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November 4th, 2010 Published by: webtravelmarketing 1 Un Progetto Social Media By Robi Veltroni Ti trovi a un bivio ammettilo! Social Media, ovvero prendere la strada della condivisione e della partecipazione mettendoti in gioco, oppure startene ancorato al vecchio messaggio autoreferenziale e unidirezionale? Social Media tutta la vita... si ma con qualche controindicazione. Già una volta ti ho messo in guardia con un post allarmistico, questa volta vediamo di prendere appunti e prova a impostare una strategia. Innanzitutto devi differenziarti , evita il web marketing dei pecoroni e indirizzati verso una qualità espressiva, punta alla tua unicità e falla percepire. Come? Ho provato ad italianizzare un post di Daniel Edward Craig e ecco il risultato in 9 punti: 1. Hai affrontato i Social Media senza una strategia, senza rispettare una linea editoriale, una frequenza, senza aver trasmesso emozioni? Hai sprecato tempo e denaro. Fai un bel backup e riparti da capo. 2. In America si parla di team, gruppi di lavoro, riunioni. In Italia, dove la maggior parte degli hotel è di piccole dimensioni come si può fare tutto ciò? Sarà una persona da sola a gestire il blog o la pagina su Facebook ma ce la può fare. Anzi c'è già chi ha iniziato a farlo, guarda cosa ha messo in piedi Francesca ! Basta poco per essere unici, sii te stesso, se oggi fai manutenzione in una camera oppure stai preparando i tortelli fatti in casa perché non dirlo? In quale lingua? Con quella delle immagini. 3. Tutti coloro che hanno frequentato alberghi e ristoranti sono rimasti affascinati dai racconti delle "genti locali", gli albergatori per definizione sono dei cantastorie (storytellers non l'hanno mica inventato gli americani). Non uniformarti, posta commenti, storie, notizie simpatiche, che interessino i tuoi lettori. Se non ricevi commenti o reazioni correggi la tua linea editoriale. Le storie più o meno coinvolgenti possono essere decisive nel processo di scelta di un hotel o di una determinata località. E' meglio raccontare la vendemmia piuttosto che scrivere che il vino del tuo ristorante è il più buono del mondo... e magari, la vendemmia, falla raccontare direttamente dal contadino. 4. Fai parlare i tuoi collaboratori, filmali mentre lavorano, chiedi ai tuoi ospiti di cercare foto della tua località o del tuo albergo sul web e di postarle sulla pagina di Facebook. Invitali a raccontare la loro esperienza. Insomma, come dice Craig: falli lavorare, collaboratori e ospiti. Tutti. 5. Controlla e partecipa. Costruite la vostra reputazione on line come lo fate al di fuori della rete (non c'è differenza, non stiamo parlando di cose virtuali te lo assicuro). In rete si sta già parlando di te anche se non ti sei mai connesso a internet. 6. I Social Media sono di moda, certo. Non farti prendere la mano sii bilanciato. Non abbandonare altre forme di marketing o di attività classiche. Sii disciplinato con il tempo che investi in questa pratica. Tra le altre cose uno dei maggiori rischi sui social media è quello della sovraesposizione, pericoloso in particolare quando non si ha niente di interessante da raccontare. Piuttosto annaffia il giardino. 7. Affidati ad un consulente per pianificare le tue azioni, organizzare una piattaforma social (basta poco secondo me: presidiare Tripadvisor, Expedia e Booking; Aprire un blog, una pagina su Facebook, una galleria di immagini su Flickr e una canale You-Tube), trovare una strategia. Ma ricordati, i tortelli fatti in casa li devi raccontare in prima persona, il consulente potrà solo indicarti l'ora giusta per postare il messaggio su internet e magari indirizzarti verso un ottimo cameraman. 8. Non credo che i responsabili marketing di grandi aziende leggano Officina Turistica e quindi salto la parte che riguarda la coerenza tra i vari blog di hotels appartenenti a catene

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Un Progetto Social MediaBy Robi Veltroni

Ti trovi a un bivio ammettilo! Social Media, ovvero prenderela strada della condivisione e della partecipazione mettendotiin gioco, oppure startene ancorato al vecchio messaggioautoreferenziale e unidirezionale? Social Media tutta la vita...si ma con qualche controindicazione. Già una volta ti ho messoin guardia con un post allarmistico, questa volta vediamo diprendere appunti e prova a impostare una strategia.

Innanzitutto devi differenziarti , evita il web marketing deipecoroni e indirizzati verso una qualità espressiva, punta allatua unicità e falla percepire. Come? Ho provato ad italianizzareun post di Daniel Edward Craig e ecco il risultato in 9 punti:

1. Hai affrontato i Social Media senza una strategia, senzarispettare una linea editoriale, una frequenza, senza avertrasmesso emozioni? Hai sprecato tempo e denaro. Fai un belbackup e riparti da capo.

2. In America si parla di team, gruppi di lavoro, riunioni. InItalia, dove la maggior parte degli hotel è di piccole dimensionicome si può fare tutto ciò? Sarà una persona da sola a gestireil blog o la pagina su Facebook ma ce la può fare. Anzi c'ègià chi ha iniziato a farlo, guarda cosa ha messo in piediFrancesca ! Basta poco per essere unici, sii te stesso, se oggi faimanutenzione in una camera oppure stai preparando i tortellifatti in casa perché non dirlo? In quale lingua? Con quella delleimmagini.

3. Tutti coloro che hanno frequentato alberghi e ristorantisono rimasti affascinati dai racconti delle "genti locali", glialbergatori per definizione sono dei cantastorie (storytellers

non l'hanno mica inventato gli americani). Non uniformarti,posta commenti, storie, notizie simpatiche, che interessinoi tuoi lettori. Se non ricevi commenti o reazioni correggila tua linea editoriale. Le storie più o meno coinvolgentipossono essere decisive nel processo di scelta di un hotel o diuna determinata località. E' meglio raccontare la vendemmiapiuttosto che scrivere che il vino del tuo ristorante è il piùbuono del mondo... e magari, la vendemmia, falla raccontaredirettamente dal contadino.

4. Fai parlare i tuoi collaboratori, filmali mentre lavorano,chiedi ai tuoi ospiti di cercare foto della tua località o del tuoalbergo sul web e di postarle sulla pagina di Facebook. Invitalia raccontare la loro esperienza. Insomma, come dice Craig:falli lavorare, collaboratori e ospiti. Tutti.

5. Controlla e partecipa. Costruite la vostra reputazione online come lo fate al di fuori della rete (non c'è differenza, nonstiamo parlando di cose virtuali te lo assicuro). In rete si stagià parlando di te anche se non ti sei mai connesso a internet.

6. I Social Media sono di moda, certo. Non farti prenderela mano sii bilanciato. Non abbandonare altre forme dimarketing o di attività classiche. Sii disciplinato con iltempo che investi in questa pratica. Tra le altre coseuno dei maggiori rischi sui social media è quello dellasovraesposizione, pericoloso in particolare quando non si haniente di interessante da raccontare. Piuttosto annaffia ilgiardino.

7. Affidati ad un consulente per pianificare le tue azioni,organizzare una piattaforma social (basta poco secondo me:presidiare Tripadvisor, Expedia e Booking; Aprire un blog, unapagina su Facebook, una galleria di immagini su Flickr e unacanale You-Tube), trovare una strategia. Ma ricordati, i tortellifatti in casa li devi raccontare in prima persona, il consulentepotrà solo indicarti l'ora giusta per postare il messaggio suinternet e magari indirizzarti verso un ottimo cameraman.

8. Non credo che i responsabili marketing di grandi aziendeleggano Officina Turistica e quindi salto la parte che riguardala coerenza tra i vari blog di hotels appartenenti a catene

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turistiche che devono dare un messaggio univoco e coerenteimpegnandosi però a far emergere le varie unicità.

9. Ultimo punto. Come si fa a comprendere se la tecnica ela strategia adottate funzionano? Se un'ospite al suo arrivoè entrata in albergo e ha chiesto: chi è di voi che scrivesu Facebook? Oppure se ad un incontro con un fornitorequesti ha chiesto: chi di voi è il blogger? Se dopo questedomande vi siete presentati e avete visto un sorriso la vostrastrategia funziona. Ci sono altri modi molto più tecnici escientifici per comprendere se i vostri post convertono: cercatedi comprendere come si muovono on line i vostri lettori,controllate le statistiche e analizzatele. Ma vedrete che nonsaranno in controtendenza con la tecnica del sorriso.

Come sempre ho maccheronizzato le lezioni degli specialistiamericani, ma un po' mi devo divertire anch'io.

Promuovere una destinazioneturistica tramite un socialteamBy Elena Farinelli

In questo weekend di inizio ottobre mi trovo all’Isola d’Elba,in occasione della Festa dell’Uva, invitata a bloggare l’eventoinsieme a una quindicina di bloggers. Dobbiamo raccontarenelle modalità che ognuno di noi preferisce (c’è chi parla dicibo, chi fa video, chi ama i viaggi, chi organizza matrimoni…)le proprie impressioni su questi 2 giorni.

E’ la prima volta che vedo una destinazione turistica (l’Elba)utilizzare questa forma di promozione del territorio: un veroe proprio social team messo insieme secondo alcune logichedi complementarietà, al fine di diffondere sul web news,eventi, itinerari dell’Isola d’Elba. Trovo siano stati davverolungimiranti. Non so quante altre volte sia successo. Comeiniziative private penso all‘evento dedicato ai fashion bloggersdel negozio di Firenze LuisaviaRoma…, ma qui abbiamo ache fare con un’idea alla quale hanno aderito enti pubblici(il Comune di Capoliveri), l’Apt e alcune strutture ricettivedell’isola. Decisamente inusuale.

Non ho niente contro i giornalisti “tradizionali” ma il fermentoche possono attivare i blogger - appena sbarcati tutti hannocominciato a postare, taggare, twittare, uploadare - è senzadubbio maggiore.

Già da giorni nei loro blog hanno segnalato l’evento, che poiaggiornano in diretta, grazie a netbook e iphone sempre aportata di mano. Quasi tutti dotati di fotocamera digitale,saltano da Facebook a Flickr, da Twitter a Foursquare, convelocità e immediatezza. Lunedì mattina, ad evento terminato,tutto sarà già pubblicato, postato, commentato.

A livello tecnico serve ben poco: la copertura wi-fi di un’areacomune (nel nostro caso la piazza di Capoliveri), che hapure dovuto “scontrarsi” con le burocrazie delle nostre leggi(abbiamo dovuto inviare carta d’identità e numero di cellulareper abilitarci alla Rete). E altra cosa importante: nessuno dei

blogger è stato pagato per scrivere. Chi ha aderito ed è venuto,lo ha fatto perchè gli piaceva venire qui a curiosare e scriveresolo ciò che lo colpiva.

Senza abbandonare la comunicazione tradizionale, ritengo chenel 2010 non si possa pensare alla promozione di un evento odi un territorio, senza destinare una parte all’online. Meglio sepoi a farla sono i contenuti generati dagli utenti.

Ricerca sul rapporto tra glihotel presenti in Tripadvisor ei social network: la "socialitàdelle apparenze"By Alessio Carciofi

Oggi vorrei presentarvi una "ricerca" che, su consiglio delbuon Antonello Maresca, ho effettuato con piacere e passionenelle scorse settimane.[ultime settimane di settembre e primaottobre]

La ricerca l'ho nominata" la socialità delle apparenze", nome,che, come avrete intuito tratta il tema dei social network e ilturismo. Tripadvisor vi dice niente?

La ricerca ha lo scopo di trovare risposta alla seguentedomanda :

" chi è nelle prime posizioni di Tripadvisor [top five] , riesce a"capitalizzare" questa sua visibilità anche sui social network"?

La mia domanda si basa essenzialmente su un'ideasemplice:" una struttura che "è presente" su Tripadvisor ètendenzialmente "social oriented", ed a maggior ragione seoccupa le prime posizioni nel social travel di riferimento, saràpiù facile che possegga alcune pagine sociali quali Facebook,Twitter, Flickr, ed altri..."

E' cosi che ebbe inizo la ricerca [idea]

Dopo l'incipit della ricerca, era il momento di passarealla fase opertiva: individuare le prime cinque strutturericettive presenti su Tripadvisor nelle cinque destinazioni diriferimento italiane [ Roma, Firenze, Milano, Venezia, Napoli]

Una volta individuate le venticinque strutture ricettive suTripadvisor, il passo successivo consisteva nello "scovare" i profili sociali o meno delle relative strutture. [Facebook,Twitter, Flirck, FriendFeed You Tube, blog].

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Dopodichè non mi restava che monitorare i vari profili edestrapolare alcuni dati [oggettivi o meno] e considerazioni.

La prima tappa della ricerca è iniziata da Roma, per poiproseguire il "viaggio di ricerca" verso Firenze, poi Milano,Venezia , dulcis in fundo Napoli.

Alcuni dei dati emersi:

• 25 hotel monitorati

• 13 hotel con almeno una presenza "social" [Facebook]

• 12 hotel non presenti sui Social network

• 3 Hotel con account su Twitter

• 3 hotel con aventi un blog

• 2 hotel con account Flickr

• 2 hotel con accout su canale you tube

• 1 hotel con account Friendfeed

I dati emersi [ricordiamo su un campione di 25 hotel di cinquecittà italiane] presentano un "quadro" clinico abbastanza"preoccupante".

Dei venticinque hotel individuati solo 13 hanno una "presenza"sui social network:

Inoltre di questi 13 hotel che potremmo definire "socialoriented" solo uno aggiorna frequentemente i loro status suisocial network di loro "riferimento"

I principali social network che vengono utilizzatimaggiormente sono i rispettivi: Facebook, Twitter, Blog,Flickr, You Tube, FriendFeed.

Sarà un caso che la città che ha più hotel "social oriented"sia Firenze [anche se tra i cinque hotel c'è solo uno cheva ricordato ed è l'hotel David di Firenze [qui il sito] peraver "implementato" una vera presenza/strategia sui socialnetwork]

Si potrebbero, intrecciare dati ed info per "formulare" altrigrafici, ma non è questo che ritengo importante.Ciò che ritengo importante è rispondere alla domandainiziale, ovvero : chi è presente nella top five di Tripadvisor"massimizza" questa visibilità indotta sui social network?

Il grafico sottostante parla chiaro, solo un hotel su 25 è in gradodi "sfruttare" la "visibilità" di Tripdvisor , attraverso una verae propria strategia/presenza sui social media.

Dal precedente grafico, è opportuno ricordare che sono statetralasciate le strutture turistiche che appartengono a catenealberghiere o a gruppi di alberghi [ 2 sole strutture], manonostante tutto ho il piacere di "annoverare" il "TorrianiHotels Milano" per il suo impegno sempre maggiore nel"social network "!

E' giunto il momento delle conclusioni/considerazioni:

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A me piacerebbe che la "parte finale" venga implementata "insieme" [bottom-up] raccogliendo le vostre considerazioniper poi racchiuderle in un pensiero integrato e condivisibile.

Di certo, non posso essere che io il primo a iniziare:

Vorrei iniziare ricordando che questa "ricerca" [ quasi-sicuramente] presenterà alcune "inesattezze" di rito, quindivi prego di non esitare a segnalarle, commentarle edimplementarle, in modo che possa rispecchiare il più possibilelo stato "dell'arte" del rapporto tra Tripadvisor e il mondosocial network.

La mia prima "considerazione" è che c'è molto da "lavorare", idati parlano chiaro, solo una struttura su 25 è "socialMENTE"sensibile alle nuove dinamiche del Turismo 2.0, inoltresostengo [ed azzardo] che gli operatori turistici vedanoTripadvisor come una "tappa di arrivo" e non come una"situazione" di partenza su cui implementare "strategie social"a d hoc!

Il dato che mi ha particolarmente "impressionato" è Venezia : nella città lagunare, la maggior parte delle strutture ricettive [4 su 5]sono state premiate da Tripadvisor come "Traveller'sChoice 2010" , sono tutte bellissime strutture, medio grandi, enessuna ha una minima presenza "social".

Twitter ConciergeBy Antonello Maresca

A differenza degli altri settori aziendali il servizio di un Hoteldeve necessariamente essere fruito off line. L’esperienza, lapercezione del servizio la si apprezza fisicamente. Ciò nontoglie che Internet e i Social Media possano avere un ruoloimportante nel migliorare il servizio e la percezione di esso.

Bill Carroll della Cornell University dice: “Ho la sensazioneche ci troviamo nella stessa situazione di 20 anni fa. L’unicadifferenza + che non ci vorranno 20 anni, però, per vederconcretizzare l’impatto di queste nuove dinamiche sociali edinterattive.”

Uno dei modi più efficaci per utilizzare i Social Media nelsettore alberghiero potrebbe essere quello di estendere i servizidi portineria attraverso Twitter.

Un concierge on line, attraverso Twitter, potrebbe essereuna soluzione interessante per alleviare il peso della gestionefisica di una serie di domande ed informazioni postein portineria. Inoltre , le risposte prodotte diverrebberopatrimonio collettivo a favore dei prossimi clienti deglialberghi.

Questo mese in Inghilterra la catena Premier ha avviato lasperimentazione del suo servizio di Twitter Concierge .

Il venerdì, i clienti possono inviare una domanda al portieretramite Tweet utilizzando l’hashtag # PIconcierge. L’hotelincoraggia i suoi clienti a porre domande attraverso Twitterper qualsiasi genere di informazione.

Hyatt ha lanciato il suo Twitter Concierge nel maggio 2009.“Quando abbiamo lanciato questa operazione”, dice JohnWallis, responsabile Marketing di Hyatt, “abbiamo deciso chesu questo canale avremmo fornito solo informazioni e nonproposte commerciali».

Potrebbe essere un modo intelligente per usare il canaleTwitter da parte anche degli alberghi italiani, che dite?

Fonte: Mashable

Blogger, eventi e promozioneturistica.By Giovanni Cerminara

Se pensate minimamente di aprire una pagina facebook, perpromuovere un evento, beh! Perdete tempo. La promozione diun evento attraverso i social network è qualcosa che richiede:pazienza, intraprendenza e conoscenza degli strumenti social.

Ovviamente un evento a valenza turistica non è una questionedi numeri e quantità, ma di qualità. Per qualità intendo tuttociò che fa l’evento:

- l’oggetto dell’evento;

- Il territorio;

- l’ospitalità.

Una promozione di un evento nel web richiede unabuona conoscenza della blogosfera; infatti l’individuazionedi autorevoli blogger che discutono anche diverse tematiche,purché legate al turismo potrebbe fare al caso vostro. Il ruolodel blogger è essenziale serve a veicolare il messaggio, lanatura dell’evento, durante i preparativi, durante l’evento, enel post evento. Chi organizza l’evento deve impegnarsi neipreparativi, nell’accoglienza, nel rendere fruibili le diverseattrazioni del luogo le quali si trasformeranno in tweet, foto,video e post. Ci sarà una “mole” qualitativa di informazioniche viene accolta in rete. Anzi! Informazioni per la rete, èmeglio dire così. La comunicazione online è diversa rispetto aquella normale a cui siamo abituati e tanto attaccati, è qualcosache può essere articolata in 140 battute, utile alle personeche non hanno tempo da dedicare alla rete, ma che producerisultati per il semplice motivo che l’autorevolezza del bloggerfa sì che i suoi follower leggano, discutano e diffondano ilmessaggio. Oppure è un messaggio corredato da foto, chenon aspetta altro che qualcuno venga taggato e condiviso sul

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proprio profilo da qualcuno. O ancora l’evento per qualchealtro blogger, è un video postato su youtube e condiviso sufacebook. Ad ognuno il suo! Esatto ad ogni persona, utente,individuo, potrebbe corrispondere uno di questi canali, quelloche reputa più consono. Alla fine non è nulla di nuovo, tutti noiscegliamo un canale rispetto ad un altro in relazione a diversedinamiche o approcci. Qualcun altro si sta geotaggando osta twittando dalla località dell’evento, consapevole (forse)che qualche kilometro più in la una famiglia, piuttosto cheun gruppo di amici in vacanza, o semplicemente residenti sistanno dirigendo verso la location dell’evento proprio perchéhanno visto il tweet. Nel frattempo il paesello ha registrato unbuon numero di presenze, molte delle quali stanno alloggiandoproprio nella tua struttura alberghiera, o pranzando al tuoristorante, o bevendo un caffè al tuo bar.

Un altro blogger sta pubblicando dal suo smartphone una fotodi una vecchia cantina tipica ancora usata per lasciare le bottidopo la vendemmia, o per appendere i capicolli affumicati,scrivendo “peccato che su Twitter non si possano far sentiregli odori”. Lo sapete cosa stanno facendo questi blogger, oltrea promuovere l’evento? Stanno promuovendo il tuo paese, ilterritorio, e di riflesso potenzialmente saresti un prestatore diservizi alberghieri per la sua prossima vacanza.

Google Boost: la pubblicitànelle mappe di GoogleBy Enrico Ferretti

Stare dietro a tutte le novità che Google sforna settimana doposettimana è diventato veramente faticoso!

L’ultima trovata si chiama Google Boost, una nuova forma diadvertising per le aziende registrate in Google Places.

Vediamo come funziona e quali sono i vantaggi per gliinserzionisti.

Attualmente effettuando una ricerca su google, il motore diricerca restituisce una prima pagina composta da un elenco dirisultati di questo tipo:

• 10 risultati organici

• link sponsorizzati ripartiti fra colonna centrale e colonnadi destra

• esercizi commerciali locali all’interno delle google maps

L’immagine di seguito sicuramente chiarisce ancora meglio lemie parole:

Prima pagina di Google con elenco dei risultati

Per essere presenti nei 10 risultati organici della serp il propriosito web deve essere fortemente ottimizzato lato SEO.

Per comparire nei link sponsorizzati bisogna attivare unacampagna pay per click su Google Adwords.

Per apparire all’interno delle google maps, basta registraregratuitamente la propria azienda in Google Places.Da circa tre giorni le possibilità aumentano, poichè è statoattivato Google BOOST, una forma pubblicitaria, ideataproprio per aiutare le imprese locali a collegarsi con ipotenziali clienti della loro zona.

La funzione è per il momento in fase beta e disponibile solo perle imprese locali ubicate a San Francisco, Houston e Chicago.

Come funziona Google BoostFacciamo un esempio: se siete proprietari di un ristorantea San Francisco che si è iscritto a Boost, il vostroannuncio sponsorizzato potrà apparire quando qualcunoricerca ristoranti nella zona di San Francisco. Vedi immaginedi seguito:

Ricerca con annuncio Google Boost

Oltre alle informazioni base, che sono il nome dell’azienda,l’indirizzo, il numero di telefono e il sito web, l’annuncioinclude anche il numero di recensioni ricevute dagli utenti, unavalutazione media in stelle e un link alla relativa Place page per

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aiutare i potenziali clienti a trovare ulteriori informazioni utilisull’attività locale.

Altro elemento aggiunto da Boost rispetto ai risultati odierninelle mappe, è la presenza di una bandierina blu, che distinguel’azienda inserzionista rispetto alle altre, in modo da catturarel’attenzione degli utenti.

Il posizionamento nella sezione “Link Sponsorizzati” dellapagina dipenderà, come sempre, da fattori come la rilevanzadell’annuncio, la qualità, il budget impostato, etc..

Google specifica anche che Boost non influisce in alcun modosul ranking del posizionamento gratuito dell’attività.

Creare un annuncio con Google Boost è semplicissimo, èrichiesta solo una breve descrizione della tua attività, un sitoweb o una Place page, le categorie di appartenenza dell’aziendae un budget mensile da destinare ai click.

Fatto ciò, il sistema setta automaticamente la campagnapromozionale, scegliendo le parole chiave più rilevanti per fareapparire gli annunci su Google e su Google Maps, cercando diottenere il massimo con il budget mensile assegnato.

Di seguito riporto l’immagine relativa alla creazionedell’annuncio:

Creazione di un annuncio con Google Boost

ConsiderazioniSicuramente Boost è un interessante alternativa perpubblicizzarsi su google, che probabilmente riscuoteràanche un discreto successo, ma io trovo che questa“cannibalizzazione” dei risultati gratuiti, a favore dei linksponsorizzati sia esagerata.

E’ ovvio che Google cerchi continuamente nuove fontidi guadagno e quindi di aumentare il numero di linksponsorizzati, ma di questo passo saranno più gli annunci chei risultati organici.

Anche in ottica SEO le implicazioni sono notevoli, poichèrispetto al passato, i tanto ambiti 10 risultati nella primapagina di google, stanno perdendo appeal verso l’utente.

La statistica effettuata da Chitika che riporto nell’immagine diseguito per esempio, indica la netta differenza di visibilità frai risultati organici in prima pagina, dove la prima posizioneviene cliccata mediamente il 34,35%, mentre la decima ricevesolo il 2,71% dei clicks.

Statistica relativa ai click su Google

Immaginatevi cosa succederà quando ci saranno anche irisultati di Google Boost a rosicchiare questi numeri.

Il Bue (portali turistici) chedice cornuto all’asino (Google)By Danilo Pontone

Questa mattina voglio uscire un pò dagli schemi tecnici checaratterizzano questo Blog e vorrei aprire una discussionecon gli albergatori. L’argomento che voglio affrontare nonriguarda...

Perchè parto con un titolo così forte?

Facciamo un piccolo passo indietro quando viene annunciatala seguete notizia: Google ha acquistato, per il valore di 700milioni di dollari, la Startup ITA Software. Questa non è altroche un’azienda specializzata nell’informazione sui viaggi peri passeggeri aerei. Sostanzialmente Google vuole entrare nelricco e competitivo mercato dei voli aerei. E si sa…se Googlevuole, allora può anche!

Ma questo “asino” di Google è proprio “cornuto”. Adaffermarlo lo dice il “Bue”, che possiamo identificare inun’alleanza di rinomati portali turistici, per l’appunto:Expedia, TripAdvisor, Kayak.com e Farelogix. Questi non cistanno assolutamente in questa iniziativa e acquisto realizzatodal motore di ricerca e si rivolgono al Department of Justice(DoJ) statunitense per impedire questo vilipendio.

Come sintetizzo io tutta questa faccenda?

Paura, molta paura da parte dei portali! Ma se io fossialbergatore comincerei a ridermela di sana pianta. Perchè?

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Anche i portali turistici ora capiranno che cosa voglia direimpadronirsi di fette di mercato. Mi spiego meglio: cosafanno i portali turistici tutti i giorni con le strutture ricettiveoltre a chiedere alte percentuali sul prenotato? La cosa piùbrutta è che hanno un bel predominio (assoluto) nelle Serpdi Google, ovvero nel posizionamento. Qualsiasi viaggiatoreche usi il motore per fare una ricerca del tipo “Hotel + localitàturistica”, troverà spesso come risultati nella prima paginasolo ed esclusivamente i portali turistici.

E chi ci rimette in tutto questo? Gli albergatori che da moltotempo faticano o commissionano web agency ed esperti SEOper riuscire ad ottenere un buon posizionamento. Ma non ci siriesce. L’unica via per rimediare a questo è accontentarsi nelsaper sfruttare la Long Tail.

Ma “io albergatore” oggi rido e tifo per Google, che con lasua forza di mercato riuscirà ad imporsi in questo settore esoprattutto a rubare una consistente fetta di mercato ai portalituristici che hanno a che fare con il mondo dei viaggi e dei voliaerei.

Oltretutto se Google riuscirà ad imporsi a dovere, con il sitoweb della mia struttura ricettiva posso riuscire a ritagliarmiun piccolo spazio nelle ricerche sul motore. Ma soprattuttodevo essere contento dell’operato di Google, perchè in un certosenso questo sta facendo un pò di valorizzazione del settoreturistico. Sta offrendo servizi ai viaggiatori, in alcuni casifa anche valorizzazione del territorio grazie ai contenuti cheriesce ad offrire sul web. Insomma Google alla fine è solo unefficiente mezzo con cui un viaggiatore esperto nelle ricerchepotrebbe giungere nella mia località turistica e nelle miglioridelle ipotesi soggiornare nella mia struttura ricettiva.

E quindi quando i portali turistici si permettono di alzareun polverone contro Google, bisogna augurarsi che questoresti inascoltato proprio come rimane sempre inascoltato ilpolverone che spesso gli albergatori alzano nei confronti delle“orecchie da mercante” dei portali turistici.

Ma questo è solo un mio parere, che ammetto esserecondizionato dal fatto che mi occupo di SEO e quindi i motoridi ricerca sono il mio pane quotidiano.

L’agenzia di viaggi è morta?By Fabrizio Todisco

Sono 10 mila o forse 15 mila o 18 mila, le cifre variano aseconda della fonte le agenzie di viaggi in Italia. Nonostante ladiminuzione delle commissioni da parte dei TO, il quasi totaleazzeramento delle commissioni da parte delle compagnieaeree, i processi di disintermediazione avviati dagli stessi TOe dalle low cost e sopratutto nonostante INTERNET, sonoancora tante e forse davvero troppe le agenzie che operano inITALIA.

Tante però sono anche le agenzie che chiudono o cheormai sono destinate alla chiusura. Indagini e statistiche ciconfermano ormai da tempo, che Il web ha assunto un ruolofondamentale nella preparazione della vacanza. Ultima inordine di tempo l’indagine realizzata da Contact lab e NetCom,

non vi annoio con i numeri ma dateci comunque un occhiata(Consumer Behaviour Report 2010 viaggi e vacanze!)

C’è chi utilizza internet per aquistare la propria vacanzacompletamente on-line, chi preferisce utilizzarlo soloper reperire informazioni turistiche (info-commerce), chipreferisce ricercare l’offerta on-line e prenotare comunque inagenzia, senza dimenticare chi utilizza il web anche nella fasepost-vacanza per condividere la sua esperienza.

Ma internet per le agenzie di viaggio sembra rappresentareancora una minaccia e non opportunità!

Le agenzie che hanno un sito web, attraverso il quale siapossibile concludere effettivamente una transazione, sonodavvero poche, e da quando vedo in giro sono pocheanche quelle che curano con costanza il proprio spazioweb, addirittura pare che gli agenti di viaggio non abbianonemmeno il tempo per richiedere la mail ai propri clienti

Insomma sotto il profilo dell’innovazione c’è molto dalavorare… e la questione non si rivolve certo cavalcando l’ondadella social media mania che sicuramente ha travolto anche le travel agency: gruppi, profili e pagine che nella maggiorparte dei casi sono dei monologhi pieni di pubblicità… Forsela mancanza di tempo non ha ancora chiarito come utilizzarei social network...

C’è chi invece ha capito bene queste dinamiche: Nadia agentedi viaggio trevigiana , vi consiglio di dare un occhiata a cosaè riuscita a tirar su: Io Amo viaggiare

Nonostante gli agenti sono stati i primi attori a doversirapportare alla rete, sembra che siano rimasti letteralmentespiazzati da questa nuova web revolution è risulta evidentel’esigenza di una totale riprogettazione delle agenzie e dellaloro posizione all’interno della filiera.

In questo senso gioca un ruolo importante la formazione, tral’altro scopro con piacere che quest’anno in BTO , il primoevento in Italia rivolto al mercato turistico on-line, hannodeidicato un panel ad agenzie e TO, come scopro con interessei tanti laboratori web oriented per le agenzie organizzati alTTI di Rimini … qui il programma completo dei TTG LAB tracui ne segnalo alcuni che ritengo particolarmente interessanti:

• E-Commerce per le Agenzie di Viaggio

• Come le agenzie di viaggio possono alimentare ilpassaparola nel web 2.o

• Dynamic Package, eventi naturali, vendita on-line dipacchetti: situazioni esistenti sul mercato, ma nondisciplinate legalmente

• Le strategie di video marketing digitale per lapromozione turistica

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• E’ora di ridefinire il SEO. Nuove pratiche di visibilità eposizionamento in rete per operatori turistici

Perchè in effetti secondo me L’agenzia di viaggio non èassolutamente morta ma deve al più presto riorganizzarsi eriprogettarsi… e sopratutto puntare sul web!

Puntare sul web è il primo step per una sorta di rinascita delle agenzie, è imporante quindi investire in questo senso.

Ma quali sono i punti principali per una web strategy efficace?

-Un sito web dinamico dotato di un CMS, creare un sitoweb dinamico in modo da poter lavorare costantementesugli aggiornamenti costituiti non dalla semplice offertacommerciale ma anche da consigli, suggerimenti einformazioni utili per organizzare la vacanza.

-Seo e ottimizzazione per i motori di ricerca Un sito web nonserve a nulla se non riceve visite, è importante quindi lavoraresull’ottimizzazione di quest’ultimo in modo da garantirsi unabuona visibilità sui motori di ricerca.

- Una strategia social oriented, non basta registrarsi aiprincipali social network quindi anche se siete già presenti suiprincipali canali sociali è importante iniziare a conversare einteragire con i vostri followers senza annoiarli con la solita PUBBLICITA’!

- Newsletter , le mail dei vostri clienti sono un patrimonio dagestire accuratamente

-Una Promozione specifica on-line mirata all’apertura dinuovi mercati e nuovi canali per commercializzare nonsolo la proprie offerte ma anche l’offerta turistica locale,la vostra strategia on-line deve essere senza alcun dubbiomirata all’apertura di nuovi mercati… sfruttare il web perpromuovere l’offerta turistica locale è la migliore possibilitàper entrare in nuovi mercati.

-Una Promozione di offerte e paccheti in un ottica multicanale,sia on-line che off line sono tantissimi i canali su cui poteteveicolare la vostra offerta commerciale… è importante nontralasciare nulla.

-E-Commerce … ma solo se fatto bene! L’e-commerce meritasicuramente un discorso più complesso ed un investimentoimportante… la mia opinione è E-commerce si ma solo sefatto bene, altrimenti sopratutto per le piccole agenzie èsicuramente meglio promuoversi on-line per vendere off-line!

Questi sono secondo me i punti principali da cui ripartire,il web può costituire la più importante risorsa per la vostraagenzia, e bsgona rendersene conto al più presto, poi è ovvioche ci sono dei fattori esterni che non dipendono direttamente

da voi , come ad esempio i rapporti TO-ADV , ma questo è unargomento che richiederebbe un discorso a sè e che preferisconon affrontare.

Il marketing dei pecoroni hamassificato i siti webBy Arturo Salerno

Tutti a seguire le indicazioni, tutti a fare in maniera automaticale stesse azioni, tutti ad applicare le stesse metodologie,tutti a controllare i livelli di posizionamento. Nessunadifferenziazione, la massificazione dei contenuti e delle pagineregna sovrana sulla percezione positiva o negativa della qualitàdi un contenuto piuttosto che della quantità di un contenitore.

Siamo arrivati a riempire le nostre pagine con parole chiaveovunque nel testo, link spalmati nella parti più impensate,testo di ancoraggio spersonalizzati. Il grassetto da una parte,il corsivo da un altra, il titolo sottolineato. L’obiettivo eraed è posizionare, era ed è far arrivare gente, avere visibilitàe gratificarsi di quanto raggiunto. Sentirsi orgogliosamentevittorioso in una logica concentrata sul concetto di chi primaarriva meglio alloggia.

Così è stato. Così continua ancora ad essere. Abbiamo riempitoi nostri siti web di pagine che trattano dei più disparatiargomenti, tutti concentrati sul raggiungimento della lungacoda, sul posizionamento di pagine per ricerche specifiche.Visitatori totali come metro di gratificazione, visitatori unicicome metro di classificazione. Massificati non solo gliargomenti ma gli strumenti per valutare. E la creatività? Intutto questo la creatività dove è andata a finire? La creativitàdi creare, di stupire, di meravigliare, di utilizzare nuove formedi comunicazione, di approfondire, di ricercare. Messa daparte perché considerata non appartenente a noi, consideratadispersiva e non efficace nel medio tempo.

Abbiamo raggiunto i nostri obiettivi di posizionamentofacendo sacrifici, spendendo tempo e cercando di mantenerequel minimo di possibile raggiungimento dei nostri contenutiutili a far vivere, nella nostra percezione, la convinzione che ilfine giustifica il mezzo.

E poi? Poi abbiamo cercato di mantenere alta la posizionedella nostra pagina cercando di evitare che la concorrenzariuscisse a non scalfire le nostre quote di mercato raggiunte.La mano tesa di G a questo tipo di approccio ha facilitatoil raggiungimento di un livello dei risultati di bassa qualitàoppure siamo stati noi tutti a diminuire il livello di qualitàperché dovevamo per forza, visto che facciamo marketing,utilizzare la leva del posizionamento come strategia dipromozione.

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November 4th, 2010 Published by: webtravelmarketing

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Per quanto possa essere pertinente G è una macchinae continuerà a esserlo. Non diamogli altro significato.Continuerà a classificare in base a ciò che troverà sparso nellarete. E noi dovremmo seguire come pecoroni le strategie dimarketing perché è così che il mondo va. Meglio accodarci chedifferenziarci, meglio fare quello che fanno tutti perché è piùfacilmente riconoscibile e identificabile.

Non possiamo concentrare la promozione sulla rete solobasandoci sulla classificazione di G. Non è questo che bisognaperseguire. Sarebbe troppo riduttivo e poco gratificante.Ditemi, quanti di voi hanno scritto una pagina web pensandosolo a come fare per posizionarla su G? E nel frattempo cisiamo dimenticati di mettere il numero telefonico nella pagina.Facciamo ogni azione dicendo “oh questo è un link utile allaG” oppure “oh, questo è nonfollow”. Come se la G ci dicesseistantaneamente bravo, fai così, continua. Massifichiamo ilnostro tempo così come massifichiamo le nostre pagine perchéil marketing dei pecoroni è ciò che vogliamo o meglio è ciò chevogliono farci bastare.

E fu così che arrivò S un nuovo modo di classificare, diorganizzare, di raggiungere e di premiare. Forse stiamoassistendo a quel cambiamento che tanti aspettavano e chetanti avrebbero voluto assistere. Io, nel bene o nel male, decidochi è meritevole e lo giustifico con la percezione di come vedoio la qualità.

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