Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

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TRIMESTRALE - ANNO 6 - APR/MAG/GIU 2012 - N. 50 QUARTERLY - YEAR 6 - APR/MAY/JUN 2012 - N. 50 MICHEL BOUCQUILLON SPECIALE SALONE VICTORIA 73 HOUSE CARRARA MARBLE WEEKS The italian magazine of interior design delivered worldwide ENGLISH TEXT *

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In questo numero si parla di Milano Design Week, michel boucquillon, Carrara marble weeks

Transcript of Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

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TRIMESTRALE - ANNO 6 - APR/MAG/GIU 2012 - N. 50QUARTERLY - YEAR 6 - APR/MAY/JUN 2012 - N. 50

MICHEL BOUCQUILLONSPECIALE SALONEVICTORIA 73 HOUSECARRARA MARBLE WEEKS

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Nel corso degli anni mi è capitato di sentire ogni genere di definizione riguardo agli

oggetti “di-design”, compresa l’affermazione che il design avesse a che fare con il

semplice gesto di “disegnare”… inoltre, sembra tendenza diffusa pensare che più un

oggetto risulta complesso nella sua costituzione, maggiore è il valore “di-design” che

acquisisce. Ebbene, penso che non ci sia niente di più fuorviante.

E’ innegabile che ultimamente si sia fatto un utilizzo dilatato (e improprio) di questo

termine, più che altro riferendosi al lato puramente estetico di un oggetto, forse come

conseguenza, a mio avviso, di un bisogno di distinzione elitaria del Made in Italy che,

avendo perso il suo ruolo da “tronista” nella moda, ha pensato bene di ottenere una

qualche forma di rivendicazione tramite lo sfruttamento del mondo del progetto.

Così, se oggi un qualsiasi complemento esprime una forma estetica di minima attrat-

tiva si parla di oggetto “di-design”, ignorando completamente quelle conditio sine qua

non che rendono giustificabile e appropriata l’associazione con tale termine.

D’altronde, è indicativo rendersi conto che la parola inglese “design” non è traducibi-

le, né in italiano né in nessun’altra lingua del mondo, in quanto non si riferisce a un

unico aspetto, ma al contrario esprime un insieme di caratteristiche inscindibili una

dall’altra che devono coesistere con un certo “equilibrio” nello stesso oggetto. In real-

tà, è impensabile districare dal Design aspetti quali qualità, estetica e funzionalità,

perché essi rappresentano i minimi comuni denominatori dello spessore progettuale

che sottende la creazione di qualsiasi oggetto degno di questo termine.

In altre parole, diviene lecito fare riferimento al Design nel momento (e solo in que-

sto caso) in cui questi aspetti sono identificabili nello stesso oggetto e, soprattutto,

quando la loro convivenza esprime un’armonia d’insieme. In tale caso si può parlare

concretamente di Design. Altrimenti non faremo altro che continuare a riempirci la

bocca con frasi di-design.

DI-DESIGN

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DElMontE s.r.l. via s. martino 20054 nova milanese (mb) italy t +39 0362 367112 F +39 0362 450586 E [email protected] WEB www.albeD.it3 CASATREND

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DI PAOLO RUGGIERO, FOTO DI SAOTA ARCHITECTS

PER IMMETTERE SUL MERCATO PRODOTTI COMPETITIVI SIAMO PERSUASI SI

DEBBA PERCORRERE LA STRADA DELL’INNOVAZIONE; QUESTO SIGNIFICA PORSI

OBIETTIVI SEMPRE NUOVI, ANCHE DIFFICILI, ESPLORARE TECNOLOGIE D’AVAN-

GUARDIA, SCOMMETTERE SU MATERIALI POCO CONOSCIUTI O NON MOLTO UTI-

LIZZATI. E’ PARTENDO DA QUESTI PRESUPPOSTI CHE È NATA LA BRUNO FATTORINI

& PARTNERS, STUDIO DI PROGETTAZIONE, MA ANCHE LABORATORIO DI RICERCA

E LUOGO DI SPERIMENTAZIONE.

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SPEC

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B&B ITALIA NASCE NEL 1966 DALL’INTUITO DI PIERO AMBROGIO BUSNELLI, NOTO E CARISMATICO IMPRENDITORE. NONOSTANTE LA SUA PRODUZIONE FOSSE SPECIALIZZATA E LIMITATA ALL’AMBITO DEGLI IMBOTTITI, L’AZIENDA SI È IMMEDIATAMENTE GUADAGNATA UN POSTO SOTTO I RIFLETTORI NEL SETTORE DEL DESIGN NAZIONALE E INTERNAZIONALE. SOLO DOPO ESSERSI APERTA A NUOVE ESPERIENZE CREATIVE E AVER SVILUPPATO UNA SPICCA-TA COMPETENZA NEL SETTORE, L’AZIENDA HA INTRODOTTO NEL PROPRIO VENTAGLIO DI OFFERTE ANCHE PRODOTTI DELL’ARREDO DOMESTICO PER INTERNI, ESTERNI E SOLO DI RECENTE ANCHE PER LO SPAZIO CONTRACT.I PRODOTTI B&B RISPONDONO IN MANIERA EFFICACE ED ECLETTICA ALLA CONTINUA EVOLUZIONE DELL’ABITARE, COMBINANDO ALLA PREGIATA FATTU-RA MADE IN ITALY UNO SPIRITO CREATIVO, MODERNO E DI UN’ADATTABILITÀ TALE DA RENDERLI IMMORTALI, SENZA TEMPO. LA COLLABORAZIONE CON DESIGNERS INTERNAZIONALI HA INCENTIVATO LA PRODUZIONE DI ELEMEN-TI DI QUALITÀ RICONOSCIBILE, CHE SONO VALSI ALL’AZIENDA NUMEROSI RI-CONOSCIMENTI TRA CUI QUATTRO COMPASSI D’ORO, DI CUI UNO NEL 1989 “PER IL COSTANTE LAVORO DI INTEGRAZIONE SVOLTO AL FINE DI CONIUGA-RE I VALORI DELLA RICERCA TECNICO SCIENTIFICA CON QUELLI NECESSARI ALLA FUNZIONALITÀ ED ESPRESSIVITÀ DEI PRODOTTI”. B&B ITALIA È ATTUAL-MENTE MEMBRO DELLA FONDAZIONE ALTAGAMMA, CHE RIUNISCE TUTTE LE AZIENDE RIGOROSAMENTE ITALIANE E DI FAMA INTERNAZIONALE CHE PUN-TANO AD ESSERE AVANGUARDISTI PER UN TARGET ELEVATO DEI PRODOTTI DEL DESIGN MADE IN ITALY.

B&B ITALIA

“LE MIGLIORI PROPOSTE CHE POTRETE AMMIRAREIN OCCASIONE DELLA KERMESSE MILANESE”

ANTICIPAZIONI DELSALONE DEL MOBILE

DI IVAN GRANOLLA

B&B ITALIA, www.bebitalia.it

MICHELBOUCQUILLON

DI ARIANNA MALAGOLI

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AGENDA

TREND

NEWS

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FLASH

INTERIORS

DESIGN ADDICTED

SPECIALE SALONE DEL MOBILE

CAR DESIGN

FOOD TREND

ENGLISH TEXT

di Arianna MalagoliCARRARA MARBLE WEEKS

GOD SAVE THE FOOD di Andrea ParacucchiPLACE

EVENTI

NEW PROJECT

CONTRIBUTORSPOINT OF VIEWECCENTRICA di Riccardo Diotallevi

PEOPLEMICHEL BOUCQUILLON di Arianna Malagoli

CHIACCHIERE DI ARCHITETTURAdi Paolo Armenise

FROM MILANMILANO CENTRALE di Paolo Festa

FOCUSOIO di Gabriele Gandolfi

FROM ROMEdi Paolo Stella

NEW MATERIALSDALLA SPERIMENTAZIONE DEI MATERIALI AL

NO PRODUCERCAMEL LIGHT di Gabriele Gandolfi

INDIRIZZI

CHECK THIS OUT

SPOTLIBERI IN CUCINA di Gabriele Gandolfi

SNOHETTA di Arianna Malagoli

di Valerio ComettiSHARE di Ivan Granolla

di Rachele Morris

di Ivan Granolla

CRISTALPLANT di Rachele Morris

LA MISE di Rachele Morris

PROGETTO di Bruno Fattorini e Robin Rizzini

VICTORIA 73 HOUSE di Paolo Ruggiero

WATERPROOF ART PANELS di Alex Scacchetti

ROSSANA di Gabriele Gandolfi

MILANO DESIGN WEEK BY BIKE

EXPANDPOUF di Ivan Granolla

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di Lisa Casali

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WEEK BY BIKEIL FUORI SALONE QUEST’ANNOè I N B I C I C L E T TA

TRE GUIDE ESPERTE DEL SETTORE, LE ESPOSIZIONI PIù RAPPRESENTATIVE DEL-LA SETTIMANA MILANESE DEL DESIGN E I MODELLI DI PUN-TA DELLO STORICO MARCHIO DI DUERUOTE ROSSIGNOLI. L’INIZIATIVA SI RIPETERà PER TRE GIORNI, dal 19 al 21 aprile, CON TOUR GUIDATI DI DIECI PERSONE PER CIA-SCUN GIORNO, DALLE 9.00 ALLE 12.30. INFO E BIGLIETTI ONLINE SUL SITO www.InneRDeSIGn.CoM

TAGMI, STUDIO NATO A MILANO DALL’INCON-TRO TRA DAnILo LeonARDI, INTERIOR E IN-DUSTRIAL DESIGNER, E VALentInA AntInoRI, GRAPHIC DESIGNER, AL FUORI SALONE PRE-SENTA Fix Your Bike, PROGETTO IDEATO PERPERSONALIZZARE LA PROPRIA BICICLETTA. IL KIT DI CUSTOMIZZAZIONE, COMPOSTO DA 7 PEZZI, è REALIZZATO IN UN PARTICOLARE FILM POLIMERICO DI LUNGA DURATA (FINO A 5 ANNI) ED è COMPLETAMENTE PERSONALIZZABILE. L’EVENTO AVRà LUOGO IN VIALE MONTE NERO 26, CIRCUITO DI PORTAROMANA (MI), da Mar-Tedì 17 a doMeNiCa 22 aprile, DALLE ORE 10.30 ALLE ORE 19.30. INFO SU www.tAGMI.It

LE BICICLETTE, STORICO COCKTAIL BAR E RISTORANTE MILANESE, SI PRESENTA AD OGGI COMPLETAMENTE RINNOVATO NEL LOOK - SEMPRE DALLA PERSONALE ATMOSFERA OLD STYLE - E NELLA GESTIONE, AFFIDATA ALLO STORICO PATRON UGo FAVA E AD AnDReA MeonI. IN OCCASIONE DEL FUORI SALONE 2012 LE BICICLETTE PROPONE LA SERATA BOOKBIKE, IN PROGRAMMA MerColedì 18 aprile alle ore 19.00 E IN ONORE DELLA PRESENTAZIONE DELL’OMONIMA ED ESCLUSIVA LIBRERIA PORTA-BICI. NATA DA UN’IDEA DELLO STESSO UGO FAVA IN COLLABORAZIONE CON L’ARCH. toMMASo RoSSI, BOOKBIKE è GIà DIVENTATA OGGET-TO DI CULTO PER GLI AMANTI DELLE DUE RUOTE. UNA DATA DA SEGNARE. PER INFO: Le BICICLette – VIA toRtI 1, MILAno – 02.8394177

L E B I C I C L E T T E S I R I N N O VA E FESTEGGIA LA SETTIMANA DEL MOBILE C O N L A S E R ATA B O O K B I K E

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SHAREDI IVAN GRANOLLA

Share è l’ennesima acuta trovata d’origine nordica che dà modo di pensare che, lassù, forse siano davvero nostro malgrado dieci passi avanti. L’idea di base è semplice e applicabile in tutti quei paesi dove, come in Svezia, la cittadinanza è profondamente votata al rispetto nei confronti dei beni pubblici. Share è infatti una leggerissima sedia metallica progettata per essere disponibile a tutti per qualunque evenienza. Disegnata per in-castrarsi perfettamente con modelli dello stesso tipo, con Share si possono formare lunghe file di elementi connessi tra loro da sistemi di aggancio in tutto e per tutto simili a quelli dei più comuni carrelli di supermercati e aero-porti. Il meccanismo e il concetto sono esattamente gli stessi: si inserisce una moneta – che spinge i fruitori a restituire l’oggetto -, si utilizza la sedia e la si ripone con gran facilità aggiungendola alla fila già definita o fissandola direttamente alla colonnina portante inamovibile.Il design di Share è semplice e efficace, con colori accesi per rendere più allegri gli spazi aperti nei quali è inserita, che siano essi parchi pubblici, centri cittadini o centri commerciali. I pregi sono altrettanto stupefacenti, a partire dalla sua flessibilità che, a differenza delle panchine fisse, permette di scegliere dove posizionarla secondo le proprie esigenze, potendo stare così ora a godere sole, ora a riposare in una fresca zona ombrosa, ora an-cora ad ammirare un panorama suggestivo. Le sedie Share sono leggere alla vista, facilmente ripulibili, resistenti alle intemperie e poco ingombranti. Share è una soluzione divertente e pratica per gli ambienti pubblici; baste-rebbe solo un po’ di voglia di Condivisione.

L’IDEA DI Share, LA SEDIA CONDI-VISIBILE, NASCE IN SVEZIA DALLA MENTE GENIALE DI thoMAS BeRn-StRAnD, DESIGNER RINOMATO A LIVELLO INTERNAZIONALE.

Thomas Bernstrand, www.bernstrand.com

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GRAZIE ALLA REALIZZAZIONE IN SPAnDex DU Pont, UNA MICROFIBRA SINTETI-

CA DALLA SPICCATA ELASTICITà E RESISTENZA, expaNdpouF SI è GUADAGNA-

TO IL TITOLO DI PRIMA SEDUTA ‘ATTIVA’ NEL CAMPO DEGLI IMBOTTITI DI DESIGN.

L’esperienza e lo studio materico alle spalle di questo prodotto gli hanno conferito l’incredibile pos-

sibilità di allungarsi in tutte le direzioni mantenendo una consistenza uniforme, in grado di adattarsi

e seguire continuamente gli spostamenti del corpo di chi ne usufruisce. Da qui il significato di ‘sitting

attivo’, definito dall’interattività ‘viva’ del prodotto. L’aspetto esteriore tiene fede all’alto livello di

comfort offerto, presentando un design futuristico, originale e adattabile a ogni soluzione d’arredo,

che sia indoor o outdoor, altamente decorativa o minimale. L’eliminazione della cerniera esterna

lungo il profilo del pouf, sostituita da una struttura tubolare dello stesso materiale della restante

seduta, gli conferisce un aspetto uniforme e compatto. La possibilità di avvolgere il morbido nucleo

in una cover esterna permette altresì di lasciarlo sempre pulito e di variare in maniera semplice ed

efficace i pattern grafici del tessuto, a seconda delle esigenze e tendenze del momento. Presente

nella versione standard ‘Sphere’, in quella allungata ‘Stone’ utilizzabile anche come chaiselongue,

e nella versione per più persone ‘expandpool’, il pouf è configurabile in cinque diverse dimensioni.

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DI IVAN GRANOLLA - IMMAGINI FOTOFIORE

ExpandPouf, www.expandpouf.com

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Rossana è il monobrand italiano specializzato nella produzione e la distribuzione di cucine d’alto livello, indirizzate a un target dal gusto raffinato e pratico.Seppur il marchio sia inserito perfettamente nel panorama del design internazio-nale già da cinquant’anni, è dal 2009, con il rilevamento dell’azienda da parte di Emanuel Colombini, che Rossana ha raggiunto i vertici della distribuzione e del riconoscimento, espresso in termini concreti con la diretta collaborazione con pi-lastri del design e della comunicazione, come INTERNI e Elle Decor.Ad ulteriore conferma del riscontro ottenuto da parte del suo vasto pubblico, Ros-sana apre il nuovo showroom monomarca a Milano, capitale indiscussa del design made in Italy e fulcro del fermento creativo del settore. Lo spazio, curato dall’architetto Massimo Castagna – art director dell’azienda – si apre sulla centralissima Via Turati con tre importanti e artistiche vetrine su strada. L’interno si sviluppa su 300 mq e 50 mq di servizio nel piano interrato, presen-tando combinazioni cromatiche e materiche dall’aria calda, accogliente e suggestiva, grazie all’utilizzo della pietra fiammata e le rifiniture in cemento. Nel negozio hanno tro-vato spazio espositivo i sistemi più recenti e apprezzati, cavalli di battaglia dell’azienda: HD23, ETNA, HT50, TU23 e DC10, piccola rappresentanza di un ventaglio più ampio di scelte che spaziano dalla cucina tecnica a quella in legno e quella architettonica.In occasione dell’inaugurazione, avvenuta in data 20 marzo 2012, è stato orga-nizzato un interessante show-cooking in collaborazione con chef estrosi che, in live, hanno dato vita alle cucine esponendo ai riflettori la loro personale arte. Il fine dell’evento era di sottolineare come le creazioni Rossana non siano sempli-cemente elementi di pura estetica fatti limitatamente per essere guardati, ma come siano piuttosto arredi comunicativi, da vivere e utilizzare con facilità.

Showroom Rossana, via Turati 6 – 20100 Milano – Tel. 02 62695088Rossana, www.rossana.it

ROSSANA APRE IL NUOVOSHOWROOM A MILANO

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Capacità non solo manuali ma anche manageriali, con la forte ambizione di raggiungere un obiettivo ben definito nel mio orizzonte: la creazione di un brand unico nel suo genere che mixa e conquista nuove forme artistiche e fonde i diversi mondi e contaminazioni stilistiche che mi ap-partengono e mi formano.Questo sogno ho ben presto capito che non potevo realizzarlo puntando sui nostri tanto amati ON CANVAS ART PANELS, bensì cercando di met-tere sul mercato internazionale un’idea che avevo nel cassetto da un pò.Nascono circa due anni fa i nostri WATERPROOF ART PANELS, art wor-ks realizzati su lastre di alluminio composito e lavorati tramite la tecnica solitamente usata per i nostri classici pannelli decorativi in tela.Portare l’arte dove non è mai arrivata, conquistando scene e luoghi non convenzionali per essa, vivendola ed indossandola come un vestito di alta moda, ma il corpo in questo caso sono le nostre abitazioni, i luoghi com-merciali pubblici e privati che ci circondano, che mai appunto hanno visto abbinare in maniera così decisiva l’arte, al design, alla funzionalità. Questa è la mia mission! Trasportando le mie elaborazioni foto&grafiche su me-tallo, poi ridipinte a mano e impermeabilizzate da livelli di lucida resina UV, in cui includo svariati tipi di materiali, quali pigmenti metallici, glitters, minerali semipreziosi e sabbie. Le immagini che lavoro sono presentate in collezioni tematiche, che studio attentamente per accontentare più gusti, spaziando in ciò che mi piace maggiormente. Un mix di moda, fotografia, design, architettura, usanze ... in una parola: LIFESTYLE.Penso molto a quello che piace principalmente a me stesso, cercando di plasmare i miei gusti al linguaggio dell’interior design odierno;incrociando diversi stili e tradizioni, usanze anche culturalmente opposte ma unite dalla mia visione stilistica, amalgamate delle scale cromatiche che più preferisco. Ritengo che la mia arte sia un mix continuo di emozioni, un’onda irreversibile che cambia e si amalgama in base all’ambiente dove poi definitivamente si posa, frastagliandosi in simbologie, sensuali visi sino ad arrivare al concetto dell’acqua in tutte le sue forme.Sono attratto da come finalmente l’arte ha portato a cambiare le nostre usanze, i nostri stili di vita, la sua concezione ... appunto per questo il mio impegno è di farle vivere nuove sfide, farle conquistare nuove destinazioni.

Da SEmPRE è INNaTa La VoLoNTà DI LaSCIaRE UN SEgNo INDELEbILE NEL mIo PRESENTE E NEL FUTURo ChE VERRà, CERCaNDo DI DaRE UN SENSo EFFETTIVo E CoNCRETo aLLa mIa CREaTIVITà E CaPaCITà aRTISTIChE.

di aLEX SCaCChETTI, designer

WATERPROOFART PANELS

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L’evoluzione arriva per tutti, nessuno escluso.

Vi erano giorni in cui ‘mangiare in giardino con gli amici’ era

sinonimo di griglia, carbonella e birra in compagnia, con l’uni-

co scopo di deliziarsi con il piacevole profumo della carne - se-

condo solo al suo sapore - e di godersi l’ambiente campestre

sempre gradevole e suggestivo.

Oggi ci si muove lontani dal sentimentalismo, in favore di espe-

rienze più pratiche e comfortevoli; ed è appunto per tutti gli

amanti della ruralità ma che non riescono a rinunciare alla prati-

cità della metropoli, che Alpes ha creato la collezione Liberi in

Cucina, ricca di elementi kitchen per indoor e outdoor dal design

essenziale e dall’inestimabile qualità materica e manifatturiera.

Questo elemento su ruote è dotato di ben tre diverse fonti di

cottura: piastra, bruciatore a gas a tripla corona e friggitrice,

tutti corredati da coperchi in legno che li nascondono alla vi-

sta e li proteggono dagli agenti esterni. Composto da un unico

blocco freestanding tutto in acciaio inox, il prodotto presenta

nella parte sottostante due cassetti alti e due ripiani estraibili,

con superficie disegnata a rilievo per impedire lo scivolamento

degli oggetti. Le ruote sono fornite di un pratico sistema di bloc-

caggio che ne facilita gli spostamenti. Facilmente ripulibile, igie-

nico, ben proporzionato e leggero alla vista nonostante le sue

dimensioni ed il suo aspetto massiccio. Un must all’avanguardia

al quale non si può rinunciare.

LIBERI IN CUCINA

Alpes, www.alpesinox.com

Liberi in cucina, www.liberiincucina.com

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SNØHETTA FIRMA IL NORVEGIAN WILDREINDER CENTRE PAVILLION

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Su mandato della norwegian wild Reindeer Foundation lo studio SnØhetta ha progettato questo suggestivo pa-diglione d’osservazione a Hjerkinn, un villaggio nel Do-vre in Norvegia, uno dei posti più secchi del paese.Lo scopo principale dell’edificio di 75mq è quello di for-nire riparo per scolaresche e visitatori, così come per le guide alpine che tengono conferenze sulla fauna e la storia dell’altopiano. Infatti, Dovre è la patria di mandrie di renne selvatiche, buoi muschiati, volpi artiche e una varietà di specie bota-niche endemiche. Una lunga storia piena di viaggiatori, tradizioni di caccia, attività estrattive e militari hanno la-sciato la loro impronta su questa terra. Oggi, il turismo moderno e tempo libero continuano a modellare il pae-saggio culturale di questo luogo. Così, paesaggi naturali e cultura costituiscono la base dell’idea architettonica, mentre la progettazione dell’e-dificio si basa su un contrasto tra un guscio esterno ri-gido e una forma organico morbida l’interno. Un nucleo in legno è posto all’interno di una cornice rettangolare di acciaio grezzo e vetro. Il nucleo è a forma di roccia o di ghiaccio, che viene erosa da forze naturali come vento e acqua corrente. La sua forma crea un luogo di ritrovo protetto e caldo, pur conservando l’accesso dei visitatori alla vista spettacolare.Un’enfasi particolare è posta infatti sulla qualità e dura-bilità dei materiali in modo che l’edificio sia in grado di sopportare il clima rigido.

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D I A R I A N N A M A L A G O L I

SnØhetta, www.snoarc.no

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Dal tema dell’aspirazione in cucina parte l’idea, condivisa con Giulio Iacchetti, rivolta alla problematica della distanza che separa la cappa dal foro murario d’uscita dell’aria. Nasce così un progetto intorno ad un bisogno nel quale un elettrodomestico, relazionan-dosi con l’architettura, vuole assolvere al meglio il suo scopo primario: portare i fumi e i vapori della cottura al di fuori della cucina.

La cappa aspirante vive e svolge bene il proprio ruolo nella buona relazione tra piano cottura e foro di evacuazione dell’aria (+fornitura elettrica), posizionati spesso in scenari preordinati, non sempre progettati a dovere.

Eccentrica è il nome del sistema che intende risolvere il problema del “fuori asse” tra foro murario e i fuochi. Il sistema si articola tra la cappa posta sopra il piano cottura e il motore, posizionato invece nel foro murario, più una sottile tubazione che li collega. E’ possibile disegnare il percorso dell’aria attraversando la sagoma dei pensili o gli spigoli murari della cucina per arrivare al motore e al foro stesso. La scelta della via di collega-mento verte su semplicità e linearità, regole di un gioco compositivo in cui l’elemento principale è l’aria. La cappa è un setaccio cilindrico che aspira fumi filtrando i grassi, da qui un tubo rettangolare allungabile può ruotare per allinearsi con il foro e collegarsi con un tamburino dove c’è il motore. Se invece il foro è più distante, posto su una parete o il soffitto adiacenti, è possibile inserire nella tubazione degli snodi per svoltare il percorso.Il gioco è fatto, il motore aspira a distanza, un vantaggio in termini di sicurezza e di riduzione sonora percepita dal cuoco. anche la luce è un elemento studiato con giulio per Eccentrica, infatti una fluorescenza circolare a basso consumo, posta nella cappa setaccio, illumina sia la preparazione dei cibi che l’ambiente sovrastante.Ruolo del design è rivolgersi al bisogno, alla proposizione di quei prodotti che possono alzare il livello qualitativo del vivere, come quello dell’aria e della luce. Eccentrica System porta un’innovazione funzionale e pone una riflessione pragmatica nella relazione tra industria e ambiente reale. Il mondo s’industria per produrre beni di servizio e non più di consumo. Un grazie a giulio, grande umanista e a Elica, industria dell’aria.

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GIULIO IACCHETTI, designer

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Testo di RICCARDO DIOTALLEVIR e s p o n s a b i l e M a r k e t i n g E l i c a

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MICHELBOUCQUILLON

DI ARIANNA MALAGOLI

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Penso che se la casa di Donia e Michel Boucquillon fosse una canzone, molto probabilmente suonerebbe le note di “To build a home” dei Cinematic Orchestra & Patrick Watson. In certe case la poesia trasuda dai muri, ma in questo caso, l’avverti ancora prima di arrivare. Per giun-gere all’ingresso, devi percorrere una stradina stretta che sale il colle seguendo un muro di cinta che rievoca i paesaggi fiabeschi, fino su e poi ancora avanti attraver-sando il bosco fino allo sterrato che conduce alla casa di vetro e pietra, dove si è accolti dalla magia immacolata della vista dell’intera vallata, Lucca in sottofondo, che quasi non ti accorgi di aver trattenuto a lungo il fiato. Qui trovo Michel che mi viene incontro. Alle sue spal-le, una struttura delimitata da vetrate a tutt’altezza che permettono allo sguardo di proseguire oltre. Dopo un caffè con Donia e una visita degli spazi interni, ci sediamo fuori, al sole.

Chiedo a Michel come hanno trovato questo posto e perché proprio qui…

Per me è iniziato tutto una volta finiti gli studi, nell’86, quando sono venuto a Firenze due anni per lavorare nel-lo studio di Paola Liani. Sono stati due anni eccezionali, dove ho imparato tantissimo e ho provato il vero piace-re di stare in Italia. Poi, mentre ero qui, ho partecipato a un concorso di architettura per il nuovo Parlamento Europeo e l’ho vinto, quindi nel giro di pochissimi giorni sono dovuto scappare a Bruxelles, senza salutare nes-suno, per costituire una squadra che lavorasse a questo progetto che mi ha assorbito totalmente per sei anni. E’ stato un progetto enorme, un edificio di 86.000mq… avevo 26 anni e ho dovuto gestire l’intero progetto! E’

stata una bellissima avventura, ma appena avevo un at-timo di tempo libero pensavo all’Italia o venivo in Italia, perché qui avevo mantenuto degli amici molto cari, che ci sono anche oggi… ma il ricordo dell’Italia era sempre lì, una piccola fiamma, una scintilla che rimaneva acce-sa… poi quando ho incontrato Donia (che è per metà tu-nisina e metà belga) e la sua chiarezza a proposito dell’i-dea di non abitare tutta una vita in Belgio, unita al mio desiderio di ritrovare magari un giorno questo piccolo sogno italiano, si sono trovati.

Quindi è stata una scelta emotiva?

Totalmente. Sì, era una decisione che legava la voglia di Donia di tornare verso i paesi del sud e il mio desiderio di tornare in Italia per avvicinarmi al design, che è sem-pre stata una delle mie passioni. Poi, un anno eravamo a Genova in vacanza e degli ami-ci ci hanno convinti a visitare Portofino… eravamo in macchina e io sentivo che il giorno era quello…le volevo chiedere di sposarmi, ma lungo la strada ero preoccu-patissimo perché non sapevo come, quando, perché… ero concentratissimo e accanto a me c’era Donia che continuava a guardare fuori dal finestrino e esultare “guarda che bello qui”, “che bello lì”… tanto che, una volta arrivati a Santa Margherita, mi ha chiesto: “hai vi-sto che bello?” e io mi ricordo solo che non avevo visto niente! Poi abbiamo fatto un giro, siamo andati a visita-re la chiesa e all’uscita… le ho chiesto di sposarmi e lei ha detto sì.Al ritorno ci siamo fermati a Santa Margherita e le ho detto che se voleva potevamo trasferirci a vivere lì… in quel momento si volava, non toccavamo terra… e così le

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ho fatto una promessa: entro tre anni ci saremmo tra-sferiti a vivere a Santa Margherita. Era l’estate ’97.L’estate del 2000 eravamo lì, sposati, con Uma che ave-va un anno, due valigie e una casa in affitto. Abbiamo abitato lì cinque anni ed ero felice perché San-ta Margherita era stata una scelta di Donia, mentre sen-tivo che se avessi proposto Firenze sarebbe stata un’im-posizione e poi la Liguria mi permetteva di mantenere dei contatti stretti con Milano. E così abbiamo iniziato a vivere in questa cartolina. Poi, il sabato mattina si ca-ricava la macchina e si faceva un’ora e mezza di viaggio per andare in spiaggia a Marina di Vecchiano… sembra-vamo dei pazzi, ogni volta che avevamo un momento libero venivamo in Toscana, inoltre io avevo ancora il mio studio di Bruxelles e quindi un paio di volte al mese andavo là prendendo l’aereo da Pisa… fino a quando ab-biamo deciso di trovare un posto in Toscana che ci pia-cesse per viverci e siamo arrivati a Lucca, perché è una vera città, con uno spirito suo, animata ma non è caotica come la Versilia... pensa che da Santa Margherita siamo venuti solo due volte per trovare il posto che ci piace-va, perché in realtà avevamo le idee talmente chiare… ci piaceva la collina della parte sud, dove ci sono poche case e l’autostrada è vicina. Dopo Santa Margherita vo-levamo un posto con più spazio, dove poter respirare, un posto che ci assomiglia, dove poter creare…Questo posto l’ha trovato Donia, è bravissima in que-sto… era novembre, brutto, pioveva… l’agenzia ci aveva parlato di un rudere nel bosco, distrutto, totalmente da rifare… quando Donia e io siamo arrivati su e abbiamo visto il fienile ci siamo guardati e abbiamo capito che era il posto giusto. La casa era tutta avvolta dal bosco, la roccia non si vedeva… mi sono reso conto della vista solo quando sono salito dietro la casa e guardato giù tra due alberi. E poi è iniziata l’avventura, bella, complicata. Complica-ta perché volevo fare una casa che ci assomiglia, come siamo…

Come siete?

Siamo complessi. O meglio, semplici nella nostra com-plessità. Vedi, ci siamo innamorati talmente del posto

che non potevamo fare altro che provare a trovare tutti i dettagli, i piccoli elementi che potevano arricchire il posto in sé, che già è un posto magico. In più, a questa bellezza volevamo portare qualcosa di nostro in totale armonia e ti devo dire ci fa piacere quando le persone, anche quelle che sanno un po’ di architettura, vengono qui e ci fanno i complimenti… ma quando un vecchietto di 85 anni viene qui tutti gli anni perché fa il suo pelle-grinaggio da quando c’era la guerra, perché è un ebreo che è stato nascosto qui dalla famiglia, e ci dice “questo è sempre stato un posto magico però ne avete fatto una cosa straordinaria” che mi spacca il cuore, mi dà una tale soddisfazione che mi lascia senza parole, perché quan-do una persona così, che era attaccata a quello che c’era prima, a dei ricordi, si rende conto della nostra volontà di integrare la bellezza che c’è e poi di mettere qualcosa in più di nostro in totale rispetto, questo per me è un vero complimento, perché è emotivo ma non dal punto di vista estetico, ma perché ha capito.

Quel’è la tua idea di energia?

Io penso che l’energia venga dalla voglia, dall’amore, da quello che facciamo e dalle persone che abbiamo intor-no a noi, dalla passione di ciò che si fa. Il mio motore è proprio la passione. Mi piace mettermi alla prova e sfidarmi, perché ho la fortuna di avere molta energia e provo a metterla in pratica per cercare di mettere avanti non solo me, ma se possibile anche la società, l’architet-tura o il design.

E’ questo il tuo “valore aggiunto”?

Penso che sia impossibile realizzare qualcosa di bello, interessante e d’innovativo se non hai il fuoco dentro di te, perché è vero che ci vuole molta energia ma quando hai la passione non ti sembra nemmeno di spenderla. Io lavoro molto, ma non faccio fatica perché sono sup-portato dalle mie ideologie. Questa casa, ad esempio, è stata concepita come un esperimento: ogni elemento è frutto di una grande riflessione per ottenere quello che avevamo in mente, come il pavimento, che è lo stesso per l’interno e l’esterno anche se l’effetto sembra diver-

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so perché uno è levigato, ma si tratta sempre di una mi-scela di cemento e granito che abbiamo ottenuto dopo diverse prove… così come diverse soluzioni tecnologi-che progettate apposta per l’oscuramento delle vetrate o per le ali del tetto che si aprono a “farfalla”…

Quali sono le fonti energetiche della casa?

Il concetto è quello di avere la capacità di essere total-mente autosufficienti. Adesso che abbiamo ottenuto i permessi metteremo dei pannelli fotovoltaici che do-vrebbero bastare, oltre ai pannelli termici per l’acqua calda, per produrre una quantità di energia sufficiente. Inoltre, c’è un sistema di pompa di calore che permet-te di produrre non solo riscaldamento ma anche acqua

calda. Quindi l’idea è di arrivare a costo zero energeti-co. Inoltre abbiamo cinque cisterne di acqua piovana per un totale di 20.000 litri, anche se è un anno che non piove! Però nel momento in cui si riempiono possiamo utilizzarla per i bagni e per irrigare il giardino. Infine, il camino della zona living è dotato di un sistema di recu-pero passivo attraverso canalizzazioni che diffondono il calore fino al piano superiore.

Pensando al futuro v’immaginate in questa casa?

Mi sentirei prigioniero se dicessi che vorrei stare qui tut-ta la vita, però mi piace così tanto starci che molto pro-babilmente ci starò lo stesso! Mi muoverò nel momento in cui dovessi trovare un posto più interessante.

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Michel Bouquillon, www.michelboucquillon.com

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S i è da poco concluSa la 3 ° ed iz ione del concorSo a inv ito DESIGN ADDICTED , promoSSo da CASA TREND in collaboraz ione con ALBED , az ienda i tal iana leader nella produz ione d i porte e S iStemi d iv iSor i .con l’ob iett ivo d i dare un ’opportunità a una Selez ione d i deS igner emergent i d i entrare in contatto con un ’az ienda d i Settore Sv i lup -pando un progetto Spec i f ico, l’ in iz iat iva S i è concluSa con la pro-clamaz ione d i Brian Sironi quale v inc itore dell’ ed iz ione 2012 con i l progetto POLI .

Brian Sironi nasce in br ianza nel ‘77, nel cuore del lavoro art i-g ianale e dopo un percorso di studi or ientato a l s istema-design (laurea in disegno industr ia le a l pol i tecnico di mi lano) e una con-seguente esper ienza negl i Stat i unit i , torna in ita l ia per fondare i l suo studio con l ’ idea di “migl iorare la v i ta quot id iana creando l ’essenzia le con un po’ d i sorpresa”. nel 2010 è selez ionato per l ’esposiz ione “The New Ita l ian Design Reloaded” presso La Trien-nale di Milano e i l Museo Santral istanbul d i Istanbul . i l suo pro-getto più importante è la lampada Elica prodotta da Martinell i Luce , che s i aggiudica numerosi r iconosciment i: i l premio “design del lo Stupore” nel l ’ambito del concorso Young & Design (2009), i l prest ig ioso premio internazionale iF Gold award (2010), i l Good Design award (2011) e i l red Dot Design award (2011). ed è sempre grazie a l la lampada el ica che, a sol i 33 anni, nel l ’e-diz ione del 2011, v ince i l Compasso d’oro aDi .

una foto di brian Sironi ritratto da matteo felici.

di racHele morriS

i l progetto Poli sarà presentato in occasione del Salone del Mo-bi le d i Mi lano (17-22 apr i le) a l l ’ interno del lo stand ALBED (pad. 16 Stand f32) ed è svi luppato come un s istema modulare a parete composto da element i i rregolar i che hanno la pecul iar i tà d i poter essere af f iancat i g l i uni agl i a l tr i per real izzare una composiz ione a piena parete con l ’ut i l izzo di un unico “modulo a chiusura” fuor i misura, “vestendo” così l ’ intera superf ic ie.

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i l s istema è dotato di b inar i a i qual i è possib i le “agganciare” d ivers i e lement i , qual i scaf fa l i , contenitor i e p iano-scr ivania. a c iò s i aggiunge l ’u l ter iore possib i l i tà d i perso-nal izzare i pannel l i boiser ie tra un binar io e l ’a l tro con diverse f in i ture.

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In questa rivista che parla agli amanti del design, non posso astenermi dal porre un quesito: sapete al mondo quale sia il più importante settore industriale per il de-sign? Il mondo dell’automobile è di gran lungo l’ambito caratterizzato dagli investimenti più ingenti e dai volu-mi produttivi più elevati, di tutto lo spettro del variegato mondo del design.Sviluppare una nuova automobile oggi può richiede alcuni miliardi (m-i-l-i-a-r-d-i) di euro di investimenti, un tempo medio di quattro anni ed anche più di mille persone impie-gate nella definizione del progetto. Ho detto definizione del progetto, non produzione! Per chiunque si occupi di design, queste sono grandezze sconvolgenti: nel mondo del furniture design che ci è così familiare direi che l’investi-mento massimo possa arrivare a poche centinaia di migliaia di euro nei casi più complessi di sedie monoscocca in poli-mero, qualche designer per la definizione delle matemati-che ed un paio di ingegneri per progettare lo stampo. Fine. I vincoli ai quali sono sottoposti i car designer sono infiniti: il pacchetto tecnologico, ovvero l’insieme degli organi meccanici (motore, cambio, sospensio-ni, serbatoio,…), quindi l’abitacolo ed i necessari requisiti di ergonomia, per non parlare delle leggi dell’aerodinamica, arrivando alle più terrene leggi e normative di sicurezza, protezione pedoni, etc. E questa è solo una sintesi, of course. Ogni richiesta sti-

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listica ha ripercussioni enormi e dev’essere metabolizza-ta da decine e decine di ingegneri, analisti di costo e re-sponsabili di omologazione. I designer devono conoscere e rispettare i processi manifatturieri, i limiti dei materiali impiegati ed essere consapevoli che “cambiare idea” può costare decine di milioni di euro. Il solo fatto che l’automobile sia un oggetto in rapido movimento crea una serie di vincoli (o stimoli) che non si pongono ad un furniture designer e spesso nemme-no ad un product designer: una data inclinazione del lunotto posteriore, splendida e fortemente voluta dagli stilisti può generare un’inattesa rumorosità, un aumento dei consumi e via dicendo. Cosa facciamo? Non ce ne curiamo ed aspettiamo che il “Quattroruote” di turno ci metta in croce, oppure troviamo una nuova soluzione stilistica che anche migliori le prestazioni?Il car design oggi ha perduto parte della forza innova-trice di cui ha goduto in decenni passati e sicuramente si registra una pericolosa omologazione nelle propo-ste. Rimane, però, una disciplina straordinaria, apice di competenze, talenti e tecnologie. Ascoltatemi....domani quando salite nella vostra au-tomobile, bella o brutta che sia, guardatela con un po’ più di rispetto, se lo merita...Follow Valerio on Twitter @vcometti

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LA StoRIA DeLLA STazioNe di MilaNo CeNTrale CoMInCIA Sotto IL ReGno DI VIttoRIo eMA-

nUeLe III neL 1902 e SI SVILUPPA Con non PoChI tRAVAGLI DoVUtI In PRIMIS A InCoMPRenSIonI

Con L’ARChItetto A CAPo DeL PRoGetto, ULISSe StACChInI, e In SeCUnDIS ALLo SCoPPIo DeL-

LA PRIMA GUeRRA MonDIALe, Con LA SUA ConSeqUenzIALe CRISI eConoMICA. InAUGURAtA neL

1931, CoMPRenDe UnA FACCIAtA DI 200 MetRI DI LARGhezzA eD UnA VoLtA DI 72 MetRI D’ALtez-

zA. ePPURe è ALDILà DeLLA CARAtteRIStICA FACCIAtA MonUMentALe, MISto DI StILe LIBeRty

e ARt DeCo, Che VI è IL VeRo SCheLetRo e SPIRIto DeLL’eDIFICIo: LA CentInA RetICoLARe In

ACCIAIo, UnA PARte Che SPeSSo SFUGGe ALL’oCChIo MA Che, Con SPIRIto CReAtIVo, DeFInI-

SCe tRAMe e IntReCCI DAL SUGGeStIVo GUSto ARChItettonICo…

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Dopo il grande successo della 1a edizione di carraramarble weeks, che nell’estate 2011 ha coinvolto il centro storico della città, la ma-nifestazione organizzata da Carrara Fiere e pensata come naturale estensione di Marmotec, la Fiera internazionale di marmi, tecnolo-gie e design, sarà riproposta quest’anno ancora più ricca di eventi e presenze. Innanzitutto, questa 2° edizione si arricchisce di una “s”, il plurale che si aggiunge a “weeks”, per sottolineare il prolungarsi del-la manifestazione fino a fine estate. Inoltre, l’iniziativa si concluderà con l’apertura di “Convivere”, il Festival annuale della Cultura e del Giornalismo previsto per i primi di settembre, permettendo così una dimensione molto più ampia all’iniziativa. carraramarble weeks comprenderà l’intera città di Carrara, partendo dal centro storico e diramandosi in suggestivi percorsi che compren-deranno luoghi nevralgici, quali il rinnovato Centro internazionale del-le Arti Plastiche, l’ex-Ospedale di San Giacomo, Palazzo Binelli, l’Ac-cademia di Belle Arti e corso Rosselli, che già nella prima edizione è stato l’epicentro del design, trasformandosi così in un grande teatro nel quale saranno rappresentate le eccellenze del lapideo, coinvol-gendo le aziende che parteciperanno a Marmotec.La manifestazione si trasformerà quindi in un percorso che vuole dare visibilità a un patrimonio unico, fatto di storia, qualità ed eccellenza. Un patrimonio che consente alla città di Carrara di riappropriarsi di un ruolo, quello di Capitale mondiale del marmo, che non vuole essere solo un titolo, ma diviene testimonianza collettiva della capacità di stare sullo scenario nazionale e internazionale da protagonista.

DAL 23 MAGGIO A SETTEMBRE

DI ARIANNA MALAGOLI

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carraramarble weeks sarà quindi il palcoscenico elitario di numerosi eventi, anticipati dal circuito INTERNI LEGACY durante la Design week (17-22 aprile 2012 a Milano) con un progetto firmato dal pre-stigioso studio di architettura SOM (Skidmore, Owings & Merrill) che aprirà ufficialmente il percorso di Marmotec 2012. Il progetto, affidato allo studio SOM in collaborazione con Paolo Ar-menise e Silvia nerbi, ha come titolo “one - into the Void” ed è ispi-rato alle cave di marmo di Carrara, creando un dialogo fra le pareti di marmo monolitiche e il vuoto definito all’interno. La natura solida del progetto sta a significare stabilità e lascito, in contrasto con la natura implicitamente temporanea dell’installazione. L’anima scultorea del

padiglione rimanda al collegamento fisico fra la cava (solida) e ciò che è estratto (vuoto). Lo spazio interno mette quindi in risalto il verticale piuttosto che l’orizzontale, il negativo piuttosto che il po-sitivo, dove un negativo diventa invece positivo nella panchina che segna lo spazio esterno. La forma finale è il risultato dell’alternarsi di una serie di comples-se geometrie lineari, che hanno come riferimento la stratificazione artificiale generata dall’uomo nell’atto dell’estrazione del marmo. Il vuoto cattura la luce e da origine, durante il corso della giornata, a diverse chiavi lettura di un unico materiale, al variare dell’inci-denza dell’angolo solare.

Il lancio della nuova edizione di Mar-motec 2012 si concretizza nella par-tecipazione di importanti aziende del marmo quali upGroup, Franchi umberto Marmi, Gemeg, il Fiorino, italmarble pocai, Mar-mi Carrara, MT&S, Sam, Savema e Sagevan, alle quali si aggiungono azienda extra-settore quali Martinel-li luce, antoniolupi, Belle Forme, Sanpietro 1972 e Jove.

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IL DESIGN AVRà UNO DEI SUOI EPICENTRI NELLA GALLERIA CHE COLLEGA VIA ROMA CON LA PIAZZA DEL COMUNE DOVE, IN COLLABORAZIONE CON ADI, LA PRESTIGIOSA ASSO-CIAZIONE PER IL DISEGNO INDUSTRIALE, SARà ALLESTITA LA MOSTRA DEL CoMpaSSo d’oro E PRESENTATA LA NUOVA GUIDA adi deSiGN iNdex.

MEDIA PARTNERPROMOSSA

MOSTRA COMPASSO D’ORO E PRESENTAZIONE NUOVOA D I D E S I G N I N D E X

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IN OCCASIONE DI CARRARAMARBLE weekS, DAL 23 MAGGIO A SETTEMBRE, CASA TREND ORGANIZZERà LA MOSTRA “Mar-Mo CoMe deSiGN”, OVVERO UN PERCORSO ESPOSITIVO REA-LIZZATO ATTRAVERSO OGGETTI E COMPLEMENTI CHE HANNO SEGNATO, NEL CORSO DELLA STORIA FINO AI TEMPI NOSTRI, IL LEGAME TRA MARMO E DESIGN. ARTICOLATA LUNGO UN CON-TINUUM – CHE COMPRENDE QUINDI PEZZI STORICI COSì COME OGGETTI APPARTENENTI AL LIFESTYLE CONTEMPORANEO, LA MOSTRA AVRà L’OBIETTIVO DI SOTTOLINEARE L’EVOLUZIONE DEL LINGUAGGIO TRA “PROGETTO DESIGN” E MARMO, COIN-VOLGENDO AZIENDE, ITALIANE E INTERNAZIONALI, RAPPRE-SENTATIVE NELLA PRODUZIONE DI COMPLEMENTI REALIZZATI INTERAMENTE O PARZIALMENTE IN PIETRA.

MOSTRA ORGANIZZATA DA

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CRISTALPLANT® DESIGN CONTEST+ P O L I F O R M D

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In occasione della kermesse milanese, in programma dal 17 al 22 aprile, Cristalplant® si pre-

senta all’interno del contenitore creativo del Superstudio Più, di via Tortona 27, con l’istalla-

zione White Air, realizzata dall’arch. Carlo Colombo per celebrare l’esito della 4° edizione del

Cristalplant® Design Contest in collaborazione con Poliform.

Il concorso, riservato a giovani creativi, si riconferma anche quest’anno fucina di progetti di

grande valenza, sia dal punto di vista innovativo quanto qualitativo. All’interno del Tempo-

rary Museum for New Design si articola dunque un allestimento diviso in due aree; da un lato

vengono esposti i prototipi dei prodotti vincitori, mentre la parte centrale è dedicata agli

ologrammi interattivi dei prototipi che hanno vinto una menzione speciale.

Il Cristalplant® è un materiale riciclabile al 100%, composto da un’alta percentuale di cariche

minerali naturali e una bassa percentuale di polimeri poliesteri ed acrilici di elevata purezza, che

lo rendono quindi un materiale inerte, ipoallergenico e non tossico.

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Un’immagine dell’architetto Carlo Colombo

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Giunto alla sua 4° edizione, il Cristalplant® Design Contest, che in passato ha avuto come partner Antoniolupi, MDF Italia e Za-

notta, vede quest’anno la partecipazione di un’azienda tra le più rappresentative del panorama internazionale quale Poliform.

Questa proficua partnership ha determinato l’invio di oltre 800 progetti, selezionati in base alle potenzialità d’innovazione nell’utilizzo

del Cristalplant®, ispirandosi allo stile progettuale di Poliform.

Una volta raccolti i progetti, una giuria di esperti composta dai vertici dell’azienda e da Livia Peraldo (direttore Elle Decor), Arian-

na Malagoli (direttore Casa Trend e membro dell’Osservatorio Permanente del Design ADI) e dagli architetti Marco Piva, Riccardo

Blumer e Kikko Bestetti hanno decretato i vincitori per le due categorie assegnate: tavoli/tavolini e complementi d’arredo.

Per la categoria complementi d’arredo vince Charlie, progettato dal giovane designer nipponico Kensaku Oshiro.

Per la categoria tavoli e tavolini si aggiudica il premio il tavolo Verve, progettato dal team Busatti, Garuti e Redaelli.

Ricevono la menzione d’onore i progetti: Atom Heart Mother di Stefano Zeigner, Sheets di Francesco Arlotta e Luisa

Pitrone, Trifoglio di Marco Eba Ghisalberti e Pax di Carlo Caranese.

CATEGORIA TAVOLI E TAVOLINI

Il tavolo Verve, concepito dal team formato da Manuela Busetti, Andrea Garuti e Matteo Redaelli, è costituito da due gambe in

Cristalplant® e un piano che può essere realizzato in diversi materiali come il legno, il marmo o lo stesso Cristalplant®. La for-

ma ideata per la gamba nasce dalla volontà di sfruttare al meglio le proprietà e i processi produttivi del materiale Cristalplant®,

senza tralasciare le problematiche legate al trasporto, ottenendo così un elemento monolitico dal profilo molto leggero che

può essere trasportato smontato dal piano. Formalmente le gambe sono due piani che mediante “nervature” poste lungo

l’asse verticale conferiscono al piano del tavolo il supporto necessario. L’aspetto che ne deriva è quello di due elementi molto

sottili ed eleganti, diretta conseguenza di una necessità strutturale. Sul piano, grazie alla rastremazione del bordo, viene man-

tenuta la stessa leggerezza conferita dalle gambe.

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POLIFORM, www.poliform.it

CRISTALPLANT, www.cristalplant.it

CATEGORIA COMPLEMENTI D’ARREDO

Charlie, del giovane designer giapponese Kensaku Oshiro, è nato da un pensiero e un gesto di

assoluta semplicità: realizzare un tavolino “fatto di nervatura”, stampato in un unico pezzo.

La sezione a “C” funge sia da piedistallo che da piano d’appoggio. Lo spessore, volutamente

sottile, è dato da una scelta estetica/funzionale ed economica/ecologica. Un tavolino alla vi-

sta leggero come la carta, ma allo stesso tempo solido come la pietra.

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La Mise è una seduta elegante nata dalla fruttuo-

sa collaborazione tra Cassina, azienda leader nel

settore degli imbottiti di design, e Luca Nichetto,

designer italiano dalla spiccata capacità artistica.

La vasta gamma di tessuti che Cassina mette a disposi-

zione abbraccia la struttura del divano impreziosendo-

la e conferendole importanza, ecletticità e personalità.

Questi fanno parte di un ampio ventaglio di opzioni,

frutto di un grande investimento nella ricerca dei pat-

tern grafici e delle materie prime di pregiata fattura.

Le macro cuciture decorative a zigzag, a vista, sono

create con una complessa lavorazione tecnica e

volutamente in netto contrasto con la struttura di

base, realizzata con tessuti già precedentemente

assemblati e cuciti tra loro. L’abbondanza di ma-

teriale è dunque desiderata, al fine di conferire

all’elemento nella sua totalità una disarmonia per

nulla sgradevole, ma che anzi punti a presentare

l’unicità della bellezza inimitabile dell’imperfet-

to. Gli aspetti più grezzi di La Mise sono accostati

intelligentemente a elementi dalle linee fluide, ele-

ganti, morbide, femminili e inconsuete. E’ presente

in versione divano a due o tre posti e in versione

poltrona, ed è un accogliente imbottito dalle forme

abbondanti e ricche.

Alta sartoria per design di alto livello.

La Mise di CassinaDI RACHELE MORRIS

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CASSINA, www.cassina.com

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DI PAOLO STELLA

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EIo amo abbracciare la gente. Mi fa proprio stare bene. A Roma è più facile farlo che in altri posti. La città già di per sé ti abbraccia con la sua bellezza, con le sue rotondità e la sua luce rosa.Partendo dall’abbraccio scrivo queste righe: la mia personalissima classifica dei tre posti dove mi piace abbracciare le persone.Perché un abbraccio in un posto che ti abbraccia è un abbraccio all’ennesima potenza.

Il primo abbraccio te lo do sulla terrazza del Pincio.Te lo do di prima mattina, quando l’aria riempie il corpo di energia, quando i colori sono vivi e gli alberi ti sorridono frusciando. Mi piace arrivare al Pincio da Piazza di Spagna, dalla sua perfezione innaturale, dalla sua armonia di pietra.Mi piace passare dall’inanimato alla natura. E godere di entrambe le bellezze.Quando si decideranno a importare Starbucks anche in Italia potrò finalmente farmi tutta la scalinata di Trinità dei Monti col mio “frappuccino”, arrivare in cima e voltarmi di scatto quando sono esatta-mente al centro, per godere del punto di fuga di via dei Condotti che ti porta lontano.

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Mi incammino verso sinistra e, percorrendo una strada che propone una visione magica dei terrazzi segreti di Roma, arrivo in questo storico parco. In mezzo agli alberi è il modo perfetto per cominciare la giornata. Dai sottili bambù spuntano guardinghe statue di pietra cariche di storia, riverenti al cospetto di una natura secolare e prepotente. Vorrei potessero parlare, minimo hanno conosciuto Mazzini e Garibaldi. E poi la terrazza. Si apre fiera e maestosa una volta superata la coltre delle piante. Si espone sicura di sé, senza paura. E tu da lì ti puoi buttare sulla città, planare sulle mille cupole, arrivare ai colli che la racchiudono. Anche qui un grande abbraccio. La terra che custodisce l’uomo, lo protegge e gli permette di innalzarsi. La giornata inizia con un respiro che profuma di salvezza.

Il secondo abbraccio te lo voglio dare al tramonto, raggiungendo un’altra terrazza.Quassù mi sento in cima al mondo. è una sensazione fisica che diventa emozione.Sono partito dalle fondamenta, buie, umide, spesse. La spirale mi ha affaticato il fiato, fino ad ansimare. Ogni tanto uno spiraglio, una ferita di luce. Poi la bellezza dell’uomo, dipinta su soffitti altissimi. Ancora buio, ancora scale, viscere. E infine arrivi. Ti si apre una quantità infinita di cielo caldo, un tramonto che affresca la città. Sono rimasto senza parole. Il cuore gonfio. Vorrei esprimere questo immenso, ma non ne sono capace. Forse non è nemmeno giusto farlo, l’esperienza va vissuta, non raccontata. 8 euro per toccare la felicità è un prezzo più che ragionevole.

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Un’intelligenza superiore deve aver dato una mano all’uomo che ha progettato Castel Sant’Angelo. Me lo sono visto, quell’uomo. Gridava ordini perentori, passava per mille cunicoli, conosceva le viscere del suo bambino di pietra. Spero che si sia reso conto di essere stato un tramite. Perché se non te ne accorgi sei fregato. Credo che questo sia il fine dell’uomo.Essere libero, fluido e permettere alla bellezza di esprimersi. Credo che ogni genio, ogni inventore, ogni rivoluzionario non avesse il genio, l’invenzione, la rivoluzione dentro sé. Era solo libero di esprimerla. Credo che ci sia un’entità “bellez-za”, da qualche parte, che cerca disperatamente un tramite per manifestarsi, come l’acqua ha bisogno della sua sorgente per fuoriuscire dalla pancia della terra e dare la vita.E quell’entità appartiene a tutti, è un bene comune.Solo quassù posso parlare di cose così grandi partendo dal nulla, dritto al punto, a gamba tesa.Quassù sei più a contatto con le idee. Sto scrivendo dalla terrazza che domina a 360° Roma, con il sole negli occhi. Turisti, gabbiani, pietra. Un angelo sulla mia testa. La salita è stata spirituale. Salendo sentivo la rivoluzione. E una volta arrivato qui ho avuto un sussulto.Tutto era più di quanto mi aspettassi, più di quanto la mia immaginazione poteva prevedere.

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Mi sono seduto sulla panchina di destra. Ce ne sono solo due, l’essenziale quassù diventa regola.Ho saziato i miei occhi con ognuno dei 360°. Ho cercato di immagazzinare i dettagli, gli odori, i profili, i riflessi e un piccolo cagnolino che riportava una palla al suo padrone diversi metri più sotto.Ho abbracciato il cielo. Tutto è così potente quassù. Gli ultimi incandescenti raggi di sole. Roma immensa. Tutto diven-ta rosa. è ora di scendere, fra quelle piccole macchine e quei passanti formica, fra parcheggi litigati. Il sole scompare, il rosa si tinge di azzurro. Alle mie spalle un angelo. Anzi due. Da quassù vedo le macchine piccole piccole, i passanti come formiche e mi sembra impossibile che si possa litigare per un parcheggio.E ora il gran finale. L’abbraccio che chiude la giornata. E se magari sei la persona giusta l’abbraccio lo finirei addirittura con un bel bacio. Un bacio appassionato in uno dei posti più suggestivi di Roma. Dietro piazza del Campidoglio, dove tutte le persone serie pensano al lavoro, c’è un posto magico per pensare all’amo-re. Se costeggi il porticato tenendoti sulla destra troverai una piccola discesa. Porta a un terrazzo che si affaccia sul retro dei fori romani, il lato opposto di quello che solitamente ammirano i turisti. Si rimane a bocca aperta nella contemplazione. Dopo la bellezza naturale del Pincio, quella artificiale di Castel Sant’Angelo, ecco la perfetta combinazione della mano dell’uomo e della potenza della natura. Una simbiotica ricerca armonica della bellezza, una reciproca esaltazione della perfezione. Sono qui abbracciato dal silenzio, da un venticello leggero che alleggerisce qualsiasi animo, dal luccichio lontano di stelle fedeli come gli amici più cari.Mi accorgo all’improvviso da un respiro più profondo del solito che sono felice. Che sono soddisfatto, che ho tutto quello che serve. Qui passa poca gente, e di notte, con le stelle, con la splendida illuminazione delle colonne bianche e dei marmi lavorati, con la magia dei viottoli di una Roma antica, con una bottiglia di champagne e due flûtes di cristallo potrete chiedere qualsiasi cosa.

Perché quando la bellezza ti abbraccia, non puoi far altro che abbracciare la vita.

Paolo Stella, ww

w.paolostella.w

ordpress.com

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PER IMMETTERE SUL MERCATO PRODOTTI COMPETITIVI SIAMO PERSUASI SI

DEBBA PERCORRERE LA STRADA DELL’INNOVAZIONE; QUESTO SIGNIFICA PORSI

OBIETTIVI SEMPRE NUOVI, ANCHE DIFFICILI, ESPLORARE TECNOLOGIE D’AVAN-

GUARDIA, SCOMMETTERE SU MATERIALI POCO CONOSCIUTI O NON MOLTO UTI-

LIZZATI. E’ PARTENDO DA QUESTI PRESUPPOSTI CHE è NATA LA BRUNO FATTORINI

& PARTNERS, STUDIO DI PROGETTAZIONE, MA ANCHE LABORATORIO DI RICERCA

E LUOGO DI SPERIMENTAZIONE.

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LSDALLA SPERIMENTAZIONED E I M AT E R I A L IA L P R O G E T T O

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Prima di raccontare nel dettaglio quali i materiali protagonisti del futuro più prossimo,

teniamo a spiegare come essenziali per il nostro lavoro siano le relazioni con fornitori,

terzisti, produttori di materiali: sono loro i nostri partner, coloro che insieme a noi si as-

sumono il rischio del progetto. Il tempo che il nostro team investe nell’incontrare e cono-

scere professionisti appartenenti anche a settori merceologici diversi è indubbiamente

redditizio, oltre che creativamente fertile. Ci è anche capitato di incontrare fornitori di-

sposti ad auto-finanziare i prototipi, laddove fossero intraviste concrete possibilità di

sviluppo di business. Non è sufficiente avere un’idea convincente, occorre trasformarla

in realtà, il know-how tecnico è parte essenziale del processo creativo. Un esempio.

Il tavolo “25” disegnato per l’azienda Desalto e che, in occasione di Imm Cologne

2012, ha ricevuto, dal German Design Council, l’Interior Innovation Award Best of

Best 2012, rappresenta, ad esempio, con grande probabilità, e in questo risiede il

contenuto innovativo, il più lungo tavolo mai realizzato, con processo industriale, in

spessore 25 mm. Il nostro obiettivo era ottenere un tavolo “effimero”, lungo e sottile,

dalle prestazioni, tuttavia, tipiche di un solido tavolo in legno massello.

Abbiamo studiato, ricercato, sperimentato ed infine siamo giunti alla registrazione di

>25, tAVoLo PRoDotto DA DESALTO Che, GRAzIe ALLA teCno-

LoGIA Con LA qUALe è StAto CReAto, RIeSCe A SoSteneRe

Con Le SUe SottILI GAMBe toP FIno A 3,5 MetRI DI LUnGhezzA.

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un brevetto, (patent pending No. MI2011A000262), grazie al quale siamo in grado di

ottenere top dagli spessori minimi: un sandwich ben calibrato di alluminio, carbonio,

poliuretano, acciaio e cellulosa resinata. Per il tavolo “Robin” disegnato per l’azienda

MDF Italia, e recentemente presentato alla fiera di Colonia, abbiamo lavorato invece

con un materiale piuttosto nuovo nel settore dell’arredamento domestico: il cemento.

E’ interessante constatare come la casa si stia aprendo a materiali nuovi; inizialmente

è stato il caso della resina, ora è quello del cemento. Siamo stati stimolati a prendere in

considerazione questo materiale perché permette di ottenere finiture dal sofisticato valo-

re estetico, materico, sobrio, sempre diverso. Sdoganati, per così dire, i requisiti estetici,

ci siamo poi concentrati sulle caratteristiche tecnico-meccaniche - e di costo - che il ma-

teriale deve possedere perché abbia un futuro concreto. Grazie alla collaborazione con

l’azienda MF Compositi, la cui attività distintiva è la lavorazione di materiali e prodotti

innovativi per il settore del mobile di design, abbiamo potuto ottenere esattamente la fini-

tura che volevamo, con le proprietà che volevamo. L’hd light Cement è un trattamento

di finitura superficiale da applicare a diverse tipologie di materiale (legno, alluminio, ac-

ciaio, vetro). Questo procedimento industriale avviene tramite “spatolatura”, sulla super-

>roBiN, tAVoLo PRoDotto DA MDF ITALIA

DALL’ASPetto MInIMALe eD eLeGAnte. PRIVo

DI SPIGoLI e Con LA PoSSIBILItà DI RIVeStIRe

IL toP e Le GAMBe DI Un SUGGeStIVo StRAto

DI CeMento.

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Bruno Fattorini & Partners, www.brunofattoriniandpartners.com

ficie d’interesse, di un composto di cemento puro al 100% e che si distingue quindi dalle

altre miscele sul mercato e in cui il cemento è mixato con altre resine. La purezza del

composto restituisce alle superfici trattate l’effetto opaco e compatto del cemento senza

variazioni di spessore e di peso. Attualmente stiamo sperimentando, sempre con MF Compositi, altre tipologie di trattamenti di superfici, con paste speciali di pietra lavica

e malta. Molto interessanti sono anche le sperimentazioni con tecniche di lavorazione

diverse. E’ da un anno che stiamo lavorando a un progetto che prevede l’utilizzo della

tecnica dell’idro-formatura (diffusa nell’industria sportiva, specialmente nel ciclismo e

nel car-design): infatti, grazie a questo processo meccanico, si è in grado di ottenere

tubi di acciaio o di alluminio che presentano cambi di diametro e di sezione impossibili

da ottenere con le macchine tradizionali preposte alla lavorazione dei tubi. Il risvolto è

molto interessante per la realizzazione, ad esempio, di strutture particolarmente leggere

e performanti. Altra tecnica di lavorazione che abbiamo sperimentato è la pultrusione,

procedimento produttivo che consente di creare dei profili a sezione costante partendo

da filati di tessuto di vetro o carbonio. Con questa tecnica è stato realizzato un tavolo

con panca per esterno disegnato per l’azienda belga Extremis.

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CAMEL LIGHT

BY GROUPA STUDIO

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Eran Shimshovitz, Yiffa Levin e Chen Guiter-man sono tre designers laureate alla Holon In-stitute of Technology e che, dopo aver vissuto esperienze personali in diversi studi, hanno deciso di fondare nel 2010 il Groupa Studio.Yiffa e chen lo gestiscono offrendo una vasta gamma di servizi che interessano il ramo del product design e quello dell’interior e venue design per arredamento e illuminazione. con-sce delle loro infinite potenzialità e del loro estro creativo, le rappresentanti del groupa studio hanno promosso un interessante pro-getto, ormai concluso, chiamato Piece per Week, con il difficile scopo di riuscire a pubbli-care - tramite la loro pagina di facebook -, un prodotto differente ogni martedì per la durata complessiva di dieci settimane. la maratona ha riscontrato assenso da parte del pubblico

al quale sono stati presentati i progetti: veri e propri esperimenti con nuovi materiali e for-me innovative, sotto forma di schizzi, disegni più accurati e brevetti di prodotti dal design semplice e d’impatto. qui presentiamo Camel Light, il decimo e ultimo progetto dello studio, che fonde in un unico elemento dall’aspetto stravagante un vano porta-riviste e una lampada con filo a vista. la struttura, interamente realizzata in legno compensato e arricchito da decorazioni in metallo verniciato, ricorda le fattezze dei camelidi ai quali è ispirato il nome del pro-dotto. un elemento dalla grande personalità ottenuto con il minimo dispendio di materiali.tutti i progetti sono esposti nella pagina fa-cebook di groupa design studio ed in vendita sul sito ufficiale.

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Goupa design studio, www.groupastudio.com

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ENGLISH TEXT AT PAGE 92

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GOD SAVE THE FOOD

DI ANDREA PARACUCCHI

God Save the Food nasce in Zona Tortona, a Milano, con l’ambi-

zione di restituire ai commensali la piacevolezza del pranzo come

momento per gustare cibi genuini in un’atmosfera di benessere.

Nato in una location che rievoca il suo passato industriale, questo

vero e proprio Loft del gusto accoglie ogni cliente in una miscela

di legno, ferro e acciaio, combinati magistralmente in uno spazio

pieno di luce, dove il cibo e i suoi colori e sapori la fanno da padroni.

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PLA

CE

I punti focali di questo progetto sono qualità, trasparenza e benessere

e vengono rispecchiati sia nell’architettura degli spazi che nella scelta

degli ingredienti e delle ricette. Lo studio dei volumi e la struttura open

space della cucina, hanno l’ambizione di lasciare tutto volutamente “a

vista”, per apprezzare la preparazione dei piatti, mostrando così che

qualsiasi momento del giorno è adatto ad assaporare piatti e ricette

creati con ingredienti di prima scelta, selezionati sia per il gusto che

per il benessere quotidiano come stile di vita. Inoltre, tale benessere

può anche essere consumato fuori dal ristorante, con la formula “take

away”, da scegliere direttamente dalla dispensa a vista che propone

piatti freschi prodotti in giornata e scontati a partire dalle 17:00.

La sfida di questo progetto ambizioso, creato dallo chef Enrico Bartoli-

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ni in collaborazione con un esperto nutrizionista, è di creare i piatti più

succulenti tornando alle origini della cucina, caratterizzata dai metodi

tradizionali di preparazione e ricette creative che vengono riprese e

portate alla bocca di coloro che sono obbligati a pranzare fuori casa.

L’innovativo ristorante propone così piatti di varia origine, dal pollo

“free-range” al pane a lievitazione naturale cotto a legna, senza tra-

scurare mai il fatto che la parola d’ordine rimane qualità, indipenden-

temente dalla scelta del menu che contiene piatti che vanno dall’ham-

burger alla più tradizionale carne salada di origine trentina.

GOD SAVE THE FOOD, VIA TORTONA 34, MILANO, TEL. 02 8373604, www.godsavethefood.it

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DI PAOLO RUGGIERO, FOTO DI SAOTA ARCHITECTS

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“Così com’era, questa casa non sfruttava le caratteristiche straordinarie del luogo”, dice Philip Olmesdahl dello Studio Saota di Johannesburg. “I proprietari allora ci chiesero di ripensarla per poter godere della vista sul mare, aprendola alla luce e alle serate con gli amici”. Questa villa, singolarmente battezzata Victoria 73, si arram-pica su un piccola altura a Bantry Bay, una “wind -free area” a Cape Town, in Sud Africa, angolo protetto dai venti che altrimenti sferzano costantemente le abitazioni nei dintorni.La pianta era limitata dal passaggio di una strada attigua, così la casa si è sviluppata in altezza, su sei piani. Lo Studio Saota ha organizzato gli ambienti privilegiando due grandi aree living al quinto e quarto piano: la prima con cucina e sala da pranzo, la seconda come un loft spalancato verso il mare, luogo epicureo di totale distensione, con area lounge, bar e braai (la versione locale del barbecue) e infinity pool a raso sull’orizzonte. “questi due living comunicano in modo dinamico, attraverso un incastro scultoreo di volumi e livelli”, dice Stefan Antoni, uno dei fondatori di Saota.Ai piani inferiori trovano posto le stanze per gli ospiti, una biblioteca, l’ingresso e un garage per cinque auto.

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I livelli sono collegati attraverso un ascensore in vetro che scorre indolente sui propri binari, e irradiati da una quantità di luce esagerata: Città del Capo infatti riceve più ore di sole di qualsiasi città del Mediterraneo. Il design della villa è ispirato in parte alle “Case Study Hou-ses” costruite in California tra gli anni ‘40 e ‘60 e al Barcelo-na Pavillon di Mies Van der Rohe, riferimento evidente nel solaio appoggiato come un foglio su un monolito di marmo Nero Marquina. L’enorme apertura è un convettore di luce e brezza marina, che incontra i pieni e i vuoti discreti di un interno modulato su differenti sfumature di legno, abitato da icone di design (un tavolo Platner, la Barcelona Couch, la lampada Arco di Castiglioni) e da oggetti e fotografie della collezione d’arte privata. C’è anche un caminetto rosso rubi-no, e angoli in cui la casa prende riverberi mediterranei, con mosaici, fioriere, deliziose oasi di verde. Nuovi chiaroscuri spiccano nell’ora del sonno, al termine di giornate infinite e abbaglianti: l’orizzonte marino riposa nel buio e la casa ritro-va una propria intimità notturna, vegliata solo dalle sculture e dal movimento delle foglie.

Saota - Stefan Antoni Olmesdahl Truen Architects, Cape Town, www.saota.com

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L’abbandono degli standard classici, alla base di un design scolasti-co che viene spesso riproposto con piccole variazioni prive di perso-nalità, implica un consequenziale allargamento del target verso un pubblico più fresco e giovane, in grado di apprezzare sì la qualità e la funzionalità degli elementi, ma anche le idee stravaganti e dall’a-spetto scenografico che verrebbero altrimenti ignorate da utenze statiche e più rigorose.E’ questo il caso della linea di vasche e lavabi OiO proposta da An-toniolupi, azienda riconosciuta a livello internazionale nel settore dell’arredobagno, non che sinonimo di qualità, sicurezza e design dal gusto raffinato. I sanitari disegnati dal belga Michel Boucquillon vogliono così porsi come fulcro delle attenzioni di chi li incontra; sono nati per essere i protagonisti della scena, per creare atmosfera, coinvolgere e sconvolgere con il loro aspetto divertente ed altresì glamour. Come fossero appena passati sul red carpet, non temo-no gli sguardi di chi li prende in esame, sicuri del design innova-tivo e del carisma che li contraddistingue. Entrambi i lavabi e le vasche sono realizzati in polietilene con stampaggio rotazionale in un unico pezzo. Sono disponibili in versione traslucida o colorata, con illuminazione interna o senza, così da risultare estremamente diversificabili e versatili. Adatti per indoor e outdoor, questi ele-menti sono resistenti e leggeri, tanto da permettere di inserirli tra gli oggetti trasportabili durante un eventuale trasloco. Il materiale, riciclabile al 100%, ne fa delle creazioni conformi alla filosofia ten-dente al risparmio e al rispetto della natura, che Antoniolupi ha ormai adottato da anni.

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OiODI GABRIELE GANDOLFI

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Antoniolupi. www.antoniolupi.it

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B&B ITALIA NASCE NEL 1966 DALL’INTUITO DI PIERO AMBROGIO BUSNELLI, NOTO E CARISMATICO IMPRENDITORE. NONOSTANTE LA SUA PRODUZIONE FOSSE SPECIALIZZATA E LIMITATA ALL’AMBITO DEGLI IMBOTTITI, L’AZIENDA SI è IMMEDIATAMENTE GUADAGNATA UN POSTO SOTTO I RIFLETTORI NEL SETTORE DEL DESIGN NAZIONALE E INTERNAZIONALE. SOLO DOPO ESSERSI APERTA A NUOVE ESPERIENZE CREATIVE E AVER SVILUPPATO UNA SPICCA-TA COMPETENZA NEL SETTORE, L’AZIENDA HA INTRODOTTO NEL PROPRIO VENTAGLIO DI OFFERTE ANCHE PRODOTTI DELL’ARREDO DOMESTICO PER INTERNI, ESTERNI E SOLO DI RECENTE ANCHE PER LO SPAZIO CONTRACT.I PRODOTTI B&B RISPONDONO IN MANIERA EFFICACE ED ECLETTICA ALLA CONTINUA EVOLUZIONE DELL’ABITARE, COMBINANDO ALLA PREGIATA FATTU-RA MADE IN ITALY UNO SPIRITO CREATIVO, MODERNO E DI UN’ADATTABILITà TALE DA RENDERLI IMMORTALI, SENZA TEMPO. LA COLLABORAZIONE CON DESIGNERS INTERNAZIONALI HA INCENTIVATO LA PRODUZIONE DI ELEMEN-TI DI QUALITà RICONOSCIBILE, CHE SONO VALSI ALL’AZIENDA NUMEROSI RI-CONOSCIMENTI TRA CUI QUATTRO COMPASSI D’ORO, DI CUI UNO NEL 1989 “PeR IL CoStAnte LAVoRo DI InteGRAzIone SVoLto AL FIne DI ConIUGA-Re I VALoRI DeLLA RICeRCA teCnICo SCIentIFICA Con qUeLLI neCeSSARI ALLA FUnzIonALItà eD eSPReSSIVItà DeI PRoDottI”. B&B ITALIA è ATTUAL-MENTE MEMBRO DELLA FONDAZIONE ALtAGAMMA, CHE RIUNISCE TUTTE LE AZIENDE RIGOROSAMENTE ITALIANE E DI FAMA INTERNAZIONALE CHE PUN-TANO AD ESSERE AVANGUARDISTI PER UN TARGET ELEVATO DEI PRODOTTI DEL DESIGN MADE IN ITALY.

B&B ITALIA

LE MIGLIORI PROPOSTE CHE POTRETE AMMIRAREIN OCCASIONE DELLA KERMESSE MILANESE

A N T I C I PA Z I O N ISALONE DEL MOBILE

DI IVAN GRANOLLA

B&B ITALIA, www.bebitalia.it

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Athos, tavolo con profilo metallico a V cromato lucido, cromato nero o verniciato nickel bronzato. Presente nell’unica lar-ghezza di 100 cm, nella versione fissa e in quella allungabile. Design Paolo Piva.

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NATA NEL 1946 COME ATTIVITà ARTIGIANALE, CAPPELLINI è PASSATA NEL CORSO DEGLI ANNI ATTRAVERSO RADICALI TRASFORMAZIONI E RIADATTA-MENTI CHE L’HANNO PORTATA A CONFRONTARSI CON I PIù DISPARATI SET-TORI DEL MONDO DELL’ARREDAMENTO DI DESIGN. IL FATTO CHE DI CAPPELLINI NON SI RIESCA A INDIVIDUARE UNO STILE IDEN-TIFICATIVO è, SECONDO LA FILOSOFIA DELL’AZIENDA, UN ESCLUSIVO PUN-TO A FAVORE, UN RICONOSCIMENTO NELLA NON RICONOSCIBILITà: TUTTO è LASCIATO ALLA LIBERA INTERPRETAZIONE E PERSONALIZZAZIONE DEL FRUITORE, SENZA LIMITI ESPRESSIVI IN FATTO DI ESTETICA. è COSì DUNQUE CHE IN QUESTA FORMA L’UTILE ASSUME LA STESSA IMPORTANZA DEL BELLO, SE REALIZZATO CON L’IDEA DI DOVERLO SOTTOPORRE AD UN UTILIZZO FRE-QUENTE NELLA QUOTIDIANITà. LA REALTà DI CAPPELLINI è FATTA PREVALENTEMENTE DI NORMALITà E MI-SURA, DI ADATTABILITà ED ESSENZIALITà, MA SENZA TUTTAVIA PRECLUDERE L’OPPORTUNITà DI INSERIRE ALL’INTERNO DELLE COLLEZIONI OGGETTI IN EDIZIONE LIMITATA DALLA SPICCATA PERSONALITà E CHE SI SCOSTINO VO-LENTIERI DALLA TRADIZIONE.NEL SUO GENERE LA PRODUZIONE CAPPELLINI è FUNZIONALE ED ETERO-GENEA, E DI RECENTE HA AFFRONTATO UNA SFIDA CHE HA VISTO UN AM-PLIAMENTO DEGLI ORIZZONTI IN FAVORE DEL SETTORE CONTRACT, DEDICA-TO AGLI SPAZI PUBBLICI. I PRODOTTI CAPPELLINI NON SONO MAI ASSURDI Né STEREOTIPATI: L’AZIENDA HA RICONOSCIUTO IL GIUSTO EQUILIBRIO TRA TUTTI GLI ELEMENTI CHE UN OGGETTO DI DESIGN DOVREBBE OTTENERE, FACENDO DI QUESTO MODERATO CONNUBIO DI QUALITà, FUNZIONALITà ED ESTETICA LA SUA CARTA VINCENTE PER CONTINUARE A CONFERMARE NEL CORSO DEGLI ANNI IL SUO GIà ANNUNCIATO SUCCESSO.

CAPPELLINI

CAPPELLINI, www.cappellini.it

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Candy Table, collezione di tavolini realiz-zati con barre di rinforzo in acciaio gene-ralmente sfruttate nel settore dell’edilizia, qui riverniciate in maniera tale da creare suggestivi giochi di luce. Design Sylvain willenz; Tate Color, sedia impilabile e sgabelli con basamento a quattro gambe. Presenti in otto finiture di colore che con-feriscono un aspetto divertente e pieno di personalità. Design Jasper Morrison.

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FIN DAL MOMENTO DELLA SUA FONDAZIONE, AVVENUTA NEL 1984, CASAMA-NIA SI è POSTA COME OBIETTIVO QUELLO DI CREARE PRODOTTI ALTAMEN-TE INNOVATIVI E CHE POTESSERO ASSOLVERE LE ESIGENZE DEI FRUITORI PER QUALUNQUE GENERE DI RICHIESTA. CASAMANIA COPRE DUNQUE LA MAGGIOR PARTE DEI SETTORI DELL’ARREDO, SPAZIANDO DAI COMPLEMENTI ALL’ILLUMINAZIONE, DALLE SEDUTE AI SISTEMI. FEDELE ALLA SUA FILOSOFIA, PIù PROPENSA A UN’IMMAGINE ALLEGRA, FRE-SCA, GIOVANILE E MODERNA DEL DESIGN, CASAMANIA è RICONOSCIUTA A LI-VELLO INTERNAZIONALE COME PROMOTRICE DI ELEMENTI DAI COLORI VIVA-CI E DALLA FORTE PERSONALITà ARTISTICA, RICCHI DI VALENZE FUNZIONALI ED ESTETICHE, IDONEI ALLE POSSIBILITà INTERPRETATIVE PIù VARIE. L’OF-FERTA DI SERVIZI A 360° NEL CAMPO DELLA PROGETTAZIONE E DELLA CRE-AZIONE DI PRODOTTI, UNITA ALLA MATURAZIONE DI UN’ESPERIENZA SENZA EGUALI, ANCHE E SOPRATTUTTO NEL CAMPO DEL COMPLEMENTO, HA FATTO Sì CHE CASAMANIA SIA STATA RICONOSCIUTA COME AZIENDA CAMALEONTI-CA IN GRADO DI OFFRIRE PRODOTTI E SERVIZI SEMPRE INNOVATIVI E DALLO SPIRITO FANTASIOSO. UN ESEMPIO IDEALE è OFFERTO DAILA VERSATILITà DEI SISTEMI MODULARI, IN GRADO DI ADATTARSI A OGNI RICHIESTA, OGNI SITUAZIONE E OGNI AMBIENTE, DALL’ABITAZIONE, ALL’UFFICIO, ALLO STUDIO O AL NEGOZIO. CASAMANIA FA PARTE DELLO STIMATO GRUPPo DoIMo ED è UNA DIVISIONE DI FRezzA SPA, PRODUTTRICE QUALIFICATA DI MOBILI E ARREDI PER L’UFFICIO.

CASAMANIA

CASAMANIA, www.casamania.it

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Lepel, (‘cucchiaio’ in afrikans) è presen-te nelle versioni sedia e poltroncina, con schienali avvolgenti, morbidi ed estrema-mente comodi. Creata in maniera tale da ottimizzare i costi di produzione. Design Luca nichetto.

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DRIADE è UN’AZIENDA PIACENTINA NATA NEGLI ANNI SETTANTA E CRESCIU-TA NEL SEGNO DELL’ARISTOCRAZIA, DELLA POESIA E DELL’ARTE. L’ELEGAN-ZA ATEMPORALE DEI SUOI PRODOTTI L’HA RESA RICONOSCIBILE IN TUTTO IL MONDO AL PUNTO DA POTER VANTARE COLLABORAZIONI CON DESIGNER D’IMPORTANZA GLOBALE COME IL GIAPPONESE nenDo.LA FILOSOFIA DI DRIADE TRASPARE CHIARAMENTE E CON LINEARE COEREN-ZA IN TUTTA LA SUA PRODUZIONE, CHE ATTUALMENTE RICOPRE I PIù SVARIA-TI CAMPI DELL’ARREDO DI DESIGN, OFFRENDO UNA VASTA GAMMA DI ARTI-COLI DALL’ANIMO FANTASIOSO E VISIVAMENTE SUGGESTIVO. GRADEVOLI ALL’OCCHIO E DI QUALITà MATERICA DISTINGUIBILE, LE SELE-ZIONI DI DRIADE COMPRENDONO MOBILI FINITI, ATTREZZATURE, CUCINE E COMPLEMENTI D’ARREDO. TUTTI GLI ELEMENTI SONO COSTANTEMENTE IN BILICO TRA LO STATO DI OGGETTO DELLA QUOTIDIANITà E QUELLO DI OPERA D’ARTE, INDOSSANDO I PANNI ORA DI TENDENZE PIù TRASGRESSIVE E MO-DERNE, ORA DI IDEE ORDINATE E NEOBORGHESI.QUESTE FONDAMENTALI CARATTERISTICHE HANNO PERMESSO ALL’AZIEN-DA DI METTERE RADICE CON SEMPLICITà NEL MONDO DEL DESIGN DI TAR-GET ELEVATO, SENZA MAI PRECLUDERSI L’OPPORTUNITà DI ACCOGLIERE NEL SUO CATALOGO LE MIGLIORI E PIù VARIE ARTICOLAZIONI.DRIADE SI DECLINA IN QUATTRO DIFFERENTI MARCHI, SPECIALIZZATI NELL’AS-SOLVERE NELLO SPECIFICO ALLE ESIGENZE DEI PROPRI CLIENTI: DRIADE, LA FILOSOFIA DELL’ABITARE, DRIADECHEF, LA CULTURA DEL CUCINARE, DRIADE-STORE, LA CASA LEGGERA, E DRIADEKOSMO, IL MONDO DEGLI OGGETTI.

D R I A D E

DRIADE, www.driade.com

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Fenix, imbottito dall’aspetto minimale che non rinuncia al comfort e alla morbidezza. La struttura esile e metallica a base del divano contribuisce ad alleggerire il peso volumetrico dell’intera struttura. Design Ludovica+Roberto Palomba

56h, poltrona a dondolo con struttura in alluminio rivestita con intreccio in plastica, dalla forma anticonvenzionale, innovativa e fantastica. Design Fabio novembre.

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DESALTO SI INSERISCE NEL PANORAMA DEL DESIGN NEGLI ANNI ’50 STABILEN-DO LA SUA SEDE IN BRIANZA, TERRA ATTUALMENTE ANCORA IN BRULICANTE FERMENTO IN QUANTO A IDEE DI QUALITà E PRODUTTIVITà IMPRENDITORIALE.CIò CHE HA CONSENTITO A DESALTO DI ESSERE AD OGGI UN MARCHIO DI PORTATA MONDIALE è STATA LA CAPARBIETà E LA FONDAMENTALE DECISIO-NE DI INVESTIRE LA MAGGIOR PARTE DELLE PROPRIE ENERGIE NELLA RI-CERCA TECNICO-SCIENTIFICA. DESALTO è DI FATTO UNA DELLE AZIENDE PIù ALL’AVANGUARDIA SUL TERRI-TORIO ITALIANO IN QUANTO A MODERNITà DELL’INTERO PROCESSO PRODUT-TIVO (CHE FA USO DI TECNICHE COME L’IMPIANTO DI TAGLIO AL LASER DEI PROFILATI, O LA SALDATURA E VERNICIATURA INTERAMENTE ROBOTIZZATE) E IN QUANTO A MATERIALI IMPIEGATI PER LA REALIZZAZIONE DEI PRODOTTI. LA FUSIONE DI QUESTE DUE CARATTERISTICHE HA CONFERITO LA STRAOR-DINARIA CAPACITà DI RIUSCIRE A TRATTE IL MEGLIO DA OGNI STRUTTURA MATERICA, CHE SIA QUESTA DI METALLO, VETRO, LEGNO, PLASTICHE O DE-RIVATI. TUTTO CIò HA FATTO Sì CHE DESALTO SI GUADAGNASSE DIVERSI TRA I PIù IMPORTANTI RICONOSCIMENTI A LIVELLO GLOBALE, ULTIMO TRA TUTTI L’InteRIoR InnoVAtIon AwARD – BeSt oF BeSt 2012, UNO DEI PIù PRESTI-GIOSI PREMI NEL SETTORE DELL’ARREDAMENTO. AD AVERLO VINTO è STATO 25, UNICO TAVOLO AL MONDO IN GRADO DI SOSTENERE CON UNO SPESSORE DI APPENA 25MM UN TOP DI LUNGHEZZA FINO A 3M, E TESTIMONIANZA DELLE STRABILIANTI CAPACITà TECNICHE DI QUESTA AZIENDA MADE IN ITALY.

D E S A L T O

DESALTO, www.desalto.it

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77 CASATREND

Helsinki, sistema di tavoli con struttura smontabile ai quali è possibile aggiunge-re cassetti, ripiani e complementi hi-tech tra cui porta hi-fi e porta computer. De-sign Caronni e Bonanomi.

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DA QUANDO FU FONDATA DAI FRATELLI FORNASARIG, NEL 1878, FORNASA-RIG SEDIE FRIULI FU RICONOSCIUTA PUBBLICAMENTE COME PRIMA AZIENDA ITALIANA IN ASSOLUTO SPECIALIZZATA NELLA PRODUZIONE E DISTRIBUZIO-NE DELLE SEDIE. L’IDEA IN ATTO ATTUALMENTE DI DEDICARE LA PROPRIA AT-TIVITà ESCLUSIVAMENTE AL SETTORE DELL’ARREDO CONTRACT è STATA IN-VECE CONCEPITA NEGLI ANNI ’80 E REALIZZATA A PARTIRE DAGLI ANNI ’90, IN PARALLELO A UN RIADATTAMENTO GLOBALE DELLE INFRASTRUTTURE. NO-NOSTANTE NON SIA STATA ESCLUSA L’EVENTUALITà DI AVVICINARSI ANCHE AD ALTRI SETTORI DEL MERCATO, AD OGGI FORNASARIG è L’UNICA AZIEN-DA ITALIANA A FAR RUOTARE LA SUA INTERA CATENA PRODUTTIVA ATTORNO ALL’AMBITO DELL’ARREDAMENTO PER SPAZI COLLETTIVI: I PRODOTTI DEL MARCHIO FORNASARIG - NON PIù SOLO SEDUTE MA ANCHE COMPLEMENTI - TROVANO INFATTI LA LORO RAGIONE D’ESSERE IN ALBERGHI, RISTORANTI, TEATRI, SCUOLE, BIBLIOTECHE, SALE CONFERENZE E NAVI.A COSTITUIRE L’ANIMA DEI PRODOTTI è IL LEGNO, MATERIALE PREDILETTO PER LA SUA PERSONALITà CONNATURATA E L’UNICITà SENSORIALE E SPIRI-TUALE CHE è IN GRADO DI CONCEDERE, PRECLUSA INVECE AD OGNI ALTRO MATERIALE INDUSTRIALE.L’UTILIZZO DI QUESTO ELEMENTO IMPLICA DUNQUE LA RICHIESTA DI UNA SPICCATA MANUALITà, CURA ED ESPERIENZA, TUTTE CARATTERISTICHE CHE L’AZIENDA HA POTUTO ASSIMILARE SOLO IN SEGUITO AI NUMEROSI ANNI DI PRODUTTIVA ATTIVITà. IMPEGNATA IN UNA FILOSOFIA VERDE VOTATA AL RI-SPETTO PER L’AMBIENTE E LE RISORSE, FORNASARIG ATTINGE SOLO DA FORESTE DI FAGGIO DI COLTIVAZIONI SELEZIONATE, E SOTTOPOSTE A RI-GOROSI E RIPETUTI CONTROLLI ATTUI A CICLICI RIMBOSCHIMENTI DEL TER-RITORIO.

FORNASARIG

FORNASARIG, www.fornasarig.it

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79 CASATREND

Wolfgang, lounge chair imbottita, coffee table, side table e tavolo da bar dall’a-spetto caldo e minimale, realizzati in legno e ispirate alla filosofia del design scandinavo. Design Luca nichetto.

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TECNOLOGIA, MATERIALI E AFFIDABILITà SONO LE KEY-WORD DESTINATE A RIASSUMERE IL PROFILO DI POLIFORM, AZIENDA NATA IN BRIANZA NEL 1970 DALL’EVOLUZIONE DI UN’IMPRESA ARTIGIANA FONDATA NEL 1942.LA REALTà FAMILIARE CHE IDENTIFICA QUESTA INDUSTRIA SI CONFIGURA IN TERMINI CONCRETI IN UN’ESTREMA PASSIONE PER IL PRODOTTO, CHE VIENE DUNQUE STUDIATO, IDEATO, ESAMINATO E CONTROLLATO IN OGNI SINGOLA FASE DEL SUO PROCESSO PRODUTTIVO.LA SELEZIONE DEI MATERIALI è LA FASE NELLA QUALE è INVESTITA MAG-GIORE ATTENZIONE, E CHE è VOLTA ALLA RICERCA DI SOLE MATERIE PRIME DI QUALITà, FONDAMENTALI PER LA REALIZZAZIONE DI PRODOTTI CHE SI DEBBANO DISTINGUERE PER LA LORO RISALTANTE FATTURA. IL PROCESSO PRODUTTIVO, IN CONTINUA EVOLUZIONE, COMBINA LA PROFICUITà DELL’AT-TIVITà AZIENDALE CON L’ACCURATEZZA DI QUELLA ARTIGIANALE. SI HA COSì CHE L’ALTO LIVELLO DI INGEGNERIZZAZIONE DEI SISTEMI COMPONIBILI PRO-DOTTI AFFIANCHI, ALLA QUALITà DEI MATERIALI UTILIZZATI, LA SICUREZZA DI UNA PERFETTA STRUTTURA TESTATA PIù VOLTE IN OGNI SUO SINGOLO MECCANISMO. LA DEDIZIONE NELLA RICERCA SOCIALE FA INVECE Sì CHE GLI ELEMENTI CREATI RISPECCHINO PERFETTAMENTE QUELLE CHE SONO LE TENDENZE DEL MOMENTO, O CHE ADDIRITTURA IN ALCUNI CASI LE ANTI-CIPINO. PER POLIFORM INFINE, TUTTO CIò SI è CONFIGURATO IN TERMINI DI SUCCESSO CON L’AVVENUTA COLLABORAZIONE CON I PIù IMPORTANTI NOMI DEL DESIGN INTERNAZIONALE E CON LA CREAZIONE DI SHOWROOM SU SCA-LA MONDIALE.

P O L I F O R M

POLIFORM, www.poliform.it

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Minerva, letto tessile dall’aspetto neutro ed elegante, rivestito e sfoderabile ad eccezione della testata, non sfoderabile ma impreziosita da un ricco ricamo a nido d’ape. Design Carlo Colombo.

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DAL 1952 MOROSO PROGETTA E REALIZZA DIVANI, POLTRONE E COMPLE-MENTI D’ARREDO CAMALEONTICI, DI DIVERSI STILI CHE VANNO DAL CLASSI-CO AL MODERNO, DAL MINIMALE ALL’ELABORATO, E CHE ADERISCONO PIE-NAMENTE ALLE INFINITE RICHIESTE DI UN TARGET ELEVATO IN CONTINUA CRESCITA ED EVOLUZIONE.SPECIALIZZATA NELLA CREAZIONE DI IMBOTTITI, MOROSO HA RICERCATO PER PIù DI CINQUANT’ANNI IL MASSIMO DELLA QUALITà, RENDENDOLA IL TRATTO DISTINTIVO DELL’AZIENDA E IL MOTORE ATTORNO AL QUALE FAR RUOTARE L’INTERO PROCESSO PRODUTTIVO. A RICONOSCIMENTO DI QUESTA INDISCUTIBILE PECULIARITà IL 24 GIUGNO DEL 1994 MOROSO HA RICEVUTO, IN ANTICIPO RISPETTO A TUTTE LE ALTRE AZIENDE DI IMBOTTITI DI ITALIA, LA CERTIFICAZIONE SECONDO LE NORME ISo PeR LA ConDUzIone AzIenDALe, PeR LA PRoGettAzIone, PRoDUzIo-ne E ASSIStenzA AL CLIente. NEL 1999, MOROSO HA RICEVUTO LA CERTIFI-CAZIONE ANCHE PeR LA GeStIone AMBIentALe.QUEST’ULTIMO TEMA, L’ECOLOGIA, è TALMENTE A CUORE ALL’AZIENDA DA AVER INFLUENZATO TUTTI I SINGOLI PROCESSI PRODUTTIVI: è COSì AVVE-NUTA LA LORO TRASFORMAZIONE IN VISIONE DI UN ANDAMENTO NELLA SUA TOTALITà PIù PULITO E MENO INQUINANTE, FACENTE UTILIZZO DI MATERIALI IL PIù POSSIBILE RICICLABILI.MOLTI DEI TESSUTI MOROSO SONO FIRMATI DAI DESIGNERS PIù QUALIFICATI, COME Ron ARAD, CARLo CoLoMBo, enRICo FRAnzoLInI, MARC newSon, toShIyUkI kItA E PAtRICIA URqUIoLA. I PRODOTTI TRASUDANO PASSIONE E SENTIMENTO, VESTENDO GLI AMBIENTI LIVING DI COLORI E SENSAZIONI AV-VOLGENTI, TRASFORMANDOLI DA SEMPLICI SPAZI A VERE E PROPRIE “STAN-ZE VIVE E DA VIVERE”, ADATTE Sì A CHI è PREDISPOSTO AL RELAX E ALL’IN-TROSPEZIONE, MA ANCHE A CHI CI TIENE ALL’OSPITALITà E ALL’INCONTRO.

M O R O S O

MOROSO, www.moroso.it

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83 CASATREND

Byobu, tavolino e tavolo da pranzo dal-la forma insolita ed equilibrata, con pia-no sostenuto da una struttura ispirata ai pravaneti giapponesi dai quali ha tratto il nome. Design Nendo

M.a.s.s.a.s., divano che ha già tutto ciò che ci serve sapere nel suo nome: M per Moroso, A per asimmetrico, S per sofa, S per sistema, A per adorabile, S per stitched (ricamato, cucito). Design Patri-cia Urquiola.

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FORSE DOPO TANTI ANNI DI ATTIVITà STO INIZIANDO A MATURARE UN PENSIERO PRECISO RIGUARDO ALL’AR-CHITETTURA E AL POTERE CHE QUESTA HA DI RIFLET-TERE LO STATO DELLA SOCIETà IN CUI VIVIAMO. DANDO PER SCONTATO CHE RITENGO CHE NELLA VITA CIò CHE CONTA è CIò CHE SEI E NON COME TI PIACE APPARIRE, QUESTO PER ME VALE ANCHE PER L’ARCHITETTURA E QUINDI HO SEMPRE GIUSTIFICATO LA STRANEZZA DI ALCUNE FORME ESCLUSIVAMENTE NEL MOMENTO IN CUI QUESTE ERANO GIUSTIFICABI-LI A FRONTE DI QUELLO CHE TI RIUSCIVANO A TRA-SMETTERE UNA VOLTA CHE TI TROVAVI A VIVERLE.

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Il primo approccio con questo pensiero l’ho avuto quando, an-cora studente, sono andato a vedere il Vitra Design Museum a Weil am Rhein. Da quel momento ho iniziato ad amare Frank Gehry e soprattutto ho cominciato ad ammirare la sua lucidità e il suo genio nel creare forme non convenzionali che non perdessero di vista il significato primo del loro esistere, ovvero la funzione. Ho proseguito negli anni seguendo Geh-ry e avendo spesso riprova di quanto questo rappresenti nel suo lavoro una costante. Non ho mai lontanamente pensato di essere in grado, nel mio fare architettura, di percorrere nean-che con accettabile approssimazione quella strada e ho così coltivato l’idea della forma “sincera”, approfondendo la mia ri-cerca personale nell’ambito dei materiali e di tutto quello che a

parer mio, come la luce, genera valore nella percezione di uno spazio. Nel fare questo ho avuto due grandi maestri: da una parte alcuni architetti che ho avuto la fortuna di poter cono-scere e dell’altra la mia passione per la natura. Tra quelli che io considero maestri il primo è sicuramente Ettore Sottsass. Casa Wolf in Colorado rimane per me un punto di riferimento costante. In seguito, l’esperienza con Michele de Lucchi agli esordi di Produzione Privata la considero invece la scoperta del piacere fisico che si prova usando e toccando i materiali, successivamente il mio cammino dentro l’architettura ha con-sumato molte scarpe e sarebbe tedioso raccontarne ogni pas-so. Mi piace però citare Ingo Maurer e quanto ho imparato da lui sulla luce arrivando a dare un immenso valore a una

85 CASATREND

Page 88: Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

lampadina, sapendo poi quante lampadine sono presenti nel mio fare architettura. Attualmente, l’ultimo maestro da cui sto imparando molto è Peter Zumthor, perché quando penso alla sincerità dell’architettura guardo all’uso che lui fa dei materiali, a partire dalla pietra (le therme di Vals ne sono un esempio), fin ad arrivare al legno come nello Steilneset Memorial sull’i-sola norvegese di Vardø, di cui mi piace ricordare anche che è un memoriale dedicato alle vittime della “caccia alle streghe”. Non posso, in ultimo, non pensare al lavoro di Tadao Ando e alla purezza del suo segno nell’utilizzo del cemento. Poi c’è il legame stretto con la natura. In particolare con il marmo, avendo spesso nelle scarpe la polvere di quei pas-

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Due foto delle Therme di Vals, architettate da Peter Zumthor

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si che ho fatto nella ricerca di un’idea progettuale riguardo a questo materiale; un’idea che mi ha portato al rispetto delle vene, dei disegni, del lento consumarsi nel tempo e che si è poi trasformato in un lavoro sulle texture naturali, sca-vate dal passare dell’acqua e identificando nei volumi che rispettano la natura di questo materiale le sole forme che mi posso concedere. Ho eliminato ogni possibile forzatura cercando di essere al limite del didascalico nel suo utilizzo. Ultimamente mi sono riavvicinato anche al legno, perse-guendo nei limiti delle possibilità che mi sono concesse un cammino dove tento di unire la forma al materiale, attraver-so un processo che mira alla ricerca di una sincerità etica.

87 CASATREND

Due foto dei lavori di Tadao Ando: in alto, Curch of Light; in basso, School of Sunday

Page 90: Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

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FOO

D T

RE

ND

provate queSta Semplice e guStoSa ricet-

ta cHe uniSce l’utilizzo di parti verdi di

porri e baccelli, normalmente conSiderati

di Scarto, con la cottura in lavaStoviglie.

in queSto modo non Solo Si riducono gli

SprecHi alimentari in cucina ma Si cuoce

Senza conSumare acqua ed energia.

di liSa caSali

ROMBO SU LETTO DI PORRI CON CREMA DI BACCELLI E GERMOGLI

COTTO IN LAVASTOVIGLIE

Page 91: Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

89 CASATREND

per questa ricetta può essere sufficiente un solo rombo, se grande (più di 1 kg), altrimenti acquistatene due.

Se acquistate il rombo intero, lavatelo, evisceratelo, togliete la pelle e sfilettatelo. inserite i filetti così ottenuti

nel sacchetto per il sottovuoto, conditeli con un filo di olio extravergine delicato, un goccio di vino bianco, sale,

pepe e timo. chiudete i sacchetti, disponeteli in lavastoviglie e cuoceteli con il lavaggio eco. nel frattempo

preparate la crema di baccelli. lavate i baccelli e tagliate il picciolo. cuocete a vapore i baccelli per 10 minuti

(o per 5 minuti in pentola a pressione), quindi tagliateli a cubetti. lavate e asciugate il porro e separate la

parte bianca da quella verde. tagliate la parte verde a fette sottilissime e riducete quella bianca a rondelle più

spesse. in una padella fate sciogliere il burro con un cucchiaio di olio e fatevi appassire a fuoco basso per qual-

che minuto la parte verde del porro. unite i baccelli, salate, pepate e fate saltare per 3 minuti circa. passate il

tutto al passaverdura, regolate di sale e conservate la crema ottenuta in frigorifero fino all’utilizzo. nella stessa

padella fate appassire anche la parte bianca del porro con un filo di olio, mezzo bicchiere di vino e 2 cucchiai

di acqua; lasciate cuocere a fiamma bassa finché il liquido non sarà evaporato completamente. al momento di

portare in tavola unite i filetti di rombo ai porri, salate, pepate e fateli rosolare su entrambi i lati. Scaldate la

crema di baccelli (al microonde o in un pentolino posto sul fuoco). Suddividete nei piatti i porri stufati e dispo-

netevi sopra i filetti di rombo. completate con una cucchiaiata di crema di porri e baccelli, qualche germoglio

e un filo di olio. Servite subito.

Page 92: Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

CASATREND MAGAZINE

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TRIMESTRALE - ANNO 6 - APR/MAG/GIU 2012 - N. 50QUARTERLY - YEAR 6 - APR/MAY/JUN 2012 - N. 50

MICHEL BOUCQUILLONSPECIALE SALONEVICTORIA 73 HOUSECARRARA MARBLE WEEKS

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*ENGLISH TEXTS

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ENGLISH TEXT

S N Ø H E T TA F O R T H E N O R W E G I A NW I L D R E I N D E R C E N T R E P A V I L L I O N PAG. 18

BY ARIANNA MALAGOLI

By appointment of the Norwegian Wild Reindeer Foundation Snøhetta has designed a suggestive observation

and information pavilion at Hjerkinn, a village in Dovre, Norway, one of the driest places in the country. The main

purpose of the 75m2 building is to provide shelter for school groups and visitors as mountain guides lecture about

the unique wildlife and history of the Dovre M0000000000000000ountain plateau.

In fact, Dovrefjell is home to wild reindeer herds, musk oxen, arctic foxes and a variety of endemic botanical species.

A long history filled with travellers, hunting traditions, mining and military activities have left their mark on this land.

Today, modern tourism and recreation continue to shape the cultural landscape of this place. So, natural and cultural

landscapes form the basis of the architectural idea. The building’s design is based on a contrast between a rigid outer

shell and a soft organic-shaped inner core. A wooden core is placed within a rectangular frame of raw steel and glass.

The core is shaped like rock or ice is eroded by natural forces like wind and running water. Its shape creates a pro-

tected and warm gathering place, while still preserving visitor’s access to spectacular views. Considerable emphasis

is put on the quality and durability of materials so that the building can withstand the harsh climate.

SnØhetta, www.snoarc.no

Page 94: Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

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GOD SAVE THE FOOD

PAG. 54

BY ANDREA PARACUCCHI

God Save the Food is located in Milan’s Tortona area

with the ambition of giving back to its customers the ple-

asure of lunch as a moment of enjoyment and wellbeing.

Located in a space that brings back its industrial

background, this authentic Loft of taste welcomes eve-

ry client in a perfect mix of wood, iron and steel per-

fectly combined in a space full of natural light where

food, with its colors and flavors is the real protagonist.

This project pivots around quality, transparency and

wellbeing, characteristics that are all well reflected

both in the architecture of its spaces and in the choi-

ce of ingredients and recipes. The carefully organized

rooms, and the open space kitchen have the ambition

of not hiding anything, since God Save the Food is

all about showing rather than hiding. As a matter of

fact the goal is of showing that any moment of a gi-

ven day is a good moment to taste dishes and recipes

created with “first class” ingredients. These are all se-

lected for its tastes as well as for people who enjoy

everyday wellbeing as a lifestyle. This wellbeing can

be enjoyed out of the restaurant premises as well,

since the exposed larder displays only daily made

fresh products that are sold at a discount after 5pm.The challenge of this ambitious project created by the

chef Enrico Bartolini with the help of an experienced

nutritionist is to create the most delicious dishes going

back to the roots of cooking. Each dish is characterized

by the most traditional methods applied to creative reci-

pes that are brought to life in order to please the palate

of anyone who is forced not to have lunch at home.

From the “free-range” chicken to the wood baked na-

turally raising bread, the message is consistent. Qua-

lity is key, no matter the choice from a menu spanning

from burgers to the most traditional “carne salada”.

God Save the Food, 34 Via Tortona, Milano,

tel. 02 8373604, www.godsavethefood.it

Page 95: Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

93 CASATREND

VICTORIA 73 HOUSE

PAG. 58

BY PAOLO RUGGIERO

“this house as it originally was did not take advantage of the extraordinary characteristics of its location”, says Johan-

nesburg based Studio Saota’s Philip Olmesdahl. “the owners asked us to rethink it by opening it to daylight, nightlife

with friends and to make it benefit from the sea view”.

This house, peculiarly named Victoria 73, is crawled on a Bantry Bay hill, a “wind-free area” in Cape Town, South Africa,

protected by the winds than usually lash constantly the nearby residences.

The house developed vertically onto six floors because its plant was constrained by a nearby road. Studio Saota orga-

nized the spaces favoring two big living areas on the fourth and fifth floor. The first one includes a kitchen and dining

room. The latter, an epicurean space for relaxation, with lounge area, bar, braii (the local version of the barbecue)

and infinity pool facing the horizon. “Both living spaces dynamically communicate through its sculptural link of volu-

mes and levels”, as Saota’s cofounder Stafan Antoni mentions. The lower levels host the guest rooms, a library, the

entrance hall and a garage for up to five cars. Levels are connected through a glass elevator that slides silently on its

rails, and are almost excessively irradiated by natural light. This is a result of Cape Town benefitting from more hours

of sunlight that any Mediterranean town. Vistoria 73’s design is inspired by the California’s “Case Study Houses”, built

in the 1940s to 1960s, and by Mies Van der Rohe’s Barcelona Pavillion. Its attic, posed as a sheet on a Nero Marquina

marble monolith, is a clear reminder of this inspiration. The massive opening is a conveyor of sunlight and sea breeze

that meet the full and empty spaces carved around different shades of wood inhabited by design icons (a Platner table,

a Barcelona Couch and the Arco lamp by Castiglioni) and by objects and photographs part of a private collection. The-

re is even a ruby red fireplace, and corners in which the house gets Mediterranean shades, with mosaics, plant racks

and beautiful green oasis. New shades appear at night time, after endless bright days: the marine horizon rests in the

darkness and the house finds a brand new night identity veiled only by sculptures and by the movement of the leaves.

Saota - Stefan Antoni Olmesdahl Truen Architects, Cape Town, www.saota.com

Page 96: Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

94 CASATREND

LISA CASALI, food blogger

Laureata in Scienze Ambientali, Lisa da sette anni dirige un blog di cu-

cina privilegiando le cotture senza sprechi. Ha pubblicato libri di suc-

cesso e attualmente collabora con costanza con stampa e televisione.

PAOLO STELLA, actor/writer

Volto amato da cinema e televisione, ha recentemente creato un’au-

tentica addiction tra i lettori del suo blog, tanto che la sua abilità di

scrittore si è concretizzata in un progetto giornalistico e editoriale.

PAOLO ARMENISE, architect

Professionista nel campo dell’achitettura e del design, vanta la

direzione artistica di numerosi brand. E’ associato allo studio Be-

stetti e fondatore di Zoth.

PAOLO FESTA, architect/photographer

Architetto eclettico con la passione del design, della grafica, della

fotografia e dell’architettura, ama tutto ciò che può essere modellato

e può prendere forma, da un semplice foglio bianco a un’immagine.

VALERIO COMETTI, engineer/designer

Il suo animo da ingegnere, la passione per il design e una proprietà di

linguaggio fuori del comune si concretizzano nella realizzazione di og-

getti di grande spessore progettuale, oltre a testi di raro spirito critico.

CO

NTR

IBU

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Page 97: Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

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Tel. 0423 6753

www.casamania.it

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Tel. 0362 3721

www.cassina.it

DESALTO

Tel. 031 7832211

www.desalto.it

DRIADE

Tel. 0523 818650

www.driade.com

ELICA

Tel. 800 888444

www.elica.com

EXPANDPOUF

Tel. 339 4536696

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95 CASATREND

I N D I R I Z Z I

Page 98: Casatrend n.50 aprile maggio giugno 2012

TRIMESTRALE - ANNO 6 - APR/MAG/GIU 2012 - N. 50QUARTERLY - YEAR 6 - APR/MAY/JUN 2012 - N. 50

MICHEL BOUCQUILLONSPECIALE SALONEVICTORIA 73 HOUSECARRARA MARBLE WEEKS

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*ENGLISH TEXTS

N. 50 - APR-MAG-GIU 2012

Direttore responsabileARIANNA MALAGOLI

GraficaYURI GUERRA

RedazioneIVAN GRANOLLA, RACHELE MORRIS

CollaboratoriPAOLO RUGGIERO, ANDREA PARACUCCHI,

PAOLO ARMENISE, VALERIO COMETTI, GABRIELE GANDOLFIPAOLO STELLA, LISA CASALI, RICCARDO DIOTALLEVI, BRUNO FATTORINI & PARTNERS, ALEX SCACCHETTI

FotografiANDREA BARBIROLI, PAOLO FESTA

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