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B TRADIZIONE E fuTuRO 92 o a n n o arbarigo scuola secondaria di primo grado liceo classico liceo scientifico liceo musicale istituto tecnico economico 2011

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B

TRADIZIONEE fuTuRO 92

o

a n n o

arbarigoscuola secondaria

di primo grado

liceo classico

liceo scientifico

liceo musicale

istituto tecnicoeconomico

2011

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BARBARIGOmagazine 2011

Il Rettore 1

Sempre più “Scuola della Persona” 2

Leggere è bello, e anche scrivere! 4

Secondi per un soffio, ma sempre in vetta 5

Inizio positivo 6

Anche solo donare un sorriso... 7

Il denaro: misura del valore o di valore? 8

In azienda si impara 9

Licei - scambi internazionali 10

Club Lobacevskij 12

Al Barbarigo leoni... finanziari 14

Una finanza etica è possibile 14

Don Floriano, la musica e il Barbarigo 15

Ensemble Floriana 16

Dal Barbarigo alla JMJ 18

Associazione Ex Allievi 19

Ex allievi: Carlo Carraro, rettore Ca’ Foscari 20

AGeSC: un anno di novità e iniziative 22

Don Giovanni Roncolato (ricordo) 23

Imparare l’arabo 24

Notizie Flash 25

Diplomati 2011 28

Supplemento n° 1 al n° 46 della Difesa del popolo del 27 novembre 2011Direttore responsabile Guglielmo Frezza – Registrazione Tribunale di Padova del 15.6.1950 n° 37 – EEC editricePoste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB – Padova

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iL rETTorE

BARBARIGO, cantiere aperto

ogni giorno

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M a quando finiscono i lavori? La do-manda mi è stata rivolta decine divolte in riferimento alla sistema-

zione del cortile e alla realizzazione del nuovoingresso. Quando leggerete questo magazine, lamaggior parte degli interventi sarà conclusa,mettendo in fila, oltre al cancello e al parcheg-gio, il nuovo impianto di riscaldamento per duepiani delle scuole (Medie e triennio Superiori), ilnuovo laboratorio linguistico, la nuova sala perincontri (in chiostro), le migliorie alle due auled’informatica e manutenzioni varie. Restano orain progetto il restyling del sito internet e il ridi-segno della cappella “Cenacolo”: al Barbarigoc’è sempre qualche cantiere che c’impegna!In ogni caso, c’è un cantiere perennemente aper-to: il “cantiere persona”. Il nostro Istituto, comela gran parte delle scuole cattoliche, nella suaidentità educativa afferma il primato dell’atten-zione alla persona: il nuovo Progetto educativo, invigore da quest’anno, lo evidenzia in modo ine-quivocabile e il richiamo a essere “scuola dellepersona” è continuo, a tutti i livelli. Per non la-sciare questo nella nuvoletta fatata delle belle di-chiarazioni, il collegio docenti ha approvato epropone – sperimentalmente quest’anno e poi,con eventuali aggiustamenti, in modo sistemati-co – il “Cantiere Persona”, un progetto di pro-gressione personale che offre ai nostri ragazzi eragazze una serie di tematiche importanti, quasiuna traccia per costruirsi come uomini e donne,cittadini (e magari cristiani!) del ventunesimosecolo. Ringrazio il nostro animatore spiritualedon Lorenzo che ha lavorato a questo progetto emette il suo impegno per coordinarne la realiz-zazione. Ringrazio anche l’Agesc che, con le

energie nuove ritrovate nei mesi scorsi, ha giàdato prova di condivisione d’intenti e generosacollaborazione.Del resto, con ragazze e ragazzi in crescita non sipuò evitare di affrontare il tema della costruzio-ne della persona: una scuola come il Barbarigonon s’accontenta della formazione culturale masi spende anche per l’educazione di ogni studen-te, con un orizzonte di umanità piena, a 360 gra-di. E se è palese la soddisfazione quando si mie-tono buoni risultati scolastici, come agli ultimiesami di Stato (tutti ammessi, tutti promossi, va-rie eccellenze), altrettanto gratificante è scopriregli studenti (o gli ex) del Barbarigo che fannoscelte coraggiose (uno è diventato diacono a fineottobre e sarà prete diocesano a giugno), conse-guono risultati e posizioni di prestigio, sannospendersi per gli altri, vivono una “vita buona”. Proprio in quest’ottica educativa il lavoro è quo-tidiano, diuturno, paziente: con gli atteggiamen-ti e i comportamenti prima ancora che con le pa-role; con l’autorevolezza di chi vuol bene piutto-sto che con l’autorità sbattuta in faccia; con la fe-de che i ragazzi e le ragazze – tutti e ciascuno –sono figli di Dio prima di ogni altra qualificazio-ne e quindi sono in buone mani, quelle del Pa-dre dei cieli.Con questa fiducia auguro dunque a tutta lagrande comunità del Barbarigo – alunni e geni-tori, docenti e personale, ex allievi e amici dell’I-stituto – giorni sereni e operosi, nella certezzache lavorare per la crescita dei giovani è sfidaappassionante, esaltazione delle migliori dotipersonali, costruzione di futuro. E comunque undono meraviglioso.

don Cesare Contarini

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C on l’inizio del nuovoanno scolastico, l’Istitu-to ha avviato un nuovo

progetto chiamato “CantierePersona”: un percorso trasversa-le alle varie discipline che inten-de mettere a fuoco, per ogniclasse, una tematica che sappiacontemperare le esigenze del-l’età e del processo di matura-zione di ogni soggetto e i valori

che costituiscono l’impianto pe-dagogico cui il Barbarigo si ri-chiama. Il progetto si inserisce in quel di-namismo positivo che sta por-tando la scuola ad essere semprepiù pienamente “scuola dellapersona”, capace cioè di accom-pagnare il singolo nella scopertadei propri talenti (punti di forza)come anche dei propri limiti, per

“tirar fuori” (e-ducere) il megliodi ciascuno per il bene di tutti,valorizzando l’eccellenza perso-nale e le competenze specifiche.Non si educa creando dei cloni otentando di far raggiungere atutti una preparazione mediauniforme, ma applicando un’e-guaglianza sostanziale nelle op-portunità formative, cosicchéogni soggetto, unico e irripetibi-le, possa diventare sempre piùse stesso. Educare significa, poi,sviluppare nel singolo la consa-pevolezza del proprio “essere inrelazione”: non isola ma sogget-to inserito in una comunità, sem-pre più ampia e complessa, inuna prospettiva di “umanesimointegrale”.Le tematiche proposte, non siaggiungono alle materie inse-gnate ma richiedono piuttostoall’insegnante, nello svolgimen-to del suo programma, di ricer-care con gli studenti ciò che adesse può essere ricondotto; pos-sono quindi diventare anche unasignificativa piattaforma per rea-lizzare l’alleanza educativa frascuola e famiglia, condicio sinequa non perché la scuola possaraggiungere le finalità che le so-no proprie e nessuno dei variprotagonisti del processo educa-tivo si senta solo.

Così l’alunno di primo anno discuola secondaria di primo gra-do sarà aiutato a conoscere piùin profondità se stesso e gli altri;a riconoscere i propri sentimentie a saperli mettere a frutto nellerelazioni con gli altri, cogliendo ivalori fondamentali che stannoalla base di un rapporto di convi-venza e amicizia. Lo si educheràad osservare, con un inizio digiudizio critico, la realtà e le cir-costanze nuove, anche al fine di

L’aniMaTorE SPiriTUaLE

Sempre più “Scuola della Persona”

Sopra: momenti della festa dei diplomati 2011.A pagina 3: il primo giorno di scuola.

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fargli cogliere il differente gradodi maturità richiesto nel passag-gio dalla scuola primaria alla se-condaria di primo grado. Si cer-cherà di offrire occasioni di so-cialità che creino amicizia all’in-terno della classe, sottolineandoil valore della diversità e lo stiledell’accoglienza.

Nell’anno successivo si lavoreràsul concetto di comunità, accom-pagnando il ragazzo a riconosce-re la sua appartenenza a comu-nità diverse e a cogliere i diffe-renti tratti che tali appartenenzepresentano. Partendo dall’espe-rienza personale, si lavorerà suciò che può spingere ad esseresempre più “presenza viva” nel-le varie realtà.

Nell’anno conclusivo della se-condaria di primo grado si porràl’accento sulla “scelta”, in chiavedi orientamento scolastico, maanche sul piano motivazionale,così da far emergere ciò che spin-ge a scegliere un percorso scola-stico piuttosto che un altro (inte-ressi, valori, ideali…), avvalen-dosi anche di “testimoni” cheaiutino a concretizzare.

La tappa successiva del percorso,per il primo anno di secondariadi primo grado, riprenderà il te-ma dell’affettività, in una pro-gressiva conoscenza anche delleproprie emozioni, per individua-re e vivere modalità positive nel-la relazione affettiva, incentratesul rispetto della propria iden-

tità, costituita anche dalla corpo-reità, in un dinamismo di libertàe responsabilità per un’autenticaricerca della verità che abbia co-me capisaldi la temperanza e lafedeltà.

L’anno successivo sarà incentra-to sul valore della libertà nellesue declinazioni, mettendo in lu-ce anche ciò che può guastarnel’esercizio, promovendo una fu-ga da sé e portando a forme didipendenza più o meno marcate.

Ciò preparerà ad affrontare il te-ma della responsabilità (anno)sia verso se stessi sia verso le co-munità di appartenenza, affinchélo studente possa prendere co-scienza delle conseguenze cheprovocano le sue azioni, ricono-scendo i principi etici fondamen-tali del vivere comune, riguarda-ti anche nella loro matrice cristia-na. Ciò anche in un’ottica di edu-cazione alla legalità e alla giusti-zia.

Nel penultimo anno del percorsoscolastico viene ripreso il temadella comunità, facendo sintesidel cammino svolto e mettendoin luce soprattutto le opportunitàper essere veri “protagonisti nel-la comunità”, attraverso il volon-tariato, l’impegno politico, l’im-pegno nella comunità cristiana…

Infine, a conclusione del cammi-no di progressione svolto, si invi-terà il giovane a prendere co-scienza che la piena realizzazio-

ne di sé è un cammino continuo,personale e relazionale, e ad ela-borare, di conseguenza, un “pro-getto per sé”, che preveda degliobiettivi, delle tappe intermediee, possibilmente, una regola divita, quale “metodo” per realiz-zarlo. Si favorirà ciò che puòportare ad una più approfonditaconoscenza del contesto socio-economico e culturale, affinchéla scelta del proprio futuro siaequilibrata fra realtà e idealità;non si mancherà di richiamareinfine la dimensione vocazionaleche ogni cristiano dovrebbe sen-tire come propria, nel desideriodi rispondere alla domanda:“Dio cosa sogna per me?”, al finedi trovare il proprio posto nellasocietà e nella comunità cristia-na.

Ci sta dinanzi un percorso artico-lato e non facile da svolgere, macarico di promesse e di opportu-nità soprattutto per chi crede che«la persona umana non è soltan-to ragione e intelligenza, che pu-re ne sono elementi costitutivi.Porta dentro di sé, inscritto nelpiù profondo del suo essere, ilbisogno di amore, di essere ama-ta e di amare a sua volta. Perquesto nell’educazione della per-sona occorre preoccuparsi dellaformazione della sua intelligen-za, senza trascurare quella dellasua libertà e capacità di amare»(Benedetto XVI). E allora, non ciresta che partire!

don Lorenzo Celi

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S i è conclusa con un succes-so la prima edizione dellaFesta del Libro, organiz-

zata dal Barbarigo gli scorsi 8 e 9giugno. Un modo diverso, sispera intelligente e apprezzato,di trascorrere, valorizzandole, ledue ultime giornate dell’annoscolastico.Interessanti e vari gli appunta-menti, a cui hanno partecipatodiversi autori “amici” del Barba-rigo: Adriano Smonker, Ruggie-ro Marconato, Raul Casellato,Silvia Giralucci ed ElisabettaBeggio; sono state inoltre ese-guite letture da opere di Gian-carlo de’ Stefani ed Ennio Aren-gi. Infine l’assessore comunalealle politiche scolastiche e giova-nili Claudio Piron ha colto l’oc-casione per incontrare gli stu-denti dell’ultimo anno delle Su-periori e per consegnare lorouna copia della Costituzione. Il clou della Festa è stato rappre-sentato dall’incontro con ValerioMassimo Manfredi; per lo scrit-tore bestseller di fama internazio-nale il pubblico delle grandi oc-casioni: quasi tutti presenti i ra-gazzi e i docenti, assieme a non

pochi genitori. Dal canto suo loscrittore emiliano non si è ri-sparmiato: arrivato puntual-mente, è infatti rimasto a parlarepiù di due ore con i ragazzi, ri-spondendo a tutte le domandeche gli sono state poste. Segnoche è rimasto anche lui piacevol-mente impressionato dal nostroIstituto.Alla fine Manfredi ha voluto la-sciare gli studenti del Barbarigocon un appello alla speranza e acredere nella forza di volontà:bisogna avere fiducia nel futuro,e soprattutto continuare a colti-varsi e a studiare. Con la cultu-ra, l’impegno e un sogno da in-seguire è possibile farsi stradaanche in questi tempi difficili. Eil Barbarigo, ha aggiunto loscrittore, è il luogo giusto periniziare questo tipo di percorso.Oltre agli incontri con gli autori,gli alunni delle Medie hanno po-tuto partecipare a un laboratoriosulla miniatura medievale incui, dopo qualche accenno sullastoria e sulla tecnica della minia-tura, i ragazzi hanno potuto spe-rimentare la creazione dei coloricon polveri vegetali o minerali euovo, lavorando a una propria“opera” che poi hanno potutoportare a casa.Alla fine della festa ad ogni ra-gazzo è stato consegnato unodei due libri stampati con il con-

tributo dell’Agesc: Il Giornalinodi Giamburrasca per i ragazzi perle Medie e Il Profeta di Kahlil Gi-bran per quelli delle Superiori.Un modo per ricordare che an-che nell’epoca di internet e deivideogiochi, e forse soprattuttoin questa, un libro può ancoraessere un amico e uno strumen-to valido di conoscenza, e che ènecessario che i nostri ragazzinon si disabituino alla concen-trazione della lettura. La Festadel Libro è stata coordi-nata dalla a professoressa Ra-chele Battan ed è stata organiz-zata col sostegno organizzativoed economico dell’Agesc del no-stro Istituto.

PriMa FESTa DEL Libro aL barbarigo

Leggere è bello, e anche scrivere!

Valerio Massimo Manfredi (al centro) e il prof. Giovanni Gorini (a destra).

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CaMPionaTi naZionaLi Di MinD Lab

Secondi per un soffio, ma sempre in vetta!

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Dopo il successo delloscorso anno, la squadradel Barbarigo si è piaz-

zata seconda, anche se a paripunti con la squadra vincitrice,alle Olimpiadi nazionali di MindLab, tenutesi il 28 maggio nellasplendida cornice del Palazzodella Ragione. I “fantastici quat-tro” componenti della squadravicecampione sono: TommasoPravato (Seconda Media, Damaolimpica/Checkers) e AlbertoComin (Seconda Media, Quori-dor), già presenti nella scorsaedizione, Camilla Casellato (se-conda media, Abalone) e Stepha-nie Antonini (prima media, Oc-ti). Come sempre i ragazzi sonostati accompagnati dalla profes-soressa Mariantonia ColonnaPreti, docente di matematica e lo-ro “trainer”. Quel po’ di delusio-ne per essere arrivati a un soffiodal successo assoluto non devecomunque oscurare l’orgoglio diessersi riconfermati al vertice suscala nazionale.

In particolare la vittoria naziona-le del 2010 aveva fatto guada-gnare ai ragazzi del Barbarigo lapartecipazione ai campionatimondiali di Budapest, svoltisidal 15 al 17 giugno del 2010.Mind Lab è un metodo didatti-co che mira a sviluppare le ca-pacità logiche e cognitive attra-verso i giochi di pensiero, adot-tato dal Barbarigo a partire dal2008; inutile dire che la novitàludica è stata subito accolta congrande entusiasmo dagli stu-denti, che nel giro di pochi me-si sono diventati dei veri e pro-pri assi nei giochi di logica: do-po il terzo posto ottenuto aTrento nel 2009, nel 2010 i cam-pioncini del Barbarigo (c’eranoallora anche Filippo Fiorita eMichele Damian) si sono infattiimposti nelle selezioni nazio-nali di Monselice. Indubbi sono i benefici del me-todo educativo: esso sviluppain maniera divertente capacità

logiche e decisionali che posso-no tornare utili in qualsiasi am-bito; le gare e i confronti inse-gnano inoltre ai ragazzi il con-trollo del tempo e delle emo-zioni, e allo stesso tempo instil-lano una sana competitivitàsempre basata sul rispetto del-l’avversario. Il metodo favorisce inoltre l’ac-quisizione di abilità sociali. Ilfatto che le partite si svolganoin silenzio e siano precedute dauna stretta di mano tra gli sfi-danti, addestra all’autodisci-plina. I giochi di collaborazio-ne, poi, abituano due compa-gni a lavorare insieme condivi-dendo lo stesso scopo, mentrequelli a quattro generano il di-vertimento più autentico. Al termine di ogni lezione, infi-ne, si dedica qualche minutoalla condivisione delle emozio-ni vissute durante il gioco perinsegnare ai ragazzi a gestire iconflitti e le sconfitte.

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LiCEo MUSiCaLE

Inizio positivo

Un anno di vita, uno dei più importanti nelpercorso individuale: quello che segna il de-finitivo passaggio dall’infanzia all’adole-

scenza e, insieme, affronta il mondo nuovo, stimo-lante e insieme capace di incutere timore della scuolasuperiore. Ci si arriva dopo otto anni di tranquillopercorso obbligato nella scuola elementare e media edopo la difficile scelta tra un ventaglio di possibilitàmolto diversificato. Una scelta spesso non facile, chepuò rivolgersi verso scuole collaudate come i tradi-zionali licei o i sempre sicuri indirizzi commerciali,oppure può valutare proposte meno inflazionate,più caratterizzate, più vicine a specifiche propensio-ni personali. Tra i disponibili a lasciarsi tentare dalnuovo, dall’inconsueto, dal peculiare dobbiamo cer-tamente annoverare gli alunni del nuovissimo liceo aindirizzo musicale che hanno iniziato il loro percorsoal Barbarigo nell’anno scolastico 2010/11. Per alcunil’opportunità offerta dal nostro Istituto è venuta in-contro a una scelta intimamente già consolidata inmodo indipendente dal tradizionale percorso scola-stico, quella di “fare musica” in modo serio e conti-nuativo, ed è quindi stata colta al volo come soluzio-ne, fino all’anno prima difficile da risolvere, all’equa-zione “superiori-fare musica”. Per altri l’approdo al liceo musicale del Barbarigo haavuto contorni meno definiti e motivazioni menoconsapevoli al punto che, inizialmente, non sonomancati i timori in relazione alle difficoltà da affron-tare e all’impegno richiesto da questo indirizzo. Ma-ria Vittoria confessa «all’inizio pensavo fosse davve-ro dura, ma poi l’anno 2010/11 è passato molto be-ne». E infatti, per tutti, il percorso si è concluso posi-tivamente sia sul piano scolastico che su quello dellerelazioni. Solo Federica ha dovuto lasciarci, a malin-cuore, per sopravvenuti problemi familiari. Per tuttigli altri il bilancio è senza riserva in attivo. Federico

non esita a considerare «quello passato l’anno scola-stico più bello», mentre Enrico dichiara la sua soddi-sfazione per «l’approccio positivo sia con i professoriche con i compagni». All’inizio, uno scoglio da af-frontare e superare è stato quello dell’assegnazionedegli strumenti, che non ha potuto venire incontro aidesideri di tutti ragazzi. Ma, in fondo, non si è tratta-to di un grande problema. A questo proposito Giam-pietro racconta: «per il secondo strumento sono statoindirizzato a fagotto; sinceramente non ero nemme-no consapevole di che strumento fosse e la prima le-zione al Conservatorio è stata curiosa… adesso, co-munque, conosco bene un altro strumento, e sono fe-lice di questa opportunità».Poi l’anno è scivolato via fin troppo in fretta tra gior-nate consuete di lezione e di studio e qualche mo-mento diverso, più intenso e stimolante: tra questi lemattinate trascorse ascoltando le prove generali del-l’Orchestra di Padova e del Veneto, la partecipazioneagli Open Day dell’Istituto, la lezione su F. Liszt al-l’interno del progetto “Musicologo in classe” con ilmaestro Marco Bellano, la gita scolastica, i saggi…Già, i saggi! Più inconsapevole e approssimativoquello di Natale, troppo vicino all’inizio dell’annoscolastico per offrire risultati di alto livello. Più senti-to e più curato quello di fine anno, che ha visto i ra-gazzi esibirsi in brani solistici, corali e d’ensemble.Chi suona sa che non è mai facile affrontare il pubbli-co. A questo proposito Jacopo confessa di avere «pro-vato un enorme pentolone di emozioni» sul palcodurante il saggio finale e Oleg di essere stato «cosìemozionato» da sentirsi «fisicamente stanco per latensione».Nessuno nega però che, al termine della bella seratadel 4 giugno, la soddisfazione sia stata grande, ancheperché l’impegno della preparazione è stato premiatoda esecuzioni veramente buone. Ma il senso più veroe profondo della serata è racchiuso nelle belle paroledi Pierluigi: «sentivo di suonare per i miei compagniall’interno di un gruppo unito al quale ero felice diappartenere». Non posso che augurare a questi ra-gazzi di rimanere sempre quel bel gruppo unito, oggie negli anni che trascorreranno ancora insieme inclasse. E anche più avanti, quando mancherà il quoti-diano vivere a fianco a fianco, ma non mancheranno iricordi positivi di una stagione bella della vita.

Tarcisio Battisti

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E ra verso la fine dell’anno 2010. Don Luigi Tu-rato un giorno si presentò in classe con unaproposta un po’ strana: andare in visita all’O-

PSA, l’Opera della Provvidenza S. Antonio. Eravamorimasti un po’ scioccati perché non capivamo a cosapotesse servirci. Arrivati alle porte eravamo tutti tesied emozionati di incontrare i protagonisti di questagrande comunità che ospita ragazzi, persone adulte egente anziana con diversi problemi. Una volta entrati in questa enorme struttura siamostati accolti da suor Paola, che ci ha fatto da guidaraccontandoci come è nata l’Opera. Ascoltavamomolto attentamente ed eravamo davvero interessati.Più volte, mentre la suora parlava, veniva interrottadagli ospiti della casa che si fermavano a salutarci o araccontarci cosa andavano a fare; alcuni però nonriuscivano a parlare ma solo guardandoli negli occhicapivamo la voglia di continuare a vivere e scopriregiorno per giorno cose nuove. Dopo la storia dello sviluppo di questa comunità,siamo passati all’incontro vero e proprio con le per-sone che abitano in questa splendida realtà, in unasala dove gli ospiti sono seduti tutti in cerchio e alcentro ci sono due volontari che animano la mattina-ta. Appena siamo entrati, i più abili nei movimenti cisono subito venuti incontro, cercando il contatto fisi-co: al dire il vero, non eravamo forse pronti per que-sto tipo di accoglienza e infatti tutti ci siamo un atti-mo irrigiditi. Man mano però che passava il tempo civeniva spontaneo rapportarci con loro, magari facen-dogli una carezza sulla guancia o semplicemente do-nandogli un sorriso. Con loro abbiamo visitato i varilaboratori che frequentano durante la settimana: lapalestra, il teatro, la sala giochi, il giardino dove svol-gono diverse attività e molto altro… Vissuta questa esperienza, siamo rimasti tutti a boccaaperta: non ci aspettavamo di vivere in sole due oretutte quelle emozioni. Un ragazzo della nostra classeconosceva già questa realtà perché vi fa volontariatodurante le ore libere, e alcuni di noi gli hanno chiestodi ritornarci perché come esperienza è stata vera-mente positiva e significativa sotto moltissimi aspet-ti. Da quella mattinata passata all’OPSA abbiamo im-parato a ritenerci delle persone molto fortunate, percome siamo e per cosa abbiamo!

Terza ITC 2010-11

ViSiTa aLL’oPEra DELLa ProVViDEnZa SanT’anTonio (oPSa)

Anche solo donare un sorriso...

La chiesa dell’Opsa.

La terza C all’Opsa.

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U n grande compito edu-cativo è insegnare l’usocorretto del denaro. Per

farlo bisogna cominciare nellascuola. L’abitudine, sempre piùdiffusa, di vivere al di sopra del-le proprie possibilità accresce in-fatti il rischio dell’indebitamento. Utile, necessario, superfluo: san-no i nostri ragazzi che vivononella società del 2011 cosa signifi-cano questi termini? Spesso nonsi insegna ai giovani il valore deldenaro, eppure i ragazzi vivono,fin da piccoli, in un ambiente do-minato dalla pubblicità e dall’e-conomia; desiderano e chiedonouna quantità di denaro di granlunga superiore a quella delle ge-nerazioni precedenti. Martellatidalla pubblicità, hanno desiderida soddisfare interamente legatialle mode.Oggi quindi occorre abituare iragazzi a scelte ragionate, a ri-flettere sul valore del denaro e diciò che si vuole comperare, di-scutere sulle motivazioni d’ac-quisto e sviluppare il senso di re-sponsabilità. La crescita presentadelle fasi evolutive anche nelrapporto col denaro, e la praticadella “paghetta” ha a che farecon l’autonomia e la libertà che iragazzi sempre più precocemen-te ricercano. Basti pensare al te-lefonino, ai videogiochi, a inter-net, a certe attrezzature sportiveo a capi d’abbigliamento, ma an-che bevande e cibi. È urgente ri-flettere sul rapporto fra rispar-mio e consumi, fra il volere “tut-to e subito” e il saper rimandarela scelta in vista di un progetto.E, inoltre, su soldi e sogni, sulvalore degli uni e degli altri, maanche su ricchezza e povertà.Da queste considerazioni ha pre-so il via il progetto, filo condut-tore di alcune iniziative annualia carattere interdisciplinare con

lo scopo di:• riflettere sui propri comporta-

menti di fronte all’uso del de-naro;

• ricercare il significato del dena-ro nella cronaca e nella lettera-tura;

• conoscere i modi con i quali lapubblicità commerciale fa levasui nostri desideri;

• confrontare il tipo di vita trapaesi ricchi e paesi poveri;

• sviluppare la capacità critica ri-spetto alle attività di gioco escommessa;

• conoscere le forme di dipenden-za dal denaro.

Un tema davvero coinvolgenteper ragazzi e docenti che si sonoconfrontati sull’argomento.Di particolare interesse l’iniziati-va proposta agli alunni di terzaI.T.C., ai quali si sono uniti altristudenti di indirizzi diversi delBarbarigo: Economic@Mente, unpercorso di cultura finanziariaproposto dall’Anasf (Associazio-ne Nazionale Promotori Finan-ziari).Partendo dal concetto di ciclo divita e dall’analisi degli eventi chescandiscono le fasi di transizionedella famiglia, è stato trattato il te-ma del valore della pianificazionefinanziaria per raggiungere i pro-pri obiettivi in maniera efficace edefficiente, e allo stesso tempo so-no stati spiegati gli strumenti delmercato che consentono di soddi-sfare le esigenze della vita. L’o-biettivo: partire dalle reali esigen-ze dei ragazzi per sviluppare atti-tudini che consentano di perse-guire obiettivi definiti sulla basedelle proprie priorità.

I docenti dell’Istituto

Tecnico Commerciale

i.T.C. / i.T.E.

Il denaro: misura del valore o di valore?

Formazione alla reSponSabilità SocialeL’I.T.C. Barbarigo ha aderito al percorso formativo proposto dal CentroRicerca e Formazione “Giuseppe Toniolo”, avente per oggetto la re-sponsabilità sociale dell’impresa e del territorio e i suoi strumenti. Laclasse terza ha seguito il corso base.

il cantiere Delle iDeeCome ogni anno, agli alunni sono state proposte iniziative di parteci-pazione a progetti/concorsi. Elisa e Maria Puppoli si sono classificatequinte nella sezione scuole superiori al concorso nazionale Primi in si-

curezza, sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. La commissioneesaminatrice ha molto apprezzato l’originalità del lavoro e l’aderenzaal tema.

Le altre in iz iat ive del l ’ ITC

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C ome ogni anno, sonostate proposte alcuneiniziative per favorire

contatti con la realtà economi-co/aziendale, occasioni di ap-prendimento capaci di accresce-re la motivazione degli studentie di assicurare un significativocollegamento con il mondo dellavoro.Da segnalare in particolare la vi-sita aziendale della classe Terzaagli studi di Mediaset a Milano.Come si prepara un telegiorna-le, com’è il “dietro le quinte”durante una diretta televisiva,come nasce un’idea per un pro-gramma televisivo: questi alcunidegli argomenti su cui gli alunnisi sono confrontati con i respon-sabili che li hanno guidati neilocali televisivi di Milano Due.Emozionante entrare negli studidi Striscia la notizia e conoscerealcuni particolari sulla storia diquesto programma di successo,assieme a quella dei protagoni-sti che si sono susseguiti nellaconduzione.Gli studenti dell’Istituto Tecnicohanno poi avuto modo di cono-scere una realtà del nostro terri-torio: la Plusia di Veggiano,un’azienda specializzata nellaproduzione di lecca-lecca. L’a-zienda è frutto della passione  etradizione per l’arte dolciaria tra-mandate da quattro generazioni.Oltre a una vasta gamma di dol-ciumi originali e tipicamente tra-dizionali, oggi l’azienda ha intro-dotto una nuova tecnica assolu-tamente innovativa:  la venditaon-line dei prodotti, i quali pos-sono essere personalizzati conimmagini che vengono poi ri-prodotte direttamente sul lecca-lecca scelto. Davvero interessan-te seguire la produzione di que-sti articoli! Oggi l’azienda pro-duce anche altri dolci al ciocco-

lato. E il messaggio offerto daquesta azienda è decisamentequello di investire sullo svilup-po e innovazione per poter ri-spondere alle sempre diverseesigenze dei clienti.Durante l’estate, poi, gli studen-ti hanno sperimentato in full im-mersion la vita aziendale.Questi alcuni dei commenti deiragazzi che chiudono questaedizione del progetto Stage estivi- in azienda si impara (17a edizio-ne) che ha dato nel complessoesiti molto positivi e incoraggiaa proseguire su questa strada,certi della validità della propo-sta.“Lo stage è stato un’esperienza utileche mi ha permesso di integrare lateoria appresa a scuola con la prati-ca. All’inizio mi sembrava pesante,ma giorno dopo giorno ho imparatole mansioni e come è organizzatouno studio professionale. Ho soprat-tutto imparato cosa significhi adat-tarsi, rendersi utili, collaborare. De-vo dire che mi è servito a conosceremeglio me stessa, i miei punti diforza e di debolezza.” (Arianna)“Lo stage: una bella esperienza chemi ha fatto capire il valore di quello

che apprendo a scuola per il mio fu-turo.” (Gabriele)“All’inizio pensavo fosse come an-dare a scuola, e invece mi sono tro-vato in una fantastica realtà. Starefianco a fianco con altre persone piùgrandi di me, che mi hanno fattosentire parte di un team, mi ha mi-gliorato come persona e come futurolavoratore.” (Nicolò)“Sono andata a lavorare in un’im-presa che si occupa di comunicazio-ne, che crea siti web e realizza pub-blicità. All’inizio ero spaventata al-l’idea di dovermi rapportare, nelsettore amministrativo nel quale eroinserita, con persone adulte; subitoperò mi sono trovata benissimo gra-zie alla grande disponibilità di chimi affiancava. Ho toccato con manol’esperienza lavorativa, collaboran-do con i colleghi e mettendo in pra-tica quanto studiato a scuola. Lamia idea è quella di tornare anche ilprossimo anno nella stessa aziendaper proseguire il rapporto che si ècreato con lo staff. Mettersi in gio-co... è soltanto un bene!”. (Elena)

Maria Pia Vallo

i.T.C.

In azienda si impara

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LiCEi - SCaMbi inTErnaZionaLi

Per crescere, imparare e ... divertirsi!

A lla fine sono tornati stanchi, felici e nem-meno troppo infreddoliti (se è vero che latemperatura non è mai scesa al di sotto

dei -2°). La visita è durata dal 30 gennaio al 5 feb-braio, e ha coinvolto un gruppo di dodici studentidel Liceo Classico: Veronica Barbiero, Miriam Bu-son, Luca Ceccato, Ludovica Fabris, Filippo Forna-ro, Maria Francesca Fortunato, Mattia Marinello,Giorgia Mori, Angela Onisto, Sofia Pinato, Edoar-do Sattin e Lucrezia Semenzato, accompagnati dal-le professoresse Rita Baroni e Margherita Coeli.Dopo l’arrivo in aereo, il primo giorno è stato de-dicato alla condivisione del programma e alle pre-sentazioni, seguite da un momento di aggregazio-ne con falò sulla neve (il programma raccomanda-va a caratteri cubitali di portare “vestiti caldi”). Ilgiorno dopo è stata la volta della visita a Oslo,mentre i successivi sono stati dedicati allo studio,alla socializzazione e allo scambio linguistico. Per iragazzi del Barbarigo c’è stato poi anche un mo-mento di soddisfazione agonistica, con la vittorianel torneo di pallavolo. «Non si è trattato di unavacanza – afferma la professoressa Coeli –; è statauna settimana di lavoro ‘piacevole’, pur sempre dilavoro però si è trattato».L’evento ha coinvolto circa un centinaio di perso-ne provenienti da Olanda, Spagna, Slovenia e ov-viamente della Norvegia, e rientra nel programmainternazionale per le scuole superiori Comenius,al quale il Barbarigo aderisce fin dal 2000: un’e-sperienza giudicata molto positiva sotto tutti gliaspetti, didattici ed educativi. Il fatto di soggior-nare presso famiglie del posto permette di venirea contatto con le abitudini e gli stili di vita di unaltro paese: un’occasione per confrontarsi e peraprirsi al mondo, ma anche per focalizzare i pro-pri punti di forza e quelli dei nostri amici europei.I popoli nordici sono ad esempio apprezzati per ladimestichezza con l’inglese, per altro facilitatadalla vicinanza linguistica; degli alunni italiani in-vece piacciono all’estero soprattutto la prepara-zione e la vivacità intellettuale. Padova, comegrande città e culla di cultura, è poi amatissimadai partner stranieri, sia per la sue qualità di cittàd’arte che per l’efficienza dell’organizzazione tar-gata Barbarigo.

In Norvegia “lavoro piacevole”

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D opo averli visitati, i ragazzi del Barbarigohanno reso l’ospitalità ai loro colleghi stra-nieri: la classe seconda del Classico ha in-

fatti ricevuto i ragazzi norvegesi di Askim, mentrela quarta Scientifico ha accolto gli olandesi diSteenwijk. Le visite sono iniziate il 13 aprile e sonodurate una settimana, come sempre con un intensoprogramma ricco di lezioni, attività, laboratori euscite. Gli studenti del Barbarigo hanno presentatoagli amici la loro città e il loro istituto, poi i ragazzihanno cominciato a lavorare insieme: molti i labora-tori – o, come si dice in inglese, “workshop” – orga-nizzati e condotti dagli stessi studenti su argomentiparticolarmente interessanti come l’arte e l’architet-tura di Padova, la miniatura medievale (in collabo-razione con i Musei Civici), l’arte di Palladio e la fi-losofia di Platone (messa in parallelo addiritturacon il film Matrix).Particolarmente apprezzate sono state le visite allacittà, Verona e a Venezia in primis, così come lacaccia al tesoro in Prato della Valle. Il gran finale èstato rappresentato dalla cena conclusiva, tenutasiin Istituto lunedì 18 aprile. I ragazzi hanno consu-mato i piatti portati da casa, quindi si sono radu-nati in teatro dove, dopo aver ascoltato alcuni lorocompagni eseguire con maestria alcuni brani alpianoforte, si sono tutti scatenati nel ballo con lamusica anni ‘70 e ‘80, suonata dal vivo da ungruppo musicale locale.Alla fine del soggiorno è stato chiesto ai ragazziolandesi di scegliere tre parole per definire la setti-mana appena trascorsa. La risposta è stata diffe-rent, nice, interesting: diverso, bello e interessante.Un modo di interpretare perfettamente lo spiritodi questo tipo di scambi culturali.Il valore aggiunto del programma di scambi Come-nius, organizzato dall’Unione Europea, è rappre-sentato dal miglioramento delle lingue straniere – inparticolare dell’inglese – e dalla possibilità di cono-scere coetanei di paesi diversi, in modo da averel’occasione di imparare a conoscere e apprezzareabitudini e stili di vita nuovi. Si apprende in parti-colare a lavorare in gruppo, a organizzarsi (adesempio per le serate) e, talvolta, a risolvere qualchepiccolo problema. Il metodo didattico seguito èquello del Content and Language Integrated Learning(Clil), secondo il quale le materie scolastiche vengo-no studiate direttamente in lingua inglese. Gli in-contri sono stati organizzati e coordinati dalle do-centi di lingue, con l’aiuto di tutti i colleghi delleclassi interessate.

Al Barbarigoragazzi d’Europa

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CLUB LOBACEvSkIJTEATRO

D opo le belle esperienzedei lavori teatrali “La ve-locità della luce” (2007),

“Einstein… la vita di un genio”(2008), “Pirandellianamente Gali-leo, con un pizzico di Brecht e unpo’ di Zelig” (2009), mi sono po-sto una meta molto ambiziosa,una sfida impossibile: scrivereper esteso il testo di un lavoroinedito, di un “dramma teatrale”.Non vi nascondo che la cosa mispaventava non poco. Mi stavolanciando in un’avventura che micostringeva a percorrere stradeper me completamente nuove,delle quali non conoscevo nulla.Ci ho pensato molto.Poi mi sono detto che una sfidanon è bella se non è difficile! Allo-ra ho deciso di accettarla, ma gio-cando tutte le mie carte: comepersonaggio avrei trattato quellodel matematico russo Nikolaj Iva-novic Lobacevskij, da me partico-larmente studiato, e poi avreichiesto all’amica Giorgia Mazzu-cato, laureanda al Dams di Bolo-gna e dotata di particolare talen-to, di condividere con me questaavventura.Prima di tutto ho rimuginato nel-la mia testolina un po’ di idee,l’impianto generale, poi gliene hoparlato. La proposta le è subitopiaciuta e così è cominciato il no-stro viaggio all’interno della fa-miglia Lobacevskij, nella Russiadi metà ‘800. Tutti i martedì serafino a mezzanotte e oltre ci tuffa-vamo nella vita dei nostri perso-naggi e la vedevamo crescere e lafacevamo crescere. È stato entu-siasmante.

Il momento che ricordo con mag-gior intensità è stato quando unasera, improvvisamente, ci siamoguardati e ci siamo detti contem-poraneamente: “e se Nora…?!”.Avevamo dato inizio a quello chesarebbe stato il finale del dram-ma, anzi, il significato vero di tut-to il dramma.Poi il lavoro di messa in scena perle quattro repliche di novembre(2010); c’erano quasi trenta ragaz-zi. Che fatica organizzare tutto,coordinarli, dirigerli insieme aGiorgia, ma che bello arrivare infondo!Proprio in una di queste replicheè nato il “sogno impensabile”,quasi per caso. Tra il pubblico, inquanto amica di Francesca, unadelle ragazze-attrici, c’era la dot-toressa Vera Slepoj, venuta inizial-mente solo così, all’ultimo minu-to, per far piacere. A lei invece illavoro è piaciuto veramente.Qualche sera dopo ha detto al re-sponsabile di “Una Montagna diLibri” (associazione culturale diCortina della quale è presidente)di venirci a vedere; anche a lui sia-mo piaciuti. Ci hanno allora pro-posto di organizzare insieme una

replica da farsi durante l’estate aCortina. Immaginatevi la nostrareazione: stava prendendo formaun sogno impensabile, di difficilerealizzazione per una compagniavera. Noi…? Non siamo nemme-no una compagnia!A quel punto ho detto ai ragazziche prima però avrebbero dovutofare l’esperienza di una esibizionein un teatro esterno. Dovevanodecidere e impegnarsi ad assicu-rare la loro disponibilità per en-trambi gli eventi. Di quella trenti-na ne sono rimasti solo quattro.Decidevo allora di affidare com-pletamente la regia nella mani diGiorgia e di ripartire con uno spi-rito nuovo, un gruppo decisa-mente più piccolo, ma più moti-vato: eravamo una compagniateatrale.Abbiamo dovuto riadattare com-pletamente il testo, riscrivernemolte parti, eliminare personaggi,fonderne insieme altri, aggiunge-re monologhi, tagliare scene, su-perare mille difficoltà organizza-tive ed economiche, qualche ar-rabbiatura, ma ci abbiamo credu-to fino in fondo e così, alla fine, cel’abbiamo fatta! Il 23 marzo era-vamo in scena al teatro Don Bo-sco di Padova, raccogliendo piùdi 800 euro per Emergency, e il 26luglio calcavamo le tavole del tea-tro Alexander Girardi Hall diCortina D’Ampezzo. Che espe-rienza! Lasciatemi poi aggiungere unapiccola nota di soddisfazione per-sonale, di Giorgia e mia: il testodel dramma è stato selezionatocome finalista al concorso nazio-

...e adesso? Un sogno realizzato e poi...

…quello che le geometrie non euclidee ci insegnano è di aprire la nostra mente all’idea della possibile coesistenza di più verità fra loro contrastanti…

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nale di drammaturgia “In Puntadi Penna”. Scusate, ma per meera impensabile arrivare a tanto!A questo punto, considerandoanche che l’ultima versione, quel-la di Cortina, è riuscita particolar-mente bene, più fluida, snella, in-cisiva, pensiamo di replicarlo an-cora, sempre per beneficenza: peresempio, stiamo cercando di or-ganizzare qualcosa con il comunedi Vigonza, con l’intento di de-volvere l’incasso alla “Città dellaSperanza” e poi… un progettoche mi sta particolarmente a cuo-re, in collaborazione con una as-sociazione che si occupa di malat-tie rare; su questo però, anche perscaramanzia, non vorrei ancorasbilanciarmi.Per il 2012 poi, tentiamo il rad-doppio: ho praticamente finito discrivere il testo di un nuovo lavo-ro teatrale, un nuovo dramma. Lo

stile: completamente diverso;l’ambientazione: oggi; il protago-nista: un uomo qualunque; il tito-lo: “Andrea, Andrea e… Andrea– le crepe di un cinquantenne”.Spero verrete a vederci quando lometteremo in scena; non dovreidirlo io, ma la storia… è propriointeressante; è la vostra! Nel frattempo abbiamo attivatoun “Laboratorio di Teatro”. Ciproponiamo di costruire insieme,in modo libero ma responsabile,un percorso di ricerca e speri-mentazione teatrale su noi stessi:allenamento alla lettura, padro-nanza della propria postura e del-la gestione degli spazi, controllodella respirazione… Non si vuoleprocedere con una sequenza pre-stabilita e nemmeno perseguiredegli obiettivi prefissati, ma sola-mente proporre degli stimoli ini-ziali e da questi continuare secon-

do le linee che il gruppo stessovorrà darsi. Le finalità del labora-torio non sono strettamente lega-te alla messa in scena di qualchelavoro, bensì soprattutto alla cre-scita personale dei partecipanti.Altre attività del Club nascerannocammin facendo e sono affidatealle iniziative che i singoli soci,studenti e insegnanti, sapranno evorranno proporre; io, onesta-mente, credo di non avere le ca-pacità e le energie per portareavanti altri progetti oltre al teatro,ma… mi accoderei volentieri congioia ed entusiasmo a quanto sisaprà far nascere.Non mi resta quindi che ricordarequello che ormai è diventato ilnostro slogan: “ti aspettiamo conle nostre idee ed il nostro entusia-smo, con le tue idee ed il tuo en-tusiasmo!”

Toni Da Re

E così anche quest’anno continua l’esperienza delle avven-ture domenicali organizzate dal Club Lobacevskij. L’iniziati-va a cui ho avuto il piacere di partecipare è stata la “Cia-spolata notturna” anche se, una volta giunti alla partenzadel percorso prestabilito, si è constatato che le ciaspole (oracchette da neve) non erano necessarie a causa della scar-sità di neve. Il percorso è iniziato all’imbrunire e poco dopo, senza quasice ne accorgessimo, il sole era tramontato per lasciare spa-zio alla luna piena; è stato in quel momento che ho realiz-zato cosa intendeva il professor Da Re quando parlava dellacrescita interiore che deriva da queste esperienze. Infatti,in quel sentiero che attraversava il bosco, immerso in un

buio quasi totale, spezzato solo dalla pallida luce lunareche si rifletteva sulla neve candida e immersi in un silenziototale, non ho potuto fare a meno di pensare alla piccolez-za e all’impotenza dell’uomo di fronte alla natura cosìmaestosa e imponderabile. un altro spunto di riflessione miè stato dato dagli scenari della prima guerra mondiale in-contrati durante il percorso: dal cimitero alla trincea sca-vata nella roccia. Inoltre il numero ridotto di partecipanti (pochi ma buoni)ha permesso di creare un gruppo molto coeso con cui fare“due risate” in compagnia e condividere le emozioni (e an-che un po’ di fatica!).

Federico Omodei 4a A Liceo Scientifico

AvvEnTuRE DoMEnICALI

emozioni Sotto la luna piena

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EConoMia E STUDEnTi

Al Barbarigo leoni... finanziari

B olzano 20 gennaio 2011: -5°, vento di tra-montana e probabili nevicate, ma comun-que una data memorabile per il gruppo

H.S.L. (Hic Sunt Leones), formato da quattro no-stri studenti: Giulio Bertolini, Francesco Fossato eMatteo Fusaro, Prima Classico, e Gianmaria Viero,Terza Scientifico. I ragazzi del Barbarigo infatti so-no stati premiati in occasione della cerimonia con-clusiva del concorso “Conoscere la Borsa 2010”,svoltasi nella sala conferenze della sede centraledella Sparkasse, come primi classificati nella cate-goria degli studenti delle scuole superiori nel Tri-veneto. In seguito i ragazzi sono stati invitati alMeeting nazionale che è seguito, organizzato dalleCasse di risparmio a Cuneo dal 24 al 26 marzo.La competizione era basata sulla compravendita diazioni, con un patrimonio iniziale di 50.000 eurovirtuali: da principio è stato arduo guadagnare,tuttavia, anche se privi di conoscenze specifichenel campo finanziario, i ragazzi hanno progressi-vamente “ingranato”. I quattro dell’H.S.L. hannoinfatti impostato la loro strategia sul tentativo dianticipare le scelte di mercato, investendo nei set-tori strettamente legati alla vita delle persone; allo

stesso tempo sono stati attivati anche alcuni inve-stimenti ad alto indice di rischio, cercando di mas-simizzare profitti. Alla fine, al di là dei successiraccolti, i ragazzi sono stati entusiasmati dalla pos-sibilità di capire l’importanza di saper gestire il de-naro e di collaborare insieme in un gioco di squa-dra vincente.

S empre più si sta diffonden-do una nuova cultura chenon considera l’economia e

la finanza esclusivamente secon-do i parametri del rendimento,del capitale e dell’interesse, mache tiene altresì conto delle valorietici, secondo precisi requisiti diresponsabilità sociale e ambien-tale (socially responsible investment

o ethical investment). Fondamen-tale su questo punto il contributodel premio Nobel per l’economiaAmartya Sen, che ha sostenutoche nel computo economico dellaricchezza non deve essere consi-derato esclusivamente il benesse-re materiale, bensì anche la feli-cità individuale e collettiva.L‘attenzione del Barbarigo per ilmondo dell’economia ha trovatoespressione quest’anno con ilprogetto “Finanza etica”, ideato egestito in collaborazione conBanca Etica. Il programma è statopredisposto per gli studenti delleclassi terze delle scuole seconda-rie superiori ed è della durata diun anno, fino a marzo 2012. Oltrealle esperienze scolastiche (lezio-ni in classe, letture personali e

guidate, ricerche su Internet ) so-no stati previsti incontri conesperti, visite ad aziende, magarianche estere, e la collaborazionecon soggetti operanti nel territo-rio e sensibili alle problematichedell’economia solidale e della fi-nanza etica, come il Centro “Giu-seppe Toniolo”, l’Ucid e la Fisp(Formazione Sociopolitica - Dio-cesi di Padova).

Una finanza etica è possibile

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NOTE DI VITA - PUbbLiCaTo iL Libro

Don Floriano, la musica e il Barbarigo

L o scorso 11 gennaio ha spento 90 candelinemons. Floriano Riondato – per tutti sempli-cemente don Floriano – autentica colonna

del Collegio Vescovile Barbarigo, dove ha prestatoservizio fin dal 1946 come vicerettore e professoredi religione e di educazione musicale nella scuolamedia. Proprio l’insegnamento dell’arte dei suoniha rappresentato per lui una passione indomabile,sfociata in un approccio didattico innovativo e nel-la realizzazione di una miriade di iniziative, comela costituzione di una pionieristica banda scolasti-ca, di una piccola orchestra barocca e dell’inedito eormai celebre ensemble di arpe, battezzato “Floria-na”. E ancora, i numerosi concerti e le rassegnestudentesche organizzati al Barbarigo: la base, in-somma, su si è ha avviato nel 2010 il liceo musica-le, ultimo tassello di quel “centro di cultura musi-cale” che mons. Riondato puntava a creare fin daisuoi primi esperimenti pedagogici. In questo sen-so, già quarant’anni fa aveva capito quanto variericerche condotte di recente (anche dall’Universitàdi Padova) solo oggi sono giunte a dimostrare, ecioè che l’applicarsi fin da piccoli allo studio diuno strumento musicale aiuta a sviluppare abilitàcollaterali sia di tipo logico-matematico, sia di tiposocio-relazionale. Delle intuizioni di don Floriano hanno beneficiatomigliaia di studenti del Barbarigo e, in generale,l’intero ambiente musicale padovano, all’internodel quale il sacerdote è conosciuto e stimato. Stimache la città gli ha concretamente manifestato nel2005 riconoscendolo “Padovano eccellente”.La straordinaria vicenda di don Floriano si puòora ripercorrere nell’originale regalo, una “biogra-fia musicale”, fatto dal Barbarigo al suo storico do-cente. Il volume, intitolato Note di vita. Don Floria-no e la musica al Barbarigo, è stato presentato il 22gennaio in occasione di una festa-concerto in ono-re di mons. Riondato. «Per delineare l’insolita fi-gura di don Floriano – spiega l’autore Piero Ciof-fredi (nella foto) – ho raccolto le testimonianze de-gli attuali insegnanti di educazione musicale delBarbarigo, con cui il sacerdote ancora collabora at-tivamente, e di una decina di suoi ex-alunni, alcu-ni dei quali, come Leopoldo Armellini, Mario Fole-na e Sonig Tchakerian, sono oggi musicisti profes-sionisti di rinomanza internazionale». Alle testi-monianze l’autore ha aggiunto un’antologia deigustosi articoli che fin dal 1954 don Floriano scriveregolarmente per i notiziari d’istituto e che rivela-no un osservatore arguto e sensibile della vita sco-lastica quotidiana e degli altalenanti moti dell’ani-

ma dei ragazzini a lui affidati.Tra le considerazioni del sacerdote riportate nelvolume, particolarmente significative sono quellesul valore dello studio della musica al fine dellacrescita globale della persona: «Ho insegnato mu-sica ai ragazzi per quarant’anni e sono convintoche dedicarsi ad essa fin dalla fanciullezza aiuti asviluppare l’intelligenza, a imparare la concentra-zione nello studio e a coordinare il movimento ditutte le membra. Fare musica acuisce il desideriodi conquistare il piacere di esprimere, e favoriscela costruzione di immagini che colorano il panora-ma di un sogno. Tutto questo si nota osservandogli occhi di chi canta o suona a memoria. La musi-ca tocca e muove le corde più intime dell’animoumano, arriva nei suoi punti più reconditi e inson-dabili, educa alle grandi emozioni, ai sentimenti eal buon gusto». Oltre che in diverse librerie della città, il libro sudon Floriano è disponibile presso la portineria delBarbarigo.

Piero Cioffredi, Note di vita. Don Floriano e la musicaal Barbarigo, Gregoriana libreria editrice, 2011, pp.74, con appendice fotografica, €10.

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«Una bellissima emozione nasce in me quando sguardi esorrisi, durante prove e concerti, si incontrano attraversole corde delle nostre arpe; questa rete invisibile crea lacomplicità che rende fantastica l’esperienza d’orchestra».

Veronica Barbiero

«Quarantasette corde formano un’arpa; ogni corda rap-presenta un traguardo, una difficoltà superata, un’emo-zione, una risata, un abbraccio. Arrivare in aula della profin terza media e trascorrere tutta la ricreazione a suonareper poter andare in Spagna; o ancora in una grigia giorna-ta invernale entrare nell’aula e trovare la prof intenta apreparare l’albero di Natale; o arrivare di corsa perché si èappena finito un esame all’università e brindare insiemecon cioccolata calda e caffè insieme alla prof. Questa perme è l’arpa!!»

Francesca Bianchini

«Avete presente come nasce una farfalla?! Beh, il mio cam-mino in campo musicale è stato molto simile. Da bruco acrisalide e attraverso un difficile cammino di crescita, af-fiancata dall’insostituibile sorriso della prof e dal sostegnodi don Floriano, a farfalla!!! Ed ora grazie alla musica pos-so volare in spazi senza confini ed esprimere mille emo-zioni che a parole non saprei descrivere».

Alessandra Sette

«Quest’anno come mai prima, ho riflettuto su quanto im-portante sia per me far parte di un gruppo unito da un’ar-te unica come la musica. Ad ogni nuovo concerto sentoche il potere delle note dell’arpa mi arricchisce, mi fa cre-scere e capire quanto bello sia condividere con la nostrarof e le mie compagne attimi di vita così intensi».

Ginevra Maniero

EnSEMbLE FLORIANA

E l’avventura continua... emozionante!

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RUBANOAUDITORIUM DELL’ASSUNTA

28 gennaio

In questa suggestiva cornice si è tenu-to uno dei più importanti concertidell’anno per l’Ensemble. Il concertoè stato organizzato in occasione dellamanifestazione Concerti d’Inverno,promossa ogni anno dal Comune diRubano nel mese di gennaio per va-lorizzare le risorse e i talenti locali eper creare occasioni di aggregazioneper la cittadinanza; prima dell’En-semble vi si sono esibiti artisti in duodi pianoforte e quartetto jazz. Il concerto dell’Ensemble celebrava laserata conclusiva del festival e perl’occasione erano presenti il sindacoGottardo e l’assessore alla culturaDall’Aglio. L’Ensemble si è esibito inun concerto unico, con una straordi-naria partecipazione del pubblico,numeroso, attento e soprattutto mol-to caloroso.

Jessica Tredese

CORTINA D’AMPEzzOCHIESA SS FILIPPO E GIACOMO

4 marzo

C’è sempre una prima volta... Per laprima volta le locandine di invito an-nunciavano un concerto, il 4 marzo,nella Basilica Parrocchiale di CortinaD’Ampezzo, elevata a questa dignitàdalla Santa Sede il 7 gennaio scorso.Ma sicuramente per la prima voltanelle solenni volte gotiche di quellaBasilica sono risuonate le note di unensemble d’arpe. Il risultato, di gran-de effetto, è stato decisamente ap-prezzato dal numeroso pubblico pre-sente: brani musicali di sicuro effetto,eseguiti con maestria e passione dal-l’Ensemble d’arpe Floriana.Graditissima anche l’esecuzione dibrani polifonici da parte della ScholaCantorum di Cortina d’Ampezzo, di-retta dal Maestro Denis Catenazzi; diparticolare effetto il momento in cuile arpe, la Schola Cantorum e la vocedel soprano Roberta Majoni si sonounite per l’Ave Maria di Bach/Gou-

nod. Va espressa gratitudine all’Asso-ciazione Nazionale Dentisti Italianiche ha voluto inserire questo delicatomomento nel programma del suoconvegno annuale, all’Istituto Barba-rigo di Padova, agli altri sponsor epromotori di questo evento. I calorosiapplausi del pubblico e l’unanime ri-conoscimento del convegnisti del-l’ANDI e dei parrocchiani presentisono sicuramente il segno più bellodella serata. La prossima non sarà laprima volta...

don Davide FioccoParrocchia dei Santi Filippo e Giacomo, Cortina

Un concerto che ha trasmesso profon-de emozioni e al quale hanno parteci-pato in tanti: residenti, vacanzieri, fa-miglie, bambini e pubblico interna-zionale, assieme al presidente del-l’Associazione Nazionale Dentisti Ita-liani, dottor Gianfranco Prada.Ascoltando i suoni si è trascinati, co-me nella vita, in un’avventura di cuisi conosce l’inizio ma non la fine ... lamusica è un sorriso che non deve es-sere tradotto in lingue diverse, unsorriso che accompagna un’emozio-ne, un legame tra persone di diverseculture, che aiuta e che comunica. Nella Basilica dei Santi Filippo e Gia-como di Cortina d’Ampezzo, l’ANDIha così celebrato la sua missione an-che verso i più deboli. Tutti ci augu-riamo che questo concerto unico ab-bia rappresentato un appuntamentoculturale di Cortina e di ANDI percomunicare il sorriso. Un ringrazia-mento particolare alla direttrice Ma-ria Chiara Bassi per l’orchestrazione,che ci ha reso familiari aspetti dellegrandi partiture in programma.

Antonio PellicciaProfessore di Economia e organizzazione aziendale

Università Cattolica del Sacro Cuore

LEvICO TERMEPALAzzO DELLE TERME

18 giugno

Il tempo un po’ uggioso non ci sco-raggia ed ecco che piene d’entusia-smo, scortate dai nostri immancabilisostenitori (mamma, papà, fratelli esorelle), ci dirigiamo verso LevicoTerme. Nella bellissima struttura di-sponiamo le nostre arpe, una prova epoi l’immancabile visita della città.Fermandoci a comprare degli om-brellini per ripararci dalla pioggia, vi-sitiamo il bellissimo palazzo ora di-ventato Hotel Imperial, storica resi-denza estiva della famiglia imperialed’Austria, immerso in un parco seco-lare di 150.000 metri quadri, e la viaprincipale della città. Ritornate al Palazzo delle Terme ciconcentriamo per il concerto: Bach,Mozart e Bizet, solo alcuni dei nomiche appartengono al nostro reperto-rio. Tra calorosi applausi del pubbli-co, di Don Floriano e del maestro Bat-tisti si conclude il nostro anno insie-me. Anno ricco di emozioni ed esperienzein una realtà, come quella dell’En-semble, che ci fa crescere sempre dipiù.

Francesca Bianchini

GLI ALTRI CONCERTI

• Villa Pacchierotti, 11 dicembre 2010;

• Ristorante Miravalle, 23 dicembre2010;

• Teatro Barbarigo, 22 gennaio 2011,in occasione della festa dei 90 annidi Don Floriano;

• Ristorante La Montanella, 13 mag-gio;

• Palazzo della Ragione, 14 maggio;

• Teatro Barbarigo, 27 maggio (sag-gio della Classe d’arpa).

Un grazie di vero cuore va alla nostraprofessoressa che con gioia e dedizio-ne riesce a trasmetterci l’amore per lamusica.

Ensemble d’Arpe Floriana

I CONCERTI DI qUEST’ANNO

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C’ erano anche quattro ra-gazzi “targati Barbari-go” all’ultima JMJ di

Madrid, la Giornata Mondiale del-la Gioventù che ha visto oltre unmilione di giovani attorno al papaBenedetto XVI. Data l’importanzadella Giornata mondiale, non c’è almondo, fatta eccezione per casiparticolari, persona che non sappiacosa succeda durante quella setti-mana. Spesso, però, da dentro sipercepisce la difficoltà di comuni-care ciò che un partecipante prova,e davanti ai notiziari si è un po’delusi: come se ciò che si vive inprima persona fosse una realtà pa-rallela. Innanzitutto, bisogna sfatare il mi-to della bellezza della GMG in sé eper sé: niente da togliere all’incon-tro con il Santo Padre, ma ritenia-mo che in particolare la nostra“esperienza” estiva non poteva es-sere la stessa senza l’essenzialecontributo di Zaragoza e di unasua parrocchia in particolare:“Nuestra Señora del Rosario”, il

cui parroco, Javier Pérez Mas, si èmostrato un uomo alla mano, dav-vero accogliente. È infatti grazie aipreziosi contributi dei parrocchia-ni di “Nuestra Señora del Rosario”se la nostra JMJ ha avuto un valoreaggiunto. Infatti non sono pochicoloro che ritengono il gemellag-

gio pre-incontro ufficiale fonda-mentale. Non solo per la gentilez-za e l’ospitalità locale, ma ancheper la fede dimostrata dai nostriospiti. Le cure e le attenzione dedi-cateci, gli incontri organizzati e lapremura sono stati un esempio pertutti noi. Non c’è stata madre chenon abbia considerato i pellegrinicome una sorta di figli adottivi.Questo si spiega considerando lostato della Chiesa in Spagna, scar-sa di giovani fedeli. Siamo stati ac-colti come esempi da ascoltare edammirare, come una speranza peril futuro della Spagna cattolica. Perquesto ogni incontro veniva perce-pito dai zaragozani come fonda-mentale per il futuro delle loro ge-nerazioni di giovani. La condivisione ha avuto il suoapice con l’onore concesso ai pel-legrini del nostro autobus: il tra-sporto del “rosario di cristallo”(enormi lanterne poste su carriutilizzate per illuminare la piazzadel Pilar nel giorno dedicato allaMadonna, uno per ogni mistero)dal museo al luogo dell’incontro,la piazza davanti il santuario diNostra Signora del Pilar.

Stefano Castagna

SPagna, agoSTo 2011

Dal Barbarigo alla JMJ

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Associazione ex allievi Istituto Barbarigo

T ante e variegate le iniziative condottequest’anno dall’Associazione degli Ex-Allievi: lo scorso giovedì 19 maggio è

stata la volta del noto imprenditore MatteoMarzotto, che ha presentato il suo libro Volare

alto. Quello che ho imparato fin qui dalla vita, mo-derato da Omar Monestier, direttore del Matti-no di Padova, e introdotto da Veronica De Leoe da Alberto Franceschi, rispettivamente vice-presidente e presidente dell’Associazione exAllievi. «Abbiamo organizzato questo incontroperché per noi Matteo è un modello di giovaneimprenditore italiano, da cui i giovani dovreb-bero prendere esempio – ha dichiarato durantel’appuntamento il presidente Franceschi –; hapromosso il Made in Italy in tutto il mondo, èpresidente dell’Enit ed è anche vicepresidentedella Fondazione contro la fibrosi cistica».Lo scorso 3 giugno ha avuto luogo la consegnadei diplomi d’oro (per i maturati di 50 anni fa)e d’argento (25 anni). L’evento era alla sua se-conda edizione, nato dall’idea di cercare di ri-portare in Barbarigo coloro che hanno termina-to i loro studi molti anni fa, per far conoscereloro le novità della scuola e rivivere ricordi edemozioni di un tempo. Ad ognuno degli ex Al-lievi premiati è stata consegnata come ricordodell’incontro una pergamena. Venerdì 2 dicembre, alle ore 18.30 nella sala Ro-manino dei Musei Civici Eremitani, poi, la con-ferenza sul tema delle Politiche energetiche in Ita-

lia, con Paolo Scaroni, manager di fama inter-nazionale e amministratore delegato dell’Eni.Iniziativa patrocinata dal Ministero dello Svi-luppo Economico, dalla Regione Veneto, dallaProvincia e dal Comune di Padova, nonchédalla Fondazione Antonveneta.Sabato 17 dicembre 2011, dalle ore 21 nellachiesa degli Eremitani, è previsto l’ormai con-sueto concerto di Natale dell’Associazione.

L’ingresso sarà gratuito con offerta libera e il ri-cavato andrà ad un’associazione cittadina im-pegnata nel sociale. Il concerto sarà tenuto dal-l’Orchestra giovanile “Diego Valeri” assieme alCoro “Voci unite”, per un totale di circa 120elementi.

Per informazioni e iscrizioni:www.associazionebarbarigo.org

Iniziative 2011

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eX allievi in cronaca: carlo carraro

Ripartire dalla formazione: intervista al rettore di Ca’ FoscariCarlo Carraro, ordinario di Econo-mia e Rettore dell’Università Ca’ Fo-scari di Venezia dal 2009 al 2014, èun ex studente illustre del Barbarigo.Dopo gli anni trascorsi nel nostroIstituto ha frequentato, prima comestudente e poi come ricercatore e do-cente, le più prestigiose universitàeuropee e americane; nel corso dellasua carriera ha pubblicato più di 200articoli e 30 libri, toccando i temi del-l’economia ambientale, dei cambia-menti climatici, degli accordi inter-nazionali ambientali e del coordina-mento delle politiche fiscali e moneta-rie.

Cosa ricorda più volentieri dellasua esperienza nella nostra scuo-la? Come mai la sua famigliascelse il Barbarigo?I più bei ricordi che ho del Barba-rigo sono legati ai compagni diclasse e all’aria che si respirava inquegli anni. Voglia di cambiare,di scoprire, che a volte il Barbari-go non incoraggiava, anzi. Maforse proprio per questo, perchépiù difficili, quei giorni ci hannodato la forza per affrontare i tanticambiamenti degli anni successi-vi. Ricordo il chiostro nelle gior-nate di sole come punto di aggre-gazione e di incontro. Le discus-sioni con gli insegnanti. Le tanteidee che nascevano e si traduce-vano in progetti. La mia famigliaha scelto il Barbarigo perché all’e-poca garantiva regolarità delle le-zioni, insegnanti stabili, una buo-na qualità dell’insegnamento,una ottima organizzazione. Dicerto è una decisione che mi haaiutato molto nel mio percorso distudi e di formazione.

Anche la sua passione per lo stu-dio e la ricerca è nata nel nostroistituto? Cosa le piaceva studiaredi più a quei tempi?La passione per lo studio in realtàè arrivata con la maturità. Cometanti ragazzi alle superiori avevotantissimi interessi, lo studio erauno di questi, ma non il prepon-derante. L’amore per i libri e perla scienza sono cose che hannosempre fatto parte di me. Ma chesono emerse con decisione all’ini-zio del mio percorso universita-rio. Ai tempi del Barbarigo, mipiaceva la filosofia e la matemati-ca e pensavo avrei fatto ingegne-ria. Poi la vita è girata diversa-mente. Ero uno studente fin trop-po dedicato, ho vinto il premio dimigliore della classe ogni anno.Ma in realtà senza esagerare conlo studio. Riuscivo a fare tante al-tre cose. Al Barbarigo ho incon-trato alcuni ottimi insegnanti chemi hanno fatto capire come si stu-dia.

Secondo lei, cosa rende “di qua-lità” la formazione culturale?Di certo il principale requisitoperché la formazione culturale siadi qualità è che lo sia la strutturache la eroga. Una formazione cul-turale di elevato livello è possibilesolo se lo sono i docenti che se neoccupano. E per questo serve pri-ma di tutto una formazione diqualità per chi poi dovrà insegna-re. In questo senso le Universitàhanno un ruolo determinante percontribuire ad alzare il livello. De-vono continuare ad erogare for-mazione seria e approfondita. Inmolti casi credo sia necessario an-che continuare a rimanere aggior-nati, continuare a studiare, esseresempre preparati. Il mondo cam-bia rapidamente e non è pensabi-le che chi insegna resti indietro.Serve un confronto costante con

quanto accade fuori dai nostriconfini. Anche nella formazionela “competizione” è su scala glo-bale. Dobbiamo garantire ai no-stri ragazzi di poter contare sudocenti e istituzioni in grado diprepararli al meglio per essere al-lo stesso livello o più competentidei loro coetanei degli altri Paesi.

Molti lamentano che nell’Italiadi oggi la preparazione e la cul-tura non siano riconosciute: se-condo lei, ha ancora senso cerca-re di impegnarsi a riuscire nellostudio?Come dicevo prima, perdere divista l’importanza della forma-zione e del livello culturale di unPaese, comporta un impoveri-mento sicuro del suo patrimonio.Anche dal punto di vista dellepossibilità di sviluppo e di cresci-ta di quel territorio. Tutte le anali-si statistiche concordano su que-sto. La formazione non è solo l’in-vestimento più redditizio per ilsingolo individuo, ma lo è ancheper il paese. Le nazioni che cre-scono di più sono quelle che han-no investito o stanno investendodi più in ricerca e formazione.Questo è un punto su cui riflette-re anche in questi giorni, quandosi parla di riduzione della spesapubblica. Razionalizzare un siste-ma scolastico e universitario èopera certamente necessaria. ACa’ Foscari è un obiettivo che misono posto e su cui lavoro da dueanni: puntare su merito, qualità erazionalizzare i costi. Tuttavianon è neppure pensabile doverfar fronte solo a tagli. È necessarioche i meccanismi premiali in par-te già attivati vengano consolidatie potenziati. Le risorse per ricercae formazione vanno aumentate emeglio distribuite. I tagli vannofatti a quelle istituzioni i cui risul-tati qualitativi sono insufficienti.

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Ripartire dalla formazione: intervista al rettore di Ca’ FoscariNei suoi studi, e ultimamenteanche nel suo incarico di retto-re, si è molto occupato di soste-nibilità ambientale, e in genera-le dei rapporti tra economia edecologia. Si tratta di mondi in-compatibili o possono trovareun punto di unione?Non solo possono, ma devonotrovare un punto di equilibrio.Più che di ecologia però parlereidi sostenibilità. È indispensabilecapire che i comportamenti dioggi avranno delle ripercussionie degli impatti. Soprattutto nelmedio lungo periodo. Servonoconsapevolezza e soprattuttoadottare pratiche che tenganoconto delle ricadute in terminiambientali delle scelte che assu-miamo. Siamo ancora in tempoper imboccare una strada chepreservi ambiente e clima. Diffi-cile che si arrivi però a dei risul-tati con decisioni calate dall’al-to. Credo sia indispensabile undiffuso movimento dal basso incui ciascuno si assume le pro-prie responsabilità e fa la suaparte. A questo proposito faccioun esempio. Ca’ Foscari ha con-tribuito in modo determinante astendere con il Ministero del-l’Ambiente le linee guida per ilCarbon Management così da indi-care la strada per ridurre leemissioni di anidride carbonicanegli atenei.Queste linee guida la nostraUniversità le ha adottate e le staapplicando. E le ha messe a di-sposizione di tutti gli atenei ita-liani che possono intraprenderelo stesso nostro percorso.

Mondo del lavoro e crescita pro-fessionale: cosa consiglia aglistudenti delle superiori? qualisono i settori da tenere d’oc-chio? quali gli atteggiamenti dacoltivare?

La prima cosa è che investanonella loro formazione. Che abbia-no il coraggio di guardare ancheal di là del canonico percorso distudi. Puntino su esperienze all’e-stero, sulla rete di relazioni chesono in grado di costruirsi. Stu-diare lontano dall’Italia permettedi acquisire conoscenze e compe-tenze differenti, consente di allac-ciare rapporti e conoscenze chediventano molto importante nellacostruzione della propria vita la-vorativa dopo gli studi. In piùaiuta ad allargare il mercato al-l’interno del quale gli studenti dioggi potranno andare a trovarel’occupazione di domani. La glo-balizzazione ha anche questo tipodi risvolto che io giudico positivo.È un’opportunità di crescita e dimiglioramento. Quanto ai settori,serve tornare ad occuparsi discienza. In Italia le facoltà scienti-fiche hanno sempre meno studen-ti, con conseguenza negative pertutto il Paese.

Un augurio agli studenti e uno aidocenti…A chi oggi studia e insegna tra lemura del Barbarigo auguro di po-ter trovare nel primo caso gli stes-si stimoli che ho scoperto io suibanchi del liceo per poi riusciread individuare nel modo più pre-ciso e soddisfacente la possibile lastrada da percorrere all’universitàe poi nel mondo del lavoro. Nelsecondo caso confido che chi stain cattedra non perda mai la pas-sione per il proprio lavoro e abbiasempre presente l’enorme impor-tanza del proprio ruolo. Anche senon sempre è facile. In Cina, ungiorno all’anno, si festeggia la“Giornata dell’insegnante”. È unafesta nazionale. Trovo sia il giustoriconoscimento per un ruolo fon-damentale per il benessere di unanazione.

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agESC 2010-2011

Un anno di novità e di iniziative

L’ anno scolastico 2010-11 è stato davveropieno di entusiasmo e di iniziative per lasezione Agesc del Barbarigo, grazie an-

che al rinnovo delle cariche del comitato d’istitutoche, lo scorso 16 febbraio, ha portato nuove forzeall’interno dell’associazione. E per quest’anno sco-lastico, tante idee, per iniziative rivolte ai ragazzima anche per la formazione e il sostegno ai genito-ri.Davvero tante le cose fatte nel 2010-11: oltre ai dueincontri di riflessione per i genitori, uno natalizio euno pasquale, l’Associazione ha sostenuto alcuneiniziative della scuola, tra cui la Festa del libro di fi-ne anno, con la stampa di due volumi per l’estatedonati poi agli studenti, e due iniziative particolariper gli alunni delle Medie: la gita a Venezia e il la-boratorio sulla miniatura antica. La visita alla città lagunare si è svolta il 21 maggioed è stata un’opportunità unica per conoscernequalche aspetto insolito e per visitarne alcuni spa-zi non ancora aperti al pubblico: i ragazzi hannopercorso le più antiche carceri del Palazzo Ducale,i pozzi, il Ponte dei Sospiri e il Palazzo delle Pri-gioni nuove. Il contributo dell’Agesc ha coperto glispostamenti di alunni e insegnanti in vaporetto,assieme al biglietto per Palazzo Ducale e all’atti-vità didattica che vi si è svolta. Un bell’esempio dicollaborazione che si spera di poter ripetere anchein futuro.Ma perché è così importante anche per i genitoriimpegnarsi in prima persona all’interno della

scuola? Lo abbiamo chiesto alla nuova presidente:«Credo che la collaborazione tra famiglie e scuolasia molto importante – risponde Marina Montec-chio: ex studentessa del Barbarigo, un lavoro comeanalista finanziaria e madre di tre figli, due deiquali frequentano l’Istituto – In questo senso vedogià il Barbarigo molto aperto, ma vogliamo co-munque dare voce ai genitori, tenere l’orecchioaperto alle loro necessità». In questo senso il ruolodell’Agesc può essere quello di ponte tra famigliee scuola: «Anche per quanto riguarda il rapportocon il territorio e le istituzioni che lo rappresenta-no, ci sono spazi per migliorare. Il mondo dellascuola sta purtroppo attraversando un periodo ditagli generalizzati, non solo per gli istituti paritari:un problema particolarmente grave, a mio avviso,è ad esempio quello del trattamento degli alunnicon disabilità. A questo riguardo mi pare che l’A-gesc si stia dando molto da fare, in collaborazionecon gli altri istituti, anche pubblici, a far sentire lapropria voce per una scuola migliore e più giusta».L’Associazione Genitori Scuole Cattoliche è sortanel 1975, come “strumento” che le famiglie si sonodate per aiutarsi ad approfondire i rapporti con lascuola, la Chiesa e la società civile: un compito cheoggi assume un significato particolare, da un latocon la crisi che sembra coinvolgere ogni istituzio-ne educativa (compresa la famiglia), dall’altro conla continua diminuzione delle risorse, private estatali, da ultimo tagliate anche nella finanziariaregionale.

IL COMITATO AGeSC DI ISTITUTO

Lo scorso 16 febbraio 2011 l’assemblea elettiva A.Ge.S.C.di Istituto ha rinnovato gli organi dell’associazione.Il nuovo comitato risulta così composto:

Presidente: Marina Montecchio BarbatoVicepresidente: Marina Procidano SemenzatoSegretaria: Antonella Arengi Bentivoglio NicoliniTesoriera: Maria Beatrice Ravagnan Mason

Delegati all’Assemblea provinciale:Fiorella Andretta Sgrò, Alessandra Maragno No-taro (rappresentante Agesc in Consiglio d’Istituto), Fa-bio Argenti.

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I l 10 marzo scorso è passato a vitaeterna don Giovanni Roncolato, unprete che ha vissuto tutta la vita in

servizio al Collegio Barbarigo. Vorreitentare di proporre – secondo il miopunto di vista – quale “parola di Dio”può esprimere la sua vita, cosa Dio havoluto dirci attraverso questo prete, nelpercorso della sua esistenza. Con donGiovanni ho vissuto soltanto i suoi ulti-mi 18 mesi, quindi un periodo assai fati-coso – forse il più in salita – della sua vi-ta, ma comunque vorrei sintetizzare trelezioni, tre “parole di Dio” che mi paredi aver colto dai suoi racconti, dalle testi-monianze di chi ha lavorato con lui, dimolti ex allievi che lo ricordano con stima.

1. La vita è cammino. Don Giovanni, caso più unicoche raro, ha avuto un incarico soltanto, un’unica de-stinazione: il Barbarigo, dal 1953 alla morte, è statola sua casa. 57 anni e mezzo! Poteva starsene quieto,sbrigare le incombenze d’ufficio e poi dedicarsi aisuoi hobby, riposare… Invece si è messo a cammina-re, e non soltanto per i Colli e le Dolomiti, ma si èfatto pellegrino per le strade d’Italia (via Francigena,arrivando a Roma a piedi pochi mesi prima di sco-prire il male che l’ha consunto) e per l’Europa, finoal Cammino di Santiago di Compostela.Poteva dire “Ho da fare abbastanza col mio ufficio” einvece è stato disponibile all’aiuto pastorale: per ol-tre trent’anni ha collaborato in parrocchia al Torresi-no, dall’ufficio parrocchiale alla visita ai malati, dallapreparazione meticolosa delle omelie al contattosemplice e discreto con le persone. Con la sua vita don Giovanni ci insegna: non dire pi-gramente “basta così…”; a non limitare l’orizzonte alsoffitto della stanza o al muro del giardino, ma amettersi in cammino; a non accontentarsi del beneattuale: forse c’è un povero che ha bisogno del mioaiuto; e certo c’è il Signore che dà appuntamento piùavanti, oltre le nostre sicurezze, i confini dentro cuirischiamo di rinchiuderci: la vita è pellegrinaggio, ècamminare!

2. La vita è bella e va vissuta in pieno. Partendo dallegame forte con le proprie radici (Torreglia), i ricor-di delle persone care: era bello sentire don Giovannirivivere certi ricordi di famiglia o raccontare l’ultimapasseggiata nei sentieri sopra la casa paterna in qual-

che bel pomeriggio pieno di sole, par-lare dei cinghiali che scorrazzano per iColli…La sua è stata una vita vissuta in pienonella fedeltà alla concretezza quotidiana,nel dovere svolto con precisione, con sti-le ordinato ed elegante, nel gusto di far lecose bene. Vanno ricordati il suo grandeamore alla scuola, la fedeltà agli impe-gni, esigente verso se stesso e verso glialtri per garantire il meglio per tutti e peril Barbarigo. Quanti documenti, quantiorari, quanta pazienza, in anni e anni disegreteria scolastica! Vita piena, poi, nella bellezza dei luoghie panorami scoperti, fotografati, ricordati

e descritti e negli incontri con le persone che la strada timette davanti; nei momenti di convivialità e amicizia,con un bicchiere di buon vino insieme; nella passioneper la musica, vera compagna di tanti momenti di relaxed elevazione interiore.Vita vissuta in pieno nelle tante e profonde relazionicon le persone, aldilà dei limiti propri e altrui: e la pre-senza numerosa sia alle esequie al Torresino sia alla ce-lebrazione pomeridiana a Torreglia lo ha confermato.Qui molti meglio di me potrebbero raccontare giornatevissute con don Giovanni, escursioni, sciate, viaggi:davvero il dono degli amici è un segno grande dell’a-more di Dio nella nostra esistenza!Vita vissuta in pieno, anche nei momenti duri e amaridella malattia: oltre due anni di calvario, fra crolli, cure,ricoveri, riprese, chemioterapie, esami, rinvii… E conun coraggio e forza interiore, una lucidità e memoriache ogni volta colpivano e impressionavano: sarà diffi-cile per me dimenticare il dolce sorriso di saluto, il“ciao” sussurrato con un filo di fiato, l’insistito tenermila mano quando partivo dal suo letto d’ospedale.

3. L’essere più che l’apparire. Don Giuseppe Zanon hascritto di lui: “ha curato l’essere più che l’apparire. Inquesto nostro tempo è una testimonianza forte resa alVangelo”. Quanto è preziosa questa lezione, tanto piùin un mondo come il nostro che tende all’esteriorità, allook, agli effetti speciali e spesso trascura la sostanza, lagiustizia vera, la solidarietà. Quante volte don Giovan-ni ha commentato le notizie del telegiornale con un ge-sto silenzioso, un alzare la mano verso l’alto, come dire“Ma va’… chi credi di essere… a chi la racconti?”. Riposi in pace e il suo ricordo resti in benedizione!

don Cesare Contarini

Don gioVanni ronCoLaTo

Tutta la vita spesa per il Barbarigo

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iMPararE L’arabo a TUTTE LE ETà

Strumento prezioso per dialogare e crescere professionalmente

A nche quest’anno il Barbari-go ha organizzato, per ilsesto anno consecutivo,

dei corsi di lingua araba aperti a tut-ti, di livello base e avanzato. L’inten-to è di fornire uno strumento utile eallo stesso tempo di contribuire allaconoscenza reciproca e alla convi-venza rispettosa con le persone dicultura diversa. Una scelta apparen-temente paradossale, quella dellascuola cattolica paritaria, eppureperfettamente coerente con la suastoria: fu infatti proprio il santo ve-scovo Gregorio Barbarigo a fondarenel 1670 una tipografia per stampa-re in molte lingue, tra cui l’arabo; alui si deve inoltre la pubblicazionedella prima traduzione in latino delCorano. Oggi la lingua araba, usata da circa400 milioni di persone, è uno degliidiomi più parlati al mondo comemadrelingua: dopo il cinese e l’hin-di ma forse addirittura prima del-l’inglese e dello spagnolo. L’arabo èinoltre la lingua sacra dell’Islam,con cui pregano circa un miliardo emezzo di persone in tutto il mondo.Lo studio della cultura e della lin-gua araba rappresenta oggi un mo-do per prepararsi a una sfida cultu-rale ed educativa che si pone anchea “casa nostra” (erano circa 12.600gli arabofoni regolarmente residentinella sola provincia di Padova allafine del 2008, quasi tutti provenientidal Nord Africa) e, allo stesso tem-po, può rappresentare una chiaved’accesso a opportunità sempre piùinvitanti nel mondo dell’economia edel commercio internazionali. Ep-pure sono ancora pochissimi gli ita-liani che lo studiano. Non ci sonodati certi: a Padova appena un paiodi istituti privati offrono dei corsibase; nella stessa Università di Ca’Foscari, punto di riferimento del Tri-veneto per lo studio delle lingueorientali, ogni anno si iscrivono alcorso di arabo una sessantina di stu-

denti, dei quali in media appenauna quindicina giunge alla laureatriennale.I corsi del Barbarigo sono partiti il15 novembre 2010 e si sono svolti fi-no ad aprile 2012, per un totale di 40ore suddivise in 20 lezioni. Nel pro-gramma, a seconda del livello: alfa-beto arabo, scrittura e lettura, ele-menti di grammatica (morfologia esintassi), fraseologia; e poi composi-zione delle frasi, cenni sull’araboclassico moderno, cenni sull’arabocolloquiale dell’Oriente arabo.Docente è Adnan Jaser, palestinesema residente a Padova da più diquarant’anni, che nel corso della suaesperienza ha messo a punto unmetodo di insegnamento innovati-vo, sempre più apprezzato anche alivello universitario. Di seguito riportiamo alcune delleesperienze raccolte tra coloro chehanno frequentato il corso lo scorsoanno:«Il corso è stato davvero un’espe-rienza unica. Il docente è un Mae-stro, i compagni di avventura perso-ne che sarebbe stato un peccato nonincontrare sulla mia strada. Studiarel’arabo è davvero difficile, ci vuole

impegno, costanza, determinazione,pazienza… A volte mi chiedevo“ma chi me l’ha fatto fare”? Ma mibastava guardarmi intorno, incon-trare gli sguardi degli altri, per tro-vare la risposta». (Angela Bigi)«È stato un corso molto interessante,e io voglio andare avanti e impe-gnarmi sempre di più. Mi sono tro-vata molto molto bene». (Mirka Ca-meran)«Certamente il vostro nome offreuna garanzia di serietà nel mettere adisposizione “voi stessi”!!! Che cosami ha spinto a frequentare il corso!?!Beh capire quanto “arabo“ è l’ara-bo!!! Mr. Adnan… è una personafantastica, un insegnante fantastico,paziente... magari ce ne fossero dipiù di insegnanti come lui. Consi-glio ai giovani lo studio di questalingua: abbiamo la vicinanza geo-grafica  e i nostri giovani si trove-ranno un mondo aperto anche dalpunto di vista lavorativo. Grazie an-cora da una studentessa all’alba dei50 anni!!! È stato entusiasmantemettermi alla prova e vedere che siapprende ancora… studiando!».(Elisabetta Cipollone)«Volevo avvicinarmi alla lingua ara-ba, sia per curiosità, sia per cercaredi capire, attraverso la lingua, lamentalità e la complessità di popolicosì diversi. Ho trovato il corso mol-to valido, grazie soprattutto al valo-re del nostro insegnante che, oltre adimostrare lunga esperienza e gran-de pazienza, ha una buona capacitàdidattica. Per quanto riguarda leaspettative, sicuramente sapevamoche in 40 ore non si sarebbe riusciti aparlare una lingua come l’arabo.Abbiamo però imparato a scriveretutto l’alfabeto nella sua comples-sità, oltre a parecchi vocaboli; inoltreabbiamo fatto diversa grammatica,e infine abbiamo trattato la culturadel mondo arabo. Arrivederci alprossimo anno scolastico». (AntoniaCoppo)

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aDDio Suore: grazie Di tutto!Lo scorso gennaio la Madre Generale, suor umberta Salvado-ri, ha comunicato che la Congregazione delle Serve di MariaAddolorata di Chioggia aveva deciso di ritirare a fine giugnole suore operanti al Barbarigo. ovvio purtroppo il motivo: lamancanza di vocazioni.Il Barbarigo è restato dunque privo di questa presenza, cheda decenni ha connotato — con un tono proprio — la vita del-l’Istituto. Fino ad oggi le suore, oltre a costituire un sostegnoe una presenza preziosa per i ragazzi, le loro famiglie e i do-centi, hanno svolto egregiamente anche moltissimi compitipratici, tra i quali la direzione della cucina e del guardaroba,la gestione del bar e della mensa, la cura per i sacerdoti delBarbarigo, ecc. oltre alla presenza in Istituto giorno e notte. La scommessa per il Barbarigo è di trasformare in opportu-nità questa “perdita”, facendo di necessità virtù; sia per lagestione di servizi prima svolti dalle suore, sia per quanto ri-guarda la vita della comunità dei sacerdoti, sia infine per ilriutilizzo degli spazi sempre usati dalla comunità delle suore.

... e grazie anche a maria roSaPer Maria Rosa Sarto l’anno scolastico appenatrascorso è stato l’ultimo nel nostro Istituto, do-po 34 anni di servizio, prima di godersi il merita-to riposo. Qui la vediamo festeggiata dai “suoi”alunni delle Medie prima di andare in pensione.  

tre compleanni importantioltre al 90° genetliaco di Don Floriano, festeggiato l’11 gen-naio 2011, il nostro Istituto ha celebrato due altri complean-ni “di peso”: il 9 dicembre 2010 la comunità del Barbarigo siè stretta attorno a don Alberto Gonzato per il suo ottantesi-mo compleanno. Per l’occasione è stata celebrata un’eucari-stia di ringraziamento nella chiesa di San nicolò a Padova,cui è seguito il ritrovo presso la canonica: un momento co-mune di memoria e di ringraziamento per una vita comple-tamente dedicata al prossimo, al Signore e alla sua Chiesa,che ha registrato una numerosa partecipazione da parte didocenti, allievi, ex allievi e amici del Barbarigo. Tantissimi imessaggi di augurio, pervenuti anche attraverso internet e ilnostro profilo Facebook. Domenica 2 ottobre 2011 la parrocchia di Montà e il Barbari-go hanno festeggiato don Ilario Sabbadin, docente emeritodell’Istituto, sia per i 90 anni (compiuti il 30 settembre) cheper il 65° anniversario di ordinazione presbiterale. Proprionella parrocchia di Montà ha avuto luogo la festa ufficiale,con la solenne messa concelebrata presieduta da don Ilario(presenti anche don Cesare Contarini, don Floriano Riondatoe don Lorenzo Celi) e un successivo momento conviviale.

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marco antonio longo è Diacono49 anni, una famiglia conmoglie e due figli grandi,lo scorso 8 gennaio MarcoAntonio Longo è statoconsacrato diacono dalvescovo Antonio Mattiaz-zo nella Chiesa dell’ope-ra della ProvvidenzaSant’Antonio a Sarmeoladi Rubano. Ex allievo delBarbarigo («ma sono sta-to un pessimo studente»,scherza), una professio-nalità consolidata comeconsulente informatico eimprenditore, Longo ha sempre coltivato molte atti-vità e passioni: dal forte impegno nella sua parrocchiadi S. Maria Assunta in Monteortone, ad Abano Terme,al volontariato per la Croce verde, passando per gliscambi interculturali tra scuole. La scelta del diaconato è pero diversa, nasce da ragio-ni profonde e lo sta impegnando al punto di accanto-nare momentaneamente il lavoro, pur di frequentare icorsi di teologia all’Istituto superiore di scienze reli-giose. Per Marco diventare diacono significa innanzi-tutto «essere concretamente a disposizione delle per-sone e della Chiesa, a immagine di Cristo servo».

un eVangeliario per il papaDurante la celebrazione del papa Benedetto XvI in oc-casione della sua visita in veneto (Parco di San Giulia-no, 8 maggio 2011) è stato usato l’“Evangeliario Bar-barigo”, realizzato dagli alunni del nostro Istituto al-cuni anni fa e donato al vescovo mons. Antonio Mat-tiazzo, attualmente in uso nelle celebrazioni solennidella Cattedrale di Padova. Il prezioso oggetto è ispirato all’evangeliario donatonel 603 da papa Gregorio Magno alla regina longobar-da Teodolinda e conservato nel Duomo di Monza. Au-spice l’allora rettore don Giancarlo Battistuzzi, sottola direzione del professor Gabriele Graziani, il lavorofu eseguito da Francesco Ferrati, Sebastiano Bertin,Barbara Boni, Camilla Bortolon, Federico Canella,Alessia De vit, Alberto Gennari, Francesca Giordani,Marco Rossetto, Giorgia Sarragioto, Giada Zoccarato.

“Vito” Sarà prete a giugnoDon vito Antonio Di Rienzo, per noi sempli-cemente “vito”, è stato ordinato diaconosabato 29 ottobre scorso in Cattedrale enel giugno 2012 verrà ordinato prete. Cer-tamente è un “barbarighino” doc: nel no-stro Istituto ha frequentato le Medie e ilLiceo Scientifico, diplomandosi nel 2002;conseguita la laurea triennale in Ingegne-ria edile, è entrato in seminario per prepa-rarsi al sacerdozio. In questi anni è tornatoal Barbarigo anche come assistente e ani-matore dei ragazzi nella pausa pranzo,sappiamo che ci è amico.

A don vito tutto l’Istituto porge le più vive felicitazioni e, augu-randogli un cammino sereno verso il traguardo, ci ripromettia-mo d’incontrarlo in qualche occasione per sentire dalla sua vo-ce una testimonianza, un incoraggiamento, una lezione di vita.

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il concerto Di Fine annoLa musica, si sa, al Barbarigo è unatradizione: anche quest’anno quindil’anno scolastico si è chiuso con unciclo di spettacoli, organizzati daglialunni con il supporto degli inse-gnanti; il 20 maggio è stata la voltadi Musical... che passione, messo inscena dagli alunni delle Medie e deiLicei, seguito il 27 maggio dal saggiodella Scuola d’arpa; il programma siè chiuso il 3 giugno con il saggio del-la 1° Liceo Musicale. I giovani inter-preti del Barbarigo sono stati quasisempre impeccabili, e molti genitorie familiari hanno apprezzato.Complimenti a tutti: ragazzi e do-centi!

premiati Dal comuneGli alunni delle Medie del Barbari-go che si sono distinti in concorsinazionali e regionali sono statipremiati lo scorso 3 giugno 2011al Palazzo della Ragione, duranteuna cerimonia promossa dal Co-mune di Padova. Ai campioncini diMind Lab si è aggiunta BenedettaMangano (seconda Media), che èstata segnalata al concorso dipoesia Fides Milani Finotti, indet-to dal Comune di San Giorgio del-le Pertiche.

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DiPLoMaTi

ESaME Di STaTo2011

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il notiziarioIl BARBARIGo è il bimestrale dell’Istitutodistribuito via internet: ha lo scopo di informaresulle iniziative, le esperienze e i valori del Barbarigo.

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Supplemento n° 1 al n° 46 della Difesa del popolo del 27 novembre 2011Direttore responsabile Guglielmo Frezza – Registrazione Tribunale di Padova del 15.6.1950 n° 37 – EEC editricePoste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale – DL 353/2003 (conv. in L. 27/2/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB – Padova

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