Carta Carbone

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Carta Carbone LE ALTERNATIVE IL VENTO DIVEN- TA ENERGIA SABATO, 29 OTTOBRE, 2011 SABATO, 29 OTTOBRE, 2011 WWW.FERMIAMOILCARBONE.IT LE ALTERNATIVE IL SOLE DIVENTA ENERGIA LEGAMBIENTE PENSARE GLOBALMENTE AGIRE LOCALMENTE L'EOLICO IL FOTOVOLTAICO WWW.LEGAMBIENTE.IT Avanti il prossimo. Archiviata l’opzione nucleare grazie alla vittoria del referendum del 12 e 13 giugno, è arrivato il momento di mobilitarsi contro l’uso del carbone per produrre elettricità. Una fonte fossile nota per essere la più inquinante per le emissio- ni di gas serra – ha emissioni specifiche di co 2 doppie rispet- to al gas – ma che è un proble- ma anche sanitario per le rica- dute di inquinanti locali che inevitabilmente fuoriescono dai grandi camini delle centrali ter- moelettriche. Il cui costo più basso, peraltro in aumento negli ultimi anni grazie ai consumi dei paesi emergenti, è dovuto anche alle condizioni di lavoro pessime che caratterizzano la maggior parte delle miniere nel mondo. E che non serve a ridur- re la dipendenza energetica dall’estero, visto che arriverebbe tutto da fuori Italia. Una mobi- litazione che deve partire dai territori che rischiano la ricon- versione di vecchie centrali a olio (Porto Tolle (Ro) e Rossano Calabro (Cz)) o l’arrivo di una nuova centrale (Saline Joniche in Calabria), ma che deve esten- dersi anche alle 13 aree dove sono già attivi impianti termoe- lettrici a carbone ( vedi mappa sul retro ). L’obiettivo del variega- to schieramento “no coke”  che stiamo costruendo con le altre associazioni è evidente: abban- donare i progetti di riconversio- ne a carbone e dismettere le cen- trali che già usano il combustibile killer del clima, per permettere all’Italia di con- tribuire alla lotta mondiale ai cambiamenti climatici. In que- sto modo ci eviteremo anche il salasso economico causato dallo sforamento degli obiettivi di ri- duzione di anidride carbonica previsti da Kyoto e dal 20-20-20 europeo, e potremo perseguire l’obiettivo - che la Germania si è già data - di produrre al 2050 elettricità solo dalle fonti rinno- vabili, grazie alla loro diffusione e ad uno straordinario lavoro sull’efficienza e passando per il gas come fonte fossile di transi- zione. Questa è l’unica strada da seguire. Per evitare al nostro Pa- ese di passare dalla padella del nucleare alla brace del carbone. 1. IL CARBONE è NECESSARIO PER DARE ENERGIA AL PAESE IN QUESTA FASE DI RILANCIO ECONOMICO FALSO! In Italia la potenza elettrica installata (centrali atti- ve e collegate alla rete) è di 106 GWp. Il consumo massimo di picco del paese (che si registra in luglio) impegna 56 GW. Abbia- mo quindi quasi il doppio della potenza che ci serve. In più sono stati già approvati quasi 20GWp di nuove centrali a turbo-gas e ogni anno si collegano circa 8GW di eolico e fotovoltaico; Di notte, inoltre, continuano le importazioni dall’estero che comunque rimangono più eco- nomiche che fare energia con il carbone in Italia. 2. IL CARBONE DI PORTO TOLLE è PULITO FALSO! Il fatto che ci siano filtri di ultima generazione è ovviamente il minimo che si possa chiedere ad una centrale di nuova costruzione, ma an- che così le emissioni di PM10 di una centrale a carbone sono enormemente superiori a quel- le di una centrale a turbo- gas e le polveri emesse in atmosfe- ra che viaggiano anche per 50 km, contengono Zolfo, Nichel, Cadmio, Piombo, Mercurio, Cromo, Arsenico, Uranio. 3. LE NUOVE CENTRALI SONO PROTOTIPI CHE SALVAGUAR- DANO IL CLIMA FALSO! È vero che enel ha fretta di riconvertire la centrale di Porto Tolle (il prototipo più “verde” attualmente proposto in Italia) per non perdere i finan- ziamenti europei destinati a re- alizzare un impianto di carbon sinking ovvero di immagazzi- namento nel sottosuolo della CO2, gas serra. Il problema è che l’impianto nella migliore delle ipotesi eliminerebbe solo il 10% della CO2 emessa dalla centrale, che sarà complessiva- mente di 10,5 milioni di tonnel- late annue. Questo farà di Porto Tolle il secondo più grande im- pianto di emissioni di gas serra del nostro paese. 4. IL CARBONE COSTA MENO E CI CONVIENE ECONOMICA- MENTE? PARZIALMENTE FALSO È vero che storicamente il car- bone è stato considerato un combustibile fossile povero e più accessibile (costa poco pe- “Una pericolosa legge ad cen- tralem”, questa la situazione creatasi a luglio dopo la modi- fica della Legge regionale sul parco del Delta del Po, per consentire a Enel di riconver- tire a carbone la centrale ter- moelettrica a olio combustibi- le di Porto Tolle. Da una parte dunque un’a- zienda: l’Enel, dall’altra un territorio, il Polesine, il ferra- rese, il basso veneziano, la bas- sa padovana che subirebbero un aumento delle emissioni di gas serra superiore a 4 volte quelle dell’intera città di Mila- no. Un peggioramento della qualità dell’aria nella parte orientale della Pianura Pada- na, garantita dalla Giunta Zaia. “Una storia che si trascina da troppi anni per gli intoppi legi- slativi e burocratici, da quando abbiamo presentato il progetto sono passati sei anni” accusa l’Enel. Ma è proprio così? Enel presenta nel 2005 il pro- getto di riconversione. Il pro- getto fa parecchi viaggi di an- data e ritorno non per inghippi burocratici, ma perché chi deve esaminarlo si accorge di errori, contraddizioni, dimen- ticanze, superficialità e chiede a Enel di sanare i suoi errori. Ecco la spiegazione degli anni passati. Alla Magistratura si rivolgono le associazioni am- bientaliste, ma anche categorie economiche del turismo e del- la pesca. In ballo non solo ra- gioni ambientali, ma soprat- tutto ragioni economiche di imprese, di lavoratori. Opera- tori economici con meno peso politico di Enel, ma con ben fondati timori per il proprio fu- turo di lavoratori. Oggi, grazie alla benevolenza del Consiglio regionale, grazie al Governo nazionale che ha varato la nor- ma che prevede nuove centrali a carbone in deroga alle leggi, Enel può continuare. “Una occupazione incerta a prezzo di inquinamento dell’aria e di peggioramento del clima contro una econo- mia esistente, turismo pesca e agricoltura, che andrebbe tec- nologizzata e valorizzata per aumentarne i posti di lavoro. La costruzione della centrale che lavoro darà? Precario, per qualche anno e di scarsa quali- ficazione” – così riassume il futuro del Delta Michele Ber- tucco, presidente di Legam- biente Veneto. Ma poi di un’altra centrale ce n’era proprio bisogno? Se- condo dati ufficiali l’offerta di elettricità in Italia è il doppio del massimo dei consumi. E allora perché? Le aziende ener- getiche puntano sul carbone, grazie alla politica di sostegno del Governo, incuranti dei problemi legati all’uso del car- bone, a partire dalle rilevantis- sime emissioni di gas serra. Il carbone non serve all’Italia per risolvere i suoi problemi energetici, perché: già oggi importiamo più del 99% del carbone utilizzato nelle cen- trali elettriche italiane; non abbasserà la bolletta energetica del Paese, visto che dei poten- ziali risparmi nell’acquisto del combustibile beneficeranno i bilanci delle aziende energeti- che e faticheranno ad arrivare nelle bollette degli italiani; pe- serà alla fine sulle casse dello Stato – cioè sulle nostre di cit- tadini che pagano le tasse-, vi- sto che ci condannerà a pagare le multe di Kyoto e della diret- tiva europee. Ma la partita non è finita. Le buone ragioni dell’ambiente stanno approdando alla UE. Ne vedremo ancora di belle. Mobilitarsi per l’alternativa responsabile scientifico nazionale di legambiente focus su porto tolle Stefano Ciafani FERMIAMO IL CARBONE MANIFESTAZIONE NAZIONALE ADRIA ( ROVIGO ) OTTOBRE 2011 29 PER LA DIFESA DELLA SALUTE, DELL'AMBIENTE E DI UN LAVORO DEGNO PER UNA VERA DEMOCRAZIA DELLE SCELTE RITROVO ORE 14.OO LUNGO V.LE MADDALENA DI FRONTE ALLA STAZIONE DEI TRENI Le 11 bugie più ricorrenti sul carbone Segue sul retro >>>>>> Carbone Preistoria della tecnologia legambiente veneto Angelo Mancone

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Giornale per la campagna fermiamo il carbone! www.fermiamoilcarbone.it www.legambiente.it

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LE ALTERNATIVEIL VENTO DIVEN-TA ENERGIA

SABATO, 29 OTTOBRE, 2011 SABATO, 29 OTTOBRE, 2011WWW.FERMIAMOILCARBONE.IT

LE ALTERNATIVEIL SOLE DIVENTA ENERGIA

LEGAMBIENTEPENSARE GLOBALMENTEAGIRE LOCALMENTE

L'EOLICO IL FOTOVOLTAICO WWW.LEGAMBIENTE.IT

Avanti il prossimo. Archiviata l’opzione nucleare grazie alla vittoria del referendum del 12 e 13 giugno, è arrivato il momento di mobilitarsi contro l’uso del carbone per produrre elettricità. Una fonte fossile nota per essere la più inquinante per le emissio-ni di gas serra – ha emissioni specifiche di co2 doppie rispet-to al gas – ma che è un proble-ma anche sanitario per le rica-dute di inquinanti locali che inevitabilmente fuoriescono dai grandi camini delle centrali ter-moelettriche. Il cui costo più basso, peraltro in aumento negli ultimi anni grazie ai consumi dei paesi emergenti, è dovuto anche alle condizioni di lavoro pessime che caratterizzano la maggior parte delle miniere nel mondo. E che non serve a ridur-re la dipendenza energetica dall’estero, visto che arriverebbe tutto da fuori Italia. Una mobi-litazione che deve partire dai territori che rischiano la ricon-versione di vecchie centrali a olio (Porto Tolle (Ro) e Rossano Calabro (Cz)) o l’arrivo di una nuova centrale (Saline Joniche in Calabria), ma che deve esten-dersi anche alle 13 aree dove sono già attivi impianti termoe-lettrici a carbone (vedi mappa sul retro). L’obiettivo del variega-to schieramento “no coke”  che stiamo costruendo con le altre associazioni è evidente: abban-donare i progetti di riconversio-ne a carbone e dismettere le cen-trali che già usano il combustibile killer del clima, per permettere all’Italia di con-tribuire alla lotta mondiale ai cambiamenti climatici. In que-sto modo ci eviteremo anche il salasso economico causato dallo sforamento degli obiettivi di ri-duzione di anidride carbonica previsti da Kyoto e dal 20-20-20 europeo, e potremo perseguire l’obiettivo - che la Germania si è già data - di produrre al 2050 elettricità solo dalle fonti rinno-vabili, grazie alla loro diffusione e ad uno straordinario lavoro sull’efficienza e passando per il gas come fonte fossile di transi-zione. Questa è l’unica strada da seguire. Per evitare al nostro Pa-ese di passare dalla padella del nucleare alla brace del carbone.

1. il carbone è necessario per dare energia al paese in questa fase di rilancio economico

FALSO! In Italia la potenza elettrica installata (centrali atti-ve e collegate alla rete) è di 106 GWp. Il consumo massimo di picco del paese (che si registra in luglio) impegna 56 GW. Abbia-mo quindi quasi il doppio della potenza che ci serve. In più sono stati già approvati quasi 20GWp di nuove centrali a turbo-gas e ogni anno si collegano circa 8GW di eolico e fotovoltaico; Di notte, inoltre, continuano le importazioni dall’estero che comunque rimangono più eco-nomiche che fare energia con il carbone in Italia.

2. il carbone di porto tolle è pulito

FALSO! Il fatto che ci siano filtri di ultima generazione è ovviamente il minimo che si possa chiedere ad una centrale di nuova costruzione, ma an-che così le emissioni di PM10 di una centrale a carbone sono enormemente superiori a quel-le di una centrale a turbo- gas e le polveri emesse in atmosfe-ra che viaggiano anche per 50 km, contengono Zolfo, Nichel, Cadmio, Piombo, Mercurio, Cromo, Arsenico, Uranio.

3. le nuove centrali sono prototipi che salvaguar-dano il clima

FALSO! È vero che enel ha fretta di riconvertire la centrale di Porto Tolle (il prototipo più “verde” attualmente proposto in Italia) per non perdere i finan-ziamenti europei destinati a re-alizzare un impianto di carbon sinking ovvero di immagazzi-namento nel sottosuolo della CO2, gas serra. Il problema è che l’impianto nella migliore delle ipotesi eliminerebbe solo il 10% della CO2 emessa dalla centrale, che sarà complessiva-mente di 10,5 milioni di tonnel-late annue. Questo farà di Porto Tolle il secondo più grande im-pianto di emissioni di gas serra del nostro paese.

4. il carbone costa meno e ci conviene economica-mente?PARZIALMENTE FALSOÈ vero che storicamente il car-bone è stato considerato un combustibile fossile povero e più accessibile (costa poco pe-

“Una pericolosa legge ad cen-tralem”, questa la situazione creatasi a luglio dopo la modi-fica della Legge regionale sul parco del Delta del Po, per consentire a Enel di riconver-tire a carbone la centrale ter-moelettrica a olio combustibi-le di Porto Tolle. Da una parte dunque un’a-zienda: l’Enel, dall’altra un territorio, il Polesine, il ferra-rese, il basso veneziano, la bas-sa padovana che subirebbero un aumento delle emissioni di gas serra superiore a 4 volte quelle dell’intera città di Mila-no. Un peggioramento della qualità dell’aria nella parte

orientale della Pianura Pada-na, garantita dalla Giunta Zaia.“Una storia che si trascina da troppi anni per gli intoppi legi-slativi e burocratici, da quando abbiamo presentato il progetto sono passati sei anni” accusa l’Enel. Ma è proprio così? Enel presenta nel 2005 il pro-getto di riconversione. Il pro-getto fa parecchi viaggi di an-data e ritorno non per inghippi burocratici, ma perché chi deve esaminarlo si accorge di errori, contraddizioni, dimen-ticanze, superficialità e chiede a Enel di sanare i suoi errori. Ecco la spiegazione degli anni passati. Alla Magistratura si rivolgono le associazioni am-bientaliste, ma anche categorie economiche del turismo e del-la pesca. In ballo non solo ra-gioni ambientali, ma soprat-tutto ragioni economiche di imprese, di lavoratori. Opera-tori economici con meno peso politico di Enel, ma con ben

fondati timori per il proprio fu-turo di lavoratori. Oggi, grazie alla benevolenza del Consiglio regionale, grazie al Governo nazionale che ha varato la nor-ma che prevede nuove centrali a carbone in deroga alle leggi, Enel può continuare. “Una occupazione incerta a prezzo di inquinamento dell’aria e di peggioramento del clima contro una econo-mia esistente, turismo pesca e agricoltura, che andrebbe tec-nologizzata e valorizzata per aumentarne i posti di lavoro. La costruzione della centrale che lavoro darà? Precario, per qualche anno e di scarsa quali-ficazione” – così riassume il futuro del Delta Michele Ber-tucco, presidente di Legam-biente Veneto. Ma poi di un’altra centrale ce n’era proprio bisogno? Se-condo dati ufficiali l’offerta di elettricità in Italia è il doppio del massimo dei consumi. E allora perché? Le aziende ener-

getiche puntano sul carbone, grazie alla politica di sostegno del Governo, incuranti dei problemi legati all’uso del car-bone, a partire dalle rilevantis-sime emissioni di gas serra. Il carbone non serve all’Italia per risolvere i suoi problemi energetici, perché: già oggi importiamo più del 99% del carbone utilizzato nelle cen-trali elettriche italiane; non abbasserà la bolletta energetica del Paese, visto che dei poten-ziali risparmi nell’acquisto del combustibile beneficeranno i bilanci delle aziende energeti-che e faticheranno ad arrivare nelle bollette degli italiani; pe-serà alla fine sulle casse dello Stato – cioè sulle nostre di cit-tadini che pagano le tasse-, vi-sto che ci condannerà a pagare le multe di Kyoto e della diret-tiva europee. Ma la partita non è finita. Le buone ragioni dell’ambiente stanno approdando alla UE. Ne vedremo ancora di belle.

Mobilitarsiper l’alternativa

responsabile scientifico nazionale di legambiente

focus su porto tolle

StefanoCiafani

FERMIAMO IL CARBONEMANIFESTAZIONE NAZIONALE

ADRIA(ROVIGO)

OTTOBRE201129

PER LA DIFESA DELLA SALUTE, DELL'AMBIENTE E DI UN LAVORO DEGNO PER UNA VERA DEMOCRAZIA DELLE SCELTE

RITROVO ORE 14.OO LUNGO V.LE MADDALENA DI FRONTE ALLA STAZIONE DEI TRENI

Le 11 bugiepiù ricorrenti sul carbone

Segue sul retro >>>>>>

CarbonePreistoria della tecnologia

legambiente veneto

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raltro per le condizioni inuma-ne dei lavoratori), ma negli ul-timi anni i forti costi estrattivi dovuti alla necessità di scendere sempre più in profondità per l’estrazione del minerale (fino a 1500m) e la domanda crescente da parte di Cina ed India han-no fatto crescere di molto il suo costo. Contestualmente il prez-zo del metano per causa della scoperta di giacimenti “non convenzionali” negli ultimi due anni è sceso notevolmente.A pochi km dalla centrale, pe-raltro, è stato costruito il ter-minal metanifero off shore di Porto Tolle.

5. il carbone diminuirà la nostra dipendenza energetica nazionale

FALSO! In Italia utilizziamo già una piccola quota di carbo-ne (14%) della quale solo l’1% proviene dal nostro paese: il carbone delle centrali nuove o in corso di ristrutturazione de-riverà interamente da approv-vigionamenti esteri, andando a pesare integralmente sulla bi-lancia dei pagamenti.

6. la centrale verrà fi-nanziata esclusivamente da soldi privati

QUALE? Oltre ai soldi pubblici europei che verranno investiti nel progetto di interramento parziale della CO2, le rimanenti emissioni faranno sforare al no-stro paese i limiti imposti dalla direttiva europea sui cambia-menti climatici (il famoso -20% di CO2 entro il 2020 che alcuni paesi, come la Danimarca, han-no già spinto al 40% in maniera unilaterale). Tale sforamento costerà circa 200 milioni di € all’erario statale ogni anni; in dieci anni con le nostre tasse pa-gheremo multe per l’equivalente del costo della centrale, ovvero duemiliardi di euro.

7. la centrale di porto tolle aumenterà i posti

di lavoro

FALSO! Contrariamente a quanto propagandato in ma-niera avventata dai lavoratori della centrale, i posti di lavoro garantiti dalla centrale saranno circa 300. Tali infatti sono i la-voratori impiegati nella centrale gemella identica in tutto che si trova a Civitavecchia e che è sta-ta passata a carbone l’anno scor-so. Nella fase di trasformazione della centrale si sono impiegati 3500 persone (per complessivi due anni) delle quali solo 500 del posto. A fronte di questi numeri, vanno calcolati però i posti di lavoro persi nel setto-re agricoltura, pesca e turismo ambientale nel delta del Po e i posti di lavoro che si potrebbero attivare con un investimento di 2miliardi di euro in efficienza energetica degli edifici e nelle energie rinnovabili nel Polesine.

8. la centrale non avrà impatti sull’ambiente del delta del po

FALSO! Non solo si dovran-no scavare canali appositi per

il passaggio delle bettoline che trasporteranno il carbone (con il conseguente inquinamento ambientale che ne potrebbe derivare) ma la centrale dovrà dotarsi di due strutture di forte impatto sul piano del paesag-gio, ovvero due grandi cupole di 150 m di raggio destinate a contenere le 300.000 tonnellate di carbone che servono da ri-serva strategica per la centrale. Laddove non si costruissero, la deriva del polverino di carbone a causa del vento porterebbe un ulteriore serissimo impatto am-bientale e sanitario nei territori circostanti.

9. non è possibile conver-tire la centrale a metano

FALSO! La centrale è situata a pochi km dal nuova e recente metanodotto che unisce il ter-minal gasifero off shore (situato al largo di Porto Tolle) alla rete Snam di distribuzione del me-tano: con poca spesa si potreb-be impiegare parte di quel gas per l’alimentazione della cen-trale di porto tolle. Tale ope-razione è al momento ritenuta non fattibile perché le proprietà del terminal e della centrale sono di soggetti diversi, e quin-di vincolate a diverse strategie di business aziendale.

10. tutti i paesi investono anche in carbone

FALSO! Tutti i paesi sviluppati europei stanno uscendo dal car-bone con un progetti di svinco-lo di medio periodo: la Germa-nia, il paese in Europa che per tradizione e per convenienza impiega la maggiore quantità di carbone (di cui è molto ric-ca) ha un piano per produrre solo energia da fonti rinnovabili entro il 2050. La Gran Bretagna ha appena rinunciato ai finan-ziamenti europei per la realiz-zazione di una grande centrale a carbone con tecnologia di car-bon sinking.

11. il carbone è una tecnologia che porta benessere

FALSO! Ogni anno, nella sola Cina, muoiono 5000 (cinque-mila, avete letto bene) minatori nelle miniere di carbone e la vita media di questi lavoratori nelle miniere sotterranee è di soli 50 anni. Alimentare questo mercato significa anche ali-mentare queste situazioni.

questo è il sistema ener-getico che vogliamo!È necessario invece fondare il nostro modello energetico su:• Innovazione tecnologica• Miglioramento dell’efficienza• Sviluppo delle rinnovabili• Gas come fonte fossile di transizioneServe una rivoluzione energe-tica per rendere più efficiente e sostenibile: • Il modo con cui produciamo l’elettricità e il calore• Il modo in cui si muovono persone e merci• Come consumiamo energia nell’industria e negli edifici

Brindisi Sud/Nordco2 emessa: 10,9/1,3 MtLimite: 9,7/1,2 Mt

Saline Jonicheco2 prevista: 7,5 Mt

Rossano Calabroco2 prevista: 6,7 Mt

Civitavecchia (Rm) co2 emessa: 4,2 MtLimite: 6,2 Mt

Porto Tolle (Ro)co2 prevista: 10,4 Mt

Bastardo (Pg)co2 emessa: 0,6 MtLimite: 0,3 Mt

Sulcis (Ci)co2 emessa: 1,8 MtLimite: 2,1 Mtco2 prevista: n.d.

AdriaCittadiniMiniereAlternative Porto TolleAmbienteInquinamento

RiconversioneManifestazioneFuturoDeltaEnergiaEnelSviluppo

PianetaSostenibileRinnovabiliCentraliTerritorio

Fiume Santo (Ss)co2 emessa: 3,6 MtLimite: 2,6 Mtco2 prevista: 1,7 Mt

Fusina (Ve)co2 emessa: 1,5 MtLimite: 1,7 Mt

Marghera (Ve) co2 emessa: 0,5 MtLimite: 0,5 Mt

Bresciaco2 emessa: 0,4 MtLimite: 0,2 Mt

Monfalcone (Go)co2 emessa: 1,5 MtLimite: 1,7 Mt

Vado Ligure (Sv) co2 emessa: 4,3 MtLimite: 3,8 Mtco2 prevista: 4,3 Mt

La Speziaco2 emessa: 3,1 MtLimite: 1,7 Mt

Genovaco2 emessa: 0,6 MtLimite: 1,1 Mt

le emissioni di co2 delle centrali italiane a carbone

Nemiche del climaDue concetti chiave per ini-zare la discussione:1) Energia come un servizio e non come un’unità di consumo. Si deve parlare di illuminazio-ne, riscaldamento, trasporto e non di kWh, m3 di gas e litri di benzina. Per soddisfare ciascun servizio sarà indispensabile sele-zionare il mix di comportamen-ti, tecnologie e soluzioni più efficienti ed ambientalmente

sostenibili nel proprio territorio. L’obiettivo domani non è forni-re la stessa quantità di energia con diverse tecnologie ma, piut-tosto, lo stesso tipo di servizio facendo uso del minore quan-titativo di energia, combinando la molteplicità di tecnologie e pratiche via via disponibili, di cui molta parte andrà assegnata

legambiente venetoCorso del popolo 276, 40500 Rovigo

tel. 042527520 fax. [email protected]

al risparmio energetico. 2) Decentralizzazione energeti-ca. Decentrare vuole dire con-tribuire localmente, attraverso i propri comportamenti, le pro-prie scelte e le proprie soluzioni, alla sostenibilità energetica glo-bale. Fino a quando la gestione energetica rimarrà centralizzata si potranno fornire solo soluzio-ni a una domanda aggregata di energia. Aumentano i consumi? E dove? E perché? L’unica solu-zione resterà la costruzione di una nuova centrale elettrica di pari potenza.

C’è bisogno di nuove centrali in Italia? Secondo la statisti-ca di Terna del 2010 il “Totale Potenza netta” di tutte le cen-trali  esistenti in Italia (fossili + rinnovabili) ammonta a 106.938 MW mentre, sempre secondo Terna in relazione alla Doman-da di potenza “Nel luglio 2010 si è .. raggiunto .. un massimo pari a 56.425 MW; tale valore di carico massimo … se non supe-rato nei prossimi mesi invernali, costituirà il picco dell’anno.” Significa che le centrali oggi esistenti sono ampiamente suf-ficienti a coprire il fabbisogno elettrico nazionale ancora per molti anni.

Centrale a carbone

Centrale a carbone in progetto

Centrale a carbone già presente e ulteriore in progetto

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SABATO, 29 OTTOBRE, 2011

CAPIRE IL FUTURO PER CAMBIARE IL PRESENTELa forza dell 'ambientalismo per vincere le sfide del mondo moderno

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svar

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