Calcio2000 n. 201

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Mensile | SETTEMBRE 2014 | N. 201 | Italia | Euro 3,90 il mensile diretto da FABRIZIO PONCIROLI INTERVISTA ESCLUSIVA “Il mio potere per un super Milan” “Orgogliosi di essere granata” ESCLUSIVA TORINO Pag. 8 Pag. 16 ADIL RAMI FOCUS ON FIORENTINA Le verità di Pasqual HRISTO STOICHKOV Miti del Calcio ALESSANDRO LUCCI I Re del Mercato Pag.48 Pag.68 Pag.42 Calcio 2 OOO

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Mensile | SETTEMBRE 2014 | N. 201 | Italia | Euro 3,90

il mensile diretto da FABRIZIO PONCIROLI

INTERVISTA ESCLUSIVA

“Il mio potereper un super Milan”

“Orgogliosi di essere granata”ESCLUSIVA TORINO

Pag. 8

Pag. 16

ADIL RAMI

FOCUS ON FIORENTINALe verità di Pasqual

HRISTO STOICHKOVMiti del Calcio

ALESSANDRO LUCCII Re del Mercato

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e si continua a parlare di colpi stranieri. Invidiamo i campionati d’élite europei e annaspiamo nei nostri errori, senza trovare soluzioni. Mille partite, campionati infiniti e di poca qualità, tutto il contrario di quanto si auspicava dopo il disastroso Mon-diale azzurro. Siamo meravigliosi nell’arte del linguaggio ma, quando c’è da prendere decisioni forti ed impopolari, diven-tiamo invisibili. Attenzione, forse verrò smentito. Forse sono io che non capisco e gli “illuminati”, presto, mi dimostreranno che ho torto marcio ma, nel frattempo, resto convinto che il nostro calcio stia continuando a precipitare, solo ad una velocità in-feriore rispetto a prima (ma sta pur sempre precipitando…). Non sono nessuno per dare giudizi o, ancora, per suggerire soluzioni, comunque mi sento in dovere di ricordare a tutti che il calcio italiano, come il nostro Paese, deve svegliarsi. In Eu-ropa tutti sanno cosa fare e si sono attrezzati per diventare grandi, da noi si discute su perché Balotelli si è fatto biondo o sulla love story tra Buffon e la D’Amico. “Errare humanum est, perseverare autem diabolicum” che, più o meno, tradurrei così, accostando la locuzione latina al nostro malandato cal-cio: “Ragazzi, va bene sbagliare ma qui si sta esagerando…”. Ho scritto fin troppo, vi lascio alla parte bella del calcio, la nostra/vostra rivista… Da noi, le polemiche, non interessano…

uecento e… uno!!! Che soddisfazione, dopo aver celebrato il n.200, andiamo avanti, certi che l’avventura continuerà a lungo. Se vi conosco bene, anche voi non vedete l’ora di calcio vero. L’estate è bel-lissima (tempo a parte), ci sono gli ombrel-loni e impazza il mercato ma, alla fine,

per chi adora il calcio come tutti noi, il profumo dell’erba è unico. Il campionato è alle porte, forse mai così indeciso (al-meno sulla carta). Conte ci ha salutato, la Roma si sta raf-forzando, il Napoli non scherza, le milanesi puntano al col-paccio, Fiorentina e Lazio non vogliono restare a guardare… Insomma ci sarà da divertirsi (si spera). Da questo punto di vista, è stato davvero un piacere conoscere da vicino Rami, uno che si è ridotto lo stipendio pur di restare al Diavolo. Vi consiglio anche lo speciale Torino, una piazza che sta tor-nando ai fasti di un tempo. Ma, passiamo ad argomenti più spinosi. Non so voi, ma il sottoscritto è piuttosto preoccupato. Sembrava che dovesse accadere una rivoluzione planetaria nel nostro sistema calcio. Perdonatemi ma l’impressione è che nulla cambierà. O sono io che non capisco o, forse, c’è poco da spiegare. Parliamo di dare spazio ai giovani, agli italiani

EDITORIALE

di Fabrizio PONCIROLI

DUN GRAN PASTICCIO…

Mensile | SETTEMBRE 2014 | N. 201 | Italia | Euro 3,90

il mensile diretto da FABRIZIO PONCIROLI

INTERVISTA ESCLUSIVA

“Il mio potereper un super Milan”

“Orgogliosi di essere granata”ESCLUSIVA TORINO

Pag. 8

Pag. 16

ADIL RAMI

FOCUS ON FIORENTINALe verità di Pasqual

HRISTO STOICHKOVMiti del Calcio

ALESSANDRO LUCCII Re del Mercato

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sOmmariO n.201 annO 18 n. 9 sETTEmBrE 2014

6 LA BOCCA DEL LEONE di Fabrizio Ponciroli

INTERVISTA ESCLuSIVAADIL RAmI

di Fabrizio Ponciroli

SPECIALE GRANDE TORINOdi Sergio Stanco

A CASA DI SERSE COSmI

di Simone Bernabei

32 SERIE B - ENTELLAdi Sergio Stanco

38 LEGA PRO - PONTEDERAdi Gianluca Losco

40 SERIE D - PIACENzAdi Carlo Tagliagambe

I RE DEL MERCATOALESSANDRO LUCCI

di Marco Conterio

SPECIALE FIORENTINAI DELLA VALLEdi Stefano Borgi

56 CENTRO SPORTIVO TAGA – LAINATE

di Thomas Saccani

I GIGANTI DEL CALCIO FAbRIzIO RAVANELLI

di Simone Lorini

64 STORIA DELLA CHAMPIONSLEAGuE 1967/68

di Gabriele Porri

68 MITI DEL CALCIOHRISTO STOICHkOV

di Luca Gandini

IL TORNANTE DEL MESEDAVIDE FONTOLAN

di Fabrizio Ponciroli

76 ACCADDE A SETTEMBRE…di Gabriele Cantella

78 I RACCONTI DEL MESEPALmEIRAS

di Gaetano Mocciaro

80 CAMPIONATI STRANIERI

FOTOGALLERy TOP 11 TMWCASTIGLIONCELLO 2014

98 SI DICE

STATISTICHE

90 CALENDARIO SERIE A 2014/1592 CALENDARIO BuNDESLIGA 2014/1594 CALENDARIO PREMIER LEAGuE 2014/1596 CALENDARIO LIGuE 1 2014/15

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NuMERO CHIuSO IL 30 LuGLIO 2014

IL PROSSIMO NuMEROsarà in edicola il

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ERCHE’ DIFENDE PRANDELLI?Gent.mo Direttore Ponciroli, Le scrivo per l’ennesima volta anche se non mi ha mai pubblicato...Sono un collezionista di Cal-

cio2000 dal primissimo numero che la ringrazia per aver ridato lustro alla nostra amata rivista. ultimamente però sono in totale disaccordo con Lei: dopo l’improponibile difesa di Buffon che secondo Lei è ancora il migliore del mondo, mentre per me non rientra neanche tra i primi 10; stamattina ero a leggere il suo editoriale su TMW dove porgeva le Sue scuse a Prandelli!!! Ma stiamo scherzando??? Il peggior CT dell’Italia che io abbia mai visto (ho 29 anni) sia sotto il profilo sportivo (confusione tattica unita ad un atteggiamento ultradifensivista palesato anche contro Malta, Lussemburgo e Costarica) che, soprattutto, sotto quello umano (le cito alla rinfusa le ultime figuracce: parole presuntuose e fuori luogo a Criscito e Rossi; familiari nello staff; Codice Etico sbandierato e poi discono-sciuto; colpe al solo Balotelli che 2 anni fa lo trascinò in finale all’Europeo; ecc...).Ma come le viene in mente di porgere delle scuse a Brandelli??? Non è un refuso...è lo stato in cui ha fatto precipitare (insieme al suo degno compare di merende Abete) il nostro movimento calcistico.Sicuro che anche stavolta la mail finirà nel cestino, cordiali saluti!Mail firmata, Stefano Tota

Eccomi… Allora, andiamo per gradi. Non nego che il Buffon di oggi sia lo stesso di 10 anni fa ma ribadisco: è anco-ra ai vertici. Al Mondiale non ricordo nessun suo errore e, nello spogliatoio, è uno che si fa sentire. Ecco Neuer, con la vittoria del Mondiale, è ora il numero uno ma Buffon me lo tengo stretto. Passiamo a Prandelli, o Brandelli come dice lei… Concordo sul fatto che sia stato un Ct disastroso al Mondiale. Ha e abbiamo fallito ma, le assicuro, non mi sarei aspettato che rinunciasse ad un contratto. Certo, c’era alle spalle il Galatasaray (e più soldi) ma, al momento, le dimissioni mi erano piaciute molto. Le scuse erano solo per il gesto, per tutto il resto sono in sintonia con lei (in primis sul trattamento nei confronti di Pepito Rossi che io avrei portato ad occhi chiusi in Brasile).

LA BOCCA DEL LEONE di Fabrizio PONCIROLI

UOMO NUOVO DEL CALCIO ITALIANO…Direttore,domanda secca: chi, secondo lei dovrebbe essere il nuovo numero uno della Figc? Io dico Albertini ma

sono curioso di sapere chi sceglierebbe lei? Direttore, ancora più storia nel mensile, mi raccomando…Mail firmata, Luca Genti

Risposta secca: Vialli. Ha idee chiare, si presenta bene e non ha paura di dire quello che pensa. Inoltre ha carisma e questa è una dote che potrebbe aiutare molto…

IORNALISTA IN ERBASalve Direttore,sono un ragazzo di 12 anni, amo il calcio e mi piace in particolare il calciomercato. Il mio sogno

è fare il suo lavoro anche se mi rendo conto di essere ancora abbastanza piccolo. Amo la sua rivista e credo che il suo editoriale sia uno dei pezzi addirittura migliori del giornale. Io amo scrivere e ho scritto un articolo sui top player della Serie A. Mi ci sono dedicato molto e spero lei lo legga, magari mi risponda e ne pubblichi un poco nel numero di agosto. Complimenti ancora per la rivista, io intanto le allego il mio articolo.Cordiali salutiMail firmata, Luca Ciampaglia

Luca, non ho pubblicato il tuo articolo solo per motivi di spazio, ma ti voglio comunque dare due semplici suggeri-menti. Se hai la passione, quella vera, insisti. Non sarà mai una passeggiata ma mai arrendersi. Secondo: umiltà. Per riuscire in questo mestiere bisogna sempre tenere in mente che non si è mai arrivati e c’è sempre da imparare, come nella vita…

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PER SCRIVERCI: [email protected]

RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO

Ciao Direttore, scrivo questa breve riflessione dopo aver appreso la notizia del decesso dello sfortunato Ciro Esposito. L’eliminazione del-la Nazionale passa in secondo piano di fronte ad una notizia del genere: di squadra azzurra se ne può impiantare un’altra, si può cambiare allenatore, si può avere un altro presidente della FIGC, di Ciro no, ce n’era uno solo, era unico ed irripeti-bile, come ognuno di noi. È questa la gravità della situazione: non c’è più, a Napoli i suoi parenti ed i suoi amici lo troveranno solamente al cimitero, in una fredda tomba. Ci sono colpe, ci sono responsabilità? Io credo di sì, e sono di chi per anni non ha saputo fermare una persona che aveva più volte inviato segnali quanto meno inquietanti, quanto meno violenti, quan-to meno sconcertanti. Lo sai, io sono juventino ed il Napoli Calcio non è certo in cima alle mie simpatie, specie dopo il ri-fiuto a partecipare alla cerimonia di premiazione della Supercoppa Italiana nel 2012, ma di fronte a situazioni del gene-

RICEVIAMO & PUBBLICHIAMO

Il gol che ha deciso la finale della Coppa del Mondo visto

re credo che bisogna essere uniti per combattere e scon-figgere questo cancro che da tanto, troppo tempo affligge il nostro calcio; esso si nutre di mancanza di rispetto, di mancanza di civiltà, di assenza di umanità. Per me è già una sconfitta quando vedo e sento i bambini urlare ‘m …. (censura)’ al rinvio del portiere avversario o ‘morte’ quando un giocatore dell’altra squadra è a terra infortunato: da adulti saranno coloro che esporranno striscioni offensivi o picchieranno i tifosi avversari o, addirittura, uccideran-no; c’è bisogno di prevenzione ed educazione, ma anche, inevitabilmente, di repressione: ad uno di cinquant’anni è difficilissimo cambiare la testa, se fin da quando aveva vent’anni si reca allo stadio col coltello. In questo caso c’è solamente da intervenire prima che accada l’irreparabile: stavolta, purtroppo, siamo arrivati tardi, Ciro non c’è più. Ciao Direttore…Mail firmata, Giuseppe Puglisi Guerra (38 anni) di Verona

attraverso la sapiente penna di Carlo Tarantini, vignettista di notevole qualità ed amico di Calcio2000…

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L’IRON mAN DEL mILAN

“MI PIACEREBBE AVERE I POTERI DI uN SuPEREROE”, PAROLA DI RAMI,

IL CENTRALE DIFENSIVO DEL DIAVOLO…

COPERTINA

ADIL RAMI

ppena entra nella stanza, si avverte immediatamente la trasbordante sim-patia che contrad-distingue Adil. Sta parlando, in fran-

cese, con la sorella. Due battute poi ci informa che la sorella è molto bel-la, quindi meglio lasciarla stare, se no potremmo avere dei problemi… Poi si parte…

Bellissima tua sorella, ci fidiamo sulla parola, mentre tu sei soprannominato Shrek, come mai?“È un soprannome che risale ai tempi in cui giocavo al Lilla. Avevo un amico, straniero, che non parlava francese. Lo

chiamavo sempre Shrek. Ad un certo punto anche lui ha iniziato a chiamarmi così e, alla fine, il soprannome Shrek è rimasto a me (ride)”.

Un soprannome che non ti fa giusti-zia, visto che sei considerato uno tra i più affascinanti giocatori del Milan?“Davvero? Non mi prendi in giro? Qui non me l’ha mai detto nessuno… Sai, non lo sapevo davvero (ride)”.

Torniamo alla tua infanzia. Non do-vevi fare il calciatore, vero?“Verissimo. Ti racconto una storia. Quan-do avevo 15 anni, sono andato, insieme a mia mamma, dal tutor della scuola per decidere cosa fare del mio futuro. Il tutor mi ha chiesto che volevo fare e io ho ri-

sposto che volevo diventare un calciatore professionista. Mia mamma si è arrab-biata molto e mi ha detto che dovevo pensare ad un lavoro vero. Io ho insistito e lei mi ha detto di pensare comunque ad un lavoro per quando avrei smesso di giocare. Così ho iniziato a fare il mec-canico, poi ho pulito le strade del mio quartiere e ho tolto i graffiti dai muri. Ho lavorato per cinque anni. Alla matti-na presto lavoro, al pomeriggio allena-menti…”.

Quando hai capito che il sogno di di-ventare calciatore sarebbe diventato realtà?“Avevo comprato la macchina, ovvia-mente con un finanziamento. Ho avuto un incidente stradale, per fortuna non mi

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COPERTINA / ADIL RAMI

IL CENTRALE DEL MILANRami gioca in rossonero dal

gennaio del2014...

di Fabrizio PONCIROLI

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sono fatto niente. Il giorno dopo mi ha chiamato la mia società. Pensavo voles-sero tagliarmi per l’incidente, invece mi cercavano per dirmi che il Lilla mi voleva e io ho accettato subito. Lì c’è stata la svolta della mia carriera…”.

Lilla in cui hai conosciuto Garcia, at-tuale tecnico della Roma…“un grande uomo, intelligente, molto preparato. È stato calciatore, sa come fare. È un tecnico davvero bravissimo, lo so perché l’ho avuto”.

Poi è arrivata la chiamata del Valen-cia…“Sì, c’era stato anche l’interesse del Mi-lan ma, allora, non avevo grande espe-rienza e quindi sono andato al Valen-cia…”.

Come hai saputo, invece, della chia-mata del Milan?“Ho parlato con Bronzetti. In quel mo-mento, io avevo problemi con il Valencia, il Milan cercava un difensore e tutto è andato per il verso giusto”.

Quanto ci hai messo a scegliere il Mi-lan? Mi risulta che c’erano altre squa-

CIAO CIAO VALENCIATutto per il Milan, anche ridursi l’ingaggio...

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“”Mia MaMMa voleva chefacessi un

lavoro serio,io sognavo Di essere

un calciatore professionista

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dre sulle tue tracce…“Non ho voluto sapere niente delle altre società interessate a me, io volevo solo il Milan e così è stato”.

Chi ti ha aiutato maggiormente al tuo arrivo a Milanello?“Mexes, lui mi è stato vicino sin da subito. Comunque devo dire che, appena arriva-to al Milan, ho legato subito con tutti. Più che una squadra ho trovato una famiglia ed è stato bellissimo”.

E tua mamma che ti ha detto?“Mia mamma era felicissima. Io e lei siamo molto uniti, quindi viviamo tutte quello che mi accade sempre insieme, sia le situazioni belle che quelle negative. È felicissima che sia al Milan”.

Anche perché non era facile, per te, lasciare il segno al Milan…“Sì, venivo da un brutto periodo con il Valencia. Quando sono arrivato qui, ho dovuto aspettare dei mesi prima di poter giocare. Vedevo che la gente mi aspet-tava, voleva vedere se ero un buon gio-catore o no. Quindi mi sono impegnato tanto e sono contento che, alla fine, sia andata bene. Ho anche segnato dei gol,

SUPER FISICOForte di testa,

il francese è un vero colosso

in difesa...

“”con Mexes e De Jong in circolazione, Devi seMpre essere alla MoDa, non

puoi evitarlo

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COPERTINA / ADIL RAMI

VIZIO DEL GOLNei suoi primi mesial Diavolo ha segnatotre reti...

Classe 1985, Rami ha sempre avuto una passione viscerale per il calcio. Da bambino, il suo unico pensiero era il pallone. Nato in Corsica, si è trasferito da piccolo a Fréjus dove, di fatto, è ini-ziata la sua carriera da calciatore. Pri-ma di fare del calcio la sua professione, svolge altri lavori. La svolta arriva nel 2006 quando gli viene offerta una set-timana di prova con la casacca del Lil-la: “Non ci credevo, mi sono detto: devo andarci subito, anche se non ho certez-ze”, ricorda lo stesso difensore france-se. Il 19 maggio 2007, a 21 anni, esor-disce in Ligue 1, contro l’Auxerre. Nella stagione 2007/08, con Puel in panchi-na, diventa titolare. L’anno seguente

DAL FRéjuS AL MILAN, uN SEGNO DEL DESTINO…

inizia il sodalizio con Garcia, attuale allenatore della Roma. L’apoteosi nel-la stagione 2010/11 con la conquista del campionato francese e della Cop-pa di Francia (47 presenze stagionali). Mentre trionfa con la maglia del Lilla è

già di proprietà del Valencia che, nella finestra di mercato di gennaio, lo ac-quista per una cifra attorno ai sei mi-lioni di euro (contratto di quattro anni). La prima annata è da applausi con 53 gettoni e sei gol, tre dei quali in Euro-pa League. L’anno seguente qualcosa si rompe tra Rami e la società. Nell’otto-bre del 2013 la rottura è totale. Il cen-trale vuole andarsene e arriva così la chiamata del Milan. Il 16 ottobre è già un giocatore rossonero ma deve aspet-tare sino a gennaio per poter scende-re in campo con la nuova casacca del Diavolo. Debutta con l’Atalanta e trova la prima rete con il Milan a febbraio, contro il Torino. Chiude la stagione con 22 presenze e ben tre reti. Il Milan trat-ta con il Valencia, proprietario del car-tellino, per il riscatto. Rami insiste per tornare, questa volta non più in prestito, a Milanello e, alla fine, la sua volontà di ferro viene premiata, per circa quattro milioni di euro…

UNA CARRIERA DI CORSA

di Thomas SACCANI

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COPERTINA / ADIL RAMI

PIACE ALLE DONNETante tifose lo

hanno eletto tra i più sexy della Serie A.

NEL 2006 LASCIA IL CENTRO-CAMPO PER LA DIFESA E DIVEN-TA uN SIGNOR GIOCATORE…

UN CAmbIO VITALE…

prannominato Roccia per la sua notevole forza d’urto: “A me piace il contatto fisico, mi fa sentire vivo in campo. Non ho pau-ra di nessun intervento, io gioco sempre al massimo, fa parte del mio modo di essere. Da bambino ero uno che lottava come un dannato su ogni pallone e lo faccio anco-ra adesso”, la firma dello stesso Rami…

“Mio padre non credeva molto nelle mie qualità…”, si lascia scappare Rami. In ef-fetti, all’inizio della carriera, non incanta. Magro, lontano parente del colosso che è ora, fatica a “stare in campo”. Soprat-tutto, non convince da centrocampista, il ruolo in cui muove i primi passi. Per sua fortuna, accade un evento che gli stra-volge la carriera. Durante l’anno 2006, Coulon, compagno di squadra all’Étoile de Fréjus, si infortuna. Coulon è il difen-sore centrale della squadra. Serve un sostituto. Rami rinuncia alle sue velleità di centrocampista offensivo e fa un passo indietro, accettando di giocare come di-fensore. Sembra un azzardo, soprattutto

perché Rami è già “formato” come gioca-tore. Invece la scelta si rivela azzeccata. In difesa fa la differenza, senza perde-re il vizio del gol (e degli assist). Non a caso, qualche mese più tardi, arriva la chiamata del Lilla che lo acquista come difensore. Come se non bastasse, anche a livello fisico inizia a farsi sentire. Verrà so-

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insomma direi che sono soddisfatto. Pec-cato solo per la squadra…”.

La nuova stagione è vicina. Come si batte questa super Juve?“Guarda, la juve è una squadra davvero forte ma non è imbattibile. Ti faccio un esempio: quando ero al Valencia sape-vamo che pensare di vincere il campiona-to, con Real Madrid e Barcellona in gio-co, era quasi impossibile, qui è diverso. Questa juve è forte ma, secondo me, si può battere”.

Parlando di calcio italiano, che idea ti sei fatto della Serie A?“Prima di venire qui, in tanto mi dicevano che era un calcio in crisi e di poca quali-tà. Ora che ci ho giocato posso dire che non è affatto così. Ci sono tanti gran-di giocatori e non è facile vincere con nessuno. Ogni partita è difficile, si può perdere con chiunque e questo significa che è un calcio vero”.

Parliamo di avversari. Mi dici un at-taccante che ti ha sorpreso?“Immobile. L’ho affrontato e mi sono dovuto impegnare moltissimo. Corre e si muove sempre, ha grande determina-zione, davvero un buonissimo attaccante. In generale, invece, dico Ibrahimovic. Io adoro il contatto fisico e Ibra è uno che regge ogni urto. Inoltre non è lento e vede la porta come pochi altri. Davvero un grandissimo giocatore”.

Che fai fuori dal campo?“Sto con mia moglie, con la mia famiglia e gioco con gli amici a Call of Duty… Così faccio un po’ di macelli (ride)”.

Come siamo messi a cibo?“Pasta con il pomodoro e pollo, devo mantenere la linea… Anche se la pizza

DURANTE L’INTERVISTA...Alcuni scatti di Ramidurante il faccia afaccia con Calcio2000.

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la Juventus è forte Ma non è iMbattibile.in spagna lo

scuDetto era Di real o barça, qui non è così

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COPERTINA / ADIL RAMI

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Intervista di Fabrizio Ponciroli

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qui in Italia è spettacolare”.

Mi dicono che sei innamorato pazzo della moda, è vero?“Beh, Milano è un problema… Valencia era bellissima ma a Milano, se ti piac-ciono i bei vestiti, sei nei guai. Qui puoi spendere in qualsiasi negozio… Poi io ho Mexes e De jong, due che con la moda ci vivono tutti i giorni. Non puoi fare brutte figure…”.

Ultima domanda: un film in cui avre-sti voluto essere il protagonista?“Hai presente gli Avengers? Ecco, mi sa-rebbe piaciuto essere Iron Man, con tutto quel potere… Anche Hulk non è male. Diciamo che mi sarebbe piaciuto avere dei superpoteri…”.

In un certo senso, è come se li avessi, visto gli ostacoli che ha dovuto superare per essere un giocatore da Milan…

VERSO IL TRIONFORami punta a vincere

qualcosa di importantecon il Milan di Inzaghi...

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SPECIALE TORINO

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NUOVO TORO, VECCHIO

ORGOGLIOGRANATA

CON IL PATRON CAIRO AL TIMONE, IL TORINOSTA TORNANDO AI FASTI DI uN TEMPO…

Nsportivo del club, c’era stato chi aveva fatto rivivere il Toro attraverso il lodo Petrucci. Poi il sindaco Chiamparino mi chiamò, perché c’erano impegni impor-tanti da affrontare. Il giorno dopo aver-lo rilevato dovetti aumentare il capitale sociale da 20 mila euro a dieci milioni e poi feci fidejussioni per 15 milioni. Do-vevo garantire anche un anno di stipen-di. Accettai volentieri. Mio papà e mia mamma, tifosissimi del Grande Torino, mi spinsero a realizzare un qualcosa che già ero intenzionato a portare avanti”.

Se l’aspettava così o si è rivelato più o meno duro del previsto? “Col senno del poi, forse conquistare su-bito la promozione in serie A nel 2006,

primo anno di presidenza, mi ha illuso di aver immediatamente colto le dinamiche del calcio. Presto ho invece capito quanto sia complessa, atipica e diversa la ge-stione di un club professionistico rispetto alle imprese degli altri settori economici. Sono stati anni di grande insegnamento e apprendimento. Col tempo ho imparato a non esaltarmi e a non abbattermi, per-ché anche gli insuccessi aiutano a cresce-re. E non bisogna mai perdere l’umiltà”.

Ci sono stati momenti difficili: mai pensato di mollare? “In cuor mio non ho mai pensato di mollare, non fa parte del mio DNA, io di natura sono un positivo, un ottimista e un caparbio. Tuttavia c’è stato un mo-

el 2015 Cairo fe-steggerà 10 anni di presidenza del Toro: 10 anni inten-si, anche difficili, con qualche incompren-sione, che però gli

ultimi risultati hanno spazzato via. Con lui facciamo il punto di questa splendi-da cavalcata granata, che in 3 anni ha portato il Toro dalla B all’Europa.

Dottor Urbano Cairo, com’è nata la decisione di diventare Presidente del Toro e cosa l’ha spinta ad accettare questa sfida? “Ho preso il Toro nel settembre del 2005: dopo il fallimento economico e

di Sergio STANCO

PAPA URbANODopo qualche difficoltà

iniziale, il Toro delPresidente Cairo haritrovato l’Europa.

SPECIALE TORINO

ORGOGLIO GRANATA

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mento, nel febbraio di quattro anni fa, in cui pubblicamente ho dichiarato d’essere disponibile ad ascoltare potenziali acqui-renti, purché seri e in grado di garantire un futuro roseo al club. Ho messo in ven-dita il Toro, ma non ho ricevuto offerte concrete. Oggi, non fatico ad ammet-terlo, sono contento che sia andata così: l’amore per la maglia è superiore a qual-siasi difficoltà o scoramento”.

Possiamo paragonare la sua presi-denza ad una partita di calcio: qual è stata la svolta tattica che ha fatto girare il Toro?“Quando ho capito che la vera forza di una squadra è la compattezza del col-lettivo piuttosto che l’estro dei singoli. In questo “l’inserimento in campo” di Ventu-ra è stato prezioso: sono contentissimo di come ha lavorato e di come i giocatori abbiano dato la massima disponibilità

passando “dall’io al noi”. C’è coralità ed è un grande risultato, con un leader che è il mister. Quando è arrivato lui, eravamo reduci da una stagione infelice. Abbiamo ricostruito e negli ultimi tre campionati il Toro ha fatto benissimo, con una crescita evidente e costante”.

La scelta di Ventura si è rivelata az-zeccatissima: cosa o chi l’ha convinta a prenderlo?

“E’ stata una decisione condivisa con Gianluca Petrachi, il nostro direttore sportivo. Lui è stato suo calciatore ai tempi del Venezia e poi avevano già la-vorato insieme, con ottimi risultati, nell’e-sperienza al Pisa. Non abbiamo avuto dubbi: in quel preciso frangente storico Ventura era la nostra prima scelta e i ri-sultati ci hanno dato ragione”.

Quali sono stati i principali meriti del mister? “Ventura possiede qualità, competenza, esperienza. E’ un allenatore che sa va-lorizzare i nostri giovani e che sta lavo-rando molto bene. Con il Toro ha dato il meglio di sé e ha raggiunto un grande risultato anche a livello personale: nel-la ultracentenaria storia granata è già ai primi posti nella classifica delle par-tite consecutive col Toro dopo Radice, Mondonico, Rocco. Pertanto possiamo dire che Ventura ha fatto molto bene con noi, ma anche che il Toro ha reso grande Ventura”.

Qual è il merito che lei si attribuisce in questa “rinascita”? “Preferisco non essere io ad attribuirmi dei meriti. Credo, però, che con il tempo anche i tifosi più scettici abbiano capito quanto io tenga al Toro. Ci sono state stagioni in serie B, in cui ho dovuto sbor-sare di tasca mia fior di soldoni per ga-rantire la gestione del club: 36 milioni in 36 mesi non sono uno scherzo, tuttavia mi sono accollato quell’onere con grande senso di responsabilità. Di quel periodo mi restano molte cicatrici sulla pelle: mi danno l’aiuto giusto per ricordare che quando pensi di aver capito tutto, allora stai già sbagliando”.

Cosa manca a questo Toro per com-

SPECIALE TORINO

“”in cuor Mio non ho Mai pensatoDi Mollare, non fa parte Del Mio Dna, io Di naturasono un positivo,un ottiMista e un caparbio

SERIE A SUbITOAl primo anno di Cairo, il Torino è tornato subitonella massima divisione.

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pletare la rinascita? “Nel calcio come nella vita tutto è per-fettibile: non si smette mai di imparare e si può sempre migliorare. La volontà è di non accontentarci, l’impegno è con-tinuare a costruire: poche parole e tanti fatti, non è con gli slogan che si centrano i risultati e si raggiungono gli obiettivi“.

Capitolo stadio: cosa rappresentereb-be per lei far rivivere il Filadelfia? “Per noi è motivo di orgoglio pensare di poterci allenare lì, e farlo anche diventare sede delle partite della Primavera e ma-gari degli Allievi. Dopo 16 anni non sia-mo mai stati così vicini alla ricostruzione del Filadelfia, è una saldatura tra il pre-sente con il passato del Torino. Mia mam-ma mi incitava a prendere un impegno da questo punto di vista: da qui è nata la volontà della nostra famiglia di ricordar-la anche attraverso una Fondazione che porta il suo nome, la Fondazione Mamma Cairo. Il percorso procede, ma non dob-biamo abbassare la guardia ora che sia-mo vicini al traguardo. Anzi, mi auguro che nei prossimi mesi ci possa essere un’ul-teriore accelerazione. Da parte nostra c’è una decisa spinta affinché le cose possano andare avanti spedite”.

Uno stadio tutto del Toro è un sogno o qualcosa di più concreto?“Lo stadio del Torino è, di fatto, l’O-limpico. Non posso pensare che la città possa avere un 4° stadio... Il problema è che l’Olimpico ha delle qualità innega-bili, però nell’ottica di un impianto po-lifunzionale ha difetti importanti: non è un impianto concepito per essere vissuto sette giorni su sette. D’altro canto non è stato costruito per essere una moderna arena del calcio, ma per ospitare le ceri-monie di inaugurazione e di chiusura dei

percorso graduale, con inserimenti di giocatori giovani e di prospettiva, com-pletato da giocatori di esperienza capa-ci di dare equilibrio e personalità“.

Dopo la scorsa splendida stagione, se fosse lei a dover scrivere uno striscio-ne ai tifosi, quale sarebbe la frase? “Non è uno striscione, ma un imperati-vo che va condiviso con ciascun tifoso granata, nella buona come nella cattiva sorte e che dalla prossima stagione sarà anche cucito sulle nostre maglie da gio-co: Sempre forza Toro”.

Non considererà completato il suo la-voro al Toro fino a quando… “Fino a quando mi sosterranno la passione, la voglia di dedicare tempo e risorse a un club che non è solo la squadra per cui ti-fano un milione di italiani, ma un patrimo-nio di storia e di gloria del nostro calcio”.

XX Giochi Olimpici invernali che si sono svolti a Torino nel 2006”.

C’è una cosa di cui va particolarmen-te orgoglioso di questo Toro? “Abbiamo una squadra che sta dimo-strando di avere qualità e che giorno dopo giorno ha acquisito una sua iden-tità ben precisa che ormai tutti le rico-noscono. Negli ultimi tre anni abbiamo fatto grandi passi in avanti. E’ stato un

SPECIALE TORINO

LA COPPIA NON SCOPPIAVentura e Cairo hanno

un rapporto aperto e schietto, una

sinergia perfetta.

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l Toro in Europa League è stata una delle prin-cipali sorprese dello scorso campionato. Sor-presa sì, fino ad un cer-to punto, però. Perché i

granata hanno espresso forse il miglior calcio del campionato. Merito di Giam-piero Ventura: lo incontriamo proprio alla vigilia della stagione e non fac-ciamo in tempo a spiegargli qual è lo scopo dell’intervista – svelare il segreto della rinascita del suo Toro che lui ha preso in Serie B e riportato in Europa in sole tre stagioni – che comincia a rac-contarci tutto. E, siccome, quando parla Ventura è sempre un piacere ascoltarlo, ve lo riportiamo così, senza filtri…“Il segreto di questo Toro è molto sempli-ce: quando siamo arrivati qui abbiamo capito che sarebbe stato tutto inutile se non avessimo ricostituito quella che ab-biamo definito la ‘cellula granata’. La tattica, la tecnica e tutto il resto sareb-bero arrivati dopo. Dovevamo ritrova-re l’orgoglio, il feeling con una maglia storica, perché la storia è scritta, nessu-no può cancellarla. Abbiamo ricostruito i rapporti. E non è stato facile, perché per assurdo il campionato di B l’abbiamo vinto anche piuttosto agevolmente, è sta-to più difficile ricreare il gruppo. Siamo

ripartiti da uomini, prima che calciatori e il mio ringraziamento va prima di tutto a loro: senza i Glik, i Darmian, i Basha e i Vives, solo per citare quelli che han-no cominciato con me quest’avventura e che sono ancora qua, tutto questo non sarebbe stato possibile. Abbiamo messo da parte l’io per abbracciare il noi. Devo rivolgere un pensiero al mio staff, che è davvero incredibile per la passione con la quale lavora. Ho avuto modo di co-noscere e apprezzare il Presidente per la persona che è, e per la sua intelligenza, due qualità che per me valgono più di ogni cosa. Non a caso sono arrivato che mi accusavano di essere aziendalista, bene ora lo sono molto di più. Questo è il Toro e, come dicevo, è da questo che sia-mo partiti per arrivare fino a qui: abbia-mo lavorato tanto e ora abbiamo capito

che possiamo sostituire la parola ‘speria-mo’ con ‘vogliamo’. Per me è un grande orgoglio essere l’allenatore del Torino ed essere riuscito in questa impresa. E, devo essere sincero, credo che la qualificazio-ne in Europa League ce la siamo proprio meritata, prima di tutto con un atteg-giamento irreprensibile fuori dal campo, mai una polemica – e questo anche se ne avremmo avuto da dire… - e poi an-che in campo: spesso abbiamo regalato punti al 94’, abbiamo perso partite che avremmo meritato di vincere, ma tutto ha fatto parte del nostro processo di cresci-ta. Ricordo la partita di Roma, quando abbiamo sbagliato l’impossibile davanti alla loro porta e all’ultimo minuto Immo-bile inciampa sulla palla in uscita e Flo-renzi segna. Credo che quello sia stato un processo fondamentale nella nostra

NELLE mANI DI VENTURAIL TECNICO DEI GRANATA, DA SEMPRE, è uNA DELLE COLONNE DELLA SquADRA...

di Sergio STANCOfo

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SPECIALE TORINO

“”DovevaMo ritrovare

l’orgoglio, il feeling con una Maglia storica, perché la storia

è scritta, nessuno può cancellarla

ri han fatto un sondaggio su quale fosse il miglior calcio degli ultimi 20 anni, è stato eletto il Cagliari di Ventura. A Pisa, lo stesso. A Bari, idem. Quello che si cer-ca di fare qui, è andare oltre il risulta-to, è di creare qualcosa di unico. L’anno scorso noi abbiamo raggiunto un obiet-tivo importante, ma ci sarebbe anche da sottolineare come l’abbiamo raggiunto. La Roma ha giocato sicuramente un bel calcio per lunghi tratti del campionato, ma l’avete vista la rosa della Roma? Noi, nel nostro piccolo, abbiamo fatto lo stes-so, coniugando risultati sportivi ed eco-nomici (basti pensare a Immobile, Cerci, Darmian, e ne cito solo tre) e con le do-vute proporzioni… Questo, secondo me, andrebbe evidenziato. E adesso anticipo già la domanda: sono a Torino perché per me, ripeto, è un orgoglio e reputo il

Toro una grande società. Se non ne ho allenate altre prima è perché – e me ne assumo la responsabilità – non ho capito che il calcio stava cambiando, che comin-ciava a preferire l’arte della comunica-zione, rispetto a quella del fare. Io non sono mai stato un presenzialista, invece l’immagine conta. Ma non ho rimpianti, perché al Torino sono un uomo felice e mi sento realizzato. Quando sono arrivato avevo un obiettivo, che non era quello di vincere a tutti costi o portare la squadra in Europa League. La storia è risaputa: il primo giorno al Toro ero sul taxi di un tifoso granata che mi ha detto: ‘A me non interessa vincere, mi interessa tornare ad essere orgoglioso di essere un tifoso del Toro e tirare fuori le bandiere dal casset-to’. Ora i tifosi sono orgogliosi di noi e orgogliosi di essere tifosi del Toro. E’ di questo risultato che vado più fiero. Ades-so il nostro compito non è fare due punti in più dell’anno scorso, né mi preoccuperò se ne faremo due in meno, ora dobbiamo solo riuscire a far sì che quelle bandiere continuino a sventolare ancora a lungo”.

A RISCONE COL TOROIl nostro inviato Sergio Stanco

ha realizzato il servizio nel ritiro pre-campionato del

Torino a Riscone di brunico.

maturazione. Tutto dipende dai punti di vista. Il calcio è un enorme punto di vi-sta. Faccio un esempio: abbiamo giocato contro il Pescara di zeman tre anni fa e abbiamo vinto 4-2. A fine partita Zeman dichiara: ‘Abbiamo vinto 3-1’. Son rima-sto di sasso. ‘Sì – continua Zeman – per-ché noi abbiamo fatto tre bellissimi gol mentre due dei loro erano viziati da fuo-rigioco’. Qualche tempo dopo, a Roma, danno ai giallorossi un rigore inesistente. Dopo la partita ancora zeman dichiara: ‘Non è un rigore, perché ce ne sono due nella stessa azione’. Capisci? Io non ho né il tempo né l’età per certe cose. Dovrei raccontarti, ma no lasciamo perdere… Anzi, te lo racconto: a Lecce hanno fatto un sondaggio per determinare quale fos-se il miglior calcio degli ultimi 20 anni. E’ stato eletto il Lecce di Ventura. A Caglia-

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amil Glik non è solo il Capitano del Toro, ma una delle colonne del-la squadra di Ventura, perché è uno dei quat-tro reduci del campio-

nato di B. E’ arrivato in un ambiente depresso, scosso dalla contestazione, a giugno ha festeggiato una qualificazio-ne in Europa League...

Che ricordo hai dei tui primi giorni in granata? “Erano momenti difficili, perché la situa-zione era tesa. C’era un po’ di conte-stazione, ma poi col lavoro e i risultati abbiamo convinto i tifosi”.

Per parafrasare il motto del Barcello-na, si dice che il toro sia più di una squadra? “E’ vero, l’ho capito giorno dopo giorno, ho imparato la storia del Toro e mi sono reso conto di quanto sia diverso da un club normale. Anche i tifosi sono speciali”.

Qual è l’orgoglio di essere capitano del Toro per te? “Quando sono arrivato non avrei mai pensato di diventare capitano in così poco tempo. Per me ovviamente è una grande soddisfazione ,ma anche una grande responsabilità”.

L’omaggio ai caduti di Superga deve essere un’emozione pazzesca: riesci a descriverla?“Era emozionante anche non da capita-no: i tifosi, quei nomi scanditi nel silenzio, quell’atmosfera speciale. Da capitano, poi, è qualcosa difficile da descrivere, dà davvero i brividi, è un’esperienza che mi porterò dentro tutta la vita”.

Com’è cambiato il Toro da quando sei stato ingaggiato?

“E’ cambiato tanto. Rispetto a tre anni fa, quando sono arrivato, siamo rimasti solo in quattro: io, Darmian, Basha e Vives. E quando sono arrivato la squadra era in Serie B, ora siamo in Europa League...”.

In cosa Ventura è diverso come alle-natore?“Da quando sono in Italia, non è che ne abbia avuti tanti di allenatori (ride, ndr). A parte gli scherzi, ho la fortuna di lavo-rare con lui da tre anni: è uno che inse-gna calcio, io ho imparato tantissimo da lui, mi ha fatto crescere come allenatore e come uomo”.

Cosa ha rappresentato, per te che sei partito dalla B, la qualificazione in Europa League? “E’ stata una grande emozione. Quando mi hanno detto che sarebbe toccato a noi, ho pensato che per la prima volta, finalmente, avevamo avuto un pizzico di fortuna. una fortuna che, però, ci siamo meritati perché l’anno scorso abbiamo davvero fatto grandi cose. Se non avessi-mo buttato via un sacco di punti l’avrem-mo conquistata anche con largo anticipo”.

SPECIALE TORINO

CAPITANCORAGGIOGLIk, IL CAPITANO VERO, quELLO CHE C’ERA ANCHE AI TEMPI DELLA B.

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di Sergio STANCO

CAPITANO MIO CAPITANOIl polacco Kamil Glikè alla quarta stagionecol Torino .

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rrivato l’anno scorso in prestito con diritto di riscatto, a fine stagione il Napoli ha esercitato il contro riscatto. Omar El kaddouri, però, non ci

ha pensato un attimo e ha fatto di tutto per tornare al Toro. Per completare il lavoro che aveva cominciato.

Prima di arrivare al Torino, conoscevi la leggenda di questo club? “Lo conosceva perché quando ero nella Primavera del Brescia, ci hanno porta-to in visita a Superga in occasione di un torneo a Torino. Io ero appena arrivato dall’Anderlecht e non capivo, ma mi son

fatto spiegare ed è stato impossibile non emozionarsi. Superga è praticamente la prima cosa che ho visto dell’Italia, forse era destino…”.

Qual è stata il primo impatto che ti ha fatto capire che eri capitato in club “diverso”?“Fin dai primi giorni mi sono accorto che questa maglia pesa più delle altre, per-ché è piena di storia”.

C’è un momento in cui l’anno scorso ha pesato di più?“Nel giorno del derby. Quando si incon-tra la juve pesa davvero tantissimo (ride, ndr), perché i tifosi ci tengono moltissi-mo, anche perché è più di 20 anni che non si vince... Abbiamo fatto due ottime partite, ma purtroppo non è bastato, an-che perché diciamo che alcune decisioni arbitrali ci hanno penalizzato sia all’an-data che al ritorno (sorride, ndr)”.

Qual è il segreto di questo Toro?“Qui ho trovato davvero un gruppo ec-cezionale. L’anno scorso non eravamo una squadra, ma un gruppo di amici. E

tutto questo in campo s’è visto. Mai visto in carriera un gruppo così unito”.

Quali sono gli obiettivi personali che ti eri posto quando sei arrivato e quali quelli di questa stagione?“Quando sono arrivato qui volevo gio-care di più, ora voglio alzare il mio li-vello. Dicono che l’anno scorso ho fatto una buona stagione, ma io so di poter fare meglio”.

Cos’hai pensato quando Cerci a Fi-renze ha sbagliato il rigore?“Non ci volevo credere (sorride, ndr). Ho chiesto subito quanto mancava ma era praticamente finita. Pensa che quando l’arbitro l’ha fischiato stavo già esultan-do (ride, ndr)”.

E ti ricordi chi e come hai reagito quando ti hanno detto che avreste fatto l’Europa League? “Sì, ero in Belgio e mi ha avvisato mia moglie. Poi, poco dopo, mi ha chiamato mio fratello. Allora ho preso il telefono e ho chiamato tutti i dirigenti per sapere se era ufficiale (ride, ndr)”.

Tu in Europa League ci hai già giocato con il Napoli, che effetto credi ti farà con la maglia del Toro? “E’ sempre una grande emozione gioca-re in Europa, scendere in campo, sentire la musichetta...”.

Certo che però quella della Cham-pions... “Piano. Questa squadra due anni fa era in Serie B, non dobbiamo correre. Sono convinto che con l’atteggiamento dell’anno scorso andremo lontano, ma non facciamo proclami, deve essere il campo a parlare”.

SPECIALE TORINO

DIAmANTE GREzzOEL kADDOuRI PuNTA A DIVENTARE uNA STELLA,GRAzIE AL TORINO...

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LA STELLATocca a El Kaddouriraccogliere l’eredità lasciata da Immobile.

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INTERVISTA SPECIALE A SERSE COSMI,

uN ALLENATORE CON uNA PASSIONE VISCERALE

PER LA MuSICA…

brufa. una piccola frazione alle porte di Perugia che ospi-ta meravigliose vil-le e case coloniche sparse a manciate. Fra queste, anche

quella di Serse Cosmi. Ed è proprio qui, affiancato da Colla, che il tecnico ci accoglie per raccontarci le storie di una carriera passata sui campi di cal-

cio. una carriera che, a dire il vero, sarebbe potuta essere diametralmente opposta. “Mio padre amava alla follia il ciclismo. Era un fan sfegatato di Fausto Coppi, il migliore della storia sulle due ruote. A testimonianza della sua passione in fondo c’è anche il mio nome...”.

Ce la spieghi, allora, questa origine del tutto particolare.“Serse Coppi era il fratello del grande

foto Federico DE LuCA

di Simone BERNABEIA CASA DI

SERSE COSMI

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foto Federico DE LuCA

A CASA DI / SERSE COSMIdi Simone BERNABEI

PASSIONI A 360°Cosmi non vive

di solo calcio, c’è anche la musica...

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A CASA DI / SERSE COSMI

SEMPRE AMATOOvunque ha allenato,

è sempre stato osannato dal pubblico...

Fausto. Anche lui era un ciclista, purtrop-po perse la vita durante una gara e mio padre mi chiamò Serse in suo onore”.

E lei, inutile dirlo, con un nome così avrà ereditato la passione per il cicli-smo...“Chiaramente sì. Da maggio in poi ba-sta calcio, per me esistono solo le bici. Amavo Pantani, uno dei più grandi di sempre”.Il richiamo del calcio, però, fu più for-te di quello del ciclismo.“E pensare che come giocatore non sono mai arrivato troppo in alto. Dal Ponte San Giovanni sono passato alla Terna-na, ero un 10, un trequartista. E infatti la mia tesi a Coverciano non poteva che chiamarsi così…”.

Ricorda i primi campionati vinti da allenatore?“Come dimenticarli. Allenavo l’Ellera, ma essendomi diplomato all’Isef facevo an-che l’insegnante di ginnastica a scuola. I primi titoli, però, risalgono all’epoca del Pontevecchio”.

A quanto pare però non disdegna af-fatto neanche la musica. Dischi, con-solle, copertine, cover. Immaginiamo sia lei il dj di casa…“Ovviamente. Ascolto di tutto e mi piace suonare in prima persona. Gaber, De An-drè, De Gregori, Vasco. Il jazz e i Pink Floyd. Potrei continuare all’infinito. E poi la musica house, che suono anche in certe occasioni”.

L’ultima serata di dj Serse Cosmi?“Principalmente suono per gli amici, amo farli ballare. La mia è musica di qualità, di quella che passano nei locali di Mia-mi o Ibiza. un’altra delle mie passioni insomma che tante volte mi porta ad in-dossare le cuffie e far ruotare i dischi”.

A casa Cosmi non ci si annoia mai insomma. Se le dico Maurizio Crozza cosa risponde?“Ricordo delle scene veramente simpati-che. Con Maurizio, da quando ha fatto la mia imitazione a Mai dire Gol, è nata una bella amicizia. La gente per strada mi ferma ancora per ricordarmi quelle

priMe vittorie? allenavo

l’ellera Ma i priMi titoli, però, risalgonoall’epoca Del pontevecchio

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A CASA DI / SERSE COSMI

TANTE MEMORAbILIAOrgoglioso, ci mostra

la casacca autografatadi Francesco Totti...

scene. La satira, quella satira, era fatta davvero bene, adesso purtroppo si è tut-to istituzionalizzato”.

Torniamo al calcio, parlavamo del Pontevecchio. Alcuni ricordano che lei portava la squadra a mangiare da una sorta di mago.“Era semplicemente il ristorante di un amico della squadra. Di magia c’era ben poco, ma da quando mangiammo li la prima volta vincemmo 10 partite consecutivamente, quindi portò bene se non altro”.

A tavola invece come se la cava mi-ster-dj Serse Cosmi?“Piuttosto bene direi. I miei piatti prefe-riti sono la pasta alla Gricia (l’antenata dell’Amatriciana, ndr) e i cappelletti di mia suocera. Proprio quelli intendo, gli altri non li considero così speciali”.

Quando iniziò col grande calcio?“Mi chiamò l’Arezzo di Ciccio Graziani. Poi, dopo anni di ottimi risultati, il Peru-gia di Luciano Gaucci. Che emozione fu per me quella chiamata. Stavo diventando l’allenatore della squadra della mia città”.Di solito si sente dire che fare il pro-

feta in patria non è poi così semplice. Concorda?“Diciamo che le responsabilità sono enormi, specialmente per uno passionale come me. Ma fu un’esperienza davvero sensazionale”.

Ci regala qualche fotografia di quegli anni?“Scelgo la vittoria a San Siro contro il Milan, ma anche la conquista dell’Inter-toto e l’accesso alla Coppa uefa furono qualcosa di inspiegabile”.

Quindi il Genoa e un rapporto burra-scoso col presidente Preziosi.“Vincemmo il campionato di B, il proget-to era intrigante e l’ambiente credeva in me. Poi ci fu la retrocessione che tut-ti ricordano e qualcosa si ruppe. Porto dentro di me ancora del rammarico per la fine di quella esperienza lavorativa, Genova è una piazza incredibile in quan-to a motivazioni ed entusiasmo. Diciamo che un giorno mi piacerebbe tornarci per terminare il lavoro”.

Non ci mise molto però a trovare un nuovo impiego. Con l’Udinese arriva-no anche le prime emozioni europee.

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Solo l’urna di Nyon decise di mettersi contro.“Ascoltare l’inno della Champions dopo aver vinto il preliminare con lo Sporting fu qualcosa di magico, mi passò davanti il film della mia vita. Purtroppo trovam-mo nel girone Werder Brema, Panathi-naikos e Barcellona, quello spettacola-re di Eto’o e Ronaldinho. Giocammo un ottimo calcio e fummo puniti solo dalla differenza reti, ma in quel momento finì la mia esperienza a udine”.

Può spiegarsi meglio?“Non avevo la giusta carica psicologica

per portare a termine il lavoro. L’ambien-te era un po’ scarico dopo Spalletti, e io pure dopo l’intensa esperienza genoana”.

La parentesi Brescia, quindi di nuovo la A col Livorno.“Fu l’inizio delle situazioni disperate, come mi piace chiamarle. Mantenni una media in linea con la salvezza, ma qual-cosa non funzionò e dopo un po’ andai a Palermo”.

Da Zamparini. Cosa ricorda del breve periodo in Sicilia?“Avevo grande entusiasmo per l’impor-

tanza della piazza. La gente però, pur-troppo, era innamorata di Delio Rossi e fui snobbato fin da subito. Quel periodo l’ho sempre inteso come una vacanza pagata di 40 giorni a Mondello, che si concluse con l’epilogo farsa di Catania in cui il presidente voleva schierare Pastore mentre io optai per Miccoli”.

Non le sembra di esagerare con que-sti presidenti mangia-allenatori?“Un mio amico una volta mi ha definito un ‘sofisticato collezionista di presidenti’, ed aveva ragione. Diciamo che mi sono confrontato con presidenti che non fa-

MAI bANALEAnche da opinionista, Cosmi è sempre statodiretto, senza pelisulla lingua...

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“”ascoltare l’inno Della chaMpions Dopo aver vinto il preliMinare con lo sporting fu qualcosa Di

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UNA VITA AL MASSIMOInsieme al suo cane, Cosmi non sopporta le falsità e i compromessi...

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A CASA DI / SERSE COSMI

TANTA VOGLIA DI PANCHINANuovamente in sella, a Pescara, per tornarea fare la differenzain campo...

“”un Mio aMico una volta Mi ha Definito un ‘sofisticato

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A CASA DI / SERSE COSMI

Intervista di Simone Bernabei

cevano certamente annoiare. Il primo fu Gaucci: è molto diverso da come viene dipinto. Posso dire che è un uomo gene-roso sotto tutti i punti di vista. Poi Spinel-li. un tipo molto particolare, che come molti suoi colleghi a volte pensa di capir-ne più dell’allenatore. zamparini invece è proprio ciò che mi avevano raccontato. Ha una sua idea di calcio molto parti-colare. Infine Preziosi: quando sono ar-rivato era molto ambizioso, voleva fare grande il Genoa. Forse ha seguito troppi consigli sbagliati di chi gravita attorno alla società”.

Da presidenti vulcanici a una piazza calda come piace a lei. A Lecce ha tro-vato ciò che cercava?“A Lecce ho semplicemente ritrovato il gusto di allenare. I tifosi giallorossi sono il massimo, meglio di tutti gli altri. Poi i giocatori, la società, l’ambiente… tut-to era al di sopra della media italiana. La gente di Lecce mi è rimasta nel cuore, come dimostra il quadro che custodisco gelosamente nel mio salotto e che mi fu regalato dagli ultras giallorossi”.

Fu facile per uno verace come lei en-trare nel cuore dei tifosi?“Quando ho libertà di azione riesco a dare il meglio di me stesso. Ma non vor-

rei passare per quello che è bravo a fare solo il motivatore...”.

Ci mancherebbe.“Le mie squadre, quando ho potuto lavo-rare, hanno sempre giocato bene. Basta seguire i miei metodi”.

Come quando fece vedere un film porno alla squadra?“Successe al Pontevecchio, in un conte-sto amichevole dove ero circondato da conoscenti e parenti. Sul pullman qualcu-no propose di vedere un film hard, che non era assolutamente porno. Vincemmo la partita e per scaramanzia il gesto si ripropose. Fu semplicemente un modo come un altro per fare gruppo. Oggi forse non è più possibile”.

Non ci sono più i calciatori di una volta?“Il calcio è cambiato, e quindi i calcia-tori sono diffidenti. Un rapporto diretto è complicato da costruire, ma per me l’aspetto psicologico conta eccome: la tattica, in buona sostanza, la possono insegnare tutti, ma il calcio non è solo quello che si vede in campo. Emozioni, storie, consigli e condivisione degli errori sono concetti importanti che vanno via via oscurandosi”.

Il razzismo esiste sui campi di calcio?“Il calcio è un modo per esprimerlo. Alla base però c’è un problema sociale che ancora non siamo riusciti a combattere, perché i provvedimenti adottati non han-no dato frutti”.

E l’omosessualità negli spogliatoi?“Credo ci sia, ma non è un problema. Sarei preoccupato comunque se non ci fosse…”.

Chiudiamo con un gioco, un revival ad occhi aperti: la squadra ideale di giocatori che ha allenato?“Tutte le volte che lo faccio mi viene di-verso. Partiamo con un 3-5-2. Dico Vi-viano; Di Loreto, Materazzi e Felipe; ze Maria, Tedesco, Liverani, Baiocco, Gros-so; Miccoli, Bazzani”.

UN CALCIO DIVERSOCosmi sa che il calcio

è cambiato ma lui è sempre quello di sempre...

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IL PRESIDENTEAntonio Gozzi è ilprincipale arteficedel rilancio dell’Entella.

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SERIE B

SPECIALE ENTELLAdi Sergio STANCO

PICCOLO mIRACOLO

LIGURECHIAVARI, PAESE DI 30MILA ABITANTI, PROVINCIA DI

GENOVA, CON uNA SquADRA IN SERIE B...

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“Il calcio che ci piace” è il motto che la Gazzetta ha coniato per racco-gliere le proposte dei tifosi e degli addetti ai lavori per migliorare il

calcio italiano. La Virtus Entella, club di Chiavari appena promosso in Serie B, potrebbe tranquillamente essere lo spot dell’iniziativa, perché è un esempio di gestione sana coniugata al raggiungi-mento di obiettivi sulla carta inarrivabi-li. E non esageriamo: “Quando ho preso il club nel 2007 - ci racconta Antonio Gozzi, Presidente, Patron e ‘deus ex machina’ dell’Entella - non immaginavo certo di portarlo dall’Eccellenza in Serie B. Il nostro obiettivo era quello di torna-re nel calcio professionistico, perché nel passato la squadra ha fatto tanti anni in Serie C e volevamo tornare ai fasti di un tempo, ma pensare di andare oltre sem-brava davvero impensabile”.

Invece, come titolava sempre la Gaz-zetta dello Sport dopo il trionfo Mon-diale del 2006, “E’ tutto vero”: qual è il segreto? “Abbiamo deciso di impostare il club come si organizzano le aziende: abbia-mo creato un gruppo di collaboratori fi-dati e competenti e cerchiamo di crescere insieme. Noi crediamo nella continuità di rapporti, in una gestione sana che rispet-ti i conti societari e, al contempo, cerchi di coniugare il tutto con risultati sportivi di livello. E questo non solo per la prima squadra”.

Il “modello” Entella, infatti, si distin-gue anche per l’attenzione al settore giovanile, che è un po’ il fiore all’oc-chiello della vostra società...“E’ proprio così e questo per due moti-vi sostanziali: il primo è che una realtà come la nostra deve cercare di crearsi i giocatori in casa per autosostenersi, la seconda è che è giusto comunque crea-re un rapporto con il tessuto sociale in cui operiamo. Noi cerchiamo di fare il nostro: creiamo opportunità per i nostri ragazzi, li seguiamo anche dal punto di vista educativo e scolastico, nel nostro piccolo cerchiamo di aiutare anche le fa-miglie, indirizzarle e essere un punto di riferimento per i nostri piccoli calciatori. Anche perché per qualcuno che diventerà professionista, tutti diventeranno uomini. Noi vogliamo prepararli a questo, per-

SERIE B/ SPECIALE ENTELLA

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SERIE b!Dall’Eccellenza allacadetteria: una scalatainarrestabile per l’Entella.

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ché un domani saranno persone della no-stra comunità”.

Il rapporto con la città e coi tifosi sem-bra essere un altro punto di forza di questo Entella... “Noi chiavaresi cresciamo con l’Entella nel cuore, i padri portano i figli allo sta-dio fin da quando sono piccoli, la squa-dra è l’orgoglio della città. Io stesso mi sono buttato in quest’avventura per la passione che nutro fin da bambino per la squadra, da quando mio papà mi por-tava al campo. Faccio un esempio che secondo me spiega perfettamente questo legame: noi abbiamo raccolto quasi due milioni di euro in partnership, una cifra ragguardevole. La Serie B di media stima in 500-600 mila euro gli introiti pubbli-citari per società della nostra fascia. E la raccolta è tutta ‘locale’: sono i ristoranti, gli hotel, le piccole aziende di Chiavari a sostenerci, quasi come fosse un aziona-

sto in così poco tempo e in una realtà di provincia sembra quasi incredibi-le... “Il merito è da condividere con i miei collaboratori. Fin dal principio abbiamo cominciato quest’avventura col DG Mat-teazzi e con il DS Superbi. Loro avevano grande esperienza visto che erano stati calciatori di buon livello, mentre io ero più che altro un tifoso. Mi hanno aiutato a capire il calcio e, da allora, cerchia-mo di seguire la nostra filosofia sempre. L’Entella è una società sana, che paga regolarmente gli stipendi e che ha sede in una città bellissima sul mare. E il clima è rilassato, è come essere in famiglia. Per questo riusciamo a far venire da noi cal-ciatori importanti, che speriamo ci aiuti-no a raggiungere i nostri obiettivi”.

La sua storia ricorda un po’ quella di De Laurentiis, che non conosceva bene il calcio e s’è trovato catapultato

UNA VITTORIA DI MOLTIIl DS Matteo Superbi (nella foto)

e il DG Matteo Matteazzi gli altri artefici del “miracolo”.

SERIE B/ SPECIALE ENTELLA

“”abbiaMo DecisoDi iMpostareil club coMesi organizzano le azienDe,

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Dei rapporti…

riato popolare. E non è un legame a sen-so unico, perché noi da parte nostra poi cerchiamo di sostenere e ricambiare i no-stri partner dando priorità a loro quando abbiamo bisogno, creando una sorta di scambio vantaggioso per entrambi”.

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in un ambiente che, ora, cerca di rin-novare con le sue idee...“Piano, De Laurentiis ha un bacino d’u-tenza leggermente diverso dal nostro (ride, ndr). Però è vero che mi sono ritro-vato in un ambiente che a volte non ca-pivo, troppo esagerato, nervoso, finan-che instabile. Io non ero abituato a tutto questo, squadre che cambiano allenatori dopo due mesi, e dirigenti ogni sei, tutto questo era lontanissimo dalla mia idea di fare business. un’azienda che cambia il management ogni anno è destinata a fallire. La nostra idea è che una squa-dra di calcio possa essere gestita come si gestiscono tutte le altre aziende: con passione, ma con attenzione al bilancio”.

E sembra un’idea vincente: ad alcu-ni la vostra storia ricorda quella del Chievo... “Anche qui ci andrei piano con i parago-ni, perché è vero che il Chievo è la squa-dra di un quartiere, ma parliamo sempre di una città come Verona che può conta-re su uno stadio come il Bentegodi, che non è poco. Noi non siamo Verona, sia-mo Chiavari e il Bentegodi non ce l’ab-biamo. Se devo essere sincero, io mi sono

ispirato al Cittadella, una società di pro-vincia, sana, che da anni riesce a man-tenere la categoria senza tradire la sua filosofia. Realtà come Cittadella o come il Latina, sono esempi da seguire. E se qualcuno prende l’Entella come esempio, non possiamo che esserne orgogliosi”.

Dunque è inutile chiederle cosa si aspetta dalla prossima stagione? “Guardi, le dico questo: prima della pro-mozione, la Serie B non mi spaventava. Vedevo quello che eravamo riusciti a cre-are e pensavo che, se fosse successo, ci

saremmo fatti trovare pronti. Ora, però, sono terrorizzato (ride, ndr), perché un conto è arrivarci, un altro è mantenere la categoria. Stiamo cercando di costruire una squadra all’altezza ma, da buoni li-guri, cerchiamo di farlo rispettando sem-pre i nostri budget. Questo per noi è una regola inderogabile, che non possiamo derogare. Stiamo lavorando duramente e speriamo che il campo ci premi anche quest’anno”.

Cosa la rende particolarmente orgo-glioso di quello che siete riusciti a fare finora per l’Entella? “Sicuramente la promozione in Serie B, perché per Chiavari è stato davvero qualcosa di inaspettato ed eccezionale”.

Ha una dedica per questo traguardo?“La dedica è per mio padre: è stato lui a farmi amare l’Entella, con lui sono an-dato per la prima volta allo stadio. E’ mancato un anno fa circa, ma sono con-vinto che da lassù abbia fatto il tifo per noi. Anche se, ora, mi sembra quasi di sentirlo: ‘Ma adesso quanti soldi dovrai spendere?’. Sa, noi siamo liguri... (ride, ndr)”.

“”noi chiavaresicresciaMo con l’entella nel cuore, i paDri portano i figli allo staDio fin Da quanDo sono piccoli

SERIE B/ SPECIALE ENTELLA

GIOIA INCONTENIbILELa Serie b per l’Entellarappresenta un risultato eccezionale.

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SERIE B/ SPECIALE ENTELLA

van Pelizzoli, dopo una carriera spesa in grandi piazze, tra le quali an-che Roma, ed esperien-ze in metropoli estere come Mosca, approda

al porto di Chiavari. E lo fa con grande entusiasmo: “Quando il Direttore mi ha chiamato - ci ha detto - e mi ha illustra-to programma e progetti, non ho avuto dubbi”. Lo raggiungiamo dopo solo 10 giorni di ritiro con la sua nuova squa-dra, ma sono bastati ad Ivan per far-si un’idea chiara della situazione: “Chi vive di calcio - ha continuato - conosce tutte le realtà, già l’anno scorso a Pe-scara seguivamo con simpatia le gesta dell’Entella, perché era un esempio per tutti. Dunque la storia del club si conosce, così come si sa che è una società seria e

IL ‘NUOVO’CHE AVANzA

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CHIAVARI DOLCE CHIAVARIIvan Pelizzoli, a 34 anni,

ha sposato il progetto Entella.

cosa sia meglio: “Secondo me, alla fine, la pressione te la devi creare tu, dentro lo spogliatoio. Io quando vado in cam-po i tifosi non li sento, non ho bisogno di qualcuno che mi carichi. Poi, ovvio, fa piacere quando ti incitano, ma non fanno certamente gol (ride, ndr)”. E lo spogliatoio dell’Entella da questo pun-to di vista è una garanzia, visto che in pochi l’accreditavano tra le candidate alla promozione lo scorso anno, invece con la forza del gruppo... “Sono qui da poco - conferma Ivan - ma ho notato subito una grande unione tra i giocatori. Mi hanno accolto benissimo, anche il mio collega di reparto, con cui fin dai primi giorni abbiamo instaurato un bel rap-porto”. Già, come diceva il Presidente, all’Entella non esistono egoismi, ma è come essere in famiglia...

con grandi ambizioni”. Alcuni parago-nano già l’Entella al Chievo, ma secon-do Pelizzoli, a 34 anni e tanto calcio alle spalle, è troppo esperto per volare con la fantasia: “Il nostro obiettivo deve essere quello della salvezza, non può essere altrimenti. Poi, tutti ci auguriamo che l’Entella riesca a seguire le orme del Chievo, ma noi dobbiamo restare con-centrati e non farci distrarre da queste cose”. Pochi giorni, dicevamo, ma suf-ficienti per calarsi nella nuova realtà: “Questa è una società molto organizzata - continua Ivan - molto più di altre più ‘quotate’. E’ un piccolo club, ma questo non significa per forza che sia sprovve-duto, anzi”. Pelizzoli ha giocato a Roma, ma anche per l’Albinoleffe, ha vissuto ambienti con grande pressione e altri in cui bisognava cercarsela. Difficile dire fo

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a salvezza a promo-zione in trenta e passa giornate, parte secon-da. Pontedera è una città di poco più di 28 mila abitanti, che si erge

a pochi chilometri da Pisa; fa parte del Valdarno Inferiore, anche se per moti-vi socio-economici viene considerata il maggior centro della Valdera. Il Ponte-dera come squadra di calcio ha origine nel 1912, anche se solo dalla stagione 2009/10 ha la denominazione cono-sciuta oggi, cioè unione Sportiva Città di Pontedera. Nel corso della storia ha militato soprattutto nei campionati re-gionali o nei Dilettanti; poi, due pro-mozioni consecutive, dai Dilettanti fino alla Prima Divisione di Lega Pro. Ed in questa “parte seconda”, poteva essere coronato un nuovo sogno, una parten-za da salvezza ed un finale da cam-pionato cadetto. un progetto serio e interessante, forse sorprendentemente vincente. Calcio2000 ne ha parlato con uno dei maggiori artefici, il responsabi-le dell’area tecnica Paolo Giovannini.

Cominciamo dalla fine. Come valuta una stagione nella quale la Serie B è

sfumata solo ai playoff?“La stagione è stata bellissima e soprat-tutto inaspettata. Venivamo dalla promo-zione in Prima Divisione dell’anno scorso alle spalle della Salernitana, quindi que-sto per noi doveva essere un campionato di assestamento e di programmazione sui giovani; saremmo stati contenti anche solo di un’ipotetica salvezza essendo la prima esperienza in Prima Divisione”. Invece poi...“Il nostro è stato un campionato di prim’ordine, abbiamo messo sotto in clas-sifica squadre come Ascoli, Prato, Gros-seto e Salernitana. L’epilogo con il Lecce è stata la ciliegina sulla torta, anche se è mancata la qualificazione. Per la nostra piazza è stato un successo e sull’onda dell’entusiasmo siamo riusciti anche a ce-dere cinque giocatori in Serie B”.

Si può dire, anche per la rosa, il Pon-tedera ha sorpreso tutti?“Tutti gli addetti ai lavori hanno indicato come sorpresissima di entrambi i gironi il Pontedera, per età media della rosa e pe-digree dei giocatori. Molti ragazzi erano alla loro prima esperienza, c’è stato stu-pore e meraviglia nel poter dire la nostra

in campi come Salerno e Perugia”.

Ora il difficile potrebbe essere mante-nersi su certi livelli.“Adesso dobbiamo essere bravi ad az-zerare tutto, anche in vista della nuova riforma del campionato: già mantenere la categoria sarebbe grande motivo di orgoglio. Poi nel corso degli anni po-tremmo anche tornare a sorprendere”.

Cosa c’è alla base delle due promo-zioni consecutive?“In realtà la promozione dalla Serie D non l’ho vissuta, io e Indiani siamo stati scelti quando questa era già avvenuta, per portare esperienza nei campionato professionistici. Abbiamo saltato anche un anno, la promozione in Prima Divisio-ne è stata davvero inaspettata; inizial-mente pensavo ad una salvezza, anche raggiunta all’ultima giornata, poi abbia-mo visto di poter competere”.

Nella seconda stagione cosa è successo?“Chiaramente abbiamo confermato molti ragazzi come Caponi, Arrighini e Vetto-ri, mentre altri giocatori, come Di Noia, si sono inseriti bene. Inoltre ho visto mi-glioramenti in ogni allenamento e vengo-

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LA VERA SORPRESAIL PONTEDERA è ANDATO AD uN PASSO DALLA SERIE B, SAREBBE STATA LA TERzA PROMOzIONE CONSECuTIVA…

di Gianluca LOSCO

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no gestite bene dal mister sia le vittorie che le sconfitte; questo c’è alla base. In alcune scelte siamo stati fortunati, ma alcuni giocatori come Regoli e Arrighini si sono anche commossi all’addio, perché qui si sono sentiti sereni, riuscendo quindi ad esprimersi bene anche in campo”.

Per ottenere certi risultati, quindi, cosa occorre?“Per fare bene occorre lavorare tanto e curare i dettagli nei minimi particola-ri, soprattutto per mantenere i calciatori al top sia fisicamente che mentalmente. Siamo riusciti anche a prendere giocatori dall’Atalanta o dal Napoli, è il segnale che Pontedera viene vista come piazza importante. Eppure quello che abbia-mo fatto non basta, serve la continuità di tre o quattro anni, quindi c’è ancora tanta strada da fare; ricordiamoci che in precedenza la C1 era stata fatta solo un anno, nel ‘93, e c’era stata subito la retrocessione”.

Si può dire che in Lega Pro la crisi eco-nomica si senta ancora di più rispetto

agli altri campionati?“Pontedera in questo ha una grande for-tuna, con presidenti che condividono la fideiussione e in primo luogo sono tifo-si. Poi c’è grande collaborazione fra il CdA e l’amministrazione comunale, io sono stato in diverse piazze, come Lucca e Massa, e ci sono stati sempre dissidi per chi debba fare i lavori. La società è sempre stata presente per ogni miglioria degli ultimi anni, dall’illuminazione alle telecamere di sorveglianza. La proprietà è coesa, forse non ci sono le cifre per fare un campionato di vertice e alcune cose ci limitano; la Serie C è la nostra Serie A, alla fine tutta questa organiz-zazione che porti a fine campionato fra i 10 e i 15 punti”.

Oltre che quello con la città, anche il rapporto con i tifosi sembra molto buono. Cosa ci può dire?“La domenica la gradinata è sempre molto bella. Il bacino di utenza è quel-lo che è, ma i tifosi sono presenti anche agli allenamenti e posso dire che il tifo-so del Pontedera è intelligente. In certe

piazze c’è l’obbligo morale di vincere, noi abbiamo la nostra organizzazione ed un progetto che si basa sul bilancio e crescita dei giovani; questo serve perché l’inconveniente può essere sempre dietro l’angolo e se mai arriveranno tempi più difficili dobbiamo essere preparati”.

PAOLO GIOVANNINI

LEGA PRO/ PONTEDERAdi Gianluca LOSCO

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AD UN PASSO DAL SOGNOSerie B sfiorata per

il Pontederache punta a riprovarci.

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GRANDE ENTUSIASMOA Piacenza ètornata la grandevoglia di calcio...

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PIACENzA

avevano già capito gli antichi romani che il luo-go dove fondarono la ‘Colonia Placentia’ (così chiamata con l’augu-rio che la città potesse

piacere ai futuri abitanti), era un posto davvero speciale. Sita alla confluenza del Po con la Via Emilia, la colonia –in-signita con lo stemma della Lupa- co-minciava allora la sua millenaria storia. E oggi, che quella Lupa campeggia sul-lo stemma del Piacenza Calcio, la città vive, sportivamente parlando, un mo-mento decisivo, di rilancio verso il gran-de calcio. Per affrontarlo, la società biancorossa si è affidata a Francesco Monaco, uno che l’ambiente lo conosce bene avendo allenato il Piace nella sta-gione 2012, quando, in condizioni dif-ficilissime, per poco non riuscì a salvare una squadra dal destino segnato, gua-dagnandosi un posto di rispetto nell’a-marcord degli sportivi piacentini…

Mister, si riparte dalle lacrime di Pra-to del 2012, epilogo amaro di una stagione che, nonostante tutto, ha segnato il suo legame con la piazza piacentina…

“Sì, quella fu una stagione balorda, culminata con una retrocessione ingiu-sta che voglio “cancellare” regalando a questa gente il ritorno nel calcio profes-sionistico”.

Lei ha dichiarato di essere tornato a Piacenza anche “per debito di ricono-scenza” verso la piazza…“Qui mi hanno fatto sentire un allenato-re importante. Ecco perché ho accettato subito di tornare, senza badare alla ca-tegoria”.

Il suo ritorno ha scatenato, sui social network, la gioia dei tifosi biancoros-si, che non l’hanno mai dimenticata…

“I tifosi sono bendisposti e questo è senz’altro un bene, ma ora toccherà a noi alimentare il loro entusiasmo e ren-derli partecipi di una stagione che deve essere quella della svolta”.

Un ambiente decisamente diverso da quello che ha trovato nella sua pri-ma esperienza a Piacenza, quando la squadra viaggiava nei bassifondi della LegaPro e gli umori erano ben differenti…“Sicuramente. Questa volta si lotterà per stare al vertice, anche se la categoria, naturalmente, è diversa. E’ normale che una piazza come Piacenza debba lotta-re per essere protagonista e deve farlo onorando questa maglia gloriosa”.

L’obiettivo quindi è la promozione, già sfuggita lo scorso anno: cosa ser-virà per centrare l’impresa?“La rosa è competitiva, ma raggiungere-mo l’obiettivo solo se faremo gruppo. Tut-ti dovremo dare il massimo, remando dal-la stessa parte per il traguardo comune”.

Lei è un esperto in fatto di promo-zioni, avendone conquistate due tra Ancona e Carrara: vede anche qui un

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di Carlo TAGLIAGAMBE

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C’eri anche tu, a Prato, in quella gara sciagurata, terminata però con gli applausi del pubblico…“C’ero, e lì ho capito quanto amo questi colori e la gente di Piacenza: ricordo la pelle d’oca che avevo nell’uscire dal campo tra gli applausi. Lì è scoccata la scintilla e ho deciso di restare, oltre ogni categoria”.

E poi c’è mister Monaco, che punta parecchio su di te…“Ci conosciamo bene, non abbiamo mai smesso di sentirci durante questi anni, perché lo considero un’ottima persona e un tecnico molto preparato: penso sia l’uomo giusto per portarci in LegaPro…”

Secondo te cosa è mancato l’anno scorso per la promozione?“un po’ di esperienza da parte di tutti:

giocatori, ambiente, società. Quest’anno ci riproveremo, ma con la consapevolezza di conoscere bene la categoria”.

Hai vissuto momenti difficili con questa maglia, giocando senza stipendio, con penalizzazioni di 11 punti. Oggi, invece, la musica è cambiata…“Sì, abbiamo una società fortissima alle spalle, innamorata di questi colori: gente seria, che rispetta sempre gli impegni e che ci mette in condizione di lavorare al meglio”.

Da uomo simbolo della squadra, cosa ti senti di promettere ai tifosi?“Posso garantire, mettendoci la faccia, che l’impegno non mancherà mai.I tifosi vogliono questo e, dopo anni di grande sostegno, se lo meritano ampiamente!”.

ambiente maturo per il grande salto?“Decisamente sì! Piacenza ha voglia di grande calcio e lo dimostra ogni giorno con un entusiasmo fuori dal comune. Noi dovremo cavalcare la gioia dei tifosi e trasformarla in risultati sul campo”.

A livello tattico, come giocherà il suo Piacenza?“Si partirà da un 4-2-3-1, che credo sia il modulo più adatto ai giocatori attual-mente in rosa. Ma nulla vieta un cambio in corsa, anche perché con alcuni calcia-tori devo ancora prendere confidenza…”

Ci dica in due parole i propositi di questo Piacenza…“Dobbiamo essere onesti e capire che, il nostro, non è un progetto a lunga sca-denza: l’obiettivo deve essere quello di cercare di far bene subito, senza indugi”.

SERIE D/ PIACENZAdi Carlo TAGLIAGAMBE

FRANCESCO VOLPE – FOX IN THE bOXVOLPE HA uN SOGNO: LA LEGAPRO CON IL SuO AMATO PIACENzA…

Francesco, nel tuo curriculum tanta serie B e tanta LegaPro: oggi però c’è una sfida importante, riportare il Piacenza dove merita…“Sì, ormai ho sposato il progetto: è il mio quarto anno in questa città, dove mi trovo benissimo e sento l’affetto e la stima dei tifosi. La LegaPro era l’obiettivo già l’anno scorso e lo sarà anche quest’anno, con ancora più stimoli e voglia…”

I SOGNI DI VOLPEL’obiettivo è il salto di categoria, con il Piacenza ovviamente...

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NEL SEGNO DI LUCCIElegante nei modi e nella professione,un procuratore vero...

I RE RDEL MERCATO / ALESSANDRO LUCCI

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COLPI DI CLASSE

DAGLI INIzI NEL MONDO DELLA MODA A SERGINHO, PASSANDO DAL CuORE DI TADDEI, DA CuADRADO E VuCINIC.

ALESSANDRO LuCCI SI RACCONTA.

oma. In cielo splende il sole. Sembra tut-to perfetto, quando c’è il sereno qui. E quest’aria capitale, fatta di gloria e di memorie, è perfetta

per raccontare una storia. Alessandro Lucci apre le porte della sua vita sorri-dendo. Poi si siede e racconta. Perché il suo è un viaggio che parte da lontano. Ha le luci della ribalta di Hollywood, il caldo vento del Medio Oriente, il volto di Diego Armando Maradona, ha i con-torni ben definiti della sua Roma.

E poi c’è lui. Jerry Maguire.“E’ un film che mi ha ispirato. Tom Crui-se, agente di giocatori di football ame-ricano, basa tutto sul rapporto umano e non tratta i suoi assistiti come carne da macello. Poi gliene resta solo uno, consi-derato da tutti un mediocre. Lui però lo segue, lo coccola, lo motiva. usa bastone e carota. E poi... Meglio non rovinare il finale, no?”.

Allora riavvolgiamo il nastro e ripar-tiamo dall’inizio.“Nasco a Roma, vicino San Pietro, poi tra-piantato in zona Fleming. Arrivo dal mon-

do della moda, mio zio era socio di alcu-ne boutique di un vero genio come Gianni Versace. Era una vetrina sul mondo, era la moda del talento, lavoravo in Via Borgo-gnona. Ho conosciuto e vestito tanti divi, da Madonna a Elton John, da Mike Tyson a Diego Armando Maradona”.

Diego, El Diez.“La boutique era chiusa alle 21 ma c’era-no tremila persone fuori ad aspettarlo. Ho un buon rapporto con lui, sono anche an-dato a trovarlo a Siviglia, in Argentina”.

Viaggiare fa parte della sua vita, sin da quel periodo.“Sono stato, in quegli anni, spesso in Francia, dal figlio del Re degli Emira-ti. Trasportavamo praticamente l’intera boutique a Parigi, eravamo alla corte del sultano. E’ stata un’esperienza di quindi-ci anni bella, intensa, formativa, che mi ha permesso di mettermi a confronto con culture diverse e di imparare corrente-mente quattro lingue”.

Non v’è arte là dove non v’è stile, di-ceva Oscar Wilde. Ed il calcio come s’inserisce?“Mio padre era calciatore. Era uno alla Mazzola. Stava andando alla Lazio,

negli anni ‘50, ma c’era una squadra legata all’Enel che gli fece una propo-sta. All’epoca si pensava anche al dopo carriera ed optò per la seconda. Finì per diventare dirigente”.

Passaggi della vita. Poi svolte.“La mia arrivò per caso, come nascono le cose belle della vita. Alen Boksic mi con-sigliò di intraprendere questa carriera. Volevo avvicinarmi a questo mondo e mi disse che avevo le qualità giuste. C’era lo zoccolo duro degli agenti, una categoria ancora non esplosa mediaticamente. Ri-cordo però ancora l’importanza delle fi-gure dei vari Tinti, Branchini, D’Onofrio, per dirne alcuni. E proprio il grande rap-porto umano di quest’ultimo con Boksic, mi convinse a seguire questa strada”.

Svolte. Ma anche stazioni. Una delle più importanti si chiama Serginho.“Il mio obiettivo era: pochi ma buoni, qualità anziché quantità. Lo conobbi at-traverso Cafù e intorno al 1999 seppi della possibilità di un suo passaggio al Middlesborough. Era al Milan, con zac-cheroni giocava poco, così lo chiamai. L’operazione non si fece ma poco dopo mi disse che voleva me come suo agente. Poi al Milan arrivò Cesare Maldini”.

di Marco CONTERIO

foto Samantha zuCCHI/Image SPORT

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I RE DEL MERCATO

ALESSANDRO LuCCI

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Il padre ‘putativo’ di Serginho.“Già: gli disse di giocare più libero, vinse anche il premio di migliore in campo per cinque volte. A fine stagione mi trovai davanti Galliani per il rinnovo del ragaz-zo e per questo sarò sempre grato a Ser-ginho, al quale è dedicato il logo WSA. Ed al Milan: ero nessuno ma mi hanno trattato con grande rispetto, da società unica. Ho trattato con i club più presti-giosi ma hanno un fascino incredibile”.

Il Brasile, per lei, significa molto.“In una finale Champions avevo anche

Roque junior oltre che Serginho. Sono sempre andato spesso lì, per conoscere e vedere dal vivo i talenti. Devi sapere chi hai di fronte, quando sei davanti ad un club devi essere in grado di spiegare che il ragazzo è un professionista e non solo un talento”.

Trattative, curiosità. Ci racconta la più semplice della carriera?“Lucio, all’Inter dal Bayern Monaco. I tasselli erano tutti al loro posto, una si-tuazione incredibile. I nerazzurri vole-vano un difensore centrale, Mourinho

chiedeva Ricardo Carvalho, ma non era facile. Al Bayern arrivò Van Gaal, disse di non contare più su Lucio. Così mi chia-mò il suo agente per una consulenza: fu una mia idea, entrai in contatto con l’In-ter ed in tre giorni si definì tutto”.

La più laboriosa?“Vucinic alla Roma. Il Lecce voleva mo-netizzare, l’udinese era pronta al grande colpo ed i giallorossi avevano poca liqui-dità. Mirko però voleva, sognava la Ca-pitale. Fu una trattativa estenuante, oltre due mesi. Chiudemmo in prestito oneroso

con riscatto per la metà nel primo anno e la seconda nell’anno successivo. Però furono tutti contanti, perché Vucinic è un giocatore unico, capace di grandi cose”.

Adesso è lui, Sultano negli Emirati.“Dopo tanti anni e successi a grandi li-velli, dopo aver vinto tanto a livello di club e personale, voleva un’esperienza più serena ed è andato all’Al-jazira. Da cinque mesi lavoravo a questo, è stata una scelta di Mirko e della famiglia. Va a giocare in un posto dove può toglier-si ancora grandi soddisfazioni a livello

I RE DEL MERCATO / ALESSANDRO LUCCI

“”Jerry Maguire è un filM che Mi ha

ispirato: si basa tutto sul rapporto uMano con gli assistiti

L’IMPORTANZA DEI LEGAMILucci crede moltonel rapporto umanocon i giocatori...

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personale e non dimentichiamoci che è ancora relativamente giovane”.

Ha rapporti intensi coi suoi assistiti. Alla Maguire, vien da dire.“Ne cito uno, Rodrigo Taddei. Lo conob-bi a Siena, quando perse tragicamente il fratello. E’ una delle persone più bel-le mai incontrate in vita mia, lo dico col cuore. Riuscì professionalmente a ripren-dersi, stava per andare alla Roma, ma l’allora presidente De Luca disse di no. Intraprendemmo per la prima volta nel calcio una causa per mobbing poi rien-

trata. Poi riuscì ad approdare in giallo-rosso che preferì a Inter e juventus”.

Ora, dopo i canti d’amore riservatigli dal pubblico di Roma, c’è il Perugia.“una scelta ponderata, ha abbracciato il progetto con convinzione ed emozione. E’ stato travolto dal progetto del presi-dente Santopadre, insieme vogliono rag-giungere grandi traguardi”.

Chi è Taddei?“un guerriero educato. una persona splendida. Il ragazzo ideale al quale

offro consulenza. Vogliamo essere un punto di riferimento, perché è un mon-do subdolo, dove è facile perdersi per le grandi pressioni e vogliamo mettere a disposizione tutto il nostro know how per supportarli. E sopportarli”.

Bastone e carota.“Già: quando serve, dobbiamo anche es-sere duri”.

Dai gol che le dedicano, non pare.“Bertolacci l’ha fatto alla prima in A, contro la juventus. Vucinic per la prima

doppietta. Rafael, ex Messina, disse da-vanti alla telecamera ‘Jerry, è per te’, riferendosi al film di cui parlavo prima”.

Gioielli, perle. Qui parliamo di oro zecchino: Juan Guillermo Cuadrado.“L’ho conosciuto a Lecce, attraverso i compagni Bertolacci e Giacomazzi. Il feeling è nato subito, dai primi giorni. Il rapporto va al di là di quello profes-sionale, c’è una grande relazione umana con lui ed anche con la madre e la sorel-la. E’ un rapporto che ci dà la possibilità di vivere i momenti belli e meno belli con

I RE DEL MERCATO / ALESSANDRO LUCCI

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le maglie di alcuni dei

suoi assistiti...

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grande coinvolgimento emotivo”.

Emozioni. Ma anche futuro. Parliamo di Alessandro Florenzi.“Non è una scoperta, visto che ha già mostrato di avere certi colpi già negli ultimi anni del settore giovanile alla Roma e poi a Crotone. Adesso si sta però consacrando e diventerà un calcia-tore di livello internazionale, tra i top nei prossimi anni. Ne è testimonianza il fatto che, ogni qual volta mi siedo ad un tavolo con club prestigiosi, c’è sempre la domanda interessata su Alessandro. In Italia ed in Europa”.

Quest’anno ha vinto il titolo come mi-glior agente: cosa ha provato?“E’ stato il coronamento un percorso nato tanti anni fa in punta di piedi, un pre-mio non solo per me ma anche per il mio gruppo di lavoro. Il team lavora giorno dopo giorno, insieme, unito, sono persone indispensabili per la mia crescita”.

Andiamo con qualche curiosità: chi non ha fatto la carriera che sperava?“Davor Vugrinec. Giocatore incredibile, ma staccata la spina delle motivazioni si è perso. Fu lui, però, a consigliarmi di seguire Vucinic. Mi disse: ‘a Lecce ci sono

“”con cuaDraDo il feeling è nato subito:il rapporto va al Di

là Di quelloprofessionale

DA VUCINIC A bERTOLACCIPer Lucci ognigiocatore hala stessa importanza...

I RE DEL MERCATO / ALESSANDRO LUCCI

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due ragazzi. uno è un fuoriclasse, l’altro è forte’. Vucinic e Bojinov...”.

Gusti, vizi, curiosità: cosa ascolta, Lucci?“Amo la musica. Il jazz, mi rilassa john Coltraine, ma ascolto di tutto. E poi cine-ma, arte contemporanea: è un mondo af-fascinante, questo, vorrei scoprire questa meravigliosa arte concettuale”.

Le va di parlare della sua famiglia?“Mia moglie yaima, cubana, è una per-sona positiva, solare. un punto di riferi-mento nella vita, preziosa per tante cose, determinante. Poi due figli, due gioielli. Carolina, la nostra principessa, e Leo-nardo, il nostro dandy”.

Taddei li ha anche accompagnati in campo.“Quattro anni fa entrò in campo con mia figlia Carolina ed alla prima da titola-re in questa stagione appena terminata, era mano nella mano con il mio piccolo Leonardo. un’emozione vera, una gioia unica per un padre. Per questo lo ringra-zierò per sempre, per tutta la vita”.

Emozioni, eterne. Come il cielo sopra Roma. Vorresti non se ne andasse mai.

“”taDDei è una persona splenDiDa.e’ statotravolto

Dall’entusiasMo Di perugia

NON SOLO CALCIOUna scuderia importante ma tante altre passioni,

come il jazz...

I RE DEL MERCATO / ALESSANDRO LUCCI

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APPUNTAmENTO CON LA STORIA...I DELLA VALLE FESTEGGIANO IL 10° ANNO IN SERIE A, MA LA BACHECA è ANCORA VuOTA...

di Stefano BORGI foto Federico DE LuCA

LA FORZA DEI DELLA VALLESolidità finanziaria e passione vera, la ricetta della famiglia viola...

SPECIALE FIORENTINA

DECENNALE DELLA VALLE

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re presidenti, quattro direttori sportivi, otto allenatori. E ancora due qualificazioni in Champions League (reali, più un altro paio virtuali), due

quarti posti (gli ultimi) che gridano ven-detta. Poi una semifinale uefa, un ottavo di Champions, una finale di Coppa Italia, per un totale di 602 punti che vogliono dire il 5° posto come piazzamento me-dio. Sullo sfondo la storia di Calciopoli, vero, unico grandissimo neo di un decen-nio da ricordare. 2004-2014, la Fioren-tina batte il Perugia nello spareggio per tornare nella massima serie e si riappro-pria della sua gloria. Via quella maglia

bianca con la striscia in mezzo, via quel nome romantico ma improprio... Floren-tia Viola. Evitata poi la gogna della C1, superato il purgatorio della Serie B, la Fiorentina torna nel posto che le spet-ta... la Serie A. Del resto basta dare un’occhiata al palmares: due scudetti, 6 coppe Italia, 1 coppa delle coppe, 1 fi-nale di Coppa dei Campioni. C’è chi ha fatto di meglio, certo, ma anche molto di peggio. Però, c’è un però. In questi dieci anni ci sono state vittorie parziali, piaz-zamenti di prestigio, mentalità e gioco propositivi. Sono arrivati calciatori di nome (basti pensare a Mutu e Gilardino, Rossi e Gomez), il gradimento naziona-le ed internazionale, un’immagine puli-ta dedita alla solidarietà, al fair-play.

Fuori dal campo l’abbattimento delle barriere dalle tribune del Franchi, una tifoseria senza macchia e senza paura, la realizzazione del mini-centro sporti-vo. Chapeau, non c’è che dire. A tutto questo manca un’affermazione, un tito-lo, manca di alzare un trofeo. Dieci anni vissuti da protagonista ai quali manca l’Oscar. quanto meno la nomination. La Fiorentina, va detto, c’è andata vicino con la finale di Tim Cup: colpa di Genny “la carogna”? Dell’assenza contempora-nea di Cuadrado, Rossi e Gomez? Colpa di Ilicic che sbaglia un gol davanti a Rei-na? Ok, può darsi... Però la sostanza non cambia, è giunto il momento di scrivere il proprio nome, di riempire una bacheca tristemente vuota che stride col decen-

T

di Stefano BORGI foto Federico DE LuCA

ANDREA E DIEGODue fratelli con il viola

nel cuore, manca solo un trofeo...

SPECIALE FIORENTINA

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nio che andiamo a tratteggiare. I primi 10 anni in Serie A di Diego ed Andrea Della Valle.

MALE NON FARE, PAURA NON AVERE - In origine era un proverbio, in seguito una raccomandazione che usava fare il nonno dei Della Valle. La frase fu ripre-sa da papà Dorino, per poi diventare (dalle parti di Casette D’Ete) un vero e proprio “must”. Diego e Andrea, quel-le parole le hanno sempre portate con sè. Sopratutto Diego le faceva sue nel-le interviste, nei talk-show che lo vede-vano protagonista. Ancora Diego le ha ripetute all’infinito davanti ad inquirenti e magistrati nel periodo di calciopoli. Eh già perchè, per raccontare Diego e Andrea Della Valle non si può prescin-dere dalla pagina più nera del calcio italiano. Ancor di più (se possibile) per

Diego Della Valle, entrato nel calcio con l’intento di cambiarlo (ricordate la bat-taglia in Lega per i diritti TV e gli scontri con Galliani?) e che dallo stesso calcio è stato travolto, trasformato, trasfigurato... ovviamente in peggio. Per questo don Diego ripeteva: “Male non fare, paura non avere”, convinto della propria in-nocenza, convinto dell’innocenza della Fiorentina. E invece i processi si sussegui-rono fino alle condanne, dapprima cin-que anni e proposta di radiazione, poi ridotti a quattro dalla CAF, quindi tre anni e nove mesi comminati dalla Corte Federale. Sullo sfondo il reato di illecito sportivo (poi derubricato a “illecito pre-sunto”) e la violazione dell’art. 1 (lealtà sportiva). un affronto, una beffa impos-sibile da assorbire. Anche per questo Diego piano piano si è allontanato dal

calcio, si è sottratto ai riflettori lascian-do il timone al fratello Andrea, di dodici anni più giovane, deluso (diciamo pure offeso) dall’ingiustizia pallonara. Come dimenticare, infatti, i 40 punti di pena-lizzazione inflitti alla Fiorentina nel cam-pionato 2005-2006, i 19 (poi ridotti a 15) per il campionato successivo, le due Champions League perdute (e 40 milioni di euro gettati al vento). Inutile ricorda-

re, poi, il danno d’immagine subìto da un capitano d’industria che fa della corret-tezza nella vita e negli affari il proprio cavallo di battaglia. A sublimare il tutto, infine, lo scontro con Cesare Prandelli del giugno 2010, quando una serie di comunicati impazziti misero fine all’idillio tra il “Mago di Orz” e la società Fioren-tina. Galeotta fu una telefonata di Bet-tega allo stesso Prandelli sdoganata dal

“patron” viola. “Scusa Cesare, verresti ad allenare la juve?” (sembra avesse chiesto l’allora dirigente bianconero ndr.) Apriti cielo... in nome della correttezza di cui sopra Diego se la legò al dito salutando la compagnia. Intendiamoci, Diego Della Valle resta il vero padrone della Fioren-tina, dall’alto dalle sue quote di mag-gioranza di Hogan e Tod’s. Diego tutto sa, tutto conosce, tutto decide. quando serve Diego interviene, quando serve Diego piomba a sorpresa nel ritiro e sprona i “ragazzi”. Carisma e personali-tà, di certo, non gli mancano (per infor-mazioni chiedere a Marchionne piuttosto che agli Elkann). Sopratutto Diego con-trolla i conti attraverso il braccio destro Mario Cognigni, attuale presidente ese-cutivo ed amministratore delegato. Però non gli chiedete di “sporcarsi le mani”, non più, non gli chiedete giudizi tecnici

nè tantomeno di perdere tempo con nani e ballerine. Il circo mediatico del calcio non fa per lui. Al massimo Diego Della Valle fa capolino al “Franchi” nelle par-tite di cartello, e quando succede è sem-pre una festa.

LO CHIAmEREmO “ANDREA” - Prova-te a chiedere a qualsiasi tifoso viola chi è il vero presidente della Fiorentina. Vi risponderanno: “Andrea”. Basta la pa-rola. Anzi, basta il nome... come si fa-rebbe con un vecchio amico. Alcuni az-zardano addirittura un “andreino”, che la dice lunga sul rapporto privilegiato con Firenze. Comunque una persona della quale fidarsi. Ecco, Andrea Della Valle è proprio questo: un fratello mag-giore, uno da abbracciare, da stringer-gli la mano, uno a cui dare una pacca

“”

“”

Manca ancora un tassello ai Della valle,

vincere un trofeo

si chiaMa anDrea eD è la vera

colonna Della fiorentina

UN TIFO ESAGERATOIl popolo viola credeciecamente nel progetto dei Della Valle...

SPECIALE FIORENTINA

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sulle spalle. quando lo incroci (magari davanti al “Bar Marisa”, covo storico dei tifosi viola), quando gli chiedi un auto-grafo. I suoi bagni di folla, ormai, hanno fatto storia: in primis al termine di ogni partita, davanti alla tribuna del Franchi. Il venerdì, poi, appuntamento di fronte al centro sportivo, lui e la stampa. E poi in ritiro, da Cortina a Moena, da San Piero a Montecatini. Oppure (l’ultima in ordine di tempo, forse la più significati-va) durante la presentazione di Mario Gomez: era il 15 luglio scorso, 25.000 tifosi idealmente stretti intorno ad “An-drea” per accogliere super Mario, de-positario delle speranze europee di un’intera città. Del resto Andrea Della Valle incarna la passione di tutta la Fi-renze viola. qualcuno lo ha paragonato a Vittorio Cecchi Gori, qualcun altro lo aspetta “in balaustra”, come soleva fare il circense produttore cinematografico. Alt, fermi tutti... ADV è un passionale, un sanguigno, a volte un istintivo. Allo stesso tempo, però, è persona per bene, edu-

cata, riflessiva. Andrea è una persona vera, e come tutte le persone vere sa far bene entrambe le fasi. Certo, in passato non sono state tutte rose e fiori. Anche per lui un decennio che si è aperto con calciopoli, con le condanne, anche lui a dire... “Male non fare, paura non avere”. Andrea però ha resistito, e si è caricato sulle spalle l’orgoglio di un popolo. An-drea ha vissuto appieno l’era Prandelli diventandone amico e confidente, An-drea ha sofferto il biennio Mihajlovic-Delio Rossi culminato con la “cazzottata” tra Ljajic ed il tecnico di Rimini. Andrea si è ripreso la Fiorentina a luglio 2012 quando si è confrontato col fratello Die-go, ottenendo il rilancio in grande stile del progetto Fiorentina. Ed allora in un colpo solo sono arrivati Cuadrado, Gon-zalo Rodriguez, Borja Valero e Aquilani. Ha tenuto Jovetic per farci una sontuo-sa plusvalenza, ha scommesso su Pepito Rossi ed ha avuto ragione. Ha scovato il duo Pradè-Macià col quale sta costruen-do il sogno di una grande Fiorentina.

Ora è pronto per un trofeo, qualunque esso sia. Il tutto senza “sbracare”, senza cedere a manie di grandezza. Per que-sto, anche noi, lo chiameremo Andrea.

APPUNTAmENTO CON LA STORIA - Insomma, Diego e Andrea Della Val-le... due facce della stessa medaglia. Così diversi tra loro, il primo freddo e ragionatore, il secondo entusiasta e trascinatore, uniti da un obiettivo co-mune: portare in alto la Fiorentina. Lo abbiamo detto, la missione è aprire quella bacheca e riempirla, con un ti-tolo, una coppa, un trofeo da traman-dare ai posteri. E poi il nuovo stadio alla Mercafir, il sogno della Cittadel-la Viola, il legame con una città da stringere sempre di più... e renderlo indissolubile. Tante idee, tanti proget-ti a 12 anni da quel 2 agosto 2002 (data dell’acquisizione del titolo sporti-vo), con 10 anni di Serie A sulle spalle da quel famoso spareggio... Diego e Andrea ci credono, Firenze è con loro.

IL mUSEO VIOLARACCONTARE FIRENzE ATTRAVERSO LA FIORENTINA. FIORI ALL’OCCHIELLO LA “HALL OF FAME” ED uNANuOVA SEDE...

“un museo permanente da dedicare alla storia della Fiorentina e dei campioni che ne hanno fatto la gloria. un ente che pro-duca pubblicazioni e crei rapporti stabili con le maggiori istituzioni culturali citta-dine. Infine realizzare ogni azione che racconti la storia della città attraverso la Fiorentina. Queste le tre finalità principali del Museo. Poi, se vuole, le racconto an-che come siamo nati...” Inizia così Andrea Claudio Galluzzo, presidente del Mu-seo Fiorentina, uno degli autori più ap-prezzati di testi storici sulla Fiorentina e sul Calcio Storico.

Prego presidente, l’abbiamo interrotta...“Innanzitutto il Museo Fiorentina è un ‘brand’. Nasce il 29 luglio 2009 come una onlus e nel 2012 si trasforma in Fon-dazione grazie alla collaborazione con la Fiorentina. Fu l’AD Sandro Mencucci ad

avere l’idea convocando (su consiglio di Fino Fini, presidente del Museo di Cover-ciano) il sottoscritto e David Bini, grande collezionista di materiale viola oggi vice-presidente del Museo. Mi piace ricordare anche Andrea Della Valle, oggi membro del Senato del Museo, che ha deciso di occuparsi in maniera diretta dello svilup-po della Fondazione”. Non male per una proprietà accusata a più riprese di non considerare la storia viola e dimentica-re i campioni che hanno fatto grande la Fiorentina.

A proposito di campioni... “La Fiorentina, attraverso il Museo, è stato il primo club calcistico italiano a celebrare la propria Hall of Fame (nel 2014 sarà celebrata la terza edizione ndr) - prose-gue Galluzzo non senza orgoglio. Ogni anno infatti viene festeggiato l’inserimen-to di campioni e dirigenti viola nella gal-leria degli onori della Fiorentina”.

Avanti con gli appuntamenti...“Il Derby Storico e la “Florence Football Cup”, due manifestazioni a sfondo benefi-co organizzate dalla Fiorentina attraverso il Museo. Poi le Mostre tematiche in luoghi prestigiosi del centro cittadino. L’ultima è stata quella dedicata ai “Bomber Viola” realizzata a Palazzo Medici Riccardi. In-

fine le iniziative editoriali come “I Leoni di Ibrox” (volume celebrativo della vittoria in Coppa delle Coppe del 1961), e gli annuari ufficiali della Fiorentina”.

Progetti per il futuro?“La sede innanzitutto. C’è un accordo col nuovo sindaco Dario Nardella per reperi-re una sede nel centro storico di Firenze. Siamo fiduciosi per una soluzione a breve in quanto il sindaco ha confermato pubbli-camente la sua volontà di portare a com-pimento quest’opera fondamentale per lo sviluppo del Museo”.

ANDREA CLAUDIO GALLUZZO

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li uomini passano, la Fiorentina resta. quante volte ab-biamo sentito questa frase? Per i tifosi una sorta di regola, e come in ogni regola

che si rispetti c’è un’eccezione che la conferma. A Firenze un signore come Manuel Pasqual, arrivato dall’Arezzo nell’estate 2005, festeggia quest’anno

il 10° anniversario con i viola. E allora la domanda sorge spontanea...

Scusi Manuel, come si fa a rimane-re per così tanto tempo nella stessa squadra?“Ci vogliono molte componenti - rispon-de con soddisfazione. Innanzitutto il modo di pensare e vedere il calcio. La fedeltà, l’appartenenza ad una realtà per me hanno un valore altissimo. Se poi

questa realtà si chiama Fiorentina allora tutto è più facile. E poi ci vuole la società che crede in te, oltre alla professionalità e la disponibilità del giocatore”.

E lei non ha mai pensato di andarsene?“Sinceramente nel 2009 le cose non an-davano bene: non giocavo, l’allenatore (Prandelli ndr.) non mi vedeva, stavo spes-so in tribuna. Però la società mi ha convinto a rimanere, il direttore Corvino fece di tut-

LA ‘mIA’ FIORENTINADA... NOVE!

PASQUAL, SENZA OMBRA DI DUBBIO, è L’ANImA DELLA VIOLA DEI DELLA VALLE…

G

L’ANIMA VIOLAPasqual è uno dei simboli della Fiorentina dei Della Valle.

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to per tenermi. E poi mia moglie stava per partorire, insomma... le componenti di cui sopra. Tutte devono coincidere”.

Facciamo un passo indietro: la prima cartolina da Firenze.“Il piazzale Michelangelo. Era il giorno della mia presentazione e passammo da quel posto meraviglioso. Ebbi subito l’im-pressione di aver fatto la scelta giusta. Mi aspettava una conferenza a tre voci: Frey, Brocchi ed il sottoscritto. Capirai, per un ragazzo che veniva dalla serie B stare ac-canto a due personaggi simili, sostenuto da una società organizzata e prestigiosa come la Fiorentina... un sogno”.

Ed infatti fu subito un crack...

“Dopo poche giornate ero già titolare, sfornavo assist in continuazione, la squa-dra giocava e vinceva. Alla fine arrivam-mo quarti e conquistammo la qualifica-zione in Champions. Anche se...”

Questa pausa c’entra forse con calcio-poli?“Fu una mazzata. Eravamo tutti molto tristi, nello spogliatoio c’era un’aria pe-sante... e con lo spauracchio della serie B qualcuno voleva andarsene. Poi ci ri-prendemmo e disputammo una grande stagione. I giocatori buoni, certo, non mancavano: Mutu, Toni, Liverani...”

Un anno dopo inizia la crisi con Pran-delli.“Il mio rapporto col mister è stata una giostra, un otto-volante. Grandi picchi in alto, grandi discese in basso, a volte non ci siamo capiti. Però devo dargli atto di essersi saputo ricredere: mi ha richia-mato in Nazionale, mi ha dato di nuovo fiducia...”

Ci racconti la Fiorentina del dopo-Prandelli...

“Guardi, chiunque fosse venuto dopo Prandelli avrebbe trovato difficoltà. Co-munque venivamo da cinque anni fantasti-ci, con grandi risultati. Qualcuno dice che i Della Valle stessero mollando, che era in atto un ridimensionamento... non è vero. Anzi, forse proprio in quel periodo furono spesi più soldi che in passato, ma quando le cose non girano c’è poco da fare”.

La svolta arriva con Montella.“Il segreto fu il coraggio di azzerare tut-to. Ricordo che i primi giorni a Moena (luglio 2012 ndr.) dei vecchi c’eravamo solo io e Neto. Poi arrivarono Viviano, Roncaglia, e via via tutti gli altri. Di-sputammo una grandissima stagione, la gente si s’innamorò della Fiorentina. Io

“”“” calciopoli il MoMento più

brutto, il più bello la fascia Di capitano

nel 2009 potevoanDarMene, Ma corvino fece Di tutto

per tenerMi

CAPITANO VEROAlla caccia di un trofeo,

Pasqual ha già conquistatola fascia di capitano...

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diventai addirittura capitano!”

Come avvenne l’incoronazione?“Esagerato! Certo non nego sia stata una grandissima soddisfazione. Montella duran-te il pre-campionato dette la fascia un pò a tutti, poi alla fine venne da me e mi nominò capitano. Mi disse che voleva premiare il mio modo di stare “dentro” la squadra, il senso di appartenenza. Non male no?”

Forse è un’impressione, ma la voce di Manuel non è più ferma e stentorea come ad inizio chiacchierata. Meglio an-dare con qualche domanda più secca...

Un aggettivo per Andrea Della Valle.“Trascinatore. Ma non solo... E’ un pre-sidente esemplare. Lo avete visto, esulta come un bambino ad un gol contro la juve, ci carica quando entra nello spo-gliatoio. Allo stesso tempo ci dà serenità quando resta con noi in ritiro”.

Uno per Diego?“No, per Diego non ce l’ho. Dico solo che quando parla, le sue sono parole pe-santi, che lasciano il segno. Come quella

volta a Milano (il 6 aprile 2012, prima di Milan-Fiorentina 1-2 ndr.) venne in ri-tiro il venerdì, ed il sabato ci giocavamo la permanenza in serie A. Fu una scossa decisiva, ed infatti vincemmo”.

Un giocatore che più di altri ha carat-terizzato questo decennio.“Dico Luca Toni. Per la sua incisività, la ca-pacità realizzativa. Sul piano umano dico jorgensen e Dainelli, i miei due capitani. Leader silenziosi, minore impatto mediatico ma grandissimo peso nello spogliatoio”.

Il suo rapporto col tifo viola.“Buono, buonissimo. Certo, il pubblico

viola è molto vicino alla squadra, è esi-gente, anch’io ho ricevuto delle critiche. Però sono orgoglioso di loro, perchè in questi 10 anni c’è stato un solo episodio dove ci hanno squalificato il campo (nel 2005, dopo un Fiorentina-juve di coppa Italia ndr.) poi più niente. E se guardate cos’è successo a Roma per la finale di Tim Cup c’è solo da applaudirli”.

In chiusura diamo un po’ di numeri: un voto a Pasqual per questi 10 anni.“No, non ci casco, i voti me li dovete dare voi. Semmai posso darmi un voto per l’im-pegno, per il sacrificio... e mi do un bel 10!”

Ed un voto alla Fiorentina?“Direi un nove, ma solo perchè è mancata una vittoria”

A proposito...“Alt, lo so dove vuole andare a parare. Io però non me la sento di fare promesse. E’ ovvio che, da capitano, ci metterei la firma per alzare un trofeo. Dello scudetto poi non ne parliamo, sarebbe un sogno ad occhi aperti. Diciamo che ce la mette-remo tutta, poi vediamo...”

“”alla fiorentinavoto nove per questi 10 anni, solo perchè Manca unavittoria

SI SENTE IMPORTANTEPasqual sa di essereun punto di riferimentonello spogliatoio gigliato...

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na realtà in diveni-re. un tempo punto di riferimento per tante squadre della periferia milanese, il centro sportivo di Lainate, ora denomi-

nato Taga, sta tornando in auge, gra-zie alla passione di Rinaldo Perfetti e Walter Del Corso, i due soci che lo stanno riportando alla vita. Calcio2000 è andato a far visita al centro, stuzzica-to dalla presenza di diverse giovanili dell’Inter…

Buongiorno Rinaldo, ci racconti un po’ della storia di questo centro sportivo…“Beh, ha una storia importante alle spal-le. Nella zona, era un punto di riferimen-to. Dopo un periodo di inattività, è tor-nato operativo, pronto a tornare ai fasti di un tempo. Stiamo riportando la gente a conoscere, nuovamente, questo centro che, dal nostro punto di vista, può offrire molto. Vogliamo offrire non solo campi di calcio dove i ragazzi si possono alle-nare, ma uno spazio verde per le fami-glie e la possibilità, grazie ad un punto ristoro importante, di vivere una giorna-ta all’insegna della famiglia”.

Il centro sembra ben fornito a livello di campi…“Sì, onestamente abbiamo diverse opzio-ni. Possiamo contare su un campo da ten-nis, due da calcetto scoperti, tre coperti, un campo a sette e ben due campi a 11 in erba naturale. Insomma, possiamo mettere a disposizione di chiunque diver-se opportunità”.

Intanto vediamo tanti ragazzi dell’In-ter che corrono sui vostri campi…“Ed è motivo di grande orgoglio. Grazie all’amico Dario zanotto abbiamo avuto l’onore di ospitare tanti ragazzini delle

giovanili dell’Inter. Vedere dei ragazzini su campi che, fino a qualche tempo fa, erano deserti è un motivo per impegnarsi ancor di più in questo grande progetto”.

Intanto state lavorando per avere dei vostri ragazzi e affiliazioni con socie-tà calcistiche limitrofe, corretto?“Esattamente, abbiamo tanta voglia di partire. Non è facile, ma è quello che vo-gliamo fare. Vogliamo riportare il cen-tro ad essere frequentato come ai vecchi tempi con, in più, tante offerte collaterali per permettere alla famiglia di vivere il calcio, e non solo, al meglio”.

TAGA E L’INTERI giovani nerazzurri impegnati sui campidel centro sportivodi Lainate...

TAGA, LA STORIA TORNA D’ATTUALITA’uNA VOLTA FIORE ALL’OCCHIELLO DELLA zONA MILANESE, IL CENTRO SPORTIVO STA TORNANDO GRANDE, ANCHE GRAzIE AD OSPITI ILLuSTRI…

di Thomas SACCANI

UDA SINISTRA WALTER DEL CORSO, RINALDO PERFETTI E DARIO ZANOTTO...

CENTRO SPORTIVOTAGA LAINATE

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TUTTI IN CAMPONon c’è sosta per iragazzi, c’è da lavorare e divertirsi...

CHE bELLA FESTAC’è tempo anche per

festeggiare l’Inter,con tanto di torta...

ra coloro che stanno aiutando il centro Taga a rinascere c’è un certo Dario Zanotto. Non un nome banale, tutt’altro. Per oltre 25 anni, è stato “l’uomo delle sponsorizzazioni dei grandi campioni”. Ci spieghiamo meglio. Dario, prima per Puma poi per Asics, ha assicurato a tanti fuoriclasse gli scarpini da calcio. Tra i suoi assistiti, un certo Diego Armando Maradona: “All’inizio il tutto doveva limitarsi a rapporti di sponsorizzazione ma, con il passare del tempo, il nostro legame è diventato forte. Ad esempio, durante i Mondiali del 1990, mi ha voluto con lui quando ha realizzato un calco del suo magico piede per la cre-azione dello scarpino da calcio…”. Maradona è solo uno dei tanti. Nedved, Schillaci, Grosso, Pruzzo, Nesta, Baresi, zenga,

Vialli, Mancini, Veron, Matthaus, la lista dei campioni “seguiti” da zanotto è infinita. Ora un’altra sfida, aiutare, da lainatese doc quale è, il centro Taga a tornare grande: “Ci saranno delle sorprese, qualche campione potrebbe arrivare presto”. Se lo dice Dario c’è da crederci…

DARIO E DIEGO…

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bOMbER VEROClasse 1968, Ravanelli è statoun signor attaccante....

I GIGANTI DEL CALCIO/ FABRIzIO RAVANELLI

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D

IN PUNTA DI PENNA…

bIANCATRA ESORDI, IL SALTO IN PREMIER E LIGuE 1,E uNA PAGINA DI STORIA CON LA MAGLIA DELLA JuVENTuS. RAVANELLI SI RACCONTA

A CALCIO2000…

a Perugia a Perugia: la lunga carriera di calciatore di Fabri-zio Ravanelli, ben 19 anni, la maggior parte ad altissimo livello, è un cerchio

perfetto che parte e finisce in umbria. In mezzo, la storia della Juventus, degli italiani in Inghilterra e Francia, ma an-che tante soddisfazioni personali, come quella del ritorno da vincitore nella propria terra: “Quando sono partito da Perugia attorno a me c’era grande diffidenza, in pochi credevano nelle mie qualità o quantomeno non le ritenevano tali da permettermi di giocare ad altis-simi livelli. Chi invece mi conosceva nel profondo, sapeva bene qual era la mia determinazione e la mia voglia di arri-vare. Ogni qual volta sono tornato con la maglia della juventus e della Nazio-nale tutti erano pronti a dire che su di me avevano sempre creduto, ma non è così. Al mio ritorno, a fine carriera, la considerazione per me era completamen-te diversa ovviamente: ero il simbolo di

quel Perugia, un giocatore affermato e di esperienza. Arrivai a gennaio che la squadra era ultima in classifica e feci una parte di campionato straordinaria, con 7 gol in poche partite, reti tutte pesanti. Arrivammo a salvarci sulla carta anche se perdemmo lo spareggio interdivisio-nale con la Fiorentina. Per me poi il ritor-no a Perugia ebbe condizioni un po’ par-ticolari: tornai a distanza di poco dalla scomparsa di mio padre, che ha sempre auspicato il mio ritorno a casa, dove ci sono le mie radici e la famiglia. Così è stato e sono felice che il suo sogno si sia avverato”.

A volerla fortemente fu il patron Lu-ciano Gaucci: che figura è stata per lei il presidente? “Un uomo d’altri tempi, così lo definirei. una persona straordinaria, che si è messa a disposizione dei giocatori e della socie-tà, ha fatto grande il Perugia, facendo conoscere all’umbria un calcio mai visto, portando la squadra persino in Coppa uEFA. L’ho conosciuto poco, ma mi ha dato ugualmente tanto: sono contento di

I GIGANTI DEL CALCIO

FABRIzIO RAVANELLI

di Simone LORINI

foto Federico DE LuCA

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I GIGANTI DEL CALCIO/ FABRIzIO RAVANELLI

aver fatto parte del suo progetto a Peru-gia e credo di aver dato tanto anche io. Spesso mi chiamava per sapere che aria si respirava nello spogliatoio, se c’era la voglia di vincere giusta e quindi faceva tanto affidamento su di me. Il quadro alle mie spalle (nella foto, ndr) è proprio un suo regalo: me lo donò in occasione di un’amichevole tra Perugia e juventus e io giocavo per i bianconeri allora”.

Prima del salto alla Juve è stato a Perugia, Caserta, Avellino e Reggio Emilia: quanto è stata importante la gavetta?“Fondamentale, non solo per la mia co-struzione calcistica, ma anche come per-sona. Chi non l’ha fatta non può capire certi sacrifici e certi aspetti della vita. Anche le vittorie te le gusti molto di più: sono partito dalla sedia di cartone per poi arrivare a quella di pelle, nessuno mi ha mai regalato niente”.

Alla Juve quattro anni fantastici, pie-ni di gol, vittorie e trofei in bacheca: la conclusione però, è stata amara, con una cessione inaspettata all’apice della carriera:“E’ così, pensa che alla vigilia di una partita contro la Fiorentina, l’Avvocato Agnelli mi chiamò nel suo ufficio per far-mi vedere tutti i trofei, tutti i pezzi di sto-ria della juve e della famiglia, dicendomi che avrebbe voluto affidarmi la fascia di capitano della squadra dopo l’addio di Vialli, che si sapeva sarebbe andato via. Fu un attestato di stima incredibile per me e un incentivo a fare il massimo possibile nella fase finale del campiona-to e della Champions. Ritrovarmi ceduto, dopo aver vinto la Coppa dei Campioni da protagonista, essendo l’attaccante di riferimento della squadra e dei tifosi ed un uomo di punta per Lippi, è stata una batosta incredibile. All’inizio fece male, molto male, poi col tempo ho capito che lo ‘stile Juve’ era cambiato, che se c’era

la possibilità di vendere a cifre impor-tanti i pezzi da novanta, loro avrebbero ceduto. Dopo di me infatti furono ceduti Paulo Sousa, Vialli, Vieri, zidane…”.

27 settembre ’94 (cinque gol), 13 di-cembre ’92 (primo gol) e 22 maggio ’96 (Champions con gol): sportiva-mente parlando, qual è stato il giorno più bello della sua vita?“Sono tutti e tre giorni indimenticabili, ma la vittoria della Champions League è inarrivabile. Grazie ad un mio gol ar-rivammo a quella vittoria storica, parti-

“”sono partito Dalla seDia Di cartone e arrivato a

quella Di pelle

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I GIGANTI DEL CALCIO/ FABRIzIO RAVANELLI

contro uno squadrone come il Liverpool, fu una enorme gratificazione. Il giorno dopo l’Avvocato Agnelli mi chiamò per congratularsi. Il rigore? Mi spettava di diritto (ride, ndr), in quella squadra ero la stella e in quel momento, senza pre-sunzione, ero uno dei primi tre attaccanti d’Europa. Lo dicono anche le statistiche”.

La scelta di emigrare allora non era così in voga, anzi. Lei fu uno dei precursori: una scelta difficile da prendere?“No, assolutamente. Fa parte della mia mentalità, non è una fatica per me tra-sferirmi: anche durante gli Europei del 1996 avevo capito che si parlava di un calcio completamente diverso da quello italiano. Li metterei agli antipodi: uno è a nord, uno a sud. uno è il vero calcio, l’al-tro è uno sport malato, lo si capiva già da allora. Per la mia carriera da globe-trotter devo ringraziare mia moglie, una donna straordinaria che mi ha consentito di concentrarmi solo sul calcio sobbar-candosi la crescita di tre figli e l’ammini-strazione di una famiglia”.

In Premier è passato da ‘Penna Bian-ca’ a ‘Silver Fox’: il motivo è ovvio, ma chi le ha dato per primo questi so-prannomi? “Il primo credo fosse dovuto alla somi-glianza con Bettega, che aveva anche lui i capelli bianchi. In Inghilterra sono di-ventato subito una volpe argentata, per la facilità con cui sfruttavo le palle gol a mia disposizione. L’esultanza alla ‘Uomo Mascherato’, fu un gesto istintivo, erano gli anni delle esultanze particolari ma la mia è stata quella ad avere più continuità e la più originale (ride, ndr)”.E’ l’uomo dei record in bianconero, ma l’assenza dalla bacheca della Coppa Intercontinentale rimane il rimpianto più forte se si guarda alle spalle?“Devo dire di sì, è una coppa che sen-to ugualmente mia. Quelle erano le vere

colarmente cara all’Avvocato: una data che rimane indelebile nei cuori di tutti i tifosi juventini e testimonia quanto forte era quel terribile carrarmato che si chia-mava juventus”.

Il 3 agosto ’96 invece è rimasto stam-pato nel cuore dei 30 mila accorsi al Riverside Stadium di Middlesbrough per vedere la tripletta all’esordio col la maglia del Boro: “E’ stato eletto come miglior esordio del calcio inglese, una cosa che dà grande soddisfazione. Fare una cosa del genere

“”la cessione Mi fece Male, poi ho capito che lo ‘stile Juve’ era

caMbiato

IDOLO bIANCONEROPenna bianca

è diventato un simbolo

della Juventus...

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I GIGANTI DEL CALCIO/ FABRIzIO RAVANELLI

TITOLO DIDASCALIATesto didascaliatesto didascaliatesto didascalia.

Coppe dei Campioni e la vera Coppa Intercontinentale, perché a disputarsele erano solo le squadre che avevano vin-to il campionato. Durante la finale ero naturalmente davanti alla tv e ricordo benissimo il gol di Del Piero, di Salas e il nostro trionfo”.

Per quali avversari si è trovato a pro-vare immediatamente un grande ri-spetto?“Maldini e Baresi: sono i due giocatori per cui ho provato sin da subito un enor-me rispetto e duellare con loro, mi dava sempre quella scarica di adrenalina in più. Un altro difensore difficilissimo da battere era Pietro Vierchowood”.

Il capitolo Nazionale è forse quello

meno bello e ricco nell’ampio libro della sua carriera, culminato con la sfortunata esclusione in extremis da Francia 1998:“Io della Nazionale ho ricordi molto belli: sono stato capocannoniere nelle qualifica-zioni per Euro ‘96 e anche in quelle per i Mondiali di Francia di due anni dopo. Sono stato solo sfortunato ad arrivare un po’ spremuto alla spedizione inglese,

dopo una finale di Champions vinta ed un tendine d’Achille che mi tormentava da tempo. La mia condizione era molto bas-sa, ero in riserva possiamo dire”.

Maldini la escluse dal Mundial fran-cese.“Purtroppo ho avuto questa broncopol-monite poco prima di partire, che ha costretto il mister Maldini ad escludermi e tolto la soddisfazione di disputare un Mondiale: ricordo però i 9 gol in 22 presenze in azzurro, un ruolino di mar-cia niente male direi”.

Della sua esperienza francese cosa ricorda con più piacere?“Gli anni di Marsiglia sono stati fantastici, abbiamo sfiorato la vittoria del campiona-

“”nello sport, se vuoi arrivare, Devi fare fatica

e sacrifici

OVUNQUE IN EUROPAMiddlesbrough, O.Marsiglia, Derby County e Dundee per Ravanelli....

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Page 63: Calcio2000 n. 201

Intervista di Simone Lorini

I GIGANTI DEL CALCIO/ FABRIzIO RAVANELLI

UNA RICCA bACHECAOtto trofei vinti in carriera,

tra cui la Champions League1995/96 con la Juve...

ORA SI ALLENARavanelli punta

a conquistare altri trofei

nel nuovo ruolo di mister...

to due volte e una volta ce l’hanno portato via in maniera vergognosa con un’ultima partita tra Bordeaux e PSG da Ufficio In-dagini. Non dimentichiamo anche la finale di Coppa uEFA persa contro il Parma, con 8 squalificati e a cui arrivammo senza mai perdere: avevamo uno squadrone, attrez-zato per vincere la Champions League. Giocare al Velodrome con cinquanta mila spettatori è incredibile”.

Ma a metà stagione ha scelto di tor-nare in Italia:“Si è presentata la possibilità di andare alla Lazio e in quei giorni si stava spe-gnendo mio padre: era malato da tempo e fu un mio desiderio tornare in Italia. Ho avuto la fortuna di ritornare in Serie A dalla porta principale, visto che quel-la Lazio era una delle squadre più forti d’Europa: abbiamo vinto subito Scudet-to, Coppa Italia e Supercoppa Italiane, un trittico che solo pochi anni prima ave-vo raccolto alla juve”.

42 presenze in un anno e mezzo non bastarono tuttavia: tornò in Premier, al glorioso Derby County.“E’ proprio così: volevo tornare in In-ghilterra, le cose a casa purtroppo si erano ‘sistemate’ e avevo voglia di ri-partire. L’entusiasmo non mancava, ma purtroppo la squadra non era attrezzata per competere al vertice: rimane l’espe-rienza indimenticabile per me e la mia famiglia”.

Poi ha voluto provare la Scozia:“Sì, era un tipo di calcio che da sempre mi affascinava, una lega in cui un giorno mi piacerebbe tornare. La società pur-troppo è fallita e sono tornato nella mia Perugia…”.

Da allenatore ha iniziato proprio dal-

la ‘sua’ Juve: le scorie del passato sono del tutto dimenticate quindi? “La juventus è casa mia, la delusione ormai è superata. Questo è il calcio, bi-sogna accettarlo, ma la juventus ha una grande storia e Fabrizio Ravanelli ne fa parte alla grande”. Come prima esperienza da allenato-re professionista ha scelto la Francia, ma non è andata bene:“E’ una scelta che rifarei: parlo un otti-mo francese, conosco il campionato e c’è un calcio che mi piace molto. Purtroppo sono capitato in una società col budget più piccolo della Serie A, con due o tre-mila persone allo stadio la domenica. E’ impensabile fare calcio lì, manca la mentalità, l’organizzazione e la predi-sposizione al sacrificio. Il calcio francese

da quel punto di vista lì deve migliorare parecchie cose, ma nonostante le mille difficoltà l’esperienza per me è stata im-portante”.

questo è Ravanelli, un giocatore che non si è mai tirato indietro davanti a nessuna sfida…

“”il calcio italiano e

quello inglese sono agli antipoDi: uno a norD, l’altro a suD

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SPECIALE STORIACOPPA DEI CAmPIONI

L’URLO DI bEST

Archiviata la prima, storica vittoria di una squadra non latina in Coppa Campioni, la uEFA nel 1967-68 introduce delle novi-tà regolamentari: si

decide, per ora solo al primo turno, che in caso di parità passa la squadra che ha realizzato il maggior numero di gol in trasferta, supplementari esclusi. Altra novità riguarda il sorteggio, che preve-de le teste di serie in modo da evitare “big match” nei primi turni.Dei gol in trasferta usufruisce a sorpre-

sa il Benfica, che soffre al “The Oval” di Belfast dove, a soli cinque minuti dal fi-schio finale, Eusebio pareggia il gol del Glentoran con Finlay. A Lisbona termina 0-0, per i rossi portoghesi è il massimo risultato con il minimo sforzo, ma nel pro-sieguo andrà molto meglio per loro. L’al-tra sfida decisa dai gol in trasferta vede gli islandesi del Valur prevalere sulla Jeunesse d’Esch, grazie al 3-3 esterno dopo l’1-1 in casa.L’Italia è rappresentata dalla Juventus, che torna dopo cinque anni di assenza. L’epoca di Sivori e Charles è terminata, i bianconeri non partono favoriti, ma

vogliono ben figurare. In panchina c’è il paraguayano Heriberto Herrera, det-to HH2 per distinguerlo da Helenio, in attacco c’è il genio un po’ sregolato di Gianfranco zigoni e lo “straniero di cop-pa”, lo svedese Roger Magnusson, che non può giocare in campionato perché le frontiere, dopo il mondiale del 1966, sono chiuse. Il primo turno con l’OIlym-piakos è piuttosto agevole: all’andata al Pireo bianconeri e greci danno vita a un brutto spettacolo, uno 0-0 condito di incidenti finali, con Del Sol aggredito da Botinos, espulso. Al Comunale, il 2-0 firmato da zigoni e Menichelli risolve la

PRIMA, STORICA VITTORIA DEL MANCHESTER uNITED NELLA COPPA

DALLE GRANDI ORECCHIE…

di Gabriele PORRI

foto archivio storico IMAGE SPORT

GIOIA RED DEVILSTrascinato da best,lo United conquistal’Europa.

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Page 65: Calcio2000 n. 201

pratica.La sorpresa dei sedicesimi è l’elimina-zione dei detentori del Celtic per mano della Dinamo kiev. I campioni sovietici segnano subito al Celtic Park e alla mez-zora il raddoppio di Byshovets spegne le speranze dei Bhoys, che accorciano con Lennox. Con la nuova regola, un 1-2 casalingo è pessimo risultato, anche se a kiev il gol del solito Lennox illude il Cel-tic. Gli scozzesi tuttavia sono in inferiori-tà numerica, Murdoch riceve il secondo giallo per avere scalciato il pallone in segno di protesta. Sbardella lo invita a uscire, il giocatore inizialmente si rifiu-ta, ha una crisi isterica e solo l’entrata in campo di Jock Stein lo fa ragionare. Il risultato resta in bilico fino al gol di Byshovets all’89’.Effettuata la prima scrematura, appare chiaro come i favoriti siano i soliti noti: Real (che ha eliminato l’Ajax), Benfica e in misura minore Juve e Manchester united. Gli inglesi, dopo la semifinale persa col Partizan due anni prima, han-no tre stelle: il capitano Bobby Charlton, l’estroso Denis Law e il genio di Belfast George Best. Il primo turno è agevole, un 4-0 totale ai maltesi dell’Hibernians, non così il secondo col Sarajevo. In Ju-goslavia, i Red Devils non vanno oltre lo 0-0 e tremano quando Delalic accorcia le distanze a due minuti dalla fine, a Old Trafford. I gol precedenti di Aston e Best sono però sufficienti a raggiungere i quarti. Anche la Juventus passa senza entusiasmare, il gol di Magnusson basta a far fuori il Rapid Bucarest, complice la strenua resistenza dei bianconeri nel gelo della capitale romena, al ritorno. Chi di sorpresa ferisce, di sorpresa peri-sce. E così la Dinamo kiev viene sconfitta in casa dal Gornik zabrze, che ribalta il punteggio dopo l’autogol iniziale di Olek. Il 2-1 dell’andata non dà tranquil-lità ai polacchi, che però in casa riescono a contenere gli attacchi sovietici sull’1-1 e vanno ai quarti. Nessun problema per il Real Madrid di Muñoz. Dopo un pari 2-2 in casa dei danesi del Hvidovre, i Blancos risolvono la pratica in mezzora e il gol di Gento della ripresa suggella il passaggio ai quarti. Il Benfica di Eu-sebio, memore del rischio corso al pri-mo turno, mette presto le cose in chiaro col Saint-Étienne, che al ritorno rimonta solo parzialmente i gol di José Augusto e dello stesso Eusebio.Ai quarti troviamo anche il Vasas (facile

sul Valur), l’Eintracht Braunschweig (sul Rapid Vienna) e lo Sparta Praga, che ha la meglio di misura sull’Anderlecht. I cecoslovacchi, avversari del Real, al Bernabeu, bloccano il punteggio sullo 0-0 all’intervallo. Nel secondo tempo si scatena Amancio, che in sette minu-ti mette a segno una tripletta, per due volte aiutato dal portiere kramerius. un 3-0 lampo che renderebbe quasi inutile la partita di ritorno. Se non fosse che lo stesso Amancio complica le cose ai suoi, facendosi cacciare dal campo a fine primo tempo, con i cechi avanti 2-0. è proprio il gol del raddoppio di Dyba in sospetto fuorigioco a scatenare le proteste madridiste. quando dovrebbe dare il colpo di grazia, però, lo Sparta ha il braccino corto ed è Gento, l’uomo delle sei coppe, a segnare il 2-1 che porta il Real in semifinale.Difficile anche il cammino della Juve, op-posta al Braunschweig. In Germania, la Signora passa subito con un’autorete di Kaack, che poi lo stesso terzino tedesco pareggia. L’Eintracht dilaga fino al 3-1 dell’intervallo, ma Sacco, a otto dalla fine trova un preziosissimo gol in vista del ritorno. A Torino, il portiere Wolter resiste fino a due minuti dal termine, quando l’austriaco Schiller concede il rigore per fallo di Berg su Del Sol: Ber-cellino trasforma, si va allo spareggio di Berna, in cui decide Magnusson con una serpentina che culmina con un dia-gonale angolatissimo. Juve dunque per la prima volta in semifinale, dove incon-tra il Benfica vincitore sul Vasas grazie ad Eusebio, autore di una doppietta nel 3-0 del Da Luz dopo le reti bianche in ungheria. L’ultimo posto è occupato dal Manchester united, che supera con qual-che patema il Gornik zabrze, 2-0 a Old Trafford e 0-1 in Polonia.La corsa della Juventus è destinata a

finire di fronte a un grande Eusebio. Il portoghese, Pallone d’Oro nel 1965 e protagonista ai mondiali inglesi un anno dopo, a 26 anni è nel pieno della sua maturità. La tecnica con cui sigla il gol del 2-0 al Da Luz è sopraffina: stop ed esterno al volo. Prima c’era stato il tuffo di testa di Torres. Col doppio passivo da ribaltare, al Comunale la Juve si butta in avanti, ma i portoghesi si difendono bene e trovano il gol nel-la ripresa, ancora con Eusebio, stavolta su punizione. Molto più combattuta la seconda semifinale, con il Manchester united che si impone 1-0 in casa all’an-data. “Non basta un gol”, è opinione diffusa. Matt Busby va al Bernabeu con un 4-4-2 difensivo e resiste fino alla mezzora, quando Pirri realizza su puni-zione di Amancio. Il primo tempo finisce sul 3-1 e sembra davvero difficile per i Red Devils poter trovare la qualifi-cazione. Piano piano però le energie dei madridisti scemano e al 70’ segna Sadler, di ginocchio su assist di testa di Best. Destino vuole che 7 minuti più tar-di a trovare il gol della finale sia un superstite di Monaco e veterano della squadra con i suoi 36 anni, Billy Foulkes, ancora su assist di Best.Nel maestoso Wembley si incontrano quindi lo united, esordiente in finale e chi ormai c’è abituato, il Benfica. Per i portoghesi è la quinta finale, le prime due vinte e le altre perse, secondo molti per la “maledizione di Bela Guttmann”. In una calda e umida sera di maggio, le squadre iniziano contratte dalla paura e bloccate dalle marcature stret-te su Best ed Eusebio. Nello united non c’è l’infortunato Law, ma Best e Bobby Charlton sono in forma. Mentre tutti si preoccupano di “Bestie”, è proprio il ca-pitano a portare in vantaggio i suoi, di testa. Sono trascorsi otto minuti dall’ini-zio della ripresa, il Benfica non demor-de e trova il pari con Graça al 79’. Allo scadere, Eusebio riesce a sfuggire a Stiles ma, solo davanti a Stepney, man-ca clamorosamente il gol vittoria. Si va ai supplementari, Best al contrario non sbaglia e praticamente entra in porta con la palla. Lo united si esalta e trova altri due gol di testa con Kidd e anco-ra Charlton. Siamo alla fine del primo supplementare, l’ultimo quarto d’ora è pura accademia: la coppa va finalmen-te in Inghilterra, con tanto di dedica ai “Busby Babes”, dieci anni dopo.

SPECIALE COPPA DEI CAmPIONI/ 1967-1968

“”lo uniteD si porta a casa

la coppa caMpioni

superanDo il benfica

Di eusebio

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Page 66: Calcio2000 n. 201

RITO

RNO

RITO

RNO

ANDA

TA

ANDA

TA

SPECIALE COPPA DEI CAmPIONI/ 1967-1968 STATISTICHE

MANCHESTER UTD-REAL MADRID 1-0 (1-0)

Mercoledì 24 aprile 1968, ore 18:45 MANCHESTER (Stadio “Old Trafford”)Arbitro: Tofik BAkHRAMOV (uRS)Spettatori: 62.562

MANCHESTER UTD: Alexander STEPNEY, Anthony DuNNE, Francis BuRNS, Patrick CRERAND, David SADLER, Norbert Peter STILES, George BEST, Brian kIDD, Robert CHARLTON (cap.), Denis LAW, John ASTONCommissario tecnico: Matthew BuSBY.

REAL MADRID: Antonio BETANCORT, Eduardo GONzALEz, Fernando zuNzuNEGuI, Manuel SANCHIS, Ignacio zOCO, PIRRI, MIGuEL PEREz, José Luis LOPEz, Ramon Moreno GROSSO, Ma-nuel VELAzquEz, Francisco GENTO (cap.)Commissario tecnico: Miguel MuÑOz.

Rete: 36’ George BEST.

REAL MADRID-MANCHESTER UTD 3-3 (3-1)

Mercoledì 15 maggio 1968, ore 20:30MADRID (Stadio “Santiago Bernabeu”)Arbitro: Antonio SBARDELLA (ITA)Spettatori: 120.000

REAL MADRID: Antonio BETANCORT, Eduardo GONzALEz, Fernando zuNzuNEGuI, Manuel SANCHIS, Ignacio zOCO, PIRRI, MIGuEL PEREz, AMANCIO, Ramon Moreno GROSSO, Manuel VELAzquEz, Francisco GENTO (cap.)Commissario tecnico: Miguel MuÑOz.

MANCHESTER UTD: Alexander STEPNEY, Anthony DuNNE, Seamus BRENNAN, Patrick CRERAND, William FOuLkES, Norbert Peter STILES, George BEST, Brian kIDD, Robert CHARLTON (cap.), David SADLER, John ASTONCommissario tecnico: Matthew BuSBY.

Reti: 31’ PIRRI, 41’ Francisco GENTO, 44’ autorete Ignacio zOCO, 45’ AMANCIO,71’ David SADLER, 77’ William FOuLkES.

BENFICA-JUVENTUS 2-0 (0-0)

Giovedì 9 maggio 1968, ore 20:45LISBONA (Stadio “da Luz”)Arbitro: Roger BARDE (FRA)Spettatori: 69.375

BENFICA: JOSÉ HENRIquE, Adolfo CALISTO, HuMBERTO, Fernando CRuz, JACINTO SANTOS, JAIME GRAÇA, Mario COLuNA (cap.), JOSÉ AuGuSTO, José Augusto TORRES, EuSEBIO, Antonio SIMÕES Commissario tecnico: Otto GLORIA.

JUVENTUS: Roberto ANzOLIN, Gianluigi RO-VETA, Alessandro SALVADORE, Giancarlo BER-CELLINO, Ernesto CASTANO (cap.), Gianfranco LEONCINI, Roger MAGNuSSON, Luis DEL SOL, Gianfranco zIGONI, CINESINHO, Giampaolo MENICHELLICommissario tecnico: Heriberto HERRERA.

Reti: 63’ José Augusto TORRES, 69’ EuSEBIO.

JUVENTUS-BENFICA 0-1 (0-0)

Mercoledì 15 maggio 1968, ore 21:15TORINO (Stadio “Comunale”)Arbitro: Rudolf GLÖCkNER (GDR)Spettatori: 62.570

JUVENTUS: Roberto ANzOLIN, Gianluigi ROVETA, Alessandro SALVADORE, Giancarlo BERCELLINO, Alberto CORAMINI, Gianfranco LEONCINI (cap.), Roger MAGNuSSON, Luis DEL SOL, Virginio DE PAOLI, Giovanni SACCO, Gianfranco zIGONICommissario tecnico: Heriberto HERRERA.

BENFICA: JOSÉ HENRIquE, Adolfo CALISTO, HuMBERTO, Fernando CRuz, JACINTO SANTOS, JAIME GRAÇA, Mario COLuNA (cap.), JOSÉ AuGuSTO, José Augusto TORRES, EuSEBIO, Antonio SIMÕESCommissario tecnico: Otto GLORIA.

Rete: 68’ EuSEBIO.

MANCHESTER UTD-BENFICA 4-1 d.t.s. (0-0, 1-1; 3-0, 0-0)

Mercoledì 29 maggio 1968, ore 19:45LONDRA (Stadio “Wembley”)Arbitro: Concetto LO BELLO (ITA)Spettatori: 92.225

MANCHESTER UTD: Alexander STEPNEY, Seamus BRENNAN, Anthony DuNNE, Patrick CRERAND, William FOuLkES, Norbert Peter STILES, George BEST, Brian kIDD, Robert CHARLTON (cap.), Da-vid SADLER, John ASTONCommissario tecnico: Matthew BuSBY.

BENFICA: JOSÉ HENRIquE, Adolfo CALISTO, HuMBERTO, JACINTO SANTOS, Fernando CRuz, JAIME GRAÇA, Mario COLuNA (cap.), JOSÉ Au-GuSTO, José Augusto TORRES, EuSEBIO, Antonio SIMÕESCommissario tecnico: Otto GLORIA.

Reti: 53’ Robert CHARLTON, 79’ JAIME GRAÇA, 92’ George BEST, 95’ Brian kIDD, 98’ Robert CHARLTON.Ammonito: 20’ HuMBERTO.

SEMIFINALE 1 SEMIFINALE 2 FINALE

George best

SQUADRA DI CAMPIONILa prima storica rosadello United campione d’Europa...

COPPA CAMPIONI DA FAVOLAEdizione da ricordare quelladel 1967/68...

I Quaderni di Soccerdata Statistiche giocatori impiegati

Giocatore N° Minuti% Titol.Rig. N°Partite Giocate

CLASSIFICA MARCATORI

N° OgniRig. Falliti

RetiMaxReti

Hans Georg DULZ (Eintracht Br.) 3 270 0,0 3 0 0 1 270' 1

Pavel DYBA (Sparta Praga) 4 360 0,0 4 0 0 1 360' 1

Realizzazione grafica e statistiche a cura di

Giocatore N° Minuti% Titol.Rig. N°Partite Giocate

CLASSIFICA MARCATORI

N° OgniRig. Falliti

RetiMaxReti

EUSEBIO (Benfica) 9 840 0,0 9 1 0 6 140' 2

Francisco GENTO (Real Madrid) 7 660 0,0 7 0 0 5 132' 1

Vaclav MASEK (Sparta Praga) 5 450 0,0 5 1 0 5 90' 3

Paul VAN HIMST (Anderlecht) 4 360 0,0 4 0 0 5 72' 2

AMANCIO (Real Madrid) 7 614 0,0 7 0 0 4 154' 3

Hermann GUNNARSSON (Valur Reykjavik) 4 360 0,0 4 0 0 4 90' 2

Wlodzimierz LUBANSKI (Gornik Zabrze) 6 540 0,0 6 0 0 4 135' 2

Bosko ANTIC (Sarajevo) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 2

George BEST (Manchester UTD) 9 840 0,0 9 0 0 3 280' 1

Janos FARKAS (Vasas Budapest) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 3

Istvan KORSOS (Vasas Budapest) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 2

Ivan MRAZ (Sparta Praga) 6 540 0,0 6 0 0 3 180' 1

PIRRI (Real Madrid) 8 750 0,0 8 0 0 3 250' 1

Janos RADICS (Vasas Budapest) 2 180 0,0 2 0 0 3 60' 3

David SADLER (Manchester UTD) 9 840 0,0 9 0 0 3 280' 2

Giocatore N° Minuti% Titol.Rig. N°Partite Giocate

CLASSIFICA MARCATORI

N° OgniRig. Falliti

RetiMaxReti

EUSEBIO (Benfica) 9 840 0,0 9 1 0 6 140' 2

Francisco GENTO (Real Madrid) 7 660 0,0 7 0 0 5 132' 1

Vaclav MASEK (Sparta Praga) 5 450 0,0 5 1 0 5 90' 3

Paul VAN HIMST (Anderlecht) 4 360 0,0 4 0 0 5 72' 2

AMANCIO (Real Madrid) 7 614 0,0 7 0 0 4 154' 3

Hermann GUNNARSSON (Valur Reykjavik) 4 360 0,0 4 0 0 4 90' 2

Wlodzimierz LUBANSKI (Gornik Zabrze) 6 540 0,0 6 0 0 4 135' 2

Bosko ANTIC (Sarajevo) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 2

George BEST (Manchester UTD) 9 840 0,0 9 0 0 3 280' 1

Janos FARKAS (Vasas Budapest) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 3

Istvan KORSOS (Vasas Budapest) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 2

Ivan MRAZ (Sparta Praga) 6 540 0,0 6 0 0 3 180' 1

PIRRI (Real Madrid) 8 750 0,0 8 0 0 3 250' 1

Janos RADICS (Vasas Budapest) 2 180 0,0 2 0 0 3 60' 3

David SADLER (Manchester UTD) 9 840 0,0 9 0 0 3 280' 2

I Quaderni di Soccerdata Statistiche giocatori impiegati

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CLASSIFICA MARCATORI

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Hans Georg DULZ (Eintracht Br.) 3 270 0,0 3 0 0 1 270' 1

Pavel DYBA (Sparta Praga) 4 360 0,0 4 0 0 1 360' 1

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CLASSIFICA MARCATORI

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RetiMaxReti

EUSEBIO (Benfica) 9 840 0,0 9 1 0 6 140' 2

Francisco GENTO (Real Madrid) 7 660 0,0 7 0 0 5 132' 1

Vaclav MASEK (Sparta Praga) 5 450 0,0 5 1 0 5 90' 3

Paul VAN HIMST (Anderlecht) 4 360 0,0 4 0 0 5 72' 2

AMANCIO (Real Madrid) 7 614 0,0 7 0 0 4 154' 3

Hermann GUNNARSSON (Valur Reykjavik) 4 360 0,0 4 0 0 4 90' 2

Wlodzimierz LUBANSKI (Gornik Zabrze) 6 540 0,0 6 0 0 4 135' 2

Bosko ANTIC (Sarajevo) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 2

George BEST (Manchester UTD) 9 840 0,0 9 0 0 3 280' 1

Janos FARKAS (Vasas Budapest) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 3

Istvan KORSOS (Vasas Budapest) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 2

Ivan MRAZ (Sparta Praga) 6 540 0,0 6 0 0 3 180' 1

PIRRI (Real Madrid) 8 750 0,0 8 0 0 3 250' 1

Janos RADICS (Vasas Budapest) 2 180 0,0 2 0 0 3 60' 3

David SADLER (Manchester UTD) 9 840 0,0 9 0 0 3 280' 2

Giocatore N° Minuti% Titol.Rig. N°Partite Giocate

CLASSIFICA MARCATORI

N° OgniRig. Falliti

RetiMaxReti

EUSEBIO (Benfica) 9 840 0,0 9 1 0 6 140' 2

Francisco GENTO (Real Madrid) 7 660 0,0 7 0 0 5 132' 1

Vaclav MASEK (Sparta Praga) 5 450 0,0 5 1 0 5 90' 3

Paul VAN HIMST (Anderlecht) 4 360 0,0 4 0 0 5 72' 2

AMANCIO (Real Madrid) 7 614 0,0 7 0 0 4 154' 3

Hermann GUNNARSSON (Valur Reykjavik) 4 360 0,0 4 0 0 4 90' 2

Wlodzimierz LUBANSKI (Gornik Zabrze) 6 540 0,0 6 0 0 4 135' 2

Bosko ANTIC (Sarajevo) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 2

George BEST (Manchester UTD) 9 840 0,0 9 0 0 3 280' 1

Janos FARKAS (Vasas Budapest) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 3

Istvan KORSOS (Vasas Budapest) 4 360 0,0 4 0 0 3 120' 2

Ivan MRAZ (Sparta Praga) 6 540 0,0 6 0 0 3 180' 1

PIRRI (Real Madrid) 8 750 0,0 8 0 0 3 250' 1

Janos RADICS (Vasas Budapest) 2 180 0,0 2 0 0 3 60' 3

David SADLER (Manchester UTD) 9 840 0,0 9 0 0 3 280' 2

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I mITI DEL CALCIO

HRISTO STOICHkOVdi Luca GANDINI

LE mILLE TENTAzIONI

DI HRISTOLA STORIA DI HRISTO STOICHkOV IN uN

CRESCENDO DI GOL, EMOzIONI E COLPI PROIBITI...

pensare che la sua stella avrebbe potu-to eclissarsi ancora prima di nascere. 19 giugno 1985, finale di Coppa di Bulgaria tra CSkA e Levski Sofia. L’atavica rivalità tra le due squadre, il pessimo arbitraggio e l’atteggiamento provocatorio di alcuni giocatori, fecero da detonatore ad una si-

tuazione già incandescente. Volarono calci, pugni e minacce; non certo il miglior spot per il calcio a pochi giorni di distanza dalla tragedia dell’Heysel. A “distinguersi” maggiormente, il 19enne Hristo Stoichkov, astro nascente del CSkA e grande speranza del calcio bulgaro, che, insieme ad altri 5 giocato-ri, venne riconosciuto colpevole di “insulto all’etica socialista” e radiato a vita da ogni attività sportiva. Fortuna volle che, pochi mesi dopo, la Nazionale si sarebbe qualificata per il Mondiale del Messico, evento che convinse la Federazione a concedere un’amnistia generale, in modo da consentire alla Bulgaria di presentarsi al Mundial con gli uomini migliori. Stoichkov non venne convocato per l’appuntamento iridato, ma poté comunque tirare un sospiro di sollievo. Ora la sua carriera poteva davvero iniziare.

SULLE ORME DI CRUIJFFun tipetto da prendere con le pinze, il nostro Hristo. Ma anche forte, dannatamente forte. Attaccante inarrestabile nello scatto palla al piede, cecchino infallibile sui calci piazzati grazie a un sinistro potente e preciso e, soprat-tutto, dotato di quel carisma che solo i veri vincenti pos-siedono, si fece strada con la maglia del CSkA con la con-vinzione che quello sarebbe stato solo il primo passo di una carriera trionfale. Vinse 3 titoli nazionali e 4 Coppe di Bulgaria, ma la vera svolta per lui arrivò nella stagione

1988/89, quando trascinò i suoi fino alla semifinale di Coppa delle Coppe. Lì incontrò il Barcellona e, a suon di gol e magie, spaventò e non poco i giganti blaugrana. Johan Cruijff, che da quell’anno allenava i catalani e che di grandi attaccanti se ne intendeva, annotò sul taccuino il nome di quel diabolico mancino d’oltrecortina, convinto che fosse lui l’uomo giusto attorno a cui costruire il “Dream Team”. Dopo un’altra stagione trascorsa al CSkA, giusto in tempo per mettersi in saccoccia la Scarpa d’Oro, nel 1990 Hristo Stoichkov approdava finalmente nella terra delle ramblas. E anche lì si fece subito riconoscere per il carattere focoso e la refrattarietà alla diplomazia. Ne fece le spese l’arbitro Ildefonso urizar Azpitarte, colpito con un pestone in un’infuocata gara di Supercoppa contro il Real Madrid. E via, altra squalifica di 2 mesi, pubbliche scuse e l’indignazione di chi pensò che quello non fosse il personaggio giusto per condurre il Barça verso i più am-biti traguardi. “El Pistolero”, così veniva soprannominato, smentì tutti i suoi detrattori nel 1991/92, confezionando una stagione-monstre. Oltre a regalare al Barcellona il titolo spagnolo con doppietta decisiva all’ultima giorna-ta, riuscì anche a conquistare la Coppa dei Campioni, la prima della storia blaugrana, impresa mai riuscita in precedenza neppure a campionissimi quali Luisito Suárez, Diego Armando Maradona e lo stesso Johan Cruijff. IL SOGNO AmERICANOImpostosi a livello internazionale, l’asso bulgaro spostò an-cora più in alto l’asticella del successo. Gli mancava infatti una grande affermazione con la sua Nazionale. Gli dei del calcio avevano però voluto che, in quel periodo, la Bulgaria fosse baciata da un’interessantissima generazione di cam-

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I mITI DEL CALCIO / HRISTO STOICHkOVdi Luca GANDINI foto AGENZIA LIVERANI

L’IDOLO bULGARONessuno ha esaltato

le folle come il ribelle Stoichkov...

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I mITI DEL CALCIO / HRISTO STOICHkOV

pioni: da Trifon Ivanov, faccia da ergastolano ma affidabile difensore, al portiere Borislav Mikhailov, uno dei giocatori radiati e poi graziati nella famosa rissa del 1985, e poi Emil Kostadinov, il bomber che, con una doppietta al Parco dei Principi, aveva eliminato la Francia dal Mondiale americano. Fecero cose straordinarie, Stoichkov e compagni, a uSA ‘94. Lui si laureò capocannoniere del torneo con 5 reti, vincendo a fine anno il Pallone d’Oro, mentre la Bulgaria concluse il torneo al 4° posto, miglior piazzamento di sempre. Rientrato in Catalogna con la pancia piena e le batterie scariche, ini-ziò a litigare con Cruijff e con l’ambiente blaugrana, finendo per minare un rendimento sino ad allora stratosferico. Stanco delle sue bizze, il Barcellona lo cedette al Parma nel 1995, un’operazione da 12 miliardi di vecchie lire che si rivelò però un fiasco sotto tutti i punti di vista. Ormai consapevole di aver sparato tutte le sue migliori cartucce, El Pistolero tornò al Barça dopo una sola stagione. Senza nessun rimpianto.

DOTTOR JEkYLL E MISTER STOICHkOVIl nemico Cruijff ora non c’era più, ma le cose per il bulgaro non migliorarono granché. Stava infatti esplodendo il talen-to di Ronaldo, Figo e Rivaldo, cosa che obbligò Hristo a un

lungo letargo in panchina. Per giunta, i ripetuti dissidi con il tecnico Louis van Gaal, altro olandese e altro caratterino mica da ridere, lo portarono a un polemico addio nel marzo del 1998, a poche settimane dal Mondiale di Francia. Se ne tornò al CSkA Sofia, giusto per preparare quella che sareb-be stata l’ultima grande kermesse della carriera. Purtroppo, però, né lui né la Bulgaria riuscirono a ripetere le imprese americane, e così, a 32 anni, il grande Stoichkov disse ad-dio al calcio di alto livello in una rincorsa al contratto più succulento. Prima gli Yen del kashiwa Reysol, poi i Dollari di Chicago Fire e DC united: mica male per uno che, secondo le cronache del tempo, come prima parola italiana aveva im-parato “soldi”... Tentò poi di lanciarsi come allenatore, ma la sua seconda vita calcistica non è finora stata nemmeno lon-tanamente paragonabile alla prima. quella di un campione autentico, capace di impennate spettacolari di rendimento grazie alla fantasia latina del gioco e a una personalità dirompente, che, in verità, in alcune occasioni, ha finito per tradirlo. Resta però il fatto che, specialmente negli anni rug-genti di Barcellona, Hristo Stoichkov è riuscito a esprimere il meglio di sé, non permettendo alla sua indole selvaggia di oscurarne l’immenso talento. questa fu la sua vera forza.

VISTO ANCHE IN ITALIAStoichkov ha giocatoanche con la casaccadel Parma...

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I mITI DEL CALCIO / HRISTO STOICHkOV

A PARMA NON IL VERO HRISTO di Thomas SACCANI Estate 1995, a Parma accade l’inimmaginabile. Hristo Stoichkov, un giocatore di fama mondiale, con tanto di Pallone d’oro cucito sul petto, è dei ducali. L’effetto Hristo è subito esplosivo: nelle 24 ore successive al suo acquisto, 1703 abbonamen-ti sottoscritti per quasi un miliardo (di lire) di incasso. Stefano Tanzi, allora patron del Parma, si gode il momento: “Sono stupito e soddisfatto anch’ io. Se la città ha risposto in questo modo, significa che in questi anni abbiamo fatto bene: abbiamo un Pallone d’o- ro adesso…”. Lui, il bulgaro dai piedi fatati, non si nasconde e punta al cielo: “Il mio obiettivo? Vincere il campionato. una squadra che in tre anni ha fatto tre finali europee, vin-cendone due, può farcela. Io non pro- metto gol, ma successi. Ho capito di dover cambiare aria quando mi han- no dato un prezzo”. In perfetto stile Stoichkov. Purtroppo le parole, de- cisamente intriganti di Stoichkov, non saranno seguite dai fatti. Del se- condo bulgaro in Italia dopo Iliev (visto nel Bologna di Maifredi) reste- rà ben poco. Nonostante un inizio da vero fuoriclasse (quattro reti, in cin- que gare, in campionato, compresa una magica punizione al debutto a Bergamo), Hristo non decolla. Sem-bra non aver voglia, pare aver smar- rito la sua vera forza, ovvero un impeto da gladiatore. Finisce l’anno, l’unico in Italia, con sette gol complessivi (cinque in campionato) e tante cri-tiche. Se ne va sbattendo la porta, per la delusione dell’intera città di Parma che lo aveva accolto come il messia…

“” “”pallone D’oro, ha avuto tanti contrasti con una leggenDa blaugrana

coMe cruiJff

stoichkov ha giocato anche in italia, nel parMa,

senza riuscire a lasciare il segno

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SEmPRE E SOLO FONTOLINO

DA LEGNANO FINO A DUE COPPA UEFA VINTE CON L’INTER, STORIA DI DAVIDE FONTOLAN, UN GIOCATORE DI VERO

TALENTO E UOmO SENzA COmPROmESSI…

ll’anagrafe Davide Fontolan, per tutti Fon-tolino Fontolan. Cresciuto nel Legnano, si è distinto soprattutto con la casacca dell’In-ter con cui ha collezionato 127 presen-ze, conquistando anche due Coppa uefa (1990/91 e 1993/94). Calcio2000 lo ha incontrato per ricordare a tutti chi era Fon-

tolan, un attaccante esterno che sapeva come puntare l’uomo e trovare la via del gol… e, soprattutto, un ragazzo che ha sempre odiato le falsità…

Buongiorno Davide, partiamo da questo soprannome… Fontolino…“(Ride ndr) Beh, me lo ha affibbiato la Gialappa’s. Sai, è un so-prannome azzeccato, ancora adesso mi chiamano così…”.

A chi devi dire grazie per la carriera che hai fatto? “A me stesso, in primis, e a mio fratello (Silvano) che aveva la

mia stessa passione per il calcio. Ho sempre voluto giocare a pallone ed è quello che, alla fine, ho fatto”.Hai iniziato a muovere i primi passi al Legnano…“Sì, e ho anche iniziato a segnare subito che, per un attaccante, è vitale…”.

Poi, nel 1986, a 20 anni, sei finito al Parma…“Esatto, dove ho avuto la fortuna di incontrare Sacchi. E’ stato un tecnico che mi ha aiutato tantissimo. E’ stata una vera for-tuna incontrarlo, mi ha permesso di crescere tantissimo come giocatore”.

Sacchi ma non solo, nel corso della tua lunga carriera hai avuto tantissimi allenatori…“A ripensarci, sono stato anche fortunato. Ho avuto grandi alle-natori, penso a Bagnoli, a Trapattoni, ma, come dicevo, Sacchi mi ha insegnato a giocare a calcio, è stato uno dei migliori. Quel Parma giocava a memoria, sapevi già cosa dovevi fare, ancor

di Fabrizio PONCIROLI

foto IMAGE PHOTO AGENCY

ANTICONFORMISTA VEROMai banale, Fontolan ha sempre espressoil suo pensiero.

IL TORNANTE DEL mESEDAVIDE FOTOLAN

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IL TORNANTE DEL MESE/ DAVIDE FONTOLANdi Fabrizio PONCIROLI

ti di finale contro il Borussia Dortmund. Una battaglia vera, una doppia sfida pazzesca, indimenticabile. Anche la finale di ritorno con il Salisburgo, dove sono dovuto uscire, che emozioni… Davvero una grande vitto-ria, ma quella era anche una super squadra. zenga, Bergomi, Bianchi, Berti, Ruben Sosa, Bergkamp, insomma grandissimi giocatori”.

Oggi l’Inter è cambiata radicalmente rispet-to ai tuoi tempi. Che ne pensi?“Onestamente non mi fa impazzire. Thohir è un uomo d’affari, gestisce l’Inter come un’a-zienda, vuole fare business, tutto diverso ri-spetto ai miei tempi”.

E di Mazzarri che ne pensi?“Lo conosco bene, l’ho avuto, come secondo di ulivieri, ai tempi

prima di scendere in campo”.

Tanti grandi allenatori ma anche un’infinità di campioni, chi ti è rimasto in mente?“Guarda, tra i migliori, dico Brehme, davvero un fenomeno. Anche Bergkamp era spazia-le, aveva dei colpi incredibili. Ma ce ne sono stanti talmente tanti, Roby Baggio, Signori, Ruben Sosa, la lista è lunga (Ride ndr)”.

C’è un difensore che hai sofferto più di altri?“Sofferto? No, però Pioli era uno che ti mar-cava stretto, uno che legnava parecchio…”.

Delle due Coppa Uefa vinte con l’Inter, a quale sei più legato?“Sicuramente alla seconda. L’ho giocata da protagonista, è stata una cavalcata pazzesca. Ricordo, ad esempio, i quar-

DUE COPPA UEFACon l’Inter, ha vinto

due titoli importanti,uno da protagonista.

“”Mourinho è l’attuale

nuMero uno Ma sacchi era

un’altra cosa, Mi ha insegnato

a giocare a calcio

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IL TORNANTE DEL MESE/ DAVIDE FONTOLAN

E la tua Inter?“Fatico a capire certe strategie. Prima mi dicono che si punta sui giovani e poi arriva Vidic… Poi, se devo dirla tutta, spendere 20 milioni per Hernanes mi è sembrato un az-zardo sin da subito. Forse, con quei soldi, si potevano prendere 2/3 giovani di qualità”.

Ti piace ancora seguire il calcio?“Mi piaceva veder giocare il Milan, anche se non sono milanista. Adesso mi diverto a ve-der giocare il Bayern Monaco, si vede che c’è un’idea di gioco”.

E il tuo futuro? Dove ti vedremo?“A me piace dare una possibilità ai bambini, l’ho già fatto e continuerò a farlo. E’ una vera passione. Ti impegna tanto, ma vedere i ragazzini inseguire i propri sogni non ha prezzo”.

quegli stessi sogni che hanno portato Davide a diventare un grande giocatore, per tutti Fontolino Fontolan…

in cui giocavo a Bologna. Sai, all’Inter non è mai semplice allenare. Tanti si sono bruciati su quella panchina che, onestamente, scotta parecchio. L’unico che ha fatto bene sin da subito è stato Mourinho che comandava su tutto e tutti…”.

Anche te innamorato dello Special One?“E’ il numero uno ma, fidati, Sacchi era un’al-tra cosa…”.

Ma c’è, oggi, nel nostro campionato, un al-lenatore che piace a Davide Fontolan?“Garcia, uno che, se continuerà a far bene, potrebbe diventare un signor allenatore, anche se vincere in Italia non è facile, soprattutto con la Roma”.

Ancora Juve protagonista assoluta?“E’ la squadra con la miglior programmazione, è giusto che vinca”.

“”l’inter?onestaMente non Mi fa iMpazzire.

thohir è un uoMo D’affari, gestisce l’inter coMe un’azienDa

AMANTE DEL CALCIOFontolan ha sempreuna grande passioneper il calcio e per l’insegnamento...

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IL TORNANTE DEL MESE/ DAVIDE FONTOLAN

DAVIDE, L’ANTICONFORMISTA

Mai banale, sempre diretto. Davide Fontolan non ha mai sposato il “sistema calcio”. Nel 2001, nel giorno del suo addio al calcio (dopo una breve apparizione con la casacca del Cagliari), non nasconde il suo pensiero: “Lascio un calcio falso, sporco e ipocrita. Nessuno dice la verità. Dal calcio mi sono preso il meglio: i soldi e le soddisfazioni personali. Le due Coppe uefa e il gol che permise al Genoa di andare in vantaggio in un derby prima che Vialli e Mancini ci riacchiappassero. È un mondo di bugiardi: quando servi tutti fanno le fusa, appena non servi più ti danno un calcio nel sedere e ti mettono da parte”, dichiara, confermando di non avere peli sulla lingua. Sin da ragazzino, quando giocava nel Legnano, Fontolan non ha mai accettato compromessi. Diventato un professionista a Parma, grazie a Sacchi, gioca un anno a udine (cambiando tre alle-natori) e poi vola a Genoa dove segna anche un gol in un derby della Lanterna. Dopo due anni al Grifone (15 gol complessivi), va all’Inter. Sei anni di alti e bassi, con due Coppa uefa vinte (una da protagoni-sta). Poi, nel 1996, a 30 anni, se ne va al Bologna, dove resta quattro anni, divertendosi e lasciando anche un bel segno (82 presenze). Nel 2000 chiude a Cagliari, il calcio non fa più per lui… Perché, come ci ripete, “… per me il calcio è sempre stato un gioco, non un lavoro”. Me-glio, quindi, prendere altre strade. Si dà alla produzione di vino, un’altra sua grande passione anche se, il richiamo del campo, è sempre forte. Insegnare ai bambini a giocare a calcio, come ha fatto Sacchi con lui, è una sfida intrigante, di quelle che piacciono a Fontolino Fontolan…

bOLOGNA ISOLA FELICEIl ricordo dell’esperienza

felsinea è dolceper Fontolan...

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ACCADDE ASETTEMBRE

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IL GOL ALLA...

13 SETTEMBRE 1995, UN GIOVANISSIMO ALEx, IN CHAMPIONS LEAGUE, CONTRO IL BORUSSIA, DIVENTA UN VERO ARTISTA…

ccadde a settembre. Il 13 settembre 1995 la Juventus si affacciava per la prima volta sul palcoscenico scintillante della Cham-pions League, moderna evoluzione della cara, vecchia Coppa dei Campioni o Eu-ropean Cup, per dirla alla anglosassone. Nella stagione precedente, i bianconeri,

guidati da Marcello Lippi in panchina, erano tornati ad ap-puntarsi sul petto uno scudetto atteso e agognato per nove lunghi anni, guadagnandosi l’accesso dalla porta principale alla massima competizione continentale per club. L’esordio non può certo definirsi morbido per una Juve impegnata sul campo, sempre insidioso, del Borussia Dortmund degli ex Mo-eller, Reuter, kohler e Julio Cesar e priva degli alfieri Vialli e Ravanelli, entrambi squalificati. Lippi non può più contare sull’estro e i gol pesanti di Roberto Baggio, passato in estate

al Milan, ma strofina e strofina, dalla lampada del tecnico to-scano, qualcosa vien fuori ugualmente: il genio di un ragazzo dalla faccia pulita e dai piedi di velluto, che porta sulle spalle con raffinata eleganza e disarmante naturalezza quel numero 10 lasciatogli in eredità proprio dal Divin Codino. Il giovane Del Piero è cresciuto a pane e Platini, provando e riprovan-do, con insistenza quasi maniacale, a replicare esattamente le traiettorie liftate dell’idolo Michel e ricevendo in cambio, da mamma Bruna, certi sermoni che neanche la domenica in chiesa. Che c’è di male, si chiede il piccolo Alex, nel voler emulare le gesta del proprio calciatore preferito? Nulla, se non cerchi di farlo nel salotto di casa, calciando di interno destro una pallina da tennis e imprimendo ad essa un effet-to tale da farle scavalcare il divano mandandola a sbattere sull’interruttore della luce. quel particolare effetto a rientrare impresso a quella pallina è lo stesso che una decina d’anni

di Gabriele CANTELLAfo

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di Gabriele CANTELLA ACCADDE A/ SETTEMBRE

SPETTACOLO IN AZIONECi sono ragazzi

nati per diventarecampioni, come Alex...

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spegnersi nel sette, lì dove klos non può nemmeno pensare di arrivare. Nasce così il gol alla Del Piero, non un semplice gol, piuttosto un marchio di fabbrica, un segno distintivo, come la z di zorro, la S di Superman, il pipistrello di Batman, la sfiga di Fantozzi. Interno destro a giro sul palo più lontano, una giocata che già in un paio d’occasioni Alessandro ha provato nella stagione precedente con egual esito: a Napoli prima e a Roma contro la Lazio poi. una giocata che ripeterà in serie, sui campi d’Italia, d’Europa e di nuovo su quello di Dortmund, undici anni dopo. Da Dortmund a Dortmund, dalla Champions League alla Coppa del Mondo. è il 118’ di una semifinale tiratissima, che l’Italia ha sbloccato con caparbie-tà e fatica nel secondo supplementare grazie a un Fabio Grosso formato Mundial, Cannavaro stoppa l’arrembaggio tedesco ed esce dalla difesa portandosi avanti il pallone col petto, subentra Totti che lancia Gilardino. Il centravanti temporeggia, attende qualcuno a cui appoggiare la palla. quel qualcuno è Del Piero, proprio lui, che ha seguito l’azio-ne e attraversato di corsa tutto il campo come sospinto da una forza invisibile per giungere puntuale all’appuntamento col destino. Il Gila legge con la coda dell’occhio il movimento di Alex alle sue spalle e gli appoggia il pallone: il capi-tano della Juventus arriva di slancio, un tocco lieve, quasi una carezza, la palla nel sette. Stessa porta, stesso angolo, stessa parabola beffarda, imprendibile. Ancora un gol alla Del Piero, undici anni dopo il primo. Impressioni di settembre.

più tardi, Alessandro imprimerà al pallone per indirizzarlo all’incrocio dei pali della porta difesa da klos, la sera di quel 13 settembre 1995. una serata di pioggia, cominciata come peggio non avrebbe potuto, per effetto del più classico dei gol dell’ex. un gol-lampo quello di Andy Moeller, al quale risponde Michele Padovano con un colpo di testa in avvita-mento, tanto utile quanto bello da vedere. Ma “La Grande Bellezza”, non quella di Sorrentino, quella di Del Piero deve ancora venire. è un 1-1 stagnante, difficile, quasi impossibile, da modificare senza l’invenzione abbagliante di un singolo, senza il guizzo improvviso del campione. Già, un’invenzione, ecco cosa ci vorrebbe! E l’invenzione arriva. Inattesa. Geniale. Il bambino che calciava ad effetto una pallina da tennis oltre il divano del salotto di casa per innescare l’interruttore della luce, adesso, diventato uomo, la luce la accende sul campo del Westfalen Stadion, abbagliando tutti, compagni, avver-sari, milioni di tifosi. Jugovic ferma Tretschok, palla a Paulo Sousa che lancia Del Piero sulla sinistra. Il numero 10 bianco-nero entra in area, punta Kohler che gli si para davanti, una finta, un’altra e in una frazione di secondo, ecco l’invenzione: Alex calcia quel pallone imprimendogli lo stesso particolare effetto che consentiva alla pallina di superare il divano fi-nendo per centrare in pieno l’interruttore. Allo stesso modo, il pallone disegna nell’aria umida di pioggia una parabola che scavalca l’ex compagno Kohler e, lasciandosi dietro una scia bagnata simile alla coda luminosa di una cometa, va a

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RACCONTI DI CALCIOPALMEIRAS

Fortuna che l’onta della retrocessione è stata lavata per tempo. Il ritorno in Se-rie A del Palmeiras, coincide con il cen-tenario della sua nascita. Le radici af-fondano a molto prima, ossia al grande flusso di immigrazione italiana in Brasile: tra il 1887 e il 1902, oltre un milione di

italiani sbarcarono nei porti brasiliani di Santos (San Pao-lo) e di Rio de Janeiro con la prospettiva di una vita migliore.

Il calcio nel frattempo era arrivato anche in Brasile dall’Inghilter-ra come uno sport d’élite, praticato dai figli delle classi agiate della società e piano piano anche nei ceti più popolari si inizia-va a praticare lo sport. I nostri immigrati avevano costituito di-versi club, tra cui l’Ítalo Team, il Bersaglieri F.C., l’Athletico Itália.

qualcuno iniziò a fare fortuna, tra cui l’industriale Francesco Matarazzo che rimase affascinato da una tournée in Brasile di Torino e Pro Vercelli. Alcuni quadri della sua ditta furono ispirati al punto di fondare una squadra di calcio, che andasse oltre le sfide con i piccoli club di quartiere, ma che rappresen-

tasse la comunità italiana in tutto il Brasile: il 26 agosto 1914 nacque la Sociedade Esportiva Palestra Itália, indirizzo via Marechal Deodoro 2, presidente Ezequiel Simone.

Tratto distintivo dell’italianità del club i colori sociali: maglia verde con maniche e collo bordati di rosso, calzoncini e cal-zettoni bianchi e Croce dei Savoia sul petto. Non solo: origi-nariamente vi potevano giocare solo discendenti di italiani. Da subito la squadra divenne popolare tra i nostri immigrati e ci mise poco a diventare vincente: campione nel 1920 poi nel 1932, 1933 e 1934 il Palmeiras trovò nel Corinthians, club che rappresentava la classe operaia e che prima della nascita del Palestra Italia vantava una componente di giocatori e tifosi di origine italiana, una fortissima rivalità ancora esistente.

un pezzo del nostro Paese lascia però nel 1942: il Brasile è in guerra con l’asse Germania-Italia-Giappone, il governo bra-siliano cancella tutte le parole di origine straniera, soprattutto italiane, tedesche e giapponesi: via Palestra Italia, nuovo nome Sociedade Esportiva Palmeiras. E via anche il rosso dalla ma-glia, onde evitare richiami con l’Italia.

di Gaetano MOCCIARO

100 VOLTE PALmEIRASè L’ANNO DEL CENTENARIO PER L’ACADEMIA DE FUTEBOL.

IL CLUB BRASILIANO PIù ITALIANO CHE CI SIA.

UN CLUb DI FUORICLASSETanti i campioni visti con il Palmeiras, come Roberto Carlos.

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presentare la Seleçao in un’amichevole contro l’uruguay (per la cronaca, vinta per 3-0). Successi che continuano negli anni ’70 e che vedono il momento buio dagli anni ’80 fino al 1992, con l’avvento della Parmalat: iniziano a vestire la maglia verde campioni del calibro di Edmundo, Rivaldo, Cafu e Roberto Car-los: da lì una serie di successi fino alla Libertadores del 1999. Gli anni a seguire hanno portato a una serie di alti e bassi con l’onta di due retrocessioni, l’ultima nel 2012. Con l’incredibile paradosso della qualificazione alla Copa Libertadores per l’an-no successivo, in virtù della Coppa del Brasile vinta.

L’inferno della seconda divisione è durato giusto un anno, in tempo per poter celebrare i primi 100 anni di vita in Serie A. Si riparte da un nuovo stadio: il Palestra Italia, uno degli ultimi capisaldi del passato non c’è più. La nuova casa adesso si chiama Allianz Parque, nome scelto tramite un sondaggio tra i tifosi (in gara c’erano i nomi Allianz 360° e Allianz Center) dopo la sponsorizzazione da parte della nota compagnia as-sicurativa. Crolla un pezzo di romanticismo, ma la nuova crea-tura sarà fondamentale a garantire un futuro prospero a uno dei club più gloriosi del mondo.

In questi primi 100 anni il Palmeiras si è costruito una grande reputazione in tutto il mondo, tanto da definirsi “Campione del Secolo”, per i numerosi trofei vinti e soprattutto perché è riusci-to nell’impresa di vincere almeno una volta qualsiasi torneo a cui abbia partecipato. Per la cronaca: 8 campionati brasiliani, 2 coppe del Brasile, 22 campionati paulisti, 5 tornei Rio-Sao Paulo, una coppa dei campioni brasiliana, una Copa Liberta-dores, una Copa Mercosur, una Coppa Mercosur, una Copa Rio, ossia l’antesignana del Mondiale per Club.

Proprio quest’ultimo trofeo, eleva il Palmeiras a livello interna-zionale: è il 1951 e fu organizzato un torneo che vide la parte-cipazione di Juventus, Sporting Lisbona, Stella Rossa, Marsiglia, Austria Vienna, Nacional Montevideo e Vasco da Gama. I ver-dao la spuntarono in finale contro la Juve. Escono fuori campioni come Vavà, José Altafini (conosciuto in patria come “Mazola”, in onore del capitano del Grande Torino Valentino Mazzola) o Djalma Santos. Seguono negli anni ’60 anni, in cui il Palmeiras è simbolo dell’eccellenza brasiliana, l’accademia del calcio in patria, tanto che nel 1965 la Federcalcio, in occasione dello sta-dio Mineirao di Belo Horizonte, chiamò tutta la squadra a rap-

RACCONTI DI CALCIO/ PALMEIRAS

INDIMENTICAbILE EDMUNDOAl Palmeiras

si è visto ancheO Animal...

ANCHE CAFUL’ex di Roma e Milan è statoun biancoverde...

di Gaetano MOCCIARO

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LIGASPAGNA

D ultimamente si è dato molto peso alle sfaccettature dell’uomo, prima ancora che del calciatore. E dire che sul cam-po, Suarez non ha mai avuto bisogno di tante chiacchiere. I gol, quelli si, possono tranquillamente parlare per lui. Ha iniziato nel “suo” Nacional, per poi proseguire nel Groningen. quindi il crescendo continuo: 110 partite con l’Ajax, altrettante col Liverpool per un totale di 150 gol. In attesa dei sus-sulti in blaugrana, ovviamente. I gol però non sono gli unici segni tangibili lasciati ai posteri da Suarez, chiede-re a Chiellini per averne conferma. Il

IL CANNIbALE D’AREAMESSI, NEYMAR E ORA SuAREz, IL BARCELLONA PuNTASuL TRIDENTE DELLE MERAVIGLIE…

ifensori di tutto il mondo, il sondaggio è partito: con l’arrivo di Luis Suarez, il tridente del Barcellona è il più forte di tutti i tempi?

La risposta la potrà dare solo il cam-po, ma il sospetto che Messi, Neymar ed il Pistolero aggressore di Giorgio Chiellini in Brasile, sia “l’attacco dei sogni” è forte e difficilmente la previ-sione potrà esser sovvertita. Di Messi e Neymar, vere e proprie macchine da marketing e pubblicità, oramai sappiamo già tutto. Di Suarez quasi, visto che oltre al suo valore sportivo

LUIS SUAREZ

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bOmbER DI GHIACCIO

DALL’ISLANDA ALLA REAL SOCIE-DAD CON LA VOGLIA DI LASCIARE IL SEGNO, ECCO FINNBOGASON…

Gli amanti del fantacalcio con pro-tagonisti i giocatori della Liga, si se-gnino un nuovo nome nella loro lista degli acquisti. Alfred Finnbogason è il nuovo attaccante della Real Sociedad e dall’Islanda è pronto a portare una ventata di aria fresca in zona gol per gli uomini di Arrasa-te. Dopo aver segnato il segnabile in Olanda con l’Heerenveen, il bom-ber dei ghiacci sbarca a San Se-bastian per portare in alto il nome della Real Sociedad. Otto i milioni pagati dai baschi per uno dei mat-tatori dell’Eredivise, capace di se-gnare 53 gol nei 62 match disputati.

di Simone bERNAbEI

primo caso accertato di “voracità” da parte dell’uruguayano risale al 2010, quando il malcapitato di turno fu Bakkal del PSV. Le giornate di squa-lifica furono 7. Ma i vizi sono spesso difficili da eliminare, e così eccoci al 21 aprile del 2013, quando Ivanovic fu assaggiato da Suarez, che ricevet-te come pena 10 giornate di squali-fica oltre ad un soprannome non pro-prio edificante: il Cannibale. Bakkal, Ivanovic e Chiellini. Solo questi sono i morsi accertati, ma potrebbero non essere gli unici. I tabloid inglesi infatti non lasciano passare niente che possa far scandalo, e secondo il Daily Star in totale sarebbero 8, compresi quelli affondati in uruguay ad inizio carrie-ra. C’è chi dice che Suarez, oggi uno dei ‘delanteri’ più forti al mondo, po-tesse avere una carriera ancora mi-gliore, certamente più ricca di trofei, se solo il carattere fosse stato meno rustico, meno aggressivo. I morsi rifilati ai malcapitati difensori di turno infatti,

re ad essere grandi. I gol blaugrana quest’anno parleranno solo sudame-ricano e il Pistolero, morsi e squalifi-che permettendo, sarà l’arma in più del nuovo Barça targato Luis Enrique.

non sono gli unici gesti aggressivi di un giocatore capace di vedersi commina-re, nel dicembre del 2011, 8 giornate di squalifica per presunti insulti razzi-sti all’allora difensore del Manchester united Patrice Evra. Lo scandalo me-diatico che ne seguì fu di grossa por-tata e Suarez fu tacciato da più parti di “antisportività cronica”. Vero è che il ri-incontro fra i due calciatori nel feb-braio del 2012 ed il rifiuto da parte dell’uruguagio di stringere la mano al francese a inizio gara forse non ha aiutato a disegnare un profilo migliore di questo attaccante capace di grandi colpi in campo ed enormi defaillance fuori. Non siete ancora sazi? David Moyes, quando il suo Everton volava, prese particolarmente a cuore il carat-tere fumantino ed i modi screanzati del vorace Luis Suarez, e senza mandarle a dire lo etichettò in diretta televisiva come “tuffatore”, ennesimo sopranno-me che gli valse di lì in avanti, un oc-chio di riguardo (e forse anche due) dei fischietti albionici nei suoi confronti. Insomma comportamenti e atteggia-menti ben lontani da quelli del cano-nico “lord inglese” a cui sono abituati i sudditi di Sua Maestà. Ma nonostante tutto, ecco il Barcellona e la grande occasione. E la domanda non può che sorgere spontanea: caro Luis Enrique, ma chi te l’ha fatto fare? La risposta, per chi segue il calcio, per chi segue la Premier, non può che essere altrettanto scontata: il campo, i gol, le esultanze e la forza trascinatrice che Suarez è in grado di garantire vanno oltre le al-zate di testa e i titoli carnevaleschi dei tabloid britannici. Nell’ultima stagione, quella che ha definitivamente convinto i blaugrana a sborsare oltre 80 milioni di euro per il suo cartellino, Suarez ha collezionato 33 presenze e 31 gol, in pratica uno a partita per tutto l’arco della stagione. Numeri da fenomeno, numeri da cannibale dell’area di rigo-re, appunto. Numeri che adesso, assie-me agli estemporanei attacchi di fame, si godranno i culé, i tifosi del Camp Nou che tanto bene si sono abituati negli ultimi anni: Messi, Neymar, Eto’o, Ibrahimovic, Ronaldinho... e appunto Luis Suarez. Prima ci sarà da scontare la squalifica comminatagli dalla Fifa, poi finalmente potrà andare in sce-na il “Suarez show”. un argentino, un brasiliano e un uruguayano per torna-

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SUAREZ RIPARTE DAL bARCAL’uruguaiano, dopo il morso a Chiellini,

ricomincia dalla Liga...

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PREmIER LEAGUEINGHILTERRA

“S Barcellona (due Liga in un momento in cui i blaugrana erano tutt’altro che una potenza) con José Mourinho, passando per l’Olanda dei Mondiali in Giappone e Corea 2002, un fallimento, finendo ancora per Barça e Ajax. Il suo capola-voro è arrivato là dove la sua vita da tecnico era iniziata, ad Alkmaar, dove vince l’Eredivisie 28 anni dopo l’ultima volta. Infine la rinascita del Bayern Mo-naco, passata dalla Bundesliga 2009-10 e dalla finale con l’Inter, in Cham-pions League: ecco, uno sliding door interessante poiché due italiane hanno influenzato quella stagione. A novem-

UN FILOSOFO PER IL DIAVOLODALLA PANCHINA DELL’OLANDA A quELLA DEL MANCHESTER uNITED. LOuIS VAN GAAL, L’uOMO CHE NON HA PAuRA DI NESSuNO.

olo il primo posto è un obiet-tivo”. Basta questa frase per inquadrare Louis van Gaal, nuovo allenatore del Manchester united, santo-

ne del calcio olandese (ed europeo) e creatore della filosofia ispirata a se stesso medesimo. Niente moduli fissi, solo un’empatia che può portare i cal-ciatori a creare una squadra (quasi) imbattibile. Ci è riuscito praticamente in tutti gli step della sua carriera, dagli inizi con l’Ajax - prima era solo il se-condo all’Az - dove ha creato una ge-nerazione di fenomeni, passando per il

LOUIS VAN GAAL

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VALENCIA-WEST HAM:mARTELLO mONDIALE

GLI HAMMERS RICOMINCIANODAL BOMBER ECuADOREGNO CHE TANTO BENE HA FATTO AL MONDIALE…

Dieci milioni di euro al Pachuca ed Enner Valencia, attaccante ecua-doregno protagonista di un ottimo Mondiale - tre gol - ha firmato con il West Ham. Dopo aver riportato Mau-ro zarate in Premier League, tocca a un altro sudamericano completare il reparto, e ha firmato un contratto da sei anni a circa 750 mila euro all’an-no. Sul calciatore c’era l’interesse di molte italiane (Milan, Inter, Fioren-tina e Napoli), ma i londinesi sono riusciti a strapparlo alla concorren-za dopo un solo anno in Messico.

di Andrea LOSAPIO

bre van Gaal era sull’orlo di una crisi (e non solo di nervi) e avrebbe dovuto giocarsi contro la Juventus il passaggio alla fase a qualificazione diretta: vitto-ria spaventosa per 4-1 e crescita espo-nenziale di alcuni giovani (come Alaba) che poi diventeranno insostituibili nelle vittorie successive (di anni) dei bava-resi. Certo, con un acuto nella finale di Madrid sarebbe arrivato il Triplete, ben altra cosa rispetto al resto. Infine in campionato, sempre a novembre, era distante un oceano di punti dal Bayer Leverkusen di kroos - ceduto al Real Madrid un mese fa - andato in prestito nel club delle Aspirine. L’olandese riu-scì a rimontare e vincere con distacco, ma di lì a poco il Borussia Dortmund di klopp diventò la miglior squadra di Germania, almeno fino alla finale di Champions della scorsa stagione.Il resto è storia nota. L’Olanda, il terzo posto nel mondiale brasiliano, la paz-zia - che poi non è così isolata, nella storia del calcio - del cambio Krul-

Cillessen all’ultimo minuto del supple-mentare, i ventitré giocatori tutti entrati - pure Vorm, terzo portiere - nelle set-te partite del campionato del mondo. Istrionico, abituato a lanciare i giovani e non trattare con i big (sarà curioso il rapporto con Rooney, meno con van Persie che ha già avuto alle sue dipen-denze con la Nazionale olandese) ha più volte avuto di che ridire con Johan Crujff, stella indiscussa del calcio oranje e del mondo blaugrana, nonché diri-gente (nel 2011) dell’Ajax, quando van Gaal avrebbe dovuto occupare il ruolo di direttore generale del club a partire dal luglio 2012.questa la vita pubblica. Gli aneddoti si sprecano. Dallo spogliarello che, al Bayern Monaco, inscenò per far capire ai propri giocatori di avere le palle - e non metaforicamente parlando - di sostituire qualsiasi persona. Che fosse Franck Ribery, Arjen Robben oppure Luca Toni, poi messaggero dell’episodio in questione, faceva poca importanza. Il bomber modenese veniva preso poi per il collo durante le partite. Oppure il maltrattamento di Gerard Piqué, disco-lo tredicenne che non stava mai fermo in una cena organizzata da suo non-no Amador Bernabeu - dirigente del Barça - proprio con il santone olande-se. Probabile che l’animo troppo vivace dell’attuale compagno di Shakira fosse decisamente troppo per van Gaal, che decise di spingerlo a terra per fermare il suo impeto. Ci riuscì, magari non sul campo, sebbene l’accaduto poi ebbe ripercussioni sulla carriera di Piqué. E poi il rifiuto al Milan del dopo Capel-lo, quello del 1997, con la moglie che possedeva un’Alfa Romeo, Braida che andò a casa sua ma che parlò sola-mente di soldi e non di lavoro: offerta scartata e ira funesta della compagna pronta a fare shopping per via Monte-napoleone. Impossibile scendere a patti, incom-prensibilmente duro e, probabilmente, la scelta più difficile per il dopo Fer-guson. Ammesso e non concesso che Moyes sia valso qualcosa nella storia recente dello united - su di lui pesa il giudizio della storia e dei senatori, con poche attenuanti se non quella di un mercato immobile per l’intera ses-sione estiva che ha poi pregiudicato l’intera annata - van Gaal è l’uomo giusto per aprire un ciclo che vada al

di là del domani, ma senza passare da anni di lavoro, necessariamente. In-somma, in un paio di stagioni i giovani potrebbero raggiungere una tale ma-turità da non avere più bisogno della sua guida esperta. A sessantatré anni, d’altronde, è pressoché impossibile che duri un Giubileo come lo scozzese.

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IL NUOVO CAPOVan Gaal punta

a riportare loUnited al vertice...

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una sola possibilità: puntare alla ma-glia dello Schalke04. Manuel Neuer inizia ad indossarla, centrando il suo sogno, a soli cinque anni e da lì la sua è un’ascesa continua e vertiginosa. Nel 2005 arriva il primo contratto da professionista. Nel 2010, dopo la ces-sione di Heiko Westermann la fascia da capitano. Nel 2011, ecco la consa-crazione. Nella semifinale d’andata di Champions League contro il Manchester united di Sir Alex Ferguson e Wayne Rooney, il colosso biondo, nonostante la sconfitta finale per 2-0, para prati-camente l’impossibile, tenendo in gara i propri compagni da solo di fronte allo

bUNDESLIGAGERmANIA

TUTTO IL RESTO è NEUERMENTALITà TEDESCA E uN PORTIERE INSuPERABILE, IL “MADE IN GERMANY” DOMINA NEL MONDO…

S olidità e concretezza tipiche della tradizione tedesca e piedi sudamericani: sono questi i tasselli su cui la Ger-mania ha costruito il successo

in Brasile. quello della quarta stella sul petto; quello della quarta vittoria nella Coppa del Mondo. Perno centrale di un collettivo tanto forte quanto geniale è il portiere. Non si tratta però di un “tor” (portiere in tedesco, ndr) qualsiasi, bensì di Manuel Peter Neuer. Il simbolo della nuova Germania.

IL SOGNO ROYAL bLUE - quanto nasci a Gelsenkirchen e ti piace il calcio hai

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strapotere dei Red Devils. una presta-zione, quella del 26 aprile alla Veltins Arena entrata di diritto negli almanac-chi. Finora la storia dell’attuale numero uno tedesco sembra più una favola che un racconto dei giorni nostri. La realtà, infatti, si dimostrerà ben presto diversa.

IL TRADImENTO - Neuer, proprio in quei mesi, sorprese tutti, dichiarando di non voler rinnovare il contratto in sca-denza nel 2012 con il suo club e met-tendosi, così, ufficialmente sul mercato. una scelta che, ovviamente, non piacque ai tifosi dello Schalke che esplosero in tutta la loro rabbia quando, nel giugno 2011, il giocatore venne ceduto al ba-yern Monaco per 22 milioni di euro. “Il Bayern?!?! No, non è possibile”, questo è il pensiero che al tempo dev’essere sa-ettato nella mente di molti dei tifosi dei Royal Blues al momento dell’annuncio. Neuer aveva tradito i colori della sua in-fanzia per il ricco e strapotente colosso bavarese. Lo stesso club che il portiere

aveva sbeffeggiato nell’aprile 2009, al termine della vittoria dello Schalke all’Allianz Arena, imitando l’esultanza che Oliver kahn sfoderò nel 2001 in oc-casione del successo del Bayern in Bun-desliga ai danni proprio dello Schalke.

bAYER ÜbER ALLES - quei festeggia-menti balenavano anche nella memoria dei tifosi bavaresi che osteggiarono il nuovo acquisto, tanto da arrivare a una tregua, solo dopo la sottoscrizione di una sorta “codice di condotta” da parte del giocatore. All’interno del testo si chiede-va a Neuer di non presentarsi mai sotto la Curva Sud dell’Allianz Arena (cuore del tifo bavarese, ndr), baciare la ma-glia del Bayern, cantare l’inno del club ed esprimere giudizi sui tifosi. Diktat pre-cisi e a cui è impossibile sottrarsi: pena la ripresa delle ostilità. Da quel giorno questo matrimonio tutt’altro che norma-le fra un calciatore e il suo club prese il volo. Senza mai più toccare terra. Con la maglia del FCB in tre anni Neuer ha cen-trato ogni possibile traguardo: due Bun-desliga, due Coppe e una Supercoppa di Germania, una Champions League, una Supercoppa uEFA e un Mondiale per club FIFA. Magari non sarà amore, ma la convivenza fra le parti in tre anni è diventata senz’altro piacevole.

CAmPIONE DEL mONDO - Con un palmares del genere Manuel Neuer è chiamato a vestire anche un’altra ma-glia: quella della Nazionale. La nuova Germania, giovane e multietnica, di Joachim Löw ha scelto lui come erede della grande tradizione dei portieri te-deschi. Andreas Köpke, Oliver Kahn, Jens Lehmann e oggi Neuer. Sulle sue mani si è costruita la Nazionale che ha centrato un terzo posto a Sudafri-ca2010 e all’Europeo 2012, prima di celebrare il ritorno alla vittoria, dopo 24 anni, del Mondiale in Brasile. Sue le giocate da “libero” vecchio stampo contro l’Algeria; sue le parate contro la Francia che hanno portato in semifinale la squadra; sua la gestione della re-troguardia nella fantastica serata del 7-1 ai padroni di casa del Brasile; sua, infine, la notte di Rio de Janeiro con-tro l’Argentina di Leo Messi. Sul prato del Maracanà il fenomeno non vestiva la maglia numero dieci, ma quella nu-mero uno. Il suo nome? Manuel Neuer. Impossibile per lui passare inosservato.

CALHANOGLU, L’ENNESImO TALENTO

CLASSE 1994, IL NuOVO FuORI-CLASSE TEDESCO GIOCHERà NEL BAYER LEVERkuSEN…

E’ un vero e proprio getto continuo di talenti quello che arriva dalla Bundesliga. Dopo i vari Reus, kroos, Draxler etc. il campionato tedesco è pronto a gustarsi l’esplosione di un nuovo prospetto. Si tratta di Ha-kan Calhanoglu, trequartista classe 1994 nato nel settore giovanile di karlsruhe. Dal 4 luglio scorso il gio-catore nato a Mannheim da genitori turchi, è un calciatore del Bayer Le-verkusen che ha deciso di puntare su di lui dopo le prestazioni con la ma-glia dell’Amburgo. Le qualità ci sono, che sia già arrivato il momento del nuovo crack “made in Deutschland”?

di Luca bARGELLINI

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IL NUMERO UNONon c’è nessuno

come Neuer, l’assotedesco del bayern...

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na squadra prestigiosa, ma sull’orlo del baratro, salvata da un oligarca che nel giro di poco tempo l’ha riportata nel massimo campionato pri-

ma e in Champions League poi. Parliamo del Monaco e di Dmitrij Rybolovlev. Del club monegasco conosciamo abbastan-za, dal passato di reginetta del calcio francese, al presente che ha portato ac-quisti altisonanti come James Rodriguez, Joao Moutinho o Radamel Falcao. Poco o nulla si sa del proprietario del club. Il bello è che anche nel Principato si hanno poche informazioni su di lui.

Nelle pochissime dichiarazioni estrapo-late negli anni, Dmitrij Rybolovlev ha detto una volta: “Non sono un personag-gio pubblico e non amo parlare di me stesso”. Ad esempio non lo si è mai visto a eventi pubblici con la moglie e in ogni caso lui stesso da solo vi ha presenziato raramente. una cosa quanto meno sin-golare, considerato che il soggetto in questione ha un patrimonio stimato di oltre 6 miliardi di euro. A stabilirlo un tribunale svizzero, che ha ordinato al magnate di versare alla moglie per il divorzio, ben 3,2 miliardi: praticamente metà del patrimonio.

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PRINCIPATO DI RUSSIACHI è DMITRIJ RYBOLOVLEV, PROPRIETARIO DEL MONACO. CON uN PATRIMONIO DA 6 MILIARDI DI EuRO.

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VADIM VASILyEV - VICE PRESIDENTE DEL MONACO

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di euro) che per il magnate russo sono bruscolini. Il male minore, considerato che la Ligue 1 non perde il Monaco, che grazie a Ryblovlev sta dando maggior lustro al calcio francese con l’acquisto di grandi campioni. Al tempo stesso gli altri club, che non possono vanta-re proprietari così ricchi, evitano di spostare la sede legale a Montecarlo.

Cosa sappiamo di lui? Che è nato a Perm nel 1966. Viene da una famiglia di medici e segue le orme paterne, al-meno inizialmente, studiando medicina e laureandosi nel 1990. Sembra de-stinato a un futuro da cardiologo, ma la dissoluzione dell’unione Sovietica lo porta ad altre strade.Dopo aver lavorato nella compagnia del padre (che aveva sviluppato del-le cure attraverso la magnetoterapia) il giovane Dmitrij si trasferì nel 1992 a Mosca, studiando per diventare bro-ker. Nel 1994 entra in uralkaliy e da lì parte l’ascesa. Reinveste lo stipendio comprando azioni dell’azienda per la quale lavora. In un contesto storico dove ci si sta avviando in Russia alla privatizzazione la stessa uralkaliy, ac-cusando la crisi, anziché pagare l’inte-ro stipendio ai dipendenti, propone di vendere agli stessi parte delle azioni. quasi nessuno di loro è interessato, Rybolovlev fiuta l’affare e si propone lui stesso di comprarle, dando in cam-

bio ai colleghi una macchina. Baratto accettato dagli impiegati che permet-tono così a Rybolovlev di scalare i ver-tici della società, che per inciso diventa la più grande fabbrica di fertilizzanti a base di potassio della Russia.qualche ombra nera su di lui: 1995 la morte di Evgeniy Panteleymonov, diret-tore della Naftechimik, compagnia di cui Ryblovlev possedeva il 40%, scon-volge la sua vita: Oleg Lomakin, autore dell’omicidio, per ottenere uno sconto della pena, decide di collaborare con la giustizia indicando Rybolovlev come il mandante dell’omicidio. A parte que-sta testimonianza, senza nessuna prova evidente ad avvalorare le accuse rivol-tegli, Ryblovlev torna libero dopo dieci mesi di prigione. La sua scalata econo-mica continua sempre con la uralka-liy, trovando accordi commerciali con altri paesi, tra cui la Bielorussia di cui Ryblovlev diventa fornitore unico di fer-tilizzanti a base di potassio. Nel 2004 apre a Ginevra una società di trading che gli porta ulteriori fortune economi-che: il suo impero cresce a dismisura, le proprietà sono sparse in tutto il mondo, dagli Stati uniti a Cipro, da Singapore alle Isole Vergini.Arriviamo all’acquisto del Monaco. Perché? Sembra incredibile, ma tra le voci che circolano ci sarebbe quella di trovare un escamotage per non paga-re gli alimenti alla moglie Elena, con la quale ha una disputa in corso dal 2008, iniziata a causa dei tradimenti del marito, che avrebbe trasformato i suoi yacht in luoghi dove consumare veri e propri festini. A giudicare dal-la sentenza del tribunale, che porta il magnate a un esborso record per la separazione, il tentativo non sembra andato a buon fine. Nel frattempo i tifosi monegaschi ringraziano, per-ché dal 2012 a oggi si è passati dai bassifondi della Ligue 2 ad essere la seconda potenza di Francia. In molti, praticamente tutti i club della Ligue 1, si sono ribellati a una gestione consi-derata sleale, poiché a differenza de-gli altri club, il Monaco si trova nella condizione di non avere tasse da pa-gare, essendo la sua sede legale nel Principato e non in Francia, dove al contrario la pressione fiscale è molto alta (75% in caso di redditi superiori al milione di euro). Tutto si è risolto con una mega multa (si parla di 50 milioni

LA SCARPA D’EbANODI mARSIGLIAL’OM SI è ASSICuRATO BATSuHAYI, 21 ANNI E 21 GOL CON LA MAGLIA DELLO STANDARD LIEGI...

Comprare in Belgio è sinonimo di certezza. Il Marsiglia l’ha capito e con 6 milioni si è assicurato mi-chy Batsuhayi, 21 anni e 21 gol con la maglia dello Standard Lie-gi nell’ultimo torneo. Michy è da considerarsi come fiero esponente di una categoria annacquata dal-la moda del “falso nueve”, ossia il centravanti. Fresco vincitore della “Scarpa d’ebano” come miglior gio-catore del campionato dalle origi-ni africane (Congo, nel suo caso), Batsuhayi era stato inserito nei 30 pre-convocati belgi per i Mondiali.

di Gaetano mOCCIARO

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POTERE RUSSOIl Monaco dipende

totalmente dal magnate Rybolovlev...

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TOP 11 TMW / EDIZIONE 2014

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TOP 11 TMW

EDIzIONE 2014

di Marco CONTERIO - foto Federico DE LuCA

1 Parata di stelle a Castiglioncello per il Top 11 di TMW - 2 Scuffet, il portiere del presente e del futuro - 3 De Maio, Herteaux e Dainelli, difesa da Top 11 - 4 Premio alla carriera per il Campione del Mondo 1982 Collovati - 5 Riconoscimento anche per Nicola, ex tecnico del Livor-no - 6 Centrocampisti di qualità nel Top 11, Baselli, Palombo, Marchese e Ceccherini - 7 Bertolacci, Schelotto e keita per l’attacco - 8 Ponciroli, direttore Calcio2000, premia il presidente dell’asso-allenatori ulivieri - 9 Giovani di belle speranze, spazio a Belotti, Mbaye e Rosseti.

soallenatori, Renzo ulivieri, poi Davide Nicola, ex tecnico del Li-vorno, giovani come Andrea Belotti e Lorenzo Rosseti, rivelazioni dell’ultima B. E ancora, tanti agenti, quali Diego Tavano, Elio Let-terio Pino, Andrea Pastorello, Giocondo Martorelli, ulisse Savini. una manifestazione che ha riscosso, come ogni anno, tanti consen-si tra il consueto aperitivo di benvenuto al Caffè Ginori, la sera-ta al Porto Mediceo e tanti incontri di mercato. Perché il mercato nasce a Castiglioncello, con la firma di Tuttomercatoweb.com...

luglio 2014, Castiglioncello. TuttoMercatoWeb.com ha or-ganizzato una premiazione con riconoscimenti vari. Presenti

tanti calciatori dal baby numero uno dell’udinese, Simone Scuf-fet fino ad Angelo Palombo, passando da Sebastien De Maio, Giovanni Marchese, Dario Dainelli, Thomas Heurtaux, poi An-drea Bertolacci, Federico Ceccherini, Ezequiel Schelotto, Ibrahi-ma Mbaye, Daniele Baselli. Poi tanti direttori sportivi come Carlo Osti, Giorgio Perinetti e Pantaleo Corvino, il presidente dell’As-

Parata di Stelle4

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CALENDARIO

1ª Giornata (31/08/2014)Atalanta-VeronaCesena-ParmaChievo-JuventusGenoa-NapoliMilan-LazioPalermo-SampdoriaRoma-FiorentinaSassuolo-CagliariTorino-InterUdinese-Empoli

2ª Giornata (14/09/2014)Cagliari-AtalantaEmpoli-RomaFiorentina-GenoaInter-SassuoloJuventus-UdineseLazio-CesenaNapoli-ChievoParma-MilanSampdoria-TorinoVerona-Palermo

3ª Giornata (21/09/2014)Atalanta-FiorentinaCesena-EmpoliChievo-ParmaGenoa-LazioMilan-JuventusPalermo-InterRoma-CagliariSassuolo-SampdoriaTorino-VeronaUdinese-Napoli

4ª Giornata (24/09/2014)Cagliari-TorinoEmpoli-MilanFiorentina-SassuoloInter-AtalantaJuventus-CesenaLazio-UdineseNapoli-PalermoParma-RomaSampdoria-ChievoVerona-Genoa

5ª Giornata (28/09/2014)Atalanta-JuventusCesena-MilanChievo-EmpoliGenoa-SampdoriaInter-CagliariPalermo-LazioRoma-VeronaSassuolo-NapoliTorino-FiorentinaUdinese-Parma

6ª Giornata (05/10/2014)Empoli-PalermoFiorentina-InterJuventus-RomaLazio-SassuoloMilan-ChievoNapoli-TorinoParma-GenoaSampdoria-AtalantaUdinese-CesenaVerona-Cagliari

7ª Giornata (19/10/2014)Atalanta-ParmaCagliari-SampdoriaFiorentina-LazioGenoa-EmpoliInter-NapoliPalermo-CesenaRoma-ChievoSassuolo-JuventusTorino-UdineseVerona-Milan

8ª Giornata (26/10/2014)Cesena-InterChievo-GenoaEmpoli-CagliariJuventus-PalermoLazio-TorinoMilan-FiorentinaNapoli-VeronaParma-SassuoloSampdoria-RomaUdinese-Atalanta

9ª Giornata (29/10/2014)Atalanta-NapoliCagliari-MilanFiorentina-UdineseGenoa-JuventusInter-SampdoriaPalermo-ChievoRoma-CesenaSassuolo-EmpoliTorino-ParmaVerona-Lazio

10ª Giornata (02/11/2014)Cesena-VeronaChievo-SassuoloEmpoli-JuventusLazio-CagliariMilan-PalermoNapoli-RomaParma-InterSampdoria-FiorentinaTorino-AtalantaUdinese-Genoa

11ª Giornata (09/11/2014)Cagliari-GenoaChievo-CesenaEmpoli-LazioFiorentina-NapoliInter-VeronaJuventus-ParmaPalermo-UdineseRoma-TorinoSampdoria-MilanSassuolo-Atalanta

12ª Giornata (23/11/2014)Atalanta-RomaCesena-SampdoriaGenoa-PalermoLazio-JuventusMilan-InterNapoli-CagliariParma-EmpoliTorino-SassuoloUdinese-ChievoVerona-Fiorentina

13ª Giornata (30/11/2014)Cagliari-FiorentinaCesena-GenoaChievo-LazioEmpoli-AtalantaJuventus-TorinoMilan-UdinesePalermo-ParmaRoma-InterSampdoria-NapoliSassuolo-Verona

14ª Giornata (07/12/2014)Atalanta-CesenaCagliari-ChievoFiorentina-JuventusGenoa-MilanInter-UdineseNapoli-EmpoliParma-LazioRoma-SassuoloTorino-PalermoVerona-Sampdoria

15ª Giornata (14/12/2014)Cesena-FiorentinaChievo-InterEmpoli-TorinoGenoa-RomaJuventus-SampdoriaLazio-AtalantaMilan-NapoliPalermo-SassuoloParma-CagliariUdinese-Verona

16ª Giornata (21/12/2014)Atalanta-PalermoCagliari-JuventusFiorentina-EmpoliInter-LazioNapoli-ParmaRoma-MilanSampdoria-UdineseSassuolo-CesenaTorino-GenoaVerona-Chievo

17ª Giornata (06/01/2015)Cesena-NapoliChievo-TorinoEmpoli-VeronaGenoa-AtalantaJuventus-InterLazio-SampdoriaMilan-SassuoloPalermo-CagliariParma-FiorentinaUdinese-Roma

18ª Giornata (11/01/2015)Atalanta-ChievoCagliari-CesenaFiorentina-PalermoInter-GenoaNapoli-JuventusRoma-LazioSampdoria-EmpoliSassuolo-UdineseTorino-MilanVerona-Parma

19ª Giornata (18/01/2015)Cesena-TorinoChievo-FiorentinaEmpoli-InterGenoa-SassuoloJuventus-VeronaLazio-NapoliMilan-AtalantaPalermo-RomaParma-SampdoriaUdinese-Cagliari

20ª Giornata (25/01/2015)Cagliari-SassuoloEmpoli-UdineseFiorentina-RomaInter-TorinoJuventus-ChievoLazio-MilanNapoli-GenoaParma-CesenaSampdoria-PalermoVerona-Atalanta

Calcio2OOO90

Page 91: Calcio2000 n. 201

i VinCitori DELLE ULtiME 20 EDiZioni

SEriE a 2014-2015

21ª Giornata (01/02/2015)Atalanta-CagliariCesena-LazioChievo-NapoliGenoa-FiorentinaMilan-ParmaPalermo-VeronaRoma-EmpoliSassuolo-InterTorino-SampdoriaUdinese-Juventus

22ª Giornata (08/02/2015)Cagliari-RomaEmpoli-CesenaFiorentina-AtalantaInter-PalermoJuventus-MilanLazio-GenoaNapoli-UdineseParma-ChievoSampdoria-SassuoloVerona-Torino

23ª Giornata (15/02/2015)Atalanta-InterCesena-JuventusChievo-SampdoriaGenoa-VeronaMilan-EmpoliPalermo-NapoliRoma-ParmaSassuolo-FiorentinaTorino-CagliariUdinese-Lazio

24ª Giornata (22/02/2015)Cagliari-InterEmpoli-ChievoFiorentina-TorinoJuventus-AtalantaLazio-PalermoMilan-CesenaNapoli-SassuoloParma-UdineseSampdoria-GenoaVerona-Roma

25ª Giornata (01/03/2015)Atalanta-SampdoriaCagliari-VeronaCesena-UdineseChievo-MilanGenoa-ParmaInter-FiorentinaPalermo-EmpoliRoma-JuventusSassuolo-LazioTorino-Napoli

26ª Giornata (08/03/2015)Cesena-PalermoChievo-RomaEmpoli-GenoaJuventus-SassuoloLazio-FiorentinaMilan-VeronaNapoli-InterParma-AtalantaSampdoria-CagliariUdinese-Torino

27ª Giornata (15/03/2015)Atalanta-UdineseCagliari-EmpoliFiorentina-MilanGenoa-ChievoInter-CesenaPalermo-JuventusRoma-SampdoriaSassuolo-ParmaTorino-LazioVerona-Napoli

28ª Giornata (22/03/2015)Cesena-RomaChievo-PalermoEmpoli-SassuoloJuventus-GenoaLazio-VeronaMilan-CagliariNapoli-AtalantaParma-TorinoSampdoria-InterUdinese-Fiorentina

29ª Giornata (04/04/2015)Atalanta-TorinoCagliari-LazioFiorentina-SampdoriaGenoa-UdineseInter-ParmaJuventus-EmpoliPalermo-MilanRoma-NapoliSassuolo-ChievoVerona-Cesena

30ª Giornata (12/04/2015)Atalanta-SassuoloCesena-ChievoGenoa-CagliariLazio-EmpoliMilan-SampdoriaNapoli-FiorentinaParma-JuventusTorino-RomaUdinese-PalermoVerona-Inter

31ª Giornata (19/04/2015)Cagliari-NapoliChievo-UdineseEmpoli-ParmaFiorentina-VeronaInter-MilanJuventus-LazioPalermo-GenoaRoma-AtalantaSampdoria-CesenaSassuolo-Torino

32ª Giornata (26/04/2015)Atalanta-EmpoliFiorentina-CagliariGenoa-CesenaInter-RomaLazio-ChievoNapoli-SampdoriaParma-PalermoTorino-JuventusUdinese-MilanVerona-Sassuolo

33ª Giornata (29/04/2015)Cesena-AtalantaChievo-CagliariEmpoli-NapoliJuventus-FiorentinaLazio-ParmaMilan-GenoaPalermo-TorinoSampdoria-VeronaSassuolo-RomaUdinese-Inter

34ª Giornata (03/05/2015)Atalanta-LazioCagliari-ParmaFiorentina-CesenaInter-ChievoNapoli-MilanRoma-GenoaSampdoria-JuventusSassuolo-PalermoTorino-EmpoliVerona-Udinese

35ª Giornata (10/05/2015)Cesena-SassuoloChievo-VeronaEmpoli-FiorentinaGenoa-TorinoJuventus-CagliariLazio-InterMilan-RomaPalermo-AtalantaParma-NapoliUdinese-Sampdoria

36ª Giornata (17/05/2015)Atalanta-GenoaCagliari-PalermoFiorentina-ParmaInter-JuventusNapoli-CesenaRoma-UdineseSampdoria-LazioSassuolo-MilanTorino-ChievoVerona-Empoli

37ª Giornata (24/05/2015)Cesena-CagliariChievo-AtalantaEmpoli-SampdoriaGenoa-InterJuventus-NapoliLazio-RomaMilan-TorinoPalermo-FiorentinaParma-VeronaUdinese-Sassuolo

38ª Giornata (31/05/2015)Atalanta-MilanCagliari-UdineseFiorentina-ChievoInter-EmpoliNapoli-LazioRoma-PalermoSampdoria-ParmaSassuolo-GenoaTorino-CesenaVerona-Juventus

2013-2014 Juventus2012-2013 Juventus2011-2012 Juventus2010-2011 Milan2009-2010 inter2008-2009 inter2007-2008 inter2006-2007 inter2005-2006 inter (a tavolino)2004-2005 Juventus (revocato)

2003-2004 Milan2002-2003 Juventus2001-2002 Juventus2000-2001 roma1999-2000 Lazio1998-1999 Milan1997-1998 Juventus1996-1997 Juventus1995-1996 Milan1994-1995 Juventus

Calcio2OOO 91

Page 92: Calcio2000 n. 201

1ª Giornata (23/08/2014)

Bayern Monaco-Wolfsburg

Borussia D.-Bayer L.

Borussia M.-Stoccarda

Colonia-Amburgo

Eintracht F.-Friburgo

Hannover 96-Schalke 04

Hertha Berlino-Werder Brema

Hoffenheim-Augsburg

Paderborn 07-Mainz 05

2ª Giornata (30/08/2014)

Amburgo-Paderborn 07

Augsburg-Borussia D.

Bayer L.-Hertha Berlino

Friburgo-Borussia M.

Mainz 05-Hannover 96

Schalke 04-Bayern Monaco

Stoccarda-Colonia

Werder Brema-Hoffenheim

Wolfsburg-Eintracht F.

3ª Giornata (12/09/2014)

Bayer L.-Werder Brema

Bayern Monaco-Stoccarda

Borussia D.-Friburgo

Borussia M.-Schalke 04

Eintracht F.-Augsburg

Hannover 96-Amburgo

Hertha Berlino-Mainz 05

Hoffenheim-Wolfsburg

Paderborn 07-Colonia

4ª Giornata (20/09/2014)

Amburgo-Bayern Monaco

Augsburg-Werder Brema

Colonia-Borussia M.

Friburgo-Hertha Berlino

Mainz 05-Borussia D.

Paderborn 07-Hannover 96

Schalke 04-Eintracht F.

Stoccarda-Hoffenheim

Wolfsburg-Bayer L.

5ª Giornata (24/09/2014)

Bayer L.-Augsburg

Bayern Monaco-Paderborn 07

Borussia D.-Stoccarda

Borussia M.-Amburgo

Eintracht F.-Mainz 05

Hannover 96-Colonia

Hertha Berlino-Wolfsburg

Hoffenheim-Friburgo

Werder Brema-Schalke 04

6ª Giornata (27/09/2014)

Amburgo-Eintracht F.

Augsburg-Hertha Berlino

Colonia-Bayern Monaco

Friburgo-Bayer L.

Mainz 05-Hoffenheim

Paderborn 07-Borussia M.

Schalke 04-Borussia D.

Stoccarda-Hannover 96

Wolfsburg-Werder Brema

7ª Giornata (04/10/2014)

Bayer L.-Paderborn 07

Bayern Monaco-Hannover 96

Borussia D.-Amburgo

Borussia M.-Mainz 05

Eintracht F.-Colonia

Hertha Berlino-Stoccarda

Hoffenheim-Schalke 04

Werder Brema-Friburgo

Wolfsburg-Augsburg

8ª Giornata (18/10/2014)

Amburgo-Hoffenheim

Bayern Monaco-Werder Brema

Colonia-Borussia D.

Friburgo-Wolfsburg

Hannover 96-Borussia M.

Mainz 05-Augsburg

Paderborn 07-Eintracht F.

Schalke 04-Hertha Berlino

Stoccarda-Bayer L.

9ª Giornata (25/10/2014)

Augsburg-Friburgo

Bayer L.-Schalke 04

Borussia D.-Hannover 96

Borussia M.-Bayern Monaco

Eintracht F.-Stoccarda

Hertha Berlino-Amburgo

Hoffenheim-Paderborn 07

Werder Brema-Colonia

Wolfsburg-Mainz 05

10ª Giornata (01/11/2014)

Amburgo-Bayer L.

Bayern Monaco-Borussia D.

Borussia M.-Hoffenheim

Colonia-Friburgo

Hannover 96-Eintracht F.

Mainz 05-Werder Brema

Paderborn 07-Hertha Berlino

Schalke 04-Augsburg

Stoccarda-Wolfsburg

11ª Giornata (08/11/2014)

Augsburg-Paderborn 07

Bayer L.-Mainz 05

Borussia D.-Borussia M.

Eintracht F.-Bayern Monaco

Friburgo-Schalke 04

Hertha Berlino-Hannover 96

Hoffenheim-Colonia

Werder Brema-Stoccarda

Wolfsburg-Amburgo

12ª Giornata (22/11/2014)

Amburgo-Werder Brema

Bayern Monaco-Hoffenheim

Borussia M.-Eintracht F.

Colonia-Hertha Berlino

Hannover 96-Bayer L.

Mainz 05-Friburgo

Paderborn 07-Borussia D.

Schalke 04-Wolfsburg

Stoccarda-Augsburg

13ª Giornata (29/11/2014)

Augsburg-Amburgo

Bayer L.-Colonia

Eintracht F.-Borussia D.

Friburgo-Stoccarda

Hertha Berlino-Bayern Monaco

Hoffenheim-Hannover 96

Schalke 04-Mainz 05

Werder Brema-Paderborn 07

Wolfsburg-Borussia M.

14ª Giornata (06/12/2014)

Amburgo-Mainz 05

Bayern Monaco-Bayer L.

Borussia D.-Hoffenheim

Borussia M.-Hertha Berlino

Colonia-Augsburg

Eintracht F.-Werder Brema

Hannover 96-Wolfsburg

Paderborn 07-Friburgo

Stoccarda-Schalke 04

15ª Giornata (13/12/2014)

Augsburg-Bayern Monaco

Bayer L.-Borussia M.

Friburgo-Amburgo

Hertha Berlino-Borussia D.

Hoffenheim-Eintracht F.

Mainz 05-Stoccarda

Schalke 04-Colonia

Werder Brema-Hannover 96

Wolfsburg-Paderborn 07

16ª Giornata (17/12/2014)

Amburgo-Stoccarda

Bayern Monaco-Friburgo

Borussia D.-Wolfsburg

Borussia M.-Werder Brema

Colonia-Mainz 05

Eintracht F.-Hertha Berlino

Hannover 96-Augsburg

Hoffenheim-Bayer L.

Paderborn 07-Schalke 04

17ª Giornata (20/12/2014)

Augsburg-Borussia M.

Bayer L.-Eintracht F.

Friburgo-Hannover 96

Hertha Berlino-Hoffenheim

Mainz 05-Bayern Monaco

Schalke 04-Amburgo

Stoccarda-Paderborn 07

Werder Brema-Borussia D.

Wolfsburg-Colonia

18ª Giornata (31/01/2015)

Amburgo-Colonia

Augsburg-Hoffenheim

Bayer L.-Borussia D.

Friburgo-Eintracht F.

Mainz 05-Paderborn 07

Schalke 04-Hannover 96

Stoccarda-Borussia M.

Werder Brema-Hertha Berlino

Wolfsburg-Bayern Monaco

19ª Giornata (04/02/2015)

Bayern Monaco-Schalke 04

Borussia D.-Augsburg

Borussia M.-Friburgo

Colonia-Stoccarda

Eintracht F.-Wolfsburg

Hannover 96-Mainz 05

Hertha Berlino-Bayer L.

Hoffenheim-Werder Brema

Paderborn 07-Amburgo

20ª Giornata (07/02/2015)

Amburgo-Hannover 96

Augsburg-Eintracht F.

Colonia-Paderborn 07

Friburgo-Borussia D.

Mainz 05-Hertha Berlino

Schalke 04-Borussia M.

Stoccarda-Bayern Monaco

Werder Brema-Bayer L.

Wolfsburg-Hoffenheim

CALENDARIO

Calcio2OOO92

Page 93: Calcio2000 n. 201

21ª Giornata (14/02/2015)

Bayer L.-Wolfsburg

Bayern Monaco-Amburgo

Borussia D.-Mainz 05

Borussia M.-Colonia

Eintracht F.-Schalke 04

Hannover 96-Paderborn 07

Hertha Berlino-Friburgo

Hoffenheim-Stoccarda

Werder Brema-Augsburg

22ª Giornata (21/02/2015)

Amburgo-Borussia M.

Augsburg-Bayer L.

Colonia-Hannover 96

Friburgo-Hoffenheim

Mainz 05-Eintracht F.

Paderborn 07-Bayern Monaco

Schalke 04-Werder Brema

Stoccarda-Borussia D.

Wolfsburg-Hertha Berlino

23ª Giornata (28/02/2015)

Bayer L.-Friburgo

Bayern Monaco-Colonia

Borussia D.-Schalke 04

Borussia M.-Paderborn 07

Eintracht F.-Amburgo

Hannover 96-Stoccarda

Hertha Berlino-Augsburg

Hoffenheim-Mainz 05

Werder Brema-Wolfsburg

24ª Giornata (07/03/2015)

Amburgo-Borussia D.

Augsburg-Wolfsburg

Colonia-Eintracht F.

Friburgo-Werder Brema

Hannover 96-Bayern Monaco

Mainz 05-Borussia M.

Paderborn 07-Bayer L.

Schalke 04-Hoffenheim

Stoccarda-Hertha Berlino

25ª Giornata (14/03/2015)

Augsburg-Mainz 05

Bayer L.-Stoccarda

Borussia D.-Colonia

Borussia M.-Hannover 96

Eintracht F.-Paderborn 07

Hertha Berlino-Schalke 04

Hoffenheim-Amburgo

Werder Brema-Bayern Monaco

Wolfsburg-Friburgo

26ª Giornata (21/03/2015)

Amburgo-Hertha Berlino

Bayern Monaco-Borussia M.

Colonia-Werder Brema

Friburgo-Augsburg

Hannover 96-Borussia D.

Mainz 05-Wolfsburg

Paderborn 07-Hoffenheim

Schalke 04-Bayer L.

Stoccarda-Eintracht F.

27ª Giornata (04/04/2015)

Augsburg-Schalke 04

Bayer L.-Amburgo

Borussia D.-Bayern Monaco

Eintracht F.-Hannover 96

Friburgo-Colonia

Hertha Berlino-Paderborn 07

Hoffenheim-Borussia M.

Werder Brema-Mainz 05

Wolfsburg-Stoccarda

28ª Giornata (11/04/2015)

Amburgo-Wolfsburg

Bayern Monaco-Eintracht F.

Borussia M.-Borussia D.

Colonia-Hoffenheim

Hannover 96-Hertha Berlino

Mainz 05-Bayer L.

Paderborn 07-Augsburg

Schalke 04-Friburgo

Stoccarda-Werder Brema

29ª Giornata (18/04/2015)

Augsburg-Stoccarda

Bayer L.-Hannover 96

Borussia D.-Paderborn 07

Eintracht F.-Borussia M.

Friburgo-Mainz 05

Hertha Berlino-Colonia

Hoffenheim-Bayern Monaco

Werder Brema-Amburgo

Wolfsburg-Schalke 04

30ª Giornata (25/04/2015)

Amburgo-Augsburg

Bayern Monaco-Hertha Berlino

Borussia D.-Eintracht F.

Borussia M.-Wolfsburg

Colonia-Bayer L.

Hannover 96-Hoffenheim

Mainz 05-Schalke 04

Paderborn 07-Werder Brema

Stoccarda-Friburgo

31ª Giornata (02/05/2015)

Augsburg-Colonia

Bayer L.-Bayern Monaco

Friburgo-Paderborn 07

Hertha Berlino-Borussia M.

Hoffenheim-Borussia D.

Mainz 05-Amburgo

Schalke 04-Stoccarda

Werder Brema-Eintracht F.

Wolfsburg-Hannover 96

32ª Giornata (09/05/2015)

Amburgo-Friburgo

Bayern Monaco-Augsburg

Borussia D.-Hertha Berlino

Borussia M.-Bayer L.

Colonia-Schalke 04

Eintracht F.-Hoffenheim

Hannover 96-Werder Brema

Paderborn 07-Wolfsburg

Stoccarda-Mainz 05

33ª Giornata (16/05/2015)

Augsburg-Hannover 96

Bayer L.-Hoffenheim

Friburgo-Bayern Monaco

Hertha Berlino-Eintracht F.

Mainz 05-Colonia

Schalke 04-Paderborn 07

Stoccarda-Amburgo

Werder Brema-Borussia M.

Wolfsburg-Borussia D.

34ª Giornata (23/05/2015)

Amburgo-Schalke 04

Bayern Monaco-Mainz 05

Borussia D.-Werder Brema

Borussia M.-Augsburg

Colonia-Wolfsburg

Eintracht F.-Bayer L.

Hannover 96-Friburgo

Hoffenheim-Hertha Berlino

Paderborn 07-Stoccarda

i VinCitori DELLE ULtiME 20 EDiZioni

BUnDESLiGa 2014-2015

2013-2014 Bayern Monaco2012-2013 Bayern Monaco2011-2012 Borussia Dortmund2010-2011 Borussia Dortmund2009-2010 Bayern Monaco2008-2009 Wolfsburg2007-2008 Bayern Monaco2006-2007 Stoccarda2005-2006 Bayern Monaco2004-2005 Bayern Monaco

2003-2004 Werder Brema2002-2003 Bayern Monaco2001-2002 Borussia Dortmund2000-2001 Bayern Monaco1999-2000 Bayern Monaco1998-1999 Bayern Monaco1997-1998 Kaiserslautern1996-1997 Bayern Monaco1995-1996 Borussia Dortmund1994-1995 Borussia Dortmund

CaLEnDarioCHaMPionS LEaGUE detentore rEaL MaDriD1° preliminare (andata) 01-02/07/141° preliminare (ritorno) 08-09/07/142° preliminare (andata) 15-16/07/142° preliminare (ritorno) 22-23/07/143° preliminare (andata) 29-30/07/143° preliminare (ritorno) 05-06/08/14Playoff (andata) 19-20/08/14Playoff (ritorno) 26-27/08/14Fase a gruppi (1ª g.) 16-17/09/14Fase a gruppi (2ª g.) 30/09-01/10/14Fase a gruppi (3ª g.) 21-22/10/14Fase a gruppi (4ª g.) 04-05/11/14Fase a gruppi (5ª g.) 25-26/11/14Fase a gruppi (6ª g.) 09-10/12/14Sedicesimi (andata) 17-18/02/15 oppure 24-25/02/15Sedicesimi (ritorno) 10-11/03/15 oppure 17-18/03/15Quarti (andata) 14-15/04/15Quarti (ritorno) 21-22/04/15Semifinali (andata) 05-06/05/15Semifinali (ritorno) 12-13/05/15Finale (a Berlino) 06/06/15

CaLEnDarioEUroPa LEaGUEdetentore SiViGLia1° preliminare (andata) 03/07/141° preliminare (ritorno) 10/07/142° preliminare (andata) 17/07/142° preliminare (ritorno) 24/07/143° preliminare (andata) 31/07/143° preliminare (ritorno) 07/08/14Playoff (andata) 21/08/14Playoff (ritorno) 28/08/14Fase a gruppi (1ª g.) 18/09/14Fase a gruppi (2ª g.) 02/10/14Fase a gruppi (3ª g.) 23/10/14Fase a gruppi (4ª g.) 06/11/14Fase a gruppi (5ª g.) 27/11/14Fase a gruppi (6ª g.) 11/12/14Trentaduesimi (andata) 19/02/15Trentaduesimi (ritorno) 26/02/15Sedicesimi (andata) 12/03/15Sedicesimi (ritorno) 19/03/15Quarti (andata) 16/04/15Quarti (ritorno) 23/04/15Semifinali (andata) 07/05/15Semifinali (ritorno) 14/05/15Finale (a Varsavia) 27/05/15

Calcio2OOO 93

Page 94: Calcio2000 n. 201

1ª Giornata (16/08/2014)Arsenal-Crystal PalaceBurnley-ChelseaLeicester City-EvertonLiverpool-SouthamptonManchester Utd.-Swansea CityNewcastle Utd.-Manchester CityQ.P. Rangers-Hull CityStoke City-Aston VillaWBA-SunderlandWest Ham Utd.-Tottenham H.

2ª Giornata (23/08/2014)Aston Villa-Newcastle Utd.Chelsea-Leicester CityCrystal Palace-West Ham Utd.Everton-ArsenalHull City-Stoke CityManchester City-LiverpoolSouthampton-WBASunderland-Manchester Utd.Swansea City-BurnleyTottenham H.-Q.P. Rangers

3ª Giornata (30/08/2014)Aston Villa-Hull CityBurnley-Manchester Utd.Everton-ChelseaLeicester City-ArsenalManchester City-Stoke CityNewcastle Utd.-Crystal PalaceQ.P. Rangers-SunderlandSwansea City-WBATottenham H.-LiverpoolWest Ham Utd.-Southampton

4ª Giornata (13/09/2014)Arsenal-Manchester CityChelsea-Swansea CityCrystal Palace-BurnleyHull City-West Ham Utd.Liverpool-Aston VillaManchester Utd.-Q.P. RangersSouthampton-Newcastle Utd.Stoke City-Leicester CitySunderland-Tottenham H.WBA-Everton

5ª Giornata (20/09/2014)Aston Villa-ArsenalBurnley-SunderlandEverton-Crystal PalaceLeicester City-Manchester Utd.Manchester City-ChelseaNewcastle Utd.-Hull CityQ.P. Rangers-Stoke CitySwansea City-SouthamptonTottenham H.-WBAWest Ham Utd.-Liverpool

6ª Giornata (27/09/2014)Arsenal-Tottenham H.Chelsea-Aston VillaCrystal Palace-Leicester CityHull City-Manchester CityLiverpool-EvertonManchester Utd.-West Ham Utd.Southampton-Q.P. RangersStoke City-Newcastle Utd.Sunderland-Swansea CityWBA-Burnley

7ª Giornata (04/10/2014)Aston Villa-Manchester CityChelsea-ArsenalHull City-Crystal PalaceLeicester City-BurnleyLiverpool-WBAManchester Utd.-EvertonSunderland-Stoke CitySwansea City-Newcastle Utd.Tottenham H.-SouthamptonWest Ham Utd.-Q.P. Rangers

8ª Giornata (18/10/2014)Arsenal-Hull CityBurnley-West Ham Utd.Crystal Palace-ChelseaEverton-Aston VillaManchester City-Tottenham H.Newcastle Utd.-Leicester CityQ.P. Rangers-LiverpoolSouthampton-SunderlandStoke City-Swansea CityWBA-Manchester Utd.

9ª Giornata (25/10/2014)Burnley-EvertonLiverpool-Hull CityManchester Utd.-ChelseaQ.P. Rangers-Aston VillaSouthampton-Stoke CitySunderland-ArsenalSwansea City-Leicester CityTottenham H.-Newcastle Utd.WBA-Crystal PalaceWest Ham Utd.-Manchester City

10ª Giornata (01/11/2014)Arsenal-BurnleyAston Villa-Tottenham H.Chelsea-Q.P. RangersCrystal Palace-SunderlandEverton-Swansea CityHull City-SouthamptonLeicester City-WBAManchester City-Manchester Utd.Newcastle Utd.-LiverpoolStoke City-West Ham Utd.

11ª Giornata (08/11/2014)Burnley-Hull CityLiverpool-ChelseaManchester Utd.-Crystal PalaceQ.P. Rangers-Manchester CitySouthampton-Leicester CitySunderland-EvertonSwansea City-ArsenalTottenham H.-Stoke CityWBA-Newcastle Utd.West Ham Utd.-Aston Villa

12ª Giornata (22/11/2014)Arsenal-Manchester Utd.Aston Villa-SouthamptonChelsea-WBACrystal Palace-LiverpoolEverton-West Ham Utd.Hull City-Tottenham H.Leicester City-SunderlandManchester City-Swansea CityNewcastle Utd.-Q.P. RangersStoke City-Burnley

13ª Giornata (29/11/2014)Burnley-Aston VillaLiverpool-Stoke CityManchester Utd.-Hull CityQ.P. Rangers-Leicester CitySouthampton-Manchester CitySunderland-ChelseaSwansea City-Crystal PalaceTottenham H.-EvertonWBA-ArsenalWest Ham Utd.-Newcastle Utd.

14ª Giornata (02/12/2014)Arsenal-SouthamptonBurnley-Newcastle Utd.Chelsea-Tottenham H.Crystal Palace-Aston VillaEverton-Hull CityLeicester City-LiverpoolManchester Utd.-Stoke CitySunderland-Manchester CitySwansea City-Q.P. RangersWBA-West Ham Utd.

15ª Giornata (06/12/2014)Aston Villa-Leicester CityHull City-WBALiverpool-SunderlandManchester City-EvertonNewcastle Utd.-ChelseaQ.P. Rangers-BurnleySouthampton-Manchester Utd.Stoke City-ArsenalTottenham H.-Crystal PalaceWest Ham Utd.-Swansea City

16ª Giornata (13/12/2014)Arsenal-Newcastle Utd.Burnley-SouthamptonChelsea-Hull CityCrystal Palace-Stoke CityEverton-Q.P. RangersLeicester City-Manchester CityManchester Utd.-LiverpoolSunderland-West Ham Utd.Swansea City-Tottenham H.WBA-Aston Villa

17ª Giornata (20/12/2014)Aston Villa-Manchester Utd.Hull City-Swansea CityLiverpool-ArsenalManchester City-Crystal PalaceNewcastle Utd.-SunderlandQ.P. Rangers-WBASouthampton-EvertonStoke City-ChelseaTottenham H.-BurnleyWest Ham Utd.-Leicester City

18ª Giornata (26/12/2014)Arsenal-Q.P. RangersBurnley-LiverpoolChelsea-West Ham Utd.Crystal Palace-SouthamptonEverton-Stoke CityLeicester City-Tottenham H.Manchester Utd.-Newcastle Utd.Sunderland-Hull CitySwansea City-Aston VillaWBA-Manchester City

19ª Giornata (28/12/2014)Aston Villa-SunderlandHull City-Leicester CityLiverpool-Swansea CityManchester City-BurnleyNewcastle Utd.-EvertonQ.P. Rangers-Crystal PalaceSouthampton-ChelseaStoke City-WBATottenham H.-Manchester Utd.West Ham Utd.-Arsenal

20ª Giornata (01/01/2015)Aston Villa-Crystal PalaceHull City-EvertonLiverpool-Leicester CityManchester City-SunderlandNewcastle Utd.-BurnleyQ.P. Rangers-Swansea CitySouthampton-ArsenalStoke City-Manchester Utd.Tottenham H.-ChelseaWest Ham Utd.-WBA

CALENDARIO

Calcio2OOO94

Page 95: Calcio2000 n. 201

i VinCitori DELLE ULtiME 20 EDiZioni

PrEMiEr LEaGUE 2014-2015

21ª Giornata (10/01/2015)Arsenal-Stoke CityBurnley-Q.P. RangersChelsea-Newcastle Utd.Crystal Palace-Tottenham H.Everton-Manchester CityLeicester City-Aston VillaManchester Utd.-SouthamptonSunderland-LiverpoolSwansea City-West Ham Utd.WBA-Hull City

22ª Giornata (17/01/2015)Aston Villa-LiverpoolBurnley-Crystal PalaceEverton-WBALeicester City-Stoke CityManchester City-ArsenalNewcastle Utd.-SouthamptonQ.P. Rangers-Manchester Utd.Swansea City-ChelseaTottenham H.-SunderlandWest Ham Utd.-Hull City

23ª Giornata (31/01/2015)Arsenal-Aston VillaChelsea-Manchester CityCrystal Palace-EvertonHull City-Newcastle Utd.Liverpool-West Ham Utd.Manchester Utd.-Leicester CitySouthampton-Swansea CityStoke City-Q.P. RangersSunderland-BurnleyWBA-Tottenham H.

24ª Giornata (07/02/2015)Aston Villa-ChelseaBurnley-WBAEverton-LiverpoolLeicester City-Crystal PalaceManchester City-Hull CityNewcastle Utd.-Stoke CityQ.P. Rangers-SouthamptonSwansea City-SunderlandTottenham H.-ArsenalWest Ham Utd.-Manchester Utd.

25ª Giornata (10/02/2015)Arsenal-Leicester CityChelsea-EvertonCrystal Palace-Newcastle Utd.Hull City-Aston VillaLiverpool-Tottenham H.Manchester Utd.-BurnleySouthampton-West Ham Utd.Stoke City-Manchester CitySunderland-Q.P. RangersWBA-Swansea City

26ª Giornata (21/02/2015)Aston Villa-Stoke CityChelsea-BurnleyCrystal Palace-ArsenalEverton-Leicester CityHull City-Q.P. RangersManchester City-Newcastle Utd.Southampton-LiverpoolSunderland-WBASwansea City-Manchester Utd.Tottenham H.-West Ham Utd.

27ª Giornata (28/02/2015)Arsenal-EvertonBurnley-Swansea CityLeicester City-ChelseaLiverpool-Manchester CityManchester Utd.-SunderlandNewcastle Utd.-Aston VillaQ.P. Rangers-Tottenham H.Stoke City-Hull CityWBA-SouthamptonWest Ham Utd.-Crystal Palace

28ª Giornata (03/03/2015)Aston Villa-WBAHull City-SunderlandLiverpool-BurnleyManchester City-Leicester CityNewcastle Utd.-Manchester Utd.Q.P. Rangers-ArsenalSouthampton-Crystal PalaceStoke City-EvertonTottenham H.-Swansea CityWest Ham Utd.-Chelsea

29ª Giornata (14/03/2015)Arsenal-West Ham Utd.Burnley-Manchester CityChelsea-SouthamptonCrystal Palace-Q.P. RangersEverton-Newcastle Utd.Leicester City-Hull CityManchester Utd.-Tottenham H.Sunderland-Aston VillaSwansea City-LiverpoolWBA-Stoke City

30ª Giornata (21/03/2015)Aston Villa-Swansea CityHull City-ChelseaLiverpool-Manchester Utd.Manchester City-WBANewcastle Utd.-ArsenalQ.P. Rangers-EvertonSouthampton-BurnleyStoke City-Crystal PalaceTottenham H.-Leicester CityWest Ham Utd.-Sunderland

31ª Giornata (04/04/2015)Arsenal-LiverpoolBurnley-Tottenham H.Chelsea-Stoke CityCrystal Palace-Manchester CityEverton-SouthamptonLeicester City-West Ham Utd.Manchester Utd.-Aston VillaSunderland-Newcastle Utd.Swansea City-Hull CityWBA-Q.P. Rangers

32ª Giornata (11/04/2015)Burnley-ArsenalLiverpool-Newcastle Utd.Manchester Utd.-Manchester CityQ.P. Rangers-ChelseaSouthampton-Hull CitySunderland-Crystal PalaceSwansea City-EvertonTottenham H.-Aston VillaWBA-Leicester CityWest Ham Utd.-Stoke City

33ª Giornata (18/04/2015)Arsenal-SunderlandAston Villa-Q.P. RangersChelsea-Manchester Utd.Crystal Palace-WBAEverton-BurnleyHull City-LiverpoolLeicester City-Swansea CityManchester City-West Ham Utd.Newcastle Utd.-Tottenham H.Stoke City-Southampton

34ª Giornata (25/04/2015)Arsenal-ChelseaBurnley-Leicester CityCrystal Palace-Hull CityEverton-Manchester Utd.Manchester City-Aston VillaNewcastle Utd.-Swansea CityQ.P. Rangers-West Ham Utd.Southampton-Tottenham H.Stoke City-SunderlandWBA-Liverpool

35ª Giornata (02/05/2015)Aston Villa-EvertonChelsea-Crystal PalaceHull City-ArsenalLeicester City-Newcastle Utd.Liverpool-Q.P. RangersManchester Utd.-WBASunderland-SouthamptonSwansea City-Stoke CityTottenham H.-Manchester CityWest Ham Utd.-Burnley

36ª Giornata (09/05/2015)Arsenal-Swansea CityAston Villa-West Ham Utd.Chelsea-LiverpoolCrystal Palace-Manchester Utd.Everton-SunderlandHull City-BurnleyLeicester City-SouthamptonManchester City-Q.P. RangersNewcastle Utd.-WBAStoke City-Tottenham H.

37ª Giornata (16/05/2015)Burnley-Stoke CityLiverpool-Crystal PalaceManchester Utd.-ArsenalQ.P. Rangers-Newcastle Utd.Southampton-Aston VillaSunderland-Leicester CitySwansea City-Manchester CityTottenham H.-Hull CityWBA-ChelseaWest Ham Utd.-Everton

38ª Giornata (24/05/2015)Arsenal-WBAAston Villa-BurnleyChelsea-SunderlandCrystal Palace-Swansea CityEverton-Tottenham H.Hull City-Manchester Utd.Leicester City-Q.P. RangersManchester City-SouthamptonNewcastle Utd.-West Ham Utd.Stoke City-Liverpool

2013-2014 Manchester City2012-2013 Manchester United2011-2012 Manchester City2010-2011 Manchester United2009-2010 Chelsea2008-2009 Manchester United2007-2008 Manchester United2006-2007 Manchester United2005-2006 Chelsea2004-2005 Chelsea

2003-2004 arsenal2002-2003 Manchester United2001-2002 arsenal2000-2001 Manchester United1999-2000 Manchester United1998-1999 Manchester United1997-1998 arsenal1996-1997 Manchester United1995-1996 Manchester United1994-1995 Blackburn rovers

Calcio2OOO 95

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1ª Giornata (09/08/2014)Bastia-Ol. MarsigliaÉvian-CaenGuingamp-St. ÉtienneLille-MetzMonaco-LorientMontpellier-BordeauxNantes-LensNizza-TolosaOl. Lione-RennesReims-Paris S.G.

2ª Giornata (16/08/2014)Bordeaux-MonacoCaen-LilleLens-GuingampLorient-NizzaMetz-NantesOl. Marsiglia-MontpellierParis S.G.-BastiaRennes-ÉvianSt. Étienne-ReimsTolosa-Ol. Lione

3ª Giornata (23/08/2014)Bastia-TolosaÉvian-Paris S.G.Guingamp-Ol. MarsigliaLille-LorientMontpellier-MetzNantes-MonacoNizza-BordeauxOl. Lione-LensReims-CaenSt. Étienne-Rennes

4ª Giornata (30/08/2014)Bordeaux-BastiaCaen-RennesLens-ReimsLorient-GuingampMetz-Ol. LioneMonaco-LilleNantes-MontpellierOl. Marsiglia-NizzaParis S.G.-St. ÉtienneTolosa-Évian

5ª Giornata (13/09/2014)Bastia-LensÉvian-Ol. MarsigliaGuingamp-BordeauxLille-NantesMontpellier-LorientNizza-MetzOl. Lione-MonacoReims-TolosaRennes-Paris S.G.St. Étienne-Caen

6ª Giornata (20/09/2014)Bordeaux-ÉvianLens-St. ÉtienneLille-MontpellierLorient-ReimsMetz-BastiaMonaco-GuingampNantes-NizzaOl. Marsiglia-RennesParis S.G.-Ol. LioneTolosa-Caen

7ª Giornata (24/09/2014)Bastia-NantesCaen-Paris S.G.Évian-LensGuingamp-MetzMontpellier-MonacoNizza-LilleOl. Lione-LorientReims-Ol. MarsigliaRennes-TolosaSt. Étienne-Bordeaux

8ª Giornata (27/09/2014)Bordeaux-RennesLens-CaenLille-BastiaLorient-ÉvianMetz-ReimsMonaco-NizzaMontpellier-GuingampNantes-Ol. LioneOl. Marsiglia-St. ÉtienneTolosa-Paris S.G.

9ª Giornata (04/10/2014)Bastia-LorientCaen-Ol. MarsigliaÉvian-MetzGuingamp-NantesNizza-MontpellierOl. Lione-LilleParis S.G.-MonacoReims-BordeauxRennes-LensSt. Étienne-Tolosa

10ª Giornata (18/10/2014)Bordeaux-CaenLens-Paris S.G.Lille-GuingampLorient-St. ÉtienneMetz-RennesMonaco-ÉvianMontpellier-Ol. LioneNantes-ReimsNizza-BastiaOl. Marsiglia-Tolosa

11ª Giornata (25/10/2014)Bastia-MonacoCaen-LorientÉvian-NantesGuingamp-NizzaOl. Lione-Ol. MarsigliaParis S.G.-BordeauxReims-MontpellierRennes-LilleSt. Étienne-MetzTolosa-Lens

12ª Giornata (01/11/2014)Bordeaux-TolosaGuingamp-BastiaLille-St. ÉtienneLorient-Paris S.G.Metz-CaenMonaco-ReimsMontpellier-ÉvianNantes-RennesNizza-Ol. LioneOl. Marsiglia-Lens

13ª Giornata (08/11/2014)Bastia-MontpellierCaen-NantesÉvian-NizzaLens-BordeauxOl. Lione-GuingampParis S.G.-Ol. MarsigliaReims-LilleRennes-LorientSt. Étienne-MonacoTolosa-Metz

14ª Giornata (22/11/2014)Bastia-Ol. LioneGuingamp-RennesLille-ÉvianLorient-LensMetz-Paris S.G.Monaco-CaenMontpellier-TolosaNantes-St. ÉtienneNizza-ReimsOl. Marsiglia-Bordeaux

15ª Giornata (29/11/2014)Bordeaux-LilleCaen-MontpellierÉvian-GuingampLens-MetzOl. Marsiglia-NantesParis S.G.-NizzaReims-BastiaRennes-MonacoSt. Étienne-Ol. LioneTolosa-Lorient

16ª Giornata (03/12/2014)Bastia-ÉvianGuingamp-CaenLille-Paris S.G.Lorient-Ol. MarsigliaMetz-BordeauxMonaco-LensMontpellier-St. ÉtienneNantes-TolosaNizza-RennesOl. Lione-Reims

17ª Giornata (06/12/2014)Bordeaux-LorientCaen-NizzaÉvian-Ol. LioneLens-LilleOl. Marsiglia-MetzParis S.G.-NantesReims-GuingampRennes-MontpellierSt. Étienne-BastiaTolosa-Monaco

18ª Giornata (13/12/2014)Bastia-RennesGuingamp-Paris S.G.Lille-TolosaLorient-MetzMonaco-Ol. MarsigliaMontpellier-LensNantes-BordeauxNizza-St. ÉtienneOl. Lione-CaenReims-Évian

19ª Giornata (20/12/2014)Bordeaux-Ol. LioneCaen-BastiaLens-NizzaLorient-NantesMetz-MonacoOl. Marsiglia-LilleParis S.G.-MontpellierRennes-ReimsSt. Étienne-ÉvianTolosa-Guingamp

20ª Giornata (10/01/2015)Bastia-Paris S.G.Évian-RennesGuingamp-LensLille-CaenMonaco-BordeauxMontpellier-Ol. MarsigliaNantes-MetzNizza-LorientOl. Lione-TolosaReims-St. Étienne

CALENDARIO

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i VinCitori DELLE ULtiME 20 EDiZioni

LiGUE 1 2014-2015

21ª Giornata (17/01/2015)Bordeaux-NizzaCaen-ReimsLens-Ol. LioneLorient-LilleMetz-MontpellierMonaco-NantesOl. Marsiglia-GuingampParis S.G.-ÉvianRennes-St. ÉtienneTolosa-Bastia

22ª Giornata (24/01/2015)Bastia-BordeauxÉvian-TolosaGuingamp-LorientLille-MonacoMontpellier-NantesNizza-Ol. MarsigliaOl. Lione-MetzReims-LensRennes-CaenSt. Étienne-Paris S.G.

23ª Giornata (31/01/2015)Bordeaux-GuingampCaen-St. ÉtienneLens-BastiaLorient-MontpellierMetz-NizzaMonaco-Ol. LioneNantes-LilleOl. Marsiglia-ÉvianParis S.G.-RennesTolosa-Reims

24ª Giornata (07/02/2015)Bastia-MetzCaen-TolosaÉvian-BordeauxGuingamp-MonacoMontpellier-LilleNizza-NantesOl. Lione-Paris S.G.Reims-LorientRennes-Ol. MarsigliaSt. Étienne-Lens

25ª Giornata (14/02/2015)Bordeaux-St. ÉtienneLens-ÉvianLille-NizzaLorient-Ol. LioneMetz-GuingampMonaco-MontpellierNantes-BastiaOl. Marsiglia-ReimsParis S.G.-CaenTolosa-Rennes

26ª Giornata (21/02/2015)Bastia-LilleCaen-LensÉvian-LorientGuingamp-MontpellierNizza-MonacoOl. Lione-NantesParis S.G.-TolosaReims-MetzRennes-BordeauxSt. Étienne-Ol. Marsiglia

27ª Giornata (28/02/2015)Bordeaux-ReimsLens-RennesLille-Ol. LioneLorient-BastiaMetz-ÉvianMonaco-Paris S.G.Montpellier-NizzaNantes-GuingampOl. Marsiglia-CaenTolosa-St. Étienne

28ª Giornata (07/03/2015)Bastia-NizzaCaen-BordeauxÉvian-MonacoGuingamp-LilleOl. Lione-MontpellierParis S.G.-LensReims-NantesRennes-MetzSt. Étienne-LorientTolosa-Ol. Marsiglia

29ª Giornata (14/03/2015)Bordeaux-Paris S.G.Lens-TolosaLille-RennesLorient-CaenMetz-St. ÉtienneMonaco-BastiaMontpellier-ReimsNantes-ÉvianNizza-GuingampOl. Marsiglia-Ol. Lione

30ª Giornata (21/03/2015)Bastia-GuingampCaen-MetzÉvian-MontpellierLens-Ol. MarsigliaOl. Lione-NizzaParis S.G.-LorientReims-MonacoRennes-NantesSt. Étienne-LilleTolosa-Bordeaux

31ª Giornata (04/04/2015)Bordeaux-LensGuingamp-Ol. LioneLille-ReimsLorient-RennesMetz-TolosaMonaco-St. ÉtienneMontpellier-BastiaNantes-CaenNizza-ÉvianOl. Marsiglia-Paris S.G.

32ª Giornata (12/04/2015)Bordeaux-Ol. MarsigliaCaen-MonacoÉvian-LilleLens-LorientOl. Lione-BastiaParis S.G.-MetzReims-NizzaRennes-GuingampSt. Étienne-NantesTolosa-Montpellier

33ª Giornata (18/04/2015)Bastia-ReimsGuingamp-ÉvianLille-BordeauxLorient-TolosaMetz-LensMonaco-RennesMontpellier-CaenNantes-Ol. MarsigliaNizza-Paris S.G.Ol. Lione-St. Étienne

34ª Giornata (25/04/2015)Bordeaux-MetzCaen-GuingampÉvian-BastiaLens-MonacoOl. Marsiglia-LorientParis S.G.-LilleReims-Ol. LioneRennes-NizzaSt. Étienne-MontpellierTolosa-Nantes

35ª Giornata (03/05/2015)Bastia-St. ÉtienneGuingamp-ReimsLille-LensLorient-BordeauxMetz-Ol. MarsigliaMonaco-TolosaMontpellier-RennesNantes-Paris S.G.Nizza-CaenOl. Lione-Évian

36ª Giornata (09/05/2015)Bordeaux-NantesCaen-Ol. LioneÉvian-ReimsLens-MontpellierMetz-LorientOl. Marsiglia-MonacoParis S.G.-GuingampRennes-BastiaSt. Étienne-NizzaTolosa-Lille

37ª Giornata (16/05/2015)Bastia-CaenÉvian-St. ÉtienneGuingamp-TolosaLille-Ol. MarsigliaMonaco-MetzMontpellier-Paris S.G.Nantes-LorientNizza-LensOl. Lione-BordeauxReims-Rennes

38ª Giornata (23/05/2015)Bordeaux-MontpellierCaen-ÉvianLens-NantesLorient-MonacoMetz-LilleOl. Marsiglia-BastiaParis S.G.-ReimsRennes-Ol. LioneSt. Étienne-GuingampTolosa-Nizza

2013-2014 Paris S.G.2012-2013 Paris S.G.2011-2012 Montpellier2010-2011 Lille2009-2010 olympique Marsiglia2008-2009 Bordeaux2007-2008 olympique Lione2006-2007 olympique Lione2005-2006 olympique Lione2004-2005 olympique Lione

2003-2004 olympique Lione2002-2003 olympique Lione2001-2002 olympique Lione2000-2001 nantes1999-2000 Monaco1998-1999 Bordeaux1997-1998 Lens1996-1997 Monaco1995-1996 auxerre1994-1995 nantes

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IL DIVORZIO CHE NON T’ASPETTI

CONTE E L’ADDIO SHOCK

“Ho maturato la decisione dell’addio dopo un percorso. Vincere è difficile, comporta fatica e farlo in un club così glorioso è più faticoso che altrove. Ai tifosi dico grazie, deve inorgoglirci quello che abbiamo fatto in questi tre anni: tre Scudetti ed il record di punti. Ringrazio la società, Andrea Agnelli, che tre anni fa mi scelse in un momento non semplice”.Antonio Conte – juventus.com

TRISTEZZA AGNELLI

“Caro Antonio, Sei stato un grande con-dottiero per i nostri ragazzi e la notizia di oggi mi rattrista enormemente. Penso ai tre anni trascorsi insieme, tre anni che ci hanno portato a scrivere la storia di questa Società: tre scudetti consecutivi, due Supercoppe italiane, ma sopratutto

un percorso di crescita esponenziale. Ma di fronte ai sentimenti e alle ragioni per-sonali anche un Presidente deve fare un passo indietro. Sono passati solamente due mesi dall’ultima grande vittoria e la juventus deve continuare il suo percorso. Si riparte da zero. Da zero punti in clas-sifica, come gli altri, e da zero vittorie”.Andrea Agnelli – juventus.com

IL SALUTO COMMOSSO DI LLORENTE

“E’ stata una fortuna e un piacere lavorare con te. Non dimenticherò mai quest’anno. Grazie di tutto mister”.Fernando Llorente - Twitter

L’ULTIMO TENTATIVO DI MAROTTA

“Conte non è più l’allenatore della ju-ventus dopo un’esperienza più che posi-tiva. Abbiamo fatto qualcosa di storico, qualcosa che rimarrà per sempre nella bacheca dei trofei bianconera. Abbiamo vinto 3 scudetti e 2 Supercoppe, voglio ringraziare Conte per tutto quello che ha fatto. Noi abbiamo tentato in tutti i modi di ‘tenercelo stretto’, visto che lo riteniamo un tecnico vincente che ha contribuito in parte rilevante al rag-giungimento di certi obiettivi. Il nostro è stato un confronto in cui erano chiare due posizioni: noi volevamo continuare, Conte ha spesso palesato la propria vo-glia di fermarsi. Quando si è presentato in ritiro si sono palesate altre difficoltà assolutamente non legate alla società o al calciomercato, ma ad una sua condi-zione personale”.Beppe Marotta – Conferenza stampa

BUFFON: PAROLE DA CAPITANO

“La juventus perde tanto perché è inutile negare il valore reale del nostro allena-tore, i meriti di Conte in questi tre anni. È vero che tutti siamo maturati grazie a lui, abbiamo società e dirigenti solidi che sapranno ovviare a questa perdita. Anche noi giocatori dovremmo trovare quel senso di responsabilità e rispetto che è nel nostro lavoro, per i tifosi e per la squadra. Non siamo all’anno zero, ora però aumentano le responsabilità per tutti”.Gianluigi Buffon – Sky Sport

ALLEGRIA ALLEGRI

“Capisco lo scetticismo dei tifosi, in un giorno hanno cambiato allenatore. Li conquisterò con i risultati, il lavoro, il rispetto e la professionalità. Avranno modo come voi di conoscermi. Capisco l’importanza di allenare la juventus. È normale ci sia questa reazione, perché Conte ha rappresentato la juventus sia da giocatore che da allenatore”.Massimiliano Allegri – Conferenza stampa

LADY AGNELLI AL VELENO“Ma cosa credete che Andrea Agnelli se ne stia qui sul divano a girarsi i pollici invece di fare il suo fottuto meglio per risolvere un problema che qualcun altro ha creato?”Emma Winter - Twitter

SI DICEdi Marco CONTERIO - foto Image Sport

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