Caratteristiche fondamentali della catalisi enzimatica e ...
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ENZIMI
Caratteristiche fondamentali della catalisi enzimatica e del meccanismo di azione degli
enzimiComponenti strutturali e funzionali degli enzimi
Nomenclatura e classificazione internazionale degli enzimi
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Energia di attivazione
Y si trova ad uno stato energetico inferiore rispetto a X• Conversione XY termodinamicamente
favorevole
Ma la reazione non avviene se X non acquisisce sufficiente energia per superare la barriera dell’energia di attivazione
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Num
ero
di m
olec
ole
Energia
Presenza di un catalizzatore
Aumento di temperatura
Distribuzione
delle
molecole
a vari
livelli
di
energia
Molecole con energia maggiore dell’energia di attivazione
Energia
di
attivazione
4
A
P
Energia
Stato iniziale
Stato finale
Energia di attivazionesenza catalizzatore
Energia di attivazione con catalizzatore
Energia liberata dalla reazione
Energia
di
attivazione
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Enzimi: catalizzatori biologici
Si combinano transientemente
col substrato e ne abbassano l’energia di attivazioneNon modificano l’equilibrio della reazione, ma solo la
velocità
con la quale l’equilibrio viene raggiuntoNon vengono modificati nella reazione, e al termine della
reazione sono subito disponibili per catalizzare una nuova reazioneStabilizzano lo stato di transizione e riducono la barriera
dell’energia di attivazione inserendo stati di transizione di livello energetico più
basso
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ENZIMAATTIVO
UbiquitinaLisosomidegradazione
Sito attivo
Effettoreallosterico
Sito allosterico
Zimogeno(precursore)
DNARNA
ribosomi
Apoenzima
Parte non-proteicaione metallico o
coenzima
Substrato Prodotto
Struttura generale degli enzimi
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Nomenclatura degli enzimi
Denominazione classica costituita da 3 parti:• Nome del substrato• Nome del coenzima• Nome della reazione catalizzata + “asi”
Esempio: Lattico-NAD-deidrogenasi
International Enzyme
Commission, fondata nel 1956 da Prof. M. Florkin, International Union of Biochemistry:
• Classificazione degli enzimi secondo il sistema delle classi EC Esempi:
Creatin
kinasi: EC 2.7.3.2, adenosintrifosfato
: creatin
N-fosfo trasferasi
Lattato deidrogenasi: EC 1.1.1.27, lattato : NAD+ ossidoreduttasi• Ha funzionato bene fino agli anni ‘90 (circa 3200 enzimi)
Progetto genoma umano (HUGO):• Esistono circa 20,000 geni, di cui almeno 1/4-1/3 sono enzimi
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Classificazione internazionale degli enzimi
1 -
ossidoreduttasi: reazioni di ossido-riduzione• 1.1 agisce sul gruppo CHOH del donatore • 1.2 agisce sul gruppo aldeidico o chetonico del donatore • 1.3 agisce sul gruppo CH-CH del donatore• 1.4 agisce sul gruppo CH-NH2
del donatore • 1.5 agisce sul gruppo C-NH del donatore• 1.6 agisce su NADH2
o NADPH2
• 1.7 agisce su altri composti azotati• 1.8 agisce su gruppi solforati• 1.9 agisce sui gruppi eme
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Classificazione internazionale degli enzimi
1 -
ossidoreduttasi: reazioni di ossido-riduzione2 -
transferasi: trasferimento di gruppi chimici da una
molecola ad un'altra• 2.1 gruppi ad una unità
di carbonio
• 2.2 gruppi chetonici o aldeidici• 2.3 gruppi acilici• 2.4 gruppi glicosidici• 2.5 gruppi alchilici• 2.6 gruppi azotati• 2.7 gruppi fosforici• 2.8 gruppi contenenti zolfo
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Classificazione internazionale degli enzimi
1 -
ossidoreduttasi: reazioni di ossido-riduzione2 -
transferasi: trasferimento di gruppi chimici da una
molecola ad un'altra3 -
idrolasi: reazioni di idrolisi
• 3.1 legami esterei• 3.2 legami glicosidici• 3.3 altri legami• 3.4 legami peptidici• 3.5 legami C-N non peptidici• 3.6 legami anidridici• 3.7 legami C-C
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Classificazione internazionale degli enzimi
1 -
ossidoreduttasi: reazioni di ossido-riduzione2 -
transferasi: trasferimento di gruppi chimici da una
molecola ad un'altra3 -
idrolasi: reazioni di idrolisi
4 -
liasi: reazioni di addizione a doppi legami• 4.1 legami C = C• 4.2 legami C = O• 4.3 legami C = N• 4.4 legami C = S
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Classificazione internazionale degli enzimi
1 -
ossidoreduttasi: reazioni di ossido-riduzione2 -
transferasi: trasferimento di gruppi chimici da una
molecola ad un'altra3 -
idrolasi: reazioni di idrolisi
4 -
liasi: reazioni di addizione a doppi legami5 -
isomerasi: reazioni di trasformazione di una molecola nel
suo isomero• 5.1 racemasi• 5.2 cis-trans
isomerasi
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Classificazione internazionale degli enzimi
1 -
ossidoreduttasi: reazioni di ossido-riduzione2 -
transferasi: trasferimento di gruppi chimici da una
molecola ad un'altra3 -
idrolasi: reazioni di idrolisi
4 -
liasi: reazioni di addizione a doppi legami5 -
isomerasi: reazioni di trasformazione di una molecola nel
suo isomero6 -
ligasi: reazioni di formazione di nuovi legami con rottura
di ATP in AMP e pirofosfato
o ADP e Pi• 6.1 legami C-O • 6.2 legami C-S • 6.3 legami C-N • 6.4 legami C-C
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Classificazione internazionale degli enzimi
1 -
ossidoreduttasi: reazioni di ossido-riduzione2 -
transferasi: trasferimento di gruppi chimici da una
molecola ad un'altra3 -
idrolasi: reazioni di idrolisi
4 -
liasi: reazioni di addizione a doppi legami5 -
isomerasi: reazioni di trasformazione di una molecola nel
suo isomero6 -
ligasi: reazioni di formazione di nuovi legami con rottura
di ATP in AMP e pirofosfato
o ADP e Pi
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Struttura primaria e mutazioni genetiche
Tutte le funzioni delle proteine necessitano del riconoscimento fra zone della proteina e altre molecole o parti di molecola:• Enzima-substrato, molecole di adesione-membrane, anticorpo-
antigene etcIl riconoscimento è
basato sulla distribuzione dei gruppi R e
quindi sulla sequenza degli aminoacidi• La zona di riconoscimento e la molecola da riconoscere devono
essere complementari in termini di struttura e di carica Ogni alterazione della struttura primaria può impedire il
riconoscimento o renderlo difficile, causando disfunzioni più o meno gravi
• Se ne deriva uno stato patologico, quella mutazione interessa la zona di riconoscimento
• Se la mutazione è
silente (non genera malattie o disfunzioni), è possibile che l'aminoacido mutato non è
nella zona di
riconoscimento
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Modello Lock
and Key: l’enzima si combina chimicamente col substrato
Il sito attivo è
costituito dal “negativo”
del substrato
• Si formano legami ionici e elettrostatici esatti fra enzima e substrato
Riconoscimento spesso tridimensionale• Esempio: glicerol
kinasi
(lega
solo glicerolo in forma alfa) • Gli enzimi possono distinguere
gli stereoisomeri D-e L-
degli aminoacidi
17Il legame enzima-substrato avviene tramite l’interazione
delle cariche del substrato con alcuni aminoacidi del sito attivo
Esempio: proteasi
a serinaModifiche della struttura primaria di un enzima possono
mutarne l’attività
causando malattie genetiche
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Il legame enzima-substrato induce un cambiamento conformazionale nell’enzima
Esempio: esochinasi
senza e con glucosio
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Coenzimi
Piccole molecole organiche, spesso derivate da vitamineSi legano con forte affinità
a enzima e substrato
Spesso fungono da secondo substratoDeterminano la specificità
della reazione catalizzata
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Adenosin
trifosfato
(ATP)
Coenzima delle chinasi, trasferisce un gruppo Pi al substratoEsempio: Glucosio + ATP Glucosio-6-fosfato + ADPIn molte chinasi, il substrato vero è
Mg-ATP
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Nicotinamide
Adenina Dinucleotide
(NAD+)Coenzima di
deidrogenasiDerivato da niacinaTrasferisce un
protone da/a substrati: lattato + NAD+
piruvato + NADH + H+
Esiste una forma fosforilata NADP+
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Flavina adenina dinucleotide
(FAD)Coenzima di
deidrogenasiDerivato da
riboflavina (vit. B6
)Trasferisce due
protoni da/a substratiEsempio: Succinato +
FAD Fumarato
+ FADH2
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Metalli di transizione (Fe, Zn, Cu, Mn…)
Cofattori più
che coenzimiPresenti in 2/3 degli enzimiAgiscono come stabilizzatori della proteina e come
donatori/accettori di elettroni (acidi di Lewis), per esempio i citocromi
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Di tutte le reazioni possibili per un substrato, l’enzima ne favorisce una sola
Gli enzimi forzano le vie metaboliche attraverso reazioni selezionate (ad es: A > B > H > K > N > T > Z) favorendo il flusso unidirezionale di materiale
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CINETICHE CHIMICHE E ENZIMATICHE
Studio della velocità
di trasformazione dei reagenti in prodotti
Effetto della concentrazione di reagenteOrdine di una reazione
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Cinetiche chimiche (AP)
Equilibrio
V iniziale
Vt
Concentrazione di prodotto
Tempo
velocitàvd[A]
dt
d[P]dt
k[A]n
k=costante di velocitàn=numero intero 1-3
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Cinetiche chimiche (A P)
Conc. di prodotto
Tempo Tempo
Velocità
V iniziale
V finale
Conc. di substrato
Tempo
29
[prodotto]
Tempo
A1
[A]
Velocità
iniziale
A2
A2A1
A3
A3
A4
A4
Effetto della concentrazione di A (A P) A4 > A3 > A2 > A1
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Cinetiche chimiche vs cinetiche enzimatiche
Velocità
iniziale
[A]
Cinetica enzimatica
Cinetica chimica
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Ordine di reazionePrimo ordine
A Pv=k[A]1, n=1
Secondo ordineA + B P
v=k[A]1[B]1, n=2Pseudo primo ordine
A + B Pv=k[A]1[B]1, n=2
ma se [B]»[A], v=k[A]1, n=1Ordine zero
v=k, n=0v dipende solo dalla concentrazione del catalizzatore
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Ipotesi per l’azione degli enzimi N.B.: [S] >> [E]
L’enzima si lega col substrato per formare ES: reazione reversibile e relativamente lentaIl complesso ES subisce il cambiamento conformazionale che
induce la formazione di PL’enzima rilascia P e torna nello stato inizialeLa velocità
globale è
regolata dalla formazione di ES
E + S ES EP E + P
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Interazione enzima-substratov0
[substrato]1° ordine
Ordine 0
Ordine misto
Vmax
Se [S] è
basso, v0
è controllata da [S]
Se [S] è
alto, v0
è controllata da [E]
Se [S] è
intermedio, v0
è controllata sia da [S], sia
da [E]
Se [S] è
molto alto, v0
non cambia all’aumentare di [S]
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Raccomandazioni della Commission
on Enzyme Nomenclature of the International Union of Biochemistry
Attività
enzimatica: quantità
di substrato convertito per minuto in condizioni standard di temperatura, pH e forza ionica (moli/tempo)• 1 katal
= 1 mol/s
• 1 IU = 1 micromole/minCostante catalitica o numero di turnover: attività
enzimatica
per mole di enzima (moli/tempo/mole enzima)Attività
specifica di un enzima: attività
enzimatica per mg di
proteina (moli/tempo/mg proteina)• Espressione di purezza in una preparazione
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Assunzioni di Michaelis-Menten
E + S ES E + P1 solo substrato Fattore limitante:
formazione di ESTutto E ES
• Non esiste E libero• E saturo di S
ES stazionario
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Ipotesi v0
=Vmax
/2
KM
= [S] quando v0
=Vmax
/2E’
una concentrazione
(dimensioni moli/litro)E’
indipendente da [E]
v0 Vmax [S]KM [S ]
Vmax
2 Vmax [S ]
K M [S]12
[S]KM [S ]
KM [S ] 2 [S]KM [S]
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Trasformazione di Lineweaver-Burk
1v0
KM [S]Vmax [S]
1v0
KM
Vmax [S]
[S]Vmax [S]
1v0
KM
Vmax
1
[S]
1Vmax
v0 Vmax [S]KM [S]
Y
X
40
Rappresentazione grafica delle reazioni enzimatiche
1/KM
1v0
KM
Vmax
1
[S]
1Vmax
1/[S]
1/v0
1/Vmax
41
Rappresentazione grafica delle reazioni enzimatiche
1/[S]
1/V0
1/KM
1/Vmax
Vmax
[S]KM
Vmax
/2
Grafico di Lineweaver-BurkV0
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REGOLAZIONE DELL’ATTIVITÀ
ENZIMATICA
Necessità
fisiologica della regolazione dell’attività enzimatica
Controllo del livello di enzima Modulazione dell’attività
dell’enzima
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Il buon funzionamento della cellula richiede che le varie attività
enzimatiche siano regolate
In condizioni di stato stazionario, i processi cellulari non funzionano mai al massimo delle loro capacità, ma possono anche venire completamente disattivati in alcune condizioniCiò consente di:
• non produrre prodotti inutili• economizzare l’energia cellulare• aumentare rapidamente l’attività
quando necessario
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Reversibilità
delle reazioni enzimatiche
L’enzima favorisce il raggiungimento dell’equilibrio, quindi in teoria catalizza anche la reazione inversa
A BMa, se B è
substrato di una reazione successiva, la prima reazione
diventa praticamente irreversibileA B C
Ciò vale per catene anche molto lunghe di reazioni (catene enzimatiche)
A B C D EAnche se le singole reazioni enzimatiche sono reversibili (specie
quelle con G≈0), in pratica il flusso è
unidirezionale perché
il prodotto di una reazione funge da substrato per la reazione successivaSpesso il prodotto terminale di una sequenza di reazioni (E) inibisce
il deflusso della stessa catena a livello della prima reazione A
B • L’accumulo di E “chiude il rubinetto”• La mancanza di E “riapre il rubinetto”
A B C D E
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Caratteristiche generali delle reazioni regolatorie
G<<0 (maggior efficacia)Precoci nella catena enzimaticaInibizione o regolazione da parte del prodotto finaleGli enzimi coinvolti sono spesso multimerici
• Capacità
catalitica = (concentrazione di enzima) x (efficienza catalitica)
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Controllo della concentrazione di enzima (regolazione lenta)
Regola generale: Tutte le strutture cellulari ed extracellulari (ad eccezione dell’eritrocita umano) sono sottoposte a ricambio
ed equilibrio dinamicoQuindi, ad ogni istante, il livello di un enzima dipende da:Velocità
di sintesi della proteina
Velocità
di trasformazione da zimogeno (o pro-enzima) in enzima attivoVelocità
di degradazione
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Velocità
di sintesi
Può aumentare in seguito all’accumulo intracellulare del substrato (es: operon
del lattosio)
Può aumentare in presenza di induttori gratuiti senza relazione col substrato Può essere repressa dai prodotti terminali della catena
enzimatica (es: alcuni aminoacidi (His, Leu), effetto glucosio in E.coli)
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Funzioni biologiche della proteolisi ubiquitina- dipendente
Regolazione del ciclo cellulare• Essenziale per uscire dalla fase mitotica e separare i cromosomi
durante mitosi e meiosi• Malfunzionamenti causano formazione di cellule con numero
anomalo di cromosomi (Down e tumori solidi)Riparazione del DNA, cancro e apoptosi
• Essenziale per mantenere il livello di p53 (il guardiano del genoma)
Risposte immunologiche e infiammatorie• Regolazione di NF-kB
(fattori di trascrizione) per attivare
l’espressione genica• Generazione di peptidi MHC (difesa contro le infezioni virali)
Fibrosi cistica• Coinvolta nella mutazione di CFTR (transmembrane
conductance
regulator)
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Compartimentalizzazione
Si può ottenere un forte aumento di concentrazione di molecole compartimentalizzandole in una zona delimitata da una
membrana
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Modulazione dell’attività
dell’enzima (regolazione veloce)
pH TemperaturaInibizione reversibile ed irreversibile:
• Competitiva• Non-competitiva• Uncompetitiva
Modificazioni allostericheModificazioni covalenti
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pH
Attività
pH e attività
enzimatica
Ogni enzima ha il suo pH ottimaleIl pH ottimale può non
corrispondere col pH in cui si trova l’enzima
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Temperatura e attività
enzimatica
Per ogni enzima, esiste una temperatura ottimaleLa temperatura ottimale può non corrispondere con la temperatura in
cui si trova l’enzima (37°C)
Aumento dovuto alla temperatura
(1.7-2.5 ogni 10°C)Diminuzione dovuta alla denaturazione della proteina
Risultato
0 10 20 30 40 50
Atti
vità
Temperatura
55
Inibizione competitiva e non-competitiva
Competitiva:S e I si legano al sito attivo,
EI è
inattivo
Non-competitiva:Quando E lega I, cambia la conformazione e diventa
inattivo
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Inibizione competitiva
I simile a S, compete con S per il sito attivo di EInibizione reversibile all’aumentare di [S]Vmax
non cambia, KM
aumenta
Vmax
1/[S]
1/v0
1/KM
1/Vmax
[S]
v0
inibitore
inibitore
KM
Vmax
/2
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Esempi di inibizione enzimatica competitiva
Metotrexato
o antifolato, antileucemico che rallenta la biosintesi di purine
e pirimidine
60
Esempi di inibizione enzimatica competitiva
Substrati suicidi o antimetaboliti, prevengono la reazione col substrato e/o disattivano l’enzima
Penicillina inibisce transpeptidasi
che stabilizza le membrane batteriche
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Inibizione non competitiva
I reagisce su un sito diverso dal sito attivoTende a disattivare EInibizione non reversibile all’aumentare di [S]KM
non cambia, Vmax
diminuisce
1/KM 1/[S]
1/v0
1/Vmax
[S]
v0
inibitore
inibitoreVmax
KM
Vmax
/2
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Esempi di inibizione non-competitiva
Degradazione proteica (temperatura, estremi di pH)Molti veleni e composti mercuriali (reagiscono con -SH dei
residui di Cys)Cianuro, reagisce con gli ioni metallici degli enzimi della
catena respiratoriaDiisopropil
fluorofosfato
(Sarin), gas nervino, inibisce gli
enzimi contenenti Ser
(acetilcolinesterasi)
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Inibizione uncompetitiva
L’inibitore reagisce con il complesso ESCambiamenti simultanei di KM
e Vmax
1/KM
Vmax
[S]KM1/[S]
1/V0
1/Vmax
V0
+ inibitore
+ inibitore
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Modificazioni covalenti degli enzimi
La fosforilazione AUMENTA l’attività
di alcuni enzimi• Glicogeno fosforilasi, citrato liasi, fosforilasi b chinasi, HMG-
CoA
reduttasi chinasi e altri...La fosforilazione DIMINUISCE l’attività
di altri enzimi
• Acetil-CoA
carbossilasi, glicogeno sintasi, piruvato deidrogenasi, HMG-CoA
reduttasi e altri...