Carpe news 1 numero II b scientifico

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1 I.I. S.S. “Marini-Gioia” AMALFI C A R P E N E W S Giornale della classe II B Scientifico Anno Scolastico 2015-2016 I Numero – Rivista periodica

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Giornalino di classe - 2B Scientifico - Liceo Marini - Amalfi (SA) - Tutor del progetto: prof.ssa Giuseppina Severino

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I.I. S.S. “Marini-Gioia”

AMALFI

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Giornale della classe II B Scientifico

Anno Scolastico 2015-2016 I Numero – Rivista periodica

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Editoriale

In diretta Addio, Pinuccio! Chi era Pinuccio? Pinuccio, creatura viva, ci mancherai! Che sorpresa: un ex alunno alle prese con le news! Olimpiadi a tutta forza! Olimpiadi di Matematica: che cosa sono Due new entry in II B!

Voltarsi indietro Le scuole medie appena ieri … Nostalgia delle medie? Ti racconto la mia scuola media …

SocietA-Z La paura dell’ISIS:le mie riflessioni

Passions: io dico la mia! I giovani e le passioni: una via di fuga dal dolore Le passioni: i nostri interessi Ti piace la musica rap? La musica: mezzo di comunicazione per eccellenza! Le passioni si possono trasformare in sogni? Equitazione: che passione! Videogames: una passione o uno svago? Cosa ti piace fare? La psicologa!

L’angolo della poesia L’ira del vento La musa Il leggiadro gesto Il risveglio della natura

Divoralibri Leggere: che passione! Consigli di lettura Fotoclickiamo? La fotografia come stile di vita Fotoclickiamo su … Sapore di mare

La redazione

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L’editoriale

Cari nostri lettori, ecco a voi “CARPE NEWS” il giornalino scolastico scritto dalla II B Liceo Scientifico. Come è nata questa idea? Prima di raccontare la storia del nostro giornalino di classe, che ne dite di conoscere un po’ di storia del giornalino scolastico? Il giornalino nelle scuole non è né nuovo, né recente: nacque in Europa nel 1952 dal pedagogista francese Célestin Freinet, che lo adottò come metodo per insegnare a scrivere meglio. Si iniziò a diffondere dopo la Seconda Guerra ed è giunto sino a noi. Come leggete, abbiamo illustri antenati alle spalle! La storia del nostro giornalino è iniziata dalla proposta della professoressa di Italiano Giuseppina Severino di crearne uno. La sfida era davvero terrificante. Il primo ostacolo che si è dovuto affrontare è stata la scelta del titolo, ma siamo riusciti a mescolare, dopo una lunga ed animata discussione e varie proposte, due parole di lingue diverse: “CARPE” parola latina che significa “COGLI”, e “NEWS”, parola inglese che significa “NOTIZIA”. Ecco quindi la traduzione in italiano: “COGLI LE NOTIZIE-NOVITA’’”. E’ stato scelto questo titolo, perché vogliamo far conoscere questo progetto, fatto da noi in prima persona, per dimostrare la nostra voglia di fare, il nostro impegno e anche per dire che si può studiare l’Italiano introducendo un qualcosa di innovativo a livello didattico. E’ stato importante per noi avviare questo progetto, perché ci ha permesso di collaborare, di creare una squadra, di confrontarci, di esprimere i nostri pensieri, le nostre opinioni, le nostre idee e di ascoltare quelle degli altri. Gli articoli sono stati scritti interamente da noi studenti, Abbiamo provato ad immergerci nei panni di un vero giornalista per poter raccontare notizie nuove e sempre vere. Ci siamo avvicinati praticamente al funzionamento del giornale.

Per creare tutto ciò, abbiamo dovuto dividere preliminarmente i compiti, nominando i diversi membri della redazione: il caporedattore e il vice-direttore hanno avuto il compito di correggere gli articoli – con un aiutino della prof. - e di scrivere l’editoriale; la segreteria di redazione si è occupata degli aspetti organizzativi, l’ art director è divenuto responsabile dell’impostazione grafica del giornalino; tutti noi siamo divenuti giornalisti. Poi, grazie all’aiuto dell’assistente tecnico, la signora Beatrice Anastasio, si è creata una chat di classe con la prof.ssa Severino su Google, chiamata “Class-room”, dove ognuno di noi ha postato gli articoli, che sono stati votati e scelti. Con l’ausilio della classe virtuale in Google App Education, abbiamo lavorato intensamente! Con questo giornale vogliamo darci una voce, impegnandoci a scrivere articoli interessanti e che riguardino la realtà della nostra scuola e del nostro territorio. Uno sguardo particolare, infatti, sarà rivolto alla nostra terra. Questo è stato reso possibile grazie all’aiuto della nostra prof., che ha creduto in questo progetto, ma soprattutto ha creduto in noi alunni, regalandoci una bellissima opportunità. Il tema principale di questo numero sono le passioni ! Ogni ragazzo non può vivere senza una passione e qui troverete le nostre passioni per il calcio, la musica, la lettura, il teatro, la poesia e tanti altri. Leggerete articoli di varia natura, avrete consigli offerti da un ex alunno-giornalista, guarderete una prima intervista ad un prof, a cui seguiranno altre. Vi auguriamo un buon proseguimento di lettura e speriamo che vi piaccia il nostro lavoro!

FRANCESCA DE ROSA GIUSEPPE GRUOSSO

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In diretta dalla nostra scuola

Addio, Pinuccio!

Nel cortile del nostro Istituto, nella sede centrale di Amalfi, era radicato un esemplare di “PINUS-PINEA”, definito anche come pino domestico. Era una bellissima pianta, alta circa venti metri, anche più alta dell’Istituto scolastico. Questa pianta, crescendo,

stava diventando sempre più pericolosa. Infatti, come tutte le piante di pinus-pinea, aveva un apparato radicale superficiale che si trovava in un terreno al disopra del quale vi era un manto bituminoso. Ciò rendeva, di fatto, impermeabile il terreno. Questa caratteristica, associata alla fragilità dei rami della chioma, rendeva pericolosa la nostra presenza nel cortile antistante la scuola e durante fenomeni meteorologici particolarmente intensi. Questo pino era diventato il simbolo della nostra scuola. Infatti ragazzi e professori, venuti a conoscenza dell’ abbattimento del pino, sono rimasti dispiaciuti. Aveva più di duecento anni ed è stato dovuto abbattere per motivi di sicurezza. Dopo l’ abbattimento completo del pino, dovrebbe essere piantata, a maggio, un’altra pianta: un carrubo. Il carrubo è una pianta molto simile al pino e può raggiungere circa dieci metri di altezza, ha un fusto vigoroso, con corteccia grigiastra-marrone. I fiori che crescono su questa pianta sono molto piccoli e verdastri e si formano su corti ramoscelli all’ ascella delle foglie.

Christian Bovino

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Chi era Pinuccio? La pianta radicata nel cortile del nostro plesso scolastico era un esemplare di “pinus pinea”, conosciuto anche come pino domestico. In gergo popolare è detta pigna. Questa pianta è caratterizzata da un portamento eretto ed è una pianta legnosa, dotata di un fusto ben sviluppato in altezza ed una chioma ad ombrello. Le foglie sono aghi lunghi e sottili. I semi sono contenuti negli stradili e fuoriescono quando il frutto diviene maturo e lascia aprire con il calore le brattee legnose di cui è costituito. Il seme è formato da una parte esterna più dura e di colore marrone scuro, che all’interno contiene la parte commestibile, cioè il pinolo, molto apprezzato in cucina per la realizzazione di numerosi piatti gustosi. Questa specie è sviluppata in tutto il Mediterraneo settentrionale, non è molto esigente nei confronti del terreno, predilige però quelli sabbiosi e freschi e non tollera quelli calcari e compatti, soprattutto se acquitrinosi. E’ una specie eliofila, quindi amante della luce.

Il pino domestico è

stato largamente

usato subito dopo i primi decenni del secolo scorso. Soprattutto è stato inserito in contesti urbani e ciò ha

determinato talvolta molte criticità. Infatti ne sono derivati danni alle coperture

stradali o ad abitazioni. Certamente i pericoli maggiori derivano dal ribaltamento della zolla radicale, in quanto questa pianta ha un apparato piuttosto superficiale, che spesso ha portato ad un cedimento della pianta a seguito di eventi come vento e piogge forti. Un altro problema può essere la rottura dei rami o anche la perdita degli strobili. Nel nostro caso, anche se questa specie dal punto di vista paesaggistico è molto bella da vedere, non poteva però restare nel cortile della scuola, perché innanzitutto il suo apparato si trovava sotto un manto di asfalto, quindi ciò rendeva il terreno poco permeabile, rendendo oltre tutto impossibile alcuna verifica sullo stato vegetativo delle radici. Intorno alle sue radici giocavamo noi studenti e spesso venivano parcheggiate le automobili. La pianta si affacciava con tutta la sua imponente chioma su buona parte del cortile. Nel corso degli anni tutte le operazioni di potatura alla chioma hanno reso la pianta ancora più debole. Inoltre la stessa era inclinata rispetto alla verticale verso un condominio densamente popolato, situato di fronte all’Istituto scolastico. Dopo la caduta di un ramo sono stati invitati ad intervenire i tecnici della Provincia di Salerno e la Guardia Forestale dello Stato. Bisognava scegliere tra la vita di quella pianta e la vita delle persone. Una scelta triste, ma inevitabile.

Manuel Fiorillo

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Pinuccio, creatura viva, ci mancherai!

Quest'anno, presso l'Istituto “Marini-Gioia”, è avvenuto un cambiamento particolare, che ne ha mutato le sorti paesaggistiche. Al centro del piazzale è stato tagliato un pino, che era ormai secolare, ma che, nel tempo, si era trasformato in uno spettro pronto a cadere sull'edificio scolastico. I suoi rami sembravano abbracciare la scuola ed era come se anche loro partecipassero alle lezioni. Durante i due giorni di manutenzione al pino, l'Istituto è rimasto chiuso per motivi di sicurezza. Sono stati due giorni di particolare commozione, poiché il pino che andava via ha lasciato molti ricordi anche nei vecchi alunni. Alcuni giornalisti erano presenti a questo avvenimento. Di buon mattino i giornalisti erano a scuola per prendere appunti sull'articolo da pubblicare sul giornale. Davanti all'edificio

c'erano gli addetti ai lavori e alcuni curiosi del posto. Muniti di telefonini hanno intervistato alcuni operai e hanno chiesto:” Da chi avete avuto la richiesta di abbattimento dell'albero secolare?”. Un operaio in particolare si è messo a disposizione per dare tutte le notizie che chiedevano e, alla prima domanda ci ha risposto che era stata una decisione presa dalla Provincia di Salerno, su relazione della Guardia Forestale dello Stato e su segnalazione di alcuni condomini che abitano intorno alla scuola. Il Sindaco del Comune di Amalfi aveva poi firmato l’ordinanza per mettere in sicurezza il piazzale frequentato da tanti alunni e professori. Vicino all'operaio c'era il capogruppo e ci ha detto che, in quel momento, stava provando un'emozione particolare, perché era stato studente in quel edificio quando c’era il vecchio Istituto Professionale per il Commercio. Il pino era stato, per lui, anche divertimento, poiché, a volte, nell'ora di educazione fisica, il professore li portava giù e invece di fare ginnastica si giocava a nascondino intorno al pino. Era, purtroppo, divenuto un pericolo per i nuovi studenti, perché il tronco era vecchissimo e le sue radici fuoriuscivano dal cemento. Sembravano tanti seggiolini ed era piacevole sedervi sopra, specialmente quando faceva caldo, poiché i rami del pino facevano ombra. Sempre il capogruppo ha raccontato di un altro episodio. Un giorno, quando frequentava quella scuola, durante l'ora di educazione fisica, gli capitò una cosa non piacevole. Quella volta il professore fece montare la rete per giocare a pallavolo. Egli faceva parte della squadra che dava le spalle all'albero. Un avversario lanciò il pallone nel suo campo; per prenderlo, indietreggiò, ma non si rese conto dove stesse andando. All'improvviso si girò e sbatté, per fortuna non in modo violento, la testa contro l'albero. Vide le stelle, si ritrovò solo con una breve scalfittura sulla fronte, ma con un grande mal di testa per tutta la giornata. Questi sono i ricordi di quell'uomo per lui molto piacevoli, perché riguardavano il periodo spensierato della scuola, ma è stato proprio lui che ha dovuto eliminare il magnifico “pino secolare del Liceo e dell’ITT”. Addio, Pino, ci mancherai!

Giovanni Lembo

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INTERVISTA AL GIORNALISTA MARIO AMODIO

Che sorpresa: un ex alunno alle prese con le news!

Il 14 Dicembre 2015, i ragazzi della II Scientifico e della IV A ginnasio, accompagnati dai rispettivi docenti proff.sse Giuseppina Severino e Giuseppina Gargano, hanno avuto l’opportunità di intervistare, nel laboratorio informatico della scuola, dalle ore 11:15 alle ore 12:15, il dottor Mario Amodio. L’intervistato speciale è un giornalista che lavora per il quotidiano “Il Mattino”. Nato ad Amalfi, vive tra Amalfi e Tramonti ed è un ex alunno del Liceo Scientifico.

Da quanto tempo svolge il suo lavoro? Faccio il giornalista dal 1990 quindi da ben venticinque anni.

E' mai stato denunciato per diffamazione? No, non sono mai stato denunciato per diffamazione, perché sono stato sempre serio ed oggettivo nel ricercare le fonti e non ho mai scritto notizie false.

Come si scrive un articolo di giornale? Non è facile scrivere un articolo! Il criterio più importante per scrivere un buon articolo è la veridicità delle notizie, cioè la notizia deve rispecchiare fatti realmente accaduti ed attuali. Un programma molto usato per scrivere articoli è WordPress e in media si devono usare complessivamente 360 parole. Non di più! Lo spazio dato va rispettato.

Come ha scelto di fare il giornalista? Mi è sempre piaciuto scrivere, tanto che ho persino superare i “dolori” dello studio del latino. Non mi è mai mancata la curiosità sin da ragazzo. Poi, col tempo, la passione si è sviluppata e consolidata. Mi piaceva leggere, ho frequentato l'università e ho incominciato a scrivere come corrispondente esterno per la cronaca di Amalfi. Ho scritto per il Roma, poi a Napoli per Il Mattino. Così decisi di cambiare facoltà e da Giurisprudenza mi trasferii a Scienze delle comunicazioni. Nel 1995 sono diventato giornalista e poi non ho mai smesso sino ad oggi di inseguire la mia passione-professione.

Qual è la sua forma preferita di articolo? E' indifferente, ho scritto tanti tipi di articolo, non ho problemi a scrivere, perché mi piace, lo faccio con passione, anche raccontare un suicidio – il che è molto triste - o raccontare una morte. In quel caso bisogna trovare in se stessi il modo di far emergere l’umanità. Il dott. Amodio ha scritto tanti tipi di articoli e cura oggi anche una testata on-line. Ha spiegato che le notizie ai giornalisti pervengono attraverso le agenzie di stampa, enti

giornalistici che spediscono, in breve tempo, le

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notizie sotto forma di comunicazioni o note di agenzia. La più importante in Italia è l’ANSA. Gli alunni hanno afferrato al volo l’opportunità per porre le loro domande e per colmare le loro curiosità. Questo ha fatto scoprire varie cose, come la crescente importanza dei social network come mezzo per la diffusione di informazioni. Il dottor Amodio poi ha spiegato come è strutturato un articolo, parlandoci delle 5W più l’H, che consistono nello scrivere rispondendo alle seguenti domande:

Who?When?Where?What?Why?How?. Queste sono le domande principali a cui deve rispondere un articolo di giornale. Ci ha anche detto che personalmente scrive il titolo dell’articolo per ultimo, perché ha spiegato che non si può dare un titolo a qualcosa che non hai ancora meditato. E’ stata una bella esperienza, perché è stato utile apprendere, in modo tranquillo e cordiale, informazioni da chi è esperto nel settore ed imparare nuove cose come un argomento della quotidianità che non è molto trattato. Soprattutto è stata un’occasione per comprendere che bisogna sempre continuare a coltivare le proprie passioni, nonostante gli ostacoli!

Samira Casabona, Michele Cavallaro, Francesca De Rosa,

Piaemanuela Ferrara, Alessia Fusco, Giuseppina Pisacane, Luigi Russo

Mario Amodio intervista il Maestro Roberto De Simone

Un incontro che cambia la vita: Mario Amodio con il grande giornalista, scrittore e

direttore Gaetano Afeltra: un Maestro del giornalismo italiano amalfitano doc!

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OLIMPIADI A TUTTA FORZA!

Le Olimpiadi di Matematica sono una competizione annuale tra studenti. Le prove richiedono il possesso delle capacità logico-matematiche. Per risolvere i problemi serve saper seguire un ragionamento e capire un concetto. I Giochi di Archimede sono la prima fase di selezione delle Olimpiadi di Matematica Italiana. Si svolgono sempre alla fine di novembre presso singoli Istituti Scolastici, in contemporanea in tutta Italia, su un testo preparato dalla Commissione Olimpiadi dell' Unione Matematica Italiana. Il testo è differente per il biennio e per il triennio ed è costruito rispettivamente da 20-25 quesiti a risposta multipla (5 risposte per quesito). Le risposte corrette valgono 5 punti, quelle non date valgono 1 punto, le errate zero. Il tempo a disposizione è di novant minuti e non si può usare la calcolatrice. L' organizzazione della gara è affidata al responsabile d' Istituto di ogni scuola. Il responsabile dei Giochi di Archimede su progetto Olimpiadi di Matematica Unione Matematica Italiana è il prof. Mauro Rispoli. Non vi è limite al numero di partecipanti per ogni Istituto. Di solito ogni anno circa il 5 % dei partecipanti dei Giochi di Archimede viene selezionato per la fase successiva al livello provinciale che si tiene a febbraio. Nell' Istituto Marini Gioia di Amalfi le Olimpiadi si sono svolte il 25 novembre 2015, dalle ore 8:15 fino alle 10:15. In tutto, hanno partecipato diciassette alunni delle seconde classi e precisamente otto alunni della II A Scientifico, otto della II B Scientifico e uno della II C Scientifico; dalle terze e quarte si sono sfidati venticinque alunni e dalle quinte diciassette. Le nostre prove erano costituite da sedici problemi molto difficili. Ogni domanda era seguita da cinque risposte, indicate con le lettere “A-B-C-D-E “. Una sola di queste era corretta e altre erano errate. Tutti gli alunni hanno partecipato con grande entusiasmo e voglia di fare. Abbiamo trascorso due ore veramente intense e, nonostante i risultati non proprio soddisfacenti, siamo stati molto felici di aver partecipato a questo bellissima esperienza. I giochi matematici consentono a noi giovani di accostarci alla matematica in modo del tutto innovativo senza il peso di formule e di teoremi, ma solo attraverso l' uso di logica e di ragionamento.

L’APPROCCIO è PERFETTO PER IMPARARE DIVERTENDOSI. QUESTO E' STATO IL VERO MOTIVO PIU' IMPORTANTE PER STIMOLARE ANCORA DI PIU' LA NOSTRA CURIOSITA' VERSO LA MATEMATICA!

Alexia Frasca

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Olimpiadi di Matematica: che cosa sono? Le Olimpiadi internazionali della matematica sono una gara di soluzioni di problemi matematici rivolta ai ragazzi che frequentano le scuole superiori di tutto il mondo. Le Olimpiadi internazionali della matematica (Imo) si svolsero per la prima volta nel 1959 in Romania. Erano dirette inizialmente solo ai ragazzi delle nazioni appartenenti al Patto di Varsavia. I Paesi del blocco dei Paesi dell'Est Europeo furono i primi a sentire l'esigenza di sviluppare competenze elevate anche nelle scuole superiori in materie come matematica, fisica e chimica, anche per motivi storici e politici: erano gli anni della corsa allo spazio fra URSS e Usa e della guerra fredda, che si combatteva anche a colpi di propaganda. Le Olimpiadi della matematica si svolgono regolarmente in Italia dal 1983. I migliori studenti di ogni Istituto andranno alle selezioni provinciali. La fase provinciale, che si svolge normalmente nel periodo di febbraio, prevede dodici domande a risposta multipla, due domande a risposta numerica e tre dimostrazioni, solitamente di algebra e geometria. La finale nazionale si svolge nei primi giorni di maggio a Cesenatico. Vi partecipano circa trecento studenti, ospitati da parte dell'organizzazione delle gare; ogni gruppo di studenti è accompagnato dal proprio responsabile provinciale. La competizione consta di sei esercizi dimostrativi riguardanti vari ambiti della matematica (geometria, teoria dei numeri, algebra, combinatoria), da risolversi in quattro ore e mezza, utilizzando solo strumenti per scrivere e per disegnare. Ognuna delle sei dimostrazioni viene valutata da 0 a 7 punti; il massimo punteggio ottenibile è quindi 42. I migliori classificati vengono premiati secondo questo criterio: • i primi classificati ricevono una medaglia d'oro; • i successivi ricevono una medaglia d'argento; • i successivi ancora della classifica ricevono una medaglia di bronzo. Per poter risolvere i quesiti della gara sono necessarie le conoscenze del biennio unite a buone capacità logico-matematiche. La partecipazione alla gara è volontaria è avviene per premiare le eccellenze nel campo matematico,l’organizzazione all’interno della nostra scuola è affidata al professore Rispoli, che ci ha gentilmente concesso queste informazioni.

Giuseppina Pisacane

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Due New Entry in 2B

Il 20 gennaio 2016 si sono trasferiti nella nostra classe due nuovi alunni. I due nuovi compagni frequentavano il Liceo Scientifico “don Milani” di Gragnano e hanno deciso di intraprendere nel nostro liceo il loro percorso di studi, perché nell'altro istituto avevano avuto alcuni problemi. Il 19 gennaio noi alunni del Liceo abbiamo appreso la novità. Subito è iniziata la curiosità per scoprire come sarebbero stati i due nuovi alunni, se si sarebbero integrati o meno con la classe. Noi ce l’avremmo messa tutta! Queste curiosità hanno animato le nostre menti il tempo, perché con i compagni di classe si crea sempre un rapporto profondo, dato che si trascorre molto tempo insieme, si fanno molte esperienze e si creano ricordi. La curiosità è stata palcata il giorno dopo, quando sono stati accolti in classe due volti nuovi, quello di Pasquale e Martina. Tutti si sono subito presentati e i nuovi ragazzi sono stati travolti dalle domande, loro hanno risposto raccontandosi. Da subito si sono integrati col resto della classe e si è creato un rapporto sereno in poco tempo. A distanza di un mese dal loro arrivo sono pienamente tra noi a vivere le “avventure della II B”. A Martina la parola. Sei soddisfatta della tua decisione di cambiare scuola? M: Si sono molto contenta di questa scelta, poiché i professori si sono dimostrati da subito disponibili ad aiutarci dove presentavamo lacune, i compagni di classe si sono dimostrati molto accoglienti con noi e si sono rivelati molto simpatici.

Cosa ti ha portato alla scelta di cambiare istituto scolastico? M: Ho preso questa decisione dato che non andavo molto d'accordo con i professori, reputo che non ci valutassero nel modo giusto.

Quali sono le differenze che hai trovato tra i due istituti? M: Come ho detto prima soprattutto la disponibilità dei professori, ma c'è anche una differenza di ambiente tra Amalfi e Gragnano. Amalfi è più tranquilla, serena ed accogliente. Ti manca la tua vecchia classe? M: Sinceramente moltissimo, perché mi ero creata una forte amicizia con loro e mi è dispiaciuto un po' lasciarli. Come immaginavi la tua esperienza scolastica ad Amalfi? L'aspettativa corrisponde alla realtà? M: Ovviamente l'aspettativa che avevo corrisponde alla realtà, qui ad Amalfi mi trovo a mio agio. Se potessi tornare indietro, rifaresti la stessa scelta? M: Sì, rifarei la stessa scelta, anzi mi sarei iscritta ad Amalfi sin dal primo anno. In conclusione la classe ha acquistato due ottime “new entry”, che si sono ambientate come se facessero parte da sempre della classe. Da loro abbiamo imparato a vedere il nostro Istituto da un altro punto di vista, dato che abbiamo potuto e possiamo confrontare le nostre esperienze.

Christian Bovino

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Le scuole medie appena ieri … La scuola è sempre un argomento che fa parlare di sé, perché ad ogni età c'è un cambiamento e un modo di affrontare gli anni scolastici. La cronaca dice che gli il ricordo più bello degli studenti è quello di quando hanno frequentato le scuole medie, poiché sono gli anni spensierati dell'adolescenza. Se si intervista uno studente delle scuole superiori ci dirà quale trasformazione si compia con questo cambio di scuola. Per loro sembra ieri di aver lasciato le scuole medie e sentirsi più adulti. Dei tre anni delle medie ricordano l'approccio con i professori e le loro materie. Il cambiamento riguarda lo studio e gli interessi extrascolastici, come lo sport, la musica, la danza, il teatro. La scuola media è come un lancio per affrontare la vita in modo diverso. Il primo anno si è ancora troppo bambini, quindi è come trovarsi ancora in quinta elementare, ma con qualcosa di nuovo. Il secondo anno è già diverso, perché si è, comunque di un anno più grandi e anche perché si iniziano ad imparare cose nuove durante le ore scolastiche. Quello che preoccupa è il terzo anno, perché soprattutto c'è il terrore di fine anno, ovvero l'esame finale. Chiunque è stato intervistato ha, con un po’ di tristezza, sempre detto che gli anni più belli della scuola sono quelli delle medie. Spiegare il perché è facile, poiché all'asilo si è bimbetti, alle elementari si è bambini, alle superiori si è già abbastanza grandi per capire i problemi e le difficoltà della vita, mentre alle medie c'è la spensieratezza dell'adolescenza, che porta, ognuno di noi e a divertirsi, pur dedicandosi allo studio.

Anche molti professori intervistati hanno detto che per loro insegnare è sempre un continuo cambiamento. Potrebbe sembrare più facile insegnare alle medie, ma, in realtà, è proprio il contrario, dato che lì ci sono studenti che stanno cambiando la loro personalità, quindi è come se, in loro, stia avvenendo una vera e propria rivoluzione. Il docente di una scuola media non deve preoccuparsi solo di insegnare e far capire la propria materia, ma anche di cercare di capire gli atteggiamenti e i comportamenti degli alunni, perché né va del loro apprendimento. Queste notizie sono state date da alcuni professori che ritengono di svolgere il loro lavoro nel modo più corretto, anche se non sempre con tranquillità. Quando è difficile superare il passaggio dalle medie alle superiori!.

Giovanni Lembo

Voltarsi indietro …

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Nostalgia delle medie?

E’ iniziato l’anno scolastico. Molti ragazzi sono felici di intraprendere questa nuova avventura, imbattersi in nuove materie, conoscere nuovi professori, ma soprattutto fare nuove amicizie. Sul fare nuove amicizie non tutti la pensano così. Infatti abbiamo intervistato buona parte dei ragazzi che stanno per iniziare il primo anno delle superiori, i quali hanno affermato che non avranno più al loro fianco gli amici che li avevano accompagnati nei tre anni di medie. Allora abbiamo deciso di intervistare un alunno di quinta in modo da far capire a questi ragazzi che si sbagliano. L’alunno afferma che anche lui all’inizio la pensava così: gli

mancavano le medie, gli amici, le corse al rientro per non beccarsi un ritardo di tutto e di più, ma col passare del tempo ha cambiato idea. Dice di aver trascorso qui al Liceo gli anni più belli della sua vita, di certo ci saranno i momenti in cui ti verranno in mente gli amici delle medie, ma a quel punto ci saranno i tuoi nuovi amici che ti toglieranno la malinconia facendoti fare mille risate. Alla fine conclude dicendo di essere molto felice e allo stesso tempo molto triste, felice perché è giunto al quinto anno dopo tanti sacrifici, ma anche triste, perché sa di dover fare l’ultimo anno affianco dei suoi amici che lo hanno accompagnato in quattro anni sia nel bene che nel male. Quindi il messaggio che questo alunno ha cercato di mandare ai nuovi arrivati è quello di non preoccuparsi: si può benissimo rimanere in contatto con i vecchi amici, ma essere felici di conoscere nuovi compagni, che ti accompagneranno nei cinque anni più belli della gioventù, vivendo un’ avventura con positività e non negatività.

Nicholas Moffa

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Ti racconto la mia Scuola media ... Ridere in corridoi stretti e bui, dietro le quinte, con due o tre compagni di fianco, scrivendo con le unghie sui muri e sperando di lasciare il segno di quell‘ indimenticabile istante, stracciare quaderni per il solo motivo di un litigio, cadere dalle sedie, sentire il sapore dei correttori che componevano opere d'arte in posti insospettabili, il potersi girare liberamente e rivolgersi con il ‹‹tu›› ai professori è stato qualcosa che tutti, forse, hanno potuto sperimentare alle medie. Il primo giorno, la visione dei genitori dall'aria frettolosa e allo stesso tempo rilassata, i pensieri dei ragazzi che scalpitavano sulla soglia della porta, un po' timorosi, frenati dalle loro paure, disegnavano il quadro perfetto di un inizio senza una fine. La vita era un pallone, era un videogioco, era poter vedere un film senza farci una relazione su, era avere dei libri su un tavolo e metterci una coperta sopra per non far attaccare la polvere, era non sciacquarsi le mani prima di fare merenda, era usare le penne per fare il gioco della sorte. Era quel piccolissimo spazio di tempo dove tutti abbiamo scritto la nostra prima maturità, dopo averla letta. Il pomeriggio era considerato sacro per essere l'unico momento del giorno da trascorrere con gli amici, sotto un albero a ripararsi dal sole, senza le urla di mamma e papà. Passati alle superiori, le cose si ribaltono, i gusti dolci e delicati diventano forti e piccanti. Le aule spettano a chi si merita di studiare ed è come un labirinto, più si va avanti e più ci si ritova confusi e l'unico modo di sopravvivere è quello di accovacciarsi per terra, aspettando l'arrivo di soccorsi. Le superiori ti plasmano al ragionamento. Ti nutrono di terra , su cui tu devi seminare tutto quello che hai nelle tasche, e se le hai vuote spetta a te nutrire la terra. I tre anni di medie aiutano proprio a voler avere qualcosa nelle tasche, e ti spiegano che studiare sembra una cosa facile e alla mano, ma è un concetto che dipende da persona a persona, da ciò che gli detta la tua forza di volontà. Un salto nel vuoto, dove si spera di atterrare su una superfice comoda che possa reggere per tutta la vita, dove vince chi sa osare. In quel salto incontri gli amici, che cercano di non far cadere i libri che hanno tra le mani, vedi persone dileguarsi come un buco nell'acqua, persone che ai tuoi occhi apparivano meravigliosamente sulla giusta strada, che non avevano bisogno di abbracci. Il passaggio dalle medie alle superiori non è affatto semplice, ma ci sono delle cose su cui contare: i tre amici che ti lasciano dare un'occhiatina durante un compito, i due amici con cui parli spesso di cose che non vuoi tener chiuse dentro te stesso, l'amico che appare con un'anima diversa dalla tua, che, seppur con tanta difficoltà, riesci ad accettare, l'amico che è stato creato a tua massima somiglianza, che riesce a capirti con pochi sguardi. Pian piano comprendi di vivere in una società con una multitudine di volti diversi. Le superiori aiutano a superare momenti difficili come l'adolescenza che è, per tutta la durata, una parte fondamentale del capitolo, perchè fa emergere la vera natura delle persone, accompagnandole sempre più vicino alla fine del labirinto, sempre più forti di prima, con ancora il taccuino delle medie tra le mani. Le superiori sono il capitolo che più ci rende unici, le medie sono un libro da chiudere, ma da portare sempre con sè. Che avventura straordinaria leggere il libro della nostra vita e scriverlo in libertà.

Michele Cavallaro

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La paura dell’ISIS: le mie riflessioni Il ventinove giugno 2014, il gruppo jihadista dello stato islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS) annunciano la creazione di un califfato islamico nei territori controllati, nominando come proprio leader Abu Bakral-al Baghdadi , “il califfo dei musulmani”. Questo gruppo di terroristi negli ultimi anni ha sparso molto sangue per tutto il mondo, creando paure e desideri di vendetta nelle regioni colpite. A dieci mesi dalla vicenda di Charlie Hebdo, Parigi è stata ancora una volta sotto l’attacco jihadista nella notte del 13 novembre 2015: nel giro di poco più di mezz’ora sono avvenute sei sparatorie, praticamente in contemporanea in quattro punti diversi della città e tutte con il solo comune denominatore della jihad , l’Isis ha ben presto rivendicato l'attentato. A dare il via all'impressionante sequenza di azioni omicide è stato alle 21.20 un kamikaze che si è fatto esplodere nella strada che corre lungo lo Stade de France, dove si stava giocando l’amichevole Francia contro Germania e dove da inizio estate si dovrebbero giocare diverse partite degli Europei 2016. Il presidente Hollande è stato subito prelevato in tribuna d’onore e portato all’Eliseo ma, contemporaneamente, sulla terrazza del ristorante "Au petit Cambodge" un uomo armato di pistola di grosso calibro ha aperto il fuoco contro gli avventori. Tuttavia era solo l’inizio: un'altra sparatoria è poi avvenuta in un bar sulla rue de Charonne, dove l'assalitore ha sparato da un'auto, tre o quattro raffiche e poi alcuni colpi isolati, contro i tavolini all'esterno.

Gli attentatori si sono poi spostati verso Les Halles, nel cuore di Parigi, dove hanno sparato altri colpi. Era però in agguato ancora un’altra tragedia: nella sala concerti "Bataclan" circa un centinaio di persone sono state prese in ostaggio e quando la polizia ha circondato il locale, i killer hanno iniziato delle vere e proprie esecuzioni. I messaggi di coloro che erano chiusi in quell’inferno parlano di una carneficina senza precedenti e quando le forze dell’ordine sono riuscite ad entrare (in un blitz in cui sarebbero rimasti uccisi due terroristi) hanno trovato un centinaio di cadaveri. Le teste di cuoio si sono poi spostate verso Les Halles, per cercare di catturare gli altri. Lo choc di Parigi è perfino più forte dell’11 settembre e dell’attacco alle Torri Gemelle: allora si parlava di terrorismo, oggi apertamente di guerra perché se il nemico nel 2001 era lontano, negli Stati Uniti, oggi è a “casa nostra”, a Parigi, nel cuore dell’Europa, in agguato a Roma. Abbiamo paura ed in fondo la paura è un’emozione insita nell’uomo, fa parte della nostra natura: non saremmo persone normali se non la sentissimo in momenti come questo, come la rabbia, l’indignazione, la pietà per le vittime e l’odio per i carnefici. E la paura quasi non si sconfigge, ma si combatte a viso aperto. La prima arma da utilizzare è la normalità, la volontà di non rinunciare alla nostra vita quotidiana, che è proprio quello che vorrebbero queste persone, che combattono nell’ombra perché ,hanno paura di mostrarsi a viso aperto.

Gioacchino Cretella

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I giovani e le passioni: una via di fuga dal dolore

Viviamo in una società dove siamo sempre sotto osservazione, sotto gli occhi della gente che ci guarda pronti a criticarci, come coltelli che pian piano distruggono la nostra autostima. Il nostro mondo è continuamente influenzato, non solo dalla società, ma anche da personaggi dello spettacolo, star televisive e addirittura da figure politiche. Questa società ci influenza i ragazzi e ci provoca spesso dolori psicologici. Troviamo uno sfogo per sfuggire ai dolori attraverso la musica. Per noi è un autentico momento di evasione. Ognuno ha un suo genere, un suo artista preferito, una canzone in cui rispecchiarsi, perché esprime emozioni che le parole non saprebbero dire. Ascoltiamo il rock, il pop, l’hip hop e molto spesso non ascoltiamo cantanti italiani, perché i loro testi non comunicano contenuti emozionanti, preferiamo la musica straniera. Un’altra passione per noi giovani è la lettura, ma non lo è per tutti: alcuni si rifiutano di accostare ad un libro, di qualsiasi tipo e genere; altri leggono poco o niente, altri ancora leggono solo per obbligo. Persino la politica è diventata una passione per noi e spesso le schermaglie tra i partiti sono oggetto delle loro discussioni. Fra noi giovani campeggia anche un’altra passione: quella per gli animali. Da migliaia di anni, l’uomo vive in simbiosi con gli animali, da sempre ognuno offre qualcosa all’altro senza pretendere niente in cambio. Solo chi ha la fortuna di avere un animale domestico può vivere l’allegria e la compagnia che esso ci regala. Anche per le persone anziane e sole , gli animali sono un aiuto per affrontare la solitudine e la depressione. Vi sono tante altre passioni che ci accomunano: il collezionismo, la corsa, le gare, il teatro e per le ragazze la danza. Spesso nelle passioni identifichiamo i nostri sogni. Talvolta questi sogni si infrangono di fronte alle difficoltà, non tanto perché nella manchino le possibilità per cui agire. E’ la volontà che viene a meno! Basterebbe un trampolino di lancio per rimetterla in moto. Facciamo sempre in modo che ci sia.

Immacolata Medica

Passions: io dico la mia!

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Le passioni: i nostri interessi Durante gli anni dell'adolescenza spesso nascono e si coltivano delle passioni. Le passioni sono gli interessi che si nutrono per divertimento. Le passioni coinvolgono tutti, ognuno ne coltiva una e la rende propria, dedicandole alcuni dei migliori momenti della propria vita. Infatti i momenti felici della vita sono legati a passioni che fanno emozionare. Le passioni nascono a volte durante l'adolescenza, quando si iniziano a fare le prime scelte, che sono condizionate dai propri interessi. Tra le più comuni abbiamo gli sport, le tecnologie, la lettura, la cinematografia, la fotografia. Le passioni a volte condizionano la carriera futura degli adolescenti che grazie a questo loro interesse possono arrivare anche a far progredire il campo che riguarda il loro lavoro. Le passioni possono mutare nel corso degli anni ed evolversi oppure smettere di affascinare. La perdita di interesse può avvenire per vari motivi, tra cui la nascita di una nuova passione più coinvolgente da tutti i punti di vista oppure il sentirsi inadeguati rispetto ai gusti della massa, il che porta ad abbandonare la propria passione per adeguarsi ai canoni della massa. Le passioni a volte nascono e non ci si rende conto di come una cosa che all'inizio possa sembrare insignificante finisca per diventare parte integrante della propria vita, affascinando sempre di più e cambiando la nostra personalità. A volte non si riconosce la propria passione perché non si presta attenzione al modo in cui si effettuano le decisioni, preferendo o sfavorendo un attività rispetto ad un'altra. Per riconoscere una passione bisogna pensare alle proprie scelte e al modo in cui si è arrivati a quella decisione, riflettendo intensamente sul processo che ha portato alla scelta e su cosa ci abbia potuto condizionare, perché la passioni, anche senza accorgersene, influenzano le scelte, dato che la scelta avviene secondo ciò che ci affascina di più e ci ha appassionato. Le passioni vengono nutrite per divertimento, per puro interesse e a volte grazie alle proprie passioni si finisce col aiutare il prossimo, creando o progettando oggetti che migliorino e semplifichino la vita altrui o attività che regalino sorrisi, risate e bei momenti. Questi momenti restano impressi e rendono gli individui migliori, possono portare anche a un sentirsi realizzati e soddisfatti del proprio essere. Un interesse che al principio poteva sembrare banale o sciocco, col passare del tempo può assumere uno spazio sempre più importante nella nostra vita. Le passioni, quindi, possono rendere chi ci circonda più felice. Si può migliorare dal punto di vista personale scoprendo aspetti sconosciuti del proprio carattere, che emergono proprio durante la maturazione di un interesse. Le passioni emozionano, interessano e affascinano in modo unico le persone e portano a rendere l'ambiente che ci circonda più vivibile per gli altri. Perciò scegliamo quelle adatte a noi e non lasciamocele strappare dallo stress e dall’ansia!

Giuseppina Pisacane

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Ti piace la musica rap?

La passione per la musica, in generale, unisce i giovani in modo molto significativo, perché la musica serve a socializzare, a crescere psicologicamente e a stare insieme con i propri amici con i quali ci sente più fortemente accomunati proprio grazie a questa straordinaria e grande passione. La musica è l'espressione concreta dei pensieri del cantante o del compositore, il quale, con grande abilità, ci trasmette in modo piacevole i suoi pensieri più profondi. Anche se la musica moderna è spesso incentrata sul denaro o sulla bellezza del cantante, sul suo egocentrismo, questi cantanti hanno i molti fan ed appassionano i giovani. Un genere di musica molto diffuso tra noi giovani è il rap. Il rap è nato in America ed è diventato molto famoso nella cultura moderna. E’ una specie di poesia, infatti è scritto in versi e a rime baciate. I testi di musica rap affrontano perlopiù temi politici e sociali che riguardano i rapper in prima persona. Comporre rap, quindi, significa avere la capacità di mettere in rima sentimenti e comunicare emozioni tramite una canzone. Ai ragazzi piace il rap, perchè parla dei problemi della vita sociale ed è rivolto a persone di cultura medio-bassa. Non sempre ascoltare il rap significa capirlo; la maggior parte di noi giovani ascolta il rap, ma pochi lo capiscono per davvero. Per capire il rap bisogna essenzialmente capire il testo della canzone. Ci sono rapper che come argomento principale hanno il denaro, mentre ci sono altri che parlano della loro vita e di come sono riusciti a diventare quello che sono. I ragazzi, travolti dalla passione trasmessa dai loro idoli, incominciano a cimentarsi nel mondo della musica per diventare come loro.

Luigi Russo

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La musica: mezzo di comunicazione per eccellenza!

La musica è il mezzo di comunicazione per eccellenza. Non è ben nota la data della sua nascita, ma più o meno ha compiuto in ottima salute già quasi cinquecentomila anni. Una studentessa del Liceo Scientifico “Marini-Gioia” ce ne parla. Cosa intendi per musica? Io per musica intendo ogni strumento che genera un suono. La musica è una medicina. È la cura a quasi tutti i problemi che ci circondano. Pensi che la voce non possa creare musica? Assolutamente no, penso che la voce sia il miglior strumento che genera musica. Le parole sono la musica più bella che ci sia, ma le parole, come guariscono una persona, la possono distruggere. La tua passione per la musica da cosa nasce? La passione per la musica nasce dal bisogno di sentirmi dire quelle cose che le persone non mi dicono. Pensi che la musica in qualche modo ti aiuti nella vita di tutti i giorni? La musica mi ha sempre aiutato. Ogni canzone esprime uno stato d'animo: ci sono quelle tristi, quelle divertenti, quelle che parlano d'amore e quelle che parlano di sogni che si sono realizzati. Quando dicono che la musica è un mezzo di comunicazione, tu sei d'accordo? La musica è il mezzo di comunicazione che avvicina tutte le persone di ogni genere. Per esempio ai concerti ci sono migliaia di persone di ogni genere e razza, lì nessuno si conosce, ma sono uniti da un unico fattore, appunto la musica. La stessa musica li fa sognare e provare sentimenti. La musica unisce tutti in un modo così profondo che nessuno può spiegare. Pensi che il lavoro del cantante o del musicista sia importante? Il lavoro del musicista o del cantante è molto importante, perché attraverso la musica essi esprimono tutto quello che una persona ha bisogno di sentirsi dire, tutto quello che le persone vivono. E’ il lavoro più bello del mondo. A modo loro, con la musica che creano, salvano vite un po' come un dottore. La musica è la medicina e il cantante o il musicista è il dottore: l'accoppiata è perfetta. Tu suoni uno strumento o canti? Io suono uno strumento: il pianoforte. Nella tua vita vorresti fare il pianista? Mi piacerebbe diventare un pianista e salvare vite umane con la mia musica, ma penso che adesso sia troppo presto per decidere cosa fare della mia vita. Preferisco suonare solo per me stessa.

Samira Casabona

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Le passioni si possono trasformare in sogni?

Il teatro: una passione da coltivare

Che cos’è una passione? Questa è una delle prime domande che vorrei rivolgere a una ragazza della II B scientifico dell’Istituto “Marini-Gioia”. Per me le passione è un qualcosa che piace fare, che ci rende felici, ci distingue dagli altri. Si farebbe di tutto per farla al meglio e ottenere sempre degli ottimi risultati. Qual è la tua passione? La mia passione è il teatro! Da cosa è nata questa passione? Già dalle scuole elementari mi rendevano partecipe di recite e spettacoli e quindi mi piaceva esibirmi ed essere applaudita dal pubblico. Ti piace essere sempre protagonista o ti accontenti anche di semplici parti? In uno spettacolo ogni parte ha una sua importanza, non conta quanto tempo e quante volte stai sul palco, ma con quanto impegno ti immedesimi nel personaggio. In che modo riesci a interpretare al meglio un personaggio? Cerco di studiare bene la parte e di comportarmi proprio come si comporterebbe quel personaggio nella realtà, distaccandomi da me stessa. Quali sono le tecniche per recitare bene? La prima è la dizione, cioè la corretta pronuncia delle parole, la respirazione; bisogna essere sicuri di sé stessi, poiché, pur se si dimentica qualche battuta, bisogna riuscire a riprendere.

Che cosa intendi per respirazione? Per respirazione intendo ispirare con il naso ed espirare con la bocca, gonfiando la pancia; in questo modo si riesce a trattenere l’aria e nel momento in cui bisogna prolungare il suono di una vocale, la voce non diventa rauca.

Qual è l’ emozione che si prova quando si sta su un palcoscenico? E’ un’emozione unica, perché ci si sente al centro dell’ attenzione e si vuole far divertire il pubblico e non deluderlo.

Qual è il personaggio che ti si addice di più? E’ sempre quello dell’ anziana signora “bizzoca”, all’antica, che si lamenta sempre di tutto. Trovi difficoltà ad interpretare questo tipo di personaggio? In verità, mi riesce abbastanza semplice.

Il teatro è il tuo sogno nel cassetto? E’ il mio hobby preferito, ma il mio sogno nel cassetto è un altro.

Da adulta pensi di continuare a fare teatro? Spero di potermi ritagliare sempre questo spazio.

Grazie per la tua disponibilità! Se non ti dispiace mi farebbe piacere intervistarti anche qualche altra volta. Quando volete, sempre a vostra disposizione.

Francesca De Rosa

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Equitazione: che passione

Ragazzi, avete mai provato a correre nel vento, liberi, selvaggi e felici in groppa ad un purosangue! Ecco la mia passione! La passione per l’equitazione mette a confronto due mondi diversi: quello del complesso mondo moderno e quello semplice e genuino della natura. Questa passione va ben oltre il semplice andare a cavallo. Tutto sta racchiuso in un magico legame, che si instaura tra te e il tuo cavallo. Il feeling che si crea e che suscita un profondo rispetto verso il tuo cavallo e verso la natura è straordinario. Tra gli animali più antichi apparsi al mondo, presente sulla Terra sin dall’epoca preistorica, si è evoluto nel tempo, passando dalla forma bassa e tozza, con quattro dita a tre poi a due e infine all’attuale zoccolo. Divenuto più forte, più resistente alle fatiche e molto più alto, fu uno dei primi animali ad essere addomesticato dall’ uomo e fu usato come animale da soma. L’ambiente delle praterie determinò la sua attuale fisionomia. Infatti non essendoci nelle praterie ripari, il cavallo divenne più alto e veloce per sfuggire a predatori. Non a caso i puledri che abitano le praterie americane sono chiamati ancora oggi “figli del vento”. Tutti ricordiamo l’America come la patria dei cavalli e dei cowboy, ma in realtà non è così. I cavalli oggi sono sparsi per tutto il mondo, ma originariamente non vivevano in tutti i paesi. Prima delle colonizzazioni i cavalli erano stanziati solo in Europa, Asia, in Egitto e in Arabia, poi, quando noi occidentali iniziammo le colonizzazioni, portammo i cavalli in America e in Australia, creando nuove specie. L’ equitazione è tra gli sport più nobili da praticare. I cavalli si usano per attività agonistiche come Salto Ostacolo ,Dressage e negli ultimi anni in nuovi sport a monta americana, come il cutting, il Team Penning, il CawHorse e il Reing. Questi sport sono ispirati al lavoro con la mandria praticato dai cowboy e sono praticati con una particolare specie americana: i quarterhorse. Questa razza è l’unica a possedere il cow sense, ovvero il senso per il vitello. Si tratta di una qualità innata, che hanno sviluppato perché originariamente questi cavalli vivevano nelle stesse praterie dei bisonti e dei vitelli. I cavalli sono usati anche per fare ippoterapia con persone diversamente abili o che

abbiano delle malattie correlate a disturbi mentali. Psichiatri, fisiatri e ortopedici hanno evidenziato le grandi capacità curative dell’andare a cavallo; per il suo docile carattere e la sua conformazione fisica il cavallo è il più adatto tra tutti gli animali per fare questi tipo di terapie. Anche in questo campo la razza più indicata è il Quarter, perché è il più equilibrato mentalmente. E’ per questo che tutti noi dobbiamo rispettare questo magnifico animale.

Antonio Venosi

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VIDEOGAMES: una passione o uno svago?

Il mondo dei videogames è vasto e le persone che ne fanno parte sono moltissime, se non infinite. I videogames erano già presenti negli anni Novanta, come, ad esempio, il primo super Mario bross. A quei tempi la tecnologia non era molto avanzata, infatti i giochi e le console erano pochissimi. Nel 2000, anno di rivoluzione tecnologica dei videogames sono nati molti “capolavori” : durante questi ultimi anni abbiamo visto nascere molti giochi validi che hanno accontentato il “giocatore medio”. Nel 2014 è uscito il famosissimo GTAV, gioco dall’ottima grafica, che gira bene sia su console di vecchia generazione che sui pc di ultima generazione. Questo gioco ha accontentato tutti gli amanti della saga GTA e di certo si merita il posto tra i migliori giochi dell’anno. Per gli sportivi, invece, abbiamo Fifa 2016, uscito a settembre del 2015, che ha regalato grandi emozioni agli amanti del calcio, gioco molto fluido, attualmente il migliore sul mercato come gioco di calcio. Per gli amanti delle moto abbiamo Moto gp 2015, attualmente il gioco di corsa più amato dagli utenti con la modalità carriera, che offre un gran livello di sfida; infine abbiamo per gli amanti della musica e del ballo Just dance 2016, un gioco divertente, da giocare con gli amici, in famiglia o in solitaria; anche questo offre un gran livello di sfida.

Gerardo Manzo

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COSA TI PIACE FARE? La psicologa!

“Cosa ti piace fare?”. Quante volte ci hanno rivolto questa domanda? Con il passare del tempo è cambiata la mia risposta a questo quesito. Sono passata dal dire che mi piaceva giocare con le bambole, al disegnare ed infine a dire che mi ero appassionata alla psicologia. Non vi siete mai chiesti perché le persone si comportano in un certo modo o non avete mai desiderato imparare qualcosa sulla vostra mente? La psicologia è la strada per leggere nella vostra anima, è una scienza per avere una comprensione maggiore sul comportamento di chi ci circonda e di noi stessi. Nella psicologia la filosofia e la scienza si fondono e diviene un grande mezzo per riuscire a raggiungere un contatto migliore con le persone, maturando uno stile di vita e donando sicurezze attraverso uno studio approfondito della persona. La psicologia è la mia passione in una moltitudine di interessi che possiamo scoprire guardandoci intorno. Infatti, non esiste una persona al mondo che non ne abbia una. La psicologia ci fa essere un po’ “streghe”, ci fa andare oltre le parole in circolo e quella che ci fa comprendere gesti e espressività di chi ci circonda. Quante volte ci hanno detto che chi ha le braccia conserte assume un atteggiamento di chiusura rispetto al mondo che lo circonda o la posizione fetale, rappresenta un modo per sentirsi protetti. Questo e molto altro sono le informazioni che provengono da questa disciplina, la quale in punta di piedi entra nell’animo umano attraverso porte che sono apparentemente chiuse come sogni ed espressività. Conosci te stesso? Conosci gli altri? Queste sono le domande a cui risponde la psicologia, la quale andando oltre la coscienza, governata da noi stessi o da altri, accende un riflettore sull’inconscio, il quale non viene più ignorato ma viene compreso e interpretato grazie ad un nuovo vocabolario che permette di tradurre la sua voce fatta di sogni, espressioni e gesti. Le diverse passioni ci aiutano a evadere il mondo e ad evadere la routine che a volte sembra opprimerci. Allora perché non appassionarci a qualcosa per colorare la nostra vita? Forza, armatevi di curiosità e cercate la vostra!

Piaemanuela Ferrara

UN PRIMO CONSIGLIO DA “PSICOLOGA”: vuoi dominare l’ansia da interrogazione?

Sfido chiunque a dire che non ha mai sofferto di ansia da pre-interrogazione o pre-esame, tutti siamo andati in tachicardia qualche ora prima o abbiamo passato notti insonni. Tutti abbiamo provato a governare l’ansia e le sue manifestazioni, passando dalle tisane della nonna ad assumere altri accorgimenti per allontanarci dalla fonte di stress. Infatti molti psicologi consigliano di ritagliarsi dei momenti per se stessi, in cui fare le cose più disparate da un bagno caldo, allo yoga, fare sport o semplicemente spegnere il cellulare ed ascoltare musica. Sebbene queste sono soluzioni da poter mettere in atto molto prima di affrontare una situazione causante ansia, nel momento in cui la “paura dell’ignoto” ci attanaglia si consiglia di concentrarsi sulla respirazione inspirando ed espirando lentamente per dieci minuti, fare stretching sul posto, allungando muscoli lentamente o sbadigliare discretamente. Infatti lo sbadiglio permette di rilassare i muscoli del cervello e di ossigenare il cervello.

Sono molti i consigli anti -ansia, tutti da provare ad ogni interrogazione che ci prepariamo ad affrontare. Che ne dite? Pronti a combattere l’ansia?

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L’ira del vento Soffia il vento verso le irte cime che imponenti osservano dall’alto la tempesta arrivare. Intanto a mare non è più il sole a far da padrone sfiorando le morbide onde ma rovescioni più forti si abbattono su di esse che piene di ira s’innalzano a mostrar la potenza che sotto il cupo ciel si propaga fino ad arrivar sulla costa tutta la rabbia in frantumi va sulla scogliera. E il soffio continua la sua corsa verso i monti fischiando tra le strette vie attorno al focolare si sta ad aspettar il dolce profumo dei campi. Giuseppe Gruosso

La musa La luna a nient’ altro adempie se non a magiche parole, espresse in balia dell’amore.

Giuseppe Gruosso

Il leggiadro gesto

Il nutrirsi di parole, il profumato manto bianco, con umile gesto e delicata carezza, di nero va a ricoprire, e incide frasi senza fine e senza tempo che a sfiorar il cuore vanno e sol piacere ai sensi fanno.

Giuseppe Gruosso

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DIVORALIBRI

Leggere, che passione!

La lettura è sempre stata importante per l’uomo. Infatti grazie ai libri possiamo crescere culturalmente e volare via con la fantasia. Con l’invenzione degli e-book, la tecnologia è

entrata a far parte anche nel mondo della lettura. “La passione per la lettura non è in calo, ma è solo cambiata” - ha detto una studentessa che ha la passione per la lettura - della II B del Liceo “Marini” di Amalfi (SA) durante l’intervista che le abbiamo fatto. Quand’è nata la tua passione per la lettura?

Penso che la mia passione per i libri sia nata quando avevo sei anni. Mio fratello aveva ricevuto una Bibbia adatta ai bambini come regalo per la comunione ed essendo una

bambina molto curiosa iniziai a leggerlo, lo finì in cinque giorni. Ho letto quel libro molte volte e non mi stancavo mai di leggerlo. Credo che quel libro abbia fatto nascere dentro di me la passione per la lettura. Cosa hai provato quando hai letto il tuo primo ‘vero’ libro? Cosa provi, oggi, quando leggi un libro?

Il primo ‘vero’ libro che ho letto è stato Cuore di Edmondo De Amicis, avevo nove anni e ricordo che appena lessi le prime pagine non volevo più smettere, ero felice. Era difficile da comprendere, infatti mi stancavo subito, però ero curiosa di arrivare alla fine e scoprire la sorte del protagonista. Le sensazioni che provo ora che leggo un libro sono cambiate da quelle che provavo quand’ero piccola. Mi immedesimo nella storia stessa, mi assento dalla realtà ed è come se fossi io la protagonista, inizio a viaggiare con la fantasia e immagino i volti dei personaggi e come sarebbero nella realtà. Appena inizio a leggere è come se diventassi un’altra persona ,non ho più problemi o pensieri che mi ronzano in testa e perdo la cognizione del tempo. Cosa pensavano - e pensano - i tuoi genitori o i tuoi amici sulla tua passione per la lettura?

I miei genitori erano e sono tuttora orgogliosi di me; ogni volta che ne hanno l’opportunità di lodarmi per questa mia ‘strana’ passione, lo fanno senza pensarci due volte. Invece, i miei amici ,a volte, mi prendevano anche in giro, perché preferivo restare in casa a leggere piuttosto che uscire in strada a giocare. Anche a scuola, quando si faceva attività fisica, restavo in un angolo a leggere invece di giocare con loro. Il più delle volte andavo a casa e piangevo perché mi facevano sentire diversa, ma non ho mai smesso di leggere. Invece, ora nessuno mi critica facendomi sentire diversa e per fortuna ho trovato anche un’amica che ha la mia stessa passione.

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È raro vedere un ragazzo che legge, ancora più raro vederlo leggere un libro cartaceo. Se dovessi consigliare un tuo amico, gli faresti leggere un libro cartaceo o un e-book? La passione per la lettura non è in calo, ma è solo cambiata, cioè i ragazzi di oggi non penserebbero mai di leggere la Divina Commedia o il Decameron, però fanno la fila per ore per il libro di Harry Potter. Preferiscono leggere un libro poliziesco o di azione piuttosto che un libro storico o romantico. Amo sentire sotto le dita lo spessore della carta, il profumo dei libri e il dolce fruscio dei fogli che si girano lentamente, quindi ,penso che se dovessi consigliare un mio amico, gli farei leggere un libro cartaceo, perché queste sensazioni non le provi leggendo un e-book, però molte persone la pensano diversamente da me e preferisco la tecnologia alla tradizione. Cosa pensi delle persone che di una storia guardano il film piuttosto che leggere il libro?

Leggendo un libro non hai limiti di immaginazione, puoi immaginare i volti, la voce, la corporatura dei personaggi e anche i luoghi in cui si svolgono le vicende. Guardando il film sei limitato, devi accontentarti di quello che sceglie il regista e tutto è bene definito, non hai spazio per la fantasia. Di alcuni libri che ho letto ho visto anche il film, e ne sono rimasta delusa perché alcune scene erano state cambiate totalmente e altre scene invece non c’erano proprio. Per questo leggo sempre prima il libro e poi eventualmente guardo il film. Ultima domanda, cosa puoi migliorare attraverso questa passione?

E’ difficile spiegare cosa posso migliorare, però penso che leggendo accresci la tua cultura e impari nuovi termini. Da un libro puoi conoscere molte cose , ad esempio il carattere dell’autore, le diverse tradizioni di un luogo, il differente pensiero delle persone. Amo leggere i romanzi di formazioni, e molte volte da essi ho compreso anche i problemi di adolescenti cresciuti in luoghi dimenticati dal mondo, come racconta ‘Il rumore dei tuoi passi’, la sofferenza dei ragazzi colpiti da tumori, ad esempio Colpa delle stelle o Bianca come il latte rossa come il sangue. Inoltre, ho letto Orgoglio e pregiudizio e ho capito anche come ragionavano le persone in quell’ epoca o come si vestivano. Leggere i libri ti aiuta a capire e riflettere su molte cose ed è per questo amo leggere.

Alessia Fusco

Consigli di lettura: IL RUMORE DEI TUOI PASSI

Quella raccontata da Valentina D'Urbano è la storia di Beatrice e Alfredo, nemici, amici, amanti. I gemelli, li chiamavano nella "Fortezza", ovvero il quartiere degradato in cui sono cresciuti. Non perché tra loro ci fossero legami di sangue, ma perché erano uguali in tutto: stesso modo di parlare, di muoversi, di camminare. Eppure, Bea e Alfredo non sono fratelli. Sono prima estranei, poi amici per la pelle e poi, segretamente, innamorati. Quella tra Bea e Alfredo non è una semplice storia d'amore, anzi si potrebbe dire che non c'è traccia della travolgente "passione", in effetti più che di passione, qui si parla di ossessione. Quella di due anime che vivono nel più completo degrado, legate dal tormento e dalla consapevolezza di non poter contemplare alcun roseo futuro nel loro destino. Un rapporto di odio amore, di prevaricazione eppure di completa devozione, vissuto tra le mura di un quartiere che è una prigione, senza speranze e senza gioia. La cosa che più mi ha colpito in questo libro è stato il carattere forte di Beatrice, che nonostante tutto e tutti non è mai crollata. Ha avuto la forza di non cadere nel baratro insieme ad Alfredo, di sognare un futuro migliore al di fuori della ‘Fortezza’, che lottava con le unghie e con i denti(letteralmente) per avere quello che desiderava e non piangeva mai. In contrasto al carattere di Bea c’è quello di Alfredo. Un ragazzo fragile che non reagisce agli abusi del padre, un ragazzo che si abbandona alla vita poiché stanco di tutti, tranne di Bea. Consiglio questo libro perché per me è un capolavoro, una storia diverse dalle altre ma anche molto vicino a noi. Una storia in cui il bene non vince sempre.

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Fotoclickiamo

La fotografia come stile di vita Considerato uno degli hobby più praticati e più applicati in qualsiasi contesto, la fotografia è oggi uno strumento che "aiuta a far parlare l'anima con la bocca chiusa" attraverso ciò che ci circonda. Tra i giovani spopola la voglia di condividere gioie, conoscenze ed eventi speciali, ma anche concetti astratti conl'uso della fotografia. La si può paragonare ad "un libro di figure statiche che danno unsenso di movimento" all'interno della nostra mente. Non ha bisogno di una grande applicazione teorica , necessita solamente del tempo, a volte improvvisato, e della passione, che sono fondamentali per migliorare volta per volta, sempre basandosi sullateoria del concetto astratto di dinamismo, che viene creato e ceduto attraverso la staticità. A volte, invece, è oggetto di sfogo di persone che sono in continua ricerca di esperienze e che trovano nella fotografia un ottimosvago, che li aiuta a trovare sempre del "particolare" in ogni situazione, che li aiuta a non rimanere mute e circondarsi di negatività. La fotografia esprime un'emozione, grazie alla complessità della sua realizzazione e della sua interpretazione.

Credi che un hobby nasca da una mancanza o da un'abbondanza di qualcosa in particolare ?

Credo che un hobby nasca nell‘attimo in cui unapersona è più votata a voler fare qualcosa, nasce casualmente in una giornata di pioggia , con una tazza di thè in mano e avvolti in un piumone, e sopratutto dallavoglia di non stare fermi a girarsi i pollici. Per te il fatto che molte persone scelgano oggi di fare un lavoro come il fotografo, che necessita sia della maestria che la passione, potrebbe far crollare il valore di due foto che ritraggono soggetti uguali solamente perchè le idee sono le stesse ? Penso che ogni persona sulla terra combatta una propria guerra dentro. Difficile capire il significato di oggetto per ogni persona. Ciò che può essere creato dal caso, può essere creato dal singolo fotografo, per dare al suo lavoro unsignificato, che faccia riferimento ad una sua personale e quindi unica esperienza. Giudicare una foto mi sembra una cosa banale , quanto chiedere ad unanziano cosa sia per lui la vita. Sono concetti personali, che vengono da persone che sanno riconoscere la vita e quindi il significato speciale di ogni foto. Ti è mai capitato di uscire senza la macchina fotografica durante un tramonto paradisiaco o una e di non poter scattare die ricordi di quella giornata ? Purtroppo sì, molte volte. Con il tempo, però, si comprende che in una foto la dinamica è ormai passata ed ha lasciato ilsegno. Si comprende che le vibrazioni si sentono anche senza immortalare ogni istante, come unrullino nel quale vi deve essere uncontrollo lento e accurato, bisogna che questo venga fatto girare senza interruzioni, per avere un effetto scorrevole ed equilibrato, che faccia dimenticare i sensi terrestri.

Michele Cavallaro

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Fotoclickiamo su … Sapore di mare La foto di questo primo numero vuole evocare l'Estate, una parola che racchiude in sé mille significati, mille emozioni e tante prove superate. Sono trascorsi mesi da quando abbiamo dovuto rimettere al loro posto i teli e le maschere, sporche di sabbia e di sale, eppure sembra ieri che ti sei buttato in un'esperienza colorata, dove l'unico obiettivo era divertirsi 24h24, senza ostacoli di alcun genere, anche se alcuni sono stati occupati a fare il primo passo nel mondo del lavoro, aggiungendo quindi qualcosa da ricordare nel loro intenso racconto d'estate. Giorni che correvano quasi a farsi competizione, colazioni saltate per non perdere il bus che puntualmente partiva dieci secondi prima di te, l'odore dei capelli infestati dal sale, la doccia fredda, le pietre sotto i piedi, le meravigliose gite tra gli scogli per trovare un posto per godersi la giornata in compagnia, le spinte sul pattino per farti cadere in acqua. Sono moltissimi i ricordi di un'estate, dove per qualcuno si è accesa una scintilla di passione e per altri una spina di riccio sul tallone. È per questo che dedicheremo l'argomento di questa fantastica rubrica ad un ricordo, vago, di un'estate senza fine. Questa foto è stata scattata nei primi giorni del mese di giugno. Era una giornata focosa, tanto che la spiaggia di Maiori era piena di ombrelloni di ogni colore e qualcuno cercava un posto isolato dove poter stare in tranquillità con i miei amici. Ci dirigemmo con il pattino dietro un'insenatura e lasciammo qualcuno sul nostro “galeone improvvisato”, alternandoci, così da non perderlo di vista. Ci avventurammo sulla spiaggia, trovammo una grande distesa di gusci di riccio, così ne presi qualcuno e decisi di scattare una foto. Poco dopo arrivò un banco di meduse. Riuscimmo lo stesso a tornare indietro e consumare un'abbondante merenda. Dettagli di un’estate. Il sole e la sabbia hanno lasciato un segno forte. Hanno lasciato qualcosa che valeva la pena di vivere.

Foto e testo di Michele Cavallaro

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LA REDAZIONE

Christian Bovino, Lorenzo Carrano, Samira Casabona, Michele Cavallaro, Gaetano Ciafrone, Gioacchino Cretella, Francesca De Rosa, Piaemanuela Ferrara, Manuel Fiorillo,

Alexia Frasca, Alessia Fusco, Giuseppe Gruosso, Giovanni Lembo, Gerardo Manzo, Immacolata Medica,

Nicholas Moffa, Giuseppina Pisacane, Luigi Russo, Antonio Venosi Un benvenuto (in attesa dei loro articoli per il prossimo numero)

a Martina Buscia e Pasquale Acampora

COORDINAMENTO DIDATTICO: prof.ssa Giuseppina Severino

Copyright 2016 I.I.S.S. “Marini-Gioia” Amalfi

Pubblicazione senza scopo di lucro con esclusiva finalità didattico-formativa