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IDEE PER INIZIARE A SCRIVERE UNA CANZONE I MATTONI NECESSARI ALLA COSTRUZIONE DELLE FONDAMENTA DI UN TESTO MUSICALE. ABBIAMO PARLATO DI SONETTI, QUARTINE, RIME, ASSONANZE E CONSONANZE: I MATTONI INDISPENSABILI PER COMINCIARE A SCRIVERE TESTI PER LA FORMA CANZONE… La forma-canzone, canzone in lingua italiana, si basa sulla sillabazione classica, tratta dalla poesia. E la poesia ha delle regole grammaticali ben precise. Troppo spesso si pensa di essere capaci di innovare, o di sperimentare, senza avere prima studiato le basi necessarie a fare almeno il “compitino”. Facciamo finta di essere dei pittori: Credete che un pittore cubista non sappia dipingere un ritratto? Credete che uno scultore futurista non sapesse picchettare un pezzo di legno per farne una faccia? Prima le fondamenta, poi il tetto. E’ chiaro che nessuno saprà scrivere se non ha talento, ma è altrettanto vero che un talento può andare sprecato se ha la pretesa di innovare senza conoscere le basi (l’ABC) della sua arte. DANTE, I SONETTI E GLI ENDECASILLABI Prendiamo in esame questa quartina, la prima di un famoso sonetto di Dante: Tanto gentil e tanto onesta pare la donna mia quand’ella altrui saluta, ch’ogne lingua deven tremando muta, e li occhi no l’ardiscon di guardare. Questi sono endecasillabi (Undici sillabe)

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IDEE PER INIZIARE A SCRIVERE UNA CANZONE

I MATTONI NECESSARI ALLA COSTRUZIONE DELLE FONDAMENTA DI UN TESTO MUSICALE. ABBIAMO PARLATO DI SONETTI, QUARTINE, RIME, ASSONANZE E CONSONANZE: I MATTONI INDISPENSABILI PER COMINCIARE A SCRIVERE TESTI PER LA FORMA CANZONE… La forma-canzone, canzone in lingua italiana, si basa sulla sillabazione classica, tratta dalla poesia. E la poesia ha delle regole grammaticali ben precise. Troppo spesso si pensa di essere capaci di innovare, o di sperimentare, senza avere prima studiato le basi necessarie a fare almeno il “compitino”. Facciamo finta di essere dei pittori: Credete che un pittore cubista non sappia dipingere un ritratto? Credete che uno scultore futurista non sapesse picchettare un pezzo di legno per farne una faccia? Prima le fondamenta, poi il tetto. E’ chiaro che nessuno saprà scrivere se non ha talento, ma è altrettanto vero che un talento può andare sprecato se ha la pretesa di innovare senza conoscere le basi (l’ABC) della sua arte. DANTE, I SONETTI E GLI ENDECASILLABI Prendiamo in esame questa quartina, la prima di un famoso sonetto di Dante: Tanto gentil e tanto onesta pare

la donna mia quand’ella altrui saluta,

ch’ogne lingua deven tremando muta,

e li occhi no l’ardiscon di guardare.

Questi sono endecasillabi (Undici sillabe)

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tan-to-gen-til-e-tan-to-ne-sta-pa-re = Undici sillabe. Ora, la sillabazione ce l’hanno insegnata a scuola. I più attenti avranno notato che in questa divisione in sillabe manca una vocale. (Tan-to-ne-sta invece di tan-to-o-ne-sta) Un errore? Nooo!!! Succede questo: che quando una parola e la successiva finiscono per vocale, le vocali si elidono (Una se ne va) Altrimenti le sillabe sarebbero state dodici e non undici, e Dante non sbagliava. La sillabazione delle parole, come la rima, possiede una caratteristica sorprendente: SUONA! L’essere umano è strano: gli piace tutto ciò che già conosce. Detesta, invece, o quantomeno ne ha paura, tutto ciò che gli è sconosciuto. Per questo facciamo le canzoni con i ritornelli: Perché chi le ascolta è rassicurato da quel motivetto ripetitivo, e inconsciamente, lo riconosce come amico. In più gli entra in testa, se lo ricorda. Per questo usiamo la magia della rima. Perché è molto più piacevole ascoltare: “Questa di Marinella è la storia vera

che scivolò nel fiume a primavera”

piuttosto che: “Questa di Marinella è la storia vera

che scivolò nel fiume nero e buio

così come è più piacevole ascoltare: Generale dietro la collina (10 sillabe o decasillabo) ci sta la guerra crucca e assassina (10 sillabe o decasillabo) piuttosto che Generale dietro la collina (10 sillabe o decasillabo) non c’è più nessuno (6 sillabe) La magia se n’è andata. La musicalità non c’è più. E noi vogliamo fare testi adatti ad essere musicati. RIASSUMENDO: Bisogna imparare la metrica. Bisogna essere capaci di usare le rime RIME, ASSONANZE E CONSONANZE Facciamo conto che siamo particolarmente sfortunati. Non troviamo una rima per Amore-cuore.

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Possiamo usare un’assonanza: (Cambio la consonante e mantengo le vocali) Amore-viole. Oppure una consonanza Cambiamo le vocali e manteniamo le consonanti) Amore-fare. E ce la caviamo. LA REGINA DELLE FIGURE RETORICHE: LA METAFORA. Sentite qua: -L’isola di fronte ha il mare alle caviglie -Le ragazze con la luna al piede E’ una magia: La Metafora. Chiunque sappia usare questa figura retorica, può creare immagini nuove e accattivanti. Un po’ come un chitarrista che usa una particolare distorsione per fare un suono diverso e inusuale, o un pittore che mischiando diversi stili crei una tecnica nuova. La metafora. Dire una cosa usando parole che, teoricamente non c’entrano nulla tra di loro. L’esempio classico, da libro di grammatica: Le spighe di grano ondeggiano al vento. Ora, le spighe di grano mica possono ondeggiare…. non sono barche, o vele. Però la frase suggerisce qualcosa, una immagine… Le spighe che, spinte dal vento, si flettono fino a simulare le onde del mare. L’immagine, in forma evocativa, suggerisce perfino il colore dorato delle spighe e , perché no, una bella giornata d’estate. La magia, l’evocazione dell’immagine, il colore, l’odore, la ragazza sdraiata tra le spighe… Non sentite l’odore? Non vi viene voglia di scrivere? La metafora, la magia. Parliamo degli esempi sopra riportati: -L’isola di fronte ha il mare alle caviglie Credete che un’isola possa avere le caviglie? Eppure l’immagine metaforica suggerisce l’idea della bassa marea… Le ragazze con la luna al piede Credete che le ragazze girino con al piede la luna? Eppure l’immagine metaforica suggerisce due cose: Che le ragazze sono prigioniere, ma che la loro palla al piede è la luna, e che è una palla poetica, piena d’amore, foriera di sogni e di avventure…

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Non vi viene voglia di scrivere? LA PRATICA Prendiamo un testo conosciuto, e proviamo a riscriverlo. Generale, dietro la collina

ci sta la notte crucca e assassina

e in mezzo al prato c’è una contadina

curva sul tramonto sembra una bambina

di cinquant’anni e di cinque figli

venuti al mondo come conigli

partiti al mondo come soldati

e non ancora tornati

Bene, abbiamo detto che sono decasillabi, tranne non ancora tornati che è un ottonario… Aggiungiamo che sono due quartine, quindi due frasi di quattro righe. Senza avere la pretesa di scrivere dei decasillabi precisissimi, ma andandoci vicino, potremmo dire: Alessandra, questi giorni matti

che mangiamo terra e che respiri brina

e le notti in cui vorrei staccar la spina

spegnere i pensieri far venir mattina

e pensare al tempo in cui coglievo gigli

e pensavo al nome per i nostri figli

aspettavo un’ora prima di baciarti

e non osavo toccarti

Non abbiamo fatto un capolavoro ma un utile esercizio… Proviamo, alla luce di quanto detto, a fare esercizi su altre canzoni conosciute, e poi a fare qualcosa di nostro, ricordandoci di una cosa: Le case si fanno dalle fondamenta, non dal tetto… Buona scrittura a tutti.

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PRIMI PASSI NECESSARI PER ASSEMBLARE IL TESTO DI UNA CANZONE… Perché le canzoni NON sono poesie! Francesco De Gregori, l’eroe di “Rimmel” e “Generale”, ha più volte dichiarato di voler essere giudicato e ricordato come cantante, giammai come poeta, in quanto la forma-poesia differisce dalla forma-canzone per metrica, per musicalità delle parole, per uso delle sillabe, per il peso dato all’uso delle consonanti, per il semplice fatto che un testo scritto per la canzone è costretto nella “gabbia” delle battute musicali. Viceversa, ed entro certi limiti, nella forma canzone si ha la libertà di usare le parole con maggiore libertà rispetto alla forma poetica. Un esempio qualsiasi: Patti Smith che scrive un ritornello di successo usando in pratica una sola parola: “Gloria”, ripetuta per non so quante battute… In quale poesia potrebbe funzionare? Consiglio: non scrivete una poesia e datela in pasto al solito povero musicista che dovrebbe renderla cantabile… Molto meglio, se possibile, scrivere insieme. Ascoltare un giro di accordi e cercare di capire dove ci porta quella melodia, quel ritmo, buttare giù una frase e parlarne col musicista, renderlo partecipe, fargli annusare la stessa aria che gironzola nelle nostre meningi (per chi scrive testo e musica, chiaramente ciò che dico in queste ultime righe non ha rilevanza). Far proprie, per iniziare, le forme metriche della poesia classica ma, una volta introitatele, di trasgredirle, di plasmarle, di renderle adatte alla melodia che ci gira in testa… Abbiamo fatto una bella quartina? Non facciamone subito un’altra uguale, scriviamo un distico (due righe). Così il musicista potrà cambiare gli accordi, far girare la melodia. Spezziamo il ritmo. Scriviamo una parola che duri un’intera battuta, così lasciamo anche il tempo all’ascoltatore di ascoltare qualche nota, di percepire la bellezza (o la bruttezza…) dell’arrangiamento. Cerchiamo di non “infarcire” di parole un testo musicale. Proviamo a scrivere una cosa e costringiamoci a togliere un terzo delle parole che abbiamo scritto. Chiediamoci sempre se quella frase che abbiamo scritto, che ci piace tanto, non può essere detta in modo più semplice e più efficace. Ascoltiamo il suono delle sillabe, ragioniamo sul fatto che una parola che comincia con una consonante viene percepita come più gradevole da chi ascolta rispetto ad una che comincia per vocale… Avete presente che differenza c’è tra cantare: “Bell’amore bell’amore… e

“Amore mio amore mio….?

Mentre scriviamo, sforziamoci di sentire le nostre parole come un suono, non come una riga di word… Facciamo un atto di coraggio e usiamo in modo creativo una sgrammaticatura… Ivano Fossati, da molti giudicato come il più bravo scrittore di testi italiano, che scrive: “Pane e coraggio, commissario, che c’hai il cappello per comandare…”

Se è il caso, usiamo una parola dialettale per dare maggiore enfasi a ciò che diciamo… “Il capitano non tiene mai paura (De Gregori) “Nun chiagne Maddalena, Dio ci guarderà (De andré) Usiamo (Con parsimonia) frasi forti. Sempre De André: “Dio ci apparirà da dietro la collina, con i

suoi occhi smeraldini di ramarro”

COME COMPORRE CANZONI DI MUSICA LEGGERA POP E JAZZ

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Per realizzare un disco di canzoni di musica leggera occorrono vari passaggi. La canzone è una forma di espressione musicale tra le più semplici, dirette e piacevoli. Ognuno di noi ha le "sue" canzoni preferite, che lo accompagnano nel corso della propria vita, come piacevole colonna sonora dei suoi pensieri, delle sue emozioni e delle sue attività In tre o quattro minuti si racchiude un mondo che racconta storie, amori, progetti, idee, azioni, sentimenti. Scrivere prima il testo o la melodia di una canzone? Dipende. Un testo che nasce prima della musica può avere una metrica precisa su cui poi si deve adattare la musica (mettiamo anche una poesia famosa) ma può anche essere libera nella metrica. Lo stesso vale per la rima. Possiamo dire, in questo caso, che non esistono regole perentorie. Ci sono canzoni completamente libere nella metrica e nella rima, mentre cene sono molte altre più rigorose. La struttura di una canzone di musica leggera è costituita da varie parti distinte. La struttura della "forma canzone" moderna e contemporanea ha seguito una evoluzione nel corso degli ultimi 50 anni e più. Tuttavia si può osservare come alcune delle canzoni che oggi sentiamo hanno la stessa struttura di canzoni dei primi anni del 1900. Vediamo quali sono le parti fondamentali di cui sono costituite le canzoni di musica leggera. INTRODUZIONE O INTRO DI UNA CANZONE POP Con esso il musicista introduce l'atmosfera, il tempo e la tonalità della canzone. Elenco di seguito alcuni esempi di intro strumentali in genere di poche battute. Riff di chitarra Pianoforte solista Stacco di batteria Riff di basso Semplice parte strumentale del gruppo Ritornello in versione strumentale Hook o motivo di richiamo Esempi di introduzione di canzoni pop L' hook è un espediente molto usato in canzoni che devono scalare le classifiche. Si tratta di poche note strumentali o vocali molto orecchiabili e dirette che devono subito catturare o "uncinare" le orecchie degli ascoltatori. Deve essere di facile comprensione e cantabile. Alcuni esempi sono gli hook o introduzione di: You can leave your hat on Self Control di Raf 1000 giorni di te e di me di Claudio Baglioni Con le mani di Zucchero Smoke on the water dei Deep Purple ...e centinai di altri famosi esempi.

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In alcuni casi,addirittura, l'hook - intro è talmente azzeccato ed incisivo che diventa la parte più importante e riuscita del brano di successo. Spesso l'hook - intro ritorna nei punti di passaggio delle canzoni per marcare ancora di più il suo effetto. Altri esempi di intro di una canzone di musica leggera Talvolta gli intro sono caratterizzati da parti vocali parlate o da vocalizzi blues L'introduzione spesso crea un contrasto con la strofa che segue, sia a livello di armonia (accordi o tonalità diversi) che di strumentazione. Per concludere l'introduzione in molti casi non è presente. STROFA La strofa è la parte di una canzone che si contrappone al ritornello. Ha la funzione di esporre il contenuto o la storia che racconta il brano. Spesso viene ripetuta, vale a dire compaiono due strofe a cui segue il ritornello o, qualche volta, il bridge. La strofa è un a preparazione al ritornello, una parte della canzone in cui si spiega l'argomento e l'atmosfera. Consiglio: non comporla molto lunga, ma di limitarla a circa 30 - 60 secondi massimo, in modo da tenere alta la tensione e l'interesse dell'ascoltatore. Ecco le caratteristiche principali della strofa: 8 o 16 battute in genere Melodia non troppo alta (acuta) Spesso viene ripetuta di seguito (4 + 4 o 8 + 8) Orchestrazione relativamente leggera Caratteristiche armoniche della strofa di una canzone pop Dal punto di vista dell'armonia, la strofa presenta in genere una serie di accordi specifici, cioè scritti appositamente per questa parte della canzone. Vi sono parecchie possibilità: Gli accordi della strofa possono essere un semplice giro di accordi nella tonalità ad esempio una progressione tipica I - VI - IV - V in maggiore (esempio: C - A min - F - G7) ed in minore ( Cmin7 - Ab - F min - G7) , oppure I - VI - III - VII nella tonalità minore naturale ( Cmin7 - Ab - Eb - Bb7). Ma questi sono solo alcuni esempi. Gli accordi possono essere un semplice blues, cioè 12 battute di un blues in maggiore che può anche ripetersi. A volte gli accordi della strofa sono semplicemente due, come ad esempio un I - IV in minore o II - V in maggiore (esempio: Gmin7 - C7) A volte vi è una progressione di accordi con la discesa del basso a toni e semitoni, mantenendo sopra lo stesso accordo (ad esempio: D min - D min/C# - D min/C - D min/B - D min/Bb - A7) In genere non compaiono modulazioni o cambi di tonalità nella strofa. Tuttavia non vi è un a legge precisa e l'artista o compositore gode della massima libertà stilistica e armonica. L'importante è che il risultato sia gradevole.

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COMPORRE IL BRIDGE O PONTE NELLE CANZONI DI MUSICA LEGGERA

Il ponte detto in inglese "Bridge" è una parte in genere di quattro o otto battute che conduce l'interesse dell'ascoltatore verso il momento più importante del brano che è il ritornello. Il bridge, quindi, segue la strofa e crea, di solito una tensione armonica e melodica verso l'apoteosi del ritornello.

A differenza della strofa e del ritornello che sono sempre presenti in una canzone, a parte rare eccezioni, il ponte talvolta viene omesso. Nella musica rhythm and blues e in forme di musica leggera vicine allo stile americano della "Black Music" (soul, funky, jazz, disco, dance) il bridge è spesso usato.

Caratteristiche armoniche del ponte musicale o bridge

Per creare tensione, spesso, si ricorre ad accordi dissonanti o sospesi. Col termine "accordo sospeso" si intende in musica un accordo in cui manca la terza, sostituita con la quarta oppure un accordo costituito dalla sovrapposizione di un basso fisso con accordi diversi sovrastanti.

Esempio di ponte con pedale

Nell'immagine sopra, un esempio di un ponte di quattro misure con un pedale (nota fissa al basso) di dominante ( quinta nota della tonalità o scala). La nota fissa al basso crea una tensione armonica e degli effetti di dissonanza che poi trovano risoluzione sul ritornello.

Esempio di ponte o bridge con accordi ripetuti

In questo altro esempio vi è un a semplice ripetizione di due accordi ( quarto e quinto grado) che creano una indecisione e tensione.

Dal punto di vista della melodia si cerca di creare con essa una tensione e soprattutto un lancio, in genere verso l'alto della melodia del ritornello. Quest'ultimo spesso ha note di frequenza più alta rispetto alla strofa e , quindi, il ponte rappresenta il modo più efficace ed elegante per far "salire" la melodia verso le note del ritornello.

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I primi due semplici frammenti melodici creano una indecisione e tensione risolta poi con la scala finale che lancia il ritornello.

Il ponte, in genere, ha una strumentazione ed orchestrazione abbastanza "piena" o "densa", ha, in altre parole, più strumenti della strofa e ha un carattere più incisivo.

Spesso, inoltre, molti arrangiatori, creano uno stacco nell'ultima battuta del bridge o ponte. Ad esempio accentano gli stessi beat, spesso all'unisono, con vari strumenti.

Pensate, ad esempio, alla canzone "Baila" di Zucchero, in cui nell'ultima battuta del ponte gli strumenti staccano insieme il battito del tempo bloccandosi contemporaneamente per un attimo, mentre il cantante urla con forza per esplodere poi con il famoso ritornello.

Ricordate anche la bellissima canzone Luce di Elisa in cui nel ponte, dopo la ripetizione di uno stesso frammento melodico vi è un semplice accento dei quattro battiti della battuta con diversi strumenti. Infine, ad esempio, ricordate lo stacco dell'ultima battuta prima del ritornello della canzone "La mia banda suona il rock" di Ivano Fossati.

COMPORRE RITORNELLO O REFRAIN Refrain o ritornello e detto anche chorus. Quale è la differenza fra chorus e refrain? entrambi se venissero tradotti in italiano, avremmo: ritornello ma qual è la loro funzione nella canzone? quando si ascoltano le canzoni dei Beatles. si parla solo di chorus e di hook , con la forma CB, il refrain dov'è nascosto? allora non sono la stessa cosa? oppure il chorus contiene il refrain implicitamente? Esiste una definizione valida di questi due termini? COME SI FA ASCOLTANDO UNA CANZONE A STABILIRE CHE QUESTI SIA STATA SCRITTA NELLA FORMA CHORUS BRIDGE OPPURE NELLA STROFA RITORNELLO? E CHE DIFFERENZA C'è FRA QUESTI 2 ? Riconoscere ritornello e strofe di canzoni. Innanzi tutto refrain o ritornello sono la stessa cosa. Il riconoscimento del Bridge o ponte è abbastanza facile. Se noti una parte (in genere breve) di otto ma più spesso quattro battute che differisce nella musica e nell'andamento dalla strofa e che poi sfocia, quasi sempre, nel ritornello allora trattasi di ponte o bridge. E' tipico della musica rhythm and blues, tipo quella di Neffa o Zucchero o Pino Daniele o americani come Michael Jackson o altri simili.

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E' molto diffuso. La differenza tra bridge e seconda strofa è che spesso la seconda strofa ripete la stessa armonia della prima strofa e anche l'andamento è meno incisivo e tensivo. La tensione musicale ed emotiva, è , infatti un aspetto fondamentale del ponte che serve a lanciare il ritornello. Non esiste un modo preciso per iniziare. C'è chi inizia dal testo e chi inizia dalla melodia e dall'armonizzazione. L'inizio è puramente soggettivo. Come è anche soggettivo il genere musicale per il quale si è propensi, ed è da lì che nasce tutto, dallo stile personale. Con la conoscenza base di uno strumento come la chitarra o il pianoforte si può iniziare a costruire le fondamenta della tua canzone. Infatti grazie ad un giro di accordi puoi dare un "tono" o un "andamento" al tuo brano. Se decidi di scrivere una canzone con un andamento piuttosto veloce, da un tema semplice e allegro, il consiglio è la scelta degli accordi maggiori. Invece per una canzone dallo stile piuttosto malinconico, i minori sono quelli giusti. Chi sceglie di iniziare dalla melodia e dagli accordi deve cominciare da un giro di accordi e dalla loro ritmica. Magari con l'aiuto di un metronomo si può scegliere anche il tempo, ad esempio 4/4. L'istinto ti porterà a comporre sia prima il ritornello che la prima strofa, è soggettivo. Ma composti già gli accordi e la melodia sarai già a metà strada. La parte più difficile dello scrivere una canzone è il testo. Infatti bisogna avere una certa predisposizione per la poesia e la composizione. Ma non è detto. Esistono canzoni dai testi più semplici, e altre da quelli più profondi. La scelta sta a te. Da dove iniziare? Cerca di focalizzarti su un argomento preciso, qualcosa che ti ha colpito, che ti ha ispirato, qualcosa che vorresti raccontare e scegli cosa vuoi comunicare. Una volta individualizzato il tema, bisogna iniziare a scrivere. Cerca di buttare giù ogni cosa che ti viene in mente optando se vuoi per le rime e le pause. Insomma, riempi questa canzone con quello che ti piace. Il passo successivo è la metrica. Devi cercare di "melodizzare" le tue parole, inserendole nello spazio della melodia. Sviluppare il testo nel corso della canzone ti risulterà più facile nel momento in cui sai di cosa vuoi veramente parlare, componendo quante strofe vuoi, il ritornello, una parte musicale ed eventualmente uno special. Scrivere una canzone è un momento di assoluta libertà ed è come uno specchio di sè stessi, nel quale l'umore gioca la sua parte fondamentale. La fatica che hai nel comporre è normale. Ci sono le così dette condizioni necessarie (sapere la teoria musicale e conoscere il proprio strumento) e sufficienti (la creatività) per saper comporre. Ovviamente non si acquisiscono in breve tempo, ma con molta esperienza e tenacia. Non demoralizzarti se le prime cose che scrivi non ti soddisfano, ma fanne tesoro per lo studio di nuovi componimenti futuri. Capita spesso di andare a riprendere vecchi giri per realizzare una nuova canzone. Per creare un pezzo serve la collaborazione (sopratutto se hai un gruppo). L'originalità di un pezzo sta sopratutto nella combinazione che c'è fra i vari componenti, i loro caratteri, il loro repertorio e le loro esperienze. Pensare di essere in grado di scrivere da soli un pezzo è un errore!

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ALCUNI CONSIGLI PER INIZIARE A COMPORRE È importante un buon titolo. Mito da sfatare: nell’80% dei casi, l’autore lavora su una melodia e quindi scrive il testo su una melodia che il compositore gli fornisce, e soltanto nel rimanente 20% dei casi è il compositore che lavora e crea su un testo fornitogli dall’autore. La storia della canzone italiana insegna che le migliori canzoni sono nate prima dalla melodia, sulla quale poi si crea il testo. Poi le eccezioni esistono e sono belle perché smentiscono le tacite regole. Un ottimo banco di prova per un provetto autore quindi resta quello di provare a scrivere un testo su una melodia. Ma come farlo? Come approcciare una melodia nuova? La vecchia scuola, quella dei grandi autori di testi, si aiutava con un mascherone, ovvero la melodia del cantato veniva sostituita da numeri che rappresentavano un aiuto per scovare più facilmente le parole, il tutto seguendo chiaramente due regole fondamentali ovvero la metrica e la cadenza. Resta un metodo utile, valido ed interessante. In alternativa la sillabazione. Ad esempio vogliamo cambiare questa famosa frase di cui tutti credo conosciate la melodia, è l’inizio di una canzone di Vasco Rossi “Vita spericolata”. “ Voglio una vita spericolata” che potrebbe semplicemente essere “ ta-ta-ta-ta-ta ta-ta-ta-ta-ta” e che potrebbe diventare per gioco “ tu cosa ardita e mai trovata” oppure “ ohh dolce Rita io ti ho sognata”. Non fate caso al significato, provate a cantarle. Stanno nella melodia sia a livello di metrica che di cadenza. Provate voi, cercando alternative, magari adesso iniziando a dare un senso più “alto”, fatta nostra la musicalità del verso, ora che sappiamo cosa esige questa melodia in termini di metrica e cadenza possiamo anzi dobbiamo sforzarci di trovare contenuto e cercare di dirlo con stile, il nostro. Ricapitolando, metrica e cadenza e una volta che il meccanismo è chiaro in testa, ovvero una volta che abbiamo letto, decodificato la “grammatica” è necessario dargli significato, ovvero contenuto e stile. Prima di approcciare melodie nuove esercitatevi molto riscrivendo testi nuovi di canzoni già edite e conosciute, sia famose che meno famose, è il modo migliore per farsi orecchio e mano, fidatevi è una bella palestra, poi vi stupirete, dopo averne fatte a decine di acquisire sempre più padronanza e resterete stupiti di quanto le parole vi escano facilmente. Per arrivare ad esprimersi con contenuto e con uno stile personale ci vorrà ulteriore tempo, voglia e sacrificio, ma almeno nel frattempo avrete costruito una certa dimestichezza e acquisito fluidità con metrica e cadenza. Consiglio: ascoltare tanta musica, dall’origine della canzone popolare ad oggi, per intenderci da Volare di Modugno in poi e di farlo con spirito “critico” e attento. Anche questo esercizio di ascolto e di studio delle canzoni del passato richiede tantissime ore di impegno, attenzione, curiosità e voglia. L’analisi dei brani famosi permettono di scoprire diverse chicche e trucchi vincenti che aiutano tantissimo nella creazione di brani nuovi. Da questo momento potete arrischiarvi nel mondo dell’inedito magari proponendovi a qualche compositore, anch’egli emergente, che magari sta cercando un buon compagno di viaggio artistico.

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Supponiamo ora che vi troviate di fronte al compito di scrivere il testo su una melodia inedita che vi fornisce un compositore. L’autore racconta delle emozioni per cui è necessario vincere il pudore di raccontarsi o comunque raccontare cose a noi vicine, detto questo, l’autore potrebbe anche far semplicemente uso di fantasia e quindi, partendo magari da un elemento reale raccontare una storia o un emozione inventata e non autobiografica. Si può essere poetici, crudi, coraggiosi, innovatori, ci sono diversi modi di scrivere ed esprimersi, tanti registri a seconda della propria sensibilità e delle esigenze di chi ci coinvolge nel lavoro. Il primo consiglio quando si è di fronte ad una melodia è quello di ascoltarla tante volte, è necessario ascoltare cosa dice la musica, perché ogni musica ha già in sé delle parole, che sono celate tra le note, nell’atmosfera della canzone, bisogna avere la bravura e la sensibilità di “leggere” queste parole e trascriverle, trovando così il giusto sodalizio tra musica e testo. L’autore di testi è un contenitore di emozioni e proprio dalla sua anima deve pescare le parole che reputa per istinto artistico, le migliori per quella melodia. Detto così sembra semplice, ma non lo è . L’inizio può rappresentare un problema. Un modo per rompere il ghiaccio è quello di scrivere delle idee che scaturiscono dall’ascolto, facendosi semplicemente guidare dai sentimenti che suggerisce la melodia, magari anche in prosa, lasciando per il momento da parte la metrica. Se invece abbiamo già fatto nostra la metrica della melodia in questione possiamo già azzardare versi in metrica. Da questo approccio iniziale deve scaturire la scintilla, ovvero dobbiamo identificare un idea centrale, un immagine forte, uno slogan, quello che sarà la sintesi di una canzone e che possibilmente diverrà anche il titolo della canzone. Da quell’idea che reputiamo forte dobbiamo partire e costruirci attorno un bel testo. Come fare? Sempre seguendo la musica, se la musica si apre dobbiamo decidere se far aprire anche il testo oppure no. Vi ricordate il ritornello della canzone “Nel blu dipinto di blu” ? La musica nel ritornello si apre, prende letteralmente il volo, quale miglior verso di “volare oh oh”? Se a questo fantastico esempio di sodalizio musica testo ci mettiamo il buon Modugno che apre le braccia durante le esibizioni pubbliche siamo di fronte ad una serie di energie che confluiscono e che colpiscono l’immaginario collettivo e che emozionano. Oppure prendiamo il celebre verso di Mogol su musica di quel genio di Lucio Battisti, “le discese ardite e le risalite”, la musica scende e poi risale, un bellissimo esempio nel quale il grande Giulio Rapetti Mogol legge in maniera fantastica la melodia. Capito il concetto? Il testo deve essere al servizio della musica, seguirla, deve scorrere e sfruttare le discese e le salite, le chiusure e le aperture che ogni composizione musicale possiede nella sua struttura. Per quanto riguarda il contenuto, bisognerebbe sempre accettare la sfida di mettere in discussione quel che si scrive, tutto quello che abbiamo scritto può essere migliorabile, non che si punti alla

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perfezione, ma è bene mettere in dubbio quanto scritto, per avere la certezza di aver fatto tutto il possibile per rendere più efficace possibile ogni singola riga del testo. Per questa autoanalisi può aiutare come dicevo prima, la conoscenza delle canzoni che sono stati successi o che ci piacciono, il chiederci perché piacciono è importante, crea in noi, non immediatamente ma con il tempo e l’esercizio, una serie di strumenti che ci tornano utili quando dobbiamo fare i conti con una canzone in cui ci stiamo cimentando noi. Un esempio che viene subito al volo è che difficilmente in una canzone di successo troverete anche nella strofa una frase presente nel ritornello e viceversa. Per quanto riguarda invece il senso di una canzone e quindi il contenuto, ci sono i paladini del significato chiaro, ovvero un testo di canzone deve sempre essere comprensibile per tutti, e quelli per cui invece a volte è più importante il suono delle parole piuttosto che il loro significato. Una canzone semplicemente didascalica è ormai datata, e raccontare una storia dalla a alla z in una canzone a volte sfiora il ridicolo, come sarebbe magari bellissima, ma poco commerciale e pop, fare una canzone dove il testo segue esclusivamente la regola del suono e mai quella del significato della parola. Come avrete capito è una questione di gusto, e in un mercato schizofrenico vale tutto e il suo contrario. Consiglio: approcciare con rispetto e passione le canzoni, che sono emozioni rese pubbliche e quindi degne di considerazione.