CARTESIO E LA NASCITA DEL RAZIONALISMO · RAZIONALISMO •Nasce a La Haye nel 31 Marzo 1956 e viene...

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CARTESIO E LA NASCITA DEL RAZIONALISMO Nasce a La Haye nel 31 Marzo 1956 e viene educato nel collegio gesuita di La Flèche dal 1604 al 1612. 1619-1630: Scrittura delle “Regole per dirigere l’ingegno” durante la Guerra dei trent’anni. 1628: Si stabilisce definitivamente in Olanda per godere della libertà filosofica e religiosa. Scrittura di saggi di fisica. 1649: Soggiorno dalla regina Cristina di Svezia dove, a causa del rigido freddo, nell’11 Febbraio 1650 trova la morte.

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CARTESIO E LA NASCITA DEL RAZIONALISMO

•Nasce a La Haye nel 31 Marzo 1956 e viene educato nel collegio gesuita di La Flèche dal 1604 al 1612. •1619-1630: Scrittura delle “Regole per dirigere l’ingegno” durante la Guerra dei trent’anni. •1628: Si stabilisce definitivamente in Olanda per godere della libertà filosofica e religiosa. Scrittura di saggi di fisica. •1649: Soggiorno dalla regina Cristina di Svezia dove, a causa del rigido freddo, nell’11 Febbraio 1650 trova la morte.

IL METODO

Cartesio si trova insoddisfatto appena uscito dalla scuola di La Flèche in quanto ritiene che essa non gli abbia fornito un criterio sicuro per distinguere il bene dal male. Ne elabora quindi uno tutto suo traslando le regole matematiche in campo generale e quindi creando un ragionamento che segue quattro regole.

Le regole del metodo

• Evidenza: raccogliere come vero solo ciò che risulta evidente, ossia chiaro e distinto; • Analisi: suddividere un problema in sottoproblemi più semplici; • Sintesi: passare gradualmente dalle conoscenze più semplici alle più complesse; • Enumerazione e revisione: enumerare tutti gli elementi individuati mediante l’analisi e rivedere tutti i passaggi della sintesi.

IL DUBBIO Le regole metodiche individuate da Cartesio non hanno in sé la propria ragion d’essere anche se in matematica funzionano. Per giustificarle anche in campo generale, Cartesio deve trovare nell’esistenza degli assiomi da cui partire operando mediante il metodo (come nella matematica, ad esempio, l’infinità dei numeri). Per far ciò, Cartesio opera una critica radicale ad ogni forma del sapere già dato e giudica provvisoriamente come falsa qualsiasi cosa che possa essere messa in discussione.

DUBBIO

Dubbio metodico: mettere in discussione qualsiasi cosa e quindi anche le conoscenze sensibili, perché a volte i sensi ci ingannano e perché spesso tra la veglia e il sonno ci sono incongruenze fra le sensazioni.

Dubbio iperbolico: mettere in discussione anche le conoscenze matematiche (vere sia nel sonno che nella veglia) presupponendo l’esistenza di un genio maligno che ci induce a pensare che, ad esempio, 2+2=4 quando magari non è così.

COGITO ERGO SUM • Il primo assioma che posso trovare è la mia esistenza come essere pensante, in quanto lo stesso procedimento di mettere in dubbio che io pensi ne è la conferma. Il cogito ergo sum è quindi la prima verità inconfutabile che Cartesio trova. • Nella nostra mente noi partoriamo delle idee che sono tanto vere nel nostro pensiero quanto probabilmente errate nella realtà. Tali idee possono essere di tre tipi:

IDEE

• Innate: quelle che mi sembrano presenti in me da sempre e non derivate dall’esterno;

• Avventizie: quelle che mi sembrano estranee a me, cioè derivatemi da fuori; • Fattizie: quelle formate o trovate da me stesso.

• Tale dimostrazione e analoga a quella di Agostino, ma per Cartesio il fine è quello di trovare nell’esistenza del cogito il principio che garantisce la validità della conoscenza umana e l’efficacia dell’azione umana sul mondo.

L’ESISTENZA DI DIO Cartesio ha bisogno di dimostrare l’esistenza di un Dio che, in quanto infinitamente buono, non inganna l’uomo; esso è quindi la giustificazione metafisica che gli oggetti delle idee esistano anche nella realtà. Per far ciò: Cartesio si avvale di tre prove: • L’idea di Dio è talmente perfetta e infinita da non poter essere prodotta da un essere imperfetto. Si deve supporre quindi che debba essere un idea causata da una realtà extramentale (innata). Poiché per Cartesio la causa di un’idea deve avere tanta realtà quanta l’idea stessa, Dio esiste in quanto causa della sua idea; • Se l’essere umano è in grado di riconoscersi come essere imperfetto questo vuol dire che riesce a giudicarsi imperfetto in confronto a un essere perfetto. Questo perché se lo stesso uomo fosse stato la causa di se stesso, si sarebbe dato ogni tipo di perfezione che concepisce. E’ evidente, quindi, che egli si trovi nella condizione di riconoscere in se stesso la mano di un creatore che gli ha dato delle imperfezioni; • Non è possibile concepire Dio come essere sovranamente perfetto senza ammettere la sua esistenza, perché l’esistenza è una delle sue perfezioni necessarie.

Con le prove dell’esistenza di Dio, Cartesio riuscì a dimostrare: • Che Dio esiste e non mi inganna; • La mia ragione può conoscere la verità; • Esiste un mondo fuori di me (dal momento che mi pare evidente che Dio non mi inganna); • Le verità sul mondo sono attendibili.

Errore: per Cartesio l’errore avviene a causa di un atto di precipitazione della volontà, che da l’assenso a ciò che non risulta chiaro ed evidente. Ciò succede perché la volontà è illimitata mentre l’intelletto non lo è , e quindi estende i suoi poteri anche su questioni in cui l’intelletto non può entrare e quindi è facile che si perda e che cada in errore.

IL DUALISMO CARTESIANO

Res cogitans: incorporea, consapevole, libera. Corrispondente alla mente umana.

Ghiandola pineale

Res extensa: corporea e spaziale, inconsapevole, determinata. Corrispondente al corpo umano.

L’esperienza ci insegna che esistono due insiemi di caratteristiche che le cose possono avere: misurabili (lunghezza,grandezza o peso) e non (emozioni, qualità caratteriali). Per Cartesio questi due insiemi devono rifarsi necessariamente a due modi in cui la sostanza si mostra e che l’uomo può carpire.

LA FISICA

Cartesio concepisce la fisica come interamente riconducibile alla geometria, e questo porta Cartesio a ricondurre l’infinita varietà di fenomeni a due cause: l’estensione e il moto. Estensione e moto hanno origine da Dio, che è solo l’artefice dell’inizio del movimento: “da solo il primo colpetto al mondo” (Pascal).

L’identificazione della materia con l’estensione porta a quattro conclusioni: • Lo spazio è infinito e quindi è infinita anche la sostanza estesa; • Lo spazio è infinitamente divisibile e quindi la materia non è fatta di atomi; • Lo spazio è continuo e quindi non è concepibile il vuoto; • Lo spazio è qualitativamente indifferenziato.

L’unico motore che il mondo ha è quello originario dato da Dio, e si muove secondo sole due leggi: • Il principio di inerzia; • La legge di conservazione del moto.

LA MORALE PROVVISORIA

La morale provvisoria è stata introdotta per far fronte, in mancanza di un sapere certo quando si è in cerca della verità, alle situazioni pratiche nelle quali la ragione richiede di agire sia nelle azioni e nei giudizi. Essa si basa su tre ‘regole provvisorie’: •Obbedire alle leggi e ai costumi del paese; • Essere il più fermi e risoluti possibili nell’azione e seguire con costanza anche l’opinione più dubbiosa; • Vincere sè stessi piuttosto che la sorte e cambiare i propri desideri piuttosto che il mondo.

LO STUDIO DELLE PASSIONI Cartesio distingue nell’animo due tipi di componenti: • Azioni: volontarie e governate dalla razionalità umana; • Affezioni: involontarie, costituite da percezioni e emozioni causati dagli spiriti vitali.

La virtù umana sta nel vincere le affezioni e governare la propria mente e le proprie azioni con la razionalità. Nonostante ciò, l’uomo deve anche dare ascolto alla felicità e la tristezza,per capire cosa gli fa bene e vale la pena cercare nella vita e cosa gli fa male ed è meglio evitare.