Calcio2000 n. 214

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Esclusiva Federico MATTIELLO Esclusiva Norberto NETO Esclusiva Leo JUNIOR Esclusiva Dario CANOVI Esclusiva Daniele CARNASCIALI “RIPARTO DALLA NUMERO 11” “SONO DOVE VOLEVO ESSERE” LE NOTE DEL MAESTRO UNA FAMIGLIA DI PROCURATORI “POTEVO ANDARE ALL’INTER” CALCIOMERCATO LE ROSE AGGIORNATE SPECIALE SERIE A 2015/16 I NUOVI RE D’ITALIA Mensile | OTTOBRE 2015 | N. 214 | Italia | Euro 3,90 BE €8,00 | F €11,50 | PTE CONT €7,50 | E €7,50 | CHCT chf 8,50 Calcio 2 OOO il mensile diretto da FABRIZIO PONCIROLI

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In questo numero... Norberto Murara NETO - Brasiliano in Neto successo Federico MATTIELLO - Voglia di riscatto I RE del mercato - Di padre in figli, la dinastia dei Canova Léo Júnior: Estilo carioca

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“SONO DOVEVOLEVO ESSERE”

LE NOTE DEL MAESTRO

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SPECIALESERIE A 2015/16

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Anno 19 n. 10 ottoBRE 2015 issn 1126-1056sommario n.214

6 La bocca deL Leone di Fabrizio Ponciroli

8 SPecIaLe TUTToMeRcaTo LA nUoVA SERIE A di Fabrizio Ponciroli

18 InTeRVISTa eScLUSIVa noRBERto nEto di Fabrizio Ponciroli

26 InTeRVISTa eScLUSIVa FEDERICo MAttIELLo di Cristina Guerri

32 SPecIaLe nILS LIEDHoLM di antonello schiavello

38 SPecIaLe ARtIStI DELLA RABonA di Francesco scabar

44 FocUS on tRoFEo BERLUSConI di Fabrizio Ponciroli

50 SeRIe b - CoMo di Tommaso maschio

52 LeGa PRo - ALESSAnDRIA di sergio stanco

54 SeRIe d - CHIERI di simone Toninato

56 I Re deL MeRcaTo DARIo CAnoVI di marco Conterio

66 I GIGanTI deL caLcIo LEo JUnIoR di sergio stanco 76 SToRIa CHAMpIonS LEAgUE 1980/81 di Gabriele Porri

80 accadde a... RInASCE LA FIoREntInA di stefano Borgi

82 doVe Sono FInITI? DAnIELE CARnASCIALI di stefano Borgi

caMPIonaTI STRanIeRI86 SpAgnA di Paolo Bardelli88 IngHILtERRA di Luca manes90 gERMAnIA di Flavio sirna92 FRAnCIA di renato maisani

94 IL FIM deL caMPIonaTo 98 ScoVaTe da caRLeTTo RTL

nUMeRo cHIUSo IL 31 aGoSTo 2015IL PRoSSIMo nUMeRo sarà in edicola il

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Calcio2OOORegistrazione al Tribunale di Milano n.362 del 21/06/1997 - Iscritto al Registro operatori di comunicazione

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dIReTToRe ReSPonSabILeMichele criscitiello

dIReTTo daFabRIzIo PoncIRoLI

RedazIoneMarco conterio, Luca bargellini,

cristina Guerri, Gaetano Mocciaro,chiara biondini, Simone bernabei,Lorenzo Marucci, Pietro Lazzerini,

Tommaso Maschio, Lorenzo di benedetto.

Hanno coLLaboRaToantonello Schiavello, Francesco

Scabar,Sergio Stanco, Simone Toninato, Gabriele Porri, Stefano borgi, Paolo bardelli, Luca Manes, Flavio Sirna,

Renato Maisani, carletto RTL.

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e chiacchiere stanno a zero, si torna in campo. Che bell’estate… Il calciomercato ci ha regalato colpi paz-zeschi. Tra nuove stelle e ritorni inattesi, la Serie A si è rifatta il look. Certo, abbiamo perso qualche diamante pregiato ma, ammettiamolo, l’impressione è che il livello

medio si sia alzato (e non poco). Noi, come sempre, siamo qui, pron-ti a vivere, insieme, un nuovo anno di calcio giocato, sperando che sia emozionante e ricco di sorprese. Abbiamo anche ripreso alcune vecchie abitudini, come le rose aggiornate della stagione 2015/16 e i tabellini (per ora quelli di Serie A). Ve l’avevo promesso, o sbaglio? Numero intrigante quello che avete sotto mano. Mi sono recato, personalmente, a Torino per fare la conoscenza di Neto. Il ragazzo ha personalità da vendere e una voglia matta di lasciare il segno anche in bianconero. Vi esorto a non perdervi lo speciale sul Barone Liedholm e la bellissima chiacchierata con Leo Junior, idolo assoluto della mia infanzia (e di tantissimi amanti del cal-cio). Ma non voglio svelarvi proprio tutto… Ne approfitto per ringraziarvi del vostro sostegno. In un tempo storico in cui la carta stampata appare anacronistica, è bello sapere che c’è ancora chi apprezza sfogliare una rivista. Passiamo ad argomenti più attuali. In tanti mi avete chiesto chi si sia rafforzato maggiormente in questa sessione estiva di calciomercato e che campionato ci attende… Allora, mi piace moltissimo la nuova Roma. Credo che Garcia abbia a disposizione una rosa davvero notevole e che possa fare benissimo. Ritengo che, dopo anni di dominio bianconero, questo possa essere un campionato all’insegna dell’equilibrio e non pen-so che sarà una lotta a due (Juve e Roma). Ci sono tante squadre che so-gnano in grande, che vogliono tornare sotto i riflettori. Potrebbe essere la volta buona… Ecco, mi preoccupa più la questione Europa. La Juventus ha pescato un girone infernale e la Roma non ha di che sorridere. In Eu-ropa League molto dipenderà dalla voglia delle nostre tre pretendenti ma, in generale, non sarà semplice far bene nelle due massime competizioni europee. Tuttavia, con l’Europeo alle porte, è necessario ribadire che l’I-talia c’è e può gareggiare, alla pari, con chiunque. Ci farebbe davvero comodo tornare a vincere un trofeo europeo. E’ da tanto che un nostro club non alza una coppa (Inter, anno di grazia 2010). Io, ovviamente, ci credo. In fin dei conti la Juventus ha dimostrato che, con la giusta deter-minazione, tutto si può agguantare… Concludo con un grosso in bocca al lupo a tutti voi. Ognuno di noi sta affrontando delle difficoltà ma, alla fine, quando vediamo rotolare un pallone, tutto diventa più gradevole. Il calcio è parte di noi, una passione che non conosce crisi. Dopo le tante chiacchiere estive, è bello vedere che quella palla è tornata a rotolare come sempre… Una piacevole sensazione…

“L’uomo è veramente uomosoltanto quando gioca”

L'EDITORIALE di Fabrizio PONCIROLI

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FINALMENTE IL CAMPO

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La BoCCa DEL LEonEdi Fabrizio ponCIRoLI - foto Image Sport

DRAXLER È FoRtISSIMoFabrizio,draxel lo scorso anno ha giocato solo 15 partite è vero... ma tutti i calciatori del mondo hanno avuto almeno una stagione sfortunata dal punto di vista degli infortuni... Stiamo parlando di un centrocampista che a 19 anni era già in nazionale… tedesca non dello zambia... non ne ha nemmeno 22 anni ora, io l'ho visto giocare con lo Schalke 3-4 volte... e sono rimasto a bocca aperta molto me-glio di Gotze, oscar e compagnia bella... “controllato il suo stato fisico” ...questa è veramente forte forte...Andrea, mail firmata

Caro andrea, il bello del calcio, soprattutto del calciomercato, è che nessuno ha la certezza di azzeccarci. io resto convinto che Draxler non sia il giocatore giusto per la Juventus ma, ovviamente, mi posso sbagliare (e non sarebbe la prima volta). Che sia un giocatore con delle qualità importanti non lo discuto. Tuttavia credo che, visto l’investimento notevole, sia corretto va-lutare ogni rischio, “condizione fisica” compresa. Per me oscar resta la mia scelta definitiva (anche se Mourinho l’ha blindato). anche il brasiliano, per

la cronaca, è entrato nel giro della na-zionale (brasiliana, non dello Zambia) attorno ai 20 anni e ci è tutt’ora… Vedremo…

SARRI non MI ConVInCEGentile direttore,ma come si fa a puntare su Sarri? Già alla prima abbiamo beccato due gol e dal Sassuolo, non dal Real Madrid. e mi si dice che stiamo ancora in fase di costruzione, perché le altre squadre no? Sarri non mi convince. Ha fatto spende-re a de Laurentiis un sacco di soldi per giocatori del suo empoli, ma l’empoli non ha mica vinto la champions. Perché ci siamo ridotti così? Potevamo avere Klopp sulla panchina e ci siamo presi uno che va bene per le piccole, non per il napoli. Luciano, mail firmata

andiamoci piano Luciano… siamo solo alla prima giornata, direi di avere un po’ di pazienza, no? anche il milan ha perso ma nessuno ha messo già in dubbio mihajlovic… Calma, diamo tempo a sarri di mettere in pratica le sue idee e, solo allora, potremo giudi-care il suo operato. Vero, l’Empoli non ha vinto la Champions League, eppure il suo gioco era bello ed armonioso,

quello che si attende De Laurentiis dal suo nuovo tecnico. Klopp mi piace tantissimo ma credo nel progetto sarri. Diamogli un po’ di tempo…

gIoVAnE BIAnConERobuongiorno caro direttore,sono un ragazzo di 13 anni tifoso juven-tino. circa due mesi fa ho intravisto tra gli articoli di Tuttomercatoweb un articolo sulla rivista "calcio 2000" che dava in omaggio lo speciale sulla stagione juven-tina. non davo grande valore alla rivista in sé. Quando ho iniziato a leggerla mi sono innamorato. da tifoso juventino sono contento della vittoria della Super-coppa di Lega, anche se nel primo tempo potevano fare di più. Secondo lei dybala vale 40 milioni? Leggo nelle sue risposte che la Juve quest’anno arriverà prima, io invece penso che le due candidate sono Roma e Inter. La Juve punterà soprattutto sulla champions. Lei che ne pensa? In più secondo lei la Juve avrà un trequartista degno di nota o come e successo negli ultimi anni prenderà dei giocatori come Anelka e Bendtner i quali hanno giocato poco?La ringrazio anticipatamente della rispo-sta e le auguro buon lavoroSimone, mail firmata

Julian Draxler MauriZiO Sarri PaulO Dybala

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Che bello quando un giovane lettore mi interpella… noto, con piacere, che hai una grande passione per i colori bianconeri… allora, eccomi pronto a rispondere a tutti i tuoi quesiti. andia-mo con ordine… Partiamo da Dybala. se vale 40 milioni? sai, il calcio è cambiato molto negli ultimi anni e le quotazioni sono lievitate. Bale vale 100 milioni? È difficile rispondere. Un fatto è certo: Dybala ha le qualità per essere un fuoriclasse e la Juve ha fatto bene a prenderlo, anche a 40 milioni. riguardo alla Juventus. Credo che, ad inizio stagione, non si possa mai fare delle distinzioni su quale obiettivo perseguire e quale lasciar perdere. i bianconeri puntano a vincere il quinto scudetto tanto quanto sperano di portare a casa la Champions, senza dimenticare la Coppa italia. Quando saremo in edicola, la Juventus avrà già preso il trequartista e sono certo che sarà di ottimo livello…

IL MIgLIoR ACQUISto DELL’EStAtEdirettore,complimenti per la rivista. Me la sono gu-stata in vacanza, leggera ma ben fatta. domanda a bruciapelo: chi è stato l’ac-quisto migliore dell’estate? Io credo che

sia stato dzeko ma sono di parte. Se non si era capito, sono un tifoso della Roma. Come la vede la mia Roma quest’anno? Pensa che sia l’anno buono per portarsi a casa il tricolore? Saluti cari…Donatello, mail firmata

Caro Donatello, la roma è forte e, con l’arrivo di gente come Dzeko e salah, è diventata ancor più forte. il bosniaco è quel centravanti che mancava da sempre alla roma, anche se non è mai un sol giocatore che fa la differenza. miglior acquisto? Dico Jovetic. Complici i tanti infortuni e l’aver poco giocato al City lo hanno reso ancor più voglioso di dimostrare di essere ancora un cam-pione. Penso che l’inter abbia preso un giocatore pazzesco…

BALotELLI, Un FInto CAMpIonEdirettore, mi scusi ma non ne posso più. Speravo che il tormentone balotelli fosse finito ed, invece, mi ritrovo Super Mario su ogni sito internet e su ogni giornale, oltre che in ogni trasmissione televisiva. Sempre e solo lui… Ma come è possi-bile, mi dico io!!! Stiamo parlando di un giocatore finto che, dati alla mano, ha fallito ovunque è stato. All’Inter ha get-tato la maglia a terra, al city sparava

le miccette, al Milan non ha legato con nessuno, al Liverpool l’hanno messo fuori rosa!!! e che succede? ancora c’è gente che investe su di lui, dicendo che, a 25 anni, ha ancora tanto da dare. nessu-no capisce che averlo in rosa significa avere una bomba ad orologeria pronta ad esplodere da un momento all’altro. Quante volte ha giurato che ormai era maturato ma, alla fine, non puoi cambiare. Inoltre, lo ricordo ancora una volta, stiamo parlando di un giocatore che, a livello calcistico, non ha più nulla da dare. all’Inter correva, ora passeggia per il campo e aspetta la palla solo per segnare. Lei che ne pensa direttore? È di quelli che è contento che si parli di lui perché così c’è da scrivere?Giordano, mail firmata

Caro Giordano, su Balotelli mi sono espresso tante, troppe volte… La mia idea è sempre la stessa: ha fallito (io parlo solo a livello calcistico, non sono interessato a quello che fa fuori dal campo) troppe occasioni. sarebbe sta-to divertente vederlo negli states o ne-gli Emirati arabi. ma c’è di mezzo un certo raiola, il miglior agente di mer-cato al mondo dopo mendes… E lui sa come far contenti i propri giocatori…

Edin džEko StEvan JovEtić MariO balOTelli

PeR ScRIVeRcI: [email protected]

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CaLCIOmeRCatO da FavOLa, L’ItaLIa tORNaPROtagONIsta CON OLtRe 600 mILIONI sPesI…

SpECIALE SERIE A

TUTTOMERCATO

NUOVAMENTE DA SERIE A

di Fabrizio PoncIRoLI

Fsivi. Lo scorso anno una brusca frenata con assegni per “solamente” 336 milioni. Insomma, la serie a è tornata a fare la voce grossa. anche a livello di colpi singoli, si è voluto esagerare. Il colpo più oneroso l’ha messo a segno la Juventus, corrispondendo al Palermo ben 32 milioni di euro per dybala. Non sono restate a guardare neppure Inter e milan, con 30 milioni a testa per i gioielli Kondogbia e Bacca. Il club più spendaccione in assoluto è stato quello campione in carica. La vecchia signora ha erogato nelle casse di diverse società l’invidiabile totale di 123,5 milioni di euro. L’unica altra compagine ad aver sborsato oltre i 100 milioni è stata l’Inter (100,2). al terzo posto dei club più attivi sul mercato il milan (86,5), seguito dalla Roma (79,5). Numeri piuttosto intriganti che, paragonati ai movimenti dei maggiori club europei, confermano il cambio di rotta dei nostri big club. a parte le due grandi realtà di manchester, nessuno, in europa, ha investito più della Juventus. Il City ha

inalmente protagonisti come ai vecchi tempi. La serie a, nonostante le note difficoltà economiche, ha deciso di rifarsi il trucco. Il calciomercato estivo è stato bollente, ricco di colpi ad effetto. diver-si i nomi “da prima pagina” che hanno

riacceso l’entusiasmo popolare, ora tonico come più che mai. Il nostro calcio, conti alla mano, ha speso la bellezza di circa 608 milioni di euro, risultando il secondo Paese più spendaccione d’estate (al primo posto, irraggiungibile, la Premier League con oltre 1100 milioni di euro). Fa effetto aver sborsato di più di Liga (circa 575 milioni) e Bundesliga (“solo” 440 milioni). Numeri impressionanti che rendono l’esta-te 2015 italiana fenomenale. di fatto, si sono quasi raddoppiati gli investimenti degli ultimi anni. Nel 2010 il giro d’affari era stato di 335 milioni, l’estate seguen-te di 382. Nel 2012 ci si era fermati a 373 milioni, per poi ripartire l’anno seguente con 440 milioni comples-

QUaNtI FUORICLasse: tanti soldi spesi per campioni come Bacca...

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esagerato (oltre 200 milioni) e lo United non è rima-sto a guardare (170) ma Real madrid, Bayern e Psg (non fa testo il Barcellona, limitato dall’Uefa) si sono tutte attestate attorno ai 100 milioni. tradotto: siamo tornati competitivi, almeno sul mercato. tornando al nostro amato pallone, interessante analizzare chi, tra acquisti e cessioni, ci ha rimesso maggiormente e chi, invece, ha rimpinguato le proprie casse. Il saldo, tra nuovi arrivi e partenze, della Juventus è pesantissi-mo: -66 milioni. anche il diavolo ha sperperato diversi milioni (-62). La sorpresa vera è il Bologna. Il club neopromosso in serie a ha raggranellato un passivo decisamente grave, pari a -35 milioni di euro. Chi sorride, invece, sono soprattutto Palermo e Udinese. I rosanero, complice soprattutto la cessione di dybala, chiudono il calciomercato con un attivo di 31,5 milioni. Benissimo anche i friulani (+26,5). Ottima anche la strategia del genoa che si porta a casa circa 15 milioni di utile.

NOmI ImPORtaNtI: dybala, Romagnoli, Kondogbia e dzeko, protagonisti del nostro calciomercato

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- 4AAA DIFENSORI CERCASICerto, sono arrivati grandi attaccanti ma, onesta-mente, questo è stato il calciomercato dei difensori. mai come quest’estate, le attenzioni delle big si sono concentrate su giocatori impegnati a difendere, più che ad offendere. due i nomi da segnalare, in parti-colare per la quantità di milioni che hanno “spostato”. stiamo parlando di alex sandro e Romagnoli. Il primo è stato messo sotto contratto dalla Juventus metten-do sul piatto la cifra monster di 26 milioni di euro (con il Porto impossibile pensare di avere degli sconti). Un acquisto oneroso che lo rende il terzo difensore più costoso dell’estate. solo Otamendi (dal valencia al City per 45 milioni di euro, tre in più di quanto è costa-to, nel 2012/13, thiago silva al Psg) e danilo (31,5 milioni spesi dal Real madrid per strapparlo al Porto) hanno avuto valutazioni maggiori. L’altro big name per la difesa se l’è assicurato il milan che, per accon-tentare Mihajlovic, ha firmato, alla Roma, un assegno

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SpECIALE SERIE A / TUTTOMERCATO

portato a 10 gli acquisti estivi a favore di mancini (ol-tre ai tre citati, sono arrivati miranda, Jovetic, murillo, montoya, Biabiany, Perisic e Kondogbia). scatenata la Fiorentina, abile a sfruttare il momento e soffia-re alla concorrenza Blaszczykowski, straordinario interprete del Borussia di Klopp (preso per sostituire Joaquin, tornato al Betis). grandi protagonisti anche gli attaccanti. matri si è accasato alla Lazio, Livaja ha sposato la causa dell’empoli mentre Borriello, alla fine, ha scelto il Carpi. Carpi che è riuscita ad acca-parrarsi, sempre nelle ultime ore di mercato, anche Cofie e Zaccardo. Sul finale i colpi Pinzi (al Chievo) e Lazaros (alla sampdoria). stranamente a secco il milan con galliani solo spettatore…

IL PASTICCIO SORIANOsoriano al Napoli, anzi no, non se ne fa niente… La vera storia delle ultime ore dell’ultimo giorno di calciomercato ci porta a genova, sponda sampdo-ria. andiamo con ordine. Prime ore del pomeriggio. La società di Ferrero fa sapere di aver raggiunto un accordo con il Napoli per il passaggio di soriano alla corte di sarri. L’affare è chiaro: ai blucerchiati, per

pari a 25 milioni di euro per Romagnoli. Follia? vier-chowod analizza così l’inversione di tendenza: “Fino a qualche anno fa, c’erano tanti difensori e, soprattutto, serviva un certo tipo di difensore. Oggi un centrale deve saper difendere benissimo ma anche impostare e, quindi, non è facile trovare giocatori importanti”. vero? Probabile… Oggi, avere un difensore bravo e giovane, significa avere soldi (tanti) in cassaforte, così come accade quando si ha la fortuna di posse-dere un attaccante di razza…

L’ULTIMO GIORNOIl 31 agosto 2015 sarà ricordato come un giorno da fuochi d’artificio. Certo, ci si attendeva la classica corsa agli ultimi colpi ma, onestamente, quest’anno si è esagerato. sia le grandi che le cosiddette picco-le si sono mosse, con affanno ma senza perdere di vista l’obiettivo finale, per completare le proprie rose. La Juventus, dopo aver perso il treno per draxler, ha virato su Hernanes (11 milioni), ritornando così a trattare con l’Inter dopo il “caso Guarin”. Inter che, dal canto suo, ha messo a segno ben tre colpi: Ljajic, telles e Felipe melo. Un tris d’autore che, di fatto, ha

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NIeNte aFFaRe samP-NaPOLI: Soriano e Zuniga non hanno cambiato colori per questioni di tempo...

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complessivi. Insomma, i precedenti non sono certa-mente lusinghieri ma c’è una differenza sostanziale nel “caso Balo”. super mario ritorna a milanello in età ancora giovanissima (è un classe 1990) e, quindi, con la voglia di chi vuole dimostrare di non essere finito. Inoltre, dalla sua parte, ha mihajlovic, colui che lo ha voluto fortemente e che crede ciecamente in suo rilancio. Che l’operazione super mario sia stata un affare, dal punto di vista economico (prestito secco, 2,2 milioni di euro per parte dello stipendio), non ci sono dubbi… Ora si attende il verdetto del campo, nella speranza che non sia un altro flop, condizione ben nota agli altri assi che hanno pensato di riaprire il loro vecchio armadietto a milanello…

anni, complici anche diversi infortuni, solo 28 presen-ze totali, con quattro gol), ha deciso di rimettersi in gioco al Monaco. Kovacic è stato definito, da Mancini, “…un sacrificio necessario”. Il Fair Play ha “consiglia-to” ai vertici nerazzurri di privarsi del talento del croato (incassando 35 milioni + cinque di bonus). all’Inter è andato a sprazzi (in due anni e mezzo, 97 presenze con otto reti complessive), dovesse far bene al Real madrid, riporterebbe alla mente del popolo nerazzurro i casi Pirlo, Roberto Carlos e seedorf. tutti “sacrificati” per poi vederli sbocciare altrove. ad onor del vero, nessuno di loro è stato lasciato andare gratuitamente. I club proprietari dei rispettivi cartellini hanno monetiz-zato e, da questo punto di vista, nulla da eccepire.

i speravo, ho il Milan nel cuore”… Con que-ste parole, Balotelli ha “salutato” il suo ritorno al milan. a galliani, i grandi ritorni sono sem-pre piaciuti. La lista dei campioni richiamati

all’ovile è lunga e, al momento, poco incoraggiante. si pensi a gullit. Celestiale nella sua prima avventura rossonera (dal 1987 al 1993), decisamente impalpa-bile al suo ritorno (complice qualche problema con lo staff tecnico). male anche donadoni. Il suo ritorno dall’esperienza ai metrostars non sarà da applau-si (24 presenze, in due anni). Peggio ancora con simone. dopo l’espatrio in Francia (Psg e monaco), torna a milanello ma, in una stagione (2001/02), porta a casa solo nove apparizioni, con zero gol. da dimen-ticare anche lo sheva 2.0. stratosferico dal 1999 al 2006 (127 gol in 208 gare), delude tantissimo al suo rientro dal Chelsea (stagione 2008/09, 18 gettoni, nessun gol). discreto il sequel di Kakà. Non ai livelli della prima favola rossonera (70 gol in 193 partite) ma almeno da sufficienza piena (sette reti in 30 gare). C’è stato anche un “doppio” Beckham. dopo i positivi sei mesi nel 2009 (20 presenze, due gol), poche luci nella seconda esperienza (sempre sei mesi), con 13 gettoni

n tanti sono arrivati, qualcuno ci ha saluta-to. Ci mancheranno? alcuni senza ombra di dubbio. se per tevez e Pirlo è stata una questione, rispettivamente, di famiglia e

motivazioni, per altri la motivazione che li ha condotti a fare le valigie e lasciare il Bel Paese è da ricercare in contratti più succulenti o piazze da cui ripartire per rigenerarsi. si pensi a vidal e darmian. senza di loro, la città di torino sarà più povera. Il cileno, in quat-tro anni, ha portato 48 gol alla causa bianconera… Numeri da discreto attaccante. Il Bayern l’ha pagato tanto (37 milioni + tre di bonus) ma ha preso un guer-riero. allegri ha perso un condottiero, uno che, in mez-zo al campo, si faceva sentire. Non poteva rifiutare l’offerta del magnetico manchester United il buon dar-mian (18 + due di bonus al torino). Certo, visti i prezzi a cui sono stati venduti altri pari ruolo (alex sandro 26 milioni, tanto per fare un esempio), forse qualche big club italiano avrebbe potuto farsi avanti ed evitare l’espatrio del nostro miglior esterno difensivo. Intrigan-ti le scelte di el shaarawy e Kovacic. Il primo, stanco di guardare le partite dalla panchina (negli ultimi due

SpECIALE SERIE A / TUTTOMERCATO

UN ALTRO RITORNO…Balotelli è tornato, super affare o madornale errore?di Fabrizio Ponciroli

CI MANCHERANNODa Vidal a Darmian, passando per Kovacic edEl Shaarawy…di Fabrizio Ponciroli

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blancos, in cambio di Navas, richiesto da van gaal al Manchester United. Tutto fatto fino al momento di presentare la documentazione. Le tempistiche si fan-no bibliche, l’accordo salta all’ultimo secondo. marca titola: “Ridicolo”…

DOVEVANO ESSERE LOROtutto può accadere nel mercato. Numerosissime le operazioni concluse, altrettante quelle saltate. Ci sono, in particolare, dei nomi che, onestamente, in tanti erano certi di veder giocare nel nostro calcio. Partiamo dagli obiettivi del milan. Nell’ordine, sono sfumati Jackson Martínez, Ibrahimovic e, nel finale, witsel. Non male? Pure l’Inter ha perso diversi treni. Lavezzi, yaya tourè sono rimasti semplici sogni d’e-state. Chi è rimasta a bocca asciutta è stata soprattut-to la Juventus. Oscar, gotze, draxler e Isco. erano i papabili per il ruolo di trequartista, alla fine è arrivato Hernanes. si pensi anche a mascherano. sono diver-si estati che si parla di un suo approdo in serie a. Il Napoli ci ha provato nuovamente, pure la Lazio si è fatta avanti ma, come tanti illustri colleghi, ha preferito rimandare… anche questo è il bello del calciomerca-to. Forse sarà per la prossima stagione. sicuramente ne sentiremo parlare ancora…

soriano, andranno 13 milioni di euro, oltre al prestito oneroso di Zuniga. Viene interpellato l’agente del giocatore Montipò. Tutto fila liscio, fino al momento in cui si inizia a parlare dei diritti d’immagine. a Napoli, si sa, i diritti d’immagine sono una clausola importan-te (lo sa bene astori, mancato partenopeo proprio a causa di complicazioni su tale aspetto contrattuale). Di colpo i documenti da firmare si fanno complicati. C’è da capire ogni singola appendice al contratto. La compilazione dei documenti da depositare in Lega entro le 23.00 diventa una corsa contro il tempo. Una corsa che, a sorpresa, non viene completata in tempo. La notizia del mancato passaggio di soriano al Napoli diventa una realtà. “Soriano? Era un affare complicato, lui si allena a Coverciano e quindi non era presente. Non ho capito perché la chiusura alle 23, le giornate finiscono a mezzanotte. Cristo ha fatto le giornate di 24 ore e noi non abbiamo fatto in tempo entro le 23. Io ero qui per tutti, c'era l’accordo con De Laurentiis per telefono ma è saltato solo per la tempistica. Sono felice alla fine di aver trattenuto un grande calciatore”. meno felici i tifosi del Napoli che già pregustavano un soriano in più in rosa. Fatto assurdo? C’è chi ha fatto peggio… Ci riferiamo alla trattativa de gea-Navas. tutto fatto. de gea va ai

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JUVE SENZA RE: tante le partenze eccellenti in casa della vecchia signora

SpECIALE SERIE A / TUTTOMERCATO

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SpECIALE SERIE A / TUTTOMERCATO

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SpECIALE SERIE A / LE rosE aGGiornaTE

ATALANTA28 Brivio Davide D 1988

30 Bassi Davide P 1985

33 Cherubin Nicolò D 1986

17 Carmona Carlos Emilio Tello C 1987

7 D’Alessandro Marco C 1991

19 Denis German Gustavo A 1981

93 Dramé Boukary D 1985

15 De Roon Marten C 1991

4 Giorgi Luigi C 1987

6 Bellini Giampaolo D 1980

10 Gomez Alejandro Dario A 1988

27 Kurtic Jasmin C 1989

21 Cigarini Luca C 1986

8 Migliaccio Giulio C 1981

45 Monachello Gaetano A 1994

11 Moralez Maximiliano C 1987

5 Masiello Andrea D 1986

51 Pinilla Mauricio A 1984

1 Radunovic Boris P 1996

77 Raimondi Cristian D 1981

57 Sportiello Marco P 1992

20 Estigarribia Marcelo Alejandro C 1987

2 Stendardo Guglielmo D 1981

88 Grassi Alberto C 1995

24 Conti Andrea D 1994

85 Canini Michele D 1985

Paletta Gabriel C 1986

Tolói Rafael D 1990

Allenatore: Edoardo Reja

BOLOGNA18 Acquafresca Robert A 198723 Brienza Franco A 197933 Brighi Matteo C 19819 Cacia Daniele A 198377 Ceccarelli Luca C 198369 Cozzari Mattia C 199990 Crimi Marco C 19906 Crisetig Lorenzo C 19931 Da Costa Junior Angelo P 198310 Destro Mattia A 199121 Diawara Amadou C 199730 Donsah Godfred C 19967 Falco Filippo C 199224 Ferrari Alex D 199428 Gastaldello Daniele D 1983 Giaccherini Emanuele A 19854 Krafth Emil Henry D 1994 Krivicic Marko A 199620 Maietta Domenico D 198211 Mancosu Matteo A 198425 Masina Adam D 199415 Mbaye Ibrahima D 199483 Mirante Antonio P 19833 Morleo Archimede D 1983 Mounier Anthony C 19872 Oikonomou Marios D 19925 Pulgar Erick Antonio D 199422 Rizzo Luca C 199213 Rossettini Luca C 198597 Sarr Mouhamadou P 199744 Silvestro Vincenzo C 199832 Stojanovic Dejan P 1993 Taider Saphir Sliti C 199214 Zuculini Franco C 1990Allenatore: Delio Rossi

CARPI Belec Vid P 1990

22 Benussi Francesco P 1981

8 Bianco Raffaele C 1987

Borriello Marco A 1982

1 Brkic Zeljko P 1986

18 Bubnjic Igor D 1984

Cofie Isaac C 1991

D’Orazio Andrea C 1997

11 Di Gaudio Antonio C 1989

58 Fedele Matteo C 1992

34 Gabriel Silva Moisés Antunes D 1991

6 Gagliolo Riccardo D 1990

Gino Federico C 1993

Iñiguez Gaspar Emmanuel C 1994

15 Lasagna Kevin A 1992

10 Lazzari Andrea C 1984

3 Letizia Gaetano D 1990

20 Lollo Lorenzo 1990

Markovic Ivan C 1994

39 Marrone Luca C 1990

29 Martinho Rahpael Alves C 1988

7 Matos Pinto Ryder C 1993

99 Mbakogu Jerry A 1992

19 Pasciuti Lorenzo C 1989

32 Pasini Nicola D 1991

21 Romagnoli Simone D 1990

33 Spolli Nicolàs Federico D 1985

2 Wallace Oliveira dos Santos D 1994

9 Wilczek Kamil C 1988

Zaccardo Cristian D 1981

Allenatore: Fabrizio Castori

ChIEVO23 Birsa Valter A 1986

1 Bizzarri Albano P 1977

32 Bressan Walter P 1981

29 Cacciatore Fabrizio D 1986

19 Castro Lucas Nahuel C 1989

12 Cesar Bostjan D 1982

10 Christiansen Anders C 1990

3 Dainelli Dario D 1979

21 Frey Nicholas D 1984

5 Gamberini Alessandro D 1981

28 Gatto Massimiliano C 1995

18 Gobbi Massimo D 1980

56 Hetemaj Perparim C 1986

45 Inglese Roberto A 1991

13 Izco Mariano Julio C 1983

40 M’Poku Paul José A 1992

11 Mattiello Federico C 1995

24 Mbaye Maodo Malick C 1995

69 Meggiorini Riccardo A 1985

43 Paloschi Alberto A 1990

31 Pellissier Sergio A 1979

7 Pepe Simone 1983

Pinzi Giampiero C 1981

8 Radovanovic Ivan D 1988

4 Rigoni Nicola C 1990

20 Sardo Gennaro C 1979

90 Seculin Andrea P 1990

Allenatore: Rolando Maran

EMPOLI19 Barba Federico D 1993

6 Bittante Luca D 1993

Büchel Marcel C 1991

31 Camporese Michele D 1992

Cosic Uros D 1992

15 Costa Andrea D 1986

11 Croce Daniele C 1982

4 Dermaku Kastriot D 1992

14 Dioussè Assane C 1997

33 Krunic Rade C 1993

2 Laurini Vincent D 1989

Livaja Marko A 1993

7 Maccarone Massimo A 1979

13 Maiello Raffaele C 1991

21 Mario Rui Silva Duarte D 1991

55 Martinelli Luca D 1988

9 Mchedlidze Levan A 1990

Paredes Leandro Daniel C 1994

23 Pelagotti Alberto P 1989

22 Piu Alessandro A 1996

20 Pucciarelli Manuel A 1991

1 Pugliesi Maurizio P 1976

12 Ronaldo Pompeu Da Silva C 1990

5 Saponara Riccardo A 1991

28 Skorupski Lukasz P 1991

26 Tonelli Lorenzo D 1990

3 Zambelli Marco D 1985

17 Zielinski Piotr C 1994

Allenatore: Marco Giampaolo

mattIa destRO

RICCaRdO saPONaRa

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Page 15: Calcio2000 n. 214

SpECIALE SERIE A / LE rosE aGGiornaTE

FIORENTINA28 Alonso Marcos Mendoza D 1990

13 Astori Davide D 1987

30 Babacar Khouma A 1993

5 Badelj Milan C 1989

Báez Jaime Stábile A 1995

Bagadur Ricardo D 1995

37 Bangu Luzayadio C 1997

10 Bernardeschi Federico A 1994

Blaszczykowski Jakub “Kuba” C 1985

20 Borja Valero Iglesias C 1985

98 Diakhate Abdou C 1998

14 Fernández Matías C 1986

3 Gilberto Moraes Junior D 1993

72 Ilicic Josip C 1988

9 Kalinic Nikola A 1988

24 Lezzerini Luca P 1995

21 Lupatelli Cristiano P 1978

43 Minelli Simone C 1997

23 Pasqual Manuel D 1982

11 Rebic Ante A 1993

2 Rodríguez Gonzalo D 1984

32 Roncaglia Facundo Sebastián D 1987

22 Rossi Giuseppe A 1987

33 Sepe Luigi P 1991

18 Suárez Mario Mata C 1987

12 Tatarusanu Ciprian P 1986

40 Tomovic Nenad D 1987

8 Vecino Matías C 1991

Verdù Joan Fenández C 1983

Allenatore: Manuel Carvalho Paulo Sousa

FROSINONE69 Bertoncini Davide A 1991

6 Blanchard Leonardo C 1988

29 Carlini Massimiliano C 1986

Castillo Nicolás Ignacio A 1993

22 Chibsah Yussif Raman C 1993

9 Ciofani Daniel A 1985

13 Ciofani Matteo D 1988

3 Crivello Roberto D 1991

3 De Col Filippo D 1993

24 Diakité Modibo D 1987

18 Dionisi Federico A 1987

7 Frara Alessandro C 1982

Gomis Lys P 1989

5 Gori Mirko C 1993

8 Gucher Robert C 1991

33 Leali Nicola P 1993

12 Longo Samuele A 1992

17 Paganini Luca C 1993

20 Pavlovic Daniel D 1988

28 Rosi Aleandro C 1987

4 Russo Adriano D 1987

21 Sammarco Paolo C 1983

10 Soddimo Danilo C 1987

Tonev Aleksandar C 1990

11 Verde Daniele A 1996

1 Zappino Massimo P 1981

Allenatore: Roberto Stellone

GENOA Ansaldi Cristian D 1986

8 Burdisso Nicolas Andres D 1981

16 Capel Diego Trinidad C 1988

90 Cissokho Issa D 1985

4 De Maio Sebastian D 1987

11 Diogo Figueiras José Rosario D 1991

Dzemaili Blerim C 1986

13 Gakpé Serge C 1987

5 Izzo Armando D 1992

23 Lamanna Eugenio P 1989

93 Laxalt Diego Sebastian C 1993

22 Lazovic Darko C 1990

15 Marchese Giovanni D 1984

24 Muñoz Ezequiel D 1990

18 Ntcham Olivier C 1996

21 Pandev Goran A 1983

37 Panico Giuseppe Antonio A 1997

19 Pavoletti Leonardo A 1988

1 Perin Mattia P 1992

10 Perotti Diego C 1988

88 Rincón Tomás C 1988

39 Sommariva Daniele P 1997

77 Tachtsidis Panagiotis C 1991

2 També Alassane D 1992

20 Tino Costa Alberto Facundo C 1985

27 Ujkani Samir P 1988

Allenatore: Gian Piero Gasperini

INTER46 Berni Tommaso P 1983

11 Biabiany Jonathan Ludovic C 1988

77 Brozovic Marcelo C 1992

30 Carrizo Juan P 1984

33 D’Ambrosio Danilo C 1988

93 Dimarco Federico D 1997

22 Dodô José Rodolfo D 1992

Felipe Melo de Carvalho C 1983

27 Gnoukouri Assane Demoya C 1996

13 Guarín Freddy C 1986

1 Handanovic Samir P 1984

9 Icardi Mauro Emanuel A 1993

10 Jovetic Stevan A 1989

5 Juan Jesus Nunes Guilherme D 1991

7 Kondogbia Geoffrey C 1993

Ljajic Adem C 1991

97 Manaj Rey A 1997

17 Medel Gary Alexis C 1987

25 Miranda João D 1984

14 Montoya Martín D 1991

24 Murillo Jeison Fabián D 1992

55 Nagatomo Yuto D 1986

8 Palacio Rodrigo A 1982

Perisic Ivan A 1989

56 Popa Razvan Stefan C 1997

23 Ranocchia Andrea D 1988

21 Santon Davide D 1991

Telles Alex Nicolao D 1992

15 Vidic Nemanja D 1981

Allenatore: Roberto Mancini

JUVENTUS13 Alex Sandro Lobo Silva D 1991

22 Asamoah Kwadwo C 1988

15 Barzagli Andrea D 1981

19 Bonucci Leonardo D 1987

1 Buffon Gianluigi P 1978

4 Cáceres Martin D 1987

3 Chiellini Giorgio D 1984

16 Cuadrado Juan Guillermo Bello C 1988

21 Dybala Paulo A 1993

33 Evrà Patrice D 1981

Hernanes Anderson de Carvalho C 1985

6 Khedira Sami C 1987

Lemina Mario C 1993

26 Lichtsteiner Stephan D 1984

17 Mandzukic Mario A 1986

8 Marchisio Claudio C 1986

9 Morata Álvaro Borja A 1992

25 Neto Norberto Murara P 1989

20 Padoin Simone C 1984

42 Parodi Giulio D 1997

37 Pereyra Roberto Maximiliano C 1991

10 Pogba Paul C 1993

34 Rubinho Fernando Moedim P 1980

24 Rugani Daniele D 1994

27 Sturaro Stefano C 1993

45 Vadalà Guido A 1997

40 Vitale Mattia C 1997

7 Zaza Simone A 1991

Allenatore: Massimiliano Allegri

ADEM LJAJIć

samI KHedIRa

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SpECIALE SERIE A / LE rosE aGGiornaTE

LAZIO8 Basta Dusan D 1984

99 Berisha Etrit P 1989

20 Biglia Lucas Rodrigo C 1986

5 Braafheid Edson D 1983

87 Candreva Antonio C 1987

32 Cataldi Danilo C 1994

3 De Vrij Stefan D 1992

9 Djordjevic Filip A 1987

10 Felipe Anderson Pereira C 1993

6 Gentiletti Santiago Juan D 1985

55 Guerrieri Guido P 1996

2 Hoedt Wesley D 1994

14 Keita Balde Diao A 1995

88 Kishna Ricardo A 1995

11 Klose Miroslav A 1978

29 Konko Abdoulay D 1984

19 Lulic Senad C 1986

22 Marchetti Federico P 1983

Matri Alessandro A 1984

33 Mauricio Nascimento dos Santos D 1988

21 Milinkovic-Savic Sergej C 1995

7 Morrison Ravel C 1993

96 Murgia Alessandro C 1996

23 Onazi Ogenyi C 1992

16 Parolo Marco C 1985

4 Patric Gabarrón Gil D 1993

44 Prce Franjo D 1996

26 Radu Stefan D 1986

17 Seck Moustapha D 1996

Allenatore: Stefano Pioli

MILAN20 Abate Ignazio C 1986

32 Abbiati Christian P 1977

33 Alex Rodrigo D 1982

31 Antonelli Luca D 1987

70 Bacca Carlos A 1986

45 Balotelli Barwuah Mario A 1990

91 Bertolacci Andrea C 1991

28 Bonaventura Giacomo C 1989

96 Calabria Davide D 1996

11 Cerci Alessio 1987

34 De Jong Nigel C 1984

2 De Sciglio Mattia D 1992

1 Diego López Rodríguez P 1981

99 Donnarumma Gianluigi P 1999

15 Ely Rodrigo D 1993

10 Honda Keisuke A 1986

27 Kucka Juraj C 1987

9 Luiz Adriano de Souza C 1987

4 Mauri José C 1996

7 Menez Jérémy A 1987

5 Mexès Philippe D 1982

18 Montolivo Riccardo C 1985

78 Niang M’Baye A 1994

23 Nocerino Antonio C 1985

16 Poli Andrea C 1989

13 Romagnoli Alessio D 1995

8 Suso Jesús Fernández C 1993

17 Zapata Cristian Eduardo D 1986

Allenatore: Sinisa Mihajlovic

NAPOLI33 Albiol Raúl C 1985

5 Allan Marques Loureiro C 1991

7 Callejón José María A 1987

Chalobah Nathaniel C 1994

21 Chiriches Vlad D 1989

19 David López Silva C 1989

6 De Guzman Jonathan C 1987

20 Dezi Jacopo C 1992

77 El Kaddouri Omar C 1990

Fideleff Ignacio D 1989

23 Gabbiadini Manolo A 1991

22 Gabriel Vasconcelos Ferreira P 1992

31 Ghoulam Faouzi D 1991

17 Hamsik Marek C 1987

4 Henrique Adriano D 1986

9 Higuaín Gonzalo A 1987

2 Hysaj Elseid D 1994

24 Insigne Lorenzo A 1991

8 Jorginho Jorge Luiz Frello C 1991

26 Koulibaly Kalidou D 1991

96 Luperto Sebastiano D 1996

11 Maggio Christian D 1982

14 Mertens Dries A 1987

1 Rafael Cabral Barbosa P 1990

25 Reina Jose Manuel P 1982

3 Strinic Ivan D 1987

16 Valdifiori Mirko C 1986

18 Zuñiga Juan Camilo Mosquera D 1985

Allenatore: Maurizio Sarri

PALERMO53 Alastra Fabrizio P 1997

4 Andelkovic Sinisa D 1986

5 Bolzoni Francesco C 1989

16 Brugman Gaston Duarte A 1992

9 Cassini Matheus Henrique A 1996

18 Chochev Ivaylo C 1993

91 Colombi Simone P 1991

33 Daprelà Fabio D 1991

99 Djurdjevic Uros A 1994

34 El Kaoutari Abdelhamid D 1990

11 Gilardino Alberto A 1982

6 Goldaniga Edoardo D 1993

12 González Giancarlo Castro D 1988

10 Hiljemark Oscar C 1992

28 Jajalo Mato C 1988

54 La Gumina Antonio A 1996

7 Lazaar Achraf D 1992

25 Maresca Enzo C 1980

97 Pezzella Giuseppe D 1997

31 Pirrello Roberto D 1996

21 Quaison Robin C 1993

27 Rigoni Luca C 1984

3 Rispoli Andrea D 1988

70 Sorrentino Stefano P 1979

23 Struna Aljax D 1994

8 Trajkovski Aleksandar A 1992

20 Vazquez Franco Damian C 1989

2 Vitiello Roberto D 1983

Allenatore: Giuseppe Iachini

ROMA5 Castan Leandro da Silva D 1986

3 Cole Ashley D 1980

16 De Rossi Daniele C 1983

26 De Sanctis Morgan P 1977

3 Digne Lucas D 1993

9 Dzeko Edin A 1986

33 Emerson Palmieri dos Santos D 1994

24 Florenzi Alessandro C 1991

27 Gervinho Yao Kouassi A 1987

23 Gyömber Norbert D 1992

14 Iago Falqué Silva C 1990

7 Iturbe Juan Manuel C 1993

20 Keita Seydou C 1980

1 Lobont Bogdan P 1978

13 Maicon Douglas D 1981

44 Manolas Kostas D 1991

Méndez Kevin A 1996

4 Nainggolan Radja C 1988

15 Pjanic Miralem C 1990

Ponce Ezequil A 1997

2 Rüdiger Antonio D 1993

11 Salah Mohamed C 1992

6 Strootman Kevin C 1990

25 Szczesny Wojciech P 1990

35 Torosidis Vassilis D 1985

10 Totti Francesco A 1976

48 Uçan Salih C 1994

Vainqueur William C 1988

Allenatore: Rudi Garcia

aNdRea BeRtOLaCCI

SZCZESNy WoJCIECh

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SpECIALE SERIE A / LE rosE aGGiornaTE

SAMPDORIA8 Barreto Edgar C 198411 Bonazzoli Federico A 199757 Brignoli Alberto P 199177 Carbonero Carlos Mario C 19905 Cassani Mattia D 198399 Cassano Antonio A 1982 Christodoulopoulos Lazaros C 19866 Coda Andrea D 198510 Correa Carlos Joaquín C 199429 De Silvestri Lorenzo D 198823 Eder Martins Citadin A 19867 Fernando Lucas Martins C 199295 Ivan Dávid C 199520 Krsticic Nenad C 199032 Marchionni Marco C 198096 Massolo Samuele P 19963 Mesbah Djamel D 19844 Moisander Niklas D 198524 Muriel Luis Fernando A 199180 Oneto Edoardo A 199617 Palombo Angelo C 198113 Pereira Pedro Miguel D 19981 Puggioni Christian P 198119 Regini Vasco D 1990 Rocca Michele C 1996 Rodriguez Alejandro de Miguel A 199126 Silvestre Matías Agustín D 198421 Soriano Roberto C 199134 Torreira Lucas C 19962 Viviano Emiliano P 198587 Zukanovic Ervin D 1987Allenatore: Walter Zenga

SASSUOLO15 Acerbi Francesco D 1988

98 Adjapong Claud D 1998

5 Antei Luca D 1992

20 Ariaudo Lorenzo D 1989

25 Berardi Domenico A 1994

8 Biondini Davide C 1983

37 Broh Jérémie C 1997

28 Cannavaro Paolo D 1981

47 Consigli Andrea P 1987

22 Costa Bryan P 1998

92 Defrel Gregoire A 1991

32 Duncan Joseph Alfred C 1993

9 Falcinelli Diego A 1991

99 Floccari Sergio A 1981

83 Floro Flores Antonio A 1983

21 Fontanesi Leonardo D 1996

23 Gazzola Marcello C 1985

10 Laribi Karim C 1991

3 Longhi Alessandro D 1989

4 Magnanelli Francesco C 1984

29 Mandelli Andrea C 1997

7 Missiroli Simone C 1986

79 Pegolo Gianluca P 1981

6 Pellegrini Lorenzo C 1996

13 Peluso Federico D 1984

16 Politano Matteo A 1993

1 Pomini Alberto P 1981

17 Sansone Nicola C 1991

26 Terranova Emanuele D 1987

11 Vrsaljko Sime C 1992

Allenatore: Eusebio Di Francesco

TORINO6 Acquah Afriyie C 1992

22 Amauri Carvalho De Oliveira A 1980

26 Avelar Danilo Fernando C 1989

16 Baselli Daniele C 1992

9 Belotti Andrea A 1993

15 Benassi Marco C 1994

5 Bovo Cesare D 1983

2 Bruno Peres Da Silva D 1990

13 Castellazzi Luca P 1975

8 Farnerud Alexander C 1984

21 Gastón Silva Alexis Perdomo D 1994

14 Gazzi Alessandro C 1983

25 Glik Kamil D 1988

28 Ichazo Salvador Fernández P 1992

18 Jansson Pontus D 1991

19 Maksimovic Nikola D 1991

17 Martínez Josef A 1993

11 Maxi López Gaston A 1984

3 Molinaro Cristian D 1983

24 Moretti Emiliano D 1981

4 Obi Joel Chukwuma C 1991

1 Padelli Daniele P 1985

Prcic Sanjin C 1993

27 Quagliarella Fabio A 1983

20 Vives Giuseppe C 1980

7 Zappacosta Davide D 1992

Allenatore: Gian Piero Ventura

UDINESE53 Adnan Ali Kadhim D 1993

74 Aguirre Rodrigo Sebastián A 1994

7 Badu Emmanuel Agyemang C 1990

8 Bruno Fernandes Miguel C 1994

5 Danilo Larangeira D 1984

10 Di Natale Antonio A 1977

11 Domizzi Maurizio D 1980

21 Edenilson Andrade dos Santos D 1989

Felipe Dal Belo Da Silva D 1984

19 Guilherme Dos Santos Torres C 1991

75 Heurtaux Thomas D 1988

16 Iturra Manuel Rolando C 1984

31 Karnezis Orestis P 1985

33 Kone Panagiotis C 1987

95 Lucas Evangelista Santana C 1995

23 Marquinho Marco Antonio C 1986

97 Meret Alex P 1997

52 Merkel Alexander C 1992

26 Pasquale Giovanni D 1982

18 Perica Stipe A 1995

89 Piris Iván Rodrigo D 1989

90 Romo Rafael Enrique Pérez P 1990

77 Théréau Cyril A 1983

2 Wagué Molla D 1991

27 Widmer Silvan C 1993

24 Zapata Alexis Alvarez C 1995

9 Zapata Duván Esteban A 1991

Allenatore: Stefano Colantuono

VERONA6 Albertazzi Michelangelo D 1991

22 Bianchetti Matteo D 1993

37 Coppola Ferdinando P 1978

95 Gollini Pierluigi P 1995

21 Gomez Juan Ignacio Taleb A 1985

19 Greco Leandro C 1986

10 Hallfredsson Emil C 1984

5 Helander Filip D 1993

23 Ionita Artur C 1990

7 Jankovic Bosko A 1984

4 Marquez Rafael D 1979

18 Moras Vangelis D 1981

11 Pazzini Giampaolo A 1984

3 Pisano Eros D 1987

1 Rafael De Andrade P 1982

2 Romulo Souza Orestes D 1987

26 Sala Jacopo C 1991

16 Siligardi Luca A 1988

69 Souprayen Samuel D 1989

9 Toni Luca A 1977

24 Viviani Federico C 1992

41 Winck Cláudio D 1994

Wszolek Pawel C 1992

Allenatore: Andrea Mandorlini

aNtONIO CassaNO

daNIeLe BaseLLI

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IntERVIStA / NORbERTO MURARA Neto

FeliCiTà bianCOneraneto, arrivando allaJuve, ha coronatoil suo sogno

Calcio2OOO1818

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BRASILIAno In Neto

SUCCESSo

VOlEVA UN gRANdE ClUb, hA CONViNTO lA JUVENTUs

ma siamo soLo aLL’iniZio…

di Fabrizio PoncIRoLI

foto Massimo Rana

IntERVIStA

NORbERTO MURARA NETO

Calcio2OOO1919

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IntERVIStA / NORbERTO MURARA Neto

Sorridente… neto ci si staglia di fronte con un sorriso ras-sicurante e che la dice lunga sulla sua felicità nell’aver conquistato un ar-

madietto allo Juventus stadium. Di lui si è parlato tanto, forse troppo. in tanti hanno dimenticato che stiamo parlan-do di un ragazzo che, dal giorno del suo approdo in italia, a soli 21 anni, ha dato tutto per migliorarsi, giorno dopo giorno, fino a coronare il suo grande sogno: giocare in un grande club. se la Juventus ti sceglie, significa che sei speciale… Dopo i classici convenevoli, andiamo alla scoperta, con tanta curio-sità, di norberto Murara neto, per tutti semplicemente neto…

Allora neto, subito una curiosità… Sei nato in Brasile dove tutti sognano di diventare attaccante ma tu hai scel-to di fare il portiere. Come mai?“Mio papà faceva il portiere e io, da pic-colissimo, lo guardavo con grande am-mirazione. da lì è arrivata la mia passio-ne per il ruolo di portiere”.

Mai sperimentato un altro ruolo, ne-anche da giovanissimo?

“no, ho sempre voluto stare in porta. an-che nelle partitelle con gli amici, io mi mettevo tra i pali”.

Chi è stato il tuo idolo, come portiere, da giovane?“Se devo essere sincero, ad onor del vero, il mio idolo è sempre stato mio padre. chiedevo a lui ogni consiglio ed è sempre grazie a lui che ho intrapreso questa carriera”.

Quando hai capito che avresti fatto il calciatore professionista?“Questa è una bella domanda… non mi ricordo il momento preciso. So solo che me lo sentivo dentro, sapevo che dovevo intraprendere questa strada e che dove-vo fare il calciatore. non ho mai voluto

fare altro, anzi non ho mai pensato ad un altro mestiere. Me lo sentivo dentro…”.

C’è chi dice che la tua esplosione ai tempi dell’Atletico paranaense sia do-vuta alla cessione dell’allora numero uno galatto…“Io penso che il trasferimento di un gio-catore come un infortunio facciano parte del nostro mondo. Sono cose che succe-dono. Io ho lavorato duramente per di-ventare il titolare. Forse la sua cessione ha solo accelerato il mio arrivo al ruolo di titolare, tutto qua”.

Immagino che tuo padre si sia esalta-to non poco quando ti ha visto titolare nel campionato brasiliano…“Per lui è stato un momento di grandissi-ma soddisfazione. Vedermi in uno stadio pieno di gente è stato fantastico. Sono convinto che sia stato felicissimo del fat-to che io sia riuscito a fare qualcosa in più rispetto a lui”.

E tua madre?“no, lei si agita troppo alle partite (ride ndr)”.

Invece tu…“No, no, quando so che ci sono i miei familiari in tribuna mi emoziono sempre

la nuOVa MaGliainsieme al DirettorePonciroli, firma lacasacca bianconera

“”Ho semprevoluto stare in porta. ancHe

nelle partitellecon gli amici, io mi mettevotra i pali

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IntERVIStA / NORbERTO MURARA Neto

Ci PenSO iOneto è pronto a

difendere la porta,qualsiasi essa sia

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IntERVIStA / NORbERTO MURARA Neto

tanto. Ci vediamo poco e quando sono in tribuna a vedermi, è chiaro che sono felicissimo”.

Il consiglio più importante che ti ha dato tuo padre…“di tenere sempre i piedi per terra e la-vorare duramente. Me lo ripeteva sem-pre da bambino”.

Senti te ne sei andato dal Brasile a soli 21 anni… Come hai affrontato il trasferimento a Firenze?“Sono andato via da casa mia a soli 13 anni. Mi sono trasferito a circa 1500 km di distanza dai miei genitori. Mi ricor-do che piangevo tutti i giorni. chiamavo 20/25 volte al giorno a casa dei miei e allora costava chiamare con il telefono (ride ndr). Ho sofferto tanto. Lo so io e lo sanno i miei genitori quello che abbiamo passato. Tuttavia, questa esperienza, mi è servita quando sono arrivato in Italia. Sono sbarcato in un Paese completamen-te diverso dal brasile. Io venivo da una splendida stagione dove ero stato pro-tagonista assoluto e pensavo di esserlo anche a Firenze ma non è stato così. Ho capito in fretta che era tutto diverso ma poi ho cominciato ad ambientarmi. Ho lavorato tanto e ho iniziato a compren-

dere come funzionava in Italia e, alla fine, tutto è diventato bellissimo. Devo ringraziare i miei genitori. non so se, al loro posto, avrei lasciato partire un figlio a soli 13 anni…”.

Imporsi in Italia, da portiere, non è tanto semplice. Sai, noi siamo un pa-ese con una grande tradizione di nu-meri uno…“Ma sai, ognuno ha il suo pensiero e la sua idea. Io non sono mai stato uno che ascolta tanto quello che dice la gente. Ho sempre preferito parlare con i fatti, in campo”.

Chi ti ha aiutato maggiormente a Firen-ze nel periodo dell’ambientamento?

“non posso fare un solo nome, sarebbe sbagliato. devo dire che ho avuto la for-tuna di trovare, sia all’interno della squa-dra che fuori dal calcio, tante persone che mi hanno aiutato tantissimo”.

Intanto, un tuo ex compagno, te lo ritrovi qui alla Juventus… Intendo Cuadrado…“ci stavo pensando l’altro giorno… da quando sono arrivato in Italia, ho sempre avuto compagni nuovi, da conoscere da zero. ora, alla Juventus, mi ritrovo con cuadrado e pure con alex Sandro che conosco da quando aveva 15 anni, visto che era mio compagno di stanza. con cuadrado siamo stati insieme tre anni alla Fiorentina… Questo è il bello del calcio, quando puoi ritrovare vecchi amici e iniziare una nuova avventura insieme”.

Mi racconti la tua prima volta nello spogliatoio della Juventus?“Una grandissima emozione, una soddi-sfazione enorme. Io, da quando sono ar-rivato in Italia, ho sempre sognato di po-ter giocare in una grandissima squadra. arrivando alla Juventus, credo di aver coronato il mio sogno. da giovanissimo volevo entrare a far parte di una squa-dra così e ora devo meritarmi il posto”…

PrOnTO a SCaTTareDeterminato a farsitrovare prontoanche alla Juventus

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stessa vogliadi vincere

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IntERVIStA / NORbERTO MURARA Neto

Hai già respirato la mentalità bianco-nera? Quella del vincere a tutti i costi?“Personalmente sono sempre stato uno che vive per vincere. Ho sempre avuto dentro di me la voglia di vincere, tan-to che mi arrabbio moltissimo quando perdo a qualsiasi gioco. Anche quando perdo alla Play, con mio fratello, mi in-nervosisco parecchio, tanto che potrei anche far danni…(ride ndr). ora sono in un club che ha la stessa voglia di vincere che ho anche io…”.

poi con uno come Buffon davanti…“di buffon c’è poco da dire, parliamo di un assoluto numero uno. Sicuramente averlo al fianco durante gli allenamenti aiuta moltissimo. Grazie a lui, certamente posso crescere e migliorare più in fretta. Guardarlo sul come si prepara prima di una gara, le piccole cose che fa per man-tenersi a certi livelli, tutti questi sono gran-di insegnamenti che mi torneranno utili”.

Che obiettivi hai per questa prima stagione bianconera?“Sarò contento se riusciremo, come squa-

dra, a vincere in tutte le competizioni alle quali partecipiamo. Personalmente non so, penso solo ad aiutare la Juventus”.

Visto il mercato decisamente interes-sante, le avversarie sono diventate più forti… Chi è la più accreditata av-versaria per lo Scudetto?“devo ammetterlo… cerco di non interes-sarmi troppo al calciomercato. cerco di non pensarci troppo. La stagione è lunga, non voglio arrivare esaurito da calcio già a febbraio (ride ndr). Sicuramente gen-te come Jovetic, Salah, bacca e tanti altri sono giocatori importanti che hanno alza-to il livello medio del calcio italiano”.

parliamo un po’ di questa Italia. Da Firenze a torino… Come ti trovi in questa nuova città?“bene, mi sto ambientato. Mi sembra tran-quilla, proprio come Firenze. Anche qui posso uscire di casa senza problemi. Mi dicono che è più grigia e fredda ma a me non importa. Io sono qui per lavorare”.

oltre che giocare a calcio, cos’altro ti piace fare?“adoro giocare a tennis. Mi piace tantis-simo anche guardarlo”.

Federer o Djokovic?“Federer tutta la vita. non l’ho anco-ra visto dal vivo, speriamo di andare a Montecarlo il prossimo anno… Mi piace anche molto il basket NBA”.

Cinema come siamo messi?“non vado molto al cinema ma a casa faccio scorpacciate di film. Acquisto dvd e mi affido anche all’on demand… Ho visto da poco ‘La vita è bella’, un film bellissimo che mi ha emozionato tantissimo. Mi piac-ciono film d’azione e che raccontano la

inizio complicato, diventa una certezza tra i pali, conquistan-do anche il record di imbattibilità della storia della Viola (676 minuti).nella stagione successiva è ancora il titolare ma, dopo aver informato la società gigliata di non voler rinnova-re il contratto in scadenza, viene messo ai margini, per poi ritornare protagonista nel finale di campionato, complice l’in-fortunio a Tatarusanu. A luglio 2015 viene ufficializzato il suo passaggio alla Juventus (era stato accostato anche a inter ed arsenal). Con i bianconeri conquista immediatamente la supercoppa italiana, nell’attesa di dimostrare il suo valore anche in quel di Torino… in Brasile, già oggi, è considerato uno dei migliori portieri in circolazione, come conferma la sua presenza ormai fissa nel giro della selecao…

orberto murara neto, conosciuto da tutti come neto, è nato ad araxà, in Brasile, il 19 luglio 1989 (19 luglio, stesso giorno di nascita del maniacale regista cinematografico Abel Ferrara). di origine

italiane, ha subito mostrato una propensione notevole per il ruolo di portiere (grazie agli insegnamenti del padre, anch’e-gli portiere). nel 2009 esordisce nel massimo campionato brasiliano, con la casacca dell’atletico Paranaense. Complice la presenza di Galatto, fatica a trovare spazio con la casacca del Furacao, almeno fino alla stagione 2010/11. il club cede Galatto al malaga e neto si ritrova titolare assoluto. La sua prima vera stagione da protagonista allo stadio arena da Baixada, casa dell’atletico Paranaense, è da applausi. Tanti club europei si interessano alle sue doti. La spunta la Fiorenti-na che, nel gennaio del 2011, lo porta in italia sborsando tre milioni di euro. Per esordire con la Viola deve attendere circa un anno. scende in campo, il 24 novembre 2011, in Coppa italia, contro l’Empoli. nelle prime due stagioni e mezza in maglia gigliata si deve accontentare di 14 presenze tota-li, di cui otto in campionato. La svolta arriva nella stagione 2013/14, quando è il numero uno della Fiorentina. dopo un

LA CARRIERA DI NetosTaGionE ClUb CamPionaTo PrEsEnZE

GoL sUbiTi

2010atlético

ParanaenseBrasiLErao 40 41

gen.-giu. 2011

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2011-2012 Fiorentina sEriE a 4 6

2012-2013 Fiorentina sEriE a 10 10

2013-2014 Fiorentina sEriE a 49 51

2014-2015 Fiorentina sEriE a 38 46

2015-2016 Juventus sEriE a 0 0

IL RAgAZZoDI ARAXàA sOli 26 ANNi, NETO È già UNO dEi pORTiERipiù qUOTATi d’EUROpA…

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IntERVIStA / NORbERTO MURARA Neto

COn CalCiO2000neto mostra la nostra/vostrarivista con grandeentusiasmo...

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guerra, in particolare la Seconda Guerra Mondiale. Li trovo interessantissimi”.

Musica? Solo brasiliana?“adoro tutti i tipi di musica ma, sul mio smartphone, il 95% della mia musica è brasiliana. La ascolto per caricarmi pri-ma delle partite”.

Altre scaramanzie prima del match?“no, solo la musica… non faccio altro, non ho calzini fortunati o altro”.

Che mi dici dello Juventus Stadium?“In brasile giocavo nello stadio più bello del Paese (l’arena da Baixada ndr), ora mi ricapita con lo Juventus Stadium. bellis-simo vedere tutta quella gente vicina a te. Quando diventa una bolgia è impressio-nante. Già da avversario, ricordo che era complicato giocare allo Juventus Stadium. Il tifo si sente e anche parecchio”.

Ma alla play, quando giochi contro tuo fratello, prendi Messi o Cristiano Ronaldo?“Cristiano Ronaldo. Mi piacciono quelli che tirano forte da fuori area. con Messi dovrei arrivare vicino alla porta per se-gnare e non è semplice (ride, ndr)”.

Ultime cose… Come sta il calcio ita-

liano? E’ cambiato da quando sei ar-rivato?“Ritengo che abbia avuto un momento complicato come può accadere a chiunque ma mi pare che ora si stia riprendendo. La conferma è l’arrivo di tanti grandi gioca-tori. con i campioni, torna anche la gen-te ed è importante avere gli stadi pieni”.

E la nazionale? Dunga l’hai sentito?“dopo la copa america non l’ho più sentito… Io farò del mio meglio per avere un ruolo importante nella na-zionale brasiliana. Vedremo…. Io non sono il tipo che si fissa su un obiettivo e pensa solo a quello. Credo che le cose arrivino naturalmente, l’importante è farsi trovare pronti e lavorare sempre al massimo per migliorare”.

Ultima curiosità: come mai la maglia numero 25?“Ho preso il 25 sia perché gli altri numeri liberi non mi piacevano, sia perché sono arrivato alla Juventus quando avevo 25 anni. Il motivo è tutto qua”.

Chiaro e sincero, sempre con quello splendido sorriso che lo rende ancora più affabile. Davanti ha un totem come Buffon ma, con questa abnegazione, non abbiamo dubbi nel dire che, tra qualche tempo, la porta bianconera sarà di sua proprietà. il talento non si discute, ora che abbiamo toccato con mano la notevole personalità, tutto tor-na. neto si è impegnato tantissimo per arrivare sino alla Juventus e, forse, come ci ha confidato, era destino che acca-desse. ora, però, sta a lui continuare a rendere il sogno ancor più luccicante…

“”avere al fianco buffon durante gli allenamenti

aiuta moltissimo.impareròin fretta

IntERVIStA / NORbERTO MURARA Neto

senze le ha portate a casa, o mi sbaglio?”. Bodini crede molto nelle qualità di neto: “e’ stato bravo ad imparare in fretta dai suoi errori. a Firenze, soprattutto agli inizi, ha faticato ma, non appena ha trovato la fiducia nei propri mezzi, è diventato un vero portiere. E’ un portiere moderno, di quelli che sanno quello che devono fare in campo e sono convinto che alla Juventus farà benissimo”.

oteva andare all’inter o all’arsenal, ha scelto la Juventus, nonostante la concorrenza di Gigi Buffon. Una scelta che in tanti non hanno condiviso. bodini, ex portiere della Juventus (dal 1979 al 1989) non

condanna la decisione del brasiliano, anzi è del tutto favore-vole: “Ragazzi, stiamo parlando della Juventus, del club migliore in Italia. neto ha fatto la scelta giusta. buffon non è più giovanis-simo mentre il brasiliano ha ancora tantissimi anni davanti a sé. Guardando buffon, avrà la possibilità di migliorare tantissimo e abituarsi allo stile Juventus con calma, senza grandi pressioni da parte dell’ambiente”. Eppure, in qualsiasi altro club, sarebbe stato titolare: “Vero ma la Juve è la Juve. e poi credo che riuscirà comunque a ritagliarsi il suo spazio. I bianconeri sono impegnati su tanti fronti, hanno tante partite da giocare, molte delle quali ravvicinate. Pensiamo a Storari, mi pare che, alla fine, le sue pre-

“LA JUVe è IL MASSIMo”bOdiNi, Ex pORTiERE dEllA JUVENTUs, aPPoGGia La sCELTa DEL BrasiLiano…

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intervista di Fabrizio Ponciroli

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di Cristina GUERRI

foto Aleksandr DAl CERo

INTERVISTAFEDERICO MATTIELLO

VOGLIADI RISCATTO

DOpO uN LuNGO STOp pER INfORTuNIO, MATTIELLO NON VEDE L’ORA DITORNARE pROTAGONISTA E RICOMINCIARE A CORRERE VERSO I pROpRI SOGNI.

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INTERVISTA / FEDERICO MATTIELLO

PRONTO A GIOCAREMattiello non vede l'oradi tornare protagonista

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INTERVISTA / FEDERICO MATTIELLO

ornerà. Più forte e maturo di prima. Il peggio è passa-to per Federico Mattiello. L'infortu-nio shock (frattura tibia e perone)

dello scorso 8 marzo, quell'entrata dura e involontaria di Nainggolan che è costata quasi sette mesi di stop è solo un lontano ricordo per il giovane esterno del Chievo Verona nato e cresciuto a Barga, un piccolo comune in provincia di Lucca. Il pal-lone non è più un miraggio, la lunga strada del ritorno vede finalmente la sua fine.

Adesso sei uno dei calciatori più promettenti sul panorama italiano. Da ragazzino, però, ti vedevi in altre vesti. Quelle del tennista…"Il mio primo sport è stato il tennis. Ci ho giocato fino a 13 anni. Mi piace ancora oggi questo sport, seguivo Federer e lo seguo tutt'ora".

Da dove nasce la passione per gli sport?

"Forse dal fatto che i miei genitori possedevano un negozio di abbi-gliamento sportivo. L'attrezzatura non mi mancava di certo".

Una volta abbandonato il tennis hai vestito la tua prima maglia di una squadra di calcio. "Per un periodo ho praticato tennis e calcio contemporaneamente. La mia prima squadra è stata il Val-dottavo, la squadra del paese. Ho iniziato insieme ai miei amici".

Terzino nato?"Assolutamente no. Giocavo a centrocampo, qualche volta cen-trocampista centrale, qualche volta mezzala".

Dopo il Valdottavo?"Dopo quattro anni lì sono stato se-lezionato dalla Lucchese e lì ci sono rimasto per altri quattro anni, fino a quando non è arrivata la telefonata della Juventus".

Raccontacela."La Juve voleva farmi un provino.

Feci prima un torneo con i giovanis-simi regionali a Bellaria. Andò tutto bene e feci poi altri tre giorni a Vino-vo. Nel giro di poco tempo arrivò la conferma definitiva e cominciai ad allenarmi con i giovanissimi Nazio-nali. A quei tempi c'era Ciro Ferrara a capo del settore giovanile".

Da Lucca a Torino il passo è stato breve. Difficile lasciare casa quando si è poco più che un bambino?"L'offerta che si era presentata era irrinunciabile. Devo dire che non è stato particolarmente pesante lasciare la famiglia. Vivevo in un convitto, un hotel appena fuori Torino insieme ai miei coetanei che provenivano da fuori dal Piemonte. Poi i miei genitori venivano spesso a farmi visita. L'ho vissuta bene".

Sei cresciuto con la maglia della Juventus sulle spalle. Sembra scontata la tua fede bianconera…"Da piccolo non tifavo per nessuna squadra, sinceramente. Tifavo per i giocatori. Mi faceva impazzire Ger-

T

IL PEGGIO E' PASSATOSorridente e felice,Mattiello è ripartitoalla grande

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“”il mio primo sport è statoil tennis. ciHo giocatofino a 13 anni.seguivo federere lo seguo tutt'ora

rard, per esempio".

Nessun difensore in particolare che ti ispirasse? Maldini poteva essere uno di questi, visto il tuo ruolo."È stato senza dubbio un grande campione, ma a me piacevano i gio-catori offensivi, che facevano gol. I difensori non li ho mai seguiti con particolare interesse".

Già, nasci comunque centrocam-pista."Sì, poi sono stato obbligatoria-mente spostato indietro per i piedi. Scherzi a parte, diciamo che per essere un terzino non ho i piedi così malvagi".

A Torino che vita facevi?"Frequentavo una scuola pubblica. Nel pomeriggio mi allenavo e la sera poteva scapparci un cinema, una cena fuori".

L'hai fatta troppo facile. Dal Val-dottavo alla Juventus passando per la Lucchese. "Sembra facile. Ho fatto tanti sacrifici rispetto a un ragazzino della mia età. Ho avuto le mie occasioni e le ho sfruttate bene. Tutto qua".

Alla Juventus ci sei rimasto quasi sei anni. Hai lavorato con due

grandi tecnici. Prima Conte, poi Allegri. "Durante l'ultimo anno di Conte mi allenavo spesso con la prima squa-dra, ho pure strappato tre, quattro convocazioni. Cosa ci diceva Conte a noi giovani? Niente, ci faceva cor-rere come pazzi. Devo tanto ad Alle-gri. Solo un anno fa spingeva tanto per la mia permanenza in biancone-ro. Ha metodi più tranquilli rispetto a Conte, in allenamento c'era anche il tempo per divertirsi e rilassarsi".

L'esordio in Serie A allo Juventus Stadium, contro il Parma in quel famoso 7-0…"Nessuno mi aveva detto niente, ma l'esordio era nell'aria visto il 3-0 dopo soli 45'. Avrei voluto giocare un po' di più, appunto visto il risul-

tato. Ma è andata bene lo stesso. A cosa pensavo? A niente, pensare a volte può facilitare alla distrazione. L'atmosfera allo Stadium era bellissi-ma, ma andando a quei tempi molto spesso in panchina diciamo che sono arrivato preparato".

Allegri ti ha confermato nella partita successiva, contro la Lazio all'Olimpico."Ho anche quasi sforato il gol. Ma l'ho presa troppo bene, avessi colpito la sfera come faccio di solito l'avrei probabilmente buttata dentro (ride, ndr)".

A gennaio, poi, si è presentata la possibilità del prestito al Chievo Verona."E' nato tutto velocemente. Dopo Juventus-Chievo mister Maran chiese informazioni su di me ad Allegri e da lì è partito il tutto. Mi è stata data l'opportunità di giocare con continuità, di crescere, cosa che non sarebbe stata comunque possibile alla Juventus. È stata la scelta giusta, nonostante quello che è successo in seguito".

Quel giorno, l'8 marzo, non lo dimenticherai tanto facilmente."Preferisco non pensarci più di tanto. Ho cercato di non guardare le immagini del mio infortunio, ma era-

INTERVISTA / FEDERICO MATTIELLO

IL pENSIERO DI MARANDi Fabrizio PonciroliLuI L’hA vOLuTO AL ChIEvO: “HA CARAttERIstICHE ImpoRtAntI”

Rolando Maran l'artefice dell'approdo di Federico Mattiello al Chievo verona. E' bastata poi una chiacchierata con Max Allegri per sigillare il futuro del

gioiellino ai clivensi. "Parlai con Allegri a gennaio, prima che il ragazzo arrivasse da noi. Giusto per capire come stava fisicamente, delle sue qualità ero già a conoscenza". Adesso il peggio è passato per il terzino toscano, dopo sette mesi difficili, tra-scorsi tra palestre e centri di riabilitazione. "Nella sostanza non è cambiato. È vero che questi sono episodi, anche se fortemente negativi, che ti pos-sono far crescere come uomo. Non credo che lui debba dare a vedere questa sua crescita, ma si-

curamente potrà, a livello caratteriale, trovare dei benefici". Mattiello ha vestito la maglia del Chievo solo tre volte, l'ultima sfortunata con-tro la Roma di Nainggolan. un vero peccato per Maran, che aveva accolto il ragazzo con grande entusiasmo. "Si era calato nella giu-sta realtà nonostante la sua giovane età. ha capito velocemente lo spirito del Chievo, e lo vissuto con grandissimo entusiasmo". Maran adesso conta sulle sue qualità per il resto del-la stagione. "ha caratteristiche importanti. La sua forza e la sua esuberanza che trasmette in campo, insieme a un impatto fisico davvero imponente saranno fondamentali per noi".

È

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GIOvANE DI SuCCESSOClasse 1995, con ampimargini di miglioramento

INTERVISTA / FEDERICO MATTIELLO

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intervista di Cristina Guerri

INTERVISTA / FEDERICO MATTIELLO

no praticamente ovunque. Peccato, veniva da buone prestazioni con la maglia del Chievo, avevo iniziato alla grande la mia esperienza con questa maglia".

Nainggolan si è fatto più sentire?"Subito dopo l'infortunio, poi su Twit-ter mi ha fatto il classico in bocca al lupo per la nuova stagione, gli ho risposto che mi ritroverà come nuovo sul campo. Quello è stato uno scontro di gioco normale, sono stato un po' sfortunato, tutto qui".

Chi ti conosce bene dice che forse sei un po' troppo irruento, che certi palloni, specie se lontani dall'aria di rigore, andrebbero pre-si con meno irruenza. Confermi?"Sono così di natura, ma questo episodio mi ha sicuramente aiutato a crescere e a capire le diverse situazioni di gioco".

Cosa ti ricordi di quell'infortunio?"Che non avevo avvertito dolore, non mi ero reso conto di niente fino a che lo sguardo non è andato sulla gamba. Sarà stata l'adrenalina che avevo in circolo".

Com'è andata la riabilitazione?"Ho passato tutta l'estate a fare riabilitazione. Mi sono concesso una settimana di vacanze, poi solo tanto lavoro e palestra a Verona. Adesso sono clinicamente guarito anche se la ferita mi ha causato qualche grana. A Natale vediamo se tocche-rà togliermi la placca".

Gli attestati d'affetto sono arrivati ovunque. Chi non ti aspettavi ti scrivesse?"Eros Ramazzotti. Tutti sanno che è juventino, ma chi poteva immaginar-si che avrebbe scritto proprio a me".

Un passo indietro alla Juventus. Come era ritrovarsi nello spoglia-toio con campioni del calibro di Chiellini, Marchisio, Pogba, Pirlo, Tevez etc etc?"Pirlo è un ragazzo umilissimo. Tutti i big erano molto disponibili con i più giovani, pronti a dispensare consigli e a dare una mano".

Al Chievo la situazione è cambia-ta. Non eri più il frutto del settore giovanile da 'coccolare'. "Forse al Chievo sono stato 'cocco-lato' ancora di più. Sono arrivato non come ragazzo del settore giovanile, ma come giocatore vero, importante per il cammino della squadra. Ho sentito subito tanta fiducia intorno a me, sono stato accolto alla grande da tutti".

Il futuro te lo immagini sempre in Italia?"Non escludo niente, ma non na-scondo che mi piacerebbe provare un'esperienza in Premier League, un giorno".

Un giorno potresti ritrovarti anche titolare alla Juventus…"Devo fare le cose con calma. Intan-to il mio obiettivo è quello di giocare con regolarità questa stagione col Chievo. Basta vedere cosa ha fatto Rugani con l'Empoli. Una stagione ad alti livelli li è bastata per meritarsi la chiamata di Allegri".

Restare a Verona era quello che volevi. La formula (prestito con riscatto e contro-riscatto) ti spa-venta?"Ho spinto per restare qui e questa era la soluzione migliore per me".

Nel frattempo hai cambiato ma-glia. Hai scelto la 11 e abbando-nato la 7."Volevo cambiare , visto lo sfortuna-to anno".

“”da piccolonon tifavo per nessuna squadra, sinceramente.mi facevaimpazziregerrard

GIOVANISSIMO E fORTISSIMODi Fabrizio PonciroliCLASSE 1995, hA TANTO TEMPO PER DIMOSTRARE IL SuO TALENTO…

eglio ricordarlo… Mattiello è un classe 1995. Prima di dedicarsi completamente al gioco del calcio, aveva una passione per il tennis. Poi, il richiamo del pallone si è fatto troppo for te per resistervi. Dalla Lucchese

alla Juventus, in un lampo, a conferma delle notevoli doti che madre natura (e il duro allenamento) gli ha donato. Il giorno magico è il 9 novembre 2014. In quella data, Mattiello fa il suo esordio in Serie A. un giorno indimenticabile, il risultato di tan-

Mti sforzi. Nella prima par te della stagione 2014/15, colleziona due presenze in A poi si trasferisce al Chievo, per crescere e giocare di più. L’inizio è confor tante, fino all’infor tunio (frattura esposta di tibia e perone) che ne rallenta la crescita. Dopo aver vinto con la Primavera della Juventus (Supercoppa Primavera e Coppa Italia Primavera), lo attendono tante altre sfide e, perché no, qualche altro trofeo, magari con la casacca della Juventus. Ricordiamolo, è un classe 1995…

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L’UoMo DI VALDEMARSVIk

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di antonello ScHIaVeLLo

foto agenzia LIVeRanI

Un RACConto InCAntAto DI MIStER LIEDHoLM, Un tECnICo UnICo…

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L'UnICo gRAnDE BARonEElegante e pacato,

un uomo impeccabile...

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n principio fu solamente una gran baraonda. Un’accozzaglia di ai-tanti pedatori girovaghi in mezzo ad un campo, intenti a rincorrere e colpire una palla.

Lo scopo di questa nuova disciplina sportiva importata per prima dai maestri inglesi, era quello di collocare un pallone di grezzo pellame o cuoio, all’interno della porta avversaria costituita solamente da due pali senza traversa, assegnando così un punto alla squadra che ci sarebbe riuscita. sono trascorsi quasi due secoli. La nuova disciplina sportiva ne ha fatta di strada. Quella che all’epoca (siamo prossimi al 1900) veniva considerata una disciplina prettamente maschia e senza futuro, è diventato oggi lo sport nazionale di mezzo mondo, praticato con successo anche dal gentil sesso. nel corso di tutti questi anni la mente dell’uomo ha plasmato e ridisegnato

questo gioco, stando attento però a non intaccare le basi portanti dello stesso. La metodologia pionieristica è rimasta la stessa di allora con l’ag-giunta (doverosa) di un nuovo sistema improntato su regole e discipline, di disposizioni tattiche e tecniche più or-dinate sul terreno di gioco. agli albori non esistevano schemi di gioco e le regole erano spicciole ma confuse. si puntava soprattutto sulla forza fisica dei giocatori assistendo spesso ad un tutti contro tutti, scemando così il gioco inevitabilmente su azioni disordina-te dei singoli. solamente il portiere aveva un ruolo ben preciso. stabile in mezzo ai due pali…..quasi come accade oggi. il resto è stato un susse-guirsi di idee, di filosofie, di credo ed invenzioni. Col tempo, siamo passati dal sistema inglese, il classico Wm, al catenaccio del made in italy. Dal gio-co totale degli olandesi, alla zona più o meno integrale. oggi si parla tanto di “falso nueve”, di numerazioni che

sembrano più prefissi telefonici che schemi di gioco ma, piacciono e por-tano punti. Tanto basta. Tutto questo però non è altro che il frutto di una rivoluzione cominciata verso la fine degli anni '70 quando il calcio in ita-lia era ancora sinonimo di catenaccio. nils Liedholm, un simpatico svedese di brizzolata capigliatura, di professione allenatore, decise di proporre qualco-sa di innovativo nel mummificato pa-norama calcistico italiano. La zona. il gioco all’italiana prevedeva innanzi-tutto salvaguardare la propria porta. Lui meticolosamente, con quella calma che l’ha sempre contraddistinto, ha saputo infondere ai suoi ragazzi un’a-nima diversa, spettacolare, avvincente e… vincente. Per molti, la sua fu una scommessa già persa in partenza, per lui, semplicemente una teoria mate-matica riassumibile in questa memora-bile frase: “Se il pallone ce l’abbiamo noi, non ce l’hanno gli avversari: quindi non rischiamo di prendere gol”. Era il

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InSIEME A gIoVAnnILiedholm è statoamatissimo da ogni collega,Trap compreso...

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1977. Cominciava una nuova era per il calcio italiano.

nILS ERIk LIEDHoLM: IL BARonE, LA StELLA E LA RoMA CAMpIonEValdemarsvik è una candida citta-dina svedese di poche migliaia di anime che si lava il viso tutti i giorni con l’acqua gelida del mar Baltico. difficilmente la si cerca casualmente nei dizionari o su wikipedia. Ci devi cadere sopra intenzionalmente, come i fiocchi di neve che copiosi la rico-prono negli inverni rigidi e pungenti. il nostro viaggio o meglio, quello di nils, comincia proprio da qui, da Valde-marsvik, città natale del “maestro”.Tranquillizzò il padre quando partì alla volta di milano, nelle vesti di calciatore, nel 1949. “Uno al massimo due anni e torno”. Ci resterà quasi 60 anni. ottimo mediano prima e splen-dido interno - regista poi, con la ma-glia del milan contribuirà alla conqui-sta di 4 scudetti, 2 coppe Latina (una specie di piccola coppa dei campioni perché vi parteciparono le squadre vincitrici del titolo nazionale italiano, francese, spagnolo e portoghese). disputerà anche la prima finale di coppa dei campioni della storia del Milan nel 1958 svanita ad un soffio dal traguardo per mano del real madrid. assieme a Gren e nordhal formerà il famoso trio Gre-no-Li, che fece impazzire la tifoseria milanista in primis e tutti gli appassionati sportivi dell’epoca poi. in 12 stagioni con la maglia rossonera collezionerà 359 presenze in serie a coadiuviate da 81 reti. Una curiosità: nella lunga militan-za rossonera non è mai stato ammo-nito. anni dopo succederà solamente ad un altro grandissimo campione: Gaetano scirea.Dapprima allenatore in campo negli ultimi fuochi di una carriera brillante, poi definitivamente allenatore sul campo, nel 1961, smessi i panni del calciatore. milan (con le giovanili e vice allenatore della prima squadra) Verona, monza, Varese, Fiorentina, roma. Con Verona e Varese centra due promozioni in serie a, rispettiva-

mente nel 67-68 e 69-70. Con la squadra viola perde due finali (coppa mitropa nel 1972 e coppa anglo-italiana nel 1973) ma regala al popolo fiorentino il trofeo più bello in assoluto: Giancarlo antognoni. a Liedholm si devono gli esordi di tanti giovani divenuti poi campioni affer-mati. Basti citare solamente alcuni nomi a caso: roberto Bettega, Tancredi, nela, Franco Baresi, Paolo maldini, ancelotti , e come detto, Giancarlo il “Putto divino” di Firenze. Tanto basta per capire ed apprez-zare la competenza tecnica, il coraggio e l’audacia nel proporre volti nuovi, sconosciuti, lanciandoli nello stagnante bacino dei soliti noti e talvolta appassiti, protagonisti delle domeniche pallonare italiane. i suoi collettivi inizialmente praticavano un gioco all’italiana con un’attenzione particolare alla manovra palla a terra. i primi segnali del nuovo che avanza si hanno nella stagione 1977-78, quando lo svedese speri-menterà le prime evoluzioni tattiche. Liedholm è tornato al primo grande amore della sua vita: il milan. ad aspettarlo sui campi di milanello ci sono albertosi, Bigon, Capello, la bandiera rossonera rivera e un gruppetto di giovani interessanti sui quali emerge la figura di colui che diventerà una colonna portante del Milan degli anni a venire: il “piscinin” Franco Baresi. nell’anno della conquista della stella (78-79), il milan schierava albertosi in porta con il suo inseparabile maglione giallo. Baresi era il battitore libero con…libertà di progressioni in terre nemiche. Collova-ti agiva sulla fascia destra in qualità di terzino ma spesso si attaccava a Bet formando un primo esempio di “centrali divensivi”. a sinistra col numero 3 c’era aldo maldera. Più che un terzino sembrava un’ala aggiunta. Le nove reti realizzate testimoniano la costante presenza nella manovra d’attacco a scapito dei compiti più consoni ad un difensore. Compiti che venivano equamente divisi tra De Vecchi e Buriani in fase di ripiego.

antonelli, novellino e Bigon coprivano il centrocampo e a turno supportava-no la punta stefano Chiodi. altri protagonisti del decimo scudetto furono morini, Boldini, sartori, minoia, Capello, il secondo portiere rigamonti e la bandiera rossonera per antono-masia Gianni rivera. Per lui solamente 13 presenze in campo e una rete importantissima contro il Verona. antagonista di quel milan fu il Perugia di ilario Castagner. La squadra umbra non venne mai sconfitta in campionato a differenza del diavolo che perse 3 volte. i punti fondamentali li determinarono così i pareggi. 19 quelli del Grifone, 10 quelli dei rossoneri. all’epoca si assegnavano 2 punti per la vittoria, per cui in virtù dei tanti pareggi conseguiti il Perugia onorevolmente si classificò secondo, alle spalle del milan stellato di nils Liedholm. Contrariamente a quanto si potrebbe credere, “squadra vincente non si cambia, allenatore compreso!”, il presi-dente di quel milan, Felice Colombo, ritenne troppo alti i 3 anni di contrat-to richiesti da Liedholm per continuare il sodalizio vincente, offrendogliene solamente uno. il barone rifiuta e saluta. L’anno dopo Liedholm si siede sulla panchina dei giallorossi capitoli-ni, dove, qualche anno più tardi realizzerà il suo capolavoro. nell’at-tesa che il pallone si scrolli di dosso le tossine velenose del calcio scommesse, Liedholm con la solita calma olimpica, comincia a predicare e ad insegnare un nuovo credo tattico: la zona. La zona era esattamente il contrario della mentalità adottata fino a quel momento dalle squadre italiane. Prima ci si doveva attaccare all’av-versario come i vecchi francobolli sulle cartoline e seguirle ovunque andasse-ro…La zona invece prevedeva un movimento all’unisono dove il riferi-mento non era più l’avversario ma i compagni di gioco. Un sincronismo meccanico al limite della perfezione. Questa era la zona di Liedholm. ovviamente il processo doveva avvenire in modo graduale, e con le

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“pedine” giuste. Convince il presidente Viola a comprargli romeo Benetti, buono più per un ruolo nell’amarcord felliniano piuttosto che interprete nella linea mediana giallorossa davanti al doppio libero Turone-san-tarini….Lo ripagherà portando a roma due Coppe italia consecutive (79-80 e 80-81) e altrettanti buoni piazzamenti in campionato. Un secondo ed un terzo posto contenden-do la vittoria finale prima all’inter e poi alla Juventus. al terzo tentativo, con un organico mixato da giovani e meno giovani, esperienza ed esube-ranza, classe e muscoli, l’obiettivo tricolore viene centrato. Dopo 41 anni dal precedente ed unico scudetto, la roma si laureerà campione d’italia. il Team giallorosso una volta assimilato il nuovo assetto tattico, mise in mostra un calcio spettacolare divertente da farsi e da vedersi. Liedholm sapeva che quello sarebbe stato l’anno giusto per cucirsi addosso lo scudetto. La

spina dorsale della squadra aveva già metabolizzato il 3-4-3. i nuovi arrivati, voluti dal “maestro” erano gli interpreti giusti per il suo modello di gioco. aldo maldera il goleador del milan stellato, nappi un ordinato protagonista del Perugia dei miracoli, Pietrone Vierchowod un arcigno, maledetto (in senso buono) difensore e, beneficiando dell’opportunità di schierare un secondo straniero, dall’inter arrivò herbert prohaska fine manipolatore di palloni dal centro-campo in su. i nomi storpiati in un simpatico italico – scandinavo scritti col gessetto sulla lavagna da Liedholm, hanno freccette ovunque. sono i movimenti che ognuno di loro dovranno fare sul campo. Tancredi abile gatto tra i pali. a destra metà terzino e metà ala giostrava sebino nela, a sinistra con lo stesso compito agiva aldo maldera. Vierchowod dominava la zona centrale difensiva. Leggermente dietro lo zar Pietro,

l’indimenticabile agostino, il capitano Di Bartolomei. L’ottavo re di roma, Falcao impostava l’azione ora in veste di mediano, ora da regista purissimo, formando con l’austriaco Prohaska e il giovane ancelotti il trio di centrocam-po. iorio e Brunetto Conti fresco di alloro mondiale rifornivano di cartuc-ce il bomber Pruzzo. altri protagonisti di quel trionfo giallorosso furono righetti, Chierico, scarnecchia, Valigi, Faccini, Giovannelli e Baldieri. molti anni più tardi questo schieramento, ribattezzato ad albero di natale, farà le fortune di un allenatore del milan: Carlo ancelotti. Guarda caso un allievo cresciuto sotto lo sguardo sapiente, protettivo e maestro del “grande maestro” nils Liedholm. Le posizioni assunte in campo da Falcao e Di Bartolomei non davano punti di riferimento agli avversari. il capitano spesso giocava in linea con Vier-chowod formando di fatto la coppia di centrali difensivi e Falcao giostrava

QUAntI CAMpIonIil Barone ha allenatocampionissimi. Qui è con rossi,hateley e Virdis...

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sulla linea di centrocampo. spesso invece era l’inverso. Falcao scalava davanti alla difesa formando un rombo difensivo 1-2-1, lasciando Di Bartolomei libero di agire in veste di stoccatore o rifinitore agli avanti giallorossi. Vinto lo scudetto, Liedholm ritocca la sua zona anche in base alle qualità tecniche dei nuovi acquisti e parte alla conquista dell’Europa. La partecipazione all’edizione della cop-pa dei campioni 1983-84 è già motivo di orgoglio e soddisfazione, sapere che la finalissima del 30 maggio verrà disputata proprio nella città eterna, aumenta ancor di più nel Club capitolino la voglia di centrare il difficile l’obiettivo. liedholm, quella sera di fine maggio si siederà su quel-la panchina amica dell’olimpico per 120 minuti. saranno i rigori a stabilire quale dei due capitani, souness o agostino, solleverà la coppa dalle grandi orecchie. Purtroppo sarà il futuro blucerchiato alzandola al cielo, a far impazzire la curva inglese. E con lui, altri protagonisti di quella sera, cambieranno colori e città l’anno dopo. anche il maestro. Lo chiama ancora una volta il milan e lui si porta dietro Di Bartolomei. 3 anni vissuti più da ricordi che da successi nel mezzo di una epocale successione ai vertici della società. Quel suo primo milan arriverà 5° in campionato e sfiorerà la vittoria in Coppa italia, persa nella doppia finale contro la sampdoria. ha il merito di far esordire Paolo maldini il 20 gennaio 1985 nel gelo di Udine, confermando la sua predi-sposizione a scoprire giovani talenti dal futuro roseo. settimo posto in campionato nel 1985-86 e, nell’aprile del 1987 a causa di un brusco calo di rendimento da parte della squadra, viene sollevato dall’incarico di allenatore. Gli subentrerà Capello che riuscirà a traghettare il milan alla gara spareggio di Torino contro la sampdoria per un posto in Coppa Uefa. la chiamata della Roma arriva quando i grappoli non sono completa-mente maturi. Quando non allenava, Liedholm amava trascorrere il tempo

nella sua tenuta agricola di Cuccaro monferrato nel piemontese. La passione per le viti ed il vino erano forti e radicate quanto e forse più delle settimane con indosso la tuta sportiva e gli scarpini. i grappoli gonfi e succosi che diverranno barbe-ra e grignolino anche questa volta saranno raccolti da altre mani che non saranno le sue. La tifoseria giallorossa non ha mai dimenticato il “barone” e gli riserva fin da subito un’accoglien-za affettuosa e calorosa. Cosa che non accadrà invece con il neo acquisto Lionello manfredonia, reo di trascorsi sportivi con addosso l’altra maglia della….roma biancoceleste. ma per

Liedholm l’ex laziale era una pedina fondamentale nel nuovo schieramento che prevedeva il rombo a centrocam-po e, avendolo in rosa, fu naturale impiegarlo (28 presenze e 3 reti) malgrado i mugugni dei tifosi. il disegno tattico prevedeva una difesa a 4 con un quinto giocatore, prevalen-temente Boniek, leggermente staccato alle spalle. Un centrocampo a rombo dove l’uomo più avanzato (Giannini) supportava la punta tedesca Voeller. quella Roma si classificherà terza in campionato alle spalle del napoli marodoniano e del milan campione d’italia. i buoni propositi della stagione 87/88 non troveranno

conferma però l’anno successivo. Gli schemi di Liedholm appaiono superati. Lenta e prevedibile, la manovra dei giallorossi, stenta a decollare così, il 18 febbraio 1989 dopo la sconfitta interna subita ad opera del Pescara di Galeone (1-3), Liedholm viene rimosso dall’incarico. Gli subentrerà il duo Luciano spinosi- Giuseppe Lupi. ma la sperata scossa in casa giallo-rossa non arriva. richiamato dal presidente Dino Viola, lo svedese si riaccomoda in panchina alla 23esima giornata nella gara interna contro il Cesena, Un gol di Voeller al 54° regalerà i due punti alla roma. nelle restanti 11 partite arriveranno i punti necessari per chiudere il torneo al 7° posto, a pari merito con la Fiorentina. servirà lo spareggio di Perugia del 30 giugno per assegnare l’ultimo posto disponibile per l’Europa. Pruzzo, l’ex bomber della roma scudettata timbrerà cartellino e…. passaporto per la squadra viola. La stilettata al cuore è forte. il barone lentamente si defila insieme ai suoi 67 anni dai palcoscenici sportivi. il sudore lo riserverà ai suoi campi estesi profu-mati e rigogliosi di nettari naturali. il capello innevato finalmente riposerà sotto il pagliericcio di un cappello in lotta perenne contro il sole. Dopo oltre due anni di completa astinenza dal calcio, inaspettata arriva la telefonata del Verona. il Club scalige-ro se la sta passando molto male. ha un piede e mezzo in serie B. Ci vuole un miracolo per salvarlo. Liedholm ci proverà ma….sarà troppo tardi. Esce, questa volta definitivamente dal mondo del calcio. Un finale inglorioso per una carriera luminosa come la sua, che però non intacca la signorilità di questo grande personaggio che silenziosamente esce di scena. i tramonti sono bellissimi, a volte meno.ne vedrà tanti sulle colline monfer-ratesi prima di partire per l’ultimo viaggio, il 5 novembre del 2007, che lo porterà lontano dalle sue vigne, dai suoi amati campi di calcio per fermarsi eternamente in quella zona del cielo chiamato paradiso.

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CHE BELLA RABonAiN CAMpO si VEdE pOCO MA, qUANdO AppARE, lO sTUpORE È iMMEdiATO...

SpECIALEGLi arTisTi DELLa raBona

li argentini, quando gli inglesi all’inizio del secolo scorso decisero di trapiantare il verbo del football sulle sponde del rio de la Plata, si accorsero subito che in que-sto strano sport che si gioca con i piedi, la palla non andava semplicemente calciata in avanti, secondo i classici dettami del

kick and run, ma doveva essere trattata con più cura e dovi-zia, fantasia al potere quindi. non è un caso che proprio in sudamerica sono state coniate le prime finte e i primi gesti tecnici acrobatici, come la chilena, cioè il colpo in rovesciata, inventato nel 1914 dal basco trapiantato in Cile, ramon Unzaga, la tijera, la forbice in semirovesciata, la marianela, una specie di danza con il pallone simile alla ruleta resa celebre da Zinedine Zidane, inventata dall’ala argentina Juan Evaristo e infine la rabona, una giocata a sorpresa che si effettua incrociando il piede calciante al fianco di quello che poggia sul terreno. secondo i ben informati, la rabona sarebbe stata brevettata ufficialmente dai calciatori argen-

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di Francesco sCaBar

tini ai mondiali del 1930, occorre evidenziare come nelle fila dell’Argentina, che terminò la rassegna al secondo po-sto, alle spalle dei vicini odiati dell’Uruguay, giocava all’ala sinistra Juan Evaristo, l’inventore della marianela. Veniamo alla curiosa origine etimologica del termine rabona: esso deriva dallo spagnolo rabo, cioè coda, e sembra che sia stato coniato per rimarcare la somiglianza del gesto tecnico con i colpi di coda attorciglianti che le mucche sono solite rifilare alle mosche. in brasile, forse per via dell’accesa ri-valità con gli albicelesti, il termine rabona è letteralmente ignoto e il colpo ad incrociare è conosciuto con le parole chaliera (teiera) o lettra (lettera), che probabilmente richia-mano la sua natura attorcigliata ed arzigogolata. se l’o-rigine della rabona risale agli anni Venti-Trenta, la prima testimonianza diretta, registrata e documentata di questo particolare gesto risale al 19 settembre 1948: durante la partita tra Estudiantes de la Plata e rosario Central, l’at-taccante dell’Estudiantes ricardo infante, essendosi trovato il pallone sul suo piede debole, cioè il sinistro, dalla distanza

MaGia Per POCHiaquilani si cimentanella meravigliosa

rabona...

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di Francesco sCaBar SpECIALE/ GLi arTisTi DELLa RABonA

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Zlatan ibrahimović

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si ritrova,lo svedese

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bole (il sinistro), per sorprendere il proprio avversario, incro-cia il piede destro scodellando un cross che un compagno, il giovane Pietro Paolo Virdis, non riesce a tramutare in rete. Grazie a questo gesto tecnico decisamente ardito, roccotel-li diventa una vera e propria attrazione del nostro calcio, tanto che il grande Pelé, durante una visita in italia affermò che “qui da voi c’è un tizio con i baffetti che utilizza la nostra chaleira”. Per la cronaca, roccotelli nel corso della sua lun-ghissima carriera (durata dal 1970 al 1991), ha segnato ben due reti in incrociata, una nel 1977/78, contro il bre-scia, quando Cocò vestiva la casacca bianconera dell’ascoli, e un’altra nel 1984/85, direttamente su punizione, contro la Juve stabia, quando roccotelli era in forza al Foggia. Rimaniamo ancora alla stagione 1984/85, perché in quell’annata calcistica la serie a conosce per la prima volta il genio di Diego armando maradona, cioè il più grande ar-tista che abbia fatto un uso sistematico della rabona. Dome-nica 10 febbraio 1985, al san Paolo di napoli è di scena il Torino: maradiego s’invola sulla destra dell’area di rigore e, all’improvviso, il suo sinistro magico fa partire un perfetto cross incrociato che viene convertito in gol dalla testa di Cafarelli. Da quel giorno, il termine rabona s’insedia defi-nitivamente nel vocabolario calcistico italiano. sempre negli anni ottanta, un altro calciatore argentino, Claudio Borghi è, assieme al connazionale maradona, l’autentico simbolo dell’incrociata, gesto che però non è riuscito ad esprime-re nella sua sfortunata parentesi in italia con le maglie di milan (sacchi come è noto gli preferì rijkaard, nonostante

siderale di trentacinque metri decide di dare alla palla uno strano colpo di coda ad incrociare con il piede destro; in-fante spara così un vero e proprio proiettile che sorprende tutti, compreso il portiere del rosario che rimane a bocca aperta vedendo il pallone infilarsi beffardo in fondo al sac-co, è ufficiale in Argentina nasce “el gol de rabona”. in italia, rispetto all’argentina, il gesto della rabona è stata conosciuta a lungo con il termine autoctono di incrociata. il calciatore italiano che ha portato alla ribalta questo par-ticolare gesto tecnico è stato Giovanni roccotelli, un’estrosa e minuta ala destra, classe 1952, protagonista di un calcio dove esistevano ancora le ali pure e non gli esterni alti, che nel corso della sua carriera di calciatore ha disputato tanta serie B con qualche puntatina nella massima serie con le maglie di Torino, ascoli e Cesena. La fortuna calcistica di “Cocò” roccotelli, barese trapiantato da anni a Cagliari a causa di un matrimonio con una sarda, è legata indissolubil-mente all’incrociata, gesto che apprese da bambino nei pol-verosi vicoli del capoluogo pugliese. Domenica 26 settem-bre 1976, il Cagliari di roccotelli affronta la spal, l’incontro termina con uno scialbo 0-0, ma le telecamere della rai immortalano per la prima volta una giocata mai vista prima su un campo da calcio italiano: roccotelli prende palla sulla metà campo, affronta il proprio diretto controllore, si sposta sulla corsia di sinistra (da notare come nel calcio di quei tempi un giocatore di fascia destra potesse tranquillamente percorrere anche la corsia opposta) e giunto all’altezza del vertice dell’area di rigore, avendo il pallone sul piede de-

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GiOVanni rOCCOTelli

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il primo a farela rabona acasa nostra

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la ClaSSe Di DieGOla rabona di Maradona,

un inno alla gioia

DieGO MaraDOna

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gnatura il doppio controllo, prima di destro e poi di sinistro, con cui madsen ha letteralmente mandato al bar il portiere e un difensore avversario.

Angel Di Maria – benfica (2009/10): l’attuale centrocam-pista del Manchester United e della Nazionale argentina, è stato protagonista ai tempi in cui militava con il benfica di uno straordinario gol in rabona. Contro i greci dell’aEK atene, in una partita del girone i di Europa League giocata nel dicembre 2009, el Fideo raccoglie un lungo lancio dalle retrovie, evita un difensore avversario e anticipa l’uscita del portiere avversario con un colpo sotto incrociato.

Matias Urbano – Uniòn san Filipe (2011/12): questo tren-tenne attaccante argentino, che nell’estate 2009 fu vicino all’approdo nel nostro campionato alla Pro Patria, ha siglato un gol in rabona, contro l’Uniòn la Cara, raccogliendo un cross dalla sinistra. È l’unico esemplare di gol in incrociata siglato calciando il pallone al volo presente nella nostra clas-sifica.

gerardo Masini – Teramo (2011/12): non poteva manca-re un pizzico d’italia in questa speciale classifica. gerardo masini, attaccante argentino da anni trapiantato nelle serie minori del nostro calcio, in un Teramo – san nicolò, giocato nella cornice prestigiosa dello stadio adriatico di Pescara, decide di imitare maradona contro l’inghilterra a messico 1986, scartando tutta la difesa avversaria, con l’unica diffe-renza che, giunto davanti al portiere, decide di scavalcarlo con una spettacolare rabona, ciliegina sulla torta di una gio-cata straordinaria.

Villiam Macko – Ang Thong (2013/14): c’è anche un pizzico di asia in questa speciale top ten. nell’ineffabile campionato thailandese, milita uno slovacco classe 1981 che risponde al nome di Villiam macko. Villiam, in un incontro contro il BBCC, dopo aver clamorosamente ciccato una sua prima conclusio-ne a rete, quando il pallone si stava avviando verso il fondo, rincorre la palla e la colpisce con una rabona di destro, rea-lizzando così un pallonetto che sorprende il portiere avver-sario, un gol semplicemente assurdo!

Erik Lamela – Tottenham (2014/15): la cornice di questo autentico eurogol è quella prestigiosa del White hart Lane. nella sonante vittoria del Tottenham contro l’astreas Tripolis (5-1) sale in cattedra Erik Lamela, che raccoglie un pallone vagante al limite dall’area e calcia una frustata in rabona a girare alla Del Piero che lascia di sale il portiere avversario. Un gol che di diritto finirà tra i candidati più papabili ad aggiudicarsi il Premio Puskas 2015.

Sean geddes – Worchester City (2014/15): last but not le-ast, c’è anche un inglese nella nostra speciale classifica! in una sfida tra due compagini semiprofessioniste di FA Cup, tra il Worchester City e il Barrow, sean Geddes, che milita nel Worchester, giunto in area di rigore, affronta un avversario e poi lascia partire uno strano pallonetto in incrociata asso-lutamente imprendibile per il portiere avversario.

il parere contrario di Berlusconi) e Como. el bichi Borghi, pur essendo un vero e proprio specialista della rabona, non riuscì mai a segnare un gol con questo gesto, anche se, ai tempi dell’argentinos Juniors, ha colpito una traversa con una conclusione in rabona da trenta metri, inoltre nel corso della sua carriera ha sfornato molti assist vincenti in incro-ciata ai compagni. Le gesta eroiche di maradona, la popolarità di un simbolo non solo calcistico come il Pibe de oro, che ha dimostrato per la prima volta un solo calciatore può trascinare altri dieci compagni alla vittoria della Coppa del mondo, hanno di conseguenza democratizzato e reso ulteriormente più po-polare la rabona, che in tutti gli anni novanta e Duemila è stata adoperata sia da fuoriclasse come roberto Baggio, rivaldo e i due ronaldo (il brasiliano e il portoghese) che da onesti comprimari che, nei più improbabili campi di peri-feria, decidono di imitare le gesta tecniche ed i numeri dei propri idoli. oggigiorno chiunque può imparare a calciare un pallone in rabona grazie al web e ai filmati su YouTube. L’ultima prodezza in incrociata è stata quella di Erik “Coco” Lamela (per ironia della sorte l’ex romanista ha quasi lo stesso soprannome di roccotelli) che in un match di Europa League contro l’astreas Tripolis, ha tolto le ragnatele dell’in-crocio con una splendida conclusione a giro, forse il gol più bello segnato in rabona.

I MIgLIoRI DIECI goL In RABonA

Mauricio Cataldo - Universitad de Conceptión (2002/03): 15 giugno 2003, quarti di finale del Torneo Apertura cile-no, la sfida tra l’Universitad de Conceptión e l’Universitad de Chile viene risolta da una prodezza di Cataldo, volan-te dell’Universitad de Conceptión, che dall’estrema sinistra lascia partire un perfido cross in rabona che sorprende il portiere avversario. Un gol tanto bello quanto fortunato, che è stato molto apprezzato dalla Fifa, che l’ha votato come il più bel gol mai segnato in incrociata.

Martin Uranga – platense (2005/06): Martin Uranga è uno sconosciuto attaccante del Platense, club che all’epoca mili-tava nella Primera B metropolitana, cioè la serie C argen-tina. Uranga, in un match giocato contro l’Atlanta, raccoglie un cross dalla sinistra, controlla la palla al volo con il destro portandosela sul sinistro e, vedendo il portiere accorrere in uscita, lo beffa con un’incredibile palombella in rabona.

Andres Vazquez – iFK goteborg (2006/07): questo cen-trocampista peruviano classe 1987, a vent’anni ancora da compiere, nella partita del suo Göteborg contro l’Örebro, segna un gol in rabona molto simile a quello segnato dal cile-no Cataldo, solo che il suo tiro/cross incrociato viene scoccato dalla destra.

peter Madsen – brøndby (2008/09): ancora protagonista la scandinavia, Peter madsen, di professione attaccante, in un match di superliga danese contro il sønderjysk, sigla un gran gol in rabona da dentro l’area di rigore. Più che il semplice tocco in chaleira a rete sguarnita, da rimarcare in questa se-

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SpECIALE/ GLi arTisTi DELLa RABonA

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sTORiA TROFEO bERlUsCONi

IL tRoFEoDI BERLUSConI

EsTaTE 1991, nasCE iL “LuIgI BERLuSCoNI”, l’AMiChEVOlE di lUssO dEl diAVOlO…

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di Fabrizio PoncIRoLI

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Ddi Fabrizio PoncIRoLI

Coppa Campioni tra Barcellona e, appunto, sampdoria). no-vità continue e invito ufficiale inviato diversi mesi prima dell’e-vento, così da essere certi di organizzare un match all’altezza delle aspettative. La 50esima edizione ha visto la roma in cam-po. 50 edizioni contraddistinte da sfide appassionanti (vittoria ai rigori della Juventus nel 2005, batoste per inter e napoli, rispettivamente nel 2007 e 2011), contro club sempre diversi tra loro. Una formula vincente che, se adottata, potrebbe rilan-ciare anche il Trofeo Luigi Berlusconi, desideroso di nuova linfa vitale per tornare ad essere l’amichevole di lusso della nostra estate calcistica… nell’attesa di un Trofeo Luigi Berlusconi nuo-vamente scintillante, meglio tornare a rievocare le cartoline dei bei tempi passati come quella, la più evocativa di tutte, del 18 agosto 1995. Quella che ritrae un certo Van Basten nel teatro di san siro. prima della partita, il Cigno di Utrecht, mandato k.o. da quel maledetto infortunio alla caviglia, con un giubbetto marrone e camicia rosa, saluta, per l’ultima volta, il suo pubblico, il pubblico del milan. “Ci ho creduto fino a due settimane fa, mi sono perfino rivolto a dei maghi. ora basta, grazie a tutti, ma non ai medici, se tornassi indietro non andrei più sotto i ferri”, le sue parole, quelle che riecheggiano anche in un san siro in lacrime. Una scena entrata nella storia del club e, ovviamente, del Trofeo Luigi Berlusconi, quello vero, quan-do era l’amichevole di lusso del calcio estivo di casa nostra…

ata: 23 agosto 1991. Luogo: san siro, mi-lano. in campo milan e Juventus. Va in sce-na il primo (di tanti) Trofeo Luigi Berlusconi. istituito dal patron del Diavolo silvio Ber-lusconi, in onore del padre Luigi (da qui il nome dell’evento), è diventato, nel corso de-gli anni, l’amichevole di lusso del Diavolo, la

sfida più calda e attesa dell’estate, quando l’entusiasmo per la stagione ufficiale è ai massimi livelli. Ad oggi sono 23 le edizioni del Trofeo luigi berlusconi disputate. Una gradevole tradizione, disattesa solo in un’occasione (2013). 23 come le presenze, ovviamente, dei padroni di casa rossoneri, vincitori in 13 occasioni. avversaria preferita la Juventus, in campo 19 volte (con 10 successi). Una presenza, invece, per inter (1992), real madrid (1993), Bayern monaco (1994) e san Lorenzo (2014, prima e unica squadra non europea a prendere parte alla manifestazione), con tutte e quattro i club usciti sconfitti. la storia del trofeo è ricca di momenti indimenticabili. Della prima edizione, vinta dalla Juventus per 2-1, si ricorda la doppietta decisiva del bianconeri Casiraghi. L’anno seguente, nel Derby con l’inter, il sigillo di Papin (1-0). Papin in rete anche nel 3-2, dell’anno seguente, con cui il Diavolo supera il real madrid. notevole il 3-1 a favore dei rossoneri dell’edizione 1997, con rete bianconera di un certo Conte. indimenticabile la magia di Del Piero nell’estate del 1999. Festa brasiliana nel 2009, con 1-1 al 90’ firmato da pato e diego. Fino all’ultima edizione, cronologicamente parlando, disputata, fatto unico, lo scorso no-vembre. successo del milan sul san Lorenzo per 2-0 (Pazzini e bonaventura) ma con solo 5.153 spettatori presenti. Un colpo durissimo alla credibilità del Trofeo Luigi Berlusconi che, tan-to per citare un dato esemplificativo, nel 1998 (25 agosto), portava a san siro 74.358 anime. Fascino esaurito? Forse o, semplicemente, scelta errata di data e avversario. sì, perché il Trofeo Luigi Berlusconi è stato concepito per essere il match clou dell’estate, la prima grande sfida pre campionato. Nelle inten-zioni della società milan doveva mettere, una di fronte all’altra, il milan e una squadra vincitrice di una Coppa Campioni o di almeno una Copa Libertadores. Poi, visto il grande successo di pubblico, si è quasi sempre cercato di “invitare” la Juventus. Un milan-Juventus è sempre e comunque un evento… Purtroppo, negli ultimi anni, il carrozzone del calcio estivo ha cambiato lo-calità. Una tournée in terre asiatiche o negli states porta introiti decisamente maggiori che una partita (singola) a san siro. il marketing ha imposto ai grandi club, milan compreso, di guar-dare a nuovi mercati, possibilmente enormi e bramosi di cal-cio… Tutto a discapito della magia del Trofeo Luigi Berlusconi, relegato ad una partita come tante altre, anzi diventato quasi un fastidio… Eppure, volendo, l’evento ha ancora la forza per risollevarsi. Come, magari emulando il Trofeo Gamper…

oRgAnIZZAZIonE SpAgnoLAistituito nel lontano 1966 in memoria di hans Gamber, fonda-tore e presidente del club blaugrana, il Trofeo Gamper è di-ventato un piacevole appuntamento. ogni anno un avversario diverso (il PsV è l’avversario con più presenze, sei in totale), scelto per celebrare qualcosa di leggendario (nel 2012 viene chiamata la sampdoria, per i 20 anni dalla mitica finale di

L’ALBo D’oRoaNNO PaRtIta RIsULtatO

1991 MILAN-JUVENTUS 1-21992 MILAN-INTER 1-01993 MILAN-REAL MADRID 3-21994 MILAN-BAYERN MONACO 1-01995 MILAN-JUVENTUS 0-0 (5-6 DCR)1996 MILAN-JUVENTUS 1-01997 MILAN-JUVENTUS 3-11998 MILAN-JUVENTUS 1-21999 MILAN-JUVENTUS 0-12000 MILAN-JUVENTUS 2-2 (6-7 DCR)2001 MILAN-JUVENTUS 1-1 (3-4 DCR)2002 MILAN-JUVENTUS 0-0 (3-1 DCR)2003 MILAN-JUVENTUS 0-22004 MILAN-JUVENTUS 0-12005 MILAN-JUVENTUS 2-12006 MILAN-JUVENTUS 3-22007 MILAN-JUVENTUS 2-02008 MILAN-JUVENTUS 4-12009 MILAN-JUVENTUS 1-1 (6-5 DCR)2010 MILAN-JUVENTUS 0-0 (4-5 DCR)2011 MILAN-JUVENTUS 2-12012 MILAN-JUVENTUS 2-32014 MILAN-SAN LORENZO 2-0

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LA VoLtA CHE kAkà…EDiZionE 2005,iL BrasiLianoiNFORTUNA bUFFON…XV Trofeo Luigi Berlusconi. in campo, come tradizione impone, milan e Juventus. meglio i bianconeri nel pri-mo tempo, come conferma il vantaggio con Vieira. ripresa pro Diavolo, con reti di Kakà e serginho per il 2-1 finale. Tuttavia la cal-da serata passa agli annali per l’infortunio occorso a Buffon. L’estremo difensore della Vecchia signora si infortuna, uscendo su Kakà, alla spalla. L’azione è delicata. il brasiliano si presenta, tutto solo, da-vanti a Buffon che, in uscita bassa, con il braccio destro proteso, arpiona la palla. Kakà non riesce ad evitare l’impatto con il braccio del portiere: lussazione e lungo stop (oltre tre mesi) per il numero uno biancone-ro e della nazionale. La dirigenza bianconera si innervosisce ma Galliani, dopo aver consultato Berlu-sconi, risolve la questione in maniera più che elegante, girando, in prestito, abbiati al club piemontese. “Questa operazione è la sintesi di quei valori di amicizia e le-altà sportiva che dovrebbero sempre contraddistinguere lo sport a ogni livello pur in presenza di una forte e sana rivalità sul campo. desidero pertanto ringraziare uffi-cialmente il presidente Silvio berlusconi per un gesto che, da uomo di sport, considero di grande valore simbolico, oltre che di concreto aiuto nell'imminenza dell'avvio della stagione ufficiale”, dichiara Giraudo, uomo di punta della Juventus… insomma, tutto rientrato. amichevole doveva essere e amichevole è stata…

bUFFon k.o.la Juve perdeil suo portiere,il Milan interviene...

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SEMpRE InZAgHINEssUNO hA sEGnaTo Più Di PiPPo Al bERlUsCONidifficilmente qualcuno potrà fare meglio di lui. Parliamo di inzaghi, il capocannoniere per eccellenza del Trofeo Luigi Berlusconi. il buon Pippo è stato in grado di mettere a segno ben sette reti nell’e-vento dell’estate milanese, quattro con la casacca del milan e tre con quella del-la Juventus. si parte forte. Doppietta nel 1998 (con la casacca bianconera). nel 2000, sempre giocan-do nella Juventus, trova nuovamente il fondo della rete. Qualche anno di pau-sa ed eccolo nuovamente in rete. nel 2006 il primo sigillo con i rossoneri (3-2 finale). Esagera l’edizione seguente: milan-Juventus 2-0, doppietta di inzaghi. L’ultimo gol nel 2008. il Diavolo vince 4-1 e c’è an-che Pippo tra i marcatori. nessuno come lui, sempre e solo Pippo…

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neSSunO COMe inZaGHiPippo ha segnato

più di tutti alberlusconi

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tUttI pER RIVALDoPrima Di E.T. in maGLia miLan, nonVa BEnissimo…Domenica 18 agosto. a san siro si radunano 51.962 spettatori. si gioca il Xii Trofeo Luigi Berlusco-ni. ancora una volta, milan vs Juventus. il Diavolo di ancelotti riesce a superare la Juventus di Lippi solo ai rigori. alla lotteria dei rigori finisce 3-1 per i rossoneri con Dida prota-gonista assoluto. il portiere brasiliano para i penalty di salas e Ferrara, rega-lando il trofeo al milan. Tuttavia, il vero motivo per cui la gente è venuta a san siro è un altro. La maggior parte di loro sono presenti per assistere alla prima in maglia rossonera di rivaldo, l’acquisto per eccellenza dell’estate mila-nista. L’ex Barcellona gioca 62’, cerca per cinque volte la via del gol (senza fortu-na) ma non lascia il segno come il popolo del Diavolo sognava. manca l’assolo del fuoriclasse. L’applauso al suo ingresso in campo, nell’undici titolare, è co-munque da ricordare. Tutti impazziti per E.T., l’asso venuto dalla spagna per incantare il pubblico di san siro. i media, il giorno seguente, lo “tutelano”. il voto si aggira, in media, sul “6” politico. si spera che sia stata l’emozione della “prima” a bloccarlo. Purtroppo il proverbio “… la prima impressione è quel-la che conta” si dimostra veritiero. nei suoi successivi mesi da milanista, rivaldo non incanta. Qualche sprazzo di bel gioco ma tante prestazioni da dimenticare. L’impressione avuta al Trofeo Luigi Berlu-sconi era giusta…

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l'aTTeSa Per riValDOl'ex barça fa il suo esordioproprio al berlusconi

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“IL PReSIdeNte CI teNeVA”iL riCorDo Di Eranio, DECisiVo nELL’EDiZionE 1996stefano Eranio conosce perfettamente l’atmosfera che si respira al Trofeo Luigi Berlusconi. ha parte-cipato a diverse edizioni ma, soprattutto, ha deciso il match del 1996: milan-Juventus 1-0, rete di Eranio all’83’. L’ex centrocam-pista del Diavolo ricorda ancora quella partita: “Ricordo che era l’anno di Tabarez, uno che faceva giocare sempre i soliti e io, purtroppo, non ero nella lista di quelli che erano i cosiddetti titolarissimi. Ri-cordo che, a 10’ dalla fine della partita, mi disse di entrare. Il risultato era an-cora sullo 0-0. alla prima palla toccata, feci il gol che decise la gara. Tra l’altro anche un bel gol. Fu bello, una piccola rivincita per me, visto che volevo essere considerato maggiormen-te da Tabarez”. Eranio ci racconta dell’importanza che aveva il Trofeo Luigi Berlusconi ai suoi tempi: “era, tra tutte le amichevoli, quella a cui il presidente Silvio berlusconi teneva di più. noi lo sapevamo ed infatti affrontavamo questo appuntamento sempre molto carichi. Tra l’altro si giocava contro la Juventus e, quindi, nessuno ci teneva a fare brutte figure, soprat-tutto in casa. Mi ricordo che c’era sempre tanta attesa, anche sui giornali. ci tenevano tutti, giocatori e ambiente”.

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VOGLIA DI GRANDEZZAGanz Jr punta ad una grande stagione con i lariani...

“Ho dIMoSTRaTo QUanTo VaLGo. VoGLIo cHe MI conoScanoCoME SIMoNE ANDREA E NoN CoME IL FIgLIo DI MAuRIzIo”

Ganz Jr allaconquista di como

sEriE BComo

di Tommaso MASCHIO

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uSERIE B/ COMO

n figlio d'arte che si è fatto da sé con espe-rienze non sempre positive in Lega Pro dopo essere cresciu-to nel vivaio di una

big come il Milan riuscendo infine ad affermarsi a 21 anni con la ma-glia del Como, trascinato a suon di gol in Serie B al termine di una stagione combattutissima. simone andrea Ganz si affaccia così alla serie cadetta da bomber dei laria-ni – 17 gol in 34 partite – per conti-nuare la sua scalata nel calcio pro-fessionistico con un sogno in fondo al cuore: “Giocare e segnare a San Siro con la maglia del Milan”.

cresciuto nel milan, ha esordito in champions league contro il Bate, ma non in serie a. che ricordi ha di quel periodo?“È stato un periodo bellissimo. Poi riuscire a esordire a 18 anni in una competizione come la Champions League con la maglia del Milan è qualcosa che si sogna da bambi-ni. Peccato per non aver fatto al-trettanto in Serie A, ma non posso rammaricarmi di nulla, è stato già bello e importante poter gioca-re qualche minuto nella massima competizione europea”.

Poi i prestiti al lumezzane e al Bar-letta in cui però non è riuscito a mostrare tutte le sue qualità…“Non sono state positive dal punto di vista realizzativo visto che non sono riuscito a segnare in quelle due esperienze, ma mi sono servite per crescere e maturare. Ho impa-rato tanto e sono cresciuto come calciatore e come persona e per questo porterò sempre con me il ri-cordo di queste due annate. Tutto mi è servito per arrivare dove sono

oggi e fare quello che ho fatto nell'anno passato”.

Infine Como. Tanti gol e una pro-mozione conquistata ai play off.“Hanno puntato su di me, mi han-no fatto sentire la massima fiducia in ogni momento, anche in quelli più difficili e bui, e questo è stato fondamentale per me. Alla fine credo di averli ripagati sul campo con i gol e le prestazioni”.

alla promozione avete sempre creduto?“Sì, il gruppo ci ha sempre creduto anche quando è scivolato in classi-fica. Ci siamo messi sotto, abbiamo rimontato e agguantato i play off all'ultima gara, tra parentesi con una mia rete. A quel punto erava-mo nella migliore condizione fisica e mentale e tutto è venuto più faci-le anche se sono state tutte batta-glie le gare della post season”.

che rapporto si è creato con la piazza lariana?“È molto bello e positivo. Si respira un ottimo clima e sentiamo i tifosi vicini. Nell'ultima stagione siamo ri-usciti a riportare entusiasmo e per-sone allo stadio e nel finale di cam-pionato abbiamo avuto anche 700 tifosi sugli spalti a spingerci verso la B. È stato davvero bello vede-re la città elettrizzata per le nostre gare”.

cosa ha portato mister sabatini da gennaio in poi? E qual è il suo rap-porto con lui?“Molto buono, da quando è arriva-to ha cambiato modo di giocare e mentalità facendoci esprimere al meglio. Ci ha dato qualcosa in più con le sue idee e mi ha aiuta-to a crescere ulteriormente. Devo

dire che anche con mister Colella mi sono trovato bene nella prima parte di stagione e lo ringrazio per quello che mi ha trasmesso”.

ora l'esordio in serie B. quali obiet-tivi si pone?“Sono a disposizione del mister e spero di poter fare bene anche in questa serie. Voglio confermarmi anche a livello realizzativo perché si sa che per un attaccante il gol è tutto o quasi. Non mi pongo tra-guardi, ma voglio far bene e aiuta-re la squadra a raggiungere i propri obiettivi”.

si parte dunque per puntare alla salvezza?“Si parte con questo traguardo in testa e cercheremo di raggiunger-lo il prima possibile. Tutto quello che verrà dopo sarà tanto di gua-dagnato, ma intanto dobbiamo pensare un passo alla volta”.

il sogno nel cassetto è invece tor-nare un giorno in rossonero?“Ovviamente per un ragazzo come me, cresciuto nel vivaio rossonero, giocare a San Siro con quella ma-glia e magari segnare è il sogno. Ora però sono concentrato sul pre-sente e sul segnare gol importanti con la maglia del Como”.

Lei è un figlio d'arte. Quanto ha pe-sato, se ha pesato, questo fattore nella sua carriera?“Penso di aver dimostrato in questi anni chi sono e quanto valgo. Tutti mi hanno conosciuto come Simone Andrea Ganz e non come il figlio di Maurizio. E ci tengo a sottolineare questa cosa perché sono un uomo e un giocatore al di là del nome che porto e di quanto ha fatto mio padre in questo mondo”.

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iNTERVisTA EsClUsiVA A lUCA di MAsi, pREsidENTE-TiFOsO dEll'AlEssANdRiA,aTTEsa ProTaGonisTa DEL CamPionaTo Di LEGa Pro

PrEsidEntEUltras

di Sergio STANCO

lEGa ProaLEssanDria IL NUMERO UNO

Con un presidentecosì, tutto è possibile ad Alessandria...

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LEGA PRO/ alEssaNDrIa

hi l'ha detto che ti-fosi si nasce? Si può anche diventarlo, magari anche in età adulta. Quello che succede più rara-

mente, però, è che una volta che ti sei innamorato, capiti anche di ri-trovarti a fare il presidente di quella squadra i cui colori, anzi il cui colore in questo caso, ti fa battere il cuore. E nel caso specifico quel colore è il grigio e quella squadra l'Alessan-dria, gloriosa compagine piemon-tese che dopo alcune vicissitudini societarie sta cercando di ritornare in alto. Ai livelli che le competono, si dice in questi casi. Ma quali sono? Ce lo spiega proprio luca di masi, presidente del club: "Da quando ho preso in mano questa società - ci racconta - ho sempre detto che non so quanto ci sarebbe voluto, ma l'avremmo riportata in Serie B. Potrebbe volerci un anno, due, cinque, non posso prevederlo, per-ché il calcio è imponderabile, ma prima o poi succederà. Speriamo 'più prima che poi'. E dopo, quando succederà, se mi rifarà la stessa do-manda, le dirò il prossimo obiettivo, perché io sono un ambizioso di na-tura, non sto mai fermo, voglio sem-pre di più”. Ma l'Alessandria rispetto ai programmi iniziali è già avanti: "E' vero - conferma il presidente - per-ché al primo anno ci siamo guada-gnati il diritto di entrare in Lega Pro, il secondo ci aspettavano di fare un campionato tranquillo e invece ci siamo ritrovati ai play-off. E avrem-mo potuto anche fare meglio se non avessimo commesso errori tec-nici e di personalità. Quest'anno non mi nascondo, abbiamo rinfor-zato la squadra secondo i dettami del nostro nuovo allenatore. E se tutti dicono che siamo tra le favo-rite, allora significa che abbiamo fatto le cose per bene”. L'allenatore scelto alla fine di un lungo proces-so di selezione, fatto di veri e propri colloqui lavorativi, la scelta di cal-ciatori che abbiano spiccate doti morali prima ancora che tecniche e un rapporto con la città che "in-vade" il campo sociale, sono solo alcuni dei metodi innovativi (bei metodi, ci verrebbe da dire) con i quali è gestita la società piemonte-se: "E' così - racconta Di Masi - l'alle-natore l'ho scelto personalmente al termine di un processo di selezione di 4-5 tecnici. A me piace parlare faccia a faccia con le persone, le

voglio pesare, perché il lato umano non è secondario. Se le dico come mi ha convinto Scienza...”. E allora mettetevi comodi e gettate il tele-comando, perché sembra un film: “Sono andato a trovarlo da lui, in un paesino sulle colline di Borgo-manero - racconta il presidente - ci siamo seduti ai tavolini di un bar e abbiamo cominciato a chiacchie-rare come due vecchi amici. Ci sia-mo piaciuti, forse perché entrambi piemontesi e quindi poco inclini a vantarci ma essenziali, onesti e sinceri. Quando abbiamo capito che poteva nascere qualcosa, ci siamo addentrati nella tattica, sui giocatori da prendere. E dopo più di un'ora che parlavamo, ci siamo accorti che il bar era chiuso (ride, ndr)". Selezione dell'allenatore ma anche dei calciatori, dicevamo: "Siamo molto puntigliosi, cerchiamo di scegliere i giocatori, ma anche gli uomini. A volte sbagliamo, ma in tre anni sarà successo due, tre volte. Siamo una società leale e corretta, paghiamo gli stipendi puntualmen-te e cerchiamo di non far mancare nulla ai nostri ragazzi, ma chiediamo rispetto. E penso che i giocatori lo apprezzino: a giudicare dalla quan-tità di quelli che si offrono, direi che è così. Questa è una delle cose di cui vado più fiero, perché ho preso una società sull'orlo del fallimento e ora i calciatori si propongono". Ma sono tante le cose di cui il presiden-te è orgoglioso: "Innanzitutto vede-re che la città è tornata a seguire la squadra: quest'anno stimiamo di arrivare a mille abbonamenti e a 5mila presenze allo stadio, per una realtà come la nostra non è affatto poco”. Una cosa da rimarcare, so-prattutto se il presidente è davvero il primo tifoso della squadra, tanto da andare a guardare la partita in curva: "E' successo solo una volta - precisa - l'ultima partita della stagio-ne scorsa. Mi sentivo di farlo e l'ho fatto, ma poi tutte le altre le ho viste dalla tribuna, com’è giusto che sia. Anche se ad essere sincero in cur-va mi sentirei più libero, in tribuna mi devo controllare e non sempre ci riesco (ride, ndr). A parte gli scherzi, mi considero una persona equilibra-ta e devo scindere quello che è il ruolo del presidente e dell'imprendi-tore da quella che è la passione del tifoso, a cui comunque non voglio rinunciare, perché credo che sia un plus”. Quello che, però, ancora non sappiamo è come e quando sia

sbocciato questo amore: “Sono di Torino e già a 4-5 anni mio nonno mi portava a vedere le partite del Toro. Sono un appassionato vero, tanto che poi nel corso degli anni andavo in giro per campi di provincia a ve-dere le partite. Un giorno incappo in una gara di Serie D, a Vigevano. Per la prima volta vedo le maglie grigie dell'Alessandria in campo e i suoi splendidi tifosi sugli spalti. E' sta-to un colpo di fulmine. Da allora ho cominciato ad andare a seguire le partite in casa e, quando potevo, anche in trasferta”. E qualche anno dopo... “Ho saputo delle difficoltà economiche del club e della possi-bilità di acquistarlo: non ci ho pen-sato un attimo e non ho aspettato che fallisse, l'ho rilevato subito per evitare salti di categoria all'indietro. Non ero in cerca di una squadra da acquistare, ho preso l'Alessandria perché è la squadra di cui sono tifo-so. Essere presidente di una squadra di calcio non è affatto semplice, ancor meno in una piazza prestigio-sa come Alessandria, ma nonostan-te tutto non mi sono mai pentito di averlo fatto”. D'ora in avanti, quan-do sentirete qualcuno dire che in questo calcio non c'è più spazio per il romanticismo, potrete sempre ri-pensare a questa storia.

c non solo rivEra“Ogni volta che parlo a un calciofilo dell'Alessandria, mi dice: "Ah, Gianni Rivera". Ecco, noi siamo orgogliosi del nostro passato, dei nostri 103 anni di storia e anche che Rivera abbia vestito la nostra maglia, anzi che ci sia cresciuto dentro, ma vo-gliamo dare all'Alessandria anche un presente e un fu-turo”. Per questo Di Masi ha potenziato il settore giovani-le e manda i suoi giocatori nelle scuole a insegnare i valori dello Sport: “Voglia-mo che l'Alessandria calcio non sia solo la squadra del-la città ma parte integrante del tessuto sociale. Sa qual è la cosa che mi rende più felice? Vedere un bambino in giro per Alessandria con la maglia grigia indosso. In quel momento capisco che siamo sulla strada giusta”.

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sEriE dChiEri CI PENSA LUI

Semioli ha voglia di fare grande il Chieri

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FRANCO sEMiOli È RipARTiTO dA qUi, A pOChi pAssi dA TORO E JUVE. il sOgNO È ChiUdERE lA CARRiERA iN AZZURRO, MAgARi TRA i pRO

CHIErI …E ti sarÀ dato

di Simone TONINATO

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dSERIE D/ CHIErI

alla Nazionale al Chieri, cosa cambia? Una infinità di cose, non v’è dubbio, ma è uguale il minimo co-mune denominatore:

il pallone con cui si gioca. Il calcio. È questo il motivo per cui Franco semioli, oltre trecento presenze tra A e B, ha colto l’occasione al volo, pur di soddisfare la propria voglia di giocare. "Dopo un anno di inattivi-tà a causa di un infortunio – dice il neo capitano chierese – ho deciso di trovare una squadra che potesse darmi soddisfazioni. Anche perché mia moglie non mi sopportava più, ero sempre a casa (ride, ndr). Mi sentivo un leone in gabbia, poi per fortuna sono stato meglio". E allora via, in serie D e vicino casa: "A Chieri ho trovato stabilità e dopo il buon campionato ho rifiutato qualche altra offerta, anche dalla Lega Pro, perché non mi sembrava logico, a 35 anni, spostare la famiglia, magari per un anno solo. Grauso (ex capi-tano del Chieri, ndr) mi diceva di venire e l’ho ascoltato. Qui ho tro-vato il presidente Gandini, una per-sona fantastica".

adesso un nuovo ritiro pre-campio-nato e la fascia di capitano arrivata dopo una stagione splendida…"Per me ricoprire questo ruolo è dav-vero importante, non solo a parole. Grazie alla carriera che ho fatto posso essere di esempio per i giova-ni. Questo è il mio obiettivo. L’anno scorso c’era chi mi chiedeva infor-mazioni e suggerimenti, per me è stato bello poter dare una mano. Da capitano accetterò le maggiori responsabilità che il ruolo compor-ta, sapendo di rappresentare una società ambiziosa".

Prima dicevamo che ha rifiutato an-

che offerte dalla lega Pro per rima-nere a chieri. chiuderà la carriera con questa maglia?"Ho detto che è arrivata qualche of-ferta, ma nessuna era irrinunciabile. Ormai ‘offertone’ non ne arrivano più e allora preferisco continuare a giocare per passione e divertirmi. E poi volevo dare un segnale forte alla società, abbiamo fatto un’otti-ma stagione e nella nuova cerche-remo di far meglio. Magari, chissà, farò anche qualche gol in più. Sul chiudere con questa maglia, penso di si, perché si tratta di una socie-tà importante, con ottimi progetti. Dopo aver girato per una quindici-na d’anni, qui sto bene, sono tran-quillo e ho la famiglia".

mettiamo caso che la maglia fosse la stessa, ma che la categoria fos-se migliore. non sarebbe una brutta idea, no?"Questo lo vorrei davvero tanto. La promozione l’ho sognata già lo scorso anno, ma purtroppo non ce l’abbiamo fatta. L’idea di punta-re alla Lega Pro e poi disputare un altro campionato tra i professionisti sarebbe il massimo. La società ha allestito una rosa competitiva e cer-cheremo di fare il possibile per sali-re, ma sempre rimanendo concen-trati e volando bassi".

il terzo posto dell’anno scorso è sta-to un assaggio di ciò che potrebbe avvenire. Poi ai play off è andata male e lei è rimasto ai box. c’è tan-to rammarico?"La verità è che siamo arrivati sca-richi e pieni di infortuni. Questo ci ha penalizzati. Ma non va a scalfi-re quanto di buono abbiamo fatto, probabilmente nessuno pensava che saremmo arrivati così in alto. Adesso cercheremo di far meglio".

agli spareggi vi ha eliminati il Borgo-sesia di mister manzo, che adesso è il vostro allenatore. che ne pensa?"L’ho conosciuto un mese fa, ma ho avuto modo di vedere come lavora sulle sue squadre. Devo dire che è un tecnico preparato. Darà a tutti noi quel qualcosa in più che poi do-vremo mettere in campo. In serie D è un aspetto importante e può fare la differenza".

atleticamente, invece, come si sen-te? c’è ancora tanta benzina nel serbatoio?"Mettiamola così, diminuisce la ve-

locità di gambe, ma aumenta quel-la di pensiero. Fortunatamente ho sempre avuto l’abilità di anticipare la giocata e in questa categoria la testa conta molto. Non faccio più i cento allunghi dei miei diciotto anni, magari ne faccio cinquanta ma con più ragionamento. So quando andare e quando invece desistere. È diminuita la resistenza ma sono più esperto, la differenza sta tutta qui".

anche in base a questo, ha matu-rato delle preferenze riguardo a un modulo in particolare?"In realtà non ho mai avuto un mo-dulo preferito e sono sempre cadu-to un po' dalle nuvole quando mi hanno fatto questa domanda. Pos-so dire di essere un giocatore eclet-tico e di essermi sempre adattato alle esigenze della squadra. Con Del Neri, c’era da fare il 4-4-2, con Atzori il 3-5-2, a Salerno il 4-3-3, ho sempre fatto ciò che mi si chiede-va dal centrocampo in su. Di sicu-ro il ruolo che mi si addice di più è l’esterno, perché mi piace svariare sulla fascia. Ho giocato anche die-tro le punte, ma preferisco le corsie laterali, destra o sinistra non è mai stato un problema".

E se domani invece di adattarsi a un modulo, fosse lei a deciderlo. si vede allenatore?"Ci ho pensato, ma credo sia an-cora prematuro, ragiono ancora da calciatore. Spero di poter fare qualche altra stagione, finché il fi-sico reggerà e poi appenderò le scarpette e deciderò. Chi lo sa, po-trebbe accadere anche quest’an-no, nella vita non si può mai sapere, magari arriva una proposta a sor-presa. Mi piacerebbe anche fare il direttore sportivo, ma potrò sceglie-re solo una volta che avrò smesso di giocare".

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I RE deL MeRCAto

Dario CanoVi

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DI pADRE In FIgLILa DinasTia DEi CanoVi si raCConTa.

Da FaLCao a ThiaGo moTTa,dA sCiFO A MA MiNgYiU.

di Marco conTeRIo

foto Sara bITTaReLLI

I RE deL MeRCAto / Dario CANoVI

TuTTi in PiSTala famiglia Canovi

respira calcioda sempre

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ario, alessandro, si-mone. La dinastia dei Canovi si raccon-ta, nel suo ufficio di roma. Guardano al passato, al presente e al futuro. Dagli al-

bori al domani, svelano i loro segreti e le loro speranze. inizia l'avvocato Dario Canovi, il capostipite di questa fortu-nata generazione, e parte guardando lontano. Lontanissimo. “nel '68 ero in canada, a Montreal. Lì sono diventato avvocato ed anche cittadino canadese”.

partiamo da lì, allora. Dal Canada.“ero direttore dell'associazione emigran-ti, una sorta di piccolo parlamento con-sultivo. Mi sarebbe piaciuto anche fare il giornalista, ma nel mio destino c'è sem-pre stato quello dell'avvocato, ho anche due lauree in giurisprudenza. In vita mia ho viaggiato tanto, anche grazie al mio incarico di legale del costruttore Mario genghini”.

Ha qualche ricordo particolare?“Tanti, tantissimi. Per lui sono andato anche in Iraq, a Baghdad. Era una città molto europea, nei ristoranti si poteva anche bere. Ricordo, come fosse oggi, che nelle strade tutti suonavano il clac-son. Sempre. E poi quell'albergo... Aveva tutte mattonelle diverse, e non certo per una scelta stilistica. Partivo il venerdì, lì è giorno di festa, contando il ritorno in Italia lavoravo sette giorni su sette. Poi la nigeria, il Guatemala, l'arabia ed un

incontro che non scorderò mai”.prego.“Con Rafiq Hariri, è stata un'esperienza eccezionale. all'epoca era un giovane li-banese, poi è stato anche primo ministro libanese, tragicamente assassinato in un attentato. Ho fatto un viaggio in aereo con lui, da Ginevra a Riyad e posso dire di aver imparato più in quelle sette ore che in sette anni di vita”.

Anche nel calcio, lei ha incontrato grandissimi personaggi.“Mantovani, Viola, Pellegrini, Sensi. Solo per dirne alcuni e senza voler fare un tor-to a nessuno, è chiaro”.

Inoltre ha sempre stretto un grande rapporto coi suoi assistiti.“Prima parlavo di Mantovani, una per-sona con la quale ho intrapreso lunghe chiacchierate di lavoro grazie a Toninho cerezo. due persone divertenti, con un sense of humour incredibile. Sul menù di nozze di Victor Munoz, i giocatori della

Sampdoria hanno apposto le loro firme con una scritta chiara. ‘Rinnoverebbe il contratto di Cerezo per cinque anni?'”.

E la risposta di Mantovani?“Fu chiara: ‘per uno sì'. e mantenne la promessa. Un'altra volta, invece, gli pro-mise il rinnovo con una firma sulla mano, io dissi a cerezo di andare subito all'uf-ficio fotocopie... Toninho, però, mi ha regalato tanti, tantissimi momenti belli”.

Via con l'aneddoto, allora.“Una volta lo aspettavo a pranzo. arrivò alle venti. Vide dei ragazzetti che gio-cavano a pallone all'eur e si fermò per tutto il pomeriggio a giocare con loro. Un'altra, invece, doveva venire a cena il venerdì sera con bruno conti. Il giove-dì sento suonare il campanello: avevano sbagliato giorno. È una persona unica, con un cuore grande così e che aiuta mol-to anche i ragazzi sfortunati in Brasile”.

La sua carriera da agente, però, non iniziò con lui.“no, chiaro. Tutto ebbe inizio con Gian-carlo Morrone, quando militava nell'A-vellino. Grazie a lui sono diventato il primo avvocato fiduciario dell'Assocal-ciatori. dopo di lui Montesi, Viola, d'a-mico e tanti altri. a Montesi sono legati ricordi importanti”.

Fu colui che fece scoppiare lo scanda-lo scommesse.“Qualcuno cercò di indurlo a truccare la gara contro il Milan, non riuscì a tenersi

D “”sette ore con rafiqHariri mi Hannosegnatola vita

(dario canovi)

TanTa PaSSiOnePer fare bene il proprio lavoro,bisogna amarloalla follia

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un GranDe MaeSTrODario Canovi, uno

che ha fatto lastoria del

calciomercato

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SeMPre Sul PeZZODario Canovi ha fattola fortuna di tantissimicampioni esocietà

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“”il rinnovodi falcao

venne firmatonello studiodi andreotti(dario canovi)

tutto dentro e lo raccontò alla stampa. Fu squalificato per sei mesi per omessa denuncia ma era un calciatore tutto d'un pezzo, impegnato politicamente e cultu-ralmente”.

La lista di chi ha assistito nel corso della sua carriera è lunghissima.“da bruno conti a Scifo, da collovati a Tacconi, da balbo a Falcao, da dosse-na a Lorieri, da Robbiati a Renica, chi in un'occasione chi in un determinato pe-riodo, chi per tutta la sua carriera. Ma potrei continuare a lungo...”.

parliamo di Falcao.“aveva problemi con la Roma, io fui con-tattato dal suo agente colombo. era a fine contratto, mi contattò per il passag-gio all'Inter. era tutto fatto ma poi arrivò un telegramma di rinuncia da parte dei nerazzurri”.

Con un retroscena davvero gustoso.“Già. Viola, presidente della Roma e grande amico di andreotti, avrebbe chiamato Fraizzoli, che era il presidente dell'Inter. Raccontano di una domanda chiara: ‘fornisci le divise ai militari?'. ‘Le fornisco anche ora...”. Ecco. Sfruttan-do l'amicizia importante, Viola avrebbe convinto l'Inter a rinunciare. chissà se è andata davvero così. Quel che è certo è che poi il rinnovo di Falcao si firmò nello studio di Andreotti”.

A proposito di presidenti, lei ha avu-to a che fare anche con pontello della Fiorentina.“Il conte mi chiamò perché voleva che lo aiutassi con Socrates, purtroppo scom-parso poche settimane fa. Voleva che lo aiutassi a venderlo: Pontello mi dette un pacco di scontrini dell'autostrada. erano tutti delle quattro di notte, il casellante di Montecatini li portava spesso al conte che non poteva né voleva tenere il brasi-

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TOCCa a lOrOla famiglia si èallargata ma la

competenza èsempre almassimo

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“”tHiago mottail giocatorecHe mi Hadato più

soddisfazionimorali elavorative

(alessandro canovi)

liano ancora in squadra”.

tra le grandi, ha fatto spesso affari anche con l'Inter.“Il presidente Pellegrini faceva fare la perizia grafica ai giocatori. Li invitava a cena, questi firmavano un autografo con la scusa di una dedica e poi Pellegrini li faceva analizzare dalla moglie. chis-sà se è per questo che l'Inter non prese guardiola...”.

guardiola?“Già. Lui e Stoichkov. dovevano trasfe-rirsi all'Inter, nel ‘93, andai a Milano con l'agente Josep Minguella. credo sia sta-to per decisioni tecniche di bagnoli che poi preferì Jonk e bergkamp, ma chissà se anche lui non avrà passato l'esame di grafologia”.

Ebbe a che fare anche con una gran-dissima figura del calcio italiano: Enzo Bearzot.“Sono stato il suo difensore d'ufficio, era stato querelato da due giornalisti. Il pretore mi dette questa nomina, chiamai in Federazione un po' imbarazzato ma l'incarico fu confermato. Poi il giornali-sta rimise la querela e ricordo ancora la frase di bearzot in tribunale. ‘Si ricordi che non gliel'ho mai chiesto' gli disse con fare burbero”.

non solo pallone, però, tra i suoi assi-stiti annovera anche rugbisti e scher-midori.“Si, anche medagliati importanti. Quel-la del rugby è sempre stata una mia passione: ho giocato da giovane, come trequarti, ma pesavo sessanta chili ba-gnato. Mi sono distrutto un ginocchio in una partita, quando ero al San gabriele contro il Liceo Righi: mio fratello fece la

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TOTale aPPliCaZiOneMai una pausa, semprein prima linea peril meglio dei propri assistiti

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meta decisiva, ma i giornali sbagliarono e risultai io come il match winner”.

Alessandro Canovi lo ascolta, poi si confessa. È il primo dei due figli del-la dinastia. nato coi giovani, “con di Vaio, Nesta, Fiore e Baronio”, è anche lui laureato in giurisprudenza. “È chiaro che questo cognome sono sta-to agevolato, ma altrettanto giudicato-esordisce sincero-. Il primo incarico, la prima esperienza, è stata da portantino: dovevamo fare Scifo dal Torino all'au-xerre, così affittai una macchina ed an-dai in Francia per chiudere l'accordo, perché nessuno mi conosceva. neanche Vincenzo e, quando arrivai davanti a lui mi disse ‘e tu chi sei?'”.

tanta esperienza, ma anche tanta ga-vetta.“Ripeto, ho iniziato coi giovani che mi hanno regalato importanti soddisfazio-ni. Però ad un certo punto della carriera, lavorare era difficilissimo. Con la prima Gea, soprattutto, il mercato era saturo e non era possibile emergere”.

E come cercò la rinascita?“all'estero. Scappai dall'Italia, fuggii. Lo feci grazie ad alessandro Gaucci, una persona che non finirò mai di ringraziare. Mi mandò in cina e Giappone, fu un'e-sperienza meravigliosa. di vita, è chiaro, ma anche di lavoro: portai in Italia Ma Mingyiu”.

Il capitano della Cina. Da noi, però, non ebbe grande fortuna.“con lui e da lui, però, è ricominciata la mia vita professionale. È stata un'e-sperienza unica, e poi il ragazzo è di un livello umano incredibile. così come Jor-ge Cysterpiller, l'altra figura grazie alla

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“”veder crescerei giovani

è lagioiapiù

grande(simone canovi)

l'iMPOrTanZa Dei GiOVaniCon le giovani promessesi possono raggiungere

grandi obiettivi

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il CalCiO nel SanGuein casa Canovi il palloneè argomento quotidiano...

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intervista di marco Conterio

quale ho potuto vivere una seconda car-riera. organizzava servizio hosting per le competizioni sudamericane ed è grazie a lui, nel ‘99, che sono venuto a contatto con il mondo asiatico, conoscendo l'al-lenatore del Giappone che partecipava alla Coppa America del ‘99, Troussier”.

Nella sua geografia, c'è anche tanto spazio per la Spagna.“anche adesso faccio la spola tra Roma e Barcellona, dove ho uno splendido figlio. e lì, in catalogna, ho conosciuto Thia-go Motta. nell'interregno che ha portato poi alla presidenza di Laporta, per moti-vi di bilancio, stavo per chiudere col Mi-lan uno scambio tra lui e Josè Mari. Poi al barça si è perso, con lui ho interrotto i contatti per due anni”.

E come sono ripresi?“Era in difficoltà, dopo gli infortuni, dimenticato da tutti. aveva un'offerta dall'Inghilterra, dal Portsmouth. Mi chia-mò suo padre, l'affare non si chiuse. così decisi di proporlo a Preziosi, che con suo figlio Matteo sono due persone dall'in-tuito incredibile. era svincolato, ma tutti dicevano che non si sarebbe più ripreso dagli infortuni. Fece due visite, di nasco-sto, a Pavia ed a Milano: tutti pensavano che il Genoa avrebbe preso appiah, ma la trattativa si chiuse a desenzano. Sono stato ottimo mediatore tra le parti: riu-scii a farli incavolare entrambi con me, in modo che si amassero subito. Thiago Motta deve la sua carriera, la sua rina-scita, a Preziosi ed è il calciatore che mi ha dato più soddisfazioni morali e pro-fessionali”.

poi l'Inter, poi il pSg.“Le mie parole sono state la rottura defi-

nitiva, Thiago voleva andare a Parigi. e così è stato, così ha iniziato quella splen-dida avventura".

Il lavoro e i sogni, come scuola di vita. Simone Canovi sorride. “Perché queste storie le sento, le ascolto da quando sono piccolo. Figuriamoci che a scuola le uniche assenze le facevo per stare con mio padre, per viaggiare con lui. Però mi davano i giocattoli ed io pre-ferivo assimilare le loro discussioni”.

Agente di calciatori per scelta o per conseguenza?“Lo faccio perché non ho mai pensato ad un'alternativa. Ho una laurea in giu-risprudenza, un master in business ammi-nistrativo, ma a diciotto anni pur di stare in ufficio mettevo in ordine l'archivio pur di stare qui. Il classico lavoro che nessuno voleva fare, io ero ben felice di farlo”.

E sul campo come e quando inizia?“con Fabio Quagliarella. era il ‘98, fa-ceva il Viareggio sotto età con il Torino. ero sugli spalti, a vedere una partita e Lattuca, un agente amico di mio padre che mi insegnava i trucchi del mestiere, mi disse: ‘torna con 6 numeri di telefono e 3 giocatori da prendere in procura'. Tornai con 10 numeri e 5 giocatori, tra i quali c'era anche Fabio”.

E come lo conobbe?“Eravamo nello stesso albergo, quindi casualmente. nel calcio, talvolta, le cose iniziano anche così. era da due anni al Toro, poi passò alla Fiorentina ma Vier-chowood non lo voleva. Invece, guardate che carriera ha fatto Fabio...”.

Sotto gli occhi le saranno passati cen-tinaia di calciatori: c'è qualcuno che ha smarrito un talento infinito?“Un nome su tutti: Gasperino cinelli. È stato il miglior giocatore di un Viareg-gio, con la maglia della Lazio, era un cassano. doti incredibili, giocate pazze-sche: era considerato uno dei talenti del calcio italiano, uno su cui costruire anche il futuro della nazionale. adesso è tra i dilettanti, perché evidentemente non ha saputo reggere la pressione”.

proprio coi giovani e dai giovani è giusto ripartire.“crescerli e vederli sbocciare è la gio-ia più grande per un agente. Uscire dal

settore giovanile è come uscire dal collo della bottiglia: per loro è un momento delicatissimo, soprattutto per il fattore psicologico. E qui il procuratore deve intervenire, per supportare l'assistito in tutto e per tutto. adesso li supportiamo anche dal punto di vista fisico, dando loro dei programmi personalizzati con dei preparatori ad hoc. cerchiamo di fargli dare il massimo, di farli arrivare al massimo e di non fargli mai avere un rimpianto in carriera”.

Poi, la dinastia si riunisce intorno ad un tavolo. “Dipingereste un undici ideale dei vostri assistiti?”. Tornano bambini. Dario Canovi, il pa-dre, coi figli Alessandro e simone. stu-diano e riflettono. discutono. Cambiano schema, cambiano gli uomini, tanti sono i giocatori di qualità e valore assistiti e supportati nel corso degli anni. “Lorieri tra i pali. Poi Sensini e nela terzini. In mezzo mettiamo nesta e Ferri. a cen-trocampo di biagio con Thiago Motta, Falcao e cerezo. davanti bruno conti e Giordano. Ma Rummenigge? e Manfre-donia? e dossena? e Platt? e Tacconi? E gli altri?”. scene di famiglia. scene di una dinastia vincente, quella di casa Canovi.

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EStILoCARIoCA

I gIgAntI DEL CALCIo

lEO JUNiOR

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a rio DEL JanEiro inConTriamo lEO JUNiOR, iNdiMENTiCATO CAMpiONE

BrasiLiano Di FLamEnGo, Torino, PEsCara E sELEção nEGLi anni '80 E '90

di Sergio STanco

SeMPre nuMerO unOGli anni passano ma

leo Junior restaun gigante del calcio

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l Flamengo a rio è una religione. Quan-do gioca, la città si ferma. E se segna, ti capita anche di ve-dere gente che spa-ra i fuochi d'artificio

per strada. E non esageriamo, l'abbia-mo visto con i nostri occhi. Così come ci è capitato di essere in favela mentre il mengão faceva due gol in un minuto: eravamo su un pulmino più o meno pub-blico, l'autista ha prima cominciato a strombazzare, poi ha inchiodato da-vanti ad un bar (se così possiamo defi-nirlo, sembrava la veranda abusiva di un appartamento fatiscente) ed è sceso a guardarsi il replay alla TV, incurante di bloccare il traffico. E a chi suonava, dava la buona novella: “Ha segnato il Flamengo” urlava. E dietro, anziché ar-rabbiarsi, cominciavano a strombazza-re pure loro. non l'avessimo vissuto in prima persona, non ci crederemmo ne-anche noi. i tifosi rubronegro si vantano di essere in 60 milioni, un po' come se l'italia intera tifasse una sola squadra. Forse è esagerato, forse anche no, ma sul muro della sede campeggia una scritta a caratteri cubitali: "o club mais

querido du mundo". il club più amato al mondo. a madrid, Barcellona, Buenos aires, manchester, Londra e in italia, in molti sorrideranno, ma noi abbiamo viaggiato tanto, visitato stadi in tutto il mondo, assistito a partite e annusato passione a tutte le latitudini, ma un le-game così forte, per ora, non l'avevamo mai visto. il maracanã traboccante è uno spettacolo che auguriamo di vivere a tutti gli amanti del calcio. ora pensa-

te a quanto amore possa veicolare e ricevere colui che, quella maglia, l'ha indossata 857 volte e l'ha onorata alla grande fino all'ultimo giorno della sua carriera. E anche in questo caso non esageriamo, visto che a 38 anni ha tra-scinato il mengão ad uno “scudetto” tanto entusiasmante quanto inatteso. E fa niente se in sede ci hanno messo la statua di Zico, nessuno potrà taroccare i numeri: nella storia, in cima a quella classifica, e tatuato nel cuore dei tifosi rubronegros, ci sarà sempre stampato “maestro”. Così, ancora oggi, i suppor-ters del Flamengo chiamano Leo Junior, centrocampista indimenticabile che ne-gli anni '80 ha calcato i campi anche della nostra serie a. E proprio quando la nostra serie a era il top. Torino e Pe-scara, 5 anni da noi (3 in granata e 2 in biancazzurro) nei quali ha trascinato i piemontesi ad un passo dallo scudetto e si è fatto amare pure in abruzzo. re-gista vecchio stampo di classe sopraffi-na, anima del Brasile che in molti consi-derano il più forte della storia, al di là dello scarno Palmares, che si è inchinato a quella che è sicuramente stata l'italia più amata della storia (quella dell’82 ovviamente). Certamente il Brasile più

II gIgAntI deL CALCIo / LEo JUNIoR

leO SaMbaOggi Junior si diverte

a suonare Sambacon il suo gruppo

“”in tanti anni di carriera, mai un infortunio. il dottore dice percHé sono cresciutogiocando in

spiaggia. non so se sia vero, ma mi piace pensarlo

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maglia del Torinoe un secondo posto storico

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leO bianCaZZurrODopo l’esperienza con il Toro, due anni a Pescara prima di farritorno in Patria

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bello, quello con maggior classe, che condensava l'estro di Zico e a centro-campo univa la tecnica di Junior, ap-punto, a quella di socrates, Falcao e Toninho Cerezo. Fuoriclasse e tutti, a loro modo, anche personaggi. E pensa-re che nel centro sportivo del Flamengo al “Maestro Junior”, così testuale recita la targa, hanno dedicato un campo, sì, ma di beach soccer. Già, perché se Leo con la seleção ha vinto pochino (anzi praticamente nulla) sulla sabbia, con addosso la maglia verdeoro della na-zionale, era imbattibile. È considerato ancora oggi il miglior giocatore della storia del Brasile. E non può essere al-trimenti, visto quello che ha vinto con la casacca verdeoro a fine carriera calci-stica (4 coppe america e 2 mondiali) e fino all'età di 47 anni. la spiaggia, dunque, elemento naturale e irrinuncia-bile del suo vissuto, ma anche del suo successo: “In tanti anni di carriera, mai un infortunio - ci dice - il dottore dice che è perché sono cresciuto giocando in spiaggia. non so se sia vero, ma mi piace pensarlo. La cosa che più mi è mancata quando mi sono trasferito a Torino è sta-ta proprio il mare. In Primavera facevo grandi passeggiate sul Po, sognando di essere a Rio e cercando di dimenticare il freddo. Pensa che d'inverno mi allenavo

col giubbotto, il preparatore mi prende-va per pazzo. Mi diceva: “Ma dove caz-zo (testuale, ndr) pensi di andare concia-to così?”. E io: “Lascia stare, non me lo tolgo neanche morto”. E sai che anche questo mi ha aiutato? Di solito in inverno si prende peso, io sono rimasto uguale e questo mi ha permesso di giocare sempre allo stesso ritmo, di non accusare il cam-bio di stagione. certo che allenarsi col giubbotto, una fatica... (ride, ndr)”. Grande giocatore e grande personag-gio, dicevamo. oggi, oltre ad essere osannato dai tifosi del Flamengo, fa il commentatore del Brasilerao per la TV Globo, ma non solo. noi, infatti, lo in-

contriamo a un concerto. solo che il cantante è lui. Lo scopriamo quasi per caso, ma a quel punto non possiamo esimerci. Per noi gli anni '80 rappresen-tano l'apice della nostra carriera calci-stica, anche se a quei tempi eravamo solo telespettatori, è l'occasione di un tuffo nel passato, in un calcio che non esiste più ma che andrebbe rimpianto ogni giorno. Ci presentiamo all'ingresso e non possiamo sbagliarci, perché è proprio lì che vediamo Junior stringere mani e firmare magliette del Flamengo. sempre col sorriso stampato sul volto. Due chiacchiere con chiunque gli si av-vicini e migliaia di fotografie con i suoi fans. attempati, ma anche ragazzini che in campo non l'hanno mai visto, ma lo venerano come fosse ancora il capi-tano. D'altronde, per chi oggi deve ac-contentarsi di esaltarsi per Guerrero, Junior deve sembrare un extraterrestre. Ci avviciniamo anche noi: “Maestro, sono un giornalista italiano posso distur-barla?”. “Ma certo amico mio - ci rispon-de con un sorriso - sei venuto a vedere cosa succede eh (ride, ndr)?”. È ingrigito, ma il carisma è sempre quello. si siede sullo sgabello e dirige i suoi come face-va una volta. E fa niente se 30 anni fa dava indicazioni a Zico - che non per tornare sull'argomento e rispolverare

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leO reGiSTaJunior dirige il

suo gruppo Sambada Sopa come facevacon i suoi compagni

in campo

“”la serie a era il top.. c'erano diego

(maradona, ndr), micHel (platini,

ndr), zico, cerezo, il meglio del

calcio mondiale

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I gIgAntI deL CALCIo / LEo JUNIoR

vecchie ferite dello zio Leo, ma il “Pelé bianco” da Junior prendeva lezioni - e oggi dirige il "Samba da sopa" (lette-ralmente "Il Samba della zuppa", il nome del suo gruppo musicale), la lea-dership è la stessa. indiscussa. il mae-stro conduce le danze, nel vero senso della parola, e lo fa sempre con la classe innata che lo contraddistingue. La stessa con la quale poi ci concede un'amabile chiacchierata: “ah l'Italia - ci racconta - mi manca, ci manca. ci siamo trovati benissimo io e mia moglie. a par-te all'inizio, il freddo di Torino e un po' l'ambientamento, poi è stato fantastico. Tanto che ancora oggi ci torniamo alme-no un paio di volte all'anno. Torino e Pe-scara ci sono rimaste nel cuore, abbiamo tanti amici. Io sono il padrino di tanti figli di amici di Torino e Pescara e il padrino di mio figlio è pescarese. Ci sentiamo un po' italiani ormai”. ma anche i tifosi del Toro non si dimenticheranno mai Junior: “È stata un'esperienza bellissima, quella squadra era eccezionale e si era creato un gruppo fantastico dentro e fuori dal campo. ogni settimana si andava a man-giare fuori tutti insieme almeno 3 volte. e quando dico tutti insieme, intendo anche mogli, figli, dirigenti, presidente e ma-

gazzinieri. E io finivo sempre a cantare. corradini imbracciava la chitarra e io starnazzavo (ride, ndr)”. Così è nato il Torino che ha sfiorato la storia, quello che con Junior si è dovuto inchinare solo al Verona di Bagnoli in uno dei campio-nati più elettrizzanti e sorprendenti che si ricordi. Con le regole di oggi sareb-be finito in Champions league, da pro-tagonista. Un idillio che si è rotto per una dichiarazione incauta di mister ra-dice: “ero al terzo anno col Torino - rac-conta - e vivevo una situazione strana perché continuavo ad essere sostituito.

non ero più un ragazzino (all'epoca aveva 33 anni, ndr) dunque sapevo quando giocavo bene o quando giocavo male, ma avevo la sensazione che non cambiava nulla, venivo sostituito sempre. E proprio perché ero cosciente di quanto facessi, non avevo bisogno di leggere i giornali il giorno dopo la partita per ve-dere le pagelle. Solo che un giorno mi chiama un giornalista di Tuttosport: "Leo, hai letto il giornale?". "no, perché?". "Scendi a comprarlo, ti richiamo fra mezz'ora". allora vado in edicola e leg-go la famosa dichiarazione di Radice: “Non sono l'assistente sociale di Junior”. È stato come ricevere un pugno nello sto-maco. “Se io ho bisogno di un assistente sociale, lui si deve far vedere da uno psi-chiatra”, dettai al giornalista. E lui, im-paurito: “Ma posso scriverlo?”. “Devi, se no cosa mi hai chiamato a fare? Hai scritto quello che ha detto lui? Adesso scrivi pure quello che ti dico io”. Col sen-no di poi si sarebbe potuta gestire diver-samente, ma allora la presi davvero male, mi offese nella mia professionalità e nella mia persona. In quei tre anni al Toro lui aiutò me, ma io fui fondamentale per lui, non meritavo un trattamento si-mile. A fine stagione mi proposero di

“”torino e pescara ci sono rimaste

nel cuore, abbiamo tanti amici. io sono il padrino di tanti figli di amici di torino

e pescara

Un VERoMAEStRoDi Fabrizio PonciroliUNA CARRiERA TOp pER UN VERO TOp plAYER…

stilo carioca c'è scritto sulla maglia celebrativa che Junior indossa per l'8° anniversario del suo gruppo samba. in realtà, Leo è carioca solo d'adozione, per meriti acquisiti sul campo, per-

ché è nato nel 1954 a Joao Pessoa, capitale dello stato di Paraiba. Cresce però nel settore giovanile nel Flamengo, in particolare inizia con quello che in Brasile chiamano Futsal, il nostro calcio a 5. Poi passa a quello a 11 e comincia a diventare una colonna del mengão, con il quale vince prati-camente tutto: 3 campionati, 1 Copa Libertadores, 1 Coppa intercontinentale. a 29 anni decide di provare l'avventura in italia per seguire tanti suoi connazionali e misurarsi con i calciatori più forti al mondo. si trasferisce al Torino: in ma-glia granata impressiona tutti e trascina i compagni a un soffio dallo scudetto nel 1984-85 (vince il Verona, Torino secondo a 4 punti). Era il Toro di Junior, ma anche di Capi-tan Zaccarelli, di Comi, Danova, Corradini, Francini, Caso, Dossena, schachner, serena e tanti altri campioni. Poi la lite con mister radice e il trasferimento al Pescara di Galeone (e

EGasperini), con il quale ottiene la salvezza al primo anno ma non riesce a concedere il bis nel secondo. nonostante avesse diverse offerte, anche importanti, lascia l'italia e torna al Flamengo per coronare il sogno del figlio Rodrigo, che vuole vederlo giocare al maracanã. a rio, a 38 anni, corona an-che il suo sogno, cioè quello di vincere un altro Brasilerao con la maglia del Flamengo prima di chiudere definitivamente la carriera. sull'erba, perché invece sulla sabbia continua a dare spettacolo e a vincere con la maglia della seleção di Beach soccer. oggi suona il samba e racconta calcio in TV, ma non è una novità: già in italia, quando giocava a Pesca-ra, conduceva una trasmissione chiamata “Brasi... Leo” che andava in onda il lunedì sera su Telemare e nella quale, oltre a suonare, rispondeva alle telefonate dei tifosi in diretta, insegnando calcio. Un maestro, appunto.

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I gIgAntI deL CALCIo / LEo JUNIoR

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aDDiO leOJunior lasciò il Torinodopo un litigio con l’allora tecnico radice

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I gIgAntI deL CALCIo / LEo JUNIoR

intervista di sergio stanco

continuare, ma dissi “o me o lui”. Così finii al Pescara”. Una neopromossa che, a quei tempi, poteva permettersi uno come Junior. altri tempi, appunto, altro calcio: "La Serie a era il top - continua - c'erano diego (maradona, ndr), Michel (Platini, ndr), zico, cerezo, il meglio del calcio mondiale. Per questo lasciai il Fla-mengo nonostante avessi già 29 anni pur di provare l'esperienza in un campionato così competitivo. A Pescara ci finii per il mare - ride - e perché Galeone mi con-quistò. Si giocava alla pari contro chiun-que, un calcio offensivo impensabile per quell'epoca. Il mister era un innovatore, un genio e ancora oggi mi domando come mai nessuna grande squadra gli diede un'opportunità. avrebbe cambiato la storia, ne sono certo. oggi quando vedo giocare Genoa e Juve rivedo il suo calcio. non è un caso che Gasperini e al-legri siano stati suoi giocatori”. a Pesca-ra nuovi successi personali e di squa-dra, vittorie importanti, all'adriatico difficilmente si passava, e tante altre amicizie: “Il mister lo sento ancora oggi. A maggio quando sono venuto a Torino per il museo del Toro ho cenato con Ga-sperini, ma quando torno a Torino e Pe-scara è sempre una festa, è come essere a casa. Ed è bello, perché significa che hai lasciato qualcosa”. ah, il Gasp era il capitano di quel pescara, almeno fino all'arrivo di Junior: “ero lì da pochi gior-ni - racconta - eravamo tutti nello spo-gliatoio e c'era silenzio assoluto. a un

certo punto Giampiero si alza e viene verso di me con la fascia in mano. “Tieni-la tu”. Poi guarda il mister e fa: “Non posso essere io il capitano con lui in squadra”. un gesto da “signore piemon-tese” qual è giampiero, un momento che ancora oggi ci lega". Dopo due anni, però, l'addio anche a Pescara. E al cal-cio italiano. si dice per un'espulsione mai digerita, una gomitata che Junior giura di non aver mai dato, ma la real-tà è un'altra: “Era da un po' che mio fi-glio Rodrigo continuava a guardare una videocassetta dei gol di zico con il Fla-mengo. era stato lo stesso zico a farglie-la avere, non so come. Un giorno mi dice: “Papà, ma quando ti vedrò giocare al Maracanã?”. ormai avevo 35 anni, non restava tanto tempo. La sera stessa guar-

do mia moglie e le dico: “Preparati per-ché torniamo a Rio”. Mi ha guardato come se fossi pazzo, anche perché non voleva lasciare l'Italia, se n’era innamo-rata. L'ho rassicurata come faceva Mog-gi con me quando avevo un problema al Torino: “non ti preoccupare, penso a tut-to io”. Non era vero, ero terrorizzato anche io all’idea di tornare perché non sapevo cosa avrei trovato, ma quella frase di mio figlio ormai mi ronzava con-tinuamente in testa. Tornammo a Rio e non solo Rodrigo mi vide giocare al Ma-racanã, ma addirittura vincemmo anche il campionato contro ogni pronostico. L'immagine di me e lui che festeggiamo in campo, è - e resterà - uno dei momen-ti più belli della mia vita”. E anche di quella dei tifosi del Flamengo che, que-gli attimi, li hanno vissuti. È così, se vole-te, che nascono le leggende.

“”il flamengo? l'immagine dime e mio figlio cHe festeggiamo in campo, è-e resterà-

uno dei momenti più belli

della mia vita

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leO e i SuOi aMiCiancora oggi Juniortorna in italia per

incontrarsi con isuoi ex compagni

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SPECIALE STORIA - COPPA DEI CAMPIONI

TRIPLETEREDS

Terza viTToria in cinque anni per il liverpool, conTinua il dominio inglese

di Gabriele PORRI

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una squadra di assiil liverpool domina

grazie ai suoicampionissimi

Graeme James souness

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nche nella stagione 1980-81, per la ter-za volta consecutiva, in coppa campioni si presenta la coppia tutta rossa dall’inghil-terra composta da li-verpool e nottingham

Forest, con gli uomini di clough campioni europei e quelli di paisley, che dopo 42 lun-ghe giornate hanno superato il manchester united per due soli punti in First division. come la stagione precedente, una delle due esce al primo turno con una squadra dell’est, ma stavolta tocca al Forest essere eliminato dai campioni bulgari del csKa sofia con una doppia sconfitta, prima fuori e poi in casa, per 1-0 grazie a Yontchev e Ke-rimov. un exploit per un calcio, quello bul-garo, in calo dopo la mancata qualificazione della nazionale al mondiale argentino e coi club sempre fuori dai quarti di coppa campioni fin dal lontano 1974. di tutt’altra natura l’esordio del liverpool, con un pa-reggio in Finlandia 1-1 contro l’oulu che ha tutta l’impressione di essere un risultato salva-incasso del ritorno. ad anfield i Reds arrivano infatti in doppia cifra, il 10-1 finale curiosamente vede a segno un inglese anche per la squadra ospite, l’ex sunderland Keith armstrong, che tuttora vive in Finlandia e ha la nazionalità finnica. il liverpool diven-ta quindi il favorito numero uno, anche se la concorrenza è agguerrita: su tutti, gli ex vincitori della coppa: Bayern, inter, ajax e real madrid, questi ultimi ancora con il dente avvelenato per non essere riusciti a giocare la finale dell’anno prima sul proprio terreno, fermati dall’amburgo in semifinale.una delle squadre ad avere raggiunto l’atto conclusivo in una delle ultime edizioni, il club Brugge, è la delusione del torneo, scon-fitta in entrambe le sfide dal sorprendente Basilea allenato da Benthaus, che al sankt Jakob si permette di andare in goleada con quattro marcatori diversi, un 4-1 dopo esse-re andato sotto al 3’ per il gol di van Walle-ghem. per il resto, nei sedicesimi non accade nulla di eclatante: il Bayern rifila un 7-2 com-plessivo all’olympiakos pireo, il real madrid pareggia al 70’ su rigore nella gara d’andata, ma poi dilaga contro il limerick, facile l’a-jax sulla dinamo Tirana. l’inter di eugenio Bersellini torna nella massima competizione nove anni dopo la finale persa contro l’ajax, vincendo un campionato in cui è stata in te-sta dalla prima all’ultima giornata. nel frat-tempo, in italia si sono riaperte le frontiere e, sfumato platini, arriva a milano il centro-campista austriaco Herbert prohaska. nell’e-sordio però è altobelli ad affossare i rumeni del craiova, con un rigore e un colpo di testa, mentre al ritorno muraro dopo undici minu-ti chiude i conti, il gol di Beldeanu serve solo a evitare la sconfitta agli universitari.

il clou degli ottavi è Bayern-ajax, ovvero sei coppe complessive in campo. all’olym-piastadion segna arnesen poco dopo la mezzora, ma il Bayern trova il pari poco prima dell’intervallo e dilaga nel finale, mattatore è rummenigge che a fine anno si aggiudicherà il pallone d’oro, anche perché la germania ovest è diventata campione d’europa. al ritorno, l’ajax è già sul 2-0 al 18’ (la seconda rete è opera del diciotten-ne rijkaard), ma poi si blocca e nel finale ancora Kalle rummenigge mette fine allo scontro. l’aberdeen ha vinto il suo secondo titolo scozzese, 25 anni dopo il primo, con in panchina un giovane allenatore di gla-sgow, alexander Ferguson, per tutti alex, arrivato dal st. mirren. dopo l’eliminazione dell’austria vienna al primo turno, grazie al singolo gol di mcghee all’andata, i Reds, stavolta di scozia, sono sorteggiati con il liverpool per quella che è chiamata “Battle of Britain”. di battaglia tuttavia ce n’è poca, la sfida si sgonfia al gol di mcdermott al pittodrie e al ritorno il liverpool ne segna 4 e passa ai quarti. lì trova anche le altre “big”: l’inter elimina il nantes fugando le polemiche della vigilia per l’esclusione di Beccalossi in Francia. scelta tattica quella di Bersellini, con i giornalisti che doman-dano al “Becca” se ha intenzione di chiedere la cessione, facendo infuriare il ds mazzola. l’inter espugna nantes coi gol di altobelli e prohaska, e può permettersi di pareggiare in casa 1-1, con “Spillo” che fallisce il rigore del 2-1 nel finale. il real passeggia con la Honved, 3-0 com-plessivo, lo spartak mosca rintuzza la rimon-ta dei danesi dell’esbjerg, il Banik ostrava raggiunge una qualificazione storica pre-valendo sulla dinamo Berlino per i gol in trasferta. completano il quadro dei quarti il csKa sofia, che surclassa i campioni polac-chi dello szombierki Bytom e la stella rossa che supera in rimonta il Basilea. a questo punto si trovano in corsa quattro favorite, ex vincitrici: liverpool, real, Bayern e in-ter. ancora una volta l’urna dell’ueFa evita scontri tra squadre blasonate e le accoppia alle quattro outsider. l’impegno più gravoso sembra essere quello dell’inter, sorteggiata contro i campioni di Jugoslavia. con il cam-pionato che sembra ormai allontanarsi verso il duello tra Juventus e roma, i nerazzurri possono contare soltanto sulla coppa per salvare la stagione. quando sta per scoccare l’intervallo, mimmo caso viene servito sulla destra da Bini e con un potente esterno bat-te il portiere della stella rossa, simeunovic. nella ripresa, sospinti dagli oltre 70.000 del meazza (da qualche mese san siro è stato intitolato al “Balilla”) i nerazzurri non tro-vano il gol della sicurezza, anzi subiscono il pari con repcic. al “Marakana” ci sono più di 80.000 spettatori ad incitare la crvena zvezda, ma dopo 13’ muraro è lanciato da

prohaska e realizza l’unico gol del match, che porta l’inter in semifinale. il real madrid dal canto suo esce indenne dallo stadio della di-namo Tbilisi, dove è stato esiliato lo spartak mosca, ma impiega quasi 70’ in casa prima di trovare la doppietta di isidro che lo porta in semifinale. qui arrivano anche Bayern e liverpool, facili rispettivamente su Banik ostrava e csKa sofia. dopo le sorprese de-gli ultimi anni, finalmente le quattro semifi-naliste sono squadre blasonate, che insieme assommano 13 vittorie, più del 50% delle edizioni finora disputate. l’urna dice: real-inter e liverpool-Bayern.ad anfield il liverpool deve rinunciare all’infortunato graeme souness ed è poco in-cisivo rispetto ai contropiede del Bayern, che può contare su un rummenigge in grande forma. l’andata finisce senza reti e i tedeschi fanno gli spavaldi. Breitner, tornato nel frat-tempo dopo la militanza al real e al Braun-schweig, sostiene che il calcio inglese sia stu-pido, per rummenigge a monaco il Bayern chiuderà i conti senza problemi. il liverpool perde subito per infortunio dalglish, sostitu-ito dal semisconosciuto gayle, ma resiste agli attacchi tedeschi e al minuto 83 trova il gol con Kennedy. rummenigge pareggia subito ma non c’è tempo per il gol che porterebbe il Bayern a parigi. come magra consolazione, fra le semifinaliste, i bavaresi saranno i soli a confermarsi a livello nazionale. l’inter ar-riva al Bernabeu con Beccalossi squalificato, mozzini acciaccato e oriali infortunato. l’ex stopper del Toro viene messo da Bersellini in marcatura su santillana e soffre l’esplosività della punta spagnola. l’inter spreca qualche occasione e un’incertezza di Bordon permet-te a santillana di segnare, nella ripresa rad-doppia Juanito e a salvarsi nella retroguardia nerazzurra è il solo 17enne Bergomi. il palo di prohaska subito dopo l’inizio del ritorno fa ben sperare gli interisti, il gol di Bini in azione personale a inizio ripresa dà qualche speranza, ma il real si difende con ordine e raggiunge il parco dei principi, teatro anche della prima finale di coppa campioni, 26 anni prima.per il real, nonostante il record di vittorie, è la prima finale dopo 15 anni, il liverpool ha dunque più esperienza e può mettere in campo la formazione tipo a differenza de-gli spagnoli che non schierano il portiere garcia remon e gallego. l’incontro è equi-librato e nervoso, poco prima dell’interval-lo souness è fermato con un miracolo da agustin, portiere dei “blancos”. il liverpool gioca una partita in crescendo, nel finale ray Kennedy serve alan Kennedy che su-pera cortes e batte agustin, centrando un angolo quasi impossibile. quando l’arbitro palotai fischia la fine, i reds festeggiano la terza vittoria in cinque anni, la quinta di fila per gli inglesi e la domanda è obbligatoria: chi li fermerà più?

SPECIALE COPPA DEI CAMPIONI/ 1980-1981

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SPECIALE COPPA DEI CAMPIONI/ 1980-1981

LIVERPOOL-BAYERN MONACO 0-0

mercoledì 8 aprile 1981, ore 19:30liverpool (stadio "Anfield Road")Arbitro: vojtech cHrisTov (TcH)Spettatori: 44.543

LIVERPOOL: raymond clemence, philip neal, alan KennedY, philip THompson (cap.), raymond KennedY, alan Hansen, Ken-neth dalglisH, samuel lee, ian rusH, Terence mc dermoTT [46' stephen HeigHWaY], James casecommissario tecnico: robert paisleY.

BAYERN MONACO: Walter JungHans, Wolf-gang dremmler, udo Horsmann, Hans Wei-ner, Klaus augenTHaler, Wolfgang Kraus, Bernd dÜrnBerger, paul BreiTner (cap.), dieter Hoeness, Kurt niedermaYer, Karl Heinz rummeniggecommissario tecnico: pal csernai.

REAL MADRID-INTER 2-0 (1-0)

mercoledì 8 aprile 1981, ore 20:45madrid (stadio "Santiago Bernabeu")Arbitro: charles corver (ned)Spettatori: 80.000

REAL MADRID: agusTin, isidro [7' rafael garcia corTes], José antonio camacHo, ull-rich sTieliKe, andres saBido, vicente del Bo-sque, JuaniTo, angel, sanTillana (cap.), antonio garcia navaJas, Francisco pineda [79' Francisco garcia Hernandez]commissario tecnico: vujadin BosKov.

INTER: ivano Bordon, nazzareno canuTi, giuseppe Bergomi, giuseppe Baresi, roberto mozzini [60' giancarlo pasinaTo], graziano Bini (cap.), domenico caso, Herbert proHa-sKa, alessandro alToBelli, giampiero marini, carlo murarocommissario tecnico: eugenio Bersellini.

Reti: 28' sanTillana, 47' JuaniTo.Ammoniti: 25' giuseppe Baresi, 42' angel, 69' giuseppe Bergomi, 78' graziano Bini.

LIVERPOOL-REAL MADRID 1-0 (0-0)

mercoledì 27 maggio 1981, ore 20:15parigi (stadio "Parco dei Principi")Arbitro: Karoly paloTai (Hun)Spettatori: 48.360

LIVERPOOL: raymond clemence, philip neal, alan KennedY, philip THompson (cap.), raymond KennedY, alan Hansen, Kenneth dalglisH [85' James case], samuel lee, david JoHnson, Terence mc dermoTT, graeme sou-nesscommissario tecnico: robert paisleY.

REAL MADRID: agusTin, rafael garcia cor-Tes [85' Francisco pineda], José antonio cama-cHo, ullrich sTieliKe, andres saBido, vicente del Bosque, JuaniTo, angel, sanTilla-na (cap.), antonio garcia navaJas, lawrence cunningHamcommissario tecnico: vujadin BosKov.

Rete: 81' alan KennedY.Ammoniti: 24' raymond KennedY, 58' ullrich sTieliKe.

BAYERN MONACO-LIVERPOOL 1-1 (0-0)

mercoledì 22 aprile 1981, ore 20monaco (stadio "Olympia")Arbitro: antonio da silva garrido (por)Spettatori: 77.563

BAYERN MONACO: Walter JungHans, Wolf-gang dremmler, udo Horsmann, Hans Wei-ner, Klaus augenTHaler, Wolfgang Kraus, Bernd dÜrnBerger [57' norbert Janzon], paul BreiTner (cap.), dieter Hoeness, Karl del'Ha-Ye, Karl Heinz rummeniggecommissario tecnico: pal csernai.

LIVERPOOL: raymond clemence, philip neal, richard moneY, colin irWin, raymond Kenne-dY (cap.), alan Hansen, Kenneth dalglisH [9' Howard gaYle poi 70' James case], samuel lee, david JoHnson, Terence mc dermoTT, grae-me sounesscommissario tecnico: robert paisleY.

Reti: 83' raymond KennedY, 87' Karl Heinz rummenigge.Ammoniti: 47' Klaus augenTHaler, 68' Howard gaYle.

INTER-REAL MADRID 1-0 (0-0)

mercoledì 22 aprile 1981, ore 20:45milano (stadio "Giuseppe Meazza")Arbitro: alexis ponneT (Bel)Spettatori: 80.000

INTER: ivano Bordon, nazzareno canuTi, giuseppe Bergomi, giancarlo pasinaTo, giam-piero marini [82' Franco pancHeri], graziano Bini (cap.), domenico caso, Herbert proHa-sKa, alessandro alToBelli, evaristo Becca-lossi, carlo murarocommissario tecnico: eugenio Bersellini.

REAL MADRID: agusTin, rafael garcia cor-Tes, José antonio camacHo, ullrich sTieliKe [88' Francisco garcia Hernandez], andres saBido, vicente del Bosque, JuaniTo, an-gel, sanTillana (cap.), antonio garcia na-vaJas, isidro [71' Francisco pineda]commissario tecnico: vujadin BosKov.

Rete: 57' graziano Bini.Ammoniti: 32' evaristo Beccalossi, 60' andres saBido.

SEMIFINALE 1 SEMIFINALE 2 FINALE

Kenny DalGlish

Karl-heinz rummeniGGe

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di Stefano boRGIACCADDE A...rinasCE La FiorEnTina

nel SeGnO Di riGanòTutti allo stadio per la nuova Viola

LA CARICA DEI 30.000

QUAnDo tUtto SEMBRAVA pERDUto, FIREnZE SI RIMBoCCA LE MAnICHE E RIEMpIE Lo StADIo.

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di Stefano boRGI aCCaDDE a.../RINASCe LA FIoReNtINA

“lorentia Viola, castel di Sangro... chi erano costoro? Si stan chie-dendo i lettori, con un articolo aperto davanti senza poter immagi-nare cosa gli sta per

capitare”. Parafrasiamo il manzoni e dia-mo qualche indizio: correva la seconda di campionato (in realtà da calendario sarebbe stata la terza, con la “prima” Florentia Viola-Forlì posticipata al 9 ot-tobre), comunque l'esordio al Franchi, e la partita terminò 5-1 per i padroni di casa. altro indizio: era il 15 settembre 2002, su Firenze dopo mesi di buio pesto splende il sole... e non solo per un dettaglio mete-orologico. nessuno riesce ad indovinare? ok, andiamo con ordine. Quarantaquat-tro giorni prima la nascita, o meglio... la rinascita. il 1° agosto infatti, dalle ceneri della defunta aC Fiorentina, prende vita la “Fiorentina 1926 Florentia” (poi ribat-tezzata solo Florentia Viola). Venticinque giorni prima, invece, l'esordio ufficiale in coppa italia. C'erano 24.700 spettatori quella sera contro il Pisa, in campo 10 carneadi più Di Livio: risultato 1-0 per i nerazzurri, ma a nessuno sembrò interes-sare più di tanto. Proseguiamo. indietro ancora di sette giorni, alla “prima” di campionato contro la sangiovannese. Un pareggio per 1-1 acciuffato al 95', dopo che Baiano (ex della Fiorentina di Cec-chi Gori) aveva portato in vantaggio gli sfrontati avversari. segnò masitto, quan-do nessuno ci sperava più. a proposito, sul neutro di arezzo con la maglia numero 7 giocava angelo Di Livio. Per lui 3 scudet-ti, 2 coppe italia, 2 supercoppe italiane, una Champions League, una coppa inter-continentale, una supercoppa Uefa... tutto rigorosamente vinto con la Juventus. Per angelo, sopratutto, 99 giorni prima l'ot-tavo di finale al mondiale nippo-coreano. il “soldatino” era entrato al 72' al posto di Zambrotta (ricordate? italia-Corea 1-2) in tempo per urlare la sua rabbia sul muso di Byron moreno. Fateci caso, in questa storia non torna nulla: la Fiorentina che fallisce, che rinasce con un altro nome, che riparte dalla quarta serie. Quindi l'e-sordio in campionato contro una squadra di dilettanti, un campione come Di Livio che passa da un mondiale alla gogna dei semi-professionisti. E poi quello che stia-mo per farvi rivivere: i 30.000 allo sta-dio, i 17.000 abbonati in C2, un muratore (riganò) che a 28 anni suonati accende

cora Riganò, Ripa, infine due volte Evacuo. Fu la fine di un incubo, la Firenze calcistica ripartiva da lì, da quei 5 gol, dall'urlo li-beratorio di 30.000 cuori infranti che pia-no piano provavano a ricomporsi.

CAVALCAtA tRIonFALE – Alla fine non ci fu storia. La Florentia Viola stravinse quel torneo, piegando la resistenza del Rimini, staccando la seconda classificata di undici lunghezze (lo stesso rimini, 70 punti contro 59). Uno score di 20 vitto-rie, 10 pareggi e 4 sconfitte, un capo-cannoniere come riganò (30 reti per il muratore di Lipari), una serie di 8 vittorie consecutive tra novembre 2002 e gen-naio 2003 che lanciarono la fuga defi-nitiva. ma sopratutto scene di ordinaria follia... genuina e creativa allo stesso tempo. Come la neve spalata a Gubbio. Era il 16 marzo 2003, il manto eugubino completamente bianco, le due tifoserie unite nel renderlo agibile. nessuno scon-tro, nessuna rivalità, bisognava giocare e basta! oppure il bomber riganò che il 22 dicembre 2002, al termine di sas-suolo-Florentia Viola (decisa ovviamente da un suo gol al 34'), va sotto la curva a confrontarsi con i tifosi che lo accusava-no di scarso impegno. ancor peggio... di avere la pancia! i tifosi ed il loro idolo, faccia a faccia, a dirsene di tutti i co-lori. impensabile oggi, nella ricca serie A dove i calciatori sono tronfi, altezzosi, posti su di un piedistallo a miracol mo-strare. Firenze da quel giorno è cam-biata, la tifoseria viola è cambiata. La Firenze del calcio è cresciuta... proprio quando meno te l'aspetti.

“Fle luci della ribalta. Fino ad avversari surreali come Poggibonsi, Fano, Gualdo Tadino, aglianese... a malapena la vec-chia Fiorentina li avrebbe affrontati nelle amichevoli estive. Un vero e proprio tea-tro dell'assurdo. E tutto questo successe nei dintorni di Viale Fanti, a Firenze, a cavallo tra il 2002 ed il 2003.

BEnVEnUtI AL “tRUMAN ShoW” - ri-cordate il film con Jim Carey? dove il pro-tagonista vive in una città tutta popolata di attori? Ci vive senza saperlo, in un mon-do simulato. Ecco, quella è la Fiorentina in C2. anzi... la Florentia Viola, una società senza passato (gli avevano tolto anche il nome), e dal futuro incerto. il presente poi, costellato di nomi improponibili: Guzzo, Traversa, nicodemo, Evacuo. Gli stranieri poi... hutwelker, Bochu, Bismark. no, inutile andare avanti, nessuno li conosceva. nep-pure Pietro Vierchowod, che il Ds Gio-vanni Galli aveva chiamato al capezzale di una neonata ciondolante. E neppure angelo Di Livio, che si rimboccò le mani-che e scese in campo con la sua brava fascia di capitano. Tanto meno il pubbli-co di Firenze, anestetizzato dall'illusione di riabbracciare gli emuli di Julinho, De sisti, antognoni, Baggio e Batistuta, che il pomeriggio del 15 settembre riempì l'ar-temio Franchi così... sulla fiducia, con l'uni-ca speranza di riveder garrire al vento il labaro viola.

RIgA, RIgA, RIgA-goL: speranza in parte delusa. Eh già perché, oltre al nome Fiorentina abbandonato per motivi di op-portunità, anche la casacca interamente viola poteva rappresentare un legame col fallimento, e fornire così un appiglio legale ai creditori... sempre in agguato. meglio non rischiare. E allora via con un'a-nonima maglia bianca, cerchiata di viola al centro. Cosa restava di una storia glo-riosa, fatta di scudetti, coppe europee e immensi fuoriclasse? restava solo Firenze, il senso d'appartenenza, la voglia di es-serci e non sparire. Erano le ore 15 del 15 settembre 2002, l'artemio Franchi conta-va 30.000 unità colorate e festanti, una vera e propria “carica”, pronti a dimenti-care e ripartire. Dall'altra parte 11 spau-riti rappresentanti abruzzesi, quasi incre-duli, allo stesso tempo felici ed orgogliosi di giocare davanti a tale platea. non fu una passeggiata, al gol iniziale di riganò rispose un certo Ciotti (parente? Più pro-babilmente omonimo). Poi la goleada: an-

FLORENTIA VIOLA-CASTEL DI SANGRO 5-1

domenica 15 settembre 2002, ore 15Firenze (stadio "Artemio Franchi")3a giornata (seconda effettiva) serie c2 girone BArbitro: Tonolini di milanoGuardalinee: paoloni e ascariSpettatori: 30.000

FLORENTIA VIOLA (4-3-3): ivan; guzzo, ripa, minieri, Bonomi; longo (30' st Hutwelker), nicode-mo, di livio; masitto (4' st Turchetta), riganò (37' stevacuo), quagliarella. a disposizione: casini, nic-colini, panarelli, andreotti. allenatore: vierchowod

CASTEL DI SANGRO (4-2-3-1); di quinzio; di Bari, scotti, mengoni (35' st pelusi), muccian-te (20' st prosperi); Ferraresi, ruscitti; ciotti, marinucci, atzeni (28' st magnani); Federici. a disposizione:Bagnacani, giannone, iannitti, soria.allenatore: alberti

Marcatori: 14' pt riganò (F), 5' st ciotti (c), 8' st riganò (F) 27' st ripa (F), 42' st evacuo (F), 47' st evacuo (F)Ammoniti: scotti (c), marinucci (c), longo (F), Turchetta (F) per gioco fallosoAngoli: 7-2 per la Florentia viola

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DoVE Sono FInItIDaniELE CarnasCiaLi

di Stefano boRGI

Cinque anni in ViOla alla Fiorentinadal 1992 al 1997, con 141 presenze

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di Stefano boRGI DoVE sono FiniTi/ DaniELE CARNASCIALI

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n gergo si dice, viag-giare a fari spenti. E Daniele Carnasciali ha viaggiato, ecco-me... Da terzino, spes-so trasformato in ala destra, ha macinato

chilometri per anni su quella fascia. servendo assist ora per Baggio, ora per Batistuta (e scusate se è poco). segni particolari? il basso profilo, il non dare mai nell'occhio, conquistando la ribalta del calcio nazionale... a luci spente. Pardòn, soffuse. “È il mio carattere, non pos-so farci niente – racconta Daniele - . da una parte è un vantaggio, un at-teggiamento che ti tiene con i piedi per terra, ti fa affrontare la vita di calciatore nel modo giusto”.

Dall'altra invece?“Ti toglie qualcosa, inutile negarlo. Se mi fossi comportato più da perso-naggio, magari con qualche tatuag-gio qua e là, avrei raccolto molto di più. Sarei stato più considerato. Ma intendiamoci bene, nessun rimpianto, io sono fatto così”.

per questo è sparito dal calcio?“Diciamo che quando ho smesso nel 2000 non avevo più motivazioni, non sentivo più la spinta ad andare in campo. La mia è stata una scelta volontaria, per questo non ho sofferto quando si sono spente le luci della ribalta. La considero una fortuna...”

partiamo dall'inizio, da San giovanni Val-darno a Bergamo... un bel salto

“non solo... dopo la primavera dell'atalanta ho trascorso 5 anni tra c1 e c2: Mantova, Spezia, ospita-letto, prima di approdare a brescia e spiccare il salto verso la Serie A”.

Chi deve ringraziare?“Il presidente Gino corioni. Fu lui nel 1989 a darmi coraggio quando, dopo la seconda retrocessione con l'ospitaletto, mi convinse a non mol-lare. Mi disse che in me vedeva qual-cosa di più, che ce la potevo fare... Lì per lì non lo presi molto sul serio”.

E invece...“e invece aveva ragione! considero corioni un grande intenditore di cal-cio, un presidente della generazione dei costantino Rozzi, dei Romeo an-conetani. uno di quelli che ci vedeva lungo. Il nostro rapporto è sempre stato magnifico, anche quando mi cedette alla Fiorentina...”

Ci racconti...“Era il '92, avevamo appena conqui-stato la Serie a col brescia. Io sarei anche rimasto, però avevo pregato il presidente che se arrivava qualche

offerta... di non tenermela nascosta. detto fatto, un giorno mi chiama e mi dice che c'era la Fio-rentina. al tempo la Fiorentina era una grande società, in forte ascesa, significava un deciso sal-to di qualità. Anche se non fu l'unica squadra a cercarmi...”

Cioè?“La sera stessa mi chiama ernesto Pellegrini (all'e-poca presidente dell'inter, ndr.) che mi vuole a

PrOMOZiOne COn il breSCia Grande protagonistaanche con le rondinelle...

se sono diventato

un calciatore lo devo a corioni.

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Milano. capirai, io che nasco tifoso interista, io che avevo come idoli Mazzola e bec-calossi... Ma non ho esitato neppure un attimo: avevo già dato la mia parola alla Fiorentina, e per me la paro-la data vale più di ogni altra cosa. non ebbi dubbi a pren-dere la strada per Firenze”.

Cinque anni in maglia vio-la, tra gioie e dolori“Direi quasi solo gioie: una coppa Italia, una supercop-pa, una semifinale di Coppa delle coppe. certo, la retro-cessione in Serie b del '93... ancora non so come abbia-mo fatto”.

Batistuta, Baiano, Ef-fenberg, Laudrup, Massi-mo orlando, come si fa a retrocedere con questi nomi in squadra?“Gliel'ho detto, non lo so. o meglio... ci furono una se-rie di cause. Gli arbitri non ci vollero bene, e poi noi ci mettemmo del nostro. Però la vera causa fu l'esonero di Radice a metà campionato, da lì la squadra si sfasciò e tutto andò a rotoli”.

perchè Vittorio Cecchi gori esonerò Radice? “credo per una dichiarazione del tecnico che non piacque al presidente. Successe prima di Nata-le, quando pareggiammo a Parma. Alla ripresa del campionato eravamo secondi in campiona-to, perdemmo in casa con l'atalanta e successe il patatrac. Ma tutto era già stato deciso quindici giorni prima...”

Un anno di B in carrozza, poi l'arrivo di Claudio Ra-nieri“Fu la vera svolta. Ranieri non era solo un allenatore, era quasi un dirigente. Ave-va carisma, immagine, sape-va comunicare. Sopratutto sapeva trattare con cecchi Gori. Vincemmo una coppa Italia dopo aver vinto tutte le partite, una supercoppa ita-liana contro il Milan campio-ne d'Italia. Insomma, grandi risultati...”

tra l'altro conquistati in una piazza che in quanto a vittorie...“Infatti l'impresa è proprio questa: la Fiorentina ha sempre vinto poco per le sue potenzialità. aver vinto due trofei in pochi mesi ci ha consegnato alla storia di Firenze. Una soddisfazione doppia, tripla...”

Come mai lasciò il capo-luogo toscano?“dopo 5 anni sentivo il biso-gno di cambiare. avrei fatto volentieri un'esperienza all'e-stero, ma non trovai l'occa-sione giusta. allora mi chia-mò Renzo Ulivieri a bologna, e andai. non giocai molto, diciamo che con lo stesso Uli-vieri non mi trovai benissimo. Non fui il solo...”

per caso si riferisce a Baggio?“Indovinato. Però mi faccia dire una cosa: ho giocato con batistuta, grandissimo giocatore, volontà e perso-nalità da vendere. Ho gio-cato con Rui costa, altro grande campione. Ma Roby

baggio... Lo considero inferiore solo a Marado-na e a Messi. Voglio ricordare che baggio ha disputato una carriera praticamente senza le cartilagini delle ginocchia. Prima e dopo gli alle-namenti faceva terapie personalizzate, altrimenti non sarebbe andato avanti. Grandissima tecnica, ma anche grandissima professionalità e spirito di sacrificio”.

proseguiamo col giochino: l'avversario mi-gliore che ha affrontato?“Senza dubbio Marco Van Basten”.

passiamo agli allenatori: onofri, Lucescu, Radice, Agroppi, Ulivieri, novelli-no, il “primo” Spalletti. Chi è stato il migliore?“Anche qui non ho dubbi: Mircea Lucescu. L'ho avuto nel '91, eppure lui era avanti di vent'anni rispetto agli altri. come schemi, per come ve-deva le partite, è stato uno dei primi ad introdurre gli

DoVE sono FiniTi/ DaniELE CARNASCIALI

TiTOli iMPOrTanTi Con la Fiorentinaha vinto unaCoppa italia e una Supercoppaitaliana

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più dato che ricevuto. Ma come si diceva, colpa o forse merito del mio carattere”.

Frequenta ancora qualcuno degli anni in cui giocava?“Sento spesso Pioli. Sono felicissimo che Stefa-no stia ottenendo tante soddisfazioni come alle-natore. È persona seria e preparata, non avevo dubbi che avrebbe sfondato. Poi sono in contatto con amoruso, bigica e Massimo orlando. anche

con Antognoni, col quale non ho mai giocato ma che ho avuto come dirigente”.

E allora, se oggi Daniele Carnasciali potesse dare un consiglio ad un giovane cal-ciatore?“consiglierei loro di aspetta-re prima di volere la luna. di giocare qualche anno, di fare un po' di gavetta. Prima biso-gna dare, bisogna dimostrare qualcosa, poi si può pretende-re. Però vedo che il calcio va in un'altra direzione, e allora...”

allenamenti personalizzati. Spalletti al contrario, non credevo ce l'avrebbe fatta. e invece guardi che carriera che ha fatto...”

A proposito, la nazionale? Solo due presen-ze, a distanza di due anni l'una dall'altra...“Tanta sfortuna, altro che! nel '94 Sacchi mi convocò tre volte anche se giocavo in b, ma persi il mondiale negli Stati Uniti proprio perché non giocavo in Serie a. Magari con me si vinceva il titolo... (ride ndr.) Poi nel '96, seconda presenza contro la bosnia erzegovina e poco dopo Sacchi che se ne torna al Milan. Venne cesare Maldini e lì finì tutto”.

Daniele Carnasciali scom-parso dai radar del mondo del calcio. Di cosa si occupa attualmente?“Ho messo su una società im-mobiliare, ho due figli, il ma-schio di 22 anni la femmina di 16... non ho rimpianti. anche se devo dire che al calcio ho

DoVE sono FiniTi/ DaniELE CARNASCIALI

GraZie arriGO Con Sacchi ha conquistato anchela maglia dellanazionale

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LIgASpAgnA

S baschi hanno la nomea di popolo irri-ducibile e trovano nell'athletic Bilbao la propria trascrizione calcistica. i Leones (o Lehoiak, per dirla alla basca) sono tornati sulle prime pagine in qualità di unica squadra in grado di frapporsi tra il Barcellona trita-tutto e l'ennesimo tro-feo. Lo scorso 30 maggio non c'è stato nulla da fare dinanzi alla doppietta di messi intervallata da neymar, Copa del rey al Barça, stavolta però il destino si è divertito a scrivere una pagina inaspet-tata, proprio quando i giornali erano pronti a titoloni sul sextete blaugrana. La folle notte del san mamés può es-

HIC SUnt LEonESiL BiLBao Torna a VinCErEdOpO 31 ANNi di digiUNO

e capitate dalle parti di Bil-bao non potete esimervi da una passeggiata sulle rive del Nerviòn, fino ad arrivare al Museo guggenheim. Una

struttura ardita, il titanio come scorza tosta ma incredibilmente delicata, da curare, da preservare al pari di un'i-dentità spesso messa in discussione. Una razza a sé, come testimonia l'idioma basco, considerato dagli studiosi come lingua isolata, dunque senza legami evi-denti con altre. Questa lingua durante il regime franchista è stata messa alla berlina ma è riuscita a sopravvivere, i erneSTO ValVerDe fo

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LA MAnItA Sotto LA nEVE

C’È UNA dATA ChE NEssUN TiFOsO dEll’AThlETiC pUò diMENTiCARE: 16 GEnnaio 1957

il 16 gennaio 1957 è una data scolpita nella storia dell'athletic Bil-bao, a far visita ai baschi arrivò il Manchester United. i leoni in un san mamés imbiancato dalla neve ne fecero ben cinque alla squadra del leggendario sir matt Busby, tecnico che tutto vinse. ma non quella par-tita. quarti di finale di Coppa dei Campioni, gara d'andata, i baschi ci arrivano dopo aver fatto fuori la mitica honved di Puskás, Kocsis, e Czibor, ossatura dello squadrone ungherese che sfiorò il titolo il titolo mondiale. Dalle cronache del tempo pare che la visibilità fosse pessima per le condizioni atmosferiche ma l'urlo dei 36 mila presenti si è sentito forte e chiaro. ignacio Uribe segna dopo pochi secondi e poi ne piazza nel sacco un secondo. marcaida per il tre a zero, delirio, lo United non ci sta e si porta sul tre a due. Gara du-rissima, a piegarla definitivamente ci pensarano merodio e arteche. 5-3 per il Bilbao, gli inglesi vinsero 3-0 a maine road ribaltando il risultato. Un anno dopo il Manchester United pianse la morte di otto giocatori nel disastro aereo di monaco, Busby ne uscì malconcio ma vivo e diede vita a un ciclo memorabile. il Bilbao di allori ne ha conquistati meno ma a volte il passaggio del turno passa in secondo piano. se in Biscaglia par-late del 16 gennaio 1957 vedrete occhi illuminarsi. Garantito.

di Paolo BARDELLI

sere riassunta in due passaggi: il gol da centrocampo di san José e la tripletta dell'uomo simbolo, aritz aduriz, 34 anni di orgoglio basco. L'esperto attaccante conta pure un buon numero di presenze con la selección de fútbol de Euskadi, la nazionale basca non riconosciuta uf-ficialmente, ma attiva da oltre un secolo, pure in cattività disputando campionati in messico e a Cuba. 4-0 al san mamés, pareggio al nou Camp e supercopa levata al cielo. Da ben 31 anni man-cava un trofeo nella bacheca bianco-rossa, dobbiamo tornare alla gloriosa squadra degli anni '80 per ritrovare un athletic vincente. Erano gli anni di Javier Clemente, sergente di ferro che non con-cedeva nulla allo spettacolo, memorabi-li i suoi scontri con "el Flaco" César Luis menotti, tecnico del Barcellona. La storia si ripete. Trent'anni prima di quella che abbiamo nominato poco fa, un'altra fi-nale di Copa del rey. Diverso il risultato, vittoria biancorossa ed epilogo clamo-roso. Finale a suon di botte, tra i più sca-

tenati c'è l'allora blaugrana maradona, che di calci ne ha presi per novanta mi-nuti. nel settembre dell'anno precedente un altro scontro con i blaugrana rimasto nella storia, quello dell'entrata di ando-ni Goikoetxea su maradona, che spac-cò la caviglia del Pibe in ben tre punti. "el Gigante de alonsotegui", anni dopo, venne proclamato "calciatore più cattivo della storia" dal Times. È lui l'emblema di una squadra che davanti al giovane Zubizarreta disponeva un libero, due centrali di difesa e una coppia di mastini in mediana. Brutti, sporchi e cattivi. ma vincenti. Due titoli nazionali, una Copa del Rey e una finale e una supercopa, assegnata automaticamente per il dou-ble 1984, a chiudere simbolicamente un ciclo. difficile stabilire se il successo del mese scorso aprirà un altro percorso di vittorie, la distanza dalle big è enor-me, Valverde però sa come sfruttare il materiale a sua disposizione. il tecnico 51enne è una delle carte vincenti nella mano biancorossa, ha da tempo il rispet-to dell'ambiente calcistico, ora ha pure il primo titolo da allenatore (in spagna, in Grecia ne ha conquistati due). i gol di aduriz, le parate di iraizoz, la solidità di Gurpegui, il Bilbao non è solo senatori, si punta forte su Javier Eraso, finalmen-te maturo dopo un lungo peregrinare, il 22enne muniain non è più una promes-sa (clausola da 45 milioni). Dopo più di 500 partite in biancorosso, andoni irao-la ha salutato per unirsi a Pirlo, Lampard e Villa a New York, i leones sono poco inclini al colpo a effetto e preferiscono basarsi su uno zoccolo duro. La maglia non è solo retorica, è identità, tanto che fino al 2008 è rimasta off-limits per gli sponsor, caso più unico che raro. non tutti sanno che l'atletico madrid nacque nel 1903 proprio come succursale del Bilbao, iniziativa di tre studenti di inge-gneria baschi. il primo nome dei Col-choneros fu athletic de madrid, i colori gli stessi dei Leones, un legame reciso dieci anni dopo la fondazione quando il club della capitale decise di scrivere la propria, di storia. anche in Biscaglia, dopo aver assaporato di nuovo il sapo-re della vittoria, c'è voglia di camminare verso il futuro, nel 2013 l'inaugurazione del nuovo san mamés (violato dal Torino lo scorso febbraio) in sostituzione di un impianto leggendario, "La catedral", che dal 2013 ha fatto da cornice alle ge-sta biancorosse. La storia è niente senza

audacia, il gigantesco ragno di metallo a guardia del Guggenheim ci racconta una città che sa andare oltre la tradi-zione, piedi ben saldi a terra ma con gli occhi volti alla prossima sfida.

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“S della recente sfida di Community shield tra Arsenal e Chelsea. quando a fine match l'ex idolo degli interisti ha stretto la mano a tutti i giocatori dei Gunners ma non a Wenger, che nel frattempo, passando accanto all'”amico”, gli dava prontamente le spalle. Per monsieur ar-sene non erano rose e fiori nemmeno con alex Ferguson, uno che, è risaputo, ha un caratterino mica da ridere. a ca-vallo tra gli anni novanta e la prima metà dello scorso decennio il flusso di battute tra i due maestri della panchi-na ha fatto la felicità dei caporedatto-ri sportivi di tutti i giornali del regno.

BAttIBECCHI IngLESIMOU sA COME UsARE lA liNgUA E LE riVaLiTà si aCCEnDono…

econdo lui avrei paura di fal-lire? Lui è uno specialista nei fallimenti, io no!”. La frase al vetriolo è stata pronun-ciata qualche tempo fa da

José mourinho, mentre la persona a cui si riferisce il portoghese è arsene Wen-ger, uno dei suoi tanti nemici. Forse at-tualmente il primo della lista nera dello special one. L'antipatia è reciproca, ça va sans dire. nel caso dell'alsazia-no era dovuta anche ai pessimi risultati raccolti in campo contro le squadre di mourinho. Ci sono voluti 14 tentativi per batterlo per la prima volta, in occasione arSene WenGer fo

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LA StoRIA DEL MAnAgER

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i grandi degli anni Cinquanta e ses-santa si stimavano e spesso avevano addirittura legami d'amicizia, come nel caso di matt Busby e Bill shankly, nonostante allenassero squadre sto-ricamente rivali come manchester United e liverpool. due tra i mana-ger più vincenti a cavallo fra ses-santa e settanta, invece, si odiava-no in maniera feroce. Brian Clough e Don revie avevano in comune la città di nascita, middlesbrough, il ruolo di attaccanti in gioventù e la gestione tecnica del leeds United. Per tutto il resto erano agli antipodi. Brian iniziò a detestare Don quan-do, giovane manager del Derby County, fu trattato in modo che lui giudicò irrispettoso dal suo avver-sario. La faida non avrebbe mai conosciuto momenti di tregua, anzi. Clough era un cultore del bel gioco e del fair play e accusava revie di vincere sporco, di usare mezzucci di ogni genere e di mancare di rispetto a pubblico e avversari. Quando lo sostituì alla guida del Leeds – re-vie andò ad allenare la nazionale, con scarsa fortuna – fece presente quello che pensava del suo prede-cessore ai suoi nuovi giocatori. Fu così che all'Elland road il buon Brian durò solo 44 giorni, come ci racconta lo scrittore inglese David Peace nel suo The damned United. Lo scontro tra i due nemici ebbe il suo apice nel corso di un programma televisi-vo durante il quale Clough e revie discussero molto vivacemente. Tanto per farsi un'idea di come andò, ba-sta riportare una delle frasi più “ce-lebri” (detta da Don a Brian): “fai del male al foobtall”. Più chiaro di così...

di Luca MAnES

Nel 2002 lo United perse entrambe le partite contro i londinesi, poi laureatisi campioni, e sir alex ebbe molto a ridire sull'approccio troppo fisico degli avver-sari, esprimendo un giudizio negativo sul loro football e bollandoli come at-taccabrighe. “ognuno pensa di avere la moglie più bella”, fu la risposta molto signorile dell'alsaziano, che in altre cir-costanze ha invece perso la pazienza attaccando in modo molto più diretto lo scozzese e i suoi mind games. Giochetti mentali che non erano graditi neanche a Kevin Keegan (celeberrima una sua intervista post-partita in cui diede fuo-ri di matto) e rafa Benitez. Don rafè, come lo chiamavano all'ombra del Ve-suvio, nel 2009 elencò tutte le sue criti-che al manager più vincente della sto-ria del calcio inglese terminando ogni frase con l'espressione “it's a fact”, è un fatto. mal gliene incolse, visto che di lì a poco la sua carriera al Liverpool si interruppe senza l'agognata vittoria in campionato e “it's a fact” è comparsa

su svariate magliette in vendita nei pa-raggi dell'old Trafford. ovviamente vicina ai dati statistici sui “fallimenti” del povero Benitez. a proposito, rafa è uno dei nemici giurati di mourinho. i due si scambiano frecciate a migliaia di chilometri di distanza e anche quan-do non allenano nello stesso campiona-to. Durante l'estate appena passata è addirittura scesa in campo la moglie dello spagnolo, secondo la quale suo marito starebbe ricomponendo i coc-ci dei danni provocati da mourinho al real madrid, come fatto in preceden-za anche allo stesso Chelsea. La rispo-sta del tecnico dei Blues non si è fatta attendere:“La signora è in confusione. nel caso del chelsea, ha sostituto di Matteo, nel caso del Real Madrid ha pre-so il posto di ancelotti, non il mio. dove ha preso direttamente il mio posto è sta-to all’Inter e gli sono bastati sei mesi per distruggere una squadra. La signora do-vrebbe occuparsi delle sue cose anziché di me. Se si occupasse della dieta del ma-rito, ad esempio, non parlerebbe di me”. all'insegna del “la tocco piano” anche le “gentilezze” e le parole al miele tra lo special one e Pep Guardiola, divisi da un oceano anche nello stile di gio-co. Forse l'anno prossimo si ritroveranno di fronte, dal momento che voci molto insistenti vorrebbero il catalano come possibile successore di manuel Pellegri-ni alla guida del manchester City nel 2016-17. intanto non va dimenticato che mourinho e l'attuale manager dei Light Blues hanno anch'essi una lunga serie di scambi pepati. Giusto per non farsi mancare nulla...

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quantità), sono due i problemi princi-pali che potrebbero mettere in forse il suo successo in maglia bavarese. in primis l'aspetto caratteriale: alla Ju-ventus più volte gli hanno perdonato degli atteggiamenti tutt'altro che pro-fessionali (qualche notte esagerata in discoteca, l'ultima nel 2011 durante le qualificazioni ai mondiali; nel 2007 è stato addirittura ammanettato, insie-me al Pitbull interista medel, durante il Mondiale Under 20 per aver ag-gredito la polizia al fischio finale di un match), e forse quanto combinato durante la Coppa america disputata

in Cile (fermato dalla polizia in sta-to di ebbrezza dopo essersi schian-tato con la sua Ferrari) ha spinto la dirigenza piemontese a lasciarlo an-dare via. appare infatti abbastanza scontato che in uno spogliatoio rigido com'è quello del Bayern certe bravate non saranno perdonate, soprattutto da Guardiola. nel momento in cui Vidal dovesse incappare in un'altra situazio-ne spiacevole dello stesso genere po-trà comunque invocare il 'Lodo ribery'. Un'unica eccezione in passato è stata fatta solamente per il francese, nei cui confronti rummenigge e soci decisero

BUnDESLIgAgERMAnIA

IL gUERRIERo È toRnAto

2 3 luglio, l’affare è ufficia-le. Vidal va al Bayern mo-naco. Cinque anni di con-tratto, 6,5 milioni di euro a stagione, 37 milioni di

euro complessivi (compresi eventuali bonus) versati nelle casse bianconere. Guardiola, dopo Douglas Costa (ar-rivato dallo shakhtar Donetsk per 30 milioni di euro), ha così a disposizione un altro centrocampista di caratura in-ternazionale. Tornando però a Vidal, prescindendo dall'aspetto puramen-te tecnico (arturo è sicuramente tra i top 5 in Europa per mix di qualità e

VidAl lAsCiA l’iTAliA pER RiAbbRACCiARE lA bUNdEs, qUEsTA VOlTA iN MAgliA bAYERN…

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di non intraprendere alcuna azione di-sciplinare quando è stato tirato in bal-lo da Zahia Dehar, escort minorenne. il secondo problema potrebbe invece riguardare l'aspetto tattico: nel corso delle sue prime apparizioni in campo arturo, nel 4-1-4-1 di Guardiola, ha agito come centrale, insieme a Thomas muller, nel quartetto di avanti insieme al tedesco, Douglas Costa e robben (con lewandowski unica punta). Una posizione che, partendo dal presup-posto che muller giocherà in posizione più avanzata rispetto a lui, gli permet-terà sì di poter giostrare nella zona centrale del campo (il suo pane), ma che probabilmente non gli garantirà la sicurezza di potersi inserire con fre-quenza in zona goal. il motivo? sarà necessario dare un po' di appoggio in fase di copertura a Xabi alonso, che al centro, a meno che non si opti per la difesa a tre e per lo spostamento centrale di Lahm, avrà necessaria-mente bisogno di aiuto. Come se non

I BottI DI AgoSto

TanTi i moVimEnTi Di mErCaTo dEi ClUb TEdEsChi…Come sempre movimentato l'ultimo mese di mercato, anche in Bundesli-ga. Per rispondere al Bayern, il Ba-yer Leverkusen ha acquistato dall'in-ternacional per 13 milioni di euro un altro cileno fresco protagonista e vincitore della Coppa america, ossia Charles aranguiz. 7,5 i milioni spesi per il 19enne difensore centrale ex-amburgo Jonathan Tah. Lo schalke 04, ceduto Farfan per 7 milioni di euro all'al Jazira, ha fatto arriva-re, praticamente per la stessa cifra, Franco Di santo dal Werder Bre-ma, che a sua volta ha prelevato il nigeriano Ujah dal Colonia per 4,5 milioni e il 24 enne olandese aaron Johannnsson dall'az alkmaar (4,2 milioni) dopo aver ceduto il promet-tente Davie selke al Lipsia (serie B tedesca) per 8 milioni. Lo stoccarda ha ceduto in prestito con diritto di ri-scatto alla roma il difensore classe 1993 antonio rudiger. L'amburgo, ceduto Behrami al Watford, ha fat-to arrivare dalla serie a albin Ekdal (6 milioni). riscattato dal Tottenham anche l'inglese holtby per 6 milioni. L'hoffenheim non ha voluto reinve-stire il denaro (40 milioni) derivanti dalla cessione di Firmino al Liverpo-ol: sono arrivati Kuranyi a titolo gra-tuito dalla Dinamo mosca (già visto con stoccarda e schalke 04), Fabian schar dal Basilea (4,2 milioni), l'ala destra schmid dal Friburgo (4 milio-ni) e il 23enne terzino destro Pavel Kaderabek dallo sparta Praga (3,5 milioni). il mainz ha accolto tra le proprie fila il portiere italiano gian-luca Curci: in avanti sono arrivati l'ala sinistra giapponese Yoshinori Muto e niederlechner dall'heidenheim. in difesa il centrale svizzero Fabian Frei. a proposito di centrali, l'hertha Berlino ha preso il ceco Darida dal Friburgo. L'Eintracht Francoforte del rientrante Veh ha operato in tutti i reparti: l'ex inter Castaignos in avan-ti, hradecky dal Brondby in porta, abraham dall'hoffenheim in difesa, l'ala sinistra Gacinovic del Vojvodina.

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bastasse, messi a parte, a Guardiola piacciono poco i giocatori che non ri-spettano i suoi dettami tattici, ragione per la quale Vidal non potrà sgarrare. Guerriero a parte, la stagione di Pep Guardiola sulla panchina del Bayern monaco non è cominciata nel miglio-re dei modi. a proposito di schemi, c'è stato da segnalare il battibecco avuto con Thomas muller durante una ses-sione di allenamento, probabilmente dovuta ad una scarsa partecipazio-ne e capacità della squadra di fare quello che l'ex Barcellona chiedeva (alcuni movimenti in fase offensiva). La stampa tedesca filo-bavarese, a cau-sa del mancato rinnovo del contratto in scadenza nel 2016, non ha lesinato critiche nei suoi confronti, accusandolo di non aver ancora dato un gioco ben preciso alla squadra (si fa girare la palla molto di meno rispetto a quanto accadeva ai tempi dei suoi fasti con i blaugrana di messi) e di non riuscire a farsi capire bene dai suoi giocatori a causa della sua poca dimestichezza con la lingua tedesca. La sua situazione è esponenzialmente peggiorata dopo la finale di Coppa di germania persa ai rigori contro il Wolfsburg (pareggio di Bendtner a tempo scaduto): in que-sto caso la lamentela dei media nei confronti di Pep ha riguardato la sua ossessione per il tiki-taka. Gli avrà si-curamente portato via qualche simpa-tizzante la cessione di schweinsteiger al Manchester United (voluta però più dal diretto interessato che dall'allena-tore) e la conseguente accusa di essere poco 'filo-nazionalista'. Guardiola ha comunque dalla propria parte un'inte-ra stagione per far ricredere i suoi de-trattori e per portare in bacheca altri titoli (Champions League in primis).

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rima di campionato: il mar-siglia ospita in casa il Caen. Esordio agevole per l’om, pensano in molti, ma nean-che il più scettico dei soste-

nitori presenti al ‘Velodrome’ si sarebbe potuto aspettare un finale di serata così drammatico: non soltanto la sconfitta su-bita sul campo da mandanda e compa-gni ma, a stretto giro di posta, anche le clamorose dimissioni di marcelo Bielsa.È da qui che partiamo, da quell’inatte-so dopo gara, per entrare nuovamente nel mondo del ‘Loco’, del marsiglia e di michèl, chiamato a raccoglierne l’e-

redità.ma andiamo con ordine e cominciamo dal finale dell’annata scorsa: l’OM, dopo un avvio di stagione molto pro-mettente, comincia a perdere terreno fino a scivolare al quarto posto e a perdere anche il diritto di prendere parte ai playoff di Champions League. apriti cielo. o forse no? Bielsa, ama-tissimo dalla stragrande maggioranza dei tifosi marsigliesi, fa da parafulmine e il disastroso finale di stagione della squadra viene in fretta perdonato. ma l’organizzazione del mercato estivo, dalle parti del Golfo del Leone, è per

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sfortunato e, passato in svantaggio nel corso del primo tempo, non riesce a rie-quilibrare le sorti del match. il ko brucia e scopre il fianco alle tante critiche che giornalisti e addetti ai lavori tenevano in canna da qualche tempo. ma il colpo di scena avviene nel dopo partita: Bielsa sorprende tutti e, all’im-provviso, annuncia: “Mi dimetto”. Con la stessa serenità con la quale avreb-be detto “buonasera”. senza agitarsi, senza restare ad attendere le reazioni dei presenti. E, soprattutto, senza aver-ne ancora fatto parola con nessuno, tanto meno con i propri giocatori. La sconfitta casalinga, però, non c’entra. La decisione di lasciare il marsiglia era stata già presa, ma Bielsa ha scelto di comunicarla – forse immaginandosi e certamente augurandosi un successo contro il Caen – dopo quella che sareb-be stata la sua ultima partita al ‘Velo-drome’. alla luce del risultato maturato in campo, ovviamente, la sua decisione lascia più di una perplessità sulle mo-dalità ma, come si suol dire, il dado era ormai tratto e Bielsa non ha potuto far altro che rispondere con pacatezza ed onestà alle domande pervenutegli dai giornalisti presenti in sala.“Mercoledì ho incontrato il dg Perez e l’avvocato di Margarita Louis-Dreyfus – ha spiegato Bielsa - i quali mi hanno comunicato che gli accordi che avevamo già raggiunto relativamente al rinnovo sarebbero stati rivisti. e non si trattava di aspetti legati al mio compenso. Li ho ascoltati, poi sono andato via e ho capi-to che non sarei stato più l’allenatore del Marsiglia perché ho notato che era finita la fiducia. E quando non c’è fiducia non è possibile lavorare insieme…”Facile pensare che Bielsa si sia reso conto di come nelle intenzioni (o forse sarebbe più giusto dire, nelle possibili-tà) dell’om non ci fosse più la velleità di costruire una squadra di vertice e abbia dunque deciso di abdicare. Per-ché il ‘Loco’ alla parola data tiene mol-to e se la controparte non la rispetta, lui agisce di conseguenza. senza badare alla forma. C’è chi lo accusa di tradimento, di am-mutinamento, di aver abbandonato la barca nel momento più difficile, ma Bielsa guarda e passa, senza curar-si delle chiacchiere. ma forse, ancora una volta, l’argentino ci ha visto lungo: la cessione del talento più cristallino

dell’om, Florian Thauvin, al newcastle sembra essere proprio l’ultimo – deci-sivo e lampante – segnale di un addio alle armi.

MICHEL E IL FonDo DoYEn

Prima iL TECniCo, Poiil ClUb? NEliO lUCAs aLLarGa i ProPrioriZZonTi…

Tanti allenatori sono stati accosta-ti alla panchina dell’OM finché non è arrivato l’annuncio meno atteso: per sostituire Bielsa sulla panchina dei marsigliesi è stato infatti scelto José miguel Gonzàlez martìn del Campo, che in molti ricordano con addosso la maglia della naziona-le spagnola ad italia ’90 e con lo pseudonimo di michel. Carriera di successo da calciatore (con la ma-glia del real madrid ha vinto per 6 volte la Liga), lo stesso non si può ancora dire per la sua carriera da allenatore. rayo Vallecano (in terza divisione), Getafe, siviglia e olym-piacos nel suo curriculum: avventu-re – eccezion fatta per la prima – naufragate in fretta dopo qualche buon risultato. E allora come mai la decisione di affidare a lui la guida di un club difficile da gestire come l’olympique marsiglia? La risposta sta tutta in una parola: Doyen. nelio Lucas, personaggio chiave del fondo di investimento che riveste un ruolo sempre più influente sul calciomerca-to internazionale, sembra interessato ad inserire l’om nel proprio raggio d’azione e michel sarebbe stato in-dicato proprio da lui. E se, come so-stengono in Provenza, il marsiglia ha bisogno di fondi per tornare grande, i conti iniziano proprio a tornare…

di renato MAISAnI

CAoS AL VELoDRoME

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lo meno rivedibile. i contratti di morel, Fanni e – soprattutto – Gignac e andrè ayew, si concludono. inoltre, Payet vola al West ham e imbula, corteggiato a lungo anche dall’inter, sceglie il Porto. Un vero e proprio esodo al quale bielsa assiste impotente e al quale non fa da contraltare un altrettanto valida cam-pagna acquisti: il riscatto di ocampos non può che essere interpretato come una conferma e gli arrivi a costo 0 di Cabella, Lassana Diarra e Diaby non riescono certo a compensare le illustri partenze.E così Bielsa passa l’intera estate a stu-diare. partite, dvd, ore e ore di filmati per sottoporre all’attenzione del club alcuni possibili rinforzi. ma tutto tace e l’om decide, per lo meno per l’inizio dell’annata, di non sostituire Gignac e Ayew e di affidarsi piuttosto al giovane michy Batshuayi, autore di 9 reti nella stagione precedente. Un azzardo, pro-babilmente. nella gara d’esordio con-tro il Caen va tutto storto, il marsiglia è

MiCHel

TiTOlO DiDaSCaliaTesto didascaliatesto didascaliatesto didascalia

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1X2 I NUMeRI deLLA 1A GIoRNAtA

EMPOLI-ChIEVO 1-3 (1-0)Data: 23-08-2015 – Ore: 20:45EMPOLI 4-3-1-2: Skorupski 6; Zambelli 6, Martinelli 5, Barba 5, Mario Rui 5,5; Zielinski 5,5, Dioussè 5 (28’ st Ronaldo 5), Croce 7 (12’ st signorelli 5); saponara 7; maccarone 6 (18’ st mchedlidze 5,5), Pucciarelli 5.Allenatore: giampaolo 5,5.ChIEVO 4-4-2: Bizzarri 7; Frey 5,5, gamberini 6, Cesar 6, gobbi 6; Birsa 7 (43’ st Cacciatore ng), Radovanovic 5 (43’ pt Rigoni 6), Hetemaj 5, Castro 6; Paloschi 7, m’Poku 5 (1’ st meggiorini 7).Allenatore: maran 6,5.ARBITRO: mariani di aprilia 6.RETI: 7’ pt saponara (e); 10’ st meggiorini (C), 15’ Birsa (C), 18’ Paloschi (C).RECUPERO: 5 minuti (2’ pt + 3’ st).AMMONITI: saponara (e); Rigoni, meggiorini (C).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 7.309.

FIORENTINA-MILAN 2-0 (1-0)Data: 23-08-2015 – Ore: 20:45FIORENTINA 3-4-2-1: tatarusanu 6; tomovic 6,5, Rodríguez 6, Roncaglia 6 (14’ st astori 6); gilberto 5,5, Borja valero 7, Badelj 6, alonso 6,5; Ilicic 7 (22’ st suárez 6), Bernardeschi 6 (36’ st Fernández ng); Kalinic 7.Allenatore: Paulo sousa 7.MILAN 4-3-1-2: diego López 7; de sciglio 6, ely 4, Romagnoli 5, antonelli 5; Bertolacci 5 (25’ st Nocerino 5,5), De Jong 5, Bonaventura 5; honda 5 (39’ pt Zapata 5,5); Luiz adriano 5, Bacca 5 (33’ st Cerci ng).Allenatore: mihajlovic 5.ARBITRO: valeri di Roma 6.RETI: 38’ pt alonso; 11’ st Ilicic rig.RECUPERO: 5 minuti (1’ pt + 4’ st).AMMONITI: Roncaglia, Ilicic, Bernardeschi (F); ely, Romagnoli, Bonaventura (m).ESPULSI: 36’ pt ely (m) per doppia ammonizione.SPETTATORI: 33.904.

FROSINONE-TORINO 1-2 (1-0)Data: 23-08-2015 – Ore: 20:45FROSINONE 4-4-2: Leali 7; Rosi 6 (31’ st Ciofani m. 6), Russo 6, diakité 6,5, Crivello 5,5; Paganini 6, gori 6, gucher 5,5, soddimo 6 (23’ st Carlini 6); Longo 6 (38’ st verde ng), dionisi 5,5.Allenatore: stellone 6.TORINO 3-5-2: Padelli 6; maksimovic 6, glik 6, moretti 6; Bruno Peres 6,5, Benassi 7 (34’ st acquah ng), gazzi 6, Baselli 7 (40’ st vives ng), avelar 7; maxi López 6 (16’ st martínez 6), Quagliarella 7.Allenatore: ventura 6,5.ARBITRO: Banti di Livorno 6,5.RETI: 7’ pt soddimo (F); 14’ st Quagliarella (t), 19’ Baselli (t).RECUPERO: 6 minuti (1’ pt + 5’ st).AMMONITI: Ciofani m., dionisi (F); maksimovic, Bruno Peres (t).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 9.000 circa.

INTER-ATALANTA 1-0 (0-0)Data: 23-08-2015 – Ore: 20:45INTER 4-3-1-2: Handanovic 6; santon 6, miranda 6, murillo 6,5, Juan Jesus 6; medel 5,5, gnoukouri 5 (1’ st Hernanes 6), Kondogbia 6; Brozovic 6 (40’ st manaj ng); Icardi ng (15’ pt Jovetic 7), Palacio 6.Allenatore: mancini 6.ATALANTA 4-3-3: sportiello 7; masiello 5,5, stendardo 6, Cherubin 6, dramè 6; Carmona 5, de Roon 7, Kurtic 6; gomez 6 (33’ st migliaccio 5,5), denis 5 (23’ pt Pinilla 6), moralez 5 (19’ st d’alessandro 5,5).Allenatore: Reja 5,5.ARBITRO: Calvarese di teramo 6.RETI: 48’ st Jovetic.RECUPERO: 6 minuti (1’ pt + 5’ st).AMMONITI: manaj, Palacio (I); Carmona, Pinilla, moralez (a).ESPULSI: 26’ st Carmona (a) per doppia ammonizione.SPETTATORI: 37.042.

JUVENTUS-UDINESE 0-1 (0-0)Data: 23-08-2015 – Ore: 18:00JUVENTUS 3-5-2: Buffon 6; Barzagli 6, Bonucci 6, Chiellini 6; Lichtsteiner 5 (36’ st Isla 5), Pereyra 5 (35’ st Llorente ng), Padoin 5,5, Pogba 5,5, evrà 6; mandzukic 6, Coman 5,5 (20’ st dybala 5,5).Allenatore: allegri 5.UDINESE 3-5-2: Karnezis 6,5; Heurtaux 6, danilo 6, Piris 6; edenilson 6, Badu 5,5 (8’ st Kone 6), Iturra 5,5, Bruno Fernandes 6, adnan 6 (41’ st widmer 6); Théréau 6,5, Di Natale 5 (21’ st Zapata 6).Allenatore: Colantuono 6,5.ARBITRO: mazzoleni di Bergamo 6.RETI: 33’ st théréau.RECUPERO: 5 minuti (0’ pt + 5’ st).AMMONITI: Padoin (J); Heurtaux, Piris, adnan (U).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 38.697.

LAZIO-BOLOGNA 2-1 (2-1)Data: 22-08-2015 – Ore: 20:45LAZIO 4-3-3: Berisha 6,5; Basta 7, de vrij 6, gentiletti 6,5, Radu 5; Parolo 6, Biglia 6,5 (7’ st Cataldi 6), Lulic 5 (17’ st milinkovic-savic 6); Candreva 7 (30’ st Felipe anderson 5), Keita 6, Kishna 7.Allenatore: Pioli 6,5.BOLOGNA 4-3-1-2: mirante 7; Ferrari 5, Oikonomou 6, Rossettini 5, masina 5; Crimi 5 (1’ st Pulgar 6), Crisetig 5 (38’ st diawara ng), Brighi 5; Brienza 6,5; mancosu 7, acquafresca 5 (31’ st destro 5).Allenatore: Rossi 5,5.ARBITRO: Rocchi di Firenze 6.RETI: 17’ pt Biglia (L), 24’ Kishna (L), 43’ mancosu (B).RECUPERO: 5 minuti (1’ pt + 4’ st).AMMONITI: Radu, milinkovic-savic (L); Brighi (B).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 19.464

PALERMO-GENOA 1-0 (0-0)Data: 23-08-2015 – Ore: 20:45PALERMO 3-5-2: sorrentino 7; vitiello 6, gonzález 7, el Kaoutari 7; Rispoli 6, Rigoni 6 (28’ st Hiljemark 6,5), Jajalo 6, Chochev 5 (33’ pt trajkovski 6), Lazaar 6 (42’ st daprelà ng); Quaison 6, vazquez 6,5.Allenatore: Iachini 6,5.GENOA 3-4-3: Lamanna 6; de maio 6, Burdisso 6, marchese 6; Cissokho 6,5, tino Costa 6,5 (38’ st Panico ng), Kucka 6, Laxalt 6; Lazovic 5 (7’ st Capel 5, 23’ st tachtsidis 5,5), Pandev 5, Ntcham 6,5.Allenatore: gasperini 6,5.ARBITRO: Irrati di Pistoia 6,5.RETI: 47’ st el Kaoutari.RECUPERO: 4 minuti (1’ pt + 3’ st).AMMONITI: vitiello (P); marchese (g).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 22.608.

SAMPDORIA-CARPI 5-2 (5-1)Data: 23-08-2015 – Ore: 20:45SAMPDORIA 4-3-1-2: viviano 6; Cassani 6,5, silvestre 6, Coda 6, Regini 6; Ivan 6, Fernando 7, Barreto 7; soriano 7 (38’ st wszolek ng); muriel 8 (30’ st Cassano 6), eder 7,5.Allenatore: Zenga 6,5.CARPI 4-4-1-1: Brkic 4; Letizia 4 (25’ st wallace 6), spolli 5, Bubnjic 5, gagliolo 5 (15’ st di gaudio 6); matos 6, Porcari 5, marrone 6, gabriel silva 5; Lazzari 6,5; Lasagna 5 (11’ st wilczek 6).Allenatore: Castori 4,5.ARBITRO: Fabbri di Ravenna 6,5.RETI: 14’ pt eder (s), 21’ e 30’ muriel (s), 33’ eder (s) rig., 37’ Fernando (s), 38’ Lazzari (C); 43’ st matos (C).RECUPERO: 3 minuti (0’ pt + 3’ st).AMMONITI: Coda, Ivan (s); Letizia, Porcari, marrone (C).ESPULSI: 36’ st Ivan (s) per doppia ammonizione.SPETTATORI: 21.835NOTE: al 47’ st Lazzari (C) si è fatto parare un rigore.

SASSUOLO-NAPOLI 2-1 (1-1)Data: 23-08-2015 – Ore: 20:45SASSUOLO 4-3-3: Consigli 6; vrsaljko 6, Cannavaro 6, acerbi 6,5, Peluso 6; missiroli 6,5, magnanelli 6,5, duncan 6; Berardi 7 (18’ st Politano 6), defrel 6,5 (37’ st Falcinelli 6), Floro Flores 7 (28’ st sansone 7).Allenatore: di Francesco 7.NAPOLI 4-3-1-2: Reina 7; maggio 5, albiol 5, Chiriches 5, hysaj 5; David López 5,5, Valdifiori 5, hamsik 6; Insigne 5 (28’ st el Kaddouri 5); Higuaín 5 (18’ st gabbiadini 5), mertens 5,5 (35’ st Callejón ng).Allenatore: sarri 5.ARBITRO: doveri di Roma 6.RETI: 3’ pt Hamsik (N), 32’ Floro Flores (s); 39’ st sansone (s).RECUPERO: 4 minuti (0’ pt + 4’ st).AMMONITI: Peluso, magnanelli, Berardi, sansone (s); Chiriches, Valdifiori (N).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 13.755.

CLASSIFICAsampdoria 3 1 1 0 0 5 2Chievo 3 1 1 0 0 3 1Fiorentina 3 1 1 0 0 2 0Lazio 3 1 1 0 0 2 1sassuolo 3 1 1 0 0 2 1torino 3 1 1 0 0 2 1Inter 3 1 1 0 0 1 0Palermo 3 1 1 0 0 1 0Udinese 3 1 1 0 0 1 0Roma 1 1 0 1 0 1 1verona 1 1 0 1 0 1 1Bologna 0 1 0 0 1 1 2Frosinone 0 1 0 0 1 1 2Napoli 0 1 0 0 1 1 2atalanta 0 1 0 0 1 0 1genoa 0 1 0 0 1 0 1Juventus 0 1 0 0 1 0 1empoli 0 1 0 0 1 1 3milan 0 1 0 0 1 0 2Carpi 0 1 0 0 1 2 5

MARCATORI

2 RETI: eder (1 rig.), muriel (sampdoria)

1 RETE: mancosu (Bologna); Lazzari, matos (Carpi); Birsa, meggiorini, Paloschi (Chievo); saponara (empoli); alonso, Ilicic (Fiorentina, 1 rig.); soddimo (Frosinone); Jovetic (Inter); Biglia, Kishna (Lazio); Hamsik (Napoli); el Kaoutari (Palermo); Florenzi (Roma); Fernando (sampdoria); Floro Flores, sansone (sassuolo); Baselli, Quagliarella (torino); théréau (Udinese); Jankovic (verona)

VERONA-ROMA 1-1 (0-0)Data: 22-08-2015 – Ore: 18:00VERONA 4-3-3: Rafael 6; Pisano 6, marquez 6,5, moras 6,5, souprayen 6,5 (33’ st Romulo ng); sala 6, greco 6, Hallfredsson 7; Jankovic 7 (39’ st Pazzini ng), toni 6, gomez 6 (29’ st siligardi 6).Allenatore: mandorlini 6,5.ROMA 4-3-3: szczesny 7; Florenzi 6,5, manolas 6, Castan 5, torosidis 5; Pjanic 6, de Rossi 6 (20’ st Keita 6), Nainggolan 6; salah 5 (20’ st Iago Falqué 6), dzeko 6, gervinho 5 (38’ st Ibarbo ng).Allenatore: Rudi garcia 5,5.ARBITRO: guida di torre annunziata 6.RETI: 16’ st Jankovic (v), 21’ Florenzi (R).RECUPERO: 4 minuti (0’ pt + 4’ st).AMMONITI: souprayen, gomez (v); Castan (R).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 22.255.

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IL FILM LA gALLERY deLLA 1A GIoRNAtA

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1X2 I NUMeRI deLLA 2A GIoRNAtA

ATALANTA-FROSINONE 2-0 (1-0)Data: 30-08-2015 – Ore: 20:45ATALANTA 4-3-3: sportiello 6; masiello 6, stendardo 7, Cherubin 6, dramè 6; grassi 6,5 (23’ st migliaccio 6), de Roon 7, Kurtic 6 (31’ st giorgi ng); moralez 7, Pinilla 5,5, gomez 7 (43’ st estigarribia ng).Allenatore: Reja 7.FROSINONE 4-4-2: Leali 8; Rosi 6, diakité 5, Blanchard 5, Crivello 5; Paganini 5,5 (29’ st tonev 6), gori 5,5, gucher 5, soddimo 6 (24’ st Carlini 6); Longo 5 (1’ st Ciofani d. 6), dionisi 5,5.Allenatore: stellone 5,5.ARBITRO: Celi di Bari 6,5.RETI: 21’ pt stendardo; 24’ st gomez.RECUPERO: 4 minuti (0’ pt + 4’ st).AMMONITI: Pinilla (a); diakité, Blanchard, Paganini, dionisi (F).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 14.546.NOTE: al 8’ pt Pinilla (a) si è fatto parare un rigore.

BOLOGNA-SASSUOLO 0-1 (0-0)Data: 29-08-2015 – Ore: 18:00BOLOGNA 4-3-2-1: mirante 6; mbaye 5 (1’ st Ferrari 6), Rossettini 6, maietta 6, masina 6; donsah 6,5 (10’ st diawara 5), Crisetig 5, Pulgar 6; Falco 6, Brienza 7; destro 5,5 (26’ st mancosu 5).Allenatore: Rossi 5,5.SASSUOLO 4-3-3: Consigli 6; vrsaljko 5,5, Cannavaro 6, acerbi 6,5, Peluso 6; missiroli 6, magnanelli 6, duncan 7; Politano 6,5 (17’ st Floro Flores 7), defrel 6 (29’ st Falcinelli 6), sansone 6,5 (35’ st Laribi 6,5).Allenatore: di Francesco 6,5.ARBITRO: Russo di Nola 6.RETI: 42’ st Floro Flores.RECUPERO: 6 minuti (1’ pt + 5’ st).AMMONITI: Ferrari, Falco, destro (B); Cannavaro (s).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 26.845.

CARPI-INTER 1-2 (0-1)Data: 30-08-2015 – Ore: 20:45CARPI 3-5-2: Brkic 5; Letizia 5, Bubnjic 6, gagliolo 6; wallace 6 (31’ st di gaudio 6,5), Lollo 6, marrone 6, Fedele 6 (34’ st Lazzari 6), gabriel silva 5; matos 6,5, wilczek 5 (21’ st Lasagna 6).Allenatore: Castori 6.INTER 4-3-1-2: Handanovic 6; santon 6 (35’ st Nagatomo 5), miranda 6, murillo 6, Juan Jesus 6; guarín 6,5, medel 6, Kondogbia 5,5; Brozovic 5 (40’ st Hernanes ng); Palacio 6, Jovetic 7 (45’ st Ranocchia ng).Allenatore: mancini 6.ARBITRO: massa di Imperia 5.RETI: 31’ pt Jovetic (I); 36’ st di gaudio (C), 44’ Jovetic (I) rig.RECUPERO: 5 minuti (2’ pt + 3’ st).AMMONITI: Letizia, Lollo, gabriel silva (C); Handanovic, santon, miranda, medel (I).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 15.000 circa.

ChIEVO-LAZIO 4-0 (3-0)Data: 30-08-2015 – Ore: 20:45ChIEVO 4-3-1-2: Bizzarri 7; Frey 6,5, Cesar 6,5, gamberini 7, gobbi 7; Castro 7, Rigoni 6,5 (28’ st Cacciatore 6), Hetemaj 7; Birsa 8 (36’ st Pepe 6); Paloschi 8, meggiorini 8 (42’ st m’Poku ng).Allenatore: maran 7,5.LAZIO 4-3-3: Berisha 5,5; Basta 5 (1’ st Patric 5), de vrij 4,5, gentiletti 4, Radu 5; Parolo 6, Cataldi 5, Lulic 4,5 (1’ st morrison 5); Candreva 5 (15’ st Felipe anderson 4,5), Keita 6, Kishna 5.Allenatore: Pioli 4,5.ARBITRO: di Bello di Brindisi 6.RETI: 12’ pt meggiorini, 30’ Paloschi, 45’ Birsa; 23’ st Paloschi.RECUPERO: 4 minuti (2’ pt + 2’ st).AMMONITI: Cataldi (L).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 10.000 circa.

GENOA-VERONA 2-0 (0-0)Data: 30-08-2015 – Ore: 20:45GENOA 3-5-2: Lamanna 6,5; de maio 6 (29’ st marchese 6), Burdisso 6, Izzo 6; Cissokho 6, Rincón 7, tino Costa 6, Ntcham 7, Laxalt 7; gakpé 7, Pandev 5,5 (11’ st Pavoletti 7, 27’ st Lazovic 6).Allenatore: gasperini 7.VERONA 4-3-3: Rafael 6; Pisano 5,5, marquez 5, moras 6, souprayen 5,5; sala 5,5 (39’ st siligardi ng), greco 5,5, Hallfredsson 6 (22’ pt viviani 6); Jankovic 6 (24’ st Pazzini 6), toni 6, gomez 6.Allenatore: mandorlini 5,5.ARBITRO: Orsato di schio 6,5.RETI: 12’ st Pavoletti, 31’ gakpé.RECUPERO: 5 minuti (1’ pt + 4’ st).AMMONITI: Izzo, Rincón (g); moras, Pazzini (v).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 19.462.

MILAN-EMPOLI 2-1 (1-1)Data: 29-08-2015 – Ore: 20:45MILAN 4-3-1-2: diego López 5,5; de sciglio 5,5, Zapata 5,5, Romagnoli 6, Antonelli 6; Bertolacci 5 (38’ st Poli ng), de Jong 5, Nocerino 4,5 (1’ st Kucka 6); suso 4,5 (10’ st Bonaventura 6,5); Bacca 6,5, Luiz adriano 7.Allenatore: mihajlovic 5,5.EMPOLI 4-3-1-2: Skorupski 5; Zambelli 6, Tonelli 6, Barba 5 (35’ st Costa ng), Mario Rui 6; Zielinski 6, dioussè 6,5 (31’ st maiello 6), Croce 6,5; saponara 7; maccarone 6 (17’ st mchedlidze 5), Pucciarelli 5.Allenatore: giampaolo 6.ARBITRO: giacomelli di trieste 5,5.RETI: 16’ pt Bacca (m), 19’ saponara (e); 24’ st Luiz adriano (m).RECUPERO: 4 minuti (1’ pt + 3’ st).AMMONITI: tonelli, maccarone (e).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 34.382.

NAPOLI-SAMPDORIA 2-2 (2-0)Data: 30-08-2015 – Ore: 20:45NAPOLI 4-3-1-2: Reina 6,5; maggio 6, albiol 5, Koulibaly 5,5, Hysaj 5,5 (26’ st ghoulam 5); allan 6 (13’ st David López 5,5), Valdifiori 5,5 (23’ st Jorginho 5), Hamsik 6; Insigne 6; Higuaín 7, Callejón 5.Allenatore: sarri 5,5.SAMPDORIA 4-3-1-2: viviano 6; Cassani 6, Coda 5,5 (22’ pt Zukanovic 6), Silvestre 6, Regini 6; Barreto 6, Fernando 6, Palombo 6; soriano 6 (42’ st wszolek ng); eder 7 (44’ st moisander ng), muriel 6,5.Allenatore: Zenga 6.ARBITRO: gervasoni di mantova 6,5.RETI: 9’ e 39’ pt Higuaín (N); 13’ rig. e 14’ st eder (s).RECUPERO: 5 minuti (2’ pt + 3’ st).AMMONITI: silvestre, Fernando (s).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 25.128.

ROMA-JUVENTUS 2-1 (0-0)Data: 30-08-2015 – Ore: 18:00ROMA 4-3-3: szczesny 7; Florenzi 7, manolas 6,5, de Rossi 6, digne 6,5; Pjanic 7,5, Keita 6, Nainggolan 7; salah 6,5 (32’ st Iturbe 6), dzeko 7 (48’ st Ibarbo ng), Iago Falqué 6,5 (34’ st Ljajic ng).Allenatore: Rudi garcia 7.JUVENTUS 3-5-2: Buffon 6,5; Cáceres 5, Bonucci 6, Chiellini 5,5; Lichtsteiner 5 (27’ st Pereyra 6), sturaro 5, Padoin 5 (30’ st Cuadrado 6), Pogba 5, evrà 5; dybala 6, mandzukic 5 (18’ st morata 5,5).Allenatore: allegri 4,5.ARBITRO: Rizzoli di Bologna 5.RETI: 16’ st Pjanic (R), 34’ dzeko (R), 42’ dybala (J).RECUPERO: 5 minuti (1’ pt + 4’ st).AMMONITI: de Rossi, Pjanic, dzeko (R); Chiellini, Pogba, evrà (J).ESPULSI: 21’ st Rubinho (J, in panchina per proteste), 33’ evra (J) per doppia ammonizione.SPETTATORI: 56.040.

TORINO-FIORENTINA 3-1 (0-1)Data: 30-08-2015 – Ore: 20:45TORINO 3-5-2: Padelli 6; maksimovic 6, glik 6, moretti 7; Bruno Peres 6, Benassi 6 (19’ st acquah 6,5), vives 6, Baselli 7,5 (38’ st gazzi ng), avelar 7; Quagliarella 7, martínez 5,5 (15’ st maxi López 6).Allenatore: ventura 7.FIORENTINA 3-4-2-1: tatarusanu 6; tomovic 5,5, Rodríguez 5, Roncaglia 5; gilberto 5 (31’ st Rebic ng), Borja valero 7, suárez 6, alonso 6; Ilicic 6 (28’ st Rossi 6), Fernández 6 (18’ st Bernardeschi 5,5); Kalinic 6.Allenatore: Paulo sousa 6.ARBITRO: tagliavento di terni 5,5.RETI: 10’ pt alonso (F); 22’ st moretti (t), 24’ Quagliarella (t), 32’ Baselli (t).RECUPERO: 2 minuti (0’ pt + 2’ st).AMMONITI: vives, maxi López (t); Rodríguez, alonso, Fernández (F).ESPULSI: nessuno.SPETTATORI: 20.482.

CLASSIFICAChievo 6 2 2 0 0 7 1torino 6 2 2 0 0 5 2Inter 6 2 2 0 0 3 1sassuolo 6 2 2 0 0 3 1Palermo 6 2 2 0 0 2 0sampdoria 4 2 1 1 0 7 4Roma 4 2 1 1 0 3 2atalanta 3 2 1 0 1 2 1genoa 3 2 1 0 1 2 1Fiorentina 3 2 1 0 1 3 3Udinese 3 2 1 0 1 1 1milan 3 2 1 0 1 2 3Lazio 3 2 1 0 1 2 5Napoli 1 2 0 1 1 3 4verona 1 2 0 1 1 1 3Bologna 0 2 0 0 2 1 3Juventus 0 2 0 0 2 1 3empoli 0 2 0 0 2 2 5Frosinone 0 2 0 0 2 1 4Carpi 0 2 0 0 2 3 7

MARCATORI

4 RETI: eder (sampdoria, 2 rig.)

3 RETI: Paloschi (Chievo); Jovetic (Inter, 1 rig.)

2 RETI: Birsa, meggiorini (Chievo); saponara (empoli); alonso (Fiorentina); Higuaín (Napoli); muriel (sampdoria); Floro Flores (sassuolo); Baselli, Quagliarella (torino)

1 RETE: gomez, stendardo (atalanta); mancosu (Bologna); di gaudio, Lazzari, matos (Carpi); Ilicic (Fiorentina, 1 rig.); soddimo (Frosinone); gakpé, Pavoletti (genoa); dybala (Juventus); Biglia, Kishna (Lazio); Bacca, Luiz adriano (milan); Hamsik (Napoli); el Kaoutari, Rigoni (Palermo); dzeko, Florenzi, Pjanic (Roma); Fernando (sampdoria); sansone (sassuolo); moretti (torino); théréau (Udinese); Jankovic (verona)

UDINESE-PALERMO 0-1 (0-1)Data: 30-08-2015 – Ore: 20:45UDINESE 3-5-2: Karnezis 6; Heurtaux 6 (25’ st di Natale 6), danilo 6, Piris 6; edenilson 5, merkel 5 (13’ st Kone 6), Iturra 6,5 (34’ st marquinho ng), Bruno Fernandes 6, Adnan 6; Théréau 6, Zapata 5,5.Allenatore: Colantuono 6.PALERMO 3-5-1-1: sorrentino 7; struna 4, gonzález 7, el Kaoutari 6,5; Rispoli 6 (20’ st goldaniga 6), Rigoni 7 (32’ st Hiljemark ng), Jajalo 6, Quaison 5 (38’ st vitiello ng), Lazaar 6; vazquez 6,5; trajkovski 6.Allenatore: Iachini 6,5.ARBITRO: damato di Barletta 6.RETI: 8’ pt Rigoni.RECUPERO: 5 minuti (1’ pt + 4’ st).AMMONITI: Merkel, Iturra, Bruno Fernandes, Zapata (U); sorrentino, struna, Jajalo (P).ESPULSI: 25’ st struna (P) per doppia ammonizione.SPETTATORI: 13.200.

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IL FILM LA gALLERY deLLA 2A GIoRNAtA

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Fermo ormai da un anno, dopo l'espe-

rienza al Parma, eccolo in tribuna

con la famiglia a san siro per la prima vittoriosa dell'inter contro

l'atalanta.

www.carlettoweb.com

Esordio in campio-nato con goal per il giocatore della roma qui in spiaggia con gli amici.

simpatica foto dell'ex

giocatore della Juveallo stadio

con un suo fan...

non saràsicuramenterimpianto ai tifosi dell'inter, l'attaccante tedesco è giàpronto per lanuova avventuranel Galatasaray.

si rilassapescando,

l'ala del milan, reduce da una

stagione nonproprio

positiva.

Dopo l'esordio con goal nelChelsea, l'ex Pedroè tornato aBarcellona persalutare la squadra ed eccolo con ilbrasiliano neymarper un doverososelfie di saluto.

Ennesimo cambiodi maglia per

il talentocamerunense

dopo gli ultimisei mesi trascorsi

a Genova sponda

sampdoriana.

altro ex interche non saràsicuramenterimpianto,eccolo lo svizzero conla nuovamaglia.

il dJ/speaker di RTl 102.5 Carlo CARLetto Nicoletti seguirà i profili instagram e Twitter dei giocatori più importanti del pianeta Calcio e ci segnalerà le foto e i tweet più divertenti e particolari. segnalate quelle che magari potrebbero sfuggirgli scrivendogli al suo profilo instagram e Twitter: @carlettoweb

BIABIANY FLoReNZI

CeRCI NeYMAR JR

deL PIeRo PodoLSKI

eto'o ShAQUIRI

scovate da CARLett

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