Cappozzo Libre

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LE LETTERE • FIRENZE 2014 Estratto da: «STUDI SUL BOCCACCIO» Volume quarantaduesimo VALERIO CAPPOZZO IL DECAMERON E IL LIBRO DEI SOGNI DI DANIELE NEL COD. VATICANO ROSSIANO 947

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  • LE LETTERE FIRENZE 2014

    Estratto da:

    STUDI SUL BOCCACCIO

    Volume quarantaduesimo

    VALERIO CAPPOZZO

    IL DECAMERON

    E IL LIBRO DEI SOGNI DI DANIELE

    NEL COD. VATICANO ROSSIANO 947

  • STUDI SUL BOCCACCIO

    FONDATI E GI DIRETTI DA VITTORE BRANCADIREZIONE: GINETTA AUZZAS, CARLO DELCORNO,

    MANLIO PASTORE STOCCHI

    Volume quarantaduesimo

    Editi sotto gli auspici

    dellEnte Nazionale Giovanni Boccaccio

    LE LETTERE - FIRENZE 2014

  • Si ringrazia per la gentile concessione delle immagini:

    Archivio di Stato (Firenze)Archivio di Stato (Siena)Biblioteca Apostolica Vaticana (Citt del Vaticano)Biblioteca Medicea Laurenziana (Firenze)Biblioteca Nazionale Centrale (Firenze)Bibliothque Municipale (Lyon)Dorotheum (Vienna)Collezione Mikaeloff (Parigi)

    Copyright 2014 by Casa Editrice Le Lettere s.r.l. Firenze

  • INDICE

    GIOVANNA FROSINI, Una imaginetta di Nostra Donna. Parole e cose nel testamento volgare di Giovanni Boccaccio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 001

    LAURA REGNICOLI, La cura sepulcri di Giovanni Boccaccio . . 025

    AURELIO MALANDRINO, Frustoli boccacciani in tre codicidella Biblioteca Marciana . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 081

    ANGELO PIACENTINI, La novella bresciana del Decameron . . . . 093

    JOHNNY L. BERTOLIO, Il vin vermiglio di Filippo Argenti (Decameron IX 8) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 143

    VALERIO CAPPOZZO, Il Decameron e il Libro dei sogni di Daniele nel cod. Vaticano Rossiano 947 . . . . . . . . . . . . . . . 163

    MICHELANGELO ZACCARELLO, Del corvo, animale solitario. Ancora unipotesi per il titolo del Corbaccio . . . . . . . . . . . . 179

    ELSA FILOSA, Lamicizia ai tempi della congiura (Firenze 1360-61):a confortatore non duole capo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 195

    RINO MODONUTTI, Giovanni Boccaccio editore di Tito Livio? . 221

    FERNANDO RIGON, Ipsicrate trdita e tradta. Il De claris mulieribus come fonte iconografica nella pittura veneta tra 500 e 700 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 245

    LI JINGJING, Boccaccio in Cina: strategie di traduzioni del Proemio del Decameron . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 257

    JADWIGA MISZALSKA, La fortuna spicciolata del Decameronin Polonia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 269

    GIULIANA CARLESSO, Note su alcune versioni della Historia destructionis Troiae di Guido delle Colonne in Italia nei secoli XIV e XV (II) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 291

  • DAVIDE CAPPI, Riflessioni su un catalogo: Boccaccio autore e copista . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 311

    RECENSIONI

    GIOVANNI BOCCACCIO, Decameron, a cura di A. Quondam, M.Fiorilla e G. Alfano (K. P. Clarke). Postilla (C. Delcorno);GIOVANNI BOCCACCIO, Rime, edizione critica a cura di R.Leporatti (S. Cremonini); Libro damore, attribuibile aGIOVANNI BOCCACCIO, edizione critica a cura di B. BarbielliniAmidei (M. Zaccarello); Boccaccio. A critical guide to thecomplete works, ed. by V. Kirkham et al. (M. Mazzetti);Boccaccio e i suoi lettori. Una lunga ricezione, a cura di G.M.Anselmi et al. (C. Di Franza); M. CURSI, La scrittura e i libridi Giovanni Boccaccio (S. Bertelli); Autografi dei letterati ita-liani. Tomo I Le Origini e il Trecento, a cura di G. Brunettiet al. (S. Bertelli); Boccaccio in Romagna. Manoscritti, incuna-boli e cinquecentine nelle biblioteche romagnole, a cura di P.Errani et al. (A. Merci); L. BATTAGLIA RICCI, Scrivere un librodi novelle. Giovanni Boccaccio autore, lettore, editore (A.Pegoretti); L. RUBINI MESSERLI, Boccaccio deutsch. DieDekameron-Rezeption in der deutschen Literatur (15.-17.Jahrhundert) (F. Pezzarossa) . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 353

    ABSTRACT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 397

    NOTIZIARIO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 405

    INDICE DEI MANOSCRITTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 413

    INDICE DEI NOMI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 415

    430 indice

  • IL DECAMERON E IL LIBRO DEI SOGNI DI DANIELE NEL COD. VATICANO ROSSIANO 947

    Nella letteratura greca e latina il sogno occupa un posto di rilie-vo per lambiguit e il complesso simbolismo che richiede uno sfor-zo interpretativo, sia da parte del personaggio come del lettore. Lo-nirologia ha da sempre rivolto lanalisi dei sogni alla valutazione delloro potenziale divinatorio, mentre loniromanzia, pratica popolare didivinazione per mezzo dei sogni, aiuta la comprensione individualecon manuali di interpretazione che in ogni epoca, fin dai tempi degliantichi egizi, sono stati compilati per rispondere allinteresse e alla ne-cessit di ogni classe sociale di spiegare il fenomeno onirico1.

    Lassociazione tra linterpretazione dei sogni e testi letterari tro-va riscontro a livello materiale in alcuni manoscritti tre-quattrocente-schi: nellimportante cod. Laurenziano Martelli 12, la Vita nova

    1 Per un excursus generale sulla storia del sogno dallantichit al medioevo si veda:S.F. KRUGER, Dreaming in the Middle Ages, Cambridge, Cambridge University Press,1992, (traduzione italiana: Il sogno nel Medioevo, Milano, Vita e Pensiero, 1996); I linguag-gi del sogno, a cura di V. Branca, C. Ossola e S. Resnik, Firenze, Sansoni, 1985; I sogni nelMedioevo, Atti del Seminario Internazionale di Roma (2-4 ottobre 1983), a cura di T. Gre-gory, Roma, Edizioni dellAteneo, 1985; Sogni e visioni nel mondo Indo-Mediterraneo,Quaderni di studi indo-mediterranei, II, a cura di D. Boccassini, Alessandria, Edizio-ni dellOrso, 2009. Per la connessione dei libri dei sogni con la letteratura medievale cfr.S.R. FISCHER, Dreambook and the Interpretation of Medieval Literary Dreams, in Archivfr Kulturgeschichte, CXV, 1983, pp. 1-20. Per unanalisi complessiva dei sogni e so-gnanti nel Decameron si veda: C. DELCORNO, Exemplum e letteratura. Tra Medioevo e Ri-nascimento, Bologna, Il Mulino, 1989, 103 ss., 276 ss.; F. CARDINI, Sognare a Firenze traTrecento e Quattrocento, in Quaderni medievali, IX, 1980, pp. 86-120; E. MENETTI, IlDecameron fantastico, Bologna, CLUEB, 1994, pp. 97-129; F. CANOVAS, Forme et fonc-tion de lnonc onirique dans le texte mdival: lexemple du Dcamron, in Neophi-lologus, a. LXXX, vol. IV, 1996, pp. 555-568; M. BALESTRERO, Limmaginario del sognonel Decameron, Roma, Aracne, 2009; M. MONTESANO, I sogni del Decameron, in Sul-le ali del sogno, a cura di P.A. Rossi, I. Vigni e E. Miconi, Milano, Mimesis, 2009, pp. 131-139; C.F. BLANCO VALDES, Il microtesto del sogno in Giovanni Boccaccio, in Il sogno ita-liano a cura di D. Capasso e R. Russi, Raleigh, Aonia edizioni, 2013, pp. 100-107.

  • preceduta da due libri dei sogni rispettivamente in latino e in volga-re. Antonio Pucci nel cod. Laurenziano Tempi 2 inserisce lo stessomanuale tra varie citazioni tratte dal De amore di Andrea Cappellano,Dante Alighieri, Brunetto Latini, Cecco dAscoli e i calendari egizi. Ilcod. Riccardiano 1258 lo fa seguire, in una versione in volgare moltoaccurata, al Trattato della pazienza di Domenico Cavalca e a orazioni,profezie e rime varie di autori minori; mentre il copista del cod. Lau-renziano Ashburnham 1724 copia un libro dei sogni in latino dopo latrascrizione dellAcerba, opera che prende in esame astrologia e oni-rologia2.

    Anche nel caso che qui si esamina, il manuale dei sogni viene as-sociato a un testo letterario come il Decameron nel cod. VaticanoRossiano 947, copiato da Domenico Caronelli, figlio del notaio serFranceschino da Caronelli, proveniente da una famiglia di mercantiresasi nota tra Padova, Treviso, Udine e Conegliano per limpegnoculturale e gli interessi letterari3.

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    2 Nel cod. Martelli 12, della fine del XIII e prima met del XIV, la versione in lati-no composta da 355 voci e quella in volgare da 272, rispettivamente alle cc. 22r-25r e32v-34r; nel cod. Tempi 2, datato 1362, in volgare alle cc. 145r-149r ed composta di226 voci; nel cod. Riccardiano 1258, met del XV sec., sempre in volgare, si trova alle cc.82v-88r e consta di 460 voci; il cod. Ashburnham 1724, datato 1455, contiene 495 voci inlatino, cc. 110r-118r. Per una descrizione dei singoli codici si veda: sul cod. Martelli 12,H.W. STOREY, Early Editorial Forms of Dantes Lyrics, in Dante for the New Millennium,a cura di T. Barolini e H.W. Storey, New York, Fordham University Press, 2003, pp. 27-34 e la scheda in I manoscritti della letteratura italiana delle Origini. Firenze, Biblioteca Me-dicea Laurenziana, a cura di S. Bertelli, Firenze, Sismel, 2011, pp. 120-122 nr. 92, tavv. CX-LII-CXLV; sul cod. Tempi 2, A. PUCCI, Il libro di varie storie, a cura di A. Varvaro, Paler-mo, Atti della Accademia di Scienze Lettere e Arti di Palermo, 1957; sul cod. Riccardia-no 1258, I manoscritti della R. Biblioteca Riccardiana di Firenze, a cura di S. Morpurgo,Roma, Tipografia Giachetti, Figlio e C., vol. I, 1900, pp. 320-324; sul cod. Ashburnham1724, C. DASCOLI, LAcerba [Acerba etas], a cura di M. Albertazzi, Trento, La Finestra,2002, pp. XXII ss.; per unanalisi dellopera si veda: Cecco dAscoli. Cultura, scienza e po-litica nellItalia del Trecento. Atti del Convegno di Ascoli Piceno, (2-3 dicembre 2005), Ro-ma, ISIME, 2007. Trattandosi di un argomento ancora in fase di studio, per una visionedinsieme di questi codici in relazione al Libro dei sogni di Daniele in essi contenuto, ri-mando al mio: Libri dei sogni e letteratura: lespediente narrativo di Dante Alighieri, in Stu-di in memoria di Achille Tartaro, a cura di G. Natali e P. Stoppelli, Roma, Bulzoni, 2009,pp. 99-119.

    3 Ringrazio Maddalena Signorini per avermi segnalato questo codice durante le tan-te discussioni sui sogni nel medioevo. Per la descrizione del manoscritto e per le notiziesul suo copista si veda: V. BRANCA, Tradizione delle Opere di Giovanni Boccaccio, Roma,Edizioni di Storia e Letteratura, vol. II, 1991, pp. 129-132; ID., Domenico Caronelli mer-cante coneglianese, boccaccista appassionato fra lenguazo veneto e ipercorrettismo toscano,

  • Il cod. Vaticano Rossiano 947 un testimone precoce del Deca-meron. Finito di essere copiato nel 1395, ad 24 de aprile4, il mano-scritto, cartaceo, acefalo, composto di 137 carte ed scritto su duecolonne in semigotica con influenze cancelleresche. Contiene alle cc.13r-146v5 il Decameron a partire dalla quarta novella della secondagiornata sino alla fine che reca lexplicit: Qui finisce el de Cameron,cognominato principe Galleoto, compilato per messere Giovanni Bo-chassio da Firene. Le cc. 147r-148v contengono una Epistola deuna egregia, nobelle e famoxa dona, mandada ad un so dolze aman-te D. di Karonelli6, seguita dal frammento della Significacione deisompnij dalla lettera A alla C; la c. 149, infine, aggiunta successiva-mente, riporta un frammento dellindice delle novelle.

    Laccostamento al testo di Boccaccio di un esercizio stilistico dipropria creazione, come lepistola, e del prontuario dei sogni, elevaCaronelli da amanuense a coautore del Decameron7. Non un ca-so che anche nel cod. Vaticano Rossiano 936, sempre di sua mano, ilcopista si comporti allo stesso modo: dopo le Questioni dAmore, te-sti estratti dal Filocolo, fa seguire lepistola presente nel cod. Rossia-no 947, quindi la Pietosa fonte di Zenone Zenoni, poemetto in mor-

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    in La sapienza civile. Studi sullUmanesimo a Venezia, Firenze, Leo S. Olschki, 1998, pp.35-43; M. CURSI, Produzione, tipologia, diffusione del Decameron fra Tre e Quattrocen-to. Note paleografiche e codicologiche, in Nuova rivista di letteratura italiana, I, 1998, pp.463-551; ID., Un copista-letterato, decameroniano di fine Trecento: Domenego Caronelli, inStudj Romanzi, n.s. II, 2006, pp. 77-125, qui alle pp. 120-123 edita la tavola dei so-gni; ID., Il Decameron: scritture, scriventi, lettori: storia di un testo, Roma, Viella, 2007,pp. 53-56.

    4 La data e la sottoscrizione del copista si trovano a c. 146v: scrito et complito permi, Domenego de Caronello, in Coneglano, 1395, ad 24 de aprile. Deo gracias. Amen.Amen. Amen.

    5 Le cc. 1r-12v sono bianche e sostituiscono le originali cadute.6 Un altro codice contenente questa lettera insieme a un frammento del Decameron

    : Udine, Biblioteca Comunale Vincenzo Joppi, cod. 30 (I. 2. 1 cart. 1B), sec. XV-XVI,alle cc. 13r-15v, per il quale si veda M. CURSI, Un copista-letterato, cit., pp. 109-117; ID.,Il Decameron: scritture, scriventi, lettori, pp. 54-56. Lepistola di Caronelli edita in:Novella: Madonna Dianora udinese di Giovanni Boccaccio, ed epistola: di una egregia no-bile e famosa donna mandata al suo dolce amante Domenico di Caronelli, tratte da un co-dice del secolo xiv, a cura di Quirico Viviani, Udine, fratelli Mattiuzzi, 1829, pp. XXXI-XXXIX; poi in V. BRANCA, Domenico Caronelli, cit., pp. 44-46.

    7 A questo riguardo sono essenziali gli studi di Branca e Cursi che sottolineano la-spetto creativo del copista durante la prima fase della circolazione del Decameron: V.BRANCA, Domenico Caronelli mercante coneglianese, cit.; M. CURSI, Un copista-lettera-to, cit.

  • te di Petrarca basato sul sogno e la visione cos come il prontuario deisogni8. Questa inserzione testuale che si ripete coerentemente rendeDomenico Caronelli un buon esempio di copista mercante che dimo-stra un approccio libero e interpretativo sui testi che sceglie di copia-re9. In questo quadro, che sulla stessa linea dei copisti del Martelli12 e di Antonio Pucci che personalizza il suo Libro di varie storie co-piando disparate tipologie di testi, sar interessante ora soffermarsisul libro dei sogni che accomuna tutti i mss. menzionati.

    Il manuale dinterpretazione dei simboli onirici posto a conclu-sione del cod. Rossiano ha un titolo generico, Significacione dei som-pnij, come la versione in latino presente nel cod. Martelli 12, La ex-positione de so(n)gni, mentre quella in volgare dello stesso codiceLaurenziano e del Tempi 2, sono prive di titolo. Lopposizione dellaChiesa ai libri di argomento divinatorio la probabile causa per cuii copisti omettono lattribuzione al profeta Daniele causando proble-mi di identificazione del testo10. Nei codici anteriori al Trecento o inquelli Quattrocenteschi, invece, lattribuzione inequivocabile e pres-soch costante: Incipit Sompniale Danielis profete q(uod) fecit in Ba-bilonia civitate Nabuchada[no]sore Regi plurib(u)s civibus et o(m)nipopulo tradebat sompnia q(uae) solvere ip(s)e Daniel [] si legge,per esempio, nella versione contenuta nel cod. Laurenziano Ash-burnham 1724, datato 1455, c. 110r. Grazie alla stessa struttura conlindicizzazione dei simboli in ordine alfabetico seguiti da una conci-

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    8 Per la trascrizione di questo poemetto si veda: R. BENEDETTI, Un inedito frammen-to della Pietosa fonte di Zenone da Pistoia, in La cultura volgare padovana nellet del Pe-trarca, Atti del Convegno di Monselice-Padova (7-8 maggio 2004), a cura di F. Brugnoloe Z.L. Verlato, Padova, Il Poligrafo, 2006, pp. 477-485.

    9 Sono trascrizioni cio ispirate a una libert e guidate da un intervento di gustopersonali assolutamente ignoto ai copisti di professione o ai letterati di stretta osservan-za. V. BRANCA, Tradizione, cit., p. 199. Questo passaggio citato anche in: M. CURSI,Un copista-letterato, cit. p. 90.

    10 Le pratiche divinatorie vengono viste con sospetto dalla Chiesa e loniromanziabandita alla fine del XII secolo nel Decretum Gratiani che ritiene il Libro dei sogni di Da-niele non attribuibile al profeta perch falso in Danielis nomine intitulata (Parte IV,Causa XVI). Anche il Concilio di Treviri nel 1310 proibisce ogni forma di divinazione enel 1326 il papa Giovanni XXII con la bolla Super illius specula bandisce con scomunicaanche il solo possedere libri di argomento mantico. Alla met del secolo la proibizione ditutte le pratiche divinatorie viene reiterata da Agostino dAncona con il Tractatus contradivinatores et sompniatores nel quale, come suggerisce il titolo, c il rifiuto totale di ogniforma divinatoria. A questo proposito si veda M. SEMERARO, Il Libro dei sogni di Danie-le. Storia di un testo proibito nel Medioevo, Roma, Viella, 2002.

  • sa spiegazione, non si ha dubbio che il libro dei sogni presente nelcod. Vaticano Rossiano 947 sia il Somniale Danielis, vale a dire il Li-bro dei sogni di Daniele11.

    Composto in greco intorno al IV-V sec. d.C. e tradotto in latinonel VII, in arabo nel IX e nelle lingue volgari europee e mediorienta-li a partire dallXI sec., questo manuale ha avuto una circolazione ma-noscritta e a stampa imponente, stato utilizzato come base delle in-terpretazioni nella Smorfia napoletana e rimane il modello per lingen-te quantit di libri dei sogni che vengono pubblicati ancora oggi12. Inquesto manuale i simboli onirici, ai quali segue una breve valutazio-ne del contenuto, sono disposti in ordine alfabetico. Pur seguendouno schema fisso in cui si ritrovano spesso delle interpretazioni simi-li, ogni esemplare varia a seconda del luogo e dellepoca di composi-zione, costituendo di volta in volta il testimone di una particolare tra-dizione e superstizione popolare13.

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    11 Roberto Benedetti ha definito questo testo: una tavola dei sogni, elenco parzia-le in ordine alfabetico di voci con il relativo significato simbolico, secondo la tipologia delLibro dei sogni di Daniele,. R. BENEDETTI, Un inedito frammento, cit., p. 484, n. 11; ri-preso e confermato poi da M. CURSI, Il Decameron: scritture, scriventi, lettori, cit.,p. 54.

    12 Il Libro dei sogni di Daniele stato tradotto tra il IX e il XV sec. dal greco e dallatino in: arabo, aramaico, armeno, copto, ebraico, francese, inglese, irlandese, islandese,italiano, persiano, siriaco, tedesco e turco. da notare che ogni versione del Somniale ri-porta varianti motivate dalla cultura del luogo di composizione e dallepoca in cui sta-to compilato. Per fare un esempio della sua continuit nei secoli: fine XIII sec.: Arbo-rem videre: gaudium singnificat; 1850: Albero vedere: significa allegrezza; 2014: Al-bero = 73, con frutti: fortuna. Per la tradizione manoscritta e a stampa del Somniale Da-nielis si veda: L.T. MARTIN, Somniale Danielis: An Edition of a Medieval Latin DreamInterpretation Handbook, Bern-Frankfurt am Main, Lang, 1981; S.R. FISCHER, The Com-plete Medieval Dreambook: a Multilingual, Alphabetical Somnia Danielis Collation, Bern-Frankfurt am Main, Lang, 1982; M. SEMERARO, Il Libro dei sogni di Daniele, cit.; L.DI TOMMASO, The Book of Daniel and the Apocryphal Daniel Literature, Leiden-Boston,Brill, 2005; L.S. CHARDONNENS, Anglo-Saxon Prognostics, 900-1100. Study and Texts, Lei-den-Boston, Brill, 2007; S.M. OBERHELMAN, Dreambooks in Byzantium. Six Oneirocriticain Translation, with Commentary and Introduction, London, Ashgate, 2008; R.M. LIUZZA,Anglo-Saxon Prognostics. An Edition and Translation of Texts from London, British Library,MS Cotton Tiberius A.iii, Cambridge, D.S. Brewer, 2011.

    13 interessante la definizione che ne d Fischer: A Monument of Medieval Litera-ture: A Somnia Danielis serves in its own right as a prime example of the tertiary literatureof the Middle Ages; it is not merely a list of topoi, but a creative expression of a people andan age. [] the dreambook not uncommonly assumes the role of a versified tutor display-ing many similarities with the didactic and secular literature from which it has adopted itsrhetoric and meter. S.R. FISCHER, The Complete Medieval Dreambook, cit., p. 9.

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    14 C. GRIFFANTE, Il trattato De curru carrariensi di Francesco De Caronellis, Vene-zia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1983. Questopera viene anche intitolataSopnium morale, e questo linizio: Incipit sopnium seu visio sopnii currus magnifici ka-rariensis in quo traditur modus describendi et figurandi ipsum currum moraliter, p. 64.Sulle notizie biografiche della famiglia Caronelli si veda la voce Caronelli (Caronello, deCaronelli, de Caronetis, de Coneclano, de Corneclano, de Corneclario, de Cornedano)Francesco, a cura di F. TRONCARELLI, Dizionario biografico degli italiani, Roma, IstitutodellEnciclopedia Italiana, vol. XX, 1977, pp. 535-536; R. BINOTTO, Personaggi illustri del-la Marca Trevigiana. Dizionario bio-bibliografico dalle origini al 1996, Treviso, Fondazio-ne Cassamarca, 1996, pp. 148-149.

    La scelta di un titolo generico come Significacione dei sompnij, inosservanza alla censura ecclesiastica, non esclude il fatto che Dome-nico Caronelli fosse a conoscenza delle teorie onirocritiche. Il padreFrancesco fu autore di opere di carattere allegorico basate su sogni evisioni. Il De curru carrariensi, composto a Padova nel 1376, narra diun sogno sul modello allegorico dantesco della processione del carrotrionfale della Chiesa allalbero di Adamo, presente nei canti edenicidel Purgatorio. Lo stemma della famiglia dei Da Carrara, un carro ap-punto, si triplica e ognuno viene guidato da una coppia formata da unmaestro e un discepolo, Elia ed Eliseo, San Francesco e SantAntonio,o da padre e figlio come nel caso di Francesco da Carrara il Vecchioe Francesco Novello, sul modello del Somnium Scipionis in cui lavosi manifesta in visione profetizzando il futuro dellEmiliano e di Ro-ma. Lautore, per comprendere lintricata scena, viene guidato daSan Girolamo che gli spiega come la simbologia cristiana sia racchiu-sa in ogni elemento della visione14. In unaltra opera di Francesco Ca-ronelli, intitolata Sompnium pauperis in sermone del 1405 e andataperduta, la visione invece espediente per dare informazioni sullapredicazione francescana.

    Il figlio Domenico, copista del cod. Rossiano 947, si forma inquesto contesto interessato alle teorie onirocritiche, le stesse usate da-gli autori delle opere che troviamo accostate al manuale, come succe-de anche per Boccaccio. Il Corbaccio e lAmorosa visione sono, comeil Roman de la rose e poi la Divina Commedia, opere in visione, men-tre altri testi boccacciani come il Trattatello in lode di Dante, lElegiadi madonna Fiammetta, il Filostrato e la Comedia delle ninfe fiorenti-ne, contengono sogni che rispettano le categorie onirocritiche rese ce-lebri durante il Medioevo dal commento al Somnium Scipionis redat-to da Macrobio nel quale si discutono le teorie di Artemidoro di Dal-

  • di. Nelle Genealogie deorum gentilium Boccaccio commenta a sua vol-ta le cinque categorie macrobiane secondo le diverse specie di sogno,poste in ordine verticale che vanno dai sogni insignificanti, causaticio da alterazioni fisiche, a quelli premonitori e divini. Seguendo leparole di Boccaccio a loro volta ispirate da Macrobio, abbiamo ilfantasma, un sogno in dormiveglia nel quale appaiono figure terrifi-canti e forze della natura come, per esempio, venti e mareggiate. Diquesta categoria fanno parte anche gli incubi, mentre linsomnium provocato da una premonizione affettiva, rivela le aspettative del so-gnante ma attraverso visioni fatue, ingannevoli proprio perch pro-vengono da desideri interni al soggetto e non hanno una qualit pre-monitrice. Il somnium la categoria pi usata in letteratura, come daBoccaccio, nella quale si vedono cose vere, ma sotto una parvenzasimbolica che richiede uninterpretazione per essere compresa. La-quarta categoria la visio che si manifesta chiaramente senza lascia-re dubbi sul messaggio profetico in essa contenuto. Infine, al gradopi alto, si trova loraculum, una visione che ha luogo in uno stato am-biguo tra sonno e veglia in cui un personaggio importante rivela il fu-turo sul modello dello stesso Somnium Scipionis.

    Harum prima vocatur phantasma, [] dum se incipit somnus immictere, existiman-tibus nobis adhuc vigilare, affertque hec horribiles visu formas []. Secunda insom-nium nuncupatur a premeditatione causatum []. Verum quoniam ex affectioneprocedunt, una cum somno in auras evanescunt []. Somnium species tercia appel-latur, per quod placet Macrobio certa somniari, sed sub velamine []. Quarta verospecies visio nominatur, nullas pre se ferens ambages, quin imo quod futurum est li-quida patefactione demonstrat []. Quinta et ultima somniorum species oraculumveteres vocavere, quod Macrobius esse vult, dum sopiti parentes maioresque nostros,gravem hominem aut pontificem, seu ipsum deum [] cernimus15.

    Nel De casibus per rinforzare le previsioni visionarie di Astiage e di

    169il decameron e il libro dei sogni di daniele

    15G. BOCCACCIO, Genealogie deorum gentilium, a cura di V. Zaccaria, in Tutte le ope-re, a cura di V. Branca, Milano, Mondadori, 1998, voll. 7-8, t. I, XXXI, 6-14, pp. 164-168.Questo il passo originale di Macrobio commentato da Boccaccio: Omnium quae uide-re sibi dormientes uidentur quinque sunt principales et diuersitates et nomina. Aut enimest secundum Graecos quod Latini somnium uocant, aut est quod uisio rec-te appellatur, aut est quod oraculum nuncupatur, aut est quod in-somnium dicitur, aut est quod Cicero quotiens opus hoc nomine fuit uisium uo-cauit. A.T. MACROBIO, Commento al Sogno di Scipione, a cura di M. Neri, Milano, Bom-piani, 2007, I, 3. 2, p. 246.

  • 170 valerio cappozzo

    16 Quid precor horum maiori cum admiratione spectabimus: an maximam etfere immutabilem fati oportunitatem an certissimam aliquando somniorum demostratio-nem? [] Nolim tamen ob hoc arbitraretur quisquam, etsi sepe corpus somno detinea-tur immobile, animam semper sua divinitate frui, cum divini muneris illud sit quando con-tingit. G. BOCCACCIO, De casibus virorum illustrium, a cura di P.G. Ricci e V. Zaccaria,in Tutte le opere, a cura di V. Branca, Milano, Mondadori, vol. 9, 1983, II, XVIII, 1, 10,pp. 174, 176. Il capitolo si conclude poi con una considerazione sulla ambiguit dei so-gni e sullimportanza dellinterpretazione personale se operata con unattenta valutazio-ne: Variis quippe et plurimis agentibus causis per ambages frequenter deducitur: etideo, si quando visis fides integra adhibenda sit, non tamen eisdem semper credendumest; sed, ut in ceteris, inter spernendum credendumque discretione previa discernendumest, ut non negligamus quod ad salutem ostenditur, et e converso ab innocuis non turbe-mur, ivi, 11, p. 176.

    17 Ivi, 9-10, pp. 174-176. Per il libro dei sogni di Giuseppe, Somniale Joseph, si ve-da L. THORNDIKE, A History of Magic and Experimental Science, New York, ColumbiaUniversity Press, vol. II, 1943, pp. 293-297; S.F. KRUGER, Dreaming, cit., pp. 9-13; S.L. CHARDONNENS,Mantic Alphabets in Medieval Western Manuscripts and Early PrintedBooks, in Modern Philology, a. CX, vol. III, 2013, pp. 340-366.

    Ciro, Boccaccio passa in rassegna i sogni premonitori e divinatori dipersonaggi illustri portati a esempio della veridicit delle categorieonirocritiche16. Si citano il sogno di Simonide che come Lisabetta daMessina dialoga con un morto che fornisce indicazioni certe, e in quelcaso lo persuade a non partire per evitare la morte sicura; quello diGaio Cesare che specularmente al caso di Talano dImola dove in-vece la moglie a essere incredula e a essere quindi poi aggredita da unlupo cade nelle mani dei congiurati per non aver creduto al sognodella moglie Calpurnia. Seguono poi quelli di Augusto e di Artorio av-vertiti della sorte futura. Per confermare la veridicit dei sogni Boc-caccio non cita solo quelli pagani, ma anche quelli pi illustri dellaBibbia: il sogno del faraone dEgitto spiegato da Giuseppe e quello diNabucodonosor interpretato dal profeta Daniele17. Daniele e Giusep-pe sono i profeti che loniromanzia usa come autorit per i manualidi interpretazione ma, come abbiamo visto, tra i due profeti Danie-le quello che sar scelto dalla tradizione manoscritta come autore diriferimento.

    La scelta di Domenico Caronelli di inserire nel cod. Rossiano 947il Libro dei sogni di Daniele, rientra dunque in un quadro culturaleanalogo a quello utilizzato dallo stesso Boccaccio che similmente aOmero, Virgilio, Dante, Cecco dAscoli e Pucci, si trova a dare ai so-gni letterari una valenza simbolica rilevante. A livello editoriale las-sociazione di sogni e letteratura ha lo scopo di aiutare il lettore a in-

  • terpretare parti enigmatiche del testo, esercitandone labilit interpre-tativa che propedeutica alla comprensione dellintera narrazione. Ciserviremo allora del Libro dei sogni di Daniele presente nel cod. Ros-siano 947 e nelle altre miscellanee trecentesche citate, per analizzarebrevemente i sogni appartenenti alla categoria del somnium e della vi-sio presenti nel Decameron.

    In realt in questopera sono presenti anche due oracola e un in-somnium: la visione in stato di veglia di Nastagio degli Onesti (quin-ta giornata, ottava novella), lapparizione di Tingoccio allamicoMeuccio (settima giornata, decima novella), e linsomnium di Pinuc-cio (nona giornata, sesta novella) dove il sogno viene inventato pergiustificare la sua cattiva condotta provocata dal bere eccessivo, quin-di sogno falso anche perch generato da alterazioni fisiche. I quattrosogni veri e propri corrispondono invece il primo alla categoria del-la visio: sogno premonitore e manifesto attraverso un intermediario,lamante defunto di Lisabetta, e gli altri tre alla categoria del som-nium, sogni veri ma espressi attraverso dei simboli velati che richie-dono uninterpretazione per essere compresi.

    Nella quarta giornata si ragiona di coloro li cui amori ebbero in-felice fine e le ragioni sono diverse. Nella novella di Lisabetta la cau-sa dellinfelicit data dal contrasto con i fratelli che tengono alla re-putazione della famiglia tanto da reprimere il suo amore per Loren-zo, un loro aiutante. Il sogno della donna, nel quale appare lamantedefunto, ne anticipa la trama e la conclusione negativa per il fatto chechol morto favellare lite significa, secondo il Libro dei sogni di Da-niele, lite col significato di controversia, quella che caratterizza la di-sputa di Lisabetta con i fratelli18.

    Nella novella successiva ci sono i due sogni di Andreuola e di Ga-briotto, entrambi anticipatori della morte di lui19. La visione di An-

    171il decameron e il libro dei sogni di daniele

    18 Anche per il cod. Martelli 12: Mortuum qualecumque videre litem significat;in volgare: Morto chomanche se vedere lite significa. Sempre a proposito della varia-bilit dei simboli contenuti nei diversi testimoni, il cod. Ashburnham 1724, pi tardo ri-spetto al Rossiano 947 e ancor di pi al Martelli 12, riporta uninterpretazione completa-mente differente e opposta: Mortuum videre certum gaudium significat.

    19 Su questo sogno si veda: B. JONES, Dreams and Ideology: Dec. IV, 6, in Studisul Boccaccio, X, 1977, pp. 149-161; S. CARRAI, Il sogno di Gabriotto (Decameron IV6), in Studi vari di lingua e letteratura italiana in onore di Giuseppe Velli, Milano, Cisalpi-no, vol. I, 2000, pp. 179-185; G. CINGOLANI, Una cosa oscura e terribile: Boccaccio, De-cameron, IV, 6, in Sogno e racconto: archetipi e funzioni, Atti del convegno di Macerata (7-

  • dreuola oscura e assai vaga, ma serve per preparare quella di Ga-briotto che invece si presenta in forma enigmatica ma chiara nel suosignificato. La donna vede unentit mostruosa uscire dal corpo del-lamato che lo porta con s negli inferi, mentre a lui appare una ca-vriuola alla quale si affeziona e una veltra che si getta su di lui permangiargli il cuore. Appena finiscono luno di raccontare il propriosogno allaltro, Gabriotto muore come effettivamente i due sogniavevano preannunciato. Difatti capra vedere significa spaamento,con il significato etimologico di essere tolti di mezzo, e chane vede-re di nimici morte significa20. Anche in questa novella il tema dellamorte sulla quale incentrata, annunciato in sogno e reso compren-sibile una volta che si ha la chiave per interpretarne i simboli.

    Lo stesso accade nel quarto sogno, quello di Talano dImola chevede un lupo aggredire la moglie21. Il tema la miscredenza che in-ganna Margherita la quale, non credendo alle parole del marito e alracconto del suo sogno, esce di casa noncurante venendo effettiva-mente attaccata come un piccolo agnelletto da un lupo che la sfi-gura. Daltronde avederssi prender da lupo significa tratamentodinganno, e quello in cui lei cade causato dalla sua incredulit per

    172 valerio cappozzo

    9 maggio 2002), a cura di G. Cingolani e M. Riccini, Firenze, Le Monnier, 2003, pp. 70-83; S. MARCHESI, Stratigrafie decameroniane, Firenze, Leo S. Olschki, 2004, pp. 97-104.

    20 La cavriuola propriamente la capriola, usata in altri luoghi del Decameroncon questo significato (nella seconda Giornata, sesta Novella in cui Madonna Beritolaadottando e allattando due cavriuoli diventa essa stessa cavriuola). Il termine ca-pra ricorre solamente due volte nel testo (nella seconda Giornata, decima Novella e nel-lottava Giornata, nona Novella con il significato di cavalcare la capra, cio ingannarsi;mentre il plurale capre usato anchesso in due ricorrenze ma in momenti puramen-te descrittivi, nellIntroduzione alla prima Giornata). In nessun Somniale volgare o lati-no compare il capriolo o la capriola come non compare nei bestiari medievali, mentrecompare spesso la capra e il caprone. Derivando il termine capriolo da capreolus, pro-veniente a sua volta da caper, capra, capro e capra, con derivazione da caprea, capro sel-vatico, probabile che a tale animale si faccia un riferimento generico nel Libro dei so-gni, significato del quale spiega comunque bene il sogno di Gabriotto. In varie opere delciclo arturiano alla capriola si associa anche il cervo bianco, a tale proposito si veda S.CIGADA, La leggenda del Cervo Bianco e le origini della matire de Bretagne, Atti del-lAccademia Nazionale dei Lincei: Memorie, Classe di scienze morali, storiche e filolo-giche, s.VIII, fasc. I, Roma, Accademia nazionale dei Lincei, vol. XII, 1965. Si consulti-no le pp. 65-67 per il mito in una visione dinsieme; e le pp. 90-92 per una lettura del sim-bolo sognato da Gabriotto.

    21 Su questo sogno si veda: F.P. BOTTI, A proposito del sogno di Talano (Decameron,IX 7), in Intersezioni, a. XXXII, vol. II, 2012, pp. 173-187.

  • il fatto di non aver voluto dar fede al sogno premonitore del marito22.In ultima analisi, il Libro dei sogni di Daniele che conclude il cod.

    Rossiano 947, ha unutilit per il lettore che se ne pu servire per ca-pire gli episodi onirici, ma ha anche e soprattutto una funzione rivol-ta a un pi generale esercizio interpretativo dei simboli e delle imma-gini quotidiane o leggendarie presenti nel testo. Nel momento in cuila letteratura laica ha raggiunto il proposito di essere comprensibileai pi attraverso luso del volgare e di tematiche comuni, la scelta edi-toriale di Domenico Caronelli di annettere il libro dei sogni a conclu-sione del codice, risponde allesigenza sentita dal copista e dal suo am-biente culturale di fornire al lettore uno strumento utile che serva dastimolo allinterpretazione personale dellintero Decameron.

    173il decameron e il libro dei sogni di daniele

    22 La versione latina del cod. Martelli 12 riporta: A lupo se appr(e)hender(e) vel te-nere ab inimico apponi significat, mentre la versione in volgare: Dal lupo e(ss)e(re) pre-so dal nimico e(ss)e(re) t(r)ovato S[ignifica]. Il cod. Tempi 2 presenta due interpretazio-ni contrastanti: Volpe o lupo vedere buone novelle (et) buon messo sig(nifica) e Ve-dersi pigl[i]are a lupo trattato di tuoi nemici sig(nifica).

  • APPENDICETrascrizione della c. 148v del cod. Vaticano Rossiano 947, gi XI 97.

    Il testo del Libro dei sogni mutilo ed composto di 87 voci che vanno dalla letteraA a met della lettera C. Considerando che per sole tre lettere si hanno 87 sogni, pos-siamo congetturare che lintero Somniale doveva contenerne allincirca 300, costi-tuendo insieme al cod. Laurenziano Martelli 12, che ne contiene 272, il pi articola-to manuale dinterpretazione in volgare italiano del Trecento fin ora conosciuto.La c. 148v riporta sul margine superiore il titolo rubricato preceduto dallinvocazio-ne Ye(s)us, e dai numeri 16126 20, a sinistra e 2 195 a destra, probabilmente dueantiche segnature.Lapparato critico presente nelle note a pi di pagina costituito dalle varianti con-tenute negli altri due mss. trecenteschi che contengono il Libro dei sogni di Danielein volgare, il cod. Martelli 12 (M12) e il cod. Tempi 2 (T2). Ledizione che segue diplomatico-interpretativa per cui gli interventi sono stati li-mitati al minimo: ho introdotto la separazione delle parole, sciolto le abbreviazionianche senza indicazioni visibili (tranne in casi dubbi), inserito le lacune tra parente-si quadre, aggiunto gli accenti e gli apostrofi, e disciplinato luso delle maiuscole edelle minuscole.

    Ye(s)usSignificacione dei sompnij

    (col. A)Arbori salire significa honoreArbori sechi vedere s(ignifica) i(n)gano23

    Anello tuor significa segurt24

    Auro veder s(ignifica) guadagno25

    Ave veder s(ignifica) guadagnoAceto bevere s(ignifica) infirmit26

    Arostire o ma(n)ar carne s(ignifica) dampnoAgnello veder passere27 s(ignifica) guagagno28

    Altare vedere o sacrificare s(ignifica) dampno29

    Archo tirare s(ignifica) honore30

    174 valerio cappozzo

    23M12: Albero secco vedere inghanno di facto s(ignifica). 24M12: Anelli tore danno s(ignifica).25 T2: Oro vedere o tocchare invidia sig(nifica).26 M12: Aceto o asentio bere molestia s(ignifica); T2: Assenzio vedere solicitu-

    dine [significa].27 Invece di pascere.28M12: Angnello pascere o dormire vedere ghuadagnio s(ignifica).29M12: Altare fare danno s(ignifica)..30M12: Arco veder tendere honore [significa].

  • Arbori v(er)di vedere s(ignifica) alegreaAquille penute vedere s(ignifica) discordiaAnsciet (et) angosci[a] vedersi s(ignifica) honoreArdente fuocho vedere s(ignifica) mutame(n)to31

    Anguille tochar s(ignifica) fatigoso t(em)po32

    Armato vederssi s(ignifica)33 faticha34

    Alguna cossa vederssi tuor al imperador s(ignifica) alegreaArbori vedere tagliare s(ignifica) soo dampno35

    Altare fare s(ignifica) alegrea36

    Avederssi p(re)nder al orsso s(ignifica) guadagno37

    Avederssi p(re)nder da lupo s(ignifica) tratam(en)to di(n)ga(n)o38

    Avedere poppe piene s(ignifica) bene39

    Aquille vederssi i(n)trar i(n) caxa s(ignifica) dampnoAquille salirsse sopra el capo s(ignifica) i(n)firmit40

    Arare vedere s(ignifica) fatichaArati luogi i(n)trare s(ignifica) buom tempo

    Biade colgiere s(ignifica) alegrea41

    Beuere i(n) coppa o i(n) scudella s(ignifica) solicitudine42

    Beuere i(n) calice s(ignifica) i(n)fermitade43

    Biancho vestime(n)to vederssi s(ignifica) alegrea44

    Barba granda vederssi s(ignifica) dampno45

    175il decameron e il libro dei sogni di daniele

    31M12: Fuocho vedere schognosce(n)a s(ignifica).32M12: Anghuilla vedere o trassinare fatichoso tempo s(ignifica); T2: Anguilla

    vedere et tocchare travalgl[i]o di tempo.33 La s coperta da una macchia dello stesso inchiostro nero del testo.34 T2: Vedersi armato fatica i(n) casa tua sig(nifica).35 T2: Arbore vedere talgl[i]are dan(n)o singnifica. 36 M12: Altare fare danno s(ignifica); T2: Altare di nuovo hedificare nuovo sa-

    cerdoto37M12: Dallorsa e(ss)e(re) preso dan(n)o s(ignifica); T2: Vedersi pigliare alor-

    so guadangno sing(nifica).38 M12: Dal lupo e(ss)e(re) preso dal nimico e(ss)e(re) t(r)ovato s(ignifica); T2:

    Vedersi pigliare a lupo trattato di tuoi nemici sig(nifica).39M12: Poppe vedersi piene guadagno s(ignifica). 40 T2: Aquila vedersi sopra capo infermit.41M12: Biada veder coglie(re) allegrea s(ignifica); T2: Biade colgliere o veder

    colglere allegrezza i(n) te o in(n) amici.42 T2: Bere in coppa o in pentola solicitudine sig(nifica). 43M12: In calice bere infermit s(ignifica).44 M12: Biancha roba vestire solicitudine s(ignifica); T2: Bianco vedersi onore

    sig(nifica).45M12: Barba vedersi gra(n) morte s(ignifica) e Barba grande avere morte s(igni-

    fica); T2: Barba vedere grande lungha et singnifica e Vederti magior barba cheno(n) ai pegiorame(n)to a te sig(nifica).

  • Barbuta farssi s(ignifica) p(er)icol de vita46

    Bagno lavarssi s(ignifica) faticha47

    Bordoni vedere s(ignifica) ingano48

    Barba canuta vederssi s(ignifica) inganoBrae soe vederssi s(ignifica) amistadeBoui vedere sedere s(ignifica) i(n)imistadeBataglia fugire s(ignifica) lite49

    Brache vedere s(ignifica) complim(en)to de fatoBataglie vedere s(ignifica) honore(col. B)Braa velate vedere s(ignifica) acrescime(n)to di vitaBuoy andare p(er) lino s(ignifica) mal (et) no(n) benBuoy arare50 vedere s(ignifica) guadagno51

    Barba tonderssi s(ignifica) dampnoBestie tolere s(ignifica) pace52

    Buoy iacere s(ignifica) carestiaBuoy grassi passere vedere s(ignifica) guadagno53

    Buoy corere vedere s(ignifica) alegrea54

    Buoy combatere vedere s(ignifica) impao55

    Bestie parlare s(ignifica) grave faticha56

    Bindare vederssi s(ignifica) alegreaBastadarsi vedersi s(ignifica) guadagnoBiaue vedere tagliare s(ignifica) fatichaBiaue i(n) ara batere s(ignifica) i(n)fermitBaxo dare s(ignifica) dampnoBechi vedere s(ignifica) spacamento57

    176 valerio cappozzo

    46M12: Barba farsi vedere morte s(ignifica); T2: Vedersi divellere la barba mol-te cose co(n)trarie sig(nifica).

    47M12: Bagnio fabbrichare o i(n) esso la[va]rsi a[n]ghoscia s(ignifica).48 T2: Bordone vedere inghannamento sig(nifica).49 T2: Battalgl[i]a o gente fuggire lite sig(nifica).50 Tra le due parole c una lettera depennata. 51 T2: Buoi aranti vedere guadangno sig(nifica).52 M12: Bestie domar vedere pace s(ignifica); T2: Bestia domare pace sig(nifi-

    ca).53M12: Buoi grassi pascere vedere ghuadagnio s(ignifica); T2: Buoi grassi veder

    pascere buonte(m)po spera e Buoi mangiare o bere: male sig(nifica) e Buoi veder pa-scere bene sig(nifica).

    54 T2: Buoi veder correre allegrezza sig(nifica).55M12: Bui (com)bater vedere anghoscia s(ignifica); T2: Buoi co(m)battere al-

    legrezza sig(nifica).56M12: Bestia p(ar)lante vedere molestia s(ignifica); T2: Bestia parlare molestia

    sig(nifica) e Bestia quattro pi parlare fuga di nemici sig(nifica).57 T2: Becchi (et) montoni vedere abbondanzia sig(nifica).

  • 177il decameron e il libro dei sogni di daniele

    58 Della u rimane solo il primo tratto verticale a causa di un piccolo buco nella car-ta che interessa solo questa lettera.

    59M12: Cavaliere vedersi allegrea s(ignifica).60M12: Corere s vedere veloce lite s(ignifica) e Corere s vedere i(m)pacciamen-

    to s(ignifica).61M12: Correre vedersi no(n) potere infirmit s(ignifica); T2: Volere correre (et)

    no(n) potere inpedimento sig(nifica).62M12: Il capo p(er)dere morte della amico s(ignifica).63M12: Chon putana iacere secu(r)it s(ignifica).64 M12: Cholla moglie sua iacere danno s(ignifica); T2: Cholla molgle giacere

    dan(n)o sig(nifica).65M12: Cho maschio iacere maraviglia s(ignifica); T2: Co maschio giacere tra-

    schorrimento sig(nifica).66M12: Chon alchuna bestia iace(re) morte s(ignifica).67 T2: Con grande (et) potente parlare sicurt sig(nifica).68M12: Carte leggere messo t(ri)sto s(ignifica).69M12: Chon philosafo p(ar)lare mo(r)te s(ignifica).70M12: Cielo fochoso vedere alchuna cosa rea s(ignifica).71M12: Cholla serochia sua iacere danno s(ignifica).72M12: Cholla moglie altrui iacere danno s(ignifica); T2: Con femina altrui gia-

    cere guadangno sig(nifica).73M12: Corona fare vedere lite s(ignifica).

    Cauali58 arare s(ignifica) i(n)firmitCaualieri vedere s(ignifica) alegrea59

    Cerui vedere s(ignifica) lite Corere vedere s(ignifica) i(m)pedime(n)to60

    Ciechi vedere s(ignifica) alegreaCorere volere (et) no(n) podere s(ignifica) impedimento61

    Capo suo p(er)dere s(ignifica) morte damicho62

    Con putana iacere s(ignifica) sicuritade63

    Con sua moglie giacere s(ignifica) dampno64

    Con maschio giacere s(ignifica) corompimento65

    Con bestia giacere s(ignifica) infermitade66

    Ceruo vedere s(ignifica) messo fidatoCun grande homo p(ar)lare s(ignifica) guadagno67

    Carte legiere s(ignifica) messo da loni68

    Cun filox(o)pho p(ar)lare s(ignifica) alegrea69

    Ciello i(n)fiamato vedere s(ignifica) non bene70

    Cun soa sorella giacere s(ignifica) dampno71

    Cun molglie daltrui giacere s(ignifica) guadagno72

    Corere vedere s(ignifica) leticiaCoronarssi vedere s(ignifica) guadagnoCorona fare s(ignifica) lite73

    Cedroni vedere s(ignifica) sigurt

  • Con lo imp(er)adore p(ar)lare s(ignifica) alegrea74

    Codigo o altro libro legiere s(ignifica) letiia75

    Ciechi vedere mangiare s(ignifica) i(n)fermitColombi vedere volare s(ignifica) arguaiti76

    Corbo bechare vedere s(ignifica) co(n)uertimento del co(r)po77

    Corbo stare sopra p(er)sona s(ignifica) p(er)icollo78

    Capra vedere s(ignifica) spaamentoCaxa sua vedere hornata s(ignifica) i(n)fermit i(n) essaCaxa sua spaare vedere s(ignifica) p(er)icolo de vita79

    VALERIO CAPPOZZO

    178 valerio cappozzo

    74M12: Chon imp(er)adore o cho(n)te favella(r)e b(e)n(e) s(ignifica).75M12: Chodicho legge(re) vedere messo bu(on)o s(ignifica).76 Sta per agguati, cfr. M. CURSI, Un copista-letterato, cit., p. 122 n. 81. M12:

    Cholo(m)be volanti vede(re) apostame(n)to s(ignifica).77 Voce dal significato poco chiaro che non trova riscontro in altri codici.78 M12: Chorbi in su la carne sedere nocimento di diavolo sopra lu[o]mo eser

    s(ignifica).79M12: Chasa sua cad(e)re ved(e)re p(er)icolo s(ignifica).

  • TAVOLE

  • VALERIO CAPPOZZO

    TAV. I - Citt del Vaticano, Biblioteca Apostolica Vaticana, cod. Rossiano 947, c. 148v.

  • FINITO DI STAMPARE

    NEL MESE DI DICEMBRE 2014

    PER CONTO DELLA

    CASA EDITRICE LE LETTERE

    DALLA TIPOGRAFIA ABC

    SESTO F.NO - FIRENZE