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B usiness GIANPIETRO BENEDETTI UN PERICOLOSO COCKTAIL CI MINACCIA: CRESCITA DEBOLE, CARO ENERGIA, INFLAZIONE E NUOVA DISOCCUPAZIONE ALBERTO FELICE DE TONI SIAGRI DIMOSTRA CHE, SOGNANDO UN MONDO DIVERSO, SI PUÒ COSTRUIRE UNIMPRESA DI SUCCESSO KONRAD BERGMEISTER ATENEO MULTICULTURALE, MULTILINGUSTICO, AUTONOMO E LEGATO ALLE IMPRESE: A BOLZANO CE LHANNO FATTA Homo artigianus Silvano Pascolo Fotoimmaginae INCHIESTA - NELLANNO INTERNAZIONALE DELLA CHIMICA, ECCO COME IL SETTORE PUÒ TORNARE PROTAGONISTA ANCHE IN FRIULI il FRIULI MENSILE DELLECONOMIA - Suppl. al n. 12 del settimanale il Friuli direttore Giovanni Bertoli - a cura di Rossano Cattivello - APRILE 2011

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Attualità ed affari

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Gianpietro BenedettiUn pericoloso cocktail ci minaccia: crescita debole, caro energia, inflazione e nUova disoccUpazione

alBerto Felice de tonisiagri dimostra che, sognando Un mondo diverso, si pUò costrUire Un’impresa di sUccesso

Konrad BerGmeisterateneo mUlticUltUrale, mUltilingUstico, aUtonomo e legato alle imprese: a bolzano ce l’hanno fatta

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inchiesta - nell’anno internazionale della chimica, ecco come il settore pUò tornare protagonista anche in friUli

il FRIU LI

Mensile dell’econoMia - suppl. al n. 12 del settimanale il Friuli direttore Giovanni Bertoli - a cura di Rossano Cattivello - APRILE 2011

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Per la tua pubblicità Euronews Srlpiazza I Maggio, 4 33100 Udine

tel. 0432 512270

Supplemento al numero 12 del 1 aprile 2011

del settimanale Il Friulidirettore Giovanni Bertoli

a cura di Rossano [email protected]

grafica: Vittorio Regattin

Sommario

società per la pubblicità

InchiesteI pericoli della stagflazioneSogni di un mondo diverso La formula vincente Ci salverà l’homo artigianus

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Industria 24L’evoluzione del fornitore Innovazione sotto la tendaSicurezza dei dati a portata di dito

Agroalimentare 31Colli sempre più grandiPronti al traguardo dei 150 anni

Costruzioni 36Rinascimento di GradoNuovi mattoni per le eco-caseNokturno da recordCantieri amici dell’ambienteAbitare a tutto legno

Terziario 46Comunicazione non convenzionaleNel gotha dell’IctMiglior partner per il clienteMemoria sotto chiaveLa spezia giusta per il WebUn occhio vigila sul territorioInfornata di valore aggiunto

Rubriche 62DesignDiritto del lavoroFisco

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Impresa e finanza 17Rimbalzo del Sol levante Imprese valutate per capacità

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Sistemi produttivi 20Dalla fabbrica alla piazza

Start up in studioFinanza agevolata 59

Cattedre in fabbricaAlpe adria 60

La forza è nella reteFormazione 56

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Il cielo dell’economia è tutt’altro che sereno. Se un problema è risolto,

ne subentrano altri. A par-tire dall’instabilità politica del Nord Africa e dei Paesi del Golfo che destabilizza il prezzo di petrolio, gas e, quindi, dell’energia; siamo fortunati che il problema non ha intaccato l’Arabia Saudi-ta perché, in tal caso, i guai sarebbero davvero rilevanti. C’è, poi, il downgrading della Grecia, seguito da quello del-la Spagna che, con l’arrivo di Basilea 3, indebolisce l’area euro, con l’Italia che rischia di essere la prossima a esse-re chiamata a un piano di ri-sanamento ben più pesante dell’attuale.

cordoni della borsa

Da qui la titubanza del ministro Giulio Tremonti ad aprire i cordoni della borsa senza prima completare le riforme che riqualificano la spesa pubblica, riducendo-la, per reperire risorse per la crescita.

Come se non bastasse, a tutto ciò si è aggiunta la gran-de tragedia del Giappone che, oltre agli aspetti dolorosi che condividiamo, influenzerà negativamente per un certo periodo l’economia mondia-le.

È in questo scenario, incer-to e fragile, che prende corpo la possibilità di una stagfla-zione.

I pericoli della stagflazionedi Gianpietro Benedetti

L ’ O P I N I O N E

zero, inflazione, svalutazio-ne, aumento del deficit, di-soccupazione e instabilità sociale.

occhio ai prezzi

Si parla di stagnazione an-che perché l’inflazione si è ri-accesa in Usa e in Europa. In quest’ultima, però, con una crescita debole e con l’au-mento dei tassi di interesse di 75 punti base entro la fine dell’anno attuato in tre fasi, che molti danno per scon-tato, si andrebbe a limare la già debole crescita prevista all’1,6% (in Italia l’1,1%). Così, accanto al pericolo di infla-zione da crisi energetica si aggiungerebbe una bassa crescita.

Tra l’altro, l’aumento dei tassi di interesse indebolireb-be i piani di risanamento in atto in Grecia, Irlanda, Por-togallo, Spagna e, in seconda istanza, Italia.

navigazione a vista

Difficile, quindi, fare pre-visioni: si navigherà a vista

e i prossimi mesi ci diranno che orientamento prenderà l’economia europea e se la crescita tuttora in atto verrà compromessa, con tutte le conseguenze evidenziate.

Come spesso è accaduto negli ultimi due anni, oltre a darsi da fare, incrociamo le dita, auspicando un po’ di fortuna.

È nostra opinione che, al meglio, la situazione econo-mica attuale perdurerà per i prossimi 2-3 anni.

riforme e ancora riforme

Cosa fare? Investire, inno-vare e lavorare di più (tutti), pianificando il futuro, ma ciò non basterà se il Paese non ri-diventerà competitivo.

Dobbiamo spingere su ri-forme e riqualificazione della spesa. Senza competitività gli investimenti italiani ed esteri in Italia continueranno a calare, intaccando il patri-monio manifatturiero italia-no e la fabbrica, tardivamen-te, sarà riconsiderata un asset importante per il benessere sociale.

InstabIlItà economIca e socIaleUn pericoloso mix economico minaccia il nostro fUtUro: crescita debole, caro energia, nUova corsa dell’inflazione e aUmento della disoccUpazione

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il ricordo degli anni ’70

La stagflazione, così come si evince dal nome, è una particolare situazione econo-mica dove, alla crescita vici-no allo zero (stagnazione), si accompagna l’inflazione.

L’Italia ha sofferto di stag-flazione a metà degli Anni ’70, accesa da una crisi ener-getica (diversa dall’attuale) con conseguente crescita

Serve frenare l’emorragia di investimenti italiani ed esteri in Italia, prima che venga intaccato il nostro patrimonio manifatturiero

L’instabilità politica del Nord Africa e dei Paesi del Golfo incide sul prezzo del petrolio

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Recapiti dei Centri per l’impiegodella Provincia di Udine

www.provincia.udine.it/lavoro/contatti

Servizio Lavoro, Collocamento e Formazionevia Prefettura, 16 - 33100 Udine

Centralino: 0432 279954 - 0432 279966Contributi alle Assunzioni 0432 279963Contributi alle Imprese 0432 279961Formazione 0432 279962Osservatorio sul Mercato del Lavoro 0432 279959 – 0432 279956Procedure di Mobilità 0432 279924 – 0432 279928Fax: 0432 279964 – 0432 274827e-mail: [email protected]

Unità Operativa Inserimento Lavorativo DisabiliSede presso Centro per l’Impiego di UdineViale Duodo, 3 – 33100 Udine

Centralino: 0432 209410 - 0432 209414Fax: 0432 209570e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00

Cluster Friuli Centrale

Centro per l’Impiego di UdineCluster Friuli CentraleViale Duodo, 3 – 33100 Udine

Centralino: 0432 209400Informazioni ai Cittadini: 0432 209450Informazioni alle Imprese: 0432 209451 – 0432 209438Informazioni Mobilità: 0432 209434Ricerca Personale: 0432 209419 – 0432 209561Collocamento Obbligatorio Imprese: 0432 209410Collocamento Obbligatorio Lavoratori: 0432 209414Sportello Assistenti Familiari: 0432 209575 – 0432 209576GILS: 0432 209541 – 0432 209542Fax: 0432 209570e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Centro per l’Impiego di Cividale del FriuliCluster Friuli CentraleStretta S. Martino, 4 - 33043 Cividale del Friuli (UD)

Centralino: 0432 731451 – 0432 701125Fax: 0432 704672e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Sportello di ManzanoCluster Friuli CentraleVia Natisone, 36 - 33044 Manzano (UD)

Centralino: 0432 740644

Fax: 0432 740644e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Cluster Medio Friuli

Centro per l’Impiego di CodroipoCluster Medio FriuliVia Manzoni, 2 - 33033 Codroipo (UD)

Centralino: 0432 906252Fax: 0432 912710e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Centro per l’Impiego di San Daniele del FriuliCluster Medio FriuliVia Udine, 2 - 33038 San Daniele del Friuli (UD)

Centralino: 0432 957248Fax: 0432 942504e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Centro per l’Impiego di TarcentoCluster Medio FriuliViale Matteotti, 33 - 33017 Tarcento (UD)

Centralino: 0432 785397Fax: 0432 784383e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Cluster Basso Friuli

Centro per l’Impiego di Cervignano del FriuliCluster Basso FriuliVia Ramazzotti, 16 - 33052 Cervignano del Friuli (UD)

Centralino: 0431 388211 – 0431 388201Fax: 0431 388288e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Centro per l’Impiego di LatisanaCluster Basso FriuliVia Manzoni, 48 - 33053 Latisana (UD)

Centralino: 0431 50264 – 0431 59545Fax: 0431 512298e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Sportello di Lignano SabbiadoroCluster Basso FriuliViale Europa, 115 - 33054 Lignano Sabbiadoro (UD)

Centralino: 0431 427041Fax: 0431 427041e-mail: [email protected] al pubblico:Lunedì e mercoledì dalle 09.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 16.30

Lo sportello di Lignano Sabbiadoro è aperto dal 4 Aprile al 30 Settembre. Durante la chiusura invernale contattare il Centro per l’Impiego di Latisana.

Cluster Alto Friuli

Centro per l’Impiego di Gemona del FriuliCluster Alto FriuliVia Santa Lucia, 25/27 - 33013 Gemona del Friuli (UD)

Centralino: 0432 981033Fax: 0432 970315e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Centro per l’Impiego di PontebbaCluster Alto FriuliPiazza Garibaldi, 1 - 33016 Pontebba (UD)In fase di trasferimento: Nuova sede Via Verdi, 3 - 33016 Pontebba (UD)

Centralino: 0428 90932Fax: 0428 90397e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

Centro per l’Impiego di TolmezzoCluster Alto FriuliVia Matteotti, 19 - 33028 Tolmezzo (UD)

Centralino: 0433 2302Fax: 0433 40589e-mail: [email protected] al pubblico:Dal lunedì al venerdì dalle 09.00 alle 13.00Lunedì, martedì, mercoledì dalle 15.00 alle 16.30 previo appuntamento

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Pensare solo al profitto è come giocare una partita con lo sguardo rivolto alla tabella dei punti

Il fisico Roberto Siagri, fonda-tore e presidente della Eurotech Spa di Amaro, quotata in Borsa

nel 2005, è il protagonista della no-stra nuova rubrica. Il suo pensiero viene qui approfondito per punti, così come sono emersi in una re-cente intervista. Ne esce un ritratto di imprenditore energico, con un si-stema di valori forti, orientato a un futuro tutto da scrivere.

I VALORI

Lavoro, lavoro e ancora lavoro. In casa ho sempre visto lavoro, la-voro e ancora lavoro. Non si andava in vacanza, non c’erano domeni-che. Il lavoro riempiva l’intera esi-stenza. Quando in paese la guardia notturna faceva il suo giro, vedeva la luce accesa a casa nostra fin dopo mezzanotte e quando i contadi-ni passavano all’alba la luce era di nuovo accesa.

Le cose vanno fatte perché è giusto farle. Uno dei valori, forse il più importante, che mi è stato tra-smesso in casa è che le cose si fanno perché vanno fatte, perché è giusto farle, non in base a calcoli di con-venienza.

Sogni di un mondo diverso. Non c’erano né soldi né tradizione indu-striale di alcun genere; c’erano solo

classico principio secondo cui è fa-cile fare buona ricerca con i soldi, ma è molto difficile fare soldi con la buona ricerca.

Pronti in anticipo. Credo che uno dei nostri vantaggi sia stato quello di prevedere, di fare sempre le cose un po’ prima del tempo, di essere pronti in anticipo.

La passione come morfina. La passione è fondamentale. Se non ti diverti, se non hai un minimo di en-tusiasmo, il percorso dell’imprendi-tore è quasi insopportabile. La pas-sione è una specie di morfina che ti anestetizza, che ti rende insensibile a tutte le cose negative attorno a te.

Fatti guidare dall’istinto. Se le scelte giuste fossero tutte razionali si potrebbe scrivere un manuale e chiunque sarebbe in grado di fare impresa. Se tutto fosse prevedibile e razionale ci sarebbe un solo percor-so possibile. In realtà, devi scegliere in modo istintivo. Le decisioni cru-ciali si prendono sempre in modo intuitivo: ti trovi davanti diverse op-zioni e nessuno ti può dire qual è la scelta migliore.

Guardare il gioco, non il risulta-to. Pensare all’impresa guardando solo al profitto è come giocare una partita di tennis guardando il tabel-lone dei punti anziché la pallina.

COSTRUIRE LA SQUADRA

Dare qualcosa in cui credere. L’imprenditore deve per forza coin-volgere gli altri, dare loro qualcosa in cui credere, perché ha scelto un percorso che non può fare da solo. Anche lavoratori autonomi, artigia-ni e artisti intraprendono, ma se-guono una strada solitaria.

L’insonnia da delega. Quando co-minci a delegare, per qualche mese non riesci più a dormire, ma poi ti accorgi che in generale le persone sono responsabili, e più sentono la responsabilità, più fanno bene il loro lavoro.

Delegare per resistere nel tempo. La delega è l’unica maniera per co-struire un’organizzazione che resi-sta nel tempo.

[email protected]

di alberto felice de toni

m e t a m a n a g e m e n t

Un fisico dai valori forti: roberto siagri L’inizio è duro, ma con tanto Lavoro, intuito, idee Lungimiranti e ‘istinto’ è possibiLe creare un’impresa di successo, purché non si dimentichi che Le cose vanno fatte perchè è giusto farLe e non per opportunismo

Sogni di un mondo diverso

tanti ideali di gioventù, sogni di un mondo diverso.

LA NASCITA DELL’IMPRESA

Idee per agitare i talenti. Penso che nella fase iniziale sei soprattut-to un promotore di idee, mentre in seguito diventi più un agitatore di talenti. I pochi imprenditori che ho visto cominciare dal nulla erano tut-ti dei grandissimi promotori di idee. D’altra parte, se non hai avuto prima le idee, su cosa agiti i talenti?

A proposito di business plan. Sia-mo partiti un po’ alla garibaldina, con tanti ideali e speranze, senza sa-pere con precisione cosa ci aspettava. Non avevo ancora ben chiari i possi-bili utilizzi dei nostri prodotti, ma mi sembravano così necessari che dove-vano per forza avere successo.

I forzati della paghetta. I primi anni abbiamo lavorato tutti senza stipendio e io mi trovai a chiedere prestiti a mio padre per tirare avanti. Era già tanto riuscire a pagare i costi! Solo parecchio più tardi arrivarono gli stipendi anche per noi soci.

ISTRUZIONI PER L’USO

Le idee giuste sono più rare dei talenti. È molto più facile trovare talenti che trovare idee giuste, inte-se come idee che possano avere un successo effettivo sul mercato. È il

Studi accademici in Fisica, Roberto Siagri è stato tra i fondatori della Eurotech di Amaro

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Roberto Siagri

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è alla base di molte altre filiere industriali e permea la vita quotidiana di ogni cittadino

La formula vincente

I N C H I E S T A

Anno internAzionAle dellA chimicA Il settore In FrIulI vanta un prestIgIoso passato e un Incerto presente: ecco la rotta per puntare a un brIllante Futuro

Non tutto è perduto. Anzi, l’Italia e il Friu-li Venezia Giulia, in

particolare, possono ancora dire, e dare, molto nel setto-re chimico. Il nostro sistema industriale in passato è sem-pre stato ai vertici del mer-cato europeo. Negli ultimi vent’anni, però, si è assistito a un declino, quasi un abban-dono del settore. Eppure, la chimica è alla base di molte altre filiere industriali, com-prese quelle che oggi posso-no rappresentare l’ancora di salvezza per l’economia na-zionale. Eppure, la chimica permea la vita quotidiana di ogni cittadino e, addirittura, è fondamentale per il suo be-nessere e la sua salute.

PRIORITà AMBIENTALE

Certo, è un settore ad alta intensità di investimento, sia nella ricerca, sia nei siti produttivi. Inoltre, non può più permettersi di trascurare l’aspetto ambientale, come visto nel passato, le cui ere-dità sono ancora oggi pre-senti sul territorio friulano. La chimica, però, rimane un mattone fondamentale per il progresso economico di qualunque sistema territo-riale.

ANNO INTERNAZIONALE

L’evento che caratterizza il 2011 vuole ricordare anche questo. Quello in corso, infat-ti, è stato proclamato dall’Onu “Anno internazionale della

chimica”. Federchimica, in accordo con il Miur, ha orga-nizzato una serie di iniziati-ve, dai concorsi per le scuole alle visite nelle aziende, per avvicinare i cittadini a questo settore e per ricordare a tutte

le parti sociali l’importanza di questo settore. Anche in Friuli, sede un tempo di uno dei più importanti poli chimi-ci del Paese quale Torviscosa, sono in programma diverse iniziative.

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I N C H I E S T A

Risultati importanti si possono ottenere sui nuovi materiali e sulle biotecnologie applicate alla salute e all’ambiente

PAOLO TECILLA (Università di Trieste)

Nuovi materiali, biotecnologie ap-plicate alla salute e all’ambiente sono i campi più promettenti in

cui mietere risultati importanti per si-stema della ricerca e tessuto produtti-vo. Secondo Paolo Tecilla, dallo scorso dicembre direttore del Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche dell’Università di Trieste, vanno matu-rate due premesse fondamentali: nella ricerca deve premiare il merito e le im-prese devono crederci.

Come è possibile fare oggi chimica in Italia?“Non è facile, come tante altre cose dal

resto in questo momento! Da un lato, la ricerca pubblica, università ed enti di ricerca soffrono di un cronico sottofinan-ziamento e anche di un’organizzazione dei gruppi di ricerca, troppo piccoli, che li rende poco competit iv i in campo internazionale. Dall’altro, la ricerca in-dustriale in Italia si è molto impoverita in questi anni come effetto della crisi e della globalizzazione, che ha visto centri di ricerca importanti spostarsi in altri Paesi. È anche la conseguenza, però, di scelte strategiche poco avvedute che non hanno sufficientemente investito in inno-vazione e nuove tecnologie. Inoltre, nel nostro sistema, per problemi strutturali aggravati dal momento attuale, è difficile che i giovani trovino valide motivazioni per impegnarsi in un lavoro che è molto gratificante a livello intellettuale, ma che offre poche e incerte prospettive. Questa è forse la preoccupazione principale per un futuro non proprio lontano.

Ciononostante e quasi sorprendente-mente, in Italia si fa un’ottima chimica che si confronta a livello internazionale senza nessuna timidezza. Anche a Trieste.

L’ultima, per ora anche l’unica, valutazio-ne della ricerca pubblica in Italia ha collo-cato Trieste al secondo posto in Italia per la chimica e nel Dipartimento di Scienze chimiche e farmaceutiche operano scien-

Spazi di Sviluppo immenSi Ai centri di ricercA servono mAggiori finAnziAmenti AssociAti, però, A unA rigorosA prAticA di vAlutAzione che premi il merito

ziati di fama mondiale. Questo significa che buona ricerca si può fare, forse anche grazie alla capacità di adattarsi a condizio-ni difficili e precarie, tipica degli italiani.

Sono ottimista, anche se mi pare che come sistema stiamo accumulando ri-tardo e bisogna intervenire prima che sia troppo tardi per colmarlo”.

Cosa può ridare competitività al settore?“Maggiori finanziamenti associati a

una rigorosa pratica di valutazione. So-pratutto la seconda che in Italia è sempre mancata, complice anche una mentalità generalizzata refrattaria a questi temi. L’assenza di una reale valutazione, che premia il merito, è forse la causa prin-cipale dei problemi del sistema ricerca in Italia e, in particolare, del malessere dei giovani che vedono i loro sforzi non sempre riconosciuti. Un altro aspetto importante riguarda il ricambio gene-razionale, necessario per sostenere la ricerca, ma da tempo bloccato nel sistema universitario”.

In questo settore come possono essere valoriz-zati i rapporti tra sistema universitario e della ricerca e tessuto produttivo?

“Puntando tutto sull’innovazione in settori avanzati come i nuovi materiali, le biotecnologie applicate alla salute e all’ambiente: settori dove la chimica sta dando contributi importanti. Questo ri-chiede uno sforzo da parte dei ricercatori che devono cercare sbocchi applicativi per i loro studi, ma anche più fiducia nel sistema imprenditoriale che deve crederci e investire. Molto si sta già facendo. Nel mio Dipartimento, ad esempio, sono attivi tre spin-off che operano con successo in tematiche all’avanguardia. Però, gli spazi da occupare sono immensi e anche in questo campo bisogna impegnarsi per non rimanere indietro rispetto ai Paesi competitori, ormai non solo del mondo occidentale”.

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Per operare nel settore bisogna aumentare i quantitativi e sono rimaste poche aziende con dimensioni adeguate

I N C H I E S T A

FRANCESCO BERTOLINI(Gruppo Bertolini)

Catalogo ampio e com-pleto, innovazione nel rispetto dell’ambiente e

patti virtuosi con multinazio-nali e banche. Sono questi gli ingredienti della ricetta per ri-lanciare le industrie del settore proposta da Francesco Bertoli-ni, amministratore delegato del gruppo chimico bolognese Ber-tolini. Nello scorso febbraio ha acquisito lo stabilimento della Caffaro a Torviscosa, puntando al rilancio dello storico sito pro-duttivo friulano creato nel 1938.

Come è possibile fare oggi chimica in Italia?

“Il mercato della chimica è in evoluzione e si basa sempre di più sui grandi numeri. Le aziende che vi operano devono essere in grado di lavorare su molte tipologie di prodotti. Per

operare nella chimica bisogna aumentare i quantitativi e sono rimaste poche aziende con di-mensioni adeguate. In sostanza, bisogna essere attivi in tutti i settori chimici, offrire chimica di base, solventi, diluenti, prodotti della detergenza, polimeri, solo per citarne alcuni”.

Cosa vi ha convinto a investire sul si-to Caffaro in Friuli?

“È una diretta conseguenza di quanto appena detto. Lo svi-luppo del Gruppo Bertolini si è basato su una serie continua di acquisizioni, che hanno amplia-to il range di prodotti distribuiti e, quindi, la capacità di operare efficacemente sul mercato. Gli stabilimenti ex Caffaro di Tor-viscosa e di Brescia hanno un potenziale in linea con il nostro progetto.

Produzione a 360 gradi Bisogna essere attivi in tutte i segmenti della chimica, vendere just in time e creare alleanze internazionali

Un laboratorio chimico della Caffaro

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I N C H I E S T A

Con la nuova denominazione di Caffaro Industrie Spa in Friuli potremo produrre annualmente 18mila tonnellate di cloroparaf-fina, 24mila tonnellate di acido cloridrico e 5-7mila tonnellate di prodotti speciali. Il piano industriale prevede inoltre la co-struzione di un nuovo impianto di cloro- soda con l’innovativa tecnolog ia a membrane che assicurerebbe almeno 25mila tonnellate annue di cloro.

Gli stabilimenti di Torviscosa sono la storia della chimica in Italia e darebbero impulso nel campo della ricerca, vista l’espe-rienza e le ottime conoscenze che Snia porta con sé. Per noi è un onore poter rilanciare gli sta-bilimenti friulani e assicuriamo tutta l’innovazione tecnologica e l’attenzione ambientale proprie della filosofia del nostro gruppo”.

Lo sviluppo del nostro gruppo si è basato su una serie continua di acquisizioni, che hanno ampliato il range di prodotti distribuiti e, quindi, la capacità di operare efficacemente sul mercato

Cosa può ridare competitività al set-tore?

“Oggi il mercato richiede capa-cità di risposta just in time, con tempi di consegna rapidissimi, ma anche l’adesione a procedi-menti e partnership in regola con le normative ambientali e di si-curezza. Credo, personalmente, che la competitività nasca da una visione comprensiva di questi fattori in uno scenario in cui la dinamica della compravendita, soprattutto nei nuovi mercati esteri, richiede pagamenti an-ticipati.

Si capisce bene, perciò, quanto sia importante che si faccia ‘si-stema’, sia con le multinazionali, sia con gli istituti finanziari: la disponibilità bancaria è fatto-re cardine e la collaborazione internazionale è sempre più importante”.

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L’artigiano rappresenta non soltanto un mo-dello economico, ma

anche sociale. Un elemento fondante che deve fare i con-ti con i cambiamenti in atto, non senza fatica. Una fatica che, però, è troppo spesso causata da ostacoli gratuiti posti dal contesto istituzio-nale, che penalizzano oltre-tutto l’ingresso di giovani in questo settore. L’anima dell’artigiano, oggi nel Friuli Occidentale, viene descrit-ta da Silvano Pascolo, pre-sidente di Confartigianato Pordenone.

La crisi come ha cambiato il mo-do di ‘essere’ artigiani in Friuli?

“Direi che ha reso più dif-ficile fare artigianato, al pari del fare impresa, spingendo sempre più al limite la capa-cità dei nostri imprenditori di resistere. Fortunatamente non ha cambiato il ‘modo’, perché prerogativa del no-stro settore da sempre sono abilità, competenze, cono-scenze, unite a passione e dedizione. Come ha ben spiegato Richard Sennett, questa crisi ha più che mai valorizzato l’uomo artigia-no, che diventa modello anche economico, oltre che sociale”.

Ci salverà l’homo artigianus

Può indicarci una buona azione e un errore dell’attuale ammini-strazione regionale in materia economica?

“La prima buona azio-ne che mi viene in mente è quella relativa agli am-mortizzatori in deroga, una decisione saggia di grande importanza che, usciti dalla crisi, bisognerà immaginare in che modo far diventare strutturale. Un errore? Alla luce dei rilievi del Governo, direi alcune norme della Fi-nanziaria. Su una, in parti-colare, avevamo convenuto: una riduzione della tassa-zione per le imprese che si radicano sul territorio. Sugli incentivi per le assunzioni di lavoratori, invece, non siamo mai stati d’accordo: si assume per competenza non per residenza”.

Può dirci nel concreto un provve-dimento che, secondo lei, la Re-gione dovrebbe adottare imme-diatamente?

“Rendere reale il motto ‘impresa in un giorno’, riu-scendo a fare in modo che un neo imprenditore possa, in un giorno, passare dall’idea all’esercizio pratico dell’im-presa. La Regione si sta muo-vendo con le deleghe ai Cata di alcune attività e credo

I L P E R S O N A G G I O

Le istituzioni e noi stesse associazioni di categoria dobbiamo ripensare il modo di fare assistenza agli imprenditori

questa sia una strada che con-sente anche di premiare tutti gli attori che insieme tolgono un pezzettino di burocrazia sulla strada del fare impresa, che oggi è ancora troppo impervia. Non mi riferisco solo agli attori isti-tuzionali, ma anche alle associa-zioni di categoria, noi in primis, che devono ripensare il proprio modo di fare assisten-za agli imprenditori, ai Confidi, alle banche”.

Silvano PaScolo - Il presIdente dI ConfartIgIanato pordenone traCCIa un bIlanCIo della polItICa eConomICa regIonale, del rIsIko delle aggregazIonI e della dIffIColtà dI essere mattone fondante della soCIetà

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L’aggregazione tra enti e società pubbliche non è la panacea per tutti i mali: non si risolvono i problemi di alcuni facendoli diventare problemi di tutti

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I L P E R S O N A G G I O

Da tempo per recupe-rare competitività, so-prattutto all’estero, la

parola d’ordine è aggregazione. Vale anche per gli artigiani?

“È intuibile che le Pmi, comprese quelle artigiane che per dimensione possia-mo considerare microimpre-se, non hanno la struttura né gli strumenti per immagi-nare, da sole, di penetrare i mercati esteri. Eppure, pen-sando ai milioni di nuovi be-nestanti della Cina e degli al-tri Paesi emergenti, è proprio all’estero che si possono re-cuperare ordini e commesse per imprese che, per loro na-tura, si posizionano su una fascia medio-alta e alta del mercato. Penso all’artigia-nato artistico, al mosaico, al legno, al tessile e ad aziende in grado di realizzare pro-dotti esclusivi, particolari, a misura di cliente.

n quest’ottica come asso-ciazione, grazie alla colla-borazione con Concentro e la Camera di commercio di Pordenone, ci siamo mossi per far conoscere l’artigia-nato pordenonese all’estero. In questo caso direi che l’ag-gregazione vincente parte dall’associazionismo”.

Proprio in tema di aggregazione, perché gli enti e società pubbli-che friulane non si aggregano e fanno resistenza a questo pro-cesso?

“Il quesito è interessan-te. Intanto sgombriamo il campo da alcuni equivoci. Le Camere di commercio rispondono a disposizioni nazionali: non è competen-za della Regione, dunque, progettare una loro aggrega-zione. Vivono dei contributi delle imprese dei rispettivi territori e, in Friuli Venezia Giulia, hanno già riorganiz-zato alcune delle loro com-petenze per realizzare siner-

gie ed economie di scala. Dal mio punto di vista, la Came-ra di commercio unica non è una priorità.

Per quel che riguarda i Congafi, Pordenone e Udine hanno già compiuto questo passo in avanti con Confi-dimprese Fvg che è riferi-mento per l’artigianato dei due territori, con comitati di gestione che conoscono le singole realtà e agiscono su questa base, direi ottima-mente, visti i dati di attività e gli indicatori relativi alle sofferenze.

Arriviamo alle fiere. Dal mio punto di vista non si ri-solvono i problemi di alcuni

Tra Udine e Pordenone una sana rivalità è un’ottima spinta competitiva, ma non deve essere fine a se stessa o peggio diventare desiderio di predominio

me del Friuli, Pordenone e Udi-ne?

“Una sana rivalità è un’ot-tima spinta competitiva. Spiace quando questa rivali-tà diventa competizione fine a se stessa o, ancor peggio, desiderio di predominio. La scelta, ad esempio, di so-vrapporre le date di mani-festazioni, seppur diverse tra loro, è spiacevole, come quella di avviare nuove ini-ziative simili in uno stesso periodo. La definirei una caduta di stile. La strada per uscirne è, a mio avviso, quel-la di riconoscere il valore di ciascuno e, partendo da qui, ricominciare a parlarsi”.

Come devono modernizzarsi le organizzazioni di rappresentan-za delle imprese, e nello specifi-co Confartigianato?

“Probabilmente uscendo dall’autoreferenzialità e spo-standosi progressivamente sempre più vicino agli im-prenditori, ai loro problemi, alle loro necessità, facendo capire l’importanza di ‘esse-re’ una squadra. Perché solo se siamo in tanti la nostra voce sarà sufficientemente alta da essere ascoltati”.

Come convincerebbe in poche parole un giovane a diventare un imprenditore artigiano?

“Ragazzo mio: se il tuo obiettivo sono 8 ore di lavo-ro al giorno e il fine settima-na libero, se cerchi solo la sicurezza dello stipendio a fine mese, l’artigianato non è per te. Se sei, invece, suffi-cientemente sicuro di quello che sei, di quello che sai e di quello che fai, ma hai anche l’umiltà di comprendere che devi continuare a imparare, se ami la sfida del superare, giorno dopo giorno, nuove sfide, se cerchi la soddisfa-zione nel tuo lavoro, allora questa è la tua strada”.

facendoli diventare problemi di tutti. Che l’aggregazione non sia, di per sé, la panacea di tutti i mali, lo ha già dimo-strato l’operazione Udine-Gorizia. Le fiere possono essere uno strumento incre-dibile di promozione di un territorio, dell’economia di un territorio, delle imprese di un territorio. Pordenone Fiere mi pare lo stia dimo-strando. Credo possa essere un modello esportabile in altre realtà, se ci si crede. In caso contrario vi si può ri-nunciare”.

Come descrive, in questo mo-mento, il rapporto tra le due ani-

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ilFRIULI BUSINESS 171 A P R I L E 2 0 1 1

i m p r e s e & f i n a n z a

Rimbalzo del Sol levante

FVG in Borsa - NoNostaNte la graNde tragedia che ha colpito il giappoNe, il paese ha buoNi foNdameNtali ecoNomici, grossi crediti coN l’estero e imprese molto liquide

Marzo influenzato da un cataclisma na-turale drammatico

come il terremoto giappone-se, seguito dallo tsunami, e soprattutto dal gravissimo incidente avvenuto in uno dei numerosi impianti nucleari nipponici, che rischia di avere pesanti implicazioni non solo umane, ma anche economi-che. Cercheremo in questa nota di individuare i possibili scenari che si prospettano.

In primo luogo, va detto che nel passato quasi sempre le catastrofi naturali si sono tra-dotte, dopo un’iniziale fase di blocco del sistema economico durata qualche mese, in un periodo di ripresa più o meno vivace. In Giappone è acca-duto nel gennaio del 1995: le necessità di ricostruzione del Paese a seguito del terre-moto di Kobe determinarono

Si rafforza l’intesa fra Bluenergy Group, fornitore nazionale di gas metano ed

energia elettrica con sede a Campoformi-do, e il Gruppo Banca Popolare di Cividale che comprende Nordest Banca, Banca di Cividale e Civileasing. Merito dell’accordo siglato fra Gianfranco Curti, Ad di Bluenergy, Lorenzo Pelizzo, presidente del gruppo ban-cario, Renzo Panighello, presidente di Nordest Banca, e Gracco Gotti, presidente di Civileasing.

Bluenergy, da un lato, riserva condizioni particolarmente vantag-giose per i correntisti della banca, che potranno sottoscrivere presso gli sportelli i contratti di fornitura di gas metano ed energia elettrica. Lo sconto sarà pari al 5% sulle tariffe di riferimento emanate dall’Autorità per l’energia e an-cora più consistente sarà il vantaggio, con uno sconto del 6%, per i soci della Neb.

ContRatti eneRGetiCi aLLo sPoRteLLosan – riveste un ruolo centrale nel piano industriale di Bluenergy, predisposto fino al 2015”.

“Questo accordo – commenta, invece, Pelizzo – prevede un servizio ulteriore a fa-vore dell’utenza interessata e si inserisce in quel solco di azione tipico di una banca locale che cerca di rispondere al meglio

alle esigenze delle imprese e dei risparmiatori. Questo è proprio un caso tipico: da una parte una società di servizi friulana, dall’altra una banca di territorio che agevola l’utenza nel favorire le modalità contrattuali per la somministrazio-ne di gas ed energia. È un deciso passo in avanti nel rapporto tra banca e concessionarie di servizi energetici o idrici. Se fino a ora era

solo possibile addebitare automaticamen-te in conto il costo delle bollette, ora si giunge persino a sottoscrivere il contratto di somministrazione direttamente in fi-liale facendo risparmiare tempo prezioso all’utente”.

“Grazie a questa intesa – spiega il diret-tore generale della utility friulana Claudio Peresan – puntiamo ad acquisire nuova clientela utilizzando il canale di vendita degli sportelli bancari”.

Lo stretto rapporto di collaborazione fra la Banca Popolare di Cividale e Bluenergy Group è iniziato con l’acquisizione da par-te di Bluenergy di una quota di partecipa-zione pari a 2,55% di Nordest Banca.

“Il gruppo cividalese – continua Pere-

il Giappone non desta per ora eccessive preoccupazioni, an-che se la situazione resta alta-mente volatile e non solo per i mercati azionari giapponesi. Si è registrata una certa tran-quillità anche sul fronte della sostenibilità del deficit e del debito pubblico nel lungo pe-riodo, nonostante alcuni nu-meri che, in un’ottica europea, desterebbero grande preoc-cupazione. Il debito pubblico tocca attualmente il 200% del Pil, ma il Giappone è anche il maggior creditore del mon-do, con attivi netti sull’estero del 60 per cento. I giapponesi, inoltre, detengono il 95% del loro debito e potrebbero, a fronte all’emergenza, ricorrere a una stretta fiscale sopporta-bile sia per le famiglie, sia per le imprese, molto liquide, visto che le entrate tributarie rap-presentano un terzo del Pil.

GRUPPo BanCa PoPoLaRe Di CiViDaLe

i RisULtati in Piazza affaRi

soCieta’ cHIUSURA30-12-10

cHIUSURA18-03-11 VAR %

Danieli 23,95 21,43 -10,52%

Danieli risp 12,92 11,66 -9,75%

eurotech 1,88 1,93 2,65%

Generali 14,21 14,73 3,66%

acegas 3,71 3,74 0,75%

Banca Generali 9,06 10,45 15,28%

ftMiB 20935 21197 1,25%

Rubrica realizzata in collaborazione con

iNNovativo accordo coN blueNergy

una fase di boom che colmò, ben presto, la frenata dovuta all’evento naturale. In questo caso, vista la violenza del ter-remoto, la ricostruzione sarà

molto lunga e molto costosa.Nonostante le perdite subite

dal Nikkei nel corso della terza settimana, con un meno 10%, dal punto di vista finanziario

Renzo Panighello, Gianfranco curti, Lorenzo Pelizzo e Gracco Gotti

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Inaugurato lo sportello all’Interno dell’ospedale Burlo dI trIeste

La rete ha raggiunto i 215 punti vendita

Alla presenza del vicedirettore generale di FriulAdria paolo

Borin e del capo Area Friulgiulia Sante Merlo, è stato inaugurato a Trieste il nuovo sportello della ban-ca situato all’interno dell’ospedale pediatrico “Burlo Garofolo”, uno dei più importanti istituti di cura e di ricerca operanti a livello nazionale.Alla cerimonia di avvio della filiale, che sarà guidata da Marco Luppi-no coadiuvato da elena Chirassi, ha preso parte anche il direttore amministrativo dell’ospedale, Stefano dorbolò.“Questa apertura – ha dichiarato nella circostanza Borin – testi-monia che FriulAdria, ancorché impegnata in un importante piano di sviluppo della propria rete in Veneto, continua rafforzarsi nello storico territorio del Friuli Venezia Giulia”.

Con il nuovo sportello del Burlo, oggi FriulAdria conta complessi-vamente 215 punti vendita. Gli sportelli retail sono 194, di cui 114 in Friuli Venezia Giulia e 80 in Veneto. L’apertura della nuova filiale in tale contesto è collegata alla recente acquisizione da parte di FriulAdria della tesoreria del Burlo. Il bacino di clientela è rappresentato dalle circa mille persone che operano all’interno della struttura ospeda-liera e dalle aziende che intratten-gono rapporti di lavoro con l’ente.

ilFRIULI BUSINESS18 1 A P R I L E 2 0 1 1

i m p r e s e & f i n a n z a

Imprese agricole valutate per capacità Federazione Bcc - grazIe all’accordo con la Facoltà dI agrarIa dell’ateneo FrIulano, Introdotto un InnovatIvo modello dI gIudIzIo del merIto dI credIto, non legato soltanto al patrImonIo ImmoBIlIare

Ha le caratteristiche dell’unicità il contenu-to del protocollo d’inte-

sa sottoscritto tra la Federazio-ne delle Bcc del Friuli Venezia Giulia e la Facoltà di Agraria di Udine. Lo hanno sottolineato congiuntamente il rappresen-tante degli istituti di credito cooperativi Giuseppe Graffi Brunoro e il preside Roberto Pinton.

“La collaborazione – spiega Graffi Brunoro - camminerà su due binari. Da un lato, gra-zie al modello messo a punto

da Giovanni Battista Cipolotti e dai suoi collaboratori, l’ero-gazione del credito non avverrà più valutando principalmente il patrimonio immobiliare del-le aziende agricole, ma sulla capacità dell’impresa stessa a produrre reddito. Dall’altro, sarà avviato un percorso for-

mativo specifico per i collabo-ratori del credito cooperativo”.

“Il modello – sottolinea Gior-gio Candusso, responsabile del Servizio crediti della Federa-zione – è un unicum nel sistema creditizio nazionale, che segue l’evoluzione del comparto. La valutazione del rischio, dun-que, diventa più raffinata e, nel contempo, sollecita le imprese a produrre una maggiore quan-tità e una migliore qualità di dati economici”.

“Questo tipo di collaborazio-ni – aggiunge il preside Pinton - hanno una grande importan-za per il territorio. Con le Bcc, nell’arco dei tre anni di durata del protocollo, sicuramente sa-ranno sviluppati ulteriori pro-getti, in particolare nell’area della formazione, della ricerca e del supporto all’innovazio-ne”.

300 MiLioni aL Settore agriCoLo

È un nuovo strumento per le 15 Bcc regionali, dunque, utile a testimoniare la fedeltà alle loro radici storiche che affon-dano nella ruralità. Infatti, già oggi, al settore agricolo sono destinati l’11% dei crediti alle imprese, per complessivi 300 milioni di euro e, tra l’altro, at-traverso il sistema del credito cooperativo regionale, transita il 35% dei contributi complessi-vi messi a disposizione dal Fon-do di rotazione agricolo.

BanCa friuLadria

Per il sistema cooperativo già oggi l’11% degli impieghi è diretto al settore primario

giuseppe graffi Brunoro e roberto pinton firmano il protocollo d’intesa

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ilFRIULI BUSINESS20 1 A P R I L E 2 0 1 1

SiStemi Produttivi

Due settimane di in-contri, dimostrazio-ni, testimonianze e

spettacoli per far crescere la cultura della sicurezza e pre-venire gli infortuni sul luogo di lavoro, a casa, a scuola e sulla strada. Dal 4 al 17 aprile ha luogo a Udine il Festival della “Sicurezza tra la gente”, un evento che si inquadra nell’ambito dell’attuazione

del protocollo d’intesa sul-la Promozione della cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro e in ambito scolastico, sottoscritto nel settembre 2004 da Confindustria Udi-ne, dalle Aziende sanitarie della provincia di Udine, dalle organizzazioni sinda-cali provinciali Cgil, Cisl, Uil e Ugl, dalle Direzioni provin-ciali del lavoro e dell’Inail,

dall’Università di Udine, dall’Ufficio scolastico pro-vinciale, dal Comando pro-vinciale dei Vigili del Fuoco e dagli Ordini e Collegi pro-fessionali.

centro di documentazione

Al protocollo, grazie an-che al supporto attivo dei

soggetti che vi hanno ade-rito, è stata data attuazione attraverso due linee di in-tervento: la costruzione di un sito web che costituisce un Centro di documenta-zione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e un’atti-vità di promozione della cultura della sicurezza nei confronti degli allievi degli

Dalla fabbricaalla piazzaFestival “sicurezza tra la gente”iStituzioni, aSSociazioni di categoria, organizzazioni Sindacali, enti pubblici Si uniScono per rendere le regole per l’incolumità patrimonio collettivo

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ilFRIULI BUSINESS 211 A P R I L E 2 0 1 1

Coinvolti ogni anno in attività informative e culturali circa duemila studenti di tutta la provincia di Udine

e culturali circa 2.000 stu-denti ogni anno provenien-ti, sia da istituti scolastici superiori, sia da quelli com-prensivi.

Il 18 marzo 2008, con la collaborazione del Comu-ne di Udine e il contributo dell’Inail, le associazioni di categoria Confindustria, Api, Confartigianato, Cna, Confcommercio, Confagri-coltura, Coldiretti, Cia, Lega delle Cooperative, Agci, Confcooperative, assieme alle organizzazioni sindaca-li e agli Ordini professionali di ingegneri, architetti, geo-metri e periti industriali, è stata promossa una comune iniziativa diretta a promuo-vere la cultura della sicurez-za attraverso la rap-presentazione dello spettacolo “Ocjo”.

le notizie, la legislazione, la giurisprudenza, le buone prassi più aggiornate in ma-teria.

rapporto con la scuola

L’attività nel mondo della scuola, che prosegue ormai da cinque anni, coinvol-ge in attività informative

istituti scolastici della pro-vincia di Udine.

tutto su internet

Il sito (www.sicurezzala-voro.fvg.it) è uno strumento molto utilizzato da soggetti pubblici e privati coinvolti in attività inerenti la sicu-rezza, in quanto contiene

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Camera di CommerCio

il futuro ha trovato Casa

La casa di Friuli Future Forum ha aperto ufficialmente le sue porte sul futuro.

Il sito www.friulifutureforum.com, finora unica espressione visibile e costantemen-te aggiornata dell’innovativo progetto di comunicazione e promozione della Camera di Commercio di Udine, guidata da Giovanni da Pozzo, si arricchisce dunque della sua proiezione reale. Il portale proseguirà il suo percorso in rete, ma diventerà anche ampli-ficatore universale di quanto accadrà nelle sale della sede.“L’intento – ha spiegato Da Pozzo – è dare vita a un luogo nuovo, a una vera e propria casa in cui organizzare conversazioni, presentare progetti, portare idee, in cui parlare, degustare, sognare, inventare, confrontarsi, con un approccio e strumenti originali, in prospettiva del domani”. La sede è uno spazio a disposizione dell’eco-nomia e della comunità friulana, dotata di strumentazioni multimediali e interattive, di una cucina, di spazi conference in cui realizzare attività coerenti con il progetto Friuli Future Forum, come innovazione, sostenibilità, qualità della vita, capaci di captare visioni e prospettive con le ‘antenne’ del futuro.

i locali in via savorgnana si sviluppano su quasi 400 metri quadri, su più livelli, che possono essere allestiti per eventi diversi. Al piano interrato c’è una sala polifunzionale, con postazioni mobili in base alle esigenze di utilizzo. Al piano terra un’officina high-tech con ampie vetrate, da cui ciò che accade all’interno è visibile da fuori. A disposizione dei visitatori un monitor touch screen per inserire i pensieri, le ‘radici’ presenti sulla Home page del sito www.friulifutureforum.com.È, così, una sorta di ‘teatro’ wi-fi, affacciato sulla città, che aumenta la visibilità dei mi-nieventi, assieme al megaschermo che terrà i passanti a contatto con le iniziative di marchio Fff. Il piano terra ospita anche una cucina attrezzata; sopra di essa c’è una webcam che, a 360°, può riprendere la lavorazione dei cibi o la presentazioni di prodotti.

SiStemi Produttivi

ilFRIULI BUSINESS22 1 A P R I L E 2 0 1 1

Gli eventi si svolgono sotto la Loggia del Lionello, in sala Aiace, in Casa Cavazzini e nell’area pedonale attorno a palazzo d’Aronco

La manifestazione dal titolo “La sicu-rezza, un bene co-

mune: costruiamola insieme” si è tenuta al teatro “Giovanni da Udine” richiamando un migliaio di persone.

Per dare impulso all’at-tività svolta da tutti i sog-getti coinvolti nelle diverse iniziative richiamate e ren-derla più efficace in modo da darvi continuità logica e funzionale, si è pensato così di sviluppare un’iniziativa-evento che consenta di por-tare la cultura della sicu-rezza nei luoghi di vita e di lavoro all’attenzione della cittadinanza, cioè la “cultu-ra della sicurezza tra la gen-te”: dalle fabbriche e dalla scuole alla piazza.

questione di eduCazione

Infatti, tanto più efficace è la sicurezza in fabbrica e nella scuola quanto più la sicurezza viene a far parte dell’educazione, in senso ampio, del cittadino a parti-re dalla famiglia e dalla vita di ogni giorno.

Quindi, l’iniziativa “Si-

curezza tra la gente” rap-presenta lo snodo evolutivo dell’azione finora svolta, nella consapevolezza che la sicurezza deve costituire una componente integrante della cultura civica.

uno sPettaColo inseGna

Rappresenta, inoltre, un’oc-casione di valorizzazione del centro della città, dal momen-to che la localizzazione delle iniziative collegate all’even-to verranno concentrate, costituendo un elemento di richiamo e di attrazione nell’impegno di unire spet-tacolo e manifestazioni di carattere informativo e di-vulgativo alla promozione di un tema, quale quello della interiorizzazione della cultu-ra della sicurezza, fondamen-tale per la qualità della vita.

nel Cuore della Città

La localizzazione, grazie alla disponibilità del Comune di Udine, è stata individuata per l’interazione con la ‘gente’ sotto la Loggia del Lionello, per le rappresentazioni tea-trali nella contigua sala Aia-ce, per la mostra fotografica Anmil “No!” nello spazio di Casa Cavazzini.

Sono previste dimostrazio-ni pratiche anche nella zona pedonale attorno a palazzo D’Aronco.

L’iniziativa è sostenuta dal contributo di Fondazione Crup, Banca AntonVeneta, Ca-mera di commercio di Udine, Bluenergy, Anav, ed è resa pos-sibile dall’apporto del Comune di Udine, dell’Inail, dell’Anmil e del Centro edile per la for-mazione e la sicurezza Cefs.

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ilFRIULI BUSINESS24 1 A P R I L E 2 0 1 1

Aziende IndustrIa

La Licar di San Quirino è protagoni-sta di un percorso che, dalla nascita nel 1973 come produttrice di profili e

accessori per il legno, si è negli anni svin-colata dal concetto “classico” di fornitore per diventare partner dei propri clienti. Il concept di ante, presentato l’anno scorso al Sicam, è soltanto uno degli esempi della sua capacità di evol-vere e di cambiare prospettiva per interpretare correttamente il mercato. L’azienda, che conta 110 dipendenti, ha chiuso l’eser-cizio 2010 con un fatturato di 22 milioni di euro, in crescita del 48% rispetto all’anno precedente.

Il fornitore normale è capace di fare ciò che gli viene chiesto. Licar, oltre ad ascol-

L’evoluzione del fornitore

LIcarL’AziendA di SAn Quirino, grAzie AL proprio modeLLo produttivo ‘SneLLo’, è diventAtA pArtner StrAtegico deL Settore mobiLiero

tare richieste, analizzarle, condividere gli obiettivi del cliente, analizza tendenze, garantisce progettualità, suggerisce solu-zioni, previene e risolve situazioni contin-

genti grazie all’esperienza, offre prodotti esclusivi industrializza-ti. Tutto messo a disposizione del cliente, che può poi decidere di utilizzarli direttamente o indiret-tamente come spunto per lo svi-luppo di propri prodotti.

L’approccio che identifica Licar è partire dal servizio per incidere sulla produzione. È una visione che negli anni l’ha spinta ad aprir-

si a nuove aree e tipologie di mercato, par-tendo da quello dei più grossi mobilieri di Treviso e Pordenone negli Anni ’70, inse-rendosi negli Anni ‘80 nella produzione di

ante rivestite e collaborando con la grande distribuzione nel Nord Europa a seguito del declino del mobile più tradizionale. A differenza di altri fornitori, è in grado al tempo di portare sul mercato questo pro-dotto con ogni tipo di finitura incontrando quella domanda.

ante e mobili in kit

Nasce, così, il “sistema Licar”, struttura-tosi con modelli organizzativi diversi, stu-diati e impostati in base a ciascun cliente per garantire l’eccellenza nell’offerta di ante e mobili in kit. Per quest’ultima tipo-logia, ad esempio, è stata sviluppata inter-namente all’azienda una linea produttiva e di consegna che permette al pubblico finale, supportato nelle fasi pre e post ven-

1973Anno di

fondazione

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ilFRIULI BUSINESS 251 A P R I L E 2 0 1 1

smissione ordini e inserimento in tempo reali nei processi quantità vendute/impe-gnate dal cliente; programmi di produzio-ne previsti; ordini di produzione esecutivi in corso e date previste di disponibilità.

just in time, anche estremo

Una gestione di questo tipo permette di scegliere anche le modalità di consegna più adatte a ciascuna commessa: dal just in time, anche estremo, al Mto (make to order), che prevede il lancio di alcune fasi di realizzazione solo all’arrivo dell’ordine. I tempi di consegna ragionevolmente brevi vanno a tutto vantaggio del risparmio nei costi di immobilizzo di prodotto finito, as-sicurando un servizio eccellente e innova-tivo nel settore.

presenza negli usa

scommessa americana vinta col proprio stile

Una crescita esponenziale dal 2005, una sede ampliata nel

2010, previsione di nuovi investi-menti per il prossimo triennio. Licar Usa è la società che l’azienda madre friulana ha insediato in North Caroli-na per un servizio puntuale e veloce, possibile solo con una presenza in loco. Risultati che confermano la scelta fatta, una ‘scommessa’ ragionata che aveva la sua ragion d’essere ancora una volta nell’ap-proccio di Licar: partire dal servizio, per incidere sulla produzione. Il mer-cato statunitense è, infatti, vasto, complesso, esigente.

Licar in Usa non ha esportato solo know-how italiano, ma un sistema organizzativo Lean cucito su misura per quel mercato, progettando macchine speciali e linee di produ-zione specifiche, tutte comunque di tecnologia a marchio Licar.

dita da un ‘customer care’ telematico, di ordinare via web un mobile e di riceverlo direttamente a casa nell’arco massimo di dieci giorni, in tutta Europa.

Il ‘segreto’ è la gestione dell’intera catena di controllo con modalità che razionaliz-zano la produzione, stoccaggio a magaz-zino completamente automatizzato. Velo-cità e organizzazione, quindi, che nascono da un metodo di cui fa parte anche il con-trollo del flusso e la condivisione di infor-mazioni con gli interlocutori.

La gestione degli ordini avviene interat-tivamente con strumenti elettronici “Elec-tronic Data Interchange”, una linea di col-loquio che consente a Licar e al cliente di essere costantemente aggiornati sui dati di comune interesse come: presenza dei pro-dotti nei magazzini cliente-partner; tra-

110Numero di dipendenti

22Milioni di euro

di fatturato

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Aziende IndustrIa

ilFRIULI BUSINESS 271 A P R I L E 2 0 1 1

Un investimento di sette milioni di euro che, in meno di due anni, i fra-

telli Dino ed Edi Orioli hanno trasformato in realtà con un progetto architettonico che rispecchia perfetta-mente il carattere inno-vativo dell’azienda e la sua naturale propensione al design. Realizzato dal-lo studio Geza di Udine, in stretta condivisione con la pro-prietà, il nuovo stabilimento di Pratic a Fagagna è stato conce-pito sviluppando soluzioni for-mali e funzionali tecnicamente avanzate. Il risultato è un’opera che si integra perfettamente col paesaggio, non solo dal punto di vista estetico, ma soprattutto sotto il profilo dell’impatto am-bientale e visivo.

struttura completa

L’insediamento comprende uno stabilimento produttivo di 10mila metri quadrati, un edi-ficio per gli uffici direzionali di mille metri quadrati, 500 metri quadrati di show room, zone di parcheggio per 100 automobi-li e una zona adibita a carico, scarico e servizio alla produ-zione, oltre a un’area verde di 55mila metri quadrati.

L’utilizzo di energia ‘pulita’ ha condizionato tutte le scelte impiantistiche dell’intero in-tervento, in un’ottica di rispar-mio e sostenibilità ambientale. Sulla copertura dei nuovi edifi-ci è stato installato un impianto fotovoltaico di potenza pari a 460 kWh. L’obiettivo di Pratic

Innovazione sotto la tenda

le, sono in classe A e A+. L’edifi-cio produttivo è caratterizzato da una facciata prefabbricata dominata da linee verticali.

Pannelli di diverse larghez-ze e finiture disegnano

una facciata ‘cangiante’, in cui parti lucide e parti opache danno un’imma-

gine sempre diversa al mutare delle condizioni di

luce. Gli uffici monopiano adagiati sulla campagna, sono protetti a sud da una trave so-spesa in calcestruzzo nero di grande dimensione (80 metri di lunghezza), vero landmark dell’intervento che ne sotto-linea l’orizzontalità a grande scala. I riflessi della facciata ve-trata rendono la trave nera una grande “ombra sospesa”.

All’interno del settore pro-duttivo della nuova Pratic si trovano impianti avanzati di produzione e soprattutto di stivaggio dei materiali. Pra-tic, infatti, ha scelto di adotta-re magazzini compattabili di concezione avanzata che per-mettono di ottimizzare tutto il processo produttivo.

Con la nuova Pratic, che oc-cupa 80 dipendenti e nel 2010 ha raggiunto i 20 milioni di fat-

I fratelli Dino ed edi orioli alla cerimonia di inaugurazione

turato, le porte si aprono anche al pubblico grazie a un enorme showroom in cui, anche il pri-vato, potrà valutare da vicino la tenda da sole o la pergola prima di procedere all’acquisto.

massima personalizzazione

“La sede della nuova Pratic – spiegano Dino ed Edi Orio-li, rispettivamente presidente e vicepresidente - è una linea ideale che unisce la passione di ieri con il desiderio di oggi di offrire al mercato soluzioni adeguate per vivere il giardino e gli spazi aperti nel massimo comfort. Del passato conser-viamo tutta la conoscenza tecnica e la cura del dettaglio che ci ha portato lontano in Italia e nel mondo, del futuro anticipiamo i progetti dell’abi-tazione globale. Il tutto secon-do criteri rigorosi di qualità, innovazione e massima perso-nalizzazione.

“Questa sede rispecchia il nostro carattere: innovativa, funzionale e curata nel mini-mo dettaglio, ma anche di so-stanza perché qui dentro tutti noi trascorriamo la gran par-te della nostra giornata. Ecco quindi - concludono - perché abbiamo voluto realizzare un luogo di lavoro efficace ed effi-ciente nella produzione, acco-gliente e confortevole per chi lavora in ufficio grazie alla luce naturale, modulata ovviamen-te con la nostra rivoluzionaria tenda T-Line, a spazi ampi e mille accorgimenti che agevo-lino le attività intellettive”.

1960Anno di

fondazione

80Numero di dipendenti

20Milioni di euro

di fatturato

PratIc - L’AziendA si è trAsferitA A fAgAgnA in un grAnde e innovAtivo stAbiLimento per sostenere LA briLLAnte strAtegiA di crescitA

è l’autosufficienza energetica: l’assorbimento elettrico totale sarà coperto interamente da energia proveniente da fonti rinnovabili.

facciata cangiante

Per aumentare il conteni-mento energetico degli edifici e per migliorare il benessere ambientale interno, sono stati studiati elementi architettoni-ci integrati dagli screen solari prodotti dalla stessa Pratic, sia per gli uffici che per il capan-none produttivo. Gli edifici, secondo la normativa naziona-

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ilFRIULI BUSINESS28 1 A P R I L E 2 0 1 1

La strisciata della carta nel lettore magnetico o l’utilizzo di codici Pin per transazioni monetarie o accessi

potrebbero diventare solo un ricordo del passato. Quello di rivoluzionare il mondo della sicurezza dei dati tramite l’ausilio di tecnologie di rilevazione biometrica, come la scansione dell’impronta digitale, è infatti l’ambizioso obiettivo di Card Tech, azien-da udinese impegnata nello studio e nello sviluppo di dispositivi mobile innovativi, depositaria a livello mondiale di numerosi brevetti per il settore. In un mondo in cui la privacy nella comunicazione e la sicurez-za delle transazioni monetarie può essere

Sicurezza dei dati a portata di dito

facilmente compromessa, Card Tech ha come sua missione quella di rendere più sicure operazioni giornaliere come paga-menti e accessi fisici e virtuali, miglioran-done la fruibilità e conseguentemente la qualità della vita.

oltre la password

La svolta nella breve storia dell’azienda friulana, fondata nel 2005, è coincisa con il balzo in avanti della tecnologie di rileva-zione dell’impronta digitale che oggi con-sentono di sfruttare sensori super-sottili e a basso consumo quale elemento sostitu-

tivo di password o Pin, aumen-tando esponen-zialmente la si-curezza, reale e percepita, degli utilizzatori.

“Si tratta di un percorso quasi com-pletato quello verso il mercato – spiega presidente Fabrizio Bor-racci – che per essere competitivo e pron-to ad affrontare uno scenario globale così trasversale e competitivo necessiterebbe, però, di un’ulteriore iniezione di capitali”.

Card TeCh - La giovane azienda, che ha sviLuppato una serie di soLuzioni innovative in tema di privacy dei dati e contro possibiLi cLonazioni, cerca capitaLi per sfondare neL mercato

aziende IndusTrIa

2005Anno di

fondazione

Page 29: Business

ilFRIULI BUSINESS 291 A P R I L E 2 0 1 1

Oggi la ‘famiglia’ di prodotti firmati Card Tech si può suddividere in tre categorie.

tre categorie di prodotti

La prima, quella dei computer palmari, si iden-

tifica con PinKey Touch, in-novativo dispositivo mobile

dalle dimensioni ultra com-patte che unisce la sicurezza

della biometria, alla fruibilità degli standard Nfc, ovvero tra-

smissione wireless sicura a corto raggio, Bluetooth e WiFi. PinKey

Touch, inoltre, permette di gestire molteplici servizi negli accessi fisici e logici, effettuare micropagamenti e acquisti in modo semplice e affi-dabile, evitando l’uso di password, codici Pin e la diffusione di dati sen-sibili a terzi. Il tutto in una comoda interfaccia touch-screen e un ergo-nomico design made in Italy.

La seconda categoria si riferisce al mercato delle smart card che tro-va in PinKey Smart una soluzione

biometrica tra le più evolute oggi di-sponibili sul mercato, grazie al con-trollo dell’impronta digitale di tipo ‘system-on-card’, a tutta garanzia della privacy, che permette di au-tenticare l’utilizzatore aumentando il grado di sicurezza oggi affidato al semplice Pin.

brevetti internazionali

Fiore all’occhiello dei prodotti ide-ati dall’azienda è, infine, la cosiddetta piattaforma di sviluppo, realizzata con il chiaro obiettivo di soddisfare la creatività degli sviluppatori di sof-

tware, sul modello degli applicativi su App Store, ma con una forte pro-pensione alla sicurezza. A tale scopo l’azienda udinese ha progettato un kit a loro dedicato scaricabile dal sito della community di sviluppatori Card Tech (http://developers.card-tech.it).

Dal settore bancario a quello della logistica, passando per quelli legati all’attività della pubblica am-ministrazione con particolare rife-rimento al mondo della sanità pub-blica: le potenzialità di applicazione e di utilizzo dei prodotti Card Tech non hanno davvero limiti.

Non è tutto. Le soluzioni della so-cietà friulana non sono solo sinoni-mo di funzionalità, sicurezza e alta tecnologia, ma presentano anche contenuti fortemente eco-friendly: oltre a essere interamente proget-tati nel territorio del Friuli Venezia Giulia, infatti, sono tutti realizzati nel pieno rispetto delle normative vigenti in materia di tutela ambien-tale e per la loro produzione sono utilizzate esclusivamente materie prime riciclabili o ‘nobili’, cioè a basso impatto ambientale.

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ilFRIULI BUSINESS 311 A P R I L E 2 0 1 1

SiStema AgroAlimentAre

Il territorio del Consor-zio di Tutela vini dei Colli Orientali del Friuli si am-

plia verso le colline di Reana. È il frutto di una recente de-libera del consiglio di ammi-nistrazione che ha accolto, secondo le normative vigenti, la richiesta di una decina di vignaioli rojalesi interessati a valorizzare le loro produzio-ni. Allo stato attuale si tratta di una superficie di 25 ettari di vigneto che fanno capo a 54 proprietà diverse. Le uve di Merlot, Cabernet franc e Ver-duzzo friulano coprono circa il 50% dell’intera produzione che potrebbe ottenere in fu-turo la Doc. Ora, tutto il dos-sier tecnico è stato spedito a

Colli sempre più grandi

Consorzio tutelA vini il comune di Reana del Rojale entRa a faR paRte del teRRitoRio del cof alla luce di bRillanti RiSultati pRoduttivi

Roma nelle sedi competenti, cui spetta la decisione finale.

merito sul campo

La grande soddisfazione dell’amministrazione comuna-le, a coronamento di un lungo lavoro burocratico di prepara-zione, è stata espressa dal sin-daco Edi Colaoni che, già in passato, aveva avuto modo di elogiare la professionalità dei vignaioli del territorio.

Infatti, l’autorevole Guida ai vini de L’Espresso nel novem-bre scorso aveva eletto, quale miglior Picolit del Friuli Vene-zia Giulia, con 17,5 punti per la produzione 2006 (ma 15 punti aveva ottenuto anche il Ver-duzzo friulano “Suspir” e 15,5 il Cabernet franc del 2008), quel-lo dell’azienda “La Volparie” di Zompitta.

esperienza dal 1984

Alla luce di questi risultati no-tevoli, l’amministrazione civica di Reana aveva riconosciuto con la consegna del sigillo del Co-mune la qualità del lavoro svol-to da Annamaria Mauro e Lino Gregoris i quali nel 1984 hanno messo a dimora il loro primo vigneto. I filari ora si estendono per 3,5 ettari toccando anche i comuni di Tricesimo e Tarcento.

è Fabrizio regeni, presidente della cooperativa San Vito di Marano Lagunare, è il nuovo presidente di

Federcoopesca-Confcooperative Fvg. Lo ha eletto l’assemblea tenutasi presso la nuova sede distaccata della centrale coop, al Villaggio del Pescatore di Duino Aurisina. All’importante appuntamento, oltre al presi-dente regionale di Confcooperati-ve, Franco Bosio, sono intervenuti anche il presidente nazionale di Federcoopesca, massimo coccia, affiancato dal direttore, Gilberto Ferrari. A livello regionale, il set-tore conta 20 cooperative attive con circa 500 soci, 339 addetti e un fatturato di oltre 22 milioni di euro. Nel consiglio di Federcoope-sca Fvg sono stati, inoltre, eletti Gino marra del Cogemo, Walter de Waldestein della Ittiomar, antonio donato santopolo della Cooperativa Pescatori di Grado e  Fabrizio marchesan del Cogiumar. I lavori assembleari sono stati coordinati dal vice presidente di Confcooperative Udine, Flavio sialino, mentre il presidente uscente, daniele squecco, ha illustrato i principali risultati raggiunti da Federcoopesca negli ultimi anni: l’avvio della diversificazione dell’attività delle cooperative della pesca, la cassa integrazione in deroga per la piccola pesca (unica regione in Italia ad aver esteso questo strumento al settore ittico), la spinta all’aggregazione con la nascita di nuovi consorzi, gli accordi di programma. Al termine dell’assemblea si è tenuta l’inaugurazione ufficiale della nuova sede, alla presenza del sindaco di Duino Aurisina, Giorgio ret.

pescherecci alla ricerca di nuove rotte sul mercato

Federcoopesca

fabRizio Regeni nuovo pReSidente Regionale delle coopeRative del SettoRe

L’esempio dell’azienda “La Volparie” di Zompitta il cui Picolit è stato premiato dalle massime guide nazionali

Fabrizio Regeni

25 haLa superficie vitata nel comune neo aderente

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ilFRIULI BUSINESS32 1 A P R I L E 2 0 1 1

Dopo i positivi risulta-ti del 2010, la Wolf di Sauris, sponsor del

Giro d’Italia sullo Zoncolan, si prepara a celebrare nel 2012 il secolo e mezzo di sto-ria.

“Il 2010 per noi è stato un anno positivo, anche se le dif-ficoltà sul mercato si sentono e bisogna lavorare sodo sen-za mai abbassare la guardia”: è questo il commento di Ste-fano Petris, amministratore delegato del prosciuttificio Wolf di Sauris, nel commen-

Salumificio WolfL’azienda di SauriS Si appreSta neL 2012 a feSteggiare iL preStigioSo anniverSario, che coincide con iL mezzo SecoLo deLL’attuaLe Spa

tare i risultati dell’azienda nell’anno trascorso.

sponsor del giro

“Il fatturato – spiega - ha avuto un leggero incremen-to, che assume più significato se si pensa che i prezzi, in un contesto generale non eufori-co, sono rimasti invariati”.

La qualità e la massima attenzione a tutte le fasi pro-duttive sono riconosciute e premiate sempre di più dal consumatore finale.

“Per la nostra struttura com-merciale – scherza Petris - di questi tempi, il motto è ‘testa bassa e pedalare’: per que-sto siamo entusiasti di essere sponsor della tappa più impe-gnativa ed emozionante del Giro d’Italia 2011, la Crostis-Zoncolan. Ci siamo messi vo-lentieri a disposizione dell’or-ganizzazione e il prossimo 21 maggio sulla cima dello Zon-colan ci saremo anche noi, con una hospitality e con i nostri prodotti”.

Alla Wolf, però, si guarda già

Pronti al traguardo dei 150 anni

aziende agroalimentare

oltre, cioè al 2012.“Quest’anno si festeggia il

150° dell’Unità d’Italia, nel 2012 toccherà a noi – continua l’Ad dell’azienda -. Anche se le prime attestazioni relative all’attività di salumeria della famiglia risalgono ai primi de-cenni dell’Ottocento, abbiamo sempre fatto riferimento a una data simbolo: il 1862”

non solo prosciutti

È l’anno di nascita di Pietro Schneider detto Wolf, norcino e

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ilFRIULI BUSINESS 331 A P R I L E 2 0 1 1

Rinnovato il marchio, mettendo in evidenza l’anno di nascita

a

I consumatori riconoscono al primo as-saggio la carne di razza Pezzata Rossa.

Test riuscito, quindi, quello condotto dal laboratorio di analisi sensoriali del Di-partimento di Scienze Agrarie e Am-bientali dell’ateneo friulano. Dei 144 consumatori, un campione rappresentativo della popo-lazione che abitualmente già consuma carne bovina, che si sono sottoposti agli assaggi organizzati, ben 80 hanno riconosciuto, infatti, la car-ne bovina di razza Pezzata Rossa, rispetto a quella di un’altra razza diffusa in Italia, la Frisona. Non solo, la Pezzata Rossa, bovina dalla dupli-ce attitudine per la sua capa-cità di essere ottima sia per la produzio-ne di latte, sia di carne, è risultata anche la carne ideale sotto tutti i punti i profili sensoriali, tra cui l’odore, sapore e, poi, per la tenerezza e la succulenza. “Questo significa che c’è una differenza

tra le due carni – spiega il responsabile del laboratorio Edi Piasentier - netta-mente percepita dai consumatori. In più la carne di Pezzata Rossa risponde alle attese di qualità dei consumatori, per i

quali, i test appena conclusi ce lo con-fermano, ha anche le caratteristiche

ideali della carne bovina”.Altri risultati emersi sempre dai test

sensoriali sono che la carne, in genere, é scelta soprattutto in base all’aspetto, alla pro-venienza e alla fiducia po-

sta nel rivenditore. Meno importanti paiono, invece, il prezzo e la difficoltà nel cucinar-la. Per la produzione di una carne bovina di qualità, inoltre,

per i consumatori l’ali-mentazione sembra essere il parametro più importante, seguito dal sistema di allevamento, le condizioni di benessere dell’animale e la razza assieme al tempo di frollatura della carne.

I consumatorI PrEmIano la PEzzata rossa

zootEcnIa

I rIsultatI del test sensorIale realIzzato dall’ateneo

Giuseppe e Stefano Petris

produttore di ottimi prosciutti, nonno di Giuseppe Petris, fon-datore della Wolf Sauris Spa.

“Per noi – spiegano il proni-pote Stefano e Beppino ‘Wolf’ - è un doppio anniversario: i 150 anni di storia, ma anche il mezzo secolo di vita del-la società. Per prepararci nel migliore dei modi a un anno speciale, ci siamo regalati un restyling delle nostre etichet-te, il secondo in 50 anni di at-tività. Vicino al logo aziendale abbiamo voluto una frase che dice tutto: A Sauris dal 1862”.

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Da sinistra Giovanni Blarasin commissario del Comune Grado, l’assessore regionale Federica Seganti e il commissario del progetto Alessandro Baucero

ilFRIULI BUSINESS36 1 A P R I L E 2 0 1 1

La bella addormentata va risvegliata. Negli ultimi dieci anni l’isola di Grado

ha perso molto del suo appeal tu-ristico. I numeri parlano chiaro: dal 2001 al 2009 le presenze di ospiti sono diminuite dell’11%, mentre la spesa turistica addi-rittura del 30 per cento. Eppure il bacino di turisti rimane molto interessante, visto che rimane pur sempre la prima spiaggia del Centro Europa, la prima che si incontra valicando le Alpi. La Re-gione ha posto al centro del piano di rilancio la dotazione di un rin-novato e moderno polo termale, vista la storica specializzazione di Grado nella talassoterapia. Lo studio di fattibilità prevede un intervento misto pubblico-priva-to con la formula della finanza di progetto che comporterà un in-vestimento di 80-100 milioni di euro, di cui 22 già assicurati dal-la stessa Regione. La scommessa è alta e si giocherà nei prossimi mesi, come spiega Alessandro Baucero, commissario ad acta dell’iniziativa.

Qual è la portata di questo progetto per Grado e, più in generale, per il si-stema turistico regionale?

“La realizzazione di un nuovo polo termale è diretta a riqua-lificare e ampliare in modo più attrattivo la gamma di servizi tu-ristici offerti da Grado per consen-tirle, come è già avvenuto in casi

analoghi, di recuperare la cliente-la storica costituita dalle famiglie e di richiamare, per un periodo più ampio della sola stagione estiva, un nuovo tipo di clientela inte-ressata a servizi innovativi legati al benessere della persona e all’attività ludico-ricreativa.

Con un inter-vento di un va-lore economico stimato di 100 milioni di euro, coperto per un quarto dal con-tributo pubblico, si mira a riposizio-nare Grado sul mer-cato turistico nazionale e internazionale migliorando, potenziando e riqualificando l’of-ferta delle strutture deputate a ca-talizzare l’utenza in funzione di un incremento duraturo della domanda turistica secondo le mo-derne tendenze del mercato.

Grazie alla destagionalizzazio-ne delle attività si verificheran-no riflessi diretti e positivi anche sulla stabilizzazione dei posti di lavoro. Ciò si inserisce pienamen-te nell’ottica del sistema turistico regionale, recentemente presenta-to alla Bit di Milano, la cui filoso-fia è quella di affrontare la varietà della domanda di servizi turistici segmentando l’offerta a seconda delle caratteristiche delle località: ad esempio, nell’ambito dei siti

Rinascimento di GradoProgetto di Polo termaleCon un investimento da 100 milioni di euro, per tre quarti sostenuto da fondi privati, si intende rendere nuovamente attrattiva l’isola quale meta turistiCa moderna e destagionalizzata

balneari, as-sociare Trieste

con la cultura, Lignano con

l’offerta per gio-vani e Grado con la

qualità dei servizi”.

Quali sono i punti di forza dell’iniziativa?

“Le strutture termali si caratte-rizzano come importanti cataliz-zatori dell’utenza turistica, capaci di riversare benefici sull’intero tessuto economico con rilevanti effetti moltiplicatori.

Rispetto ai rapporti del polo ter-male con la realtà economica di Grado, va ribadito che non si tratta di sistemi separati, ma di un ele-mento che opererà nel più ampio ‘sistema Grado’, con capacità di generare da parte di entrambi re-ciproci benefici in una prospettiva di sviluppo complessivo.

L’intervento comprende anche la ristrutturazione del Palazzo dei Congressi, un altro strumento ca-

aziende Costruzioni

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ilFRIULI BUSINESS 371 A P R I L E 2 0 1 1

I lavori potrebbero cominciare alla fine del 2012 per concludersi prima della stagione estiva del 2015

talizzatore di arrivi che attualmen-te, però, non è in grado di sviluppa-re appieno le sue potenzialità sia per la carenza di servizi comple-mentari, quali parcheggi e ricetti-vità, sia per la sua scarsa versatili-tà strutturale che non consente di adattare i mille posti attualmente offerti alla domanda, più presente sul mercato, di sale con un numero molto più ridotto di posti.

Ai fini di consentire la migliore funzionalità delle strutture termali e congressuali, l’intervento preve-de la realizzazione di un albergo di medie dimensioni e di categoria elevata, con il quale poter offrire una risposta, ancorché non esau-

stiva, all’incremento di arrivi, e di un parcheggio interrato di ampie dimensioni, per 500-1.000 posti, che contribuisca anche ad allegge-rire il traffico veicolare soprattutto nei picchi estivi del fine settimana”.

Quali, invece, i punti di debolezza?“Punti deboli appaiono, al mo-

mento, quelli relativi alle infra-strutture viarie di accesso a Grado e ai collegamenti aeroportuali e ferroviari. Di sicuro Grado e il suo nuovo polo termale usufruiranno positivamente dell’auspicata ri-presa del traffico aeroportuale di Ronchi dei Legionari”.

Quale cronoprogramma vi siete dati?“Dopo la pubblicazione del ban-

do di gara; ritengo che entro la fine dell’anno potremmo essere in grado di individuare il partner privato. I lavori, così, potrebbero effettivamente cominciare alla fine del 2012 per concludersi pri-ma della stagione estiva del 2015”.

Per il bando, a quali interlocutori pri-vati vi rivolgete?

“Il bando è di valenza europea ed è rivolto a gestori e investitori nell’ambito turistico-termale, che abbiano caratteristiche adeguate alla portata dell’iniziativa”.

Sul territorio, quali altre strutture di contorno servirebbero per ren-

dere veramente attraente l’offerta turistica di Grado?

“Il nuovo Polo termale non è un punto di arrivo, ma un punto di partenza per la ripresa economica di Grado. Ciò implica l’impegno per la città di attrezzare adeguata-mente la propria offerta ricettiva e di servizi per fare in modo che l’oc-casione offerta da questa iniziati-va non vada sprecata.

Più che a nuove strutture ritengo si dovrebbe puntare alla riqualifi-cazione di quelle esistenti in fun-zione anche del potenziamento dell’offerta con servizi integrativi, quali per esempio quelli enoga-stonomici, del turismo lagunare e archeologico”.

Nelle foto: veduta aerea dell’Isola d’oro, una cartolina della Grado

storica e il parco acquatico

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ilFRIULI BUSINESS 391 A P R I L E 2 0 1 1

L’azienda con sede nella zona in-dustriale di Ponte Rosso, a San Vito al Tagliamento, ha da poco

inaugurato il nuovo impianto di pro-duzione Climablock-Kaldo, l’innovati-vo sistema per costruire fabbricati eco-sostenibili, di bassissimo (near zero) consumo energetico, con manuten-zioni minimali e dal comfort inegua-gliabile. La realizzazione dell’impianto ha richiesto quasi due anni di tempo e circa 5 milioni di euro d’investimento.

La soddisfazione per l’azienda, guidata da Valerio Pontarolo, è stata grande in quan-to tutto ha funzionato a meraviglia e i primi riscontri dell’efficienza energetica sono stati a dir poco eccezionali: i consumi di corrente e combustibile sono circa la metà ri-spetto agli standard di consumo per la stessa produzione con impianti un po’ più vecchi, migliori a ogni aspettativa. Questo fatto, oltre che dare una grande risposta ambientale, dovrebbe garan-tire un’interessante competitività e i primi beneficiari saranno i clienti che in questo modo potranno costruirsi delle case ‘amiche’ dell’ambiente, di altissima qualità e a prezzi sempre più bassi.

PontaroloL’azienda di San Vito aL tagLiamento preSto potenzierà La produzione di materiaLi per L’ediLizia a baSSiSSimo conSumo di energia

Non a caso Pontarolo Engineering è uno dei pochi partner dell’Agenzia per l’Energia Friuli Venezia Giulia (Ape) CasaClima, attentissima alla qualità energetica dei fabbricati e altrettanto vigile nella scelta dei propri partner. I fabbricati certificati Ape sono una vera garanzia, visto il severo meccanismo di controllo delle alte performance in-dicate.

Il gruppo Pontarolo conta una realtà di diverse aziende: Pontarolo Engine-

ering Spa, Pontarolo Commerciale Srl e Sintesy Srl; quest’ul-tima rappresenta la sezione stampaggio plastica. Sintesy con-ta circa 50 lavoratori che lavorano su tre turni e, attualmente, ha sede a Oderzo, ma,

per la politica di avvicinamento del-le produzioni, entro la fine di maggio sarà pronta l’unità di stampaggio nella zona industriale Ponte Rosso che in-sisterà in un’area da poco acquisita di circa 26mila metri quadrato e avrà, a regime, ulteriori 35 maestranze su tre turni e questo senza chiudere l’unità di Oderzo, che continuerà a operare. Attualmente il gruppo Pontarolo con-ta circa 80 dipendenti, per un fatturato consolidato di circa 25 milioni di euro.

Nuovi mattoni per le eco-case

aziende Costruzioni

soleico

L’azienda Sfrutta La fiLiera corta dei panneLLi fotoVoLtaici di caSa madre

impianti chiavi in mano in sole quattro ore

Soleico nasce nel 2009 dall’espansione di Energy System di Carpacco di Dignano, l’uni-

ca azienda del Friuli Venezia Giulia a produrre direttamente nel proprio stabilimento pannelli fotovoltaici in silicio policristallino 100% Made in Italy. A completamento del servizio offerto, Solei-co si propone sul territorio come struttura com-merciale per la vendita e installazione di impianti fotovoltaici “chiavi in mano”, di potenza inferiore ai 20 kilowatt, per privati e piccole aziende. Con oltre 300 impianti installati nel primo anno di vita, Soleico garantisce alta professionalità e competenza, che permettono di offrire un servi-zio estremamente rapido e affidabile: installazio-ne e direzione lavori vengono ultimate in sole 4 ore. A ciò si abbinano molteplici servizi comple-mentari: dal sopralluogo tecnico e preventivo entro 24 ore dalla richiesta, agli studi di fattibi-lità e al calcolo del ritorno sugli investimenti del nuovo impianto, dalla gestione delle pratiche per attivare il Conto Energia alla consulenza per l’ottenimento di finanziamenti, fino all’assistenza completa post vendita, gli impianti sono garantiti infatti per 25 anni.

Soleico, grazie all’esperienza e competenza di un gruppo altamente specializzato nell’ambito del fotovoltaico che fa riferimento alla famiglia Romanello, si distingue fra le molteplici realtà commerciali del settore in quanto è l’unica in Friuli Venezia Giulia a installare impianti realizzati con moduli fotovoltaici realizzati interamente in regione, adottando il sistema della ‘filiera corta’. L’intero processo produttivo, svolgendo-si presso la sede dell’azienda ‘madre’ Energy System, impiega manodopera e risorse locali e si indirizza principalmente al mercato regionale, il che permette maggior controllo e una riduzione dell’impatto ambientale derivante dagli sposta-menti. Soleico, guidata da Gianni commessatti, nel suo primo anno dalla fondazione ha una previsione di fatturato di oltre 2,5 milioni di euro.

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ilFRIULI BUSINESS40 1 A P R I L E 2 0 1 1

Aziende Costruzioni

Il Gruppo Bpt di Sesto al Reghena, leader nel settore delle tecnologie domoti-

che, della sicurezza e dell’il-luminazione, si è aggiudicato un’importante commessa da parte del complesso residen-ziale Nokturno, in fase di ulti-mazione in Slovenia. L’azienda friulana si occuperà della par-te inerente alla tecnologia Xip, il sistema di videocitofonia di-gitale over Ip. Nokturno ha de-ciso di scegliere Bpt sulla base dei vantaggi unici e innovativi

offerti dalla sua tecnologia, che permette di realizzare impianti senza limiti di esten-sione e di colonne montan-ti: l’ideale per semplificare l’installazione in complessi residenziali con un elevato numero di utenze ed esigenze articolate, alle quali Xip ri-sponde in modo completo.

A un pAsso dA CApodistriA

Vivere in armonia con l’ambiente, circondati allo

stesso tempo dal massimo comfort e dalla più moderna tecnologia: questo l’obiettivo di Nokturno, il complesso re-sidenziale che sorge sul pen-dio del colle Monte Marco, in Slovenia, e che offre un pano-rama meraviglioso sul golfo di Capodistria e di Trieste, fino alle Alpi.

Il complesso residenziale conta sei edifici di tre piani ciascuno, per un totale di 235 unità abitative, e quattro locali commerciali destinati

ad attività atte a soddisfa-re le esigenze della strut-tura. Oltre a prestare una particolare attenzione alle condizioni abitative, alla funzionalità, alla scelta dei materiali, per garantire una vita all’insegna del comfort e della sicurezza Nokturno ha così sposato la tecnologia Bpt, consolidata realtà nella produzione di tecnologie in-novative nel settore dell’elet-tronica d’installazione con soluzioni videocitofoniche

Nokturno da recordGruppo Bpt - L’AziendA di SeSto AL ReghenA hA fiRmAto neL compLeSSo ReSidenziALe SuL goLfo di tRieSte iL SiStemA di videocitofoniA digitALe oveR ip più gRAnde AL mondo

La sede della Bpt a Sesto al Reghena

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ilFRIULI BUSINESS 411 A P R I L E 2 0 1 1

20 gateway Eti/Xip intercon-nessi attraverso una normale rete Lan Ethernet e centralini telefonici.

attenzione ai disabili

Tutte le postazioni esterne sono state equipaggiate con segnalazioni acustiche e visi-ve (Led), in modo da rendere fruibile l’impianto e informare chiunque dello stato dello stes-so. Nei posti esterni Digitha sono stati caricati messaggi vo-cali e messaggi di cortesia in lin-gua slovena che vengono visua-lizzati direttamente sui display.

Grande attenzione è stata posta anche alle persone di-versamente abili grazie alle speciali funzioni delle appa-recchiature installate. Dai vi-deocitofoni interni è possibile vedere i visitatori e monitorare tutte le postazioni esterne in modo sequenziale, mante-nendo sotto sorveglianza tut-to il sistema e garantendo una maggior sicurezza.

e domotiche altamente per-formanti.

235 unità abitative

Nokturno si presenta come il più grande impianto al mondo a oggi realizzato che utilizza la tecnologia Xip. Il complesso è suddiviso in 20 blocchi e con-ta 235 videocitofoni Lynea, 14 posti esterni Digitha, 35 posti esterni video e 10 posti ester-ni audio della serie Thangram con modulo controllo accessi,

tutti i vantaggi del xip

Manutenzione a distanza grazie alla gestione da reMoto

tecnologia più facile e più economica da installare

L’utilizzo del sistema Xip comporta numerosi vantaggi rispetto a un sistema videocitofoni-

co tradizionale su bus. Innanzitutto, garantisce una grande facilità d’installazione, rendendo più agevole il lavoro dell’installatore e riducendo la possibilità che si verifichino errori di collegamen-to. Utilizzare il sistema Xip significa assicurare un’estrema praticità di utilizzo agli utenti e offrire loro un sistema tecnologicamente all’avanguardia ca-pace di integrare senza ulteriori ca-blaggi numerose funzioni legate al servizio di videocitofonia, come il controllo acces-si integrato, il sistema antintrusione e quello di videosorveglianza. Tale sistema comporta, inoltre, un risparmio, sia in termini di tempo, che econo-mici riducendo le quantità di cavo utilizzato.

Grazie alla gestione da remoto via Internet, infine, consente un costante monitoraggio, aggiornamento e manutenzione dell’impianto, anche a distanza.

I terminali sono dotati di messaggi vocali di cortesia

Gli edifici in Slovenia

dotati di tecnologia Xip

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Aziende Costruzioni

Alta efficienza energeti-ca e sostenibilità sono i principi che guidano

l’attività del Gruppo Usg di Udine, presente sul mercato da quasi un decennio e specializ-zato nel settore delle costruzio-ni prefabbricate in legno. Con marchio “Biohaus” il gruppo è stato, infatti, uno dei pionieri in questo settore e oggi guarda al futuro con la convinzione che proprio dalla bioedilizia e dalla ricerca applicata al legno arriverà un nuovo impulso al settore delle costruzioni.

Guidato da Sandro Gennaro, che opera da trent’anni nel set-tore e che dal 1998 si è specializ-zato nella prefabbricazione in legno, il Gruppo Usg ha costru-ito il proprio know-how guar-dando ad alcuni Paesi come Austria, Germania e Slovenia, dove questi sistemi sono in uso da decenni, e implementando le proprie competenze attraver-so un percorso formativo pres-so l’agenzia Casa Clima della provincia di Bolzano e presso l’Agenzia per l’energia della pro-vincia di Udine.

efficienza energetica

“Il nostro gruppo – spiega Gennaro - opera prevalente-mente nel settore delle costru-zioni, con particolare riferi-mento ai sistemi costruttivi che mirano all’alta efficienza energetica e alla sostenibilità e in quello specifico delle costru-zioni in legno ad alta efficienza

Gruppo usG - Con il mArChio BiohAus lA soCietà è stAtA frA le prime in regione A oCCupArsidi BioediliziA e orA ContinuA A CresCere, grAzie AnChe A pArtnership internAzionAli

energetica che costituiscono una nicchia di mercato in co-stante incremento di domanda. Lo slogan ‘sistemi per costru-ire all’avanguardia’ sintetizza la nostra mission che ha come obiettivo la selezione delle tec-nologie e dei prodotti più avan-zati che il mercato offre per la realizzazione di edifici con ele-vate performance energetiche”.

L’attività è rivolta anche

Cantieri amici dell’ambiente

cultura del costruire

dopo il viA A pAdovA, il progrAmmA toCCherà tutto il nord itAliA

un tour per insegnare a guardare il futuro

L’attenzione alla ricerca e la volontà di un confronto costante con il mondo accademico, ma anche imprenditoriale, ha portato il

Gruppo Biohaus a ideare l’Ecotour, un ciclo di convegni, organiz-zati in diverse città del Nord Italia, teso a diffondere la cultura del benessere e del rispetto per l’ambiente applicata a sistemi costruttivi innovativi che utilizzano un materiale antico, il legno, ma con le soluzioni tecnologiche più moderne e con una costante ricerca della massima efficienza energetica. L’Ecotour 2011 è par-tito il 10 marzo a Padova con l’appuntamento intitolato “La casa a risparmio energetico”, che ha visto la presenza, fra gli altri, di Stefano Fattor, architetto e docente presso il Politecnico di Torino oltre che docente di Casaclima, e di Franco Laner, docente di Tecnica dell’architettura presso Istituto universitario di architettura di Venezia. Le iniziative di Ecotour 2011 proseguiranno a Verona e Bologna per concludersi a Udine nel mese di novembre.

all’edilizia di tipo tradizionale, ma sempre con una particola-re attenzione alla qualità e alle prestazioni energetiche, svi-luppata dalla Avant Costruzio-ni Srl, società del gruppo.

Negli anni il Guppo Usg ha progressivamente implemen-tato la sua attività espanden-dola alla commercializzazione di componenti per l’edilizia, come serramenti, porte e scale,

alla vendita e installazione di impianti fotovoltaici, oltre che alla vendita e realizzazione di piscine e aree welness. Il trend di crescita dell’azienda è in co-stante incremento e, recente-mente, è stata costituita la joint venture Lumar Biohaus Srl, frutto dell’unione con il più im-portante produttore sloveno di strutture prefabbricate, Lumar Ig. Con questo passo l’azienda ha voluto unire eccellenti forze e competenze tecniche e mana-geriali per offrire, sul mercato nazionale, un nuovo binomio prodotto-servizio.

risultati in controtendenza

“Le prospettive per il 2011 sono decisamente incoraggianti – prosegue Gennaro - e in con-trotendenza rispetto all’attuale situazione del comparto edile. L’azienda ha, infatti, già acquisi-to numerose commesse sul ter-ritorio regionale ed extraregio-nale. L’evento clou di quest’anno sarà l’inaugurazione della nuo-va sede, che ospiterà gli uffici e lo show room e che sarà unica nel suo genere in quanto proporrà un percorso istruttivo sulle tec-nologie e sui prodotti selezionati per costruire all’avanguardia e offrire i massimi livelli di com-fort, design ed efficienza energe-tica. All’interno della nuova sede verranno, inoltre, organizzati seminari tecnici per professioni-sti e committenti interessati ad approfondire le tematiche di cui si occupa il gruppo”.

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Aziende Costruzioni

L’inaugurazione del nuovo stabilimento nella zona indu-striale di Palazzolo dello Stel-

la, dopo quello originario di Sutrio specializzato in legno lamellare, segna per Stratex un passo decisi-vo nello sviluppo aziendale, volto a imboccare con decisione la strada della produzione di architetture ecosostenibili per uso civile e re-sidenziale. Nella Bassa, infatti, si concentreranno le linee produttive delle case in legno e dell’innovativo Xpanel, il pannello in legno struttu-rale di grandi dimensioni che recen-temente è stato inserito tra i prodotti in lizza per il Compasso d’Oro 2011.

Innovazione, ecologia e design sono i fattori che la Stratex ha consi-derato vincenti nell’attuale panora-ma del mercato dell’edilizia non con-venzionale e sui quali si fondano le prospettive di sviluppo dell’azienda.

diversificazione produttiva

L’investimento sostenuto per l’acquisto del nuovo stabilimento e per la realizzazione degli impianti fotovoltaici integrati è di circa 12 milioni di euro.

“Il piano industriale aziendale - afferma il titolare della Stratex, Ni-cola Plazzotta – punta alla diversi-ficazione e allo sviluppo delle linee produttive. Il mercato delle case in legno è un comparto in crescita, in cui possiamo giocare un ruolo da protagonisti a patto di dimostrare attenzione anche alla sensibilità dei

clienti verso il design e verso la ca-pacità di inserire le opere in contesti urbani e paesaggistici armoniosi. Sotto il profilo strettamente produt-tivo, invece, la nostra competenza si è affinata per rispettare tempi rapidi di realizzazione e capacità di segui-re i progetti fin dalle loro fasi inizia-li, fornendo una vasta competenza ingegneristica oltre che di cantiere”.

gruppo da 110 dipendenti

Una volta entrato a regime, il nuovo stabilimento darà occupa-

zione a un’ottantina di addetti, che vanno ad aggiungersi ai 30 lavora-tori impiegati a Sutrio, nella sede storica della Stratex che sorge sulle rive del fiume But, dove continue-rà la produzione delle strutture in legno lamellare.

Lo stabilimento di Palazzolo, che si sviluppa su 15mila metri quadrati coperti e 100mila di su-perficie scoperta, ospita una linea di produzione completamente au-tomatizzata e integrata del mar-

L’innovativo pannello in

legno strutturale di

grandi dimensioni Xpanel è in lizza per il Compasso d’Oro 2011

chio tedesco Weinmann, in grado di garantire una capacità produt-tiva annua di 100 case per turno. A questa si aggiunge la seconda linea trasferita dallo stabilimen-to di Sutrio, ampliata e rinnovata, dedicata esclusivamente alla pro-duzione del pannello Xpanel.

Il piano superiore dello stabili-mento ospita gli uffici direziona-li, ingegneristici e commerciali, mentre un ampio show room a piano terra presenta i prodotti Stratex Living, il marchio con cui la Stratex si propone sul merca-to della bioarchitettura. Sempre al piano terra si colloca anche la mensa aziendale.

fabbisogno energetico

Lo stabilimento sarà anche una piccola centrale di produzione di energia elettrica verde. A Palazzo-lo, infatti, sono stati realizzati due impianti fotovoltaici della capaci-tà di un Megawatt ciascuno, uno collocato sul tetto del capannone e l’altro disposto nell’area esterna retrostante lo stabilimento, retto da pensiline che possono essere utilizzate anche come deposito merci o parcheggi. L’energia pro-dotta verrà utilizzata per soddi-sfare le esigenze energetiche della produzione.

La Stratex ha voluto imprimere una forte caratterizzazione alle case in legno proposte con il mar-chio Stratex Living. In questo sen-so prosegue la collaborazione, in particolare, con l’architetto Carlo Colombo autore della “concept house” con cui l’azienda friulana nel 2008 ha lanciato per prima sul mercato una linea di case in legno dal design contemporaneo e mini-malista. Carlo Colombo ha anche firmato il progetto di ristruttura-zione dell’ala direzionale e com-merciale del nuovo stabilimento.

Da sinistra il presidente di Confindustria Udine Adriano Luci, il titolare

di Stratex Plazzotta, il presidente

della Regione Renzo Tondo,

quello di friulia Edi Snaidero

e il consigliere regionale

Alessandro Colautti

stratex - Con lA CreAzione di un seCondo stAbilimento A PAlAzzolo dello stellA, l’AziendA CArniCA PuntA deCisA Al merCAto delle CAse eCologiChe

Abitare a tutto legno

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Udine capitale della co-municazione digitale: è il sogno che Aipem

ha reso realtà. La ‘storica’ agenzia di marketing friula-na, attraverso il tradiziona-le laboratorio di idee giunto all’ottava edizione, punta il riflettore su un tessuto lo-cale ricchissimo di imprese specializzate, appunto, nella comunicazione e nell’Ict. Un mix virtuoso che offre enor-mi opportunità nel crescen-te mercato dei new media,

Comunicazione non convenzionaleAipem - L’agenzia udinese punta i rifLettori sui sistemi ‘mobiLe’ e sui sociaL network, sottoLineando come La città possa considerarsi a ragione capitaLe dei new media

zione, ma anche di coraggio. Comprendere le meccaniche e conoscere i linguaggi del digitale non è facile e l’im-prenditore friulano, per sua natura, se non sa, non osa. E chi non rischia…”

Queste evoluzioni portano a un cambiamento delle strategie? Quanta il costa il cambiamento?

“Le evoluzioni cammina-no sulle gambe delle idee e le idee possono generare molto costando poco: non dimen-tichiamo che i canali digitali consentono il più formidabi-le ‘passaparola’ mai visto: in brevissimo le idee, i conte-nuti, i pensieri si espandono globalmente. L’investimento sostanziale va fatto sulle ri-sorse umane e sui giovani: sono loro che hanno il Dna per creare empatia e relazio-

aziende TerziArio

come svela il presidente di Aipem, Paolo Molinaro.

In che modo le Pmi possono sfrut-tare la comunicazione mobile e quella attraverso i social network per lo sviluppo del loro business?

“Innanzitutto, va eviden-ziato un fatto molto impor-tante e rivoluzionario: gli strumenti di comunicazione mobile e i social network, a differenza dei media tradi-zionali, offrono accesso libe-ro ai loro spazi. Le aziende,

quindi, hanno a disposizione grandi opportunità per dare impulso a nuovi processi in-formativi e di relazione con i loro target”.

Le aziende friulane come stanno reagendo: ne condividono l’im-portanza e stanno cogliendo l’oc-casione?

“Ci sono alcune eccellen-ze, ma in generale la reazio-ne delle aziende è lenta. Più lenta che altrove. È un pro-blema di cultura e di forma-

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Qui, però, la reazione delle aziende è più lenta che altrove: è un problema di cultura e di coraggio

crescita dell’11%AttrAverso lA controllAtA vodu operA Anche nel tribAl mArketing

mela premiata dal mercato e dal mondo del web

Anno più che positivo il 2010 per Aipem, l’agenzia di comuni-cazione di Udine specializzata in progetti di marketing anche

non convenzionali. La società della “mela” ha, infatti, chiuso i conti a quota 2,4 milioni di fatturato registrando una crescita netta dell’11% rispetto all’esercizio precedente. Il dato appare ancor più positivo se si considera che la crescita media dell’inte-ro comparto non supera il 2,5 per cento.

“Sono aumentati soprattutto il nostro fatturato nell’area digitale e gli introiti derivati dal non conventional marketing – spiega paolo molinaro, Ceo di Aipem - segno che, se i tempi e i modi della comunicazione cambiano a ritmi vorticosi, noi siamo dentro al cambiamento e sappiamo rispondere con strategie adeguate alle esigenze sempre più specifiche della committenza. In altre parole, offriamo qui e ora la medesima professionalità e competenza che spesso le imprese friulane, per diverse ragioni, credono di poter trovare solo nelle agenzie di comunicazione più blasonate. Con in più il vantaggio della prossimità che ci rende più disponibili e tempestivi nelle risposte”.

A corollario di un anno di intensa e fruttuosa attività per il gruppo Aipem, che con la controllata Vodu opera anche nel tribal marketing, è arrivata nel 2010 anche l’assegnazione per il terzo anno consecuti-vo dell’Interactive Key Award, il più prestigioso riconoscimento asse-gnato ogni anno al mondo del web e della comunicazione interattiva.

ne con i nuovi modelli di so-cietà”.

in questo contesto cosa propone l’aipem alle aziende affinché sia-no invogliate ad avvicinarsi alla comunicazione digitale?

“In assoluto urge che le aziende si impegnino a for-mulare nuove strategie, pen-sate dai giovani e affidate ai new media. In questo conte-sto Aipem ha gli strumenti e l’esperienza per ‘moltiplica-re’ la diffusione dei messaggi con piattaforme multicanale e con la certezza di una mi-surazione efficace e georefe-renziata”.Paolo Molinaro

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Il Gruppo Partners Asso-ciates di Tavagnacco ha raggiunto il prestigioso

54° posto della speciale clas-sifica di Europe’s 500 che ha premiato le 500 aziende d’ec-cellenza in Europa per l’an-no 2010. Il gruppo friula-no si è, così, posizionato tra le prime dieci aziende italiane e prima nel setto-re dell’Information Tech-nology.

“Questo premio ci ono-ra – ha commentato Ma-ria Corrini, amministra-tore delegato del Gruppo - in quanto rende merito all’impegno di tutti per creare una realtà leader in Italia nel settore dell’It. Da molti anni stiamo perse-guendo l’obiettivo di crescere per poter dare una risposta forte alle esi-genze delle imprese supportandole, nelle scelte strategiche It”.

A oggi il Gruppo Partners Associa-tes, nato nel 1998, ha raggiunto i 30 milioni di euro di fatturato con circa 500 persone coinvolte, provenienti dalle proprie aziende collegate e di-slocate su tutto il territorio naziona-le ed estero: Partners Associates, Pa Sanità e Pubblica Amministrazione, SysNet, Gruppo InIt, Tex-in, Pa Pro-getti, Tellus e Kyklos. Il gruppo è, così, attivo in diversi settori tra i quali la fornitura di prodotti e soluzioni per l’industria, per la pubblica ammini-strazione, per la sanità, per le teleco-municazioni e la unified communi-cation, per le banche e assicurazioni.

Partners associates - Il gruppo con sede a Tavagnacco, fornITore dI soluzIonI InformaTIche per TuTTI I seTTorI, cresce In ITalIa e sI espande all’esTero

Nel gotha dell’Ict

Maria Comini

“Dopo il consolidamento della posizione in Italia, che resta il nostro primo merca-to – continua Corrini – ab-

biamo deciso di avviare un processo di internazionaliz-

zazione per estendere la nostra presenza nell’Est Europa, in Asia e in Tur-chia. Negli ultimi mesi abbiamo allargato la nostra presenza in Cina e a Hong Kong per dare supporto alle aziende italiane che si installa-no in quell’area, ma so-prattutto per essere pre-senti direttamente in un

mercato così importante”. Attualmente sono 16 le sedi in Ita-

lia (Udine, Trieste, Padova, Bologna, Parma, Milano, Biella, Torino, Fi-renze, Perugia, Chieti, Roma, Napo-li, Bari, Lecce, Vibo Valentia), cui si sono aggiunte per ora due all’estero.

“Presto – conclude l’Ad del grup-po - verrà attivata una partnership con un’azienda turca per la realiz-zazione di un Centro di Competen-za It a Istanbul. Inoltre, abbiamo trattative avviate con vari Paesi dell’Est Europa per la vendita delle nostre soluzioni in quei mercati. Il nostro modello è quello di ricerca-re sempre partner locali per essere immediatamente operativi nei Pa-esi che ci interessano e per essere percepiti dai clienti come una re-altà locale e non come una multi-nazionale, dove il cuore e la testa risiedono in realtà lontane”.

azIende terziario

L’azienda friulana si è piazzata al 54° posto nella classifica europea delle eccellenze

NB FaCtory

l’azIenda dI BuTTrIo ha rIcevuTo un presTIgIoso rIconoscImenTo da cIsco

Il MIglIor partNer per uN ClIeNte CoMpetItIvo

Il 2011 è sicuramente un anno già da ricor-dare per la Nb Factory di Buttrio, che dopo i

numerosi riconoscimenti nazionali in occasione della Fiera specializzata Smau Milano e Smau Business nel 2010, guadagna il riconoscimento internazionale di “Partner to Partner Collabora-tion Award of the Year” durante il Partner Summit 2011 di Cisco a New Orleans, svoltosi all’inizio di marzo. Leader mondiale nella fornitura di soluzioni di rete, Cisco collabora a livello globale

con le migliori aziende di Information & Communication Tecnology per la diffusione dei propri prodotti sul territorio, ed è da sempre partner di Nb Factory. In occasione del summit

Cisco di New Orleans, l’azienda friulana ha visto riconoscere il proprio impegno nelle atti-vità orientate alla massima ottimizzazione e potenzia-mento delle risorse dei propri clienti. Il premio, come è stato sottolineato da Jodi Botifoll, vicepresi-

dente Cisco per l’area Europa e Mediterraneo, sottolinea come Nb Factory nelle proprie scelte strategiche possa essere considerata “best practice” per gli alti livelli di servizio raggiunti e gli standard applicati.

“Ogni risultato raggiunto – ha commentato Luca Turco, socio fondatore - è la conseguenza di un lavoro di squadra che ha visto coinvolti Nb Factory con il proprio team tecnico, il commit-tente e Cisco nel raggiungimento di un obiettivo comune”.

luca turco

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Punti di riferimento per telefonia, trasmissione dati e connettività

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“Le imprese oggi hanno sempre più bisogno di sicurezza e prote-

zione dei propri dati aziendali, di mobilità, di reattività, ma an-che e soprattutto di convenienza economica”.  Ne è convinto Ser-gio Lodolo, Ad di Teletronica di Campoformido, azienda che dal 1979 progetta e implementa in-frastrutture e tecnologie Ict per il mercato delle imprese e delle pubbliche amministrazioni.  Le risposte di Teletronica a queste necessità si chiamano data cen-ter, cloud computing e modelli di outsourcing basati sul paradig-ma dell’on-demand.

Il Cloud Computing è un pro-totipo di infrastruttura infor-matica virtuale accessibile tra-mite web (“cloud”, cioè nuvola, è metafora storica di Internet) che permette l’utilizzo di risorse distribuite e in grado di esegui-re un elevato numero di servizi e funzionalità IT. L’architettura prevede che i server reali siano fisicamente collocati presso un data center esterno, cui si accede attraverso internet. 

risparmi su tutti i fronti

“Affidarsi alla ‘nuvola’ signi-fica innanzitutto risparmiare denaro – sottolinea Lodolo – at-traverso la riduzione dei costi di capitale e d’esercizio: l’utente non deve più farsi carico dell’ac-quisto, installazione e manuten-zione di server propri e questo riduce drasticamente le relative esigenze di alimentazione, raf-freddamento e spazi con un si-gnificativo abbattimento dei co-sti energetici”.

Si possono scegliere con la

Memoria sotto chiave

affrontare piani di business con-tinuity, cioè assicurare all’azien-da continuità operativa e di ser-vizio in caso di criticità e a fronte di gravi emergenze, attraverso il pieno ripristino di sistemi e dati: il cosiddetto disaster recovery. Avanzati sistemi di firewall e di controllo degli accessi comple-tano il quadro delle funzionalità a supporto dell’integrità dei dati aziendali.

Teletronica dispone di spazi e attrezzature in un performante data center in Friuli, caratteriz-zato dai più elevati standard di sicurezza fisica, alimentazione, climatizzazione e connettività. I progettisti di Teletronica strut-turano e realizzano anche data center interni alle aziende. 

integratori di sistema

“Per qualsiasi progetto – ag-giunge Lodolo - partiamo sem-pre da una valutazione dell’in-frastruttura esistente, delle reali esigenze e priorità del cliente. In questo modo possiamo propor-re soluzioni su misura sia per la piccola impresa o la start-up, sia per le imprese più grandi e strut-turate, sia per le pubblica ammi-nistrazione. Come integratori di sistemi ci capita spesso di inter-venire a 360 gradi e fornire con-temporaneamente infrastruttu-re di telecomunicazioni in fibra ottica e radio WiMax e realiz-zare soluzioni avanzate per la comunicazione aziendale, come telefonia, trasmissione dati e connettività, con la convenienza di avere un unico interlocutore esperto in grado di occuparsi di tutto e la garanzia di un’assisten-za tecnica di primo livello”.

Aziende Terziario

massima flessibilità il sistema operativo, le applicazioni e l’har-dware di cui l’azienda necessita, senza il pensiero di aggiorna-menti e upgrade di sistema. La capacità delle risorse disponibili è praticamente illimitata e può essere acquistata secondo il bi-sogno, ovvero on-demand. Un altro vantaggio è che, attraverso la cosiddetta virtualizzazione del posto di lavoro, la possibilità di collegarsi in mobilità è estre-mamente semplificata.

contro ogni pericolo

In tema di protezione e sicu-rezza dei dati, affidarsi a un ser-vizio di data center permette di

TeleTronicaL’AziendA di CAmpoformido gArAntisCe servizi informAtiCi A 360 grAdi, Compresi server remoti Che AbbAttono i Costi di gestione

sergio lodolo

1979Anno di

fondazione

35Numero di dipendenti

7,2Milioni di euro

di fatturato

Il data center

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Il mondo del web non è più lo stesso, è un dato di fatto. Steve Jobs tuona con-tro Adobe e dice che “Flash non è più

necessario”. L’era del computer ha lascia-to il posto agli smartphone per evolversi attraverso i tablet, affascinanti dispo-sitivi dall’innata mobilità e dalla facile fruibilità. I social network si sono imposti non solo nella socie-tà, ma anche nelle strategie di marketing. Insomma, nulla è più com’era e i segnali sono chiari: la sfida è aperta. Quindi che fare?

La risposta è sempli-ce: captare i segnali di mercato, giocare d’anticipo, mettere in pratica esperienza e professionalità, offrire il meglio mesco-lando intuizione e creatività. Lo sostiene Thomas Dolso, direttore della web agen-cy udinese Wasabit, che già nella scelta del nome, cioè una fusion tra la piccan-tissima nipponica crema verde e il suffis-so informatico per eccellenza, dimostra di voler percorrere la via dell’originalità e soprattutto della sperimentazione. Se, poi, a questi concetti si aggiungono anche quelli dichiarati nel playoff, ovvero “spicy communication”, il quadro è completo. Così emerge la personalità di un’azienda

La spezia giusta per il Web

Aziende Terziario

WasabiT - debuttA A udine un’AgenziA che AccompAgnA le Aziende nellA comunicAzione nel vorticoso mondo dei new mediA

immAgini trAsmesse in tempo reAle Un OcchiO vigila sUl territOriO

Helica Srl, con sede ad Amaro, alla Fiera nazionale della Protezione Civile svoltasi

a Bolzano ha presentato un nuovo strumen-to: un potente ‘occhio’ montato sui suoi elicotteri in grado di sorvegliare il nostro territorio captando video in alta definizione. Queste immagini giungono in tempo reale a una sala operativa che può distare fino a 200 chilometri dal velivolo.

Helica ha, così, in dotazione il nuovo mul-tisensore ottico di videosorveglianza aerea Wescam MX-15, operante sia nel visibile in Full HD che nell’infrarosso termico. Il sistema

è stato implemen-tato integrando anche un sistema di trasmissione in tempo reale, che può operare per lunghe distanze, il

tutto gestito da un applicativo dedicato. La tecnologia avanza a grandi passi ed Helica si presenta come leader italiano nel settore: dal 2000, infatti, l’azienda carnica opera nel settore del telerilevamento LiDar da piatta-forma aerea e recentemente ha ‘allargato’ la propria gamma di sensori anche nel settore della geofisica. In occasione della Fiera di Bolzano,  presso il locale aeroporto “San Giacomo”, è atterrato l’elicottero Helica con i nuovi sistemi installati e funzionanti, messi a disposizione per dimostrazioni e test. Civil Protect di Bolzano è un’importante piattafor-ma informativa dedicata ai settori dell’emer-genza, protezione civile e antincendio e rivolta a coloro che si dedicano con professionalità e passione alla popolazioni in situazioni d’emergenza.

helica di amarO del mondo della comunicazione che vive il presente come proiezione del futuro, per distinguersi e far fronte a una spietata concorrenza.

“Questa è un’epoca che richiede forti cambiamenti – spiega Dolso - soprattut-

to nell’ambito del web dove prodotti obsoleti non hanno senso di esistere. Ecco perché, sia per la progettazio-ne del mio sito www.wasabit.it, sia

per quella di molti altri che ho creato, ho percorso strade di programma-zione innovativa sfrut-tando le potenzialità

del connubio tra Html, Css e Javascript”. A oggi, infatti, i contenuti realizzati

in Flash non sono i più idonei per rag-giungere le prime posizioni tra i risul-tati delle ricerche, perciò è preferibile che i siti non siano fatti con questo stru-mento di sviluppo. Altro capitolo di for-te interesse per Wasabit è rappresentato dai tablet che, tuttavia, da soli non po-tranno probabilmente garantire la buo-na sorte di un settore imprevedibile.

“Non basta la qualità dei contenuti per il successo – aggiunge Dolso - bensì bisogna trovare il modo giusto per comu-nicarli e diffonderli coinvolgendo il pub-blico. Creare un’App di per sé non è suffi-ciente. È la regola del Web 2.0 che insegna a lanciarmi senza paura in progetti che mi spingono verso il limite, richiedendo una preparazione minuziosa e versatile”.

Infine, c’è la comunicazione, indi-spensabile per un imprenditore del ter-zo millennio.

“L’importante per affermarsi e vin-cere – conclude Dolso - è migliorare la propria visibilità, sapersi promuovere e imporsi sul mercato costruendo di sé un marchio forte”.

Thomas Dolso

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Aziende Terziario

Crescita professionale, ma anche informa-zione al consumato-

re finale: il tutto nel segno dell’etica. È quanto si propone l’associazione “Etica del Gu-sto”, istituita nel 2010, ma nata da un’idea del 2002 di Filippo Spinelli, e che riunisce panifi-catori e pasticcieri artigianali friulani. Una decina, finora, quelli coinvolti e guidati dal presidente Andrea Paoloni.

 La vostra associazione a quale esi-genza intende dare risposta?

“Il sodalizio nasce per ac-contentare le esigenze sem-pre più crescenti di quella clientela che non si acconten-ta più di soli prodotti indu-striali, ma che ricerca invece un prodotto genuino e natu-rale, creato come una volta rispettando tutti quei proce-dimenti artigianali, ma ga-rantiti da certificazioni mo-derne. Il nostro gruppo vuole sviluppare una crescita pro-fessionale attraverso una di-retta collaborazione tra i pro-duttori del settore panificio e pasticceria, con la formazio-ne di una rete di contatti, cor-si di aggiornamento ed eventi

Infornata di valore aggiunto

dell’esperienza e di macchi-nari all’avanguardia fanno sì che possiamo garantire un prodotto qualitativamente altissimo.

È importante, inoltre, se-guire le norme vigenti della panificazione e pasticceria e l’evoluzione dei prodotti. Scelta, lavorazione ed espo-sizione nel negozio, sono le tappe fondamentali per ga-rantire qualità e freschezza ogni giorno. Se si potesse rac-chiudere la nostra strategia in poche parole direi sicura-mente: passione, impegno, costanza, professionalità e comunicazione”.

Quali obiettivi vi siete dati?“Il nostro obiettivo è quel-

lo di garantire un prodotto eccellente. Vorremmo che la gente dicesse ‘questo è la più buona crema pasticcera

eTica del GusTo - L’AssociAzione riunisce pAnificAtori e pAsticcieri per vALorizzArne LA professionALità e fArLA riconoscere dAL consumAtore

che ho mai mangiato’, ‘questi sono i cioccolatini più gusto-si che ho mai gustato’. Ogni giorno pensiamo a come migliorare i nostri prodotti, mantenendo forti legami con la tradizione e confrontando-ci tra artigiani per mantenere uno standard il più elevato possibile. Crescere insieme: questo è il nostro obiettivo”.

Quali attività realizzate nel corso dell’anno?

“Ogni mese un gruppo di 4-5 colleghi partecipa a un simposio organizzato dall’as-sociazione per spiegare come vengono realizzati i processi di produzione artigianale”.

Come volete sviluppare il rappor-to con il consumatore finale?

“Il rapporto col cliente è fondamentale. Spiegare tut-to quello che facciamo per arrivare a offrire un prodot-to a questi livelli è impor-tantissimo. La gente spesso non sa, ma quando assaggia la differenza e capisce il pro-cedimento e la grande sele-zione che viene fatta a monte sceglie più consapevolmente e inizia ad apprezzare anco-ra di più.

Siamo fieri di spiegare tut-ta la ricerca e la selezione che avviene e in alcuni locali sug-geriamo addirittura di dotare il negozio con video che illu-strano direttamente come si creano i nostri prodotti.

Pensiamo che la gente ab-bia bisogno di fare un’espe-rienza e di diventare testi-mone di tutto il processo per crescere a sua volta, impara-re e saper scegliere il meglio. È un po’ come andare a fare visita a una cantina vinico-la, assaggiare i vini e scopri-re tutte le tappe produttive, questo fa sì che si apprezzi ancora di più il prodotto e si diventi più consapevoli per scegliere il meglio”.

per le figure professionali che vi fanno parte.

È una nicchia di figure pro-fessionali che si distinguono per il talento e per la ricerca di valori comuni apportati nel loro mestiere: un concetto in controtendenza con la re-altà odierna dove ogni valore legato alle problematiche di impatto etico sembra secon-dario.

Tutte le materie prime im-piegate nelle nostre lavora-zioni sono esclusivamente di primissima qualità e la lavorazione deve seguire un procedimento rigorosamente artigianale rispettando tutte le norme in vigore e le certi-ficazioni richieste”.

Per chi opera nel settore gastro-nomico come voi, qual è la strate-gia imprenditoriale più competi-tiva oggi?

“La nostra impresa si basa su concetti semplici. Essere costantemente presenti nella nostra attività, dalla proget-tazione con studi di materie prime di altissima qualità alla realizzazione fatta con metodi tradizionali: antiche ricette rivisitate con l’aiuto

Il rapporto con il cliente è fondamentale, per spiegare come facciamo ad arrivare a prodotti di altissimo livello

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ilFRIULI BUSINESS56 1 A P R I L E 2 0 1 1ilFRIULI BUSINESS56

Formazione ‘globale’ per un settore in cui i vari anelli della catena pro-

duttiva sono tra loro stretta-mente dipendenti. Mira a que-sto il Cefap di Codroipo, l’ente specializzato nel settore prima-rio e che fa riferimento alle stes-se organizzazioni di categoria. Ed è questa identità strategica che mette in evidenza il suo di-rettore, Massimo Marino.

Qual è il ruolo attuale degli enti di formazione in regione?

“Svolgono un rilevante ruo-lo nelle politiche regionali a sostegno dell’occupabilità. Se pensiamo all’importante at-tività svolta nell’istruzione e formazione professionale per i ragazzi in uscita dalla scuola media con i percorsi triennali di qualifica che consentono an-che l’assolvimento dell’obbligo scolastico, alla formazione in apprendistato, agli interventi di aggiornamento e riqualifica-zione per adulti occupati e non a vari livelli, ai numerosi corsi a favore di utenza svantaggia-ta quale occasione di crescita umana oltre che professiona-le, all’aggiornamento anche di alto livello svolto a favore delle aziende. La sfera d’azione degli enti è davvero ampia e impor-tante. Ciò consente un concreto sostegno alla crescita persona-le, delle aziende, allo sviluppo del territorio”.

L’offerta formativa riesce a stare al passo con i mutamenti economici e le richieste del tessuto imprendito-riale?

“Inutile girarci attorno: sap-piamo che questa è la critica

concretamente trasferite nelle attività ordinarie.

Se, poi, ci soffermiamo su alcune esigenze di tipo più tecnico, allora aiuterebbero re-golamenti e bandi che tengano conto della particolarità del settore composto prevalente-mente da microimprese, costi-tuite in molti casi da soli titolari e coadiuvanti, condizionato dalle stagionalità e che quindi richiede un’attenzione partico-lare in termini di tempistiche e flessibilità per la realizzazione di interventi a finanziamento pubblico”.

Quali sono i plus del suo ente?“Il Cefap ha la particolarità di

operare prioritariamente con una formazione in area agro-ambientale e agroalimentare avendo nella propria compagi-ne sociale le federazioni regio-nali. In oltre 40 anni di attività ha, dunque, consolidato un know-how altamente qualifi-cante in questi settori anche mediante l’attivazione di reti di collaborazione con diversi or-ganismi presenti sul territorio e operanti in specifiche filiere. L’aggiornamento del personale interno e il coinvolgimento di esperti nelle attività di forma-zione ci consente di dare rispo-ste sempre aggiornate e pronte alle aziende e alle persone che si rivolgono a noi. Nel corso di questi ultimi due anni il Cefap ha saputo altresì dare forte im-pulso a una formazione tecnica di filiera e nel contempo rivol-gersi ai ‘cittadini’ con corsualità in ambito informatico, lingui-stico e su competenze di tipo comunicativo e relazionale”.

essere la carta vincente cui dare continuità, ancor

più se evolve in una formazione

settoriale dell’agro-alimentare che riguar-

di l’intera filiera della formazione stessa: dalle qualifiche iniziali al post diploma, ai corsi post

laurea, all’aggiornamento con-tinuo dei lavoratori, alla forma-zione imprenditoriale.

Credo nel lavoro in rete e ri-tengo che la complementarietà d’azione aiuti tutti gli attori a crescere e soprattutto il benefi-ciario finale degli interventi”.

Alla Regione cosa chiedete?“Lavoro da quasi vent’an-

ni in questo ‘mondo’ e sin dall’inizio ho operato su pro-getti in collaborazione con enti e organismi pubblici di altre regioni. Ebbene, ho tro-vato molto spesso colleghi di altre regioni italiane che guardavano con attenzione e in alcuni casi anche con am-mirazione le progettualità re-alizzate nella nostra. Questa regione, cioè, è in grado di es-sere da esempio su molte atti-vità: è importante continuare su questa strada e far sì che le sperimentazioni siano poi

maggiore mossa a chi fa forma-zione profes-sionale. Credo di poter dire che si può, o meglio, si deve ovviare con una migliore sinergia tra po-litiche di orientamento e formazione. In poche parole, serve un’azione sinergica a più livelli. In Cefap da quest’anno abbiamo atti-vato dei focus group dedicati, proprio per addivenire a una più chiara lettura delle esigenze aziendali”.

Secondo lei, come può migliorare il sistema formativo regionale?

“Fare sistema in senso ampio, ovvero non solo formativo, ma territoriale e di filiera è fonda-mentale. Cito l’esperienza che in questo momento vede il Ce-fap fare da capofila di una com-pagine ampia nella gestione del Polo formativo agroalimentare. Ebbene, i partner sono espres-sione non solo della formazio-ne, ma anche dell’istruzione universitaria e superiore, della ricerca e del mondo imprendi-toriale: attori diversi che dialo-gano assieme per la prima volta per dare una precisa risposta di innovazione e formazione alle imprese. Questo esempio può

Cefap di CodroipoL’ente speciaLizzato neLLe professionaLità agricoLe e agroaLimentari stimoLa La sinergia a favore deL territorio e deLLe aziende

f o r m a z i o n e

La forza è nella rete

Il direttore Massimo Marino

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ilFRIULI BUSINESS 571 A P R I L E 2 0 1 1

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ilFRIULI BUSINESS58 1 A P R I L E 2 0 1 1

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ilFRIULI BUSINESS 591 A P R I L E 2 0 1 1

Economia dElla conoscEnza - La nostra regione, con una norma Lungimirante neLLo scenario nazionaLe emanata neL 2004, mette a disposizione contributi per professioni ordinistiche e non

f i nan z a ag e vo l ata

InnovazIone ecologIca

Sarà lanciato il prossi-mo aprile il nuovo invi-

to a presentare proposte nell’ambito del Program-ma Eco-Innovation, che supporta la realizzazione di progetti contro il cambiamento climatico e per la tutela ambientale. Il Programma promuove la riduzione dell’impatto ambientale dei sistemi produttivi e una migliore gestione delle risorse naturali, finanziando pro-getti che siano in grado di colmare il gap tra mondo della ricerca e mercato.

ambIente da dIfendere

Il bando 2011 del Programma Life+ è stato

pubblicato il 26 febbraio, con scadenza prevista il 18 luglio. I campi di azione sono: natura e biodiversi-tà; politica ambientale e governance; informazione e comunicazione. Il budget previsto è di 267 milioni di euro con un cofinanzia-mento pari al 50% (al 75% per progetti su specie e habitat prioritari).Sito web: http://ec.europa.eu/environment/life/fun-ding/lifeplus.htm

StrumentI per la rIcerca

Il 7° Programma quadro di ricerca e sviluppo tec-

nologico è il principale stru-mento di promozione della ricerca scientifica dell’Unio-ne Europea. Nel 2011 sono stati pubblicati 2 inviti sulle Joint Technology Initiatives per progetti di ricerca e sviluppo sperimentale: Eniac (nanoelettronica) in scadenza il 21 aprile e Artemis (sistemi informatici incorporati) in scadenza il 31 marzo. Informazioni su www.apre.it.

bandI In corSo Rubrica realizzata in collaborazione con

Regione FRiuli Venezia giulia - incentiVi all’innoVazione nella gestione aziendale

soggetti beneficiari Micro, piccole e medie imprese con sede operativa nel territorio regionale rientranti nelle seguenti classificazioni (ateco 2007): estrazione di minerali da cave e miniere; attività manifatturiere; fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata; fornitura di acqua, reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento; costruzioni.

Iniziative ammissibili a) servizi di consulenza per l’applicazione di metodologie per le quali sia previsto il rilascio, da parte di un organismo indipendente, della certificazione di conformità alla normativa europea, nazionale o a norme tecniche non disciplinate dal diritto comunitario. B) acquisizione di servizi di consulenza destinati al miglioramento dell’organizzazione aziendale e/o all’aumento della produttività. c) Realizzazione e potenziamento di sistemi informativi (software) connessi all’acquisizione dei servizi di consulenza di cui ad a) e B).

agevolazioni contributi a fondo perduto:50% per le iniziative ammissibili di cui alla lettera a);30% per le iniziative ammissibili di cui alla lettera B);20% per le micro e piccole imprese e 10% per le medie imprese, per le iniziative ammissibili di cui alla lettera c).il contributo massimo in ogni caso non può superare l’importo di 65.000 euro.

termine per la presentazione della domanda a partire dal 1 gennaio 2011 e fino ad esaurimento risorse.

Per informazioni www.coveco.it – [email protected]

Con l’emanazione del-la Legge regionale n. 13/2004, la Regione

Friuli Venezia Giulia, per pri-ma in Italia, ha riconosciuto l’importanza sociale ed eco-nomica delle professioni e il loro ruolo nello sviluppo del sistema produttivo regionale. Le nuove professioni, in par-ticolare quelle legate alla co-siddetta ‘economia della cono-scenza’, non sono attualmente rappresentate da ordini o albi professionali, neppure a livello nazionale: la Lr 13 interviene, dunque, sulla ‘debolezza’ delle professioni non ordinistiche, consentendo l’attivazione di un processo di rappresentan-za e tutela professionale.

La norma prevede la costitu-zione della Consulta regionale

delle professioni e del Comitato delle professioni non ordinisti-che, allo scopo di formulare pro-poste ed esprimere pareri non vincolanti in materia (atti di pro-grammazione e legislazione re-gionale del settore, formazione, orientamento, aggiornamento dei professionisti, processi di innovazione ed internazionaliz-zazione delle attività professio-nali). Per garantire affidabilità e standard delle prestazioni è stato, inoltre, istituito un Regi-stro regionale nel quale inserire le associazioni dei professionisti non riconducibili al sistema or-dinistico.

La Lr 13 prevede, inoltre, stru-menti di sostegno ai professio-nisti quali finanziamenti per spese di avvio e funzionamento nei primi 3 anni di attività pro-

Start up in studio

fessionale, esercitata in forma individuale, associata o socie-taria. Ulteriori opportunità sono destinate all’acquisizione della certificazione di qualità delle procedure e delle prestazioni, all’integrazione del fondo rischi delle cooperative di garanzia, al fine di favorire ai professionisti associati l’accesso ai credito. La legge, infine, promuove l’attiva-zione di piani annuali di aggior-namento professionale da parte delle associazioni professionali di rappresentanza.

Act Fvg, quindi, oltre alla co-stante azione di rappresentanza e tutela professionale, organiz-za annualmente seminari di approfondimento di tematiche specifiche e workshop per il mi-glioramento delle capacità pro-fessionali.

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ilFRIULI BUSINESS60 1 A P R I L E 2 0 1 1

La nascita di un ateneo frut-to della volontà popolare e determinata di un ter-

ritorio, oltre che in Friuli, ha un esempio anche in Sud Tirol. Qui, il progetto è stato declinato con una spiccata identità multilin-guistica e, soprattutto, multicul-turale. In più, la Libera Univer-sità di Bolzano, nascendo quale ente non statale, si è misurata da subito con il mercato, orientando la propria attività alle esigenze quotidiane del sistema economi-co. Attualmente, conta 5 facoltà con 15 corsi di laurea, 105 docen-

ti e 3.500 studenti. Va evidenzia-to, inoltre, un altro aspetto pecu-liare: è finanziata per il 90% da fondi della Provincia autonoma altoatesina. La regia è rappre-sentata dal Consiglio dell’Uni-versità, presieduto da Konrad Bergmeister, di professione, ov-viamente, manager e professore.

L’Università di Bolzano come è riusci-ta a declinare il rapporto tra mondo accademico e tessuto produttivo?

“Innanzitutto, abbiamo reso la vicinanza al mondo del lavoro parte integrante dell’offerta for-mativa: nella maggior parte dei nostri corsi di laurea è obbliga-torio un periodo di stage, meglio se all’estero. Abbiamo, poi, ela-borato il modello ‘Studenti in at-tività’, che permette di alternare lo studio in Università e il lavoro in azienda: gli studenti imparano lavorando a progetti concreti, commisurati alle competenze che via via acquisiscono, e sono seguiti da tutor. Il loro lavoro è retribuito, ma devono accettare sin dall’inizio che il loro percorso durerà 4 anni invece di 3. È un modello che è stato premiato da Confindustria e sta facendo scuola in Italia.

Infine, vorrei citare lo stretto rapporto con le associazioni di categoria: è confrontandoci con loro che elaboriamo i percorsi di studio. Rispondendo ai bisogni del territorio sono nati, ad esem-pio, i corsi in management del turismo, agraria e ingegneria”.

a l p e a d r i a

Libera Università di boLzanoL’esempio formativo sudtiroLese, espressione deL territorio, cresce neL segno deL muLtiLinguismo e deLLa muLticuLturaLità

Piattaforma Per La frUtta

La Bosnia-Erzegovi-na si propone come piattaforma per

la produzione e trasformazione della frutta. Grazie alla varietà favorevole di condizioni climati-che, l’agricoltura specializzata ha notevoli potenzialità ancora da esprimere. Le industrie di trasfor-mazione, come la Prijedorcanka, lamentano per altro l’insufficienza della disponibilità di prodotto lo-cale, attualmente pari al 40% del fabbisogno. La quota principale nella produzione e’ detenuta dalle prugne ( 60%) seguita da mele, pere e ciliege (39%).

Boom BioLogico in aUstria

Attualmente in Au-stria sono 21.798 gli agricoltori

biologici, vale a dire il 16,2% del totale degli imprenditori del settore. I produttori che hanno scelto l’agricoltura biologica occupano oggi il 19,4% della superficie coltivabile. Il 2010 è stato l’anno di maggiore successo per il mercato biologico austriaco. La quantità di prodotti venduta è aumentata del 22% e il fatturato è salito del 18,7 per cento. Importante per il raggiungimento di questi risultati è stato l’inserimento di prodotti biologici nel discount Hofer. Nel 2010 i supermercati austriaci hanno registrato un fatturato, riguardante i prodotti biologici, di 306 milioni di euro, risultato mai raggiunto prima.

meZZo miLione Di BoLLini

La vendita di vignette annua-li 2011 per le

autostrade slovene ha raggiunto i 500mila bollini, ai quali vanno aggiunti 17mila bollini semestrali per i motocicli e altri 150mila bollini settimanali. La Dars ritiene di poter ripetere gli incassi del 2010, che erano stati di circa 121 milioni di euro. Sono stati, inoltre, aumentati i controlli, anche a ridosso del confine italo-sloveno.

La strada per integrarsi con le imprese è lunga, ma abbiamo imboccato la direzione giusta

Cattedre in fabbrica

Konrad Bergmeister,

presidente del Consiglio

dell’Università

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ilFRIULI BUSINESS 611 A P R I L E 2 0 1 1

Quali vantaggi porta avere un Consi-glio dell’Università, espressione del territorio, guidato per altro da rap-presentanti del sistema industriale?

“Diciamo che, su 8 membri del Consig l io, 4 provengono dal contesto universitario e da discipline diverse: scienze na-turali, economia e sociale. Nel Consiglio abbiamo un approccio manageriale e un orecchio sem-pre aperto per il trend economico del momento. Ci interessa raffor-zare il radicamento locale, ma anche guardare a un orizzonte

internazionale. Per il prossimo futuro pensiamo alla formazione di spin-off: l’importanza della ri-cerca accademica per l’economia diventerà sempre più evidente”.

Per rispondere meglio alle esigenze dell’economia, quali caratteristiche ha la vostra offerta formativa?

“La caratteristica principale è il trilinguismo: da noi si studia in italiano, inglese e tedesco. Questa competenza rende i no-stri laureati  adatti a inserirsi nel mondo del lavoro in tutta Europa e non solo. Studiare in più lingue permette di conoscere da dentro culture economiche e accademiche diverse. Per questo diciamo che la nostra Università è non solo internazionale, ma soprattutto interculturale. È questa la vera sfida del mondo del terzo millennio, complesso e globalizzato”.

Le imprese della provincia di Bolza-no sanno cogliere le occasioni date dalla vostra università o avvertite una certa loro inerzia?

“Siamo un’Università giovane e siamo consapevoli che la strada da fare per integrarsi piena-mente con le imprese è lunga. Siamo, però, anche consapevoli di camminare nella direzione giusta. Abbiamo, infatti, diversi feedback che ci fanno capire che il valore e l’importanza di avere un’Università sul territorio vengono pian piano percepiti.

D’altra parte, gli eventi che orga-nizziamo per avvicinare il sapere accademico alla società riscuo-tono grande successo. Stiamo, inoltre, definendo precise aree di ricerca nelle quali puntare all’eccellenza”.

Può fare un brevissimo confronto, ri-spettivamente, con il sistema univer-sitario austriaco e con quello italia-no: vantaggi e handicap di ognuno?

“In passato l’Università italiana era popolata essenzialmente da professori italiani, mentre Austria e Germania già si rivolge-vano all’estero per le assunzioni. Con il processo di Bologna la questione è cambiata: avendo uniformato il sistema universi-tario, anche l’Italia ha interesse a implementare l’internazio-nalizzazione e cerca, quindi, anche al l’estero professori e ricercatori”.

a l p e a d r i a

FriULi eUroPa

Scelte non più rimandabili

aUtonomia energetiCa Per CostrUire L’Unione

Il sisma che ha colpito il Giappone, lasciando il Paese in ginocchio con decine di migliaia di morti, miliardi di euro di

danni e una crisi nucleare ha ripercussioni sia economiche, sia sociali per l’intero pianeta, le cui conseguenze non sono a oggi prevedibili. Il Giappone, la terza economia del mondo, è, infatti, un Paese il cui peso economico e strategico è fonda-mentale, specie in rapporto con il nuovo gigante economico cinese. L’Unione Europea si trova ora a fare i conti con un’utile cartina al tornasole su due temi fondamentali. Uno, sopito per anni, tornato ora alla ribalta: l’energia atomica. L’altro, la propria politica estera e il conseguente peso politico nei confronti delle altre realtà economiche sociali, in primis Stati Uniti, Russia e Cina.Quanto al primo, la nuova politica europea vede nell’ener-gia uno dei propri pilastri e nell’energia da fonti rinnovabili il proprio futuro. Da sempre gli analisti e gli esperti del settore hanno considerato l’energia atomica l’alternativa più realistica al petrolio e ai combustibili fossili. L’atomo e il suo sfruttamento, d’altra parte, sono stati oggetto di uno dei trat-tato originari delle Comunità, l’Euratom, tutt’oggi operante. A seguito delle varie crisi degli ultimissimi anni (finanziaria, eco-nomica, petrolifera, occupazionale, tra loro variamente colle-gate), è normale che anche il dibattito energetico rappresenti un nucleo imprescindibile. Se si vuole sviluppo economico e se si vuole elevare il livello dei nuovo Stati membri in termini di occupazione e benessere, serve l’energia per farlo e, con-temporaneamente, serve che non vi sia dipendenza da Paesi esterni all’Unione per ottenerla. A oggi il nucleare è l’unica via possibile, dal momento che le altri fonti alternative al fossile non sono in grado di sostenere il fabbisogno energetico del vecchio continente. L’Europa, quindi, si trova a scegliere come operare. Dalle prime reazioni, una decisione pare es-ser stata già presa: fermarsi sulla via dell’atomo e valu-tare altre possibilità. Quanto al secondo, la Ue anche in que-sto frangente si è dimostrata debole, prendendo atto delle scelte dei singoli Stati membri, senza portare avanti una politica, non dico di intervento unitario, ma almeno di coordinamento dell’azione degli Stati. Energia e politica estera, quindi, come elementi fondanti una vera Unione. La prima, per poter garantire sviluppo e coesio-ne, la seconda per poter dare forza alle scelte condivise e pesare nel mondo quale unico attore internazionale. Questa situazione si ripercuote anche nella politica della nostra Regione, attraverso il caso della centrale atomica di Krsko. La scelta di delegare la produzione di energia alla vicina Krsko rappresenta un’opportunità di approvvigionamento energetico a rischio limitato, attraverso la via della collabora-zione internazionale. I rischi, nonostante tutto, permangono. Nel dilemma di sempre, però, la scelta peggiore è quella di non scegliere.

Fabio Cattaruzzi

L’Università di Bolzano

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ilFRIULI BUSINESS62 1 A P R I L E 2 0 1 1

Visitando una delle innume-revoli mostre di design che si tengono nel mondo, quasi sempre trovia-

mo esposti prodotti che hanno segnato con la loro presenza un determinato periodo, più o meno recente. Quei prodotti sono definiti “storici”. Possia-mo anche vederne altri tal-mente “artistici” da non avere nulla a che fare con il design, ma più propriamente possia-mo considerarli opere d’arte. Il design, l’ho scritto spesso, è

ciò che a noi serve nella quoti-dianità, è ciò che può risolvere alcuni problemi del vivere di ogni giorno, non deve neces-sariamente essere un qualcosa di particolarmente strano, l’ec-cezionalità sta nella soluzione formale che diamo alla sua funzione.

durata nel tempo

A tal propositomi vengono in mente due mostre che hanno avuto un’ispirazione simile: la prima intitolata “Super Nor-mal”, curata da Jasper Morri-son e Naoto Fukasawa, tenuta-si alcuni anni fa a Tokyo e poi a Londra, e la seconda, che si è

svolta lo scorso anno sempre a Londra nella Serpentine Gal-lery e che si intitolava “Design Real”, curata da Konstantin Grcic.La particolarità degli oggetti esposti era la loro assoluta stra-ordinaria normalità, dove per normalità si intende quanto dicevo prima riferendomi al concetto di design, quindi dare forma per risolvere una funzio-ne. Credo che questo concetto, che è il punto del progetto di design, sia sempre non soltanto valido, ma essenziale. Inoltre, un oggetto, tanto più semplice-

mente risolve la sua funzione, tanto più sarà un oggetto che durerà nel tempo.Alla mostra Design Real sono stai esposti ben 43 oggetti di design diversi per stile e fun-zione realizzati in questi ultimi dieci anni. I pezzi in mostra non erano icone o prodotti concettuali, né manufatti ar-tistici in edizione limitata o prototipi non ancora commer-cializzati, ma oggetti desti-nati alla produzione di massa caratterizzati da un impiego pratico nel quotidiano. Questo concetto nasce con l’intento di

Elogio della normalità

Oggetti ‘real’Dietro alla quotiDianità Di una proDuzione Di massa si celano stuDio e creatività che alcune mostre cercano ogni tanto Di ricorDare al granDe pubblico

di Fabio di bartolomei *

d e s i g n

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ilFRIULI BUSINESS 631 A P R I L E 2 0 1 1

Per segnare un determinato periodo non serve essere opere d’arte, ma risolvere i problemi di ogni giorno

alla mostra “Real Design”.“Anche il prodotto più bana-le – ha detto - ha dietro di se qualcuno che ha messo il suo impegno e il suo cuore. Quan-do arriva al consumatore, que-sto messaggio spesso si perde: non si coglie appieno l’impor-tanza di chi l’ha pensato e di come è stato fatto. Esporlo in una mostra significa riportare l’attenzione sul suo messaggio. La componente sociale esiste, anche se non è valorizzata. Il design è parte della nostra vita. Tra design e stili di vita c’è un’influenza reciproca. Questo rapporto è ormai così assimila-to che pare naturale, viene dato per scontato. Invece, c’è sem-pre qualcuno che spende idee, passione e lavoro, anche per le cose più semplici”.

la valigia onehundred & ten disegnata da Ross Lovegrove per Globe-Trotter, la tromba Ez Tp progettata da Toshihide Su-zuki per Yamaha, il megafono ER-1206W di Shin Azumi per Toa, la lampada Yang di Carlot-ta de Bevilacqua per Artemide, il laptop per bambini One lap-top per Child XO di Yves Behar, l’Aeron Chair (Size B) di Don Chadwick & Bill Stumpf per Herman Miller. Cito una frase del curatore della mostra, Konstantin Gr-cic, che ben spiega il motivo per il quale egli ha pensato

stimolare nella valutazione dei prodotti in tutta la loro concre-tezza, soffermandosi su forme e materiali e riflettendo sulla loro praticità e funzionalità nella vita di tutti i giorni.

forma e funzione

Trovavamo esposti oggetti contemporanei, creati in anni recenti, nei quali in alcuni casi la funzione è talmente spiccata da determinarne la forma. Per esempio, un filtro purificatore tascabile con cannuccia, pen-sato per i Paesi in via di svilup-

po, che permette ai bisognosi di bere l’acqua direttamente da un fiume; poi la pala eoli-ca, la leggera e indistruttibile scopa degli spazzini parigini, il cuore artificiale, la batteria, il giubbotto per motociclisti e molto altro ancora. Inoltre, c’erano la maschera da salda-tore di 3M Speedglas 9100, le esche da pesca Cora-Z della Cormoran, i bidoni per rici-clare i rifiuti Bina disegnati da Gonzalo Milà Valcarcel & Mar-tina Zink per Santa & Cole, il marsupio portabambino di Er-gonomidesign per Baby Bjorn,

*Industrial & Interior DesignerLibero professionista, già

Docente di Design presso la Facoltà di Architettura di Trieste

[email protected]

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ilFRIULI BUSINESS64 1 A P R I L E 2 0 1 1

Vor allem im Westen

meist Schnee.SEITE 40

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Einschnitt.Ab 1. März kann man

in zwei KärntnerHaupt-Pendlerzügen

Fahrkarten nichtmehr im Zug kaufen.

SEITEN 20/21

KÄRNTEN

ORF-Kritik.Der Rechnungshofattestiert dem Sen-

der strategische Feh-

ler und eine miese Fi-

nanzplanung.SEITEN 58/59

TV & MEDIEN

Hello, Mister President!Barack und MichelleObama vor der Statue von Abraham Lincoln. 144 Jahre nach Ende

des amerikanischen Bürgerkriegs wird heute der erste schwarze Präsident angelobt. SEITEN 2–7 AP/REUTERS

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ilFRIULI BUSINESS 651 A P R I L E 2 0 1 1

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di alberto giorgiutti e daniele cattunar *

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Ancora incentivi alla mediocrità

detassazione dei premiLa più importante conquista per iL reddito dei Lavoratori ottenuta neL 2010 è stata smanteLLata per L’incapacità deLLe parti sociaLi di comprendere L’importanza deLLa meritocrazia individuaLe

Da gennaio di quest’anno gli elementi di retribuzione riconducibili a incrementi di produttività, efficienza or-ganizzativa, competitività, redditività, non possono es-

sere assoggettati all’imposta sostitutiva del 10% in luogo della tassazione ordinaria del 27-31%, se non attraverso la sottoscrizione di accordi sindacali territoriali o aziendali. Viene aumentato, inoltre, a 40mila euro il limite reddituale del 2010 per poter fruire del beneficio fiscale nel 2011, rimanendo invariato il tetto massimo di 6.000 euro di emolumenti detassabili. È quanto emerge dalle recenti disposizioni legislative e di prassi amministrativa in materia.

Poca chiarezza del legislatore

Allo stato, il legislatore non ha voluto fare chiarezza e ha lasciato il tutto in mano alle circolari che spesso si sono contraddette nel tempo. Nel pratico, però, si tratta di dif-ferenze di netto per i lavoratori fino a 1.680 euro annui. Con l’art. 53 del Dl 78/2010 sul contratto di produttività il legislatore stabi-liva che l’applicazione dell’imposta sostitu-tiva sui noti elementi premianti si sarebbe potuta adottare esclusivamente attraverso una contrattazione sindacale a livello terri-toriale o aziendale. A fine anno ci si aspet-tava, quindi, un decreto di attuazione che individuasse esclusivamente l’ammontare della nuova imposta sostitutiva; invece, con l’inserimento nella legge di stabilità n. 220/2010 dell’art. 1 comma 47, si suppose che l’intenzione era diventata solo quella di prorogare la vecchia norma che prevede-va il beneficio anche senza contrattazione sindacale.

Solo e ancora una volta attraverso una circolare congiunta Agenzia delle En-trate e Ministero del Lavoro, la n. 3/E del 14/02/2011, veniva definitivamente appu-rato che l’applicazione dell’imposta sosti-tutiva poteva essere concessa solo a fronte della sottoscrizione di accordi sindacali

territoriali o aziendali. La circolare, come sempre, usciva in ritardo rispetto alla con-segna dei cedolini paga di gennaio.

la genesi della norma

Con il Dl 93 del 2008 il legislatore intro-duceva la possibilità di detassare prestazio-ni di lavoro straordinario e supplementare e somme erogate a fronte di incrementi di produttività, innovazione ed efficienza or-ganizzativa e altri elementi di competitivi-tà e redditività legati all’andamento econo-mico dell’azienda.

La norma valeva inizialmente per il se-condo semestre del 2008. Su pressione di Confindustria, con la proroga per l’anno successivo, veniva abrogata la parte rela-tiva al lavoro straordinario e veniva accol-ta anche la richiesta di portare da 30mila a 35mila euro il tetto di reddito per poter usufruire del beneficio.

Al 3° Forum Lavoro organizzato dal Con-siglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, il ministro Maurizio Sacconi precisava, poi, che i premi di produttivi-tà da detassare andavano intesi in senso estremamente estensivo, dando il via a un

cambiamento nel modello di relazioni in-dustriali con la possibilità per le aziende, quindi, di premiare gli incrementi di pro-duttività senza la contrattazione collettiva, bensì attraverso una gestione premiale di-retta con il dipendente.

Diverse circolari dell’Agenzia delle Entrate ribadivano successivamente il concetto, estendendo la detassazione di somme quali le maggiorazioni per lavoro festivo, domenicale, a turni, notturno, fino ad arrivare persino a reintrodurre il con-cetto che il lavoro straordinario, nonostan-te fosse stato escluso nella proroga della norma, se considerato elemento di apporto a una maggiore produttività dell’azienda, poteva scontare il beneficio dell’imposta sostitutiva. Insomma, si era arrivati a una detassazione a 360°.

il danno Per i diPendenti

Riteniamo ci sia una chiara incapacità delle parti sociali di comprendere l’urgen-za di continuare a premiare la meritocra-zia individuale. Per qualche tensione tra le parti si sta consolidando un fortissimo danno per i lavoratori. Gli stessi, solo a li-vello regionale, percepiranno retribuzioni nette inferiori nell’ordine di milioni di euro rispetto all’anno precedente.

L’8 marzo è stato sottoscritto, infatti tra Confindustria, Cgil, Cisl e Uil un accordo per un’applicazione omogenea a tutte le aziende del circuito confindustriale del-la detassazione sugli istituti contrattuali già previsti dai Ccnl, ma nulla si prevede in ordine alla possibilità di detassare la corresponsione dei premi individuali così come in passato. Sostanzialmente, si è ar-rivati al punto che un elemento contrat-tuale escluso dal beneficio per norma di legge, quale il lavoro straordinario, ritorna in pista, mentre diventano a rischio i premi incentivanti che fino a ora non erano mai stati messi in discussione. Allo stato, solo il rinnovo del Ccnl del Commercio del 26 feb-braio 2011 sta andando nella direzione giu-sta, demandando però alla contrattazione territoriale la corresponsione di “premi variabili di rendimento”. Si tratta, quindi, per le associazioni di categoria di lavorare assieme al sindacato per trarre il massimo vantaggio per i lavoratori da una normativa che rischia di far perdere il maggiore potere d’acquisto conquistato nel 2010 attraverso la detassazione dei premi individuali.

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ilFRIULI BUSINESS66 1 A P R I L E 2 0 1 1

Lo scorso 17 marzo abbiamo festeggiato in forma solenne il 150° anniver-sario dell’Unità

d’Italia, ricordando tutti i pro-tagonisti del Risorgimento che, a vario titolo, ci hanno consen-tito di ricevere in eredità l’Italia attuale, unita, indipendente e moderna. Alla fine della glorio-sa epopea garibaldina, che si concluse con la proclamazione del Regno d’Italia, le diverse po-polazioni annesse al nuovo Sta-to italiano trovarono un grande deficit di bilancio, provocato

dalle spese per le guerre risorgi-mentali e anche da quelle soste-nute per dotare il Regno di ido-nee e moderne infrastrutture.

Nel tentativo di sanare il pe-sante deficit si perseguì la via dell’inasprimento fiscale, co-sicché nel 1862 si attuò il riordi-namento delle Finanze: tutte le preesistenti forme di tassazione furono sostituite da un sistema unico per tutto il Regno. Oltre alle “tasse” di registro, di bollo, ipotecarie, sulle successioni e donazioni, sulle società indu-striali e assicurazioni, sui dazi doganali, sul monopolio del sale, dei tabacchi, del chinino (peraltro quasi tutte ancora oggi vigenti), furono istituite

anche la tassa di manomorta e quella sul macinato. La prima fu introdotta per ovviare alle esigenze finanziarie dello Stato e per l’assoluta improduttività di buona parte dei beni fondiari degli enti ecclesiastici, che re-stavano improduttivi anche per secoli sia per l’incapacità gestio-nale da parte dei religiosi, sia per la vastità dei beni da gestire, provocando danni incalcolabili all’economia dello Stato. La tas-sa colpiva i beni con l’aliquota dello 0,90% e fu abolita nel 1954.

La tassa più odiata del tempo fu senz’altro la tassa sul “ma-

cinato” introdotta nel 1868. Il provvedimento imponeva il pagamento di una certa som-ma su ogni quintale di cereali portato a macinare. L’iniqua e odiata tassa provocò l’aumen-to del costo della farina e, na-turalmente, anche quello del pane. Il disagio fu intollerabile per i ceti più poveri. La tassa fu abolita nel 1875 con il pareg-gio del bilancio.

Al giorno d’oggi la tassa meno amata è senz’altro l’Irap (Imposta regionale sulle atti-vità produttive). Il motivo di tanta avversità da parte degli operatori economici nei suoi confronti risiede nel fatto che nel calcolo della base imponi-bile non si può tenere conto di elementi negativi del reddito, quali le perdite sui crediti e le spese per il lavoro dipendente. Le varie promesse di modifica del calcolo della base imponi-bile o di abolizione dell’odiata Irap, a oggi, non sono state an-cora mantenute.

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Le tasse più odiate

Un po’ di storia dal periodo post-unitario all’italia odierna, ovvero dal dovuto sul macinato all’irap che non tiene conto delle perdite di bilancio o delle assunzionidi karen garofalo

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