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CAMERA DEI DEPUTATI N. 1061 PROPOSTA DI LEGGE DINIZIATIVA DEI DEPUTATI COMPAGNON, BOSI, CAPITANIO SANTOLINI, CICCANTI, DELFINO, ANNA TERESA FORMISANO, GALLETTI, NARO, RUVOLO, VOLONTÈ Disposizioni per la predisposizione del Programma nazionale per la mobilita ` ciclistica nonche ´ per la realizzazione della rete degli itinerari ciclabili d’Italia Presentata il 15 maggio 2008 ONOREVOLI COLLEGHI ! — Negli ultimi anni si assiste a una diffusa estensione del campo d’azione di piani e di programmi per la mobilita ` ciclistica alla scala terri- toriale. Cio ` avviene principalmente per una domanda di sedi confortevoli e sicure per fini diversi da quelli strettamente trasportistici, in particolare per turismo di lunga percorrenza e per usi sportivo-ama- toriali e ricreativi. Le ragioni generali per sostenere un programma di itinerari ciclabili si possono ricondurre a quattro grandi aree: 1) l’auspicato aumento del livello di utilizzazione della bicicletta, dando per assodati i benefı `ci – individuali e collettivi – dell’uso di tale mezzo; 2) la riduzione del numero di inci- denti che interessano la mobilita ` ciclistica e quindi del livello di rischio associato; 3) il miglioramento del sistema di viabilita ` e di trasporto esistente; 4) la promozione di nuove iniziative di natura socio-economica legate alla mo- bilita ` ciclistica. Gli obiettivi da perseguire sono stret- tamente correlati a programmi compositi che affrontano i temi politici, i cambia- menti dei dispositivi normativi esistenti, i percorsi educativi di lungo periodo, il reperimento e la programmazione dei fondi disponibili. I primi due punti hanno Atti Parlamentari 1 Camera dei Deputati XVI LEGISLATURA DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI DOCUMENTI

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CAMERA DEI DEPUTATI N. 1061—

PROPOSTA DI LEGGE

D’INIZIATIVA DEI DEPUTATI

COMPAGNON, BOSI, CAPITANIO SANTOLINI, CICCANTI, DELFINO,ANNA TERESA FORMISANO, GALLETTI, NARO, RUVOLO, VOLONTÈ

Disposizioni per la predisposizione del Programmanazionale per la mobilita ciclistica nonche per larealizzazione della rete degli itinerari ciclabili d’Italia

Presentata il 15 maggio 2008

ONOREVOLI COLLEGHI ! — Negli ultimi annisi assiste a una diffusa estensione delcampo d’azione di piani e di programmiper la mobilita ciclistica alla scala terri-toriale. Cio avviene principalmente peruna domanda di sedi confortevoli e sicureper fini diversi da quelli strettamentetrasportistici, in particolare per turismo dilunga percorrenza e per usi sportivo-ama-toriali e ricreativi.

Le ragioni generali per sostenere unprogramma di itinerari ciclabili si possonoricondurre a quattro grandi aree:

1) l’auspicato aumento del livello diutilizzazione della bicicletta, dando perassodati i benefıci – individuali e collettivi– dell’uso di tale mezzo;

2) la riduzione del numero di inci-denti che interessano la mobilita ciclisticae quindi del livello di rischio associato;

3) il miglioramento del sistema diviabilita e di trasporto esistente;

4) la promozione di nuove iniziativedi natura socio-economica legate alla mo-bilita ciclistica.

Gli obiettivi da perseguire sono stret-tamente correlati a programmi compositiche affrontano i temi politici, i cambia-menti dei dispositivi normativi esistenti, ipercorsi educativi di lungo periodo, ilreperimento e la programmazione deifondi disponibili. I primi due punti hanno

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carattere generale e rimandano all’impli-cita assunzione dei benefıci assicurati dal-l’aumento del numero degli spostamentieffettuati in bicicletta.

Si possono elencare sinteticamente unaserie di benefıci per i singoli individui e perl’intera collettivita, derivanti dall’utilizza-zione di mezzi di trasporto non motorizzati.

Benefıci personali:

aumento delle opzioni di sposta-mento;

beneficio economico, dovuto ai costidi acquisto e di manutenzione della bici-cletta abbastanza contenuti;

esercizio fisico e conseguente ridu-zione dei disturbi cardiovascolari, di iper-tensione, di obesita, di diabete, di osteo-porosi, di stress e di depressione;

maggiore possibilita di interazionesociale;

divertimento.

Benefıci estesi a tutta la collettivita:

decongestione del traffico;

riduzione dell’inquinamento acusticoe atmosferico;

riduzione del consumo di carburantedi origine fossile;

riduzione della manutenzione per larete stradale esistente;

minore richiesta di nuove infrastrut-ture per la mobilita motorizzata;

aumento della sicurezza stradale;

migliore sfruttamento del suolo, conla riduzione di uno sviluppo incontrollato;

maggiore attrattivita per l’affluenzadi turisti;

miglioramento della salute pubblica.

Il miglioramento delle condizioni esi-stenti per la mobilita ciclistica si ottienemediante due processi complementari:

1) un processo sistematico applicatoa tutte le forme di pianificazione dei

trasporti che garantisca la disponibilitadella rete stradale esistente in condizionisicure e confortevoli per la mobilita ci-clistica;

2) la costruzione di una rete dedicatadi infrastrutture per la mobilita ciclistica,integrata con la rete stradale e modulatasu diversi tipi di infrastruttura (piste ci-clabili, percorsi promiscui) a seconda dellecondizioni esistenti.

L’analisi delle esperienze consolidate dipromozione delle politiche per la mobilitaciclistica attribuisce il successo di talioperazioni e lo sviluppo dei programmi inesse contenuti a tre princıpi fondamentali:

1) il primo principio prevede unaconcezione comprensiva e cooperativa del-l’approccio di pianificazione finalizzata acombinare quattro principali aree di in-teresse:

a) pianificazione e progetto degliitinerari, nel senso di modificare il sistemadelle reti di trasporto per favorire un’uti-lizzazione sicura e vantaggiosa della bici-cletta, anche mediante la realizzazione dinuovi itinerari indipendenti dalla retestradale;

b) promozione della mobilita cicli-stica, lavorando per aumentare la consa-pevolezza sociale dei diritti dei ciclisti edei benefıci procurati dalla pratica dellabicicletta;

c) educazione e conoscenza, al finedi indirizzare gli utenti della bicicletta edei mezzi motorizzati all’uso promiscuodella rete stradale in modi cooperativi esicuri;

d) promozione e applicazione dileggi per la mobilita ciclistica, al fine diformulare e di assicurare l’applicazione eil rispetto di norme e di regolamenti checonsiderino in maniera equa i diritti degliutenti della strada nel loro complesso;

2) il secondo principio focalizza l’at-tenzione sulla necessita d’integrare la pia-

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nificazione della mobilita ciclistica e iprogrammi correlati nel processo di pia-nificazione generale dei trasporti; integra-zione che deve comprendere anche larealizzazione di politiche innovative e laformulazione di standard generali;

3) il terzo principio riguarda l’ideache progetti di singoli itinerari ritenutistrategici, realizzabili in tempi brevi e confinanziamenti certi, rappresentino unaleva indispensabile per l’impianto di unarete diffusa di fruizione « dolce » del ter-ritorio composta da itinerari ciclabili allevarie scale spaziali: nazionale, regionale,provinciale, comunale. Le storie di suc-cesso di tali progetti diventano un esempioper lo sviluppo della rete principale,creando i presupposti per una visionecondivisa e per il coinvolgimento direttodelle comunita interessate.

La presente proposta di legge si pone,in primo luogo, la finalita di individuare iprincipali itinerari ciclabili del nostro,Paese per costituire l’ossatura di una fu-tura rete nazionale. Questo deve avveniremediante il riconoscimento di itinerari cherappresentino un collegamento tra tutte leregioni d’Italia e nel contempo assumanorilevanza nell’ambito di un sistema diitinerari europei.

Soggetti promotori.

La realizzazione della rete degli itine-rari di interesse nazionale necessita di ungrande sforzo organizzativo e progettualeche contempla il coinvolgimento di mol-teplici soggetti, ognuno con le proprieprerogative.

In prima analisi si possono individuarei seguenti soggetti con specifiche compe-tenze:

1) organi di Governo:

Dipartimento per lo sviluppo e lacompetitività del turismo della Presidenzadel Consiglio dei ministri;

Ministro delle infrastrutture e deitrasporti;

Ministro della gioventù;

Ministro per i beni e le attivitaculturali;

Ministro dell’ambiente e della tuteladel territorio e del mare;

con compiti di stesura del Programmanazionale per la mobilita ciclistica, direperimento delle risorse finanziarie e diredazione dei regolamenti attuativi perla realizzazione degli itinerari ciclabilid’Italia;

2) regioni ed enti locali: con compitidi approvazione del Programma nazionaleper la mobilita ciclistica nelle sedi dellacooperazione istituzionale e di attuazionedel medesimo Programma nazionale me-diante l’individuazione del tracciato degliitinerari ciclabili d’Italia in sede locale e lagestione delle fasi realizzative;

3) Comitato olimpico nazionale ita-liano (CONI), Federazione ciclistica ita-liana, enti di promozione sportiva e turi-stica, Federazione italiana amici della bi-cicletta: con compiti di servizio nei con-fronti dei soggetti promotori delProgramma nazionale per la mobilita ci-clistica, quali la raccolta e l’ordinamentodelle informazioni in proprio possesso e ilcoordinamento delle forme di partecipa-zione degli utenti potenziali degli itinerariciclabili nel processo decisionale, di ge-stione degli itinerari ciclabili realizzati(attivita di informazione, promozione, as-sistenza eccetera);

4) Societa Ferrovie dello Stato Spa,Touring club italiano, associazioni di cate-goria (albergatori, pubblici esercizi), istitu-zioni culturali e scolastiche: con compiti disupporto al processo attuativo e di ge-stione mediante la promozione di azionifinalizzate a favorire e incentivare la mo-bilita ciclistica.

Criteri di selezione degli itinerari ciclabilid’Italia.

Il progetto della rete degli itinerariciclabili d’Italia deve porre un’attenzioneparticolare al turismo, alla sicurezza stra-dale, alla ricreazione, agli scambi culturali

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e allo sport. Tale progetto deve inoltreprevedere il collegamento del territorionazionale con le reti di percorribilita ci-clistica gia costituite soprattutto nelle re-gioni del nord Europa, reti che stannoriscuotendo un notevole interesse.

Occorre, quindi, specificare per il territo-rio italiano il programma europeo della reteciclabile EuroVelo, che, proposto dalla Eu-ropean Cyclist Federation, e stato adottatodal Consiglio europeo. Questo programma,ad oggi solo parzialmente realizzato, pre-vede di attivare una rete ciclabile di collega-mento in tutti i Paesi europei, in un intervallotemporale di quindici anni.

Il processo d’individuazione degli itine-rari ciclabili della rete nazionale deve allorafare riferimento ai seguenti criteri prioritari:

il collegamento in corrispondenzadella frontiera nazionale con la rete dellamobilita ciclistica europea;

l’attraversamento di tutte le regioniitaliane;

il collegamento delle principali cittaitaliane che rivestono un interesse turi-stico, spesso internazionale;

la presenza di ambiti ad alto inte-resse turistico, gia consolidati in piani o inprogrammi delle amministrazioni statali,regionali e provinciali;

la presenza di addensamenti signifi-cativi di elementi di attrazione per lamobilita ciclistica, a carattere ambientale,culturale e ricreativo, per i quali si pre-vede una significativa utenza potenziale;

il collegamento con i principali nodidi intermodalita (prevalentemente ferro-viaria), per assicurare un’estensione del-l’utilizzazione potenziale della bicicletta,ove l’uso integrato del trasporto pubblicoe della bicicletta sia competitivo con altrimodi di spostamento;

la fattibilita tecnico-economica intempi ragionevoli, in relazione alla presu-mibile capacita di finanziamento.

L’attuazione del Programma nazionaleper la mobilita ciclistica e della rete degli

itinerari ciclabili d’Italia intende suppor-tare un turismo sostenibile di scala euro-pea, assicurando nel contempo una seriedi benefıci quali la conservazione di am-bienti di particolare pregio, la creazione dioccasioni di sviluppo locale, la promozionedi uno spirito europeo piu coeso, il soste-gno agli insediamenti rurali in condizionidi sotto-sviluppo.

La rete si pone come ulteriore obiettivol’incentivazione dell’uso della bicicletta ne-gli ambiti locali attraversati dagli itinerariper scopi trasportistici (percorso casa-scuola-lavoro) e ricreazionali.

Oltre ai criteri principali, occorre con-siderare criteri specifici per il controlloprogettuale della rete degli itinerari cicla-bili d’Italia secondo standard prestazionaliappropriati al loro rango nazionale.

In prima analisi tali standard sarannoassicurati in relazione ai seguenti fattori:

accessibilita;

linearita;

continuita;

attrattivita;

riconoscibilita;

livelli di sicurezza;

livelli di conflitto tra gli utenti del-l’infrastruttura;

redditivita dell’investimento con rife-rimento all’utenza reale e potenziale an-che in relazione all’obiettivo di ridurre ilrischio di incidentalita;

costo ed estensione degli interventirichiesti per la realizzazione delle attrez-zature necessarie per la costruzione del-l’itinerario;

iniziative di sviluppo locale potenzial-mente attivabili;

possibilita di inserire l’itinerario ci-clabile in programmi infrastrutturali piugenerali (Programma europeo della reteciclabile EuroVelo).

Un ulteriore criterio selettivo dovraconsiderare lo stato di attuazione delle

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infrastrutture ciclabili alla scala locale,privilegiando i processi di adeguamentoagli standard progettuali stabiliti per gliitinerari nazionali e il completamento deitratti mancanti.

Descrizione degli itinerari ciclabili.

Sulla base dei criteri descritti, sonostati individuati quattro itinerari ciclabiliprincipali che percorrono l’Italia sia insenso nord-sud che in senso est-ovest, alfine di collegare le principali citta d’arte ei luoghi di riconosciuto valore ambientale,proponibili a un turismo internazionaleche ama spostarsi in bicicletta.

Gli itinerari ciclabili si innestano nellarete europea, garantendo la continuita deipercorsi e i collegamenti transnazionali.

L’itinerario n. 1 « dal Brennero al Tir-reno » collega il passo del Brennero conBolzano, Trento, prosegue verso Mantova,Modena, quindi Bologna, Firenze, Siena,Grosseto e si collega all’itinerario n. 2.

L’itinerario n. 2 « dei Pellegrini » col-lega la Svizzera con il lago di Como equindi Milano, raggiunge il Po, prosegueverso Parma e, attraverso il Passo dellaCisa, arriva sul Tirreno, proseguendo pa-rallelo alla costa fino a Roma, quindi aNapoli, Reggio Calabria, Messina, Catania,Agrigento e, via traghetto, garantisce ilcollegamento verso Malta.

L’itinerario n. 3 « del Po o corridoio 5 »collega Ventimiglia con Savona, quindiTorino, dove si innesta sul fiume Po, e daqui fino a Ferrara, raggiungendo poi Ve-nezia e Trieste e garantendo il collega-mento verso la Slovenia.

L’itinerario n. 4 « dell’Adriatico » si in-nesta sull’itinerario 3 all’altezza di Fer-rara, raggiunge la riviera di Rimini e sisviluppa sulla dorsale adriatica, paralleloalla costa, fino in Puglia, dove, via tra-ghetto da Brindisi, garantisce il collega-mento verso la Grecia.

Si ritengono inoltre di interesse nazio-nale cinque itinerari secondari che garan-tiscono il collegamento trasversale tra gliitinerari principali:

itinerario A: Ravenna, Cesena, Peru-gia, Todi, Viterbo, Roma;

itinerario B: Roma, L’Aquila, Chieti,Pescara;

itinerario C: Salerno, Potenza, Ma-tera, Lecce, Brindisi;

itinerario D: Trento, Venezia;

itinerario E: Olbia, Cagliari.

Fattibilita tecnico-economica.

La realizzazione della rete degli itine-rari ciclabili d’Italia comporta la risolu-zione di importanti problemi connessiprincipalmente alla densita insediativa eall’orografia che caratterizzano la peni-sola.

I principali problemi afferiscono:

alla disponibilita di spazi;

all’acquisizione delle aree di sedimedegli itinerari;

all’attraversamento di corsi d’acqua

all’attraversamento di linee ferrovia-rie e stradali.

Per la realizzazione della rete degliitinerari ciclabili d’Italia potranno esserein parte recuperati tratti gia realizzati daenti locali (province e comuni) adeguan-doli agli standard minimi richiesti per gliitinerari ciclabili di interesse nazionale.

E possibile definire una prima stimadei costi per la realizzazione della retedegli itinerari ciclabili d’Italia sulla base dicosti parametrici individuati per piste ci-clabili in sede propria. In zone di pianurai costi possono essere assunti pari a150.000 euro per chilometro lineare dipista ciclabile; nelle zone collinari e mon-tane possono essere assunti pari a 200.000euro per chilometro lineare di pista ci-clabile.

Considerando le lunghezze degli itine-rari ciclabili i costi complessivi ammon-tano a circa 525.000.000 di euro per gliitinerari principali (circa 3.500 chilometri)e a circa 175.000.000 di euro per gliitinerari secondari (circa 1.200 chilometri).

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Vista la natura di itinerari ciclabili alunghissima percorrenza, e possibile ipo-tizzare la presenza di collegamenti fra itratti ad uso esclusivamente ciclabile (oeventualmente ciclo-pedonale) tramitel’utilizzazione di strade ad alta compati-bilita ciclabile (rete stradale minore abasso traffico veicolare).

Ipotizzando che un 20 per cento degliitinerari ciclabili possa essere in promi-scuo su sede stradale esistente, si puoconsiderare un costo pari a 420.000.000 dieuro per gli itinerari ciclabili principali ea 140.000.000 di euro per quelli secondari.

Occorre inoltre prevedere la spesa perla manutenzione della rete degli itinerariciclabili d’Italia, per la quale in primaanalisi si ipotizza un costo complessivoannuo di circa 5.000.000 di euro.

Criteri progettuali.

Riconoscibilita della rete degli itinerarticiclabili d’Italia.

Al fine della costituzione di una retedegli itinerari ciclabili d’Italia e necessarioche gli itinerari siano facilmente ricono-scibili. Risulta quindi importante la defi-nizione degli elementi caratteristici dell’iti-nerario quali: arredo dei punti di sosta,segnaletica di indicazione, cartellonisticachilometrica, pannelli di indicazione, ele-menti di separazione e di protezione, se-gnaletica orizzontale, ponticelli.

Nella fase di progettazione occorrerapertanto definire un abaco e un capitolatodei vari elementi caratteristici con tutte lenecessarie peculiarita tecniche. Tali ele-menti dovranno essere particolarmentecurati e utilizzati in modo sistematicolungo tutta la rete. La segnaletica di in-dicazione e quella chilometrica dovrannoessere frequenti e di dimensioni adeguate.La segnaletica di indicazione potra even-tualmente riportare le distanze al succes-sivo punto di sosta o al successivo centroabitato.

Appare inoltre strategica l’attribuzionedi un logo e di un nome proprio al sistemaciclabile nazionale e ai singoli itinerariciclabili.

Nella scelta degli arredi si dovra pre-stare particolare attenzione alla manuten-zione senza trascurare il lato estetico.

I cartelli di descrizione dell’itinerariodovranno contenere un pannello con l’in-dicazione di tutta la rete nazionale, unpannello con l’indicazione dell’itinerariospecifico ed eventuali indicazioni locali. Lacartellonistica dovra altresı essere facil-mente aggiornabile. In prossimita dellearee culturali e ambientali e dei nodi diinterscambio, i cartelli di indicazione po-tranno riportare la loro distanza dall’iti-nerario ciclabile.

Viste la scala del progetto e l’inevitabilediluizione della sua esecuzione nel corsodi almeno un decennio, sara particolar-mente importante indicare nei pannelli lostato di attuazione dello stesso, differen-ziando i tratti effettivamente eseguiti daquelli in corso di realizzazione e indicandoitinerari alternativi (eventualmente lungola viabilita minore ad alta compatibilitaciclabile-veicolare). In tale caso occorreraprevedere l’aggiornamento dei pannelli se-condo lo stato di avanzamento dei lavori.

Soluzioni progettuali.

Gli itinerari ciclabili dovranno utiliz-zare in modo prioritario corridoi di con-tinuita ambientale (green-way), sistemi ar-ginali, vie alzaie, sedimi di infrastrutturedismesse al fine di cogliere i valori pae-saggistici e ridurre la necessita di esproprie di opere infrastrutturali particolarmentegravose. In prossimita e all’interno deicentri abitati si potranno invece predili-gere soluzioni in affiancamento alla via-bilita ordinaria con elementi di separa-zione dal traffico veicolare.

Particolare attenzione dovra essere ri-volta alla risoluzione delle intersezioni ealle interazioni fra traffico veicolare eciclistico. A seconda delle situazioni sipotranno prevedere piste ciclabili con cor-sie affiancate o corsie separate. Solamentenei tratti con ridotta presenza di pedonisi potranno valutare sezioni miste ciclo-pedonali.

Le sezioni progettuali di riferimentodovranno sempre rispettare la normativa

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nazionale cercando di evitare soluzionicon dimensioni non adeguate.

La pavimentazione dovra essere tale dagarantire una ridotta manutenzione e lasua tenuta nel tempo. A seconda del tipodi terreno di fondazione attraversato sipotranno ipotizzare differenti pacchettistradali.

La realizzazione delle opere dovra ga-rantire il rispetto dell’ambiente in cui siinseriscono, prediligendo pavimentazionidifferenti dall’asfalto nei tratti di partico-lare pregio ambientale o storico-architet-tonico. A tale scopo saranno necessariattenti sopralluoghi prima, durante e dopol’esecuzione delle opere. Dovra inoltre es-sere garantito il regolare smaltimento deirifiuti.

Le opere di attraversamento dei corsid’acqua e delle arterie stradali dovrannoessere progettate in modo attento all’inse-rimento nel contesto ambientale e predi-

ligendo l’uso di elementi di pregio archi-tettonico, evitando l’uso di impalcati incalcestruzzo di tipo industriale. Eventualibarriere di protezione delle scarpate do-vranno preferibilmente essere costruite inlegno.

I punti di sosta dovranno essere pos-sibilmente posti in zone facilmente sorve-gliabili, al fine di evitare danneggiamenti eatti vandalici, e dotati di tutti gli elementiindispensabili alla sosta: tavoli, panchine,fontane, illuminazione, rastrelliere, pan-nello di descrizione della rete. Tali puntidovranno essere almeno uno ogni 30 chi-lometri, eccetto nei tratti pianeggianti incui si potra arrivare ad uno ogni 50chilometri.

Gli itinerari ciclabili dovranno in ognicaso prevedere l’attraversamento di centriabitati presso i quali siano presenti servizipubblici e siano possibili il pernottamentoe il ristoro.

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PROPOSTA DI LEGGE__

ART. 1.

(Finalita).

1. La realizzazione di una rete degliitinerari ciclabili d’Italia, che attraversanoogni regione del Paese e sono compresinella rete ciclabile europea, individuati,rispettivamente, negli allegati A e B an-nessi alla presente legge, e dichiarata diinteresse nazionale.

2. Il Dipartimento per lo sviluppo e lacompetitività del turismo della Presidenzadel Consiglio dei ministri, di concerto conil Ministero delle infrastrutture e dei tra-sporti e in collaborazione con il Diparti-mento della gioventù della Presidenza delConsiglio dei ministri, con il Ministero peri beni e le attivita culturali e con ilMinistero dell’ambiente e della tutela delterritorio e del mare, promuove la realiz-zazione e l’utilizzazione della rete degliitinerari ciclabili d’Italia.

ART. 2.

(Programma nazionale per la mobilitaciclistica).

1. Il Dipartimento per lo sviluppo e lacompetitività del turismo della Presidenzadel Consiglio dei ministri, sentito il Mini-stero delle infrastrutture e dei trasporti,predispone e aggiorna ogni cinque anni ilProgramma nazionale per la mobilita ci-clistica.

2. Il Programma nazionale per la mo-bilita ciclistica:

a) reca le linee guida per la redazionedei progetti della rete degli itinerari cicla-bili d’Italia;

b) individua le percentuali di ripartodei finanziamenti tra le regioni interessatedalla rete degli itinerari ciclabili d’Italia;

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c) prevede l’istituzione dell’Osserva-torio per il monitoraggio della rete degliitinerari ciclabili d’Italia.

3. Il Presidente del Consiglio dei ministriistituisce, con proprio decreto, da adottareentro due mesi dalla data di entrata invigore della presente legge, una commis-sione tecnica per l’attuazione del Pro-gramma nazionale per la mobilita ciclistica.

4. La commissione tecnica di cui alcomma 3 e composta da:

a) il capo del Dipartimento per losviluppo e la competitività del turismodella Presidenza del consiglio dei ministri;

b) cinque tecnici di comprovata espe-rienza, nominati dal Presidente del Con-siglio dei ministri;

c) un rappresentante del Ministerodelle infrastrutture e dei trasporti;

d) un rappresentante del Diparti-mento della gioventù della Presidenza delConsiglio dei ministri;

e) un rappresentante del Ministeroper i beni e le attivita culturali;

f) un rappresentante del Ministerodell’ambiente e della tutela del territorio edel mare;

g) un rappresentante della Federa-zione italiana ciclismo;

h) un rappresentante delle associa-zioni per il ciclismo turistico.

5. La commissione tecnica elabora le li-nee guida di cui al comma 2, lettera a), entroquattro mesi dalla data della sua istituzione.

6. Le linee guida sono approvate condecreto del Presidente del Consiglio deiministri entro tre mesi dalla data dellaloro elaborazione da parte della commis-sione tecnica ai sensi del comma 5.

7. Le regioni, direttamente o delegando leprovince interessate, provvedono, sentiti glienti locali interessati, a redigere i progettidella rete degli itinerari ciclabili d’Italia en-tro un anno dall’approvazione delle lineeguida da parte del Presidente del Consiglio

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dei ministri ai sensi del comma 6, definendostralci attuativi funzionali.

8. Al fine di acquisire gli atti di intesa,i pareri, i nulla osta, le autorizzioni e leapprovazioni prescritti per i progetti di cuial comma 7 del presente articolo, puoessere convocata un’apposita conferenzadi servizi, ai sensi dell’articolo 14 dellalegge 7 agosto 1990, n. 241, e successivemodificazioni, cui partecipano tutti gli entitenuti ad esprimersi sui progetti stessi.

9. Le regioni, acquisiti i pareri deglienti locali competenti ai sensi dei commi7 e 8, approvano in linea tecnica i progettie provvedono a inviarli entro un mese alDipartimento per lo sviluppo e la compe-titività del turismo della Presidenza delConsiglio dei ministri.

10. I progetti della rete degli itinerariciclabili d’Italia sono definitivamente ap-provati dal Dipartimento per lo sviluppo ela competitività del turismo della Presi-denza del Consiglio dei ministri, sentita lacommissione tecnica, entro due mesi delladata del loro ricevimento.

11. L’approvazione da parte del Dipar-timento per lo sviluppo e la competitivitàdel turismo della Presidenza del Consigliodei ministri dei progetti di cui al comma7 costituisce, ai sensi del testo unico delledisposizioni legislative e regolamentari inmateria edilizia, di cui al decreto delPresidente della Repubblica 6 giugno 2001,n. 380, e successive modificazioni, variantea tutti gli strumenti urbanistici vigenti.

12. Entro sei mesi dalla data di entratain vigore della presente legge, con decretodel Presidente del Consiglio dei ministri, diconcerto con il Ministro delle infrastrut-ture e dei trasporti, e adottato un appositoregolamento con il quale sono definite lecaratteristiche tecniche degli itinerari ci-clabili d’Italia compresi nella rete e larelativa segnaletica.

ART. 3.

(Finanziamenti del Programma nazionaleper la mobilita ciclistica e per la realizza-zione e la manutenzione della rete degli

itinerari ciclabili d’Italia).

1. Per l’elaborazione e le attivita istrut-torie del Programma nazionale per la

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mobilita ciclistica e istituito un appositofondo, presso la Presidenza del Consigliodei ministri, con una dotazione annua di1.500.000 euro.

2. Per la realizzazione della rete degliitinerari ciclabili d’Italia e istituito, pressola Presidenza del Consiglio dei ministri, unapposito fondo di durata decennale conuna dotazione annua di 60.000.000 dieuro.

3. Per la manutenzione della rete degliitinerari ciclabili d’Italia, a decorrere dal-l’anno 2010, e istituito un apposito fondo,presso la Presidenza del Consiglio deiministri, con una dotazione annua di5.000.000 di euro.

4. Ogni anno, entro il 31 marzo, ilPresidente del Consiglio dei ministri, diconcerto con il Ministro delle infrastrut-ture e dei trasporti, previo parere dellaConferenza permanente per i rapporti tralo Stato, le regioni e le province autonomedi Trento e di Bolzano, approva la ripar-tizione della quota annuale dei fondi dicui ai commi 2 e 3 tra le regioni. Laripartizione e effettuata secondo quantostabilito dal Programma nazionale per lamobilita ciclistica, in proporzione alla lun-ghezza e alla complessita degli itinerariciclabili d’Italia compresi in ogni regione,dando priorita agli itinerari principali.

5. Qualora le regioni o gli enti localiabbiano gia realizzato parte degli itinerariciclabili d’Italia individuati nell’allegato A,annesso alla presente legge, i medesimienti utilizzano i fondi assegnati per riqua-lificare i tratti realizzati secondo le indi-cazioni delle linee guida approvate dalPresidente del Consiglio dei ministri aisensi dell’articolo 2, comma 6, e per larealizzazione di itinerari ciclabili di inte-resse locale che colleghino le emergenzeambientali e culturali locali con la retedegli itinerari ciclabili d’Italia.

ART. 4.

(Realizzazione e manutenzione della retedegli itinerari ciclabili d’Italia).

1. Le regioni, direttamente o delegandole province interessate, provvedono a rea-

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lizzare i tratti di competenza della retedegli itinerari ciclabili d’Italia, per stralciattuativi funzionali, entro due anni dal-l’assegnazione dei finanziamenti ai sensidell’articolo 3, comma 4.

2. Le regioni, direttamente o delegandole province interessate, provvedono a ef-fettuare la manutenzione ordinaria estraordinaria degli itinerari ciclabili d’Ita-lia compresi nella rete e insistenti suirispettivi territori.

ART. 5.

(Monitoraggio della realizzazione della retedegli itinerari ciclabili d’Italia).

1. La Presidenza del Consiglio dei mi-nistri, con il supporto tecnico della com-missione tecnica di cui all’articolo 2,comma 3, vigila sulla realizzazione e sullamanutenzione della rete degli itinerariciclabili d’Italia, predisponendo a tal fineun rapporto annuale.

2. In caso di inadempienza da partedelle regioni, la Presidenza del Consigliodei ministri si sostituisce obbligatoria-mente nella redazione dei progetti e nellarealizzazione della rete degli itinerari ci-clabili d’Italia.

ART. 6.

(Copertura finanziaria).

1. All’onere derivante dall’attuazionedell’articolo 3, comma 1, pari a 1.500.000euro annui a decorrere dall’anno 2008, siprovvede mediante corrispondente ridu-zione dello stanziamento iscritto, ai finidel bilancio triennale 2008-2010, nell’am-bito del fondo speciale di parte correntedello stato di previsione del Ministerodell’economia e delle finanze per l’anno2008, allo scopo parzialmente utilizzandol’accantonamento relativo al medesimoMinistero.

2. All’onere derivante dall’attuazionedell’articolo 3, comma 2, pari a 60.000.000di euro annui dal 2008 al 2017, si provvedemediante corrispondente riduzione dello

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XVI LEGISLATURA — DISEGNI DI LEGGE E RELAZIONI — DOCUMENTI

stanziamento iscritto, ai fini del bilanciotriennale 2008-2010, nell’ambito del fondospeciale di conto capitale dello stato diprevisione del Ministero dell’economia edelle finanze per l’anno 2008, allo scopoparzialmente utilizzando l’accantona-mento relativo al medesimo Ministero.

3. All’onere derivante dall’attuazionedell’articolo 3, comma 3, pari a 5.000.000di euro annui a decorrere dall’anno 2010,si provvede ai sensi dell’articolo 11,comma 3, lettera d), della legge 5 agosto1978, n. 468, e successive modificazioni.

4. Il Ministro dell’economia e dellefinanze e autorizzato ad apportare, conpropri decreti, le occorrenti variazioni dibilancio.

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xvi legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti

ALLEGATO A(Articolo 1, comma 1)

Atti Parlamentari — 15 — Camera dei Deputati — 1061

xvi legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti

ALLEGATO B(Articolo 1, comma 1)

Atti Parlamentari — 16 — Camera dei Deputati — 1061

xvi legislatura — disegni di legge e relazioni — documenti

€ 0,35 *16PDL0012290**16PDL0012290*