(Carocci) Introduzione Alla Lettura L'Etica Di Spinoza [Theateve]

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Filippo Mignini L'ETICA DI SPINOZA Introduzione alla lettura Carocèi editore

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    Filippo Mignini

    L'ETICA DI SPINOZA Introduzione alla lettura

    Caroci editore

  • 1a ristampa, marzo 2007 1a edizione, "Seminario filosofico" 1995 copyright 1995 e 2002 by Carocci editore S.p.A., Roma

    Finito di stampare nel marzo 2007 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali Sri, Urbino

    ISBN 978-88-430-2350-9

    Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 april~ 1941, n. 633)

    Senza regolare autorizzazione, vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.

    Indice

    Tavola delle sigle e delle abbreviazioni

    I. Introduzione

    I.I. La "fortuna" dell'Etica 1 .2. Una filosofia per la vita I. 3. Obiettivi del presente lavoro

    2. Genesi e struttura dell'opera

    2.I. La redazione del testo 2 .1 .1. La storia redazionale del testo sulla base dei documenti esterni

    2.2. Struttura del testo 2.2.1. Una via di liberazione I 2.2.2. Piano formale e materiale dell'opera

    2.3. Il metodo geometrico 2.4. La lettura dell'Etica e le altre opere di Spinoza

    3. Dio

    3. I . Fondamenti dell'argomentazione 3.I.1. Definizioni (1-8) I 3.I.2. Assiomi (1-7)

    3.2. Deduzione della sostanza e dei modi (P1-29S) 3.2.1. Natura e propriet della sostanza: Natura naturans (P1-20) I 3.2.2. Gli effetti de11a causalit immanente de11a sostan-za: Natura natura/a (P21-29S)

    7

    II

    2I

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  • 1a ristampa, marzo 2007 1a edizione, "Seminario filosofico" 1995 copyright 1995 e 2002 by Carocci editore S.p.A., Roma

    Finito di stampare nel marzo 2007 per i tipi delle Arti Grafiche Editoriali Sri, Urbino

    ISBN 978-88-430-2350-9

    Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 april~ 1941, n. 633)

    Senza regolare autorizzazione, vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico.

    Indice

    Tavola delle sigle e delle abbreviazioni

    I. Introduzione

    I.I. La "fortuna" dell'Etica 1 .2. Una filosofia per la vita I. 3. Obiettivi del presente lavoro

    2. Genesi e struttura dell'opera

    2.I. La redazione del testo 2 .1 .1. La storia redazionale del testo sulla base dei documenti esterni

    2.2. Struttura del testo 2.2.1. Una via di liberazione I 2.2.2. Piano formale e materiale dell'opera

    2.3. Il metodo geometrico 2.4. La lettura dell'Etica e le altre opere di Spinoza

    3. Dio

    3. I . Fondamenti dell'argomentazione 3.I.1. Definizioni (1-8) I 3.I.2. Assiomi (1-7)

    3.2. Deduzione della sostanza e dei modi (P1-29S) 3.2.1. Natura e propriet della sostanza: Natura naturans (P1-20) I 3.2.2. Gli effetti de11a causalit immanente de11a sostan-za: Natura natura/a (P21-29S)

    7

    II

    2I

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    25

    30 34

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  • 3. 3. Confutazione di pregiudizi concernenti la natura. e l'azione dlla sostanza (P30-36 e Appendice) 68 3.3.r. La creazione mediante intelletto (P30-3r) I 3+2. La crea. zione mediante volont (P32) I 33-3- La contingenza delle cose create (P33-36) I .3 3+ L'imperfezione delle cose create (P33S2) I 3. 3. 5. La creazione in vista di un fine. Origine e natura dei pregiudizi, in particolare di quello teleologico (Appendice)

    4. Della natura e dell'origine della mente 7 5

    4. 1. Introduzione 76 4.2. Fondamenti dell'argomentazione 77

    4.2.r. Definizioni (r-7) I 4.2.2. Assiomi (r-5) 4-3- Origine della mente umana (Pr-9) 82 4.4. Natura della mente umana (Pro-47) 86

    4.4.r. Elementi di una dottrina dell'uomo I 4.4.2. Gli oggetti immediati della mente umana: dottrina della immaginazione (Pr4-23) I 4+3 La conoscenza mediante Le affezioni del corpo (immaginazione) inadeguata (P24-3r) I 44+ Differenza tra conoscenza inadeguata (errore) e conoscenza adeguata (verit) (P32-36) I 4+5 Fondamento, forme e propriet della conoscen-za adeguata (P3 7-47)

    4. 5. Confutazione del pregiudizio concernente la volon~ t (P48-49) 104

    5. Della natura e dell'origine degli affetti 109

    5. 1. Prefazione 5. 2. Fondamenti dell'argomentazione

    5.2.r. Definizioni (r-3) I 5.2.2. Postulati (r-2) 5. 3. I due possibili stati della mente umana: attivit e

    passivit (P1-3) 5 + La forza di autoconservazione (conatus) come es-

    senza dell'affetto (P 4-8) 5. 5. L'ordine della deduzione geometrica degli affetti

    (P9-59) 5.5.r. Leggi generali del dinamismo degli affetti (P9-r8; 27-28; JI; 53-57) I 5.5.2. Gli affetti-passione (Pr9-52) I 5.5.3. Gli af-fetti-azione (P58-59)

    5 .6. Esposizione sintetica delle definizioni degli affetti

    8

    rro

    III

    I20

    1 33

    6. Della schiavit umana o delle forze degli affetti

    6. 1. Prefazione: del concetto di perfezione 6.2. Fondamenti dell'argomentazione

    6.8.

    6.2.r. Definizioni (r-8) I 6.2.2. Assioma unico Radice ontologica delle passioni: l'uomo parte della natura ed soggetto al suo ordine (Pr-4) La forza delle passioni (P5-r8) 6+ r. Principi generali che regolano la forza delle passioni (P5-q) I 6.4.2. La conoscenza vera, in quanto vera, impotente a moderare la forza delle passioni (Pr4-q) I 6+3 La cupidit che nasce da gioia pi forte della cupidit che nasce da tristezza (Pr8 e S) La virt, attuazione della potenza d'agire dell' uo-mo, come ricerca dell'utile (Pr9-40) 6.5.r. La virt consiste nel conservare il proprio essere, ricercan-do il vero utile sotto la guida della ragione (Pr9-25) I 6.5.2. Qua-li sono le cose che la ragione considera sommamente utili? (P26-40) .

    Del bene e del male negli affetti (P 4 r -5 8) La determinazione all'azione da parte della ragio-ne (P59-73) 6.7. r. Capacit e propriet della ragione nel determinare all'azio-ne (P59-66) I 6.7.2. La condotta dell'uomo reso libero dalla ra-gione (P67-73) Appendice: le regole della vita razionale (capp. r-32)

    137

    153

    155

    157

    7. Della potenza .dell'intellettQ o della libert umana 161

    7.r. Prefazione 162 7.2. Fondamenti dell'argomentazione (Ax1-2 e P1) 163 7. 3. Il potere o i rimedi della mente sugli affetti

    (P2-20) 165 7 + Della durata della mente senza relazione al corpo

    (P2I-40) 173 7+r. L'etetnit della mente (P21-23) I 7+2. La conoscenza di terzo genere (P24-3r) I 7+3 L'amore intellettuale verso Dio (P32-37) I 7.4+ La perfezione della mente (P38-40) I 7.4.5. La ragione prescrive che la beatitudine consiste nell'esercizio della vir-t (P4r-42)

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  • 3. 3. Confutazione di pregiudizi concernenti la natura. e l'azione dlla sostanza (P30-36 e Appendice) 68 3.3.r. La creazione mediante intelletto (P30-3r) I 3+2. La crea. zione mediante volont (P32) I 33-3- La contingenza delle cose create (P33-36) I .3 3+ L'imperfezione delle cose create (P33S2) I 3. 3. 5. La creazione in vista di un fine. Origine e natura dei pregiudizi, in particolare di quello teleologico (Appendice)

    4. Della natura e dell'origine della mente 7 5

    4. 1. Introduzione 76 4.2. Fondamenti dell'argomentazione 77

    4.2.r. Definizioni (r-7) I 4.2.2. Assiomi (r-5) 4-3- Origine della mente umana (Pr-9) 82 4.4. Natura della mente umana (Pro-47) 86

    4.4.r. Elementi di una dottrina dell'uomo I 4.4.2. Gli oggetti immediati della mente umana: dottrina della immaginazione (Pr4-23) I 4+3 La conoscenza mediante Le affezioni del corpo (immaginazione) inadeguata (P24-3r) I 44+ Differenza tra conoscenza inadeguata (errore) e conoscenza adeguata (verit) (P32-36) I 4+5 Fondamento, forme e propriet della conoscen-za adeguata (P3 7-47)

    4. 5. Confutazione del pregiudizio concernente la volon~ t (P48-49) 104

    5. Della natura e dell'origine degli affetti 109

    5. 1. Prefazione 5. 2. Fondamenti dell'argomentazione

    5.2.r. Definizioni (r-3) I 5.2.2. Postulati (r-2) 5. 3. I due possibili stati della mente umana: attivit e

    passivit (P1-3) 5 + La forza di autoconservazione (conatus) come es-

    senza dell'affetto (P 4-8) 5. 5. L'ordine della deduzione geometrica degli affetti

    (P9-59) 5.5.r. Leggi generali del dinamismo degli affetti (P9-r8; 27-28; JI; 53-57) I 5.5.2. Gli affetti-passione (Pr9-52) I 5.5.3. Gli af-fetti-azione (P58-59)

    5 .6. Esposizione sintetica delle definizioni degli affetti

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    6. Della schiavit umana o delle forze degli affetti

    6. 1. Prefazione: del concetto di perfezione 6.2. Fondamenti dell'argomentazione

    6.8.

    6.2.r. Definizioni (r-8) I 6.2.2. Assioma unico Radice ontologica delle passioni: l'uomo parte della natura ed soggetto al suo ordine (Pr-4) La forza delle passioni (P5-r8) 6+ r. Principi generali che regolano la forza delle passioni (P5-q) I 6.4.2. La conoscenza vera, in quanto vera, impotente a moderare la forza delle passioni (Pr4-q) I 6+3 La cupidit che nasce da gioia pi forte della cupidit che nasce da tristezza (Pr8 e S) La virt, attuazione della potenza d'agire dell' uo-mo, come ricerca dell'utile (Pr9-40) 6.5.r. La virt consiste nel conservare il proprio essere, ricercan-do il vero utile sotto la guida della ragione (Pr9-25) I 6.5.2. Qua-li sono le cose che la ragione considera sommamente utili? (P26-40) .

    Del bene e del male negli affetti (P 4 r -5 8) La determinazione all'azione da parte della ragio-ne (P59-73) 6.7. r. Capacit e propriet della ragione nel determinare all'azio-ne (P59-66) I 6.7.2. La condotta dell'uomo reso libero dalla ra-gione (P67-73) Appendice: le regole della vita razionale (capp. r-32)

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    7. Della potenza .dell'intellettQ o della libert umana 161

    7.r. Prefazione 162 7.2. Fondamenti dell'argomentazione (Ax1-2 e P1) 163 7. 3. Il potere o i rimedi della mente sugli affetti

    (P2-20) 165 7 + Della durata della mente senza relazione al corpo

    (P2I-40) 173 7+r. L'etetnit della mente (P21-23) I 7+2. La conoscenza di terzo genere (P24-3r) I 7+3 L'amore intellettuale verso Dio (P32-37) I 7.4+ La perfezione della mente (P38-40) I 7.4.5. La ragione prescrive che la beatitudine consiste nell'esercizio della vir-t (P4r-42)

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  • 8.

    8.I. 8.2.

    Conclusione 187

    I nuclei teorici dell'Etica 187 L'Etica nella prospettiva storica della civilt occi-dentale 193

    Cronologia della vita e. delle opere 197

    Nota bibliografica 199

    Indice dei nomi 233 G

    Tavola delle sigle e delle abbreviazioni

    Edizioni di riferimento

    Spinoza, Opera, im Auftrag der Heidelberger Akademie der Wissenschaften, hrsg. von C. Gebhardt, C. Winter, Heidelberg 1925, 4 voll.; rist. 1972; voi. v, Supplementa, hrsg. von C. Gebhardt, C. Winter, Heidelberg 1987. Tutte le opere, ad eccezione del Breve trattato, sono cita-te da questa edizione, indicata con la sigla, seguita dal numero romano del volume e dai numeri arabi della pa-gina e delle righe.

    M Benedictus de Spinoza, Korte V erhandeling van God) de mensch en deszelvs welstand (Breve trattato su Dio) t uomo e tl suo bene, introduzione, edizione, traduzione e com-mento di F. Mignini, Japadre, L'Aquila-Roma 1986). L'edizione viene indicata con la sigla, seguita dal numero progressivo della pagina.

    AT Ren Descartes, CEuvres, par Ch. Adam, P. Tannery, Cerf, Paris 1897-1913.

    Sigle e abbreviazioni deUe singole opere

    TIE Tractatus de intellectus emendatione. KV Korte V erhandeling

    1, II: parte prima, parte seconda; il primo numero arabo che segue il numero romano indica il capitolo, il secon-do numero arabo indica il paragrafo: I, 3, 5 = parte prima, cap. 3, par. 5. ZI) Z2: Eerste Zamenspreeking, Tweede Zamenspreeking (I Dialogo, II Dialogo). VR: Voor Reeden van)t twede deel (Prefazione della se-conda parte).

    IO II

  • 8.

    8.I. 8.2.

    Conclusione 187

    I nuclei teorici dell'Etica 187 L'Etica nella prospettiva storica della civilt occi-dentale 193

    Cronologia della vita e. delle opere 197

    Nota bibliografica 199

    Indice dei nomi 233 G

    Tavola delle sigle e delle abbreviazioni

    Edizioni di riferimento

    Spinoza, Opera, im Auftrag der Heidelberger Akademie der Wissenschaften, hrsg. von C. Gebhardt, C. Winter, Heidelberg 1925, 4 voll.; rist. 1972; voi. v, Supplementa, hrsg. von C. Gebhardt, C. Winter, Heidelberg 1987. Tutte le opere, ad eccezione del Breve trattato, sono cita-te da questa edizione, indicata con la sigla, seguita dal numero romano del volume e dai numeri arabi della pa-gina e delle righe.

    M Benedictus de Spinoza, Korte V erhandeling van God) de mensch en deszelvs welstand (Breve trattato su Dio) t uomo e tl suo bene, introduzione, edizione, traduzione e com-mento di F. Mignini, Japadre, L'Aquila-Roma 1986). L'edizione viene indicata con la sigla, seguita dal numero progressivo della pagina.

    AT Ren Descartes, CEuvres, par Ch. Adam, P. Tannery, Cerf, Paris 1897-1913.

    Sigle e abbreviazioni deUe singole opere

    TIE Tractatus de intellectus emendatione. KV Korte V erhandeling

    1, II: parte prima, parte seconda; il primo numero arabo che segue il numero romano indica il capitolo, il secon-do numero arabo indica il paragrafo: I, 3, 5 = parte prima, cap. 3, par. 5. ZI) Z2: Eerste Zamenspreeking, Tweede Zamenspreeking (I Dialogo, II Dialogo). VR: Voor Reeden van)t twede deel (Prefazione della se-conda parte).

    IO II

  • PPC

    CM

    TTP E

    TP Ep

    L'ETICA or SPINOZA

    Ar, 2: Appendix I, Appendix 2. Renati Des Cartes Principiorum Philosophiae Pars r ... (si impiegano le stesse sigle dell' Ethica). Cogitata Metaphysica (ad esempio CM r, 3 = parte r, cap. 3) Tractatus Theologico-Politicus. Ethica. r, 2, 3, 4, 5: parte prima, seconda ecc. A: Appendix AD: A/fectuum Defim~io Ax: Axioma C: Corollarium D: Definitio Ex: Explicatio L: Lemma P: Propositio Post: Postulatum Praef: Prae/atio S: Scholium (ad esempio E 2 P 40S 2 = Ethica, parte seconda, propo-sizione 40, scolio secondo). Tractatus politicus. Epistola, Epistolae.

    I2

    I

    Introduzione Il mio proposito non di spiegare il significato delle parole, ma ]a natura delle cose, che indico con quei vocaboli il cui significato, tratto dall'uso, non si allontana del tutto dal significato in cui li voglio impiegare. Basti averlo avvertito una sola volta.

    Spinoza, Etica 3, AD20

    I.I La "fortuna" dell'Etica 1

    L'Etica fu pubblicata tra le Opere postume di Spinoza, sul finire del 1677. L'autore era deceduto il 21 febbraio' dello stesso an-no, non ancora quarantacinquenne. Prima di morire~ egli aveva affidato agli amici alcuni manoscritti, tutti incompleti, ad ecce-zione di un'opera che due anni prima aveva tentato di pubbli-care: il timore di persecuzioni teologiche lo aveva indotto a de-sistere.

    Quando quel manoscritto vede la luce, uscendo dalla stretta cerchia di amici che da anni ne discuteva 2 , si avverte subito che esso raccoglie quasi l'intera filosofia dell'autore, esponendo un modello di mondo nuovo e antico, alternativo alla cultura cristiana dominante. L'Etica diviene il bersaglio di un'ampia polemica: gi in vita considerato cartesiano e accusato di atei-smo, sullo scorcio del secolo xvn e in buona parte di quello successivo, Spinoza assurge al ruolo simbolico di eroe negativo. Arnauld lo definisce luomo pi empio e pericoloso di questo secolo. Le chiese mettono all'indice la sua opera. Per accusare qualcuno di ateismo, materialismo, fatalismo, libertinismo, epi~ cureismo o di qualunque altra dottrina ritenuta perversa, suf-ficiente ormai chiamarlo spinozista. Se Bayle accredita, nel cele-bre articolo del Dictionnaire, l'immagine di Spinoza ateo vir-

    l. Per maggiori informazioni sulla fortuna dell'opera dr. F. Mignini, In-troduzione a Spinoza, Laterza, Roma-Bari 1983, 19944, pp. 173-206, e la Bi-bliografia di questo volume, par. lo: in seguito, i riferimenti a tale Bibliografia verranno indicati con la sigla Bibl., seguita dal numero del paragrafo a cui si rinvia (ad esempio, Bibl. io).

    2. Cfr. Bibl. 12, in particolare Steenbakkers.

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  • PPC

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    L'ETICA or SPINOZA

    Ar, 2: Appendix I, Appendix 2. Renati Des Cartes Principiorum Philosophiae Pars r ... (si impiegano le stesse sigle dell' Ethica). Cogitata Metaphysica (ad esempio CM r, 3 = parte r, cap. 3) Tractatus Theologico-Politicus. Ethica. r, 2, 3, 4, 5: parte prima, seconda ecc. A: Appendix AD: A/fectuum Defim~io Ax: Axioma C: Corollarium D: Definitio Ex: Explicatio L: Lemma P: Propositio Post: Postulatum Praef: Prae/atio S: Scholium (ad esempio E 2 P 40S 2 = Ethica, parte seconda, propo-sizione 40, scolio secondo). Tractatus politicus. Epistola, Epistolae.

    I2

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    Introduzione Il mio proposito non di spiegare il significato delle parole, ma ]a natura delle cose, che indico con quei vocaboli il cui significato, tratto dall'uso, non si allontana del tutto dal significato in cui li voglio impiegare. Basti averlo avvertito una sola volta.

    Spinoza, Etica 3, AD20

    I.I La "fortuna" dell'Etica 1

    L'Etica fu pubblicata tra le Opere postume di Spinoza, sul finire del 1677. L'autore era deceduto il 21 febbraio' dello stesso an-no, non ancora quarantacinquenne. Prima di morire~ egli aveva affidato agli amici alcuni manoscritti, tutti incompleti, ad ecce-zione di un'opera che due anni prima aveva tentato di pubbli-care: il timore di persecuzioni teologiche lo aveva indotto a de-sistere.

    Quando quel manoscritto vede la luce, uscendo dalla stretta cerchia di amici che da anni ne discuteva 2 , si avverte subito che esso raccoglie quasi l'intera filosofia dell'autore, esponendo un modello di mondo nuovo e antico, alternativo alla cultura cristiana dominante. L'Etica diviene il bersaglio di un'ampia polemica: gi in vita considerato cartesiano e accusato di atei-smo, sullo scorcio del secolo xvn e in buona parte di quello successivo, Spinoza assurge al ruolo simbolico di eroe negativo. Arnauld lo definisce luomo pi empio e pericoloso di questo secolo. Le chiese mettono all'indice la sua opera. Per accusare qualcuno di ateismo, materialismo, fatalismo, libertinismo, epi~ cureismo o di qualunque altra dottrina ritenuta perversa, suf-ficiente ormai chiamarlo spinozista. Se Bayle accredita, nel cele-bre articolo del Dictionnaire, l'immagine di Spinoza ateo vir-

    l. Per maggiori informazioni sulla fortuna dell'opera dr. F. Mignini, In-troduzione a Spinoza, Laterza, Roma-Bari 1983, 19944, pp. 173-206, e la Bi-bliografia di questo volume, par. lo: in seguito, i riferimenti a tale Bibliografia verranno indicati con la sigla Bibl., seguita dal numero del paragrafo a cui si rinvia (ad esempio, Bibl. io).

    2. Cfr. Bibl. 12, in particolare Steenbakkers.

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  • L1 ETICA DI SPINOZA

    tuoso,

  • L1 ETICA DI SPINOZA

    tuoso,

  • 11 L'.l:i'TICA DI SPINOZA

    (tempo, spazio, materia, sostanza, soggetto) e delle sue immagi-ni fondamentali (essere, Dio, uomo, storia) costringe a cercare nella stessa :filosofia dell'Occidente modelli e prospettive storica-mente e culturalmente perdenti, capaci tuttavia di offrire semi di verit e di rinnovamento. D'altra parte, il confronto quoti-diano e inevitabile con le grandi culture storiche del mondo, in partkolare d'Oriente, costringe a trovare nella nostra stessa tra-dizione categorie e modelli pi idonei al dialogo e alla com-prensione. La filosofia di Spinoza sembra offrire risposte positi-ve ad ambedue le esigenze. 2. Sotto il profilo storico, l'Etica presenta un interesse partico-lare per un duplice carattere: costituisce una sintesi formidabile delle principali tradizioni filosofiche dell'Occidente, rielaborate tuttavia secondo un modello originale, nel quale vengono al tempo stesso superate e rinnovate. 3. Sotto il profilo esistenziale, l'Etica una delle pochissime filosofie d'Occidente che sia sorta, programmaticamente, come scienza subordinata all'esclusivo conseguimento di una vita go-vernata dalla serenit dell'animo, considerata frutto e segno di libert. La filosofia dell'Etzca infatti preceduta da una conver-sione di vita, quella stessa dell'autore, narrata nelle celebri pagi-ne iniziali del Trattato sull'emendaz.ione dell'z'ntelletto. L'esperien~ za filosofica si rivela impossibile senza un'autentica riforma di vita: Allora meditavo se per caso non fos!)e possibile pervenire a una nuova regola di vita, o almeno alla certezza di essa,. pur non mutando lordine e la regola abituale della mia vita: ci che, invano, spesso tentai ( 11E, par. 3). D'altra parte, l'inda-gine :filosofica, una volta avviata, assume come unico fine il conseguimento della suprema perfezione umana; sicch tut-to quello che nelle scienze non ci fa avanzare verso il nostro fine deve essere gettato via come inutile (TIE, par. 16). A tal punto ritiene l'attivit del pensiero giustificata dalle sole conse-guenze pratiche, che Spinoza si considera fortunato anche pos-sedendo una :filosofia falsa, la quale abbia tuttavia reso serena la sua vita. Scrive a De Blyenberg: E se anche un giorno sco-prissi esser falso il frutto che ora ricavo dall'intelletto naturale, mi renderebbe fortunato il fatto che ne godo e che cerco di trascorrere la vita non in afilizione e gemto, ma in tranquillit, gioia e allegria (Ep 21). Sono queste le virt dell'uomo libero, che medita la vita: l'uomo libero a nessuna cosa pensa meno che alla morte; e la sua sapienza una meditazione non della morte, ma della vita (E 4 P76).

    16

    I. INTRODUZIONE

    Spinoza apparve non solo ai suoi contemporanei esempio di coincidenza di pensiero e vita; continua a stimolare anche noi con la scommessa intorno alla vera quiete dell'animo, che la sua Etica propone come conquista alla nostra quotidiana espe-rienza (E 5 P 42S):

    Ora, se la via che ho mostrato condurre a queste cose sembra molto ardua, pu essere tuttavia trovata. E certamente dev'essere arduo ci che si trova cos raramente. Come infatti potrebbe accadere, se la sal-vezza fosse a portata di mano e si potesse trovare senza grande fatica, che essa sia trascurata quasi da tutti? Ma tutte le cose sublimi sono tanto difficili, quanto rare.

    1.3 Obiettivi del presente lavoro

    Questo lavoro si propone come "introduzione" alla lettura del-l'Etica per un pubblico di studenti u~iversitari e, pi in genera-le, di non specialisti. Esso non pretende di essere. un'esegesi n un commento filologico e critico; non intende neppure offrire, in primo luogo, una interpretazione complessiva del testo, an-che se inevitabile, componendo una brevce introduzione, sce-gliere i temi fondamentali e ordinarli per comodit . del lettore, sulla scorta di precise interpretazioni. Questi sono i principali obiettivi che il presente lav.oro si pone dinanzi. I. Svelare e rendere accessibile al lettore, oltre la barriera del linguaggio e della serrata argomentazione geometrica, la parola viva dell'opera, suscitando per essa un forte interesse intellet-tuale ed esistenziale. 2. Porre il lettore in condizione di accedere, nel modo pi fa-cile e proficuo, alla lettura diretta dell'opera. Nessuna introdu-zione pu sostituirel'incontro diretto con il testo: se tale incon-tro non avviene, il fine principale di una introduzione in gran parte fallito. A tale riguardo, non sar super.fluo avvertire che l'Etica un testo particolarmente difficile, che richiede al lettore interessato una disponibilit e una dedizione pressoch totali. Come la sua composizione impose all' utore la dedizione di un'intera vita, cos il suo studio e la sua meditazione domanda-no al lettore, che voglia trarne i frutti sperati, un tempo ade-guato e un distacco sincero dal comune regime di vita e dagli abiti mentali acquisiti. 3. Oltrepassare l'ambito della sola conoscenza dell'Etica, per

    17

  • 11 L'.l:i'TICA DI SPINOZA

    (tempo, spazio, materia, sostanza, soggetto) e delle sue immagi-ni fondamentali (essere, Dio, uomo, storia) costringe a cercare nella stessa :filosofia dell'Occidente modelli e prospettive storica-mente e culturalmente perdenti, capaci tuttavia di offrire semi di verit e di rinnovamento. D'altra parte, il confronto quoti-diano e inevitabile con le grandi culture storiche del mondo, in partkolare d'Oriente, costringe a trovare nella nostra stessa tra-dizione categorie e modelli pi idonei al dialogo e alla com-prensione. La filosofia di Spinoza sembra offrire risposte positi-ve ad ambedue le esigenze. 2. Sotto il profilo storico, l'Etica presenta un interesse partico-lare per un duplice carattere: costituisce una sintesi formidabile delle principali tradizioni filosofiche dell'Occidente, rielaborate tuttavia secondo un modello originale, nel quale vengono al tempo stesso superate e rinnovate. 3. Sotto il profilo esistenziale, l'Etica una delle pochissime filosofie d'Occidente che sia sorta, programmaticamente, come scienza subordinata all'esclusivo conseguimento di una vita go-vernata dalla serenit dell'animo, considerata frutto e segno di libert. La filosofia dell'Etzca infatti preceduta da una conver-sione di vita, quella stessa dell'autore, narrata nelle celebri pagi-ne iniziali del Trattato sull'emendaz.ione dell'z'ntelletto. L'esperien~ za filosofica si rivela impossibile senza un'autentica riforma di vita: Allora meditavo se per caso non fos!)e possibile pervenire a una nuova regola di vita, o almeno alla certezza di essa,. pur non mutando lordine e la regola abituale della mia vita: ci che, invano, spesso tentai ( 11E, par. 3). D'altra parte, l'inda-gine :filosofica, una volta avviata, assume come unico fine il conseguimento della suprema perfezione umana; sicch tut-to quello che nelle scienze non ci fa avanzare verso il nostro fine deve essere gettato via come inutile (TIE, par. 16). A tal punto ritiene l'attivit del pensiero giustificata dalle sole conse-guenze pratiche, che Spinoza si considera fortunato anche pos-sedendo una :filosofia falsa, la quale abbia tuttavia reso serena la sua vita. Scrive a De Blyenberg: E se anche un giorno sco-prissi esser falso il frutto che ora ricavo dall'intelletto naturale, mi renderebbe fortunato il fatto che ne godo e che cerco di trascorrere la vita non in afilizione e gemto, ma in tranquillit, gioia e allegria (Ep 21). Sono queste le virt dell'uomo libero, che medita la vita: l'uomo libero a nessuna cosa pensa meno che alla morte; e la sua sapienza una meditazione non della morte, ma della vita (E 4 P76).

    16

    I. INTRODUZIONE

    Spinoza apparve non solo ai suoi contemporanei esempio di coincidenza di pensiero e vita; continua a stimolare anche noi con la scommessa intorno alla vera quiete dell'animo, che la sua Etica propone come conquista alla nostra quotidiana espe-rienza (E 5 P 42S):

    Ora, se la via che ho mostrato condurre a queste cose sembra molto ardua, pu essere tuttavia trovata. E certamente dev'essere arduo ci che si trova cos raramente. Come infatti potrebbe accadere, se la sal-vezza fosse a portata di mano e si potesse trovare senza grande fatica, che essa sia trascurata quasi da tutti? Ma tutte le cose sublimi sono tanto difficili, quanto rare.

    1.3 Obiettivi del presente lavoro

    Questo lavoro si propone come "introduzione" alla lettura del-l'Etica per un pubblico di studenti u~iversitari e, pi in genera-le, di non specialisti. Esso non pretende di essere. un'esegesi n un commento filologico e critico; non intende neppure offrire, in primo luogo, una interpretazione complessiva del testo, an-che se inevitabile, componendo una brevce introduzione, sce-gliere i temi fondamentali e ordinarli per comodit . del lettore, sulla scorta di precise interpretazioni. Questi sono i principali obiettivi che il presente lav.oro si pone dinanzi. I. Svelare e rendere accessibile al lettore, oltre la barriera del linguaggio e della serrata argomentazione geometrica, la parola viva dell'opera, suscitando per essa un forte interesse intellet-tuale ed esistenziale. 2. Porre il lettore in condizione di accedere, nel modo pi fa-cile e proficuo, alla lettura diretta dell'opera. Nessuna introdu-zione pu sostituirel'incontro diretto con il testo: se tale incon-tro non avviene, il fine principale di una introduzione in gran parte fallito. A tale riguardo, non sar super.fluo avvertire che l'Etica un testo particolarmente difficile, che richiede al lettore interessato una disponibilit e una dedizione pressoch totali. Come la sua composizione impose all' utore la dedizione di un'intera vita, cos il suo studio e la sua meditazione domanda-no al lettore, che voglia trarne i frutti sperati, un tempo ade-guato e un distacco sincero dal comune regime di vita e dagli abiti mentali acquisiti. 3. Oltrepassare l'ambito della sola conoscenza dell'Etica, per

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  • 11 I L' ETfCA or Sf>tNOZA

    intendere quest'opera nel contesto pi ampio delle filosofie che l'hanno preceduta e di quelle che l'hanno seguita. Poich tale obiettivo, per i limiti materiali entro i quali questo lavoro deve contenersi, non potr essere attuato che per accenni e rinvii, il lettore invitato a supplire per suo conto utilizzando . l'ampia bibliografia suggerita al termine del volume. 4. L'ambizione suprema, e pi consona alle intenzioni dell' o-pera stessa, quella di condurre il lettore a compiere un' espe-rienza di studio che coinvolga, modifichi e perfezioni la sua in-tera esperienza di vita. L'Etica, come si detto, una filosofia della vita e per la vita e il suo fine primario qtJ.ello di produr-re nel lettore la libert dell'animo e la gioia della serenit.

    Per conseguire tali obiettivi ho adottato i seguenti criteri. r. Offrire al lettore le informazioni necessarie intorno alla ela-borazione storica e alla struttura materiale del testo, costruito secondo il metodo geometrico. 2. Indicare in modo schematico, all'inizio di ogni capitolo, l'architettura teorica di ciascuna parte dell'opera, in modo da poter facilmente riconoscere, nella concatenazione geometrica, t> ordine e la scansione degli argomenti. Per ottenere tale risulta-to ho ritenuto opportuno, per quanto possibile, semplificare e condensare in alcuni nuclei teorici la complessit e, talvolta, prolissit analitica del metodo geometrico. 3. Mostrare la genesi delle dottrine elaborate, in riferimento sia alle opere precedenti dell'autore, in particolare al Breve trat-tato, sia alle fonti storiche, precisando la loro specifica evoluzio-ne nel sistema spinoziano. 4. Informare sulle interpretazioni e sulle discussioni ancora aperte intorno ai principali nuclei teorici dell'opera. 5. Fornire una bibliografia ragionevolmente ampia e analitica, nella quale il lettore possa trovare le informazioni necessarie e importanti per lapprofondimento delle questioni dibattute. Nelle note, intenzionalmente limitate, vengono proposte indica-zioni di singole opere o di intere sezioni della bibliografia, in-torno ai principali temi teorici. I riferimenti puntuali alle inter-pretazioni dei commentari dell'Etica vengono tralasciati, poich il lettore interessato potr agevolmente controllarli da solo. 6. Adottare un linguaggio comprensibile e uno stile piano e diretto.

    Desidero concludere la prefazione di questo libro, rivolto in particolare a studenti universitari, ringraziando quelli che han-

    r8

    I. IN'rRODU!i'.IONE

    no seguito, con attenzione e non di rado con fervore, i due corsi sull'Etka tenuti nell'Universit di Macerata in preparazio-ne di esso e verifica. Ai miei studenti, di cui vado fiero per l'intelligenza, la solerzia e l'umanit, devo una testimonianza di stima e gratitudine. Tal volta, guardando l'aula gremita in mag-gioranza da giovani donne intente a meditare le proposizioni dell'Etka, ho pensato divertito ai moti dell'animo che in Spino-za susciterebbe un tale spettacolo. A nessuna donna, da quel che risulta, egli aveva mai confidato qualcuno dei suoi scritti o una sola proposizione dell'Etica. Si dichiarava convinto che la storia avesse sufficientemente dimostrato che il femmineo sesso non aveva gli stessi diritti dei maschi per forza d'animo e per ingegno, doti costituenti la specifica potenza umana (TP rr, 4).

    Comunque stiano le cose sub specie aeternitatis, mi sembra indiscutibile che la storia dei secoli che ci separano da Spinoza abbia smentito, nei fatti, il filosofo. Tant' che i suoi pi nume-rosi lettori e, talvolta, anche migliori, sono divenuti animi e in-gegni femminili. Del resto, quale forza in natura pi prossima dell'animo femminile a quella sottilissima, indifferente e onnipo-tente dell'affetto, descritta da Spinoza nella terza parte dell'Ett'-ca?

    Alla "regina degli affetti" dedico questo lavoro. Agli amici Franco Biasutti, Omero Proietti e Giuseppina

    Totaro un vivo ringraziamento per le osservazioni, i suggeri-menti e l'aiuto che mi hanno prestato nella revisione del testo.

    r9

  • 11 I L' ETfCA or Sf>tNOZA

    intendere quest'opera nel contesto pi ampio delle filosofie che l'hanno preceduta e di quelle che l'hanno seguita. Poich tale obiettivo, per i limiti materiali entro i quali questo lavoro deve contenersi, non potr essere attuato che per accenni e rinvii, il lettore invitato a supplire per suo conto utilizzando . l'ampia bibliografia suggerita al termine del volume. 4. L'ambizione suprema, e pi consona alle intenzioni dell' o-pera stessa, quella di condurre il lettore a compiere un' espe-rienza di studio che coinvolga, modifichi e perfezioni la sua in-tera esperienza di vita. L'Etica, come si detto, una filosofia della vita e per la vita e il suo fine primario qtJ.ello di produr-re nel lettore la libert dell'animo e la gioia della serenit.

    Per conseguire tali obiettivi ho adottato i seguenti criteri. r. Offrire al lettore le informazioni necessarie intorno alla ela-borazione storica e alla struttura materiale del testo, costruito secondo il metodo geometrico. 2. Indicare in modo schematico, all'inizio di ogni capitolo, l'architettura teorica di ciascuna parte dell'opera, in modo da poter facilmente riconoscere, nella concatenazione geometrica, t> ordine e la scansione degli argomenti. Per ottenere tale risulta-to ho ritenuto opportuno, per quanto possibile, semplificare e condensare in alcuni nuclei teorici la complessit e, talvolta, prolissit analitica del metodo geometrico. 3. Mostrare la genesi delle dottrine elaborate, in riferimento sia alle opere precedenti dell'autore, in particolare al Breve trat-tato, sia alle fonti storiche, precisando la loro specifica evoluzio-ne nel sistema spinoziano. 4. Informare sulle interpretazioni e sulle discussioni ancora aperte intorno ai principali nuclei teorici dell'opera. 5. Fornire una bibliografia ragionevolmente ampia e analitica, nella quale il lettore possa trovare le informazioni necessarie e importanti per lapprofondimento delle questioni dibattute. Nelle note, intenzionalmente limitate, vengono proposte indica-zioni di singole opere o di intere sezioni della bibliografia, in-torno ai principali temi teorici. I riferimenti puntuali alle inter-pretazioni dei commentari dell'Etica vengono tralasciati, poich il lettore interessato potr agevolmente controllarli da solo. 6. Adottare un linguaggio comprensibile e uno stile piano e diretto.

    Desidero concludere la prefazione di questo libro, rivolto in particolare a studenti universitari, ringraziando quelli che han-

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    I. IN'rRODU!i'.IONE

    no seguito, con attenzione e non di rado con fervore, i due corsi sull'Etka tenuti nell'Universit di Macerata in preparazio-ne di esso e verifica. Ai miei studenti, di cui vado fiero per l'intelligenza, la solerzia e l'umanit, devo una testimonianza di stima e gratitudine. Tal volta, guardando l'aula gremita in mag-gioranza da giovani donne intente a meditare le proposizioni dell'Etka, ho pensato divertito ai moti dell'animo che in Spino-za susciterebbe un tale spettacolo. A nessuna donna, da quel che risulta, egli aveva mai confidato qualcuno dei suoi scritti o una sola proposizione dell'Etica. Si dichiarava convinto che la storia avesse sufficientemente dimostrato che il femmineo sesso non aveva gli stessi diritti dei maschi per forza d'animo e per ingegno, doti costituenti la specifica potenza umana (TP rr, 4).

    Comunque stiano le cose sub specie aeternitatis, mi sembra indiscutibile che la storia dei secoli che ci separano da Spinoza abbia smentito, nei fatti, il filosofo. Tant' che i suoi pi nume-rosi lettori e, talvolta, anche migliori, sono divenuti animi e in-gegni femminili. Del resto, quale forza in natura pi prossima dell'animo femminile a quella sottilissima, indifferente e onnipo-tente dell'affetto, descritta da Spinoza nella terza parte dell'Ett'-ca?

    Alla "regina degli affetti" dedico questo lavoro. Agli amici Franco Biasutti, Omero Proietti e Giuseppina

    Totaro un vivo ringraziamento per le osservazioni, i suggeri-menti e l'aiuto che mi hanno prestato nella revisione del testo.

    r9

  • 2'

    Genesi e struttura dell'opera

    2.1 La redazione del testo

    2. r. r. La storia redazionale del testo sulla base dei documenti esterni

    La prima notizia concernente l'Etica offerta dall'Ep 8 di S. De Vries a Spinoza, ,del 24 febbraio 1663. L'amico di Amsterdam informa sul metodo seguito nella lettura degli scritti del "Mae-stro", che gli amici riuniti compiono in sua assenza. Le richie-ste di chiarimento di De V ries intorno alla natura delle defini-zioni e degli assiomi, i diversi riferimenti alle proposizioni, in particolare alla P8 e allo scolio della P 19, mostrano con evi-denza che Spinoza ha gi composto almeno una sezione della prima parte (De Deo) di un'opera more geometrico demonstrata. La lettera lascia intendere chiaramente che un lungo periodo di tempo trascorso. dall'ultimo incontro con Spinoza e informa che gli scritti furono trasmessi da P. Balling forse prima dell'in-verno. Da queste informazioni si pu arguire con ogni probabi-lit che Spinoza avesse iniziato a comporre l'Etica more geome-trico nel corso del 1662 r.

    Non si trattava, per, della prima e. originale stesura dell'o-pera. Infatti, redigendo secondo il metodo della geometria di Euclide il nuovo testo, I' autore non faceva che rielaborare e ampliare un'opera conclusa nell'inverno precedente, sulla cui pubblicazione, come ci informa l'Ep 6 a H. Oldenburg, era in-certo, temendo di scatenare l'odio dei teologi: il Breve trattato.

    r. Pet le questioni e le discussioni concernenti la cronologia delle opere di Spinoza rinvio a F. Mignini, La cronologia e l'interpretazione delle opere di Spinoza, in "La Cultura", 26 (r988), 2, pp. 339-60.

    2I

  • 2'

    Genesi e struttura dell'opera

    2.1 La redazione del testo

    2. r. r. La storia redazionale del testo sulla base dei documenti esterni

    La prima notizia concernente l'Etica offerta dall'Ep 8 di S. De Vries a Spinoza, ,del 24 febbraio 1663. L'amico di Amsterdam informa sul metodo seguito nella lettura degli scritti del "Mae-stro", che gli amici riuniti compiono in sua assenza. Le richie-ste di chiarimento di De V ries intorno alla natura delle defini-zioni e degli assiomi, i diversi riferimenti alle proposizioni, in particolare alla P8 e allo scolio della P 19, mostrano con evi-denza che Spinoza ha gi composto almeno una sezione della prima parte (De Deo) di un'opera more geometrico demonstrata. La lettera lascia intendere chiaramente che un lungo periodo di tempo trascorso. dall'ultimo incontro con Spinoza e informa che gli scritti furono trasmessi da P. Balling forse prima dell'in-verno. Da queste informazioni si pu arguire con ogni probabi-lit che Spinoza avesse iniziato a comporre l'Etica more geome-trico nel corso del 1662 r.

    Non si trattava, per, della prima e. originale stesura dell'o-pera. Infatti, redigendo secondo il metodo della geometria di Euclide il nuovo testo, I' autore non faceva che rielaborare e ampliare un'opera conclusa nell'inverno precedente, sulla cui pubblicazione, come ci informa l'Ep 6 a H. Oldenburg, era in-certo, temendo di scatenare l'odio dei teologi: il Breve trattato.

    r. Pet le questioni e le discussioni concernenti la cronologia delle opere di Spinoza rinvio a F. Mignini, La cronologia e l'interpretazione delle opere di Spinoza, in "La Cultura", 26 (r988), 2, pp. 339-60.

    2I

  • L' ETTCA DI SPINOZA

    Quest'opera divisa in due parti, concernenti Dio e .l'uomo. La seconda 'parte, tuttavia, idealmente suddivisa in una dot-trina della mente (teoria del corpo, della mente, dei generi di conoscenza, della volont), una dottrina degli affetti e una dot-trina della libert. L'opera contiene inoltre un'appendice con-cernente la natura della sostanza, redatta in forma geometrica. _Se consideriamo che passaggi e argomentazioni del Breve tratta-to ricorrono materialmente nell'Etica e che presumibile rico-noscete in una numerazione progressiva trasmessa dal mano-scritto A del trattato l'indicazione del lavoro di revisione che lautore vi aveva compiuto in vista della rielaborazione 2 , possia-mo ricostruire la genesi dell'Etica e spiegare perch la definitiva redazione geometrica in cinque parti fosse preceduta da una prima verosimile bipartizione, quindi da una tripartizione. Una non inverosimile, originaria divisione in due parti suggerita da11a breve introduzione a11' attuale seconda parte: in questa si annunciano, trattate insieme, le cose concernenti la mente uma-na e la sua beatitudine, come accade nella seconda parte del Breve trattato, ma come non accade nella seconda parte dell'Eti-ca pubblicata.

    Che 1' autore fosse presto passato a una successiva triparti-zione dimostrato dall'Ep 28 a Bouwmeester, dell'estate i665. Nella lettera, Spinoza informa lamico di aver deciso di inviargli circa 80 proposizioni della terza parte della sua Filosofia, che si sta ampliando pi del previsto, perch non abbia a interrom-perne troppo a lungo la lettura .3. Poich 1' attuale terza parte dell'Etka consta soltanto di 59 proposizioni, evidente che la sua prima redazione stata successivamente suddivisa dall'auto-re in tre parti, corrispondenti alle attuali terza, quarta e quinta. Si pu inoltre osservare che, se nella lettera a Bouwmeester Spinoza chiama ancora la propria opera mia Filosofia, nell'Ep 2 3 a De Blyenberg, del marzo precedente, laveva denominata, per la prima volta a quanto risulta, mia Etica (non ancora pubblicata) 4. interessante sottolineare come le due denomi-nazioni si sovrapponggno e come, per Spinoza, l'Etica sia la sua

    2. Per questa e per le altre questioni concernenti il Breve trattato, rinvio alla mia edizione dell'opera e al commento che la segue.

    3. G IV, 163, 19-24. 4. G IV, 151, 2.

    22

    2, GENESI E STRUTTURA DELL'OPERA

    Filosofia o, se si preferisce, come la sua Filosofia possa essere indicata quale Etica.

    da notare che il testo dell'Etica, venendo in mano ad amici che non sempre possedevano un'adeguata conoscenza della lingua latina, era probabilmente tradotto man mano che veniva consegnato. Cos, se verosimile ritenere che le prime due parti fossero state tradotte da P. Balling, questo lavoro do-vette avvenire entro il 1664, anno della morte del traduttore. Come si visto, Spinoza invia agli amici 80 proposizioni della terza parte nell'estate del I 665; non sappiamo se queste fossero state tradotte subito, oppure se lo siano state pi tardi. Sembra comunque che la mano del traduttore delle attuali terza, quarta e quinta parte sia quella di J. H. Glazemal{et .5.

    verosimile tuttavia supporre che Spinoza avesse deciso di inviare a Bouwmeester quel che aveva gi scritto della prevista

    terza parte, anche perch, in quei mesi, aveva iniziato a com-porre un trattato sull'interpretazione de11a Scrittura. Non pos-siamo affermare con certezza per quale ragione il filosofo abbia deciso di interrompere la composizione dell'Etica, che avrebbe dovuto portare a compimento, per impegnarsi in un lavoro di lungo periodo, quale era prevedibile che fosse il Trattato teologi-co-pol#ico. Forse aveva gi previsto di suddividere in tre parti l'intera materia della terza parte e aveva compreso che, per portare a termine il progetto, sarebbe stato necessario molto tempo. Ma possibile e, forse, anche pi verosimile supporre che lautore attribuisse alla meditazione intorno all'interpreta-zione della Scrittura un'importanza in qualche modo subordina~ ta e funzionale allo stesso compimento dell'Etka, se non voglia~ mo ammettere che egli abbia intrapreso il trattato soltanto per soddisfare qualche richiesta esterna. un fatto che, negli anni successivi, I' autore fu prevalentemente impegnato nella compo~ sizione del Trattato teologico-politico, pubblicato nel 1670.

    Non abbiamo ulteriori esplicite notizie intorno a1la compo~ sizione dell'Etica, fino all'Ep 62 di H. Oldenburg a Spinoza, del 22 luglio 1675. In essa, il segretario della Royal Society si riferi~ sce a una precedente lettera di Spinoza del 5 luglio, nella quale

    5. Per le questioni concernenti lo stile, la traduzione, la pubblicazione ~ la recezione degli Opera posthuma e dei Nagelate Schriften, cfr. F. Akkerman, Studies in the Posthumous Works o/ Spinoza e P. Steenbakkers, Spinoza's "Ethica" /rom Manuscript to Print (cfr. Bibl. 12).

  • L' ETTCA DI SPINOZA

    Quest'opera divisa in due parti, concernenti Dio e .l'uomo. La seconda 'parte, tuttavia, idealmente suddivisa in una dot-trina della mente (teoria del corpo, della mente, dei generi di conoscenza, della volont), una dottrina degli affetti e una dot-trina della libert. L'opera contiene inoltre un'appendice con-cernente la natura della sostanza, redatta in forma geometrica. _Se consideriamo che passaggi e argomentazioni del Breve tratta-to ricorrono materialmente nell'Etica e che presumibile rico-noscete in una numerazione progressiva trasmessa dal mano-scritto A del trattato l'indicazione del lavoro di revisione che lautore vi aveva compiuto in vista della rielaborazione 2 , possia-mo ricostruire la genesi dell'Etica e spiegare perch la definitiva redazione geometrica in cinque parti fosse preceduta da una prima verosimile bipartizione, quindi da una tripartizione. Una non inverosimile, originaria divisione in due parti suggerita da11a breve introduzione a11' attuale seconda parte: in questa si annunciano, trattate insieme, le cose concernenti la mente uma-na e la sua beatitudine, come accade nella seconda parte del Breve trattato, ma come non accade nella seconda parte dell'Eti-ca pubblicata.

    Che 1' autore fosse presto passato a una successiva triparti-zione dimostrato dall'Ep 28 a Bouwmeester, dell'estate i665. Nella lettera, Spinoza informa lamico di aver deciso di inviargli circa 80 proposizioni della terza parte della sua Filosofia, che si sta ampliando pi del previsto, perch non abbia a interrom-perne troppo a lungo la lettura .3. Poich 1' attuale terza parte dell'Etka consta soltanto di 59 proposizioni, evidente che la sua prima redazione stata successivamente suddivisa dall'auto-re in tre parti, corrispondenti alle attuali terza, quarta e quinta. Si pu inoltre osservare che, se nella lettera a Bouwmeester Spinoza chiama ancora la propria opera mia Filosofia, nell'Ep 2 3 a De Blyenberg, del marzo precedente, laveva denominata, per la prima volta a quanto risulta, mia Etica (non ancora pubblicata) 4. interessante sottolineare come le due denomi-nazioni si sovrapponggno e come, per Spinoza, l'Etica sia la sua

    2. Per questa e per le altre questioni concernenti il Breve trattato, rinvio alla mia edizione dell'opera e al commento che la segue.

    3. G IV, 163, 19-24. 4. G IV, 151, 2.

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    2, GENESI E STRUTTURA DELL'OPERA

    Filosofia o, se si preferisce, come la sua Filosofia possa essere indicata quale Etica.

    da notare che il testo dell'Etica, venendo in mano ad amici che non sempre possedevano un'adeguata conoscenza della lingua latina, era probabilmente tradotto man mano che veniva consegnato. Cos, se verosimile ritenere che le prime due parti fossero state tradotte da P. Balling, questo lavoro do-vette avvenire entro il 1664, anno della morte del traduttore. Come si visto, Spinoza invia agli amici 80 proposizioni della terza parte nell'estate del I 665; non sappiamo se queste fossero state tradotte subito, oppure se lo siano state pi tardi. Sembra comunque che la mano del traduttore delle attuali terza, quarta e quinta parte sia quella di J. H. Glazemal{et .5.

    verosimile tuttavia supporre che Spinoza avesse deciso di inviare a Bouwmeester quel che aveva gi scritto della prevista

    terza parte, anche perch, in quei mesi, aveva iniziato a com-porre un trattato sull'interpretazione de11a Scrittura. Non pos-siamo affermare con certezza per quale ragione il filosofo abbia deciso di interrompere la composizione dell'Etica, che avrebbe dovuto portare a compimento, per impegnarsi in un lavoro di lungo periodo, quale era prevedibile che fosse il Trattato teologi-co-pol#ico. Forse aveva gi previsto di suddividere in tre parti l'intera materia della terza parte e aveva compreso che, per portare a termine il progetto, sarebbe stato necessario molto tempo. Ma possibile e, forse, anche pi verosimile supporre che lautore attribuisse alla meditazione intorno all'interpreta-zione della Scrittura un'importanza in qualche modo subordina~ ta e funzionale allo stesso compimento dell'Etka, se non voglia~ mo ammettere che egli abbia intrapreso il trattato soltanto per soddisfare qualche richiesta esterna. un fatto che, negli anni successivi, I' autore fu prevalentemente impegnato nella compo~ sizione del Trattato teologico-politico, pubblicato nel 1670.

    Non abbiamo ulteriori esplicite notizie intorno a1la compo~ sizione dell'Etica, fino all'Ep 62 di H. Oldenburg a Spinoza, del 22 luglio 1675. In essa, il segretario della Royal Society si riferi~ sce a una precedente lettera di Spinoza del 5 luglio, nella quale

    5. Per le questioni concernenti lo stile, la traduzione, la pubblicazione ~ la recezione degli Opera posthuma e dei Nagelate Schriften, cfr. F. Akkerman, Studies in the Posthumous Works o/ Spinoza e P. Steenbakkers, Spinoza's "Ethica" /rom Manuscript to Print (cfr. Bibl. 12).

  • , L ETICA DI SPlNOZA

    il filosofo manifestava all'amico l'intenzione di pubblicare il trattato in 'cinque parti 6 Nelle Ep 64 e 6 5, del luglio-agosto r675, si trovano diversi riferimenti alle prime tre parti dell'Eti-ca, che corrispondono esattamente all'opera pubblicata. tutta-via nell' Ep 68 a Oldenburg, del settembre-ottobre dello stesso anno, che Spinoza informa esplicitamente: proprio quando ri-cevevo la vostra lettera del 22 luglio, partivo per Amsterdam, con l'intenzione di consegnare al tipografo il libro di cui vi ave-vo scritto 7. Ho gi riferito sull'ostilit manifestata dai teologi, che diffusero la notizia della pubblicazione di un'opera nella quale, come pretestuosamente lamentarono dinanzi al principe e ai magistrati, si sosteneva che Dio non esiste. Spinoza, che non amava le polemiche, ritir il manoscritto in attesa di vedere che piega prendessero le cose. A Oldenburg, nella stessa lettera confessava: a dire il vero, la faccenda sembra volgere ogni giorno al peggio, e sono incerto su che cosa tuttavia fare ..

    Il manoscritto dell'Etzea rimase nel cassetto. L'autore, per difendere e chiarire alcuni passaggi del Trattato teologico-polttzeo, redasse nei mesi successivi 24 annotazioni. Poi si impegn nella composizione di un Trattato politico. Mentre iniziava a compor-re il capitolo sulla democrazia, fu colto dalla morte, il 2 r feb-braio 1677.

    Concludendo, i documenti in nostro possesso informano con certezza che la vicenda redazionale dell'Etica si svolta in un periodo di circa tredici anni, dal 1662 al 1675, inframmez-zata dalla composizione dei Principi della filosofia di Cartesio e dei Pensieri metafiszei, del Trattato teologzeo-pol#ico e del Com-pendio di grammatzea della lingua ebrazea. In particolare, si pos-sono distinguere due periodi, 1662-65 e 1670-75: il primo caratterizzato dalla redazione dell'Etica tripartita, fino a circa la proposizione 80 dell'originaria terza parte; il secondo dal com-pletamento delle ultime tre parti e dalla revisione di ttta l' ope-ra 8

    6. G rv, 273, 7-9. 7. G rv, 299, 7-22. 8. Diverse ipotesi concernenti gli strati redazionali del testo sono state

    avanzate sulla base dell'esame filologico e della critica interna: cfr. oltre ai la-vori di Akkerman e Steenbakkers, le analisi di B. Rousset (Bibl. r2- 3) e la tesi sostenuta da A. Negri in L'anomalia selvaggia (Bibl. rr); per una discussio-ne di questo problema: Mignini, La cronologia cit., in particolare pp. 351-60.

    24

    , 2. GENESl E STRU'I"I'URA. DELL OPERA

    2.2 Struttura del testo

    2. 2. r. Una via di liberazione

    La struttura materiale dell'opera e il criterio che la determina sono l'espressione di un progetto e di una intenzionalit filoso-fica. Questa consiste nella elaborazione e nella presentazione di un'etica, intesa come filosofia, capace di indirizzare e condurre l'esperienza vitale dell'uomo alla massima perfezione possibile. Quella che per l'uomo conseguibile consiste nella libert del-l'animo (mai assoluta e totale) rispetto alle passioni e alla inces-sante determinazione delle cause esterne. Tale libert, sempre perfettibile, si esprime nella serenit costante e in uno stato tendenzialmente continuo di gioia, ossia di passaggio da una perfezione minore ad una maggiore. L'Etica la descrizione e la dimostrazione dell'itinerario che conduce alla gioia e alla li-bert dell'animo. Essa si propone come un itinerario necessa-rio, autofondativo e autodimostrativo.

    L'itinerario necessario, in quanto intende includere e pre-sentare tutte le conoscenze, e soltanto quelle, che sono indi-spensabili al conseguimento del fine prestabilito. Ad esempio, poich l'uomo assunto come parte della natura, non potr trattarsi il tema della sua libert senza conoscere della natura universale; che ne determina l'esistenza e l'azione, quanto ne-cessario (non tutto) per raggiungere lo scopo. per questa ra-gione che lautore dedica la prima parte dell'opera all'esame della natura-sostanza-Dio. Inoltre, poich la dottrina della liber-t umana implica quella delle passioni da cui liberarsi, e queste hanno una relazione essenziale e costitutiva con la conoscenza, necessario elaborare una dottrina della mente, svolta nella se-conda parte. Ma la dottrina della mente implica anche, per es-sete costruita, delle notizie intorno al corpo, che vengono per-ci fornite nei limiti di quanto necessario per spiegare i feno-meni indagati.

    La costruzione dell' Etzea si presenta come autofondativa, poich procede da alcune verit semplici ed evidenti, che devo-no essere accettate da chiunque conosca il significato dei termi-ni che le esprimono e, procedendo da esse, intende dimostrare con metodo deduttivo le altre verit che vi sono collegate. L' autofondativit consiste, in particolare, nella capacit di cia-scuna proposizione vera di spiegare la genesi di un'altra propo-

  • , L ETICA DI SPlNOZA

    il filosofo manifestava all'amico l'intenzione di pubblicare il trattato in 'cinque parti 6 Nelle Ep 64 e 6 5, del luglio-agosto r675, si trovano diversi riferimenti alle prime tre parti dell'Eti-ca, che corrispondono esattamente all'opera pubblicata. tutta-via nell' Ep 68 a Oldenburg, del settembre-ottobre dello stesso anno, che Spinoza informa esplicitamente: proprio quando ri-cevevo la vostra lettera del 22 luglio, partivo per Amsterdam, con l'intenzione di consegnare al tipografo il libro di cui vi ave-vo scritto 7. Ho gi riferito sull'ostilit manifestata dai teologi, che diffusero la notizia della pubblicazione di un'opera nella quale, come pretestuosamente lamentarono dinanzi al principe e ai magistrati, si sosteneva che Dio non esiste. Spinoza, che non amava le polemiche, ritir il manoscritto in attesa di vedere che piega prendessero le cose. A Oldenburg, nella stessa lettera confessava: a dire il vero, la faccenda sembra volgere ogni giorno al peggio, e sono incerto su che cosa tuttavia fare ..

    Il manoscritto dell'Etzea rimase nel cassetto. L'autore, per difendere e chiarire alcuni passaggi del Trattato teologico-polttzeo, redasse nei mesi successivi 24 annotazioni. Poi si impegn nella composizione di un Trattato politico. Mentre iniziava a compor-re il capitolo sulla democrazia, fu colto dalla morte, il 2 r feb-braio 1677.

    Concludendo, i documenti in nostro possesso informano con certezza che la vicenda redazionale dell'Etica si svolta in un periodo di circa tredici anni, dal 1662 al 1675, inframmez-zata dalla composizione dei Principi della filosofia di Cartesio e dei Pensieri metafiszei, del Trattato teologzeo-pol#ico e del Com-pendio di grammatzea della lingua ebrazea. In particolare, si pos-sono distinguere due periodi, 1662-65 e 1670-75: il primo caratterizzato dalla redazione dell'Etica tripartita, fino a circa la proposizione 80 dell'originaria terza parte; il secondo dal com-pletamento delle ultime tre parti e dalla revisione di ttta l' ope-ra 8

    6. G rv, 273, 7-9. 7. G rv, 299, 7-22. 8. Diverse ipotesi concernenti gli strati redazionali del testo sono state

    avanzate sulla base dell'esame filologico e della critica interna: cfr. oltre ai la-vori di Akkerman e Steenbakkers, le analisi di B. Rousset (Bibl. r2- 3) e la tesi sostenuta da A. Negri in L'anomalia selvaggia (Bibl. rr); per una discussio-ne di questo problema: Mignini, La cronologia cit., in particolare pp. 351-60.

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    , 2. GENESl E STRU'I"I'URA. DELL OPERA

    2.2 Struttura del testo

    2. 2. r. Una via di liberazione

    La struttura materiale dell'opera e il criterio che la determina sono l'espressione di un progetto e di una intenzionalit filoso-fica. Questa consiste nella elaborazione e nella presentazione di un'etica, intesa come filosofia, capace di indirizzare e condurre l'esperienza vitale dell'uomo alla massima perfezione possibile. Quella che per l'uomo conseguibile consiste nella libert del-l'animo (mai assoluta e totale) rispetto alle passioni e alla inces-sante determinazione delle cause esterne. Tale libert, sempre perfettibile, si esprime nella serenit costante e in uno stato tendenzialmente continuo di gioia, ossia di passaggio da una perfezione minore ad una maggiore. L'Etica la descrizione e la dimostrazione dell'itinerario che conduce alla gioia e alla li-bert dell'animo. Essa si propone come un itinerario necessa-rio, autofondativo e autodimostrativo.

    L'itinerario necessario, in quanto intende includere e pre-sentare tutte le conoscenze, e soltanto quelle, che sono indi-spensabili al conseguimento del fine prestabilito. Ad esempio, poich l'uomo assunto come parte della natura, non potr trattarsi il tema della sua libert senza conoscere della natura universale; che ne determina l'esistenza e l'azione, quanto ne-cessario (non tutto) per raggiungere lo scopo. per questa ra-gione che lautore dedica la prima parte dell'opera all'esame della natura-sostanza-Dio. Inoltre, poich la dottrina della liber-t umana implica quella delle passioni da cui liberarsi, e queste hanno una relazione essenziale e costitutiva con la conoscenza, necessario elaborare una dottrina della mente, svolta nella se-conda parte. Ma la dottrina della mente implica anche, per es-sete costruita, delle notizie intorno al corpo, che vengono per-ci fornite nei limiti di quanto necessario per spiegare i feno-meni indagati.

    La costruzione dell' Etzea si presenta come autofondativa, poich procede da alcune verit semplici ed evidenti, che devo-no essere accettate da chiunque conosca il significato dei termi-ni che le esprimono e, procedendo da esse, intende dimostrare con metodo deduttivo le altre verit che vi sono collegate. L' autofondativit consiste, in particolare, nella capacit di cia-scuna proposizione vera di spiegare la genesi di un'altra propo-

  • L'.ETICA DI SPINOZA

    sizione vera, in modo che si proceda da verit a verit come da causa ad efftto.

    L'intera costruzione e il procedimento adottato intendono essere autodimostrativi, poich non rinviano ad alcuna verit presupposta e ad alcuna dimostrazione esterna. evidente che un'opera cos concepita non pu non richiedere un metodo di esposizione e un linguaggio adeguati, che lautore assume, come si vedr fra poco, dall'esperienza della geometria.

    2.2.2. Piano formale e materiale dell'opera

    L'Etica divisa in cinque parti (non libri). La prima parte, intitolata Dio, non ha alcuna premessa n

    prefazione. In essa lautore intende dimostrare che al tradizio~ nale termine Dio corrisponde una sostanza assolutamente infini-ta e unica, costituita da una infinit di attributi o perfezioni essenziali, causa di s e, con il medesimo atto e con la medesi-ma potenza con cui causa di s, causa di tutto ci che im-plicato nella sua natura, ossia di infinite modificazioni. Esistono dunque soltanto due generi di "cose". I. La sostanza assolutamente infinita, natura naturante o Dio. 2. I modi che ad essa necessariamente e immanentemente ine-riscono.

    La prima parte costituita da 8 definizioni, 7 assiomi, 36 proposizioni corredate da I 5 corollari e i4 scoli; si conclude con una appendice riguardante la natura e l'origine dei pregiu-dizi, in particolare di quello finalistico.

    La seconda parte, intitolata Della natura e origine della men-te, intende dimostrare che . l'uomo un modo della sostanza, ossia una sola e medesima cosa che si esprime simultaneamente sotto gli attributi del pensiero e dell'estensione. La mente uma-na idea di un corpo umano determinato, di cui ha consape-volezza percependo le affezioni da cui il corpo modificato da parte di altri corpi. Ogni conoscenza che la mente ha del corpo e di se stessa mediante la percezione delle affezioni del corpo (ossia mediante l'immaginazione) inadeguata. Ma poich tutti i corpi hanno qualcosa in comune, essendo modi del medesimo attributo dell'estensione, la rappresentazione o idea di ci che comune a tutti i corpi e alle loro affezioni conosciuta dalla mente in modo adeguato e costituisce il fondamento della ra-gione, secondo genere di conoscenza.

    2. GENESI E STRUTTURA DELJ,'OPERA

    Infine l'autore mostra che la mente ha anche la possibilit di rappresentare le cose singole (in quanto singole) in modo adeguato, conoscendo la loro essenza mediante l'essenza dell' at-tributo a cui ineriscono: questo il terzo e supremo genere di conoscenza, denominato anche intelletto o scienza intuitiva. La seconda parte si apre con una breve introduzione ed costitui-ta da 7 definizioni, 5 assiomi, 49 proposizioni corredate da 18 corollari e 22 scoli; tra le P13 e 14 c' un intermezzo concer-nente la fisica e la ilatura del corpo, costituito da 4 assiomi, 6 postulati, 7 lemmi e una definizione.

    La terza parte, intitolata Della natura e delforig;ine degli affet-ti, intende dimostrare che l'essenza dell'uomo (ma anche di tut-te le altre cose) affectus, ossia una forza o tentativo (conatus) di autoconservazione. Se il conatus esprime la natura. propria dell'uomo, si manifesta in un affetto attivo o azione; se esprime invece di pi la forza e la determinazione delle cause esterne, si esprime in un affetto passivo o passione. Dunque il primo e fondamentale affetto umano la cuplitas, ossia il conatus di au-toconservazione accompagnato dalla consapevolezza di s. Se la cupiditas consegue un perfezionamento della propria potenza, si manifesta come gioia. Se, invece, subisce una diminuzione della propria potenza, si manifesta come tristezza. E poich la cupidi-tas non altro che tentativo di autoconservazione mediante la relazione con oggetti esterni, se lunione con questi accompa-gnata da gioia~ si prova amore per essi; se invece accompa-gnata da tristezza, si prova odio. Tutti gli altri affetti non sono che determinazioni o composizioni particolari dei primi cinque affetti, riconducibili al movimento fondamentale della cupiditas. La terza parte si apre con una prefazione ed costituita da 3 definizioni, 2 postulati (non vi sono assiomi), 5 9 proposizioni corredate da 14 corollari e 3 7 scoli; comprende inoltre una se-zione finale dedicata a 49 definizioni degli affetti, 2 7 delle quali seguite da una spiegazione.

    La quarta parte, intitolata Della schiavit umana) o delle forze degli affetti, intende presentare una fenomenologia delle passioni umane, ossia della forza con cui esse si connettono e si organiz-zano, sotto la spinta delle cause esterne. Tale ricognizione delle cause delle passioni, necessaria per approntare i loro rimedi, fondata su di un solo assioma ed orientata dalla P3, secondo la quale la potenza con cui l'uomo cerca di perseverare nell' es-sere infinitamente superata dalla forza delle cause esterne. La

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  • L'.ETICA DI SPINOZA

    sizione vera, in modo che si proceda da verit a verit come da causa ad efftto.

    L'intera costruzione e il procedimento adottato intendono essere autodimostrativi, poich non rinviano ad alcuna verit presupposta e ad alcuna dimostrazione esterna. evidente che un'opera cos concepita non pu non richiedere un metodo di esposizione e un linguaggio adeguati, che lautore assume, come si vedr fra poco, dall'esperienza della geometria.

    2.2.2. Piano formale e materiale dell'opera

    L'Etica divisa in cinque parti (non libri). La prima parte, intitolata Dio, non ha alcuna premessa n

    prefazione. In essa lautore intende dimostrare che al tradizio~ nale termine Dio corrisponde una sostanza assolutamente infini-ta e unica, costituita da una infinit di attributi o perfezioni essenziali, causa di s e, con il medesimo atto e con la medesi-ma potenza con cui causa di s, causa di tutto ci che im-plicato nella sua natura, ossia di infinite modificazioni. Esistono dunque soltanto due generi di "cose". I. La sostanza assolutamente infinita, natura naturante o Dio. 2. I modi che ad essa necessariamente e immanentemente ine-riscono.

    La prima parte costituita da 8 definizioni, 7 assiomi, 36 proposizioni corredate da I 5 corollari e i4 scoli; si conclude con una appendice riguardante la natura e l'origine dei pregiu-dizi, in particolare di quello finalistico.

    La seconda parte, intitolata Della natura e origine della men-te, intende dimostrare che . l'uomo un modo della sostanza, ossia una sola e medesima cosa che si esprime simultaneamente sotto gli attributi del pensiero e dell'estensione. La mente uma-na idea di un corpo umano determinato, di cui ha consape-volezza percependo le affezioni da cui il corpo modificato da parte di altri corpi. Ogni conoscenza che la mente ha del corpo e di se stessa mediante la percezione delle affezioni del corpo (ossia mediante l'immaginazione) inadeguata. Ma poich tutti i corpi hanno qualcosa in comune, essendo modi del medesimo attributo dell'estensione, la rappresentazione o idea di ci che comune a tutti i corpi e alle loro affezioni conosciuta dalla mente in modo adeguato e costituisce il fondamento della ra-gione, secondo genere di conoscenza.

    2. GENESI E STRUTTURA DELJ,'OPERA

    Infine l'autore mostra che la mente ha anche la possibilit di rappresentare le cose singole (in quanto singole) in modo adeguato, conoscendo la loro essenza mediante l'essenza dell' at-tributo a cui ineriscono: questo il terzo e supremo genere di conoscenza, denominato anche intelletto o scienza intuitiva. La seconda parte si apre con una breve introduzione ed costitui-ta da 7 definizioni, 5 assiomi, 49 proposizioni corredate da 18 corollari e 22 scoli; tra le P13 e 14 c' un intermezzo concer-nente la fisica e la ilatura del corpo, costituito da 4 assiomi, 6 postulati, 7 lemmi e una definizione.

    La terza parte, intitolata Della natura e delforig;ine degli affet-ti, intende dimostrare che l'essenza dell'uomo (ma anche di tut-te le altre cose) affectus, ossia una forza o tentativo (conatus) di autoconservazione. Se il conatus esprime la natura. propria dell'uomo, si manifesta in un affetto attivo o azione; se esprime invece di pi la forza e la determinazione delle cause esterne, si esprime in un affetto passivo o passione. Dunque il primo e fondamentale affetto umano la cuplitas, ossia il conatus di au-toconservazione accompagnato dalla consapevolezza di s. Se la cupiditas consegue un perfezionamento della propria potenza, si manifesta come gioia. Se, invece, subisce una diminuzione della propria potenza, si manifesta come tristezza. E poich la cupidi-tas non altro che tentativo di autoconservazione mediante la relazione con oggetti esterni, se lunione con questi accompa-gnata da gioia~ si prova amore per essi; se invece accompa-gnata da tristezza, si prova odio. Tutti gli altri affetti non sono che determinazioni o composizioni particolari dei primi cinque affetti, riconducibili al movimento fondamentale della cupiditas. La terza parte si apre con una prefazione ed costituita da 3 definizioni, 2 postulati (non vi sono assiomi), 5 9 proposizioni corredate da 14 corollari e 3 7 scoli; comprende inoltre una se-zione finale dedicata a 49 definizioni degli affetti, 2 7 delle quali seguite da una spiegazione.

    La quarta parte, intitolata Della schiavit umana) o delle forze degli affetti, intende presentare una fenomenologia delle passioni umane, ossia della forza con cui esse si connettono e si organiz-zano, sotto la spinta delle cause esterne. Tale ricognizione delle cause delle passioni, necessaria per approntare i loro rimedi, fondata su di un solo assioma ed orientata dalla P3, secondo la quale la potenza con cui l'uomo cerca di perseverare nell' es-sere infinitamente superata dalla forza delle cause esterne. La

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    L1 ETICA DI SPINOZA

    quarta parte aperta da una prefazione ed costituita da 8 definizioni, da un assioma unico e da 73 proposizioni corredate da I7 corollari e 39 scoli; conclusa da una breve appendice in cui sono riassunte, in 22 capitoli, le cose essenziali sul retto modo di vivere, insegnate nella stessa parte.

    La quinta parte, intitolata Della potenza dell'intelletto, o della libert umana, intende dimostrare quale sia la potenza che la ragione e l'intelletto possono esplicare nel moderare e vincere le passioni. In essa si intende anche dimostrare che quel potere fondato, in ultima istanza, sulla eternit della mente. Questa parte introdotta da una prefazione ed costituita da 2 assio-mi e 42 proposizioni, corredate da 8 corollari e r 7 scoli.

    Nelle Opere postume il testo dell'Etka occupa 264 pagine, cos suddivise: 39 pagine la prima parte, 5 3 pagine la seconda, 68 la terza, 72 la quarta, 32 la quinta, la quale, oltre ad essere la pi breve, anche quella meno corredata, complessivamente, di corollari e di scoli. Dopo la quinta, la parte pi breve la prima, quasi simmetrica a quella anche nel numero delle pro-posizioni. In mezzo, le altre tre parti, progressivamente crescen-ti in numero di pagine e di proposizioni. Senza stabilire alcuna relazione diretta, causale o intenzionale tra l'estensione materia-le delle parti e gli argomenti in esse trattati, si pu osservare che oggetto della prima e della quinta parte sono ragione e in-telletto, dispiegati o nella rappresentazione di Dio o nella rap-presentazione di se stessi; nelle altre tre parti oggetto prevalen-te della trattazione l'immaginazione, intesa come forma dico-noscenza inadeguata, matrice degli affetti e causa principale delle passioni.

    Si pu infine notare che quasi met dell'opera occupata da testi esposti non in forma geometrica, costituiti prevalente-mente dagli scoli, e poi da appendici, prefazioni e spiegazioni. Sicch l'argomentazione geometrica come intercalata da espo-sizioni composte secondo il metodo comune e ispirate, non di rado, da raffinate risorse retoriche. Una considerazione partico-lare merita la funzione degli scoli, disposti spesso strategica-mente dall'autore a sottolineare i momenti di svolta dell'argo-mentazione, a riassumere le principali tesi sostenute, a fornire nuove dimostrazioni tratte spesso dall'esperienza, a. difendere le dottrine esposte e a denunciare i pregiudizi con i quali gli op-positori pretendono combatterle. Gli scoli, e gli altri testi non formalmente argomentativi, intendono inoltre chiarire al lettore

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    quarta parte aperta da una prefazione ed costituita da 8 definizioni, da un assioma unico e da 73 proposizioni corredate da I7 corollari e 39 scoli; conclusa da una breve appendice in cui sono riassunte, in 22 capitoli, le cose essenziali sul retto modo di vivere, insegnate nella stessa parte.

    La quinta parte, intitolata Della potenza dell'intelletto, o della libert umana, intende dimostrare quale sia la potenza che la ragione e l'intelletto possono esplicare nel moderare e vincere le passioni. In essa si intende anche dimostrare che quel potere fondato, in ultima istanza, sulla eternit della mente. Questa parte introdotta da una prefazione ed costituita da 2 assio-mi e 42 proposizioni, corredate da 8 corollari e r 7 scoli.

    Nelle Opere postume il testo dell'Etka occupa 264 pagine, cos suddivise: 39 pagine la prima parte, 5 3 pagine la seconda, 68 la terza, 72 la quarta, 32 la quinta, la quale, oltre ad essere la pi breve, anche quella meno corredata, complessivamente, di corollari e di scoli. Dopo la quinta, la parte pi breve la prima, quasi simmetrica a quella anche nel numero delle pro-posizioni. In mezzo, le altre tre parti, progressivamente crescen-ti in numero di pagine e di proposizioni. Senza stabilire alcuna relazione diretta, causale o intenzionale tra l'estensione materia-le delle parti e gli argomenti in esse trattati, si pu osservare che oggetto della prima e della quinta parte sono ragione e in-telletto, dispiegati o nella rappresentazione di Dio o nella rap-presentazione di se stessi; nelle altre tre parti oggetto prevalen-te della trattazione l'immaginazione, intesa come forma dico-noscenza inadeguata, matrice degli affetti e causa principale delle passioni.

    Si pu infine notare che quasi met dell'opera occupata da testi esposti non in forma geometrica, costituiti prevalente-mente dagli scoli, e poi da appendici, prefazioni e spiegazioni. Sicch l'argomentazione geometrica come intercalata da espo-sizioni composte secondo il metodo comune e ispirate, non di rado, da raffinate risorse retoriche. Una considerazione partico-lare merita la funzione degli scoli, disposti spesso strategica-mente dall'autore a sottolineare i momenti di svolta dell'argo-mentazione, a riassumere le principali tesi sostenute, a fornire nuove dimostrazioni tratte spesso dall'esperienza, a. difendere le dottrine esposte e a denunciare i pregiudizi con i quali gli op-positori pretendono combatterle. Gli scoli, e gli altri testi non formalmente argomentativi, intendono inoltre chiarire al lettore

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  • ' L E'ffGA Dr SPINOZA

    le implicazioni di ordine culturale, etico e, talvolta, politico con-tenute nelle, dottrine esposte 9 (cfr. T AB. r).

    .2.3 Il metodo geometrico

    La caratteristica pi rilevante dell'Etica, sotto il profilo materiale e formale, la sua redazione more geometrico ro. Descartes aveva composto una seconda redazione delle Seconde Risposte seguen-do tale metodo; lo stesso Spinoza aveva composto una prima appendice al Breve trattato in forma geometrica e aveva esposto geometricamente i Principi della filosofia di Cartesio. Tuttavia, nella storia della filosofia non v' altra opera di impegno pari a quello dell'Etka, che sia stata redatta secondo il metodo della geometria di Euclide. Quali sono state le ragioni che hanno in-dotto Spinoza a impiegare tale metodo e quali ne sono gli ele-menti principali?

    Quando il filosofo detta geometricamente i Principi della fi-losofia di Cartesio, ha gi iniziato la composizione dell'Etica. Possiamo dunque assumere che le ragioni e le spiegazioni ad-dotte da L. Meyer nella prefazione ai Principi, per incarico e a nome di Spinoza, possano valere anche per il metodo geometri-co dell'Etica. Meyer definisce matematico quel metodo con il quale le conclusioni sono dimostrate a partire da definizioni, postulati e assiomi 'r. Esso consiste nel dedurre senza pericolo di error nozioni ancora ignote da nozioni conosciute con cer-tezza e predisposte a fondamento dell'edificio della conoscenza.

    Le definizioni, infatti, non sono altro che spiegazioni molto chiare dei termini e dei nomi con cui vengono designati gli oggetti della tratta-zione; quanto ai postulati e agli assiomi, o nozioni comuni della men-te, essi sono enunciati cos chiari e perspicui, che nessuno pu negare loro l'assenso, purch abbia compreso cori:ettamente il senso delle pa-role u.

    9. Per wnalisi sistematica della funzione degli scoli cfr. G. Deleuze, Spinoza et le problme de t1expression, Les ditions de Minuit, Paris r968, pp. 3r3-22 e P. Macherey, De la mdiation la constitution: description d'un par-cours spculati/, in "Cahiers Spinoza", 4 (r983), pp. 9-37.

    IO. Cfr. Bibl. I 5. r r. B. Spinoza, Principi deUa filosofia di Cartesio. Pensieri metafisici, a cura

    di E. Scribano, Laterza, Bari r990, p. q. I2. Ibid.

    2. GENESt E STRUTTURA DELL'OPERA

    Meyer aggiunge, discostandosi dalle precisazioni cartesiane alla fine delle Seconde Risposte, che tale metodo la via migliore e pi sicura nella ricerca e nell'insegnamento della verit.

    Descartes aveva sostenuto che il metodo sintetico era la via migliore soltanto nell'insegnamento della verit, mentre nella ri-cerca di questa era preferibile il metodo analitico. Meyer auspi-ca infine che tale metodo possa essere esteso a tutte le scienze, per conferire a queste certezza e incontrovertibilit;

    D'altra parte, lo stesso Spinoza, nel cap. 7 del Trattato teo-logico-politico, spiega quale sia la peculiarit del metodo di Eu-clide e il suo vantaggio rispetto alte altre forme di scrittura:

    Euclide, che non scrisse se non cose semplicissime e quanto mai intel-ligibili, facilmente compreso da tutti, in qualunque lingua, n, per intenderne il pensiero, e raggiungere la certezza circa il suo vero signi-ficato, necessario avere una piena conoscenza della lingua in cui scrisse, ma ne sufficiertte una conoscenza comune, quasi rudimenta-le; e non necessario conoscere la vita, gli studi, i costumi dell'autore, n la lingua, il -destinatario e il tempo ih cui scrisse, la fortuna del libro e le sue varie lezioni, n come e per deliberazione di chi sia stato approvato. E quel che diciamo qui di Euclide va detto di tutti coloro che scrissero intorno ad argomenti per loro natura comprensi-bili rJ,

    Componendo le caratteristiche del metodo geometrico elencate qui da Spinoza con quelle indicate da Meyer su incarico del filosofo, possiamo trarre la seguente conclusione: r. Il metodo geometrico fondato su nozioni intelligibili per se stesse 2. perch semplicissime e perci 3. universalmente comprensibili, 4. dalle quali si deducono con necessit altre nozioni prima ignote, 5. che possiedono la stessa certezza delle prime. 6. Tutte le scienze possono, anzi dovrebbero, essere formulate con metodo geometrico.

    La convinzione relativa alla possibilit, anzi alla necessit di impiegare il metodo geometrico-matematico nella costruzione e nella esposizione delle scienze nasce da alcuni assunti fonda-mentali del sistema spinoziano.

    q. B. Spinoza, Trattato teologico~politico, a cura di A. Droetto, E. Gian-cotti, Einaudi, Torino 1972, p. 201.

  • ' L E'ffGA Dr SPINOZA

    le implicazioni di ordine culturale, etico e, talvolta, politico con-tenute nelle, dottrine esposte 9 (cfr. T AB. r).

    .2.3 Il metodo geometrico

    La caratteristica pi rilevante dell'Etica, sotto il profilo materiale e formale, la sua redazione more geometrico ro. Descartes aveva composto una seconda redazione delle Seconde Risposte seguen-do tale metodo; lo stesso Spinoza aveva composto una prima appendice al Breve trattato in forma geometrica e aveva esposto geometricamente i Principi della filosofia di Cartesio. Tuttavia, nella storia della filosofia non v' altra opera di impegno pari a quello dell'Etka, che sia stata redatta secondo il metodo della geometria di Euclide. Quali sono state le ragioni che hanno in-dotto Spinoza a impiegare tale metodo e quali ne sono gli ele-menti principali?

    Quando il filosofo detta geometricamente i Principi della fi-losofia di Cartesio, ha gi iniziato la composizione dell'Etica. Possiamo dunque assumere che le ragioni e le spiegazioni ad-dotte da L. Meyer nella prefazione ai Principi, per incarico e a nome di Spinoza, possano valere anche per il metodo geometri-co dell'Etica. Meyer definisce matematico quel metodo con il quale le conclusioni sono dimostrate a partire da definizioni, postulati e assiomi 'r. Esso consiste nel dedurre senza pericolo di error nozioni ancora ignote da nozioni conosciute con cer-tezza e predisposte a fondamento dell'edificio della conoscenza.

    Le definizioni, infatti, non sono altro che spiegazioni molto chiare dei termini e dei nomi con cui vengono designati gli oggetti della tratta-zione; quanto ai postulati e agli assiomi, o nozioni comuni della men-te, essi sono enunciati cos chiari e perspicui, che nessuno pu negare loro l'assenso, purch abbia compreso cori:ettamente il senso delle pa-role u.

    9. Per wnalisi sistematica della funzione degli scoli cfr. G. Deleuze, Spinoza et le problme de t1expression, Les ditions de Minuit, Paris r968, pp. 3r3-22 e P. Macherey, De la mdiation la constitution: description d'un par-cours spculati/, in "Cahiers Spinoza", 4 (r983), pp. 9-37.

    IO. Cfr. Bibl. I 5. r r. B. Spinoza, Principi deUa filosofia di Cartesio. Pensieri metafisici, a cura

    di E. Scribano, Laterza, Bari r990, p. q. I2. Ibid.

    2. GENESt E STRUTTURA DELL'OPERA

    Meyer aggiunge, discostandosi dalle precisazioni cartesiane alla fine delle Seconde Risposte, che tale metodo la via migliore e pi sicura nella ricerca e nell'insegnamento della verit.

    Descartes aveva sostenuto che il metodo sintetico era la via migliore soltanto nell'insegnamento della verit, mentre nella ri-cerca di questa era preferibile il metodo analitico. Meyer auspi-ca infine che tale metodo possa essere esteso a tutte le scienze, per conferire a queste certezza e incontrovertibilit;

    D'altra parte, lo stesso Spinoza, nel cap. 7 del Trattato teo-logico-politico, spiega quale sia la peculiarit del metodo di Eu-clide e il suo vantaggio rispetto alte altre forme di scrittura:

    Euclide, che non scrisse se non cose semplicissime e quanto mai intel-ligibili, facilmente compreso da tutti, in qualunque lingua, n, per intenderne il pensiero, e raggiungere la certezza circa il suo vero signi-ficato, necessario avere una piena conoscenza della lingua in cui scrisse, ma ne sufficiertte una conoscenza comune, quasi rudimenta-le; e non necessario conoscere la vita, gli studi, i costumi dell'autore, n la lingua, il -destinatario e il tempo ih cui scrisse, la fortuna del libro e le sue varie lezioni, n come e per deliberazione di chi sia stato approvato. E quel che diciamo qui di Euclide va detto di tutti coloro che scrissero intorno ad argomenti per loro natura comprensi-bili rJ,

    Componendo le caratteristiche del metodo geometrico elencate qui da Spinoza con quelle indicate da Meyer su incarico del filosofo, possiamo trarre la seguente conclusione: r. Il metodo geometrico fondato su nozioni intelligibili per se stesse 2. perch semplicissime e perci 3. universalmente comprensibili, 4. dalle quali si deducono con necessit altre nozioni prima ignote, 5. che possiedono la stessa certezza delle prime. 6. Tutte le scienze possono, anzi dovrebbero, essere formulate con metodo geometrico.

    La convinzione relativa alla possibilit, anzi alla necessit di impiegare il metodo geometrico-matematico nella costruzione e nella esposizione delle scienze nasce da alcuni assunti fonda-mentali del sistema spinoziano.

    q. B. Spinoza, Trattato teologico~politico, a cura di A. Droetto, E. Gian-cotti, Einaudi, Torino 1972, p. 201.

  • L'ETICA Dl SPINOZA

    1. Tutto ci che esiste, compreso l'uomo, regolto dalle me-desime leggi di una sola e medesima natura. 2. Le leggi della natura sono universali e necessarie. 3. Esse sono espressione di un intelletto infinito, di cui anche la mente umana parte. 4. Le leggi della natura sono perfettamente intelligibili da par-te della mente umana. 5. La conoscenza necessaria e universale di cui la mente uma-na capace espressa dalla conoscenza propria della matemati-ca e della geometria, assunte da Spinoza, sotto il profilo del metodo, come discipline identiche ( cfr. E 1 A).

    Conviene infine sottolineare che il metodo geometrico, lun-gi dal costituire esso stesso il fondamento di verit del sistema - quel fondamento risiede in qualunque idea vera data - as-sunto invece, per le ragioni qui sopra esposte, quale strumento privilegiato della sua costruzione argomentativa e della sua espressione.

    Veniamo ora all'esame dei singoli elementi del metodo geo-metrico.

    1. Definizione: secondo la formula adottata da Meyer, una spiegazione molto chiara dei termini e dei nomi con cui ven-gono designati gli oggetti della trattazione. Spinoza, rispon-dendo nell'Ep 9 a De Vries, che anche a nome degli amici ave-va scritto al filosofo per conoscerne il parere, precisava che necessario distinguere tra due generi di definizione: a) quella che spiega la cosa quale fuori dell'intelletto e che, perci, avendo un oggetto determinato, deve essere vera, ossia corrispondere nell'enunciato all'essenza della cosa definita. Se si intende definire il tempio di Salomone, non sufficiente dare una definizione generale. di tempio, ma necessario descrivere esattamente quello di Salomone. Questa definizione stata chiamata reale; b) quella che spiega una cosa quale o pu essere da noi con-cepita e che, proponendosi al solo scopo d'esame, non richiede di essere vera, corrispondente ad un oggetto fuori dell'intellet-to, poich questo non viene presupposto; si richiede soltanto che essa sia concepibile, ossia che non implichi contraddizione. Questa definizione stata chiamata nominale.

    Gli interpreti sono discordi nell'assegnare le definizioni del-l'Etica al primo o al secondo tipo qui sopra illustrato. Ritengo che le definizioni. adottate da Spinoza nell'Etica, considerate

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    2. GENESI E STRUTTURA DELL'OPERA

    propriamente e per s, indipendentemente dall'intero sistema, siano del tipo descritto da Meyer nella prefazione ai Principi, ossia di spiegazione di un termine o nominale. Se invece ven-gono considerate in relazione all'intero sistema dispiegato, poi-ch questo dimostra che gli oggetti da esse implicati hanno esi-stenza formale, possono considerarsi reali 14. 2. Assioma: in matematica assunto come un principio evi-dente per se stesso, tale da non richiedere dimostrazione; fon-dativo della conoscenza. Secondo la formulazione di Meyer, lassioma un enunciato cosi chiaro e perspicuo che nessuno pu negare ad esso lassenso purch abbia compreso corretta-mente il significato delle parole che lo enunciano. Per I'Ep 9, lassioma, a differenza della definizione nominale, che pu darsi solamente in quanto concepita, invece sempre vero; a diffe-renza della definizione reale, che concerne soltanto le essenze delle cose e le loro affezioni, esso si estende anche alle verit eterne. 3. Postulato: in matematica una proposizione evidente per se stessa, oppure che si ammette come vera anche se non evi-dente, e che viene assunta quale principio di dimostrazione. In filosofia., in generale, i postulati sono enunciati di verit neces-sari alla giustificazione di altre verit o tesi. Il postulato ha dunque le stesse caratteristic