capitolo 10 - un tragico errore

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295 Capitolo 10 Un tragico errore uella mattina, Harry si svegliò con una vaga sensazione di disagio che gli percor- reva tutto il corpo. Nel tentativo di capire di cosa si trattasse, cercò gli occhiali sul comodino e se li infilò, sbadi- gliando assonnato. Gli ci volle un po' per mettere a fuoco la sce- na che gli si presentava davanti e, quando si re- se conto di avere il viso di Ginny a pochi cen- timetri dalla faccia, arrossì e si tirò le lenzuola fino al collo, dato che indossava solamente un paio di boxer. « Scusami se ti ho svegliato » sussurrò lei, con un dolce sorriso stampato sul viso. « Buongiorno » rispose lui sottovoce, mentre allungava una mano per prendere una T-shirt dal cesto dei panni posto accanto al letto « Co- sa ci fai qui? » Q

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capitolo 10 un tragico errore

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Capitolo 10

Un tragico errore

uella mattina, Harry si svegliò con una vaga sensazione di disagio che gli percor-reva tutto il corpo.

Nel tentativo di capire di cosa si trattasse, cercò gli occhiali sul comodino e se li infilò, sbadi-gliando assonnato. Gli ci volle un po' per mettere a fuoco la sce-na che gli si presentava davanti e, quando si re-se conto di avere il viso di Ginny a pochi cen-timetri dalla faccia, arrossì e si tirò le lenzuola fino al collo, dato che indossava solamente un paio di boxer. « Scusami se ti ho svegliato » sussurrò lei, con un dolce sorriso stampato sul viso. « Buongiorno » rispose lui sottovoce, mentre allungava una mano per prendere una T-shirt dal cesto dei panni posto accanto al letto « Co-sa ci fai qui? »

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« Oggi è il mio compleanno! » sbottò lei, con una finta espressione arrabbiata « Per festeg-giarlo volevo un regalo importante: vedere per prima la persona che amo » Detto questo, si sedette accanto a lui e gli diede un lieve bacio sulle labbra. Lui ricambiò con trasporto, poi si allontanò come se avesse preso la scossa. Se a Ginny era dispiaciuto quell'atto improv-viso, non lo diede a vedere. « Posso darti ora il tuo regalo? » chiese Harry, alzandosi per infilarsi i pantaloni. Senza aspettare una risposta, aprì l'armadio e ne estrasse un pacchetto rosa. Si voltò e glielo porse con un sorriso. Lei lo afferrò velocemen-te e se lo rigirò fra le mani; era visibilmente compiaciuta. « Spero ti piaccia » Harry cercò di rompere l'attesa « Ci ho messo parecchi giorni a trovare qualcosa di speciale per il tuo diciassettesimo compleanno... Non sei un obiettivo facile » Le fece l'occhiolino, e lei scoppiò in una risati-na argentina.

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Dopo qualche istante, però, sciolse il nastro che legava la piccola scatola e ne sollevò il coper-chio; ciò che vide all'interno le fece luccicare gli occhi. « Grazie! E' bellissima! » Ginny sollevò tra le dita una sottile catena dorata alla quale era appesa una gemma ovale, che al contatto con la sua mano brillò di uno sfavillante color zaffiro, spargendo luccichii ovunque per la camera di Percy. Poi, notò che sul fondo della scatolina c'era un foglietto ri-piegato. Lo aprì e lesse: Auguri di cuore per i tuoi 17 anni! Sei la cosa più bella che mi sia capitata.

Harry A quel punto, gli buttò le braccia al collo, ba-ciandolo velocemente su ogni centimetro del viso. Harry, questa volta, non si tirò indietro; sentiva il sangue ribollire nelle vene, ma non riusciva a staccarsi da lei. Avrebbe continuato

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per ore a baciarla in quel modo, senza sentirsi mai sazio abbastanza. Poi, qualcosa li interruppe: la Pietra che Ginny teneva appesa al collo si accese di un rosso brillante. « Ferma! » le intimò Harry, sciogliendosi dal suo abbraccio. Ginny rimase sorpresa da quel cambiamento così repentino, ma ubbidì. Ebbero appena il tempo di ricomporsi, quan-do la porta della camera si aprì sbattendo con-tro il muro. Ron era apparso sulla soglia tutto affannato, ma alla vista della sorella era rima-sto interdetto sulla porta, senza riuscire a muo-versi. « Ciao Ron » Harry ruppe l'imbarazzante si-lenzio dopo pochi secondi di sguardi incerti. « Ero... ero venuto a dirti che è appena arri-vato Leo » disse lui, con il tono ancora affanna-to « Con la lettera di risposta di Kingsley, sai. Dice che verrà alla cena di stasera, ma che farà un po' tardi » Parlava senza staccare gli occhi di dosso dal-la sorella.

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« E tu cosa ci fai qua? » chiese, subito dopo, quando ebbe finalmente trovato il coraggio. « Ero venuta a dire a Harry che la colazione è pronta, ma poi lui mi ha voluto dare il regalo di compleanno e così mi sono trattenuta » rispose lei, cercando di dare un tono tranquillo alla sua voce. « Le hai fatto un regalo, Harry? » chiese nuo-vamente Ron, molto stupito dalla cosa « Potevi dirmelo, così glielo avremmo potuto fare in-sieme! » « In realtà » iniziò Ginny, dopo aver rivolto a Harry uno sguardo rassicurante « Doveva far-melo da solo... » Harry non sapeva che dire; lui non avrebbe avuto il coraggio di rivelare la loro situazione a Ron. Ron parve dubbioso. Li osservò per qualche secondo dal basso verso l'alto, poi ricominciò a parlare. « Se a voi va bene... » fu il suo commento, espresso con tono rigorosamente neutro. « Grazie! » Ginny si alzò e andò ad abbrac-ciarlo, nonostante il fratello non sembrasse ri-

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tenerlo necessario « Guarda cosa mi ha regalato Harry! » « Cos'è, uno smeraldo? » chiese, stupito, Ron, dopo aver afferrato il ciondolo e soprat-tutto la gemma, che ora era di un color verde brillante. « No, è una Pietra della Vita. Ha solo cam-biato colore... » gli rispose Harry. « E' vero! Quando me l'ha data era blu » commentò Ginny « Come mai cambia colore? « Beh, è una lunga storia » tagliò corto lui «Hermione è sicuramente più brava di me a raccontarla » « Vorrà dire che me la farò raccontare stasera » aggiunse lei, in tono gioioso. « Ci sarà anche lei alla cena di stasera? » le chiese Ron, con le orecchie in fiamme. « Certo! L'ho prenotata da settimane! » « Allora bisogna che corra a scrivere qualco-sa dei testi che ci ha consigliato per le vacan-ze... oppure mi ucciderà! » Detto questo, rivolse ancora un ultimo sguar-do incerto ai due, prima di uscire dalla stanza, tutto trafelato. Harry non fece in tempo a dirgli

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che Hermione era già a conoscenza del fatto che loro non sarebbero tornati ad Hogwarts, e che quindi non c'era necessità che fingesse di aver studiato, ma forse era meglio così. Ron non si sarebbe visto in giro per tutto il giorno, lasciandogli molte ore a disposizione da passa-re in tranquillità con Ginny. « Hai notato com'è preoccupato mio fratello? » rise, poi, la ragazza « Con una ragazza come Hermione, sentirà di doversi impegnare molto con gli stu-di... » Harry la guardò con uno sguardo molto serio. Prima o poi avrebbe dovuto dirle della loro de-cisione di diventare Auror. Poi, come in lampo, gli venne in mente che quello poteva essere il momento giusto per introdurre l'argomento, approfittando del fatto che sarebbero rimasti soli per un po' di tempo e che Ginny era molto felice per il regalo appena scartato. Non si sen-tiva fiero di rovinarle il compleanno più bello, ma era necessario che lo venisse a sapere prima dei genitori , soprattutto, che fosse proprio lui a informarla.

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Quindi le si accostò, prendendole entrambe le mani e guardandola fisso negli occhi. Lei, dal canto suo, capì dalla sua espressione che doveva esserci qualcosa di importante in ballo. « So che sei molto coraggiosa » iniziò, ma si pentì subito di aver detto quelle parole, così cercò di rimediare « E ne sono orgoglioso, ma quello che sto per dirti non ti renderà affatto felice » « Vuoi spaventarmi? Perchè se è così ci stai riuscendo alla grande! » commentò lei, osser-vandolo di sottecchi. Harry sentiva il suo cuore battere fortissimo; aveva un estremo timore della sua reazione. « Ho preso una decisione sulla quale non tor-nerò indietro e nessuna delle cose che dirai po-trà farmi cambiare idea. Ciò che ti sto per dire non ti farà piacere, ma devi capire che vorrei veramente decidere cosa fare della mia vita » Si fermò, per dare a Ginny la possibilità di dire qualcosa, ma lei non emise un fiato. A quel punto, Harry proseguì.

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« Tu sai quanto ci tenesse mio padre a diven-tare un Auror, e che cosa glielo ha impedito. Per questo devi comprendere anche la mia scel-ta. Lo devo a mio padre, ma soprattutto a me stesso » « Vuoi diventare un Auror? » tagliò corto lei. « Si » Harry si sentì estremamente più legge-ro, non appena ebbe pronunciato quella parola « E' questo che voglio; con tutte le mie forze » In pochi secondi, però, tutte le domande di Ginny emersero dal nulla. « E noi? Cosa ne sarà di noi? Se dovrai segui-re il Corso per Auror, non potrai venire a Ho-gwarts! Ma come farai con i M.A.G.O.? Non hai superato gli esami e... » « Noi potremo sempre vederci tra una lezione e l'altra. E poi ci saranno le gite a Hogsmeade le vacanze... E non dimenticare i passaggi se-greti! » « Vuoi dire il tunnel tra la Testa di Porco e la Stanza delle Necessità? » Harry si sciolse in un largo sorriso. « Se non è quello, sarà qualcos'altro » rispo-se, facendole intendere che non si sarebbe fer-

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mato davanti a niente pur di rivederla, anche se quel passaggio fosse stato scoperto e bloccato. Tuttavia, il viso di Ginny continuò a rimanere imbronciato. « Non hai pensato ai pericoli che correresti lavorando come Auror? Io starei sempre in pensiero per te! » Harry le passò un braccio attorno alle spalle e l'attirò a se, stringendola forte. « Ti conosco, e so quanto sei coraggiosa e decisa » « Non si tratta di coraggio, ma di sapere per-chè mi fai questo » ribatté lei, togliendosi dalla sua presa « Proprio adesso che ci siamo ritro-vati e che non c'è più niente che ci impedisca di esser felici insieme! » « Cosa vorresti per me? Vorresti che diven-tassi un semplice impiegato del Ministero, o un negoziante a Diagon Alley? Mi conosci! Sai che quella vita non fa per me! » A quel punto Ginny era veramente confusa. Aveva capito che Harry non avrebbe rinuncia-to, sebbene le sue prime parole le fossero sci-volate addosso.

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« Credi che mi metterei deliberatamente in pericolo? » riprese, poi, Harry, quando la vide osservare il vuoto, gli occhi rivolti verso il bas-so « Anche io voglio stare con te! E' quello che ho sempre voluto da quando ti ho vista, anche se a quel tempo ancora non lo sapevo... » Ricadde il silenzio. Ginny tornò ad osservare il pavimento con sguardo vacuo, mentre Harry la osservava, nell'intento di trasmetterle fidu-cia. « Vedi questa Pietra? » le chiese, poi, tenen-do sollevato tra le dita il ciondolo che le aveva appena regalato « La Pietra della Vita ha la fa-coltà di cambiare colore a seconda dell'umore della persona amata » Harry fece una pausa, per sottolineare la parola amata, poi riprese « Quando è azzurra, come in questo momento, vuol dire che io sono innamorato di te; se, in-vece, diventa arancione, vuol dire che sono molto arrabbiato, e così via » Ginny osservava la Pietra come ipnotizzata. « Ma il colore più speciale è il rosso » conti-nuò lui « Perché indica quando io sono in peri-

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colo. A quel punto puoi davvero iniziare a pre-occuparti! » Ginny rise, ma era una risata amara. « Cosa dovrei fare se dovesse accadere? » chiese, subito dopo, tornata improvvisamente seria. Harry divenne pensieroso. Non si era ancora posto questa domanda, così le rispose la prima cosa che gli venne in mente. « In quel caso, dovrai avvisare tuo padre che si metterà subito in contatto con Kingsley. Lui saprà cosa fare » Ginny annuì, guardandolo dritto negli occhi. « Sappi, comunque, Harry Potter, che la Pie-tra della Vita indica le sensazioni della persona amata. Non è detto che siano le tue » riprese, subito dopo. Harry rimase paralizzato per un istante, ma poi lei si avvicinò e lo baciò. Era un bacio consolatorio, nel tentativo di di-menticare per qualche ora quello che Harry le aveva appena detto, e che avrebbe sicuramente cambiato il corso della loro vita.

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*** « Su, Ginny, non prendertela! » iniziò la si-gnora Weasley, mentre osservava i piatti del pranzo sciacquarsi da soli nel lavello « Non siamo mica Babbani! Basta un colpo di bac-chetta per ripararsi dalla pioggia! » « Ma non è la stessa cosa! » rispose Ginny, le braccia incrociate, mentre osservava fuori dalla finestra della cucina con fare sconsolato. Stava piovendo a dirotto. Erano in pieno ago-sto, ma i temporali in quella regione erano piut-tosto frequenti. « Proprio oggi doveva esserci questo tempo!» continuò ancora la ragazza. « Non disperare... Basterà cenare dentro ca-sa!» cercò di consolarla Harry, seduto di fianco a lei. « Non è la stessa cosa, però... » « Piantala! » s'inserì bruscamente Ron, che stava leggendo molto svogliatamente il libro di Trasfigurazione « Sei proprio capricciosa, quando vuoi! » « Senti chi parla! »

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Harry e la signora Weasley rimasero allibiti dalla scena. I due fratelli si stavano guardando dritti negli occhi e, come sempre, era Ginny ad avere la meglio nello scontro verbale. Appena si fu resa conto che Ron non avrebbe ribattuto, Ginny si alzò e si incamminò verso le scale, borbottando ancora qualche maledizione contro il maltempo. Harry capì che non era stato per il battibecco con il fratello a farla scappare; voleva sicura-mente restare un po' di tempo da sola per ripen-sare a quello che aveva scoperto quella mattina. Più tardi sarebbero arrivati gli ospiti, e lei do-veva essere in forma per riceverli e per nascon-dere al meglio quello che aveva nel cuore. « Chi verrà a cena questa sera? » chiese Harry, dopo aver rivolto a Ron un'occhiata di disappunto. « Ginny ha invitato Luna » rispose lei, che stava finendo di sistemare le stoviglie nell'ar-madio « Lei dovrebbe venire. Neville, invece, ha mandato un gufo ieri dicendo che è ancora in viaggio nel Sud Africa »

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« In Sud Africa? » ripeté Ron, alzando per l'ennesima volta la faccia dal libro. « Ha detto che sua nonna gli ha regalato que-sto viaggio per approfondire le sue conoscenze sulle Piante Grasse da Veleno... o qualcosa del genere! » Ron sorrise, ma tornò immediatamente serio quando vide l'espressione contrita della madre, che indicava il libro con l'indice della mano de-stra. « Anche Hagrid non verrà » riprese, poi, lei « Grandi impegni per la scuola! » Alzò gli occhi al cielo, prima di dirigersi nuovamente verso il lavello, dove i piatti ave-vano appena terminato il risciacquo. Rimasero in silenzio qualche istante. La si-gnora Weasley ripuliva la cucina con la bac-chetta, Ron teneva gli occhi fissi sul libro, e Harry lo osservava attentamente. Ben presto capì che l'amico faceva solo finta di leggere. Poi, all'improvviso, un rumore attirò la loro attenzione. Harry scostò le tendine della finestra, e osservò con fare circospetto il giardino della Tana. Una

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figura vestita con abiti color malva si stava av-vicinando a grandi passi. Gli ci volle un pò per capire che Hermione si era appena Materializ-zata fuori dai confini della Tana. « Buon pomeriggio a tutti » li salutò, una vol-ta entrata in cucina « Sono troppo in anticipo?» « Sei sempre la benvenuta, Hermione! » la accolse la signora Weasley, mentre con un col-po di bacchetta asciugava il suo cappotto, l'om-brello e le goccioline che erano cadute sul pa-vimento. « Grazie » le sorrise educatamente lei « Sono venuta prima per raccontare un poco della mia estate a questi due » disse subito dopo, indi-cando Ron e Harry, che la stavano osservando come incantati. Portava una camicetta bianca e una minigonna color malva come il cappotto, calze bianche che le coprivano interamente le gambe e un pa-io di scarpe con un leggero tacco, ma coordina-te alla gonna. I capelli raccolti da una molletta dietro la testa le davano un'aria da intellettuale. « Andiamo di sopra? » li invitò lei, indicando le scale.

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« Certo » Ron rispose come un automa, e si avviò per primo nella direzione indicatagli. Mentre salivano le scale, Harry notò da una fessura nella porta della camera di Ginny che la ragazza si stava cambiando d'abito. Rallentò un secondo, ma una mano di Hermione, che stava salendo dietro di lui, lo sospinse velocemente verso l'alto. Quando, nella camera di Percy, Hermione ini-ziò a parlare, Harry si sentiva ancora in imba-razzo per la figuraccia. « COSA - AVETE- INTENZIONE - DI FA-RE » La frase non suonava affatto come una doman-da, ma come una minaccia. « Te l'ho già detto qualche giorno fa » iniziò, di rimando, Harry « Mi sembra una cosa più che legittima e... » « Voi vi siete sentiti qualche giorno fa? » si intromise Ron, che non poteva aver capito di cosa stessero parlando. « Si, Harry è venuto a casa mia per... » « Tu sei andato a casa sua?! » riprese lui, ri-volto a Harry « Perché non me lo hai detto? »

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« Non te l'ho detto perché mi serviva una mano con il regalo per Ginny, e solo Hermione poteva aiutarmi » ammise lui, in tutta sincerità. « Ah » ribattè seccato Ron « Ok... » Hermione gli scoccò un'occhiata furente. « E cosa vengo a sapere da Harry? » riprese, poi « Che avete intenzione di mollare la scuola per diventare Auror! » « Auror? » una nuova voce, annunciata un secondo prima dal cigolio della porta che si a-priva, si era intromessa del discorso « Avete in-tenzione di iscrivervi al Corso? » Harry l'avrebbe riconosciuta tra un milione. Quel tono tranquillo, che assomigliava tanto un sussurro, non poteva che appartenere a Luna Lovegood. « Ciao, Luna! » la salutò energicamente Ron, sollevato per l'improvvisa interruzione. Hermione gli rivolse uno sguardo alla "non è finita qui", prima di ricambiare il saluto della ragazza. Luna indossava un vestito color bianco perla che catturò subito l'attenzione dei presenti. Il tutto era abilmente coordinato con un cerchiet-

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to molto voluminoso e un braccialetto elegante. Sarebbe stata perfetta, se non fosse stato per il paio di lunghi e enormi stivali di plastica da cacciatore che portava ai piedi. L'attenzione di tutti si fermò su quell'ultimo particolare, tanto che Luna sembrò accorgerse-ne. « Che sbadata! » iniziò, poi « Ho dimenticato di cambiare le scarpe! » Detto questo, estrasse la bacchetta e la puntò contro i suoi piedi; all'istante gli stivali si tra-sformarono in un paio di ballerine argentate. « Il sentiero che porta da casa mia a qui sem-bra uno stagno! » commentò, sorridendo alle-gramente, prima di sedersi sul letto di Harry. « Hai già visto Ginny? » le chiese Hermione, con un gran sorriso dipinto sul volto. « E' in cucina che aiuta sua madre. Mi ha det-to lei di venire qui. Hai letto molto in questi ul-timi mesi, Harry? » « No, sono libri di Percy » rispose lui, osser-vando gli immensi scaffali della stanza « Le uniche cose che ho sfogliato ultimamente sono le edizioni della Gazzetta del Profeta! »

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« Non pensavo ti fidassi ancora della Gazzet-ta » lo rimbeccò Luna. « Non è che ci fidiamo » iniziò Ron « E' che ormai siamo abbonati! » La ragazza gli rivolse uno sguardo di rimpro-vero. « In ogni caso » riprese, estraendo un oggetto dal suo vestito « Ecco in anteprima la prima e-dizione de "Il Nuovo Cavillo"! » Detto questo, posò il giornale sul letto con un gesto teatrale, e mostrò a tutti la copertina della rivista, che era quasi totalmente nera. Sulla te-stata, invece, riportava il nome "Il Nuovo Ca-villo" scritto a caratteri cubitali in bianco, men-tre sul fondo vi era una sola frase argentea.

LUCI E OMBRE SUI MISTERI DELLA NUOVA ERA

« Congratulazioni! » le disse Harry « Tuo pa-dre è riuscito a rimettere insieme la redazio-ne?» Luna aveva un'aria molto felice.

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« Certo! Dopo un duro lavoro siamo riusciti a ricostruire la nostra casa... Anche se ora ha una forma piuttosto strana » Harry, Ron e Hermione si guardarono negli occhi; si ricordavano perfettamente la casa di Luna, e se addirittura lei osava definirla strana dopo la ricostruzione, non volevano nemmeno immaginare come fosse diventata. « Come sapete, i Mangiamorte hanno distrutto casa mia quando siete andati a trovare mio pa-dre » continuò lei, ignara della loro reazione « Dopo che siete fuggiti, papà è stato condotto ad Azkaban. I Mangiamorte non gli hanno perdo-nato di avervi permesso di fuggire » Harry si sentiva in colpa per l'accaduto, sebbe-ne la leggerezza con cui Luna ne parlava face-va passare ogni tipo di rimorso. « Naturalmente, dopo la caduta di Voi-Sapete-Chi, papà è stato rilasciato, così è torna-to immediatamente a casa » Un grande sorriso che comparve sulle sue lab-bra fece intuire che stava pensando al momento in cui aveva potuto riabbracciare il padre dopo mesi di prigionia. Probabilmente, pensò Harry,

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quei tempi erano stati orribili anche per lei: ra-pita e segregata al buio a Villa Malfoy senza sapere nulla dell'amato padre, l'aveva rivisto solamente dopo sei mesi. « Per i primi tempi, siamo stati ospiti di mio zio Albatros » aggiunse la ragazza « mentre papà si è messo al lavoro giorno e notte, per ri-costruire una casa tutta nuova vicino al fiume, dove andavo sempre a pescare i Pimpli d'Ac-qua. Alla fine, ho scoperto che ha utilizzato il mio Soybeen. Ha una crescita molto rapida, sa-pete » « Cos'è un Soybeen? » chiese Hermione, per niente stupita dall'aver udito un nome totalmen-te nuovo pronunciato da Luna. « E' un seme proveniente dall'Africa centrale » spiegò lei « Me lo ha inviato Neville a luglio. E' stato un bellissimo dono » « E vi ha aiutato a costruire casa vostra? » chiese Ron, più incerto che mai. « Certo! Papà ha studiato molto queste pian-te, quando era giovane, così in quest'occasione ha mescolato qualche essenza con della Radi-gorda e, alla fine, dal Soybeen è cresciuta la

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nostra nuova casa! Ed è più bella di quella di prima! » « Come sarebbe a dire "cresciuta"? » chiese Hermione, notevolmente incuriosita. « Ma non conoscete nulla su questo seme? Pensavo foste più aperti alle colture delle civil-tà extracontinentali » ribatté Luna. « Hermione è sempre stata aperta alle novità... soprattutto a quelle basate sulla leggenda » dis-se Ron, ma il solo risultato fu che ricevette un cuscino in faccia. « Il Soybeen è anche definito "Fagiolo Magi-co"... Avete mai sentito la fiaba Babbana? » Nessuno rispose; Harry conosceva la storia di "Tom e il fagiolo magico", ma non avrebbe mai pensato che una pianta del genere potesse esi-stere veramente, nemmeno nel mondo della Magia. « Io non la conosco! » ribatté Ron, che era cresciuto solamente con le "Fiabe di Beda il Bardo" e "Le avventure di Martin Miggs, il Babbano Matto".

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« Vuoi dire che ora hai un'enorme pianta di fagioli come casa? » chiese Hermione, senza badare all'intervento di Ron. « Solo un bacello. Ma molto grosso » spiegò Luna, come se fosse una cosa normale « E' ab-bastanza divertente. L'unico problema è che, ora, tutte le stanze sono sferiche... e color verde pisello » Ron e Harry scoppiarono a ridere. « Non farci caso; non riescono mai a stare se-ri » commentò Hermione, sebbene anche lei si stesse trattenendo a stento. « Vi ho già detto del giornale? » riprese, poi, l'altra ragazza « Mio padre si è rimesso in con-tatto con i suoi vecchi amici, e insieme hanno ricostituito la redazione del Cavillo » riprese, poi, Luna, come se niente fosse « Pensate che adesso gli abbonamenti sono quadruplicati e le vendite non sono mai state così alte. Papà ha dovuto costruire una capanna accanto alla casa dove poter stampare il giornale! » « E come l'ha costruita? A forma di rapanel-lo? » chiese Ron.

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A quelle parole, neppure Hermione poté evi-tare di abbandonarsi ad una fragorosa risata.

*** La serata trascorse nel modo più spensierato possibile. L'abbondante cena cucinata dalla si-gnora Weasley e da Fleur trascorse al chiuso, siccome il cielo non prometteva altro che piog-gia anche per i giorni a venire. Dopo cena assi-stettero tutti ai Fuochi Impervi Weasley, con cui George aveva proposto uno spettacolo piro-tecnico nel giardino della casa, durante il quale Harry aveva notato con dispiacere qualche gnomo che scorrazzava qua e là tra l’erba, in-tontito dai botti. Era buio da ormai qualche ora, quando tutti gli invitati alla cena si riunirono in salotto, in attesa di qualche dolcetto e di un bicchiere di liquore. « Amusantissimi i tuoi Fuochi, George! » disse Fleur, mentre offriva pasticcini per tutta la stanza.

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« Sono Fuochi Scoppiettanti con l'aggiunta di un incantesimo Impervius, vero? » chiese poi, Hermione, mentre sorseggiava una tazza the con Ginny e Luna, tutte e tre comodamente se-dute sul divano. « In effetti » replicò George « E' stata una trovata dell'ultimo minuto. Non potevo non portarli al compleanno della mia sorellina! » « Potresti pensare di brevettarli, però » s'inse-rì il signor Weasley, seduto sulla sua poltrona con a fianco Bill e Percy « Potrebbero risultare utili in situazioni del genere » « Senza contare che a Capodanno è probabile che piova o nevichi! » commentò, poi, Ron, che osservava la scena appoggiato al davanzale della finestra insieme a Harry. « Luna » iniziò Bill qualche secondo dopo, che era immerso nella lettura de "Il Nuovo Ca-villo" da circa un quarto d'ora « Sei sicura che le notizie che tuo padre scrive sul giornale sia-no totalmente vere? » « Dovresti sapere qual è l'attondibilità di quel journal, Bill caro » ribatté Fleur, mentre conti-nuava il suo giro con il vassoio.

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Luna le lanciò un'occhiata scettica, ma poi ri-spose come se nulla fosse. « Ovviamente si, mio padre non scrive mai nulla che non sia provato » Dalle loro espressioni, tutti i presenti sem-bravano nutrire seri dubbi sulla veridicità di quell'affermazione, ma, dovette ammettere Harry, se le vendite del giornale erano salite in così breve tempo, forse il Cavillo aveva acqui-sito un po' di credibilità. Merito dei mesi in cui era stato l'unica rivista non controllata da Vol-demort o era veramente diventato un giornale serio? « Cosa c'è che ti turba, Bill? » chiese la si-gnora Weasley, che era appena tornata dalla cucina con una dozzina di bottiglie di liquore che le svolazzavano sopra la testa, insieme ad altrettanti bicchieri. « Sembra che Xenophilius creda che i Dis-sennatori siano fuggiti da Azkaban... » In quello stesso istante, Percy allungò un brac-cio verso il fratello e gli strappò di mano la ri-vista. Iniziò a leggerla velocemente e poi sospi-rò.

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« Non c'è nulla di vero in tutto questo » af-fermò, infine, in tono forzatamente calmo. « Invece è tutto vero! » ribatté Luna, alzan-dosi in piedi; non l'avevano mai vista così agi-tata « Quando mio padre è stato rilasciato da Azkaban, ha detto che non c'erano più i Dis-sennatori di guardia! E ha sentito qualcuno dire che non erano più voluti tornare dalla nostra parte! » Fleur emise un gridolino, mentre la signora Weasley dovette concentrarsi nuovamente sui pochi bicchieri che ancora volavano a mezz'a-ria,per evitare che si frantumassero sul pavi-mento. « Quindi i Dissennatori sarebbero liberi di ji-rovagare per tutta l'Angleterre? » chiese di ri-mando Fleur, sedendosi su una sedia. « E' proprio così » disse, all'improvviso, il si-gnor Weasley, che poi continuò, non appena ebbe visto che Percy stava per prendere la pa-rola « Non iniziare, Perce, Xenophilius ha ra-gione. E' stato il Ministero ad insabbiare tutta la faccenda »

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« Come sarebbe a dire, Arthur? » chiese la signora Weasley, che aveva ormai adagiato i bicchieri sul tavolo. « E' come dice il Cavillo » A quelle parole, Luna sorrise, raggiante per il trionfo. « Ma il Ministro ha detto che nessuno deve saperlo... Nessuno! » ribatté Percy. « E' una cosa improponibile! » commentò, al-lora, Hermione « Perché mai non dovremmo venire a sapere un fatto tanto grave? » « Una fuga di massa come questa non è di certo un buon biglietto da visita per un nuovo Ministro della Magia... » commentò sapiente-mente Bill, riprendendosi il Cavillo dalle mani di Percy. « No di certo » furono le parole del signor Weasley « Ma a questo punto, credo che Kin-gsley dovrà prenderne atto. Verrà qui stasera; dice che l'ho invitato via gufo. Io non me lo ri-cordo, ma ho fatto buon viso a cattivo gioco quando me l'ha ricordato » Harry e Ron si scambiarono uno sguardo col-pevole.

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« Sarà meglio informarlo subito, allora. In questo modo potrà evitare che la notizia diven-ga di dominio pubblico » disse Percy, risoluto come sempre. « Molto probabilmente saprà già che è stata pubblicata da Xeno » « Non credo » intervenne Ginny, che fino a quel momento non aveva proferito parola « Quella copia del Cavillo uscirà la settimana prossima » Tutti guardarono Luna, che annuì velocemen-te, imbarazzata. « Allora sarà meglio fargli leggere il tutto prima che avvenga l'irreparabile » commentò il signor Weasley « E tu, Perce, cerca di imparare a mentire meglio » « Non sono consigli da dare! » lo rimproverò immediatamente la signora Weasley. La maggior parte degli invitati nella sala ini-ziò a ridere ma, all'improvviso, uno strano fi-schio ruppe l'atmosfera creatasi. Per una se-conda volta, tutti si voltarono verso Luna, che sembrava essere la causa del rumore, e notaro-no che stava agitando un braccio, su cui sfog-

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giava una piccola teiera da polso, con fare sconsolato. Il rumore cessò immediatamente. « Scusate » disse, poi, con il solito tono as-sorto « E' ora che io vada a casa » La signora Weasley si alzò immediatamente. « Oh, cara, così presto? Mi spiace che te ne debba andare! » « Grazie per essere venuta! » continuò Ginny, lanciando un’occhiataccia alla madre, mentre gli altri invitati salutavano Luna con calore « Ti accompagno al cancello; magari Hermione po-trebbe venire con me… » La ragazza annuì e si alzò in piedi. « Ci rivedremo a Hogwarts per il nuovo anno scolastico. Sai, non vedo l’ora di conoscere le novità di quest’anno! » le sentirono ancora di-re, mentre faceva l'occhiolino a Harry e Ron, prima che tutte e tre lasciassero il salotto della Tana per immergersi nel buio del giardino. Dopo qualche istante, però, mentre la signora Weasley stava servendo del Whisky Incendia-rio agli uomini della casa, si sentì un grido pro-venire dall'esterno.

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Harry e Ron furono i primi ad uscire in giar-dino per vedere cosa stesse accaden-do. Notarono alcune sagome che si muovevano nei pressi dello steccato della Tana, illuminate dalle fioche luci delle loro bacchette. Ad un certo punto, un urlo acuto riempì l'aria. La voce che lo aveva prodotto era inconfondi-bilmente femminile. Harry e Ron, nel frattempo raggiunti all'e-sterno dagli altri Weasley, si rivolsero un rapi-do sguardo, prima di fiondarsi verso la fonte di quelle voci. In pochi secondi raggiunsero il confine della proprietà dei Weasley, e notarono la figura di Ginny, che cercava di farsi luce per vedere quelle di Hermione e Luna, poco distanti da lei. La prima teneva la bacchetta puntata davanti a sé, mentre la seconda la strattonava verso la Tana, senza, però, ottenere alcun risultato. « Cosa stai facendo, ragazza? » urlò, poi, una voce strozzata. Fu solo allora che Harry alzò la punta illumina-ta della bacchetta e vide Xenophilius Lovegood che si dimenava sopra di loro a testa in giù,

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come se una fune invisibile lo avesse afferrato e alzato per una caviglia. « Hermione smettila! » l'apostrofò Ron, giunto di fianco a Luna, tentando di sepa-rare le due ragazze. « Smetterla? » replicò Hermione, infuriata « Questo è l’uomo che ci ha venduti a Volde-mort! » Solo allora Harry capì il motivo di tale reazio-ne. Hermione non aveva dimenticato quello che era accaduto circa sei mesi prima. Xenophilius Lovegood, dopo che loro tre gli erano andati a far visita per sapere qualcosa di più sui Doni della Morte, aveva chiamato i Mangiamorte af-finché li catturassero, nella speranza di riavere a casa la figlia, rapita dai seguaci di Volde-mort. « Non essere stupida! » Harry si voltò per capire a chi appartenessero quelle parole, ma si trovò dietro tutta la fami-glia Weasley, le bacchette accese davanti a lo-ro. Fleur aveva portato le mani alla bocca, mentre tutti gli altri osservavano la scena con aria cupa.

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« Xenophilius non aveva cattive intenzioni! Voleva solo salvare sua figlia! » disse il signor Weasley, con un tono di voce che non gli era mai appartenuto. « Non aveva cattive intenzioni? » ripeterono Hermione e Ron all’unisono; poi si guardarono negli occhi ed arrossirono entrambi. « Voleva solo proteggermi… » Luna aveva esordito con la voce flebile, rotta da un singhiozzo, sempre tenuta a debita di-stanza dalle braccia di Ron. Ginny l’aveva ap-pena raggiunta e cercava di consolarla, ma lei aveva velocemente scostato la mano. « Dovete capirmi » cercò, allora, di discol-parsi il signor Lovegood « Cosa avreste fatto se solo uno dei vostri figli fosse stato in mano a Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato? » Accennò col capo al gruppetto dai capelli rossi immobile sotto di lui. « Mi sarei sacrificata io al posto di uno dei miei figli! » fu la risposta della signora Wea-sley. « Credete che non l’abbia proposto? » prose-guì con voce strozzata.

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Harry non sapeva che dire. Hermione gli si avvicinò e lo prese per un braccio, dando fine all'incantesimo di Librazione che aveva usato contro Xenophilius, il quale cadde rumorosa-mente a terra, raccolse velocemente la sua bac-chetta e si rialzò, aiutato dalla figlia. « Harry, Ron e Hermione hanno salvato tua figlia! » « Se solo i Mangiamorte li avessero presi a casa mia, mia figlia sarebbe tornata in libertà mesi prima! » ribatté Lovegood, sempre sorret-to dalla figlia, che evidentemente non sapeva cosa dire in difesa del padre. « Cosa hai detto? » Il signor Weasley si staccò dal gruppo e a-vanzò velocemente verso di loro. Nemmeno la signora Weasley cercò di fermare il marito; probabilmente anche per lei la frase che Xeno-philius aveva appena pronunciato non poteva essere più spregevole. Quel che era certo, era che la situazione do-veva essersi notevolmente complicata, per cau-sare nel signor Weasley, di certo più pacato della moglie, una reazione del genere.

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Aveva appena alzato la bacchetta e superato con uno spintone Harry e Hermione, quando qualcosa lo interruppe. « Petrificus Totalus » Ginny aveva prodotto l’incantesimo contro il padre, che ora era rimasto immobile, un’espressione ringhiosa dipinta sul volto, con gli occhi che fissavano ugualmente Xenophi-lius. « Vieni Luna, andiamo via » sussurrò lui di rimando « E' stato un tragico errore, venire qui stasera. E' evidente che non sono più gradito in questa casa » Scrutò ancora per qualche istante tutti i presen-ti, poi si allontanò insieme a Luna, che non si volse a guardare indietro, ma che singhiozzava silenziosamente; dopo qualche secondo, en-trambi erano scomparsi. « Cosa ti è saltato in mente, Hermione? » in-tervenne allora Harry, che non era riuscito ad aprire bocca fino a quel momento. Si sentiva terribilmente in colpa per il rapimento di Luna, ma non poteva dare torto alla ragazza per il suo rancore.

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« Era il minimo che si meritava » rispose lei con il suo tipico orgoglio, mentre i presenti ac-correvano e la signora Weasley ridava mobilità al marito « Comunque, ora è meglio che vada anche io. Scusatemi »