Ticino Business

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nr. 1 / Gen./Feb. 2013

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n. 01 - Gennaio/Febbraio 2013

Transcript of Ticino Business

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nr. 1 / Gen./Feb. 2013

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Strategie d‘avanguardia esigono collaboratori d‘avanguardia

La strategia di un‘azienda non sarà mai migliore delle

persone incaricate di metterla in atto. Per valutare

correttamente le competenze professionali e perso-

nali, sono necessari un elevato grado di esperienza,

sensibilità e capacità di giudizio.

Oltre a questi requisiti, le consulenti di Luisoni van-

tano approfondite conoscenze dei vari settori, ruoli

e livelli gerarchici. Da oltre 20 anni i nostri clienti si

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L u g a n o · Z u r i g o · S a n G a l l o · Va d u z · B a s i l e a · B e r n a · G i n e v r a · L o s a n n a

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Gennaio/Febbraio 2013Strong opinion 4 La legge del Minder

Editoriale 5 Contratti “normali”?Contromano 6 L’insostenibile leggerezza della politica cantonale

Il Tema 7 Il prossimo 3 marzo due voti che possono ipotecare il futuro della nostra economia

Il Tema 9 Berna vuole pianificare il TicinoIl Tema 10 Le principali ragioni per rifiutare l’iniziativa Minder e privilegiare

il controprogetto indirettoOspite 12 NO alla Revisione della LPT!

Ospite 14 Iniziativa Minder: un autogol da non fare assolutamenteBiblioteca liberale 16 Si chiama Stato il nuovo “oppio dei popoli”

Diritto 17 Dal 1° gennaio nuove regole per la garanzia nei contratti di vendita e di appaltoAttualità 19 Tra la competitività generale… spuntano i Data CenterAttualità 20 44 idee per la SvizzeraAttualità 21 Comunicare e collaborare in modo semplice in tutto il mondoAttualità 22 Minori consumi energetici grazie a misure economicheAttualità 23 Un sostegno concreto alle aziende ticinesi

Attualità 26 Lavoro a titolo di prova AI: per nuove sinergie con il mercato del lavoro

Eventi 27 Save the date: VNL ricerca ed innovazione in ambito logistico, 25.2.13 e Ticino e-business day, 27.2.13

Eventi 28 Un approfondimento sulle possibilità d’accesso alle gare d’appalto offerte dalle istituzioni finanziarie internazionali

Eventi 31 Salute, un fattore di successo per le aziende

Formazione 33 Corsi proposti dalla Cc-Ti

Osec 34 Commercio esteroCommercio estero 38 Giro del mondo delle opportunità… grazie agli accordi di libero scambio

Fiere internazionali 39 I prossimi appuntamentiVita dei Soci 42 AXA Winterthur Regione TicinoVita dei Soci 44 Helsinn Healthcare SAVita dei Soci 46 Elettrodomestici Fornoni SAVita dei Soci 47 Vaudoise AssicurazioniVita dei Soci 49 IECG - International Ethics Consulting GroupVita dei Soci 50 Lugano Airport SAVita dei Soci 51 UPSA sezione Ticino

Vita dei Soci 52 Boss Editore SAVita dei Soci 53 PAMP SA e Argor–Heraeus SAVita dei Soci 54 Luisoni Consulenze SAVita dei Soci 55 Swiss Life

Sommario

Editore: Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano

Redattrice responsabile: Lisa Pantini

Comitato redazionale:Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Rinaldo Gobbi, Lisa Pantini, Simona Morosini Marconi, Marco Passalia e Mercedes Galan

Redazione:Cc-Ti, Corso Elvezia 16, 6900 LuganoTel. +41 91 911 51 11Fax +41 91 911 51 [email protected] www.cc-ti.ch

Pubblicità: Pubblicità Sacchi, C.P. 5586928 MannoTel. +41 91 600 20 [email protected] www.pubblicitasacchi.ch

Stampa: TBS, La Buona Stampa savia Fola 11, Pregassona (Lugano)

Diffusione: Tiratura: 2’500 copieAbbonamento gratuito per i soci Cc-TiAbbonamento supplementare: - CHF 50.- annuo- per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA)

Frequenza: Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annuali

I m p r e s s u mnr. 1 / Gen./Feb. 2013

nr. 1 / Gen./Feb. 2013

Strategie d‘avanguardia esigono collaboratori d‘avanguardia

La strategia di un‘azienda non sarà mai migliore delle

persone incaricate di metterla in atto. Per valutare

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nali, sono necessari un elevato grado di esperienza,

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4 Ticino Business

L’iniziativa Minder che andrà in votazione il 3 marzo propone un tema delicato. Da una parte evidenzia un problema divenuto acuto negli ultimi anni, le remunerazioni galattiche di certi manager. Dall’altra introduce nel testo in votazione una questione etica fondamentale ovvero quale sia il limite massimo del compenso che spetta al vertice aziendale. La difficoltà sta nello stabilire il valore di un bene. Gli economisti classici conoscevano l’enigma chiamato “paradosso del valore”: perché mai l’acqua, bene di prima necessità e vitale per la sopravvivenza costa poco o nulla mentre i diamanti che a nulla servono se non per scopi decorativi hanno prezzi esorbitanti? La soluzione fu trovata nell’Ottocento dalla scuola di Vienna. Senza entrare in dettagli tecnici vi basti sapere che se per disgrazia foste nel Sahara, soli, senz’acqua ma con una decina di diamanti, dopo qualche giorno sareste pronti a scambiarli con il primo beduino di passaggio per qualche litro d’acqua. Il valore di un bene è soggettivo e dipende dall’utilità che vorrete attribuirgli. Poi ha un valore oggettivo che viene stabilito fra due o più persone che liberamente decidono di scambiarsi delle merci. Si chiama mercato. Ma come si stabilisce il giusto prezzo? Oggi sappiamo che il prezzo di un bene dipende sia dai costi per la sua produzione che dalla domanda di quel bene. Il giusto prezzo si situerà da qualche parte tra l’esigenza impren-ditoriale di coprire i costi e guadagnare qualcosina e l’utilità che il consumatore considera accettabile per pagarne il prezzo. Da che l’uomo esiste c’è il mercato, e ci sono ladri, approfittatori, imbroglioni. Le leggi a volte non bastano, le bolle speculative riescono a inceppare il sistema, si moltiplicano abusi, illegalità, contraffazioni e quant’altro. Il Signor Minder con tempismo e spi-rito critico esemplari ha messo il dito nella piaga di un sistema che sembra, appunto, essersi inceppato portandoci alla crisi del 2008. A tutti è apparso improvvisamente insensato per non dire scandaloso che alcuni manager (si parla di grandi aziende quo-tate in borsa), oltre a non aver risanato l’azienda al cui capezzale erano stati chiamati, l’avessero ridotta un rottame o fatta fallire partendo con un paracadute d’oro. Fossero state aziende pubbli-che sarebbe stato un problema di tutti. Ma per esempio Swissair era privata all’80% e UBS è integralmente privata pur avendo usufruito temporaneamente di aiuti pubblici. I problemi aziendali riguardano la proprietà, cioè gli azionisti. I privati hanno il diritto sacrosanto di decidere come gestire la propria impresa, nel bene e nel male. Hanno anche il diritto chiudere o di fallire purché non ci sia truffa. Vero è però che gli azionisti nelle grandi aziende, soprattutto quelle quotate, abbiano poco da dire, il potere è in mano al Consiglio d’Amministrazione ed alla Direzione, che non sempre usa la trasparenza e la franchezza che una buona Corpo-rate Governance esigerebbero. Così si spiegano i fatti scandalosi avvenuti e le retribuzioni a dir poco fantasiose di alcuni manager. Contro questo modo irresponsabile di agire l’On. Minder ha sca-tenato la sua offensiva. Ma il suo testo ha alcune pecche non da poco. Intanto un testo intitolato “Contro le retribuzioni abusive” è demagogico, oltre che moralista. Affinché sia abusivo il salario in questione deve essere infatti “illegale, irregolare, che è fatto in abuso contro le disposizioni vigenti” (cfr. Hoepli, dizionario online). Oggi queste retribuzioni,saranno inopportune ma non sono abusive, lo diverrebbero solo se l’iniziativa passasse. I 24

articoli che compongono il testo si ispirano a un rigido dogma-tismo castrante e lesivo dell’autonomia garantita dalla legge agli organi societari. Lo scopo finale è quello di mettere sotto tutela il CdA e il management, che dovranno entrambi rispondere, pena la galera, ad un’assemblea degli azionisti genere gogna populista, una specie di “Anno zero”, in cui da padrone la faranno, la storia insegna, i soliti professionisti del giacobinismo. A questo punto sorge spontanea una domanda. Sono veramente solo i manager a ricevere compensi considerati scandalosi in un mondo dove l’ingordigia ha reso il profitto un fine ultimo? Il cal-ciatore Messi percepisce € 31 milioni l’anno. Totti 8,6 milioni, il regista Spielberg 105 milioni, Leonardo di Caprio 30 milioni, Cameron Diaz 27 milioni, Alonso 26 milioni, Federer 44 milioni, Lady Gaga 42 milioni, Elton John 65 milioni (cfr. www.iltuosalario.it). O vogliamo parlare del mondo culturale in cui alle aste per artisti modaioli girano cifre tipo 20 o 30 milioni per opera, dei VIP della classica con compensi da 100’000 € a concerto, di giornalisti televisivi milionari, di scrittori in voga che riempiono le librerie di luoghi comuni strapagati un tanto a banalità, di Belen che chiede 15’000 € all’ora? Qualcuno si è mai lamentato delle esorbitanti fatture pagate a consulenti, avvocati di grido, uffici di revisione, fornitori di programmi informatici e quant’altro? Ora fate un po’ voi. Qual è lo scandalo? Che viviamo in un mondo di vanità e di super-fluo (e per fortuna dopo secoli di fame, carestia, guerre e stenti) oppure che nel mondo ci sono dei ladri che sfuggono alla giustizia e imbroglioni che anche oggi tentano di venderti la fontana di Trevi ma invece di Totò si chiamano Madoff?Il Sig. Vasella o il Sig. Ermotti con i loro stipendi “abusivi” ge-stiscono decine di migliaia di persone, creano posti di lavoro, fanno crescere le loro aziende e pagano le tasse. Si occupano di mecenatismo, rispettano la socialità, fanno molto di più per la società civile e per lo Stato di tutti coloro che ho menzionato sopra. Ci saranno state e non mancheranno in futuro delle mele marce ma così è il mondo, piaccia o no. Non facciamo di tutte le erbe un fascio. Non ci servono ulteriori crociate mistiche e men che meno l’intransigenza dogmatica. Ho stima per l’anelito morale del Signor Minder che conduce una battaglia da puro e duro. Rispetto i suoi compagni di viaggio, tra i quali spicca l’ Avv. Paolo Bernasconi, per l’ardore appassionato verso la causa. Ma la visione apocalittica del mondo manageriale svizzero definito “una rovina per tutta l’economia” mi pare assai esagerata. L’auspicata introduzione di comitati Minder in scuole, fabbriche, quartieri e banche sa tanto di comitati comunisti rivoluzionari organizzati da ex di Lotta continua. Aggiungo che il vero abuso è condannare alla prigione una persona perché trasgredisce ai precetti della Carta Minder. All’ex procuratore, nonostante un passato da fu-stigatore, applaudire all’uso disinvolto del carcere non fa onore. Noi, come Loyola, dovendo scegliere preferiamo la prudenza allo zelo. Perciò siamo per la moderazione. Il problema va risolto con iI Controprogetto proposto da Governo e Camere. È equilibrato, affronta con moderazione i nodi della questione e non prevede pene detentive. AlI’iniziativa bisogna riconoscere il pregio di aver svegliato le istituzioni ponendole di fronte alle loro responsabilità. Ma la cura proposta è come usare l’idrante per spegnere un cerino.

Strong Opiniondi Franco Ambrosetti, Presidente della Cc-Ti

La LeGGe deL Minder

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Editorialedi Luca Albertoni, Direttore della Cc-Ti

Contratti “norMaLi”?

Fino a qualche mese fa, il contratto normale di lavoro era un oscuro e sconosciuto strumento riservato ai giuristi, nascosto nelle pieghe del Codice delle obbligazioni (CO) e applicato ad una manciata di settori considerati marginali. Da qualche tempo è diventato il protagonista indiscusso del dibattito pub-blico ticinese (e non solo…) sul mercato del lavoro, sui fronta-lieri, sui salari minimi, sul dumping salariale ecc.. Insomma, una nuova “star” attorno alla quale sembrano ruotare i destini immediati e futuri dell’economia ticinese. Nulla di sconvol-gente, ovvio che se ne parli, visto che si è deciso di usare questa via per risolvere taluni problemi, veri o presunti. Meno ovvio invece che, attraverso questa nuova strategia di arrivare a salari minimi attraverso i contratti normali di lavoro, si oscu-ri abilmente la loro vera funzione, che è quella di intervenire per regolare situazioni in cui vi sono acclarate condizioni di dumping salariale. Ed è opportuno ricordare che dumping salariale esiste se, come dice chiaramente il CO (art. 360a), in un ramo o in una professione vengono ripetutamente e abusivamente pagati salari inferiori a quelli d’uso per il luogo.

Invece, non senza un’innegabile abilità nella comunicazione e con il sostegno di alcune scelte politiche ben precise, si utiliz-za la situazione per propagandare in sostanza due messaggi:- Livelli salariali bassi = dumping salariale;- Senza contratti collettivi o contratti normali di lavoro, l’e-conomia non funziona.

Entrambe le equazioni sono sbagliate, sebbene utilissime nella strategia volta ad ingabbiare l’economia e regolamen-tare il mercato.

Come ben emerge dalla definizione del CO, il dumping sa-lariale esiste in presenza di casi ripetuti e gravi di ribasso salariale rispetto ai salari d’uso. Ma un salario d’uso basso, non costituisce dumping e non è illegale, soprattutto se è un livello in vigore da tempo. Illegale è solo l’offerta salariale sistematicamente al ribasso rispetto a tale livello. Detto in parole povere: un salario di 2’500 franchi può essere consi-derato basso, da migliorare, forse inadatto ed indecente per chi vive in Svizzera, ma non costituisce automaticamente un caso di dumping e non è quindi forzatamente illegale come si vuole far credere. Non si tratta qui di difendere un livello salariale piuttosto di un altro, questo è un discorso molto ampio che va fatto a livello politico. Ma si tratta piuttosto di riconoscere che vi sono molto e diverse realtà imprenditoriali, spesso consolidate nel tempo, che vanno valutate e trattate in modo differenziato. Il salario d’uso, realtà sancita dalla legislazione federale, dipende da molti fattori e se è basso, come detto non è illegale. Differenze forse sottili e non sem-pre di facile comprensione, ma dalla portata considerevole per l’economia. È quindi evidente che l’utilizzo improprio di

strumenti legali per applicare decisioni di per sé di ordine politico, solo perché non si ha il coraggio di dirlo apertamente e di sopportarne le relative conseguenze, è un gioco molto pericoloso che toglie molte certezze al nostro sistema. E, lo dovrebbero sapere tutti, sindacati compresi, che l’incertezza è uno dei veleni più pericolosi per l’economia, le aziende e i posti di lavoro.

Il secondo elemento fuorviante è quello di far credere che senza un accordo fra categorie e/o aziende e sindacati, l’e-conomia non funziona e diventa una giungla. Semplicemente falso. Numerosissimi sono gli esempi di rami professionali, ma soprattutto di aziende di altissimo livello che funzionano benissimo, versano salari ragguardevoli e hanno condizioni di lavoro eccellenti anche senza contratti collettivi, aziendali, o normali. Questa è una realtà che non può e deve essere negata, né sacrificata sull’altare di interessi (anche pecuniari) di parte. Non si tratta di un’abiura al partenariato sociale, semplicemente va riconosciuto che accordi particolari non sono necessari ovunque. Dove vi sono abusi, questi vanno combattuti con ogni mezzo, anche promuovendo la diffu-sione di contratti collettivi, accompagnando le categorie in questo processo, ma questo non deve valere a prescindere per tutte le imprese e per tutti i settori. Dove necessario e dove collimano gli interessi della parte imprenditoriale e di quella sindacale, puntiamo alla ricerca di accordi, per il resto lasciamo operare l’economia in libertà. Le continue accuse che il cosiddetto “padronato” (detto ovviamente sempre con disprezzo) non gioca il suo ruolo, sono strumentali. Non ci siamo mai tirati indietro dove si può discutere e costruire soluzioni che abbiano un senso. Rifiutiamo invece di piegarci ai dogmi. E se in questa situazione di confusione pilotata si ignorano anche le banali regole di “fair-play” in seno al-le esistenti commissioni paritetiche oppure semplicemente le si scavalcano per effettuare controlli finalizzati a trovare comunque qualche capello fuori posto, ecco che diventa az-zardato dire che noi ci sottraiamo ai nostri doveri.

Come uscire da questa “impasse”? Non è facilissimo, alcune proposte ci sono già state e a mio avviso i margini di manovra ci sono. Lo stesso Segretario regionale di Unia Ticino, Rolan-do Lepori, persona che stimo molto, ha affermato che occorre tutelare il 98% di aziende oneste presenti sul territorio. Bene che vi sia un riconoscimento di questo tipo, perché troppo spesso i messaggi pubblici sono di segno opposto e inducono l’opinione pubblica che la proporzione sia rovesciata. Ma in un contesto di sempre maggiore volontà di regolamentare, mettere lacci ovunque e ingabbiare lo spirito imprenditoriale (v. le votazioni federali sull’iniziativa Minder e sulla pianifica-zione territoriale di cui rendiamo ampiamente conto in questo numero di Ticino Business), la sfida è molto difficile.

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Contromanodi Alessio Del Grande

L’insostenibiLe LeGGerezzadeLLa poLitiCa CantonaLe

6 Ticino Business

La politica cantonale nell’ultimo scorcio del 2012 ha of-ferto uno spettacolo deprimente da cui ha cercato di riscattarsi, in zona Cesarini, con il decreto dei buoni pro-positi per pareggiare i conti dello Stato entro il 2015. Dal famoso patto di Medeglia, che chiedeva una riduzione più drastica del deficit, agli appelli alla responsabilità per approvare il bilancio preventivo del nuovo anno, è stato un tira e molla di rivendicazioni e ripensamenti che non hanno certo giovato alla credibilità del parlamento, leg-gasi partiti, e del Governo. Un teatrino il cui canovaccio era, però, scritto da tempo, rinviando di anno in anno interventi idonei a contenere il ripetersi di disavanzi, la cui reale entità nel preventivo 2013 è stata ridimensio-nata solo grazie ad un’operazione di contabilità creativa. Né poteva essere diversamente, visto che la classe po-litica alimenta il proprio consenso elettorale soprattutto attraverso la spesa pubblica e non certamente con la sua progressiva riduzione. Dunque, si continua a navigare a vista, mentre le finanze del Cantone rischiano di andare a catafascio.Ma non si scappa. Per il Ticino vale la stessa regola di ogni altro Paese: per ridurre strutturalmente la spesa pubblica, quindi non solo con dei tagli temporanei che non incidono sulle cause del suo continuo aumento, bi-sogna ridurre lo spazio che lo Stato occupa nella socie-tà, come giustamente hanno ricordato recentemente due economisti di vaglia quali Alberto Alesina e Francesco Giavazzi. Ciò richiede scelte coraggiose, non certamente congeniali a politici che pensano solo alle prossime ele-zioni. Scelte, invece, possibili solo per dei veri statisti, che si preoccupano anche delle prossime generazioni e, perciò, capaci di concepire una strategia sul lungo perio-do che tracci nuovi confini tra le attività svolte dallo Stato e quelle svolte dai privati. Che rielabori e riattivi al tempo stesso nel corpo sociale una cultura della responsabilità personale, quale antidoto a quel paternalismo pubblico che ha generato una crescente dipendenza dallo Stato. Sono questi i presupposti da cui non si può prescindere per una vera revisione dei compiti dello Stato, ribadita nella roadmap per il risanamento finanziario e il pareggio dei conti per il 2015. La mancanza di una rigorosa e ragionata sorveglianza delle uscite non è, però, imputabile solo al Governo. Va pure detto che i partiti, oltre a non aver saputo tenere sot-to controllo la spesa pubblica, il più delle volte la hanno

anzi stimolata, non sembrano più nemmeno in grado di proporre un’offerta politica che indichi degli obiettivi di sistema per la modernizzazione del Cantone. Purtroppo l’attuale assetto consociativo e il regime della concor-danza non permettono delle decisioni capaci di andare al di là dell’ordinaria amministrazione e del tornaconto elettorale.In attesa di questa svolta culturale che decontamini il Cantone dal virus dello statalismo e che ridisegni uno “Stato utile”, attraverso un’analisi approfondita delle di-mensioni e delle funzioni statali, sarebbe opportuno che dai cassetti del Palazzo si tirasse fuori una buona volta la legge sul freno alla spesa a cui aveva pensato Marina Masoni quando era ministro delle Finanze. Una legge che a differenza di quella sul freno ai disavanzi, non prevede l’uso scontato della leva fiscale, ossia il moltiplicatore cantonale d’imposta per compensare i deficit, ma solo in-terventi sulle uscite, a dipendenza anche dell’andamento del PIL cantonale. Nel dicembre scorso, col decreto sul risanamento finan-ziario partiti e Governo, oltre ad un compromesso, hanno sottoscritto una scommessa non da poco, visto che l’o-biettivo del pareggio per il 2015 implica la necessità di recuperare centinaia di milioni in soli due anni. Per capire la reale portata di questo compromesso, basta ricordare che sul fronte delle entrate è prevista, con l’accordo dei partiti di Governo, una revisione delle stime immobiliari. Detto altrimenti si prospetta l’aumento del valore uffi-ciale degli immobili e quindi delle relative imposte, “per eventuali recuperi d’introiti”. Rinnegando, quindi, alle-gramente quel patto alla base dell’ultimo aggiornamento delle stime (entrato in vigore nel 2005), secondo cui esso doveva avere un effetto finanziario neutro, sia per lo Stato che per i proprietari di immobili. Si è così arrivati al giro di boa di una legislatura sinora inconcludente, difficile credere che nei due anni che re-stano si riesca davvero a raddrizzare le finanze cantonali. A marzo, probabilmente, si andrà a votare sull’iniziativa della Lega per nuovi sgravi fiscali, ad aprile per le comu-nali di Lugano, con la successione in Governo al ministro Marco Borradori. Due scadenze che incideranno sugli as-setti politici del Cantone e nel confronto tra i partiti, che guardano già alle prossime elezioni cantonali, più che al risanamento finanziario.

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Il temadi Alessio Del Grande

iL prossiMo 3 Marzo due votiChe possono ipoteCareiL Futuro deLLa nostra eConoMia

Il prossimo 3 marzo si voterà per il Referendum contro la revisione della Legge federale sulla pia-nificazione del territorio (LPT), per l’Iniziativa Minder sulle “retribuzione abusive” e il Contropro-getto indiretto proposto dal Parlamento. Un voto che potrebbe avere ripercussioni pesanti sull’eco-nomia del nostro Paese. Cominciamo dall’Iniziativa Minder che, in caso di approvazione, sarebbe un clamoroso “autogol” per la Svizzera, che si ritroverebbe con la regola-mentazione più restrittiva a livello internazionale nel disciplinare la remunerazione dei dirigenti del-le aziende quotate in Borsa. Che occorrano nuove misure per frenare gli eccessi di talune retribu-zioni, lo riconosce lo stesso mondo economico. Tuttavia, la soluzione adeguata non è certamente quella proposta dall’Iniziativa, che con le sue 24 rigide disposizioni costituzionali, oltre a limitare fortemente quella libertà imprenditoriale che ha fatto la fortuna della Svizzera, rappresenta anche un grave pericolo per l’occupazione. Se in teoria essa riguarda solo le imprese quotate in Borsa, in pratica una sua approvazione colpi-rebbe inevitabilmente anche le piccole e medie imprese che con le grandi società collaborano e lavorano.Con la sua restrittiva regolamentazione, l’Inizia-tiva Minder va molto al di là del problema della retribuzione per i dirigenti e i manager delle gran-di aziende. Difatti, impone sia agli azionisti che alle imprese degli obblighi che provocherebbero gravi conseguenze per economia. Si limita in ma-niera sconsiderata la libertà nell’organizzazione dell’impresa, ossia quella libertà che ha garantito sino ad oggi l’attrattività e la competitività della piazza economica svizzera. Sarebbe obbligatorio e vincolante, ad esempio, un voto degli azionisti per stabilire la retribuzione globale dei membri della direzione di un’impresa, per cui essi non potrebbero più decidere rapidamente nel caso di cambiamenti improvvisi dei quadri dirigenti.

I cambiamenti nella direzione dovrebbero essere confermati dall’assemblea generale. Disposizioni che sovvertono il principio fondamentale secondo cui il Consiglio d’amministrazione, a cui la direzio-ne è gerarchicamente sottoposta, ha la responsa-bilità nel decidere la retribuzione dei suoi membri. Altrettanto assurdo è l’obbligo imposto alle casse pensioni di votare nell’interesse dei loro assicura-ti, esercitando questo dovere di voto in occasione dell’assemblea generale nelle imprese in cui de-tengono delle quote. Un dovere che crea non pochi problemi alla maggior parte delle casse che, per assolvere questo obbligo, dovrebbero ricorrere a degli esperti esterni o avvalersi di depositari che conseguirebbero un’ulteriore influenza nelle azien-de senza però assumersi la minima responsabilità. Come se non bastasse è persino prevista una pena detentiva nel caso non si rispettasse una delle 24 disposizioni contemplate dall’Iniziativa. Ciò signi-fica che sui membri di direzione e del Consiglio di amministrazione delle imprese quotate in borsa, peserà “un rischio prigione” che sicuramente non li invoglierà ad assumersi quelle responsabilità manageriali da cui scaturiscono l’intraprendenza operativa e la spinta all’innovazione. Per combattere davvero eccessi e abusi nelle re-tribuzioni è molto più efficace il Controprogetto del Parlamento che, rinunciando agli estremismi dell’Iniziativa Minder, arriva a prevedere una pro-cedura di restituzione nel caso di sproporzione tra i risultati ottenuti e la remunerazione dei dirigenti. Inoltre, il Controprogetto, a differenza dell’Iniziati-va, prevede anche un regolamento sulle retribuzio-ni che è sottoposto per l’approvazione agli azionisti durante l’assemblea generale, permettendo loro di esprimersi con anticipo sulla politica retributiva e adottare, se è necessario, gli opportuni correttivi. Previsto anche un rapporto sulle retribuzioni in cui il Consiglio di amministrazione deve rendere nota l’entità degli stipendi. Infine, non va dimenticato che il Controprogetto, se approvato, potrebbe en-

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Il temadi Alessio Del Grande

trare subito in vigore (salvo referendum), mentre l’Iniziativa richiederebbe, invece, un’apposita leg-ge dai tempi non certo brevi, il che creerebbe una situazione d’incertezza giuridica assai pregiudizie-vole per le imprese. Non meno devastante per l’economia nazionale è la revisione della Legge federale sulla pianificazio-ne del territorio, contro cui l’Unione Svizzera delle arti e mestieri (Usam) ha lanciato un referendum per bloccare una riforma che si tradurrebbe in una brutale violazione dei diritti di proprietà. La revi-sione è stata decisa dal Parlamento per ottenere il ritiro di un’altra Iniziativa sul territorio, “Spazio per l’uomo e la natura”, che chiedeva addirittura il blocco generale delle zone edificabili per 20 an-ni. Iniziativa che è stata sì ritirata, con la riserva, però, dell’accettazione in votazione popolare della revisione messa a punto dalle Camere. Fatto sta che la revisione della LPT - con la quale è stato praticamente manomesso un più ragionevole ed equilibrato Controprogetto del Consiglio federale - è una soluzione inopportuna quanto pericolosa sia dal profilo economico che per la difesa del diritto di proprietà. Infatti, l’aggiornamento della LPT prevede: l’obbligo d’inserire nelle zone non edificabili importanti aree attualmente classificate come edificabili; l’obbligo di costruire, nelle zone edificabili, entro un termine preciso stabilito dai singoli Cantoni; l’obbligo di una tassa sulla plu-svalenza di almeno il 20% qualora un terreno non edificabile venga inserito nella zona edificabile.

È chiaro che questi tre obblighi violano le garan-zie costituzionali a tutela della proprietà. Ma la riduzione delle aree edificabili provocherà inevita-bilmente anche un aumento dei prezzi dei terreni, degli immobili, dei costi di costruzione e degli af-fitti. Dunque, un aumento che tocca tutti, proprie-tari, imprese e inquilini, e in primo luogo quelle 50mila persone che ogni anno si aggiungono alla popolazione e che sono alla ricerca di un’abita-zione. La revisione della legge limita, inoltre, l’autono-mia dei Cantoni nell’ambito della pianificazione territoriale. I Cantoni dovranno sottostare a nuo-ve e vincolanti regole generali che provocheranno procedure più complesse e, quindi, più burocra-zia, mentre resta tutta da definire la questione su come indennizzare i proprietari fondiari che subiscono un declassamento, da edificabile a non edificabile, dei loro terreni.In conclusione l’Iniziativa Minder e la riforma del-la LPT sono due classici esempi di come farsi male da soli, minando alla base due condizioni fondamentali che hanno assicurato ricchezza e benessere alla Svizzera: la libertà imprenditoriale nell’organizzazione dell’impresa e la salvaguardia dei diritti di proprietà.

LinK ai siti di riFeriMento:

- NO all’Iniziativa Minder: www.minder-no.ch

- NO alla revisione della Legge sulla pianificazione del territorio: www.lpt-revisione-no.ch/it.html

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Il tema

berna vuoLe pianiFiCare iL tiCinoNO alla Revisione LPT!

La revisione della LPT conduce a massicce ingerenze dello Stato, ad una moltitudine di nuove regolamentazioni e ad un’inaccettabile intromissione nella proprietà priva-ta. Per queste ragioni un comitato con ampio sostegno e diverse associazioni economiche si battono contro questa fallimentare proposta di legge.

Affitti da brivido su spazi ristrettiLa revisione della LPT vuole limitare le zone edificabili: si può inserire in zona edificabile solo una superficie equi-valente al fabbisogno prevedibile per i prossimi 15 anni. Questa scarsità delle aree edificabili, prodotta artificial-mente, surriscalda i prezzi dei terreni. E un aumento del

costo dei terreni significa anche affitti più cari. Gli affitti rincareranno così di nuovo massicciamente. In territo-ri urbani e agglomerati, ma anche in regioni turistiche, molti alloggi per famiglie e per il ceto medio sono già oggi inaccessibili. Con la nuova LPT questa situazione si inasprirebbe ancora di più.

Ordine di pianificazione del territorio da BernaLa pianificazione del territorio è tradizionalmente un compito dei comuni e dei Cantoni: la Confederazione stabilisce solo le linee direttive. Con la revisione della LPT si dice basta alle competenze comunali e cantonali: le decisioni inerenti alla pianificazione del territorio ri-cadono sulla Berna federale. Con la revisione della LPT comuni e Cantoni saranno messi sotto tutela: non potran-no più procedere alla pianificazione delle zone edificabili secondo la propria valutazione, bensì dovranno eseguire gli ordini della Berna federale. Poiché le zone edificabili devono essere limitate al fabbisogno di 15 anni, la Con-federazione obbligherà i Cantoni a un dezonamento. Certi Cantoni dovrebbero rinunciare a oltre il 50% delle zone edificabili. Chi possiede terreni edificabili in un Cantone come il Vallese, Ticino o Turgovia, corre quindi un grave rischio di perderli. Il dezonamento di aree edificabili in zona agricola porta ad un massiccio deprezzamento. I danni per i proprietari di terreni, ma anche le conseguen-ze finanziarie per il settore pubblico, sarebbero enormi.

NO a più imposte e tasseLa revisione della LPT causa oneri fiscali obbligatori sup-plementari. I cosiddetti «plusvalori derivanti dalla piani-ficazione» saranno in futuro soggetti a imposizione: in caso di edificazione di un terreno o della sua alienazione, il proprietario dovrà versare allo Stato almeno il 20% del plusvalore realizzato con la nuova pianificazione. Il pro-prietario ribalterà quest’onere sull’inquilino. Questa con-siderevole imposta porterà quindi a un ulteriore rincaro dei costi dell’alloggio – cioè ad affitti più cari. Ancora una volta, a perderci sono le famiglie, il ceto medio e i commerci.

Comitato apartitico «NO alla fallimentare revisione della LPT»Casella postale 8166, 3001 Bernawww.revisione-lpt-no.ch

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Il tema

Le prinCipaLi raGioni per riFiutare L’iniziativa Minder e priviLeGiare iL ControproGetto indirettoL’economia riconosce che occorrano delle misure in materia di retribuzioni eccessive. Tuttavia, l’iniziativa di Thomas Minder non è la giusta soluzione, poiché essa danneggia la Svizzera. L’economia sostiene invece il controprogetto indiretto elaborato dal Parlamento. Un confronto

Con le sue 24 rigide disposizioni costituzionali, l’iniziativa di Tho-mas Minder limita fortemente la libertà imprenditoriale e mette in pericolo i posti di lavoro, nonché il modello al quale la Svizzera deve il proprio successo. Essa concerne solo le imprese quotate in borsa, ma colpirebbe anche le PMI. In effetti, piccole e grandi imprese lavorano in stretta collaborazione. Se le grandi società soffrono, questo si ripercuote immediatamente sulle PMI.

Il Parlamento ha riconosciuto che occorrevano misure in materia di retribuzioni eccessive ed ha adottato un controprogetto indiretto meno rigido. Se l’iniziativa venisse respinta, questo entrerebbe im-mediatamente in vigore e non sarebbero necessarie altre misure. Il controprogetto indiretto riprende in ragione dell’80% le esigenze

dell’iniziativa; ciò significa che esso rafforza i diritti degli azionisti e permette loro di impedire il versamento di retribuzioni eccessive. Tuttavia, esso lascia la libertà agli azionisti di organizzare la loro impresa in funzione delle necessità concrete. Pertanto, il contro-progetto è più liberale dell’iniziativa e sarebbe meno dannoso per la piazza economica. Sul piano della regolamentazione, l’iniziativa va ben oltre la questione della retribuzione e impone alle imprese degli obblighi che danneggerebbero la piazza economica. Ecco al-cuni esempi: l’obbligo imposto alle casse pensioni di votare (punto 2), la minaccia di pene detentive (punto 3), la garanzia della pos-sibilità di votare a distanza, la limitazione del numero di mandati dei membri del Consiglio d’Amministrazione e della Direzione in imprese terze. Il controprogetto indiretto è più moderato.

In Parlamento, il controprogetto è stato accettato da tutti i partiti, dalla sinistra alla destra (Thomas Minder è stato l’unico opposi-tore). I quattro punti seguenti mostrano dove il controprogetto indiretto si differenzia dall’iniziativa e perché l’economia lo ritiene meno dannoso dell’iniziativa.

1. L’iniziativa mette sotto tutela gli azionisti introducendo voti ob-bligatori e vincolanti sulla retribuzione dei membri della Dire-zione. Il controprogetto autorizza anche i voti consultivi

Se la piazza economica svizzera è attrattiva, è anche grazie al fatto che l’attuale diritto della società anonima concede agli azionisti la libertà di organizzare liberamente la loro impresa. L’iniziativa di Thomas Minder imporrebbe una legislazione rigi-da agli azionisti e alle imprese. Sarebbe obbligatorio e vincolan-te un voto degli azionisti sulla retribuzione globale dei membri della Direzione. Pertanto, essi non potrebbero più reagire in caso di cambiamento rapido a livello dei quadri dirigenti. I cambiamenti nell’ambito della Direzione dovrebbero essere sistematicamente confermati dall’Assemblea generale. Infine, l’iniziativa infrange la regola fondamentale secondo la quale il Consiglio d’Amministrazione, quale superiore gerarchico della Direzione, assume la responsabilità per la retribuzione dei suoi membri.

Su questo punto il controprogetto è più moderato e lascia alle imprese la libertà necessaria. Gli azionisti possono decidere essi stessi se il loro voto debba essere ritenuto vincolante o con-sultivo. In altre parole, essi decidono se fissare la retribuzione dei membri del la Direzione in maniera vincolante o se lasciare questa responsabilità al Consiglio d’Amministrazione. Un voto dell’Assemblea generale avrebbe luogo sia che la spunti l’ini-ziativa o il controprogetto.

Contrariamente all’iniziativa, il controprogetto chiede inoltre che gli azionisti approvino un regolamento e un rapporto sulle

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Il rendimento è la nostra priorità è la sicurezza. Sono tante le svolte della vita. La nostra previdenza si adegua.

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retribuzioni. Il regolamento instaura la trasparenza e regola in particolare le responsabilità e la procedura per stabilire le retri-buzioni e i criteri di concessione dei crediti , dei prestiti e delle rendite. L’iniziativa popolare non chiede né un regolamento né un rapporto sulle retribuzioni – dunque crea una minor traspa-renza rispetto al controprogetto indiretto.

2. L’iniziativa obbliga le casse pensioni a votare: un’esigenza irre-alizzabile. Il controprogetto vi rinuncia

L’iniziativa popolare vorrebbe obbligare le casse pensioni a votare nell’interesse de i loro assicurati. Le casse dovrebbero esercitare il loro diritto di voto in occasione dell’Assemblea generale di tutte le imprese di cui esse detengono delle quote e studiare numerose proposte. La maggioranza degli istituti di previdenza non potrebbero soddisfare questo obbligo le-gale senza fare ricorso a dei depositari (ad esempio ethos). Ciò si tradurrebbe in costi di gestione supplementari che si ripercuoterebbero sull’entità delle rendite. A guadagnarci sa-rebbero i depositari che potrebbero disporre di un’ulteriore influenza, senza assumersi la minima responsabilità. Inoltre, gli assicurati hanno interessi diversi. Essi non potrebbero prendere posizione presso la loro cassa pensione per ogni punto all’ordine del giorno nel corso delle varie Assemblee generali. Per le casse pensioni è semplicemente impossibile determinare gli interessi dei loro assicurati. Il controprogetto rinuncia all’obbligo di votare.

3. In caso di mancato rispetto delle disposizioni, l’iniziativa preve-de una pena detentiva. I responsabili subirebbero una pressione eccessiva. Questo nuocerebbe alla piazza economica svizzera.

Il controprogetto rinuncia a questa minaccia In caso di mancato rispetto di una delle 24 disposizioni dell’i-

niziativa, i contravventori rischierebbero la prigione. I membri del Consiglio d’Amministrazione e della Direzione di imprese quotate in borsa, nonché i rappresentanti delle casse pensioni, avrebbero costantemente un piede in prigione. Questo è esa-gerato: in simili condizioni, i quadri dirigenti non sarebbero più d’accordo di assumere responsabilità o di essere intraprendenti e innovativi. Questa criminalizzazione del diritto della società anonima nuocerebbe alla competitività della piazza economica svizzera e l’apparato di giustizia sarebbe sovraccaricato. Per questa ragione il controprogetto vi rinuncia.

4. L’iniziativa si situa a livello costituzionale. Le sue disposizioni devono ancora essere elaborate. Il controprogetto si situa a livello della legge ed entrerebbe in vigore più rapidamente

Nessun altro Paese regola il diritto delle società nella Costitu-zione, poiché le formulazioni dettagliate relative a questo diritto devono essere integrate nelle leggi e non nella Costituzione. Il controprogetto propone già una legge. In caso di rifiuto dell’i-niziativa, questa legge sarebbe messa immediatamente in vi-gore. Per contro, se l’iniziativa venisse accettata, bisognerebbe metterla in pratica con disposizioni esecutive che rischiano di suscitare controversie e vivaci dibattiti in Parlamento. Tutto ciò richiederebbe molto tempo.

Comitato interpartitico “NO all’iniziativa Minder”Casella postale 55636901 Luganowww.minder-no.ch

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Ospite

Intervista di Lisa Pantini con Gianluigi Piazzini, Presidente CATEF

no aLLa revisione deLLa Lpt!

Nella revisione della legge sulla pianificazione territoriale è anche previsto l’obbligo di costruire entro un determinato limite di tempo. Questo non rappresenta una violazione dei diritti di proprietà?“Intanto mi permetta di ricordare che questa revisione della legge rappresenta solo la prima parte della nuova legge sulla pianificazione. Infatti non per nulla vie-ne dichiarata «Teilrevision». La parte altrettanto tosta è stata infatti parcheggiata in attesa dell’esito della votazione anche se rimane iscritta nell’agenda della legislatura del Consiglio federale. L’obbligo di costruire entro un determinato limite di tempo è una violazione del diritto di proprietà bello e buono. Fa parte dell’ar-mamentario classico come il diritto di prelazione, le tassazioni dissuasive o «stimolanti», il commercio di certificati di valorizzazioni (parto prima io oppure tu!), l’imposizione della plusvalenza e quant’altro. Il tutto dissimulato abilmente nella prima e nella seconda par-te della revisione della legge”.

Non si corre il rischio che con un’imposta del 20% sul plusvalore, anche i Cantoni stabiliscano poi delle tasse più elevate nel caso di riqualificazione dei terreni?“Lei ha purtroppo ragione visto che la revisione parziale della legge prevede che la fiscalizzazione della plusva-lenza «pianificatoria» sia di almeno il 20%. Per il nostro Cantone che brilla per diligenza un invito a nozze, del resto già anticipato con l’intenzione del Dipartimento del Territorio di tassare il 40%, quindi il doppio. Per il momento secondo informazioni non ufficiali sembra che il Governo abbia congelato la proposta, cosciente che non raccoglierà molti consensi. Aggiungo che po-trebbe rivelarsi anche una proposta controproducente qualora si decidesse di tentare di fare cassa con un eventuale aumento delle stime immobiliari. Insomma motori al minimo in attesa almeno dell’esito della vo-tazione. Mi permetta di aggiungere alcune considera-zioni. Intanto non penso che un pianificatore si svegli alla mattina e decida di concedere qualche piano in più perché è di buon umore. Penso piuttosto che voglia sanare un errore d’impostazione, magari correndo il rischio di generare delle minusvalenze per coloro che hanno costruito con le norme originali. Troppo facile ora agganciarsi alla «densificazione» (privilegiamo il verticale e spianiamo l’orizzontale), all’obbligo di valo-rizzare appieno con la prontezza di «dezonare» senza mettersi in discussione e temere verifiche”.

Con la diminuzione delle aree edificabili, pare inevitabile un aumento del loro prezzo. Non crede che ciò avrà pesanti ripercussioni sulla classe media e sulle piccole e medie imprese piuttosto che sulla grande speculazione?“È un processo evidente specialmente dove esiste la domanda che oltretutto si sta concentrando sull’urba-no. Per le altre regioni, penso a quelle discoste, questa eguaglianza (meno edificabilità – prezzi più alti) risulta meno evidente. È il gioco della domanda e dell’offerta! Vedrà che con l’applicazione della legge sulle residenze secondarie, tanto per farle un esempio, le disponibilità cifrabili di terreni liberi in zone laghi o di collina subi-ranno un pesante ridimensionamento proprio perché la domanda non troverà più sfogo nella nuova edificazio-ne. Per le classi medie vi è una certa preoccupazione non da ultimo perché alla classe politica interessa in genere il ceto medio-inferiore con buona pace di tutti. Certo che se dovessero diminuire le disponibilità nei centri urbani, dove si concentra la domanda e l’inte-resse della pianificazione federale, la preoccupazione sarebbe molto più palpabile. L’urbano, formato da città ed agglomerati, sono però per Berna da beatificare mentre la periferia, considerata parassitaria, da ca-stigare. Il discorso per le aziende è invece molto più attuale. Oggi si pianifica di tutto. Parchi, residenze, piste ciclabili, zone di utilità pubblica, zone agricole e quant’altro e si dimentica le zone per lavorare. For-se perché siamo convinti che saranno solo i servizi a generare ricchezza e quindi dislocabili a piani e pos-sibilmente fuori di casa. Purtroppo non sarà così. Non torneremo di certo alle ciminiere ma qualcuno dovrà indossare ancora la tuta. Il rischio che si pianifichi senza soppesare le necessità del lavoro è a mio parere abbastanza presente”.

Caso mai venisse bocciata in votazione popolare questa revisione, non c’è il pericolo che si accolga poi l’iniziativa sul paesaggio, con cui si chiede addirittura di vietare per venti anni la creazione di aree edificabili?“L’iniziativa è inaccettabile ma quasi quasi sono por-tato a dirle che la revisione è andata oltre. Con l’i-niziativa si congela l’area edificabile per vent’anni; con la revisione si movimenta e si consegna il Paese ad una sorta di élite che non teme verifiche. Un éli-te che orienterà ogni attività che richiederà spazi. In poche parole farà politica scavalcando esecutivi

Gianluigi Piazzini

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e legislativi. Si occuperà di ambiente, di energia, di mobilità, di agglomerati, di destinazioni da privilegia-re, di problemi sociali. In poche parole una potenza non da ultimo con il conforto delle grandi dimensioni. Agglomerati ed Altopiano! Il resto con subdelega ma subordinata ad un controllo degli orientamenti fissa-ti. Ovviamente a Berna. Sinceramente siamo contrari per due motivi all’iniziativa. Il primo per il fatto che è una tutela fuori di testa ed il secondo che la stessa penalizza quei Comuni che hanno gestito al meglio le loro disponibilità. A proposito, a sentire i nostri «cer-tificatori» nostrani sembrerebbe che vi siano ancora delle riserve notevoli. Roba per decine di migliaia di persone. Forse pensano di spalmare nelle valli oppu-re hanno conteggiato tutte le riserve possibili anche quelle agganciate a qualche casetta. Per quanto ri-guarda l’edilizia intensiva, come sappiamo, si sfrutta ogni metro di terreno, il disponibile è solo il terreno libero. Quindi non c’è molta trippa come si suol dire. Sinceramente è un processo che stiamo vivendo ora anche nell’estensivo con le casette a schiera e con le mono «fotocopia»”.

Con una pianificazione del territorio troppo rigida non si rischia di limitare gli spazi abitativi necessari per rispondere pure alle esigenze poste dall’aumento della popolazione?“A sentire i pianificatori sembrerebbe di no. A loro parere esiste della riserva sufficiente. Pur dando per buona una simile risposta, a noi preoccupa il fatto che si voglia limitare le metrature a disposizione per il singolo. Per dirla tutta: ridurre in futuro i mq coperti disponibili pro capite. Un domani magari un 30 mq al posto degli attuali mq 50 nella nuova produzione. Con questa intenzione il rischio è più che effettivo. Poi se si aggiunge l’apertura a scaglioni spalmata nel tempo il rischio raddoppia”.

In che misura la revisione della legge può provocare un aumento delle procedure burocratiche e della burocrazia nei Comuni, nei Cantoni e nella Confederazione?“Superare la situazione attuale è già difficile. Basti guardare ad una concessione di licenza edilizia ed ai suoi riferimenti di legge. Con una nuova legge fra i piedi non vi sarà sicuramente una semplificazione”.

La revisione aumenta le competenze della Confederazione, ma riduce quelle dei Cantoni, che saranno costretti ad emanare norme di applicazione più dettagliate e complesse?“Il boccino passerà alla Confederazione. A lei spetterà tracciare il quadro di riferimento e l’agenda territoriale. I Cantoni dovranno semplicemente adeguarsi. Ma la grossa novità aggiuntiva è la facoltà di controllo in os-sequio del principio: führen und kontrollieren. Non sto a ripetere il rischio della marginalizzazione alimentato dagli interessi dell’altopiano. Le norme di applicazione saranno da adeguare alle linee direttive quindi saranno semplicemente interpretative”.

I proprietari dei terreni declassati a non edificabili avranno il diritto ad un indennizzo?“Per i terreni inseriti nei PR dal 1980 l’indennizzo sarà tendenzialmente dovuto. Siccome i dezonamenti po-tranno anche avvenire a raggruppamenti temo che cer-te zone che non conoscono una domanda significative possano venir declassate a favore delle zone urbane. Penso soprattutto alle valli od a riserve di collina che già hanno ricevuto la rasoiata della legge sulla seconda residenza. Così magari per il settore primario, al quale appartiene una certa parte di queste riserve, non avrà più la tentazione di metterle sul mercato. Avrà così la superficie per giustificare i sussidi. A proposito di zone agricole, quelle vere sono già da anni blindate!”

Quali saranno le conseguenze più pesanti di questa revisione?“Senz’altro la perdita di autonomia al quale aggiun-gerei il «garrottaggio finale» quando la legge verrà completata. Pochi funzionari avranno in mano il Paese e saranno in grado di dettare l’agenda al politico. Al tutto aggiungerei il clima di sospetto che caratteriz-zerà il controllo. Inoltre vi sarà il rischio delle grandi dimensioni. Noi ci siamo incartati con la Città-Ticino. Loro ragionano con Lugano und «Bellenz» e terranno in bocca il fischietto del fuori gioco. Fra l’altro vi sa-rà lo sdoganamento dei pianificatori che a loro dire hanno così sofferto la pressione delle speculazione da portarli a mal dimensionare l’intensiva e l’estensiva e quant’altro. Se invece non passasse vedremo una volta tanto di discutere apertamente e senza astiosità di cosa vogliamo fare del nostro Paese”.

Dopo il voto sulle residenze secondarie ecco un’altra misura che rischia di penalizzare l’edilizia e la proprietà immobiliare, come spiega tanto accanimento contro un comparto che rappresenta una voce molto importante dell’economia nazionale?“L’economia fondiaria è una fonte di tutto rispetto per l’erario e concorre massicciamente a sostenere la so-stanza pubblica ed i servizi a favore della comunità. Basti pensare alla TUI, all’imposta sul reddito, alle varie imposte, alla fiscalizzazione della costruzione e della manutenzione (personale e materiale), alle impo-ste immobiliari e della sostanza senza dimenticare i vai balzelli. Non va beatificata ma almeno rispettata. Ora, oltre che ad essere a fine corsa, ecco che la si limita ulteriormente cercando di indirizzare in modo dirigisti-co la volontà d’investire. Magari annientando qualche regione. Questa revisione parziale limiterà lo spazio di manovra all’economia fondiaria. Per noi fra rive lago, residenze secondarie e rustici una «gabola» in più. Per quanto attiene l’accanimento non saprei cosa rispon-derle; forse è un mix di sospetto e preoccupazione; o forse semplicemente che l’affermazione che per ogni secondo si brucia un m2 di territorio premia moltissimo. Per fortuna il bosco avanza di 2 m2/secondo regalan-doci un po’ di ossigeno”.

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Ospite

Intervista di Lisa Pantini con Aleardo Cattaneo, CEO Ferriere Cattaneo SA Giubiasco

iniziativa Minder: un autoGoL da non Fare assoLutaMente

Qualcuno ha paragonato l’iniziativa Minder al più classico degli autogol per la Svizzera; qualcun altro ha detto che è come spararsi ad un piede. Lei che ne dice?“Non posso che sostenere queste due tesi, essendo questa iniziativa estremamente invasiva nella gestione di un’azienda, delegittimandone in poche parole, sia il Con-siglio di Amministrazione sia la Direzione stessa, dando pieni poteri all’azionariato, creando fra l’altro il pericolo di escludere una gran parte, per non dire la maggior parte di esso nella conduzione strategica-operativa. Per farle un esempio concreto: questa iniziativa vieta esplicitamente all’Assemblea degli Azionisti i voti dei suoi organi e dei depositi delle banche , conferendo, di fatto, ai soli voti dei presenti ed ai voti mandatati dell’Assemblea degli Azionisti i pieni poteri. In questa situazione un gruppo di azionisti ben organizzato, che rappresenta un 10-20% dell’azionariato, potrebbe di fatto controllare l’azienda, orchestrando una strategia a breve termine per propri interessi o fini speculativi, estranei ad una conduzione sana e mirata dell’azienda stessa. Questa situazione si è già prodotta in modo marcato negli USA ed in Inghilterra e anche alle nostre latitudini”.

L’iniziativa Minder riesce veramente a porre un freno alle retribuzioni eccessive o è preferibile invece il controprogetto?“L’iniziativa come tale non mette un freno o un tetto mas-simo alle retribuzioni ma conferisce all’azionariato la com-petenza di definire le retribuzioni ed i bonus del Consiglio di Amministrazione e della Direzione. Esiste infatti il pe-ricolo, come già capitato negli USA e in Inghilterra, che l’azionariato indennizzato con un generoso e cospicuo dividendo tendi a ricompensare con dei bonus eccessivi i membri del Consiglio di Amministrazione e della Direzio-ne. Anche il controprogetto del Consiglio Federale, come tale, non mette un tetto alla ricompensa dei salari e dei bonus dei Top Manager, e malgrado sia il male minore, personalmente penso che lo Status Quo sia ancora la cosa migliore. Infatti, la «Selbstregulierung», ossia la così detta «autoregolamentazione», pone già oggi le basi, con la legislazione e le leggi in materia in vigore ,per la defi-nizione di compiti e competenze di persone giuridiche in modo chiaro e ineluttabile. Quello che però è vero, è che in effetti gli eccessi non si possono estirpare alla radice,

sia con l’iniziativa Minder sia con il controprogetto come con lo Status Quo. Rimane quindi nella competenza della gestione preposta di ogni azienda trovare la soluzione più equa e corretta nella definizione delle retribuzioni dei membri del proprio Consiglio di Amministrazione e della propria Direzione e questo ossequiando il pieno interesse, sia degli Shareholders (azionisti), sia degli Stakeholders (dipendenti, clienti, fornitori ed enti pubblici)”.

Per l’economia nazionale quali sarebbero le conseguenze qualora venisse accolta dal popolo l’iniziativa Minder?“In poche parole perderemmo fiducia e considerazione soprattutto all’estero, allontanando possibili aziende e investitori esteri che vedono nel sistema industriale e del terziario svizzero un’opportunità d’investimento per le proprie aziende sul nostro territorio, oltre che appesantire con nuove leggi superflue e assolutamente demotivanti l’imprenditorialità degli industriali e del terziario indige-no. Inoltre costringeremmo le grandi aziende svizzere, in un momento così delicato, a riflettere su eventuali oppor-tunità oltre i nostri confini, con conseguenze che potreb-bero essere devastanti per la nostra economia nazionale”.

Se fosse accolta la modifica costituzionale propugnata da Minder, prima che essa entri in vigore passerà del tempo, ciò non creerà una situazione d’incertezza per le imprese?“Questo è scontato e si avvererà di sicuro, qualora l’inizia-tiva fosse accettata. Infatti, si sa che l’incertezza, l’insi-curezza giuridica oltre all’instabilità politica rappresenta per l’investitore e per l’industriale, indigeno o estero che sia, il peggior nemico, come per il diavolo l’acqua santa”.

In che misura questa iniziativa limita la libertà imprenditoriale?“Essendo, come detto invasiva, nella libertà delle scelte e ponendo le basi per limitare le retribuzioni manageriali, anche se sotto un certo aspetto è giusto porre dei limiti, ma questo per rapporto a delle strategie economiche e degli affari consolidati andati a buon fine, da definire a priori da parte dal Consiglio di Amministrazione e dalla Direzione di ogni azienda. Per queste ragioni sarà per le grandi aziende svizzere sempre più difficile attirare Manager e personaggi di alto spessore sul nostro ter-

Aleardo Cattaneo

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ritorio. Inoltre si potrebbe addirittura generare una si-tuazione paradossale, nella quale Manager o personaggi importanti dell’economia svizzera, altamente qualificati e molto ambiti sul mercato, vadano addirittura a cerca-re miglior fortuna all’estero. Non dimentichiamo che i capitali sono mobili, dinamici e non statici. Sottolineo poi il fatto che il dover eleggere o confermare il Con-siglio di Amministrazione ogni anno comporterebbe un grave handicap sulle politiche da prendere a media-lunga scadenza per le imprese. Questa situazione genererebbe sfiducia, demotivazione e frustrazioni nei vari membri dei Consigli di Amministazione, i quali si vedrebbero mes-si in discussione ogni anno, senza che possano provare tangibilmente sul medio-lungo termine quanto abbiano arricchito o meno l’azienda con le loro visioni e le loro decisioni strategiche”.

C’è il rischio anche di una perdita di posti di lavoro, allorché venisse approvata?“Avendo un impatto diretto a medio-lungo termine sulla qualità della gestione di ogni azienda, sicuramente sì”.

L’iniziativa riguarda solo le imprese quotate in Borsa, ma non ci sono ripercussioni anche per le piccole e medie imprese?“L’effetto sulle piccole e medie imprese di questa ini-ziativa, visto che la stessa tocca solamente le imprese quotate in borsa, non dovrebbe creare a corto termine grandi scompensi a mio modo di vedere. Ma è più l’effetto indiretto a medio-lungo termine che potrebbe procurare a queste imprese delle situazioni di mancate opportunità e mi spiego: se un’azienda estera o svizzera, per ragioni legate all’accettazione di questa iniziativa, dovesse de-cidere di non venire in Svizzera o addirittura di lasciare la Svizzera, allora un certo indotto di cui beneficiano so-prattutto le piccole e medie imprese (edilizia, artigianato, servizi) andrebbe di sicuro perso, per non parlare dei posti di lavoro nelle singole categorie”.

Non pensa che questa iniziativa limiti la libertà degli azionisti?“Assolutamente sì, poiché una gran parte di essi, per esempio i voti dell’azionariato degli organi aziendali e dei depositi gestiti dalle banche, sarebbero esclusi dai processi decisionali delle Assemblee degli Azionisti. Di

fatto, nella maggior parte dei casi, sarebbero addirittura gli azionisti di minoranza a gestire e definire le politiche aziendali”.

Con l’iniziativa si punta ad una regolamentazione tra le più restrittive a livello internazionale, ciò non rappresenta una grande rischio per le imprese svizzere?“Evidentemente sì, soprattutto per le grandi imprese. Faremmo, per dirla in gergo calcistico, un clamoroso autogol, penalizzando la nostra piazza industriale e del terziario a scapito di piazze estere, altrettanto molto ben strutturate e molto competitive, come la nostra. E di questo potete esserne certi. Senza dimenticare che delle 24 disposizioni costituzionali previste dall’iniziativa ve ne sono diverse che da un punto di vista prettamente giuridico non sono praticamente o difficilmente applica-bili. L’insicurezza giuridica è semplicemente veleno per qualsiasi economia e noi siamo stati bravi a crescere, grazie a regole e leggi mirate, ma soprattutto liberali, economicamente parlando”.

L’iniziativa contempla anche una pena detentiva per il mancato rispetto di una sola delle 24 disposizioni previste, non ritiene che una simile sanzione rappresenti una sorta di criminalizzazione del diritto delle società anonime che potrebbe anche scoraggiare quadri e dirigenti dal prendere decisioni necessarie per le imprese?“Infatti in una situazione tipica di libero mercato, nella quale esistono già chiare regole e leggi che abilitano, di-sciplinano e regolarizzano l’interagire dei vari attori nelle loro specifiche attività e competenze, creando 24 dispo-sizioni contemplanti una pena detentiva per ciascuna di essa, si limita ovviamente la creatività e la fantasia del management a voler prendere decisioni lungimiranti e coraggiose, le quali rappresentano, sempre se prese con ponderatezza, professionalità e coerenza per rapporto ai specifici obiettivi aziendali, la linfa vitale o meglio detto l’acqua e il sale di ogni azienda. A mio modo di vedere si creerebbe una tale situazione di insicurezza nel Manage-ment, nella quale nessuno o quasi degli attori preposti a prendere decisioni importanti sarebbero disposti a pren-derle per timore o paura”.

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Titolo: Credere nello Stato? Teologia politica e dissimulazione da Filippo il Bello a Wikileaks

Autore: Carlo Lottieri

Editore: Rubbettino

Biblioteca liberaledi Alessio del Grande

si ChiaMa statoiL nuovo “oppio dei popoLi”

Albert Jay Nock nel suo saggio “Il nostro nemico lo Stato” ana-lizzava la trasformazione del potere sociale in potere statale, descrivendo lo Stato come una struttura coercitiva, autorizzata ad espropriare i cittadini dei loro diritti e, attraverso il fisco, an-che di parte dei loro beni, mentre la società è un’associazione tra uomini liberi, regolata da pochi e precisi doveri e obblighi reciproci. Una distinzione fondamentale nella dottrina libertaria dei rapporti tra statualità e società, che Carlo Lottieri, nel sag-gio “Credere nello Stato?” (editore Rubbettino), sviluppa su un altro interessante versante, quello della teologia politica. La sua analisi si articola in due direzioni: da un lato il ripetuto ricorso del potere statale ad una qualche legittimazione di carattere sacro per imporsi e rafforzarsi; dall’altro su come la nascita e il rafforzamento delle istituzioni statali abbiano reso la vita dei cittadini sempre più “trasparente e manipolabile, mentre, il dominio del ceto politico si è fatto, invece, “quanto mai opaco e impenetrabile”. Lottieri, docente di dottrina dello Stato e tra i fondatori dell’Isti-tuto Bruno Leoni, esamina criticamente, alla luce del dibattito teorico e dell’esperienza storica, l’affermarsi della sovranità statale e il suo intrecciarsi col potere religioso, sino ad as-sumere una forma esclusiva di sacralità che fa della religio-ne stessa uno strumento del suo potere. Teologia, metafisica e dissimulazione dello Stato, discorso difficile a prima vista; ma a ben guardare sono di tutta evidenza le analogie e gli accostamenti tra la ritualità religiosa e quella civile, “tra la dogmatica teologica e quella giuridico-politica”. In sostanza, lo Stato - oltre ad essersi autoritariamente imposto sulla so-cietà espropriandola di beni e diritti, come scriveva Nock - si è anche appropriato della sua dimensione religiosa piegandola ai fini del suo dominio. Dunque, il potere statuale, nota Lottieri, non solo ha adottato taluni tratti della tradizione religiosa, ma in alcune circostanze si è “ sostanzialmente imposto quale credenza sostitutiva e quale nuovo oggetto di venerazione”. Insomma, parafrasando la famosa definizione di Marx, si po-trebbe pensare allo Stato, e non più la religione, come il nuovo “oppio dei popoli”.L’avvio di questa forma di dominio risale molto indietro nel tempo. “Nel corso degli ultimi cinque secoli - scrive - il potere statale s’è imposto grazie ad una rappresentazione manipolata della realtà, che ha accreditato l’esistenza di una radicale se-parazione tra spazio pubblico e spazio privato e soprattutto ha delineato universi giuridici che rispondono a regole differenti (…). Lo Stato si afferma nel momento in cui viene eretta una barriera sempre più alta a dividere il diritto privato e il diritto pubblico, proprio mentre quest’ultimo s’impone in modo irre-sistibile sul primo. Ma mentre il diritto è per origine e struttura essenzialmente evolutivo (giurisprudenziale, giudiziale, con-suetudinario), il diritto pubblico è arbitrario, statutario, artifi-cioso. Esso è una semplice costruzione del ceto politico e, per molti studiosi, non è neppure a pieno titolo diritto”. In questa preminenza del diritto pubblico si può scorgere anche la matrice di una deriva autoritaria, che in Europa ha conosciuto tragiche parentesi, a cui è corrisposta una parabola del pensie-ro illiberale riassunta nel famoso enunciato di Hegel: “Lo Stato è volontà divina, in quanto attuale spirito esplicantesi a forma reale e ad organizzazione del mondo”.

In Europa, ricorda lo studioso, affinché si potesse affermare “il nuovo Dio mortale incarnato dal potere pubblico” era neces-sario che tramontassero le religioni tradizionali, in particolare quella visione che aveva informato la società cristiana”. Demo-cratico o meno che sia, lo Stato - sottolinea Lottieri - esige un costante sforzo di “occultamento di sé, e al tempo stesso deve privare i cittadini di ogni meccanismo protettivo, difensivo e dissimulatore”. Ecco perché fenomeni come WikiLeaks sono decisamente com-battuti dai Governi: “Con WikiLeaks sono, infatti, tornate alla luce alcune tensioni caratteristiche dei moderni regimi politici e però solitamente negate: quella tra la trasparenza democratica e l’azione misteriosa degli apparati segreti, tra la libertà e la sicurezza, tra la pubblicità della rappresentanza e la riservatez-za diplomatica. Il suo agire ha svelato il prevalere di una logica politica che concede ben poco alle ragioni della società civile”. Secondo Lottieri, se l’organizzazione informativa creata da Ju-lian Assange, preoccupa i Governi, non è tanto per il contenuto specifico delle informazioni e neppure perché il suo compor-tamento irresponsabile può provocare la morte di un qualche agente segreto, quanto piuttosto per il fatto che la sua esistenza “mette in discussione la rete di occultamenti, segreti, illegalità e falsificazioni su cui si regge ogni istituzione statale”. Svela la stessa essenza antigiuridica dello Stato, poiché “esso pretende trasparenza ma vive di nascondimenti (…) non rispettando il principio fondamentale secondo cui chi impone le regole del vivere civile è tenuto in prima persona a rispettarle”.Bisogna però chiedersi sino a che punto si può davvero avere fede nello Stato e racchiudere esistenze individuali e vita socia-le nel perimetro del suo potere. Sino a che punto, si domanda Lottieri, “si può prestare fede a quanto affermano gli ideologi schierati a sua difesa”. Secondo lo studioso, la possibilità che in futuro si arrivi a ritenere possibile un ordine giuridico liberta-rio, che impedisca, o quanto meno riduca al minimo, il ricorso alla coercizione dipende in primo luogo “dalla demistificazione della metafisica politica che ha segnato l’epoca dello Stato moderno e che, a dispetto di talune esperienze, continua a caratterizzare il nostro tempo”. Per Lottieri non si tratta di una speranza infondata: “da più parti ci si inizia a chiedere quale giustizia ci si debba attendere dagli apparati del dominio e sulla base di cosa sia sensato guardare alle burocrazie pubbliche e ai rappresentanti della politica come portatori di salvezza”.

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Diritto

di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico Cc-Ti

daL 1° Gennaio nuove reGoLe per La Garanzia nei Contratti di vendita e di appaLto

Lo scorso 1° gennaio è entrata in vigore la revisione, fortemente voluta dalle associazioni di protezione dei consumatori, relativa alla garanzia nell’ambito del contratto di vendita. Il nuovo art. 210 cpv. 1 del Codice delle obbligazioni prevede che il compra-tore può far valere la garanzia per i difetti dell’oggetto acquistato entro due anni dalla sua consegna (la previgente norma prevede-va invece un termine di prescrizione di un anno). Per gli oggetti usati, è stata inoltre introdotta una garanzia con decorso di un anno dalla consegna.

La revisione non si è però limitata al contratto di vendita, ben-sì ha pure interessato il contratto d’appalto. Il nuovo art. 371 CO prevede infatti che i diritti del committente per i difetti di un’opera mobiliare si prescrivono in due anni dalla consegna della stessa (il vecchio art. 371 cpv. 1 CO sanciva invece un termine di un anno, come nella vendita). Il termine di prescrizio-ne è tuttavia di cinque anni se i difetti di un’opera “mobiliare” integrata in un’opera “immobiliare” conformemente all’uso cui è normalmente destinata hanno causato i difetti dell’opera im-mobiliare. Per quanto riguarda invece i diritti del committente per i difetti di un’opera immobiliare, il nuovo diritto non prevede alcuna modifica: tali diritti continueranno a prescriversi in cin-que anni dalla consegna della stessa tanto contro l’appaltatore quanto contro l’architetto o l’ingegnere che hanno prestato lavoro nell’esecuzione dell’opera.

La riduzione della durata della garanzia è possibile?La legge passa dunque da un anno a due anni di garanzia nel contratto di vendita. Va però precisato che nulla impedisce al venditore di offrire garanzie più estese. Non è invece possibile ridurre la durata della garanzia al di sotto dei due anni nei con-tratti relativi a cose nuove vendute a consumatori privati, vale a dire nel caso di vendita di cose destinate all’uso personale o familiare del compratore (ad esempio un’automobile destinata all’uso familiare dell’acquirente). Nella vendita fra commercianti, come pure per le cose “usate”, nei contratti con consumatori privati, un accordo sulla riduzione della garanzia al di sotto di un anno rimane invece possibile.

Cosa succede con i contratti di vendita conclusi prima dell’entrata in vigore del nuovo diritto della garanzia?Il legislatore non ha previsto alcuna regola specifica di diritto transitorio, di conseguenza si applicano le norme generali del diritto intertemporale. Le situazioni pratiche ipotizzabili sono molteplici. Peraltro, su alcuni aspetti non vi è ancora certezza assoluta, per cui non è da escludere che i tribunali saranno chia-mati a chiarire determinate situazioni. Occorre quindi prudenza nel determinare la scadenza di garanzie sorte sotto il vecchio regime.

Ma passiamo in rassegna alcuni scenari esaminati dalla dottrina:

Esempio 1: Il laptop difettosoL’acquirente (privato) acquista un laptop nuovo il 31 gennaio

2012 e lo prende in consegna il giorno stesso. Nel contratto non vi è alcun accordo particolare sulla garanzia, pertanto si ap-plica automaticamente il Codice delle obbligazioni. I diritti del compratore per i difetti dovrebbero normalmente prescriversi (leggi: scadere) nel termine di 1 anno, secondo il previgente art. 210 cpv. 1, quindi il 31 gennaio 2013. Tuttavia, il 1° gennaio 2013 sono entrate in vigore le nuove norme sulla garanzia, lad-dove il nuovo art. 210 cpv. 1 prevede un termine di due anni. Di conseguenza, anziché scadere il 31 gennaio 2013, la garanzia scadrà (in linea di principio) il 1° gennaio 2015, prolungandosi così di due anni. In altri termini, il compratore potrà far valer eventuali diritti (riduzione del prezzo, riparazione) entro tale lasso di tempo.

Se la consegna fosse invece avvenuta, ad esempio, il 15 genna-io 2013, la garanzia di due anni scadrebbe in linea di principio il 15 gennaio 2015.

Se le parti avessero invece concordato una garanzia di 2 anni al momento dell’acquisto (il 31 gennaio 2012), con consegna il medesimo giorno, ecco che la garanzia verrebbe (in linea di principio) a scadere il 31 gennaio 2014.

Le soluzioni potrebbero quindi divergere a seconda di due criteri: il momento della consegna da un lato e, dall’altro, la questione a sapere se le parti abbiano pattuito un periodo di garanzia diverso da quello previsto nella legge al momento della conclusione del contratto.

Esempio 2: Il laptop difettoso (variante)Il laptop viene acquistato e consegnato il 31.1.2012 con una garanzia, pattuita contrattualmente, di due anni. Qualche tem-po dopo si manifesta un difetto e l’acquirente lo notifica al venditore, che non lo riconosce come tale. Il 30 gennaio 2013 l’acquirente fa emettere un precetto esecutivo nei confronti del venditore. Ecco che i due anni della garanzia decorrono dappri-ma sino al 30 gennaio 2013 e, a seguito del precetto esecutivo, nuovamente per altri due anni, scadendo (in linea di principio) il 30 gennaio 2015. In altri termini, non inizierebbe a decorre-re alcun nuovo termine di prescrizione al 1°gennaio 2013 per effetto del nuovo diritto. Il motivo risiederebbe nel fatto che fra le parti vi era un accordo contrattuale relativo alla garanzia, accordo che (secondo alcune delle voci dottrinali che si sono sinora esposte sul tema) prevarrebbe sulle nuove norme.

Questi sono solo alcuni degli scenari esposti dalla dottrina. Come spesso accade, alcuni di essi potrebbero in realtà pre-starsi a conclusioni diverse, a seconda dell’importanza posta sulla tutela del consumatore, rispettivamente sugli accordi da quest’ultimo pattuiti con il venditore. Spetterà se del caso ai tribunali decidere le situazioni controverse.

Si potrebbe continuare con ulteriori scenari, intercalando al-cune variabili (momento della consegna, presenza o meno di

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Diritto

di Simona Morosini Marconi, Responsabile Servizio giuridico Cc-Ti

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difetti, presenza o meno di particolari accordi contrattuali rela-tivi alla garanzia, qualità di commerciante o privato acquirente). Ogni caso va esaminato singolarmente, per cui per questioni di spazio rinunciamo a citare gli altri, numerosi, possibili scenari...

Passando al contratto d’appalto, v’è da segnalare che in questo ambito si pone la questione, di non facile risoluzione, della prescrizione dei diritti per i difetti di un’opera mobiliare integra-ta ad un’opera immobiliare. Vediamo l’esempio, interessante, proposto dalla dottrina:

Esempio 3: la termopompa difettosa Un’impresa installa una termopompa in un’abitazione. L’opera viene presa in consegna dal committente il 30 luglio 2012. Siccome siamo in presenza di un’opera immobiliare, il com-mittente beneficia del termine di 5 anni per agire in caso di difetti, in base all’art. 321 cpv. 2 del Codice delle obbligazioni (trattasi della previgente disposto di legge, che non è mutato con il nuovo diritto). Il 5 ottobre 2012 si manifesta un difetto che viene subito notificato dal committente, quindi in garan-zia. L’installatore intende a sua volta rifarsi sul fornitore della termopompa che gli era stata fornita il 30 giugno 2012. A questa pretesa si applicherebbe la prescrizione di 1 anno con-formemente all’art. 371 cpv. 1 vigente nel 2012 (le azioni di garanzia per i difetti di un’opera mobiliare si prescrivevano in un anno). Ritenuto però che al 1° gennaio 2013 la pretesa dell’in-stallatore nei confronti del fornitore della termopompa non è ancora scaduta ed essendo nel frattempo entrato in vigore il nuovo diritto della garanzia (5 anni nel caso di opere mobiliari

integrate ad un’opera immobiliare), inizierebbe a decorrere un nuovo termine di garanzia di 5 anni, dal quale andrebbe però dedotto (secondo l’autore dell’esempio) il periodo di garanzia già trascorso; in altre parole, l’inizio del termine di prescrizione partirebbe dal 30 luglio 2012.

Come dicevamo, la scienza giuridica non è esatta e infallibile, spetterà ai tribunali chiarire le situazioni controverse. Nel frat-tempo, il suggerimento ai venditori è quello di fare verificare da giuristi la problematica della garanzia, per quanto necessario.

Segnaliamo che il 21 marzo 2013 (dalle 16 alle 18.30) si ter-rà presso la Cc-Ti un corso dedicato al tema della garanzia, relatore l’Avv. Gilles Benedick. Il corso si propone di passa-re in rassegna e rispondere, nella misura del possibile, agli interrogativi posti dalla nuova regolamentazione, anche dal punto di vista della necessità, o meno, di adattamento delle condizioni generali di vendita. Per informazioni e iscrizioni: Tel. +41 91 911 51 18, [email protected]

Fonti:– Dr. Gilles Benedick/Dr. Markus Vischer: “Die intertemporale

Anwendung von nArt. 210 Abs.4 OR”, in: Jusletter weblaw 3.12.2012

– Dr. David Rüetschi. “Übergangsrechtliche Fragen zum revidier-ten Gewährlesitungsrecht”, in: Jusletter Weblaw, 4 giugno 2012

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Attualita`di Angelo Geninazzi, Responsabile di economiesuisse per la Svizzera italiana, Federazione delle imprese svizzere

tra La CoMpetitività GeneraLe… spuntano i data Center

La Svizzera figura al primo posto in gran parte dei ranking mondiali sulla competitività. Le condizioni quadro in vigore permettono alle imprese attive su suolo svizzero di sviluppare la propria attività e induce altre a insediarvisi. Questo è ad esempio il caso per il poco conosciuto settore dei Data Center. In uno studio condotto da eco-nomiesuisse e dall’Associazione svizzera delle telecomunicazioni si illustrano lo sviluppo, le dimensioni e i fattori determinanti per il settore.

Volume di dati in aumentoSempre più persone utilizzano uno smartphone per navigare su In-ternet, guardare film online o acquistare il biglietto del treno attra-verso la corrispondente applicazione. Anche le imprese ricorrono a dati digitali nelle loro attività. La crescita annuale del 45% del volume dei dati generati e stoccati non sorprende. Questo volume raddoppia circa ogni due anni. Dal momento che le tecniche di stoccaggio non riescono a seguire il ritmo di crescita esponenziale dei dati, la domanda in capacità di stoccaggio e in superfici di Data Center continua ad aumentare.

Un’ulteriore opportunità per la SvizzeraLa Svizzera presenta una forte densità di operatori specializzati nei Data Center e, nel confronto europeo, si avvicina all’Olanda e all’Irlanda. Per i prossimi anni, si prevede una crescita annuale della superficie dei Data Center – malgrado una competizione internazio-nale sempre più forte – di circa il 10%.

Per restare all’avanguardia è imperativo considerare gli atout che hanno permesso l’ascesa di questo settore.

• Lasicurezzaelacompetitivitàdell’approvvigionamento energetico sono un fattore primordiale per la gestione di un centro di dati, poiché fino al 70% dei costi di gestione sono riconducibili ai costi dell’elettricità. Anche in termini di prezzi dell’elettricità, la Svizzera offre un contesto piuttosto interessante.

• Sulpianodell’infrastruttura informatica la Svizzera presenta una forte attrattività per i centri di dati. La crescente diffusione delle tecnologie a banda larga le attribuisce un eccellente posto a livello mondiale.

• Ledisposizionirestrittivediprotezione dei dati fanno della Svizzera una sede ideale per lo stoccaggio di dati sensibili.

• Ilmantenimentodiunlivelloelevatodicompetitività generale con-tribuisce senza alcun dubbio all’attrattività della Svizzera per i Data Center, poiché le sedi internazionali delle società attirano i centri di dati che svolgono una funzione critica per le imprese.

• Stabilità economica, politica e sociale: siccome i Data Center rappre-sentano investimenti a lungo termine nelle infrastrutture d’importan-za critica per le imprese, i loro operatori hanno bisogno di condizioni quadro stabili sul piano economico, politico e sociale.

Conseguenze economiche dei Data CenterLo sviluppo del settore dei Data Center ha avuto ripercussioni positive su tutta l’economia attraverso i seguenti canali:• Investimenti: un Data Center è un bene immobiliare molto specializ-

zato e costoso. In questi ultimi anni, la costruzione di centri di elabo-razione dati in Svizzera ha implicato investimenti annui nell’ordine di diversi milioni di franchi, che hanno favorito in particolare il settore della costruzione.

•Mercato del lavoro: la gestione di un Data Center crea impieghi du-revoli, calcolati generalmente per una durata tra i 10 e i 15 anni.

•Collettività pubbliche: i cantoni e i comuni che ospitano dei Data Center si garantisco-no entrate fiscali supplementari.

•Effetti indiretti: il paesaggio europeo dei centri di dati è dominato da pochi centri urbani. In Svizzera, si osserva una certa tendenza alla formazione di Data Center Cluster (attorno a Ginevra e Zurigo), ciò che indica che gli effetti di Cluster svolgo-no un ruolo piuttosto importante su questo mercato.

Esigenze nei confronti degli ambienti politiciLo studio attesta una buona situazione di partenza della Svizzera, con carte che le permettono di imporsi nella competizione mondiale. Affinché il nostro paese possa preservare e rafforzare la sua attrattività nel mercato sempre più globale dei Data Center, sarà importante ricordarsi in futuro di cosa ha reso attrattivo il nostro paese per questo settore e non mettere inutilmente in gioco questi fattori.

Capita spesso che l’opinione pubblica si concentri prevalentemente su quanto in discussione nei media o a livello politico. Numerose storie di successo nascono però proprio lontano dalla scena politica e pubblica. Ad esempio quella dei Data Center – i centri di elaborazione di dati – per i quali la Svizzera si è trasformata negli ultimi anni in una piazza estremamente attrattiva. E questo non a caso

Confronto della densità di Data Center nei dieci paesi europei che presentano la maggiore superficie lorda (in m² per abitante)

Fonte: Broadgroup (2012) e IWSB (2012)

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Attualita` di Avenir Suisse

44 idee per La svizzera

La nuova pubblicazione di Avenir Suisse offre 44 idee per un totale di 12 ambiti politici e getta uno sguardo generale sul suo lavoro attingendo all’intero bacino tematico del think tank. Con le loro idee liberali gli autori – i capiprogetto di Avenir Suisse – vogliono fornire un contributo al consolidamento del territorio e della piazza eco-nomica svizzera di domani e dopodomani. Le pro-poste non costituiscono un programma di riforma dettagliato e a tutto tondo ma offrono spunti per un dibattito aperto e di ampio respiro su diverse tematiche. Si tratta di discutere e sviluppare ul-teriormente queste idee, evitando che la Svizzera, vista la sua situazione relativamente favorevole, si limiti ad apportare in casa propria solo qualche correttivo. Qui di seguito vogliamo proporvi i ri-assunti di 4 capitoli del libro riferiti ad altrettanti ambiti tematici.

Neutralità – anche nella tassazioneL’oasi fiscale svizzera è minacciata dalla secca. Come farà il nostro sistema fiscale ad affermarsi nella concorrenza fiscale internazionale? Il van-taggio comparativo a lungo termine del sistema fiscale svizzero non va certamente ricercato nel livello basso delle aliquote ma piutto-sto nella scelta della base imponibile. Il leitmotiv della riforma è il graduale passaggio dalla tassazione del reddito a quella sui consu-mi. A lungo termine viene proposta quale novità l’introduzione di un’imposta sul consumo completa, binaria e progressiva – la tassa federale sui consumi. Questa andrebbe a sostituire niente meno che tre imposte diverse (IVA, imposta sugli utili delle aziende e l’imposta federale diretta) con una corrispondente riduzione del dispendio am-ministrativo e un notevole aumento dell’efficienza fiscale.

Energia: mercati funzionanti piuttosto che piani politiciDopo gli eventi di Fukushima le manovrine politiche nella politica energetica sono improvvisamente aumentate. Ma gli obbiettivi di politica industriale e del clima propri della Svizzera così come il desiderio di indipendenza sono costosi e mal si conciliano con i mercati aperti. Sono necessari dei segnali effettivi a livello di prezzo presso il consumatore finale. Questo richiede a medio termine un rifiuto delle regolazioni delle tariffe energetiche nel mercato dell’e-lettricità e un’apertura totale del mercato. Inoltre dovrebbero essere i prezzi – piuttosto che le sovvenzioni – a regolare l’offerta degli impianti di energia elettrica (regolazione tecnologicamente neutrale delle centrali). A lungo termine, il mercato dell’elettricità necessita una spoliticizzazione e maggiore concorrenza. Questo si può otte-nere attraverso un fondo energetico, in cui i cantoni trasferiscono le loro partecipazioni sul piano energetico. Dall’altra parte la rete di trasmissione dovrebbe essere privatizzata e quotata in borsa in modo di separarla dagli interessi dei produttori.

«Cumulus» – longevità per le società anonimeLe società anonime (SA) con le loro assemblee generali vengono spesso paragonate alla democrazia diretta e gli azionisti agli elettori. Ha senso questa analogia? Il presente contributo mostra come, al

contrario, la limitazione delle regole di maggioranza potrebbe giova-re all’interesse degli azionisti. Invece che aumentare la democrazia azionistica bisognerebbe quindi prevedere misure per migliorare la governance delle SA. Queste includono la diminuzione degli ostacoli che limitano l’entrata sul mercato per consiglieri di amministrazione, l’elezione del CdA in maniera proporzionale e la messa a disposizione di condizioni quadro che facilitino la creazione di hedge fund. Un nuovo tipo di azioni – le azioni cumulative o «cumulus» – potrebbe aumentare la lealtà degli azionisti e assicurare il loro impegno a lungo termine per l’azienda.

Ricondurre il federalismo e la democrazia diretta all’essenzialeL’implementazione del federalismo e della democrazia diretta si sono dimostrate finora una benedizione per la Svizzera. In un contesto sempre più innovativo e globalizzato si presentano però nuove sfide. L’eccessiva applicazione di diritti popolari diretti e un parlamento composto di due camere che sono sempre più in disaccordo frenano i processi di riforma. Un popolo sovrano che funga da giudice tra il Consiglio nazionale e il Consiglio degli Stati e inoltre delle barriere più alte per le iniziative e i referendum accrescerebbero la quali-tà del processo legislativo. Il federalismo offre sotto tanti aspetti dei vantaggi, ma anche crescenti svantaggi. Lo si potrebbe quindi ottimizzare grazie ad una perequazione finanziaria che prevede un sistema di ricompensa anche per i cantoni più deboli finanziaria-mente e ricorrendo ad uno splitting fiscale ed elettorale tra il luogo di residenza e quello di lavoro.

Pubblicazione: «Ideen für die Schweiz – 44 Chancen, die Zukunft zu gewinnen». A cura di Gerhard Schwarz e Urs Meister, 324 pagine, ISBN 978-3-03823-821-8, Edizioni Neue Zürcher Zeitung, CHF 38.00. Un riassunto in francese è pure ottenibile presso: [email protected] o allo +41 44 445 90 00

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Attualita` di Fredy Portmann, Responsabile Key Account Management & Global Sales di Swisscom Grandi Aziende

CoMuniCare e CoLLaborare in Modo seMpLiCe in tutto iL MondoFinora le aziende attive a livello internazionale si sono spesso avvalse di soluzioni locali per la comunicazione. Un’attuazione standardizzata permette tuttavia di realizzare degli effetti di scala, ridurre i costi e semplificare la collaborazione

Le aziende che operano sul piano mondiale sono confrontate con molteplici sfide a livello di collaborazione: fusi orari dif-ferenti, culture diverse, processi lavorativi e standard tecnici divergenti. A ciò si aggiunge il fatto che sovente non utilizzano le stesse soluzioni per la comunicazione e lo scambio sicuro di dati tra le singole sedi. Non di rado le società più grandi gestiscono il traffico dati mediante una rete privata (WAN) e mettono le applicazioni a disposizione dei propri utenti ICT in modo centralizzato in Svizzera. Quelle più piccole invece svol-gono il traffico dati interno mediante Virtual Private Networks (VPN) che si basano su un sistema di codifica tramite Internet. Ogni filiale assicura la comunicazione vocale con una propria soluzione. Malgrado le differenti esigenze e a prescindere dalle dimensioni, le aziende hanno una cosa in comune: sono prive di una visione consolidata sulle possibilità di una soluzione di comunicazione globale e sui relativi costi (roaming). Non sfruttano effetti di scala e sinergie né il potenziale di una col-laborazione semplificata oltre ogni limite e confine.

Semplificare, aumentare l’efficienza e ridurre i costiLe diverse infrastrutture di comunicazione possono essere uni-ficate e implementate mediante una soluzione scalabile e di facile impiego che non richiede investimenti. Altrettanto impor-tante in questo ambito è la pianificabilità dei costi. Ma come si può ottenere una simile unificazione in un contesto inter-nazionale? Il software Telecom Expense Management (TEM) permette di ottenere una visione globale delle abitudini di uti-lizzo degli utenti e dei relativi costi ICT. Nell’ambito della telefonia di rete fissa, l’impiego dell’applicazione TEM è molto utile proprio per l’analisi dei minuti di con-versazione delle singole sedi. Per quanto riguarda la telefonia mobile, TEM è invece decisivo per la scelta degli abbonamenti e delle possibili Flat Charges. Un’ulteriore opzione interessante è Unified Communi-cations & Collaboration (UCC), un sistema che riunisce diversi canali di comunicazione in un ambiente applicativo unitario permettendo alle aziende di usufruire di telefonia, posta elettronica, instant messaging, conferenze au-dio e video, application sharing e document management su una piattaforma integrata e di comunicare in modo efficiente e flessibile oltre i confini di strutture aziendali e organizzative. Con UCC le imprese beneficiano dei vantaggi di una comuni-cazione e collaborazione indipendente dall’ubicazione senza dover operare ingenti investimenti nell’infrastruttura ICT.

Requisito di base: una rete efficienteIl fabbisogno di prestazioni di centri di calcolo è aumentato notevolmente negli ultimi anni, per cui oggi tali prestazioni e

la conservazione dei dati vengono assicurate tramite una rete. Il public cloud e il private cloud rappresentano due opzioni in questo ambito. Il public cloud è una risorsa condivisa e, a seconda delle esigenze operative, si presta per aziende attive su scala internazionale, in particolare se desiderano integrare partner d’affari, fornitori o clienti tramite applicazioni Extranet.

Il private cloud per contro viene messo a disposizione di un gruppo chiuso di utenti senza risorse condivise a livello di servizio e quindi soddisfa esigenze di sicurezza più elevate. Il private cloud è offerto alle azien-de da service provider globali quale centro di calcolo e viene collegato direttamente alla rete WAN. Questa soluzione si addice alle imprese alla cui WAN è attribuita una grande importanza in virtù dell’ambiente informatico e che di norma dispongono di diverse sedi di piccole dimensioni. In se-guito al trasferimento della prestazione di calcolo nella rete, le aziende necessitano di capacità supplementari nella WAN. In un simile caso, anziché puntare esclusivamen-

te su un costoso potenziamento della WAN è consigliabile ricor-rere all’Application Performance Management (APM). Questo sistema comprime e accelera ulteriormente la trasmissione dei dati nella rete ottimizzandone così la qualità. Diversi progetti e studi hanno evidenziato che nella maggior parte dei casi il consolidamento di server e prestazioni di centri di calcolo ha permesso di ridurre considerevolmente i costi complessivi.

Grazie al progresso tecnico, le imprese attive a livello mon-diale hanno a disposizione piattaforme ideali che dovrebbero sfruttare per raggruppare le soluzioni locali esistenti e creare valore aggiunto a livello operativo, nell’ambito dell’IT, in modo indipendente dall’ubicazione.

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Attualita`

Minori ConsuMi enerGetiCi Grazie a Misure eConoMiCheIl Modello PMI di Enerti: la consulenza energetica ideale per piccole e medie imprese della Svizzera italiana, per diminuire i consumi e l’impatto ambientale e per certificare i propri sforzi. A costo zero

Da tempo la Direzione della ditta Muster SA voleva in-traprendere qualcosa per scoprire possibili margini di miglioramento in ambito di efficienza energetica. La de-cisione presa di rivolgersi al proprio distributore di elet-tricità è stata pagante.Dopo un primo incontro, necessario per capire le esigen-ze e le particolarità della ditta in questione, il consulente del distributore di elettricità ha proposto il Modello PMI, che senza esitazione è stato accolto con favore dalla Dire-zione. Ora, a qualche mese di distanza, l’azienda dispone di una lista dettagliata di possibili azioni da intraprendere per diminuire i propri consumi energetici; tutte misure di-scusse ed accettate ma soprattutto economiche, con un buon ritorno finanziario. Un bel certificato attesta inoltre l’impegno dell’azienda, che è fiera di mostrarlo ai clienti soddisfatti.Il Modello PMI è un programma di consulenza energe-tica elaborato dall’Agenzia dell’Energia per l’Economia (AEnEC) appositamente per soddisfare le esigenze delle piccole e medie imprese svizzere: la partecipazione a questo programma è semplice, la consulenza è di qua-lità e neutrale e i costi sono contenuti. Di più: essendo questa offerta riconosciuta a livello nazionale, la par-tecipazione è addirittura sussidiata. In questo modo le aziende partecipano a costo zero. In Ticino i sussidi sono garantiti dal Cantone e dalla Fondazione Svizzera per il Clima, che sostiene finanziariamente anche l’esecuzione degli interventi previsti. Questi sono identificati tramite un sopralluogo e dipendono dal settore in questione: ri-scaldamento, parco macchine (produzione), acqua calda, illuminazione, cucina, lavanderia, amministrazione, aria compressa, ventilazione, climatizzazione e via dicendo. Sono considerati tutti i vettori energetici.L’insieme degli interventi proposti è la base di una con-venzione volontaria dove sono definiti obiettivi annuali di risparmio. Un semplice monitoraggio online permette il controllo del raggiungimento degli obiettivi. Se questi sono raggiunti – e non è necessario farlo ogni anno – l’a-zienda riceverà anche in futuro il certificato di protezione climatica. Al suo fianco rimarrà un consulente che l’aiu-terà per qualsiasi supporto.Un ulteriore asso esclusivo nella manica di questa con-

sulenza energetica: le ditte che ne fanno uso hanno la possibilità di essere esonerati dalla tassa sul CO2, che è riscossa all’acquisto di vettori fossili quali l’olio da riscal-damento o il gas.Siete interessati? Volete ulteriori informazioni? Contattate senza impegni il vostro consulente presso il vostro distri-butore d’elettricità: ne vale la pena!

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ENERTI SA, distributrice del Modello PMI nella Sviz-zera italiana, è una società fondata dalle nove prin-cipali aziende di distribuzioni di elettricità in Ticino: AIL, SES, AMB, AGE, AMS, AIM, CEF, AECA, AEM. Essa propone tramite le aziende elettriche associate, che hanno aderito al servizio di consulenza energeti-ca, diversi prodotti per clienti commerciali e per enti pubblici. Il Modello PMI è offerto in collaborazione con AEnEC. www.enerti.ch

L’Agenzia dell’Energia per l’Economia (AEnEC) è una piattaforma di servizi creata dalle più importanti asso-ciazioni economiche svizzere. www.aenec.ch

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Attualita` di Lisa Pantini

un sosteGno ConCreto aLLe aziende tiCinesiVi presentiamo, con una scheda introduttiva, le diverse misure previste nell’ambito della Legge sul rilancio dell’occupazione (L-rilocc) quale integrazione dei provvedimenti della Legge federale sull’assicurazione contro la disoccupazione (LADI). Il Canton Ticino, nella sua Sezione del lavoro, dispone di diversi uffici che prevedono un supporto diretto alle PMI ticinesi per la reintroduzione sul mercato del lavoro dei disoccupati residenti in Ticino. Dal 1998 sono quasi 5’500 le imprese che hanno beneficiato di questo sostegno: aziende che supportano fattivamente l’economia del Cantone, creando nuovi posti di lavoro, assumendo giovani al primo impiego, disoccupati di lunga durata e usufruendo al contempo, fatto non noto a tutti, anche di prestazioni finanziarie. 5’500 PMI che si sono aperte anche verso il mercato del lavoro interno e hanno fatto uno sforzo per cercare un candidato ideale per un profilo professionale specifico. Ne abbiamo parlato con Felix Lutz, Capoufficio Ufficio delle Misure Attive; Daniele Mombelli, Capoufficio Ufficio regionale di collocamento di Chiasso e Funzionario dirigente responsabile del Gruppo aziende; e Mauro Monaco, Consulente del personale Ufficio regionale di collocamento di Locarno e Capogruppo del Gruppo aziende. Ecco qualche rilevante spunto emerso per tutte le PMI ticinesi

Alle aziende ticinesi serve un supporto fattivo: spesso esse cercano dei collaboratori specifici per posizioni peculiari, ma sono molto concentrate sul loro business, soprattutto di questi tempi non così rosei, e diventa difficile saper e poter coniugare queste necessità. Da un lato la ricerca, la selezio-ne e il processo di assunzione di un dipendente, dall’altro il continuare a approfondire e restare con-centrati sulla propria attività.

Non tutti sanno che il Cantone dispone di spe-cialisti che affiancano le imprese nella ricerca di personale, su richiesta. Non tutti sanno che il Cantone eroga incentivi finanziari alle aziende che assumono un disoccupato, e portano avanti un dia-logo costante tra l’impresa stessa e il consulente di riferimento, che permette di conoscersi, instaurare un rapporto di fiducia, di soddisfazione reciproca e di aiuto fattivo nel risolvere le problematiche che si presentano.

Incuriositi? Perplessi? Tutto nuovo?

No, è vero. Iniziamo con il dire questo: 0800 765 765. Un numero verde istituito dal Gruppo cantona-le aziende, al quale le imprese possono annunciare i posti vacanti. Semplice, immediato e gratuito.

L’azienda deve solo chiamare specificando chi cer-ca, quali sono le mansioni e le competenze del candidato desiderato. Et voilà. Si mette in moto un processo che nel giro di breve tempo porta diret-tamente all’azienda stessa un ventaglio di possibili profili interessanti. Il Gruppo cantonale aziende è un’emanazione dei 5 URC (Uffici regionale di collocamento – Bellinzona, Biasca, Chiasso, Locarno e Lugano –) sparsi sul territorio cantonale.

Una piattaforma aggiornata: www.area-lavoro.chLa piattaforma fornita dagli URC è costantemen-te aggiornata con i profili dei disoccupati a livello nazionale che stanno cercando lavoro. Un sistema innovativo permette direttamente all’azienda l’in-serimento dei requisiti desiderati, e la ricezione di un elenco immediato di candidati potenziali. Se un profilo attrae la vostra attenzione basta segnalarlo all’URC, che vi metterà in contatto con la persona selezionata. È sicuramente possibile che fra essi vi sia la persona giusta per la vostra azienda! Non dimentichiamo infine la pluralità di profili che rien-trano in questo tipo di banca dati: profili diversi con una vastissima gamma di qualifiche professionali, giovani alle prime armi e professionisti con anni di esperienza. Davvero una fonte importante di com-petenze e opportunità.

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Attualita` di Lisa Pantini

Un dialogo costruttivo e professionaleUn partner attivo e qualificato che risponde alle vostre esigenze e vi aiuta nella ricerca di nuovi col-laboratori. Gli specialisti URC, consulenti del per-sonale con diploma federale, vi propongono gra-tuitamente i profili delle persone che più ritenete idonee. In un breve lasso di tempo potrete fissare un colloquio con il potenziale candidato. Un team efficiente di consulenti è a disposizione dei biso-gni delle imprese per il Gruppo cantonale aziende. La “relazione” tra consulente e impresa continua anche dopo l’assunzione: un dialogo costante soli-difica e rafforza la conoscenza reciproca.

Incentivi per le aziendeNell’ambito della LADI e della L-rilocc, sono pre-viste diverse misure a sostegno delle aziende che assumono persone disoccupate. Si tratta di con-tributi finanziari al datore di lavoro e alle persone disoccupate, con benefici indiretti per le imprese:

- la creazione di nuovi posti di lavoro è sostenuta mediante il rimborso degli oneri sociali a carico del datore di lavoro per le persone assunte, per un periodo di due anni.

- l’assunzione di persone disoccupate è favorita da una partecipazione al pagamento del salario nel periodo d’introduzione. Questo favorisce l’introdu-zione in azienda in modo duraturo gli assicurati

Un riassunto schematico degli incentivi a favore delle imprese

L-riloccLegge cantonale sul rilancio dell’occupazione e sul sostegno ai disoccupati

Costi/Benefici Durata

Incentivo all’assunzione Finanziamento degli oneri sociali a carico del datore di lavoro, relativi alla persona as-sunta (AVS, AI, IPG, AD e LPP)

massimo 24 mesi

Bonus di inserimento in azienda Complemento all’Assegno periodo introdu-zione LADI fino al finanziamento massimo del 60% del salario lordo.

fino a 6 mesi, eccezionalmente 12

Assunzione di disoccupati che hanno esaurito o non hanno diritto ad indennità LADI

Finanziamento massimo del 60% del salario lordo.

massimo 12 mesi

Incentivo assunzione giovani primo impiego Presa a carico dei costi di partecipazione fi-nanziaria del datore di lavoro per i periodi di pratica professionale previsti dalla LADI, nel caso di giovani (fino a 30 anni) al primo impiego.

ritenuti difficilmente collocabili, non ancora in grado di fornire una prestazione lavorativa com-pleta per motivi d’età, di salute, di formazione/esperienza professionale da attualizzare, oppure perché disoccupati da più mesi, che necessita-no un’introduzione speciale per svolger le nuove mansioni.

- l’idoneità professionale di un candidato ad un’as-sunzione può essere verificata da parte dell’a-zienda mediante un breve stage a carico dell’as-sicurazione disoccupazione. Uno stage è utile per valutare meglio le competenze dell’assicurato in vista di un’eventuale assunzione (test d’idoneità) e permette al contempo all’assicurato una pratica orientativa in vista di una formazione o riqualifica professionale

- l’azienda ha, inoltre, la possibilità di far capo a persone disoccupate qualificate che necessitano di un periodo di pratica professionale o a persone che possono essere formate in vista di un’assun-zione e che continuano a rimanere al beneficio di prestazioni dell’assicurazione contro la disoccu-pazione durante il periodo di formazione.

- è pure previsto un contributo alla mobilità nel caso in cui la persona accetta un impiego lontano dal proprio domicilio e subisce una perdita finanziaria rispetto all’occupazione precedente.

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Per maggiori informazioni:

Gruppo cantonale aziende: 0800 765 765 www.area-lavoro.ch

Felix LutzCapoufficio Ufficio delle Misure AttiveTel. +41 91 814 48 01, [email protected]

Daniele MombelliCapoufficio Ufficio regionale di collocamento di Chiasso e Funzionario dirigente responsabile del Gruppo aziendeTel. +41 91 695 10 30, [email protected]

Mauro MonacoConsulente del personale Ufficio regionale di collocamento di Locarno e Capogruppo del Gruppo aziendeTel. +41 91 816 14 11, [email protected]

Link al sito della Sezione del lavoro sul sito del Cantone Ticino: www4.ti.ch/DFE/DE/SDL/SERVIZI/

LADILegge federale sull’assicurazione contro la disoccupazione

Costi/Benefici Durata

Assegni per un periodo d’introduzione Partecipazione media del 40% sul salario fino a 6 mesi, ecce-zionalmente 12

Periodo di pratica professionale Stage per persone qualificate con partecipa-zione del 25% da parte dell’azienda ai costi dell’indennità giornaliera di disoccupazione

di regola 6 mesi

Stage d’orientamento e test d’idoneità professionale

Nessun costo a carico del datore di lavoro di regola 3 giorni per i test d’idoneità,

massimo 3 settimane per gli stage di orien-tamento

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Attualita`

Lavoro a titoLo di prova ai: per nuove sinerGie Con iL MerCato deL Lavoro

La sesta revisione della Legge Federale sull’Assicurazione per l’Invalidità (LAI), entrata in vigore lo scorso gennaio 2012, ha portato con sé diverse novità per quanto ri-guarda la possibilità di collaborazione fra l’Ufficio AI e i datori di lavoro.Una fra le più interessanti è l’opportunità di mettere al-la prova potenziali futuri collaboratori, a costo zero per l’azienda, senza l’iniziale stipulazione di un contratto la-vorativo.Questo periodo di prova professionale, della durata mas-sima di sei mesi, è, infatti, totalmente gratuito per il da-tore di lavoro che mette a disposizione un posto di lavoro a una persona segnalata dall’Ufficio AI.

Infatti, lo scopo principale della misura sopraindicata è di valutare competenze e attitudine lavorativa della persona oltre che le potenzialità di inserimento in una nuova realtà professionale.Gli eventuali impedimenti dettati dal danno alla salute dell’assicurato in prova sono discussi con il consulente AI di riferimento prima di iniziare la misura, alfine di favorire una collaborazione trasparente la quale potrà migliorare l’inserimento in azienda del collaboratore. L’obiettivo fi-nale è di fare in modo che il problema di salute di cui soffre la persona non sia di alcun ostacolo all’esercizio dell’attività lavorativa messa a disposizione.

Come si svolge in pratica un lavoro a titolo di prova?Il nostro canale di reclutamento potrebbe rivelarsi un partner prezioso per datore di lavoro che voglia usufruir-ne. L’Ufficio AI, infatti, offre gratuitamente all’azienda le proprie competenze di analisi e di selezione del persona-le, proponendo profili adeguati alle esigenze dell’impresa.

La parte amministrativa spettante al datore di lavoro che mette a disposizione nella sua azienda un “lavoro a titolo di prova” è minima. Si riduce infatti alla sottoscrizione di una convenzione di collaborazione, una fase di monito-raggio dell’andamento in collaborazione con il consulente AI e un piccolo colloquio finale fra parti coinvolte (datore di lavoro, consulente AI e assicurato).Durante tutto il periodo di prova il consulente AI resta il referente unico per il datore di lavoro nell’ambito dell’an-damento della misura, la quale potrà essere sospesa in ogni momento se ritenuto opportuno dal datore di lavoro.

Non essendoci alcun contratto lavorativo, il lavorato-re, durante il periodo di “stage”, non farà parte a tutti gli effetti dell’organico dell’azienda e sarà remunerato dall’Ufficio AI in varie forme. Egli avrà tuttavia l’obbligo di sottostare alle disposizioni indicate nel CO in materia di contratto di lavoro e dovrà rispettare le regole vigenti in azienda.Si fa notare che questa misura è erogabile anche ai datori di lavoro che vogliono mantenere in azienda un loro col-laboratore che ha depositato una domanda di prestazioni AI, destinandolo ad altre mansioni più idonee.

L’auspicio dell’Ufficio AI, nonostante non vi sia un obbligo di assunzione o di mantenimento del posto di lavoro, è che la fine di un periodo di prova possa sfociare in un’assunzio-ne definitiva, finanziabile in misura variabile a dipendenza del caso. Qualora il collaboratore necessitasse di acquisire ulteriori competenze per svolgere il proprio lavoro, possia-mo anche finanziarne la formazione su misura necessaria.

Abbiamo suscitato il vostro interesse? Candidatevi!I datori di lavoro che sono interessati a mettere a di-sposizione un impiego provvisorio denominato “lavoro a titolo di prova” possono annunciarsi alla mail dell’ufficio invalidità, [email protected]. I nostri consulenti sono a vostra disposizione per qualsiasi chiarimento.

iL Lavoro a titoLo di prova in piLLoLe•Baselegale:articolo18aLAI•Nessunvincoloderivantedauncontrattodilavoro•Beneficiari:collaboratori(chehannodepositatodo-

manda AI) in azienda che necessitano di cambio di mansione o assicurati attentamente selezionati dall’ufficio AI

•Nessunonerefinanziarioacaricodeldatoredila-voro

•RispettodelleregoleaziendaliedelCOdapartedel lavoratore

•Duratamassima:6mesi•Nessunobbligodiassunzioneal terminedelpe-

riodo•Possibilitàdiinterruzioneinognimomento

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Eventi

Evento organizzato dalla Cc-Ti, Ticinomoda in collaborazione con la Fondazione AGIRE

Lunedì 25 febbario, presso il Centro Polus di Balerna (Via Corti 5), a partire dalle ore 18.30, con interventi di Luca Albertoni, Direttore Cc-Ti, Roberto Klaus, Fondazione AGIRE, Luca Gambardella, SUPSI – Istituto Dalle Molle di ricerca in intelligenza artificiale e Paolo Pedrazzoli, SUPSI – Istituto sistemi e tecnologie per la produzione sostenibile. Seguirà un networking apero.

Tutti i dettagli ed il programma preciso sul nostro sito web: www.cc-ti.ch.

Per iscrizioni ed informazioni rivolgersi alla Cc-Ti entro il 22 febbraio 2013 ([email protected]).

vnL – riCerCa e innovazione in aMbitoLoGistiCo: da Fattore-Costo a investiMento strateGiCo

Mercoledì 27 Febbraio. 2013, presso il Centro Svizzero di Calcolo Scientifico (CSCS) a Lugano, dalle 16.30 alle 20.00 per conoscere le esperienze di diverse aziende ed appro-fondire alcuni punti che riguardano il mondo degli affari su Internet.

tiCino e-business dayEvento organizzato dalla Cc-Ti in collaborazione con PostFinance

Per tutti i dettagli riguardanti questo evento, come pure per le modalità d’iscrizione, vogliate visitare il nostro sito web: www.cc-ti.ch

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28 Ticino Business

Eventi di Lisa Pantini

Monica Zurfluh durante il suo intervento, alle sue spalle R. Grodman e A. Silini

un approFondiMento suLLe possibiLità d’aCCesso aLLe Gare d’appaLto oFFerte daLLe istituzioni Finanziarie internazionaLiSi è tenuto lo scorso 28 novembre presso la Cc-Ti l’evento orga-nizzato da Osec e Cc-Ti sulle cosiddette IFI, Istituzioni Finanziarie Internazionali. Un tema complesso e spesso ignorato dalle PMI, che credendo, ingiustamente, che l’accesso alle gare d’appalto internazionale sia complesso e/o difficoltoso e destinato a poche aziende «elette», si perdono così una fetta importante di possibili opportunità d’affari a livello mondiale. Le imprese svizzere possono accedere a questi appalti, e sono già numerose le PMI (non solo le grandi aziende) che vi sono riuscite con successo. Sono cinque le grandi IFI di cui la Svizzera è mem-bro : la Banca mondiale, la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (EBRD), la Banca interamericana di sviluppo (IDB), la Banca asiatica di sviluppo (ADB) e la Banca africana di sviluppo (AfDB). Globalmente queste 5 istanze pubblicano ogni anno ap-palti in numerosi settori per un volume complessivo di oltre 100 miliardi di franchi. Il finanziamento di questi progetti è garantito.Perché non tentare di accedervi?Durante l’evento, moderato da Monica Zurfluh, Head of Osec Ticino, si sono susseguite brillanti relazioni che hanno messo in luce queste occasioni. Sono intervenuti Randy H. Grodman, Pre-sidente IDO International Development Opportunities, Ginevra e Alberto Silini, Head Consulting Europe, Osec Zurigo, a cui ha poi fatto seguito la testimonianza di Fernando Salvetti, Fondatore e managing partner di LKN-Logos Knowledge Network, Lugano e Berna. Di seguito vi proponiamo un’interessante intervista con Randy H. Grodman e vi riportiamo anche la testimonianza di Fernando Salvetti sull’esperienza con le IFI.

L’aCCesso aLLe Gare d’appaLto deLLe iFi

Intervista di Lisa Pantini con Randy H. Grodman, Presidente IDO International Development Opportunities, Ginevra, www.ido-international.com

Randy H. Grodman

Tra le 5 IFI quali sono quelle con cui si lavora maggiormente?“Nell’ordine: la Banca mondiale, la Banca europea per la ricostruzione e lo svi-luppo (EBRD), la Banca asiatica di sviluppo (ADB), la Banca africana di sviluppo (AfDB), e la Banca interamericana di sviluppo (IDB)”.

Quali sono i Paesi in cui ci sono più opportunità per le imprese svizzere?“Dipende dall’esperienza e dalle capacità di ogni PMI svizzera. Esistono opportunità in tutti i mercati emergenti in cui sono implementati progetti finanziati dalle IFI. Le regioni geografiche raggiunte dai progetti delle IFI includono tutti i Paesi in Africa, la maggior parte delle Nazioni dell’area Asia-Pacifico (ma non Singapore o la Corea del Sud, per esempio), tutti quelli dell’Europa centrale e orientale (compresi l’Asia centrale e gli altri Paesi dell’ex Unione Sovietica), tutta l’America Latina e molti Stati dei Caraibi, e molti Paesi del Medio Oriente (Egitto, Giordania, Yemen, e altri). Pertanto, le società di consulenza svizzera dovrebbero dare la priorità a target di mercato orientandosi con i Paesi di destinazione per progetti sostenuti dalle IFI, sulla base delle capacità linguistiche e delle competenze del personale, nonché sulla particolare esperienza internazionale di ciascuna impresa. Le aziende di consulenza devono essere in grado di lavorare nella lingua ufficiale della Nazione. Per i fornitori di beni e attrezzature, una pregressa esperienza in un determinato e le capacità linguistiche sono meno importanti. Per quanto riguarda il processo d’offerta, tutte le aziende devono essere in grado di presentare le proprie proposte nella lingua indicata nel capitolato d’appalto. A seconda della Nazione, questa è di solito inglese, francese, spagnolo o portoghese, ma può anche includere lingue dell’Europa orientale (come il russo o l’ucraino)”.

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Come incrementare il potenziale di accesso per le aziende rosso-crociate e ticinesi alle opportunità offerte dalle IFI? Le possibilità sono conosciute o le PMI si scoraggiano facilmente di fronte alle potenziali difficoltà? Come sfatare questo «pregiudizio»?“Le PMI svizzere hanno certamente buone possibilità di aggiu-dicarsi degli appalti finanziati dalle IFI. Per avere successo, ogni società deve allocare una quantità appropriata di risorse umane (tempo di lavoro adeguato usato da dipendenti che hanno le necessarie capacità e competenze), così come una sufficiente disponibilità di risorse finanziarie (per viaggiare nei Paesi tar-get, per esempio, e per elaborare proposte ed offerte di alta qualità). Per le aziende interessate, il modo migliore per iniziare ad esplorare le opportunità contrattuali attraverso le istituzioni finanziarie internazionali è quello di esaminare con attenzione i siti delle IFI, che descrivono i progetti e le opportunità di appalto. Le aziende possono inoltre beneficiare del contatto con esperti, che già hanno lavorato con le istituzioni finanziarie internazionali (come consulenti, funzionari governativi svizzeri - come la SECO e la Direzione dello sviluppo e della cooperazione DSC -), o altre società che hanno lavorato a livello internazionale su progetti sostenuti e finanziati dalle IFI. È essenziale che ogni PMI sviz-zera interessata ad entrare nel «mercato IFI» si conceda almeno 1-2 anni per intraprendere lo sviluppo di questo business. Ciò dovrebbe includere incontri con i funzionari governativi dei Paesi nel quale si svolge il progetto e, ove possibile, un contatto con i principali membri del personale IFI per i progetti di interesse”.

Una PMI decide di intraprendere il processo per partecipare alla gara d’appalto. Quali sono, in pratica, i passi che deve compiere?“Idealmente, la PMI ha intrapreso alcune attività di marketing le-gate al progetto di interesse prima del lancio della gara d’appalto. Per le società di consulenza, in genere l’agenzia esecutiva in un mercato emergente pubblica un annuncio in cui si invitano tutte le società dei Paesi idonei a presentare una «manifestazione scritta di interesse» (Expression Of Interest - EOI). La stessa agenzia esecutiva prepara poi una lista - che di solito è composta da 6 società - sulla base delle EOI che ha ricevuto. Alle società di con-sulenza è spesso consigliato di formare joint-venture o accordi di partenariato con aziende locali. Per i produttori e fornitori di beni e attrezzature, e per le imprese di costruzione, vi è talvolta l’obbligo di una prequalifica per una gara d’appalto. Inoltre, i contratti di be-ni, attrezzature o lavori di costruzione civile spesso richiedono agli offerenti interessati l’acquisto dei documenti di gara. È fondamen-tale che le aziende di consulenza leggano attentamente le richieste di proposte (che vengono inviate solo alle imprese selezionate dalle agenzie esecutive tramite la short-list). Allo stesso modo, i fornitori di beni e attrezzature e appaltatori di lavori pubblici devono esami-nare l’intero documento di offerta. Tutte le aziende sono autorizzate a inviare richieste scritte di chiarimenti alle agenzie esecutive in merito a qualsiasi aspetto della richiesta per proposte o documen-ti d’offerta che sembrano poco chiari o imprecisi. Infine, le PMI svizzere dovrebbero predisporre proposte di alta qualità e offerte che soddisfino tutti i requisiti specificati nel capitolato d’appalto, e garantire che esse siano presentate per tempo”.

Chi può supportare ed accompagnare le aziende in questo per-corso?“Può essere utile per le PMI svizzere consultare l’Osec per un sostegno con le IFI. L’Osec gestisce una rete di Swiss Business Hub in molti Paesi, e ci sono membri del personale Osec a Lu-gano, Zurigo e Losanna, che possono offrire preziosi consigli e assistenza. Inoltre, alcuni consulenti con una maturata esperienza nei processi con i progetti e contratti IFI possono offrire la loro esperienza alle imprese svizzere. In alcuni casi, funzionari gover-nativi svizzeri a Berna o di un’ambasciata svizzera nel Paese in cui si svolge il progetto potrebbero fornire una consulenza mirata. Ci sono anche rappresentanti svizzeri all’interno delle diverse istitu-zioni finanziarie internazionali, che possono essere consultati per un consiglio (si veda la domanda successiva qui sotto)”.

La Svizzera è un Paese mem-bro delle 5 organizzazioni IFI, con persone nominate in al-cuni Board direttivi. Durante l’evento è stato messo in evi-denza come queste persone possano supportare le PMI svizzere nell’assegnazione dei progetti. Come si entra in contatto con loro?“I Paesi membri di ogni IFI sono rappresentati nel Consiglio di Direzione. La Svizzera è rappresenta-ta da funzionari svizzeri di ogni organizzazione. Il ruolo principale di questi funzionari è quello di rap-presentare la posizione del Governo rossocrociato per quanto riguarda i progetti e le politiche sostenuti e pro-mossi da ciascun IFI. In alcuni casi, i rappresentanti elvetici sono in grado di offrire una consulenza e di dare delle infor-mazioni alle PMI svizzere che li contattano con una richiesta specifica e adeguata. I nomi e i riferimenti per rivolgersi ai rappresentanti della Confederazione presso le istituzioni finan-ziarie internazionali si possono trovare sui siti IFI, o contattando l’Osec o la SECO”.

Quali sono i criteri con cui vengono valutate le proposte delle aziende per un progetto? Chi sono gli esperti che svolgono queste analisi?“Ogni richiesta di preventivo o insieme di documenti di gara ha chiaramente indicati i criteri di valutazione. Esistono tre catego-rie di contratti finanziati dalle IFI: - servizi di consulenza- merci e le attrezzature, e - opere civili. Le richieste di proposte per i consulenti includono termini di riferimento su misura per il compito specifico, nonché l’indi-cazione del sistema di punteggio per le proposte tecniche e finanziarie. I documenti d’offerta di beni, attrezzature e ope-re di costruzione civile contengono anche alcune disposizioni quali le specifiche tecniche, i termini di consegna che devono essere soddisfatti, il modo in cui il prezzo sarà valutato, ecc.. Le offerte sono sempre sottoposte ai Governi in cui il progetto è in implementazione - solitamente indicato come l’Unità di Attuazione del Progetto (Project Implementation Unit - PIU) o Gestione Unità di Progetto (Project Management Unit - PMU) -. Le offerte e le proposte vengono valutate dai funzionari del Governo del Paese, che poi inviano un «rapporto di valutazione delle offerte» al responsabile del progetto IFI (che può trovarsi nella sede dell’IFI o in un ufficio nel Paese specifico). L’IFI fornisce poi il proprio «nulla da obiettare» alla valutazione che è stata completata da parte del Governo, o invia domande/commenti al Governo che possono includere una richiesta di specificare maggiormente le informazioni relative alla valuta-zione fatta”.

Può farci qualche esempio di PMI svizzera che ha realizzato un progetto tramite un appalto IFI?“Non sarebbe opportuno per me per citarne società specifiche. Molti imprese svizzere sono riuscite ad aggiudicarsi contratti finanziati dalle IFI. La maggior parte dei contratti sono stati per servizi di consulenza e per la fornitura di beni e attrezzature; la cui grande maggioranza era per progetti in Africa, Asia ed Europa/Europa centrale. La maggior parte di questi contratti sono stati finanziati dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (EBRD) e dalla Banca mondiale”.

Alberto Silini

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30 Ticino Business

Eventi

“Poverty is not a lack of character. It is a lack of money. A lack of opportunities. A lack of investment. It is when society turns its back and makes you invisible”.È cominciata così, a Zurigo: un incontro dell’Osec per cono-scere le attività delle istituzioni finanziarie internazionali e le opportunità che possono offrire alle società ed ai profes-sionisti basati in Svizzera.La Confederazione è uno dei Paesi membri all’interno di queste istituzioni: World Bank, International Finance Cor-poration, Inter-American Development Bank, African De-velopment Bank, European Bank for Reconstruction and Development. La loro missione istituzionale è mirata in buona sostanza a supportare lo sviluppo socio-economico ed infrastrutturale di stati o aree macro-regionali caratteriz-zate da “lack of opportunities”. Questo attraverso azioni che per quanto riguarda il mio settore, quale knowledge entre-preneur attivo nell’ambito dell’education e della formazione professionale, si connotano in termini di capacity building e di people development. Ovvero, azioni volte a potenziare le persone attraverso lo sviluppo di competenze e capaci-tà “chiave” all’interno di uno specifico contesto sociale ed economico.Essendo le istituzioni finanziarie internazionali attive attra-verso team di dipendenti e consulenti ad alta qualificazione professionale, lavorare con queste istituzioni consente di imparare molto dagli imprenditori ed ai professionisti, così come ai dipendenti delle aziende e degli studi professionali fornitori di servizi. Infatti si entra in contatto con persone molto qualificate e si viene a conoscenza di progetti e atti-vità interessanti. Nel mio caso, per esempio, ho avuto modo di dialogare con responsabili di attività quali il knowledge management o la tertiary education che vengono solitamente condotte impie-gando modalità che possiamo definire “cutting-edge”, frutto di competenze sofisticate e di un savoir faire professionale di alto livello. Quindi ho imparato e continuo ad imparare molto, e questo nel nostro campo (ma non solo nel nostro) consente di accrescere il nostro capitale intellettuale e uma-no, così come la nostra capacità professionale. Si tratta dunque di un’ottima occasione per crescere e praticare il lifelong learning.Inoltre, lavorare con queste istituzioni consente di fare re-te con colleghi che operano nel nostro stesso settore o in ambiti differenti ma utili per estendere le nostre relazioni professionali: il che non guasta, soprattutto per venire a co-noscenza di informazioni e opportunità rilevanti per il nostro lavoro. Il tutto su un piano internazionale.Come fare per iniziare? Nel mio caso le informazioni avute dall’Osec e le missioni organizzate appositamente per le im-prese svizzere a Washington DC (World Bank, International Finance Corporation, Inter-American Development Bank), così come a Manila (Asian Development Bank) sono state molto importanti perché mi hanno consentito di essere di-rettamente introdotto all’interno di queste istituzioni. Che sono grandi, articolate e a volte anche un po’ complicate, a partire dalla strutturazione degli edifici e degli uffici. Ricor-do badges da richiedere preventivamente su invito da parte del personale di queste istituzioni, indirizzi complessi da de-

ForMazione e CapaCity buiLdinG Con Le istituzioni Finanziarie internazionaLidi Prof. Dr. Avv. Fernando Salvetti, PhD, Fondatore e managing partner di LKN-Logos Knowledge Network (Lugano e Berna), www.logosnet.org

cifrare (Street Building Wing Floor Office ), dipartimenti e unità operative dalle specializzazioni non così consuete. Di sicuro ci sono tanti corridoi simili, ma del tutto diversi quanto a specializzazione del personale che vi opera. Essen-ziale individuare quelli giusti. Così come è vitale individuare le persone davvero rilevanti per avere delle informazioni utili sui progetti che bollono in pentola: gli “insiders” in questi casi parlano di pipeline. E i progetti in pipeline sono quelli che possono creare opportunità per le nostre aziende e i nostri studi professionali.E come si individuano i progetti rilevanti in pipeline? Fa-cendo networking e knowledge sharing sia di persona (ci sono anche eventi annuali appositi presso queste istituzioni) che utilizzando le communities online dei fornitori, che si trovano ad esempio su LinkedIn. Navigando sui siti Internet istituzionali, ma con la consapevolezza che gli “ultimissimi” (e a volte anche gli ultimi ed i penultimi) aggiornamenti non sono ancora online e che quindi bisogna diventare parte di flussi di comunicazione che riguardano altri fornitori così come il personale delle stesse banche di sviluppo. Quindi è utile navigare i data-bases dei progetti in corso di ese-cuzione o prossimi ad essere lanciati, ma ancor più utile è sviluppare qualche contatto diretto con chi lavora all’interno di queste istituzioni.

Fernando Salvetti

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Eventi di Lisa Pantini

saLute, un Fattore di suCCesso per Le aziendeIl nostro Business Breakfast, lo scorso novembre si è concentrato su un tema di vitale importanza per le PMI: la salute. Svoltosi lo scorso 26 novembre 2012 a Bellinzona, presso l’Helsana Business Center di Via Lugano 5, in collaborazione con Helsana, l’evento ha messo in luce le diverse tematiche che ruotano attorno alla promozione ed alla tutela del bene più importante per tutti noi: la salute. In questo caso declinata sul posto di lavoro. Oggi si lavora sempre di più in modo impegnativo: i tempi brevi, la mole di informazioni, la concorrenza nonché i cambiamenti sociali sollecitano sempre più i collaboratori, e si corre il rischio che aumentino le assenze nelle PMI. Difficoltà, problemi di salute, ecc. spesso vengono diagnosticati troppo tardi, comportando tutta una serie di ripercussioni sulla vita dell’impresa, senza contare i costi supplementari. In questo senso, i costi legati all’assenteismo per le aziende possono assumere elevate proporzioni e non tutte le aziende dispongono di coperture assicurative che permettono di contenere l’impatto economico. Per il successo aziendale è fondamentale poter contare su un team in buona salute e tutti, dirigenza e collaboratori, devono dare il loro contributo per creare le condizioni giuste e riconoscere tempestivamente i momenti di difficoltà. Abbiamo posto alcune domande ai relatori intervenuti durante il BBC di novembre 2012: Ankica Brdar, Health Manager Helsana SA, Marco Alberti, Responsabile Gruppo Infortuni e Responsabile Case Management Helsana SA e Gianni Marenghi, Responsabile sviluppo del personale Ticino Helsana SA

Quali sono le misure atte alla prevenzione dell’assenteismo sul posto di lavoro ed alla tutela della salute?A. Brdar“Le possibilità in tale ambito sono numerose. Il provvedi-mento più importante è anzitutto il colloquio tra il superiore e il collaboratore dopo un’assenza. In questo modo si in-staura un rapporto di fiducia. Un tale colloquio dovrebbe essere svolto in maniera professionale e efficiente. La cor-retta conduzione del colloquio può essere appresa. I nostri manager sanitari offrono a questo riguardo corsi speciali sotto forma di workshop. Se lo scopo è quello di mantene-re sotto controllo le assenze, anzitutto bisogna avere una visione d’insieme di tutte le assenze. A tale proposito vi è il pratico software Sunetplus che offriamo ai nostri clienti aziendali. Esso consente di allestire statistiche e valuta-zioni significative. Così si ha un controllo sistematico delle assenze nell’azienda”.

Come si deve muovere e cosa può fare un’azienda in concre-to per tutelare la salute al proprio interno?A. Brdar“Essa dovrebbe ottimizzare l’ambiente e i processi di la-voro. Ciò è possibile fare in maniera professionale attra-verso un management sanitario. Si tratta di un compito dirigenziale e richiede dunque un chiaro impegno da parte della direzione aziendale. Offriamo alle aziende il nostro management sanitario aziendale: Helsana Business Health. Questo servizio viene adeguato alle esigenze della rispettiva azienda. I nostri manager sanitari consigliano le aziende personalmente. In una prima fase analizzano lo status quo dell’azienda. Dopodiché, insieme ai superiori e ai collabo-ratori, si appura come ridurre o addirittura evitare i carichi. Sono molti i fattori che contribuiscono al mantenimento della salute dei collaboratori. Molto importanti sono la fi-

Ankica Brdar

Gianni Marenghi

ducia e il rispetto reciproci tra superiori e collaboratori. Il superiore stesso deve dimostrare motivazione e buona vo-lontà e deve impegnarsi a favore di un buon clima di lavoro all’interno del team”.

Per un contatto diretto:A. BrdarHelsana Assicurazioni SARegione Svizzera italianaViale Portone 2, 6500 BellinzonaTel. +41 43 340 80 [email protected], www.helsana.ch

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Eventi di Lisa Pantini

Dipendente assente per malattia o infor-tunio. Quali passi si devono intrapren-dere per un reinse-rimento tempestivo e di successo? M. Alberti“Come cliente Hel-sana è necessario annunciare o notifi-care i casi appena

possibile. La notifica di una malattia o infortunio entro i primi 30 giorni dall’inizio dell’incapacità al lavoro permette ad Helsana di verificare immediatamente i casi tenendo conto della situazione medica, sociale e professionale e, laddove necessario, provvederà affinché gli uffici AI adot-tino misure d’intervento precoci. Grazie al fatto di potersi rivolgere a Helsana come unico interlocutore per la notifica di sinistro, in qualità di datore di lavoro si sarà sgravati dal punto di vista amministrativo e al tempo stesso si avranno meno assenze per malattia o infortunio tra il proprio perso-nale. Qualora venga identificato un potenziale di reinseri-mento, il caso sarà analizzato e gestito per il tramite di una consulenza professionale del Case Manager di Helsana”.

Come funziona il Case Management di Helsana? Quali sono gli attori coinvolti all’interno dell’azienda ed al di fuori?M. Alberti“Il Case Management di Helsana sostiene attivamente il reinserimento professionale di persone inabili al lavoro. Tale approccio aiuta a garantire la coordinazione tra il collabo-ratore interessato, il suo datore di lavoro, i medici curanti e soprattutto le assicurazioni coinvolte (AI, AD, LPP, ecc.). Il metodo permette al collaboratore di essere assistito in ma-niera ottimale nel processo di reinserimento professionale. Helsana punta sull’assistenza personale, offrendo consu-lenza e coordinazione fra tutti gli interessati. Se necessa-rio, è previsto anche un colloquio con il datore di lavoro, superiori diretti ed ufficio del personale, per valutare altre possibilità di impiego nell’azienda (adattamento del posto di lavoro, altra attività, ecc.). Con il metodo di gestione com-plessiva dei casi, il case management di Helsana intende ridurre il tempo di inabilità al lavoro e reinserire le persone nel migliore dei modi nella vita lavorativa. Il procedimento chiaro e strutturato prevede alcune fasi molto importanti: analisi della situazione e identificazione del problema, pia-nificazione e accordo sugli obiettivi, attuazione e gestione delle prestazioni, valutazione e analisi del risultato, moni-toraggio ed ottimizzazione”.

Su quali basi poggia la formazione continua in ambito di promozione della salute nelle PMI?G. Marenghi“La formazione continua in ambito degli attori che si occupa-no della promozione della salute nelle PMI (piccole e medie aziende) deve sicuramente poggiare su un continuo perfezio-namento e aggiornamento delle proprie conoscenze e capacità dettate dal ruolo. Gli attori: consulenti, superiori diretti, uffi-ci del personale, coach interni, ecc. devono sì conoscere gli strumenti messi a disposizione, ma pure possedere delle basi solide in management delle persone (il bene più importante delle aziende). Lo strumento o gli strumenti per se stessi non sono sufficienti per dare efficacia al processo d’inserimento delle persone assenti per malattia o infortunio. A volte, da parte dei dirigenti di linea delle PMI, sembra, per questioni di tempo, che l’uso di strumenti possa bastare per dare utilità, valore e forza all’intervento stesso. Come indicavo nel primo paragrafo la formazione per questi attori deve essere finaliz-zata o organizzata. Questa dopo una precisa analisi delle esi-genze e competenze date dal ruolo e con interventi formativi mirati in aula (simulatore) e poi on the Job o during the Job. Qui di seguito riporto possibili tipologie di attività finalizzate all’apprendimento di skill comportamentali e di competenza manageriale: comunicazione efficace, la direzione e la comu-nicazione assertiva, public speaking, tecniche basi di nego-ziazione, decision making, problem solving, gestione dello stress, gestione dei conflitti, intelligenza emotiva, basi di PNL (programmazione neuro linguistica), laboratorio avanzato di comunicazione, gestione dei conflitti, gestione dei collabora-tori, ecc.. Sono assolutamente conscio e convinto che la qua-lità costa ma pure che la «mancata qualità» rappresenta una perdita secca. Per «mancata qualità» o «non qualità» intendo l’assenza di formazione, oppure, una formazione inefficace. I costi conseguenti ad una tale «défaillance strutturale» di una ditta incidono pesantemente sui bilanci dell’organizzazione poiché sia l’efficacia sia la redditività dell’azienda sono in-fluenzate negativamente mettendo in forse l’esistenza della struttura. Infatti, un’azienda per essere vitale deve produrre anche reddito (oltre che beni/servizi), l’assenza di reddito corri-sponde alla prossima e – ahimè – inevitabile morte economica della ditta. Pertanto, la funzione formativa non può limitarsi a fare «l’elenco della spesa» dei corsi, assai riduttivo, ma di capire le necessità in base ai compiti, ruoli e funzioni all’inter-no dell’azienda per così garantire competitività, affidabilità e credibilità verso l’esterno (clienti). In base alla mia esperienza come responsabile dello sviluppo del personale, trainer, forma-tore, facilitatore e business coach, penso che sia importante, anche nelle PMI, di investire nella formazione continua. Qua-lità = Profitto! Inoltre: «… il miglioramento continuo è meglio della perfezione in ritardo (Mark Twain)…»”.

SEMPRE AGGIORNATI SUI BUSINESS BREAKFAST E GLI EVENTI DELLA CC-TI

Per tutte le informazioni sui nostri prossimi eventi, sul prossimo Business Breakfast e sui programmi dettagliati e le modalità d’iscrizione, visitate il nostro sito web: www.cc-ti.ch!

I BUSINESS BREAKFAST DELLA CAMERA

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Formazione

Corsi di ForMazione proposti daLLa CC-tiIL TELEFONO... LA VOCE DELL’AZIENDALugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-TiMartedì 19 febbraio 2013, dalle 09.00 alle 17.00Programma•L’attivitàdegliaddetti:lagestionedelleattese,ilrice-

vimento e il passaggio delle comunicazioni, l’organiz-zazione del posto di lavoro

•Letecnichediascoltoefficace•Psicologiaebisognidell’interlocutore:ladiagnosiper-

manente•L’approccioiniziale•Il comportamentocon l’interlocutore irritato e/o con-

testatario•Larispostael’esattezzadelleinformazioni•Laconclusionedell’episodiotelefonico•Lacortesiacomearmavincente•Lavoceelasuamodulazionepertelefonareconsuc-

cesso

IL POST-VENDITA COME PRE-VENDITALugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-TiMartedì 26 febbraio 2013, dalle 09.00 alle 17.00Programma•Lasoddisfazionedelvenditoreedelcliente•Leazionidipost-vendita•Laretentiondellaclientela•Losviluppodelcliente•Conclusionioperative

MODELLI E CONTRATTI DI LAVOROLugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-TiGiovedì 28 febbraio 2013, dalle 09.00 alle 13.00ProgrammaModelli di lavoro:•Itempidilavoro•Leformedilavoro•IdiversimodellidilavoroContratti di lavoro:•Orariomensileeannuale•Contrattispeciali

MISURARE IL CLIMA AZIENDALELugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-TiMartedì 5 marzo 2013, dalle 13.30 alle 17.30Programma•Importanzadiunbuonclimaaziendale•IndicatoriHRpermisurareilclimaaziendale•Fasiper implementareunsondaggioaziendale/dipar-

timentale•Esercizio“ambientometro”

GLI INCOTERMS 2010Lugano, Sala dott. G. Papa, presso la Cc-TiGiovedì 7 marzo 2013, dalle 09.00 alle 13.00Programma•Incotermsnell’attivitàquotidiana•Ilprincipiodei4pilastri•UsoeinterpretazionedellibroIncoterms2010•Iduegruppidiclausoledistintipermodalitàditrasporto•Le2nuoveregoleIncotermsasostituzionedelleclau-

sole DAF, DES, DEQ e DDU (Incoterms 2010)•LealtrenovitàsostanzialidegliIncoterms2010•Spiegazioniassociateadogniclausola

LE LETTERE COMMERCIALI: TECNICHE, TRUCCHI, TRAPPOLELugano, Sala Monte Bré, presso la Cc-TiMercoledì 13 marzo 2013, dalle 09.00 alle 17.00Programma•Pragmaticadellacomunicazionescritta•Strutturadelleletterecommerciali•Targetdilettori/consumatoridelloscritto•Contenutidellacomunicazioneefficace•Punteggiatura:ilcasoeilmetodo•Usointelligentedelpost-scriptum

LA GARANZIA NEL CONTRATTO DI VENDITA: nuove norme dal 1.gennaio 2013Lugano, Sala dott. G. Papa, presso la Cc-TiGiovedì 21 marzo 2013, dalle 16.00 alle 18.30Programma•Introduzione•Aspetticomparativi•Principalinovità•Domande

DIRIGERE: MODELLI, COMPETENZE E CARATTERISTICHELugano, Sala Monte Brè, presso la Cc-TiGiovedì 21 marzo 2013, dalle 09.00 alle 13.00ProgrammaAnalisi delle diverse modalità di direzione delle risorse umane:•Modellidiconduzione•Stilidiconduzione•Misureaccompagnatorie:supportiallaconduzione,ti-

pologie di collaboratori

Informazioni e iscrizioni: Cc-Ti, Tel. +41 91 911 51 18, [email protected], ww.cc-ti.ch

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Commercio estero

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Pagine a cura di Osec Ticino

Banca dati della Confederazione con persone, società e organizzazioni sanzionateSul sito Internet della Segreteria di Stato dell’economia SECO è ora disponibile una banca dati strutturata contenente dati dettagliati e aggiornati su tutte le persone, le imprese e le or-ganizzazioni colpite da sanzioni internazionali. L’accesso alla banca dati, che comprende una funzione di ricerca avanzata, è libero e gratuito.

Segreteria di Stato dell’economia SECO: Sanzioni: nuova banca dati e nuova funzione di ricercawww.seco.admin.ch/ themen/00513/00620/ index.html?lang=it

Nasce finalmente il brevetto unico europeo Dopo una trentina d’anni di discussioni è finalmente nato il brevetto unico europeo, che dovrebbe entrare in vigore il 1° gennaio 2014. Ecco una panoramica delle principali novità:• il brevetto europeo offrirà automaticamente protezione in

tutti i 25 Stati membri partecipanti eccetto in Italia e Spa-gna, che per ora non aderiscono al nuovo regime;

• secondo stime della Commissione europea, i costi di un brevetto europeo caleranno fino all’80% grazie alla riduzio-ne delle tasse di mantenimento e al rimborso delle spese di traduzione per le PMI, le università nonché le organiz-zazioni benefiche o pubbliche con sede in Europa;

• le domande di brevetto potranno essere depositate in una sola lingua, ossia in inglese, francese o tedesco;

• in caso di controversie si farà appello al tribunale unificato dei brevetti (Unified Patent Court, UPC), che entrerà in funzione il 1° gennaio 2014 o dopo che almeno 13 Stati contraenti (tra cui la Francia, la Germania e il Regno Unito) avranno ratificato l’accordo.

Parlamento europeo/Attualità: Il Parlamento approva il nuovo brevetto UEw w w. e u r o p a r l . e u r o p a . e u / n e w s / i t / p r e s s r o o m /content/20121210IPR04506/html/Il-Parlamento-approva-il-nuovo-brevetto-UE

Ufficio brevetti europeo: European Patent Office welco-mes historic agreement on unitary patentwww.epo.org/news-issues/news/2012/20121211.html

L’UE inasprisce i requisiti per l’importazione di principi attivi provenienti da Paesi terziIl 2 luglio 2013 entrano in vigore disposizioni più severe per l’importazione di principi attivi per farmaci provenienti da Paesi non-membri dell’UE. Poiché la Svizzera applica proce-dure equivalenti a quelle comunitarie per i controlli in fase di produzione, è la prima a essere iscritta nella lista speciale delle nazioni a cui i nuovi requisiti non si applicano. Le nuove disposizioni prevedono l’obbligo di presentare una conferma emessa dalle autorità nel Paese d’origine attestan-te che i principi attivi sono stati fabbricati e analizzati se-condo le direttive dell’UE o requisiti analoghi (equivalenza).

Swissmedic: Nouvelles exigences de la Commission eu-ropéenne concernant l’importation dans l’UE de principes actifs destinés à la fabrication de médicaments: La Suisse, premier pays inscrit sur la Liste des pays tierswww.swissmedic.ch /ak tuell /00003/02097/ index.html?lang=it

La Gran Bretagna getta le basi per un vasto ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria Tra il 2014 e il 2019, la Gran Bretagna intraprenderà un vasto

Giornate di ConsuLenza paese LuGano, Marzo 2013

ContattateCi aL no. teL. +41 91 911 51 37 oppure traMite e-MaiL aLL’indirizzo [email protected], sareMo Lieti di Fissarvi un appuntaMento.

• MESSICO:lunedì4marzo2013• ASEAN:mercoledì20marzo2013• ITALIA:giovedì21marzo2013• SLOVACCHIA:lunedì25marzo2013

Nel corso delle giornate di consulenza proposte alle aziende, avrete l’occasione di fissare un incontro individuale gratuito con i consulenti dell’Osec e con i collaboratori degli Swiss Business Hub all’estero. Le aziende intenzionate ad espandere le loro attività nei mercati sopra citati o che hanno esigenze concrete non esitino a mettersi in contatto con l’Osec e a fissare un appuntamento con i suoi esperti!

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ampliamento dell’infrastruttura ferroviaria grazie agli investi-menti per un totale di 37,5 miliardi di sterline stanziati dalla titolare senza scopo di lucro Network Rail. Ecco gli obiettivi ambiziosi ma realistici del piano di espansione:• 355’000 treni supplementari circoleranno entro il 2019,

aumentando le capacità di trasporto di 225 milioni di pas-seggeri (London City: +20%, collegamenti tra grandi città: +32%);

• altri 700 treni circoleranno quotidianamente tra le metro-poli nel nord dell’Inghilterra. Il tragitto tra Manchester e Leed richiederà 10 minuti in meno;

• la sicurezza di 30’000 ponti, dighe e gallerie sarà verifi-cata e migliorata laddove necessario. Si ricorrerà a nuo-ve segnaletiche, sistemi di controllo e di sicurezza volti a minimizzare i rischi. In futuro, il traffico ferroviario sarà coordinato da 14 centri operativi;

• il volume dei carichi trasportati sui treni sarà aumentato del 30%;

• le emissioni di CO2 saranno ridotte del 37% grazie soprat-tutto a una vasta elettrificazione della rete ferroviaria;

• l’efficienza dell’infrastruttura ferroviaria potrà essere mi-gliorata a tal punto che i contributi statali saranno compre-si tra i 2,6 e i 2,9 miliardi di sterline all’anno invece dei 7 miliardi nel 2004 e dei 4,5 miliardi nel 2009.

Per i dettagli sulle misure e i progetti previsti, e in parte già avviati, rimandiamo all’articolo completo pubblicato sul nostro sito: www.osec.ch/it/blog/la-gran-bretagna-getta-le-basi-un-vasto-ampliamento-dell%E2%80%99infrastruttura-ferroviaria.

NetworkRail: Strategic Business Plans 2014-19www.networkrail.co.uk/publications/strategic-business-plan-for-cp5/

NetworkRail: Network Rail sets out response to challenges of Britain’s growing railwaywww.networkrailmediacentre.co.uk/News-Releases/7276/Network-Rail-sets-out-response-to-challenges-of-Britain-s-growing-railway

Ospedale universitario Karolinska di Stoccolma: il più grande PPP al mondo per la costruzione di un nosocomio Stoccolma intende rivestire entro il 2025 un ruolo di rilievo nell’ambito dell’assistenza sanitaria. Il maggior progetto in questo contesto è l’ospedale universitario Karolinska Solna: si tratta del più grande partenariato pubblico-privato stretto al mondo per la costruzione di un nosocomio. Avviata nel 2010, l’edificazione di questo ospedale con 600 posti letto costerà 1,4 miliardi di euro, ma non si baderà alle spese nemmeno per quanto riguarda l’arredamento interno e le apparecchiature mediche. Infatti, Karolinska Solna è il fiore all’occhiello e darà il tono al futuro di Stoccolma qua-le centro di punta nelle cure mediche. I costi preventivati per l’acquisto delle attrezzature ammontano a 700 milioni di franchi.L’annesso istituto di medicina sperimentale, che impiegherà 1’700 ricercatori, offre altresì interessanti opportunità d’affa-ri ai fornitori di tecniche mediche innovative e di alta qualità.

Stockholm County Council: The New Karolinska Solna Hospitalwww.nyakarolinskasolna.se/en/The-New-Hospital/

ÄrzteZeitung: Stockholm strebt an die Medizin-Weltspitzewww.aerztezeitung.de/praxis_wirtschaft/medizintechnik/article/826051/ambitioniert-stockholm-strebt-medizin-weltspitze.html

“Il Benelux ha esigenze in fatto di qualità simili a quelle svizzere”La consulente dell’Osec Sandra Tobler è convinta che, nei pa-esi del Benelux i prodotti e i servizi svizzeri continueranno a essere richiesti in maniera duratura, indipendentemente dal-la congiuntura e dalla forza del franco svizzero. In particolare nei mercati di nicchia e per i prodotti complementari, spesso soltanto la “Swiss quality” si rivela infatti essere all’altezza delle elevate esigenze di olandesi, belgi e lussemburghesi.L’andamento dell’economia nei due paesi del Benelux, Paesi bassi e Belgio, quest’anno va molto a rilento. Anche l’interesse delle aziende svizzere verso questi mercati è forse diminuito?Per rispondere molto in generale: le prospettive per il com-mercio estero possono essere assolutamente interessanti e allettanti persino se il prodotto interno lordo (PIL) del merca-to target è stagnante. Infatti, le importazioni e le esportazio-ni possono continuare a crescere anche indipendentemente dall’andamento del PIL, benché solitamente solo in misura più modesta. L’andamento dell’economia varia notevolmente all’interno dei paesi del Benelux, a seconda delle diverse regioni. Ad esempio, in confronto ad altre zone nelle Fiandre belghe le cose vanno molto bene. A livello di export svizzero, quindi, vi è sicuramente interesse verso i paesi del Benelux, anche perché molte PMI svizzere sono in cerca di nuovi mer-cati di vendita e, nella scelta dei propri partner commerciali, puntano a una diversificazione. I paesi del Benelux, grazie alla loro vicinanza geografica sono perfettamente adatti a ciò, e hanno il vantaggio di mercati stabili. Inoltre i Paesi Bassi, grazie alla peculiare struttura del loro mercato, si pre-stano egregiamente come banco di prova per un’eventuale successiva espansione dell’export verso l’Inghilterra oppure la Scandinavia. Non da ultimo, anche il Belgio, che ha strutture di mercato molto simili a quelle della Svizzera, è un perfetto punto di partenza per successivi piani di espansione.

Intervista completa con Sandra Tobler, Consultant Euro-pe, Osecwww.osec.ch/it/blog/%C2%ABil-benelux-ha-esigenze-fatto-di-qualita-simili-quelle-svizzere%C2%BB

La Croazia cancella l’imposta sui beni di lusso Il 1° gennaio 2013, la Croazia ha cancellato l’imposta del 30% sui beni di lusso (tra cui i gioielli e gli orologi).Altre novità in ambito fiscale comprendono la riduzione dell’I-VA sul turismo e sulla gastronomia, che è passata dal 25% al 10%, nonché l’applicazione di un’aliquota del 5% su diversi beni di consumo finora esenti dall’imposta. Inoltre, i profitti aziendali non saranno tassati se sono reinvestiti in Croazia entro un determinato termine. Un’imposta fondiaria sarà in-vece introdotta nel corso dell’anno corrente.

“Sviluppare una collaborazione sul lungo periodo” tra Svizzera e RussiaIl profondo conoscitore della Russia, Yves Morath, da poco è stato messo a capo dello Swiss Business Hub Russia di Mosca. Le potenzialità insite nel mercato russo per le aziende esportatrici svizzere sono infatti enormi e, come egli spiega, cresceranno ulteriormente nell’immediato futuro.Signor Morath, alcuni mesi fa ha assunto la direzione dello Swiss Business Hub di Mosca. A quali sue precedenti attività deve la profonda conoscenza della Russia e del mercato russo?Ho avuto il piacere di avvicinarmi alla Russia, e di impara-re a conoscerla, nel quadro della mia attività professionale di lungo corso per il DFAE. Quale responsabile dei progetti

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Commercio estero

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Pagine a cura di Osec Ticino

esteri presso Presenza Svizzera, ho curato diversi programmi, progetti e partenariati di sponsorizzazione in Russia; inoltre ho partecipato anche ai preparativi per la presentazione del-la Svizzera ufficiale ai Giochi olimpici invernali del 2014 a Sochi. Infine mia moglie è russa e, da molti anni, questo ha agevolato una relazione speciale con la Russia anche nella sfera privata.In quali condizioni è attualmente la piazza economica russa?Fino ad oggi, la Russia ha passato abbastanza indenne la crisi economica e finanziaria che, invece, ha colpito duramente la zona euro. Anche per il 2012, in Russia si prevede una cre-scita economica di circa il 3,5%; tuttavia, nel 2013 potrebbe subentrare un certo qual indebolimento della crescita.

Intervista completa con Yves Morath, Head of Swiss Bu-siness Hub Russiawww.osec.ch/it/blog/%C2%ABsviluppare-una-collaborazione-sul-lungo-periodo%C2%BB

Israele concede aliquote fiscali ridotte alle impreseIsraele completa la legge per la promozione degli investi-menti, applicando, secondo quanto comunicato da Germany Trade & Invest, nuove aliquote ridotte alle imprese che soddi-sfano i necessari requisiti. Le aliquote ridotte sono comprese tra il 6% e il 17,5%, mentre i tassi normali oscillano tra il 10% e il 25%. In entrambi i casi, l’aliquota più alta corrisponde a quella standard.Beneficiari dell’aliquota ridotta sono le imprese che reinve-stono almeno il 50% degli utili in:• attività industriali;• ricerca e sviluppo;• beni impiegati dall’azienda;• stipendi per nuove assunzioni.

L’Egitto realizza 14 grandi progettiNei prossimi due anni, l’Egitto intende realizzare 14 grandi progetti per un valore complessivo di 8 miliardi di dollari sotto forma di partenariati pubblico-privato. Secondo un articolo di Germany Trade and Invest, le gare d’appalto per i seguenti progetti saranno pubblicate nella prima metà del 2013:• ampliare il Cairo Contact Centers Park (completamento

della fase costruttiva 1 + 27 ulteriori edifici nell’ambito delle fasi 2 e 3);

• realizzare un collegamento ferroviario tra il sobborgo di Ain Sham alle porte del Cairo e la zona industriale 10th of Ramadan (72 chilometri con 17 stazioni);

• costruire l’autostrada Shubra-Banha a cinque carreggiate per ogni senso di marcia tra la tangenziale settentrionale del Cairo e il nord di Bahna (40 chilometri con un tracciato alto quattro metri);

• edificare sette siti con gli impianti di riciclaggio/trattamen-to termico dei rifiuti previsti dall’iniziativa ambientale (fase 1; da 50 a 60 siti saranno costruiti a livello nazionale);

• estendere il porto minerario di Safaga (sette nuovi termi-nali e un cantiere navale per la manutenzione delle imbar-cazioni);

• risanare, attrezzare e arredare l’ospedale specializzato dell’Università del Canale di Suez (già costruito nel 2003 con una capacità di 230 letti, ma senza completarlo per mancanza di fondi);

• costruire dieci scuole (nell’ambito dell’iniziativa detta “del-le scuole del Nilo” tesa a migliorare l’insegnamento).

Sono già stati pubblicati i progetti volti a:• modernizzare l’impianto di depurazione delle acque Abu

Rawash a Giza (potenziamento della depurazione da prima-

ria a secondaria, compresa la centrale combinata energia/calore);

• costruire l’asse viario Rod El Farag (collegamento tra la Cairo Ring Road e la Cairo-Alexandria Desert Road; 37 chi-lometri con quattro carreggiate per ogni senso di marcia).Germany Trade and Invest GTAI: Ägypten hofft auf PPP-

Interessew w w . g t a i . d e / G T A I / N a v i g a t i o n / D E / T r a d e /maerkte,did=657672.html?view=renderPrint

La Malaysia apre ulteriori settori dei servizi alle imprese estereLo scorso mese di novembre, la Malaysia ha aperto sei ul-teriori settori dei servizi agli investimenti esteri. I seguenti ambiti sono ora accessibili anche agli investitori e concorrenti provenienti dall’estero:• servizi legali;• medici specialisti; • specialisti dentali;• scuole internazionali;• università private;• apparecchiature e servizi di rete.L’apertura agli offerenti stranieri di 15 settori di servizi su un totale di 17 è quindi completata. Analoghe misure di libera-lizzazione sono previste anche nel ramo edile (ingegneria e tecniche) e nella pianificazione dei costi di costruzione.

Business Times: Malaysia liberalises 6 more sub-sectorswww.btimes.com.my/Current_News/BTIMES/articles/libs/Ar-ticle/

Economic Transformation Programme: Liberalisation of Services Sub-Sectors http://etp.pemandu.gov.my/16_November_2012-@-Liberali-sation_of_Services_Sub-Sectors.aspx

Nuove strategie d’investimento in ThailandiaLa Thailandia cambia strategia per la promozione degli inve-stimenti diretti esteri, prevedendo agevolazioni fiscali e altri incentivi per i progetti e i capitali destinati a rami promet-tenti e ad alto valore aggiunto. La promozione non si baserà più sul luogo d’investimento, ma sul settore industriale o sul cluster a cui sono destinati i capitali. Inoltre, l’attribuzione degli incentivi non sarà determinata solo dal volume dell’in-vestimento, ma anche dalla sua importanza per lo sviluppo economico del Paese.Le condizioni quadro più interessanti si delineano per i pro-getti nelle industrie cosiddette “creative” e “verdi”. Sono benvenuti anche gli investimenti destinati ai rami ad alto valore aggiunto, allo sviluppo delle energie alternative, al tu-rismo, alla sanità e alla logistica.La nuova strategia per la promozione degli investimenti sarà in-trodotta a tappe tra il 2013 e il 2017. L’autorità competente (Bo-ard of Investment, BOI) fornirà a breve informazioni dettagliate.

The Government Public Relations Department - Inside Thailand: New Investment Strategies http://thailand.prd.go.th/view_news.php?id=6518&a=2

La Cina riduce i dazi su 780 prodotti d’importazioneLa Cina mette in moto tutto per stimolare il consumo interno, spronare la modernizzazione dell’industria e compensare la bilancia commerciale. Una misura attuata è la riduzione da inizio anno dei dazi su 780 prodotti d’importazione a un livel-lo inferiore rispetto all’aliquota minima per i beni provenienti dall’estero.

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I prodotti incentivati sono soprattutto quelli non disponibili in Cina nella qualità e nella quantità richieste dai consuma-tori nonché le apparecchiature e le materie prime necessarie per produrre tali beni. Si tratta prevalentemente di prodotti rientranti nelle seguenti categorie:• determinati beni di consumo, per esempio il latte in polve-

re per bambini, le lenti per le fotocamere, i prodotti per la cura della pelle, diversi elettrodomestici quali le macchine da caffè e i forni a microonde;

• apparecchiature ed elementi necessari per la fabbricazio-ne, ad esempio i robot industriali per produrre automobili, le batterie al litio e i diodi ad emissione luminosa;

• prodotti ecologici e dispositivi di risparmio energetico;• prodotti di base per l’agricoltura, per esempio l’erba medica;• materie prime per l’industria tessile;• tecnica medica, ad esempio i pacemaker;• diverse materie prime, per esempio il tungsteno e la cera-

mica.È stata pubblicata la lista dei prodotti che possono essere importati a dazio ridotto nell’Impero di Mezzo. I beni sono elencati solo in lingua e scrittura cinesi, ma possono essere identificati grazie alle voci di tariffa doganali poiché le prime sei cifre sono armonizzate a livello mondiale (cfr. l’elenco voci di tariffa del Tares). Secondo le indicazioni fornite da Germany Trade & Invest, le intestazioni di colonna della lista sono (da sinistra a destra): numero corrente / ex / voce di tariffa in cinese / designazione dei prodotti in cinese / dazio normale nel 2013 / dazio effettivamente applicato nel 2013.

Global Times: MOF cuts tariffs to boost consumptionwww.globaltimes.cn/content/750709.shtml

China Economic Revue: China proposes tariff cuts to bo-ost consumptionwww.chinaeconomicreview.com/china-proposes-tariff-cuts-boost-consumption

Germany Trade & Invest: China - Liste der Waren, die 2013 zu ermässigten Zollsätzen eingeführt werden könnenwww.gtai.de/GTAI/Content/DE/Trade/_SharedDocs/Pdf/Zoll/Zoll-aktuell/china-zollermaessigungen-2013.pdf

Tares: Elenco voci di tariffaw w w . e z v . a d m i n . c h / d i e n s t l e i s t u n g e n /shop/00010/00026/00158/00159/index.html?lang= it&download=M3wBUQCu/8ulmKDu36WenojQ1NTTjaXZnqW-fVqHahmfhnapmmc7Zi6rZnqCkkIN0fHiEbKbXrZ2lhtTN34al3p6YrY7P1oah162apo3X1cjYh2+hoJVn6w==&typ=.pdf

Costruzione e gestione di un impianto per il riciclaggio di rifiuti elettronici a Hong Kong A fine 2012, il Dipartimento per la tutela dell’ambiente di Hong Kong ha pubblicato il bando di preselezione per la costruzione e la gestione di un impianto per il riciclaggio di rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettro-niche. Le imprese interessate sono invitate a trasmettere le offerte entro il 27 febbraio 2013.

Environmental Protection Department Hong Kong: Waste Electrical and Electronic Equipment Treatment Facility - Pre-qualification of Tendererswww.epd.gov.hk/epd/english/business_job/business_opp/pre-quali_tenderers.html

La Corea del Sud progetta la più grande città al mondo Sull’isola Yongyu Muui sulla costa occidentale della Corea del Sud, vicino all’aeroporto Incheon, sorgerà una città creata ex-novo, il cui costo è stimato in ben 250 miliardi di dollari. Il progetto per la città denominata Eightcity, che intende met-

tere in ombra Dubai e Las Vegas, può sembrare megalomane ma procede con la massima serietà, tant’è che diversi investi-tori prestigiosi siedono nel suo consiglio d’amministrazione.

Eightcityhttp://eightcity.kr/en/

International Business Times: South Korea To Build $264-Bln Mega-City To Rival Dubai And Macauwww.ibtimes.com/south-korea-build-264-bln-mega-city-rival-dubai-macau-863600

Tages-Anzeiger: Südkorea will grösste und beste Mega-stadt der Welt bauenwww.tagesanzeiger.ch/leben/gesellschaft/Suedkorea-will-gro-esste-und-beste-Megastadt-der-Welt-bauen/story/26649935

Autorizzazione accelerata per i farmaci svizzeri in MessicoA inizio ottobre, le autorità sanitarie messicane hanno adot-tato una convenzione unilaterale che prevede il rilascio di un’autorizzazione accelerata per i farmaci innovativi, i cui nuovi principi attivi sono già stati analizzati e approvati dagli uffici competenti negli USA (FDA), in Canada (Santé Cana-da), nell’UE (EMA) e in Svizzera (Swissmedic).

Swissmedic: L’autorité mexicaine de contrôle des médica-ments COFEPRIS signe un accord unilatéral de reconnaissan-ce des autorisations de produits thérapeutiques novateurs délivrées par Swissmedicwww.swissmedic.ch /ak tuell /00003/02081/ index.html?lang=it

USA: la produzione combinata energia-calore sostituisce le centrali a carbone Gli USA producono ancora molta elettricità con il carbone, ma questo sistema ha i giorni contati. Infatti, i valori limite delle emissioni e l’invecchiamento di numerose centrali ac-celerano la svolta energetica. In futuro, si ricorrerà a impianti per la produzione combinata energia-calore. Come si evince dallo studio “Coal Retirements and the CHP Investment Op-portunity”, i seguenti 12 Stati federali annunciano importanti investimenti in questo senso: Alabama, Colorado, Georgia, Indiana, Iowa, Kentucky, Louisiana, North Carolina, Ohio, South Carolina e West Virginia.La quota-parte delle centrali a carbone alla produzione totale di elettricità negli Stati sopra citati sfiora il 50%. Tuttavia, numerose centrali con una capacità produttiva complessiva tra i 13 e i 23 gigawatt dovranno cessare l’attività entro il 2020 per motivi di invecchiamento e saranno sostituite almeno in parte con impianti per la produzione combinata energia-calore. Secondo il consiglio “American Council for an Energy-Efficient Economy” che ha stilato lo studio, questi impianti potrebbero generare potenzialmente 10 gigawatt.

American Council for an Energy-Efficient Economy ACEEE: Coal Retirements and the CHP Investment Opportunitywww.aceee.org/research-report/ie123

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38 Ticino Business 38 Ticino Business

Commercio estero

di Monica Zurfluh, Responsabile Osec Ticino e Marco Passalia, Responsabile Servizio Export Cc-Ti

Monica Zurfluh Marco Passalia

Giro deL Mondo deLLe opportunità…… Grazie aGLi aCCordi di Libero sCaMbio

La Svizzera dispone attualmente di una rete di 27 Accordi di libero scambio (ALS), di cui il più importante è quello con l’Unione Europea, per un totale di accordi di scambi privilegiati con ben 59 Paesi:

UE Austria Belgio Bulgaria Cipro Danimarca Estonia Finlandia Francia Germania Grecia Irlanda Italia Lettonia Lituania Lussemburgo Malta Paesi Bassi Polonia Portogallo Regno Unito Repubblica ceca Romania Slovacchia Slovenia Spagna Svezia Ungheria

AlbaniaCanadaCileColombiaCorea del SudCroaziaEgittoGiapponeGiordaniaHong KongIsole FeroeIsraeleLibanoMacedoniaMaroccoMessicoMontenegroOLPPerùSerbiaSingaporeTunisiaTurchiaUcraina

AELS Islanda Liechtenstein Norvegia

SACU Botswana Lesotho Namibia Sudafrica Swaziland

Oltre a questi ALS già in vigore, un accordo con il Consiglio di coope-razione del Golfo (Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Oman, Qatar) è in procinto di venir ratificato da parte del GCC, mentre con i seguenti Paesi gli accordi sono in fase di negoziazione: Unione dogana-le Russia-Bielorussia-Kazakistan, Bosnia-Erzegovina, Algeria, Thailandia, Indonesia, India, Cina, Stati dell’America centrale (Costa Rica, Guatema-la, Honduras e Panama), Vietnam e Malaysia. Se da un lato gli ALS riducono ed addirittura eliminano le barriere com-merciali (dazi doganali in primis), dall’altro le nuove intese commerciali prevedono anche disposizioni in materia di investimenti e coprono settori importanti come la protezione dei diritti della proprietà intellettuale e gli appalti pubblici. In questo articolo non intendiamo però ripeterci, entrando nel merito delle regole dell’origine, dei certificati di circolazione delle merci, dei rischi in cui si incorre in caso di false dichiarazioni, ecc., tutti temi ampliamente approfonditi nel corso di eventi e seminari proposti regolarmente da Cc-Ti e Osec. Desideriamo piuttosto “uscire dall’aspetto tecnico”, per illustrare le opportunità che è possibile cogliere nei Paesi con cui la Svizzera ha siglato degli ALS.

Tenendo ben presente che proprio grazie agli ALS, le esportazioni el-vetiche beneficiano di sgravi e facilitazioni nei Paesi summenzionati, di seguito vi proponiamo un breve “giro del mondo”: ci focalizzeremo su alcune nazioni, e di riflesso su alcuni settori, illustrando brevemente il potenziale da loro offerto alle PMI ticinesi. Iniziamo il nostro “giro del mondo delle opportunità” dal Continente ame-ricano, dirigendoci sempre più verso Est, tralasciando l’Unione Europea, da un lato per la recessione che sta vivendo, dall’altro perché è più sempli-ce e facile ottenere informazioni sugli sbocchi commerciali in quest’area. Come appena menzionato, quanto segue vuole essere solo una piccola selezione di paesi e di settori. La lista è ben lontano dall’essere esaustiva e vuole fornire unicamente uno spunto di riflessione per l’apertura di nuovi mercati.Il Messico conta 114 milioni di persone ed è un Paese politicamente ed economicamente stabile, con una crescita media del 4%. Dispone di una forza lavoro giovane ed è spesso definito l’“officina degli Stati Uniti”: dal 2007 è infatti la piazza produttiva più a buon mercato per le forniture verso gli USA, in particolare di veicoli. Oltre all’elettrotecnica, il Paese è un’importante location per l’industria aeronautica e medtech (quest’ultima ha un cluster a Tijuana, con 31’000 posti di lavoro). Nei vari settori manca tuttavia molto spesso il know-how. Chi desidera espandere la propria attività nelle Americhe, con una produzione in loco, non può ignorare il potenziale offerto da questo Paese.Anche il potenziale degli Stati andini - Cile, Perù, Colombia – non va sottovalutato: la loro topografia è simile a quella della Svizzera e le linee ferroviarie e stradali sono intersecate da gole e tunnel. E in questo ambito il know-how svizzero è notevole. Tutt’e tre i Paesi si trovano nell’ esigenza di ampliare le proprie infrastrutture; Cile e Perù necessitano anche di tecnologia in ambito minerario, energie alternative e approvvi-gionamento d’acqua. Perù e Colombia di tecnologie agrarie e di energia idroelettrica in particolare.La Turchia ha una popolazione pari a 70 milioni di abitanti, di cui il 50% ha meno di 30 anni, e una classe media in continua espansione. Negli ultimi dieci anni il consumo di energia elettrica è aumentato dell’8% l’anno e il Paese è costretto ad investire per rispondere al fabbisogno crescente. Altri settori in espansione sono la gestione dei rifiuti e la gestione delle acque, i trasporti e l’infrastruttura (prolungamento delle linee ferroviarie, costruzione di autostrade e ponti, ampliamento degli aeroporti). Anche il settore sanitario ha bisogno di riforme.Singapore è la porta d’entrata verso un mercato, quello dell’ASEAN (che comprende anche Brunei, Indonesia, Cambogia, Laos, Malesia, Myanmar, Filippine, Thailandia e Vietnam), con ben 600 milioni di con-sumatori, e un PIL pari a 1,6 miliardi di franchi. Quest’area è considerata una delle regioni in crescita destinate a diventare in futuro una forza trainante. Singapore si presta molto al settore biotech e life sciences, al cleantech, agli ambiti architettura/ingegneria/design, nonché all’elet-tronica e all’industria chimica.Le catastrofi avvenute nel marzo 2011 hanno rafforzato la consapevo-lezza che il Giappone necessita sempre più di energie rinnovabili e di sostenibilità. Anche a livello legislativo vengono ricercate nuove solu-zioni. Il fotovoltaico, le pompe di calore, l’energia eolica, la biomassa, l’efficienza energetica degli edifici di nuova costruzione, le smart grids e il riciclaggio elettronico sono temi all’ordine del giorno. E le aziende svizzere dispongono di un eccellente know-how per quanto riguarda il riscaldamento solare dell’acqua, il biogas, le caldaie a biomassa, le pompe di calore geotermiche, l’isolamento degli edifici, la costruzione di finestre e la ventilazione.Terminiamo il nostro breve giro del mondo con la Corea del Sud, che of-fre opportunità soprattutto ai settori MEM e ICT. Le macchine utensili di qualità sono un “must” per le case automobilistiche coreane. Il mercato è molto interessante anche per le pompe idrauliche, i compressori, gli strumenti di misura, le turbine, le macchine per imballaggio, quelle tes-sili, e quelle per la produzione/lavorazione della plastica e della gomma. Il settore ICT registra invece una crescita in ambito di smart devices, cloud computing, le soluzioni di mobility e i social network.Con questo breve “viaggio virtuale” ci auguriamo di aver stimolato i nostri lettori a cogliere i vantaggi derivanti dalla rete di Accordi di libero scambio e a valutare nuovi mercati e nuove opportunità.

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Fiere internazionali

inForMazioni suGLi “swiss paviLion”: www.oseC.Ch/Fiere

Mettiamo in mostra i prodotti e servizi rossocrociati

Il CeBIT 2013 di Hannover val bene… un viaggio!Dal 5 al 9 marzo 2013 ad Hannover si riunisce il “gotha” del settore globale ICT. All’appuntamento più importante del mondo per l’economia digitale, anche le aziende svizze-re riescono ad allacciare ogni anno interessanti contatti. A beneficiarne in maniera particolare sono i partecipanti della delegazione annuale dell’Osec al salone. E difatti anche per il viaggio della delegazione alla prossima edizione, in pro-gramma l’8 marzo 2013, vi è già una grande richiesta.Alberto Silini ha ottimi ricordi del viaggio a marzo 2012: quale accompagnatore della delegazione dell’Osec al salone CeBIT 2012, composta dai rappresentanti di 30 ditte svizzere spe-cializzate in informatica, il consulente Osec, nonché esperto in ICT, si è infatti recato ad Hannover. “Il successo del nostro viaggio di delegazione è stato incredibile”, afferma Silini.E l’aggettivo che usa non è un’esagerazione, bensì ha certa-mente un valido motivo: «Tutti i partecipanti al viaggio hanno potuto entrare in contatto al salone con ditte e organizza-zioni interessanti per un proficuo scambio di informazioni ed esperienze». E, sempre secondo Alberto Silini, vi è stato un fatto particolarmente positivo: “Anche tra le stesse ditte svizzere che hanno partecipato al viaggio è sorto un intenso scambio di vedute e sono nate discussioni concrete su pos-sibili partnership o affari”. È quindi lecito affermare che il viaggio di delegazione al CeBIT 2012 si è rivelato un succes-so su tutta la linea anche dal punto di vista del networking.Ulteriori informazioni sul viaggio di delegazione dell’8 marzo 2013www.osec.ch/it/blog/il-cebit-2013-val-bene%E2%80%A6-un-viaggio “I costi non sono l’unico criterio”: Intervista con Alberto Silini, consulente Osec e specialista ramo ICTwww.osec.ch/ it /blog /%C2%ABi-costi -non-sono -l%E2%80%99unico-criterio%C2%BB

CeBIT Australia Sydney, 28 - 30 maggio 2013Svoltasi per la prima volta nel 2002, CeBIT è la maggiore fiera annuale del settore delle informazioni e della teleco-municazione nella zona Australasia: tratta lo spettro intero del ramo ICT (hardware, software, reti, servizi IT e di tele-comunicazione). È frequentata dalle aziende di riferimento e dai poteri decisionali sia del settore privato, sia di quello pubblico. La fiera sarà corredata da numerosi eventi di networking e dalle conferenze Financial Tech il 28 maggio, Enterprise Mo-bility e Big Data il 29 maggio e Cloud il 30 maggio. I relatori di spicco del passato sono stati rappresentanti da imprese quali Google, Microsoft, Optus, Facebook, Westfield, eBay, Woolworths, MasterCard, Alcatel-Lucent e The Westpac Group. L’edizione 2012 ha contato oltre 32’573 visitatori (nel 2011: 30’843) provenienti da 75 nazioni e 519 espositori (nel 2011: 512), 7 conferenze con 150 relatori e 2’000 delegati alle conferenze. L’esposizione occupava 5 capan-noni con una superficie di 500 mq l’uno. Oltre al padiglione svizzero sono stati allestiti quelli di Canada, Cina, Filippine, Germania, Gran Bretagna, India e Sri Lanka.

Lo SWISS Pavilion a disposizione delle aziende rossocro-ciate svizzere e del Liechtenstein sarà allestito dalla Swiss-Australian Chamber of Commerce and Industry (SACCI). Informazioni generali sulla fiera:www.cebit.com.auInformazioni sullo SWISS Pavilion:www.osec.ch/it/node/48059?lforce=1

CommunicAsiaSingapore, 18 - 21 giugno 2013Giunta alla 24° edizione, CommunicAsia 2013 presenta la gamma completa di prodotti e servizi ICT che stanno trasfor-mando il modo di fare business. Le tecnologie esposte com-prendono cloud computing, e-government, FTTx, IPTV, LTE, broadband mobile, commercio mobile e innovazioni, servizi di nuova generazione, comunicazioni satellitari, smartphone e dispositivi, WiMAX.CommunicAsia2013 si tiene in concomitanza con Enterpri-seIT, SatComm e BroadcastAsia; quest’ultima è considerata la piattaforma principale per l’industria della diffusione ra-diotelevisiva in Asia. Il salone è visitato da operatori di rete, provider, produttori, clienti finali, distributori, rappresentanti, informatici, ricer-catori, autorità, società finanziarie, enti ospedalieri, emit-tenti televisive e radiofoniche, poste, investitori, società di trasporti e di logistica. L’edizione 2012 ha accolto 1’254 espositori provenienti da 48 paesi e 35’000 visitatori. Lo SWISS Pavilion sarà organizzato dall’impresa T-LINK Management AG. Vi è un grande potenziale d’affari all’e-stero non sfruttato dai fornitori di servizi svizzeri, cogliete l’occasione di questo salone in una zona strategicamente importante per presentare i vostri prodotti di alta qualità “Swiss made”.Informazioni generali sulla fiera: www.communicasia.comInformazioni sullo SWISS Pavilion:www.osec.ch/it/node/47834?lforce=1

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40 Ticino Business

Pubbliredazionale

raCCoLta di soGniNon deve essere semplicemente tradotto con “raccolta fondi”. Il Fund Raising è un’attività molto complessa con dinamiche ben precise e che richiede competenze specifiche

To Raise significa far crescere, coltivare, elevare da cui il concetto di rac-cogliere i fondi necessari per sostenere o sviluppare attività senza scopo di lucro.Ma sarebbe riduttivo rifarsi esclusivamente all’etimologia per dare una definizione dell’attività di Fund Raising. Cos’è il Fund Raising?Il fund raising si è sviluppato prevalentemente nei Paesi di origine anglo-sassone, in particolare negli Stati Uniti, dove si stima che ogni anno venga-no raccolti oltre 40 miliardi di dollari solo dalle organizzazioni filantropiche.Il Fund Raising ha un valore molto più profondo della semplice raccolta fondi. È la capacità di convincere le persone o le società a “donare” ad un’organizzazione ciò di cui essa ha bisogno. Questo non sempre coincide con il denaro. A volte è necessario mettere a disposizione in modo gratuito il proprio tempo, oppure beni, servizi, know-how o più semplicemente collaborazione.“Il frutto più maturo del Fund Raising è la reciprocità” afferma il professor Stefano Zamagni dell’Università di Bologna. Il vero valore del donare non è solo ciò che viene donato, ma il gesto di reciprocità che viene compiuto.

Come si organizza una raccolta fondi?Prima cosa è necessario definire lo scopo, la mission dell’organizzazione non profit collegata alla raccolta fondi. In poche parole i tipi di servizi offerti, i progetti sviluppati, l’ambito e il “core business” dell’attività.Quanto più si riesce arrivare ad una definizione chiara e precisa tanto più facile sarà definire degli obiettivi da raggiungere.Il secondo passo è proprio la definizione degli obiettivi, che di qualunque tipologia siano (dal reperimento di risorse finanziarie alla ricerca di perso-nale o collaboratori) devono essere sempre collegati a progetti concreti. In questo modo è più facile poi misurare la riuscita o meno della campagna di raccolta.Terzo punto è individuare chi può “donare” ciò che serve all’organizzazione. Abitualmente vengono individuate quattro possibili fonti di finanziamento:- Individui/Persone fisiche,- Imprese,- Enti Pubblici,- Fondazioni Bancarie.Una volta individuate con precisione queste premesse, sarà possibile sce-gliere in modo altrettanto mirato gli strumenti da utilizzare.Tra gli strumenti abitualmente utilizzati nelle campagne di Fund Raising possiamo elencare:- Direct Mailing- Telemarketing- Contatto diretto- Sponsorizzazioni- Cause related marketing (partnership tra un’azienda e un’organizzazione

non profit che ha come scopo di promuovere un’immagine, un prodotto o un servizio, offrendo un vantaggio reciproco)

- Eventi speciali- E-mailing e Web Marketing- Advertising- Attività commerciali marginali.Ovviamente la scelta degli strumenti giusti è passo fondamentale per il buon esito del progetto.Individuati i mezzi, è possibile creare il gruppo di lavoro. Importante per l’implementazione e il buon proseguimento del Fund Raising che venga pianificata un’azione condivisa da tutte le persone che operano all’interno dell’organizzazione avendo ben chiari la mission e gli obiettivi da raggiun-gere.

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Afp - Association of Fundraising Professionalswww.afpnet.orgAiccon - Associazione italiana per la promozione della cultura della cooperazione e del non profitwww.aiccon.itAssif - Associazione italiana Fundraiserwww.assif.itEu Consult - European Association of Consultantwww.euconsult.orgThe Resource Alliancewww.resource-alliance.orgSwiss Fundraisingwww.swissfundraising.org/IFC - International Fundraising Consultancywww.internationalfundraisingconsultancy.com

La figura del FundraiserIl Fund Raising non può essere improvvisato, è necessario avere un know-how specifico per intraprendere in modo serio questo tipo di attività. Da qui nasce il Fundraiser, vera e propria figura professionale che deve avere competenze principalmente nei settori della psicologia, della comunicazio-ne, del marketing, del diritto e delle pubbliche relazioni.Oltre a queste conoscenze tecniche, il Fundraiser deve essere una per-sona pratica e con una certa sensibilità per analizzare, valutare, ideare e realizzare le azione più coerenti alle tipologie di donatori che si pensa di contattare e coinvolgere.

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Page 41: Ticino Business

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42 Ticino Business

aXa winterthur: per una siCurezza Che perMette di Guardare aL Futuro Con serenitàVi presentiamo una copertura assicurativa studiata specificamente per le PMI, tanto semplice quanto efficace, soprattutto data la situazione congiunturale non così rosea come quella attuale. Una proposta d’assicurazione crediti, erogata da AXA Winterthur, che con 1,83 milioni di clienti in Svizzera, si attesta come uno dei leader di mercato a livello nazionale; basti pensare che nella Confederazione, un’impresa su 2 sono assicurate presso AXA. Assicuratore operante sin dal 1875, offre oggi ai propri clienti (imprese e privati) una vasta gamma di proposte interessanti, con oltre 200 prodotti, per una sicurezza completa. Michele Bernasconi, Responsabile dell’Area di mercato Ticino, Membro della Direzione e Alessia Ponti, Consulente specialista per rischi sul credito, sono a vostra disposizione

Alessia Ponti e Michele Bernasconi

Vita dei Soci di Lisa Pantini

Un delicato scenario economico fa stare all’erta le PMI ticinesi e svizzereIl mercato ha da sempre regole ben strutturate e pre-cise. Ogni azienda che opera nel proprio mercato di riferimento le conosce e sa che per proseguire con la propria attività, crescere e progredire, facendo utili e rafforzando la propria quota di mercato, deve esserci un giusto equilibrio tra prestazioni fornite ed incassi su quest’ultime. L’attuale situazione congiunturale mette a dura prova questo sistema, poiché le aziende hanno spesso ridotta liquidità e i termini di pagamento (e di incasso dunque) delle fatture si allungano sempre si più. Per i vostri clienti il pagamento con un termine più allungato rappresenta una forma di finanziamento sem-plice ed immediata per mantenere la propria liquidità. In qualità di fornitori voi, quale impresa, dovete far fronte a questa situazione. Ad oggi non si può più garantire che le società più fidate e prestigiose riescano a saldare i propri debiti. Il rischio di perdite su debitori (ossia il fatto che la nostra fattura emessa non venga saldata) è sempre maggiore.

Un rischio ad ogni fattura emessa?Malauguratamente la fiducia da sola non paga. Si stima che in Svizzera ogni anno le perdite su debitori ammon-tino a diversi miliardi di franchi. Una minaccia, che se abbinata al momento congiunturale attuale, può intac-

care anche le aziende più solide. Ma purtroppo non finisce qui: oggi si considera che un fallimento su tre è la conseguenza di un effetto domino. Una tendenza allarmante che deve far riflettere tutti.

Mettere in atto un comportamento intelligenteConsiderando che la maggior parte delle aziende ope-ra come fornitori di prestazioni, ossia eroga il servizio (trattasi di prodotto, servizio o bene) prima di incassare l’importo pattuito (e prima dunque di avere un’entrata fisica), si espone ad un grosso rischio. Il mancato pa-

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gamento o perdita su debitori che dir si voglia, è un problema esistente in Svizzera come anche all’estero. La Svizzera, da sempre un Paese esportatore, lavora con Nazioni dove il clima economico è aspro. In questo senso una copertura assicurativa che copra i rischi di questo tipo è un comportamento intelligente: meglio pa-gare un premio assicurativo che perdere grandi importi nel caso di una fattura non saldata (o di una somma di queste). Un’attenzione ed un’analisi nel monitorare i pagamenti è dunque necessaria.

Grazie ad una soluzione semplice si possono prevenire molti problemi: con AXA WinterthurAXA Winterthur conosce perfettamente questa situazio-ne congiunturale e le regole del mercato, e proprio per questi motivi ha strutturato una copertura assicurativa destinata alle PMI accorte, che valutano e analizzano i diversi rischi a cui vanno incontro. Non solo rischi co-me il furto, gli incendi, i danni della natura, ecc.: non

sono solo questi pericoli a mettere a repentaglio la vita stessa della società, anche tutto quanto può intaccare la gestione aziendale, soprattutto in tempi difficili. Una soluzione su misura per ogni impresa, con un’assicura-zione crediti, vi permetterà di “avere le spalle coperte” per le evenienze del mercato, e di destinare i vostri fondi, gli investimenti ed i vostro tempo a ciò che sapete fare meglio: il vostro business. Mentre voi continuate a far fiorire la vostra attività specifica, fornendo presta-zioni a credito, vi sono specialisti che vi supportano, facilitandovi anche il lavoro. Invece di calcolare le pos-sibili perdite, optate per il più conveniente premio di un’assicurazione crediti, che viene calcolato in maniera trasparente in relazione al fatturato della vostra società (tasso di pochi per mille del fatturato). È consigliabile stipulare un’assicurazione crediti già a partire da un mi-lione di fatturato.

Non solo un’assicurazione crediti, molto di piùAXA Winterthur non copre solo i danni finanziari, ma grazie ad un team di specialisti è al vostro fianco nelle attività quotidiane per darvi informazioni sulla solvibilità della clientela ed assistenza nella gestione dei crediti. Un monitoraggio costante dei vostri acquirenti, una consu-lenza efficace in qualsiasi situazione. Un dialogo aper-to, schietto e costruttivo tra consulente e azienda. Sono queste le basi su cui si poggia la relazione tra AXA e la sua clientela. Un supporto fattivo nel recupero dei crediti, aiuto particolarmente apprezzato soprattutto nell’ambito export, dove differenze linguistiche, giuridiche e culturali costituiscono una barriera nell’azione immediata. La co-pertura del danno viene garantita in base alla copertura sottoscritta, fino ad uno massimo del 90% della perdita sul credito assicurato.

AXA Winterthur: una pluriennale esperienza al vostro servizioOltre 130 anni di esperienze, a garanzia dell’affidabilità e della serietà del lavoro svolto. Un partner competente per la gestione dei rischi, soprattutto in ambito B2B. Proprio perché non esiste una società uguale all’altra, le soluzioni proposte ai clienti sono personalizzate sulle reali esigenze e la personalità stessa delle specifiche ditte.

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44 Ticino Business

Vita dei Soci di Lisa Pantini

riCCardo braGLia vinCe iL preMio best swiss entrepreneur oF the year 2012Nell’autunno dello scorso anno Riccardo Braglia, CEO di Helsinn Group, è stato insignito del prestigioso premio. Abbiamo parlato con lui dell’importanza che riveste l’attribuzione di questo riconoscimento per Helsinn Group e per il Ticino

Un importante e prestigioso riconoscimento, per la sua persona in primis, per la sua visione imprenditoriale, frutto di un lavoro approfondito, di ricerca e di una conduzione di un grande team di persone. In secondo luogo anche un considerevole riconoscimento dell’azienda Helsinn nel suo insieme, quale centro di competenze per il Ticino e verso il mondo. Quali sensazioni le dà aver vinto il Best Swiss Entrepreneur Of The Year 2012?“Sicuramente è stato un grande risultato che abbia-mo raggiunto, e che dà risalto alla globalità del grup-po Helsinn e premia tutti i nostri collaboratori. Un riconoscimento che ha messo in evidenza il grande lavoro svolto e le potenzialità ancora da sfruttare per la nostra azienda. Personalmente sono stato onorato di ricevere questo premio, che è un compimento di un percorso imprenditoriale personale, familiare e aziendale”.

Il Best Swiss Entrepreneur Of The Year 2012 viene attribuito a imprenditori che per la loro strategia, la loro visione, osano assumere rischi, guardare lontano facendo fiorire la propria attività imprenditoriale e contribuiscono alla buona riuscita dell’economia svizzera. Secondo quali criteri viene però attribuito?“È un premio curato da Ernst & Young, giunto nel 2012 alla 15° edizione, riconosciuto mondialmente. Una giuria di esperti indipendente valuta le diverse aziende/imprenditori sulla base di alcuni criteri co-me lo sviluppo del loro business, l’innovazione, la leadership, la solidità aziendale. Vi sono diverse fasi

di verifica, con dei veri e propri auditing ed intervi-ste da parte degli esperti nelle PMI per l’analisi dei dati. La giuria può così stilare una classifica di fina-listi e votare. Ernst & Young è l’unica organizzazione internazionale che mette in atto una competizione di questo tipo a livello mondiale, basata su criteri standard stabiliti. Ogni anno sono più di 10’000 gli imprenditori di oltre 50 Paesi nel mondo che compe-tono per aggiudicarsi il titolo di Best Entrepreneur Of The Year. La prossima estate, a Monte Carlo, un’altra giuria indipendente valuterà, sulla base dei vincitori dei singoli Paesi, il World Entrepreneur Of The Year. Nel nostro caso nel 2012 vi erano 43 aziende, tutte d’oltre Gottardo ad eccezione della Helsinn, e 12 sono giunte in finale”.

Solidità, continuità, visione futura. Che cosa ha visto la giuria per attribuire il premio a Riccardo Braglia ed alla Helsinn?“Cerchiamo di entrare nei diversi processi di analisi che sono stati presi in considerazione per l’assegna-zione del premio. Per quanto concerne la solidità di Helsinn, posso affermare che gli utili dell’azienda sono sempre stati reinvestiti in essa, facendola pro-sperare e dando il via così ad un ciclo di investimenti mirati al miglioramento del nostro business, come ad esempio il nuovo investimento realizzato a Biasca nel 2012 di circa 20 milioni di franchi. Helsinn è oggi un gruppo sano senza debiti bancari di nessuna sorta e con delle riserve importanti. Da non dimenti-care in questa fase anche la naturale evoluzione del nostro business: ci siamo specializzati nel settore oncologico, e oggi siamo presenti su tutti i princi-

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pali mercati mondiali, in oltre 90 Paesi. Per quanto attiene alla continuità di Helsinn facciamo parlare la nostra storia: nel 1976 mio padre fondò Helsinn e da allora l’azienda ha sempre lavorato progredendo e consolidandosi sui mercati. Nella famiglia Braglia vi è una rilevante tradizione imprenditoriale, già mio nonno era attivo nell’imprenditoria farmaceutica ita-liana dal 1946. Una quindicina d’anni orsono abbia-mo cominciato la nuova Ricerca e Sviluppo (R&S) indirizzata verso il miglioramento delle condizioni di vita e di benessere del paziente oncologico. Questa visione specifica e questa R&S incanalata in que-sto settore ci hanno aperto nuove opportunità verso segmenti di mercato ancora poco praticati, che, e lo dico con grande orgoglio, abbiamo contribuito a sviluppare. Il nostro obiettivo è quello, con i nostri farmaci e integratori alimentari, di migliorare il be-nessere del paziente oncologico, cercando di facili-targli e allungargli il più possibile la vita, miglioran-done la qualità anche nella malattia, nelle fasi acute e croniche. A dimostrazione di questo posso citarle un dato: il nostro investimento in R&S ogni anno, su circa 320 milioni di fatturato, è di oltre 100 milioni nel 2012”.

Che cosa porta questo riconoscimento globalmente alla Helsinn ed al Ticino?“Senz’altro una bella visibilità e grandi soddisfazioni, sia per me, come pure per tutti i miei collaboratori situati in quattro Paesi diversi. È un riconoscimento del grande lavoro svolto. Per il Ticino è una confer-ma di quanto di buono esiste sul nostro territorio. Sono orgoglioso di essere svizzero e ticinese e di avere la mia azienda basata in Ticino. Il nostro Can-tone è terreno fertile per le attività imprenditoriali e supporta bene le aziende esistenti con una fiscalità interessanti, buone condizioni quadro e una stabilità politica e sociale notevole. Il rigore svizzero che si trova in Ticino, abbinato all’italianità del Cantone, ne fanno un luogo unico dove vivere e lavorare”.

Quali sono le novità che state sviluppando?“In questo momento stiamo lavorando per sviluppare farmaci per la qualità della vita del paziente onco-logico, sviluppando farmaci, integratori alimentari e servizi. Inoltre abbiamo appena lanciato, il mese scorso, un progetto in America: un portale web per mantenere e sviluppare il dialogo tra paziente e me-dico, un supporto ad entrambi per facilitare la co-municazione ed il controllo della situazione da parte del medico e da parte del paziente stesso. La nostra ricerca di base cosidetta di «leading generation» è dislocata in Cina, a Shanghai, dove abbiamo aperto circa da quattro anni”.

Quali invece i progetti futuri?“A medio-lungo termine mi piacerebbe poter ve-dere la nostra specializzazione sul miglioramento della vita del paziente oncologico applicata anche ad altre patologie. Vorrei che Helsinn sviluppasse, parallelamente alla ricerca che vi è e vi sarà nel prossimo futuro per la scienza e le nuove tecnologie, un concetto sempre più forte di miglioramento di qualità della vita per i pazienti in vari ambiti. Penso ad esempio alle malattie come il diabete o quelle polmonari croniche. Noi stiamo già lavorando in que-sto senso. À côté stiamo anche valutando possibili joint-ventures, partnership e nuove sinergie per mas-simizzare le nostre strategie e la qualità dei nostri prodotti e servizi”.

Per maggiori informazioni:

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Riccardo Braglia

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

Un compleanno speciale quello festeggiato lo scorso 30 no-vembre dalla Elettrodomestici Fornoni, con una serata in al-legria per i collaboratori ed i clienti. Presso il Caseificio del Gottardo, in un momento di convivialità, ai coniugi Lino e Laura Fornoni, titolari e fondatori dell’azienda, è stato consegnato un piatto commemorativo per i 10 anni di fedeltà.

Fondata nel 2002, Elettrodomestici Fornoni, è una società che da subito ha saputo coniugare l’intraprendenza imprenditoriale con uno spirito innovativo e propositivo. L’azienda oggi occupa circa una decina di dipendenti, tutti esperti nel ramo (riparatori elettrodomestici, elettricisti, frigoristi e falegnami), che garan-tiscono un servizio efficiente a tutti i clienti.La società si è dotata di un vasto showroom nel quale si posso-no ammirare e toccare con mano le ultime novità presenti sul mercato, come pure i prodotti classici nel comparto elettrodo-mestico. Ubicata nella Strada di Pregassona 37A a Pregassona, l’esposizione si estende su circa 200 mq. In un unico stabile sono situati uffici amministrativi, show room, magazzino, depo-sito e locali tecnici per le riparazioni per un totale di circa 500 mq. L’accesso alla sede della ditta è anche facilitato dall’ampio parcheggio a disposizione dei clienti, che arrivando in ditta trovano tutto sotto lo stesso tetto.Quali sono nel dettaglio le attività specifiche di un’azienda come questa? Sono molteplici e davvero variegate, eccole in breve:• Lavatrici,asciugatrici,monofamiliare,spazicomunieindu-

striali;•Sistemadipagamento,concartautenteogettoneria;•Stenditoiperlavanderia;•Deumidificatoreeasciugabucati;• Locazionelavanderia;• ApparecchidaincassonormaCH55enormaeuropeada60;•Apparecchidaincassoeaposaliberaagasedelettrici;•Apparecchiaposaliberaindustriali;•Piccolielettrodomestici;• Ferridastiro,ecc.;•Barbecueelettriciedagas;•Climatizzatori,impiantifissiemobili;• Idropulitrice;• Progettazionefornituraeposamobilidacucina,casalinghi

ed industriali;• RitagliopianodilavoroInoxconappositoapparecchioalla-

ser e ritaglio granito, laminato per sostituzione piani cottura;

•Riparazionepiccoliapparecchielettrodomestici;•Operedifalegnameria;• Direzionelavori,chiaviinmanopersostituzionemobilicuci-

na incluso tutte le opere idrauliche, da piastrellista, muratu-ra, elettriche, smontaggio, smaltimento ecc.;

• Fornituradicontenitoriperirifiutiperstabiliinacciaioinoxe plastica;

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Al centro Laura e Lino Fornoni con il piatto commemorativo per il 10° anniversario

eLettrodoMestiCi Fornoni: da un deCennio attivi in tiCino

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Vita dei Soci

Compagnia assicurativa storica e saldamente ancorata al territorio e alla realtà elvetica, Vaudoise consolida e potenzia la propria presenza in Ticino, dotandosi a Lugano di spazi e strutture rinnovati per la propria agenzia generale. Una sede di prestigio nel salotto di Lugano, in via Nassa, di fronte all’albergo Internazionale, al primo piano di un elegante edificio d’epoca, co-me si conviene per un operatore attento alla propria immagine e desideroso di offrire alla clientela un’accoglienza di riguardo. Stabile antico, dunque, ma mobilio e strutture moderne e personale efficiente, ad immagine di un’azien-da che guarda avanti con fiducia e che investe nel futuro.Una reception spaziosa e luminosa, salottini di consulenza curati, l’agenzia luganese della Vaudoise ha pensato soprattutto ai suoi assicurati quando ha intrapreso la ristrutturazione degli uffici.“Moderna e dinamica”: l’agente generale Andrea Besomi è ben in chiaro sull’impronta che l’agenzia dovrà avere nei prossimi anni e non solo dal profilo della struttura. In carica dallo scorso aprile dopo un ventennio alle dipendenze di un’azienda nazionale con funzioni dirigenziali, Besomi, 40 anni, con i suoi nove collaboratori (altri cinque operano nell’agenzia prin-cipale di Mendrisio sotto la sua responsabilità) intende condurre Vaudoise su un percorso di sviluppo e di successo, incrementando in particolare la quota di mercato diretta.Le piccole medie imprese, quindi la parte più viva e produttiva del tessuto economico regionale, costituiscono il settore al quale l’agenzia guarda con maggiore attenzione in un’ottica di crescita, senza naturalmente tralasciare i clienti affezionati e fedeli ai quali non mancheranno le opportunità per ulterior-mente migliorare copertura e prestazioni. In altre parole - per dirla con Besomi - si punta ad allargare la base con nuove acquisizioni nel campo delle attività economiche e imprenditoriali locali e con una maggiore fidelizzazione della clientela esistente. Un lavoro al fronte capillare e professionale impostato sulla convenienza ma soprattutto sull’affidabilità di soluzioni assicurative complete, che abbracciano l’insieme delle esigenze assicurative di ogni privato e azienda.La qualità e la convenienza dei prodotti e la serietà della consulenza sono dunque le strategie che l’agenzia metterà in atto per cercare di raggiungere i propri obiettivi. “Senza porsi traguardi troppo ravvicinati - precisa l’agente generale - poiché l’impostazione di una politica aziendale duratura e di qualità presuppone un lavoro di preparazione altrettanto solido e scrupoloso”. Un lavoro che non può prescindere da alcune condizioni irrinunciabili, come la formazione e la motivazione del personale di vendita e la disponibilità di strutture adeguate. Un processo di modernizzazione e di adeguamento al mercato che Vaudoise ha avviato sul piano nazionale. Lugano è stata tra le prime agenzie coinvolte in questo ambizioso piano e i risultati, per quel che riguarda la logistica, sono ora sotto gli occhi di tutti. Presto se ne apprez-zeranno i benefici anche sul piano delle risorse umane e delle strategie di vendita. In effetti, accanto a consulenti navigati e di provata esperienza, sotto l’impulso di Besomi, sono stati introdotti giovani preparati e motivati. Il con-cetto è di proporsi su un mercato sempre più competitivo ed esigente con un atteggiamento flessibile e dinamico, senza intaccare il capitale di affidabilità e la reputazione che la compagnia ha costruito negli anni. A questo proposito, va ricordato che Vaudoise è stata costituita nel 1895 nel Canton Vaud e che opera in Ticino dal lontano 1938. La compagnia assicura sia i beni materiali che le persone (ramo vita e non vita) e offre una gamma completa di prodotti e servizi specifici grazie a collaborazioni collaudate con partner di fiducia.

Vaudoise AssicurazioniAgenzia generale di LuganoAndrea Besomi, Agente generaleVia Nassa 29, 6900 LuganoTel. +41 91 913 41 80www.vaudoise.ch

vaudoise si rinnova in via nassa Completata la ristrutturazione dell’agenzia generale di Lugano. Dallo scorso aprile è guidata dal quarantenne Andrea Besomi, i cui obiettivi prevedono l’espansione nel campo delle piccole e medie imprese e una maggiore fidelizzazione della clientela esistente

Un salottino di consulenza sul lato di via Nassa. Da sinistra, Andrea Besomi (agente generale), Dario Iozzi (capufficio) e Richard Erat (agente principale)

L’elegante e luminosa reception dell’agenzia generale

Una parte dello staff dell’agenzia generale di Lugano. Da sinistra, Andrea Besomi (agente generale), Richard Erat, Nat Sciaroni, Andrea Imerico, Consuelo Aragni, Alessandro Amore, Stefano Pigat e Dario Iozzi

Foto: Giovetto

Foto: Giovetto

Foto: Giovetto

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Pubbliredazionale

Comunicato stampa

MetaLLGLass 2012-2013MetallGlass alla sua 5a edizione

Giunta alla sua quinta edizione, la rivista MetallGlass, pubblicata da Fabio Sacchi (Pubblicità Sacchi Edizioni Tecniche & Commerciali, Manno) in collaborazione con l’USM-Federazione Ticino, è ormai divenuta punto di rife-rimento per tutti coloro che si occupano di progettazione ed esecuzione nel settore della metalcostruzione e del vetro.

Negli ultimi anni l’utilizzo del vetro in architettura ha su-bito un’accelerazione enorme, grazie alla sua trasparenza e all’ispirazione di molti architetti contemporanei di ride-finire l’idea di una demarcazione netta tra spazi interni ed esterni.

Le tendenze dell’architettura contemporanea verso la “smaterializzazione” del manufatto architettonico vedo-no dunque il vetro quale naturale protagonista: per la sua trasparenza, ma anche per le riflessioni, le distorsioni, i cambiamenti di colore che gli involucri in vetro offrono, interagendo in modo sempre diverso con l’ambiente circostante e arricchen-do così il linguaggio formale delle su-perfici continue.

La ricerca verso un ruolo sempre più significativo del vetro trova nell’acciaio un partner ideale in grado di offrire allo stesso tempo intrusione visiva minima e resistenze elevate.

Gli elementi in acciaio, inoltre, consen-tono di garantire la duttilità necessa-ria al sistema compensando in questo modo la fragilità intrinseca del vetro. In alcune delle migliori realizzazioni degli ultimi decenni ciò si traduce in un sistema filigranare dove elementi in acciaio innervano e scandiscono le facciate, aggiungendo nuova ricchezza agli involucri vetrati.

L’offerta tecnologica in termini di prodotti in vetro con-sente di combinare diversi processi di lavorazione in mo-do da regolare opportunamente le proprietà di trasmissio-ne del calore, del suono e delle radiazioni luminose. Per migliorare il comfort termico si può far uso sia di vetri a camera doppia o triplia, con intercapedini in aria o gas nobili quali l’Argon, che di sottili rivestimenti metallici, il coating (una procedura utilizzata per applicare un film sottile e uniforme ad un substrato solido piano sulla su-perficie delle lastre).

Grazie a queste molteplici trasforma-zioni e alla ricerca di soluzioni all’avan-guardia, di sistemi e materiali tecnolo-gici testati, il futuro ci riserverà delle belle sorprese nel settore.

Tra i vari articoli proposti da Me-tallGlass, sono molte le testimonianze di costruzioni realizzate in metallo e vetro, un abbinamento piacevole che sta facendo sempre più strada nel set-tore edile.

MetallGlass, stampata e distribuita gratuitamente in Ticino, in oltre 2’000 copie, desidera illustrare agli operatori servizi particolari, prodotti tecnologi-camente innovativi o semplicemente le ultime innovazioni nei vari campi d’interesse. Vuole anche essere uno strumento di riferimento unico e indi-

spensabile per tutte le aziende che producono serramenti metallici, facciate continue, carpenteria per l’edilizia, per i commercianti e distributori del settore, per le aziende fornitrici e per i progettisti dell’involucro che intendono imporsi sul mercato.

La rivista può essere richiesta gratuitamente presso il segretariato USM Federazione Ticino (Tel. +41 91 745 37 65 - [email protected]).

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Vita dei Soci Traduzione ed adattamento di Lisa Pantini

ieCG ConFerisCe i priMi dipLoMi deLL’advanCed Leadership proGraMMeSi è tenuto lo scorso 10 dicembre nella prestigiosa cornice del Resort Collina d’Oro di Agra la cerimonia di consegna dei diplomi dell’Advanced Leadership Programme di IECG - International Ethics Consulting Group di Lugano a 4 top manager di BPS Suisse, che hanno seguito questa formazione durante il 2012. Abbiamo incontrato il Presidente di IECG, Prof. Dr. Emmanuel Toniutti, che ci ha parlato di questo percorso formativo

La consegna dei diplomi

Nel mese di gennaio 2012, IECG ha proposto, su richiesta dei propri clienti, un Advanced Leadership Programme destinato a dirigenti volti ad una leadership responsabile, i cui moduli di formazione si sono svolti a Lugano, Casablanca, Montreal, Shanghai e Parigi. Il progetto formativo Advanced Leadership Programme comincerà per la sua se-conda edizione nel marzo di quest’anno per terminarsi alla fine di luglio a Lugano. Si tratta di un percorso unico nel suo genere che consente di costruire una nuova visione per il business e gli affari.

Professor Toniutti, partiamo dalla sua società. Può parlarci brevemente del ruolo di IECG in relazione all’Advanced Leadership Programme?“IECG è una società svizzera di consulenza, training e coaching per dirigenti. Siamo specializzati nell’accompagnamento alle aziende e nella messa a punto di modelli di leadership responsabile coerente con i valori delle imprese e il loro posizionamento strategico. Il nostro Advanced Leadership Programme si iscrive in questo contesto. Lo proponiamo per dirigenti di grandi aziende, come pure per piccoli imprenditori”. Cosa si intende con «modello di leadership responsabile»?“Si tratta di un modello di business orientato verso la doppia perfor-mance dell’azienda: il successo economico associato alla sua realizza-zione umana. Questo modello di leadership richiede una visione d’affa-ri sul lungo periodo. Dipende dal modo in cui i leader sono in grado di combinare con coerenza la strategia e l’organizzazione aziendale con i valori dell’impresa. La leadership responsabile consiste proprio nello sviluppare comportamenti virtuosi che assicurino il mantenimento di tale coerenza nel tempo per ottenere una performance nelle migliori condizioni umane. I risultati economici non escludono il rispetto per l’essere umano”.

Perché crede che le aziende in futuro dovranno sempre più sviluppare modelli di leadership responsabile?“Il contesto di crisi attuale, che si è installato dal 2008, non ha pre-cedenti nella storia aziendale. Eravamo, fino ad oggi, abituati a gestire strappi che non duravano e a partire dai quali la crescita riprendeva i suoi diritti quasi acquisiti. Però la gestione del cambiamento che genera questa crisi e l’adattamento costante che richiede, ci impon-gono di ridefinire i modelli di business in cui l’essere umano diventa il cuore della capacità reattiva della società. Non abbiamo forse di-menticato negli ultimi anni che le aziende sono state fatte per servire l’umanità? D’altra parte i dirigenti dovranno ora sviluppare competenze emotive, multiculturali, psicologiche e spirituali, delle quali non ave-vamo bisogno fino ad oggi. Il mondo che cambia richiede apertura di spirito, reattività permanente e conciliazione di ciò che a volte appare totalmente contrario. I leader non sono formati né addestrati per que-sto cambiamento radicale. Il nostro Advanced Leadership Programme permette di acquisire queste nuove competenze”.

L’Advanced Leadership Programme è stato lanciato nel 2012 per la pri-ma volta. Quali sono le sue caratteristiche?“Questo programma è stato creato su richiesta dei nostri clienti, sulla base del successo che condividiamo con loro per i nostri metodi di sostegno internazionale nel corso degli ultimi sette anni. Pertanto, si tratta di un programma formativo unico al mondo e su misura per le esigenze specifiche che i leader devono affrontare nelle loro at-tività quotidiane. Esso combina la conoscenza di sé, le discussioni di alto livello di etica, la responsabilità, la cultura, la strategia e il comportamento in condizioni di stress, ma anche lo studio e l’analisi

delle pratiche di casi aziendali, riunioni generali di gestione e visite ad aziende hanno strutturato un approccio umanistico al business senza compromettere la loro efficienza economica. L’abbiamo concepito in 6 moduli che si sono svolti a Lugano, Casablanca, Montreal, Parigi, Shanghai e tra gennaio e luglio 2012”.

Quali benefici vi sono per i partecipanti?“Questo programma mira a fornire ai nostri partecipanti una visione globale e multiculturale di leadership responsabile da griglie di lettura come la filosofia, la spiritualità e la psicologia applicata alla strategia, la comprensione delle organizzazioni e i comportamenti negli affari. Porta anche a una migliore comprensione emozionale di sé al fine di definire un modello di leadership coerente con il proprio tipo di personalità per conciliare l’autogestione e la competenza tecnica. Il tutto allenandosi tra pari, partendo da studi di casi concreti e reali, prendendo decisioni che mirano alla doppia performance della società. La nostra esperienza e la rete di clienti in Svizzera, Europa, Canada, Marocco e Cina è senza dubbio una risorsa importante per il modo in cui abbiamo strutturato il nostro programma. Questo assicura che i nostri partecipanti riceva-no un’istruzione pragmatica di altissimo livello e costruiscano relazioni con altri dirigenti umanisti di culture differenti. L’ultima sessione del programma include un lavoro di riflessione personale che permetterà a ognuno di prendere in considerazione per la propria società degli sviluppi operativi che avrà vissuto lungo il proprio percorso formativo. Ogni partecipante riceverà alla fine della formazione un diploma IECG Advanced Leadership Programme, dopo aver presentato la propria ri-flessione su quanto appreso nei 6 moduli”. Per maggiori informazioni:IECG - International Ethics Consulting GroupVia Lisano 3, Casella Postale 6836903 LuganoTel. +41 91 967 40 30, Fax +41 91 967 46 [email protected] www.iecg.eu.com

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Vita dei Soci

novità interessanti da LuGano airport: si voLa verso roMa e vienna!

Da tempo Lugano Airport lavora assiduamente per por-tare una nuova compagnia ad operare presso lo scalo ticinese e finalmente è lieta di poter annunciare tra le novità dell’anno in corso l’arrivo di Minoan Air. A partire dal 29 marzo 2013 infatti, la compagnia cretese inaugu-rerà due rotte dirette da Lugano allo scopo di offrire un numero sempre maggiore di destinazioni dal proprio ae-roporto che corrispondano ai bisogni del Ticino e di tutta la Regione Insubrica. Nello specifico il Ticino sarà col-legato alla capitale austriaca Vienna con una frequenza tri settimanale e sarà reintrodotto il volo Lugano-Roma, che sarà invece operato 5 giorni alla settimana. La nuo-va compagnia volerà su entrambe le destinazioni con il Fokker 50, un aeromobile turboprop che offre un comfort e un’insonorizzazione elevati. Minoan Air è una compa-gnia aerea cretese, giovane e dinamica, che si focalizza sulle aree chiave di nicchia nell’ambito mercati europei, come Lugano. La flotta della Minoan Air è composta da 4 Fokker 50 ed è basata a Heraklion, Creta e serve Rodi, Kos, Mitilene e Santorini nel panorama ellenico, mentre a partire dal Novembre 2012 effettua dei voli da Stoccolma, in Svezia per conto di Flyglinjen. Sem-pre durante la stagione estiva 2012, ha inoltre operato dei voli domestici in Spagna. Dal marzo 2013 saranno connesse tra loro per il tramite della compagnia ellenica anche Oxford con Edimburgo e Dublino. Nell’ottica della continua crescita della compagnia, Minoan prevede nel corso dei prossimi mesi un ampliamento di flotta con l’introduzione di 2 ulteriori Fokker 50. La sua mission è

infatti quella di diventare l’operatore chiave in Europa per tutti gli aeroporti regionali più importanti. “Il fatto che una nuova compagnia scelga di investire sul nostro aero-porto - afferma il Direttore Alessandro Sozzi - conferma il valore e le potenzialità del nostro aeroporto e dimostra quanto il modo di viaggiare da Lugano sia un’esperienza che sempre più rispecchia il concetto di eccellenza sviz-zera, con un livello dei servizi offerti evidentemente ben migliore rispetto agli standard degli aeroporti limitrofi in termini di rapidità delle operazioni e qualità offerta, ed è proprio per questo che Minoan Air ha scelto di basarsi a Lugano, rendendo cosi l’offerta per i nostri passeggeri sempre più varia”. Conclude il Chief Executive Officer: “I benefici per il territorio in termini di competitività, posti di lavoro ed opportunità per le imprese industriali, finan-ziarie e turistiche sono ancora una volta il tema centrale collegato allo sviluppo dell’aeroporto ed all’ampliamento delle rotte offerte. L’obiettivo per i prossimi anni, per cui continuerà ad impegnarsi ogni giorno Lugano Airport, è quello di adeguarsi sempre più ad una domanda costan-temente in crescita”. È possibile acquistare i biglietti direttamente dal sito web www.minoanair.com a partire dalla prima settimana di febbraio 2013, dove oltre alle tariffe più convenienti, si possono trovare numerose altre informazioni utili.

Lugano Airport SAVia Aeroporto, 6982 Agnowww.luganoairport.ch

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Vita dei Soci di Lisa Pantini

CaMpionati svizzeri deLLe proFessioni: per iL tiCino due MeCCatroniCi piazzati aL top

Stefano Gnesa e Alessandro Vassalli

Sul numero di Ticino Business di ottobre 2012 vi era un articolo che annunciava i Campionati Svizzeri delle professioni e parlava del Ticino, che grazie ai suoi giovani meccatronici, si era ben distinto, e di come un ticinese era entrato nella rosa dei 12 finalisti. Alla finale di Ginevra dello scorso novembre, hanno però partecipato in due: Stefano Gnesa ed Alessandro Vassalli.I due giovani si sono distinti a livello svizzero, gareggiando nelle diverse prove, raggiungendo risultati d’eccellenza. Infatti Stefano Gnesa è giunto terzo a pari merito con Pe-ter Flury, Alessandro Vassalli invece quinto, subito dietro al terzo posto a pari merito. Questo brillante risultato conferma quanto sia alto il li-vello formativo erogato da UPSA sezione Ticino presso il Centro di Formazione Professionale di Biasca, così come siano molto attive ed attente alla qualità dell’insegna-mento le aziende formatrici socie UPSA, che svolgono un lavoro davvero importante per il futuro dei nostri giovani.

Per maggiori informazioni:UPSA sezione TicinoCorso Elvezia 166900 LuganoTel. +41 91 911 51 14Fax +41 91 911 51 [email protected]

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Vita dei Soci

ConGresso Lavoro 2012 Le regole, i valori e la responsabilità: dalla teoria alla pratica

Le regole, i valori, la responsabilità nelle piccole e medie aziende (PMI) della Svizzera italiana: da un modello di leadership responsabile alla pratica nell’impresa. Su que-sto tema, il 29.11.2012 al Centro Evento di Cadempino, Congresso Lavoro di Boss Editore SA (www.boss-editore.ch) ha radunato CEO e dirigenti d’azienda, consulenti e responsabili delle risorse umane ma anche specialisti nell’amministrazione del personale. Essi hanno avuto l’opportunità di confrontarsi con dieci relatori e relatrici con pregiate esperienze e alte competenze nell’ambito del diritto del lavoro e dalla gestione delle risorse uma-ne. Il congresso, moderato dal Consulente HR Marco Homberger, ha così fornito un percorso d’aggiornamento intensivo, distinguendo concetti, finalità e interdipenden-za di regole, valori e responsabilità. Il Prof. Emmanuel Toniutti, Presidente dell’International Ethics Consulting Group (IECG) e trainer per dirigenti di azienda, ha illustra-to come attuare un modello di leadership responsabile in un contesto in tempo di crisi, di cambiamento e di stress. L’imprenditore Rocco Cattaneo, dirigente del gruppo ti-cinese City Carburoil, Monte Tamaro, Splash e Spa Ta-maro, ha esposto come coniuga nella realtà aziendale un sistema integrato di regole (qualità, ambiente, salute e sicurezza sul lavoro), i valori della cultura occidentale con radici cristiane e le responsabilità strettamente correlate agli obiettivi.L’interesse e l’attualità del tema scelto dall’editore Robert Boss per la quinta edizione di Congresso Lavoro ha trova-to conferma nell’attiva partecipazione dei convenuti alla discussione plenaria (in mattinata) e ai tre open forum (nel pomeriggio) su questioni specifiche: I membri dei quadri: persone che si assumono una responsabilità, con la moderazione di Sharon Guggiari, Avvocato, e Morena Ferrari Gamba, Consulente per la gestione del personale; Regole e responsabilità nel nuovo mondo digitale, con la moderazione di Prisca Renella, Avvocato, e Roberto Ta-magni, esperto ICT; Non è colpa di nessuno è responsabi-lità di ognuno, con la moderazione di Anna Lutti Martella, Avvocato e mediatrice, e Nicoletta Zagaria, Counselor e formatrice aziendale.Anche l’edizione 2012 di Congresso Lavoro ha riservato ampio spazio alla conoscenza dell’evoluzione giurispru-denziale nell’ambito del diritto del lavoro. Gli Avvocati Co-stantino Delogu, Sharon Guggiari e Tanja Uboldi Ermani – membri del team di autori del Sistema d’informazione Il diritto del lavoro applicato, edito da Boss Editore SA – hanno presentato una panoramica analitica delle più recenti sentenze attinenti al rapporto di lavoro, dall’as-sunzione alla separazione, esemplificando l’applicazione

Da sinistra, l’imprenditore Rocco Cattaneo, il moderatore di Congresso Lavoro Marco Homberger, Consulente in risorse umane, e il Prof. Emmanuel Toniutti, Presidente Ethics Consulting Group

Da sinistra, l’Avv. Sharon Guggiari Salari, l’Avv. Costantino Delogu e l’Avv. Tanja Uboldi Ermani, durante la presentazione delle più recenti sentenze riguardanti il rapporto di lavoro

della norma, il margine di interpretazione per casi concre-ti e la prassi dei tribunali nel considerare i cambiamenti sociali e culturali.

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Vita dei Soci

arGor–heraeus e paMp diventano ordinary MeMber deLLa London buLLion MarKet assoCiationA fine novembre 2012, Argor–Heraeus e PAMP, due delle principali raffinerie di metalli preziosi rinomate a livello mondiale hanno annunciato di essere state nominate “Ordinary Member” della prestigiosa London Buillion Market Association (LBMA). La LBMA è l’associazione di categoria basata a Londra, ma attiva a livello globale, che rappresenta il mercato all’ingrosso dell’oro e dell’argento; Le sue attività correnti vanno a toccare molti ambiti, come i livelli qualitativi di raffinazione, pratiche di good trading e documentazione standard

È inusuale per la LBMA insignire le raffinerie con questo prestigioso status associativo. PAMP e Argor–Heraeus vanno quindi ad unirsi a un gruppo composto in totale da soli 5 membri con queste stesse specifiche, tra cui figu-rano Metalor (Svizzera), Tanaka (Giappone) e Rand Refi-nery (Sud Africa). La LBMA conta attualmente più di 130 società in 20 Nazioni, ammesse nell’associazione come membri con diversi gradi di partecipazione: Associate, Market Making Member e Ordinary Member. Tutte le so-cietà affiliate devono svolgere attività strettamente legate al mercato londinese di lingotti d’oro e d’argento. Queste attività comprendono trading, brokeraggio, spedizioni e immagazzinamento, raffinazione ed estrazione, controllo e saggio e ricerca. In qualità di “Ordinary Member” Ar-gor–Heraeus e PAMP potranno esprimere il proprio voto su diverse tematiche deliberate nel corso dell’assemblea generale annuale, nominare candidati per i comitati della LBMA e promuovere le richieste di affiliazioni di altre società. Entrambe le aziende, Argor–Heraeus e PAMP, erano già riconosciute come raffinerie accreditate “LBMA Good Delivery” ed erano affiliate come “Associate” alla LBMA prima di essere ammesse come “Ordinary Mem-ber”.

La lista “London Good Delivery”La lista “London Good Delivery” delle raffinerie accettate d’oro e d’argento è redatta dalla LBMA che ne detiene anche i diritti d’autore. Essa comprende le raffinerie le cui barre d’oro e d’argento hanno soddisfatto, una volta testate, gli standard richiesti di accettabilità sul mercato dei lingotti di Londra. La lista include Argor–Heraeus e PAMP tra le 63 raffinerie d’oro e le 73 d’argento.

Argor–Heraeus La società è stata fondata a Chiasso (Ticino) nel 1951. Parte delle loro attività principali riguardano la trasfor-mazione dei metalli preziosi, come la raffinazione, la fu-sione, il saggio, l’estrazione e la produzione di prodotti semifiniti per l’industria orologiera e quella dei gioielli. La posizione chiave dell’azienda, a cavallo tra produttori e consumatori rende Argor–Heraeus il partner a valle per chiunque opera nel settore dei metalli preziosi: società estrattive, mercanti, case produttrici di lingotti, banche centrali e commerciali, zecche e produttori di orologi e gioielli. Argor-Heraeus-Commerzbank-Austrian Mint: l’es-sere associato a partner forti garantisce ad Argor-Heraeus l’accesso a importanti risorse e rende il gruppo unico all’interno della supply chain.

PAMP Fondata nel 1977 in Ticino, Svizzera, PAMP è il marchio principale a livello mondiale per i lingotti e una delle più affidabili raffinerie di metalli preziosi nel mondo. Grazie alla sua affiliazione al gruppo MKS, vanta una presenza globale in 12 Nazioni e può fare affidamento su un net-work di distributori dislocati strategicamente nei mercati chiave per i metalli preziosi. La caratteristica distintiva di PAMP risiede nella sua capacità di offrire e unire la gamma completa di servizi che comprendono la trasfor-mazione di prodotti semilavorati e lingotti; estrazione e raffinazione personalizzata; saggio, immagazzinamento e soluzioni di vendita dei lingotti. Consacrata alla qualità e all’innovazione, PAMP fornisce una leadership nei metalli preziosi.

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54 Ticino Business

iL periodo di prova per iL neoassunto

Le sfide professionali oggigiorno non sono assolutamente divenute più facili, vista la complessità dell’impostazione dell’attività aziendale moderna e la rapidità con cui il busi-ness deve essere gestito.In “un cambio della guardia lavorativo”, la vulnerabilità di ognuno di noi nell’operatività, aumenta considerevolmente nei primi 90 giorni del nuovo incarico assunto. Sia esso ma-turato in seno ad uno start-up, o nell’ambito di una riorga-nizzazione societaria.L’esordio, il mettersi alla prova, è una fase molto critica di transizione, dove le piccole differenze nel modo di agire, pesano notevolmente sulle performance.Inizialmente, a chi assume una nuova opportunità manca la conoscenza specifica dei problemi da affrontare, è privo di una rete di relazioni in grado di supportarlo e spenderà più tempo ad analizzare come adattare più efficacemente alcune strategie, alle singole situazioni.Per non parlare della componente emotiva, legata anch’essa a determinare il successo o l’insuccesso dell’azione intrapre-sa. Se si partirà con un impulso positivo, valutando i punti di forza e di debolezza, si potranno fissare le proprie priorità, sfruttando al meglio il potenziale.Secondo Michael Watkins, uno dei più autorevoli esperti mondiali di leadership della transizione, le regole essenziali per creare una relazione produttiva con un nuovo capo, nei primi mesi di transizione professionale, si suddividono in cose “da NON fare e cose DA fare”!

Di seguito alcuni suggerimenti:1. NON CRITICARE IL PASSATO: non serve recriminare sui

comportamenti delle persone che ci hanno preceduto nella funzione, bisogna guardare al presente ed al futuro pensando ad un cambiamento necessario a supportare un risultato migliorativo.

2. NON ISOLARSI: se con il nuovo capo nascono rapporti complessi legati alla comunicazione o alle aspettative, non bisogna instaurare un rapporto di chiusura, ma al contrario assumersi la responsabilità di far funzionare la relazione.

3. NON C’È BISOGNO DI SORPRENDERE IL CAPO: il com-portamento che infastidisce di più un capo è la mancata segnalazione di un problema, o che esso gli venga comu-nicato da qualcun altro. Il suggerimento è: quando sorge l’emergenza è meglio parlarne tempestivamente!

4. NON PORTARE SOLO PROBLEMI AL NUOVO CAPO O L’ELENCO DELLE PROPRIE REALIZZAZIONI:è consiglia-bile non sottoporre al capo solo problemi da risolvere, meglio un piano preciso o una soluzione costruttiva. Soli-tamente il capo si aspetta che il collaboratore si presenti

al suo cospetto per parlare di ciò che sta realizzando o eventualmente per chiedere un supporto

5. NON CERCARE DI CAMBIARE IL CAPO: è impensabile poter fare mutare lo stile o la caratteristica peculiare del proprio capo. Ci si può adattare, senza sentirsi sviliti nel ruolo, rispettando il tempismo della relazione.

DA FARE:1. ASSUMERSI AL 100% LA RESPONSABILITÀ DI FAR

FUNZIONARE LA RELAZIONE: diciamo che questo è “il rovescio della medaglia, del consiglio “NON ISOLARSI”. Non è il capo che deve venirci incontro spontaneamente, se lo fa siamo già a metà strada nella costruzione positiva del rapporto professionale.

2. CHIARIRE SPESSO E FIN DALL’INIZIO LE RECIPROCHE ASPETTATIVE: il feeling con il proprio capo è chiarire sin dall’inizio come gestire e comprendere le aspettative dell’uno e dell’altro. In questo caso bisogna effettuare del-le verifiche periodiche per essere sicuri di ridurre il rischio di eventuali aspettative irrealistiche.

3. NEGOZIARE SCADENZE PER UNA DIAGNOSI E PIA-NIFICAZIONE DELLE AZIONI: non bisogna “peccare di zelo” né nel coinvolgimento immediato alla rincorsa dei problemi, né assumendosi la responsabilità di prendere decisioni per le quali non si è ancora pronti. “Time-out!”. Prendersi tempo per analizzare la situazione e sviluppare un piano d’azione.

4. MIRARE A CONSEGUIRE SUCCESSI INIZIALI, IN AREE CHE IL CAPO RITIENE IMPORTANTI: interessi e obiettivi del capo, devono conciliare con le priorità dell’esordiente. Quando ciò verrà individuato, bisognerà puntare al succes-so, interagendo e tenendo costantemente aggiornato il capo che si sentirà coinvolto nel raggiungimento dell’obiettivo!

CERCARE DI OTTENERE GIUDIZI POSITIVI DA PERSONE DELLE QUALI IL VOSTRO CAPO RISPETTA LE OPINIONI: partiamo dal presupposto che il capo ha un canale preferen-ziale che lo aggiornerà costantemente sull’operato di chi ha assunto il nuovo incarico, sia dal punto di vista professionale che umano. Quindi non servirà accattivarsi semplicemente le simpatie delle persone di cui si fida di più, ma bisognerà curare la relazione, in funzione delle informazioni sulla per-formance che giungeranno all’orecchio del destinatario.

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Vita dei Soci di Emanuela Capra, Branch Manager Luisoni Consulenze SA

Emanuela Capra

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Vita dei Soci

La previdenza in SvizzeraLa sicurezza sociale è un elemento determinante dello Stato svizzero. Il sistema dei tre pilastri, ancorato nella Costitu-zione, cioè la previdenza statale AVS/AI/IPG, la previdenza professionale LPP e quella privata, garantisce la previdenza personale e professionale come pure quella dei familiari in caso di vecchiaia, invalidità o decesso.

Previdenza professionale imprese LPPEsperienza e spirito innovativo: per ogni impresa Swiss Life trova la soluzione LPP adatta. La ricetta? In base alla flessibile e ampia gamma completa di soluzioni previdenziali Swiss Life si confeziona la propria soluzione ottimale, tagliata su misura. La scelta si orienta secondo i seguenti punti chiave: Sicurezza, Reddito, Consulenza, Prestazioni.

SicurezzaSwiss Life copre i rischi attuariali quali decesso, invalidità e longevità. I clienti orientati alla sicurezza possono optare per un modello che assicura la remunerazione garantita. Il coefficiente di solvibilità, che ammonta al 238% (situazione al 30.09.2012), indica il livello di sicurezza di un assicuratore. Swiss Life assicu-ra la vita da 155 anni e conosce le esigenze e il mercato.

Per solvibilità s’intende la dotazione adeguata di un assi-curatore con fondi propri – dunque patrimonio libero e non gravato. Le prescrizioni legali “Solvenza I” definiscono la solvibilità come rapporto tra i fondi propri previsti dalla leg-ge e i fondi propri computabili. La solvibilità prescritta dalla legge è pari al 100%.

RedditoRendimenti interessanti grazie a investimenti sicuri con ele-vata quota immobiliare. I clienti Swiss Life beneficiano di una remunerazione pluriennale superiore alla media e dell’elevata attribuzione delle eccedenze.

Sicurezza e RedditoAffinché l’impresa possa ottimamente definire per la sua solu-zione LPP il rapporto fra Sicurezza e Reddito, nell’ambito della sua consulenza Swiss Life discute e ne illustra tutti gli aspetti.

ConsulenzaL’offerta giusta per ogni ditta. I nostri clienti possono fidarsi della competenza dei nostri consulenti previdenziali specialisti in mate-ria di assicurazione collettiva. Parlano la stessa lingua dei clienti, evitando lo sfoggio di termini tecnici. Un colloquio con i nostri consulenti è utile in ogni caso. Già al primo colloquio vengono presentate le possibili soluzioni e indicati i relativi costi prevedibili. Consideriamo le vostre esigenze e specificità; discutiamo di “Si-curezza assoluta o rendimento supplementare?”, mostriamo come procedere con istituzioni di previdenza che necessitano un risana-mento in caso di copertura insufficiente e spieghiamo le disposi-zioni di sicurezza, anche in tempi difficili. Il Back Office a Manno amministra e gestisce la clientela LPP per la Regione Ticino.

Un’ottima consulenza, sempreRestiamo sempre al fianco dei nostri clienti. A scadenza periodi-ca, le questioni previdenziali e finanziarie vanno ri-valutate e otti-mizzate. L’importante è mantenere sempre la visione d’insieme.

Prestazioni Swiss Life•Un vantaggio unico nel suo genere in Svizzera: le rendite AI

vengono versate già da un grado d’invalidità del 25%•La rendita per coniugi è assicurata a partire dal momento del

matrimonio. La rendita per conviventi è assicurata a partire dal momento della registrazione dell’unione domestica o, senza registrazione, dopo cinque anni trascorsi nella mede-sima economia domestica nonché, senza costi supplemen-tari, in caso di decesso per infortunio

•Termine eccezionalmente breve per la liquidazione in capita-le, anche per le persone invalide: chi in luogo della rendita preferisce riscuotere l’intero capitale della cassa pensioni può comunicarlo a Swiss Life fino a un mese prima del pen-sionamento. Questo termine molto breve offre una grande flessibilità a seconda della situazione personale e/o e della situazione sul mercato

La sede Swiss Life a Zurigo – allora Rentenanstalt – nel 1940

iL Futuro CoMinCia qui

L’attuale sede Swiss Life, ubicata a Zurigo

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56 Ticino Business

Vita dei Soci

ConclusioneNonostante un contesto economico attualmente non facile Swiss Life rimane la risposta convincente e sicura per la pre-videnza dei collaboratori delle PMI.La vicinanza è importante. Swiss Life ne tiene conto con una vasta rete di agenzie generali in tutta la Svizzera, pertanto anche nella Svizzera italiana 40 consulenti, appositamente formati, hanno la competenza specifica nel settore previdenza professionale e fanno capo alle due agenzie generali a Lugano e Locarno con uffici pure a Chiasso, Manno e Bellinzona.Per gli agenti generali Roberto Russi e Enzo Parianotti e i loro team vicinanza non viene intesa solo in senso geografico bensì significa conoscere personalmente il contesto di ogni persona e impresa, i loro desideri e il fabbisogno, per costru-ire un rapporto di fiducia e comprensione reciproca, in modo competente e orientato alle vostre esigenze.

A proposito di Swiss Life

Nome: Swiss Life SA, alias Società svizzera di Assicurazioni generali sulla vita dell’uomo

Data e luogo di nascita: 28.9.1857, Zurigo

Ragione sociale: Società per azioni

Luogo di Domicilio: Zurigo

Professione: Assicuratore vita

Agenzie generali: 40 agenzie generali in Svizzera

Svizzera italiana: Agenzie generali a Lugano e Locarno

Rami di attività: Assicurazione vita individuale e collettiva per imprese

Previdenza professionale: 38’000 imprese CH clienti, con 562’000 impiegati e la relativa gestione di CHF 47’6234 Mio (anno 2011)

Solvibilità: 238% (30.09.2012)

Missione: Ci impegniamo per un futuro finanziario sicuro dei nostri clienti, per la vita

Ambizione: Vogliamo essere uno dei leader internazionali specialisti nell’assicurazione sulla vita e di rischio e nella previdenza

Da 150 anni Swiss Life è leader in Svizzera nella previdenza finanziaria, disponendo così di un’esperienza unica nel suo genere. L’impresa offre alle ditte/imprese e a persone private soluzioni ottimali per tutte le esigenze in materia di previdenza e ogni situazione di rischio. Swiss Life è sinonimo di consulenza, prodotti e servizi di prima qualità e alto standard

Il futuro comincia qui. Non esitate a contattarci:

Agenzia generale Lugano Agenzia generale LocarnoRoberto Russi Enzo ParianottiVia Nassa 5 Via Ciseri 13a6900 Lugano 6600 LocarnoTel. +41 91 911 99 11 Tel. +41 91 821 22 [email protected] [email protected]

Roberto Russi Enzo Parianotti

La prima polizza emessa, numero 1, risalente al 1858

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La “vita dei soCi” su tiCino business

Vita dei Soci

Un nuovo prodotto?

La recente apertura di una nuova filiale?

Un traguardo importante come i 25, 50 o 100 anni di attività?

Una presentazione della vostra attività?

La rubrica “Vita dei Soci” su Ticino Business, periodico della Cc-Ti, è pronta ad accogliere e pubblicare eventi, ricorrenze, presentazioni e promozioni!

Page 58: Ticino Business

« Siamo Vaudoise. E abbiamo potuto realiz- zare il nostro sogno: diventare proprietari.»

Agenzia generale di LuganoAndrea Besomi, Agente generaleVia Nassa 29, CP 5947, 6901 LuganoT 091 913 41 80, F 091 913 41 99vaudoise.ch

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58 Ticino Business

Vita dei Soci

Ticino Business contiene articoli d’attualità mirati sull’evoluzione dell’economia, della politica economica e delle normative in genere.

Interventi, opinioni e riflessioni a 360° su argomenti di attualità cantonale, svizzera e internazionale. Prese di posizione, dibattiti, argomentazioni, casi pratici, opinioni autorevoli.

Per maggiori informazioni: Lisa Pantini, Tel. +41 91 911 51 32 [email protected]

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« Siamo Vaudoise. E abbiamo potuto realiz- zare il nostro sogno: diventare proprietari.»

Agenzia generale di LuganoAndrea Besomi, Agente generaleVia Nassa 29, CP 5947, 6901 LuganoT 091 913 41 80, F 091 913 41 99vaudoise.ch

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La sicurezza di sentirsi felici.

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