.C’è un gran traffico di pesci.Pesce ruota, pesce gas, pesce stop!Le medusesi accendonoe si spengonocome semafori.Dietro il vetroi tuoi occhiguardano fuori.Sembrano fiori? P. Formentini, Poesiafumetto, Nuove Edizioni Romane

Questapoesiautilizzaunafiguraretorica:lametafora.

• Trasformalemetafore della poesia in similitudini:

Il traffico della città è come ................................................................................................

Il palazzo sembra ...............................................................................................................

Le auto sono paragonabili a ..............................................................................................

Le ruote delle auto, i segnali stradali, i gas sono simili a .....................................................

• Lapoesiacontieneancheduesimilitudini:

I semafori diventano come .................................................................................................

Gli occhi che guardano dietro al vetro sono simili a ...........................................................

Analisi del testo

La metafora è una similitudine abbreviata, cioè due elementi che si somiglia-no vengono accostati eliminando il paragone. Esempio: la similitudine “Le stelle brillano come le lucciole nella notte”,diventa una metafora se dico “Le stelle sono lucciole nella notte”.

La metafora

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Page 146: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

144

Primavera nella giungla

• Quante stagioni si percepiscono nella giungla?

• Qual è la migliore? Perché?

• Che cosa porta la primavera nella giungla?• Perché l’arrivo della primavera è paragonato a un

rumore?

Nella giungla Ie stagioni scorrono veloci l’una dopo l’altra, e sembrano solo due: l’asciutta e la piovosa. Ma un attento osservatore scorge la net-ta distinzione di tutte e quattro.La primavera è la più bella, perchè essa non deve ricoprire un terreno lasciato arido e spoglio, ma deve solo scacciare quanto ancora vi è di mezzo verde, per la mitezza dell’inverno, e far sì che la terra ritorni giovane e fresca. Non vi è primave-ra al mondo che assomigli a quella della giungla.Alla fine dell’inverno tutte Ie cose sono stanche e gli stessi profumi che sono nell’aria sanno di vec-chio. Non si sa spiegarlo ma si sente che è così. Poi ecco che un giorno, che non sembrerebbe per nulla diverso dal precedente, tutti i profumi sono nuovi e freschi. Poi, forse per un poco di pioggia, tutti gli alberi, i cespugli, i bambù, il muschio si svegliano con un rumore di vita che quasi si potrebbe udire e, sotto que-

sto rumore, sembra di sentire, notte e giorno, un cupo ronzio.È il rumore della primavera. Un rombo vibrante che

non è né di api, né di acqua cadente, né di vento fra Ie cime degli alberi, ma il respiro ampio del mondo che si

rinnova al soffio della primavera.Rudyard Kipling, Il secondo libro della giungla, Boschi

Per comprendere

Per comprendere

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Page 147: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

145

Canzone primaverileEscono allegri i bambinidalla scuola, lanciando nell’aria tiepidad’aprile, tenere canzoni.Quanta allegria nel profondosilenzio della stradina!Un silenzio fatto a pezzida risa d’argento nuovo. G. Lorca

PrimaveraAncora non se n’è andato l’inverno,e il melo apparetrasformato d’improvvisoin cascata di stelle odorose.Pablo Neruda

La primavera sorrideva

…Un giorno mi sorprese la primaverache in tutti i campi intorno sorrideva.Verdi foglie in germogliogialle rigonfie gemme delle fronde,fiori gialli, bianchi e rossi davanovarietà di toni al paesaggio.E il solesulle fronde tenereera una pioggiadi raggi d’oro;nel sonoro scorreredel fiume ampiosi specchiavanoargentei e sottili pioppi. Antonio Machado

Prova a descrivere come avviene l’uscita dalla tua scuola, prestando attenzione ai rumori e alle voci.

Quanti colori utilizza il poeta per rappresentare la primavera? Elencali e collegali con l’oggetto che descrivono............................................ gemme........................................... foglie........................................... raggi........................................... pioppi........................................... fiori

Racconta tu

Per comprendere

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Page 148: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

146

Camille Pissarro nacque nel 1830 nelle Antille danesi. Di origine ebrea, fu un esponen-te di primo piano dell’Impres-sionismo francese. Si dedicò alla pittura all’aria aperta per catturare tutte le sfumature che la luce dona. Diventò ami-co dei più importanti pittori dell’epoca e fu lui a scoprire per primo il talento di Van Gogh. Morì a Parigi nel 1903.

Il periodo in cui Pissarro si dedica a questa rappresenta-zione primaverile, è un perio-do duro e carico di sofferenze: è appena finita una tremenda guerra tra Francia e Prussia. Camille decide quindi di dedi-carsi al suo lavoro con ottimi-smo, per combattere la crisi del momento; la primavera (tema di questa splendida tela) e la ripresa della natura diventano simbolo di nuova vita, di rinascita in senso ge-nerale.

• Osserva il quadro e prova a descrivere quali sensazio-ni ti comunica riguardo la temperatura, gli odori, i ru-mori, ecc.

• Osservando le ombre e la qualità della luce, sapresti dire a che ora si svolge que-sta scena nel frutteto?

• Osserva tutto, dal primo all’ultimo piano, e descrivi il paesaggio.

Camille PissarroFrutteto in fiore

Camille Pissarro, Frutteto in fiore a Louveciannes, 1872, The National Gallery of Art, Washington

Occhio al dipinto

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Page 149: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

147

Dopo avere osservato il paesaggio in tutti i suoi dettagli, prova a dare un altro titolo a questo quadro.................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Questo è chiaramente un albero in fiore. Eppu-re i fiori e le foglie non sono dipinti in manie-ra realistica se li guardi nel dettaglio. Sai dire come sono rappresentati? ................................................................................................................................................................................................................................................

Questo dipinto nasconde molte linee oblique: Le riesci ad individuare? Prova a evidenziar-le sull’immagine con una matita, così come nell’esempio. A che cosa servono secondo te? .................................................................................................................................................................................................................................

Per potere rendere l’idea della profondità in un quadro, come, ad esempio, un paesaggio, tieni presente che tutte le linee parallele, quando corrono verso l’orizzonte allontanandosi dal nostro punto di vista, si avvicinano sempre più fino a congiungersi in un unico punto, chia-mato punto di fuga. Questo principio si chiama “prospettiva”. Osserva lo schema qui a lato.

Disegna un paesaggio in cui sia presente un viale alberato, un sentiero o dei binari della ferrovia, utilizzando la tecnica spiegata prece-dentemente.

Puntodi fuga

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Page 150: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

148

Siccome la primavera è la stagione dei fiori, proviamo a disegnarne qual-cuno. Anche in questo caso utilizzeremo delle semplici figure geometriche come base di partenza.

Puoi ottenere questi fiori par-tendo da due cerchi concen-trici. Il cerchio esterno è usato per costruire la corolla, quindi ricordati di non disegnarlo con un tratto pesante.

1

Ecco un disegno un po’ più com-plesso: il cerchio unico è suddivi-so in tre spicchi arrotondati che ti serviranno per realizzare due tulipani. In un secondo tempo ag-giungi i gambi e le foglie.

3

Questi fiori sono ottenuti aggiungendo un terzo cerchio concentrico.2

Attività tratta dal volume “Imparare a disegnare - Corso per bambini” - Edizioni del borgo - 2007

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Page 151: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

149

Con le matite colorate, prova a tracciare dei segni su un foglio utilizzando i colori in grada-zione, dal più chiaro al più scuro. Puoi fare de-gli esperimenti analoghi con i pastelli a cera, le biro colorate, i gessetti. Poi, prova a traccia-re porzioni di segni sovrapposti utilizzando colori diversi.

Ora concentrati sul colore marrone. Prova a riprodurlo usando la tecnica divisa: scegli tu se utilizzare pastelli, acquerelli, tempere o pennarelli blu, rossi e gialli.

E ora un’idea per riprodurre un di-pinto di Pissarro: fai una fotocopia del dipinto “Frutteto in fiore a Lou-veciannes” schiarendone i toni e pro-va a dipingerla con la tecnica divisa, mettendo ben in evidenza quelle fa-mose diagonali che ci aiutano a otte-nere la profondità del paesaggio. Os-serva l’esempio a fianco.

3

4

Puoi fare degli esperimenti di tecnica divisa anche con le tempere o gli acquerelli: guarda l’esempio seguente e prova ad imitarlo.

1

2

Scopriamo qualche segreto della pittura degli Impressionisti:

la tecnica dei colori divisi.

Ecco l’immagine quasi completa, così come ti ho suggerito.

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Page 152: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

150

È arrivata la PasquaÈ Pasqua. Anche il sole stamane è arrivato per tempo; anzi, con un leggero anticipo.Anch’io mi sento buono, più buono del solito. Siamo tutti un po’ angeli, oggi. Mi pare quasi di volare, leggero come sono. Esco di casa canticchiando. Voglio bene a tutti. Distribuisco saluti a destra e a sinistra.Vorrei compiere una buona azione, ma è impossibile, poiché tutti, lo si vede dai volti raggianti, hanno questo segreto proposito.Guarda guarda chi c’è... Il signor Antonio, il mio sarto. Faccio un fulmineo dietro-front e mi nascondo nel primo

portone che trovo.Le automobili vanno a passo d’uomo; i treni si fermano ai passaggi a livello: ne scende il fuochista, dà un’occhiatina a destra e a sinistra e, se non c’è proprio nessuno, rimette in moto la macchina.Anche i ladri stanno a casa a pitturare le uova

per i loro bambini. Le galline razzolano nell’aia con visibile orgoglio: è un po’ la loro festa. Ma il sole non tramonta ancora che la contadina le chiude nel pollaio. - È un sopruso, - esse pensano - almeno oggi un’oretta di più!La chioccia dice: - Ahimè, i bambini preferiscono le uova a sorpresa... Si addormentano pensando a queste strane uova. Chissà, col tempo riusciranno a farle anche loro.E sognano, sognano un fanciullo pieno d’ansia, che rompe il bianco guscio. Che cosa trova?Oh, un pulcino che recita la poesia. Il bambino batte le mani, le galline piangono in sogno, di tenerezza materna.

di Cesare Zavattini

Per comprendere

• Quali frasi ti fanno capire che questa vicenda si svolge proprio a Pasqua? Sottolineale.

• Quali emozioni pro-va il protagonista? Elencale sul quader-no.

• Perchè le galline si arrabbiano?

• Che cosa sognano?

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Page 153: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

151

Conosci altri modi per dire “sì” in altre lingue o dialetti? Scrivili con i tuoi compagni su un cartellone attorno alla parola “Pace”.

Scrivi tu

La cosa più importanteSe ti chiedono qual è la cosa più importante per l’umanità rispondi prima dopo sempre: LA PACE Li Tien Min

Per comprendere

Perchè la pace è la cosa più importante per tutti?......................................................................................................................................................................................................................................................................................................

È festa, è PasquaÈ festa, è Pasqua! Svegliatevi amici! Una viola fa capolino dal folto del giardino. È Pasqua, è festa! Ripetono in coro gli amici del bosco. Ovunque germogli, fiori sbocciati, prati assolati. È festa, è Pasqua! Ed è bella la vita, che non è finita, è appena primavera. Gesù risorge. Ed è per Lui che il mondo gioisce. A. Sforna

Elenca tutti gli elementi che descrivono la primavera nel-la poesia.........................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

Per riflettere

Facciamo la paceIn italiano si dice “sì”, in francese si dice “oui”, i tedeschi dicono “ja”, mentre i russi dicono “da”, e in tutte le lingue significa questo: facciamo la pace, facciamola presto! (Gianni Rodari)

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Page 154: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

152

Disegna un triangolo come quello raffigura-to in questo esempio.

1Disegna il corpo e le ali seguendo l’esempio: osserva attentamen-te dove le linee di base toccano il triangolo.

Partendo dalla figura abbozzata, comincia a delineare i particolari e cancella le linee di base che non ti servono più.

2 3

Disegna il rametto d’ulivo. Poi colora lo sfondo con l’acquerello o con la tempera molto diluita: come vedi la figura risalta già tantissimo.

Ora dipingi il becco, le zampe e il rametto di ulivo. Infine, con un co-lore grigio-azzurro molto chiaro, dai qualche pennellata irregolare sulla colomba, in modo da creare le ombre del piumaggio.

5 6Ora disegna le zampe.

4

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Page 155: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Crea tu!

153

Dove mettere le nostre uova di Pasqua decorate?

Ecco un’idea per un simpatico portauova.

Come fare Il portauova:

Un simpatico portauova

Cartoncino pesante (300 g/m2) bianco e beige - buste commerciali senza “finestra” - una busta a sacco partico-larmente resistente (per la pecora a sviluppo verticale)un cordoncino blu, lunghezza cm. 50 - Occhi mobili roton-di, Ø mm. 7 e 10.

1 4

3

2

Materiale

Piega l'aletta della busta all'interno della stessa, in modo che i bordi superiori della busta si trovino alla stessa altezza.

Piega i lati corti della busta di circa 3 cm, prima verso l'interno e poi verso l'esterno. Ora riportali alla posizione iniziale.

Piega la base della busta prima in avanti e poi all'indietro (altezza della piega 3 cm). Riportala in posizione.

Effettuate queste pieghe, ai lati della base della busta si formeranno due "quadrati": piegali in diagonale come illustrato sopra, prima in avanti e poi all'indietro. Riporta il tutto nella posizione iniziale.

Ora esercita una certa pressione sui lati della busta spingendo le due pieghe verso il centro.

Infine, incolla sotto alla scatola le due alet-te triangolari che si formano alla base della stessa: il tuo portauova è pronto!

Per realizzare il corpo delle pecorelle, disegna sul-le buste di carta tante spirali colorate; poi piega le buste come illustrato sotto. Ora, utilizzando i model-li C, ricalca e ritaglia le singole parti dei portauova. Realizza le faccine incollando gli occhi mobili e di-segnando il musetto con i colori adeguati; poi fissa testa, zampe e coda al corpo. Per completare il portauova a sviluppo verticale, pratica con un perforatore quattro buchi sui bordi laterali della busta a sacco; poi taglia a metà il cor-doncino blu, infila i due pezzi di cordoncino nei fori e fissali al suo interno, stringendo un bel nodo: ecco realizzati i manici della tua borsina portauova.

5

5

6

6

Attività tratta dal volume “Pasqua con fantasia” - Collana Creare con i cartamodelli - Edizioni del borgo

1 2 3 4

4

Cartamodelli dell’attività (C) sulla guida per l’insegnante

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Page 156: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Questo capitolo raccoglie una serie di testi selezionati non tanto per l’appartenenza ad uno specifico genere letterario, ma per i temi che affrontano, cioè quello della solidarietà, della relazione aperta e costruttiva con le altre persone per imparare a stare bene insieme: una buona occasione per ri-flessioni, approfondimenti e discussioni su temi che riguarda-no, direttamente o indirettamente, ognuno di noi.

Fiore lunareSulla luna c’è un solo fioreche non ha petali e non ha profumoperchè a raccoglierlo non c’è nessuno,che non ha stelo e non ha radiciperchè nessuno lo dà agli amici,che non ha forma e non ha coloreperchè nessuno lo dà al suo amore:là sulla luna c’è un solo fiore.

Roberto Piumini, C’era un bambino profumato di latte, Ed. Mondadori

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Page 157: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La testuggine e il gabbianoSu un’isola del grande Oceano, vivevano una vecchia testuggine e un vecchio gabbiano: così vecchi che quasi non riuscivano più a muoversi. Lei appena nuotava, lui a stento volava. Facevano sempre più fatica a procurarsi il cibo, perché gli altri gabbiani e tartarughe, più giovani, arrivavano sempre prima di loro. Un giorno i due si trovavano sulla spiaggia, a guardare il mare.“Com’è bello, il mare! Com’è grande!” diceva la testuggine.“Com’è bello, il mare! Com’è grande!” diceva il gabbiano.“Quasi quasi mi lascio morire!” diceva la testuggine.“Non ce la faccio più a nuotare…”“Quasi quasi, anch’io mi lascio morire” diceva il gabbiano. “Non ce la faccio più a volare…”“Ah, se potessimo arrivare a quell’isolotto laggiù, lontano!” diceva la testuggine. “Lo vedi?”“Sì lo vedo, e lo conosco!” disse il gabbiano. “È bellissimo, e pieno di cibo: là potremmo stare in pace, e mangiare in santa pace… ma come possiamo andare fino là? Il mio volo non basta più, e il tuo nuoto nem-meno!”Restarono in silenzio per un po’, guardarono tristi le onde. Poi la te-stuggine disse: “Io non so più nuotare: ma potrei mettermi capovolta nell’acqua, e galleggiare…”E il gabbiano disse: “Io non so più volare, ma potrei aprire le ali come vele, e prendere il vento, e dirigere la navigazione!”Così fecero: la testuggine, a fatica, entrò in acqua, e quando arrivò un’onda forte si capovolse, mettendosi a galleg-giare. Con un volo corto il gabbia-no le andò sopra, e aprendo le ali prese il vento, e muovendo le ali dava la direzione. Così, piano pia-no, un po’ a zig zag, arrivarono sull’isolotto solitario, e lì rimasero per molti anni, pescando, ripo-sando, parlando, e guardando in pace il grandissimo mare. Roberto Piumini, C’era una volta, ascolta - Einaudi ragazzi

Io, gli altri, il mio mondo

Amicizia e solidarietà

Per riflettere

Rispondi.• Come si sentono la

testuggine e il gab-biano all’inizio del racconto?

• Come si sentono alla fine del racconto? Perchè?

• Conosci una situa-zione di solidarietà in cui alcune perso-ne si sono aiutate per raggiungere un

risultato impor-tante? Rac-

contala sul quaderno.

• C’è qualche situazione che ti piacerebbe risol-vere con un gesto di solidarietà? Descrivila e di-scutine con i tuoi

compagni.

Racconta tu

Qual è la morale della vicenda narrata? Prova a raccontarla con paro-le tue sul quaderno.

Scrivi tu

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Page 158: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Io, gli altri, il mio mondo Il pozzo di Cascina Piana

A metà strada tra Saronno e Legnano, sulla riva di un grande bosco, c’era la Cascina Piana, che comprendeva in tutto tre cortili. Ci viveva-no undici famiglie. A Cascina Piana c’era un pozzo per cavare l’acqua, ed era uno strano pozzo, perché la carrucola per avvolgervi la corda c’era, ma non c’era né corda, né catena. Ognuna delle undici famiglie in casa, accanto al secchio, teneva appesa una corda, e chi andava ad attingere acqua la staccava, l’avvolgeva al braccio e la portava al pozzo; quando aveva fatto risalire il secchio staccava la corda dalla carrucola e se la riportava gelosamente a casa. Un solo pozzo undici corde. E se non ci credete, andate a informarvi e vi racconteranno, come hanno raccontato a me, che quelle undici famiglie non andavano d’accordo e si facevano continuamente dispetti, e piuttosto che comprare insieme una bella catena, e fissarla alla carrucola perché potesse servire per tut-ti, avrebbero riempito il pozzo di terra e di erbacce. Scoppiò la guerra, e gli uomini della Cascina Piana andarono sotto le armi raccomandando alle loro donne tante cose, anche di non farsi ru-bare le corde. Poi ci fu l’invasione tedesca, gli uomini erano lontani, le donne avevano paura, ma le undici corde stavano sempre al sicuro nelle undici case.Un giorno un bambino della cascina andò nel bosco per raccogliere un fascio di legna e udì uscire un lamento da un cespuglio. Era un parti-giano ferito a una gamba, il bambino corse a chiamare sua madre. La donna era spaventata e si torceva le mani, ma poi disse:

“Lo porteremo a casa e lo terremo nascosto. Speria-mo che qualcuno aiuti il tuo babbo soldato, se ne ha bisogno. Noi non sappiamo nemmeno dove sia, se è

ancora vivo“. Nascosero il partigiano nel granaio e mandarono a chia-mare il medico, dicendo che era ammalata la vecchia

nonna. Le altre donne della Cascina, però, aveva-no visto la nonna quella mattina, sana come

un galletto e indovinarono che c’era sotto qualcosa. Prima che fossero passate ven-tiquattr’ore tutta la Cascina seppe che c’era un partigiano ferito in quel grana-io, e un vecchio contadino disse: “Se lo sapranno i tedeschi verranno qui e faremo tutti una brutta fine.”Ma le donne non ragionarono così. Pensavano ai loro uomini lontani, e

Solidarietà

Le undici famiglie sono gelose della pro-pria corda per attinge-re l’acqua dal pozzo.• Conosci questo tipo

di sentimento? Rie-sci a descriverlo e a raccontare in quale situazione nasce?

• È possibile, nella vita reale, superare la gelosia e l’invidia come nel racconto?

• Ti è mai capitato di condividere qualche cosa e di provare dei sentimenti piacevo-li? Quali?

Per riflettere

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Page 159: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

pensavano che anche loro, forse, erano feriti e dovevano nascondersi, e sospiravano. Il terzo giorno, una di queste prese un salamino del maiale che aveva appena fatto macellare, e lo portò alla Caterina , che era la donna che aveva nascosto il partigiano, e le disse: “Quel povero ha bisogno di rinforzarsi. Dagli questo salamino.“Dopo un po’ arrivò un’altra donna con una bottiglia di vino, poi un’altra con un sacchetto di farina gialla per la polenta, poi una quarta con un pezzo di lardo, e prima di sera tutte le donne della Cascina erano state a casa della Caterina, e avevano visto il partigiano e gli avevano portato i loro regali. E per tutto il tempo che la ferita impiegò a rimarginarsi, tutte le undici famiglie della Cascina trattarono il partigiano come se fosse un figlio loro, e non gli fecero mancare nulla. Il partigiano guarì, uscì in cortile a prendere il sole, vide il pozzo senza corda e si meravigliò mol-tissimo. Le donne, arrossendo, gli spiegarono che ogni famiglia aveva la sua corda, ma non gli potevano dare una spiegazione soddisfacente; avrebbero dovuto dirgli che erano nemiche tra loro, ma questo non era più vero, perché avevano sofferto insieme, e insieme avevano aiutato il partigiano. Dunque non lo sapevano ancora, ma erano diventate amiche e sorelle, e non c’era più ragione di tenere undici corde. Allora decisero di compra-re una catena, con i soldi di tutte le famiglie, e di attac-carla alla carrucola. E così fecero. E il partigiano cavò il primo secchio d’ac-qua, ed era come l’inaugurazione di un monumento. La sera stessa il partigiano, com-pletamente gua-rito, partì per le montagne.

Rispondi.• Quali sono i senti-

menti che animano le undici famiglie di Cascina Piana nella sequenza iniziale del racconto?

• Qual è il fatto che modifica la situazio-ne?

• Quali sentimenti suscita il partigiano tra le donne della cascina?

• Perchè le donne ar-rossiscono davanti al partigiano?

• Perchè decidono di comperare un’unica catena per il pozzo?

Suddividi il brano in sequenze e scrivi per ognuna di esse un breve riassunto sul quaderno.

Scrivi tu

Gianni Rodari, Favole al telefono -

Einaudi editore

Per comprendere

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Page 160: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Io, gli altri, il mio mondo

Pace e le sue sorelleQuando il mondo iniziò ad esistere, quando il grande sole giallo ri-scaldava la terra e di notte la bianca luna tutto illuminava, nacquero in una tiepida mattina d’autunno Pace e le sue sorelle. Adagiate su una foglia di ninfea che faceva loro da culla, le piccole creature del bene si guardavano intorno incuriosite da tanta bellezza: prati verdeggianti, animali liberi, un cielo azzurro e pulito, cascate limpide e cristalline. Quando Felicità svolazzava nei prati, era solita fare a gara con le far-falle a chi raggiungeva prima la grande quercia. E dove passava lei era felicità ovunque. Armonia, poi, amava dondolarsi pigramente su un’al-talena di liane, canticchiando dolci melodie ai suoi amici animali che, catturati da tanta soavità, rimanevano ore ed ore ad ascoltare quella meravigliosa voce. E quando cantava lei era armonia ovunque. Di notte Silenzio raggiungeva a piedi nudi la collina e, seduta sull’erba baciata dalla rugiada, rimirava quel paesaggio incantevole rischiarato da luna e stelle e ne assaporava la quiete. E quando il sonno la rapiva, era silenzio ovunque. Amore e Amicizia insegnavano agli abitanti di quel paradiso ad ascoltare il proprio cuore e ad essere sempre pronti ad aiutarsi a vi-cenda. E quando parlavano loro, tutti si volevano bene ovunque. Pace, dal canto suo, regnava sovrana ed era tanto felice nel vedere che era

facile mantenere quell’equilibrio così ben costruito da Madre Natura. E fino a che lei regnò vi fu pace su tutta la Terra. Poi arrivò l’uomo. Era un essere umile e buono, rispet-toso e gentile verso i suoi simili: ma non fu così a lun-go. L’uomo iniziò a coltivare dentro di sé il seme della gelosia e dell’invidia, voleva possedere sempre più cose

per essere il padrone indiscusso su tutto. Gelosia, Invidia e Potere, creature del male senza fissa dimora, giunsero nel re-gno di Pace e tutto distrussero. E al loro passaggio vi fu desola-

zione ovunque. Infine arrivò Guerra, e dopo lei Tristezza. Il mondo si tinse dei toni del nero, gli animali cercavano riparo nei boschi, l’uomo si scagliava contro i suoi fratelli, disseminando dolore ovunque.Pace e le sue sorelle piansero per giorni e giorni, non trovando il modo

per rimettere ordine sulla Terra. In disparte, in un cantuccio, se ne sta-vano silenziose le due sorelline più piccole, Uguaglianza e Fratellanza, timide e un po’ impaurite. Pace fissò a lungo i loro occhi e, avvicinan-dosi, disse: “È giunto il tempo di far sentire la vostra voce. Il mondo così sta morendo: l’uomo lo sta rovinando con le sue stesse mani e noi dobbiamo fermarlo.

Pace

Per riflettere

Questo brano è ricco di fantasia, ma tratta un tema molto concre-to come quello della guerra. • Conosci delle situa-

zioni di guerra nel mondo? Quali?

• Sai come vivono i bambini dei paesi in guerra tra di loro?

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Page 161: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

•Chi sono le sorelle di Pace? Elencale e scrivi accanto una breve descrizione del loro ruolo.

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

..............................................................................................................................................

•Chi sono le due sorelline più piccole? ...................................................................................

•Che ruolo hanno nella storia? ..............................................................................................

..............................................................................................................................................

•Chi sono le creature del male? .............................................................................................

•Che cosa portano nel mondo? .............................................................................................

•Chi sconfigge le creature del male? ......................................................................................

• In che modo? ......................................................................................................................

..............................................................................................................................................

•Come si chiama l’ultima sorellina nata?................................................................................

A me sta a cuore il futuro dei bambini che così non avranno più case, patiranno la fame e non giocheranno più. Il loro mestiere è quello di fare i bambini, non vivere tra lo scempio delle guerre dei grandi”. Uguaglianza e Fratellanza partirono subito. Anche Amore si unì alle due sorelle. Dall’alto, lo scenario era tanto triste: guerra e dolore ovunque. “Dove saranno i bambini?” si domandavano. Poi li videro: chiusi nelle case con le loro mamme, senza sorriso, spaventati. “Ci pensiamo noi, piccoli. Venite, seguiteci, fate presto e non ab-biate paura!” disse a gran voce Amore. E così, a poco a poco, si formò una catena di bambini che via via diven-tava sempre più forte e sempre più lunga: un vero e proprio esercito di bimbi chiassosi. Al loro passaggio, come per magia, la terra si ricopri-va di profumati fiori, fiori ovunque. Fiori che uscivano dai fucili, dalle macchine da guerra. Fiori nelle stanze dei bottoni, fiori che cadeva-no dagli aerei in volo come una pioggia colorata. Gli uomini così non poterono più fare la guerra e finalmente capirono e si vergognarono tanto per ciò che avevano fatto. Riposero le armi e la cattiveria e ritornarono nelle loro case, dalle loro famiglie. Pace tornò così a regnare sulla Terra. “La guerra è stata vinta dai bambini!” dissero le tre sorelle al loro ritorno. Pace le accolse con gioia e disse: “Durante la vostra assenza è venuta alla luce un’altra sorellina. Venite, vuole abbracciarvi”. Mai i colori della Terra furono meravigliosi come in quel giorno, un giorno da ricordare. Era nata la Speranza. Greta Blu

Per comprendere

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Page 162: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Che lingua è?- O ti suisse tristenbad pir maleste ceste...Così si sentiva parlare per Ie strade di un Paese quasi del tutto scono-sciuto.- Ma che lingua parlano? - si chiedevano i turisti che capitavano in quel Paese.Intanto passava una signora e diceva al figlio:- Odese smese trafiri arcunte.E il figlio approvava entusiasta: - Roè roè, ciri ciriè!Insomma tutti si capivano benissimo, ma quale lingua parlassero nessun forestiero riusciva a indovinarlo.La cosa giunse all’orecchio di un famoso professore che conosceva tutte Ie lingue del mondo, e che, entusiasta, corse subito in quel Paese. Per settimane ascoltò la gente, registrò su nastro lunghe conversazioni e poi Ie studiò giorno e notte.E studia e ristudia alla fine un giorno cacciò un grido di gioia: aveva sco-perto il segreto di quella lingua! Era davvero la più fantastica del mon-do! Corse in strada, cominciò ad abbordare tutti quelli che passavano.- Purina tina checchettina! - gridava. E quelli gli rispondevano subito: - Occiana tana tartana! - e giù abbracci, strette di mano. Si capivano benissimo.- Piruletta ina sletta!- Slima otana!Il professore aveva scoperto il segreto di una lingua straordinaria, e al tempo stesso facilissima. Per parlarla e capirla bisognava infatti soltan-to inventarsi Ie parole, e ogni parola doveva essere diversa. “Questa eccezionale scoperta” scrisse il professore nel suo diario “conferma

definitivamente la mia teoria che per intendersi non è indispensabile la conoscenza delle lingue, ma la volontà di capirsi”.

Marcello Argilli, Storie di città vere o chissà, Editori Riuniti

Racconta tu

Prova a parlare con i tuoi compagni con la lingua di questo paese sconosciuto. Che cosa succede?

Nel testo si legge che “per capirsi non è in-dispensabile la cono-scenza delle lingue, ma la volontà di capirsi”.Che cosa significa se-condo te questa affer-mazione? Prova a spie-garlo sul quaderno.

Rispondi sul quaderno:

•Dove si svolge questa vicenda?

• Il fatto è reale o fantastico?

•Che cosa scopre il professore?

•Qual è la morale del racconto?

Per comprendere

Scrivi tu

160

Io, gli altri, il mio mondo

Intercultura

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Page 163: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

In difesa delle baleneM i chiamo Caterina e sono una donna molto fortunata.In pochi anni ho potuto realizzare i sogni di quand’ero bambina. Dopo 8 anni come volontaria di un’associazione ambientalista mi sono imbar-cata come marinaio sulle navi dell’associazione. In questo periodo cerchiamo di salvare Ie balene dagli arpioni dei bale-nieri nelle acque dell’Oceano Indiano, vicino al Polo Sud. Qui fa freddo, la temperatura è intorno ai 5 gradi sotto zero. Tra i nostri compiti c’è quello di infilarci con un gommone di 6 metri tra Ie navi baleniere e le balene, perchè non vengano colpite.In questo caso zigzaghiamo tra iceberg enormi e lo spettacolo è così bello da farci dimenticare il freddo.Una mattina io ero alla guida del gommone e con me c’erano Allan e Luke. Allan mi indicava dove andare in modo da rimanere sempre di fronte alla prua della baleniera per impedirle di colpire gli animali. Dopo più di un’ora mi è rimbombato nelle orecchie il primo sparo del cannon-cino lancia-arpioni. Ti fa tremare! Pochi istanti dopo ci siamo resi conto che il tiro non era andato a segno e contemporaneamente la balena ci è saltata di fianco, libera, come se ci stesse ringraziando. Era salva!

Caterina Nitto, Vincerò contro i killer di balene, in “GEO” n°4 - Aprile 2006

•Come mai è importante salvaguardare le balene? ................................................................

...........................................................................................................................................

•Conosci altri animali che si devono proteggere? ...................................................................

•Quali rischi corrono? ............................................................................................................

•Sai che cosa vuol dire “rischio di estinzione”? ......................................................................

...........................................................................................................................................

•Conosci specie animali che si sono estinte? ..........................................................................

...........................................................................................................................................

Per riflettere

Rispondi.

• Quale attività svolge Caterina?

• Dove sta lavorando in questo periodo?

• Come fanno Cateri-na, Allan e Luke ad impedire che le bale-ne vengano colpite?

• Che cos’era il forte rumore che ha sen-tito?

• Cosa è successo alla balena?

Per comprendere

161

Io, gli altri, il mio mondo

Rispettodell’ambiente

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Page 164: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il tuo sussidiario è ricco di testi informativi di tipo espositivo. Ogni capitolo è preceduto dal titolo che indica l’argomento generale. Il testo è suddiviso in paragrafi che trat-tano gli argomenti specifici. In ogni paragrafo è possibile individuare dei capoversi, che sono parti del para-grafo ancora più piccole, con informazioni sempre più dettagliate. Le parole-chiavesono evidenziate in grassetto per richia-mare l’attenzione sui termini da ricordare. Fotografie, disegni, didascalie, car-tine, schemi, grafici accompagnano a volte il testo per facilitarne la compren-sione.

Le informazioni di un testo informativo vengono organizzate e collegate tra loro attraverso una struttura.

•dalgeneralealparticolare: si dan-no prima le informazioni generali e poi quelle più specifiche;

•ordinecronologico: i fatti vengono esposti in ordine di tempo;

•ordinelogico-causale:vengono messi in evidenza i rapporti di causa-effetto che legano i diversi elementi;

•elenchiedenumerazioni:i conte-nuti dell’argomento vengono esposti per punti.

Il testo informativo è un testo che espone un certo contenuto o argomento presentan-dolo e spiegandolo in modo chiaro e ordinato, con lo scopo di trasmettere informazioni e conoscenze. Sono di solito testi di carattere scientifico,storico,geografico.

Il linguaggio di un testo informa-tivo è chiaro, lineare ed utilizza i termini specifici della materia trattata (linguaggio settoriale).

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Page 165: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Padri davvero speciali Il “mammo” più famoso del mondo animale è senza dubbio il caval-lucciomarino, che custodiscenellasuasaccaventraleleuovade-postedallafemmina e poi, ancorato con la coda ad un’alga...parto-risce! Anche il maschiodelreditriglie (Apogon imberbis) se la cava alla grande come baby-sitter, dal momento che cova migliaia di uova addi-rittura all’interno della sua bocca. Salendo nella scala evolutiva troviamo altri papà davvero speciali: l’emù, per esempio, un uccello simile allo struzzo che ha la piena responsabi-lità della cova e della cura dei pulcini. Durante il periodo d’incubazione non beve e non mangia; la sua unica preoccupazione è quella di fare la guardia alle uova, girandole e muovendole diverse volte al giorno. Il maschiodipinguino imperatore non è da meno, soprattutto consi-derate le condizioni di freddo estremo nelle quali si trova a covare. La femmina depone l’uovo all’inizio dell’inverno antartico e poi abbando-na la colonia per andare ad alimentarsi in mare aperto. Per due mesi il maschio rimane fermo, con l’uovo appoggiato sulle zampe e ricoperto da una piega della pelle, resistendo senza nutrirsi a bufere di vento e tempeste di neve, anche quando la temperatura raggiunge decine di gradi sotto lo zero. Poco prima della schiusa la femmina torna, e il com-pagno ha finalmente la possibilità di allontanarsi e di cercarsi il meritato nutrimento.

Airone n. 284 dicembre 2004

Il testoinformativoAnalizziamo

insieme1

2

3

4

=Personaggireali

=Linguaggiosettoriale

=Enumerazionedeicasi1

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Page 166: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

Trasmettereinformazioni

Fuori dal guscioCosa succede dentro un uovo? Inizia la vita! Al suo interno, infatti, l’embrione, protetto e nutrito, piano piano cresce e si sviluppa. Le uova più semplici sono quelle più “antiche”: quelle di pesci e anfibi sono fatte solo da una gelatina coperta da membrana e, per non seccarsi sono costrette a stare in acqua. In seguito, circa 300 milioni di anni fa, è invece comparso un uovo “rivoluzionario”, che ha permesso agli animali acquatici di uscire da laghi, fiumi e mari per vivere sulla terrafer-ma. Merito del guscio e del sacco amniotico (lo spazio pieno di liquido

che circonda l’embrione), che mantengono l’umidità e attutisco-no gli urti. E anche dei microscopici pori del guscio, che

fanno passare i gas e garantiscono la respirazione. Una volta deposto, poi, l’uovo fa tutto da sé, serve solo

un “calorifero” che fornisca il tepore necessario allo sviluppo dell’embrione: problema risolto dagli uc-celli con la cova e, dai mammiferi, tenendo l’uovo dentro il proprio corpo. Il più grande uovo d’uccello mai esistito è dell’uc-cello elefante, estinto nel XVII secolo in Madaga-scar: era lungo 39 cm. Il record, oggi, è invece del-lo struzzo: il suo uovo è lungo fino a 18 cm, pesa 1,5 kg e ha un guscio 10 volte più spesso di quello

della gallina. Il pulcino, quando è pronto ad uscire (pesa 1 kg), ha bisogno che mamma o papà aprano

un buchino con un colpo di becco: ci metterà poi da 2 a 5 giorni a venire fuori. A confronto quello del colibrì Elena (il più piccolo del mondo) sembra un microbo: non raggiunge i 7 mm e pesa 0,25 grammi.

Focus Junior, n. 58, nov. 2008

Cerca sul dizionario il significato delle parole evidenziate in rosso.

Testoscientifico

• Il testo tratta un argomento: geografico scientifico letterario

•Come sono fatte le uova di pesci ed anfibi? .........................................................................

•Che cosa ha permesso il passaggio, circa 300 milioni di anni fa, dalla vita acquatica alla vita

sulla terraferma? ................................................................................................................

•A chi spetta oggi il record per l’uovo più grande? E quello per l’uovo più piccolo? ...............

...........................................................................................................................................

Imparare a studiare

Dizionario

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Page 167: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

Cerca sul dizionario il significato delle parole evidenziate in rosso.

Mamme e cuccioliA volte in un testo informativo si può utilizzare un tono meno serio, per rendere più piacevole e divertente la lettura.

Certo è facile pensare a mamma leonessa che lecca i suoi cuccioli o mamma orsa che gioca con i suoi batuffoli di pelo, ma anche tra gli ani-mali cosiddetti “meno evoluti” (invertebrati, pesci, anfibi, rettili) ci sono degli esempi sorprendenti di cure parentali. La femmina di coccodrillo del Nilo (Crocodylus nilotus), una sorta di gigantesco fossile vivente dal quale è meglio tenersi alla larga, nonostante il suo aspetto e la sua fama, è una mamma modello; scava il nido sulle rive del fiume e vi depone diverse de-cine di uova, che subito ricopre di terra. Poi rimane lì, a fare loro la guardia per circa tre mesi; quando le uova si schiudono mamma-coccodrillo pren-de in modo delicato i cuccioli nelle sue potenti fauci e li trasporta in un luogo sicuro. Anche nel micro-mondo degli invertebrati troviamo madri attente e af-fettuose. La femmina dello scorpione, per esempio, fa sviluppare le uova all’interno del suo corpo e fa salire i piccoli appena partoriti sul dorso scarrozzandoli qua e là anche se impediscono non poco i suoi movimenti. Mamma-polpo, invece, si sacrifica per la prole al punto di murarsi viva dentro la tana, digiunando per più di un mese pur di proteggere i suoi figli. A modo loro anche le mosche sono ottime madri: dopo aver deposto le uova sulle mele, la mosca mediterranea della frutta (Ceratitis capitata) segna con un feromone il frutto, in modo da evitare che altre femmine lo utilizzino per le loro larve.Tra gli insetti sociali, come api e formiche, il neonato viene seguito fino a quando, per così dire, diventa in grado di “lavorare” e di essere utile alla colonia. Questa volta però la mamma, quella vera, troppo impegnata a fare la regina, si limita a deporre le uova; da quel momento in poi saranno le sorellastre a sostituirla alla perfezione.

Airone n. 284 dicembre 2004

Informarepiacevolmente

Testoscientifico

•Come si comporta mamma-coccodrillo quando si tratta di mettere al mondo dei cuccioli?

...........................................................................................................................................

•Che cosa fa invece mamma-scorpione? ..............................................................................

•E mamma-polpo cosa è disposta a fare per i suoi piccoli? ...................................................

...........................................................................................................................................

•Tra le api e le formiche, fino a quando e da chi vengono seguiti i neonati? ..........................

...........................................................................................................................................

Imparare a studiare

Dizionario

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Page 168: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

La balenottera azzurra Disegni e fotografie sono utili a rendere più chiaro il contenuto di un testo informativo.

Utilizzo di foto e immagini

Scoprire, n. 2, agosto 2004

La balenottera azzurra è l’animale più grande del mondo. Può misurare fino a 30 metri, quanto un palazzo di 10 piani e pesare 160 tonnellate, più di 50 elefanti. Vive negli oceani e mangia fino a 600 kg di cibo.

LA PELLEÈ ricoperta da uno spesso strato di grasso che, in pratica, proteg-ge la balena dal freddo intenso delle profondi-tà marine.

PINNA DELLA CODAÈ orizzontale. Per avanzare, la balena la fa ondulare dal basso verso l’alto. È anche un’arma efficace per scorag-giare i nemici.

GLI SFIATATOI Queste “narici”, poste sopra la fronte, permettono alla balena di respirare senza far uscire la testa dall’acqua.

I SOLCHISono lunghe pieghe che partono da sotto la gola e si allungano fino all’ombelico della balena. Quando la bocca è spalancata, si tendo-no per formare un’enorme tasca nella quale inghiottire tonnellate d’acqua piene di gamberetti e di minuscoli crostacei: il krill.

Balenottera azzurra

I FANONI Sono soffici lamelle in corno, che pendono dalla mascella superiore e rimpiazzano i denti. Tutte insieme formano un’im-mensa tenda che, quando la bocca viene chiusa per spruz-zare fuori l’acqua ingoiata, in-trappola il krill. I fanoni della balenottera azzurra sono circa 800 e ciascuno misura circa un metro di lunghezza.

Testoscientifico

Quali altre informazioni sai trovare da solo sulla balenottera azzurra? Prova a svolgere una

piccola ricerca in biblioteca, consultando enciclopedie e libri divulgativi o “naviga” su Internet,

digitando in un motore di ricerca la parola chiave relativa all’argomento che ti interessa.

Imparare a studiare

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Page 169: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

Dal generaleal particolare

I celenteratiAnemoni di mare, coralli, meduse e simili appartengono al tipo ani-male Celenterati. Il loro corpo è molle e privo di scheletro; la bocca è circondata da tentacoli irritanti. Sono privi di cervello e la maggior parte del loro corpo è occupata dallo stomaco. Nuotano liberamente, ballon-zolando nella corrente e spinti dal vento. La parte principale del corpo di una medusa ha di solito la forma di una coppa capovolta. Sotto di essa pendono i tentacoli usati per pungere piccoli pesci e per por-tarseli poi alla bocca. Il veleno paralizzante di certe meduse è così potente da uccidere anche un essere umano.

La medusa comune Il corpo a forma di ombrello della medusa comune è fatto di una sostanza gelatinosa trasparente, soffusa di una lieve tinta blua-stra. Si trova nelle acque costiere più calde, dove si nutre di minute particelle di cibo che raccoglie dall’acqua.

La medusa bussola Il corpo della medusa bussola ha la forma di una coppa di circa tre cen-timetri di diametro; essa si rinviene nei mari più caldi e dispone di lunghi tentacoli. Strisce marrone e crema, che si irradiano dal centro del corpo, la fanno assomigliare al quadrante della bussola.

rid. da P. Steele, La vita nei mari, A. Mondadori

Testoscientifico

Informazioni generali

Meduse: corpo ...................................

.............................................

bocca ...................................

cervello .................................

.............................................

stomaco ................................

movimento ..........................

.............................................

Medusa comune:forma del corpo ....................

.............................................

costituito da ..........................

.............................................

ambiente ..............................

.............................................

nutrimento ...........................

.............................................

Medusa bussola:forma del corpo ....................

.............................................

dimensioni ............................

.............................................

caratteristica .........................

.............................................

ambiente ..............................

.............................................

Imparare a studiare•Quali informazioni generali e particolari puoi ricavare sulle meduse? Scrivile nella tabella.

Informazioni particolari

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Page 170: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

La porta di IshtarS imile ad un grandioso doppio arco trionfale aperto nelle mura setten-trionali della città, la Porta di Ishtar era affiancata da alte torri merlate. I suoi due bastioni erano rivestiti di ceramica invetriata dai toni azzurrini, decorata con immagini di tori (sacri al dio Adad) e di fantastici dragoni (simbolo del dio Marduk). La costruzione della struttura, alta 25 metri, conobbe varie fasi; la porta rinvenuta dagli archeologi, corrispondente all’ultima fase, venne trasferita al Vorderasiatisches Museum di Berlino, dove oggi si può ammirare la costruzione. Tra gli edifici civili di Babilonia spiccava, nei pressi della Via Sacra, il gi-gantesco palazzo di Nabucodonosor II, esteso su 5000 metri quadrati di superficie, simbolo della potenza dell’impero babilonese. Più che di un palazzo nel senso classico del termine, si trattava di un vero e pro-prio quartiere a sé. In effetti il grande complesso era formato da cinque edifici diversi, con alloggi per il seguito e la servitù, costruiti con legni

pregiati e metalli preziosi e decorati da immensi pannelli azzurrini di mattoni invetriati. In uno degli edifici si trovava la sontuosa ed enorme Sala del Trono, un ambiente di 52 metri per 17, con una nicchia per il trono stesso. Fu proprio in questo salone che secondo alcuni autori si spense Ales-

sandro il Grande. Lo stesso edificio ospi-tava anche la biblioteca e la “Casa delle meraviglie dell’umanità”, museo perso-nale di Nabucodonosor II che raccoglieva straordinari esempi di arte babilonese, ittita, assira e sumerica.

Le informazioni

Testostorico

Guerrieri persiani

I tori sacri al dio Adad

I leoni di Ishtar

•Sottolinea nel testo le informazioni relative alla porta di Ishtar, alle due torri (o bastioni) e riportale sotto.

Forma: ....................................................................................................................................

Rivestimento: ...........................................................................................................................

Decorazioni: ............................................................................................................................

...............................................................................................................................................

Altezza: ...................................................................................................................................

Ricostruzione visibile a: ...........................................................................................................

Imparare a studiare

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Page 171: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

Nel settore nordoccidentale di tale grandioso complesso di edifici, una rete di canali assicurava la costante irrigazione agli stupendi giardini. Disposti su terrazze a livelli differenti, che li rendevano visibili da qual-siasi punto della città, essi davano l’impressione di veri e propri “giardini pensili”. Greci e Romani annoveravano i giardini di Babilonia tra le sette meraviglie del mondo.

F.Lara Peinado, Come vivevano i Babilonesi, Fenice

Descrivi il palazzo di Nabucodonosor te-nendo presenti questi punti:• estensione .................

........................................

........................................• composizione ............

........................................

........................................

........................................• decorazione ..............

........................................

........................................

........................................

Per comprendere

Cerca le informazioni nel testo e sottolineale, poi rispondi alle domande.

•Come si presenta la sala del trono? Che dimensioni ha? .......................................................

............................................................................................................................................

............................................................................................................................................

•Che cosa raccoglieva la “Casa delle meraviglie dell’umanità”? ..............................................

............................................................................................................................................

............................................................................................................................................

•Come sono i giardini? Descrivi come sono disposti, come vengono irrigati e come vengono

considerati. ..........................................................................................................................

............................................................................................................................................

............................................................................................................................................

Imparare a studiare

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Page 172: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

Mummie, sepoltura, vita nell’Aldilà

Titolo, paragrafi...

Testostorico

MUMMIE, SEPOLTURA, VITA NELL’ALDILÀ

Alla preparazione della vita nell’Aldilà, gli antichi Egiziani dedicarono molta cura. Per sottrarre l’individuo alla morte si riteneva necessario conservarlo e soddisfare tutte le sue necessità vitali. In età predinastica, si seppellivano i morti nel deserto; la sabbia asciutta ci ha conservato pressochè intatti i corpi di uomini e donne vissuti oltre 5000 anni fa. In seguito, l’uso di grandi tombe e sarcofagi provocò il natura-le deperimento delle spoglie del defunto che non potevano più, come prima, essiccarsi completamente. Ma già forse dalla I dinastia si ricorse, per i ceti più abbienti, alla tecnica della mummificazione.

La mummificazione.Il corpo del defunto veniva inciso su un fianco per estrarre gli organi interni; il cuore, centro vitale, era lasciato al suo posto. Il cervello veniva estratto attraverso il naso per mez-zo di lunghi uncini ricurvi. Poi, per un lungo periodo, il cor-po rimaneva immerso in una sostanza essiccante, il natron (salnitro) e, in seguito, trattato con olii, resine e spezie per ridare elasticità ai tessuti. La fase successiva era quella della bendatura col lino, fon-damentale per proteggere il cadavere dagli agenti esterni. Gli organi tolti dal corpo venivano trattati a parte e conser-vati in quattro vasi detti “canopi”, posti sotto la protezio-ne di divinità funerarie. Esistevano però trattamenti meno complessi e quindi meno costosi.

Nota al testo

*Apertura della bocca: Il sacerdote toccava la bocca, gli occhi, le orecchie del defunto con una piccola ascia, perchè potesse ritrovare l’energia vitale e rina-scere nell’Aldilà.

1° p

arag

rafo

Per comprendere

I vasi canopi

TITOLO: indica l’argomento

di cui si parla.

INTRODUZIONE:introduce all’argomento

in modo generale.

PAROLA CHIAVE:parola evidenziata in

grassetto per richiamare l’attenzione sui termini

da ricordare.

CAPOVERSO:parte più piccola del paragrafo che

contiene informazio-ni specifiche.

PARAGRAFO:parte del testo che spiega un argomento particolare.

capo

vers

oca

pove

rso

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Page 173: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

•Completa lo schema riassumendo le informazioni contenute nei vari paragrafi.

Imparare a studiare

Testostorico

...capoversi, parole chiave

Il funerale e la vita dopo la morte.Completate le operazioni di mummificazione, che si svol-gevano in appositi laboratori, la mummia veniva chiusa nel sarcofago. Era il momento del funerale vero e proprio. Il defunto veniva trasportato alla tomba su un carro tirato da buoi e i servitori seguivano la processione portando il corre-do dei vasi canopi, le statuette e le suppellettili.Sul luogo di sepoltura, i sacerdoti leggevano il rituale per celebrare “l’apertura della bocca”*: questo rito era consi-derato fondamentale per dare al defunto la possibilità di vivere nell’Aldilà. Dopo un’offerta sacrificale il sarcofago ve-niva chiuso nella cripta in un altro sarcofago di dimensioni maggiori.

Il tribunale dei morti. Dagli Egizi la vita dopo la morte era considerata un premio per la buona condotta sulla terra. Lo sciacallo Anubi, dio dei morti, accompagnava il defunto nell’Aldilà e lo presentava al giudizio divino. Alla presenza di 42 divinità e di Osiride, giudice supremo, si procedeva alla “pesatura del cuore” del morto, posto simbolicamente su un piatto di bilancia: sull’altro piatto era collocata una piuma, simbolo della dea Maat (la Giustizia). Se il risultato era positivo il defunto en-trava nella vita dell’Aldilà; se era negativo, veniva divorato da un mostro terribile.

a cura di G. Caselli, Gli antichi Egiziani, Giunti Junior

3° paragrafo2° paragrafo

• Estrazione degli ..........................................................................................

• Immersione del corpo in sostanze .............................................................

• Trattamento con olii, ..................................................................................

• Bendatura con ..........................................................................................

• Mummia chiusa in un ...............................................................................

• Processione ................................................................................................

• Sacerdoti celebrano rito dell’ ......................................................................

• Anubi accompagna il defunto nell’ .............................................................

• Rito della ..................................................................................................

Mummi-ficazione

Tribunale dei morti

Sepoltura

Lo sciacallo Anubi

RITI FUNEBRI PER ENTRARE NELL’ALDILÀ

capoversocapoverso

capoverso

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Page 174: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

Il fiume IndoI l fiume Indo scende dalla catena dell’Himalaya, le cui nevi, in prima-vera, si sciolgono e vanno ad ingrossare le acque del fiume. In estate, le piogge dei monsoni provenienti dall’oceano contribuiscono ulterior-mente a gonfiare l’Indo, tanto da provocare straripamenti ed inonda-zioni. Come nel caso del Nilo e dei fiumi mesopotamici, anche l’Indo porta a valle un terriccio che, con lo straripamento, aumenta la fertilità del terreno. La possibilità di sfruttare le acque del fiume, e di sviluppa-re quindi l’agricoltura, portò anche al sorgere, intorno al 2500 a.C. di alcuni villaggi. Le rovine più imponenti sono quelle dei centri urbani di Mohenjo-daro e di Harappa.

A.A. Mola, R. Romano, Storia, Fabbri Editori

Struttura logico - causale

Testogeografico

•Completa il diagramma inserendo le parole mancanti sui puntini. Le frecce indicano i legamilogico-causali presenti nel testo.

Primavera, Himalaya: Estate, Oceano: scioglimento della ................. arrivo delle .............. monsoniche

ingrossamento del FIUME ................................................

straripamento delle acque e .............................................

deposito di terriccio

aumento della ................................................ del terreno

sviluppo dell’....................................................................

e sorgere di centri ................................. fin dall’antichità.

Imparare a studiare

Le rovine di Harappa

Rive del fiume Indo

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Page 175: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

Elenchi ed enumerazioni

Testogeografico

La vegetazione sulle AlpiSe partissimo dalle prime pendici delle Prealpi e salissimo fino a un’al-tezza di 3000 metri, vedremmo il paesaggio modificarsi più volte, e diversi tipi di vegetazione succedersi di mano in mano che la salita pro-cede. Possiamo distinguere, per comodità, quattro fasce o strati di vegetazione:All’inizio, boschi di latifoglie (alberi dalle foglie larghe e caduche, che ingialliscono e cadono in autunno): noccioli, betulle, più in alto querce e castagni, più in alto ancora faggi. Accanto ai boschi coltivazioni di vario tipo: cereali (specie granoturco), patate, viti (ma non troppo in alto). E ancora, vaste distese coltivate a prato, per ricavarne foraggio invernale per gli animali. Questa prima fascia giunge fino ai 1500 metri circa.Poco per volta, i faggi si fanno più rari fino a scomparire, e si alternano ai boschi di conifere: abeti, larici, pini. Con questa seconda fascia si ar-riva poco oltre i 2000 metri. In essa, le coltivazioni (segale, patate) sono ormai molto rare, e si trovano solo in radure ben esposte al sole. I cereali non crescono oltre i 1800 m. Poco oltre i 2000 m, insieme alle foreste di larici, finiscono anche le abitazioni permanenti, cioè le case abitate tutto l’anno. Dove finiscono i larici, si aprono pascoli spontanei di erba più o meno rada, interrotti da arbusti (rododendri, ginepri, pini montani) e da pian-te a fiori minuti (stelle alpine, genziane). Questa terza fascia raggiunge quasi i 3000 metri. Attorno ai 3000 m, cominciano le nevi perenni, che si alternano alla nuda roccia. Ma la vegetazione non finisce. Una dozzina di specie di piante con fiori resistono fin oltre i 4000 m: un ranuncolo dei ghiacciai venne raccolto a 4272 m. Ancora più in alto si spingono muschi e licheni.Non si deve pensare, però, che queste fasce si succedano ovunque re-golarmente. Intanto, non c’è sempre un punto nel quale i faggi fini-scono e cominciano le conifere: spesso, diversi tipi di piante possono coesistere, molto vicine tra loro.

AA.VV, L’Italia, ambienti e regioni, Zanichelli Bosco di latifoglie

Bosco di conifere

Pascoli d’altura

Ranuncolo dei ghiacciai

•Completa con le informazioni relative alla vegetazione che trovi sulle Alpi.

Fin oltre i 4000 m: ..................................................................................................................

Fino a 3000 m circa: ...............................................................................................................

Fino a 2000 m circa: ...............................................................................................................

Fino a 1500 m circa: ...............................................................................................................

Imparare a studiare

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Page 176: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

Gli AppenniniL’Appennino settentrionale Nell’Appennino tosco-emiliano i monti sono ricoperti di boschi. Le pian-te si succedono secondo l’altitudine: più in basso si trovano querce e castagni; oltre i 1000 metri crescono boschi di faggi, più in alto gli abeti rossi e altre conifere. La presenza del bosco in passato ha richiamato la presenza dell’uomo, che da questo poteva ricavare abbondante legname. In particolare il castagneto ha rappresentato per molti anni la fonte di sostentamento principale sia per il legname da riscaldamento e da co-struzione, sia per le castagne, alimento fondamentale che ha permesso la sopravvivenza di numerose famiglie di queste zone dell’Appennino. Dall’800 è cominciato lo spopolamento costante di queste regioni; oggi molti di questi paesi sono stati recuperati e le “case dei nonni” sono state ristrutturate per poterci trascorrere delle vacanze rilassanti a con-tatto con la natura.

Da A. De Bernardi, Geografia, vol. 1, Bruno Mondadori

Schematizzaree sintetizzare

Testogeografico

Appenninosettentrionale-Completa la sintesi.

Boschi di ....................................................... Boschi di castagni fonte di sostentamento:

oltre i 1000 metri .......................................... per .............................................................

più in alto ancora ......................................... per .............................................................

Imparare a studiare

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Page 177: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

I L TESTO INFORMATIVO

L’Appennino meridionale In Campania e Basilicata, il paesaggio è simile a quel-lo abruzzese, con montagne brulle sulle cime e macchiate dal bosco sulle parti inferiori dei pendii. In Calabria, il bosco è molto più rigoglioso e risale fittamente lungo i fianchi dei mon-ti: un quarto dell’intera regione è occupato dal bosco. Si trovano qui il larice, l’abete bianco e il faggio. Nelle zone con piogge ab-bondanti si possono avere buone coltivazioni: olivi, viti, fichi, ortaggi.

Da A. De Bernardi, Geografia, vol. 1, Bruno Mondadori

L’Appennino centrale La povertà del territorio è maggiore nelle zone centrali degli Appennini. Qui il suolo in superficie è arido e sterile, poiché assorbe molto facil-mente l’acqua che quindi filtra negli strati inferiori del terreno. I grandi boschi delle montagne abruzzesi sono stati sfruttati dall’uomo nel cor-so dei secoli; perciò sono rimaste solo macchie di bosco da tagliare ad intervalli regolari per ricavarne legna. Il resto del terreno è ricoperto di pascoli magri, con erbe dure e secche, adatti a pecore e capre. Invece le ampie conche dell’Appennino centrale (Conca dell’ex Lago di Fucino, Conca di Sulmona), sono composte di terreno alluvionale e quindi sono coperte di campi coltivati, vigneti, oliveti e frutteti.

Da A. De Bernardi, Geografia, vol. 1, Bruno Mondadori

Appenninocentrale - Completa la sintesi inserendo le parole al posto giusto.

legname - sfruttati - ampie conche - pascoli - arido e sterile - pecore e capre

Terreno ................................................; grandi boschi ...........................................................

nel corso dei secoli; qualche macchia di bosco per ricavare del ...............................................;

................................................... magri adatti a ....................................................................;

..................................................................................... coltivate a vigneti, oliveti, frutteti.

Appenninomeridionale-Completa la sintesi.

CampaniaeBasilicata: Calabria:

montagne ....................... sulle cime; bosco più ................................................... ;

macchie di bosco sulle parti presenza di: ................................................ ;

....................................................................... zone con piogge: coltivazioni di ...................

....................................................................... ....................................................................

Imparare a studiare

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Page 178: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

CHE COS’È

Il testo regolativo è un testo che indica lemodalitàdicomportamento, le norme, il regolamento da rispettare in determinate situazioni e in ambienti diversi o le istruzioni per realizzare e utilizzare oggetti.

Ci sono testi regolativi prescrittivi che indicano obblighi, doveri, divieti, proibizioni. Sono testi di leggi,ordinanze,regolamenti,fogliillustrativideimedicinali.Il linguaggio utilizzato è formale, burocratico, giuridico.Ci sono testi regolativi istruzionali, che danno indicazioni su come agire per fare qualcosa, spiegando in modo ordinato e logico tutte le azioni da compiere: ricette, istruzioni per l’uso di un oggetto, spiegazioni per lo svolgimentodi un gioco. Il linguaggio utilizzato è chiaro, essenziale, specifico.

Spesso le illustrazioni facilitano la comprensione di

un testo regolativo.

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Page 179: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Educazione stradale:il codice per il ciclista

Testoregolativo

Analizziamo insieme

LINGUAGGIO FORMALE CHE INDICA OBBLIGHI

E DIVIETI

Chi va in bicicletta deveviaggiare sul lato destro della strada.Deveconoscereerispettare la segnaletica stradale e le indicazioni degli agenti del traffico.La biciclettadeveesseremantenutainefficienza per quanto riguar-da freni, luci e pneumatici.Se si è in più di una persona, è consigliabile procedere in fila indiana.Èvietato portare altre persone sulla sella, sul manubrio, sulla canna o sul portapacchi; è consentito trasportare un solo bambino utilizzando l’apposito seggiolino.Nonèconsentitocircolare in bicicletta sulle autostrade o super-strade.Bisogna utilizzare, quando esistono, le piste ciclabili.Èvietatosorpassaretram o filobus fermi, per la salita o la discesa dei viaggiatori.Ènecessariotenere, rispetto al veicolo che pre-cede, unadistanzadisicurezza che garanti-sca un arresto tempestivo.Èobbligatorio segnalare con il brac-cio eventuali spostamenti. In caso di svolta a sinistra verificare che la stra-da perpendicolare a quella su cui si sta viaggiando sia libera, portarsi al centro dell’incrocio e fermarsi; accertarsi che dalla corsia op-posta alla propria non proven-gano veicoli e quindi svoltare.

B. Mantovani, Azione, gesto, sport, Edi Ermes Scuola

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Page 180: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

In giro per la cittàI l codice stradale utilizza anche un linguaggio fatto di colori, simboli e segnali. Lo scopo è di indicare a chi circola per la strada, sia a piedi sia sui veicoli, quali norme di comportamento seguire.

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

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.........................................

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.........................................

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.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

.........................................

Scrivi sotto a ciascun segnale il rispettivo significato:

Testoregolativo

Codice stradale

178Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola

Page 181: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Indica se, in caso di temporale, il comportamento è sicuro (S)oppure rischioso (R).

•Rimanere sul lungomare sotto l’ombrellone .....................................

•Continuare a giocare con i videogiochi ............................................

•Spegnere la tv o il pc .......................................................................

•Giocare sotto una grande quercia ....................................................

•Non tenere in mano oggetti di metallo ............................................

•Salire sull’auto in garage ..................................................................

•Salire sul tetto a terrazza di un palazzo ............................................

Norme di comportamento

TestoregolativoIn caso di temporale

In casa

•Non stare davanti alla finestra né in mezzo a correnti d’aria.

•Non tenere in mano coltelli, forbici o altri oggetti a punta di metallo.

•Spegnere il televisore e chiudere tutte le finestre.

All’aperto

•Allontanarsi da alberi isolati (soprattutto olmi, querce, pioppi, larici),

poiché oltre alla corrente elettrica del fulmine, vi è una piccola parte

di corrente trasmessa dal terreno intorno.

•Stare lontano dalle superfici d’acqua.

•Spostarsi da una zona elevata verso il basso.

•Non fermarsi in un luogo ripidamente inclinato, lungo pareti roccio-

se verticali, nelle vicinanze di caverne o sotto una tettoia di roccia. Il

fulmine tende a scaricarsi seguendo la conformazione delle pareti.

•Cercare riparo in un’automobile con tetto metallico o in una casa.

•All’aperto un posto sicuro è nel mezzo di un avvallamento

o di un fosso; un po’ meno sicuro invece un terreno piatto.

Quando un fulmine colpisce vicino, bisogna accovacciarsi

e non toccare nulla per un po’ di tempo.

J. E. Palkiewicz, Scuola di sopravvivenza, Mursia

Analisi del testo

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Page 182: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il gioco della damaDisposizione dei pezzi: a dama si gioca in due persone. La scacchiera va disposta con la casella angolare inferiore bianca a sinistra. Ognuno dispone di dodici pedine che si collocano nelle caselle nere delle tre linee orizzontali prossime al giocatore.

Movimento dei pezzi: le pedine si muovono solo diagonalmente in avanti sulle caselle nere, passando in una delle due adiacenti, purchè sia libera. Esse non possono retrocedere in nessun caso. Muove per primo il giocatore che ha le pedine bianche, poi quello che ha le pedi-ne nere.

Damatura: quando una pedina raggiunge il lato opposto della scac-chiera diventa “dama” e viene distinta sovrapponendole un’altra pedi-na dello stesso colore. La dama può muoversi anche all’indietro e non può essere mangiata dalle pedine.

Presa: quando un pezzo (dama o pedina) si trova a contatto con un pezzo avversario che abbia alle spalle lungo la stessa diagonale una casella libera, esso può prenderlo scavalcandolo e occupando la casel-la libera alle sue spalle. I pezzi da prendere possono essere più di uno quando, dopo la prima presa, si incontra un altro pezzo avversario nelle condizioni del precedente, cioè con una casella libera alle spalle. Quando un pezzo è in condizione di prendere, è obbligo che la mossa di presa abbia la precedenza su ogni altra mossa; se le prese possibili sono più d’una, ha la precedenza la mossa più vantaggiosa per chi deve muovere. In caso di indifferenza ha la precedenza la mossa della dama rispetto a quella della pedina.

Esito della partita: la partita è vinta quando uno dei giocatori riduce l’avversario senza pezzi o in condizione di non poter muovere. La par-tita è pari se non si conclude entro cinquanta mosse. AA.VV., Le due lune, Il Capitello

Le regole di un gioco

Testoregolativo

Dizionario

Cerca sul dizionario il significato delle parole evidenziate in azzur-ro.

Sottolinea il testo: • di blu per indicare il

numero dei giocatori;• di rosso per il mate-

riale occorrente;• di verde per indicare

lo scopo del gioco.

•Completa alcune regole del gioco della dama inserendo le parole al posto giusto:

scacchiera-retrocedere-casella-all’indietro-diagonalmente

- Le pedine si muovono solo ................................... e non possono mai .................................

- Quando una pedina arriva al lato opposto della ................................. diventa “dama”

- La dama può muoversi anche .......................................................

- La presa avviene scavalcando il pezzo avversario, quando c’è una ........................................

libera alle sue spalle.

Analisi del testo

Per comprendere

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Page 183: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La basbousa,una ricetta egiziana Le ricette

Testoregolativo

• .................................................. : per 4 persone

• .................................................. : 60 minuti

• ................................................... 500 g di farina di semola .................................................. : 2 cucchiaini di burro

3 bicchieri di zucchero 2 cucchiaini di lievito 1/2 bicchiere di cocco grattugiato 2 bicchieri di latte un po’ di succo di limone un bicchiere d’acqua• ...................................................Mettete la farina in una ciotola, aggiungete il burro e mescolate il tutto.Aggiungete un bicchiere di zucchero, il lievito, il cocco grattugiato e il latte in quantità tale da ottenere una pastella molle.Versate l’impasto in una teglia e infornate a 150 C° per 15/20 minuti.Intanto preparate uno sciroppo, versando in un pentolino due bicchieri di zucchero, uno di acqua e qualche goccia di succo di limone.Mettete a bollire per alcuni minuti, al massimo cinque.Appena la torta sarà sfornata, versateci sopra lo sciroppo, poi un po’ di cocco grattugiato. La basbousa è pronta!

G. Favaro, Amici venuti da lontano, Nicola Milano Editore

Quale modo e tempo verbale viene utilizza-to in prevalenza?

Infinito presente Indicativo presente Condizionale pres. Imperativo

Scrivi accanto al testo i seguenti titoletti:

• DOSI• INGREDIENTI

E QUANTITÀ• FASI DI

LAVORAZIONE• TEMPO

Per preparare questo dolce devi disporre di:

•una teglia SI NO

•un pentolino SI NO

•un colapasta SI NO

•una ciotola SI NO

•uno spremiagrumi SI NO

•bicchieri SI NO

•cucchiaini SI NO

•un macina caffè SI NO

Analisi del testo

Per comprendere

Riflessione linguistica

181Copia personale. Non distribuibile né vendibile. © 2012 Giunti Scuola

Page 184: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Scriviamo una e-mailLe istruzioni

Testoregolativo

• www significa world wide web, cioè ra-gnatela mondiale.

• Internet è para-gonabile a un im-menso mare pieno di informazioni (da qui il termine “na-vigare”). Ma viene anche paragonato ad un’enorme ra-gnatela.

• Sai come viene chia-mato il simbolo @?

Coccinella Chiocciola Lumaca

• Il simbolo @ è l’ab-breviazione della parola inglese “at”, che significa “pres-so”. La sua presenza indica che si tratta di un indirizzo di posta elettronica e non di un indirizzo Internet (www......)

Ricorda!Comunica via e-mail solo con perso-ne che conosci bene. Non aprire mes-saggi inviati da sconosciuti e, a mag-gior ragione, non rispondere a questi messaggi. Chiedi comunque sempre consiglio ai tuoi genitori.

Scrivere un messaggio di posta elettronica.Scrivi un messaggio a Pierino Peste (per esempio) di cui conosci l’indirizzo mail: [email protected] come procedere:

• Apri il programma di posta elettronica e premi il pulsante Creamessaggio.

• Inserisci i dati nella lettera che si aprirà e scrivi il messaggio:

• Quando hai terminato, clicca su Invia.

scriviilmessaggioinquestazonabianca.

riassumiqui,inpocheparole,ilmotivodelmessaggio;

scriviquil’indirizzodiPierino;

Se nella vostra classe disponete di un computer e della possibilità di connettervi a Internet,

con l’aiuto dell’insegnante potreste procurarvi l’indirizzo di posta elettronica di scuole di altre

città, magari anche all’estero e, seguendo le istruzioni fornite, potreste provare a mettervi in

contatto con loro inviando una e-mail: potrebbe essere interessante avviare una corrisponden-

za elettronica per conoscere nuovi amici!

Attività

Per comprendere

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Page 185: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Poco acido Molto acido Acquapotabile

Esperimento ecologico: gocce di pioggia

Procedimento:• versa in uno dei tre barattoli da un litro cinque centilitri di succo di limone

o di aceto e poi aggiungi dell’acqua fino a riempirlo e coprilo;

• poni su di esso un’etichetta con la scritta POCO ACIDO;

• versa nel secondo barattolo una tazza da tè di aceto o di succo di limone, poi riempilo di acqua e coprilo;

• applica su di esso un’etichetta con la scritta MOLTO ACIDO;

• riempi il terzo barattolo con acqua del rubinetto e scrivi sull’etichetta ACQUA POTABILE, poi coprilo;

• prendi le tre piante e su ogni vaso incolla un’etichetta;

• sulla prima scrivi POCO ACIDO, sulla seconda scrivi MOLTO ACIDO e sulla terza ACQUA POTABILE: le piante devono essere annaffiate con il conte-nuto del barattolo corrispondente;

• poni i tre vasetti con le piantine uno accanto all’altro, in modo che riceva-no la stessa quantità di luce e di calore;

• ogni due giorni, per una settimana, bagnale con l’acqua dei rispettivi barattoli.

AA.VV., Lezioni per stare bene insieme, Elmedi

Un esperimento

Testoregolativo

Osservazioni

Materiale occorrente: • 3 barattoli di vetro da

un litro con coperchio• misuratore graduato• 3 pianticelle in vaso• una bottiglia di aceto

o di succo di limone• 6 etichette adesive• una penna• scheda per le

osservazioni

Dopo una settimana registra le tue osservazioni in merito alle tre piantine.

•Che cosa è successo ad ognuna di loro? ..............................................................................

...........................................................................................................................................

...........................................................................................................................................

•È mutato il colore dei fiori o delle foglie a seconda della diversa acidità? Come? ..................

...........................................................................................................................................

...........................................................................................................................................

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Page 186: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

La città d’estate

La città semivuota mi pareva deserta. C’erano gli alberi che bevevano il sole, c’era un grande silenzio.A volte, c’era una piazza che mi attendeva, con Ie sue nuvole e il suo calmo calore. Nessuno l’attraversava, nessuna finestra s’apriva, ma s’aprivano gli sfondi delle vie deserte in attesa di una voce o di un passo. C’è sempre qualche via più vuota di un’altra.

Alle volte mi fermo a guardarla bene, perchè in quell’ora, in quel deserto, non mi pare di conoscerla. Più che nelle strade lunghe e alberate della periferia dove potrei respirare un po’ d’aria buona, mi piace girare le piazze e Ie viuzze del centro, dove ci sono i palazzi, e che sembrano ancora più mie, perchè proprio non si capisce come tutti se ne siano andati.

Cesare Pavese, Feria d’agosto, Einaudi

Racconta tu

Descrivi la tua città o il tuo paese durante l’estate. È vuoto o affol-lato? È caldo o fresco?

• Sottolinea le espressioni che de-scrivono il silenzio e il calore della città.

• Perché all’autore piace girare per il centro della città d’estate?

Per comprendere

184

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Page 187: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il mareMare amico, nido dei venti,eterno tumulto di fuoco e di schiumarabbiosa, guizzante, balenantecome fulmine sulla terra. Sulla tua spiaggia attendo l’alba,prigioniero della tua voce tempestosa:porto nel mio cuore il tuo canto selvaggioe il tuo perenne invito verso i cieli.

G. Sejtanov, in La natura nelle poesie di adulti e bambini, Piccoli

I campi erano pieni d’oroI campi erano pieni d’orole ombre degli alberis’allungavano sempre più.L’oro palpitava purpureonella penombra e guizzavanolampi d’oro sui covoni. Romano, Giovane è il tempo, Mondadori

Il mare è tutto azzurroIl mare è tutto azzurro;il mare è tutto calmo.Nel cuore è quasi un urlodi gioia. E tutto è calmo.

S. Penna, in La natura nelle poesie di adulti e bambini, Piccoli

Cerca sul dizionario il significato di:chiglia ...............................................................rifluire ...............................................................

EstateCicale, sorelle, nel solecon voi mi nascondonel folto dei pioppie aspetto le stelle...

Salvatore Quasimodo

Dizionario

La conchigliaHo trovato una conchigliae la voglio conservareera là presso la chigliad’una barca in riva al mare.

Accostando la conchigliaall’orecchio si può udiredelle onde, o meraviglia!sulla spiaggia il rifluire. K. Jackson

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Page 188: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Claude Monet, Donna con il parasole girata verso sinistra, 1886, Musée d’Orsay, Parigi.

Monet ritrae in una bella giornata di sole Suzanne Hoschédé, figlia di Alice Hoschédé (Alice diventerà da lì a qualche anno la sua seconda moglie). Suzanne è in mezzo a un meraviglioso prato estivo, sembra quasi sul crinale di una collinetta; la brezza la sfiora, l’aria è limpida e il momento sembra precedere di poco l’atto in cui se ne andrà.

• Ancora una volta gli impressionisti ci mostrano una tecnica pittorica fatta di segni con vari an-damenti: quali direzioni prendono le pennellate? Cambiano a seconda del particolare che rappre-sentano?

• Se tu fossi su questa collina, quali rumori potresti sentire?

Donna con il parasole

Occhio al dipinto

Claude Monet

186

Claude Monet nacque a Parigi nel 1840. Durante l’adolescenza la sua famiglia si trasferì a Le Havre, dove iniziò a disegnare e a vendere cari-cature fatte a carboncino. In segui-to si trasferì nuovamente a Parigi, dove consolidò la sua attività di arti-sta grazie al fermento culturale del-la capitale francese. Quando scoppiò la guerra con la Prussia, per evitare di essere arruolato, Monet si trasferì con la famiglia prima in Normandia e poi a Londra. Qui dipinse la sua fa-mosa opera dal titolo “Impressione, sole nascente”, che sarà ispirazione per il nome del noto movimento ar-tistico dell’Impressionismo. Morì a Giverny, in Francia, nel 1926.

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Page 189: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Osserva il quadro: da dove proviene la luce secondo te? ....................................................................................Da cosa l’hai capito? .....................................................Sai elencare i colori che sono serviti per rappresen-tare il prato? ..................................................................Con quali colori è stata realizzata l’ombra? ...................................................................................................................................................................................................

La mano del pittore si muove in tante direzioni: a che cosa servono questi diversi andamenti?........................................................................................... In generale, il dipinto ti suggerisce un’idea di movi-mento o staticità?...........................................................................................

Osserva i colori utilizzati per realizzare il cielo e prova ad elencarli: .........................................................................................................................................................Che andamento hanno la pennellate?...................................................................Da che punto di vista è raffigurata la donna? ................................................

Quando si dipinge, bisogna sempre cercare di capi-re quale sia la direzione di provenienza della luce, per rappresentarla al meglio e per capire quali om-bre può generare. In un ambiente oscurato, prova a mettere degli oggetti su un tavolo e, con una torcia, illuminali da varie direzioni e distanze per capire il gioco di ombre che si forma. Osserva l’immagine a fianco: da dove proviene la luce secondo te? Fai una croce sulla freccia che rappresenta la risposta corretta.

Prepara un insieme di oggetti facilmente reperibili in classe, appoggiali su un banco vicino a una fine-stra avendo cura che si formino delle ombre evi-denti. Ora prova a disegnare questa natura morta facendo attenzione agli effetti di luce-ombra.

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Page 190: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

In un bel prato estivo non possono certo mancare degli insetti:

impariamo a disegnare farfalle e formiche.

1

2

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Qui la costruzione è la stes-sa della precedente. Nota che la farfalla è di profilo: fai quindi attenzione alla disposizione dei triangoli per la costruzione delle ali.

Per realizzare questa for-michina si usano solo for-me ovali e un cerchio. Poi, se vorrai, potrai colorare i tuoi disegni: qui è proposta una colorazione a base di acquerelli.

Tre cerchi concatenati ser-vono per impostare il corpo di queste simpatiche far-falle, mentre per le ali devi disegnare due triangoli. Osserva come i cerchi sia-no leggermente schiacciati ai poli e come le ali venga-no sagomate dolcemente. Ricorda di usare la mati-ta senza calcare troppo la mano.

Attività tratta dal volume “Imparare a disegnare - Corso per bambini” - Edizioni del borgo - 2008188

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Page 191: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Basandoci sulla tecnica del co-lore diviso, proviamo ad eserci-tarci a realizzare dei toni secon-dari. Useremo i pennelli con le tempere in modo da ottenere dei segni regolari: lineette, virgolet-te, puntini, etc.

3

Con questa tecnica, puoi ottenere tantissime sfu-mature anche con tutti gli altri colori e realizzare dei meravigliosi effetti di chiaro-scuro. Forse non lo sai, ma gli impressionisti creavano le loro famose ombre colorate o gli effetti chiassosi di piena luce proprio in questo modo: è come se i loro dipinti stes-sero vibrando davanti ai nostri occhi ammirati.

Ora tocca a te: prova a dipingere una collina estiva cercando di dare l’idea del sole del primo pomerig-gio e di un bel venticello estivo.

4

Ecco come potrebbe essere il risultato del tuo lavoro.

1

2

Un verde intermedio sovrapposto al giallo ci darà un verde chiaro brillante, sovrapposto al blu un verde scuro e profondo.

Usando il giallo e il blu, prova a ot-tenere il verde, come nell’esempio a fianco. Ricorda che il risultato è più evidente se lo osservi socchiu-dendo gli occhi o allontanando il foglio.

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Page 192: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Il raccogli vacanze

Materiale

Cartone da imballaggio cm 30 x 15 - gommapiuma o cotone sintetico a stra-to delle stesse dimensioni del cartone - stoffa fantasia cm 36 x 21 - pannolenci bianco, blu e azzurro - elastico a sezione tonda cm 30 - cartoncino ondulato - col-la in stick o vinilica - due bottoni, ago e filo - forbici normali e a zig-zag - perfo-ratore - spago.

Incolla della gommapiuma o del cotone sintetico su un ritaglio di cartone da imballaggio di cm 30 x 15 (modello D2).

Appoggia il cartone dalla parte della gomma-piuma al centro di un rettangolo di tessuto di cm 36 x 21 (modello D1) e ritaglia i quattro angoli con le forbici con la lama a zig-zag. Per fare il dorso, traccia con un pennarello rosso due linee parallele al centro del cartone e ritaglia il tessuto nella posizione indicata dalle linee tratteggiate sul cartamodello.

1

2

Dove mettere i nostri ricordi delle va-canze? Ecco un’idea per realizzare un originale raccoglitore fai-da-te!

Cartamodelli dell’attività (D1-D5) sulla guida per l’insegnante

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Page 193: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Con il perforatore, pratica quattro buchi sul dorso della copertina nelle posizioni indicate nel modello D1.

Piega i bordi del tessuto verso l’inter-no ed incollali sul cartone, così come indicato nella foto.

Per rivestire l’interno del racco-glitore, ritaglia tre rettangoli di cartoncino ondulato delle dimen-sioni dei riquadri evidenziati in grigio sul cartamodello (modello D3) ed incollali.

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3 Crea tu!

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Page 194: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

Disegna le sagome delle onde del mare (modelli D5) sul pannolenci azzurro e blu e della balena (modello D4) su quello bianco (il corpo) e blu (lo spruzzo). Ritaglia. Capovolgi il raccoglitore e decora la copertina incollan-do sulla facciata di destra le onde. Poi incolla la balena e fissa su quest’ultima una coppia di occhi di plastica con pupilla mobile. Infine, ritaglia un rettangolo di cartoncino ondulato con le forbici a zig-zag ed incollagli al centro un cartoncino bianco più piccolo, su cui scri-verai il titolo del tuo libro.

Infila l’elastico a sezione tonda nei 4 fori come illustrato a lato e annoda insieme le due estre-mità alla base del raccoglitore. L’elastico non deve essere teso in modo eccessivo.

Cuci (o incolla) due bottoni sulla coperti-na nella posizione indicata nel modello D1. Annoda un pezzo di spago a doppia anella e, per chiudere il libro, infila ciascun bottone nella rispettiva asola.

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Attività tratta dal volume “Creazioni per bambini per tutte le stagioni” di Chiara BalzarottiCollana Laboratori creativi - Edizioni del borgo192

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Page 195: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

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Page 196: Castelli in Aria 4 - Lingua e linguaggi

93435M

Prezzo ministeriale

del borgo

Letture per l’alunno

Letture per l’alunno

Grammatica di 4 e 5VOLUME BIENNALE

Laboratorio di scritturaVOLUME BIENNALE

TAG

LIO

TAG

LIO

ANGOLO DATAGLIARE VIA

ANGOLO DATAGLIARE VIA

ANGOLO DATAGLIARE VIA

ANGOLO DATAGLIARE VIA

2X

TAG

LIO

TAG

LIO

D5D5

D4

D3D3D3D2

D1

A1

C

A2

A3

A4

Con cartamodello

Guida per l’insegnanteClasse

Codice per l’adozione ministeriale(lettura classe 4 + i volumi biennali)ISBN 978-88-8457-314-8

Classe

• Percorsopertipologietestuali

• Stagioniericorrenze

• Corsodidisegno

• Percorsopertipologietestuali

• Stagioniericorrenze

• Corsodidisegno

• Comunicazione

• Morfologiaesintassi

• Verifiche

• Percorsidiscrittura

• Guidadell’insegnanteperlosviluppodeipercorsi.

• A corredo, un cartamodello in formato60x80cmperlarealizzazionedeipro-getti della sezione “Crea tu” presentenelvolumedell’alunno.

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