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La parola semicustom, come tutte le parole precedute dal sufsso “semi”, è una pa- rola per sua natura indenita che può dar vita ad un limbo senza ne di grada- zioni. Per Canados invece questa parola non genera dubbi: oggi come ieri il cliente Canados può veder soddisfatta ogni sua esigenza o deside- rio, anche quelle che comportano modiche radicali e non si limitano ad una semplice variazione di layout o ad un diverso arredamento. Il tutto però senza toc- care gli aspetti tecnici fondamentali co- me la carena, la posizione dei motori e delle linee d’asse, le strut- ture, cioè quegli aspetti più ingegneristici di un progetto sviluppato e messo a punto in anni di lavoro e ve- riche sul campo. Per tutto il resto Canados è disponibile ed in grado di cambiare per soddisfare le speci- che richieste del cliente, come dimostra uno degli ultimi yacht attualmente in fase di rea- lizzazione, un 86 piedi per il quale è stata addirittura disegnata e realizzata una nuova co- perta in stile navetta. Quindi un semicustom vero che riesce a soddisfare le richieste ed i sogni degli armatori più esigenti. Tutto ciò è reso possibile dalla lunga storia dei Cantie- ri Canados, 60 anni in cui è stato accumulato un patrimonio di cultura ed esperienza dif- cilmente replicabile che si è tramandato di generazione in generazione no ai nostri gior- ni. Ancora oggi, difcile a credersi in questo mondo iperspecializzato, Canados progetta e produce in casa quasi tutti i componenti delle sue barche grazie ad un qualicatissimo uf- cio tecnico e grazie ad esperti artigiani che lavorano magistralmente essenze pregiate o compensati, acciaio inox o alluminio. Per saperne di più siamo andati a renderci conto di persona di questa particolare realtà della nautica italiana che, nata nell’immediato dopoguerra come Cooperativa Costruzioni Navali di Ostia in quello che restava della fabbrica di idrovolanti Saiman, in oltre sessant’an- ni di storia ha varato oltre 650 imbarcazioni a motore e 100 imbarcazioni a vela, oltreché una serie di imbarcazioni per la Guardia Costiera ed altri corpi militari. Il cantiere, che si estende su una supercie di oltre 12 ettari ed ha una capacità produttiva no a 20-25 im- barcazioni, produce oggi una gamma di yacht che va dai 24 ai 36 metri. E nei moderni stabilimenti alla foce del Tevere abbiamo incontrato Luca Allegri, del fondo d’investimento britannico Balmoral Capital che dal 2007 detiene la proprietà di Canados, al quale abbiamo rivolto qualche domanda. CANADOS: QUANDO SI PARLA DI SEMICUSTOM Alcune delle versioni della cabina ar- matoriale dell’86: come si vede non cambia solo la tappezzeria!!

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di Andrea Mancini

La parola semicustom, come tutte le parole precedute dal suffi sso “semi”, è una pa-rola per sua natura indefi nita che può dar vita ad un limbo senza fi ne di grada-

zioni. Per Canados invece questa parola non genera dubbi: oggi come ieri il cliente Canados può veder soddisfatta ogni sua esigenza o deside-

rio, anche quelle che comportano modifi che radicali e non si limitano ad una semplice variazione di layout o ad un

diverso arredamento. Il tutto però senza toc-care gli aspetti tecnici fondamentali co-

me la carena, la posizione dei motori e delle linee

d’asse, le strut-ture, cioè

quegli

aspetti più ingegneristici di un progetto sviluppato e messo a punto in anni di lavoro e ve- rifi che sul campo. Per tutto il resto Canados è disponibile ed in grado di cambiare per soddisfare le specifi -che richieste del cliente, come dimostra uno degli ultimi yacht attualmente in fase di rea-lizzazione, un 86 piedi per il quale è stata addirittura disegnata e realizzata una nuova co-perta in stile navetta. Quindi un semicustom vero che riesce a soddisfare le richieste ed i sogni degli armatori più esigenti. Tutto ciò è reso possibile dalla lunga storia dei Cantie-ri Canados, 60 anni in cui è stato accumulato un patrimonio di cultura ed esperienza diffi -cilmente replicabile che si è tramandato di generazione in generazione fi no ai nostri gior-ni. Ancora oggi, diffi cile a credersi in questo mondo iperspecializzato, Canados progetta e produce in casa quasi tutti i componenti delle sue barche grazie ad un qualifi catissimo uf-fi cio tecnico e grazie ad esperti artigiani che lavorano magistralmente essenze pregiate o compensati, acciaio inox o alluminio.Per saperne di più siamo andati a renderci conto di persona di questa particolare realtà della nautica italiana che, nata nell’immediato dopoguerra come Cooperativa Costruzioni Navali di Ostia in quello che restava della fabbrica di idrovolanti Saiman, in oltre sessant’an-ni di storia ha varato oltre 650 imbarcazioni a motore e 100 imbarcazioni a vela, oltreché una serie di imbarcazioni per la Guardia Costiera ed altri corpi militari. Il cantiere, che si estende su una superfi cie di oltre 12 ettari ed ha una capacità produttiva fi no a 20-25 im-barcazioni, produce oggi una gamma di yacht che va dai 24 ai 36 metri.E nei moderni stabilimenti alla foce del Tevere abbiamo incontrato Luca Allegri, del fondo d’investimento britannico Balmoral Capital che dal 2007 detiene la proprietà di Canados, al quale abbiamo rivolto qualche domanda.

CANADOS:QUANDO SI PARLA DI SEMICUSTOM

Alcune delle versioni della cabina ar-matoriale dell’86: come si vede non cambia solo la tappezzeria!!

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Quali sono i motivi alla base della scelta di costru-ire yacht semicustom?Prima di tutto c’è un motivo storico: Canados nasce nel 1946 in un’area strategica dal punto di vista logistico, ma sen-za quelle tradizioni nautiche e navali tipiche di altre zone co-me Viareggio o La Spezia. Di conseguenza il cantiere, non ri-uscendole a reperire sul territorio, si è dovuto attrezzare nel tempo per essere autosuffi ciente ed avere al suo interno tutte le professionalità e le specializzazioni necessarie. E così ancora oggi Canados è attrezzata per produrre al suo inter-no tutto l’acciaio e tutto il legno che c’è a bordo. Addirittu-ra ci facciamo in casa gli assi propulsivi o i mancioni di accop-piamento delle linee d’asse. Questa caratteristica, indissolu-bilmente legata alla storia ed alla tradizione del cantiere, nel tempo è diventata la forza del Cantiere ed oggi rappresenta anche un fattore strategico: non avendo la possibilità di com-petere su grandi numeri, per differenziarsi la strada obbligata è la customizzazione, il rapporto “one to one” con il cliente.Ma oggi, soprattutto in questi tempi di crisi eco-nomica, è ancora percorribile questa scelta?Per i volumi attuali di produzione di 6-7 barche l’anno potreb-be sembrare un eccesso avere quasi 100 dipendenti, 15 perso-ne in falegnameria, 12 nell’uffi cio tecnico e via dicendo. Ma d’al-tra parte è proprio questa la forza del cantiere che storicamen-te ha sempre avuto al suo interno tutte le professionalità e spe-cializzazioni. Sicuramente abbiamo ridotto laddove era possibi-le, ridotto gli sprechi, ma senza ricorrere alla cassa integrazione. Chi è il cliente che sceglie uno yacht Canados?Il tipico cliente Canados è un cliente fi delizzato, che aveva un Canados e torna per avere un altro Canados. È un cliente che è stato abituato negli anni ad avere un prodotto diverso, mol-to customizzato ma anche rinomato per le grandi doti marine. Egli viene da noi perché non vuole solo comprare la sua barca, ma perché vuole costruirla con noi. E non è un caso se alla fi ne conosce bene tutto il cantiere, la falegnameria, l’offi cina, i nostri tecnici ed operai, con i quali a volte ha anche un rapporto diretto. Ad esempio sembra incredibile venire in cantiere e vedere armatori che prendono sottobraccio il falegname o il meccanico e, al di la del-le profonde differenze culturali ed economiche che inevitabilmente esistono, discutere insieme di come realizzare un mobile o un pezzo meccanico, delle varie soluzioni che è possibile adottare per quel mobile. E magari erano venuti in cantiere per discutere di tutt’altro. Un altro esempio. Il tipico armatore Canados è colui che vuole andare in sala macchine, esaminare ogni particolare, analizza-re gli aspetti tecnici: guarda un po’ la barca con gli occhi del comandante. E non è un caso se negli ultimi 3-4 anni sui nostri 86 piedi abbiamo avuto situazioni in cui l’armatore non aveva un coman-dante, ma solo un marinaio che gli curava la tenuta della barca. E comunque parliamo di una bar-ca di 27 m che vale 4 milioni di euro. Ma tanto è l’attaccamento e l’interesse per il prodotto che l’armatore si sostituisce completamente al comandante perché, in una sola parola, è appassionato.Quindi un cliente che partecipa attivamente alla costruzione dello yacht. È proprio l’idea di costruirsi la barca l’elemento vincente. Questa nostra impostazione, storica e strategica al tempo stesso, per il cliente non si traduce solo in una banale diversifi cazione della

L’86 è il modello che probabilmente me-glio rappresenta la capacità di custo-mizzazione Canados: per un armatore che voleva la cabina ar-matoriale sul ponte principale e non co-me al solito sottoco-perta, sono state ad-dirittura disegnate e costruite delle nuove sovrastrutture in sti-le navetta.

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Canados:quando si parla di semicustom

proposta, come ad esempio potrebbe essere sottoporgli tante soluzioni differenti come layout, materiali, emozioni. Costruendo insieme a noi la sua barca l’armato-re vive un’esperienza molto più profonda. Tra l’altro, personalmente, proprio que-sta esperienza è ciò che più invidio ai nostri armatori, e non è tanto la possibilità di possedere un grande yacht come quelli che facciamo.Ma un cliente come quello descritto non è affatto un cliente facile.Sicuramente esiste una maggiore diffi coltà nel gestire i rapporti con questo ti-po di armatori, che sono più esigenti, sanno di cosa parlano. Di contro però da molta più soddisfazione. Tra l’altro sono armatori, generalmente italiani o euro-pei, con i quali Canados è in grado di esprimere tutte le sue potenzialità. C’è an-che da dire che oggi esiste un importante mercato russo per il quale queste ca-ratteristiche sono invece meno importanti. Ma in concreto cosa signifi ca semicustom per Canados?Canados è un semicustom vero rispetto ad altri cantieri. Ciò signifi ca che non ci limitiamo a customizzare gli interni, il layout, ma affrontiamo anche aspetti tec-nologici e costruttivi molto importanti. Ad esempio in questi mesi il nostro uffi -cio tecnico sta lavorando moltissimo per soddisfare le particolari richieste relati-ve al nostro nuovo ‘120, una barca particolarmente tecnologica dove sono pre-viste 4 aperture laterali, terrazze, pinne stabilizzatrici zero speed, etc.

Per entrare ancora di più nel dettaglio tecnico e capire come Canados intende uno yacht custom, parliamo con l’ing Giovanni Senatore, direttore tecnico ma anche uno dei tanti veterani di questo cantiere dove la storia e la tradizione sono così fortemen-te legati alla produzione attuale.Quali sono le caratteristiche che uno yacht Canados mantiene sempre, al di la di qualsiasi customizzazione?In Canados partiamo sempre dalla carena: la disegniamo, la studiamo, la ottimizziamo, spesso anche con l’ausilio di prove in vasca, e solo alla fi ne la riempiamo, cioè pensia-mo a ciò che ci andrà dentro, al layout, al design. Altri cantieri facevano e fanno esat-tamente il contrario: disegnano una carena funzionale a contenere ciò che qualcun altro ha pensato. In pratica disegnano un layout e lo rivestono con una carena. Que-sto modo di procedere per Canados è la conseguenza di un’impostazione direi sto-rica, rispetto alla quale anche coloro che sono appena arrivati si adeguano natural-mente. Un’impostazione culturale che salvaguarda gli aspetti tecnici …caro cliente ti faccio qualsiasi cosa ma senza toccare carena, posizione motori e linee d’asse, strut-ture principali. Successivamente le variazioni di peso, strutturali, etc., conseguenti alle richieste di customizzazione saranno studiate ed analizzate rispetto a tutte le impli-cazioni che comportano sull’intero progetto dal punto di vista tecnico. Ad esempio, per un armatore dell’86 che voleva la cabina armatoriale sul ponte principale, e non come al solito sottocoperta, abbiamo modifi cato addirittura le sovrastrutture in stile

navetta. Quindi non solo un nuovo layout ma una nuova coperta. Il cliente ha così avuto la perce-zione di fare quel che voleva ma, in realtà, gli aspetti più tecnici e marini della barca non sono stati toccati! Nonostante ciò il lavoro di studio, ri-progettazione e verifi ca sarà comunque moltissimo. Al-

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Semicustom per Ca-nados significa riu-scire a soddisfare le richieste dell’arma-tore fino ad arrivare a modificare lo spec-chio di poppa, come si vede per i due 86 piedi qui sopra.

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la fi ne abbiamo fatto un giro nel cantiere e toccato con mano quello che fi n qui abbiamo raccon-tato: oltre 3000 mq dedicati alla lavorazione del legno dove esperti artigiani sono in grado di realiz-zare qualsiasi mobile o accessorio. Si parte addirittura dalle tettoie di essiccazione del legname do-ve, come una volta, i tavoloni delle essenze più pregiate sapientemente accatastate, in modo da es-sere garantita una libera ventilazione al riparo dalla pioggia e dal sole, hanno il giusto tempo e luo-go per una graduale stagionatura. Quindi una stagionatura naturale, quella che garantisce i miglio-ri risultati ma che richiede tempo, un aspetto che in un mondo sempre più frenetico da il senso di quanto 60 anni di storia e tradizione facciano parte del modo di lavorare e costruire in Canados. Michele Donato, il responsabile della falegnameria, ci accompagna poi nei laboratori di taglio e la-vorazione, alle presse per le impiallacciature, negli ampi spazi dove si monta e si prova preliminar-mente tutto ciò che poi verrà messo a bordo, per fi nire con i grandi forni, ben 8, dedicati alla ver-niciatura ed alla laccatura. Nei locali dedicati alla lavorazione dei metalli tra i tanti pezzi in lavorazione, o già pronti, è stato diffi ci-le vederne due uguali. D’altronde “ci annoiamo quando dobbia-mo realizzare due pezzi uguali” ci spiega con una battuta il re-sponsabile dell’offi cina meccanica Leucio Bianchi. Proprio que-sta sapiente artigianalità, che si esprime oltre che nella realizza-zione nel montaggio a bordo e nella rifi nitura complessiva della barca, come abbiamo avuto modo di constatare visitando i ca-pannoni dedicati alla produzione, rappresenta il valore aggiunto di una barca Canados. Una barca costruita prima che da un can-tiere da tante persone esperte ed appassionate dotate di grandi capacità. Solo così uno yacht Canados diventa un vero semicu-stom, la barca che realizza i sogni del suo armatore.Per ulteriori informazioni: Canados International; via dell’i-droscalo; 00121 Roma; tel. 06 56339732; fax 06 56037581; web: www.canados.com; mail: [email protected].

Per consentire la creazione di una zona living a prua sul nuovo 120’, le sovrastrutture del 116’ sono state modificate, come si può ve-dere nelle foto qui a sinistra.A destra, sopra, uno dei nuovi 86 piedi in co-struzione, sotto, gli enormi spazi disponibili per la lavorazione del legno

A sinistra, il complesso alberotto in alluminio del nuovo 120’ in costruzione in officina da l’idea della ca-pacità di Canados di andare dall’ideazione, alla progetta-zione, alla realizzazione.A destra, dagli assi portae-lica, alle bitte, ai passacavi: quasi tutti gli acciai di bordo sono costruiti in cantiere per meglio soddisfare le specifiche esigenze dello yacht.

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